Harry Potter e la Forza dell'amore di HisWhisperIsTheLucifer (/viewuser.php?uid=61489)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Privet Drive ***
Capitolo 2: *** Lory, Emma e Tom ***
Capitolo 3: *** Il Ritorno ***
Capitolo 1 *** Ritorno a Privet Drive ***
Capitolo
1
Ritorno a Privet Drive
Il sole stava tramontando, mentre Harry, Ron e Hermione
percorrevano Privet
Drive fino al numero 4, dove abitavano gli zii Babbani di Harry. Il
giovane era
costretto a tornare al numero 4 ancora una volta prima di compiere
diciassette
anni, in modo che l’incantesimo eseguito da Silente in
persona sedici anni
prima perdurasse, come gli aveva spiegato lo stesso Preside quando,
l’anno
prima, era venuto a prenderlo a Privet Drive. A Harry non piaceva
l’idea di
tornare dai Dursley ma non voleva nemmeno morire per mano di Voldemort
prima
che fosse riuscito a distruggere tutti i suoi Horcrux, e tornare dai
Dursley
era il minore dei due mali, in quel momento.
I ragazzi si fermarono sul vialetto del numero 4, con gli animali
stretti fra
le braccia dei padroni e i bauli che levitavano lì accanto
grazie
all’incantesimo di Hermione. Harry inspirò
profondamente per farsi coraggio
prima di bussare; si avvicinò alla porta e batté
il pugno sul legno. Dovettero
aspettare pochi secondi prima che Dudley Dursley, il cugino di Harry,
andasse
ad aprire la porta, costretto, come sempre,dal padre, Vernon Dursley.
Dudley aprì la porta, sbatté le palpebre sugli
ottusi occhi porcini prima di
rendersi conto che Harry era arrivato con un po’ di giorni di
anticipo scortato
da due maghi armati di bacchetta.
Dudley lancio un urlo alla vista delle bacchette che Ron e Hermione
avevano
estratto per difendere il loro amico in caso di eventuali attacchi da
parte dei
Mangiamorte.
Petunia Dursley, sorella della madre di Harry, accorse sentendo
l’urlo di
terrore del suo adorato Didino e urlò a sua volta alla vista
di Edvige,
Leotordo, rispettivamente i gufi di Harry e Ron, e Grattastinchi, il
gatto di
Hermione. Accorse infine anche zio Vernon che, invece di urlare di
terrore,
sbraitò contro Harry: “Che ci fai qui? Non
dovresti essere in quella tua
stramba scuola a prendere ordini da quel pazzo scatenato che
è venuto a
prenderti l’estate scorsa?”
Alle parole di zio Vernon, anche Harry tirò fuori la
bacchetta e disse:
“Sectum…”
“No, Harry!”esclamò qualcuno alle sue
spalle. Il ragazzo non riconobbe la voce,
non era né quella di Ron né quella di Hermione. I
tre maghi si voltarono
lentamente per fronteggiare due ragazzi di Grifondoro, che Harry
riconobbe per
due del settimo anno. I due ragazzi portavano entrambi la divisa nera
di
Hogwarts con il colletto rosso che rappresentava Grifondoro. La ragazza
era
alta quanto Hermione e aveva due grandi occhi verdi, incorniciati dai
riccioli
castani. Proprio sotto la spalla aveva il distintivo del Caposcuola di
Grifondoro, mentre all’indice della mano destra portava un
anello con uno
stemma che ad Harry sembrava vagamente famigliare.
Il suo amico era più alto di lei di venti centimetri buoni e
anche lui aveva un
distintivo ma era uguale a quelli di Ron e Hermione: era un Prefetto.
Aveva gli
occhi di un bel marrone scuro e i suoi corti capelli erano neri.
Quando Ron e Hermione videro i due ragazzi esclamarono
all’unisono: “Lory Black
e Michael Stevins! Cosa ci fate qui?”
Prima che i nuovi arrivati potessero rispondere, Harry
esclamò: “Black!?Non
sarai mica una parente di Sirius Black?”
“Certo che lo sono” rispose Lory, indignata per
quella domanda. “Sono sua
figlia.”
Harry rimase letteralmente a bocca aperta per qualche secondo, prima
che
potesse ritrovare la voce e mormorare: “Ma perché
non me l’ha mai detto che
aveva una figlia?”
“Non lo so. Credo non lo sappia nessuno perché non
ti rivelò di avere una
figlia. Avrà avuto i suoi motivi, immagino. Ora per
rispondere alla vostra domanda”aggiunse
Lory prima di venire interrotta da Harry, che mostrava
l’intenzione di
protestare “sappiate che ci ha mandati la McGranitt per
tenerti d’occhio,
Harry”
“Oh, non vi preoccupate, signori Dursley”aggiunse
Michael, perché gli zii di
Harry avevano strabuzzato gli occhi all’idea di aver due
maghi maggiorenni in
giro per casa, pronti a sparare incantesimi a raffica se avessero detto
qualcosa su Harry che non andava bene. “Non vi accorgerete
nemmeno che siamo in
casa”
“Oh, non è giusto!” sbottò
Hermione rivolta alla nuova venuta. “Perché non ve
ne andate e ci pensiamo io e Ron a Harry?”
“Non ti rivolgere a me in quel modo, Granger. Guarda caso, io
sono Caposcuola e
tu solo un Prefetto.”esclamò Lory di rimando.
“Guarda caso, tu e Michael avete finito la scuola. Questo
significa che non sei
più Caposcuola.”
“Sono sempre più grande di te!” disse
Lory estraendo la bacchetta dalla tasca
del mantello e puntandola contro Hermione.
“Basta!” esclamarono Ron e Michael, frapponendosi
fra le ragazze.
“Andiamo Michael. A quanto pare, qui non
c’è bisogno della nostra presenza”
sussurrò Lory incamminandosi lungo Privet Drive.
“Aspetta” esclamò Hermione.
“Lory, mi dispiace per quello che ho detto.”
“Non ti preoccupare, Hermione. E’ tutto
apposto.”
Le due ragazze si abbracciarono, chiaro segno della loro amicizia. Ron,
a
disagio, distolse lo sguardo. Harry, conoscendolo molto
bene,capì il perché:
aveva paura di perdere Hermione per via delle nuove amicizie della
ragazza.
“Ehm, bene, Harry non ci inviti ad entrare?” chiese
Ron.
“Cos…?Ah, si venite dentro.” rispose
l’amico.
“Ah, no ragazzo!” esclamò zio Vernon,
impedendo l’entrata dei ragazzi con la
sua mole. “Tu non porti questa gente in casa mia!”
“Ne sei proprio sicuro, zio?” chiese Harry mentre
gli altri quattro estraevano
le bacchette
Zio Vernon guaì di paura e lasciò passare il
quintetto con i bauli che ancora
volavano alle loro spalle.
Harry condusse gli amici di sopra, mentre Dudley si schiacciava contro
la
parete e zia Petunia raccoglieva disgustata le piume di Edvige e
Leotordo e i
peli persi dal gatto di Hermione.
Giunsero in camera di Harry e Michael esclamò:
“E’ un po’ piccola, ma con
l’incantesimo giusto ci sarà il posto
più che abbondante per tutti e cinque.”
“Aspetta Michael” esclamò Ron.
“Harry non è ancora maggiorenne. Non puoi fare
incantesimi in casa sua, verrà incriminato un'altra
volta…”
“Non ti preoccupare, Ron” disse Lory scogliendosi
il mantello.“La McGranitt ha
avvertito il Ministero che ci sarebbero stati maghi maggiorenni in casa
di
Harry, anche se prevedeva che fossero solo due.”
Michael alzò la bacchetta, compì un ampio gesto a
mezz’aria e la stanza
comincio ad allargarsi, anche se esternamente la casa non ne
risentì.
Lory evocò dal nulla quattro letti e Hermione adagio sul
pavimento i bauli, uno
in fondo ad ogni letto.
Poco dopo si sentì tintinnare il campanello e il rumore dei
passi pesanti di
zio Vernon che andava ad aprire. Dopo qualche secondo si
sentì la voce dello
zio, proveniente dall’ingresso, lanciare un urlo:
“POTTER!”
Harry si lanciò di sotto, seguito da Lory, Michael, Ron e
Hermione pensando che
si trattasse di un Mangiamorte.
Invece sulla porta si trovavano tre ragazzi: Ginny, la sorellina di
Ron,
Neville, un loro compagno di Grifondoro, e Luna, una studentessa di
Corvonero,
amica di Ginny.
Harry, sbalordito dalla loro presenza, esclamò:
“Non ditemi che la McGranitt ha
mandato anche voi perché non ci credo.”
“No Harry” sussurrò Ginny,
abbracciandolo. “Siamo venuti di nostra spontanea
volontà”
“Credo che servirà qualche altro letto,
Lory.”disse Harry sogliendosi a
malincuore dall’abbraccio.
“No problem”rispose lei “Neville, Ginny,
Luna, mi date i vostri bauli?”
Lory risalì le scale con i nuovi bauli che le fluttuavano
dietro. Poco dopo
tornò e disse, rivolta a zia Petunia: “Vuole
preparare la cena a questi poveri
ragazzi?”
“Io…non…va
bene”balbettò la donna alla vista della bacchetta
di Lory.
La cena fu pronta in pochi minuti e tutti si sedettero al tavolo dei
Dursley,
magicamente ingrandito.
Per una decina di minuti gli unici rumori che si sentivano erano quelli
delle
posate contro i piatti; poi, ad un certo punto, Lory disse, rivolta ad
Harry:
“Come è morto mio padre?”
Harry si sentì un po’ a disagio per quella
domanda, ma rispose raccontando le
loro avventure dell’anno prima al Ministero della Magia. Alla
fine del racconto
Lory aveva gli occhi lucidi per le lacrime e non disse niente per tutta
la
cena.
Finito il pasto i giovani maghi si ritirarono tutti nella stanza di
Harry, dove
il ragazzo,dispiaciuto, dovette infrangere la promessa fatta a Silente
mesi
prima:erano infatti troppo insistenti le domande dei suoi ospiti che
raccontò
loro tutto. Alla fine del racconto, Lory chiese: “Posso
vedere il medaglione?”
Harry annuì, lo recuperò dalla divisa che aveva
gettato nel baule prima della
cena e lo porse a Lory.
La ragazza prese il medaglione per la catena e lo osservò.
Dopo qualche minuto
di silenzio assoluto, Lory aprì il medaglione, estrasse il
foglietto
accartocciato, che Harry aveva rimesso a posto dopo il funerale di
Silente, lo
aprì e ne lesse il contenuto con crescente meraviglia; una
volta finito, lo
ripiegò con cura e disse: “Avete scoperto chi
è R.A.B?”
Harry, Ron e Hermione fecero di no con la testa e Lory
sospirò di sollievo:
“Uh...meno male! Mi avreste tolto il gusto della ricerca,
altrimenti.”
“Sapete, Lory adora fare ricerche” disse Michael.
“Credo sia il suo scopo…”
“Il mio scopo è diventare un Auror,
Michael” disse l’ultima Black all’amico.
“Credevo che ormai l’avessi
capito…”lascio la frase in sospeso e si distese
sul
letto per rovistare nel baule, estraendo un mucchio di libri antichi:
tutti i
libri avevano inciso sulla copertina un nome. Il nome della famiglia,
pensò
Harry.
I ragazzi videro che i nomi iniziavano tutti per
“b” e Hermione disse: “Lory,
ho gia cercato tutti i maghi il cui nome iniziasse per R.A.B, ma non ho
trovato
niente”
“Questo perché hai cercato nel modo
sbagliato.” Lory sembrava indecisa se
tirare fuori un ultimo libro; alla fine decise di iniziare da quello.
Dal suo
volto sembrava che avesse già scoperto
l’identità del misterioso mago.
Prima che lei aprisse il libro, Harry riuscì a leggere il
nome della famiglia:
Black. Rimase sbigottito nel vedere che Lory voleva iniziare dalla sua
famiglia.
“Dovevi restringere la ricerca alle famiglie che hanno avuto
almeno un
Mangiamorte nella discendenza, o ascendenza, mia cara Hermione. Hai
ancora
molto da imparare” disse Lory guardando i nomi in cima alle
pagine prima di
girarle. Quando si fermò, piegò
l’angolo della pagina ma non fece vedere loro
il nome. Dopo quelle che parvero ore, Lory sospirò
soddisfatta: “Harry, R.A.B.
è Regulus Alphard Black, mio zio.”
“Tuo zio?!” esclamarono gli altri.
“Sì, mio zio. E molto probabilmente il vero
medaglione si trova dove si rifugiò
dopo aver tradito il suo padrone”
“Ovvero?” chiese Harry, anche se conosceva la
risposta.
“A casa Black, ovviamente.” rispose Lory,
sogghignando “Lì, sotto le sottane
della sua adorata mammina, al sicuro.”
“Cosa vuoi fare Harry? Partiremo per Grimmauld
Place?” chiese Ginny, posandogli
una mano sulla gamba.
“Ovvio che partiremo” rispose Harry, cingendole le
spalle. “Anche subito.”
“No, partiremo domattina presto” disse Lory,
rimettendo a posto i libri.
“Abbiamo bisogno di riposo, dopo gli avvenimenti degli ultimi
giorni.”
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Il mattino seguente la sveglia di Harry suonò molto presto e
i ragazzi si
alzarono a fatica. In cucina trovato Lory, che stava preparando la
colazione.
“Buongiorno, ragazzi!” li salutò lei.
“Allora, siete pronti per partire?”
Gli altri annuirono: erano tutti ancora troppi intontiti per parlare.
Quando
ebbero finito, Lory agitò appena la bacchetta e fece sparire
i piatti. “Che ne
dite se ci muoviamo?” disse Ron.
“Proposta intelligente, Ron! Mi stupisci!” disse
Hermione prendendo il suo
baule e Grattastinchi. “Ci Smaterializziamo, Harry, sei
d’accordo?”
“Si.” rispose lui con la voce impastata dal sonno.
Uscirono nel vialetto e
Hermione prese sottobraccio Harry e Ron, poiché non erano
capaci di
Smaterializzarsi. La familiare sensazione di oppressione
attanagliò Harry, dopo
che Hermione fece una giravolta, scomparendo nel nulla. Poco dopo,
però, l’aria
tornò a riempire i polmoni di tutti quando arrivarono a
Grimmauld Place. Il
gruppetto avanzò decise fra i numeri 11 e 13, mentre la
porta del numero 12
appariva lentamente seguita da tutta la casa. Neville e Luna rimasero a
bocca
aperta vedendo arrivare così dal nulla una casa intera e
vedendo che i Babbani
non si erano accorti di niente.
Harry tirò fuori la bacchetta e la battè sulla
porta, che si aprì. Il gruppetto
entrò silenziosamente, mentre Lory diceva a Neville e Luna:
“Non parlate a voce
alta!”
Harry diresse il gruppo verso la cucina, dove potevano parlare
liberamente.
“Dov’è Kreacher?” chiese Lory.
“Non lo so!” rispose Harry, senza chiedersi come lo
conoscesse. Poi esclamò a
voce alta e sicura:”Kreacher!”
Un elfo si Materializzò nella cucina e si inchinò
di fronte a Harry, dicendo:
“Cosa desidera, padrone?”
Poi aggiunse sottovoce, ma perfettamente udibile: “ Il
padrone è tornato
portando con se dei luridi Mezzosangue e Maghinò. Oh, se la
mia padrona sapesse
che gente frequenta la sua casa, oh chissà cosa
direbbe…”
“Kreacher, piantala di mormorare!”
ordinò Harry. “Piuttosto dimmi qualcosa di
Regulus!”
“Il ragazzo conosce il Padron Regulus?” chiese
Kreacher stupito.
“Sì, lo conosciamo!” disse Lory.
“E tu, ti ricordi di me?”
“Oh, la figlia adottiva di quella feccia del figlio della mia
padrone. Ma tanto
lui è morto, ormai non infesterà più
la casa con il suo fetido odore, oh no,
no, no!” mormorò Kreacher.
“Piantala di parlare di Sirius, Kreacher, e parlaci di
Regulus piuttosto!”
esclamo Michael con voce autoritaria. “Per caso un giorno
è tornato a casa con
un medaglione?”
Sembrava che Kreacher fosse costretto ad obbedire all’ordine
di Michael, cosa
che fece: “Si, un giorno è tornato con un
medaglione e una faccia strana. Si
rinchiuso per non so quanto tempo in camera sua. Non voleva vedere
nessuno. La
notte gridava cose insensate, Kreacher le ha sentite. La mia povera
padrona era
disperata. Poi una notte Kreacher non ha più sentito le urla
di Padron Regulus
e allora è andato a vedere. Ha aperto la porta con la sua
magia e ha trovato
Padron Regulus sdraiato sul suo letto, morto. La padrona non ha saputo
reagire
a quelle evento e si uccisa. Povera, povera la mia padrone, aveva perso
il suo
figlio prediletto, per lei la vita non aveva più
senso.”
“E il medaglione? Che ne è stato del
medaglione?” chiese Harry. “Ce l’hai
ancora?”
Kreacher annuì, poi si ritirò nella sua stanza.
Tornò poco dopo con il
medaglione tra le mani. Harry lo prese e lo guardò
attentamente; vide la S
scintillante che aveva visto per ben due volte nel Pensatoio di
Silente. Anche
Lory guardava affascinata il medaglione. Sembrava che nei suoi occhi
rilucesse
un bagliore serpentino, gli era addirittura parso di vederli
risplendere di
rosso. O forse era la vicinanza con un pezzo dell’anima di
Voldemort a fargli
quell’effetto?
Harry allungò la mano e prese il medaglione. Era caldo e lo
sentiva pulsare,
come se dentro ci fosse un cuore.
“E adesso? Come facciamo per distruggerlo?” chiese
Ron, lo sguardo fisso sul
medaglione.
“Ho letto che il veleno di Basilisco distrugge gli
Horcrux.” disse Hermione.
“Anche la Magia Elfica.” disse Lory. Michael
annuì.
“Magia Elfica?” esclamarono gli altri in coro.
“Vuoi dire la magia degli elfi domestici?”
domandò Ron allibito.
Lory proruppe in una risata argentina. “No, Ron!”
esclamo divertita. “Non la
magia degli elfi domestici. Io intendevo la magia degli Elfi dei
Boschi, la
magia naturale, la magia degli elementi naturali!” Lory stava
ridendo di gusto.
Quando si fu calmata si legò i capelli, rivelando due
orecchie un po’
appuntite. “Vedete, io e Michael, non siamo umani! Siamo Elfi
dei Boschi! E
Lory e Michael sono i nomi che utilizziamo con voi, perché i
nomi Elfici non
possono essere pronunciati con questo idioma! Quindi non
c’è bisogno di andare
chissà dove per cercare un Basilisco. Bastiamo io e
Michael.” Disse fissando il
medaglione a mani aperte. Anche Michael assunse la stessa posizione di
Lory e
le loro mani iniziarono a risplendere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Lory, Emma e Tom ***
Capitolo
2
Lory, Emma e Tom
“State indietro!” disse Lory. Harry prese
la bacchetta e fece lievitare
l’Horcrux. Lory e Michael si scambiarono un cenno di intesa e
iniziarono a
mormorare starne parole nello stesso momento. I loro palmi erano sempre
più
lucenti, mentre l’aria intorno a loro si era fatta carica di
energia positiva.
Chiusero entrambi gli occhi, continuando a parlare in quella starna
lingua. Ad
un certo punto, Lory aprì gli occhi e l’energia
positiva divenne energia
negativa. Una risata proruppe dall’Horcrux, la risata di
Voldemort. Harry si
guardò intorno spaventato e vide che dall’Horocrux
si stava sollevando
un’immagine di Voldemort, come era successo per il diario.
Neville e Ginny
urlarono di paura, Luna fissò stupefatta
l’immagine e Lory si accasciò a terra
, con la testa fra le mani. Voldemort continuò a ridere
uscendo dal medaglione.
Quando ne fu uscito completamente, Harry si accorse che non era proprio
il
Voldemort che conosceva. Sembrava il Voldemort che era andato da
Silente per
chiedergli di insegnare ad Hogwarts, il volto incavato che non donava
al suo
aspetto.
Voldemort ghignava, lo sguardo fisso su Lory. Sembrava provasse piacere
nel
vederla in quello stato. Si mosse lentamente verso Lory, sussurrando:
“Non sei
ancora pronta per affrontarmi, Lory, e lo sai. Perché ci hai
provato?” Allungò
la mano che teneva la bacchetta e Harry chiuse gli
occhi…stava per uccidere
un’altra volta.
“Non la toccare!” urlò Michael,
mettendosi fra Lory e Voldemort, le braccia
larghe.
Voldemort scosse la testa, divertito e disgustato da quella scena.
“Ah,
l’amore!” sospirò.
“Così effimero… Ricordi cosa
è successo all’ultima persona
che si è sacrificata al posto tuo? Ricordi cosa è
successo a tua madre?”
Voldemort rise e poi iniziò a mormorare strane parole, che
suonavano molto
simili a quelle pronunciate da Lory e Michael poco prima.
In un attimo sembrò che il tempo stesse scorrendo
all’indietro, come se
qualcuno avesse usato una GiraTempo…Una foresta apparve,
come proiettata da un
invisibile videoproiettore.
Una donna stava correndo in una foresta inseguita da uomini
incappucciati. Lory
gridò di puro terrore.
Le grida di Lory fecero ridere un'altra volta Voldemort mentre guardava
estasiato la scena.
Anche Harry guardò la donna e gli parve che assomigliasse
moltissimo a Lory. La
donna si fermò, nascosta dietro un albero. Forse
pensò di essersi salvata,
perché tirò un sospiro di sollievo e si mise a
camminare lentamente.
“No…no…ti…ti
prego…no-non farmelo rivivere un’altra
volta!” balbettò Lory,
tremando e guardando Voldemort supplichevole. A quelle parole,
Voldemort rise
ancora di più.
La donna intanto si era fermata, aveva sentito un fruscio alle sue
spalle. Non
vedendo niente dietro di lei, si voltò e riprese a camminare.
Non aveva fatto nemmeno un passo quando qualcuno si
Materializzò di fronte a
lei. Lei si fermò, con la bacchetta puntata.
“Dove vai, amore mio?” chiese l’uomo.
Harry rabbrividì sentendo quelle
parole…non era possibile che fosse lui.
L’uomo entrò nel fascio di luce della donna e
tutti videro il volto di
Voldemort. I tatti quasi animaleschi non lasciavano più
intravedere la sua
bellezza. Harry sapeva cosa voleva dire: aveva già creato
quasi tutti i suoi
Horcrux.
“Ti prego, Tom!” supplicò la donna.
“Se mi ami davvero, lasciami andare…ti
prego!”
“Perché dovrei?” le rispose Voldemort,
un sorriso beffardo sulle labbra. “Dimmi
perché dovrei lasciarti andare.”
“Tom ti prego…ti scongiuro…Lory ha
bisogno di me…ti prego…almeno per
lei…” la
donna si era accasciata a terra ed era sull’orlo delle
lacrime.
Il Voldemort più giovane rise. “Emma, sei una
stolta se pensi che io ti lasci
andare per un motivo così…futile.”
esclamò. Poi, facendo un cenno a qualcuno
che era nascosto nell’ombra, disse: “Portami la
bambina, Lucius!”
“NO!” urlò la donna piangendo.
“No, ti scongiuro, non fare del male a Lory!”
Anche Lory si mise a singhiozzare più forte di prima, mentre
Michael si
inginocchiava al suo fianco e la cingeva con le braccia, sussurrandole
dolci
parole nell’orecchio. Harry era come immobilizzato con gli
occhi fissi su
quella scena e sapeva che era così anche per gli altri.
Lucius arrivò portando una bambina in braccio, che
lasciò a terra vicino a
Voldemort. La ragazzina, sui quattro o cinque anni, corse verso la
donna
chiamata Emma, ma un incantesimo di Voldemort la bloccò a
metà strada fra i
due.
“Mamma…papà…”
mormorò la ragazzina.
A quelle parole Voldemort e i Mangiamorte li intorno risero. Harry
guardò
meglio la ragazzina. Gli occhi enormi, ricolmi di lacrime, le orecchie
a punta,
i riccioli castani.
Non è possibile! Non può essere Lory!
pensò Harry.
Voldemort alzò la bacchetta e la puntò contro la
ragazzina, che si mise a
piangere.
“No, Tom, ti prego, non farlo!” esclamò
Emma.
“ZITTA, DONNA!” esclamò Voldemort,
furioso. Con un unico gesto della bacchetta,
lanciò un incantesimo su Emma, che si zittì.
“Ed ora a noi due, Lory!” Voldemort
puntò di nuovo la bacchetta sulla bambina.
Harry non poteva crederci…non poteva aver ucciso
Lory…Lory era li, con loro, in
quella stanza.
“Avada Kedavra!” disse Voldemort. Emma
spalancò gli occhi verdi, e la bambina
sparì. L’Anatema che Uccide colpì la
donna che guardò per l’ultima volta
Voldemort sorridendo.
Sembrò che qualcuno li stesse portando nell’acqua
gelata…il tempo che tornava
indietro e la visione che spariva.
Lory era a terra che piangeva con la testa tra le braccia e Voldemort
rideva,
rideva di gusto.
“Allora, Lory…vuoi che qualcun altro faccia la
fine della tua adorata mamma?Eh,
dimmelo, così ti accontento subito!” disse con
fare beffardo, la bacchetta
puntata su Michael.
A quelle parole, Lory si riscosse. Si alzò, tremante e
guardò Voldemort con
aria di sfida. “Come puoi dire che l’amavi, se non
hai fatto niente per
salvarla, quando mi ha fatto sparire?” chiese, la voce carica
d’odio.
“Io non l’amavo!” rispose Voldemort.
“Le ho fatto credere di amarla perché
avevo bisogno di lei.”
“Bastardo! Sei un bastardo!” urlò Lory.
“Ehi, ragazzina! Porta un po’ di rispetto a tuo
padre!” sussurrò Voldemort. A
quelle parole Harry sussultò. Voldemort notò
subito il loro stupore e chiese:
“Oh, non lo sapevi, Harry Potter? Non sapevi che Lory fosse
mia figlia? Ah, è
vero! Lei raccontata a tutti che è figlia di Sirius Black,
giusto, giusto, me
ne ero dimenticato.” aggiunse con finto tono meditabondo.
“Dopo la scena che vi
ho fatto vedere Sirius Black si prese cura di mia figlia,
nascondendola,
diventando il custode segreto della famiglia di Michael, il suo futuro
migliore
amico, il suo amante.” Aggiunse in tono di scherno.
Lory si arrabbiò. “Non parlare così
delle persone che amano!” urlò spostando
quasi di peso Michael. Padre e figlia si squadrarono da capo a piedi.
Lory
disse: “Tu non puoi capire cosa voglia dire amare veramente
una persona!”
Harry sentì la mano di Ginny stringere la sua.
Ricambiò la stretta, mentre la
voce di Lory risuonava nella sua testa dicendo: Ragazzi vi prego! Ho
bisogno
del vostro aiuto! State sempre il più vicino possibile gli
uni alle altre!
Aiutatevi a vicenda, e aiutate me!
Harry strinse a se Ginny e nello stesso momento vide Ron e Neville fare
lo
stesso con Hermione e Luna.
Michael si era avvicinato a Lory e la stava abbracciando da dietro. Un
dolce
sorriso apparve sul volto di Lory, ancora rigato dalle lacrime.
Voldemort fissò
esterrefatto la scena. Poi tornò a guardare Lory, che era
più risolta che mai.
Si guardarono negli occhi e, nello stesso momento, si misero a
mormorare nella
stessa strana lingua.
Tutto si confuse in una massa di luce bianca e una di luce nera.
L’unica cosa
che riuscivano a sentire erano le voci di Lory e Voldemort, che ora
urlavano parole
incomprensibili.
Harry ormai non riusciva capire dove finisse il suo corpo e dove
iniziasse
quello di Ginny. Poi sentì Michael mormorare qualcosa e
all’improvviso si trovò
tutt’uno con i suoi amici., riuniti in un’unica,
potente creatura alimentata dall’amore.
Sentì la bocca dell’entità muoversi
come se fosse la propria continuare a dire
parole incomprensibili, a lanciarle contro Voldemort.
Poi all’improvviso, un rumore di vetri rotti e la presenza di
Voldemort sparì
dalla stanza.
Harry ritornò nel proprio corpo, ancora abbracciando Ginny.
Lasciò andare Ginny
e vide Lory e Michael avvicinarsi al medaglione.
“L’avete distrutto?” chiese con la voce
roca.
“L’abbiamo distrutto, tutti insieme.”
disse Lory, prendendo il medaglione e
chiudendolo.
“Quindi…quindi quel pezzo di anima
è…è morto?” chiese Ron,
ancora abbracciando
Hermione.
Michael annuì, mentre Lory si passava il medaglione intorno
al collo. Al vedere
la ‘S’ scintillante e l’anello che Lory
portava, qualcosa balenò in mente a
Harry. Si ricordava dove aveva visto quell’anello e a chi:
nel Pensatoio di
Silente, al dito di Voldemort.
Una rabbia innaturale si impadronì di lui. Balzò
addosso a Lory come fa una
belva con la preda e urlò: “Perché non
ci hai detto che sei sua figlia? Eh,
rispondi!”
Le puntò la bacchetta addosso, ma Lory non si fece
intimorire. “Harry non fare
il bambino! Te vorresti far sapere a tutto il mondo magico di essere il
figlio
del più grande mago Oscuro?”
Harry lasciò andare Lory. “Scusami. Hai
perfettamente ragione.” mormorò dispiaciuto.
Lory sorrise e disse: “Non ti preoccupare Harry! Sono cose
che…”
Non terminò la frase perché si
accasciò a terra, svenuta. Michael accorse e la
sostenne per evitare che battesse la testa. Le appoggiò una
mano sulla fronte e
disse: “Come immaginavo, ha la febbre!”
La prese in braccio e si avviò verso la porta. “La
porto a letto su in una
delle camere di sopra.” disse voltandosi verso di loro.
“Fareste meglio ad
andare a dormire anche voi.” E uscì dalla porta.
Gli altri si avviarono lentamente verso la porta. Quando Ginny gli
passò
accanto, Harry la prese per un braccio. Lei lo guardò, ma
lui le chiese di
aspettare.
Quando furono usciti tutti, Harry la attirò a se e
l’abbracciò, come se fosse
l’ultima volta che poteva farlo.
“Ginny, non lasciarmi solo, stanotte.” le
sussurrò nell’orecchio. A quelle
parole Ginny non rispose, ma lo prese per mano e lo porto nella stanza
che
aveva occupato la prima volta che erano stati Grimmauld Place. Una
volta
arrivati, Harry puntò la bacchetta sulla porta e la chiuse.
Si avvicinò a Ginny
e la baciò. Continuarono a baciarsi per un bel
po’. Poi Ginny si staccò e
disse: “Sei pronto?”
Harry annuì. Ginny si distese sul letto, Harry la raggiunse
e si amarono per
tutta la notte.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Il Ritorno ***
Capitolo
3
Il Ritorno
“No…no…no…NO!”
Harry si mise a sedere sul letto. Ansimava. Si passò le mani
sul volto e guardò
Ginny. Stava ancora dormendo. Lo sguardo di Harry si fermò
sull’orologio da
polso della ragazza. Le 7 in
punto del 31 Luglio. Aveva ufficialmente 17 anni.
Scese dal letto e cominciò a vestirsi. Ginny si
svegliò e disse, sorridendo:
“Auguri, Harry!” Harry si girò, le
sorrise e le diede un bacio leggero su una
guancia. Ginny si mise a sedere accanto a lui, gli appoggiò
la testa su una
spalla e disse: “Ti ho sentito urlare, è successo
qualcosa?”
Harry sospirò, poi disse: “I miei incubi sono
tornati, Ginny. Da quando abbiamo
distrutto l’Horcrux non faccio che pensare a quello che
è successo a Lory.
Anche lei sta vivendo il mio stesso destino. Anche lei è
condannata a
nascondersi per salvarsi.”
“Non ti preoccupare, Harry!” disse Ginny,
rassicurandolo. “Non vi accadrà
nulla! Riuscirai a sconfiggerlo.”
Harry annuì, poi finì di vestirsi ed entrambi
scersero per la colazione. In
cucina trovarono Lory e Michael che parlavano fitto fitto nella strana
lingua,
la Gazzetta del Profeta aperta di fronte a loro.
Quando Harry e Ginny entrarono in cucina, i due smisero
all’improvviso di
parlare. Si voltarono entrambi a guardarlo, con due facce tristi.
Poi Lory si riscosse e disse: “Auguri, Harry!”
mentre Michael prendeva la
Gazzetta del Profeta e la chiudeva.
“Cos’è successo?” chiese Harry
accennando alla Gazzetta, mentre arrivavano tutti
gli altri. Michael la prese e la tenne stretta, dicendo:
“Niente, Harry!”
Lory lo guardò malissimo e gli strappo il giornale di mano.
“Ha il diritto di
saperlo, sono la sua unica famiglia!” esclamò
aprendo il giornale a passandolo
a Harry.
Harry prese la Gazzetta dalle mani di Lory e guardò la prima
pagina. Si sentì
mancare. Una foto campeggiava sulla pagina e ritraeva i Dursley. Harry
conosceva fin troppo bene quella foto. Era immobile, segno che era una
foto
Babbana. Harry ricordò il soggiorno del numero 4 di Privet
Drive, la foto sopra
il caminetto. Sotto la foto, il titolo: FAMIGLIA BABBANA TROVATA MORTA
QUESTA
MATTINA
Harry non voleva continuare a leggere ma si sentì in dovere
di farlo.
Questa mattina, intorno alle 5, è arrivato un gufo al
Ministero che informava
il Ministro della morte di una famiglia Babbana, residente al
n° 4 di Privet
Drive, Little Whinging, Surrey. Le autorità Babbane sono
state le prime a
raggiungere il luogo del delitto, ma non sono riusciti a spiegarsi il
perché
dell’improvvisa morte della famiglia Dursley. Quando invece
gli Auror e gli
Oblinatori del Ministero sono giunti sul luogo del fatto, hanno notato
subito
il marchi Nero che campeggiava sulla casa. Hanno preso subito il
controllo
della situazione, facendo allontanare tutti e procedendo con le
indagini.
“Pensiamo che dietro questo fatto ci sia
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nomintato,
in quanto è noto che la famiglia in questione fossero gli
unici parenti di
Harry Potter.” ha dichiarato Kinglesy Shakelbolt, noto Auror
e Membro
dell’Ordine della Fenice, accorso sul posto.
“Per fortuna di tutta la comunità magica, Harry
non era in casa in quel momento
dell’uccisione dei Dursley.” ha dichiarato
Ninfadora Tonks, un’altra Auror.
Tutto il mondo Babbano è sgomento per questa morte
apparentemente senza motivo.
“Consigliamo a tutti i maghi di cercare di proteggere il loro
vicini e i loro
amici Babbani. Qualsiasi mezzo potrà essere utile, anche se
probabilmente
riuscirà a trattenere Lord Voldemort per poco tempo. Ma
è essenziale che chiunque
avvisti Lord Voldemort vicino casa propria, avverta immediatamente
l’Ufficio
degli Auror, che interverranno il prima possibile.” ha
dichiarato... (continua
a pagina 2)
A quel punto Harry si fermò. Sentì che stava per
svenire e si avvicinò ad una
sedia, mentre le lacrime iniziavano a scendergli lungo le guance.
Sentì Ginny
avvicinarsi a lui e abbracciarlo. Lei disse qualcosa a Lory, ma Harry
non
sentiva più le voci degli amici. A quello non aveva
pensato...non aveva pensato
che Voldemort sarebbe potuto andare a cercarlo appena lui avesse
compiuto
diciassette anni...e lui aveva causato la morte di tre persone, la cui
colpa
era solo quella di esse la sua unica famiglia.
“Ok, direi anche che potete smettere di litigare!”
disse qualcuno in quella
stanza. Harry sobbalzò. Vide che anche gli altri erano
stupiti quanto lui. Non
poteva essere vero...Lui, Harry, aveva visto il suo corpo cadere dalla
Torre
più alta del castello, aveva visto il suo corpo inglobato da
una tomba bianca.
Si voltò lentamente, come se temesse di essere ingannato.
Sulla porta della
cucina c’era Albus Silente, in carme e ossa, e con la mano
destra completamente
sana.
“Albus...” sentì Lory sussurrare.
Ma non era la presenza del Preside a meravigliarlo, bensì
quello di tre persone
poco dietro di lui. Un uomo dalla bellezza trascurata scrutava la
stanza con
evidente noia, le mani nelle tasche dei pantaloni. Al suo fianco, una
donna dai
capelli rossicci e grandi occhi verdi e un uomo con gli occhiali
guardavano
Harry. Lily e James Potter. Insieme a Sirius. Sentì Lory
trattenere il respiro,
per poi sussurrare, meravigliata: “Ha funzionato...non ci
posso credere...ha
funzionato!”
Harry non capì di cosa stava parlando. Era semplicemente
attratto dai suoi
genitori. Si alzò in piedi e allungo timoroso una mano verso
sua madre, come se
temesse che potesse svanire se lui la toccava. Lei gli sorrise e prese
la mano
di Harry con la sua.
“Mamma...Papà...” sussurrò,
ricordando lo Specchio delle Brame, che aveva
sperimentato al primo anno ad Hogwarts.
“Si, Harry!” esclamò James, guardandolo.
“Stavolta resteremo per sempre.”
Lily lasciò la mano di Harry e lui la abbracciò.
James posò una mano sulla
spalla di Lily e l’altra sulla schiena di Harry. Un movimento
lì vicino gli
fece alzare lo sguardo su Lory, che stava abbracciando Sirius,
piangendo e
sussurrando nella sua lingua nativa. Vide Sirius sorriderle e
risponderle nella
stessa lingua, abbracciandola stretta. Poi nel medesimo istante, sia
Harry che
Lory si allontanarono un po’ rimanendo a guardare i nuovi
venuti.
“Come è possibile?” chiese Harry .
Lory rise a quella domanda. “Si tratta di un incantesimo
elfico...Io e Michael
lo abbiamo eseguito subito dopo il tuo funerale, Albus,”
disse rivolgendosi al
Preside. Harry rimase stupito della confidenza tra i due.
“Quindi è per questo
che siete riapparsi qui, perché io e Michael siamo qui
insieme. E abbiamo
pensato di riportare in vita tutte le persone morte per causa di
papà negli
ultimi sedici anni, escludendo quelli Babbani.” concluse
guardando Michael, che
aveva annuito.
“Il che spiega perché sei qui, Bertha!”
disse Sirius, rivolgendosi ad una
quinta persona che Harry non aveva notato.
Lily e James scoppiarono a ridere. Bertha li guardo con aria confusa.
Poi
Silente disse: “Sarà meglio modificarti la
memoria, Bertha!” Le puntò la
bacchetta addosso e disse: “Oblivion!”
“Io vado a lavoro. Ci vediamo a cena, mamma.” disse
Bertha, con lo sguardo
perso nel vuoto. Si voltò e uscì dalla cucina.
Lily, James e Sirius scoppiarono di nuovo a ridere. Anche Silente
accennò ad un
sorrisino prima di rivolgersi a Lory e Ginny. “Allora mi pare
che voi due
stavate litigando, o sbaglio? Cosa è successo, signorina
Weasley? O forse me lo
vuole dire lei, signorina Riddle?” disse con un tono
tranquillo, il tono di uno
a cui è stato chiesto l’ora.
Rispose Lory: “Bhè, Albus, si tratta di qualcosa
avvenuto stanotte.”
Si chinò a raccogliere il giornale e lo passò a
Silente che lo prese e lesse
tutto l’articolo con una profonda tristezza in volto. Al di
sopra della sua
spalla, Lily, James e Sirius leggevano l’articolo a loro
volta. Arrivata alla
fine, Lily sospirò: “Petunia...Perchè
proprio loro, Albus?”
Silente non rispose, ma guardò Lory. Dopo un po’
disse: “Tuo padre non ha perso
tempo, Lory. Spero che neanche voi l’abbiate fatto.”
“No, ne abbiamo già distrutto uno.”
disse Harry. Si avvicinò a Lory e le chiese
il medaglione. Lei se lo sfilò dal collo e glielo
passò. Harry portò il
medaglione a Silente, che lo esaminò.
Dopo un po’ chiese: “L’avete distrutto
con la magia elfica, vero?”
I ragazzi annuirono. Silente sospirò: “Bene,
perché il veleno di Basilisco non
è efficace quanto speravo.”
Lory guardò il medaglione fare il giro da Sirius fino a Lily
e James, poi a
quel punto chiese: “Posso riaverlo?”
Silente la guardò meravigliato e disse: “Pensavo
che non volessi aver niente a
che fare con Tom...”
“Non è per lui, che voglio il
medaglione...è per lei...non voglio
dimenticarla!” disse guardando il pavimento. Silente le
sorrise e le ridiede il
medaglione.
Poi si sfregò le mani e disse: “Bene ragazzi,
siete pronti ad un po’ di
avventura?”
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=307361
|