A un passo da te

di Nina16
(/viewuser.php?uid=821286)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


- Cos'hai? .-  Mi chiese il mio bellissimo bambino. E' la copia esatta di suo padre.  
- Niente piccolo mio. Stavo solamente pensando. - Non potevo nascondere nulla a questo piccolo birbante. 
-Non dirmi bugie mamma, mi hai sempre detto che è sbagliato mentire.  Io ti devo proteggere dai mostri cattivi.  L'ho promesso. - Lo presi in braccio, il mio piccolo Kevin mi spiazza a volte.
- Devi credere  alla tua mamma, sto bene. E poi io al mio fianco ho il mio piccolo soldatino che mi protegge e riempie le mie giornate piene di gioia ed allegria.
 - Zio Alexy! . - In un attimo il mio Kevin si è gettato fra le braccia del mio migliore amico.
- Ma bene! Non avevi detto che mi avresti protetta?. Appena Alexy piomba in casa nostra , io per te non conto più . - Sono molta gelosa del rapporto che hanno restaurato Alexy e Kevin.  Anche se mi diverto parecchio a prendere mio figlio in giro facendo la gelosa.
-Ma mamma dai non fare la gelosa. Lo sai che ti voglio un mondo di bene. - Continuai a fare la gelosa. E' sempre così ogni volta che Alexy ci viene a trovare.  Amo quando mio figlio si diverte mi riempie il cuore vederlo sorridere.
-Senti piccolo, potresti lasciarmi solo con la mamma?. - Non capisco di cosa voglia parlarmi. Ha usato un tono di voce serio e non è da lui.
 - Certo! Zio Alexy. Vado nella mia stanza a giocare. - Dopo di che mio figlio si ritirò in camera sua. Alexy mi sembra abbastanza contrariato verso i miei confronti.
-Alexy cosa volevi dirmi? . -   E' molto strano in questo momento.
 - Giorgia!  -Sei felice?  . -  Non capisco cosa gli sia preso. Che razza di domanda mi fa?
 - Alexy , sei ubriaco per caso? Tesoro ti ho già detto di non bere la mattina ti fa male e poi incominci a dire idiozie.
-Non dire sciocchezze! .-  Non sono ubriaco. Anzi sono lucidissimo.  Ti ho fatto una semplice domanda no?. Vorrei sapere come te la passi in questo periodo? - stava incominciando ad irritarmi con questo suo comportamento.
- Sto benissimo, sono molto felice.  - Non è vero sto mentendo a sia a lui che a me stessa.
-Non è quello che mi hanno riferito. Giorgia, il piccolo Kev è preoccupato per te.  Mi ha raccontato che avvolte sei assente pensierosa. Tuo figlio soffre parecchio.  - Non pensavo che il mio piccolo stesse male per me.  Non voglio che stia male.  Darei la mia vita pur di farlo felice.
- ripeto sto bene. La mia vita è appagata, ho un figlio meraviglioso, tanti amici che mi vogliono bene. Non potrei desiderare altro. Sono stanca di dover mentire.
 - Certo, Certo. Ma sappiamo entrambi cosa ti manca o meglio chi ti manca. - Come un fulmine a ciel sereno la finta felicità che mi ero costruita in questi anni si ruppe in mille pezzettini.  Proprio come il mio cuore.


ANGOLO AUTRICE: Visto che la storia che avevo pubblicato precedentemente
ha avuto un esito positivo, ho deciso di scriverne una a capitoli. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Accetto tutti i tipi di recensione, se ci dovesse essere qualche errore o altro fatemi sapere :D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Primo anno alla facoltà di medicina. Un ragazzo che mi amava follemente, una famiglia sempre presente. Per la gente la mia vita era  perfetta.
Ma la realtà era ben diversa, odiavo frequentare questa facoltà.  Mi erp iscritta solamente perchè mio padre mi obbligò. A poco a poco  diventai una patetica bugiarda, che non riusciva a farsi rispettare dai suoi genitori.
Mentii all'unica persona che non lo meritava. Nathaniel il mio fidanzato: Un ragazzo dolcissimo a cui voglio bene come ad un fratello.
E' una cosa orribile da dire, ma sto al suo fianco solamente per beneficenza. Non lo potrò mai amare, non ci riuscirò mai.
I miei pensieri vennero interrotti dalla sua voce.
-Ehi, Giorgia? Mi stai ascoltando? - Mi domandò. Come al solito mi finsi interessata a ciò che mi disse.
-Sì, sì Nath ti ascolto. - Mentii per l'ennesima volta. La mia mente in quel momento fu occupata a contare i minuti che mi separano da lui.
-Questo week end come ti stavo dicendo, i miei genitori non sono in casa e..- Sapevo dove volesse arrivare. Ma non avevo alcuna intenzione di passare la notte da lui.
-Senti Nath, questo week end, non posso mi spiace . - Mi dispiaceva, odiavo mentirgli ma non potevo fare altrimenti.
-Non ti preoccupare, staremo insieme un'altra volta. Adesso devo scappare ho una lezione che sta per cominciare. A dopo Ti amo. - Mi sussurò ad un orecchio e mi baciò.
E' da stronza quello che sto facendo. Non posso lasciarlo,  glielo dovevo. Per un motivo o per un'altro dovevo restare al suo fianco e continuare con questa farsa della ragazza innamorata. Pian Pian tutta la mia vita stava diventando una farsa.
-Ehi! Mocciosa!. - La sua voce. Talmente bassa , ma così profonda da farti sciogliere.
-Castiel! Sei veramente scortese lo sai?. - gli feci una smorfia.
-Sì! è ne vado molto fiero!. - Esclamò.
-Se continui a comportarti da prepotente, guardando tutti dall'alto verso il basso non troverai mai una ragazza. - Si mise una mano sul petto e con il suo solito sorriso beffardo mi disse: - Carissima Giorgia  è questo mio modo scortese da gran cafone che fa cadere le donne ai miei piedi.
- A volte mi chiedo come faccio ad essere tua amica e sopportare il tuo ego smisurato. - lo provocai. Adoro stuzzicarlo, quando sono con lui il tempo è come se si fermasse.
-Perchè in fondo anche a te il mio super fascino non ti è affatto indifferente. 
-E'-E' solamente la tua immaginazione! - Esclamai con un tono un pò troppo adirato. In realtà era la pura verità. Ed era questa la ragione per cui il mio cuore batteva forte, il mio stomaco si agitava ogni volta che mi trovavo in sua compagnia. Per questo motivo non posso amare nessun altro che non sia lui.
-Perchè ti agiti così? Stavo solamente scherzando non dovresti prenderla a male. - Mi sembrava d'impazzire . Ogni volta che stavamo insieme era come se fossimo spinti l'uno verso l'altro , come se anche lui provasse i miei stessi sentimenti. 
Erano solamente fugaci pensieri. Essere in grado anche solo di immaginarlo mi rendeva la ragazza più felice di questo mondo.
-Su andiamo sta per cominciare la lezione.- Annui semplicemente e ci avviammo verso l'aula. Anche Castiel, come me e Nath frequentava la facoltà di medicina. Anche se  a differenza mia lui desiderava ardentemente diventare un medico. 
Molti professori si lamentano spesso di Castiel. Lo reputano un ragazzo: Indisponente, arrogante. In realtà era tutt'altro,
lui usa spesso questa facciata da duro da menifreghista. In verità lui non riesce a condividere le sue emozioni con le persone.
Anche se in me ha trovato un'amica fidata tanto da mostrarmi il vero Castiel.
Durante la lezione ho capito ben poco, poichè Alexy il mio migliore amico mi tormentava con le sue idiozie:
-Dovresti lasciare Nath.
-Alexy ti prego. Non tormentarmi anche tu. E' già abbastanza dura per me. Sai benissimo che non posso lasciarlo.
-Ma tu sei innamorata di Castiel! Passate molto tempo insieme, ti ha persino detto che sei importante per lui. - mi stava infastidendo parecchio, però aveva ragione sono innamorata di Castiel e non di Nathaniel.
-Alexy , la fai facile tu. Non sai quante volte ho pensato di lasciarlo e gettarmi fra le braccia di Castiel. Per favore adesso smettila di tormentarmi, la mia testa è già ingarbugliata di suo.
- Scusami Giorgia! Ah già prima che me ne dimentichi, Nath prima stava cercando Castiel. Tu ne sai la ragione?- mi chiese 
in realtà questa cosa mi preoccupava parecchio.
-Che diavolo vorrà dirgli? Sai dove posso trovarli? - gli domandai
-Non lo so! Ma credo li troverai nell'ala est dell'università- Ringraziai Alexy e mi precipitai da quei due. Avevo paura che Nath si fosse accorto che non lo amavo o peggio che magari aveva capito che amavo Castiel. Dopo vari giri finalmente li trovai l'uno di fronte all'altro. Non riuscivo a capire cosa si dicessero. Mi avvicinai e mi nascosi dietro un muretto:
- Castiel, so bene che il nostro rapporto non e dei migliori . Ma vorrei chiederti un favore..- Che diavolo voleva da Castiel? che tipo di favore...
-Spara! Non ho alcun tempo da perdere.
-Vorrei che ti allontanassi da Giorgia. Non mi piace che passate del tempo insieme lei è la mia ragazza.- No! Non può aver detto al mio Castiel di non parlarmi più.
- Senti ehm ciccio , io parlo con chi mi pare e piace.- Bravo! Ben detto Cass
-Sei innamorato di lei?- mi bloccai a quella domanda
-No! Puoi stare tranquillo non me ne faccio niente di una come lei. Preferisco un'altro genere di donna.- Il mio cuore era stato traffitto, le sue parole echeggiavano nella mia testa ancora ed ancora.




ANGOLO AUTRICE: Ecco il primo capitolo di questa storia! 
Spero che vi piaccia e come sempre Recensite :) Se ci fossero errori o altro fatemi sapere! Anche in privato
A presto  Nina

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Mi allontanai.
Non riuscì a non dar peso alle sue parole: 
-No! Puoi stare tranquillo, non me ne faccio niente di una come lei. Preferisco un'altro genere di donna.
Dovevo capirlo fin dal principio, che non provasse nulla per me.
Cosa pensavo? Che si sarebbe innamorato di me?. Che sciocca!
Dovrei incominciare ad amare seriamente Nathaniel. Lo sempre avuto al mio fianco anche quando non lo meritavo. 
Fino ad ora pensavo solamente alle cose che Castiel avrebbe potuto fare per me. Esiste un limite al quanto si può amare una persona? Che non l'abbia capito a causa del mio essere ingenua? Una cosa era ormai certa io e Castiel potevamo essere solamente buoni amici.
Iniziai a correre per tutta l'università in cerca di Alexy. In momenti come questi, quando mi sentivo giù o quando tutto era insostenibile potevo contare solo su di lui. Dopo vari giri a vuoto lo trovai, intento a litigare con una macchinetta del caffè.
-Alexy!- urlai a squarcia gola.
- Giorgia! Qualcosa non va? -Mi domandò. - Ehi! Calmati piccola, così non riesco a respirare!. - Lo intrappolai fra le mie braccia, fui incapace di liberarlo avevo tremendamente bisogno di lui. Senza rendermene conto fredde lacrime avevano iniziato a scorrermi sul viso.
- A-Adesso ho capito...- gli dissi con voce tremante, tenendolo ancora stretto fra le mie braccia.
- Che intendi dire, con Adesso ho capito? - mi chiese un pò confuso.
- Ora mi è chiaro...io e Castiel non staremo mai insieme. - Iniziai a piangere nuovamente, come una bimba dell'asilo a cui era stato tolto il suo giocattolo preferito.
-Cosa intendi dire non starete mai insieme?. Giorgia ne abbiamo già parlato su questa storia, ti prego... Perchè ti ostini a voler amare un'altro ragazzo?
A me non piace nath , ma hai sempre sofferto per Castiel, quindi dovresti seriamente pensare di innamorarti del tuo fidanzato, ti ha sempre dato tanto e ti ama moltissimo.  - Mi disse sciogliendo quell'abbraccio. 
Aveva perfettamente ragione,  mi amava incondizionalmente, mentre io  ero incentrata solo su quello che volevo io.  Credo che anche lui ne se sia accorto , altrimenti non si sarebbe preoccupato a parlare con Castiel.
- Alexy hai ragione, probabilmente in questo momento sembrerò ridicola. Ma dopo aver sentito dire a Castiel che non gli piaccio è stato un duro colpo per me. 
Come sarebbe non gli piaci? 
-Sarebbe a dire..Sai quando Nath cercava Castiel?. Bene la motivazione ero io, Nathaniel gli ha chiesto se lui era innamorato di me. - Feci un lungo respiro prima di proseguire.
- E come avrai capito la sua risposta è stata più che piacevole- gli dissi scherzandoci su.
- E' un idiota!. Lo odi in questo momento?. - mi domandò
- In realtà non potrò mai odiarlo. Tutto questo mi ha travolta lentamente, ma non posso  è pur sempre il ragazzo di cui sono innamorata no?.
- Vieni qui stupida - Mi abbracciò questa volta ero quella che non riusciva a respirare. Ma mi sentii più  sollevata dopo essermi confidata con alexy.
Dopo di che io Alexy ci salutammo. Tornai a casa distrutta, l'unico problema che mi affliggeva era: Come mi dovevo comportare con Castiel?.
la mattina seguente mi svegliai con l'intento di provare a stare con Nathaniel come una vera fidanzata. Andò tutto bene, seguì le lezioni con attenzione, avevo iniziato ad occuparmi del mio fidanzato.
Avevo deciso di evitare Castiel, non ero ancora pronta per poter avere un approccio con lui.
Avevo avuto una giornata a dir poco perfetta!. Era da molto tempo che non mi sentivo così. Stavo per tornarmene a casa quando mi sentii prendere per un braccio.
- Sbaglio o oggi mi stai evitando? - Ma perchè?. Avevo fatto un lavoraccio pur di non incontrarlo.
- E' solamente la tua immaginazione..- gli dissi. 
Stavo per andarmene quando con tutta la forza che mi prese per il polso e mi trascinò con lui.  - Mi fai male al braccio..Castiel! - Non riuscivo a liberarmi.
- Fermati! - gli urlai contro. ad un tratto si fermò, urtai contro la sua schiena.
- Perchè mi eviti? - mi domandò. restai paralizzata alla sua domanda. cosa dovevo dire?.
- Non è vero! Io non ti sto affatto evitando. - gli dissi. guardandolo dritto negli occhi.
- Senti..non è per quella cosa che mi ha detto il tuo caro fidanzatino? - accidenti a lui!
- Non so a cosa ti riferisci. - mentii spudoratamente.
- Secondo nathaniel io sarei innamorato di te. ed tu proveresti le stesse cose. - il mio cuore in quel momento smise di pompare regolarmente.
- Tranquilla so che sono paranoie di un fidanzato innamorato non preocc-
- E' vero. se ti dicessi che sono innamorata di te, che faresti? - smettila giorgia di parlare rovinerai tutto.. non riuscivo più  mantenere questi miei sentimenti per lui.
- Non rovinare tutto fra noi. - mi disse
- Quello che provo per te è amor- mi interruppe
- Non mi innamorerò mai di te! - Per la seconda volta sono stata rifiutata dalla stessa persona. Avevo agito d'impulso così facendo ho rovinato tutto.






ANGOLO AUTRICE : Spero vi piaccia. 
Ringrazio chi ha recensito e chi l'ha fatto in privato. Come sempre se ci fossero errori o altro fatemi sapere. Anche in posta privata, sono ben accette anche critiche :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Avevo distrutto l'unica opportunità di poter stare al suo fianco. Dopo che Castiel rifiutò i sentimenti che provavo per lui,andò via lasciandomi sola.
Lo guardai . Come avevo immaginato, non fece nulla, non tornò indietro come speravo.
Se ne andò e basta.  Avevo sempre cercato di nascondere bene i miei sentimenti, ma nonostante questo... era stato inutile. 
Raccolsi le mie ultime cose e tornai a casa.  Durante tutto il tragitto cercai di riordinare i  miei pensieri.  
Ero stanca. 
Dovevo smetterla di piangermi addosso, era inutile rimuginare tutto . Castiel non mi amava nulla di più nulla di meno.  
Entrai in casa.  Vidi mia madre, che era intenta a preparare uno dei suoi soliti manicaretti. Mi appoggiai sulla soglia della porta.  Adoravo guardarla cucinare, aveva una grande passione per la cucina. 
Dopo un paio di secondi, mia madre mi sorrise.  
-Bentornata tesoro. Come è andata la giornata? - mi domandò continuando a cucinare.  Varcai la soglia , trascinai una sedia e mi sedetti.  
- Molto bene... - In verità andava tutto male, ma non mi andava di raccontarle ciò che mi è successo. Lei sapeva  tutto di me o per lo meno in  parte.
Sapeva che odiavo quella scuola, ma non era accorrente della mia grandissima confusione sentimentale.  Se le dicevo che non ero innamorata di Nathaniel... non oso immaginare cosa mi avrebbe detto.
- Le cose con Nathaniel , come vanno? -  mi chiese lasciando quello che stava facendo pochi secondi fa.
-  Vanno! -  risposi con un tono vago. A quel punto mia madre corrucciò le sopracciglia, si era molto irritata ma non ne avevo capito il motivo.
- Vorrei avere da mia figlia una risposta come si deve. - Mi disse aveva ripreso ciò che  aveva lasciato. Ma continuando ad aspettare una mia risposta. Cosa dovevo dire?. Sai mamma oggi ho rivelato ad un ragazzo che non era Nathaniel che lo amavo. Le prenderebbe un colpo.
-Va tutto bene, stiamo molto bene  insieme. - Mi ero alzata dalla sedia per poter andare in camera mia. Questa conversazione con mia madre  poteva degenerare da un momento all'altro.
-Dove stai andando? Non abbiamo ancora finito di parlare noi due. - mi disse.  
-Vorrei andare in cam-... Qualcuno ci aveva interrotto. 
-Salve.
-Papà!?  A quest'ora non dovresti essere in ufficio?- gli domandai.
-Puoi lasciarmi solo con nostra figlia?-  domandò mio padre guardando seriamente mia madre. Come al solito eseguì il suo ordine come un perfetto cagnolino addomesticato. Volevo bene a mia madre però non riuscivo a capirla a volte.
Mio padre l'aveva sempre trattata come zerbino, l'aveva più volte tradita e lei puntualmente lo perdonava. Dopo che mia madre uscì dalla cucina , rimasi sola con quell'uomo. Era mio padre sangue del mio sangue, ma l'odiavo, mi irritava con me non era mai stato un vero padre.
-Di cosa volevi parlarmi?- Gli domandai con indifferenza rimanendo seduta .Come se quello che mi stava per dire non era affar mio.
-Giorgia, Giorgia, Giorgia...Cosa devo fare con te?. - Mi domandò.
 - Cosa ho fatto adesso!. - Qualunque cosa dicevo o facevo per mio padre era sempre e comuque sbagliato.
-Cosa hai fatto?.- Incominciò a ridere. - Ed hai pure il coraggio  di chiedermelo? Ti ho fatta entrare nella migliore Università della città, Ti ho dato la possibilità di costruirti un futuro rispettabile. E  tu cosa fai? Non fai altro che bighellonare durante tutte le ore di lezione. - iniziò a sbattere la mano contro il tavolo. 
Cosa si aspettava? Sapeva benissimo che odiavo quella scuola. Mi aveva ricattata se non avrei fatto quello che volevo, mia madre ne doveva pagare le conseguenze. - Gli dissi
E' un cinico maledetto. - Dovevi pensarci prima di iscrivermi in quella maledettissima Università.  Sai benissimo che ho accettato tutto questo solo per il tuo sporco ricatto, non abbiamo mai parlato del comportamento o della dedizione che avrei dovuto adottare li. - Gli risposi  in modo sarcastico. - Stava incominciando a perdere la pazienza, il suo volto era diventato tutto rosso e le vene del collo avevano iniziato a pulsare.
-Adesso Basta! Fin quando tu vivrai sotto il tetto mi dovrai ubbidire e rispettare  il mio volere. Se non ti dovesse star bene la porta sta là. - mi indicò la porta . Mi stava cacciando? Stava cacciando la sua unica figlia.
-Bene! Quand'è così prendo le mie cose e me ne vado immediatamente. 
-Non puoi prendere un bel niente. Tutto quello che c'è qua dentro appartiene a me. mi disse. Mi irritava. Pur di andarmene da questa casa e di non rivederlo mai più ero disposta a tutto.
Ero abbastanza stanca di dover sopportare i suoi soprusi. Uscì da quella stanza a dir poco adirata.
Mi dispiaceva lasciare sola mia madre con questo mostro, ma non lo tolleravo più. Mia madre  era chiusa in camera sua , non voleva uscire avevo cercato di rincuorarla ma tutto inutile.
Finalmente ero libera. Libera di poter essere me stessa senza essere giudicata dal tuo stesso genitore. L'unico problema era dove potevo passare la notte? 
Praticamente ero andata via senza nulla.  Andai a casa di Alexy , ma una sua  vicina mi aveva detto che era andato a trovare suo fratello Armin e che non tornava per la notte. 
Avevo intenzione di chiamare Rosalya una mia amica era una mia vecchia compagna di classe.
Frequentavamo lo stesso liceo, ma lei era sposata e sicuramente sarei stata di troppo.
L'unico che era rimasto era Nathaniel. Però non potevo andare da lui  c'era il rischio che vulnerabile per come ero in questo istante avrei fatto sicuramente qualche sciocchezza di cui mi sarei pentita.
Vagai  l'intero pomeriggio  per tutta la città. Non sapevo nemmeno dove potevo andare o cosa potevo fare. Mi ero seduta su una panchina del parco , ero stanchissima e affamata.
Aveva iniziato a piovere.  Purtroppo si era messo contro di me anche il clima.
-Giorgia? - Di tutte le persone che volevo incontrare in questo momento perchè proprio lui? Castiel..Era colpa sua se la mia giornata era stata uno schifo.  Lo fissai senza dire nulla, ero imbarazzata per quello che avevo rivelato oggi.
-Che c'è il gatto ti ha mangiato la lingua? .- Tenevo lo sguardo fisso sulle mie scarpe. Lui sbuffò e dopo qualche secondo mi disse:
 - Ho capito... Me ne vado. - Stava per andarsene ma lo avevo fermato per un braccio , anche se mi aveva rifiutata mi voleva bene.
-Castiel... Aspetta! Non te ne andare. - Non sapevo cosa dovevo dire o fare. 
-Ecco vedi ...io - Senti Giorgia volevo chiederti scusa per oggi, io ti voglio bene ma non è il bene che ti aspetti tu. Non voglio rovinare quest'amicizia che ci lega ma per favore non rendermi tutto così difficile. - Mi aveva interrotto.  Mi avevano fatto male queste sue parole, ma non potevo costringerlo ad amarmi.
- Facciamo finta che non ti abbia mai detto nulla eh? Castiel? - L'unico modo per poter stare bene era dimenticarmi definitivamente di lui.
- D'accordo...Ma spiegami perchè sei qui al freddo? - Gli raccontai tutto quello che mi era successo con mi padre.
- Vuoi stare da me stasera? - Mi domandò Ero rimasta imbambollata per la sua domanda. Se Nathaniel veniva a sapere che passavo la notte da Castiel? Cosa dovevo fare? Eppure l'unico posto in cui potevo avere ospitalità era da Castiel.
-Ehm ecco io...- Tentennai per un pò. Castiel a quel punto mi prese per un braccio e mi trascinò con lui.
-C-Castiel... Aspetta dove mi porti- gli domandai.
-A casa mia. Stasera starai da me.




ANGOLO AUTRICE : Ecco cosa avevo dimenticato, l'angolo autrice! Ahaha Non pensavo di poter arrivare ehm... al terzo capitolo. Prima di tutto ringrazio infinitamente chi recensisce, e chi lo fa in privato. Grazie! Spero che alle altre ragazze piaccia la mia storia. Come ogni volta se ci sono errori o altro riguardante la storia fatemi sapere.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Mi costrinse a seguirlo. Ed io come un'emerita idiota non opposi resistenza.  Uscimmo dal parco e attraversammo la strada.  
Corremmo sotto quella pioggerellina , mano nella mano, come una coppietta di innamorati.
Questo suo invito per me fu un'occasione irripetibile. Avevo la possibilità di conoscere meglio Castiel.
Su di lui sapevo ben poco: viveva da solo in un piccolo villino situato in centro  e voleva diventare un medico. Solo questo sapevo...
Castiel lo conobbi ai tempi del liceo. Non era un mio compagno di classe. Ma lo vedevo molto spesso perchè frequentava la classe accanto alla mia.
Durante quel periodo della mia vita io e lui non eravamo buoni amici. L'odiavo profondamente.
Al primo primo anno liceo: Ero il bersaglio preferito di Castiel e di altri ragazzi. Ero spesso criticata, offesa per il mio aspetto fisico.
Non ero certo una bellezza rara , ero trasandata, avevo parecchi chili di troppo , però io mi piacevo comunque. 
Anche se mi prendevano in giro non mi importava, l'unico che mi irritava con i suoi commenti innopportuni era Castiel.
Non ne capivo il motivo, sapevo solamente che  mi facevano male le sue parole.
Passai due anni d'inferno per colpa sua. 
Poi  anche se in ritardo arrivò la pubertà anche per me: Migliorai molto esteticamente, persi parecchi chili ed iniziai persino a truccarmi.
Insomma iniziai ad essere più femminile. Molti dei ragazzi a cui non piacevo,  avevano iniziato a considerarmi.  L'unico a cui non faceva differenza questo mio cambiamento fu Castiel.
Infatti aveva continuato a tormentarmi.  Pensai persino che forse sotto le sue molestie si celava una simpatia nei miei confronti.
Invece no... Lo faceva solamente per divertimento fu questa la ragione.
Era stato  Alexy che mi aveva aiutata a cambiare aspetto , con l'aiuto prezioso  di Rosalya. 
Dopo il primo trimestre , mi fidanzai con Nathaniel . Lui era stato sempre gentile con me, anche quando tutti mi prendevano in giro  lui per me c'era sempre . Anche quando ci fu quel fatto... mi rimase accanto. Per questo  non avevo il coraggio di lasciarlo.
Alla fine del terzo anno continuai ad essere la ragazza di Nathaniel , le cose fra me e Castiel andarono meglio.
 Ci fu una tregua fra di noi imparammo a conoscerci  e a volerci bene, ed io pian pian mi accorsi che mi stavo innamorando di lui.
-Siamo arrivati. - Disse Castiel.  Mi destò dai miei pensieri e dai ricordi a me dolorosi.
Prese la chiave dalla tasca dei suoi pantaloni. Aprì la porta d'ingresso ed in un secondo mi scaraventò letteralmente dentro l'entrata di casa sua.
-E' chiedere troppo se per una volta ti comportassi da gentiluomo? - Chiesi chiesi con un tono acido. Lui mi guardò  chiuse la porta d'ingresso ed iniziò a ridere come un'idiota.
-No! Adesso levati il cappotto e seguimi e non toccare nulla. - Rispose secco. 
Quando si comportava così  da Stronzo lo detestavo. Passammo per un lungo corridoio. Le pareti erano di un color Salmone chiaro.
 Sullle parete c'erano molte fotografie  sue con assieme i suoi genitori. L'unica che mi diede una strana sensazione fu quella con una ragazza che non avevo mai visto prima.
Dovetti ammettere che era molto bella: Aveva i capelli neri ,occhi verdi ,carnagione  chiara. Sembrava una bambolina di porcellana.
Quel lungo corridoio ci portò in un cucina che faceva invidia ai migliori Chef.
Tuttti i mobili erano realizzati in marmo di Carrara. Rimasi imbambollata  la casa di Castiel era una reggia in confronto la mia era una baracca.
- Vuoi aiutarmi a preparare la cena o intendi continuare a sbavare per ogni singola stanza che vedrai? . - Mi rivolse un sorriso beffardo. Doveva sempre sminuire tutto.
-Io non stavo sbavando... Tranquillo ti aiuterò non vorrei che ti slogarsi qualche tendine. - Gli risposi Sarcasticamente.
Castiel volle preparare delle bistecche con un salsa speciale che gli imparò a fare sua madre. Non pensavo che sapeva cucinare. Io a differenza trovai molte difficoltà non ero una cima nelle arti culinarie. Non sapevo cucinare nemmeno un'uovo fritto.
Ero abbastanza imbarazzata era la prima volta che passavamo del tempo insieme.
Sembravamo una coppietta di novelli sposi. Provai a cucinare le bistecche ma il risultato fu un disastro totale. Castiel si arrabbiò parecchio e mi costrinse a starmene buona e tranquilla in un'angolino , fin quando lui non ebbe finito.
Era talmente bello che non smisi si osservarlo nemmeno per un secondo. Lui se ne accorse ed ogni tanto sott'occhio mi sorrideva.
Quando finì  di preparare la cena posizionò i piatti a tavola: - Ecco a te. - Mi disse. Si sedette difronte a me.  La cena fu parecchio silenziosa, ma cenai di gusto. 
Mi lasciai alle spalle la tremenda giornata che ebbi avuto. Quando ero in sua compagnia perdevo la cognizione del tempo . Con lui mi sentivo sempre bene. 
Fu colpa sua se la mia giornata non iniziò nel migliore dei modi. Anche se mio padre aggiunse la ciliegina sulla torta quando mi cacciò di casa.
 Castiel mi sorprese con questo suo gesto.  Pensai  che forse  provava qualcosa per me ... o almeno così credevo.
-Era tutto buonissimo. - Gli dissi sorridente. Lui  a sua volte sfoderò uno dei suoi sorrisi più belli. Sparecchiammo la tavola, e lavammo i piatti  le posate ed il resto. 
Per essere un ragazzo teneva casa sua tutta pulita in ordine praticamente immacolata. Di solito o quasi sempre tutti i ragazzi erano disordinati compreso Nathaniel. L'ultima volta  che entrai in casa sua non riuscii a capire nulla dal disordine.
Nathaniel... se veniva a sapere di questa mia stupidata che avevo fatto accettando l'invito di Castiel non osai immaginare cosa poteva fare . Avevo tanta paura di una sua brutta reazione.
-Qualcosa non va? Ti senti male?- Mi domandò Castiel con un aria preoccupata.
-S-stavo pensando che forse ho sbagliato nei confronti di Nathaniel...- Dissi mi sentivo terribilmente in colpa. Mi comportai da innamorata fu questa la ragione per cui accettai l'invito di Castiel 
-Sciocca! Devi stare tranquilla non lo verrà mai a sapere. E poi non stiamo facendo nulla di male giusto? - Mi rispose. Mi scompigliò i capelli e mi sorrise. Non so come faceva ma riusciva sempre  a  risollevarmi il morale.  Annui e continuammo quello che stavamo facendo.
Dopo una mezz'oretta finimmo . Ero stanca morta: - Finalmente abbiamo finito. Non nè potevo più. - Esclamai. 
-Ma se hai oziato tutto il tempo. - Si lamentò per l'ennesima volta. 
- Non è assolutamente vero! - Affermai offesa. - Lo sai che incomincio ad odiarti. - Continuai
-Ma davvero? Peccato che i tuoi occhi e la tua bocca oggi hanno detto tutt'altro... Ti ricordo che oggi hai ammesso di amarmi- mi informò.
Diventai tutta rossa in viso mi limitai a lanciargli un'occhiataccia di disappunto. 
-Non fare quella faccia stavo scherzando. - Mi rispose.  Continuò a prendermi in giro fino a quando mi stancai di lui e delle sue battutacce.
Si era fatta una certa ora,  l'orologio indicava le dieci di sera ed io non vedevo l'ora di distendermi sul letto.
-Dove devo dormire? - Gli domandai. Castiel incominciò ad osservarmi in modo al quanto strano come se la domanda che gli posi era del tutto fuori luogo. Con scarsi risultati  cercai di farlo uscire da questa specie di trance  in cui era entrato.
-Castiel? Ehi va tutto bene? - Chiesi preoccupata e allo stesso tempo confusa. 
-Si scusami. Ti accompagno nella stanza degli ospiti.  Lo seguii per il lungo corridoio. Camminammo lui davanti e io dietro. 
Mi portò  in una stanza molto carina non era di certo il mio stile ma era ugualmente ben arredata. Le pareti erano di un color lilla. C'era  una finestra dove si potevano osservare tutti gli altri appartamenti di fronte. Di quella stanza adorai il letto era a baldacchino .  Per non parlare delle lenzuola profumavano di lavanda. 
Mi gettai su quel letto e incomincia a salterlarci sopra come una bambina di tre anni. Castiel si mise a ridere per quello che feci.  Mi disse di seguirlo mi portò in un'altra stanza.
Quando arrivammo l'aprì ed entrò dentro. Io rimasi fuori  capii che si trattava dellla sua camera lui mi fece cenno di entrare ma io rifiutai.
-Entra.- mi disse ma rimasi appoggiata sulla soglia della porta. - Puoi entrare non voglio mica violentarti- mi disse divertito.
-S-sto osservando la tua stanza da un'altra prospettiva- gli risposi a dir poco imbarazzata.
Castiel capii che entravo neanche sotto tortura.  Lo seguii con lo sguardo andò a prendere qualcosa nel suo armadio e me la gettò.
- Che diavolo ci dovrei fare con questa T-shirt? - si mise una mano sulla fronte .
- Te lo prestata per poterci pulire i vetri della finestra. A volte mi domando se sei idiota o lo fai per prendermi in giro. Prendila non puoi certo restare con questi vestiti che hai addosso.- mi rispose . Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla fronte per un attimo mi paralizzai .
-Ma mi piaci lo stesso, così come sei. Buona notte idiota - Fu un bacio  casto... come l'amore che provavo per lui.
Mi ritirai in camera ed indossai la maglietta che mi diede Castiel. Quell'indumento profumava di lui amavo il suo profumo. Mi rigettai su quel letto. Cercai di dormire ma il pensiero di avere Castiel a pochi passi da me mi fece passare la voglia di riposare.
Mi alzai e incominciai a curiosare  in quella stanza. Li dentro c'era un enorme armadio.
Qualcosa mi tentò ad aprirlo.  Trovai molti vestiti da donna , ma non sembravano della madre di castiel erano indumenti molto più giovanili. Oltre a quei vestiti trovai una scatola con dentro molte foto di Castiel di quando era  bambino.
Mi sedei sul letto poggiai quella scatola ed incominciai a prenderne il contenuto.
Divorai quelle foto con gli occhi era così carino Castiel da bambino. Continuai così  per diverse ore. Quando finii posai le foto ed mi accorsi di non aver visto un album di fotografie la copertina era  personalistata con scritto: Ti amerò per sempre Castiel. 
Rimasi sconvolta. Continui e continuai a guardare quell'album. Non fui capace di aprirlo in un primo momento forse perchè in fondo al mio cuore sapevo che me ne sarei pentita.
Dopo fari tentenni mi presi di coraggio e lo aprii  trovai Castiel insieme ad una ragazza. La Riconobbi era la stessa delle fotografie affisse sulle pareti del corridoio.
La  strana sensazione che ebbi avuto quando la vidi era del tutto fondata. Sfogliai quell'album pagina dopo pagina. 
Vidi un Castiel diverso. Si percepiva che era felice con lei, tutti quei momenti che passò con lei ... Finalmente capii perchè non poteva stare con me era ancora innamorato di quella ragazza. 
In un'attimo quella serata piacevole passata in sua compagnia si trasformò in una di quelle serate da cancellare. Posai quell'album da dove lo presi. Fu un castigo che ebbi non dovevo curiosare in una stanza che non era mia. 
Mi rimisi sul letto tentando di addormentarmi. Fu tutto inutile mi rigirai e rigirai non riuscivo a prendere sonno.
Mi rialzai per l'ennesima volta e silenziosamente cercai di uscire da quella stanza non volevo svegliare Castiel. Ma quando aprii la porta me lo ritrovai davanti al mio campo visivo.
-Cosa ci fai qui?. - Chiesi un po confusa lo sentii borbottare qualcosa  di incomprensibile. Restai davanti a quella porta aspettando una sua risposta.
- Vedi ... Ecco non riuscivo a prendere sonno e visto che stasera sono in compagnia volevo vedere se eri ancora sveglia. Ti va di guardarci un film? - Mi domandò sembrava un po imbarazzato non era da lui.
-D'accordo- risposi dura non riuscivo a togliermi quell'immagine di lui e quella ragazza insieme. Fece cenno di seguirlo ma questa volta fui io a passare avanti sapevo dove si trovava il salotto.
Entrammo in quel grande salotto. Castiel optò per un film horror odiavo questi film e lui lo sapeva benissimo.
Mentre Castiel sistemava il DvD mi sedei in quel grande divano Bianco che si trovava al centro della stanza.  Quando Castiel ebbe finito si avvicinò al divano: - Ecco fatto! - Esclamò Cerco di sedersi accanto a me per la prima volta non fui molto entusiasta. 
Mi sentii tradita da lui non mi aveva mai parlato di questa ragazza. Credevo che noi eravamo amici ma in realtà mi sbagliavo.
-Spostai fammi sedere. - Mi disse  mi spostai e contemporaneamente mi allontanai. Il film iniziò per mia fortuna e Castiel incominciò a prestargli attenzione.
-Qualcosa non va? mi domandò stranito distogliendo lo sguardo dal televisore.
-Assolutamente no! Va tutto alla grande...  - Gli risposi secca. Mi trattenni non volevo litigare con lui. Mise in pausa il film.
-Perchè l'hai fermato? - Incominciò a fissarmi iniziai a sentirmi a disagio. Si avvicinò a me  mi passò una mano tra i miei lunghi capelli fino ad arrivare al mio viso. Incominciò ad accarezzarmelo mi sentii morire in quel momento.
-C-Che stai facendo? - Chiesi preoccupata si avvicinò a me sempre di più potevo sentire benissimo il suo fiato accellerare cercò di baciarmi  ma mi spostai. Per l'ennesima volta non potevo permettere al sentimentalismo di sovrastarmi.
-Non Capisco... Sei innamorata di me o no? - Sbottò era fuori di sè in quel momento.
Cercai in qualche modo di reagire ma il mio cuore incomiciò a battere all'impazzata e non riuscii a replicare.
In quel momento tanti pensieri invasero la mia mente: Volevo sapere se effettivamente quella ragazza era  la ragazza di Castiel. Volevo sapere se c'era una minima speranza fra noi due.  Non ce la facevo più ero stanca di tutto e di tutti.
-S-si- Balbettai: - Lo sono credimi ti amo più di qualunque altra persona in questa terra. Ma tu non lo sei di me... Ti bacerò solamente quando anche tu proverai i miei stessi sentimenti. -Continuai Fu difficile anche per me. 
Mi trattenni desiseravo ardentemente  baciarlo, abbracciarlo amarlo  ma non potei lui non era innamorato di me.
-Sei una sciocca! - Esclamò . Si rimise al suo posto , si allontanò completamente da me. Cercammo di tornare a concentrarci su quel film. Ma non riuscii più a trattenermi e sbottai.
-Chi è quella ragazza nelle fotografie?- Chiesi amareggiata. Continuò a guardare quello stupido film ignorò me e la mia domanda. Mi alzai e mi misi davanti coprendo la visuale.
-Castiel...Per una volta sii sincero con me ti prego.- Continuai usando un tono più docile. Castiel incominciò ad innervosirsi. Cercai in tutti modi di farlo parlare  dopo vari tentativi ci riuscii.
Iniziò a raccontare tutto quello che volevo sapere: - Ecco vedi... E' la mi ex ragazza  è morta tre anni fa. Aveva un adenocarcinoma un tumore gastrico , nessuno lo sapeva inclusa lei. Stava bene, anche se  ne l'ultimo periodo aveva dei dolori frequenti allo stomaco. 
E' stato tutto all'improvviso. I medici cercarono di salvarla di asportare questo tumore ma non ci riuscirono in tempo ormai la malattia era in uno stato avanzato. - Rimasi scioccata non sapevo che dire o fare . Gli occhi di castiel erano lucidi sicuramente gli faceva male ricordare il passato.
- Basta... Ti prego non continuare- Dissi  non volevo farlo soffrire ma lui volle continuare comunque a raccontare.
- Fammi raccontare  così capirai perchè non posso stare con te ed amarti.- Replicò.
- Va bene ti ascolto.- Riuscii solamente a dire. Mi sentii nervosa, tesa stupida ed egoista .
- Bene... l'ho amata moltissimo è stata il mio primo amore. Ci siamo conosciuti per puro caso. Quando la conobbi avevo pressapoco quattordici anni ero abbastanza turbolento attaccabrighe ma tu lo sai già visto il considerato che ti ho tormentato durante il liceo. 
Un giorno venni coinvolto in una rissa. Ero conciato abbastanza male non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi. Cercai in qualche modo di tornare a casa ma caddii a terra privo di forze. Fu in quel momento che la vidi : Aveva un corpicino così esile e quei suoi lunghi capelli neri per non parlare dei suoi occhioni verdi mi innamorai a prima vista.
Fu molto gentile con me senza nemmeno conoscermi mi portò in casa sua e curò le mie ferite. Dopo quell'episodio cercai in tutti i modi di conquistarla era un osso duro ma dopo molti tentativi si arrese a me e ci fidanzammo. - Continuò a raccontare.
Avevo sempre pensato a me stessa mi ero sempre finta forte anche quando il mondo mi crollava addosso, ed ascoltare Castiel quando parlava di questa ragazza mi fece male capii che non serviva a niente piangersi addosso o mentire alle persone che ti volevano bene.
Fingere per me divenne la via più breve.
-Vuoi diventare un medico per lei? - Chiesi Potevo sembrare una sciocca ragazzina gelosa. In realtà mi sentivo stupida perchè avevo sempre pensato solo ed esclusivamente ai miei sentimenti tralasciando quelli degli altri.
-Sì - Rispose senza indugi. Non volevo farlo sentire in colpa. Ma si era aggrappato un po troppo al passato e non riusciva più ad uscirne fuori.
-Finalmente la mia testaccia vuota ha capito...- Dissi: - Non possiamo stare insieme adesso ho capito. Lei ti ha amato tanto e anche tu l'hai amata così intensamente  e credo che continui a farlo no? Altrimenti non conserveresti i suoi vestiti .Probabilmente in questo momento sembrerò ridicola...Non potrò mai vincere contro di lei. - Continuai. 
Mentre lui rimase in silenzio. Mi sentii fuori luogo Come potevo vincere contro di lei? Come potevo colmare questo divario che ci separava?. Avevo sbagliatto tutto, con Castiel , con Nathaniel dovevo cercare di chiarire con il mio fidanzato.
-Ed è qui che sbagli. - Rispose: - Sai perchè non posso amarti? Perchè l'ultima cosa che le dissi era stato mi sono innamorato di un'altra ragazza. L'ho conosciuta al liceo. - Continuò .
- Quando le dissi questa cosa si sentì male e li poi il suo sorriso si spense per colpa mia. Giorgia ti amo anch'io credimi non sai quanto ti possa amare. Ma se mi metterei con te farei un torto a lei.
-Capisco...-Fu l'unica cosa che riuscii a pronunciare in quell'istante. Mi comportai da ragazzina viziata. Non avevo capito un bel niente. Continuai a fare sbagli uno dopo l'altro. Continuammo a stare in silenzio fino a quando lo squillo del mi cellulare ruppe quel silenzio imbarazzante.
Era Nathaniel. Risposi ed in quel momento Castiel uscì da quella stanza cupo in viso.
-Giorgia ma dove sei  ti ho chiamato per tutta la sera ma il cellulare era spento. Dove diavolo sei ? - Mi domandò preoccupato.
-Sto bene sta tranquillo- Lo rassicurai.
-Ho saputo della litigata con tuo padre. -Disse Non avevo voglia di parlare con lui così cercai di liquidarlo.
-Non ho voglia di parlarne sto bene, sono da un'amica . Domani verrò da te. - Risposi fredda.
-D'accordo a domani... Ti amo piccola.
-A domani- Riattaccai il cellulare. In quel momento ero stanca avevo voglia di dormire. L'orologio puntava già la mezzanotte. 
Mi ritirai in camera  e mi misi nel letto. Dopo un paio di secondi sentii dei passi e il rumore della porta che si apriva.
Era Castie. Si mise accanto a me e con un braccio mi cinse un fianco. Dovevo essere felice, Castiel mi aveva confessato il suo amore per me...Però allo stesso tempo ero infelice a causa del rimorso che sentiva per la sua ex non potevamo amarci. Incominciò  a lasciare baci sulla mia nuca e poi mi sussurrò dolcemente: Ti amo, anche se non possiamo stare insieme, non smetterò mai di amarti Piccola idiota.
-Grazie per avermi detto la verità, Ti amo anch'io scorbutico- Risposi felice.
Ci addormentammo abbracciati per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii felice.



ANGOLO AUTRICE: Spero vi piaccia !Fatemi sapere cosa ne pensate Come al solito se ci fossero dubbi errori o altro fatemi sapere. Alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Mi svegliai la mattina seguente. I raggi del sole filtravano dalla finestra. Con una mano cercai  il corpo di Castiel. Alzai il capo e capii  che lui non era più accanto a me. 
Quella mattina mi sentii al settimo cielo. Scesi dal letto  mi vestì e mi diressi in cucina.
Lo trovai li in tento a preparare la colazione: -Buon giorno Castiel - Dissi raggiante ma lui mi ignorò. Continuava a preparare la colazione come se nulla fosse . Mi sedei silenziosamente aspettavo una sua parola, un gesto qualcosa... dopo quelle parole importanti che ci dicemmo  pensaii che le cose fra di noi potevano andare  meglio. Invece mi  sbagliavo.
-Tieni- Disse in tono piatto non mi degnò di uno sguardo. Si sedette anche lui. Rimasimo in silenzio per tutta la colazione. Quando finimmo sparecchiò e se ne andò in camera sua.
Non riuscivo a capire questo suo comportamento. Mi aveva detto che mi amava ma non potevamo stare insieme e questo a malincuore lo avevo capito.
Lo seguii volevo sapere cosa diavolo gli passava in quella sua testaccia. Lo bloccai per un braccio:- Qualcosa non va? - Chiesi Confusa. 
-Cosa vuoi che abbia?-Domandò in tono furioso:- Giorgia parliamoci chiari solo perchè ti ho detto che  potrei essere innamorato di te...non debba farti un film adesso - Mi rispose con un tono disperato. Usò il condizionale ''Potrei essere innamorato di te'' .  La sera prima mi aveva detto che mi amava e la mattina se ne uscii che non sapeva se lo era effettivamente. Nervosamente continuai a fissarlo come se mi stesse negando di respirare.
-Cosa pensavi di poter usurpare il posto della mia ex ragazza?- Mi urlò contro. Continuai a fissarlo il mio volto fu segnato dalla delusione.
  Non ne potei più così sbottaii del tutto:-Potrei essere innamorato? Usurpare?  Cos'è ti sei svegliato dal lato storto del letto?-Domandai Acida Si avvicinò furente verso di me: -Forse non ti è chiara una cosa piccola idiota, ti ho detto di amarti è vero ...Ma l'ho detto forse per pena non lo so cosa mi sia preso ieri sera  forse avevo così tanta voglia di divertimi che per farti cedere ti ho detto tutte quelle belle frasi. - Con quelle parole mi aveva traffitto il cuore. Avevo creduto in lui e alla possibilità di questo misero amore invece fu tutto vano.
-Quindi tutta la storia della tua ex  che le hai detto che eri innamorato di me non era vera?- Chiesi ormai al limite della pazienza.
-Si è vera la storia che le ho detto che ero innamorato di un'altra. E' forse pensandoci bene non lo ero veramente. Giorgia te l'ho ripeto ora e non voglio ripeterlo mai più: Non starò mai con te vedi di occupparti del tuo biondino. Sbaglio o adesso hai un'appuntamento con lui. - Mi informò duramente. 
Mi parve di avere difronte il vecchio Castiel quel ragazzo che anni fa  mi tormentava, che si burlava di me. Un Castiel che non volevo rivedere mai più. 
-Sai che c'è hai perfettamente ragione d'ora in avanti mi occuperò solamente del mio fidanzato. Ti chiedo scusa se ti ho importunato con questi inutili sentimenti. Ci fu un momentro di silenzio fra di noi.  Dal nervoso incominciarono a scendermi lacrime amare . Mi girai non volevo farmi vedere da lui in quello stato: -Castiel nonostante tutto grazie per avermi ospitata adesso tolgo subito il disturbo. 
-G-Giorgia aspetta perdonami - mi rispose colpevole. 
 Uscii da quella casa. Ero stanca del suo atteggiamento lunatico. Mi aveva trattata come un vecchio straccio . Non tolleravo più il suo atteggiamento verso di me.  Decisi di scacciare i pensieri, la frase che mi aveva detto la sera prima ed ogni cosa che riguardava lui
Quando uscii da quella casa dimenticaii il mio cellulare. Non ebbi intenzione di andare a riprenderlo. Preferii non rivedere Castiel in quel momento. 
Girai per le strade di quel quartiere senza meta. L'orologio della città indicava già le 10 del mattino. Dovevo andare da Nath ma non mi sentii pronta. Avevo molte cose di cui parlare con lui:
Dovevo parlare apertamente . Su quello che provavo veramente per lui , le menzogne che gli avevo detto in questi quattro anni che eravamo stati insieme.
Quattro lunghi anni. Se ci pensavo mi sentivo uno schifo.  Per lui che in tutto questo tempo era stato affianco di una bugiarda ipocrita. Si! Ero diventata ipocrita, non si meritava tutto questo.
Avevo provato e riprovato a fare la fidanzata innamorata ma non ci riuscivo ero un fallimento. Non perchè lui non me lo permetteva al contrario: Lui era sempre gentile, sorridente si vedeva un miglio che aveva occhi solo per me. Invece io lo avevo sempre tradito. Non fisicamente , ma mentalmente ero  assente quando ero in sua compagnia. Ogni volta che ci baciavamo  o  parlavamo al suo posto si materializzava magicamente Castiel.
Una volta mi capitò persino di chiamarlo col nome dell'idiota e lui fece finta di nulla. Incominciai a pensare come potevo abbordare l'argomento quando mi sentii tirare per un braccio e mi girai di scatto:- Che diavolo ci fai tu qui..- Era Castiel. 
-Ti sei dimenticata il cellulare a casa mia ... e poi volevo scusarmi per il mio comportamento poco cortese che ho avuto questa mattina verso di te. - mi disse non volevo sentire le sue inutili scuse.
-Bene. Grazie si avermi restituito il cellulare. Se è tutto ti lascio ho molte cose da fare quest'oggi. - Risposi fredda non avevo più intenzione di essere trattata per l'ennesima volta da povera stupida.  Cercai di andarmene  ma mi bloccò per i polsi appoggiandomi di schiena su un muretto. Sentivo il suo respiro affannarsi.
-C-Che stai facendo?- Chiesi con un filo di voce. Ebbi paura: i suoi occhi erano diversi. 
Lui era diverso sembrava totalmente fuori di sè.  Lo pregai in tutti i modi di lasciarmi andare ma non volle ascoltarmi
-Voglio parlare con te. - rispose con voce smorzata. Mi teneva ancora per i polsi. Aveva paura che potevo scappare. 
-Credo che ci siamo detti tutto stamattina. Anzi mi corrego tu hai detto tutto. E tranquillo ho ricevuto forte e chiaro il messaggio . Quindi lasciami  andare Castiel ,se no giuro che mi metto ad urlare fin quando non viene qualcuno a liberarmi di te. - non mi aveva lasciato altra scelta. Non poteva trattarmi a suo piacimento o parlare quando e come  voleva lui.
-Non ci credo Giorgia. Non  avresti il coraggio di farmi questo a me. - Replicò stringendomi i polsi cominciava a farmi male. Ero in balia di lui. In quel momento per la prima volta desiderai che Nath fosse li.
-Castiel adesso basta! Mi fai male! - Gli Urlai contro .- Non voglio lasciarti andare via da me. - Quasi mi supplicò.
-Mi fai paura...Castiel ti prego.- Entrambi eravamo arrivati al limite della disperazione.
-Ehi amico che cosa stai facendo? -Lasciala in pace Castiel!. - Quelle voci erano loro:
-Armin, Alexy non sapete quanto sia felice di vedervi - Esultai felice di vedere i miei due amici. Finalmente Castiel mollò la presa e mi lasciò andare. 
-Che cavolo stavi facendo Castiel? -Chiese Alexy . Ma lui lo ignorò e incominciò a fissarmi . Nei suoi occhi potevo leggere benissimo: Disperazione, sensi di colpa. Aveva rovinato tutto . Non potevo più comportarmi con lui come facevo un tempo.
Prima che se ne andò... Si avvicinò a me e mi sussurò dolcemente: - Non proverai mai con lui ...quello che provi quando sei accanto a me . - Aveva ragione io amavo Castiel. A questo punto non ero del tutto convinta dei suoi sentimenti. Non capivo cosa fossi realmente per lui.
-Che cosa gli è preso?- Domandò Alexy - Nulla...Credo che in questo periodo sia abbastanza confuso- Risposi Continuai a fissare l'ombra di Castiel che man mano scomparve del tutto dalla mia vista.
-Mi potresti dire che cosa è successo con tuo padre? - Mi chiese Alexy . A quanto pare questa storia aveva fatto notizia. Erano quasi tutti a conoscenza della litigata avuta con mio padre.
-Alexy per favore non ti ci mettere anche tu. - Non riuscii a parlare. Barcollavo come se stavo per cadere da un momento all'altro. Mi avvicinai ad Alexy e lo guardai. Lui non mi diede neanche il tempo di parlare e mi ritrovai fra le sue braccia.  Avevo bisogno di sfogarmi con il mio amico, ma non volevo farlo non in quel momento non in quel luogo dove occhi indicreti potevano osservarci.
-Ehm piccioncini io sono ancora qui eh?- Disse Armin incrociando le braccia. Ci prese in giro. In effetti in quel momento sembravamo un coppietta di fidanzatini.
-Vuoi un abbraccio anche tu?- Questa volta lo presi in giro io. Lui diventò  rosso in viso. Questi due avevano la capacità di far risollevare il morale persino ad un muro.
Erano la vivacità fatta persona. 
-Vieni con noi?  Stiamo andando a casa mia e poi così tu e Alexy potete parlare- Disse Armin sorridente. Accettai l'invito Nathaniel poteva aspettare.
-D'accordo andiamo - Dissi e ci avviammo verso casa sua. Questi due rompiscatole li conobbi al liceo.
 All'ora eravamo nominati i tre moschettieri. Eravamo stati sempre insieme  non l'avevo mai detto a nessuno ma prima che mi piaceva  Castiel avevo avuto una piccola cotta per Armin. Nemmeno  Alexy lo sapeva.
Lo notai dal primo giorno di scuola. Nonostante il suo aspetto da ehm come dire...Non era brutto anzi era molto attraente: bruno, occhi azzurro cielo, pelle chiara. Doveva essere alto all'incirca 1,79 m.  Aveva un fisico ben definito  ma a causa del suo abbigliamento faceva pensare tutt'altro: A causa dei suoi indumenti ''Alla moda'' era definito dagli altri ragazzi e sopratutto da Castiel un pò troppo femminilizzato.
 Dopo mesi di un continuo vociferare sui suoi gusti amorosi si dovettero ricredere tutti. Infatti un giorno Armin si presentò mano nella mano con Iris una mia compagna di classe. Rimasero tutti sbalorditi quando si baciarono davanti a tutta la scuola. Così le voci sulla sua presunta omosessualità terminarono.
Quando li vidi ci rimasi un pò male. Poi man mano il tempo passò e mi dimenticai completamente di lui. Fu una cotta passeggera.
Invece con Alexy era stata amicizia a prima vista ci trovammo subito. Avevamo restaurato praticamente dall'inizio una simpatica reciproca.  E da allora aveva avuto un ruolo importante nella mia vita.
Ci fidavamo l'uno dell'altro. Sapevo tutto di lui e altrettanto lui sapeva tutto su di me. Ero a conoscenza: sui suoi gusti in campo amoroso, della sua fobia per tutti i tipi d'insetti, e tutte le sue paure e insicurezze e tutto  quello che aveva passato durante la sua adolescenza. 
Era spesso maltrattato  perchè  gli piacevano gli uomini. Non potevo accettere queste calugne contro un ragazzo che non faceva niente di male, amava i ragazzi ma qual'era il problema?. Cosa stava facendo di sbagliato?.  
La mente umana poteva essere davvero ignorante.  Lo schivavano come se era affetto da una malattia contagiosa , lo discriminavano. Odiavo tutte queste persone che avevano tutti questi pregiudizi. Io venivo definita strana proprio perchè passavo del tempo in sua compagnia, ma per me non era stato mai un problema. L'avevo sempre difeso da  tutti o  per lo meno ci provai.
Alexy durante il liceo aveva preso una di quelle batoste abbastanza forti da non riuscire ad andare avanti . Era stato umiliato da un'altro ragazzo che frequentava il nostro liceo. Questo ragazzo disse che era innamorato  di lui. Io non mi fidavo lo avevo avvertito ma niente da fare si era innamorato  e quando lo faceva non c'era più via di scampo. 
Infatti i miei dubbi erano del tutto  fondati.  Alexy venne a sapere  dall''amico di questo ragazzo che era stata tutta una scommessa e che fu obbligato a stare con lui. Per Alexy fu un duro colpo. Non volle tornare a scuola per diverse settimane: stava male, soffriva in silenzio per me fu difficile non sapevo come comportarmi. Mi aveva detto che aveva bisogno di tempo e io glielo diedi per un pò non ci vedemmo. Mi mancava avevo bisogno di lui in quel periodo. Ma per fortuna  dopo tre settimane e dopo questa brutta esperienza tornò ad essere il solito gioioso Alexy.
Arrivammo a casa di Armin viveva in un piccolo appartamento era ben arredato ma lo era ''alla Armin''. Salimmo le scale ma Armin ci fece aspettere sul pianerottolo.
-Aspettatemi qui- disse precipitandosi dentro. Io e Alexy ci guardammo confusi. Dopo un paio di minuti riaprì la porta.
-Pensi che possiamo  entrare o vuoi continuare a farci ammirare il pianerottolo di casa tua? -Lo presi in giro.
-Scusate aveva lasciato delle cose  sparse per casa. Entrate- Si spostò dalla soglia e ci fece accomodare.
Una volta entrati notai che la pulizia veloce che aveva adoperato non era servita a niente. Quell'appartamento era praticamente invaso da fumetti, video games di ogni tipo sembrava una discarica.
- E per fortuna che ti sei precipitato in casa per sistemare - Dissi indicando il putiferio che regnava in quell'appartamento.
 -Avevo altre cose da sistemare...- Rispose ridacchiando.  Andammo nel salotto a parlare ,  e ci accomodammo in due piccole poltroncine invece Armin si rinchiuse in camera sua disse che aveva un livello da completare di non so cosa.
E ci lasciò soli, rimasimo in silenzio per un pò.  Solitamente non era mai successo di avere questa sorta di silenzio imbarazzante fra di noi.
Passò un minuto ancora in quella stanza regnava il silenzio più totale fra me e lui potevi solamente sentire Armin che imprecava contro il videogame.
Ci guardavamo solamente ma nessuno aveva intenzione di proferire parola, fino a quando non decise di rompere questo silenzio che si era creato.
-Cos'è successo con tuo padre e Castiel?- Chiese . -Hai studiato gli appunti che abbiamo per lunedì?- Cercai di cambiare discorso. Alexy corrucciò le sopracciglia e si mise a braccia conserte.
-Giorgia!- Mi richiamò duramente. 
-D'accordo! A quanto pare credo che non abbia altra scelta.- risposi sospirando. 
-Con mio padre ho avuto la solita lite sul mio comportamento che adopero al ginnasio. Alexy sei accorrente di tutte le calugnità che fa quell'uomo: Tradisce mia madre con qualunque donna gli si presenti davanti, la tratta come una schiava, mi obbliga a fare tutto quello che vuole. Sono esplosa non sono riuscita a contenermi. E poi mi ha messa alla porta praticamente ed onestamente non ci ho pensato due volte ad andarmene da li.- Raccontai con un filo di amarezza. Quando parlavo di quell'uomo mi veniva un senso di nausea.
- E a tua madre non ci pensi?.- Mi domandò 
- Alexy... mia madre è sempre stata accondiscente nei confronti di quell'uomo. Se avesse un minimo di dignità se ne sarebbe andata da un pezzo- Risposi duramente. Io volevo bene a mia madre ma non sopportavo che si faceva sottomettere da quel marito degenere che si ritrovava accanto.
-Magari c'è qualcosa sotto che non sai. Con Castiel che cosa hai combinato?. Praticamente era disperato stamattina.
-Con quell'idiota...Praticamente ho fatto un casino totale.- Dissi - Quando me sono andata via da quella casa , mi ritrovai a vagare per la città. Ero stanca e mi rifugiai nel parco lì ho incontrato Castiel che dopo avergli raccontato cosa mi era successo si era offerto di ospitarmi in casa sua. Ed io ho accettato il suo invito.- Alexy mi guardò strano e si alzò.
-C-Cosa hai fatto?- Mi interruppe scioccato. - Aspetta lasciami continuare ancora non è finita qui. - Dissi e lui si rimise composto e mi ascoltò.
-Siamo andati a casa sua, abbiamo cenato siamo stati molto bene insieme. Poi però la mia troppa curiosità mi si è rivolta contro. Ho trovato delle foto che ritraevano Castiel abbracciato insieme ad una ragazza bellissima. La curiosità, la gelosia mi stava lentamente logorando il fegato.-dissi.
-E poi cos'è successo?- Mi domandò curioso.
-Non riuscivamo a prendere sonno e Castiel ebbe avuto la brillante idea di vedere un film. Ma invece di guardare la Tv ci siamo messi a discutere e li gli ho chiesto chi fosse la ragazza delle foto. Lui tentava di nascondermi la verità ma poi alla fine vuotò il sacco. Era la sua Ex fidanzata adesso morta.- Continuai a raccontare mi faceva male ripensare a quella ragazza e dell'amore che Castiel aveva riservato e provato per lei.
-E la tua reazione quale è stata?- Mi chiese. - Ci sono rimasta di sasso mi sono sentita tradita  anche un pò in colpa per quella ragazza Castiel mi aveva raccontato che l'aveva lasciata per me. Dopo  mi disse che non potevamo stare insieme perchè sennò avrebbe fatto un torto a lei. Me ne andai a dormire distrutta sconfitta e in quel momento Castiel entrò in camera mia e si mise accanto a me e mi disse che mi amava.-Continuai a raccontare tutto quello che mi era capitato. Alexy si rialzo nuovamente era esterrefatto continuava a girare avanti ed in dietro per quella stanza.
-Ti ha detto che ti ama ma stamattina si è rimangiato tutto?. E' un idiota!. - Esclamò infuriato sbattendo il piede sul pavimento. 
-Giorgia adesso basta!.Non ti permetterò più di star male per quell'idiota contraddittore. Devi dare un taglio a questa storia. Non devi tirare troppo la corda se non vuoi che si spezzi del tutto.- mi rispose
-Cosa vorresti insinuare?- domandai acida.- Non sto insinuando niente...Ma dovresti riordinare i tuoi sentimenti. Incominciando col parlare a Nathaniel- Disse mi mise le sue mani sulle mie spalle e continuò: E' meglio che adesso tu vada a parlare con lui si sincera e tutto andrà per il meglio.
-N-no.- Balbettai:- Ho paura di ferirlo. - continuai.
-E' ora che questo triangolo amoroso finisca e che ogni sentimento riguardante Castiel finisca adesso. -Aveva ragione dovevo riuscire a chiudere questo capitolo una volta per tutte. Svelare il mio amore a Castiel fu tutto inutile  ma anche controproducente: Quindi decisi di fare la cosa più giusta dimenticare Castiel e dire la verità al mio fidanzato.
- Hai ragione andrò immediatamente a chiarire le cose con Nath.- Risposi  Alexy si avvicinò e mi fece una carezza sul capo e mi sorrise.
Salutai Armin e Alexy e mi diressi a casa di Nathaniel decisa a dire la verità. Ma durante il tragitto  mi fermai più volte in quel momento un senso di angoscia mi pervase in tutto il corpo. 
Senza che me ne accorsi arrivai a destinazione quella casa mi sembrò spaventosa. Mi diressi al campanello e suonai. Mi trovai davanti il solito Nath sorridente cercò di baciarmi ma mi scansai. - Dobbiamo parlare .- Dissi senza guardarlo negli occhi. Mi fece entrare e ci accomodammo in camera sua.
-Allora?. Di cosa volevi parlarmi?- Domandò cupo in viso.
-Da quand'è che stiamo insieme? - Chiesi tenevo lo sguardo fisso sul pavimento.
- Da quattro meravigliosi anni. Cos'è te ne sei dimenticata?.-Mi chiese a sua volta.
-Non l'ho dimenticato!.- Esclamai:- Credimi non posso dimenticare questi anni di teatrino in cui ho recitato.- Continuai a dire.
-Cosa intendi per teatrino?.-Domandò confuso.
-Vuol dire che...-Sospirai:- Non sono mai stata innamorata di te.- Risposi tutto d'un fiato.
Calò un lungo silenzio. Dopo molto tempo mi sentii più leggera. Nathaniel non mi guardava non so cosa abbia pensato in quel momento.
-Ti rendi conto di quello che dici?- Mi chiese disperato lo avevo annientato, distrutto era arrabbiato e ne aveva tutte le ragioni.
-Ovviamente si...So anche cosa significa stare al fianco di una persona di cui nutri  solamente un bene fraterno.- Risposi disperata come avevo potuto nascondere tutto questo all'unico ragazzo che mi abbia amato sul serio.
-S-sei innamorata di Castiel vero?- Domandò  quella domanda mi fece cadere dalle nuvole. Non sapevo cosa dire o fare in quel momento. L'unica cosa che potetti fare fu annuire diedi un consenso a quella sua domanda: Ero innamorata di quel lunatico.
-Me ne sono accorto sai?. Di come l'osservi o come sorridi quando sei in sua compagnia. Mi dispiace ma non ti lascerò andare tanto in fretta. In amore e guerra tutto è lecito no? - Mi informò.
-Cosa vorre-...-Non mi diede il tempo di continuare la frase che mi prese per le spalle . Mi lanciò letteralmente sul suo letto e si mise a cavalcioni sopra di me. Mi baciò, inizialmente fu un bacio timoroso ma poi prese più slancio. Fu spinto dal disperato desiderio di farmi innamorare di lui. In quel momento mi sentii  inerme, in balia di lui non si era mai comportato in quel modo. Continuò a baciarmi  con foga io mi dimenavo cercai di liberarmi, lo implorai di lasciarmi andare  non volevo baciarlo. Ma lui non volle mollare la presa anzi continuò .Mi levò la maglietta ed mi baciò sul collo , sulle clavicole scendeva sempre più  giù fino ad arrivare ai miei seni. In quel momento ebbi paura iniziai ad urlargli contro gli dissi di fermarsi ero arrivata alla disperazione.
-T-ti prego fermati Nath tu non sei così tu...- Sibilai le lacrime incominciarono a scorrere sul mio viso. Nathaniel si fermò e mi guardò:- Scusami Giorgia, non volevo ...ma il solo pensare che sei innamorata di un'altro mi ha fatto perdere la testa. Io ti amo e questo non posso cambiarlo.- mi rispose si spostò e si sdraiò accanto  a me.
Rimasimo in silenzio ma quel silenzio fu interrotto da una Telefonata che mi arrivò.




ANGOLO AUTRICE: Salvee! Avevo dimenticato di nuovo l'angolo autrice ahahhaha. Volevo ringraziare chi dedica del tempo alla mia storia e a chi recensisce. Grazie di vero cuore, Spero che questo capitolo non vi abbia annoiato ho parecchie visualizzazioni quindi credo che piaccia ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate. Come ogni volta, lo ripeterò fino alla sfinimento se ci fossero errori fatemelo sapere ho bisogno di sapere così posso migliorarmi nello scrivere. Detto ciò alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Mi arrivò una telefonata il numero impressione era sconosciuto.  Mi alzai di scattò e risposi non sapevo il  perchè ma avvertii un brutto presentimento
-Pronto...- Sentivo singhiozzare ma nessuno proferiva parola.  Nathaniel se ne stava accanto a me mi chiese chi poteva essere ma lo ignorai ero troppo arrabbiata con lui.
-Pronto...Se è uno scherzo sto incominciando ad infuriarmi. - Esclamai   la persona che era d'altra parte del telefono se ne stava in silenzio. Continuavo a udire solamente singhiozzi.
 Poi sentii una voce tremolante:-G-Giorgia. - Era mia madre scoppiò in lacrime in quel momento non riuscii a capire niente risentii solamente quel gran macigno sul mio stomaco.
-Mamma...Perchè stai piangendo? Ti è successo qualcosa? Per caso quella specie di marito che ti trovi ti ha fatto qualcosa?.- Domandai seriamente preoccupata. Avevo paura che mio padre aveva maltrattato mia madre a causa mia.
-No...Ma si tratta di tuo padre per l'appunto.- Mi rispose continuava a singhiozzare non riuscivo a capirla. Cercai di tranquillizzarla ma fu tutto inutile.
-Mamma calmati. Fai un respiro profondo e parla chiaramente cosa gli è capitato di così preoccupante. Per caso ha perso tutti i soldi a poker. - Dissi scherzando. - Oppure l'ha spesi con qualche donnaccia per divertimento.- Continuai ridacchiando.
-Non c'è niente di cui ridere.- Esclamò parecchio adirata . - T-Tuo padre... Ha avuto un arresto cardiaco è stato portato al pronto soccorso però non mi hanno detto ancora nulla sulle sue conzidioni .- Mi bloccai per un'attimo mi sentii mancare il respiro fino a quel momento l'unica cosa che ero riuscita a dire erano state solamente cattiverie su quell'uomo che di fatto era pur sempre mio padre. 
-Come? Quando è successo?. -Chiesi. Le mie gambe , le mani l'intero mio corpo iniziò a tremare. A quel punto Nath mi tenne per mano gli scansai la sua mano dalla mia. Lui uscii da camera sua a dir poco deluso. 
-Dopo che sei andata via di casa. Continuava a sentire dei dolori atroci al petto lui diceva che non era niente.
 Questa mattina il dolore era tornato ma verso mezzo giorno mentre pranzavamo il dolore si era intensificato e si è acccasciato per terra.- Rispose:- Tesoro per favore vieni qui so bene che a volte non si comporta male però è pur sempre tuo padre. Siamo una famiglia in fin dei conti ed in questo momento tuo padre ha bisogno di te...Io ho bisogno di mia figlia in questo momento. Ti prego vieni non mi lasciare sola.- Mi supplicò di recarmi in ospedale. 
-D'accordo. in quale ospedale siete?.-Chiesi presi un fogliettino e scrissi l'indirizzo.  Riattaccai rimasi per qualche secondo a fissare il vuoto. Uscii dalla camera di Nathaniel.
Lui mi fermò per un braccio fece l'ennesimo sospiro di disappunto. In quel momento tutto e tutti potevano aspettare mia madre aveva bisogno di me non avevo alcuna intenzione di lasciarla sola anche se dovevo recarmi a trovare quella specie di padre che la vita aveva riservato per me.
-V-volevo chiederti s-scusa.- Balbettò tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
-Non me ne faccio niente delle tue scuse...Adesso lasciami in pace ho delle faccende da sbrigare.- lo informai acida.
-Delle cose? Tipo Castiel?.- Domandò mi fissava con occhi accusatori. 
-E se anche fosse?.- Domandai a mia volta con tono di sfida. 
-Ti ricordo che ancora noi stiamo insieme.-mi informò non mi importava più nulla ne avevo abbastanza di lui e di Castiel.
-E meglio se ci prendiamo una pausa.- Dissi  lui rimase immobile e cupo in viso mi lasciò andare.
Uscii e andai a recarmi in ospedale. In quel momento l'unica cosa che avevo in mente era di andare da mia madre. Tutto il resto poteva aspettare. In verità avevo molto a cuore la salute di mio padre anche se avevo sempre ripetuto dentro di me che non mi importava nulla di lui.
Gli volevo bene anche se lui da padre non aveva mai fatto nulla per me. In questi momenti  quando una persona stava male pensavi ai momenti più belli passati con quella persona. Ma gli unici ricordi che avevo avuto con mio padre erano del tutto infelici.
Quando ero bambina ero gelosa delle mie amichette e dei loro padri. Ero invidiosa del loro rapporto affettuoso che avevano. 
Mio padre non mi aveva mai considerato molto. Però: aveva sempre avuto tempo per quelle donnacce che erano in sua compagnia. Mai una carezza,  un'abbraccio per lui ero sempre stata invisibile. 
Per il mio decimo compleanno non si presentò e non si ricordò nemmeno che compievo gli anni. Per non parlare durante la mia adolescenza non si degnava nemmeno a chiedere se mi andava tutto bene. Quando in verità andava tutto da schifo.
Le cose precipitarono fra di noi quando lo vidi baciarsi con una donna che non era mia madre. Mi arrabbiai parecchio incominciai ad odiarlo fino ad ignorarlo del tutto.
Era triste da dover ammettere: Non avevo un padre.
 Anche se mia madre aveva sempre cercato di non far pesare questa mancanza della figura paterna in fondo al mio cuore ne avevo risentito parecchio di questo distacco di mio padre.
Volevo tanto essere amata da lui non ci eravamo mai capiti.
Arrivai in ospedale non era molto distante dalla casa di Nathaniel. Vidi mia madre seduta in sala d'attesa e mi avvicinai a lei:-Mamma.- La chiamai. 
-Giorgia tesoro finalmente sei arrivata.- Scoppiò in lacrime come una bambina e mi abbracciò.
-Dai calmati su vedrai che starà bene.- Cercai di tranquillizzarla ci sedemmo e aspettammo che il medico che si era occupato di mio padre ci desse delle notizie sulle sue condizioni cliniche.
 Rimasimo in silenzio si sentiva solamente  il vociferare  delle persone presenti in quella sala d'aspetto. E il via vai dei medici, ma nessuno ci dava notizie su mio padre.
-Se dovesse morire...- Disse ad un certo punto mia madre la interruppi: - Mamma non essere pessimista. Questo è il migliore ospedale della città e i dottori che lavorano qui sono eccellenti professionisti.- la rincuorai nuovamente. Annuì e iniziò a fissare il vuoto.
-Mamma sei ancora innamorata di papà come la prima volta che vi siete conosciuti?.- Chiesi cercai di farla distrarre fece un sorriso e mi rispose:- Certamente  questi vent'anni che ho passato con lui non ho mai smesso un secondo di non amarlo. E anche lui non ha mai smesso di amarmimi.
-Uhm si certo.- Risposi con un filo di sarcasmo era più forte di me non avevo mai visto mio padre essere affettuoso con mia madre.
-Giorgia...-Mi richiamò:- Sai perchè l'ho sempre perdonato quando andava da altre donne? Perchè anche se stava con loro poi ritornava da me.
-Questo tuo ragionamento non fa una piega.-risposi confusa mentre lei incominciò a sorridere. Non capivo se ero fatta male io o semplicemente vedevo cose che non erano vere.
-Quando sarai innamorata veramente capirai queste mie parole.- Rispose a sua volta:- Sono certa che ancora tu non lo sei o per lo meno ancora non hai trovato la persona giusta. Vero?.- Si riferiva alla mia relazione con Nath. 
Aveva indovinato a quel punto non sapevo nemmeno se quello che provavo per Castiel era effettivamente amore. Avevo capito mia madre cosa voleva intendere: nonostante tutto aveva sempre perdonato mio padre perchè ne era innamorata e l'idea di perderlo gli dava parecchio coraggio per digerire i bocconi amari che gli infligeva .
  Molte domande erano insorte nei miei pensieri: Ma io lo ero di Castiel a tal punto di perdonarlo per un tradimento? O per qualunque altra cosa?. 
-Forse hai ragione.- Sibilai. Passarono parecchi minuti nessuno sapeva niente sulle condizioni di mio padre  questa agonia continuò per ore.
 Arrivò il medico che si occupava di mio padre era un vecchio amico di famiglia. Mia madre mi trinse la mano era agitatissima.
- Volevo avvisarti che tuo marito è fuori pericolo adesso. Era soltanto un'angime .- Disse il dottore. Mia madre mi guardò e tirò un sopiro di sollievo seguito da un enorme sorriso di felicità.
-Voglio essere sincero con te quando era arrivato quest'oggi non sapevo se sarebbe uscito vivo i battiti cardiaci erano irregolari ma viste le analisi pare che dovremmo sopportarlo ancora per molto.-Disse ridacchiando mi sentii sollevata da questa notizia.
-Però aveva la pressione piuttosto alta ha avuto qualche dispiacere,qualche lite o qualche problema al lavoro?- Chiese infine.
-No che io sappia o per lo meno non mi ha mai detto nulla.-Disse mia madre volgendomi uno sguardo. Mio padre si era sentito male a causa della nostra lite. Mio padre stava rischiando di morire a causa mia.
-Se volete potete andare da lui però mi raccomando non fategli fare sforzi. Dovremmo però tenerlo sotto osservazione ancora fino a domani per ulteriori accettamenti.- Ci informò .
-Ma starà bene?-Domandai 
-Si se farà tutto quello che gli sarà prescritto.- Rispose e ci lasciò sole. Mia madre mi chiese se volevo entrare con lei ma rifiutai non ero ancora pronta per vederlo non sapevo cosa dire o fare. 
Vidi mia madre entrare nella stanza dove era sistemato mio padre. Io invece iniziai a girovagare per l'ospedale mi ritrovai nel reparto ematologia pediatrica.
Quella stanza d'ospedale emanava allegria: sentii risate gioia quei bambini nonostante fossero malati non si  lasciavano abbattere dalla crudeltà che la vita gli aveva riservato. 
Rimasi fuori sulla soglia della porta la cosa che mi stupii fu vedere Castiel dentro quella stanza. Giocava, rideva insieme a quei bambini non avevo mai visto questo suo lato da tenerone.
Rimasi a guardarlo per vari secondi poi arrivò una mamma di uno dei bambini che erano in quella stanza.
-E' un'angelo questo ragazzo viene  a trovare i bambini tutti i pomeriggi-Disse sorridente.
-Quindi Castiel viene tutti i giorni?.-Chiesi sorpresa.
-Si. E' un tuo amico?.- Mi chiese io annui continuavo a fissarlo. La signora entrò in stanza e Castiel si accorse della mia presenza e si avvicinò a me.
-Che ci fai qui? E ti è successo qualcosa?.- Domandò preoccupato iniziò ad osservarmi dalla testa ai piedi si accettò che fosse tutto apposto.
-Non mi guardare così sto bene. Sono qui perchè mio padre si è sentito male lo hanno ricoverato.-Risposi.
-Ah capisco...Sta meglio?.-Chiese. 
-Si...Quindi passi tutti i pomeriggi con questi bambini.- Chiesi a mia volta. Lui sorrise e mi fece cenno di entrare nonostante avevamo litigato non potevamo far a meno l'uno dell'altro.
-Bambini voglio presentarvi una mia amica: Giorgia! .- Esclamò Castiel.
-C-Ciao.- Balbettai ero piuttosto timida un mio difetto che odiavo.
-Si chiama come me?.- Domandò una bambina poteva avere nove anni. Nonostante la malattia che si faceva vedere per me era di una bellezza indescrivibile.
-Si! chiama come te.- Rispose Castiel sorridendole. 
-Sai Castiel è il  mio fidanzato.- Mi disse con un sorriso innocente io non potei far a meno che sorridere e le dissi:- Davvero? Ma tu lo sai che Castiel è un ragazzo fortunato?.
-Perchè?.- Mi chiese confusa e allo stesso tempo divertita.
-Perchè sei una bambina bellissima.-Risposi mi sorrise e venne ad abbracciarmi. Castiel se ne stava a guardare. 
-Senti Giorgia.-Mi chiamò la bambina.
-Si?.-Risposi.
-Lo sai che Castiel ti vuole bene.-Rispose la guardai un pò confusa non capivo cosa voleva intendere.
-Che quando gli ho detto come mi chiamavo mi aveva raccontato di una ragazza carina dai capelli castani con gli occhi azzurri a cui voleva molto bene.- Rimasi spiazzata Castiel aveva parlato di me con questa bambina.
Passai mezz'ora in compagnia di quei bambini meravigliosi mi fecero dimenticare tutti i miei problemi. Legai molto con  Giorgia quella bambina ci trovammo subito in sintonia. E a quanto pare avevamo un debole entrambe per Castiel.
Continuai a giocare e a divertirmi la timidezza che avevo avuto scomparve del tutto. Avevo promesso a quei bambini che venivo a trovarli l'indomani e vidi Castiel sorridere.
Li salutai e Castiel mi accompagnò fuori dalla porta lui aveva deciso di rimanere un'altro pò con loro.
-Cos'è hai fatto comunella con Giorgia?.- Mi disse ridacchiando
-Potrebbe essere.-Scherzai a mia volta.
-E' una bambina speciale.- Disse. Castiel era molto legato a quella bambina.
-Si lo so me ne sono resa conto anch'io.- affermai.
-Sei andata a vedere come sta tuo padre?.-Mi chiese sapeva come ci eravamo lasciati l'ultima volta.
-Ancora no...Ma ho intenzione di farlo adesso. Vedere questi bambini mi ha fatto riflettere parecchio. -Risposi.
-Domani io verrò a trovarli di nuovo...Vuoi venire con me?.- Accettai il suo invito e lui ne fu molto felice. 
Salutai Castiel e mi diressi nella camera in cui vi era mio padre. Quando arrivai vidi mia madre uscire.
-Come sta?.-Le domandai.
-Sta molto meglio...Ha chiesto di te vuole parlarti.-Mi rispose:-Perchè non entri e parlate però mi raccomando non farlo agitare.- Annui ed entrai in quella camera.
Quando entrai lo vidi attaccato ad una flebo. In viso era biancastro faceva fatica a parlare in quel momento mi sentii una pessima figlia per colpa mia si era ridotto in quello stato.
-G-Giorgia siediti accanto a me.- Mi disse presi una sedia che vi era in quella stanza e la misi accanto a lui e mi sedei. Non riuscivo a dire nulla mi sentivo tremendamente in colpa. Ad un certo punto mio padre scoppiò in lacrime e mi disse:- Sono stato un pessimo padre e un pessimo marito. Scusami Giorgia se in tutti questi anni non ho fatto altro che farti stare male.
Ho deluso te la mamma povera donna non si merita tutto quello che le ho fatto.-Continuò cercai di farlo calmare nelle sue condizioni non doveva agitarsi.
-Calmati papà non dovresti agitarti in questo modo
-Mi dispiace ma pensare che non fossi mia figlia mi faceva ribbolire il sangue al cervello.- Mi disse rimasi spiazzata da quello che mi aveva detto.
-C-Che significa che non fossi tua figlia?.- Balbettai.
-Vedi Giorgia quando conobbi tua madre lei era già fidanzata. Ma poi conobbe me e lasciò il suo ragazzo.
 Passarono due anni e io e tua madre decidemmo di sposarci. Quell'uomo continuava a perseguitare tua madre fin quando una sera l'aggredì. Io non seppi nulla di quel che era successo. Poi tua madre mi raccontò tutto e mi disse che era incinta. C'era la probabilità che quel figlio che aspettasse non fosse mio.-Continuò a raccontare.
-Q-Quindi sono figlia di uno stupratore? E questo che vuoi dirmi.- Mi alzai ero in preda alla disperazione.
-Non lo so...Non ho mai fatto il test del DNA per paura di scoprire la verità.-Mi disse continuavo a fare avanti ed indietro in quel momento il mondo mi crollò addosso.
-Adesso comprendo il perchè mi hai sempre evitato o non hai mai cercato di conoscermi.-Risposi.
-Giorgia...Devi capire che per me era difficile volerti bene. Pensavo continuamente a quell'uomo che ha fatto del male a tua madre. Ho provato a volerti bene ma non ci riuscivo.-Continuò a dire.
-Hai sempre tradito la mamma perchè? Cosa ha fatto quella povera donna per meritarsi tutto questo?.- Urlai  e piansi a dirotto mi sentii un ottuso contorto in quel momento entrò mia madre:
-Che cosa sta succedendo qui?.-Chiese 
-Le ho dovuto dire la verità...-Aggiunse mio padre in quel momento mia madre diventò pallida in viso.
-Non avresti dovuto. E' tua figlia lo vuoi capire una volta per tutte.-Gli urlò contro.
-Sono ancora qui smettela!.-Esclamai. Uscii da quella camera sconvolta in preda alla disperazione più totale. Mia madre cercò di fermarmi.  Ma in quel momento volevo stare sola e sprofondare sotto terra. Che avevo fatto di male per meritarmi tutto questo.




ANGOLO AUTRICE: Per quei pochi che hanno letto. Volevo dire che ho cancellato il capitolo che avevo pubblicato in precendenza perchè avevo dimenticato di aggiungere alcune cose. 
Quindi spero vi piaccia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3060832