Hamilton

di PuffKurtscat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rabbia ***
Capitolo 2: *** Soffocare ***



Capitolo 1
*** Rabbia ***


 

NdA. Spero di riuscire a pubblicare il seguito domani, lo spero tanto xD

Rabbia 

"Qualunque cosa succeda succede sempre adesso... "
 [Rabbia - Chuck Palahniuk ]


Il gelo. 
Solo così si può definire la sua rabbia. 
Sembra stia per esplodere da un momento all'altro, mentre ti trafigge con quelle lame azzurre, ma non lo fa mai. Si controlla fino alla fine della discussione. 
Jared arrabbiato non è come si può pensare. 
Peggio. 
Non urla, non ti dà addosso. 
È controllato, freddo, meditatore.
Dopotutto con una mente come la sua cosa ci si può aspettare? 
Credo lo abbia imparato con il tempo che perdere energie non gli faceva raggiungere lo scopo che voleva, lo lasciava solo più spossato e per il lavoro che fa e che si impone non può permetterselo. 
Jared arrabbiato a me fa paura. 
Un assassino con lo sguardo fisso su di te, la mascella contratta, i pugni serrati e la vena sotto l'occhio che gli pulsa inevitabilmente. 
E la voce, la voce è quella che uccide di più. 
Sa sempre come usarla. È più roca del solito, ma infame perché si nota quel velo dello Jared che tiene alle cose che dice. Oltre a farmi male, mi eccita.
Come al solito. 
Odi et amo. 
La storia più vecchia del mondo. 
Mi fissa ancora gelido mentre si tira su le maniche mettendo in risalto le vene che contornano le sue braccia.
"Mya, non fare la finta tonta. Voglio una risposta per una volta in questa relazione." 
Si, sa essere cattivo. Ed io sono esausta questa sera, perché la mia unica certezza da un po' di tempo a questa parte si sta sgretolando.
"Non fare la vittima, Jared, non ti si addice." Gli dico sospirando e passandomi i capelli dietro l'orecchio. 
Sorride perfido:"Sei incredibile. Continui imperterrita a chiuderti dietro un portone." 
Io non sono come lui. 
Io quando mi arrabbio devo sfogarmi, urlare. Devo mostrare che le unghie con il tempo me le sono fatte crescere, che non piango più:"E tu perché ti ostini a volerle sfondare? Non mi sembra che sia andata così male fino ad adesso!" Gli urlo contro rossa in viso. 
Fanculo che siamo in un camerino, fanculo i fan con il m&g, fanculo la crew, fanculo lui, maledetto Jared Leto! 
"A volte fai la stupida per convenienza. -abbassa la testa e la scuote irritato- Quello che sei ora, è per quello che hai affrontato. Il tuo passato ti ha resa questa e dato che amo ciò che sei mi sembra giusto voler sapere ogni pezzo di te, no?"
Mi ama. 
Come è possibile che mi ami così? 
Solo un pazzo. 
Solo lui. 
Si gira verso il muro e ringhia, non ricevendo risposta. Da un pugno alla parete facendo cadere pezzi di intonaco e facendo saltare una me al poco sconvolta e impaurita. 
"Non mi sembra che sia andato io a scavare nel tuo passato, quindi non cercare di girare la frittata e cercare di farmi sentire in colpa. Mi devi una risposta. Perché non me lo hai detto, Mya?" 
Si gira verso di me furioso. La mano gli farà sicuramente male, ma non lo da a vedere. 
Odio questa parte, odio che mi si porti a ciò. Stavo bene fino a questo pomeriggio. 
"Non sono importante per te."  Afferma, dirigendosi alla porta, deluso. 
Cosa..?!  
Lo fermo abbracciandolo da dietro e lui non fa un altro passo. Richiude la porta, ma non si volta verso di me. 
È contratto al massimo, sono sicura che mi prenderebbe volentieri a schiaffi, come farei io d'altronde. "Come puoi pensarlo?-Dico a un passo dalle lacrime con la voce incrinata.- Sei tutto ciò che ho." 
Non accenna a muoversi, anzi si contrae ancora di più. 
Ho già detto che odio Jared arrabbiato? Mi terrorizza che possa rimanere così con me. 
Spezza il silenzio:"Stiamo insieme da quasi un anno e non hai accennato a una parola. Dammi un'altra motivazione. Anzi dimmi una cosa realmente.. Mi ami sul serio come dici?" 
Non posso negarglielo più, ha ragione:"So come sarebbe andata a finire, J." Dico alla fine tra le lacrime. 
"In che senso?" Dice ancora con voce fredda. Distante anni luce da me,ancora.
Gli prendo la mano destra rossa che si sta gonfiando nella mia fredda, ho bisogno di sentirlo vicino. "So che avrebbe significato dirti che sono la figlia di Charles Hamilton, uno degli uomini più ricchi è ammirati d'America." 

 

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Capitolo 2
*** Soffocare ***


Soffocare  

"Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui essere indispensabile. Di una persona che si divori tutto il mio tempo libero, il mio ego, la mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me. Una dipendenza reciproca."
[Soffocare - Chuck Palahniuk]


Mio padre è un uomo rispettato, dedito al lavoro.
 Vedovo, con una figlia scapestrata, questo affermavano i giornali durante la mia adolescenza. 
Mio padre si è presentato stamattina a casa di Jared chiedendogli nel modo più gentile possibile, tanto da non urtare l'irritabilità di Leto jr, se gli stavo dando fastidio. 
Questo perché a volte, in età più giovane, frequentavo persone che lui non avrebbe approvato solo per dargli fastidio e il più di queste irritavo sia lui, sia queste persone di cui mi servivo. 
Quello che ha irritato Jared, però è stata la domanda successiva.
"Hai bisogno di soldi o notorietà? Vedi giovanotto -tipico di mio padre non considerare l'età altrui- noi siamo una buona famiglia e non vogliamo distruggere la nostra nomea con questi giochetti." 
Famiglia. 
Come ha potuto definire me e lui una famiglia? 
Continua a bendarsi gli occhi. Continua a vedere solo ciò che gli fa comodo. 
Stamattina Jared si è congedato da lui con un sorrisetto forzato. 
Mio padre non si è neanche posto il problema di fare delle ricerche, di capire con chi avrebbe avuto a che fare. Un uomo che come lui si è fatto da solo, ma che per il resto gli differisce totalmente.
Sembra che non creda ancora che la ragazza che creava problemi e si uccideva dentro sia cresciuta, sia uscita dall'oscurità e sta facendo i suoi passi da sola. 
Credo che così sia stato meglio. Jared ha conosciuto il vero Charles Hamilton e non il mito che viene proclamato. 
Devo aprire bocca e dirgli perché non ho detto nulla sulla mia famiglia fino ad ora.
In questo momento, perché sta perdendo la pazienza. 
Lo faccio voltare lentamente stringendogli ancora la mano rossa. 
"Possiamo sederci?" 
Mi guarda diffidente con la vena sotto l'occhio che pulsa ancora. 
"Hai intenzione di parlare? Perché altrimenti no, Mya, ho un concerto da preparare." 
Odio quando mi tratta come una bambina. 
"Si, Jared, voglio.. Devo spiegarti tutto." Dico ad occhi bassi. Se mi guarda ancora con quegli occhi gelidi sento che morirò. 
Sospira e si siede.
"Ok, dai. Vediamo se riesci a dirmi tutto di te, per una volta." 
Non ha tutti i torti ad avercela con me. Lui mi ha spiattellato tutto se stesso con dolcezza e decisione, io rimandavo sempre con un 'è complicato'. 
Sospiro e lo raggiungo sul divano rosso di un camerino anonimo di un teatro di LA. 
"Se ti avessi detto che sono la figlia di Hamilton avresti voluto conoscerlo subito.
La sua dedizione al lavoro e alla comunità è quasi pari alla tua.
Si sarebbe preparato e sarebbe apparso perfetto come al solito e le mie parole per dirti che non è quello che sembra non sarebbero servite a nulla."
Si alza di scatto:"Vedi? Non hai fiducia in me!" Sibila.
Lo imito alzandomi è gli urlo contro:"No! È semplicemente la reazione di tutti, per questo!" 
Si passa la mano tra i capelli:"Cristo,Mya, io non sono tutti."
"Come potevi pretendere che io lo pensassi subito? Che sarei stata disposta a darti tanta fiducia subito?"
Ride isterico:"Semplice, perché io l'ho fatto! Io ho subito pensato che non eri come tutti, dal primo istante in cui ti ho vista a casa di Tomo mentre parlavi e ridevi con Vicki." 
Colpita e affondata. 
Jared 1 - Mya 0. 
Perché non l'ho fatto? 
Mi scendono le prime lacrime. 
"Ho dato fiducia a persone che credevo ne meritassero e invece mi hanno buttata semplicemente più giu è creduto sempre all'esimio Hamilton."
Alza un po' la voce:"Comunque non mi hai dato fiducia! Dove andiamo se non parli neanche di te stessa con me?" 
Singhiozzo urlando:"Non ho neanche più il coraggio di ascoltare me stessa! Ho paura sempre di sbagliare. L'unico che sa prendermi e ascoltare me, sei tu... Non mi abbandonare." 
Piango, piango irrimediabilmente come non facevo da tempo. 
Ho paura che il mio piccolo appiglio stia scomparendo, che Jared faccia passi indietro allontanandosi irrimediabilmente da me. 
Devo sembrargli veramente pietosa. 
Mi volto dalla parte opposta alla sua figura, non potrei sopportare quell'indignazione ancora a lungo. Preferisco rimanere sola. 
Sento che si muove. Mi tremano le mani, sta per uscire di nuovo. Sta per venirmi di nuovo un attacco di panico, solo il secondo da quando lo conosco. 
Singhiozzo. 
E poi sento le sue braccia che mi avvolgono e mi girano verso di lui. 
Mi stringe forte, fino a farmi male. 
Mi bacia la testa. 
Non riesco a trattenere i singhiozzi e gli spasmi. 
"Shh, piccola, shh. Niente panico, io non vado da nessuna parte sono qui."
Sospira mentre mi culla. 
La sua voce è tornata la dolce melodia di sempre. 
"Non c'è niente di rotto, Mya. Solo qualche precisazione da fare. Come dici sempre: noi siamo uno. Ti capirò" 
 

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