La vita è bella, l'amore... di meno!

di HermioneGranger03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un ragazzo per Dominique ***
Capitolo 2: *** Il triangolo? No,semmai il quadrato! ***
Capitolo 3: *** Il disastro ***
Capitolo 4: *** Cuscinate, Obblighi e Verità ***
Capitolo 5: *** PICCOLO AVVISO ***
Capitolo 6: *** La rottura definitiva ***
Capitolo 7: *** I Fantastici Quattro (altrimenti noti come Lor, Lys, Rox e Dom) ***
Capitolo 8: *** Riappacificazione ***
Capitolo 9: *** Come un robot ***
Capitolo 10: *** Post Mortem ***
Capitolo 11: *** Tradimenti e rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Cosa sta succedendo? ***



Capitolo 1
*** Un ragazzo per Dominique ***


Era una calda mattina di luglio; in casa Weasley-Delacour, dove tutti stavano ancora dormendo, il silenzio regnava sovrano, quando a un certo punto…
-Dominique! Come hai potuto sporcare il mio pigiama di seta firmato?!?- strillò la “soave” voce di Victoire Weasley, infuriata. Dominique, dal tono in parte colpevole e in parte piagnucoloso di una bambina, sebbene avesse già 15 anni, rispose:
-Scusami tanto, Vicky! È solo che volevo provarla, così l’ho messa un attimo, ma poi, aprendo l’armadio con lo specchio, mi sono graffiata e, siccome sanguinavo, mi sono asciugata là sopra…
-TU COSA?!?!?- gridò Victoire.
Louis Weasley, seduto a una sedia girata della cucina, osservava la scena con l’aria perfettamente composta di chi sa già cosa accadrà; d’altronde, quella scena era già successa molte volte: Vicky che si infuriava per motivi idioti, Domy che trovava scuse ancora più idiote, Vicky che aumentava il volume dei decibel… perché, perché gli toccava essere l’unico maschio della casa, e per di più l’unico essere intelligente? Quello era il motivo per cui si rintanava sempre da zia Hermione e zio Ron: i loro figli potevano pur avere la sensibilità da cucchiaino di zio Ron, ma almeno erano intelligenti come la loro mamma! Ovviamente, Domy sospettava una cotta segreta per Rose, ma Louis non si turbava neanche un po’: quella era la prova che la sorella aveva il QI di una boccetta di profumo, pensava. La cosa strana era che a scuola la ammiravano tutti: forse bastava essere belli, per avere fama. E la sorella era bella davvero: aveva i capelli ricci e biondissimi lunghi fino alla vita, gli occhi verde smeraldo e un carattere deciso e forte, anche se troppo schizzinoso: insomma, era esattamente la combinazione perfetta di sangue Weasley e sangue Delacour. Louis non era da meno, a detta dell’intero dormitorio femminile di Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e parte delle Serpeverde del quinto anno; aveva i capelli biondi tendenti al rosso, gli occhi azzurri della madre ed era alto, come zio Percy, zio Ron e suo padre. Non aveva la ragazza, il che faceva aumentare le speranze di molte ragazze, ma non era interessato a trovare una fidanzata: ambiva a prendere bei voti, diplomarsi con lode e trovare un buon lavoro al Ministero; il suo divertimento preferito era lo stare coi ragazzi che studiavano con lui (Charles Macmillan, Hugo Weasley, Albus Potter, Rose Weasley, Lily Potter e Kara Patil), anche se la figlia minore dei Malfoy aveva qualcosa di intrigante: era l’unica Grifondoro della famiglia, era molto carina e timida ed andava anche bene a scuola. Era molto bella; forse…
-Ahi! Brutta idiota! Questa me la paghi! –
Ok, Victoire aveva tirato fuori la bacchetta: era proprio il momento di andare a dividerle, pensò Louis. Avrebbe pensato dopo a Christine Malfoy.
****
Rose Weasley non stava studiando, come aveva detto alla sua fanatica madre, ma stava poltrendo a letto a leggere fanfiction delle Cronache di Narnia sul suo iPhone 6 di ultima generazione : insomma, erano le sei e mezza del mattino! Inoltre, cosa avrebbe dovuto studiare? Era in vacanza! Dopo essersi stufata del regno di Narnia, decise di mettersi a chattare con Sev su Whatsapp; le loro madri dicevano che non potevano avere Facebook, così erano ridotti a quell’app o a messaggiare. I telefoni erano stati i loro regali di compleanno, da parte di nonno Arthur.

Ciao Sev, che fai?
Niente, chatto con Louis: sapevi che Vicky e Domy hanno litigato di nuovo?
No, non lo sapevo, ma tanto non litigano almeno 7 volte al giorno?
Si, qualcosa di simile; ora Vicky è da Teddy.
Ah, che coppia perfetta ^u^; ma scusa, ora Domy dov’è???
Domy è a fare shopping, come sempre.
Ancora?! Ma non ha, tipo, 3 cabine armadio ormai??
Si, ma lo shopping la calma, a quanto pare; e siccome più calma è meglio è non possiamo dire niente!
Si, lo so, ma non è giusto lo stesso!
Lo sooo! Aspetta, ho Mamma alla porta, ci sentiamo!

Rose nascose il cellulare sotto la lampada del comò, si sedette sulla sedia della scrivania e aprì un libro a caso.
– Avanti! – disse.
– Ciao cara, cosa stai studiando? – chiese Hermione.
– Ehm… Pozioni- rispose la ragazza. – Se magari ora uscissi…
– Aspetta! Ti chiederò qualcosa!
Mezz’ora e 50 domande sulla storia delle pozioni dopo, Rose uscì stremata dalla sua stanza, seguita dalla madre che le annunciava un probabile M. A. G. O. in pozioni. Cellulare alla mano, informò Sev del fatto che stava andando da loro; Sev disse che non c’erano problemi, ma Harry e Ginny erano fuori. Meglio, rispose Rose, enigmatica.
**** -Ehi Jamie, sta per arrivare Rose. – comunicò Albus al fratello maggiore.
–E a me che me ne frega? Comunque devo uscire con una. – rispose atono Jamie, ma ad Al non era sfuggito l’uso accorto dell’articolo “una”. Voleva che gli si chiedesse spiegazioni per poter partire in quarta con lui che conquistava una ragazza col suo fascino (o con un filtro d’amore di zio George, più facilmente).
Però, siccome Al era troppo curioso, osò chiedere: - E chi sarebbe quest’ “una”? -.
–Non la conosci mica! Lily mi ha passato il numero. – rispose James, ma era impossibile che Lily passasse numeri ai fratelli o facesse la spalla, era troppo timida: in questo campo non era né Potter né Weasley.
Difatti, comparsa silenziosamente dalla porta, la ragazza ribatté arrossendo:
- Non te l’ho passato, Jamie! È una mia cara amica, così, siccome è Nata Babbana, le ho detto di comprarsi un cellulare; lei l’ha fatto, io le ho chiesto il numero e tu me l’hai preso dalla rubrica. E ti vorrei far notare che non te l’ho ancora fatta pagare perché sono pacifista, non debole; sono migliore di te in certe cose! – concluse. Severus, allora, pensò bene di provare a fare la fatidica domanda:
- Ma chi È?? – sbottò.
–Ma è ovvio; - dissero Lily e James - Christine Malfoy! -.
Albus fece rapido un collegamento: - Christine Malfoy? Come la sorella del mio migliore amico? -.
–Nooo, un’altra Christine Malfoy sorella di un altro Scorpius Malfoy; ma secondo te?!? – rispose ironico James Sirius.
– Oh, Sir, sei così divertente che ho dimenticato di ridere! – commentò una voce familiare alle loro spalle.
Capelli rossi sciolti fino alle spalle, una maglietta dei Cannoni di Chudley stinta, jeans e sneakers: Rose Weasley era arrivata. E doveva aver sentito tutto, perché stava ridendo sotto sotto, probabilmente al pensiero di James Potter e la minuscola Christine Malfoy assieme.
–Rosie!!!- Lily le corse incontro e la abbracciò fortissimo, d’altronde erano mesi che non si vedevano! Albus, invece, si limitò a un vivace -Ciao, Rose! – e ad un abbraccio piccolo; giudicava le reazioni della sorella un po’ eccessive, ma solo un po’.
Comunque, Lily adorava la cugina più di qualunque altro, lì in casa Potter; a scanso di equivoci, anche Sev le voleva un mondo di bene, perché avevano praticamente gli stessi gusti, tranne per la squadra di Quidditch (come si poteva tenere per i Cannoni? Il Puddlemere United era molto meglio!); comunque, stando attenti a non deviare mai in zona Quidditch tranne che per allenarsi, andavano molto d’accordo.
–Allora, di cosa ci dovevi parlare senza mamma o papà? – chiese Lily.
– Aspetta, come lo sai? Lei l’aveva scritto solo a me, e io non ve l’ho detto! – obiettò Albus.
– Ma fammi il piacere! 1234 non è una gran password, sai? – disse Lily. Rosie interruppe i due dicendo:
- Volevo parlarvi di Dominique Delacour. Ogni volta che litiga con la sorella, si consola con lo shopping, e questo andrebbe bene se litigassero una volta ogni tanto, ma ormai litigano 7 volte al giorno e ogni giorno, per cui il centro commerciale è una seconda casa per Domy! Ora, per farla smettere di vivere al centro commerciale, io proporrei o di farle smettere di litigare,
-Impossibile- si lasciò sfuggire Jamie.
-Oppure, - continuò Rose squadrando male James - di trovarle un fidanzato!
 


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Lily Luna Potter

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Capitolo 2
*** Il triangolo? No,semmai il quadrato! ***


Della famiglia Potter, Lily Luna era la più intelligente e anche la più timida; era strano, una Potter-Weasley timida. Beh, i suoi genitori non erano esattamente il tipo di persona che stava… in disparte. Era molto fragile, apparentemente, ma sapeva essere forte quando voleva esserlo; si vergognava sempre di tutto, per ogni minima cosa che la imbarazzasse, come per l’assurda storia di Christine. Lei, Lily, era una Grifondoro, ovviamente, aveva i capelli rossi tendenti un po’ a un tono più chiaro, gli occhi verdi dei genitori e una spiccata sensibilità. Pensava attentamente prima di parlare, per non offendere nessuno, e, se lo faceva, si profferiva in un mare di scuse, anche per una sciocchezza. Era buffo: così simile a Rose nell’aspetto, e così diversa nel carattere! Lily osannava Rose: era così bella, così spigliata, così… Rose. E certe volte aveva idee brillanti: far fidanzare Domy… Appena James fu uscito per andare da Christine, circa alle otto e quaranta di quella strana mattina, lei e Sev si sedettero sul divano a parlare dei possibili fidanzati di Domy; certo, si sarebbero riuniti due giorni dopo con Louis, il suo gemello, per discuterne, ma i fratelli Potter, quasi coetanei tra di loro, si volevano portare avanti col lavoro. -Chi pensi che sia meglio per Dominique? – chiese Luna.
– Pensavo a Sean Longbottom, sai, il figlio del professore… - rispose Severus, esitante.
– Aspetta, - disse Lily, ispirata. – Conosci Scorpius Malfoy?
- È il mio migliore amico, secondo te lo posso non conoscere? – replicò Albus.
- È single? – chiese Luna, sovreccitata.
– Come una Pringle! Sai, Single, Pringle… - aggiunse Al, vedendo l’aria confusa della sorella.
– Ook, tralasciando il tuo umorismo che non fa molto ridere, scusa ma è vero, gli potrebbe piacere Dominique?
– Ehm, non credo; lui è il classico “ragazzo da parete”, che ama “ragazze da parete”, non dive come Domy…
– E allora a chi possiamo chiedere? – fece Lily, depressa come il fratello.
L’attimo dopo, però, la lampadina si accese. I due fratelli si guardarono ed esclamarono in coro: - Adam Corner!
****
- Bonjour? Qui est là? - James sentì una voce dall'accento francese molto spiccato rispondere al telefono.
- Zia Fleur? C'est moi, sono James! Je peux parler avec Louis? - rispose. Per fortuna, il ragazzo masticava il francese, grazie a Louis e Dominique.
- Oui, un moment! Louis, il y a James au téléphone! - James sentì la zia (non la più amata, lo doveva ammettere) chiamare il cugino, che rispose:
- Oui, j'arrive! - alla madre, poi arrivò al ricevitore con un:
- Ciao, Sirius; che c'è?
- Punto 1: non chiamarmi Sirius, o ti Avadakedavrizzo nel sonno; punto 2: sei libero tra due giorni? - disse James, che odiava il nome Sirius.
- Dovrei esserlo, perché? - rispose il cugino. - Dobbiamo parlare di Dominique, tua sorella; ci vediamo a casa mia alle sette e un quarto di mattina, ok? -.
- Perché così presto?
- Perché, ogni due giorni, mamma trascina papà al centro commerciale di Diagon Alley; oggi l'ha fatto e lo rifarà dopodomani. Allora, ci stai?
- Sì, perché no? Ma non credi che qualcuno se ne accorgerà? Sai, sei adolescenti che vociano in una casa vuota... non dà un po' nell'occhio?
- Tranquillo, sono maggiorenne e il Muffliato funziona sempre.
- E sia... Ok, sarò lì alle sette e dieci. Ciao!
James riattaccò. Riusciva a vedere Christine Malfoy all'angolo della strada, seduta su una panchina. La ragazza non aveva i capelli Malfoy, ma neanche Greengrass: erano di un delicato castano chiaro, liscissimi e lunghi fino a sotto le spalle, morbidi e setosi. Gli occhi, azzurro-verdi come un lago, erano profondi ed espressivi. Indossava una maglia stampata a maniche corte, sebbene facesse un po' freddo per essere luglio, dei jeans stretti e dei sandali a zeppa, che la facevano sembrare ancora più alta di quanto già non fosse. In altre parole, per James era bellissima.
- Ti stavo aspettando. - sorrise, e James si sciolse come neve al sole a vederla, gli occhi luccicanti.
- Andiamo? - chiese. James si sentì rispondere affermativamente, e insieme entrarono nel cinema.
Non appena entrò in casa, trovò i fratelli intenti a discutere. A quanto pare, Domy era passata per un saluto veloce, carica di buste del centro commerciale anch'esse sovraccariche di pacchetti.
- Ti dico che non abbiamo più tempo! Dobbiamo muoverci col piano! - stava dicendo Lily a Sev.
- Oh! Ciao, Jamie! Com'è andata? - chiesero i due.
- Oh, beh, diciamo che… ora sono il suo ragazzo! - rispose James.
Lily cadde a terra.
****
Ok, era ufficiale: James Sirius Potter era un idiota. Albus non mancò di farglielo notare, mentre trasportava la sorella sul divano insieme a lui.
- Lil? Tutto bene, sorellina? - chiese Sev. Era sempre stato più premuroso di James, in questi casi, anche da piccolo.
- Ma certo che si, fratellino! Solo, due cose. - rispose Lily.
- Tutto quello che vuoi! - rispose Al, sollevato dal fatto che la sorella stesse bene.
- Ok. Uno: lasciatemi riposare da sola, ora; e due... - si interruppe.
- Che cosa? - chiese Sev, ansioso.
- Non dirlo alla mamma. - continuò Lily sorridendo.
- Ma certo! - esclamò Al, e usci dalla stanza con James al seguito.
Tornato in camera sua, si mise a chattare con Rosie, la sua cugina preferita.

Ciao Rose, che fai?
Niente di interessante, tu?
Niente, ma Lily è svenuta!
Cosa? Perché? Come sta ora???
Sta' calma! Ora sta riposando, ma era svenuta per lo choc.
Che choc? Jamie si è messo con la Malfoy, per questo.
COSA??
Si, perché?
Oh no, oh no, oh no; questo non può essere vero...
Perché?
Perché anche a Hugo piace Christine!

A quel punto, Albus preferì disconnettersi.
- Questo è un bel guaio! - sospirò; Lily, che stava passando di là, chiese, sbirciando dalla porta aperta:
- Cosa è un bel guaio?
- Non te lo posso dire, Lil! - rispose Al un filo disperato; Lily, però, insistette:
- Eddai! Fallo per la tua sorellina! - disse, in tono lagnoso.
- E va bene... - acconsentì Severus, e le spiegò la situazione.
- Oh, no! Ora anche Hugo ci si mette? - frignò Lily.
- Scusa, hai detto "anche"? A chi altro piace Christine? - chiese Albus, curioso ma anche preoccupato; la sorella rispose:
- Non sei l'unico corrispondente di Louis, sai? Era per questo che sono... sai... svenuta, prima. - con un leggero sorrisetto sulle labbra, in contrasto con gli occhi lucidi di pianto.
- Poteva andare peggio; almeno non è il classico triangolo! - obiettò Al.
- No, è peggio! - esclamò Lily, e si mise a piangere senza ritegno, stringendosi al fratello.
- Shhh, andrà tutto bene, vedrai... - la consolò Al, e sorrise, pensando a un momento simile successo circa tre anni prima, al primo anno di Lily ad Hogwarts ed al secondo di Sev: il primo voto pessimo di Lily. Luna, afflitta, era andata dal fratello in sala comune, piangendo, e Albus l'aveva abbracciata e le aveva detto di stare tranquilla, che avrebbe sicuramente recuperato.
- Sev... come glielo diremo? - mormorò la ragazza, asciugandosi gli occhi.
- E chi ha parlato di dirglielo? - rise Al.
- E tu sei un Grifondoro... Sei perfido come un Serpeverde! - rise la sorella di rimando, ora decisamente più allegra, poi uscì dalla stanza.
Albus, così, rimase solo in camera a riflettere su tutto quello che era successo quella mattina; Domy che litigava con Vicky, Rose che veniva a dire che Domy aveva bisogno di un ragazzo e James che usciva con Christine sembravano cose lontane nel tempo, ma erano successe solo quella mattina!
Lily Luna aveva ragione; non era un triangolo, ma peggio: un quadrato!
Anche se, a dirlo così, sembrava un po' idiota, era molto più brutto di un triangolo. Nessuno dei tre ragazzi sapeva che agli altri due piacesse Christine, e la ragazza non sospettava minimamente questo.
Onestamente, Al pensava che la ragazza Malfoy non fosse così fantastica, anzi, secondo lui aveva un po' la puzza sotto il naso ed era tremendamente snob, più di Victoire e Dominique messe assieme.
Averla per ‘cognata’, specie sapendo che piaceva ad altri due cugini Weasley, sarebbe stata la rovina della famiglia; per questo, Albus, Lily e Rose si sarebbero impegnati per separarli.
Il prima possibile.



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Rose Weasley

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Capitolo 3
*** Il disastro ***


Riguardo al fatto che quella situazione fosse piuttosto pericolosa per la famiglia, i cugini erano d'accordo. Quando Lily aveva scritto alla cugina che Louis aveva una cotta per Christine, Rose si sarebbe volentieri seppellita, o meglio, avrebbe volentieri seppellito la Malfoy: ma cos'aveva di speciale quell'odiosa diva dai capelli della pubblicità di UltraDolce Garnier??
Lei avrebbe dato di tutto, pur di essere guardata come lei (ovviamente non dagli stessi ragazzi), e invece la ragazza Malfoy non si rendeva conto di tutto il caos che stava creando!
Rose la detestava col cuore, come si permetteva di rovinare la loro famiglia così? Se l'avesse rivista a scuola, non avrebbe mancato di darle un bel pugno sul naso.
Rose non sapeva se piangere o infuriarsi e spedirle un gufo minatorio, come avevano fatto alla mamma al quarto anno, perché si pensava che stesse con zio Harry e con Krum assieme.
Aspetta, con Harry e Krum? Forse la madre avrebbe potuto aiutare i tre cugini con quella situazione!
Rose, appena pensò questo, scoppiò in una debole risata.
Sua mamma aiutare loro? Mai, mai e poi mai! Chissà come le era venuto in mente…
Quando si sarebbero incontrati e James avesse nominato la sua nuova ragazza, perché l’avrebbe fatto sicuramente, cosa sarebbe successo?
Rose aveva l’impressione che sarebbe scoppiata una faida familiare di proporzioni epiche: immaginò Jamie che picchiava Hugo, Louis che picchiava James e Hugo che, bacchetta alla mano, affatturava i cugini; immaginò le tre sorelle trascinarli via, salvo poi mettersi a litigare anche loro, e ferocemente, anche; immaginò l’odiosa Malfoy, nei panni della dittatrice più spietata della storia, osservare dall’alto e sghignazzare malvagia.
Ok, forse Rose aveva visto troppi film Babbani, ma, ehi!, sarebbe potuto succedere! All'improvviso, bussarono alla porta e la ragazza si riscosse dalle sue predizioni nefaste.
- Chi è? - chiese Rose, sovrappensiero.
- Sono io, mi apri? - rispose una voce familiare. Senza attendere una risposta, Albus Severus Potter aprì la porta e si sedette sul letto della cugina.
- Cosa pensi di questa situazione? - chiese Al.
Non c'era neanche bisogno di chiedere di cosa stesse parlando: Rose lo sapeva già.
- Non so cosa pensare, Sev! Forse è meno spinosa di quanto pensiamo, e si risolverà tutto; o forse è una situazione tremenda che dividerà la famiglia per generazioni e che si risolverà solo con due futuri componenti della famiglia che si innamorano alla Romeo e Giulietta; o forse...
Rose venne interrotta dal cugino, che disse:
- O forse è meglio che smetti di profetizzare immense sfighe o situazioni impossibili: accetta la realtà. Quei tre hanno una cotta immensa per lei e non la dimenticheranno così presto; è lei che dovrebbe sparire, ma il problema non si risolverebbe così: resterebbero lo stesso cotti di lei, e perciò si scannerebbero lo stesso. Forse, se non lo venissero a sapere sarebbe...
- Dio, Al, ma chi ti mette in testa queste seghe mentali? Oddio, neanche Scorpius Malfoy è così noioso! - lo interruppe Rose sbuffando.
Rischiava davvero di addormentarsi, se non teneva costantemente sott'occhio il cugino!
- Ho un'idea! - continuò la ragazza.
- Cosa? - chiese il cugino, curioso.
- Che ne dici se… la finiamo di ammazzarci di pensieri e stiamo a vedere che succede? - suggerì Rose.
Il cugino rise. - Ok, hai ragione! A domani, cuginetta! - e uscì dalla stanza.
****
Il giorno dopo, Lily Luna Potter si svegliò con un forte mal di testa, come se avesse passato la sera precedente a farsi delle seghe mentali (cosa che aveva effettivamente fatto), e con una vaga sensazione di... come definirla?
Era più o meno un miscuglio di terrore, panico e preoccupazione in parti uguali, più una minuscola parte di qualcosa di simile a odio: odio per la Malfoy, supponeva.
Era strano: non si era mai sentita così, non aveva mai odiato qualcuno così, non lei, così tranquilla e gentile! La sera prima era stata una serata orribile (la ragazza non amava seghementalizzarsi a quel modo per cinque ore di fila); forse si sentiva così per questo!
Per di più, era sola in casa: i suoi genitori erano da Ikea Maghi (c’erano i saldi), Jamie aveva chiamato per avvisare che avrebbe dato un party in Grimmauld Place, e non sarebbe tornato e persino Al era riuscito a scomparire e non era più tornato da casa di Rose e Hugo, così Luna era costretta a girare da sola per la casa uccidendosi di noia e di follia.
Stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di cominciare a tagliarsi le vene, quando all’improvviso le venne in mente un modo per andare tranquillamente da Rose, James o dove voleva: il Nottetempo!
Una volta scesa dal mezzo, che l’aveva portata a Godric’s Hollow, si affrettò a suonare il campanello:
un vizio degli Auror era pensare che chiunque aprisse la porta senza bussare prima fosse un Mangiamorte, e se non lo sapeva lei… - Arrivo! – disse una voce fin troppo nota a Lily. Non appena Albus osò aprire la porta, Luna lo assalì:
- Albus Severus Potter Weasley! Mi spieghi perché diamine non mi hai avvisato che dormivi qui?!? Io sono stata a casa a farmi delle seghe mentali tante così e tu non potevi neanche avvisarmi, vero? O forse un centesimo a messaggio è troppo costoso per il signorino; sai che ti dico?! – strillò la ragazza.
– Che cosa? – osò chiedere Albus per nulla spaventato, con i capelli bagnati, una canottiera anch’essa bagnata e dei pantaloncini strappati, umidi.
– Ti dico, e ricordalo per sempre questo… Crucio, brutto idiota! – gridò Lily malvagia, fregandosene altamente delle Arti Magiche Proibite e dei Maghi Minorenni.
Si mise a sghignazzare, invece, alla vista del fratello odiosissimo lanciato in aria che gridava.
Rose e Hugo, però, attirati dalle grida, uscirono in giardino e lì trovarono Lily, che rideva alla Serpeverde, e Albus, sollevato in aria e contorto in una posizione non molto confortevole, intento a gridare di dolore. Si, forse la situazione poteva sembrare un filo equivoca.
Non appena Hugo, con un colpo di bacchetta, aveva fatto scendere Al, che era crollato a terra svenuto, la sorella si era voltata lentamente verso Luna, con l’aria di chi vorrebbe ucciderti in un modo lento e doloroso, e le fece la più classica ramanzina stile nonna Molly.
– Ringrazia il cielo che c’era un Incantesimo di Disillusione Magica sulla casa, o saresti già morta, probabilmente uccisa da papà! – concluse infuriata la cugina Weasley.
– Scusami… - mormorò Lily, rossa.
Hugo intervenne: - A parte tutto, credo che dovremmo spostare l’incontro qua, perché ormai mancano solo Louis e James e siamo al completo; non trovate, Rosie e Lilly?
– Sii, okay… - borbottarono le cugine avvampando. Lily avrebbe dovuto sentirsi uno schifo per aver Cruciato suo fratello, o quantomeno si sarebbe dovuta dispiacere, ma stranamente si sentiva meglio. Forse aveva solo bisogno di sfogarsi con qualcuno, dopo gli ultimi giorni di odio e tensione per colpa di Christine.
Certo, forse quello “sfogarsi” non avrebbe dovuto comprendere l’uso di Maledizioni Senza Perdono, e il “qualcuno”, in quel caso Al, non avrebbe dovuto essere lanciato in aria e torturato. In ogni caso, le dispiaceva per Sevvy; quando si fosse svegliato, Lily gli avrebbe chiesto scusa, se non fosse stata affatturata prima.
Una volta arrivati Louis e James, il primo vestito con abiti di haute couture e il secondo con jeans strappati al ginocchio, maglietta a brandelli e l’aria di chi ha bevuto parecchio e ha fatto le ore piccole, la prima riunione del club “Fai Fidanzare Dominique” (o FFD) iniziò.
Lily parlò per prima.
– Vi starete chiedendo perché siamo qui; per chi non lo sapesse ancora, siamo qui per un’idea di Rose, che servirà a dissuadere Dominique dal suo tentativo di vivere al centro commerciale: la mia geniale cugina, due giorni fa, ha brillantemente pensato che potevamo farla fidanzare! – disse la ragazza.
– Geniale, Rosie! – disse Louis, e Hugo le batté il cinque.
– Allora, io e la mia cara sorella – intervenne Albus guardando Lily e facendole capire che era perdonata – ci abbiamo pensato su, ed esaminando tutti i candidati abbiamo deciso che forse il migliore sarebbe Adam Corner; lo conoscete tutti, no? Vi sembra adatto? – chiese.
Quasi tutti convennero che si, Adam era molto adatto, tranne James, che disse che siccome faceva il filo alla sua ragazza non avrebbe mai guardato Domy.
– E sentiamo, chi sarebbe questa “ragazza”? – chiese scettico Hugo.
In quel momento, Lily, Rose e Albus pensarono esattamente la stessa cosa: “Non farlo, Jamie!”; ma ovviamente, Jamie lo disse.
- La mia ragazza è Christine Malfoy, per la cronaca!
In quell’attimo esatto, le peggiori paure dei tre cugini si avverarono.
Hugo diede un pugno in faccia a James, fregandosene altamente del fatto che era un mago; Louis gli diede la lampada in testa, e James cadde quindi a terra svenuto; Hugo e Louis si voltarono l’uno verso l’altro, capirono perché si erano buttati su James e si saltarono addosso. A quel punto, Al trascinò l’immensamente più idiota fratello sul divano, senza curarsene più di tanto, mentre Lily e Rose agguantavano rispettivamente Louis e Hugo e li tenevano lontani l’uno dall’altro.
****
Louis era tornato a casa per pranzo, Smaterializzandosi molto elegantemente e sprezzantemente, con la più classica aria da “sono un signorino snob molto offeso (e piuttosto stupido, secondo Al)”.
Hugo si era chiuso in camera sua e James era andato dai Tre Manici di Scopa, ma Luna e il fratello rimasero a mangiare da Rose.
L’atmosfera, per ovvi motivi, non era delle più allegre, complice anche il fatto che zia Hermione non era in casa e che aveva cucinato Rose, che non cucinava meglio di un Ippogrifo con malformazioni alle zampe.
Il silenzio avvolgeva la cucina, ma a un certo punto Al, molto coraggiosamente, provò a rompere il ghiaccio mormorando:
- Beh, onestamente io me l’aspettavo peggio… - con un sorrisetto forzato sulle labbra; tuttavia, anche James si sarebbe accorto che il ghigno Serpeverdoso che era stato soppiantato dal sorrisino debole e triste era estremamente deprimente.
Finalmente, però, dopo un periodo che avrebbe potuto essere di un secondo come di un millennio, Rose si azzardò a parlare.
– Beh, in effetti io lo immaginavo molto peggio, ma è comunque orribile come situazione! – si lagnò.
– Aspettate, Domy mi ha scritto! – esclamò Lil.
Sev e la cugina si accalcarono attorno alla ragazza; il monitor del cellulare diceva: “Dominique – un messaggio non letto”.
L’SMS era piuttosto lungo, e diceva:
“Un breve messaggino. Louis è arrivato a casa sconvolto e mi ha raccontato tutto. Di’ a James e Hugo che sono dei veri idioti. Non sopporto più questa famiglia e neanche voi stupidi parenti che vi meritereste un Avada Kedavra. Baci, Domy.”
– Ma che…?! Come fa a trattarti male così e poi a dirti ‘baci’? – esclamò Al, sconvolto dal sadismo e dalla crudeltà della cugina.
Lily si era ovviamente messa a piangere, dicendo che sapeva che quella storia avrebbe ucciso la famiglia, e Rose, più sconvolta dei due Potter, aveva la bocca aperta, come se fosse sul punto di gridare, e tentava- senza riuscirci, peraltro- di consolare la cugina.
– Ehi, ma cos’è questo mortorio? Suvvia, in fondo neanche li sopportavamo, a Domy e Louis! - esclamò Al, nel più disperato tentativo mai visto in tutta la storia della magia di risollevare l’atmosfera.
Le ragazze alzarono di scatto la testa e lo fulminarono (con lo sguardo, per fortuna), come a dire “Albus Severus Potter, sei un enorme idiota!”, con l’occhiataccia che di solito si beccava James quando diceva idiozie- cioè sempre, a pensarci bene…
Rose fu l’unica che osò obiettare:
- Beh, genietto, è vero che non li sopportavamo, i “Gemellini Perfettini”, ma è una questione di principio! Non è bello litigare con dei parenti, specie se sono i più popolari della scuola. Comprendes-tu? – disse la ragazza, usando accuratamente il francese con lo scopo di far sentire Al in colpa, ma lui, povera vittima di quella “strana” situazione, che cosa c’entrava?
Comunque, secondo lui, le parole di Rosie erano molto intelligenti, ma Albus era stanco di torturarsi volontariamente, e onestamente avrebbe preferito uccidersi piuttosto che sopportare quella situazione: alla lunga, poteva diventare noioso.
Lily, riscuotendo Al dai suoi pensieri, obiettò: - Ma abbiamo davvero litigato con Domy e Louis? – e Rose e Al assentirono con un gesto del capo.
– Beh, questo significa che presto toccherà a noi! Dobbiamo unirci per evitare che succeda, e cercheremo di far riappacificare i cugini!
L’ultima parte Lily la declamò in piedi, come un leader che fa un discorso di spessore per essere eletto presidente.
Rose, infatti, si alzò in piedi a sua volta, motivata a convincere il cugino che sua sorella aveva ragione.
– Andiamo, Albus Severus! Tua sorella ha ragione, in questa faida abbiamo già perso l’appoggio di Dominique, e abbiamo bisogno di te e di Victoire, per sconfiggere il nemico! – esclamò, usando il suo nome intero.
Allora le due cugine, vedendo che il loro comizio non aveva avuto alcun successo, fecero ricorso ad una tecnica più subdola e sofisticata.
- Tipregotipregotiprego, Sevvy!!! – lo supplicarono.
– Oh, e va bene! – sbuffò Al, arreso, senza neanche opporre resistenza; tanto, sapeva che ribellarsi sarebbe stato inutile.



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Victoire Weasley

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Capitolo 4
*** Cuscinate, Obblighi e Verità ***


Ok, Rose lo doveva ammettere: i Malfoy erano davvero crudeli come diceva papà. Forse, però, era meglio non fare quell’osservazione davanti ai cugini Potter: Albus e il pressoché ignoto Scorpius Malfoy erano migliori amici.
Ma la ragazzina Malfoy era diabolica davvero! Se aveva davvero architettato un piano per separare i Weasley-Potter-Delacour, era senza dubbio riuscito.
La situazione era disperata, così le ragazze (e Sev, ovvio) si erano divisi i ruoli: Albus era stato incaricato di chiamare i fratelli e le sorelle dei diretti interessati (era riuscito a convincere Scorpius e sua sorella, ma con Domy era un caso perso in partenza); Lily si stava occupando di mettere in ordine il salotto e la cucina (visto l’incantesimo di Disillusione Magica, poteva usare la magia); e Rose, compito estremamente difficile, era stata incaricata di consolare suo fratello.
La ragazza, non appena seppe in che cosa consistesse il suo incarico, deglutì a vuoto, si fece forza e cominciò a salire le scale verso la camera di Hugo. Bussò alla porta, su cui c’era scritto: “Keep out o vi Crucio”.
– Hugo, ci sei? – chiese titubante.
– Chi è? – chiese la voce di Hugo, in un tono a metà tra il depresso e l’arrabbiato.
Rose aprì la porta senza rispondere, e vide il fratello. Era sdraiato a pancia in giù, capelli rosso-bruni scompigliati e abiti stropicciati, sul suo letto, che era accanto a un muro con un poster di Christine appeso sopra.
La sua stanza era molto in disordine, ma tanto chi era Rosie per commentare?
Il poster sembrava l’unico oggetto di cui avesse cura in quella stanza, forse perché gli ricordava la ragazza; in ogni caso, il ragazzo sembrava molto preso da lei, forse perché era molto preso da lei.
– Oh, Hugo… non posso vederti così! – esclamò Rose, compatendo il fratello.
– Ma davvero? Perché io direi che cercare di tenermelo nascosto non ha migliorato molto le cose, non trovi, Rose? – disse lui con un tono tagliente come un coltello, mettendo particolare enfasi sul suo nome.
– Beh, se la pensi così… mi dispiace per te. – mormorò la ragazza, voltandosi verso la porta.
– Tu non capisci, vero? Sono circa sei anni che la conosco: era bella, e gentile, ed educata, e mi sono accorto che mi piaceva…
Rose, a quelle parole, si bloccò.
– Dopo tutto questo tempo? – chiese, nel tentativo di finire la frase.
– No. Sempre. – la corresse Hugo, la voce che mandava amarezza da tutti i pori.
– Hugo… mi dispiace… - balbettò Rose, senza sapere cosa dire.
– Grazie del conforto, penso che ora andrò a farmi un giro sguazzando nella friendzone. Non aspettatemi per cena, ok? – e poi, senza far rumore, afferrò una Passaporta, che stava diventando azzurra e luminosa, e scomparve.
Non appena Rose scese dalle scale, il campanello suonò. Albus si fiondò alla porta, per aprire, e nella casa entrarono un ragazzo e una ragazza.
Lei, che era ovviamente la maggiore tra i due, aveva i lunghi capelli ricci e morbidi che ricadevano fin sotto le spalle, tenuti fermi da un cerchietto blu; indossava una camicetta di color bronzeo e dei leggings blu, come a voler rimarcare la propria appartenenza a Corvonero. Lui, invece, aveva i capelli corti e spettinati, una camicia verde spiegazzata e col primo bottone aperto e dei pantaloncini grigi; entrambi, fratello e sorella, erano pallidi e avevano gli occhi color del ghiaccio.
Rose li salutò: - Ciao, Scorp, ciao, Daphne; già qui? – chiese.
– Ehi, Rosie! Siamo qui in anticipo, nostra mamma ci ha dato un passaggio con la Materializzazione Congiunta; disturbiamo? – Scorpius disse questo fissando i due cugini.
– No, nessun disturbo; vi volete accomodare? – Lily era arrivata alle spalle dei ragazzi di soppiatto, con dei bicchieri di succo di zucca in mano.
Non appena si sedettero tutti sul divano del salotto di casa Weasley-Granger, Albus prese la parola:
- Allora, abbiamo una bella notizia, una brutta e una molto brutta; quale volete prima? – chiese.
– Quella bella? – dissero i due Malfoy.
– Allora, la bella è che Hugo, Louis e James si sono innamorati; - (e qui Daphne non poté fare a meno di sospirare) - la brutta è che si sono innamorati tutti della stessa ragazza; - (e qui Daphne mormorò “Oh, no!”) - e quella bruttissima è che la ragazza… beh… è Christine Malfoy. – terminò Al, aspettando di vedere la reazione degli amici.
Daphne e Scorp si guardarono negli occhi come a dire “Sta scherzando, vero?”.
– Al, tu scherzi, no? – chiese Scorpius dubbioso.
– No, è serio! – esclamarono in coro Lily e Rose.
– Cosa possiamo fare? – si chiese Daphne, ma non nel tono sconsolato che avevano assunto i tre cugini, bensì col tono freddo e logico di chi ragiona come un computer: inarrestabile ed efficace, può essere un bene oppure letale, ma sta’ sicura che risolverà il problema.
Rose adorava questa caratteristica, la fredda logica che combina il sangue Serpeverde con il genio dei Corvonero.
– E se…? No, non va bene… - mormorò Al; poi, dopo un po’ di tempo passato in silenzio a rimuginare, Scorp azzardò un: - Perché non li facciamo…? Nah, lasciamo stare…
Poi, quando tutti si stavano per arrendere, Daphne esclamò: - Aspettate! Ho un piano! – e tutti si riunirono attorno a lei.
– Stavo pensando che magari… -.
****
I Malfoy se n’erano andati. Al e Lily avevano deciso di restare da Rose (non si arrischiavano a mettere piede nella stessa casa di James), quindi avevano chiamato a casa Potter e avevano avvisato Ginny che avrebbero dormito là.
Hugo, per fortuna, era a Grimmauld Place per la notte (ci andava un paio di volte al mese e spesso invitava degli amici, ma chissà perché Lily pensava che quella sera non l’avrebbe fatto).
Dopo la frugale cena che gli zii avevano preparato, i tre cugini si riunirono in camera di Rose a parlare.
– Allora, voi che ne pensate del piano? – chiese Rose ai due Potter.
– Beh, io trovo che... – cominciò Albus, ma dopodiché Lily non prestò più attenzione: si mise a riflettere sul diabolico parto della mente dell’amica.

“Potremmo farli incontrare mentre uno dei due spasimanti è con lei, ad esempio: non so, se Jamie e Hugo la beccassero a baciare Louie, credo che si infurierebbero non poco, tutti e tre: James perché lei lo ha tradito, Hugo perché vedere la sua cotta con qualcun altro, specie suo cugino, lo farebbe stare male, e Louis perché in fin dei conti saprebbe che ciò che ha fatto non è giusto.”
Aveva detto Daphne, spiegando il piano.
Albus aveva però obiettato: “Tre cose. 1) Come farai incontrare i tre cugini e Christine nello stesso momento? 2) Come farai a farle baciare Louis, scusa? 3) Perché proprio Louis e non Hugo?”
“Tre risposte. 1) Beh, su questo punto non sono molto sicura, ci servirebbe una festa, magari; 2) La convincerò, hai presente Obbligo o Verità? 3) Louis è più carino, più sensibile e ha più senso di ciò che è giusto e sbagliato. Senza offesa per Hugo, eh, Rose?” aveva risposto la ragazza pacatamente.
“Mi piace l’idea!” avevano esclamato gli altri quattro ragazzi.
“La festa dovrebbe essere organizzata da qualcuno che non è molto coinvolto nella storia, tipo un vostro remoto parente che non sentite da anni…” aveva specificato Daphne.
“Beh, a me sembrerebbe strano che un lontanissimo parente si facesse vivo per invitarci a un party… E se…” Lo squillo del telefono interruppe Rose, che andò a rispondere.
“Chi è? ... Vicky, ciao! … Cosa? E non è una bella notizia? … Tranquilla, sopravvivrai! Ma quando sarà? … Il 15 agosto? … Davvero? Oh, grazie! … Ciao!” e riattaccò.
“Beh, ragazzi,” disse poi voltandosi verso gli altri, “direi che per la festa abbiamo fatto; Victoire si sposa!”

- Ehi? Lily? Ci sei? – la ragazza sentì una voce chiamarla.
– Sì? Che c’è? – rispose.
– Oh, niente, solo che è un quarto d’ora che ti chiamiamo! A cosa stavi pensando? – le chiese Rose.
– Al piano. Al piano e a come vestirmi al matrimonio. – rise Lily di rimando.
– Ah. Vero. Voi ragazze come vi vestirete? Io non me ne devo preoccupare, mi metto uno smoking all’ultimo minuto. Non so perché, ma noi maschi tendiamo ad essere affascinanti anche con una maglietta strappata... – disse Al, maligno.
Rose, che si era arrampicata sul suo letto, prese il cuscino e lo tirò in testa al cugino; lui prese un pelouche da una mensola e fece per darlo in faccia a Rose, ma colpì Lily… Insomma, la situazione sfociò in una lotta a cuscinate (che terminò con Al che disse: “Beh, ora posso dire di aver partecipato ad un pigiama party delle due ragazze più fighe di Hogwarts!”. Al che, le due cugine gli diedero i cuscini in testa).
La mattina dopo, quando si svegliarono, Albus aveva la testa accoccolata su un panda di pelouche ed era coperto di piume, cosa che Lily trovò molto divertente; Rose stringeva un cuscino ed aveva i capelli molto spettinati, non come al solito; e Lily era anche lei spettinata, appoggiata al lato del letto di Rose (beh, se si pensa che Al era per terra…), a russare contro un cuscino a forma di cuore. I tre, non appena aprirono occhio, scesero in cucina a fare colazione immediatamente, e lì trovarono zia Hermione.
– Ciao, mamma! – esclamò Rose.
– Ciao, ragazzi! – rispose la strega più brillante della sua generazione.
- Zia, hai sentito del matrimonio di Victoire? – le chiese Al durante la colazione.
– Sì, mi ha avvisato ieri sera, appena sono rientrata a casa, e mi ha detto di avervi già avvisato; voi che avete fatto ieri? Mi dispiace di essere uscita così presto con Ron, Ginny e Harry, ma dovevamo andare al centro commerciale...
Lily capì subito che si sarebbe messa a blaterare su ciò che avevano comprato, che non avevano comprato eccetera eccetera, così la ragazza la interruppe, cominciando a dirle ciò che avevano fatto il giorno prima.
– Allora, io sono arrivata qui presto perché mi annoiavo a casa da sola, poi sono arrivati Jamie e Louis perché dovevamo discutere una cosa, poi Louis è tornato a casa per pranzo, James è uscito e Hugo si è chiuso in camera, poi sono arrivati i Malfoy e abbiamo parlato, poi Hugo è andato a Grimmauld Place e noi abbiamo deciso di restare qui. – concluse, ovviamente omettendo certe parti della storia.
****
Quel pomeriggio, Rosie, Lils, Scorp e Al si erano incontrati in un parco immerso nel verde, si erano stesi per terra su un telo e si erano messi a giocare a Obbligo o Verità.
- Allora, Scorp… Obbligo o verità? – chiese Al, che conduceva il gioco, con una punta di perfidia. Scorpius era accanto a lui, poi c’era Rose e Lily vicino a lei.
- Obbligo. – esclamò il ragazzo Malfoy senza indugio. Al, allora, piegò le labbra in un ghigno sadico e malvagio. – Ti stai scavando la fossa, amico! – rise Lily.
- Bene, bene, bene… Allora, vediamo… Il tuo obbligo è di alzarti in piedi, andare nella parte del parco con più gente e dire ad alta voce: “Io, Scorpius Hyperion Malfoy, sono un Tassorossino!” -.
Lo pseudo-Tassorossino in questione arrossì. Non pensava che ci sarebbe riuscito, ma invece lo fece! E un sacco di gente lo diede per matto, ma quelli erano dettagli.
- Rose! Obbligo o verità, mia cara cugina? -
- Verità… - mormorò la ragazza a testa bassa.
- Chi è più bello tra Scorpius e me? - chiese Al.
La ragazza li guardò un istante, poi disse: - Scorpius, ovvio! -, cosa che fece arrossire Scorp, offendere Al e fangirlizzare Lily, che squittì: - Nuova ship nel fandom! Nuova ship! -.
- E ora Lily, il nostro giglio… Obbligo o verità? -
- Beh, verità… -
- Chi è stata la tua prima cotta? E non mentire, mi raccomando! -
- Lo-Lorcan Scamandro… - il che suscitò non poco stupore tra gli altri . Ma subito dopo la ragazza si riscosse e disse: - Turno mio! Felici Hunger Games. E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore. - sogghignò.
- Al, Obbligo o verità? - chiese.
- Verità. -
Lei sogghignò. - È vero che… - attaccò, mentre lui mormorava tra sé: “Non quello, non quello!”. - Hai girato un video mentre cantavi ‘I Kissed A Girl’, ammettilo! - sghignazzò sua sorella.
Il ragazzo arrossì di vergogna. - Tu, brutta… - cominciò, ma subito la sorella lo interruppe chiamando Scorp. - Scorpius! Obbligo o verità? -
- Obbligo. - disse lui con fermezza.
- Bene, bene… So perfettamente come fare! Come obbligo, mio caro amico, dovrai baciare la ragazza con cui vorresti stare o a cui daresti il primo bacio. -
- Cosa? - il ragazzo sbiancò. Sapeva benissimo chi gli piaceva, ma non avrebbe mai potuto baciarla! Non ne aveva il coraggio, tuttavia quella era un’ottima scusa…
Il ragazzo, mettendo fine alle sue seghe mentali, si chinò verso Rose e la baciò a stampo, staccandosi subito per paura che si arrabbiasse. - Scusa, ma sono circa cinque anni che lo volevo fare… - mormorò in tono di scusa, ma la ragazza fece gli occhi al cielo e lo baciò ancora, mormorando. - Ma pensa, io era cinque anni che ti aspettavo! -
Appena si furono staccati (quella divenne la ship dell’anno nel fandom, peraltro), Lily continuò il giro con Rose, poi toccò a quest’ultima condurre, e poi a Scorp, ma non successe niente di che; però, a pensarci bene, l’obbligo di Rose per Al fu di mostrare il video di I Kissed a Girl cantato da lui a tutti (era fantastico: il ragazzo aveva un vestitino corto e dorato e un’acconciatura simile a quella della Perry nel video, più una calzamaglia a rete e… insomma, la sorella, la cugina e l’amico lo presero in giro per tutta la vita. Ma a parte questo, niente di eclatante…).



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Scorpius Malfoy

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Capitolo 5
*** PICCOLO AVVISO ***


AVVISO
Aspettate, fermi tutti e non chiudete la pagina!
Allora, comincio a dire di stare tranquilli, non voglio lasciare la storia così o altro, ma questo è un avviso veloce che scrivo dal telefono (non sto manco facendo l'html) per dirvi che devo ancora iniziare a scrivere il capitolo 5, e che forse ci sarà un po' di ritardo, come per il capitolo 4; non abbandonate la storia e abbiate un po' di pazienza, cercherò di muovermi anche perché la mia mente, anche se non scrivo, è "Always" a pensare alla mia FF, mi sogno anche i personaggi! Vabbè, si è capito che non so scrivere gli avvisi, no?
Baci, la vostra Herm

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Capitolo 6
*** La rottura definitiva ***


Caro diario,
Non ti sto usando molto in questi giorni, perché io e i miei cugini, assieme a Scorpius Malfoy, dobbiamo risolvere un problema in famiglia: Hugo, James e Louis si sono innamorati di una ragazza, Christine Malfoy. Lei, per quanto ne so, è una Nata Babbana; da piccola, però, è stata data in affido ai Malfoy, anche se passa parte delle vacanze dalla famiglia natale. È abbastanza carina: ha i capelli castano chiaro, lisci e lunghi fino a sotto le spalle, gli occhi azzurro-verdi ed è alta. Ha 14 anni, come me, ma sembra molto più grande; riesco a capire come mai piaccia anche a Jamie, che ha 19 anni! Comunque, a parte questa non-esattamente-bella notizia, ce ne sono due belle: la prima è che... Victoire si sposa! Con Teddy, ovviamente; avrà un abito bianco e semplice, visto che lei non è molto vanitosa; avrà i capelli acconciati in boccoli, che le ondeggeranno sulla schiena, e la tiara di zia Muriel, che è ancora in vita nonostante abbia 130 anni! La seconda, eclatante notizia è che, finalmente, quei geni di Rose e Scorpius si sono finalmente dati una svegliata e messi insieme!!!! Io è 5 anni che li shippo, come l’intero fandom, credo...
Onestamente, credo che, a parte la cosa del “quadrato”, come lo chiama Al, tra Louis, Hugo, James e Christine, credo che non ci siano altri problemi rilevanti. Ora, comunque, devo andare;
Alla prossima,
Lily.
****
Rose, Scorp ed Al erano insieme nel salotto di casa della ragazza. Stavano discutendo su come rifinire il piano, quando ad Al venne sete e andò a prendere qualcosa da bere per tutti (Nda: è una brutta scusa? Non ne avevo altre).
Scorp, allora, si spostò e si sedette vicino a Rose. – Cominciavo a temere che non se ne sarebbe mai andato... – mormorò lui. La ragazza assentì con la testa, e anche lei si accostò a lui per baciarlo. Le loro labbra si stavano già sfiorando, quando un sonoro pop! li interruppe. Christine Malfoy si era appena Materializzata nel loro salone, e li stava fissando con disprezzo. – Evidentemente mi sono persa qualcosa; – sibilò lei, maligna – Ciao, Scorpius; oh, ciao, Traditrice del proprio sangue... –. – Non chiamarla così! – obiettò Scorpius. – Io la chiamo come voglio, fratellino; – lo gelò lei, – Anzi, da quant’è che tu e la rossa Weasley state insieme? –. – Ti Ho Detto Di Non Chiamarla Così! – esclamò lui, ed estrasse la bacchetta. Rose, per fortuna, decise di intervenire dividendo i due; non era offesa per il dispregiativo che Chris aveva usato, ci era abituata da anni con gli odiosi Serpeverde...
In quel momento, non si sa bene per quale sfiga immensa, Hugo dovette scendere dalle scale, e restare giustamente confuso (probabilmente per il fatto di avere Christine in casa, pensò Rose). – Ehi, ciao; che succede? – chiese innocentemente. Fin troppo, secondo Rose: quella piccola stupida faccia di bronzo del fratello gliel’avrebbe pagata cara...
- Oh, ciao... Hugo, giusto? – chiese Chris col suo sorriso seducente che riservava ai ragazzi carini.
- Sì, allora che succede? – disse lui.
- Niente, stavo chiacchierando con Scorpius e la sua nuova ragazza, Rose... –
- Ma pensa, questa cosa non l’avevo ancora saputa; Rose? Perché non me l’hai detto? – la apostrofò lui.
Rose, forse, avrebbe anche risposto, ma non poté, per via di James, che irruppe barcollando sul tappeto. – Senti, Hugo, mi dispiace per come mi sono... – cominciò a dire con aria dispiaciuta, che si congelò sul suo viso non appena notò la sua ragazza vicino a lui. – E lei che ci fa qui? – esclamò accusatorio.
- Ehi, James, non è come sembra... È stato lui a chiedermi di venire, o meglio supplicarmi; allora, per non essere scortese con un povero ragazzino senza speranze come lui, ho accettato... – mentì Christine.
- Ehi, non è vero! – esclamarono Hugo e Rose in contemporanea. La Malfoy li fulminò con lo sguardo e continuò a parlare melliflua: – Allora, sebbene non mi andasse totalmente, credimi, lui... ha provato a baciarmi... – disse in un finto tono disgustato, quando in realtà lei ci aveva provato spudoratamente con lui.
Quella frase fece arrabbiare Rose, che attaccò con: - No, ma allora sei proprio s... – ma venne provvidenzialmente fermata da Scorpius, che le sussurrò all’orecchio uno “Shh, non ne vale la pena di litigare con lei...” a stento udibile.
- Dà retta a mio fratello, piccoletta: se ti metti- o vi mettete, ovvio- in mezzo ai miei piani, io vi renderò la vita un inferno... – le sibilò la ragazza. Poi si voltò verso James e disse: – Andiamo, usciamo da questa casa; stare troppo a contatto con gente così mi fa salire il nazismo! – per poi Smaterializzarsi a braccetto con lui.
****
Albus si era fatto raccontare quello che era successo quando lui se n’era andato in cucina per lasciare quegli idioti del migliore amico e della cugina da soli: dopo secoli di shipping intensivo, con incluse iscrizioni a siti di fanfiction e fangirlamenti/fanboyamenti su di loro (lui, Lily e la maggior parte dei parenti Weasley li shippavano), dopo tutto questo SE NE DOVEVA ANDARE DALLA STANZA QUANDO LA SUA SHIP SI BACIAVA? Che mondo! Inoltre, si era anche perso la scena di Christine che faceva l’ipocrita, ma ovviamente Rosie e Scorp non tardarono a raccontargliela con dovizia di particolari (e insulti).
- Onestamente, amico, come fai a sopportare tua sorella a casa? – Albus si sentì in dovere di chiederlo: la Malfoy era un’arpia!
- Beh, passa la maggior parte dell’estate dai suoi genitori, e a scuola io e Daphne non la vediamo spesso: siamo rispettivamente uno e due anni avanti a lei, ed inoltre io sono Serpeverde e mia sorella Corvonero, mentre Chris è Grifondoro... -
- Suona ironico: tutti si aspettavano che tutti coloro col cognome Malfoy fossero Serpi, invece solo una lo è... – osservò Al.
- Beh, neanche tutti i Weasley sono Grifondoro: Lucy e Molly sono Corvonero, ed Erin... -
- Chi è Erin? -
- La figlia di Charlie, Albus! Comunque, lei è Serpeverde. – terminò orgogliosa Rose.
- Cuginetta, hai ingoiato l’albero genealogico, per caso? - chiese Al, sarcastico.
- Riuscite ad essere affettuosi anche quando fate battutine, suppongo che siano i pregi di una grande famiglia... - disse Scorpius sorridendo. – Ehi, Scorp, sei geloso? – chiese Rosie preoccupata; lui rise, gli occhi brillanti, e i cugini lo imitarono.



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Albero Genealogico dei Weasley

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Capitolo 7
*** I Fantastici Quattro (altrimenti noti come Lor, Lys, Rox e Dom) ***


- Ehi, Lor! Lys! – La voce di una ragazza si propagò per il castello.
- Ciao, Roxanne! – eslamarono in modo piuttosto inquietante i gemelli Scamandro. La ragazza scoppiò a ridere, scuotendo i riccissimi capelli color cioccolato, e stritolò i due in un abbraccio degno di nonna Molly.
- Cosa ci fate qui? – chiese l’unica Weasley dalla pelle scura della storia (tutto merito dei geni Johnson!).
- Oh, beh... è imbarazzante... -
- In realtà... vedi... -
- Abbiamo avuto il debito! – conclusero in coro le copie di Zack e Cody (una serie TV Babbana che le era piaciuta, per un periodo).
- Anche voi? Aspetta, ma voi siete dei Corvonero! Come fanno due Corvonero ad avere il debito? Comunque, cosa c’entra l’avere il debito col girare a spasso per i corridoi? -
- Wow, Roxy! -
- Sei così loquace oggi! -
- Comunque, la nostra adorabile mammina svitata ci ha obbligati a restare qui a studiare, col permesso di Vitious e della McGranitt, ovvio. – I due gemelli fecero tutto il discorso senza prendere fiato, ed in coro naturalmente.
- Ah, ok! Beh, conoscendo vostra madre non l’avrei mai detto, ma in effetti credo che Hermione farebbe lo stesso con Rosie! Io, comunque, l’ho avuto in Trasfigurazione e Pozioni, materie che odio, ma mi dovevo incontrare con Jamie qui, per... beh... – balbettò la ragazza (Nda: come una bambocciona banda di babbuini, esatto!)
- Per dargli i Fuochi d’Artificio Freddi del Dottor Filibuster Nuovi e Migliorati che tuo padre ha appena messo in vendita al negozio, sebbene averli rubati a tuo padre sia illecito! – conclusero i due, con gli occhi brillanti e un sorriso leggero sul volto.
- Wow, ragazzi! A volte mi spaventate! Comunque, vi va di... – cominciò a chiedere la ragazza, ma i due la interruppero:
- Di andare al mare, domani, con te e la tua francesissima cugina un-ottavo-veela Dominique Weasley nonché tua migliore amica? – terminarono, rigorosamente in coro.
- Sì! – esclamò lei sorpresa.
- Okay! – acconsentirono, sorridenti. Erano secoli che Lysander aveva una cotta per lei, Roxanne, ed era felicissimo di uscire con lei, sebbene in veste di amico.
- Fantastico! Ora, se non vi dispiace, devo andare a uccidere James Sirius Potter per avermi fatto aspettare così tanto... anche se in piacevolissima compagnia, ovviamente. – Strizzò l’occhio ai gemelli e corse via.
- Ciao! -
****
Dominique Weasley stava facendo le prove dell’abito, il trucco e i capelli per il matrimonio: sarebbe stata la damigella, e mancavano solo due settimane, d’altronde. Avrebbe indossato un morbido abito di seta, color oro bianco, e avrebbe avuto i capelli a boccoli semplicemente sciolti. Aveva appena indossato l’abito e finito di arricciare i capelli, e le mancava solo il trucco, quando suonarono al campanello. Mamma Fleur aveva aperto, e dei passi stavano salendo le scale. Roxanne Weasley entrò come un fulmine nella stanza, senza neanche chiedere, e stritolò la francese in un abbraccio.
- Ciao, Domy! Da quanto non ci vediamo? – chiese la riccia, poi, senza attendere una risposta, le chiese subito: - Vuoi andare in spiaggia con me e quei folli degli Scamandro? -
- Intendi dire: “Vuoi andare in spiaggia con la tua migliore amica e quegli strambadorabili di Lys e Lor, parte del nostro quartetto da secoli?” Allora sì! – rispose allegra la cugina.
- Forte! Aspetta, hai detto ‘strambadorabili’? Davvero? –
- Sì, certo! A proposito, mi aiuti a truccarmi? – chiese la francese. Roxanne aveva un talento speciale coi trucchi.
- Ovvio, Dom! – rispose lei armandosi di pennello.

Mezz’ora dopo, la francese aveva un trucco bellissimo e particolareggiato: sembrava Afrodite, l’antica dea greca dell’amore e della bellezza. Quando poi si sciolse i capelli per vedere l’effetto finale e mosse la testa come nelle pubblicità (Perché tu vali), era qualcosa di indescrivibile. Purtroppo, la Pozione Arricciante che aveva usato non era delle migliori (anzi, era la peggiore), ed i suoi capelli cominciarono magicamente ad allisciarsi ciocca per ciocca.
Allora la ragazza si tolse il vestito e prese dei jeans e una maglietta, sospirando:
- Beh, credo che dovrò comprare della Pozione migliore... – Ma a quel punto Roxanne saltò su, e si ricordò di averne un flacone a casa.
– Non è per me, è per mia mamma! – specificò dopo averla Appellata da casa sua, che era di fronte a quella di Domy, per evitare che l’amica pensasse male dei suoi riccioli perfettamente naturali.
- Lo so, tu sei uguale a tua madre! Ma hai quegli occhi, gli occhi... -
- Gli occhi di mio padre, sì! – terminò Rox.
Subito dopo, però, sbuffò aggiungendo: - Comincio a capire come si doveva sentire lo zio Harry... Che poi Yates, nel film, ha fatto avere a sua madre gli occhi marroni! MARRONI! Capisci, Dominique? Comprendi il mio dramma? E poi ci sono tutti quei dannati Babbani che credono che Harry, Ron, Hermione e tutta la compagnia non siano mai esistiti! E noi SIAMO i loro figli, il che significa che noi non esistiamo, in teoria! Capisci? CAPISCI? – A quel punto, la bruna era entrata in modalità fangirl, e aveva preso Dominique per le spalle, scuotendola.
- Sì, capisco! Me lo hai ripetuto per secoli, miseriaccia! – esclamò la Veela in tono finto arrabbiato.
- Tu hai appena detto “miseriaccia”? TU hai appena detto “miseriaccia”? TU HAI... -
- Sì, l’ho fatto! -
- Tu non hai mai, MAI, detto “miseriaccia”! -
- Sì, l’ho già detto! -
- Ad esempio, quando? -
- Beh, quando... -
****
Daphne Malfoy era seduta nel salone del Manor, dove le famiglie Malfoy-Greengrass-Zabini-Nott passavano le loro vacanze estive, natalizie eccetera. In quel momento, per fortuna, tutti i grandi erano fuori, i nonni erano andati a una gara di capelli swishosi (Che nonno Lucius avrebbe sicuramente vinto) e Caroline Nott e Jenny Zabini erano andate a fare shopping, lasciando i fratelli Christopher (Nott) e William (Zabini) ad allenarsi per le partite di Quidditch che le Serpi avrebbero sicuramente vinto, con dei battitori così bravi come l’inseparabile duo Zabini&Nott e un cercatore in gamba come Scorpius.
La sedicenne Malfoy non era uscita; aveva preferito rimanere a casa con l’insopportabile Chris e Scorpius, che si era rinchiuso in camera sua per fare non-si-sa-bene-cosa. Dato che non aveva niente da fare, la ragazza si mise a leggere. Amava leggere, specialmente il genere fantasy; aveva letto tutti i libri di Harry Potter in una settimana, e le era piaciuto il ruolo che aveva suo padre, così come quello del padre di Al e i genitori di Rose. Li shippava troppo! Va bene, lei shippava tutti, però... Una sola cosa che non le piaceva era che lei, Daphne, non era menzionata nell’epilogo. Ma forse era meglio così: la ragazza non amava le luci della ribalta.
I pensieri della ragazza furono interrotti da un pop! improvviso, nel mezzo della stanza. James e Albus Potter si erano appena Materializzati nel Manor.
- Ciao Albus! – esclamò, sorpresa.
- Ciao, Daphne! -
- Malfoy, dov’è tua sorella? – chiese James.
- In camera sua; secondo piano, terza porta a destra. – sospirò la ragazza. Allora, il Potter più grande si Smaterializzò.
- Al, Scorpius è nella sua camera; sai già dov’è, suppongo. – disse, provando a non illudersi che il ragazzo che le piaceva fosse lì per lei.
- Sì, lo so, però volevo parlare con te. -
- Cos... Okay, che c’è? – Perché Albus voleva parlare con lei?
- Beh, vedi... – incominciò a spiegare sedendosi accanto a lei, - Victoire ha deciso di fare le cose in grande: vuole che tutti abbiano un partner. Rose verrà con Scorpius, Lily con Lorcan, e così via... Tu ci verresti con me? –
“Aspetta, che? Albus Severus Potter mi ha appena chiesto di essere la sua partner al matrimonio della sua francesissima cugina?” pensò immediatamente la ragazza. Avrebbe volentieri gridato dalla gioia, ma si sentì semplicemente rispondere affermativamente.
– Certamente, con molto piacere! – disse.
Gli occhi di Al si illuminarono. – Fantastico! Ora, però, dovrei andare... Ma James se n’è andato! Come faccio? – e s’imbronciò. Quanto cavolo era carino quando si imbronciava?
- Avete la Metropolvere? -


NdA:
Allora, ciao a tutte e a tutti! Questa è la mia prima Nota dell’Autrice e... Beh, non sono molto brava a parlare-scrivere in prima persona, come vedete.
Bene, in primis voglio ringraziare tutti i recensori perché non l’ho mai fatto, se non nelle risposte dirette; poi, in secundis (Cosa ho scritto? Non ne ho idea perché non ho mai fatto latino e vado alle medie) ... Mi scuso terribilmente per il ritardo nel postare il capitolo, è che all’inizio volevo inserire una scena di tutti i personaggi a mare, ma poi ho cambiato idea e ho deciso di inserire i personaggi marginali come Roxy, Domy, Lor&Lys (che io adoro) e infine il POV di Daphne. Io adoro Daphne, nel senso che praticamente io sono Daphne: amo leggere, sono una Corvonero, shippo tutti e... adoro Al Potter. Capitemi, è il mio personaggio preferito della New Generation!
Comunque, ora devo andare a cercare di connettermi a Internet, siccome devo pubblicare questo che, se state leggendo, significa che sono riuscita a pubblicare; comunque in questo posto non c’è un briciolo di connessione, per cui... addio.
Baci, Herm.
PS: Da questo capitolo metterò più foto in un capitolo, perché ci sono striliardi di personaggi ancora da inquadrare.

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Albus Severus Potter

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Daphne Cassiopea Malfoy

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Capitolo 8
*** Riappacificazione ***


I due gemelli, maschio e femmina, bussarono alla porta.
Albus aprì; era rigorosamente accompagnato da Lily e Rose.
- VOI? Che ci fate qui voi due? – esclamarono in coro, fissando esterrefatti Louis e Dominique.
- Per la verità... Volevamo chiedere scusa! – arrossì Dominique.
- VOI? -
- S-sì! -
I tre cugini si guardarono negli occhi, come se comunicassero con la telepatia. A un certo punto, però, Lily alzò lo sguardo sui cugini francesi e, in tono dolce ma al contempo raggelante, disse: - Va bene, accettiamo le vostre scuse. Ma ad una condizione... – Sogghignò.
Gli altri la fissarono come se fosse impazzita. – Lily...? – la chiamò Albus; lei lo ignorò e proseguì.
- Per avere il nostro perdono, voi dovrete aiutarci nel nostro piano per ‘annientare’ Christine Malfoy; tutto chiaro, Louis? A Domy non lo chiedo, perché lei la odia quanto noi, ma tu, Lou? Da che parte stai? -
- Io... A me non piace più Chris. Sono con voi. – mormorò il ragazzo, con gli occhi bassi.
- Okay, scuse accettate... – sogghignò Lily beffarda.

Dopo che i biondi se ne andarono, i tre cugini rientrarono in casa: non appena misero piede lì dentro, Al e Rose cominciarono a fissare Lily.
- Allora? Perché mi fissate? – chiese.
- Scherzi? Sei stata G-R-A-N-D-E! – esclamarono in coro gli altri due.
- Grazie mille! Mi sono sentita molto Malfoyesca! -
- A proposito, voi ragazze con chi andrete al matrimonio? – chiese Albus.
- Scorpius, ovviamente! – esclamò Rose.
- Io sono stata invitata da Lorcan, e Domy andrà con Lysander – disse Lily.
- E tu, Albus, con chi ci vai? – chiesero la sorella e la cugina.
- Beh... Ho invitato Daphne e lei ha accettato... – mormorò imbarazzato.
- Oh, che bello! Così, se io sto con Scorp e tu con Daphne... -
- Io non sto con Daphne. – le fece notare Albus, ma lei continuò a parlare beatamente: - Allora il clan Weasley-Potter si ritroverà imparentato coi Malfoy, ed uniremo tre grandi famiglie Purosangue! – terminò Rose con gli occhi a cuore.
Al e Lily preferirono lasciarla stare: era partita, ormai.
****
Will Zabini e Chris Nott erano identici quasi in tutto. Avevano entrambi i capelli bruni, del colore del caffè macinato, ed erano entrambi alti per la loro età; avevano la bocca sottile e il viso leggermente squadrato. L’unico particolare che li rendeva distinguibili era che Zabini aveva gli occhi azzurri di sua madre (*l’autrice onora Piton inserendo una sua citazione, ma a Piton non importa niente di ciò*), mentre Nott li aveva neri.
Nel carattere, però, i due amici non avrebbero potuto essere più diversi: Will era quello tranquillo, studioso e introverso, che era anche quello che piaceva di più alle ragazze, e Chris era quello più estroverso, vivace e sportivo: era il Capitano della squadra di Quidditch della Casa sua e di Zabini, Serpeverde.
I due ragazzi erano in giro per la Londra Babbana, a fare commissioni per le loro madri mentre le suddette andavano in giro per Diagon Alley parlando come delle ragazzine e dicendosi ‘Oh, Daph, quel vestito ti sta di-vi-na-men-te! ’ e ‘Pansy, te-so-ro, queste scarpe sono incantevoli su di te! ’.
Svoltarono in un vicolo, dove trovarono la piccola Lily Potter che litigava con Lorcan, il figlio di Luna Lovegood e Rolf Scamandro. Entrambi i ragazzi erano loro amici, perciò quando li videro si premurarono di nascondersi dietro un portone per poter origliare (oh, pardon, per poter sentire casualmente la conversazione) meglio. Stavano parlando del matrimonio di Victoire e Teddy, che si sarebbe svolto tre giorni dopo.
- Come sarebbe che non puoi venire con me? Il matrimonio è tra pochissimo!
- Beh, mia mamma mi ha detto che non posso venire, non essendo un Weasley...
- Ma cosa...! Non ha senso! Vengono anche i Malfoy, Lorcan! I Malfoy! Tutti e tre! Quindi, ora, spiegami perché non potresti venire.
- Beh, la verità è che tu mi hai chiesto di venire con te da amico. Ma io non voglio essere tuo amico, dannazione! Tu mi piaci da quando avevamo otto anni e giocavamo insieme nel giardino di casa tua! E quando eravamo insieme e io ti parlavo della mia vita, di quanto fossi triste perché mia mamma si era risposata con Neville, di quanto non sopportavo mio fratello... e tu mi ascoltavi, qualunque cosa ti dicessi, e poi mi consolavi e mi dicevi “Andrà tutto bene!” e allora io pensavo che le mie lamentele erano inutili, che l’unica cosa che contava nella mia vita eri tu...
Lily tacque per un secondo, stupita. Poi disse: - Anche io, Lorcan. Lo sento anche io.
Poi non parlarono più.
Chris chiese: - Che stanno facendo?
- Forse si stanno baciando, idiota di un Nott! -
- Ah. Aspetta, Lily e Lorcan? Al non ne sarà contento...
****
Rose stava tentando, invano, di aggiustarsi i capelli in un’acconciatura vagamente decente per il matrimonio, quando sentì bussare alla finestra.
Un gufo teneva nel becco una lettera, che Rose prese senza esitare. Il foglio recava solo quattro parole.

Vieni da me.
- Scorp

Cinque minuti dopo, una Weasley smontava dalla scopa e si preparava a incontrare Scorpius nell’enorme cortile del Malfoy Manor.
Il ragazzo era già lì, con una faccia serissima.
- Ciao, Scorp; perché mi hai chiesto di venire?
- Oggi i miei genitori ci hanno detto una cosa. – disse lui evitando lo sguardo dell’altra.
- Cosa? – La ragazza si stava cominciando a preoccupare. Ma non poteva essere una cosa molto brutta, no? No?
- Vogliono divorziare.


















NdA:
Zan zan zaaan! Colpo di scena!
Allora, cari lettori, come va? Come state passando le vacanze? *tenta disperatamente di divagare senza riuscirci*
Sì, lo so, sono in ritardo apocalittico (cit.) ma questo capitolo si è rivelato molto difficile da scrivere. (Tutti i lettori: sai che non è una scusa plausibile, vero?)
Allora, vi sono piaciuti Will&Chris? Alzi la mano chi li shippa segretamente! *tutto il mondo alza la mano*
Prima che me lo scordi, inserisco la spiegazione di quell’ “Idiota di un Nott!”, che tutti i Tolkieniani avranno già capito: è la spudorata copiatura della celeberrima frase “Idiota di un Tuc!”, che Gandalf dice a Pipino in non ricordo che occasione, mi sembra quando devono entrare nelle miniere di Moria (‘Dite amici, ed entrate’, per intenderci).
Ok, credo di aver finito. Ciaoo!

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Lorcan e Lysander Scamandro

PS: Grazie ai film, mi sono ricordata che la frase "Idiota di un Tuc!" è sì detta nelle miniere di Moria, ma quando sono già dentro e non all'entrata.
Peace ❤

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Capitolo 9
*** Come un robot ***


Nella puntata precedente...
- Ciao, Scorp; perché mi hai chiesto di venire?
- Oggi i miei genitori ci hanno detto una cosa. - disse lui evitando lo sguardo dell’altra.
- Cosa? - La ragazza si stava cominciando a preoccupare. Ma non poteva essere una cosa molto brutta, no? No?
-Vogliono divorziare.



- Cosa? Non è possibile! Perché dovrebbero? – Rose era sconvolta. Draco ed Astoria le erano sempre sembrati così gentili, così affiatati...
- A quanto pare, Draco si è riscoperto innamorato di Pansy Parkinson, e appena Astoria lo è venuta a sapere è andata a farsi consolare da Theodore Nott, ex marito di Pansy.
- Quindi tu diventerai il fratellastro di Chris?
- Diciamo di sì...
- E non è fantastico? Voi due- anzi, tre, se si conta Daphne- andate d’accordissimo, e poi pensavo che Theodore e Pansy ti stessero simpatici!
- Sì, ma... non è la stessa cosa, capisci?
- In effetti no, - rispose la ragazza – ma conosco qualcuno che può darti una mano!

Esattamente trentadue minuti dopo, Scorpius e Rose suonavano al campanello dello studio del ‘Dottor Lucian Scamandro, laureato in Psicologia’. Tuttavia, quando la porta venne aperta, si ritrovarono davanti non un adulto fatto e finito, bensì il vivacissimo e disinvoltissimo Lysander Scamandro.
- ‘Gioooorno, ragazzi! Il dottore non c’è al momento, per cui, se volete ripassare tra...
- Lys...
- Che so, una settimana...
- Lys!
- Oppure abbiamo un buco libero a settembre, se volete prendere appuntamento...
- LYS! – Rose, gridando, era riuscita a ottenere la sua attenzione.
- Sì?
- Scorp ha bisogno di te, non di Lucian.
- Ah. Okay! Vieni, Scorp. - disse indicando una saletta attigua alla sala d’attesa. - E Rose...
- Sì?
- C’è Al con voi?
- No, perché?
- Oh, perfetto! Ragazzi, potete uscire! – gridò Lysander a qualcuno che si trovava in un’altra stanza.
Dal corridoio sbucarono Lily e Lorcan, mano nella mano; appena la videro sbiancarono.
Lily lasciò la mano di Lorcan come se scottasse.
- Lily... Lorcan... Tu... Voi... Voi state... – balbettò Rose, cercando Lysander e Scorp con lo sguardo; i due si erano opportunamente eclissati, purtroppo per la ragazza.
- Sì... – assentì timidamente Lily.
- È una cosa fantastica! Siete di-vi-ni insieme! Ma perché scappate da Albs?
- Abbiamo paura che si arrabbi, sapendo che sto con lui. C’è una piccola differenza d’età, nel caso in cui non te ne fossi accorta... Solo tre anni!
- Hai paura che si arrabbi per tre anni? Lui non è il tipo, credimi.
- Dici sul serio? Che bello! – Felice, Lily fece per baciare Lorcan, ma Rose li fermò, imitando alla perfezione Albus:
- Mi raccomando, ragazzi, nessuna effusione davanti a me!
I tre ragazzi scoppiarono a ridere.
****
Lysander era sdraiato sul suo letto e pensava alla sua vita.
Da quando aveva lasciato la scuola per andare a lavorare come stagista di uno dei Magipsicologi più famosi del mondo magico (nonché un suo lontano zio), si sentiva appagato, ma anche solo (Tutto lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato).
Non poteva passare più ore con i suoi amici, e se si sentiva così adesso, per l’inizio della scuola sarebbe stato orribilmente.
Scorpius gli aveva parlato di come si sentisse, dei genitori che volevano divorziare e risposarsi, il padre con una vacca con la faccia da carlino e la madre con un secchione, del fatto che si sarebbe ritrovato ad avere tre sorelle, di quanto odiasse le sue (future e non) sorelle Caroline e Christine... Di se stesso, ecco.
Lui non si era sentito così, al divorzio dei suoi. Adorava Neville e la piccola Alice, che aveva cinque anni all’epoca: adesso, sette anni dopo, lei aveva dodici anni e lui diciassette.
Fuori dalla porta, nel corridoio, poteva sentire la sorellina e il fratello che litigavano perché lei aveva rubato la felpa blu di lui, o un motivo altrettanto futile.
Un tempo gli piaceva litigare col fratello, per poi fare pace e abbracciarsi, ma ora la cosa aveva perso ogni attrattiva. Non provava più niente, né il senso di rabbia solito dei litigi, né la felicità che si provava a far pace.
Cos’era diventato, lui? Non era più una persona. Le persone provano sentimenti.
Gli piaceva pensare di essere un robot, ma aveva un ricordo di quando aveva cinque o sei anni: era con suo padre, e lui gli aveva chiesto cosa fosse un robot. Rolf aveva risposto dicendo “Sono macchine potentissime. Un robot può ricordare tutto, può fare calcoli assurdi a mente, può sollevare tonnellate, e ha anche l’aspetto di un essere umano, ma solo l’aspetto, bada bene; noi proviamo sentimenti, cresciamo, maturiamo, e possiamo scegliere. C’è sempre una scelta, per noi. I robot invece sono macchine, e non provano niente. Ricordalo sempre, Lys.” E lui, in quel momento, aveva avuto paura di diventare come un robot.
Chissà se il padre non avesse voluto metterlo in guardia, come a dire “Non diventare un essere insensibile e disperato come una macchina, figliolo. Non diventare un robot.”
Guardami, padre, avrebbe voluto dire Lysander, guarda cosa sono diventato ora.
Perché se prima aveva avuto paura di essere un robot, ora...
Beh, ora lo era.
****
Di sera andarono a dormire presto. Lys era piuttosto silenzioso, notò Lorcan; Alice era della stessa opinione.
Quel giorno, quando Rose e Scorp avevano ‘incontrato’ lui e Lily nello studio dove lavorava Lysander, si era preso un colpo.
Si erano nascosti lì perché pensavano che Albus non avrebbe mai messo piede in un posto del genere; probabilmente nessun membro della famiglia Weasley l’avrebbe fatto, ad eccezione di Louis e forse Hugo- i ragazzi ritenevano di essere pazzi ad essersi innamorati di Christine Malfoy.
Per questo, quando si erano trovati davanti Rose, si erano spaventati terribilmente, per paura che lo andasse a dire ad Al.
Non sapevano neanche loro perché avessero così tanta paura di Albus: forse era perché James, che aveva 19 anni, era lui stesso fidanzato con una ragazzina più piccola e probabilmente avrebbe capito; Al, invece, poteva non capire.
Per fortuna, Rose, che conosceva benissimo Al, li aveva rassicurati: non si sarebbe lamentato più di tanto (in fin dei conti, era sempre il fratello maggiore ed iperprotettivo!).
Così, quella sera stessa, Lily aveva annunciato che stava con Lorcan alla famiglia Potter, e Al e James, fortunatamente, non si arrabbiarono.
La famiglia di Lorcan, invece, sapeva già tutto da secoli per merito di Alice, una delle migliori amiche di Lily.
La sorellina dimostrava più dei suoi dodici anni: era abbastanza alta, con i capelli bruni e lisci che teneva raccolti in una treccia di lato, in puro stile Katniss Everdeen, gli occhi azzurri e la pelle chiarissima. Era piuttosto vivace e allegra, ed era la più giovane Cercatrice della squadra di Quidditch di Corvonero che si fosse mai vista da un secolo a quella parte.
- Lorcan, spegni la luce? – La voce assonnata di Lysander lo riscosse dai suoi pensieri.
Il ragazzo spense la luce e provò ad addormentarsi.

La mattina dopo, Lorcan si svegliò che erano le 7:15 del mattino.
Stranamente, notò che Lys e Alice si erano svegliati, così decise di scendere al piano di sotto.
- Ehi, ragazzi, che è successo? – chiese il ragazzo, appena li raggiunse nel soggiorno.
- Alice ha avuto una visione. – spiegò Lysander. Era da quando la bambina aveva sette anni che aveva delle visioni, ma negli ultimi anni si erano fatte sempre più frequenti.
- Che cosa hai visto, Alice? – chiese Lorcan, andando a sedersi sul divano accanto a lei.
- C’eravamo io e te, Lor, e poi Albus, Rose, Lily e Scorpius. Avevamo delle specie di armi ed eravamo vestiti di nero, e stavamo combattendo, non so contro chi. Poi Lysander mi ha svegliata.
- Non c’era Lys nel sogno?
- No. C’era all’inizio, ma tu ti sei voltato verso di lui e hai detto “Va’ via. Questo posto è per i vivi.” Poi è scomparso. – spiegò la bambina, scossa dai brividi.
- Quindi, nel tuo sogno, Lysander è morto?
- Beh... Sì. – La cosa era strana. Le visioni di Alice dicevano sempre la verità, e se in quella Lysander era morto...
Il ragazzo represse un brivido.
- Sarà stato un semplice sogno, non una visione; a volte non riesci neanche tu a distinguere l’uno dall’altra. – Lysander provò a rassicurare Alice, ma si capiva benissimo che lui era più spaventato di lei.
Lorcan ruppe il silenzio inquietante che si era creato.
- Lys, per favore, mi accompagneresti un attimo fuori? – chiese.
- Perché? -
- Devo buttare la spazzatura, vieni? – replicò l’altro in tono eloquente.
- Oh! Certo. Arrivo. Ehi, Alice, usa il Pensatoio che c’è in camera nostra e mettici la visione, ché poi ce la vediamo!
- Subito! – la bambina saettò su per le scale e spalancò la porta della camera dei gemelli.
I due ragazzi uscirono in strada.
- Allora, che ne pensi della visione di Alice? – chiese Lorcan.
- È inquietante, direi. Ma non credo che sia una vera visione – concluse.
Nel frattempo, i ragazzi erano arrivati all’incrocio tra due vie; là vicino si trovavano casa di Rose e casa di Lily.
- Perché non andiamo da Albus? È da secoli che non ci vediamo! – propose Lys.
- Ok, va bene...
Dovevano attraversare la strada, per arrivare a casa di Al. Lorcan, come sempre, passò dalle strisce, camminando in modo composto e guardando a sinistra e a destra, come sempre tutto precisino e gni gni e gne gne.
Lys, invece, attraversò mantenendosi a religiosa distanza dalle strisce pedonali e senza guardare.
Un’auto passò, senza curarsi di chi c’era per strada, e centrò Lysander in pieno.
Il ragazzo cadde a terra. Lorcan corse da lui.
- Lys! LYS! – Il ragazzo si inginocchiò accanto al fratello, piangendo.
Lysander era impallidito, aveva la pelle cerea. Teneva gli occhi semichiusi.
- Tutto bene, Lys? – Lorcan cercava di non piangere.
- Tutto bene, Lor. – Lysander rispose con un filo di voce.
Poi chiuse gli occhi.
Lorcan prese la bacchetta e mandò un Patronus alla sorella.
“Alice. Sveglia mamma e papà e digli di andare all’angolo con casa di Lily. Sbrigati.”
Poi spostò di lì il corpo di Lysander, si sedette contro il muro di una casa e si mise a piangere, con la testa tra le ginocchia.
Lysander, il suo unico fratello, era morto.









NdA:
Ciao a tutte e a tutti!
Come state? Bene? Male? Io mi preoccupo della vostra salute, sapete?
Però non mi occupo di quella dei miei personaggi. MUAHAHAHAHAHA.
Lysander Scamandro è morto! D’ora in poi riporrete la vostra fiducia in me! (Devo smetterla di modificare le citazioni dal settimo libro.)
Allora, ammettetelo che Lysander che fa lo stagista nello studio di suo zio e per giunta copre il suo adorabile fratellino e Lily lo avete amato.
E che il “Tutto bene, Lys? Tutto bene, Lor.” vi ha fatto piangere.
E che considerate Lys&Lor i nuovi Gred&Forge.
E che...
Va bene.
Basta.
Sapete, c’è una specie di gioia perversa nell’uccidere un personaggio che piace alla gente.
Mi spiego meglio: tu piangi, ovviamente, però piangi per quello che hai scritto tu. Invece, quando una persona random legge quello che tu hai scritto e che ti ha fatto piangere, probabilmente piangerà anche lui. Quindi, qualcuno piange per una tua creazione. È il sapere che quello che tu hai scritto provoca emozioni ad altri che ti rende felice, in sintesi.
Spero di essermi spiegata bene. (No. Non mi sono spiegata bene.)
Comunque, l’idea di far morire Lysander è stata di hermioneron100, quindi io l’ho solo messa in atto; la cosa era più o meno così:
Io “Devo uccidere un personaggio.”
Lei “UCCIDI CHRISTINE”
Io “Un personaggio buono.”
Lei “NON. TOCCARE. SCORPIUS.”
Io “Okay”
Lei “Uccidi Albus!”
Io “NON. TOCCARE. ALBUS.”
Lei “Allora uccidi Lys!”
Io “MITICO!” *si siede davanti al PC e comincia a scrivere*
Quindi, la colpa è tutta di hermioneron100. Certo, sono stata io a farlo morire così; avevo altri mille modi da usare, ma volevo che piangeste molto, così... non ho resistito.
Beh, ora vado.
Ciaooo!


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James Sirius Potter

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Roxanne Weasley

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Dominique Weasley

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Capitolo 10
*** Post Mortem ***


Dominique Weasley era buttata sul suo letto, le tende alle finestre tirate. Indossava un abito nero, una giacca dello stesso colore e aveva i capelli sparsi sul cuscino bagnato dalle lacrime, come il suo viso.
Era appena tornata dal funerale di Lysander.
Non poteva sopportare di pensare a lui come un morto, lui che era sempre stato così pieno di vita.
Al funerale aveva intravisto Lorcan. Era... devastato, non c’era un’altra maniera per descriverlo.
Roxanne lo stava consolando. Anche lei aveva chiaramente pianto.
A un tratto, sentì bussare alla porta.
- Avanti – mormorò.
Lorcan Scamandro entrò e si sedette sul bordo del letto.
- So come ti senti. – disse.
- Lui era... era... – tentò di spiegarsi Dominique, ma non poteva spiegare a parole ciò che provava per Lys.
- Lo so. -
La ragazza si girò a guardarlo.
- Io lo amavo, Lor. – disse con gli occhi trasparenti pieni di lacrime.
- Anche io, Dominique. – Le prese la mano. – Anche io.
Stette per un po’ lì, senza parlare.
Poi uscì.

Il pop! tipico delle Materializzazioni fu l’ultima cosa che la ragazza sentì.
****
Lorcan si era Materializzato nella strada dove viveva Roxanne. Non perché dovesse parlare con lei, ma perché sentiva di dover andare da George Weasley. Loro due avevano qualcosa in comune.
Con sorpresa, notò che la porta d’ingresso era aperta. Niente di strano, dirai.
Ma c’era qualcosa nell’aria, qualcosa che non faceva presagire niente di buono.
Lorcan, preoccupato, fece un passo dentro la casa.
L’ingresso era in ordine, così come le altre stanze al piano terra, e Lor decise di salire a controllare le camere da letto.
La porta della camera di George e Angelina era aperta. Anche lì tutto normale, tranne per il fatto che non c’era nessuno, come per le altre stanze.
Le porte delle camere di Fred e Roxanne erano chiuse. Le maniglie emanavano un’aria fredda e raggelante. Provò ad aprire quella di Fred, ma era bloccata.
- Bombarda – mormorò, e la porta esplose. Il ragazzo entrò.
La camera era anche questa religiosamente in ordine, ma non era vuota: Lorcan intravide un movimento sotto il letto di Fred.
- Roxanne?
La ragazza e il fratello uscirono dal loro nascondiglio.
- Ehm... Ragazzi, cosa diavolo vi è successo?
Roxanne era agitata. Sembrava non essere in grado di dire cosa fosse accaduto, così toccò a Fred Jr spiegarlo.
- Noi due eravamo qui, di sopra, e mamma e papà di sotto. A un certo punto sentiamo la porta d’ingresso che si apre e delle grida, così ci siamo chiusi a chiave qui dentro e ci siamo ‘nascosti’. Poi loro sono entrati qui, e volevano prendere Roxanne, ma io li ho Schiantati, e allora se ne sono andati; solo che li hanno presi. Hanno preso i nostri genitori.
Il ragazzino stava tremando. Lorcan gli chiese “Chi? Chi li ha presi?”, ma lui non rispose.
Solo allora Roxanne aprì bocca.
- I Mangiamorte.
****
In casa Potter, quel giorno, c’era fin troppo silenzio.
Lily Luna era uscita: era andata dal parrucchiere, per “onorare la morte di Lysander con un nuovo taglio”, come aveva detto lei; James era anche lui fuori, con- indovinate- Christine, esatto!
Albus, Rose e Scorpius, che vivevano praticamente in simbiosi a quel punto, erano nel salotto della casa. Al pensava, Rose leggeva e Scorp dormiva: praticamente, ciò che il Trio dei Miracoli avrebbe fatto in una giornata di pioggia.
- Ehi, Rosie, cosa stai leggendo? – chiese Al.
- È un libro Babbano, si chiama Hugo Cabret. È molto bello e soprattutto semplice, è stato definito “il primo libro dove le parole accompagnano le immagini”. Ne hanno tratto un bellissimo film, qualche giorno possiamo vederlo, se ti va. – rispose lei senza smettere di leggere.
- Possiamo vederlo adesso? Ti prego, ti prego, ti pregooo! – disse Albus facendo la sua migliore voce lagnosa e mettendo il broncio.
- E va bene! Dovrei avere il DVD a casa, ma se c’è un adulto in casa posso Appellarlo.
- La mamma è di sopra che dorme – rispose lui prontamente.
Un paio di minuti dopo, Rose aveva fatto partire il film, e aveva opportunamente svegliato Scorpius.
Stettero un paio d’ore a guardare il film, senza essere disturbati da nessuno.
Non appena il film fu finito, Rose lo fece Evanescere, e Albus commentò:
- Questo film è fantastico! Pure meglio del pairing Draco/Hermione...
Gli sguardi omicidi della cugina e del migliore amico bastarono a fargli shippare Romione.

I tre stavano chiacchierando vivacemente, quando Lily entrò in casa a passo svelto. Era totalmente diversa.
Aveva i capelli lisci, lunghi fino alle spalle, castani con dei colpi di sole e una frangia che le arrivava sugli occhi; indossava una giacca di pelle, dei pantaloncini di jeans e una maglietta rossa scollatissima. Sugli occhi aveva due linee di eyeliner che le arrivavano quasi alla tempia, e sotto l’occhio destro un tatuaggio (era fatto con l’henné, ma a prima vista i nostri eroi non potevano saperlo); alla narice sinistra e al labbro aveva due piercing (veri, stavolta).
Al, che stava bevendo della Coca-Cola ghiacciata, la sputò (In quel modo fighissimo dei film, quello... vabbè, avete capito, tanto) su Rose.
Poi si alzò in piedi con aria furiosa, e...
- LILIAN LUNA POTTER! COSA CAVOLO È QUELLO?
- Un tatuaggio, Albs – rispose lei tutta tranquilla.
- DAMMI UNA SOLA BUONA RAGIONE PER ANDARE IN GIRO CON UN TATUAGGIO, DUE PIERCING, VENTORDICI BOCCETTE DI EYELINER SUGLI OCCHI E VESTITA COME... COME...
- Una donna scarlatta? – suggerì Rose. Aveva sentito quell’espressione da suo padre.
- COME UNA DONNA SCARLATTA!
Lily rise nervosamente. Chissà come, ora non era più così sicura di sé.
- Lorcan ha detto che erano fighi... – spiegò.
- OH, E SICCOME LORCAN L’HA DETTO È GIUSTO, VERO?
- Beh...
Albus prese la sua bacchetta e la puntò alla tempia della sorella, che chiuse gli occhi.
Il ragazzo fece sparire il trucco, i piercing e il tatuaggio dalla faccia di Lily; per i capelli, la ragazza aveva fatto un incantesimo per bloccare la magia esterna, perciò Al non poté fare niente.
- Ora vai di sopra a... vestirti – concluse guardandola disgustato. – Non posso credere che tu sia uscita così.









NdA:
Ciao a tutte e a tutti!
Ebbene sì, Albus shippa Dramione. Ma tranquille, lo farò convertire presto; d’altronde, è solo di un’ombra e di un pensiero che è innamorato.
* – Che dici, la smetto? – Sì. Senza dubbio. – *
Bene, dalla redazione (so che Laura capirà) mi dicono di smetterla.


Il libro Hugo Cabret, che io ho letto, è stato veramente definito così dalla critica (mi sembra dal New York Times).


Lily è truzza, lo so. Questo piccolo appiglio che ho lanciato qui sarà una delle basi per il sequel. (Ops. Spoiler.)
Bene, non ho altro da dire, credo.
Bye bye!






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Christine Malfoy


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Hugo Weasley

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Capitolo 11
*** Tradimenti e rivelazioni ***


Albus non si era mai sentito tanto male.
Dopo il film aveva deciso di fare un salto da Daphne, al Manor.
L’aveva trovata in compagnia di Christopher Nott, nella sala principale, in atteggiamenti, diciamo... ambigui.
Lui l’aveva bloccata al muro e la stava baciando con trasporto, quasi con violenza. Lei ricambiava con altrettanta passione, e ci vollero alcuni secondi prima che si accorgessero di lui.
Quando lei lo vide, sbiancò.
- Oh, Dio – mormorò. – Oh mio Dio, Albus...
- ALBUS UN CORNO! – ruggì lui. – Da quanto va avanti questa porcheria?
- Da sei mesi – confessò la ragazza, senza guardarlo. – Era venuto perché gli dovevo dire che non poteva continuare. I nostri genitori stanno insieme, e poi non mi sembrava giusto nei tuoi confronti...
- Non ti sembrava giusto? Beh, forse avresti dovuto pensarci prima. – commentò ironico Albus, la voce carica di amarezza.
- Senti, amico, lei ha detto che è finita, okay? È così. Finita. Parola d’onore. – affermò Christopher con sicurezza.
- Beh, ti stavi facendo davvero onore, cinque minuti fa. Il tuo concetto di onore dev’essere molto elastico. – obiettò il più piccolo, per poi girare i tacchi e andarsene.
Sulla porta incontrò William, che probabilmente lo stava aspettando.
- Scusa, Zabini, non è aria. Fammi passare.
- Certo, Albus – mormorò trafelato spostandosi dall’uscio. – Volevo solo farti sapere che so cosa si prova a vedere la persona che ami con un’altra.
Il ragazzo si girò verso di lui. – Cos... ti piace Daphne? (NdA: lo so, Albus è un idiota. Fateci l’abitudine.)
L’altro scosse la testa.
- Aspetta, tu sei...
- Sì. – affermò Will risolutamente.
- Beh, abbiamo avuto modo di appurare che Chris è eterosessuale. – Per l’Angelo, la finezza di Albus sorprende sempre.
- Ho passato sette anni in dormitorio con lui, non c’era notte che non mi parlasse delle sue conquiste. A questo punto, non credo che si accorgerà di me. – raccontò secco il ragazzo.
- Mi dispiace davvero per te, Will; ora però devo veramente andare, ciao! – Il ragazzo lo osservò schizzare via e rientrò in casa.
****
- Quindi lei stava con Chris e te assieme? Alby, ti avevo detto di non fidarti dei Malfoy...
- Ehi, con questo cosa vorresti dire, Rosalie?
- Riformulo: “Alby, ti avevo detto di non fidarti delle ragazze Malfoy.” Va meglio, ora, Scorpius?
- Alla perfezione, tesoro.
Rose Weasley, con Scorpius Malfoy a seguito, aveva praticamente colonizzato casa Potter. In quel momento, seduta a gambe incrociate sul pavimento della camera da letto di Albus, stava analizzando “la situazione complicata in cui il cugino e Daphne versavano”.
- Maaaa... quindi, Will ha detto di essere gay? – chiese Scorp, ansioso di sapere se al cugino piacesse davvero un ragazzo.
- Ehm... sì? – Albus non capiva perché Scorpius si fosse sorpreso tanto. Per come lo vedeva lui, la cosa più strana era che a William (che era un tipo piuttosto calmo) piacesse la personalità... esplosiva (*l’autrice si prende un momento per piangere Primrose Everdeen*[ebbene sì, a me stava simpatica]) di Chris.
- Io e Lily avevamo capito subito che si piacevano. Quella mi deve 30 centesimi! – lagnò Rose.
- In teoria, lui non piace a Nott... – le fece notare Albus.
- Dettagli. Sono solo meri, meri dettagli. – disse lei senza ammettere repliche.
- Ehm... okay? – azzardò il cugino.
Scorpius, nel frattempo, controllava il telefono. La madre diceva di tornare a casa subito, e che non poteva colonizzare la casa del suo migliore amico (cosa che, in effetti, il ragazzo aveva fatto). Si alzò.
- Scusate, io devo andare. Anche se non credo che riuscirò a reggere quelle due.
La sua ragazza si alzò da terra e gli stampò un bacio sulle labbra.
- Sopravvivrai – gli sussurrò all’orecchio. – E poi, domani ti aspettiamo qui.
- Ehi, Scorp, se vedi Lorcan chiedigli di passare, ok? Devo parlargli. – gli chiese Albus, sapendo che l’amico adesso abitava nella zona di Rolf Scamander, il padre di Lorcan, appunto.
- Va bene; ora vado, però, altrimenti mi ammazzano veramente. Ciao! – baciò Rose (“Se dovete fare i piccioncini innamorati, evitate di farlo in camera mia!”) e uscì.
****
Scorpius, Daphne e Astoria avevano lasciato il Manor. Si erano trasferiti in un appartamentino al centro di Londra grande un m2 e uno sputo, in attesa di ri-trasferirsi nella villa di Theodore Nott.
Chris gli era simpatico, ma il fatto che stesse con sua sorella, specialmente mentre la suddetta era fidanzata, era... disgustoso! E non lo diceva solo perché era geloso della sorella.
A Nott piaceva vivere la vita giorno per giorno e sperimentare nuove cose, in senso sia positivo che negativo. Lui era un cattivo ragazzo, ma anche un buon amico; era simile a William, ma se quest’ultimo conservava un po’ di buonsenso, Christopher non sapeva neanche cosa fosse. In una parola, era... Spericolato.
Non certo il tipo di ragazzo che Scorpius pensava potesse piacere alla sorella.
Il ragazzo era sul pianerottolo di casa, quando dall’appartamento di fronte uscì Lorcan Scamandro.
- Ciao – disse.
- Ehi, Lorcan, Albus mi ha detto che vuole parlarti. Passi da lui? – chiese l’altro.
- Ehm... Okay, grazie per avermelo detto.
- Di niente. Ci vediamo! – lo salutò Scorpius entrando in casa.
Nel salotto la tensione si poteva tagliare con un coltello. La madre era seduta compostamente sul divano, accanto al padre. Daphne era tesissima, pallida e sembrava voler scomparire, seduta su una poltroncina nera. Scorpius andò a prendere posto su un’altra poltroncina, stravaccandosi comodamente.
- Ehilà, che succede? – chiese.
La madre lo fulminò con lo sguardo.
- Tua sorella – rispose. – È stata denunciata per furto.











NdA: Ciao!
Allora, che ne pensate? Sono stata veloce ad aggiornare, eh? (Si intende veloce in una scala in cui ‘veloce’ significa ‘due mesi’)
Sì, lo so, questo capitolo è molto di passaggio, ma mi serviva per inquadrare certi aspetti dei personaggi che poi mi verranno utili.
Allora, volevo dirvi che, in seguito ad una recensione in cui mi dicevano di sistemare l’HTML nei primi capitoli, li ho riletti e sistemati graficamente, per quello che mi riesce. Pensavo che, dopo aver finito la storia, la dovrei rivedere e correggere ripostandola, e magari cancellando questa ‘brutta copia’. Fatemi sapere che ne pensate nelle recensioni!
Ah, inoltre, pensavo che vorrei dedicarmi ad una OS su come Daph è stata denunciata, per cui forse non aggiornerò per un po’ questa storia (come se la aggiornassi spesso). Anche qui, ditemi che ne pensate con una recensione. Non fanno male, sapete?
E questo è tutto!
Ci vediamo (Sentiamo? Leggiamo?),
Herm.



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Christine Malfoy

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Hugo Weasley

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Alice Paciock






Ehi! Pensavate che me ne sarei andata così?
Col cavolo!
Per la prima volta, vi scrivo degli sneak peek sul nuovo capitolo, uno per ogni POV: leggete e commentate!



- Senti, Alice, vorrei chiederti una cosa... – mormorò la rossa, a occhi bassi.
- Che c’è? Riguarda quell’idiota di mio fratello? – chiese l’altra, allegramente.
- No. Secondo te... io sono cambiata, da quando sto con lui?
- Oh, puoi giurarci. E no, non in meglio.
****
- Non mi dirai mai la verità, vero? – chiese il biondo.
- Non posso dirlo, ho fatto un voto infrangibile. – rispose la bruna.
- Mostrami i tuoi ricordi, allora. – propose lui, timidamente.
[...] - Daphne, tu sai che se questo viene fuori, tu potresti essere arrestata, vero?
- Certo, ecco perché nessuno lo saprà mai... Oblivion. – sussurrò.
****
- Senti, papà... che è successo davvero ai genitori di Roxanne?
- Vuoi sapere la verità? La vuoi sapere? – gridò Harry. – Sono morti. Morti, Albus! Ora vattene, piccolo Sherlock. O non risponderò di me.


Piaciuti? Non avete capito niente? Tranquilli, neanche io.
Naaah, ovviamente scherzo. Spero vi siano piaciuti e che vi abbiano incuriosito.
Ciaoooooooo!
Herm.

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Capitolo 12
*** Cosa sta succedendo? ***


Alice si svegliò alle due del mattino, gridando in preda al panico.
Ora condivideva la stanza col fratello, e non doveva preoccuparsi di attraversare il lungo corridoio che la separava dalla propria stanza alla sua, per raggiungerlo quando aveva una visione.
Lorcan, che aveva comunque passato una notte in bianco, si alzò immediatamente dal letto e percorse la breve distanza che lo separava dalla sorella, per poi sedersi accanto a lei sul suo letto.
- L-Lily – disse, tremando. – Continuo a sognare Lily che mi guarda, poi a un certo punto c’è come un luccichio, e dopo si fa tutto buio e cado; poi sogno di essere Roxanne, al San Mungo, e vedo cose orribili, poi qualcosa striscia sopra di me e mi mozza il fiato. I-in quel momento mi sveglio.
- Vieni – le sussurrò gentilmente il fratello – Andiamo di sotto.

Una volta seduti al tavolo della cucina, Alice con una tazza di camomilla tra le mani, Lorcan si fece spiegare dettagliatamente il sogno.
- ... E poi mi sono svegliata. Lorcan, promettimi una cosa. – disse la ragazza, una volta finito il racconto.
- Cosa?
- Non lasciarla mai da sola. Lily, intendo. Assicurati che sia sempre con qualcuno che possa proteggerla, quando tu non puoi. Nel bene o nel male, sento che lei ha un ruolo importante in questa storia. – Alice era serissima, al punto da spaventare Lorcan e anche un’altra persona, che stava origliando.
- Questa storia è profondamente inquietante. – mormorò Fred, da dietro lo stipite della porta.
Sfortunatamente, i due fratelli lo sentirono.
- Frederick James II! Ci stavi spiando, forse? – sibilò la ragazza, che era poco più piccola del suddetto ma riusciva comunque a mettergli una paura pazzesca.
Il ragazzo viveva lì da un po’ di tempo, ormai, da quando i suoi genitori erano stati rapiti da quegli uomini che si facevano chiamare Mangiamorte e Roxanne mandata al San Mungo in terapia intensiva per via del trauma subito.
- Io? Certo che sì! È mia sorella quella ricoverata al San Mungo, è mia sorella quella che vi ha detto dei Mangiamorte! Ed è sempre mia sorella quella che... – aggiunse abbassando la voce; non si era accorto di essersi quasi messo a gridare.
- Che... Cosa? – chiese la coetanea, incuriosita.
- Quella cosa che sentivi... strisciare, mentre eri Roxanne... sembrava un serpente?
- Ehm... sì! C’era anche una voce, che sussurrava qualcosa in una lingua oscura. Sembrava come il mordoriano del Signore degli Anelli, per intender...
La ragazza non fece in tempo a finire la frase che il telefonino di Fred squillò.
- Sì?
- Lei è Fred Weasley, fratello di Roxanne Weasley e figlio di George e Angelina Weasley? – chiese una voce simile a quelle delle segreterie telefoniche.
- Sì, sì, sono io; che c’è di importante? – rispose, con tutta l’arroganza che può avere un tredicenne.
- La chiamo da parte dell’ospedale San Mungo. Sua sorella... è stata morsa da un serpente.


Si precipitarono all’ospedale, lasciando un biglietto a Luna e Neville. Solo appena arrivarono alla sala d’attesa pensarono di avvertire qualcuno.
La scelta ricadde sulla famiglia Potter e Weasley-Granger, vale a dire gli zii Harry, Ron, Hermione e Ginny e poi Al, James, Lily, Rose e Hugo.
Dominique, la portinaia della famiglia, era già lì. Non è dato sapere come facesse a intercettare le notizie così velocemente.
- Dom! Come fai a essere qua se non ti abbiamo neanche avvisato?
- Ho avuto un brutto presentimento. Pensavo di fare bene a venire.
- Oh. Sì, hai fatto benissimo a venire qui, l’hai già vista?
- No, non mi hanno fatto entrare sebbene continuassi a dirgli di essere una parente. Ce n’est pas ammissible! – Si mise a borbottare maledizioni in francese.

Gli altri arrivarono un paio di minuti dopo, abbastanza sfatti e con l’onnipresente Malfoy al seguito.
- Ancora lui? Ma perché ce l’avete sempre appresso? Che è, un cane? – obiettò Fred.
- Pensavamo che fosse bene portarlo con noi. Voleva venire anche Daphne, ma poi...
- Non voglio più vederla. Ecco perché non è venuta. – completò Albus per Rose.
- Sì, non si può dire che vi siate lasciati bene. Lei insiste comunque nel voler venire. – Scorpius era al telefono, stava parlando con la sorella maggiore.
- Che venga, allora. Ma non provi a parlarmi. – Albus si voltò e andò nel giardino dell’edificio, seguito da Rose e Scorp.
Lily provò a raggiungerli, ma non appena si accorse che non la volevano attorno cambiò direzione. Si voltò verso Alice e le indicò una panchina che era nei pressi di una albero, come per invitarla a raggiungerla.
Si sedettero strette l’una all’altra.
- Senti, Alice, vorrei chiederti una cosa... – mormorò la rossa, a occhi bassi.
- Che c’è? Riguarda quell’idiota di mio fratello? – chiese l’altra, allegramente.
- No. Secondo te... io sono cambiata, da quando sto con lui?
- Oh, puoi giurarci. E no, non in meglio.
- Dovrei lasciarlo? – le chiese.
- No! – quasi gridò lei. Poi si ricordò l’ora e il luogo in cui si trovarono.
- Voglio dire, no. Magari riesci a migliorarlo. Tu sei l’unica persona a cui tiene davvero dalla morte di Lysander. – ripeté, a voce più bassa.
- Io non voglio abbandonarlo. Non voglio che rimanga ferito come Albus con Daphne.
- Solo una cosa: ritorna normale. Non voglio un’amica snob e... VIP come Chris.
Lily stava per mettersi a piangere. Alice non ne capiva il motivo.
- Posso dirti un segreto?
- Fai pure. – rispose Alice, interrogativa.
- Sai che Daph è stata denunciata?
- Sì, l’ho sentito... Perché?
- C’ero anche io con lei. Lorcan mi ha portato via insieme a lui, per non farci beccare.
****
Albus stava uscendo dall’ospedale.
Erano le quattro, ed avevano aspettato circa due ore prima di poter vedere la cugina, per poi scoprire che non era successo niente di grave. Che presa in giro.
Così, ora stava tornando a casa da solo. Rose e Scorpius dovevano tornare nelle rispettive abitazioni.
Il ragazzo teneva lo sguardo per terra, il cappuccio della felpa nera alzato a coprirgli la testa; pioveva.
A qualche metro di distanza da lui, la ragazza che stava disperatamente cercando di ignorare; quel giorno lui e Daphne facevano la stessa strada.
- Albus...
- Non. Parlare. – le intimò lui senza guardarla, con gli occhi color smeraldo lucidi. Il modo in cui lei pronunciava il suo nome gli era piaciuto sin dal primo giorno che l’aveva vista.
Era sul treno, il primo viaggio verso Hogwarts, e stava cercando uno scompartimento libero con Rosie.
Un bambino della sua età, biondo dagli occhi grigi, sedeva in uno scompartimento vuoto con una ragazzina più grande di forse un anno, con i capelli scuri e grandi occhi castani. L’avevano colpito fin da subito, quegli occhi.
- Scusate, posso sedermi? Non c’è posto da nessun’altra parte, e io e Rose non sappiamo dove andare.
- Certo che potete! Io sono Scorpius, e lei è Daphne. Voi chi siete? – aveva chiesto il biondo.
- Scorp, lei è Rosalie Weasley. E lui è... Albus Severus Potter, se non sbaglio. Mio padre dice che sei uguale a tuo padre. – aveva detto Daphne.
- Chiamami pure Al – le aveva risposto lui.
Così, Albus e Rose erano entrati, ed avevano passato un pomeriggio di chiacchere e risate insieme a quei ragazzi, Scorpius e Daphne Malfoy.
- In che casa volete essere Smistati, voi? – aveva chiesto Daphne a un certo punto, mentre scartava una Cioccorana. – Io sono una Corvonero, è il mio secondo anno.
- Io vorrei essere un Grifondoro, e anche Rosie, penso. Giusto? – aveva risposto il bambino con gli occhi verdi.
La cugina assentì.
- Anche a me piacerebbe essere Grifondoro, ma devo tenere alto l’onore della famiglia ed andare a Serpeverde. – sospirò il biondo, rassegnato.
- Ma non è giusto! – sbottò Rose, indignata. – Dovresti andare nella Casa che vuoi, e non dove ti obbligano ad andare.
- Grazie – aveva detto lui arrossendo leggermente. – In effetti, a chi importa? Me ne andrò in Grifondoro, punto. E se mamma e papà non saranno contenti, peggio per loro.
In effetti, i tre ragazzini erano stati tutti e tre Smistati in Grifondoro.
Albus tornò bruscamente al presente.
- Senti, spiegami una cosa. – disse a Daphne, voltandosi verso di lei. – Perché ti sei messa con me, se stavi già con lui?
- Io... io non lo amavo, e lui non amava me. Era solo per divertirsi, una specie di strappo alle regole quando la vita si faceva troppo stressante. Ma da quando mi sono messa con te, non ho più sentito il bisogno di cercare Christopher. Questo perché io ti amo, Al Potter. Mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto, e conoscendoti ho capito che mi stavo innamorando di te. E sappi che, se mai dovessi perdonarmi... non ti tradirei più. Mai più.
Albus era stato ad ascoltare questa spiegazione con un sorrisetto sulle labbra.
- Ti amo anche io, Daphne. L’ho sempre fatto.
- Quindi stiamo di nuovo insieme, no? – chiese lei.
- Ah, non lo so. Giudica tu; le persone che stanno insieme fanno questo?
E la baciò. Si baciarono a lungo, consapevoli di essere in mezzo alla strada, ma incuranti di ciò. In quel bacio c’erano tutte le cose che non si erano detti, tutto il loro amore, tutto. Semplicemente tutto.
Albus entrò in casa totalmente fradicio, e salì subito in camera sua per cambiarsi.
Una volta indossati un vecchio paio di jeans strappati e una T-shirt nera, scese in soggiorno; trovò Lily sdraiata supina sul divano a dormire.
Aveva la testa appoggiata sul bracciolo e gli occhi chiusi; i capelli, ritornati del loro solito rosso-arancio, erano sparpagliati attorno alla sua testa in lunghi riccioli.
Al sorrise alla vista della sorellina che dormiva, così fragile... Nonostante tutto quello che stava succedendo, era pur sempre una quattordicenne, anche piuttosto piccola per la sua età.
Il più grande le si avvicinò silenziosamente. Prese una coperta da una poltrona e la sistemò sul corpo della più piccola.
- Sogni d’oro, sorellina. – sussurrò, stampandole un bacio sulla fronte.
Poi tornò di sopra e bussò alla porta dello studio di suo padre. Sapeva che non stava dormendo, non lo faceva da settimane, ormai.
- Albus? Entra, che c’è? – chiese il padre, seduto alla scrivania con la testa tra le mani.
- Volevo farti una domanda. – disse il ragazzo, cautamente. Ultimamente il padre era diventato più irascibile e incline alla violenza, e suo figlio se ne chiedeva spesso il perché. Ma non fu quella la domanda che pose.
- Ossia? – chiese l’altro, con la voce che tradiva l’impazienza.
- Senti, papà... che è successo davvero ai genitori di Roxanne?
- Vuoi sapere la verità? La vuoi sapere? – gridò Harry. – Sono morti. Morti, Albus!
- Ma non è possibile che George e Angelina siano morti. Loro... loro erano fantastici. Una leggenda.
- Ci stiamo indagando da un po’ di tempo. Ora, per favore, vattene, piccolo Sherlock. O non risponderò di me. – La voce le padre era pericolosamente tesa.
Mentre usciva dallo studio, il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi quando e come avesse fatto la sua vita a diventare così assurda e complicata.
****
Scorpius e Rose erano tornati nelle rispettive case, ma in quella del ragazzo non c’era ancora nessuno: la madre era andata dai Nott, Christine era in discoteca dalle dieci della sera prima, ma Daphne non si sapeva che fine avesse fatto.
Scorp si sdraiò sul divanetto del soggiorno, aspettando che la maggiore tornasse a casa.
Quando la ragazza rientrò, aveva un sorriso stampato sul volto e le guance arrossate.
- Che è successo di così bello? – chiese il fratello, sollevando lo sguardo dal libro che stava leggendo.
- Oh, mi sono solo... riappacificata con Albus. – spiegò l’altra, arrossendo ancora di più e ridacchiando.
- Oh, ho visto. Ha modificato il suo stato Whatsapp in “Grazie di esistere. Ti amo” con un cuore. Direi che più che riappacificarvi vi siete...
- Davvero l’ha fatto? Oh, che cosa dolce! Vado subito a cambiare anche il mio! – lo interruppe Daphne, col telefono in mano.
- Puah. – disse Scorpius disgustato. –Perché dovete essere così dannatamente sdolcinati? Io e Rosie non facciamo così.
- Oh, sì che lo fate! Siete anche peggio di noi... – lo contraddisse Daphne.
Scorpius rise.
- Senti, Daph, volevo che mi parlassi di ciò che è successo tre giorni fa. – Naturalmente, il fratello alludeva alla denuncia che la ragazza aveva ricevuto esattamente tre giorni prima e che, però, era stata misteriosamente ritirata.
- Non so perché la denuncia sia stata ritirata e non voglio saperlo. Fine della storia. – disse lei, tornando seria.
- Io non mi riferivo a quello. Mi stavo chiedendo il perché della tua denuncia; cosa hai fatto, ecco.
- No. No, no e ancora no.
- Non mi dirai mai la verità, vero? – chiese il biondo.
- Non posso dirlo, ho fatto un voto infrangibile. – rispose la bruna.
- Mostrami i tuoi ricordi, allora. – propose lui, timidamente.
- Va bene. Vieni con me.
Lo guidò in camera sua, dove un Pensatoio pieno di fili argentati troneggiava sulla scrivania.
Ne estrasse uno da una provetta e lo mise lì dentro. Poi si spostò per far sì che il fratello potesse vedere.

- Daphne, tu sai che se questo viene fuori, tu potresti essere arrestata, vero?
- Certo, ecco perché nessuno lo saprà mai... Oblivion. – sussurrò.












NdA:
Ciao, ragazzi! Come va? Tutto a posto con la scuola? Io sono stata sommersa di compiti, a cui si aggiungevano man mano i miei impegni pomeridiani, le foto di Tom Felton e Matthew Daddario, un racconto da scrivere per un concorso di scrittura di classe (hanno scelto me! Capite? Me! Beh, me, hermioneron100- troppo spam? Naaaaah- e il nostro migliore amico), i libri nuovi su cui fangirlare...
Insomma, niente. Le solite cose.
Non penso di avere altro da dire, tranne che ho completato la storia spin-off di questa, che parla di ‘ciò che accadde davvero quella notte’, e se volete posso pubblicarla.
Recensite!
Byeeee!






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