Doragon no Satsugai-sha

di Valerie Leyl Alekxandre
(/viewuser.php?uid=804572)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Cacciatrice di Draghi ***
Capitolo 2: *** After 13 years ***
Capitolo 3: *** Il labirinto verde ***
Capitolo 4: *** Questions ***



Capitolo 1
*** La Cacciatrice di Draghi ***


“L’ennesimo attacco.. come potremmo sopravvivere in un mondo che sta cadendo a pezzi? Nessuno lo sa”.
-Correte!- eccoli, volano sopra le persone, spaventandole a morte, sghignazzando come dei pazzi, vogliosi di uccidere.
 “I suoi seguaci attaccano ogni giorno i nostri villaggi, derubandoci, schiavizzandoci, uccidendoci.. perché? Non lo sappiamo nemmeno noi”.
Urla, di bambini, di persone che cercano di scappare, riecheggiano nel villaggio, c’è solo fuoco, nell’oscurità della notte, c’è solo la morte di gente innocente –Mamma! Dove sei?- urlava un bambino in mezzo alle fiamme mentre piangeva tutto rannicchiato, tossendo.
“Come possiamo andare avanti? Subendo? Perdendo ciò che ci è più caro al mondo? E dopo averlo perso? Come si può continuare a vivere? C’è una sola risposta a questa domanda, con la vendetta. Perché? Perché è l’unica cosa che ti dà una ragione per continuare a vivere. Come faccio a saperlo? Semplice, i dominatori mi hanno tolto ciò che avevo di più caro al mondo, hanno ucciso la persona più importante della mia vita”.
-Mamma!- il bambino continuava a chiamare la sua mamma, ma sapeva che la sua mamma non sarebbe arrivata, non lo avrebbe più abbracciato, non lo avrebbe più sgridato quando avrebbe fatto qualche marachella, lei non c’era più, l’ha vista scomparire davanti ai suoi occhi, rapita da loro -Mamma!- urlò un ultima volta, quando vide un palo della lanterna, tutto bruciante, in procinto di cadere addosso a lui.
Chiuse gli occhi, avrebbe voluto vedere un ultima volta la sua mamma, prima di rimanere schiacciato da un palo di legno, ciò non avvenne, il bambino fu preso e portato via, da quel luogo di fiamme e morte.
-Tutto bene?- chiese una voce.
Il bambino continuava a piangere, nonostante gli occhi fossero chiusi, era scosso da continui singhiozzi, le mani agli occhi nel tentativo di non far scorrere le lacrime sulle sue piccole gote nere, sporcate dal fumo e dalla cenere.
-La..  mia.. mamma..- disse mentre veniva interrotto dai continui singhiozzi.
-Non ti preoccupare, la tua mamma starà sicuramente bene- disse la voce, con tono dolce, mentre gli appoggiava la mano sul capo e con l’altra gli toglieva le mani dal viso, accarezzandolo.
Il bambino aprì gli occhi, guardando la figura che gli stava inginocchiata davanti, per colpa delle lacrime agli occhi, la sua vista era appannata, e il fumo non aiutava di certo, riusciva solo a distinguere i lunghi capelli biondi che riflettevano le luci delle fiamme che circondava entrambi.
La ragazza lo abbracciò cercando di infondergli calore, non quello stesso calore che producevano quelle fiamme, ma un calore che trasmetteva affetto, conforto, riuscendo a tranquillizzare il piccolo.
Delle risate interruppero quel piacevole contatto –Vieni- disse la ragazza prendendolo per mano e trascinandolo in una corsa in mezzo alle fiamme e ai resti delle case –Corri!- intimò la ragazza accelerando, ma quando sentì che il bimbo non ce la faceva a correre più velocemente, si fermò e lo fece salire sulla sua schiena scostando le sue armi, rincominciando a correre più velocemente di prima.
-Eccoli!- un uomo urlò scatenando il terrore nell’animo del piccolo, che cominciò a stringersi ancora di più alla bionda.
Una vampata di fuoco mancò la ragazza, che continuava a correre con ancora il bambino sulla schiena, ma correre, man mano che andava avanti, diventava sempre più difficile, i resti delle case rendevano quasi impossibile la corsa.
Un’altra vampata, ma questa fece arrestare la corsa della ragazza, poiché si ritrovò davanti un gruppo di uomini tra cui alcuni a terra ed uno sopra la propria bestia.
-Hai finito di scappare.. Satsugai-sha (N.d.A. vuol dire “cacciatrice” in giapponese)- ghignò l’uomo in groppa alla bestia, la quale stava alla destra del gruppo di uomini.
La ragazza sorrise –Uh.. ma davvero?- chiese con finta innocenza la biondina sorridendo sarcastica.
L’uomo smise di ghignare, il volto divenne serio, a sua volta anche la sua tonalità di voce –Sei sola, non puoi scappare, non hai via d’uscita- disse.
-Vuol dire che la via d’uscita me la farò da sola- la ragazza poggiò a terra il bambino, tirò fuori una frusta, la quale dopo averla schioccata prese ad esser circondata da due luci, una gialla e una blu che circondavano la lunga arma.
La schioccò nuovamente per poi rivolgere la parola al bambino –Come ti chiami?- chiese sussurrando, ma in modo da farsi sentire dal piccolo.
-M-mi chiamo N-Natsu- rispose il bambino, capendo che la figura davanti a sé si stava rivolgendo a lui.
-Bene Natsu, bel nome, ti fidi di me?- chiese muovendo un passo verso gli uomini, che cominciarono a prendere le proprie armi, stringendole digrignando i denti, vogliosi di uccidere ancora.
-S-si- balbettò insicuro Natsu.
-Allora nasconditi e chiudi gli occhi, e qualunque cosa succeda non osare avvicinarti o ad allontanarti da lì- rispose, stavolta con un tono di voce più severo, ma con una punta di divertimento ad ingannare la sua serietà.
-V-va bene..- rispose il bambino correndo, per poi andarsi a nascondere dietro le macerie di una casa, chiudendo gli occhi subito dopo.
-Per-fe-tto- sussurrò schioccando la lingua –si comincia
Dopo di che il bambino sentì solo le urla degli uomini, il crepitare del fuoco, il rumore delle case che cadevano sfracellandosi al suolo, sentì i mugolii dei seguaci che cadevano subito dopo senza più emettere nessun suono.
-Tutto qui?- urlò la ragazza allargando le braccia nell’intento di mostrare gli uomini senza vita che aveva atterrato in pochi minuti.
L’uomo in groppa al suo animale digrignò i denti –Ti prendi gioco di noi piccola Satsugai-sha dei miei stivali?- cercò di mantenere la calma mentre parlava alla bionda.
-Io non sono una cacciatrice di stivali, caro - sghignazzò lei –Io sono una cacciatrice di bestie come te e di quelle che cavalchi tu- continuò sollevando in aria la frusta –io sono una Doragon no satsugai-sha!- urlò mentre si lanciò contro l’uomo, che a sua volta con un gesto fece muovere l’enorme bestione, facendogli sputare un getto di fuoco e lava, contro la ragazza.
La ragazza con un agile scatto, riuscì a saltare, ritrovandosi sopra l’enorme getto, e con la sua frusta si agganciò ad un corno del possente drago.
Il drago cominciò a scuotere l’enorme testa nel tentativo di togliersi la ragazza, mentre il Comandante della guarnigione dei saccheggiatori del villaggio rimase sulla groppa della bestia, guardando divertito la scena.
La ragazza approfittando dei movimenti del drago, si issò sul collo di lui, per poi cominciare a correre verso l’uomo.
Quest’ultimo si alzò in piedi, sfilando la sua spada dalla federa –Vuoi giocare.. beh, ti accontenterò- urlò lanciandosi contro di lei –fammi divertire!- aggiunse urlando, pronto a uccidere uno dei più grandi nemini del Regno del suo Signore.
La bionda ripose la frusta agganciandola alla sua cintura, per poi sguainare la sua spada, facendo scontrare subito dopo le due lame, creando scintille.
-Sono anni che aspettavo di catturarti- sussurrò l’uomo –e oggi ci riuscirò!- scontrarono di nuovo le due lame avvicinando i propri visi ad esse.
-Sei sicuro?- sorrise lei, quasi sul punto di ridere, facendo innervosire ancora di più lui.
Neanche il tempo di rispondere, per colpa di quelle parole, abbassò la concentrazione, per poi ritrovarsi a terra, poiché spintonato da lei.
-Ma che diavolo..!?- si ritrovò a dire il Comandante.
-Bye bye!- disse la ragazza, dopo aver infilzato la lama sotto la gola del drago, dove non vi erano le squame, facendolo accasciare a terra, riconoscendo la ragazza come suo superiore*–hai scelto la persona sbagliata a cui legarti- sussurrò la ragazza, scendendo dall’immenso corpo, per poi poggiare la mano sul muso della bestia –tamashii wa shinanai yoo ni, watashi no hikari aa, kare no karada o hakai shi, seikatsu no sekai ni modotte kara sorera o fusegu!**- urlò la ragazza avvolgendo il drago con una forte luce, facendo chiudere gli occhi al Comandante.
Il corpo dell’animale si frantumò in polvere che volò via, soffiato dal vento, nascondendosi tra le macerie, il fumo e le fiamme.
-Maledetta!- il Comandante si alzò in piedi per pronunciare una maledizione alla bionda, ma fu colto da un improvviso malore.
-Non potrai più muoverti per diverse ore, il tuo legame è stato spezzato, lui è morto- disse la ragazza riprendendo la sua spada e riponendola nel fodero, mentre l’uomo cadeva in ginocchio con una smorfia di dolore in volto.
Detto questo, la ragazza si incamminò, cercando di non passare sopra i cadaveri degli uomini che aveva ucciso poco prima, raggiungendo il piccolo, prendendolo poi in braccio.
-Ora ti porto al campo dei fuggiaschi, sicuramente troverai qualcuno del tuo villaggio- disse la bionda.
Il bimbo annuì, per poi abbracciare la ragazza –Sei davvero la famosa Cacciatrice di Draghi?- chiese lui, stringendosi a lei, quest’ultima annuì continuando a camminare, oramai fuori dal villaggio, in cenere.
-Non hai un nome?- chiese curioso.
-Non ce l’ho più- sospirò pesantemente la ragazza, per quale motivo stava parlando ad un bambino?
-Posso dartelo io un nome?- chiese il bambino sorridendo.
-Sentiamo- rispose divertita la ragazza.
-Lucy- la ragazza si arrestò, puntando il suo sguardo perso nel vuoto.
-Perché..?- chiese la ragazza senza cambiare espressione.
-I tuoi capelli.. mi danno l’idea della luce- disse Natsu arrossito un poco, nascondendo ancora di più il viso tra i lunghi capelli della ragazza.
-Ah..- si lasciò sfuggire la bionda –comunque chiamami Satsugai-sha- riprese a camminare lei, rispondendo freddamente, colpendo il piccolo nell’animo –non ti preoccupare, siamo quasi arrivati- disse lei sviando la preoccupazione nel piccolo cuoricino del bimbo.
Quando arrivarono, una bambina albina con i capelli corti corse incontro ai due –Natsu!- urlò evidentemente sollevata e felice.
-Lisanna?- chiese il bambino incredulo –Come hai fatto a scappare?- chiese il bambino, ancora tutto nero, mentre scendeva dalle braccia della ragazza.
-È stato grazie a lei- indicò con un dito la ragazza, dopo aver abbracciato il piccoletto con i capelli sporchi di cenere, la quale non permetteva di vederne il colore.
La ragazza sorrise ai due, leggermente imbarazzata, mentre la bambina continuò il suo discorso –Dopo avermi salvata le ho chiesto di mandarti a cercare- disse timidamente arrossendo.
-È stato un piacere- rispose la bionda poggiando le sue mani sui capi dei due bambini per poi scompigliare a loro i capelli.
Dalla testa del bambino fuoriuscì così tanta cenere che sporcò tutta la mano della ragazza, scoprendo il reale colore di pelli del bambino.
-Ti donano sai?- disse la ragazza cominciando a dirigersi verso le tende.
-Eh?- rispose il bambino, non avendo capito a cosa si stava riferendo la ragazza.
-Hai un buffo colore di capelli sai? Li hai tinti?- disse la ragazza alzando il tono di voce, poiché si stava allontanando, prendendo a sorridere, sapeva che quel colore era del tutto naturale, ma voleva tirarlo su di morale.
-Non li ho tinti!- urlò il bambino, offeso.
La ragazza alzò il braccio in segno che lo aveva sentito, per poi entrare in una tenda nera. Il bambino si girò verso la sua amica che rideva per la breve scenata del suo amichetto, lui si rese conto guardando l’albina, che doveva ringraziare Satsugai-sha, gli aveva permesso di continuare a vivere, in qualche modo non gli ha fatto più pensare alla mamma, ed infine grazie al suo aiuto è riuscito a rallegrare la sua migliore amica, che a sua volta venne contagiato dalla sua risata.
Dopo esser entrata, la cacciatrice, si sedette su una sedia di legno, togliendosi il cinturone che teneva tutte le sue armi, tra cui lame, una spada, la frusta e borselli, poggiandoli su un tavolino, anch’esso di legno.
-Devo ripartire all’alba- sospirò –non posso perdere altro tempo- si disse a bassa voce, per poi rialzarsi sedendosi sul piccolo letto –ancora qualche ora e si riparte!- disse stavolta alzando un poco la voce, togliendosi gli alti stivali neri, per poi sdraiarsi –ho poche ore per riposarmi, devo approfittarne- aggiunse prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
Erano anni che viaggiava in solitudine, appunto per non soffrire più, per non sentirsi morire quando prima o poi le persone a cui teneva venivano uccise una dopo l’altra, era stanca, non poteva più sopportare quel dolore.
Si chiuse in sé stessa, si limitava a uccidere come una macchina da guerra, i dominatori di draghi e i draghi stessi.
I draghi, dopo la Grande Rivolta, sono diventati i nemici giurati della razza umana, o meglio dire di quello che ne rimaneva.
Continuavano ad attaccare il regno, uccidendo migliaia di persone con un solo ruggito o battito d’ali, erano il terrore di tutti.
Ma da quando il nuovo re, esiliato subito dopo dal popolo per le sue tirannie, si alleò con i draghi, rendendo la vita impossibile a tutti gli esseri viventi, aveva scatenato una guerra a senso unico, riprendendo il potere sul regno.
I draghi creavano legami con gli umani, cedendo loro parte del loro essere, del loro cuore, della loro magia quando le loro uova si schiudevano o quando i draghi sentivano di doversi legare ad un umano anche dopo anni, secoli dalla loro nascita.
Al mondo si conosceva l’esistenza dei draghi mistici o anche detti i draghi della generazione primordiale o semplicemente chiamati draghi di classe A, draghi in grado non solo a utilizzare ogni tipo di incantesimo, grazie al loro enorme potere, di mutare la loro forma in qualunque cosa essi volevano.
Poi vi erano i draghi di classe B, draghi in grado anch’egli di mutare forma e utilizzare incantesimi, ma non ne possedevano una forma umana e i loro incantesimi erano limitati a pochi elementi.
Dopo di che i draghi di classe C, draghi come quello che la ragazza aveva ucciso poche ore prima, draghi in grado di utilizzare un solo elemento, perciò gli incantesimi erano ancora più limitati, e non avevano le capacità di muta-forma, questi erano i più diffusi, a differenza dei draghi di classe A, che si ritenevano tutti scomparsi, tranne uno, Acnologia.
Un esplosione fece svegliare la ragazza di soprassalto, lei si alzò e corse al limitare della tenda, sbirciando fuori, rimanendo pietrificata.
“Ci hanno scoperti.. com’è possibile? Ho innalzato una barriera magica in grado di essere invisibile ai suoi seguaci e loro ci hanno scoperti?” la ragazza rientrò prendendo i suoi cinturoni, si mise gli stivali, prese arco e frecce ed infine uno zaino, pieno di medicinali, provviste e coperte.
-Maledizione!- imprecò cominciando a correre tra la gente che cercava di scappare il più lontano possibile per sopravvivere all’attacco dei draghi.
La ragazza combatteva assieme ad altri uomini nel tentativo di tenere occupati i possenti draghi e i loro cavalieri, per far fuggire i superstiti.
-Un gruppo vada a est!- urlò la ragazza mentre poneva fine alle vite di diversi uomini con due spade, una nera e una bianca, macchiate entrambi di sangue.
La ragazza cominciò a cercare qualcuno tra le persone che ancora stavano scappando, continuava a girarsi intorno guardando tra le fiamme e le tende che crollavano, si sentiva a disagio, e perché? Per colpa di uno stupido bamboccio, ecco il suo errore, si era già legata a qualcuno senza rendersene conto.
-Maledizione!- urlò, dopo aver atterrato altri soldati.
-Come mai così agitata?- chiese una voce dietro la ragazza, quest’ultima ne riconobbe il proprietario.
-Ti sei già ripreso?- chiese la ragazza senza voltarsi, era sicura che lui fosse ancora abbastanza debole per combattere, era uno stupido se credeva di farla franca, stavolta non sarebbe stata clemente.
L’uomo non rispose, invece ghignò per poi tornare a parlare con tono serio –Cosa sei?- chiese lui.
La ragazza capì il motivo per cui lui le aveva chiesto “cosa sei?” invece di “chi sei?”, pensava che sarebbe rimasta inosservata, magari l’avrebbero scambiata per un umana che in passato si era legata a un drago, ma farsi riconoscere come Satsugai-sha era stato un altro errore -Non ti può minimamente interessare- disse la cacciatrice voltandosi, per poi pietrificarsi guardando nella direzione dell’uomo.
-Che c’è?- chiese con finto sarcasmo il Comandante –Come mai ora la tua spavalderia si è volatizzata?- chiese sorridendo malignamente.
-Sei un lurido bastardo, lo sai?- disse la ragazza riprendendo il controllo di sé, stringendo l’impugnatura delle due spade.
-Solo per questo moccioso?- chiese divertito l’uomo lanciando il ragazzino a terra, dandogli un calcio per svegliarlo, quest’ultimo tossì svegliandosi.
La ragazza fu invasa dalla rabbia –Combatti con me, lui è solo un moccioso- disse la ragazza senza far trasparire il suo stato d’animo.
“Stupido moccioso! Dovevi proprio farti catturare? Per di più da lui? Maledizione!” imprecò mentalmente stringendo ancora di più le due else delle due reciproche spade, contenendo la rabbia.
-Satsugai-sha!- urlò il ragazzino guardando la bionda, per poi essere calpestato dal Comandante –tu lasciami!- gridò rivolgendosi all’uomo.
-Lascialo, combatti con me- ripeté la ragazza prendendo un gran respiro, senza che il fumo la facesse tossire.
-Ma così non è divertente!- urlò euforico lui.
-Perché maltratti un moccioso invece di maltrattare me?- disse divertita la ragazza riprendendo tutta la sua spavalderia, facendo imbestialire lui, che smise di sorridere.
-Sai.. in questo momento mi risulta difficile maltrattare te..- disse rabbioso cercando di contenersi, lo stava solo prendendo in giro, lo stava deridendo della situazione in cui era, per colpa della stessa cacciatrice.
In quel momento la ragazza cominciò a sussurrare qualcosa, ma il fumo e la lontananza non permisero di farlo notare al nemico della cacciatrice.
-Sarà divertente torturare questo buffo ragazzino- disse lui prendendo il piccolo per i corti capelli, ma abbastanza lunghi per riuscire a prenderlo con una presa ferrea.
Il bambino cominciò ad urlare quando non resistette più, quella creatura spregevole lo stava torturando con un coltello, gli tagliava la pelle facendolo sanguinare.
-Potrei torturarlo con la lama o con la magia?- si domandava divertito, sotto lo sguardo furioso della bionda –ma dato che ho già cominciato a torturarlo con la lama, penso che ora sia il momento della magia.. non credi?- chiese con un ghigno che fece accapponare ancora di più quel che ne rimaneva della pelle del bimbo.
La ragazza smise solo in quel momento di sussurrare cominciando a guardare con occhi pieni di odio quell’essere spregevole.
Satsugai-sha cominciò a camminare verso i due, facendo smettere di ghignare il Comandante, il suo passo era deciso, inarrestabile non solo alle esplosioni che avvenivano nelle vicinanze, ma anche agli uomini che si lanciavano contro di lei, che prontamente uccideva con scatto felino.
-Credi che mi fermerai?- chiese la ragazza mentre continuava a camminare verso il suo interlocutore.
-Cosa?- chiese lui non capendo, smettendo di ferire il piccoletto.
-Pensi che mi fermerai ferendo quel ragazzino?- chiese alzando il tono di voce, facendo vacillare la sicurezza dell’uomo.
-Vuoi che lo uccida con una maledizione?!- esclamò lui comprendendo le intenzioni della cacciatrice.
Il bambino, semicosciente ascoltava la conversazione impaurito, lei voleva che morisse per mano di una maledizione? Allora perché lo aveva salvato? Aveva fatto finta di essere gentile e premurosa con lui? Se era così, a quale scopo?
-L..- il bambino fu interrotto dalla bionda.
-Natsu, non dire niente- disse lei con tono freddo, facendo rabbrividire il rosato –ti fidi di me?- chiese la ragazza, fermandosi, una volta giunta a due metri di distanza dai due, stavolta sorridendo.
Il ragazzino dai capelli rosa sorrise stancamente, chiuse gli occhi poco dopo aver visto scattare la ragazza verso di lui, per poi sentirsi cadere, poiché l’uomo lasciò la presa.
Due braccia delicate, ma al contempo forti, lo presero prima che toccasse suolo e lo poggiò a terra sussurrandogli –Natsu, questo non è un addio, guarisci, cresci e diventa forte- il ragazzino riaprì gli occhi guardandola –custodiscila sempre e non perderla- disse la ragazza porgendo un ciondolo d’orato a forma di goccia, glielo mise al collo, nascondendolo sotto la strana sciarpa bianca, che solo in quel momento si accorse con sgomento che era scaglie –nascondila e non farla vedere a nessuno, ora sono io che mi fido del ragazzino che mi ha ridato il mio vero nome- finito di parlare lei si rialzò guardando l’uomo che fino a poco prima teneva Natsu per i capelli.
-Cosa diavolo è successo! Come cazzo hai fatto?!- urlò il Comandante.
-Ti rispondo ad una sola domanda, caro- ghignò lei lanciandosi contro l’uomo, facendo scontrare le due lame e avvicinando il viso all’orecchio di lui –Quali creature conosci dall’aspetto non del tutto umano e praticante della magia?- chiese lei, allontanandosi subito dopo fermandosi per poi scuotere i lunghi capelli biondi, facendo intravedere all’uomo le orecchie a punta.
-Sei un..?- sussurrò lui incredulo, senza farsi sentire da nessuno, tranne che dalla satsugai-sha.
-Come siamo perspicaci, strano che tu non ti sia accorto che mentre tenevi il ragazzino io ti abbia lanciato un incantesimo in grado di arrestare i movimenti del corpo per una paio di secondi- lo interruppe la bionda sorridendo divertita.
-Tu?! È impossibile! Tu non puoi!- urlò l’uomo, mentre un forte vento si scatenava intorno ai due.
-Penso che allora sei proprio scemo, sono qui davanti a te- sbuffò la ragazza, preparandosi in posizione d’attacco con le sue due spade, uguali ma diverse –preparati a morire, il tuo tempo è scaduto- la cacciatrice di draghi lanciò contro l’uomo, scaraventandolo contro una tenda ancora in fiamme.
-Maledetta! Ti ucciderò!- una nube nera divorò la tenda, mentre il Comandante si rialzava in piedi, con il viso letteralmente oscurato, facendo intravedere solamente i suoi due occhi rossi, che richiamavano il sangue della creatura dai capelli biondi.
Lo scontro cominciò, i due ad ogni incontro creavano un enorme onda d’urto, che riusciva a distruggere qualunque cosa e scaraventare quello che ne rimaneva, per lunghe distanze.
Il bambino, guardava con occhi pieni di ammirazione la cacciatrice, finché non si sentì abbracciare da qualcuno, lui abbassò lo sguardo vedendo una testolina bianca, un po’ sporca di cenere.
-Natsu, sei vivo..- sussurrò l’albina singhiozzando felice.
-Lisanna- la chiamò lui ricambiando l’abbraccio.
-Andiamo via prima che ci catturino- disse la piccola aiutandolo ad alzarsi.
-No, devo rimanere con lei!- urlò il bambino contrario.
-Natsu! Non capisci che morirai?- urlò la bambina in lacrime, strattonandolo, siccome lui era ferito, le riuscì facile portarlo via, mentre il piccolo urlava per non andarsene, non voleva lasciare la cacciatrice, non poteva.
Anche una volta usciti dal campo, i due insieme ad altri profughi, riuscirono a sentire i continui scontri del duello che era in atto in quel momento, quando oramai erano lontani decine di chilometri, un enorme esplosione coinvolse l’intero campo, senza lasciarne traccia.
Al posto di quest’ultimo, vi era un enorme cratere dal raggio di quattro chilometri, partendo dal centro, in cui non vi era che il nulla, man mano che si andava avanti verso le estremità del cratere, vi erano diversi scheletri di draghi e uomini, alcuni corpi ancora interi, dei superstiti vicini all’estremità del cratere, salvati dal sacrificio dei loro draghi, ed infine, fuori dal cratere vi era solo un uomo, il Comandante, in fin di vita che guardava ridendo il cratere.
Il giorno dopo, l’esercito non era più nei paraggi, Natsu ne approfittò per andare a vedere, una volta curato nel nuovo campo.
Rimase pietrificato nel vedere il nulla più assoluto all’interno di quel buco, lungo e largo otto chilometri, cadde in ginocchio guardando il centro mentre le lacrime cominciarono a cadere.
Qualcosa che rifletteva la luce gli fece attirare l’attenzione, cominciò a scendere verso il centro di quello che ne rimaneva del campo, raggiungendolo.
Si abbassò guardando il piccolo foro al centro del cratere, qualcosa stava sporgendo dalla terra bruciata, cominciò a scavare, trovando poi un frammento di cristallo.
Ma quando il rosato lo toccò questo si frantumò, lasciandolo deluso.
La cacciatrice di draghi era scomparsa, nessuno la vide più da quel giorno, tutti pensavano che fosse stata coinvolta in quell’enorme esplosione, tranne lui.
Natsu credeva in lei, sapeva che un giorno l’avrebbe ritrovata, si sarebbero rincontrati, lui orami si fidava cecamente di Lucy.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*i draghi quando vengono morsi o feriti dal loro avversario sul collo, significava che dovevano sottomettersi al loro nemico, poiché questo era nettamente più forte.
**incantesimo: poiché l’anima non muore, oh mia luce, distruggi il suo corpo e impediscigli di ritornare nel mondo dei vivi!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Mi scuso con quelli che aspettavano l'aggiornamento della fiction di Bentornata figlia mia, ma non ho potuto scrivere il capitolo per colpa della scuola, ho solo fatto in tempo a scrivere questa mezza idea che mi è venuta mentre guardavo Dragon Trainer, il film che mi ha fatto innamorare dei draghi <3 . <3 Naturalmente prima che sapessi dell'esistenza del mio amato Natsu xD
Mi dispiace tantissimo, ma spero di riuscire a farmi perdonare con questa one-shot, secondo me un po' particolare ^^
Vi lascio così torno a studiare, spero di sentirvi in molti!
Magari questa estate mi metto a scriverne il continuo!
P.s. assolutamente non è una NaLi!!!! Io amo profondamente la NaLu!!!!!!!
Un bacione a tutti!
Mary

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** After 13 years ***


-Natsu!- una ragazza dai corti capelli albini gridava in mezzo alla foresta mentre con un braccio teneva attaccato ad un fianco un cesto di frutta e con l’altra mano cercava di farsi sentire dal ragazzo che lei stava cercando.
La ragazza sbuffò “Aaaah! Quando imparerà quello zuccone?” si chiese mentalmente per poi cominciare a camminare verso quello che rimaneva di un focolare.
-Uffa, ora devo accendere io il fuoco- sospirò sconsolata appoggiando la cesta a terra per poi andare a prendere dei legnetti per accendere la fiamma.
Quando ebbe raccolto un bel mucchio si incamminò di nuovo verso il suo piccolo accampamento rudimentale, ma un ruggito improvviso la fermò.
Cercava di fare meno rumore possibile, ma i battiti accelerati del suo cuore le rimbombavano addirittura fin nelle orecchie, agitandola ancora di più.
Gli alberi si muovevano mossi dal vento che cominciò a salire solo in quel momento, di solito a quell’ora cominciava a fare più freddo, e il freddo si portava sempre dietro un leggero venticello.
Il sole era quasi tramontato del tutto e il fatto che un drago la potesse attaccare al buio, la terrorizzava a morte soprattutto se Natsu non era lì con lei.
Ad un certo punto sentì dei rumori di passi dietro di lei, finché un fiato caldissimo non le scaldò il collo, qualcosa era dietro di lei, e lei stava letteralmente morendo dalla paura.
-Bu!- qualcuno le urlò all’orecchio facendole cadere dalle braccia quello che aveva raccolto, la ragazza si spaventò sentendo in seguito delle mani cingerle i fianchi e sollevarla in aria, mentre una risata a lei famigliare la tranquillizzava per poi farle scatenare un’impetuosa rabbia.
-Natsu!- urlò tra l’arrabbiata e l’esaurita -mettimi giù!- urlò poi cercando di dimenarsi per liberarsi dalla presa ferrea del ragazzo che aveva su di lei.
-Come vuoi!- disse lui ridendo lasciandola, facendola poi cadere a terra con un tonfo.
L’albina gonfiò le guance per poi alzarsi e scrollare la sua gonna dalla polvere guardando accigliata il ragazzo dai capelli rosa.
Dopo essersi ripulita si lanciò contro il rosato cominciando a battere i pugni sul petto di lui –Stupido mi hai spaventata a morte! Non lo fare mai più! Ho pensato per davvero di essermi imbattuta in drago!- continuava ad urlare mentre lo picchiava –Stupido!- urlò in continuazione finché non fu fermata dallo stesso ragazzo.
-Lisanna smettila- disse tra una risatina e l’altra stringendola a sé immobilizzandola così che lei non potesse più picchiarlo.
L’albina si imbarazzò talmente tanto da diventare rossa come il tramonto che in quel momento tingeva dei suoi mille colori caldi tutto il bosco.
-Ti sei spaventata solo per questo?- chiese poi facendo rimontare la rabbia in un baleno all’albina, che cominciò di nuovo a dimenarsi come una matta, mettendo in difficoltà Natsu.
-Sei uno stupido! Cretino! Ottuso! Insolente!- cominciò a dare una barca di nomi al rosato che continuò a ridere, cercando a fatica di far star ferma l’amica.
-Va bene, scusa, scusa- disse lui smettendo di tenerla tra le braccia per scombinarle i capelli con la mano, lei smise per poi allontanarsi da lui di un paio di passi, guardandolo gonfiando le guance.
Ormai quella scena si ripresentava quasi tutti i giorni, da quando loro due avevano cominciato a viaggiare insieme tredici anni prima, lui non smetteva mai di farle stupidi scherzi per spaventarla.
-Dai, ora andiamo- disse lui raccogliendo i legnetti alzandosi, rivelando solo dopo essersi alzato, una ferita al fianco, quest’ultimo scoperto per colpa di uno strappo al tessuto della maglietta blu che indossava.
L’albina se ne accorse, e quando giunsero alloro accampamento di fortuna, fatto solo di qualche sacco a pelo e resti di un falò, dopo che il rosato accese il fuoco, così velocemente da non riuscire a capire come avesse fatto, Lisanna si sedette accanto a lui strappandogli il pezzo di stoffa ormai divenuto ingombrante, dal fianco sinistro di lui.
-Ehi ma che..!- disse Natsu cercando di fermare la sua amica, ma venne subito fermato dalle parole di quest’ultima.
-Zitto, ti sei ferito di nuovo- disse severa per poi prendere una brocca d’acqua e bagnare il pezzo di stoffa che aveva strappato per poi cominciare a pulire il piccolo squarcio, ma profondo, situato sotto le costole.
Nonostante tutta la delicatezza di cui era provvista la ragazza, lui non poté trattenere qualche gemito di dolore quando lei con la stoffa ripuliva l’interno della ferita.
-Fatto!- sorrise ripulendo lo straccetto per poi posarlo sgraziatamente sul piccolo squarcio del ragazzo facendo sussultare sia dal dolore che perché lei lo aveva colto di sorpresa.
-Sei una disgraziata!- disse cominciando a farle il solletico, cercando di ignorare le piccole scossette di dolore che provava quando si muoveva toppo, ma dopo tutto aveva vissuto cose peggiori.
L’albina cominciò a ridere come una matta ritrovandosi lui sopra di lei, finché questo non smise ritirandosi lentamente al suo posto cominciando a guardare il fuoco.
Accadeva sempre così, Lisanna si trattenne dallo sbuffare, ogni volta che lui si lasciava andare troppo, finiva con l’interrompersi diventando malinconico, e lei sapeva cosa lo turbava così tanto.
Si sedette nuovamente di fianco a lui cominciando anche lei a guardare il fuoco, ma non riusciva a tenere lo sguardo puntato su di esso, gli occhi le bruciavano e quindi era costretta a voltarsi per non sentir maggior dolore, cosa che il rosato non provava.
Poggiò una mano sul braccio di Natsu, per fargli capire che lei c’era sempre e che con lei, lui si poteva sempre aprire.
Catturò il suo sguardo per poi cominciare a guardarlo intensamente negli occhi, prendendo a parlare –Pensi ancora a lei?- chiese premurosa sorridendogli.
Lui distolse lo sguardo per tornare a guardare le fiamme che gli piacevano tanto per poi annuire quasi impercettibilmente, ma lei riuscì comunque a capire.
-La troveremo- disse poi stringendo il braccio con la sua mano, catturando nuovamente il suo sguardo –ce la faremo- aggiunse regalandogli uno sorriso stupendo.
-Grazie- disse lui abbracciandola, solo Lisanna poteva capire quanto per lui fosse importante rincontrare quella donna dai lunghi capelli biondi, con i suoi occhi color nocciola e la sua pelle rosea, di cui lui non dimenticò mai il tocco delicato delle sue mani e anche la loro spaventosa forza.
In qualche modo lui era sicuro di esser riuscito a creare un forte legame con quella bionda e per colpa di quel legame, non poteva fare a meno di cercarla, sentiva che doveva trovarla e sapeva che lei lo avrebbe aspettato.
In quegli anni, non smise mai di cercarla, insieme alla sua migliore amica, era andato in giro per quello che rimaneva del regno, alla ricerca di qualche informazione sulla cacciatrice, ma pochi erano quelli che sapevano anche solo del suo aspetto fisico.
Ma in quelle poche volte che era riuscito ad infiltrarsi in alcune armate di dominatori, era riuscito a trovare alcuni degli indizi che lo avrebbero potuto aiutare nella ricerca della ragazza.
Dopo qualche minuto si staccò da lei regalandole un enorme sorriso a trentadue denti, facendola sorridere a sua volta –Cosa si mangia?- chiese poi massaggiandosi la pancia nervosamente, poiché poco prima si sentirono dei forti rumori provenienti da essa.
L’albina si lasciò sfuggire una piccola risatina, sin da quando erano bambini, quel suo appetito che lo aveva sempre caratterizzato, non lo aveva mai abbandonato.
Prese il cestino di frutta per poi dare qualcosa di commestibile al rosato, che avidamente prese la mela che lei gli aveva mostrato, mangiandosela in pochi secondi, stessa fine fecero altri frutti, senza però riuscire a svuotare la cesta per colpa di Lisanna.
-Quanto dista il prossimo villaggio?- chiese lei mentre se ne stava sdraiata su un fianco davanti al fuoco ad abbrustolire un vecchio ramo di un albero.
-Forse due giorni se non troviamo intoppi durante il cammino- sospirò il rosato mentre guardava il cielo stellato, standosene sdraiato a pancia in su, con le braccia dietro la testa a fargli da cuscino.
-Natsu..- lo chiamò cominciando anche lei a guardare il cielo stellato.
-Si?- chiese lui voltandosi verso di lei per ascoltarla meglio.
-Cosa farai una volta che la ritroverai?- chiese l’albina continuando a fissare il cielo stellato.
Lui si rigirò portando lo sguardo nuovamente sopra di sé cominciando a pensare sulla risposta da dare, neanche lui sapeva cosa avrebbe fatto una volta averla trovata, trovarla era l’obbiettivo che si era imposto da bambino, ma non aveva pensato alle conseguenze, al futuro.
-Non lo so- rispose chiudendo gli occhi e prendendo un respiro –non ci ho mai pensato- aggiunse poi lui.
-Capito..- disse lei senza distogliere lo sguardo da quello che lei considerava un panorama fantastico –e se non la troverai? Continuerai a cercarla per tutta la vita?- chiese poi tornando a guardare seria il suo amico –non vorrai farti una famiglia e cercare di vivere con chi ami?- chiese guardandolo con più insistenza attirando la sua attenzione.
-Tu lo faresti?- chiese lui guardandola negli occhi.
-Eh?- lei in un primo momento non capì quello che voleva chiedergli Natsu.
-Tu smetteresti di cercarla per farti una famiglia?- riformulò la domanda facendo capire alla sua interlocutrice quello che voleva comunicarle.
-I-io..- lei distolse lo sguardo in modo impacciato lasciando la frase sospesa per qualche minuto.
-Ehy..- disse lui per poi venir subito interrotto da Lisanna, che alzò di scatto il viso per poi rispondergli.
-La mia famiglia sei tu- disse solo facendolo sorridere, lui si alzò e le si avvicinò posandole in modo affettuoso la mano sul capo regalandole uno splendido sorriso, che venne prontamente ricambiato –ma non hai ancora risposto alla mia domanda- aggiunse tornando seria.
-La troverò- disse il rosato tornando a sdraiarsi per poi chiudere gli occhi e fingere di addormentarsi.
Sbuffò, in qualche modo lui era riuscito ad evitare la domanda, si sdraiò anche lei, quel tipo era testardo come un mulo, nessuno lo avrebbe mai convinto a fermare la sua ricerca, dopo tutto lui era Natsu Dragneel, il ragazzo più testardo del regno.
Alla fine si addormentò cullata dal calore delle fiamme del focolare e dal leggero venticello della sera, che portava con sé quel leggero freschetto che bastava a far venire dei piccoli brividi.
Il ragazzo rimase invece a pensare sulla cacciatrice, quello che gli aveva chiesto Lisanna lo fece pensare molto, non si era mai fatto domande del genere, il suo unico obbiettivo era di ritrovarla, ma non sapeva neanche il motivo del perché fosse così tanto ostinato a rincontrarla.
L’unica cosa di cui era certamente sicuro, era che lei si trovasse nei guai, la cosa gli fu confermata a causa della sua sparizione che continuava a persistere da ben tredici anni.
In quei tredici anni Natsu continuò a costudire gelosamente quel ciondolo nella sua sciarpa bianca, nella speranza di poterlo restituire alla legittima proprietaria, un giorno.
Sin da subito lui aveva capito che quel ciondolo non era un normale ciondolo, sentiva chiaramente dell’attività magica provenire da esso, forse era stato grazie a questo che lui scoprì anni prima le sue potenziali capacità.
Ebbene lui era uno dei pochi umani esistenti a praticare la magia dei draghi, l’origine di questa capacità gli era sconosciuta, ma era sicuro che era stato il ciondolo stesso a farla saltare fuori.
Infilò la mano nella sua sciarpa per poi tirare fuori lo strano ciondolo e guardarlo con interesse e curiosità, chissà come mai glielo aveva dato, era sicuro che quell’oggetto avesse un inestimabile valore, non solo a livello di commercio, ma anche per il fatto che fosse un manufatto magico.
Si continuò a rigirare l’oggetto dorato tra le dita “Dove sei?” si chiese chiudendo gli occhi per poi riporre il ciondolo nella sciarpa nascondendolo da occhi indiscreti, addormentandosi successivamente.
Quanto ammirava quella donna, ammirava la sua forza, le sue abilità, la sua persona, il suo animo buono e gentile, nonostante questo fosse macchiato del sangue di tantissima gente.
Ebbene sì, lui conosceva molte delle storie in cui proprio la bionda era la protagonista, durante il suo viaggio, lui aveva conosciuto alcuni anziani di vari villaggi, che gli raccontarono alcune delle avventure della cacciatrice, di cui si narrava che lei fosse una maga che tempo orsono acquisì l’immortalità.
Perché si pensava che lei avesse acquisito l’immortalità? La cosa era semplice, lo si pensava a causa delle sue leggende, perché queste risalivano almeno a centocinquant’anni addietro.
La cosa però non interessava minimamente al ragazzo, lui voleva solo ritrovarla, invece, la persona a cui le leggende, riguardo la bionda, interessavano molto era Lisanna.
Lisanna era stata sin da bambina una ragazza molto sveglia, infatti le leggende sulla sua salvatrice erano a suo parere molto misteriose, non aveva mai sentito di un mago immortale, e nemmeno di qualcuno che conoscesse il modo di ottenere l’immortalità, solo le creature come i draghi potevano esserlo.
L’albina sapeva che la cacciatrice di draghi nascondeva qualcosa nel suo passato, soprattutto riguardo la sua identità, perciò, nonostante fosse grata a lei, non era molto entusiasta di trovarla, perché non sapeva se in tutti quegli anni la bionda era rimasta la stessa persona che avevano incontrato anni prima.
In tredici anni le persone cambiavano, chi tanto e chi meno, e di certo gli anni trascorsi non erano pochi, ma qualcosa nel profondo della ragazza dai capelli albini diceva che qualcosa non quadrava.
Nonostante ciò, siccome era molto affezionata al suo amico d’infanzia, avrebbe fatto di tutto per renderlo felice, anche di andare in capo al mondo per fargli raggiungere il suo obbiettivo, ormai lui era l’unica famiglia che le era rimasta, non voleva perderla.
 
-Dobbiamo prendere solamente delle provviste, mi raccomando Natsu, ti prego cerca di farti notare il meno possibile- piagnucolò l’albina coprendosi con un il cappuccio di un mantello scuro.
-Uffa, ma perché me lo dici sempre?- chiese lui sbuffando mettendosi anch’egli il mantello per poi coprirsi con una bandana i capelli rosa e poi infilarsi anche il cappuccio.
Lisanna gli lanciò un’occhiataccia omicida facendo rabbrividire il ragazzo, il quale si zittì decidendo di non aprire più bocca fino a quando non sarebbero andati via dal villaggio.
Dopo di che entrambi cominciarono ad incamminarsi seguendo il sentiero in terra battuta, il quale portava all’entrata del villaggio fortificato di Calumbra.
Ad un certo punto Natsu drizzò le orecchie udendo un gruppo di soldati marciare verso di loro a qualche decina di chilometri di distanza.
-Lisanna- disse lui catturando l’attenzione della sua compagna di viaggio facendole intuire ciò che lui voleva dirle.
-Ho capito- rispose lei stringendosi nel mantello cominciando a ripassarsi nella mente ciò che avrebbe dovuto dire ai soldati se li avrebbero fermati –più o meno tra quanto?- chiese alzando il capo verso il suo interlocutore.
-Credo al tramonto, abbiamo ancora un po’ di ore- rispose lui corrugando la fronte non abbastanza sicuro –dobbiamo fare attenzione- finì facendo annuire l’albina, continuando a camminare nella stradina che si inoltrava tra la fitta foresta.
Come predetto dal ragazzo verso il tardo pomeriggio i soldati entrarono nel loro campo visivo, tennero la testa e le spalle curve, cominciando a trascinare i piedi. Se tutto fosse andato per il verso giusto, i soldati li avrebbero presi per due profughi stanchi.
Qualche decina di minuti più tardi, i due si spostarono alla destra della strada per far passare il gruppo di soldati, tra cui un terzo di loro era a cavallo.
Lisanna, davanti a Natsu, scorse dal cappuccio gli zoccoli dei cavalli i quali dopo qualche secondo alzarono una nuvola di polvere costringendola a chiudere gli occhi per un breve periodo di tempo.
Natsu invece se ne stava con le orecchie tese, pronto a intervenire se gli uomini si sarebbero fermati e magari attaccati se avessero scoperto le loro identità.
La ragazza trattenne un sospiro di sollievo quando capì che almeno più della metà della pattuglia si era allontanata, ma la sensazione di sollievo scomparì poco dopo.
-Fermi uomini!- urlò qualcuno fermando la pattuglia, si sentirono diverse voci di uomini che ordinavano al proprio cavallo di fermarsi finché pochi secondi dopo il silenzio si fece largo nella strada, interrotto qualche volta da qualche verso di qualche animale.
Alcuni circondarono il due fermandoli a loro volta, in quel momento l’aria si fece più tersa, Lisanna cercò di rimanere il più calma possibile cercando di tranquillizzare il cuore che continuava a battere all’impazzata mentre continuava a ripassarsi in mente la storia che avrebbe dovuto raccontare se i soldati gli avrebbero fatto qualche domanda.
Natsu non osava muoversi, apparentemente era calmo, non tramutava alcuna intenzione o sensazione, ma dentro di sé non si sentiva per niente tranquillo, quelli erano soldati ben addestrati, normalmente per lui non sarebbe stato un problema, ma la presenza di Lisanna lo metteva in difficoltà.
Nonostante anche lei possedesse delle capacità combattive, non sarebbe mai stata abbastanza forte da tenere a bada almeno la metà della pattuglia in quelle condizioni.
Si sentiva teso, così tanto che avrebbe voluto qualcosa da fare a pezzi con le mani, come se un atto distruttivo avrebbe potuto alleviare la tensione che si stava accumulando dentro di lui.
-Mostratevi in volto- la voce che aveva ordinato alla pattuglia di fermarsi tornò a farsi sentire, con tono autoritario.
Natsu alzò il capo puntando subito dopo lo sguardo su un uomo in groppa ad un cavallo, era un uomo molto robusto, non poté stabilirne la carnagione per via della folta barba rossa e dell’armatura, ma poté sentire il forte puzzo di sangue che si portava dietro lui e i suoi uomini.
Cercò di non digrignare i denti pensando che sicuramente quella pattuglia aveva eseguito un rastrellamento, la rabbia gli montò dentro di lui, ma cercò comunque di non farla trasparire.
L’albina guardò l’uomo con uno sguardo stanco e malinconico, mentre le lance dei soldati rimanevano puntate su di loro.
-Allora- disse il generale –chi siete? Dove state andando? Che cosa ci fate nelle terre del re?- chiese alzando la voce corrugando la fronte.
-Io sono Katrina Brokerm e lui è mio fratello Carn- rispose Lisanna indicando prima lei e poi il ragazzo, mentre quest’ultimo rimase zitto e fermo senza smettere di guardare deciso l’uomo a cavallo –stiamo andando a Calumbra- aggiunse guardando timorosa il suo interlocutore –siamo alla ricerca di un lavoro per poter contribuire alla crescita del Nuovo Regno- finì cercando di far smettere di battere all’impazzata il suo organo palpitante.
Il capitano borbottò qualcosa, per poi fare un cenno con la testa ai suoi uomini –Bene, non siete molto lontani dal villaggio, nel giro di qualche ora se sarete fortunati riuscirete ad entrare entro il coprifuoco- disse mentre i suoi uomini abbassarono le lance creando un varco tra di loro per farli passare –Lunga vita al nostro Signore- aggiunse guardando i due farsi strada tra i suoi uomini.
Natsu e Lisanna ripresero a camminare con passo lento abbassando nuovamente il capo, quando uscirono dall’accerchiamento, la pattuglia si riordinò per poi rincominciare il loro viaggio.
L’albina sospirò sollevata per poi alzare la testa e lanciare uno sguardo al suo amico, notò con amarezza che lui era rimasto muto con una smorfia truce in volto, sicuramente aveva fiutato un altro di quei tanti spargimenti di sangue che i soldati facevano per far rimanere in riga la popolazione.
Abbassò la testa smettendo di camminare in modo stanco, tenendo però le spalle incurvate, si sentiva inutile, il giorno prima si erano imbattuti in uno di quei tanti draghi di classe C e per colpa di una sua distrazione era rimasta gravemente ferita al braccio e perciò non poteva esser di alcun aiuto per lui.
-Come stai?- chiese il ragazzo ridestandosi dai suoi pensieri, sentire la sua voce l’aveva innanzitutto sorpresa, ma anche rincuorata.
-Meglio, ma credo che dovremo prendere nuove bende e qualche medicinale se vogliamo che guarisca- rispose lei portando la mano del braccio sano sulla fasciatura dello squarcio, in parte bruciato, del braccio ferito.
Lui non disse più niente, Lisanna era sicura che si stava dando la colpa per quello che era successo, lo conosceva fin troppo bene, ma non poté far altro che sorridere e avvicinarsi a lui posandogli la mano sul braccio.
-Sei uno stupido- disse trattenendo una risatina facendogli aggrottare le sopracciglia non capendo come mai lo aveva chiamato in quel modo.
-E perché dovrei esserlo?- chiese lui offeso.
-Perché lo sei- rispose lei rigirandosi interrompendo il loro contatto, per poi riprendere a guardare la strada davanti a loro con un sorriso a incresparle le labbra.
-Bah- si lasciò sfuggire lui per poi tornare a sorridere, sapeva fin troppo bene che sorridere in quella guerra era impossibile, ma era l’unico modo per non perdersi mai d’animo e per continuare a vivere al meglio per poter raggiungere il loro obbiettivo.
 
-Lisanna, credo sia meglio separarci- disse ad un certo punto il ragazzo facendo fermare bruscamente la ragazza dai capelli albini.
-Cosa..?- chiese lei non capendo mentre il suo cuore smise di battere per qualche secondo, la paura aveva cominciato a prendere il possesso del suo corpo e del suo cuore.
-Io rimarrò indietro, entrerò dopo il coprifuoco, tu cerca un alloggio dove stare durante la notte io ti raggiungerò più tardi- rispose lui guardando la sua interlocutrice serio in volto.
-Perché..?- chiese lei mentre le gambe le cominciarono a diventare molli e tremanti, era già capitato molte volte di separarsi, ma in quello stato aveva paura ad entrare da sola in un villaggio che era sotto il comando del Nuovo Regno.
-Ho trovato chi potrebbe darmi altre informazioni su di Lei- rispose incrociando le braccia il rosato, per poi puntare per un attimo lo sguardo nella direzione del villaggio –se continui così tra meno di mezz’ora sarai arrivata- aggiunse.
Lisanna venne percossa da una profonda tristezza –Perché non posso venire con te?- chiese lei guardando con i suoi occhi azzurri quelli smeraldini del suo amico d’infanzia.
-La tua priorità a quella di guarire le tue ferite, cerca un guaritore, dovresti avere abbastanza denaro da permetterti di pagarne uno- rispose avvicinandosi alla ragazza per poi sorriderle in modo rassicurante –ti prometto che non ci metterò molto- promise posandogli la mano sul cappuccio.
Anche se a malavoglia, l’albina annuì per poi cominciare a percorrere la strada in terra battuta che avrebbe portato al villaggio di Calumbra.
-Me lo hai promesso- sussurrò lei consapevole del fatto che il ragazzo dai capelli rosa l’avrebbe sentita comunque.
Lui sorrise per poi correre nella foresta con in mente una direzione ben precisa, al precedente villaggio un suo vecchio amico gli aveva riferito che qualcuno aveva conosciuto di persona e lottato a fianco della Cacciatrice diversi decenni addietro e che probabilmente poteva anche essere a conoscenza di che fine avesse fatto in quei ultimi tredici anni.
Le luci del tramonto ormai stavano scomparendo quasi del tutto, Lisanna sapeva che se non si sarebbe affrettata probabilmente sarebbe rimasta fuori a causa del coprifuoco e doveva evitare che ciò accadesse.
Prese un lungo respiro per poi cominciare a correre, se Natsu aveva ragione, correndo sarebbe arrivata prima che il sole sarebbe scomparso completamente.
Nel giro di una decina di minuti avvistò le luci dell’entrata del villaggio, le torce erano già accese e le guardie erano pronte per chiudere l’enorme portone delle mura che circondavano il centro abitato.
La foresta cominciò piano piano a scomparire, mentre al suo posto si estendevano diversi campi, vide mano a mano che si avvicinava che i contadini stavano rientrando nel villaggio a causa del coprifuoco, infatti poco dopo sentì il corno suonare.
In quel momento si allarmò era ancora lontana e le gambe avevano cominciato a farle male, era stanza e si sentiva distrutta, il braccio aveva rincominciato a farle mal, le bruciava da matti, per non parlare della gola che si era seccata per via della sua corsa.
Riuscì appena in tempo a nascondersi tra la gente per poi entrare subito dopo mentre il portone si chiudeva dietro di lei.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, ci era riuscita, da quel momento in poi avrebbe dovuto superare i controlli delle guardie e poi andare alla ricerca di un guaritore e di un alloggio per la notte.
“Natsu, guai a te se ti cacci nei guai” pensò seccata la ragazza dai corti capelli albini avanzando tra le case dopo aver superato i controlli dirigendosi in un locale dove avrebbe potuto prendere una camera singola, piuttosto lo avrebbe fatto dormire sul pavimento glielo avrebbe fatto rimpiangere di averla lasciata sola a vagare per Calumbra.
 
Camminava tra gli alberi mentre il buio cominciava a scendere, il sole di lì a pochi minuti sarebbe scomparso completamente lasciando il ragazzo nel buio più totale.
Con il naso al cielo e le orecchie tese, Natsu fiutava pericoli e scorciatoie per poter arrivare prima al luogo dove avrebbe incontrato il suo contatto.
Dire che non stava più nella pelle era poco, forse quella era la vera occasione di scoprire che fine avesse fatto Satsugai-sha, e poi.. il popolo aveva bisogno di lei, il Re aveva conquistato molte terre da quando lei era scomparsa, aveva acquisito potere e soprattutto aveva soggiogato ancora più draghi, e la cosa preoccupava non poco i Ribelli, poiché temevano che il Re avesse qualcosa di più grande in mente, oltre che alla conquista totale dei territori ancora liberi.
Guardò la fascia che teneva tra le mani respirando ancora l’odore che proveniva da questa, l’oggetto che teneva in mano gli era stato dato dal suo contatto al villaggio precedente, appunto per trovare la persona che gli avrebbe dato informazioni sulla Cacciatrice.
Alzò nuovamente il naso al cielo dopo essersi fermato, inspirò un odore simile a quello del proprietario della fascia, l’odore era senz’altro di una donna, ma quello che aveva captato nell’aria era intriso di muschio ed erbe, ma in mezzo a quel miscuglio si sentiva maggiormente l’odore di carta vecchia.
Era lei, il suo nuovo informatore.
Cominciò a correre nella direzione da cui proveniva l’odore, scostava velocemente i rami degli alberi, alcune liane e inciampò tra qualche cespuglio e radice sporgente, un senso di euforia si fece largo dentro di sé, l’odore diveniva sempre più forte, si beccò qualche ramo in faccia graffiandosi, ma non ci fece nemmeno caso, talmente preso dal trovare quella persona.
Tra gli alberi scorse una luce e la cosa inizialmente lo lasciò sorpreso dato che ormai era già buio, il sole era già tramontato, ma nonostante ciò continuò a correre andandogli incontro, inciampò nuovamente attraversando il bagliore.
In quel momento si sentì attraversare da una strana energia, chiuse gli occhi, abbagliato da quella luce per poi atterrare tra l’erba fresca di rugiada, alzò lo sguardo sgomento rendendosi conto che il sole era alto nel cielo.









Angolo dell'autrice
Salve a tutti voi! Eccomi qui finalmente con questo dannato capitolo!
Sì, dannato, perchè è dall'inizio di giugno che lo scrivevo e finalmente oggi l'ho finito!
Che dire.. ho reso il capitolo più lungo di quello precedente ^^ contenti?
Beh.. non credo lo sarete molto.. dato che ho parlato solo di Natsu e Lisanna e scommetto che voi volete una NaLu.. ma mi dispiace per voi, non è ancora il momento.
Sicuramente avrete capito qualcosina riguardo la nostra cacciatrice! Vi ho dato altri indizi sulla vera identità della Cacciatrice pure in questo capitolo, ma credo che avrete già capito che creatura sia già dallo scorso capitolo XD
Mmm.. avrei molto da dire di questo capitolo, ma vorrei chiedervi una cosa: sapete già dirmi chi è il nuovo informatore di Natsu?
Sono curiosa di sapere che cosa mi risponderete, anche se so già che lo avrete sicuramente capito ^^"
Grazie a coloro che hanno letto e aggiunto tra i preferiti/ricordate/seguite questa fiction, sono davvero felice che vi sia piaciuta, dato che questa si ispira a un libro che a me piace tantissimo **
Beh.. vorrei ringraziare naturalmente coloro che hanno recensito lo scorso capitolo <3 grazie a gaia21 (come avevo detto l'ho continuata <3 e grazie per i tuoi consigli, GRAZIE MILLE JUVIA2!), a HaruhiB_10 (ma guarda guarda! Ci hai azzeccato in parte con le tue idee XD un Natsu grande e forte alla ricerca della Cacciatrice *^*), a _Bunny_Girl_ (spero che con questo capitolo ti abbia svelato come questa fic può essere una NaLu ^^) e infine a nalla85 (l'ho continuata come vedi, e spero che questo capitolo sia stato intrigante -anche se lo credo poco ^^"- fammi sapere <3)
Vi avviso che non so quando potrei aggiornare per via delle altre long che ho in corso, però cercherò di fare il prima possibile! Ve lo prometto! <3
Un bacione e grazie a quelli che sono arrivati a leggere fino a qui <3
Mary

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il labirinto verde ***


Continuò a camminare tra le case, cercando di non attirare l'attenzione di qualche soldato, per poi scorgere una locanda poco più avanti.
Entrò mentre un’ondata di puzzo di fumo e di alcol l’assalì, stava già male a sentire un odore così, figuriamoci se ci fosse stato Natsu lì al suo posto, sicuramente avrebbe rischiato di svenire.
Si guardò intorno osservando la sala comune della locanda, piena zeppa di uomini e donne, per la maggior parte ubriachi, se non tutti, il soffitto era basso e le travi di legno erano annerite, le pareti macchiate e il pavimento ancora più sporco.
Girando lo sguardo poté vedere il camino alla sua destra, il quale era ancora acceso intento a scaldare l’aria più di quanto lo fosse già, quasi tutti i tavoli e le sedie erano occupate, molta gente stava in piedi soprattutto al bancone, quest’ultimo era situato infondo alla sala, e di fianco a questo invece vi era una scala, la quale sicuramente portava agli alloggi della locanda.
Il chiasso e l’aria quasi del tutto irrespirabile le fecero girare la testa, ma resistette cominciando a camminare tra la folla mentre una smorfia le si formava in viso quando qualcuno le schiacciava il braccio o lo andava a sbattere in giro.
A fatica arrivò al bancone, si sedette su uno sgabello libero tenendo il capo chino nascondendo così il suo viso, voleva parlare con una cameriera, ma erano tutte così indaffarate che ci vollero minuti prima che una di queste si avvicinasse a lei per chiedere se voleva qualcosa.
-Volete qualcosa da bere?- chiese la cameriera poggiando le mani sul bancone, la ragazza era alta più o meno come Lisanna, aveva i capelli corti e scuri, forme generose, le quali venivano messe bene in mostra per via della divisa striminzita che indossava.
-No, volevo solo sapere se avete ancora una stanza- rispose l’albina alzando leggermente il capo, giusto quel poco per guardare dritta negli occhi la cameriera, tenendo comunque oscurato parte del suo viso con il cappuccio.
-In questo caso aspetti un attimo e ve lo faccio sapere- disse cortese la ragazza allontanandosi dall’albina dai capelli corti fino a giungere un armadietto appeso al muro, lo aprì guardando al suo interno per vedere se c’era qualche camera disponibile.
Prese due chiavi per poi richiudere l’armadietto e tornare dalla ragazza seduta al bancone, sempre con un sorriso costretto in viso, probabilmente per via del proprietario dell'edificio che costringeva i suoi dipendenti ad essere cortesi con i clienti.
-Sono libere due camere, una singola e l’altra..
-Prendo la singola, grazie- disse interrompendo la cameriera, quest’ultima diede la chiave all’albina mettendosi l’altra in una delle tasche del grembiulino per non perderla.
-Troverete la camera al secondo piano- disse la ragazza guardando la sua interlocutrice, la quale annuì per poi estrarre dal mantello un pugno di monete.
-Bastano per una notte?- chiese l’albina dopo aver sistemo la chiave in una delle tasche dei suoi indumenti, senza però staccare gli occhi dalla ragazza.
Quest’ultima annuì prendendo le monete per poi tornare a lavorare per la sala comune insieme alle sue colleghe, mentre Lisanna si sistemò meglio il cappuccio e il mantello per poi attraversare di nuovo con fatica la folla e uscire dal locale.
Un sospiro di sollievo creò una nuvoletta di condensa dalla bocca della ragazza quando questa sentì l’aria fredda e pulita inondarla appena uscita da quel casino.
Il chiasso era ormai solo un eco per la ragazza incappucciata, mentre il silenzio ritornava a tranquillizzarla, interrotto qualche volta da un canto di grilli o dal rumore prodotto dal venticello quando muoveva il fogliame di qualche albero nei dintorni.
Cominciò nuovamente a camminare nella speranza di trovare una tenda, solitamente i guaritori si spostavano di paese in paese per curare quelli che non erano in grado di guarire con l’aiuto di semplici medici, per questo viaggiavano in tenda, così da farsi riconoscere subito e non perdere tempo se qualcuno era in condizioni davvero estreme.
Mentre girava per strada vedeva ancora qualcuno intento a tornare a casa dopo una giornata di lavoro sfiancante o alle miniere o nei campi, vedeva alcune botteghe, tra cui molti di fabbri, chiudere, le luci delle case accendersi mentre sentiva odore di minestra uscire da esse.
Cercò di ignorare la fame, continuando a guardarsi intorno finché non scorse un tenda color ambra, sorrise, quella era la tenda di un guaritore, cominciò a camminare in quella direzione cominciando ad ammirare le strane rune che vi erano scritte alla base del materiale di quella abitazione ambulante.
Notò che le luci delle candele erano ancora accese all’interno, quindi intuì che fosse ancora sveglio, chiunque fosse il proprietario della tenda.
Quando arrivò nelle vicinanze notò inoltre che l’entrata era aperta e che quindi colui che vi era all’interno era ancora disposto a ricevere persone.
“Entra pure, di cosa hai bisogno?” una voce calda e gentile entrò nella testa dell’albina, in quel momento la ragazza si sentì pervadere da una strana e piacevole sensazione e solo in quel momento capì cosa stava succedendo.
Smise di pensare, estraniando quella voce dalla sua mente per poi fissare l’entrata della tenda poco convinta.
-Non ti preoccupare, non era mia intenzione spaventarti- la figura di una donna si fece largo mettendosi all’entrata, proprio davanti all’incappucciata.
La donna sicuramente poco più grande della ragazza, ma nonostante ciò era ancora molto bella, aveva dei lunghi capelli blu legati in una coda, la frangetta a coprirle la fronte, gli occhi marroni e dolci in grado di trasmettere sicurezza a chiunque l’avesse smarrita, indossava un vestito color cielo ornato di diversi ricami e di talismani, inoltre a coprirle le spalle vi era un lungo mantello color ambra che arrivava fino al terreno, il quale indumento confermava che fosse un guaritore, o meglio dire, una guaritrice.
Le scuse della donna fecero imbarazzare la ragazza per via del tono materno che questa aveva utilizzato, in quel momento si vergognò di come aveva cacciato dalla sua mente la blu, dato che quest’ultima voleva solo essere d’aiuto.
-S-sono i-io quella a-a doversi.. scusare- balbettò Lisanna abbassando il capo vergognandosi ancora di più del gesto di poco prima.
-Ma va non devi- disse la donna abbozzando un sorriso imbarazzato –di solito la gente diffida a farsi curare da uno sconosciuto e quindi l’unico modo per tranquillizzarli è questo- aggiunse massaggiandosi le mani per riscaldarle dal freddo della sera.
-La capisco- rispose l’albina sollevano lo sguardo, mentre l’imbarazzo cominciava a scemare, capiva profondamente la donna, durante il suo lungo viaggio aveva incontrato molte persone che non riuscivano a fidarsi nemmeno di lei e di Natsu.
-Ma ti prego non darmi del lei, mi fai sentire vecchia- disse ridendo imbarazzata allungando il braccio verso la sua interlocutrice invitandola ad entrare.
-Va bene- rispose Lisanna tirando giù il cappuccio mostrando così il suo viso in segno di rispetto per la casa della donna e per quest'ultima cominciando poi a seguire la blu mentre una strana calma si fece largo dentro di lei tranquillizzandola.
Una volta entrata nell’abitazione della guaritrice si guardò intorno stupita, la tenda della donna dai lunghi capelli blu aveva una tenda diversa da quelle degli altri guaritori che la ragazza aveva incontrato.
Normalmente ci si sarebbe aspettati di vederla piena zeppa di strumenti, boccette di qualche sidro benevolo, bende, medicinali, ma niente di tutto questo era presente nella tenda della guaritrice.
Il colore dell’interno era diverso da quello esterno, blu scuro, proprio come i capelli della donna, il colore conferiva al luogo molta oscurità ma le candele accese combattevano quelle tenebre rendendo meno inquietante la tenda.
All’interno di quest’ultima era presente un letto, un focolare posto al centro, un tavolo e due sedie poste vicino ad esso, ed infine un mobilio strano, sembrava un tavolo ma era piccolo e alto a forma di quadrato, sulla cima di questo vi era un cuscino rosa, sul quale erano ricamate le stesse rune che c’erano all’esterno della tenda, solo che quelle erano nere.
Appisolato su quel cuscino vi era un gatto, un gatto dal lustrissimo pelo bianco, dormiva beatamente lasciandosi sfuggire qualche volta qualche fusa con un movimento di coda la quale penzolava dal mobilio; Lisanna sentiva una strana sensazione provenire dall’incantevole animale, ma non fece in tempo a darle un nome per colpa della donna.
-Prego, siediti- disse la guaritrice interrompendo l’ispezione della ragazza, distogliendola così dai suoi pensieri.
La ragazza si sedette togliendosi il mantello mostrando finalmente la fasciatura del braccio piena di macchie gialle, rosse e nere.
-Oh cielo- sussurrò la donna cominciando a togliere lentamente la benda, sapendo già cosa l’albina si era fatta e soprattutto come.
Nonostante tutta la delicatezza che possedeva la blu, la ragazza dai capelli albini si lasciò sfuggire qualche gemito di dolore, cosa che allarmò entrambe, perché capirono che la ferita stava peggiorando.
-Un drago- disse ferma la donna dai lunghi capelli blu, facendo annuire Lisanna, la quale strinse gli occhi quando sentì il braccio bruciare a contatto con l’aria fresca.
La ferita era anche più estesa di quanto sembrasse, il braccio a partire dal gomito alla spalla, era gonfio, macchiato di sangue e pus, la ferita era un enorme squarcio dal diametro di cinque centimetri, e in alcuni tratti la pelle era come carbonizzata, nera.
Come prima cosa la guaritrice prese l’unica sedia disponibile, un secchio d’acqua fredda al cui interno vi erano pezzi di ghiaccio e qualche erba, ed infine uno straccio.
Con quest’ultimo cominciò a ripulire lo squarcio dal sangue e dal pus fuoriuscito, dopo averlo sciacquato più volte nel secchio –Perché non lo hai fatto guarire subito?- chiese ad un tratto distogliendo la ragazza dal dolore provocato dalla pulizia della ferita.
-Non ne sono in grado- rispose Lisanna stringendo i denti in preda ad una nuova fitta proveniente dal suo braccio.
-Ti poteva andare peggio, potevi perdere il braccio- sospirò una volta finito di pulire dopo di che immerse lo straccio nell’acqua ripulendolo per poi stenderlo sulla sedia e portare via il secchio.
In seguito si sedette nuovamente sulla sedia che aveva preso pochi minuti prima mettendosi davanti alla sua paziente per poi poggiare le sue delicate e vellutate mani sullo squarcio, facendo emettere un mugolio di dolore alla poveretta.
-Ora proverò a guarirla, però probabilmente non potrò fare niente in merito alla cicatrice- disse mentre cominciava a sprigionare una luce azzurrognola mormorando qualche frase in una strana lingua, i quali significati erano totalmente ignoti all’albina.
In quel momento Lisanna cominciò a sentire uno strano calore sulla ferita, ma non faceva male, dell’energia sembrava entrarle in corpo attraverso lo squarcio, mentre sentiva che piano piano i muscoli e la pelle tornavano a legarsi, richiudendo piano piano la ferita.
A quel punto la ragazza cominciò a sentire formicolare il braccio, le dava fastidio, ma non poteva muoversi finché la blu non avesse finito il suo lavoro.
-Comunque il mio nome è Wendy- disse ad un certo punto la donna regalando un sorriso materno alla sua interlocutrice.
Quest’ultima arrossì un poco, leggermente imbarazzata, per poi guardare negli occhi la guaritrice e rispondere –Piacere di conoscerti, Wendy- rispose Lisanna ricambiando il sorriso in modo timido e impacciato.
In quel momento la luce azzurrognola emanata dalle mani della donna, si spense, interrompendo quella specie di trasferimento di energia.
-Cerca di fare più attenzione la prossima volta- disse Wendy sospirando stanca poggiandosi allo schienale della sedia mentre una goccia di sudore cominciò a scivolarle dalla fronte –mi hai dato un gran bel da fare- rise posando uno sguardo soddisfatto sul braccio.
A sua volta fece anche Lisanna guardando sorpresa che della ferita c’era solamente un filo sottilissimo di cicatrice che percorreva l’avambraccio, sinceramente se l’era aspettato più grande.
A quel punto l’albina infilò la mano dentro la tasca del suo giacchetto per poter prendere la ricompensa che sarebbe spettata alla guaritrice.
-Non serve- la fermò la blu posando la sua mano sul polso della ragazza –è stato un piacere- aggiunse alzandosi dalla sedia riponendola vicino al tavolo.
-Ma..
-Meglio se vai a riposarti, sono sicura che sarai molto stanca per il viaggio, inoltre ti consiglio di mangiare qualcosa, la magia non sempre funziona da sola- disse interrompendola regalandole un dolce sorriso.
Lisanna sorrise riconoscente per poi infilarsi prima il mantello e poi il cappuccio cominciando a camminare verso l’uscita –La ringrazio- disse prima di scomparire dalla tenda e camminare per le vie della città in direzione della locanda.
-Te l’ho già detto, è stato un piacere- disse Wendy accarezzando il gatto bianco con amore mentre questo si svegliò mostrando i suoi occhi penetranti facendo le fusa alle carezze gentili della sua padrona, quest’ultima posò lo sguardo verso l’uscita della sua abitazione, era sicura che quella ragazza l’avrebbe rincontrata di nuovo e probabilmente molto presto.
 
L'aria era satura del profumo dei fiori quando Natsu riaprì gli occhi sentendo i caldi raggi del sole scaldargli a chiazze la schiena.
Sopra di lui si estendeva una fitta cupola di foglie ondeggianti, sostenuta da grossi tronchi che svettavano da un terreno brullo e asciutto. Solamente muschi, licheni e sparuti cespugli sopravvivevano nella densa ombra verde.
La quasi nulla presenza del sottobosco consentiva di vedere a grandi distanze fra i pilastri nodosi e di camminare liberamente sotto la volta screziata.
Il ragazzo si alzò da terra per poi posare lo sguardo tra le foglie degli alberi, scorgendo qualche raggio del sole filtrare da essi, riempì al massimo i polmoni per poter assaporare al meglio quell'aria così pulita e selvaggia, e tenne gli occhi chiusi allargando le braccia come a invitare qualcuno ad abbracciarlo.
Sorrise felice e non sapeva neanche il perché, l'unica cosa di cui era sicuro era che quel posto gli dava una calda serenità.
-Bene Natsu, è meglio se non perdiamo altro tempo- si disse facendo cadere le braccia lungo i fianchi riaprendo gli occhi, senza però mai far scomparire quel sorriso dal viso.
Annusò l'aria ritrovando la pista, diede un ultimo sguardo alla fascia che teneva ancora in mano, rimanendo sorpreso per il cambiamento che si stava attuando in essa.. da nera stava diventando arancione.
Scosse la testa, in quel momento non era la cosa più importante, al massimo avrebbe chiesto spiegazioni all'informatore e nel frattempo avrebbe anche chiesto perché lì in quel posto il sole era ancora alto nel cielo, dopo di che ripose il pezzo di stoffa sotto il suo mantello.
Si girò notando ancora più sorpreso di non vedere più la foresta dove stava correndo fino a pochi secondi prima, di sicuro si trovava in un altro luogo.
La cosa non lo rassicurava affatto, ma non poté fare a meno di ghignare eccitato pensando che tutto ciò rendeva le cose ancora più interessanti.
Mano a mano che continuava a seguire la scia di odore simile a quella che possedeva la fascia, il ragazzo notava che la boscaglia cominciava ad infittirsi e a farsi più insistente, come se questa voleva proteggere qualcosa, rendendo il passaggio più difficile del normale.
Ormai per poter camminare doveva per forza spostare le piante e i rami di troppo con le braccia o con le gambe, il ritmo del suo passo era rallentato notevolmente rispetto a quello che aveva inizialmente.
Il ragazzo dai capelli rosati continuava a camminare, camminava da così tanto che ormai non sapeva più quanto tempo fosse passato da quando era entrato in quella specie di labirinto verde, e il fatto che il sole non accennava a muoversi, lo preoccupava.
Tra i mille cespugli e i rami pieni di fogliame, ad un certo punto scorse un colore insolito tra di essi, scostò le piante bloccandosi per la vista che gli si stava presentando davanti.
Una casetta a due piani dalle piccole dimensioni si ergeva davanti a lui, rossa per via dei mattoni che componevano i muri, coperta in parte da liane e dall'edera, circondata da un gruppo di alberi di betulle, diversi fiori spuntati attorno al piccolo edificio mostravano la loro immensa bellezza emanando al tempo stesso un dolcissimo profumo.
Ad un certo punto sentì qualcosa di caldo sotto il mantello, proprio dove aveva nascosto la fascia prima di mettersi in marcia in quella foresta, la estrasse scoprendo che era proprio questa la causa di quel calore anomalo.
La guardò per qualche attimo, finché ad un certo punto il pezzo di stoffa si librò in volo sfuggendo dalla presa di lui, volando verso la casa.
-Ehi tu!- esclamò per poi partire all'inseguimento dell'oggetto arancione, cominciando a correre per poi fermarsi subito dopo quando vide la fascia scomparire all'interno dell'edificio, entrando dalla finestra.
Si grattò la testa nervosamente, e ora cosa doveva fare? Entrare in casa e prenderla? Era vero che non era la prima volta che si intrufolava in qualche abitazione, ma era capitato solo nelle varie spedizioni che aveva eseguito con i Ribelli.. ma quella.. non sembrava la casa di un seguace del Re, anzi sembrava proprio quella del suo informatore, dato che sentiva il suo odore impregnato in tutto quello che lo circondava.
In quel momento la porta si aprì di scatto, lui sobbalzò per lo spavento e si in stranì quasi subito pensando che non aveva percepito i rumori dei passi o la voce della persona che aveva aperto la porta finché quest'ultima non si era spalancata.
Una ragazza dai capelli corti e azzurri come il cielo comparì all'ingresso della casa con uno sguardo euforico in viso e il pezzo di stoffa tra le mani -Ga..!- urlò interrompendosi subito quando vide colui che aveva davanti.
La voce le si strozzò in gola, mentre la paura cominciò a prendere il possesso del suo esile corpicino, coperto da un vestitino dallo stesso colore della fascia che aveva tenuto fino a quel momento il ragazzo.
-Non c'è bisogno di avere paura!- disse subito Natsu notando in quel momento l'espressione terrorizzata di lei, mosse intanto un passo verso di lei portando le mani in avanti muovendole cercando di spiegare l'equivoco che si era venuto a creare.
-C-chi sei tu?- chiese lei aggrappandosi alla maniglia della porta cercando di non cadere, per via delle gambe che alla vista del rosato si fecero molli e tremanti.
-Io sono Natsu- si presentò subito lui porgendole la mano con fare amichevole, sorridendo alla turchina infondendole un po' di sicurezza -e tu saresti la mia informatrice?- chiese dopo che la ragazza ricambiò la stretta con fare poco convinto.
-Eh?- si lasciò sfuggire lei staccandosi dalla porta quando cominciò a sentire che la consistenza delle gambe cominciava a tornare piano piano normale.
-Come? Non sei tu?- chiese lui inclinando la testa confuso -eppure il proprietario di quella fascia mi sembri tu, il tuo odore è lo stesso- aggiunse fissando la fascia e poi la ragazza.
Quest'ultima abbassò il capo verso la stoffa per poi stringerla tra le mani mentre le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance.
-La fascia..- sussurrò tra i singhiozzi, facendo allarmare Natsu, il quale non sapeva più cosa fare, credendosi la causa del pianto della turchina.
-E-ehi.. ho-o detto qualcosa di male?- chiese avvicinandosi a lei allungando la mano verso la spalla scoperta della ragazza con fare preoccupato.
Lei scosse la testa tranquillizzandolo un poco -No, è-è che.. non mi aspettavo di vederla- rispose lei asciugandosi le lacrime con il dorso della mano tirando su il naso come facevano i bambini, intenerendo il rosato -comunque io mi chiamo Levy- aggiunse rialzando il capo per guardare negli occhi smeraldini del suo interlocutore, sorridendo gentile.
Il ragazzo ricambiò il sorriso felice, era raro vedere sorridere in quel periodo le persone, la vita si stava facendo sempre più dura per tutti, e vedere qualcuno con il sorriso stampato in faccia, la speranza che lui teneva costudita nel suo cuore aumentò a dismisura.
-Vieni dentro, non mi sembri una cattiva persona- disse lei entrando in casa sistemandosi la fascia in testa dopo averla tastata ancora con le sue mani, dato che ancora non credeva che quell'oggetto era tornato da lei.
Natsu entrò nella casetta della ragazza dai capelli color cielo cominciando a guardarsi intorno, sorridendo alla vista di quello che gli si stava presentando, era circondato da pile di libri e pergamene, e ciò non lo sorprese minimamente, il salottino era composto da due librerie poste contro due delle pareti, tutte e due colme, un piccolo divanetto al certo della stanza dove davanti a questo vi era un tavolino dalle piccole dimensioni, anche questi ricoperti da diversi documenti.
-Non è un problema tutto questo casino vero?- chiese ad un certo punto Levy distogliendo il rosato dai propri pensieri, affacciandosi da un'altra stanza, che dall'odore di spezie e cibo che proveniva da essa, sembrava essere la cucina.
-No, no- disse lui senza che il sorriso gli abbandonasse il volto -in realtà me lo immaginavo di trovare una cosa del genere- aggiunse lui grattandosi la nuca mentre si guardava attorno.
-Davvero?- chiese lei incuriosita risbucando dalla cucina con in mano due tazze di tè, invitando con un gesto della testa il ragazzo in cucina.
Quest'ultimo camminò verso la turchina annuendo -Sì, il tuo odore è impregnato nell'odore della carta- rispose entrando nella stanza.
Questa era poco più piccola della sala, al suo interno vi era un tavolo rettangolare con quattro sedie a circondarlo e sopra un cesto di frutta con le tazze che poco prima aveva in mano la turchina e dei biscotti, una finestra inondava di luce la stanza, una porta conduceva al piccolo giardino e una parete occupata dal camino e da qualche armadietto contenente dell'altro cibo.
-Odore?- chiese lei drizzando le orecchie poco dopo essersi seduta prendendo tra le mani la tazza e poi guardare il suo interlocutore con serietà.
-Sì? Perché?- chiese sedendosi anche lui prendendo la tazza che gli aveva dato Levy e un biscotto, per poi portarselo alla bocca.
-Sei in grado di percepire gli odori delle persone a lunghe distanze? Anche i suoni?- chiese sporgendosi sul tavolo la ragazza socchiudendo gli occhi, rendendo irrequieto il rosato.
Lui annuì lentamente, non sapeva il motivo, ma quella ragazza dai capelli color cielo lo spaventava un po', sapeva che dietro a quell'angioletto si nascondeva qualcosa di terrificante.
-Sei un Cavaliere o ..!
-Sì- esclamò interrompendola -sono un praticante dell'antica magia dei Draghi- aggiunse ingoiando di fretta il biscotto, non voleva sentire quel nome, lo faceva sentire un assassino, preferiva farsi riconoscere come mago e non come uno sterminatore.
Lei abbassò la testa tornando a fissare il liquido caldo all'interno del contenitore di ceramica con un sorriso a incresparle le labbra, lo aveva capito subito, quel ragazzo era un tipo puro di cuore.
-Vorrei sapere perché avevi tu questa fascia- disse ad un certo punto stringendo la tazza con le sue dita affusolate mentre chiudeva gli occhi cercando di trattenere le lacrime.
Natsu la guardò interrogativo, non capendo il perché di quella domanda, possibile che lei non sapeva che lui sarebbe venuto a chiederle informazioni sulla Cacciatrice?
-Me l'ha data un mio amico- disse dopo aver ingoiato una bella sorsata di tè -beh.. sarebbe più corretto dire un mio nuovo conoscente- aggiunse facendo scattare la testa della sua interlocutrice.
-Sai dirmi il suo nome?- chiese mentre una scintilla di speranza le invase le iridi color cioccolato, puntando lo sguardo sul rosato.
-Sì, un certo Gajeel- rispose Natsu per poi quasi cadere dalla sedia quando vide Levy alzarsi di scatto urlando presa dall'euforia.
-Lui è vivo! Gajeel è vivo!- continuava ad urlare mentre le lacrime di gioia cominciarono a uscirle copiosamente degli occhi, cavalcando le gote arrossate, subito dopo però si fermò battendo le mani sul tavolo -perché ti ha dato la fascia? Perché lui non è qui? Perché ci sei tu al posto suo?!- esclamò con un tono di voce quasi arrabbiato, ma in realtà esprimeva solo una grande tristezza, dolore e delusione.
-Mi ha consegnato la tua fascia perché mi servivano delle informazioni- rispose lui inclinando la testa di lato, come aveva pensato, lei non sapeva della sua visita -mi ha detto che non poteva venire qui perché diceva che non era ancora il momento giusto- aggiunse aggrottando la fronte.
-Come?- sussurrò la turchina cadendo seduta sulla sedia prendendo a stringere la stoffa del suo vestito con entrambe le mani, dopo di che mollò la presa prendendo un gran respiro per potersi tranquillizzare -che informazioni ti servono?- chiese con voce tremante per via del pianto di poco prima mentre si asciugava di nuovo gli occhi.
-Sto cercando Lucy- disse portando lo sguardo nuovamente sulla ragazza, notando con stupore che non riusciva più a percepire il rumore del respiro di quest'ultima.
Infatti Levy a sentire quel nome smise di respirare per pochi secondi, presa dallo sconforto e dalla sorpresa di risentire quel nome, dopo così tanto, tantissimo tempo.








Angolo dell'autrice
Salve! Eccomi con il nuovo capitolo! Scommetto che non ve lo aspettavate un aggiornamento così presto ^^ e invece oggi mi era tornata l'ispirazione per come scrivere l'idea che continuava a vorticarmi per la testa già da tempo, ma dato che non vedevo l'ora di pubblicare grazie alle recensioni che avete scritto, ho deciso di smettere prima di scrivere.. tralasciando ancora molte cose ghihihi
Avrete senz'altro notato che il capitolo è un po' più corto di quello precedente e per questo mi scuso molto, ma la mia euforia era così tanta che non mi ha permesso di continuare XD
Quì compaiono diversi personaggi ^^ e a dire la verità sono stupita di me perchè inizialmente non pensavo di inserire Wendy
A proposito di lei.. qui ve l'ho messa come un personaggio già grande maturo eh? Ma ve la immaginate? Che ripensando al manga Mashima non si è preso la briga di farcela vedere più grande dopo il time skip di un anno XD
Va beh, siete felici per l'entrata in scena di Levy? Ho nominato Gajeel ** e vi dico che non vedevo l'ora di farlo, ma ci sono ancora tantissime cose che non sapete.. aaaah sto fremendo dalla voglia di dirvi tutto *^*
Ok.. meglio se mi fermo XD
Come vi è sembrato il capitolo? Vi è piaciuto?
Spero di sì, ci ho messo tre giorni a scriverlo se non di più XD spero che i miei sforzi si siano rivelati buoni <3
Vorrei ringraziare coloro che hanno letto e aggiunto la mia fic tra le prefetite/ricordate/seguite, non mi aspettavo che avrebbe istigato la curiosità di così tante persone **
Ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito lo scorso capitolo <3 grazie a BleackRose (sicuramente ti aspettavi la NaLu Week.. ma quella è ancora un pochino indietro, comunque credo di averti resa felice con questo cappy, non c'è neanche una NaLi moment XD), grazie a nalla85 (spero che troverai fantastico anche questo capitolo ^^), grazie a Meredithcastle3 (mi dispiace per il capitolo un po' più corto >_< spero che il fatto di aver aggiornato prima ti abbia resa felice^^), ed infine grazie a Natsu_Fire (come vedi non ho abbandonato la fic <3)
Grazie a chi è riuscito a leggere fino a qui <3
Spero di farmi sentire al più presto qui su efp <3
Un abbraccio gigante a tutti voi ^^
Mary

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Questions ***


-Se sei in grado di pronunciare il suo nome, vuol dire che non sai niente, chiunque tu sia- disse con fare freddo la turchina stringendo la tazza dopo aver ripreso a respirare.
Natsu guardò la sua interlocutrice con uno sguardo curioso e allo stesso tempo perplesso e preoccupato, forse era stato un errore pronunciare il nome della cacciatrice?
-Perciò credo che dovrò introdurti qualcosa prima di cominciare a rispondere alle tue domande- aggiunse mentre la voce divenne leggermente tremante.
Se la sentiva davvero di rivivere tutto quello che era successo? E soprattutto poteva davvero fidarsi di Natsu? Colui che diceva di non aver strappato con forza a Gajeel delle informazioni sulla sua posizione e di come accedervi? Eppure l'idea che Gajeel venisse battuto da un Dragon Slayer non era poi così tanto surreale, dopotutto era.. no, doveva pensare ad altro, non poteva abbattersi e c'era un solo e unico modo per capire se fidarsi o meno del ragazzo.
-Però prima devo capire se posso fidarmi di te- disse Levy puntando il suo sguardo nocciola su quello del ragazzo, di scatto, con un tono molto più serio di quello di poco prima.
-Va bene, dimmi come- rispose Natsu smettendo di mangiare i biscotti e bere il tè, incrociando le braccia al petto.
-Lo sai già- disse alzandosi dalla sedia scrollandosi il vestito, se lo risistemò dato che si era tutto stropicciato, per poi camminare nella direzione del ragazzo, il quale sospirò.
-Se non c'è altra scelta.. ma ti prego, sii delicata- disse il ragazzo passandosi una mano tra i capelli scombinandoli più di quanto lo fossero già.
-Non ti preoccupare di questo- disse lei abbassandosi su di lui per poi poggiare la sua fronte su quella del ragazzo constatandone il forte calore che emanava e in seguito chiudere gli occhi, seguita a ruota dal rosato.
Cominciò a dettare una serie di parole con estrema tranquillità, dal significato del tutto sconosciuto al ragazzo dai capelli rosati; con quella specie di cantilena, la turchina cominciò ad avanzare con la propria mente.
Natsu abbassò le sue difese quando sentì quella voce cristallina entrargli nella testa, accarezzandogli le orecchie con estrema delicatezza, la sentì entrare e frugare tra i suoi ricordi, i suoi pensieri e le sue sensazioni.
Cominciò con i primi ricordi che lui aveva della sua infanzia, e da quel momento una serie di immagini di quei periodi vennero riportate alla luce, stupendosi della delicatezza con la quale la ragazza era in grado di guardargli dentro senza ferirlo e procurargli dolore.
La sentì prestare attenzione a molte cose che Natsu considerava irrilevanti, come sua madre, e parve addirittura indugiarvi come se ci fosse qualcosa che non quadrava.
Passò molto tempo a sfogliare i ricordi di quella notte, come l'attacco ebbe inizio, la sua paura, la consapevolezza di aver perso la sua famiglia, l'odio che aveva provato per i domatori, cose a cui il ragazzo ormai non faceva più quasi caso.
Ma solo quando Levy arrivò al punto dove lui conobbe Lucy, la sentì sussultare.
La sentì continuare con estrema esitazione, sentì che stava provando le stesse emozioni di angoscia mista ad una strana felicità che aveva provato lui quando aveva visto la figura della cacciatrice. Percepì che Levy stava provando una grande nostalgia e per pochi secondi anche Natsu ne fu sommerso.
Con estrema cura Levy analizzò la piccola conversazione avvenuta tra di loro quando si stavano dirigendo all'accampamento e sorrise inconsapevolmente quando vide in Natsu quella spensieratezza di bambino indovinare al primo colpo il nome della bionda.
Si staccò di colpo causando una fitta di dolore lancinante al rosato, aprendo gli occhi di scatto sgranandoli mentre il fiatone prese spazio tra i suoi polmoni.
Natsu gemette per il dolore portandosi le mani alle tempie -Cosa è successo?- chiese con la voce spezzata dal dolore, non capendo minimamente il perché di quel gesto sentì Levy riascoltare le parole che gli sussurrò la cacciatrice tempo prima.
Subito dopo sentì la turchina posare le sue mani sul mantello scoprendo la sua sciarpa bianca. In quel momento il dolore scomparve e cercò di allontanare la ragazza dalla sua sciarpa.
-Ehi! Ma..!
-Non ci credo..- sussurrò Levy guardando con occhi sgranati la sciarpa, troncando il suo tentativo di chiedere cosa le stava succedendo.
-Cosa?- chiese incuriosito, più stava con lei e più si rendeva conto che la ragazza era pazza.
-Zitto- lo interruppe lei calmandosi, per poi prendere la sedia e sedersi davanti a lui puntando i palmi delle mani sulle ginocchia scoperte dal vestitino arancio, per poi guardare decisa dritta negli occhi smeraldini di lui
 -Ora devi stare zitto e ascoltarmi.-
Natsu mandò giù un groppo di saliva: non capiva più niente di quello che stava succedendo. All'inizio era tutta allegra e solare, quando l'aveva vista uscire dalla porta di casa sua, poi si era messa a piangere, dopo si era dimostrata diffidente per poi accoglierlo in casa con rinnovata energia, dopo aver pronunciato il nome di Satsugai-sha l'aveva vista pietrificarsi e diventare fredda come il ghiaccio, dopo di che si era mostrata gentile quando aveva frugato tra i suoi ricordi e quando era arrivata al punto in cui aveva visto per l'ultima volta la bionda, si era ritirata bruscamente per poi zittirlo con voce seria.
Era sicuro di non aver sbagliato persona? Quella ragazza sembrava preda di continui sbalzi di umore, in un certo senso aveva paura di ascoltarla perché se era diventata così seria dopo aver visto la sciarpa.. c'era qualcosa che non andava.
-Non ti potrò raccontare tutto nei minimi dettagli. Partirò subito con le presentazioni. Non farmi domande, una volta finito potrei farmene solo tre, perciò ascoltami bene e apri bene la mente, perché da quello che ho capito sbirciandoci sei duro di comprendonio- riprese lei a parlare puntandogli un dico contro.
"Chi è questa tipa? Mi da ordini e mi prende anche in giro", pensò lui incrociando le braccia al petto offeso, ma non poteva obbiettare: era la sua unica opportunità per poter capire cosa davvero stava succedendo in quella maledetta guerra.
-Prima di tutto, devi sapere che io ho più di 150 anni- disse facendo prendere un colpo al rosato, il quale sobbalzò dalla sorpresa.
-Cosa?!- esclamò alzandosi dalla sedia puntandole il dito contro -ma tu sei solo una ragazza!- esclamò per poi venir interrotto bruscamente dalla turchina.
-Zitto e siediti, ho detto niente domande- rispose lei sbuffando, quella sarebbe stata una lunga giornata.
Il ragazzo strinse un pugno con fare irritato, non gli piaceva venir preso per uno stupido, mal volentieri si sedette di nuovo sbuffando inviperito, cercando di trattenersi.
-Il motivo per cui sono così.. vecchia- disse l'ultima parola roteando gli occhi -è perché albergo in questo mondo da tanto tempo- disse attirando l'attenzione del rosato -e come me anche la cacciatrice conosce queste terre fin da quando i primi draghi solcarono il cielo- aggiunse sospirando -in origine, molto prima che la guerra ebbe inizio lei viveva con noi, con il nostro popolo e con i draghi
Natsu corrugò la fronte "Con i draghi?" pensò confuso, ma lei non era una cacciatrice? Com'era possibile che convivesse pacificamente con loro? "Aspetta un attimo... vivere, con i draghi?" fece per aprire bocca, ma la ragazza dai capelli turchini con un occhiataccia lo fermò giusto in tempo.
-Il mio popolo, quando ancora viveva senza nascondersi, era a stretto contatto con la natura, con gli umani e con i draghi, pacificamente- riprese a parlare chiudendo gli occhi cercando di immaginare i luoghi sperduti delle sue terre e quella tranquillità e quella pace che caratterizzava solamente il suo popolo -non era raro che un drago decidesse di cedere il proprio cuore a uno di noi o nascere perché sentiva di doversi legare a qualcuno, infatti fummo noi i primi a stringere il patto con i draghi- lo disse riaprendo gli occhi -e così accadde anche a lei.. un drago decise di cedere il proprio cuore, la sua anima e il suo essere, a lei- lo disse con un tono nostalgico che fece incuriosire ancora di più il ragazzo, il quale rimase molto sorpreso anche da quella rivelazione inaspettata -quando un drago e una persona formano un legame del genere, diventano una cosa sola, un tutt'uno con essi, un unico cuore, un'unica anima e un'unica mente, imparano a conoscersi e convivere con questa nuova realtà- disse abbassando lo sguardo sulle sue gambe sorridendo, era come rinascere -ma con l'avvenimento della guerra il mio popolo fu preso di mira e così fummo costretti a scappare e a nasconderci, presi di mira dal re per le nostre doti magiche; solo pochi decisero di contrastare lui e la guerra, e la cacciatrice era uno di questi, insieme al suo drago- la sua voce si fece più addolorata, ma un senso di stima si faceva largo dentro di lei: quanto aveva invidiato la cacciatrice per il suo coraggio e la sua testardaggine?
 -Ma durante la liberazione di una delle città importanti a quel tempo, il drago..- in quel momento Levy si sentì prendere da un profondo dolore, perché in un certo senso la capiva, aveva sofferto anche lei -..scomparve lasciando un enorme vuoto nel cuore della cacciatrice- Levy alzò lo sguardo per vedere Natsu, stupendosi di trovarlo serio, con le braccia incrociate al petto che la fissava con i suoi due occhi smeraldini. Sapeva che lui aveva molte domande da porle ed era gli grata per lo sforzo che stava facendo. Sicuramente aveva captato il dolore che stava provando in quel momento e proprio per quel motivo non voleva farla soffrire maggiormente con le sue domande, probabilmente invadenti. -Devi sapere che quando il legame tra un drago e una persona viene spezzato dalla morte di uno dei due, è difficile che l'altro sopravviva al dolore della perdita- aggiunse lei, portando le mani al cuore stringendo la stoffa del vestito -anche la lontananza può nuocere entrambi, nonostante siano ancora vivi, perché non possono sapere se uno dei due sia ancora vivo o meno, non possono cercarsi e parlarsi, sentire la presenza dell'altro, perché solo insieme si sentono protetti, completi e soprattutto vivi.-
Levy si girò verso il tavolo per poter prendere la sua tazza di tè, la prese e portò il bordo in ceramica alle labbra assaggiando un nuovo sorso di quella bevanda, come a voler colmare il vuoto che le parole le aveva lasciato dentro.
Natsu la osservò: era tutto vero quello che lei gli stava rivelando? Gli sembrava difficile immaginare la cacciatrice legata a un drago, però... quella ragazza sembrava sincera, la vedeva rivivere il suo dolore, perché ormai era certo, quello che lei gli stava raccontando non era altro che il suo dolore. Aveva capito che anche la turchina aveva vissuto, almeno in parte, le stesse cose che aveva vissuto la bionda.
-Però non riesco a capire- continuò lei interrompendo il flusso di pensieri del ragazzo e attirando nuovamente la sua attenzione su di sé -lei ti ha donato un qualcosa di davvero importante, da quello che ho visto- aggiunse posando la tazza sulle sue gambe -è il Ciondolo dorato di Mavis, un amuleto in grado di proteggere dalle maledizioni chiunque lo indossi, e sembra che su di te ha avuto anche un altro effetto, ma non capisco quale- disse spostando una ciocca di capelli turchini che gli era scivolata davanti il viso -probabilmente la cacciatrice te lo ha donato per proteggerti dato che credo che in qualche modo si sia affezionata a te.-
Natsu si sentì avvampare un po' e non riusciva a comprenderne il motivo, cercò di rimanere calmo e di tenere la sua temperatura corporea a livelli normali, nonostante quello strano rossore continuava a insistere sul fatto di voler comparire sulle sue gote.
-E la cosa mi preoccupa, perché senza quell'amuleto lei è più esposta, esposta a maggiori pericoli, soprattutto dopo aver perso il suo... drago- continuò lei per poi esitare nel dire l'ultima parola.
Il rosato portò una mano sotto la sua sciarpa prendendo l'oggetto dorato con estrema cura: davvero lei aveva rischiato così tanto per lui? E perché lo aveva fatto? Che motivo aveva per rischiare la propria vita solo per lui?
-Inoltre la tua sciarpa...- si lasciò sfuggire lei ma subito dopo scosse lievemente il capo come a voler scacciare via quei pensieri -no, non sarebbe possibile- sussurrò sicura che le sue supposizioni non avessero una base abbastanza solida per poter essere vere.
Il silenzio tornò tra di loro, divenendo, ogni secondo che passava, sempre più assordante; nemmeno il canto degli uccelli o il rumore delle foglie degli alberi si sentiva in quel momento, dato che entrambi erano troppo presi dai loro pensieri.
Natsu cercò di rimuginare su quel poco che la ragazza gli aveva rivelato. Era conscio del fatto che la turchina non gli avesse svelato tutto, ma nonostante tutto in quel momento aveva appreso qualcosa di più su di Lei, ma molte erano le cose che non capiva.
-Hai tre domande, sfruttale- Levy tornò a parlare distraendo il ragazzo, il quale riportò il suo sguardo su di lei con esitazione, non aveva pensato alle domande che avrebbe potuto farle.
-Perché non la chiami per nome?- chiese lui, stupendosi della domanda, anche se quel pensiero non lo aveva lasciato da quando avevano cominciato la chiacchierata.
-È l'opera di un giuramento- sospirò la maga accarezzandosi il dorso della mano -ha deciso di perdere il proprio nome quando ha ucciso il primo drago- aggiunse mentre gli occhi le divennero lucidi -non posso dirti molto, è qualcosa di cui dovrebbe parlarti lei, ma sappi che se ti ha dato il permesso di chiamarla così- alzò lo sguardo con un mezzo sorriso in volto -vuol dire che si fida di te- aggiunse riabbassando subito dopo lo sguardo mordendosi un labbro.
Natsu sorrise puntando i suoi occhi smeraldo nel vuoto. Sì, lui lo sapeva già, lei si fidava di lui e questo in un certo senso lo faceva sentire onorato, ma non riusciva comunque a capire il motivo per cui lei si era fidata di un bambino.
-Sei a due, secondo me hai domande più importanti da pormi, vedi di non sbagliare perché potresti pentirtene- lo richiamò lei ricordandogli delle domande.
Il rosato si prese il mento tra le dita cominciando a pensare, di certo ebbe fatica, ma non gli importava, doveva essere sicuro di quello che voleva sapere.
-Perché qui il tempo non scorre?- chiese ripensando a quando era entrato in quel luogo, la prima cosa che aveva notato era il sole ancora alto nel cielo e i nuovi odori che aveva captato una volta messo piede in quel labirinto verde.
La vide sussultare e inclinare la testa mentre le mani si strinsero a pugno prendendo tra le dita la stoffa del suo vestitino.
-Sicuro di non voler sapere qualcos'altro sulla cacciatrice?- chiese lei chiudendo gli occhi serrandoli nel tentativo di non far scendere le sue lacrime al ricordo delle sue sofferenze.
-No, sono sicuro, ho ancora una domanda- rispose lui deciso, conscio di aver colpito il punto giusto, anche se lo faceva star male vederla in quel modo,  lui voleva aiutarla: dopo tutto gli stava rivelando informazioni utili e in qualche modo doveva pure sdebitarsi.
La ragazza dai capelli turchini sospirò cercando di calmarsi, quello era il momento di affrontare il suo passato, ne sarebbe stata davvero in grado?
-Va bene- disse aprendo gli occhi -ma quello che ti dirò non potrai dirlo a nessuno, a meno che non sia io a farlo o a darti il permesso e se solo oserai fiatare di ciò con un nemico delle vite potrebbero risentirne, prima tra queste la tua- avvisò socchiudendo gli occhi a due sottili fessure, mentre il tono di voce diveniva minaccioso e metallico.
-Ho capito, hai la mia parola- rispose Natsu capendo la serietà che stava esprimendo la sua interlocutrice.
-Il giorno stesso in cui il drago della cacciatrice scomparve, io e..- si fermò mentre il cuore cominciò a batterle all'impazzata e il fiatone prese il posto al suo respiro calmo e regolare, ripensare a ciò l'ansia la pervadeva malvagia rendendole lucidi gli occhi -..il mio compagno abbiamo cercato di affrontare uno dei Quattro del re, dopo che questo ha separato per sempre la cacciatrice e il suo compagno- riprese a parlare mentre le fiamme, le urla e l'odore di morte tornavano a farsi spazio nella sua mente più forte delle altre volte -alla fine dello scontro rimasi vittima di una maledizione, il nostro nemico si batté in ritirata quando capì che ormai della città non era rimasto più niente, la cacciatrice scomparve nel nulla e io rimasi in quel luogo al tramonto del sole, vittima di una morte atroce- una fitta al cuore le mozzò il fiato, ricordava benissimo quel momento in cui lui, si sacrificò per lei non potendola vedere in quello stato -con appello a tutte le sue energie rimaste, il mio compagno, per poter contrastare la maledizione creò questo luogo- disse accennando al labirinto -un luogo a cui solo chi possedeva questa fascia era in grado di trovarmi e accedervi, un luogo dove il tramonto non arriva mai, garantendomi niente più dolore e altre sofferenze. Da quando ho cominciato a vivere qui, l'unico mio contatto con l'esterno era lei, che dopo aver scoperto di questo luogo, in qualche modo ogni mese mi arrivava una sua lettera, compariva magicamente sul tavolo, è così che ogni volta che la leggevo venivo a conoscenza di cosa accadeva al di fuori di questo posto.-
Ormai sembrava che il silenzio doveva invaderli ogni qual volta che lei finiva di rispondere alle domande del ragazzo.
Quest'ultimo cercò di rielaborare il tutto, il suo primo pensiero era quello di doverla aiutare in qualche modo, ma non riusciva a capire come.
Cominciò a rimuginare sulle parole che erano uscite dalla bocca della turchina, stupendosi di quanto si stesse sforzando per farlo.
Gli sorsero diverse domande, ma volle tenerle per sé, sicuro che un giorno lei avrebbe risposto a queste senza che lui sprecasse la sua ultima possibilità di sapere di più sulla bionda, in quel momento non poteva sbagliare su una cosa simile.
-Io vorrei aiutarti- disse ad un certo punto lui, facendo corrugare la fronte della ragazza -voglio liberarti dalla maledizione che ti perseguita- aggiunse incrociando le braccia al petto, chiuse gli occhi e annuì convinto -si, voglio sdebitarmi per quello che tu stai facendo per me- aggiunse continuando ad annuire perso tra i suoi pensieri.
-Cosa..?- l'enorme peso che sentiva sul cuore scomparve a quelle parole, mentre una strana speranza si fece largo dentro di lei.
-Tu sei un'amica di Lucy, e gli amici suoi sono anche miei- disse lui interrompendola aprendo gli occhi mentre un radioso sorriso si illuminò sul suo viso -quindi mi sento in dovere di aiutarti, soprattutto se sono in grado di farlo, riguardo l'ultima domanda possiamo sempre pensarci quando avremo finito!- aggiunse alzandosi di scatto dalla sedia puntando un pugno al soffitto.
Le lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi di Levy, non provò nemmeno a fermarle tanta era la gioia che provava in quel momento.
Abbassò lo sguardo facendo cadere le sue calde lacrime sul suo vestitino arancio "Gajeel.. l'incubo finalmente finirà" pensò mentre il cuore prese a batterle impetuoso nel suo petto come se si fosse caricato di una nuova energia.
-Credo che ti servirà questa però- con un tono gentile Natsu porse il ciondolo di Mavis davanti al naso della ragazza dopo essersi abbassato davanti a lei, sempre con quel suo sorriso smagliante a rallegrare il momento.
La turchina alzò lo sguardo, incontrando quello dagli occhi color smeraldo di lui sorridendo a sua volta -Grazie- sussurrò prendendolo. Si alzò dalla sedia e, dopo che il rosato si era scostato da lì, nascose il ciondolo in una tasca del vestito -però prima devo fare una cosa- disse asciugandosi le lacrime subito dopo con il torso delle mani facendo comparire un'espressione interrogativa sul volto del ragazzo.
Levy sorrise per poi dire un -Torno subito!- e scomparire dietro la porta della cucina, Natsu la sentì salire le scale per poi percepire una porta aprirsi e subito dopo un gran casino rimbombare tra le stanze della casetta.
Si preoccupò, camminò verso la sala per poi giungere ai piedi delle scale -Tutto okay?- chiese urlando un po' per potersi far sentire.
-Sì! Aspetta un attimo!- urlò di rimando la ragazza, subito dopo si sentì un gran tonfo, probabilmente una pila di libri era caduta generando tutto quel trambusto.
Pochi minuti dopo la maga ricomparì in cima ai gradini delle scale. Era diversa, stavolta non indossava più il suo vestitino arancio, indossava dei pantaloni marroni attillati, degli stivali neri alti fino al ginocchio, un paio di lame, una frusta e diverse boccette erano appese al suo cinturone, indossava una camicia bianca coperta in parte coperta da un mantello nero che scendeva fino al pavimento, sulle spalle aveva uno zaino e in testa aveva la fascia arancio che le aveva dato Natsu.
Subito dopo si lanciò sulle scale correndo -Vieni!- urlò per poi prenderlo per il mantello nero e trascinarselo fuori di casa.
In ragazzo si lasciò sfuggire un -Ehi!- per poi venir trascinato fuori, di nuovo in mezzo agli alberi, in mezzo a quella natura che faceva da labirinto.
 
-Devo sapere se quando sei entrato fuori c'era il sole- chiese lei tirando fuori dalla tasca dei pantaloni il ciondolo per poi guardarlo.
Il rosato si grattò la testa pensieroso -Era appena sceso il sole quando sono caduto in questo labirinto- rispose lui corrugando la fronte -perché me lo chiedi?- chiese non capendo la ragazza.
-Volevo solo sapere come vedrò il mondo appena uscita da qui- rispose sorridendo la ragazza per poi indossare il ciondolo -forse è meglio se chiudi gli occhi, la luce potrebbe essere forte- aggiunse poco prima che un insieme di luci l'avvolgessero.
Natsu fece solo qualche passo indietro incuriosito, sembrava che tante piccole lucciole avevano cominciato ad attaccarsi ai vestiti della turchina, facendola diventare piano piano luminosa come una stella.
Levy sorrise un ultima volta al ragazzo per poi chiudere gli occhi, lasciandosi avvolgere dal calore purificatore della magia scaturita dal ciondolo.
La ragazza in quel momento cominciò a ripensare a quanto aveva sofferto per colpa di quella costante presenza oscura che continuava ad avvolgerla, privandola della piacevole sensazione della libertà.
Quel freddo gelido che la tormentava ogni qual volta che ricordava di quel giorno la faceva star male, perché ogni volta il dubbio di esser rimasta sola per sempre tornava, aveva il timore che pure Lui l'aveva abbandonata sacrificandosi per lei, solo perché non la voleva vedere morire a ogni tramonto.
Le lacrime uscirono anche se gli occhi erano chiusi, quando era venuta a scoprire che lui era ancora vivo, l'enorme macigno che le gravava dentro, era scomparso, togliendole quel pensiero, quel brutto pensiero di esser stata lei la causa della morte del suo compagno.
Sentì quell'oscurità scivolarle via, lentamente, come se quel calore fosse l'acqua in grado di pulirla e purificarla dallo sporco che l'aveva macchiata l'oscurità.
La luce si spense diradandosi in tutta la foresta, lasciando sul viso della ragazza un sorriso raggiante e soddisfatto.
-Credo che questa appartenga a te, non sono io quella che deve mantenere la promessa- disse lei camminando verso di lui per poi dargli il ciondolo dopo esserselo sfilato facendogli l'occhiolino.
Natsu prese il gioiello e lo indossò per poi nasconderlo sotto la sciarpa -Come si fa ad uscire di qui?- chiese poi guardandosi intorno, vedendo solo alberi e alberi estendersi chissà per quanti ettari di campi.
La ragazza si tolse la fascia per poi mettersi il cappuccio -Devi distruggerla- disse dando il pezzo di stoffa arancione al rosato -usa i tuoi poteri di Dragon Slayer- aggiunse, per poi sussurrare uno -scusami- quando si ricordò che il ragazzo non piaceva venir chiamato in quel modo.
Lui sospirò afferrando la stoffa, la guardò un attimo per poi incendiare la mano e bruciarla in pochi secondi, facendo volare subito dopo la cenere.
In quel momento tutto ciò che li circondava scomparì, al loro posto l'oscurità li avvolse, Levy si aggrappò al ragazzo stringendo l'avambraccio di lui con le mani.
Cominciarono a precipitare nel vuoto urlando entrambi, uno divertito e l'altra spaventata per l'improvviso cambiamento.
Caddero a terra con un tonfo, rendendosi conto di ritrovarsi in una foresta scura e il freddo a circondarli.
-Ahio- si lasciò sfuggire Levy massaggiandosi il capo, dato che lo aveva sbattuto contro la radice di un albero.
Natsu ridacchiò divertito, mentre odori famigliari cominciarono a venir percepiti dal suo naso, Calumbra era vicino.
Incendiò nuovamente una mano per far luce, dopo di che prese un ramo e strappò parte della sua maglietta per avvolgere la testa del ramo e poi fargli prendere fuoco per creare una torcia senza usare la magia.
Si sporse verso la turchina porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi da terra -Tutto a posto?- chiese sorridendo.
Lei annuì per poi prendere la mano del ragazzo e sollevarsi da terra -Sì, grazie- rispose lei grata guardandosi intorno, vedendo soltanto il buio più totale.
-Ho un'amica che mi aspetta a Calumbra, credo sia meglio che finiamo di parlare lì- disse ad un certo punto Natsu, distogliendo la ragazza da quell'ispezione che stava facendo al buio che li circondava.
Alzò lo sguardo incontrando il viso illuminato dalla torcia del ragazzo, per poi annuire e ringraziarlo per la disponibilità che lui stava avendo nei suoi confronti per poi cominciare ad incamminarsi tra le piante per raggiungere Lisanna.
Levy si muoveva dietro il ragazzo dai capelli rosati, seguendo la luce della torcia cercando di non inciampare in rami o radici, con il suo acuto udito sentiva il canto dei gufi e i passi degli animali notturni, qualche raggio lunare filtrava le foglie degli alberi toccando a volte il suo pallido viso, si appoggiò un attimo a un tronco mentre sentiva mancarle l'aria, non era più abituata al suo mondo.
Il Dragon Slayer se ne accorse e si fermò percependo il fiatone della ragazza, si girò verso di lei preoccupato -Ti senti bene?- chiese poggiando la sua mano sulla schiena di lei.
-Sì, è solo che il mio corpo non è più abituato a questa dimensione- rispose interrotta dai suoi profondi respiri, le era capitata la stessa cosa quando Gajeel l'aveva catapultata in quel luogo per salvarla, per qualche ora aveva sofferto il mal d'aria, sperava che questa volta ci sarebbe voluto molto meno.
-Dai, sali- Natsu interruppe i suoi pensieri piegandosi davanti a lei in segno di invitarla a salire sulla schiena -sicuramente non potrai stare a passo per un po', quindi è meglio se ti porto- aggiunse voltandosi verso di lei sorridendogli.
La ragazza dai capelli turchini annuì grata, per poi salire e appoggiarsi sulle possenti spalle di lui, aggrappandosi con le mani, il rosato spense la torcia buttandola a terra per poter prendere in braccio la turchina.
Il buio si fece largo circondandoli completamente -Come faremo senza luce?- chiese lei stringendosi a lui insicura, non nascondeva che stava provando paura, era da tantissimo tempo che non vedeva il buio che si lasciava dietro il sole.
-Non ne abbiamo bisogno- rispose lui cominciando a camminare sicuro tra le piante come se fosse in grado di vedere in quell'oscurità, illuminata qualche volta dai raggi lunari -non so se lo sai, ma i..- si fermò un attimo per poi sospirare -Dragon Slayer, oltre a saper usare la magia dei draghi possono acquisire anche le abilità fisiche di questi, tra queste c'è anche la capacità di utilizzare la vista di un drago- continuò camminando imperterrito evitando qualche volta di andare a sbattere contro un ramo.
-Non sapevo che fossero in grado di ciò- pensò a voce alta la ragazza chiudendo gli occhi appoggiandosi alla schiena di lui con la testa "Ma è normale, i Dragon Slayer sono nati poco prima che io venissi maledetta" pensò pronta a lasciarsi cadere tra le braccia di Morfeo.
-Non ti dispiace se accelero, vero?- chiese Natsu ridestandola dal sonno -la mia amica mi sta aspettando e non vorrei fare una brutta fine- ridacchiò nervoso facendo sorridere Levy.
-No, non mi dispiace- rispose poi ritornando ad addormentarsi sulla schiena di lui, mentre quest'ultimo ghignò per poi accelerare.
Cominciò a vedere le piante oscurate dal buio sfocarsi, i suoi passi divennero più leggeri divenendo quasi impercettibili all'orecchio umano, in quel momento si sentiva leggero, gli sembrava quasi di volare nonostante avesse il peso di Levy sulle sue spalle.
Continuò a correre per mezz'ora guidato dal suo naso finché non sbucò fuori dalla foresta, intravedendo poco più lontano il paese fortificato di Calumbra.
Si fermò imprecando, gli sarebbe stato difficile entrare di soppiatto scalando le mura con in braccio qualcuno senza farsi vedere almeno da una sentinella data la posizione del paese, per diverse decine e decine di metri neanche un albero era presente e quindi niente poteva nasconderlo.
Tornò indietro sui suoi passi nascondendosi dietro un cespuglio poggiando la ragazza ancora dormiente contro il tronco di un albero.
Dopo diversi minuti in cui il ragazzo cercò di inventarsi qualcosa di buono per poter entrare nel paese senza farsi avvistare, si arrese all'evidenza di non esser in grado di ideare un piano.
Sospirò sconfitto cercando di affievolire il mal di testa causato dal suo tentativo di cercare una soluzione, per poi posare il suo sguardo sulla figura della sua nuova amica.
Si abbassò frustrato, si sentiva davvero in imbarazzo a chiedere aiuto a qualcuno, ma cos'altro poteva fare altrimenti?
-Levy?- la chiamò tastandole una spalla -Levy?- la chiamò ancora una volta muovendola un po' di più, cercando però di non urlare troppo, non voleva farsi sentire dalle sentinelle di Calumbra.
La turchina mugugnò qualcosa per poi aprire gli occhi, non riuscì nemmeno a distinguere il viso del ragazzo per via del buio -Natsu?- batté le palpebre ancora un paio di volte per potersi abituare a quell'oscurità.
-Siamo vicini a Calumbra, te la senti di correre?- chiese lui con fare agitato, se le sue supposizioni erano esatte, la ragazza era a in grado di scavalcare insieme a lui le mura del paese senza farsi avvistare dalle guardie notturne.
Lei si girò per poter vedere il villaggio, rimanendo stupita di vedere quel piccolo paese cambiato di nemmeno una virgola da come se lo ricordava.
-Sì- rispose lei alzandosi da terra lentamente poggiandosi all'albero -potremmo confonderci tra le ombre della notte, potremmo anche utilizzare la magia se necessario, senza però farci vedere dalle sentinelle- puntò il suo sguardo sul ragazzo -pronto?- chiese reggendosi su due gambe senza avere bisogno dell'appoggio del tronco.
-Tu?- chiese lui insicuro del fatto che la ragazza sarebbe riuscita a stargli dietro, per via della sua natura, lui correva più veloce di qualsiasi umano.
-Certo- rispose lei infilandosi il cappuccio nero seguita dal rosato, almeno quelli li avrebbero confusi ancora di più tra l'oscurità.
A quel punto entrambi annuirono per poi cominciare a correre, nascosti dalla notte, correndo in direzione delle mura.
Natsu fu stupito della grazia e leggiadra della turchina, soprattutto della velocità che possedeva durante la corsa, la osservava sorpreso trovando qualche volta difficile stare al suo passo.
Con la delicatezza che solo una piuma che cade aveva, Levy saltò appena raggiunsero entrambi lo sbarramento di pietra alti diverse decine di piedi, il suo salto lasciò a bocca aperta il rosato il quale rimase un attimo immobile ad osservare la ragazza arrampicarsi velocemente lungo il muro.
Scorgendo una sentinella girarsi nella sua direzione si affrettò ad appiattirsi contro la parete nascondendosi dalla luce delle torce.
La turchina si immobilizzò per poi puntare il suo sguardo in basso scorgendo il corpo del ragazzo premuto contro la parete di pietra, piena di solchi e fenditure, probabilmente causati da diversi scontri e attacchi da parte dei nemici.
Natsu incontrò lo sguardo della ragazza, a quel punto si decise anche lui a salire e, con un salto repentino, la raggiunse in pochi secondi per poi acquattarsi contro il corniciolo delle mura e nascondersi assieme alla ragazza dalla vista di una sentinella, la quale camminava annoiata dando qualche volta un paio di occhiate distratte al di fuori delle mura.
Una volta che l'uomo si fu allontanato, con calma e risolutezza entrambi scavalcarono quello che rimaneva per poi poggiare con delicatezza i loro piedi sul solido pavimento di pietra.
Dopo diverse occhiate per vedere se era sicuro, si lanciarono oltre le gradinate delle scale facendo attenzione a non farsi sfuggire qualche verso o rumore attirando l'attenzione delle guardie.
Una volta essersi allontanati scomparendo tra le strette vie del paese, i due si fermarono in una via buia e stretta, insicuri del fatto che fossero ancora al sicuro.
Da quando erano entrati non avevano visto anima viva tra le strade e ciò fece intuire loro che fosse già molto tardi, sicuramente erano passate diverse ore dal tramonto.
Natsu annusò l'aria, catturando il puzzo delle fogne e della sporcizia che riempiva le vie, dopo essersi risistemato il cappuccio guardò Levy corrugando la fronte.
-Ma tu..!- cercò di dire sussurrando, ma la ragazza lo zittì subito interrompendolo.
-Non sprecare domande- disse soltanto con voce severa per poi sporgersi verso la strada guardandosi attorno.
Il rosato sospirò seccato, per poi sporgersi anche lui. Il puzzo di alcol di alcuni ubriaconi che giacevano malconci con la schiena appoggiata a qualche muro, gli faceva pizzicare le narici, ma nonostante quello, cercò di ignorarlo nella speranza che qualche traccia dell'odore di Lisanna fosse ancora nell'aria.
Con un cenno delle mani fece segno alla ragazza di seguirlo, per poi inoltrarsi tra i vicoli bui per non farsi scorgere da qualcuno e apparire sospetto.
 
Lisanna era ancora lì, su quel dannato e scomodissimo letto da ormai diverse ore, si stava annoiando e una punta di preoccupazione cominciò a comparire nel suo sguardo vigile puntato al soffitto basso e grigio che aveva davanti.
Con uno sbuffo sonoro si rigirò sul materasso puntando gli occhi azzurri come il mare verso la finestra della stanza: era stanca di aspettarlo senza poter far nulla.
Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro cercando di mantenere la calma, vagò tra i suoi pensieri. Non riusciva a dormire e quindi non le rimaneva nient'altro che pensare e organizzare le informazioni che aveva accumulato in tutti quegli anni, magari si era fatta sfuggire qualcosa di importante e quindi approfittava di quei momenti tranquilli per analizzare il tutto.
Sospirò sconfitta, la sua mente non aveva alcuna intenzione di lavorare, si rigirò nel letto nascondendo il suo viso nel cuscino battendola numerose volte contro di esso.
La sua testa si rifiutava categoricamente di ripensare al passato, eppure non poteva fare a meno di raccontarsi le storie che la sua amata sorellona le inventava prima di andare a letto, facendole ricomparire quella sensazione di vuoto misto al dolore.
Ad un certo punto sentì le tegole del tetto scricchiolare, scattò rigirandosi sfilando dal cinturone che teneva a terra accanto al letto un pugnale, preso dopo esser stata curata dalla guaritrice.
Nascose l'arma tra le lenzuola fingendosi dormiente, quando avvistò le ombre di qualcuno sporgersi sulla sua finestra, sentì quest'ultima alzarsi lentamente emettendo un leggero, ma acuto rumore.
Il legno strofinò finché il rumore metallico del blocco della finestra non segnalò a Lisanna che questa fu completamente aperta, sentì dei passi per la stanza, ma non riusciva a vedere la figura scura dato che aveva chiuso gli occhi.
Una trave di legno scricchiolò quando qualcuno si avvicinò al suo letto e a quel punto l'albina scattò lanciandosi verso la figura aprendo subito gli occhi, prese con la mano libera quello che doveva essere un braccio, constatandone subito i muscoli tonici, ma non si lasciò in preda ai pensieri, strattonò la figura facendola crollare a terra facendogli emettere un gemito strozzato.
Puntò la lama della sua arma alla gola del suo presunto assalitore, riconoscendo la risata di qualcuno a lei molto famigliare.
Digrignò i denti offesa, fece cadere a terra l'arma per poi alzarsi e sedersi sul letto mentre Natsu si alzò dal pavimento scrollandosi nel frattempo gli abiti, accompagnato dalla sua risata.
Lisanna si allarmò subito quando notò che all'interno della stanza c'era qualcun altro, ma non fece in tempo ad alzarsi che il rosato si mise tra lei e lo sconosciuto incappucciato.
-Lisanna, lei è la nostra informatrice- disse mentre la figura incappucciata si tolse il mantello nero dal capo rivelando la sua identità all'albina.
-Salve, sono Levy McGarden- si presentò cordialmente la ragazza dai capelli turchini, senza far trapelare alcuna insicurezza o paura.
-Io sono Lisanna Strauss, è un piacere conoscerti- altrettanto cordiale, ma più diffidente, la ragazza dai corti capelli albini si presentò.
-Bene, e ora che siamo al sicuro possiamo continuare?- chiese lui voltandosi verso Levy, ansioso di porre la sua ultima domanda e di ricevere informazioni sul suo obbiettivo.
-Continuare cosa?- Lisanna si alzò dal letto non capendo, catturando gli sguardi di entrambi, il Dragon Slayer sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-D'accordo, vieni qui- disse cercando di non perdere tempo, la cosa non gli piaceva affatto, ma non voleva perdere tempo inutile spiegando a parole.
Così, sconfitto, poggiò le sue dita sulle tempie dell'albina, dopo di che, chiudendo gli occhi e corrugando la fronte, con sforzo cominciò a far vedere alla sua compagna ciò che aveva vissuto nelle ultime ore dopo essersi separato da lei.
Una manciata di secondi dopo, Lisanna si trovò ad analizzare tutto ciò che il suo compagno di viaggio le aveva 'raccontato', molte domande le affollarono la mente con la forza di un uragano, tante erano le spiegazioni che cercava, ma si trattenne dall'aprir bocca, consapevole del fatto che al suo migliore amico era rimasta solo una domanda e sicuramente l'oggetto di quest'ultima non poteva che essere Lei.
Natsu si sedette stanco su una sedia, non era adatto per quel tipo di cose, trovava sempre difficile aprire la mente a qualcuno, già usarla per gli affaracci propri era complicato, figuriamoci per gli altri.
Una volta confermato il fatto che Levy non fosse una minaccia, Lisanna, dopo aver acceso una candela illuminando la stanza con quella fioca luce, si sedette sul letto stanca e spossata, quella era stata una giornata davvero snervante, non vedeva l'ora di chiudere gli occhi e lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, ma la curiosità non voleva permetterglielo.
Levy lanciava diverse occhiate ai due, un po' a disagio. Si rese conto che non era più abituata ad avere contatti del genere con qualcuno, ma cercò di non darlo a vedere, mostrarsi insicuri davanti a qualcuno era pericoloso, soprattutto di quei tempi.
Sussultò quando il rosato, dopo essersi ripreso, a quanto aveva potuto appurare, non era da lui mostrarsi così affaticato, si risedette composto togliendosi il mantello mentre l'informava di aver formulato l'ultima domanda a lui concessa.
Lo vide scambiarsi un'occhiata con l'albina mentre lei spostava l'attenzione su di lui pronta a rispondere a qualsiasi domanda lui le avesse posto.
-Anzi.. meglio dire una richiesta- si corresse grattandosi nervosamente la nuca, senza però smettere di mantenere uno sguardo serio, anche se puntato nel vuoto.
La debole fiamma della candela oscillò lentamente sul tavolo della stanza quando un leggero venticello entrò nella camera attraverso la finestra ancora aperta. Levy aggrottò la fronte, confusa.
-Lucy è scomparsa da tredici anni ormai, e mi serve aiuto per ritrovarla- specificò Natsu alzando gli occhi al soffitto con una strana luce negli occhi -i Ribelli hanno bisogno di lei, credo che con il suo aiuto potremmo riuscire in qualcosa di utile, soprattutto a contrastare la Mano Nera- aggiunse sospirando -e poi la devo trovare- finì guardandola con una luce di forte determinazione negli occhi lasciandola sorpresa.
Lisanna sorrise alle parole del suo migliore amico, mentre Levy l'osservava perplessa. Udire quelle due parole per niente familiari, l'aveva incuriosita e preoccupata al tempo stesso.
-La Mano Nera?- chiese, solo dopo un lampo di comprensione le inondò la mente di un forte sconcerto.
Non ricordava di un sottoposto con un soprannome simile, d'altronde era passato molto tempo da quando si era allontanata dagli scontri e dalla guerra, trovò quasi subito normale la cosa che non conoscesse questo dettaglio.
Sospirò sconcertata, nuovi nemici erano comparsi dopo la sua scomparsa, era inevitabile che dopo tutto quel tempo Lui avesse escogitato nuovi piani, trucchi e soggiogato con la sua malvagità e astuzia sempre più persone e soprattutto draghi, si rese conto che ormai il tempo non era più dalla loro parte, consapevole che presto tutto sarebbe andato in malora inghiottendo ogni cosa con la sua asfissiante oscurità.











Angolo dell'autrice
Salve! Eccomi con il nuovo capitolo! Mi dispiace tantissimo non esser riuscita ad aggiornare prima, dato che il cap lo avevo già finito di scrivere agli inizi di settembre, ma una serie di imprevisti mi hanno impedito di aggiornare ben due long >_<
Ho provato a scrivere un po' di più dello scorso cap, spero di non avervi deluso in fatto di lunghezza, ho provato a fare del mio meglio.
Quì ho incentrato molto la storia di Levy come avrete potuto notare, ma non ho raccontato tutto, ci sono ancora diversi misteri che che la circondano, ma non voglio andare di fretta.
Soddisfatti delle tre domande? Sinceramente avrei anche potuto continuare il cap.. ma ho pensato che sarebbe stato ancora più bello concluderlo così: senza l'ultima risposta ahahah
Ho citato diversi personaggi di cui vuoi non sapete l'identità, come i Quattro del re e la Mano Nera, purtroppo per voi so già chi sono, ma non vi svelerò nulla ghihi
Chi è fan della GaLe spero sia piaciuta la parte dedicata a Levy e ai suoi ricordi, ho nominato molto spesso Gajeel quindi potete solo immaginare cosa ci sarà ancora su di loro ^^
Ok.. meglio se mi fermo XD
Come vi è sembrato il capitolo? Vi è piaciuto?
Spero di sì, la mia beta è stata fantastica a betarmi il cap, se è riuscito bene è solo grazie a lei ahahahah
Quindi grazie mille a Tata Randagia <3 
Vorrei ringraziare coloro che hanno letto e aggiunto la mia fic tra le prefetite/ricordate/seguite **
Ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito lo scorso capitolo <3 grazie a Meredithcastle3, a BleackSmile, a nalu lover e infine a Natsu_Fire, spero che anche questo cap sia stato di vostro gradimento e che abbia soddisfatto la vostra curiosità o almeno in parte XD
Grazie a chi è riuscito a leggere fino a qui <3
Un abbraccio gigante a tutti voi ^^
Mary

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3074789