Angelus

di Namixart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Angeal - Umanità ***
Capitolo 2: *** Naminé - Solitudine ***
Capitolo 3: *** Jace - Fuoco ***
Capitolo 4: *** Draco - Tradimento ***



Capitolo 1
*** Angeal - Umanità ***


C’è una cosa che ti piace ancora, nonostante la tua natura: l’altezza. L’hai sempre amata, e questo è un particolare confortante della tua vecchia vita che si riflette nell’orrore di quella nuova. O, forse, è proprio a causa di ciò che sei che ti piace stare in alto e volare. Perché un essere umano non riuscirebbe ad arrivare sulle travi più alte di un cantiere abbandonato per osservare la città, silenziosa nella notte. Tu non sei umano. Sei un mostro.
Senti sulla schiena il peso leggero e, tuo malgrado, familiare dell’ala bianca, simbolo dei sogni e dell’onore che non meriti più, come non meriti più la tua spada. Zack è più che degno di sopportare il suo peso.
Zack, che ha un cuore grande quanto il mondo e ti ha detto che non sei un mostro. Sei un angelo, secondo lui.
Ma cosa sono gli angeli, se non esseri bellissimi e dannati?
Per cosa combattono? Cosa dovrebbero sognare?
“Gli angeli sognano una cosa sola. Essere umani.”
Così hai detto a Zack, e lo pensi davvero.
Daresti qualsiasi cosa, per rinnegare la tua natura. Per poter tornare alla tua vita di prima, in cui ogni cosa aveva il suo posto.
Sei davvero un angelo? Non dovresti essere morto, in quel caso? Ma, forse, questo tormento è peggio della morte stessa.
La gente pensa agli angeli come creature meravigliose. Diventare un angelo è il premio per chi si è comportato bene in vita. Ma non importa cosa dicono.
Tu sai cosa sono.
Sono mostri vestiti di bianco, fatti di cristallo e cenere, anime dannate che si aggirano nella luce senza appartenerle veramente, intrappolate in una spirale di disperazione senza uscita.
Sei uno di loro, adesso.

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Capitolo 2
*** Naminé - Solitudine ***


La tua stanza è bianca.
Il foglio da disegno è bianco, prima che tu ci appoggi la matita per disegnare.
Le tue ali sono bianche.
Osservi il disegno. Sulla superficie ruvida della carta c’è la solita, vecchia te. Ma dietro di lei, nitide contro lo sfondo nero, si stagliano due maestose ali. Sei un angelo, nel disegno, non una strega.
La ragazza che è uscita dalla tua matita è rannicchiata a terra, le braccia strette intorno alle gambe e la testa nascosta tra le ginocchia. I suoi capelli biondi sono l’unica traccia di colore nel disegno. Anche la sua pelle è chiara, quasi risplendente di un pallore mortale ed etereo. Non li hai disegnati, ma sai che dietro il velo dei capelli ci sono degli occhi, azzurri e liquidi per colpa delle lacrime che scorrono veloci sulle guance, perché quella ragazza non ha nessuno, non esiste nel cuore di nessuno al mondo. Il vestito bianco che porta arriva fino ai piedi, semplice e poco sfarzoso, perché non è quello il punto in cui gli occhi di chi guarda devono soffermarsi. Dovrebbero vedere le ali. Ali enormi, in confronto alla figura minuta della ragazza, ma ancora troppo piccole per riempire tutto il foglio. Hai lasciato molto spazio libero, occupato solamente dal nero vuoto e freddo dello sfondo.
Quella ragazza è sola nel foglio nero. Non c’è nessuno che le vuole bene, nessuno che proverebbe qualcosa di più profondo di una vaga compassione, se morisse adesso.
È un angelo in fin di vita, ma accanto a lei, nessuno le tiene la mano per rassicurarla.
Nella villa ci sono molti libri e tu, in alcuni di essi, hai incontrato gli angeli. Gli autori li descrivono come potenti, bellissimi e terribili. Ma tu ci vedi qualcosa in più, qualcosa che ti ha spinto a immedesimarti in loro e a ritrarti come una di loro.
Gli angeli sono bianchi, eterei e soli. Come te.

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Capitolo 3
*** Jace - Fuoco ***


Durante la tua infanzia tuo padre, no, Valentine ti ha parlato spesso degli angeli. Di Raziel, di Gabriel, di Michele e di tanti altri. Ti affascinavano. Soprattutto Michele, potente e guerriero. Avresti voluto esserlo anche tu, nella tua fantasia di piccolo Shadowhunter. Negli anni hai cominciato a capire che gli angeli, oltre a essere potenti, sono terribili. Raziel aveva creato i Cacciatori ed era semplicemente sparito. Tuttavia, l’idea di te stesso come angelo continuava a esserci, invisibile ma presente, in un angolo di te.
È solo negli ultimi tempi che quel pensiero ha cominciato a farti orrore. Quando leggevi di Gloriosa, la spada che l'Arcangelo Michele, aveva usato contro Sammael e i suoi demoni, te la immaginavi terribile, sì, ma benevola.
Hai sempre pensato che il fuoco celeste fosse una benedizione, o qualcosa del genere. Ma quando te lo sei ritrovato nelle vene, senza controllo, sapendo che poteva uccidere te e i tuoi cari - avrebbe potuto uccidere Clary, dannazione - da un momento all’altro, hai iniziato a odiare il tuo piccolo sogno di bambino.
Essere un angelo è terribile, doloroso e pericoloso. Se nelle vene di un angelo brucia il fuoco del Paradiso, non ti importa di nessuno dei presunti vantaggi di una natura angelica, non vuoi esserlo.
Non vuoi bruciare completamente per un nonnulla, non vuoi mettere in pericolo gli altri. Quel fuoco, anche quando è sopito, ti sta consumando lentamente. Morirai, di questo passo. Ma sai solo che vuoi morire da umano, che vorresti passare gli ultimi istanti della tua vita senza il terrore di far del male alle persone a cui vuoi bene.
Le tue notti sono tutte uguali: nere, agitate e senza sonno. Un solo pensiero domina la tua mente.
Non vuoi essere un angelo. Vuoi che il fuoco si spenga.
Ma, ormai, stai perdendo la speranza di tornare quello di prima. Hai iniziato a pensare che è tutto perduto. Attribuisci questa disperazione al fuoco, e lo odi ancora di più.
Basta, basta!

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Capitolo 4
*** Draco - Tradimento ***


Quando eri piccolo, tua madre ti chiamava spesso “angioletto”, con quel tono affettuoso tipico di lei. Sei cresciuto con quel pensiero in testa, con la scherzosa convinzione di essere un qualcosa di divino e potente, in testa a un esercito con la spada alzata per dichiarare guerra ai nemici.
Ma adesso, alla veneranda età di sedici anni, hai scoperto che gli angeli cadono. Un giorno siedono davanti alle porte del Paradiso, irradiati dalla luce, il giorno dopo bruciano nei gironi peggiori dell’Inferno. Così, come se inciampassero e precipitassero verso la dannazione.
Ma inciampano sulle loro stesse scelte e precipitano inseguiti dai loro tradimenti.
Spesso ti sei chiesto perché. Perché hai fatto questo? Cosa ti aveva fatto Silente per meritarsi di essere ucciso da te?
In cuor tuo hai sempre saputo che non lo stavi facendo per il Signore Oscuro, né per i tuoi genitori, né per la tua vita.
Lo stavi facendo per te, per dimostrare che anche tu potevi riuscire in un’impresa giudicata impossibile, anche se significava sfidare il tuo stesso cuore, che in fondo non è mai stato capace di uccidere.
Era forse la tua parte “angelica”, sempre più sottile, a ricordartelo e a implorarti di fermarti?
Un tempo eri il migliore, nella tua concezione di bambino. Purosangue, ricco, potente, ammirato. Sei cresciuto, però, pieno di dubbi. Hai trovato chi era felice anche senza il tuo sangue, i tuoi soldi, il tuo potere e la tua cerchia di seguaci. Hai cominciato a vacillare. Probabilmente è da lì che è cominciato tutto.
Volevi riscattarti. Nella tua fantasia di adolescente cresciuto nel modo sbagliato potevi diventare un eroe. Certo, un eroe oscuro, ma il senso non cambiava. Volevi essere ammirato per qualcosa che avevi fatto, non per come sei nato. Dopotutto, anche tu riconoscevi che il tuo cognome era l’unica cosa che ti definiva, da tanto tempo.
Ma hai scelto il modo sbagliato. Adesso, mentre il corpo di Silente cade dalla Torre, arretri pieno di orrore, anche se non l’hai ucciso materialmente.
Ti senti come Lucifero, adesso. Con la differenza che non sarai a casa nemmeno nell’Inferno.
Sai di essere un angelo caduto, condannato a bruciare lentamente e a guardare la luce che hai tradito continuare a splendere sopra di te, impietosa.

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