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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1: Bah, che seccatura il Natale *** Capitolo 2: *** Capitolo 2: L'annuncio inaspettato, o quasi *** Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il fantasma della giovinezza *** Capitolo 4: *** Capitolo 4: Lo spirito minacciato ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: Bah, che seccatura il Natale ***
Capitolo 1:Bah, che seccatura il Natale
Le flebili luci dei
lampioni, illuminavano le strade oramai innevate da parecchie settimane,
creando dei piacevoli giochi di luce a contatto con la gelida e bianca
superficie ghiacciata di quel coltro manto di neve.
Nelle case, gli
adorni natalizi brillavano più delle stelle stesse, di colori brillanti e di
luci intermittenti, le grida dei piccoli abitanti contornavano
quell’atmosfera piena di gioie e di speranze.
Non un ufficio, non
un negozio era aperto, non il giorno della vigilia di Natale dove tutti, grandi
e piccini, se ne stavano attorno al camino ad arrostire le castagne o le patate
dolci, oppure di fronte a un enorme albero di natale
ornato con lustrini e piccoli angioletti di ceramica.
Tutti erano nelle
loro accoglienti abitazioni, tutti, eccetto un paio di persone, due ninja che
stavano finendo di riordinare l’ufficio dell’Hokage.
-“Ti prego
Shikamaru, lasciami andare a casa…Sakura-chan mi starà aspettando!”- Disse con
tono supplichevole uno dei due, un biondino di circa diciotto anni che se ne
stava chino sull’archivio delle missioni, intento a catalogare ogni missione per difficoltà.
L’altro giovane, se
ne stava seduto su una scrivania, aveva i capelli legati in una coda alta e lo
sguardo puntato suuna
pila di fogli che lui era intento a controllare e a contare con la mente. Al
suono di quella fastidiosa replica da parte del suo sottoposto, alzò lo sguardo
per incrociare il grande orologio a pendolo che scandiva le ore all’interno
dello studio e poi posò nuovamente i suoi occhi sul foglio che stava leggendo.
-“Manca ancora
mezz’ora Naruto, non lamentarti più che mi fai perdere il conto…”- Lo liquidò
semplicemente, incurante dell’incupirsi del volto di colui
che un tempo definiva “amico”.
Per il biondo
sarebbe stata la prima vigilia di Natale che avrebbe passato con accanto una donna che lo aspettava di fronte a una tavola
calda e un piccolo ma sfavillante albero di Natale, come poteva essere così
crudele, si domandava.
Il suo senso del
lavoro stava diventando snervante, erano tutti fieri di lui e del brillante lavoro che stava facendo come ninja e burocrate, ma non
poteva concentrare tutte le sue attenzioni sul lavoro, una pausa avrebbe potuto
concedersela almeno la sera della vigilia.
Ma sapeva che, per
quanto si sarebbe lamentato, Shikamaru Nara non gli avrebbe permesso di andare
ad abbracciare la sua dolce fidanzata che lo aspettava davanti a un piatto di ramen, oramai freddo, e così si mise di nuovo
al lavoro, sospirando mestamente.
D’ un tratto, la
porta dell’ufficio si spalancò violentemente, facendo vibrare di rabbia la mano
del giovane moro che avrebbe di certo fulminato con lo sguardo il disturbatore.
-“Buon Natale!”-
Urlò “l’intruso”, un giovane della loro stessa età dagli strani segni rossi sul
viso e dai capelli castani, ricoperti di leggeri fiocchi di neve, segno che
fuori aveva iniziato a nevicare.
Portava una lunga
sciarpa verde, con ricamato sopra un vischio e piccoli fiocchi di neve, sul suo
giubbino da chuunin aveva attaccato un piccolo angelo di cartapesta e al suo
seguito vi era un grande cane bianco che come collare
aveva un nastro rosso con su attaccato un agrifoglio. Appena entrati, il grande
animale pensò bene di scrollarsi di dosso i fiocchi di neve che avevano bagnato
il suo pelo bianco, inondando d’acqua la stanzae facendo perdereun ennesimo pezzettino di pazienza al giovane
dai capelli neri, che sbuffò qualcosa in una lingua non comprensibile.
-“Kiba! Akamaru!
Buon Natale anche a voi!”- Rispose con entusiasmo all’augurio il biondo,
andando a salutare entrambi con una pacca sulla spalla e una carezza sulla
testa nel caso nel fido compagno a quattro zampe.
-“Che ci fai qui? Pensavo che fossi a
ubriacarti in qualche bar con i tuoi compari…”- Rispose in maniera acida
Shikamaru, facendo storcere il naso al giovane Inuzuka.
-“Sono venuto qui per invitarvi domani a casa mia per pranzo, ci saranno
anche gli altri!”- Disse con entusiasmo il castano, cercando di ignorare le
occhiate stanche e irritate che gli rifilava il moro alla scrivania.
Al biondino gli si illuminò il volto, sebbene questa sera sarebbe tornato
tardi, avrebbe potuto farsi perdonare dalla sua bella portandola a pranzo con
gli altri dove avrebbe potuto sfoggiare davanti a tutti il regalo di Natale che
le aveva comprato in occasione della festività.
Naruto era pronto a
dare la sua esuberante risposta affermativa, ma un paio di occhi
color nocciola erano puntati su di lui, aveva come la sensazione che volessero
perforagli la schienae così tacque
aspettando, inevitabile, risposta del suo scontroso superiore.
-“E perché mai?”- Si limitò a domandare con fare infastidito,
lasciando di stucco i due giovani chuunin che si guardarono un secondo negli
occhi, incapaci di rispondere.
-“Beh…perché domani
è Natale…”- Disse timidamente Naruto, che ottenne l’approvazione con un cenno
della testa da parte di Kiba che non mancò di aggiungere una frase piuttosto
ironica, incurante dell’ira inaspettata che avrebbe provocato nel Nara.
-“ Si, hai presente
il giorno in cui si fa un grande albero tutto decorato e-…”-
-“So cos’è il
Natale!”- Sbottò improvvisamente il jounin sbattendo
le mani sul tavolo della scrivania.
I due poveri
chuunin sobbalzarono all’indietro, intimoriti da quella brusca quanto insolita
reazione da parte del loro acido amico, che sembrava davvero sul punto di
esplodere.
-“Ve lo dico io
cos’è il Natale…”- Continuò il moro sotto gli sguardi intimoriti dei due
giovani e perfino di Akamaru che si era rannicchiato
dietro le gambe del suo padrone.
-“Natale è solo una
seccatura, un giorno dove tutti sono tenuti a fare stupidi regali, costosi o
meno, ed adornare la città con inutili e irritanti addobbi natalizi. Per noi
ninja è un giorno come l’altro, credete forse che i nemici ci lascerebbero in
vita per via dello spirito natalizio e della bontà d’animo? SBAGLIATO!”-
Imprecò arrabbiato, alzandosi dalla scrivania e dirigendosi verso i diciottenni
che, volenti o no, deglutirono per lo spavento nel vederselo arrivare a pochi
centimetri dai loro visi.
-“Un ninja muore
anche a Natale, perché per noi è un giorno come gli altri e se lo avete capito
non seccatemi più con queste sciocchezze!”- Disse a denti stretti fissando
negli occhi i due che stettero in silenzionella speranza che si allontanasse
senza avvicinarsi di un solo millimetro in più, letteralmente sconvolti dalla
sfuriata senza motivo del giovane Nara.
-“Bah, che
seccatura…visto che hai la testa altrove Naruto puoi tornartene a casa, qui
finisco prima da solo…”- Concluse, infine, allontanandosi per tornare a sedersi
alla sua scrivania.
Naruto, al suono di
quelle parole, divenne rosso in volto dalla rabbia e Kiba poteva avvertire
chiaramente il tremare del corpo del biondo, scosso ripetutamente da continui
stimoli di mollare un bel pugno sul naso a quello strafottente che sedeva alla
scrivania con fare da imperatore.
L’Inuzuka mise una
mano sulla spalla all’Uzumaki nel tentativo di trascinarlo fuori prima di dover
raccogliere i pezzi di una rissa tra amici proprio la vigilia di Natale, ma
quest’ultimo si scansò e protese il braccio in avanti indicando con l’indice l’indaffarato uomo d’affari che alzò appena lo
sguardo in direzione del giovane, sentendo i suoi occhi cerulei puntati
addosso.
Il chuunin
continuava a tremare di rabbia, ma non appena si accorse dell’attenzione
ottenuta, prese un profondo respiro cercando di contenere la rabbia che andò,
inaspettatamente, a sfociare in piccole lacrime che si facevano spazio tra i
suoi occhi, sotto lo sguardo stupito di entrambi i
presenti.
-“SEI UN MOSTRO, NARA!
SEI PEGGIO DI SGROOGE, TI MANCANO SOLO I POVERI MESSAGERI PER LE OFFERTE DA
SCACCIARE E SEI APPOSTO!”- Urlò in un sol fiato il
biondo, lasciando ancora più sbigottiti i due che non si capacitavano che
Naruto sapesse la storia di Sgrooge e che soprattutto se la ricordasse al punto
da farne un paragone che l’annoiato superiore!
-“Io proprio non
riesco più a capirti…un tempo non eri così…”- Disse, infine con un filo di
voce, cercando di riprendere fiato e di ricacciare indietro quelle fastidiose
lacrime che avevano iniziato ad irritargli gli occhi.
Kiba avrebbe voluto
dire la sua, ma al ricordo della parola “Sgrooge”, un piccolo ghigno gli si
stampò in volto e, prima che Shikamaru potesse ribattere allo sfogo da prima
donna isterica offertagli da Naruto, il castano prese
per un braccio il giovane chuunin e lo strascinò fuori, cercando di rassicurare
il Nara sullo stato emotivo del giovane.
-“Stai tranquillo
Shikamaru, ci penso io è solo un po’ imbronciato perché non poteva vedere
Sakura!”-
-“Kiba! Mach-…!”- Provò a ribattere
l’Uzumaki, ma la mano del giovane ninja si posò sulla sua bocca, impedendogli
di pronunciare altra parola e anzi gli fece cenno con la testa di uscire fuori
con lui senza fare storie sotto lo sguardo esasperato del moro.
Non appena usciti
dal palazzo, Kiba lasciò andare il braccio e la bocca dell’amico che lo fissò
in cagnesco pronto a dirgliene quattro, ma i suoi occhi azzurri incontrarono
quelli marroni dell’amico assottigliati in due piccole
fessure e la bocca storta in un ghigno che non prometteva nulla di buono, come
non prometteva nulla di buono la frase che stava per uscire dalle labbra
dell’Inuzuka:
-“Mi è venuta
un’idea per far tornare lo spirito natalizio a Shikamaru,ma
mi serve anche l’aiuto degli altri…”-
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
“Rosso e verde è
l’agrifoglio, lalalala…”, Ehm salve sono tornata con una nuova
fic per festeggiare il natale e quale miglior occasione per rispolverare il
vecchio “Canto di Natale” ma in versione Naruto? Come avrete notato, al nostro
chuunin, nell’occasione jounin, è toccato il ruolo dello scorbutico Ebenezer
Sgrooge, mentre ai poveri Naruto e Kiba sono toccati i ruoli di Bob Cratchit,
il dipendente di Sgrooge, e Fred Bowley, il nipote.
Andando
avanti troverete altri personaggi e, man mano che la storia si svilupperà, ci
saranno degli accenni ad alcune coppie, come in questo caso per la NaruSaku e
accenni agli avvenimenti del libro, ma non preoccupatevi
che vi citerò i personaggi e i loro ruoli in questo angolino.
Per
uno spirito natalizio alle stelle, posterò da oggi in poi un capitolo al giorno con l’ultimo che si concluderà proprio nel giorno
di Natale!
Che
dire, lasciate un commentino e/o una critica e vi auguro
ancora buone feste!
Capitolo 2 *** Capitolo 2: L'annuncio inaspettato, o quasi ***
Capitolo 2:L’annuncio inaspettato, o quasi
Dopo una corsa
contro il tempo e la neve che aveva incominciato ad abbattersi sul villaggio, Shikamaru
raggiunse la porta della sua piccola villetta e si chiuse dentro. Si tolse a
malincuore le scarpe e si scrollò la neve di dosso, avviandosi per il buio
corridoio della sua abitazione fino a raggiungere la cucina dove, avvolto in un
involucro trasparente, c’era quella che doveva essere la sua cena. Si avvicinò
al tavolo, con l’intento di buttarsi sulla prima sedia che trovava e di consumare il suo atteso pasto, sennonché un biglietto
adagiato vicino al piatto attirò la sua attenzione:
“Caro Shikamaru,
Spero che il lavoro sia andato bene e che la
cena non sia troppo fredda, io e tuo padre siamo dagli
Yamanaka a festeggiare la Vigilia. Se non sei troppo stanco puoi sempre
raggiungerci, a Ino-chan farebbe piacere.
Con affetto, Mamma.”
Le parole
“Yamanaka” e “Ino” riecheggiarono nella sua mente con violenza, tanto da fargli
accartocciare con rabbia il biglietto che stringeva tra le mani. Dopodichè lo
gettò nel cestino senza degnargli nemmeno di un ultimo sguardo e si mise a
mangiare silenziosamente la sua oramai “stalattitica” cena, avvolto dalle
tenebre di quella notte che doveva racchiudere in sè
una gioiosa ricorrenza. Il silenzio che lo circondava lo fece rabbrividire per
un istante, al ricordo delle sue vecchie paure infantili che si nascondevano
nel buio, scacciate poi da quella che doveva essere la figura di un dolce
vecchietto in carne arrivato per consegnare i suoi tanto sperati regali.
Il volto del Nara si fece cupo, non avrebbe mai immaginato che per
due anni di seguito avrebbe passato la Vigilia di Natale solo come un cane in
una casa illuminata dalle flebili luci dell’alberello di Natale che sapeva già,
che avrebbe spento perché lo irritavano.
Erano oramai due
anni che non festeggiava un Natale come si deve, troppo preso dal lavoro o dal
suo senso di responsabilità che lo stressava e lo rendeva intrattabile,
talmente tanto da avergli fatto perdere la cosa più preziosa che aveva al
mondo.
Il problema era che
lui non lo sapeva, credeva di essere nel giusto eche il suo comportamento avrebbe
portato armonia eperenne prosperità al
villaggio che lui aveva giurato di proteggere.
Eppure, non
riusciva a spiegarsi quell’enorme vuoto gelido che sentiva nel petto, che
spesso gli faceva dubitare del suo operato e delle sue
azioni, lo stesso che ora gli faceva venire in mente l’esasperate parole che
Naruto gli aveva rivolto poco prima.
Cercò di scacciare
quei pensieri dalla testa e tornò a nutrirsi in completa solitudine, o almeno
così sembrava. La porta della finestra improvvisamente si spalancò, e una
fredda ventata gelida gli scompigliò i capelli e lo fece sobbalzare dalla
sedia. Corse immediatamente a chiudere la finestra, cercando di impedire al
vento e alla neve di creare ancora più disastri di quelli che non aveva già
fatti quella sera, e poi si voltò per andare a sparecchiare e godersi il suo
meritato riposo. Ma non appena il moro girò la testa,
venne per qualche secondo abbagliato da una flebile luce che gli si parò davanti
agli occhi. Li stropicciò e mise finalmente a fuoco la figura che si trovava di
fronte a sé, una figura eterea circondata da un bianco alone, in poche parole
un fantasma!
Shikamaru
indietreggiò colto di sorpresa e andò a sbattere contro il vetro della finestra
appena chiusa, guardando con sguardo sorpreso la figura che aveva di fronte a
sé: aveva delle pesanti catene che trascinava al suolo rumorosamente e
indossava una lunga tunica bianca che gli copriva ogni parte del corpo, viso
compreso.
Attorno a sé la flebile luci iniziava a farsi man mano più intensa, più luminosa, e la distanza tra i due cominciò ad
accorciarsi nel momento in cui il giovane jounin si accorse che il fantasma
stava venendo verso di lui.
-“Shikamaru…”- Lo
chiamò con voce profonda e spettrale, convinto che il
suo interlocutore si sarebbe sicuramente spaventato.
Cosa
che, però, non avvenne.
Difatti il giovane moro aveva assunto in volto un’espressione piuttosto
scettica, alzando leggermente il sopracciglio destro e guardando con aria
sconsolata la figura mentre aveva le braccia incrociate al petto.
Lo spettro non
seppe come reagire a quella strana reazione, ma prima che potesse aggiungere
altro, il Nara gli sfilò velocemente dalla testa il
cappuccio bianco che gli copriva il volto, rivelandone una folta chioma
castana.
-“Chouji, ma che
diavolo stai combinando?! Pensavo che fosse un
ladro…”- Sbottò Shikamaru sorpassandolo per andare a rassettare la tavola senza
degnarlo di uno sguardo.
L’Akimichi si
grattò la testa un po’ spaesato, anche se sapeva in cuor suo che il suo migliore amico avrebbe sicuramente scoperto subito la
sua identità, ma non si diede per vinto!
-“Ascoltami amico
mio…”- Continuò con voce teatrale.
Il moro, che fino a
quel momento era rimasto vicino al lavabo della cucina intento a pulire il
piatto con cui aveva mangiato, si voltò e lo guardò con quella perenne
espressione scettica dipinta sul volto e con entrambe le sopracciglia alzate fingendo
curiosità.
-“Sono venuto a
metterti in guardia, il tuo comportamento è deplorevole ed hai dimenticato il
vero senso del Natale, anteponendo il lavoro a questa festività. Anch’io ho
fatto così andando in missione proprio il giorno della Vigilia e ora ne sto
pagando le conseguenze, perciò stanotte…”-
-“Aspetta fammi
indovinare, verranno tre spiriti a farmi visita
mostrandomi i miei Natali passati, presenti e futuri?”- Lo interruppe
bruscamente il moro con tono acido, segno che stava perdendo la pazienza.
Oramai aveva capito
a che gioco stavano giocando, non a caso Kiba si era comportato in maniera strano dopo la “colta” affermazione di Naruto sul
capolavoro di Dickens, era chiaro come il sole che i due aveva intenzione di
fare una specie di “remake” per far capire al giovane le proprie colpe. Ma lui non era così sprovveduto e inoltre, anche se non
l’avrebbe mai ammesso, si sentiva leggermente offeso per quel paragone tra lui
e lo scorbutico Sgrooge.
Attese con
impazienza la risposta dell’amico, che era rimasto per
qualche secondo a fissarlo ma che poi esclamò stupito:
-“Non è la prima
volta che ti fanno visita allora, sei recidivo forte!”-
-“Piantala con questa cavolata Chouji, ho sonno e non ho
alcuna intenzione di sopportare oltre i vostri giochetti! Inoltre tu dovresti
essere morto ma non lo sei!”- Disse arrabbiato il
ragazzo.
Ma quello che non si aspettò, fu che il viso
di Chouji, prima solare e compiaciuto, s’incupì improvvisamente. Il Nara non comprese bene quel gesto, avvertì solo un brivido
freddo percorrergli la schiena e notò che la figura del paffuto giovane stava
pian piano sbiadendo davanti ai suoi occhi.
Shikamaru avvertì
una ventata gelida infrangersi contro il volto e, totalmente impreparato,
rivolse il viso al suolo tossendo sonoramente.
Quando alzò lo
sguardo, notò che la figura del suo amico era scomparsa, ma nel buio di quella
casa poté udire queste esatte parole, parole che lo fece
rabbrividire per la seconda volta:
-“Io non sono
ancora tornato dalla missione, Shikamaru…”-
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
Ed
ecco a voi la comparsa, scontatissima oserei di dire, di Chouji nel ruolo di
Jacob Marley, il defunto socio d’affari di Sgrooge! Ho lasciato un alone di
mistero, sarà davvero una farsa oppure è già successo l’irreparabile e lo
scetticismo del giovane Nara aggraverà soltanto la situazione? Scopritelo
andando avanti e continuo a dire i commenti e/o le critiche
sono ben apprezzati!
Capitolo 3 *** Capitolo 3: Il fantasma della giovinezza ***
Capitolo 3:Il fantasma della
giovinezza
La
neve continua a posarsi sul terreno fiocco dopo fiocco, accumulandosi in
piccole montagnole ai bordi della strada mentre il vento aveva iniziato a
soffiare con più violenza.
Shikamaru si rivoltava tra le lenzuola imbottite cercando di ignorare lo
sfrigolio incessante dei rami degli alberi contro le pareti della casa. Nella
sua mente era vivida l’immagine eterea del suo migliore amico che scompariva
tra le tende di seta della cucina e del vento che, da non si sa dove, lo aveva
colpito in pieno volto facendolo tentennare sui suoi passi.
Di scatto si mise
seduto sul letto e si passò una mano tra i folti capelli neri: doveva
riprendere il controllo di se stesso.
Non poteva non
ammettere che non aveva avuto notizie del ritorno
dell’Akimichi dalla missione di quella mattina, ma lui si fidava di Chouji e
non sarebbe stata di certo una stupida missione di livello C a metterlo fuori
gioco.
Si trattava
semplicemente di uno stupido scherzo che avevano organizzato quei due per farlo
pentire del suo comportamento, cosa c’era di sbagliato nel lavoro che stava
facendo?
Infondo era anche per loro che lavorava così tanto, per il loro futuro.
In ogni caso,
sarebbe stato al gioco non tanto per dargliela vinta ma
per la curiosità che lo stava divorando.
Si chiedeva, se
davvero avrebbero riprodotto alla perfezione il romanzo che era solito leggere da bambino proprio in questi giorni di festa,
dove i carboni ardenti di un camino acceso illuminavano il grande salone della
villetta.
Con uno sghembo
sorriso dipinto sulle labbra, si mise nuovamente sotto le coperte e cercò di
prendere quel sonno tanto agognato che, fortunatamente, non tardò ad arrivare.
La casa era di
nuovo avvolta nel silenzio e i profondi respiri del giovane Nara erano appena
udibili tra i corridoi di quella casa.
L’ennesima luce
fioca comparve vicino alla finestra della stanza del ragazzo che, voltato di
schiena, non fu colto in viso dal bagliore.
La figura, con
passi felpati, si avvicinò lievemente ai bordi del letto al centro della stanza
e si sporse in avanti fino a giungere a pochi centimetri dal viso
di lui che dormiva beatamente.
Pian piano si
accostò all’orecchio del giovane e, improvvisamente, gli urlò nell’orecchio per
svegliarlo:
-“SHIKAMARU, ALZATI!!!”-
Il moro cadde a
terra a causa dello spavento, provocando ancora più rumore di ciò che non
avesse fatto il suo rumoroso visitatore, che fissava la scena senza muovere
ciglio. Ancora frastornato e assordato, Shikamaru si alzò a stento deciso a
trucidare senza pietà colui che avesse interrotto il
suo sacro sonno. Ma quando incrociò due folte
sopracciglia nere, abbinate con un ridicolo taglio di capelli a caschetto nero
e una tutina aderente, stranamente bianca per l’occasione, sospirò sconsolato.
-“Lee…avrei dovuto
immaginarmelo che avrebbero mandato te…”-
-“Io non sono Lee!
Ne ho solo assunto l’aspetto per farti sentire a tuo agio mio
giovane amico, io sono il fantasma dei natali passati!”- Rispose
prontamente lui, assumendo una strana posa e facendo sbrilluccicare i suoi
splendenti denti bianchi.
Il
Nara si grattò la testa
fissando con sguardo ebete il presunto spirito, si legò, oramai rassegnato, i
lunghi capelli neri e andò ad infilarsi uno giacchetto pesante e delle scarpe
comode. Se la memoria non lo ingannava, a questo punto
avrebbero dovuto farsi un giretto fuori e, siccome Lee non era un vero spirito,
si sarebbe ibernato se fosse uscito con indosso solo il pigiama.
D’altra parte Lee,
o meglio il fantasma dei Natali passati, era rimasto in
attesa che il giovane si vestisse e , non appena terminò, lo prese con forza
per il braccio e lo trascinò a grandissima velocità fuori dalla finestra fino a
raggiungere un piccolo casolare ai margini del villaggio.
-“Siamo arrivati!”-
Gridò con entusiasmo a un povero Shikamaru bianco e
tremante sia per la paura che per il freddo.
Shikamaru voleva
mollargli un pugno ma non lo fece, perché una piccola
luce iniziò a brillare all’interno di quel casolare che credeva abbandonato
facendosi man mano più intensa.
Intravide delle
persone all’interno che danzavano e festeggiavano innalzando i calici pieni di
spumante, un’enorme albero di natale era stato
adornato con mille festoni ed era immobile proprio al centro della stanza.
Grida di felicità e musica tipicamente natalizia, riempivano quella piccola
stanza ricolma del vero spirito natalizio che da tempo il ragazzo era solito
accartocciare in un angolo.
Il giovane pulì il
vetro appannato con la manica del giubbotto, rimanendo di sasso alla vista
delle persone che si trovavano all’interno.
Erano ragazzi,
adolescenti per la precisione, che, chi più e chi meno, scorrazzavano
a passi di danza tra i tavoli delle cibarie e le colonne poste ai lati della
stanza e adornate con i festoni più colorati che ci fossero.
Ed è proprio vicino a queste colonne che lui
lo vide.
Lì, appena
appoggiato e con la sua perenne sigaretta in bocca, vi era un nuovo alto dai
capelli neri e la barba incolta che sorrideva a una
bella quanto elegante donna dai capelli neri e dai profondi occhi color rubino.
Il jounin si fece cupo in volto alla vista di
quella scena, aveva oramai compreso che quello era uno dei suoi vecchi Natali
di quando era ancora vivo il suo sensei, di quando passare le giornate a
giocare a shogi con lui non erano per niente seccanti, di quando erano ancora
un gruppo, o per meglio dire, una famiglia.
Cercò di deviare il
suo sguardo dai due, troppo era il dolore che provava da due anni a questa
parte, ma finì per incontrare qualcosa di ancora più doloroso.
Vicino al tavolo
delle cibarie, riconobbe il sé stesso adolescente
insieme a un ingordo e mai cambiato Chouji che stava letteralmente ripulendo un
piatto di patatine.
Notò che il se
stesso giovane aveva qualcosa di strano, sembrava come nervoso e soprattutto
intento a guardare altrove, così decise di seguire la traiettoria del suo
sguardo andando ad incrociare due bellissimi occhi azzurri.
Una giovane ragazza
stava danzando assieme a un giovane e sempre casinista
Naruto al centro della stanza, entrambi indossavano un buffo cappello da Babbo
Natale e sorridevano mentre la musica scandiva con regolarità i loro passi.
I capelli di lei erano sciolti e danzavano illuminati dalla
luce delle lampadine al neon come se fossero tante ghirlande dorate, la sua
risata riecheggiava cristallina e dolce per tutta la stanza e, per quanto al
tempo gli parve impossibile, Shikamaru notò che i suoi sguardi erano rivolti al
giovane se stesso che non aveva nemmeno il coraggio di chiederle di ballare.
Era bella, come se
la ricordava e forse, per certi aspetti, lo era ancora
di più.
-“Ino…”- Si lasciò
scappare quasi in un sussurro il giovane, incurante della neve che continuava a
scendere incessante su quelle case, rendendone i tetti completamente bianchi.
-“Ricordi? Il te
stesso di un tempo sapeva cosa significava festeggiare il Natale e sapeva che
cos’era l’amore…anche se l’ha dimenticato presto…”-
Disse mestamente lo spirito, catapultando inaspettatamente il Nara nel suo
ufficio.
Shikamaru rimase
sorpreso da quel cambio così inaspettato di paesaggio, consapevole del fatto
che Lee non era in grado di utilizzare alcuna tecnica ninja, figurasi a creare un illusione!
Alla fine,
ragionando a mente fredda, diede come miglior soluzione all’enigma il fatto che
in quella storia fossero state coinvolte altre persone a cui non riusciva difficile lanciare un genjutsu a distanza.
Non era da lui
farsi prendere dal panico, ma la vista di quel ricordo, un tempo così vicino,
gli aveva messo in subbuglio il cuore, ignaro che il peggio dovesse
ancora arrivare.
-“Ma…avevi promesso
che saremmo stati insieme a Natale…”- Per la stanza si udì la voce supplicante
della giovane ragazza dai capelli biondi, forse di un anno più grande, che
implorava colui che era dietro un’enorme pila di
foglio.
-“Ti ho già detto che devo lavorare…Se riesci a capire l’importanza del
lavoro allora non scocciarmi con questa storia del Natale… ”- Sibilò,
visibilmente spazientito il giovane Nara da dietro quella pila, facendo
raggelare il sangue al se stesso più grande.
Non poteva credere
alle sue orecchie.
Non se la ricordava
così la scena e soprattutto quella frase aveva un diverso significato rispetto
a come suonava dall’esterno, possibile che vista da fuori fosse così fredda e
velenosa quella affermazione?
Il
suoi occhi marroni si
posarono sull’esile figura della bionda che, tremando visibilmente, cercava a
stento di trattenere le lacrime finché, stufa del silenzio e del freddo muro
che il giovane chuunin aveva eretto tra di loro, si avvicinò al tavolo della
scrivania e diede uno schiaffo in pieno volte al giovane che la guardò
spaesato.
-“Se per te conta
più il lavoro che me, allora è finita!”- Disse tra i singhiozzi e le lacrime la ragazza, mentre correva via da quel maledetto
ufficio, lasciando l’ex fidanzato confuso e arrabbiato per una simile reazione.
Ma lo Shikamaru adulto, rivedendo la scena,
non provò alcun sentimento di rabbia.
Semplicemente portò
la mano destra sul viso nel tentativo di fermare le lacrime di una
consapevolezza finalmente raggiunta: non era colpa di Ino,
come aveva creduto fino a quel momento, se la loro storia era finita
semplicemente lui non era stato capace di comprendere quel piccolo, seppur
egoistico, sentimento della sua ragazza di voler passare le festività con la
persona che amava.
Si sentiva un
verme, e forse in questo i ragazzi erano riusciti nel loro intento.
Quando poi riaprì
gli occhi si ritrovò nel suo letto, in pigiama con il giubbotto e le scarpe ai
piedi della sedia nella sua camera e Lee sembrava essere scomparso così come era apparso. Nella casa regnava nuovamente il silenzio,
un silenzio che il Nara trovò per la prima volta
opprimente così, come un bimbo piccolo con il suo adorato orsacchiotto, prese
il cuscino e lo strinse a sé, cercando di placare quel dolore e quella certezza
di aver perso per sempre la ragazza che amava.
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
Beh,
beh, da brava mosca bianca non potevo non lasciare il ruolo di Isabel, la
ragazza di Sgrooge, a Ino e chissà se le cose finiranno davvero come la storia
o se Shikamaru avrà il coraggio di raccogliere i cocci e rimetterli insieme
(come sono poetica XD). Perdonate il ritardo ma ieri tra regali e studio non ho
potuto aggiornare, se riesco stasera posterò il quarto capitolo per stare al
passo con il programma, spero che vi sia piaciuto a presto!
Capitolo 4 *** Capitolo 4: Lo spirito minacciato ***
Capitolo 4:Lo spirito minacciato
L’orologio scoccava
oramai le undici e mezza, mancava oramai mezz’ora e sarebbe stato Natale e Shikamaru
doveva ancora ricevere la visita di altri due spiriti.
L’ultimo ricordo, dei suoi passati natali, lo aveva ferito nel profondo e lo
aveva fatto dubitare dei suoi sentimenti, ma non riusciva a venire a capo di
due enigmi: chi sarebbe apparso questa volta ?
E soprattutto, cosa gli avrebbe mostrato il
fantasma del natale presente?
La lancetta si
mosse nuovamente segnando le undici e trentuno, e non vi era ancora traccia di alcuno spirito, o presunto che fosse. Stanco di quella attesa, il Nara si alzò dal letto lasciando, a
malincuore, il cuscino che prima teneva stretto tra le braccia, e si vestì
nuovamente con scarpe e giubbotto oramai consono che sarebbero dovuti uscire di
nuovo.
Il suo sguardo si
posò sulla finestra e notò con piacere che la neve aveva smesso di tormentare
il villaggio.
Si avvicinò alla
finestra e l’aprì, ricevendo per l’ennesima volta una ventata d’aria gelida in
pieno volto che lo fece ritrarre dentro la stanza.
Una volta ripresosi
dalla sorpresa iniziale, si affacciò nuovamente alla finestra per contemplare
il paesaggio notturno: le case erano completamente innevate e sulle strade la
neve fresca aveva cancellato qualsiasi tipo di impronta
o orma con il suo vellutato manto bianco.
Uno spettacolo
tipicamente natalizio, che sembrò per un momento riscaldare il corpo e il cuore
del giovane jounin, che era rimasto estasiato nel contemplare una simile bellezza
della natura.
Rimase
a fissare le folte nubi grigie in contrasto con la bianca neve per
interminabili secondi, finché un rumore particolare, simile allo scampanellare
di una piccola campanella attirò
la sua attenzione.
Guardò in basso e
intravide una figura con un lungo mantello rosso.
Teneva stretta tra
le mani una piccola campanella, aveva in capo, quasi
del tutto sommersa dai suoi lunghi capelli neri, una piccola coroncina di
agrifoglio e fissava il giovane con i suoi intensi occhi bianchi.
Shikamaru sbuffò
leggermente, cercando di nascondere un sorrisetto compiaciuto, e scese dalla
finestra per arrivare a faccia a faccia con quello che, a rigor di logica,
doveva essere lo spirito del natale presente.
I due fissarono in
silenzio per qualche secondo, poi infine il Nara
disse:
-“Hanno coinvolto
anche te, Neji…”-
-“Già…”-Rispose con tono
atono lo spirito.
-“Ti hanno
minacciato?”- Chiese nuovamente il moro che ottenne come risposta un cenno col
capo da parte del presunto fantasma che aveva dipinta
in volta un’espressione disperata.
Ma improvvisamente,
un sasso di piccole dimensione colpì in pieno dietro
la nuca lo spirito che, adirato si voltò in direzione della traiettoria
compiuta dal sasso ma non trovò nessuno, capì poi che quello era un segno che
doveva rientrare nella parte che gli avevano “affidato”.
Così, ancora
massaggiandosi la testa dolorante, si schiarì la voce e si rivolse nuovamente
al giovane Nara:
-“Io non sono Neji,
io sono lo Spirito del Natale Presente e sono venuto a mostrarti che, in tutto
il male di cui credi sia circondato il mondo del ninja, c’è ancora qualcuno che
crede in te e nella tua benevolenza…”- Disse in tono serio il presunto spirito
e iniziò ad incamminarsi per la stradina innevate che
passata davanti alla villa del giovane.
Shikamaru,
ancora un po’ confuso, decise di seguirlo in silenzio e di assecondare questa
commedia per vedere cosa si sarebbero inventati questa volta. Strada facendo, cominciò a rammentare in silenzio
questa parte del libro: secondo il romanzo lo spirito
aveva mostrato a Sgrooge il figlio di Cratchit colpito da una brutta malattia e
che, se non avrebbe fatto qualcosa, sarebbe sicuramente morto.
Ma chi poteva essere?
Che fosse il figlio
della sensei Kurenai?!
Per qualche secondo
il sangue si gelò nelle vene del ragazzo che cercò immediatamente di riprendere
la calma, non si ricordava che il piccolo Sarutobi fosse malato e soprattutto
era sempre stato vicino alla donna non facendogli mancare niente.
Infondo l’aveva promesso al suo defunto sensei e non poteva
permettersi di sbagliare in questo, anche se non sapeva esattamente ciò che lo
stava per attendere.
I
due, spirito e
peccatore, salirono per delle fredde scalinate di metallo di una serie di
piccoli appartamenti e giunsero alla finestra di una piccola abitazione.
Al suo interno, il Nara riconobbe immediatamente quella testa bionda del suo
collega che qualche ora prima se l’era presa, giustamente, con lui per il suo
comportamento.
Ma che ci facevano lì?
Non sarà che…
-“Sakura è incinta
e Naruto non mi ha detto niente?!”- Sbottò
improvvisamente allarmato il ragazzo allo spirito che subito non tardò a
rimproverarlo dandogli la campanella sulla testa.
-“No, idiota! Sta
zitto e guarda!”-
Shikamaru obbedì e
osservò la scena senza non provare uno strano sentimento di tristezza e
disagio, quelle Vigilie e quei Natali li avrebbe potuto
passare anche lui con la sua adorata Ino se solo non fosse stato così freddo e
insensibile, e ora non sapeva se mai un giorno il “destino” gli avrebbe
concesso una possibilità.
Vide Sakura
sorridere dolcemente alla sua metà, mentre finiva di riscaldare e servire una
cena appena tiepida, sotto lo sguardo innamorato del biondo.
Istintivamente, il Nara distolse per qualche secondo lo sguardo, troppo
addolorato per aver parlatoin quel modo
al suo amico che desiderava passare una vigilia finalmente non da solo.
Ma in tutto quel quadro c’erano due cose che
fecero storcere il naso al giovane jounin: la prima era che, data l’ora, era
impossibile che i due stessero ancora mangiando, probabilmente volevano
riprodurre l’illusione della cena di qualche ora prima e la seconda cosa era la
profonda tosse che scuoteva frequentemente il corpo del suo amico biondo.
La rosa,
preoccupata per il compagno, si avvicinò a lui e gli mise
una mano sulla spalla, guardandolo con fare preoccupato.
Naruto la guardò e
si sforzò di sorridere, stringendo la sua mano a quella della ragazza nel
tentativo di tranquillizzarla.
Lei accennò a un lieve sorriso e stampò un piccolo, ma intenso, bacio
sulla guancia al giovane che, nonostante gli ormai anni di fidanzamento,
arrossiva ancora come se fosse la prima volta.
-“Perché domani non resti a casa? Sono sicuro che Shikamaru se
la caverà da solo…”- Disse in tono inaspettatamente
materno la ragazza.
-“Ma gli ho promesso che ci sarei andato e poi, anche se non
lo ammetterà mai, si sentirà solo a starsene a lavorare il giorno di Natale!”-
Rispose con un sorriso il giovane, spiazzando la sua futura consorte che non
poté fare altrimenti di sospirare e stampare l’ennesimo bacio sulla guancia al
biondo, ancora scosso dalla forte tosse.
Shikamaru guardò la scena allarmato, in effetti era tutta la serata che aveva
sentito Naruto tossire non dandocitroppo peso e pensando che il chuunin avesse solo un piccolo raffreddore,
ma poi si ricordò che L’Uzumaki non era tipo da lamentarsi per un dolore fisico
e che avrebbe sicuramente sopportato il dolore senza dire niente.
Forse, pensò il Nara, le lamentele per tornare a casa dalla sua ragazza
erano un messaggio indiretto per dirgli che non stava bene, ma lui era troppo
preso dal lavoro per accorgersene e si pentì amaramente di aver ordinato al
giovane di presentarli anche il pomeriggio del giorno di natale.
-“Eri talmente
accecato dal lavoro che non ti sei nemmeno accorto che chi era intorno a te
soffriva…”- Disse con voce gelida Neji.
-“Ma io non lo sapevo! E ora che succe-…”- Provò a contestare il moro voltandosi, ma non
appena lo fece vide che lo spirito era scomparso nel nulla.
Provò a cercarlo
con lo sguardo ma la sola cosa che incrociò fu una
oscura figura avvolta in un mantello nero che lo fissava a pochi metri di
distanza.
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
Si
lo so, sono una racconta balle ma tra le feste e i dolci ho perso la cognizione
del tempo ma vi prometto che il prossimo capitolo sarà l’ultimo, almeno questo
dovevo farlo!