Angels and Vampires

di Aubrey_ToxicMuffin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Notte ***
Capitolo 2: *** Marchi ***



Capitolo 1
*** Prima Notte ***


Capitolo 1
Prima notte

Quella notte mi sentivo più sola del normale. Ero nel mio letto al buio, sotto le coperte, girata su un fianco, con le mani al petto.
Perché dovevo sentirmi così?  Il problema ero sempre stata io! Non potevo lamentarmi dei ragazzi, piacevo a più di uno, ma appena sapevo che gli piacevo perdevo ogni interesse. La verità era che ero troppo codarda per avere un vero fidanzato, ero troppo codarda per ammettere che ero la persona più sbagliata che esistesse al mondo.
Amici ne avevo, forse anche troppi. Eppure qualcosa non andava, sentivo un vuoto dentro al cuore che non sapevo spiegare.
Da qualche mese mi sentivo più sola del dovuto, e non sapevo il perché.
Ma ad un tratto, sentii qualcuno chiamarmi << Bianca… >> disse una voce calma, maschile.
Una scossa mi partì dalla testa, percorrendo tutto il corpo e immobilizzandomi. Era una scossa di terrore. Chiusi gli occhi in preda al terrore.
<< Non devi avere paura… >> disse la voce più vicina, << Non ti farò niente… >> disse la voce, dolce, rassicurante, sincera, prima di accarezzarmi dolcemente il viso.
Lentamente aprii gli occhi, prima era una figura sfuocata, poi divenne sempre più nitida.
Era un ragazzo, seduto vicino al mio letto. Aveva i lineamenti delicati, il naso diritto, le labbra perfette, gli occhi Grigi e i capelli biondi lisci che gli coprivano leggermente il viso. Sorrideva. Un sorriso dolce. Troppo dolce per essere vero.
Mi trovai con una mano a qualche centimetro dalle sue labbra, era un sorriso troppo bello per poter essere reale. Lui sembrava impaziente, aspettava quel tocco. Ma ritrassi il braccio, rannicchiandomi completamente sotto le coperte.
<< Chi sei? >> Bofonchiai da sotto le coperte,
<< Io sono Light. >> disse calmo, accarezzando la mia testa da sopra le coperte. Mi ritrassi in automatico.
Per qualche motivo non ero più terrorizzata, nemmeno impaurita.
<< Non devi avere paura, mi conosci da tanto tempo… >> aggiunse accarezzandomi di nuovo la testa.
<< No, sono sicura di no… >> dissi, se lo avessi già visto me ne sarei sicuramente ricordata, un viso così bello e una voce così non si dimenticano facilmente.
<< Mi conosci fin da quando eri piccola, sono sempre stato accanto a te… >> disse, improvvisamente serio.
Lentamente mi scoprii la testa, facendo spuntare gli occhi dalle coperte. Ora i suoi capelli sembravano leggermente più scuri, mentre guardava il pavimento triste. La luce della lampada lo illuminava di una luce lieve, dandogli un colorito blu.
<< Mi dispiace di averti lasciata sola in questi mesi… >> disse lui ancora assorto, mentre fissava in basso. Poi capii, il suo sguardo puntava sul mio braccio sinistro, che spuntava da sotto le coperte. Il pigiama era leggermente sollevato, scoprendo uno dei tagli che mi segnavano il braccio. Subito ritrassi il braccio e lo appoggiai al petto, coprendolo con la manica, << Sono stato troppo negligente… >> disse poi, sempre fissando il mio braccio, poi sospirò, e tornò a guardarmi, << Ma ora sono qui, no? >> disse sorridendo.
<< Come hai fatto ad entrare? >> chiesi.
<< Come ho sempre fatto… >> rispose sorridente, << Sono passato dal muro, è semplice per me perdere consistenza… >>. Cosa voleva dire? Perdeva consistenza?
<< Posso capire che per te sia difficile, ma devi credermi, ti conosco da quando sei nata… >> Era impossibile non credergli, i suoi occhi erano colmi di verità. << Cosa sei? >> chiesi, guardandolo.
Lui mi sorrise, << Sono il tuo angelo custode… >> disse.
Non sapevo cosa rispondere. << Io non ho un angelo custode… >> dissi, consapevole di essere sola, << E questo è solo un sogno >> Aggiunsi mettendomi sotto le coperte.
<< Non è un sogno… >> disse lui, infilando la testa sotto le coperte, <> aggiunse alzandomi una mano e unendo i nostri palmi. Mi fissava, mentre la sua mano fredda toccava la mia, << Anche nei sogni più intensi senti il contatto… >> Dissi ritraendo la mano. A quel punto mise il broncio, e saltò nel letto, sotto le coperte con me. Mi allontanai da lui automaticamente. << So praticamente tutto di te…  >>
<< Perché io so tutto di me… >> dissi prima che lui potesse completare la frase, << È solo un sogno… >> aggiunsi,
<< Se è solo un sogno… >> disse avvicinandosi e prendendomi i polsi, << Allora resta con me. Non mandarmi via. >> aggiunse prima di attaccare il suo corpo al mio, fissandomi con i suoi occhi grigi.
Sembrava che le sue braccia mi chiamassero, io volevo abbracciarlo, sentirmi protetta tra le sue braccia, non sentirmi sola.
Mi avvicinai a lui, che aprì la braccia, per poi abbracciarmi, mettendo una mano sulla mia nuca e una sulle mia schiena,
<< Mi sei mancata… >> sussurrò. In quel momento capii, forse diceva la verità. Negli ultimi mesi mi ero sentita sola, e lui aveva detto che si era allontanato per qualche mese, e che era il mio angelo custode. Ma non volevo pensare a nulla, tra le sue braccia mi sentivo bene, completa.
Che strano, un ragazzo che nemmeno conoscevo era nel mio letto, e io ero tra le sue braccia, felice di esserci.
<< Sei arrabbiata con me? >> chiese,
<< Perché dovrei? >> chiesi contro il suo petto,
<< Ti ho lasciata sola… Ti sei anche fatta del male… >> disse, accarezzandomi il braccio con i tagli.
<< Non è stata colpa tua… >> dissi, allontanando il braccio dalla sua mano,
<< Posso vedere? >> chiese aprendo la mano, << Non ti farò niente… Gli angeli non possono mentire… >> disse con un sorriso nella voce. Non sapevo casa fare, non volevo mostrargli lo scempio sul mio braccio. Lo sentii scorrere fino a che il suo viso non fu vicino al mio, << Posso? >> chiese con i lucciconi agli occhi. Lentamente gli porsi il braccio. Lui con una mano fece scorrere la manica fino al gomito, scoprendo le troppe linee rosse che lo percorrevano. Rimase a fissarlo serio, con gli occhi lucidi.
<< Non sai quanto mi dispiace… >> disse fissando il mio braccio,
<< Non è colpa tua… >> risposi calma,
<< Se non fossi andato via. Se solo ti avessi protetta… >> disse coprendo il braccio e riavvicinandosi,
<< Perché sei andato via? >> chiesi senza guardarlo. Rimase a fissarmi negli occhi, senza battere le ciglia, poi abbassò lo sguardo, << Era pericoloso. Ero coinvolto emotivamente, troppo emotivamente. Mi hanno allontanato… >> disse.
<< Perché ti hanno allontanato? >> chiesi,
<< Perché un angelo non può innamorarsi del suo umano… >> disse a testa bassa, << Rischierebbe di interferire con il corso del destino. Sicuramente se ti fosse successo qualcosa ti avrei salvata… >>
Mi rannicchiai contro di lui, affondando il viso nel suo collo. Il suo profumo era buonissimo, era fresco e caldo allo stesso tempo, dolce e amaro, forte e lieve, esotico, selvatico, speziato, raffinato.
<< Mi sei mancato… >> dissi quasi sovrappensiero, <>, mi abbracciò, facendomi sentire il suo profumo ancora di più.
Era possibile? Stavo davvero sognando? Speravo proprio di no.

Ciao a tutti, spero che vi sia piaciuta, non so se continuare, ho già in mente la storia ma la continuo solo se ci saranno dei commenti… xD
Grazie mille x aver letto
( L )

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Capitolo 2
*** Marchi ***


Capitolo 2
Marchi
Era mattina, la luce filtrava dalle fessure delle persiane. Qualcosa mi circondava mentre un profumo delizioso mi circondava. Lo respirai a pieni polmoni, prima di aprire gli occhi.
Quando aprii gli occhi credetti di stare ancora sognando. Il ragazzo di nome Light era accanto a me, che mi abbracciava. Il suo viso illuminato dal sole mi sorrideva.
<< Dormito bene? >> chiese, accarezzandomi la guancia con l’indice,
<< Si, grazie… tu? >> chiesi, tanto per dargli corda,
<< Io non dormo Biki… >> disse lui sorridendo,
<< Mai? >> chiesi sbarrando gli occhi,
<< Mai… >> rispose allargando il sorriso.
Mi accoccolai contro il suo petto, mentre lui mi stringeva dolcemente. Il mio angelo custode. Probabilmente era sempre lo stesso sogno, ma se lo era, non volevo svegliarmi.
<< Non voglio svegliarmi… >> sussurrai,
<< Ma tu non stai dormendo… >> disse lui benevolo, accarezzandomi la schiena.
Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo, << Ti sei addormentata? >> chiese piano,
<< No… >> risposi, << Pensavo… Se sei un angelo, che fine hanno fatto le tue ali? >> chiesi, forse in modo troppo sfacciata. Rispose con una risata, << Sono piuttosto scomode, le tengo chiuse. Ingombrano parecchio… >>
<< Ah… >> risposi.
<< Sarà meglio che mi alzi, o mia madre darà di testa… >>
<< Tua madre è uscita, è andata a Firenze… >> disse Light,
<< Ah… beh, in ogni caso dobbiamo fare colazione… >> dissi sedendomi sul letto, << Devi, fare colazione… >> mi corresse,
<< Non mangi? >> chiesi,
<< No, almeno non quello che mangi tu… >> disse alzandosi. Mi sistemai i capelli velocemente con le mani e uscii dalla camera,
<< Ho troppe domanda da farti… >> dissi mentre mi avviavo in cucina,
<< Hai tutto il tempo che vuoi… >> aggiunse lui,
<< Non ti da fastidio che ti faccia tante domande? >> chiesi,
<< Niente affatto… >>.
Entrai in cucina e mi diressi verso il frigo per prendere il latte, << Allora, di cosa ti nutri? >> chiesi mentre chiudevo il frigo e mi dirigevo verso il mobile che conteneva i padellini,
<< Di emozioni, sensazioni, come la felicità, l’amore, ma anche la tristezza e la lussuria… >> disse lui. Misi il latte sul fuoco e presi una tazza dal mobiletto,
<< E cosa succederebbe se mia madre entrasse adesso? >> chiesi,
<< Non mi vedrebbe… possiamo dire che sono nella modalità dove solo tu mi vedi… >> rispose sorridente,
<< E quali sono le tue modalità? >>
<< Questa dove mi vedi solo tu, quella dove mi vedono tutti, quella dove non mi vede nessuno, e  quella dove mi vede solo chi voglio io…
>>
<< Wow…
>> risposi mentre versavo il latte nella tazza e mi sedevo al tavolo. Light mi si sedette davanti. Solo allora notai come era vestito. Aveva una camicia bianca, arrotolata fino ai gomiti, aperta fino a scoprire l’incrocio delle clavicole. Un paio di jeans scuri e delle scarpe anonime. Dai capelli biondi che gli cadevano sul collo si intravedeva un tatuaggio, nero, ce copriva quasi tutta la pelle, una specie di croce tribale,
<< Hai un tatuaggio… >> osservai mentre mangiavo un biscotto,
<< Non è proprio un tatuaggio… >> disse lui, toccandoselo,
<< E cos’è? Non mi dirai un neo? >> chiesi ridendo,
<< No, è tipo un marchio… indica te… >> disse guardandomi con uno sguardo intenso,
<< Cosa vuol dire che indica me? >> chiesi facendo l’indifferente,
<< Indica la mia missione, è un segnale per gli altri… >> disse,
<< E cosa dice? >>
<< Che go il permesso di parlarti… Di toccarti… Di farmi vedere da te… >>
<< In quanti siete? >>
prima di rispondere rise, << Siamo uno per ogni umano, di solito… ognuno di voi, ha uno di noi… >>
<< Wow, è affollato questo pianeta… >> dissi ridendo. << Non lo avevo notato ieri… il tatuaggio dico… >>
<< Ieri non c’era ancora… >> disse, << È venuto fuori questa notte… >> disse,
<< E come hai fatto? Sei uscito e sei rientrato? >> chiesi,
<< No, è stato il tuo respiro. >> non capivo, come aveva fatto il mio respiro a tatuargli una croce tribale sul collo?
<< Ora ti spiego… >> disse paziente, << Questa notte sono tornato perché ho ottenuto il permesso di mettermi in contatto con te. Ma come testimonianza di questa concessione avevo bisogno di un marchio, il tuo marchio e solo il tuo respiro poteva farlo. Quando cerchiamo il marchio da un umano lo attiriamo verso una parte di noi. Io son stato fortunato, sei stata attirata dal mio collo, è orribile vedere angeli con segni sulle labbra o in altri posti più imbarazzanti…  >> scoppiai a ridere, << Sono stata brava allora? >> chiesi improvvisamente fiera di me. Ora capivo il perché ero stata così attirata dalle sue labbra la notte prima.
<< Sei stata molto brava… >> disse sorridente, << Spero di esserlo altrettanto… >> disse, serio.
<< Vuol dire che mi devi marchiare? >> chiesi. La prospettiva di essere marcata da lui non mi dispiaceva affatto.
<< Si, purtroppo… serve a segnalare che sei sotto la mia protezione, che sei privilegiata rispetto agli altri umani… >> disse, << Lo so che è orribile, ma è una cosa per il tuo bene… >>
<< Non lo trovo orribile… >> dissi interrompendolo, << Affatto… >> aggiunsi.
Calò il silenzio. Era incredibile che ci conoscessimo solo da qualche ora, mi sembrava di averci passato la vita insieme, come aveva detto lui. Lavai la tazza e mi cambiai mentre lui mi aspettava in sala.
Mi misi una gonna nera a frange, un paio di pantacollant neri, una maglia nera e rossa a strisce, una kefiah nera e rossa e un paio di polacche rosse. Mi pettinai, mi misi due mollette rosse e mi truccai come al solito, due linee di eye-liner nero sopra gli occhi neri. I miei capelli castani sembravano voler collaborare.
Uscii dal bagno e mi avviai in sala, Light era seduto sul divano, composto, che si tastava il tatuaggio,
<< Ti ha fatto male? >> chiesi sedendomi accanto a lui,
<< Pensavo peggio… >> disse prima di sorridermi,
<< Posso chiederti una cosa? >>
<< Dimmi… >> rispose lui,
<< Sei da solo? Nel senso qui, hai una casa o vivi con me? Insomma… >> prima che iniziassi a farfugliare seriamente mi interruppe:  << No, ci sono anche una specie di famiglia, sono gli angeli che vivono sulla terra come me… Alcuni di noi sceglie di vivere per un po’ sulla terra da umano, e io ho vissuto con loro per qualche centinaio di anni… >>
<< Centinaio di anni? >> chiesi sbarrando gli occhi,
<< Si… >> rispose.
Rimasi a guardarlo, era incredibilmente bello. Continuava a tastarsi il collo, nel punto marchiato. Mi avvicinai a ancora di più
<< Posso vedere? >> chiesi prendendogli la mano che era sul collo. Automaticamente tolse la mano per permettermi di vedere. La croce era li, nitida.
<< Ti fa male? >> chiesi toccando il segno nero,
<< Un po’… ma passerà… >> disse
<< Come passerà? Di solito come funziona? >>.
Prima sospirò, << È solo un fattore di collegamento, i due marchi ci legano. E ora è come se fossi collegato con niente… >> disse secco,
<< Allora marchiami… cosa aspetti? >> dissi facendo cadere le braccia in grembo.
<< No, soffriresti… >> disse lui. Ora ricordavo, gli angeli non potevano mentire, quindi quello che diceva era sempre la verità,
<< Ma tu smetteresti di soffrire… >>
<< No Bianca. >> sentenziò.
<< Posso almeno fare qualcosa per alleviare il dolore? >> chiesi in un sussurro,
<< Biki non voglio che tu sia giù, davvero… >>
<< Allora fatti aiutare… >> dissi
<< È imbarazzante… >> disse lui abbassando la testa, << Devi… >> si fermò. Si appoggiò sulle ginocchia, << Devi… baciare la cicatrice… >> disse prima di girarsi per nascondere il suo viso.
Senza pensarci due volte mi avvicinai a lui. Portai una mano alla parte del collo che non aveva la cicatrice per portarlo più vicino a me.
<< Non sei obbligata… >> disse girandosi verso di me,
<< Io te l’ho fatto, io ti aiuto… >> risposi. Appoggiai piano le labbra sopra la cicatrice. Light chiuse gli occhi e mi prese per le spalle stringendomi a lui, ma mi lasciò subito. Velocemente gli presi le mani e gli intrecciai le dita con le sue.
La sua pelle era liscia e fredda, anche se si sentivano i solchi della croce. Quando per caso la mia lingua toccò il suo collo la sua presa sulle mie mani si strinse e mi spinse contro il divano, posizionandosi a cavalcioni sopra di me, fermo a pochi millimetri dalle mie labbra. Mi guardava fisso negli occhi quando notai il cambiamento nei suoi occhi. Partiva dal profondo, un alone di luce, che sempre più velocemente prendeva spazio. Come i suoi capelli che si coloravano di un rossiccio lieve. Il suo respiro era freddo, lo respirai con la bocca, assaporandolo.
<< Non voglio marchiarti… >> disse sofferente,
<< Fallo… non soffrirai più… >> dissi,
<< Ma tu non sai dove sono attirato… >> disse, mentre i suoi capelli si coloravano sempre più di rosso.
<< Non mi importa… >> dissi, << Ti prego… >> aggiunsi
<< Cercherò di trattenermi… >> disse a denti stretti. Mi prese per i fianchi e velocemente mi portò sul tavolo in legno in un angolo della sala e mi spostò i capelli dietro al collo e la sciarpa, poi appoggiò le labbra alla pelle.
Respirò profondamente, il suo alito caldo mi penetrò la pelle, poi dette un bacio e sentii che l’aria usciva. Era come un milione di spilli che entravano ed uscivano dalla pelle, faceva male e piacere allo stesso tempo. Strinsi le sue spalle con le dita, quando notai che la parte vicino al suo marchio era rosso. Soffriva, Così appoggiai le labbra sul suo marchio. Quando iniziò a scendere lo seguii, scese verso le scapole, spostandomi la maglia, come feci io, per poi salire verso la spalla. Puntava le dita sulla mia schiena, per tenermi più vicina a se mentre mi  metteva sotto la sua protezione, così come io, mi rimettevo a lui.


Lo so che avevo detto che continuavo solo se c’erano commenti ma non mi sono trattenuta… xD ma continuo a sperare in commenti.

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