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di maryjane80
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo addio ***
Capitolo 2: *** La festa ***
Capitolo 3: *** 2. Un balsamo per le ferite del cuore ***
Capitolo 4: *** Terence ***
Capitolo 5: *** Il fallimento delle strategie di Candy ***



Capitolo 1
*** Di nuovo addio ***


1- Di nuovo addio…


E così l’aveva rivisto…certo non era stato un caso e non poteva dirsi che l’evento l’avesse resa felice, però era accaduto.
Quando aveva letto sul giornale che la compagnia teatrale di Terence avrebbe fatto tappa a Chicago per rappresentare l’Amleto, Candy non aveva resistito, forse era stata irrazionale, ma aveva comprato immediatamente il biglietto.
In realtà Candy era veramente stanca, da anni ormai non faceva che pensare al bell’attore, riviveva i momenti più emozionanti trascorsi insieme; ovviamente i dispetti, le mascalzonate che pure vi erano stati erano passati in secondo piano, addolciti comunque nel ricordo.
Solo che Candy stava vivendo a metà, solo casa, lavoro all’ospedale e ricordi, di fatto si stava precludendo la possibilità di avere un futuro, di poter avere una famiglia propria, un marito, dei figli, che pure desiderava tantissimo. “Non voglio restare sola, diventare vecchia ed acida come la direttrice Maryjane, o peggio come Suor Grey!!”, eppure Candy sapeva che non avrebbe potuto accettare compromessi, mai e poi mai si sarebbe legata ad un uomo, se non per amore. “Quindi, mio caro Duca a noi due…ho deciso di relegarti in un angolino, di riprendere in mano la mia vita, che già per troppo tempo è rimasta sospesa a causa tua, ben presto non avrai più carta bianca nel mio cuore!” E mentre pensava questo gli faceva pure idealmente una linguaccia delle sue…
Ebbene sì, Candy aveva una missione, la più importante della sua vita: dimenticare Terence, voltare pagina e riprendere finalmente in mano le redini del proprio destino…facile a dirsi!
Ma Candy si applicava con costanza, aveva letto anche molti libri in proposito e pareva che gli amori non vissuti fossero proprio i più difficili da dimenticare: in quanto sottratti al logorio della routine e della quotidianità erano i più facili da idealizzare, i candidati ideali per diventare protagonisti di sogni e fantasie irrealizzabili, ma comunque molto destabilizzanti.
Candy si era anche confidata con un’amica psicologa, che lavorava con lei all’ospedale. L’amica le aveva detto che forse a questo punto, dopo così tanto tempo, non era neanche più innamorata di Terence, ma solamente dell’amore che aveva provato per lui, delle emozioni che avevano vissuto insieme, dei primi batticuori che le aveva fatto provare. Secondo l’amica psicologa Candy avrebbe solamente dovuto rendersi conto di ciò, spezzare il filo sottile che ancora la legava a lui, per riappropriarsi dei propri sentimenti ed emozioni, solo così avrebbe potuto riferirli ad un altro uomo, non appena ve ne fosse stata l’occasione, innamorandosi di nuovo, questa volta per davvero!
Candy era decisa a spezzare quel filo con violenza: quale migliore terapia d’urto se non quella di ritrovarselo di nuovo davanti, mettendo alla prova i propri sentimenti ed esponendo i propri sogni e fantasie alla dura realtà?
Così arrivò la sera dello spettacolo, Candy si acconciò i capelli in una sofisticata pettinatura, si truccò leggermente ed indossò un elegante abito da sera di seta, color smeraldo, se davvero doveva essere l’ultima volta che si vedevano, almeno che conservasse un bel ricordo di lei, e soprattutto senza i codini!
Terence era ovviamente Amleto, il protagonista, ma avrebbe potuto rivestire anche i panni della Fata Turchina in Pinocchio che tanto per Candy non avrebbe fatto alcuna differenza, non era assolutamente in grado di seguire la rappresentazione, era totalmente rapita da lui, dai ricordi della loro storia passata, sopraffatta dal dolore della separazione che si rinnovava sempre con uguale intensità, gli occhi rossi e gonfi per le lacrime, a stento riusciva a trattenere i singhiozzi, non voleva certo essere lei a dare spettacolo!
Fino a quel momento la terapia d’urto non pareva molto efficace!
Al termine della rappresentazione Candy si affrettò dietro le quinte e facendosi largo non senza fatica tra una folla di ragazzine in delirio (tutte per lui, ovviamente…), riuscì finalmente ad arrivare nella zona dei camerini. Qui incontrò un inserviente del teatro, intento a sistemare i costumi di scena “mi scusi signore, potrebbe indicarmi per favore il camerino del Sig. Terence Granchestar?”…”Il camerino è davanti a lei, ma il Sig. Granchestar non vuole assolutamente essere disturbato dalle fan dopo le rappresentazioni, potrà vederlo più tardi, dopo la conferenza stampa di solito concede qualche minuto alle sue ammiratrici per autografi e saluti…”, “…ma io non sono una sua fan, sono una sua vecchia amica dei tempi di scuola, vorrei tanto salutarlo,  guardi qui…”. Per convincere l’uomo Candy gli esibì il fazzoletto di seta con le iniziali di Terence, che conservava ancora dalla Festa di Maggio alla Saint Paul School, quando il ragazzo l’aveva usato per curare il graffio che si era procurata nella folle corsa a cavallo che avevano fatto insieme nel bosco per dimenticare Anthony, dopo il loro primo, unico, dolcissimo ed indimenticabile bacio…
L’uomo non pareva molto convinto, tuttavia pareva anche abbastanza deciso a togliersi il fastidio di torno, così controvoglia bussò al camerino di Terence: “ Signor Granchester, sono John, qui fuori c’è una signorina che vorrebbe salutarla, dice di essere una sua amica dai tempi della scuola”…”Dicono tutte così John, mandala via per favore, dille che avrò il piacere di conoscerla e farle un autografo più tardi, dopo la conferenza stampa…”, ma in quel momento la porta si aprì, Candy era già dentro il camerino “ Ciao Terence”. Terence rimase di sasso, mai e poi mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti Candy, impallidì e restò immobile per qualche momento, poi tornò in sé, almeno parzialmente “ Ciao Candy, che sorpresa, non mi aspettavo di vederti, come stai? Vivi ancora qui a Chicago?”, l’imbarazzo tra i due ragazzi era quasi palpabile, “Sto bene Terence, sì vivo a Chicago, lavoro ancora all’ospedale…e tu? E Susanna…come state?” Candy non avrebbe mai voluto pronunciare quel nome, ma sapeva che era inevitabile, lei faceva parte della sua vita, la terapia d’urto prevedeva anche che lei accettasse questo fatto…  “sto bene…stiamo bene, grazie, anche Susanna, è molto più autonoma, è riuscita anche a tornare a lavorare a teatro, seppure in ruoli minori…”  “Sono felice  per lei…per voi…so che lasciare il teatro era il suo rammarico più grande”
“Sì beh, ma…” Terence sembrava voler aggiungere qualcosa, o contraddire l’affermazione di Candy, ma poi si bloccò e cambiò decisamente argomento “ Allora che mi dici dello spettacolo, ti è piaciuto?” “Oh sì tantissimo, l’ho trovato molto emozionante (su questo almeno Candy non mentì, visto la quantità di lacrime che aveva versato…) e tu sei bravissimo, ancora più di quanto ricordassi…” “ Beh, sono lusingato, anche se non mi pare che tu abbia mai avuto occasione di vedere un mio spettacolo per intero, di solito capitava sempre qualche imprevisto…” Terence avrebbe voluto rimangiarsi quelle parole non appena uscite dalla sua bocca, si era reso conto immediatamente della gaffe commessa, ma ormai era troppo tardi, il pensiero di entrambi era andato dolorosamente alla serata della loro separazione, alla prima di Romeo e Giulietta a New York, cui Candy non aveva assistito in quanto impegnata a salvare la vita a Susanna all’ospedale…cadde un silenzio pesante tra i due, che fu rotto da Candy “beh, ora devo andare Terence, mi ha fatto piacere rivederti” , “aspetta Candy, non andartene così, perché non resti ancora un po’? Dopo la conferenza stampa magari beviamo qualcosa insieme e facciamo due chiacchiere con più tranquillità”
“Ti ringrazio Terence, ma non posso, è già molto tardi e domani ho il primo turno all’ospedale, devo proprio andare. Addio Terence”, Terence non la trattenne, purtroppo sapeva di non avere argomenti per poterlo fare ed a malincuore le disse “Addio Candy”.

 

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Capitolo 2
*** La festa ***


~~L’affascinante ed elegantissimo Marck Withman attendeva sulla porta della villa gli ospiti della sua festa e sperava che gli amici più cari avessero accolto il suo invito a portare quante più belle ragazze possibili. Quando vide arrivare il suo amico Archibald Cornwell con le sue accompagnatrici, sentì che il suo desiderio era stato esaudito e che sarebbe stata una festa di compleanno strepitosa. La giovane ragazza bruna era Annie Brighton e sapeva essere l’amatissima fidanzata di Archie, che peraltro ne era gelosissimo; concentrò quindi le sue attenzioni sull’affascinante signorina bionda, con un’elegante acconciatura che lasciava cadere qualche ricciolo ribelle sulle spalle e fasciata in un abito di seta color cipria che ne esaltava le forme. Marck si presentò immediatamente a Candy, facendo un galante baciamano e chiedendole l’onore di riservargli i balli di apertura della festa. Candy acconsentì lusingata, ammirò il bel giovane e pensò che la strategia di Annie non era poi così male.
Marck Withman si rivelò anche molto simpatico e con una conversazione brillante, non perdeva occasione per esprimere la propria ammirazione nei confronti di Candy, rivolgendole attenzioni galanti, ma allo stesso tempo discrete. Candy non potè fare a meno di notare i suoi lineamenti perfetti ed i suoi enigmatici ma luminosi occhi verdi. Marck si era accorto che già molti suoi amici stavano ammirando Candy e non aspettavano che l’occasione giusta per avvicinarla, ma non avrebbe concesso loro spazio. In attesa dell’inizio delle danze, Marck condusse Candy verso il buffet “posso servirti qualcosa di dolce?” disse Marck indicando le prelibatezze poste sul tavolo…Candy ripensò all’abbuffata del pomeriggio e si sentì lo stomaco in subbuglio all’idea di toccare qualcos’altro di dolce “ehm, no Marck, ti ringrazio, preferirei qualcosa di salato, magari una di queste verdurine fresche..” rispose, facendo segno verso un coloratissimo pinzimonio…”ma come? Non mi dirai che sei a dieta? Non ne avresti proprio bisogno…” disse Marck, ammirando compiaciuto la sua figura sottile. Candy arrossì, ma in cuor suo era lusingata per l’interesse che Marck le stava dimostrando. Annie lì vicino aveva assistito all’intera scena e ridendo di gusto intervenne: “no Marck, non ti preoccupare, Candy non disdegna affatto la buona tavola ed i dolci, il problema è che ne abbiamo mangiati in gran quantità per tutto il pomeriggio e forse adesso è davvero meglio se ci dedichiamo a qualcosa di salato…”
“Oh, meno male, sono decisamente sollevato” rispose Marck, “in ogni caso, col il dolce o con il salato, un calice di champagne è sempre apprezzato”, disse allungando i calici pieni ai suoi ospiti, prima fra tutte Candy.
Per un attimo Candy si ricordò che anche la sera in cui aveva conosciuto Terence sul Mauritania aveva bevuto champagne…ma scacciò di proposito quel pensiero, voleva concentrarsi solo sulla festa e su Marck, così bevve il suo champagne in un sorso. Subito si sentì pervadere da una sensazione di leggerezza, euforia e benessere, pensò che era una serata stupenda: era ad una festa sontuosa con i suoi amici più cari ed aveva appena conosciuto un ragazzo molto piacevole, che non aveva occhi che per lei. Forse aveva ragione Annie, “chiodo scaccia chiodo”, pensò.
In quel momento iniziò la musica, Marck prese delicatamente la mano di Candy e la condusse a centro pista, dove la cinse dolcemente ed iniziarono a ballare, la bocca di lui molto vicina, quasi a sfiorarle il collo in un bacio impercettibile. All’inizio Candy era molto imbarazzata, temeva di essere impacciata nei movimenti, ma non appena Marck le sorrise rassicurante e la cinse con più decisione, si rilassò e si lasciò trascinare dalla musica, tanto più che Marck era un cavaliere perfetto e ballava molto bene. Candy socchiuse gli occhi, inspirò il sottile profumo della pelle di Marck e si sorprese ad apprezzare il calore che sentiva dal contatto con il suo corpo.
Il primo brano finì, ma Marck si era già assicurato anche il secondo ballo con Candy. Mentre aspettavano, Candy gli sorrideva con il suo sguardo luminoso; non appena iniziò nuovamente la musica tuttavia cambiò improvvisamente espressione, si irrigidì e mentre Marck stava per cingerla nuovamente per ricominciare le danze, lo spinse via con decisione, farfugliando una frase di scuse e correndo fuori verso la grande terrazza che dava sul giardino della villa.

 

 

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Capitolo 3
*** 2. Un balsamo per le ferite del cuore ***


                                                     2. Un balsamo per le ferite del cuore
In realtà Candy il giorno successivo non aveva affatto il primo turno in ospedale; prevedendo gli effetti di quell’incontro aveva chiesto di poter restare a casa, così da dare libero sfogo al pianto. Tuttavia, dopo un’intera notte e la mattinata successiva di lacrime ininterrotte si era stancata e aveva deciso di reagire.
Annie Brighton viveva una situazione sentimentale diametralmente opposta rispetto a quella di Candy, il suo rapporto d’amore con Archie era lentamente cresciuto nel corso degli anni: si era consolidato e non aveva più gli squilibri e le insicurezze di un tempo, che tanto l’avevano fatta soffrire in passato. Oggi Annie era felice ed innamorata, sicura di essere ricambiata in pieno da Archie. Quest’ultimo un poco alla volta si era reso conto di quanto gli fosse cara ed indispensabile Annie, con la sua dolcezza e costanza. Il giovane se ne era inevitabilmente ed inesorabilmente innamorato e non perdeva occasione per dimostrarglielo quotidianamente, con attenzioni affettuose, sorprese, baci appassionati e qualche salutare scenata di gelosia. La consapevolezza di aver finalmente conquistato il cuore di Archie aveva reso Annie una ragazza sicura di sé, elegante ed affascinante, con una luminosità negli occhi che la rendeva bellissima ed irresistibile agli occhi del suo fidanzato. Erano decisamente una coppia bene assortita e presto, non appena Archie avesse terminato gli studi, avrebbero coronato il loro sogno d’amore sposandosi.
In una cosa Annie non era cambiata: nella sua amicizia per Candy. Solo che ora, viste le situazioni che si trovavano a vivere, i ruoli si erano decisamente invertiti e sempre più spesso era Annie a raccogliere le confidenze di Candy ed a consolare le sue pene d’amore. Quel pomeriggio non andò diversamente; quando Candy si era decisa a reagire si era diretta immediatamente verso casa Brighton.
“Vieni Candy, entra, ho già preparato i nostri antidepressivi preferiti…”, Annie come al solito l’accolse calorosamente, sorridendole ed avvolgendola in un caldo e confortante abbraccio…Quale balsamo migliore per lenire le ferite del cuore dell’affetto sincero di un’amica? Candy in quel momento si sentì fortunata, nonostante tutto.
Annie la fece accomodare nel suo salottino privato, si tolsero le scarpe, come facevano solitamente e si sedettero comodamente scomposte. Sul tavolinetto di fronte erano già stati sistemati i famosi “antidepressivi”, vale a dire un vassoio carico di dolci: al cioccolato, alle creme, alla frutta, dalle forme e dai colori più vari, per soddisfare la vista e ogni tipo di golosità…
Se qualcuno avesse visto le due ragazze in quel momento, così informali ed in libertà, le avrebbe facilmente scambiate per le due monelle che erano state alla Casa di Pony, non certo per due signorine beneducate della buona società…
Prima di iniziare la sua “confessione”, Candy si servì abbondantemente di dolci per farsi coraggio, poi inizio il lungo racconto degli eventi della serata precedente, fino all’ennesimo “addio” da parte di Terence, che la fece scoppiare nuovamente in lacrime… “non ce la farò mai Annie, non lo dimenticherò mai…mentre lui forse a quest’ora vive la sua vita felice con Susanna…”
Annie ascoltò pazientemente tutto il racconto, rassicurandola e facendole una carezza di tanto in tanto “ma che dici Candy?!?” disse alla fine con la bocca piena di dolci… “non credo proprio che sia felice con Susanna…”… “anzi, probabilmente è ancora innamorato di te, ma ha dovuto rassegnarsi pure lui, poveretto, guarda in che situazione si trova! Cosa potrebbe mai fare di diverso?”
Annie continuò il suo sproloquio sempre più infervorata, come sempre accadeva quando si affrontava quell’argomento, e con la bocca sempre più impasticciata di cioccolato e crema, che la rendevano davvero buffa “comunque quella Susanna, con quell’aria da santerellina, proprio non la sopporto! Dovrebbe solo che togliersi di mezzo…”
“ma dai Annie, che dici…” replicò Candy, affondando la bocca nella panna montata…
“eh no, Candy, tu sei troppo buona! Fosse capitata a me una cosa del genere non credo che sarei stata altrettanto generosa…” “E poi senti…” continuò Annie, mettendosi dritta a sedere nella foga del discorso “…certi gesti di altruismo per essere definiti tali devono essere completamente gratuiti, ma se pretendono il pagamento di un prezzo così alto come quello che è stato presentato a Terence, allora si trasformano in puro egoismo e ricatto”…Annie ormai era un fiume in piena..
“e poi chi dice che quel riflettore sarebbe caduto proprio addosso a Terence? Chi dice che non si sarebbe scansato per tempo? O che magari pure lui si sarebbe solamente ferito ad una gamba? E se magari avesse preferito restare zoppo tutta la vita, ma felice insieme a te piuttosto che integro ed in salute ma con quell’arpia di Susanna? Qualcuno glielo ha forse chiesto?”
Candy pensò che Annie aveva ragione, tuttavia non poteva che essere grata a Susanna per aver salvato la vita a Terence, anche se la odiava cordialmente per tutto quello che aveva fatto dopo!
Candy fece notare ad Annie che era andata da lei per essere aiutata a dimenticare ed a superare quanto accaduto, ma erano due ore buone che non facevano che parlare di Terence e francamente non le sembrava una strategia vincente!
“Hai ragione Candy, scusa”, disse Annie, leccandosi le dita sporche di cioccolata. “Dobbiamo reagire e forse io ho la soluzione”
“Vale a dire?”
“Vale a dire che forse fino a questo momento abbiamo sbagliato l’ordine degli eventi, ma adesso, basta si volta pagina!”
Candy continuava a guardarla con aria interrogativa…
“Forse l’ordine giusto delle cose non è dimenticare Terence e poi trovare un nuovo amore, ma forse trovando un nuovo amore potrai dimenticare Terence!”
“Non capisco Annie, sii più chiara!”
“E’ semplice Candy, devi ricominciare a vivere, guardarti intorno, conoscere gente nuova, partecipare a feste; quando incontrerai la persona giusta Terence sparirà in un soffio…puff!”
“Mah, non ne sono troppo convinta…” Candy sbuffò e sprofondò il viso in un rassicurante bignè al cioccolato…
“Ma che hai da perdere? Tanto peggio di così non può andare…”
“Grazie Annie, sono proprio un caso disperato!”
“Ma no! Senti, giusto stasera io e Archie siamo stati invitati al compleanno di Marck Withman. un suo compagno di studi, sarà una bellissima festa, con musica, balli e tanti gentiluomini, dai vieni con noi!”
“Ma io non so neppure chi sia questo Marck e soprattutto non sono stata invitata!”
“Figurati, non è questo il problema, Archie è praticamente l’unico ad essere fidanzato della compagnia ed i suoi amici gli hanno raccomandato di invitare quante più belle ragazze possibili…è l’occasione giusta, se non altro ti divertirai!”
“Vabbè, se lo dici tu…” sbuffò una poco convinta Candy, con la bocca piena di crema. Candy pensò che dopo aver pianto una notte ed una mattinata intere ed essersi ingozzata di dolci per tutto il pomeriggio, doveva avere una aspetto talmente terribile che non avrebbe potuto certamente rischiare di affascinare chicchessia.

 

 

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Capitolo 4
*** Terence ***


~~E così l’aveva rivista…
Terence continuava a ripensare al fugace e sorprendente incontro della sera precedente, ma non riusciva a darsi una spiegazione.
“Chissà, forse ho solo sognato…ma no, le curve morbide che ho intravisto sotto il suo vestito erano più che reali” pensò Terence con una punta di eccitazione.
 “Mia piccola Tarzan Tuttelentiggini, sei diventata una giovane donna bella e seducente, ed il mio cuore oggi è ancora più sanguinante al pensiero di non poterti avere”.
Per tutto il giorno Terence aveva rivissuto ogni singolo fotogramma di quella apparizione, sforzandosi di ricordare le esatte parole che si erano detti, le espressioni ed i gesti di lei, ma non riusciva a vederci chiaro “perché prendersi la briga di venire a salutarmi fino al camerino per poi scappare via subito?” e poi il pensiero che più lo tormentava: “chissà se era sola, magari fuori c’era il suo fidanzato ad aspettarla, forse per lei è stato davvero un semplice saluto ad un vecchio amico…”.
Terence non si dava pace e continuava ad autoaccusarsi di non aver fatto nulla per trattenerla “ma cosa avrei potuto fare?”, “che diritto avevo di turbare la sua serenità andando a rivangare dei sentimenti che forse per lei ormai sono sepolti?”- Purtroppo la sua situazione non era cambiata rispetto a quando erano stati costretti a separarsi, era ancora legato a Susanna, suo malgrado, anche se forse ora stava maturando una nuova consapevolezza.
Se solo lei gli avesse fatto un cenno, se gli avesse fatto capire che il suo cuore ancora gli apparteneva, forse avrebbe trovato il coraggio che ancora gli mancava… “ma che vado pensando!?!!”, “Basta! E’ inutile, mi sto solo torturando! Il mio destino è con Susanna, e Candy ha tutto il diritto di essere felice con un altro, che la meriti davvero, non con un disgraziato come me!” e finì d’un fiato il suo ennesimo cocktail.
Capitava che ogni tanto la compagnia teatrale Stratford invitasse - o meglio costringesse - i propri membri a partecipare alle feste ed ai ricevimenti organizzati dalle famiglie più in vista della città, al fine di dare lustro all’evento; si trattava di un modo per ricambiare la generosità di coloro che finanziavano lautamente la produzione degli spettacoli della compagnia.
Terence ovviamente detestava questo aspetto della sua professione, non sopportava di trovarsi in mezzo a damerini ed a gente snob, gli ricordavano terribilmente suo padre e tutto ciò a cui aveva rinunciato per amore di sua madre Eleanor e del teatro. Purtroppo quella sera il fastidioso incombente era toccato a lui.
In realtà quella volta a Terence non dispiacque poi tanto, o almeno la prese meglio delle altre serate imposte; almeno avrebbe avuto un’ottima scusa per starsene lontano da Susanna, non avrebbe dovuto subire il fuoco di fila delle sue domande ed interrogatori sul suo umore, sul suo essere pensieroso e scostante; senza contare il vantaggio di poter bere gratis ed a volontà! A tali eventi non gli era neppure richiesto di essere simpatico o affabile, era sufficiente la sua presenza. Quella sera la parte del primo attore scontroso e solitario gli riusciva particolarmente bene.
Terence si era collocato in una posizione strategica, abbastanza isolata, ma non troppo lontana dagli alcoolici e dalla quale aveva un’ottima visuale del salone principale in cui si svolgeva la festa. Terence aveva trovato distrazione dai pensieri che lo attanagliavano osservando l’arrivo degli ospiti. Il damerino di turno se ne stava sull’attenti sulla porta, come se aspettasse qualche dama di straordinaria eleganza e bellezza. In realtà Terence dovette ammettere che le giovani invitate erano tutte agghindate in modo impeccabile, con acconciature perfette ed abiti sontuosi, ma nessuna poteva anche solo lontanamente competere in bellezza e fascino con…”oh mio Dio, ma è lei, Candy!” Terence non poteva credere ai propri occhi, Candy aveva appena fatto il proprio ingresso nel salone con quel damerino di Archie e la sua amica Annie.
Anche quella sera era bella da mozzare il fiato! Appena avuto il tempo di riaversi dalla sorpresa, Terence stava per raggiungerla, ma si bloccò appena vide che il damerino/padrone di casa l’aveva preceduto e pareva non avere alcuna intenzione di lasciarla tanto presto. Ma che succedeva? La sua Candy sorrideva a quel bellimbusto, il suo sguardo aperto e luminoso era tutto per lui, rideva alle sue battute, si lasciava condurre dove lui la portava, brindava con lui, sembrava a suo agio…Terence stava malissimo, ma si sentiva anche impotente, che diritto aveva di farsi vedere, di rovinare la festa a Candy, di impedirle di conoscere una persona che magari avrebbe potuto renderla felice, senza tutti i problemi ed i pesi che si portava dietro lui?
Non doveva fare niente, se davvero l’amava doveva lasciarla in pace; ancora si ricordava il suo viso carico di dolore, i suoi occhi pieni di lacrime la notte in cui si erano detti addio, non aveva neppure potuto accompagnarla alla stazione, si sentiva un verme per questo e quella visione ancora oggi tornava a tormentarlo nei suoi angosciosi incubi notturni. Almeno oggi il volto di Candy era tornato ad essere sorridente ed i suoi occhi luminosi, anche se purtroppo ora erano rivolti verso un altro uomo. “Candy, può succedere qualunque cosa, ma almeno nei sogni tu resterai sempre mia”, pensò Terence.
Terence tuttavia stava quasi per spaccare il bicchiere che teneva in mano quando vide Candy e Marck impegnati nella loro prima danza, era insopportabile vedere altre braccia che la cingevano, altri occhi che la divoravano, altre mani che si facevano sempre più audaci… “ ma come si permette quel bellimbusto di stringerla così, l’ha appena conosciuta…e lei lo lascia fare, forse ha bevuto troppo champagne, non è abituata, mi ricordo l’effetto che le fa, brutto mascalzone, l’ha fatta bere apposta…”.
 Terence ovviamente stava esagerando nelle sue considerazioni, totalmente accecato dalla rabbia e dalla gelosia, non poteva accettare né ammettere con sé stesso il fatto che Candy molto semplicemente non stava pensando a lui e stava apprezzando la compagnia di un altro uomo. Terence doveva mettere dei filtri alla realtà, trovare altre giustificazioni al comportamento di Candy, altrimenti non avrebbe potuto accettarlo.
Quando al termine del primo ballo Terence si accorse che il supplizio non sarebbe finito, perché ve ne sarebbe stato un altro, pensò che era troppo per lui, non avrebbe potuto sopportare oltre e fece per andarsene. Quando sentì l’attacco del secondo pezzo da parte dell’orchestra pensò che non era possibile, il destino voleva essere crudele e farsi beffe di lui, o forse dargli un segnale chiaro: questa volta era davvero finita, doveva farsene una ragione, accontentarsi di quello che aveva e smettere di sperare che il suo sogno di una vita con Candy potesse realizzarsi.
Prima di andare via però doveva vedere, doveva vedere la sua Candy ballare quel valzer con un altro uomo, solo così avrebbe finalmente capito che non era più sua e che forse non lo era mai stata.
Ma quando volse di nuovo lo sguardo verso la sala la sua sorpresa fu enorme “oh Candy, allora anche tu…” e sentì che il sangue ricominciava a circolargli nelle vene, che il suo cuore ricominciava a battere, che forse tutto era possibile e che magari avrebbe anche trovato il coraggio…

 

 

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Capitolo 5
*** Il fallimento delle strategie di Candy ***


~~Candy si era diretta correndo verso la grande terrazza esterna che dava sul giardino; il cuore le batteva all’impazzata, gli occhi rigati di lacrime “sono una stupida, una terribile stupida” continuava a ripetersi “ma chi credevo di ingannare questa sera? La realtà è tornata subito a galla, è bastato un valzer…”, Candy si era appoggiata alla ringhiera della terrazza, cercava di ritrovare la calma osservando il giardino buio e respirando profondamente.
Ad un certo punto sentì dei passi veloci farsi sempre più vicini e qualcuno che le appoggiava una giacca sulle spalle nude.
“Grazie Marck, non è niente, è stato solo un lieve capogiro”, disse prendendo la giacca senza voltarsi.
“Non sono Marck e tu non hai avuto alcun capogiro…”
Quella voce inconfondibile! Candy trasalì, in preda ad una fortissima emozione e si girò immediatamente senza più preoccuparsi di nascondere i suoi occhi rigati di lacrime: “Terence, che ci fai qui?!?”
“E’ una lunga storia…tu piuttosto?”
“Sono venuta insieme ad Archie ed Annie…”
“Lo so…” la interruppe Terence “ho visto quando sei arrivata, è tutta la sera che ti osservo…”
“Strano, ieri non parevi particolarmente felice di vedermi…”
“Ma che dici Candy? Ieri sera mi hai preso alla sprovvista, non mi sarei mai aspettato di vederti, non mi hai dato neppure il tempo di riprendermi che ti sei volatilizzata. Eri bella da togliere il fiato, ma stasera forse lo sei ancora di più…” la voce di Terence si era fatta più roca, il suo sguardo più intenso, Candy sentiva le gambe che le tremavano e di essere avvampata in volto; sperava che con il buio lui non se ne accorgesse.
“Per me questa sera è stata una sofferenza vederti insieme a quel damerino…”
“Terence, come ti permetti? Si chiama Marck!” Candy finse di essere indignata, ma in realtà era compiaciuta.
“Questo Marck ti stava troppo addosso per i miei gusti e mentre ballavate ti stringeva in modo inopportuno, stavo impazzendo di gelosia nel vedere come tu gli sorridevi, ma mi sono trattenuto, pensando che avevi il diritto di amare qualcun altro, di trovare finalmente quella felicità che io non ero stato in grado di darti…”
“Terence, ma che stai dicendo…”
“Sto dicendo che ti ho visto Candy, ho visto che quando l’orchestra ha attaccato a suonare il nostro valzer della festa di maggio sei fuggita via, non sei stata in grado di ballarlo con lui, non hai potuto far finta di niente. Questo significa che non sei cambiata, come non sono cambiato io, che i nostri sentimenti in questi anni sono rimasti gli stessi, anzi forse sono addirittura cresciuti con noi. Desideriamo la stessa identica cosa, di poterci finalmente amare liberamente…” Terence continuava a guardarla dritto negli occhi e si faceva pericolosamente sempre più vicino.
Candy era bloccata tra Terence e la balaustra e non poteva indietreggiare come avrebbe voluto “Terence, non puoi dire questo, tu stai con Susanna!”
“Ti sbagli Candy, non sto con Susanna, non ci sono mai stato! Credimi, ci ho provato, ma è stato inutile. Tra noi non c’è mai stato nulla, nessun bacio più audace di quello che potrebbe esserci tra un fratello ed una sorella, nessuna promessa d’amore: non l’ho mai desiderata Candy…Lei ci ha provato in tutti i modi a mutare i miei sentimenti, ma non ci è riuscita, anzi mi ha allontanato ancora di più.
A volte mi invita ad andare a cena da sue amiche felicemente sposate, con bimbi piccoli, nella speranza che anch’io mi convinca a cedere alle gioie della vita domestica. Credimi Candy, io desidero tantissimo avere una famiglia, ma ogni volta che vedo quelle mamme con i loro bambini non posso fare altro che immaginare te con i nostri figli in braccio”.
Candy si sentì quasi mancare a quelle parole: come erano simili i loro pensieri e desideri: “Oh Terence, per me è stato lo stesso in questi anni, tante volte ho immaginato cosa sarebbe stato di noi se le cose fossero andate diversamente”.
“Ma non è tardi Candy, tutto può ancora succedere, non sono più il giovane sprovveduto di un paio di anni fa, in balia di Susanna, di sua madre e del senso di colpa che mi avevano creato. Sono cresciuto, come pure Susanna, il suo infortunio si è stabilizzato, può fare praticamente tutto da sola ormai, a parte far battere il mio cuore! Il mio cuore non le è mai appartenuto, è sempre stato qui, tra le tue mani, ed ora puoi decidere se darmi una speranza, se darla al nostro amore, o se uccidermi per sempre. Questa volta non ti lascerò andare via nuovamente senza lottare, senza dichiarare apertamente i miei sentimenti, che sono sempre gli stessi, e non cambieranno mai”

Candy scuoteva la testa “non possiamo Terence…”
“Io ti amo Candy, e mi ami anche tu…”
Candy taceva e teneva lo sguardo basso, se avesse incontrato i suoi occhi non avrebbe resistito un solo secondo.
“Candy, mi dici a cosa è servito questo sacrificio che ci siamo imposti? In questi anni nessuno è stato felice, neppure Susanna che avrebbe dovuto beneficiarne! Anzi, questa situazione continua a farle sperare che un giorno anch’io potrò amarla; è una fonte di frustrazione e risentimento e le impedisce di trovare altrove l’amore, che anche lei merita”
Terence era sempre più animato, convincendo Candy stava convincendo anche sé stesso, stava dando voce a pensieri che da tempo gli frullavano in testa, senza avere mai avuto il coraggio di esprimerli “Candy, se io e te stiamo insieme a chi facciamo del male? A chi sottraiamo qualcosa? Non puoi rubare a Susanna qualcosa che non ha mai avuto”
“Sono sempre stato solo TUO Candy…”
Terence aveva bisogno di stabilire un contatto fisico, di toccarla, di stringerla: la prese per mano e la condusse al centro della terrazza “vieni, balliamo il nostro valzer”.
Così Candy dopo tanto tempo si ritrovò nuovamente tra le braccia di Terence e capì quanto si era sbagliata ed ingannata poco prima, quando aveva creduto di stare bene tra le braccia di Marck…
Terence era tutto ciò che aveva sempre desiderato ed ora era lì, tra le sue braccia, un amore insperatamente ritrovato, che forse ora avrebbe avuto una chance di essere vissuto…Candy temeva di illudersi troppo, ma intanto assaporava quel momento magico, il profumo della sua pelle, identico a come lo ricordava, il contatto con il suo petto, gli sembrava perfino di sentir battere il suo cuore.
Con lui poteva chiudere gli occhi, abbandonarsi alle emozioni, lasciarsi guidare, fidarsi, assaporare ogni momento. Candy era totalmente inebriata da quelle sensazioni, eppure era certa che l’effetto dello champagne fosse ormai passato. Era solo Terence la sua ebbrezza.
Terence le accarezzò i capelli dolcemente e le sussurrò all’orecchio “Candy, se tu ora desiderassi stringermi di più toccheresti semplicemente ciò che  ti appartiene ed è sempre stato tuo…” fece una breve pausa “…se mi baciassi placheresti in parte la sete di un uomo che muore di desiderio per te…”.
Terence trattenne il fiato, il cuore che galoppava impazzito, non era sicuro di poter osare tanto, ma quando sentì la stretta di Candy farsi più decisa e le sue mani accennare una timida ed impacciata carezza sul suo collo, fu percorso da un brivido e capì che la sua Tarzan si era finalmente arresa, allora abbassò il viso, la guardò un lungo istante negli occhi e appoggiò le labbra alle sue. Candy si sentì letteralmente sciogliere, dapprima non seppe cosa fare, poi si lasciò guidare dall’istinto e rispose al bacio di Terence, con uguale trasporto. Per anni aveva rivissuto il timido bacio che si erano scambiati durante la festa di maggio ed aveva rimpianto di aver reagito così male; ma questo era tutta un’altra cosa.
E’ difficile, se non impossibile esprimere a parole il vortice di emozioni che travolse i due giovani innamorati: la gioia ed il sollievo di ritrovarsi insperatamente dopo tanti anni di ingiusta separazione, con gli stessi sentimenti e desideri di quando si erano lasciati, la leggerezza di aver sciolto il giogo che li aveva oppressi per tantissimo tempo, la trepidazione di un futuro che finalmente si offriva loro carico di promesse e senza ombre all’orizzonte, l’insaziabile desiderio di poter finalmente essere tutt’uno l’uno con l’altra…
Fu Terence a staccarsi per primo da lei, con enorme fatica, ma non voleva andare oltre, non voleva approfittarne, non sarebbe stato giusto nei suoi confronti, non prima di aver chiarito la situazione con Susanna, non prima di essersi formalmente impegnato secondo le regole della buona società: voleva essere degno di lei, il gentiluomo che meritava. La prese per mano e disse “domani parlerò con Susanna, le spiegherò come stanno le cose, anche se già lo sa e poi potremo stare insieme…”
Candy gli sorrise raggiante, finalmente quel sorriso e quello sguardo erano rivolti a lui, Terence si sentì l’uomo più fortunato della terra.
“Senti, ma domani sera sei libera?” “Certo, cos’hai in mente?” gli chiese Candy ridendo, tenendo ancora la sua mano “Oh niente..,” rispose Terence vago “solo di portarti fuori a cena…”.
In realtà Terence stava pensando al modo migliore per darle finalmente l’anello con il solitario che conservava per lei da anni, quello che avrebbe voluto infilarle al dito dopo la prima di Romeo e Giulietta a New York, per giustificare il biglietto di sola andata del treno che le aveva inviato…se solo quel maledetto riflettore non fosse caduto ad interrompere le loro vite! Ma ora avrebbero potuto ricominciare, voltare insieme quella pagina di sofferenza che avevano dovuto sopportare e che forse li aveva resi ancora più consapevoli dell’amore che provavano l’uno per l’altra. Terence era finalmente felice.
Candy però sentiva di dover dire qualcosa, non voleva ripetere gli errori del passato, quando per timidezza o immaturità, non era stata in grado di esprimere i propri sentimenti “Terence…” disse esitante, “Che c’è Candy?” nella voce di Terence c’era una punta di apprensione ed il terrore che la sua Tarzan avesse cambiato idea…
“Io…Terence, ti amo” disse finalmente tutto d’un fiato, “ ti amo da sempre, come nessun altro mai…” ecco, l’aveva detto, e si sentiva bene, il riferimento ad Anthony era chiaro, non voleva che Terence potesse avere anche solo il sospetto che l’amore che aveva per lui non fosse assoluto. Quando aveva conosciuto Anthony era poco più che bambina, il sentimento che aveva provato per lui era stata una dolcissima infatuazione, ma con Terence era stato da subito tutto diverso. L’amore che provava era cresciuto insieme a lei, era resistito agli anni, alle separazioni ed era ancora lì, più forte e profondo che mai.
Per tutta risposta Terence la strinse forte tra le braccia, con lo sguardo ardente di desiderio dritto nei suoi occhi stava avvicinando il viso al suo, ma quando ormai la distanza tra le loro labbra era minima si fermò, la guardò un lungo istante, trasse un profondo respiro, ma si limitò ad accarezzarle dolcemente le labbra con un dito. Con voce roca le sussurrò all’orecchio “Candy, se ti baciassi ancora non credo che questa volta riuscirei a staccarmi tanto facilmente da te…ma tu domani sera presentami il conto di tutti i baci e le carezze che non ti ho dato in questi anni e prometto che te li renderò con gli interessi…”. Fu una Candy inaspettatamente audace a cercare le labbra di Terence per un rapido ma intensissimo e dolcissimo bacio.

Marck era arrivato in terrazza con una frazione di ritardo rispetto a Terence, aveva assistito non visto a tutta la scena e capì che non era stata certamente un’idea astuta quella di pretendere di avere un rappresentante della compagnia teatrale Stratford al proprio ricevimento. Gli sarebbe servito di lezione: la prossima volta al massimo avrebbe insistito per invitare la protagonista femminile, certamente non avrebbe creato inconvenienti del genere…
Così pensando Marck se ne tornò alla sua festa, a cercare qualche altra bella ragazza con la quale concludere la serata.

Intanto, all’interno del salone Annie era preoccupata, da un pezzo non vedeva più né Candy né Marck e sebbene Archie l’avesse rassicurata sul fatto che il suo amico era un gentiluomo, non era sicura che Candy fosse già pronta a romantici e solitari incontri ravvicinati. Quando Annie vide riapparire Candy insieme a Terence passò dallo stupore alla preoccupazione, che lasciò ben presto il posto al sollievo ed alla felicità non appena si accorse di come erano sorridenti e raggianti i suoi amici, stretti l’uno all’altra. Annie corse a salutare Terence calorosamente, poi si rivolse verso Candy e con aria di finto rimprovero le disse “ allora è così che applichi le mie strategie?!?”
Candy scoppiò a ridere, Terence si rivolse verso Archie : “ma di che strategie stanno parlando?” , Archie alzò le spalle e rivolse gli occhi al cielo: “boh, chi lo sa, misteri tra donne…” “iniziamo bene…” disse Terence massaggiandosi il mento pensieroso “stiamo insieme da 5 minuti e già iniziamo con i segreti…”. Archie gli battè una mano sulla spalla con aria complice : “preparati amico mio, è solo l’inizio, con queste due c’è da aspettarsi di tutto…” e scoppiarono a ridere insieme.
Archie dovette ammettere che tutto sommato non gli dispiaceva di rivedere quell’antipatico di Terence, era stanco di veder soffrire la sua bella cugina e pensò che d’ora in poi avrebbero passato molto tempo loro quattro insieme, tanto valeva instaurare un buon rapporto fin da subito.
Candy da quella sera rinunciò alle strategie e terapie d’urto, mise in soffitta i libri per curare i mali del cuore e si rassegnò a restare per sempre ammalata di folle amore per il suo meraviglioso Terence.

 

 

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