Akatsuki in rosa di NekoRika e Happyaku (/viewuser.php?uid=62820)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Akasuna no Sasori ***
Capitolo 2: *** Deidara ***
Capitolo 3: *** Zetsu ***
Capitolo 4: *** Hidan ***
Capitolo 5: *** Kakuzu ***
Capitolo 6: *** Kisame Hoshigaki ***
Capitolo 1 *** Akasuna no Sasori ***
Akatsuki in rosa - Sasori
Salve a tutti! Siamo NekoRika e
Happyaku nella nostra prima collaborazione a quattro mani! <3
(Finalmente iniziata!XD) L'idea per questa raccolta è nata
di ritorno da Lucca Comics, parlando un po' di cosplay un po' di
fanfiction e un bel po' dell'Akatsuki. E abbiamo finito per chiederci
"Ma come sarebbero se fossero donne?", mentre ceevamo ad un ristorante
cinese a Firenze. Qui potete leggere la nostra risposta a questa
domanda xD Parecchio nonsense, prendete queste flashfic per quello che
sono: un modo alternativo di divertirsi per due amiche, e nulla
più XD Passo la parola ad Happyaku^-^
Salve a tutti (NekoRika
mi sta sussorrando insistentemente Maiuscolo,Maiuscolo, ma io... waaaa,
faticaaa... quindi, yeah, resisti amica mia!)
Di sicuro conoscete la
mia illustre amica e non me (illustre,eeehhhh? nd Nekorika),
non vi siete persi niente. io sono più una persona che
agisce nell'ombra accolando tutte le responsabilità agli
altri. WUAAAHH.Terrore!!
coff...coofff, volevo
precisare alcune cose che secondo me sono da passare ai
postumi, allora:
si era in giro per
Firenze perchè MIO FRATELLO e i suoi INGORDI amici
si erano mangiati tutto quello che c'era in casa e quando ho cercato di
sfogare il mio isterismo pancia-vuota su di loro, si sono chiusi in
bagno.
Tutti e tre.
Uno stava facendo il
bagno.
Non hanno risposto alle
mei frecciatine che cattivi !!!
Riguardo al
concepimento di questa idea, se non mi sbaglio stavo cercando di
convincere Nekorika di fare il cosplay dell'akatsuki sotto Sexi no
justu così da risolvere il fondamentale problema " noi siamo
ragazze!". Ma lei è una testona>.< !!
In ogni caso, poi il
discorso si è evoluto così Se
l'Akatsuki fosse al femminile cosa cambierebbe nel loro comportamento?
L'idea ci è
piaciuta e subito è partita in quarta.
Anche se abbiamo
trovato dei problemi su Itachi e Kakuzu, non sono niente che un buon
piatto di ravioli al vapore non possano risolvere.
Quindi, il primo/a
nostra vittima è Akasuna no Sasori. Per lui è
stata come una rivelazione, spero lo sia anche per voi! Ja ne!!!!
L'impatto fu disastroso.
Il legno si spezzò in mille pezzi, distruggendosi sotto il
pugno della kunoichi.
La testa di Hiruko ruzzolò a terra, rimanendo immota, la
bocca spalancata, priva della sua vita fittizia.
Un'ombra balzò dai resti della marionetta, avvolta in un
mantello scuro.
La rosa fissò agghiacciata il suo nemico, il suo vero nemico.
Era questo il suo vero
aspetto?
"Quello è il vero corpo?" ansimò, stremata dal
combattimento contro quello che non era altro che un burattino.
La vecchia mantenne lo sguardo su di lui.
"Sono passati vent'anni dall'ultima volta che ti ho visto, nipote."
Sakura prese la posizione di guardia, la figura accucciata a terra,
immobile.
Le falangi del nemico si mossero impercettibilmente, la testa di Hiruko
tremò, collegata da invisibili fili.
"Può ancora muoversi?" si sorprese Sakura, all'erta.
La testa ghignò, alzandosi nell'aria, sospesa nel vuoto.
Spalancò la bocca.
Una miriade di aghi furono mitragliati addosso alla ragazza, che solo
grazie all'aiuto di Chiyo riuscì ad evitarli.
"Come pensavo" mormorò una voce atona, mentre l'ultimo pezzo
della marionetta finiva a terra, spaccato.
"Proprio quello che mi aspettavo da mia nonna."
"Non c'era speranza che quella ragazza schivasse i miei attacchi
così facilmente" continuò, ben conscia della
tattica usata dalle due.
I fili di chakra collegati al corpo della giovane brillarono nella
penombra, congiunti alle dita della vecchia.
"Si è lasciata controllare dai tuoi fili di chakra."
Lo sapeva,
realizzò Sakura.
"E in più, ne hai messi alcuni di nascosto sulla coda di
Hiruko, ma io non me ne sono reso conto finché non sono
stato capace di muovere la coda. Devi averlo fatto con il tuo primo
attacco con quel kunai."
La giovane si rese conto di come non la considerasse affatto.
Riferendosi a lei solo come arma, un'arma usata da sua nonna.
Poco male, sempre meglio
essere un'arma utile di cui servirsi piuttosto che solo un peso da
lasciare nelle retrovie.
"Hai trasferito i fili di chakra connessi ai kunai sulla coda quando li
ho bloccati." incalzò, mentre Chiyo osservava la scena
all'erta, pronta ad un contrattacco.
"Impressionante, considerando che ho soppresso il flusso del chakra
fino al punto da far diventare i fili invisibili."
Sakura sussultò nel vedere la figura ammantata voltarsi,
esclamando un "Non è stato difficile. Dopo tutto sei stata
tu ad insegnarmi a giocare con le marionette."
Era stata trascinata in
una lotta tra titani, con la sola speranza di poter essere di un
qualche aiuto.
"Ma oggi il gioco finisce!" esclamò la vecchia, lo sguardo
fisso sul nipote che, portata la mano smaltata di nero al cappuccio del
mantello, afferrato un lembo di stoffa, iniziò a sfilarlo.
"Questo è il piano" concluse Sasori, finalmente liberandosi
della stoffa.
I capelli rossi furono la prima cosa a colpirla.
"Ma onestamente, credi che sarà così semplice,
Chiyo Obaasama?"
La donna si ghiacciò, immobile, privando di una qualsiasi
risposta la domanda di Sasori.
"Chiyo Obaasama.. E'.. è Sasori?" sbigottita la rosa, non
comprendendo la situazione.
"Cosa significa?" si interrogò la vecchia, esterrefatta.
"Sembra la stessa.. non è invecchiata di un giorno."
Il sorriso ironico campeggiava sul viso adolescenziale, ornato da una
folta chioma di capelli color fuoco, che sfiorava i colletto
merlettato, nero decorato in rosso.
La cappa aveva un qualcosa di diverso
rispetto a quella degli altri.
I colori erano gli stessi, le nuvolette scarlatte anche, ma spiccavano
su una gonna a balze, stretta in vita da un obi color carminio.
Il merletto delle ampie maniche sfioravano le dita, regalando
un'impressione decisamente graziosa.
Le gambe delicate erano fasciate da alti calzini, che arrivavano al
ginocchio, anch'essi ornati in pizzo.
La gonna, disegnata per calzare perfettamente sull'esile
fisico di Sasori, abbondante di decorazioni merlettate, era in tono con
le nuvole del tessuto.
Per completare, un headdress provvisto di due fiocchi rossi tra i
capelli, si legava sotto il mento.
Ma che diav..
Ooh, ma
quant'è carina!
Come vorrei essere come
lei.
Somiglia tutta a me
quand'ero giovane!
Chi è il suo
sarto?
Dio, devo rimettermi in
dieta..
Chissà se con
quell'aspetto Sas'ke mi avrebbe notata.
Suo nonno sarebbe
così fiero di lei!
Quanto
pagherà di vestiti?
Ma non si vergogna a
girare così?
Come vorrei essere di
nuovo giovane.
Ma tanto l'apparenza non
conta!
Con quelle braccine,
dovrebbe mangiare di più.
Però, ad
avercelo io quell'aspetto, non è che mi lamenterei..
Devo prepararle la mia
specialità la prossima volta che viene a cena!
Magari non avrei solo
Lee che ci prova con me.
Da bambina non voleva
mangiarle, ma sicuramente ora apprezzerebbe le mie lucertole allo
spiedo!
Ma..
E' così.. E' così.. E' così Kawaii!!
"Non possiamo vincere.."
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Capitolo 2 *** Deidara ***
Akatsuki in rosa - Deidara
Salve!
Ecco il secondo capitolo della nostra fanfic! ^o^ Questa volta su
Deidara. Dovete immaginare l'intero capitolo con un Sasori
molto
esasperato oltre che stanco xD Ipoteticamente ambientata nel tragitto
per arrivare a Suna. L'idea su Deidara è stata una delle
prime
ad essere sviluppata, anzi, se ben ricordo il discorso
è
nato proprio da lì e dai ragionamenti sulle fanfic in cui i
personaggi venivano trasformati in ragazze per scrivere storie d'amore,
lemon o quant'altro. Ecco, secondo la nostra idea una convivenza con
Deidara al femminile non deve essere proprio delle più
pacifiche
ed idilliache. XD
Happyaku, show time!!!
Forse a nessuno
potrà
interessare in questa sede, ma vorrei illustrarvi la terminologia del
mio nick, anche perché molte volte io mi sono chiesta
"Perché ha scelto questo nome?Ha un qualche significato?" e
così via.
Bhè, allora.
Happyaku
significa 800 in giapponese, con l'accento sulla prima
sillaba.
Un giorno a lezione c'era scritto questo numero ma io non riuscivo a
riconoscerlo e ho chiesto a Yametesan(la mia povera vittima
giornaliera), "Che vuol dire 'sto happy'aku?" "Happy'aku?Guarda che
è Ha'ppyaku. Dio non so da dove ti escono queste cose certe
volte!" Bhè si grazie tante.
Comunque, mi sono
divertita
tantissimo a fare Deidara, ho cercato di farla mooolto lunatica e bossy
( ho questo grandissimo problema, non riesco ha collegare le parole tra
lingue diverse e quindi va a finire che so la parola in inglese e non
italiano. Colpa delle troppe fic in inglese!>-
Divisione dei ruoli e della
battute. NekoRika: Sasori. Happyaku: Deidara.
La prima sabbia del deserto si faceva spazio tra la vegetazione che
continuava a diradarsi, lungo il confine tra Suna e Konoha.
I piedi calpestavano con fatica il terreno dopo ore di cammino.
La missione affidata dal Leader non era delle più semplici,
la cattura del jinchuuriki.
La sabbia non avrebbe facilitato il viaggio, né tanto meno lo
stava facendo qualcun altro.
"Te l'ho già detto! L'arte è esplosione, un!!!"
"Ancora? E' la millesima volta che lo ripeti oggi. L'arte è
eterna e quelle esplosioni da quattro soldi non potranno mai essere
definite in un modo sim..."
"Cazzate!!!" Lo interruppe. "L'arte è lo scoppio di un
attimo che si estingue in un momento, un!!!"
"Taci e pensa a camminare" Cercò di bloccare il
discorso -il fiume di
parole che stava andando fin troppo per le lunghe- lo
Scorpione.
"Sì, come no! Sei tu che non pensi al vero significato
dell'arte!"
Sasori cercò di ignorarla, sbuffando stancamente
dall'interno della sagoma sgraziata di Hiruko.
"Ma mi stai a sentire?! La cosa che più si avvicina all'arte
sono le mie esplosioni,
non le tue bamboline, un!"
"Chiudi quella bocca, altrimenti saranno le mie marionette a
mostrarti il vero significato dell'arte."
"Ma cosa vai blaterando?!" Continuò la dinamitaria,
ignorando
totalmente la velata minaccia dell'altro. "L'arte è..."
"Esplosione. Sei monotematica." Completò Sasori al suo posto.
"Io, monotematica!? Come ti permetti!! Io, che con la mia arte annullo
tutto in un secondo!? Sei tu, che con le tue ridicole marionette giochi
a fare l'artista!
Te l'ho detto mille volte, ma tu.. Niente, non capisci! Certe volte
credo che tu abbia la testa di legno...un...MARCIO! Non capisci mai un
accidenti, un. Continui a blaterare senza sosta "questa è la
mia
arte", "la tua fa schifo" e via dicendo. Ma ti senti mentre parli, un?"
A parte che la tua fa
schifo non l'aveva mai detto.
A parte che Deidara stava parlando un po' troppo e che stava
stuzzicando il suo istinto omicida come mai prima d'ora.
A parte che era a dir poco esasperato
e che tutto quello che voleva era sentirla tacere,
"Ecco, visto che annulli
tutto,
perché non annulli la tua fastidiosissima voce?" le rispose,
senza stare alla provocazione, cercando di limitare quanto
più
possibile i danni che quel discorso sicuramente avrebbe
portato.
"Mi stai dando della
pazza isterica!?" sbottò la bionda, fissando
Hiruko con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
"E' come ti stai comportando." la freddò il rosso.
Ricordandosi troppo tardi che forse
sarebbe stato il caso di tacere.
"Cosa!? Tu..tu.. figlio
di una quercia! Io... io...
non... sono isterica." iniziando a deprimersi. "Nessuno mi capisce mai!
Almeno pensavo che tu mi apprezzassi, un! Sei un Bastardo, un!!!"
Di una quercia?
"Hai fatto tutto tu, eh! Piuttosto, tutto bene? Mi sembri un po'
più ister.. ehm.. più nervosa del solito,
oggi." cercò di calmarla,
"Cosa credi? Io sto benissimo! Stai forse insinuando qualcosa, un?", senza risultati.
"Eh? Insinuando cosa?" Davvero
stava iniziando a non capirci più nulla. "Non
è che hai dormito male? Mangiato qualcosa che
non andava?"
"Stai asserendo che sono grassa, uun?", gli occhi ridotti a
una fessura.
"..prego?"
"Ora, non fare il finto tonto! Prenditi le tue
responsabilità,
un!", lo accusò puntandogli un dito dritto tra gli occhi.
"Non ho detto niente, ragazzina." sbuffò, più che scocciato.
"Ragazzina? RAGAZZINA?! Come ti permetti!!! Tu..tu..."
sbottò, rossa in viso per la rabbia.
Ma cosa diavolo voleva,
oggi?
"L'ho detto io che c'era qualcosa che non andava..", mormorò
tra sè e sè.
La bionda continuò, senza ascoltarlo minimamente, dandogli
le
spalle scocciata. "Io non so sono più una bambina! Sono
grande
abbastanza per fare quello che mi pare!"
"Sì, sì, va bene. In ogni caso siamo in missione,
quindi
taci e continua a camminare o vuoi farci scoprire da tutta Suna?"
"Ora inizia con le scuse! Puoi dire chiaramente che non vuoi
avere niente a che fare con me!"
"Non ho mai detto nemmeno questo." stremato, cercando invano di
quietarla.
"Vedi che lo ammetti!!! Io non sono abbastanza per te! Allora potevi
prenderti quel...quella...Donnola, un!", piannucolò
arrabiata.
"Ma chi lo vuole Itachi?!" Stava raggiungendo limiti di
esasperazione mai raggiunti prima.
Ma quanto mancava a Suna?
Deidara non rispose, mettendo il broncio.
Sasori gli lanciò un'occhiata curiosa, ringraziando gli Dei,
se esistevano, di averla fatta tacere.
"Non dici niente, un?" borbottò Deidara, con tanto di voce
lagnosa, le braccia conserte sotto il seno.
Sasori, del tutto sconnesso ed esasperato. "Cosa?!?"
"Perché ora mi parli così? Io non ti ho
fatto niente!
Stavo solo parlando!" aggiunse sulle difensive la bionda, il broncio
già scomparso in un attimo, in modo analogo alla sua arte.
"Appunto, solo parlando.."
Borbottò tra sé e sé lo Scorpione.
"Comunque secondo te quanto manca per Suna?"
Disperato chiese, in cerca di una via di salvezza, di qualsiasi cosa
che potesse tenerla buona per cinque minuti.
"Ma sei svampito! Sei tu che conduci! E poi, non ho mica finito il
discorso!" si sistemò le braccia sui fianchi, e
l'aria
minacciosa da non
provare a fare il furbo con me!.
Come non detto.
"E' da un po' che penso alla nostra relazione.. un.."
sospirò
Deidara, pensierosa, portando gli occhi al cielo luminoso di Suna.
Sasori, da dentro Hiruko, fece sfoggio della sua espressione
più
terrorizzata. "Eh? Relazione?" esclamò con la voce che
sfiorava
il panico.
Quando era successo..?
"Si, intendo dire, cioè... Non credo che ti piaccia parlare
solo
d'arte, magari non è che..." lasciò cadere il
discorso,
inconcluso.
"C.. Cosa intendi dire?" Sasori si mise sulla difensiva,
indietreggiando impercettibilmente.
"Come "cosa intendo dire"?"
urlò, arrabbiata. "Mi stai ascoltando o no? Te l'ho detto,
un! O sei forse così stupido da non arrivarci?!"
Sasori, in tutta reazione, perse il controllo di Hiruko, tanto che la
coda piombò a terra con un tonfo sordo e la testa
crollò
sul petto con un cigolio.
Imprecò mentalmente, riattivando i fili di chakra.
Tentò di riprendersi, mormorando un "Sarò stupido
io, ma è da questa mattina che non ti capisco.."
"Dio!!! Devo sempre spiegarti tutto! Qualche volta credo che il tuo
cervello sia rimasto quello di un adolescente!"
"E insomma, mi vuoi spiegare che intendi o no?" quasi urlò,
al limite dell'esasperazione. Probabilmente preferendo
non ricevere una risposta. "In caso contrario possiamo
anche proseguire, evitando di impiegare tre vite per raggiungere Suna!"
"Non c'è bisogno che fai tanto lo sgarbato! Intendevo
solamente
che non è solo l'arte che ti piace ma anche le nostre
discussioni." L'espressione placida sgombra da qualunque espressione
maliziosa.
"Ah, intendevi solo questo!" Si lasciò sfuggire Sasori,
riprendendo a respirare normalmente.
Deidara si bloccò sul posto gelata per poi sciogliersi in
sguardo di fuoco rivolto alla testa di Hiruko.
"Oddio,hai pensato a quello?A quello?!
Maledetto porco! I maschi sono tutti uguali, un!" imprecò,
ignorando il rosso, continuando a camminare.
"Non è colpa mia se parli in modo equivoco!" la
seguì, imbarazzato.
Quanto doveva
ringraziare di avere Hiruko che nascondeva la sua faccia!
"Eh no bello! Non provare a dare la colpa a me! Sei tu quello che ha la
colpa qui!"
"Certo, certo, come vuoi" Ogni
cosa pur di farla tacere. "Proseguiamo?"
"E non fare certo,
certo a me, un!"
Sasori si fermò di colpo, fissandola.
"Ma che hai 'sta mattina, sinceramente?"
"Cosa dovrei avere, dimmelo tu!"
"Non so e non lo voglio sapere." sospirò sconsolato.
"Lo sai che sei un po' strano stamattina? Prima lo chiedi e poi dici di
non volerlo sapere. Sicuro di star bene, là dentro?"
Il caldo di Suna dava
forse alla testa -anche se di legno-?
"Io sarei
strano? Sei tu che
non fai altro che uscirtene con queste crisi isteriche da quando
abbiamo messo i piedi fuori dal covo!"
"Basta , non ne posso più di te che mi insulti, senza nessun
motivo!!!"
"Senza nessun motivo..?"
"Precisamente, un!"
"Senti, Deidara, te lo chiedo chiaramente." esclamò lo
Scorpione, esasperato. "E' da questa mattina che sei strana, che parli
a vanvera, che ripeti mille volte le stesse cose, che te ne esci con
certe contraddizioni, che.."
Deidara aprì la bocca per controbattere per mettere un freno
alle
parole di Sasori, ma un movimento minaccioso della coda di Hiruko la
bloccò senza lasciarla parlare.
"Per i fini della
missione." -E
della mia sanità mentale- "Cosa è
successo stamattina? Se non va tutto bene fai meglio a dirlo
prima di arrivare a Suna."
Dopo molti secondi pregnanti di silenzio, Deidara lasciò
evadere un filo di voce.
"E va bene, se proprio lo vuoi sapere!" rossa in viso, guardandosi le
scarpe, gli lanciò un'occhiata tra l'arrabbiato e
l'imbarazzato.
"Ho le mie cose, un!"
Sasori rimase in silenzio.
Per diversi secondi.
"Scusa. Non dovevo chiedere."
"Ecco! Meglio và!"
QUESTION
TIME!!!!!
Dopo anni e anni di esperienza a leggere
fanfiction abbiamo compreso la difficoltà di scrivere
recensioni e siamo uscite fuori con lo speranzoso progetto di
proporvi delle domande prefabbricate così da semplificarvi
la risposta e magari stuzzicarvi l'iniziativa. Scusate se vi
abbiamo offeso in qualche modo ma ci sembrava corretto e carino di chi
legge commenti.
- Il testo è scorrevole?
- Avete trovato errori?
- Coerenza ( spesso nelle fic spuntano muri, porte,
tavoli, letti dove prima non c'erano o ambientazioni totalmente diverse
da quello che il lettore aveva immaginato)?
- E' preferibile inserire più descrizione di
azioni e di scenario?
- I personaggi, tenendo conto del cambio di sesso e del
contesto, sono sufficientemente interessanti e in carattere?
- Avete richieste particolari? Interazioni tra personaggi, duetti,
situazioni eccentriche?
Minnasan
ni Arigatou:
Amaranth93: (NekoRika)
Grazie!*___* Ci si è impegnate per renderla il
più carina possibile <3
(Happyaku)
Bhè, sì, ho dato fondo a tutta la kawaiiaggine
che avevo in corpo!Yeah!
Akatsuki: (NekoRika)
Certo che continuiamo!^__^ Abbiamo già
le idee praticamente per tutti XD
(Happyaku)
Wow
approvo a pieno il tuo Nick! E' nella mia natura di completare una
serie prima di iniziare qualcos'altro, quindi se inizio a pensare su
Sasori allora devo per forza completare con Deidara,Itachi,Kisame... e
così via. non vedo l'ora che arriverà il mio
amatissimo
Zetsu.YAAAAHHHIIIII!!
Moe:
(NekoRika)
Beh, a noi l'idea è nata subito, abbiamo collegato Sasori e
le
marionette, il suo aspetto che già in versione "originale"
è abbastanza puccioso (*-*), e ce lo siamo immaginate al
femminile con la cappa ricucita addosso xD Per Itachina dobbiamo ancora
sviluppare bene l'idea ma la base c'è^-^ Konan..
Sì,
penso la faremo maschio XD (Un extra^^)
(Happyaku)
Non
concordo con l'extra, Konan deve avere anche lei uno spazio tutto suo!
già critichiamo abbondantemente Kishimotosensei
perché ha
reso i pochi personaggi femminili delle nullità.Quindi,
sì! Konan avrà la sua parte!
Midblooder_The_Joker: (NekoRika)
Siamo felici che le descrizioni ti siano piaciute^__^ L'idea per Hidan
è già ben sviluppata (Normale, visto che
è il mio
personaggio preferito,
l'aver pensato subito a lui XD)
(Happyaku)
Anche se con il mio aiuto il grosso lo ha fatto NekoRika quindi...un
applausone per lei XD
Marty9210: (NekoRika)
Grazie^^ Spero che anche il nuovo capitolo ti piaccia^__^
(Happyaku)Oddio
non lo dire a me, al solo pensiero mi viene la bava alla bocca e sono
etero!comunque senza voler insinuare false speranze forse disegneremo
qualcosina, anche se da parte mia, non sarà niente di che e
disegnerò con la mia umile capacità^^
Bambina di Polvere: (NekoRika)
Felice che sia piaciuta tanto!!*___* Quattro volte? Sicuramente
è stata la parte più divertente da scrivere xD E,
diciamolo, è stata anche la nostra rivincita nei confronti
di quel combattimento per nulla soddisfacente<.<°
Almeno così siamo più sollevate xD (E possiamo
provare a detestare Sakura e Chiyo un po' meno per quello che hanno
fatto u.ù°)
(Happyaku) Come non poterti riconoscere,
papina mia? Cosa posso dire, mi fa super piacere che ti piaccia. E'
stato divertentissimo scrivere con la mia collega e aspettati, non dico
svampitezza, magari, una buona dose di pazzia per i personaggi a
venire.( in particolare i miei. Poverini).
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Capitolo 3 *** Zetsu ***
Akatsuki in rosa - Zetsu
Oggi
sono io la prima. Happyaku desuuuu!!!
Oddio, secondo me è uscita LA Perfezione! Tanto
così da facilitarvi la lettura vi faccio uno piccolo schema:
-prima è la parte nera che non vuole mangiare e
quella bianca che insiste sul dovere qui e il dovere là
-poi, la parte nera lo vuol mangiare ma la parte bianca
no, perché le fa schifo il grasso
-alla fine, nessuna delle due lo vuol mangiare.
La descrizione del corpo è tutta made in
Happyaku e ne
vado fiera! Dio, ma quanto mi sono divertita! Volevo metterci anche una
cosa più disgustosa ma NekoRika mi ha bloccato, ma se volete
saperla basta chiedere!^^
Comunque ti è piaciuta la mia descrizione,
Nekochan?
Forse troppi ncis, cis e avvocati ecc... mi hanno fatto
male, ho
ancora in mente un episodio schifosissimo dove una bellissima per
quanto tirata donna usciva dalla piscina, metteva in fallo il piede,
batteva la testa, per poi alzarsi vacillando con i capelli grumosi di
sangue e poi risbattere la testa su uno spigolo e infine morire,
finalmente. A parte che il marito aveva un sorriso diabolico e che era
a mettere a nanna la figlia, dico io! Se stai male e hai sbattuto la
testa, stai a terra!!!( Credo che ti dovresti fare un blog! Non
è possibile che quando ne hai la possibilità
scrivi una
schermata intera di cose che ti passano per la testa nd NekoRika). ok
ç.ç
In questo cap, il Leader è stato tremendo, mi
ha fatto paura pure a me e a te NekoRika?
E sì, mi piace il macabro e le schifezze( alias
corpo),
sopratutto quando c'è qualcuno accanto che fa facce
strane°w°
Davvero i maschi sono delle cose incredibili, ma dove
hanno le papille gustative!!!?
Salve a tutti! Eh già, proprio tremendo Pein!
Non per
nulla è il leader dell'Akatsuki, dovrà pur farlo
qualcosa
di terribile, no? u.ù° E questo è DAVVERO
terribile
o.ò°. La descrizione.. come dire XD Io non ci sarei
mai
riuscita XD Geniale, nel contesto della fanfiction ci sta troppo bene,
poverA Zetsu xD Come torturare al meglio i personaggi.. u_ò.
Il
frigorifero dello scantinato dell'Aka è Enorme,
probabilmente lo
usavano per congelare i jinchuuriki o i bijuu (E di tanto in tanto per
mettere a tacere Hidan Nd Happyaku). Oltre che il gelato, ovviamente.
Il capitolo è tutto basato su una discussione tra le
due parti, e no, non ha senso XD Abbiamo giocato sul fattore
cannibalismo, e si può affermare senza problemi che
è
tutto un po' macabro XD Ma troppo divertente! >w<. I
ragazzi
spesso mangiano di tutto con molta più
facilità
delle ragazze (Abbiamo più e più esempi di gente
che
mangia biscotti al cioccolato con la pasta al pomodoro, qualsiasi
merendina, panna montata ovunque, e via dicendo). Ma per una ragazza
non può essere lo stesso quindi, se in un contesto simile il
Zetsu "originale" avrebbe pensato solo ad eseguire gli ordini di Pein,
qui le cose andranno in modo un po' diverso..
Divisione dei ruoli e della
battute. NekoRika: Zetsu bianco. Happyaku: Zetsu nero.
Un nuovo incarico le era stato commissionato dal Leader dell'Akatsuki.
Nulla di troppo diverso dal solito, nulla di nuovo.
Questa volta la vittima era un politico di Ame, che aveva tentato di
contrastare l'avanzata di Pein all'interno delle schiere amministrative
della città e non aveva fatto propriamente una bella fine.
Solita storia.
Ma c'era un problema.
"E' un ordine del Leader." si espresse la parte bianca, per la decima
volta.
Era un ordine del Leader e come tale non andava disubbidito.
"E con ciò? Che venga a mangiarselo lui, il
ciccione! Ed
è ancora mattina, per di più!"
battibeccò la parte
nera, del tutto contraria allo sgradito compito.
"Nemmeno a me fa piacere, sai? Ma siamo le uniche che possono adempiere
a questa mansione!" tentò di farla ragionare.
Certo che era complicato
essere in due in
un corpo.
"Mai sentito dell'acido come-si-chiama che scioglie tutto?" chiese
speranzosa.
"Non ti resta che trovarlo. Da
sola."
"Ma che carina!", gracchiò indispettita.
"Grazie!" le fece il verso la controparte.
"Ah, ah!" fece sarcastica la parte scura. "Allora sai che ti dico.
Mangiatelo da sola!"
"La bocca è anche tua, mi pare. Ma se proprio insisti.."
"Dio, non ti rendi conto della situazione? Riprenderemo subito i
quattro chili persi duramente! E poi è disgustoso...e
unticcio."
cercò di farla ragionare, avvertendo la minaccia.
"Quei chili li avevamo presi mangiando il cioccolato di Tobi! Qui si
tratta di missioni,
non di piacere!"
"Ma lo sai che sei una palla! Qualche volta credo che tu non sia
neanche parte di me! E il cioccolato l'avevi trovato tu!"
esclamò, scocciata.
"Io? Ma se sei stata tu! E vorresti dare la colpa a me?!"
"Diciamo che il naso è di entrambe, va bene?"
patteggiò.
"Comunque propongo di andare a trovare un tizio che conosco.
Potrebbe togliergli i denti e strappargli le dita,
così da
non riconoscerlo. Risolverebbe tutti i problemi, no?"
"E il chakra dove lo metti? E tutta quella roba che i ninja medici
riescono a riconoscere dal sangue? Certo, gran bella idea! Se il
Leader ha dato questo compito a noi un motivo deve pur esserci!"
"Al Leader pesa solo il culo. Allora la mummificazione? Eliminerebbe il
sangue e i vari organi, no?", chiese speranzosa.
"In modo da tenerlo visibile nei secoli a venire?" sbuffò il
lato chiaro. "Tanto meglio seppellirlo e sperare che nessuno se ne
accorga, piuttosto!"
"A me va benissimo! Ma comunque è una tua idea, io me ne
tiro fuori!!!" tentò di salvaguardare la sua parte
dall'imminente arrabbiatura del Leader, in caso lo avessero fatto sul
serio.
"Prego? Sei tu che fai la schizzinosa, Miss non mangio ciccioni altrimenti
ingrasso!"
"Ah siii?! Ora dai tutta la colpa a me?! Chi è tra noi due
che
non riesce a masticare il grasso!?". Uno sguardo di pura
accusa
bruciava sul lato scuro in contrasto con quello esasperato dell'altra
metà.
"E con questo? Non per nulla ci sei tu che lo mastichi anche per me!"
"Questo è un colpo basso. Stai dicendo che sono una
mangiona!!!" disse offesa.
Come scaricare sugli
altri le proprie magagne!
"Esatto." replicò, secca.
"Sai che ti dico, questa volta te lo mastichi tutto da sola, bella mia!"
"Ma non esiste!" esclamò, semiterrorizzata. "Il Leader ha
detto che noi dobbiamo
completare la missione!"
"Tecnicamente io e tu siamo noi, e quindi noi siamo io e noi siamo tu,
di conseguenza basti tu
per fare noi! E' condizione sufficiente e necessaria! Mi raccomando di
non lasciare neanche un pezzettino sennò il Leader si
lamenta!"
la sfotté.
"Non se ne parla nemmeno! Ho accettato perché pensavo che tu avessi fame! Sei tu che di solito
mangi ogni schifezza! Datti da fare anche questa volta e muoviti!"
"Problemi di sdoppiamento di identità? Sei tu che avevi
fame, non io! E poi non mangio ogni
schifezza!"
Questa, ad esempio, no.
"Ah no?! E dimmi un po', quando mai avresti fatto la
schizzinosa? Per colpa di un
brufolo che hai notato sulla
tua parte di viso ieri, ora fai tutte queste storie!"
"Si vede che non ti sei mai vista la tua parte di viso!
Brufolandia!"
"Ma non direi proprio! Sei forse cieca?"
"Chi di noi ha la parte più chiara? Tu! Io sono
nera non si vede una mazza!"
"Appunto, non si vede."
"Bastarda! Ora come non mai non mi tirerò indietro dalla mia
decisione. Mangiatelo tutto tu e fatti alzare il tasso di colesterolo
alle stelle e facci prendere un attacco di cuore e viiiaaaa... morte.
Addio sogni di Miss Bellezza del Tropical!"
"Ma che ti sei fumata stamattina?!"
"La stessa cosa che ti fumi tu, dolcezza.", concluse placidamente la
parte di destra.
"Ehh.. E vabbè, ma ora mangiatelo, sono stufa di stare qua."
"Cavoli tuoi! Guarda ci sono pure i baffi che ti piacciono tanto!"
cantilenò, prendendo in giro la sua controparte.
"Ma che schifo! Grattano la gola, lo sai che fastidio danno!"
"Per questo anche alla flora batterica! Lo sai che abbiamo un gran
problema da quelli parti, no?" mormorò triste e imbarazzata.
"Non me lo dire.. E poi, anche i capelli! Ieri ne ho trovato uno sul
cuscino. Capisci? Un
capello! Caduto!"
"Questa è una tua fissa! Lo sai che è autunno!"
commentò stancamente dopo averlo sentito per la millesima volta.
Non poter bellamente ignorare certe cose faceva
parte delle controindicazioni di occupare lo stesso corpo.
Ci voleva una pazienza
certe volte, sospirò mentalmente la parte color
notte, sapendo cosa avrebbe detto ora la sua altra metà .
"E con questo? L'anno scorso non ne abbiamo persi!".
Infatti.
"L'anno scorso non c'è stato neanche l'autunno, è
come se
avessimo avuto due primavere. E poi è questo il periodo
della
caducità."
"Caducità.
Non parlare così, mi spaventi!" un brivido le
percorse la spina dorsale.
"E' la cruda realtà." disse stoica.
"Ma, piuttosto.." cambiò discorso. "Allora, che si fa?
Inizia a fare un po' freddino qui."
"Già non fa molto bene alla nostra pelle."
Fissarono l'orrido ammasso informe di carne e grasso che
avevano di fronte.
La parte forse più accettabile era la testa.
Pochi capelli unti, su un cranio tirato ben a lucido,
sovrastavano timidamente un fiero uniciglio che partiva dalle
tempie per poi congiungersi in mezzo agli occhi.
Sotto il naso folti baffi imbrattati e ingrumati di sangue uscito
copioso dalle ampie e pelose narici, che gareggiavo con le orecchie
praticamente scomparse sotto una fitta selva.
Per non parlare delle ascelle, dove i peli sfuggivano dalla tunica
smanicata.
Oh, abominio!
Che i capelli fossero
ricresciuti dal punto sbagliato?
Quando la morte gli aveva
fatto visita, l'aveva lasciato in uno stato alquanto singolare, pallore
a parte.
Infatti sembrava che tutti i liquidi del corpo avessero deciso di
uscire dai pori della pelle creando una strato tangibile,
insozzando la tunica rosa che portava.
Era disgustoso. La pancia enorme premeva sui vestiti come se fosse
stata una mongolfiera e le piccole gambe tozze sbucavano dal lardo come
delle appendici pelose.
Per non parlare
dell'odore!
Era rivoltante!
Un mix di sudore e di calzini sporchi, non lavati ma rimessi per una
settimana.
Zetsu si meravigliò di come avesse potuto generare della
prole con un corpo del genere.
Povere santa donna di
una moglie!
Le avevano fatto un piacere, probabilmente.
"Ma tu hai propria voglia di mangiarlo?" mormorò la nera.
"Ehm.. veramente.. Il
Leader è stato terribile a chiederci questo, ma
il dovere è il dovere.. E tu?"
"Il Leader ha detto di farlo scomparire, no?"
"Sì.."
"E allora, facciamolo scomparire." Concluse con un ghignetto diabolico.
Qualche giorno dopo, nel pieno della notte, Tobi si alzò
quatto quatto.
Aveva voglia di uno spuntino e più precisamente di quel
ghiacciolo alla fragola spritz che aveva visto nel congelatore.
Ma nessuno lo doveva sapere, perché Tobi era una bravo
ragazzo e rubare la scorta di Deidara senpai non era proprio da bravo ragazzo.
Però tra la titanica lotta tra la morale e le pulsioni
carnali, aveva comunque
vinto il suo stomaco.
Aprendo il congelatore, una vampata di gelo lo assalì.
Era enorme.
Arrivava fino alla metà del suo petto in altezza e poteva
starci comodamente disteso.
In caso a Deidara senpai fosse venuta la pazzia di un'arte a
livello atomico, avrebbe
saputo dove andare a rifugiarsi, pensò
ridacchiando dietro la maschera. Ma
ora a cose più importanti.
Tese il braccio, allungandosi per afferrare la scatola sul fondo,
rabbrividendo per il ghiaccio sui gomiti.
Si sporse di più, mugugnando un "Accidenti, è
troppo lontano!".
Si sporse, si sporse.. E
ci cascò dentro.
Soffocò un urletto, avvertendo una cosa fredda, pesante
cascargli in grembo.
Morbida e senza spigoli a confronto alle varie scatole.
Era..
Era..
Una testa.
"Aaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!"
Per il resto dei suoi giorni, non avrebbe più cercato di
avvicinarsi ai ghiaccioli alla fragola spritz.
Mai più.
Minnasan
Ni Arigatou:
Amaranth93: (NekoRika) Beh, ma alla fine è
un vantaggio di Deidara il poter giocare sull'aspetto.. O meglio,
è un vantaggio per le fanwriter che scrivono su di luiXD In
fondo, anche cercando i suoi dati, è più o meno
un metro e sessantacinque per 55 chili, non è poi
così strano scambiarlo per una ragazza xD Ma è
carino anche per questo*__* Non per nulla piace molto anche a noi come
personaggio <3
(
Happyaku)
Non ti arrabbiare, ma la prima volto che l'ho visto mi
sembrò una ragazza ma mi sono subito ricreduta dopo aver
sentito la sua bellissima voce maschile giapponese. E' una delle
più belle, la mia preferita, mi ha fatto una bava che non ti
dico, secondo me la voce più sexi che abbia mai sentito e
non scherzo. Da precisare che la voce italiana di Deidara è
totalmente orribile e infatti la cara Nekochan ha attentato alla mia
vita facendomela sentire. Ha dovuto sopportarmi per ben 10 minuti
perché mi dovevo depurare il cervello da quella voce racchia
e mi sono calmata solo dopo aver fatto il bagno nella
iddiliaca voce di Deidara giapponese. E' stato davvero
orrendo, era come se mi prudessero le orecchie. Forse ho esagerato un
pò, ma bisogna considerare che idolatravo la voce
di Deidara. Inoltre Deidara è un dei miei personaggi
preferiti, perché è uno dei pochi che mi riesce
disegnarlo decentemente, proprio perché non è
così spigoloso. Ti è piaciuto il mio Deidara?
Intendo il carattere, gli atteggiamenti. Perchè volevo
sapere se c'era da cambiare qualcosa prima he lo faccia in cosplay.
Thanks^^
Midblooder_The_Joker: (NekoRika) Ma povero DeidaraXDD Beh,
sicuramente è uno dei più facili da immaginare
donna, devo darti ragionexD Ed è uno di quelli che mi riesce
meglio pensare in questi termini, assieme ad Hidan, Sasori e
Itachi. Sarà che ho già in corso un'altra fanfic
in cui Deidara è una ragazza a tutti gli effetti^^
(
Happyaku)
Se è un transone è davvero un transone da
sbavarci sopra anche per un etero come me. E in ogni caso si tiene
felicemente compagnia con Itachi per esempio. Comunque questi
personaggi, che per noi occidentali sono un pò troppo
effiminati, sono in Giappone la normalità e sono considerati
davvero dei bei maschi.
Moe: (NekoRika) Complimenti a te per aver
capito in anticipo il "problema" di DeidaraxD In effetti non era poi
così difficile da pensare XD Konan avrà la sua
parte, come già detto, anche se dobbiamo ancora scrivere il
capitolo^^ E poi, ci siamo rese conto di avere un
problema°-° C'è un Pein femmina tra i sei
Pein ( questo mi disturba un bel pò nd
Happy)!°__° E ora come facciamo? Ci sta
sfasando un po' i piani, dovremmo inventare qualcosaXD
(
Happyaku)
E' troppo stereotipato o ti succede anche te di essere un pò
così o conosci persone che lo sono? Sinceramente a me capita
qualche volta, soprattutto il nervosismo. Le ambientazioni sono state
un pò sommerse dai dialoghi, ma c'è anche da dire
che in un deserto non c'è poi tanto da descrivere, per
fortuna.XP Il problema con i Pein più o meno è
stato risolto e non vorrei essere nei panni del povero Konan XDahah
valeriana: (NekoRika) Di nuovo povero Deidara, mi sa
che non approverebbexD Io già li immagino in versione uomini
al covo che litigano per il bagno, la piastra e i trucchi,
figuriamoci donne.. u.ù°° Tra Itachi,
Deidara e Hidan figurati le lotte per il
bagno>.<° Spero per loro che ne abbiano almeno
uno per coppia. Con lo studio come va? Pronta per gli esami? Noi qui
stiamo continuando Giapponese e Linguistica, speriamo bene.__.
(
Happyaku)
Quante volte te lo devo ripetere :"Basta con il pessimismo Neko!
Andarai benissimo e non te ne accorgerai nemmeno!" Anche te
naturalmente Valeriana^^ Oddio, speriamo che questo non mi
porti sfiga ^^°° Qualche volta mi meraviglio di quanto
tempo mio fratello e i suoi amici passino in bagno. Forse
perché non mi devo truccare e la doccia non la faccio durare
una eternità,ma non mi sento di essere classificata sotto "
caratteristica femminile: prenditi tutto il tempo che vuoi in bagno. E'
un tuo diritto!" Comunque. Mi viene davvero l'istinto omicida
di stritolare di abbracci il povero Zetsu (e ho pure fatto una fanart
su questo tema), quindi ti capisco assai bene quella sensazione simile
a quando la candela del motore dà la scintilla per innescare
la benzina. Ecco io sento quella energia inarrestabile. E mi prudono le
mani e mi viene di urlare "Ewwww". Oddio, come dice Nekochan, quello
è un mio momento di Occness!^^
Mi piace essere una
semi-Tobi quando mi trovo in quelle fasi^^ahah
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona
l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove
meglio crede)
|
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Capitolo 4 *** Hidan ***
Aka in rosa - Hidan
Salve! Ecco
il quarto capitolo di
questa fanfiction! <3 E' abbastanza parodico, diciamo che
abbiamo
calcato sui luoghi comuni degli shojo e dello shonen, a partire dai
nemici che si annunciano a gran parole, raccontando i nomi delle
tecniche (spesso anche la loro realizzazione), e mandando a
quel paese ogni possibilità di effetto sorpresa,
arrivando
alle scene mielosissime, farcite da descrizioni tutte sognanti di
occhi, capelli, espressioni, magiche influenze dell'ambiente esterno.
Non abbiamo messo i fiorelloni di sottofondo giusto per
lasciare
un po' di dignità a questa fanfiction XD I nemici sono
l'antitesi del "nemico tipo". Vediamo se notate l'evidente citazione
*-* Non hanno proprio nulla di forte, anzi, le loro tecniche sono
perfette per ogni lavanderia che si rispetti (mancava giusto il terzo
che stirasse XDD). I nomi? Provate a leggerli al contrario!
Mi
sono divertita tantissimo ad impersonificare il ruolo di questa
leggiadra fanciulla nella sua parlata e a scrivere
le sue battute
*__* xD Non per nulla Hidan è il mio personaggio
preferito!
Questa era Nekochan, lo dico visto che NekoRika
si è dimenticata di presentarsi. Ora tocca a me, Happyaku.
Ho avuto un pò di difficoltà a
fare Kakuzu, perchè me lo immagino impassibile, tutto
grugniti e silenzi minacciosi.
Anche se è stato divertente parlare per bocca dei grandi nemici.
Credo di essere portata per i ruoli un pò
svampiti!eh eh^°^
Volevo fare alcune precisazioni:
-Shinte, pronunciato come scinte( alla giapponese),
è il
nome"tecnico" dell'arma di Hidan visto che per falce si intende una
lama sola.
-C'è una battuta riferita alle mani. E' un
pò
terra terra come battuta ma se non l'avete capita basta chiedercelo,
anche se pensando a quale relazione potrebbe esserci tra due mani e una
quarta di seno, ci potete arrivare benissimo, daiii!
Ah,sì! Era rimasta solo quella cappa
perché Kakuzu
è troppo tirchio per fare rifornimento in una evenienza.
Almeno questa volta
si è guadagnato un balsamo per gli occhi ma al contempo un
ammazza timpani
.
Divisione dei ruoli e della
battute. NekoRika: Hidan. Happyaku: Kakuzu.
Era la loro prima missione insieme.
La prima volta, da quando Hidan era entrata nell'Akatsuki che il Leader
assegnava loro un compito.
Il raccogliere una taglia.
Al momento non le sembrava tanto male, ma solo perché non
sapeva che, in futuro,
non avrebbero fatto altro.
La sua prima missione, e come tale, doveva avere l'abbigliamento giusto.
Le avevano dato il cappello di paglia con la campanella.
Le avevano dato l'anello da mettere all'indice sinistro.
Le avevano dato i sandali, i pantaloni e le calze.
E lo smalto, che per qualche motivo sembrava parte integrante
del look, e, di conseguenza, del buon esito delle missioni.
E la cappa.. Aaah, la cappa.
Certo, sì, era nera con le nuvolette rosse.
Fin lì tutto bene.
Non le stava nemmeno troppo male, a giudicare dallo sguardo del suo
nuovo partner -e praticamente di tutti quelli che incontrava-.
Ma.. c'era un problema nei movimenti.
La intralciava, quasi bloccando le braccia, e non solo.
Maledizione a Kakuzu e
alla sua scusa -perché sicuramente era una scusa- che
l'ultima rimasta era taglia XS!
E dove se la ficcava, la quarta abbondante di seno che si ritrovava?
Aveva in qualche modo rimediato, chiudendo i bottoncini sul davanti ed
evitando in ogni modo movimenti bruschi, tentando di tenerla chiusa
quanto bastava.
Ma sarebbe riuscita a
diffondere la Santa Parola di Jashinsama in quello stato?
Stavano camminando tra gli alti alberi secolari, nascosti alla vista
dalle fronde verdeggianti che non lasciavano passare nemmeno uno
spiraglio di luce.
"Ma dove stiamo andando?" sbottò l'albina, seccata. Molto seccata. "E'
tre ore che giriamo, e dobbiamo ancora vedere una cazzo di persona!"
"Mi pare di avertelo già detto, si nascondono nel folto
della foresta."
"Ma che cazzo, questi due coglioni proprio lì dovevano
andare a ficcarsi? Se lo ficchino in culo il folto della foresta!"
"Così hanno detto gli informatori, quindi stai zitta e
cammina."
replicò, brusco, infastidito dalla parlata della ragazza
che, di
femminile,
non aveva proprio nulla.
"Ma sei sicuro che i tuoi
informatori non ti abbiano detto cazzate? Che ci farebbero
'sti tizi imbucati qua?"
"A quanto pare è il luogo congeniale per le loro tecniche."
apatico, freddo le lanciò uno sguardo.
Avrebbe attirato l'attenzione di chiunque, continuando a blaterare in
quel modo.
"Cioè.. Tu mi stai dicendo che stiamo andando dritti da
loro,
praticamente urlando "Eccoci
qui, tendeteci una trappola, vi
aspettiamo!" Ma che sei, idiota? Ma che cazzo di partner
mi ha dato,
quel cretino del Leader?!" urlò esasperata la ragazza.
Erano da ore, ore
che
camminavano tra le piante, nell'umido del sottobosco, con tanto di
insetti e il tutto per cadere nella trappola di quei due
tizi sperando di potergliela rivoltare contro?
"Se non ti senti all'altezza sei libera di tornare indietro e lasciare
l'Akatsuki. Mi faresti solo un favore." la freddò lui, con
un'occhiata di fuoco.
"Ma che cazzate spari? Tu
mi
hai trascinato fin qui, credi forse che io sia capace di uscire da
questo posto assurdo? Oh Jashinsama, proprio con un idiota dovevo
finire!" borbottò sconsolata, calpestando l'ennesimo ramo. Almeno lo ammeteva.
"Ma sei sicura di essere un ninja? Ma con chi mi ha messo il Leader,
una demente?"mormorò tra sè e sè.
"Tsè. Piuttosto, questi fottuti atei chi cazzo sono?"
"Non hai letto il rapporto? Allora sei proprio un'imbecille.
Così ti farai uccidere prima o poi."
"Rapporto? Ma sei un deficiente! Chi è stato a piombare in
stanza mentre facevo il bagno, quasi sfondando la porta della doccia
dicendo di partire immediatamente? E secondo te dove l'ho avuto il
tempo di leggere,
io?"
"Ti ho dato tre
ore di tempo!"
"Sì, tre
ore in cui mi stavo lavando, grazie tante!"
Kakuzu trattenne a stento la rabbia -e l'immaginazione-.
Tre ore in cui si stava
lavando.
Evitava di ammazzarla sul posto solo perché sennò
avrebbe dovuto sopportare l'ennesima ramanzina del Leader.
Certo, se
avesse saputo della sua immortalità.. Magari più
di un pensierino lo avrebbe fatto.
Ma ancora non lo sapeva.
Per sua sventura.
E poi un paio di tette
come quelle al covo le avrebbero rimpiante, nel perderle per il
nervosismo di un attimo.
"E che diamine pensi? Devo pur toglierlo il sangue lasciato addosso dai
rituali! E finiscila di grugnire! E' solo colpa tua, idiota! Piuttosto,
vuoi dirmi chi cazzo sono questi due tizi?" incalzò lei,
ignorando del tutto la pausa mentale riflessiva del compagno.
Sospirò, stremato, ignorando tutta quella storia dei
rituali,
che non sapeva spiegarsela.
Si sforzò di ricordare i due nomi.
"Dovrebbero chiamarsi.."
Due voci esplosero dall'alto degli alberi, rimbombando
nell'aria, spaventando tutti gli uccelli nel giro di dieci metri.
"Io sono Uzim!"
"Io sono Ezak!"
Balzarono nell'aria, atterrando a pochi metri da loro, con un effetto
che dire scenografico
sarebbe stato un eufemismo.
"Noi siamo il Team che sradica gli alberi con il pensiero, che vola
sugli oceani, che cavalca il vento, noi siamo..." si annunciarono,
tutti convinti e decisi, le espressioni fiere sui volti.
"Ma sono degli idioti! Ma dove cazzo li hai pescati?!"
strabuzzò
gli occhi, Hidan, fissandoli come se fossero degli alieni.
"Hanno una grossa taglia sulla testa." si giustificò
perplesso Kakuzu.
"Sì, certo, e se non sto attenta mi potrebbero uccidere,
magari. O peggio" esclamò sarcastica la ragazza.
"Attacco
simbiotico parte uno!" esclamarono i due in coro,
mettendo un freno ai loro discorsi.
Un getto d'acqua colpì Hidan mentre Kakuzu balzava
all'indietro.
La ragazza, completamente fradicia, iniziò ad imprecare
peggio
di uno scaricatore di porto, voltandosi verso -il povero- Kakuzu,
colpevole di non averla avvertita.
"Attacco
simbiotico parte due!" incalzarono loro, mentre
la giovane ancora urlava, distratta, e l'uomo sbuffava seccato.
Una folata d'aria calda la investì in pieno lasciandole
giusto il tempo di voltarsi nuovamente verso di loro.
Asciugandola all'instante la fece sbattere malamente tra le braccia di
Kakuzu, buttandoli entrambi a terra.
Lei alzò lo sguardo, stordita, ritrovandosi tra le forti
braccia del compagno, rannicchiata contro di lui.
Il peso del suo corpo sostenuto da quello dell'uomo, schiena contro
petto.
I capelli spettinati a ricadere parzialmente sul volto, coprendo uno
sguardo imbarazzato, il respiro leggermente ansante.
Avvertì una mano sfiorarle la spalla, in un tocco
delicato, facendola sussultare.
Il respiro dello shinobi le solleticava il collo, e tutt'intorno
l'odore di pini silvestri, magicamente fattosi più intenso.
Lentamente fece per scostarsi dal suo petto, voltandosi a guardarlo
timidamente con la coda dell'occhio, le iridi rese ametista
dall'emozione e le gote delicatamente arrossate.
Anche lui con uno sguardo intenso continuava a fissarla, molto intensamente.
Senza staccare gli occhi da.. dove?
Ma dove guardava?
Hidan abbassò lo sguardo e.. Oh, Jashinsama!
La cappa si era aperta tutta
sul davanti, lasciando all'aria aperta i capezzoli rosei che, ben
visibili, svettavano sul suo petto più che prosperoso.
Rimase immobile per un istante.
Fissando prima lui poi il suo seno, nudo.
E reagì, di scatto, con una gomitata dritta sulla mandibola,
lasciandolo stordito e dolorante.
Si alzò, allontanandosi fin
troppo rapidamente da lui, molto imbarazzata, cercando di
chiudersi la cappa, senza riuscirci.
Ma ciò non le evitò di iniziare ad urlare come
un'ossessa.
"Maniaco! Brutto porco! Potevi almeno dirmelo che avevo le tette di
fuori! Sei uno stronzo! E te ne rimanevi pure lì immobile a
guardare per bene, brutto pervertito! Perché,
perché
Jashinsama mi ha dato un compagno come te, maledetto guardone! Che
c'è, non ne avevi mai visto un paio prima? Che cazzo,
fissare
così, non c'è da meravigliarsi! E anche voi, voi due.. Vi pare
roba da fare, tra tutto, proprio la
cappa dovevate aprirmi? Brutti bastardi!"
Continuò ad urlare, agitandosi, cercando di coprirsi senza
troppi risultati con le braccia e con i lembi della cappa che, avendo
impiegato una buona mezz'ora la mattina stessa ad allacciarla, certo
non poteva riuscirci all'instante in quelle condizioni.
"Vai bella! Divincolati di più che ci piace lo spettacolo!"
"Vuoi una mano, mi sembri in difficoltà. O sarebbe meglio
due, di mani?"
"Maledetti porci! Vi sacrificherò a Jashinsama"
imprecò tuonando, totalmente rossa in viso.
Afferrò lo shinte, adirata, innalzandolo per attaccare,
dando modo a loro di gustarsi un'ampia veduta dell'intero davanzale.
Improvvisamente si sentì afferrare la spalla e il momento
dopo stava
volando per aria, per poi sbattere per terra alle spalle di Kakuzu,
shinte compreso.
"Che cazzo ti prende? Lasciameli ammazzare!" lo aggredì con
la voce acuta per la rabbia.
"In tre ore avevi almeno il tempo di metterti una maglietta." la
rimbeccò borbottando lui.
"Ma che maglietta e maglietta! Non posso indossare una cazzo di
maglietta, almenochè tu non voglia comprarne una nuova ad
ogni
rituale! Per questo avevo chiesto una cappa decente, ma tu no, tanto
l'importante è guardarmi le tette, vero? Brutto maniaco!"
Lui le lanciò un'occhiata torva, per riprendersi
all'istante, prima che lo sguardo scivolasse troppo in basso.
Riportò l'attenzione sui due, che stavano continuando a
starnazzare.
"Ma dai amico perché ci hai tolto lo spettacolo?"
"Sono sicuro che piaceva anche a te!"
L'aura maligna di Kakuzu la percepirono sicuramente anche loro, pur da
quella distanza, infatti si misero subito in difesa, pronti a
tutto.
"Fratello credo che sia arrivato il momento." mormorò uno
dei due, tornando improvvisamente serio.
"Si, hai ragione." lo sostenne l'altro.
Presero un respiro profondo, uno sguardo di letale concentrazione sul
volto.
"Eccoti la nostra più mortale tecnica...Passo fulmineo della morte!!
Preparati!" Urlarono, ancora una volta, in coro.
Hanno una coordinazione
davvero stupefacente, non potè risparmiarsi di
pensare Kakuzu spiazzato dalla loro tattica d'attacco.
Ci fu un'emissione di chakra notevole. L'acqua e il vento che si
combinavano in una sinfonia di colori in una danza di movimenti.
I fili d'erba schiacciati sulla terra, che si
staccò in una
infinità di pezzi per poi sopendersi in aria per la forte
pressione.
Una scintilla, un picco di chakra. Era arrivato il momento, la
preparazione definitiva per la loro grandiosa e più potente
tecnica si era conclusa.
"Eccoci che arriviamooo!", urlarono con un sorriso eccitato dipinto sui
volti.
Kakuzu, pronto al peggio, si mise in posizione di guardia.
Erano velocissimi.
Si avvicinarono, mancavano neanche due metri.
Un metro.
Troppo rapidi.
L'impatto sarebbe stato
inevitabile!
Avvertì lo spostamento d'aria, la loro energia sfiorarlo
rabbiosa, pulsante e prepotente.
Ma l'impatto non avvenne, si meravigliò Kakuzu osservandoli
spiazzato.
Andarono oltre. E oltre. E
oltre.
Fino a scomparire all'orizzonte.
Era quello che si diceva scappare
alla velocità della luce?
Troppo sorpreso per muovere anche un solo muscolo Kakuzu rimase gelato
sul posto, senza parole.
Ecco il
perché della taglia.
"Sei proprio un cazzone. Bella la tua taglia. Piuttosto spendi qualche
soldo per comprarmi una cappa nuova, o ti sacrifico a Jashinsama,
idiota." la voce di Hidan spaccò il silenzio.
"Taci o ti ammazzo." borbottò, quasi imbronciato.
Thanks To:
Amaranth93:
(NekoRika)
Beh, ma
Deidara ha parecchi fan^__^ E non sono pochi quelli che hanno finito
per rabbrividire nel sentire la voce
italiana..ç__ç Ultimamente, ogni volta che mi
capita di vedere gli anime su Italia1 spero sempre che Deidara non
abbia nessuna battuta per
quell'episodio>-<°° Cosplay di naruto per
carnevale?*__* Qui da noi (Venezia) fa troppo freddo.. Soprattutto per
me sarebbe un problema visto che sto cucendo gli abiti per il cosplay
di Hidan: cappa, pantaloni, e basta>.< Metterò
una canottiera sotto, e a Febbraio non è proprio il massimo
uscirsene cosìXD Il tizio dello scorso capitolo era
abbastanza disgustosoXD E sì, direi povero Tobi.. ma
soprattutto poverA Zetsu, che ha evitato in extremis di doverselo
mangiare, risolvendo in quel modoXD Ma non è finita qua..
infatti l'uomo tornerà, prima o poi
u.ù°°
(Happyaku) Wow anche voi cosplay? Di
chi?Curiosa, curiosa. Eh si, la mia vittima sarà Deidara,
poverino. Teoricamente dovevo tornare a casa dopo gli esami,
così avrei avuto il tempo sufficiente per far sparire le
vergogne. Le ciccette sulla pancia, e aggiungiamoci anche gli
addominali. Tutto questa missione impossibile è dovuta al
fatto che Deidara non ha una maglietta normale, no, ma ha quella
stupidissima quanto sexy maglia a rete. Oh, che stress. Sarò
in compagnia con la mia cara amica Neko, che farà
Hidan, una coppia più disparata. Avevo anche
suggerito di filmare noi che mettiamo in atto scena yaoista.
chissà cosa ne uscirebbe fuori, che ne pensi? ;P Cambiando
discorso, sto semipensando di iniziare una mia ff, dove uno tra i
personaggi più interagenti sarebbe Deidara, ma anche qui ci
potrebbe nascere il problema. Poichè io sono impedita
mentalmente a fare un pairing tra personaggi presistenti, ci devo
mettere per forza, un OC. Però se Deidei ha il mio carattere
e il mio OC deve ragionalmente avercelo le mie caratteristiche, mi
chiedo cosa potrebbe uscire fuori, bhò... La mia bambina,
sono contenta che ti sia piaciuta e congratulazioni per essere un
cestino ambulante, nel senso buono. Ti sfido a mangiare uva con
philadelfia. Io l'ultima volta ho quasi vomitato. >.>
Moe: (NekoRika) Nel letto del leader??!XDD Fa
persino più ridere se si pensa al motivo per cui
è stato ordinato il suo omicidioxD (Connessioni assurde tra
capitoli, capirai più avantiXDD) Come minimo a Pein sarebbe
venuta una crisi isterica a ritrovarselo nel letto xDD E
così ecco un piccolo spoiler per quanto riguarda il leader^^
Intanto ecco il capitolo su Hidan, LA prossimA sarà Kakuzu
(Hidan ci fa una figura XD nd Happy) XD E poi, in ordine ancora da
decidere, Konan, Pein, Itachi, Kisame e Madara =3
(Happyaku) Yayyyy, sono contenta che ti
abbia fatto super schifo! Si! SI!Che bello, ora mi sento realizzata ^^
Il Leader sarebbe venuta un ulcera oltre che la crisi
isterica, che sia uomo o donna, e la povera/o Konan dovrebbe subire lo
sfogo del suo parten. Una cosa da specificare, the man in pink
è il ponte che collega diversi universi, che sia
uno dove c'è Pein uomo o che sia Pein una donna, a lui non
fa tanto differenza, è un filantropo dei sessi. Per questo
non c'è da stupirsi se compare anche più avanti.
Non vedo l'ora di fare Madara, se si scrivesse bene ne uscirebbe fuori
che davvero è un def...
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
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Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove
meglio crede)
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Capitolo 5 *** Kakuzu ***
kakuzu_akatsuki in rosa
NekoRika
presenta^o^ Ed ecco qui il capitolo su Kakuzu donnaxD Adoro questa
Kakuzu!*__* A parte il modo in cui è stato trattato Hidan
(Povero Hidan..ç__ç Lo abbiamo
distrutto>.<°),
è davvero un gran personaggio. Insomma, non ci sono donne
così in Naruto, proprio nessuna. Una donna adulta, forte,
decisa. E, diciamocelo, se il Kakuzu uomo riesce a tener buono Hidan ma
non ad addomesticarlo, un po' per volta, mi sa che lei ci riuscirebbe
XD Non avrebbe certo vita facile, Hidan.. XD Il rapporto è
sempre il loro, ma c'è da tener presente che la psicologia
di
lei è femminile, quindi molta meno violenza fisica e
più
psicologica, diciamo che ci va molto sul sottile.. E se, per la
questione fisica, c'era l'immortalità dello jashinista a
compensare, in questo non ha nessuna difesa, mi sa^^°
E
infatti il loro risulta essere un rapporto al contrario, del tipo che
in Naruto non si vedrebbe mai. Lei, oltre ad essere più
grande,
più alta, è anche più forte,
più sveglia,
più razionale, più matura.. più tutto,
insomma XD
Di nuovo, povero Hidan>.< Per quanto ci abbia provato a
tenerle
testa non c'è stato molto da fare. Devo dire che, nonostante
il
mio personaggio preferito sia stato pesantemente maltrattato,
adoro questo capitoloXD E penso scriverò qualcos'altro su
questa
Kakuzu al femminile, prima o poi*__*
E a seguire, Happyaku.
Come l'altra volta, sono ancora Kakuzu, con una differente psicologia
questa volta. Ho voluto proprio sottolineare la differenza caratteriale
tra i due sessi. Proprio come ha spiegato Nekochan, questa Kakuzu
è molto più propensa ad attacchi sul piano
psicologico,
invece che su quello fisico, per questo abbiamo frecciatine pungenti,
che sono molto più dolorose e più profonde per un
giovane
maschio, nel pieno della sua salute e immortale.
Inoltre al contrario dell'altra sua faccia maschile,
Kakuzu-donna è più logica e razionale e
ciò
comporta una attenzione maggiore per il dopo e per le conseguenze
lavorative. Infatti Kakuzu chiede ad Hidan se stesse bene anche se, in
realtà, non le interessasse tanto.
Da questa descrizione, Kakuzu al femminile potrebbe
apparire un
pezzo di ghiaccio, immobile e non scalfibile (inorridisco a dirlo, ma
un pò MarySue), ma in realtà non è
così.
Anche se si applica per il suo lavoro e quindi per avere un rapporto
decente con Hidan, in realtà è un pò
scocciata,
dopo tutto quello che le combina Hidan durante le giornate, e ci gode
pure a vederlo in difficoltà. Si arrabbia quando l'albino fa
degli accenni per niente carini sul suo aspetto (al contrario dei
soliti insulti: puttana, troia), pur sapendo che in realtà
l'apprezzata, e anche molto, non riesce a trattenere la
stizza e
l'arrabbiatura. Inoltre caratteristica tipica delle donne, o almento in
più dei casi, è l'essere altamente vendicative e
non di
non scordarsi facilmente del torto subito. Infatti non gli
farà
passare una notte tranquilla, anche se le acque si erano calmate. Anche
nella questione delle terme, Kakuzu non si fa alcun problema
al
contrario di Hidan, perchè in fondo, sono ninja e maturi
(almeno
lei) abbastanza da non imbarazzarsi per queste cose, anzi nel loro
ambiente potrebbero capitare cose ben più terribile. Inoltre
vorrei specificare tutta la questione di Hidan e la sua attrazione per
Kakuzu. Lei naturalemente se ne accorge e magari ci starebbe pure se
Hidan non se ne uscisse con certe sparate, da ucciderlo. E' come dire,
che per lei non fa nè caldo nè freddo, essendo
una donna
matura, ma se ci scapasse tanto tanto. Ma Hidan è
alquanto
stupido e un pò pudico, credo, in questo genere di cose. E
comunque credo che più o meno Hidan sarebbe sempre un
pò
uke, se succedesse. Credo che abbiamo creato un personaggio femminile,
abbastanza, o anche, reale. In fondo tenendo conto della
superiorità di Kakuzu in tutto, le abbiamo dato, come dire,
delle note dolenti, che il povero Hidan non riesce a trattenersi dal
toccare. Non so se è stupido o la immortalità gli
ha dato
alla testa.XD
Termini
tecnici:
Abbiamo voluto inserire dei termini giapponesi, sia
perhè
studiamo giapponese e diventeranno una nostra realtà
(speriamo)
e anche perchè, anche se il mondo di Naruto, è un
altro
mondo, è pur sempre una realtà giapponese.
Inoltre credo
che diano più credibilità e spessore alla ff. E
poi
è bello impare cose nuove, no? ; P
Matsuri: Festival estivi. Le persone di tutte le
età si
raggruppano a mangiare, festeggiare e a giocare. Tutti in yukata. I
fuochi sono preceduti da preghiere.
Yukata: Abito tradizionale estivo giapponese e inoltre
viene usato come dopo-terme o quando fa caldo.
Ryokan: Locanda tradizionale giapponese.
Futon: Letto tradizionale giapponese
Fusuma: Pannello di carta giapponese, scorrevole. E senza
neanche dirlo, ovviamente tradizionale.
Divisione dei ruoli
NekoRika: Hidan.
Happyaku: Kakuzu.
ATTENTION, PLEASE.
Allusioni sessuali più che esplicite, se vi sentiste a
disagio, prego non leggete.
Le strade erano affollate, uno sciamare di persone.
Nella penombra sul limitare della strada, posizione strategica per non
dare troppo nell'occhio, potevano vederla, tutta quella gente
abbigliata negli yukata.
Le ragazze sembravano tante farfalle che si spostavano sui loro
zoccoletti estivi.
Un caos di rumori. Bambini che urlavano rincorrendosi,
coppie di giovani che tubavano mano nella mano, ragazze che
incitavano lo sfigato di turno al banchetto dei pesci.
Le signore di mezza età con i figli per mano si fermavano a
comprare lo zucchero filato e palloncini colorati.
Già iniziavano a sentirsi i primi preparativi con gli
strumenti
tradizionale delle preghiere scintoiste che sarebbero avvenute prima
dell'inizio dei fuochi, come segno di buono auspicio.
Tutti questi suoni erano paragonabili solamente alla
totalità di
odori che aleggiavano pesanti nell'aria calda e umida. Era facilmente
distinguibile la posizione del banchetto dei ramen fumanti e dei
dolcetti caldi ripieni di anko.
Era arrivata l'estate e con lei il tempo dei matsuri.
Non erano stati molto fortunati ad imbattersi in quella scocciatura. I
matsuri erano rinomati anche per la presenza di ninja in cerca di un
momento di svago provenienti da tutte le nazioni.
Era troppo pericolo
viaggiare in quella situazione.
Kakuzu si girò leggermente verso il suo compagno che aveva
una espressione scocciata.
"Ci fermeremo qui stanotte. Non è sicuro viaggiare con tutta
questa confusione"
"Sei sempre tu a mettermi fretta, a dire che siamo sempre in
ritardo per colpa mia, e ora vuoi fermarti qua" sbuffò "che
palle, questi miscredenti. E
festeggiano pure! Si dovrebbero tutti
convertire a Jashinsama, cazzo"
Kakuzu lo guardò attentamente con la coda dell'occhio,
osservando le spalle tese e il corpo agitato." Puoi andare a
fare
un giro, ma sognanti che ti venga a riprenderti se ti persi o ti cacci
nei tuoi soliti casini" si incamminò.
"La solita rompipalle. Chi è che si perderebbe? E di certo
non
vado a cercarmeli, i casini." Borbottò, seguendola ad una
certa
distanza.
Anche se Kakuzu era in testa poteva benissimo percepire l'eccitazione
del giovane albino, anche lei durante la sua adolescenza era stata
contagiata da tutta quell'allegra agitazione che permeava
nell'aria.
Anche se Hidan non aveva più quindici anni e avrebbe
dovuto capire da solo che non era il caso di stare in mezzo a tutta
quella folla.
Allontanandosi dalla via principale, i due incontrarono solo qualche
gruppo ritardatario che correva al matsuri, e presto rimasero
soli
a percorrere le strade asfaltate alla ricerca di un modesto ryokan,
dove passare la notte.
Senza spendere troppo.
Se non ricordava male, da quelle parti doveva esserci un'economica
locanda e per quanto non le dispiacesse essere in compagnia con un
ricalcitrante ma silenzioso Hidan, non si sentiva a suo agio in una
città con una percentuale altissima di ninja.
Ninja che erano
dietro alle loro spalle a festeggiare.
Che aspiravano alle loro teste, soprattutto.
"Dove stiamo andando? Ma quanto ci vuole? E che cazzo, dicevi a me che
mi sarei perso e invece, qua non c'è anima viva."
Già gli rompeva non poco essere in viaggio con una donna
-una
donna stronza per di più-, ci mancava solo l'essere
sballottato
in giro come un bagaglio dopo dodici ore di marcia forzata.
Ma che cazzo era passato per la testa al Leader di metterlo in team con
quella troia?
Ormai Kakuzu aveva imparato a non dare troppo ascolto a
Hidan.
O almeno il più delle volte.
"Non credi che ci dovremo allontanare dalla confusione, invece che
starci dentro?Ancora non ho capito come sei ancora vivo, o almeno con
tutti i pezzi"
Prima che potesse controbattere Kakuzu si fermò di colpo, e
l'albino le finì dritto contro.
"Ma che cazzo.."
"Ancora non hai imparato a guardare dove metti i piedi, tra le altre
cose?"
"Zitta, puttana."
Con un sospiro la donna fece scorrere la porta della vecchia locanda
dove
troneggiava il kanji della luna all'interno di un cerchio blu.
Non era la prima volta che Kakuzu sostava alla locanda Tsuki.
L'aveva
scoperta circa due anni prima e ne era rimasta piacevolmente
soddisfatta.
Era costruita come una tipica locanda tradizionale
giapponese, con tanto di giardino interno.
Dall'esterno non era ben
distinguibile dagli altri edifici, e la sua posizione in
periferia, la
rendeva il perfetto punto di riposo per un criminale di livello S.
Senza
contare che i prezzi erano bassi, il servizio decente e aveva una
discreta piscina termale all'interno.
Con passo sicuro, Kakuzu si avvicinò al bancone d'ingresso
dopo
essersi tolta i sandali, che prontamente erano stati raccolti da un
cameriera.
Non le sfuggi l'indecisione di Hidan, che si
guardava attorno indeciso sul da farsi.
Evidentemente non era mai stato in un Ryokan.
Dietro al banco di legno scuro, si inchinò il proprietario,
un
signore di mezza-età con i primi capelli bianchi.
"Salve, in cosa
posso servirla?"
"Vorrei alloggiare per questa notte. Due camere, se possibile."
"Mi dispiace, ma abbiamo tutto occupato. Sa, c'è un grande
evento stasera" iniziò il proprietario, mentre la cameriera
spiegava a Hidan cosa doveva fare.
"Capisco. Allora cercherò da un'altra parte" Kakuzu si
incamminò verso l'uscita dove l'albino era riuscito
finalmente a togliersi le
scarpe.
"Aspetti" la fermò l'uomo " Una camera libera ci sarebbe..."
"Mi dica"
"Un imbecille con i capelli bianchi se ne è
scappato dopo
aver intasato le vasche termali delle donne. Lasciando, quindi una
camera libera e una vasca termale in meno" Aggiunse acidamente "Non
vorrei mai lasciare una signorina da sola di notte. Non si sa mai che
gente giri da queste parti"
Dentro il suo hotel, per
esempio?
Alla fine essere donna aveva qualche vantaggio. Kakuzu
scrutò
l'espressione -un po' troppo gentile- dell'uomo, mentre Hidan si
avvicinava a sua volta.
Da sola?
"L'età ti ha già intontito, vecchiaccio? Non
è da sola" anche se il tizio sicuramente lo avrebbe
preferito. "Ci sono
anch'io, eh."
Non gli piaceva non essere minimamente considerato, proprio no.
Sembrava quasi che il vecchiardo si fosse scordato di lui, troppo
impegnato a sbavare dietro a Kakuzu.
Cosa ci vedesse, proprio non lo sapeva.
Anche se, magari un pochino.. per
un vecchio senza possibilità.
Si corresse alla fine, dopo aver realizzato il pensiero.
"Taci Hidan"
"No, no va bene" disse l'uomo con una espressione un po' più
addolcita verso Kakuzu.
"Ci mancherebbe solo che non andasse bene!"
incrociò le braccia l'albino.
"Non avevo capito che eravate una coppietta. Allora non ci
sarà
problemi a dividere una stanza.Visto che è così
gentile,
le farò pagare solo per una persona, va bene?"
"Una stanza? Ma una singola? Con lei non ci.."
"Presa."
"Segua la cameriera, le indicherà la stanza. Eccole le
chiavi. E
buona permanenza allo Tsuki" si inchinò, solamente verso
Kakazu,
ignorando il giovane accanto, facendo segno alla cameriera di
avvicinarsi e sussurrandole all'orecchio.
Gli occhi della giovane si illuminarono e dalla labbra rosse
uscì un risolino guardando il duetto.
"Prego da questa parte"
Hidan si limitò a seguire le due, sbuffando peggio di un
treno a vapore, di nuovo totalmente ignorato.
Maledette donne.
Maledetti vecchiacci!
"Eccoci arrivati" disse aprendo la porta, dove ci si ficcò
al volo Hidan, sbattendola in faccia alle due.
In risposta all'espressione un po' arrabbiata della ragazza,
Kakuzu ringraziò quanto più cordialmente
possibile.
I clienti erano pur sempre clienti, sospirò la giovane
cameriera.
"Aspetti un attimo" bloccò Kakuzu con la mano sulla maniglia
"Il padrone mi ha detto di dirle una cosa"
La donna, dall'alto dei suoi 180 centimetri, fissò la
ragazza in attesa che
continuasse, ma sembrava che non si sentisse a suo agio a dirlo ad alta
voce.
Con un sospiro abbassò la testa, così che la
cameriera potesse sussurrarle all'orecchio, qualsiasi cosa dovesse
dirle.
Bisbigliata qualche parole, la ragazzina si inchinò e
leggermente rossa in volto si allontanò ridacchiando.
Kakuzu scrollò le spalle.
Non capiva dove stava il problema, pensò aprendo la porta.
La stanza appariva spoglia, priva del futon che le inservienti
avrebbero portato da lì a poco.
Hidan, in un angolo con la schiena contro il muro, le lanciò
uno sguardo imbronciato in tralice.
Era come se le lanciasse un silenzioso Colpa tua.
Naturalmente Kakuzu
rispose con un'altra occhiataccia che a chiare lettere diceva Problemi tuoi.
La donna, ignorando lo sguardo fisso di Hidan, si avvicinò
all'unico
tavolo basso nella stanza, dove ci appoggiò la borsa
sganciandola dalla cintura.
Sentendo lo sguardo accusatore del giovane puntato sulla schiena, si
sbottonò con calma la chiusura della cappa.
Il suono dei bottoncini risuonò distinto nell'aria,
all'albino non era mai parso così evidente.
Con un leggero fruscio del tessuto -strano, su di lui era sempre
così rigido-, Kakuzu si scoprì le spalle,
inclinando leggermente
la testa verso la clavicola.
Il giovane uomo allontanò gli occhi di scatto, in fondo a lui
non interessava guardare, sbraitò mentalmente
un po'
accaldato.
Non riuscì a tenere gli occhi lontani a lungo.
Fanculo anche a gli occhi che avevano deciso di tradirlo!
Era tutta colpa loro.
Anzi, no.
Era tutta colpa di Kakuzu!
Fissò la linea aggraziata della spina dorsale mentre lei la
scopriva, intervallata soltanto dalle cuciture.
La schiena nuda su cui spiccavano quattro minute maschere, i possessori
dei quattro cuori aggiuntivi necessari per le sue tecniche.
Con movimenti calmi e dosati, la donna ripiegò la cappa
dell'Akatsuki e la poggiò sul tavolo.
Si portò le mani alla maschera slacciandola, liberando
così le cuciture della bocca.
Alzò le braccia a sfilare il coprifronte, delineando
la linea del seno, subito coperto da una cascata di capelli corvini
lunghi fino a metà scapole.
Togliendosi di dosso tutta quella roba che le copriva il viso,
e mostrandosi effettivamente come una donna.
Già, una fottuta donna
con cui avrebbe dovuto condividere la stanza.
Hidan continuò a fissare di sottecchi, sempre più
accaldato.
Beh, almeno avrebbero avuto futon singoli.
La linea morbida della schiena, le spalle, il seno che s'intravvedeva
sotto il tessuto scuro, prosperoso.
Cazzo, cazzo, cazzo.
"Ho bisogno di una doccia" mormorò più teso di
una corda
di violino, pronto a scattare verso il bagno per chiudercisi dentro.
"Tanto vale che vai alle terme" replicò lei, senza neanche
fare
caso al conflitto interiore del giovane. "Sono al piano di sotto".
"Bene.. perfetto." cercò di mantenere un tono di
voce
quanto più stabile possibile, scattando in piedi, rigido
come un
pezzo di legno.
Fortunatamente lei era ancora voltata di spalle.
Si liberò della cappa, lasciandola per terra, avanzando
a passo fin troppo veloce verso la porta, aprendola e quasi
travolgendo la cameriera che stava portando l'occorrente per la notte e
gli yukata.
Senza nemmeno accorgersi di lei, quasi corse al piano di sotto.
"Ma che modi!" mormorò indignata l'inserviente, entrando
nella
stanza e appoggiando per terra il fardello che aveva in braccio.
"Il suo compagno ha scordato lo yukata." aggiunse timidamente.
Kakuzu sospirò. "Non si preoccupi, glielo porto io."
"Perfetto, allora li lascio entrambi a lei e rimango qui a
preparare il futon." Non aveva nessuna intenzione di portarlo lei, a
quel maleducato.
La donna afferrò gli abiti che la cameriera le porgeva,
salutandola cordialmente e imboccando a sua volta le scale che
conducevano al piano inferiore.
Finalmente pace!
Aveva trovato immediatamente le terme -Jashinsama era con lui!-,
e, come preannunciato, erano tutti al matsuri, quindi
libertà totale.
"Ah, Jashinsama!" sospirò beatamente, immerso nell'acqua
calda
fino al petto, la schiena adagiata contro uno dei massi che
delimitavano il perimetro della vasca. Il suono della fontana di
bambù risuonò tra i comodi catini dispersi tutti
intorno,
vicino al bordo.
Forse venire fino a lì non era stata un'idea così
cattiva, dovette riconoscere, già dimentico di quanto
successo
in precedenza.
Considerando che quella tirchia aveva messo a disposizione
qualche
soldo per pagare una pensione decente e non una bettola, poteva quasi
sentirsi soddisfatto.
Chiuse gli occhi beandosi del contrasto tra la notte fresca e l'acqua
calda, ma durò poco.
Li riaprì sentendo il rumore di una persona che entrava in
acqua, l'apparenza celata dalla densa nuvola di vapore.
"Mh?" assottigliò lo sguardo, tentando di mettere a fuoco.
"E ora chi diavolo è?"
"Chi vuoi chi sia, Hidan?"
Un tuono a ciel sereno.
L'albino sgranò gli occhi, fissando la figura, iniziando a
scorgerne le forme.
Non era certo una voce maschile, quella.
"Che.. che.. Ma queste sono le terme degli uomini, Kakuzu!"
"E allora?"
"Come e allora?
Tu non dovresti essere qua! Maledetta pervertita! Mai un attimo di
pace, che devi esserci sempre tu!"
avvampò, abbassandosi nell'acqua fino al mento.
"Datti una calmata. Non è che non hai mai visto una donna
nuda"
si avvicinò ancora, senza vergogna "Vero?" aggiunse dubbiosa.
"Ma che diavolo dici!" si rannicchiò ancora
più su sé stesso,
portando le mani a coprirsi, per quanto, al buio e in quel vapore, non
si vedesse effettivamente nulla.
"Non è questo che intendevo! E'
che tu non dovresti essere qui.." aggiunse, dubbioso.
" Le terme femminili sono state intasate da un idiota dai
capelli
bianchi" spiegò Kakuzu, appoggiandosi di schiena alle pietre
del
bordo accanto al ragazzo.
"Capisco.." indietreggiò istintivamente nel vederla
così vicino.
Hidan si gelò sul posto, a differenza di Kakuzu che,
totalmente
rilassata, scivolò leggermente più in basso,
dando una
visuale migliore dell'incavo dei seni, cosa che non scappò
all'occhio esagitato dell'albino.
Il giovane non sapeva se era per tutto quel calore, o perché
non
aveva mangiato niente dopo dodici ore di marcia forzata, ma iniziava a
girargli la testa.
Kakuzu pigramente voltò lo sguardo per vedere cosa stava
facendo il
suo compagno, fin troppo teso, e qualcosa catturò il suo
occhio.
Era quello che ci voleva.
Hidan si accorse del movimento della sua compagna solamente quando la
morbida carne dei seni gli sfiorò il braccio, in un
movimento
tanto leggero da sembrare involontario.
Non ebbe il tempo di rendersi conto che effettivamente era involontario.
Kakuzu, uscendo leggermente dall'acqua, riuscì ad afferrare
l'agoniato catino di legno, ma quando si girò per riempirlo,
si
accorse che qualcosa mancava.
Dove era Hidan?
Una scia di bollicine era l'unico indizio che l'albino si era lasciato
dietro.
Socchiuse le palpebre.
La vista offuscata, confusa.
Avvolto in una pesantezza che non gli apparteneva, mugugnò
qualcosa nel sentire una fitta alla testa spezzare quello stato di
dormiveglia.
Si sentiva intontito, spiazzato.
Cos'era successo?
Sbatté le palpebre, una, due volte, focalizzando i contorni
delle figure tutt'attorno a lui.
Un'esplosione lo colpì, facendolo sussultare e peggiorando
ulteriormente il dolore alla testa.
Una luce accecante lo travolse, facendogli serrare gli occhi, di nuovo.
No, insomma, seriamente,
che diavolo stava succedendo?
Riaprì esitate le palpebre, cercando nella penombra una
risposta.
Solo la parete in legno chiaro.
Voltò il capo, nel sentire un secondo botto, una luce rosa e
verde ridipingere la stanza, trovandosi ad ammirare i colori di un
fuoco d'artificio accendere la notte.
Corrucciato, si issò sulle braccia per mettersi a sedere,
tentando di capirci qualcosa.
Come c'era finito lì?
Le lenzuola scivolarono sul grembo, mettendo in mostra lo yukata -che non ricordava di aver
indossato-, e lo guardo venne inevitabilmente calamitato
da qualcosa.
Un altro botto, e una sagoma si stagliò contro il buio della
notte, adagiata sullo stipite del fusuma*, aperto a mostrare il cielo
stellato.
Vedere Kakuzu, mentre si godeva il fresco di sera.
Cos'era quella, un'altra
dimensione?
Ricordava solo un gran caldo -troppo caldo-, e una marea di puntini
luminosi che viaggiavano davanti al campo visivo, e poi più
nulla.
Era stata lei ad averlo trascinato in camera?
Figuriamoci, probabilmente lo aveva chiesto a qualcuna di quelle tizie -o almeno sperava-.
Ma, un momento.. Non erano al Matsuri anche quelle lì?
E allora cosa.. meglio
non pensare, non pensare, assolutamente non pensare,
decise, risoluto.
Avrebbe vissuto molto meglio senza
saperlo.
Si alzò in piedi, barcollando leggermente, avvicinandosi
a sua volta al fusuma per vedere al meglio lo spettacolo oltre
la
finestra -e solo quello-.
Così da non dover pensare ad altro.
Prese posto accanto a lei, con al solita distanza di sicurezza.
"Come sta la tua testaccia?", la mora allungò la mano verso
il cesto di frutta tra di loro, scegliendo a caso.
Per esperienza sapeva che essere diplomatica era la cosa
migliore.
"Bene." borbottò lanciandole uno sguardo, indeciso tra il
sapere e il non sapere.
E non poco preoccupato,
al riguardo.
Ci mancherebbe, lo avrebbe lasciato anche lì ad annegare
se non per il fatto che lo avevano visto con lei, e sai che
problemi le sarebbero piombate addosso. Leader in primis.
Mica sapevano tutti che erano immortale, pensò mordendo
rabbiosamente la mela.
L'albino distolse lo sguardo dai fuochi d'artificio, nel sentire
distrattamente lo sgranocchio più che energico.
Lo sguardo un po' stranito, a fissare il povero frutto, soffermandosi
sulle labbra morbide, bagnate
da un po' di succo.
Succo che scivolò lento tracciando una linea sinuosa sulla
bocca,
scendendo fino al mento, dove si soffermò appena un istante.
Lentamente perse il suo appiglio, precipitando sul petto della donna e
continuando al sua corsa sulla pelle color caramello, scomparendo tra
le colline dei seni, lasciati parzialmente scoperti dallo yukata che
andava allentandosi, slacciando la fascia che lo chiudeva in
vita.
La mano si adagiò elegantemente, sostando per un attimo sul
seno, seguendo la traccia zuccherina fino a raccogliere
quell'unica goccia.
Le dita tornarono alle labbra, che si dischiusero per accogliere le
falangi, raccogliendo il liquido gustoso, le palpebre socchiuse.
Gli occhi velati, smeraldini, si voltarono verso di lui.
" Cosa stai guardando?"
E l'immagine si dissipò, lasciando vedere la triste realtà.
Semplicemente una Kakuzu con uno yukata ben stretto in vita, con il
seno ben coperto, che lanciava il torsolo della mela oltre il
parapetto, giù nel giardino.
Maledetti sogni ad occhi
aperti!
Avvampò, ritrovandosi più che accaldato, voltando
lo
sguardo all'istante, fingendosi interessato verso un cielo dove i
fuochi d'artificio erano ormai finiti.
Sentì lo sguardo persistente della mora scrutarlo, con una
insistenza infuocata, che non fece che peggiorare la sua precaria
situazione.
Le guance in fiamme, ben paragonabili ad un'altra zona altrettanto
calda.
Si raccolse su se stesso, cercando di celare il problema agli occhi
attenti di Kakuzu che stavano pericolosamente indagando.
" Senti, Hidan" L'albino era peggio di un pezzo di legno " per la
nostra cooperazione lavorativa, perché io sono una donna
seria
sul posto di lavoro, ti dico subito.."
Incerto, spostò solamente lo sguardo verso la donna. Avrebbe
sciolto il cuore di una frigida zitella.
"Non hai speranze"
La pausa durò solo pochi secondi, prima che scoppiasse
l'inferno.
"Che cazzo dici!" rosso in viso fino alla punta delle orecchie, prima
per l'imbarazzo e poi per la rabbia, alzandosi in piedi di scatto. "Chi
è che vorrebbe una vecchia racchia come te, stronza! Ma
guardati, sei tutta una cucitura, e tu pensi che io vorrei.. Vorrei.."
si bloccò di colpo, avvertendo un brivido percorrerlo dal
basso
ventre fino ai capelli, nel rendersi conto, in una volta sola, delle condizioni in cui
stava, e, del modo in cui, da quella posizione, dovesse notarsi tutto.
Scattò a sedere, di nuovo, rannicchiandosi contro il
pannello di carta.
Tentando di ricomporsi.
"Non so di cosa tu stia parlando" borbottò, senza guardarla,
cercando una via di fuga.
"Continua a mentirti se questo ti aiuta a rimarginare la ferita
nell'orgoglio"
Lei, tutta una cucitura!? Era la sua tecnica!
L'albino balzò in piedi, di nuovo, ora effettivamente
arrabbiato
-nonostante gli stimoli dal basso che ancora non tacevano-.
"Non posso stare a sentire le tue stronzate, me ne vado a letto!"
A quanto pareva erano una nota dolente, Kakuzu ancora si meravigliava
di quanto gli uomini fossero attaccati a quel fantomatico orgoglio
maschile.
I suoi occhi seguirono l'albino, come il gatto che guarda il topo,
godendosi delle sue difficoltà.
Come avrebbe reagito Hidan nel vedere che c'era un solo futon?
Presto ebbe la risposta.
Il ragazzo si era gelato davanti al loro letto,
un'espressione totalmente persa fissava i cuscini gemelli vicini, che
lo osservavo con aria beffarda.
Era una congiura.
Kakuzu concluse malignamente che era stata davvero un'ottima idea
fermarsi per la notte, finalmente tutto il karma negativo stava
rifluendo sulla sua causa. Hidan.
La donna riusciva a capire razionalmente che tutta quella cattiveria
era dovuta solamente al fatto che l'albino aveva offeso il
suo
aspetto, cosa stupida, perché
non le importava niente di Hidan, ma per un
qualche motivo non riusciva a trattenersi.
Hidan si girò lentamente verso di lei, scontrandosi con uno
sguardo pesantemente irrisorio.
Ce l'avevano tutti con lui!
" L'hai fatto apposta, troia maledetta! Lo so, che se sapevi che ci
stava solo una fottuta stanza in questo fottuto albergo con solamente
una fottuto bagno termale e un unico fottutissimo futon! Avevi
progettato tutto fin dall'inizio! Anche il matsuri di merda! E i fuochi
e la mela e la goccia di succo. Tutto, cazzo boia!" rimase senza fiato.
Kakuzu, rimase interdetta.
Ma che cazzo stava dicendo? E quale
goccia di succo?
Soprattutto,
però, in tutto quel ragionamento di minchia, che colpa aveva
lei?
Lentamente si alzò, lo sguardo ridotto a fessure,
incandescente come lava.
Era la prima volta per Hidan, che la vedeva così arrabbiata.
Che giorno sfigato,
cazzo.
Kakuzu fece un passo verso l'albino, la postura,
l'andamento pari a quello di un grosso felino affamato.
Involontariamente, Hidan fece un passo indietro, ma subito si rese
conto di aver perso terreno, e aver dato un altro colpo al suo povero
orgoglio.
"Ah, se allora la metti così, vuol dire che
dormirò nel bagno!"
Kakuzu rimase un'altra volta spiazzata.
Sembrava quasi una
ripicca.
E ci si chiuse sul serio.
"Stronza, spero che avrai gli incubi!", urlò al sicuro
dietro la porta.
Quando mai avrebbe imparato a tenere la boccaccia chiusa?
"E vedi di non smanettarti troppo, che voglio
dormire stanotte!"
rispose rivolgendo uno sguardo inceneritore agli assi della
porta.
Non fece eco nessuna risposa.
Erano da poco passate le due.
Gli animi si erano calmati -e non solo quelli-, e Hidan stava iniziando
ad apprezzare molto più il terreno della foresta rispetto
che la
vasca da bagno dell'hotel.
Circospetto, si avvicinò alla porta, appoggiandovi
l'orecchio e tendendo l'attenzione per captare qualche rumore.
Niente, il silenzio assoluto.
Timidamente, abbassò la maniglia, socchiudendo la
porta, sbirciando dall'apertura.
In piena vista, Kakuzu, stesa di lato, il capo sostenuto dal gomito,
leggeva il solito libro di economia, non dando cenni di averlo sentito.
Non osò aprire di più la porta, rimanendo a
fissarla, aspettando che lei facesse il faticoso primo passo.
In fondo era colpa sua,
no?
Lo sguardo ancora distolto dal suo viso, scivolò dai capelli
corvini della compagna al libro.
Una, due, tre pagine.
Dopo ben cinque
pagine lette attentamente, ancora lei sembrava non
avere intenzione di comportarsi razionalmente, e riallacciare i
rapporti.
Continuò a spostare il peso da un piede all'altro, indeciso
sul
da farsi, e quasi sussultò quando, dopo minuti e minuti di
attesa, sentì la voce di Kakuzu.
" Hai già finito?"
Avvampò, per l'ennesima volta, richiudendo di scatto la
porta.
Quindi ci ripensò, schiudendola di nuovo e guardandola.
"Racchia." borbottò, richiudendosi dentro giusto in tempo
per
evitare la costina del libro che andò a schiantarsi contro
il
legno della porta.
Passarono altre due ore prima che Hidan cedette l'orgoglio alla
necessità, all'urlo disperato della sua schiena.
Il più silenziosamente possibile, aprì la porta,
avvicinandosi cautamente al futon dove la mora già dormiva.
Si fermò, osservandola attentamente, per captare un
qualunque movimento e rendersi conto se era sveglia o meno.
S'inginocchiò cautamente, imprecando in silenzio nel sentire
scrocchiare le ginocchia, prendendosi qualche altro momento per
controllare.
Alzò le lenzuola, attento a non far entrare il freddo e,
molto
lentamente, entrò nel futon, cercando di mantene quanta
più distanza possibile tra lui e la donna.
Rilassandosi, finalmente, si lasciò cullare dall'odore di
pulito delle lenzuola, cedendo immediatamente al sonno, stremato.
Si svegliò per la fastidiosa sensazione di piedi ghiacciati.
Faticosamente si mise a sedere, emettendo un lamento per la
rigidità della schiena.
Con occhi assonnati, notò che le finestre erano spalancate e
le coperte buttate all'angolo opposto della stanza.
A quanto pareva, a quella stronza di Kakuzu non era bastato farlo
svegliare al gelo, ma lo aveva anche buttato fuori dal letto.
Che stronza.
Per la prima volta, Hidan decise che non avrebbe mai
più fatto riferimenti negativi all'aspetto della
sua compagna.
Maledette donne e le loro seghe mentali.
Attraverso le nebbie della sua coscienza appena svegliata, riconobbe il
rumore scrosciante della doccia, probabilmente era Kakuzu che
faceva il bagno.
Dolorosamente gli tornò in mente la sera prima e per questo
riuscì a deviare il pensiero al suo stomaco, vuoto da ben
ventiquattro ore.
Alzandosi, mugugnando per tutte le giunture scricchiolanti, si
avvicinò al tavolo basso dove era stato lasciato il cestino
della frutta.
Meglio di niente,
pensò concentrandosi sul dolore alla schiena e cercando di
alleviarlo massaggiandola delicatamente.
Probabilmente per la stanchezza, non si accorse subito dell'articolo di
intimo nero lasciato accanto alla frutta.
E come si dice, il lupo
perde il pelo ma non il vizio.
La mano
dell'albino deviò la sua traiettoria dalla frutta sulle
mutandine.
Lentamente, come se maneggiasse una reliquia, le alzò
portandole ad altezza d'occhio.
Erano nere, tipiche per Kakuzu, ma non si era mai immaginato che
fossero decorate in pizzo, e tanto meno che l'orlo laterale fosse
sottile.
Primi che gli venissero altri strani pensieri, la porta si
spalancò, facendolo saltare come un gatto a cui si rizza il
pelo per lo spavento, nascondendo istintivamente la refurtiva dietro le
spalle.
Hidan fissò colpevole la donna, che ammantata solo con un
asciugamano lungo fino metà cosce, si avvicinava al tavolo,
per prendere i suoi vestiti.
L'albino si allontanò cautamente, sempre tenendo ben strette
le
mutandine dietro la schiena, pregando Jashinsama che non se ne
accorgesse.
Kakuzu si piegò leggermente in avanti, ignorando
completamente
lo sguardo intenso del ragazzo, scostando gli abiti a cercare
il
suo intimo.
Ma non trovò un pezzo.
Hidan osservò la schiena della donna, irrigidirsi per poi
voltarsi ad affrontarlo, con una espressione neutra in volto.
"Hidan, lo so che nascondi quella cosa dietro la schiena.Tirala fuori e
sarò caritatevole"
Proprio con un
pervertito la doveva mettere il Leader?
" Cosa cazzo dici! Non è assolutamente vero,
chi vorrebbe
le mutande di una rac...", resosi conto dello sbaglio, si
portò le mani a coprirsi la bocca, ancora stringenti il
tessuto.
Kakuzu non fu caritatevole.
Sfruttando il momento di imbarazzo e di difficoltà del
ragazzo,
afferrò saldamente, con un filo di chakra
sgusciato dalla giuntura sulla gamba, la caviglia
dell'albino e con un colpo deciso, lo issò a mezz'aria,
lasciandolo a penzolare a testa in giù.
Come la forza di gravità comandava, immediatamente lo yukata
ricadde in faccia a Hidan, lasciando esposta tutta la parte inferiore
del corpo.
Sentendo la sgradevole sensazione di aria fredda sulla pelle rovente di
parte delicate, cercò subito di coprirsi, tenendo alla bene
e
meglio i due lembi dello yukata sul basso ventre.
"Stronza! Puttana! Cosa ti passa per quella cazzo di testa! E sarei io
il fottuto pervertito?! Mettimi giù. Ora!"
Questa volta non lo aveva detto racchia.
Alla fine, un modo per educarlo c'era, pensò Kakuzu
avvicinandosi a lui.
Il giovane bloccò la sua lingua, quasi mordendosela, vedendo
il seno della donna a pochi centimetri dal suo naso.
Che intenzioni aveva?
Quella distanza di sicuro non migliorava la sua situazione alle parti
basse, iniziata prima con l'episodio delle mutandine e poi peggiorata
con l'apparizione di Kakuzu in mini-asciugamano.
La donna, grazie alla sua altezza non dovette neanche alzarsi in punta
di piedi, con un colpo secco strappò dalla morsa delle mani
del
ragazzo la propria biancheria, sussurrandogli all'orecchio.
"Come vuoi"
Lasciandolo cadere di testa e picchiando la spalla.
Senza degnare di uno sguardo i suoi pietosi lamenti,
raggruppò nelle sua braccia i vestiti e si
trasferì in
bagno a cambiarsi.
Chiudendo la porta.
Brutta stronza. Quante volte lo aveva detto in quelle ultime
ventiquattro ore?
Quando Kakuzu uscì poco dopo, vestita, trovò il
suo
compagno dove se lo aspettava, in un angolo a borbottare tra
sé
e sé.
Non aveva nessuna voglia di starlo a sentire e tanto meno di aiutare a
raccogliere i cocci.
Era grande abbastanza per risolvere i casini che si procurava da solo,
o almeno doveva iniziare, per il bene del loro rapporto lavorativo.
Con calma prese la cappa, abbandonata precedentemente sul tavolo e
mettendola, gli rivolse una occhiata ammonitrice.
"Ti precedo a fare colazione. Ti dò mezz'ora, vedi di non
farmi aspettare"
Quella fu la prima volta che Hidan arrivò in anticipo.
Thanks
To:
Saeko no Danna: (Rika) Beh,
sono contenta che hai deciso di commentare!^___^ Hidan donna.. Mi piace
un sacco, ma anche Kakuzu donna non scherza*___* Questi perosnaggi mi
piacciono talmente tanto che potrei decidere di scriverci delle
fanfiction anche al di fuori di "Akatsuki in rosa", e già
sto facendo disegni su disegni XD Naturale che Hidan parli in quel modo
fine, grazioso, e soprattutto molto femminile, no?*__*
(Happy)
Se ti sei divertita a leggere di una Hidan donna che parla
così, allora per fare vacanza ti consiglio la Toscana,
là siamo talmente sboccati, che è tutto un
divertimento! Prendi ad esempio me, ormai non riesco più a
controllarmi, escono fuori come se avessero una loro
volontà, inoltre mi fa strano parlare senza aggiungerci
qualche intercalare che dia forza al discorso. Anche se non si
raggiunge di certo il livello di Hidan, anche se qualche perla delle
più fini, l'ho suggerita io, modestemente XD
Amaranth93: (Rika) Mira?
Non ci sono mai stata, anche se so che è vicino.
Com'è? Carina da visitare? Abbiamo deciso che, appena fa bel
tempo, ci dedicheremo a prendere autobus random per visitare i
dintorni di Venezia, potremo capitare anche lìXD Cosplay di
karin.. Che brutta cosaç__ç Karin è
un personaggio che non riesco proprio a digerire. Non che mi
abbia fatto qualcosa di male, ovviamente, è proprio una
questione a pelle. Non mi va giù.. Sarà che,
anche lei, sbava dietro a Sas'ke-.- (No, non sono una fan di Sas'ke XD
Diciamo piuttosto che lo detesto). Comuqnue non preoccuparti, i cosplay
non sono tanto simiglianza (salvo casi particolari) quanto
capacità nel prepararli e nell'indossarli. nemmeno io
somiglio ad Hidan, figuriamoci XD Ma ho già pianificato la
cappa in modo che nasconda quanto più possibile la ciccia e
quel po' di seno che ho, i capelli li avrei biondi, ma per dare
più volume prendo una parrucca (argentata o bianca,
così da farli albini), e per il resto vado di trucco. Per
accentuare ancora di più la somiglianza pensavo infatti di
fare la versione Jashin XDD Beh, potresti vedere un po' di personaggi
che ti itneressano, e provare a capire non tanto a quale somigli di
più, quanto quali evstiti starebbero meglio su di te. Per il
resto le parrucche e le lenti a contatto giocano un ruolo fondamentale
XD Sì, l'uomo torna XD Ma bisognerà aspettare
ancora qualche capitolo.
(Happy) Oddio
che schifo, le zaffate di maionese! @__@ A Lucca del 2008 ho visto una
Karin, che era una goccia d'acqua, non posso dire che non fosse bella,
ma di sicuro non riuscirei a fare il suo cosplay. In fondo, fai cosplay
di un personaggio che ti piace e per divertirti, no? Oggi sono andata a
comprare due metri di strizza-ciccia. Si, un bell'elastico
alto, che mi servirà per intrappolare la buzza. Eh, si,
questi sono i trucchi che impari dopo anni di esperienza. In ogni caso,
andreste a fare il cosplay da qualche parte? Più che per le
combinazioni di cibo, che anch'io ho i miei limiti, non mi faccio
problemi a mangiare prima il dolce e poi salato e di nuovo dolce. Tanto
quando finisce tutto in pancia, non fa più tanta
distinzione, no? XD Mi sa che sono più il tipo che piace
progettare più che creare. Parlo, parlo, parlo e non mi
decido mai a buttare giù qualcosa, ma forse sotto il
frustino severo di Neko-chan, riuscirò a combinare qualcosa.
Chissà.
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Capitolo 6 *** Kisame Hoshigaki ***
Questa volta inizio io, Happy-chan!
Allora, in questo capitolo si vede una Kisame totalmente diversa dal
campa di battaglia, non perché è OOC ma solamente
perché viene conquistata dall'euforia quando si trova in un
Centro commerciale. Anche a me capita>.> (Anche di essere
OOC nd Neko). in ogni caso, Itachi viene un po' martoriato, ed
è stato divertentissimo*w* Kisame non è che
è scema per non accorgersi niente, solamente lascia perdere
perché è il suo unico giorno di
libertà e non vuole sprecarlo in cose che può
pensare con calma nei giorni lavorativi. Itachi odia il suo smalto,
anche se a me piace tantissimo quel viola, Itachi non lo
sopporta per niente, ce lo vedo proprio >.< 109 Amegakure
si ispira al 109 di Shibuya a Tokyo, è davvero un depato di
nove piani tutto per donne e alla fine la pasticceria e il
parrucchiere. E' un paradiso dello shopping, per chi entra nelle taglie
giapponesi, tra parentesi. inoltre la torta che ho mangiato (si sono
andata a Tokyo) sembrava proprio uscita da un manga! Era super-super
bellissima! I capelli gonfi ce li ho io, quindi ho dato questo
piccolo-grosso problema a Kisame, e pensare che a me con poca
umidità mi si gonfiano, immaginate Kisame mentre fa un justu
d'acqua che è una sua specialità. Precisiamo che
Kisamina ha le code e non i capelli dritti come la pinna di uno squalo,
già si siamo morte quando ho scritto male per un errore di
battitura che Kisame era calva, immaginatela con la cresta,
orribile.>.>°° Ah, si1 Ho lasciato
apposta che Deidara fosse una donna, perché se fosse stato
un uomo Itachi l'avrebbe Mangekyo sharingato in un millisecondo, mentre
Deidei faceva lo stupido, invece da donna, riuscirebbe a piegare con
l'estorsione di far dilagare la notizia, della "romantico"
appuntamento, "convincendo" Itachi ad adoperare lo sharingan per i suoi
fini. ossia rendere la vita di Tobi un inferno. Inoltre pensate chi
è per davvero Tobi e Itachi lo sa, ma è costretto
lo stesso a farlo. Troppo divertente!!!*W* Ecco qui un link di una mia
fanart su Kisamina. Enjoy ^.^ http://community.disegnomanga.it/photo/kisamina-copy?context=user
(Rika) Salve!^-^ Questo capitolo
è stato scritto per la maggior parte da Happy-chan
(E tu hai fatto il pesantissimo lavoro di betaggio T_T nd
Happy).. E' che trovo difficoltà ad entrare nella psicologia
di ItachiT__T° E Kisamina la stava "muovendo" lei. Itachi
è.. complicato. Complicatissimo. Noi lo abbiamo reso come un
ragazzo adolescente con tante seghe mentali (17 anni), ma è
uno di quei personaggi che potrebbero pensare tutto e niente, allo
stesso momento-.- E' ingestibile, un po' come Ulqiorra. Solo che su
Itachi non avevo mai scritto prima, e letto davvero poco (e ancora meno
di IC), quindi la difficoltà si è raddoppiata. Ma
tutto sommato sono comunque soddisfatta di questo risultato. E' stato
un bel capitolo da scrivere^o^ E il flashback sul passato di Itachi, e
sul suo "imparare a mangiare" è stato un parto
della mia mente, detto ad alta voce mentre si scriveva, senza
programmarlo. Siamo morte a pensare e a rifare la scenetta XD
"Catapultaa!"XDD I genitori di Itachi sono delle tristi creature,
sì u.ù° E non si vogliono bene. Il finale
avrebbe dovuto allungarsi ancora un po', spiegando i diabolici piani di
Deidara, ma così faceva troppo suspanceXD Un finale
incisivo, dire. In fin dei conti è abbastanza intuitivo,
visto l'odio reciproco tra Itachi e Deidara. La ragazza sicuramente lo
ricatterà per i suoi scopi. Tipo togliersi di torno Tobi.
Ah, giusto, ho disegnato una fanart di Kisame al femminile XD Nulla di
che, giusto un paio di appunti sul modello da seguire, sicuramente da
rivedere e risistemare, ma se volete darci un'occhiata, giusto per
farvi un'immagine mentale, è [QUI] Qui abbiamo torturato un bel
po' Itachi XD Non gli vogliamo male, e diciamo che nemmeno se lo
meritava del tutto.. Ma dai, trovarsi davanti un personaggio
così stoico e impassibile, viene quasi naturale! A tratti mi
faceva non poca pena.. insomma, se per Hidan si può dire
tranquillamente "se lo merita", per Itachi non è proprio lo
stesso^^°
ATTENZIONE!
Mini-spoiler
su Itachi.
Spoiler su
una tecnica di Pein.
DI NUOVO ATTENZIONE!
Contenuti
semi-espliciti, allusioni varie, niente di che.
Immobile, Samehada sorretta a stento, l'impugnatura appoggiata sulla
spalla, aspettava.
Le persone sciamavano tutt'attorno, ragazze su ragazze e solo ragazze.
Troppe ragazze.
Le porte automatiche su cui svettava la scritta "109 Amegakure",
ritmicamente si aprivano e richiudevano ai lati della sua figura.
Continuavano nel loro interminabile tentativo di chiudersi, trovando il
solito ostacolo: lui.
Sulla soglia, senza la forza di muovere un altro passo.
Terribile.
La situazione più ardua della sua vita, che si ripeteva,
settimana dopo settimana.
Non aveva avuto di quei
problemi nemmeno quando aveva accettato di sterminare il suo clan.
Beh, ma magari.. forse.. Potevano esserci dei ninja nemici nei dintorni.
Sì, dei ninja nemici.
Probabilmente era il
caso di andare a controllare.
Fece per rigirarsi, voltando le spalle a quel posto, trascinando
la spada troppo pesante per lui.
Non fece in tempo a fare un altro passo.
"Itaachiii-saannn!"
Maledetta spada e il suo legame con il proprietario.
"Dove sta andando?" domandò con la solita espressione
ingenua, che per qualche motivo appariva in quel posto. E solo lì.
"Uh.. Potrebbero esserci dei nemici nei paraggi. E' nostro compito
sorvegliare." affermò senza espressione, distaccato.
"Ma, Itachi-san, sta piovendo"
"Mh." Non vedeva cosa potesse c'entrare.
O meglio, lo vedeva fin troppo bene, ma sperava che la ragazza non vedesse quello che lui vedeva.
" Siamo ad Ame!" cercò una reazione di comprensione da parte
del moro " E' la pioggia del Capo! E' la sua tecnica di sorveglianza,
nessuna può riuscire ad entrare inosservato. Ma non lo
sapeva, Itachi-san?" chiese ancora una volta ingenuamente. La
felicità di essere lì le aveva mandato in pappa
il cervello?
"Mh." replicò di nuovo.
Accidenti.
A quanto sembrava l'essere in quel luogo non l'aveva intontita fino a
quel punto, anche se, a giudicare dagli atteggiamenti del tutto trasformati
rispetto al normale, si sarebbe tranquillamente potuto pensare il
contrario.
Insomma, Kisame non era quella.. quella.. Era tutta un "Andiamo ad uccidere!",
"Vieni che ti grattugio
con Samehada!".
O almeno gli sembrava così.
"Ahhh" sospirò la ragazza. Aveva capito.
Si avvicinò al giovane sotto la pioggia "Itachi-san. Se lei
non vuole venire, va bene lo stesso. Anche se Kisamechan sarebbe molto
felice se l'accompagnasse"
Lo guardò negli occhi, assumendo la miglior espressione da
cucciolo bastonato.
Gli occhi si allargarono e le labbra si corrucciarono.
Itachi non sapeva cosa fare.
A causa dei suoi impegni da ninja di Konoha, non era riuscito ad
affilare le armi contro queste tattiche, che lo mettevano seriamente a
disagio.
Anche se, naturalmente, la sua espressione mutò solo per un
leggero aggrottarsi della sopracciglia.
"Lo faccio solo per la nostra relazione lavorativa."
borbottò, sconfitto.
Con un gridolino di gioia, Kisame afferrò Samehada,
rischiando di far cadere Itachi per lo spostamento di peso, e
lo prese a braccetto, come fosse la sua migliore amica.
"Moviamoci, sennò chiudono i negozi"
Ma erano solamente le
tre del pomeriggio.
Il moro si fece sballottolare come una bambola di pezza, travolto
dall'entusiasmo della sua compagna.
Le porte automatiche finalmente si chiusero, il loro rumore era
comparabile metaforicamente alle porte dell'Inferno che si serravano.
Non lasciando via di
scampo.
1° Piano:
Abbigliamento. Donna.
Itachi riuscì a leggere di sfuggita la
targhetta prima di essere trascinato dentro un negozio.
Aveva ormai imparato da tempo a suoi spese che "The dark moon" era il
negozio preferito di Kisame, infatti non si sorprese quando la cassiera
salutò calorosamente la sua compagna, chiamandola per nome.
Il Venerdì di ogni settimana era diventato il giorno in cui
Kisame si trasformava da pazza assassina, in pazza shoppinara.
E a lui non restava che sedersi nel solito posto, ad aspettare che la
tortura terminasse.
Kisame lasciò il braccio del ragazzo, abbandonandolo
all'istante per seguire la ragazza del banco, Mimi-san se ricordava
bene, che le stava mostrando i nuovi arrivi della stagione
primavera-autunno e lui si diresse con passo sicuro alla solita
poltroncina di colore giallo canarino, che aveva scoperto essere la
più confortevole del negozio.
Sedendosi, notò nell'angolo opposto del locale due nuove
ragazze probabilmente assunte di recente.
Sicuramente due nuove commesse, dedusse Itachi osservandole scambiarsi
bisbigli e sguardi smarriti alla volta della ragazza che stava
mostrando una bella serie di denti aguzzi per la felicità.
Eh, sì, non era da tutti i giorni vedere una persona blu,
alta 185 centimetri, marciare pimpante in un centro commerciale in
pieno centro di Ame con vestiti svolazzanti al seguito.
Già erano un problema in missione, quelle caratteristiche.
Come se non si notassero
quelle piccolezze.
Itachi fissò il tavolino basso di vetro davanti a lui,
indirizzando la sua attenzione alla conversazione tra le due ragazze,
più per abitudine che per altro.
"Ma l'hai vista?"
"Si, non avevo mai visto una cosa simile"
"E la spada?"
"Deve essere pesantissima, chissà che muscol.."
Kisame si gelò sul posto.
L'udito sovrasviluppato da ninja non era sempre una buona cosa.
Fissò con espressione imbarazzata e dispiaciuta la maglia
cremisi che aveva davanti.
Senza farsi notare dalle altre due ragazze, gettò uno
sguardo in tralice al braccio che sorreggeva Samehada, digrignando i
denti e guardandolo in cagnesco.
-Il proprio braccio.-
Ormai aveva imparato a sopportare i commentini sulla sua pelle o sulla
sua altezza, ma ancora non riusciva a mandare giù
la sua fisima per le sue braccia. Naturalmente muscolose per una
spadaccina, ci trovava qualcosa di obbrobrioso, un qualcosa di
irrazionalmente orripilante da bandire dalla faccia della Terra.
Itachi non ci vedeva niente di male, semplicemente i muscoli servivano
per eliminare il nemico.
Nessun nemico: vita felice.
Una vita che stava per diventare molto più pesante, decise
crucciato il ragazzo guardando una Kisame girarsi verso di lui e
regalandogli un sorriso a tutti-denti.
"Itachi-san, mi potrebbe tenere Samehada per un momento, per favore?"
Le fu sufficiente il sospiro rassegnato dal ragazzo, per tornare dalla
capo-commessa che intanto la osservava con aria interrogativa e
riprendeva a parlare energicamente, scegliendo vestiti su vestiti,
tenendoli in bilico con le braccia.
Itachi riuscì a resistere seduto per una buona quindicina di
minuti, un nuovo record, prima di alzarsi ed errare per il negozio,
scocciato per gli sguardi interrogativi, che la gente gli lanciava
passando davanti alla vetrina, da cui era ben visibile la sua
poltroncina.
Era così strano vedere un ragazzo in un edificio per sole
donne? Pensò stancamente, guardando annoiato un completo
lillà, che a suo parere doveva essere carbonizzato dalla
faccia della terra.
Nemmeno avesse voluto entrarci lui, in quel posto.
La mano del ragazzo fu bloccata su una maglietta verde acido e giallo
canarino, che sarebbe sicuramente finita nella sua lista di obbrobri
del mondo, dalla voce eccitata e squillante di Kisame.
"Itachi-saaan!"
Forse faceva ancora in tempo a sgattaiolare via e rinchiudersi in
qualche camerino "Ecco dove siete! Vorrei un suo consiglio su qualche
vestito"
Non avendo più alcuna via di fuga, Itachi si
avviò con le spalle un po' abbattute a riappropriarsi della
solita poltrona, dove avrebbe passato felicemente le prossime due ore.
Se i Kami lo avessero
voluto.
Sprofondando leggermente sui morbidi cuscini, il moro si
apprestò a commentare una lunga sequela di vestiti con degli
annoiati "Uhn", senza prestare la minima attenzione a ciò
che gli mostrava Kisame.
Le prime volte aveva anche provato a fare dei commenti costruttivi, ma
aveva lasciato perdere quando aveva capito che Kisame era quel tipo di
persona che, per quanto tu provassi a spiegarti, non ti ascoltavano
mai.
Almeno in fattore di
abbigliamento, sennò addio missioni.
La gamba destra stava preannunciando l'avvenire di un fastidiosissimo
formicolio, causato dal tenere una posizione rigida per un lungo
periodo.
Era arrivato il tempo di cambiare territorio, pensò deciso e
leggermente irritato il giovane.
Focalizzò lo sguardo su Kisame che criticamente stava
osservando allo specchio un vestitino viola prugna, che cozzava con il
colore della sua pelle.
Ma questo non aveva importanza.
"Ne, Itachi-san, cosa ne dice di questo?"
"E' perfetto. Andiamo." rispose apatico, alzandosi dalla poltrona, dove
era rimasto il segno del suo sedere.
"Ummm, non so. Non crede che mi faccia le braccia grosse?" chiese
osservandosi di lato un braccio, mentre corrucciava le labbra.
"No" doveva trovare un modo di staccarla dal quello specchio, anche se
avesse dovuto usare lo sharingan per farla vedere perfetta.
"Non saprei, mi sembra che mi faccia dei prosciutti per braccia. Forse
era meglio quello bianco di prima."
"Prendili entrambi." replicò, sospirando interiormente.
Tutto, tutto pur di staccarla di lì.
Al costo di dover sopportare le solite lamentele di Kakuzu
quadruplicate per la paga lavorativa della loro compagna interamente
spesa tra i vestiti.
Se c'era una cosa che li metteva tutti d'accordo lì al covo
-Hidan compreso- era quello.
"Itachi! I fondi per la nostra missione sono importanti, non vanno
spesi così alla leggera!" lo rimbeccò, anche se
continuava a guardare languidamente la pila di vestiti, che la
capo-commessa stava ripiegando.
"Ma..." fece una pausa, decidendo che la loro missione era importante
ma qualche vestito non avrebbe fatto la differenza " Se parlerai tu con
Kakuzu, andrà tutto bene" concluse con un sorrisone,
girandosi verso l'altra donna ed esclamando "Li prendo tutti, grazie!"
Non gli aveva nemmeno
lasciato il tempo di rispondere.
Per fortuna era pur sempre Itachi Uchiha, e una qualche importanza,
all'interno dell'Akatsuki, ce l'aveva.
Non gli rimase che aspettare che la compagna pagasse, per seguirla
ricalcitrante, trascinando Samehada e i pacchi.
Perché era lui il ragazzo e il ragazzo doveva portare le
buste, su per la scala mobile dietro a una energica Kisame, che la
percorreva correndo verso il Secondo piano.
2° Piano: Abbigliamento per le occasioni. Donna. Profumeria.
Donna.
Non era uno dei piani preferiti di Kisame, quello.
Quando lei glielo aveva detto, ormai mesi prima, aveva tirato un gran
respiro di sollievo.
Avrebbe dovuto saperlo che non poteva essere così semplice.
Già. A Kisame non piaceva comprare in quel
piano, ma le piaceva passeggiare,
visitare, fantasticare.
Girare a vuoto, in pratica.
La ragazza era già partita nella sua modalità-sogno,
mentre lui trascinava forzatamente Samehada e i pacchi.
Passando attraverso vestiti spumosi, abiti da sera, da sposa, colori
sgargianti di paiette e spacchi stratosferici, arrivò
finalmente all'unico reparto che poteva minimamente interessargli.
Era stato nell'aspettare lei che si era abituato a sostare in quel
posto -e ignorare gli sguardi perplessi delle passanti-: la profumeria.
Appoggiata la spada accanto allo scaffale dei trucchi, che
scricchiolò in protesta, si dedicò alla ricerca
dei nuovi colori di smalto, lasciando la compagna a gironzolare
chissà dove, tra abiti dalla dubbia possibilità
d'utilizzo.
Fissò la teca, soffermando lo sguardo sui colori sgargianti.
Quell'anno andavano di moda.
Non sarebbe stato male rinnovare il look di quel monotono, noioso
smalto viola in dotazione all'Akatsuki.
Passando oltre, il suo sguardo venne catturato dalle
matite per gli occhi.
Indeciso, tirando un'occhiata intorno, allungò una mano a
prenderne una, che si rivelò essere verde scuro.
Tolse il tappo, con assoluta calma, fissando la mina.
Rimise il tappo, decidendo che gli ricordava troppo Zetsu.
Provò di nuovo.
Questa volta il tappo era nero, decorato con delle pagliuzze argento.
Come previsto, anche il colore all'interno appariva analogo.
Lo guardò un attimo, incuriosito, per poi passare la mina
sul dorso della mano, testando il colore.
Portò la mano innanzi al viso, allontanandola, osservando
attentamente il contrasto con la sua pelle pallida, la consistenza, la
leggera sbavatura, la morbidezza della punta.
Guardò di nuovo la matita, portandola ad altezza viso.
Alzando gli occhi, si fissò allo specchio, prendendo una decisione.
Si piegò in avanti, portando i polpastrelli della mano
sinistra sull'occhio destro, a posizionare la palpebra, pronta ad
essere.. colorata?
"Itachi-san!" la voce di Kisame echeggiò per il reparto,
proveniente da dietro le sue spalle.
Sussultò, la matita pericolosamente vicina ad accecarlo.
Balzò all'indietro, scagliando via il prodotto.
Se non ci avesse pensato
lo sharingan a fargli perdere la vista, lo avrebbe sicuramente
fatto Kisame.
Si voltò, il gekkai-kekkai vorticò nei suoi occhi
rabbiosamente, adirato.
Ma, immediatamente, il turbinio si gelò sul posto.
Kisame...Kisame..Non era
più Kisame!
Alzata da terra di ulteriori dieci centimetri per i tacchi a spillo,
Itachi si ritrovò ad altezza seno, enfatizzata la sua quinta
di taglia dal tessuto nero lucido, che aderente calzava sinuosamente,
calcando i morbidi fianchi e accarezzando le lunghe gambe, scoperte da
un abbondante spacco.
Per la prima volta, Itachi si trovò la testa
inspiegabilmente vuota.
"Ne, Itachi-san" Kisame si abbassò ad altezza degli occhi
del moro, valorizzando la scollatura del vestito "Cosa ne pensa?"
Il ragazzo arretrò ad udire la voce calda e bassa della
donna, sentendosi stranamente accaldato.
Gli ormoni dovevano aver iniziato a girare, e girare, molto peggio
dello sharingan.
La donna non si fece per niente fermare dall'espressione persa del
ragazzo e tirandosi su e allontanandosi di qualche passo, per fargli
avere una panoramica migliore del vestito.
"Ed ora?", allungò una gamba, mettendo a nudo più
pelle e rilevando il laccetto del tanga, che portava nei
giorni di riposo.
Si stava divertendo un mondo a giocare a fare la sexy. Di solito non le
capitava mai, ma in quell'abito, sentiva che poteva tutto.
Le nocche delle mani di Itachi erano diventate bianche, che
artigliavano il banco dietro di lui.
La bocca era diventata asciutta e iniziava a trovare
difficoltà a respirare.
" Aspetti, aspetti! Non è finita qui!", il ragazzo si
scansò un po' per riflesso dalla donna che si era
precipitata sui trucchi.
Itachi rimase immobile, sentendo il seno della ragazza sfiorargli il
braccio, mentre smanettava tra i rossetti, prima di fermarsi con un
urletto di gioia e dargli le spalle.
Cosa avrebbe combinato
adesso?, tremò un po' per la trepidazione.
Kisame, appoggiò il rossetto e, ancora di schiena,
raddrizzò le spalle.
Il moro deglutì, sentendosi diventare sempre più
caldo, con il sedere della ragazza in bella vista.
Kisame si girò lentamente, facendo scivolare una mano sul
bancone e chinandosi appena, così da osservare Itachi
leggermente da più in basso.
Il ragazzo fu ipnotizzato dai riflessi del gloss che le labbra di
Kisame mandavano, divenute magicamente più seducenti.
Non aveva mai visto delle labbra così morbide e
carnose, si inclinò leggermente verso di lei.
"Ummm, Itachi" il ragazzo sentì il sospiro caldo di lei
sulla sua pelle, avvampando all'istante, " Cosa ne pensa?"
"Eh.." sospirò, imbambolato.
Avrebbe dovuto parlare, forse?
"Stai.. bene.." continuò, con aria persa, fissandola.
"Dice davvero? Purtroppo costa troppo, e ho già comprato
altre cose" corrucciò le labbra, rendendole ancora
più sexy.
"Ah.. Però.." tentò di connettere, avvicinandosi
ulteriormente. "Se è così, allora.."
"Si...?" gli sospirò sulle labbra, che ormai potevano
sentire il calore, così vicine.
"Puoi.. Posso.. Comprare.." mormorò, quasi sfiorando quelle
della ragazza talmente vicine, ma non ebbe possibilità.
Aveva detto la parola
comprare, ecco cosa gli era costato.
"Davvero!?" Kisame esclamò euforica, rialzando di scatto la
schiena, che Itachi quasi finì per sbattere contro il suo
seno.
"Grazie! Grazie! Grazie!", il moro fu stritolato da un abbraccio
ammazza-ossa, e la sua testa sprofondò tra i seni della
ragazza.
"Allora, vado a cambiarmi. L'aspetto alla cassa", senza neanche degnare
il ragazzo di un altro sguardo, Kisame corse salterellando verso il
camerino.
Itachi rimase un momento interdetto, fissando il vuoto dove, fino ad un
attimo prima, c'era stata la compagna.
Riportò lo sguardo sulle matite per gli occhi, riprendendone
una, e ricominciando tutto da capo.
Tutto pur di togliersi dalla testa quelle immagini, avvampò.
Di nuovo, molto più di prima.
La ragazza sbuffò sonoramente, oltre la porta del bagno, con
un piede sui gradini che avrebbero portato al piano superiore.
Ma quanto ci stava
mettendo!
Uno, due, tre minuti.
E non poteva nemmeno andare avanti, visto che Itachi aveva portato
Samehada dentro al bagno degli uomini.
-Nel caso avrebbe anche
potuto portarsela con sè, e poi quando Itachi l'avrebbe
raggiunta, gliela avrebbe riappioppata-
Non ci sarebbe stato nessun problema, ma il suo compagno a quanto
pareva era ancora un giovane adolescente egoista, ignorante dei bisogni di chi
aveva accanto.
Tipo lei. Se non si sbrigava non avrebbe fatto in tempo ad andare dalla
parrucchiera.
Aveva il vitale bisogno di andarsi a far sfilare quei cosi, gonfi come
mongolfiere, che aveva per capelli.
Si passò una mano in una delle lunghe code che delicatamente
si appoggiavano sulla spalla.
Alla fine, era stressante aspettare qualcuno.
Come capiva Sasori e Kakuzu.
Ma da Itachi non se
l'era aspettato!, pensò un po' stizzosa, era
lui il prodigo nell'Akatsuki.
Perché ci
doveva mettere così tanto!?
"Kisame", la donna si irrigidì un attimo, non si era accorta
dell'arrivo del giovane. Da quanto era lì?
Con un sorriso serafico, si voltò ad accoglierlo, come se
non lo avesse insultato mentalmente per almeno cinque minuti.
Osservando l'espressione leggermente confusa del ragazzo, Kisame si
compiacque che gli uomini erano creature abbastanza stupide da essere
abbindolate.
"Andiamo! Il prossimo piano ci aspetta!" lo trascinò su per
le scale mobili, ignorando la rilassatezza del suo compagno, che di
solito era sempre un fascio di nervi.
3° Piano: Bigiotteria. Specializzato in prodotti femminili.
Bigiotteria.
Era l'unico piano che ad Itachi interessasse, per quanto limitatamente.
Sempre meglio degli altri, comunque, tappezzati solo e soltanto d'abiti
femminili.
Sarebbe stato carino poterci fare un giro tranquillamente, prendendosi
un po' di tempo.. e invece no.
Perché, neanche a dirlo, a Kisame quei negozi non
interessavano.
Come se il fatto che lei, da spadaccina qual'era, non poteva indossare
bracciali e anelli, avesse significato che nessun altro poteva farlo.
In genere il limite massimo di sopportazione della ragazza era dieci
minuti, prima di correre verso il piano di sopra, con lui nelle sue
grinfie.
Gironzolò tra i banchi, tra gli scaffali luccicanti,
tempestati di collane e bracciali -il più dei quali
ovviamente femminili, ma per fortuna qualcosa di un po' più
sobrio c'era-.
Dietro di lui già sentiva la donna scalpitare.
Itachi sembrava fissare una collana.
Era semplice, con il filo in cuoio, decorata da tre ciondoli in metallo
a forma di ciambella.
Fissarla con uno sguardo talmente intenso, tagliente, da lasciar
intuire che sicuramente stava elaborando qualcosa.
Ecco, erano alle solite.
Itachi era davvero uno
shoppinaro terribile, sospirò Kisame.
Sapeva perfettamente cosa vorticava nella sua testa.
Non era come tutte le persone normali, che semplicemente osservavano,
gradivano, provavano, e compravano.
Lui no.
Sarebbe stato troppo facile.
Era molto, molto più terribile.
Seguì con lo sguardo i suoi movimenti, pronta a decifrarli,
il suo portare la mano al mento.
Sembrava solo un pezzo di legno che osservava qualcosa, ma in
realtà c'era molto di più.
Probabilmente stava pensando qualcosa sul genere "Mmh. Qui dice che è
80% argento, ma non sono molto convinto."
Quindi alzò il dito, a sfiorarsi il naso, senza schiodarsi
di un millimetro da quella posizione.
Ecco, quello era l'atteggiamento da "Se non lo fosse probabilmente mi
macchierebbe la pelle. E poi per togliere i segni dovrei chiedere il
latte detergente a Kisame, e non ho voglia di vedere il suo sguardo
accusatore. E se poi mi facesse allergia?"
Lo sguardo del ragazzo si corrucciò lievemente.
Probabilmente era passato al livello successivo, ossia lo studiare gli
effetti cromatici, e la loro intonazione con la divisa. "Troppo rotonda, probabilmente
non sta bene con le nuvolette altrettanto tonde. Quell'idiota di
Deidara dice sempre che si dovrebbero combinare cose opposte per
equilibrare il sistema armonico, e tutto deve essere perfetto.
C'è anche da dire che è stata proprio Deidara a
creare il design per le divise, comprese quelle orribili magliette che
ognuno ha prontamente modificato a suo piacere. Se lei avesse fatto un
lavoro migliore, a quell'ora lui non avrebbe avuto di quei problemi.
Stupida Deidara, e stupida autoproclamata arte. Per
non parlare delle cappe, lei che parlava di armonia.
Rosso acceso su nero. Completamente cacofonico. Sembravano dei bersagli
ambulanti. Sul genere siamo qua, colpiteci! Cento punti chi prende il
centro della nuvola!"
Kisame osservò l'orologio. Certo che quel pensiero era stato
lungo.
Sicuramente stava insultando Deidara, quando lo faceva si mordicchiava
sempre delicatamente l'unghia, attento a non rovinare lo smalto.
Doveva essersi perso in un monologo mentale non da poco.
Avrebbe potuto scriverci un libro, sicuramente sarebbe stata una buona
fonte di guadagno.
Ma eccolo, finalmente passava alla fase dopo, portandosi di tre quarti,
osservando di sbieco la collana. Sicuramente stava pensando "Però è
carina lo stesso. E' pure intonata con lo sharingan, in quanto a forma.
Ma se la comprassi, apparirei come quello che spende i soldi a vanvera.
E io sono il genio, colui che deve fare tutto in modo perfetto. Dio,
che peso essere me stesso. E se Kakuzu si lamentasse? Non voglio essere
criticato, non c'è possibilità che io
possa essere criticato, perché è così
che va il mondo."
Kisame lo vide voltarsi verso di lei, lentamente.
Con quello sguardo diceva "E
va bene, la farò comprare da Kisame. E' sempre colpa sua,
quindi per una volta in più non sarà un problema.
Vero che dici di sì? Dai, dillo, dillo, dillo."
Kisame sostenne lo sguardo, mentre quello di Itachi si assottigliava,
quasi come se volesse ipnotizzarla.
Magari l'avrebbe fatto pure, se non avesse risposto subito all'appello.
"E va bene" sospirò. "Compro io. Vado a chiamare
l'inserviente."
"Un." Itachi tornò alla sua solita espressione tra
l'impassibile e il persa nel vuoto.
Anche se Kisame, con anni e anni alle spalle di esperienza, poteva
capire che era felice e soddisfatto.
Perso nella felicità del momento, mentre
stringeva al petto il pacchettino rosa fucsia che conteneva la
più perfetta collana che avesse mai visto, non
si rese conto che la scala mobile li aveva lasciato su quel piano.
Senza farci caso sorpassò la targhetta che recitava:
4° Piano:
Biancheria, Intimo. Donna. Gadget per coppia. Donna.
Ma presto si ridestò dalla sua valle di
felicità, quando percepì la sgradevole sensazione
di essere osservato. Insistentemente.
Itachi alzò gli occhi dal pavimento.
Gli ci volle un po' per adattarsi alla luce più fioca del
piano-per rendere l'atmosfera del posto-, ma subito si rese conto che
oltre la vetrina alla sua destra spiccavano un delizioso corpetto nero
di pelle in perfetto stile Domitrix, con manette e frustino allegato.
L'altra vetrina del negozio era oscurato.
Un brivido, non bene identificato, percorse la schiena di Itachi.
Quel...quel posto era
disgustoso!, pensò arrossendo, anche se sembrava più
un disperato tentativo di autoconvincimento che altro, la
sua mente che ripercorreva l'esperienza del secondo piano.
Non era il momento di ripensare a quelle cose. Avrebbe avuto tutto il
tempo quando fossero ritornati al covo. In camera sua. In privato.
Non sotto a più sguardi, alcuni tra il sorpreso, altri il
divertito e l'imbarazzato, Itachi percepì chiaramente uno
pure indignato.
Ma come si permettevano!,
fermò le lunghe falcate che lo avevano allontanato dal Sexy
shop Mille in una notte.
Kisame osservò incuriosita il suo profilo, cercando di
leggere cosa stava passando per la testa al suo giovane compagno.
Di sicuro si sarebbe accorta di cosa stava succedendo al ragazzo, se
non fosse stata così incentrata sul suo desiderio di
comprare e curiosare e comprare.
Ma al momento poteva solamente captare qualche pensiero di Itachi.
Tipo: "Non è
colpa mia se sono un uomo. No, anzi è tutta colpa loro che
hanno una mentalità così chiusa! Dov'è
il problema se io sono più bello di una donna? Se ho lunghi
capelli piastrati e curati con i migliori shampi in circolazione? Le
ciglia lunghe aiutate solamente un po' dalla matita?! La carnagione
chiara da principessa? E il colore orribile di quello smalto non era
stata una sua scelta, ma era per il lavoro."
E stava bofonchiando qualcosa tipo, "Se io sono stato così
coraggioso da uccidere tutto il mio clan, volete che non lo
sia per entrare in un negozio di sola biancheria femminile!?",
quando Kisame decise che non aveva poi così tempo per fare
da babysitter al suo compagno.
Avrebbe avuto tutto il tempo al covo, dopo aver provato tutti le
combinazioni di vestiti, naturalmente.
Itachi osservò un po' risentito la donna che si diresse
saltellando, fregandosene dei suoi problemi, verso una vetrina
illuminata da neon blu e arancioni.
Avvicinandosi borbottando, i suoi occhi furono colpiti dall'intricato
disegno di fiori e piante che decoravano il davanti di un intimo nero,
semitrasparente.
Voltò lo sguardo di scatto verso gli occhi di Kisame, che
sbrillucicavano eccitati davanti alle mutandine.
Non aveva intenzione di
comprarle,vero?
Non che si imbarazzasse, lui era il grande, stoico Itachi
Uchiha.
Non si sarebbe scomposto davanti a quell'articolo.
Ma se Kisame l'avesse volute provare? Conoscendo il suo modus operandi,
lo avrebbe fatto di sicuro.
Come un lampo, gli balenò in mente il corpo della donna, che
sotto a quel seducente vestito nero, lasciava intravvedere quelle
mutandine.
Si avrebbe visto tutto il dav...
"Itachi-san?", Kisame si girò senza spostare le sue mani dal
vetro della vetrina, e scorse le spalle rigide del ragazzo, che
velocemente si dirigevano verso il piano superiore.
"Mi aspetti!!"
Questa volta, non sarebbe andato al bagno, pensò un po'
stizzoso Itachi.
5° Piano:
Parrucchiere, Manicure, Estetista. Specializzazione Donna.
Fu quasi un sospiro di sollievo il vedere la targhetta che
presentava il prossimo piano.
Gli ci voleva davvero, per rilassarsi.
Per poter, finalmente, riprendere fiato come si doveva.
Cosa c'era di meglio rispetto ad un massaggio alle erbe riedificanti al
cuoio capelluto?
Molto meglio quello che una seduta da un psicologo, era poco ma sicuro.
Continuò a trascinare Samehada, ormai lo faceva per
riflesso, incollata addosso come se fosse la sua ombra.
Le ragazze che lavoravano su quel piano li conoscevano bene, ormai da
tempo.
Avevano persino imparato ad ignorare le storie -un po' splatter- che
raccontavano quando, troppo rilassati dalla seduta, se le lasciavano
scappare, catalogandoli come fanatici di film horror, o qualcosa del
genere.
Meglio così.
Se solo fossero state un po' più sveglie -non potevano
pensare che dei criminali di alto livello andassero da loro a farsi i
capelli-, di sicuro avrebbero catturato in tre minuti il famoso
sterminatore del clan Uchiha.
Quello era l'orario perfetto per andare a recuperare tutte le dure ore
perse sul campo di lavoro, visto che praticamente non c'erano altri
clienti che loro.
Appena entrati, furono subito accolti da un caloroso "Benvenuti",
frammentato da qualche "Kisame-chan" e "Itachi-kun".
Subito un giovinetta si avvicinò, pronta a scortarli dalle
loro parrucchiere di fiducia, che prontamente terminarono la loro
pausa, per andargli in contro.
"Buongiorno, Sasaki-san", salutò cortesemente Itachi la
giovane donna dai lunghi capelli castani
"Salve, Itachi-kun. Come è andato il tuo ultimo viaggio di
lavoro?", disse facendolo accomodare alla sua postazione di
lavoro.
"Un, abbiamo avuto qualche interferenza, ma abbiamo subito eliminato il
problema"
"Ah, capisco"
"Kisame-chaaan!" Kisame fu interrotta dalla sua descrizione delle
città del fuoco da una donna pienotta, che subito
l'abbracciò.
"Suzuki-chan!"
"Da quanto tempo! Allora cosa facciamo oggi? Colore?"
"Non me lo dire! Ho provato in mille modi a convincere il mio datore di
lavoro, ma non ne vuole sapere! Quel maledetto feticista dei piercing!"
"Allora solita sfilata?"
"Si, guarda non ne posso più di questi capelli che si
gonfiano ad ogni cambio di umidità"
"Cosa ci si può fare, ne hai una cascata"
"Non cambia il fatto che sono orrendi" borbottò imbronciata,
sedendosi accanto ad Itachi al lava-testa.
Mentre Kisame chiacchierava allegramente sui piatti tradizionali dello
stato della nebbia, Itachi si trovava in un stato di completa
beatitudine.
Di tanto intanto, inclinava la testa per prolungare il massaggio in un
dato punto, mentre le dita esperte applicavano la giusta pressione con
movimenti circolari.
Solamente per quel motivo, Itachi si faceva trascinare da Kisame per
quel viaggio negli inferi delle donne.
E pensare che la prima volta era stato molto scettico di far mettere le
mani di quelle donne sui suoi preziosi capelli, e invece ora si stava
sciogliendo, la sua mente inebriata dal profumo del secondo shampoo che
Sasaki-san stava abilmente applicando.
Ne era sicuro, se mai avesse dovuto cambiare lavoro, avrebbe fatto il
shampista.
Nel frattempo Kisame si era già accomodata sulla
sedia della postazione di Suzuki, che armata di forbici e pettine si
stava adoperando nel sfoltire la massa di capelli che era Kisame.
"Allora come ti va nell'ultimo periodo?" domandò Kisame
spostando i capelli da davanti gli occhi per creare uno
spiraglio di luce.
"Naa, niente di che. Mia madre si è sentita male, ma niente
di grave per fortuna. Sasaki, mi metti a riscaldare la piastra?"
"Si, certo. Allora Itachi-kun, facciamo il lavoro dell'altra
volta?"
"Un"
Mentre la ragazza castana si allontanava un momento per attaccare la
piastra e chiamare le aiuto-manicure, Itachi fissò di
riflesso allo specchio la sua compagna che amabilmente parlava di nuovi
trend di colori con la parrucchiera, che le stava phonando i
lunghi capelli blu.
Come era diversa dal campo di battaglia, assetata di sangue con i denti
aguzzi ben in vista.
"Eccoci Itachi-kun!" esclamarono in coro due adolescenti, che portavano
in braccio tutto il necessario per la manicure e creme varie.
"Tenga la testa indietro e le mani in vista", non gli dava
una sensazione piacevole essere esposto a quel modo, ma per i capelli e
la manicure questo ed altro.
Itachi rilassò il collo sulla morbida poltrona, mentre una
ragazza applicava sul viso una crema esfoliante e massaggiava
delicatamente.
Il ragazzo avvertì l'odore dell'acetone che stava
sciogliendo l'orribile smalto sulle sue sacre unghie.
Sapeva bene quale erano le prossime fasi, ormai le aveva imparate bene.
Per le unghie, Nobuko-san avrebbe pulito la base e tolto tutte le
pellicine attorno con gli appositi utensili, poi avrebbe steso una
strato di gel e subito dopo il colore, quindi un altro strato di gel.
In seguito gli avrebbero asciugato il colore entro la macchina
apposita, che gli creava un leggero formicolio, ma per il bene delle
sue mani, poteva sopportare anche il più atroce dei dolori.
Infine, la parte che gli piaceva di più.
Prima di tutto la crema per ammorbidire i polpastrelli e l'applicazione
dei tre brillantini che formavano un elegante mezzaluna sulla parte
destra dell'unghia.
Purtroppo qualche volta li lasciava attaccati sulla faccia del nemico
in seguito ad un pugno più vigoroso degli altri, ma a parte
il disappunto del momento, si consolava subito pensando che presto li
avrebbe risistemati.
Tutta quell'operazione prendeva
un po' tanto tempo, ma non era un
problema. Infatti mentre si faceva fare le unghie, i capelli
assorbivano la mousse ricostituente e venivano applicate altre tre
maschere che rendevano la sua pelle liscia e lucente.
Anche se non ce n'era propriamente bisogno, visto che la sua pelle era
sempre morbida e vellutata, pensò osservando Kisame che
finiva di farsi piastrare i capelli, che avevano acquisito almeno tre
centimetri di lunghezza e le ricadevano setosi ai lati del viso.
Bha, avrebbe aspettato, pensò reclinandosi sul posto a
godersi del massaggio al cuoio.
Ancora dovevano asciugargli i capelli e ridargli una spuntatina, senza
parlare che il lavoro alle unghie era solo a metà.
In fondo era una piccola vendetta per averlo trascinato per i primi
piani di quel centro commerciale per solo donne.
6° Piano: Ristorante, Pasticceria.
Dopo tre ore ad aspettare che Itachi finisse il
suo benedetto trattamento, e aver pagato con la carta d'emergenza
dell'Akatsuki -senza
voler sapere il prezzo finale-, senza ombra di colpa
alcuna, misero piede al sesto e ultimo piano.
Il sesto piano.
Il piano del peccato.
Infatti lì si trovavano i ristoranti e le pasticcerie
più buone dell'intera Amegakure.
Anche se solitamente erano meta di coppie, si trovavano anche gruppi
d'amici.
Probabilmente quel piano era nato per dare sfogo al senso della gola,
che le donne hanno per le cose dolci e carine, ma presto si era
trasformato in punto di ritrovo anche per individui del sesso maschile,
che prendevano l'ascensore direttamente per l'ultimo piano.
Lì Itachi si sentiva un po' più tranquillo
attorniato, dal suono di voci maschili intorno al tavolino, finemente
decorato con pizzo, che condivideva con Kisame.
Ogni volta ordinava dango, refrattario a tutte le altre torte che erano
talmente perfette che sembravano uscire da un giornale, ma quel giorno
era destinato ad un terribile, crudele destino, si rese conto
nell'arrivare con lo sguardo ad un'insegna appesa dietro la vetrina.
Insegna minuta, quasi invisibile se non ad un occhio attento, ma che a
lui parve immensa, terrificante.
Come se coprisse l'intero repertorio di dolciumi, il negozio, il centro
commerciale, il mondo
intero.
Li avevano finiti.
Avevano finito i Dango!
Kisame si era naturalmente accorta del cambiamento di espressione del
moro, non era cosa da ogni giorno vedere un Itachi bianco
più del solito, con gli occhi sgranati. Sgranati.
La ragazza cercò di comprendere la causa di tale cambiamento
assottigliando gli occhi per scorgere oltre la vetrina, abbassandosi al
livello del ragazzo.
"Ne, Itachi-san. Io non vedo niente di strano. Anche se indica non vedo
niente", il suo mento fu catturato da una movimento veloce che le fece
girare la testa fino ad avere davanti gli occhi l'insegna.
Cercò di mettere a fuoco la scritta e con uno sguardo di
realizzazione, lasciò uscire un "Oh".
Subito Itachi si volse per guardare di sbieco, Mangekyo sharingan in
funzione.
Come si permetteva di non prendere sul serio quel suo grandissimo problema?
Kisame con un sospiro ridrizzò la schiena, mettendo una
buona distanza di venti centimetri di altezza, sospirando.
"Itachi-san, per una volta non le farà male cambiare. Guardi
quanti bei dolci ci sono nel menù" indicò il
menù che era attaccato alla vetrina.
"No" rispose glaciale il moro, senza neanche a girarsi verso
le altre torte.
"Suvvia, non faccia il bambino. Non è possibile che non ci
sia niente che le possa piacere"
"No"
Le stavano iniziando a dare sui nervi come non mai, quelle risposte
monosillabiche, che erano un classico pattern del suo compagno.
"Allora andrò da sola. Lei stia pure qua fuori ad
aspettare", girò sui tacchi e a passo sicuro
entrò nel negozio.
Se credeva che l'avrebbe seguita era una stolta, pensò
Itachi abbandonando pacchi e pacchettini, davanti al negozio
e si allontanò d'umore nero dalla vetrina verso l'ascensore,
Samehada sempre al seguito.
Non voleva rischiare una vendetta da parte di Kisame per aver osato
abbandonare la sua preziosa arma.
Non fece neanche in tempo a premere il bottone per chiamare
l'ascensore che fu catturato per la collottola e quasi senza toccare
terra trascinato all'interno della pasticceria.
In quei momenti odiava profondamente la forza di Kisame.
Lasciato da solo a sedere mentre Kisame era andata a recuperare le
buste dei vestiti, fissò in cagnesco il menù dove
erano descritte tutte le torte del negozio, pensando che l'una
più dell'altra facevano schifo.
Se lo sognava Kisame che avrebbe scelto una tra quelle orribile masse
di grasso e zuccheri, al contrario dei suoi buonissimi, salutari dango.
Se Itachi si accorse del ritorno della sua compagna non lo diede a
vedere, troppo preso a dare a fuoco con lo sguardo al menù e
al tavolino, oppure semplicemente volendole fare una ripicca.
Sentì chiaramente il sospiro della ragazza, ma non
alzò lo sguardo, era tutta colpa sua, e lui era famoso per
la sua stoicità, non le sarebbe venuto in contro, non voleva
perdere la faccia di uomo-capo del gruppo.
Kisame, ignorando il suo compagno decise che la cosa non le poteva che
toccare di meno e che non era un suo problema, che Itachi andasse a
risolverlo con lo psicologo dell'organizzazione.
Non era poi tanto sano fissarsi così su una cosa insulsa.
La ragazza non dovette sopportare per molto tempo l'atmosfera pesante
venutasi a creare che arrivò la torta che aveva ordinato
all'entrata.
Era una bellissima torta, pensò leccandosi le labbra e inforcando la forchetta
come un'arma.
Era perfetta, come se fosse uscita da un manga.
I quattro strati erano perfettamente simmetrici.
Sopra a quello più basso di pan di spagna si ergeva uno di
crema bianca e poi uno di crema rosa e in fine un altro bianco.
Nello strato mediano, delle fragole perfettamente tagliate simmetriche
si alternavano, per poi ripetersi al top della torta, solamente questa
volta intere.
Non sapeva come Itachi non poteva godersi di quella beltà,
pensò avvicinandosi al tavolo, dove il seno fu spiaccicato
mettendolo ancora più in mostra e scoprendo più
pelle del petto, grazie alla maglietta tesa verso il basso.
Seno che era in linea d'aria con lo sguardo sempre basso del ragazzo,
che lo aveva alzato leggermente per vedere cosa stava facendo la sua
compagna.
Itachi sentì ancora la spiacevole sensazione delle orecchie
andare a fuoco, non aveva mai notato che Kisame aveva la pelle
leggermente più chiara in quel punto e piccole venuzze blu
erano visibili al di sotto della pelle.
"Ne, Itachi-san, è sicuro che non vuole provare questa
bontà?"
Itachi come se fosse stato accusato alzò di scatto la faccio
che si fissò su quella di Kisame, che aveva allungato la
forchetta fino ad arrivare davanti alla sua bocca.
Era imbarazzatissimo, già sentiva lo sguardo della gente
vicino, che mormorava, e qua e là risuonava la parola coppia e le
risatine delle ragazza più giovani.
Il ragazzo aprì la bocca per rifiutare ma Kisame fu
più veloce e gli ficcò la forchetta in bocca,
quasi strozzandolo e costringendolo a deglutire.
"Allora, non era così male?" chiese con la faccia di chi sa
che aveva ragione.
Itachi non era mai stato imboccato prima d'ora, neanche sua madre lo
aveva fatto.
A loro pericolo gli avevano dato in tenera età un cucchiaio,
e per quanto lo avessero ripreso, aveva continuato per mesi e mesi ad
usarlo per fare la catapulta sulla faccia del fratello con il cibo,
invece di utilizzarlo come posata. Sasuke puntualmente era scoppiato in
un pianto disperato, che sua madre cercava di calmare, mentre suo padre
liquidava il fatto, asserendo che doveva imparare a mangiare da solo
per non diventare una mammoletta.
Con il senno di poi non
era stata proprio una genialata della sua famiglia, doveva ammetterlo.
Ma questa non era la stessa situazione della sua infanzia.
Con le nocche sbiancate osservò Kisame che raccoglieva
l'ultima crema -bianca-
sul piatto per poi portarla alla bocca, e leccare il dito con sguardo
paradisiaco.
Non ce la faceva
più.
Ancora una volta, l'ennesima,
si sentiva andare a fuoco, il sangue pulsava violentemente nelle
orecchie.
Tentò di ignorare tutti i piccoli brividi che percorrevano
la parte bassa del suo corpo.
"Oh, Itachi-san! Gli è rimasta un po' di torta qui",
allungò il braccio e delicatamente asportò il
residuo della torta, sfiorando le labbra calda del moro.
Si portò rapidamente il dito davanti alla bocca e con un
sorriso gli diede una leccatina, ripulendolo di ogni traccia.
Itachi corse con una scatto lontano dal tavolo, scontrandosi con
qualcuno che usciva dal bagno, ignorandolo lo sguardo incuriosito che
gli lanciava dietro.
Si ficcò dentro un loculo, sedendosi sul cesso e
appoggiando stancamente la fronte calda sulla separazione fredda.
Voglio seppellirmi sotto
sette metri di terra, pensò con un sospiro.
Dopo essersi assicurato che tutto nel suo corpo fosse al posto giusto,
e soprattutto tranquillo
e addormentato, uscì lentamente dal
bagno, assicurandosi che nessuno l'avesse visto o sentito, e con passo
disinvolto tornò al tavolo dove sperava che Kisame l'avesse
aspettato.
Ma girato l'angolo, si fermò di blocco, un brivido percorse
la schiena.
Kisame non era da sola,
c'era un'altra persona.
Una ragazza.
Dai capelli biondi con un'assurda coda a samurai.
Deidara.
Non si sentiva abbastanza in energia per affrontarla, dopo tutto quel
che gli era successo.
Con passo funebre si avvicinò al tavolo, subito salutato
dalla sua compagna, come se nulla fosse accaduto, o almeno sperava, e
da uno sguardo malizioso di Deidara.
Malizioso?
Come un fulmine a ciel sereno, gli parve di ricordare che la persona
con cui si era scontrata aveva i capelli biondi ed era una ragazza.
Era Deidara!
Itachi era sicuro che lo avesse seguito dopo averlo riconosciuto.
Oh, Kami. No!,
pensò terrificato, mentre all'esterno osservava totalmente
calmo la discussione tra le due donne.
No, di sicuro stava esagerando le cose. Deidara semplicemente era
tornata al suo tavolo a strafogarsi di dolci perché Sasori
non la filava di striscio, e
non lo aveva seguito, si autoconvinse il ragazzo scostando
una sedia per sedersi.
E poi era troppo stupida, per anche capire qualco.., si bloccò inchiodato
dallo sguardo torbido e malizioso della ragazza, che lo guardava
intensa, con un sfondo sadico.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Itachi sentì un sudore
gelido che gli bagnava la schiena.
Lei sapeva.
Grazie
a tutti
Saeko no Danna: (Rika) Povero
Hidan XD Devo dire che non lo inividio affatto.. ma in fondo
è luic he se le cerca. Insomma, quando mai gli
ricapiterà di trovarsi in un Ryokan con Kakuzu?
Probabilmente mai. Ed è una contraddizione
continua..^^° Occasione sprecata, oserei dire, in modo
disastroso. Grazie per i complimenti!^//^
(Happy)
Grazie dei complimenti fanno moltissimissimo piacere^.^
Mentre si scriveva sentivo i lamenti-risate di Neko-chan
perchè stavo/ si stava martoriando il suo Hidan, molto
più del previsto. Ma che godura*w* Non che detesti quel
personaggio, anzi mi fa allegria, ma è così
stupido, ma stupido che non si può non
maltrattare. Credo di avere una piccola vena sadica in me, che bello
^///^ Bhè, si doveva rendere umana Kakuzu alla fine, e
quindi ecco qua la nota dolente della racchia, anche se in
realtà è una bella donna, particolare ma il
fisico ce l'ha per forza, essendo un ninja e potendo cambiare le parti
a piacimento. Più o meno >.>° Tipo lei
che va al mercato degli organi e sceglie una taglia di seno diverso a
settimana (anche se NON crediamo che vadino così le cose,
quanto più che il corpo di base sia il suo), è
comunque divertente l'idea.
nueblackcrwfriend: (Rika)
Grazie!^__^ Certo che è JiraiyaXD Siamo andate a
riallacciarsi a quell'episodio, che sinceramente non ricordo quano
c'è stato..^^° Diciamo che, nel realizzare la scena,
è venuto naturale ripensare a lui ed inserire questa
citazione XD
(Happy) Brava a
capirlo. Certo non poteva che essere Jiraiya a fare casini, lui
è dappertutto *w*
Amaranth93: (Rika) Konan,
Konan.. ma ormai manca poco XD Qualche settimana e vedrai tu stessa ^o^
Ma in fondo non è difficile da capire, visto che abbiamo
già cambiato di sesso a tutti XD Gli anelli noi li ordiniamo
su internet, così come i coprifronte e vari accessori (a me
serve anche la collana, anche se penso che lascerò perdere
il coprifronte, visto che Hidan l'ha scordato per un buon 50% dei
capitoli. Dipende dal prezzo). le cappe le stiamo cucendo in questo
periodo. Le vendono su ebay, ma non ci paice come sono realizzare, e
così preferiamo fare tutto noi.. Abbiamo già
finito i pantaloni*O* Cosplay a Venezia? Se lo fate chiamateci, ci
aggiungiamo volentieri!
(Happy) Oh,
allora siamo di famiglia, che bello!^///^ Ma si è visto cosa
aveva sotto Konan? Mi pareva di no. Alla fine ho trovato il tessuto per
fare la maglia a rete, e fortuna delle fortune riesce a smagrire pure!
Che bello! Come mai ti interessa tanto Konan e il suo capitolo?Tanto
per curiosità. Naturalmente abbiamo già l'idea
base, ci rimane solamente da scriverla, anche lui verrà
tartassato a non finire, eheh*W* Comunque prima o poi
verrò a Mira visto che sono stata solo a Venezia, Mestre e
Chioggia e visto che il posto da te è pure un pò
desertico ci potremo trovare e fare video con noi vestiti da cosplay.
Sarebbe bellissimo. Abbiamo già in progetto alcune scene, ma
più siamo meglio è.^.^
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