In dreams we enter in a world that's entirely our own

di HermioneHerondale99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regali di compleanno ***
Capitolo 2: *** Incubi ***
Capitolo 3: *** Sogno o realtà? ***



Capitolo 1
*** Regali di compleanno ***


Capitolo 1-Regali di compleanno

Hermione stava sognando, o almeno, credeva di stare sognando.
Non aveva ancora capito che quel “sogno” sarebbe stato solo l’inizio di un’avventura che le avrebbe  scombussolato la vita.
Hermione correva per i corridoi,  aveva sentito una voce gridare aiuto e era corsa subito verso quella voce che sembrava in pericolo.  All’udire di quel grido Hermione si sentì il cuore stretto in una morsa dolorosa, era una voce piena di dolore, come se fosse sul punto di mollare, di cedere, come se stesse lottando da ore, giorni, anni.
“Aiuto! Vi prego aiutatemi!” Hermione si girò di scatto, sentendo la voce provenire da dietro le sue spalle. Corse verso il bagno di Mirtilla Malcontenta, trovandolo allagato, come solito.
Entrò senza farsi problemi trovando Mirtilla vicino a una sagoma di un ragazzo steso a terra.
“penso sia morto” disse Mirtilla ridacchiando. Hermione sbiancò e si avvicinò con cautela.
Accanto al ragazzo c’era un libro, tutto zuppo d’acqua. Hermione lo prese e lo sfogliò per il nome del proprietario. Sul retro del libro c’era scritto: “T.O.Riddle”.
Alla vista di quelle parole, Hermione indietreggiò, spaventata, lasciando il libro cadere a terra.
“no.. non di nuovo..” sussurrò lei avvicinandosi al ragazzo steso a terra.
Il ragazzo era alto, con dei capelli scuri e lisci, ben pettinati nonostante l’acqua a terra a scompigliarglieli. Aveva la carnagione chiara, troppo chiara, era quasi pallido, aveva dei lineamenti austeri e ben definiti. Era molto bello.
Le cadde l’occhio sulla divisa, zuppa. Vide il simbolo dei Serpeverde spiccare sul petto. Hermione non si ricordava di averlo mai visto. “Forse” pensò tra se “è un nuovo studente, oppure non vuole farsi vedere”.
Gli scrollò le spalle delicatamente, in quel momento il ragazzo spalancò gli occhi verdi petrolio guardandola.
Hermione si svegliò di scatto, in preda al panico. Aveva appena sognato il signore oscuro prima che diventasse tale.
Si passò una mano tra i capelli. Perché aveva visto un giovane Tom Riddle svenuto nel bagno di Mirtilla?
Voldemort era stato sconfitto ormai da mesi..
Aveva paura non fosse così? Beh.. probabilmente, chi non ne aveva?
Hermione si alzò decidendo di fare una doccia per scacciare via i pensieri. Infatti fu così.
“Hermione! Ti stavamo cercando da mezz’ora.. dov’eri finita?” la piccola, ormai non tanto piccola, di casa Weasley si era precipitata incontro ad Hermione mentre stava scendendo le scale che collegavano la Sala Comune e la camera dei Prefetti in cui alloggiava la strega.
“Ginny! Sono stata fino ad adesso in camera”
“ma ho bussato varie volte..”
“si vede che ero sotto alla doccia, scusami”
“tranquilla, ora vieni con me” detto questo, la piccola Ginny si incamminò verso il ritratto per uscire e dirigersi verso il portone che da su un giardino.
“Ginny, si può sapere dove mi stai portando?” chiese Hermione bloccandosi e facendo fermare anche Hermione dietro di lei.
“perché ti sei fermata? siamo arrivati?” chiese impaziente la strega riccia alla sua amica dai capelli color del fuoco.
“chiudi gli occhi, Herm”
“perché?  Cosa non devo vedere, Gin?”
A quel punto la rossa sbuffò oscurandole la vista con una benda.
“Ti hanno mai detto che fai troppe domande?” disse Ginny prendendola per la mano e conducendola verso il centro del giardino.
Hermione ridacchiò lasciandosi trascinare dalla sua amica.
Ad un tratto Ginny lasciò la sua mano per poi posizionarsi dietro di lei e dirle “okay Herm, siamo arrivate. Ora ti tolgo la benda ma non aprire gli occhi finché non te lo dico”
La riccia ridacchio “va bene capo”
La Weasley le tolse la benda e si allontanò da lei. “ora puoi aprirli” disse. Ed hermione fece come le era stato detto.
Quando aprì gli occhi rimase senza parole, cosa che non le succedeva spesso, alla vista di quello che le avevano fatto i suoi amici.
Davanti a lei c’erano Harry e Ron che tenevano in mano una torta, Ginny affianco a loro che sorrideva, Neville e Luna dietro con uno striscione in mano con su scritto “Alla migliore strega di tutta Hogwarts, all’amica più sincera e più simpatica di tutta la scuola vogliamo dire semplicemente AUGURI! +18”
Hermione non poteva che essere più felice, se lo erano ricordati alla fine.
“Herm? Ci sei?” disse Ron guardandola.
“io.. si.. grazie ragazzi, è il più bel regalo che abbia mai ricevuto”
“Mione pensi sia solo questo?”
“avete fatto altro?” chiese Hermione stupita rivolgendosi al suo migliore amico dai capelli corvini.
“mancano ancora i nostri regali! Ora vieni qui, esprimi un desiderio e spegli le candeline”
La festeggiata si avvicinò ai suoi amici sorridendo e spegnendo le candeline. Subito dopo scartò i regali fatti dai suoi amici. Luna le regalò  uno strano cappello che avrebbe dovuto proteggerla da una rara specie di Gorgosprizzi, Neville le regalò un libro sulle erbe curative che si trovano nei dintorni di Hogwarts, Ginny le regalò un vestito color rosso fuoco per il ballo di Halloween. Era uno dei vestiti più belli che Hermione aveva mai visto. Aveva un profondo scollo sulla schiena che gliela scopriva, un corpetto a cuore con qualche pietra ricamata sopra, e una gonna morbida che scendeva sino ai piedi.
Ma il regalo migliore glielo fecero Ron ed Harry. Le regalarono un libro che cambiava a seconda dei gusti del lettore. Che ogni volta che lo finivi, ricominciava con una nuova storia. Però questo libro andava trattato con cura, perché sennò potevano succedere cose davvero sgradevoli.
Quella sera Hermione decise che avrebbe iniziato il libro regalatole da i due suoi migliori amici per scoprire come fosse.
Appena iniziò a leggere una luce bianca la avvolse, facendola addormentare immediatamente.
Hermione si ritrovò per terra, tra i corridoi di Hogwarts. Si mise subito in piedi, guardò dritto davanti a se e sentì una voce provenire dalle sue spalle.
“sei arrivata, finalmente”
Hermione non riuscì a girarsi, era paralizzata.
Quella voce. Quella dannatissima voce.
Riuscì a girarsi, e guardò in quelle due pozze color verde petrolio.
“saprai già chi sono. Ma comunque mi presento. Sono Tom, Tom Riddle”

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Capitolo 2
*** Incubi ***


Capitolo 2-incubi
Era come pietrifica, non riusciva a fare nulla meno che continuare a guardare i suoi occhi che si avvicinavano ad ogni passo fatto dal proprietario.
D’istinto, Hermione indietreggiò, spaventata, e Tom si fermò.
“che.. che ci fai qui?” disse la ragazza.
“non mi dici neanche chi sei? Pensavo fossi educata” disse inarcando un sopracciglio il ragazzo.
“perché dovrei esserlo con te?”
“ascolta, io non sono Voldemort” disse guardandola serio in viso.
“non ti credo” rispose prontamente lei.
“fa come ti pare, ma ascoltami” sbuffò lui.
La ragazza non poté fare altro che eseguire quello che il giovane Tom Riddle le aveva appena detto.
“ti ricordi il sogno che hai fatto questa notte?”
“si, c’eri tu, svenuto nel bagno di Mirtilla Malcontenta”
“e avevo vicino il mio diario, ricordi?” la riccia annuì e allora Tom continuò “saprai già che quello non è più un Horcrux, da quanto, al secondo anno, il tuo amico l’ha distrutto. La mia anima sarebbe dovuta scomparire ma invece si è spostata in un altro libro, quello che hai tu ora” all’udire di quelle parole Hermione sbiancò pensando subito di sbarazzarsene appena fosse tornata.
“so a cosa stai pensando. Non puoi sbarazzarti di questo libro” disse lui serio incrociando le braccia al petto e fissandola con uno sguardo duro e impassibile.
“e perché non potrei?” domandò prontamente lei.
“succederebbero solo cose sgradevoli”
“non mi importa, non voglio più avere questo libro! Non voglio avere niente a che fare con te! Tu sei morto!” disse lei presa dall’ira.
Tom rise, non era una risata normale. Era piena di amarezza.
“più cercherai di liberarti di questo libro, più esso dovrà rimanere con te, pertanto anche io” disse fissandola negli occhi.
Sotto quello sguardo Hermione vacillò, probabilmente quello che le stava dicendo era vero, ma lei non voleva ugualmente crederci. Avrebbe trovato il modo di sbarazzarsi di quel libro, costi quel che costi, si sarebbe sbarazzata una volta per tutte di Tom.
Anche se avesse dovuto subire qualunque cosa le avresse potuto fare quel libro.
“sei una stupida, Granger, ti farai del male da sola, e soprattutto non otterrai nulla, solo dolore. Ma fai quel che vuoi, non sono nessuno per dirti cosa devi e cosa non devi fare” disse con un tono privo di qualunque emozione.
Hermione lo guardò, senza pensarci due volte chiuse gli occhi e cercò intensamente di ritornare alla realtà. Alla sua realtà.
Quella dove Voldemort era morto da mesi, quella in cui niente di quello che il giovane Riddle le stava dicendo era vero.
Pensò intensamente ai suoi migliori amici, a Ginny, a Neville. Si.  Pensò anche a Malfoy. Avrebbe pensato a qualunque cosa pur di svegliarsi da quell’ incubo assurdo dov’era capitata.
Tutto iniziò a girare e farsi scuro, offuscato. Riuscii solo a sentire la voce chiara e nitida di Riddle che le disse che si sarebbero visti molto presto, poi si ritrovò nel suo letto, seduta in preda al panico.
Sentii un peso all’altezza della pancia e guardò verso quel punto. Lì vide il libro, aperto a metà.
Hermione si alzò di scatto e chiuse il libro con forza. Aprii il baule e tirò fuori tutto quello che aveva dentro per mettere sul fondo il libro che i suoi migliori amici le avevano regalato per poi coprirlo con tutto ciò che aveva appena tolto da esso.
Lo chiuse con forza e poi sospirò chiudendo gli occhi. Erano solo le sei di mattina. Riaprii gli occhi e guardò fuori dalla finestra. Il sole iniziava a splendere nel cielo con i suoi timidi raggi che si intrufolano nelle finestre delle camere per posarsi sui visi ancora addormentati dei giovani per svegliarsi con un leggero saluto. Hermione sorrise e andò in bagno per farsi una doccia rilassante per cercare di dimenticare quel sogno strano appena fatto.
In parte ci riuscì e , più serena, scese in Sala grande e si sedette al tavolo dei Grifondoro per aspettare i suoi amici, i quali non sarebbero scesi prima di un quarto d’ora abbondante.
Infatti mezz’ora dopo due chiome rosse e una corvina le si avvicinarono sedendosi anche loro al tavolo.
“’giorno” disse la ragazza riccia sorridente.
“Herm hai dormito stanotte? Hai due occhiaie..” disse la piccola di casa Weasley preoccupata.
Hermione replicò dicendole di aver fatto un incubo che ,però, non ricordava. Ella, infatti, non voleva raccontare il suo “sogno” ai suoi amici, prese il libro di Pozioni e salutò i tre frettolosamente correndo nei sotterranei.
La mattina passo velocemente così come l’ora di pranzo e il primo pomeriggio.
Come ogni tardo pomeriggio la riccia si diresse verso la biblioteca e si sedette al suo solito tavolo appartato dove nessuno l’avrebbe disturbata. Prima di sedersi si avvicinò a uno scaffale e cercò un libro in cui trovare delle informazioni o delle risposte alle sue domande ma non trovò nulla. Passate le sue ore quotidiane in biblioteca Hermione sbuffò, afflitta per  non aver trovato neanche una risposta alle sue domande.
All’ora di cena si diresse verso la Sala Grande per incontrare i suoi amici che trovò già al tavolo a mangiare.
Ginny e Harry le fecero molte domande sul suo comportamento alle quali Hermione non rispose cercando di sviare ogni volta risposta. A fine cena si alzò e si diresse verso la torre dei Grifondoro e attraversò il ritratto per andare nella sua stanza da Prefetto e mettersi a letto. Dopo poco si addormentò, estenuata dalla giornata non avendo dormito molto la notte passata per via dell’incubo.
Si trovò in una stanza,  legata ad un muro da corde che si stringevano sempre di più se l’incatenato tentava di scappare o si dimenava. La strega capì e stette ferma sentendo due voci, una maschile e una femminile che si stavano avvicinando.
“ecco la mezzosangue” disse l’uomo incappucciato mentre la donna le puntava la bacchetta alla gola mentre sogghignava.
“che ne facciamo di lei?” chiese ancora l’uomo incappucciato alla donna. Ma la donna non rispose urlando la maledizione Cruciatus contro la povera ragazza appesa al muro che iniziava a contorcersi e ad urlare dal dolore. Le corde si stavano stringendo sui polsi e sulle caviglie della ragazza lasciandole segni violacei.
Le urla della ragazza risuonarono in tutta la stanza mentre la donna le tirava uno schiaffo per farla star zitta mentre dagli occhi iniziarono ad uscire delle lacrime calde che  solcavano il viso pallido della ragazza.
Ad un certo punto le corde vennero rotte da qualcosa, o qualcuno, e i suoi aggressori sparirono. Hermione cadde a terra, sfinita e dolorante mentre tutto intorno a lei iniziava a farsi sempre più offuscato.
Chiuse gli occhi sentendo solo dei passi in lontananza che si avvicinavano a passo più svelto.
Poi sentì una voce. Sempre quella dannatissima voce.
“ben tornata Granger” poi svenne.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Scusate per il mio immenso ritardo ma non sono riuscita a trovare il tempo per scrivere.
Dalla fine della scuola prenderò a aggiornare regolarmente ogni due settimane.
Volevo ringraziare una mia amica, Eleh, senza la quale non sarei riuscita a scrivere la storia. Infatti mi diede lei l’idea del libro che possiede Hermione.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
HermioneHerondale99

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Capitolo 3
*** Sogno o realtà? ***


Hermione si ritrovò sdraiata su un letto.
Sentiva sotto di sé il tessuto morbido delle coperte. Con tutte le forze che aveva in corpo cercò di aprire gli occhi. Ma fu tutto inutile. Gemette per il dolore che la trapassava da parte a parte.
Sentì dei passi avvicinarsi e fermarsi accanto a lei, sulla destra. Poi sentii una mano che le sollevava il braccio delicatamente per cercare di farle meno male possibile. La mano di quel proprietario sconosciuto era liscia e fredda. Aveva dita anch’esse fredde e lunghe che le cingevano il polso con delicatezza. Sentii una voce pronunciare parole poco comprensibili mentre con l’altra mano le passava un unguento freddo su tutto il polso.
Il proprietario di quelle mani, poi, tirò giù le coperte che celavano il corpo semi-sveglio della ragazza e fecero lo stesso lavoro con le caviglie.
Sentii il ragazzo ricoprire il suo corpo e spostare una sedia lì vicino per potersi sedere accanto al letto della riccia.
Dopo molti sforzi Hermione riuscì ad aprire gli occhi e guardare la stanza da una parte all’altra che la circondava. La riconobbe poco dopo. Si trovava in infermeria.
Una volta identificato il luogo la ragazza spostò lo sguardo alla sua destra, per scoprire l’identità di quelle mani gentili. Appena riconobbe il ragazzo ella strabuzzò gli occhi mettendosi a sedere, gemendo per il dolore che le trapassava il fianco sinistro.
“sorpresa di vedermi, Granger? Ti avevo detto che ci saremmo visti presto” disse il giovane Riddle sogghignando.
Hermione restò in silenzio guardando il ragazzo alla sua destra non sapendo cosa aggiungere.
“sei senza parole? Ho sentito spesso dire che riesco a mozzare il fiato ma non ne avevo ancora la certezza” disse il ragazzo guardando la riccia con un sorriso beffardo in volto.
All’udir di quelle parole la ragazza rispose subito.
“credo tu abbia sentito male, Riddle. Non mozzi il fiato”
“qui abbiamo il parere di una sola ragazza” disse di rimando il ragazzo “del tuo, inoltre, non mi interessa” aggiunse infine.
“perché sono qui?” disse Hermione cambiando discorso
“ti ricordi quello che è successo?” chiede Tom alzandosi dalla sedia e iniziando a camminare nel corridoio tra il letto di Hermione e quello vuoto davanti.
“c’erano due persone, un uomo e una donna, coperti da capo a piedi da un mantello nero. Vedevo le loro mani bianche uscire dalla veste con la bacchetta stretta tra esse. Sentivo le loro voci.. ma non i loro incantesimi..” qui la riccia si interruppe rabbrividendo al ricordo del dolore provato.
Il moro la scrutò tutto il tempo e quando vide Hermione rabbrividire le si avvicinò appoggiandosi ai piedi del suo letto.
“io ti avevo avvisato. Non avresti dovuto trattarlo male. Ho scelto te apposta, non mi sarei mai aspettato un simile comportamento da te, Granger. Sai, ti osservavo molto e non ho mai visto un libro esser trattato così male” disse con rimprovero alla ragazza.
“lo tratto come mi pare, e visto che ci sei tu dentro allora lo tratterò anche peggio, e poi..” Hermione strabuzzò gli occhi quando realizzò ciò che aveva appena detto e aggiunse “cosa vuol dire che mi spiavi?”
Il giovane Riddle piegò le labbra in su in un ghigno che a Hermione parve somigliasse a un vago sorriso. “credevo fossi intelligente, Granger”
La riccia incrociò le braccia al petto guardandolo con odio. “sono ancora in un sogno?”
“no, siamo nella realtà..” disse Tom alzandosi dal letto per avvicinarsi a lei
“com’è possibile? Tu sei morto, saresti immateriale cosa impossibile poiché prima mi hai toccato per mettermi l’unguento” replicò guardandolo
“o magari è un sogno che sembra realtà” sussurrò a poca distanza dall’orecchio della riccia, la quale, al suono della sua voce chiuse gli occhi per un istante. Quando li riaprì davanti a lei non c’era nessuno. Si guardò intorno credendo si fosse solamente spostato oppure nascosto.
-ma che penso.. nascosto? Non è il tipo che fa scherzi del genere- pensò tra se e se.
Guardò il comodino e vide un bigliettino che prima non c’era. Allungò la mano e lo prese, chiedendosi cosa fosse. “non era un sogno Granger, era la realtà-T.M.Riddle”
Hermione strabuzzò gli occhi e strappò il biglietto.
-basta. Deve finire tutto. Questo è solo uno stupidissimo incubo. Devo solo farmi una domita e tutto tornerà com’è giusto che sia-
E con questi pensieri, Hermione si rimise sotto le coperte e cadde in un sonno profondo, stavolta senza incubi.
 
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Spazio Autrice
Salve!
Sono finalmente tornata!
Scusate per l’abnorme ritardo.. ero davvero impegnata con la scuola e varie verifiche. In più non ci sono stata per due settimane per via di uno stage e in più mi ero dimenticata di aggiornare.. si sono sbadata lo so ahah.
Anyway, spero che il capitolo vi piaccia
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate
Spero di aggiornare il più presto possibile..
Baci!
HermioneHerondale99

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