Can You Feel My Heart?

di VengenzIsMyLife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Bully ***
Capitolo 3: *** Wonderland ***
Capitolo 4: *** Dear Mother, I'm Sorry. I wasn't good enough ***
Capitolo 5: *** Where she is? ***
Capitolo 6: *** Creep ***
Capitolo 7: *** Can you feel me? ***
Capitolo 8: *** Save me, I'm trapped in a vile world ***
Capitolo 9: *** My secret place ***
Capitolo 10: *** So Think of The Times We Spent Laughing Away ***
Capitolo 11: *** Nobody said it was easy ***
Capitolo 12: *** The only exception ***
Capitolo 13: *** Never Too Late ***
Capitolo 14: *** And I Will Try To Fix You ***
Capitolo 15: *** Don't wanna fight this World alone ***
Capitolo 16: *** Somewhere in the end we're all insane ***
Capitolo 17: *** Today is a wrong day ***
Capitolo 18: *** Stay here awhile. Stay here with me. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1° Capitolo- Can You Feel My Heart?
 



L'unica cosa che da sempre ha avuto il potere di svegliarmi è la suoneria del mio cellulare. Potrei anche cambiarla, ma quei bastardi dei miei amici riusciranno sempre a rubarmelo e rimettere la stessa canzone pur di svegliarmi ogni giorno alle sei del mattino.
Vorrei poter scagliare quell'oggetto infernale nel muro, ma questo mese ne ho già fatti fuori sei e questa volta i miei potrebbero seriamente uccidermi. 
Lo prendo di malavoglia e rispondo con la voce ancora impastata di sonno -Pronto?-
-Baker, sono le sei del mattino. Porta il tuo culo peloso al nostro cospetto e nessuno si farà del male-
-Shads, non mi rompere. Ho fatto tardi ieri sera, vorrei dormire un altro po-
-Non sono cazzi miei, alzati e fammi sentire il getto che si apre, su-
-Vaffanculo- mi alzo dal letto, gira tutto. -Posso chiudere? Sono in piedi-
-Dieci minuti, poi ti richiamo-
Riaggancio e lancio il cellulare sul letto, sperando che non cada a terra e si rompa. 
A casa tutti dormono ancora, così passo in bagno e mi sfilo i boxer, aprendo il getto. Fare la doccia in inverno, alle sei del mattino, è sempre un dramma.
Piagnucolo un po tra me e me e mi posiziono sotto il getto, rabbrividendo al contatto con l'acqua.
Odio alzarmi così presto e odio quei quattro coglioni che devono per forza stressarmi prima della scuola. Mi lavo velocemente prima che Matt richiami e pensi che sia tornato a dormire, anche se l'idea mi alletta molto.
Esco dal bagno e mi ritrovo mia sorella davanti mentre si strofina gli occhi -Zena!- 
-Zacky! Vaffanculo, copriti!- urla coprendosi di scatto gli occhi.
Rido e corro in camera mia a vestirmi.
-Come ti salta in mente di girare nudo per casa??-
-Pensavo stavate dormendo tutti!-
-Tu sei pazzo!-
-Anche io ti voglio bene!-
Io e mia sorella abbiamo un rapporto di amore fraterno che ci ha sempre legati, fin da piccoli. Quando nacque mio fratello Matt, lei dava un sacco di attenzioni a lui, mentre io me ne stavo in disparte a guardarli. Un bel giorno, come per magia, Zena giocò di nuovo con me, staccandosi leggermente da mio fratello, così da tredici anni a questa parte, non ci siamo staccati più. 
Apro l'armadio e prendo i primi vestiti che mi capitano, vestendomi in fretta. Ed ecco che il cellulare riprende a suonare. lo prendo al volo e stacco la chiamata. 
-Io vado!- afferro la felpa e la infilo mentre esco di casa. 
C'è un freddo cane, così decido di prendere la macchina e non la moto.
A quest'ora, di solito, Huntington Beach è deserta, così mi permetto di guidare un po più veloce del solito per non far lamentare quegli attacca brighe.
Come ogni mattina, ci ritroviamo al parco di fronte la scuola come dei nullafacenti che aspettano chissà che.
Parcheggio dietro la macchina di Johnny e scendo, pronto per un'altro giorno di scuola.
-Buongiorno- levo il bicchiere di caffè dalle mani di Brian e ne bevo un sorso
-Buongiorno a te, eh- sbuffa lui.
-Novità?- mi siedo sui gradoni di marmo gelati e guardo la struttura ancora dormiente.
-No, tutto al solito- risponde Jimmy.
-Com'è andata con Val, Shads?-
-Benissimo. L'ho portata a cena fuori Huntington Beach-
-E non gliel'ha ancora data- ride Brian.
-Oh, certo, perchè Michelle lo ha fatto. Vero?- bevo un altro sorso del mio caffè bollente. 
I ragazzi ridono.
-Fai meno lo spiritoso, Baker- mi spintona, facendomi ridere.
Ed ecco che i primi alunni iniziano a radunarsi all'entrata dei cancelli gialli arruginiti. In se la scuola non è messa poi così male, anzi. All'interno è tutto nuovo e lucido. Solo che l'esterno lascia un po a desiderare, a partire dal giardino pieno di erbacce.
Appena aprono i cancelli, una massa di gente si spintona per entrare, come se fosse una gara a chi arriva per primo. Non riesco a capire cosa ci trovino di così bello nell'andare a scuola.
-Eccole- ride Jimmy.
Un gruppetto di ragazze tirate a lucido come delle Barbie nuove di zecca si avvia verso i cancelli d'entrata. Ho sempre pensato che fossero delle oche piene di soldi che continuano a tirarsela per darmi su i nervi.
-Neanche oggi scegli, Zee?- ride Johnny.
-Non m'interessa- alzo le spalle.
-Continuo a pensare che tu sia gay- Matt mi da uno schiaffo sulla nuca.
-Non rompere il cazzo, Sanders- finisco il caffè e lancio il bicchiere vuoto nella pattumiera, facendo centro.
Un coro di approvazione si innalza dai miei amici.
-E quella chi cazzo è?- chiede Brian.
Alzo gli occhi, guardando nella stessa direzione del mio amico.
Una ragazzina con dei capelli color miele si dirige verso l'istituto con il suo zainetto nero con dei disegni azzurri che da qui non riesco a distinguere. Tiene alcuni libri al petto e un paio di cuffiette bianche alle orecchie. Lo sguardo basso, forse si guarda le scarpe.
-Mai vista- dice Matt.
-E' Teddy Sparks, la figlia di Thomas Sparks- risponde Jimmy.
-Il tizio giù al parcheggio che vende alcolici?- chiedo senza staccare gli occhi dalla ragazza.
-Si, proprio lui-
-Io vado- salto giù dai gradoni e corro a prendere lo zaino in macchina, per poi avviarmi verso l'entrata.
-Ei!- mi urlano i miei amici, ma non li degno di uno sguardo. Ho troppa fretta di entrare oggi e non so se sia una cosa positiva.









Alla fine delle lezioni, come da tutto il giorno, ho troppa fretta di fare tutto. Ogni volta che la campanella annunciava la fine di ogni lezione, mi sparavo fuori dalla classe come se qualcuno mi avesse messo un petardo sotto il culo.
I ragazzi non mi hanno visto nemmeno in mensa, oggi ho la testa altrove. Ho preferito pranzare in quello schifoso giardino in mezzo alla natura che pranzare con loro e sentirmi sotto torchio per nulla.
Avanzo verso il corridoio in mezzo ai ragazzi fino ad arrivare al mio armadietto.
-Zee?- 
Mi giro e vedo Brian e Matt avvicinarsi a me.
-Ragazzi- li saluto e poso i libri dentro l'armadietto pieno zeppo di pelusche che di solito le ragazzine mi regalano e che poi vanno a finire tutti qui dentro.
-Ei, Sparks!- urla un ragazzo.
Mi giro di scatto, vedendo Teddy aprire il suo armadietto e venire investita da una miriade di foglietti colorati. La ragazza si copre il volto con i libri che teneva in mano e prova ad indietreggiare, finendo così a terra.
Un gruppo di ragazzi e ragazze scoppia a ridere alla vista dell'accaduto, mentre Teddy si alza di scatto e chiude l'armadietto con troppa foga. Così tanta che lo sportellino si riapre, lasciando cadere altri foglietti.
Guardo sgomento i miei amici, rimasti scioccati anche loro dell'accaduto.
Teddy raccoglie la sua tracolla ed esce dall'istituto a testa bassa. Alcuni foglietti arrivano ai miei piedi, così mi abbasso e ne raccolgo qualcuno.
"Brutta"
"Sei grassa
"Fai schifo"
"Puzzi"

E tanti altri insulti che mi fanno accapponare la pelle. Brian raccoglie altri foglietti e li legge. La sua faccia schifata mi dice tutto. Lo schifo che c'è in questa scuola arriverà a farmi odiare ogni suo alunno, ne sono sicuro.
Non appena il corridoio si libera dalla feccia, mando avanti i miei amici e mi soffermo un altro po li, da solo. Continuo a guardare i peluche che mi intasano l'armadietto, così prendo il mio preferito; un orsetto a cui manca un occhio. Quello me lo ha regalato mia sorella qualche anno fa. Infatti avevo deciso di riportarlo a casa e metterlo in camera mia, ma ogni volta me ne dimentico. Lo osservo, rigirandolo tra le mani per poi avvicinarmi all'armadietto ancora aperto di Teddy e appoggiare il peluche sui suoi libri. Da subito l'odore di cocco e miele mi arriva alle narici, facendomi sorridere. Chissà se è proprio il suo profumo.
Perchè cazzo sto pensando a tutto questo? Non la conosco nemmeno.
Sistemo l'orsetto e chiudo lo sportellino dell'armadietto, per poi precipitarmi fuori. 
Credo di aver fatto una buona azione, ma non so nemmeno se le piacciono i peluche. Fossi stato in lei mi avrebbe fatto piacere trovare un regalino come quello.
-Baker, ci si vede!- mi urla Matt appena prima di salire in macchina.
Lo saluto con un cenno della mano e mi precipito alla mia. Salgo e parto. Un altro giorno di scuola è andato.

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Capitolo 2
*** Bully ***


2° Capitolo- Bully


Il giorno dopo, la giornata a scuola passa abbastanza tranquillamente. Le noiose ore di matematica e biologia sono filate lisce anche grazie ai prof che con questo tempaccio sono presi dagli acciacchi dell'età. La mensa era abbastanza spoglia, i ragazzi hanno preferito starsene a casa anziché fare quattro passi sotto la pioggia.
La campanella di fine lezioni mi fa sussultare e mi riporta sulla terra ferma.
È da tutto il giorno che penso a quella ragazzina...come si chiamava? Ah, si, Teddy. Oggi non si è vista in giro, forse non è manco venuta a scuola.
Sbuffo ed esco dall'aula, raggiungendo i ragazzi all'entrata. 
-Zee, vieni con me? Visto che sei senza auto- mi chiede Brian uscendo le chiavi della sua BMW dalla tasca del giubbotto. 
-No, faccio due passi a piedi-
-Ma sta piovendo-
-È solo acqua- gli do una pacca sulla spalla e mi infilo le cuffiette, facendo partire i Guns n Roses. 
Esco dall'istituto insieme all'ammasso di alunni che si dirige nella mia stessa direzione, ma cerco di superarli facendo slalom tra i loro corpi messi uno di fianco all'altro.
-Ei, sfigata!- 
Un gruppo di ragazzi messi a cerchio stanno sghignazzando come delle iene contro qualcuno che non riesco a vedere. Mi fermo, ossevando la scena disgustato. Il degrado di questa città mi fa accapponare la pelle ogni giorno di più, facendomi maledire i miei per avermi portato qui dopo la mia nascita.
-Vai a farti una plastica facciale, spaventapasseri- ride Eithan Stevenson al loro bersaglio. 
-Lasciatemi stare!- 
La voce di una ragazzina attira la mia attenzione al centro del cerchio. 
È Teddy.
-Perché non la lasciate stare? Prendetevela con persone della vostra taglia- li sfido, guardandoli tutti negli occhi.
-Ma guardate un po chi c'è- ride Finn, il capo del gruppo.
-Che c'è, Baker? Ti stiamo infastidendo?- riprende Eithan. 
-Lasciatela in pace- la prendo per un braccio, tirandola fuori dal cerchio.
-Sei un gustafeste, Zacky-
Li ignoro, portando Teddy lontano da quell'ammasso di merda.
Lei si limita a seguirmi senza dire una parola.
-Ti hanno fatto del male?-
-Sto bene-
Mi fermo a guardarla negli occhi -Non sembra-
-Sto bene- distoglie lo sguardo, guardando il cielo.
Sorrido, divertito dal suo comportamento. 
-Posso andare a casa, adesso?- si sta torturando le mani.
-Ti accompagno, non si sa mai-
-Sono quasi arrivata, vado al negozio di papà-
Profuma davvero di cocco e miele.
-Allora?-
-Si...ehm...dovevo giusto andare li a comprare qualche bottiglia per la festa di stasera-
-Fantastico- allontana la mia mano e s'incammina. 
Ha le mani morbide e...cosa cazzo mi prende? Perché sto pensando a tutto questo? 
Scuoto la testa per allontanare i pensieri e la seguo. 
-Ti chiami Teddy, vero?-
-Si. E tu sei Zacky-
-Si- rido -La mia fama mi precede?-
-Altrochè- fa schioccare la lingua. 
-Comunque...non dare peso alle loro parole. Sono dei deficienti-
-Ormai non mi feriscono più- apre la porta del negozio con una mano ed entra. 
La seguo a ruota, richiudendola alle spalle.
-Papà, sono tornata- 
Il signor Sparks è un uomo anziano, sulla sessantina, che tira avanti questo posto da quando ho memoria. Mio padre una volta mi disse che lo tramandano di generazione in generazione. Mi raccontò anche che sua moglie morì in un incendio tempo fa, quando Teddy era ancora una bambina, e da quel giorno in città non si parlò più dell'accaduto. 
-Ciao, posso aiutarti?- mi chiede il nonnetto.
-Dovevo prendere delle casse di birra-
-Mi fai vedere la tessera?-
-Certo- cerco la mia finta patente che dimostra i miei finti ventuno anni, ma sembra non esserci.
-Era qui, ma...-
-Vorresti farmi credere che tu abbia ventuno anni?- ride lui.
Alzo un sopracciglio. 
-Papà, vai a riposare, ci penso io qui- interviene Teddy, sfoggiando a suo padre un sorriso carico di tenerezza. 
-Va bene, piccola- ricambia il sorriso e si congeda nell'altra stanza. 
-Non posso darti l'alcool-
-Suvvia, chiudi un occhio- la prego mentalmente. 
-Passo guai-
-Nessuno verrà a saperlo-
-Alla festa lo sapranno tutti- incrocia le braccia al petto.
-Quale fes...ah, la festa- mi gratto la testa -Ehm...allora niente?-
-Non c'è nessuna festa, vero?- ride.
Sorrido, guardando i suoi denti perfettamente dritti e bianchi -No, mi hai beccato-
-Era una scusa per accompagnarmi sana e salva-
Annuisco imbarazzato quanto mai.
-Aspetta qua- viene fuori dal bancone e si avvicina allo scaffale delle birre, tirando una cassa verso di se -Tutta tua, ma bevila da solo-
-Sei sicura che puoi?-
-No, non posso, ma mi fido di te-
Esco una banconota da dieci e la metto sul bancone -Grazie mille-
-No, non voglio i soldi. Ti devo un favore- sorride ancora.
Giuro che se continua così mi esplode il cervello. 
-È vero- prendo la cassa di birra, tenendola come si fa con i neonati -Allora...ci si vede-
-Ci si vede- 
Riprendo la banconota e la infilo in tasca -Buona giornata- le sorrido, osservando il suo sguardo perso tra le nuvole che riesce a far perdere anche me.
Non dice neanche una parola, ma credo che mi sia tanto grata per averla salvata. Mi sta fumando il cervello, devo uscire. Spalanco la porta e mi precipito fuori, rendendomi conto solo adesso che dovrò tornare a casa a piedi con una cassetta di birra fra le braccia.



NOTE DELL'AUTRICE: salve a tutti! Finalmente sono tornata a pubblicare una nuova storia piena di colpi di scena, passioni, amori e sentimenti. Questa fanfiction è un po diversa dalla precedente "Somebody mixed my medicine" (che grazie a voi è una delle più popolari), ma spero vivamente che anche questa vi coinvolgerà. Non mi dilungo troppo, fatemi sapere che ne pensate.
Baci, La vostra Fede <3

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Capitolo 3
*** Wonderland ***


3° Capitolo- Wonderland


Mi sono completamente fottuto il cervello. Mia madre urla da questa mattina all'alba per tutte le bottiglie di alcool che sono sparse per casa chiedendomi perché questo spreco di soldi senza motivo. Ma il motivo c'è e odio ammetterlo. A scuola non ho modo di parlare con Teddy perché i miei amici stressano e lei se ne sta in disparte e fa finta di non conoscermi. Proprio stamattina l'ho vista fuori dalla scuola, lontana da tutti, con il piccolo peluche che le ho lasciato nell'armadietto tra le mani. Non riesco a dirle che in realtà è un mio regalo, sembrerei stupido e infantile. Per non parlare poi dei ragazzi che sfotterebbero fino a farmi incazzare. 
Non lo so cosa mi sia preso. Teddy é una ragazza speciale e molto carina. Non è la solita oca che passa ore davanti lo specchio a sistemarsi il rossetto e i capelli fuori posto. No. Lei viene a scuola con i capelli spettinati e a volte pure senza trucco, per questo ha attirato la mia attenzione sin dal primo momento. Teddy è dolce. Teddy ha un sorriso che mi riempie di gioia e poi la sua risata...ha il suono più be...cazzo, lo avevo detto che mi sono fottuto il cervello. 
Intanto mia madre continua a chiamarmi dalla cucina, così decido di scendere e affrontarla. 
-Si può sapere perché stai urlando?- 
-Ci sono trenta bottiglie di alcool! Mi spieghi cosa devi fare?-
-Le ho comprate per gli ospiti, mamma- cerco di inventare una scusa su due piedi.
-Zacky, smettila di comprare bottiglie! Sembriamo una famiglia di alcolizzati!-
-Non posso- ammetto pentendomi subito dopo.
-Che significa?- 
-Significa che non posso smettere. Io ho bisogno di comprare alcool-
-Hai una specie di malattia o cosa? Zacky, mi stai preoccupando-
Rido -Mamma, la smetti? Giuro che non le vedrai più. Le divido ai ragazzi, va bene?-
-Amore, dimmi che succede-
-Mamma, è tutto sotto controllo. Non sono malato ne un alcolista. Devi solo fidarti di me-
-Se tu avessi un problema me ne parleresti, non è vero?-
Certo che ho un problema. Teddy mi sta mandando fuori di testa. Ma come posso dirlo a mia madre? Lo direbbe ai ragazzi e non posso rischiare.
-Certo, mamma- le sorrido.
-Bene. Adesso porta via queste bottiglie-
Carico la maggior parte delle bottiglie in macchina e le porto via da casa, così che mia madre la smetta di urlare sin dall'alba. 
Dovrei comprare altro liquore, questo non basta per levarmi dalla testa quella ragazzina. 
Sbuffo sentendo il mio cellulare vibrare dal sedile del passeggero e lo afferro, rispondendo senza guardare chi fosse.
-Pronto?-
-Zee, si può sapere dove cazzo sei?-
Mio fratello Matt.
-Sono fuori, che c'è?-
-Puoi venirmi a prendere a scuola? Sono rimasto qui dopo il corso-
-Matt, ma che palle- sbuffo di nuovo -Dammi dieci min...- mi muoiono le parole in bocca non appena vedo Teddy stesa a terra che si tiene la testa, in lacrime. 
-Devo andare- chiudo la chiamata e mi fermo, scendendo velocemente dalla mia stessa auto.
-Teddy!- mi abbasso e la sollevo -Ei, che ti è successo?-
-Portami a casa- sussurra lei tra le lacrime. 
Ha la faccia piena di graffi e delle strisce di sangue lungo il collo.
-Dobbiamo andare in ospedale-
-No, zacky! Portami a casa-
Torno verso la mia auto con lei fra le mie braccia e apro lo sportello del passeggero, per poi appoggiare Teddy sul seggiolino -Metti la cintura- richiudo lo sportello e salgo al posto del conducente, sgommando via da li.
-Ti hanno picchiata, vero?-
-Non dirlo in giro-
-Dovresti denunciarli-
-Non posso farlo-
Mi limito a guidare. Non sono nella posizione di chiederle il perché, ci conosciamo troppo poco.
-Posso portarti in un posto?- le chiedo sorridendo.
-Dovrei medicarmi-
-Li c'è tutto, puoi medicarti-
-Allora va bene-
Non ho mai portato nessuno qui. Nemmeno i ragazzi sanno di questo posto. Ci vengo ogni volta che ho bisogno di una distanza diretta dal mondo la fuori.
Accosto la macchina vicino una casa abbandonata e scendo, raggiungendo Teddy dall'altro lato dell'auto. 
-Siamo in mezzo al nulla- ride.
Ecco quella risata che mi manda una boccata d'aria fresca. 
Sorrido -Vieni, non aver paura-
-C'è tanta strada?-
-Eh, un po-
Serra le labbra, guardandosi intorno -Non ci possiamo arrivare in macchina?-
-Cammina, pigra- la prendo per mano, sentendo uno strano calore irradiarmi.
-Però non correre, va bene?-
-Va bene- 
Non credevo fosse una persona pigra. In realtà potrei arrivarci in macchina, ma voglio passare più tempo con lei e camminare fino a li è il miglior modo per farlo.
-Oggi non ti ho vista a scuola- 
-Ho avuto da fare-
Non riesco a sciogliere la presa dalla sua mano. È come una calamita potente del polo opposto alla mio.
-Ho...visto che porti sempre con te un peluche. Credo sia un orso- rido.
-Osservi troppo, tu- ride.
-No, è che ti ho vista più di una volta con quell'orso in mano-
-È un regalo-
-Ah...e di chi?-
-Non lo so- si ferma.
Mi giro verso di lei -Che succede?-
Si piega un po per appoggiare le mani sulle sue stesse ginocchia. Respira a fatica.
-Sei già stanca?-
-Scusami, ma non sono abituata a fare tutta questa strada-
-Mhh- ci penso un po su.
Idea.
-Sali sulle mie spalle, ti porto io-  mi inginocchio sulla terra umida del terreno, aspettandola.
-Sei sicuro?-
-Si, veloce-
Teddy porta le gambe sulle mie spalle e mette le mani avanti come per cercare le mie. 
Le afferro, tenendole ben saldamente, e poi mi alzo.
Lei urla, ridendo -Oh Dio, non farmi cadere-
-Fidati di me- le lascio le mani e le afferro le gambe. 
Le mani di Teddy si insinuano sotto il mio mento, tenendosi in equilibrio sopra di me. 
-Non sono pesante?-
-Chi ha parlato?- mi giro di scatto, facendo finta di essere solo.
-Zacky!- urla di nuovo. Si sta divertendo. -Oh dio, ho sentito un urlo- mi giro più volte di scatto, facendola ridere sempre di più. 
-Giuro che se mi fai cadere io...- si ferma nel momento stesso in cui arriviamo davanti il mio rifugio. 
-Una casa sull'albero- sussurra. 
Sorrido e la metto giù -Ti piace?- 
Guardare il suo volto bellissimo, imbambolato, mi riempie di gioia. 
-È una villa- sorride.
-Saliamo, dai- tiro giù la scala in legno e mi sposto per farla salire -Stai attenta-
-Se cado mi prendi tu?-
-Si- 
La seguo fino in cima e ritiro la scala nel caso a qualche animale venga la felice idea di salire fino a qua sopra.
-Ma la porta è chiusa- mi avvisa.
Oh, giusto.
Prendo il mio mazzo di chiavi e infilo la chiave giusta nella serratura, facendola scattare -Prego- spalanco la porta.
Teddy entra titubante, guardandosi più volte attorno.
-Non c'è nessuno, Teddy- rido e apro le finestre, facendo entrare un po di luce.
-Siediti, prendo il kit per la medicazione- Mi levo il giubbotto e lo butto sul lettino, correndo nell'altra "stanza" dove si trova la qualunque cosa. 
Cerco un po e alla fine lo trovo. 
-Eccolo- lo apro sul tavolo e prendo delle garze e la bottiglietta dell'alcool -Faccio io-
Teddy mi sorride -Sei attrezzato a tutto. Sembra il paese delle meraviglie-
-Non manca nulla qua dentro, a parte luce e acqua- le sposto i capelli color miele dal viso e pulisco il sangue ormai secco.
-Ci vieni spesso?-
-Abbastanza. Sai, quando voglio stare solo- le tampono la ferita con l'alcool, ma non la vedo scomporsi.
-È un posto fantastico, davvero-
-Sei gentile- le metto un cerotto sulla fronte e butto le garze sporche nel cestino. 
-Grazie, dottor Baker- ride.
-Oh, di nulla signorina Theodora-
-Nessuno mi chiama in quel modo- si imbroncia.
-Peccato. È un nome bellissimo- richiudo la cassetta e la ripongo al suo posto.
-Hai costruito tutto tu?-
-No, non da solo. Mi aiutò mio nonno-
-Dev'essere un brav uomo-
-Si...lo era-
-Mi dispiace, io non...-
Sorrido -Ei, tranquilla, non preoccuparti- apro uno sportello e le prendo una birra -Scusa, ma è calda-
-No no, io sono astemia-
-Ah- mi gratto la testa -Allora, mi dici chi ti ha picchiata?-
-Zacky, senti, io non voglio problemi e tu nemmeno-
-Voglio solo sapere chi è stato il verme-
-Non è necessario-
-Va bene- sospiro -Stai tremando- prendo il mio giubbotto di pelle e lo metto sulle sue spalle.
-Devo tornare a casa-
-Hai ragione, sta facendo buio- 
Maledico il cielo per essersi oscurato così in fretta e la riporto in macchina. 
-Accendo la stufetta- 
Teddy annuisce, stringendosi sempre di più nel mio giubbotto. 
-Rilassati-
Accendo l'auto e riprendo le strade di Huntington Beach. 
-Grazie per avermi portata con te- mi sorride.
E io perdo un battito.
-È stato un piacere- mi fermo davanti il suo negozio che sta proprio sotto casa sua e la guardo. 
-Ti dispiace se tengo il tuo giubbotto fino a domani? Te lo riporto a scuola-
-Ma certo, non c'è problema-
Mi sorride e scende, lasciandomi in bocca il gusto dolce del suo profumo di cocco e miele. 












Ho passato tutta la notte insonne facendomi dei film mentali assurdi su Teddy. Fatico a riconoscere me stesso. Mi sento un pappamolle che si è preso una brutta cotta per una ragazzina dal viso angelico. 
Se i ragazzi lo sapessero...
Scendo velocemente dall'auto, impaziente di entrare a scuola per rivederla, ma come ogni mattina i ragazzi mi trascinano con loro. 
-Ma buongiorno, mister Baker. Che c'è, ti sei dimenticato di avere degli amici?- Brian mi circonda le spalle con un braccio, camminando con me per i corridoi dell'istituto. 
-Di che stai parlando?-
-Ieri sera ti abbiamo aspettato al Johnny's e avevi anche il cellulare spento. Abbiamo chiamato tua madre che sembrava non sapere nulla di te-
-Cosa ci nascondi?- Matt spunta all'improvviso alle mie spalle.
Odio il loro sapermi conoscere come le loro tasche.
-Non vi nascondo nulla. Sono andato a fare due passi da solo-
-Sei triste? Ti senti depresso? Hai bisogno di scopare?- ride Brian, facendo ridere anche gli altri. 
-Siete dei rompi coglioni- sbuffo, fermandomi dinnanzi al mio armadietto.
-Hai intenzione di fare l'apatico per molto?- Jimmy mi da uno schiaffo in testa.
-Ma la smettete? Mi state facendo girare la testa, sciò. Andatevene a lezione- inserisco la combinazione e apro il lucchetto, spalancando lo sportellino.
-Stasera sto organizzando una festa. Se non ti presenti mi incazzo- Brian si fa serio.
-Ci sarò, non mi perdo una festa- prendo i libri che mi servono per la prima lezione e richiudo l'armadietto, facendo scattare il lucchetto.
-Così mi piaci- mi da una pacca sulla spalla e sparisce nella folla insieme agli altri, mentre il suono della campanella riecheggia in tutta la scuola.
Entro in classe e mi siedo al solito posto in fondo all'aula lontano dallo sguardo del professor Yang che, ammetto, mi inquieta. 
-Bene, ragazzi, prima di iniziare vorrei presentarvi una nuova compagna di corso-
Alzo un sopracciglio, vedendo poi Teddy alzarsi dal primo banco e affiancarsi al professore. 
Le mie labbra si distendono automaticamente in un sorriso.
-Lei è Teddy Sparks, ha appena richiesto un posto qui con noi-
Lei sorride, fino a quando non incrocia i miei occhi.
Le faccio l'occhiolino e il suo sorriso si appiattisce fino a formare una linea retta.
-Bene, puoi riprendere posto- sorride il professor Yang.
Mi incupisco senza neanche capire il perché. 
Mi rendo solo conto che ho passato l'intera ora di chimica a fissare i suoi capelli tremendamente perfetti e lisci.
La pausa pranzo sembra durare un eternità. 
I ragazzi non fanno altro che parlare della festa di stasera, non redendosi conto della mia assoluta assenza. 
Mi concentro sul cibo che oggi è stranamente ottimo e profuma di fresco, quasi di cocco...
-Zacky, stasera ti lascio camera mia libera- ammicca Brian.
-Non ricominciare-
-Hai bisogno di sesso. Te lo leggo negli occhi, Vengeance-
-Haner, vedi questa mela? Te la ficco dove non batte il sole. Non ho bisogno di scopare ne tanto meno di camera tua. Ho bisogno di bere e di un babysitter subito dopo.-
I ragazzi ridono.
-Mi sa che dobbiamo portare tuo fratello alla festa, almeno torni a casa sano e salvo- ride Johnny addentando la sua mela.
-Perfetto- finisco il pranzo e mi fiondo fuori dalla mensa ancora prima del suono della campanella. 











Scendo giù al parcheggio e fermo la macchina dove prima capita, affrettandomi ad entrare nel negozio del signor Sparks.
-Buonasera- lo saluto e corro a prendere una cassa di birre.
Sono già in ritardo per la festa e non voglio far incazzare Brian.
-Solo questa?- mi domanda il nonnetto.
Ci penso un po. So già che mi pentirò di quello che sto per dire, ma devo farlo.
-Si...ehm...Teddy sta bene? Oggi non l'ho vista a scuola-
-Si, sta bene. Oggi non aveva voglia di alzarsi dal letto- 
-Capisco...dove...posso trovarla? Devo ridarle una cosa...- 
-Puoi darla a me- mi sorride.
-Veramente devo anche chiederle di un corso...a scuola- 
Non so più che altro inventarmi per vederla. Sto solo facendo passare ancora tempo urtando la sensibilità di Gates.
-È a casa. Puoi provare a suonare, ma non so se stia studiando- 
-Grazie mille- appoggio una banconota di venti dollari sul bancone senza neanche aspettare il resto e trascino la cassetta di birra in macchina. Richiudo lo sportello e corro a suonare il campanello di casa Sparks.
Attendo un po fino a quando Teddy apre la porta di casa in tuta e con una coda di cavallo scombinata.
-Zacky, che fai qua?-
-Ciao...ehm...passavo da queste parti, così mi sono chiesto se...vuoi venire ad una festa-
Sono un coglione. Brian si incazzerá un sacco.
-Una festa? Una vera festa?- ride lei, facendomi sciogliere. 
-Si, a casa di Brian- rido.
-Mmh...va bene, ci vediamo li allora. Mi sistemo e arrivo- sorride.
-Perfetto- le scrivo l'indirizzo di casa Haner e torno in macchina, sgommando verso la festa.

    

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Capitolo 4
*** Dear Mother, I'm Sorry. I wasn't good enough ***


4° Capitolo-Dear mother, I'm sorry. I wasn't good enough.



Non so esattamente cosa spinga una persona a legarsi ad un'altra. Forse è il destino o semplicemente il caso. O forse è proprio scritto da qualche parte che, un giorno, casualmente incontri qualcuno e ci perdi la testa così irreversibilmente da non poterne più uscire; indifferentemente da quello che vuoi, che speri.
Non so nemmeno di che pasta è fatto questo sentimento. So solo che non riesco a controllarlo e che mi manda fuori di testa. 
La sera del party a casa di Brian credevo di impazzire. Teddy non si è presentata e per tutta la sera non ho fatto altro che fissare la porta d'entrata che accoglieva gente estranea già ubriaca e scadente. Ho sperato fino all'ultimo che quella boccata d'aria fresca in mezzo alla puzza di alcool venisse a salvarmi, ma mi sono illuso così tanto fino ad incazzarmi con me stesso.
Funziona così: cercando di colmare quel vuoto, provi ad adattarti alla situazione fingendo che vada tutto bene. Ma come li sciolgo i nodi al petto e alla gola? Teddy Sparks mi provoca le farfalle allo stomaco, se così si chiamano. Chi cazzo aveva mai provato una cosa simile? Non io. Non Zacky Vengeance. 
-Zacky, ci sei? Perché non mangi?- la voce di mia madre mi fa cadere come un pero sulla terra ferma. 
Guardo i miei familiari fissarmi mentre gioco con il purè nel piatto.
-Scusa, non ho voglia- 
Mio fratello Matt alza un sopracciglio, stupito almeno quanto gli altri. 
Lui sa. Magari non proprio quello che mi sta succedendo, ma sa.
È sempre stato così; mi capisce al volo. Probabilmente starà carburando il cervello per trovare qualche indizio, per questo mi evita.
-Ti è successo qualcosa?- l'espressione di mia sorella si incupisce.
Rido -Ma no, è solo stanchezza- le bacio la guancia e mi alzo, salendo di corsa in camera e chiudendomi la porta alle spalle.
Non posso farmi condizionare la vita da una ragazza. Non devo nemmeno pensare di lasciarglielo fare.
Però è così bella e perfetta...
Sospiro, odiando me stesso.
Decido di prendere biologia e studiare un po, ma il mio cellulare prende a squillare. 
Lo sfilo dalla tasca e guardo il display.
È Teddy.
Vorrei non rispondere, ma il mio secondo nome è "testa di cazzo".
-Pronto?-
-Hey, Zee- 
L'abbreviazione del mio nome pronunciato dalla sua sottile voce mi fa rincoglionire più del dovuto.
-Teddy...dimmi-
-Mi chiedevo...mio padre è dovuto scappare fuori città, che ne dici di farmi compagnia?-
-Certo che si.- 
Zacky Testa di cazzo Idiota Baker.
-Perfetto. Sono a casa, passa quando vuoi-
-Va bene, arrivo subito- riaggancio e corro giù per le scale di casa fino ad arrivare a faccia a terra davanti la porta d'entrata. 
-Che cazzo combini?- mio fratello scatta dal divano e mi solleva.
-Sono inciampato- sbuffo.
-Ti sei fatto male?- mi guarda preoccupato. 
-No, bro, sto bene- gli sorrido, dandogli una pacca sulla spalla -Ci vediamo stasera, io esco-
-Stai attento-
-Yep- prendo le chiavi della macchina e ci salgo sopra, partendo in quarta.
Decido di fermarmi a comprare una rosa rossa da regalarle e un pacco di cioccolatini. Le ragazze adorano queste cose...credo.
Parcheggio la macchina di fronte casa Sparks e scendo, raggiungendo il campanello. 
Tengo la rosa e i cioccolatini dietro la schiena e sto sorridendo come un coglione. 
Spingo il bottone, facendo risuonare il campanello. 
Dopo alcuni secondi Teddy apre la porta, perfetta come sempre.
-Ciao- mi sorride radiosa. 
-Ciao- allungo i miei regali verso di lei, guardando attentamente la sua espressione. 
-Oh dio, grazie mille! Non dovevi, Zee- li prende con le sue mani piccole e delicate. Così delicate da evidenziare gli enormi ematomi che le ricoprono.
-È un pensierino, nulla di che- 
-Entra- si posta per lasciarmi entrare ed io mi infilo dentro, richiudendo la porta alle mie spalle. 
-Accomodati, ti prendo una birra- 
Mi guardo intorno, per poi adagiarmi sul divano di stoffa beige perfettamente pulito e anche profumato. La stanza è in ordine, forse imbiancata da poco. Degli scaffali stracolmi di libri sono appesi alle pareti bianco nuvola. Lo schermo da 52 pollici sovrasta l'intera stanza e mi provoca un senso di eccitazione.
Teddy torna con una birra già stappata in mano e si siede al mio fianco.
-Grazie- la prendo e ne bevo un sorso, non riuscendo ad elaborare alcuna parola che non risulti stupida e infantile.
-Ti ho invitato per farmi perdonare...sai, la festa-
-Oh...la festa- non posso farle capire che ci sono rimasto davvero male. Non posso farle capire che mi piace.
-Si. Beh, ho avuto un contrattempo e non ce l'ho fatta...mi dispiace- sussurra l'ultima parola. 
-No, è tutto okay- sorrido -Non dispiacerti-
-Però mi avevi invitato e ci tenevo a venire. Anzi, oggi pensavo che mi avresti dato buca e lo avrei capito se fosse stato così-
Ha gli occhi verdissimi, mettono quasi in soggezione. 
-Non lo avrei mai fatto, Teddy- 
-Grazie. Mio padre è fuori città ed io odio restare da sola a casa-
-Hai paura?- rido.
-Si- risponde sinceramente. Così tanto che mi sento a disagio. 
-Non devi averne. Ci sono io- 
Solleva le labbra da un solo lato, come a sfoggiare un mezzo sorriso.
Mannaggia a lei e alle sue labbra perfette. 
-Ho ordinato due pizze- 
-Fantastico- mi scolo la birra e appoggio la bottiglia a terra.
-Vuoi...non so, guardare un film?-
-Si, ma prima devo andare in bagno- rido imbarazzato.
-Sali le scale, prima a sinistra- 
-Grazie-
Alzo il culo dal divano e salgo le scale. È fantastico sentire il suo profumo per tutta la casa. 
Entro in bagno e chiudo la porta, controllandomi allo specchio. 
Sembro un drogato.
Mi sistemo i capelli come meglio posso e stiro la maglietta con le mani, maledicendola con ogni singolo insulto a me conosciuto. 
Esco dal bagno e sbircio dalla fessura della porta che mi sta davanti. Dovrebbe essere la sua cameretta; riesco a vedere il suo zaino buttato a terra ai piedi di un letto con le lenzuola blu notte. 
La cosa che mi turba, però, è notare che al posto del comodino si trova uno strano aggeggio a cui sono collegati due fili che non so dove vadano a finire. 
-Zacky??-
Sussulto e ripercorro le scale, tornando al piano inferiore -Eccomi-
-Sono arrivate le pizze- indica i cartoni aperti sul tavolo.
-Che buon profumo- le scosto la sedia come un vero gentiluomo e lei si accomoda, sorridendo. 
-Vino?- osservo la bottiglia e mi siedo.
-Si, pensavo ti andasse al posto della solita birra- arrossisce.
Quel leggero colorarsi delle sue guance mi intontisce ancora di più. 
Dio, che meraviglia.
-Però se vuoi...-
-No, il vino va benissimo-
-Perfetto allora-
Addento la prima fetta di pizza e i miei occhi ricadono sulle sue mani.
-Chi è stato?- 
-Nessuno- le copre con le maniche del maglioncino. 
-Teddy, devi risolvere questa storia- 
-Non so di che parli-
-Sei vittima di bullismo e non li denunci. Mi spieghi il perché?- la guardo incupirsi.
-Sono solo caduta, Zacky- sforza un sorriso. 
-Non mentirmi. Ti prego-
Sospira e allontana il cartone della sua pizza, quasi del tutto integra. 
-Teddy...-
-Li ho denunciati una volta...cioè, mio padre visto che io ero troppo piccola per farlo-
-Quando è successo?-
-Quando avevo più o meno sette anni-
-Ma...-
Scuote la testa -Questa conversazione non doveva venir fuori- si alza e infila la sua pizza nel forno.
-Sono qui per aiutarti- mi alzo di scatto e la tiro verso di me per un braccio.
-Non puoi aiutarmi-
-Spiegami, allora-
-Andiamo nel salone- mi prende per mano, portandomi di nuovo sul divano beige.
La guardo mentre prende da uno scaffale un album di foto con una calma assurda che mi fa scattare dei campanellini.
Si siede al mio fianco, mettendolo sul suo grembo.
-Parlami...-
-Ero così piccola...pensavo fosse un gioco. Pensavo che tutti i miei amici stessero giocando al gioco "Prendiamo in giro Teddy". Invece mi odiavano proprio- sorride amara. 
-Chi erano?-
-Gli stessi di adesso. Solo un po più piccoli-
-Cosa successe?-
-Successe che lo dissi ai miei e che andarono a parlare con i genitori di tutti. Ne avevo abbastanza. Tornavo a casa in lacrime, piena di abrasioni sulle braccia, e i graffi, le cicatrici sulle gambe-
-Cristo- la voce mi esce a malapena.
-E così...quella notte cambiò la mia vita- mi porge l'album. 
Lo apro, osservando ritagli di giornale che parlano dello stesso articolo più e più volte.
"INCENDIO DOLOSO AD HUNTINGTON BEACH"
E solo in quel momento mi rendo conto che, come ha detto Teddy, questa conversazione non doveva venir fuori.
Posso solo immaginare quanto sforzo le costi parlarne. 
-Mi dispiace-
-Lo sapevi, eh?-
-Me ne accennò qualcosa mio padre-
-Sapevi che la donna morta era mia madre-
Sospiro, richiudendo l'album. 
-Quella notte mio padre era fuori città, proprio come stasera. Io e mamma amavamo guardare i film d'amore sul divano, sotto le coperte- sorride tra le lacrime. 
Guardarla piangere mi provoca strane fitte al petto che mi lacerano l'anima. 
-Quella sera stavamo guardando un film di cui non ricordo nemmeno il nome, tanto era scadente- ride -Quando ad un certo punto, l'allarme antincendio del negozio si attiva-
-Teddy, non devi parlarmene per forza-
-Mamma allora scende, lasciandomi in casa da sola e spaventata. Quando non c'era mio padre avevo sempre il terrore che potesse succederci qualcosa...soprattutto a lei. Perché pensavo che io potevo cavarmela con qualunque cosa. Io ero forte-
La tiro fra le mie braccia. Sembra così fragile.
-Quando sento i pompieri scatto giù dal divano ed esco fuori. Con tutto quell'alcool poteva esplodere l'intero isolato, ma chissà perché non successe. Il negozio era completamente andato. Le fiamme erano così alte da farmi sollevare completamente la testa per osservarle.
Un vigile del fuoco mi prese in braccio, allontanamdomi da li...così iniziai ad urlare-
-Tua madre era...- Stringo le labbra.
Teddy annuisce. 
-Mi dispiace tantissimo, Teddy-
-Era entrata per controllare e non è mai più uscita...-
-L'incendio è stato provocato da...-
-Lo hanno appiccato loro...quando sono tornata a scuola li ho sentiti parlare. Dicevano che se la stavano facendo sotto dalla polizia-
-Perché non lo hai detto a nessuno?-
-Perché non ne avevo la forza. Quella sera i vigili del fuoco hanno spento anche me-
Appoggio la fronte sulla sua testa, stringendola a me con possessività.
Mi sorride -È tutto-
-Dev'essere stata dura-
Alza le spalle -Vuoi una birra?-
-Si, grazie- 
Vederla rialzarsi dopo un discorso del genere mi fa sentire stranamente vuoto. Mi sento un rammollito, al confronto. 
Teddy é tanto piccola, ma ha una forza che fa invidia al mondo intero. Certe cose non le puoi capire, se non le hai attraversate coi tuoi piedi. E credo che Teddy stia cercando di andare veramente avanti con questa storia. Solo che si ritrova quei bastardi ovunque. Mi chiedo come faccia a vivere vedendo gli assassini di sua madre tutti i giorni; anche se erano dei bambini hanno comunque levato la vita ad una persona. E quella persona era proprio la madre di Teddy.






NOTE DELL'AUTRICE: Salve ragazzuoli, come state? Come vi sembra questa storia? Teddy ha raccontato a Zacky dei suoi scheletri nell'armadio, ve lo aspettavate? Spero vivamente che la ff vi appassioni. Ovviamente, come sempre, potete farmelo sapere lasciando qualche recensione, mi fa sempre piacere <3 
Al prossimo capitolo, Stay Tuned!



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Capitolo 5
*** Where she is? ***


5°Capitolo- Where she is?



Dopo la serata a casa di Teddy, inizio a pensare che un coglione come me non si merita una come lei. Sono troppo spensierato e bambino per sapermela tenere. 
Però non riesco a farne a meno. Lei mi da quello che nessuna mi ha mai dato...uno spicciolo d'amore. 
Dietro le sue lacrime si nascondono mille problemi che Teddy riesce a controllare per tirare avanti. 
L'unica cosa che posso fare è aiutarla a non sentirsi sola. Lei non è sola. Ci sono io e Dio solo sa quanto ci metterò in questa storia. A costo di consumarmi io stesso.
Stamattina non sono andato a scuola, visto che ieri sera io e i ragazzi siamo stati al Johnny's a sbronzarci fino al vomito come ogni giovedì. Così, alzarmi dal letto mi sembra terribilmente difficile per le mie capacità più mentali che fisiche. 
Mio fratello Matt entra in camera mia e si butta sul letto -E così tu e Teddy Sparks, eh?- ride.
Sapevo che prima o poi lo avrebbe scoperto. 
-Non rompere, poppante. Sono a pezzi-
-Puzzi di alcool-
-Grazie mille, genio- sbuffo e gli do le spalle, coprendomi fin sopra la testa.
-Sai quanto è incasinata, la ragazza?-
-Vattene via, non so di che parli-
Scoppia a ridere -Non puoi negarlo, frocetto-
-Lo so quanto è incasinata, ma non m'importa. Se ne fai parola con i ragazzi, io ti castro. Chiaro?-
-Si signore!-
-Ora vattene via che già hai rotto abbastanza i coglioni-
-Anche io ti voglio bene, bro- mi bacia la testa ed esce dalla camera.
Odioso.
Allontano le coperte e mi tiro in piedi, trascinandomi fino in bagno per una doccia. L'impatto con l'acqua calda mi fa sentire subito meglio e pulito, ma decido comunque di crogiolarmi qualche minuto in più prima di uscire definitivamente di casa anche oggi.
Più tardi, salgo in macchina e mi avvio a scuola. I ragazzi staranno ancora dormendo, così ne approfitto per passare un po di tempo con Teddy. 
Mi fermo davanti i cancelli e le invio un SMS:
"Sono in macchina fuori dalla scuola. Ti accompagno io a casa"

"Dici sul serio? Grazie mille"

Qualche minuto dopo, la campanella di fine lezioni suona. Una massa informe di gente si precipita fuori. Sembrano tante pecore. 
Scorgo la sua chioma biondo miele fra le tante teste che la circondano. I suoi, sono i capelli più lucenti e perfetti. Mi vede e mi sorride da lontano.
Mi si scioglie il cuore.
Allungo un braccio e apro lo sportello per farla salire. Appena dentro, l'abitacolo si impegna del suo profumo.
-Ciao- sorride e si sporge verso di me per abbracciarmi.
-Ciao- la stringo a me, aspirando il suo odore dai capelli.
-Oggi niente scuola, vero? Non vi ho visti in mensa-
Mi allontano leggermente per poterla guardare in viso -No, ieri sera abbiamo fatto tardi e abbiamo deciso di non venire-
Dio mio, com'è bella.
-Eravate sbronzi, eh?- ride.
-Abbastanza- accendo il motore dell'auto e mi allontano dalla scuola. 
-Hai fame?- le chiedo un po imbarazzato.
-Si, tantissima. Mi porti a pranzo?-
-Ti porto a pranzo- sorrido. 
Arriviamo in un posto tranquillo in periferia, così che nessuno possa disturbarci.
Teddy ordina una semplice insalata, mentre io mi butto sul mio hamburger e patatine.
-Come stai?- le chiedo, notando le macchie violacee sulle sue mani diventate nere.
-Bene. E tu?-
In quel momento entrano i ragazzi. Mi si gela il sangue nelle vene.
-Oh merda- sussurro, pentendomi subito.
Teddy alza un sopracciglio, guardandomi senza capire.
-Devo andare in bagno- mi alzo di scatto e quasi mi metto a correre. Non so proprio come comportarmi. Mi sento un tale coglione per aver nascosto tutto ai miei amici.
Entro nel panico.
-Merda. Merda!- prendo il cellulare e chiamo Brian. Devo farli uscire di qui, non possono vedermi con Teddy.
Al secondo squillo risponde "Pronto, Zacky?"
-Brian, dove sei?-
"Sono con i ragazzi a pranzo. Ci raggiungi?"
Cazzo.
-Sto malissimo, potete venire a casa mia?-
"Stai male? Va bene, arriviamo subito"
-Grazie- riaggancio e aspetto altri cinque minuti prima di uscire dal bagno.
Quando torno, faccio per andare al mio tavolo e assicurarmi che i ragazzi siano andati via.
E infatti sono andati via...ma anche Teddy.
-Mi scusi, dov'è la ragazza che era li con me?- chiedo alla cassiera indicando il tavolo.
-È andata via cinque minuti fa- 
Sono un idiota.
-Okay, grazie- pago il conto e mi precipito fuori.
Mi sto odiando più di quanto faccio spesso.
Salto in macchina e torno a casa, trovando quella di Brian parcheggiata nel vialetto.
Sono nella merda fino al collo.
Entro titubante e affronto i ragazzi in salotto -Ciao-
-Ci prendi per il culo o cosa?- sbotta Matt.
-No, volevo farvi pranzare con me- alzo le spalle.
-Non potevi semplicemente unirti a noi, visto che eri già fuori?- interviene Johnny. 
-Giusto...non ci ho pensato-
-Sento puzza di bruciato- ride Jimmy.
-Non sto mentendo...- mi tradisco sussurrando l'ultima parola.
-Cucina, idiota. Veloce che ho fame- Brian mi lancia un cuscino, ma faccio in tempo a schivarlo.
-Vado- mi precipito in cucina e mi chiudo la porta alle spalle per poter chiamare Teddy e scusarmi.
Dopo due squilli, cade la linea. O semplicemente riattacca.
Sospiro e le invio un SMS

"Teddy, mi dispiace tantissimo. Quando hai tempo chiamami, ti spiegherò tutto"






E i giorni passano, ma nulla cambia. Teddy non si è fatta sentire, ne tanto meno vedere a scuola. Ho paura che le sia successo qualcosa e questa cosa mi tormenta. Ho provato ad andare anche al negozio di liquori, ma sembra essere chiuso. Ho bussato alla porta, ma nessuna risposta. 
Questa attesa deve finire.
Esco in giardino, dove i ragazzi bevono birre in santa pace sotto il sole di Huntington Beach. 
-Sentite...- si girano tutti a guardarmi.
-Si?- Brian ride.
-Devo dirvi una cosa- mi riavvio i capelli nervosamente. 
-Cosa? Che ti scopi Teddy Sparks?- sbotta Matt. 
Rimango senza fiato.
-Respira, Zachary- mi sorride, accentuando le fossette.
-A parte che non me la scopo...ma...come fate a...-
-Ti conosciamo come le nostre tasche- Jimmy non mi lascia finire -Pensi che non vi abbiamo visti al ristorante?-
-Mi avete preso per il culo!- sbuffo.
-No. Tu ci hai presi per il culo. Che cazzo ti è saltato in mente? Perché non ce lo hai detto?-
-Io...- lo guardo negli occhi dal basso verso l'alto. Quell'azzurro mi inquieta. 
-Tu cosa?- Johnny mi lancia il tappo di una birra, prendendomi in fronte.
-Sono un coglione, scusatemi- sospiro, sedendomi.
-Non fare così, non è successo nulla- Brian mi da una pacca sulla spalla come per confortarmi, ma sto davvero male. Odio me stesso per aver nascosto tutto ai ragazzi e per aver ferito Teddy senza motivo.
Di cosa mi vergognavo? Lei è bellissima, avrei dovuto farmi vedere in giro con quella meraviglia. 
-Non la sento da quattro giorni. A casa nessuno risponde, il cellulare è morto, il negozio di suo padre è chiuso...non so che fare-
-Non è che si è trasferita senza dirti nulla?- chiede Jimmy.
Mi si mozza il respiro. Non può averlo fatto davvero...o forse si. In fondo non stavamo insieme e per di più ho fatto lo stupido al ristorante. 
Teddy deve essersi accorta che mi nascondevo dai ragazzi.
Scuoto la testa per scacciare via i pensieri -Ho bisogno di sentirla-
-Sei proprio cotto- ride Brian, facendoci ridere tutti.
In quel momento esce mio fratello Matthew e incrocia le braccia. 
-Cosa c'è?- lo guardo.
-Io so dov'è Teddy.-




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Capitolo 6
*** Creep ***


 

6° Capitolo- Creep



"In assenza di una vita normale ne vivrò una anormale con tutte le mie forze"
-Sweet November.

La mancanza di una persona, per quanto futile possa sembrare, potrebbe anche essere fatale all'essere umano. 
Quando il tuo cervello ti implica di stare male nonostante tu faccia del tuo meglio per stare bene, non puoi fare altro che accettare le condizioni e chiuderti in te stesso. 
Tutto quello che il mondo ha da darti, lo rifiuti senza pensarci due volte. Perché non è quello che vuoi, quello di cui hai bisogno. Non è l'apoteosi del tuo volere. Potrebbe anche capitarti di vincere la lotteria, di trovare un giacimento di petrolio, ma non è quella la felicità che cerchi. Non mentre ti manca una persona. Non mentre rinunceresti a tutto pur di riaverla con te. È tutto uno schifo, quando ti domandi "dove ho sbagliato?" Perché non troverai mai una risposta che ti farà andare avanti. 
Non si va avanti. Si fa semplicemente finta che il passato sia passato.
Ma il passato non passa.
"Io so dov'è Teddy"
Le parole di mio fratello Matthew mi tormentano giorno e notte.
"È partita con suo padre per la Francia"
La Francia. È così lontana.
Non mi ha detto nulla. Mi ha lasciato vuoto come un guscio d'uovo appena aperto. 
Mi manca il profumo di cocco che la impregnava dai capelli alle mani e immagino in tutto il corpo.
-Zacky, dove credi di andare?- mia madre si alza dal divano dove mio padre la abbaracciava.
-Faccio un giro- prendo la mia giacca dei Sox dall'appendino e la infilo, alzando il cappuccio. 
-Sono le undici e mezza di sera. Domani hai scuola- so che mi sta fissando, ma non riesco a reggere lo sguardo di nessuno in questo periodo. 
-Lo so, tra un'ora sono a casa. Promesso- le bacio la fronte che funziona sempre a farla sciogliere. 
-Stai attento- sospira lei.
-Si- ignoro completamente mio padre ed esco fuori.
Non è un cattivo papà, con Matt e Zena. So solo che con me non riesce a non fare il testa di cazzo rompi palle. 
Salto in macchina e mi allontano da casa velocemente, lasciando un messaggio a Johnny per farmi raggiungere.
Huntington Beach a quest'ora è deserta, tranne in estate.
Accendo la radio facendo partire i Misfits che mi aiutano sempre ad allentare la tensione.
Riesco ancora a sentire il profumo di Teddy dentro l'abitacolo, il che mi provoca una fitta allo stomaco.
"Dannate farfalle".
Fermo la macchina e spengo il motore.
Non so se scendere o tornare dritto a casa con la coda tra le gambe.
Johnny bussa al finestrino, facendomi sobbalzare. Stacco le chiavi e scendo.
-Ciao-
-Si può sapere che vuoi fare?-
-Anche io sono felice di vederti- rido.
-Stiamo per fare una cazzata-
-Non sarebbe la prima- alzo le spalle, guardandolo.
Lui sospira -Facciamo presto-
Annuisco e mi incammino verso il retro della casa di Teddy. 
Non si sente volare una mosca.
-Prego- mi sposto per far aprire la serratura a Johnny, ormai esperto.
Dopo alcuni mugolii, la serratura scatta e la porta si apre.
-Non più di dieci minuti- mi avvisa.
-Tanto non c'è nessuno- entro.
La puzza di chiuso mischiata a quella di cocco mi arriva alle narici come un colpo di mazza in testa. 
Mi gurdo intorno, osservando la cucina rimasta così come l'avevo lasciata quella sera.
-Adesso mi spieghi perché siamo qui- sussurra Johnny.
-Vieni con me- salgo al piano di sopra e apro lentamente la porta di fronte al bagno.
-Per questo- mi sposto per permettergli di guardarsi intorno.
-Oh cazzo.-
La cameretta di Teddy potrebbe apparire una normale stanza da ragazza adolescente; poster vari alle pareti azzurro cielo. Una scrivania. Tappeti colorati. Una libreria piena zeppa di libri.
Solo il letto a una piazza e mezzo con le lenzuola grigie è diverso.
Sembra uno di quelli con lo schienale regolabile da un piccolo telecomando. Accanto giace uno strano macchinario, come quello degli ospedali che segnala i battiti e stronzate varie. Dietro il letto tre bombole di ossigeno una accanto all'altra.
-Che posto è questo?- sussurra Johnny.
-È la sua stanza-
-Teddy é malata?-
-Così sembra-
-Cristo. Non ne sapevo nulla-
Arriccio le labbra, avvicinandomi al comodino. 
-Secondo te cosa ha?-
-Non lo so, sta zitto- lo apro ed estraggo una cartella rosa.
HUNTINGTON BEACH HOSPITAL.
Il rumore della porta di entrata mi fa girare la testa di scatto. 
-Cazzo- sussurra Johnny -Andiamo, Zee-
Annuisco e chiudo la cartellina, tenendola stretta.
-Che stai facendo, testa di cazzo?- mi rimprovera il mio amico.
-Devo capire- lo guardo negli occhi.
-Non è affar tuo- me la leva dalle mani e la rimette dentro il comodino -Andiamo, cazzo-
Stringo i pugni ed esco dalla finestra della camera, arrampicandomi sull'albero adiacente insieme a Jc.
-È tornata- sussurro notando la macchina del signor Sparks.
-Non me ne frega, andiamo via- 
Corro in macchina e do un'ultima occhiata alla casa, per poi allontanarmi. 


Teddy é malata. Il sol pensiero di lei attaccata a quelle dannate macchine mi provoca la nausea. Per di più sono un codardo, non riesco a chiamarla e chiederle di spiegarmi tutto. 
Guardo la matita che ho tra le mani mentre gira fra le dita avanti e indietro da ormai un'ora. Devo trovare una soluzione, non riesco a stare con le mani in mano.
-Signor Baker, vorrebbe renderci partecipi della sua storia interiore che da un'ora la tormenta?-
Alzo gli occhi, tutti mi fissano. 
-Mi scusi, signor Hale- inizio ad odiare i professori. 
-Vuole prendere un po d'aria?-
Annuisco e lo ringrazio mentalmente, avviandomi fuori dall'aula. 
Il signor Hale non è un cattivo professore. Sa bene che con la sua materia, scienze biologiche, do il meglio e sa che non mi farei distrarre da nulla se non da cose importanti. E Teddy lo è. 
Giro per i corridoi della scuola deserti cercando di pensare ad altro, ma qui dentro tutto parla di lei. 
Mi sono rincoglionito completamente. 
-Baker?- 
Mi giro e vedo Brian avvicinarsi a me, sorridendo. 
-Brian, che fai fuori dall'aula?-
-Potrei farti la stessa domanda- ride lui.
-Hai ragione- gli do una pacca sulla spalla. 
-Andiamo a fumare, devo parlarti-
Sento già l'ansia invadermi. 
-Si-
Lo seguo fuori, dietro la palestra dove nessuno verrà a rompere le palle, e ci sediamo su degli scalini di cemento ormai consumati dagli agenti atmosferici. 
-Tutto okay?- mi accendo una sigaretta. 
-Non lo so, dimmelo tu- 
Lo guardo, sta fissando l'orizzonte. 
-Di che parli?-
-Di Teddy Sparks-
-Senti, io...- 
Mi interrompe -Zacky, se sei innamorato di lei me lo devi dire. Perché non ti fidi di noi? Non mi frega se è la sfigatella della scuola se piace a te. Sei mio fratello, non posso far altro che esserne felice- adesso mi guarda. È sincero.
-Grazie, lo apprezzo molto...davvero-
-Allora?- alza un sopracciglio.
-Allora...non so se sia amore. So solo che è qualcosa che non mi fa dormire la notte e mi tormenta-
-Cosa ti tormenta?-
-Teddy...lei è...- stringo le labbra. Credo che piangerò.
-Lei è?- 
-Non lo so. Non sta bene-
-Ecco perché non si fa vedere a scuola. Le hai parlato?-
-No, è in Francia- cerco di mentire, ma con Brian è tutto inutile.
-Sei un codardo. Teddy é a casa e tu lo sai, ma non vuoi andarci per chissà quale ragione-
-Come sai che è a casa?-
-Il negozio del signor Sparks è aperto-
Mi passo due dita negli occhi. 
-Dopo scuola ci vai. Chiaro?-
-Non posso. Io...-
-Tu un cazzo. Ti ci accompagno io, non posso vederti così. E poi starai poco, abbiamo le prove per l'incisione di Sounding The Seventh Trumpet-
-Va bene- spengo la sigaretta e torno dentro la scuola.
Brian ha ragione. Sono un codardo. 




NOTE DELL'AUTRICE: buonsalve a tutti, miei cari lettori! Come ve la passate? Finalmente sta rrivando l'estate, qui da me c'è già un bel tempo (miritengo fortunata). Comunque, veniamo alla stroia. Come vi sta sembrando?  Zacky sta iniziando a scoprire a poco a poco i segreti di Teddy, cosa ne verrà fuori? Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate attraverso le recensioni. Al prossimo capitolo, un bacio <3
    

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Capitolo 7
*** Can you feel me? ***


7° Capitolo- can you feel me?



Dopo aver discusso con Brian sul da farsi, mi ha letteralmente trascinato davanti la porta di casa Sparks. Credevo di essere in salvo e che quando sarebbe andato via me la sarei data a gambe, ma ha appena suonato il campanello. 
Pochi secondi dopo ecco Teddy aprire la porta.
Mi si blocca il respiro. 
Le sue occhiaie troppo evidenziate e i suoi capelli opachi mi gelano.
-Ei- sorride appena, ha la voce rauca.
-E...ei- balbetto.
Ci saranno venticinque gradi e Teddy indossa una felpa. 
-Io vado, eh- Brian mi da una pacca sulla spalla e corre in macchina, sgommando via.
-È successo qualcosa?- mi chiede, attirando di nuovo la mia attenzione.
-Io...no...- sospiro -Sei sparita-
-Si, lo so. Mi spiace, ho avuto qualche problema-
-Stai bene?-
-Benissimo- accenna un altro sorriso.
-Mi offri una birra?- indico l'interno della casa.
-Ehm...veramente io...-
-Teddy??-
Il signor Sparks chiama da dentro.
-Arrivo, papà!-
-Scusa il disturbo, ci ved...-
-Ciao figliolo- il padre di Teddy ci raggiunge davanti la porta.
-Salve signore- gli porgo la mano che lui stringe con vigore.
-Vuoi accomodarti?- mi sorride.
-No, Zacky stava andando via...- interviene Teddy.
-Posso perdere altri cinque minuti, tranquilla- le sorrido ed entro in casa. 
-Ti offro una limonata!- annuncia il signor Sparks dalla cucina.
-Grazie mille!-
Teddy chiude la porta, sospirando. 
-Ti infastidisce la mia presenza?- la guardo.
-No, affatto-
-A me sembra di si-
-Non volevo darti questa impressione, mi dispiace-
-Teddy, stai davvero bene?-
-Io...-
-Ecco la limonata- ci interrompe Thomas.
-Grazie papà- sorride.
Prendo il mio bicchiere e ne bevo un sorso. È fresca e gustosa. 
-Accomodati, figliolo- mi indica il divano beige.
Mi accomodo, seguito da Teddy, mentre lui si adagia su una poltrona vecchia e logora alla nostra sinistra. 
-Frequentate la stessa scuola?- chiede lui.
-Si, lui è Zacky, te ne avevo parlato- 
Sorrido.
-È vero, scusami ma non ci sto più con la testa-
-Non si preoccupi, nessun problema- rido.
-Teddy ti ha detto del suo problema?-
-Papà!- lo rimprovera. 
-Quale problema?-
-Okay, adesso basta!- Teddy si alza in piedi e mi afferra un braccio -Te ne devi andare-
-Theodora Sparks, siediti immediatamente.- le impone Thomas. 
La sento irrigidirsi e dopo pochi secondi mi lascia il braccio, tornando al suo posto. 
-Non farlo- sussurra lei.
-Zacky, mi posso fidare di te?-
Annuisco, fissandolo quasi spaventato. 
-Papà- Teddy inizia a piangere. 
-Hai bisogno di qualcuno, principessa-
-Non in questo modo- singhiozza. 
-Signor Sparks, mi dica tutto. La prego- ingoio a vuoto.
Sento le farfalle svolazzare dolorosamente nel mio stomaco e le mani iniziano a grondare sudore.
-Siamo stati in Francia- sussurra lui.
-Lo so- 
Teddy gira la testa di scatto -Come...-
-Siamo andati a trovare mio fratello. Abbiamo solo lui-
Annuisco.
-E Teddy si è sentita male-
-Che le è successo?-
-Ho la cardiomiopatia dilatativa simmetrica- sussurra lei senza fiato.
La guardo. Non so nemmeno cosa stia dicendo, sento solo le orecchie fischiare un sacco.
-Sai cos'è?- mi guarda con gli occhi pieni di lacrime. 
Scuoto la testa, confuso. 
-Vi lascio soli- Thomas si alza e si chiude in cucina. 
-Ho i ventricoli dilatati-
-Questo che significa?-
-Significa che il mio cuore non va bene-
-Ti stai curando, vero?-
Si asciuga le lacrime -Ho un VAD-
-Non so cos'è- le prendo la mano. In questo momento ho bisogno di conforto più di lei.
Si alza la felpa, scoprendo uno strano apparecchio infilato dentro uno zainetto.
-A cosa serve?-
-Pompa il sangue al posto dei miei ventricoli-
-Lo hai messo in Francia?-
Annuisce.
Le stringo più forte la mano, ma ho paura di farle male, quindi lascio perdere.
-E adesso che succede?-
-Ho bisogno di un trapianto di cuore-
Sento i brividi sotto la pelle. È come gettarsi nell'acqua fredda e sentire il gelo atrofizzarti i muscoli. 
-Di qualcosa- 
-Io...non so che dire...- abbasso lo sguardo. 
-Non volevo dirtelo così. Volevo del tempo, volevo conoscerti meglio-
-No, va bene così-
Scuote la testa -Non va bene per niente-
-Quando farai il trapianto? -
-Quando troveranno un cuore da donarmi- ed ecco che accenna di nuovo un sorriso, ma questa volta è carico di tristezza. 
-E quanto ci vuole?-
-Il tempo che ci vuole. Non sono l'unica sulla lista- alza le spalle. 
-Ma tu hai bisogno di un cuore, non possono farti aspettare-
-Ei...va tutto bene, troveranno un cuore e faranno il trapianto-
La abbraccio di scatto, facendola sussultare. 
-Scusa- sussurro. 
Mi stringe la maglietta, stringendomi a se con la poca forza che possiede. 
-Andrà tutto bene- la rassicuro.
-Si-
Passiamo tutto il pomeriggio in camera sua a studiare per il compito di letteratura. Thomas non ha fatto altro che entrare ed uscire dalla stanza per portarci limonata e patatine. Ad un certo punto ci siamo fermati perché il VAD di Teddy era scarico e doveva cambiare le pile. Guardarla procedere tranquillamente e senza problemi cambiare le pile, mi ha fatto sorridere. Vorrei farle più domande su questa storia, ma ho paura di sembrare invasivo. Il signor Sparks mi ha invitato a cena e non ho potuto rifiutare. 
-Hamburger e patatine?- mi chiede Teddy mentre è indaffarata a tagliare le patate.
-Vanno benissimo- sorrido -Vuoi una mano?- 
-No, tranquillo, sei un ospite- ride lei.
Nel frattempo Thomas ci ha lasciati da soli ed è passato in salotto a guardare la tv.
-Che altre opzioni ci sono oltre la lista per i trapianti?-
-Non ci sono alternative-
-Nessuna?-
-Una sola, ma non l'abbiamo nemmeno presa in considerazione-
-Perché?-
-Perché non abbiamo tutti quei soldi-
-Quanti?-
-Ottantamila dollari-
-Oh cazzo- spalanco la bocca.
-Già, da non credere-
-Così è come se compri il cuore-
-Diciamo che i soldi servono a scavalcare la lista-
-È ingiusto- stringo i pugni. 
Teddy annusice e butta le patatine dentro l'olio bollente, che iniziano a sfrigolare. 
-Vorrei poter fare qualcosa- sospiro.
-Sei molto carino- sorride, facendomi venire la pelle d'oca. 
-Anche tu-
-Sei carino nel senso che ti preoccupi per me- ride.
-Ah...cioè...- arrossisco.
-Sto scherzando, zee- mi lancia uno strofinaccio che prendo al volo.
-Stronza- rido.
Il mio cellulare prende a squillare.
-Scusami un attimo- lo prendo ed esco in giardino -Pronto?-
"Dove cazzo sei??" sbraita Brian.
-Da Teddy, che cazzo vuoi?-
"Ti dice qualcosa "Sounding the seventh trumpet"?"
Oh merda, dovevo andare in studio.
-Cazzo, l'ho completamente rimosso...-
"Ti abbiamo aspettato per due cazzo di ore e fatto almeno venti chiamate!"
-Mi dispiace, giuro che mi farò perdonare. A dopo- riaggancio.
Teddy spunta alle mie spalle, ridendo -Scusa, è colpa mia-
Sorride -Macchè, non dirlo neanche. Mi piace passare del tempo con te- 
-Anche a me piace stare con te- le si illuminano gli occhi -La cena è pronta-.
Inutile dire che ho passato tutta la sera a casa Sparks.

    

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Capitolo 8
*** Save me, I'm trapped in a vile world ***


8° Capitolo- Save me, I'm Trapped in a vile world



Il diploma si avvicina. Io e i ragazzi non facciamo altro che studiare e ricavare tempo per la band. Oltretutto mi sto pure impegnando con Teddy che con il passare del tempo peggiora a vista d'occhio. Il suo cuore sta per cedere e la lista trapianti sembra essere troppo lunga. Ottantamila dollari non riesce proprio a trovarli e io mi sento completamente impotente. Ho cercato di mettere qualcosa da parte con i concerti che abbiamo fatto in giro per gli Stati Uniti, ma sono arrivato a sette mila dollari e non bastano. Stiamo cercando di farci assumere da una casa discografica di successo, ma la strada sembra lunga e difficile. 
Osservo Teddy svolgere alcuni esercizi di matematica; ha i capelli legati in una coda con alcune ciocche che le cadono sul viso. Dio, è stupenda. 
Avvicino le mie dita alla sua guancia e la sfioro, morbida come la buccia di una pesca.
Lei si gira verso di me e mi sorride. 
-Hai finito di fare matematica?- mi chiede con gli occhi sorridenti.
-Sto facendo arte- sorrido a mia volta. 
-Ovvero?-
-La Venere di Milo- 
Ride. 
La temperatura di Huntington Beach è alle stelle oggi, infatti Teddy ha rinunciato a giacche e camicie per nascondere il VAD, e ha indossato una canotta rosa e dei pantaloncini di jeans. Ha un corpo perfettamente snello con le curve al posto giusto. Dall'incavatura dei seni si intravede una cicatrice rosa sottilissima che si fa spazio sotto il reggiseno fino a nascondersi dietro la stoffa della canotta.
-Zacky Baker, mi stai guardando le tette?- mi tira i capelli, ridendo.
-No, scusa, non lo faccio più!- piagnucolo, ridendo.
-Ti cavo le orbite- mi lancia la gomma da cancellare. 
-Scusa- prendo il suo diario e lo apro, ma non faccio in tempo a leggere nemmeno un rigo che Teddy me lo strappa di mano.
-No- sussurra, e nel frattempo un foglio di carta scivola dalle pagine, finendo a terra.
Mi alzo dal letto e lo raccolgo.
Teddy si avvicina e cerca di prenderlo -Ridammelo-
-No- rido, aprendolo.
-Zacky!- allunga le braccia verso il foglio.
-Obiettivi da raggiungere prima della mia fine- leggo il titolo del foglietto.
-Ridammi quel dannato foglio!- stringe gli occhi e si siede sul letto, appoggiandosi una mano sul cuore.
-Teddy che hai??- mi inginocchio di fronte a lei.
-Fregato- mi strappa il foglio dalle mani e lo piega. 
-Stronza! Mi hai fatto prendere un colpo!- le solletico i fianchi, facendola inarcare all'indietro sui libri. 
-Soffri il solletico, quindi- rido.
-Zacky, ti prego, no!- urla ridendo, mentre le solletico i fianchi. 
Smetto subito, anche se vederla ridere in quel modo mi riempie l'anima. 
-Non dicevo sul serio, potevi continuare- mi sfiora la guancia con i polpastrelli. 
Le guardo le labbra leggermente carnose, desiderando ardentemente di sfiorarle con le mie.
-Sei bellissima, Teddy- penso a voce alta.
Lei mi sorride e io arrossisco non appena mi rendo conto di averlo davvero detto. Mi sposto di scatto e mi metto seduto al suo fianco. 
-Cos'era quel foglio?- giro la testa per guardarla negli occhi. 
-Delle cose che vorrei fare prima di morire-
-Fino a che punto sono fattibili?-
-Non lo so- si tira seduta anche lei.
-Fammi vedere il foglio- allungo una mano verso di lei.
-Non credo sia il caso, Zacky-
Sospiro -Voglio aiutarti, Teddy-
Riprende il foglio e lo appoggia sul palmo della mia mano -Prima di leggerlo, prometti che non mi prenderai in giro, qualunque cosa ci sia scritta-
-Devo, sono il tuo migliore amico- rido.
Lei sorride e si avvicina a me.
Apro il foglio.
1- Dare il primo bacio.
La guardo -Questo puoi cancellarlo, no? Lo hai già dato il primo bacio...credo-
-No, non ho mai dato il primo bacio- abbassa lo sguardo. 
-Ah...andiamo avanti-
2- Trovare l'amore. 
3- Visitare il Gran Canyon. 
4- Visitare L' Alaska
5- Prendere in braccio un otaria. 
6- Fare un giro in elicottero. 
7- Adottare un cucciolo.
8- Fare bujeejumping.
-La otto non è fattibile- sussurro. 
-Perché, le altre si?- ride.
9- Andare a pesca. 
10-....
-La dieci?- la guardo.
-Devo ancora pensarci- alza le spalle.
Richiudo il foglio e lo torno a Teddy.
-Folle, vero?- 
-No. È una bella cosa, secondo me-
-Dovremmo studiare- nasconde la lista fra i fogli del suo diario e riapre i libri.
-Teddy- 
Si gira di scatto verso di me -Si?-
Mi avvicino a lei -Dobbiamo cambiare le batterie al VAD-
Credo di essermi giocato l'unica possibilità che avevo di baciarla.




Dopo cena abbraccio Teddy ed esco di casa Sparks. Ormai torno a casa solo per dormire, non mi va di lasciarla da sola mentre suo padre bada al negozio. Mi ha detto di volermi bene e che sono il suo migliore amico. Io credo di vederla con occhi diversi. 
Scendo dall'auto parcheggiata a caso e raggiungo i ragazzi al centro del parcheggio abbandonato dove passiamo molto tempo dopo la scuola...o almeno, loro.
-Chi non muore si rivede- ride Matt.
Sorrido e li abbraccio -Buonasera-
-Sei stato dalla fidanzatina?- scherza Brian con la sua solita birra in mano.
-Non stiamo insieme, lo sai- sbuffo.
-Zee- Johnny mi lancia una lattina di birra che prendo al volo.
-Grazie, nano- la apro e ne bevo un sorso.
-Come sta?- mi chiede Jimmy, seduto sul cofano della sua auto scassata.
-Sempre peggio- mi guardo le scarpe.
-Cosa possiamo fare?- Matt mi da una pacca sulla spalla.
-Qualche casa discografica si è fatta sentire?- lo guardo.
Lui scuote la testa.
-Oggi...- stringo le labbra e cala il silenzio. 
-Oggi?- mi intima Johnny. 
-Oggi ho letto una lista. Ha scritto dei desideri, sa che prima o poi quel cuore si fermerà-
-Sono cose fattibili?- continua ancora il nano, mentre gli altri si limitano ad ascoltare. 
-Alcune si, altre non so- scolo l'ultimo goccio di birra e accartoccio la lattina, lanciandola nel cestino ad un paio di metri da me -Canestro!- rido.
I ragazzi ridono anche, facendo apprezzamenti. 
-Io e i ragazzi volevamo dirti una cosa- dice Matt, da buon portavoce qual è.
Li guardo -Cosa?-
-Avevamo pensato di mettere i nostri risparmi nel tuo conto per vedere se riusciamo a scavalcare quella lista-
Rido -Non dite cazzate- 
Sono stranamente seri, il che mi preoccupa.
-No, non se ne parla. Vi ringrazio, ma non accetterei mai-
-Zacky, dobbiamo almeno provarci- interviene Johnny. 
Scuoto la testa -Non se ne parla. No, davvero-
-Io ho dodicimila dollari- annuncia Matt.
-Io ne ho solo nove- Johnny alza le spalle.
-Io posso mettere cinque mila dollari- sospira Jimmy.
-Il resto lo metto io- conclude Brian.
-Cosa?! Non ditelo manco per scherzo, non pensateci neanche!- 
-Zacky, tu la ami!- urla Brian, zittendomi.
Mi passo due dita negli occhi -Non posso accettarli, ragazzi. Non so se potrò mai restituirli-
Una macchina si ferma accanto a noi, accecandoci con i fari. Mi copro gli occhi con un braccio, cercando di mettere a fuoco chi sta dentro il veicolo. 
I fari si spengono e saltano giù due nanette identiche: una bionda, l'altra mora.
-Val e Michelle?- alzo un sopracciglio. 
-Sera- sorride Val, la biondina sprizza felicità -Ci abbiamo messo un secolo per trovare questo posto- si butta addosso a Matt, che la stringe fra le sue braccia muscolose e tatuate.
-Val non ha senso dell'orientamento- ride Michelle, baciando Brian.
-Che ci fate qua?- ride Jimmy.
-Siamo portatrici di grandi notizie- dicono tutte e due all'unisono, facendoci ridere.
-Vai, Valary- dice Michelle.
-Ha chiamato la Warner Music, vogliono sentirvi- sorride lei.
Un urlo di eccitazione riempie l'aria.
-Oh cazzo! Non ci credo!- Jimmy salta giù dal cofano, urlando come un pazzo.
Johhny si butta addosso a me, stringendomi -Avremo il contratto!- 
Rido, emozionato quanto loro -Gli Avenged Sevenfold stanno arrivando, figli di puttana!- urlo al cielo.

    

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Capitolo 9
*** My secret place ***


 

9° Capitolo- My secret place


Faccio velocemente colazione e mi fiondo fuori casa. Mi metto a correre per arrivare il prima possibile a casa di Teddy. L'eccitazione per tutta la storia della casa discografica non mi fa pesare manco la corsa.
Il negozio è già aperto e spero che Teddy non sia andata a scuola. Prendo la rincorsa e salto i tre scalini della veranda, atterrando davanti la porta.
Suono con troppa foga, aspettando impaziente. Qualche secondo dopo la porta di casa si apre.
-Zacky, ma sono le otto del mattino- Teddy si strofina gli occhi.
Ha i capelli in disordine, la faccia acqua e sapone e la forma del cuscino ancora stampata in faccia.
-Lo so, ma non sono riuscito ad aspettare ancora- sorrido entusiasta. 
-Che succede?- chiede alzando un sopracciglio. 
Sorrido -La Warner Music ci vuole vedere-
-Oh mio dio, ma è fantastico!- urla sorridendo. 
La abbraccio, stando attendo a non combinare casini con il VAD, e affondo il viso fra i suoi capelli che come sempre profumano di cocco.
-Congratulazioni- mi sussurra, carezzandomi la schiena su e giù. 
Sorrido e mi stacco appena -Scusa se ti ho svegliata così presto- rido.
-Perché ridi?- 
-Così- alzo le spalle. Anche con la faccia impastata di sonno è una meraviglia. 
-Entri? Preparo la colazione-
-Veramente avevo pensato di fare un picnic-
-Ah, va bene- sorride lei.
-Cuciniamo qualcosa e poi andiamo, okay?-
-Va benissimo-
Dopo aver preparato dei tramezzini e qualche fetta di bacon, Teddy corre al piano di sopra per cambiarsi, mentre io la aspetto in salotto.
-Non dimenticare le batterie di ricambio per il VAD!- le urlo.
-Hai ragione- spunta alle mie spalle. Indossa un paio di jeans attillati chiari e una felpa verde che si intona con gli scarponcini da trekking del medesimo colore. 
Infila il cibo e una bottiglia d'acqua in uno zainetto a strisce bianche e nere e lo mette in spalla -Io sono pronta-
-Oh merda- sussurro. 
-Che succede?-
-Ho lasciato la macchina a casa- mi gratto la testa, imbarazzato. 
-Possiamo fare due passi fino a casa tua e prendere la macchina- mi sorride, facendomi venire voglia di stringerla a me con tutte le mie forze.
-Te la senti?-
-Certo. Lascio un biglietto a papà ed esco, aspettami fuori- si infila in cucina e socchiude la porta. 
Esco di casa e mi siedo sugli scalini della veranda, accendendomi una Lucky Strike.
Mi rendo finalmente conto che butterei tutto nel cesso per stare con Teddy; non i ragazzi, certo, ma la band si se fosse necessario. Se mi impedirebbe di stare con lei o di aiutarla dopo il trapianto (perché sono sicuro che quel dannato cuore lo troverà prima che sia troppo tardi) lascerei il gruppo. Per lei vale la pena tutto. Improvvisamente sento che qualcosa nella mia vita sta cambiando. Forse in meglio, ma non ne sono del tutto sicuro. L'unica mia sicurezza è l'amore che provo per Teddy. Si, cazzo, mi sono innamorato. All'inizio pensavo fosse una stupida cotta, ma adesso sono più che sicuro che sia amore. 
-Eccomi-
Giro la testa, guardando Teddy scendere i tre scalini lentamente mentre infila qualcosa nella tasca anteriore dello zainetto.
-Zacky Baker, stai fumando?- incrocia le braccia, corrucciandosi.
Rido -Sei buffa-
-Spegnila. Io ho il cuore marcio e tu che lo hai perfetto fumi- sbuffa -Stupido- mi supera e si incammina.
Spengo la sigaretta e la raggiungo -Scusa, non volevo offenderti-
-La prossima volta che ti vedo fumare giuro che te la faccio mangiare- ride.
Sorrido -Sissignora-
Arrivati a casa mia, apro il cancelletto di legno verniciato di bianco e la lascio passare. Lei mi sorride e si avvicina alla porta d'entrata. 
-Ti aspetto qua- si siede sul dondolo della veranda, sorridendomi.
-Torno subito- entro e prendo le chiavi appese nel chiodino vicino l'allarme.
-Zacky, sei tu?- mia madre spunta dalla cucina col grembiule sporco di cioccolato e i capelli spruzzati qua e la di farina.
-Ma che cazz- scoppio a ridere e lei mi lancia lo straccio in faccia.
-Che ridi? Stupido- ride pure lei.
-Sei sempre bellissima- la abbraccio. 
-Non fare il ruffiano, Baker. Dove stai andando?- mi pizzica il sedere.
-Sono con un'amica, vado a fare due passi- le bacio la fronte.
-È qua fuori?- le si illuminano gli occhi. 
-Mamma...no.-
-È qua fuoriii!- mi spinge ed esce.
La seguo a ruota -Mamma!-
-Ciao- sorride lei.
Teddy scatta in piedi -Salve- balbetta imbarazzata.
-Io sono Maria- le porge la mano.
Teddy la stringe -Piacere, Theodora-
Non l'avevo mai sentita pronunciare il suo nome per intero. 
-Bene, noi dobbiamo andare- 
Mia madre si fa da parte -Una di queste sere mi farebbe piacere averti a cena con noi- 
Mia madre è impazzita!
-Oh..la ringrazio, signora. È molto gentile- 
-Ciao mamma- prendo Teddy per mano e la tiro via -Scusami, non volevo metterti in imbarazzo-
-No, macchè, tua madre è carinissima-
La guardo -Davvero?-
Sorride e annuisce, rincuorandomi.
Le apro lo sportello del passeggero e la faccio accomodare -La cintura- lo richiudo e corro al posto di guida, mi allaccio a mia volta la cintura e mi allontano da casa.
-Preferisci qualche posto in particolare o ti va bene ovunque?- accendo la radio per rompere il ghiaccio. 
-No, va bene ovunque- 
Un lampo di genio mi accende i sensi e sorrido interiormente, guidando piano per godermi ogni secondo con lei. 
-Ora che ci penso...non so nulla della tua famiglia- abbassa il volume della radio.
-È vero- rido -Beh, io sono il più grande. Poi c'è mia sorella Zena che ha un anno meno di me e Matt, che ha tredici anni- sorrido.
-Tuo padre?- 
-Mio padre si chiama James. Lavora in una fabbrica di auto-
-Fico- ride.
-Quando compi diciannove anni?- le chiedo per cambiare discorso.
-Dicembre. E tu?-
-Anche. Che giorno?-
-Undici-
-Non è vero...-
-Giuro, scemo. Non dirmi che...-
-Si, anche io li compio quel giorno-
-Che figata!- urla ridendo.
Fermo la macchina -Cioè, dici che sono il tuo migliore amico e non sai manco quando compio gli anni. Che stronza- scendo.
-Ei, nemmeno tu sapevi quando li compio io!- chiude lo sportello.
-Ma io non ti ho mai detto che sei la mia migliore amica- 
Spalanca la bocca come offesa.
-Eddai, scherzo- 
-Ringrazia il mio cuore malato, perché a quest'ora ti saresti ritrovato a correre- sbuffa.
Le prendo la mano, pregando mentalmente che non si secchi.
-Aspetta...conosco questo posto- ricambia la stretta, irradiandomi calore in tutto il corpo.
Sorrido -Hai una buona memoria-
-A differenza tua che sei uno stupido- ride.
-Ei, prima ti vergognavi anche a salutarmi e adesso non fai altro che sputare insulti?- rido.
-È il mio modo per dimostrarti che ti voglio bene- sorride, stando attenta a dove mette i piedi.
-Ti voglio bene anche io, Sparky-
-Come mi hai chiamata?- si ferma, senza lasciarmi la mano.
-Sparky. È un misto fra Teddy e Sparks- Scoppia a ridere, piegandosi in due -Questa è nuova, non l'avevo ancora sentita!-
Rido anche io -Andiamo, dai-
Mi segue, continuando a ridacchiare del suo nuovo nomignolo -Aspetta, stiamo andando nella casa sull'albero, vero?-
-Esattamente- 
-Siii!- saltella felicemente e si mette a correre per qualche metro, tirandomi.
-Siamo arrivati- le lascio di malavoglia la mano e tiro giù la scala, per poi aiutarla a salire fino in cima. 
-Coraggio!- mi incita mentre la raggiungo. Ritiro la scala e sfilo il mazzo di chiavi dalla tasca, aprendo la porta.
-Prego, signorina- sorrido.
Teddy entra -Che casino- si sfila lo zainetto e lo appoggia sul tavolinetto di legno.
-Ci sono stato qualche giorno fa, ho lasciato un po troppo casino-
-Con una ragazza?-
La guardo confuso -No...-
Mi fa male pensare che Teddy creda che io mi diverta con qualche ragazza. Vorrei che capisse quanto la amo, ma a quanto pare non si capisce proprio. O fa finta di non capire.
-Non fare quella faccia, sto scherzando- ride e si avvicina alle finestre, spostando le tende per far entrare luce.
-Che ne dici se diamo una pulita?- mi sorride.
-Prima facciamo colazione e poi puliamo un po-.
Prendo lo zainetto di Teddy e mi siedo sul letto, facendole spazio alla mia sinistra. 
Si siede a gambe incrociate e si sfila la giacca, mostrando una canotta bianca con qualche ricamo in pizzo sulle spalline.
-Se ti da fastidio vedere il VAD rimetto la giacca-
-Cosa? No no, affatto- 
Sorride ed esce i tramezzini dallo zaino, porgendomene uno.
-Grazie- strappo la pellicola che lo avvolge e lo addento.
-Quindi...stavamo parlando di te- ricomincia. 
Annuisco -Cosa vuoi sapere?-
-Hai mai avuto una ragazza?-
-Qualche anno fa, storia di un paio di mesi. E tu?-
Non credo di voler sentire la risposta. 
-All'inizio del liceo stavo con uno, poi ci siamo mollati-
-Come mai?-
-Ha scoperto di avere una ragazza malata di cuore- alza le spalle.
Fermo il tramezzino a mezz'aria -Dici sul serio?-
Annuisce. 
-Roba da non credere- scuoto la testa.
Beve un sorso d'acqua e qualche goccia le sgorga dai lati della bocca, scivolando giù per il mento fino alla scollatura dei seni. Ingoio a vuoto. 
-Zee?- 
Scuoto la testa, distogliendo di scatto lo sguardo -Si?-
-Stai bene?-
-Si...volevo dirti una cosa-
-Dimmi tutto- addenta l'ultimo pezzo e si asciuga le mani con un pezzo di carta. 
-Io...i...-
Alza un sopracciglio. 
-Ti volevo dire che...voglio fare in modo che tu esprima i tuoi desideri-
-Ancora con quella lista?- 
-Ho prenotato due biglietti per l'Alaska. Partiamo dopo il diploma-
-Dici sul serio?- 
-Si- 
Mi si butta addosso, stringendomi con la poca forza che possiede.
La abbraccio a mia volta, sorridendo.
-Sei fantastico, Zacky. Non so che dire-
-Non devi dire nulla, lo faccio con piacere- mi sdraio, tirandola su di me.
-Grazie- mi sfiora la guancia con i polpastrelli. 
Sorrido, sfiorandole il labbro inferiore con il pollice. Quanto vorrei baciarla. 
Riesco a sentire il sapore del suo alito che sa di menta. Ad un certo punto si mischia con mio respiro e mi provoca la pelle d'oca. I suoi occhi verdi...troppo verdi...incatenano i miei. 
Sollevo un po la testa, sto per baciarla. Sento il suo respiro farsi più pesante e le sue labbra socchiudersi leggermente. 
Le guardo un'ultima volta le labbra, schiudendo le mie.
E poi come un coglione giro la testa e la abbraccio, accucciandola al mio petto.
Sono proprio un codardo.




NOTE DELL'AUTRICE: ehy, ragazzi! Rieccomi qui con un nuovo capitolo fresco di giornata. Mi scuso per la lunghissima attesa, ma trovo poco tempo per aggiornare. Detto ciò, non vi annoio più con i miei lamenti, quindi godetevi il capitolo e come sempre fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio!

 

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Capitolo 10
*** So Think of The Times We Spent Laughing Away ***


10° Capitolo- So Think of the Times We Spent Laughing Away



-È arrivato! È arrivato! Hai visto? Te lo avevo detto che sarebbe arrivato! Oddio, sono così felice! Non ci credo ancora! Teddy, starai bene! Il cuore è arrivato!-
Teddy si strofina gli occhi, alzandosi dal letto -Cosa stai dicendo?-
-Piccola, hanno trovato il tuo nuovo cuore! Non è perfetto, ma non importa!-
-Non lo voglio quel cuore, Zee. È marcio, non vedi che è nero?-
-Sei egoista, Theodora. Non capisci che hai bisogno di questo?- 
-Ce l'ho già il cuore marcio, Zacky. Quello marcio ce l'ho già...- mi sussurra.
-Devi prenderlo, così possiamo stare insieme per sempre e non morirai!
-Non lo voglio-


Cado dal letto, svegliandomi di colpo. Rantolo nel buio, confuso e mi metto seduto a fatica. Guardo la sveglia, è ancora presto così decido di uscire per fare un po di jogging prima della cerimonia della consegna dei diplomi. Dopo una doccia veloce, infilo la tuta ed esco di casa. A quest'ora l'aria è fresca e c'è poca gente in giro. Infilo le cuffie e faccio partire Fear of the dark dei Maiden. Inizio a correre. Non lo facevo da secoli, infatti i ragazzi stressano sempre perché ho messo su peso. Sbuffo e aumento la velocità della mia corsa, ritrovandomi in spiaggia. 
Mi sfilo la maglietta ormai zuppa di sudore e mi fermo per prendere fiato.
In lontananza vedo Brian e Matt che mi si avvicinano a torso nudo, intenti ad allenarsi come ogni mattina da sempre.
-Zacky?- ride Brian. 
-Già, proprio io- 
Matt sorride, evidenziando le fossette sulle guance -Non ti alleni da una vita-
-Si, lo so, ma stamattina ne avevo voglia. Volevo scaricare la tensione prima della cerimonia- alzo le spalle. 
-Preparati psicologicamente, quest'anno il discorso lo fa Michelle- piagnucola Brian.
-Si, mia cognata è un tantino logorroica, devo ammetterlo- scherza Shads.
Rido -Torno a casa a fare una doccia. Ci vediamo a scuola-
-Aspetta!- Brian mi tiene da un braccio -Come sta Teddy?-
-Non bene, ma non tanto male come prima- 
-Vedrai che troveremo una soluzione, bro- Matt mi da una pacca sulla spalla. 
Sorrido -A dopo, ragazzi- li supero e mi allontano.


La guardo mentre mi passa davanti, con la tunica blu e il cappello scuro che le risalta ancora di più i capelli color miele. Si avvia lentamente verso il palco per prendere il diploma, attenta a non inciampare nei suoi stessi piedi. La guardo arrossire nel momento in cui il preside le stringe la mano e le consegna il foglio di pergamena arrotolato e fermato dal fiocco rosso.
Dio, com'è bella.
-Baker, chi guardi?- mia sorella mi spintona. 
-Nessuno. Finalmente ce l'hai fatta ad arrivare!-
-Scusami- mi abbraccia. 
-Zee?- mi giro, abbassando lo sguardo verso Teddy -Congratulazioni- mi sorride. 
-Anche a te, Sparky- la abbraccio. 
-Possiamo andare fuori? Qua dentro c'è un caos-
-Certo!- la prendo per mano e la tiro verso l'uscita. 
-Li dentro si sta malissimo- cerca di sfilarsi la tunica, ma rimane bloccata - Ei, aiutami!-
Rido e la aiuto a sfilarla -Dopo cena ci vediamo con i ragazzi, vuoi venire?-
Mi sorride -Certo, tanto penso che finirò presto di cenare con papà-
La tiro dal braccio e la faccio affondare fra le mie braccia tatuate -Siete da soli?-
La sento rilassarsi -Si- sussurra a malapena. 
-Perché non vi unite a noi? La mia famiglia ne sarà felice- aspiro il suo profumo dai capelli, chiudendo gli occhi. 
-Dici sul serio?-
-Sul serio- sorrido.
-Vado a dirlo a papà- si stacca da me e si allontana, lasciandomi vuoto. 
-Zacky?- mia madre mi sfiora il braccio. 
Mi giro -Mamma, ho detto a Teddy di cenare da noi insieme a suo padre. Erano da soli, non credo sia un problema, per te-
-Certo che no! Hai fatto bene- mi abbraccia. 
-Buonasera- il signor Sparks ci sorride, tenendo la mano di Teddy stretta a se.
-Salve, sono la mamma di Zacky- si presenta radiosa.
-Sono Thomas, piacere di conoscerla. Teddy mi ha detto...-
-Certamente!- come suo solito fare, mia madre non lo fa finire di parlare.
Lui sorride.
-Ci vediamo a casa tua, Zee- mi sorride Teddy. 
Annuisco e mi infilo in macchina. 
Mia madre ha superato se stessa, stasera. Il cibo era più buono del solito e vedere Teddy assaporare tutto con il sorriso in faccia mi ha reso orgoglioso di quella donna seduta accanto a mio padre; un po vecchia ma bella come sempre.
-Dio, non mangiavo così bene da una vita- sorride Teddy. 
-Hai ragione, era tutto squisito- Thomas guarda mia madre.
Lei sorride -Vi ringrazio, siete gentili-
Mio padre le cinge le spalle con un braccio -L'ho sposata per questo-
-Ah, ma davvero?- ride. 
Thomas sembra divertito -Theodora, vai a prendere la bottiglia-
Teddy si alza, sistemandosi il tubino nero. Le scarpe rosa cipria che si intonano alle unghie e lo chignon elegante la rendono una donna, non più una ragazzina.
-Vado- passa in salotto e dopo poco torna con una busta che porge a suo padre.
-Questo è per il disturbo- tira fuori una bottiglia di vino che sembra abbastanza costosa dall'etichetta. 
-Ma non doveva! È stato un piacere per noi- sorride mio padre. 
-Ei- sposto la sedia a Teddy per farla accomodare. 
Non se lo fa ripetere, si siede e mi prende la mano.
Guardo le nostre dita giocherellare e mi spunta l'ennesimo sorriso -Te l'ho detto che stasera sei più bella del solito?-
-Smettila, scemo- arrossisce e si avvicina alla mia guancia, baciandola.
-Dovremmo andare, piccola- guardo l'orologio, i ragazzi saranno già giù al parcheggio. 
-Si, prendo la borsa e la giacca- 
Mi alzo e mi sgranchisco le gambe -Signori, noi abbiamo un appuntamento con i ragazzi. Andiamo a festeggiare con loro-
-Non farle fare tardi, mi raccomando- mi avvisa Thomas.
Rido -È in buone mani, non si preoccupi-
-Papà- lo ammonisce Teddy -Smettila- sbuffa.
Lui ride -State attenti-
-Zacky, mi raccomando- mi minaccia mia madre, guardandomi assassina.
Rido -Buonanotte a tutti-
Appoggio una mano sulla schiena di Teddy e la conduco fuori, per poi farla accomodare in macchina. 
Salgo a mia volta e mi allaccio la cintura-Hai freddo?- la guardo.
-No, sto bene- sorride.
Annuisco e parto -Tuo padre è simpatico-
-È un po pesante, ma si- ride.
-Com'era tua madre?- mi pento all'istante della mia domanda -Oh, scusa, non volevo...-
-No, non preoccuparti...mia madre era...come la tua. Era gentile con tutti e sapeva cucinare benissimo. Era devota a mio padre e faceva di tutto pur di rendermi felice. Un po come fa tua madre con voi-
-Era una bravissima persona, mi dispiace-
-Ei, dobbiamo festeggiare stasera, niente musi lunghi-
Mi fermo e spengo il motore -Hai ragione- mi tolgo la cintura.
-Siamo arrivati? Non c'è nessuno-
-Sono sicuro che arriveranno a momenti- mi sporgo verso i sedili posteriori e prendo uno scatolo incartato -Questo è il tuo regalo di diploma- 
-Cosa? Ma io non ti ho preso nulla!- piagnucola. 
Rido -Non m'importa, non l'ho fatto per ricevere qualcosa in cambio. L'ho visto e ho pensato a te-
Lo prende -Grazie, non dovevi- lo scarta e tira fuori il peluche bianco.
-Ma è un otaria!- urla sorridendo. 
-Si, esatto. Hai preso in braccio un otaria, possiamo spuntare la tua lista- rido -C'è qualcos'altro dentro-
Teddy abbassa gli occhi e afferra la cornice di legno, guardando la nostra foto incastonata dentro.
-Oh mio dio- sussurra. 
-Cosa? Non ti piace?- 
Alza lo sguardo, ha gli occhi lucidi -Ti odio, lo sai?- ride fra le lacrime. 
Sposto il peluche e la abbraccio -Mi piace quella foto, doveva essere sviluppata-
-Io sono senza trucco, sono orrenda- tira su col naso, abbracciandomi forte.
-Tu non sei mai orrenda, credimi- le bacio la guancia. 
Un colpo alla macchina ci fa sobbalzare.
-Ma che cazzo...-
Brian appiccica la faccia al finestrino e si mette a leccare il vetro -Vieni fuori!-
Sbuffo -Che testa di cazzo-
Teddy mi da un pizzicotto nel braccio -Cosa hai detto?-
-Ai, scusa, non dirò più parolacce- scendo dalla macchina -Ma sei pazzo? Poteva venirmi un infarto-
Mi salta addosso -Abbracciarmi, Michelle ha il ciclo e stasera non posso festeggiare- piagnucola. 
-Ma levati, idiota- ride.
-Brian, smettila!- lo rimprovera Michelle. 
Teddy scende -Ciao- sorride.
Allontano Brian e raggiungo le ragazze -Michelle, lei è Teddy. Teddy...-
-Io sono Michelle- ride lei, abbracciandola.
-Piacere di conoscerti- 
-Ciao Teddy- sorride Brian. 
-Ciao Brian-
Una macchina si ferma di fianco alla mia e dopo qualche secondo scendono Valary e Matt.
-Buonasera!- urla Val. 
-E non urlare sempre, che palle- sbuffa Mich.
-Ciao sorella brutta- sorride lei. -Ma lei è Teddy!-
Rido -Si, è lei-
-Ciao, è un piacere conoscerti! Zacky non fa altro che parlare di te- ride. 
Teddy mi guarda, ridendo -Davvero?-
Rido imbarazzato -Val, ti odio-
-Ciao piccola- Matt la abbraccia.
-Ciao Matthew- sorride lei.
-Jimmy e Johnny?- chiede Brian. 
-Jimmy sta male, ha mangiato come un maiale e adesso è a letto- risponde Val.
-Johnny starà arrivando- alzo le spalle.
Qualche minuto dopo, infatti, Johnny e Lacey si uniscono a noi.
-Prendo da bere!- Brian corre verso la macchina e torna con una busta piena di alcool. 
Teddy mi stringe la mano.
-Che succede?- la guardo preoccupato.
-Io non posso bere, lo sai-
-Ti ho portato la coca cola, piccola-
Mi sorride -Sei fantastico, grazie-
Passiamo quasi tutta la notte al parcheggio, bevendo e scherzando gli uni con gli altri come è nostro solito fare.
Teddy ha riso tantissimo fino a che, verso le quattro del mattino, si è addormentata sul cofano della mia auto tra le mie braccia.



NOTE DELL'AUTRICE: rieccomi con un nuovo capitolo, ragazzi! scusate se ci metto anni ad aggiornare, ma purtroppo ero senza connessione e senza pc. Fortunatamente adesso li ho entrambi e spero di far scorrere più fluidamente questa storia. Detto questo, ho avuto un po di casini con questo capitolo, lo avevo completamente perso, così ho dovuto riscriverlo proprio ieri sera, spero che vi piaccia anche se, lo so, è un po povero. Non vi annoio con le mie lamentele, spero soltanto che la storia sia di vostro gradimento. Come sapete potete recensire e farmi sapere che ne pensate! Un bacio.

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Capitolo 11
*** Nobody said it was easy ***


11° capitolo- Nobody said it was easy



-Zacky, comportati bene e non combinare guai. Sono stata chiara?- mia mamma inizia a farmi la predica mentre infilo le ultime cose in valigia. Ha pure regalato a Teddy un cappello con la scritta HB per non farci prendere strane idee del tipo rimanere la. 
Non ho mai visitato l'Alaska. Dicono sia un posto magico e tranquillo, ma anche molto freddo. Spero che Teddy non si ammali, visto che le temperature ad Huntington Beach sono tutt'altro che fredde. 
-Mamma, stiamo via solo cinque giorni. Non mettermi ansia, ti prego- sbuffo chiudendo la cerniera della valigia. 
-Che intenzioni hai con Theodora?-
-Che intendi?- prendo le mie converse e le infilo ai piedi, legando i lacci accuratamente. 
-Lo sai che non può affaticarsi-
Alzo lo sguardo -Non dirmi che stai pensando...-
-Ci penso eccome. Oppure lo avete già fatto?-
-Mamma no! Ma che ti viene in mente? Siamo solo amici!-
-Non è che siete quegli amici che vanno a letto insieme?-
-Smettila. Io e Teddy non andiamo a letto, ne tantomeno ci baciamo o facciamo cose strane. Siamo amici e basta-
-Guarda che ti vedo come la fissi. Sei innamorato-
-Ciao mamma- prendo la valigia e la porto di sotto.
Lei mi segue, ridendosela.
-Bene, io vado, c'è Shads che mi sta aspettando- le bacio la guancia. 
-State attenti- mi sussurra preoccupata. 
Le sorrido ed esco -Ei, matt!- 
Matt scende dall'auto insieme a Val e mi aiuta a caricare la valigia. 
-Salve signora Baker!- Valary la saluta e mia mamma riprende a sorridere. 
-Andiamo a prendere Teddy- salgo nei sedili posteriori e chiudo lo sportello.
Matt e la bionda salgono in macchina e il veicolo si mette in moto.
-Un piccolo regalo prima di partire- Val mi porge una busta.
La prendo -Cosa? Ma non dovevate- sorrido.
-È anche il nostro regalo di diploma- ride Matt.
La apro ed estraggo un pacco di preservativi ai lamponi. 
-Siete due idioti.- stringo i pugni, facendo sbiancare le nocche.
-Zacky, devi deciderti a perdere questa verginità- sbuffa Matt.
-Non sono cazzi tuoi, Sanders. Non rompermi i coglioni. Usali tu i preservativi, con la tua ragazza- li lancio sul cruscotto, caldo di rabbia.
-Zacky, non ti scaldare, era uno scherzo. Lo sappiamo che vuoi bene a Teddy e che non le faresti mai del male- mi sorride Val.
Inizio a calmarmi, così mi metto a guardare fuori dal finestrino. 
-Eccoci- Matt ferma la macchina ed io mi precipito fuori.
Salgo i tre scalini della veranda e busso, aspettando una risposta.
Sposto il peso su una gamba e incrocio le braccia, quando la porta si apre.
-Ciao, Zacky-
-Signor Sparks- gli sorrido, mettendomi composto -Teddy é pronta?-
-Si, stava giusto chiudendo l'ultima valigia-
-Quante ne ha portate?- rido entrando. 
-Due solo di vestiti- mi da una pacca sulla spalla. 
-Vado ad aiutarla-
Salgo le scale e busso, aprendo subito la porta -Teddy...-
La vedo piegata intenta ad infilarsi un paio di leggins neri e il mio sguardo si posa sul suo sedere mezzo nudo per via delle mutandine a brasiliana. 
-Zacky!- urla lei.
-Oddio, scusa!- esco e chiudo la porta -Avevo bussato!-
-Non ti ho sentito!- 
Rido, appoggiando la fronte sul legno bianco. 
La porta si riapre -Sei rosso come un pomodoro, Zee- ride lei.
Avvampo ancora di più -E tu non guardarmi- prendo le valigie e le trascino al piano terra.
-Ci siamo- Teddy prende la borsa e abbraccia il signor Sparks. Io nel frattempo esco e porto le valigie in macchina, facendomi aiutare da Matt a caricarle nel cofano.
-Ciao Zacky!- Thomas mi saluta, sorridendo. Credo mi sia grato per questa situazione. Vuole che sua figlia si diverti e per un attimo non pensi alla sua malattia.
Sorrido -Gliela riporto fra qualche giorno, promesso!- apro lo sportello a Teddy e la faccio accomodare, seguendola subito dopo.
-Ciao splendore-
-Ciao Valary- le bacia la guancia. Si sono prese in simpatia tutte e due.
-Pronti per l'avventura?- Matt riparte.
-Prontissimmi!- risponde Teddy.
La accuccio a me -Dormito bene?- la carezzo la guancia, guardandola negli occhi. Ha ancora un filo di trucco del giorno precedente, il che mi piace molto. La rende sexy.
Lei annuisce e mi sfiora le labbra con il pollice -E tu?- 
Il suo alito di menta mi manda in subbuglio i sensi e di scatto le stringo un fianco. Oggi è meglio starle lontano, i miei ormoni non si vogliono placare.
-Si, benissimo- le bacio la fronte e mi stacco leggermente per guardare la strada.
Teddy si mette a giocare con il mio lobo destro e io mi rilasso leggermente, ringraziandomi mentalmente di non aver fatto qualche cazzata.
Il viaggio passa silenzioso e rilassante. La prima classe è quella cosa a cui non potresti mai abituatici manco se volessi. Dopo aver salutato e ringraziato Matt e Val, abbiamo fatto il check in e siamo saliti subito. Teddy ha dormito per l'intero viaggio ed io l'ho ammirata senza staccarle per un secondo gli occhi di dosso.
Arrivati in albergo, prendiamo una camera singola con due lettini separati e saliamo fino al sesto piano per disfare le valigie.
-Domani iniziamo a visitare la città, vero?- 
-Certo- rido -Che altro vorresti fare?-
-Sono così eccitata!- saltella battendo le mani.
-Vai a sistemarti, dobbiamo andare in un posto- 
Lei alza un sopracciglio -Zee il misterioso- 
Rido -Dai, veloce-
Mi fa la linguaccia e apre la valigia; prende alcune cose e si chiude in bagno, lasciandomi nel silenzio della nostra camera d'albergo. 
Apro la porta che da su un piccolo balcone e mi appoggio alla ringhiera. Prendo una sigaretta e la accendo, osservando le strade poco trafficate della città. Le macchine scorrono lente, quasi annoiate dalla monotonia della vita. Chiudo gli occhi, rilassando a poco a poco i muscoli. 
Devo mettere da parte la paura e confessare a Teddy i miei sentimenti, prima che sia troppo tardi. Devo dirle che la amo e che voglio starle accanto come fidanzato, non come migliore amico. La porta del bagno si apre e ne viene fuori Teddy avvolta dall'accappatoio bianco dell'hotel. 
-Cosa devo indossare?- si asciuga la faccia con la manica.
-Qu...qualcosa di elegante- balbetto.
Lei sorride -Va bene- prende un vestitino floreato dalla valigia e torna in bagno, chiudendo la porta a chiave.
La cicca della sigaretta arriva alle mie dita, bruciando la pelle -Cazzo- la butto a terra, schiacciandola col piede -Fanculo al fumo- sbuffo, rientrando. 
Mi si sono intorpiditi i piedi dal freddo, cristo santo.
Dopo venti minuti pieni, Teddy mi bea della sua presenza ed esce dal bagno. Il vestitino floreale le calza a pennello. Ha i capelli mossi che le ricadono sui seni perfettamente tirati su dalle stecche del corpino. Ha un trucco colorato ma l'eyeliner più marcato del solito. Mentre le labbra sono rosso fuoco.
Spalanco la bocca, incantato dalla sua bellezza.
-Stai bene?- si avvicina, facendo schioccare i tacchi sul parquet. 
-Teddy, sei stupenda- 
Arrossisce -Smettila e vai a lavarti- mi tira da un braccio.
La blocco e con uno strattone la stringo a me -Dico sul serio- le bacio la guancia.
-Grazie- mi appoggia le mani sulle spalle, avvicinandomi a se.
Sorrido -Devo dirti una cosa- chiudo gli occhi.
-Me la dici dopo, vai a sistemarti- mi bacia la fronte e si allontana, lasciandomi vuoto. 
Le scosto la sedia e la faccio accomodare. Non è granché, questo ristorante, ma è l'unico vicino l'albergo, quindi dobbiamo accontentarci. 
Mi siedo a mia volta sulla sedia di fronte alla sua e la avvicino al tavolo.
-Ti piace questo posto?-
-È carino- si guarda intorno -Mi piace perché non c'è tanta gente e perché si balla- indica la pista semi vuota. 
-Balli?-
-Sotto la doccia e in camera mia quando mio padre non c'è- ride, scoprendo i denti perfettamente bianchi e dritti.
-Sono sicuro che sia un bel vedere- sorrido.
Teddy arriccia il naso, facendomi aumentare i battiti. 
-Salve- una cameriera si avvicina al nostro tavolo e vi appoggia sopra i menù -Quando siete pronti per ordinare, mi fai un cenno- mi sorride, facendomi l'occhiolino, e poi si allontana velocemente. 
Rido e apro il menù. 
-Che sfacciata- sbuffa Teddy.
Alzo gli occhi e la guardo. Ha gli occhi lucidi ed è rossa come un peperone.
-Chi?- 
-La cameriera che ti fa il filo- sbotta infastidita. 
-Non mi fa il filo- rido, divertito dalla scena.
-Dici sul serio?- mi lancia il tovagliolo. 
Rido ancora -Non ho notato nulla. Che ha fatto?-
-L'occhiolino, idiota.-
Sembra davvero arrabbiata, il che mi moltiplica le farfalle allo stomaco.
-Non m'importa- alzo le spalle, tornando a guardare il menù. 
-Davvero?-
Annuisco e lo chiudo, posandolo -Hai scelto?- 
-Non ancora- afferra il libricino di pelle rossa e lo apre, nascondendovi il naso dietro.
-Fai con comodo- mi guardo intorno, notando che la cameriera di prima mi fissa e parla con una collega.
Distolgo velocemente lo sguardo e lo riporto su Teddy che ripone il menù sul tavolo.
-Fatto?-
-Si. Chiama la tua amichetta- 
È gelosa! Dio, è gelosa.
Rido -Vuoi davvero che la chiami?-
-No, la chiamo io- alza un dito verso la brunetta, che velocemente si avvicina a noi.
-Siete pronti per ordinare?- mi sorride ancora una volta.
Schiudo le labbra per rispondere, ma Teddy non me lo permette. 
-Si. Io prendo riso alla zucca- sorride.
La cameriera scrive e rialza lo sguardo verso di me -E tu?-
-Prendo lo stesso, grazie-
-Da bere che vi porto?- 
-Acqua. Liscia- interviene Teddy, facendomi ridere.
Lei annuisce e si allontana. 
Mi passo due dita negli occhi -Ma che ti prende? Sei gelosa per caso?-
-Assolutamente no!-
-Allora qual è il problema?-
-Sono la tua migliore amica e come tale ho il dovere di consigliarti le donne. Lei ha la faccia da scema- 
Scoppio a ridere -Da scema? È l'insulto più grave che sai dire?-
-Perché? Guarda che non è una cosa bella dire le parolacce- sbuffa.
Teddy non riesce ad essere cattiva con le persone. È una ragazza per bene, e lo adoro.
-Hai ragione, scema-
Dopo aver finito di cenare, ci lasciamo trasportare dalla chiaccherata che abbiamo iniziato a metà pasto. Mi racconta del suo nuovo cuore che ogni tanto si ferma e per farlo ripartire deve prendersi a pugni il petto. Mi dice che suo padre adesso dorme in camera con lei perché il buio ha iniziato a farle paura, dopo l'ultima operazione. E mentre parla le si spengono gli occhi. La loro luce propria viene oscurata dai suoi pensieri tristi. Solo quando inziamo a parlare di noi, il bagliore si rifà vivo. 
-Una volta ho trovato un orsetto senza un occhio nell'armadietto- ride.
Sorrido e mi alzo, porgendole la mano.
-Che c'è?- la prende, alzandosi a sua volta.
-Balla con me, Teddy- 
Mi trascina in pista, insieme alle altre tre coppie che, strette l'uno all'altra, ballano Hallelujah di Jeff Buckley. 
Teddy mi lega le braccia al collo e si stringe al mio corpo. Mentre le mie, di braccia, le circondano i fianchi. 
Iniziamo a muoverci lentamente a ritmo di musica, le fronti appoggiate l'una sull'altra.
-L'orsacchiotto senza un occhio, te lo avevo regalato io-
-Lo so-
-Lo sai?- le afferro il mento con le dita, alzandolo verso di me.
-Ha il tuo profumo- 
Sorrido, sfiorandole le schiena con le dita -Sei la mia Sparky preferita, non dimenticarlo mai-
-E tu sei il mio idiota preferito- mi sussurra sulla guancia.




NOTE DELL'AUTRICE; salve, ragazzi! Rieccomi con l'undicesimo capitolo della storia tutto per voi <3 spero di essere al passo con i tempi, sto cercando di non farvi aspettare troppo tra un capitolo e un altro. Allora, finalmente Zacky sta iniziando a dimostrare qualcosa in più alla nostra Teddy, cominciando con un bel viaggetto in Alaska, uno dei suoi sogni. Cosa vi aspettate di questa situazione? Nascerà qualcosa oppure il nostro bel chitarrista è davvero troppo codardo? 
Spero di ricevere le vostre recensioni, vedo che non siete tanto presi dalla storia be questo mi dispiace molyo. Mi farebbe felice leggere cosa ne pensate, potrebbe aiutarmi un sacco. Adesso smetto di annoiarvi e vi do appuntamento al prossimo capitolo, se vorrete! Vi abbraccio <3

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Capitolo 12
*** The only exception ***


12° Capitolo- The Only Exception



Esco dall'albergo presto, lasciando Teddy dormire sotto le coperte con una mano in faccia e i capelli disordinati. Prendo un taxi e arrivo in un autonoleggio al centro della città, il migliore mi hanno detto. Prendo un SUV nero scintillante e torno indietro con l'aiuto del navigatore satellitare. Parcheggio nel garage riservato all'hotel e torno su in camera.
Teddy dorme ancora; le coperte adesso le coprono solo le gambe. Ha una mano appoggiata sul ventre e l'altra sopra la testa col palmo rivolto all'insù. Le guance sono leggermente colorate di rosa, come il suo pigiama con gli orsetti bianchi. 
Mi siedo al suo fianco e le sfioro una guancia col dorso della mano -Teddy- sussurro -Piccola, ti svegli?-
Apre lentamente gli occhi -Buongiorno- sorride.
Non c'è inizio della giornata migliore di questo. 
-Buongiorno a lei, principessa- le bacio la fronte. 
Mi abbraccia, scaldandomi all'istante -Mmh, calore- chiudo gli occhi, godendomi il momento. 
-Sai di freddo- sussurra lei con voce roca.
-Sono uscito presto, stamattina-
-Dove sei andato?- mi infila le dita tra i capelli e li pettina, facendoli scorrere verso l'alto. 
-A prendere una cosa- traccio il contorno della sua mascella con le labbra e la sento sorridere.
-Vai a sistema che andiamo a fare colazione- mi stacco, tornando seduto.
Teddy stringe le dita a pugno -Dammi mezz'ora- sposta le coperte e si alza, sgranchendosi le ossa -Questo letto è scomodissimo- si lamenta mentre passa in bagno. 
Chiude la porta e due minuti dopo sento il getto della doccia prendere vita.
Come promesso, mezz'ora dopo è pronta. Ha messo un paio di jeans scuri e un maglioncino viola con un panda enorme, e per finire i suoi scarponcini verdi da trekking. 
-Metti un giubbotto, fa freddo fuori-
-Si, papà- ride lei, prendendo una felpa di lana nera.
-Andiamo, figliola- le prendo la mano ed usciamo dalla camera.
-Dopo devo chiamare mio padre-
-Chiama anche mia madre e dille che sono vivo- 
Lei ride -Va bene, ci penso io-
La porto fuori dall'hotel, tirandola verso la macchina. Pigio il bottoncino del telecomando, levando le sicure.
-Quella è nostra?- chiede stupita. 
-Per oggi si- le apro lo sportello, aiutandola a salire.
-Grazie- 
Le richiudo lo sportello e faccio il giro dell'auto, salendo a mia volta.
-Metti la cintura-
-La smetti di trattarmi come una bambina?- mi da un pizzicotto nel braccio.
-Ai- mi avvicino a lei, agganciandole la cintura di sicurezza. 
-Ti odio- mi tira i capelli. 
Rido -Scema- metto in moto la macchina ed esco dal parcheggio -Oggi colazione speciale-
-Ovvero?-
-È una sorpresa- sorrido.
-Mi piacciono le tue sorprese-
-Chiama tuo padre- accendo la radio e parte I Don't Want to miss a Thing degli Aerosmith. 
-Adoro questo canzone- aumenta il volume.
Sorrido.
-I could stay awake, just to hear you breathing. Watch your smile while you are sleeping, while you fall away in dreaming...- inizia a cantare.
-I could spend my life in the sweet surrender......- sussurro. 
Il momento viene spezzato dal cellulare di Teddy che si mette a suonare.
Abbasso il volume, aspettando che risponda. 
-Pronto?-
Scendiamo dalla macchina contemporaneamente, oggi la giornata è fredda ma c'è almeno il sole.
Prendo lo zainetto dai sedili posteriori e lo metto in spalla.
-Dove siamo?- mi chiede confusa, guardandosi intorno. 
-Vedrai- intreccio le dita alle sue, conducendola verso una collinetta di terra.
-Sono emozionata- ride.
Le bacio la testa -Non farti venire nulla, però-
-Non penserai davvero che ti lascerò affrontare la vita da solo- 
I battiti del mio cuore slittano. 
-Ci siamo quasi- la porto fino in cima e mi fermo, girandomi verso di lei per guardare la sua espressione. 
Spalanca la bocca, lasciandomi la mano.
-Io, te e tanti cuccioli di otaria-
Si copre la bocca con le mani e alcune lacrime iniziano a scorrerle lungo le guance.
La spiaggia abitata dalle otarie bianche e nere ci sovrasta. 
Teddy mi abbraccia di slancio -Grazie! Dio, ti ringrazio tantissimo, Zee- singhiozza. 
-Ei, non piangere- le carezzo i capelli. 
Si asciuga le lacrime con le maniche della felpa.
-Vieni- la porto giù dalla collina e la faccio sedere su un masso, poco lontano dai cuccioli.
-Sono bellissimi- sorride radiosa.
-Magari qualcuno si avvicina- 
-Due ci vengono vicini!-
-Non urlare, li spaventi- rido.
Sembra una bimba la mattina di natale. 
Uno dei cuccioli si butta sui piedi di Teddy, rotolando.
-Posso toccarlo?- mi guarda.
-Credo di si- sorrido.
Allunga una mano e cerca di sfiorarlo, ma il cucciolo si allontana.
-Non ti faccio nulla, piccolo- lo rassicura lei. 
-Guarda che non ti capisce- rido.
-Vieni qui- mi ignora, continuando a parlare all'animale -Vieni, Sparky- sorride.
-Quello è il tuo nome- 
-Da adesso anche il suo- ride.
Sparky si avvicina di nuovo, lasciandosi accarezzare da Teddy.
-Oddio, quanto sei bello- sussurra.
Prendo il cellulare e le scatto una foto, catturando il fantastico momento. 
-Credi sia pesante? Vorrei prenderlo in braccio-
-Teddy, meglio non esagerare. Non vorrei si senta minacc...-
Non mi fa finire di parlare che se lo porta in grembo. Il cucciolo si lascia coccolare, spattendo la coda.
-Cosa mangiano?-
-Pesce...credo- 
-Volevo cibare il nostro Sparky- ride.
-Nostro?- 
-Si, è nostro figlio. Padre ingrato-
Rido.
Teddy lo rimette giù e il cucciolo si allontana, tornando dagli altri.
-Hai preso in braccio un otaria vera- 
-Grazie a te- si alza, buttandomi le braccia al collo. 
La sollevo da terra -Sei felice?-
-Dove sei stato per tutto questo tempo?-
-Cercavo te- 
Nasconde il viso nel mio collo, stringendomi -Ti voglio bene-
-Ti voglio bene anche io- sorrido. 
-Ei aspetta- scende dalle mie braccia e prende il cellulare, pigiando il touch velocemente -Balla con me- mi porge la mano.
-Perché proprio The Only Exception?- afferro la sua mano.
-Perché tu sei la mia unica eccezione- mi lega le braccia al collo e come mio solito le cingo i fianchi con le mie.
Ci muoviamo lentamente, stretti. 
-You are the only exception...- sussurra. 
-You are the only exception...- sussurro sfiorandole le labbra. 
Teddy chiude gli occhi -You are the only exception...-
-You are the only...- la avvicino dalla testa e appoggio le mie labbra sulle sue.
Le schiude, lasciandomi accarezzare la sua lingua con la mia. 
Rimaniamo in quella posizione per diversi minuti, forse ore o giorni. Il tempo la fuori non conta più un cazzo. Sto baciando la ragazza più bella del pianeta, la ragazza che amo. Il suo alito di menta si mischia con quello mio, di fumo e caffè. Non ho nessuna voglia di smettere ma devo respirare.
Teddy stacca la bocca dalla mia, lasciandomi inspirare aria. 
Ha il fiatone, e anche io. Le carezzo la guancia con il pollice e appoggio la fronte alla sua -Giuro che sei bellissima-
Sorride -Giuro che è stato fantastico. In due giorni hai realizzato tre dei miei sogni-
-E la lista la finiremo, fidati- rido piano, facendo ridere anche lei.











Un po mi era mancato il caldo di Huntington Beach, ma adesso voglio tornarmene in Alaska. 
Abbasso il finestrino del passeggero, guardando Teddy dallo specchietto che guarda la strada mentre il vento le sventola i capelli all'indietro. 
-Com'è l'Alaska, Theodora?- chiede mia madre seduta accanto a lei.
Guardo mio padre concentrato a guidare, ride. 
-Davvero bella. Posti fantastici e una pace assurda-
-Cosa avete visitato?- si intromette mio padre. 
-Alcuni laghi, una riserva naturale enorme e una spiaggia dove c'erano dei cuccioli di otaria- sposta lo sguardo verso lo specchietto, guardandomi.
Sorrido, facendole l'occhiolino. 
Ricambia il sorriso.
-Zacky si è comportato bene?- ride mia madre.
-Benissimo. Non lo ringrazierò mai abbastanza-
-Non devi ringraziarmi, Sparky- 
Mio padre ferma la macchina davanti casa Sparks. Scendo e apro lo sportello a Teddy -Ti aiuto con le valige- 
-Si- 
Le tiro giù e le porto fino all'entrata. 
-Il negozio è chiuso...che strano- sussurra. 
Apre la porta di casa ed entra -Papà?-
Nessuna risposta.
-Papà?? Sono tornata!-
Metto le valigie vicino al divano -Tutto okay?-
-Un attimo lo chiamo, non andartene- mi stringe la mano. 
-Sono qui- la guardo preoccupato.
Compone il numero e avvicina il cellulare all'orecchio.
-Pronto, papà?...Cosa?...oddio, arrivo subito- riaggancia, iniziando a piangere. 
-Teddy, che succede?-
-Mio padre è in ospedale- singhiozza. 
-Non piangere, magari non è nulla- 
La riporto in macchina -Papà, andiamo in ospedale-
-Che succede?- parte in quarta.
-Piccola, non piangere- mia madre la abbraccia, mentre lei continua a piangere. 
-Il padre di Teddy- sussurro. 
Arriviamo poco dopo in ospedale e ci fiondiamo dentro. Chiedo qualche informazione alla reception. 
-Terzo piano- mi risponde gentilmente l'infermiera. 
Corriamo in ascensore, Teddy inizia a tremare. La tiro fra le mie braccia, mentre i miei genitori ci guardano preoccupati quanto noi.
Le porte si aprono e Teddy corre fuori. 
-Theodora- un uomo la chiama. Dal camice risalgo al nome. Dottor A. Madison.
-Dov'è?-
-Non credo tu sia nelle condizioni di vederlo- la tiene ferma dalle braccia.
Teddy si stringe i capelli con entrambe le mani, ha il volto della disperazione -Cosa gli è successo?- riprende a piangere. 
-Teddy, è stabile-
-Cosa ha??- urla.
La guardo scioccato. Non l'avevo mai vista così. 
-Gli sta cedendo anche il polmone destro- risponde il dottore.
-No, non può essere. Dimmi che non è vero- cade in ginocchio. 
Scatto in avanti, sollevandola -Teddy, ei, shh-
-Zacky- singhiozza sul mio petto.
Guardo i miei, mia madre piange silenziosamente mentre mio padre la abbraccia.
-Voglio vederlo- si asciuga le lacrime. 
-Non puoi, Teddy- il dottor Madison si mette davanti. 
-Devo vederlo, Alan!-
-Glielo faccia vedere, ci sto io con lei- lo guardo, pregandolo con gli occhi. 
Alan sospira -Va bene- si fa da parte -È nella 2-
-Vi aspettiamo qua- dice mio padre.
Annuisco e porto Teddy nella stanza.
-Se ti senti male andiamo via- le sussurro. 
Annuisce e si avvicina al letto, lasciandomi la mano.
La guardo, facendomi attanagliare lo stomaco dall'ansia. 
Il signor Sparks dorme. Ha la sondina dell'ossigeno sotto il naso e due flebo attaccate alle braccia.
Teddy gli sfiora la guancia -Papà- sussurra quasi senza fiato.
Dall'occhio sinistro di Thomas scende una lacrima e qualche secondo dopo il cardiosegnalatore si appiattisce, riempiendo la stanza del suo suono privo di vita.









NOTE DELL'AUTRICE: ciao, ragazzi! Ecco il dodicesimo capitolo di questa storia. Siamo nel cuore della ff, ne stanno succedendo tante e ancora ne succederanno, vedrete. Ecco finalmente il tanto atteso bacio, vi ho fatti un po penare, lo so. Chiedo umilmente perdono ahah purtroppo Teddy ha subito un'altra grande perdita, povera. E' davvero sfortunata, ma presto dovrebbe più o meno risolversi qualcosa. Detto questo, vi lascio con un po di suspance fino al prossimo aggiornamento. Vi ricordo che potete recensire e farmi sapere cosa ne pensate. Un bacio <3



    

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Capitolo 13
*** Never Too Late ***


13° capitolo- Never Too Late



Guardare Teddy disperarsi in quel modo mi ha lacerato le viscere. Per tutto il funerale ha urlato in nome di suo padre e pianto fino a prosciugarsi le lacrime. C'era un sacco di gente radunata attorno alla bara, il signor Sparks era conosciuto e apprezzato da molti. Dopo che il suo cuore ha cessato di battere ho faticato a tirare fuori dalla stanza la figlia, che si era attaccata al suo corpo e non voleva staccarsi. 
Siamo seduti nel retro di casa sua sui gradini che portano in giardino; dentro l'aria è viziata a causa delle troppe persone. 
-Ti ho portato un po d'acqua- mi siedo accanto a lei e le porgo la bottiglietta. 
Scuote la testa, lisciandosi i capelli con le dita. 
-Non hai bevuto ne mangiato nulla. Hai bisogno di idratarti-
-Ho bisogno di spegnere i sentimenti per un po- sussurra.
-Levati gli occhiali da sole, almeno-
-Ho gli occhi gonfi-
-Non importa- li afferro e glieli sfilo -Vieni qua- allargo le braccia. 
Teddy si accuccia al mio petto -Sono rimasta sola-
-Ci sono io- le bacio la testa.
-Credevo che finalmente le cose stessero andando nel verso giusto, ma mi sbagliavo-
-Piccola, tuo padre era malato, non fartene una colpa-
-Sembra che tutti quelli che mi stanno accanto subiscano disgrazie. Dovresti starmi lontano-
-L'unica disgrazia che potrebbe capitarmi è starti lontano-
-Stasera puoi dormire con me?- solleva la testa.
Le sistemo il mascara da sotto gli occhi -Stasera dormi a casa mia- le bacio le labbra. 
-Grazie- 
-Sono andati tutti via- Matt spunta alle nostre spalle.
Giro la testa -Va bene, grazie dell'avviso-
-Avete bisogno di qualcosa?-
-Potete stare qui? Non voglio stare sola e annoiare Zacky con i miei pianti-
Matt sorride -Puoi contarci. Piuttosto dovresti dire che lui annoia te-
Teddy emette un suono simile ad una risata -Hai ragione-
-Si, prendetevi gioco di me- la sbaciucchio.
Matt rientra e chiude la porta.
-Come stai?- 
Appoggia la fronte alla mia -Hai rimesso insieme i pezzi- sussurra -Mi hai salvata, Zachary-
-E tu hai salvato me- 
Val si inginocchia dietro Teddy e la abbraccia -Come sta la mia Sparky?-
Lei sorride -Ciao, bellissima-
Mi alzo e guardo i ragazzi con le fidanzate venire fuori in giardino insieme a noi. 
-Tutto okay?- mi chiede Brian. 
Alzo le spalle.
Mi abbraccia -Vedrai che si sistemerà tutto, fratello-
Gli do una pacca sulla spalla -Lo spero-
-Teddy, ti ho portato mezzo panino con l'insalata di pollo- Lacey lo avvicina a lei.
-Grazie, ma ho lo stomaco chiuso- sforza un sorriso.
-Dai, solo qualche morso- sporge il labbro. 
Teddy sospira e affonda i denti nel pane, strappandone via un pezzo.
Infilo le mani nelle tasche dei jeans, guardandola assaporare il panino. Devo riuscire a rimetterla in sesto, sta cadendo a pezzi.









L'autunno arriva senza preavviso. Gli alberi iniziano a spogliarsi e a riempire le strade di foglie colorate. 
Percorro la via principale di Huntington Beach con una sigaretta tra le dita e la testa persa a guardare le vetrine dei negozi. Il vento caldo mi attraversa i vestiti, facendomi sudare dalla nuca. 
Faccio l'ultimo tiro alla mia Lucky Strike e butto la cicca a terra appena prima di entrare in negozio.
-Buongiorno- saluto la signora che sta alla cassa; i capelli rosso fuoco a caschetto, un vestito nero e oro e le unghie esageratamente lunghe e laccate di marrone. 
-Ciao- sorride lei -Posso aiutarti?-
-Si, volevo prendere un cucciolo di cane-
-Certo!- viene fuori dal bancone e mi porta nel retro, in un giardinetto all'aperto dove cuccioli di tutte le razze giocano sull'erba ben curata. 
-A te la scelta- mi apre il cancelletto, conducendomi dentro, e se lo richiude alle spalle.
Li guardo, saranno una ventina.
-Sono tutti bellissimi- sorrido.
Non appena notano la mia presenza, corrono verso di me, saltandomi sulle gambe e abbaiando.
-Oddio- rido -Sono felici di vedermi-
-Lo vedo- ride la signora accanto a me. Sollevo un cucciolo di labrador beige -Ciao, piccolo- 
Mi lecca la guancia, scodinsolando. 
-Mi piaci- lo accarezzo.
-Ottima scelta. Esci, io li tengo a bada- ride.
Annuisco ed esco dal cancelletto con il cucciolo, tornando dentro il negozio. 
La signora mi raggiunge poco dopo -Prendiamo le cose che ti servono-

Busso a casa di Teddy nella tarda serata, tenendo il cucciolo di labrador fra le braccia.
-È aperto!- urla lei. 
Entro e mi richiudo la porta alle spalle -Dove sei?-
-In bagno!- urla dal piano superiore. 
Salgo le scale e busso alla porta, aprendo senza aspettare il permesso -Posso?-
-ODDIO!- urla prendendo il cucciolo in braccio -Ma è stupendo!-
-Piccolo regalo- sorrido.
Mi stampa un rapido bacio sulle labbra -Grazie mille, Zee- sorride.
-Non devi ringraziarmi- la porto di sotto e prendo il cucciolo, poggiandolo dentro la sua nuova cuccia. 
-Volevo tenerlo ancora un po- piagnucola. 
-Dopo- la tiro fra le mie braccia -Come stai?-
-Sto bene- sussurra. 
Le sposto i capelli da un lato, e mi abbasso un po per arrivare al suo collo.
-Zacky- appoggia le mani sulla mia schiena, accarezzandola.
-Shh- le bacio lentamente il collo su e giù, sentendo la pelle d'oca sulle sue braccia a contatto con le mie.
-Zee- sussurra ancora. 
La faccio indietreggiare fino al divano, facendola cadere sdraiata, e mi sdraio a mia volta su di lei.
-Io no so se...-
La zittisco avventandomi sulle sue labbra. Le sfioro la lingua con la mia, assoparando la sua bocca a poco a poco.
Teddy infila le mani fra i miei capelli, aumentando il contatto delle nostre bocche.
Le sfioro i fianchi, sollevandole la maglietta fin sopra il seno e fortunatamente lei non mi ferma. Mi vuole come io voglio lei, ma sento che qualcosa la irrigidisce.
Mi stacco appena -Che succede?-
-Non l'ho mai fatto, Zacky-
-Nemmeno io, piccola- le sorrido, carezzandole la guancia con il pollice.
Ricambia il sorriso e mi sfila la maglietta, passando le mani sul mio petto -Ti ho mai detto quanto sei bello?-
-No- riprendo a baciarla, levando la sua maglietta e buttandola alle mie spalle. -Stai bene?- le sbottono delicatamente i jeans e li abbasso.
-Si- sussurra. 
-Teddy- appoggio una mano sul suo petto -Cristo, calmati-
-Sto bene- 
-Non voglio che tu ti senta male-
-Non succederà nulla- 
-Ti sta battendo il cuore all'impazzata-
-Sono un po nervosa ed emozionata, è normale- afferra i miei jeans e li sfila -Voglio fare l'amore con te, Zacky-
-Anche io voglio fare l'amore con te, piccola- sussurro sulle sue labbra.
Teddy sorride.
Appoggio la fronte sul suo petto e le sfioro le mutandine di pizzo nero -Sei bellissima-
-Shh- 
Afferlo l'orlo e le tiro giù, trattenendo il respiro.
Teddy ingoia a vuoto e mi stringe le spalle -Vai tranquillo-
Annuisco e mi abbasso i boxer -Se qualcosa non va, devi fermarmi-
-Va bene- sorride. 
Mi posiziono fra le sue gambe e la prendo lentamente, respirando pesantemente sulle sue labbra -Teddy-
Mi graffia leggermente le spalle -Mh?-
La guardo negli occhi -Io ti amo- ansimo.
Affonda il viso nel mio collo -Ti amo anche io- 
Tiro su la coperta, coprendo i nostri corpi l'uno di fianco all'altro -Ne è valsa la pena aspettare?- intreccio una ciocca di capelli nel mio dito.
Teddy mi guarda -Puoi dirlo forte- sorride sfiorandomi la guancia. 
-Anche per me- le bacio una spalla nuda e la stringo più forte a me -Sono felice di averlo fatto con te-
-Io sono felice che tu esista- si accuccia al mio petto. 
-Non ti lascerò mai-
-Lo spero vivamente-

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Capitolo 14
*** And I Will Try To Fix You ***


14° Capitolo-And I Will Try To Fix You



Alle sette del mattino di una stupenda domenica di novembre, un messaggio mi sveglia nel bel mezzo di un fantastico sogno. Afferro il cellulare di malavoglia e leggo il messaggio di Teddy:

"Vado in aeroporto a prendere un amico. Colazione insieme? Siamo al black bird coffee ♡"

Di tutto il messaggio, la parola "amico" non mi va proprio giù. Sono gelosissimo di Teddy. Potrei perfino fare a botte con qualcuno se solo provasse a fare qualche battuta scomoda su di lei. 
Mi alzo di scatto per sistemarmi velocemente ed essere presente al coffee. 
Da dove spunta fuori questo, adesso?
Mi lavo con foga i denti, stringendo lo spazzolino fino a farmi sbiancare le nocche e in due minuti sono già vestito.
Corro giù per le scale e prendo le chiavi della macchina, fiondandomi fuori.
Arrivo in anticipo, così mi siedo e sfoglio il giornale. I Sox hanno vinto anche questa volta, ma non sono più tanto sicuro di essere aggiornato sugli eventi. Da quando sto con Teddy, la mia vita gira attorno a lei e a quello di cui ha bisogno. A volte dimentico anche di andare in studio a provare. 
-Dici sul serio?- 
La risata di Teddy attira la mia attenzione. Solca la porta con un ragazzo alle sue spalle.
È alto..ma non più di me. I capelli castani perfettamente pettinati e un sorriso a trentadue denti bianchissimo. Sembra un modello.
Abbasso il giornale e mi alzo -Teddy?- richiamo la sua attenzione e lei si gira verso di me, sorridendo. 
-Zacky- conduce il ragazzo verso il mio tavolo e si ferma -Buongiorno- mi bacia la guancia. Quasi mi aspettavo un rapido bacio sulle labbra. 
-Buongiorno a te- sorrido.
-Volevo presentarti Cary-
Il ragazzo allunga la mano verso di me -Piacere- mi sorride, facendomi venire la nausea.
Gli stringo la mano -Piacere mio- 
Sposto la sedia a Teddy per farla accomodare vicino a me.
-Grazie- arrossisce sedendosi. 
Cary si siede di fronte a me e si sfila la camicia a quadretti, appoggiandola sullo schienale della sedia.
-Theodora mi ha parlato un sacco di te- ride lui.
Sentirlo pronunciare il nome di Teddy per intero, quasi mi ferisce. Nessuno la chiama in quel modo, mi sembra quasi intimo. 
-Oh, davvero?- 
Lei ride -Smettila, stupido- 
Cary le bacia la fronte e istintivamente stringo i pugni sotto il tavolo. Mi manca l'aria, sto per diventare verde di gelosia. -Piccola, devi mangiare- le afferro una mano e la tiro verso di me.
-Hai ragione- sorride -Mi prendi il solito?- 
-Cornetto e caffè vanigliato- sorride Cary. 
-Sempre- risponde Teddy, ridendo all'amico.
-Tu cosa preferisci?- lo guardo con odio.
-Un caffè macchiato va benissimo, grazie-
-Bene- lascio la mano di Teddy e mi avvicino al bancone -Josh-
Il ragazzo dai capelli rossi mi sorride e si avvicina -Brutta giornata, eh?-
-Lascia perdere. Il solito per Teddy e anche per me. Poi aggiungi un caffè macchiato e sputaci dentro- 
Josh ride -Chi è il belloccio?- alza le sopracciglia. 
-Un suo amico sbucato dal nulla. Lo odio già-
-Lo conosci da tipo dieci minuti- ride di nuovo.
-E sono già bastati a farmi girare i coglioni- 
Appoggia la colazione sul vassoio -C'è tutto-
Lo ringrazio e pago la colazione, per poi tornare al tavolo e sedermi -Eccomi-
-Che odore di vaniglia- sorride Teddy.
Le porgo il bicchiere col suo nome -Tutto tuo- 
Allungo il caffè macchiato verso Cary, sperando che Josh abbia sputato la dentro veramente. 
-Grazie- lo afferra e beve un sorso. 
Addento il mio muffin al cioccolato, guardando Teddy bere il suo caffè. Sembra radiosa, oggi.
-Allora...da quanto vi conoscete?- chiede Cary all'improvviso. 
-Da quasi un anno- risponde Teddy -Stessa scuola-
-Figo- alza le sopracciglia e riprende a bere.
-Oggi i ragazzi hanno organizzato un barbecue da Matt- le sorrido.
-Fantastico! Potrei fargli conoscere Cary!-
No, cazzo! No!
-Giusto- 
-Adoro i barbecue- si intromette Mister Fotomodello.
-Allora è perfetto-
Non so se io e Teddy stiamo insieme. Non ne abbiamo parlato, dopo la nostra prima volta, e neanche dopo la seconda o la terza. 
-Theodora, dobbiamo portare le valige a casa tua, così posso sistemare le mie cose-
Una vampata di rabbia mi brucia il sistema nervoso centrale. 
-Si, adesso andiamo con Zacky, lasciamo la mia macchina qua e poi torno a prenderla- sorride gentile. 
-Dorme da te?- non la guardo nemmeno, mi concentro piuttosto a giocherellare con la carta che avvolgeva il mio muffin.
-Si, non voglio farlo dormire in hotel nel centro di Huntington Beach- 
-Certo...- bevo l'ultimo sorso di caffè e mi alzo -Dovremmo andare, i ragazzi ci aspettano-
I due si alzano e con sorpresa Teddy mi prende per mano. 
Sorrido. 



 

-Zacky, mi metti paura- scherza Brian immerso nella piscina di casa Sanders.
Mi siedo sul bordo e immergo le gambe fino al ginocchio -Vorrei prenderlo a pugni- 
-Non essere geloso, lo sai che Sparky ti ama-
-Lo hai visto? È perfetto per lei, non come me che sono grasso e ho pure la gobba-
Brian sbuffa -Ma smettila, idiota. Lo dici solo perché sei geloso e incazzato-
-Lo dico perché è vero. Lei è bellissima e lui...- stringo le labbra.
Gates si siede vicino a me -Fratello, Teddy guarda quello che hai qua- appoggia una mano sul mio cuore -Lei ha bisogno di questo, non di un sorriso perfetto e dei muscoli scolpiti-
Sospiro. Mi sento un coglione, adesso. Brian ha pienamente ragione, Teddy mi ama e non rinuncerebbe a me per Mister Fotomodello. 
Alzo gli occhi e la ammiro sdraiata sull'amaca con la limonata in mano intenta a prendere un po di sole.
-Torno subito- mi alzo e la raggiungo -Ti stai rilassando, eh- 
Si abbassa gli occhiali -Tantissimo- fa un po di posto al suo fianco -Vieni qui-
Mi sdraio accanto a lei e la stringo fra le mie braccia; è così piccola.
-Che c'è?-
-È da tutto il giorno che sembri fatto di ghiaccio. Cary è solo un amico, Zacky-
-Lo so- sospiro. Se n'è accorta.
-Lo sai che io non voglio altro che te- appoggia la sua manina sulla mia guancia -Hai capito?-
-Si- le bacio dolcemente le labbra -Ti amo, non scordarlo-
Sorride -Lo terrò a mente- si alza e le scivola il bicchiere dalle mani, finendo a terra in mille pezzi.
Mi alzo di scatto e Teddy cade sotto i miei occhi. 
-Cazzo!- la sollevo, non respira -Aiutatemi!-
I ragazzi corrono verso di noi, allarmati quanto me.
-Mettila sul divano- urla Brian. 
Corro dentro con le gambe che mi tremano dalla paura e adagio Teddy sul divanetto del salotto.
-Non respira!- urlo.
-Oh mio dio- Cary le prende le mano e in quel momento il mio sistema nervoso esplode. 
-Non la devi toccare!- lo spingo.
Lui mi guarda con odio.
Riporto gli occhi su Teddy e mi ritorna in mente la nostra chiaccherata in Alaska. 
-Il cuore!- le pianto un pugno in pieno petto e un secondo dopo Teddy riprende a respirare. 
-Oddio, grazie- cado in ginocchio e appoggio la testa sul suo ventre. 
-Mi viene da vomitare- sussurra Teddy confusa. 
Mi rialzo -Stai distesa, ti prendo un secchio-
-Che è successo?- 
-Sei svenuta- interviene Val.
Stringo i denti, potrei piangere da un momento all'altro -Prendo il secchio- passo in cucina e chiudo la porta. Ho bisogno di riprendermi un attimo. Faccio respiri profondi e mi asciugo le due lacrime che mi erano sfuggite.
-Bro..- Matt mi raggiunge -Ti sei ripreso?-
-Si, sto bene- la mia voce esce a malapena. 
-La portiamo in ospedale?-
Annuisco, iniziando a piangere come un bambino. Matt mi abbraccia, sospirando. 
-Sfogati, ne hai bisogno- 
-No, dobbiamo andare- tiro su col naso e torno in salotto -Teddy, dobbiamo andare-
-Dove?- si mette seduta.
-Vieni- la prendo in braccio e le infilo il vestitino floreale. 
Si accuccia sulla mia spalla senza dire una parola 
-Matt, guida tu- 
Arrivati in ospedale, la ricoverano all'istante e in poco tempo la mia Teddy é ricoperta da tubicini e fili di ogni colore.
La guardo seduto sui sedili poco distanti dalla sua stanza, mentre parla con Val e Michelle. Sorride, non ha ancora capito che le succede. 
Il cuore sta cedendo e ne serve uno nuovo e sano. I medici stanno facendo miliardi di telefonate per trovarlo. Hanno poco tempo. Non avrei voluto sentirlo. 
Brian e Johnny continuano a portarmi bicchieri di caffè, sto per andare in overdose. 
-La smettete di farmi bere caffè?-
-Scusa, è che non sappiamo che fare- sospira Jc, sedendosi al mio fianco. 
-Dovete aspettare, come sto facendo io- mi prendo la testa tra le mani, sto per avere una crisi nervosa. Vorrei dormire giusto un po per alleviare la tensione, ma so già che non riuscirei a chiudere occhio.
-Zacky, Teddy ha chiesto di te- mi avvisa Val.
Sospiro -Si- mi alzo ed entro nella sua camera -Hey-
-Hey- sforza un sorriso.
Mi siedo accanto a lei e le prendo la mano -Come stai?-
-Come una malata di cuore che sta per morire-
-Non pensarci neanche, tu non morirai-
-Prima di fidanzarti di nuovo, chiedi se hanno qualche tipo di malattia. La prossima prendila sana- cerca di ridere, ma ne esce un lamento.
-Non ci sarà nessuna prossima perché tu rimarrai con me.-
-Mi piace il tuo ottimismo-
Appoggio la fronte sul letto-Teddy, non te ne andare, ho bisogno di stare con te. Devi lottare per noi, hai capito? Sii forte per entrambi, perché io non ci riesco più-
Silenzio.
-Teddy?- alzo la testa. 
Teddy dorme.



NOTE DELL'AUTRICE: rieccomi, sono viva! No, a parte gli scherzi, volevo scusarmi per la mia lunghissima assenza ma purtroppo ad un certo punto mi sono un attimo bloccata nella storia perchè immersa nei dubbi. Volevo solo sapere cosa ne pensavate, magari, attraverso le recensioni e pensavo facesse un pochino schifo come storia. Son tornata semplicemnte perchè rileggendola mi son detta "Fede, finiscila almeno per te" e quindi rieccomi. Chiudo qui nella speranza di non avervi annoiato ahahah come sapete potete lasciare delle recensioni per farmi sapere cosa ne pensate della storia e per qualsiasi altra cosa mi trovate su Twitter come @fedevengeance e su ask coon il medesimo nome. Un bacio.

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Capitolo 15
*** Don't wanna fight this World alone ***


15° capitolo- Don't wanna fight this world alone



 

Il cuore umano a me dà l’impressione di un pozzo profondissimo.
Nessuno sa cosa ci sia laggiú.
Si può solo cercare di immaginarlo dalle cose che ogni tanto vengono a galla.

(Haruki Murakami)




 

"Abbiamo più o meno una ventina di concerti da fare in due mesi, dobbiamo girare gli Stati Uniti"
Val ha sganciato la bomba nel periodo più difficile della mia vita. Teddy é in ospedale da ormai un mese, quel dannato cuore non vuole proprio arrivare e lei sta piano piano perdendo la forza di lottare. Siamo stanchi entrambi, so per certo che non reggeremo ancora molto questa situazione. Stare tutto il giorno in ospedale e cercare anche un po di tempo per andare in studio dai ragazzi mi sta prosciugando le energie. Cary mi da il cambio mentre manco per varie commissioni, ma Teddy si sente in colpa perché odia vedermi ridotto in questo stato. Ho perso dieci chili, non faccio la barba da mesi e dovrei persino tagliare i capelli...dovrei.
Sospiro e appoggio a terra la chitarra. Mi gira la testa, oggi sto davvero male.
-Bro- Brian mi sorregge -Che hai?- mi aiuta a sedermi sul divano dello studio.
-Sono un po stanco- mi prendo la testa tra le mani, potrei vomitare l'anima da un momento all'altro. 
-Hai mangiato?- Jimmy si siede accanto a me.
Scuoto la testa.
-Vado a prendergli qualcosa- Jc prende le chiavi della macchina ed esce, sbattendo la porta.
Hanno pienamente ragione ad essere incazzati, ma da un lato capiscono che lo faccio per Lei. 
-Dovresti prenderti una pausa prima di partire- Matt si siede sullo sgabello di fronte a me.
-Non posso, lo sapete- sussurro.
-Due giorni, non di più. Vai a tagliare i capelli, fai la barba e dormi più che puoi- Brian mi da una pacca sulla spalla. 
-Devo andare da Teddy-
-C'è Cary con lei- mi rimprovera Shads.
-Lei, ha bisogno di me. Non di Mister Fotomodello- stringo i pugni, stringendomi i capelli. 
-E tu hai bisogno di riprenderti- 
-Io sto bene, Jimmy-
-Si...no, ma si vede- sbuffa lui.
La porta si riapre -Ho preso qualcosa al McDonald's- Johnny si avvicina e mi porge la busta. 
La afferro -Grazie- estraggo il panino e lo guardo. Non credo che riuscirò a mangiarlo senza vomitarlo due minuti dopo. 
-Mangia- mi rimprovera lui.
-Okay- lo addento. È davvero buono, non lo ricordavo così. In pochi minuti lo divoro e passo alle patatine fritte, sorseggiando nel frattempo la coca cola. -Partiamo fra una settimana- annuncia Matt.
-Cosa?- alzo gli occhi -Non dirai sul serio! È troppo presto!-
-Zacky, staremo fuori solo due mesi-
-Solo?? Io non la lascio Teddy in quelle condizioni, non se ne parla!-
-Cosa cazzo vorresti fare?? Stai mandando la band a puttane?? Mi stai dicendo questo??- gli occhi di Matt si iniettano di sangue.
-Perché non capisci?!-
-Ti ho capito fin troppo bene, Zachary. Ti siamo stati vicini, ti abbiamo aiutato in tutti i modi ma adesso tu devi aiutare noi! Stiamo per spaccare con la band, siamo su un trampolino di lancio e ormai non puoi più tirarti indietro!-
-La mia ragazza sta morendo!- mi alzo di scatto.
-Anche la nostra amicizia!-
Ci guardiamo fissi negli occhi. Gli altri non fiatano neanche. 
Scuoto la testa e attraverso la stanza a grandi passi, uscendo fuori. Ho bisogno di aria e di pensare. Tutti questi problemi mi stanno uccidendo, l'unica cosa certa è che potrei persino piangere fino a svuotarmi le riserve d'acqua. 
Entro al Johnny's e mi siedo al bancone -Johnny, fammi un Jack...anzi, lascia la bottiglia.-
-Sei sicuro?-
-Si, ho bisogno di bere- appoggio una banconota di cinquanta dollari sul bancone.
-Tutta tua- la stappa e la poggia sotto il mio naso insieme ad un bicchiere. 
-Stai bene? Non hai una bella cera- 
Alzo gli occhi -Sto bene- verso il liquido ambrato nel bicchiere e lo mando giù di botto, stringendo gli occhi -Johnny...-
Si gira di nuovo verso di me -Cosa?-
-Quando sarò ubriaco fradicio, chiama Brian-
Annuisce e torna al suo lavoro.
Il mio alito puzza terribilmente di alcool. Mi gira la testa, non so dove mi trovo, mi sento sudato e sporco. 
Apro lentamente gli occhi per abituarli alla poca luce che entra dalla finestra. Mi guardo intorno, sono in camera di Brian. Devo aver bevuto tanto, visto che non ricordo proprio un cazzo. Anzi si, una cosa la ricordo; la bottiglia vuota di Jack tra le mie mani.
Mi metto seduto a fatica. Perché sono in mutande? 
Mi alzo e apro la tenda, guardando il cielo. Sarà ancora presto.
Cerco per tutta la stanza i vestiti, ma non li trovi, così apro l'armadio di Brian e prendo una maglietta e una tuta, infilandoli con la poca forza che in questo momento possiedo. 
Apro la porta, sento qualcuno che parla dal piano di sotto.
Scendo le scale, stando attento a non cadere. 
-Brian?- lo chiamo.
-Siamo in cucina!-
Mi strofino gli occhi e lo raggiungo -Buongiorno-
-Buongiorno- mi sorride McKenna, la sorella minore di Gates.
-Ciao Mc- le sorrido e mi siedo accanto a Brian -Papa Gates-
-Buongiorno figliolo-
-Dove sono i miei vestiti?- guardo Brian.
-Suzy li ha lavati, erano pieni di vomito- beve un sorso di latte.
-Non ricordo assolutamente nulla-
-Eri ubriaco marcio, ci credo-
-A che ora ti ha chiamato Johnny?- afferro la spremuta di agrumi e la verso in un bicchiere. 
-Erano più o meno le due-
-Record, mi sono ubriacato in tre ore- rido.
-Cosa ci trovato di bello nell'ubriacarvi...- interviene McKenna. 
-Ci sono momenti in cui devi farlo per forza o ti esplode il cervello- bevo.
-Adesso come stai?- mi chiede il padre di Brian.
-Sto meglio. Tra un po esco e vado a tagliare capelli e barba-
-Finalmente- ride Bri.
Sorrido -Poi vado in ospedale, porto qualcosa a Teddy-
-Abbracciala da parte mia- sorride Mc.
Annuisco e finisco il mio succo -Grazie per la colazione- 
-Ma se non hai mangiato nulla- sbuffa Brian.
Gli bacio la testa e corro in bagno, infilandomi sotto la doccia.
Appena pronto prendo le chiavi della moto di Brian -Bro, sto prendendo la tua moto!-
-Riportamela intera o ti spezzo le gambe!-
-Ti amo!- rido ed esco, salendo in groppa alla moto. Il rombo del motore mi provoca la pelle d'oca. Non guido una moto da secoli.
Metto il casco e parto, lasciandomi andare alla velocità. Tanto le multe le paga Haner.
Entro in ospedale con una scatola di cioccolatini al latte, i preferiti di Teddy e prendo l'ascensore per fare prima. Di solito li evito perché ho un po di paura, ma oggi mi sento stranamente positivo.
Attraverso il corridoio, saluto Tanya, l'infermiera che sta alla reception, ed entro nella camera di Teddy.
Oggi sembra più radiosa anche lei, ha le guance leggermente colorate. 
-Zacky- posa il libro sul comodino accanto a lei e si mette seduta -Oddio, quanto sei bello- sorride.
Mi avvicino al letto e le bacio le labbra -Guarda che ti ho portato- le porgo i cioccolatini. 
-Oh si, cioccolata- mi abbraccia. 
La porta del bagno si apre ed alzo di scatto la testa -Mamma?- 
-Ciao, amore- sorride. 
-Perché sei qua?- alzo un sopracciglio. 
-Che domande fai? Per stare con Teddy, no?-
-Dov'è Cary?- 
-È tornato a casa, stava poco bene- mi sussurra Teddy.
-Alan è passato?- mi siedo sul letto e apro la scatola.
-Chi è Alan?- chiede mia madre. 
-Il dottor Madison. Comunque non ancora, starà facendo il giro di visite- ride Teddy, afferrando un cioccolatino.
-Assaggialo- la guardo. 
Ne stacca un pezzo con i denti -Mh...è buonissimo-
Sorrido -Menomale- 
-Vi lascio un po soli- sorride mia madre, uscendo dalla stanza.
-Come stai?- 
-E tu?- mi guarda -Lo vedo che non stai bene. Zacky, sei magrissimo- sospira. 
-Io sto bene, non devi preoccuparti per me, Teddy-
-Si che mi preoccupo, è tutta colpa mia- -Cosa? Ma che dici- la stringo a me -Sono solo in pensiero, è normale, ma sto bene-
-Non devi-
Chiudo gli occhi -Ti amo-
-Perché sprechi il tuo amore per una come me?-
-L'amore non è mai sprecato-
-Hai ragione- mi stringe la mano.
Ingoio a vuoto -Piccola, tra una settimana parto...sto qualche mese fuori-
-Qualche mese?- rafforza la presa alla mia mano. 
-Ei, calma. Due mesi al massimo- la guardo negli occhi -Ci sentiremo tutti i giorni, promesso-
-Ma poi torni da me, vero?- 
Ha gli occhi lucidi e il rossore alle guance le è scomparso. 
-Si. Io tornerei sempre da te-
-È questo che voglio. Voglio che tu torni da me a qualsiasi costo- 
Annuisco.
-Buongiorno, piccioncini- il dottor Madison entra alle mie spalle. 
Mi giro -Buongiorno, Alan- mi alzo, senza però lasciare la mano di Teddy.
-Come stai, oggi?- la guarda preoccupato. 
-Meglio- sorride.
Alan le controlla il respiro e i battiti, senza far trapelare nessuna emozione dal suo viso.
-Ti porto a fare l'eco e vediamo com'è messo il cuore- 
Alcuni infermieri entrano e la portano via. Il dottor Madison rimane nella stanza con me, sento odore di brutte notizie. 
-Sgancia- sospiro.
-Sta peggiorando-
Mi passo una mano tra i capelli, sono davvero disperato -Sembra stare meglio-
-C'è...un periodo, chiamiamolo così, in cui i pazienti si rimettono di colpo prima di...- non finisce la frase, ma ho già capito.
-Prima di morire- sussurro. 
Mi da una pacca sulla spalla -Spero di trovare in tempo quel benedetto cuore-

 
 
 
   

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Capitolo 16
*** Somewhere in the end we're all insane ***


16° Capitolo- Somewhere in the end we're all insane

 

Stamattina sono partito con un buco allo stomaco. Ho paura di lasciare Huntington Beach. Ho paura di lasciare Teddy da sola in ospedale...o almeno, ho paura di lasciarla senza di me. 
Il nostro aereo è diretto a Philadelphia, abbiamo il primo concerto davanti a migliaia di persone e da un lato non sto nella pelle. Prima di partire sono andato a salutarla, mi ha detto di stare tranquillo e di impegnarmi e che mi avrebbe aspettato a tutti i costi, avrebbe lottato per me...per noi.
Guardo dal finestrino dell'aereo le macchie di terra sotto di noi, mentre dalle cuffie esce Snuff degli Slipknot. Lo so, è brutto da pensare, ma il pensiero che Cary stia li con lei non mi lascia in pace. Ma so anche che Teddy mi ama, me lo dicono tutti, tanto è palese. 
Ma mi dicono anche che questo amore mi sta uccidendo lentamente, dall'interno.  Il mio primo vero amore mi fa male, è un amore tossico. Credo di essere ormai dipendente da lei. Tutto gira intorno a quella splendida ragazza.
-Zee- Brian mi sfila le cuffie con un colpo secco.
-Che succede?- lo guardo stralunato.
-Non pensare troppo o ci rimetti i neuroni-
-Sto bene- mi riprendo le cuffie, ma Brian mi blocca il polso.
-Lo so che sei preoccupato, ma ti prego, dai il meglio di te su quel fottuto palco-
Annuisco e rimetto la musica, chiudendo gli occhi. 
Philadelphia non è così male come la ricordavo. È tranquilla e le persone sembrano farsi i fatti propri. 
Dopo aver lasciato le valigie in albergo, ci mettiamo a girare la città per tastare il territorio. 
Val mi prende a braccetto -Come stai?-
-Sto bene- le scompiglio i capelli.
-Una persona mi ha chiesto di tenerti d'occhio nel caso in cui fai il cascamorto con le fan-
Rido -Farò il bravo ragazzo, puoi dirlo alla persona-
-Sarà meglio per te- scherza la bionda. 
-Volevo ringraziarti per esserle stata accanto-
-È una bravissima persona, se lo merita il nostro affetto-
Sorrido -Sei sempre dolce con tutti, Val-
Mi bacia la guancia -Anche tu- si slaccia dalla mia presa e torna da Matt, che mi sorride. 
-Shads, sei sexy con quelle fossette- rido.
-Grazie, tesoro- mi manda un bacio.
Prendo il cellulare e compongo il numero di Teddy.
Dopo due squilli parte la segreteria. 
Mi fermo di scatto, facendo girare tutti.
-Che è successo?- mi chiede Jimmy. 
-Niente...niente...- riprendo a camminare e la richiamo.
"Segreteria di Teddy Sparks, lasciate un messaggio e vi richiamerò"
Entro nel panico. Riprovo. 
Niente. 
-Ragazzi, vado un secondo a comprare le sigarette- mi allontano velocemente prima che qualcuno possa offrirsi volontario di accompagnarmi.
-Cazzo, rispondi- sussurro al cellulare poco prima di appoggiarlo all'orecchio. 
"Risponde la segr..." riattacco.
Idea! 
Chiamo mia madre, di solito a quest'ora si trova li.
"Pronto, amore?"
-Ciao, mamma. Come va li?-
"È tutto tranquillo, tesoro. Tu stai bene? Com'è andato il volo?"
-Si, tutto okay, il volo è filato liscio. Senti, sei in ospedale?-
"No, sono fuori a fare commissioni. Perché, c'è qualche problema?"
-Hai lasciato Teddy da sola??-
"No! È arrivato Cary, non è sola. Ho quasi finito e poi torno da lei"
Cary...cazzo.
-O...okay, fai presto però-
"Devi stare tranquillo, Zachary. Teddy é sempre li, non si muove"
-Torna presto da lei.- riaggancio. 
Percorro qualche isolato in preda al panico, finendo dentro un parco pieno di ragazzi intenti a prendere uno scorcio di sole. Alcuni giocano a palla, altri sono distesi sull'erba che sonnecchiano, altri semplicemente passano il tempo a parlare. 
Adocchio una panchina vuota e mi siedo, accendendo al volo una sigaretta.
Dovrebbe richiamarmi dopo aver ricevuto gli avvisi di chiamata. Quanto ci vuole? Non penso le sia successo qualcosa, Cary mi avrebbe chiamato...o forse no.
Mi prendo la testa tra le mani, sono nella confusione più totale. Prenderei il primo volo per Huntington Beach, ma i ragazzi mi ucciderebbero.
-È occupato? Posso?-
Alzo la testa, guardando la ragazza ferma di fronte a me.
Guardo la panchina e scuoto la testa -È libera-
Ha i capelli corti e neri, gli occhi chiari e qualche lentigine qua e la sul naso.
Indossa una maglietta dei Metallica, shorts di pelle e calze fino alle ginocchia. -Stai bene? Hai una faccia- 
Alzo un sopracciglio -Sto bene-
-Mi chiamo Yvonne, piacere- allunga una mano verso di me.
La stringo -Io sono Zacky-
-Ti ho visto da lontano, non sembri di qui-
-No, infatti-
-Fammi pensare...sei canadese?-
Rido -Ti sembro un canadese?-
-Hai la pelle chiara, non puoi essere di certo californiano- ride.
-Ah no? E chi lo dice?-
-In California sono tutti abbronzanti-
-Magari non mi piace il sole-
-Ah...hai ragione- sorride -Los Angeles?-
-Orange County- guardo il parco di fronte a me, aspirando dalla mia sigaretta. 
-Come mai sei qua?-
-Lavoro- alzo le spalle.
-Ecco perché quella faccia- ride.
Magari fosse per quello...
-Già- 
-Non mi piace vedere la gente con il musone. Ti va di fare un giro?-
-Io...veramente...-
-Non accetterò un no come risposta- si alza e mi tira da un braccio. 
Rido e mi alzo, rendendomi conto di quanto bassa sia questa ragazza.
-Ti offro qualcosa da bere, su- s'incammina davanti a me.
-Okay- la seguo, ridendo del suo modo buffo di camminare -Sembri una specie di folletto o chessò io-
-Era una battuta squallida sulla mia altezza?- assolliglia lo sguardo. 
Rido ancora -Forse-
-Non sei divertente, Mr Tenebroso- 
Attraversiamo qualche isolato ridendo ancora dell'altezza di Yvonne, fino a quando lei stessa si ferma davanti un bar.
-Prego- le apro la porta, scansandomi.
-Ma che gentiluomo- ride lei, passandomi accanto.
Dio...ha lo stesso profumo di Teddy.
-Tu non entri?- si ferma a guardarmi. 
-Si, arrivo- la seguo, chiudendomi la porta alle spalle.
Il bar è carino, ma niente a che vedere con il buon vecchio Johnny's. Una tv appesa alla parete trasmette canzoni rock di vecchia data, mentre una decina di sedie sono disposte davanti il bancone. 
-Carino- 
-È un posto tranquillo- risponde Yvonne.
Mi siedo -Si vede-
-Cosa prendi?-
-Una birra- 
-Rex, porta due birre!-
-Arrivano!-
Mi sa che Yvonne è di casa, qui.
Di colpo il mio cellulare inizia a suonare. 
Lo prendo velocemente e rispondo senza guardare il display -Pronto?- 
"Hey" la voce di Teddy é più bassa del solito.
Esco dal bar -Piccola, dov'eri?-
"Stavo facendo una cosa, il cellulare si era scaricato"
-Che...stavi facendo? C'è Cary li con te?- mi accorgo persino io della mia ansia. 
"Si, è qui, non sono da sola. Com'è andato il volo?"
-Mi manchi.- sputo di botto, appoggiandomi al muro. 
"Resisti, Zee. Non farti prendere dal panico" e inizia a tossire.
Stringo il pugno, maledicendomi per non essere li con lei.
-Io ti manco?-
"Da morire. Ogni secondo" le si incrina la voce.
-Lo sai che ti amo, vero?-
-Zacky- Yvonne mi raggiunge e mi guarda con un sopracciglio alzato.
"Con chi sei? È Val?"
-No...scusami, ti raggiungo tra un attimo- 
Yvonne annuisce e rientra.
"Michelle?"
-No...è una storia bizzarra, te ne parlo quando torno-
"Ah...va bene, beh...adesso devo andare"
-No aspetta...-
"Divertiti" riaggancia.
Rimango per qualche secondo li impalato ad osservare il cellulare. Mi sa che sto facendo una cazzata. 
Rientro e mi siedo -Scusa se sono uscito all'improvviso-
-Tranquillo- mi sorride e avvicina la bottiglia di birra alle mie mani.
-Grazie- ne bevo un lungo sorso.
-Brutte notizie? Hai una faccia sconvolta-
-No, sto bene, ma devo andare- svuoto la bottiglia e mi alzo -Grazie- lascio una banconota di dieci dollari sul bancone. 
-Aspetta, te ne vai così?- mi afferra il braccio. 
La guardo -Devo andare.-
-Ci rivedremo?- ha gli occhi lucidi.
-Non lo so...- sussurro -Magari in giro-
Lascia la presa dal mio braccio -Magari in giro- ripete.
-Buon proseguimento- esco dal bar e torno in albergo. 
Ho bisogno di risentire Teddy. Ho bisogno di Huntington Beach. 




 

"Mi manchi davvero tanto e fa male"
Probabilmente Teddy dorme. Ad Huntington Beach è notte, ma leggerà il messaggio appena sveglia.
In questi giorni ci siamo sentiti davvero poco a causa dei concerti, ma mi sono comunque tenuto aggiornato sulle sue condizioni. 
Tra qualche ora la vedrò, finalmente siamo in aereo e lasciamo New York per tornare nella buon vecchia Orange County. 
Stanotte ho sognato Yvonne, che strano. Mi sento in colpa per averla lasciata li senza darle spiegazioni, ma ero davvero distrutto.
-Non stai nella pelle, eh?- Val si siede accanto a me.
Durante il nostro giro mi è stata accanto come una sorella. Mi lasciava sfogare fino a che non mi addormentavo, mi ha risollevato dopo i crolli emotivi frequenti. È la mia migliore amica. 
-Si vede?- rido.
-Vedrai che adesso non vi staccate più- appoggia la testa sulla mia spalla.
-Non voglio più partire. Non fino a quando non si rimetterà del tutto-
-Non partiremo. Aspetteremo che guarisca-
-Grazie- tiro un sospiro di sollievo. 
-Dai, chiudi un po gli occhi così arriviamo subito-
Annuisco e mi lascio trascinare dal sonno.
Non passo nemmeno da casa per posare le valigie. Corro su per le scale dell'ospedale come un matto, inciampando più volte.
-Cazzo cazzo- non sto nella pelle, ho bisogno di abbracciarla.
-Zacky aspetta!- l'infermiera mi urla contro, ma entro in stanza senza pensarci due volte.
È vuota.
Ho il fiatone, sono confuso. 
-Tanya, dov'è Teddy?- la guardo.
-È in sala. Sta arrivando il cuore-
-Cosa...- sussurro. 
-Sta arrivando- 
-Perché non mi avete chiamato??- 
-Ci abbiamo provato, ci sono i tuoi in sala d'attesa-
Scatto verso i miei, sono in uno stato di shock felice che urlerei se potessi.
-Mamma- cado in ginocchio di fronte a lei e la abbraccio.
Sta piangendo. 
-Mamma non piangere, Teddy starà benone, ne sono sicuro-
-Zacky- singhiozza. 
-Hey- le sorrido, ma qualcosa nei suoi occhi mi dice che c'è qualcosa che non va.
Guardo mio padre alzarsi -Vieni con me, figliolo-
-No. Che cazzo succede? Teddy é davvero in sala o no?-
-Si, Teddy é in sala- mi solleva -Vieni-
Seguo mio padre più confuso di prima. Mi porta nel piccolo balcone del reparto e si appoggia alla ringhiera. 
-Mi spieghi che succede?-
-Zachary...io...-
Sbianco. Non so se voglio stare a sentirlo. 
-No, okay, mi viene da vomitare- appoggio le mani al muro.
-No, aspetta, fammi spiegare-
-Papà, dimmi che non è quello che penso- inizio a singhiozzare.
Mio padre si avvicina e appoggia una mano sulla mia spalla -Non riguarda Teddy. O almeno, la riguarda in parte-
Alzo la testa -Spiegati-
-Il cuore che sta arrivando per Teddy é quello di Cary...questa notte ha avuto un incidente e non c'è stato nulla da fare. È compatibile-
-Come...fai a saperlo?-
-Siamo andati io e mamma da lui. Hanno trovato il mio numero nel suo cellulare e mi hanno chiamato. Mi dispiace-
-Io...cristo, non ci credo...- mi passo le mani nei capelli, non ci sto capendo più nulla.
-Lo dirai tu a Teddy, più in la?-
-Ci penserò...per adesso voglio solo che la mia ragazza esca sana e salva da quella stramaledetta sala operatoria e che non ci entri mai più.

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Capitolo 17
*** Today is a wrong day ***


17° Capitolo- Today is a wrong day

 
L'operazione è andata benissimo. Teddy si sta piano piano riprendendo, ma ancora non sa di Cary. Le ho detto che è partito all'improvviso senza darmi spiegazioni, non posso dirle la verità al momento. Ha ripreso colorito, sorride e mangia come non aveva mai fatto e tutto questo mi riempie la vita, le giornate, l'anima.
A quasi due settimane dal trapianto, i medici decidono di farla alzare e camminare per rimettere in movimento i muscoli. Non sto più nella pelle.
-Zee, aiutami- mi porge le mani.
Sposto le coperte e la aiuto a sollevarsi molto delicatamente -Con calma- la sorreggo dai fianchi. 
-Tienimi, mi sento le gambe debolissime- si appende a me. 
La stringo forte. Mi mancava abbracciarla in questo modo. 
-Amore- mi sussurra all'orecchio. Chiudo gli occhi, sentendo la pelle d'oca attravessarmi il corpo. 
-Sono qui, zacky, sto bene grazie a te- 
No, stai bene grazie a Cary...
-Ti amo tanto- le bacio la fronte, non riuscendo a staccarmi da quell'abbraccio bisognoso.
La sento sorridere sulla mia guancia -Coccolone, fammi camminare-
Rido -Hai ragione- mi metto dietro di lei -Coraggio-
Teddy fa qualche passo, guardando il pavimento avanti a se -Finalmente, mi sentivo le ossa ammaccate-
Il dottor Herman ci interrompe entrando all'improvviso -Vedo che fai progressi- sorride.
-Sono una donna forte, io- ride. 
-Sono portatore di buone notizie. Oggi ti dimettiamo- 
-Cazzo si!- urlo felice.
Teddy ride -Non ci credo, è troppo bello per essere vero-
-Questo pomeriggio sarai a casa. Hai vinto, Theodora-
-Grazie, Alan-
Preparo la valigia di Teddy mentre lei si da una rinfrescata in bagno con l'aiuto di mia madre. Finalmente sta bene. È la cosa più importante adesso. 
-Sono pronta- esce a braccetto con mia madre.
La guardo dalla testa ai piedi; indossa quel vestitino color prugna che amo tanto e ha raccolto i capelli in una coda di cavallo.
-Sei la creatura più bella che esista al mondo, Teddy Sparks-
Arrossisce -Grazie- si avvicina e mi stampa un rapido bacio sulle labbra. 
-Porto la valigia in macchina, vi aspetto li- dice mia madre, trascinandosi le cose di Teddy. 
-Sei pronta?-
Si guarda intorno -Credo di si..-
-Andiamo allora- 
Annuisce. 
La porto fuori dalla stanza e giù al piano di sotto fino al parcheggio, dove la faccio accomodare nel sedile anteriore. -Mamma, abbassale un po il seggiolino- salgo in macchina e mi allontano da quel posto che per mesi è stato il mio incubo peggiore.



Non passa molto che la band inizia a fare successo e di conseguenza i concerti si susseguono senza sosta. Io e i ragazzi stiamo sempre in sala prove a scrivere nuove canzoni e a progettare il secondo album. Nel frattempo Teddy ha trovato il modo per impiegare il suo tempo: vuole studiare per diventare medico. Durante i viaggi in cui la porto con me, se ne sta sempre col naso dietro i libri e sembra davvero decisa a portare a termine il suo sogno.
Il concerto di stasera è a Philadelphia, c'è il pienone. 
Jimmy è sul divano che fa roteare le bacchette, mentre Johnny è intento ad accordare il suo basso.
Teddy beve la sua coca cola mentre chiacchera con Brian e Valary ed io me ne sto sulla poltrona a sfiorare le corde della mia chitarra. 
Matt entra nel back col fiatone -Cazzo, ma c'è un sacco di gente- ride.
Alzo gli occhi -Meglio così, no?-
-Certo che si, ma sto per avere un attacco d'ansia-
Sbuffo, riprendendo a giocare con le corde.
-Zee, ma che hai?- Teddy si abbassa alla mia altezza per guardarmi negli occhi.
-Nulla-
Da quando siamo saliti sull'aereo non so che mi prende. Sento che Teddy mi nasconde qualcosa, lo sento a pelle. È strana, si muove e comporta in modo strano, la conosco bene e sono sicuro che mi nasconde qualcosa. 
-Ce l'hai con me?- mi sfiora la guancia con la punta delle dita. 
-No, sto bene ho detto- mi alzo -Quando entriamo in scena?- chiedo a Matt.
Sento Teddy sospirare.
-Cinque minuti- risponde.
Annuisco e bevo un sorso di birra, pronto ad affrontare la mia nuova vita in mezzo a questa gente. 
L'entrata è spettacolare, i fan urlano a squarciagola i nostri nomi. Sorrido dell'immagine che mi sta davanti, fiero di essere chi sono.
Il concerto procede bene, ma ad un certo punto Matt prende la felice idea di far salire qualcuno sul palco per cantare insieme a lui. Dal pubblico viene fuori una ragazza, capelli lunghi e neri, minuta...
Cazzo.
Yvonne si avvicina al microfono e inizia a cantare insieme a Matt Warmness on the soul, in maniera intonata e perfetta.
Inizio a sudare freddo nel momento in cui finisce la canzone ed uno dei nostri collaboratori porta Yvonne nel backstage. Sento lo stomaco in subbuglio, non capisco che cazzo mi succede. Ho paura che parli con Teddy, anche se infondo non c'è mai stato nulla tra di noi. Solo alcuni pensieri da parte mia, ma nulla di che...credo.
Finito il concerto corro nel back e cerco Teddy con gli occhi. È seduta accanto a Val, mentre legge uno strano libro sul corpo umano. 
-Piccola?- trattengo il fiato. 
Alza gli occhi -Si?-
-Tutto okay?-
-Zacky!- Yvonne si avvicina a me e mi abbraccia -Ne è passato di tempo!-
Guardo la mia ragazza che ci fissa stranamente calma, il che mi fa gelare il sangue nelle vene.
-Ciao, Yvonne- mi allontano un po.
-Sei proprio sparito- mi da un buffetto sulla guancia. 
-Si, lo so ma avevo un sacco di cose da fare e sono scappato via-
Sorride -Non preoccuparti, non mi sono offesa-
Nel frattempo vedo Teddy alzarsi e avvicinarsi a noi -Torno in albergo, sono stanca. Okay?-
-Va bene, vai con qualcuno della sicurezza. Ti raggiungo tra poco- mi avvicino per baciarla ma si allontana e va via.
Rimango immobile a fissare il pavimento per qualche secondo, poi la voce di Yvonne mi fa sussultare. 
-Ti va di andare a bere qualcosa?- 
-Si, andiamo. Ragazzi, ci vediamo domani- prendo la giacca ed esco dall'uscita secondaria con quel folletto accanto. 
-Siete stati grandi, davvero-
Sorrido -Grazie...tu invece come stai?-
-Io sto bene, sto per finire il liceo finalmente e poi inizierò una nuova vita al college-
-Mi fa piacere- mi accendo una sigaretta. Stare accanto ad Yvonne mi rende nervoso.
-Stai bene?- si ferma di botto.
Mi giro -Si, andiamo a prenderci qualcosa da bere e poi filo a letto. Sono stanchissimo-
Riprende a camminare -Quella era la tua ragazza?-
-Chi?-
Cazzo, ma cosa sto dicendo? È ovvio che parla di Teddy, di chi sennò. 
-La ragazza che ti ha parlato prima- ride. 
-Si, è la mia ragazza- entro al solito bar e mi accomodo insieme a lei.
-È bellissima- 
Sorrido -Lo è...-
Ordino due birre e mi lascio andare al discorso con Yvonne, facendo scorrere velocemente le ore.
Torno in albergo mezzo ubriaco ed entro in camera quasi a quattro zampe. Mi butto sul letto, facendo sussultare Teddy.
-Scusa- sussurro. 
Non mi risponde nemmeno, mi da le spalle. 
-Piccola- mi sdraio dietro di lei e la abbraccio, spostandole i capelli dal collo per poterlo baciare. -Hey, svegliati-
Non si muove. Non mi degna di uno sguardo. 
-Mi dispiace se ho fatto tardi, mi sono messo a parlare non facendo caso all'orologio-
Sospira. 
-Mi stai ascoltando?- le bacio dolcemente il collo -Mh?-
-Dormi, Zachary- sussurra. 
-Non voglio dormire, ho bisogno di te- 
-Non mi va, dormi.-
-Sei arrabbiata?-
-Molto.-
-Scusa- la giro verso di me e affondo il viso nel suo seno -Lo sai che ti amo-
-Si, lo so, ma ne parliamo domani-
-Dimmi a cosa pensi-
-Penso che gli occhi che avevi quando guardavi quella ragazza, li hai avuti solo quando hai fatto per la prima volta l'amore con me.-
Alzo la testa -Non è vero, Teddy. Non pensare minimamente a quello che stai pensando.-

-Ne riparliamo domani, buonanotte- si gira di nuovo e mi dissocia dolorosamente dal suo mondo. Cosa che mi fa stare malissimo. 

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Capitolo 18
*** Stay here awhile. Stay here with me. ***


18° Capitolo- Stay here awhile. Stay here with me.

 
Dopo la serata di ieri, mi sento davvero stanco e moralmente a terra. Teddy non fa altro che evitarmi, oggi. Vorrei stringerla e chiederle scusa, ma sono un fifone. Cosa ancora più grave (come se già la situazione non fosse abbastanza pesante) è che stanotte ho sognato Yvonne. Dio, era bellissima. Ad un certo punto ci siamo baciati e mi sentivo bene, ero dannatamente felice. 
-Zee, stai bene?- Matt mi riporta sulla terra ferma.
Fisso il mio caffè nero, annuendo.
Improvvisamente Teddy si stringe a me e inizia a fare le fusa.
Sorrido -Ei- la tengo ferma a me da un fianco. 
-Sei pensieroso stamattina- mi bacia dolcemente le labbra.
-Pensavo fossi arrabbiata con me-
-Lo ero ieri sera- appoggia la testa sulla mia spalla. 
-Mi dispiace tanto- stringo le labbra. 
-È tutto okay- sorride. 
Mi avvicino alle sue labbra e le sfioro con le mie, guardandola negli occhi. 
-Buongiorno!- la voce di Yvonne mi blocca.
Teddy mi tiene fermo dai capelli e attacca le sue labbra alle mie. 
Cerco disperatamente la sua lingua, bisognoso del suo amore.
-Buongiorno a te- ride Matt.
-Posso?-
"Ditele di no"
-Certo, Lacey fai spazio- sento dire a Johnny.
"Cazzo"
-Ho bisogno di un caffè forte, ieri sera ho bevuto troppo- ride lei.
-Davvero?- ridacchia Jimmy.
-Si, ho bevuto qualcosa con Zacky-
Teddy mi morde la lingua, vuole punirmi per ieri sera. 
Soffoco un gemito di dolore sulle sue labbra e mi stacco.
-Ciao-
-Ciao Zacky- mi sorride.
Mi alzo e tendo la mano verso Teddy -Vieni, piccola-
La prende e si alza, seguendomi fuori. 
-Mi spieghi che hai?-
-Non ho nulla- fa per entrare, ma la blocco da un braccio e la stringo a me. 
-Sei gelosa?- la guardo negli occhi. 
-Si, cazzo, sono dannatamente gelosa di Yvonne- inizia a piangere. 
-Non piangere, amore. Io sono solo tuo, amo te. Ho lottato con tutto me stesso per averti qui con me-
-Vorrei essere abbastanza per te, ma a quanto pare non lo sono-
-Teddy, ma che dici? Forse sono io quello che non ti merita. Guardami, sono un idiota che cerca disperatamente di stare al tuo passo ma combino solo e sempre cazzate. E poi ci sei tu, bellissima e intelligente e...cazzo- sospiro -Io ti amo, lo capisci?-
-Lo capisco- si asciuga le lacrime -E non è vero che combini casini-
Sorrido -Ti rendi conto che sono follemente innamorato di te?-
Annuisce -Scusami, è che mi sento nervosa. Non sento Cary da un po e inizio a preoccuparmi- tira su col naso.
Mi si gela il sangue nelle vene. Forse è arrivato il momento di dirle la verità. 
-Teddy...-
-Cosa?- appoggia la sua testa sul mio petto come fa ogni volta che vuole conforto. 
-Cary non c'è più -
- Che stai dicendo?- ride.
-La notte in cui ti hanno operata, Cary ha avuto un incidente stradale. Il suo cuore era compatibile e...ti hanno urgentemente trapiantato quello-
Silenzio. Non si muove nemmeno. 
-Ei...-
-Stai zitto.-
Chiudo la bocca e inizio ad accarezzarle i capelli, come per darle confronto. 
Scoppia di nuovo in lacrime, questa volta trema terribilmente. 
-Sfogati, coraggio- sospiro.
Stiamo in quel modo per venti minuti. Ad un certo punto si è appesa al mio collo, non riusciva a stare in piedi. 
La porta del bar si apre ed escono fuori i ragazzi. 
Non dicono una parola, vedendo Teddy piangere e ad uno ad uno vanno via. Solo Matt, Val e Yvonne rimangono a guardarci.
Alzo gli occhi, Matt mi guarda con compassione ed io non posso far altro che ringraziarlo mentalmente per quel conforto che mi trasmettere anche solo standomi accanto.
-Teddy- Val si avvicina e le prende la mano -Ei- sorride. 
Teddy si stacca leggermente da me e abbraccia la bionda con un braccio, senza lasciarmi.
-Bevi- Yvonne si avvicina con un bicchiere d'acqua ed io prego mentalmente che Teddy non le dia un pugno. 
-Grazie - prende il bicchiere e beve.
-Vuoi fare due passi?- le chiede Val. 
-Grazie, ma ho bisogno di stare con Zacky- sussurra lei.
-Bro, tutto okay?- Matt mi da una pacca sulla spalla. 
-Non lo so, le ho detto di Cary- gli sussurro. 
-Cazzo...mi spiace- sospira.
-Vorrei che questa storia finisse presto- 
-Lo spero per voi- 
-Amore, andiamo- sorride Val -Teddy, per qualsiasi cosa, chiamami-
-Grazie, tesoro- 
Matt prende per mano la sua ragazza e la porta via.
-Beh...- sussurro.
Mi sento in imbarazzo tra Teddy e Yvonne. La tensione nell'aria si potrebbe tagliare con un coltello. 
-Zee, andiamo via?-
-Si- 
-Se state facendo un giro, posso venire?- chiede Yvonne. 
-No, stiamo andando a fare l'amore- 
Rido.
-Ah...- 
-Che c'è?- Teddy mi guarda.
Le circondo le spalle con un braccio -Andiamo a fare l'amore-



Stare a letto completamente nudo con la ragazza più bella del pianeta terra completamente nuda è una delle cose a cui non puoi proprio farci l'abitudine.
Accarezzarle i capelli, mentre sonnecchia sul mio petto come un gattino indifeso, mi fa sentire il suo protettore. Non sono riuscito a chiudere occhio dopo aver fatto l'amore con Teddy. Avevo voglia di guardarla dormire beatamente, di sentire i suoi respiri lenti e regolari, la sua pelle bianca appoggiata sulla mia. Sarei un emerito idiota se me la lasciassi scappare. Questa donna mi ama come nessuna aveva mai fatto. Mi vede come la sua ancora, il suo mondo, il suo punto d'appoggio. E io mi faccio balenare in testa un'altra.
Sono proprio un coglione. 
-Zacky...- sussurra
-Piccola- le sfioro la schiena nuda con le dita.
-Ho sognato che andavi via- 
-Era solo un incubo, amore- tiro su la coperta e la copro -Hai freddo?-
-Un po- mi bacia il petto.
-Come stai?-
-Mi manca Cary-
Sospiro -Lo capisco...-
-Lo so- si sdraia su di me -Perché me lo hai detto solo adesso?-
-Volevo trovare il momento giusto...scusa-
Appoggia la sua mano sulla mia guancia -Grazie per aver aspettato. Prima non sarei stata pronta-
-Allora non ho perso tempo-
Scuote la testa -No- appoggia la sua fronte alla mia -Promettimi che non mi lascerai mai-
-Te lo prometto-
-E promettimi che non farai mai nulla di stupido che potrebbe ferirmi-
-Lo prometto-

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