Il Mio Rimpianto

di Randa_Zero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 0 : MiniGuida ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 : L'ambizione di un ragazzo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 : Aspetta cosa?! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 : Che la sfida abbia inizio! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 : Il suo sguardo. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 : Ti proteggerò. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 : La sua forza. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 : Il portone. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 : Nuova arrivata ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 : Paura di rimanere sola. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 : Sei una stupida. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 : Un falso sorriso. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 : Solo perdonala. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 : Shock. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 : Leggenda ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 : Lei. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 : Grazie. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 : Io ti perdono. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 0 : MiniGuida ***


La storia è ambientata in una dimensione parallela alla nostra.
In una città, non meglio definita, divisa in 10 quartieri , tra i quali il primo è il più grande. 
Inizialmente, di distretti, ce n' erano molti di più, ma la maggior parte è stata fusa al 1° a seguito di una grande guerra avvenuta, 7 anni prima dei fatti raccontati nella storia : la guerra fu poi chiamata " La grande conquista della Regina".
Ogni quartiere o distretto, ha un suo simbolo e in molti portano questo simbolo addosso, per identificarsi.

**** Spazio Autrice ****
Ecco la mia storia , yee la prima :3 questo è solo un piccolo prologo, per definire meglio alcuni punti. Buona lettura ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 : L'ambizione di un ragazzo. ***


Tutto normale nell' 8° distretto : i soliti brutti ceffi che si picchiavano, i soliti brutti ceffi che se la prendevano con i più deboli, i soliti brutti ceffi che prendevano a mazzatate qualunque cosa gli capitasse a tiro, i soliti brutti ceffi che ... Bhe facevano i brutti ceffi. Insomma nulla di strano in uno dei quartieri più malfamati della città... Apparte lui. Circa 17 anni, un metro e 68 di altezza, capelli castani abbastanza ordinati, camicia a quadri sopra una maglietta nera con disegnato un big bang stilizzato e la scritta "This Time" che ne copriva una parte, jeans scuri senza nemmeno uno strappo, e scarpe che si sarebbero dette appena uscite dal negozio all'angolo dietro Steven Street ... Strano, molto ... Mmh ... Inusuale ?? O almeno per il luogo in cui si trovava. 
Chiunque nella sua situazione, scortato, in più, da un omone , che era una cosa del tipo... il doppio di lui,se non il triplo, sarebbe rimasto, se non morto di paura, almeno intimorito dal luogo in cui si trovava. 
Invece lui no. 
Seguiva con passo fermo l'omaccione, si guardava intorno con aria curiosa, evitando però di posare lo sguardo troppo a lungo sullo stesso individuo (sappiamo tutti come sarebbe andata a finire se no ... Sangue e un po' di ossa rotte). Invece lui no sembrava quasi ... Abituato a tutto quello, ... Strano.
-Allora, quanto manca?
Silenzio.
-Intendo al vostro covo.
Silenzio.
-No , giusto così per chiedere, essendo ore che camminiamo mi era sorta spontanea la domanda.
Silenzio. 
Oltre all'aspetto di una montagna ha pure la sua stessa loquacità. Mi sembra di parlare con un sasso... Alto tre metri pesante una tonnellata ... Ma cosa si mangia ?! Integratori dalla mattina alla sera ?! 
Pensó il ragazzo all'ennesima scena muta della sua Guida.
Sospiró, alquanto deluso.
Era uscito di casa tutto motivato: ormai era il campione del 5° e del 4° distretto, ed era tutto intenzionato a diventarlo pure dell' 8°, ma subito arrivato al confine, e chiesto formalmente alla Guardia di voler sfidare il boss, aveva ricevuto solo un paio di risposte frettolose, e un uomo presentandosi come la Guida si era proposto di accompagnarlo da questo fantomatico capo. Non si era lasciato scoraggiare dal fatto che il boss non fosse accorso subito al sentire la sua sfida (come negli altri casi), ma dopo aver passato 3 ore a camminare a vuoto iniziava a dubitare dell'affidabilità della Giuda.
-Hei senti amico, ma dove caz...
-LARGOOOO, SONO IN RITARDO!! MERDA MERDA MERDA!!
Una ragazza sui 16 anni, in divisa scolastica, e con lo zaino penzolante su una spalla, li aveva sorpassati come un razzo, lasciando se non entrambi, almeno il ragazzo senza parole.
-Ma che diamine...
-Lilian, aspetta !!
Detto questo l'omaccione si mise a correre dietro alla ragazza.
Il nostro protagonista ormai stanco di quella che per lui era una presa in giro, stizzito, non ci pensò un attimo a girare i tacchi e dirigersi verso un ragazzino decisamente più piccolo di lui, che sembrava il più affidabile in mezzo a quel casino di quartiere. 
-Emh ... Ciao, sto cercando il Covo del Generale? Non è che tu sapresti dirmi dove si trova ?
-Si certo ti ci porto io se vuoi!! Rispose il ragazzino tutto sorridente, e il ragazzo, preso alla sprovvista da tutta quella cordialità, ringraziando un po' titubante, si lasciò guidare.
Dopo un po', annoiato dal silenzio che si era creato , appifittó del comportamento innocente del bambino per soddisfare qualcuna delle sue curiosità.
-Allora cosa di fa un ragazzino come te in questo postaccio?? Non hai paura??
-E di cosa ?? Sono tutti cosi gentili qui!! Più gentili dei miei compagni del 3° distretto. Quelli mi fregano sempre la merenda.
Rispose il bambino, prima confuso, poi facendo un grande sorrisone come all'inizio, per poi mettere il broncio, dopo aver nominato questi suoi compagni.
Strano... Avevo sentito che questo è uno dei quartieri più periscolosi .. Bha sará il figlio di qualcuno di importante
Pensò il nostro misterioso ragazzo, al commento strano del bambino, e stava per chiedere di chi fosse il figlio, così da potere, una volta diventato il capo, sfruttare la cosa, quando il ragazzino gli tiró la camicia con la sua piccola manina e indicando un edificio praticamente identico agli altri disse: 
-Eccoci , ti basta entrare da quel portone ed è fatta!! Ora scusa devo andare perchè i miei amici mi stanno chiamando. 
E detto questo, senza neanche aspettare un minimo di ringraziamento, si diresse verso un gruppetto di ragazzi di circa la sua eta che stava sbracciando per farsi notare.
Sorridendo a quella vista , fece il primo passo verso il portone, e prima di aprirlo, prese un grosso respiro. Ci siamo.
Aprì la porta e...

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 : Aspetta cosa?! ***


Aprì la porta e ... Si ritrovò un centinaio di sguardi addosso, nessuno dei quali aveva qualcosa di amichevole.
Ora, pensate alla sorpresa del ragazzo, che entrando nella Sede Generale si aspettava di trovarne un luogo ordinato, pieno di uomini in borghese, tutti presi da qualche fascicolo dato loro da qualche misterioso superiore ... Insomma si aspettava di trovarsi in un luogo tutto sommato simile alle sedi degli altri quartieri, e lui ne aveva visitati tanti , non sempre per ragioni pacifiche...
Invece quando entrò si trovo in uno spazio che poteva sembrare un miscuglio tra una taverna e una stalla. 
Era su due piani, il piano terra, in cui lui al momento si trovava, era composto da una stanza circolare, con ai bordi, ammassati, una serie di tavoli con panche a entrambi i lati. Il centro della stanza era vuoto e tra mucchi di quella che poteva sembrare ... Paglia?? Alla faccia dell'igiene. Si intravedeva un duro pavimento in roccia nera. In fondo alla stanza di trovava il bancone, di quello che poteva essere un bara cui erano seduti una sfilza di omaccioni palestrati, serviti da un barman che di barman aveva solo il grembiule. 
Due scalinate, adiacenti ai lati della stanza, portavano al piano superiore , il quale, per quanto riusciva a scorgere dalla sua posizione, era pieno di panche e tavoli: gli stessi del piano inferiore.
Di porte riusciva a vederne solo quattro e tutte al piano terra, ma non dubitava ce ne fossero anche sopra. Il tutto era illuminato da una serie di finestre alquanto grandi che ricoprivano le pareti. 
Si certo non era una stalla ... Ma di certo neanche un castello. Senza dubbio peró la sede peggiore che aveva visto finora.
Il silenzio pieno di tensione, intanto continuava ad aleggiare sulla stanza.
D'un tratto da una delle porte uscí un omone che era ancora più grande della Guida. Altro che integratori !! Ma cosa si mangiano questi ?!
Camminó lentamente, ma con passo sicuro, verso di lui e quando lo raggiunse un eccitato brusio iniziò a serpeggiare per la "locanda". Mettendosi in quella che poteva sembrare una posa minacciosa, lo sconosciuto, lo squadró da capo a piedi, e con un sogghigno di scherno parlò con una voce, che avrebbe di sicuro fatto piangere dei bambini... 
- Allora cosa abbiamo qui ? Cosa ci fa un ragazzino come te, in un posto del genere?
Di solito avrebbe risposto alla peovocazione, ma ora era stanco di quel posto e l'unica cosa che voleva era sfidare il boss, e uscire vincitore di li con " un altra corona sulla testa."
-Sono qui per sfidare il Capo.
Era bastata questa frase, per far ricadere la stanza nel silenzio più assoluto e a far perdere al tizio che aveva davanti la posa spavalda che aveva assunto.
Sapeva cosa sarebbe accaduto da li a poco: tutti sarebbero scoppiati a ridere , facendo battutine e prendendolo in giro, a quel punto lui avrebbe...
-Okay. 
Cosa?!
-Cosa?! Okay questa non se l'aspettava.
-Mica vuoi sfidare il capo? Ribattèn l'uomo, mentre tutto in torno si iniziavano a vedere i primi sorrisini... Ma non di scherno .. Era come se tutti fossero quasi sollevati dall'arrivo di quel nuovo sfidante.
-Sisi ... Ma ... No nulla. Che razza di capo hanno se sono così propensi al cambiarlo?!
Alzando le spalle, l'uomo si giró , e con una voce che non aveva più niente di minaccioso, chiamò il nome, di qualcuno che evidentemente lo avrebbe condotto dal suo obbiettivo.
-Fabri!!
-Sii?? La voce che aveva risposto, era quella di un ragazzo, all'circa della sua età, che era accorso,probabilmente, da una delle porte del piano superiore, e che ora si sporgeva pericolosamente dalla balaustra.
-Vai a chiamare il capo: abbiamo trovato un nuovo compagno per il suo allenamento.
Compagno d'allenamento?
Con un cenno del capo, il ragazzo, che doveva chiamarsi Fabri, scorparve nuovamente.
- Come "compagno per un  allenamento?!", io mica intendevo quello!!
Disse deciso, il ragazzo, suscitando il risolino di alcuni degli uomini seduti ai tavoli. 
- Sissi stessa cosa. Ragazzino devi sapere che ...
- Mi chiamo Fabio. Disse stizzito, l'interpellato.
- Fabio o quel che vuoi tu, devi sapere che...
- Ross ma il capo, non si stava mica allenando ?!
A interrompere il discorso era stata una donna, con lunghi capelli neri, abbastanza slanciata, che sedeva a un tavolo con altri due uomini.
- Oh cazz... Qualcuno vada a prendere Fabri, prima che..
Non fece in tempo a finire la frase , che un corpo precipitó com un tonfo, giù dal secondo piano sfondando parte della ringhiera.
Subito una decina di persone accerchiarono il malcapitato, primo fra tutti Ross, mentre come Fabio, molti rimasero al loro posto, quasi indifferenti, forse un po' stupiti, come se vedere un uomo precipitare giù dal piano superiore fosse una cosa normale.
- Santo cielo. Chiamate Jhoanna!! E tu Fabri, quante volte ti ho detto di stare attento prima di entrare nella sua stanza!! Ormai è una cosa,come la diciottesima volta che succede!!
Urló Ross, mentre si avvicinava al povero ragazzo che invano stava cercando di alzarsi, massaggiandosi contemporaneamente il polso. Non ci credonon può non essersi fatto male!!
- Quindicesima, e non è colpa mia!! E qui da una decina di minuti, come potevo sapere che si stesse già allenando!?
Forse stavoltasarà una sfida interessante. Pensò Fabio, prima un po' stupido, poi decisamente divertito, sorridendo tra se e se.
- Scusamiii, oddio scusa Fabri, non sapevo fossi tu!!
Una ragazza era arrivata correndo dal punto in cui era precipitato il ragazzo, e sporgendosi pure lei pericolosamente dalla ringhiera, stava urlando una raffica di scuse, fatte abbastanza a caso, facendo riferimento a quanto era stata stupida e al fatto che era troppo concentrata per poter distinguere un manichino da una persona vera... 
stata lei?? Sarà la sua allieva.. Però mi pare di averla già vista...
La ragazza voltandosi, prima in entrambi le direzioni per le scale, e constatando che queste fossero troppo lontane, salì sulla ringhiera .
Mi pare però non avesse capelli bianchi ... adesso cosa vuole fare?!
Sotto lo sguardo attonito di Fabio, la ragazza misteriosa saltó giù, da un'altezza di circa 5 mentri, atterrando poi come se nulla fosse al centro della stanza.
Se quella è l'allieva, non vedo l'ora di incontrare il maestro , chissà che tipo è?
- Scusami non volevo. Disse la ragazza, aiutando il ragazzo a terra, che evidentemente iniziava a sentire la botta per la caduta, siccome si teneva un braccio che piano stava diventando piuttosto violaceo.
Magari è un tipo grosso il doppiodi quel Ross... Poco male ne ho battuti alcuni che sembravano colossiPerò chissà se ha qualche cicartice sul viso , sarebbe decisamente figo!!
- Figurati, è colpa mia! Anche se potevi metterci un po meno forza Capo.
In tutta risposta la ragazza rise fra se e se.
...
.....
.......
.........
........... Aspetta cosa?!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 : Che la sfida abbia inizio! ***


Aspetta cosa?! No, non ci credeva era impossibile che quella ragazza fosse il capo. E non perche lui fosse maschilista, chiariamoci, ma per altri motivi quasi ovvi. Avrà avuto la sua stessa etá, 17 anni, forse un anno in meno, e non si era mai visto un Capo che avesse un età del genere, apparte lui, ovviamente, ma era un'eccezione pressoche unica, inoltre era solo da due mesi che "si era messo in gioco".
Mentre in questo distretto, mi avevano raccontanto che non sicambiava il capo da unsei /sette anni ... Aspettano ... è impossibile che sia diventata un boss un etá così giovane ... Un altro motivo era il suo corpo, le Signore di solito avevano montagne di muscoli o una qualche arma sempre appresso, ma lei nulla, non era minuta, ma neanche eccessivamente muscolosa... Nella norma insomma, di armi non ne portava e non sembrava neanche ne stesse nascondendo. Nah avrò capito male io!!
Nella stanza , mentre Fabio era immerso nelle sue riflessioni, era arrivata una donna sui sessanta anni, che doveva essere, probabilmente ,quella che poco prima avevano chiamato Jhoanna. Ma c'era qualcosa di molto strano nella sua figura, i suoi capelli.... aveva dei capelli ... blu?? Non so se definire questo quartiere eccentrico ... un covo di pazzi. Dopo essersi chinata ad osservare il braccio di Fabri, schioccó la lingua e pronunciò le fativiche parole:
- È rotto, Ma dai sherlock. Devo dire che ci sei andata giù  pesante sta volta, Lilian.
Allora è la ragazza di poco fa, quella che correva gridando quanto fosse in ritardo ... Me la ricordavo mora. Pensò perplesso Fabio, cercando di ricordare meglio il momento in cui l'aveva vista.
- Scusami. E che ho appena finito un libro, quindi ero tutta concentrata, e sai che non connetto quando provo... scusami non volevo.
Disse Lilian, chinandosi leggermente in avanti,e non si seppe se quelle scuse erano riferite alla signora o al ferito. 
- Portatelo in infermeria. Ci penso io a lui. 
E poi girandosi verso Fabio, indifferente aggiunse:
- E quando sarà finita, potete portarmi pure questo qui. 
Risatine si diffusero per la stanza.
- O forse sarà il contrario.
Disse il ragazzo a denti stretti, cercando di trattenere l'irritazione crescente. La donna in tutta risposta alzó le spalle e se ne andò, seguita dal povero Fabri.
- Ah giusto chi è lui? Non mi pare di averlo mai visto ?? Uno nuovo? 
Chiese la ragazza , con un misto di eccitazione e allegria nella voce; rialzata da terra si giró prima verso Ross, poi verso il ragazzo, per ritornare subito a guardare Ross in attesa di una risposta.
- Sono qui per sfidare il capo.
Rispose Fabio al posto dell'omaccione. A quelle parole gli occhi di lei parvero illuminarsi.

- Aspetta qui.
Disse facendo segno con le mani di rimanere fermo e con un sorriso a trentadue denti, corse ad infilarsi in una delle porte al piano inferiore.
Alloranon era lei sul serioPensò il ragazzo provando, un po' di delusione, ma in generale era sollevato: menare una ragazza più piccola di lui, non gli sarebbe piaciuto.
Ma quando Lilian, uscì dalla stanza, senza portare nessuno, ma tenendo, invece, in mano un bastone che prima non aveva , a Fabio iniziarono a sorgere i primi dubbi. Che si accentuarono quando si posizionó al centro della stanza, la quale pochi minuti prima, si era piano piano svuotata.
- Posso usare questo?
Disse Lilian mostrando il bastone a un ragazzo,  decisamemte confuso. 
- Si ... Si certo, ma ... Tu sei il capo?!
Chiese, ma era più un'affermazione la sua, un'affermazione alla quale credeva ben poco.
- Così mi chiamano ... Ma non mi è mai piaciuto .... Puoi usare semplicemente Lilian.
Rispose lei semplicemente,  sorridendo eccitata prima a lui, poi alla sua arma. 
Okey... Fa nientenon sembra forte, la stendo in due secondicercando di nonfarlemalePensó Fabio, sorridendo al pensiero della sua infanzia passata ad allenarsi con il padre: lui a mani nude, il genitore con un bastone da combattimento, era lo stile contro il quale era più avvantaggiato, non avrebbe perso.
- Grazie, grazie, bene iniziamo, daii sono curiosa di sapere che tipo sei, in questo periodo non ho avuto molti sfidanti !!!
Disse Lilian , mettendo il broncio a quell'ultima sua frase. Fabio non faticò a crederci: insomma chi avrebbe sfidato una bambina ?! Non che lui fosse più grande, ma almeno era un ragazzo.
- Hei, dai tu il via??
Chiese Fabio girandosi verso l'omome che l'aveva accolto, e lui,quasi divertito dal suo completamente, fece un breve inchino e alzandosi, verso il pubblico che si era venuto a formare,urló :
- Bene signori, che il massacro inizio.
Suscitando in molti risate divertite, ma Fabio non ci badò, ad attirarlo era stato invece il cambiamento improvviso nella sua sfidante...

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 : Il suo sguardo. ***


Qualcosa in lei era mutato . Appena Ross aveva dato il via allo scontro, qualcosa era cambiato in lei.
Il suo sguardo. I suoi occhi.
Da allegri che erano , si erano tramutate in fredde pietre cobalto. Con loro anche la persona stessa cambió: non era più l'allegra ragazza che poco prima si stava scusando con un suo amico per averlo ferito, adesso se fosse successo di nuovo, Fabio ne era sicuro, non si sarebbe scusata. Adesso sembrava una vera guerriera. 
Interessante.
Pochi istanti dopo quel suo strano cambiamento, Lilian si buttó sul ragazzo tentando un affondo laterale, che lui però schivó facilmente facendo un passo indietro, dopodiché si abbassò di colpo, cercando di farle perdere l'equilibrio com un calcio alla caviglia. Ma Lilian non fu più lenta di lui, e con un salto che aveva dell'incredibile, lo schivó e se non fosse stato per i riflessi pronti del ragazzo, si sarebbe ritrovato con due scarponi sulla faccia. Dopo quel breve scontro fecero entrambi un passò indietro, prendendo l'un dall'altra una giusta distanza di sicurezza. 
Wow. Fabio sorrise. Molto interessanteLei però non sorrideva , anzi, oltre che ulteriormente concentrata, sembrava in più un po' delusa. Fabio si irritó. Partí lui, all'attacco per primo, sta volta. Tentó un calcio frontale che lei peró parò come se nulla fosse col bastone, quest'ultimo lo fece girare intorno alla caviglia , facendo perdere al ragazzo l'equilibrio. Stava per crollare a terra, quando all'ultimo secondo si diede una spinta con le braccia, prendendo lo slancio per tirarle un calcio all'addome che la beccó in pieno , facendola volare a più di un metro di distanza.
Tiratosi su, Fabio si accorse del silenzio sovraumano che stava regnando nella sala, e i primi commenti gli giunsero alle orecchie.
- L'ha battuta.
- Ma va il capo mica si fa battere così.
- Allora il ragazzino è forte.
- Incredibile.
Si giró compiaciuto nel vedere le faccie di coloro che prima lo aveva preso in giro, sbiancare, assumere un cipiglio spaventato, realizzando quanto lui in realtà fosse potente. Fino a quando non incontró lo sguardo di Ross, sorrideva, un sorriso ironico, lo stesso con il quale lo aveva accolto.
- Ahahah.
Una risata si alzò dalle sue spalle, Fabio si giró. Non può essere ancora coscientenon dopo un calcioco me quelloInvece eccola li in piedi, a sgranchirsi le braccia.
- Ho vinto io. Aggiunse la ragazza, ritornando ad essere la fredda guerriera dell'inizio , però sta volta un sorriso le increspava le lebbra, dandole un che di oscuro.
Fabio spazientito, si buttó di nuovo su di lei, tirando calci e pugni, che a un occhio meno esperto sarebbero sembrati casuali, quasi come un'attacco disperato, ma a un professionista non sarebbe sfuggita la precisione con cui li tirava.
Lilian cercò di parare i colpi del ragazzo , e inizialmente ci riuscì , ma erano troppi per poterli parare tutti con un semplice bastone. E subito sul suo volto si disegnó quella che sembrava un espressione di paura. 
Chi sta vincendo?! Pensò Fabio , assestando un pugno deciso, prima in faccia e poi allo stomaco della ragazza, la quale si accasció priva di sensi sullo stesso braccio da cui aveva ricevuto il colpo, Fabio con delicatezza la lasciò scivolare piano a terra. Accertatosi che non si sarebbe alzata di nuovo si girò verso il pubblico.
- D'ora in poi sarò io il vostro nuovo boss.
Detto questo un scroscio di applausi si riversò verso il centro della stanza, ma erano solo applausi di circostanza, e lo si poteva vedere dai visi incazzati e smarriti degli spettatori. Alla fine non era così forte.. Ho sbagliato io a sopravvalu...
Toc toc
Qualcuno gli aveva picchiettato sulla spalla, colto da un dubbio atroce si giró e l' unica cosa che riuscí poi a scorgere fu il sorriso trionfante della ragazza e la frase - Ho vinto. Successivamente Lilia colpí in 6 punti precisi del corpo di Fabio e dopo aver dato l'ultimo, piú deciso, alla base del corpo , questo crolló a terra privo di sensi.
- Lilian vince l'incontro.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 : Ti proteggerò. ***


Buio.
Una donna sdraiata su letto d'ospedale, tra le braccia un piccolo neonato che sonnecchiava succhiandosi il dito. Al fianco del letto si erigeva una figura imponente di un uomo, che con uno sguardo tenero e affetuoso, guardava la consorte con il nuovo arrivato. D'un tratto la donna parlò, con una voce dalla quale traspariva tutta la sua stanchezza, ma anche un immensa felicità.
- Vieni Fabio.
A quelle parole un bambino, di circa 5 anni, nascosto dietro la porta socchiusa della camera, si fece ancora più piccolo, spaventato da quell'improvvisa chiamata. 
A quella vista, il padre si chinó, ridacchiando ,intenerito, stese la mano e provò a chiamarlo lui.
- Non aver paura, non morde mica! Non ancora almeno! Su forza Fabio, vieni a salutare la tua nuova sorellina.
Fabio, ancora timoroso , avanzò piano verso la madre, stringendosi timido nel suo maglioncino. Il padre rialzatosi lasciò il posto al bambino, il quale arrivato, si aggrappò al bordo del lettone, piano piano allungò il braccino verso la piccola creatura. La neonata, mezza addormentata , gli afferrò quasi subito il mignolo, quasi sapesse che il suo fratellone era li per lei.
Il bambino sorrise.
- Come si chiama?
-Giulia.

Buio.
Un campanello suona. Un uomo, lo stesso dell'ospedale, si dirige verso la porta. È diverso, sembra arrabbiato, impaurito, e le bende insanguinate su braccia, gambe e testa, non fanno che spaventare ancora di più il bambino seduto a pochi metri dall'uscio.
Arrivato, l'uomo spalancò la porta quasi la volesse buttare giù.
- Cosa vuoi?
La voce con cui aveva parlato l'uomo bendato era profonda e minacciosa. Piano si portó davanti alla porta, socchiudendola alle spalle, quasi a voler celare l'identità dell'ospite. Il bambino si strinse ancora di più nel suo pigiamino.
- Ti stanno cercando, il quartiere sta crollando, devi scappare tu e la tua famiglia.
A parlare era stato l'uomo che probabilmente aveva bussato, e anche se la sua voce era profonda come quella del padre, la sua era venata da una sorta di preoccupazione, urgenza.
A quelle parole, l'uomo perse un po' della sua sicurezza, curvó le spalle in avanti e con una mano si afferrò la testa.
- Non posso , sono il capo, non posso fuggire, però la mia famiglia, i miei figli... 
Quasi tremava adesso.
- Lo so ... Per questo abbiamo un piano... Ma non qui, sono tutti al Gate 03, ti stiamo aspettando capo.
La voce del misterioso uomo era cambiata, più dolce, lui capiva il padre, lui li avrebbe aiutati.
- Okey, arrivo subito.
Detto questo chiuse , stavolta più delicamente la porta, e girandosi , si accorse della presenza del figlio. Si avvicinó al bambino, che ancora era rannicchiato tutto impaurito. Si abbassò così da essere alla sua altezza e affettuosamente gli scompiglió i capelli.
- Papà esce un momento, fai il bravo e bada tu alla casa.

Buio.
Un rumore di vetri rotti. Era notte fonda, e una donna si precipitò nella stanza di Fabio, tenendo tra le braccia una bambina mezza addormentata. Il bambino, si tolse le coperte di dosso e strofinandosi gli occhi chiese: - Mamma che succede?
La madre si giró verso di lui. Piangeva. Era terrorizzata. Tremava. Iniziò ad avere paura pure lui. 
- Ma-mamma?
La donna, si accasciò al suolo, e solo allora, il bambino vide il fianco sanguinante della madre.
-Mamma !!
Fabio si buttó, del tutto sveglio, sulla madre, lei alzò lo sguardo e sorridendo, abbracciò entrambi i figli. Intanto i rumori aumentavano, urla , botti, spari, vetri infranti.
- Bambini, ora fate esattamente quello che vi dico io. 
Sorrise ai due bambini tremanti, cercando di trqnuillizarli. Dopodiché girandosi lentamente, scostò il tappeto a due passi da lei,  tolse un pannello di legno, rivelando cosí una botola. La aprì, e piano ci condusse i due bambini. 
- Dovete rimanere qui dentro, qualunque cosa succeda , non dovete fare nessun rumore! Capito?
- E tu , tu non vieni con noi?
A quelle parole la madre sorrise, un sorriso triste. Una lascrima cadde sul volto del bambino.
- La mamma è forte non preoccuparti.
Detto questo , chiuse piano la botola e quando ancora si poteva intravedere parte del suo volto aggiunse:
- Mamma e papà vi vorranno sempre bene. Ricordatevelo.
Rimasti al buio la bambina iniziò a singhiozzare, alché Fabio la abbracciò, iniziando ad accarezzarle la testa.
Un esplosione. Urla. Uno sparo. Un tonfo.
Fabio, strinse ancora di più la sorellina cercando di soffocare le sue lacrime.
- Ti proteggeró Giulia. Lo giuro.

Buio.
Fabio , 16 anni, bloccato davanti a una porta, mezza abbattuta. Un foglietto inchiodato con un coltello.
" Giulia è nostra. La famiglia del Giglio deve pagare"

Lilian stava appoggiata al muro dell'infermiera, ad ascoltare i deliri del ragazzo che aveva appena steso. Chiuse piano la  porta uscendo. Una nuova luce nello sguardo.

 

***** Spazio Autrice *****
È la prima volta che scrivo, sono emozionata u.u ahahaha questa è in assoluto la prima storia che scrivo ( di solito scrivo piccoli racconti di una o due pagine ) spero che vi stia piacendo, sappiate che il bello inizia solo ora ;)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 : La sua forza. ***


Libri, libri, libri, libri. Una biblioteca, era ovvio. Era stupenda, un misto di antichità e moderno insieme. Grandi scaffali ricolmi di libri, si alzavano sulle pareti. Enormi tavoli e lunghe panche riempivano la stanza, scale di pietra portavano ai piani superiori, quattro o cinque almeno, ed era quasi ridicolo pensare a quanti libri potevano esserci lí dentro. Ma la cosa che lo stupí fu Lilian. Da sola, stava in piedi al centro della stanza. Fra le mani teneva un libro. Da fuori sembrava, tutta concentrata a leggere quello che pareva un libro fantasy. Ma c' era qualcosa di strano nella sua figura che non convinceva il ragazzo. Chi si mette leggerun libro in piedi al centro di una stanza?!
Piano la ragazza alzó una gamba e tiró un calcio al nulla, tenendo sempre il libro fra le mai.
- Oh basta ci rinucio, oggi non sono ispirata.
Detto questo, la ragazza, lanciò il libro su uno dei tavoli, evidentemente scocciata.
Appena si giró, vedendo Fabio, un espressione di tristezza sembrò passargli sul viso, subito sostituita da una allegra e più solare. Si sentirà incolpa ... Che nervosoPensò stizzito il ragazzo, vedendo quel cambiamento nel volto della ragazza.
- Hei Fabio ti sei svegliato finalmente!! Credevo non ti saresti alzato più da quel letto.
Urló la ragazza, mentre si avvicinava al portone dal quale era sbucato il ragazzo, agitando un braccio in aria, come a volerlo salutare. Accompagnando, inoltre, quel suo commento con una piccola riasatina. Idiota
Arrivata sembrò ricordarsi di qualcosa, e subito chinó la testa.
- Scusami! Ho esagerato.

Tze ma chi ti credi di essere?! Ogni secondo che passava e Fabio sembrava irritarsi sempre di più.
Lilian alzó la testa e iniziando a gesticolare alla rinfusa disse, o almeno ci provò.
- Volevo provare una mossa nuova, che avevo letto questo pomeriggio, nessuno però sembrava volermi aiu...
- Come volevi provarla?!

La interruppe il ragazzo. È impossibile che sia così forte senza essersi allenata per anniMi sta prendendo per il culo.

A quelle parole la ragazza rise leggermente, come a nascondere l'imbarazzo.
- Il mio metodo di allenamento è leggermente inusuale. 
- Spiegati. 
-Diciamo che ho un'immagina molto aperta, imparo le mosse leggendole dai libri. Generalmente romanzi.
Detto questo, abbassò la testa, visibilmente imbarazzata, ridacchiando con meno convinzione.
Non ci credo. È impossibile.
- Allora è per questo che hai avuto problemi all'inizio...?
Disse Fabio, più che altro per portare avanti la conversazione: non poteva accettare quella rivelazione.
- Aah nono, nel libro è descritto come un'attacco a sorpresa, quindi mi serviva sapere quando ti saresti distratto, è devo dire che siamo abbastanza egocentrici eh?! 
Altra risatina nervosa. Se doveva essere una battuta, servì solo per far incazzare di più Fabio.Questa èf uori come un balcone.
Stava per uscire, quando notò su una sedia, una parrucca castana.
- E quella? Disse, Fabio indicandola. A quelle parole il viso di Lilian passò, dal rosa al magenta scuro. 
- Quella, ce nel senso, io, credevo che, non volevo che loro... 
Prese un grosso respiro è tutto d'un fiato disse:
- Sta mattina dovevo andare a fare un colloquio per entrare in una scuola e avevo paura non mi avrebbero fatto entrare per via dei miei capelli, infatti, essendo bianchi tutti credono li abbia colorati! Ma non è colpa mia se sono nata così. 
Finí di parlare che era ancora più rossa. Fabio rimasto spiazzato da quelle parole riuscì a pensare solo un ennesimo "Cosa?!".

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 : Il portone. ***


Fabio aprì piano gli occhi, e si trovò a fissare un soffitto a lui sconosciuto. Dove diamine sono?! Auch , una fitta alla testa lo costrinse a stringersi la testa con le mani, e piano i ricordi gli tornarono. La ragazza, la sfida , lui che esulta credendo di aver vinto, i suoi occhi, una forte botta poi più niente. Ma di una cosa era sicuro : aveva perso. Merdabattuto da una ragazzaimmagino le risate che quelli si sono fattiPoco male, restavano ancora altri sei quartieri, tutti più grandi di quello. Aspettami sorellina , presto verró riprenderti. 
Ancora gli bruciava non essere riuscito a proteggerla, dopo che gle l'aveva giurato, quella notte di sette anni prima, quando il primo distretto cercò di conquistare la città. " La grande conquista della Regina" avevano chiamato quella guerra, anche se non sapeva il perché, ma infondo non gli importava , aveva perso tutto, l'unica cosa che gli era rimasta era sua sorella, e ora quelli gli avevano portato via anche lei, ma sta volta non si sarebbe arreso e averebbe combattuto, per questo stava riunendo una sorta di esercito: per andare ad abbattere il Primo.
Dopo che gli fu passato il mal di testa tentò di alzarsi dal letto sul quale si trovava. Guardandosi intorno constató di trovarsi, effettivamente in una specie di piccola infermeria, con 6 lettini, compreso il suo, e una scrivania vuota, le pareti ricoperte da mensole e armadietti, l'ordine non era la prioritá li dentro. 
Capí da subito di essere solo in quella stanza, decise così di uscire, per trovare qualcuno a cui chiedere informazioni ; ma quando fu sul punto di aprire la porta, qualcuno lo precedette. Sulla soglia comparve Jhoanna, vestita con un camice e i capelli blu legati in una coda. Aah ma perché proprio lei?!
- Oh , vedo che ti sei svegliato, il capo voleva ti avissassi di andare da lei quando ti fosse ristabilito, probabilmente vuole chiederti scusa.
Disse lei con sguardo assente.
-Ah giusto le bende. 
Aggiunse poi scostandolo, molto poco delicamemte, per correre verso un'armadietto in fondo alla stanza.
Tze maledetta vecchiacciaPensò Fabio, andandosene a denti stretti dalla piccola infermeria .
Da qui prese a gironzolare a caso per la base. Nessuno gli prestó molta attenzione , e da quello che aveva capito succedeva spesso che gli incontri col capo finissero in breve tempo, con la sua vittoria ovviamente! E invece che deridelo, qualcuno gli fece i complimenti per essere durato più della norma... Fabio non sapeva se prenderlo come un insulto o come una presa in giro.
Notó inoltre che molti, avevano addosso simboli di quartieri decaduti da tempo, molti dei quali durante la guerra. 
Inizio capire perchè questo posto sia così... strano.
Il ragazzo girovagó per una buona oretta, non tanto perché non sapeva dove andare ( non si era neanche sforato di chiedere a qualcuno ), ma perché di incontrare quella ragazza non ne aveva proprio voglia.
Quasi per caso arrivò davanti a un grande portone in ferro battuto e legno, il tempo non lo aveva risparmiato e si inravdevano profonde crepe sulla sua superficie.
Quasi titubante, innervosito dall'imponenza del portone, piano lo aprì e ...

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 : Nuova arrivata ***


Fabio si buttò sul letto del suo appartamento esausto. Tre ore, trore subire suoi attacchi, devo essere un'idiota.

*Flashback*

- Non ci credo, tu non puoi veramente imparare a combattere, leggendo solamente i libri!
Dopo dieci minuti ad ascoltare il monologo della ragazza, su quanto ci tenesse a fare buona impressione il primo giorno di scuola, Fabio, si era deciso a farle quella domanda, che non smetteva di assillarlo.
In tutta risposta la ragazza assunse uno sguardo di sfida.
- Mettimi alla prova !
Fabio non aspettava altro, dopo essersi fatto indicare lo "scaffale personale" della ragazza, prese uno dei primi libri che gli capitarono sotto mano.
"Le cronache del mondo emerso", sorrise, il libro lo conosceva già: era uno dei preferiti di sua sorella. Lo conosceva quasi a memoria ormai. 
-Prime pagine, quando Sennar batte Nihail per rubarle il pugnale. 
Disse sorridendo, convinto che la ragazza gli stesse mentendo.
- La parte di Nihail o quella di Sennar? 
Chiese lei tranquillamente.
- Mmmmh Nihal , così non sei costretta ad usare la magia. 
Sogghignó Fabio.
Dopo aver lanciato uno sguardo gelido, e aver fatto sparire l'espressione ironica dal volto del ragazzo, Lilian chiuse gli occhi, concentrandosi sui ricordi che serbava di quel combattimento. Passarono dei minuti. TutteballeaquantoparePensó tra sè e sè il ragazzo, non riuscendo a nascondere un sorriso di scherno.
Poi fu tutto come un sogno, lei aprì gli occhi, occhi che sembravano ancora più blu. Tiró calci, fendenti con un pugnale invisibile, fu come se Lilian, si fosse trasformata nella giovane combattente dai capelli blu.
Poi tutto finí, di colpo. Come essere svegliati da una secchiata di acqua gelida.
La ragazza si giró, e scoppió a ridere, riaquistando la sua personalità raggiante.
-Chiudi la bocca, stai sbavando.
Effettivamente Fabio era rimasto a bocca aperta, non se lo aspettava. 
Per la seconda volta, si giró deciso verso lo scaffale da cui aveva preso il libro.
- Un'altro!

*Fine Flashback*

Dopo aver provato a farle eseguire mosse di altri cinque o sei libri, aveva deciso di volere una altra sfida, e ora, sdraiato distrutto sul letto, si pentiva di quella scelta. Alzò lentamente la testa verso l'orologio appeso sopra il letto, erano le undici di sera e il giorno dopo doveva andare a scuola. Che due palleDopo essersi mangiato un paio di mele, crolló addormentato sul letto.
La mattina dopo, il suono insistente della sveglia lo buttò giù dal letto. Dopo essersi fatto una veloce doccia, ed essersi vestito, uscì di corsa dall'appartamento. Era di nuovo in ritardo. 
Salì veloce sulla bici, e rischiando di provocare parecchi incidenti stradali, riuscì ad arrivare a scuola poco prima del suono della campanella. anche oggi il geniosottoscritto, ce l'ha fattaPensó sogghignado, mentre legava la bici alla recinzione che circondava la scuola. Si sistemò lo zaino sulle spalle ed entrò.
- Fabio!!
Una voce maschile, lo aveva chiamato, e girandosi riconobbe subito il suo migliore amico. Un ragazzo abbastanza alto, capelli biondi e occhi azzurri, insomma uno dietro al quale le ragazze sbavavano.
- Hei Ale! 
Disse a sua volta, facendo un cenno con la testa.
- Come mai ieri non c'eri al ritrovo, aspettavamo tutti te!
Il ragazzo che lo aveva salutato, gli fu presto a fianco e insieme si diressero verso l'aula di fisica.
-Ma nulla ho avuto un contrattempo a casa.
Entrati nel laboratorio, si andarono a sedere ai rispettivi posti: ultimi due banchi in fondo all'aula, Fabio occupava quello di fianco alla finestra, mentre Alessio quello al suo fianco.
- Oggi devi assolutamente venire, Gio porta la sua tipa, ci sarà da ridere.
Concluse Alessio buttando il suo zaino sul banco, seguito a ruota dall'amico.
- Non so se riesco devo andare...
- Silenzio un attimo ragazzi.
Fabio era stato interrotto dal professore, che entrato nell'aula aveva battuto più volte il pugno sul tavolo per attirare l'attenzione.
-Oggi abbiamo una nuova studentessa.
-Speriamo sia figa. 
Disse sottovoce il biondo a Fabio, che liquidó il suo commento con una gomitata e un sorrisino di approvazione.
- Prego vieni avanti Lilian, presentati pure!
No non ci credoFabio si era fatto tutto attento, lo conosceva quel nome. Nonpuòesserevero ... Ancheseieriavevadetto... I suoi pensieri si interruppero all'entrata della nuova alunna. Una ragazza abbastanza alta, non troppo magra, ma neanche troppo muscolosa, con lunghi capelli castani.
-Sono Lilian Wilson , piacere di conoscervi.
Si presentò la ragazza, concludendo con uno sorriso, che faceva trasparire tutta la sua agitazione.
Fabio si lasciò andare sul banco, e sentì in quel momento tutti i dolori dell'allenamento, se così lo si può chiamare, del giorno prima che tornarono a tormentarlo.
Perché me ?!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 : Paura di rimanere sola. ***


Era lei. Fabio ne era sicuro. Gli aveva detto che avrebbe frequentato una scuola, ma quella era lontanissima dall' ottavo distretto.
- Vediamo dove potresti sederti ... 
Disse il prof scrutando poi la classe, in cerca di un posto adatto alla nuova alunna.
- Hei Fabio la conosci? 
Il ragazzo biondo accompagnò la domanda con una lieve gomitata al braccio dell'amico, per attirare la sua attenzione.
- Eh?
- Vedo che la stai fissando paralizzato ... Non sarà che ti piace?!
Sogghignó Alessio dandogli un'altra gomitata, sta volta un po' più forte. A quelle parole Fabio arrosí un po', e accorgendosene assunse subito il suo solito atteggiamento da strafottente.
- Ma che dici, lei ?!
Quella risposta non fece che far diventare più maligno il sorriso sul volto del biondo.
- Professore, siccome Fabio la conosce già, che ne dice di metterla qua? Io mi sederó di fianco a Cassandra!
Urló l'amico alzandosi dal posto, di colpo.
- Ma che cazzo fai?! 
Fabio prese a strattonarlo per farlo tornare apposto, sperando inoltre che il prof. ignorasse quella proposta.
- Mi sembra un ottima idea.
Oddio no. A quelle parole Fabio si bloccò di colpo, lasciando andare l'ora ex compagno di banco, che si giró sorridendo verso di lui, e mentre afferrava malamente il suo zaino, gli sussuró:
- Eheh per questo dopo voglio una pizza.
Convinto di aver fatto un enorme favore all'amico, si giró dirigendosi verso il banco di una ragazza con lunghe trecce nere. E salutandola con un cenno si sedette al suo fianco.
Vedi dove te la infilo la pizza io ...
Pochi secondi dopo , Lilian si sedette al suo nuovo posto, poggiando delicatamente il suo zaino nero sul banco.
- C-c-c-ciao.
Disse la ragazza balbettando sotto voce, e il viso prese a diventarle di colpo viola. Si vedeva lontano un miglio che era nervosissima : quasi non riuscì ad aprire la borsa tanto le tremavano le mani. Ma è davvero lei?!
- Che ci fai tu qui ?
Fu la risposta laconica di Fabio al saluto di lei.
- ... Voglia di apprendere?!
Buttò lí Lilian, ridacchiando nervosa. Fabio iniziava ad innervosirsi. 
- L' ottavo distretto è lontano più di un ora da qui. E tu sei pure il ca...
- Sssh
Lilian non gli aveva fatto finire la frase, interrompendolo con un colpo al braccio. 
- Non dire nulla !!
Aggiunse poi la ragazza, lanciando un occhiataccia d'avvertimento al suo compagno di banco.
- E perche?
Chiese Fabio, più per riflesso che per vera curiosità.
- ... Perché non voglio che gli altri abbino paura di me.
Sorrise la ragazza, ma osservandola bene, il ragazzo notó nel riflesso degli occhi un'immensa tristezza. Abbassó lo sguardo di colpo: si sentì quasi in colpa per averglelo chiesto.
- Hai avuto brutte esperienze a scuola?
Ah quelle parole, gli occhi di lei si fecero ancora più cupi.
- I miei genitori non mi hanno mai permesso di andare a scuola ... Erano molto ... Severi...
Parlò con voce piatta, monotona, mentre negli occhi quel dolore non accennava a sparire. 
Fabio non sapeva cosa dire.... Stava per fare una battuta per rompere quel pesante silenzio che si era venuto a creare quando lei parlò di nuovo.
- Ma sta volta sarà diverso! Mi farò un sacco di amici e tanti ricordi felici! 
Un bellissimo sorriso si era dipinto sul viso della ragazza, e quella tristezza negli occhi era presto stata sostituita dalla sua solita allegria che iniziava a far effetto anche a Fabio, che a sua volta le sorrise.
Il resto della giornata passò velocemente, Fabio fece vedere la scuola a Lilian. E suonata la campanella che segnava la fine delle lezioni, l'aveva pure accompagnata a ordinare i libri che le mancavano.
- Allora ci vediamo domani?
Disse Lilian sorridendo, ancora più felice del solito.
Fabio annuí e con un cenno la salutó, dopodiché sali sulla sua bici e si avviò verso casa, senza notare che gli occhi della ragazza, guardandolo andare via, si erano riempiti ancora una volta di dolore.
Arrivato a casa Fabio fece i suoi soliti esercizi, ma sta volta cercò di contenersi : doveva riposarsi,  giorno dopo sarebbe andato a sfidare il nono distretto.
La mattina dopo, non sapeva come, il ragazzo era arrivato in anticipo di più di un quarto d'ora, e ora stava stravaccato al suo posto aspettando il suono della campanella.
- Mattiniero oggi.
Lo prese in giro Alessio , che entrato in classe si era sorpreso di vedere l'amico ritardatario già seduto al suo banco.
- Chissà come mai ...
Continuó lanciando uno sguardo pieno di sottointesi all'amico. Il quale stava per ribattere quando fu interrotto da un suo compagno che splancó di colpo la porta, quasi l'avesse voluta buttare giù.
- La ragazza nuova ha provocato una rissa nel cortile !! 
A quelle parole il cuore di Fabio perse un colpo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 : Sei una stupida. ***


- La nuova arrivata ha provocato una rissa, giù nel cortile.
A quelle parole Fabio scattò in piedi, e ignorando le domande dell'amico, rimasto evidentemente sorpreso,  corse fuori dall'aula, precipitandosi nel cortile frontale della scuola.
Ed eccola li che si erigeva in piedi circondata da 6 grossi uomini tutt'altro che amichevoli, qualcuno aveva anche una mazza in mano. Intorno a quella specie di campo di battaglia, stavano in piedi alcuni alunni della scuola: spettatori in cerca di qualcosa di interessante da spettegolare in giro, probabilmente.
CazzoPensò Fabio, se avesse iniziato una rissa nel peggiore dei casi sarebbe stata espulsa. Stava per intervenire, e portarla via da quel casino, quando uno degli omoni si buttò sulla ragazza. Un calcio all'addome della ragazza e, sotto lo sguardo stupito degli "spettatori" , fu scagliato a qualche metro di distanza, e quando colpì un cestino agganciato a un palo, si udirono anche alcuni urletti di sorpresa.
Gli altri uomini, non sembravano invece sorpresi, e con un urlo si buttarono, questa volta tutti insieme, sulla ragazza. Lei non battè ciglio, e tirando una successione di calci e gomitate ne stese altri quattro.
-Dietro di te! 
Urlò Fabio, quando vide che l'ultimo uomo rimasto si era portato di soppiatto dietro di lei, senza che se ne avcorgesse, e ora alzava minacciosamente il bastone che teneva in mano, verso la sua testa . 
Lilian non fu abbastanza veloce e un colpo violento al capo la fece barcollare.
Minuti di silenzio, Fabio era quasi paralizzato.
Piano dalla fronte di lei iniziò a gocciolare del sangue, che cadde a gocce sul terreno, lasciando scure macchie rosse. E ancora più piano volse la testa verso colui che l'aveva colpita. 
Fabio tremò. 
I suoi occhi. Non era il suo solito sguardo allegro, non era neanche quello gelido che aveva quando combatteva. Era uno sguardo omicida, crudele, lo sguardo di una bestia.
L'uomo lasciò cadere il bastone, il rumore rimbombò per il cortile silenzioso, un silenzio pieno di tensione e di paura.
Iniziò a tremare e a indietreggiare.
- Tu ... Tu sei ...
Non lo fece finire, Lilian gli sferrò un calcio dritto in faccia che lo fece volare fuori dal cancello, abbattendolo. 
Attimi di silenzio seguirono quel colpo.
Poi d'improvviso Lilian crolló in ginocchio. Fabio non ci pensò un attimo e accorse da lei, ignorando gli sguardi e gli avvertimenti impauriti degli altri.
A pochi centimetri dalla ragazza peró si bloccò, misto al sangue ora c'erano delle lacrime, le sue lacrime : stava piangendo, un pianto carico di tristezza e grande dolore. Lilian alzò lo sguardo e quando incroció quello del ragazzo la sua tristezza non fece che aumentare, disegnando sul suo viso un espressione indecifrabile.
Fabio, fece tutto d'impulso, mosso solo dal solo desiderio di fermarmare quell'assurdo pianto, si chino e l'avvolse in un abbraccio.
-Sei una stupida.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 : Un falso sorriso. ***


-Sei una stupida.
A quelle parole Fabio strinse, con più forza, la ragazza fra le braccia, come se potesse con solo quel gesto, calmare il suo dolore.
Passarono dei minuti e Lilian sembrò tranquillizzarsi un poco, e anche se non vedeva il volto, il ragazzo intuì avesse smesso almeno di piangere. 
Stava giusto per chiederglielo lui stesso quando venne interrotto dall'arrivo di un professore, un grosso professore palestrato.
- HEI VOI !! CHE DIAMINE È SUCCESSO QUI!! 
Urló avvicinandosi in maniera non poco rassicurante, guardando sconcertato i corpi degli uomini stesi intorno ai due ragazzi.
Cazzo il Gorilla noquello mi odia.
Pensò Fabio, imprecando fra se, mentre si spostava per fare da scudo alla ragazza.
Intanto un ragazzino, abbastanza gracile, timidamente si era avvicinato al prof, e ora, indicando Lilian, gli stava sussurrando tremante, qualcosa, troppo piano perché Fabio potesse sentirlo.
BastardoLo conosceva era uno dei suoi compagni di classe alle medie, il solito lecchino, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per mezzo voto in più.
Il professore, alle parole del ragazzo, si incupí improvvisamente. Con passo sicuro, percorse i pochi metri che lo separavano dai ragazzi ancora a terra.
- Alzetivi.
Contro voglia, e cercando di fare la faccia più minacciosa che poteva Fabio si alzò aiutando anche Lilian, che sembrava tornata abbastanza normale, tranne per lo sguardo assente che aveva negli occhi.
Il prof con fare infastidito, e molto poco delicatamente, prese per il braccio Lilian strattonandola verso di lui.
- Hei ma che cazzo pensi di fare?! 
Urló Fabio cercando di levare le mani del professore da Lilian, che in situazioni normali si sarebbe pure difesa, ma ora sembrava così ... Sembrava persa in un altro mondo.
- Oi ma con chi credi di aver a che fare idiota?! Lei viene in presidenza e se non vuoi finirci pure tu vedi di tornare in classe, e in fretta.
Replicò piuttosto incazzato il prof, scansando malamente le mani protese di Fabio, e togliendo, peró, anche le proprie dal braccio della ragazza.
Fabio stava per replicare ancora più infuriato, ma una mano lo toccò alla spalla fermandolo, e giratosi si ritrovò il viso di lei a pochi centimetri dal suo.
Passarono dei secondi, che al ragazzo sembrarono ore, si fissarono intensi negli occhi e Fabio cercò nei suoi una risposta alle domande che lo assillavano, ma, come più spesso accadeva, ci trovò solo la solita tristezza che ormai aveva imparato a riconoscere, e uno spaventoso vuoto.  ... A spezzare quella sorta di comunicazione muta ( se così la si può chiamare) fu proprio Lilian ... Che semplicemente sorrise, un sorriso decisamente finto. 
Solo questo, nessuma parola, nessun gesto, nessun cenno per fargli capire qualcosa, niente di niente , solo quel finto sorriso, che ebbe la forza di paralizzarlo, successivamente la ragazza si giró e seguí il professore, all'interno della scuola.
Passarono delle ore, Fabio era tornato in classe poco prima del suono della campanella, e nessuno gli aveva ancora rivolto la parola, solo Alessio aveva provato a fargli due o tre domande, ma si era arreso all' ennesimo silenzio dell'amico.
Mancavano solo dieci minuti al suono della campanella che segnava la fine della giornata, e di Lilian nessuna traccia, non l'aveva neanche vista uscire dal cancello, il quale era divenuto oggetto del suo interesse nelle ultime 5 ore. 
Passati quei pochi minuti suonó la campanella. Dov'è andata a finire?! Pensò Fabio mentre torturava nervoso, il laccetto della felpa.
- Hei Fabio è suonata!
Gli disse titubante Alessio, che ancora non saperva bene come prendere l'amico.
- Ah sissi, grazie. 
Rispose Fabio ancora assorto nei suoi pensieri, piano si alzò e riempì lo zaino con la due cose che aveva sul banco, se lo mise in spalla e uscì dalla classe, silenzioso come c'era entrato quella mattina.
Poco più tardi camminando per strada diretto verso casa, Fabio pensava ancora a quale fine avesse fatto Lilian, ed era tentato di andare direttamente all'8° dostretto ... Ma aveva giá da fare in un altro quartiere ... Anche se ...
All'improvviso si ritrovó a sbattere contro, quello che gli sembrò un muro, un muro molto, molto duro.
- Ma che cazz ...
Imprecò fra se e se, chiedendosi come non avesse visto un muro: cavolo non è una cosa che non "noti', , ma quando alzó lo sguardo si rese conto che non era un muro quello contro il quale aveva sbattuto ma l'omone che lo aveva accolto quando era andato a sfidare Lilian, Ross.
Bhe non è un muroma quasi ...

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 : Solo perdonala. ***


- Oh scusi ... Ah sei tu.
Disse Ross voltandosi, e assumendo un aria innoiata, quando riconobbe la persona che gli era venuta addosso.
Fabio si irritò vedendo quell'espressione.
Se non fossimo così vicini scuola...
- Come mai tutti qua, voi del ottavo distretto?
Lo stuzzicò quindi, dando un occhiataccia anche a Fabri, che era appena sbucato dalla panetteria accanto, con in mano una busta marrone, piena di focaccine.
-Oh ciao Fabio, sempre incazzato vedo.
Sorrise Fabri, quasi come se avesse appena fatto un complimento.
- Magari gli pesa ancora la sconfitta dell'altro giorno.
Sogghignó l'omone, facendo incazzare ancora di più Fabio, che rispose :
- Magari se fossi stato tu, adesso saresti all'ospedale.
- Sii?! Allora perché non lo constatiamo qui, ora ...
Disse Ross, serrando i denti e traddenendo un pugno , che sarebbe arrivato a spaccare la faccia del ragazzo.
- Quando vuoi montagna...
A quelle parole, Fabio stava già per tirare uno dei suoi calci più forti, e Ross, da parte sua sembrava volesse pararlo. Insomma stava per scatenarsi una piccola rissa fra i due combattenti.
- Fermi, Fermi. Non siamo qui per combattere vero Ross?
All'ultimo Fabri si era messo tra i due rivali, e masticando una focaccina, tirata fuori dal sacchetto che reggeva in mano, sorrise a Ross.
Il quale, rimettendosi piano in posizione eretta, sembrò quasi spaventato. 
- Anche tu Fabio, per favore.
Non furono le sue parole a far abbassare la gamba al ragazzo, ma il suo sorriso : faceva paura. D'un tratto Fabio capì come poteva essere sopravvissuto alla caduta provocata da Lilian, quel giorno, quando si erano incontrati per la prima volta.
Inquietante ...
- Ah giusto!
Fabri sembrò ritornare normale, e sollevando un dito, come se gli fosse ritornata in mente una cosa che aveva dimenticato, chiese a Fabio:
- Hai mica visto il Capo?
Il ragazzo, a quelle parole rimase confuso, e ricordando gli avvenimenti della mattina, si ritrovò nuovamente sommerso dalle domande che da prima lo assillavanno.
- No, credevo fosse tornata nell'ottavo distretto.
- Ah peccato, eravamo venuti a cercarla, siccome dei tipi avevano chiesto di lei ... Ma sarà in qualche libreria a cercare nuovi libri.
Disse Fabri, più a se stesso che a qualcuno in particolare.
- Che uomini?
Chiese di impulso Fabio, prima che i due uomini si girassero e se ne andassero chissà dove. In risposta i due, si guardarono in faccia, come se fossero indecisi se dieglelo o meno.
- Non sono affari tuoi.
Rispose di getto Ross ,andandosene poi scocciato, Fabri, sembrava invece più indeciso su cosa dire, e quando sembró sul punto di andarsene anche lui, senza dire nulla di concreto. Si giró verso Fabio e gli sussurró, con voce malinconica:
- Solo cerca di perdonarla.
Detto questo, sorrise con la stessa tristezza che Fabio, aveva percepito nella voce, e corse verso Ross che stava già a parecchi metri di distanza.
Perdonarla? Perché ... ?

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 : Shock. ***


Fabio tiró un sospiro, che più di sollievo era di stanchezza. Anche il nono distretto era ora sotto il suo controllo. Il capo era un uomo tozzo, basso, brutto, e tremendamente debole: a Fabio erano bastati un paio di calci per mandarlo K.O.
Come abbia fatto resistere tutto quel tempo è un mistero...
Pensò il ragazzo sputando a terra, e sistemandosi, con uno strattone, la felpa sulle spalle.
Stava per uscire dal distretto quando la vide. 
Lei. Lilian. Per qualche motivo il cuore di lui prese a battere più velocemente e inizió a provare una sorta di nervosismo. Così ,senza pensarci ,si ritrovò nascosto dietro un muro ad osservarla.
Era in piedi, vestita ancora con la divisa scolastica, vicino a una fermata dell'autobis.
Evidentemente sta aspettando il pullman ... Chissà dove deve andare...
Fabio osservandola meglio, notò che era impegnata a scrivere, concentrata,  qualcosa al cellulare; aveva sul viso, un espressione neutra mentre con le dita pigiava, velocemnete, i tasti dell'apparecchio.
Dopo circa una decina di minuti, arrivò l'autobus, Lilian salì e si sedette, dopo aver trimbato il biglietto, nel posto dietro l'autista.
Fabio, cercando di fare l'indifferente, e sperando che lei non lo notasse ,salì pure lui sul pulman, ma, al contrario di lei, si sedette nei sedili in fondo, così che le possibilità cha la ragazza lo scorgesse fossero ancora meno.
Ma che diamine sto facendo...
Pensò fra se Fabio, mentre si alzava il cappuccio e si infilava le cuffie del telefono nelle orecchie.
L'autobus era vuoto, apparte per due vecchiette sedute davanti al ragazzo, le quali, per tutto il viaggio, bisticciarono, fra loro, su chi dei loro rispettivi mariti fosse il più forte a biliardo. 
Dopo una ventina di minuti, l'autobus si fermó al capolinea, e Fabio fu costretto a scendere, insieme alle due vecchiette e a Lilian.
Da lì partì un pedinamento nei confronti della ragazza.
Fabio non riusciva a capire perchè, ma sapeva che doveva seguirla, sapeva ,che da li a poco sarebbe successo qualcosa, qualcosa di importante. 
I suoi presentimenti vennero presto confermati ,quando Lilian si fermó davanti al quartier generale del primo distretto.
Fabio si irrigidì, non si era accorto di essere entrato in quel quartiere, e solo ora capiva il senso di nausea che aveva provato appena sceso dall'autobus: li c'era sua sorella, e lui era li, a pochi passi dal suo peggior nemico.
Cosa ci fa lei qui ...
Pensò stringendo i denti, e provando un senso di vuoto al petto.
Lilian però non entrò , si guardò attorno, e con discrezione entrò in una via accanto all'imponente edificio. Fabio la seguì, pochi minuti dopo, appena fu sicuro non ci fosse nessuno nei dintorni. 
- ... Questo è quello che posso dirti.
La voce di un uomo.
- Grazie mille, ti devo un favore.
La voce di Lilian. Piano Fabio si sporse oltre il muro per osservare la scena. La ragazza era ferma col le mani nelle tasche della giacca, di fronte a lei stava un grosso uomo, pelato e pieno di tatuaggi, il solito teppista che si trovava in uno qualsiasi dei distretti.
Di cosa stanno parlando ... ?
Fabio si sentiva stranamente inquieto, come se quello di cui stavano discutendo l'uomo e la ragazza, centrasse in qualche modo pure con lui; così , senza accorgersene, si sporse ancora un po' più avanti.
- Figuarti, insomma, e il minimo che posso fare per la leggendaria Regina Bianca.
Un rumore improvviso, di un cesto di metallo caduto a terra, squarciò la quiete della via. Di scatto Lilian si giró e quando vide Fabio si paralizzò per un istante, per poi assumere un espressione di profondo dolore.
No... Non ... Non può essere lei ... Non ci credo ... Non può essere lei la causa della distruzione di tutto il mio mondo.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 : Leggenda ***


Durante la guerra fra quartierigirava una voceanche se adesso viene considerata più come una leggendaun esagerazionediciamo cosìQuesta diceriaparlava di unmostro dalle fattezze di una donna dai lunghi capelli bianchiin molti si riferivano lei come ldonna più grossa che avessero mai visto, più muscolosa degli uomini più muscolosipiù spaventosa di una qualsiasi bestia feroceEra considerata la "punta di diamantedel primo distrettoNon sarebbe esagerato riferirsilei come a colei che ha permesso la supremazia di questo quartiere. In molti parlavano di una donna piombata dal cielo , che con colpiinvidiabili a un maestroaveva eliminato tutti presenti , senza lasciare neanche un sopravvissutoLa maggior parte di queste personeperònon l'aveva mai veramente vistae quelli che avevano assistito una sua apparizionenon ne volevano parlare semplicemente non potevano....
Era La donna più pericolosa in circolazionenessuno avrebbe mai voluto incontrarla
Venne chiamata La grande Regina Bianca.
E in suo onore fu dato aquesta grande battaglia il nome " La grande conquista della Regina".
E ora quella Regina era davanti agli occhi di Fabio, con un espressione di dolore negli occhi. Il ragazzo non riusciva a capire, anzi no non poteva accettarlo, era li in piedi, che aspettava. Aspettava che Lilian in qualche modo potesse smentire quella specie di accusa.
Lei però abbassó solo lo sguardo e mormorò un roco "Perdonami".
Sentendo quella semplice parola, a Fabio gli si spezzó qualcosa dentro. Il cuore, che sembrava essersi bloccato, riprese a battere, sempre più veloce, sempre più veloce, fino a sembrare volesse uscire dal torace del ragazzo.
Era troppo : trovarsi davanti alla ragazza, anzi al mostroche aveva distrutto la sua vita, e quella di molte altre persone, per Fabio era troppo.
Fece l'unica cosa che non avrebbe mai fatto nella sua vita: voltò le spalle a Lilian e scappò via. 
Só cosa state penando: "checodardo"... ma sbagliate ,perchè quella che provava non era paura, era delusione, tristezza, dolore, sofferenza, trafimento, rabbia, furia. Era stato travolto da così tante emozioni, che la prima cosa che gli era venuta in mente, per placare quell'uragano, era semplicemente quella di andarsene.
Forse perché aveva troppe cose in testa o forse perchè non se ne accorse davvero, ma fatto stà, che Fabio, non sembrò notare, il sorriso amaro che si disegnó sul viso di Lilian.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 : Lei. ***


Fabio corse, corse fino a quando non si sentì più fiato in corpo, e solo allora si permise di rallentare. Ma non si fermò.
È uno scherzo non può essere vero ...
Si prese la testa fra le mani. Ricordi, sentimenti, paure, incubi; troppe cose affollavano la sua testa.
No... No ... No...
Iniziò a tremare, immagini di un passato perduto, gli apparivano come flash nella testa. Sua madre che lo abbracciava, sua madre che lo proteggeva, suo padre che sorrideva, suo padre bianco steso in una bara. E ancora, sua sorella, sorridente, e poi una stanza vuota, la sua.
NO... NONONONO.
Era troppo. Ma c'era una cosa che non riusciva proprio ad accettare, provava rabbia, sofferenza, dolore... Ma perchè non riesco ad odiarla ?!
- Fabio, certo che sei veloce, fai mica ... 
Era Fabri. Dopo aver trovato Lilian, lei gli aveva ordinato, seria, di andare ad aspettarlo nella pizzeria di fronte alla via. Ed era li, quando vide Fabio correre via sconvolto, e fu il solo a scorgere il sorriso di Lilian.
Non ne poteva più, non poteva più sopportare che la ragazza si facesse male da sola, per punirsi. Così era corso dietro a Fabio, per dirgli la verità.
Adesso erano li, faccia a faccia. 
Entrambi muti.
Fabri zittito dall'espressione sconvolta,e carica di sofferenza del ragazzo di fronte a lui.
- Fabio...
- CHE CAZZO VUOI?
Sbottò il ragazzo, non voleva che lo vedessero in quelle condizioni, e sopratutto non voleva vedere nessuno. Non ora. Non in quel momento.
- Fabio ... Lilian lei ...
-NON OSARE NOMINARLA DAVANTI A ME.
Ormai non sapeva più come sfogarsi, solo la rabbia sembrava la soluzione. 
- Non puoi capire, lei ...
- NON POSSO CAPIRE ?! LEI HA DISTRUTTO LA MIA VITA!! LEI HA GIUDATO GLI ATTACCHI ALLA MIA FAMIGLIA!! LEI HA UCCISO MIO PADRE!! LEI HA UCCISO MIA MADRE! LEI FA PARTE DEL QUARTIERE CHE HA RAPITO MIA SORELLA !! NON POSSO CAPIRE ?! LEI ... QUEL MOSTRO...
Un pugno arrivó in pieno sul volto di Fabio, interrompendolo e catapultandolo a terra. Ora il viso di Fabri era devastato da una smorfia di Rabbia.
- TESTA DI CAZZO !! TU NON SAI NULLA !! TU DEVI STARE SOLO ZITTO! TU NON C'ERI, IO C' ERO, IO CI SONO SEMPRE STATO PER LEI !! LO SAI?! LA MALTRATTAVANO !! I GENITORI L'HANNO SEMPRE USATA, SOLO, COME UNA MACCHINA DA GUERRA, NON LA TRATTAVANO COME UNA FIGLIA, NON LA TRATTAVANO COME ESSERE UMANO!! IL GIORNO LA FACEVANO COMBATTERE CON I CANI E I CRIMINALI PIÙ TERRIBILI, PER RENDERLA PIÙ FORTE, E NE USCIVA QUASI MORTA, TUTTE LE VOLTE, LO SAPEVI?! ERO IO A RIMETTERLE APPOSTO LE OSSA, E A CUCIRLE LE FERITE !! E DI NOTTE, DI NOTTE LA TORTURAVANO PER TENERLA A BADA, E AUMENTAVANO LE PUNIZIONI, SE LEI NON FACEVA ESATTAMENTE QUELLO CHE LE DICEVANO DI FARE!! TU LO SAI QUESTO?! LO SAI CHE RAZZA DI VITA HA VISSUTO QUELLA RAGAZZA ?! IO SI, E NON È NIENTE RISPETTO A QUELLO CHE HAI PASSATO TU!! 
Fabri ansimava.
Fabio era muto a terra.
- Una notte, la notte della fine della battaglia, io la portai via. Mi ero allenato. Ero più forte. La sedai e dopo ... Dopo le torture, portai il suo corpo stremato lontano da quell'inferno. La stessa sera incontrammo Ross. Ci aiutó non fece domande. Lilian stette un mese rinchiusa in una stanza della casa di Ross, mangiando poco niente e chiudendosi in un mutismo quasi ridicolo. Io non sapevo cosa fare, ero disperato. Poi un giorno, Ross le parlò. Le raccontó la storia di una ragazzina nata in una famiglia di tiranni, la maltrattavano e si approfittavano di lei. Ma un giorno lei riuscí a scappare e girò il mondo vide posti fantastici, conobbe persone bellissime e capì finalmente cos'era la felicità... Sai Lilian cosa fece ? Alzò, semplicemente, lo sguardo e chiese " Cos' è la felicità ? ". Lui gle lo spiegó, le mostrò foto, immagini, disegni, le raccontò storie, fiabe, e lei per la prima volta lei sorrise. Da quel giorno iniziò ad uscire poco a poco sempre di più, con le persone non parlava ancora tanto, ma piano si legò sempre di più a Ross. Era il padre che non aveva mai avuto. E una sera, mentre cenavamo, ci riveló, timidamente, che il suo sogno era aiutare tutte le persone che aveva ferito, e noi sorridemmo, promettendole che l'avremmo aiutata, sempre. Creò l'ottavo distretto, radunò sempre più gente. Scoprì di avere il dono di poter imparare solo leggendo. E allora inizió ad affrontare le ombre del suo passato, cercando sempre di aiutare coloro che aveva ferito. L'hai notato anche tu, vero?! La maggior parte dei componenti dell'ottavo distretto, porta segni dei distretti ormai crollati. Lei li ha aiutati tutti, e ancora più persone ha aiutato senza che queste lo sapessero. Ma ancora soffre. Soffre per il male che ha fatto. Lei vuole soffrire, vuole farsi male, per punirsi. E tu le stai dando un'altra occasione per farlo.
Gli occhi di Fabri erano lucidi, e la sua espressione era passata da arrabbiata a quasi supplichevole.
Fabio abbassò lo sguardo.
Un trillo. Il cellulare del ragazzo in piedi ,stava suonando.
- Pronto? .... No era li che parlava con l'infiltrato ... Cosa ?! 
Fabio alzò lo sguardo di scatto, sorpreso dalla voce allarmata di Fabri.
- Non può essere !! Vado subito ci vediamo li!!
Adesso stava addirittura urlando.
- Che succede? 
Chiese Fabio, leggermente sorpreso.
- ... È andanta ... È corsa a salvare tua sorella ... Da sola contro il distretto più grosso della città. Che stupida.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 : Grazie. ***


Lilian era nell'atrio del quartier generale del primo quartiere.
E stava combattendo.
Di fianco a lei, rannicchiata, stava una ragazzina. Giulia.
Era entrata dal tetto, sperando così di non attirare troppa attenzione, cosa che invece sarebbe successa, se avesse fatto irruzione dall'entrata principale.
Era andato tutto bene, nessuno l'aveva vista, anche dopo che aveva tirato fuori la piccolina, dalla stanza dentro la quale la tenevano rinchiusa. Poi era arrivata all'atrio.
La stavano aspettando.
Più di cento uomini in una stanza, tutti per fermare lei.
E conoscendo i suoi genitori, quelli non erano combattenti da due soldi.
Ormai, era dieci minuti buoni che combatteva, e non era riuscita a setenderne neanche la metà. In compenso si era presa più di un colpo violento per proteggere la ragazzina.
Se la sarebbe potuta cavare da sola, ma, con anche una persona da proteggere... Doveva fare in fretta: non avrebbe retto ancora per molto.
D'un tratto le porte dell'ingresso si aprirono, anzi sarebbe meglio dire che,quasi, esplosero.
Subito dopo una marea di uomini si riversò all'interno dell'edificio.
E davanti a tutti c'era Fabio.
Lilian rimase paralizzata. L'ultima persona che si aspettava di vedere li era proprio lui, sopratutto dopo quello che aveva scoperto su di lei.
Ma poi lo sguardo le corse verso la ragazzina accucciata alle sue gambe, e allora capí. Ovvio che non era li per lei.
Si riprese da quel primo momento di sorpresa e riprese a combattere, sta volta con meno foga, siccome molti dei suoi sfidanti erano occupati a combattere contro i nuovi arrivati.

Gli era bastata solo una chiamata, per radunare tutti gli umoni disponibili dei quartieri sotto il suo controllo. Non aspettavano altro che un momento per riscattarsi, dopo essere stati sconfitti nella grande guerra;  e quel momento, Fabio, gle l'aveva finalmente dato.
Poi fu lui stesso a sfondare, con un calcio, la porta di ingresso.
Entrato fu assalito da due grossi uomini, che furono, peró, subito scaraventati a terra, da due suoi sottoposti che urlando si buttarono nella mischia.
Nell'edificio regnava il caos. Uomini e donne che si menavno, e a Fabio fu subito chiara la situazione : avrebbero perso, quindi doveva fare in fretta e uscire velocemente.
Poi ad un tratto la vide. 
Il tempo si fermò.
Lilian era li davanti a lui. 
Che lo guardava stupita.
I suoi vestiti erano quasi a brandelli, sporchi di sangue ,contusioni e ferite si intravedevano sulla sua pelle. 
Come può essere ridotta cosi?! Pensò sconcertato il ragazzo.
Poi lo sguardo di lei, si abbassò, verso una ragazzina rannicchiata.
Il cuore di Fabio perse un battito. Sua sorella. Non esitó un secondo, si slanció in avanti, ma venne subito fermato da un uomo che gli piombó letteralmente addosso.
Dopodiché il tempo parve scorrere a una velocità lentissima.

Lilian si trovava davanti ad un uomo che sapeva il fatto suo, non era al suo livello, ma le ferite che aveva accumulato non le permettevano di muoversi come voleva. Si beccó un paio di pugni, che beaccarono proprio i punti che le facevano più male. Stava peró per contrattattaccare con un calcio quando notó che dietro di lei era apparso un uomo con in mano una pistola. E quella pistola era puntata verso la ragazzina.
Lilian fece tutto senza neanche pensarci, spinse la ragazzina di lato, proprio mentre il proiettile veniva sparato. 
Lilian fu colpita al fianco.
Ma non era finita, l'uomo contro il quale stava combattendo aveva approfittato della situazione e ora le aveva sferrato un calcio poderoso, all'addome, facendole sputare sangue e accasciare a terra.

Fabio comprese troppo tardi quello che era successo. Ora Lilian giaceva a terra in una pozza di sangue, suo sorella stava piangendo. E lui, lui era bloccato in quell'ammasso di gente.
L'uomo con la pistola si abbassò e afferrò il polso di Giulia, la quale si mise a strillare.
-GIULIAAA!!
Urlò disperato Fabio cercando di raggiungerla, l'uomo con la pistola esasperato, alzó la mano con la quale reggeva l'arma e la sollevó, come a voler colpire il volto della sorellina.
Ma qualcuno afferrò all'ultimo la sua mano : Lilian.
Tremante, si reggeva in piedi a stesnto, il sangue continuava a fluire dalla ferita.
Che riuscisse ancora a stare in piedi era un miracolo.
Prima che si potesse ribellare, la ragazza tirò un pugno dritto in faccia all'aggressore facendolo volare per terra. 
L'uomo che l'aveva colpita con un calcio , poco prima ,non perse tempo e la afferrò per i capelli, strattonandola verso di lui.
Un calcio lo fece però volare a parecchi metri di distanza.

Fabio era riuscito a liberarsi dal groviglio dei corpi ed era stato sempre lui, a tirare quel calcio. Per difendere Lilian.
Vedendolo, la sorella gli corse in contro abbracciandolo, e scoppiando ancora una volta il lacrime, affondò il suo viso nella camicia del ragazzo.  Fabio ricambiò l'abbraccio e, guardandola in faccia le sussurò parole di conforto, accarezzando le la testa, piano, per calmarla.
Quando sollevò lo sguardo però, la scena che lo accolse lo agghiacció.
Lilian era crollata a terra, in una pozza di sangue. 
Non respirava.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 : Io ti perdono. ***


Fabio era seduto su quella sedia da ore, anzi, forse giorni. Ma non gli importava, a lui importava solo vederla sorridere di nuovo.
Davanti a lui, in un anonimo lettino d'ospedale, era stesa Lilian.
Dalle braccia pendevano i fili delle flebo, fasciature le coprivano quasi tutto il corpo, e se avesse alzato la coperta che la ricopriva, Fabio, avrebbe visto la fascia sporca di sangue, che le proteggeva la ferita sul fianco.
Respirava piano. Sembrava così tranquilla.
Fabio non lo era.
Da quel pomeriggio, in cui lei si era fatta quasi uccidere, per proteggere sua sorella, lui era corroso dal senso di colpa, e da un'altra valanga di sentimenti.
L'aveva ferita in tutti i sensi, e ora si sentiva una merda, per non essere riuscito a proteggerla.
Ma lui, non poteva provare quei sentimenti, per ... Per quel l'assassina.
Un movimento impercettibile delle palbebre di lei, lo fece scattare diritto sulla sedia.
Poi piano gli occhi della ragazza si aprirono.
Li sbattè piano, sembrava confusa.
Probabilmente perché non riconosceva il posto in cui si trovava.
Poi lentamente si tirò su a sedere, ma una fitta la prese al fianco destro, facendola piegare in avanti.
- Piano !! Sei ancora ferita!!
Disse d'impulso Fabio, scattando in avanti e afferrandola delicatamente per le spalle, per poi aiutarla ad appoggiarsi allo schienale del letto.
Lilian, ora,appariva ancora più sorpresa, non tanto per il fatto di aver provato dopo tanto, del vero dolore, ma perche, ora affianco a lei, si trovava Fabio.
Dopo attimi di silenzio imbarazzato, per rompere quell'atmosfera pesante, Fabio azzardò una domanda.
- Come ti senti?
- Mi fa male la testa ... Mi ricordo solo di essere stata colpita al fianco... Poi niente ... Come sono arrivata qui ??
Nel suo tono della voce, qualcosa turbó Fabio: era come se a lei quasi dispiacesse essere stata salvata. 
Questo riportò alla mente del ragazzo, le parole di Fabri, e quelle non fecero che farlo sentire ancora peggio.
Ma perchè ?! Ma perché non la odiava?
- Ti ho ... Ti abbiamo portata qui io e Fabri. Mentre Ross portava a casa mia sorella.
Aveva minimizzato la cosa. E anche di molto: dopo che le avevano sparato, Fabio era rimasto paralizzato per alcuni secondi, poi aveva sentito un urlo, quello di Fabri, e quello era bastato per riportarlo alla realtá. Il ragazzo, arrivato al suo fianco, stava per lanciarsi verso Lilian, ma lui lo aveva fermato, mettendogli davanti la sorella. 
Senza pensarci, poi , si era messo a correre verso Lilian.
Subito le aveva controllato il battito cardiaco, e quando aveva sentito, anche se flebili, le pulsazioni sotto le sue dita, un ondata di sollievo lo aveva investito. 
Delicatamente l'aveva sollevata da terra prendendola in braccio. 
Dopodiché fu un susseguirsi, incasinato, di eventi : lui che correva, lui che chiamava la ritirata, lui che entrava in un ospedale, lei che veniva portata in una stanza operatoria ... 
La sua paura.
Ma, non poteva rivelargli tutto questo, perche lui era il primo a non accettarlo.
- Tua sorella !! Come sta tua sorella?
Fabio, immerso nei suoi pensieri quasi si spaventó, allo scatto che aveva avuto Lilian nel pronunciare quelle parole.
- B-bene. È ancora spaventata, ma è felicissima di essere stata salvata, e ti ringrazia.
A quelle parole Lilian sorrise. Il sorriso più bello e sincero che Fabio aveva mai visto. Il primo sorriso vero, che compariva sul volto di lei.
Allora capì. 
Capì perché non riusciva a provare rabbia, collera nei suoi confronti. Capì perché l'aveva salvata, e perché lo avrebbe rifatto anche cento volte.
Lui l'aveva già perdonata.
Ripetendo quelle parole dentro di se, una pace quasi inverosimile lo avvolse.
Allungó le mani verso il suo volto.
Delicatamente l'avvicinò al suo.
E la bació.
Un bacio che conteneva tutto.
La sorpresa per la prima volta che l'aveva vista, l'irritazione quando lei lo aveva battuto, la rabbia per quando aveva scoperto chi era veramente, la paura di quando l'aveva vista a terra in una pozza di sangue, il sollievo che aveva provato, poco prima, vedendo i suoi occhi dischiudersi. 
E tutto l'amore che ora provava per lei.
Quel bacio conteneva tutta la loro storia.
Piano si scostò da lei, e ad attenderlo furono due occhi blu colmi di sorpresa, che gli fecero scappare una tenue risatina.
- Ma co-cosa ?!
Chiese lei balbettando, mentre il suo viso passava dal rosa al magenta più scuro.
- Mi sembra abbastanza ovvio il perché.
Sogghignó un po' imbarazzato Fabio.
- Ma io ... Io sono un mostro, io ho fatto cose orribili. Non merito qualcuno che mi ami , ti ho fatto solo del male, ho fatto male a tutti, io non merito questo, io merito di soffrire io .. 
- Io ti perdono.
La interruppe Fabio, sorridendo,adesso capiva i sentimenti di Fabri quando gli aveva detto che non voleva più verderla farsi del male.
- Anzi io ti ho già perdonata, e ti ringrazio, ti ringrazio per aver salvato mia sorella, ti ringrazio per avermi aiutato, ti ringrazio per aver aiutato tutta quella gente, ti ringrazio per aver fondato l'ottavo distretto, ti ringrazio per aver combattuto per gli altri, ti ringrazio per aver sofferto per gli altri. Ma ti ringrazio, sopratutto, per essere nata e per essere qui con me, ora.
Fabio sorrideva, sorrideva perché era felice. Felice di averla conosciuta.
A quelle parole lacrime rigarono il volto di Lilian. Piano inizió a piangere, sempre più forte. Ma non era un pianto di dolore. Era un pianto liberatorio, un pianto pieno di ringraziamenti e di scuse.
Fabió l'abbraccio, stringendola forte contro il suo petto, e sperando che quelle fossero le ultime lacrime che lei avrebbe versato.

-Gli errori del passatonon sono catene che ti legano al suoloanzi sono proprio questi errori che ti fanno crescerediventare saggio, sono questi che ti fanno spiccare il volo, verso un futuro tutto da vivere.
Ma se le ferite del passato sono troppo profondericordaalle volte bastano semplici parole per cucirle. Alle volte basta una sola persona che ti amiper aiutartiperdonare te stessa.
Allora la mamma è buonaIo le voglio benema lei sembra così triste volte.
Fabio scompiglió capelli bianchi della piccola bambinaimbronciatache si trovava seduta fra le sue braccia.
- Tua madre è una persona meravigliosa. E se ancora la vedi tristese, chamami, così io te le diamo un grossissimo abbraccio.
- Si. Lo faró Papà.
Sorrise la bambina.

~ FINE

***** Spazio dell'autrice *****
Mi scuso per averci messo così tanto a pubblicarlo. Spero che questa storia vi sia piaciuta. Io, di mio, devo dire che, mentre la scrivevo mi ci sono affezionata, e quasi mi dispiace colcluderla. Ma ogni storia a la sua fine. Ancora grazie per averla letta.
Con affetto.
Randa ^^
( non sono brava a scrivere in questi spazi, perdonatemi se il mio commento è breve q.q )

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