Nova

di Kaito Dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un inaspettato invito ***
Capitolo 2: *** selezione! ***
Capitolo 3: *** Primo giorno ***
Capitolo 4: *** la prima lezione! ***
Capitolo 5: *** in cerca di una strategia! ***
Capitolo 6: *** il giorno della sfida! ***
Capitolo 7: *** amicizia? ***
Capitolo 8: *** Presentazioni ***
Capitolo 9: *** sfide ***
Capitolo 10: *** dichiarazione di guerra? ***
Capitolo 11: *** massacrata ***
Capitolo 12: *** sfida accettata! ***
Capitolo 13: *** come un boa ***
Capitolo 14: *** Pace e Paura ***



Capitolo 1
*** un inaspettato invito ***


Nova Starling camminava per i corridoi della scuola in cerca della palestra; ancora non poteva credere a ciò che le era successo:

 

Fino a poco tempo prima lavorava al bar gestito da sua madre per racimolare qualche soldo; la sua famiglia aveva da sempre avuto problemi finanziari e, da quando suo padre era tragicamente rimasto vittima di un incidente d’auto, lei aveva dovuto trovarsi un lavoro. Un giorno, però, una lettera arrivò a casa sua: si trattava di un invito da parte del preside dell’istituto Saint Saucy che la invitava a presentarsi il 5 Settembre alle ore 9.00. Alla lettera erano allegate le indicazioni per raggiungere il posto, i soldi necessari per pagare il viaggio e una spilla raffigurante un’aquila. Titubante sul da farsi, Nova si era consultata con la madre e, dopo attente riflessioni, aveva deciso di accettare l’invito. Seguendo le istruzioni, aveva preso il treno e successivamente l’autobus, arrivando infine in una sperduta cittadina in piena campagna; qui, come spiegato nella lettera, ad aspettarla c’era stata una donna che le aveva fatto da guida fino all’istituto; a quel punto si era dovuta separare da lei ed addentrarsi nell’edificio.

“ Accidenti, mi sono persa… forse sarebbe meglio bussare in una delle aule e chiedere indicazioni.”.

Nova si avvicinò ad una delle varie porte e bussò; non ricevendo risposta, la aprì leggermente scoprendo che la classe era diserta:

“ Dimenticavo, siamo ancora ai primi di Settembre, la scuola non inizierà prima di una settimana; è normale che non ci sia nessuno; sarà meglio tornare all’entrate e chiedere indicazioni.”.

Fu solo quando la ragazza ebbe richiuso la porta dell’aula che si accorse di avere qualcuno affianco: era un ragazzo piuttosto ben messo con lunghi capelli castani; indossava un cappotto beige scuro ed un paio di pantaloni neri; osservandolo, due cose colpirono Nova: i guanti neri piuttosto aderenti che indossava e, sopratutto, i suoi occhi penetranti, simili a quelli di un falco, che sembravano essere in grado di vedere ogni minima incertezza e falsità nell’anima di chi veniva osservato:

“ Scusa, non ti avevo visto.”

“ Lunghi capelli neri, occhi verdi, voce potente ma non intimidatoria, devi essere la figlia di Starling.”

“ Conosci mio padre? Chi sei?”

“ Nessuno… o forse sono un fantasma di ciò che ero.”

Senza dire altro il giovane si allontanò nella direzione dell’uscita:

“ Ehi, aspetta!”

“ La palestra è in fondo il corridoio.”.

Così dicendo, il ragazzo scomparve uscendo dall’edificio. Anche se perplessa, la ragazza continuò il suo cammino e raggiunse la palestra: lì, radunati in gruppi da 5, oltre duecento giovani stavano attendendo di scoprire il motivo per cui erano stati convocati. Appena varcò l’entrata, una donna vestita completamente di nero le si avvicinò:

“ Tu devi essere Nova Starling, la candidata numero 217.”

“ Sì, sono io… in che senso candidata?”

“ Presto ti sarà tutto chiaro, ora seguimi, ti porto dal tuo gruppo.”.

Senza ulteriori spiegazioni, la donna portò Nova all’altra estremità della palestra; lì, seduti con la schiena appoggiata alla parete, quattro ragazzi della sua stessa età chiacchieravano tra loro:

“ Bene, questo è il tuo gruppo, ti prego di restare vicino a loro fino a quando non avremo finito.”.

La donna si allontanò piuttosto in fretta, lasciando Nova con più dubbi di prima. Non sapendo cosa fare, la ragazza cercò di scoprire qualcosa parlando con il resto del gruppo:

“ Scusatemi, io sono Nova; sapreste spiegarmi perché siamo qui?”.

Fu allora che uno dei membri del gruppo smise di parlare con gli altri per risponderle con tono pacato:

“ Piacere, io sono Thomas Anderson. Tutti i presenti sono candidati a delle borse di studio per frequentare questo istituto.”.

Il giovane che aveva parlato era un ragazzo basso, con i capelli corti ricci, indossava una tuta blu con uno stemma bianco a forma di C e, appoggiati sul naso, aveva un paio di occhiali con le lenti circolari e la montatura nera.

“ Vuoi dire che qualcuno di noi potrebbe entrare a far parte di questo istituto?! Non la conosco tanto bene ma, da quello che so, la Saint Saucy è una delle scuole più rinomate a livello nazionale! Io non ho nessuna qualità speciale per cui dovrei meritare di frequentarla.”.

L’unica altra ragazza del gruppo si alzò per parlare con Nova faccia a faccia: era piuttosto alta e slanciata, con dei lunghi capelli biondi raccolti in una treccia e due grossi occhi verdi; indossava una divisa scolastica americana composta da una gonna nera ed una maglietta bianca:

“ Nessuno di noi cinque eccelle in nessuna materia scolastica quindi dobbiamo supporre che non siano questi i parametri con cui sono stati decisi i candidati. Comunque il mio nome è Rose Blair,.”.

“ Voi non sapete neppure di cosa parlate. Mio fratello è stato allievo qui e mi ha spiegato un paio di cose.”.

A parlare era stato un ragazzo con indosso una tuta arancione con un cappuccio che impediva di vedergli il viso; al suo fianco c’era un fagotto piuttosto stretto e lungo; sentendo il tono saccente con cui aveva parlato, Rose gli rispose a tono:

“ Stai alzando un po’ troppo la cresta, ragazzino, e poi mi spieghi cosa ci tieni in quello strano fagotto?”

“ Vuoi davvero vedere il suo contenuto? Ti accontento se vuoi.”.

In un istante il giovane afferrò il fagotto, rivelandone il contenuto, una spada con cui immediatamente tentò di colpire la ragazza; Rose, tuttavia, scansò il colpo per un soffio:

“ Ma sei impazzito!? Potevi ammazzare qualcuno con quella katana!?”

“ Ma non rompere! Ti avrei colpito con il filo della lama.”

“ Ti faccio vedere io!”.

La ragazza si lanciò contro lo spadaccino tentando di colpirlo con una mossa di judo ma all’ultimo istante uno strano oggetto metallico verde volò sulla traiettoria e lei si fermò. A lanciarlo era stato l’ultimo membro del gruppo, un ragazzo molto basso ed in carne con i capelli rasati quasi completamente e gli occhi marroni:

“ Quelli dovrebbe calmarvi.”.

Perplessa, Rose prese in mano quello strano oggetto:

“ Che cos’è?”.

Osservando meglio l’oggetto, Nova sbiancò:

“ Que… quello è un pappagallo verde.”

“ E  cosa sarebbe?”

“ Una bomba anti uomo!”.

Rose scaraventò via l’oggetto e tutti i presenti si buttarono a terra prima che esplodesse. Avvenuta la detonazione, che per fortuna non fece gravi danni né alle persone né all’edificio, Rose, furiosa più che mai, afferrò il ragazzo per il colletto sollevandolo da terra:

“ Edgar, sei forse impazzito! Hai rischiato di ammazzarci tutti!”

“ Stai tranquilla; il Pappagallo Verde è una bomba anti uomo e comunque raramente uccide una persona.”

“ Ti ammazzo, maledetto bombarolo!”.

Nova, completamente nel panico dopo l’accaduto, si rannicchiò contro la parete tentando di evitare altri problemi:

“ Spadaccini, ragazze violente, bombaroli, ma in che diavolo di posto sono finita! Meglio che me la svigni alla svelta!”

In quel momento nella palestra entrò un uomo anziano, con pochi capelli, ormai tutti grigi, un paio di baffi dello stesso colore e due piccoli occhi verdi; indosso portava un vestito nero su cui splendeva una medaglia; ad accompagnarlo c’erano dieci uomini vestiti allo stesso modo ed altrettante donne:

“ Vi do il benvenuto all’accademia Saint Saucy. Io sono Alphonse Chapman e sono il preside di questo istituto. A breve avrà inizio la selezione; sappiate che solo quindici di voi otterranno la borsa di studio per frequentare questo istituto; prima di iniziare, però, permettetemi di rivelarvi un piccolo segreto di questa scuola…”


Note dell'autore: Salve a tutti; vi ringrazio per aver letto questo primo capitolo. Beh, che dire, ho fornito più domande che risposte in questo primo paragrafo della storia.... cosa ne pensate? stuzzica la vostra mente la mia storia o la stronchereste sul nascere? Fatemelo sapere;spero continuate a seguirmi

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Capitolo 2
*** selezione! ***


“ Dovete sapere, infatti, che questa non è una semplice scuola, bensì un campo di addestramento; qui noi addestriamo i migliori agenti del governo che esistano.”.

Quella notizia causò lo stupore generale e gettò nel panico alcuni dei presenti:

“ Voi siete stati portati qui perché avete le potenzialità per diventare la punta di diamante del nostro paese. So perfettamente che molti di voi, ora che hanno saputo questa notizia, non vorranno più partecipare all’esame d’ammissione ma, prima che vi ritiriate, permettetemi di spiegarvi alcune cose: a coloro che riusciranno a passare il test sarà offerto un alloggio presso il dormitorio scolastico, saranno pagati tutti i costi necessari per i materiali scolastici e, inoltre, ogni mese 2000 euro saranno versati sul conto delle loro famiglie.”

Quella notizia emozionò tutti i presenti, in particolare Nova:

“ Se riesco ad entrare in questa scuola, mamma non dovrà più sforzarsi tanto al lavoro! Anche se la prospettiva di diventare un agente segreto non mi alletta molto, devo riuscire ad entrare.”

“ Sappiate, tuttavia, che quello dell’agente è uno dei lavori più pericolosi e difficili che esistano, rifletteteci attentamente.”

“ Pericoloso?! Forse dovrei ripensarci; potrei sempre trovarmi un altro lavoro meno rischioso ma con una buona paga… No, è impossibile, con il curriculum che mi ritrovo, nessuno mi assumerebbe; basta, ho deciso, parteciperò all’esame; dopotutto, se mi hanno convocato, significa che anche io ho le qualità necessarie.”.

“ Signor Foster, la prego di accompagnare tutti coloro che hanno intenzione di ritirarsi all’uscita.”

“ Sì, signore.”.

Uno degli uomini che avevano scortato il preside si fece largo tra i candidati ed uscì dalla porta, accompagnato dalle quaranta persone che avevano deciso di non partecipare all’esame; nessuno, tra coloro che facevano parte del gruppo:

“ Bene; i candidati sono scesi da 220 a 180; ora vi spiegherò le regole dell’esame.”.

Le persone che avevano accompagnato il preside iniziarono a distribuire degli zaini ad ogni candidato; quando Nova ricevette il suo, spinta dalla curiosità, lo aprì immediatamente; rimase sorpresa nel trovarci dentro una granata stordente, un fumogeno, una pistola ad aria compressa e dei pallini di piombo:

“ E questi a cosa dovrebbero servirci?”

“ Ad ognuno di voi, assieme all’invito a presentarvi qui, è stata consegnata una spilla; pregherei tutti i presenti di indossarla posizionandola in corrispondenza del cuore.”.

Anche se perplessi, tutti i candidati obbedirono:

“ Lo scopo dell’esame è semplice: dovete solo recuperare un totale di dieci spille, rubandole agli altri candidati. Potete usare qualsiasi mezzo: vi è stato consegnato uno zaino contenente alcuni oggetti che potranno esservi utili; le regole sono solo: la prima è che, per guadagnare l’ammissione alla scuola, ogni membro del gruppo, allo scadere del tempo, deve avere con sé almeno una spilla, altrimenti l’intero gruppo sarà bocciato; ciò significa che dovrete fare lavoro di squadra per superare il test. La seconda regola è che non è permesso uccidere o causare lesioni permanenti agli altri esaminandi. Riguardo al contenuto dello zaino, potete stare tranquilli: le pistole non hanno una spinta sufficiente per abbattere una persona quindi non c’è pericolo di causare accidentalmente una tragedia. Prima di dare inizio alla prova, voglio avvisarvi solo di un ultimo dettaglio…”.

Il preside si appuntò cinque fermagli alla giacca; essi erano leggermente diversi da quelli forniti ai candidati:

“ Chiunque di voi riuscirà a rubarmi uno di questi si guadagnerà l’ammissione istantanea.”

Quella notizia infiammò gli animi dei presenti:

“ Ed ora, si dia inizio alla prova d’esame!”.

In un istante il silenzio che dominava la stanza si frantumò, lasciando il posto al caos: scoppi improvvisi, rumori di spari e rumori di cadute iniziarono a susseguirsi; Nova, non sapendo cosa fare, rimase attaccata alla parete della palestra, sperando di non essere colpita da qualche colpo vagante:

“ Ma questi tipi sono impazziti! Scatenare una guerra per superare un esame!”.

All’improvviso un amo da pesca agganciò la spilla di Nova:

“ Cosa?!”.

Il ragazzo che aveva lanciato l’amo, reggendolo per il filo, iniziò a riavvolgerlo, riuscendo a prenderle il fermaglio:

“ Ti ho fregato! E con questa spilla siamo a cinque!”.

Proprio quando stava per afferrare la spilla, Rose arrivò alle sue spalle, sferrandogli un calcio volante al viso che lo mise al tappeto:

“ Rose!”

“ Tieni!”.

La ragazza restituì la spilla a Nova e prese le altre per sé:

“ Da quello che vedo, non sai combattere… restami vicino, ti aiuterò a tenerti bella stretta quell’affare.”

“ Ti ringrazio!”

“ Di nulla; ho già dieci spille e sarebbe un peccato non essere ammessa per l’errore di qualcun altro.”.

Le due ragazze iniziarono a correre tenendosi attaccate il più possibile alla parete:

“ Guarda laggiù, Nova.”.

La ragazza rivolse lo sguardo al preside e notò il ragazzo con la spada, che prima aveva tentato di colpire Rose, tentare di prendergli una spilla. Il preside, tuttavia, scansò senza problemi i suoi numerosi fendenti e, afferrandolo improvvisamente per il polso, lo scaraventò a terra:

“ Quel nonnetto è formidabile!”

“ Già; sarà difficile batterlo in combattimento.”.

Fu a quelle parole che Nova si bloccò:

“ Un momento… nessuno ha mai detto che dovessimo recuperare le spille combattendo.”.

“ Rose, tu hai già abbastanza spille per superare l’esame; vai a cercarti un posto sicuro.”

“ Non posso farlo; se ti rubassero la tua, sarei bocciata anche io.”

“ Tu non ti preoccupare, ho un piano.”

“ Fa un po’ come vuoi.”.

Nova iniziò ad osservare gli altri candidati combattere tra loro; ne individuò due che si stavano scontrando a colpi di pistole, senza, tuttavia, riuscire a colpirsi:

“ Loro sono perfetti.”.

Si avvicinò loro piano piano, cercando di non farsi notare e attese l’occasione propizia; essa si verificò quando uno dei due sfidanti dovette ricaricare: fu allora che Nova lanciò la granata stordente contro l’altro avversario e, approfittando dell’incapacità di azioni di entrambi, si lanciò in mezzo a loro, afferrando le loro spille e correndo via:

“ Ce l’ho fatta! Ora ne ho tre, me ne servono altre sette; non ho più granate stordente ma credo che questo fumogeno andrà bene lo stesso.”.

Nova ricominciò a camminare stando attaccata alla parete ma, ad un tratto, venne raggiunta da tre loschi tipi:

“ Dacci le tue spille se non vuoi farti male!”.

In quel momento una voce da lontano gridò:

“ Nova, trattieni il respiro!”.

Una strana bomboletta da cui fuoriusciva del gas rotolò tra le gambe degli aggressori della ragazza che, inalandolo, crollarono al suolo addormentandosi. Il fumo si disperse in pochi secondi e Thomas si avvicinò a Nova per vedere come stava:

“ Tutto a posto?”

“ Sì, grazie, ma come hai fatto?”

“ Gas soporifero, l’ho portato da casa.”

“ Scusa la curiosità ma perché?”

“ Lo uso sempre per difendermi dai bulli. Cambiando discorso, vediamo quante spille avevano questi tipi.”

Il ragazzo sottrasse i fermagli ai tre giovani addormentati e, dopo averle contate, esclamò:

“ Fantastico! Sono nove! Io ne ho già sei, quindi cinque le puoi prendere tu.”

“ Ah, ti ringrazio.”

“ Di nulla, a dopo!”.

Thomas corse via, tentando di nascondere il suo bottino:

“ Grazie a quel ragazzo ora ho otto spille, me ne mancano solo due.”.

Nova ricominciò ad osservare gli altri candidati ed in breve tempo notò un bersaglio appetibile: un ragazzo piuttosto in carne con tre fermagli attaccati al colletto della giacca; si avvicinò per coglierlo di sorpresa ma, quando gli fu ormai quasi appiccicata, il giovane la notò, puntandole la pistola alla fronte:

“ Dammi le spille.”

“ Maledizione, mi ha beccata! Ed ora cosa faccio!? Pensa Nova pensa! Trovato!”.

“ D’accordo, ti darò le spille.”.

Nova si staccò lentamente una spilla dalla maglia e fece per porgerla al ragazzo; all’ultimo istante, però, lanciò la spilla in aria e gridò:

“ Ehi! C’è una spilla che sta cadendo a terra!”

“ Maledetta!”.

In un attimo tutti i candidati si lanciarono nella mischia per prenderla; approfittando della ressa, Nova strappò le tre spille al ragazzo e corse via:

“ E con questa siamo a dieci!”.

La ragazza corse verso il preside, vicino al quale si erano disposti anche Rose, Thomas, Edgar ed il misterioso spadaccino:

“ Ci siamo tutti!”

Lo sconosciuto incappucciato le rispose sbeffeggiandola:

“ Già, tu sei l’ultima del nostro gruppo; sei piuttosto debole nel combattimento.”

“ Hai ragione, sai, a differenza tua io rifletto con la testa e non agito a caso una spada come qualcun altro.”.

Rose allora afferrò il cappuccio del giovane e glielo tirò giù, rivelando due occhi blu come il cielo e dei capelli bianchi lisci raccolti in una coda di cavallo simile a quelle dei samurai:

“ Smettila di fare lo sbruffone e presentati, oppure te la faccio ingoiare quella spada.”

“ Va bene, se proprio ci tenete; mi chiamo Jade Morrison, piacere di conoscervi.”.

 

Dopo qualche minuto il preside annunciò la fine dell’esame: tre furono i gruppi che riuscirono a passare la selezione:

“ Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla selezione ed auguro ad ognuno di voi un futuro radioso.”

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Capitolo 3
*** Primo giorno ***


Dal giorno della prova era passata ormai una settimana; Nova, come del resto tutti gli altri neo studenti, aveva informato sua madre riguardo la sua ammissione, tralasciando tuttavia le modalità dell’esame e la vera natura dell’istituto; la madre, anche se stupita dalla notizia, aveva di buon grado accettato che la figlia si stabilisse nel dormitorio scolastico, ritenendo che per la giovane sarebbe stato più semplice frequentare le lezioni abitando in un posto più vicino. Una telefonata aveva informato Nova sulla data e sull’orario di inizio delle lezioni. Fu così che la ragazza aveva iniziato la sua carriera nella nuova scuola.

 

Il primo giorno di scuola, Nova balzò giù dal letto piuttosto in anticipo; aveva paura che, non conoscendo ancora bene la strada per l’istituto, si sarebbe potuta perdere lungo il tragitto. Cercando di non fare troppo rumore, svegliò anche Rose che, per una fortuita coincidenza, le era stata assegnata come compagna di stanza:

“ Rose, svegliati dai, dobbiamo andare o faremo tardi a lezione.”

“ Ancora 5 minuti…”

“ Avanti, alzati.”

“ Uffa, e va bene.”.

Rose si alzò lentamente dal letto sbadigliando ed andò a prepararsi; finito di vestirsi, le due scesero nella mensa del dormitorio per fare colazione; ad aspettarle, già svegli e pimpanti, c’erano Thomas, Edgar e Jade:

“ Ben svegliate.”

“ Anche voi mattiniere.”

Rose, ancora mezza addormentata, commentò:

“ Come fate ad essere già così arzilli di prima mattina?”

“ Sbrigati a fare colazione, bella addormentata, o rischi di fare tardi.”.

Rose e Nova presero due caffè con un paio di brioche dal buffet e tornarono al tavolo; mentre mangiavano, i cinque ragazzi iniziarono a discutere riguardo la loro nuova vita. Thomas, il più informato, fu il primo a parlare:

“ Allora, avete già letto l’opuscolo che vi hanno dato?”

“ Sì”

“ Ci ho dato una lettura veloce.”

“ Neanche aperto.”

“ Non so neanche di cosa parli.”

“ Dell’opuscolo riguardante i corsi che seguiremo. Sembra che, oltre alle normali lezioni presenti in ogni scuola, ci siano corsi di autodifesa, informatica, francese, tedesco, russo, spagnolo, linguaggio del corpo e legge; inoltre è obbligatorio frequentare almeno un corso extra.”

“ Quali sarebbero le possibilità?”

“ Vediamo, se non sbaglio c’è un corso per imparare a sparare, uno di combattimento corpo a corpo, uno di lotta con le armi bianche, uno di spionaggio ed infiltrazione, uno riguardante l’uso e il disinnesco di esplosivi e, infine, un corso di chimica avanzata.”.

Rose allora esclamò:

“ Combattimento corpo a corpo è la mia specialità.”

Jade proseguì:

“ Le armi bianche includono le spade, direi che è l’ideale per me.”

E Thomas:

“ Chimica avanzata sarà un giochetto.”

Edgar concluse:

“ Corso sulle bombe, sto arrivando.”

Vedendo che tutti avevano già le idee chiare, Nova si sentì davvero fuori posto: lei non era brava in nessuna di quelle cose e di certo non sapeva sparare; andando per esclusione, decise di frequentare il corso di spionaggio, sperando di riuscire almeno in quello.

“ Sarà meglio incamminarci o faremo tardi.”

“ D’accordo.”.

 

I cinque ragazzi arrivarono alla loro nuova scuola in poco più di dieci minuti; una grande folla radunatasi davanti all’entrata, tuttavia, impedì loro di avanzare:

“ Chissà a cosa è dovuta tutta questa ressa?”.

Nova, curiosa, domandò a qualcuno cosa stesse accadendo:

“ Sembra che un ragazzo del primo anno stia minacciando uno del secondo con un coltello.”

“ Ma è terribile! Bisogna fermarlo!”.

Una voce allora esclamò:

“ Non ce n’è bisogno.”

Si fece avanti un ragazzo con una folta capigliatura rossa leggermente mossa sulle punte e due occhi di fuoco:

“ Jack non avrà problemi a sistemare quel tipo.”

“ Jack? E chi sarebbe?”

“ Guarda laggiù, bellezza, e la capirai.”

“ Bellezza?”.

Leggermente imbarazzata, Nova distolse lo sguardo dal ragazzo, voltandosi verso i due ragazzi che duellavano; si stupì nel riconoscere lo studente del secondo anno: era quello che il giorno dell’esame le aveva dato indicazioni per raggiungere la palestra.

Il suo avversario, un energumeno armato di coltello, gli si lanciò contro tentando di trafiggerlo al petto; un istante prima di essere colpito, però, Jack afferrò il polso del gigante e, immediatamente dopo, il suo gomito, sollevandolo e scaraventandolo. A causa dell’urto, il coltello volò per aria, piantandosi poi nel terreno affianco al volto del giovane sfidante:

“ Deludente, molto deludente; sai, prima di sfidare qualcuno con molto più esperienza di te, dovresti assicurarti di studiarlo e di valutare le tue possibilità di successo.”.

Jack si fece largo tra la folla, raggiungendo il ragazzo che poco prima aveva parlato con Nova:

“ Andiamo Claude, o faremo tardi a lezione.”

“ Non credi di esserci andato troppo leggero con quel tipo?”

“ Avrei potuto rompergli il braccio mentre lo lanciavo a terra ma non mi pareva il caso.”.

Il giovane posò suoi occhi penetranti su Nova e continuò:

“ Dopotutto, almeno per il loro primo giorno di scuola, i nuovi studenti dovrebbero presentarsi al massimo della forma, vero, signorina Starling?”

“ Ah, certo. Immagino che tu sia Jack; piacere, io sono Nova. Sei stato incredibile.”

“ Se pensi che quello che ho fatto ora sia speciale, allora non conosci bene né me…”

Jack e Claude superarono la ragazza dirigendosi verso l’entrata:

“ Né tuo padre.”.

Quelle parole smossero l’animo di Nova: cosa intendeva dire Jack con quelle parole? Chi era in realtà? Come conosceva suo padre? Queste erano le domande che attanagliavano la sua mente. La tensione accumulata, tuttavia, si dissipò quando Rose la richiamò:

“ Nova, andiamo o faremo tardi a lezione!”

“ Sì, arrivo!”.

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Capitolo 4
*** la prima lezione! ***


Nova fu l’ultima ad entrare in classe; la prima cosa che fece fu guardare in faccia le quattordici persone con cui avrebbe trascorso l’anno scolastico; escludendo i membri del suo gruppo, quasi nessuno dei presenti sembrò mostrare qualche qualità particolare; due persone, tuttavia, attirarono la sua attenzione: il primo era un ragazzo piuttosto alto, con una carnagione piuttosto scura, le spalle larghe, due occhi marroni e una capigliatura riccia color cenere; i muscoli delle sue braccia e delle sue spalle, se paragonati a quelli del resto del corpo, erano di gran lunga più sviluppati; la seconda, invece, era una ragazzina piuttosto minuta con dei lunghi capelli rosa raccolti in due trecce e un paio di occhi violetti; ciò che la colpì fu il lungo contenitore di forma cilindrica che aveva appoggiato al suo banco:

“ Non so perché ma sento che quei due sono pericolosi.”.

Fu allora che il professore entrò in classe: era un uomo di mezza età con i capelli neri a spazzola, gli occhi verdi e vestito tutto di nero:

“ Ai vostri banchi, ragazzi.”.

Tutti i presenti si sedettero al loro posto:

“ Mi presento, io sono Ralph Burton e da oggi sarò il vostro insegnante di autodifesa; sotto la mia guida apprenderete le basi del combattimento corpo a corpo; adesso farò l’appello, dopodiché ci trasferiremo nella palestra per la lezione. Vi prego di portarvi un quaderno e una penna.”.

Tramite l’appello, Nova scoprì che i nomi dei due ragazzi che l’avevano messa in allarme: Joshua Parker e Angela Harrison. 

Arrivati in palestra, il professore esclamò:

“ Chi di voi ha già qualche esperienza nel combattimento a mani nude?.”.

Sei ragazzi si fecero avanti; tra di essi erano compresi Rose, Jade e Joshua:

“ Bene, è un numero accettabile; solo voi parteciperete al primo esercizio.”.

Thomas allora domandò:

“ E noi altri cosa facciamo, professore?”

“ Coloro che non sanno combattere sarebbero solo d’intralcio in una lotta; non ho bisogno di persone inutili nella mia palestra per cui sedetevi da qualche parte mentre gli altri si esercitano.”.

Quelle parole irritarono la maggior parte dei ragazzi che, offesi, si misero a borbottare maldicenze sul professore mentre sedevano ai lati della palestra; Nova, invece, sembrava perplessa:

“ Nessun professore direbbe mai cose del genere ad un proprio studente; questo è un corso di autodifesa quindi è naturale che alcuni non sappiano combattere all’inizio; lui, però, ha preso con sé solo chi già sapeva farlo e ha lasciato gli altri in disparte.”.

Seguendo le istruzioni dell’insegnante, i sei studenti si divisero in in tre gruppi da due:

“ A turno i due componenti di ogni squadra si affronteranno sul tatami; voglio che non vi tratteniate per nessun motivo.”.

I primi due che si fecero avanti furono Jade e un altro ragazzo: quest’ultimo aveva una corporatura nella media ed una folta criniera rossiccia che nascondeva i suoi occhi:

“ Se non sbaglio quel tipo si chiama Lawrence. Non l’avevo notato prima ma i muscoli delle sue gambe sembrano piuttosto allenati. Stiamo a vedere cosa succede.”

Jade assunse la sua posa da combattimento: allargò leggermente le gambe, arretrando il braccio e la gamba destri e portando avanti quelli sinistri. Lawrence, invece, iniziò a saltellare sul posto aumentando costantemente il ritmo; dopo qualche secondo si lanciò contro il suo avversario tentando di sferrargli un calcio al fianco; nell’istante in  cui alzò la gamba destra per colpire, tuttavia, sfruttando la sua maggiore velocità, gli sferrò un sinistro appena sotto il ginocchio, facendogli perdere l’equilibrio; dopodiché tentò di sferrargli un destro allo stomaco ma Lawrence, dandosi una spinta all’indietro con la gamba sinistra, riuscì a scansare l’attacco:

“ Sono entrambi piuttosto bravi.”.

Jade si scagliò contro il suo avversario tentando di colpirlo con un sinistro seguito subito da un gancio destro ma il suo sfidante li scansò entrambi assestandogli poi un calcio sinistro al fianco; anche se leggermente sbilanciato, Jade continuò ad attaccarlo con una raffica di colpi al corpo tenendosi il più vicino possibile al ragazzo; quest’ultimo tentò di reagire con qualche pugno ma i suoi colpi erano troppo leggeri; quando provò a sferrare un calcio, il suo avversario gli afferrò la gamba, eseguendo poi una spazzata per far cedere l’altra; Lawrence crollò a terra e Jake lo bloccò a terra:

“ Il combattimento è finito!”.

Il professore si voltò verso i nove studenti seduti e li squadrò uno per uno; tra sé e sé pensò che solo Nova aveva compreso lo scopo dell’esercizio; la ragazza, infatti, stava scrivendo sul suo quaderno un resoconto del combattimento appena avvenuto, includendo punti di forza e di debolezza dei due combattenti e le mosse che avevano usato:

“ Ora capisco lo scopo dell’allenamento: per far imparare a coloro che sono privi di esperienza, li sta facendo assistere a dei combattimenti tra persone della loro stessa età.”.

“ Avanti i prossimi.”.

Rose e un altro studente si fecero avanti:

“ Rose e Alan; bene, iniziate!”.

Il giovane si scagliò contro la ragazza tentando di sferrare un gancio ma Rose si abbassò, evitandolo, e provò a colpirlo con un pugno al petto; Alan però lo bloccò portando le braccia al petto appena in tempo; Rose, allora sferrò un calciò verticale dal basso, spingendo le braccia del suo avversario verso l’alto; in un istante, eseguendo un balzo, gli sferrò un calcio rotante aereo al collo, facendolo crollare a terra. Sia l’insegnante che i presenti rimasero colpiti dalla scena:

“ Incredibile! Rose è formidabile! Vorrei riuscire anche io a fare cose del genere.”.

“ Bene, avanti l’ultima coppia: Joshua e Kyle.”.

I due ragazzi salirono sul tatami; Kyle era un ragazzo di corporatura media con un fisico scolpito,  una capigliatura bionda a punta e due occhi marroni chiarissimi:

“ Il fisico di quel ragazzo sembra più equilibrato anche se meno sviluppato rispetto a quello di Joshua… sono curiosa di vedere chi vincerà.”.

Appena il professore diede il via, il gigante posizionò le braccia davanti al petto assumendo una posizione di guardia. Kyle gli si lanciò contro assestandogli un calcio al fianco destro, seguito subito da un pugno al mento; Joshua, tuttavia, anticipò quest’ultimo sferrando un pugno al ragazzo in pieno volto e spingendolo via. Il gigante poi si lanciò all’attacco; Kyle, però, decisamente più veloce, con una scivolata gli passò in mezzo alle gambe, e, spiccando un balzo, gli afferrò la testa tirandola verso di sé:

“ Arrenditi o finirò per spezzarti il collo.”

“ Chi è che dovrebbe arrendersi?”.

Lasciandosi cadere all’indietro, Joshua schiacciò Kyle a terra con il suo corpo; subito dopo si rialzò sollevando il ragazzo per il collo ed iniziando a stringere; dopo pochi secondi il suo avversario iniziò a battere con il palmo sulle sue braccia:

“ Mi arrendo… basta… lasciami.”

“ Ma come? Non eri tu quello che parlava di rompere il collo.”.

Kyle continuò a dare dei colpetti sulle braccia di Joshua tentando di liberarsi ma il gigante nemmeno li sentiva. Quando ormai il giovane era sul punto di perdere conoscenza, un pugnale arrivato dal nulla causò un taglio sulla guancia di Joshua, facendogli mollare la presa e piantandosi nella parete:

“ Calma i bollenti spiriti, gigante; per essere il primo giorno stai un po’ esagerando.”.

A lanciare il pugnale era stato un ragazzo snello con i capelli neri piuttosto corti; aveva due zaffiri per occhi ed indossava un paio di occhiali con la montatura nero, una giacca ed un pantalone del medesimo colore; appena lo vide, il professore esclamò:

“ Hide, sai bene che è vietato l’uso delle armi al di fuori degli allenamenti.”

“ Mi scusi professore ma, dato che lei esitava ad intervenire, ho preferito farlo io prima che quel tipo ci lasciasse le penne.”

“ Per questa volta la passi liscia, in fondo è stata una mia mancanza. Joshua, vacci piano la prossima volta; è solo un allenamento, non una sfida all’ultimo sangue.”.

Il professore, rivolgendosi a tutti i presenti, disse:

“ Voi tornate in classe mentre porto Kyle in infermeria.”.

L’insegnante si caricò lo studente sulle spalle ed uscì dalla palestra. Immediatamente Joshua si avvicinò furioso al nuovo arrivato:

“ Ehi, tu, microbo, come hai osato ferirmi!”

“ Non ti scaldare, gigante, o il prossimo coltello te lo ficco dove non batte il sole.”

“ Insolente!”.

Il gigante provò a colpire il ragazzo con un pugno ma lui lo scansò senza difficoltà e gli puntò un pugnale alla gola:

“ Ne hai ancora di strada da fare; fosse stata una vera lotta, saresti morto.”.

Hide rinfoderò il suo pugnale e si allontanò verso l’uscita; si fermò proprio sulla porta:

“ Dimenticavo di presentarmi: sono uno studente del secondo anno, sezione A; il mio nome è Hide Evans, piacere di conoscervi.”

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Capitolo 5
*** in cerca di una strategia! ***


“ Ma chi era quel tipo?”.

Sentendo Nova porsi questo quesito, Thomas le si avvicinò rispondendole:

“ Hide Evans, studente del secondo anno e attuale quarto classificato.”

“ Di che classifica parli?”

“ Ah, è vero, a te non l’ho ancora spiegato; facendo domande qua e là ho scoperto l’esistenza di una graduatoria scolastica.”

“ E in base a cosa sono classificati?”

“ Livello di abilità acquisite, doti particolari e voti nelle diverse materie; gli studenti dal venti in su sono i più promettenti, quelli che hanno più probabilità di essere arruolati dal governo subito dopo il diploma.”

“ Wow, sembra interessante; vorrei tanto incontrare i primi in classifica per vedere che facce hanno.”

“ In realtà, li hai già visti: il primo in classifica è il ragazzo che ha disarmato il tipo con il coltello questa mattina; se non sbaglio il suo nome è Jack Blain. Il tipo dai capelli di fuoco che è andato via con lui, invece, era il terzo in classifica: Claude Elton.”

Ricordando gli avvenimenti di quella mattina, i dubbi riguardo a suo padre tornarono ad attanagliare la mente di Nova; ben presto, però, problemi più immediati la impegnarono; tornati in classe, infatti, gli studenti trovarono un avviso da parte del professor Burton:

 

Tra una settimana esatta a partire da oggi,

si terranno i seguenti duelli corpo a corpo:

Rose vs Angela

Kyle vs Simon

Jade vs Terence

Lawrence vs Edgar

Alan vs Thomas

Joshua vs Nova.

Non accetterò obiezioni!

 

Nova entrò nel panico assoluto: come avrebbe fatto lei, che non aveva mai partecipato ad un combattimento, ad affrontare un gigante come Joshua? Questa domanda la perseguitò per le ore successive, impedendole di seguire uno qualsiasi degli altri corsi.

Non appena finirono le lezioni, cercando di non darsi per vinta, la ragazza trascinò Rose per un braccio fin dietro il dormitorio; lì, dotato di vari strumenti appartenenti alla vecchia scuola, vi era un campo di addestramento:

“ Mi vuoi spiegare perché mi hai trascinato qui con tutta questa foga?”

“ Ho assolutamente bisogno del tuo aiuto!”

“ Stai parlando della sfida della settimana prossima?”

“ Sì, ho bisogno che tu mi insegni a combattere.”

“ Impossibile.”

“ Perché dici così prima ancora di averci provato?”

“ Il tuo corpo è relativamente fragile rispetto al mio e servirebbe troppo tempo per irrobustirlo ed insegnarti ciò che so.”

“ Non ti chiedo di trasformarmi in una campionessa di arti marziali; mostrami solo come tirare qualche pugno e calcio in modo che io possa difendermi da quel gigante.”

“ Temo che non sarebbero sufficienti.”

“ Allora non ho davvero nessuna speranza?”

Nova si disperò al pensiero di cosa le sarebbe accaduto sette giorni dopo.

“ Non ho detto questo.”

“ Allora c’è una speranza!?”

“ Forse. Come ho detto prima, sei di costituzione relativamente fragile quindi non puoi basarti sulla forza per una strategia, ma sei anche veloce e questo è un punto a tuo favore. A proposito, ho visto che durante la lezione scarabocchiavi qualcosa su un taccuino, stavi prendendo appunti su chi combatteva, vero?”

“ Sì, esatto.”

“ Bene e dimmi, cos’hai scritto riguardo a Joshua?”

Nova prese il suo quaderno ed iniziò a leggere:

“ Il gigante Joshua possiede una grande forza nelle braccia e nelle spalle; la sua guardia è molto solida ma lascia scoperta la parte inferiore del corpo; a causa della sua corporatura, non è dotato di grande velocità ma la sua resistenza al dolore è notevole.”

“ Wow, un’analisi veramente dettagliata. Da ciò che hai scritto, direi che basarsi sulla velocità sia la cosa giusta.”

“ Quindi cosa dovrei fare?”.

Rose rimase in silenzio per qualche istante, dopodiché esclamò:

“ Non ne ho idea.”

“ Tra una settimana ci sarà il mio funerale.”

“ Non dovresti darti per vinta così facilmente; io conosco solo il judo, è possibile che gli altri stili di lotta ti possano aiutare.”

“ Davvero?”

“ Certo; inoltre, anche se non trovassi nulla, sono certa che in qualche modo tu riusciresti a cavartela.”

“ Come fai a dirlo?”

“ Perché ti ho osservata all’esame; ammetto che all’inizio ho pensato che non saresti riuscita a superare la prova e che saresti stata scartata subito; mi sono dovuta ricredere, però: quel giorno hai analizzato la situazione, focalizzato il tuo obbiettivo ed hai trovato la tua via verso la vittoria; hai un grande coraggio dentro di te, accompagnato da un’astuzia insuperabile; per questo sono certa che riuscirai a farcela.”.

Nova rimase colpita da quelle parole: nonostante la conoscesse solo da pochi giorni, Rose riponeva il lei più fiducia di chiunque altro avesse mai fatto. Istintivamente l’abbracciò.

“ Grazie, è bello sapere che hai tanta fiducia in me.”

Rose rispose all’abbraccio:

“ Di niente. Sarà meglio andare ora.”

“ Dove?”

“ Non ricordi? Dobbiamo iscriverci ad uno dei corsi extra; il professor Remington ce l’ha ricordato oggi.”

“ Chi?”

“ Ma dove cavolo eri stamattina con la testa?”

 

Mentre camminavano verso la segreteria della scuola, Rose raccontò a Nova tutto ciò che si era persa di quella giornata: le parlò dell’arcigno professor Bodler, insegnante di russo, del pacato e precisissimo Remington, di madrelingua inglese, ed infine di Archer, un insegnante di informatica molto solare con dei buffi capelli color platino.

Arrivati a destinazione, le ragazze trovarono una lunga fila di gente che attendeva di iscriversi:

“ Mi sa che resteremo qui per un bel po’.”

 

Terminata le iscrizioni, Rose e Nova si separarono: la prima decise di andare a fare un giro nei dintorni; la seconda, invece, tornò al campo di allenamento per tentare di elaborare una strategia. Per quanto si sforzasse, tuttavia, non riusciva a pensare a niente. Ad un tratto, però, una voce interruppe la sua meditazione:

“ Ho sentito che sei nei guai, matricola.”.

Nova si voltò verso il suo interlocutore, riconoscendo il volto di Jack:

“ Che ci fai qui?”

“ Anche io vivo in questo dormitorio, è tanto strano che io sia qui? Piuttosto, ho saputo che dovrai affrontare un certo Joshua la settimana prossima. Da quello che mi ha detto Hide, è un tipo piuttosto pericoloso.”

“ Ti stai preoccupando per me?”

“ Perché dovrei? Non sono né tuo fratello né tuo padre; dico solo che non riusciresti a batterlo neppure usando una spada.”

“ Simpatico…”

“ Eppure, una cosa per aiutarti voglio dirtela: ciò che dovevi sapere per battere quel tipo ti è già stato insegnato.”

“ Già, peccato che io non abbia prestato molta attenzione alle lezioni di oggi…”

“ E chi ha parlato di oggi?”.

Senza dire altro il giovane si allontanò:

“ Ehi, aspetta! Uffa, quel tipo è proprio strano! Appare dal nulla, parla per enigmi e se ne va senza la minima spiegazione. Cosa diavolo voluto dire con quelle parole? Escludendo oggi, l’unica altra volta in cui sono stata in questa scuola è stata quando ho sostenuto l’esame; ripensandoci, di quell’esame un elemento non mi convince: il preside ha già una certa età eppure ha voluto lui stesso partecipare all’esame… chissà cosa voleva dimostrare? Ammetto, però, che, per essere un vecchietto, è un tipo piuttosto arzillo: ha scaraventato Jade a terra senza la minima difficoltà… Ci sono! Ho capito! Ecco la lezione che non avevo compreso!”.

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Capitolo 6
*** il giorno della sfida! ***


Quella settimana volò via come il vento ed il giorno prestabilito per la seconda sessione di allenamento giunse in un lampo; come una replica della precedente lezione, il professore condusse gli studenti in palestra e chiamò a sé coloro che avrebbero combattuto, lasciando gli altri seduti in disparte.

Rose sconfisse la sua avversaria senza nessuna difficoltà e, scendendo dal tatami con fare leggermente scocciato, si avvicinò a Nova:

“ Sei stata incredibile, Rose.”

“ Ti sbagli, è quella ragazza, Angela, che è strana; non ha fatto nulla, è rimasta immobile a farsi prendere a pugni senza reagire.”

“ Davvero? Io pensavo che fosse perché non riusciva a reagire.”

“ Questa cosa mi fa arrabbiare, è come se mi avesse presa in giro! Basta, meglio cambiare discorso. Allora, hai trovato una strategia?”

“ Certo.”

“ Sono curiosa, cosa ti inventerai?”

“ Rose, se tu dovessi affrontare un vecchio zoppo col bastone in duello, temeresti mai di perdere?”

“ Beh, direi di no, come farei a perdere con uno che si regge a malapena in piedi???”

“ Ma se ti dicessi che quel vecchietto è zoppo, e quindi obbligato ad usare un bastone, solo perché è un allenatore di judo, riterresti ancora impossibile una tua sconfitta?”

“ Beh, inizierei ad avere dei dubbi… Aspetta, non mi vorrai dire che…?”

“ Esatto; batterò Joshua facendogli credere in qualcosa di completamente sbagliato e, quando abbasserà la guardia, lo coglierò di sorpresa con un attacco fulmineo.”

Rose sorrise:
“ Complimenti, gran bel piano. Come ti è venuto in mente?”

“ Ho solo ripensato all’esame d’ammissione: il preside sembrava un uomo vecchio e stanco a prima vista, invece si è rivelato essere una furia. Probabilmente ha partecipato all’esame proprio per farci capire che dobbiamo diffidare dalle apparenze.”

“ Allora quel vecchietto, oltre che forte, è anche saggio.”

I due scontri successivi furono completamente a senso unico e videro Kyle e Jade vincitori:

“ Bene, avanti la quarta coppia: Lawrence ed Edgar.”

Ripensando allo scontro della settimana precedente tra Jade e Lawrence, Nova si domandò quante possibilità avesse il suo amico di vincere; Rose esclamò:

“ Data la sua bassa statura e la sua corporatura, Edgar è molto svantaggiato; è come se fosse un gigantesco bersaglio gigante per i calci di quel tipo.”

“ Schietta come sempre, vero miss pugno di ferro?”

A parlare era stato Jade, avvicinatosi alle ragazze per osservare l’incontro assieme a loro:

“ Ho solo detto la verità.”

“ Edgar potrà anche essere in carne e basso ma c’è un tipo di lotta in cui questo non ha molta importanza.”

“ Parli del sumo?”

“ Esatto. Edgar mi ha detto che avrebbe adottato una strategia basata su questo sport, quindi non lo darei per spacciato.”

“ Stiamo a vedere allora.”

Edgar e Lawrence salirono sul tatami e si prepararono alla lotta; il primo piegò le ginocchia allargando le gambe e posizionò i pugni chiusi a terra; Lawrence, invece, dopo aver iniziato a saltellare sul posto, si lanciò contro di lui tentando di approfittare della sua posizione per sferrargli un calcio al volto. Edgar, tuttavia, incassò il colpo senza problemi e fece un balzo in avanti provando di afferrare il suo avversario; Lawrence, però, scattò di lato, sferrandogli un calcio alla schiena, spingendolo a terra. Rose, Jade e Nova rimasero di sasso:

“ Ha perso con solo due colpi!”

“ Beh, in effetti, ora che ci penso, nel sumo non si eseguono mai scatti veloci come quelli di Lawrence; questo deve averlo spiazzato…”

“ In pratica è andato a farsi battere senza nemmeno pensare a come vincere…”

“ Senza speranza, è proprio senza speranza.”.

Sorte migliore non toccò a Thomas che, affrontando Alan nel duello successivo, venne steso con un solo pugno:

“ Nova, vai tranquilla a combattere, non potrai certo fare peggio di quei due.”.

Non appena la ragazza salì sul tatami, ritrovandosi davanti a quel gigante di Joshua; una tensione enorme la raggiunse facendola tremare:

“ Devo calmarmi. Ho un piano e, se andrà bene, riuscirò a vincere. Il problema sarà se fallirò, non avrei altre possibilità. Basta, non devo indugiare! Tre colpi, mi servono solo tre colpi per vincere, posso farcela!”.

“ Iniziate!”.

Joshua si lanciò contro Nova come una furia, convinto di riuscire a concludere in fretta quella pagliacciata; provò a sferrarle un destro al viso ma, all’ultimo istante, la ragazza si abbassò facendo un passo avanti e, ritrovatasi davanti al fianco scoperto del suo avversario, lo colpì un gancio sinistro, scattando poi di lato ed allontanandosi. Non avendolo pressoché sentito, Joshua riprese la sua carica, tentando questa volta un sinistro ma Nova ripeté la stessa mossa di prima, sferrandogli un destro alla coscia ed allontanandosi di nuovo:

“ Due, ne manca uno!”.

 

Rose e Jade, che osservavano lo scontro, sembravano in pensiero; la ragazza commentò:

“ è inutile, i suoi colpi sono troppo leggeri, non possono abbattere quel gigante.”

“ Ti sbagli; c’è una mossa che, anche con poca forza, potrebbe causare ingenti danni.”

“ Di che mossa parli?”

“ Potrei paragonarla ad un colpo di spada.”.

 

Joshua, resosi conto che continuare a sferrare colpi al volto non avrebbe portato a niente, decise di cambiare strategia, mirando al bersaglio grosso. Si lanciò contro Nova e, aspettandosi che la ragazza provasse nuovamente a schivare avanzando, le sferrò un colpo al petto:

“ C’è cascato!”.

Nova fece un passo indietro, facendo poi un salto verso il volto di Joshua che, sbilanciatosi a causa dell’eccessiva spinta datasi, stava rischiando di cadere:

“ Assaggia il mio colpo di spada!”.

Fu allora che la ragazza, proprio mentre il suo avversario stava appoggiando una mano a terra per non cadere, gli sferrò un colpo alla gola con il taglio esterno della mano. Come fosse stato privato della forza, il gigante crollò al suolo, lasciando esterrefatta tutta la palestra. Persino il professore faticò a credere a ciò che era successo. Tentando di non dare a vedere il suo stupore, spiego cos’era successo:

“ Ecco ciò di cui parlavo, un colpo portato a quel modo necessità solo di velocità e precisione per infligge gravi danni; la gola, inoltre, è uno dei punti più sensibili che esistano: un colpo con precisione in quel punto potrebbe causare persino la morta per chi lo subisce.”

“ Non dovremmo chiamare un’ambulanza allora?”

“ Non ce n’è bisogno; i muscoli del collo di quel gigante sono molto sviluppati, sicuramente avranno attutito l’impatto; il colpo di Nova, inoltre, era troppo impreciso per causare dei danni davvero gravi; due attacchi sferrati per indurre il proprio avversario a sferrare un pugno particolare con la convinzione di andare a segno per sbilanciarlo ed un unico, fulminante colpo per stenderlo; questa strategia è davvero ottima, soprattutto per qualcuno che non ha mai combattuto in una vera battaglia.”.

Nova non poté crederci: c’era riuscita, aveva portato a termine il suo piano ed aveva vinto; la gioia la riempì completamente, facendole sprizzare felicità da tutti i pori:

“ Ce l’ho fatta!!!”.

Il professore, osservando Nova, non poté fare a meno di sorridere:

“ è proprio vero, sai, Vincent, tua figlia ti somiglia molto; ha il tuo stesso acume, la tua grande e persino il tuo stesso sorriso; beh, mi auguro di essere all’altezza e di riuscire ad addestrarla nel miglior modo possibile; chi lo sa, un giorno potrebbe forse superarti.”.

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Capitolo 7
*** amicizia? ***


Dopo quell’incredibile duello, la lezione di autodifesa terminò; il professore congedò gli studenti dando loro alcune indicazioni:

“ Per ora con i duelli abbiamo finito; dalla settimana prossima procederemo con l’allenamento vero e proprio; vi ricordo che oggi pomeriggio iniziano i corsi extra, quindi vedete di essere puntuali.”.

Superate con qualche difficoltà le lezioni delle varie lingue straniere, Nova e Rose si recarono alla mensa scolastica per il pranzo; dopo aver preso da mangiare, si sedettero ad uno dei vari tavoli all’esterno dell’edificio:

“ Allora, pronta per affrontare il tuo corso extra?”

“ Diciamo di sì…”

“ Non sembri molto convinta.”

“ La verità è che non ho la più pallida idea di come possa essere il mio corso; l’ho scelto solo perché mi sembra l’unico in cui combattere non è strettamente necessario.”

“ Capisco, hai paura di non farcela.”

“ Già.”.

La ragazza emise un sospiro e si alzò da tavola:

“ Io non ho più fame. Manca ancora un po’ all’inizio del corso, andrò a fare una passeggiata per schiarirmi le idee.”.

Nova si incamminò lungo la strada che conduceva ai dormitori. In cuor suo sapeva che quella della spia di certo non era la vita che aveva sempre sognato; insomma, lei non aveva certo il fisico, la calma o l’intelletto necessario per disinnescare bombe, sopravvivere a sparatorie o altre missioni pericolose. Eppure, nonostante tutto, lei era lì; stava affrontando quella vita per aiutare la sua famiglia e lentamente stava tracciando la strada verso il suo futuro.

Rimuginando sui suoi pensieri, Nova non si accorse di essere aver già percorso tutto il sentiero che la separava dal dormitorio. A svegliarla da quello stato di meditazione fu una voce a lei famigliare:

“ Ho saputo che hai battuto il gigante, novellina, complimenti.”.

Solo allora Nova si accorse della presenza di Jack: era sdraiato sul prato, all’ombra del dormitorio:

“ Cosa vuoi da me questa volta?”

“ Solo sapere se i miei consigli ti sono stati utili.”

“ Ma di che diavolo di consigli parli? Mi hai parlato in un linguaggio incomprensibile!”

“ Hai ragione… ma secondo te perché l’ho fatto?”

“ Per farmi impazzire?”.

Fu allora che Jack scoppiò in una sonora risata:

“ No, non sono così sadico. L’ho fatto per farti imparare qualcosa: se ti avessi semplicemente detto come vincere, avresti battuto il tuo avversario ma non avresti appreso nulla.”.

Nova rimase spiazzata; in un istante ripensò alle parole che il ragazzo le aveva detto quel giorno e nessuna di esse era stata pronunciata per caso; sopraffatta dallo stupore, si rivolse a Jack con tono più pacato:

“ Ti ringrazio…”

“ Di nulla. Ora che questa questione è risolta, direi che possiamo passare alla prossima: quale corso hai scelto?”

“ Infiltrazione e spionaggio, perché vuoi saperlo?”

“ Per aiutarti.”

“ Perché vuoi aiutarmi?”.

Fu allora che Jack alzò lo sguardo al cielo e con tono solenne parlò:

“ Della guerra la saggezza portiamo nel cuore

siam forza, fierezza, coraggio ed onore.

Dopo aver pronunciato quelle parole, il giovane osservò il volto di Nova che aveva assunto un’espressione perplessa:

“ Chissà, in effetti non c’è ragione per cui io ti aiuti; forse sono solo un tipo caritatevole. Muoviti ora o faremo tardi al corso.”

“ Sei sei un tipo caritatevole, lo nascondi molto bene.”

“ Anche tu frequenterai il corso di infiltrazione?”

“ L’anno scorso ho già completato tutti i corsi; in attesa che aprano anche i corsi avanzati, dovrò pur far qualcosa, no?”.

Non sapendo cosa pensare, Nova decise che, almeno per il momento, lo avrebbe assecondato; i due giovani si incamminarono lungo la strada del dormitorio a ritroso. Dopo qualche secondo, Jack esclamò:

“ Lo spionaggio è l’arte di chi sa nascondere la propria presenza.”

“ Come?”

“ Vuoi essere preparata a questo corso, giusto?”

“ Sì.”

“ Allora ascolta ciò che ti dico: se vuoi davvero agire inosservato, devi annullare la tua presenza; devi attendere il momento più adatto per agire, quello in cui il tuo bersaglio non sospetta nulla; l’infiltrazione, invece, è l’arte di chi sa mentire: devi imparare a dire qualsiasi cosa, non importa quanto falsa, con la convinzione che essa sia vera.”

“ Non ci ho capito molto…”

“ Presto lo farai: il professor Severus è un tipo duro ma i suoi metodi sono efficaci.”

“ Chi è il professor Severus? Se non sbaglio il cognome del nostro insegnante è Abigor.”

“ Wilson Severus Abigor è il suo nome per intero; non gli piace essere chiamato con il suo secondo nome; per questo è divertente farlo.”

“ Da come parli, intuisco che lui non ti sopporti…”

“ Quasi nessuno dei professori mi sopporta.”

“ Come hai fatto ad essere promosso?”

“ Se hai talento, non importa quanti nemici avrai, riuscirai sempre a cavartela.”

“ Superbia è il tuo secondo nome…”

“ Mettimi alla prova.”

“ Va bene: mostrami cosa sai fare.”.

Jack allora estrasse dalla tasca un oggetto:

“ Guarda, ho trovato un portafoglio.”.

Nova si voltò e, vedendo cosa il ragazzo stringeva in mano, esclamò:

“ Ma quello è mio!”

Riprendendo l’oggetto, la ragazza pensò a quanto Jack fosse stato furtivo:

“ Insegnami.”

“ Non è così facile imparare ma, se mi stupirai nella prima prova come hai fatto nel duello, accetterò di insegnarti.”

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Capitolo 8
*** Presentazioni ***


Dopo aver camminato per diversi minuti, Jack e Nova arrivarono all’entrata di un boschetto non molto distante dalla scuola; in quella zona il suolo era in pendenza e la terra rocciosa che lo componeva piuttosto friabile:

“ Questo sarebbe il luogo dove si terrà il corso? Sembra piuttosto rischioso camminare in questa zona; c’è il rischio di cadere.”

“ Allenarsi in questo posto è già un insegnamento: non sempre si potrà agire in luoghi sicuri e favorevoli; bisogna sapersi adattare alle situazioni.”

“ In questa scuola c’è qualcuno che usa metodi d’insegnamento convenzionali?!”

Nova, non sapendo cosa aspettarsi, si guardò intorno; non vedendo nessun altro, si rivolse nuovamente a Jack:

“ Sei sicuro che questo sia il posto giusto? Non vedo nessuno studente o insegnante qui”

“ Quattro.”

“ Come?”

“ Ci sono cinque persone che ci osservano nascoste non troppo lontane da qui.”.

La ragazza guardò nuovamente intorno a lei ma non notò nulla:

“ Bene, dato che non vogliono venire fuori, vediamo di stanarli!”.

Jack estrasse improvvisamente dalla tasca una pistola e, senza pensarci neanche per una frazione di secondo, sparò un proiettile verso il cielo:

“ Ehi, ragazzini, uscite fuori o la prossima pallottola ve la pianto in testa!”.

Fu allora che cinque ragazzi uscirono dai loro nascondigli: due, piuttosto in carne, si erano nascosti in dei cespugli, un altro nel tronco vuoto di una quercia e un’altro ancora si era arrampicato su uno degli alberi più alti:

“ Vacci piano amico, non vogliamo certo diventare dei colabrodo.”

“ Già, non ci servono buchi extra.”

“ Anche se era a salve, quel colpo mi ha fatto venire i brividi.”.

A quell’ultima affermazione, Jack puntò la pistola contro uno di loro e, con sguardo freddo come il ghiaccio, esclamò:

“ Non era un proiettile a salve; quei petardi sono un insulto per la mia Walther P38, non li userei mai.”.

I presenti sbiancarono di botto; il giovane che aveva la canna della pistola puntata contro, con il sudore che gli colava sulla fronte, disse:

“ Capisco ma ora puoi metterla via per favore?”.

Senza pronunciare altre parole, Jack estrasse un proiettile dalla tasca, sostituendo quello appena sparato, dopodiché rimise l’arma in tasca; Nova, osservando attentamente quel gesto, notò che, legate alla cintura, Jack teneva altre due pistole: una Smith & Wesson Modello 19 ed una Desert Eagle Mark XIX, entrambe tirate a lucido e probabilmente cariche:

“ Che tipo incredibile: ha sparato un colpo di pistola solo per spaventare quattro ragazzi e va in giro armato fino ai denti come se nulla fosse… Inizio a sospettare che sia pazzo.”

Dopo essersi calmato, alzando leggermente la voce, Jack si rivolse all’unica persona che ancora era nascosta:

“ Non pensa che sia giunto il momento di mostrarsi, professor Severus?”.

Fu allora che, quasi come fosse un miraggio, un uomo apparve: era molto alto e imponente, aveva dei lunghi capelli biondi raccolti a coda, una folta barba senza baffi, il viso squadrato ed un paio di occhiali da vista attraverso cui si notavano i suoi occhi ambrati. Indossava un paio di pantaloni neri ed un lungo cappotto marrone che lasciava in vista il colletto e le maniche della sua bianca camicia:

“ Mi levi tutto il divertimento, Jack… E comunque ti ho già detto di non chiamarmi Severus.”.

Gli studenti si avvicinarono al professore; uno di loro domandò:

“ Sarà davvero lei il nostro insegnante?”

“ Sì, esatto; mi presento: io sono Wilson Severus Abigor, professore di infiltrazione e spionaggio.”.

Nova e gli altri cinque ragazzi osservarono un po’ delusi il loro professore e si voltarono a fissare Jack; il ragazzo, perplesso, esclamò:

“ Perché mi guardate? Il vostro professore è dall’altra parte.”

“ è che…”

“ Si, insomma…”

“ Questo prof ci sembra un incapace.”.

Sia Jack che l’insegnante rimasero spiazzati da quell’affermazione; trattenendosi a stento dal ridere, il ragazzo disse:

“ Severus è bravo nel suo lavoro, vi insegnerà tutto ciò che dovete sapere.”

“ Però…”.

Il professore allora esclamò:

“ Però mi immaginavate diverso.”

“ Già; avevamo sentito che lei era un veterano del mestiere e che aveva partecipato a diverse missioni importanti da giovane…”

“ Ma il suo aspetto non ha nulla di speciale.”

“ Non ha cicatrici…”

“ Né muscoli…”.

L’insegnante allora, quasi divertito da quelle parole, estraendo dalla tasca 5 spille, domandò:

“ Se non mi ritenete adatto, che ne pensate di una prova?”

“ Che genere di prova?”

“ Semplice: chiunque di voi riuscirà a sottrarmi una di queste spille entro due ore avrà automaticamente superato il corso.”

“ Davvero?!”

“ Sarà una passeggiata!”.

Nova, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si fece avanti per porre una domanda:

“ Ma cosa c’entra il rubare una spilla con lo scopo di questo corso?”

“ Questa è un’ottima domanda: l’obbiettivo della maggior parte delle missioni di infiltrazioni è rubare documenti importanti oppure raccogliere informazioni; questo esercizio simula perfettamente entrambe le situazioni.”.

Il professore agganciò le cinque spille alla sua cintura:

“ Prima di iniziare, vorrei conoscere i vostri nomi.”.

Nova ascoltò con attenzione le presentazioni dei suoi compagni. Il primo era un giovane alto e piuttosto secco, con i capelli neri a spazzola ed un paio di occhiali da vista appoggiati sul suo naso stretto e affusolato; nei suoi occhi scuri si leggeva la sua grinta; indossava degli abiti tipici di chi vuole essere sempre comodo: una maglietta azzurra a maniche corte senza colletto, un paio di pantaloni neri ed una giacca della  tuta legata intorno al bacino quasi come se fosse una cintura:

“ Il mio nome è Simon Taker, classe 1A.”

“ Dicci qualcosa su di te.”

“ Vediamo… non ho molta resistenza ma…”.

Simon scattò verso il professore tentando di afferrare una delle spille ma il professore si scansò all’ultimo istante e, a causa della spinta eccessiva, il giovane cadde per terra:

“ … ma i tuoi scatti sono fulminei ed i tuoi attacchi improvvisi.”

“ Se lo sapeva già, perché mi ha fatto presentare?”

“ Sapersi dare una valutazione oggettiva è essenziale per chi vuole migliorare; io già conosco ognuno di voi ma voglio sapere come vi giudicate.”.

Uno degli altri ragazzi allora esclamò:

“ Secondo me è una perdita di tempo.”

A parlare era stato il ragazzo che si era nascosto in cima ad un albero poco prima dell’arrivo di Jack e Nova e che fino a quel momento non aveva aperto bocca: non era molto alto ma, anche se snello, mostrava un certo tono muscolare; sfoggiava una capigliatura d'argento a punta, una pelle molto chiara e due occhi color cobalto; indossava un lungo vestito nero e la parte inferiore del suo volto era coperta da una bandana:

“ Immagino che tu sia Shrade Lambert; il preside mi ha informato del fatto che tu hai frequentato la nostra scuola preparatoria negli ultimi tre anni; immagino che tutto ciò che ho detto ti sembrerà ovvio.”

“ Esatto; finora lei, esattamente come tutti gli altri insegnanti di questa scuola, non mi ha detto nulla che già non sapessi. Inoltre in quest’ultima settimana ho osservato tutti gli studenti e quasi nessuno di loro è al mio livello; qui sto solo perdendo il mio tempo!”.

Jack, irritato da quelle parole, esclamò:

“ Se davvero pensi di essere così bravo, perché non mi affronti in una sfida?”.

Shrade si voltò verso il suo interlocutore e, con tono di sfida, rispose:

“ Accetto volentieri; tu sei Jack, vero? Dicono che la tua mira sia infallibile ma, da quello che ho visto, direi che ti hanno sopravvalutato: due delle tue armi che hai usato, la Smith & Wesson Modello 19 e la Walther P38, sono superate ormai da molto tempo e questa è la prova di quanto poco tu ne sappia in questo campo.”.

Shrade estrasse due pistole, una Smith & Wesson Modello 500 e una Walther P99, e le puntò contro Jack:

“ Queste sono due tra le migliori pistole al mondo; surclassano di gran lunga le tue e nella nostra sfida mi porteranno alla vittoria!”

“ Se ne sei convinto, allora andiamo, forza. Lei è d’accordo, vero prof?”

“ Certo, perché no…”.

 

Senza voltarsi indietro, Shrade e Jack si allontanarono inoltrandosi nel bosco; Nova, rivolgendosi al professore, domandò:

“ Sarà davvero una buona idea lasciarli andare?”

“ Sono tipi in gamba, non abbiamo nulla di cui preoccuparci; piuttosto, è il tuo turno di presentarti.”

“ Ah, sì, mi scusi. Vediamo… mi chiamo Nova Starling e non credo di avere capacità particolari”.

I tre ragazzi mostrarono sorpresa sentendo il suo nome:

“ Tu sei la ragazza che ha battuto quel gigante di Joshua, sei un mito!”

“ Ma no, è stata solo fortuna…”.

Il prof Wilson commentò:

“ Vedo che hai già una certa fama.”

“ Ripeto, è stata solo fortuna.”

“ Non esiste la fortuna; non restate che voi due, avanti, presentatevi.”

“ Sì.”.

Il ragazzo a cui prima Jack aveva quasi sparato si fece avanti; era piuttosto massiccio, di media statura, con i capelli rasati cortissimi e gli occhi verde con due sopracciglia piuttosto folte; indossava una semplice maglietta nera a manichette corte ed un paio di pantaloncini corti color verde militare:

“ Io sono Trevor Feint; fino a poco fa avrei detto di essere bravo nel lancio del peso e del giavellotto ma immagino che anche in quel campo qui ci sia gente molto più brava.”

L’altro ragazzo continuò:

“ Vale lo stesso per me: mi chiamo Derek Roum e penso di essere abbastanza creativo.”

Aveva le spalle piuttosto larghe, lunghi capelli rossicci in disordine, la pelle scura, un grosso naso a patata e due piccoli occhi marroni; indossava una tuta blu con macchie d’olio motore qua e là:

“ Non demoralizzatevi; se seguirete gli insegnamenti dei vostri professori, migliorerete in fretta. Direi che le presentazioni sono finite; avanti, iniziamo!”

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Capitolo 9
*** sfide ***


Jack condusse Shrade nella parte più interna del bosco; lì, nascosti al resto del mondo dagli alberi, i due pistoleri si prepararono alla sfida; quando ancora non era partito nessun colpo, le rondini e gli altri animali, percependo un pericolo, si allontanarono. Jack prese un piccolo pacchetto nero dalla tasca e lo lanciò al suo avversario che, perplesso, chiese spiegazioni:

“ Che cos’è?”

“ Lì dentro ci sono i proiettili che useremo per la nostra sfida.”.

Shrade allora, curioso ma soprattutto ansioso di cominciare, aprì il contenitore e ne lasciò cadere il contenuto sulla sua mano: erano sei proiettili completamente neri e piuttosto leggeri:

“ Questi non mi sembrano veri proiettili; hai paura che ti uccida usando quelli reali?”

“ Quelle sono pallottole create dalla scuola apposta per gli allenamenti usando un materiale simile alla gomma. Non vale la pena di sprecare delle vere munizioni per un fuoco di paglia come te.”

“ Come mi hai chiamato!?”.

Shrade strinse i denti, inserì velocemente i proiettili nelle sue pistole e, puntandole contro il suo sfidante, con tono colmo di rancore e ansioso di rivalsa esclamò:

“ Preparati, sto per farti qualche buco extra.”.

Per nulla intimorito, Jack si decise ad estrarre una delle sue armi; prese la sua Smith & Wesson e la caricò con un singolo proiettile:

“ Ecco, sono pronto.”.

Irritato da quell’ulteriore provocazione, Shrade fece uno scatto all’indietro e sparò due colpi contro Jack; il primo proiettile, sparato dalla S & W si conficcò nell’albero alle sue spalle mentre il secondo, diretto alla sua spalla, venne scansato con grande abilità da Jack:

“ Non è così male come pensavo: ha capito cos’avrei fatto e si è mosso un istante prima che io sparassi… ma non ha importanza: ormai sono ad oltre quindici metri da lui e non ci sono possibilità che con un singolo proiettile riesca a centrarmi.”.

Shrade si piazzò dietro uno degli alberi e, senza esporsi troppo, controllò dove si trovasse il suo avversario; rimase stupito nel vedere che era ancora fermo, immobile, completamente allo scoperto, appoggiato con la schiena all’albero che poco prima aveva colpito e con un sorriso beffardo stampato in volto:

“ Ma cos’è, quel tipo è scemo?! è completamente esposto ad un attacco… beh, tanto peggio per lui!”.

Shrade si arrampicò sull’albero dietro cui era nascosto e, nascondendosi tra i rami, si avvicinò il più possibile a Jack; prese attentamente la mira:

“ Sei mio…”

Nell’istante in cui sporse la canna della sua pistola oltre le fronde dell’albero, tuttavia, un sasso gli colpì la mano, facendogli perdere la mira. In una frazione di secondo, prima ancora che Shrade potesse rendersene conto, un proiettile lo colpì in piena fronte; l’immediato stupore per essere stato centrato anche se perfettamente nascosto lasciò quasi subito spazio ad un dubbio: era stato colpito, di questo ne era certo, ma allora perché non sentiva dolore? Sì toccò la fronte ed immediatamente sentì sulla mano uno strano liquido denso: la sua mano, come la sua fronte, ora era ricoperta di vernice rossa.

“ Era un proiettile di pittura.”.

Sentendo improvvisamente quella voce, Shrade quasi cadde dal ramo e fu costretto ad aggrapparsi; si voltò e si stupì nel vedere Jack in piedi dietro di lui:

“ Non l’ho neanche sentito arrivare!”

Cercando di trattenere il suo stupore e di mostrarsi freddo, Shrade aprì i caricatori delle sue pistole, estraendo i proiettili:

“ Perché non hai usato una pallottola di gomma?”

“ Con una di quelle, ti avrei perforato la fronte e la tua carriera come agente del governo si sarebbe conclusa prima di cominciare.”.

Sentendo quelle parole, il giovane non poté fare a meno di sentirsi come una preda risparmiata dal cacciatore:

“ Immagino di doverti un favore…”

“ Vedo che il tuo atteggiamento di superiorità è scomparso.”

“ Come potrei trattarti ancora con sufficienza dopo una simile batosta? Non capisco come hai fatto a colpirmi.”

“ centodieci metri.”

“ Come?”

“ è la distanza massima a cui posso sparare con una pistola.”.

Quell’affermazione sembrò quasi privare Shrade di tutta l’aria che aveva in corpo; solo in quel momento comprese davvero la verità: mai, da quando la sfida era iniziata, aveva avuto una singola occasione di vittoria contro quel falco travestito da uomo. Vedendo la reazione del ragazzo, Jack comprese che era giunto il momento di rivelargli il motivo per cui lo aveva voluto sfidare; con tono solenne e sguardo serio iniziò a parlare:

“ Ora ascolta bene quello che ti dico, Shrade: in questa scuola ci sono persone con ogni genere di talenti: c’è chi già conosce le proprie qualità e chi ancora deve scoprirla; devi capire che non è semplicemente osservando le loro azioni quotidiane che comprenderai le loro qualità; noi, proprio come chiunque altro in questo mondo, teniamo nascoste agli altri le nostre vere abilità e le nostre debolezze; se vuoi davvero comprendere cosa sono in grado di fare gli altri, devi studiare ogni loro minimo atteggiamento, comprendere i motivi del loro agire ed essere sempre pronto ad affrontare imprevisti; c’è chi rivela le proprie abilità solo nel momento di estremo bisogno, per questo nessun nemico va sottovalutato.”

 

 

 

Il professor Abigor si tolse una delle spille e la mise in tasca:

“ Dato che Shrade non parteciperà a questa prova, bastano quattro spille. Ora avanti, iniziamo!”.

Appena il professore diede il via, Trevor e Derek gli si lanciarono contro tentando di attaccarlo contemporaneamente; Severus, tuttavia, li evitò gettandosi di lato e finendo con le spalle contro un albero; cogliendo quell’occasione, Simon gli si lanciò contro frontalmente puntando alle spille; un istante prima che riuscisse a toccarle, però, il professore con un balzo afferrò uno dei rami dell’albero e, dondolandosi e saltando, atterrò qualche metro più in là, facendo finire il ragazzo contro il tronco:

“ Siete troppo lenti.”

 

Nova inizialmente rimase in disparte, osservando i movimenti del professore nel tentativo di scoprire le debolezze. Dopo più di un’ora ancora nessuno era riuscito anche solo a sfiorare le spille:

“ Sembra un’anguilla, non riusciamo a bloccarlo!”

“ Altro che bloccarlo, non siamo riusciti nemmeno a toccarlo!”.

Simon, Trevor e Derek, affaticati e con il fiato corto, si avvicinarono l’uno all’altro per discutere una strategia:

“ Stanno imparando: il lavoro di squadra sarà essenziale se vogliono almeno sperare di battermi, devono fare lavoro di squadra.”.

Cercando di recuperare più energia possibile, Simon, con tono fiacco ma vivo, disse:

“ Gli attacchi diretti non funzionano; dobbiamo elaborare una strategia.”

Trevor lo contraddisse:

“ Secondo me invece dobbiamo continuare così: noi siamo in tre, lui è solo; esaurirà sicuramente le energie prima di noi.”

“ Ti sbagli.”.

Nova, pensierosa e preoccupata, finalmente decise di avvicinarsi ai tre ragazzi e di dare la sua opinione:

“ Il professor Abigor non si sta nemmeno impegnando; non ha il fiato corto e non sta nemmeno sudando; continuando così nessuno di noi riuscirà a vincere.”

“ Certo che, se anche tu ci dessi una mano, forse riusciremmo a fare qualcosa in più. Fino ad ora sei rimasta in disparte a guardarci faticare!”

Fu allora che Derek commentò:

“ Forse invece lei ha fatto la scelta giusta. Non ha sprecato energie inutili ed ha potuto elaborare un piano; hai trovato una strategia per rubare quelle spille, vero Nova?”

“ Forse sì. Per attuarla, però, ho bisogno che ognuno di voi segua alla lettera le mie indicazioni.”

 

Dopo appena quindici minuti di tempo, Simon e Trevor scomparvero nel fitto della boscaglia; Nova ritornò ad osservare il professore, in attesa di un’occasione per colpire. Derek, invece, si distese a terra a riposare; il professor Abigor, sorpreso, tra sé e sé non poté fare a meno di porsi delle domande:

“ Possibile che quel ragazzo si sia arreso… No… avrà organizzato un piano assieme a quei due che si stanno nascondendo tra gli alberi… Devo stare attento.”.

Dopo altri quindici minuti qualcosa iniziò a muoversi: Derek si rimise in piedi ed iniziò a camminare verso il professore:

“ Non so dove si siano cacciati gli altri ma io non ho intenzione di aspettarli oltre; mi spiace, Nova, ma non ho intenzione di perdere altro tempo quindi dovremo abbandonare il piano.”

“ Aspetta, abbiamo ancora trenta minuti.”

“ Non ho intenzione di aspettare oltre!”.

Il ragazzo scattò verso il professore:

“ Non so cos’ha in mente ma un attacco diretto contro di me non avrà effetto!”

Severus si preparò a scansarsi di lato ma, quando ormai era a meno di un metro da lui, il giovane si fermò improvvisamente:

“ Prenda questo, prof!”.

In quell’istante Derek estrasse da sotto la maglia una granata stordente e la lanciò verso il suo insegnante che, sorpreso, fu lento a reagire; l’ordigno si attivò, stordendo il professor Abigor che, istintivamente, appoggiò entrambe le mani sul petto a protezione delle spille. Fu in quel momento che Trevor arrivò alle sue spalle, bloccandogli le braccia e stringendogli le gambe intorno alla pancia; contemporaneamente Derek gli si attaccò ai piedi per impedirgli di scansarsi; solo allora, quando sia le gambe che le braccia di Severus furono bloccate, Simon spuntò fuori dalla boscaglia lanciandosi contro le spille. Prima che riuscisse ad afferrare, tuttavia, l’effetto della granata stordente terminò ed il professore riuscì ad afferrare  Trevor e a lanciarlo contro Simon; successivamente, colpendolo alla testa con un pugno, Severus riuscì a liberarsi dalla stretta di Derek e scattò indietro:

“ Questa volta c’erano vicini…”.

Fu allora, quando il professore ormai credeva ormai di aver scampato il pericolo, che percepì una sensazione non provata da molto tempo: come se una vipera stesse attorcigliando le spire attorno al suo collo. Istintivamente il professore si voltò di spalle, trovandosi Nova che, con uno scatto repentino, gli strappò via le quattro spille dal cappotto.

“ Ce l’abbiamo fatta!”.

Nova, Simon, Trevor e Derek esultarono e si lanciarono in un abbraccio di gruppo ed ognuno di loro prese una spilla. Il professore rimase immobile per qualche secondo prima di rendersi conto di cosa fosse successo; appena tornò in sé, si andò a congratulare con i suoi studenti:

“ Siete stati magnifici. Avete fatto un ottimo lavoro di squadra ed avete attuato una strategia perfetta.”.

Derek allora esclamò:

“ è stata un’idea di Nova: era certa che, dopo essere scampato al nostro attacco combinato, lei avrebbe abbassato la guardia.”

“ Ottima intuizione, Nova; come promesso, dato che avete vinto, se volete potete non partecipare al mio corso.”.

I quattro giovani, allora, dopo essersi lanciati un cenno d’intesa, restituirono le spille al professor Abigor:

“ Non ci importa di aver vinto, prof.”

“ Già, lei è un tipo interessante.”

“ Sarà divertente frequentare le sue lezioni.”

“ Sarà per me un piacere insegnarvi.”

“ Posso unirmi anche io a voi?”.

In quel momento Shrade si ricongiunse al gruppo:

“ Voglio chiedere scusa sia a lei, prof, che a voi, ragazzi per quello che ho detto.”

“ Tranquillo, è già tutto passato.”.

 

Jack, che aveva osservato le ultime fasi della sfida, fece un ghigno soddisfatto:

“ Si è meritata i miei insegnamenti… Ha una mente in grado di cogliere anche il più piccolo dettaglio riguardo ai suoi avversari; caro Severus, spero che riuscirai a fare con lei ciò che suo padre fece con me; dopotutto, sono certo che anche tu ti sia accorto di cos’è successo un attimo prima che Nova ti attaccasse; ti sarai certamente accorto di quel grosso istinto omicida che ha emanato…”

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Capitolo 10
*** dichiarazione di guerra? ***


“ Beh, è stato divertente ma direi che per oggi possiamo terminare qui l’allenamento. Siete stati tutti bravissimi.”.

Il professor Severus raccolse le sue cose e, dopo essersi tolto il sudore dalla fronte con il dorso della mano, raccolse le sue cose e si diresse verso l’edificio centrale. Trevor e Derek, completamente sfiniti, salutarono gli altri con un filo di voce e barcollarono in direzione dei dormitori reggendosi uno con l’altro; vedendoli camminare in quel modo, Simon non poté fare a meno di ridere:

“ Come sono buffi quei due.”.

Nova, sentendo quel commento, si avvicinò al ragazzo e, con tono curioso e quasi materno, domandò:

“ Voi tre vi conoscete da molto, vero?”

“ Già, siamo amici fin dalle scuole elementari. Era il nostro sogno diventare agenti del governo ma non immaginavamo che sarebbe successo davvero. Tu, invece, sei qui assieme a qualche amico?”

“ No, io…”.

In quel momento un fulmine attraversò la mente della ragazza: un ricordo di quando aveva appena sei anni; era nella cucina di casa sua e davanti a lei, seduto a tavola con una tazza di cereali davanti; il suo volto era coperto dai capelli, castani e lunghi fino alle sue spalle:

“ Chi sei?”

Non ricordava cosa il bambino le avesse risposto ma lo sguardo che le aveva lanciato l’aveva folgorata: era caldo ma allo stesso tempo vuoto; ripensandoci in quel momento, Nova comprese che quello era lo sguardo di chi aveva visto l’inferno e ne aveva fatto ritorno, erano gli occhi di chi, per sopravvivere, aveva gettato via la sua umanità e si era aggrappato alla vita; la ragazza non sapeva perché quel ricordo le fosse tornato in mente proprio allora ma la voce di Simon la riportò alla realtà:

“ Nova, ci sei?”.

La giovane ebbe un leggero sussulto e si affrettò a rispondere:

“ Scusa, ero soprappensiero. Non conoscevo nessuno in questa scuola quando sono arrivata però mi sono già fatta qualche amico.”.

Shrade, che aveva ascoltato tutta la discussione, rivolgendosi alla ragazza con tono pacato, domandò:

“ Anche quel tipo, Jack, è tuo amico?”.

Neppure Nova sapeva davvero come rispondere a quella domanda ma si sforzò di dare una risposta:

“ Sì, si può dire così.”

Simon guardò Shrade dritto negli occhi e con tono fermo e deciso chiese:

“ Ti ha dato una batosta, vero?”

“ Beh, ecco…”.

Il giovane distolse lo sguardo: nonostante il suo carattere freddo, non riuscì a nascondere un certo imbarazzo; Simon sorridendo, con tono provocatorio e giullaresco, commentò:

“ Allora non sei il freddo narcisista che credevo.”.

“ Ehi!”

“ Scusa, scusa: non sei il freddo narcisista maniaco delle armi che credevo.”

Indispettito, Shrade esclamò:

“ Sei irritante.”

“ Simpatia zero, eh? Va beh, me ne farò una ragione; piuttosto, tieni, Nova.”

Simon sorrise e porse il suo cellulare a Nova:

“ Mi piacerebbe che fossimo amici; ti va di scambiarci i numeri di telefono?”.

La ragazza, anche se leggermente sorpresa da quella richiesta, decise di assecondarla; dopo aver ripreso il proprio cellulare, Simon lo lanciò a Shrade e con tono deciso esclamò:

“ Dammi anche tu il tuo numero; un giorno potrebbe servirmi l’aiuto di un tipo con il grilletto facile.”.

Shrade sbuffò e svogliatamente acconsentì, dando il numero anche a Nova:

“ Fatto, siete contenti? Vi pianterò un proiettile in fronte se mi disturberete per qualche sciocchezza.”.

Senza dire altro, il giovane si allontanò verso i dormitori:

“ Di certo non è mister simpatia… Beh, vado anch’io, è quasi ora di cena ed ho una fame che non ci vedo; ci si vede.”.

Simon si incamminò verso il suo alloggio, lasciando la ragazza indietro:

“ Sembra che tu ti sia fatta diversi amici.”.

Jack, che aveva osservato tutta la scena restando all’ombra degli alberi, finalmente si decise ad uscire allo scoperto:

“ Già, sono tutti dei tipi interessanti.”

Nova, ripensando ai minuti precedenti, prese il suo telefono e, con tono leggermente insicuro, chiese:

“ Mi daresti il tuo numero?”

“ Se proprio ci tieni.”.

Jack tirò fuori dalla tasca il suo cellulare e lo porse alla ragazza.

Finita l’operazione, il giovane esclamò:

“ Si sta facendo tardi, muoviamoci o la mensa chiuderà.”

“ Sì; stasera cenerò con Rose e gli altri ragazzi, ti va di unirti a noi?”.

A quel punto una voce esclamò:

“ Mi spiace ma Jack ha già un impegno con noi.”.

Come apparsi dal nulla, quattro ragazzi si mostrarono; Nova ne riconobbe due, Claude e Hide; immediatamente pensò che gli altri due fossero due tipi particolari: una ragazza snella, con lunghi capelli argentei ed occhi color porpora; indossava un top nero stretto, in pelle, un paio di guanti dello stesso colore, una minigonna e delle calze lunghe; sopra le spalle indossava un cappotto grigio lungo che le arrivava fino alle ginocchia. L’altro era un giovane piuttosto alto, con i capelli  biondi, gli occhi verdi ed un naso appena abbozzato su cui svettava un paio di occhiali con la montatura del medesimo colore degli occhi; indossava una camicia bianca piuttosto elegante ed un paio di pantaloni neri piuttosto aderenti; appena li vide, Jack fece un ghigno, come se avesse saputo che sarebbero apparsi prima ancora che arrivassero:

“ Ce ne avete messo di tempo a raggiungermi; l’appuntamento era alle cinque.”.

Hide sorrise e, portando le braccia dietro la nuca, disse:

“ Sai com’è fatta Eve, perde sempre delle ore per scegliere come vestirsi.”

La ragazza ribatté:
“ Ma se siete tu e Leo che avete passato due ore a giocare a scacchi!”.

Leo allora prese la parola:

“ E di duecentoventi partite non ne ha vinta una.”

Ed Hide immediatamente:

“ Questo perché tu bari!”

“ Ti sbagli, ti batto solo perché sono più intelligente di te.”

Claude scoppiò a ridere davanti a quella scena, iniziando a lanciare frecciatine per farli continuare. Jack si massaggiò le tempie con il pollice e l’indice della mano destra e, scocciato, richiamò tutti all’ordine; per far scendere il silenzio fu sufficiente un solo gesto della sua mano, un semplice schiocco di dita; Nova si stupì di quella scena, non potendo credere che fosse bastato quello a sedare un battibecco e a riportare la pace. Senza ulteriori indugi, Jack rivolse per un attimo lo sguardo su di lei, tornando poi sui quattro ragazzi; a quel punto Claude, notando Nova, disse:

“ Ci rincontriamo; tu sei la ragazza dell’altro giorno. Scusa, non ricordo il tuo nome.”

“ Mi chiamo Nova.”.

Claude sorrise:

“ Che bel nome; dimmi, Nova, cosa ci fa una bella ragazza come te con questo burbero brontolone?”.

Jack, leggermente irritato dalle parole dell’amico, gli rispose a tono:

“ Stai attenta, Nova: hai davanti il ragazzo che nel giro di due settimane ha sedotto metà del corpo studentesco femminile.”.

A quel punto Claude gli si avvicinò, appoggiandogli una mano sulla spalla:

“ Ah ah, caro Jack, sempre a scherzare.”

“ Togli quella mano o te la rompo.”.

Intimorito, il giovane si allontanò immediatamente di qualche metro e disse:

“ Beh, dato che questo brontolone non si decide a fare le presentazioni, vorrà dire che le farò io.”.

Claude indicò Hide e, con tono sarcastico e provocatorio, disse:

“ Lui è Hide, il tappetto del gruppo.”

“ Ehi, chi hai chiamato tappetto!?”

“ Scusa, volevo dire il diversamente alto del gruppo.”.

Facendo appello a tutta la sua calma, Hide evitò di far scoppiare una lite; Claude continuò:
“ L’autoritaria signora con il look da boss mafioso è Eve.”.

La donna fece un sorriso che, stranamente, generò paura nel cuore del giovane che, con tono tremolante e visibilmente preoccupato, si corresse:

“ Volevo dire: la giovane e bellissima comandante in seconda del nostro gruppo.”

Riacquistando il suo tono giocoso continuò:

“ E questo gigante è Leo, il genio del gruppo. Infine ci sono io, Claude…”

Hide, Leo e Eve allora lo interruppero:

“ …il buffone…”

“ …Dongiovanni…”

“ e pagliaccio del gruppo.”.

Claude si irritò molto:

“ Ehi!”.

Jack allora disse:

“ Avete dimenticato irascibile.”.

Nova, dopo aver sentito quei commenti, si domandò se quei ragazzi fossero davvero amici dopotutto ma i suoi dubbi vennero dissolti quando, dopo pochi secondi, tutti e cinque scoppiarono a ridere; si lasciò sfuggire un commento di cui poco dopo si sarebbe pentita:

“ Sembrate molto amici.”.

I cinque ragazzi improvvisamente si incupirono, ripensando a cosa li aveva uniti; Claude sussurrò:

“ Si dice che le avversità uniscano… Mai parole furono più esatte per noi.”.

Cercando di tagliare corto, Jack esclamò:

“ Dobbiamo andare, ci vediamo, Nova.”.

E come erano apparsi, i cinque giovani scomparvero, lasciando alla ragazza con la sensazione che qualcosa di terribile si celasse dietro quegli sguardi malinconici.

Cercando di non pensarci, Nova si diresse verso la mensa del suo dormitorio ma, appena prima di entrare, qualcuno le sbarrò la strada: era una ragazza alta all’incirca quanto lei, corporatura media, con lunghi capelli biondi ricci ed occhi marroni dotati di uno sguardo piuttosto autoritario; indossava un paio di jeans piuttosto aderenti ed un top nero che le metteva in evidenza il prosperoso seno; sopra di esso portava una giacchetta verde tendente al giallo:

“ Scusa, potresti spostarti, per favore, dovrei passare.”

“ Ti credi tanto furba, vero?”.

Non capendo di cosa stesse parlando, Nova si mise sulla difensiva:

“ Non so di cosa parli.”

La ragazza allora, irritata per qualche motivo, con tono accusatorio continuò il suo discorso:

“ Non fare tanto l’innocente; ho visto come gli giri attorno; non farti illusioni! Jack è non sarà mai tuo! Lui ha occhi solo per me!”.

Senza nemmeno lasciarle il tempo di rispondere, la ragazza se ne andò via di corsa; Ripensando per qualche secondo a ciò che era appena successo, Nova realizzò:

“ E così anche in una scuola di spie possono esserci delle questioni di cuore… immagino che la sua fidanzata abbia frainteso…”.

Senza badarci troppo, Nova entrò in mensa, raggiungendo Rose e gli altri.

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Capitolo 11
*** massacrata ***


Il giorno successivo Nova si svegliò due ore prima dell’inizio della lezione e, dopo aver indossato una tuta, uscì fuori a correre:

“ Jade, Rose, Simon, sono tutti in ottima forma fisica, sono rapidi e scattanti; se voglio sopravvivere qui, devo diventare più forte.”

Dopo aver corso per oltre un’ora,  Nova si fermò per riprendere fiato e per pensare a quali esercizi fare.

“ Sembra che anche tu ti stia allenando intensamente.”

A parlare era stato Simon, anche lui in giro a correre, che, vedendola, aveva deciso di fermarsi a parlare un po’ con lei:

“ Ciao Simon; anche tu ti alleni al mattino presto?”

“ Sì, è una vecchia abitudine di quando abitavo in campagna.”

“ Dato che sei più esperto di me, avresti qualche consiglio da darmi?”

“ Certo; che cosa vorresti allenare, braccia, gambe, torace?”

“ In realtà ciò che mi interesserebbe ora sarebbe imparare a combattere; sai, esclusa la battaglia con Joshua, non ho mai combattuto contro nessuno.”

Simon rimase visibilmente sorpreso da quell’affermazione:

“ Vuoi dirmi che hai abbattuto quel gigante alla tua prima lotta!?”

“ Già… immagino sia stata la fortuna del principiante.”.

Cercando di cancellare il suo stupore, il ragazzo esclamò:

“ Beh, vediamo, direi che nel tuo caso allenamenti per aumentare la velocità di braccia e gambe siano l’ideale quindi ti consiglio di comprare delle polsiere e delle cavigliere da indossare quando corri e ti alleni a colpire; per il resto, piegamenti, flessioni e altri esercizi base dovrebbero andare bene.”

“ Ti ringrazio molto.”
“ Di nulla; ora scusami ma devo continuare la mia corsa.”

“ A presto, grazie ancora.”.

I due ragazzi si divisero, ricominciando a correre in direzioni opposte; la strada di Nova, tuttavia, venne sbarrata quasi subito dalla ragazza che il giorno prima aveva incontrato alla mensa; vedendola, la giovane si sentì sollevata, sperando di poter risolvere il malinteso del giorno prima:

“ Ciao; aspettavo proprio di rincontrarti per poterti parlare; volevo dirti che hai frainteso la situazione: io e Jack non abbiamo quel tipo di relazione ma capisco che tu, essendo la tua ragazza, avrai frainteso la situazione; io e lui siamo solo amici… o forse neanche… insomma, è difficile da spiegare.”.

La misteriosa ragazza sorrise:

“ Capisco perfettamente; scusami per il mio comportamento di ieri; ero di cattivo umore ed ho reagito eccessivamente.”

Nova, credendo di aver chiarito la situazione, con tono allegro disse:

“ Spero che potremo essere amiche; io sono Nova.”

“ Io sono Katlyn; ehi, dato che ti stai allenando, ti va di fare un incontro di allenamento?”

“ Non so se sia il caso; tra poco inizieranno le lezioni.”

“ Non preoccuparti, abbiamo tutto il tempo.”

“ Beh… ma sì, perché no…”

Nova si allontanò di qualche passo da Katlyn, mettendosi in posizione: allargò leggermente le gambe, piegandole e portando la destra leggermente indietro; tenne il braccio sinistro in avanti all’altezza del bacino, tenendo il palmo rivolto verso l’alto, e l’altro arretrato e chiuso a pugno. La sua avversaria assunse invece allargò le gambe tenendole parallele e portò entrambe le braccia leggermente avanti; rimasero entrambe immobili per qualche secondo, attendendo che fosse l’avversaria ad attaccare; fu Nova a rompere gli indugi: scattò verso Katlyn tentando di colpirla con un pugno al petto ma la ragazza si scansò di lato, afferrandole il braccio ed eseguendo una spazzata. Nova cadde a terra ma si rialzò prima che un calcio la colpisse; alzò le braccia in modo da difendere il torace e il volto:

“ é forte, meglio chiudersi in difesa per ora.”.

L’idea di Nova era giusta ma, prima ancora che se ne rendesse conto, un pugno di Katlyn attraversò la sua guardia, colpendola in pieno volto; la ragazza non si lasciò sfuggire l’occasione e le assestò altri due pugni allo stomaco; la sua avversaria provò a contrattaccare ma Katlyn le afferrò di nuovo il braccio, sollevandola e scaraventandola a terra; a Nova non rimase che ammettere la sconfitta:

“ Sei davvero forte, non sono riuscita a mandare a segno nemmeno un colpo.”.

In quel momento, con tono spietato e freddo, Katlyn zittì la giovane:

“ Zitta, incapace!”.

La ragazza colpì Nova al fianco con un calcio, facendo emettere un grido di dolore:

“ Sei un’incapace, un’inetta, una sanguisuga che spera di diventare più forte stando vicino al mio Jack! Sta lontana da lui, non lo meriti!”.

Quando Katlyn stava per colpire ancora Nova, una voce la fermò:

“ Ehi tu, che stai facendo!?”.

Quella fu l’ultima cosa che sentì prima di perdere conoscenza a causa del dolore.

 

 

“ Caldo… cos’è questo tiepido tepore? è così rilassante…”.

Quando Nova riprese conoscenza, davanti ai suoi occhi vide davanti a sé capelli castani molto lunghi; ancora intontita, li accarezzò: erano sottili, lisci e delicati come il velluto; istintivamente, la ragazza li annusò:

“ che buon profumo…”.

Dopo qualche secondo si rese conto di cosa stava facendo e lasciò andare i capelli, cercando di capire cosa stava succedendo; una voce proprio in quel momento la rese cosciente della situazione:

“ Per fortuna ti sei svegliata; pensavo che quella ragazza ti avesse ammazzata con tutte le botte che ti ha dato.”.

Nova riconobbe immediatamente quella voce:

“ Jack!”.

Solo allora comprese la situazione: il ragazzo stava camminando tenendola in spalla; Nova arrossì di colpo e, con tono balbettante e insicuro, domandò:

“ Cos’è successo?”

“ Veramente speravo fossi tu a dirlo a me; quando sono arrivato, quella ragazza ti stava prendendo a calci.”

“ Ah, è vero… la tua ragazza si è voluta vendicare perché secondo lei ti sto troppo vicino.”.

Jack allora si fermò, voltando leggermente la testa:

“ Scusa, puoi ripetere?”

“ Ho detto che la tua fidanzata si è voluta vendicare perché secondo lei ti sto troppo vicino.”.

Jack fissò con uno sguardo perplesso l’amica per qualche secondo, dopodiché esclamò:

“ Nova, io non ho una ragazza.”.

Quell’affermazione lasciò la giovane esterrefatta:

“ Ne sei sicuro?”

“ Credo che lo saprei se ne avessi una.”.

Jack ricominciò a camminare, continuando nel frattempo a parlare:

“ Come si chiamava quella ragazza?”

“ Katlyn.”.

Il giovane fece mente locale, ricercando nella sua memoria qualcuno che rispondesse a quel nome:

“ Non conosco nessuno che si chiami così.”.

Jack arrivò davanti ad una porta e, aprendola, entrò in una grande stanza: c’erano due letti al centro della stanza ed una tenda appesa in mezzo a loro; tutt’intorno c’erano armadi dello stesso colore e, attaccata alla parete opposta all’entrata, una scrivania nera con appoggiato sopra un computer fisso; affianco al mobile c’era una grande portafinestra da cui si vedeva il boschetto dietro la scuola; il giovane camminò fino al letto più vicino alla finestra adagiandovi sopra Nova e tirando poi sia la tenda della finestra che quella che divideva i due materassi; la ragazza nel frattempo aveva continuato a riflettere su quanto successo, arrivando ad una conclusione che la lasciò piuttosto irritata:

“ Allora Katlyn non è la fidanzata di Jack; voleva che gli stessi lontano solo per avere campo libero con lui e non avermi tra i piedi! Per me è solo un amico ma non sopporto che la gente, senza alcun diritto, mi dica cosa posso e non posso fare!”.

La ragazza venne richiamata nuovamente alla realtà dalla voce di Jack:

“ Nova”.

La giovane alzò lo sguardo verso l’amico che, con tono e sguardo serio, esclamò:

“ Spogliati.”.

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Capitolo 12
*** sfida accettata! ***


Nova arrossì di botto, entrando nel panico più assoluto:

“ Ma cosa ti salta in mente?! Perché dovrei!?”.

Jack mostrò all’amica del disinfettante, dei cerotti e delle garze:

“ Così posso medicarti. Non so quanti colpi tu abbia preso prima di quello ma il calcio che quella ragazza ti ha sferrato all’addome sicuramente ti avrà causato non poco dolore.”.

Anche se ancora rossa, Nova acconsentì ed alzò leggermente la sua maglietta, scoprendo la pancia; un grosso livido violaceo si era formato su uno dei fianchi:

“ Questo farà un po’ male.”.

Jack spalmò una crema all’arnica su tutto il livido, facendo una leggera pressione con le dita per assicurarsi che nessun osso si fosse rotto:

“ Per fortuna sembra che tu abbia solo un livido; guarirà in qualche giorno. Alza le maniche.”.

Nova obbedì, coprendosi poi la pancia; Jack osservò con attenzione sia le braccia che le gambe della ragazza, mettendola in imbarazzo più che mai:

“ So che mi sta solo visitando ma è davvero imbarazzante come situazione… però è gentile da parte sua preoccuparsi per me; già, finora, anche se a modo suo, Jack è sempre stato gentile con me, penso che questa sia la prima volta che me ne rendo davvero conto…”.

Ad un tratto il ragazzo si concentrò sulla caviglia destra di Nova:

“ Prova a muoverla.”.

La giovane obbedì ma una fitta incredibile la assalì:

“ Come immaginavo, ti sei storta la caviglia.”.

Jack si alzò per prendere delle bende da uno degli armadietti e tornò a concentrarsi sulla caviglia dell’amica: gliela fasciò con molta cura, avvicinandosi poi ad uno dei mobili della stanza, rivelatosi essere un frigo: prese due borse del ghiaccio, lanciandone una all’amica:

“ Tienila premuta contro il fianco, diminuirà il gonfiore e accelererà la guarigione.”.

Il giovane appoggiò il ghiaccio alla caviglia di Nova che, immediatamente, provò una sensazione di sollievo; in cuor suo in quel momento la ragazza non poté fare a meno di chiedersi perché il giovane fosse così gentile, lui, che era entrato nella sua vita dal nulla e che ora ne sembrava una colonna portante:

“ Riesci ad appoggiarlo?”.

Assorta nei suoi pensieri, Nova non sentì nemmeno quella domanda e, non resistendo al desiderio di trovare una risposta ai propri dubbi, ne pose una a sua volta:

“ Perché fai tutto questo per me?”

Jack si bloccò, lasciando il piede della ragazza:

“ Futile chiedere ciò che già si conosce… o che si dovrebbe conoscere.”.

Rimessosi in piedi e avviatosi verso la porta, il giovane si bloccò sull’uscio:

“ Ti avevo promesso che ti avrei insegnato, vieni a bussare alla mia porta quando sarai guarita, stanza 34.”.

Finito di parlare, il giovane ricominciò a camminare.

Rimasta sola, Nova guardò che ora fosse: la prima ora di lezione era ormai quasi finito; pensò che tanto valeva entrare direttamente alla seconda. La sua mente era affollata da mille pensieri e le parole che Jack le aveva detto si ripetevano ancora e ancora; per quanto ci riflettesse, però, Nova non riusciva a capire che cosa il giovane avesse voluto dire:

“ Ci rinuncio, non lo capirò mai.”.

Dopo essersi riposata per qualche minuto, la ragazza decise di tornare in classe: si infilò delicatamente le scarpe e provò ad appoggiare il piede fasciato a terra; provò un leggero fastidio ma decise di sopportarlo e di alzarsi. Si diresse zoppicando verso la sua classe ma la trovò sorprendentemente vuota:

“ Ah, già, ora c’è la lezione di educazione fisica.”.

La ragazza zoppicò fino alla palestra, venendo immediatamente notata dal professore:

“ Nova, sei in ritardo.”

“ Mi scusi professore ma mi sono fatta male alla caviglia ed ho fatto fatica a camminare fino a qui.”.

Anche se poco convinto dalla semplicistica spiegazione della giovane, il suo insegnante decise di sorvolare e, con tono professionale, sentenziò

“ Capisco, in questo caso sei giustificata; date le tue condizioni, è meglio se per oggi resti a riposo; osserverai la lezione seduta in un angolo, va bene?”

“ Sì, prof.”.

Nova si sedette in un angolo, concentrando la sua attenzione sul professore; Ralph tornò alla sua lezione:

“ Da oggi in poi vi insegnerò le tecniche fondamentali per difendervi e per sopraffare un eventuale aggressore. Per prima cosa vi illustrerò le principali tecniche di parata; Kyle, vieni, mi farai da compagno d’allenamento.”

“ Sì, prof.”.

Il giovane si fece avanti, mettendosi in guardia:

“ Cosa devo fare?”

“ Attaccami. Non importa in che modo, colpiscimi e basta.”

“ Va bene, prof.”.

Kyle piegò per un attimo le ginocchia, sferrando poi un calcio circolare alto al fianco sinistro dell’insegnante; l’uomo, tuttavia, si difese dall'attacco piegando leggermente il busto, posizionando il braccio sinistro davanti a sé, alzando contemporaneamente l’avambraccio e facendo forza su di esso con il braccio destro:

“ Quella che ho appena eseguito è una parata semplice, il cui scopo è limitare i danni subiti; Kyle, avanti, colpiscimi di nuovo.”

“ Sì.”.

Assecondando il professore, il giovane eseguì nuovamente il calcio circolare alto; questa volta Ralph attese che la gamba fosse nel punto più alto per poi bloccarlo con una torsione dell’avambraccio sinistro:

“ Questa invece è una una difesa più complessa; parate di questo genere fermano i colpi degli avversari e creano un’apertura nella loro difesa. Avanti, Kyle, prova qualche altro attacco.”.

Nova seguì con attenzione il resto della lezione, osservando con grande interesse tutte le tecniche che il professore usava per fermare i violenti attacchi del suo allievo; un movimento in particolare la colpì molto: Kyle avanzò sferrando un pugno in linea retta verso il volto dell’insegnante che, tuttavia, lo aveva fermato oscillando leggermente e sferrando un sinistro il linea retta; in questo modo aveva colpito Kyle e, allo stesso tempo, aveva fermato il suo attacco, schiantatosi sulla sua spalla invece che sul suo volto; quella difesa il suo maestro l’aveva chiamata Counter ed aveva spiegato che ne esistevano diverse varianti.

 

Le lezioni di inglese, francese e tedesco trascorsero senza troppi problemi e Nova poté tornare in camera sua a riposare:

“ Tra poche ore inizierà il corso del professor Abigor, meglio che riposi un po’.”.

Prima ancora di finire quella frase, la ragazza si addormentò il suo letto, iniziando a sognare. Dopo pochi minuti anche Rose tornò in stanza e, vedendo l’amica dormire così beatamente, le si accostò al fianco:

“ Ce la stai mettendo tutta per superare questo anno, te lo meriti un po’ di riposo.”.

Presa una coperta dall’armadio, la ragazza la mise sopra Nova per assicurarsi che non prendesse freddo; stava per andarsene quando notò la sveglia sul comodino dell’amica: era spenta.

“ Accidenti, eri tanto stanca da non ricordarti nemmeno di mettere la sveglia, eh?”.

Sospirando e pensando tra sé e sé a quanto Nova fosse maldestra, afferrò la suoneria, impostandola in modo che suonasse dopo 2 ore, dopodiché se ne andò.

 

Quando la sveglia suonò, Nova balzò in piedi, accorgendosi immediatamente di non avere più dolore alla caviglia. Notando la coperta, la ragazza rimase perplessa:

“ Non credevo di averla presa…”.

Senza badarci troppo, la giovane si tolse le bende dal piede, uscendo poi di corsa dalla stanza per andare a lezione; arrivò appena in tempo; il professore la accolse con un sorriso:

“ Ed ecco che anche Nova è arrivata, bene, direi che possiamo iniziare.”.

Guardandosi intorno e non vedendo Jack da nessuna parte, la ragazza domandò:

“ Dov’è Jack?”

“ Ah, ha avvertito che per oggi avrebbe frequentato il corso sulle armi da fuoco; è arrivato un nuovo carico di fucili e voleva provarli.”

“ Capisco.”

“ Fissato, è un super fissato.”

“ Dimenticavo di dirvelo: da oggi abbiamo una nuova allieva per questo corso: Katlyn, puoi venire qui e presentarti agli altri.”.

Quando Nova vide la ragazza apparire da dietro un albero, riuscì a stento a trattenersi:

“ Salve a tutti, io sono Katlyn e frequento il secondo anno; spero che potremo essere amici e che qualcuno…”.

E allora la ragazza rivolse il suo sguardo a Nova:

“… mi mostri come davvero si fa la spia, se ne è capace.”.

A quel punto la pazienza della ragazza si esaurì; si avvicinò a Katlyn con passo tonante e quando ebbe il viso a pochi centimetri da lei, le mollò un ceffone in pieno volto; anche se sorpresa dal gesto, la ragazza non esitò a restituire a Nova lo schiaffo e da lì una rissa si aprì; il professore e Simon intervennero immediatamente, separando le due ragazze:

“ Ora basta, voi due!”.

Il professor Abigor fece sedere per terra le due ragazze, dopodiché esclamò:

“ Non accetto litigi durante le mie lezioni!”.

Le due ragazze allora gridarono contemporaneamente:

“ è stata lei a cominciare!”.

Wilson allora, cercando di restare calmo, disse:

“ Non è importante chi è stata a cominciare; dovete risolvere questa situazione. Parlate e chiaritevi. Io e gli altri studenti andremo a continuare l’allenamento più in là; voi invece resterete qui finché non avrete trovato un modo di andare d’accordo.”.

Senza aggiungere altro, il professore portò via gli altri allievi, lasciando da sole le due ragazze; Katlyn allora, con tono ostile e irritato, disse:

“ Ti odio.”

“ La cosa è reciproca. Sei una spocchiosa principessina viziata.”

“ E tu una schifosa parassita!”

“ Si può sapere perché ce l’hai con me!? Non ti ho fatto nulla.”.

Katlyn allora abbassò lo sguardo:

“ Ti approfitti di lui.”
“ Ma di che parli?”

“ Di Jack; gli stai vicino solo perché ti aiuta a migliorare velocemente.”

“ Ti sbagli.”

“ Non mentire; io osservo: vi ho visti, sia quando ti ha suggerito la strategia per battere Joshua che quando ti ha insegnato le basi per apprendere l’arte dello spionaggio.”

“ Ascolta, è vero che lui mi aiuta ma non sono sua amica solo per questo. Inoltre Jack non ti conosce nemmeno quindi chi sei per potermi dire una cosa del genere?!”

Con un sussurro malinconico, Katlyn rispose

“ Talento…”

“ Come?”

“ è per il suo talento che non voglio che degli approfittatori gli si avvicinino…”

“ Non capisco.”.

La ragazza allora rialzò lo sguardo e con tono serio e intimidatorio esclamò:

“ Voglio darti un’occasione per dimostrarmi che non sei un’approfittatrice: tra due settimane ci affronteremo in un altro duello; se mi batterai, prometto che non ti darò più fastidio. Accetti?”.

Titubante e perplessa riguardo a ciò che Katlyn aveva detto poco prima, Nova non rispose immediatamente:

“ Nonostante tutto, lei non sembra una che fa del male senza una ragione… Forse ha davvero una buona ragione per fare ciò che ha fatto… Voglio scoprirlo.”

“ Accetto.”

“ Voglio che due condizioni ti siano chiare: la prima è che non potrai chiedere aiuto a Jack per addestrarti in queste settimane.”

“ Mi pare ovvia come condizione.”

“ Secondo: se vinco io, non dovrai più avvicinarti a lui.”

“ Va bene, accetto.”

“ Allora siamo d’accordo.”

“ Il professor Abigor.”

“ Come?”

“ Voglio che il professor Abigor sia presente quando ci affronteremo; sarà lui a stabilire quando il nostro duello sarà finito.”

“ Va bene, mi pare ragionevole.”.

Messesi d’accordo, le due ragazze andarono a chiedere il consenso al professor Abigor che, capendo di non poter interferire nella loro decisione, finì per accettare.

Nessuna delle due ragazze si accorse che Shrade aveva origliato tutta la discussione.

 

Quella sera, quando Nova rientrò nella sua stanza, davanti alla sua porta trovò una pila di libri legati con una corda:

“ E questi cosa sono?”.

La ragazza lesse ad uno ad uno tutti i titoli dei libri, domandandosi chi potesse averli lasciati lì:

 

Jeet Kune Do, l’arte di esprimere il corpo

Tae Kwon Do, le basi

Il Judo, la forza interiore

 Karate, la concentrazione che domina i cieli

Tai Ji Quan, storia e insegnamenti

Capoeira, l’armonia del movimento

Aikido, basi per principianti

Kung fu,l’arte di unire lo spirito

 Jujutsu, la leggenda del salice

 

“ Sono tutti manuali sulle arti marziali! Beh, di certo mi saranno utili.”.

Nova entrò nella sua stanza senza accorgersi di chi la osservava da lontano:

“ Per tua fortuna Shrade mi ha avvisato; quei manuali ti saranno utili in queste due settimane.”

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Capitolo 13
*** come un boa ***


Nei giorni seguenti, Nova si svegliò prima dell’alba, uscendo a correre e ad allenarsi negli esercizi che Simon le aveva consigliato; comprò delle polsiere e delle cavigliere da un chilo ed iniziò a sferrare pugni e calci indossandole; nei primi giorni si sentì pesantissima ma con il tempo iniziò ad abituarcisi e a non sentirne può il fastidio.

Ogni sera, dopo la fine dei vari corsi, leggeva una parte di ognuno dei manuali sulle arti marziali; trascorsi pochi giorni, tuttavia, comprese che le sarebbe stato impossibile impararle tutte nel giro di due settimane; si pose davanti a lei una scelta cruciale per il suo allenamento: quale di quelle discipline avrebbe dovuto scegliere? Nova rifletté per tre interi giorni mentre continuava ad allenarsi ed alla fine giunse ad una decisione; convinta che fosse la scelta giusta, nella settimana successiva accantonò tutti i libri tranne uno, concentrandosi al massimo per apprendere ogni insegnamento fornitogli da quel manuale; riuscì ad apprendere cinque tecniche di quell’arte marziale, allenandosi fino al strenuo delle sue forze per riuscire ad eseguirle alla perfezione. Quando ormai mancavano solo due giorni al loro duello, però, Nova si rese conto che probabilmente quelle cinque mosse non sarebbero bastate:

“ Se potessi davvero scoprire, leggendo un manuale, come battere un avversario con molta più esperienza di me, sarebbe bellissimo ma so per certo che non è così; se voglio vincere, devo riuscire a stupire Katlyn, coglierla di sorpresa con una mossa che non si aspetta.”.

Dopo aver riflettuto per diverse ore su cosa fare, Nova ebbe un’idea: riprese tutti i manuali che aveva messo da parte e, leggendoli con foga e desiderio di imparare, ricominciò ad allenarsi. Tanto assorta nei suoi allenamenti, la ragazza non si accorse nemmeno che da lontano Jack la osservava, curioso di sapere a quale arte marziale si fosse dedicata in quelle due settimane:

“ Chi lo sa… potrebbe anche farcela.”

“ Ti stai interessando davvero a lei, Jack.”

“ Sono curioso di sapere quanto lontano potrà arrivare, Leo.”

“ Quella promessa, è solo quella che tiene nel tuo corpo un barlume di umanità; dimmi allora, caro amico mio, cosa farai quando non sarà più necessario che tu la mantenga?”

“ Lo hai detto tu, no? Se quella è l’unica cosa che mi rende ancora umano, allora, quando arriverà il giorno in cui perderà ogni senso, tornerò nel baratro da cui sono uscito e dal gelido buio della morte osserverò quella stella volare alto in cielo.”.

 

 

Finalmente giunse il giorno della sfida; quel mattino Nova uscì di casa in perfetto orario, arrivando puntuale a scuola; durante le varie ore di lezione, tuttavia, cercò di risparmiare più energia possibili; era consapevole che, solo combattendo al massimo delle sue forze, avrebbe avuto un’occasione di vittoria. Rose, vedendo l’amica piuttosto agitata, cercò di rassicurarla:

“ Preoccuparti ora ti farà soltanto male; calmati, distogli l’attenzione dalla lotta per almeno un minuto; ti sei allenata fino alle strenuo, non avresti potuto fare di meglio.”.

Ascoltando il consiglio di Rose, Nova fece qualche respiro profondo, sgombrando completamente la mente da ogni preoccupazione:

“ Grazie, ora sono calma.”

“ Non c’è di che; le amiche si sostengono a vicenda.”.

Le due ragazze sorrisero, pensando a quanto grande fosse diventata la loro amicizia in così poco tempo. Non appena suonò l’ultima campanella, Nova e Rose si diressero verso il campo di battaglia, seguiti a breve distanza da Edgar, Thomas e Jade, preoccupati per l’amica e ansiosi di vedere cosa sarebbe successo. Katlyn ed il professor Abigor erano già nel luogo stabilito mentre Shrade, Simon, Derek e Trevor, anche loro curiosi di vedere quello scontro, arrivarono appena in tempo per l’inizio; non solo i suoi amici e i suoi compagni di corso erano interessati a quello scontro: dall’alto del tetto della scuola, infatti, Jack e il suo gruppo osservavano la situazione, analizzando e commentando ogni minima mossa. Trovatasi davanti a Nova, visibilmente più in forma rispetto al loro precedente scontro, Katlyn alzò subito la guardia: piegò la gamba destra, posizionandola davanti a sé e tenendo il ginocchio in linea con il tallone, mentre tenne l’altra arretrata e con il piede girato di in orizzontale rispetto al resto del corpo; le braccia erano piegate all’altezza del petto e le mani, strette in solidi pugni, erano rivolte verso la sua avversaria:

“ Si vede che ti sei allenata; non credere però di riuscire a battermi tanto facilmente.”

Nova allora assunse la sua posa da battaglia: portò avanti il lato destro del corpo, ruotò di poco il piede corrispondente verso l’interno, piegò leggermente le ginocchia e distribuì equamente il peso su entrambi gli arti; tenne le braccia distanti tra loro con le nocche della mano destra rivolte verso Katlyn; portò la sinistra in una posizione più arretrata e sollevata, tenendola vicina alla guancia; abbassò leggermente la testa per proteggere il collo e si concentrò per raccogliere tutte le sue energie:

“ Vincerò io!”.

Osservando l’inconfondibile posa della ragazza, tutti i presenti riconobbero a quale arte marziale apparteneva; Claude fu il primo a commentare quella scelta con un sorriso:

“ Il Jeet Kune Do di Bruce Lee, scelta audace.”.

Jack, senza perdere d’occhio la scena, esclamò:

“ La posa di Katlyn è quella del Tae Kwon Do; questo sarà uno scontro interessante.”.

Il professor Abigor attese qualche istante, che probabilmente alle due ragazze sembrò infinito, dopodiché esclamò:

“ Iniziate!”.

Katlyn scattò verso Nova, sferrandole un pugno al volto; la ragazza, tuttavia, scattò in avanti, abbassandosi e sferrando un sinistro al viso della sua avversaria che, stupita, non fece in tempo a reagire:

“ Quello era un Counter!”.

Approfittando di quel momento, provò a sferrare un destro allo stomaco ma, non appena Katlyn alzò la gamba per reagire, Nova indietreggiò prontamente:

“ Il Tae Kwon Do è basato prevalentemente sui calci, devo stare attenta ad ogni movimento delle sue gambe.”.

Le due ragazze, iniziando a comprendere la rispettiva pericolosità, si studiarono per qualche secondo prima di attaccarsi; improvvisamente, però, Nova ruppe la quiete che si era creata scattando avanti e sferrando un diretto destro al petto, seguito da un Cross sinistro; Katlyn si scansò di lato, evitando il primo attacco ma il secondo si schiantò sulla sua spalla sinistra; immediatamente la ragazza contrattaccò sferrando un calcio ad ascia verso l’alto; Nova lo scansò gettandosi di lato ma istantaneamente Katlyn, dandosi una spinta con l’altro piede ed eseguendo una rotazione, la colpì alla schiena con un calcio girato, scaraventandola a terra:

“ Anche quella tipa è forte, vero, Jack.”

“ Non distrarti, Claude, o perderai il contrattacco.”.

Nova, senza badare al dolore, balzò in piedi:

“ Come immaginavo, non basta ciò che ho appreso del Jeet Kune Do per batterla, ma è ancora presto per sfoderare l’arma segreta.”

Senza indugiare oltre, Katlyn le si lanciò contro, sferrando un calcio laterale; reagendo istintivamente, Nova posizionò entrambe le mani davanti al corpo, per parare il colpo; la sua avversaria, però, cambiò all’ultimo istante la direzione del calcio, facendolo passare sopra la spalla destra di Nova e colpendola al volto con la tibia; stordita, la ragazza alzò la guardia per difendersi da un altro attacco al volto ma una spazzata di Katlyn la fece cadere di nuovo a terra. Alzatasi ancora, Nova decise di non aspettare più e di tentare con una delle sue mosse a sorpresa; quando provò ad avvicinarsi, la sua avversaria le sferrò un calcio per fermarlo ma la ragazza approfittò di quell’istante afferrandole il piede e tirandola sopra la sua testa, facendola cadere a terra; i presenti si stupirono:

“ Ma quella era…”

“ Kuchiki Daoshi, Una tecnica del Jujutsu!”.

Jack osservò sbalordito quella mossa, non riuscendo a capire cosa fosse successo:

“ Non può aver appreso il Jeet Kune Do e il Jujutsu in due settimane!”

Indispettita da quel colpo, Katlyn si rimise in piedi ma Nova la sorprese alle spalle, afferrandole il polso e il collo; immediatamente le colpì il tallone sinistro con un calcio e, usando la gamba destra come un gancio, le tirò il piede indietro, facendola cadere ancora.

 

Jack, sempre più confuso, esclamò:

“ l’ attacco alle spalle con presa a un polso e al collo dell’Aikido e il gancho della Capoeira.”

La risposta in quel momento lo folgorò:

“ Ho capito! Ha imparato una tecnica per alcuni degli altri stili per sorprendere Katlyn!”.

Leo commentò quella scelta con un pizzico di stupore:

“ Furba… ma non funzionerà una seconda volta.”.

 

Katlyn si rimise in piedi:

“ Mi hai sorpreso, non credevo fossi migliorata tanto.”

“ Non hai ancora visto tutto.”

“ Mi resta solo una tecnica… Non basterà… e non ho più nulla con cui colpire… ma non mi arrenderò.”.

Nova si lanciò in avanti, sferrando un diretto destro seguito da un sinistro; Katlyn, però, fermò il primo pugno con il braccio destro ed eseguì un Counter un istante prima che la sua avversaria lanciasse il secondo pugno; pensava di sorprenderla ma qualcosa andò storto: le due ragazze, infatti, si colpirono a vicenda. Le due ragazze, ugualmente stordite, si sferrarono immediatamente un altro destro ma fu Nova ad andare a segno per prima, facendo indietreggiare Katlyn.

Simon, che osservava l’incontro, rimase perplesso dopo quello scambio:

“ Non capisco: Katlyn ha lanciato il pugno per prima, allora perché si sono colpite a vicenda? E perché dopo solo Nova è andata a segno con il destro?”.

Sentendo quella domanda, il professor Abigor commentò:

“ La risposta è molto semplice: Nova è più veloce.”.

 

Nova si lanciò contro Katlyn, ancora visibilmente stordita, e le assestò un Cross sinistro al volto, indietreggiando subito dopo per evitare un calcio; la sua avversaria, visibilmente affaticata, si allontanò di qualche passo e con pochi respiri profondi riuscì a riacquistare la sua calma:

“ Forte, sei dannatamente forte.”

“ Anche tu lo sei.”

“ Già, ed è per questo che vincerò.”.

Sorprendendo Nova, Katlyn cambiò la sua posizione di guardia: posizionò il braccio e la gamba destra in avanti e quelle sinistre indietro, in modo che fossero quasi parallele; abbassò il bacino e contrasse i muscoli delle gambe; istintivamente Nova alzò la guardia, portando entrambe le braccia davanti al petto e abbassando il suo centro di gravità, ma niente l’avrebbe potuta preparare a ciò che stava per travolgerla: Katlyn scattò improvvisamente in avanti alla sua massima velocità e con un calcio ad ascia verso l’alto fece saltare la difesa della sua avversaria; colpendosi la gamba con un pugno, poi, arrestò la sua salita e la fece ricadere sulla spalla di Nova, che venne colta di sorpresa; non appena ebbe appoggiato nuovamente i piedi a terra, Katlyn sferrò un calcio laterale alto usando la gamba sinistra, fermato prontamente da Nova; la ragazza, tuttavia, appoggiando una mano per terra per darsi una spinta, con l’altra gamba sferrò un secondo calcio al volto, che fece volare la sua avversaria a terra. Nova non fece nemmeno in tempo a rialzarsi che Katlyn le scattò di nuovo contro, assestandole una gomitata alla pancia, seguita da un nuovo calcio ad ascia al volto; completamente disorientata, Nova provò a sferrare un sinistro ma esso andò a vuoto. Approfittando della situazione, Katlyn le assestò un calcio al fianco scoperto, scaraventandola a terra ancora una volta.

 

“ Non posso farcela! è troppo forte per me! Quell’attacco mi ha travolto come un fiume in piena! Non voglio arrendermi ma come posso abbattere una furia del genere!?”.

Quando ormai Nova era convinta di aver perso, il suo sguardo si posò su Katlyn: la ragazza la stava osservando con uno sguardo preoccupato:

“ Perché mi guarda così? Sta vincendo, perché è preoccupata?”.

Solo allora Nova si accorse delle condizioni in cui Katlyn versava: le sue gambe tremavano, il suo corpo grondava di sudore ed aveva il fiatone:

“ Sfinita! Ha quasi esaurito le energie! Non posso arrendermi proprio ora; devo rialzarmi!”.

Sopportando il dolore che aveva alla testa e allo stomaco,Nova si rimise in piedi; vedendola in piedi, Katlyn esclamò:

“ Non sei ancora stanca di prendere colpi!?”.

Immediatamente la ragazza le si lanciò contro:

“ Le sue gambe tremano troppo per sferrare un calcio; il prossimo colpo sarà un pugno!”

Katlyn aprì la sua guardia per sferrare un pugno ma immediatamente Nova piazzò il piede sinistro tra quelli della ragazza, le afferrò la maglia, flesse la gamba e si lasciò cadere indietro; dopodiché diede una spinta con il piede destro posizionato contro l’addome di Katlyn e la fece volare all’indietro e cadere per terra; osservando quella tecnica, il professor Abigor sentenziò:

“ Tomoe Nage, una tecnica di Judo, ottima scelta.”.

Gli amici di Nova, che avevano osservato quella mossa ed avevano esultato credendo che avesse ormai vinto, dovettero ricredersi quando si accorsero che la situazione si era ribaltata: Katlyn, nonostante il grave colpo subito, era riuscita in qualche modo a rimettersi in piedi mentre Nova, a causa probabilmente di un errore durante l’esecuzione della mossa di Judo, ora aveva dolore al braccio sinistro e non riusciva a muoverlo:

“ Maledizione!”

“ Questa non ci voleva proprio!”

“ Era così vicina alla vittoria!”

“ Ed ora rischia di perdere tutto!”.

Il professore, sentendo i commenti dei suoi studenti, gli fece notare una stranezza:

“ Se davvero fosse in procinto di perdere, perché dovrebbe essere così calma?”.

Solo allora i presenti si accorsero che Nova non aveva più una faccia dolorante; aveva gli occhi fissi su Katlyn, che nel frattempo aveva alzato la guardia; sembrava calma, concentrata, pronta a colpire ancora. Vedendola in quelle condizioni, la sua avversaria ebbe timore della prossima mossa della sua prossima mossa.

 

Osservando quello sguardo, Jack si rivolse ad Hide:

“ Allora, lo percepisci?”.

Il ragazzo sorrise:

“ Già, un istinto omicida che può appartenere solo alla più crudele delle vipere; davvero delizioso.”.

 

“ Velocità… velocità… velocità… velocità… ho bisogno di più velocità!”.

Quasi come fosse entrata in trance, Nova iniziò a saltellare sul posto e, dopo qualche secondo, scattò verso Katlyn, iniziando a girarle intorno e a colpirla con dei veloci destri; la sua avversaria provò a contrattaccare più volte ma i suoi pugni erano troppo lenti per raggiungerla; la ragazza allora si chiuse in difesa alzando la guardia:

“ Più veloce!”.

Nova continuò ad accelerare e a colpire Katlyn sempre più velocemente; a tutti i presenti quell’immagine ne richiamò un altra: quella di un boa che stringe la sua preda tra le spire per stritolarla prima di divorarla. Katlyn continuò ad incassare quei pugni, iniziando piano piano a cedere ma resistendo grazie alla sua tenacia. Improvvisamente, però, quella tempesta di colpi si fermò e Nova con un ultimo scattò indietreggiò di qualche metro, restando di fronte alla sua avversaria; Katlyn, sul punto di cedere e con l’occhio sinistro chiuso a causa dei colpi subiti, si stupì di quel gesto ma, credendo che la sua avversaria avesse esaurito le energie, si fece forza per sferrare un attacco; avanzò piano piano verso la ragazza, tenendo alta la guardia; concentrò tutta la forza che le era rimasta nel suo sinistro e lanciò un diretto al volto di Nova; quando stava per andare a segno, però, il professor Abigor intervenne fermando l’incontro e le due ragazze si bloccarono; l’incomprensione di Katlyn di fronte a quel gesto si tramutò in stupore quando si accorse che il suo pugno si trovava sopra la spalla di Nova; il pugno destro della sua avversaria, invece, superando dall’esterno il braccio di Katlyn era fermo a pochi centimetri dal suo viso:

“ Cross Counter… se il professore non ci avesse fermato… avrei rischiato di morire…”.

Il professor Abigor esclamò:

“ La vincitrice è Nova!”.

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Capitolo 14
*** Pace e Paura ***


Sotto gli occhi attoniti di tutti, nell’istante in cui il professor Abigor annunciò la vincitrice, sia Nova che Katlyn crollarono al suolo, perdendo conoscenza; immediatamente i presenti accorsero in loro soccorso, portandole in infermeria.

Quando Nova riprese conoscenza,trovò solo il professor Abigor a sorvegliare lei e la sua rivale:

“ Finalmente ti sei svegliata, iniziavo a temere che avessi riportato lesioni gravi alla testa.”

Ancora intontita, Nova disse:

“ Professor Abigor, è lei; dove mi trovo?”

“ Sei nell’infermeria della scuola; i tuoi amici ed io ti abbiamo portata qui dopo che sei svenuta; loro adesso sono tornati nei loro alloggi ma ti fanno le congratulazioni per la vittoria.”.

A quell’affermazione, Nova rimase inizialmente perplessa:

“ Vittoria?”

“ Certo, hai battuto Katlyn in duello.”

Solo allora Nova se ne accorse, si rese conto di aver davvero vinto.

A quel punto una voce femminile proveniente dal letto affianco a quello di Nova esclamò:

“  Non credere però che mi farò sconfiggere una seconda volta”.

Sorpresa da quella voce, Nova tirò la tenda che si trovava alla sua sinistra e vide che, distesa nel letto al suo fianco e coperta di bende, c’era Katlyn; la ragazza, con tono audace ma decisamente più amichevole, esclamò:

“ La prossima volta vincerò sicuramente io.”.

Come riempita da una nuova grinta, Nova le rispose a tono:

“ Invece vincerò di nuovo io!”.

Nella foga le due ragazze si slanciarono l’una verso l’altra come per colpirsi ma un dolore fortissimo le bloccò all’istante; il professore allora disse:

“ Non siete ancora guarite, ci vorrà del tempo; riposatevi o le vostre ferite non si saneranno correttamente.”

“ Va bene, prof.”

“ Ora vado in segreteria; devo firmare delle carte; voi approfittate di questo periodo di riposo per chiarirvi una volta per tutte.”.

Detto questo, il professor Severus uscì dall’infermeria richiudendo la porta alle sue spalle. Nova si accinse a dire qualcosa ma Katlyn la precedette:

“ Forte… dannatamente forte e irraggiungibile, è questo quello che ho pensato quel giorno, quando ho visto Jack per la prima volta.”

Nova, sentendo quelle parole, avrebbe voluto dire qualcosa ma capì che era meglio tacere in quel momento:

“ Ero al mio primo giorno in questa scuola: dopo che mi venne assegnata una camera, mi diressi verso il dormitorio e fu allora che lo vidi; aveva attaccato un sacco da allenamento ad un’asta piantata nel muro e si stava esercitando; ero ancora alle prime armi per quanto riguardava le arti marziali e la sua longilinea figura che si muoveva leggiadra illuminata dal sole mi incantò; Taekwondo, Jeet Kune Do, Muay Thai, Aikido, Judo, Karate, Capoeira, ogni suo movimento era perfetto, ogni mossa assolutamente impeccabile, ogni colpo preciso e potenzialmente letale; il suo stile era come un diamante, perfetto e brillante come la luce dell’aurora. Guardandolo, rimasi come folgorata… Non potevo credere che, nonostante avessimo la stessa età, la differenza tra noi fosse così abissale. Da quel giorno lo osservai da lontano quasi ogni giorno mentre si allenava; avrei voluto avvicinarmi a lui per conoscerlo ma non ho mai avuto il coraggio; dopotutto, come avrei mai potuto rivolgere la parola ad un uomo perfetto in ogni suo aspetto, dotato di un così grande talento? Così dopo qualche tempo mi sono convinta che nessuno che non fosse alla sua altezza gli si sarebbe dovuto avvicinare… Per questo ti ho dato contro… Ma ora capisco che sbagliavo… Tu hai il talento necessario per stargli vicino e potergli essere amica.”.

A quel punto Nova interruppe bruscamente la ragazza e, con tono comprensivo e quasi materno, esclamò:

“ Ti sbagli… io non sono portata per la battaglia, non so capire cosa la gente pensa e non ho nessuna abilità particolare; il talento non è essenziale per crescere e credo che Jack sarebbe d’accordo.”

“ Come fai a dirlo?”

“ Beh, lo hai detto tu stessa, no? Lui si allena costantemente ogni giorno per migliorare e lo stesso facciamo sia tu che io; perseverare nel proprio obbiettivo, impegnarsi con tutte le proprie forze per realizzare i propri sogni, è questo ciò che rende grande una persona. Hai innalzato Jack al livello di un essere irraggiungibile ma la verità è che nulla ti impedisce di provare a parlargli; è vero, incute soggezione le prime volte che lo si incontra ed ha sicuramente un carattere difficile ma non è una cattiva persona per cui non devi preoccuparti.”.

Prima ancora che Nova se ne accorgesse, Katlyn saltò sul suo letto, abbracciandola forte, e con voce rotta e con le lacrime agli occhi, disse:

“ Mi dispiace; sono stata un’idiota! Ti ho importunata, attaccata e persino minacciata e tu invece sei così buona con me. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.”.

Sorpresa ma felice, Nova accarezzò con una mano i capelli della sua ormai ex rivale:

“ Stai tranquilla, ti ho già perdonata.”

“ Grazie, grazie, grazie!”

La ragazza allora strinse ancora di più l’abbraccio:

“ Katlyn… le ferite mi fanno ancora male.”.

Scioltasi dall’abbraccio e dopo aver scambiato il suo numero di telefono con la nuova amica, Nova disse:

“ Beh, immagino sia ora di tornare ai nostri dormitori; non voglio certo passare la notte qui.”

“ Già, neanche io.”.

Le due ragazze si alzarono, anche se con qualche difficoltà, ed uscirono dall’infermeria, dirigendosi verso i rispettivi dormitori. 

Improvvisamente però, proprio quando ormai era quasi arrivata alla sua stanza, Nova si bloccò, percependo un’orribile sensazione mai provata prima: fu come ritrovarsi improvvisamente tra le spire di un enorme Boa ed esserne divorati in un sol boccone:

“ Ottimo combattimento, novellina.”.

Dall’ombra di una rientranza Hide si manifestò, battendo leggermente le mani e avvicinandosi; ad ogni passo che faceva, la sensazione che Nova provava aumentava, facendola tremare ed impedendole quasi di respirare:

“ Sai, è raro per me trovare qualcuno che riesca ad attirare la mia attenzione; sono una persona che ricerca solo un particolare tipo di avversari e non credevo che tu potessi essere tra questi; la tua battaglia di oggi mi ha dimostrato il contrario… il tuo ultimo attacco, la calma glaciale con cui l’hai eseguito, la precisione e la superiorità che hai dimostrato mentre lo eseguivi era a dir poco magnifica; mentre ti guardavo, mi sei sembrata quasi come una serpe quando addenta un topolino indifeso e ne stritola la carne finché non smette di dibattersi per poi ingoiarlo in un sol boccone…”.

Lo sguardo che Hide fece in quel momento avrebbe fatto rabbrividire persino al più insensibile degli esseri: aveva due occhi sanguinari, sadici e spietati, simbolo di un’indole violenta e feroce che può appartenere solo ad un assassino; l’istinto di Nova le diceva di correre, di scappare da quel demonio che le era apparso davanti ma il suo corpo sembrava come impietrito. Lo sguardo di Hide, però, improvvisamente cambiò, diventando più tranquillo ed il giovane superò la ragazza, fermandosi poco dopo:

“ Ora, però, non sei in condizione per combattere; in ogni caso ti consiglio di prepararti, perché quando riterrò che tu abbia raggiunto un livello sufficiente, verrò a reclamare la mia preda e non accetterò un rifiuto.”.

 

Quando Nova riuscì di nuovo a muoversi, Hide ormai era andato via da diversi minuti; sconvolta da ciò che era appena accaduto, la ragazza si rannicchiò davanti alla porta della sua camera, non riuscendo a smettere di tremare.

“ Nova?”.

La ragazza alzò lo sguardo verso l’alto e appena vide i profondi occhi di Jack, si lanciò tra le sue braccia, facendolo cadere a terra; vedendola sconvolta, il ragazzo non disse nulla, limitandosi solo a stringerla forte a sé; rimasero in quella posizione per molto tempo, finché la giovane non smise di tremare:

“ Scusami, Jack; adesso sto meglio, ti ringrazio.”.

Il ragazzo avrebbe voluto chiedere cosa fosse successo ma capì che non era il momento giusto:

“ Non importa; sappi che se avrai ancora bisogno di aiuto, non esitare a chiamarmi.”.

Nova si sentì rassicurata da quelle parole ma preferì non svelare all’amico il motivo del suo comportamento; lui e Hide erano amici e raccontargli la verità lo avrebbe messo in una situazione difficile. Si congedò frettolosamente da Jack e rientrò nella sua stanza:

“ Scusami ma ora è meglio che io vada a dormire, sono molto stanca; ci vediamo domani; ricordi, hai promesso di allenarmi personalmente?”

“ Sì, sì, non l’ho dimenticato.”.

 

Quella notte Nova non riuscì a chiudere occhio; nella sua mente continuava a rivivere la sensazione provata durante il suo incontro con Hide.

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