Le avventure di Ponda

di lullublu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


le avventure di ponda 1 Note dell'autrice:  ....questa storia è stata scritta a quattro mani, su una panchina.
Ponda, il simpatico vecchietto che troverete, è il protagonista della storia ed in quanto tale non può morire.
Kise, benchè appia l'aspetto del kise originale, è molto-molto- personalizzato, quindi si preferirebbe che lo vediate quasi come un ooc.
Detto questo speriamo che la storia piaccia.
Buona lettura ^^



Era una giornata piovosa in Culonia, ed un vecchio di nome Ponda se ne stava annoiato sulla sua sedia di vimini a sfogliare il suo vecchio diario.
Tanti anni, ormai erano passati da tutte le storie che teneva annotate, appunti di giorni ormai lontani.
Credeva che null'altro gli sarebbe potuto succedere, ne aveva passate di cotte e di crude nella sua lunga vita ed ormai, era quasi giunto al termine.
Non sapeva però, che presto avrebbe affrontato la sua ultima grande sfida.
"E' passato così tanto tempo" mormorò, mentre un sorriso stanco affiorava sulle sue labbra.
Ad ascoltarlo, c'era Su-san, il suo compagno di vita.
Si conoscevano da quando erano ragazzi, avevano frequentato lo stesso liceo, anche se solo per un anno nella stessa classe.
"Eravamo così giovani" rispose Su-san, dando un buffetto sulla spalla a Ponda, per poi scrollarsi la forfora dalla mano.
Era risaputo che Ponda aveva tanta forfora.
Fuori dalla finestra giocavano i loro figli.
"Eravamo così giovani e spensierati" fece Ponda "e guardaci adesso con i nostri Gianmarco e Luca, che ci danno tante soddisfazioni".
A questa frase, spuntò dal nulla una persona.
"BEATRICEEEE" urlò il giovane di nome Luca.
"Su-san, chi è questo tizio?" chiese il vecchio, giustamente sorpreso.
"Io sono tuo figlio" esclamò il giovane.
Ponda lo guardò sconcertato, qualcosa gli frullò nella mente. Non era la prima volta che gli succedeva qualcosa di strano.
"Aspetta" disse poggiandosi una mano rugosa sulla fronte "sono finito in un'altra fan fiction, non è così?".
Una voce misteriosa gli rispose "Esatto. Lavora schiavo!".
"Ma scusami, io sono solo il ricordo di una persona, non sai neanche se sono ancora così. DAI CAZZO!".
Ma le sue obiezioni furono inutili.
Si scatenò una tempesta di ghiaccio, e la casa, con tutti quelli che vi erano all'interno, venne congelata.
Passarono tre anni da quel giorno e la casa, era ancora ghiacciata.
Chi mai sarebbe riuscito a scongelare il Ponda?

Arrivarono delle persone vicino alla casa.
Una di esse era Ryota Kise, un famoso modello.
"Questa sarà la location per il mio prossimo set fotografico!" affermò il biondo con il perenne sorriso contento e un po' stupido che gli incorniciava il viso.
"Idiota! Siamo venuti ad allenarci!" obiettò Kasamatsu dando un calcio al modello.
Kise infatti, oltre ad essere un modello, giocava anche a basket e Yukio Kasamatsu, era il suo capitano.
Oltre a loro, vi era anche una bravissima fotografa di nome Anna.
"Io devo lavorare" commentò la ragazza.
Si chiedeva ancora, perchè mai avesse accettato quell'incarico.
Tutto quel parlottare e calciare,  disturbò una persona che stava dormendo in cima alla casa congelata.
"Che noia! Io stavo dormendo!" sbuffò Aomine.
"Aominecchi, mio best friend forever and ever, cosa ci fai sul mio set?" chiese Kise.
Ma Aomine non gli rispose e si riaddormentò.
Si udirono delle grida provenire dalla casa ghiacciata che svegliarono nuovamente il ragazzo che, nervoso per tutto quel baccano, lanciò il suo pallone da basket sulla casa, frantumando il ghiaccio.
Dalla casa uscì Ponda seguito da Su-san, entrambi, alquanto infreddoliti.
Non doveva essere facile passare tre anni congelati, soprattutto alla loro veneranda età.
"Aaaaaaaaah voi non capite stolti!" fece Ponda.
"Cosa c'è da capire?" chiese una voce.
Era Kuroko, un ragazzo difficile da notare nonostante i suoi capelli azzurri, era lì fin dall'inizio insieme a Kise, Kasamatsu e Anna, ma nessuno si era accorto della sua flebile presenza.
"Non capisci? Questo è il continuo della mia fan fic. Siete condannati".
La voce di Ponda fece tremare tutti, tranne Aomine che ancora si lamentava per essere stato svegliato.
"Ma insomma!" protestò "volete stare zitti? Ah ciao Tetsu!".
Il vecchio Ponda, nervoso per tanta insolenza, strattonò Aomine.
"Non capiscì? Tra poco comparirà una jeep gialla. Aahh, è già lì, è già iniziato".
Anna si chiese di quale jeep stesse parlando, non aveva notato alcuna auto, ma quando si girò a vedere, la jeep gialla di cui aveva parlato Ponda c'era davvero.
Quella faccenda iniziava a farsi inquietante.
"E' la mia jeep-giallacchi! Saliamo tutti!".
Kise, invece di farsi domande, aveva già preso confidenza con la nuova situazione.
In fin dei conti la sua stupidità lo portava ad adattarsi ad ogni situazione.
"Abbiamo bisogno di un autista! Chi sa guidare?".

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


le avventure di Ponda 2 "Visto che sono così importante da essere ruolato da due persone diverse consecutivamente, dovrei guidare io la jeep-giallacchi"  disse Kise in tono contento, subito dopo aver chiesto se c'era qualcuno che sapesse guidare.
Gli altri si guardarono un po' indecisi, non credevano che affidare la guida a Kise fosse una buona idea.
Fu Kuroko a farsi avanti e dargli il suo appoggio: "Mi fido di te, Kise-kun. Per favore, non ucciderci tutti".
Visto che nessuno voleva comunque muoversi, Ponda li caricò tutti in macchina.
Le portiere dell'auto si richiusero ed il modello biondo riuscì a mettere in moto il veicolo.
Stranamente, le chiavi erano già inserite, come se qualcuno volesse che la jeep gialla venisse usata proprio da loro.
Come aveva detto Ponda.
"Pondacchi, dove dobbiamo andare-ssu?" chiese Kise.
"Andiamo a scoprire perchè mi hanno congelato".
I nostri poco adatti eroi partirono verso il liceo che Ponda e Su-san avevano frequentato da ragazzi: il Palazzi.
Ma qualcuno non voleva che arrivassero sani e salvi.
Da dietro la jeep gialla, comparve una pelata.
Ponda riconobbe subito quella testa, era un suo ex-professore di nome Aldo.
"P-A-P-P-A-G-A-L-L-O  C-O-L-O-R-A-T-O".
Il suo sorriso inquietante, unito alla sua mancanza di capelli, rendevano il professore un nemico temibile.
"Buongiorno prof. ...ma se io sono vecchio, lei non dovrebbe essere morto?" osservò Ponda.
"Ho venduto la mia anima e i miei capelli a..."
"Al diavolo?" chiese Kuroko.
"No! A Scotto" esclamò Aldo.
Scotto era una persona molto malvagia, non si sapeva molto su di lui e sul suo maligno assistente Cesco, si vociferava che fossero demoni usciti dagli inferi, e che lavoressero per i produttori di carta.
"Quindi ora sei cattivo" ammiccò Su-san completamente a caso.
Aldo estrasse dei pennelli dalle tasche e li lanciò contro il gruppo come fossero degli shuriken.
Un pennello scompigliò la perfetta capigliatura di Kise che seccato disse: "Aldocchi, non rovinare la mia bellissima acconciatura".
Aomine, tempestivamente afferrò il volante che Ryota aveva lasciato per pettinarsi i capelli mentre si guardava dallo specchietto retrovisore.
La jeep sbandò e quasi Aldo cadde, ma puntando i suoi pennelli contro la portiera, riuscì a rimanere aggrappato.
Daiki continuò a guidare velocemente, cercando un modo per sbarazzarsi del professore.
"Tetsu! Abbiamo bisogno di te, confondilo!" chiese alla sua ombra, ma prima che Kuroko potesse intervenire, Kise pensò di fare la sua parte.
"Ci penso io! Quanto fa 3x3+3?".
"DO-DI-CI" rispose il pelato con la sua voce inquietante.
Alzò la mano armata di pennello e pugnalò Kasamatsu, uccidendolo sul colpo.
Il capitano del Kaijou esalò l'ultimo respiro e Ponda, da buon leader quale non era, pronunciò delle parole in suo onore: "Meno uno...vabbè, era poco importante".
"SENPAAAAAAAAAAI" urlò Kise piangendo.
Le sue lacrime, come cristalli lucenti scivolarono sul corpo inerte di Kasamatsu.
I capelli biondi s'illuminarono divenendo ancora più lisci e setosi.
Grazie alla sua disperazione, Kise divenne potentissimo e in un solo colpo riuscì a sconfiggere Aldo.
Poco dopo, ritornò ad essere il solito Kise, e per tutto il resto del viaggio si mise a piagnucolare.

Arrivarono ad un autogrill e la jeep si fermò.
"Mi è venuto il mal di testa! Stupido Kise" si lamentò Aomine picchiando il diretto interessato.
Ponda prese le redini della situazione.
"Tu, tizio abbronzato vai a fare benzina. Anna, fai una foto ricordo. Tizio invisibile sbarazzati del cadavere senza farti notare. Su-san, dammi un bacio ed andiamo a fare scorte di cibo!".
Kise, sentendo che non aveva ricevuto nessun ordine, decise di copiare Kuroko e sbarazzarsi del corpo del suo senpai.
Ma, non avendo il dono della misdirection, subito venne scoperto da due poliziotti che passavano di lì.
"Sono appena ritornato dal Giappone e mi hanno fatto poliziotto" disse contento il poliziotto di nome Alessandro.
Aveva un aspetto decisamente tamarro con la sua abbronzatura arancione e le pacchiane collane che portava al collo.
L'altro poliziotto, invece era alto ed aveva i capelli rossi con delle ciocche nere alla base, si chiamava Kagami Taiga.
Stava pensando a che razza di collega gli fosse capitato, quando vide una figura fastidiosamente familiare.
"Ma quello è Kise!".
Il biondo, vedendo Taiga, sorrise contento e senza pensare che fosse un poliziotto, lo salutò.
"Ciao Kagamicchi! Dammi una mano, il senpai ha bisogno di essere buttato nel cassonetto più vicino" e nel dire quelle parole, ricordò che Kasamatsu era morto e la sua guancia perfettamente curata venne bagnata da una patetica lacrimuccia.
Il rosso osservò meglio il corpo che il modello stava trasportando e si allarmò.
"Quello è il tuo capitano o sbaglio? ...Ma è morto!".
"Il senpai si è sacrificato coraggiosamente" mentì Kise.
"Per quanto mi faccia schifo la prospettiva, credo di doverti fare alcune domande" disse Kagami.
E con suo grande stupore, vide il viso del biondo, un attimo prima triste, illuminarsi e tornare sorridente.
"Annacchi, Kagamicchi mi vuole fare un'intervista. Immortala il momento".
A quanto pareva, non aveva capito granchè, come al solito.
Intanto, Kuroko approfittò di quel momento di distrazione da parte di Kagami per far sparire il cadavere.
Nessuno mai ritrovò il corpo di Kasamatsu.
                                                                                                        ***
All'interno dell'autogrill, nel reparto cibo, la mente di Su-san era attraversata da un grande dubbio.
"Ponda, abbiamo un tizio di colore. Pensi che posso prendere i Ringo, o sono volgare?".
"Sì, ma prendili alla vaniglia" gli rispose Ponda "Io intanto prendo da bere" disse, afferrando una bottiglia di Negroni.
"Kise mi ha detto che mangia solo probiotico, cosa gli prendo?" chiese ancora Su-san.
"Prendigli un Mellin".
"Ok, manca qualcosa per Anna e penso che prenderò uno yogurt per me".

Intanto, Aomine...
"E a me il lavoro più noioso, che palle!".
Il benzinaio, che era un napoletano si girò verso Aomine.
"We, ma tu si chillu guaglion di Kuroko n'Baskèt?" gli chiese, riconoscendolo.
Il moro, che anche se quasi nessuno ne era a conoscenza, era anche lui di origini napoletane.
Sua madre infatti, la signora Carmela, aveva abitato nei quartieri spagnoli fino a quando non si era sposata, trasferendosi poi in Giappone, dove era nato Aomine.
Da piccolo Daiki andava in vacanza dai suoi nonni a Napoli, quindi conosceva alla perfezione il dialetto, si poteva quasi dire che fosse la sua seconda lingua.
"Song propr ih. I m' batt sul'ih" rispose a tono.
Ma la sua citazione preferita, non rendeva molto bene in napoletano,ed infatti, il benzinaio fraintese.
"Ma truovt na' bella guaglion. Pervertito!".

E nel mente, Kagami, insieme al suo inutile collega Alessandro. trascinò Kise in centrale.

"Ho preso Ringo per tutti!" affermò Ponda, ritornando vicino alla jeep gialla.
C'erano quasi tutti, quasi.
"Ma Tetsu dov'è?" chiese Aomine.
"In centrale" rispose Anna col suo tono candido.
"Anche Kise?" domandò Su-san "ha dimenticato gli occhiali da sole!".
"E anche gli smalti!" fece eco Ponda, nascondendo le proprie unghie smaltate.
"Non che me ne importi di Kise... ma andiamo a recuperare Tetsu" disse Aomine, improvvisamente combattivo.
Ma Ponda, era stanco di perdere tempo.
"Aspetta. Siamo partiti per una ragione, non possiamo stare dietro a tutti i  morti e i dispersi".
Quelle parole, fecere arrabbiare Daiki che in uno scatto d'ira afferrò il vecchio Ponda  per il colletto della maglia e lo strattonò con forza.
"Portaci in centrale o ti ammazzò!" gli ringhiò contro.
"Non picchiare il mio Ponda!" intervenne Su-san.
Probabilmente sarebbe iniziata una rissa in piena regola, se la persona più calma e ragionevole di quello strambo gruppo, non fosse intervenuta proprio in quel momento a placare la situazione.
"Calmatevi tutti. Andiamo in centrale e poi proseguiremo" disse Anna.
Tutti si bloccarono a quelle sagge parole.
"Hai ragione!" disse Ponda.
E così dicendo, rientrarono in macchina per dirigersi in centrale.





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Capitolo 3
*** 3 ***


3
Con Aomine che guidava in maniera spericolata ed ignorava tutti i semafori, arrivarono in centrale in un batter d'occhio.
Fuori al parcheggio, c'era uno strano agente dai capelli verdi al quale Ponda pensò di chiedere informazioni.
"Avete visto un tizio fastidioso e un altro troppo poco fastidioso?".
"Parli sicuramente di Kise e Kuroko" rispose Midorima "che segno sei?".
"Ehm...bilancia. Ma che CAZZO VI CONOSCETE TUTTI?" si alterò Ponda.
L'agente però non si scompose a quell'inutile eccesso di collera.
"Allora, le previsioni per la bilancia prevedono come oggetto fortunato una dose di viagra" rispose Midorima sistemandosi gli occhiali tranquillamente.
"E comunque, conoscersi non è concezionale, varia da persona a persona" concluse.
In sottofondo si sentì un frinire di grilli e guardandosi intorno, i nostri eroi, videro Kise che ridacchiava con un i-phone, comprato chissà dove.
"Volevo fare il figo con questa nuova app che ho scaricato. Si chiama 'suoni per tutto e per tutti'. Pensate...c'e perfino una app per andare in bagno!" disse Kise.
"Kise! Metti via quel coso! Dov'è Kuroko?" chiese Ponda, ancora alterato.
"Pondacchi, guarda qui, ho un'applicazione che ti sostituisce".
Il biondo prese l'i-phone che cominciò ad emettere 'DAI CAZZO' a ripetizione.
Ponda, che proprio non ne poteva più di tanta stupidità, gli tolse il telefono di mano e lo gettò in un tombino.
Alessandro il poliziotto, guardando la situazione pensò "ma stiamo facendo una festa qui?".
"Siete qualora a partyeggiare".
Era la voce inconfondibilmente sgrammaticata di C.P. .
"E' il funerale del mio amato i-phone, i miei amici sono venuti tutti" disse Kise.
"Davvero pensi che quell'i-phone sia più importante del tuo senpai?" gli chiese Kuroko.
"Ma c'erano anche delle foto del senpai...mentre taccheggia al comicon" rispose il modello con voce melodrammatica.
"VI DIMENTICATE TUTTI CHE IO HO ARRESTATO KISE, EH?" intervenne seccato Kagami, cercando di porre fine a quell'inutile commedia da quattro soldi.
"E CHE CAZZO! NON HA FATTO NIENTE, E' SOLO UN IDIOTA" lo difese Ponda, sempre più alterato.
La sua salute ne avrebbe risentito, sapeva che non doveva portarsi certa gente per il suo viaggio.
Anna, si trasformò tempestivamente in un avvocato per difendere Kise "lo lasci andare, per infermità mentale!".
Ma nemmeno questo servì a smuovere il poliziotto.
"Kagami-kun, se non lasci andare Kise-kun, Nigou ti tormenterà a vita" provò Kuroko, con la sua solita espressione innocente.
Sapeva infatti che il rosso era terrorizzato dai cani, e guarda caso, ne possedeva uno.
"E che cazzo, vi conoscete veramente tutti!" sbuffò Ponda.
Kagami impallidì alla non molto velata minaccia di Tetsuya, ed Aomine gli si avvicinò, sfiorandogli la schiena con un dito.
"Dai, non pensare a quegli ebeti, facciamo pace e poi facciamo tu sai cosa nel tu sai dove" sussurrò a voce alta Aomine.
Ma il rosso, ancora nervoso con lui per il loro precedente litigio, si innervosì ancora di più.
"La prossima volta ti impari a toccarmi il sedere in pubblico, non voglio fare pace!" sbraitò.
Kise, avvertendo una carenza di attenzioni, essendo ben cinque minuti che tutti lo ignoravano e pensavano ad altro, disse: "Kagamicchi, non pensare agli altri. Continuiamo la nostra intervista. Annacchi fotografa!".
Ma la fotografa non lo ascoltò, troppo impegnata a scattare foto ad Aomine e Kagami.
Ancora una volta, Ponda tentò di richiamare l'attenzione generale.
"Io parto! Chi vuole mi segua!".
"Ponda, amore eccomi" accorsero Su-san e le sue sopracciglia vibranti d'amore per il Ponda.
E l'attenzione di Anna si spostò sui due vecchietti, il suo sesto senso da fangirl, la avvisava quando c'era una coppia che faceva fanservice.
"Allora andiamo, o volete rimanere lì in eterno?" chiese Aomine, l'idea di un altro inseguimento lo esaltava.
"Eccomi, la mia jeepcchi mi aspetta" fece Kise.
"Fermo farabutto, ti trattengo in nome di chef Bastianik!" disse Kagami.
Aomine, capendo che non c'era alternativa, trascinò anche Taiga nella jeep.
Kise copiò una persona innocente e sgattaiolò al volante.
Anna si girò verso Midorima "addio, mio probabile padre" in quel periodo infatti, la ragazza era in cerca del proprio datore di nascita.
Anche Kuroko li seguì in silenzio ed il viaggiò potè continuare senza intoppi, con la bellissima canzone in sottofondo '100 disegni per me'.
"Cento disegni per me non posson bastaaare" cantò Kise allegramente.

Arrivarono al Palazzi e ad accoglierli vi era un portinaio acido.
"Nè, siete studenti?" chiese il portinaio.
"No... non più" rispose Ponda mentre partiva una musichetta nostalgica in sottofondo.
"Eh allor ch' vuò vhiecchi' e' merd'" fece il portinaio acido.
Al chè, l'istinto napoletano di Aomine si ridestò: "ma tu guarda a chistu fetus e merd, nunzie insulta la gente a chistu mod'".
Per Kagami, era la prima volta che sentiva il suo ragazzo parlare in quel modo.
'Quest'accento lo dobbiamo cambiare' pensò tra sè e sè.
Peccato che di tutte le cose che voleva modificare del terribile carattere di Daiki, non era riuscito a cambiarne nemmeno una.
Kise oltrepassò intanto le urla del portinaio, aggirandosi per i corridoi insieme ad Anna.
Anche Kuroko li seguì.
Mentre i tre camminavano, Anna notò un luccichio in alto.
"Kise, perchè non andiamo in laboratorio a fare delle foto? Ci sono tante cose carine" gli propose.
La ragazza conosceva quella scuola, l'aveva già visitata in precedenza.
Portò il modello entusiasta al terzo piano, dove vi era il laboratorio di pittura.
Le pareti del laboratorio erano addobbate con quadri di ogni tipo realizzati dagli studenti e la finestra, affacciava sul lungomare.
Nell'ombra però, vi era nascosto un nemico: Nunzia l'ex professoressa del laboratorio.
"Annacchi, qui! Voglio una foto qui" saltellò Kise sorridendo e si mise in posa.
Mentre Anna era impegnata a fotografare il modello biondo, apparve il fantasma della professoressa che altri non era che il boss del laboratorio.
La fotografa se ne accorse ed elaborò velocemente un piano astuto.
Ordinò a Kuroko che non si notava, di buttare il monumento di Nunzia dalla finestra.
Kuroko lo fece, ed il boss scomparve.
Quest'azione passò agli annali come il boss più semplice della storia.
Ponda, ancora all'entrata, vide una luce provenire dal laboratorio.
"Sta succedendo qualcosa!" esclamò.
"Già" rispose Su-san.
Ed in quel medesimo istante, qualcosa  s'impossessò di Kise.
"A Nunzia non piace che gli alunni pensino da sè e VASCA DI PLASTICA" disse  Kise che tossì, ritornando poi normale "Annacchi, hai una mentina?".
La fotografa passò una mentina al modello e riflettè.
"Adesso andiamo da Ponda. Lui è l'unico che possa risolvere quest'enigma!".

Nella portineria, stava ancora avvenendo una pesante litigata e Kagami, fu costretto a minacciare l'acido portinaio con la propria pistola per dividere lui e Aomine.
"We, ma i' chiamm a polizi' ch'rè 'cca?" disse il portinaio.
"Io sono un poliziotto" rispose Kagami e senza che fosse visto dal rosso, Aomine mostrò il terzo dito al portinaio.
"Stu femminell e mmerd!" imprecò il portinaio.
"Stu' puorc e mmerd. Io almeno scopo un sacco, mica come te!" rispose Daiki alla provocazione.
Kagami, saggiamente, lo trascinò via prima che iniziasse una rissa.
Intanto Kise scese le scale saltellando e cantando la sigla italiana di 'Georgie', imparata chissà quando.
S'incontrarono tutti nel cortile.
"Kagamicchi, Aominecchi, Su-sancchi, Pondacchi, abbiamo fatto delle foto bellissime VASCA DI PLASTICA *coffcoff* ...questa tosse".
"Ehi! Fermi tutti, io conosco questa dicitura" disse Ponda "Oh, cazzo".
Ponda ebbe un flashback.
C'era un'aula piena di cavalletti sporchi di argilla, un'aula calda, afosa e dei ragazzi sui sedici anni modellavano l'argilla cercando di imitare un disegno.
Un vecchio pelato, basso e con dei baffi da tricheco che indossava un camice sporco, parlo:
"Voi fate i turisti, voi camminate su un filo di cotone scadente".
E due ragazze vicino a Ponda, intanto, si esaurivano ed imprecavano a bassa voce.
"L'aula in giardino!" gridò Ponda riavutosi dal ricordo.
Si diressero in giardino, dove c'era anche il bar, ed Aomine ne approfittò per mangiare qualcosa.
Anche Kagami ebbe quest'idea e comprò diversi panini, ne mangiava sempre molti, tanto che non si capiva perchè non fosse grasso.
Kise, pensò di farsi degli autoscatti ma, stranamente, notò Kuroko, ed in un atto di bontà, pensando che il ragazzo volesse un panino, gliene prese uno.
"Kurokocchi, mangia un paninocchi!".
"Certo" rispose Aomine e prese il paninocchi.
"Aominecchi, sono 10 euro" disse Kise.
"Io sono un nigga" rispose il moro e s'infilò in tasca il panino.
Kagami, troppo occupato a divorare i suoi panini, finse di non vedere il furto di Aomine.
"Dobbiamo andare nell'aula di Iuppy" disse Ponda, richiamando tutti.
"Pondacchi! Aominecchi ruba!" disse Kise.
Ma Kagami, era troppo occupato anche stavolta, per ascoltare.
Su-san, che da un bel po' di tempo non stava facendo praticamente nulla, indicò la porta "andiamo".
"C'è qualcosa d'interessante lì dentro?" chiese Aomine dando poi un pugno in testa a Kise.
"Oh cazzo dobbiamo andare" replicò Ponda con impazienza.
Aprirono la porta e quando Ponda provò ad entrare, si attivò una trappola.
"Noo, amore mioo ti salverò...sei in pericolo?" chiese Su-san.
"No, le frecce sono andate da quella parte" indicò Ponda.
Kise trovò un altro motivo per essere contento.
"Ma questo è fango per le mie cure facciali. Annacchi, spalmami quest'unguento" disse, riferendosi all'argilla.
"Biondo stai attento!" lo avvisò Ponda.
"Eh?".
Ponda si gettò su Kise all'ultimo momento, salvandolo da una freccia.
Intanto, Kuroko rischiava silenziosamente la vita da ben prima che Kise parlasse, solo che nessuno se ne era accorto.
Appena Aomine se ne accorse e andò come una bestiaccia troglodita a salvarlo, approfittandone anche per rubare qualcosa in giro.
"Aomine attento!" lo seguì Kagami.
Mentre tutti salvavano tutti, Su-san e le sue ammalianti sopracciglia arrivano ad una misteriosa cassa che si illumina.
"E già" fece Su-san mostrando in quel modo la sua sorpresa.
"Idiota devi aprirmi!" disse la cassa innervosendosi.
Da lontano Ponda si accorse di quel che stava facendo il suo compagno.
"Amore, devi aprirla con calma!" disse.
"Non posso! Devi farlo tu" rispose Su-san.
"E che palle!" disse Ponda, alzandose da sopra Kise, ormai ricoperto di fango ed andò ad aprire la cassa.
Nella cassa, c'era una misteriosa videocassetta.



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Capitolo 4
*** 4 ***


4 Nell'aula di plastica, i nostri eroi erano riusciti in qualche modo a salvarsi dalle trappole ed avevano trovato una cassa che conteneva una videocassetta.
"Ci serve un televisore!" affermò Ponda.
"Io ce l'ho, l'ho preso da Euronics, ricordi Bakagami?" rispose Aomine.
Il suo ragazzo, arrossì per qualche motivo fino alla punta delle orecchie "mi avevi detto che la restituivi".
"L'avevo detto che Aominecchi ruba" disse Kise.
Ma il suo fu un gesto sconsiderato, infatti, Aomine gli si avvicinò e gli tirò i capelli per poi sussurrargli in tono cattivo all'orecchio "prima della fine della giornata ti ammazzo. Chiaro?".
La minaccia non turbò per nulla Kise, forse troppo stupido per capirla.
"Aominecchi, ma sei proprio un nigga, non un modello bello e affidabile come me".
E Aomine, non ebbe altra alternativa che riempirlo di mazzate.
"Basta cazzate!" imprecò Ponda "dov'è questa dannata tv?".
Intanto, Kuroko piangeva in silenzio.
Aomine se ne accorse ed essendo molto legato al ragazzo si preoccupò.
"Che c'è Tetsu? P-perchè stai piangendo?".
Kuroko lo guardò, il viso rigato dalle lacrime emanava un grande sconforto "Aomine-kun, non picchiare Kise-kun"
Il moro aggrottò le sopracciglia in un'espressione amara, chissà da quanto tempo Tetsuya si portava addosso quella tristezza.
"M-ma...io l'ho sempre fatto. Ti ha sempre dato fastidio? Perchè non me l'hai mai detto? Mi hai sempre taciuto tutti i tuoi dubbi, Tetsu. E' colpa tua".
"E già" annuì Su-san, tanto per fare qualcosa anche lui.
Kagami diede uno schiaffo ad Aomine ed uno, più debole, a Kuroko.
"Non capisco bene la situazione. Ma...tu, stupido Aomine, chiedigli scusa perchè di sicuro è colpa tua, visto che fai sempre danni... e tu, Kuroko, la prossima volta dì quello che pensi".
Aomine guardò il suo ragazzo sorridendo e guardò anche Tetsuya, pronto a chiedergli scusa, si sentiva decisamente meglio.
"Coff coff...scusate ragazzi. Televisone. Avventura. GRANDE MALE" fece Ponda, sempre inopportuno ed Aomine, alterato gli lanciò la televisione addosso.
Su-san, per salvare il suo Ponda gli si parò davanti ed afferrò il televisore, ma nel farlo, si slogò un braccio.
"NOOO" urlò il suo braccio.
"NOOO" urlò il suo sopracciglio.
"NOOO" fece anche l'altro sopracciglio.
E mentre le parti del corpo di Su-san urlavano per il dolore, Anna disse, come suo solito, qualcosa d'intelligente.
"Credo che Su-san non possa più seguirci. Ha bisogno di un ospedale".
Nell'aula di Iuppy entrò il portinaio " Uffaa o sapev sol i', stì viechhi' e mmerd".
"Ancor' tu?" gli rispose Aomine seccato, era convinto di essersi sbarazzato di quell'acido portinaio per sempre.
"We, nir e mmerd statt zitt".
Aomine fece per picchiarlo ma Kuroko gli trattenne un braccio.
"Per favore Aomine-kun" disse.
"Stu muccius e merd s' mett pur miezz, lievt annanz' o cazz o t romp o -censured-".
A questa uscita dell'insopportabile portinaio, Aomine perse la pazienza, e nonostante Tetsuya gli avesse detto di non farlo, gli diede un pugno così forte da fargli perdere i sensi.
Kuroko però non sopportava che qualcuno non lo ascoltasse e prese un ghiacciolo da chissà dove per farla pagare ad Aomine.
La reazione del nigga è stata censurata.
Scena dopo.

"La tv" disse Ponda.
Anna collegò il televisore ad una presa, lo accese ed inserì la cassetta misteriosa.
Nell'aula nessuno più parlava, erano tutti curiosi di sapere cosa avrebbe rivelato loro la videocassetta.
Nella tv apparve una sagoma che iniziò a parlare.
 "Salve signor Ponda, vedo che ha accettato di nuovo la jeep ed è ancora vivo, mi fa piacere. Vedo che non riesce ancora ad andarsene...peccato ahahahah e ormai è lì dentro da quanto?
E' per caso un idiota signor Ponda? Ahahahah.... comunque, vorrei farle sapere che questo viaggio non la porterà a niente, ma se vuole, perchè non torna su quell'isola? Babbeo!!
Ci sentiamo...".
Tutti si voltarono a guardare Ponda.
Kise che non aveva capito molto della situazione, batteva le mani sorridendo. Su-san, invece, rimase in un assorto silenzio.
Ponda impallidì.
"L'isola..." mormorò con aria truce. Ricordava fin troppo bene quel posto, e pensava che non ci sarebbe mai più tornato.
"Andiamo al mare! Annacchi, prepara il rullino" disse il modello, non ce la faceva più a contenere la sua vitalità.
"Io sono già abbronzato" commentò Aomine con voce monotona, era ancora traumatizzato per il ghiacciolo.
"Volevo dirlo io, ma sembrava volgare" disse Su-san.
Aveva ancora il braccio slogato e sapeva che probabilmente non sarebbe riuscito ad arrivare così lontano, siccome gli dispiaceva rimanere Ponda da solo con quello strano gruppo, decise che non si sarebbe lamentato delle sue condizioni. Il suo amato aveva già troppe preoccupazioni.
Anna però, non si era scordata di quel che era successo.
"Prima dobbiamo portare Su-san all'ospedale" disse la ragazza.
Ed in quel momento, un sopracciglio di Su-san si ruppe.
"Muoviamoci ad uscire da questa scuola" disse Ponda ancora assorto nei suoi pensieri.
Lasciarono il Palazzi e salirono tutti sulla jeep gialla.
Arrivarono all'ospedale senza intoppi, ma a quanto pareva era occupato anche se da un unico paziente.
"Dottore ci serve un dottore!" esclamò il Ponda appena vide un medico.
Il medico aveva l'aria stanca e preoccupata "vorrei ma.." riuscì a dire prima che gli squillasse il walkie talkie.
"Dottore, ho chiesto la mia iniezione ben 5 minuti fa".
"E' importante Dottore! Il mio Su-san" insistè Ponda.
Non gliene fregava di quel paziente che a quanto pareva teneva sotto controllo l'intero ospedale, voleva solo che il suo Su-san ricevesse le cure di cui aveva bisogno.
Quanto avrebbe potuto resistere con un braccio slogato ed un sopracciglio rotto?
"Io quella voce la conosco" disse Kuroko, riferendosi alla voce autoritaria che avevano sentito provenire dal walkie talkie.
"Sì" confermò Aomine, anche lui aveva avuto la stessa impressione.
"E' A-Akashicci" disse Kise, felice e terrorizzato al pensiero del suo ex-capitano.
"Ma che cazzo vi conoscete tutti stramboidi?" fece Ponda, ormai aveva perso il conto di quante volte gliel'aveva fatto notare "Su-san sta male, dobbiamo aiutarlo" continuò.
"Cambiamo ospedale, se non volete rogne" consigliò Aomine e non ebbe nemmeno il tempo di dirlo che il suo ragazzo scese dalla macchina.
"Vado a convincerlo" affermò Kagami con aria convinta. Lui non sapeva ancora quanto potesse essere spaventoso Akashi Sijuuro.
"La prego signore non lo faccia"piagnucolò il medico che per qualche strambo motivo era ancora lì.
Aomine scese anche lui dalla macchina ed afferrò Taiga per trattenerlo.
"Idiota! Cosa credi di fare?" gli urlò contro, spaventato da quello che gli sarebbe potuto succedere.
"Sto male. Sto morendo" si lamentò il vecchio Su-san, ormai quasi al limite.
Kuroko, si avvicinò a Kagami e col suo invisibile sorriso gli disse: "col nostro basket possiamo farcela. Battiamo la generazione dei miracoli e diventiamo i numeri uno del Giappone" porse poi il pugno alla sua nuova luce.
"Ma quale cazzo di basket. Camminate mentecatti" s'intromise Ponda e trascinò tutti all'ospedale.
All'ingresso delle forbici volanti li attaccarono.
"E che cazzo" si lamentò Ponda.
Kuroko, fece sparire le forbici, eliminando così quel problema.
"Andiamo all'accettazione" disse Ponda.
Nell'ospedale c'era aria di terrore. Nessuno osava parlare o lamentarsi, solo le infermiere più giovani piangevano in silenzio, afflitte dal loro destino.
Era cominciato tutto un giorno qualunque del mese prima, quando un ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi uno dorato e l'altro rosso, aveva deciso di farsi ricoverare per un semplice raffreddore.
Siccome era molto ricco, nessuno aveva provato a fargli notare che era inutile ricoverarsi per un problema così stupido.
Poi, le cose avevano cominciato a degenerare.
Akashi aveva imposto di essere l'unico paziente dell'ospedale ed aveva realizzato lì il suo regno di terrore, dove governava come un tiranno sui poveri lavoratori.
Ponda si rivolse ad un'infermiera.
"Scusi, il mio Su-san esige cure mediche specifiche".
"VADA VIAAA" urlò l'infermiera terrorizzata.
"Ma insomma. Non vede che anche il biondo ha bisogno di una tac al cervello? Ha ricevuto tante di quelle botte..." insistè Ponda
Il corridoio divenne buio e si sentirono dei passi. Un'ombra altissima si stagliò su di loro, ma di alto vi era solo quello.
Apparve Akashi.
"Inserviente, ma cos'hanno tutti? Sù mi aiuti a portare Su-san al reparto radiografia e anche quello lì" fece Ponda indicando Kise.
Akashi sorrise impercettibilmente e la terra sotto i piedi di Ponda comincia ad agitarsi, facendolo finire seduto.
"Impara le buone maniere, Michele" fece il piccolo rosso.
"Mi scusi signor inserviente, mi potrebbe gentilmente aiutare?" provò di nuovo Ponda e stavolta, venne ferito da delle forbici.
"POOOOOOOOOOOOOOOOONDAAAAAAAA!!!!!!!!" urlò Su-san.
Per fortuna le ferite del vecchio erano solo superficiali, ma alla vista del sangue, il suo compagno si era spaventato.
Kise fissò affascinato la scena, chiedendosi quando toccasse a lui. Aveva un debole per le persone che lo trattavano male.
"IO NON HO PAURA DI TE" fece Kagami, come al solito, sprezzante del pericolo.
Su di lui soffiò un'aria intimidatoria che, anche se il rosso non lo diede a vedere, lo fece tremare da capo a piedi.
"Imbecille, sta calmo e non fare stronzate. Non voglio che tu sia ferito" gli sussurrò Aomine all'orecchio ed Anna immortalò l'attimo con la sua fotocamera.
Non voleva perdersi nemmeno un attimo di fanservice.
Kuroko, tentò di trattare con l'ex capitano.
"Akashi-kun, potresti aiutarci? Kise-kun sarebbe più che felice di obbedirti a vita".
Ed il biondo, come per confermare le parole dell'ombra, scodinzolò.
"Imploratemi" fece Akashi, le braccia incrociate e sul viso un'espressione di superiorità.
Era convinto di essere invincibile, ma ben presto si sarebbe reso conto che non era così.
"Col cazzo" protestò Ponda, la cui dignità non gli avrebbe mai permesso di abbassarsi ad implorare un ragazzo.
Ma in realtà, Ponda non disse nulla, non ne ebbe il tempo perchè Akashi, prevedendo la sua frase, lo colpì con delle altre forbici, prima che potesse anche solo pensare di parlare.
"Ponda, basta. Lasciami qui, continua la tua avventura, mi sacrificherò io" disse Su-san.
"Buona idea, andiamocene!" rispose Aomine e prendendo per il polso Kagami provò a trascinarlo fuori, ma l'altro continuava a voler rimanere lì.
"No Su-san, io non ti lascio. Abbiamo passato una vita in....".
Qualcosa, impedì a Ponda di continuare la frase.
"Non finirà la frase" predì Akashi.
Qualcosa, aveva congelato di nuovo Ponda.
Era la stessa forza superiore che l'aveva congelato nella stanza tre anni addietro?


Nda:
Ringrazio Chiara_mlmlml per aver recensito e messo la storia tra i preferiti







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Capitolo 5
*** 5 ***


5 "Pondacchi...Pondacchi!" provò Kise a chiamare il vecchietto, di nuovo congelato.
"Svegliati Michele" disse Akashi schioccando le dita.
Ma la forza che aveva congelato il Ponda era molto più potente di lui e Ponda non si mosse.
"Lo sapevo" fece Akashi.
"Ti stai parando il culo" gli fece notare Su-san e venne ferito ancora da delle forbici.
"Cosa farò ora?" si lamentò Su-san.
Senza il suo compagno di una vita si sentiva perso.
"Il mio istinto mi dice di andarcene. Kagami? Tetsu?" provò di nuovo Aomine, si sentiva fin troppo inquieto in quell'ospedale, aveva paura che succedesse qualcosa di ancora peggiore dell'incontro con Akashi.
"Che ne dite di continuare, chi vivrà vedrà?" fece Anna.
"SBRIGHIAMOCI, DANNAZIONE!" urlò Aomine impaziente.
Kuroko si trovava già all'uscita da ben prima che il nigga lo dicesse.
"Ryota, trascina Michele" ordinò Akashi, camminando verso l'uscita con passo marziale.
Anche lui, che come al solito era a conoscenza di tutto, sapeva che stava per accadere qualcosa.
"Pondacchi, ti userò come mia controfigura" disse Kise mettendo una parrucca bionda al Ponda, incapace di opporsi.
Gli altri li seguirono e solo Anna, notò i dottori trasformarsi in zombie.
Kuroko provò ad aprire la porta ma era come sprangata, non riusciva a muoverla di un millimetro.
Nemmeno Aomine ci riuscì.
Uno zombie si avvicinò a Kuroko e lo trascinò verso la sala operatoria.
Su-san, seduto su una sedia a rotelle iniziò ad urlare in preda al panico.
Kagami iniziò a saltellare come un coniglio per evitare gli zombie e Kise cominciò ad imitarli così perfettamente da sembrare uno di loro.
"Daiki, salva Tetsuya. Taiga, picchia gli zombie. Anna fai un servizio fotografico...Ryota, sei un caso perso...Marco, sta zitto. Io li eliminerò completamente da solo" disse Akashi, diventando il capo della situazione senza che nessuno glielo avesse chiesto.
"E' colpa tua, se non riesco a drizzarmi" fece Su-san, il cui vero nome è Marco, cercando inutilmente di alzarsi dalla sedia a rotelle.
Akashi si sbarazzò velocemente degli zombie, e dato che non c'erano più zombie da imitare, Kise tornò normale.
Kuroko, che era stato trascinato via, venne legato su un tavolo operatorio.
Il chirurgo zombie gli si avvicinò armato di bisturi, voleva operarlo.
In fondo alla sala operatoria s'intravide una figura femminile che sembrava dare ordini agli zombie.
Aomine che era giunto alla sala, rimase ipnotizzato da tale figura, forse per la sua bellezza.
"TETTE" fece Daiki.
"Tu sembri molto meglio di questo qui, vuoi diventare uno dei miei prediletti?" gli chiese la figura.
Aomine non riusciva a ragionare e attratto da una forza irresistibile (detta potere delle tette) si avvicinò alla nemica, protendendo le mani in avanti.
La figura schioccò le dita ed uno zombie si avvicinò ad Aomine per morderlo.
Kagami, sentì la puzza di 'zoccola' grazie al suo sesto senso di mogliettina gelosa e si recò da Aomine.
"CHE CAVOLO STAI GUARDANDO, IMBECILLE?" urla il rosso al suo ragazzo per poi rifilargli uno schiaffo in testa che dal rumore, doveva essere molto forte.
"Non metterti in mezzo, per favore <3" fece la figura.
"QUESTO E' IL MIO RAGAZZO!" urlò di nuovo Kagami, trascinando via Aomine.
Ma la figura, anche se un po' delusa, non si lasciò scoraggiare.
"Torniamo al piano originale. Per favore bambini" disse agli zombie.
"Aiuto...per favore" sussurrò Kuroko con voce flebile, iniziava ad aver seriamente paura di diventare uno zombie.
"Ah e qualcuno blocchi l'entrata, non vogliamo intrusi" disse la donna, alimentando così il timore del povero ragazzo.
A Kuroko si avvicinò uno zombie molto alto e dai capelli viola.
"Kuro-chin, ho fame fatti mangiare" disse Murasakibara.
"Solo un morso ho detto" lo rimproverò la figura spalmandosi il palmo della mano sulla fronte, quel lavoro stava risultando più noioso del necessario.
 "...Me lo avevano detto di non accettare lavori da uomini misteriosi nelle videocassette".

Akashi ergendosi sull'orda di zombie che aveva sconfitto, vide comparire nel corridoio Aomine e Kagami.
"Daiki, perchè non hai preso Tetsuya?" chiese al moro.
".......Tette?" fece il nigga.
Il ragazzo lo guardò storto ma non alzò le mani.
"Cazzo! Kuroko...Aomine ti picchio dopo, pensiamo a Kuroko" e si fiondò di nuovo verso la sala operatoria.
Ma la porta, stavolta era sorvegliata da guardie, e gli zombie che prima aveva sterminato Akashi, si rialzarono intrappolando nuovamente il gruppo.
"SE SOLO POTESSI ALZARMI" disse Su-san, ben conscio che anche in quel caso non avrebbe fatto nulla.
Intanto nella sala, Tetsuya era seriamente in pericolo.
"Tu non puoi farlo. I miei amici ti fermeranno. Io credo nei miei amici" si lamentò Kuroko, cacciando un po' di quello spirito da protagonista che in fondo, anche lui aveva.
La donna rise, convinta che il ragazzo stesse solo provando ad autoconvincersi.
"Sì lo so, i buoni vincono sempre ma ho ideato un ottimo piano" fece lei, premendo poi un misterioso pulsante.

Kise, che appena gli zombie erano ritornati aveva ricominciato ad imitarli, tentò di mordere Aomine, ma prima che ci riuscisse, venne picchiato da Kagami.
"Se hai finito di fare la mogliettina gelosa, aiutami ad ucciderli" disse Aomine.
"MA VA A CAGARE" disse Su-san, tentando inutilmente di dire qualcosa di utile.
La battaglia infuriò nel corridoio.
Aomine e Kagami, si sfidarono per vedere chi riusciva ad uccidere più zombie, ma quando erano pari, Kise, per sbaglio, uccise l'ultimo zombie, mandando la sfida a rotoli.

La figura era seduta in modo seducente, le gambe ben visibili grazie ad un ampio spacco della gonna erano elegantemente accavallate ed il seno prorompente era ben visibile grazie alla scollatura.
"Vogliamo muoverci? Ho la pedicure alle 17:00".
"Ehm...aiuto?" provò ancora Kuroko.
Uno zombie, gli sferrò finalmente un morso.
Subito dopo, Aomine entrò nella stanza, e senza, (con grande sforzo, pensando alla cucchiarella di Kagami) guardare le tette, si diresse verso l'amico.
"Tetsu" mormorò, ma il ragazzo aveva qualcosa di diverso.
"Tesoro, ci abbiamo messo 40 minuti e tu ora ti presenti? Sei uno sciocchino <3" lo prese in giro la donna.
Il moro cadde in ginocchio, spalancando gli occhi "Tetsu" ripetè.
Si coprì la bocca con le mani, non poteva credere ai suoi occhi.
La figura si avvinghiò al nuovo Kuroko "e invece, può essere. Ti presento il mio nuovo bambolotto".
"Fatti mordere Aomine-kun" disse il ragazzo, non era cambiato molto in verità nemmeno dopo essere stato trasformato.
Per fortuna, la trasformazione non era permanente, almeno chè il ragazzo non mangiasse un cervello.
"Basta con i giochetti. Attaccatelo, Murasakibara ora puoi mangiare <3".
Nella stanza entrò anche Akashi col solito sguardo altezzoso e le braccia incrociate.
Aveva capito che lasciando fare a quegli incompetenti, non avrebbero risolto proprio nulla.
"Mi dispiace per Tetsuya. Da te, Atsushi, me lo aspettavo. E' arrivata la tua ora incantatrice" parlò col suo tono ad effetto.
Lo zombie dai capelli viola si lanciò contro il gruppo cercando di attaccare.
"Come osi, disobbedire al tuo capitano?" disse Akashi e con un solo potente sguardo, riuscì a far inginocchiare Murasakibara.
La figura, capì che sarebbero stati guai per lei, se non se ne fosse andata al più presto.
"Beh, allora io vado, ma vi lascio un regalino" disse e mostrò un timer attivato, per poi scomparire in una nuvola di fumo.
"E' una videocamera!" pensò Kise.
Nessuno di quegli avvenimenti l'aveva minimamente turbato, forse per la sua tempra d'acciaio, o forse (molto più probabilmente) perchè vedeva il mondo con occhi del tutto diversi.
Si sentirono delle urla provenire dal corridoio, era Su-san che tentava di drizzarsi, ma adesso era venuto a sapere che aveva la peste bubbonica.
Akashi si abbassò verso Aomine,quest'ultimo ancora sconvolto per la trasformazione di Tetsuya "Daiki, sei patetico".
"Akashi-kun, non traumatizzare il cervello di Aomine-kun" disse Kuroko, che in quanto novizio zombie, provava un certo interesse per i cervelli.
"Dobbiamo fermare la bomba...e Kise" fece notare Anna preoccupata, durante la battaglia se ne era rimasta in disparte ad immortalare lo scontro.
"Uhh, ci sono dei fili tutti gialli...no, questo è giallo limone, odio il giallo limone" disse Kise, e tagliando proprio quel filo, riuscì casualmente a disinnescare la bomba salvando tutti.
Nessuno, tranne Akashi che già lo sapeva, avrebbe potuto immaginarlo.

Nella caverna del nemico principale, di cui ancora non conosciamo l'identità, l'incantatrice, stava litigando con lui.
"Senti, io ci ho provato, ma il tizio basso e rosso ha rovinato tutto. Penso che te la dovrai cavare da solo".
E l'uomo pensò, aveva ancora qualche altro asso nella manica da giocare.
L'isola, era ancora lontana.

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Capitolo 6
*** 6 ***


6 Per questioni di regia Su-san, è diventato Alonso.

I nostri amici, uscirono dall'ospedale.
Erano riusciti a salvarsi sia dagli zombie che dalla bomba, fortunatamente.
Kise si avvicinò ad Alonso.
"Su-sancchi, sei molto più giovane e pelato di quel che ricordavo. Che crema corpo usi?" gli chiese il modello.
Anche Akashi si avvicinò a lui, come al solito, sapeva già tutto.
"Salve Alonso" fece con tono autoritario "tu non hai la peste, il giardiniere Manolo ha la peste".
Alonso credeva infatti di avere la peste nera, quella della peggior specie e che fosse per questo motivo che non riuscisse a rizzarsi.
Il giardiniere Manolo, dietro di lui, non fece assolutamente nulla.
"Vuoi dire che il giardiniere Manolo ha la peste, ed io non ho la peste?" chiese contento il povero Alonso.
Ma Akashi, perdendo interesse nei suoi confronti, lo ignorò.
Alla jeep-gialla si avvicinò uno strano e brutto individuo dagli occhi quasi fuori dalle orbite.
Era un fumatore di canne, ma non uno qualsiasi lui era 'il Cannato'.
E di solito, non si avvicinava al colore giallo, perchè era convinto che questo portasse i germi, mentre il colore rosso li scacciava.
"Salve Giovanni. No questa macchina non ha i germi" gli disse Akashi.
Il Cannato, fece una strana espressione ed i suoi occhi mutarono, come se non appartenessero più alla stessa persona.
"Parla Fabrizio, sto aspettando" fece Akashi.
Il Cannato infatti, era stato impossessato da un famoso mafioso detto Fabrizio Daemon Spade, che attualmente, era incarcerato nella prigione dei Vindice, situata nell'omonima isola.
Il mafioso però disponeva di diversi poteri, tra i quali, il potere di creare illusioni e quello di impossessarsi di corpi anche a grande distanza.
"Nufufu, così il caro Ponda è alla ricerca dell'isola".
L'isola che il vecchio Ponda stava cercando di raggiungere era proprio quella nella quale era imprigionato il corpo di Daemon Spade, e lì, già una volta, Ponda aveva incontrato il mafioso.
"Sì" rispose Akashi "vuoi guidarci?".
"Dipende...nufufu..".
Intanto, Alonso si avvicinò a Kise.
"Hai visto i miei cd di Amedeo Mango?" gli chiese.
"No, ma ho appena fatto dei coriandoli".
E sfortunatamente, i coriandoli erano stati fatti con i cd.
Il pianto di Alonso, è stato censurato.
Cambio scena.
"Dimmi cosa vuoi" disse Akashi, stava ancora cercando di contrattare con Daemon Spade, era la prima persona che riusciva a tenergli testa e si stava rivelando più difficile del normale.
"Oh, niente. Solo che vi guiderò a patto che qualcuno attivi il portale temporale che si trova sull'isola, nufufuu...".
Mosso da una volontà invisibile, Kuroko si avvicinò ad Akashi.

Intanto, nel salone di bellezza dove c'era l'incantatrice...
"Zombie, mi prendete quella caramella? <3".
 
"D-devo prendere la caramella"  sussurrò Kuroko protendendo la mano verso il viso di Akashi.
"Cos'hai Tetsuya?" gli chiese il rosso, disorientato dalla mancanza di volontà che sentiva nel ragazzo.
In un gesto fulmineo la mano di Kuroko scattò verso Akashi e gli staccò il bulbo oculare.
"Ho preso la caramella..." disse il ragazzo prima di accasciarsi al suolo svenuto, la mano che stringeva l'occhio del rosso si aprì in un gesto involontario, lasciandolo rotolare sul terreno spargendo una scia di sangue.
L'urlo sovrumano di Akashi squarciò l'aria e si sentì un'altra voce in sottofondo.
"MARONN!!".
Tutti si bloccarono terrorizzati e un po' sorpresi ma Anna, la coscienza del gruppo, si riscosse.
"C'è bisogno di curare l'emorragia" disse "qualcuno ha delle bende?".
"Bianco avorio o bianco brillante?" chiese Kise.
La ragazza gli strappò le bende di mano ma Akashi le afferrò.
"Non ho bisogno del tuo aiuto, sono autosufficiente".
Incuteva ancor più timore con quella voce bassa, il sangue che gli sgorgava dalla ferita ed il bulbo oculare che lasciava intavedere l'interno della testa.
L'altro occhio, (quello che gli era stato brutalmente sottratto era l'occhio dell'imperatore) gli sporgeva quasi dall'orbita, aperto totalmente era rosso come il sangue.
"Ma non si mischiano quelle due tonalità" si stava lamentando Kise.
Purtroppo però, Akashi non riusciva a bendarsi da solo e si infuriò ancora di più per questo.
Per la prima volta, Kise non fece idiozie, ed in silenzio, raccolse Kuroko da terra tenendolo in braccio.
Kagami si avvicinò ad Anna, sussurrandole qualcosa all'orecchio, la ragazza annuì e gli diede il segnale.
Taiga bloccò Akashi da dietro, tenendolo fermo contro la sua volontà col puro intento di aiutarlo.
Anna intanto cercò di bendarlo ed Akashi, si dimenò in uno slancio d'orgoglio e le sputò sulla mano, per poi chinare il capo sconfitto.
"E ora volete ancora venire? Soprattutto tu, neo-orbo..nufufu" fece Fabrizio, beffandosi della situazione.
"Sì, voglio continuare" rispose Akashi, con voce un po' tremante ma con una forza di volontà incrollabile.
"Bene, ma credo che dovremmo cambiare mezzo" indicò un pulmino giallo.
"Ma non ho mai visto nessuno guidare un pulmino" si lamentò Kise, ormai il suo momento di serietà era terminato.
"Ma lo faccio lo stesso...pulminogiallocchi  <3" si rispose da solo.
Caricarono allora Alonso e Ponda sulla parte posteriore del pulmino dato che, per ovvi motivi (soprattutto Alonso) non potevano camminare e poi si sistemarono sui vari sedili, Kise alla guida e Cannato al suo fianco per dargli le indicazioni.
"Prendo la Salerno-Reggio Calabriacchi" fece Kise.
A quel nome Aomine si agitò.
"Nooooooooooooo".
"Hai detto qualcosa Aominecchi?".
"CAMBIA STRADA!" urlò il nigga.
"Ryota, cambia strada" ordinò Akashi.
"Sì" obbedì Kise scodinzolante.
"Nufufu! Quindi sai ancora fare qualcosa?" chiese con aria sarcastica Fabrizio.
Akashi tentò, senza riuscirci, di colpirlo con delle forbici.
Kise intanto mise una canzone da viaggio, stranamente a tema "LA VERITA' TI FA MALE LO SO".
"Lasciatelo stare!" disse Anna, difendendo Akashi.
"Annacchi, non ti piace? Vuoi che cambio?" chiese Kise, ma la stazione successiva della radio trasmetteva qualcosa di peggiore.
"ADESSO ANDATE VIA...VOGLIO RESTARE SOLO".
"Kise, spegni la radio dannazione, stiamo già abbastanza acciaccati" fece Kagami.
"Aspetta, l'ultima".
"TIGEER MAN..".
E dopo aver irritato ulteriormente Kagami, il biondo spense la radio.
Kuroko si svegliò.
"Se potessi drizzarmi, potrei dire che questo amico di Amedeo Mango si è svegliato" fece Alonso.
"Dove siamo?" domandò il ragazzo.
Ora che era tornato normale, non ricordava niente del suo breve tempo passato da zombie.
"Nel pulminogiallocchi" rispose Kise, ricordandosi che secondo la disposizione dei posti fatta in base ai colori, Kuroko era stato messo vicino ad Akashi.
Kuroko guardò l'ex-capitano e vide le bende attorno al suo, ormai perduto, occhio dell'imperatore.
Cominciò a tremare "Akashi-kun...cos'è successo alla tua faccia?" disse allungando una mano verso le bende.
"Ti ho detto di non lo fare" lo avvertì Alonso.
Il rosso, gli prese la mano per poi posargliela lentamente in grembo.
"Non importa" disse Akashi.
"Ti sei perso molte cose Kurokocchi".
Kuroko, si spostò, accoccolandosi tra Aomine e Kagami, le persone di cui si fidava di più all'interno di quel pullmino.
"Raccontatemi tutto" disse.
"Nufufu perchè non ti fai raccontare tutto dal signor orbo?" infierì Fabrizio.
"Pensa alla strada tu" lo ammonì Akashi.
"Io ho due occhi, con uno guardo la strada nufufu" fece. La sua vittima preferita quel giorno era proprio Akashi.
"Diciamo che...non è stata colpa tua..." provò a spiegargli Kagami.
"E' colpa tuo, l'hai cecato tu, Akashi tu" disse Alonso.
Kuroko, profondamente turbato al pensiero di aver davvero fatto una cosa del genere, si riavvicinò al rosso.
"Dice la verità Akashi-Kun?".
Ma il ragazzo non rispose.
"Akashi-kun" mormorò Tetsuya, si sentiva in colpa, anche se non l'aveva fatto volontariamente.
"Avaanti, raccontagli di come ha preso la caramella nufufu".
Ignorando il Cannato, Akashi rispose al ragazzo "Tetsuya, non importa...davvero".
Fabrizio si alzò e si avvicinò a Kuroko "sei stato proprio un bell'infame".
Ci godeva a vedere la sofferenza degli altri.
"Chi sei?" gli chiese Kuroko, quell'individuo gli dava una brutta sensazione.
"Ma che maleducato che sono! Io sono Fabrizio Daemon Spade ed ho impossessato il corpo di questo bruttissimo essere Giovanni Colombo e sono qui per guidarvi" si presentò.
Kuroko fece un mezzo inchino al nuovo 'amico' di cui non si fidava.
"Daemon-kun, potresti lasciare in pace Akashi-kun?".
"Ma io non gli ho fatto niente a differenza tua, nufufu".
"In fondo al maaar, in fondo al maaaar" cantò Kise ed il camioncino, finì in acqua

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Capitolo 7
*** 7 ***


7 "Aiuto non riesco a rizzarmi!" esclamò Alonso.
Per una svista di Kise, che precedentemente li aveva salvati da una bomba, i nostri eroi si trovavano in una situazione problematica.
Il pulminogiallocchi su cui viaggiavano, stava attualmente sprofondando in fondo al mare.
"Dobbiamo aspettare che l'acqua sommerga l'abitacolo, aprite i finestrini!" ordinò Anna, sempre pronta ad ogni evenienza.
"IO NON VOGLIO SCHIATTARE QUI DENTRO" urlò Aomine.
"Ognuno afferri qualcuno" continuò Anna.
Il nigga, afferrò Tetsu, che essendo svenuto non sarebbe riuscito a nuotare da solo.
"Ponda, sei proprio uno stupido a rimanere così immobile ancora, nufufu" fece Fabrizio che a quanto pareva si divertiva a prendere in giro anche le persone congelate.
Intanto l'acqua aveva quasi sommerso il pullmino.
"Qualcuno deve portare Alonso" disse Anna.
"Alonsocchi! Ti salvo io!" rispose Kise con aria felice, non si sentiva minimamente in colpa per averli cacciati tutti in quel guaio.
Se non fosse stato così spaventato, Aomine di sicuro l'avrebbe nuovamente riempito di botte.
Dopo che Ponda fu preso da Fabrizio, Alonso da Kise, Tetsuya svenuto tra le braccia di Aomine ed Anna, aveva deciso di nuotare da sola, Kagami guardò Akashi.
Il suo viso era pallido, come se il ragazzo si stesse sforzando anche solo di rimanere cosciente.
Di sicuro non ce l'avrebbe fatta senza un aiuto, pensò la tigre.
"Akashi, posso portarti io?" gli chiese cautamente, ben ricordando la sua precedente reazione, quando l'aveva bendato.
"Posso cavarmela benissimo da solo" rispose Seijuuro, un barlume di odio gli rendeva l'unico occhio ancor più inquietante.
"Lascialo perdere, Taiga" fece Aomine, come al solito gli importava solo di sè stesso, di Kagami e Tetsu.
Per lui, se gli altri ce l'avrebbero fatta o meno, era totalmente indifferente.
"Sì, lascialo, nufufu è quello che si merita...nufufu" intervenne l'odiosa voce di Cannato.
"Per favore Kagami, aiuta Akashi" fece Anna.
Taiga, afferrò allora Akashi nonostante la sua riluttanza e sfondò la portiera con un calcio.
Si precipitarono fuori dal pullmino a furia di spintoni riuscirono ad uscire tutti ed il pulmino giallo s'inabissò.
La radio che stranamente funzionava ancora, li salutò con un'ultima canzone: "NEL BLU, DIPINTO DI BLU".
La prima a riemergere dall'acqua fu Anna, che non dovendo trasportare nessuno, riusciva a nuotare molto più velocemente.
Vide dei tizi che conosceva...
"Vi salviamo noi!" dissero in coro, sculettando e facendo fanservice, i tizi di Free.
Aomine, chissà come, venne trascinato fuori dall'acqua da un piccoletto biondo, che a giudicare dall'aspetto doveva essere almeno dieci volte più debole di lui.
Copiando i nuotatori, Kise riemerse con scene per fangirl.
Fortunatamente, tutti riuscirono ad arrivare alla riva, sani e salvi.
Perfino la sedia a rotelle del povero Alonso.
"Nufufu ...coff coff.. almeno siamo vicini al porto" disse Cannato osservando la zona.
Sciami di fangirl si avvicinarono estasiate ai tizi di Free e a Kise.
"Fancchi vi adoro <3" fece Kise, contento di essere al centro dell'attenzione ed iniziò a firmare decine di autografi.
I tizi di Free, dopo aver firmato qualche autografo, se ne tornarono nel loro elemento naturale per poi sparire all'orizzonte.
"Oi, Tetsu risvegliati" fece Aomine.
Ma Tetsu, si era già ripreso. Solo che nessuno se ne era accorto.
"Guarda che sta bene" lo rassicurò Kagami che però sanguinava dalla spalla, perchè Akashi l'aveva morso.
"Cosa ti sei fatto, Bakagami?" chiese Aomine preoccupato.
"Non si è fatto niente, è stato solo assaggiato" intervenne prontamente Fabrizio, sempre pronto ad infierire dove poteva.
"Non è niente!" fece Kagami, mosse la spalla a tono dimostrativo ma il sangue continuava ad uscire copioso.
Kise, riprese le bende ormai bagnate "bianco o avorio?".
"Ma non c'è bisogno!" protestò Kagami.
Kise sbolognò le bende a Kuroko e andò a guardare i bellissimi yatch nel porto.
"Kagami-kun sta fermo".
Intanto Anna, si avvicinò furtivamente ad Aomine.
"Psss-pss".
"Uhm?" le rispose Daiki.
"Non pensi che Kagami sia un po' troppo amichevole con Akashi?" gli disse, nonostante fosse stata lei a chiedere a Kagami di aiutare l'altro rosso.
"Non mi sta affatto bene" borbottò il nigga.
Infatti, stava cercando di comportarsi freddamente col rosso da quando era comparso Seijuuro.
Ma l'idiota di Kagami non se ne era accorto. Che fosse troppo impegnato a pensare a qualcos...qualcun altro?
"Qualcuno mi sospinga!" chiese Alonso.
Appena bendato, Kagami spinse Alonso sbuffando.
"Com'è gentile il tuo amico, nufufu"  disse Fabrizio ad Aomine, non poteva certo perdersi quella ghiotta occasione.
Dopo aver minacciato/avvisato il nigga, andò a fare le carte d'imbarco con i soldi presi da Ponda.
Mentre camminava, incrociò il solo occhio di Akashi.
"Hai la bocca sporca, vuoi un fazzoletto? Nufufu" gli chiese con finta gentilezza.
Per tutta risposta però, l'orbo gli sputò in faccia.
"Gentile eh" continuò a camminare Fabrizio, seccato per quel gesto e senza farsi vedere, si pulì dallo sputo.
Akashi, rimase seduto a contemplare la zona.
Era infastidito da Fabrizio, ma anche da tutti quelli che cercavano di 'aiutarlo' (come se lui ne avesse bisogno...), come quella Anna che continuava a dare ordini al posto suo e gli rifilava la sua stupida pietà.
O ancora, Kagami, colui che non aveva ancora avuto il piacere di sconfiggere.
Per lui era insopportabile il pensiero di non essere più in grado di sapere tutto, ed ancora di più, il rendersi conto di come ora non riuscisse più a cavarsela da solo.
Soltanto adesso, seduto sulla terraferma, si stava riprendendo un po'.
Era ben cosciente che prima, se l'altro rosso non l'avesse aiutato, non sarebbe riuscito a risalire in superficie da solo.
Si sentiva debole e si odiava per questo.
La vittoria era sempre stata la sua unica ragione di vita, ma ora che era stato sconfitto, come poteva reagire?
Esisteva ancora un modo per rialzarsi, senza perdere la dignità?
Intanto, dei futuri passeggeri della nave, si gustavano un panino e le espressioni del ragazzo seduto a terra.

Kuroko, si avvicinò a Kagami ed Alonso.
C'era il tramonto che faceva bellissime sfumature con il mare ed il paesaggio intorno era magnifico.
L'aria era fresca e tirava un leggero venticello.
"E' una bellissima serata, non è vero Kagami-kun?" disse Tetsuya.
Da qualche metro di distanza, Aomine li fissava con sdegno.
"Cantiamo insieme" fece Alonso "Caaroo Salmooone" iniziò.
Kuroko fece da sottofondo, ed anche Kagami, seppur imbarazzato, si mise a cantare.
Kise ritornando dal suo giro si unì al coro.
Cannato anche lui di ritorno, li fissò, mentre Anna si mise come suo solito a fare qualche foto.
Mancavano solo Ponda (ancora congelato) Akashi, ed Aomine, al felice quadretto.
"Non vorrei disturbare questa vomitevole scenetta, ma ho una brutta e una buona notizia" disse Daemon.
"NOOOO" protestò Alonso, aveva stonato proprio sull'ultima nota.
Il mafioso lo ignorò bellamente e continuò a parlare.
"La brutta notizia è che non ho abbastanza soldi per tutti i biglietti, ma la bella notizia è che ho preso questa".
Mostrò una scintillante divisa da vicecapitano.
"IO! IO! IO!" fece il modello biondo saltellando allegramente.
"E' tua ragazzo" gliela porse Fabrizio "bene, andiamo, si parte tra venti minuti".
Dopo aver sentito le notizie, Kagami si avvicinò al suo ragazzo che stranamente lo osservava con aria truce.
Taiga, invece, aveva un sorriso timido. Era contento di aver fatto nuove amicizie, anche se la cosa lo imbarazzava un po'.
Aomine, tentò di ignorare il rosso e fare l'offeso.
"Aomine?".
"Perchè non torni dai tuoi amici del cuore?" tuonò Daiki.
Si sentiva geloso col rosso ed in collera, perché per tutto quel tempo non aveva fatto altro che ignorarlo.
Forse non avrebbe dovuto coinvolgerlo in quell'avventura.
"Non dirmi che sei geloso!" sbottò il rosso "sei tu che mi hai trascinato qui!".
Per Kagami era molto difficile sopportare il caratteraccio del nigga.
"Non fare questi giochetti con me, Kagami" disse il moro.
Sentiva gli occhi pizzicare come se stesse cedendo al pianto, ed in petto un grande dolore.
Non voleva dirgli cose tanto brutte, ma si sentiva terribilmente frustrato, ed altro modo non conosceva, per cercare di sputar fuori tutto il veleno che aveva dentro.
"Dimmelo chiaramente se ti interessa qualcun alro. Ci sono milioni di buchi al mondo, non ho bisogno del tuo".
Si morse le labbra, dandosi subito dello stupido, ora non avrebbe più potuto rimediare.
Forse era la volta buona che il rosso lo mandasse a quel paese.
Ci si era messo d'impegno.
Una voce gioiosa interruppe il disastroso litigio.
"Kagamicchi, Aominecchi è il vice comandante che vi parla. Salite sulla navecchi" fece Kise.
Kagami, troppo sconvolto, arrabbiato e deluso, voltò le spalle ad Aomine e seguì Kise senza dire una parola.
Cannato, comparve dietro Aomine, giusto per dare fastidio come suo solito.
"Successo qualcosa di diversamente bianco? Nufufu".
"Fa silenzio o ti uso come sacco da boxe" gli intimò il nigga.
"Sono solo passato a portarti il biglietto, visto che eri tutto solo... nufufu".
I nostri eroi, chi tranquillo, chi arrabbiato e chi depresso o congelato, s'imbarcarono tutti.
Sulla nave, c'erano delle non tanto vecchie conoscenze.
"Cibo" fece Murasakibara-zombie.
"Murasakibara-kun?" lo salutò Kuroko.
"Atsushi, porta le mie valigie" ordinò l'incantatrice.
"Mi annoio" si lamentò lo zombie.
"Non ti sfamo per annoiarti" protestò la sua padrona.
"Nufufu...vedo una cattiva" osservò Daemon Spade.
"D-devo andare a fare una telefonata" disse l'incantatrice e sparì.
Verso la traiettoria di Aomine, spuntò una familiare testa rosa che saltò al collo del nigga.
"Dai-chan!" fece contenta Momoi.
"Anche qui devo incontrarti?" le rispose male, non che non gli faceva piacere vederla, ma in quel momento ne avrebbe fatto volentieri a meno.
"GIACCHIA! GIACCHIA!" si mise ad urlare Alonso.
"Dai-chan, non mi presenti i tuoi amici?" chiese Satsuki.
"Sono gli amici di Kagami, non i miei" rispose Daiki.
La ragazza dal seno prosperoso sospirò, conosceva fin troppo bene il ragazzo.
"Hai litigato con Kagami-kun? Ancora?  Spero tu non gli abbia detto cose brutte!".
Fabrizio fissò la ragazza.
Per la prima volta in vita sua, non voleva prendere in giro una persona.
Forse perchè la ragazza era molto, molto carina.
"Salve signorina...nufufu".
"Salve. Sono la migliore amica di Dai-chan" indica il nigga " e la fidanzata di Tetsu-kun, solo che lui non è fidanzato con me" si presentò Momoi.
"Che bello vedere che almeno qualcuno ti è rimasto, nufufu" disse Fabrizio ad Aomine.
"Sparisci Satsuki, sei fastidiosa" la cacciò il ragazzo.
"E' solo un po' nervosetto" spiegò Daemon " in fondo non si dovrebbero dire certe cose nufufu".
"Cosa hai detto Dai-chan?" chiese la ragazza.
"Signorina, non sono cose che si dovrebbero dire ad una ragazza come lei, se permettete io vado" e se ne andò.
Aomine, approfittando del momento di distrazione di Momoi, scappò.
Intanto l'Incantatrice era andata a fare la sua famosa telefonata.
"Pronto? Signor Cattivo Principale?".
"Io sono sempre pronto" rispose il cattivo con voce, ovviamente, maligna.
Anche se in realtà, in quel momento si annoiava un po' di parlare, aveva ricevuto solo cattive notizie, (ovvero che Ponda stava continuando ad avanzare) e non aveva ancora avuto il tempo di tagliarsi le unghie dei piedi.
"Si ricorda le persone che perseguitava? Beh, si trovano sulla S.S. Sciriella, quella diretta all'isola Vindice" lo informò.
"Bene, bene. Bene. Manderò qualcuno".

Akashi, affacciato al parapetto della nave, stava rimuginando.
"Vi odio tutti" mormorò.
Un ciuffo di capelli, era andato casualmente a coprirgli la benda, rendendo l'aspetto del ragazzo, ancor più emo.
"Ma che bel ragazzo solare che abbiamo qui" lo prese in giro Fabrizio, il rosso era la sua preda preferita.
"Muori" rispose il ragazzo.
Fabrizio rispose sorridendo malignamente a quella gentile richiesta di morte.
"Vuoi un cioccolatino?" gli chiese.
"Sì".
A rispondere, fu lo zombie alto due metri ed otto centimetri, dagli improponibili capelli viola: Murasakibara Atsushi.
"Prendi ragazzo" fece il mafioso e gli lanciò un cioccolatino.
"Atsushi, mordi Fabrizio!" ordinò Seijuuro.
"Non si morde la mano che ti nutre" lo ammonì Fabrizio, lo zombie provò comunque a morderlo, ma il mafioso, più svelto di lui, scomparve dietro ad un illusione.
"Atsushi, ma dov'eri finito?" lo chiamò l'incantatrice "dobbiamo andare ad elaborare piani diversamente buoni".
Lo zombie seguì la sua padrona, non prima di salutare con la manona il suo ex-capitano.
"Ciao Aka-chin".
Intanto Kise, si trovava a tavola con il capitano della nave.
Questi, era un uomo sui trent'anni, statura bassa, capelli corti e neri e sguardo perennemente arcigno.
Una delle sue passioni era la pulizia.
"Pulisci tutto! Muoviti" ordinò il capitano Levi a Kise.
"Sì, capitanocchi!".

Kuroko incontrò Momoi.
"Momoi-san, perchè piangi?" le chiese dolcemente.
"Non pianga signorina" disse Cannato, porgendole un fazzoletto.
"Dai-chan..è cattivo" disse la ragazza tra un singhiozzo e l'altro.
"Cosa ha fatto?" domandò Kuroko.
"Diciamo che il tuo amico vuole andare per altri porti, nufufu" rispose Fabrizio.
La rosa lo guardò con occhi grandi ed innocenti.
"Che significa?".
"Signorina, non è il caso di fare disegnini, nufufu".
Kuroko, che invece aveva capito tutto, si fece perplesso.
"Ma...Aomine-kun non ha mai tradito Kagami-kun, anche se a volte sembrava proprio così".
"Vai a chiedere al rosso allora, nufufu".
"Lo farò" decise Tetsuya, incamminandosi per andare a cercare l'amico.
Kagami, si trovava invece insieme ad Alonso.
"I MOLLUSCHI! ANNALUCE GUARDA QUANTI MOLLUSCHI" disse entusiasta Alonso, guardando verso il mare.
Un mollusco, si avvicinò.
"Che commozione" commentò il giovine che non riusciva a rizzarsi, aveva sempre amato quella specie, era la sua unica fonte di diletto oltre ad Amedeo Mango.
Il mollusco salì sulla nave ed all'improvviso, spruzzò del sapone liquido (che come ben saprete è l'arma di ogni mollusco che si rispetti) negli occhi di Kagami.
Temporaneamente accecato, ed arrabbiato per questo attacco inaspettato, il rosso imprecò.
"MOLLUSCO DI MERDA".
Non l'avesse mai fatto...

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Capitolo 8
*** 8 ***


8 Sulla nave S.S.Sciriella capitanata dal famoso Levi, si trovavano i nostri amici.
Attualmente Kagami, era in condizioni critiche, aveva appena insultato un mollusco.
Il mollusco, sentendosi ferito dalle parole del rosso ('mollusco di merda'), ordinò un assalto alla nave, da parte dei suoi fratelli molluschi.
Tanti, troppi, sciami di molluschi salirono sulla nave, tutti armati di letale sapone liquido.
"E' il più bel giorno della mia vita" esclamò Alonso, che come abbiamo già accennato, amava questa specie.
I molluschi si avvicinarono in branco a Kagami, il quale, privato temporaneamente della vista, non vide che lo stavano circondando e venne fatto prigioniero e portato alla loro base.
Kuroko era lì da un paio di minuti e seguì Taiga.
Alcuni molluschi entrarono nella sala pranzo dove si trovava Kise insieme al capitano e videro che il pranzo era a base di molluschi.
"Cosa sono questi esseri viscidi?" chiese Levi.
Kise, invece, li trovò molto carini e divertenti.
"Molluschicchi bellissimi, vi dipingo il guscio".
Si armò di pennello, ed iniziò a decorare i gusci dei vari molluschi.
Il capitano, prese il suo congegno per la manovra tridimensionale (quello che a suo tempo aveva usato per ammazzare i titani), e cercò di uccidere i molluschi.
"Capitanocchi, non faccia del male ai molluschicchi!" tentò inutilmente di dissuaderlo il biondo.

Intanto, Cannato si trovava ancora insieme ad Akashi e fu lui a vedere per primo il mollusco.
"Akashi, c'è un mollusco dietro di te".
Il rosso, non diede segno di accorgersene ed il mollusco ne approfittò per aggrapparsi alla sua schiena, con chiaro intento omicida, lo si vedeva dai suoi occhi molluscheschi.
"Mi hai preso per idiota?" chiese il rosso.
"Vuole ucciderti" disse Fabrizio.
Il mollusco, lentamente era arrivato alla nuca del ragazzo e con l'ausilio dei suoi pericolosi tentacoli, iniettò del sapone liquido in faccia ad Akashi.
Il rosso tossì vistosamente, cercando di staccarsi il nemico di dosso, ma senza riuscirci.
"Nufufu serve una mano?".
Anche se avesse voluto rispondergli, Akashi non potè farlo.
Il sapone (al profumo di mirtillo) gli aveva otturato le vie respiratorie. La situazione, per il nostro caro orbo, si faceva tragica.
La vista gli si appannò lentamente, stava per perdere i sensi, ma prima che svenisse, Cannato staccò facilmente il mollusco e lo poggiò lentamente a terra.
Per poi spiaccicarlo con cattiveria.
"Sei proprio debole nufufu" gli rinfacciò il mafioso.
Akashi, accortosi di quest'inaspettato aiuto, lottò per rimanere cosciente e per respirare.
Non sarebbe morto lì, non lui.
Fabrizio gli prese a calci lo stomaco, facendogli vomitare sangue e sapone.
E per quanto come salvataggio fosse brutale, servì allo scopo.
Seijuuro riusciva di nuovo a respirare normalmente.
"Non abbiamo tempo, dobbiamo rifugiarci nella sala da ballo" disse Fabrizio.

Aomine era solo ed arrabbiato, stava tirando sassi alla parete quando notò un mollusco.
"Uhm?" mormorò.
'O mi sono fatto, o quello è un mollusco' pensò.
Mentre pensava, passò Alonso, stranamente era in piedi.
"I molluschi mi hanno guarito, ora posso rizzarmi" disse Alonso.
"Che cazzo sta succedendo?" chiese il nigga alquanto sconcertato dalla situazione.
Un paio di molluschi gli si avvicinarono ed uno di loro lo guardò negli occhi.
"Penso di aver bisogno di una rinfrescata" mormorò Daiki, ancora più sorpreso.
Si alzò lentamente, tenendo sott'occhio i molluschi, ma così facendo, innescò in loro una reazione predatoria.
"S-sto immaginando tutto" cercò di convincersi il ragazzo.
Si diresse con passo svelto verso il bagno.
"N-non sto correndo, non ho paura. Quei cosi non esistono e di certo non mi stanno attaccando".
Ma i molluschi c'erano davvero, ed Aomine non poteva far nulla per fermarli.
Uno di loro, gli sparò del sapone liquido in faccia, al profumo di arancia.
"UHAAA!" urlò il ragazzo sia per lo spavento che per la sorpresa.
Era un attacco parecchio insolito.
A salvare Daiki (per il momento) fu Anna, che, facendo una foto alla bestiola riuscì a renderla inerme per qualche istante.
"A-ANNA LI VEDI ANCHE TU?".
"Sì, sono molluschi. Ed hanno rapito Kagami".
A quella sconvolgente notizia, il ragazzo si preoccupò.
Anche se avevano litigato in malo modo, aveva paura che potesse succedergli qualcosa di male.
"Cosa?" fece sconvolto "portami da lui" aggiunse subito dopo.
"Non so dove sia" gli rispose la fotografa.
"Sei inutile! Lo cercherò da solo" disse il ragazzo.
Sentendo che Aomine aveva dei legami col primo che li ha insultati, i molluschi sommersero Aomine.

In una vasca di sapone liquido appiccicoso, i molluschi avevano immobilizato Kagami.
Uno di loro, si avvicinò al viso del rosso.
"VAI VIA!" urlò il ragazzo, cercando inutilmente di dimenarsi, e Kuroko, provò a rassicurarlo.
"Sta calmo Kagami-kun, vogliono solo torturarti".
Tetsuya, era lì di sua spontanea volontà e pareva che i molluschi non avessero cattive intenzioni nei suoi confronti.
Il mollusco che stava attaccando Taiga, iniziò ad emanare del sapone liquido negli occhi del malcapitato.
Intanto.
"Molluschicchi avete un buon profumo" disse Kise sorridendo.
Uno di loro, gli diede un bacetto sulla guancia, forse per ringraziarlo del complimento.
"Tu sei il mio preferito, ti colorerò di giallo" fece il biondo e prendendo il mollusco in braccio, cominciò a dipingergli il guscio.
Il suo, era leggermente diverso rispetto a quello degli altri molluschi.
Levi, nel frattempo, stava ragionando.
"Dobbiamo ritirarci per ora" disse "Kise, seguimi".
S'incamminarono verso la sala da ballo e Ryota portò con sè, quello che aveva ormai denominato, molluscogiallocchi.
Anche Anna andò verso la sala.
I molluschi, si stavano organizzando ed avevano eletto un capo, creando una società moderna, basata sul rispetto e sul sapone.

Aomine, venne portato nella sala in cui si trovava Kagami, insieme al nigga, i molluschi portarono anche Alonso, che sapendo parlare la loro lingua, avrebbe fatto da traduttore.
"Dicono che se ti muovi ti uccidono" disse Alonso al moro.
Un mollusco, si appicicò alla schiena di Daiki ed il ragazzo soffocò un urlo di terrore.
"Aomine-kun, non ti muovere è pronto ad attaccare" fece Kuroko.
"E' n-normale che mi stia quasi cagando sotto?" cercò di ironizzare Aomine.
"I molluschi dicono che odiano le persone di colore" tradusse Alonso.
Il rosso, sentì la voce del suo ragazzo, ma avendo gli occhi ancora pieni di sapone, non riusciva a vederlo.
"Aomine, dove sei?" chiese.
Il mollusco, indispettito, gli spruzzò dell'altro sapone ed il rosso non potè far altro che urlare.
"Kagami-kun, non devi urlare, lo agiti" disse Kuroko.
"Tetsu, aiutaci" lo supplicò Daiki.

Nella nave, Kise continuava a camminare spensierato col suo mollusco personale sulla spalla.
"Molluscogiallocchi, quella cos'è? La sala dei comandi?".
Il mollusco disse, nella sua lingua, 'sì'.
Straordinariamente, il modello pareva capirlo.
"Andiamo a premere bottoni a caso!".

La situazione per Aomine e Kagami, si faceva difficile.
"L'unica cosa che puoi fare, è essere gentile coi molluschi. Dai un bacetto al mollusco" spiegò Alonso.
"E come faccio?" chiese Taiga sudando freddo "questi bastardi mi hanno immobilizzato".
"Bacia il mollusco, bacia il mollusco" continuò Alonso.
Il rosso sporse le labbra, ma non aveva idea di come raggiungere il mollusco, non riusciva nemmeno a vederlo.
Il mollusco, scese dalla testa di Kagami, per farsi baciare.
"Kagami, sei proprio una troia. Tsk" commentò Aomine ed i molluschi si accanirono su di lui.
"AAH! MI STANNO ATTACCANDO! MI STANNO ATTACCANDO!".
"Aomine-kun, devi rispettare i mollluschi".
"Sono loro che non rispettano me!" si lamentò il nigga.
"Miscredente, miscredente" fece Alonso.
"NON VOGLIO MORIRE" urlò ancora Aomine, dato che non riusciva a staccarsi di dosso quei cosi.
"Bacia i piedi dei molluschi" consigliò il saggio Alonso.
"Morirà, non è in grado di trattare bene qualcuno" commentò Kagami, intanto, i molluschi l'avevano liberato, pulito e servito un hamburger.
"NO, NON E' POSSIBILE. SE CI E' RIUSCITO LUI POSSO FARLO ANCHE IO. VI AMO TUTTI, STUPIDI MOLLUSCHI".
E detto questo, Aomine baciò un mollusco random.
"Ai molluschi non piace essere chiamati stupidi, e devi baciare quello più brutto e puzzolente" disse Alonso.
"AL DIAVOLO! PERIRO' QUI!" .
Aomine fu assalito nuovamente dai molluschi.
"Kagami. Anche se non ci credi è stato bello stare con te. Addio".
I molluschi gli spruzzarono del sapone liquido nelle narici, facendolo soffocare.
Colpito dalle parole del ragazzo, seppur arrabbiato, non poteva rimanere indifferente alla sua morte.
Kagami intervenne.
"Per favore molluschi, non uccidetelo".
I molluschi, si intenerirono e decisero che avrebbero dato la pena minima ad Aomine, cioè, di aiutare un mollusco a partorire.
"Che creature affascinanti i molluschi" disse Alonso.
Aomine, dopo aver rimesso anche l'anima, si alzò barcollante.

Nella sala da ballo, era in corso una tremenda lotta.
"Ci servono delle lame" disse Levi, ancora battagliero.
Ma il morale, stava scemando ed infatti, anche Fabrizio che era uno dei più potenti, pensò che fosse meglio arrendersi, quando entrò Momoi con un mollusco tra le braccia.
"Che cariiiini <3" disse la rosa.
"Il mollusco non l'ha attaccata" osservò Anna.
"Cos'hai fatto Satsuki, ti ordino di rispondere" la interrogò Akashi, fissandola in modo cupo col suo solo occhio.
"Ho portato un mollusco" rispose la ragazza.
"Nufufu, sarà il suo charme...signorina".
Anna accarezzò un mollusco e si rese conto che era diventato docile.
Akashi, osservò la scena e fece una supposizione.
"Forse non attacca le donne...fingiamo di essere donne".
"Idioti, abbracciate i molluschi" disse Anna, lei aveva capito.
"Mai" disse Levi, il suo orgoglio non gli avrebbe mai permesso una cosa del simile, ma così dicendo, i molluschi che lo attaccavano, divennero molti di più.
Fabrizio, anch'egli orgoglioso ma non pronto a sacrificarsi per una scioccezza del genere, fece un'illusione di sè stesso che accarezzava i molluschi ed avvicinandosi ad Akashi, lo prese in giro, come al solito.
"Ti serve una mano, signor orbo?".
I molluschi vicino ad Akashi, mostrarono i ventri per farsi accarezzare.
"Io sono una donna, io sono una donna" tentò Seijuuro, ancora convinto della sua ipotesi.
"Gli è andato il sapone in testa, nufufu".
Levi venne sbranato dai molluschi, fu una morte atroce.
"Ora lo vuoi il mio aiuto?" ripetè Cannato ad Akashi.
Akashi, pur di non accettare l'aiuto di Fabrizio, accarezzò il mollusco.
TUNF!.
Si sentì un tonfo ed arrivò Kise, tutto felice col suo  mollusco.
"Siamo arrivatiii!"gioì il ragazzo.
"Il capitano è morto" lo informò Anna.
Kise, si mise a piangere.
"Andiamo a riprendere Ponda, nufufu" si allontanò Fabrizio.

Aomine, dopo essersi rimesso in forze, si impegnò per il compito che gli era stato affidato.
"Forza, fai nascere quel mollusco" lo spronò Alonso.
"Ci sto provando maledizione!".
E dopo un po' il mollusco nacque.
I moluschi, salutarono i loro nuovi amici, e tornarono nell'oceano.
I nostri, andarono a cercare gli altri e si imbatterono in Kise.
"Ora sono il capitano e siamo arrivati!".



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Capitolo 9
*** 9 ***


9 La nave S.S. Sciriella, era finalmente giunta all'isola Vindice, sebbene il capitano Levi fosse ormai morto, il 'problema molluschi' pareva essere risolto.
Quella era l'ultima tappa per i nostri amici, e presto sarebbe venuto il momento per Ponda di risvegliarsi ed affrontare i suoi nemici.
Scendendo dalla nave, i passeggeri vennero fermati da una guardia.
Kuroko passò, pensando che nessuno lo notasse, ma 106 (una Vindice dal basso tasso d'intelligenza), lo vide.
"Puu~, non puoi passare!" fece  106.
"Tu mi hai notato?" chiese Tetsuya, stupito dell'avvenimento.
Forse la guardia possedeva l'occhio di falco come Takao, che era in grado di notarlo molto più degli altri.
"Non ti preoccupare" gli disse la guardia vicino a 106, ovvero 105 "mo' te spiego: essendo un idiota, mette tutte le persone allo stesso livello, e quindi è in grado di vederti".
Ecco spiegato l'arcano.
Tetsuya provò comunque a passare col suo dribbling invisibile, ma 106 lo fermò di nuovo.
"Puu~ dove vai, giochiamo insieme?".
Nel mentre, Kise, credendo che nessuno lo notasse, si mise le dita nel naso.
"Chi sono questi due?" chiese Akashi.
"Degli amici, nufufu" gli rispose la voce di Cannato.
105, lo fissò.
"Non mi ricordo di te".
Demon, comparve alle spalle di 105 "ovviamente non ti ricordi di me, mio stupido amico, nufufu".
"Possiamo passare?" chiese Alonso.
"Documenti, prego" fece 105.
Kise glieli porse senza fare storie, mentre Aomine, che non li aveva, si agitò.
"Oh cazzo" mormorò il nigga ed un gruppo di Vindice lo bloccò per non fargli creare trambusto.
Intanto gli altri passarono mostrando i rispettivi documenti.
"Godetevi il soggiorno, il prossimo traghetto partirà stanotte alle 0.00" li informò 105.
"Lasciatemi passare!" si dibattè Aomine.
"Documenti, prego" fece un Vindice.
Kagami, decise di aiutare il suo ragazzo a passare, non l'avrebbe di certo lasciato in balia di quelle guardie.
"Lui sta con me" disse il rosso e mostrò il suo distintivo.
I Vindice fecero passare Aomine, ma uno di loro lo prese in giro.
"Ahah! Ti fai proteggere dalla mammina. SFIGATO!".
Daiki si voltò a fissarlo male col chiaro intento di fare a botte, ma Kagami gli strinse forte il braccio, inducendolo a guardarlo.
Aveva un'espressione severa, si era stufato di tutti i casini in cui si cacciava il suo ragazzo.
"Ignoralo o sul serio non ti proteggo più" gli sussurrò.
"Muovetevi e portate Ponda" ordinò il Cannato.
"Ma è pesante" si lamentò Anna.
"Darò il premio nobbile a chiunque lo alzerà" propose allora Demon, anche se un po' contrariato "cosa non si farebbe pur di avere un corpo...".
"IOOO" disse entusiasta Alonso, e trasportò Ponda.
"Ora, ci potreste portare allo scantinato 4cdm3?" chiese Cannato.
105 lo fissò.
"Cosa ci devi fare?".
"Voglio visitare la struttura" rispose Demon, ovviamente mentiva.
"Ah, facciamoli andare. Hanno un'aria così innocente, puu~" s'intromise 106.
"E' la prima volta che me lo dicono" commentò Aomine.
"E quello cos'è? " disse 105, fissando Ponda.
I nostri amici si guardarono, cercando di inventare su due piedi una spiegazione, una scusa quantomeno plausibile.
Ci pensò Anna.
"E'...un progetto scolastico...".
"Questa cosa ha i documenti?" fissò 105.
Fabrizio subito fece apparire dei documenti, grazie ad un'illusione.
"Ah, vabbè fategli fare un giro dei posti più pericolosi, fategli visitare anche la bomba H" disse 106.
Aomine pensò che avrebbe potuto approfittarne.
Aveva sempre desiderato rubare delle armi.
"Eccellente" fece Fabrizio, sorridendo tra sè e sè.
"Ah, che bell'isola" disse Momoi.
"Ha ragione signorina" commentò Demon.
"Ancora tra i piedi tu?" disse Aomine e Fabrizio difese la ragazza.
"Non si trattano così le signorine".
Anna, guardò la scena e capì qualcosa "questo qui ha una cotta" mormorò.
Lei ne sapeva qualcosa riguardo all'argomento, non per niente era una fangirl.
Cannato, infastidito dall'insinuazione, tentò di distrarre la fotografa creando un' illusione di una coppia, ma non funzionò.
"Non li shippo" commentò Anna.
"Stupida ragazzina...appena avrò il mio corpo ti toglierò di mezzo. Nufufu".
S'incamminarono verso la stanza che aveva chiesto di visitare Fabrizio e Kise, si allontanò dal gruppo seguito da Anna.
"Puu, questo è il ripristinamemoria" disse 106, mostrandogli uno strano aggeggio.
"Mh, molto interessante, nufufu" commentò Fabrizio e -assolutamente per sbaglio- buttò Ponda sottò la macchina "ops".
Si sentirono i rumori del macchinario e Ponda, aprì gli occhi.
E come sempre nei momenti di suspence, si udì una voce: "MARONN".
Pian piano, Ponda ritornò giovane ed energico.
Beh, non tanto energico, anche da giovane non era mai stato un tipo attraente ed atletico.
"Fa schifo lo stesso" commentò Aomine.
Il Ponda, però, pareva depresso.
"Ora ho capito" sussurrò.
"Io lo sapevo già, ma poi l'ho scordato" disse Akashi.
Ponda, inveì improvvisamente contro Cannato.
"E' colpa tua!Voi non capite niente, idioti. Idiota!".
"Nufufu" ghignò Fabrizio.
"Io fermerò tutto questo, ma da solo!" fece Ponda, e se ne andò, sbattendosi la porta alle spalle.
Non aveva nemmeno notato che Su-san, era diventato Alonso.
"E chi ti ha chiesto niente" fece Aomine, col suo solito atteggiamento menefreghista.
"Puu~, non so cosa sia successo ma puu~, andiamo alla prossima sala: quella dei detenuti di massima sicurezza, puu~".
Akashi, prese da parte 106.
"Io quello non lo porterei" indicò Cannato "lui in realtà, è Fabrizio Demon Spade!".
"Puu~, davvero?".
"Sì, proprio così" confermò Akashi "beh, non il corpo...".
105, comprese la situazione, erano stati ingannati.
"A tutti i Vindice! Invasione!" diede l'allarme.
Aomine ne approfittò per andare a rubare qualcosa in giro.
"Nufufu, sembra che debba muovermi".
Akashi lo bloccò, parandoglisi davanti " tu non ti muoverai!".
"Vuoi provare a fermarmi, senza il tuo occhio?" sogghignò il mafioso.
"Per un moll- uno come te...basta un solo occhio!" fece il rosso e lo attaccò.
Cannato, si riparò dietro ad un' illusione ma venne colpito comunque.
"Questo corpo è lento" si lamentò Fabrizio.
Non riusciva a usare tutte le sue forze nel corpo di Cannato.
Akashi, gli rifilò un calcio allo stomaco.
"Ora basta!" disse Fabrizio "Che ne dici di una tregua? Ho bisogno del mio corpo, nufufu".
"No" rifiutò Seijuuro.
Aveva subito le sue prese in giro per tutto il tempo, ed ora desiderava solo la vendetta.
"Peccato, nufufu"  fece Fabrizio.
Aveva ancora un asso nella manica...
Creò delle copie di sè stesso ed ognuna di esse andò in una direzione diverse.
Per fortuna Akashi seguì un Fabrizio illusorio.
"Nufufu, ci è cascato. Ora andiamo a riprendere ciò che è mio".

Kise, stava facendosi delle foto.
"Waaa, che bella quella cella!" fece la foto di sè e il suo mollusco con la cella come sfondo.
"Annacchi, facciamoci un autoscatto" abbracciò la ragazza e fece un'altra foto.
Si sentì un tonfo, qualcosa era caduto dalle scale.
Anna si avvicinò per vedere e notò una testa.
La testa di Ponda era rotolata giù per le scale, spandendo sangue.
Era tutta spappolata.
Anna, fece una foto.
"Nooo, Pondacchi! Perchè tutti quelli a cui voglio bene se ne vanno?" disse Kise piangendo.
"Gli volevi bene?" chiese la ragazza con tono indifferente.
"Annacchi, perchè sei così cattiva?".
Una figura, si allontanò velocemente dalla scena del crimine, risalendo le scale.
"Annacchi, ho paura".
Il suo mollusco, abbracciò il modello per rassicurarlo.
"Torniamo dagli altri" propose tranquillamente la ragazza.
Ed ora che Ponda era morto, cosa sarebbe successo a tutti gli altri?

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Capitolo 10
*** 10 ***


10 Aomine entrò in una cella con l'intenzione di derubare un detenuto.
Ma anche se il nigga non lo sapeva, il detenuto lo conosceva.
Era infatti Fabrizio Demon Spade che finalmente era riuscito a recuperare il proprio corpo.
"Fermati Aomine" disse il mafioso.
Aveva un aspetto molto migliore di Cannato.
Gli occhi eterocromi erano fissi sul ragazzo e sulle labbra portava il suo caratteristico sorriso sarcastico.
Aveva i capelli blu, divisi in una riga seghettata ed aveva un ciuffo la cui forma ricordava vagamente quella di un ananas.
La sua arma era bene in vista, si trattava di un tridente grazie al quale riusciva ad amplificare la sua capacità di creare illusioni.
Il Cannato, stava invece abbandonato in un angolo.
"E tu chi cazzo sei? Dammi quel tridente!" fece Aomine.
"Potrei dartelo, ma tu devi fare qualcosa per me, nufufu" sogghignò il mafioso.
Ma il nigga si era già stufato ed era passato alla cella successiva.
"Nufufu ora è meglio che io vada dal mio amico" disse Spade e s'incamminò.
A pochi minuti di distanza dall'uscita di Fabrizio, Akashi entrò nella cella e vide Cannato.
Non sapendo che ormai il mafioso aveva lasciato il corpo, il rosso lo pestò.
"Canne...datemi delle canne!" implorò il Cannato.
Era parecchio ormai che il suo corpo veniva lasciato in astinenza.
"Tu non sei Fabrizio!" commentò arrabbiato Seijuuro.
"Canne...morirò senza..." implorò il bruttissimo ragazzo.
Ma Akashi rimase insensibile a quelle suppliche e se ne andò.
Cannato, morì da solo in quella spoglia cella, per l'astinenza.

Anna andò da Aomine, il quale vide Kagami.
"BRUTTO DEFICIENTE!" imprecò il rosso e prese a calci il suo ragazzo che se l'era svignata per andare a rubacchiare in giro.
"Aomine-kun i tuoi pantaloni sono stranamente larghi" commentò Tetsuya, che nessuno aveva notato.
Taiga spinse Daiki in una cella con l'intento di perquisirlo.
La perquisizione fu lunga e fruttuosa e su di Aomine vennero ritrovati: 500 euro, una radio, un tostapane, un'ancora, 2 panini, un detenuto ed un mollusco.
Kagami, infuriato più che mai, lo ammanettò.
"Allontanati più di un metro di distanza da me, e vedi che ti succede" lo minacciò.
"Dai-chan, uffa! Lo dovresti sapere che non si ruba!" commentò Momoi e mise il broncio.
Aomine, indifferente a tutto quello, sbuffò.
Arrivò anche Alonso.
"Alonsocchi" lo abbracciò Kise "avevo così paura".
"Kise-kun cosa c'è?" gli chiese apprensivamente Kuroko.
"Ah, giusto. Ponda è morto" disse Anna e mostrò loro la foto del cadavere, o meglio della sua testa.
"Annacchi! Basta! Ho paura" fece Kise.
Alla notizia, Alonso divenne improvvisamente vecchio, era ritornato ad essere Su-san.
Il pensiero generale, fu che era meglio Alonso.
"POOOONDA AMOOORE MIOO" pianse Su-san e Kise lo abbracciò per consolarlo.
"Basta stupidaggini. Andiamocene al più presto" disse Anna, che da un po' di tempo era diventata un'essere insensibile.
Si udì una voce in risonanza.
"Voi non ve ne andrete. Abbiamo rapito il vostro amico orbo (sì, Akashi è stato rapito) , se lo volete rivedere vivo, venite sul tetto".
Era ovviamente una trappola ed Aomine lo intuì.
"Io non lo voglio vedere" .
"Ma Aomine-kun, come faremo a giocare tutti a basket senza Akashi?" gli chiese Kuroko.
"Sì, dobbiamo andare a salvarlo" confermò Kagami.
"Sii, Annacchi facci una foto figa!".
"Vengo anch'io?" chiese timidamente Momoi.
"No! Ma siete idioti? Ci ammazzeranno tutti!" disse Aomine, cercando di stroncare quell'insensato entusiasmo.
Su-san si avvicinò ad Aomine guardandolo furente e lo schiaffeggiò.
"Hanno ucciso il mio amore! Se non vuoi venire rimani qui, pappamolle. Io vado...eh già".
E detto questo, il vecchietto se ne andò sul tetto, nel cuore e nella mente aveva solo il desiderio della vendetta.
Aomine, a quell'atto di puro e disinteressato amore, parve convincersi.
"Ok, andiamo...ma voi...Tetsu e Satsuki, rimanete qui!".
Kuroko parve offeso da quella discriminazione.
"Aomine-kun, non ti fidi di me?".
"Non voglio che ti succeda nulla" disse Aomine.
"Aomine-kun vinceremo di sicuro insieme" disse Tetsuya e mostrò il pugnetto al moro, senza tener conto che questo era ammanettato.
"E voglio esserci anch'io, non puoi lasciarmi da sola Dai-chan" fece la ragazza.
E così, si avviarono tutti sul tetto ma qualcosa fermò il loro cammino.
"Non andrete oltre, nufufu".
Era il temibile ed ora anche dotato di corpo proprio, Fabrizio Demon Spade.

Intanto, sul tetto, Su-san vide una figura che avrebbe dovuto essergli familiare.
"Eccomi paparino!" disse Luca, guardando il vecchio con aria truce.
Indossava un mantello nero e figo, proprio come batman.
Il volto di Su-san si animò di alcun'emozione.
"Tu chi sei?" chiese, ferendo in questo modo i sentimenti del ragazzo.
"Non ti ricordi?" fece Luca, un po' depresso "la mia furia si abbatterà su di te" concluse.
Gli lanciò contro dei pipistrelli.
Le povere bestiole si abbatterono su Su-san come grandine ed ogni volta che lo colpivano, emettevano versi acuti.
"Eh...già?" disse Su-san.
Luca, arrabbiandosi ancora di più per quel comportamento, estrasse un pugnale.
"Ti ucciderò così come ho ucciso Ponda!" proclamò, lanciandosi all'attacco.
"Tu hai ucciso Ponda?" chiese il vecchio.
Venne colpito alla spalla dal pugnale, ma per fortuna non era una ferita profonda.
"Voi e la vostra vita felice, perchè io non posso farne parte?" esclamò Luca.
Era questo il motivo di tanto astio.
Estrasse l'arma insanguinata ed alzò il braccio, preparandosi ad un altro fendente.
Voleva uccidere anche Su-san, doveva vendicarsi di coloro che l'avevano rifiutato.
"Sei...Luca?" si ricordò allora il vecchio.
"Io vi odio! Morite" replicò tuttavia il ragazzo, pronto a ferirlo nuovamente.
"Ahh...aspetta!" lo fermò Su-san.
"Cosa dovrei aspettare? Eh?Eh?".
Su-san, con la mano insanguinata per la sua stessa ferita, portò le proprie dita al viso del ragazzo, sporcandolo col suo stesso sangue.
"Figliolo".
Un gesto simbolico, una parola tanto attesa...
Ma Luca aveva sofferto troppo per lasciarsi convincere con così poco.
"Lasciami!" protestò spintonandolo via, il volto era in procinto di piangere.
"Non dire così" lo esortò il vecchio con voce quantomai gentile "mi dispiace di non averti accettato...ora posso considerarti come un figlio?" sorrise stancamente "sono sicuro che anche Ponda avrebbe detto così".
Ma nell'alto dei cieli, Ponda lo stava guardando e s'incazzò.
"CAZZO NO! COSA STAI FACENDO RIMBAMBITO DI UN SU-SAN?!".
Ma le parole di un morto, erano destinate a rimanere inascoltate.
"Davvero?" si sciolse Luca.
Il vecchio si avvicinò e lo abbracciò per poi fare uno sguardo da pesce lesso e dire "eh già".
"Papà! Papà" si lasciò andare il ragazzo tra le braccia del genitore che non aveva mai avuto.
E così, Su-san poteva considerarsi salvo.

Sulle scale intanto c'era ancora Fabrizio a fermare la nostra gang.
"Ehm...Kagami?" fece Aomine.
Il rosso lo guardò senza capire cosa volesse il suo compagno.
"Le manette" sbuffò Daiki.
Era ancora ammanettato ed in quelle condizioni era inerme.
"Ah sì giusto...non ruberai vero?" chiese Taiga.
Il moro non rispose, non poteva certo promettere una cosa del genere.
Kagami, Momoi e perfino Tetsu lo guardarono in modo truce, solo Kise, che non aveva capito, lo fissò allegramente.
"Ok, non combatto allora" sospirò Aomine ed andò a sedersi in un angolino.
Il rosso, decise di riprovare e gli si avvicinò.
"Se non rubi puoi combattere".
Aomine si mordicchiò le labbra, indeciso sul se accettare o meno tale oltraggioso ricatto, optò per un compromesso.
"Ok...non ruberò nulla nei prossimi dieci minuti".
Kagami, rassegnatosi alla natura del suo ragazzo, annuì per poi liberargli le mani.
Il moro non se l'aspettava, credeva che Taiga volesse continuare a punirlo, ed invece aveva ceduto.
L'aveva fatto per lui.
"Grazie" sussurrò timidamente, non era da lui ringraziare.
Kagami gli sorrise ed avvicinò il viso al suo per lasciargli un leggero quanto promettente bacio sulle labbra.
"Andiamo" disse poi il rosso.
"Nufufu, Kagami, anche se hai liberato Aomine vi sconfiggerò lo stesso" disse Fabrizio, sicuro della propria vittoria.
Kise, gli si avvicinò e si fece una foto insieme a lui.
Il cattivo rimase un attimo stordito per il flash e si avvicinò poi a Momoi.
"Le signorine come lei non dovrebbero stare su un campo di battaglia".
Aomine si mise in mezzo per proteggere la sua amica.
"Allontanati da lei" ringhiò.
Spade lo fissò con sufficienza e dopodichè, con un rapido gesto rapì la ragazza, portandola sul tetto.
Kagami si arrabbiò con Aomine.
"Te la sei fatta sfuggire!Idiota!".
E dire che nemmeno cinque minuti prima si erano riappacificati.
"Momoicchi anche io voglio fare foto sul tetto" proruppe il modello e si incamminò, gli altri lo seguirono.

"Luca dove sei, nufufu? Hai ucciso quell'idiota?".
"No! Io non voglio uccidere più nessuno" disse il ragazzo con aria decisa.
"Noi staremo insieme per sempre" intervenne Su-san riabbracciando il figliolo acquisito, provocando così del disgusto in Fabrizio.
Intanto, Akashi era immobilizzato da due omoni pelati imbottiti di steroidi e perciò pieni di muscoli.
Fabrizio gli si avvicinò con aria ghignante.
Gli solleticò una guancia col pugnale sporco di sangue di Luca.
"Come ci si sente ad essere totalmente inermi?" gli chiese con cattiveria.
Tuttavia, il rosso non abbassò lo sguardo, nè lo degnò di una risposta.
Era sempre il solito orgoglioso che mai ammetteva la propria sconfitta, nemmeno quando era con le spalle al muro.
Fabrizio lo disprezzava, lo odiava, per questo.
Prese il tridente.

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Capitolo 11
*** 11 ***


11 Aomine, Kagami, Kuroko, Kise ed Anna salirono finalmente sul tetto.
Demon Spade aveva impugnato il suo tridente e con esso, colpì Akashi al petto.
"Sei un vigliacco" ebbe appena il tempo di sussurrare il rosso, prima di spirare.
"AKASHI-KUUN" urlò Momoi, piangendo per quella scena così orribile e Kise urlò a sua volta, sconvolto.
Una voce interruppe la scena.
"Demon, non indugiamo ad uccidere questa combriccola di idioti".
Era il famigerato Scotto, era lui il nemico che tirava i fili da dietro le quinte.
Il responsabile della bufera che aveva ghiacciato la casa di Ponda, l'uomo misterioso della videocassetta.
Kagami che tra tutti era il più impulsivo, si lanciò all'attacco senza pensarci.
Avevano ucciso Akashi, avevano tagliato la testa a Ponda, non c'era tempo di pensare, dovevano solo sconfiggerli.
Anche se, pur sconfiggendo i nemici, nulla sarebbe tornato al proprio posto.
Akashi non sarebbe tornato, non avrebbero mai potuto concludere quella partita che avevano in sospeso.
Degli omoni pelati, placcarono Taiga.
Anna intanto aveva guardato tutta la scena con aria indifferente e fece segno a Kuroko di avvicinarsi a lei.
Il ragazzo poi si dileguò senza che nessuno lo notasse.
Intanto, anche Aomine si era lanciato all'attacco ed insieme al suo ragazzo, cercò di sconfiggere l'esercito di Scotto fatto interamente di omoni pelati pieni di muscoli.
Ai pelati, si aggiunsero anche le potenti illusioni di Demon Spade, tra cui un particolare ed affascinantissimo tritone dalla lunga chioma nera di nome Jonathan.
Era una situazione disperata, ma i nostri eroi avevano un'altra arma a loro favore: Kise.
Il modello, seppur scosso da una nuova morte, copiò le mosse di Fabrizio, riuscendo a tenergli testa.
Anche Kise aveva un affascinante tritone dalla sua, il Tritonegiallocchi, che, come diceva il nome aveva una bellissima chioma bionda.
Il tritone di Spade iniziò a dare una sequela di pugni al Tritonegiallocchi:
"HORA HORA HORA HORA HORA HORA HORA HORA HORA HORA HORA".
"Non arrenderti Tritonegiallocchi!" incitò Kise ed anche il suo tritone si mise a dar pugni.
"MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA".
E così, il tritone biondo riuscì a battere il tritone Jonathan.
"Un tritone per amico, un tritone tutto giallo" si mise a cantare il modello, festeggiando.
Sentendo la voce allegra dell'amico, Aomine si distrasse beccandosi un pugno nello stomaco.
"Ksie, va a prendere Satsuki!" gli disse il nigga.
Il biondo si avvicinò alla ragazza, la liberò e tornò da Anna.
"Annacchi, sono stato bravo?".
Kise, facendo la sua terza azione di seguito nella storia, disse "Annacchi, Annacchi? Vero? Vero?" e porse la testa per farsi accarezzare.
Ma la ragazza lo ignorò vistosamente e senza alcuna espressione commentò "spero che Kuroko faccia presto. Aomine e Kagami sono nei guai".
Kagami ricevette un pugno in pieno volto, più una testata e una bibita in omaggio.
Momoi fissava la scena con aria preoccupata.
E se non ce l'avessero fatta?
Non poteva sopportare di perdere qualcun altro.
"Non preoccuparti Momoicchi. Kagamicchi e Aominecchi vinceranno di sicuro" la rassicurò il biondo.
Ma i due ragazzi stavano perdendo.
"Siete scarsi come i vostri probabili disegni. Volete sapere perchè ho fatto uccidere Ponda?" disse Scotto.
"No, e non me ne frega!" rispose Aomine.
"Dimmi" fece Kise "perchè hai fatto fare una fine così eroica al senpai?".
Anna lo fissò, pensando che la fine di Kasamatsu non era stata per niente eroica, ma non disse nulla.
Scotto, da bravo cattivo iniziò a fare un lungo discorso, mentre Kagami ed Aomine si facevano picchiare.
"Ponda, lui e i suoi capelli così unti e forforosi... erano perfetti! Con i loro poteri sarò invincibile!
Anche grazie al fatto che possono rigenerarsi" spiegò Scotto e si  mise il virile toupè in testa.
"Ah e tu hai fatto uccidere il tuo capitano" concluse.
Dopodichè, Scotto fu avvolto da una luce color arcobaleno, tanto luminosa che i nostri eroi dovettero abbassare lo sguardo.
Quando la luce sparì, videro che il loro nemico si era trasformato in una bellissima farfalla.
Il suo assistene alzò lo sguardo verso il suo amato padrone e lo ammirò "è bellissimo!".
Ma, come al solito, Kise lo copiò, trasformandosi anche lui in una farfalla.
Una farfalla gialla.
"DANZA DELLE FARFALLE!" urlò Kise e si mise a ballare la macarena
Spade, approfittando della distrazione del biondo, si avvicinò di nuovo a Momoi.
"Ora che quel cretino se ne è andato...".
Ma la ragazza riuscì a freddarlo e sconfiggerlo come non era riuscito a fare il biondo.
"Spade-kun, io ti vedo solo come un amico. il mio fidanzato (anche se non lo sa) è Tetsu-kun".
"Non può essere" mormorò Fabrizio con aria affranta.

Kagami ed Aomine, sopraffatti dalle botte, giacevano svenuti a terra.
"Fernandello figlio mio, cosa sono quei due cosi?" chiese Su-san che passava di lì insieme a Luca, solo che avendo dimenticato il suo nome, Luca diventò, per questioni di regia, Fernandello.
"Papà! Papà! Posso inventare una macchina per farti conoscere le cose" rispose Fernandello.
"Bravo Fernandello, anche se io volevo che tu fossi una ballerina".

"Morirete tutti" propruppe Scotto, cacciando la sua spada della correzione.
"100 disegni, dovete fare 100 disegni! ...Ah...Durer amore mio".
Lanciò poi un attacco mortale "100 disegni 1 correzione!" urlò "FA SCHIFO".
Ma quell'attacco era troppo debole per danneggiare Kise che continuava a ballare.
Grazie ai suoi magici capelli, Scotto bloccò Kise con essi e dallo schifo, Kise perse tutti i suoi poteri.
"NOO HO PERSO" si lamentò il modello.

Kuroko tornò in scena con uno strano aggeggio fra le mani.
Kise, vedendolo, pensò bene di rovinare l'effetto sorpresa che avrebbe potuto salvarli tutti.
"Kurokocchi, cos'è quello?".
Scotto si voltò verso il ragazzo coi capelli azzurri e vedendo lo strano aggeggio, ordinò a Francesco di confiscarlo.
Ma Kuroko aveva i suoi assi nella manica, e grazie alla sua misdirection, sparì.

La situazione era difficile, critica ormai, ci voleva un'idea geniale.
E di solito, la dispensatrice di buone idee era Anna.
"Su-san. Luca. Prendete Aomine e Kagami" disse la ragazza.
Ma la sua idea era pessima.
Come potevano, un vecchio come Su-san, e Luca, prendere e trascinare due ragazzi pesanti come Taiga e Daiki?
Ed ora che anche la mente del gruppo aveva fallito, chi poteva salvarli?
Per fortuna c'era un'altra persona intelligente tra di loro.
La manager del Toho: Momoi Satsuki.
"Avviciniamoci a loro, ho un'idea" disse seppur timidamente, non era abituata a dare ordini.
Si avvicinarono così ai ragazzi svenuti, erano tutti vicini ora, tranne Kuroko che non si vedeva ancora.
"Tetsu-kun, vieni qui. Per favore" disse la rosa per poi rivolgersi al modello "Kise-kun, usa il tuo Tritone-kun".
Kise con le ultime forze evocò nuovamente il suo tritone.
Kuroko riapparve di fianco a Satsuki e lei gli prese lo strano aggeggio che altro non era che la pericolosa bomba H.
"3...2..." diede il tempo e guardò poi Kise "ORA!" annunciò, lanciando la bomba.
Il tritone intanto diede dei pugni per rompere il pavimento.
" MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA MUDA".
Il tritone spaccò il terreno mentre la bomba esplodeva ed i nostri eroi, caddero dal soffitto.
Scotto, non riuscendo a reagire in tempo, morì.
Fabrizio invece, sparì e si salvò.

I nostri eroi, dopo la caduta, corsero attraverso i corridoi fino ad arrivare al molo dove riuscirono a salire sulla nave (sì erano le 0:00).
"Puu~ che casino" commentò 105.
"Io lo sapevo che finiva così" fissò 106.
                                                                                                  ***

Due settimane dopo, al funerale di Ponda e Akashi.

"Ponda amore mio, ti ho portato nostro figlio. Fernandello" disse Su-san.
"Ti voglio bene papi" fece Luca-Fernandello, come se non fosse stato lui ad ammazzarlo e gli offrì un pipistrello, gettandolo sulla tomba.
"A-Akashi-kun" pianse Momoi, sulla spalla di Kuroko.
Da quel viaggio, i due parevano essere molto più affiatati.
Kuroko continuò a guardare la tomba di Akashi, il suo sguardo non lasciava trapelare nulla. Era forse arrabbiato? Depresso?
Comunque nessuno lo avrebbe notato.
Si sentiva in colpa.
La ragazza vide che in Tetsuya qualcosa non andava.
"Tetsu-kun" gli disse tremante e gli prese la mano "non devi sentirti così, non è colpa tua".
Lei era l'unica che riusciva a capirlo.
Il volto del ragazzo si distese in un impercettibile sorriso.
"Momoi-san...grazie".
Anna vide la scena.
"Bacio! Bacio!" incitò i due.
Una ragazza dagli occhi impari, uno rosso e l'altro blu, si avvicinò alla lapide di Akashi.
"Nufufu almeno riposa in pace. Idiota" sussurrò.
Kuroko la vide, e capì, grazie alla sua caratteristica risata che si trattava di Fabrizio.
La collera lo invase, anche se non si notava.
"Demon-kun, questo è da parte di Akashi-kun"  disse colpendolo ad un braccio con delle forbici.
"Questa me la ricorderò..tsk" sbuffò il mafioso irritato per poi svanire.
Almeno Akashi era stato quasi vendicato.
Anche Kagami ed Aomine erano al funerale.
" Akashi...mi dispiace. La partita con la Rakuzan non avrà più senso senza di te" disse Kagami.
Aomine intanto sbuffò, non voleva andarci ma era stato trascinato.
Momoi, abbracciò Kuroko e nell'impeto del momento lo baciò.
Aomine li vide.
"..Oh...la mia migliore amica ed il mio migliore amico insieme... sono contento per voi" ammise e voltò la testa perchè si stava imbarazzando.
Non era da lui essere gentile.
Al gruppetto però mancava una persona.

Kise, insieme al tritonegiallocchi, per l'occasione vestito in modo elegante, ed al mollusco erano fermi, in disparte.
Il modello aveva un aria stranamente seria.
"In questo viaggio ho visto tante belle cose. Ho scattato tante belle fotografie ma... senpai...ho capito che tu vali molto più di un i-phone.".
Lasciò dei fiori vicino alla lapide, in memoria del suo senpai.
Sarebbe toccato a lui, dare la brutta notizia al Kaijou ed ai parenti di Kasamatsu.

E la storia si concluse così.
Volete sapere cosa fecero in seguito, i sopravvissuti?

Anna divenne una famosa fotografa grazie alle foto scattate durante il viaggio, soprattutto quelle di Ponda spappolato.

Kuroko e Momoi si sposarono ed al loro matrimonio, Aomine rubò i confetti e parte della torta, mentre Kagami era intento a mangiare.
E da questo capiamo che Aomine non smise mai di rumare e la sua relazione col rosso continuò felicimente e con molte litigate.
Kagami lasciò il basket per la mancanza di Akashi, e si dedicò completamente al lavoro di poliziotto.
Su-san e Fernandello vissero insieme una vita felice, finchè a Su-san non venne un infarto al matrimonio di Kuroko.
"Su-sancchi!" esclamò Kise ed evocò Giornocchi, figlio di Tritonegiallocchi, che col suo potere salvò Su-san.

Kise divenne un grande esperto di fauna marina, oltre che un modello ed un giocatore di basket e continuò la sua carriera insieme a Tritonegiallocchi e gli altri.
Cantò e ballò anche al matrimonio di Kuroko, e divenne perfino un bombarolo.
Al matrimoio comparve anche Fabrizio che cercò di rovinare la festa, ma alla vista della sua amata in abito da sposa che gli offriva dei dolcetti, desistette.
Era bellissima.
Francesco il diabolico assistente, sopravvisse alla bomba ed ormai storpio, prese il posto del suo maestro.


E finalmente la storia di Ponda si conlcuse e tutti quanti speriamo che ora lui e Akashi, riposino in pace.

                                                                                                                    FINE



Intanto in paradiso, Levi puliva le nuvole.
"Non ci posso credere che quell'idiota mi ha fatto uccidere" commentò Kasamatsu.
"NON POSSO CREDERE CHE SU-SAN SIA COSI' CRETINO!" fece Ponda.
In un angolino stava Akashi, incazzato a morte.
"Peccato che Fabrizio finirà all'inferno...altrimenti...".

I tre sospirarono mentre si godevano il soggiorno in paradiso, guardando la festa che si teneva sulla terra.



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