Una nuova vita, letteralmente!

di Cammie_White
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Annuncio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era il suo quattordicesimo compleanno e per Camilla White, Cammie per gli amici, era un giorno importante: si stava per trasferire con la sua famiglia negli Stati Uniti, in una graziosa cittadina chiamata Amity Park, dove il padre, Derek White, era stato trasferito per motivi di lavoro.
- Sbrigati Camilla, o faremo tardi! -
- Arrivo mamma! - la neo quattordicenne non aveva la minima voglia di perdere l'aereo che l'avrebbe portata in un nuovo paese, dove avrebbe coninciato una nuov vita. Ma prima doveva salutare i suoi amici. Chissà quando li avrebbe rivisti?
- Ci mancherai tanissimo! - disse Laura, una ragazza di media statura con corti capelli castani come gli occhi, e abbracciò Cammie, che dal canto suo aveva capelli castani lunghi fino alle spalle e occhi grigi che sembrano cambiare colore a seconda delle sue emozioni. Cammie riuscì a divincolarsi dall'abbraccio assassino dell'amica. - Anche voi mi mancherete un sacco! Ma abbiamo sempre Skype o WhatsApp per tenerci in contatto, no? - rispose Cammie, mentendo poiché non avrebbe voluto lasciare le sue migliori amiche.
- E ora chi ci difenderà da Christian? - fu Sarah a parlare questa volta, gemella di Stephanie, entrambe avevano capelli biondi mossi e occhi azzurro cielo, ma di lunghezza diversa. Cammie sorrise.
- Non ti preoccupare! Tua sorella sarà un ottimo rimpiazzo. - Hilary, che fin'ora era stata ignorata nonostante i suoi voluminosi capelli rossi e scintillanti occhi verdi, a sorpresa diede inizio ad un abbraccio di gruppo, che durò circa 10 minuti interi.
- CAMILLA! - la voce del padre tuonò nell'aeroporto.
- Arrivo, arrivo... Bé ragazze, questo per me é un arrivederci, non un addio! - e sfoderò il suo sorriso piú dolce, uno di quelli che solo le sue amiche le tirano fuori. Chi la farà sorridere in quel modo da quel giorno? Chi riuscirà a penetrare la sua corazza di timidezza? Cammie non conosceva la risposta, e la paura di non riuscire a stringere nuove amicizie le chiudeva lo stomaco, e il fatto che chiunque avrebbe incontrato avrebbe parlato inglese e non italiano non aiutava. A malincuore afferrò lo zaino, ma questo le scivolò dalle dita cadendole sul piede sinistro scatenando le risate del gruppetto di amiche. - Quello che mi mancherà di più di te saranno spassosi incidenti cone questo.
- CAMILLA PER L'AMOR DEL CIELO! - questa era di nuovo sua madre, Margaret White. Cammie non sfuggì all'ennesimo abbraccio delle amiche, ma riuscì a liberarsi. Dopo aver raggiunto i genitori rivolse un ultimo sguardo alle sue compagne di ventura. Dopo essere salita sull'aereo si sistemò vicino al finestrino, mise le cuffie in testa e fece partire la musica, il fato volle che fosse Centuries, dei Fall Out Boy, e la ragazza promise di ricordarsi delle sue amiche non per secoli, ma per millenni. Il viaggio si preannunciava lungo, si tirò il cappuccio sulla faccia e diede libero sfogo alle sue emozioni, piangendo tutte le sue lacrime per la vita che si lasciava alle spalle.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


- Camilla, svegliati siamo arrivati - il braccio della teenager fu scosso dolcemente dalla madre, anch'ella con l'aria di chi si é appena svegliato, i biondi capelli un po' arruffati e gli occhi azzurri che cercano di abituarsi alla luce.
- Uh? Siamo già arrivati? Credo di aver dormito tutto il viaggio... - bugia, aveva continuato ad ascoltare musica e a piangere le sue amiche che già le mancavano un mondo. Uo sbadiglio arrivò da oltre sua madre, anche il padre si era svegliato. Scesero insieme dall'aereo e in quello che sembrò un battito di ciglia raggiunsero la loro nuova abitazione. Lo sguardo di Cammie si posò sull'enorme insegna luminosa della casa accanto. -  Fenton Works. Suppongo che i nostri vicini siano i Fenton. - i suoi genitori si scambiarono un veloce sguardo prima che la madre parlasse.
- Si, e hanno un figlio della tua età e una figlia di due anni più grande - la ragazza diede uno sguardo confuso ai suoi.
- Davvero? E come fate a saperlo? - il padre aveva già la risposta pronta.
- Oh, ci hanno aiutato l'ultima volta che siamo stati qui, quattordici anni fa, stavamo cercando una casa nuova, sapevamo che il mio capo mi aveva proposto di venire a lavorare qui, ma tua madre é rimasta incinta e abbiamo dovuto aspettare finché tu non fossi stata grande abbastanza. - Cammie era curiosa di sapere in che modo li avevano aiutati, ma preferí aspettare l'ora di cena per fare altre domande.
- Allora... In che senso i Fenton vi hanno aiutati? - Margaret e Derek si scambiarono uno sguardo d'intesa: era giunto il momento di raccontarle ogni cosa. Quando sua madre era incinta di lei, mentre stavano visitando una casa, un fantasma attaccò la madre di Cammie colpendola con un ectoblast, fortunatamente i Fenton erano intervenuti neutralizzando il fantasma e poi accompagnarono i White in ospedale dove i dottori, dopo una serie di esami, avevano rassicurato la famiglia che la bambina non aveva subito alcun danno. Almeno così credevano. Non avevano mai avuto a che fare con una persona attaccata da un fantasma, ed erano piuttosto scettici a riguardo, quindi non prestarono particolare attenzione al caso. Cammie era sconvolta, non immaginava che le fosse successa una cosa simile. Senza dire una parola si chiuse in camera sua e si gettò sul letto.
- Chissà se ho ottenuto qualche potere tipo X-men. - Aveva sentito parlare di un ragazzo fantasma che da qualche mese si aggirava nei dintorni della città, e si domandò se avrebbe mai avuto l'occasione di vederlo. A pensarci bene, a Cammie interessava solo di vedere un fantasma, non credeva esistessero. Con la testa ancora piena di pensieri scivolò lentamente nel sonno.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Quella notte i sogni di Cammie furono infestati da fantasmi che colpivano persone a caso e esse si trasformavano in mostri mutanti fatti di ectoplasma viscido e gocciolante. I mostri rincorrevano la ragazza, ma lei pur correndo con tutte le sue energie, non riusciva a distanziarli, come se fosse stata su un tapis roulant, e alla fine i mutanti la presero. Con un grido acuto la ragazza si svegliò di soprassalto, sudata e spaventata. Nonostante fosse l'alba, non aveva la minima traccia di sonno, cancellata dal terribile incubo. La notte prima si era addormentata con i vestiti addosso e infilate un paio di cuffie sulla testa, uscì alla chetichella da casa per andare a fare un giro, passando dalla finestra per non svegliare i genitori. Una volta con i piedi a terra, fece partire la musica e con la coda dell'occhio colse un movimento sospetto. "dev'essere stato un ucello che si é svegliato presto" pensò Cammie e cominciò a vagare per le strade della città raggiungendo un grazioso parco, ovviamente vuoto. Si sedette sotto un albero e guardò il sole sorgere sulle note di Wake Me Up di Avicii. La ragazza si sarebbe addormentata se un qualcosa non l'avesse afferrata per il collo, tenendola con la schiena contro l'addome del rapitore. Le cuffie e il telefono sfortunatamente le erano caduti e non poteva chiamare aiuto perché una mano le tappava la bocca. Provò a divincolarsi, ma senza successo, la presa dell'essere era troppo forte. Dopo qualche secondo di panico si accorse con orrore di essere a circa due metri sopra l'albero di 5, non ci voleva un genio per capire che un salto da 7 metri di altezza non era una buona idea. Una voce sconosciuta arrivò da dietro Cammie e la misteriosa creatura, ovviamente era inglese, ma Cammie é sempre stata la migliore della classe in inglese e capire ciò che diceva fu facile.
- Lasciala andare! Subito! Non c'entra nulla! - era senz'ombra di dubbio la voce di un ragazzo.
- Altrimenti? - questa voce proveniva da quel qualcosa che aveva intrappolato Cammie, sembrava un uomo. "fantastico sono finita nelle grinfie di, non uno, ma ben due fantasmi!" Esatto, quelli erano fantasmi, ma non erano affatto i lenzuoli bianchi delle favole, anzi, il ragazzo aveva sembianze umane e sembrava avere all'incirca 14 anni con capelli bianchi e scintillanti occhi verdi, o meglio, fluorescenti occhi verdi, indosava una tuta nera con guanti, stivali, cintura e colletto bianchi. L'altro sembrava un vampiro con una capigliatura discutibile simile a due corna nere, inquietanti orbite rosse, una tuta a colori inversi rispetto a quella del ragazzo. Cammie non ne era sicura, data la sua scomoda posizione di osservazione, ma pensava che indossasse un mantello rosso all'interno e bianco all'esterno. "questo é molto peggio dei mutanti del mio incubo!" pensò la ragazza.
- Non lo ripeterò una seconda volta, Plasmius. Riportala a terra! Questa é una cosa tra me e te, vigliacco! - la povera malcapitata non poteva essere piú d'accordo.
- Oh, Daniel, allora non mi conosci affatto... - detto questo sparò un raggio di energia verso il ragazzo, di un colore piuttosto inusuale per un uomo, rosa fluo. Per fare ciò però dovette liberare la bocca di Cammie che strillò, ricordandosi di parlare inglere.
- Lasciami andare! Non ho fatto niente! - La frustrazione della ragazza aveva raggiunto i massimi storici, ed ella riprese a divincolarsi con nuova forza. Emettendo un suono a metà tra un ruggito e un urlo, una misteriosa forza mandò il fantasma a schiantarsi a terra, lasciando Cammie precipitare nel vuoto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


L'ultima cosa che Cammie vide, prima di perdere i sensi, fu il verde dell'erba che si avvicinava sempre di più. Quando finalmente riaprí gli occhi era distesa sul prato e di fronte a lei  c'era il ragazzo fantasma.
- Hey, la bella addormentata si é finalmente svegliata. - disse quello con un sorriso. Dopo un momento di sorpresa, la ragazza ribatté.
- E dov'è il tuo bel cavallo bianco, mio principe? - Vedendo la reazione del ragazzo alla sua battuta, le si dipinse un sorriso soddisfatto sul volto, sostituito da un'espressione confusa non appena si ricordò dell'accaduto.
- Ma che cosa diavolo é successo prima? -
- Veramente stavo per farti la stessa domanda. Non ho mai visto nessun essere umano rilasciare una tale energia, bella mossa. - Cammie si alzò in piedi appoggiandosi all'albero per evitare di perdere l'equilibrio.
- Pensavo fossi stato tu. A proposito, chi sei? - il ragazzo le porse una mano
- Danny Phantom, tu? - La ragazza gli afferrò la mano e la scosse.
- Camilla White. Ma non cambiamo discorso. Come ho fatto? - Il ragazzo la fissò dritta negli occhi, come la risposta si trovasse dentro di lei.
- Hai mai incontrato un fantasma prima di oggi? - Ella scosse il capo.
- No, non direttamente. - Danny sollevò un sopracciglio.
- Che cosa intendi dire? - Non sembrava fosse pericoloso, dato il fatto che l'aveva appena salvata, e gli raccontò dell'incidente della madre, senza scendere nei particolari.
- Hai mai avuto qualche strano incidente? Tipo cose che ti cadono dalle mani senza motivo o piedi che si incastrano ovunque... -
- Si... E tu come lo sai? Fino a ieri non abitavo nemmeno qui! - Danny rise.
- Perché succedeva anche a me, prima di imparare ad usare i miei poteri. - Dopo aver realizzato cosa aveva appena detto smise di ridere.
- I fantasmi devono imparare a essere fantasmi? - Chiese la ragazza e il fantasma cominciò a balbettare
- N no... Io... - Danny stava cercando di nascondere qualcosa, e Cammie era determinata a scoprire cosa.
- Allora? - Il poveretto era stato messo alle strette, ma cercò di cambiare discorso.
- Uh... Credo di sapere perché ti succedono queste stranezze: anche tu sei per metà un fantasma! - Cammie era piuttosto scettica a riguardo.
- Esistono ibridi umano-fantasma? E che cosa intendi dire con "anche tu"? - Ora Danny era visibilmente agitato e, strano per un fantasma, stava sudando.
- Devo andare. Ciao! - e prima che Cammie potesse fermarlo, era già sparito nel cielo. " Ci hai provato, ma credo di aver capito che cosa cercavi di nascondere... " Le capacità deduttive della ragazza erano degne di Sherlock Holmes: il suo aspetto, il comportamento, il fatto che sudasse, c'era qualcosa di diverso in quel fantasma dai capelli bianchi, qualcosa di umano. Cammie giunse ad una conclusione: si era tradito con le sue stesse parole, anche Danny per metà era umano. Restava da scoprire chi fosse il suo alter ego, ma a giudicare dall'età, lo avrebbe sicuramente incontrato a scuola.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


- Cosa? - chiese Cammie con la voce aumentata di un ottava per lo stupore.
- Hai capito bene, domani cominci ad andare a scuola. - rispose tranquillamente la madre.
- Ha ragione, abbiamo dovuto aspettare Novembre perché tu compiessi i 14 anni e non puoi permetterti di perdere giorni di scuola. - sentenziò suo padre e con ciò il discorso era chiuso. In realtà la ragazza non vedeva l'ora di andare a scuola, perché era ossessionata dall'idea di scoprire chi era in realtà Danny Phantom. Margaret, la madre porse alla figlia una scatola
- Provati questo, l'ho preso per il tuo primo giorno di scuola. - L'adolescente afferrò la scatola e corse in camera. L'outfit non era male, una giacca in ecopelle nera corta, una minigonna blu con una cintura nera e un top sempre blu con un ovale nero sul petto. "Non ho intenzione di mostrare a tutti il mio ombelico, né tantomeno le mie gambe. Ci vuole qualche modifica..." pensò la ragazza e prese da un cassetto la sua adorata T-shirt azzurra con i bordi delle maniche e il colletto dello stesso colore della gonna con il disegno di una mezzaluna davanti ad una nuvola e un paio di leggings lunghi fino alle ginocchia.
- Perfetto - sussurrò lei guardando la sua figura snella riflessa nello specchio. Come scarpe indossava un paio di stivali simili a un paio di All Star, neri come la giacca. Quando tornò in cucina per mostrare il risultato ai genitori trovò solo un foglietto su cui era scritto che erano andati a lavorare, indossando le sue amate cuffie viola non li aveva sentiti uscire. Non avendo nulla di meglio da fare, uscì per l'ennesima volta. Mentre camminava il ricordo di cosa era successo quella mattina, prima del sorgere del Sole, si ripresentò prepotente nella sua mente.
- Con tutta questa gente in giro non se la prenderanno proprio con me, spero... - borbottò Cammie. Dopo aver camminato per un po' si ritrovò di fronte a quella che dal giorno seguente sarebbe stata la sua scuola. Non poté fare a meno di chiedersi se fosse come nelle sit-com americane, con armadietti, bulli e compagnia. Mentre stava per allontanarsi, sentí qualcosa che cercava di risalirle la gola, cercò do deglutire, ma il risultato fu solo un violento colpo do tosse.
- Attenta! - urlò una voce dall'alto, Cammie guardò sopra di lei giusto in tempo per vedere Danny piombarle addosso con la velocità di un proiettile. La collisione fu inevitabile.
- Ma ti sei tutto rimbambito? E guarda dove voli! Che diamine! - Danny, dopo essersi rimesso in piedi come se niente fosse, aiutò Cammie a rialzarsi.
- Scusami. Tutto ok? - chiese lui preoccupato.
- Non so, tu come ti sentiresti se un quattordicenne volante ti avesse appena travolto? - ribatté la ragazza incrociando le braccia.
- Scusa ancora, ma stavo scappando da... -
- Preso! - era una voce femminile seguita dal suono di un'arma che si scaldava.
-... Lei - finí la frase il ragazzo. Si riferiva alla ragazza in tuta rossa col volto coperto che teneva un'arma puntata alla testa di Danny. Senza un secondo di esitazione sparò un colpo, prontamente evitato dal fantasma. Il raggio finí ai piedi di Cammie facendola inciampare e cadere all'indietro. Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, i due avevano ripreso la loro folle corsa nel cielo azzurro. La cacciatrice di fantasmi aveva fatto apparire dal nulla una specie di tavola da surf volante e si era lanciata all'inseguimento di Danny. Dopo essersi rimessa in piedi ricominciò a camminare.
- Sicuramente in questa città le sorprese non mancano mai... -

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


~~Finalmente il primo giorno di scuola era arrivato, e con esso cominciavano le indagini riguardo all’identità di Danny Phantom, si vestì in fretta e si pettinò i capelli che sembravano non voler collaborare a darle un aspetto decente, quindi dopo la milionesima volta che cercava di pettinarli si rassegnò a lasciarli spettinati e li raccolse in una semplice coda. Dopo una rapida occhiata al suo riflesso nello specchio scese al piano di sotto per fare colazione.
- Buongiorno a tu… - disse Cammie al nulla, i suoi genitori erano usciti di nuovo presto per il lavoro e sarebbero rientrati tardi, più o meno all’ora di cena, ma avevano lasciato comunque un biglietto sul tavolo.
“Buongiorno tesoro, e buon primo giorno di scuola. Io e tuo padre sappiamo quanto tu sia timida e abbiamo chiesto al figlio dei vicini se ti può accompagnare a scuola, così ti mostrerà la strada e non ti perderai. Si chiama Daniel. Ciao a stasera!
Mamma”
- Fantastico! E io che pensavo di poter stare un po’ da sola oggi! Perché mi hanno fatto questo se sanno che sono timida… - e tra un biscotto e l’altro, lanciò quante più maledizioni possibili ai suoi, perché stare vicino ad una persona che non conosceva la rendeva nervosa, e quando era nervosa succedevano cose strane a causa delle sue abilità fantasma, e non le ci volle molto per capire che le forti emozioni erano ciò che attivava i suoi poteri. Dopo essersi ripulita dai baffi lasciati dal latte prese lo zaino e il foglio su cui erano scritte il suo numero di armadietto e il suo orario e uscì di casa. Controllando l’orologio vide che era leggermente in anticipo. La porta della casa accanto si aprì di colpo e ne uscì un ragazzino con capelli neri disordinati e occhi azzurro cielo, Daniel sicuramente. Sembrava di fretta.
- Ciao io vado! – E chiuse la porta alle sue spalle e vi si appoggiò contro tirando un sospiro di sollievo per chissà cosa. Dopo qualche istante si accorse della ragazza ai piedi dei gradini di casa e si avvicinò.
- Ciao, tu devi essere la figlia dei vicini, Camilla, giusto? –
- Si. Tu sei Daniel? – la timidezza stava già prendendo il sopravvento, e l’atteggiamento amichevole del ragazzo non era molto d’aiuto.
- L’unico e il solo. Ma chiamami Danny, tutti i miei amici lo fanno. Io posso chiamarti Cammie? – la ragazza cercò di sorridere e annuì. Cominciarono a camminare e Cammie trovò i suoi stivali molto interessanti da guardare e avrebbe dato una testata ad un lampione se il ragazzo al suo fianco non l’avesse tirata verso di sé per un polso. La ragazza mormorò un breve ringraziamento.
- Attenta, i lampioni non sono gli unici pericoli che incontrerai in questa città… -
- Si lo so, ci sono i fantasmi. L’altro giorno sono stata quasi rapita, ma Danny Phantom mi ha salvata. – “più o meno” aggiunse lei mentalmente. Al ricordo del ragazzo fantasma non poté fare a meno di compararlo con il ragazzo al suo fianco, si somigliavano parecchio.
- Sai, un po’ me lo ricordi – Danny sussultò leggermente.
- Dev’essere il taglio di capelli, è comune tra i ragazzi della mia età… - “Sì, quello, la voce, la forma fisica, la statura…” Più ci pensava più l’ipotesi sembrava valida: Danny Fenton e Danny Phantom sono la stessa persona. Non poteva esserne sicura, vero i nomi si somigliavano parecchio, ma non era sicuramente l’unico a portare quel nome. Quando raggiunsero la scuola e vi entrarono, Cammie fece scorrere l’occhio sugli studenti che avevano un taglio di capelli simile a quello di Danny, ma nessuno somigliava a Phantom quanto Fenton. Il suo fiume di pensieri fu interrotto da una risata maschile.
- Hey Fen-toast, nuova ragazza? Che fine ha fatto Manson? – i due ragazzi si voltarono e Cammie indietreggiò leggermente alla vista dell’imponente ragazzo di fronte a loro.
- Che vuoi Dash? No non è la mia… - Danny cercò di ribattere ma il ragazzo lo spostò di lato con violenta facendolo sbattere contro gli armadietti e si avvicinò a Cammie. La ragazza timida e intimorita di qualche istante prima era scomparsa, sostituita da una versione sfacciata e coraggiosa di sé stessa.
- Dash Baxter, capitano della squadra di football della scuola e… -
- Camilla White, ragazza a cui non interessi minimamente e arciere dall’ottima mira a cui non piace che i suoi amici vengano maltrattati, e se gli farai ancora del male il tuo testone biondo ossigenato sarà il mio nuovo bersaglio. – I due ragazzi la guardarono sorpresi per qualche istante, nei quali il sangue aveva cominciato ad affluire nelle guance di Cammie colorandole di un rosso intenso.
- Mi piace il tuo atteggiamento ostile, lupacchiotta. Ci si vede. – e detto questo, Dash se ne andò.
- Ricorda che i lupi mordono… - ribatté a denti stretti la ragazza, ancora rossa in viso. Intanto Danny si era alzato in piedi e si massaggiava la testa.
- Non ho mai visto nessuno rispondere così a Dash. Brava… lupacchiotta! – il ragazzo aveva esitato prima di chiamarla in quel modo, e Cammie lo guardò storto, ma poi sorrise.
- In realtà sarebbe un ottimo soprannome, io vengo dall’Italia e la capitale, Roma, ha come simbolo una lupa. Ma non permetterò ad un tale idiota di chiamarmi così. – Anche il suo carattere era quello di una lupa, amava i suoi amici e quando venivano minacciati avrebbe fatto di tutto per difenderli, non importava quanto timida fosse, gli amici venivano prima di tutto.
Cammie tolse dalla tasca del giacchetto il foglio per controllare quale fosse il suo armadietto, Danny sapeva dov’era, vicino al suo e a quello dei suoi due migliori amici. Quando giunsero a destinazione ad aspettarli c’erano una ragazza con capelli neri a caschetto e occhi violetti, vestita interamente di nero tranne le calze viola che sembrava non avere problemi a girare con l’ombelico scoperto, l’altro era un afro-americano occhialuto con un cappello rosso in testa che stava armeggiando con un palmare. Danny fece le presentazioni, loro erano Samantha “Sam” Manson e Tucker Foley, i suoi due più cari amici con i quali Cammie aveva molto in comune, amava la tecnologia come Tucker ed era una ragazza contro-corrente come Sam. Continuarono a chiacchierare del più e del meno come se si conoscessero da una vita fino al suono della campanella. “Ho già tre nuovi amici e le lezioni non sono ancora iniziate, che bello!” Pensò contenta Cammie.
 

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Capitolo 7
*** Annuncio ***


Mi dispiace molto dover annunciare che non continuerò la storia, poichè continuo a cambiare Le caratteristiche del mio personaggio, inoltre ne ho creato un altro. Può darsi che in futuro scriva la loro storia, ma sarà in inglese, se riesco XD, e verrà pubblicata sul mio profilo di DeviantART. Ecco I'll link: http://sunlight-99.deviantart.com/ Ciao alla prossima.

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