「I curiosi incontri della vita」 di Ofeliet (/viewuser.php?uid=114644)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 「Pettine」 ***
Capitolo 2: *** 「Dannato vischio」 ***
Capitolo 3: *** 「Per la prima volta」 ***
Capitolo 4: *** 「Rendezvous」 ***
Capitolo 5: *** 「Accordo」 ***
Capitolo 1 *** 「Pettine」 ***
生活のおかしい出会い
seikatsu no
okashī deai
クシ
kushi
«
Ridammi. Il. Mio. Pettine. » Hilbert sorride quasi
malvagiamente, prima di portare l’oggetto dei desideri dietro
la schiena.
« Non ho sentito, sorellina. Ripeti. »
cantilena quasi l’ultima parola, facendo morire i residui
della pazienza di Hilda. La castana, allora, con un urlo belluino salta
sul tavolino del soggiorno/entrata/unica stanza di quel microscopico
tugurio in cui abitava, gettandosi sul fratello intenta a recuperare
l’unica domatrice della sua ribelle chioma.
« Sei un infame!! » urla, allineando le
braccia a quelle del gemello nel tentativo di recuperare il pettine.
Peccato che
Hilbert sia sempre stato un poco più alto di lei, vincendo
sempre in quelle infantili scaramucce. Il fatto che fosse il portatore
di Reshiram, l’Eroe
della Verità,
non aiutava affatto il suo ego.
« Oh, avanti, perché ne hai
così bisogno? Stamattina non hai lezioni, o sbaglio?
» Hilda arrossisce, compiendo un piccolo salto in un secondo
disperato tentativo. « Puoi farne a meno. »
« Fratello bastardo! » urla, dando il
fondo alle proprie corde vocali.
« Abbassa la voce, vorrai mica che Satou-san venga
nuovamente a farci la ramanzina? »
« Me ne strafrego di quella megera! Ridammi il
pettine! » questi si toglie nuovamente dalla sua portata, e
Hilda si trova a rinunciare con stizza all’oggetto. Almeno
finché non avrebbe ammesso la verità.
« Devo uscire. »
« Con chi? »
« Bertie,
sei peggio della mamma! » una pinghella sulla fronte la
avverte di aver calcato la mano. « Che
c’è, Bertie? » il gemello detesta quel
nomignolo, lo sa.
« Piantala! »
« Ridammi il pettine e la smetto. »
« Mai. »
« Allora forse una chiamata a Bianca sui tuoi flirt
sarà utile. » Hilbert avvampa, arrabbiato.
« Disse colei che sta con un tizio che non si sa
nemmeno dov’è. E ha un nome strano, oltretutto. E
poi che ci posso fare se piaccio alle ragazze? » Hilda
sorride, per niente offesa.
« Ma io gli sono fedele, almeno. »
« Farò finta di non aver visto cosucce
interessanti quando ho buttato la spazzatura della tua stanza.
»
« Non ti fai mai i fatti tuoi! »
« Come la prenderà la mamma, quando
saprà che la sua adorata e innocente bambina ormai
è a malapena adorabile? »
« Fottiti. » cala il silenzio. I due
contendenti si fissano, studiandosi, come in quei vecchi film
ambientati vicino a Reversal Mountain. Per qualche attimo non si muove
un
muscolo né si sente un respiro. Poi, Hilda scatta come un
felino, gettandosi a peso morto sul fratello.
« Sei miooo!! »
Domani aggiungo
le note e spiego meglio cos'è codesta cosa. ~
[Edit del 03/04/2015]
Allora. Fondamentalmente è una cavolata. Una
raccolta delle mie amate ship <3 sulla
vita e sulle svolte
pirla
della vita.
Yup! Sì, avete letto bene. Sarà così flangst (fluff +
angst, per intenderci) che soffrirò a scriverla, me lo
sento. Anyway, partiamo con le spiegazioni.
Ho voluto usare i nomi Hilbert/Hilda invece dei abituali Touya/Touko
perché questi due personaggi si trovano a Kanto come
studenti stranieri. E nope, mica potevo lasciargli i loro nomi
originali. Ma per gli altri ci sarà/o forse non troppo un
cambiamento dei nomi. Anche il nome delle città
cambierà in base alla locazione (Kanto, Johto, Hoenn e
Sinnoh avranno quelli giapponesi, Unima quelli americani e Kalos quelli
francesi)(Calem, Serena e combriccola faranno la loro dovuta
apparizione, sì).
I nomi dei Pokémon (yup, mica mi scordo dei
Pokémon) invece saranno quelli internazionali/inglesi per
amore della comodità.
Questa raccolta è una fusione tra mondo reale e quello del
videogame (del quale mi prendo dei filoni romanzati)(qui dei
Pokémon moriranno, per esempio, aye) del quale devo ancora
limare i particolari, ma fondamentalmente il famoso viaggio
è obbligatorio dai undici ai tredici anni, poi
c'è l'istruzione obbligatoria - e se non hai fatto il
viaggio, ti scanti, in sostanza.
Ma tranquilli, ogni giovedì il mistero di questo verse
verrà pian piano rivelato. Abbiate un poco di pazienza.
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Capitolo 2 *** 「Dannato vischio」 ***
Damned
Mistletoe
Hilbert non ricorda bene la
prima volta che ha visto Bianca.
Forse perché
era troppo distratto dal fare altro, o forse
perché lei era più amica di sua sorella. Sta di
fatto che ricorda perfettamente la seconda.
Sua madre era una donna
di mondo. E poco importava che ormai fosse una
distinta signora di una certa età, i party natalizi
sarebbero sempre stati un must della famiglia Bates. Se non fosse che
gli invitati comprendessero l’intera Nuvema Town, una
generosa fetta di Accumula Town e qualche parente alla lontana di
Lacunosa Town.
Insomma più
che un’intima cenetta ogni anno quella
festività si trasformava nel preludio del Capodanno.
Dopo essersi fatto
strapazzare dall’ennesima zia, sentendosi
riempire di complimenti ed essere passato trionfante davanti a una
folta schiera di cugine che hanno sospirato sognanti – essere
l’Eroe della Verità era un vanto, in quelle
occasioni – ed essere scampato all’ennesimo
tentativo di essere accasato in tenera età Hilbert cerca
rifugio nell’unico luogo che probabilmente nessuno dei suoi
numerosi parenti pensava di frequentare.
Avere quindici anni,
una grande fama. Doveva essere sincero, un poco
iniziava a stancarsi.
Dietro i vetri della
porta, si stendeva il buio più
completo. Non aveva nevicato nemmeno quell’anno. Se ne
sentiva un po’ deluso.
« Oh,
scusami. » una voce sconosciuta lo strappa
dai suoi pensieri. Davanti a lui, una piccola biondina con lo sguardo
sperso. « Non volevo disturbare. »
Hilbert sorride,
affabile come un quindicenne potrebbe essere.
« Non
è niente. » lei sorride,
comprensiva.
«
Anch’io mi sento un poco fuori luogo, alle feste.
Vengo solo perché Hilly
me lo chiede e io non so affatto dirle di no. » quel
nomignolo avrebbe dovuto suonare un campanello d’allarme
nella sua mente.
Stranamente, non lo fa.
Forse perché la sua testa
è troppo concentrata su quell’abitino bianco che
fascia il corpo della biondina in maniera a suo dire perfetta. Sarebbe
stato un piacere toglierglielo. Chissà, forse valeva fare un
tentativo.
« Oh,
capisco. Sì, in effetti mi sento
anch’io così. » gli occhi verdi di lei
si illuminando leggermente, prima che lei si lasci andare a un sorriso
più deciso e luminoso.
« Meno male,
non sono l’unica. Pensavo di esserlo.
» fa un passo nella sua direzione, poi un altro. Profuma
anche di buono, ora riesce a sentirlo bene.
« Forse non
mi sono presentato. »
« Hilbert
Bates. E’ difficile trovare qualcuno che
non ti conosca, a Unova. » gli sale un poco la stizza. La sua
perfetta e affascinante presentazione è stata rovinata in
fretta.
« Io sono
Bianca Lindsay. Piacere di conoscerti. »
lei arrossisce leggermente, portandosi una ciocca bionda dietro
l’orecchio. Quel gesto che di erotico, agli occhi di un
ragazzino come lui, che si torva ad osservare una striscia della gola
precedentemente ignorata.
Sì, forse
quella ragazza valeva più di una
sveltina.
« Bee! Eccoti
qui! » ovviamente sua sorella doveva
rompere le uova nel paniere. « Oh, vedo che hai conosciuto
già la mia metà di successo. »
Hilda era un poco
brilla. Forse si era scolata una birra, o era
riuscita a mettere le mani su un po’ di whiskey. Poco
importava, visto che un paio d’ore successive lei e Cheren
avrebbero allegramente pomiciato per il resto della serata.
Lui avrebbe sempre
appoggiato Cheren. Piuttosto che lasciare la sorella
nelle mani di quel fanatico fissato con la matematica,
l’avrebbe rinchiusa in una torre.
«
Già. » Hilbert sorride, per
quell’occasione mancata. Bianca è carina. Farci un
pensierino gli sembrava perfettamente lecito. Intanto, Hilda si
aggrappa al suo collo ridendo. Sì, un po’ sbronza
lo è.
« Oh.
C’è il vischio. »
Touya vorrebbe
dimenticare quella infortunata sera in cui ha dovuto
baciare sua sorella, andare in bianco e ripulire il macello la giornata
successiva.
Ma non può.
Quella è la
seconda volta che ha incontrato Bianca.
Ecchece qui.
E' stata una
lunga (lunga) giornata, e scrivere
questa piccola Battle
è stata una vera e propria battaglia. Che devo dire, il
quesito "ma il miele e il caramello non faranno a botte?" è
stata la mefistofelica domanda della giornata!
Anyway, eccoci
puntuali (strano,
eh?)
a parlare di cavolate. Di carine
cavolate. Ah, giusto, Touya shippa la Checkmate. Non è della
fazione FerrisWheel, proprio no.
Ringrazio chi
ha letto (vi vedo, ho ho ho), chi ha "piacciato" e coloro
che hanno recensito (Andy
Black
e La
Potta).
Al seguente
giovedì, in cui ci saranno nuovi ed inaspettati
(??) protagonisti. *apre TotoScommesse*
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Capitolo 3 *** 「Per la prima volta」 ***
はじめて
hajimete
Hilda si stava gustando un
Casteliacone – come si doveva, avendo passato a setaccio
Tamamushi City e Yamabuki City nella speranza di trovare un venditore
che possedesse il sapore che più si avvicinava
all’originale – quando un violento tonfo la scosse
facendo quasi cadere il suo prezioso gelato per terra.
La ragazza
gonfia le guance, mettendo subito mano alla Poké ball di
Amalia. Poco importava che le lotte Pokémon fuori dagli
appositi campi fossero illegali, lei e la sua Lampent avrebbero solo
vendicato lo spavento.
Ben presto,
però, un vivace bussare interrompe bruscamente i suoi
pensieri di vendetta. Davanti alla sua porta ci
sono due ragazze. La più alta è bionda, e sorride
cordiale. La seconda è più piccola, ha
un’aria più smarrita ma sembra più alla
mano della sua amica.
«
Scusa per il trambusto. Noi siamo… le vicine. » la
voce della biondina è incerta, segno che non conosce bene la
lingua di Kanto.
«
Oh, è un piacere. Io sono Hilda. »
«
Io sono Serena, e questa è Sannah. » la biondina
– Serena, cerca di inculcarselo in testa – sorride
nuovamente. « Lei non conosce la lingua di Kanto. »
«
Invece quella di Unova? »
«
Sei di Unova? » esclama allora Sannah, trovando un
po’ di vigore. Hilda annuisce.
«
Io e mio fratello siamo studenti in trasferta. Per qualsiasi cosa, non
esitate pure a chiedere. »
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Capitolo 4 *** 「Rendezvous」 ***
逢瀬
ōse
« Hilda, ma sei
sicura che tuo fratello non entrerà nuovamente dalla porta minacciando di
farmi arrosto? » Natural si concede un poco di
preoccupazione, dopo essere entrato. Hilbert era un caro ragazzo,
questo nessuno l’avrebbe negato. Solo che era un poco geloso
delle sue proprietà – in quel caso, la sorella.
La castana
si pettina qualche ciocca con la mano, prima di sorridere serena.
«
E’ di là, su Xtransceiver con Bianca,
perciò credo che la cosa gli prenderà un bel
po’ di tempo. » dice, avvicinandosi al ragazzo e
allacciando le braccia al suo collo. « Abbiamo a disposizione
tutti i momenti che vogliamo. »
Natural
ricambia l’abbraccio. Ormai era passato più di un
mese dall’ultima volta che si erano visti. Essere un
ricercato non aiutava certo la sua posizione, ma che ci poteva fare se
suo padre si era rivelato un folle che desiderava conquistare il mondo,
a sua insaputa? Poteva solo fuggire fino a quando il Team Plasma
sarebbe stato definitivamente messo dietro le sbarre.
Aveva i
suoi Pokémon, certo. Eppure Hilda gli mancava tantissimo. I
suoi baci, anche. Un po’ come quello che gli sta dando
adesso.
Forse la
castana è la persona che più si avvicina al suo
concetto di famiglia. Sta bene insieme a lei, e non baratterebbe quei
momenti con nessun’altro. Anche adesso che sono sul divano,
stringendosi in quel minuscolo spazio, nessuno dei due vorrebbe essere
da un’altra parte. Hilda è accoccolata contro il
suo petto, tanto che sulle prime le sue parole vengono soffocate.
«
Dicevo… Durerà ancora a lungo, questa cosa?
» Natural sembra pensarci seriamente.
«
Il processo finale ancora non è stato fissato. Non lo so il
perché, sembra che vogliano attendere altre testimonianze.
» il disappunto della ragazza gorgoglia, soffocato dalla sua
felpa. Natural accarezza i suoi capelli, ricevendo in cambio un
abbraccio più stretto.
«
Andrà bene. Andrà tutto bene. »
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Capitolo 5 *** 「Accordo」 ***
合意
gōi
«
Sono disposta a proporti un patto. » Red alza lo sguardo
sulla ragazza seduta davanti a lui, non smettendo di bere una tazza di
caffè. Sente che dovrebbe smettere di farlo. Leaf intreccia
la dita, appoggiandoci sopra il mento. Nell’osservarla
così cresciuta Red non può evitarsi di chiedere
quando lei l’abbia fatto. D’accordo, non era stato
un fratello esemplare – essendo stato via da casa per cinque
o sei anni, e non si spiegava perché Leaf abbia insistito
per vivere con lui durante la scuola superiore. Il suo sputo di
appartamento gli pareva così piccolo…
« Include qualche clausola scritta in succo di
limone? » Leaf ride, masticando una fetta di pesce esiccato.
Certe volte suo fratello era troppo perspicace.
« No, vorrei solo che mi facessi un favore. Per
favore, nii-san. »
sorride, cercando di non essere troppo sospetta. Red la squadra, la
osserva, la studia. Peccato che lei non è una lotta
Pokémon – cosa in cui suo fratello eccelle ed
è il migliore – bensì una persona con
un po’ di astuzia.
« Leaf, cosa stai tramando? » la ragazza
lo osserva con aria innocente, sbattendo le lunghe ciglia.
« Perché devi pensare così
male di me? »
« Perché la settimana scorsa hai
convinto Green a salire sul tetto del laboratorio, e ancora non ho
capito come. » lei sospira, sorridendo internamente. Quello
era stato un colpo da maestra.
« E’ solo una scommessa, nii-san. Vedrai, non
c’è niente sotto. »
« Ti sta
d’incanto, nii-san! Così come a Hilbert-san. »
« Ricorda che ti odio.
»
No, non mi
sono scordata di questa raccolta.
E' solo che...
ho finito per scriverci una short!long sopra (che spero di potervi
proporre ad agosto), e quindi tutto questo è passato in
secondo piano. Chiedo scusa per l'attesa, ho notato le numerose visite
che sono passate di qui. Ho deciso che aggiornerò questa
raccolta sempre di giovedì, ma non tutti i
giovedì. Solo in quelli in cui ho le cose che bollono in
pentola. Come questa flash, che è un preludio alla long.
Vediamo se indovinate di che si tratta. ♥
Per il resto,
la scena cambia, introducendo due personaggi a cui sono affezionata;
Red e Leaf. Leaf è la sua controparte femminile in
RossoFuoco/VerdeFoglia, perciò ho voluto farne una sorella
minore. Avrà un carattere tutto suo, e conbinerà
guai. Ma non è cattiva.
Perciò
ringrazio o voi che leggete, e anche coloro che aprono la raccolta per
sbaglio.
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