「I curiosi incontri della vita」

di Ofeliet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 「Pettine」 ***
Capitolo 2: *** 「Dannato vischio」 ***
Capitolo 3: *** 「Per la prima volta」 ***
Capitolo 4: *** 「Rendezvous」 ***
Capitolo 5: *** 「Accordo」 ***



Capitolo 1
*** 「Pettine」 ***





生活のおかしい出会い
seikatsu no okashī deai


クシ
kushi


« Ridammi. Il. Mio. Pettine. » Hilbert sorride quasi malvagiamente, prima di portare l’oggetto dei desideri dietro la schiena.
« Non ho sentito, sorellina. Ripeti. » cantilena quasi l’ultima parola, facendo morire i residui della pazienza di Hilda. La castana, allora, con un urlo belluino salta sul tavolino del soggiorno/entrata/unica stanza di quel microscopico tugurio in cui abitava, gettandosi sul fratello intenta a recuperare l’unica domatrice della sua ribelle chioma.
« Sei un infame!! » urla, allineando le braccia a quelle del gemello nel tentativo di recuperare il pettine. Peccato che Hilbert sia sempre stato un poco più alto di lei, vincendo sempre in quelle infantili scaramucce. Il fatto che fosse il portatore di Reshiram, l’Eroe della Verità, non aiutava affatto il suo ego.
« Oh, avanti, perché ne hai così bisogno? Stamattina non hai lezioni, o sbaglio? » Hilda arrossisce, compiendo un piccolo salto in un secondo disperato tentativo. « Puoi farne a meno. »
« Fratello bastardo! » urla, dando il fondo alle proprie corde vocali.
« Abbassa la voce, vorrai mica che Satou-san venga nuovamente a farci la ramanzina? »
« Me ne strafrego di quella megera! Ridammi il pettine! » questi si toglie nuovamente dalla sua portata, e Hilda si trova a rinunciare con stizza all’oggetto. Almeno finché non avrebbe ammesso la verità.
« Devo uscire. »
« Con chi? »
« Bertie, sei peggio della mamma! » una pinghella sulla fronte la avverte di aver calcato la mano. « Che c’è, Bertie? » il gemello detesta quel nomignolo, lo sa.
« Piantala! »
« Ridammi il pettine e la smetto. »
« Mai. »
« Allora forse una chiamata a Bianca sui tuoi flirt sarà utile. » Hilbert avvampa, arrabbiato.
« Disse colei che sta con un tizio che non si sa nemmeno dov’è. E ha un nome strano, oltretutto. E poi che ci posso fare se piaccio alle ragazze? » Hilda sorride, per niente offesa.
« Ma io gli sono fedele, almeno. »
« Farò finta di non aver visto cosucce interessanti quando ho buttato la spazzatura della tua stanza. »
« Non ti fai mai i fatti tuoi! »
« Come la prenderà la mamma, quando saprà che la sua adorata e innocente bambina ormai è a malapena adorabile? »
« Fottiti. » cala il silenzio. I due contendenti si fissano, studiandosi, come in quei vecchi film ambientati vicino a Reversal Mountain. Per qualche attimo non si muove un muscolo né si sente un respiro. Poi, Hilda scatta come un felino, gettandosi a peso morto sul fratello.
« Sei miooo!! »


Domani aggiungo le note e spiego meglio cos'è codesta cosa. ~

[Edit del 03/04/2015]

Allora. Fondamentalmente è una cavolata. Una raccolta delle mie amate ship <3 sulla vita e sulle svolte pirla della vita.
Yup! Sì, avete letto bene. Sarà così flangst (fluff + angst, per intenderci) che soffrirò a scriverla, me lo sento. Anyway, partiamo con le spiegazioni.
Ho voluto usare i nomi Hilbert/Hilda invece dei abituali Touya/Touko perché questi due personaggi si trovano a Kanto come studenti stranieri. E nope, mica potevo lasciargli i loro nomi originali. Ma per gli altri ci sarà/o forse non troppo un cambiamento dei nomi. Anche il nome delle città cambierà in base alla locazione (Kanto, Johto, Hoenn e Sinnoh avranno quelli giapponesi, Unima quelli americani e Kalos quelli francesi)(Calem, Serena e combriccola faranno la loro dovuta apparizione, sì).
I nomi dei Pokémon (yup, mica mi scordo dei Pokémon) invece saranno quelli internazionali/inglesi per amore della comodità.
Questa raccolta è una fusione tra mondo reale e quello del videogame (del quale mi prendo dei filoni romanzati)(qui dei Pokémon moriranno, per esempio, aye) del quale devo ancora limare i particolari, ma fondamentalmente il famoso viaggio è obbligatorio dai undici ai tredici anni, poi c'è l'istruzione obbligatoria - e se non hai fatto il viaggio, ti scanti, in sostanza.
Ma tranquilli, ogni giovedì il mistero di questo verse verrà pian piano rivelato. Abbiate un poco di pazienza.

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Capitolo 2
*** 「Dannato vischio」 ***




Damned Mistletoe


Hilbert non ricorda bene la prima volta che ha visto Bianca.
Forse perché era troppo distratto dal fare altro, o forse perché lei era più amica di sua sorella. Sta di fatto che ricorda perfettamente la seconda.

Sua madre era una donna di mondo. E poco importava che ormai fosse una distinta signora di una certa età, i party natalizi sarebbero sempre stati un must della famiglia Bates. Se non fosse che gli invitati comprendessero l’intera Nuvema Town, una generosa fetta di Accumula Town e qualche parente alla lontana di Lacunosa Town.
Insomma più che un’intima cenetta ogni anno quella festività si trasformava nel preludio del Capodanno.
Dopo essersi fatto strapazzare dall’ennesima zia, sentendosi riempire di complimenti ed essere passato trionfante davanti a una folta schiera di cugine che hanno sospirato sognanti – essere l’Eroe della Verità era un vanto, in quelle occasioni – ed essere scampato all’ennesimo tentativo di essere accasato in tenera età Hilbert cerca rifugio nell’unico luogo che probabilmente nessuno dei suoi numerosi parenti pensava di frequentare.
Avere quindici anni, una grande fama. Doveva essere sincero, un poco iniziava a stancarsi.
Dietro i vetri della porta, si stendeva il buio più completo. Non aveva nevicato nemmeno quell’anno. Se ne sentiva un po’ deluso.
« Oh, scusami. » una voce sconosciuta lo strappa dai suoi pensieri. Davanti a lui, una piccola biondina con lo sguardo sperso. « Non volevo disturbare. »
Hilbert sorride, affabile  come un quindicenne potrebbe essere.
« Non è niente. » lei sorride, comprensiva.
« Anch’io mi sento un poco fuori luogo, alle feste. Vengo solo perché Hilly me lo chiede e io non so affatto dirle di no. » quel nomignolo avrebbe dovuto suonare un campanello d’allarme nella sua mente.
Stranamente, non lo fa. Forse perché la sua testa è troppo concentrata su quell’abitino bianco che fascia il corpo della biondina in maniera a suo dire perfetta. Sarebbe stato un piacere toglierglielo. Chissà, forse valeva fare un tentativo.
« Oh, capisco. Sì, in effetti mi sento anch’io così. » gli occhi verdi di lei si illuminando leggermente, prima che lei si lasci andare a un sorriso più deciso e luminoso.
« Meno male, non sono l’unica. Pensavo di esserlo. » fa un passo nella sua direzione, poi un altro. Profuma anche di buono, ora riesce a sentirlo bene.
« Forse non mi sono presentato. »
« Hilbert Bates. E’ difficile trovare qualcuno che non ti conosca, a Unova. » gli sale un poco la stizza. La sua perfetta e affascinante presentazione è stata rovinata in fretta.
« Io sono Bianca Lindsay. Piacere di conoscerti. » lei arrossisce leggermente, portandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio. Quel gesto che di erotico, agli occhi di un ragazzino come lui, che si torva ad osservare una striscia della gola precedentemente ignorata.
Sì, forse quella ragazza valeva più di una sveltina.
« Bee! Eccoti qui! » ovviamente sua sorella doveva rompere le uova nel paniere. « Oh, vedo che hai conosciuto già la mia metà di successo. »
Hilda era un poco brilla. Forse si era scolata una birra, o era riuscita a mettere le mani su un po’ di whiskey. Poco importava, visto che un paio d’ore successive lei e Cheren avrebbero allegramente pomiciato per il resto della serata.
Lui avrebbe sempre appoggiato Cheren. Piuttosto che lasciare la sorella nelle mani di quel fanatico fissato con la matematica, l’avrebbe rinchiusa in una torre.
« Già. » Hilbert sorride, per quell’occasione mancata. Bianca è carina. Farci un pensierino gli sembrava perfettamente lecito. Intanto, Hilda si aggrappa al suo collo ridendo. Sì, un po’ sbronza lo è.
« Oh. C’è il vischio. »

Touya vorrebbe dimenticare quella infortunata sera in cui ha dovuto baciare sua sorella, andare in bianco e ripulire il macello la giornata successiva.
Ma non può.
Quella è la seconda volta che ha incontrato Bianca.





Ecchece qui.
E' stata una lunga (lunga) giornata, e scrivere questa piccola Battle è stata una vera e propria battaglia. Che devo dire, il quesito "ma il miele e il caramello non faranno a botte?" è stata la mefistofelica domanda della giornata!
Anyway, eccoci puntuali (strano, eh?) a parlare di cavolate. Di carine cavolate. Ah, giusto, Touya shippa la Checkmate. Non è della fazione FerrisWheel, proprio no.
Ringrazio chi ha letto (vi vedo, ho ho ho), chi ha "piacciato" e coloro che hanno recensito (Andy Black e La Potta).
Al seguente giovedì, in cui ci saranno nuovi ed inaspettati (??) protagonisti. *apre TotoScommesse*

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Capitolo 3
*** 「Per la prima volta」 ***




はじめて
hajimete

Hilda si stava gustando un Casteliacone – come si doveva, avendo passato a setaccio Tamamushi City e Yamabuki City nella speranza di trovare un venditore che possedesse il sapore che più si avvicinava all’originale – quando un violento tonfo la scosse facendo quasi cadere il suo prezioso gelato per terra.
La ragazza gonfia le guance, mettendo subito mano alla Poké ball di Amalia. Poco importava che le lotte Pokémon fuori dagli appositi campi fossero illegali, lei e la sua Lampent avrebbero solo vendicato lo spavento.
Ben presto, però, un vivace bussare interrompe bruscamente i suoi pensieri di vendetta. Davanti alla sua porta ci sono due ragazze. La più alta è bionda, e sorride cordiale. La seconda è più piccola, ha un’aria più smarrita ma sembra più alla mano della sua amica.
« Scusa per il trambusto. Noi siamo… le vicine. » la voce della biondina è incerta, segno che non conosce bene la lingua di Kanto.
« Oh, è un piacere. Io sono Hilda. »
« Io sono Serena, e questa è Sannah. » la biondina – Serena, cerca di inculcarselo in testa – sorride nuovamente. « Lei non conosce la lingua di Kanto. »
« Invece quella di Unova? »
« Sei di Unova? » esclama allora Sannah, trovando un po’ di vigore. Hilda annuisce.
« Io e mio fratello siamo studenti in trasferta. Per qualsiasi cosa, non esitate pure a chiedere. »

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Capitolo 4
*** 「Rendezvous」 ***




逢瀬
ōse


« Hilda, ma sei sicura che tuo fratello non entrerà nuovamente dalla porta minacciando di farmi arrosto? » Natural si concede un poco di preoccupazione, dopo essere entrato. Hilbert era un caro ragazzo, questo nessuno l’avrebbe negato. Solo che era un poco geloso delle sue proprietà – in quel caso, la sorella.
La castana si pettina qualche ciocca con la mano, prima di sorridere serena.
« E’ di là, su Xtransceiver con Bianca, perciò credo che la cosa gli prenderà un bel po’ di tempo. » dice, avvicinandosi al ragazzo e allacciando le braccia al suo collo. « Abbiamo a disposizione tutti i momenti che vogliamo. »
Natural ricambia l’abbraccio. Ormai era passato più di un mese dall’ultima volta che si erano visti. Essere un ricercato non aiutava certo la sua posizione, ma che ci poteva fare se suo padre si era rivelato un folle che desiderava conquistare il mondo, a sua insaputa? Poteva solo fuggire fino a quando il Team Plasma sarebbe stato definitivamente messo dietro le sbarre.
Aveva i suoi Pokémon, certo. Eppure Hilda gli mancava tantissimo. I suoi baci, anche. Un po’ come quello che gli sta dando adesso.
Forse la castana è la persona che più si avvicina al suo concetto di famiglia. Sta bene insieme a lei, e non baratterebbe quei momenti con nessun’altro. Anche adesso che sono sul divano, stringendosi in quel minuscolo spazio, nessuno dei due vorrebbe essere da un’altra parte. Hilda è accoccolata contro il suo petto, tanto che sulle prime le sue parole vengono soffocate.
« Dicevo… Durerà ancora a lungo, questa cosa? » Natural sembra pensarci seriamente.
« Il processo finale ancora non è stato fissato. Non lo so il perché, sembra che vogliano attendere altre testimonianze. » il disappunto della ragazza gorgoglia, soffocato dalla sua felpa. Natural accarezza i suoi capelli, ricevendo in cambio un abbraccio più stretto.
« Andrà bene. Andrà tutto bene. »

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Capitolo 5
*** 「Accordo」 ***




合意
gōi


« Sono disposta a proporti un patto. » Red alza lo sguardo sulla ragazza seduta davanti a lui, non smettendo di bere una tazza di caffè. Sente che dovrebbe smettere di farlo. Leaf intreccia la dita, appoggiandoci sopra il mento. Nell’osservarla così cresciuta Red non può evitarsi di chiedere quando lei l’abbia fatto. D’accordo, non era stato un fratello esemplare – essendo stato via da casa per cinque o sei anni, e non si spiegava perché Leaf abbia insistito per vivere con lui durante la scuola superiore. Il suo sputo di appartamento gli pareva così piccolo…
« Include qualche clausola scritta in succo di limone? » Leaf ride, masticando una fetta di pesce esiccato. Certe volte suo fratello era troppo perspicace.
« No, vorrei solo che mi facessi un favore. Per favore, nii-san. » sorride, cercando di non essere troppo sospetta. Red la squadra, la osserva, la studia. Peccato che lei non è una lotta Pokémon – cosa in cui suo fratello eccelle ed è il migliore – bensì una persona con un po’ di astuzia.
« Leaf, cosa stai tramando? » la ragazza lo osserva con aria innocente, sbattendo le lunghe ciglia.
« Perché devi pensare così male di me? »
« Perché la settimana scorsa hai convinto Green a salire sul tetto del laboratorio, e ancora non ho capito come. » lei sospira, sorridendo internamente. Quello era stato un colpo da maestra.
« E’ solo una scommessa, nii-san. Vedrai, non c’è niente sotto. »

« Ti sta d’incanto, nii-san! Così come a Hilbert-san. »
« Ricorda che ti odio. »





No, non mi sono scordata di questa raccolta.
E' solo che... ho finito per scriverci una short!long sopra (che spero di potervi proporre ad agosto), e quindi tutto questo è passato in secondo piano. Chiedo scusa per l'attesa, ho notato le numerose visite che sono passate di qui. Ho deciso che aggiornerò questa raccolta sempre di giovedì, ma non tutti i giovedì. Solo in quelli in cui ho le cose che bollono in pentola. Come questa flash, che è un preludio alla long. Vediamo se indovinate di che si tratta. ♥
Per il resto, la scena cambia, introducendo due personaggi a cui sono affezionata; Red e Leaf. Leaf è la sua controparte femminile in RossoFuoco/VerdeFoglia, perciò ho voluto farne una sorella minore. Avrà un carattere tutto suo, e conbinerà guai. Ma non è cattiva.
Perciò ringrazio o voi che leggete, e anche coloro che aprono la raccolta per sbaglio.

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