Il destino di due guardiani di Alelea (/viewuser.php?uid=2747)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il lungo viaggio ***
Capitolo 2: *** Risposte ***
Capitolo 3: *** La strada per Luka ***
Capitolo 4: *** L'Eone Supremo ***
Capitolo 5: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 1 *** Il lungo viaggio ***
Nuova pagina 1
Jecht si sistemò la bandana che aveva in testa meglio che poteva dopodiché
lanciò un’occhiata ai due compagni di viaggio, Braska, l’evocatore del gruppo,
era comodamente seduto sotto un albero, era immobile e sembrava che fosse
immerso nei suoi pensieri.
Auron invece era in piedi e giocherellava con la sua spada, formava dei piccoli
solchi sul terreno forse per scaricare un po’ la tensione.
Jecht sorrise, sperava che quel sorriso avrebbe potuto cacciare via dalla sua
mente tutti i brutti pensieri che l’avevano affollata negli ultimi giorni; il
loro pellegrinaggio era iniziato da pochi giorni eppure Jecht si era già pentito
di aver accettato di diventare guardiano di Braska. Come poteva lui aiutarlo
veramente? Non era certo espero in combattimenti come Auron e non sapeva nulla
di quel mondo che non era il suo!!
Si mise seduto e appoggiò la testa su una grossa quercia, avrebbe davvero voluto
tornare a casa sua dalla sua famiglia, da sua moglie e dal suo piccolo Tidus..
chissà se stava ancora piangendo. Scosse la testa, sicuramente non avrebbe
pianto per lui.
Ora si trovava in un altro mondo e doveva affrontare problemi che non erano
suoi, Sin, gli evocatori, i guardiani, a dire il vero non è che avesse capito
proprio tutto quello che gli avevano spiegato Auron e Braska però aveva cercato
di auto convincersi che se avesse portato a termine quella missione forse
sarebbe riuscito a tornare a casa sua.
“Kilika è ancora molto lontana” protestò Auron appoggiando la sua lunga spada a
terra
“Lo so Auron” gli rispose Braska aprendo gli occhi “ma non avere fretta, ne
abbiamo di tempo”
Auron lanciò un’occhiata a Jecht e si chiese come mai Braska lo avesse voluto
come suo guardiano.
Sicuramente aveva il fisico da guardiano ma il resto era piuttosto scadente…
prima di tutto sembrava non aver mai impugnato una spada in vita sua e poi non
sapeva assolutamente nulla di Spira..
Possibile che fossero le tossine di Sin?
Quello strano tipo diceva di venire da Zanarkand.. ma era assurdo! Zanarkand era
stata distrutta mille anni fa con la comparsa del temibile Sin!
Braska aveva detto di credergli, ma come poteva credere che quel ragazzo venisse
da un posto dove nessuno metteva più piede da un sacco di tempo? Zanarkand era
una città fantasma e lo sarebbe rimasta fino alla scomparsa di Sin.. cosa che
sembrava impossibile.
Anche se Braska fosse riuscito a terminare il suo viaggio e a sconfiggere Sin
questo suo gesto sarebbe servito a ben poco perché nel giro di dieci anni, con
la fine del bonacciale, il ritorno di Sin sarebbe inevitabile e la morte di
Braska sarebbe stata vana.
Era giusta la fine che gli evocatori doveva fare? Non c’era un altro modo?
“Rimettiamoci in cammino” disse Braska alzandosi in piedi e destando i suoi due
guardiani dai loro pensieri “Come mi ha ricordato Auron, la strada è lunga e tu
Jecht hai tante cose da vedere”
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Capitolo 2 *** Risposte ***
Jecht guardò entrambi e per un attimo ebbe l’impressione di non stare molto
simpatico ad Auron, infondo gli aveva detto apertamente che credeva che la sua
storia fosse falsa, sicuramente lui credeva un po’ di più, anche se non sapeva
fin quanto, alla storia delle tossine di Sin.
Eppure Jecht era sicuro che non si trattasse delle tossine di Sin anche perché
lui Sin praticamente neanche sapeva chi fosse!
Raccolse la sua spada e si incamminò assieme ai due “Perché dobbiamo andare
proprio a Ki..”
“Kilika” lo corresse Auron
“è il percorso che devono fare tutti gli evocatori” gli rispose Braska
“Ancora le tossine eh?” disse Auron gelido evitando lo sguardo di rimprovero di
Braska che non voleva che il suo guardiano trattasse male quel ragazzo venuto
dal mare.
“Tutti gli evocatori devono seguire un percorso, devono andare a pregare nei
tempi sparsi per Spira per ottenere degli Eoni. Io cercherò di ottenere quanti
più Eoni possibile e poi, una volta ottenuto l’Eone supremo, andremo a Zanarkand
e batteremo Sin”
“Così inizierà il bonacciale” concluse Auron “immagino che ora ti starai
chiedendo che cos’è il bonacciale” aggiunse Auron scettico. Non credeva
possibile che una persona potesse dimenticarsi tutte queste cose solo perché era
stato intossicato da Sin.
“Beh si” rispose timidamente Jecht, si sentiva tremendamente stupido a fare
tutte quelle domande ma non poteva fare altrimenti.
“Non temere” rispose Braska “capirai tutto quanto”
Camminarono a lungo dopodiché decisero di fermarsi, non mancava molto a Kilika
ma era meglio proseguire con calma.
“Cos’è l’Eone supremo?” chiese Jecht quando si furono fermati
Braska sorrise “è l’unica arma che può sconfiggere Sin”
“E che cos’è il bonacciale?”
Questa volta fu Auron a rispondere “è il periodo di pace che inizia con la
sconfitta di Sin e termina con la sua rinascita”.
“Non c’è un modo per batterlo completamente” aggiunse Braska accarezzando la
sua asta da evocatore “purtroppo nessuno è riuscito a trovare il modo e sembra
che il sacrificio degli evocatori sia l’unica via”
“Sacrificio?” chiese Jecht fissando Braska
“Dopo aver evocato l’Eone Supremo, io morirò” spiegò Braska come se non ci
fosse nulla di più ovvio.
“COSA?” Jecht era rimasto spiazzato da quell’affermazione, come poteva Braska
rimanere così tranquillo di fronte a tutto questo? Stava andando a morire!!!
“è sempre stato così” precisò Braska
“E perché lo fai allora?” chiese Jecht sempre più esterrefatto
“Lo faccio per Spira” disse sorridendo l’evocatore “per darle un po’ di pace”
“Ma se poi Sin rinasce è tutto inutile” Jecht non capiva perché una persona
dovesse fare una cosa tanto sciocca, a che serviva morire per uccidere Sin se
poi lui sarebbe rinato?!
“Questo è tutto ciò che possiamo fare” ammise Braska
“Braska non è il primo evocatore a intraprendere questo pellegrinaggio” disse
Auron guardando Jecht negli occhi, sempre più stupito che quel ragazzo sapesse
così poco su Spira e su Sin.
“Quando ho scelto di diventare un evocatore sapevo a cosa andavo incontro” disse
Braska sedendosi sull’erba fresca “mia moglie è morta, è stata uccisa da Sin
tanto tempo fa.. e io ho deciso di vendicarla”
“Ma.. di tua figlia, che ne sarà?” chiese Jecht stupito dallo strano
comportamento di Braska
“Mi dispiace molto lasciarla.. gli abitanti di Besaid si occuperanno di lei,
ovviamente so che non è la stessa cosa e vorrei starle accanto ma.. io combatto
Sin anche per lei, per farla crescere in pace”
“Ora riprendiamo il cammino, Kilika è vicina ormai” disse Auron interrompendo il
loro discorso.
Kilika era un villaggio costruito al ridosso del mare, non era particolarmente
grande ma la gente era sempre molto calorosa e accogliente.
Jecht si guardò intorno, quella città era veramente strana, era sicuramente
diversa da quelle che si trovavano nel suo mondo “Passeremo molto tempo in
questa città?”
“Dipende da quanto tempo passeremo nel tempio” gli rispose sorridendo Braska
La cosa fece preoccupare un po’ Jecht, e se fossero stati costretti a rimanere
nel tempio per settimane? Era possibile? Infondo lui non sapeva niente di tempi
ed evocazioni.
“Qual è il record di permanenza in un tempio?” chiese avvicinandosi ai due
visto che era rimasto indietro ad osservare il vestito di una guardia
Braska rise divertito “non lo so ma non temere non credo sia poi molto”
Arrivarono in fretta nel tempio, Braska fu il primo ad entrare seguito da
Auron e per ultimo Jecth “ora dobbiamo passare il chiosco della prova” disse
Braska ovviamente rivolto a Jecht
“cosa?” farfugliò Jecht “di che prova parli?”
“Il chiosco della prova. Dobbiamo superarlo per poter arrivare
dell’Intercessore” spiegò Auron pazientemente
“Da chi dobbiamo arrivare?”
Auron si mise una mano tra i capelli, incredulo che qualcuno potesse ignorare
tutte quelle cose che ormai anche i bambini sapevano
“Intercessore” scandì in modo che Jecht capisse “che poi deciderà se dare a
Braska l’Eone o no”
“Basta così, lo vedrai con i tuoi occhi Jecht, non c’è nulla di cui
preoccuparsi”
Per fortuna andò tutto liscio, non che Auron ne dubitasse ovviamente, sapeva
che Braska era senza ombra di dubbio il miglior evocatore il circolazione ed era
fiero di poterlo proteggere.
Non si poteva dire la stessa cosa di Jecht che sembrava non capire l’importanza
della loro missione e soprattutto l’importanza del ruolo che Braska gli aveva
affidato.
Si aggiustò il colletto e appoggiò la spada a terra, la loro prossima meta era
Luka, città che sicuramente sarebbe piaciuta a Jecht.
Jecht aveva spesso detto di essere stato un ottimo giocatore di blitzball,
nonostante Auron non credesse alle storie che Jecht raccontava credeva che Jecht
fosse un giocatore di blitz.
Prima di tutto perché era più credibile che giocasse a blitz piuttosto che
venisse da Zanarkand e poi perché infondo aveva il fisico da giocatore.
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Capitolo 3 *** La strada per Luka ***
“Dove siamo diretti?” si azzardò a chiedere Jecht quando uscirono dal tempio
“Andiamo a Luka” rispose Braska
“Quante città dobbiamo girare prima di arrivare a Zanarkand?” Jecht sperava di poter tornare a casa una volta arrivato lì
“Ancora un po’” Braska non aveva il cuore di dire a Jecht che la città che avrebbe trovato era distrutta.
Auron alzò lo sguardo stupito, non capiva perché Braska non volesse dire a Jecth che Zanarkand era distrutta, era sbagliato che si illudesse, ne sarebbe rimasto molto deluso.
Camminando verso Luka Auron incrociò lo sguardo di Jecht, quello strano ragazzo gli sorrise e lui iniziò a capire perché Braska volesse tenergli nascosto il triste destino che aveva colpito la sua Zanarkand.
**
“JECHT” sbraitò Auron appoggiando la sua spada a terra
“Avanti Auron” disse Braska sedendosi a terra, nonostante tutto sembrava volersi godere la scena e preferiva non far nulla per evitare la sfuriata tra i due
“Ti sembra questo il momento per giocare a quello stupido gioco?” continuò Auron come se Braska non avesse parlato
“E quando lo ritrovo un pallone da blitzball” protestò Jecht fingendosi offeso e facendo rotolare il pallone tra le sue mani
“Non siamo qui in vacanza, te lo ricordo”
“Sei sempre troppo serio Auron, distrarsi un po’ non fa male a nessuno. Ora vi mostrerò il mio tiro speciale” continuò Jecht ignorando altamente l’altro guardiano di Braska che sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.
Auron stava facendo del suo meglio per darsi un contegno, ma quel ragazzo lo faceva impazzire!
Da quando lo aveva conosciuto erano cambiate molte cose, ora credeva alla sua storia su Zanarkand e per di più i due erano anche diventati ottimi amici, però Auron non riusciva assolutamente a capire come facesse Jecht a prendere sempre tutto sottogamba.
“Io ero un vero campione di blitzball, oserei dire il migliore” disse sorridendo “e tu caro il mio Auron sarai così fortunato da poter ammirare il mio tiro speciale” detto questo lanciò la palla in aria e saltò roteando su se stesso, quando la palla tornò indietro la colpì con un movimento simile ad una sforbiciata e la palla fini contro il muro ad una velocità impressionante.
Jecht cadde delicatamente a terra e guardò i suoi amici con aria soddisfatta “che ve ne pare?”
Braska sorrise palesemente divertito da quello spettacolo insolito “molto divertente”
“Molto inutile” protestò Auron che però dovette ammettere che Jecht ci sapeva veramente fare “E ora rimettiamoci in viaggio oppure mi rimetterò a filmare”
“Noo! Non rimetterti a fare una di quelle stupide fitofere” brontolò Jecht
“Filmosfere” lo corresse Auron pazientemente “tu hai detto che volevi lasciarle casomai tuo figlio dovesse capitare qui no?”.
“Non corro rischi, appena mio figlio vedrà la mia faccia spegnerà sicuramente questo affare” disse sorridendo “non ci terrà di certo a rivedermi”
“Potrebbero comunque risultare utili” aggiunse Auron
“Certo! Potremmo filmare della partite di Blitzball” disse sorridendo Jecht
“Non intendevo questo” Auron fece una smorfia di disapprovazione, Jecht riusciva sempre a rigirare le cose a suo piacimento
“Così mio figlio potrà imparare a giocare come si deve” detto questo sistemò Auron davanti a sé “filma questo tiro così quando lui vedrà questo filmato lo imparerà”
“se lo vedrà” lo corresse Auron
“Si, se lo vedrà ora però dammi retta Auron”
Jecht afferrò il pallone da blitzball e si sistemò
Auron filmò pazientemente il tiro di Jecht anche se dubitava che quel filmato si sarebbe davvero rivelato utile a suo figlio per imparare a giocare.
“Ora incamminiamoci” li incitò Braska
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Capitolo 4 *** L'Eone Supremo ***
“Allora” esordì Yunalesca “chi sceglierai?” chiese fissando prima Auron e poi Jecht.
Il suo sguardo era vuoto, come se quella donna fosse stata svuotata da ogni sentimento umano.
“Scegliere?” chiese Braska senza capire
“Uno dei tuoi due guardiani” continuò Yunalesca “diventerà il tuo Eone supremo e grazie a lui tu potrai battere Sin”.
Ad Auron cadde la spada dalle mani, si sentiva pietrificato, troppo sconvolto per dire qualsiasi cosa ed era sicuro che anche Braska e Jecht si sentivano esattamente come lui.
Jecht guardò prima Auron e poi Braska come se si aspettasse di sentirsi dire che era tutto uno scherzo, che ovviamente quella donna non stava dicendo la verità ma purtroppo questo non avvenne.
“U.. uno di loro sarà il mio Eone supremo?” chiese Braska sperando di aver capito male
“Esattamente” Auron non poteva credere alle sue orecchie, era assurdo, non poteva essere vero! Yunalesca avrebbe dovuto dar loro l’Eone Supremo.. non trasformare una persona in un Eone!
“Nessuno di loro lo sarà, non lo permetterò”
Braska sembrava risoluto nella sua scelta “Il mio sacrificio è sufficiente, perché dovrei sacrificare anche uno dei miei amici che mi hanno seguito fin qui e che hanno rischiato la loro vita per salvarmi?!”
“Questa è l’unica via” Jecht ruppe il silenzio “Sarò io il tuo Eone”
“No!” urlò Auron.
Braska e Jecht si voltarono per guardarlo “Non dirlo nemmeno per scherzo”
“Ormai ho capito che non ho speranze di tornare a casa” disse Jecht tristemente “non rivedrò mai più mia moglie, ne potrò vedere il mio piccolo Tidus crescere.. questo non è il mio mondo Auron, è il tuo, quindi sarò io quello a sacrificarsi”
“No, Braska non puoi farlo sul serio”.
Jecht fece un passo avanti “Ho deciso, non cercate di farmi cambiare idea, è tutto inutile. Se qualcuno deve sacrificarsi quello sono io e poi Auron non mi hai forse sempre rimproverato di non impegnarmi abbastanza per questa missione?” aggiunse con un sorriso
Auron però non rispose al sorriso, sembrava pietrificato, la notizia era stata davvero troppo per lui.
“Non posso tornare nel mio mondo ed è del tutto inutile che continui a vivere in un mondo che non è il mio, è più giusto che sia tu quello ad andare avanti Auron”
“Allora?” li esortò Yunalesca
“Scegli me Braska non farti problemi!! Non possiamo mica buttare via tutto il nostro lavoro quando ormai siamo arrivati a destinazione” lo incitò Jecht
Braska invece sembrava farsi tantissimi problemi, era confuso e non sapeva se dare retta o no all’amico.
Jecht si voltò verso Auron “Fammi solo un favore amico mio, prenditi cura tu di mio figlio Tidus, io non potrò più farlo”
“No Jecht ti prego non farlo”.
Auron era disperato, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.. non voleva che Jecht diventasse l’Eone supremo di Braska, piuttosto preferiva diventarlo lui “Braska scegli me! Jecht troverà un modo, prima o poi, per tornare a casa sua! E poi lui ha una famiglia e un figlio, io no”
Braska non sapeva assolutamente che fare, potendo avrebbe scelto se stesso ma sapeva benissimo che era una cosa senza senso.
“Io non so..”
“Braska, per favore ascoltami. Sia tu che Auron sapete benissimo che io non potrò tornare indietro e non riuscirei a vivere qui, questo non è il mio mondo ed è giusto che tu scelga me”
Auron aprì la bocca per protestare, voleva dire che Jecht avrebbe trovato un modo, che prima o poi sarebbe tornato dalla sua famiglia ma Jecht non gli lasciò il tempo
“Devi farlo per Spira Braska, per tua moglie e per Yuna, vuoi fermarti proprio adesso?”
Braska annuì “Va bene, io scelgo Jecht”.
“No” urlò Auron, ma nessun parve sentirlo, ne Braska, ne Jecht lo guardarono.
Non era possibile, non poteva aver scelto Jecht…
Jecht diede una pacca sulla spalla dell’amico “grazie di tutto Auron e non dimenticarti del mio piccolo Tidus” gli sussurrò in un orecchio prima di avvicinarsi a Braska, pronto ad accogliere il suo destino.
“Bene” la voce di Yunalesca era fredda come sempre “Quindi hai scelto il tuo Eone supremo”
Jecht non seppe mai con esattezza cosa fosse successo, sentì una fitta allo stomaco come se qualcuno gli avesse dato un forte pungo dopodiché sentì in quel punto crescere una forza che mai avrebbe immaginato di possedere dopodiché perse completamente il controllo del suo corpo, ora era a tutti gli effetti l’Eone di Braska.
**
“Questa è la fine del nostro viaggio” urlò Braska “Qui finisce tutto, Auron, quando sarà tutto finito vorrei che ti prendessi cura di Yuna”
Auron scosse la testa incredulo, Jecht e Braska.. avrebbe dovuto perdere due amici nello stesso momento.. “Jecht, tu sei pronto?” chiese l’evocatore immaginando già la risposta
“Certo”
“Bene, allora cominciamo” Braska levò in aria la sua asta da evocatore e invocò il suo Eone Supremo, e in una manciata di secondi Jecht non era più se stesso..
Il suo corpo si irrigidì e si ingrandì a dismisura,
Jecht diventò un mostro gigantesco ricoperto di fiamme che non aveva nulla a che vedere con la persona sorridente e gentile che Auron aveva conosciuto.
Auron chiuse gli occhi e abbassò il capo, come se guardare ciò che Jecht era diventato fosse insopportabile.. quando li riaprì vide Braska cadere a terra, cercò di chiamarlo ma la sua gola sembrava avere una volontà propria e comunque Braska non avrebbe potuto sentirlo perché aveva chiuso gli occhi per l’eternità.
Proprio in quel momento l’Eone di Braska sferrò un potentissimo attacco a Sin che finalmente cadde, esanime a terra e scomparve…
“Jecht..”
Ma Jecht non riprese il suo aspetto originario, rimase come Braska lo aveva evocato prima di morire. Auron vide una luce avvicinarsi a lui e avvolgerlo tutto, come se si fosse impossessata di lui, e poi rimase solo nella città dimenticata da tutti…
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Capitolo 5 *** Di nuovo insieme ***
Jecht sentì dei bassi provenire dalle sue
spalle, erano finalmente arrivati. Si voltò per vederli meglio, erano
indubbiamente più di quanto pensasse, e tra loro c’erano anche Tidus ed Auron.
“sei in ritardo” disse rivolto al suo amico
Auron abbassò il capo tristemente “Lo so”
Tidus lo guardò con odio, come se volesse
trafiggerlo con il solo sguardo
Jecht si voltò verso di lui “Sei cresciuto”
sentì una fitta al cuore, vederlo così trasformato gli ricordata i doveri di
padre che non aveva mai adempito “ma sei tutto pelle ed ossa, mangi bene?”
“Ma tu sei sempre più grande” rispose il
figlio
“Beh sai io sono Sin” disse sorridendo Jecht
“Non fa ridere”
Jecht cambiò espressione, infondo era vero,
non era una situazione per niente divertente, era arrivata la sua ora e lui era
pronto ad accettare questo destino
Auron era pronto a combattere, anche se si trattava di Jecht.. sapeva che
lui voleva essere liberato da questa sofferenza..
“Quando tutto questo sarà finito” aveva detto Auron a Tidus “me ne andrò, ho
giocato troppo alla vita”. Così finalmente avrebbe potuto riabbracciare Braska,
quanto tempo era passato…
Accanto ad Auron Tidus stringeva i pugni con rabbia “papà.. io ti odio”
Jecht chiuse gli occhi, come se ciò che aveva appena sentito fosse più di
quanto potesse sopportare “Lo so”.
“Quando inizieremo.. io non sarò più me stesso” continuò Jecht aprendo gli
occhi e fissando suo figlio “Mi dispiace”
“Basta” urlò Tidus che sembrava sul punto di scoppiare “Iniziamo”
“Va bene”.
Jecht fece qualche passo indietro, la lunga piattaforma dove si trovavano
finiva alle sue spalle e lasciava spazio a una distesa di lava.
Era pronto a farla finita una volta per tutte, non
voleva più continuare a vivere così, sperava con tutto il cuore che lo
uccidessero.
Jecht lanciò un ultimo sguardo ad Auron, sperava
che fosse lui a dargli il colpo di grazia.
Tidus si avvicinò al padre e cercò di bloccarlo ma
ormai era troppo tardi, la trasformazione aveva avuto inizio e dalla lava
sottostante non riemerse Jecht ma l’eone di Braska, la battaglia era iniziata ed
in cuor suo Jecht sperava solo che finisse presto, aveva sopportato abbastanza.
Il combattimento fu, come previsto, molto duro ma
alla fine fu Jecht a cadere a terra conscio che quella era la sua fine.
Tidus si avvicinò a lui in lacrime e lo aiutò,
Jecht sorrise “vedi..” disse cercando di far leva sulle poche forze rimaste
“piangi sempre, stai piangendo anche ora”
Auron si avvicinò di qualche passo, aveva sempre saputo in cuor suo che
questo momento sarebbe arrivato “Jecht”
“Papà..” disse Tidus tra le lacrime “Io.. per la prima volta, sono
orgoglioso di essere tuo figlio”
Auron abbassò il capo e si tolse gli occhiali scuri, era sicuro che Tidus
non avesse mai veramente odiato suo padre ed era contento che finalmente fosse
riuscito a dire ciò che realmente provava.
Jecht sorrise, rincuorato da quell’affermazione,
sapeva di non essere mai stato un buon padre ma tutto quello che aveva fatto lo
aveva fatto a fin di bene, voleva il meglio per suo figlio solo non era riuscito
a dimostrarlo nel migliore dei modi.
Afferrò la mano di Tidus e la strinse dopodiché
cercò disperatamente lo sguardo di Auron, presto entrambi avrebbero raggiunto
Braska.
“Yuna.. ricordati quello che deve fare” disse
prima di spirare, la ragazza afferrò saldamente il suo bastone “io devo..” si
fermò e guardò Tidus incerta
Tidus si alzò e si fece da parte, le lacrime gli
scorrevano ancora lungo il viso ma sapeva di non poter evitare a Yuna di fare il
trapasso.
Yuna non aspettò un attimo di più, iniziò la sua triste danza, il rito del
trapasso.
Auron sospirò, consapevole che la sua ora era ormai arrivata, era riuscito a
portare a termine ben due pellegrinaggi, il suo era senza dubbio un record di
cui andare orgogliosi!
Eppure sapeva che non voleva più vivere, era pronto ad accettare il suo
destino.
Improvvisamente il corpo di Auron iniziò a scomparire, il trapasso stava
colpendo anche lui, Yuna se ne accorse subito e si fermò
“No.. io non posso”
“Continua Yuna” disse lui incoraggiante sfoderando il migliore dei suoi
sorrisi
“Ma se continuo..”
Kimahri mise ad Auron una mano sulla spalla con fare rassicuramene, Auron lo
guardò ma nei suoi occhi non c’era tristezza, sembrava non aver paura di morire.
“So cosa succederà, ma la mia vita è già finita da tempo, è ora che io me ne
vada” disse avvicinandosi all’evocatrice e guardando uno ad uno tutti i suoi
compagni di viaggio.
Voleva imprimere nella sua mente i loro volti, le loro voci e tutto quello
che loro avevano fatto durante quel lungo viaggio, quel viaggio che aveva
portato Auron a percorrere gli stessi sentieri che aveva percorso assieme a
Braska e Jecht.
Yuna chiuse gli occhi e una lacrima bagnò il suo giovane viso “Va bene”
sussurrò appena riprendendo la sua danza.
Il corpo di Auron si dissolse sparendo nel nulla, ma la sua anima volò in
cielo.
Così finì il viaggio dell’ultima evocatrice di Spira, Yuna figlia del grande
Braska, che dopo mille anni riuscì finalmente a sconfiggere per sempre Sin.
Finalmente era finito anche il viaggio di Auron e Jecht che poterono
riabbracciare il loro amico di sempre.
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