Celebrity Eclipse

di Erina91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un caso per due ***
Capitolo 2: *** Incontri disastrosi... o forse no? ***
Capitolo 3: *** L'amico d'infanzia e il suo caratteraccio... ***
Capitolo 4: *** Occhi da gatta ***
Capitolo 5: *** Suite 980 ***
Capitolo 6: *** Bacio al sapore di pesco ***
Capitolo 7: *** Alibi o non Alibi? ***
Capitolo 8: *** Serata di Gala ***
Capitolo 9: *** Cavalcando le onde... ***
Capitolo 10: *** Parole di troppo ***
Capitolo 11: *** Non sei un ripiego ***
Capitolo 12: *** Josephin Merlou ***
Capitolo 13: *** a ritmo di Hula.. “Ops! Qualche bevuta di troppo” ***



Capitolo 1
*** Un caso per due ***


Ciao a tutti, ragazzi!! eccomi qua con un altro esperimento. Non pensavo di tornare così presto a postare, ma in queste due sere sono riuscita a creare un'altra idea che mi frullava in testa da un po' ma non l'avevo ancora concretizzata pienamente. Per ora ho scritto solo il primo capitolo ed è stata dura e stancante, lo ammetto: il concetto che ho scelto per la storia ha bisogno di una elaborazione e una concentrazione maggiore rispetto all'altra mia fanfiction, quella che ho concluso recentemente. Non so se vi stuzzicherà abbastanza come idea iniziale, io spero di sì! tuttavia, non garantisco che riuscirò ad aggiornare una volta a settimana come facevo con "Dangerous Feelings" (per chi la conosce... ;D); probabilmente l'aggiornamento avverà molto più lentamente: una volta al mese, forse. Ma ancora non so, dipende quanto tempo trovo. Però intanto vi avverto! xD
Per ora, fatemi sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo!^^




Un caso per due


-entra pure, Sasuke...- Itachi lo invitò nel suo ufficio.
Come al solito l'ufficio di suo fratello era molto ordinato e di una finezza semplice: davanti alla porta si trovava una scrivania_più precisamente la scrivania dove lavorava Itachi_ con un computer a schermo liquido, ricolma di documenti, fogli, libri di ogni tipo, portapenne e una lampada accesa che illuminava completamente la scrivania in mogano scuro.
Ai due lati della stanza vi era da una parte una libreria ripiena di altri libri e cartelle, disposte tutte in ordine alfabetico, dall'altra due fotocopiatrici e sopra ad esse, affissato al muro, uno scaffale con soprammobili provenienti da tutto il mondo, di culture diverse, e altri oggetti di poco spessore.
In un angolo si trovava un appendiabiti dove si ergeva il lungo cappotto nero e elegante di Itachi Uchiha.
Fu dopo quella breve occhiata che suo fratello lo interruppe:
-immagino che ti starai chiedendo perché ti ho fatto chiamare a quest'ora...-
-già... è mezzanotte passata, e il mio orario lavorativo è terminato da tre ore!-
Itachi sospirò.
-perdonami se ti ho chiamato a quest'ora, ma un pezzo grosso della società è venuto a farci visita, senza appuntamento, poco dopo che te ne sei andato.-
Le parole di suo fratello avevano attirato la sua attenzione e così gli fece segno di continuare:
-abbiamo un nuovo caso da risolvere...- proseguì -quell'uomo mi ha detto che sta per partire per un viaggio in Crociera di 25 giorni, la compagnia della crociera è la “Celebrity Eclipse”. Richiede che un nostro dipendente si infiltri nella stessa Crociera e lo protegga in incognito.
Ha paura che qualcuno stia pianificando di ucciderlo, e questo "qualcuno" potrebbe trovarsi sulla stessa Crociera...-
-interessante...- rifletté -quel è il nome di questo nuovo cliente?-
-Deidara Onoki.- rivelò.
A quella rivelazione Sasuke sgranò gli occhi stupefatto.
-il direttore della famosa azienda di moda “Akatsuki”? Non ci posso credere...-
-ecco perché ho detto “pezzo grosso”...- asserì Itachi -e credo che questo caso sia perfetto per te, fratellino!- sorrise, facendogli un buffetto sulla fronte.
A Sasuke non andò troppo a genio quel gesto affettuoso: insomma... non era più un ragazzino, aveva 27 anni, e si era laureato da due anni in criminologia come suo fratello Itachi. Itachi era il dirigente dell'agenzia investigativa “Anbu”, aveva preso il posto di Fugaku Uchiha, il loro padre biologico, quando egli era morto in un incidente stradale sei anni fa.
Suo fratello aveva 35 anni e si era sposato da due anni con una ragazza molto bella e intelligente, Misako Onda, che lavorava come pediatra in un piccolo studio medico.
Da poco era nata la loro bambina, Aya, che aveva compiuto un anno un paio di giorni fa: era la fotocopia della madre, ma aveva i lineamenti di suo fratello.
A Sasuke non erano mai piaciuti i “mocciosi” e anche Aya non l'aveva vista tante volte, ma era bastato quelle poche volte per affezionarsi anche solo un pochino a quella bellissima bambina. Inoltre, non se ne spiegava il motivo, lo adorava.
Tornò a concentrarsi sulle parole di suo fratello e rispose ghignando:
-sarà interessante risolvere anche questo caso...- accettò con entusiasmo.
Itachi fu contento che lui avesse accettato il lavoro.
-conto su di te!- esclamò -rimarremo in contatto con i cellulari e ci sentiremo ogni giorno: mi dovrai dire ogni passaggio del caso, anche quello più insignificante!- ordinò.
-d'accordo...- rispose -ma dovremo falsificare i miei documenti?-
-no, non ce ne sarà bisogno...- affermò -farai la parte di un turista che ha semplicemente deciso di trascorrere le sue ferie in una crociera di lusso!- spiegò -e se ti chiederanno che lavoro fai gli dirai che sei uno studioso di archeologia, ma hai iniziato da poco...-
-e si mi chiedano in cosa consiste il mio lavoro?- chiese incerto.
-nessuno problema, da qui alla partenza del viaggio ti passerò alcuni libri di archeologia scritti da veri archeologi e te li dovrai leggere e studiare tutti, così il tuo vero compito non verrà scoperto.-
L'idea di dover studiare tutti quei tomi e testi non lo esaltava tanto, ma doveva farlo per il suo lavoro e fare in modo di evitare che qualcuno scopra la sua identità e il vero motivo per cui si sarebbe trovato su quella nave da Crociera.
-ah! Dimenticavo...- lo interruppe nuovamente suo fratello -...credo che anche l'agenzia investigativa “Hebi” abbia ricevuto visite da Deidara Onoki: per sicurezza ha richiesto la presenza anche di un secondo detective. Non so chi sia, però, dovrai scoprirlo mentre sarai sulla nave: so che saresti in grado di risolvere il caso anche da solo, ma se avrai un aiuto in più potrebbe essere vantaggioso, non credi?-
Sasuke gli lanciò un'occhiata seccata.
-non ho bisogno di aiuti esterni per portare a compimento con successo il mio lavoro...-
-lo sapevo che mi avresti risposto così. Bene, come preferisci... la scelta è tua!-
-inoltre, non siamo in competizione con l'agenzia “Hebi” perché abbiamo entrambi la “fama” di essere tra le agenzie investigative migliori del Giappone?-
-in teoria sì, in pratica no: facciamo entrambi lo stesso lavoro, e in quanto tale dobbiamo collaborare se le condizioni lo richiedano.
Comunque... il caso è tuo, per cui sta a te decidere se risolverlo da solo o unirti al detective dell'agenzia “Hebi” incaricato...-
Questa volta Sasuke non rispose e dopo essere rimasto qualche minuto a riflettere, cambiò discorso per fare un'altra domanda:
-da che giorno inizia la Crociera? E da che porto parte?-
-parte da Santos, in Brasile, alle 9.00. Il giorno della partenza è sabato 22 luglio!-
Lo guardò attentamente e poi proseguì:
-Per farla breve, tra una settimana. In questa cartella che adesso ti passerò ci sarà scritto tutto l'itinerario con le tappe e i giorni, il prezzo completo del viaggio_ha già pagato tutto l'agenzia_e anche quello dell'aereo che ti porterà in Brasile e che atterrerà all'aeroporto di “Santos Dumont” il giorno prima della partenza della nave da Crociera dal “porto de Santos”. Tutto chiaro? Per i dettagli... leggili da qui!- detto questo, tirò fuori una cartella chiusa con un bottone, dove all'interno si trovava il programma del viaggio.
-altro?- domandò Sasuke, alzando un sopracciglio, dopo una lunga pausa.
-penso che per ora è tutto! Se mi sono dimenticato qualcosa, ti faccio chiamare...-
Lui annuì e dopo aver salutato suo fratello se ne tornò a casa.
Condivideva l'appartamento con il suo coinquilino Suigetsu Hozuki da un anno ormai, ed erano diventati più o meno amici.
Sasuke non era esattamente un tipo espansivo e a dir la verità non aveva nemmeno tanti amici, in realtà le sue erano solo “conoscenze”.
Era sempre stato un tipo solitario e indipendente, non aveva mai sentito troppo l'esigenza di farsi delle nuove amicizie o di trovarsi una ragazza fissa. Forse non sapeva neppure cosa volessero dire i termini “amicizia” e “amore”; il primo perché non aveva mai considerato qualcuno molto rilevante e significativo, o che valesse veramente la pena tenersi come amico: solo alle elementari aveva avuto un bambino con cui aveva stretto un legame profondo, ma poi per motivi di trasferimento di quest'ultimo si erano persi di vista.
Per quanto riguardava l'amore: aveva sempre trovato le relazioni sentimentali noiose e troppo sdolcinate. Lui aveva bisogno dei suoi “spazi”, e non poteva averli se tra i piedi avrebbe avuto continuamente una ragazza; perciò si limitava a vivere relazioni solo carnali, a divertirsi con qualche amante qua e là per uno o due giorni, poi si stancava e cambiava obiettivo. Si era portato a letto diverse donne, ma tra queste non c'era nessuna di cui si era veramente innamorato.
Era stato per un paio di annetti con una ragazza, la più importante forse, ma dopo di lei si era solo divertito.
Tra i pensieri, mentre guidava la sua macchina, era arrivato davanti al suo appartamento.


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Il suo capo l'aveva buttata giù dal letto di prima mattina, chiamandola al numero fisso dell'appartamento che divideva con suo cugino: suo zio Minato aveva comprato una piccola “villetta vacanze” per lei e Naruto in una delle zone più belle dell'isola di Okinawa, dove potevano andarci nelle vacanze estive. Esatto... era andata in ferie da appena tre giorni e il suo capo Orochimaru la stava chiamando nuovamente. Il telefono squillava ormai da un po', aveva contato più o meno tre chiamate; alla quarta decise di rispondere:
-pronto?- chiese, fingendo di non conoscere l'interlocutore.
-cara... non mi dire che non sapevi chi ero...- il tono di voce dall'altra parte della cornetta all'apparenza sembrava pacato e tranquillo, ma in realtà c'era oscurata una velata minaccia: il suo capo, in effetti, l'aveva sempre inquietata con quella voce melliflua e quel sorriso sghembo e falso che rivolgeva a tutti i suoi dipendenti_pochi_.
-mi scusi il ritardo, Orochimaru-sama, ma ero in bagno e non ho fatto in tempo a rispondere...- buttò lì una banale scusa.
Karin lavorava per l'agenzia investigava “Hebi”, il cui dirigente e fondatore era Orochimaru: il cognome dell'uomo era sempre rimasto un mistero, e nessuno osava chiedergli quale fosse. L'agenzia “Hebi” era tra le migliori agenzie investigative di tutto il Giappone per la quantità di casi risolti in modo eccelso, e per l'indiscutibile competenza dei detective privati.
I dipendenti erano veramente pochi, quattro o cinque su per giù, ma con nessuno aveva mai stretto un'amicizia o qualcosa che andasse all'aldilà del semplice rapporto e rispetto tra colleghi. E le andava bene così.
Karin, infatti, era sempre stata una ragazza molto autonoma e solitaria; non aveva molte amiche, solo una: Tenten era la sua migliore amica, si conoscevano fin dal primo anno delle superiori, quando si erano trovate nella stessa classe e nel banco accanto. La sua migliore amica era una tipa strana, un po' mascolina e trasandata ma non per questo brutta: aveva dei capelli color castagna lunghi e ondulati e due occhi color nocciola, grandi ed espressivi.
Il suo ragazzo faceva l'istruttore in una palestra e aveva un fisico massiccio e tonificato: era un bell'uomo, in effetti. Ma, oltre a Tenten, non aveva molti altri rapporti sociali.
Si sentiva molto legata a suo cugino Naruto, con il quale aveva passato tutta la sua infanzia e adolescenza; anche adesso, che avevano ben 27 anni, erano ancora molto legati.
A modo suo, gli voleva bene e c'era molto affezionata.
La voce profonda di Orochimaru interruppe il suo flusso di pensieri:
-hai un nuovo caso importante...- annunciò.
-che tipo di caso?-
-un pezzo grosso della società è venuto da noi un paio di giorni fa...-
-chi è?- domandò annoiata.
-Deidara Onoki...-
A quel punto le cascò in terra il cartoccio di latte che aveva in mano e il liquido bianco e dolciastro si riversò sul pavimento.
Non ci fece molto caso in quel momento, troppo scioccata dalla notizia appena ricevuta.
-il presidente dell'azienda di moda “Akatsuki”?- esclamò quando si fu ripresa -e perché mai vorrebbe il nostro aiuto un tipo tanto rinomato?-
-afferma che fra qualche giorno partirà per una vacanza in Crociera, di 25 giorni, e ha la sensazione che qualcuno su quella stessa crociera stia pianificando il suo assassinio!
Vuole che qualcuno della nostra agenzia si infiltri e indaghi su chi possa essere colui che vuole ucciderlo, proteggendolo anche...- spiegò brevemente.
-interessante...- appurò solo, Karin -potresti essere più preciso?-
-no. Per i dettagli ti aspetto qui a Tokyo, fra due giorni!- ordinò in un tono che non prevedeva altre obiezioni -sarebbe troppo lunga da dire a telefono...-
Karin sospirò silenziosamente.
-vedrò di prendere il primo aereo domani mattina presto...- accettò arresa.
-brava, cara! Non tollero ritardi, sappilo...- precisò.
Prima che potesse rispondere la voce dell'uomo la raggiunse nuovamente:
-ah!- esclamò -sembra che il signor Onoki sia andato a chiedere protezione anche all'agenzia “Anbu”. A quanto pare, siete in due ad essere stati scelti come detective privati per questo caso! Non so chi sia l'altro detective incaricato; per cui un altro compito sarà scoprire chi è il tuo collega...- spiegò.
-devo collaborare con lui?-
-sta a te scegliere...-
-capisco...- sussurrò -ho bisogno di un documento falso?-
-no. Fingerai di essere una turista Giapponese che lavora come guida interprete! Tanto no, mi ricordo che te la cavi abbastanza bene con le lingue, giusto?- domandò semplicemente.
-sono decisamente il mio campo...- appurò ghignando.
Orochimaru non continuò su quel discorso, ma introdusse un'altra condizione:
-portati dietro qualcuno! Non so... un tuo parente? Amico? Qualsiasi persona normale va bene, basta che la sua presenza sia utile a nascondere meglio la tua vera identità...-
-non ho bisogno di portarmi qualcuno dietro!- protestò irritata.
-ti conviene fare come dico, Karin...- il suo tono metteva decisamente i brividi.
Decise di accettare quella condizione.
-va bene, come vuole lei Orochimaru-sama...- concordò piatta -allora ci vediamo tra un paio di giorni per i dettagli!- concluse così la chiamata.
Appena abbassò la cornetta, ecco che sentì rientrare Naruto nella villa: scese velocemente le scale e lo raggiunse nel corridoio principale.
Naruto era l'unico che poteva portare con sé in quella Crociera: Tenten era in vacanza con il suo compagno e non sarebbe rientrata fino alla fine di metà agosto; Naruto, invece, non aveva nessun impegno incombente visto che aveva deciso di prendersi un mese di vacanza dall'azienda informatica per cui lavorava: suo padre Minato ne era il dirigente e quando Naruto si era laureato in ingegneria informatica, l'aveva preso a lavorare nella stessa azienda.
-ciao Karin!- la salutò sorridendo -perché sei così di corsa? Volevi chiedermi qualcosa?-
Naruto era appena tornato dal suo surf mattutino, effettuato nella loro spiaggia privata: quella mattina l'oceano era abbastanza mosso e Naruto aveva colto l'occasione per fare un po' di pratica. Karin sapeva quanto amasse cavalcare le onde con il surf, era il suo sport preferito e decisamente la sua passione.
Portò di nuovo gli occhi sul corpo del ragazzo: addosso aveva solamente un asciugamano stretto alla vita, i capelli biondi e sbarazzini gocciolanti e fradici, il petto scoperto e rigorosamente abbronzato, gli occhi cerulei luminosi e allegri; in mano aveva una lattina di succo d'arancia.
La stava guardando con un espressione interrogativa, in attesa che gli desse una risposta.
Naruto era un bel ragazzo, senza alcun dubbio. Loro, però, si conoscevano fin da quando erano nati e lei l'aveva sempre visto esclusivamente come un fratello: ciò non toglieva, comunque, che fosse spesso circondato da ragazze.
Tuttavia, nonostante la quantità di ragazze che mostravano interesse verso di lui, nessuna l'aveva mai colpito profondamente e le sue relazioni, qualcuna più lunga altre un po' meno, erano sempre state poco serie e la maggior parte delle ragazze non aveva un carattere ideale e conciliante con quello di suo cugino, dal suo punto di vista.
Naruto era una persona oltremodo intelligente e sveglia, accorta quando voleva, ma dall'altra aveva un lato infantile che a volte aveva la capacità di suscitare tenerezza e dolcezza in chi lo conosceva. Sebbene, oltre a questo, fosse talmente carismatico e trascinante da affascinare con il suo sorriso e le sue parole chiunque incontrasse.
Era un persona piacevole e divertente, buffa e simpatica. Secondo il suo parere aveva tutto ciò che poteva piacere ad una ragazza: era quello che si definiva un “tipo interessante”, ma non per lei che, appunto, l'aveva sempre considerato come un fratello_anche se in realtà erano cugini_.
-ti andrebbe di venire a fare una Crociera con me?- chiese alla fine -non accetto rifiuti, Uzumaki Naruto! Si tratta di lavoro e ho bisogno che qualcuno mi aiuti a coprire la mia identità...-
Naruto sbarrò gli occhi sorpreso, di certo non si aspettava un invito simile ed era rimasto scioccato.
-ma Karin!- protestò -io sto proprio bene qui...- si lamentò mettendo il broncio.
Lei lo fissò rabbiosa.
-cosa ti ho detto? Questo non è un invito, è un obbligo. Sei l'unico a cui posso chiedere: Tenten è in vacanza con il suo compagno e non ho altri “amici” ai quali chiedere...-
Per caso era scemo?
Va bene che si trattava di lavoro, ma era pur sempre una Crociera di lusso.
Alla fine, consolandosi, pensò che non gli era andata proprio male questa volta: doveva risolvere un caso, ma nello stesso tempo poteva godersi il rilassamento che solo una Crociera di lusso poteva emettere.
-e poi... mi spieghi perché ti pesa tanto? Cavolo! È una Crociera di Lusso e per di più ci vai “quasi” gratis, i soldi che dovrai spendere sono proprio pochi! Perché ti costa tanto accettare? Magari potresti conoscere anche qualcuno, no?- provò a insistere, se non accettava sarebbe finita male per lei.
Vide Naruto rifletterci attentamente, poi sorridere.
-in effetti non hai tutti i torti, cugina!- esclamò -l'idea non è male, e quando mi capiterà più un occasione simile?-
Si stava convincendo e lei non poteva che essere soddisfatta dalle sue doti persuasive.
-ok, ti accompagno!- alzò il pollice.
Non lo ringraziò.
-perfetto! Allora domani mattina presto prendiamo l'aereo e torniamo a Tokyo. Il mio capo mi deve spiegare i dettagli!- annunciò appagata.
-cosa?!?- scattò l'altro -stai scherzando? Cioè... mi stai dicendo che dovrei fare le valigie immediatamente perché domani torniamo a Tokyo?-
-esatto, idiota! Hai capito benissimo! Comunque, ormai hai accettato... non puoi tirarti più indietro...- replicò risoluta.
Naruto sbuffò e si imbronciò.
-e va bene... sembra che non abbia altra scelta...-
Karin ridacchiò.
-e dai! Vedrai che ti divertirai e quando la Crociera sarà finita mi ringrazierai per averti dato questa possibilità...- cercò di consolarlo_anche se non era mai stata brava a farlo con nessuno_. Naruto non ebbe altra scelte che annuire e seguire il consiglio di sua cugina.


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Sasuke stava facendo "zapping" con il telecomando della televisione, seduto sul comodo divino dell'appartamento che condivideva con Suigetsu.
Il suo appartamento era all'ultimo piano, più precisamente un attico, cui pagava l'affitto a metà con Suigetsu.
Il suo coinquilino non era ancora rientrato da lavoro: Suigetsu lavorava in banca ormai da un paio di anni, aveva preso il posto di suo padre che era andato in pensione.
Avevano un rapporto strano loro. Erano amici, ma non lo erano.
Suigetsu aveva nutrito fin dall'inizio una sorta di rivalità nei suoi confronti, che non era mai riuscito a spiegarsi.
Inoltre, in alcuni momenti lo trovava perfino irritante con quell'aria insolente che ostentava, accompagnata da un consueto ghigno.
Eppure, erano due caratteri che_per quanto a volte si scontravano_non erano in conflitto e si vedevano talmente poco durante il giorno_a parte la sera_che poteva sembrare che non fossero neanche coinquilini.
Entrambi lavoravano tutto il giorno, e spesso non cenavano neppure insieme: Suigetsu usciva con una ragazza quasi ogni sera, solo per semplice divertimento.
Poca fa, invece, gli aveva mandato un messaggio avvisandolo che avrebbe cenato a casa.
A Sasuke non che importasse cosa facesse o con chi, ma odiava quando lo avvertiva all'ultimo momento che ci sarebbe stato anche lui a cena.
Quel giorno, aveva dato un'occhiata alla cartella che Itachi gli aveva passato la sera prima e il programma della Crociera sembrava molto dettagliato e coerente, anche le tappe_per quanto il suo fosse lavoro_ erano belle.
Alla fine, forse, avrebbe risolto questo caso con la possibilità di godersi anche una vacanza che non aveva ancora avuto occasione di fare.
Da domani avrebbe iniziato a studiare anche i libri di archeologia.
Non si accorse di quanto tempo passò davanti alla televisione, finché non sentì Suigetsu rientrare in casa.
-ciao Sasuke...- ghignò, riversandogli un'occhiata eloquente, e lanciando le chiavi dell'appartamento sulla poltrona in pelle nera poco distante dal divano.
Sasuke lo guardò di traverso.
-prima o poi quelle chiavi faranno una brutta fine: non venirmi a cercare se dovessi rimanere chiuso fuori a notte fonda. Per me puoi tranquillamente dormire sul pianerottolo...- rispose con indifferenza.
-tranquillo, tranquillo... non capiterà!- ribatté frettoloso.
Poi i suoi occhi celesti catturarono una cartellina rossa posta sopra al basso tavolino al centro, tra la TV e il divano, scrutandola incuriosito.
-hai un nuovo caso da risolvere?- domandò indovinando.
Sasuke non si aspettava che, attraverso una semplice occhiata, riuscisse a dedurre che aveva un nuovo incarico.
-non sono affari che ti riguardano.- sbottò irritato -sappi solo che fra meno di una settimana parto per una Crociera di 25 giorni! Dovrai arrangiarti da solo!- concluse.
-cosa cosa cosa?! Seriamente?!- esclamò scioccato.
-quando mai non sono serio?- ripeté annoiato, Sasuke.
-mi imbuco! È deciso! Ma stiamo scherzando?- rifletté ad alta voce -non posso perdermi un'occasione simile! Deduco che questa Crociera sia in programma perché hai degli affari da risolvere là sopra. Sappi che non mi interessa entrarci, ma chiedi a tuo fratello se mi può infiltrare in qualche modo anche a me...-
Era speranzoso, però nello stesso tempo le sue richieste erano state effettuate con un tono che non avrebbe accettato risposte negative.
Ma figurati se lui si faceva convincere da “quell'imbecille” del suo coinquilino, non l'avrebbe mai portato con sé ad intralciare il suo lavoro di Detective.
-è categoricamente impossibile!- fu la risposta immediata e rabbiosa che gli rifilò.
Suigetsu si aprì in un sorriso sghembo e a tratti malefico:
-pensaci un po', Sasuke...- cominciò cercando di essere il più convincente possibile -portandomi con te e usando la “scusante” che siamo due amici in vacanza, potrebbe aiutarti a nascondere la tua vera identità e il motivo per cui ti troverai lì. Non te l'ha consigliato il tuo amato fratellone?-
Si stava facendo troppo sarcastico e invadente per i suoi gusti, a momenti sarebbe scoppiato e l'avrebbe riempito di cazzotti.
-non ci posso credere...- continuò con sempre più ironia -scommetti che se glielo propongo accetterebbe di buongrado il mio deduttivo suggerimento?- ridacchiò soddisfatto.
Sasuke cercò di mantenere la calma mentre il nervosismo cercava di prendere il sopravvento.
Però, da una parte, l'idea di Suigetsu non era così rifiutabile: poteva davvero essere un modo in più per nascondere la sua identità.
Tra le riflessioni, anche la rabbia si assopì leggermente.
Forse doveva chiedere a suo fratello?
Odiava chiedere consigli a qualcuno perché preferiva fare di testa sua nell'ambito delle sue indagini, ma dopotutto non era proprio una cattiva proposta quella del suo coinquilino.
Più tranquillo, alzò le iridi profonde e color inchiostro verso Suigetsu:
-dopotutto non hai avuto una cattiva idea...- gli costò molto caro cedere e complimentarsi con lui, ma c'era in gioco il successo del suo lavoro e non poteva correre alcun rischio, più protezioni aveva meglio era.
-domani sentirò mio fratello cosa ne pensa della tua idea, e mi farò dire se riuscirà a trovare una soluzione per farti venire...- decise -tuttavia...- lo guardò con espressione cupa e minacciosa -...non dovrai assolutamente intralciare le mie indagini e metterti in mezzo per nessuna ragione, sono stato chiaro Suigetsu?-
Il suo coinquilino, a quel tono, rabbrividì e sbiancò per i brividi che aveva avvertito e la velata minaccia che si nascondeva sotto quelle parole chiare e gelide.
Sasuke riconosceva che, quando voleva, sapeva inquietare a dovere i suoi interlocutori: ghignò compiaciuto dall'effetto sortito.
-perfetto, allora aspetto che tu mi faccia sapere!- esultò, quando si fu rilassato -non mi deludere, mi raccomando!- aggiunse. facendogli un occhiolino.
Sasuke non rispose e tornò a fare zapping con il telecomando.
Suigetsu, invece, si infilò in bagno per farsi una doccia.


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I giorni prima della partenza erano passati velocemente e ora Karin e Naruto erano finalmente atterrati all'aeroporto di Santos Dumont, dopo un viaggio di parecchie ore.
Il fuso orario li aveva un po' scossi, dato che la differenza di ore era di dodici e dovevano farci un po' l'abitudine.
Karin si guardò intorno: l'aeroporto era popolato da gente di ogni cultura e colore, un rumore frenico di passi e chiacchiericci continui lo investiva, la voce metallica degli annunci degli atterraggi e dei decolli arrivava alle sue orecchie e si impegnava a tenerla vigile e attenta a evitare che un'eventuale stanchezza prendesse il sopravvento.
A Santos era caldo, talmente tanto che anche solo con la canottiera sbracciata e leggera e gli shorts estremamente corti e aderenti che indossava, gocciolava per il sudore: le sembrava di sentirsi sciogliere lentamente per via dell'immenso calore.
Meno male che sarebbero saliti sulla “Celebrity Eclipse”_il nome della compagnia e della stessa crociera_ solo il giorno dopo.
Aveva un irresistibile bisogno di schiantarsi sul letto visto che era sera inoltrata.
-tutto bene, Karin?- chiese suo cugino Naruto, vedendola stremata.
-per niente!- sputò -sono cotta e ho bisogno di un letto!-
Naruto scoppiò a ridere.
-in effetti hai delle occhiaie pazzesche!- notò divertito.
Karin gli lanciò un'occhiataccia.
-pensi di essere ridotto meglio di me?- ribatté offesa -ti sei guardato allo specchio sceso dall'aereo?-
-no, ho preferito non farlo...- si mise una mano dietro la nuca.
Lei sospirò stancamente.
Come faceva ad essere sempre così pieno di energie?
Era incredibile: potevi fargli passare una settimana intera in discoteca senza mai prendersi una pausa dal ballo e lui sarebbe comunque stato in forma.
Lo invidiava davvero, certe volte.

Quando arrivarono nell'Hotel che gli avrebbe ospitati per quella notte, Karin si schiantò sul letto senza alcuna finezza.
Lanciò un'occhiata alla sua valigia riposta in un punto strategico per non intralciare i suoi passi e i suoi occhi vagarono sulla cartellina che Orochimaru gli aveva passato qualche giorno fa. Si alzò stancamente dal materasso e tirò la cerniera della valigia dove accuratamente conservava la cartella con il programma della Crociera.
Decise di rileggerla, per prepararsi al meglio a quello che l'avrebbe aspettata:

Compagnia e nome della Crociera: Celebrity Eclipse
Imbarco: Sabato 22 luglio, 9.00 di mattina, dal porto di “Porto de Santos”
Giorni: 25 giorni
Tappe: Rio de Janeiro (Brasile), Recife (Brasile), St.Cruz de Tenerife (Isole Canarie), Malaga (Spagna), La Valletta (Malta), Corfù (Grecia), Mykonos (Grecia), Venezia (Italia), Bari (Italia).
Camera “cuore”: camera doppia con vista mare
Prezzo della Crociera: 2.5342 yen* a testa
Sbarco: Bari, Mercoledì 16 agosto.

Orochimaru aveva incluso nel programma anche il prezzo che riguardava Naruto.
Non c'erano problemi, però, perché avrebbe garantito per entrambi l'agenzia "Hebi".
Rilesse più volte i fogli, ma appena avvertì le palpebre chiudersi per la stanchezza rinfilò tutto dentro alla cartella e l'appoggiò sul comodino affianco al suo letto.
Naruto si trovava nella camera accanto alla sua.
La mattina dopo sarebbero andati a fare colazione alle 7.30 e poi avrebbero lasciato la camera per raggiungere il porto di Santos; dovevano trovarsi davanti alla Crociera almeno un'ora e mezzo prima dell'imbarco per il controllo dei documenti e di tutto il resto delle pratiche del viaggio, altrimenti non sarebbero saliti in tempo.




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*all'incirca € 1.854,00: ho fatto il cambio valuta tramite internet!

Altre precisazioni:
-L'itineraio scelto, con le tappe anche, sono frutto di alcune ricerche che ho effettuato su internet su i viaggi in Crociera: per non cadere nel ridicolo, visto che di geogragia non me ne intendo tanto, dovevo un po' informarmi sui giri possibili, altrimenti non sarebbe tornato. Questo anche perché non sono mai stata in Crociera! xD
-Stesso discorso il nome della compagnia "Celebrity Eclipse", che sembra esista davvero! xD
-vale lo stesso anche per il nome dell'Aeroporto e il porto di Santos: dovrebbero esistere veramente!
-stesso dicasi per quanto riguarda il fuso orario tra il Giappone e il Brasile.
Diciamo che ho fatto diverse ricerche per far risultare coerente la storia, senza scendere nella troppa fantasia! spero veramente che siate rimasti deluse da queste rivelazioni...
ç___ç


Bene... ora ho detto tutto, credo! xD quindi...
Allora... cosa ne pensate di questo primo capitolo?
So che per ora ho dato spazio solo a Sasuke e Karin, ma vi prometto che nei prossimi capitoli vi presenterò meglio anche il resto dei personaggi! Naruto e Sakura soprattutto!
Sarà dura gestire tutto alla perfezione, perché i personaggi scelti_anche se magari non hanno proprio un ruolo principale_sono davvero tanti. E poi, come ho detto, il tema scelto è molto complicato! ç___ç
Però, nonostante sapessi tutto questo, ho deciso comunque di buttarmi in quest'impresa.
Inoltre, prima che possiate chiedermelo volevo fare alcune precisazioni.
Vi chiedo di non farvi problemi a dirmi cosa non va, secondo voi, e anche cosa non vi piace. E, spero, anche quello che vi piace dell'inizio di questa storia! ;D


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Capitolo 2
*** Incontri disastrosi... o forse no? ***


Ciao a tutti ragazzi!! ecco il capitolo di febbraio!^^ ho trovato un pochino di tempo per pubblicarlo. Spero vi piaccia!
Ringrazio tanto Kushina Namikaze, Auron, Lita e Tappe per le recensioni!! Grazie davvero! *-*
E ringrazio tanto anche chi mi ha aggiunto agli autori preferiti. E anche chi ha messo la mia storia tra le seguite e le preferite! *-*
Vi avviso che anche questo capitolo fa un po' di introduzione, sebbene presento già alcuni personaggi... (non tutti, però eh, ce ne sono altri...).
Inoltre_prima di postare il capitolo_per darvi un'immagine più chiara della struttura della "Celebrity Eclipse" vi posto come me la sono immaginata prendendo esempio da alcune navi ma regalandole un spunto tutto mio (i nomi dei locali sono inventati da me (non l'ho dato a tutti il nome, ma solo a quelli che "diciamo" avranno rilevanza per il "tema" principale della fanfic...):

Struttura della nave
1°ponte: Hall, 14 ascensori, un paio di bar.
Accesso alla piscina e al bar-gelateria della piscina. Panificio e pizzeria all'aperto.
2° ponte: cabine interne; dalla num. 1 alla 200
3° ponte: cabine interne; dalla num. 201 alla 300
4° ponte: birreria “Fiamma”, American Bar “Genesi”.
5° ponte: Caffetteria italiana, pasticceria francese, sala da thé Giapponese, sala da thé inglese, cioccolateria, cinema, piccolo centro commerciale “Azaleo”.
6° ponte: pub, discoteca “Tornado”, Nightclub.
7° ponte: InternetPoint, centro benessere, palestra, biblioteca, ludoteca, lavanderia.
8° ponte: cabine vista mare, camere normali; dalla num. 301 alla 466
9° ponte: Cabine vista mare, cabine normali; dalla num. 467 alla 574
10° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num. 575 alla 658
11° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num. 659 alla 772
12° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num 773 alla 840
13° Ponte: Ristorante cucina internazionale. Ristoranti etnici (giapponese, cinese)
Ristorante colazione internazionale, enoteca, ristorante vegetariano, pizzeria, panificio.
14° ponte: Teatro, bar, boutique e un altro punto shopping, libreria, Salone di bellezza
15° ponte: Casinò “Royal”, sala giochi videogame“Inox”, Piano bar, Apertiv Bar e American Bar.
16° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num. 841 alla 976
17° Ponte: Suites; dalla num. 977 alla 1020


-Scusate! xD dovevo farlo, perché in seguito (non vi dico il motivo :P...) servirà per il "tema" di base della storia; visto che ci sarà, appunto, un caso da risolvere! ;D
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!!

Incontri disastrosi... o forse no?

Naruto Uzumaki si trovava assieme a sua cugina davanti alla “Celebrity Eclipse” ad aspettare che controllassero i loro documenti e li facessero imbarcare.
All'inizio era stato parecchio restio ad accettare l'offerta di Karin, ma alla fine aveva ceduto.
Era convinto che quel viaggio in Crociera gli avrebbe riservato sorprese inaspettate; era sempre stato un tipo positivo e allegro, e qualsiasi proposta interessante l'accettava con piacere. Faceva amicizia con semplicità ed era difficile che un soggetto gli stesse particolarmente antipatico: rispettava i lati positivi e negativi di tutti, perché lui per primo era consapevole di averli e gradiva essere accettato per come era.
Non aveva una vasta lista di amicizie, ma quelle poche che aveva erano sicuramente dei legami sinceri.
Un suo grande amico era Kiba Inuzuka, vecchio amico dell'università e adesso fidato collega di lavoro; poi c'era Tenten, la migliore amica di Karin, fin dall'inizio avevano stretto subito un bel rapporto e infine c'era Karin, sua cugina: erano cresciuti praticamente insieme, dato che la madre di Karin, sua zia, era morta quando lei era molto piccola e il padre della ragazza era spesso fuori per lavoro: per questo lei veniva accudita e curata soprattutto dai suoi genitori, Minato e Kushina.
Karin gli aveva rivelato, una volta, di sentirsi quasi più legata agli zii che al suo stesso padre.
Naruto la conosceva bene e non poteva negare che fosse una persona molto in gamba oltre che estremamente bella.
Karin aveva un carattere difficile, spesso scontroso e scostante, ma anche solitario e capriccioso: questo dipendeva più che altro dal poco amore che aveva ricevuto da parte dei suoi genitori. Se ci fosse stata almeno sua zia, a quest'ora Karin non farebbe così fatica a stringere rapporti sociali o a fidarsi delle persone.
Era una ragazza molto orgogliosa e cercava di nascondere le sue debolezze dietro un'apparente arroganza e schiettezza.
Non si ricordava l'ultima volta che l'aveva vista piangere, perché quando era triste o depressa ricacciava le lacrime dentro e sfogava la frustrazione con atteggiamenti apparentemente inflessibili, come a volersi rimproverare lei stessa per essersi fatta prendere dall'amarezza.
Anche le relazioni sentimentali in cui era stata coinvolta non erano delle migliori, perché spesso finiva per mettersi con dei delinquenti che stavano con lei solo per farci sesso o per la sua inconfondibile bellezza: snella, dai lineamenti proporzionati e fini, ciocche scarlatte e lisce, e due profondi occhi magnetici. Saltava all'occhio, insomma, e per questo i ragazzi si erano sempre approfittati di lei, ma venivano puntualmente scaricati dalla ragazza quando eccedevano in spregevoli comportamenti.
Lui, personalmente, riteneva di conoscerla molto bene e forse_presuntuosamente_credeva di comprenderla meglio di chiunque altro.
Certo... non che le sue relazioni fossero state tanto migliori di quelle di Karin, ma questo non perché si cercava delle “cattive ragazze”; diciamo che con nessuna aveva trovato la sintonia e la pace interiore di cui necessitava.
Tra i pensieri, non si era neanche accorto che erano saliti sulla nave.
-incredibile...- fu la sua esclamazione quando arrivò nella Hall della nave.
Si guardò intorno estasiato: il tema della nave era sicuramente il “fascino” da come era ornata elegantemente.
La hall era immensa e piena di luci che partivano dal blu profondo, al rosso, all'arancione acceso. Gli ascensori scorrevano su e giù per i diciassette ponti, erano vetrati e illuminati dalle stesse luci che si alternavano ritmicamente, e infatti era possibile contare la quantità di persone al loro interno.
Nel salone della Hall c'erano diverse colonne sparse e vari divanetti e poltrone dal tessuto rosso e blu, con cuscini bianchi a palline rosse.
C'erano di diverse forme, a bracciolo, a cuore o a cilindro. In molti punti si estendevano dei tappeti con riportate sopra delle figure astratte e artistiche; al centro si ergeva il lungo bancone della reception illuminato anch'esso da luci gialle e bianche che ne esaltavano il marmo.
Le pareti erano arredate da pannelli, quadri e fotografie ufficiali di personaggi molto conosciuti: Marilyn Monroe era decisamente colei che spiccava di più, ma c'erano anche Audrey Hepburn, Elvis Presley: erano le personificazioni più esplicite dell'idea del “fascino”.
Poi vi erano quadri artistici che raffiguravano delle labbra rosse e carnose, o iridi con ciglia nere e allungate che saltavano all'occhio per la sensualità che esprimevano.
Il tutto era completato da una lucentezza omogenea e accecante, quasi fantasiosa.
Naruto, dopo essersi guardato intorno ancora meravigliato, adocchiò due receptionist e si mise in coda per prendere la tessera della cabina prenotata da loro.
-hai visto che meraviglia, Karin?- chiese tutto eccitato -sembra quasi surreale...-
-già...- concordò lei -te l'avevo detto che mi avresti ringrazio appena saremo saliti sopra!-
-e va beh...- si grattò la nuca impacciato -dettagli...-
-quanto sarai scemo...- commentò lei sconsolata.
-comunque...- cominciò incerto -...Karin non sarebbe il caso andassi avanti tu? Io non so parlare troppo bene l'inglese!- confessò intimorito dalla reazione che poteva avere sua cugina. Quest'ultima sbuffò seccata.
-spostati, impiastro...- lo invitò -vado avanti io...-
Detto questo, Karin si portò un passo avanti a lui.


                                                                                            ****************

Sasuke e Suigetsu avevano appena raggiunto la loro cabina, che pareva più un appartamento per la grandezza e l'ampiezza che la caratterizzava: era una camera con balcone sul mare, sui piani del decimo ponte.
La grande stanza era in moquette rossa e possedeva una lunga scrivania in mogano chiaro, due letti a una piazza e mezza separati da un vasto corridoio.
Entrambi i letti avevano un bordo beige in pelle, con un materasso abbastanza rialzato e coperto da un piumino bianco leggero ornato da spirali che si incastravano insieme dai colori sempre rossi e blu, con tripli cuscini: uno più piccolo, uno più grande e morbido e un altro più duro, a scelta secondo la comodità del cliente.
Il tutto con delle tende di lino bianco che facevano da tettino del letto.
Affisso al muro, sopra al letto, si estendeva un quadro astratto che riprendeva i colori del piumino.
Due comodini, sempre in mogano chiaro, ai lati di ambedue i letti.
I due spazi letto erano appunto divisi da un ingresso che faceva da “salottino”, riempito da un divano a tre posti, in pelle beige_che riprendeva i bordi dei letti_e un televisore satellitare grande e a schermo piatto. La cassaforte, l'immenso guardaroba e un piccolo frigo bar a colmare tutto.
In fondo si trovava una porta finestra con delle tende di lino che portavano al balcone sul mare.
Il bagno invece, era uno solo, ma era così grande che faceva per due: aveva una vasca idromassaggio larga e spaziosa, dall'idea confortevole.
L'arredo era tutto in marmo bianco e grigio, illuminato dalle luci che non facevano altro che risaltarne il materiale.
-niente male, eh!- commento Suigetsu -ho fatto proprio bene ad imbucarmi! Tuo fratello è stato proprio gentilissimo a darmi questa possibilità...- continuò ironico e soddisfatto.
-diciamo che lo hai un po' costretto...- lo ammonì l'altro.
-ne è la valsa la pena, comunque!- ignorò deliberatamente il suo commento irritato.
Sasuke decise di mettere fine a quell'inutile dibattito, tanto ormai era andata come era andata e non poteva farci nulla: il suo compito sarebbe stato quello di controllare che non si immischiasse troppo nei suoi affari di lavoro.
La loro camera era la 581 e si trovava praticamente tra i ponti centrali della nave.
-poi ci sono diverse ragazze stuzzicanti!- proseguiva Suigetsu ghignando -tu per caso ne hai vista qualcuna interessante, Sasuke?- chiese.
-non sono qui per rimorchiare ragazze, Suigetsu, bensì per lavoro. È bene che tu te lo metta in testa!- ribatté.
-certo...- sussurrò l'altro -come vuoi...-
Aveva dato un'altra occhiata alla foto di Deidara Onoki che gli aveva passato Itachi: il volto lo conosceva perché a volte l'aveva visto sui giornali giapponesi negli articoli dedicati alla moda, ma da quando era salito sulla “Celebrity Eclipse” non l'aveva ancora incontrato.
Doveva avere il minimo contatto con il suo cliente, perché altrimenti poteva destare sospetti e la sua copertura sarebbe andata in fumo.
Sapeva che l'assassino sarebbe uscito a breve allo scoperto e per questo, le persone che aveva incontrato nel tragitto tra la Hall e il ponte dove si trovava la sua cabina, l'aveva osservate e studiate come meglio poteva.
In ogni caso, l'ora dei pasti, era l'occasione migliore per analizzare tutte le persone attorno al suo cliente e stava aspettando con ansia solo quel momento.


                                                        *******************


Ormai la nave era salpata da un paio d'ore e tra poco sarebbe arrivata l'ora di pranzo.
Karin aveva appurato che il momento migliore per scorgere tra i passeggeri Deidara Onoki era durante l'ora dei pasti.
La nave era parecchio grande e sarebbe stato difficile adocchiarlo subito. Attendeva con ansia il momento più appropriato per scorgere dal vivo il Sig.Onoki nella sala ristorante che era, appunto, la destinazione che un pezzo grosso della società avrebbe preferito per gustarsi un pasto consistente.
Lei e Naruto avevano la cabina al nono ponte, che era la numero 560.
La loro camera era decisamente spaziosa e confortante, c'entravano benissimo in due.
Dopo aver posato e svuotato le valigie nel grandissimo guardaroba a loro disposizione, aveva deciso di farsi un giro al centro benessere e adesso si trovava distesa su un lettino con un asciugamano bianco, a farsi massaggiare la schiena e le gambe da un abile e giovane massaggiatrice.
Il centro benessere si trovava al settimo ponte, assieme alla palestra, la biblioteca, Internet Point e altre luoghi e attività possibilmente tranquille.
Accanto al suo lettino, ce n'era un altro che ospitava una giovane ragazza di più o meno la sua età. Sembrava rilassata e beata.
Era indubbiamente una bellissima ragazza: snella, carnagione nivea, i capelli dorati e probabilmente molto lunghi, erano legati in una crocchia alta e vigorosa.
Karin suppose che stesse sonnecchiando visto che non si muoveva quasi, nonostante la massaggiatrice le scuotesse tutti i muscoli con quel massaggio prorompente.
Ad un attratto, visto che il suo volto era girato di profilo dalla parte del suo lettino, la vide aprire gli occhi turchesi e vivaci e sorriderle gentilmente:
-piacere!- la salutò in tono amichevole -Ino Yamanaka! Mi dispiace non poterti stringere la mano, ma come vedi sono un po' bloccata...- ridacchiò.
-sono nelle tue stesse condizioni...- affermò disinteressata.
-anche tu a goderti un bel messaggio, vedo eh?- le fece un occhiolino.
-già.- rispose atona.
-sei in vacanza con il tuo compagno?-
Karin le lanciò un'occhiata stizzita per quella domanda inappropriata e un “tantino” invadente per i suo gusti.
Ino sembrò notare quel cambio d'umore:
-oh! Mi dispiace, non volevo essere invadente. È solo che ho pensato, visto che siamo entrambe bloccate e incapaci di fare qualsiasi movimento, fosse carino parlare un po'.
In fondo... abbiamo più o meno la stessa età, sbaglio?-
Karin rifletté un attimo e decise che quella ragazza non sembrava poi così male.
-ho 27 anni...- confessò -e mi chiamo Karin Uzumaki...- si strinse in un mezzo sorriso.
-oh! Allora siamo proprio coetanee, io ne ho 28!- sorrise allegra.
-sono in vacanza con mio marito, ci siamo sposati da un anno. Lui in realtà è qui per affari di lavoro dell'azienda con cui collabora.
Comunque, sono venuta con lui perché volevamo anche festeggiare il nostro primo anniversario di matrimonio...-
“Ok... Ino era decisamente una chiassosa chiacchierona” pensò Karin.
Però, tutto sommato, sembrava una tipa simpatica e semplice.
-la sua azienda, dici?- chiese.
-sì, l'azienda di moda “Konohara”! Di sicuro la conosci...-
-sì, direi che la conosco! È tra le più famose aziende di moda del Giappone...-
-esatto! Lui si occupa della gestione amministrativa...- aggiunse.
-capisco...- asserì pensierosa.
Perché alcuni dipendenti dell'azienda “Konohara” si trovavano su una Crociera per affari?
-qualcosa non va?- domandò premurosa, Ino.
-no, niente in particolare...- affermò bonaria.
Poi tornò all'attacco:
-scusa se sono indiscreta. Per quale motivo alcuni dipendenti dell'azienda si trovano su una Crociera per affari e non per farsi semplicemente una vacanza?-
C'era qualcosa di strano in questa storia e voleva arrivare a delle risposte.
-non lo so. Shikamaru non mi racconta spesso del suo lavoro...- rivelò tristemente.
-Shikamaru è tuo marito, giusto?- domandò per avere la certezza.
Ino annuì sorridendo.
-non importa. Era solo per curiosità!- fece vagamente.
-comunque, io ti ho parlato un po' di me; quindi, che ne dici di raccontarmi qualcosa di te?-
Lo sapeva che alla fine le sarebbe toccato parlare, ma le domande che le aveva posto potevano essere utili per il caso e non poteva farne a meno.
-sono in vacanza con mio cugino...-
-siete molto legati, allora, tu e tuo cugino...-
-diciamo che ci “sopportiamo”.- borbottò.
Ino scoppiò a ridere.
-devo dire che sei proprio una tipa simpatica e strana! Mi ha fatto piacere conoscerti...-
Era davvero sincera e si vedeva dalla sua espressione solare e sorridente.
-grazie.- disse solo.
Karin non ringraziava spesso, ma in quel momento le era venuto spontaneo e naturale.
In ogni caso, poteva essere remunerativo per il suo lavoro approfondire la conoscenza con la ragazza che aveva appena incontrato.


                                                          *****************


Naruto, dopo aver svuotato le valigie, si era diretto al quinto ponte attraversando dei corridoi lunghi, illuminati e arredati con le solite sculture e quadri artistici prettamente sullo stile “fascinoso”. Al sesto ponte si trovavano il centro commerciale “Azaleo” con vari negozi di marche estremamente conosciute, il cinema, la cioccolateria, la sala da thè in stile Giapponese; una pasticceria francese e una caffetteria italiana, e tanto altro.
Era entrato nella caffetteria italiana per potersi gustare un bel cappuccino tradizionalmente italiano.
A Tokyo c'erano alcune caffetterie italiane, ma nessuna lo aveva entusiasmato troppo e così aveva tentato con questa caffetteria.
Aveva ordinato al bancone del bar il cappuccino tanto desiderato e nel frattempo si era guardato intorno: il locale sembrava molto sereno e accogliente.
I colori che facevano da arredo erano caldi. Vi erano diversi tavolini a quattro con sedie imbottite di cuscini molti simili a quelli nella Hall: bianchi e a pallini rossi.
Sopra ai tavolini si trovava una lista con tutte le specialità della caffetteria italiana e le pareti erano arredate_come sempre_ con fotografie e quadri particolari: labbra, occhi, ciglia di diverse forme, e figure di cappelli ricamati. Insomma... era una stile semplice e nel contempo riprendeva il fascino della quale l'intera nave era dotata.
Non c'erano tanti clienti, solo qualcuno, ma una in particolare aveva attirato la sua attenzione: era una ragazza seduta ad un tavolo all'angolo, intenta a bere il suo espresso lentamente e ogni tanto sfogliava le pagine di un libro. Sembrava molto interessata, talmente assorta da non accorgersi con quanto interesse lui la stava osservando.
Era una bella ragazza. Su per giù doveva avere la sua età.
I lineamenti del volto erano graziosi, quasi perfetti; il naso all'insù, le ciocche di un vivace e insolito rosa arrivavano poco più sotto delle spalle. Ma ciò che lo colpì maggiormente furono le sue iridi di uno splendido e incantevole smeraldo, così espressivi, così sinceri ma in contemporanea decisi e determinati, e la sua fronte teneramente spaziosa.
Mentre la guardava, avvertì il suo cuore fare un piccolo salto inaspettato. Lì per lì si spaventò, dato che non gli era mai successo, ma fu questione di pochi secondi.
Fu il cameriere a distrarlo e a obbligarlo a portare lo sguardo sulla tazza fumante e dall'inebriante aroma del caffè.
“Questo sì che era caffè di alta qualità!” pensò assaporando il suo profumo, e sorridendo compiaciuto.
Prese la tazza tra la mani e continuò ad ispirare quella fragranza tanto attraente; però, impegnato com'era a sentire il profumo di quel cappuccino, non si accorse di scontrarsi con qualcuno e sentì prima un tonfo improvviso e poi un'imprecazione:
-accidenti!!- esclamò una voce di ragazza.
Quella persona si chinò in terra a raccogliere un libro.
Poi vide che la camicetta aderente, rosa a quadretti bianchi, che indossava la sua povera vittima era completamente macchiata di cappuccino: sbiancò preoccupato, quando si rese conto del danno che aveva combinato.
Lentamente alzò lo sguardo e si stupì di incontrare i grandi occhi della ragazza che si era incantato a guardare. Che figura.
Proprio con lei doveva scontrarsi?
Le aveva anche macchiato la camicetta per la sua sbadataggine.
-mi dispiace un sacco, signorina!!- cercò di correre presto ai ripari -è colpa mia! Ero impegnato a bere il cappuccino e non mi sono accorto che stava venendo dalla mia parte.-
-di solito si guarda quando si cammina, biondino.- rispose piatta, lei.
Il suo sguardo era furente.
Si mise la mano dietro la nuca e arrossì leggermente.
-mi dispiace davvero...- si scusò nuovamente, sinceramente dispiaciuto.
La ragazza sembrò allentare la rabbia e sospirò stancante.
-ah, lasciamo perdere...- soffiò arresa -non importa! Provo a lavarla per bene, tanto era vecchia.-
Naruto avvertì che la ragazza stava provando ad auto consolarsi.
-se vuole il lavaggio glielo pago io!- provò sorridendo e cercando di alzarle il morale.
-non importa...- sorrise. Un sorriso acceso e dolce.
Quel sorriso meraviglioso fu il colpo di grazia per Naruto: si scoprì improvvisamente attratto e incuriosito da quella ragazza.
L'aveva solo incontrata pochi minuti fa, eppure si sentiva così strano in sua presenza e non se ne spiegava il motivo.
-se vuoi ti offro anche qualcosa da bere_anche se so che sarà impossibile ripagare il danno che ho fatto_- la invitò.
Quella richiesta gli era uscita in modo così irrazionale che non era stato capace di frenarla; inoltre, da darle del “lei” era passato a darle del “tu” inconsciamente.
La ragazza aggrottò la fronte divertita.
-sei già passato a darmi del “tu”? Accidenti che velocità!- lo prese in giro.
-se vuoi continuo a darti del “lei”...- l'assecondò scherzoso.
-sei proprio un autentico baka!- sbottò l'altra, ridendo -che tipo strano sei. Comunque, per l'invito... vedremo! Tanto abbiamo 25 giorni a disposizione, no?-
Se non tanto aveva declinato l'invito con un certo stile.
“È proprio una ragazza interessante” pensò consolandosi.
-bene! Ora dovrei proprio andare a portare a lavare questa camicetta!- annunciò superandolo.
Doveva fermarla. Doveva assolutamente sapere il suo nome o sennò le sarebbe sfuggita da sotto gli occhi.
-aspetta!- la richiamò prima che uscisse dal bar.
-dimmi...- si bloccò lei.
-posso sapere il tuo nome? Sai, no... per portarti i soldi della lavanderia!- aggiunse impacciato -io mi chiamo Naruto Uzumaki!-
La misteriosa ragazza sorrise.
-Mi chiamo Sakura, Sakura Haruno!- gli rispose in lontananza -ricordatelo, Sig.baka!-
Detto questo gli diede le spalle e lui la seguì con lo sguardo finché non scomparì completamente.
Era messa bene anche fisicamente: magra e con un bel fondo schiena.
-grazie...- sussurrò più a se stesso che a lei, dato che era già sparita dalla sua vista.
Era contento, già il primo giorno aveva fatto un incontro brillante.
Tuttavia... non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione di conoscerla meglio, Sakura lo intrigava parecchio. In tutti i sensi.


                                                                                       ******************


Sakura Haruno era appena rientrata nella sua camera, che si trovava all'ottavo ponte, la numero 331.
Si era immediatamente tolta la camicetta macchiata di caffè che sarebbe finita nel giro di poche ore in lavanderia.
Un po' era scocciata che si fosse sporcata, ma dall'altra parte l'aveva aiutata ad incontrare un ragazzo davvero piacevole: Naruto Uzumaki.
Di certo era un bel ragazzo, non poteva negarlo, e ciò che l'aveva colpita maggiormente erano i suo occhi azzurri incoraggianti e luminosi; e il suo sorriso decisamente incantevole. Credeva di non aver mai visto un ragazzo con un sorriso così splendido e le era bastato quello per far accendere il suo cuore in battiti più accelerati.
Certo... fosse meno imbranato sarebbe stato perfetto, ma quello non aveva molta importanza, dato che le era subito sembrato un ragazzo valente e dotato.
D'altra parte, nessuno era perfetto, neanche lei lo era.
Comunque, era inutile continuare a negarlo: quel ragazzo l'aveva affascinata e incuriosita parecchio, e si era ritrovata a desiderare di volerlo conoscere meglio.
Da un lato sperava davvero che lui tornasse a cercarla per darle quei soldi che le aveva promesso, per pagare la lavanderia; soldi che probabilmente non avrebbe mai accettato, visto che era stato un incidente e lei non era assolutamente una che se ne approfittava.
Addirittura, tanto per far capire quanto quel ragazzo l'aveva catturata, si era “quasi” pentita di non aver accettato il suo invito: non l'aveva accettato subito perché le era sembrato troppo eccessivo ed affrettato, quando a disposizione_e di sicuro si sarebbero incontrati di nuovo nei prossimi giorni e forse anche quella stessa sera a cena_avevano 25 giorni per conoscersi e prendere qualcosa insieme.
Inoltre, voleva affrontare il nuovo incontro in modo graduale e tranquillo; ne aveva abbastanza di scegliersi gli uomini sbagliati.
Aveva avuto poche relazioni e tutte si erano rivelate un disastro, adesso preferiva andarci con i piedi per terra.
A parte questo... Sakura lavorava come medico privato del suo capo, Kakashi Hatake, il direttore dell'azienda “Konohara”. Lui, solo due settimane fa, l'aveva avvisata che sarebbe partito per una Crociera, per occuparsi di affari di lavoro che ancora non gli era concesso rivelare. Lei non si era permessa di chiedergli di approfondire l'argomento, dato che non faceva parte dell'azienda, però il Sig.Hatake le aveva chiesto di andare con lui perché non poteva partire senza un medico privato che sarebbe intervenuto in caso di bisogno; e così era stata costretta a scombinare i suoi “piani vacanze” per seguire il suo paziente privato.
Tutto sommato, comunque, l'avrebbe pagata bene e il viaggio non era cominciato male_a parte la camicetta macchiata di caffè, s'intende_pensò ridacchiando fra sé e sé.
In più, non le era costato tanto andare: la sua migliore amica Ino Yamanaka si trovava sulla stessa Crociera con suo marito Shikamaru Nara, impiegato nella gestione amministrativa dell'azienda “Konohara”, per festeggiare il suo primo anniversario di matrimonio.
Questo la tranquillizzava molto. Aveva la possibilità di divertirsi e rilassarsi con lei.
Sorrise e decise di passare a prendere Ino per andare a pranzo.


                                                                                       *******************


-Suigetsu... vedi di muovere il sedere, dobbiamo andare a pranzo!- lo richiamò scocciato.
-ma scusa, Sasuke, non puoi andare da solo? Non vedi che sono impegnato nell'idromassaggio della vasca da bagno?- rispose, da dietro la porta della stanza.
-no. Sbaglio o mio fratello ti ha dato il permesso di venire con me solo perché mi avrebbe aiutato con la copertura? Dobbiamo fingere di essere due amici in vacanza.- ripeté irritato -vedi di fare come dico, sennò ti faccio rispedire in Giappone con un Jet privato. Non mi costa nulla, sappilo! Basta che chiami mio fratello e glielo chieda.-
Dall'altra porta, Sasuke avvertì uno sbuffo contrariato.
-che palle, però!- imprecò -va bene, mi sbrigo...- si arrese.
Sasuke sogghignò soddisfatto.
Dieci minuti dopo, ecco che Suigetsu uscì già vestito.
-era ora...- borbottò ironico.
Suigetsu gli lanciò un'occhiataccia che Sasuke ignorò.
Infine, i due chiusero la loro camera con la chiave-tessera e si diressero verso l'ascensore che l'avrebbe portati al ponte tredici, dove si trovavano tutti i ristoranti principali e anche quello della cucina internazionale, loro destinazione.
Quando arrivarono nel salone del ristorante internazionale, entrambi non riuscirono a trattenersi dal sgranare gli occhi: era vasto e maestoso, era cerchiato da vetrate illuminate e trasparenti in modo da garantire una visuale del mare.
I tavoli erano molti, alcuni anche di 20 posti, e apparecchiati con eleganza: la tovaglia di seta di colore beige; tre forchette, due coltelli, e una terza forchetta posta nello spazio sopra al posto del piatto, più piccola. Tutta l'argenteria era in oro bianco e risplendeva risaltata dalle brillanti e colorate luci.
Poi vi erano due bicchieri per ogni coperto, uno per l'acqua e l'altro per il vino bianco, rosso o rosato, in cristallo pregiato.
I tovaglioli accuratamente vistosi e sistemati in un manodopera di forme a fiore, tutte uguali. A completare i tavoli, delle comode sedie in pelle rossa e nera.
Le pareti non in vetro, erano ornati da quadri artefatti, astratti e “fascinosi”; che riprendevano le sfumature delle luci e regalavano un tocco moderno al salone.
Al centro, attorno ad una colonna bianca, il buffet composto da due tavoli rettangolari e uno quadrato: uno per i vari tipi di pane, schiacciate, grissini di diverso genere e sapore; un altro per il servizio degli antipasti più richiesti nel mondo; e l'ultimo, ma non meno evidente, un tavolo quadrato con sopra una composizione floreale sgargiante, profumata e minuziosamente curata a fare da ornamento per il buffet.
A concludere, in piedi si ergevano dei camerieri vestiti in una semplice divisa: camicia bianca, gilè nero unito da due bottoni, papillon legato al collo, pantaloni scuri e ai piedi un paio di mocassini del medesimo colore. In mano qualcuno aveva una bottiglia di vino, qualcun altro niente e alcuni un vassoio vuoto o mezzo pieno.
-che spettacolo, ragazzi!- esultò Suigetsu -non sono mai stato in un ristorante così lussuoso...- era estasiato.
-vedi di trattenerti, Suigetsu!- lo riproverò Sasuke, gelido -non ho intenzione di fare figuracce o di farmi notare più del dovuto...- aggiunse.
-mamma mia che noia che sei...- bofonchiò tediato.
Comunque, non c'era molta gente perché la maggior parte avevano preferito mangiare una pizza o un semplice panino a pranzo.
Anche Sasuke avrebbe preferito così, ma per questioni di lavoro si era sentito obbligato ad andare al ristorante internazionale, dato che era uno dei luoghi della Crociera dove poteva finalmente adocchiare il suo cliente.
Lui e Suigetsu si sedettero a un tavolo per due e attesero che il cameriere venisse ad ordinare.
Fu questione di pochi minuti quando Sasuke sussultò: nel salone era appena entrato Deidara Onoki, non poteva sbagliarsi.
Nonostante i cinquant'anni ormai raggiunti era ancora un uomo distinto e affascinante: i lunghi capelli biondi legati in un'elegante coda senza alcuna traccia di ciocche grigie, il ciuffo che dritto e liscio gli copriva gran parte dell'occhio di un celeste aggressivo.
Sasuke pensò che si tingesse i capelli, perché non era possibile che alla sua età non avesse neppure un capello bianco.
Tuttavia, l'uomo si presentava con in sorriso provocatore e arrogante. Non era sicuramente un tipo raccomandabile.
Affianco a lui, un altro uomo dai capelli di uno sbarazzino rosso e gli occhi del stesso colore, lo stava ascoltando e assecondando come un “fidato” compagno farebbe.
Ma la differenza tra i due elementi, era che il secondo era costantemente attraversato da un'espressione spenta e quasi assente, paragonabile a una marionetta finita nelle mani sbagliate. Dietro di loro erano apparsi altri due soggetti: un uomo e una donna, probabilmente molto intimi dati i sorrisi che si scambiavano.
Lei era una bella donna, probabilmente aveva poco più di trent'anni: ciocche lisce di un blu cobalto, che arrivavano poco più sotto della schiena, con una molletta ornata da una finta orchidea bianca, incastrata tra i capelli. Due occhi dello stesso colore.
L'uomo accanto a lei, era anch'egli un tipo interessante: capelli di un castano chiaro, e occhi penetranti e color castagna.
Dopo di loro, non apparì più nessuno.
-Sasuke...- intervenne Suigetsu -quello non è Deidara Onoki?-
L'altro lo incenerì.
-l'avevo già notato. Sai che è lui il nostro cliente! Stavo studiando i suoi “tirapiedi” e mi domandavo cosa diavolo ci fanno qui con lui. Non so perché, ma ho la sensazione che gli “amichetti” che si è portato dietro non siano finiti qui! Tra loro ci potrebbe essere benissimo chi sta pianificando il suo assassinio...- rifletté ad alta voce.
-bella domanda. Tuttavia, non mi interessa immischiarmi nel tuo lavoro!- dichiarò sbrigativo, l'altro.
-oh! guarda! Certo che la ragazza che è appena entrata è proprio un bel bocconcino, non credi Sasuke?- cambiò discorso, leccandosi i baffi deliziato.
Lui, poco interessato a chi stavolta Suigetsu aveva notato, portò comunque lo sguardo sulla ragazza da lui intravista solo per assecondarlo una volta ogni tanto; e, in effetti, dovette ammettere che era proprio una bella ragazza: aveva lunghi capelli scarlatti e due occhi del medesimo colore arguti e intelligenti.
Il fisico era assolutamente proporzionato, anche se peccava nel seno, che era piccolo. “Forse aveva una prima scarsa” suppose Sasuke.
Si stava guardando frenetica intorno e poi le sue iridi si fermarono su un obiettivo in particolare: Deidara Onoki.
Si sorprese: quel gesto e quell'espressione analizzatrice aveva attirato la sua attenzione.
Che quella ragazza fosse con loro?
No, non poteva essere.
Altrimenti, perché studiarlo in quel modo?
Che fosse lei che stava pianificando il suo assassinio?
Doveva approfondire la conoscenza con quella ragazza.
Poteva aiutarlo a portare avanti, almeno un po', le sue indagini.
-devo conoscerla...- affermò convinto, senza pensarci.
-non ci credo, Sasuke...- cominciò sorpreso l'altro -è la prima volta che ti vedo così interessato ad una ragazza!-
Suigetsu non riusciva a credere alle sue orecchie.
-sono interessato a lei perché mi sembra sospetta, idiota! Non vedi come guarda Deidara Onoki?- replicò seccato.
-però non puoi negare che è proprio una bella ragazza...- insisté l'altro.
Sasuke non rispose. Eccome se lo era: questo era quello che pensò la sua testa, ma scacciò subito quel pensiero molesto.
Anche se era una bella ragazza e aveva degli occhi attrattivi e un bel viso, lui voleva conoscerla solo perché doveva fare il suo lavoro, non per altri motivi.
Non le interessavano le ragazze. Doveva risolvere il caso.
-inoltre, sembra in compagnia di quel biondino dal sorriso idiota..- notò, il suo "amico".
Indicò un ragazzo che le stava facendo un cenno vicino al buffet e le sorrideva allegro.
La ragazza, forse scocciata per essere stata interrotta dalla sua analisi, fece una smorfia contrariata al suo accompagnatore.
Eppure, guardando meglio quel ragazzo, gli sembrava di conoscerlo.
Dove l'aveva già visto?
Non era un viso nuovo, anche se lui aveva un ricordo vago di quel volto e al momento non riusciva a ricordare dove potevano essersi incontrati.


                                                          *****************


Karin aveva finalmente avvistato Deidara Onoki con altre tre persone e, mentre lo osservava di soppiatto, si stava chiedendo come mai fosse in compagnia di quei tre individui e chi potevano essere.
Forse colleghi della azienda “Akatsuki”? Amici? Parenti?
No. Quel tavolo non sembrava proprio composto da un gruppo di amici, tenevano tutti degli atteggiamenti distaccati fra loro, tranne l'unica coppia del gruppo che si guardava con dolcezza e a volte si prendeva la mano.
Forse il gruppo non era finito lì?
Karin suppose che tra loro poteva esserci chi stava pianificando l'assassinio del Sig.Onoki e decise che avrebbe indagato cercando di avvicinarsi al gruppo.
Deidara Onoki non era a conoscenza di chi era il detective privato che si trovava sulla nave, sapeva solo che c'era qualcuno a proteggerlo e a scoprire per lui l'identità di chi stava pianificando di farlo fuori.
Detective e cliente non potevano scambiarsi opinioni o avere un rapporto normale da comuni conoscenti, dovevano comportarsi da veri e propri sconosciuti.
Quale era il modo migliore per evitare contatti fra loro?
Ovvio, non conoscersi proprio se non alla fine delle indagini.
La missione doveva essere svolta tutta in incognito, oppure colui che aveva nei suoi pieni di uccidere il cliente avrebbe sospettato di essere ricercato e non sarebbe mai uscito allo scoperto. Avrebbe reso il suo lavoro ancora più difficoltoso e pesante.
Naruto, inoltre, aveva interrotto le sue ipotesi già un paio di volte; e, come se non bastasse, si sentiva uno sguardo sconosciuto e insistente addosso.
Che stessero pianificando di fare fuori anche lei?  Pensò divertita.
Alla fine era abituata a ricevere occhiate dato che, secondo l'opinione pubblica, era considerata una ragazza piacente e molto bella.
Non che a lei importasse dell'opinione pubblica, precisiamo, tutt'altro... le era totalmente indifferente.
Tuttavia, era rimasta sorpresa da quello sguardo penetrante che le trapassava “quasi” le spalle; così, incuriosita, si girò per scoprire chi era il suo ammiratore e rimase meravigliata dall'impeccabile bellezza dello sconosciuto: un viso allungato, dalla carnagione pallida, i capelli lisci e neri come l'inchiostro che gli incorniciavano elegantemente il viso e due occhi scuri magnetici e intriganti.
Anche fisicamente sembrava perfetto: la camicia nera a fini righe bianche, sganciata in cima da tre bottoncini, mostrava leggermente il suo fisico e gli donava un'aria ancora più virile. Si sentì arrossire miseramente, e si stupì, dato che non le succedeva spesso: ne aveva conosciuti pochi di ragazzi così attraenti e dall'aria enigmatica e tenebrosa.
Cosa aveva da fissarla?
Quando si fu ripresa dalla contemplazione del ragazzo, fu quella la domanda che attraversò la sua mente.
Di certo, comunque, quello non era uno sguardo interessato semplicemente al suo fisico o alla sua conosciuta bellezza, anzi... era uno sguardo glaciale e impassibile, sembrava che stesse solo... “scrutandola”, ma senza alcune emozione o sentimento tipico degli uomini pronti ad andare alla “caccia” e alla conquista delle donne puntate.
La sua era un'espressione indefinibile, assolutamente passiva e incomprensibile.
“che tipo notevole” pensò maliziosa.
Non le era mai successo di incontrare un uomo così, le sarebbe piaciuto conoscerlo.
Improvvisamente, vide suo cugino avvicinarsi al tavolo dello strano sconosciuto e del suo amico.
Che diavolo combinava suo cugino?
Scocciata e pronta a rimediare alla figuraccia di Naruto, lo seguì.
Poteva anche essere un'occasione per conoscere quel ragazzo, però. Scacciò immediatamente quel pensiero inadeguato e inaccettabile per concentrarsi sul compito affidato.
-ma noi ci conosciamo, per caso?- sentì domandare da Naruto, al bel moro.
-vi conoscete?- ripeté l'altro ragazzo dai capelli di un azzurrino-grigio, passando con i suoi occhi chiari_freneticamente_ da Naruto a Sasuke.
-non lo so...- fu la risposta dell'altro -non sei un viso sconosciuto, ma non credo di aver mai avuto a che fare con un idiota simile nel corso della mia vita...- appurò.
Karin si irritò a quel commento:
-guarda che mio cugino non è un'idiota!- lo difese -so che può sembrarlo, ma in realtà non lo è affatto.
E ti assicuro che ha una memoria molto sviluppata: se dice di averti già incontrato ci sarà un motivo, no?- proseguì acidamente, e incrociando le braccia offesa.
Sasuke la fulminò.
Come si permetteva di rivolgersi così a lui, quando nemmeno lo conosceva?
-tranquilla, Karin...- cercò di calmarla Naruto -forse mi sono davvero sbagliato, questa volta.- ridacchiò.
-wow!- esultò Suigetsu -certo che la ragazza se la cava con le parole, eh, Sasuke? È difficile che una donna non si intimorisca in tua presenza...-
Sasuke non ebbe il tempo di aggiungere altro, che Naruto esclamò:
-ma certo!!- gridò in mezzo alla sala e facendo girare i presenti -tu sei Sasuke Uchiha! quando ho sentito il tuo nome, mi è venuto in mente.-







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So che mi ucciderete per aver lasciato il finale del capitolo a metà, ma non potevo farne a meno! XD spero possiate perdonarmi! :P
Grazie ancora a chi mi ha recensito, a chi legge e mi segue! :) alla prossima!! ;D


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Capitolo 3
*** L'amico d'infanzia e il suo caratteraccio... ***


Ciao a tutti!! eccomi qui! ho fatto l'esame che mi impegnava e ora ho trovato il tempo di postare il nuovo capitolo.
Anche se tra poco ne avrò un altro d'esame e sarò nuovamente piena... ç_____ç comunque, vedrò lo stesso di aggiornare in qualche modo!
Questo capitolo è ancora di transizione perché terminerò con le descrizioni e le presentazioni, ma dal prox si entrerà nel vivo della fanfic. Abbiate un po' di pazienza, per favore... ç___ç
Però spero vi piaccia lo stesso!^^ e mi auguro di non essere andata OOC con i personaggi, specialmente con Sasuke... :(.
Ringrazio tantissimo Kushina Namikaze, Lita, Auron e LillixSana per le bellissime recensioni!! grazie davvero!! *______*
E grazie a chi ha aggiunto la fanfic alle seguiete e preferite!!^^




L'amico d'Infanzia e il suo caratteraccio...


-Ma certo!!- gridò in mezzo alla sala e facendo girare i presenti -tu sei Sasuke Uchiha! Quando ho sentito il tuo nome mi è venuto in mente.-
Sasuke gli lanciò uno sguardo di rimprovero, mentre Suigetsu se la rideva sotto i baffi.
Quel ragazzo stava rischiando di distruggere la sua copertura per colpa di quell'esuberanza.
-ti ricordi di me?- ripeté emozionato come un bambino -eravamo alle elementari insieme, giocavo sempre insieme in giardino, non ci separavamo mai. Tu mi chiamavi continuamente “baka” e avevi sempre il broncio. Poi, dopo che mi sono trasferito con la mia famiglia, ci siamo persi di vista...-
Adesso stava iniziando a ricordare: “l'idiota” con cui stava parlando in quel momento era Naruto, il suo unico e forse vero amico.
Era il ragazzino con il quale giocava alle elementari, quel bambino che poi a causa del trasferimento aveva perso di vista.
Dopo di lui non si era più sentito molto legato agli altri bambini che incontrava o con cui giocava, e nel corso degli anni si era fatto un tipo sempre più solitario e infastidito dalla gente che gli stava intorno, e soprattutto dalle ragazzine che lo lodavano e gli sbavavano dietro.
Naruto aveva qualcosa di speciale che perfino un tipo asociale come lui aveva finito per affezionarvici. Non l'avrebbe mai ammesso, ma quando Naruto gli aveva confessato che si sarebbe trasferito in un'altra città c'era rimasto male e aveva avvertito una sensazione di solitudine che lo aveva irritato.
Naruto, ai tempi dell'asilo_e da quello che poteva constatare anche adesso_era sempre stato molto invadente e appiccicoso, lo seguiva da qualsiasi parte andasse e aveva sempre un'espressione solare e allegra, per questo non gli dava troppo fastidioso averlo intorno.
Era l'unico ragazzino di cui sopportava la presenza, e quando se n'era andato aveva finito per emarginarsi dagli altri bambini ancora di più.
Ma a Sasuke non importava avere amici od essere popolare con le ragazzine, stava bene anche da solo, per questo non aveva bisogno di gente che lo scocciasse.
Erano poche le persone che faceva entrare nella sua vita; e, se questo avveniva, avveniva “quasi” per costrizione: Suigetsu, ad esempio, non che a Sasuke importasse averlo tra i piedi, ma essendo il suo coinquilino aveva finito comunque per abituarsi a lui e alla sua presenza.
Stesso discorso era successo con Naruto; era stato soprattutto quest'ultimo ad avvicinarsi a lui, e alla fine aveva finito per accettarlo_relativamente_nella sua vita.
-vedi... te l'avevo detto che mio cugino non poteva sbagliarsi!- sogghignò soddisfatta, quella ragazza dagli occhi così intriganti.
Sasuke, comunque, ignorò il suo commento e tornò a fissare Naruto:
-Naruto Uzumaki, giusto? Mi ricordo di te; eri un bambino davvero troppo appiccicoso per i miei gusti e quel sorriso che non mancavi mai di rivolgermi mi seccava sempre...-
Naruto_sorprendentemente_scoppiò a ridere.
Ecco perché lui non riusciva mai ad averla vinta con quel ragazzo, perché non era permaloso e potevi dirgli qualsiasi cosa, offenderlo, prenderlo in giro scherzosamente, ma non ti avrebbe mai odiato, anzi... reagiva sempre con un sorriso che ti bloccava: ecco perché Naruto Uzumaki era stato l'unico che aveva considerato veramente un amico, e non era mai cambiato da allora. Era sempre lo stesso “impiastro” con il suo perenne sorriso.
-ah! Sono davvero felice che ti sei ricordato di me!- esclamò, poi portò lo sguardo su Suigetsu e gli passò la mano per presentarsi.
-Suigetsu Hozuki...- rispose il suo coinquilino.
In seguito, lo vide portare gli occhi ammiccanti sulla ragazza affianco a Naruto: non seppe come mai, ma quell'occhiata da “predatore all'attacco” rivolto alla ragazza, lo disturbò.
-tu sei?- domandò alla "rossa".
-Karin Uzumaki.- affermò piatta e leggermente infastidita.
-sì, Sasuke... lei è mia cugina Karin!- si aggiunse Naruto sorridendo, cercando di alleviare la tensione che si era creata nel gruppetto.
Le chiacchiere gli stavano facendo perdere la concentrazione dal suo cliente, e questo non poteva permetterselo.
Guardò nuovamente la ragazza, anche lei sembrava avere fretta di fare qualcosa, e pareva un po' agitata. Però non era sicuro fosse veramente così.
Un cameriere interruppe la conversazione:
-signori... volete accomodarvi? Devo prendere le ordinazioni a questo tavolo, e poi vengo subito anche da voi...- li invitò il cameriere, usando un perfetto inglese.
Sasuke se la cavava benino con le lingue, ma rimase colpito dalla fluidità dell'inglese con cui la cugina di Naruto rispose al cameriere:
-non si preoccupi, scusi il disturbo!- disse in inglese -adesso ci sediamo...-
L'uomo le sorrise grato e si allontanò.
-te la cavi bene con le lingue, eh?- commentò Suigetsu.
-Faccio la guida interprete!- esclamò Karin, mentendo schietta.
A Sasuke non convinse molto quella risposta, soprattutto perché ancora aveva in mente lo sguardo con la quale Karin aveva guardato Deidara Onoki pochi minuti fa.
Poi lei portò gli occhi su di lui e lo fissò per qualche secondo in modo lievemente più intenso, facendolo quasi rabbrividire.
Solo, non si spiegava che tipi di brividi fossero quelli che lo avevano appena assaltato.
-andiamo, Naruto...- parlò di nuovo lei, quasi ordinandoglielo -sennò il cameriere perde la pazienza.-
Le lanciò un'ultima occhiata profonda, che stavolta ricambiò, il loro incontro di sguardi fu interrotto da Naruto:
-allora ci vediamo a giro, Sasuke!- lo salutò allegro -anzi... troviamoci per fare qualcosa insieme, ogni tanto, anche con Suigetsu e mia cugina...- propose sorridendo.
-scordatelo!- sbottarono lui e Karin, insieme: si fissarono di nuovo dopo quella parola detta nello stesso momento.
Ma chi gli prendeva?
Si domandò seccato, Sasuke, scuotendo la testa.
Comunque, se avrebbe accettato l'invito di Naruto, l'avrebbe fatto solo per conoscere meglio quella ragazza e scoprire le sue vere intenzioni e forse la sua identità: non lo convinceva.

                                                                                                                  ****************

-Karin... si può sapere cosa ti è preso?- chiese Naruto, appena si sedettero al tavolo.
-quel tuo vecchio amico non mi convince! È strano!- esclamò.
-ma chi? Sasuke?- ridacchiò -ma guarda che è un bravo ragazzo, eh! Anche se sono passati parecchi anni da quando ci siamo persi di vista, lui è rimasto lo stesso.
So che può sembrare un tipo scontroso e arrogante, e infatti lo è, ma ti assicuro che non ti devi preoccupare per lui.- spiegò -perché? Sospetti qualcosa?-
-non completamente! Ma sono sicura che stava guardando con un certo interesse il Sig.Onoki. Ho la sensazione che c'entri qualcosa con lui...-
Lanciò una lieve occhiata all'uomo al tavolo poco distante dal loro.
-non mi dirai che sospetti che possa essere Sasuke ad aver pianificato di ucciderlo?- sbarrò gli occhi, Naruto.
Karin si fece nuovamente pensierosa.
-no. Non vorrei arrivare a conclusioni affrettate, ma ho bisogno di conoscerlo meglio per scagionarlo del tutto.
Penso che alla fine sia una buona idea vederci ogni tanto con loro sulla nave...-
-ma se sia te che Sasuke avete rifiutato subito appena l'ho proposto?- sorrise divertito.
Karin arrossì leggermente e poi si ricompose irrigidendosi:
-idiota! Mica potevo accettare subito? Mi sarei esposta troppo e per il mio lavoro è vietato!-
-ho capito. Quindi, dimmi se ho ragione, dovrei essere io ad insistere per aiutarti ad approfondire la conoscenza tra te e Sasuke?- domandò.
Karin si meravigliò a quella domanda: non si aspettava che suo cugino capisse subito quali erano le sue intenzioni.
Comunque, alla fine lo sapeva che Naruto era piuttosto intelligente quando si concentrava a ragionare.
-esatto! Il fatto che tu lo conosca è molto vantaggioso! E, siccome sei qui per aiutarmi con la copertura, passo a te il compito di gestire gli eventuali incontri...- affermò risoluta.
Lui alzò il pollice e gli fece l'occhiolino.
-puoi contare su di me, cugina!- esultò -inoltre, così ho la possibilità di riagganciare i rapporti con Sasuke. Alla fine, l'averlo incontrato, va a favore di entrambi!-
Karin sospirò sollevata e in seguito tornò a guardare con discrezione il suo cliente.

                                                                                                      ********************

Era ormai pomeriggio inoltrato quando Sakura e Ino erano impegnate a fare shopping al ponte 14 e si stavano divertendo tra una risata e l'altra.
Sakura continuava a sperare di incontrare Naruto, augurandosi di vederlo a cena stasera.
A pranzo lei, Ino, Shikamaru e Lee_l'assistente del Sig.Hatake_erano andati a comprare un panino per risparmiare un po' e non aveva avuto occasione di incontrare Naruto.
Non sapeva perché, ma si era fatta l'idea che Naruto potesse essere un tipo semplice e quindi, per pranzo, un panino poteva andargli più che bene.
Aveva sperato di incontrarlo al panificio fino alla fine, ma poi non era successo.
Infatti, visto che stasera avevano in programma di andare tutti a cena al ristorante Internazionale_compresa quasi tutta l'azienda "Konohara"_si augurava di poterlo incontrare là. Ino la discostò dai pensieri:
-Sakura!- la chiamò -che te ne pare di questo completo?- chiese, mostrandogli una gonna nera elegante che le sarebbe arrivata poco più sopra delle ginocchia, e un maglietta giallo canarino, scollata dietro e rifinita di pizzi.
-è abbastanza elegante, non credi?- continuò Ino -secondo me staresti benissimo vestita così! Perché non li provi?-
Sakura li guardò un attimo: sembrava carino come completo, ma sarebbe stato adatto ad una cena così raffinata?
Certo... sapeva che gran parte delle cene l'avrebbe fatte al ristorante internazionale, però questa volta era diverso: oltre ad essere la prima volta, c'era anche la possibilità che incontrasse di nuovo quel ragazzo e non voleva assolutamente sfigurare davanti a lui.
-pensi che sia adatto?- domandò incerta.
-certo che lo è! Entrambi i capi sono di marca famosa, e spiccano estremamente per l'eleganza! Fidati di me, vedrai che sarai perfetta! Né troppo appariscente, né troppo semplice...- le sorrise rassicurante.
Sakura si convinse e annuì.
-ok, li provo allora...- rispose -dimmi cosa che te pare quando esco dal camerino, eh...-
Ino le fece l'occhiolino:
-certo! Sono qui apposta!-
Detto questo, Sakura entrò dentro e se li provò. Quando uscì, Ino le sorrise:
-come pensavo... sei stupenda! Ti stanno molto bene! Io se fossi in te li comprerei...- consigliò.
-dici sul serio?- si avvicinò allo specchio e si osservò: in effetti gli stavano veramente bene.
Le calzavano a pennello, e le risaltavano in modo ponderato tutte le forme.
Fece un paio di giravolte per guardarsi anche dietro e alla fine costatò che valeva la pena comprarli.
Sorrise soddisfatta.
-penso che li prenderò!- affermò.
-ottima scelta!- concordò Ino -però, Sakura, mi spieghi una cosa? Oggi ti vedo più interessata del solito a prestarti cure, hai conosciuto qualcuno o cosa?-
Lei, non aspettandosi una domanda simile, arrossì improvvisamente.
-ho indovinato, vero?- proseguì la sua amica, ridendo, dopo aver notato la sua reazione.
-ma che vai a pensare, Ino-pig! Mi presto sempre cure, indipendentemente da chi incontro o meno.- borbottò, ancora leggermente imbarazzata.
Ino scoppiò a ridere.
-cara fronte spaziosa! Lo so perfettamente che ci tieni ad avere un bel aspetto, ma oggi ti vedo più sognante del solito e perciò ho supposto che avessi fatto qualche bel incontro. Sarebbe anche ora che ti trovassi qualcuno alla tua altezza, e che non ti faccia costantemente soffrire come tutti quelli che hai avuto in passato.
Sono proprio curiosa di conoscere il tipo che ti ha colpita, questa volta!- completò maliziosa.
-ehi, ehi... vacci piano! Sei partita come se sapessi già che ho incontrato davvero qualcuno, ma mica te l'ho confermato ancora. Accidenti a te! Parti sempre anticipata!-
-beh, quindi non hai incontrato nessuno?- le domandò nuovamente -personalmente continuò a credere il contrario!- ridacchiò.
-uff, e va bene... non l'avrò mai vinta con te!- si arrese -in effetti sì, ho incontrato un ragazzo stamattina alla caffetteria italiana...- confessò, arrossendo di nuovo.
-vedi? Lo sapevo!- gridò compiaciuta -non mi sbaglio mai!-
-adesso non montarti la testa!- la riprese_fintamente_offesa.
-quindi, che tipo è?- continuò.
-mh... direi che è un tipo particolare...- rispose vaga.
-è carino?-
-è un bel ragazzo! Inoltre, è diverso da quelli che ho avuto. So che lo conosco solo da un giorno nemmeno, ma ha qualcosa che mi porta_in un certo modo_a fidarmi di lui e a desiderare di conoscerlo meglio...- spiegò assorta -...è gentile e anche un po' imbranato, il suo sorriso è davvero rassicurante e sincero...-
Si bloccò impacciata, era partita a parlare di lui senza tregua e non se n'era nemmeno accorta. Che figura.
-sei cotta di lui, lo sai?- sorrise divertita Ino.
-sì, forse sì...- non le piaceva parlare di lei e delle sue relazioni, ma Ino era l'unica con cui riusciva a confidarsi senza riflettere e le raccontava tutto, sebbene la sua amica ogni volta doveva insistere parecchio per farla parlare; però, alla fine, l'aveva sempre vinta.
-perfetto! Allora, a maggior ragione, stasera devi essere bellissima se lo incontriamo...-
-perché parli al plurale?- alzò un sopracciglio.
-ovvio. Te l'ho detto prima, sono curiosa di conoscerlo e vederlo...-
Sakura alzò gli occhi al cielo.
-non c'è speranza, vero?-
-no. D'altra parte sono la tua migliore amica, giusto? Non vuoi un mio parere su di lui?-
-no, sinceramente non ambisco a questo!- ribatté Sakura, facendole una simpatica linguaccia.
Risero insieme e comprarono il completo che Ino le aveva consigliato.


                                                                                                    *******************

Karin era andata a prendersi una coca cola al bar della piscina al primo ponte: avrebbe voluto fare un tuffo in acqua per il caldo che soffriva, ma doveva chiamare Orochimaru per raccontargli gli avvenimenti del primo giorno riguardo al suo cliente.
Così diede l'ultimo sorso alla lattina di coca cola e compose il numero del suo capo.
-Ciao cara!- rispose immediatamente, dall'altra parte della cornetta, la solita voce melliflua di Orochimaru -attendevo la tua prima telefonata da un po'. Allora, novità?-
Karin si guardò intorno, in modo da controllare che non ci fosse nessuno di guardingo che ascoltasse la sua telefonata, e cercò di dosare la voce in maniera da regolarla e non farsi sentire da orecchie “indiscrete”:
-non molte, in realtà.- rivelò -ma ho già avvistato il Sig.Onoki. La cosa sospetta è che non è da solo, ma sembrava in compagnia di altri tre individui! Il mio primo pensiero è stato che potevano essere dei suoi dipendenti, anche se ancora non so bene cosa ci facciano qui con lui...- iniziò a raccontare -fatto sta che, tra loro, ci può essere il possibile indiziato che sta pianificando di farlo fuori. Inoltre, ho la vaga sensazione che non siano i soli che lo conoscono su questa nave!- seguì -un'altra cosa che inizio a dubitare sia solo una coincidenza, è che ho scoperto che sulla stessa crociera si trovano anche dei dipendenti dall'azienda di moda “Konohara”.
Non so quanto questo indizio possa essere utile, ma da quello che ho capito l'azienda “Konohara” è sulla nave per affari di lavoro.
Non trova che sia strano che ambedue i direttori dell'azienda si trovino sulla stessa Crociera?-
-molto strano sì. Continua pure con la tua analisi...- la invitò scaltro.
-In più, oggi a pranzo ho incontrato un “tizio” che non mi convince affatto, anche se adesso è solo una sensazione, studiava intensamente Sig.Onoki con gli occhi: ovviamente lo faceva con descrizione, però sono riuscita a notarlo lo stesso...-
-sai come si chiama?- le domandò.
-sì. A quanto pare è un amico d'infanzia di mio cugino Naruto, ma non si vedevano da anni. Comunque, il suo nome è “Sasuke Uchiha”...-
-mh... il suo cognome l'ho già sentito! Vedrò di fare delle possibili ricerche su di lui e poi ti farò sapere; in ogni caso, spero tu sappia che dovrai sfruttare tuo cugino per indagare su questo "tizio", vero?- il tono era insinuante e spaventoso. Karin, per un attimo, rabbrividì.
Comunque, lo sapeva che doveva sfruttare suo cugino, non c'era bisogno che il suo capo glielo ricordasse in quel modo così maligno.
-certo, Orochimaru-sama, lo so... altrimenti sarebbe stato inutile portarlo con me!- rispose.
-brava, cara...- sussurrò -allora ti...-
Karin non udì subito cosa Orochimaru stava per dire perché i suoi occhi avevano appena catturato Sasuke Uchiha sopra al trampolino della piscina, in costume da bagno, e il suo petto immacolato e formato da dei bellissimi addominali era in bella mostra, i suoi ciuffi lisci color inchiostro gocciolavano leggermente e le iridi scure erano fiere e impenetrabili.
“quanto era sprecato!” pensò, sapendo che non poteva infilarsi in nessun tipo di rapporto con lui, perché doveva avvicinarlo solo per le sue indagini e perché era sospetto.
Non seppe quanto rimase a fissarlo, tornò alla realtà solo quando udì il sonoro suono del tuffo e il ragazzo sparì sotto l'acqua.
-Karin, ci sei?- le cascò miseramente il cellulare in terra, e sperò che la conversazione non si fosse chiusa a causa dello schianto, perché Orochimaru si sarebbe arrabbiato profondamente. Inoltre, chissà da quanto la stava chiamando.
Un po' timorosa, raccolse da terra il cellulare e rispose:
-pron-to..- balbettò -mi scusi, Orochimaru-sama, però mi era sfuggito di mano il telefono.- si inventò.
Possibile che doveva sempre trovare delle scuse quando parlava con lui?
Lui, fortunatamente, la ignorò. E ancora meglio... non era caduta la linea.
-stavo dicendo che ti saluto, perché sono curioso di scoprire qualcosa su questo Uchiha.-
Karin sospirò sollevata: meno male non si era accorto della sua distrazione.
“Accidenti a quel bell'imbusto!” imprecò dentro di sé, irritata.
-certo! Arrivederci, Orochimaru-sama...- lo salutò in maniera formale.
Fece a malapena in tempo a riattaccare quando:
-ah! Ma guarda un po', la cugina di quel “baka” Naruto. Che ci fai qui?-
Quella voce penetrante che aveva sentito poche ore fa per la prima volta, le creò una scossa elettrica lungo tutta la schiena, che poteva essere definita solo “emozione” e “forte attrazione”. Karin lo sapeva di essere attratta da lui, ma cercava di nasconderlo per impedire che compromettesse il suo lavoro.
Nel momento che si riprese, infilò di scatto il cellulare nella tasca dei jeans scuri che indossava: non voleva fargli capire che poco secondi prima stava parlando a telefono_anche se c'era la possibilità che l'avesse già notato, sveglio come sembrava_.

                                                                                                                **************

Pochi minuti prima...
Sasuke era appena uscito dalla piscina, dopo aver fatto un tuffo per una bella rinfrescata di cui sentiva il bisogno.
Poco prima di raggiungere il primo ponte e andare in piscina, aveva chiamato suo fratello Itachi per spiegargli le novità che c'erano state durante quella prima giornata e gli aveva anche detto dei sospetti che aveva sulla cugina di Naruto.
Poi, ad un tratto, uscito dall'acqua aveva avvistato la “rossa” davanti al bar della piscina che sembrava parlare tutta concitata a telefono: gli sarebbe interessato sentire la conversazione. E, involontariamente, non aveva mancato di analizzarla da capo a piedi.
Si era pentito di questo, però non era riuscito a farne a meno: il taglio particolare dei capelli le donava parecchio e le incorniciava il bel viso dai lineamenti aggressivi e provocanti. Gli occhi scarlatti sempre arguti e sensuali, costantemente attenti e determinati.
Il top bianco e aderente le fasciava precisamente il piccolo seno e il ventre piatto, con tanto di ombelico scoperto; i jeans attillati risaltavano le gambe belle tonificate e il fondoschiena della ragazza. Gli stivaletti alti poco più delle caviglie, scuri e con un leggero tacco, non facevano altro che spiccare ulteriormente la sua eccentrica figura e le belle proporzioni del suo fisico.
Nulla da dire... era una bella donna, e ovviamente a lui sarebbe davvero piaciuto portarsela a letto: odiava ammetterlo, ma era così. Era fastidiosamente attratto da lei.
Però, per le sue indagini, non poteva assolutamente farsi sopraffare dal desiderio che sentiva per lei.
Inoltre, doveva conoscere quella ragazza perché non lo convinceva, e, perciò, ancora meno poteva permettersi di guardarla come stava facendo in quel momento.
Comunque, decise di raggiungerla. Forse, se arrivava in tempo, riusciva a cogliere l'intensa conversazione che la ragazza sembrava avere.
Però, quando arrivò da lei, era troppo tardi e aveva già riattaccato.
-ah! Ma guarda un po', la cugina di quel “baka” di Naruto. Che ci fai qui?-
-niente che ti possa interessare, Uchiha.- rispose secca lei.
Sasuke la fulminò scocciato.
-ti consiglio di non prenderti tutta questa libertà nel rispondermi così a tono, Karin. D'altra parte, non ci conosciamo nemmeno e io gradisco il rispetto.- commentò gelido.
-questo è il modo in cui rispondo alle persone che non si fanno mai gli affari suoi.- replicò.
“Che tipa arrogante” pensò , quasi divertito, Sasuke.
Suigetsu aveva ragione, non era una ragazza facile da “domare”.
Gli scambi di battute con lei, in maniera quasi stupefacente, lo stavano facendo sfogare e anche un po' divertire.
Era proprio diversa dalle altre donne con cui era andato a letto: ogni ragazza le sarebbe saltata addosso nel giro di pochi secondi, riempiendolo dei soliti complimenti, moine e frasi languide e noiose, mentre lei sembrava odiarlo profondamente e tanto meno pareva interessata a lui in qualche modo.
Anzi.. Lo respingeva, gli rispondeva acidamente, e poi lo rifiutava di nuovo.
Era una lotta continua, e in qualche modo la trovava appagante.
-e tu? Che ci fai in piscina senza il tuo amico?- chiese poi, sorprendendolo.
-certo che ti contraddici da sola: non vuoi che le persone invadano i tuoi spazi privati, e poi fai di conseguenza con gli altri. Non ti pare un po' ridicolo?- la provocò ghignando.
Karin incrociò le braccia offesa.
-ho fatto come hai fatto tu. Ti ho solo ripagato alla stessa maniera!- sbottò seccata.
-anche con il tuo ragazzo ti comporti così?-
Di solito non era tipo da fare domande così private (anche perché non gli interessava), ma era l'unico modo per arrivare a sapere chi fosse la persona con cui parlava a telefono ed era obbligato a saperlo per scoprire qualcosa in più su di lei.
-cosa ti fa credere che abbia il ragazzo?-
-prima parlavi al cellulare.-
La vide arrossire leggermente, poi si ricompose subito ostentando un'espressione dura.
-non parlavo con il mio ragazzo. Non ce l'ho e non mi interessa averlo.- asserì -Ti basta sapere questo?- domandò, poi, piatta.
Sasuke si stupì della risposta che gli dette: qualsiasi ragazza avrebbe desiderato avere un ragazzo, perché lei no?
Comunque, decise di non insistere con le domande.
-mi basta. Mi sono stancato di parlare con te.- affermò, forse poco convinto ma sperò che lei non si fosse resa conto di quella punta di incertezza -ci vediamo.-
Detto questo, si allontanò lasciandola a bocca aperta davanti al bar.
Tutto sommato era soddisfatto, ma avrebbe continuato ad indagare su di lei.
Tuttavia, non poteva negare di sentirsi attratto da lei; e forse, da una parte, più distanti stavano meglio era.
Avrebbe cercato di mantenere un certo distacco nei confronti di Karin, indipendentemente dal suo lavoro o meno.


                                                                                                   *****************

Finalmente era arrivata l'ora di cena e Naruto si sentiva emozionato: stava sperando ardentemente di incontrare Sakura visto che si immaginava che la sera a cena, al ristorante internazionale, ci sarebbe stato sicuramente più gente.
Sentì Karin rientrare rabbiosa nella loro camera:
-lo odio quel bastardo!- gridò furiosa.
Naruto scosse la testa confuso.
-di chi stai parlando, cugina?- chiese interrogativo.
-ma di Sasuke Uchiha, ovviamente!- ripeté, come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-Sasuke? Cosa c'entra lui?-
Naruto era ancora più confuso.
-mi ha trattata come una stupida! Non sa neanche chi sono!- si sfogò -e poi... manca poco non scopre che parlavo al cellulare con il mio capo! Ma io lo faccio a fettine quello!-
-adesso calmati...- intervenne Naruto, aggrottando la fronte.
-no che non mi calmo! I tipi come lui mi fanno solo imbestialire!- esclamò furiosa -mi spieghi come diavolo fai a considerarlo un amico?-
-dovresti proprio conoscerlo meglio. Ti assicuro che non è così male...- tentò nuovamente.
Karin lo incenerì con lo sguardo e Naruto rabbrividì.
-e quello che mi fa ancora più rabbia è che è bello come il sole! Con un carattere simile è sprecato! Assolutamente sprecato!-
Niente da fare, sua cugina non si rilassava. Quando partiva, partiva. Non la fermava più nessuno.
-dove l'hai incontrato?- domandò, nel momento che Karin faceva una pausa dalla sua esplosione emotiva.
-Al primo ponte. In piscina.- affermò.
-avete parlato?-
-ma quale parlato! Quello mi ha solo irritato! E si è impicciato troppo degli affari miei!-
-capisco. Mi dispiace, ma lui è così! Non sa molto bene come rapportarsi con gli altri. Fin da piccolo è sempre stato così!- raccontò.
-smettila di difenderlo, stupido!- borbottò acida.
-Va bene. Senti, Karin... andiamo a mangiare? Sto morendo di fame!- gli brontolò anche lo stomaco.
La ragazza gli lanciò una vaga occhiata.
-vacci da solo. Ti raggiungo fra un po'! Devo cambiarmi...- rispose frettolosa.
Naruto sbuffò arreso.
-d'accordo, come preferisci. Ti aspetto in sala, allora!- le fece un occhiolino e uscì.
Karin non rispose, annuì e basta.


Arrivato al ponte tredici, entrò nella bellissima sala che lo aveva ospitato anche a pranzo e si guardò intorno alla ricerca, soprattutto, di una chioma di capelli color ciliegio in fiore. Era gremita di gente, molto più del pranzo_come aveva immaginato_.
Per ora non c'era traccia di Sakura, ma era presto e magari sarebbe arrivata a momenti.
Andò alla ricerca di un tavolo per due, vuoto, trovandolo a fortuna.
Poco distante da lui, adocchiò Sasuke e il suo amico Suigetsu e tutto sorridente si avvicinò a loro lasciando il suo bracciale di cuoio a tenere il posto al tavolo che aveva trovato.
-ciao ragazzi!- salutò allegro.
-ciao, baka.-
Suigetsu sogghignò:
-tua cugina non c'è?- chiese.
-arriverà tra poco. Aveva bisogno di cambiarsi!- sorrise.
-Sasuke... ho sentito che tu e mia cugina vi siete incontrati oggi pomeriggio! È stato un incontro un po' esplosivo, vero?- ridacchiò divertito.
Sasuke gli lanciò un'occhiataccia.
-davvero vi siete incontrati, Sasuke? Non lo sapevo!- intervenne Suigetsu, con forse una leggera punta di gelosia.
-ci siamo incontrati per caso. Quella donna è intrattabile! Non la sopporto!-
Nessuno sapeva che stava mentendo.
Naruto scoppiò a ridere.
-mia cugina è indomabile, lo so! Nemmeno io riesco a controllarla quando parte!- concordò -ma vi assicuro che è una bravissima ragazza! Semplicemente fa fatica a dare confidenza agli altri, e si nasconde dietro una maschera per paura di essere giudicata...-
A Naruto sembrò che queste parole colpissero il suo amico Sasuke.
Non era strano, anche Sasuke era esattamente così. Forse era proprio per questi motivi che i due avevano finito per scontrarsi.
Però era sicuro che c'era la speranza che i due, conoscendosi meglio, finissero per andare almeno d'accordo.
“O magari addirittura qualcosa di più”, ma questo era più un suo desiderio che derivava dallo sperare che ambedue trovassero la felicità in qualche modo.
I suoi pensieri furono interrotti dalla visuale paradisiaca che gli si presentò davanti: Sakura.
La ragazza che aveva conosciuto quella mattina era in compagnia di altri tre ragazzi al suo fianco: una ragazza molto bella e dai colori chiari.
Un ragazzo all'apparenza un po' annoiato, capelli castano molto scuro legati in una coda alta e gli occhi del medesimo colore. L'ultimo, accanto a lui, invece sembrava molto più energico: aveva un taglio di capelli corto e a forma di pentola, parecchio neri, due occhi grandi e a palla. Un sorriso spensierato gli cerchiava le labbra.
Tornò su Sakura. Era bellissima come se la ricordava quella mattina: aveva le ciocche rosate legate in una crocchia alta e rifinita con delle forcine; qualche ciuffo ricadeva ai lati delle orecchie, sciolto.
I capelli legati gli scoprivano il volto grazioso e anche la fronte chiara e spaziosa; le iridi smeraldine, decorate con un lieve maschera che le allungava le ciglia e un filo di matita, risplendevano di luce intensa e sembravano sorprese dalla maestosità del ristorante.
Si guardava intorno con un espressione emozionata e un sorriso incantevole, che spiccava per il leggero lucidalabbra rosato che imperniava le sue labbra fini e tanto invitanti.
Il completo che indossava, le risaltava discretamente le forme e bei lineamenti: la maglietta di quel giallo acceso, aderente e scollata, ornata da un delicato pizzo permetteva di intravedere la sua pelle candida; la minigonna nera, semplice, le scopriva le gambe ben formate e le ballerine scure con un piccolo fiocco calzavano pienamente i suoi piedi minuti. Era una chicca, e lui non riusciva a smettere di osservarla.
La seguì con lo sguardo vedendola raggiungere un tavolo da molti posti, probabilmente prenotato, perché aveva un cartellino con il numero sopra.
-hai finito di guardare quella bella ragazza?- lo riprese Suigetsu, ghignando.
Naruto si mise una mano dietro la nuca, imbarazzato, e ridacchiò.
-la sto fissando troppo, vero?- chiese impacciato.
-comunque, se ti interessa, anche lei si sta guardando in giro! Forse cerca te?- disse a battuta, l'altro.
Sasuke rimase in silenzio.
-idiota. Invece di stare qui, perché non cerchi di farti notare da lei?- stranamente si intromise, poco dopo.
Perfino Suigetsu si stupì dell'intervento di Sasuke.
-eh, eh... hai ragione Sasuke!- esclamò -adesso vado a salutarla...- decise determinato.
Ma prima che potesse farlo, ecco che anche la ragazza lo notò incontrando il suo sguardo.
Con un cenno della mano, lo salutò, facendogli un sorriso che lo sciolse.
-ehi! Ma quindi la conosci già?- chiese meravigliato, Suigetsu.
-già. Ci siamo conosciuti questa mattina!-
In seguito, la raggiunse.
-ciao Sakura-chan!- la salutò, leggermente impacciato, rendendosi conto troppo tardi della confidenza che le stava dando.
Infatti lei, lievemente contrariata, disse:
-ancora con questa confidenza, Sig.Baka?-
-scusami! Non lo faccio apposta! È che non ci penso proprio!- si difese imbronciato.
Sakura lo guardò dolcemente. Naruto si stupì di quell'espressione e arrossì un pochino.
-comunque, questi sono i soldi della lavanderia...- rovistò nelle sue tasche e tirò fuori delle banconote.
Lei lo bloccò:
-non mi interessano i soldi, davvero! È stato solo un'incidente...-
-ma...- cercò di protestare lui.
Sakura lo fermò di nuovo:
-troverai il modo di ripagarmi presto. Magari in modo diverso.- sorrise inizialmente ma dopo, resasi conto di quello che aveva detto e che poteva essere facilmente fraintendibile, arrossì furiosamente.
Naruto si fece confuso. Cosa intendeva?
-no cioè... intendo, visto che siamo sulla stessa crociera, troveremo altre occasioni!- cercò di correre ai ripari.
-adesso ho capito cosa intendi! Comunque, volentieri!- sorrise radioso e lei avvertì il suo cuore battere imperterrito.
Furono interrotti da Ino che si unì alla conversazione:
-piacere! Ino Yamanaka! Sono la migliore amica di Sakura!- le passò la mano allegra.
Sakura alzò gli occhi al cielo: c'era d'aspettarselo da Ino.
-ah! Piacere!- la strinse, Naruto -Naruto Uzumaki...-
Ino sorrise.
-questi invece sono Rock Lee...- indicò il ragazzo dai capelli a forma di pentola -...e Shikamaru Nara, mio marito!-
Naruto salutò cortesemente tutti e due; il primo, in modo molto amichevole, si presentò.
L'altro invece, decisamente più scocciato, gli passò la mano -piacere!- disse solo.
Avrebbe preferito continuare a fare due chiacchiere da solo con Sakura, ma alla fine anche parlare con i nuovi ragazzi conosciuti era stato divertente.
Con Sakura, come lei aveva detto, avrebbe avuto sicuramente altre occasioni più intime per farlo. 25 giorni erano tanti. Si sentiva felice.


                                                                                                        *****************

Karin era riuscita a vestirsi e, dopo essersi data una calmata, aveva raggiunto il ristorante internazionale.
Aveva indossato_considerata l'elegante cena che l'aspettava_ un abito lungo fino alle caviglie di un blu cobalto, in tinta unita, e un paio di décolleté neri.
Si era data una veloce sciacquata ai capelli e gli aveva lasciati ricadere dolcemente lungo la schiena.
Aveva indossato nuovamente le lenti a contatto risaltando gli occhi con mascara, un tocco di matita leggero, e un rossetto rosso acceso che riprendeva i colori delle sue iridi e delle sue ciocche. Si era guardata allo specchio soddisfatta e poi si era diretta al ponte tredici.
Arrivata lì, constatò con piacere che l'abbigliamento che aveva scelto era stato abbastanza adatto.
Entrò girandosi subito intorno: vide Naruto in piedi a chiacchierare con la ragazza_ Ino Yamanaka_che aveva conosciuto quella mattina al centro benessere.
Notò Sasuke e Suigetsu che decise_prontamente_di ignorare, perché il primo l'aveva fatta decisamente infuriare solo poche ore fa, anche se fu inevitabile un'occhiata che si scambiarono. A suo parere, fu un'occhiata molto intensa e questo non le piacque, perché era consapevole di star lentamente cadendo ai suoi piedi ed era l'ultima cosa che voleva in quel momento.
In seguito avvistò il suo cliente, Deidara Onoki, sempre con un sorriso sadico, seduto a capo tavola di una lunga tavolata e con attorno_come aveva supposto_diversi altri “amichetti”. Accanto a lui si trovava il “tizio” dai colori rossi che lo seguiva dappertutto; poco più là la coppia di innamorati che aveva notato a pranzo.
A seguire, poi, c'erano un altro uomo con i capelli lisci e bordò_molti simili ai suoi_vicino alla bella donna dai capelli blu profondo, e sembravano molto in confidenza vista l'accesa conversazione che stavano intrattenendo.
Poco più in là, un'altra ragazza sconosciuta: aveva delle ciocche color castagna, il taglio era a caschetto liscio, perfettamente allineato con le spalle fini e due occhi color cioccolato.
Fisico snello e abbastanza proporzionato. Doveva essere molto giovane, oltre che carina.
Accanto a questa ragazza, si trovava un altro tipo strano: avrà avuto più di cinquant'anni, più o meno, il viso allungato e affilato; dei denti che a Karin ricordavano quelli di uno squalo assatanato e affamato. Era molto inquietante, in effetti. Stava molto sulle sue e pareva considerare gli altri colleghi assolutamente irrilevanti e invisibili.
Adesso Karin aveva un quadro abbastanza chiaro della compagnia del Sig.Onoki: quelli facevano sicuramente tutti parte dell'azienda di moda “Akatsuki” e non erano lì in vacanza, ma probabilmente per affari di lavoro che doveva ancora scoprire.
Arrivò a questa conclusione, perché le sembrava troppo strano che quelli fossero tutti amici di Deidara Onoki; a parte alcuni, tutti avevano un atteggiamento di distacco nei confronti dell'altro. E parevano tutta gente distinta e potente; questo perché facevano parte dell'azienda “Akatsuki”, probabilmente tra i pezzi più grossi della società.
Dopo aver osservato, decise di avvicinarsi a Naruto.
-ehi Karin!- la salutò lui, sorridendo.
-ciao...-
-ti sei ripresa un po'?- chiese.
-no! Mi fa ancora incazzare guardarlo!- replicò.
-Karin! Che bello rivederti! Anche tu conosci Naruto?- si unì Ino, seguita da una ragazza dai capelli di un vivace rosa.
-ciao Ino...- fece un flebile sorriso.
-conosci Ino?- chiese la ragazza a fianco alla Yamanaka.
-sì, ci siamo incontrate al centro benessere stamattina!- raccontò sorridendo l'altra -questa è la mia migliore amica, Sakura Haruno...- gliela presentò.
-piacere, Karin...- le passò la mano. La ragazza gliela strinse in modo amichevole.
-lei è mia cugina Karin!- confessò Naruto.
-ah! È vero!- realizzò Ino -me l'avevi detto che eri in vacanza con tuo cugino...- ricordò.
-come mai le conosci, Naruto?- domandò Karin.
Lui arrossì imbarazzato.
-beh, stamattina ho incontrato Sakura-chan nella caffetteria italiana che si trova al quinto ponte...-
Era inutile, non riusciva a non darle confidenza con i nomi.
Karin lo scrutò interrogativa. Naruto non le aveva detto nulla.
Per caso si era preso una cotta per l'amica di Ino?
Al rientro in camera le avrebbe chiesto di approfondire l'argomento.
Comunque, Sakura sembrava carina. Di certo era una bella ragazza, almeno apparentemente.
Forse Naruto questa volta aveva scelto bene; tutte quelle che aveva avuto non l'avevano mai convinta completamente.
Poi Ino le presentò anche Shikamaru e Rock Lee. Salutò stancamente pure loro.
-ehi Sakura! Guarda!- esclamò Ino improvvisamente -è arrivato il tuo paziente!-
Sakura aguzzò gli occhi verso un affascinante uomo dai capelli argentei, e due occhi molto belli e attrattivi.
A colpo d'occhio doveva avere più o meno cinquant'anni, ma li portava decisamente bene.
Un fisico tonico e con dei bei pettorali, un atteggiamento virile ed enigmatico.
-chi è?- la domanda le uscì spontanea e sapeva che sarebbe servita per le sue indagini.
-Kakashi Hatake. E' il capo di mio marito, il direttore dell'azienda “Konohara”. Inoltre, è il paziente privato di Sakura: lei fa il medico!- spiegò semplicemente.
Ino era veramente ricca di informazioni, e parlava tranquillamente di tutto.
“Conoscerla è stato davvero conveniente” pensò ghignando Karin.
Inoltre, era una ragazza molto simpatica e piacevole.
L'uomo, con dietro altre due persone, arrivò al tavolo di Sakura e Ino.
-Ino!- la riprese Shikamaru, in tono perentorio -venite a tavola, siamo al completo...-
Erano al completo? Questo voleva dire che le altre due persone dietro al dirigente dell'azienda “Konohara” facevano anch'esse parte della stessa azienda?
Sakura e Ino si sedettero al tavolo, il Sig.Hatake lanciò un'occhiata divertita a lei e Naruto, che la lasciò perplessa, e in seguito si sedette insieme agli altri due al tavolo.
-adiamo, cugina...- sussurrò Naruto -adesso siamo di troppo qui!-
Anche loro si misero a sedere attorno al tavolo da due tenuto da Naruto, fortunatamente molto vicino sia a quello del Sig.Onoki e quindi all'azienda “Akatsuki” che a quello dell'azienda “Konohara”. Le due tavolate si trovavano sulla stessa fila, stranamente una accanto all'altra.
Posizione decisamente perfetta: a volte Naruto ne faceva_inconsciamente_di cose giuste.


                                                                                                  *****************


Anche Sasuke aveva osservato da lontano tutto il gruppo dell'azienda “Akatsuki”, anche se ogni tanto il suo sguardo vagava verso Karin: impeccabile nel suo vestito in lungo, di quel cobalto profondo, che ondeggiava ad ogni suo movimento. Lo stava distraendo e questo non andava bene. Doveva riprendersi.
Comunque, aveva realizzato che Deidara Onoki non era lì per trascorrere una vacanza; molto probabilmente si trovava sulla “Celebrity Eclipse” per affari di lavoro che per ora restavano un mistero. Dunque, aveva sicuramente in mente qualcosa che doveva scoprire.
-Sasuke... hai visto chi è entrato in sala da poco?- domandò Suigetsu.
-no, ero impegnato ad osservare il Sig.Onoki e i suoi “tirapiedi”.- rispose irritato per essere stato interrotto all'improvviso.
-Kakashi Hatake, il presidente dell'azienda di moda “Konohara”. Anche lui, come il Sig.Onoki, si trova su tutti i giornali di moda! Per questo l'ho riconosciuto subito.-
Dopo questa rivelazione interessante, Sasuke seguì gli occhi di Suigetsu per vedere se l'aveva riconosciuto davvero. Ed in effetti, al tavolo dove prima Karin e Naruto stavano parlando, si era appena seduto il direttore dell'azienda “Konohara”: anche lui l'aveva inquadrato immediatamente, dato che saltava all'occhio e l'aveva visto su praticamente tutti i giornali di moda che aveva letto nella sua vita.
Che ci faceva il direttore dell'azienda “Konohara” sulla stessa crociera del Sig.Onoki?
Per di più con tutto_probabilmente, vista la lunga tavolata_il gruppo dei pezzi più importanti della società. Questa non poteva essere solo una banale coincidenza.
Questa volta Suigetsu era stato veramente utile, a volte i suoi occhi analizzatori e sempre a “caccia” di donne potevano risultare remunerativi per le indagini, e per alcuni dettagli che gli erano sfuggiti_pochi_.
Sicuramente avrebbe continuato su questa strada, a cercare di capire come le due aziende potessero essere_suppositivamente_ collegate in qualche assurdo modo.
Nel frattempo, tra i pensieri, aveva adocchiato due figure interessanti ai lati del Sig.Hatake. Da un parte c'era un uomo di più o meno la stessa età di Kakashi Hatake e assomigliava parecchio al ragazzo che Karin e Naruto avevano appena conosciuto: capelli color inchiostro, a forma di pentola, e due larghi occhi a palla.
Era piuttosto alto e ben messo a fisico, nonostante l'età: si vedeva che si manteneva in forma.
Sasuke suppose che fosse il padre del ragazzo che i due Uzumaki avevano conosciuto, data l'inconfondibile somiglianza tra i due.
L'altro, invece, sembrava un tipo molto silenzioso e pacato, serio e composto: aveva lunghi capelli castano scuro, lisci, legati a fine chioma, e due occhi perlacei molto particolari e impassibili. Era dotato di un bel fisico. Stava molto sulle sue, parlava poco con il resto della compagnia e pareva annoiato.
Bene. Ora aveva una panoramica abbastanza chiara della situazione e delle persone che potevano essere coinvolte nel piano di assassinio di Deidara Onoki.
Fortunatamente, il tavolo di ambedue le aziende non era molto lontano da quello suo e di Suigetsu; se ascoltava bene, poteva udire anche qualche conversazione.
Ad un tratto, un'occhiata di stoica intesa tra Deidara Onoki e Kakashi Hatake, attirò la sua attenzione e lo fece sussultare: ora era “quasi” certo, le due aziende erano in qualche modo collegate.
"Che serata fruttuosa" pensò con un sorriso compiaciuto. E non era ancora finita lì.




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Terminato il nuovo capitolo! fatemi sapere cosa ne pensate! ;D
Come avrete visto, dopo averlo letto tutto, ho presentato e descritto tutti i personaggi interessati e dal prox cap entrerò nel vivo della storia!^^
Mi scuso se sono ancora al primo giorno di Crociera, ma avevo bisogno di presentare tutti! ç___ç Inoltre, non è ancora finita la giornata, come anche Sasuke ha precisato a fine capitolo! xD
Ringrazio ancora tantissimo chi mi segue e mi recensisce! spero non deludervi in seguito!^^
Alla prossima!! *-*


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Capitolo 4
*** Occhi da gatta ***


Ciao a tutti!! *-* sì, lo so che ho postato l'ultimo capitolo solo cinque giorni fa, ma ho deciso di postarne un altro subito perché poi, come ho già detto, non avrò molto tempo nel mese di Marzo: devo ricominciare a studiare... ç_______ç ringrazio Auron, Sayumi_chan, LillixSana e Kushina Namikaze per le recensioni! e ringrazio anche chi mi ha aggiunto alle seguite e preferite, e chi mi legge!^^
Come avevo detto, in questo capitolo si entra nel vivo della storia, anche se ancora non completamente! xD spero vi piaccia!^^ fatemi sapere cosa ne pensate! :)




Occhi da gatta


Karin aveva notato l'occhiata che Deidara e Kakashi si erano scambiati e aveva appurato che le due aziende potevano essere collegate. Ora restava da scoprire in che modo.
Era arrivata quasi a fine pasto quando avvertì una conversazione tra Deidara e il “rosso” che lo seguiva dappertutto:
-ehi Sasori!- lo chiamò con un ghigno sadico -come ce la vedi una partita a Poker, dopo cena, al casinò “Royal”?- propose -ho proprio voglia di scommettere tutto me stesso stasera!- esclamò eccitato.
-credo sia una buona idea. Chi altri si unisce a noi?- domandò.
-io mi unisco volentieri...- si aggiunse l'uomo con i “denti di squalo”.
-Kisame! Ottima scelta! Vedrai come ci divertiremo!- esultò con un flebile sorriso, il Sig.Onoki.
E quindi stasera il Sig.Onoki giocherà a Poker?
Pensò riflettendo attentamente, Karin.
-cugino!- gridò.
Naruto sussultò.
-hai avuto un'illuminazione per caso?- chiese scherzoso.
-più o meno.- affermò decisa -stasera giocherò a Poker e tu verrai con me!-
-eh..?- sussurrò impaurito -stai scherzando spero! Io non so neanche giocare!-
-ti spiego le regole.- disse risoluta.
-no, ti prego... per stasera lasciami libero! In fondo, anche se ti aiuto con la copertura, la mia è anche una vacanza...- si imbronciò, lamentandosi.
Karin sbuffò stancamente.
-e va bene, per stasera sei libero! Alla fine, il posto che involontariamente hai scelto, era perfetto. Eravamo molto vicini al mio cliente e grazie a questo ho sentito quali sarebbero stati i suoi programmi per stasera...-
-davvero??- fece emozionato. Gli brillavano gli occhi per la felicità.
-certo! Ma smettila di fare facce strane, sennò ritiro tutto quello che ho detto.- lo riprese.
Naruto alzò il pollice divertito.
-agli ordini!- ridacchiò.


                                                                                               **************

-Suigetsu...- iniziò Sasuke -tu fai quello che ti pare, ma stasera io vado a giocare a Poker.-
-cosa?!- esclamò sorpreso l'altro -ma sei diventato un giocatore d'azzardo per caso?-
-No. Semplicemente il mio cliente sembra diretto lì; e, più mi avvicino alla sua compagnia, più riesco a scoprire chi c'è dietro al piano del suo assassinio.- spiegò serio.
-capito... quindi, stasera sono libero di fare ciò che voglio?-
-puoi fare tutto quello che ti pare, tranne che portarti le tue “oche” da una notte e via nella nostra cabina, altrimenti finisce male. Inoltre, ti proibisco di intralciare le mie indagini facendo qualche assurda cavolata.- rispose minaccioso.
Suigetsu rabbrividì leggermente.
-ma almeno nella camera delle mie “oche” ci posso andare?- chiese sogghignando.
Sasuke lo fulminò.
-Sì. Ma non nella nostra! Sono stato chiaro?-
-va bene. Che palle in vacanza con te, però...- borbottò annoiato.


                                                                                                         *************

Karin notò il suo cliente alzarsi, seguito dal resto della banda.
Vide la coppia di innamorati, l'altro uomo dai colori simili ai suoi e la ragazza giovane e dalle sfumature castane prendere strade diverse all'uscita del ristorante internazionale.
Seguì, invece, con lo sguardo il “tizio” che aveva scoperto chiamarsi Sasori, l'altro chiamato Kisame, e Deidara Onoki dirigersi al quindicesimo ponte per fare la “famosa” partita a Poker. Ora avrebbe aspettato un'altra oretta per non destare sospetti e dopo gli avrebbe raggiunti al casinò “Royal”.
Senza volere, i suoi occhi vagarono al tavolo di Sasuke Uchiha e ci fu l'ennesimo incontro di sguardi tra loro, che le creò la solita scossa d'emozione.
La loro occhiata fu interrotta da Ino che aveva raggiunto il loro tavolo assieme a Sakura:
-ehi ragazzi!- li salutò con la solita vivace allegria -che ne dite di andarci a prendere qualcosa di fresco da bere al Piano Bar al quindicesimo ponte, tra poco?- li invitò.
-io passo, grazie.- rispose Karin -Naruto... se vuoi andare, sei libero di farlo!-
-eddai Karin! Una bevuta e poi a letto!- insisté Ino.
-non ne ho voglia.- affermò seccata dalla sua insistenza.
Naruto cercò di rimediare.
-dovete scusarla, ma non si sente troppo bene! Forse ha mangiato troppo! Vero Karin?-
-esatto.- rispose piatta.
-comunque, se la prossima volta ti fa piacere sei sempre la benvenuta!- sorrise gentilmente Sakura.
Karin annuì.
-certo. Lo terrò di conto...-
-ehm... tu vieni con noi Naruto?- domandò un po' impacciata, poi, a suo cugino.
-non so... sarò un po' “beato tra le donne”?- commentò, grattandosi la nuca imbarazzato.
-no, assolutamente!- esclamò pronta Ino -viene anche Shika!-
-tuo marito?- chiese per conferma.
-Sì. Vedrai! Se lo conosci meglio, ti troverai subito bene...- continuò spigliata.
-ok, allora vengo!- approvò sorridendo.
Le sue iride azzurre incontrarono quelle smeraldine di Sakura e gli sorrise, lei arrossì candidamente -bene...- disse solo, ricambiando il sorriso.
-ehm, però, Sakura-chan...- cominciò -te lo offro io il cocktail! Così inizio a renderti i soldi della camicetta...- concluse un po' impacciato.
-no, ma te l'ho già detto, non c'è bisogno...- tentò.
-no, insisto!- ripeté deciso.
-ok... come vuole, Sig.Baka!- accettò divertita.
-allora, cugina... io vado!-
-certo. Ci vediamo più tardi!- poi guardò Sakura e Ino -magari la prossima volta.-
Non sapeva bene cosa dire, perché non era proprio abituata a persone così affabili e affettuose, nonostante inizialmente fosse stata acida con loro.
Ma sia Sakura che Ino non ci avevano fatto molto caso, anzi... erano state comunque molte carine e gentili con lei. Erano veramente delle brave ragazze.
Vide Naruto fargli un cenno con la mano prima di uscire dalla sala con Sakura, Ino e il marito di quest'ultima, dall'aria un po' strascicata e tediata.
Poco dopo, anche il resto dei dipendenti dell'azienda “Konohara” si alzò da tavola e ognuno prese la sua strada. In sala erano rimasti veramente in pochi.
Si era accorta che anche l'Uchiha e Suigetsu erano rimasti a sedere, ma poi vide alzarsi anche loro.
Sasuke, prima di uscire, la scrutò attentamente e poi le fece un cenno con la mano che sapeva tanto di circostanza_infatti non lo ricambiò_.
Comunque, era arrivata l'ora di darsi una mossa anche per lei.


                                                                                                      *************

Sasuke aveva lasciato Suigetsu alla “caccia” delle donne e si era diretto al casinò “Royal” con decisione, seguendo di soppiatto il suo cliente.
Prima, però, era passato a cambiarsi nella sua cabina: sapeva che nei casinò si doveva andare vestiti particolarmente eleganti e così aveva optato per una camicia bianca fatta a misura per lui, sbottonata ai primi tre bottoncini, si era tirato su fino a metà braccio le maniche sganciate; aveva indossato un paio di Jeans scuri molto aderenti ma dal tessuto pregiato e poi aveva abbinato il tutto a dei mocassini lucidi e neri esageratamente costosi.
Quando arrivò nel salone del gioco d'azzardo, si guardò attorno: era diviso in due sale; vi erano molti tavoli per il Poker, altri per la Roulotte, altri giochi che conosceva solo di nome e diverse Slot Machine. Era molto pieno e la gente sembrava talmente concentrata nel gioco che quasi pareva non rendersi conto di dove si trovavano.
Aveva sempre ritenuto il casinò un posto malsano, popolato da poveri “disperati” che ormai non avevano più nulla da apprezzare nella vita se non scommettere continuamente e imprecare quando perdevano soldi, o perché avevano scommesso troppo oppure semplicemente per la loro mente bacata e totalmente vuota, fissata sul denaro e l'avidità, l'ingordigia e la ricchezza; ricchezza tra l'altro guadagnata e costruita solo su colpi di fortuna e non su gli sforzi impiegati per raggiungere determinati obiettivi.
Insomma, un mondo che a Sasuke Uchiha faceva ribrezzo.
Avvistò Deidara Onoki a sedere a un tavolo da Poker composto da sei giocatori_il numero massimo di giocatori che può partecipare_.
Come aveva sentito al lussuoso ristorante, attorno al tavolo ricoperto da un tessuto verde bottiglia, tipico dei casinò, vi erano Sasori_che lo seguiva sempre come un “cagnolino” fedele_, l'uomo dai “denti a squalo” che aveva scoperto chiamarsi Kisame, il Sig.Onoki ovviamente, e poi a completare i giocatori c'erano il direttore dell'azienda “Konohara”, Kakashi Hatake, e l'uomo che Sasuke aveva immaginato essere il padre del ragazzo che i due Uzumaki avevano conosciuto.
Suppose che gli altri due li avessero raggiunti più tardi, dato che erano usciti un po' dopo dal ristorante Internazionale. A completare il tavolo, un uomo sconosciuto.
Decise di presentarsi davanti a loro per chiedergli di unirsi al gioco al prossimo giro, tanto tutti i tavoli da gioco erano occupati, per cui non avrebbe destato sospetti se decideva di unirsi proprio a loro; in fondo non lo conoscevano e nemmeno il suo cliente sapeva chi era, per cui non avrebbe avuto problemi con la copertura.
-fra quanto finite la partita? Qualcuno si ritira? Vorrei unirmi al gioco...- si auto invitò freddamente.
Il gruppo di uomini, tutti sopra i quarant'anni, lo guardarono con “quasi” compassione e questo gli dette particolarmente fastidio, ma nascose l'irritazione sotto alla sue capacità di compostezza e calma.
-ragazzino!- il primo a parlare fu Kisame, che ghignò -vuoi davvero unirti a noi?-
-certo. È un problema?- continuò a mantenere la calma.
Altro ché, quel gruppetto era davvero “ghiotto” per le sue indagini.
-unisciti pure, ragazzo! Un po' di giovinezza in mezzo a questo branco di vecchi ci vuole!-
Era stato lo strambo uomo con i capelli a pentola a parlare e gli aveva anche sorriso con aria bonaria.
Era rimasto sorpreso che, in un gruppo composto da pezzi di grossi della società, ci fosse qualcuno che sapesse accoglierlo con gentilezza e un affettuoso sorriso.
-al prossimo giro, visto che per me sono abbastanza, mi ritiro e ti cedo il posto!- continuò lo stesso uomo.
-ma come, Gai, te ne vai di già?- domandò con falso dispiacere, Deidara Onoki.
-beh... mio figlio mi aspetta in camera tra un po', gli avevo promesso di vedere un film con lui...- rispose allegro.
Aveva indovinato, quell'uomo era veramente il padre del ragazzo che Naruto e Karin avevano conosciuto. Un altro punto a favore per le sue indagini.
-ma tuo figlio non ce l'ha gli amici?- chiese Kisame, ironico.
-su, su... adesso diamoci una calmata. Se Gai preferisce andare in camera da suo figlio, chi glielo impedisce? D'altra parte, il ragazzino qui davanti sembra molto deciso a giocare, il posto non rimarrà vuoto. E sono proprio curioso di vedere come se la cava...- intervenne il Sig.Hatake con un sorriso.
Sasuke accettò la sfida volentieri.
-allora aspetto che terminiate la partita.-
Detto questo, si allontanò in modo da non restare proprio lì davanti.
Dopo una buona mezzora, ecco che Gai si alzò dal tavolo:
-buona fortuna, ragazzo! Schiacciali tutti quei vecchi e raggiungi la vetta più alta!- lo incoraggiò lo strambo uomo.
Tutto sommato, sembrava una brava persona_anche se singolare_.
Comunque, Sasuke non gli rispose e si sedette a quel tavolo.
-bene, novellino. Visto che sei il più giovane, ti concediamo di fare la prima mossa.- lo invitò Kisame. Sasuke annuì.
Venne disposto nel “piatto” del denaro da parte di tutti i giocatori e il mazziere, ovvero Kisame, iniziò a distribuire le carte.
La prima mossa toccava a Sasuke, come era stato deciso, e dopo aver dato un'occhiata alle carte ricevute affermò:
-passo.- non aveva nessuna carta buona da poter “puntare” la partita.
-poca roba, eh?- commentò sarcastico, Sig.Onoki.
Sasuke lo ignorò tranquillamente.
Mentre la partita proseguiva, pur mantenendo l'attenzione sul gioco, iniziò ad osservare cauto tutti i giocatori, in modo da poter cogliere qualche dettaglio interessante tra loro.
Kakashi sembrava un tipo enigmatico ed era difficile capire cosa aveva in testa, e non si sentiva assolutamente di escluderlo dagli indiziati.
L'uomo sconosciuto, invece, pareva abbastanza insignificante e Sasuke aveva deciso fin dall'inizio che non poteva avere nulla a che fare con il gruppo.
Kisame era il principale sospettato; soprattutto perché, come il suo collega Deidara Onoki, aveva la cattiveria insita nel cuore.
Ma le persone intorno a Deidara erano tante, e per la maggior parte erano come lui, per cui poteva essere chiunque.
Sasori non era ancora riuscito ad inquadrarlo, specialmente perché sembrava così “devoto” al suo capo che risultava quasi surreale e assurdo.
Poteva essere benissimo tutta una recita per non destare sospetti.
Intanto che pensava e si guardava in giro, ecco che la notò: si stava avvicinando con la sua camminata sensuale al loro tavolo da Poker, la vide chinare lentamente la testa e posare i suoi occhi provocatrici e accattivanti sui suoi, scrutandolo con intensità, per poi indugiare su tutti i giocatori e chiedere:
-potrei unirvi a voi al prossimo giro?-
L'uomo sconosciuto, sulla quarantina, gli sorrise malizioso:
-ma certo, signorina, può prendere pure il mio posto. Questo è il mio ultimo giro!-
-la ringrazio molto!- rispose lei, con la sua calda voce.
Lui continuava a fissarla in modo insistente, ma lei non sembrava dare molto peso al suo sguardo: era rimasto colpito da quella ragazza fin dalla prima volta che l'aveva vista.
Era sfuggente e affascinante, in qualche modo misteriosa, e i suoi “occhi da gatta” lo avevano incatenato subito.
Comunque, lui aveva un caso da risolvere e non poteva farsi sollazzare da una donna che nemmeno conosceva e, quando tornò alla realtà, si chiese:
Cosa ci faceva lei nel casinò? e proprio al loro tavolo?
Un altro incontro di sguardi tra loro.
-mh... che bello avere una signorina così affascinante al nostro tavolo!- la stuzzicò Deidara Onoki -hai coraggio a unirti ad una partita a cui partecipano solo uomini...- proseguì.
Sasuke si accorse che questo commento irritò parecchio Karin, e per la prima volta la comprese, era un commento di cattivo gusto.
In ogni caso, la ragazza si destreggiò bene anche in questa impresa:
-tutt'altro... sono molto elettrizzata all'idea di partecipare a questa partita!- sorrise meccanicamente.
“Certo che quando parlava con lui non si tratteneva così tanto” pensò con stizza.
Tuttavia, il sorriso che riversò all'uomo era alquanto falso; però era stato mascherato bene.
-che caratterino!- esclamò Kisame -mi piaci, ragazzina!-
Karin sorrise compiaciuta.
-allora, aspetto che finiate questo giro...- concluse, guardando lo “sconosciuto” e ringraziandolo mentalmente di cederle il posto.
La partita era già quasi a fine, per cui la cugina di Naruto non dovette aspettare molto per entrare tra i giocatori e appena l'uomo se ne andò, lei prese subito il suo posto.
-perfetto! Ora che siamo di nuovo al completo, direi di iniziare la partita...- si aggiunse Kakashi, facendo un bel sorriso a Karin che lei ricambiò.
Ma a che gioco stava giocando quella ragazza?
Lei non era assolutamente così. Non sorrideva mai, non era così affabile come stava facendo credere ai giocatori, e soprattutto quelli erano sorrisi costruiti e falsi.
Possibile che solo lui se ne rendesse conto?
Era sempre più convinto che quella ragazza c'entrasse qualcosa con il caso che doveva risolvere, ma qualcosa gli diceva che lei non poteva essere colei/colui che stava pianificando di far fuori Deidara perché si metteva troppo in mostra; e una parte di sé, quella che si impuntava di cancellare e sotterrare, non voleva credere che fosse lei.
Chi era quella ragazza? Che voleva? Quali erano le sue intenzioni?
Tutte domande senza risposta.
Ci fu un altro incontro di sguardi tra loro, e nel frattempo il gioco era iniziato.

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-Poker.- dichiarò semplicemente, scoprendo le carte, con un sorriso vittorioso.
-ragazzina!- esclamò Deidara -è già la seconda volta che fai Poker!- ringhiò seccato.
-su, su, Deidara... non te la prendere!- lo tranquillizzò Kakashi, con un sorriso plasmato.
-questi due mocciosi, comunque, hanno una fortuna sfacciata!- si aggiunge Kisame -prima il ragazzo ha fatto “flush”*, e la signorina ha fatto due volte Poker!- si lamentò.
-comunque, tu Kakashi dovresti stare zitto che prima hai fatto “full”*!- intervenne Deidara, profondamente frustrato -e va bene! Adesso metto di più nel “piatto”!- continuò irritato. Karin si trovò a pensare che il suo cliente era veramente ossessionato dal denaro e dalla vittoria.
Stava perdendo miseramente, eppure continuava a puntare ancora di più sperando di vincere la somma puntata, mischiata a tutto il resto delle puntate.
Tuttavia, mentre stava giocando aveva osservato le persone intorno al Sig.Onoki, tutte più o meno avare quanto lui.
Il dirigente dell'aziende “Konohara”, però, si distingueva nettamente dai tre individui: quel sorriso di circostanza e quel falso atteggiamento amichevole nei confronti di Deidara erano abbastanza evidenti ai suoi occhi. Solo ai suoi occhi.
Questo perché l'uomo se la cavava egregiamente nel recitare la parte di un amicizia di convenienza, dettata dalle circostanze. Circostanze che a Karin non erano ancora chiare.
L'altro punto interrogativo, invece, continuava ad essere Sasuke Uchiha.
Cosa ci faceva a giocare a Poker con il suo cliente?
Certo... poteva essere stata anche solo una coincidenza, dato che gran parte dei tavoli erano occupati e alla fine poteva essere finito per caso a giocare a quel tavolo.
Ma ciò che le creava dubbi e domande, era il suo sguardo costantemente analitico, almeno quanto il suo, sui presenti.
Cosa aveva in mente? Perché era lì?
Ogni tanto, però, anche i loro occhi si incontravano e si specchiavano intensamente e inspiegabilmente. Pareva quasi che studiasse anche lei e questo le metteva i brividi.
Non riusciva bene a capire se quei brividi erano dovuti alla paura di essere scoperta, o se era il suo bellissimo sguardo penetrante a crearglieli. Forse entrambi.
I suoi occhi magnetici la confondevano fastidiosamente e non riusciva a fare il suo lavoro con la completa attenzione.
Quando l'aveva visto, prima di avvicinarsi al tavolo da Poker, le sarebbe volentieri saltata addosso ed era stata dura non farlo.
Era dannatamente affascinante: i capelli corvini e lisci, quegli occhi concentrati e decisi; la camicia bianca attillata e leggermente sbottonata, quei Jeans scuri e aderenti risaltavano magnificamente i suoi muscoli e il suo fisico. Era assolutamente irresistibile, quanto avrebbe voluto portarselo a letto.
Se proseguiva di questo avviso non si sarebbe più trattenuta; l'unica cosa che le impediva di fare mosse avventate, e di cui poi si sarebbe pentita, erano i sospetti che aveva su di lui. Non si fidava di quel ragazzo, e finché non avesse scoperto qualcosa in più sul suo conto non sarebbe riuscita a credergli.
Una parte di sé, nascosta, bloccata dal suo autocontrollo, sperava davvero che non fosse una cattiva persona.
Desiderava che non c'entrasse nulla con il caso e il suo cliente, perché quella parte respinta, rinchiusa, la sollecitava ad approfondire la conoscenza con quel ragazzo.
Era curiosa di conoscerlo meglio, e non solo perché era un principale sospettato.
E questo Karin continuava a negarlo con tutta se stessa, perché non poteva permetterselo.
Intanto, una nuova partita era cominciata e il silenzio era calato nuovamente.
-Straight*.- annunciò Kakashi Hatake sorridendo e facendo imprecare Kisame e Deidara.
-maledizione!- gridò adirato, il Sig.Onoki.
Ma niente da fare, neppure questa volta si ritirò dalla partita, anzi... mise ancora di più nel “piatto”.
Al prossimo giro, decise, se ne sarebbe andata: la sua osservazione era durata abbastanza e non sopportava più quel gruppo di “malati” ossessionati dal denaro.

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Naruto si trovava al Piano Bar assieme a Sakura, Shikamaru e Ino.
La serata stava proseguendo molto bene e si stava divertendo molto.
Shikamaru, anche se un po' strano, era simpatico.
Ino e Sakura, invece, erano impegnate in un'accesa chiacchierata.
Naruto avrebbe voluto parlare un po' di più con Sakura, ma alla fine finivano sempre per intrattenere conversazioni in gruppo e non ne aveva l'occasione.
-questo cocktail è davvero buono!- se lo gustò Ino.
-già...- concordò Shikamaru.
-tu non bevi molto, vero Sakura-chan?- chiese Naruto.
Ormai lei non lo riprendeva nemmeno più quando le dava confidenza con i nomi.
-sì, non bevo molto. Essendo un medico generale, so che fa male e cerco di evitarlo il più possibile...- spiegò sorridendo -comunque, neanche tu bevi molto...- constatò.
-già, non mi piace particolarmente...- sorrise imbarazzato.
Ino gli diede una pacca sulla spalla.
-siete fatti proprio l'uno per l'altra!- esclamò disinvolta, ridacchiando.
Entrambi arrossirono.
-Ino! Ma cosa dici?- borbottò imbarazzata, Sakura.
Lui osservò le sue guance candide, ancora lievemente rosate per l'imbarazzo, e trovò davvero carina la sua reazione; quanto lo era lei.
Nessuno dei due, poi, rispose più.
-da quanto fai il medico privato del Sig.Hatake?- le domandò Naruto, al momento che l'atmosfera tornò ad essere meno scomoda.
-un anno, più o meno...- rispose lei -Kakashi è un amico di famiglia e quando sono uscita da medicina, dopo uno stage, mi ha preso come suo medico ufficiale.
Devo riconoscere di essere stata molto fortunata!- spiegò.
-e tu cosa fai nella vita, Naruto?- chiese Shikamaru.
-lavoro in una azienda di informatica. Mio padre ne è il dirigente, e uscito dall'università mi ha preso a lavoro da lui! Anch'io devo dire di essere stato abbastanza fortunato!-
-beh, è un bel lavoro...- commentò Shikamaru, masticando lo stuzzicadenti dove prima c'era infilata un'oliva.
-lo credo anch'io. Grazie!- sorrise.
-io invece faccio la biologa!- intervenne Ino, emozionata -amo il mio lavoro!-
-che tipo di biologa?-
-mi piacciono molto gli animali e i vegetali, per cui ho un laboratorio dove studio l'ecosistema e ho intrapreso questo viaggio anche perché vorrei studiare, a seconda delle tappe, le varie forme di piante e animali...-
-accidenti! È un bellissimo obiettivo!- si complimentò Naruto -Shika... sarai davvero orgoglioso di tua moglie!- sorrise solare.
-certo, se non fosse così insopportabilmente chiacchierona, lo sarei anche di più...- brontolò.
-e dai, Shika! Potresti essere più gentile, ogni tanto...- si imbronciò Ino -lo so che sei orgoglioso di me...- cantilenò, dandogli qualche bacio sulla guancia.
Sakura e Naruto scoppiarono a ridere.
-certo, biondina...- le rispose divertito, allontanandosi_fintamente scocciato_da quei baci in pubblico.
Naruto li guardò con dolcezza.
-siete una coppia davvero buffa!-
-sono sempre stati così...- rispose Sakura.
-bene, ragazzi! È tardi!- affermò, poco dopo, Ino -io e Shika ci ritiriamo! Voi continuate pure a godervi la serata!- 
Fece un occhiolino ad entrambi, sotto le proteste di Shikamaru.
Ambedue due, impacciati, si guardarono.
Non si sarebbero aspettati questa svolta degli eventi.
Quando Ino e Shikamaru si furono allontanati, lui provò ad aprire una conversazione:
-ehm... Sakura-chan! Tu vorresti andare a letto?- chiese, non sapendo cosa dire.
Lei arrossì.
-In realtà non sono molto stanca. Tu invece?-
-nemmeno io. Quindi, che ne diresti di andare a prenderci una boccata d'aria?-
-dove?-
-all'ultimo ponte ho visto che c'è una torretta da dove la visuale è bellissima, e da lì parte una luce che fa un effetto tipo faro. Ero curioso di vedere com'era!- propose incerto.
Sakura non si aspettava una proposta così romantica e inizialmente non seppe cosa dire, ma poi accettò con piacere:
-Va bene. Penso sia bellissimo! Sono curiosa di vederla...-
Naruto sorrise radioso. Finalmente adesso potevano restare soli.


                                                                                                   ************

Sakura era stata davvero contenta di essere rimasta da sola con Naruto, anche se non se l'aspettava.
Era stata una sorpresa e in quel momento avrebbe voluto uccidere Ino per averla lasciata in una situazione così imbarazzante, ma dall'altra era grata alla sua migliore amica per averle dato l'occasione di stare da soli e in intimità.
Ormai si immaginava di piacere un po' a Naruto, ma non ne aveva ancora la certezza.
Quella serata sarebbe stata la risposta a tutte le sue insicurezze.
Arrivarono al ponte diciassette, che ospitava tutte le migliori Suites della nave, e usciti dall'ascensore presero delle scale a chiocciola che portarono in cima ad una torretta.
Non parlarono molto durante il tragitto, entrambi erano abbastanza confusi e imbarazzati.
Arrivati ai margini delle scale entrarono nella torretta: c'era poca gente, solo qualche coppia, ma erano veramente in pochi.
La freschezza dell'aria notturna e marina accarezzò dolcemente i loro volti; la luce del faro girava illuminando la profondità dell'acqua e in lontananza si potevano notare alcune penisole. Erano molto vicini alla prima tappa.
Sakura inspirò quell'aroma e quell'aria piacevole e socchiuse gli occhi per godersele di più.
-è bellissimo Naruto...- sussurrò.
-già! Concordo!- esclamò -l'aria che si respira qua sopra è veramente piacevole! Non credi, Sakura-chan?-
-sì, lo è...- sorrise lei -grazie di avermi portata qui!-
-ci tenevo a fartelo vedere. Non so perché, ma ho pensato che potesse piacerti!-
-e stranamente hai indovinato. Tutto sommato, forse, non sei così imbranato come sembri!- commentò scherzosamente.
-sembro davvero così imbranato?- chiese preoccupato lui.
-un po'.- ridacchiò -però, ecco, credo tu sia molto intelligente e accorto quando rifletti.- aggiunse, arrossendo per il complimento che gli aveva appena fatto.
Anche lui si stupì di quel complimento e si imbarazzò leggermente.
-grazie, Sakura-chan...-
Lei desiderava tanto avere un contatto più diretto con lui, magari prendendolo per mano o facendosi abbracciare un pochino, ma si conoscevano solo da un giorno e non le sembrava il caso di essere così esplicita subito e finì per trattenersi
-senti... che ne dici se domani, arrivati a Rio de Janeiro, facciamo un giro insieme?-
Sakura non si aspettava una proposta del genere e non seppe se accettare immediatamente, ma alla fine decise che non ci sarebbe stato nulla di male:
-Va bene. Penso si possa fare!- sorrise.
-bene! Allora, domani a colazione, ci mettiamo d'accordo...-
Adesso Sakura aveva la conferma di piacere a Naruto, altrimenti non le avrebbe chiesto di fare un giro insieme per Rio de Janeiro, piuttosto avrebbe proposto un giro in compagnia di più persone e invece Naruto aveva scelto di chiederglielo proprio sopra questo posto romantico e dal bellissimo panorama.
-penso che adesso sia il caso di rientrare, sono le 1.00 passate!- notò lei.
-sì, sono d'accordo! Mia cugina mi starà dando per disperso!- ridacchiò.
Sakura scoppiò a ridere.
-ti accompagno alla cabina, ok?- si offrì.
-non c'è bisogno, davvero.- rifiutò gentilmente lei.
-no, ma che scherzi! È tardi, non mi piace far rientrare da sola una ragazza!- ribatté.
Sakura si colorì nuovamente: era proprio carino.
-ok, come vuoi...- sospirò rassegnata.
Naruto sorrise vittorioso.
Arrivati davanti alla cabina 331, si guardarono intensamente negli occhi.
-ehm, allora grazie per stasera...- sciolse la tensione lei.
-grazie a te, Sakura-chan! Mi sono divertito e sono stato bene!- esclamò sinceramente.
-anch'io...- confessò impacciata.
-allora domani stiamo insieme!- ribadì lui, allegro.
Lei annuì. Poi più nulla. Era calato nuovamente un silenzio tombale tra i due.
Entrambi non sapevano che dire o cosa fare, come salutarsi o come sciogliere l'imbarazzo.
Fu Naruto a interrompere quel silenzio angosciante: si avvicinò a lei dandole un bacio sulla guancia molto vicino alle labbra.
Sakura inizialmente sussultò, ma in seguito si fece coccolare dal tocco delicato di Naruto.
Fu accolta da diversi potenti battiti, appena le labbra di Naruto sfiorarono delicatamente la sua guancia e desiderò di più.
Sapeva, comunque, che era troppo presto per approfondire il contatto.
Per ora andava bene così, e si era imputata di non essere troppo avventata come spesso aveva fatto con altri ragazzi che non la meritavano.
Inoltre, lei si illudeva facilmente e per questo ne soffriva ancora di più.
Questa volta, con Naruto, voleva andarci cauta. Voleva conoscerlo meglio. Voleva capire se le piaceva veramente, senza sbagliare per l'ennesima volta.
-grazie ancora, Sig.Baka!- le fece l'occhiolino, appena si staccò da lui -a domani!-
-a domani, Sakura-chan...-
Detto questo, lei entrò in camera e si separarono.
Ripercorse con un sorriso tutta la bellissima serata passata con Naruto e si preparò per andare a letto e aspettare emozionata il giorno dopo.


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-bene!- esclamò decisa, Karin -e con quest'ultima partita, vi lascio signori.- affermò, portandosi dietro il piccolo mazzo di soldi che aveva vinto.
Le lanciò un'occhiata incisiva che lo confuse e, ancheggiando leggermente, si allontanò da quel tavolo sotto gli occhi scocciati dei presenti.
-la signorina scappa, eh!- criticò sarcastico, il Sig.Onoki, appena fu distante.
-ehi ragazzino!- lo riprese Kisame -hai intenzione di seguirla, per caso? Non smetti di fissarle il fondoschiena...- lo provocò divertito.
A Sasuke dette fastidio quel commento per due motivi: sì, le stava guardando il fondoschiena e avrebbe gradito non essere notato, secondo... era costretto a seguirla davvero per farle delle domande che lo tormentavano da tutta la serata, e così era obbligato a mandare a quel paese il suo orgoglio davanti ad un branco di “imbecilli” come loro.
Kakashi sogghignò divertito, guardandolo. “Quell'uomo è davvero un mistero”, pensò.
-fai quello che vuoi, ragazzo...- lo invitò.
Sasuke gli lanciò un'occhiataccia:
-mi ritiro anch'io.- asserì schietto.
-buona fortuna!- gli augurò Kakashi.
Come se gli importasse qualcosa del “buona fortuna”.
In ogni caso, era stato soddisfatto dalle conoscenze che aveva fatto e da quel poco che aveva scoperto: a quanto pareva il suo cliente aveva una vera e propria ossessione per il denaro ed era “drogato” per il gioco d'azzardo.
E si era costruito più o meno l'idea delle persone che stavano intorno al Sig.Onoki; tutta gente falsa e possibile indiziata.
Aveva bisogno di informazioni più salienti e doveva trovarle in fretta.
Però, la prima cosa da fare, era rincorrere quella ragazza e togliersi i dubbi che aveva_semmai ci sarebbe riuscito_.
-ehi tu!- urlò in mezzo al corridoio del quindicesimo ponte.
Karin, meravigliata, si girò:
-che vuoi?- chiese seccata -ti ricordo, Uchiha, che ho un nome!-
-sta zitta.- ordinò piatto -cosa ci facevi al casinò a giocare con quelli?- domandò.
-giocavo, ovvio.- rispose acida -non si può nemmeno giocare, adesso?-
-ma perché proprio a quel tavolo?-
-potrei farti la stessa domanda.- replicò lei.
-mi sono unito a loro perché non c'era posto in altri tavoli e ho scelto il primo che passava.-
-certo, Sasuke...- commentò ironica -uguale per me: quando sono arrivata nel salone del casinò era tutto occupato, ho visto quel tavolo e mi sono unita lì.-
-non ti credo. Cos'hai in mente?- chiese.
-e tu cos'hai in mente?- le fece eco lei.
-nulla. Sono qui in vacanza.- affermò convinto e mentendo.
-anch'io sono qui in vacanza. Facciamo che chiudiamo qui questa ridicola discussione e facciamo finta che non sia successo nulla, ok? Non ci piacciamo, questo è ovvio, per cui più distanti stiamo meglio è...- chiarificò lei, irritata.
-esatto. Mi sembra un ottimo compromesso.- concordò -ma sappi che scoprirò presto cos'hai in mente, Karin...- aggiunse gelido.
-lo stesso discorso vale per me, Sasuke...- si guardarono con sfida.
Senza rendersene conto, erano passati a chiamarsi in confidenza.
Si specchiarono un'altra volta uno negli occhi dell'altra, con studiata curiosità, e entrambi si sentirono percorrere una scintilla lungo tutto il corpo. Una scintilla che presto si sarebbe infuocata e sarebbe diventata incontrollabile.
Sasuke distolse lo sguardo dagli occhi di lei e percorse tutto il lungo vestito, non riuscì a controllare le parole:
-il vestito...- iniziò traccheggiando un po' agitato.
Karin alzò un sopracciglio confusa:
-cosa...? è sporco?- chiese.
-ancheggi troppo.- borbottò.
Karin continuò a non capire:
-e allora?- domandò allusiva.
-attiri troppo l'attenzione.- proseguì criptico.
-continuo a non capire. Potresti spiegarti meglio?-
Sasuke sospirò e continuò a maledirsi di essersi ficcato in una situazione del genere.
Non comprendeva perché, ma sentiva il bisogno di dirle qualcosa, nonostante avessero deciso di non avere contatti se non era strettamente necessario.
Solo che quel “qualcosa” era troppo difficile da dire per un tipo orgoglioso come lui.
-E' bello. Il vestito intendo.- volse lo sguardo altrove, frustrato per aver detto davvero parole simili, e Karin arrossì furiosamente.
Non sapeva cosa rispondere, era troppo eccitata per quelle parole.
Cosa gli era preso all'Uchiha?
-però si nota troppo.- aggiunse, cercando di rimediare a quel “diabetico” complimento che le aveva fatto.
Karin strinse i pugni rabbiosa.
-mi vesto come mi pare!- sbottò -a te che importa se mi vesto in modo appariscente?-
-nulla, infatti. Non mi interessa proprio!- sibilò glaciale.
-bene. La nostra discussione finisce qui. Ci vediamo, Sasuke.-
Dopo aver concluso con queste parole, girò i tacchi e si allontanò frettolosa.
Si era per caso rimbecillito?
Si rimproverò, dopo aver fatto una figura di quelle colossali e imbarazzanti.
Si era veramente complimentato con lei per il vestito?
Era completamente impazzito. E poi quella donna neanche se lo meritava.
Era acida, insopportabile, irritante e arrogante. In poche parole “un'oca”.
Eppure, si sentiva attratto da lei.
Non era donna qualunque, non era solo bella esteticamente, ma sembrava anche molto astuta e intelligente. Era un “tornado” senza fine.
E anche lui si sentiva coinvolto da quel “tornado” di energie, sebbene non lo desiderasse.
Aveva una vasta quantità di personalità diverse, vere o false che fossero.
Quand'è che fingeva? Quando invece era seria? Chi era veramente Karin Uzumaki?
Tutte le volte che si confrontava con lei, rimaneva con un punto interrogativo in più.
E lui odiava profondamente rimanere senza risposte.
Come odiava il fatto che lei fosse_involontariamente_capace di tirargli fuori la sua parte irrazionale, quella che lui si ostinava a controllare.
Quella parte di sé che gli aveva fatto quel ridicolo e improvviso complimento.
Scosse la testa seccato: era proprio ora di andare a letto. Magari una bella dormita ristoratrice gli avrebbe fatto bene.


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Karin si sentiva ancora accaldata per il complimento ricevuto da Sasuke.
Era fuggita vergognosamente da lui, questo perché era sicura che da un momento all'altro non sarebbe più riuscita a mantenere un contegno e la sua parte pervertita avrebbe preso il sopravvento, creandole più problemi del dovuto.
Non si aspettava proprio che lui le dicesse tali parole. Era rimasta veramente sorpresa.
Magari era stata tutta una sua tattica per farla cadere ai suoi piedi e riuscire a scoprire la sua identità.
Comunque, questa volta aveva rischiato davvero grosso.
Perché Sasuke era così curioso di sapere cosa ci faceva al loro tavolo?
Non riusciva proprio a capirlo.
Tuttavia, restava il fatto che lei non si fidava di lui.
Per togliersi ogni dubbio, doveva approfondire le indagini sul ragazzo: infatti, aspettava con ansia di sapere dal suo capo se aveva scoperto qualcosa su Sasuke Uchiha.
Ciò che però non le piaceva e soprattutto la spaventava, era che l'attrazione che nutriva per lui aumentava rapidamente e avrebbe raggiunto presto un limite intrattabile.
Quel piccolo complimento aveva già indebolito abbastanza la sua temperanza.
Quel ragazzo, purtroppo, era capace di farla vacillare e deconcentrare dal suo lavoro.
L'attraeva così tanto che a volte si incantava a fissarlo e lo specchiarsi nei suoi occhi le faceva venire i brividi e il cuore iniziava ad accelerare i battiti.
Karin non poteva sopportare questa sensazione, la faceva sentire debole e indifesa ed inevitabilmente era una battaglia persa con Sasuke.
Chi era Sasuke Uchiha? Quel era il vero se stesso? Cosa voleva da lei?
Tutte le volte che si incontrava con lui e avevano un confronto, restava sempre con li stessi dubbi senza risposta. E non poteva proprio accettarlo.
Tutto sommato, la cosa positiva era che aveva scoperto qualcosa in più sulle persone che avevano a che fare con il Sig.Onoki grazie a quelle partite a Poker.
E aveva appurato che il suo cliente aveva la fissazione quasi maniacale per il denaro; e, anche se non era molto come informazione, poteva servire per le indagini future.
Alla fine era soddisfatta dalla sua prestazione e da ciò che aveva raccolto attraverso essa.
Certo... c'era ancora tanta strada da fare, e doveva sbrigarsi a scoprire qualcosa in più prima che la situazione degenerasse.
I suoi ragionamenti furono interrotti da Naruto che rientrò in camera:
-ehi cugina!- la salutò solare.
-tardi anche tu, eh...- disse lei.
-già.- si grattò la nuca imbarazzato.
-eri con Sakura?- colpito e affondato.
Il ragazzo si imbarazzò lievemente e ridacchiò:
-esatto. Domani vado con lei a visitare Rio de Janeiro!- rivelò.
Karin si meravigliò.
-hai fatto colpo, eh, baka.- lo prese in giro.
-non so, forse sì...- scoppiò a ridere.
-non mi avevi detto dell'incontro con l'amica di Ino e della cotta che ti eri preso per lei...-
-sì, non avevo avuto il tempo di dirtelo. Poi, lo sai, non mi piace parlare molto di me.-
-lo so. Ma io sono pur sempre tua cugina! Viviamo insieme da una vita!-
-hai ragione... mi dispiace...- sorrise -e tu e Sasuke?- domandò, cambiando discorso.
Karin si irrigidì completamente e dall'altra parte arrossì fin sopra le orecchie, ricordando improvvisamente il complimento che le aveva fatto.
-idiota! Che domanda è?- farfugliò, un po' insicura -io e quel bastardo?! Manco morta!-
Naruto, che la conosceva bene, però, comprese che dietro a quella risposta infastidita c'era qualcosa sotto che Karin non gli avrebbe mai detto.
Decise di non approfondire l'argomento per non alterare ulteriormente sua cugina.




*************************************************************
*Poker: quattro carte dello stesso valore.
*Full: combinazione di un tris e una coppia.
*Flush: cinque carte dello stesso seme, non in scala.
*Straight: scala, ma non scala reale.

Premetto che ho giocato a Poker molto tempo fa e sono dovuta andare a rileggermi le regole, quindi non sono sicura di aver scritto bene quella parte! xD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! ;D grazie ancora delle recensioni, mi incoraggiate tantissimo! <3






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Capitolo 5
*** Suite 980 ***


Ciao a tutti ragazzi! ed ecco qua il capitolo del mese! sono riuscita a trovare un po' di tempo per postarlo! spero di non avervi fatto pazientare troppo! ç___ç
Ringrazio tantissimo Auron, Kushina, Soly Dea e Cristy88 per le meravigliosi recensioni!! *-* vi ringrazio di seguirmi così assiduamente. Sono veramente felice! :D
Spero di non deludervi con questo capitolo. Ci sarà una grande svolta che non so come prenderete! spero vi piaccia comunque! XD
Ve l'avevo detto che dal capitolo scorso si sarebbe entrati nel vivo della storia, vero? :P




Suite 980


-cavolo! Queste uova strapazzate sono la fine del mondo!!- esclamò Suigetsu maneggiando frettolosamente con la forchetta e ingoiando cibo senza nemmeno finire il boccone prima. Sasuke gli lanciò un'occhiata disgustata, visto che si stava praticamente ingozzando e non stava mangiando proprio in modo educato.
-idiota. Vedi di mangiare in modo decente che mi fai fare figuracce e attiri l'attenzione.-
-non rompere Sasuke!- brontolò biascicando.
Sasuke decise di lasciar perdere e continuò ad osservare il suo cliente che quella mattina sembrava abbastanza addormentato.
Il salone per le colazioni era solo uno, quindi era chiaro che la mattina l'avrebbe visto.
Comunque, a tavola a quell'ora presto c'erano pochi dell'azienda “Akatsuki”; Deidara Onoki, Sasori, Kisame e la coppia di innamorati.
Ancora meno erano quelli del tavolo dell'azienda “Konohara”, ovviamente c'erano Kakashi Hatake, Gai_l'uomo con i capelli a "pentola"_ e la ragazza dai capelli di quel rosa vivace che aveva visto parlare con Naruto la sera prima. Non c'era traccia di Naruto e di sua cugina.
Quando il suo pensiero raggiunse Karin, ricordò immediatamente la figura che aveva fatto con lei dopo la partita a Poker e il fatto che si fosse lasciato trascinare dall'emozioni e dal desiderio di dirle qualcosa. Continuava ad irritarsi se ci ripensava. Si era proprio reso ridicolo.
-Sasuke... ti farà piacere sapere che la “donzella” che ti interessa tanto è appena entrata in sala con suo cugino.- lo avvisò Suigetsu, lanciando un'occhiata maliziosa alla ragazza.
-tappati la bocca, idiota. Mi stai distraendo dai miei affari! Non mi interessa quella donna.- 
-ok... allora ti va bene se te la rubo io? Sai... è da quando l'ho vista che me la voglio portare a letto.- rivelò provocatorio.
Sasuke ribollì di rabbia a quello commento e non capiva cosa lo stesse disturbando delle parole del suo coinquilino.
Insomma, lui non doveva avere niente a che fare con quella ragazza, se non per scoprire cosa le passava per la testa.
Eppure, destro di sé, sentire quelle parole gli aveva dato fastidio.
-fai come ti pare.- sussurrò scocciato.
Cos'altro avrebbe dovuto dire?
Era l'unico modo per nascondere l'irritazione.
-grazie... allora questo significa che ho via libera!-
-smettila di seccarmi, Suigetsu. Chiudiamo qui il discorso! Non mi va di parlare della cugina di Naruto.- ribatté.
-ok... come preferisci. Però io il cugino lo saluterei se fossi in te, è da un po' che sta guardando il nostro tavolo e guarda caso abbiamo un tavolo libero proprio accanto al nostro.- notò allusivo.
-allora forse aveva adocchiato quei due posti liberi...- suppose Sasuke.
Infatti, pochi minuti dopo i due Uzumaki si erano seduti al tavolo libero.
-ciao ragazzi!- salutò allegro Naruto -Karin... smettila di fare il broncio!-
Si rivolse a sua cugina con un sorriso.
-sta zitto, stupido. Oggi non è giornata!- sbottò innervosita.
-visitiamo Rio de Janeiro insieme e vedrai come ti ribalto la giornata!- le fece l'occhiolino Suigetsu, partendo all'attacco.
-no.- intervenne Sasuke improvvisamente -oggi abbiamo da fare, Suigetsu, non puoi andare a divertirti.-
-ah sì, avete da fare?- domandò lei impertinente -che tipo di lavoro dovete fare di così urgente? E per di più in vacanza?- continuò arricciando le labbra in un sorrisino.
-nulla che comprenda un'uscita con te, Karin.- replicò Sasuke, gelido.
Suigetsu si strinse in una smorfia scocciata.
-peccato. Mi sarebbe proprio piaciuto girare per Rio de Janeiro con voi. Mi dispiace proprio!- proseguì ironica.
-cugina! Smettila... si vede perfettamente che sei sarcastica!- la riprese Naruto, divertito.
Karin gli lanciò un'occhiataccia.
-esatto! Questo perché non ho nessuna voglia di avere a che fare con voi.- rispose seria, osservandolo con attenzione.
-infatti, almeno da parte mia la cosa è reciproca.- asserì duro.
-dai, dai, ragazzi... ma perché discutete?- li bloccò Naruto.
-tu non intrometterti, baka! E' una cosa che riguarda solo noi due.- lo zittì Karin.
-va bene, come volete. Io vado a riempirmi il piatto con la colazione!- annunciò con l'acquolina in bocca.
-ottima decisione, biondino!- si aggiunse Suigetsu -vengo a prendere delle altre uova strapazzate, che sono la fine del mondo!-
Ecco che, senza volerlo, lui e Karin rimasero da soli e si guardarono intensamente.
-eri meno acida ieri.- riuscì a dire solo, lui, sentendosi patetico -mi riferisco a quando ti sei unita alla partita con quell'atteggiamento da tenera e gentile santarellina. Cos'hai in mente?-
-non avevamo deciso di non parlarci più?- rispose acida.
-Già. Però avevamo anche deciso che ognuno avrebbe scoperto cosa l'altro aveva in mente.
E ti assicuro, Karin, che io so che tu hai qualcosa in mente. Puoi negarlo all'infinito, ma prima o poi lo scoprirò.- dichiarò convinto.
-hai ragione, in effetti avevamo deciso così. Però, ecco, spiegami una cosa... se hai così tanti sospetti su di me, perché improvvisamente te ne esci con degli assurdi complimenti?- domandò incuriosita.
A quelle parole finali la vide arrossire leggermente e lui, di conseguenza, volse lo sguardo altrove e si sentì ridicolo appena avvertì dell'imbarazzo.
-non so di che complimenti stai parlando.- provò a negare.
-bravo! Continua a fare finta di niente! Comodo vero?-
-ieri quello che ho dett...-
-scusate l'attesa ragazzi! Ma al buffet c'era un sacco di gente!-
Naruto e Suigetsu tornarono con un sorriso e interruppero le parole che stava per dirle.
Si sentì sollevato, stava per dirle: “ieri quello che ho detto lo pensavo veramente”.
Un'altra volta stava per cedere alle insistenze di quella ragazza e non poteva permetterselo.
Era la verità: lui pensava veramente che quel vestito fosse bello e che le stava bene.
Comunque, doveva controllarsi ed era stato meglio così che i due l'avessero interrotti.
Per un po' i quattro ragazzi non parlarono più e poi Naruto si alzò dal tavolo e raggiunse quello dell'azienda “Konohara” dove aveva notato la ragazza dai capelli rosa e la stava guardando da quando era arrivato nel salone della colazione internazionale.
Si vedeva lontano un miglio che il suo amico d'infanzia si era preso una bella cotta per quella ragazza, ma a quanto pareva la cosa era ricambiata.
Questo poteva anche essere interessante per le sue indagini.

 

*********


Naruto aveva fatto un cenno a Sakura e l'aveva raggiunta.
Come avevano deciso, si sarebbero messi d'accordo per il giro a Rio de Janeiro la mattina a colazione.
-ciao Sakura-chan!- sorrise.
-ciao... come stai?-
-bene! Nei letti di questa Crociera si dorme divinamente da quanto sono comodi.- ridacchiò.
-è vero, sono veramente comodissimi!- concordò lei.
-ehm... quindi ti va bene se facciamo questo giro insieme? Per le 18.00 dobbiamo rientrare, perché la nave ripartirà per andare verso Recife, a quanto ho capito...-
-sì, la nave ripartirà per le 18.00. Ma ora sono appena le 9.30, abbiamo una giornata intera per visitare Rio!-
-infatti, è perfetto! Allora, quando entrambi abbiamo finito di fare colazione e ci siamo cambiati, ci troviamo nella Hall verso le 10.30. Va bene?- propose, alzando il pollice.
-va benissimo...- concordò lei.
Naruto era contentissimo. Tra poco avrebbe passato una giornata intera con Sakura e avrebbe avuto l'occasione per conoscerla meglio e magari offrirle anche il pranzo.
Tornato al tavolo dove sedeva anche sua cugina, disse:
-Karin... io vado! Ho fissato tra un'ora con Sakura, quindi torno in camera per prepararmi come si deve!- raccontò emozionato come un bambino.
Karin sorrise lievemente.
-non fare troppo lo scemo, ok?- lo avvisò in tono “quasi” materno.
Solo con lui Karin mostrava la dolcezza che aveva dentro e che si ostinava a celare a tutti, e questo perché non aveva bisogno di nascondersi quando era con lui.
Naruto aveva visto ogni lato di sua cugina: da quello più fragile e dolce, a quello più arrogante e sfacciato. E lei lo sapeva.
-d'accordo, cugina. E tu non litigare troppo con Sasuke!- le fece l'occhiolino.
Appena sentì il nome dell'Uchiha si scaldò subito.
-ovvio che ci litigo! È insopportabile! Non potrei fare altrimenti!- scoppiò.
Naruto rise a quella risposta: a Karin piaceva proprio Sasuke, anche se avrebbe continuato a negarlo. Ma almeno lui riusciva a smuoverla.
Si ritrovò a pensare che a Karin ci volesse qualcuno che riuscisse a tenerle testa, altrimenti non avrebbero mai fatto colpo su di lei.
Tra questi pensieri, salutò velocemente anche Sasuke e Suigetsu e uscì dalla sala.

 

*********


-Sakura... ti vedo un “tantino” emozionata! È successo qualcosa di bello?- le chiese Ino.
-diciamo di sì. Nulla di che, comunque...- ammise leggermente timida.
Si trovavano nella Hall del Crociera, e fra poco Naruto l'avrebbe raggiunta.
Il cuore le batteva mille e non riusciva a controllare l'emozione e i battiti.
Aveva deciso di vestirsi leggera e allo stesso tempo comoda: aveva optato per degli shorts di Jeans chiari e una canottiera azzurra leggermente scollata, i capelli ricadevano lungo la schiena e i ciuffi davanti erano stati raccolti con una molletta in modo da scoprire la fronte.
Ai piedi aveva indossato dei comodi e graziosi sandalini che riprendevano il colore della canottiera: vista la camminata che l'aspettava doveva sentirsi comoda.
Infine, si era truccata lievemente.
-per caso hai un appuntamento con Naruto?-
Lei arrossì un pochino e non ci fu bisogno di rispondere, perché Ino aveva già capito tutto:
-sono sicura che vi divertirete!- esclamò sorridendo.
-tu e Shika dove pensavate di andare?-
-penso che ora visiteremo un po' il centro di Rio e poi abbiamo prenotato per dopo pranzo una visita al “Parco di Tijuca” che è una vera è propria miniera d'oro per il mio lavoro di biologa, immerso nella natura tropicale di Rio. Sai quante scoperte nuove farò!- esultò -Certo... è tra i parchi naturali più grandi al mondo, se non quello più grande, per cui sarà impossibile visitarlo tutto, ma meglio di niente! Ho segnato i punti più favorevoli sulla guida del parco, così riuscirò a vedere quello che mi interessa.- concluse sorridendo.
-bello!- concordò Sakura -io ho comprato una guida turistica di Rio, e credo che proverò a proporre qualcosa a Naruto. Magari gli ispira qualche posto!- spiegò.
-sei proprio una “scemina” Fronte Spaziosa!- la riprese con dolcezza l'altra -lo sai bene anche tu che deve essere l'uomo a dirigere l'appuntamento.-
-certo che lo so, Ino-pig!- sbottò un po' offesa -solo che credo sia meglio decidere insieme, non trovi?- aggiunse, come a volere conferme.
-sì, hai ragione! Comunque, non ti arrabbiare... stavo solo scherzando!-
Sakura sospirò.
-In ogni caso, sappi che quando ci ritroveremo stasera dovrai raccontarmi tutto nei minimi dettagli. Sai che non mi scappi!- le fece un occhiolino.
Poi, ad un tratto, il suo sorriso si spense e questo Sakura lo notò.
Si era accorta che la sua migliore amica stava per dirle qualcosa che la preoccupava, ed era raro che si incupisse come in quel momento.
Aveva notato che da quando erano salite sulla Crociera, all'improvviso_in certi momenti_ si rattristava, come se ad un tratto_interiormente_ le attraversasse un pensiero che l'agitava. Fino a quel momento, tuttavia, non le aveva chiesto spiegazioni aspettando che fosse Ino a raccogliere il coraggio per parlargliene.
Ino era una ragazza allegra ed espansiva, all'apparenza estroversa, ma in realtà non le piaceva parlare di ciò che la preoccupava.
Certo... era indubbiamente una ragazza solare, ma piuttosto che parlare di se stessa preferiva parlare con gli altri di altri argomenti che non la riguardavano.
Era un'immensa fonte di informazioni su qualsiasi tema, ma non dava a nessuno la possibilità di conoscerla nel profondo.
Sakura sapeva di essere preziosa per Ino; e forse_presuntuosamente_credeva di essere una delle poche persone a cui confessava le sue preoccupazioni: nemmeno con suo marito Shikamaru, se non era strettamente necessario, parlava molto di quello che la turbava.
In effetti Sakura, che vedeva la situazione esternamente, si era accorta che tra Shikamaru e Ino c'era poco dialogo. Questo, però, non perché non si amavano, anzi... si amavano molto, ma perché Ino in certi momenti aveva paura a parlare a suo marito e Shikamaru stesso, oltre ad essere sempre impegnato con la gestione amministrativa dell'azienda, non le concedeva le attenzioni che lei avrebbe voluto e tornava spesso da lavoro nervoso e annoiato da tutto.
Ino si sfogava ogni tanto con lei di questo.
Lei sapeva che sentiva profondamente il bisogno di Shikamaru e cercava di non manifestarlo un po' per orgoglio personale e un po' perché non voleva esasperarlo più del dovuto_dato che sapeva che il suo lavoro era molto impegnativo e stancante_.
Le sue supposizioni diventarono certezze quando Ino parlò di nuovo e molto più seriamente del normale:
-e poi... anch'io devo dirti una cosa.- affermò solo.
-qualcosa che anche Shikamaru sa?- domandò allora, lei.
Ino scosse la testa.
-no, lui non lo sa. Solo che ho bisogno di dirlo a qualcuno e tu sei l'unica a cui posso dirlo, Sakura...- si strinse in un sottile sorriso, forse un po' amareggiato.
-è qualcosa di preoccupante?- si allarmò lei.
-no, o almeno... per me non lo è! Però dipende dai punti di vista, e questi “punti di vista”, riguardano anche un'eventuale reazione di Shika.- spiegò brevemente.
Sakura non capì molto delle parole contorte di Ino e prima che potesse continuare a ragionarci, Naruto le raggiunse seguito da Shikamaru:
-eccomi Sakura-chan!- sorrise radioso -guarda... ho anche preso la macchina fotografica!-
Lei lo guardò con dolcezza.
Adorava che lui si elettrizzasse per tutto, anche per aver avuto la “geniale” idea di portarsi dietro la macchina fotografica digitale.
-hai fatto bene...- sorrise.
-ci faremo delle foto insieme per Rio!- se ne uscì ingenuamente.
Poi, impacciato, arrossì:
-ecco... cioè, se ti fa piacere fare delle foto insieme.- si corresse, grattandosi la nuca.
Ino scoppiò a ridere.
-ma certo che le fa piacere! Giusto Sakura?-
-penso possa essere divertente...- sussurrò solo.
-Ino... andiamo?- la richiamò all'attenzione, Shika.
-a proposito, Shika...- cominciò -...tu l'hai presa la macchina fotografica?- chiese Ino.
-no che non l'ho presa.-
-ma come! Lo sai che desideravo tanto fare delle foto al “Parco di Tijuca”...- mise il broncio.
Lui sorrise divertito.
-quanto sei credulona!- tirò fuori dallo zaino una macchina digitale molto simile a quello di Naruto -visto, biondina?-
Ino gli corse incontro lo abbracciò felice.
-grazie tesoro!- gridò.
-mi stai soffocando!- protestò_fintamente_scocciato -però... pensaci tu a fare le foto, d'accordo? A me fa fatica, per cui mi limiterò a guardarmi in giro.- aggiunse.
-e va bene, pesaculo!- lo schernì ridacchiando.
Naruto e Sakura guardarono la scena unendosi alla risata.
In seguito il gruppetto di quattro si separò.
Tra la seconda coppia calò un silenzio palpabile e imbarazzante.
-ehm...Sakura-chan, da dove vorresti cominciare a visitare Rio?- lo interruppe Naruto.
-potremmo prendere la metropolitana per andare verso il quartiere pedonale di “Carioca”, la guida che ho comprato lo consiglia perché ci sono dei monumenti importanti da vedere tipo “Palazzo Petrobas”, ti andrebbe bene?- propose timorosa.
Naruto sorrise.
-mi sembra ottimo!- esclamò, alzando il pollice -poi possiamo riprendere la Metropolitana per andare nel Centro di Rio e visitare anche quello, che ne dici?-
-va bene...- sorrise concorde -e poi al ritorno dal centro, visto che il porto dove la Crociera si è fermata è vicino alle spiagge più belle, possiamo vederne qualcuna perché la guida le consiglia...- aggiunse.
-l'avevo letto anch'io! Mi sembra un ottimo programma!- affermò.
Sakura annuì felice.
-andiamo?-
-certo!-
Detto questo, iniziarono il giro che si erano prefissati di fare.


 
********


Karin era riuscita a sentire i programmi di Deidara e i suoi collaboratori: sembrava che il gruppo, anche se non tutto, si sarebbe diretto verso il centro per pranzare in un ristorante di lusso dove cucinavano il famoso “Churrasco” tipico di Rio de Janeiro, un piatto di carne cotto alla brace ma di alta qualità.
Sarebbe stata dura riuscire a seguirli in una città così grande, ma la direzione era il centro e anche lei si sarebbe diretta lì in caso fosse riuscita ad incontrarli.
Si sarebbe informata anche sui ristoranti più famosi di Rio, nella vana speranza di beccare il suo cliente. Era inutile stare con le mani in mano, avrebbe tentato ugualmente.
Quando era scesa dalla nave aveva guardato l'ora scoprendo che il tempo del pranzo era vicino. E dalle 11.30 fino alle 13.00 aveva girato da sola per il centro di Rio, guardando qualche monumento e negozio qua e là, e cercando di tenere gli occhi vigili semmai avesse visto una figura che ricordava il Sig.Onoki o anche solo qualche suo collega.
Comunque, visto che non aveva ottenuto risultati soddisfacenti ed era giù quasi due ore che girava senza meta, decise di abbassare un po' la guardia e godersi la giornata “a terra” per quel che poteva. Ma mai e dico MAI si sarebbe aspettata di adocchiare Sasuke Uchiha girovagare per le bancherelle del mercato in strada, che esponeva tutti i tipi di frutti tropicali possibili: papaya, passion fruit, ananas, meloni... e tanti altri, anche sconosciuti.
Con il proseguire del mercato, si estendevano anche banchi che non vendevano frutta ma oggetti da collezione, Art & Design, Souvenir, etc etc.
Non seppe nemmeno lei perché, ma ebbe l'istinto incontrollabile di farsi notare da lui e raggiungerlo. Istinto che, infine, non riuscì a sopprimere:
-tu e il tuo amico non eravate impegnati?- lo bloccò ghignando.
Sasuke, inizialmente sorpreso, sussultò.
-la cugina di Naruto.- constatò seccato, dopo.
-Già. Non sei molto contento di vedermi, eh? Questo perché ti ho scoperto.- lo provocò.
-Che diavolo ci fai qui da sola?- chiese rabbioso.
-giravo da sola. Mi piace farlo.- affermò piatta -piuttosto, non avevi detto che avevate da fare tu e Suigetsu?- chiamò l'amico di Sasuke per la prima volta per nome, e questo sembrò stupire leggermente Sasuke.
-Sì. Ma avevo anche detto che non ti riguardava.- disse gelido.
-Giusto. Ora sei da solo, però! Non è strano?- continuò lei divertita.
-perché sei tanto interessata a Suigetsu?- domandò con una punta di irritazione.
-cosa ti fa credere che sia interessata a lui? Visto che devo scoprire cos'hai in mente, direi che sono più interessata a te.- disse quelle parole senza rendersi conto che potevano essere fraintese. Quando si accorse del malinteso, volse lo sguardo altrove e si sentì arrossire.
-ah! Maledizione!- imprecò -perché sto a perdere tempo con uno come te!- sbottò frustrata.
Anche Sasuke rimase un attimo confuso, ma poi si ricompose subito e sogghignò:
-sai che quello che dici può essere frainteso, vero?- chiese compiaciuto.
-bastardo!- esclamò -non è affatto un controsenso! Ho solo formato male la frase.- aggiunse -quello che intendevo è che non desidero altro che scoprire i tuoi sadici piani! Figurati se mi interessa un tipo come te!- scoppiò un po' imbarazzata -allora, dov'è il tuo amico?-
-non ne ho idea.- rispose aspro -abbiamo già fatto quello che dovevamo fare; per cui, mi spiace deluderti Karin, ma non tirerai fuori un ragno da un buco insistendo in modo così seccante.- concluse appagato.
-non mi importa.- asserì stizzosa -tanto non l'avrai vinta con me.-
Non si sarebbe fatta battere da quel “bel imbusto” arrogante di Sasuke Uchiha.
Inoltre, si sentiva profondamente delusa da se stessa perché non era riuscita a trattenersi dall'andare da lui.
L'attrazione verso quel ragazzo l'aveva sopraffatta e questo non riusciva più ad accettarlo.
Comunque, decise di cambiare strategia: ovvero... si impuntò di conoscerlo meglio, in modo da scoprire quello che nascondeva cercando di non far trasparire troppo il suo interesse:
-sai Uchiha, non mi sembravi un tipo da mercatino...- iniziò neutra -perché ti trovavi proprio nella “zona mercato”?- domandò.
Evidentemente Sasuke non si aspettava un “cambio di rotta” simile e all'iniziò si meravigliò da tale domanda rimanendo in silenzio per qualche minuto.
Poi, ad un attratto, portò lo sguardo sul banco di oggettistica e Souvenir di Rio.
Karin si sorprese di quell'espressione: vide per la prima volta i muscoli del suo viso alleggerirsi e stringersi in un flebile sorriso.
-mio fratello ama collezionare oggetti dei luoghi che visita e visto che Rio non l'ha mai visitata volevo comprargli qualcosa...- confessò, quasi assorto.
Si sarebbe aspettata un secco “non sono affari tuoi.”, ma sorprendentemente Sasuke aveva risposto alla sua domanda con gentilezza.
Il suo cuore fece una capriola indesiderata: vedere un'altra parte di quell'uomo l'aveva emozionata e non andava bene.
-capisco.- asserì solo, non sapendo cosa dire -si vede che vuoi molto bene a tuo fratello.-
-come tu a Naruto.- rispose pronto, stupendola.
Lei arrossì furiosamente.
-Naruto è un'idiota imbranato, ha bisogno che qualcuno gli stia dietro.- borbottò imbarazzata, ravvivandosi goffamente i ciuffi scarlatti.
Naruto era anche l'unica persona che gli era rimasta accanto quando perse sua mamma e suo padre era troppo impegnato a lavorare per occuparsi di lei; non era solo una questione di stargli dietro o meno, semplicemente lei non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui perché voleva solo vederlo felice.
Forse anche per Sasuke suo fratello era questo?
Per la prima volta attraversò la sua mente una domanda che non comprendeva i sospetti che aveva nei confronti di Sasuke, ma qualcosa che lo riguardava personalmente.
-hai ragione, è proprio un'idiota.- concordò lui, la fissò intensamente e lei rabbrividì.
-e-satto.- balbettò impacciata.
Cosa le prendeva?
Quello sguardo l'aveva eccitata e avrebbe voluto continuare a specchiarsi in quei pozzi neri che la confondevano, ma non poteva permetterselo.
-ci vediamo stasera, Karin.- la salutò lui, dandogli le spalle.
Perché sentiva il bisogno di fermarlo?
Non doveva farsi travolgere da quel desiderio; e, grazie ad una forza sconosciuta, lo guardò allontanarsi silenziosamente e con i soliti fastidiosi dubbi in testa.

 

********


Naruto si trovava con Sakura in un ristorante. Avevano deciso di andare a mangiare anche loro il piatto tipico di Rio il “Churrasco”, perché le guide che entrambi avevano comprato consigliavano assolutamente di non perderselo.
Era un ristorante medio-alto, dai colori ambrati e ornato da candele sia sui tavoli che sugli oggetti di arredamento.
I camerieri sembravano molto svelti a servire e il locale emanava un profumo delizioso di carne alla brace.
-tu non stai morendo di fame, Sakura-chan?- chiese Naruto, già pregustandosi il piatto.
-un po'...- confessò lei -abbiamo girato molto questa mattina! Ti è piaciuto?-
-moltissimo!- esclamò sorridendo -a te?-
-anche a me. Poi abbiamo anche il pomeriggio per girare ancora per il centro e vedere qualche spiaggia...- aggiunse.
-non abbiamo ancora fatto una foto insieme!- affermò lui -ti va di farla? Il ristorante è molto carino, non trovi?- propose spigliato.
Sakura arrossì un pochino.
-va bene...- accettò.
Naruto sorrise radioso.
-scusi!- chiamò uno dei camerieri. Il signore li raggiunse subito.
-potrebbe farci una foto?- chiese in uno scoordinato inglese.
L'uomo però, fortunatamente, capì lo stesso.
Naruto, senza rendersene conto, si portò a sedere sul divanetto dove sedeva Sakura e le avvolse un braccio intorno alle spalle.
Sentì i ciuffi rosa della ragazza solleticargli delicatamente una guancia e poi, accorgendosi di essergli andato forse troppo vicino, si grattò la nuca imbarazzato:
-sono troppo vicino, per caso?- le domandò.
-forse un pochino.- disse inizialmente, in seguito sorrise -ma non c'è problema, non mi dai fastidio...- aggiunse impacciata.
Naruto si sentì emozionato a quelle parole e involontariamente si aprì in uno dei sorrisi migliori che avesse mai fatto. Sakura, invece, sorrise leggermente mentre le sue candide guance avevano assunto un rosa tenue. Senza accorgersene, le sue gambe erano andate a sfiorare quelle toniche di Naruto e un piacevole tepore la invase.
Naruto, avvertendo il contatto diretto con lei, sentì la stessa sensazione di calore che gli riscaldò dolcemente il cuore. Morale della favola, la foto uscì bellissima; perfino il cameriere, con un inglese molto più corretto di Naruto, gli aveva detto che li trovava una bella coppia e aveva sorriso allontanandosi dal loro tavolo.
-grazie per aver accettato di fare una foto con me, Sakura-chan...-
-ha fatto piacere anche a me...- dichiarò lei sorridendo.
Entrambi erano ancora sullo stesso divanetto, molto vicini, tanto che le mani calde di Naruto andarono a toccare quelle di Sakura.
Si guardarono con dolcezza e lui le strinse la mano in un gesto involontario.
-Sakura-chan...- cominciò.
Lei non lo allontanò.
-penso che tu l'abbia già capito visto il mio invito...- continuò -però mi piaci molto e volevo dirtelo anche direttamente.- sorrise.
Dopo quella dichiarazione così esplicita da parte del ragazzo, arrossì.
-anche tu mi piaci, Naruto...- rispose -però, ecco, vorrei andarci piano perché non è che la mia vita sentimentale sia stata un granché...- raccontò tristemente.
-non preoccuparti...- la consolò lui -io non ho fretta. Nessuno sa come andrà a finire, però mi piacerebbe tanto conoscerti meglio, Sakura-chan. Sai... ne ho avute tante di ragazze e nessuna era quella giusta, ma sento che quello che provo per te è qualcosa di ben diverso. Non so cosa sia e per questo vorrei scoprirlo...- rivelò sorridendo.
Sakura si sentì importante ascoltando quelle parole tanto sincere.
Naruto sembrava davvero un bravo ragazzo e anche lei ci teneva tantissimo a scoprire cos'era quello che sentiva quando stavano insieme.
Era capace di strapparle un sorriso con una sola frase e questo non le era mai successo con nessuno, se non con la sua migliore amica Ino.
-grazie...- sorrise dolcemente -anch'io vorrei conoscerti meglio per scoprire cosa c'è veramente tra noi...-
-allora lo scopriremo insieme!- concluse lui ridacchiando, alzando il pollice e immergendosi in quei bellissimi occhi color menta.
Ambedue, quando arrivarono i piatti, tornarono al loro posto per gustarsi la specialità di Rio.

 

*********


Anche quella giornata era passata velocemente e Sasuke era appena salito sulla nave. Aveva anche trovato un Souvenir da regalare a suo fratello.
Purtroppo, in tutto il giorno a parte la mattina a colazione, non era riuscito a controllare il suo cliente e aveva finito per visitare Rio da solo.
Tuttavia, non era stata una brutta giornata. Si era rilassato e aveva sfruttato al massimo il tempo concesso “a terra”.
Aveva ripensato all'incontro con la cugina di Naruto e senza sapersi spiegare il motivo aveva parlato di suo fratello ad una completa sconosciuta.
Lei le aveva fatto una domanda, stavolta una domanda semplice e non condita dai continui sospetti che aveva nei suoi confronti.
Era rimasto sorpreso da quella domanda e non volendo le aveva risposto gentilmente.
Anche lei era da sola per Rio e infatti si era chiesto come mai una ragazza si trovava tutta sola in una città immensa.
Magari Naruto aveva altro da fare e si erano separati da poco, ma restava il fatto che lei era da sola e non riusciva a credere che fosse solo una coincidenza; infatti, il fatto che anche lui era da solo non lo era, era da solo perché non voleva impicci tra i piedi e sperava di poter incontrare il suo cliente da qualche parte senza che Suigetsu lo distraesse costantemente per indicargli qualche “oca” che aveva adocchiato per andare alla conquista.
Appunto, proprio per questo motivo, lo aveva lasciato in compagnia di una brasiliana che si trovava sulla loro stessa crociera e così era libero di fare ciò che voleva senza immischiarsi nei suoi affari di lavoro.
Però era stato completamente inutile perché questa giornata non era servita a nulla per le sue indagini e aveva perso le traccie del suo cliente subito dopo che era sceso dalla nave con il suo gruppo di collaboratori.
Inoltre... il volto di Karin continuava a stuzzicarlo fastidiosamente, così come il suo bel fisico.
Anche vestita semplice come l'aveva vista quella mattina stava bene: la gonna corta di Jeans, sfilacciata apposta in fondo, aderiva perfettamente con la sua fine vita e quella canottiera verde bottiglia attillata, risaltava egregiamente il suo piccolo seno.
Il leggero trucco le donava e quel rossetto rosso acceso esaltava le sue labbra provocanti e carnose. Non poteva fare a meno di desiderarla a quel pensiero, ma non poteva cedere a tali sentimenti e desideri perché il suo lavoro era un altro, non quello di farsi inchiappettare da una donna qualsiasi.
In ogni caso, non poteva negare che la piccola conversazione avuta con lei davanti al mercato l'avesse divertito e gli avesse fatto piacere.
Di certo con quella donna non ci si annoiava, ed era davvero uno spasso confrontarcisi.
Quanto sarebbe durato quello “spasso” prima che i suoi istinti avessero la meglio?
Era questa la domanda che lo tormentava, perché dentro di sé sapeva che avrebbe ceduto prima o poi, che provasse a resistere o meno. Sbuffò seccato.
Tra poco sarebbe andato a cena e finalmente poteva avvistare nuovamente il Sig.Onoki e scoprire i programmi che aveva per quella sera.
Rientrato in camera beccò Suigetsu a fare “zapping” con il telecomando della televisione.
-sono tornato prima di te, a quanto pare.- disse.
-ho avuto da fare.- rispose annoiato.
-quella brasiliana era proprio tanta roba!- esclamò -sapessi quanto ci siamo divertiti!-
-non mi interessa sapere cosa hai fatto con quella.-
-siamo di cattivo umore, eh? Per caso qualcuno ti ha fatto innervosire?-
-no. Non è niente che ti riguardi.-
-dì la verità, Sasuke... quando stamattina ho chiesto a Karin di visitare Rio insieme mi hai fermato perché non ti avrebbe fatto piacere, vero?- lo provocò.
-non dire cavolate.- sbottò irritato, mentendo -ti ho fermato perché sospetto di quella donna e non vorrei che tu rivelassi per sbaglio qualcosa che non dovresti.-
-certo... come se ti credessi!- proseguì divertito -è ovvio che quella donna ti interessa.-
-non mi interessa nel modo che pensi tu.- ribatté incerto.
Sperò che Suigetsu non si accorgesse di quell'insicurezza.
-ma se si vede lontano un miglio che vorresti portartela a letto!- insisté.
A quel punto Sasuke lo fulminò gelido; Suigetsu, però, così sicuro delle sue supposizioni non si scompose:
-senti Sasuke... so che non sei gay o altro, ma i tuoi gusti sulle donne sono alquanto limitati e non certo facili da comprendere. Non si vede bene quando qualcuna ti interessa sul serio, ma ti assicuro che la curiosità che senti verso quella donna traspare abbastanza bene per i tuoi standard.
Potrai continuare a negarlo, se vuoi, ma io resto della mia opinione.-
-pensala come vuoi, ma lasciami in pace.- affermò irritato.
-ah giusto! Se non ti deciderai al più presto a darti una mossa con Karin, te la ruberò io: non sei l'unico che è rimasto attratto da quella ragazza, per cui se non ti deciderai a fare qualcosa ne approfitterò per provarci io.- lo avvisò con naturalezza.
A quel commento, Sasuke avvertì un fastidio insopportabile che non voleva proprio approfondire per paura di scoprire qualcosa di inaccettabile.
-mi pareva di averti già detto che sei libero di fare ciò che vuoi con quella.-
-non mi pare di essere molto libero come affermi. Se lo fossi stato, a quest'ora avrei passato la giornata con Karin. E ricorda Sasuke... sei stato tu ad impedirmelo, per qualsiasi motivo di fondo ci fosse dietro.- terminò ghignando.
-tsz! Chiudi quella fogna, Suigetsu.- ordinò rabbioso.
Decise di non continuare quella ridicola discussione che, purtroppo, aveva vinto su tutti i punti di vista Suigetsu.
Aveva ragione lui, non aveva lasciato che Suigetsu e Karin visitassero Rio insieme soprattutto perché lo avrebbe infastidito, le altre motivazioni c'entravano poco.
Non poteva più negarlo, e questo era davvero frustrante.
Si infilò sotto la doccia cercando di scacciare via quell'amara consapevolezza.

 

*********


Lei e Naruto erano appena entrati nel salone del ristorante internazionale e quest'ultimo fece un gran sorriso a Sakura, ricambiato.
Naruto le aveva raccontato della bellissima giornata passata con Sakura, e Karin era davvero felice per lui_anche se non l'avrebbe mai ammesso_.
-e tu, con le tue indagini?- le chiese.
-male.- sputò scocciata -oggi non ho scoperto nulla di significativo.-
E, come se non bastasse, avevano trovato posto lontano dal tavolo dell'azienda “Akatsuki” e dunque dal suo cliente.
Da lì non sarebbe riuscita a sentire i programmi che il Sig.Onoki avrebbe avuto quella sera.
La nave era ormai salpata da due orette e domani sarebbero arrivati a Recife.
Non aveva molto fame e ogni tanto portava gli occhi su Sasuke, e anche lui faceva lo stesso rivolgendole lo stesso sguardo intenso con cui l'aveva guardata quella mattina.
Distolse subito gli occhi da lui, perché l'eccitazione la stava invadendo nuovamente.
-ti senti bene, cugina?- domandò apprensivo Naruto.
-certo che sto bene!- rispose schietta.
-è successo qualcosa con Sasuke?-
Perché suo cugino arrivava sempre alla risposta?
A volte proprio non lo sopportava.
-no.- decretò piatta.
-stai mentendo, vero?- sorrise divertito.
Si arrese infastidita.
-ci siamo incontrati oggi al mercato di Rio.- confessò -ma prima che tu possa chiedermi altro, non è successo nulla di quello che credi con quel bastardo.-
-va bene, vorrà dire che ti crederò. Però, ecco, perché lo guardi sempre?-
-chi lo starebbe guardando?!- gridò isterica. Colpita e affondata.
-ovviamente tu, cugina.- ridacchiò.
-lo guardo solo perché mi fa imbestialire e perché non mi fido di lui.- borbottò.
Alla fine Naruto decise di non farle più domande.
Durante la cena non parlarono più molto, quando all'improvviso vide il suo cliente_dopo aver svuotato il piatto_alzarsi seguito da Sasori e uscire dalla sala.
-non lo segui?- chiese suo cugino.
-no, non posso farlo. Sarebbe troppo sospetto e sarebbe una ricerca a vuoto dato che non so che programmi abbia questa sera.- rispose lei.
-quindi, che farei dopo cena?-
-credo che andrò in discoteca. Ho bisogno di svagarmi un po'.- affermò.
-da sola?- domandò insicuro Naruto.
Di certo non le faceva piacere lasciare sua cugina da sola in discoteca, avrebbe fatto qualche cavolata conoscendola.
-vuoi venire anche tu?- lo invitò lei.
-lo sai che non mi piacciono le discoteche.- rifiutò lui dispiaciuto -non vengo... però promettimi che starei attenta, d'accordo?- le fece l'occhiolino.
-idiota! Non ho bisogno di una balia!- brontolò.
-d'accordo... allora meglio così!- sorrise.
Infine, anche lei e Naruto si separarono.
Lanciò involontariamente un'altra occhiata al tavolo di Sasuke e lo guardò, stavolta lui non rispose al suo sguardo.
Scocciata, si sentì quasi delusa.


 
*********


Erano le 00.00 in punto quando Deidara e Sasori uscirono dal Casinò “Royal” dopo diverse partite alla Roulette.
Deidara sembrava abbastanza assorto e preoccupato e Sasori se n'era accorto:
-tutto bene Deidara?- chiese -sei sbiancato improvvisamente...- notò.
-Non può davvero essere...- farneticò con voce impaurita.
Sasori si fece confuso.
-di cosa stai parlando?-
L'uomo non rispose e iniziò a cercare freneticamente la chiave della sua camera nella tasca dei pantaloni, non trovandola.
-Sasori... hai visto per caso la mia chiave?- domandò angosciato.
-no, mi dispiace... non l'ho vista. Di solito la lasci sul tavolo da gioco, giusto? Forse l'hai lasciata lì per sbaglio.- suppose.
-no!- esclamò -ho controllato bene il tavolo e non c'era niente... eppure mi sembrava di averla rimessa in tasca.- continuò sempre più preoccupato.
-l'avrai persa in uno dei corridoi.- fece -comunque... di sicuro nella Hall giù, se gli spieghi la situazione, ce ne avranno una di riserva.- suggerì.
-maledizione!- ruggì furioso -vado a chiedere!-
-ma sei sicuro di stare bene? Stai sudando freddo.- richiese leggermente preoccupato.
Deidara non rispose e salì su uno degli ascensori per scendere nella Hall e chiedere una chiave di riserva. Sasori, invece, proseguì per la sua strada un po' pensieroso.

 

*********


Ormai era arrivata la mattina, la sala della colazione era piena come un uovo_come sempre del resto_e Sasuke e Suigetsu erano finalmente riusciti a trovare un tavolo vuoto accanto al tavolone dell'azienda “Akatsuki”. La tavola del suo cliente era quasi al completo, ma mancava solo il diretto interessato.
Questo Sasuke lo trovò strano, perché di solito era sempre tra i primi ad arrivare e supponendo che fosse il capo di tutti non gli era concesso raggiungerli per ultimo.
Era fortunato perché da lì poteva sentire di cosa parlavano e colse alcune parole del compagno della donna dai capelli blu cobalto:
-Konan... non trovi che Deidara sia estremamente in ritardo questa mattina? Sono le 9.00 passate e ancora non è arrivato.- notò.
-in effetti hai ragione. Forse è meglio se vado a svegliarlo. D'altra parte sono la sua segretaria ed è il mio compito!- disse.
E così la donna si chiamava Konan ed era la segretaria del suo cliente?
Davvero interessante, e altrettanto lo era che il Sig.Onoki non fosse con loro.
Decise di non seguirla perché sarebbe stato troppo sospetto.
In compenso, portò lo sguardo su Karin e si accorse che anche lei stava seguendo con gli occhi la donna.
E, ancora una volta, stava facendo il suo stesso lavoro.
Cosa aveva in mente?
Nuovamente, la stessa domanda senza risposta lo irritò.

 
*********


Anche Karin aveva seguito attentamente la scena e il fatto che il suo cliente mancasse all'appello quando gran parte dei suoi colleghi erano presenti, era decisamente strano.
Una giovane donna, poi, ad un tratto entrò in sala seguita da altri.
La caratteristica in comune di tutte queste persone era il pallore delle loro guance e uno sguardo spaventato.
-la Suite 980...- sussurrò una donna, impaurita, e il chiacchiericcio in sala si placò improvvisamente -è stato assassinato un uomo! Aiuto!!-
Svenne senza riuscire a dire altro mentre altri che avevano assistito alla scena non dissero nulla e rimasero con un'espressione impaurita e angosciata.
Lei spalancò gli occhi e un mormorio spaventato, seguito da altre grida, accolsero la sala.
Karin, scioccata, comprese che probabilmente il suo cliente era stato ucciso e lei non era riuscita a fare in tempo a scoprire chi stava pianificando di ucciderlo.
Aveva fallito. Aveva miseramente fallito.

Però non era il momento di
pensarci adesso, tutti i suoi piani avevano subito una svolta improvvisa e ora doveva cambiare strategia.
La segretaria di Deidara Onoki era ancora al ponte diciassette?
Doveva trovare il modo di raggiungere la camera della vittima, ma non voleva ancora rivelare la sua identità.
Tuttavia, prima che potesse fare qualcosa, vide Sasuke alzarsi in piedi e mostrare il suo distintivo davanti a tutti:
-fate silenzio!- ordinò gelido -sono un detective! E risolverò questo caso, ma dovete stare tutti calmi.- concluse perentorio.
E lei rimase a bocca aperta. Si aspettava di tutto, ma mai si sarebbe immaginata che Sasuke Uchiha fosse il secondo detective incaricato del suo stesso caso.
Era così sconvolta che non sapeva cosa dire o pensare, ma adesso molte cose e molti atteggiamenti dell'uomo gli erano chiari e da una parte si sentì anche sollevata nel sapere che Sasuke era, sì, infilato nello stesso caso ma per lavoro.
In ogni caso, non voleva escluderlo comunque dalle sue indagini.
Ora, però, la cosa più importante era raggiungere la Suite 980 e l'avrebbe fatto al momento che anche Sasuke si sarebbe mosso.




*********************************
So che sarete arrabbiati perché ho concluso il capitolo un'altra volta sul più bello.
Immagino che vi aspettavate la morte di Deidara, eh? quando intendevo un "caso" da risolvere in parte mi riferivo a questo.
Chi sarà l'assassino/a? spero di non avervi deluso.
So che il finale del cap è stato un po' frettoloso, perché non mi sono concetrata molto sulle reazioni dei personaggi coinvolti ma vi prometto che con il prossimo cap cercherò di descriverle meglio. Sasuke ha rivelato la sua identità! non so come prenderete questa scelta, ma era necessario perché uno tra i due (o Karin o Sasuke) doveva calmare i passeggeri dopo lo sciock che hanno subito. D'altra parte sulla Crociera ci sono tante persone ed era inevitabile che tutto ciò avrebbe traumatizzato e spaventato i passeggeri, qualcuno dei due doveva intervenire e rassicurare le persone: ho scelto di farlo con Sasuke.
Ma non preoccupatevi, l'identità di Karin non resterà nascosta ancora a lungo! xD cosa succederà quando Sasuke saprà che il secondo detective è proprio Karin?
La scene NaruSaku vi sono piaciute? spero di non avervi deluso... ç_____ç

Per quanto riguarda i luoghi che ho citato: il centro di Rio, il Parco di Tijuca, le spieggie, la metropolitana, il quartiere pedonale "Carioca", Palazzo Petrobas... ecco, sono tutti posti che esistono veramente a Rio. Non essendoci mai stata, per non scrivere cavolate, mi sono dovuta informare! XD
Per quanto riguarda il "Churrasco" è veramente un piatto tipico di Rio, ed è proprio una carne alla brace.
Spero che non vi dispiaccia se ho raccolto qualche informazione!^^

Ringrazio ancora tantissimo chi mi ha recensito!! *-* fatemi sapere cosa ne pensate di questo cap! spero vi sia piaciuto!! :D

Alla prossima!!^^




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Capitolo 6
*** Bacio al sapore di pesco ***


Ciao a Tutti!! *-* sono riuscita ad aggiornare un altro cap questo mese!^^
In questo cap abbiamo l'inizio delle indagini e qualcos'altro... :P
Ringrazio tantissimo Auron, LillixSana e Kushina Namikaze per le belle recensioni!! *-*
Spero di non deludervi con questo cap... :)




Bacio al sapore di pesco


Sasuke aveva preso uno degli ascensori per arrivare al diciassettesimo ponte e aveva raggiunto la Suite 980.
Davanti alla porta della camera si trovavano un sacco di passeggeri scioccati e spaventati dalla situazione, incapaci di parlare o con le mani sugli occhi per non guardare il cadavere. Sasuke aveva mostrato loro il distintivo cercando di rassicurarli come meglio poteva ed essi si erano allontanati il più possibile dalla scena del crimine dopo che Sasuke aveva chiesto di fargli spazio.
Dopo essere avanzato nella stanza vide il Sig.Onoki riversato a terra, ormai la pelle era diventata bianco cadaverica e il corpo sembrava essere freddo e irrigidito.
Infilato nel petto, aveva un coltello di medie dimensioni e la camicia che ancora indossava era totalmente macchiata di sangue già scurito.
Attorno al corpo ormai inerme, una pozza di sangue abbastanza significativa e l'odore di morto e sangue secco invadeva tutta la stanza procurando quasi il voltastomaco anche a Sasuke, decisamente abituato a vedere scene simili.
Tra le persone che si trovavano sullo stesso piano c'erano alcuni dipendenti dell'azienda “Akatsuki” e qualcuno dell'azienda “Konohara”.
Konan, la donna dai capelli blu cobalto, sembrava ancora molto scossa dato che probabilmente era stata la prima a scoprire il cadavere del suo capo.
Tuttavia, Sasuke non si sentiva di escludere nessuno delle persone collegate a Deidara Onoki e avrebbe iniziato presto gli interrogatori, quasi sicuramente dopo aver studiato come doveva la vittima.
Da una parte si sentiva deluso da se stesso per non essere riuscito a scovare l'assassino prima che commettesse l'omicidio, ma dall'altra se lo aspettava che avrebbe agito quasi subito: si immaginava che volesse mettere in atto il piano tra i primi giorni, per essere sicuro che nessuno lo fermasse in tempo.
Ed era consapevole che la possibilità di fermarlo prima che agisse non era del tutto scontata, anzi... era quasi impossibile.
Doveva farsene una ragione, in modo da poter cominciare ad indagare immediatamente.
-Tra voi c'è per caso un medico?- chiese ai presenti.
Nessuno inizialmente rispose, ancora troppo scioccati, così ripeté la domanda più scocciato:
-ripeto... c'è un medico tra voi? Se sì, si faccia immediatamente avanti!-
La ragazza con i capelli castani, a caschetto liscio, suppositivamente dipendente dell'azienda "Akatsuki"_dato che l'aveva vista al tavolo dei colleghi di Deidara_, si fece avanti:
-sono il medico privato del Sig.Onoki...- iniziò con una voce giovane.
-Perché quando ho chiesto se c'erano medici non ha risposto?- domandò seccato.
-speravo che fosse qualcun altro ad analizzare il suo corpo: penso possa immaginare quanto per noi sia stato scioccante vedere il nostro capo assassinato così brutalmente!-
Sasuke non rispose, si limitò solo a fare una smorfia.
-faccia il suo dovere.- ordinò gelido.
La ragazza annuì, ma fu fermata di nuovo da lui:
-prima mi dica il suo nome.-
-Rin Nohara.- rispose.
-bene, signorina Nohara... a lei il compito di analizzare la vittima e poi constaterò attraverso un altro medico di questa Crociera se quello che mi dirà sul corpo della vittima è vero o meno, per precauzione.- aggiunse.
La signorina aveva appena confessato di essere il medico privato del Sig.Onoki, per cui una persona abbastanza vicina all'uomo, e per questo non si sentiva di escluderla dagli indiziati. Gli aveva concesso di analizzare il corpo dell'uomo, ma dall'altra si sarebbe accertato_attraverso un medico che non conosceva il Sig.Onoki_che non nascondesse apposta qualche dettaglio importante.
Tutti i presenti erano attenti e stavano aspettando la risposta da parte della ragazza, altri invece se n'erano andati.
Lui la osservò studiare scrupolosamente il corpo dell'uomo.
-date le condizioni del suo corpo, apparentemente sembra che sia stato ucciso nelle prime ore della notte, direi all'incirca verso 00.30, ma siccome il corpo è stato ritrovato molte ore dopo non è possibile avere una visione troppo chiara del momento in cui è stato ucciso.-
-molto bene. La ringrazio.- disse Sasuke -adesso farò chiamare un altro medico per accertarmi che ci possiamo fidare del suo giudizio. Per il momento, però, si allontani.-
La massa di passeggeri davanti alla camera dove era avvenuto il delitto, iniziò a diminuire e Sasuke li invitò ad andarsene:
-tornate pure a fare le vostre attività, qui intralciate solo le mie indagini. State tranquilli, vedrò di risolvere il prima possibile questo “caso”.- li dileguò frettoloso.
Gran parte delle persone fece come gli era stato ordinato e Sasuke notò Naruto e sua cugina poco più in là, quando il largo corridoio fu svuotato.
I due,_stranamente_ e rispetto ad altri, non sembravano molto sorpresi dall'accaduto, come se in qualche modo se lo aspettassero e questo lasciò abbastanza perplesso Sasuke.
-che ci fate voi due qui?- domandò loro.
-siamo qui come tutto il resto dei passeggeri.- rispose piatta Karin.
-in qualche modo questa crociera si è trasformata in un incubo, eh!- cercò di sdrammatizzare Naruto -però, cavolo Sasuke, mi hai sorpreso... non mi aspettavo proprio che avessi intrapreso la via del crimine.- ridacchiò.
-sono laureato in criminologia, idiota!- sbottò -tuttavia, il fatto che entrambi non mi sembrate molto sorpresi come il resto dei passeggeri mi insospettisce.- continuò.
Karin non si scompose:
-I tuoi sospetti sono del tutto infondati. Lascia che ti insegni una cosa Sasuke: c'è chi è più sensibile a questo genere di cose e c'è a chi non frega proprio nulla. Io e Naruto siamo proprio tra questi.- affermò irritata.
-ora non esageriamo, cugina. Non è che io sia proprio indifferente davanti ad un assassinio e soprattutto di fronte ad un corpo ricoperto di sangue e riversato a terra, semplicemente cerco di non pensarci.- ridacchiò -meno male che quell'uomo non lo conoscevo!-
-Non mi fido lo stesso di voi due, vi sottoporrò anche voi ad un interrogatorio.- decise.
-fai come vuoi, bastardo!- esclamò acida lei -tanto non tirerai fuori un ragno da un buco dalle nostre bocche, visto che sei proprio fuori strada!-
-Adesso calmati, Karin...- cercò di tranquillizzarla Naruto -Sasuke, mi conosci da quando sono piccolo_anche se per anni ci siamo persi di vista_ e forse sai che non sarei in grado di uccidere qualcuno; però, se per il tuo lavoro preferisci interrogarci, noi non te lo possiamo impedire... giusto Karin?- guardò sorridendo sua cugina.
-tsz... faccia quello che vuole. Non mi interessa proprio!- borbottò infastidita.

********

Karin aveva seguito con Naruto_di nascosto_ Sasuke e si era ritrovata davanti alla camera 980.
Per fortuna non era toccato a lei rivelare la propria identità, ma sapeva che quando avrebbe iniziato indisturbata gli interrogatori delle persone coinvolte nel “caso” si sarebbe dovuta rivelare anche lei, perché Sasuke si sarebbe ritrovato con un'altra persona che “disturbava” le sue indagini.
Aveva scoperto il nome della ragazza dai capelli castani, Rin Nohara, e per le indagini era stato fruttuoso sapere più o meno l'ora del delitto e l'arma usata, che erano tra le cose più importanti da sapere per cominciare le indagini.
Ciò che anche era stato vantaggioso, era essere riuscita a conoscere gran parte dei nomi delle persone collegate a Deidara Onoki, dipendenti dell'azienda “Akatsuki” probabilmente, e anche qualcuno dell'azienda “Konohara”.
Si sarebbe fatta dare dalla Hall la lista delle persone legate alla vittima, dopo aver mostrato il suo distintivo, e avrebbe iniziato con gli interrogatori.
-bene. Allora è deciso che interrogherò anche voi due!- dichiarò Sasuke, interrompendo il suo flusso di ragionamenti.
-chi ci dice che anche tu non sia un sospettato?- chiese ghignando -anche se sei un detective, non è detto che quella sia la tua vera identità. Esistono anche i distintivi falsi, sai?-
-questo distintivo è ufficiale. E ti dimostrerò quanto sono abile nel mio lavoro risolvendo questo “caso” e scoprendo cosa hai in mente.- appurò determinato.
Sembrava quasi il lancio di una sfida; e, anche se lui non sapeva che lei faceva il suo stesso lavoro, era come se le avesse dichiarato guerra: chi prima risolveva il caso tra loro, prima vinceva la sfida. Lei sorrise maliziosa, tanto che Sasuke si meravigliò.
-va bene, Uchiha. Vediamo come te la cavi!- recitò sensuale.
La parte che desiderava sedurlo con tutta se stessa stava nuovamente prendendo il sopravvento e al momento non era riuscita a controllarla.
Anche Naruto si sorprese del suo “cambio d'umore” e ridacchiò divertito.
Sasuke invece, stupito dal cambiamento del suo tono di voce_molto simile a quello che aveva usato quando avevano giocato a Poker_, arrossì leggermente ma così lievemente che non se ne accorse nessuno.
-perfetto, allora.- tornò composto -non ho altro tempo da perdere con voi due, devo andare a chiedere la lista dei sospettati alla Hall.- annunciò.
Lei e Sasuke si scambiarono un'altra occhiata penetrante e poi si separarono.
Quando Sasuke si fu allontanato, Naruto le domandò:
-allora... che hai intenzione di fare cugina?-
-aspetto che prenda la lista tanto bramata, poi anch'io farò lo stesso e inizierò l'interrogatorio per conto mio, in seguito si starà a vedere i suoi movimenti.-
-lo sai che se inizierai l'interrogatorio quando lui, la tua identità verrà subito svelata?-
-lo so. Comunque, tanto prima o poi dovrò svelarmi lo stesso.-
-Hai ragione. E per quanto riguarda l'interrogatorio che Sasuke vuole farci?- chiese.
-questo è colpa tua!- lo accusò -se ti fossi tappato la bocca invece di calmare le acque, a quest'ora forse c'eravamo risparmiati un inutile interrogatorio!- brontolò.
-ma ho pensato che poi, se non avessimo accettato, si sarebbe insospettito ancora di più!- si difese mettendo il broncio.
Karin sospirò rassegnata.
-ah! Lasciamo stare!- esclamò -in effetti, forse è stato meglio così...- confessò.
-ti fidi di lui adesso?-
Karin lo incenerì.
-certo che no!- sputò -anche se ha il distintivo di detective, nessuno mi assicura che mi posso fidare di lui. Non escludo nessuno!- terminò.
-come vuoi...- sorrise suo cugino -adesso, però, vado a cercare Sakura-chan!-
-Naruto... so che ti sei preso una bella cotta per quella ragazza, ma penso che tu sia consapevole che lei è coinvolta nel “caso”, vero?- lo fissò seria.
Naruto abbassò la testa un po' preoccupato.
-lo so. So che non ti senti di escludere nemmeno lei...- rispose tristemente.
-se sospettassi di lei, tu cosa faresti?-
Naruto rimase in silenzio.
-non lo so veramente...- fece sincero.
-sai che se mi intralcerai le indagini il mio capo ce la farà pagare, vero?- chiese -e questo non posso permetterlo. Se deciderai di coprirla per qualche motivo, non posso garantire per te.- lo avvisò -ci sono delle regole da rispettare che nemmeno io posso violare. Volevo dirtelo il prima possibile.- aggiunse.
-hai ragione. So perfettamente che la situazione è critica e probabilmente starò in ansia per tutti i tuoi interrogatori e finché anche Sakura-chan non verrà scagionata!- ammise.
-non voglio coinvolgerti più del dovuto, Naruto. Anche se non te lo dico spesso, penso tu sappia quanto ti voglio bene, per cui promettimi che non ti metterai nei guai!-
-te lo prometto, cugina!- le fece l'occhiolino -però, anche tu cerca di non esagerare!- sorrise.
Lei gli fece un mezzo sorriso.
-d'accordo, ma non posso promettertelo completamente.-
Naruto annuì comprensivo: sapeva che il suo lavoro era pericoloso.

*******


Naruto aveva iniziato a cercare Sakura come aveva detto, ma le parole di Karin tornavano alla sua mente costantemente.
Sapeva di conoscere ancora troppo poco la ragazza per poter dire con certezza che non avrebbe mai assassinato un uomo. Come era consapevole che non poteva intralciare le indagini della cugina perché anche lui ne era in qualche modo coinvolto, dato che la aiutava a coprire la sua identità di detective.
Però, allo stesso tempo, era sempre più attratto da Sakura e dopo quello che era successo si sentiva in ansia: non vedeva l'ora che Karin cominciasse gli interrogatori per darsi una calmata. Certo, dal suo punto di vista, non poteva assolutamente credere che la ragazza fosse colei che aveva elaborato un piano così diabolico, perché lui l'aveva conosciuta. Erano stati una giornata intera insieme e l'impressione che aveva avuto su di lei era tutt'altro che negativa: sembrava una persona tranquilla e corretta, gentile e altruista; e, inoltre, non pareva conoscere nemmeno la vittima, anzi... l'aveva forse conosciuta solo tramite il suo paziente privato, Kakashi Hatake, e non per altri motivi.
Tuttavia, non poteva escludere che conoscesse già prima l'uomo dato che, appunto, l'aveva incontrata solo da due giorni.
L'unica speranza che restava era comunque l'interrogatorio di sua cugina.
Adesso però non voleva pensare a quello che era successo, e per ora avrebbe lasciato tutto in mano a Karin; si fidava di lei e sapeva che non era mai tornata dal suo capo senza aver risolto qualsiasi “caso” che gli era stato incaricato. Avrebbe indubbiamente risolto anche questo.
Ora voleva solo vedere Sakura: un po' perché desiderava vederla, un po' forse anche per assicurarsi nuovamente che lei non avrebbe mai commesso qualcosa di così orrendo.
Aveva sentito quella mattina che sarebbe andata a fare un tuffo in piscina con Ino, prima dell'arrivo a Recife e infatti ecco che la vide: aveva un costume a due pezzi, rosso con delle fantasie arancioni e gialle, i capelli legati in una leggera coda. Il ventre piatto e il pezzo sopra del costume che risaltava il suo seno.
Era in piedi, a chiacchierare con Ino, mentre quest'ultima si trovava sdraiata su un lettino e giocherellava con la cannuccia del cocktail che stava bevendo.
Ma lui si era soffermato a guardare Sakura, con un sorriso ebete e dolce.
Non poteva davvero credere che anche lei potesse essere coinvolta nell'assassinio di Deidara Onoki.
Comunque, per il resto sembrava abbastanza tranquilla.
Decise di raggiungerla. Percorse il bordo piscina e arrivò da lei:
-ehi Sakura-chan!- salutò allegro.
-guarda chi c'è!- ridacchiò Ino, divertita.
-Naruto!- esclamò lei, sorridendo -anche tu in piscina?-
-no, in realtà ero venuto a cercare te...- rispose spontaneamente.
Lei arrossì un pochino.
-ti ho cercato anch'io prima...- confessò imbarazzata.
Naruto non si aspettava quella risposta e arrossì anche lui.
-bene, ragazzi! Mi è preso caldo! Vado a farmi un tuffo!- annunciò Ino, interrompendo quel momento e facendo un occhiolino a Sakura in modo da lasciarli da soli.
-perché mi cercavi?- chiese lui, quando Ino si fu allontanata.
-ti cercavo perché mi andava, no?- sorrise lei, più espansiva.
Naruto si mise una mano dietro la nuca, impacciato.
-anche per me è lo stesso...-
Si guardarono dolcemente.
-perché non andiamo a prenderci qualcosa da bere al bar della piscina e chiacchieriamo un po' ai tavolini?- propose lei.
-mi sembra un'ottima idea!- concordò Naruto solare.
Così fecero e dopo aver preso lui un cocktail analcolico alla frutta e lei un succo di pesca, si sedettero al primo tavolo a due vuoto.
-sai... io e Ino abbiamo deciso di andare in piscina anche perché quello che è successo ci ha abbastanza sconvolto...- iniziò a parlare.
Naruto si stupì: non si aspettava che lei iniziasse a parlare proprio dell'assassinio di Deidara Onoki, ma lui per conferma decise di appurare che il discorso che aveva iniziato si trattasse proprio di quello:
-stai parlando del Sig.Onoki?- domandò, un po' agitato.
-sì. Non lo conoscevo! Diciamo che l'ho conosciuto solo quando sono salita su questa Crociera e anche per Ino è stato lo stesso.- prese un sorso del succo e continuò -solo che ci siamo spaventate un po', dato che comunque ci siamo trovate inevitabilmente coinvolte visto i brevi contatti che abbiamo con lui da due giorni.
Abbiamo un po' paura che, chi si sta occupando del caso, sospetti di noi...-
Naruto sapeva che Sakura si stava solo sfogando, ma parlare di quello che era successo non faceva altro che preoccuparlo di più.
-non dovresti essere spaventata, Sakura-chan, se non avevi nessun tipo di rapporto con lui, basta che lo dici chiaramente a Sasuke.- intervenne.
L'unica cosa che poteva fare era cercare di rassicurarla, benché nemmeno lui era troppo tranquillo.
-Sasuke?- domandò lei.
-ah giusto! Non lo sai... il detective che ha mostrato il distintivo questa mattina, è un mio amico d'infanzia.
Ma se ti può consolare, sai che anch'io e Karin dovremo subire l'interrogatorio?- scoppiò a ridere.
-davvero? E perché?-
-eh eh, sembra che Sasuke sospetti di mia cugina!-
-guarda che non è una bella cosa, baka, perché sei così tranquillo?-
-perché so perfettamente che mia cugina non commetterebbe mai un atto simile!- sorrise.
-vi conoscete proprio bene, eh?-
-già, da una vita!- rispose -però sembra che anche tu e Ino siate molto unite!- constatò.
Sakura si fece pensierosa.
-sì, lo siamo. Inoltre, io sono molto grata a lei.- dichiarò.
Naruto si meravigliò, era la prima volta che Sakura gli parlava di lei così naturalmente.
-perché le sei grata?- domandò interessato.
-sai... da piccola i bambini mi prendevano sempre in giro per la mia fronte spaziosa e per il fatto che me ne stavo sempre da sola, ed ero molto timida. Ino mi ha sempre difeso, ed è stata la prima ad avvicinarsi a me e a diventare mia amica...- raccontò malinconica -se non ci fosse stata lei, non sarei riuscita a fare amicizia con nessuno.-
-non vedo perché quei bambini dovevano prenderti in giro, la tua fronte è bellissima per me!- sorrise.
Sakura, a quel commento, arrossì imbarazzata.
-ti piace davvero la mia fronte?-
-certo! Rende il tuo viso ancora più grazioso!- esclamò.

 
********


-Certo! rende il tuo viso ancora più grazioso!- esclamò.
Era incredibile, Naruto le aveva detto le stesse identiche parole che le disse Ino quando le consigliò di scoprire di più la sua fronte spaziosa.
Per ora loro due erano stati gli unici a dirle parole così consolanti e gentili.
-sai che Ino mi disse le tue stesse identiche parole?-
-veramente? Non ci posso credere!- ridacchiò -beh, sono contento di aver detto le stesse parole di una persona a cui tieni tanto!-
Detto questo, Naruto avvicinò un braccio verso il suo viso e con la mano le accarezzò dolcemente una guancia. Le sue candide guance si colorirono leggermente e, involontariamente, cogliendolo di sorpresa, toccò la mano del ragazzo e si protese con le labbra verso quelle di lui e in un attimo gli lasciò un leggero bacio al sapore di pesco.
Naruto sbarrò gli occhi meravigliato e senza pensarci troppo si lasciò cullare da quel dolce sapore e dal tocco delicato della ragazza, intanto che il suo cuore iniziò ad accelerare.
-grazie, Naruto...- sussurrò lei, sorridendo, quando si fu separata dalle sue labbra.
Il ragazzo rimase un attimo scosso e poi ridacchiò imbarazzato.
-mi hai davvero sorpreso con questo gesto, Sakura-chan!-
-è stato solo un bacio di ringraziamento. Non farti strane idee, Sig.Baka!- fece scherzosa.
Naruto la assecondò:
-beh... è stato comunque piacevole!- sorrise -a proposito... perché mi ringrazi?-
Lei sospirò.
-per due motivi.- affermò -te l'ho detto prima, no? Ero un po' preoccupata per l'interrogatorio che probabilmente mi aspettava e tu sei riuscito con poco a rilassarmi!- spiegò -inoltre, mi hai detto le stesse parole di Ino e questo mi ha reso veramente felice perché nessuno_a parte voi_ha mai mostrato di apprezzare la mia fronte spaziosa.-
-beh... vorrà dire che, se tutte le volte che dico qualcosa di carino, il regalo che mi fai è un bacio, vedrò di stare tutto il giorno a farti complimenti!- scherzò ridacchiando.
-non credere di meritarti sempre regali simili, eh?- continuò lei divertita.
-peccato... ci speravo proprio!- le fece l'occhiolino -c'è qualcos'altro che ti preoccupa, Sakura-chan?- domandò, stupendola.
In effetti, c'era qualcos'altro che la preoccupava. Forse, come era successo prima, parlare con lui l'avrebbe aiutata.
Era veramente grata a Naruto per averla ascoltata: dopo quello che era successo a Deidara Onoki aveva avvertito una profonda angoscia al petto.
Già il fatto che fosse stato assassinato un uomo in una Crociera era qualcosa di assurdo e scioccante per qualsiasi persona normale al mondo che avrebbe preferito godersi una vacanza senza avere il terrore di essere la prossima vittima; in più, era assolutamente normale che avrebbero interrogato anche lei e Ino visto che erano in qualche modo legate al Sig.Onoki, sebbene entrambe lo conoscessero effettivamente da solo due giorni.
Parlare con Naruto, il suo sorriso, le sue battute e la sua compagnia, l'aveva rilassata e distolta da quelle infondate paure: in fondo lei non c'entrava niente, per cui perché doveva avere paura di un interrogatorio? Come aveva detto Naruto, bastava che dicesse la verità e tutto sarebbe andato per il meglio.
In realtà non sapeva nemmeno quando e come era stato commesso il delitto, poteva anche non rientrare nel suo orario perché era andata a letto.
Però dubitava, perché in effetti ieri sera lei e Ino non erano andate a letto molto presto: Ino, ieri mattina, le aveva detto che doveva parlarle e inizialmente la notizia di Ino l'aveva sia resa felice che incapace di aiutare l'amica, proprio perché_come aveva detto anche Ino_non poteva sapere quale sarebbe stata la reazione di Shikamaru, dato che l'aveva sempre trovato un tipo ambiguo e particolare, sempre concentrato nel suo lavoro, e poco affettuoso.
Magari, sentire il parere di un altro uomo, avrebbe potuto aiutarla:
-in realtà sì.- decise di raccontare tutto a Naruto. Non sapeva il motivo, però si fidava di lui.
-ieri sera sono andata in camera di Ino e Shika_perché lui stava lavorando per l'azienda “Konohara”_ e Ino doveva parlarmi di una cosa privata ed era l'unico momento in cui non c'era suo marito, e mi ha detto una cosa...-
-cosa?- chiese Naruto curioso.
-mi ha detto di essere incinta di Shika...-
Naruto la interruppe:
-ma questa è una notizia meravigliosa!! non credi, Sakura-chan? Perché sei preoccupata?-
-fammi finire...- bloccò la sua frenesia -anch'io credo che sia una bella notizia, ma lei ha paura a dirlo a suo marito.- concluse.
-perché dovrebbe?-
-tu non lo conosci, ma lui è un tipo un po' particolare: poco affettuoso, un po' sfaticato, ed è sempre a lavorare...- cominciò -non fraintendere! A me Shikamaru sta simpatico, lo conosco da tanto tempo, ma capisco Ino: in effetti non riesco bene ad immaginare come possa prendere la notizia della gravidanza. Tu che dici?-
-Hai ragione a dire che non lo conosco, e proprio per questo non saprei proprio come aiutare te e Ino. Ino mi è sembrata fin da subito una ragazza forte e il fatto che abbia paura a dire cose importanti come queste, mi lascia un po' perplesso...- notò -tuttavia... credo che Shikamaru, nonostante tutto, ami molto Ino e quindi non vedo perché non dovrebbe essere contento di avere un bambino da lei!- sorrise -io direi alla tua amica di stare tranquilla, di annunciare a suo marito la notizia il più presto possibile perché se lo scoprisse da solo sarebbe peggio. Non so come la prenderà, ma se loro due sono veramente innamorati credo che in qualche modo accetterà la situazione.-
Lei si sorprese. Come aveva immaginato: Naruto all'apparenza sembrava un ragazzo poco affidabile, ma quando iniziava a parlare ti trascinava e nessuno poteva tranquillizzare qualcuno meglio di lui. Era davvero rassicurante stare con lui, e un'ondata di tepore la invase improvvisamente.
-credo tu abbia ragione.- sorrise -nonostante l'apparenza sei un ragazzo davvero affidabile!- aggiunse divertita -penso che dirò a Ino quello che mi hai detto.- decise.
-ma ti pare, Sakura-chan? Tutto per farti tornare il sorriso!- rispose alzando il pollice.
-adesso non ti montare troppo la testa, però!- lo riprese_fintamente_severa.
-d'accordo, hai ragione!- l'assecondò di nuovo, lui.

 
********


-Scusami Sasuke! Ma perché anch'io dovrei stare qui a fare l'interrogatore con te, quando potevo andare a divertirmi o farmi qualche ragazza?- brontolò Suigetsu.
-perché così ho deciso. Ho preso finalmente la lista delle persone che vorrei interrogare alla Hall. Meno male, in questi due giorni, sono riuscito a scoprire diversi nomi delle persone coinvolte con Deidara Onoki e gran parte di esse sono collegate tra loro, così sono riuscito scoprire anche i nomi e i cognomi che non avevo capito.- spiegò.
-ma scusami... alla hall ti hanno dato la lista dei nomi degli indiziati senza protestare?-
-ovvio, idiota. Ho fatto vedere il mio distintivo e loro sono obbligati a seguire le mie indicazioni se vogliono sapere chi ha commesso il delitto!- rispose seccato.
-ma continuo a non capire a cosa ti serve la mia presenza.-
-fondamentalmente a niente, ma preferisco tenerti d'occhio in caso tu facessi qualche cavolata che non dovresti.- affermò.
Suigetsu sbuffò.
-passami la lista già che ci sei.- ordinò.
Il suo coinquilino, svogliato, li passò la lista di nomi e Sasuke la lesse per decidere chi interrogare per primo.

 
Sasori Sabaku
Karin Uzumaki
Naruto Uzumaki
Sakura Haruno
Ino Yamanaka: moglie di Shikamaru Nara
Shikamaru Nara
Kakashi Hatake
Rin Nohara: medico privato del Sig.Onoki
Nagato Ideki: fratello di Konan
Yahiko Tsushi
Konan Ideki:moglie di Yahiko Tsushi
Neji Hyuuga
Kisame Hoshigaki
Gai Maito
Rock Lee Maito: figlio di Gai Maito


La lesse più volte.
-da chi cominci?- domandò annoiato Suigetsu.
-ovviamente dalla cugina di Naruto.- rispose, come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-giusto, in effetti ho fatto proprio una domanda stupida.- commentò sarcastico -prima interroghi lei, e prima ti togli dalla testa l'ansia che possa c'entrare qualcosa con l'assassinio del Sig.Onoki.- concluse ironizzando.
Sasuke lo fulminò infastidito:
-sei un cretino, Suigetsu.- sbottò -il mio è un lavoro serio e lei è la prima ad essere interrogata perché è quella che mi insospettisce di più.-
Sapeva di aver mentito. In realtà Suigetsu aveva nuovamente ragione: voleva interrogarla per primo perché il pensiero che lei potesse essere l'assassino gli metteva ansia, e sapeva anche perché si sentiva così angosciato da tutto ciò.
Karin Uzumaki gli piaceva e anche parecchio, ma stava cercando di continuare a negarlo a se stesso e agli altri perché sapeva di non poterla avere.
-ora, ti chiedo un favore.- iniziò minaccioso, osservando il suo coinquilino -cuciti la bocca da qui fino a che non finisco l'interrogatorio.-
Suigetsu alzò gli occhi al cielo esasperato:
-non posso nemmeno provarci con le interrogate?- tentò di sciogliere la tensione con le solite battute.
-no.- asserì gelido -farai come ti dico, sennò uno jet privato ti aspetta.-
Sbuffò tediato.
-come vuoi.-
Sasuke annuì soddisfatto.
Ormai era pomeriggio inoltrato e l'interrogatorio si sarebbe svolto nella Hall della Crociera; per ora Sasuke aveva fatto chiamare Karin, Kakashi Hatake e Nagato Ideki.
-Karin...- la chiamò Suigetsu -credo tu sia la prima.- disse.
-Suigetsu... ti avevo detto di cucirti la bocca o sbaglio?- lo incenerì.
-certo. Me n'ero dimenticato.- borbottò scocciato.
Dopo aver messo a tacere il suo coinquilino per l'ennesima volta, portò lo sguardo sulla bella “rossa” specchiandosi inconsciamente nei suoi occhi accattivanti.
La ragazza sembrava tranquilla e composta, come del resto si era aspettato da lei.
-allora... signorina Karin Uzumaki, in che rapporti eri con il Sig.Onoki?- iniziò con le domande.
Gli faceva strano rivolgersi a lei così formalmente, ma non poteva fare altrimenti.
-accidenti, signor Detective... non mi aspettavo tutta questa formalità da parte sua.- lo provocò.
“accidenti a quella donna impertinente!” pensò irritato.
A Suigetsu scappò una risata trattenuta che fu bloccata da un'occhiata glaciale di Sasuke.
-signorina... le ho fatto una domanda, gradisco risposte se non le dispiace.- digrignò i denti rabbioso.
Karin decise di farla finita con l'ironia.
-Non lo conoscevo.- rispose aspra.
Sasuke non gradì quella risposta così corta e priva di indizi consistenti.
Comunque, ci passò sopra:
-dove si trovava tra le 00.00-00.40?- continuò con le domande e vide Karin incrociare le braccia annoiata -il delitto è stato commesso in quella fascia di tempo.- aggiunse.
-ero in discoteca.- ancora una risposta piatta, intanto che Sasuke si irritava ancora di più.
-qualcuno può provare la sua presenza?- chiese.
-no.-
-fino a che ora è rimasta in discoteca?- questa volta cercò di controllare il fastidio.
-fino alle 3.00 di notte. Mio cugino già dormiva, per cui non può confermarlo.-
-e allora perché eri tanto interessata a Deidara Onoki?-
Esasperato da lei, finalmente decise di fargli la domanda che lo tormentava di più e l'aveva fatto insospettire.
-wow... sei tornato a darmi del “tu”?- ghignò divertita, notandolo.
-rispondi e basta.- intimò.

 
*********


-rispondi e basta.- le intimò.
Ne aveva abbastanza di quell'inutile interrogatorio e non sapeva perché l'idea che lui le desse del “lei” le scocciasse tanto.
Avrebbe voluto nascondere la sua identità di detective ancora per un po', ma a questo punto era costretta a rivelarsi anche lei o Sasuke non l'avrebbe lasciata in pace.
Sospirò stancamente e si alzò in piedi dalla poltrona della Hall sotto gli occhi di tutti i presenti e lasciando Sasuke sorpreso.
-vuoi la verità?- chiese annoiata -va bene, te la do!- decise -ero tanto interessata al Sig.Onoki perché si trattava del mio cliente.- confessò.
Sasuke sgranò gli occhi stupito e cercò di nascondere la sorpresa ricomponendosi un po':
-in che senso che era il tuo cliente?- domandò leggermente confuso, anche se la verità lo stava lentamente raggiungendo, per quanto assurda.
-sei scemo o cosa?- domandò seccata -nel senso che anch'io sono una detective.-
Detto questo le mostrò il suo distintivo, lasciando tutti gli altri meravigliati.
Suigetsu questa volta non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-non ci posso credere...- disse tra le risate -e così fa il tuo stesso lavoro, Sasuke!-
Non riusciva a smettere di ridere.
-taci Suigetsu.- grugnì rabbioso Sasuke.
-in realtà avrei voluto tenere nascosta la mia identità per un altro un po', ma la tua stupida insistenza mi ha costretto a rivelarmi.- affermò scocciata.
Lei notò che Sasuke faceva fatica a parlare e forse a crederci, e nello stesso tempo cercava di nasconderlo ostentando compostezza.
-che c'è! Non mi credi nemmeno così?-
-il tuo distintivo, anche se potrebbe essere falso, parla chiaro e quindi al momento non posso far altro che crederti. Tuttavia, i sospetti su di te rimangono.- precisò.
-a tal proposito...- iniziò lei -anche il tuo distintivo parla chiaro, ma non per questo ti escludo dagli indiziati.
E, appunto per questo_siccome facciamo lo stesso lavoro_ come tu hai interrogato me, io farò lo stesso con te.-
Lo guardò penetrante:
-inoltre... visto che tu hai aggiunto mio cugino alla lista dei tuoi sospettati senza alcun motivo valido, io aggiungerei anche il tuo amico alla mia lista di indiziati.-
-ehi tu! Non mettermi in mezzo!- protestò Suigetsu -io non c'entro nulla con quell'uomo!-
-Suigetsu... sbaglio o ti avevo detto di cucirti la bocca?- lo riprese Sasuke gelido:
-sarai interrogato anche tu e non si discute. Non abbiamo scelta, d'altra parte il suo distintivo e lo stesso mio.-
Lei lanciò un'occhiata ai primi interrogati e notò che Kakashi Hatake era alquanto divertito dalla situazione.
“che diavolo voleva quell'uomo?” si domandò confusa.
-bene... e ora come farete? Collaborerete?- chiese Suigetsu.
-tu smettila di intrometterti, idiota.- lo zittì lei -comunque sia, non ho nessuna intenzione di collaborare con lui.- annunciò.
-la cosa è reciproca.- concordò Sasuke: almeno su questo si trovavano d'accordo.
-sentite... quanto ancora dovremmo stare qui ad aspettare di essere interrogati?- domandò alquanto annoiato, Nagato Ideki.
-senti...- cominciò Sasuke, schiarendosi la voce -credo sia inutile fare doppi interrogatori, no? Quindi, anche se ognuno poi continuerà le indagini per la sua strada, direi che al momento ci conviene proseguire gli interrogatori insieme.- propose, mascherando un leggero imbarazzo alla parola “insieme”.
-mi spiace darti ragione, ma credo sia la cosa migliore.- appurò lei, arrossendo lievemente. Fortunatamente nessuno sembrò accorgersi di nulla.
Dopo un attimo di silenzio palpabile e imbarazzante, lei e Sasuke proseguirono con le domande, concentrandosi questa volta su Nagato Ideki:
-inanzi tutto, come mai conosceva Deidara Onoki?- chiese Sasuke.
-sono il fratello adottivo di Konan e mi occupo della gestione commerciale dell'azienda “Akatsuki”.- rispose calmo.
-in che rapporti era con il Sig.Onoki?-
-non mi piaceva molto. Non lo ritenevo capace a gestire l'azienda e non mi sembrava molto affidabile.- confessò tranquillo.
-perché non le sembrava affidabile?- intervenne lei sotto un'occhiataccia di Sasuke.
-beh... ecco...- esitò, si guardò intorno un po' agitato e poi continuò -dico questo perché abbiamo rischiato di essere licenziati tutti per colpa sua...- spiegò incerto.
-come licenziati?- cercò di approfondire Sasuke.
Lei e Sasuke si lanciarono un'occhiata “quasi” complice.
-la verità è che l'azienda aveva a carico un sacco di debiti...-
-perché?- chiese Karin.
-non lo so.-
-come non lo sa?- ripeté scocciato Sasuke.
-non lo so perché: non ero a stretto contatto con il Sig.Onoki, facevo solo il mio lavoro...-
-bene.- non insisté più e passò ad un'altra domanda:
-dove si trovava tra le 00.00-00.40?-
-ero in camera mia a leggere un libro.-
-può confermarlo qualcuno?-
-no, nessuno.-
Sasuke annuì senza fare altre domande.
-la sua camera è la 501, vero?- chiese Karin per conferma.
-esatto.-
-perfetto. Può andare.- concluse Sasuke.

*********


A Sasuke sembrava davvero strana la situazione in cui si trovava in quel momento: non si sarebbe mai aspettato di “lavorare” con la cugina di Naruto e soprattutto non avrebbe mai immaginato che lei fosse proprio il secondo Detective incaricato di proteggere Deidara Onoki, di cui Itachi gli aveva parlato.
Certo... ancora non si fidava completamente di lei, ma il distintivo per ora parlava chiaro e nessuno poteva smentire la sua identità senza prove effettive.
Da un'altra parte, invece, odiava ammetterlo... ma quando lei si era alzata in piedi e le aveva mostrato quel documento, oltre alla sorpresa che lo aveva accolto, si era anche sentito sollevato: tutti i muscoli del suo viso, a sentire che lei apparentemente non c'entrava nulla con l'assassinio di Deidara Onoki_a parte che era il suo cliente_, si erano rilassati e la sensazione di ansia che non voleva andarsene prima di interrogarla si era lentamente assopita.
Il fatto che si sentisse più tranquillo non era un buon segno, anzi... non faceva altro che confermare il suo interesse per quella donna.
Non poteva permetterselo e questo non solamente perché i dubbi su di lei non erano del tutto svaniti, ma perché doveva risolvere questo caso senza altre distrazioni; e anche perché faceva comunque parte di un'agenzia rivale e una relazione con lei non avrebbe assolutamente giovato al suo lavoro: sapeva che, se anche solo se la portava a letto, aveva la brutta sensazione che si sarebbe trovato in una situazione scomoda a rifiutarla in seguito.
Se si fosse trattato di qualsiasi altra ragazza se ne sarebbe fregato, ma anche lui era consapevole che lei era diversa dalle altre e questo l'aveva notato fin da quando l'aveva incontrata. Andare a letto con lei sarebbe stato alquanto pericoloso per il suo autocontrollo.
In ogni caso, adesso non doveva pensare a quella donna; doveva continuare con gli interrogatori o si sarebbe fatta notte.
La chiacchierata con Nagato Ideki era stata abbastanza interessante, anche se non rispondeva a tutte le domande che gli aleggiavano in testa.
Aveva bisogno di interrogare gli altri, tutti se possibile, per fare un primo punto.
-prima di passare al Sig.Hatake vorrei interrogare voi due.- prese in mano la situazione Karin, infastidendolo -Suigetsu, cominciamo da te.- continuò.
-uff, perché proprio io?- protestò.
-fa come ti dice.- disse lui.
-in che rapporti eri con Deidara Onoki?- chiese.
-non lo conoscevo affatto, come ho già detto.-
-dove ti trovavi tra le 00.00-00.40?-
-ero nella sala Videogame, ma prima di 00.30 me ne sono andato a letto.
Mh... se non sbaglio c'era anche il "little Sopracciglione”, com'è che si chiama? Ah sì... Rock Lee! Siamo più o meno andati via insieme.- spiegò.
-qualcuno può accertare la tua presenza?-
Sasuke intervenne:
-non posso accertare che fosse nella sala videogame a quell'ora, ma posso assicurare che quando alle 1.00 sono rientrato in camera lui già dormiva e russava.
Se il delitto è stato commesso all'incirca a 00.30, dubito che possa aver fatto qualcosa in così poco tempo.-
A Karin non andò molto a genio il fatto che lui avesse preso le difese del suo amico, però probabilmente non poteva negare che le sue ipotesi fossero corrette.
-grazie Sasuke! Non pensavo fossi così benevolo da prendere le mie difese.- commentò ironico, provocandolo.
-Sta zitto. L'ho fatto solo per fare il punto della situazione per le mie di indagini.-
-e quindi... tu sei rientrato in camera alle 1.00? e dove eri di preciso durante la fascia del delitto?- li riportò alla realtà Karin, iniziando l'interrogatorio a lui e cogliendolo alla sprovvista. “C'era d'aspettarselo da lei” pensò, ghignando.
-ero nell'American bar al quindicesimo ponte. C'era anche tuo cugino con me.- rivelò.
-Naruto era nell'American bar con te?- chiese meravigliata.
-sì, di che ti stupisci? Dopo cena mi aveva chiesto se andavo a bere qualcosa con lui.-
-fino a che ora sei rimasto lì?-
-sono rientrato alle 1.00 in camera, ma prima di 00.30 mi sono separato da Naruto.-
-capisco. Bene, non ho più nulla da chiederti.-
-sei soddisfatta?- domandò compiaciuto.
-tsz... ovviamente.- ruggì seccata.
Si guardarono intensamente ed entrambi avvertirono la stessa scintilla di attrazione che li accoglieva ogni volta che incrociavano lo sguardo.
Proseguirono con gli interrogatori:
-Suigetsu...- chiamò perentorio il suo coinquilino -visto che non fai nulla, vai alla bancone della Hall e fagli chiamare tutto il resto degli interrogati. Ti passo la lista dei mancanti.-
-ma non dovevo stare fermo e cucirmi la bocca?-
-tanto parli comunque.- asserì infastidito -e ora... venga Sig.Hatake.- lo fissò serio.
Quell'uomo non smetteva di sorridere, divertito dalla situazione. Era estremamente irritante.





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Allora... che ve ne pare di questo capitolo? Inanzi tutto... come avrete notato: ho cambiato il cognome a Nagato, inventandomene uno, questo perché non potevo aggiungere un altro Uzumaki perché sarebbe stato troppo complicato! spero che non vi dispiaccia... ç____________ç e ho dato un cognome anche a Yahiko (qui non credo di aver violato niente, dato che non conosciamo proprio il suo cognome... XD).
Ditemi... secondo voi ho fatto dare un bacio troppo presto a Sakura e Naruto? comunque, diciamo che non mi sono preoccupata tanto di questo perché è stato solo un piccolo bacio (come dice Sakura XD) di ringraziamento! le cose serie tra loro avverranno più in qua, tranquilli! ;D
Come avete preso il fatto che Karin abbia rivelato la sua identità poco dopo Sasuke?
In realtà è stata un po' costretta dalla situazione in cui si era infilata! XD spero non vi abbia deluso troppo... ç____ç
Grazie ancora a chi mi ha recensito! e soprattutto, vi ringrazio di seguirmi sempre! *_______*
A presto!! :D


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Capitolo 7
*** Alibi o non Alibi? ***


Ciao a tutti!! :D ho deciso di postare il capitolo ora perché almeno fino a fine aprile non potrò aggiornare per via dello studio... ç________ç
Ringrazio Auron, Kushina Namikaze e Hanabe per avermi recensito!! *-* ringrazio anche chi mi aggiunto alle seguite.
Vi dico subito che questo capitolo è composto soprattutto da dialoghi e interrogatori, non ci sono molte scene sentimentali, e chi si trova più in scena sono Sasuke e Karin.
Comunque, con questo, ci sono anche piccole parti NaruSaku e tutto il resto dei personaggi che ho citato (o quasi XD). Avrete una visione un po' più chiara dei ruoli dei personaggi e anche su alcuni punti interrogativi riguardo alla vittima. Spero di non deludervi :( e sarei molto curiosa di vedere se, dopo alcuni interrogatori, iniziate ad avere i sospetti su chi possa essere l'assassino/a.
Spero di non annoiarvi troppo con questo cap, di non essere andata troppo OOC con i personaggi, e almeno di divertirvi un pochino!^^




Alibi o non Alibi?

Karin aveva osservato tutti i movimenti del Sig.Hatake e del resto degli interrogati, intanto che la situazione che aveva coinvolto lei e Sasuke si faceva sempre più strana: da un parte si sentiva emozionata di collaborare con lui, dall'altra sapeva che non poteva permetterselo per via degli obblighi che aveva in ambito lavorativo e anche della rivalità tra le due agenzie. Inoltre... anche se Sasuke gli aveva mostrato il distintivo, per principio non poteva scagionarlo totalmente ma per correttezza doveva_per ora_fidarsi di lui, perché non aveva prove effettive per accusarlo o per dubitare del distintivo che gli aveva presentato.
-Allora, ci dica Sig.Hatake...- iniziò Sasuke, bloccando la sua mente che aveva nuovamente iniziato a vagare verso una “scomoda” strada -in che rapporti era con il Sig.Onoki?-
-ragazzino... non sei un po' troppo giovane per fare il lavoro di Detective? Così come la sua collega.- fece allusivo e lanciando una vaga occhiata a lei, che si aprì in una smorfia.
Non rispose subito alla domanda di Sasuke e questo infastidì molto il ragazzo:
-qui le domande le faccio io, Sig.Hatake... e la ragazza non è affatto una mia collega.-
-beh... considerato che fate lo stesso lavoro, direi proprio di sì.- sorrise smilzo.
-si sbaglia.- intervenne lei -non ci consideriamo colleghi perché non lavoriamo per la stessa agenzia.- aggiunse seccata, a braccia conserte -comunque sia, gli interrogati non sono tenuti per regola a fare domande ai Detective, per cui le consiglio di rispondere alla domanda che gli abbiamo appena posto.- ordinò sbrigativa.
L'uomo sospirò stancamente e poi parlò:
-non lo conoscevo benissimo. Diciamo che ho iniziato a conoscerlo un po' meglio dopo essere salito sulla sua stessa Crociera.- spiegò.
-da come si rapportava con lui non sembrava proprio.- constatò lei.
-ottima osservazione, ragazzina...- si complimentò ghignando.
Si sorprese da quell'uscita inaspettata.
-si spieghi meglio.- gli intimò gelido, Sasuke -perché si trovava sulla stessa crociera del Sig.Onoki?- domandò. L'uomo fece un lungo sospiro di arresa e rispose chiaramente:
-saremmo dovuti diventare soci, in realtà.- confessò.
Lei e Sasuke si stupirono.
-segua con il racconto.- lo invitò, drastico, il secondo.
-avevamo in programma di fare un contratto per unire le due aziende e il Sig.Onoki ha deciso di stabilire l'affare su questa crociera.-
-e lei era d'accordo con l'unione?- chiese lei.
-sì, più che altro perché sarebbe stato conveniente e remunerativo per la mia azienda. Però vi posso dire che non ero al corrente dei debiti a carico dell'azienda “Akatsuki”, altrimenti non avrei accettato di firmare il contratto con il Sig.Onoki.- aggiunse.
-il contratto è già stato firmato?- lo interruppe, Sasuke.
-no, non abbiamo fatto in tempo. La firma sarebbe avvenuta fra una settimana.-
-cosa ne pensava del Sig.Onoki, da quello che ha conosciuto?- domandò lei.
-non mi ha mai ispirato particolarmente come direttore, e questi due giorni a stretto contatto con lui non hanno fatto altro che confermare le mie iniziali impressioni. Inoltre, so che ha fatto soffrire molte persone e tra queste c'è qualcuno a cui tengo molto.-
-chi sarebbe questa persona a cui tiene molto?- lo fermò Sasuke.
-non ha niente a che vedere con quello che vi interessa sapere.- affermò schietto.
-non ci fidiamo delle sue parole.- intervenne Karin -ma sarebbe inutile insistere, per adesso.-
-Inoltre... perché, se la pensava così, ha deciso lo stesso di firmare il contratto?-
-ragazzino... te l'ho spiegato prima: sarebbe stato vantaggioso per la mia azienda, ma non sapevo dei debiti che aveva quella del Sig.Onoki.- ripeté annoiato.
-molto bene.- decretò infastidito.
-Se non c'è altro, vorrei sapere da lei dove si trovava tra le 00.00-00.40?-
-sono andato a letto prima di 00.30, ma non condivido la camera con nessuno, per cui non ho qualcuno che possa confermare per me.- precisò.
-qual è il numero della sua camera?- domandò lei.
-la numero 978.-
Sgranò gli occhi.
-la sua camera è molto vicina a quella della vittima, è sicuro di non aver avvertito nulla di strano, se era in camera sua?- chiese sospettosa.
-nulla di particolare, dormivo.- non si scompose minimamente.
Sia Karin che Sasuke, però, non erano molto convinti di quella risposta.
-perfetto. Per ora terminiamo qui con il colloquio.- stabilì Sasuke, poco soddisfatto.
-Sasuke... ho fatto chiamare dalla reception gli altri interrogati, tra poco saranno qui.- lo avvisò Suigetsu, accasciandosi pesantemente sulla poltrona dove sedeva prima.

 

********


Naruto era stato fatto chiamare dalla Reception quando si trovava ancora in piscina con Sakura e i due si erano diretti insieme agli interrogatori.
Si sentiva un po' in ansia, ma l'idea che potesse ascoltare l'interrogatorio di Sakura lo tranquillizzava leggermente.
La ragazza, nonostante le sue parole rassicuranti, era ancora abbastanza agitata e in quel momento stava tenendo la suo mano in modo da infonderle un po' di coraggio.
-sta tranquilla, Sakura-chan, andrà tutto bene...- disse.
Lei annuì lievemente e la vide lanciare un'occhiata a Ino che cercava di nascondere l'agitazione. Accanto a Ino c'era Shikamaru, decisamente più calmo, talmente tanto che qualche volta gli scappava uno sbadiglio, come se si stesse annoiando_non che fosse una novità, eh, a quanto gli aveva detto Sakura_.
Per via di quello che era successo al Sig.Onoki, gran parte dei passeggeri_compreso lui e soprattutto le persone collegate alla vittima_non erano riusciti a visitare Recife come avrebbero voluto e nella notte sarebbero salpati nuovamente e almeno sei giorni di navigazione li aspettava per raggiungere le Isole Canarie, o più precisamente... St.Cruz de Tenerife; per cui, prima di scendere “a terra” sarebbe passata quasi una settimana.
Certo... il divertimento sopra la Crociera non mancava, perché qualcosa da fare lo trovavi sicuramente per trascorrere il tempo. Il problema, però, sarebbe stata la tensione che l'omicidio aveva accumulato tra i passeggeri, e l'atmosfera cupa che avrebbe accolto tutta la nave nei prossimi giorni. Questo era inevitabile.
Tuttavia, lui sperava che le persone_compreso lui stesso e chi aveva conosciuto_si sarebbero tranquillizzati il prima possibile, riprendendo presto a godersi la vacanza.
-Naruto...- lo chiamò a raccolta Sasuke -vorrei interrogare prima te.-
Il ragazzo sussultò, colto alla sprovvista, e lasciò lentamente la mano di Sakura abbandonando il calore che gli aveva donato stringendola.
-non preoccuparti, me la caverò!- le fece l'occhiolino e lei si strinse in un leggero sorriso.
-ehi!- lo riprese Karin -vedi di andarci piano con mio cugino!-
-tranquilla Karin... lo sai che ci conosciamo da una vita, per cui non ci andrà giù pesante con me.- rassicurò sua cugina con un sorriso.
-allora... inanzi tutto, conoscevi la vittima?- cominciò con le domande, Sasuke.
-no, solo attraverso le riviste che uscivano. L'ho visto dal vivo solamente dopo essere salito sulla crociera.- rispose.
-lo immaginavo...- dichiarò Sasuke -a che ora si trovava tra le 00.00-00.40?-
-dunque... dopo essere stato con te all'American bar, mi sono separato da te come tu sai, e poi sono andato a letto prima di 00.30. Non ho nessuno che può provarlo perché mia cugina è rientrata tardi e non poteva sapere se ero rientrato davvero prima di 00.30.-
-bene! Adesso che hai fatto le domande principali, direi che puoi terminare qui con l'infastidire mio cugino. Lui non può aver commesso il delitto, lo conosco troppo bene e anche tu lo conosci, non mi dirai che non ti fidi? Naruto è tra le persone più pure e buone che conosca, non ucciderebbe mai nessuno.- prese le sue difese e lui le fu grato.
-Karin... nessuno ti ha dato il permesso di intervenire in mezzo al colloquio.- affermò gelido, Sasuke.
-sì che ho il permesso di farlo. Stiamo o non stiamo facendo gli interrogatori insieme?- alla parola “insieme” arrossì leggermente, cercando di nascondere l'imbarazzo -inoltre, anche tu sei intervenuto per difendere il tuo amico, perché anch'io non dovrei avere il diritto di farlo?- aggiunse irritata.
-avevo un motivo per intervenire. Avevo le basi per farlo.- ribatté.
-tsz... sarà anche così, ma Naruto è proprio come ti ho descritto.-
-lo so; infatti, ora che l'ho interrogato, posso dire che non ha un alibi ma i sospetti su di lui sono diminuiti.- annunciò.
-grazie, Sasuke... lo sapevo che avresti deciso così alla fine!- si grattò la nuca, lui.
-non rilassarti troppo, baka, finché non scopro chi ha assassinato il Sig.Onoki non posso scagionarti completamente.- affermò.
Finalmente aveva terminato il suo colloquio; bene o male la situazione si era risolta anche grazie all'intervento di sua cugina, ma la preoccupazione per Sakura restava: la vedeva ancora molto agitata e si sentiva impossibilitato ad aiutarla.
Sperava che Sasuke e Karin liberassero il più presto possibile la ragazza dall'agitazione che la tormentava. Non riusciva a vederla soffrire, benché la conoscesse da soli tre giorni.
-meno male è andata, eh!- esclamò sorridendole -vedrai che quando ti avranno interrogata ti sentirai più libera anche tu.- cercò di consolarla nuovamente.
-vorrei che mi interrogassero subito: prima lo fanno, meglio è.- rispose lei.
Poi cambiò argomento:
-a proposito... non sapevo che anche Karin fosse una detective.-
-eh, eh...- ridacchiò Naruto -non potevo dirti del suo lavoro, Sakura-chan... prima che il Sig.Onoki venisse ucciso lei stava lavorando in incognito e io avevo il compito di coprirla: in realtà non sono proprio in vacanza come ti ho detto.-
-capisco.- asserì lei -comunque, non preoccuparti... capisco la situazione, non potevi far altro che mentirmi.- concordò.
-grazie per non avermi giudicato un bugiardo per questo, Sakura-chan.- sorrise e si scambiarono uno sguardo intenso. Lei arrossì lievemente.
-figurati...- sussurrò impacciata.

 
*******


Dopo che Naruto era tornato accanto a lei, superato l'interrogatorio, aveva avvertito una leggera sensazione di rilassamento. Averlo vicino la tranquillizzava.
Aveva seguito di sfuggita tutte le domande che l'amico di Naruto e Karin avevano fatto al ragazzo e si era calmata appena avevano preso la decisione che il ragazzo poteva essere, per ora, escluso_anche se non completamente_dai sospettati.
Certo... lei l'aveva conosciuto da poco, ma non riusciva ad inquadrarlo proprio come assassino. Come i due Detective avevano stabilito: Naruto era una persona buona e gentile, e oltre tutto non conosceva per niente la vittima.
Non poteva credere che potesse nascondere un lato oscuro della sua personalità.
In più... era stato molto gentile con lei fin dall'inizio, e anche ora che era preoccupata per il suo interrogatorio stava continuando ad incoraggiarla senza chiederle nulla in cambio. Purtroppo, lei non era molto brava a consolare e tranquillizzare le persone, perché era sempre stata una persona insicura.
Ovvio... se si trattava del ruolo di medico, non si vergognava ad ammettere di avere una certa dose d'esperienza o altrimenti, un pezzo grosso della società come il Sig.Hatake, non l'avrebbe mai assunta come medico privato.
Era anche vero che lui era un conoscente, quasi un amico di famiglia, e qualcuno poteva pensare che l'avesse assunta solo per la conoscenza e non tanto per le sue capacità, ma in realtà lei era molto brava, decisa e sicura nel lavoro di medico. Diciamo che era l'unico ruolo in cui si sentiva a suo agio.
Però, se si trattava delle relazioni degli altri, delle amicizie, dei ragazzi con la quale era stata... beh, in quell'ambito, non era particolarmente brava e risoluta.
E anche caratterialmente, spesso e volentieri, le sue negatività uscivano fuori con poco; come ad esempio in quel momento: non riusciva proprio a darsi una calmata e sentiva il costante bisogno di essere rassicura da qualcuno, benché non bastasse troppo neanche quello.
Stava facendo una figuraccia con Naruto, sebbene lui non gliela facesse pesare, anzi... probabilmente non gli passava nemmeno per la testa di fargliela pesare.
Doveva essere sincera con se stessa: un ragazzo come lui non l'aveva mai incontrato, e forse era anche per questo che era stata, a prima vista, catturata e affascinata da lui.
Naruto non la giudicava per la sua esagerata agitazione, non la analizzava con insistenza e con sguardo critico, non la considerava un impiccio, non apriva bocca per farle battute di cattivo gusto per la codardia e l'insicurezza che stava mostrando, semplicemente... le restava accanto. E questo a lei bastava.
Intanto, stavano proseguendo gli interrogatori:
-allora... signorina Ideki... o preferisce Tsushi?- chiese Karin.
-è uguale.- rispose la donna.
-come vuole.- appurò disinteressata -in che rapporti era con la vittima?-
-ero la sua segretaria.-
-ampli di più il discorso.- si aggiunse Sasuke -cosa pensava sinceramente del Sig.Onoki?-
-come desidera. Per anni ho finto di apprezzare le capacità del mio capo perché non potevo fare diversamente. Se devo essere sincera, l'ho sempre odiato moltissimo.- confessò gelida. Sasuke e Karin sbarrarono gli occhi.
-perché lo odiava?- domandò la seconda.
-sono costretta a dirlo, a questo punto: il Sig.Onoki era una persona decisamente disgustosa e insignificante. Non sapeva fare il suo lavoro. Ci ha provato con me numerose volte, e ogni volta che succedeva veniva respinto malamente.-
-c'è altro?- chiese di approfondire Sasuke.
-Sì.- prese un enorme respiro -ha cercato di impedire il matrimonio tra me e Yahiko per due anni interi, attraverso stupidi ricatti.-
Karin la fermò:
-però ora siete sposati, giusto? Cos'è cambiato?-
-non è cambiato nulla. L'azienda, come vi è già stato detto, era in un mare di debiti e aveva deciso di fare un contratto con l'azienda “Konohara” in modo da coprirli e aveva bisogno di Yahiko che, essendo notaio, era il solo che poteva aiutarlo.-
-interessante... ci sta dicendo molto, signorina Tsushi.- constatò Karin -comunque, non poteva scegliere un altro notaio?-
-ovvio che non ha scelto un altro notaio. Mi stupisco della tua assenza di prontezza.- la provocò Sasuke, introducendosi nella conversazione -probabilmente, la qui presente signorina Tsushi e suo marito, hanno stipulato_mi dica se sbaglio_ una “specie” di patto con lui: se li avesse lasciati sposare, loro lo avrebbero aiutato a firmare il contratto con l'azienda “Konohara” per coprire tutti i debiti che aveva sortito.-
Konan non rispose.
-ho ragione?- ripeté esasperato Sasuke.
-esatto.- dichiarò piatta -comunque, sono molto felice che sia morto.-
-è proprio spietata, eh!- commentò Karin divertita -direi che lei aveva molti motivi per decidere di assassinare il Sig.Onoki. Comunque, abbiamo bisogno di più prove per accusarla completamente di omicidio.-
La donna non si scompose minimamente a quell'affermazione:
-sono grata a chi l'ha ucciso.- continuò -e, in ogni caso, è stato lui a ricattarci obbligando mio marito ad occuparsi del contratto in ballo.
Non abbiamo potuto che accettare, se volevamo sposarci.-
-altro motivo in più per sospettare di lei.- ripeté Karin.
-dove si trovava tra le 00.00-00.40?- rientrò nel “centro” del discorso, Sasuke.
-ero in camera con mio marito; ma, essendo insieme, nessuno può confermarlo.-
-penso sia inutile chiedere conferma a suo marito; dato che, se nascondesse qualcosa, la coprirebbe sicuramente.- notò Karin, lanciando una vaga occhiata a Yahiko Tsushi che la ignorò tranquillamente.
-direi che può cedere il posto al prossimo interrogato.- decise Sasuke.
-prego, signorina Haruno.- la invitò Karin, guardando Naruto.
-forza, Sakura-chan, andrà benissimo!- proseguì lui, scambiandosi un'occhiata con Karin e pregandola con lo sguardo di andarci piano.
-Conosceva bene il Sig.Onoki?- le chiese la cugina di Naruto.
-no, in realtà. L'ho conosciuto dal vivo quando sono salita sulla Crociera.-
-dove si trovava all'ora del delitto?-
-ero in camera di Ino e Shikamaru, perché dovevo parlare con Ino.-
-qualcuno può confermare la sua presenza?-
Sakura ci pensò su: non era sicura dell'ora, ma ad un certo punto della serata due signori Russi erano venuti a bussare alla loro camera per rimproverarle della confusione che stavano facendo. Non sapeva se era importante per essere scagionata, ma decise di provare a dire quello che aveva pensato:
-non ne sono sicura, ma io e Ino stavamo parlando un po' troppo ad alta voce e una coppia anziana di russi è venuta a bussarci per rimproverarci per la confusione che stavamo facendo.- spiegò. Meno male che le era venuto in mente quel dettaglio.
-e vero, signorina Yamanaka?- chiese Sasuke, alla sua migliore amica.
Ino non si aspettava di essere interpellata, ma annuì.
-è vero! La camera dei coniugi russi credo sia la 665, e la mia e di mio marito è la 664.
Siamo molto vicini a loro ed effetti ieri, ad una certa ora, ci hanno bussato per lamentarsi.-
-Molto bene. Questo vuol dire che, se l'ora in cui vi hanno bussato corrisponde all'incirca a 00.30, allora entrambe potete essere escluse dai sospettati; però, siccome non possiamo avere la certezza di questo, ci informeremo meglio alla reception chiedendo dei signori della camera 665.- appurò Karin.
Naruto le sorrise grata.
-grazie infinite.- sorrise Sakura.
-allora, a questo punto, penso sia inutile chiedere qualcosa anche alla signorina Yamanaka visto che eravate insieme.- riprese Sasuke.
-l'unica cosa che possiamo chiederle è in che rapporti era con la vittima, e se lo conosceva meglio della signorina Haruno.- si intromise Karin.
-l'abbiamo conosciuto dal vivo insieme.- rispose Ino -prima di salire su questa nave, avevo solo letto qualche suo articolo sul giornale ma nulla di più.-
-capisco. Come avevo immaginato, ambedue sono nella stessa situazione.- decretò Karin.
-credo sia il caso passare ad altri.- consigliò Sasuke -al momento penso sia inutile continuare ad interrogare loro due, finché non sapremo qualcosa da quei coniugi russi.-
Karin non rispose, annuì e basta.
-vorrei colloquiare con lei Sig.Hoshigaki.-
L'uomo si fece avanti con un ghigno sadico.

 
*******


Aveva appena chiamato il prossimo interrogato, mentre la situazione con la cugina di Naruto continuava a risultargli ambigua. Al momento, però, non poteva pensarci.
-sono tutto orecchi, ragazzino.- commentò ironizzando.
-lei sembrava avere un rapporto stretto con il Sig.Onoki, giusto?-
-vedi ragazzino... io non ho rapporti stretti con nessuno, mi piace stare da solo a fantasticare, non ho bisogno di troppa gente tra i piedi. Faccio il mio e basta.- precisò -Deidara mi è sempre rimasto alquanto indifferente, come il resto di tutti i miei colleghi. Non me ne dolete, signori.- fece sogghignando, lanciando un'occhiata di pietà ai suoi compagni di azienda -dunque, a me non interessava niente degli affari del mio capo e neanche di quelli dei miei colleghi. Mi occupavo solo della gestione amministrava dell'azienda, chiuso all'interno del mio adorato ufficio.- completò apatico.
-se si occupava della gestione amministrativa dell'azienda, allora doveva per forza sapere delle condizioni in cui era e di quanto fosse indebitata.- si introdusse Karin.
-sì, infatti lo sapevo.- confessò -ma come ho detto, non mi interessava molto.-
-neanche se avesse perso il lavoro?- domandò lui.
-morto un papa se ne fa un altro. Avrei trovato sicuramente qualcosa di meglio.-
-possiede davvero tanto cinismo e una buona dose di presuntuosità, Sig.Hoshigaki.- affermò allusiva Karin, profondamente seccata da quel comportamento disinteressato verso il mondo e le persone che ne facevano parte.
-certo... il cinismo è un mio grande pregio, bella signorina...- ghignò.
-il cinismo non è un pregio.- replicò gelida.
Meno male che era troppo impegnata a insegnare i “valori morali” all'interrogato per notare lo sguardo minaccioso che aveva lanciato a Kisame per averla chiamata “bella signorina”. In effetti, questa gelosia nei riguardi della donna non era proprio da lui, anzi... era piuttosto esagerata per i suoi standard, oltre che qualcosa di malsano per il suo lavoro; eppure, bastava che qualcuno mostrasse di apprezzare le qualità fisiche di Karin per farlo imbestialire. Tuttavia, nascose il fastidio con delle dure parole:
-Karin... non siamo qui per fare della moralità nei confronti degli interrogati. Se proprio non riesci a tenere la bocca chiusa, almeno usala per qualcosa che riguarda il “caso” che entrambi dobbiamo risolvere.- la riprese.
-taci, Sasuke. Non hai il diritto di criticare il mio modo di lavorare.- ribatté.
-intralci il mio lavoro e mi fai perdere tempo, certo che ho il diritto di criticarlo.-
Kisame e Suigetsu scoppiarono in una rumorosa risata.
-che spasso questo interrogatorio. Sono contento, perché almeno mi state facendo divertire.- commentò il primo.
-gli interrogatori non sono uno scherzo.- li zittì lui.
-per caso sa perché l'azienda si trovava in un mare di debiti?- riprese il discorso Karin.
-come ho detto... preferisco non immischiarmi negli affari che non mi riguardano, ma credo che la maggior parte dei debiti sono stati accumulati proprio per colpa di Deidara che spesso sfruttava i soldi incassati dall'azienda per scommesse, e soprattutto a causa della sua fissazione per il gioco d'azzardo. Questa è l'unica cosa che vi posso dire.-
-nulla di troppo nuovo, alla fine.- asserì lui.
-ti sbagli.- protestò Karin -non avevamo ancora capito perché l'azienda si trovasse indebitata. Se quello che ha detto il Sig.Hoshigaki è vero, allora direi che abbiamo scoperto qualcosa in più almeno sui debiti dell'azienda e sul perché Deidara volesse firmare un contratto con l'azienda “Konohara”.- terminò.
A lui dette fastidio che Karin lo avesse ripreso con un tono tanto asseverativo; però, nonostante questo, continuava ad essere incuriosito da lei e dal suo caratteraccio.
Comunque, decise di ignorarla per concentrarsi sull'ultima domanda da fare a Kisame:
-dove si trovava tra le 00.00-00.40?-
-mi stavo godendo un bel idromassaggio nella vasca da bagno di camera mia.-
-essendo da solo, direi che nessuno può dichiarare la sua presenza.- puntualizzò Karin.
-no, nessuno.- confermò.
-la sua camera qual è?- domandò lui.
-la 648. Anche se non capisco a cosa vi serva saperlo.-
-a cosa ci serve non la riguarda.- rispose piatta, Karin.
-direi che anche con lui abbiamo finito.-
Karin annuì e poi parlò di nuovo:
-senti, tra un'ora è ora di cena, che ne dici se continuiamo con altre tre persone e poi ricominciamo domani mattina?- propose.
Lui la guardò contrariato: non gradiva che qualcuno decidesse per lui, ma era la prima volta che si rivolgeva a lui in modo più o meno gentile e alla fine restava comodo anche a lui proseguire un altro po' e poi andare a cena per continuare il giorno seguente.
-d'accordo.- accettò lapidario.
-Sig. Maito, è il suo turno.- proseguì Sasuke.
-conosceva la vittima?-
-no, l'ho conosciuto appena salito sulla Crociera. Prima ne avevo sentito parlare solo dal mio amico Kakashi Hatake.- rispose.
-lei che ruolo ha nell'azienda “Konohara”?- chiese Karin.
-sono il vice presidente dell'azienda.-
-dove si trovava all'ora del delitto?- domandò Sasuke.
-stavo bevendo una birra nella birreria “Fiamma”, credo. Sono rimasto tutta la sera lì. Tra l'altro, ho anche fatto amicizia con un italiano e siamo stati a chiacchierare tutto il tempo sui vari stili di arti marziali! Ne conosce qualcuno? Io credo che, essendo così giovane, saresti portato per qualcosa di simile.- aggiunse sorridendo bonario.
-faccio il Detective, Sig.Maito.- affermò distaccato, Sasuke -questo italiano che ha conosciuto, può confermarci la sua presenza nella birreria al momento del delitto?- seguì.
-mh... non saprei..- fece pensieroso -però, visto che sono stato tutta la sera a chiacchierare con quel simpatico signore almeno fino alle 1.00, penso che possa confermarlo.-
-si ricorda almeno il nome?- intervenne stancamente, Karin.
-Antonio Olivieri, mi pare.-
-e lui si ricorda del suo nome?-
-immagino di sì, anch'io mi sono presentato!- esclamò a trentadue denti.
-bene... allora chiederemo di questo signore alla Reception per avere la sicurezza delle sue parole e poterlo escludere dagli indagati.- decise Sasuke spiccio.
-grazie mille ragazzo... sei davvero molto gentile!- gli fece l'occhiolino.
-ma chi? Lui gentile?- recitò sarcastica Karin -spero stia scherzando, Sig.Maito.-
-non che tu sia particolarmente simpatica.- ribatté infastidito lui.
Gai scoppiò a ridere a crepapelle.
-siete proprio una bella coppia!-
Lui e Karin arrossirono imbarazzati, a quell'affermazione, ma ambedue non si accorsero della reazione dell'altro.
-ma figurati se io e lui siamo una coppia!!- sbottò indignata, Karin, incrociando le braccia.
-tsz... invece di fare queste insinuazioni fuori luogo come ha appena fatto, perché non lascia il posto al prossimo interrogato?- lo invitò seccato.
L'uomo non commentò più e si alzò dalla poltrona.
-Sig.Hyuuga, giusto?- tornò concentrato, analizzando colui che conosceva meno di tutti tra le persone che aveva studiato prima che Deidara venisse assassinato.
-esatto.- rispose con noncuranza.
-conosceva il Sig.Onoki?-
-no, non ho mai avuto a che fare con quell'uomo.- dichiarò impassibile.
Lo sguardo di Neji Hyuuga era piuttosto serio, dalla sua espressione non sembrava trasparire la benché minima emozione.
Nessun briciolo di esitazione o incertezza, era totalmente assente l'ansia dell'interrogatorio. Calmo e composto.
-quindi l'ha conosciuto quando è salito sulla Crociera?-
-è quello che ho appena detto.- ripeté ermetico.
-di che si occupa nell'azienda “Konohara”?- cambiò domanda, Sasuke.
-mi occupo della gestione commerciale.-
-dove si trovava tra le 00.00-00.40?- irruppe Karin.
-sono tornato in camera subito dopo cena e da lì non sono più uscito.-
-qualcuno può provarlo?- chiese Sasuke.
-no, nessuno.-
-perfetto, è tutto! Può andare.-
Sasuke si stupì piacevolmente dell'autocontrollo di Neji; in qualche modo, lui e quell'uomo, avevano qualcosa in comune. Anche se, se doveva essere sincero, da quando aveva conosciuto la cugina di Naruto il suo autocontrollo stava iniziando miseramente a vacillare.
-direi di proseguire con Yahiko Tsushi, che dici?- lo guardò Karin.
Stava dando troppa libertà di decisione a quella donna, ma in fondo era anche un po' colpa sua visto che era stato lui a proporle di interrogare i sospettati insieme.
-Sig.Tsushi... è il notaio della situazione, esatto?-
-sì, sono il notaio incaricato di sorvolare il contratto che c'era in ballo.-
-ma attraverso sua moglie abbiamo scoperto che siete stati ricattati, giusto? Se aveste aiutato il Sig.Onoki con il contratto, nonostante i debiti che gravavano sull'azienda, lui vi avrebbe permesso di sposarvi. Da quant'è che siete sposati di preciso?- si aggiunse Karin.
-due mesi.- confessò malvolentieri.
-come immaginavo.- sorrise soddisfatta -vi siete sposati subito dopo aver fatto il patto con la vittima.- suppose.
Yahiko non rispose, il che confermava le supposizioni di Karin.
-è inutile che le chieda la sua posizione all'ora del delitto, tanto mi direbbe che era in camera con sua moglie.- appurò Sasuke.
Dopo che ebbero concluso con gli ultimi tre, lui dileguò tutti:
-per oggi abbiamo finito.-
Tutti tirarono un sospiro di sollievo dopo quelle parole.

 
********


-Karin... faccio un giro con Sakura-chan, ci vediamo a cena?-
-va bene, a dopo.- poi si accostò al suo orecchio e sussurrò a Naruto -dobbiamo chiedere ai signori russi di Ino e Sakura, per scagionarle completamente.-
Sperò che suo cugino comprendesse il significato di quelle parole.
In ogni caso, lui non rispose ma la ringraziò con lo sguardo.
Quando tutti i sospettati si furono allontanati, rimasero solo lei e Sasuke in mezzo alla salone della Hall. Un silenzio insopportabile li colse.
-direi che adesso entrambi, separatamente, possiamo fare le nostre considerazioni con tutti quelli che abbiamo interrogato.- interruppe quel silenzio, Sasuke.
-mancano ancora quattro da interrogare.- puntualizzò lei.
-lo so benissimo.- affermò gelido.
-non mi fido ancora di te, quindi non mi va di scambiare le mie teorie con te.-
-lo stesso discorso vale per me.-
-vado a chiedere alla Hall della camera dei signori russi accanto a quella del signorina Yamanaka. E poi, chiederò anche del Sig.Olivieri che ha citato il Sig.Maito.-
Detto questo, senza dire altro, si allontanò da Sasuke.
Come faceva ad essere sempre così intrigante?
Odiava ammetterlo, ma si era divertita a lavorare con lui quel pomeriggio.
Sentiva il bisogno di conoscerlo di più, di collaborare con lui e scambiarci le sue opinioni sul “caso” che avevano da risolvere, ma non poteva farlo: nessuno le garantiva che poteva fidarsi di quell'uomo, che il suo istinto lo desiderasse o meno.
-per favore, mi faccia chiamare i signori della camera 665.- chiese alla receptionist.
La donna rovistò attentamente e poi alzò lo sguardo verso di lei:
-li faccio scendere subito.- rispose professionale.
-e, già che c'è, mi faccia chiamare anche il Sig.Antonio Olivieri.-
-subito signorina.-
-la ringrazio.-
Infine, dopo aver lasciato la donna cercando di impostare un bel sorriso, tornò da Sasuke.
Lui la stava osservando venire dalla sua parte.
-ora arrivano tutti.- lo avvisò “scaraventandosi” sul divano presente nella Hall.
Qualche minuto dopo un uomo sulla cinquantina, capelli scuri e pettinati elegantemente, li raggiunse un po' scocciato:
-Perché mi avete fatto chiamare?- chiese.
-penso abbia saputo dell'uomo della camera 980 che è stato assassinato.- disse Sasuke.
-tutti l'hanno saputo.- rispose -anche se non so cosa posso c'entrare io dato che non conoscevo minimamente quell'uomo.-
Sasuke proseguì con le domande:
-ieri sera le risulta di essere stato a parlare fino a 00.40 con un uomo Giapponese che si chiama Gai Maito?-
-sì, ci ho parlato fino a tardi. Eravamo entrati in un bel discorso sulle arti marziali.-
Karin e Sasuke si guardarono:
-la ringrazio per il suo aiuto.- asserì Karin.
-posso andare?-
-certo, vada pure.-
L'uomo non se lo fece ripetere due volte e prese uno degli ascensori.
-il Sig.Maito ha un alibi.- constatò Sasuke.
-già.- confermò Karin -ora non ci resta che aspettare i due signori della camera 665.-
Tempo qualche altro minuto che la coppia di anziani russi si trovò davanti a loro:
-perché degli investigatori ci hanno fatto chiamare?- chiese allarmato, con voce roca, il marito della signora.
Lei pareva un po' gobba.
-voi alloggiate nella camera 665, vero?- chiese Sasuke.
-sì, ma non ci piace per nulla. Guardi... volevamo andare a protestare alla receptionist perché ieri sera alla camera accanto alla nostra c'era uno “sghignazzio” fastidioso, e due ragazze parlavano a voce alta. Non so, forse festeggiavano qualcosa.- raccontò stancamente la signora gobba -ma sapete cosa abbiamo fatto?- continuò orgogliosa -abbiamo bussato alla loro porta e le abbiamo rimproverate, vero caro?- sorrise soddisfatta al marito.
-già, gli abbiamo fatto proprio una bella “ripassata”.-
-signori... vi ricordate che ore erano più o meno?- domandò Karin.
-mi pare fosse all'incirca 00.30. Non credete anche voi, signori Detective, che fosse un po' tardi per fare una tale confusione?-
-certo, era tardissimo.- commentò divertita, Karin, assecondandoli.
-visto caro? Anche la signorina è d'accordo con noi.-
-vedo cara. La prossima volta andremo da loro a protestare.- concordò il signore.
-grazie del vostro aiuto.- disse Karin -potete andare.- li dileguò.
Finalmente avevano terminato per quella giornata ed era libera di rilassare la mente.
-sembra che anche Sakura e Ino abbiano un alibi.- decretò poco dopo.
-perché sei passata a chiamarle per nome?- domandò perplesso Sasuke.
-perché? non posso?- replicò acida.
-diciamo che sei sollevata che la ragazza per cui Naruto si è preso una cotta sia stata appena scagionata grazie a quei signori.- la guardò pungente.
-Naruto si mette sempre nei guai, sono contenta che per una volta non mi devo anche occupare di lui e di chi incontra.- affermò con falsa indifferenza.
Sasuke la ignorò di proposito.
-quindi, direi che adesso posso fare un primo punto della situazione.-
Lei prese un foglio è iniziò a scrivere i sospettati.
-qualcuno potrebbe aver mentito tra gli interrogati.-
-questa è una cosa scontata. Chi è l'assassino, sicuramente ha mentito.-
Lei gli lanciò un'occhiataccia e prese a scrivere sul foglio che aveva appena tirato fuori:

 
Konan Ideki: no alibi
Yahiko Tsushi: no alibi
Nagato Ideki: no alibi
Kisame Hoshigaki: no alibi
Neji Hyuuga: no alibi
Sakura Haruno: alibi
Ino Yamanaka: alibi
Kakashi Hatake: no alibi
Gai Maito: alibi
Rin Nohara: ?
Sasori Sabaku: ?
Rock Lee Maito: ?
Shikamaru Nara: ?


Appena ebbe posato la penna, Sasuke si avvicinò a lei sfiorandole con la testa i ciuffi rossi e creandole eccitazione per quella vicinanza improvvisa: sensazione che scomparì appena lui le strappò di mano, con poca grazia, il fogliettino con gli appunti che aveva preso.
-ehi! Chi ti ha dato il permesso di strapparmelo di mano?- esclamò rabbiosa -rendimelo!-
Sasuke lesse il foglio e ghignò.
-vedo che non hai inserito tuo cugino, Suigetsu e neanche me. Ci hai per caso scagionato?-
-avevamo già deciso insieme che Naruto, per ora, poteva essere escluso dagli indiziati.- disse aspra -per quanto riguarda Suigetsu, non avevi detto che quando sei rientrato già russava come un maiale?-
-l'ho detto, ma non pensavo che ti fossi fidata così facilmente.-
-intendi che mi hai mentito?- lo canzonò furiosa.
-non ho detto neanche questo.-
-e allora cuciti la bocca e rendimi i miei appunti.- ordinò irritata.
-hai deciso di fidarti di me?-
-tu sei un discorso a parte.- borbottò impacciata, sistemandosi gli occhiali.
-non capisco cosa intendi con questa risposta.-
-sei piuttosto tardivo, eh?- lo provocò -semplicemente, il discorso è lo stesso di prima, avendomi mostrato il distintivo al momento non posso far altro che credere alla tua identità.-
Sasuke rimase in silenzio e lei ne approfittò per chiederglielo:
-tu mi avresti segnato tra i sospettati dopo che ti ho mostrato il mio distintivo?-
-non sono tenuto a dirtelo.-
-non mi importa saperlo, so già quel è la risposta.-
-e quale sarebbe?-
-ovviamente la risposta sarebbe negativa, se sei veramente un Detective come ti vanti di essere e come il tuo distintivo ufficiale dovrebbe stabilire, allora sai quali sono le regole da rispettare. Il distintivo è assoluto per regola, è la prova più che esplicita della tua identità.-
-risposta esatta.- disse semplicemente, portando lo sguardo altrove.
Lei si sentì arrossire nuovamente, ma cercò di cancellare quell'emozione.
-ci mancano ancora quattro persone da interrogare, eh?- cambiò discorso.
-Già. Domani lo facciamo.- concluse -vado a mangiare.-
Sasuke le diede le spalle, si infilò le mani in tasca, e si allontanò da lei.
Prima che anche lei potesse alzarsi per raggiungere Naruto, Sasuke si girò dalla sua parte e le fece un lieve sorriso.
Non l'aveva mai visto sorridere così naturalmente e non riuscì a controllare il suo cuore per i rapidi battiti che l'assalirono.
-mi sono dimenticato di renderti il tuo inutile foglietto degli appunti.-
-non è inutile!- esclamò offesa. Lo raggiunse di corsa strappandoglielo di mano:
-grazie!- ringhiò aspra. Era un “grazie” forzato.
In effetti, le sembrava strano che lui le rivolgesse un così bel sorriso senza trascinarsi dietro un commento aggiuntivo e meschino da riversarle.
Senza che ambedue se ne rendessero conto, raggiunsero il ristorante uno affianco all'altra.
Prima di arrivare al tavolo che Naruto aveva preso per tutti e due, gli disse:
-dovresti sorridere di più, comunque.- sussurrò, aprendosi in un leggero sorriso anche lei.
Però, non aspettò la sua risposta e “scappò” letteralmente da lui prima che la sua parte irrazionale prendesse il sopravvento e la influenzasse a prenderlo con la forza, a trascinarlo in camera sua e ad assaggiare tutto il suo corpo finché non fosse stata “sazia” di lui_semmai lo sarebbe stata_.
Non era sicura che, se anche avesse ascoltato i suoi desideri per una volta e per puro sfizio, le sarebbe mai bastata solo una nottata di fuoco con Sasuke Uchiha.
Se fosse rimasta qualche secondo di più per aspettare la risposta di Sasuke avrebbe sentito:
-anche tu dovresti farlo di più.-
Anche Suigetsu aveva preso per loro un tavolo che non era tanto distante da quello di Karin e Naruto, e dai sospettati.




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Capitolo 8
*** Serata di Gala ***


Ciao a tutti!! *-* mi scuso profondamente per l'enorme ritardo, ma ho avuto parecchio da studiare e fin ad oggi non riuscivo a completare il nuovo capitolo per mancanza di tempo... ç___ç
Spero che potrete perdonarmi, però! anche se, purtroppo, anche nel prox mese avrò parecchio da studiare... -.-"
Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia. Ci saranno un po' di sviluppi di vario tipo e il capitolo sarà diviso da una parte con gli ultimi interrogatori e poi la Serata di Gala (durante le Crociere almeno una o due serate così le fanno), come dice il titolo! XD chi sa inizierete a sospettare qualcosa dopo questo capitolo? ;D
Spero di non deludervi... :(  intanto ringrazio tantissimo Kushina Namikaze, Auron e Sunshine Liar_ per le bellissime recensioni! e spero tanto che continuerete a seguirmi e recensirmi, nonostante il ritardo nella pubblicazione... ç________ç e ringrazio anche chi ha aggiunto la mia storia a seguiete e preferite^^.



Serata di Gala

Ecco che lei e Sasuke si trovavano nuovamente davanti agli ultimi interrogati.
Ma c'era qualcosa di diverso nel loro rapporto: entrambi sembravano essersi avvicinati l'uno all'altra, senza neanche volerlo.
Lavorare insieme, ieri, li aveva fatti interagire e conoscersi meglio; però Karin non riusciva proprio a mettere da parte i sospetti che nutriva ancora su di lui.
Tuttavia, nonostante questo, aveva scoperto una parte nuova di Sasuke: sapeva sorridere e quando lo faceva emanava una luce che era stata capace di incantarla, forse perché non lo faceva mai e le volte che lo faceva, anche se rare, erano capaci sciogliere e di esprimere una celata gentilezza.
Di per sé, voleva pensare che fosse stata un'eccezione che aveva concesso solamente a lei, anche se per i suoi gusti era una visione fin troppo romantica.
I suoi pensieri, furono interrotti proprio dal soggetto che affollava la sua mente:
-signorina Nohara, è il suo turno.- la invitò.
La ragazza si fece avanti e si sedette sulla poltrona della Hall di fronte a Sasuke.
-immagino che conoscesse bene il Sig.Onoki, essendo il suo medico privato.-
-sì, lo conoscevo bene... è da quando è diventato il dirigente dell'azienda “Akatsuki” che sono il suo medico privato.-
-ci dica in modo più chiaro in che rapporti era con il suo capo. Cosa pensava di lui?- chiese lei, entrando nella conversazione.
-ci sono andata a letto una volta, questo però quando lo conoscevo da poco tempo. Poi una sera mi chiamò a casa ubriaco, dicendomi che si sentiva male e mi costrinse a raggiungerlo. Mi portò a letto con la forza e non ho potuto tirarmi indietro per paura di perdere il lavoro.-
-ricattava anche lei?- chiese Sasuke.
-sì, ricattava un po' tutti.- confessò -conoscendolo meglio, mi sono sempre più convinta che fosse una persona falsa, meschina, opportunista e avara: aveva una vera e propria ossessione verso il denaro, quasi maniacale. In realtà sono felice che sia morto.-
Si vedeva che raccontare tutte queste cose, la faceva soffrire e traspariva tutto l'odio che quella giovane donna nutriva per Deidara Onoki.
-volevo lasciare il lavoro come suo medico, ma avevo bisogno di guadagnare e non potevo permettermelo, per cui ho raccolto tutta la forza per andare avanti pur di tenermi l'impiego.-
-capisco...- asserì lei -mi dica dove si trovava tra le 00.00-00.40.-
-sono andata a letto prima di 00.00, ma non può confermarlo nessuno.-
-la sua camera è la 660, giusto?- si aggiunse Sasuke.
La signorina Nohara annuì in silenzio.
-bene... può andare.- concluse lui.
Karin la guardò con studiata incertezza: la donna, durante l'interrogatorio, sembrava essere stata piuttosto sincera e tranquilla, sebbene un po' scossa, ma c'era qualcosa che non le tornava e così la domanda le uscì da sola:
-è sicura di averci detto proprio tutto tutto?-
La donna si bloccò e per un attimo la vide esitare, ma annuì nuovamente.
-vi ho detto tutto quello che sapevo e ho risposto a tutto quello che volevate sapere, gradirei essere lasciata in pace adesso.- rispose un po' seccata -arrivederci.-
Quando si fu allontanata, Sasuke si girò verso di lei:
-si può sapere cosa non ti torna?-
-questo fa parte di alcune mie considerazioni e mie supposizioni. Quando sarò sicura di potermi fidare di te, allora forse ti metterò al corrente.- affermò piatta.
-tsz... tanto saranno sicuramente infondate.-
In realtà non aveva le basi per sospettare che la signorina Nohara non le avesse detto tutto; a differenza della moglie del notaio, però, le era sembrata meno decisa e schiatta nel rispondere alle domande e questo suo atteggiamento l'aveva un po' colpita creandole qualche dubbio a cui al momento non poteva rispondere.

 
*********


Sasuke continuò con l'interrogatorio, facendo chiamare Sasori Sabaku all'appello.
-prego, si accomodi.-
Sasori con lo guardò con occhi assenti.
-lei era sempre con il Sig.Onoki: il vostro rapporto sembrava molto intimo, sicuramente lo conosceva meglio di chiunque altro dato che non vi separavate mai, che tipo di rapporto avevate? Amicizia? Lavoro di squadra? Cane e padrone?-
Si stava rendendo conto che le domande non erano così formali come dovevano essere, ma in quel momento si sentiva profondamente frustrato: da ieri aveva avuto la sensazione che il rapporto fra lui e la cugina di Naruto si fosse un po' allentato e fosse riuscito ad ottenere la sua fiducia “scrostando” lentamente la “grana” di essere considerato da lei un possibile indiziato. Eppure, la capiva... perché anche lui stesso non riusciva ancora a fidarsi pienamente di lei, ma perché allora si sentiva irritato al pensiero che non gli avesse detto cosa non le tornava della signorina Nohara? Era stato il primo a stabilire che, anche se avessero interrogato i sospettati insieme, poi ognuno avrebbe proseguito le indagini del “caso” per conto proprio, ma il fatto che lei non aveva voluto esprimere i suoi dubbi a lui lo aveva particolarmente infastidito e stava sfogando la rabbia sul interrogato davanti a lui, senza farlo apposta.
-ehi Sasuke!- lo richiamò lei, con tono fermo -non ti sembra di star esagerando?-
-interrogo come mi pare e piace.- rispose gelido.
Karin gli lanciò una severa occhiata, poi portò lo sguardo sul Sig.Sabaku.
-continui pure tranquillamente.- lo invitò.
-Deidara inizialmente era un mio compagno di corso all'università di Marketing, e siamo diventati amici proprio lì, poi colleghi: praticamente abbiamo avviato l'azienda “Akatsuki” insieme.- spiegò.
-ma lei cosa pensava veramente del Sig.Onoki?- domandò Sasuke, dopo essersi dato una calmata.
Non poteva farsi sopraffare dalle emozioni mentre lavorava.
-è vero che aveva i suoi “vizi” come appunto l'azzardo, l'ossessione per il denaro, le donne... ma io l'ho sempre considerato un amico fidato.-
-ci sta dicendo la verità?- chiese sospettosa Karin.
In effetti Sasori era stato l'unico ad aver affermato apertamente di essere amico di Deidara Onoki, a differenza degli altri che appena liberati dall'uomo avevano confessato tutta la rabbia e il ribrezzo nei suoi confronti, e questo sia a lui che a Karin pareva strano.
-mi scusi... facciamo fatica a crederle perché il resto dei suoi colleghi nutriva un profondo odio nei confronti di quell'uomo e ci sembra strana tutta questa devozione che voi invece mostrate verso il Sig.Onoki.- aggiunse. Sasuke annuì.
-vi assicuro che sto dicendo la verità. Io consideravo proprio così Deidara.- ripeté inespressivo e con aria vuota.
Alla fine, né lui né Karin poterono continuare ad insistere perché il Sig.Sabaku sembrava irremovibile; così proseguirono con le domande seguenti:
-lei, se ho capito bene, era il vicepresidente dell'azienda “Akatsuki”, giusto?- seguì lui.
L'uomo annuì in silenzio.
-dove si trovava all'ora del delitto?-
-sono andato nella sala d'azzardo poco dopo cena, insieme a Deidara.-
-e poi?- si intromise Karin.
-mi sono separato da lui più o meno a 00.00.-
-si ricorda qualcosa di strano?-
Sasori ci pensò su e infine rispose:
-era molto agitato quella sera, in effetti. Gli ho chiesto cosa lo preoccupasse, ma non mi ha risposto.-
Lui e Karin sgranarono gli occhi.
-ci sta dicendo che forse si aspettava di essere ucciso quella sera?-
-non saprei. So solo che farfugliava cose strane in quel momento, ma non ho capito molto bene cosa stesse dicendo. Quindi sì, forse qualcosa si aspettava.-
-capisco.- asserì Sasuke.
-la sua camera quel è?- domandò Karin.
-la numero 810.-
-bene... grazie. Sappia, però, che la interrogheremo presto nuovamente, appena avremo un po' fatto il punto della situazione. Se le viene in mente qualcosa che le è sfuggito, venga subito ad avvisarci.- lo avvertì Sasuke.
Sasori annuì senza rispondere.
-venga Sig.Nara.- lo chiamò Sasuke.
Shikamaru sbadigliò annoiato.
-finalmente è arrivato il mio turno, mi stavo addormentando. Che noia questi interrogatori.- stava borbottando tutto strascicato.
 
 
*********


Lei lo guardò assorta: sperava che non c'entrasse nulla con l'omicidio perché, anche se conosceva poco Ino, sapeva che era una brava ragazza e pensare che il marito poteva essere sospettato di aver assassinato un uomo non doveva essere una bella situazione per lei.
-lei si occupava della gestione amministrativa dell'azienda “Konohara”, giusto?-
-esatto...- sospirò stancamente, accomodandosi meglio sulla sedia.
-conosceva il Sig.Onoki?- domandò Sasuke.
-non lo conoscevo di persona, solo dalle pubblicità e dai giornali. L'ho visto di persona solo quando sono salito sulla Crociera.- rispose con tranquillità.
-cosa stava facendo e dove si trovava all'ora del delitto?- intervenne lei.
-ero all'InternetPoint: dovevo terminare un lavoro che mi aveva incaricato il Sig.Hatake.-
-e perché lavora di notte?- aggiunse allibata, lei.
-perché preferisco: Il giorno mi fa fatica_anche se mi fa sempre fatica_ma potrà sembrare strano, però di notte riesco a concentrare meglio la mente.-
-fino a che ora è rimasto lì?- chiese Sasuke.
-fino alle 1.00 se non sbaglio.-
-qualcuno può confermare la sua posizione?-
-no, nessuno. Ero da solo.-
-grazie della pazienza, può andare.- lo dileguò lei.
Non gli chiesero il numero della camera perché entrambi sapevano che era sposato con Ino e di conseguenza condivideva la camera con lei.
-siamo arrivati all'ultimo sospettato. Prego Sig.Lee Maito.- lo fece accomodare Sasuke.
Rock Lee sembrava alquanto teso, era sbiancato totalmente e la sua energia sembrava essersi assorbita completamente. Il suo atteggiamento così agitato li insospettiva.
Probabilmente Lee sapeva qualcosa, ma era sicura che non sarebbero riusciti a tirargli fuori molto, ma tanto valeva tentare:
-conosceva il Sig.Onoki?- chiese Sasuke, studiandolo attentamente e incutendogli ulteriormente terrore.
-no, non la conoscevo...- sussurrò.
-ne è sicuro?- ripeté.
-sì... l'ho conosciuto appena salito sulla Crociera...-
Ancora continuava a tremare e questo fece supporre che proseguiva a nascondere qualcosa.
-dove si trovava tra le 00.00-00.40?- cambiò domanda Karin, vedendolo leggermente in difficoltà.
Prima o poi gli avrebbero fatto dire la verità, ma ora non era il caso per via dello stato in cui si trovava.
-sono andato nella sala giochi per Video Game, ma prima di 00.30 sono rientrato in camera.-
-nessuno può confermare la sua posizione?-
-no, non può farlo nessuno...- rispose a bassa voce.
-suo padre dice di essere rientrato che già dormiva, può essere?- intervenne Sasuke.
-sì, forse può essere. Non so a che ora è rientrato mio babbo.-
-la vostra camera è la 792, giusto?- domandò lei.
Lee annuì meccanicamente, deglutendo: stava sudando agitato.
Sicuramente sapeva qualcosa che per ora non avrebbe confessato.
-grazie, può andare se vuole.- lo invitò Sasuke -ma sospettiamo che nasconda qualcosa: è giusto che voi lo sappiate.-
Il ragazzo non rispose e si allontanò frettoloso.
 

*********


Pochi minuti dopo che tutti gli interrogati si furono allontanati, lui e Karin rimasero come la sera prima da soli.
-conclusioni?- chiese lei, con naturalezza.
-non volevi risolvere il caso da sola? Perché mi chiedi di dirti le mie considerazioni?-
-giusto! Hai ragione! Non capisco proprio perché mi sono abbassata a farti certe domande.- ribatté aspra.
-sei stata la prima a non volermi dire cosa non ti tornava della signorina Nohara.- replicò.
-hai ragione. Comunque, sappi che non mi pento di non avertelo detto dato il tuo atteggiamento di ora.- concluse decisa.
-se hai finito con le cavolate, allora direi che possiamo separarci.- dichiarò gelido.
Pochi secondi dopo la sentì sospirare frustrata, poi parlò:
-credo che sia la signorina Nohara che il “little Maito” ci stiano nascondendo qualcosa.- si schiarì la voce -tu che ne pensi?-
-cambi idea piuttosto alla svelta, tu, eh... sei proprio assurda.- ghignò -su “little Maito” sono d'accordo, sulla signorina Nohara non saprei.-
-pensi che Lee c'entri qualcosa con l'assassinio?- domandò Karin.
-non lo so... ma sicuramente sa qualcosa che prima o poi gli farò “sputare”.- appurò duro.
-in ogni caso, nessuno di loro quattro ha un alibi.- aggiunse lei.
-già.- annuì -bene, adesso vado. Ci vediamo stasera.-
-a stasera.- lo salutò, ma prima di lasciarlo andare chiese -ma in questi giorni ci sarà la Serata di Gala?-
-certo. Non l'hai letto sul programma? Hanno deciso di farla in questi giorni perché avremo altri cinque giorni di navigazione prima di arrivare alla nuova tappa.-
Detto questo, fece un altro cenno di saluto e si allontanò.
Mentre camminava, rifletté su tutti gli interrogati: il Sig.Maito, la signorina Yamanaka e la signorina Haruno avevano un alibi.
Suigetsu non avrebbe mai commesso il delitto dato che non conosceva minimamente quell'uomo, così come probabilmente Naruto che non sarebbe stato in grado di fare qualcosa di simile per via del suo carattere. I sospetti su sua cugina calavano ogni giorno di più, ma non voleva lo stesso abbassare la guardia con lei.
La signorina Nohara, il figlio di Gai Maito e il Sig.Hatake avevano sicuramente mentito.
I coniugi Tsushi erano i principali sospettati visto il profondo odio che nutrivano nei confronti di quell'uomo, ma era anche vero che nessuno dei due si era risparmiato di dichiarare senza troppi problemi e in tutta franchezza l'astio spropositato che provavano verso quell'uomo e questo, se fossero stati gli assassini, era alquanto strano.
Il Sig.Sabaku era piuttosto passivo e difficile da comprendere, ma gli era sembrato sincero ma non aveva prove per confermarlo.
Il Sig.Hoshigaki, invece, era indubbiamente sadico di nascita ed era sicuro che, se avesse voluto uccidere il suo capo, l'emotività non sarebbe stata ciò che lo avrebbe incastrato.
In conclusione, esclusi quelli con gli alibi e Naruto, Suigetsu e_per ora_anche Karin, tutti potevano essere gli assassini di Deidara Onoki: tutti avevano dissimulato di essere devoti e rispettosi nei suoi confronti covando invece dentro di loro l'indifferenza, l'ostilità e il disprezzo verso quell'uomo mentre ci sono stati a contatto. Erano tutti dei falsi o quasi.
Comunque, a parte questo, aveva bisogno di più provare per capire cosa e chi gli aveva mentito durante l'interrogatorio.
Si consolava pensando che tanto da qui, chiunque fosse stato, nessuno scappava perché si sarebbe fatto scoprire subito.
 
 
*********


Finalmente il giorno della Serata di Gala era arrivato e a breve anche l'ora di cena.
Sakura si trovava nella camera di Ino e Shikamaru, a chiacchierare con la prima:
-Ora sei più tranquilla, vero Sakura?- le domandò Ino.
-Già. Naruto mi ha detto che hanno confermato il mio alibi e adesso mi sento più tranquilla.-
-anche a me lo hanno confermato e ti confesso che, anche se non te l'ho detto, ero parecchio agitata anch'io.-
Sakura, però, sapeva che Ino non era lo stesso tranquilla: Shikamaru non aveva un alibi; per cui, finché non fosse stato scagionato, non poteva avere la certezza dell'innocenza di suo marito e il fatto che fosse incinta e ancora non glielo aveva annunciato la preoccupava doppiamente. Non sapeva come aiutarla e si sentiva inutile.
-smettila di fingere, Ino-pig... si vede benissimo che non sei tranquilla.- provò a scuoterla.
Ino abbassò la testa stringendosi in un sorriso amaro.
-sai Sakura... mi fido di mio marito, so che non ucciderebbe nessuno per quanto strano sia, però finché non ne avrò la certezza non riuscirò a stare serena.
Spero solo che questo caso venga risolto il prima possibile, così potrò rilassarmi.- confessò.
-Ino... devi dire a Shikamaru che presto diventerà padre, non puoi aspettare che lo scopra da solo, sarebbe peggio.-
-lo so, ma al momento non me la sento di dirglielo. Non vorrei risultare una codarda, ma ora proprio non ce la faccio.- rispose tristemente -appena le acque si saranno calmate su questa crociera, allora raccoglierò il coraggio e glielo dirò!-
Sorrise lievemente, poi cambiò improvvisamente discorso:
-ma adesso pensiamo a prepararci per la Serata di Gala, non hai voglia di far impazzire di desiderio Naruto?-
Le fece un occhiolino e lei arrossì: certo che voleva far impazzire Naruto.
In seguito, guardò con tenerezza e ammirazione la sua migliore amica, domandosi come faceva ad essere così solare e a nascondere tutte le sue preoccupazioni al resto dell'esistenza.
-Ino... anche tu fatti bella per Shikamaru, sono sicura che gli farà piacere.- le consigliò -bene... adesso vado a scegliere il vestito da mettermi e ci troviamo direttamente nel salone, va bene?- aggiunse.
-perfetto. E' a buffet, vero?-
-sì, sicuramente. Altrimenti non credo che ci entrerebbero mille persone!- ridacchiò divertita.
Ino le sorrise:
-grazie fronte spaziosa.-
-di niente. D'altra parte sei la mia migliore amica e non mi piace vederti triste.-
La salutò e si chiuse la porta della cabina alle spalle.
Mentre stava per imboccare il corridoio e raggiungere uno degli ascensori vide la signorina Nohara uscire dalla camera 660 e ebbe un'illuminazione:
“allora era qui che si trovava la sua camera”.
Ripensò alla sera del delitto e le venne in mente che quando era andata a bussare alla camera di Ino dopo cena, l'aveva vista attraversare il corridoio a testa bassa (infatti non si era accorta di lei perché sembrava sovrappensiero): non ci aveva fatto molto caso lì per lì; però, ora che ci ripensava, sul momento non si era immaginata che potesse avere la camera sullo stesso ponte di Ino e Shikamaru, perché non l'aveva vista né entrare né uscire da nessuna parte. Si era solo diretta verso gli ascensori.
Scosse la testa un po' confusa, poi alzò le spalle: “ah.. va beh, non importa”.
-ciao!- la salutò per cortesia, facendole un leggero sorriso.
-ciao...- rispose lei.
La signorina Nohara aveva un lungo vestito rosso frizzante, scollato, un tacco abbastanza vertiginoso ed era lievemente truccata.  In mano una borsetta piccola.
-anche lei alla serata di Gala?- chiese, in un tentativo di intrattenere una conversazione.
-già... stavo andando proprio lì.-
Si vedeva che non aveva molta voglia di parlare e così Sakura decise di chiudere lì una conversazione che non sarebbe andata da nessuna parte.
-bene, allora ci vediamo lì.- le fece un altro mezzo sorriso e si diresse agli ascensori.
 
 
*********


Naruto si trovava davanti al salone ristorante, indossava una camicia bianca fatta su misura, una giacca blu scuro elegante, dei pantaloni dello stesso colore e un paio di mocassini.
I capelli biondi, sempre un po' sbarazzini, erano più sistemati del solito.
Non sopportava le Serate di Gala, perché era obbligato a vestirsi in modo più che formale e non era da lui.
In quel momento, tra l'altro, si stava guardando intorno agitato cercando una chioma rosa tra i corridoi, così emozionato di vederla vestita come non l'aveva mai vista.
Era così felice che Sakura avesse un alibi che aveva una gran voglia di festeggiare con lei quella sera, ma da una parte si sentiva anche agitato perché aveva intenzione di baciarla come doveva questa volta, e non poteva immaginare come avrebbe reagito lei.
Eccola che, dopo qualche minuto, la vide arrivare da sola e sgranò gli occhi alla visione paradisiaca che lo accolse: indossava un vestito attillato color pesco, che le arrivava poco più sopra delle ginocchia ed era senza spalline, mostrando le sue spalle leggermente abbronzate, abbinato a dei décolleté bianchi ricamati.
Aveva lasciato i ciuffi rosati ricadere lungo la schiena, lisci e morbidi come seta, e si era truccata leggermente con matita, mascara, phard e rossetto anch'esso color pesca che le risaltava le labbra e riprendeva il colore del vestito.
-sei uno schianto, Sakura-chan!- esclamò eccitato, guardandola estasiato, dopo che se la ritrovò davanti.
Lei gli sorrise e si avvicinò per scoccargli un bacio sulla guancia, ma prima di allontanarsi dal suo volto passò vicino al suo orecchio e gli sussurrò:
-anche tu sei davvero affascinante e bello, Sig.Baka, dovresti vestirti più spesso così.-
Naruto, avvertendo il fiato di lei vicino al suo orecchio, fu accolto da dei brividi di eccitazione e arrossì un po': non solo era meravigliosa quella sera, ma si era anche fatta più audace del previsto.
“Forse non sarebbe stato così complicato come aveva supposto strapparle un bacio alla francese”, pensò malizioso e più che ottimista.
-grazie, Sakura-chan...- sorrise, afferrandole una mano- che dici, ci buttiamo nella mischia?-
-con molto piacere!- esultò -ma non abituarti troppo ai miei “tocchi di carineria”.- lo avvisò, probabilmente divertita dalla sua faccia confusa.
In seguito, ripresosi, alzò il pollice:
-promesso, Sakura-chan.-
Arrivati nella salone, notarono che il buffet era estremamente ricco di pietanze di alta qualità e alquanto pregiate: a partire dai crostini con il caviale, le tartine con il tartufo, affettati freschi, diversi primi con lo zafferano (soprattutto risotti), insalatone fresche, formaggi francesi DOC, il sushi, salmone, piatti con i funghi “Matsutake”, vari tipi di bistecche... insomma, il buffet disponeva di tutti i cibi più costosi al mondo e sembrava tutto prelibato da quanto risplendevano.
Gli alimenti proposti venivano via via posati dai camerieri sul buffet.
Però, prima di passare alla cena principale, il servizio deliziava i passeggeri con un aperitivo di lusso, con cocktail e spumanti di vario tipo, e qualche stuzzichino: la gente stava in piedi, con i flut in mano, intratteneva conversazioni anche con persone conosciute sul momento, socializzava con gente originaria di diversi paesi del mondo.
Non era possibile non fare conoscenze in un evento simile.
Naruto era davvero sconvolto, non aveva mai visto nulla di simile e, nonostante il delitto che c'era stato, non si era pentito di aver accompagnato sua cugina: altrimenti non avrebbe nemmeno fatto la conoscenza di Sakura.
Con questo pensiero si giro verso la figura che stringeva tra le braccia e le sorrise, ricambiato:
-non è meraviglioso?- chiese con gli occhi che brillavano.
-sì, lo è!- concordò lei, con la stessa emozione.
-direi di servirci, che dici?- propose.
-assolutamente!- approvò.
 
 
*********


Sakura non riusciva a controllare il cuore che le batteva a mille per la presenza di Naruto e il contatto fisico con lui: anche solo una stretta di mano le bastava per emozionarsi.
Quando l'aveva visto davanti all'entrata del salone, con quel completo che risaltava tutto il suo fascino e la sua semplice bellezza, quel suo impacciato modo di guardarsi intorno, confuso, sempre alla ricerca di qualcuno_forse lei_, il suo cuore aveva perso un battito e aveva desiderato con tutta se stessa spingersi oltre con lui e baciarlo, sfiorarlo: infatti non era riuscita a trattenere la frenesia di sedurlo e sussurrarle il complimento che voleva farle nell'orecchio.
La sua reazione l'aveva divertita e al contempo l'aveva resa felice perché aveva capito che anche lui desiderava di più.
Forse quella sera sarebbe stata l'occasione giusta per rendere la loro relazione un po' più importante e chiara.
Inoltre, non era sicura di riuscire a resistere ancora a lungo.
D'altra parte, ora che forse lo conosceva un po' meglio ed era sicura che lui tenesse molto a lei, non sarebbe stato giusto dargli la fiducia che Naruto si meritava?
Nel frattempo che faceva questi ragionamenti, vide raggiungerli Karin, Ino, Shikamaru e anche Lee_probabilmente si erano incontrati in corridoio_.
-ciao!- salutò allegra Ino -credo che non mangerò più così bene in vita mia!- commentò.
-nessuno credo che lo farà.- confermò Naruto -allora cugina... hai finito totalmente con gli interrogatori?- chiese.
Karin lo fulminò:
-Naruto... non mi sembra proprio il caso di parlare di lavoro in questo momento. Non mi va di raccontare i miei piani e le mie considerazioni al mondo intero.- rispose secca.
Tuttavia, dopo quelle parole di “finto” rimprovero, vide Karin portare lo sguardo su Lee che si era fatto improvvisamente più cupo, sbiancando leggermente.
-Sopraccioglione... ti senti bene? Vuoi un bicchiere d'acqua? Ti è andato qualcosa di traverso?- chiese preoccupato.
Lee scosse la testa:
-no, no... tranquillo Naruto!- ridacchiò nervoso -adesso farò un po' di allenamento facendo un giro tra i buffet. Ci vediamo dopo!-
Si vedeva che era agitato e non vedeva l'ora di allontanarsi dal gruppetto.
Sakura lo seguì con lo sguardo e lo vide raggiungere Neji Hyuuga che era in completa solitudine, con un bicchiere in mano.
-ma cosa gli è preso?- domandò Naruto.
-in effetti si comporta in modo più strano del solito.- notò Ino perplessa.
-sì, a me queste cose non mi interessano... però conosco Lee da diversi anni ed è sempre stato allegro e solare, cercando di migliorare sempre se stesso: questo atteggiamento non gli si adduce proprio. Che noia...- sbuffò Shikamaru -vado a mangiarmi qualche spiedino con olive, pomodorini, e tocchetti di prosciutto.- avvisò, facendo un cenno.
-me ne prendi uno anche a me?- chiese Ino, facendogli gli occhi dolci.
-te lo scordi, biondina! Già mi fatica andare a prendermene uno per me, se devo fare la spesa per tutti, nemmeno morto.-
-che pesaculo dei miei stivali sei!- brontolò offesa -vorrà dire che verrò con te!-
Lo prese sotto braccio e tutti avvertirono distintamente un “e lasciami, così non riesco a fare movimenti”.
Karin li guardò sconsolata:
-che coppia assurda.-
Sakura ridacchiò.
-è per questo che sono fatti l'uno per l'altra.-
-senti, Sakura... visto che sei stata abbastanza a contatto con l'azienda “Konohara” dopo essere salita sulla crociera, sai per caso se Lee e Neji Hyuuga sono amici?-
-perché le fai questa domanda, Karin?- domandò stranito Naruto.
-no, niente.- fece vaga -solo che il Sig.Hyuuga sembra sopportare solo la presenza di Lee.-
-mi dispiace, ma non so risponderti.- risposa desolata Sakura -non ho parlato molto con Neji. Ho legato solo un pochino con Lee, e poi ho stretto rapporti con il mio paziente, il Sig.Hatake; con gli altri, a parte Ino e Shika, non ho fatto molta conversazione. Più che altro perché non ne ho avuto l'occasione.- spiegò.
-no, era solo una domanda così...-
Naruto interruppe la conversazione tra lei e Karin:
-ehi cugina! Stanno arrivando anche Sasuke e Suigetsu, perché non corri a salutarli?-
-chiudi quella fogna baka! Ho dovuto sopportare Sasuke per due giorni interi con tutti gli interrogatori che sono stata costretta a fare con lui e ora ho solo voglia di prendere le distanze da quel bastardo.- sbottò rabbiosa.
Sia lei che Naruto scoppiarono a ridere e Karin li guardò furiosa.
-andate a farvi un giro, piccioncini miei, che è meglio!- bofonchiò infastidita.
-seguiremo sicuramente il tuo “carinissimo” consiglio, cugina.- affermò Naruto sarcastico e divertito -andiamo, Sakura-chan?- la invitò galante.
Lei sorrise e lo seguì: alla fine la cugina di Naruto era davvero buffa e simpatica.
 
 
*********


-ehi Karin!- la salutò Suigetsu.
Sasuke si era buttato subito sul buffet. “forse aveva fame”, pensò lei.
Non era riuscita a staccarle gli occhi di dosso: era così meraviglioso che i suo istinti pervertiti avrebbero potuto prendere il sopravvento in qualsiasi momento.
Stava diventando sempre più negata a controllarli e questo colpiva profondamente il suo orgoglio e sapeva che presto non sarebbe più riuscita a trattenersi.
Sasuke indossava un completo grigio chiaro che enfatizzava i colori tenebrosi dei suoi occhi e dei suoi capelli.
Una camicia bianca fatta su misura che, aderente, risaltava i suoi pettorali e la faceva letteralmente “sbavare” e quel profumo di spezie particolare che, nel momento che lui le aveva fatto un cenno di saluto e le era passato accanto, aveva lasciato la scia e le sue narici ne erano state totalmente invase inebriandola e confondendola per un attimo.
Poi ecco che Suigetsu aveva interrotto i suoi pensieri poco casti, tanto che si era sentita quasi infastidita che lui avesse disturbato il suo “fantasticare” su quel ben di dio che ci sarebbe stato sotto quel completo, se solo avesse potuto scoprirlo e ammirarlo beandosi della impeccabilità di quell'uomo tanto bastardo quanto maledettamente attraente e misterioso.
Stava decisamente perdendo il controllo del suo corpo.
-ciao...- lo salutò disinteressata.
-ti va se andiamo a “spilluzzicare” il buffet insieme?- propose.
Karin lo guardò seccata.
-no.- lo rifiutò senza troppe cerimonie.
Suigetsu, però, non si offese:
-eddai, mica ti mangio! Era solo per fare due chiacchiere!- insisté.
Ripensò al fatto che Sasuke l'aveva bellamente ignorata appena entrato nel salone e l'idea le faceva solamente entrare il nervoso e così, senza pensarci più, accettò l'invito di Suigetsu:
-va bene, ma non infastidirmi troppo. In più, se solo provi a sfiorarmi ti riempio di pugni.- lo minacciò dura.
Lui ridacchiò.
-tranquilla.-
Detto questo, stupito che lei non avesse rifiutato un'altra volta l'invito, la trascinò verso il buffet.
Inizialmente, voleva lasciarlo lì da solo davanti al buffet, ma pian piano tra una “rispostaccia” e l'altra, tra una battuta qua e là, ebbe l'opportunità di conoscerlo meglio e capì che non era poi così male e per farci due risate poteva essere anche divertente.
 
 
*********


Sasuke, di nascosto, non aveva mai smesso di seguire con lo sguardo la cugina di Naruto e Suigetsu ritrovandosi, con assoluto disappunto, invidioso che quei due stessero facendo amicizia. Non pensava proprio che Karin, solitaria e scostante com'era, potesse trovare simpatico un "dongiovanni" come Suigetsu.
Per questo non si era mai posto troppi problemi sul fatto che il suo coinquilino potesse suscitare interesse nella ragazza, ma a quanto pare doveva riordinare i suoi pensieri.
Non poteva continuare a negarlo, non sopportava che qualcuno girasse intorno a quella ragazza, si era ritrovato decisamente possessivo nei suoi confronti.
Aveva cercato di evitarla, di ignorarla, di occultare il crescente interesse verso di lei, di cancellare le emozioni che avvertiva quando l'aveva vicina, o anche quando discutevano, si confrontavano, si scambiavano le _poche_ opinioni, ma non ce la faceva più: voleva potarsela a letto e non avrebbe mai soddisfatto questo desiderio senza metterlo in atto, e Suigetsu ci sarebbe sicuramente riuscito prima di lui andando di questo passo. Non voleva che fosse qualcun altro a sfiorarla.
Non sapeva bene cosa voleva da Karin, l'unica certezza che aveva era che la desiderava come non aveva mai desiderato nessun'altra.
L'aveva vista venire verso di lui e non era riuscito a trattenersi dal bearsi del suo corpo da capo a piedi, e il vestito che portava non l'aveva certo aiutato a distogliere l'attenzione da lei. Quel vestito a trapezio, nero, che le arriva poco più sopra le ginocchia, con scollo decorato da luccichii argentei e quella piega sul davanti faceva spiccare la sua snella figura, arricchita da quei décolleté neri che esaltavo le sue longilinee gambe, l'aveva completamente fatto impazzire e questo non poteva sopportarlo.
Aveva proprio avvertito la sua parte bassa infuocarsi e irrigidirsi e questo era stato decisamente imbarazzante per un uomo con un tale controllo come lui; per questo aveva preferito allontanarsi piuttosto che fronteggiarla: si era comportato da vigliacco e adesso ne pagava le conseguenze perché il suo coinquilino era partito all'attacco e con sua stizza stava riuscendo ad attirare l'attenzione della cugina di Naruto.
Solo il fatto che l'avesse vista sorridere in pochino, sorridere a qualcuno che non era lui, lo irritava; così, senza controllo, a grandi falcate raggiunse quei due:
-oh Sasuke! Come mai qui?- domandò ironico, Suigetsu.
Lo incenerì con sguardo spaventoso e non ci volle molto al suo coinquilino a capire il motivo di quell'occhiata inquietante.
-vatti a fare un giro, Suigetsu.- ordinò minaccioso -devo parlare con lei.-
-senti tu!- intervenne Karin seccata, ma dentro di sé anche un po' felice che lui fosse venuto a cercarla -con che diritto vieni qui, interrompi una conversazione, pretendendo anche che gli altri facciano tutto quello che vuoi al momento che più ti pare?-
Suigetsu ghignò soddisfatto, credendo che Karin avesse voluto prendere le sue difese.
-ci vediamo dopo, bocconcino, vi lascio.- lanciò un'occhiata maliziosa alla ragazza che lo guardò furiosa per “nomignolo” affibbiatole, guardandolo allontanarsi e puntare ad un'altra.
-”bocconcino” lo vai a dire ad una delle tue troiette, idiota!- urlò labile.
-e tu che diavolo vuoi ora?- domandò irritata, voltandosi verso di lui.
-ti sembra il modo di rivolgersi?-
-sì, soprattutto a chi non mi considera per tutta la sera, bastardo che non sei altro!- sputò gelida, accorgendosi solo dopo di aver fatto traspirare la delusione per non essere stata considerata e cercò di rimediare al “danno”:
-ah ecco! Non è quello che intendevo dire!- borbottò impacciata -mi riferivo a qualcun altro con quel discorso.-
Sicuramente, dopo questa, aveva fatto una figura ancora più patetica.
Comunque, lui non si aspettava questa confessione e per un attimo rimase senza parole.
Poi si riprese, tornando composto, e si aprì in un sorriso divertito:
-a chi ti riferivi? Immagino a Suigetsu dato quanto siete diventati amichevoli in poche ore.- la provocò.
Lei lo fissò rabbiosa.
-lasciami stare. Non ho voglia di discutere con te.-
Fece per allontanarsi, ma fu fermata da lui che si avvicinò e le disse piano:
-sai Karin... non sei brava a mentire, te l'ho sempre detto.-
Aveva usato un tono alquanto seducente senza rendersene conto, ma non ce la faceva più a trattenersi.
Lei si irrigidì e arrossì. Poi, cogliendolo di sorpresa, fece di conseguenza:
-sai Sasuke... non hai bisogno di trattenerti o di trovare scuse. I ragazzi che si trattengono mi innervosiscono.- concluse con voce sensuale.
Lui a quel punto non riuscì più a replicare e la vide sparire nella folla, ancheggiando:
-e smettila di ancheggiare come un'oca!- farfugliò fra sé e sé, frustrato per essere stato “atterrato” da una donna dopo che aveva scoperto il suo punto più debole.
“maledizione! Sono proprio uno stupido!” pensò irritato per essersi lasciato trascinare dal desiderio.
 
 
**********


Al termine della serata, Naruto riaccompagnò Sakura alla sua camera.
-me lo sogno di mangiare cibi così buoni una volta sceso di qui!- ruppe il silenzio, portandosi una mano dietro la nuca.
-ma pensi sempre solo al cibo tu?- lo tirò per un orecchio lei, ridacchiando.
-ahi Sakura-chan!- protestò -no, in realtà ho pensato tutta la sera alla bellissima ragazza che avevo al mio fianco...- aggiunse sorridendo.
Sakura non si aspettava quel complimento e si imbarazzò leggermente:
-ma che dici, baka...- sussurrò volgendo lo sguardo altrove, non riuscendo a guardarlo in faccia -c'erano tante altre belle ragazze.-
-è vero, ma tu per me eri la più bella...- proseguì, prendendola da sotto il mento e costringendola a guardarlo in volto.
-grazie...- fiatò lei e portò le mani attorno al suo collo -Naruto...-
Lui le mise un dito sulle labbra ancora lievemente ornate dal rossetto color pesco, desiderando baciarla ardentemente:
-non dire nulla, Sakura-chan...- disse -tu mi piaci davvero tantissimo! Lo so che ci conosciamo solo da pochi giorni, ma non riesco proprio a resisterti e mi manchi sempre tanto le volte che non ci vediamo.-
Sakura non sapeva cosa dire, ma era contentissima di sentirsi dire quelle parole.
-ma ci vediamo spesso, no?-
-è vero...- concordò lui -posso?- chiese -non ce la faccio.-
-ah! e sta zitto!- esclamò lei energica e, prima che lui potesse fare qualcosa, posò le labbra su quelle di lui prendendolo di sorpresa.
Poco dopo, però, lui strinse le braccia robuste intorno alla vita di lei e fece aderire i coloro corpi: un'emozione intensa invase entrambi al momento che approfondì il bacio e una danza accattivante di lingue che si studiavano, si seguivano, si scoprivano e si incontravano prese vita come un cerchio infuocato.
Naruto portò le mani sulle natiche della ragazza, accarezzandole e esprimendo quanto l'aveva desiderata e continuava a farlo: fu uno dei baci più belli della sua vita.
Fu Sakura che, come aveva iniziato, interruppe il bacio e appena incrociò le sue iridi azzurre le sue guance presero un colore tenue e, per Naruto, diventò ancora più bella e candida.
-a domani, baka.- lo salutò lei, sorridendo.
-a domani, Sakura-chan.- ricambiò il sorriso e aspettò che chiudesse la porta della sua camera prima di dirigersi a letto.
Ancora non ci credeva che aveva finalmente baciato Sakura come si deve, e capì che era la prima volta che si sentiva così vivo e felice dopo aver baciato una ragazza.
Sakura gli era proprio entrata dentro, nella parte più profonda del suo cuore, ed era una sensazione bellissima. Sperò che anche per lei fosse stato lo stesso.

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Capitolo 9
*** Cavalcando le onde... ***


Ciao a tutti!! finalmente sono riuscita a terminare il nuovo capitolo!! mi scuso ancora per l'enorme ritardo, ma ho cercato di fare del mio meglio per postare il nuovo cap il meno tardi possibile, spero che continuerete a seguirmi e recensirmi lo stesso. Questo cap è abbastanza introspettivo per tutti e quattro i protagonisti, ed è piuttosto tranquillo come capitolo.
Ringrazio tantissimo habanerossosague, Kushina Namikaze, Sunshine Liar e Sakura_17 per avermi recensito!! *-* ringrazio anche chi ha messo la mia storia tra seguiete/preferite e Sushine Liar per avermi messo tra i suoi autori preferiti!! *//////*.



Cavalcando le Onde...

Sasuke quella mattina si trovava in camera. Sarebbero arrivati a Tenerife il giorno seguente e dalle previsioni del tempo che aveva letto sul suo Iphone prometteva bene: moriva di caldo in quei giorni e ultimamente gli era presa voglia di mare; non un mare qualunque, un mare bello, trasparente, limpido... esattamente come quello delle Isole Canarie, dove tra l'altro non c'era mai stato, e di cui aveva visto solo qualche bella foto o cartolina.
Fare l'investigare, soprattutto se il “caso” era complicato come quello che doveva risolvere, era abbastanza faticoso e impegnativo nella mente e nel corpo.
Di solito era un tipo reattivo e zelante, ma anche lui aveva bisogno di rilassarsi ogni tanto.
Oltre tutto, dopo gli interrogatori, le indagini non erano state molto soddisfacenti e proficue, ed avevano raggiunto un punto di “stallo”.
Per non parlare che, la maggior parte delle volte, la sua mente era rivolta alla cugina di Naruto: dalla Serata di Gala non si erano più parlati né confrontati molto, a parte durante i pasti che si vedevano ma non si parlavano, e ciò che lo infastidiva di più era che il rapporto tra lei e Suigetsu si era fatto più che amichevole.
Insomma, aveva notato che Karin e il suo coinquilino si consideravano diversamente rispetto ai primi giorni: lei sembrava averlo rivalutato all'improvviso e lui non si risparmiava di provarci e scherzare con lei ogni volta che si incontravano; mentre il rapporto_se così si poteva definire_ che si era instaurato tra lui e Karin si era leggermente anchilosato e lui non riusciva a concepirlo, e odiava provare certi sentimenti per una donna che conosceva appena e che oltretutto era anche noiosa a fastidiosa. D'altro canto, però, non poteva neanche permettersi di distrarsi tanto nel suo lavoro e tanto meno farsi sopraffare la mente di immagini di quella donna, oppure consumarsi di gelosia per il legame che si era creato tra Suigetsu e la ragazza; così, entrambi, si stavano semplicemente ignorando a vicenda e adesso reputava la tecnica da lui adattata la soluzione migliore per cancellare l'attrazione e l'interesse che sentiva nei confronti di Karin.
Quando alla fine smise di rimuginare sui soliti argomenti, decise che era meglio chiamare suo fratello e raccontargli nei dettagli a che punto erano le indagini.
Prese dal letto l'Iphone e compose il numero di Itachi:
-pronto Sasuke...- rispose immediatamente il fratello -stavo aspettando la tua chiamata, ci sono novità su chi potrebbe essere l'assassino?- chiese.
-non molte. Neanche oggi. Ti avevo accennato l'altro giorno che io e Karin avevamo finito di fare gli interrogatori, ma non abbiamo nessuna prova esplicita per incastrare l'assassino, anche se ci sono diversi sospettati, come ti avevo detto.- spiegò coinciso.
-certo che questa “Karin” la nomini spesso!-
Sasuke poté avvertire benissimo il piccolo ghigno che Itachi fece dall'altra parte della cornetta e questo alterò il suo stato d'animo, incrementato anche dal seguito della frase di Itachi -non è che ti sei preso una cotta per lei?-
-ma non scherziamo.- sbottò seccato -non ti ho chiamato per parlare di lei, ma del “caso”.-
Itachi ridacchiò nuovamente, attraverso il cellulare, e Sasuke decise di lasciarlo perdere.
Possibile che tutti avessero capito che quella donna gli piaceva?
Non credeva di essere così trasparente, e questo era imperdonabile per una persona decisa e orgogliosa come lui.
-dimmi pure tutto.- lo invitò suo fratello.
-diciamo che sospetto di più del Sig.Hatake, dei coniugi Tsushi; mentre la signorina Nohara, e il Sig.Lee Maito nascondano sicuramente qualcosa.
Più o meno i miei ragionamenti sono rimasti allo stesso punto, perché ho bisogno di più provare per incastrare l'assassino e soprattutto ho bisogno di trovare il modo di far “sputare” la verità agli ultimi due che ti ho nominato.- continuò -il Sig.Hatake è un uomo abbastanza misterioso e sa fingere bene, mentre i coniugi Tsushi hanno subito diverse minacce e anche piuttosto pesanti da parte del Sig.Onoki, per gran parte del periodo che hanno lavorato con lui.-
-e che mi dici della Sig.a Nohara? E di Lee Maito?-
-se devo essere sincero, anche la signorina Nohara è una potenziale sospettata, perché anche lei è stata sfruttata malamente e trattata abbastanza meschinamente dalla vittima, finendo per odiarlo come i coniugi Tsushi. Ma essendo una persona molto fragile sia fisicamente che emotivamente_almeno è quello che ho raccolto dal suo interrogatorio_ dubito che possa essere riuscita a commettere un delitto da sola.- proruppe -tuttavia, non si sa mai. Per quanto riguarda Lee Maito, si è presentato all'interrogatorio in modo estremamente agitato, e appunto per questo non riusciva a connettere e collegare troppo bene le risposte alle nostre domande.
Per cui abbiamo deciso di lasciarlo fare per adesso, cercando di trovare il modo di farlo parlare prossimamente. E' sicuro che lui sa qualcosa di decisamente importante e non escludo che possa aver deciso di far fuori Deidara Onoki per proteggere qualcuno, ma se devo dare un parere... mi sembra un tipo troppo buono e emotivamente instabile per arrivare a commettere un crimine. Non posso giudicare, però, perché non li conosco quasi per nulla.-
-capisco... le tue ipotesi sono molto interessanti. E senti... che mi dici delle persone vicine a Lee Maito?- domandò.
Sasuke ci pensò su, in modo da organizzare i pensieri e formulare bene la risposta:
-vediamo... Lee è una persona piuttosto socievole e allegra, almeno sembra_a parte in questi giorni che appare decisamente diverso_ ha un buon rapporto con tutti quelli dell'Azienda “Konohara”, da quello che ho colto, e fa amicizia facilmente. E' indubbiamente molto legato a suo padre, ma non può aver fatto niente per coprirlo perché il Sig.Maito ha un alibi preciso e indiscutibile. Il Sig.Nara e la moglie vogliono molto bene a Lee, ma lui lo vedo la maggior parte del tempo in compagnia del Sig.Hyuuga che pare sembri digerire solo la sua presenza intorno. Per il resto, non so altro.- concluse.
-Neji Hyuuga, dici eh? Che sai di lui?-
-non molto. E' una persona molto impassibile e quasi incomprensibile, la sua espressione è per lo più passiva e gelida tutto il tempo.
Durante l'interrogatorio ha risposto alle mie domande con indifferenza, affermando che non conosceva il Sig.Onoki.
Non siamo ben riusciti a capire cosa pensasse veramente e se quello che aveva detto era vero o meno, ma per ora lo escluderei dai principali sospettati perché ho notato che sono pochi quelli dell'azienda “Konohara” che conoscevano bene, o comunque in parte, il Sig,Onoki. Quindi, al momento, non credo che abbia mentito.-
-bene... se vuoi un mio parere, per ora cercherei soprattutto di scoprire cosa nascondano la signorina Nohara e Lee, perché potrebbe essere importante per arrivare a un buon punto con le indagini. Se continuate_o continui, come preferisci_ a rimuginare su i coniugi Tsushi e sul Sig.Hatake non andrete da nessuna parte, hai bisogno di scoprire qualcosa di più attraverso i dubbi che sostieni di avere su la ragazza e Lee.- precisò -fammi sapere appena avrete scoperto qualcosa in più, ok?- terminò.
-d'accordo.- affermò Sasuke, riflettendo sulle parole del fratello.
-ah! Giusto Sasuke!- riprese Itachi dall'altra parte -prima di tutto questo, però, prenditi un paio di giorni di riposo e raccogli, in questi due giorni, un po' di tempo e spazio per te stesso e per pensare a quello che vuoi veramente.- consigliò.
-in che senso?- domandò confuso e un po' irritato.
-lo sai in che senso. Non ho bisogno di dirtelo.- fece sbrigativo -bene... devo andare perché c'è Aya mi aspetta per andare al parco giochi con lei.-
Detto questo, chiuse la telefonata prima che potesse chiedergli spiegazioni in più su quell'ambigua frase.
Forse, però, se ci rifletteva, aveva capito bene cosa intendeva e a chi si riferiva: Karin e i suoi sentimenti per lei.
Strinse i pugni rabbioso e altamente furioso verso Suigetsu.
-maledizione!- imprecò infastidito.

 
*******


Naruto non vedeva l'ora di arrivare a Tenerife per poter vedere l'isola, farsi un bel tuffo in mare, e soprattutto... noleggiare una tavola da Surf: stava ardentemente sperando che nei due giorni che si sarebbero fermati lì, uno di essi avrebbe avuto il mare mosso per cavalcare le onde come amava fare.
Inoltre, desiderava far vedere a Sakura quanto fosse bravo con il surf: voleva farsi acclamare da lei.
Sapeva di essere un po' egocentrico, ma non aspettava altro che ricevere complimenti da lei.
Dopo la Serata di Gala, il loro rapporto si era finalmente concretizzato facendosi sempre più profondo e passionale. Entrambi desideravano stare l'una con l'altro, trascorrevano la maggior parte del tempo insieme conoscendosi sempre più affondo e raggiungendo il picco più alto ed estremo delle emozioni.
In più, oltre a questo, si era aggiunto il desiderio di spingersi oltre ai baci intensi che si scambiavano nell'arco della giornata, ma ancora non sapeva bene se era un sentimento che riguardava solo lui o se anche lei chiedeva lo stesso.
Era un po' che non faceva l'amore con una ragazza e, specialmente, che non ne desiderava una così tanto; però era consapevole che non poteva spingersi più là se anche lei non lo voleva: fin dall'inizio Sakura gli aveva fatto capire che voleva fare le cose con calma, per via delle turbolente relazioni che aveva avuto con altri ragazzi. Tuttavia, Sakura, non gli aveva mai spiegato chiaramente come mai facesse tanta fatica a fidarsi degli altri, soprattutto se erano uomini.
Lui, infatti, si era sempre chiesto i motivi provando a ragionare su quali problemi avesse avuto, ma se non era lei a raccontarglielo direttamente poteva solo supporre. Forse, prima di andarci a letto, era meglio scoprire qualcosa di più dietro questo atteggiamento di timore, insicurezza, decisione verso gli uomini e le relazioni che intraprendeva con essi, lui compreso.
Naruto era una persona seria e se decideva di stare con una ragazza, prima di fare qualsiasi mossa avventata, aveva bisogno di sapere tutto di lei.
Sì... probabilmente una persona esterna che poteva avere il raro dono di leggere nella mente delle persone, avrebbe potuto reputarlo qualcuno che amava ficcanasare negli affari degli altri_e forse era così_ ma personalmente lui non si riteneva in quel modo: semplicemente, se doveva stare con una persona, nella loro relazione ci doveva essere un certo grado di confidenza anche per quanto riguardava la vita passata, sentimentale o meno, che aveva coinvolto la persona amata.
Quindi, sì, dal suo punto di vista era meglio sapere qualcosa in più su Sakura prima di fare un passo importante come andare a letto insieme.
Aveva sempre ragionato così e, per non andare contro se stesso e le sue opinioni personali, non avrebbe cambiato modo di fare.
In quel momento si trovava in camera con Karin (che però era in bagno) e tra poco sarebbe andato a prendere un gelato con Sakura.
I suoi pensieri furono interrotti dalla porta del bagno che si apriva e dalla comparsa di una Karin piuttosto nervosa e scocciata:
-io odio quell'uomo!- esclamò.
-Sasuke o Suigetsu?- domandò Naruto.
-ovviamente il primo, no?-
-lo immaginavo. Era inutile chiedertelo.- rispose -ho notato che in quest'ultimi due giorni non vi siete considerati molto, avete discusso?-
-discutiamo sempre, idiota.- affermò piatta.
-sì, ma in questi giorni non avete nemmeno discusso.- notò. Sbuffò irritata:
-non ci stiamo considerando di proposito.- dichiarò.
-e perché mai? Avevate trovato finalmente un equilibrio gestibile nel vostro strambo rapporto, perfino iniziando a fare le indagini insieme, perché siete tornati a come prima?- chiese perplesso.
-fatti gli affari tuoi, baka.- tagliò corto -e pensa a Sakura e al fatto che non siete ancora andati a letto insieme, nonostante lo desiderate entrambi.-
-lo sai come sono, cugina. So che Sakura ha avuto un passato sentimentale abbastanza infelice, per cui cerco di andarci piano con lei. E poi ho deciso che prima di fare quel passo importante, vedrò di scoprire perché fa fatica a fidarsi degli uomini ed è piuttosto esitante nelle relazioni con loro, e anche con me.- aggiunse.
-sempre il solito scemo. Mi spieghi come fai a resistere? Fare sesso è importante in una relazione: se stessi con un ragazzo per cui provo un'attrazione feroce e che mi piace in tutti i sensi, me lo porterei a letto subito... punto.- alzò le spalle tranquilla.
-e perché non ti butti con Sasuke, allora? è ovvio che il soggetto a cui ti riferisci con queste parole è lui. So che, nonostante l'apparenza, non sei una persona superficiale come fai credere a tutti gli altri, eppure fai questi discorsi senza senso quando tu stessa sei vittima nei tuoi stessi sentimenti e desideri verso lui, e non ti fai avanti perché hai paura di agire.-
Karin gli lanciò un'occhiataccia, mascherando leggermente l'imbarazzo:
-non dire idiozie!- soffiò infiammata -non mi piace quell'uomo. Te l'ho detto un sacco di volte e non capisco perché fingi di non capire, è seccante.-
-non è che fingo, semplicemente non comprendo perché continuate ad ignorarvi quando è palese agli occhi di tutti che siete attratti l'uno dall'altra. E soprattutto, perché continuate a negare ciò che provate. Cugina... capisco che sei_e anche Sasuke lo è_ una persona molto orgogliosa, indipendente e dura... anche tu fai fatica a fidarti degli altri e preferisci mantenere le distanze, e occultare quello che provi, pur di non soffrire. Tu hai paura di perdere di nuovo una persona cara, di essere sfruttata, o di ricevere un'altra delusione sentimentale... e non è che non ti fai avanti con Sasuke perché fai credere agli altri di odiarlo, non ti butti perché hai il terrore che non vada come speri. Per questo preferisci non farti coinvolgere.-
-tappati la bocca, baka. Stai solo dicendo un mucchio di cazzate senza senso!- urlò furiosa.
Lui sapeva che era arrabbiata perché aveva colto il punto centrale, e odiava essere capita così facilmente.
Comunque, decise di non insistere: sapeva quanto sua cugina fosse testarda e che non bastavano delle belle parole a farla reagire, avrebbe proseguito lo stesso a fare di testa sua, tracciando la sua strada che si era imposta di seguire senza ripensamenti o debolezze che l'avrebbero fatta vacillare. Stesso discorso valeva per Sasuke.
Dunque, l'unica cosa da fare per vedere i due muovere un passo verso l'altra sarebbe stato aspettare che l'attrazione tra loro si facesse talmente irresistibile e incontrastabile che non sarebbero più riusciti a negarla o a combatterla.
Tuttavia... ne aveva abbastanza dei problemi di sua cugina, ora era deciso a parlare con Sakura. P
rima o poi avrebbe trovato il momento giusto per farlo.

 

*******



Finalmente la mattina seguente era arrivata e Sakura si era alzata dal letto alle 9.00 in punto, andando precisa a colazione.
Salire su quella Crociera le aveva scompigliato la vita, in senso buono e cattivo s'intende: da una parte pensava di aver incontrato un ragazzo serio e che l'amava per la persona che era, pregi e difetti_anche se ancora non si conoscevano abbastanza per giudicare_, dall'altra il delitto che aveva devastato la sua vacanza non aiutava a star tranquilli.  Da quello che le aveva spiegato Naruto, sua cugina era ad un “punto morto” con le indagini e negli ultimi giorni era anche più nevrotica del solito (sempre secondo quello che lui le aveva detto), probabilmente a causa di problemi sentimentali che non le era concesso sapere, e che la frenavano dal proseguire l'esplorazione del “caso”, in cui era drammaticamente coinvolta, in modo carico e diligente.
Naruto sembrava molto preoccupato per lei e, appunto per questo, le aveva parlato di ciò che lo agitasse.
A Sakura aveva fatto piacere che lui si confidasse, ma al contempo sentiva distintamente l'esigenza di approfondire il rapporto con lui, desiderando un contatto sempre più esplicito.
Però, nonostante questo, aveva paura: tutte le sue vecchie, penose e piuttosto sgradite relazioni la bloccavano dal fare delle mosse avventate e imprudenti, e non le davano la forza di reagire e aprirsi totalmente con il suo nuovo compagno.
Magari avrebbe dovuto parlare a lui di quello che aveva passato nel corso della sua vita e dei rapporti che aveva intrattenuto con altri ragazzi.
Nessuno di loro si era dimostrato una persona sincera e affidabile; erano stati uno peggio dell'altro, delle brutte sorprese l'avevano continuamente devastata ogni volta che il legame con quella gente si faceva più serio.
Aveva avuto a che fare con tre tipologie spregevoli e deprimenti di ragazzi: il primo che aveva avuto e con cui c'era stata quasi anno, si era rivelato un drogato ubriacone; il secondo, con cui aveva condiviso un anno e mezzo della sua vita, l'aveva tradita per sei mesi consecutivi con quella che credeva essere una sua amica; il terzo, forse quello che pensava meno meschino di tutti e con la quale c'era stata un paio di anni (l'ultimo con cui era stata), si era mostrato peggiore degli altri due messi insieme: l'aveva sempre illusa con belle parole, toni gentili e bei regali, e alla fine aveva scoperto grazie a Ino che lei era solo una delle tre con la quale andava a letto e usciva insieme: praticamente quel ragazzo non aveva altro da fare nella sua vita che frequentare una ragazza diversa in determinati giorni stabiliti: lei era quella del lunedì, il giovedì e la domenica, mentre il resto dei giorni della settimana li impegnava per le altre due povere vittime che, appena saputo il “divertente giochino” del ragazzo, l'avevano preso a calci nel sedere come anche lei aveva fatto, aiutata da Ino.
Ma ciò di cui si rammaricava era che lei, a parte qualche breve sospetto che aveva preferito rimuovere dalla sua mente ogni volta che raggiungeva la sua personalità_sotterrata_ riflessiva e razionale, aveva sempre fatto finta di niente: era per questo che si definiva una totale incapace nello scegliere i ragazzi, immischiandosi in relazioni che l'avrebbero fatta costantemente soffrire e illudendosi tutte le volte.
C'era qualcosa questa volta_sempre se il suo intuito non si sbagliasse_ che le faceva credere che Naruto era un bravo ragazzo, sicuramente molto diverso da quei pazzi traditori con cui era stata. Però, a dispetto di questo, il suo passato la metteva nuovamente in allerta appena avvertiva che la relazione con il suo nuovo ragazzo si stava facendo seria e così anche il desiderio che_credeva_ che entrambi nutrissero l'uno per l'altra.
In quelle condizioni non riusciva a riflettere se sarebbe riuscita ad andare a letto con Naruto senza che lui sapesse del suo passato burrascoso e delle persone che erano state infedeli nei suoi confronti. Per cui, durante la mattinata prima di scendere “a terra”, aveva pensato a lungo a come agire e alla fine aveva preso la decisione che al momento giusto sarebbe stata sincera con Naruto raccontandogli tutta la verità e le sue paure.
Se non provava a dargli fiducia, come poteva proseguire la loro relazione appena fiorita?
Avrebbe tirato fuori il coraggio per parlargli discretamente.
Dunque, aveva fissato con Ino, Shikamaru e Naruto di andare a fare il bagno nella spiaggia più bella di Tenerife e mangiare con il pranzo a sacco sempre lì.
La cosa buona della tappa a Tenerife era che sarebbero rimasti due giorni, partendo domani pomeriggio verso le 18.30, e così avevano tutto domani per visitare anche l'Isola. Scesa dalla Nave s'incontrò con gli altri tre “a terra” e lì salutò con un cenno:
-ehi ragazzi!- sorrise.
Naruto le corse incontro tutto allegro e sorridente come al solito, trasmettendo le stesse emozioni anche a lei.
Appena si avvicinò a lei la strinse in un abbraccio mozzafiato che si sarebbe volentieri sognata anche le notte, con l'aggiunta di qualcos'altro... al momento che quel pensiero poco casto le attraversò la mente, si sentì andare a fuoco come raramente le succedeva e si riproverò mentalmente per il poco contegno dei pensieri sconci.
Poi le sue mani si mossero da sole: prese il viso di Naruto con una certa audacia che si scatenava solo quando sfiorava il ragazzo, guidata e incapace di controllare gli istinti primordiali di toccarlo e assaggiarlo, e lo baciò con tutta la passione che disponeva.
Quando non ebbe più fiato per baciarlo si staccò e le sorrise di nuovo:
-buongiorno anche a te baka!- esclamò.
-Sakura-chan... certe volte i tuoi gesti mi stupiscano, mi confondono e mi fanno più felice che mai.- commentò emozionato -questo bacio in bella vista, ad esempio, era così appassionato!- si grattò la nuca imbarazzato -è stato bello.- terminò sorridendo.
-lo sai che mi diverto a stupirti.- ribatté lei divertita.
-e sai anche che non mi dispiace affatto quando lo fai.- aggiunse lui ridacchiando.
-forza piccioncini dei miei stivali, muovetevi che sennò la spiaggia si riempie e non troviamo più posto. Lo sapete quanto è famosa la spiaggia “Las Teresitas” della zona di “San Andrès”, se non ci sbrighiamo non riusciamo nemmeno a vederla da quanto si affolla.- li richiamò Ino, con accanto uno Shikamaru ancora addormentato e sbadigliante. -Arriviamo!!- avvisò Naruto, avvicinandosi a Shikamaru, e trascinando per mano Sakura.
-ehi Shika, ma l'hai preso il caffè questa mattina? È da quando ti ho incontrato che non fai altro che sbadigliare.- lo schernì ridacchiando.
-sta zitto, stanotte ho dormito poco per via del lavoro che Kakashi mi ha dato da fare.-
-non farci caso, Naruto, è sempre così...- sorrise Ino, anche se Sakura notò una sorta di amarezza in quelle parole e lei sapeva bene il motivo: la sua migliore amica non aveva ancora detto a Shikamaru di essere incinta perché comprendeva quanto fosse indaffarato e di pessimo umore.
Sakura la guardò comprensiva e incapace di poterla aiutare, ma Ino tentò di nascosto di lanciarle un'occhiata di intesa in modo da rassicurarla.
-Inoltre, aspettarvi entrambi mi ha annoiato ancora di più...- concluse facendo l'ennesimo sbadiglio.
Ino non si trattenne da fare un sbuffo stizzito, questa volta.
-ehi, pesaculo!- lo scosse decisa – capisco che sei stanco, ma se non ti va di venire torna pure in camera.- sbottò.
Questa volta non stava scherzando, anzi... Sakura non l'aveva mai vista più seria di così e anche Shikamaru si colpì, cogliendo al volo che lo stava rimproverando.
Le lanciò un'occhiata vaga:
-hai ragione... è meglio se torno in camera.-
Con questo, senza aggiungere altro, infilò le mani in tasca dei Jeans corti e si addentrò nuovamente nella nave, lasciando Ino furente.
-quel fannullone buono a nulla!- gridò arrabbiata -ma cosa me ne frega se non viene, tanto è come se non esistesse anche quando c'è!- si sfogò.
-andiamo ragazzi, lasciamolo perdere.- affrettò il passo e, molto freddamente, si avviò per le strade di Tenerife.
Lei e Naruto la seguirono in silenzio: per la prima volta avevano assistito ad una discussione amorosa tra Shikamaru e Ino.
Sakura non sapeva che fare: se parlarle o meno, in ogni caso ora non sarebbe stato comunque il momento giusto.

 
*******


Karin aveva steso sulla sabbia soffice e chiara della spiaggia “Las Teresitas”, un tipico asciugamano da mare e stava tranquillamente mostrando il suo fisico piatto e ben formato indossando un bikini piuttosto semplice, in tinta unita, dal colore verde chiaro.
Si era anche sganciata il laccetto del costume che prima era legato attorno al collo, in maniera da esporre al calore del sole anch'esso, per non prendere a chiazze il sole. I raggi picchiavano prepotenti sulla sua pelle e ogni tanto, per sopportare il caldo, si bagnava la pelle con una bottiglietta d'acqua salata.
Il mare era abbastanza mosso e le sue onde si attutivano, fino a cessare, appena raggiungevano la riva. 
Il suono delle onde la rilassava e si sarebbe volentieri addormentata in quella posizione: era un paio di notti che dormiva male e la stanchezza si stava facendo sempre più limitativa per le indagini. Non aveva ancora scoperto, o compreso, niente di concreto e importante.
Non tanto per incapacità sua, ma per colpa del suo stato d'animo: ce l'aveva con se stessa, perché sapeva che appena avrebbe accettato di essersi presa una cotta “stratosferica” e senza speranza per Sasuke Uchiha, anche le indagini avrebbero perso di tono.
Quando il suo umore veniva influenzato da emozioni esterne e ingestibili anche la sua compostezza e logicità ne risentivano pesantemente; per questo, durante i suoi lavori, si era sempre ripromessa di non perdersi in inutili sentimentalismi, perché era più che consapevole che l'avrebbero distratta.
Sì... lei lo considerava un lato negativo della sua personalità contorta.
Certo... non che si sarebbe buttata tra le braccia di quel “bastardo” di Sasuke pur di mettere fine ai suoi tormenti, mai lo avrebbe fatto.
Piuttosto avrebbe cercato di mantenere comunque lucidità e l'unico modo per farlo era prendere le distanze dal soggetto della sua confusione mentale, che le impediva di proseguire con il “caso” in modo razionale e tagliente.
Un'altra cosa che le scocciava, era che suo cugino_nonostante avesse fatto di tutto per negarlo_ aveva capito ogni cosa in un secondo di come si sentiva, perché purtroppo la conosceva troppo bene.
Continuare a mentirgli e a negare la verità si faceva sempre più faticoso e impossibile, perché Naruto era l'unico con cui faticava ad occultare le sue emozioni: soprattutto perché lui con lei era sempre stato molto sincero ed espansivo, non si faceva problemi a parlarle degli affari suoi e di ciò che lo agitava... o almeno, la maggior parte delle volte_specialmente in passato_era così. Inoltre, come se non bastasse, a metterle ansia si aggiungeva anche il suo capo, Orochimaru, che aveva sentito solo il giorno prima per aggiornarlo sui fatti avvenuti negli ultimi giorni sulla Crociera.
Quando Orochimaru le aveva chiesto a che punto fossero le sue speculazioni e a che livello di verità si avvicinassero, lei aveva cercato di divagare il più possibile, dato che non era riuscita a fare un punto preciso della situazione generale da dopo gli interrogatori: sapeva solo che il Sig.Hatake, la Sig.a Nohara, e il Sig.Lee Maito avevano mentito, o comunque nascondevano dei dettagli forse importanti, oltre ad essere dei possibili assassini.
E che i più sospettati erano i coniugi Tsushi, ma lei non credeva che potessero aver commesso un omicidio combinato, già, nemmeno se  il Sig.Onoki gli aveva quasi rovinato la vita matrimoniale e sentimentale, ricattandoli.
questo perché, in quanto ad odio verso quell'uomo, erano stati fin troppo diretti e sinceri, esponendosi in modo alquanto esplicativo riguardo ai dettagli.
Mentre il resto degli altri indiziati, a parte quelli con un alibi, potevano aver commesso lo stesso il delitto dato che quell'uomo era odiato da tutti, sorprendentemente tranne dal suo migliore amico_se così si poteva definire_ Sasori Sabaku (anche se pure lui aveva potuto mentire).
D'altro canto, anche tra i dipendenti dell'azienda “Konohara” ci poteva essere qualcun altro che aveva mentito, oltre a Lee e il Sig.Hatake.
In definitiva, non poteva escludere nessuno_tranne quelli con gli alibi_ e dunque, forse, anche Suigetsu e Sasuke.
Di conseguenza, le ricerche dell'assassino erano in alto mare.
In più, proprio perché era un “caso” abbastanza difficile dove chiunque poteva aver commesso l'assassinio e il numero dei coinvolti era assai numeroso, sentiva costantemente il bisogno di andare da Sasuke e chiedergli di risolvere il delitto con lei, criticando con scherno e divertimento le sue opinioni.
E questo, per una detective in gamba come lei, era deprimente e inopportuno; la faceva sentire delusa da se stessa, dalle sue capacità, e non poteva accettarlo.
I suoi pensieri furono interrotti da Suigetsu che pareva da solo:
-Karin... ti piace proprio metterti in mostra eh!- commentò.
Non rispose subito alla sua pessima battuta, perché il suo sguardo stava cercando qualcun altro che al momento le sembrava irraggiungibile.
Ecco che poi lo vide: Sasuke era più in là e lo seguì con gli occhi finché non si tuffò in mare, esaltando_non di proposito_ la sua incantevole figura.
Strinse i denti in maniera da mascherare il desiderio che avvertiva quando lo osservava.
-sta zitto, razza di “dongiovanni”.- borbottò irritata, poi, quando ebbe indugiato abbastanza_troppo per i suoi gusti_ su Sasuke Uchiha.
-non c'è proprio niente da fare con te, eh. Non distogli lo sguardo dal mio coinquilino neanche a farlo apposta.- affermò, quasi deluso.
Ma lei non notò quella punta di delusione, e forse  anche leggera invidia, che Suigetsu sfoggiò.
-chiudi quella fogna. Cosa ti fa credere che stia guardando proprio lui?-
-il tuo sguardo parla chiaro.- precisò schietto -senti... invece di pensare a lui, perché non vieni a fare un tuffo con me, e poi magari ci infiliamo in una di queste grotte nascoste e ci divertiamo un po' come si deve?- propose ghignando.
-scordatelo, Suigetsu. Non mi piace bagnarmi troppo, e non ho voglia di divertirmi con te. La tua presenza mi è sgradevole, certe volte.- concluse seccata.
In effetti, forse, era stata anche troppo dura con lui.
Tuttavia, Suigetsu non sembrava essersela presa più di tanto, anzi... continuava a sorridere divertito.
-ahi! Questa frase brucia alla grande!- esclamò ironico, anche se dietro c'era probabilmente un po' di seria amarezza.
Poi si strinse nell'ennesimo sorrisetto preoccupante:
-sai che ti stai bruciando la schiena? Secondo me dovresti metterci un po' di crema solare.-
-me la metto da sola, grazie. Ora gira a largo.- rifiutò il nuovo tentativo di conquista.
-mi spieghi come fai a mettertela da sola dietro la schiena?-
-decido io se metterla o meno. Sicuramente, però, se decido di metterla non lo chiedo di farlo a te.- puntualizzò aspra.
Poi un pensiero attraversò la sua mente all'improvviso: visto che Sasuke non l'aveva nuovamente degnata di uno sguardo, forse se sfruttava Suigetsu per farlo avvicinare a lei come_involontariamente_ era successo quella volta alla Serata di Gala, riusciva ad incrociare almeno le sue iridi scure e penetranti.
Non era sicura di quello che l'Uchiha provava per lei, ma sicuramente un po' di attrazione la nutriva nei suoi confronti, sennò non si spiegava il gesto audace dell'altra volta e altri piccoli e minimi segnali che lui le aveva, inconsapevolmente forse, lanciato.
Poi, chiaro, se era stata solo la sua immaginazione era il momento ideale per scoprirlo.
In ogni caso, però, semmai Sasuke provasse qualcosa di particolare per lei, doveva essere lui a fare la prima mossa. Lei, per principio, non avrebbe mosso un muscolo.
Sapeva che stava sbagliando, che probabilmente si stava solamente illudendo ferendo se stessa e ciò che provava, ma l'emozioni che Sasuke le scatenava erano piuttosto complicate da espellere e da controllare: se solo l'idea che lui non la considerasse la faceva irritare, allora voleva dire che la situazione era grave e doveva fare qualcosa per riprendersi alla svelta o altrimenti non sarebbe riuscita a mettersi l'anima in pace_anche se era una tipa che non si arrendeva facilmente_, e a concentrarsi come doveva nel suo lavoro.
-anzi, ho cambiato idea...- asserì convinta, alla fine -Suigetsu! Spandimi la crema solare sulla schiena, ora!- ordinò.
Il ragazzo scosse la testa confuso e dopo un attimo di stordimento, si aprì in un sorrisino compiaciuto:
-con grande piacere!- detto questo, prese la crema -girati di schiena.-
Sebbene fosse infastidita dalla ridicola decisione che aveva preso, eseguì la richiesta di Suigetsu e si mise con il ventre appoggiato sull'asciugamano.
Il ragazzo iniziò a spanderle la crema con movimenti lenti e rilassanti, come se stesse consumando una notte di fuoco, vezzeggiando il corpo della compagnia notturna.
Peccato che lei stava immaginando le mani di un altro sulla sua schiena.
Stava fantasticando a come le mani di Sasuke l'avrebbero sfiorata e dentro di sé sperava che il ragazzo venisse a bloccare i gesti di Suigetsu.


*******


Sasuke, che si era un attimo fermato dalle bracciate a stile che stava facendo in mare, aguzzò gli occhi verso le figure di Karin e Suigetsu e notò che quest'ultimo le stava spandendo la crema in modo abbastanza scandaloso e una spiacevole e inaccettabile gelosia lo invase, come era anche successo due sere fa alla Serata di Gala: proprio da allora, per quello che Karin riusciva a tirargli fuori, aveva deciso di ignorarla e di fingere che non gli importasse dell'idea che lei e Suigetsu si stessero avvicinando.
Però, l'attrazione che provava per la cugina di Naruto, non riusciva a sopprimerla e continuava a tormentarlo e limitarlo: avrebbe voluto esserci lui ad avere la piacevole opportunità di sfiorarle la schiena e il posto che aveva_volontariamente_ ceduto a Suigetsu stava iniziando a risultare sbagliato. Sbagliato perché doveva essere suo.
Arrivato sulla spiaggia aveva inconsciamente iniziato a cercarla con gli occhi, sperando dentro di sé di trovarla sulla solita spiaggia che lui e Suigetsu avevano scelto di visitare. Poi, al momento che l'aveva vista, il desiderio verso di lei si era riacceso come tutte le volte che la incontrava, ed era stato perfino felice di averla trovata.
Era ridicolo, eppure era così, e non poteva più negarlo a se stesso.
Non poteva continuare a negare ciò che provava, come un vigliacco, però c'era sempre qualcosa a frenarlo da agire.
Questa volta voleva andare da Suigetsu, strattonarlo e strappargli malamente dalle mani quella crema che stava spandendo con tanta bramosia, ma così avrebbe esposto di nuovo apertamente le sue emozioni a Karin, e non voleva.
Era inutile che continuasse a riflettere su come comportarsi, avrebbe fatto quello che l'istinto gli gridava di fare: ovvero... uscire dall'acqua e allontanare Suigetsu.
Sapeva che Karin era attratta da lui: molte parole dette e non dette, gesti, sguardi, gli avevano fatto capire che la cosa era reciproca; infatti si stavano ignorando a vicenda dopo quella sera di due giorni fa, perché il lavoro che facevano era difficile, aveva bisogno di concentrazione e rigidità, e ambedue sapevano quello che dovevano fare e cosa era importante perché il “caso” andasse a buon fine.
Per cui era sicuro che, se fosse andato là da lei, le avrebbe fatto nuovamente capire che le piaceva.
Però non riusciva a digerire che Suigetsu le mettesse la mani addosso senza alcun ritegno, quando anche lui avrebbe voluto fare lo stesso.
Ormai aveva già messo i pedi fuori dall'acqua e stava raggiungendo i due, cercando nel frattempo le parole giuste per tentare di nascondere almeno un po' la rabbia e la gelosia che lo stavano disturbando:
-Suigetsu...- lo chiamò minaccioso -ti faccio notare che siamo in pubblico e voi due state attirando troppo l'attenzione, soprattutto tu.- precisò gelido.
-oh Sasuke! Hai fatto veloce a raggiungerci. Solo pochi minuti fa eri in mezzo al mare e ora sei qui con quasi il fiatone. Ti sei dimenticato qualcosa?- fece sarcastico.
-non ci sta guardando nessuno.- si aggiunse Karin disinteressata: sembrava soddisfatta di qualcosa e aveva paura ad accettare per cosa, perché lui lo sapeva bene.
-inoltre... tu dici che stiamo attirando l'attenzione, quando mi pare che tu sia l'unico che è stato attirato qui.- continuò lei -come mai sei venuto qui?-
-non ti riguarda.- rispose glaciale -piuttosto... non ti pare di star trascurando troppo le indagini, negli ultimi giorni, per divertirti con Suigetsu?- aggiunse, provocandola.
-potrei dire lo stesso di te, Sasuke. Mi sembri un po' spento ultimamente. Le tue ricerche non stanno proseguendo come dovrebbero?- fece, ribattendo di conseguenza.
-io proseguo le mie indagini a modo mio. Karin... non puoi sapere a che punto sono, quindi sta zitta.- replicò.
Suigetsu passava dall'uno all'altro, senza possibilità di intervenire.
-ah! Che noia che siete!- farfugliò irritato -vado a farmi un tuffo. Mi state innervosendo.-
Con questo li lasciò da soli.
-certo che non lo so!- esclamò stizzita, riprendendo il discorso in cui era entrato Sasuke -non mi hai più chiesto o detto nulla, per cui ho pensato che non stessero andando bene e ti vergognassi a dirmelo.-
-perché dovrei metterti al corrente delle mie ricerche, se entrambi avevamo deciso di fare per conto nostro?- rispose lui -credo che quella che si vergogna a dirmi che ultimamente è troppo impegnata ad intrattenersi con il mio coinquilino, per ragionare sul suo lavoro, sei tu Karin.- concluse appagato.
-sei geloso di Suigetsu, Sasuke?- se ne uscì lei, cogliendolo alla sprovvista: in realtà era prevedibile che, con discorsi simili e suoi comportamenti ambigui, sarebbe arrivata alla verità... ma lui preferiva che non lo facesse, anche se in effetti era troppo sveglia per non arrivarci e lui si era nuovamente “infinocchiato” da solo.
-ma figurati. Pensi che mi importi qualcosa di te?-
Era bravo a mentire, ma era sicuro che questa volta non ci fosse riuscito pienamente.
-Sì. Penso che te ne importi, altrimenti non avresti queste assurde reazioni, se un ragazzo che non sei tu mi spande la crema.- colpito e affondato.
E, come se non bastasse, aggiunse anche un ghigno divertito e soddisfatto.
“era proprio una donna schietta e intrigante”, pensò sorridendo di soppiatto, lui.
-Karin... sbaglio o l'hai fatto apposta a farti spandere la crema da Suigetsu, nel tentativo di attirare la mia attenzione?- questa volta fu lei a finire miseramente “atterrata”, perché Sasuke la vide volgere lo sguardo altrove, incrociare le braccia al petto, e la sentì borbottare:
-ma fi-figurati.- sussurrò impacciata -l'ho fatto solo perché Suigetsu insisteva e volevo togliermelo dalle scatole.-
Più banale scusa di questa non poteva che confermare la sua ipotesi: ora era sicuro che anche lei fosse attratta da lui, ma non si sarebbe fatto avanti comunque, perché aveva sempre messo il lavoro prima di tutto e così avrebbe continuato a fare.
-comunque, se sei venuto qui appena hai visto la scena... un motivo ci sarà, no?-
Si era ripresa da quell'attimo di imbarazzo ed era pronta ad “attaccare” nuovamente.
-sono venuto qui perché mi facevate vergognare.- tentò di non ammettere la verità.
Karin lo ignorò deliberatamente:
-in ogni caso... Suigetsu non ha finito di spandermi la crema, vuoi continuare tu?- propose sfacciata  -sai... dietro la schiena faccio male da sola...- continuò usando nuovamente quel tono sensuale che lo faceva impazzire.
-tsz... te lo puoi scordare.- rifiutò deglutendo a fatica, perché la tentazione di farlo era forte.
Comunque, lei non si arrese:
-come vuoi. Allora vorrà dire che andrò a chiamare Suigetsu e gli chiederò di continuare al tuo posto.- appurò con_finta_ indifferenza.
No, questo non poteva permetterlo:
-girati di schiena.- ordinò infastidito per aver nuovamente ceduto alle sue macchinazioni intriganti e irresistibili.
Karin non se lo fece ripetere due volte e lui, anche se scocciato per ciò che provava, non vedeva l'ora di poter sfiorare la sua pelle come anche Suigetsu aveva fatto: a quel pensiero gli salì un brivido di fastidio lungo la schiena.
Appoggiò le mani sulla sua schiena e, appena toccò la pelle delicata e morbida della ragazza, avvertì subito un desiderio ardente che lo avrebbe presto fatto scoppiare definitivamente: voleva di più, lo sapeva, voleva sfiorarla e saggiarla dappertutto, e non solo sulla schiena. La desiderava disperatamente.
Perché si era infilato in quella situazione?
Anche solo toccarla gli scatenava un tumulto di forti emozioni che lo travolgevano, e che raramente lo avevano accolto; sapeva che doveva tirarsi indietro per il bene delle indagini,  ma non ce la faceva, proprio non ce la faceva.
Quanto avrebbe resistito ancora?

*******


Poco più in là, nella solita spiaggia, si trovavano anche Naruto, Ino e Sakura.
Naruto aveva notato che Sakura era preoccupata per Ino e per la litigata che c'era stata quella mattina tra lei e Shikamaru, e si stava tormentando su come poterla aiutare. Non le piaceva vederla triste e voleva tentare di alzarle il morale facendole vedere come guidava una tavola da Surf e cavalcava le onde: il mare era dalla sua parte, perché era mosso e lui non aveva sperato di meglio.
-ehi Sakura-chan!- esultò emozionato -te l'ho detto che amo il Surf! Oggi il mare è anche mosso, ti va se ti faccio vedere?- chiese.
Lei sorrise solare e luminosa.
-certo! Sono davvero curiosa di vederti. Magari, poi, se mi piace, mi insegni?- chiese.
A Naruto brillavano gli occhi per quelle ultime parole.
-sicuro! Ti insegnerò tutto quello che vuoi!- esclamò, scoccandole un bacio sulle labbra e prendendo in mano la tavola da Surf per correre in acqua.
Montò sulla tavola tutto eccitato e Sakura rimase a guardarlo cavalcare le onde come se lui appartenesse ad esse: era veramente bravo.
Inoltre, vederlo a petto nudo, con quel fisico che aveva, non faceva altro che accenderle prepotentemente il desiderio di baciarglielo tutto.
Sapeva che non erano pensieri molto consoni e fini, ma Naruto era veramente un bellissimo ragazzo, oltre ad essere_da come lo aveva conosciuto_anche una bella persona. Ino interruppe i suoi vaneggiamenti mentali.
-certo che questa volta te lo sei scelto proprio gnocco, fronte spaziosa!- commentò Ino approvandolo e guardando il suo stesso panorama, ammirando il bel fisico proporzionato del ragazzo: come al solito le aveva letto nella mente.
Sorrise divertita: almeno Naruto era riuscito a far sorridere di nuovo anche la sua migliore amica, con quell'energia e quel sorriso che sprizzava sempre di vivacità e incantava tutti, e Sakura non poteva che innamorarsene sempre di più.
Poi sorrise teneramente quando lo vide, mentre continuava a cavalcare le onde, alzare il braccio per farle un cenno di saluto e sorriderle dolcemente.




*****************************************
Mi scuso per le poche scene NaruSaku, ma vi anticipo subito che dal prox cap finalmente i due si confronteranno. Chissà se Sakura si deciderà e riuscirà a trovare il coraggio per parlare a Naruto del suo disastroso passato sentimentale? XD Karin e Sasuke spero non vi siano sembrati OC, ma ad un certo punto li dovrò far sciogliere leggermente, altrimenti questi due non vanno da nessuna parte! XD ringrazio ancora tantissimo chi mi legge, mi segue, e soprattutto... chi mi recensisce sempre!! *_*
 

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Capitolo 10
*** Parole di troppo ***


Ciao a tutti!! *.* finalmente ho trovato un attimo per postare il nuovo capitolo. Mi dispiace se non potrò rispondere oggi alle recensioni che mi avete lasciato, ma sono un po' di fretta! ç__ç vi prometto che domani rispondo a tutti, grazie davvero di seguirmi.
Con questo capitolo avrete un chiarimento NaruSaku, qualche scena SasuKarin e altre novità sul "caso" dell'assassinio di Deidara Onoki.
Ho paura di essere andate OOC con i personaggi, specialmente con Sasuke e Karin: però mi direte voi se ho "peccato" con loro, un pochino! xD
Spero che questo capitolo vi piaccia lo stesso! *-* ho deciso di postarlo stasera, perché nei prossimi giorni sono di nuovo sotto con lo studio... -.-"
Intanto, ringrazio tantissimo Habanerossosangue, Kushina Namikaze e Sunshine Liar_ per le bellissime recensioni!! (vi prometto che domani vi ringrazio a dovere, perdonatemi!>.<).
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo cap!! grazie ancora!! :D




Parole di troppo

Sakura si trovava insieme a Naruto al bar caffetteria.
Erano un paio di giorni che erano salpati nuovamente dopo la tappa alle isole Canarie e fra altri due giorni sarebbero arrivati a Malaga, in Spagna.
Lei adorava la Spagna, decisamente, anche se in questo periodo la temperature erano umide e afose.
Non era ancora riuscita a parlare a Naruto delle sue vecchie e disastrose relazioni sentimentali. Adesso che erano da soli del bar dove si erano incontrati la prima volta, le sembrava il momento giusto per iniziare il discorso, sebbene le parole faticassero ad uscire dalla sua bocca.
Naruto aveva notato che era più nervosa del solito e lei non riusciva proprio a sostenere il suo sguardo preoccupato e desideroso di spiegazioni.
L'unica cosa che riusciva a fare, infatti, era tenere la testa china sulla tazzina fumante e ripiena di caffè.
-Sakura-chan... non vorrei essere insistente, però è un paio di giorni che ti vedo giù di corda, tanto che non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi con il tuo solito sguardo deciso.- iniziò tristemente, lui -sai... è un po' di giorni che ho la sensazione che tu voglia dirmi qualcosa di importante, però non mi sono mai permesso di chiederti nulla perché volevo aspettare che fossi tu a trovare il coraggio per farlo. So che non dovrei essere così impaziente, ma non mi piace questo silenzio imbarazzante tra noi! Quindi, per favore, parlami di tutto ciò che vuoi.- le sorrise dolcemente.
L'aveva fatto preoccupare, lo sapeva, ed era l'ultima cosa che voleva.
-non mi vorrai mica scaricare, vero?- continuò, vedendo che il silenzio continuava a regnare, mentre un'espressione di terrore attraversò il suo volto sempre allegro.
Sakura, dopo quelle parole, decise che doveva agire perché non poteva seguitare a tirare fuori da quel viso perennemente solare solo espressioni di tristezza e paura:
-no, no! Assolutamente!- esclamò subito.
Vide il viso di Naruto rilassarsi e avvertì un respiro di sollievo, sentendosi più tranquilla e convinta anche lei -però hai ragione, devo parlarti! Vorrei davvero aprirmi di più con te; anche se, come avrai già intuito, per me è veramente dura...- confessò.
-lo so, Sakura-chan. Comunque, ammetto di essermi sentito sollevato quando mi hai detto che non volevi scaricarmi.- ridacchiò -però, ecco, anch'io desidero che tu ti apra di più con me. Da quando stiamo insieme, ho notato che hai paura di un contatto diretto tra noi; anche quando, in alcuni momenti, abbiamo un approccio più intimo, ti sento agitata e diventi timorosa e insicura.
Lo sai che non ti costringerei mai a fare qualcosa che non vuoi, però vorrei capire perché. Hai paura di me? Non ti fidi?-
Naruto le stava riempiendo di domande come un fiume in piena, e ad ogni parola vedeva che si faceva sempre più agitato.
-no, non è questo.- affermò lei rammaricata -vedi Naruto, per via di alcune mie brutte esperienze faccio fatica a fidarmi degli altri, soprattutto dei ragazzi che inizio a frequentare. Ti ricordi che quando mi hai fatto capire che ti piacevo, ti ho detto che volevo fare le cose con calma?- cominciò.
Lui annuì, attendendo che proseguisse.
-ecco, questo perché è da un paio di anni che non sto con un ragazzo, non tanto perché non abbia pretendenti o cosa, semplicemente ero io a tirarmi indietro ogni volta che mi capitava l'occasione di uscire con qualcuno.- continuò a spiegare.
-perché, allora, hai iniziato a uscire con me? Insomma, non hai sempre rifiutato le altre occasioni?- domandò confuso.
-sì, è vero. Però, quando ci siamo incontrati la prima volta, ho sentito qualcosa che non avevo mai provato.
Non so se è stata solo una mia sensazione, ma ho visto qualcosa di diverso, di più bello in te, rispetto a tutti i bastardi traditori, falsi, con cui sono stata.
Mi trasmettevi allegria, tenerezza, e tanta dolcezza... non so perché, ma avevo capito subito che il tuo animo era unico e buono.
Per questo, per la prima volta dopo due anni, ho deciso di tentare di ricominciare con te.- raccontò.

 

*******


A Naruto, dopo quelle parole, brillavano gli occhi per l'emozione: nessuna ragazza gli aveva mai detto parole tanto toccanti e belle.
Aveva avuto ragione il suo intuito, quando pensò che Sakura fosse speciale, unica, diversa.
-Sakura-chan...- sussurrò felice -queste parole sono bellissime! Davvero! Nessuna ragazza mi aveva mai fatto sentire così amato, così emozionato, come tu invece sei riuscita a fare.- quasi si commosse.
Lei sorrise: era riuscita a fargli tornare il suo incantevole sorriso.
-e allora perché hai paura di me? O comunque, di spingerti oltre?- chiese.
Lei abbassò la testa.
-non sei costretta a dirmelo, se non vuoi, dimmelo quando te la senti.- la rassicurò.
-no, ti ho chiesto di vedersi in questo bar perché avevo preso la decisione di raccontarti tutto; quindi, ora te lo dico e non mi tiro più indietro.- rispose determinata.
-grazie, Sakura-chan, per aver deciso di fidarti di me.- sorrise.
Lei arrossì e iniziò a parlare prendendo un enorme respiro:
-allora, come ti ho detto, in passato ho avuto delle relazioni davvero dure, difficili, in cui ho sofferto molto e mi sono anche illusa per non guardare in faccia la realtà. Infatti, un mio difetto è proprio quello di farmi coinvolgere talmente tanto nelle relazioni che intrattengo che, per non soffrire, cerco sempre di fare il meno caso possibile a quello che veramente è la realtà. Essendo un ragazza piuttosto sognatrice, romantica_lo so che non sembra_tendo forse a costruirmi troppi castelli per aria, per poi rimanere delusa. Ho fatto spesso lo stesso errore in tutti e tre le relazioni_se così si possono chiamare_più importanti che ho avuto: perché mi sono resa conto troppo tardi delle persone pericolose, meschine e ipocrite che avevo accanto. E questo ha fatto sì che avessi sempre meno fiducia in me stessa, almeno non in ambito sentimentale. Nel mio lavoro, per fortuna, sono parecchio decisa.-
Si strinse in un sorriso amaro e Naruto la guardò tristemente.
-capisco cosa provi, Sakura-chan. Adesso mi è tutto più chiaro! Ho avuto la conferma che il motivo per la quale avevi il terrore di un contatto più diretto, non era perché non sei abbastanza attratta o coinvolta da me e dalla nostra relazione. Questo mi rende felicissimo e mi fa capire tante cose!- sorrise -capisco che non sia facile lasciarsi andare dopo tutto quello che hai passato prima, e forse le mie parole non saranno abbastanza convincenti per farti capire che io non sarò mai come quei ragazzi che ti hanno fatto soffrire così tanto, perché tu mi piaci profondamente, e seriamente. Come ti ho detto prima, sei la prima ragazza che è riuscita a scatenarmi emozioni e sensazioni intense di pace e serenità, con te posso essere davvero me stesso. Penso che potrei affrontare tutto con te vicino.- terminò dolcemente.
Sakura era senza parole, non sapeva nemmeno cosa rispondere: nessun ragazzo le aveva mai detto in modo così sincero e naturale quello che sentiva per lei.
Naruto non sapeva mentire, e questa era una delle prime cose che aveva capito da quando stavano insieme. Era una persona teneramente schietta e onesta, e non lo era per finta: quel sorriso con cui la stava guardando in attesa di una sua risposta, ne era la prova.
-grazie baka, non so veramente cosa aggiungere. Sei il primo ragazzo che mi ha fatto sentire così felice, desiderata e compresa.-
Si asciugò un lacrima di felicità e gli sorrise dolcemente.
-Sakura-chan... stai tranquilla, io aspetterò tutto il tempo che vuoi per spingersi oltre. Aspetterò il momento che anche tu ti senta di farlo. Ti ringrazio per avermi spiegato le cose come stavano, e soprattutto per esserti sforzata di raccontarmi il tuo doloroso passato sentimentale fidandoti di me e di quello che provo veramente per te.-
-grazie per avermi ascoltato Naruto.-
Dopo queste parole, Sakura, in un gesto spontaneo, si alzò dalla sedia e raggiunse la sua parte chinandosi appena per baciarlo sulle labbra in modo appassionato.
Lui, trascinato da quel bacio intenso, lo approfondì e un incontro di lingue coordinate che si amavano, si cercavano con una sintonia unica, prese vita, accendendo in loro un'attrazione ammaliante che non aspettava altro di essere consumata.
Non vedeva davvero l'ora di deliziarsi del corpo della sua Sakura, di conoscerla intimamente, di scoprirla, di studiarla... in modo da conoscere ogni parte della sua singolare personalità. Non si era mai sentito così incuriosito da una ragazza.
Sakura gli aveva proprio rapito il cuore.

 
*******


Karin era rientrata in camera dopo un massaggio rilassante che si era goduta insieme a Ino.
Stava ancora ripensando alla conversazione che aveva avuto con Sasuke quando erano a Tenerife: le aveva fatto ampiamente capire che l'attrazione era reciproca.
Il desiderio di farsi avanti con lui si faceva sempre più prepotente, ma la sue convinzioni, il terrore di perdere il controllo di se stessa e la concentrazione per il caso, la tormentavano. Si sentiva costantemente confusa e indecisa.
Quando mai lei era stata confusa e indecisa?
Era sempre stata meticolosa, tassativa e tosta: queste erano le abilità che la caratterizzavano e per cui Orochimaru l'aveva assunta a lavorare nella sua piccola agenzia investigativa. Se ci rifletteva, tutti i suoi colleghi_o quasi_erano preposti e aditi a quel tipo di personalità.
Tutti i dipendenti di Orochimaru erano stati selezionati in base a quelle caratteristiche, perché erano consapevoli che il loro capo non era tipo da sentimentalismi.
E per lui esisteva solo il lavoro e la vita sociale, sentimentale, amichevole non doveva affatto condizionare i risultati in quell'ambito e la carriera lavorativa.
Un detective aveva bisogno di fermezza, impassibilità e un ottimo controllo delle emozioni; queste, fin da quando era entrata nell'agenzia “Hebi”, erano tra le regole più rigide e principali per avere le potenzialità per essere assunti.
Ma da quando aveva fatto la conoscenza di Sasuke Uchiha, tutte le sue convenzioni sociali stavano iniziando a non avere più importanza per colpa dell'attrazione fatale nei suoi confronti, che la stava travolgendo e confondendo.
Si chiese se anche Sasuke stava provando lo stesso, però si rispondeva che era sicuramente più cocciuto e strutturato di lei.
Questo perché, lei lo sapeva, se si trattava di sedurre un uomo che l'attirava, la affascinava, non riusciva a controllarsi molto.
Aveva provato in mille modi a moderare i suoi istinti “predatori” dopo che aveva iniziato a lavorare per Orochimaru e, quasi sempre_a parte qualche volta_ ce l'aveva fatta, ma il desiderio carnale, sessuale, che sentiva verso Sasuke Uchiha, erano più forti di qualunque attrazione avesse mai provato. Non se ne spiegava i motivi.
E purtroppo, questa volta, non era sicura di riuscire a non farsi “domare” da quelle emozioni, sensazioni intense, che lui le scaturiva.
In ogni caso, ora doveva occuparsi del caso: era rimasta fin troppo indietro, e almeno da quel punto di vista non poteva farsi sottomettere dalle capacità naturali di Sasuke. Non accettava sconfitte.
Il corpo di Deidara Onoki era stato finalmente tolto dalla suite 980, ed erano state preparate tutte le trattative per riportare il cadavere dell'uomo dai familiari, nella sua patria. Ovviamente... non erano stati lei e Sasuke ad occuparsi del corpo, avevano semplicemente chiamato chi avrebbe fatto quel lavoro al loro posto, attraverso i loro rispettivi capi: Itachi e Orochimaru.
Ora aveva la possibilità di andare ad analizzare per bene la suite della vittima, in modo da scoprire qualche traccia interessante e utile alla soluzione del delitto.
Quello era l'attimo ideale per farsi dare la chiave della camera del Sig.Onoki dalla Reception e vedere di trovare qualche prova in più.
Prima di avviarsi, decise di farsi una doccia veloce.
Prima che potesse farlo, però, bussarono alla sua cabina.
-Naruto... sei tu?- chiese lei.
-no, non sono quell'idiota... sono Sasuke.- rispose gelido.
Karin si sentì andare in confusione.
Cosa ci faceva lui davanti alla sua cabina?
-cosa diavolo ci fai qui? E soprattutto... come facevi a sapere che ero qui?- domandò.
-devo parlarti, Karin. Apri subito!- ordinò seccato.
Lei prese un respiro profondo e aprì la porta, accogliendolo incrociando le braccia irritata.
-strano che tu hai bisogno di parlarmi? Sei così disperato?- lo provocò ghignando.
Lui la fulminò infastidito:
-smettila di provocarmi. Mi fai solo entrare il nervoso!- dichiarò glaciale.
Poi proseguì placidamente:
-sono venuto qui perché volevo andare ad analizzare la suite 980, visto che il corpo del Sig.Onoki non c'è più.-
-e quindi, perché cerchi me? Puoi farlo da solo, no?- esclamò acida.
-cerco te perché so perfettamente che anche tu volevi fare lo stesso, ma sono arrivato giù alla reception prima di te e ho già preso la chiave.- spiegò.
-beh! e allora? Prendo l'altra, no? Così ci vado quando mi pare e, specialmente, mentre tu non invadi il mio spazio di indagine.- continuò sfacciata.
Sasuke la incenerì rabbioso, ma cercò di trattenere il nervoso un'altra volta:
-se ci fosse stata anche la chiave di riserva, a quest'ora non sarei venuto a cercarti.- affermò.
-non c'è la chiave di riserva?- chiese lei meravigliata.
-già... La receptionist mi ha detto che è andata persa, quindi ne hanno solo una.-
Karin si fece pensierosa e, involontariamente, condivise i suoi dubbi con Sasuke:
-non lo trovi strano che la seconda chiave sia sparita?- domandò, ragionando ad alta voce.
Sasuke sgranò gli occhi stupito: anche lui aveva pensato la stessa cosa.
-sì. È strano... l'ho pensato anch'io quando la signorina me l'ha detto.-
-e non le hai chiesto se sapeva quando era stata persa?-
-secondo te non glie l'ho chiesto?- domandò irritato -certo che l'ho fatto! ma nemmeno lei lo sapeva. Mi ha detto che l'altra chiave non la trovava, quindi presumo che quando è andata persa lei non fosse di turno.- suppose.
-o forse non è stata persa durante questo itinerario. Magari è da un po' che non c'è più.- continuò Karin, riflettendo -dobbiamo fare presto un altro interrogatorio, magari qualcuno degli interrogati a contatto con la vittima sa qualcosa e gli può essere sfuggito questo dettaglio.
So che è abbastanza improbabile che qualcuno dei sospettati possa essere stato con lui quando ha perso la chiave, e se ha perso la chiave. O, più possibile, tra una chiacchiera e l'altra Deidara può_con noncuranza_ aver detto di aver perso la chiave.-
-pensi che, se ha perso la chiave, sia stato l'assassino a prendergliela di nascosto e ad entrare prima di lui nella Suite?- domandò Sasuke.
Dopo fece un ghigno:
-Karin... ti sei resa conto che, quando hai parlato di “interrogatori”, hai usato il plurale?- la stuzzicò.
Lei sussultò colta di sorpresa e arrossì leggermente.
-ma fi-figurati!- balbettò imbarazzata -non mi interessa farli con te! Nella foga di spiegarti cosa penso, devo aver sbagliato senza rendermene conto.- si difese impacciata. Sasuke la ignorò nascondendo il divertimento e tornò ad esporre le sue teorie:
-visto che muori dalla voglia di dirmi le tue supposizioni, direi che ti conviene venire con me nella Suite 980. Sugli interrogatori, sono d'accordo: dobbiamo presto riconvocare gli indiziati e fare un secondo interrogatorio.-
-sai Sasuke... credo piuttosto che sia il contrario!- iniziò lei astuta -non sei stato tu il primo a correre da me appena la receptionist ti ha detto che l'altra chiave non c'era.- lo schernì soddisfatta -dì la verità, volevi avere la certezza che anch'io potessi trovare strana la scomparsa della chiave e, soprattutto, proprio quella della camera vittima.- proseguì ghignando vittoriosa.

*******


Karin aveva ragione: appena la signorina gli aveva detto che la chiave era sparita, lui aveva immediatamente sentito il bisogno di andare da lei per sentire la sua opinione. Aveva usato, così, la “scusa” della chiave per poterla anche solo vedere un attimo. Si stava rendendo ridicolo.
E, come al solito, lei aveva sempre le capacità di metterlo alla prova: si sentiva studiato, esplorato, penetrato dai quei profondi occhi scarlatti e accattivanti.
Le sue iridi erano così sensuali, così “predatrici”, esaltate anche da quelle ciglia allungate da un leggero tocco di trucco. Sarebbe rimasto ore a specchiarsi i quegli occhi.
Lei, anche adesso, le aveva lanciato l'ennesima provocazione e codardamente non aveva avuto il coraggio di girarsi verso di lei e negare le sue parole; anche perché, se l'avesse fatto, si sarebbe accorta della sua vergogna. Vergogna per essere talmente affascinato da lei da non riuscire nemmeno a ribattere a tono.
Però, in qualche modo, doveva contraddire quelle parole perché non poteva rammollirsi ogni volta che avevano un confronto di quel tipo (cioè sempre).
Tra quei ragionamenti, decise di tentare:
-ti stai illudendo troppo, Karin. Te l'ho già spiegato il motivo per cui sono venuto a chiamarti. Ti consiglio di non farti strane idee, perché sappi che ti sto solo sfruttando.-
-sfrutti tutti per i tuoi scopi, in effetti.- replicò lei -anche Suigetsu viene trattato come un oggetto da sfruttare per la tua copertura, e poi da buttare quando ti pare.-
Sasuke si girò di scatto verso di lei e la sbatté con veemenza contro il muro del corridoio, premendo duramente il corpo contro quello suo: dopo aver sentito quelle parole così taglienti e dette in modo così calmo e neutro, non era riuscito a fermare la sua furia.
Ovviamente... appena avvertì il contatto con il corpo snello e proporzionato dalla ragazza, sentì la sua parte pubica invadersi di calore eccitandosi senza volerlo.
“maledizione se la desiderava!”, bastava che sfiorasse il suo corpo che il suo membro fremeva di desiderio.
Probabilmente anche lei si era accorta della sua erezione, ma al momento non gli interessava perché era troppo furioso per via delle sue parole.
Chiunque avrebbe potuto pronunciare quelle parole, ma sapeva che chiunque l'avesse pronunciate, non l'avrebbero mai fatto arrabbiare come quando era stata lei a farlo. La sua espressione era oscurata, spaventosa.
-io non sfrutto proprio nessuno.- il  tono della sua voce si era fatto cupo, lo sguardo minaccioso e l'espressione di Karin si era fatta leggermente impaurita.
-non mi conosci, Karin. Non puoi parlare con tanta spudorata libertà e sicurezza senza calcolare anche le reazioni del tuo interlocutore, soprattutto non sapendo assolutamente niente di lui.-
-allontanati subito da me.- fiatò lei, un po' tremante -inoltre, non dovresti dire certe parole alla persona che desideri con tanto ardore.- commentò sardonica, alludendo probabilmente alla sua evidente eccitazione.
-anche tu mi desideri, Karin.- ribatté piatto.
-ti s-stai s-sbagliando...- farfugliò impacciata. Poi si riprese:
-come potrei desiderare un bastardo come te, specialmente se sento dire che mi sta sfruttando per i suoi scopi!- esclamò, mentre la sua sicurezza vacillava.
Lui si avvicinò ulteriormente a Karin, compiaciuto di essere riuscito a sciogliere la sua compostezza. Era davvero divertente “giocare” con quella ragazza.
-dimmi Karin...- sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra carnose e avvenenti -ti preoccupa tanto il modo in cui tratto il mio coinquilino?-
Lei, dalla reazione che ebbe, non sembrava aspettarsi una domanda del genere:
-cosa c'entra Suigetsu, adesso?- chiese allibita, infatti.
-ti piace? Desideri anche lui come desideri me?- continuò con arroganza.
-certo che no! Non mi interessa Suigetsu!- sbottò seccata e sincera -e non d-desidero n-nemmeno te!- aggiunse, tornando poco convincente: atteggiamento che Sasuke notò palesemente.
-non sei brava a mentire.- ghignò, appunto -peccato, invece un detective dovrebbe saper mentire.-
-se è per questo un detective non dovrebbe solo saper mentire, non dovrebbe nemmeno sfruttare la gente o lasciarsi andare come stai facendo tu, dando sfogo al desiderio che provi di portarmi a letto.- replicò appagata.
A quel commento il suo contegno e la sua decisione si fece titubante, ma lui cercò di ignorarlo e pronunciò con notevole sforzo:
-non verrò mai a letto con te, Karin.- asserì incerto.
-nemmeno io, brutto bastardo!- sputò lei infiammata e offesa -però sono proprio curiosa di vedere quanto resisterai alle richieste del tuo corpo, Sasuke.- proruppe provocandolo. Lui avvicinò un'altra volta le sue labbra a quelle di Karin, sfiorandole lievemente.
Fu un tocco leggero, quasi indifeso, ma che occultava una passione incontrollabile:
-lo stesso vale per te, Karin.- poi sussurrò. Poco secondi dopo, per rimediare a quel gesto di quasi dolcezza, aggiunse -e non osare più parlare a sproposito con me.-
-e tu, allora, non osare mai più sbattermi violentemente al muro come un pupazzo qualunque!- ribatté, ancora eccitata e meravigliata da quello sfioramento di labbra, dopo i peggio insulti scambiati -dovresti avere più rispetto verso le donne.- borbottò infine.
Lui non le rispose e cambiò discorso:
-smettila di sparare cavolate.- disse duro -piuttosto, datti una mossa che dobbiamo analizzare la camera della vittima.-
Detto questo, le diede le spalle e si incamminò come se non fosse successo nulla.
Era tutto tornato come prima, nonostante lo scambio di sensazioni che li aveva accolti.
Eppure, Sasuke non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva appena fatto.
L'aveva quasi baciata, ma purtroppo il desiderio carnale provato nei suoi confronti era solamente raddoppiato.
Certo, la colpa era sua e con estremo disappunto lo sapeva: appena aveva premuto il corpo contro quello della ragazza, non era più riuscito a controllarsi e aveva perso il lume della ragione. Un'altra volta, si era fatto sopraffare da quella lussuria indesiderata e proibita, al momento che invece doveva pensare al suo lavoro.

 

*******


Intanto, nella sua Suite 978.
-entra pure.- la voce calma di Kakashi Hatake regnava nella stanza.
Poi una figura “mingherlina”, delicata e sorridente fece la sua entrata.
La signorina Rin Nohara andò in contro a Kakashi, e lo abbracciò dolcemente.
-avevo voglia di vederti!- esclamò solare, in tono vivace e festoso.
-lo sai che puoi venire quando vuoi.- sorrise lui, avvicinandosi per lasciarle un bacio appassionato sulle labbra -e comunque, mi stavo annoiando... quindi, sono felice di vederti!- Lei tornò a stringersi tra le braccia dell'uomo.
-ho paura che prima o poi ci scopriranno...- commentò preoccupata.
-sono solo dei ragazzini, intelligenti certo, ma non hanno l'esperienza e l'intuito che un detective più maturo e scafato nel suo campo può avere.
Hanno ancora tanta strada da fare.-
-sospettano che abbia tralasciato qualcosa durante l'interrogatorio! Prima o poi mi richiameranno per tentare di persuadermi a parlare nuovamente.- proseguì ansiosa.
-stai tranquilla, Rin. Non verranno a sapere niente!-
-Kakashi... secondo me dovremmo dire loro la verità! Perché non dovremmo farlo? Così non andiamo da nessuna parte! Continueranno a stressarci!- insisté disperata.
-non possiamo dire loro la verità, farebbe troppo scalpore e lo sai che non posso mettere in pericolo l'azienda e, specialmente, non voglio che la mia famiglia venga a sapere che sto con qualcuno. Lo sai che desiderano che mi costruisca una famiglia: ho quasi 45 anni e ancora non ho uno straccio di moglie o di figli che possono mandare avanti l'azienda.-
-appunto, per questo dovresti far sapere a tuo padre che hai una donna e che presto potrai avere una famiglia_sempre tu voglia stare ancora con me_.- replicò lei.
-lo sai che non posso. Mio padre vuole che mi sposi con una donna a livello della nostra famiglia. Rin... tu guadagni bene, non c'è dubbio, ma non è quello che vorrebbe mio padre. Lo sai che a me non interessa seguire quello che lui dice e faccio sempre di testa mia, ma c'è di mezzo l'azienda: lui l'ha affidata a me e so che, se faccio qualcosa che va contro le sue inclinazioni, potrebbe dimettermi dalla carica di dirigente e tutti i miei dipendenti, soprattutto quelli più importanti, potrebbero non avere ancora un posto sicuro nell'azienda. Non posso fare questo...- terminò -quindi, è meglio se non diciamo nulla.-
-ma se poi ci scoprono?-
-in qualche modo faremo!-
-lo sai che Obito non sarebbe d'accordo?-
-Obito è morto.- affermò gelido, Kakashi -io non sono come lui, e non voglio più che l'uomo che tu amavi prima di me, influisca sulla nostra relazione o metta in discussione i miei ideali personali e drastici.- concluse rigido.
Rin cercò di trattenere le lacrime, ma una goccia salata e ribelle scese dai suoi occhi bruni.
-non cambierai mai, Kakashi!- gridò risentita -Obito era anche tuo amico!-
-sì, lo era... ma adesso non c'è più e dobbiamo accettarlo.- disse duramente.
-come posso avere un futuro con un uomo così?- aggiunse tristemente, lei.
-Rin... se vuoi continuare a stare con me devi avere pazienza, e vedrai che riuscirò a risolvere tutto. Appena avrò la sicurezza sul mio posto come dirigente, ti prometto che dirò tutta la verità a mio padre, ma per ora cerchiamo di tenere la bocca chiusa.-
-comunque, non possiamo continuare a lungo a mentire ai detective.- appurò.
-troveremo una soluzione anche a questo.- decretò risoluto.

 

*******


Naruto e Sakura, dopo il chiarimento, avevano optato per fare un giro panoramico della nave da Crociera e mentre passeggiavano per i negozi di moda_solo attraversando le vetrine_avevano notato che nel programma dei prossimi giorni dopo la tappa a Malaga, ci sarebbe stata una gara di ballo che si sarebbe svolta all'interno del salone di bellezza, che era situato al ponte quattordici.
Sakura era apparsa subito interessata e Naruto, purtroppo, si aspettava che lei gli chiedesse di partecipare; anche se lui non sapeva per niente ballare.
Le sue previsioni furono confermate appena Sakura, molto tranquillamente, chiese:
-Naruto... hai letto, no, della gara di ballo.-
-sì, l'ho letto.- annuì -Sakura-chan... qualsiasi cosa tu stia pensando, te lo puoi scordare, non posso partecipare a queste gare visto che non ho mai ballato in vita mia!- rispose prontamente.
-baka! Lo sai che ci sarà chi ti insegna a ballare prima di questa gara? Credi che tutta la gente che partecipa sappia farlo?- ribatté concitata -dai! Perché non tentiamo?-
-non mi va di fare figuracce! Perché non partecipate tu e Ino? Mi hai detto che avete fatto danza moderna insieme per tanti anni, vincereste di sicuro con l'affinità che avete!- le consigliò, sperando che lei cogliesse.
Sakura si rattristò, invece. A lui dispiacque parecchio, ma non se la sentiva proprio.
Non amava le discoteche e tanto meno ballare, al massimo era piacevole veder danzare gli altri.
Però non gli piaceva vederla triste, così domandò arreso:
-puoi lasciarmi un po' di tempo per pensarci, Sakura-chan?-
A quelle parole, a Sakura si illuminò gli occhi:
-va bene, ti lascio il tempo che vuoi. Però le prove iniziano tra un paio di giorni; quindi, se vogliamo iscriverci, dobbiamo farlo almeno il giorno prima.-
-lo so.- sorrise. A Sakura era tornato il sorriso e questo per lui bastava.
Comunque, sperava di non essere costretto lo stesso a partecipare: ci avrebbe pensato in questi due giorni prima di darle una risposta.
-ma tua cugina pensi che partecipi?- rientrò nel discorso, Sakura.
-non so. Non credo sappia ballare_anche se in discoteca ci va ogni tanto_. Però è troppo impegnata con il suo lavoro e a gestire i suoi sentimenti per...- appena pensò a Sasuke, e ai sentimenti e all'attrazione che ambedue nutrivano l'uno per l'altra, ebbe un'illuminazione:
-Sakura-chan!!- esclamò entusiasta -perché non li iscriviamo come coppia di ballo nella lista dei partecipanti?- chiese divertito -ovviamente, senza farglielo sapere!-
Sakura lo fissò con sguardo di rimprovero.
-baka... non puoi fare certe cose a loro insaputa! Anche tu hai appena detto che tua cugina è troppo impegnata con le indagini per pensare a divertirsi.- brontolò.
-ma quei due “zucconi” hanno bisogno di una spinta per concedersi l'uno all'altra!- protestò.
-lo so! Ma non è compito tuo dargli una spinta.- replicò -e poi, piuttosto, perché non vedi di pensare se tu hai intenzione di partecipare con me o meno?- chiese “fintamente” offesa.
-Sakura-chan... insomma...- cominciò incerto -te l'ho appena detto, te lo faccio sapere il prima possibile se partecipo, d'accordo?-
Lei annuì arresa e sperò intensamente che Naruto accogliesse la sua proposta.
-però, continuo a dire che dovrei aggiungerli alla lista senza dirglielo, così saranno costretti a partecipare. Sono certo che in questo modo si avvicineranno, perché dovranno stare parecchio a stretto contatto e alla fine non resisteranno più!- decise soddisfatto.
Sakura sospirò sconsolata: non avrebbe mai fermato la pazza idea di Naruto, perché era piuttosto testardo e inarrestabile quando ci si metteva.
-come vuoi! Allora andiamo a iscriverli a loro insaputa.-
-grazie!!- esultò eccitato, scoccandole un dolce bacio sulle labbra.
Lei sorrise, vedendolo emozionato e felice come un bambino.

 

*******


Lei e Sasuke erano quasi arrivati davanti alla Suite 980 e da quando avevano avuto quel confronto pochi minuti prima, durante il tragitto, lui aveva camminato davanti a lei con assoluta indifferenza e come se non fosse successo niente.
Dopo quel bacio a fior di labbra che lui le aveva dato, all'apparenza insignificante, il desiderio verso di lui si era fatto sempre più calamitato e fremente.
Le erano bastato un suo leggero tocco di labbra per farla andare in “brodo di giuggiole”, e accenderle un'attrazione accecante e incontrollabile.
Proprio per questo cercava di camminargli a una dovuta distanza, in modo tale da provare ad alleviare l'irrazionale tentazione di sbatterlo al muro a sua volta e bearsi totalmente del suo corpo, fino alla parte più recondita di un uomo.
Comunque, appena arrivarono di fronte alla camera che aveva ospitato il Sig.Onoki il primo e il secondo giorno di Crociera, dovette mettere immediatamente a freno i suoi istinti peccaminosi perché aveva bisogno di concentrarsi sulla scena del delitto.
-entro prima io, Karin, tu aspetta fuori.- ordinò Sasuke sbrigativo e brusco.
-mica ci sono i fantasmi, eh!- commentò beffarda.
-non te l'ho detto per questo, stupida. Te l'ho detto perché ho bisogno dei miei spazi.-
-allora potevi andarci da solo senza venire a cercarmi!- incrociò le braccia indispettiva.
Sasuke non le rispose e iniziò a girare per la stanza, osservando con scrupolosa attenzione per riuscire a trovare qualche prova tangibile.
-quando hanno tirato fuori dal petto il coltello alla vittima, non c'erano delle traccie sopra?- Lei intervenne tranquilla.
Sasuke si girò infastidito.
-sta zitta. Ti sembra il caso di farmi domande mentre sto indagando?-
-scusa se mi sto annoiando e se non mi dai il tempo di fare il mio lavoro.- rispose ironica.
Lui sbuffò scocciato:
-sì, non c'era traccia. Pensi che l'assassino sia così stupido da prendere l'arma del delitto senza un fazzoletto o qualcosa che non lasci le sue impronte digitali?-
-tsz... era per averne la conferma, dato che il corpo l'hai fatto analizzare tu.- ribatté irritata.
Poi i suoi occhi vigili catturarono un elastico nero, a terra, dall'altra parte della Suite; la parte che ancora Sasuke non aveva esplorato.
-Sasuke...- lo richiamò.
-che vuoi ancora? Non sai tenere la bocca chiusa neanche per un secondo? Devi sempre “starnazzare” come una “gallina in calore”, anche mentre sono impegnato?-
-noto che sei sempre prevenuto, eh? Sei proprio ottuso.- borbottò -prima di parlare e insultarmi a vanvera, ascoltami quando ti parlo!-
Sasuke, a quel punto, non protestò più:
-spero che quello che hai da dirmi sia inerente con il caso.-
Lei lo fissò con una smorfia infastidita e decise di non rispondergli per le rime.
-guarda... dall'altra parte della stanza c'è in terra un elastico nero, lo vedi?- lo indicò.
Sasuke procedette velocemente e, tirando fuori un fazzolettino da una tasca dei jeans, prese in mano l'elastico che lei le aveva fatto notare osservandolo attentamente.
-pensi che sia del Sig.Onoki?- domandò.
-può essere: di solito teneva i capelli legati con il solito elastico, ma non possiamo essere sicuri che sia proprio il suo.- puntualizzò pacato.
-è quello che penso anch'io!- concordò lei.
Poi proseguì calma_visto che Sasuke sembrava finalmente “in buona” per affrontare un dialogo decente e remunerativo_:
-tra i sospettati ci sono altri che potrebbero avere un elastico di quel tipo, a partire dalla donne: la Sig.a Nohara e la Sig.a Tsushi. Anche Ino e Sakura, ma sono già state escluse dalla lista perché hanno un alibi. Poi abbiamo anche gli uomini, come ad esempio il Sig.Nara che usualmente porta i capelli legati in alto a mo di ananas, il Sig.Hyuuga che tiene gli ultimi ciuffi legati in fondo, e anche Nagato Ideki_il fratello di Konan_ che qualche volta ho visto i suoi capelli legati in una coda calata.- riassunse professionale.


 
********


Sasuke non poté che incantarsi nuovamente a guardare le sue labbra, desiderando ardentemente ficcarle in bocca la lingua e saettargliela finché non fosse stato soddisfatto dal suo eccitante sapore.
L'unica cosa che invece riuscì a fare, fu seguire il suo labiale e ascoltare la sua sensuale voce, perdendo qualche punto del suo riassunto.
Comunque, a parte questo, cercò di prestare il più possibile attenzione alla sua spiegazione e quando suppose che avesse finito affermò:
-dobbiamo incominciare presto un altro interrogatorio, per chiedere se qualcuno è disposto a dirci di chi possa essere questo elastico, e soprattutto anche per sapere se qualcuno si è dimenticato di dirci di aver sentito il Sig.Onoki dire di aver perso la chiave.-
-guarda che ci mentiranno ancora, sai?- gli fece notare, lei.
-lo so. Questa affermazione è piuttosto banale e scontata, potevi anche non farla.-
-sarà anche scontata, ma se io non ti avessi fatto notare l'elastico è probabile che non te ne saresti nemmeno accorto.- si difese lei, gelida.
Sasuke decise di non iniziare un altro dibattito, perché avrebbero perso solo tempo.
-presto saremo a Malaga, dopo Malaga dobbiamo ricominciare con gli interrogatori.-
Lei annuì e poi aggiunse:
-spero, ovviamente, che vorrai interrogare solo i sospettati, giusto?-
-certo.- asserì con ovvietà -la Sig.a Nohara, il Sig.Hatake, i coniugi Tsushi_soprattutto la moglie_, Lee Maito e il Sig.Nara.
Il Sig.Hoshigaki per ora lo escluderei dato che ha i capelli corti e non gli importa di nulla, sarebbe inutile interrogarlo se non abbiamo domande da fargli.
Chiederei comunque al Sig.Ideki se riconosce l'elastico, e anche al Sig.Hyuuga, per forza.
Penso che sarà utile fare qualche altra domanda anche al Sig.Sabaku, visto che era la persona più vicina alla vittima: magari gli è sfuggito qualche dettaglio.-
-non credo ci siano altri, giusto?- ricapitolò Karin.
Sasuke ci pensò attentamente.
-no, se non hai intenzione di interrogare anche tuo cugino, Suigetsu, te stessa e me.- ghignò.
-non sei nei miei interessi in questo momento.- specificò lei aspra.
-nemmeno tu, quindi siamo a posto.-
-Ino e Sakura spero vorrai escluderle dall'interrogatorio dato che hanno l'alibi.-
-non preoccuparti per la relazione tra Naruto e l'altra ragazza, per ora è al sicuro.- confermò sarcastico e provocando il suo punto debole -nemmeno la Sig.a Yamanaka mi interessa, se ti può far piacere. Il Sig.Maito ha un alibi, per cui è al sicuro.-
Avevano fatto degli altri passi importanti per avvicinarsi alla soluzione del mistero.
A chi apparterrà l'elastico nero?

 

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Capitolo 11
*** Non sei un ripiego ***


Ciao a tutti/e!! mi scuso ancora per l'enorme ritardo, ma come sapete è il periodo d'esame all'uni e non ho tanto tempo! :( spero possiate perdonarmi!
Il capitolo è leggermente più corto di quello scorso, però mi auguro che vi piaccia lo stesso! :D
Domani vi ringrazierò per bene delle recensioni, ma stasera non ho molto tempo purtroppo... :( comunque, domani di sicuro!!
Intanto, però, vi ringrazio qui... ringrazio Kushina Namikaze, Sunshine_liar e rosadc per le bellissime recensioni!! *-*
So di essere in estremo ritardo, ma spero che continuerete a seguirmi e a recensirmi con piacere!!^^



Non sei un ripiego

Naruto era appena rientrato in camera dopo una mattinata in palestra con Sasuke.
Anche Karin sarebbe tornata a momenti dopo che una bella “sorpresina” l'avrebbe accolta.
Contò fino a tre mentalmente, prima di sentire i passi di sua cugina: 1, 2 e 3...
-aaaaaaaah!!!!!!- un urlo disumano inondò la stanza, mentre la porta si era spalancata violentemente e Karin era entrata precipitosa al suo interno -perché diavolo sono iscritta ad una gara di ballo in coppia con Sasuke Uchiha?!?-
Naruto si grattò la nuca colpevole, anche se si immaginava la sua reazione.
-non mi sono mai iscritta a questa gara con lui. Non potrei mai farlo!- continuava, poi si fece pensierosa ed comprese tutto girandosi di scatto verso di lui e fissandolo in modo spaventoso:
-Naruto...- cominciò in tono pacato -tu ne sai qualcosa?- poi la voce si fece cupa.
Lui rabbrividì raggelato, senza rispondere.
Vedendo che non rispondeva, la cadenza nella sua voce si fece più minacciosa:
-baka di un cugino!!- sbraitò furiosa -ci hai iscritto tu a questa stupida gara?!-
Naruto mise la mani avanti in un tentativo di proteggersi e cercò giustificazioni:
-no... ecco, vedi Karin...- tentò nervoso -pensavo che fosse un'idea carina partecipare tutti insieme...- aggiunse timoroso.
La ragazza si gonfiò ulteriormente di rabbia:
-che cavolo di discorso sarebbe questo??- ribatté -tu non sei nemmeno iscritto alla lista dei partecipanti.
Se devi trovare delle giustificazioni, almeno trovale intelligenti idiota!-
Lanciò bruscamente la lista sul letto e si chiuse in bagno sbattendo la porta.
-adesso taci per qualche secondo. Se osi aprire ancora bocca, te la tappo con un cazzotto.-
Alla fine se lo aspettava che non l'avrebbe presa bene questa sua iniziativa, ma lui voleva solo aiutare lei e Sasuke a dichiararsi.
Comunque sia, per quanto gli dispiacesse averla fatta arrabbiare, non era pentito di quello che aveva fatto.
Era davvero convinto che questa gara di ballo li avrebbe aiutati ad avvicinarsi.
Però... per quanto riguardava la sua decisione? Non sapeva ancora se partecipare alla gara, si vergognava troppo e aveva paura di far sfigurare Sakura.
Di Karin non si preoccupava tanto, se la conosceva bene non si sarebbe tirata indietro neanche se era costretta a stare in coppia con Sasuke. Ma lui... beh, lui era afflitto da un'indecisione cronica sulla scelta migliore da fare: partecipare insieme a Sakura o evitare di farlo per non metterla in imbarazzo. Sapeva che aveva poco tempo per decidere dato che le prove sarebbero iniziate fra pochi giorni, ma le iscrizioni erano aperte solo fino a domani, quando sarebbero arrivati a Malaga.
-cugina... senti, so che mi hai detto di tapparmi la bocca, ma in questo momento ho proprio bisogno di un consiglio.-
-te lo scordi! Così impari a farmi questi scherzi di cattivo gusto.- rispose piatta.
Lui abbassò la testa arreso.
-se vuoi la verità, l'ho fatto solo per te e Sasuke. Anche se continuate a negarlo a vicenda, l'attrazione che provate l'uno per l'altra è innegabile.
Speravo che, con questa gara, potevo darvi una spinta visto che voglio bene ad entrambi.-
-io non sono fatto attratta da quello lì. Mi dispiace, ma stavolta hai preso un granchio.-
-come vuoi... ma allora che farai? Parteciperai?- domandò.
Lui la sentì sospirare dall'altra parte della porta.
-lui lo sa già?-
-no, non credo. Oggi ci siamo incontrati in palestra e mi sembrava ancora all'oscuro di tutto, ma visto che ti hanno dato il foglio con le iscrizioni adesso, penso che presto lo avrà anche lui.- suppose.
-sicuramente non accetterà e si arrabbierà con te.- affermò.
-è probabile che sarà furioso.- concordò -ma che accetterà lo stesso, ne sono sicuro.-
-come fai ad esserne così convinto?-
-perché lo conosco, e lui non si tira mai indietro da una sfida. Era così anche da piccolo.-
-figurati, quando saprà che è in coppia con me ti insulterà come non ha mai fatto.-
-mi prenderò i suoi insulti, ma alla fine non credo che gli dispiaccia così tanto essere in coppia con te, anche se non lo ammetterà mai.- ridacchiò.
-sei proprio un inguaribile stupido.- borbottò Karin -e tu che farai? Sakura è iscritta alla lista, sai? Anche se per ora non è in coppia con nessuno.
Scommetto che aspetta te.-
-probabilmente non parteciperò.- confessò.
-e perché mai?-
-come perché! Perché non so affatto ballare! non mi piace, e non vorrei farla sfigurare.-
-hai ragione, in effetti sei un totale incapace nel ballo.- confermò schietta.
Naruto scoppiò a ridere.
-comunque... dovresti pensarci meglio, sai? Se poi la mettessero in coppia con qualcun altro, te ne pentiresti sicuramente.-
Karin aveva ragione, lui lo sapeva, ma al momento proprio non se la sentiva di partecipare.
-ci penserò, d'accordo...- sorrise lievemente.

******


-signorina Haruno!- la chiamò l'organizzatrice della gara di ballo.
Lei si fermò. Erano appena arrivati a Malaga e tra poco si sarebbe preparata per scendere “a terra” e visitare la città con Ino: avevano deciso di visitarla loro due da sole lasciando i ragazzi tra loro, soprattutto perché Ino non aveva ancora chiarito con Shikamaru.
-mi dica! C'è qualche problema?- chiese.
-in realtà sì. Lei si è iscritta alla lista dei partecipanti alla gara di ballo, ma non è in coppia con nessuno. Vede... se non trova subito un compagno non potrà gareggiare, a meno che noi intrattenitori non troviamo un ragazzo al posto suo.- la avvisò.
-ma da quello che vedo, i partecipanti sono tutti accoppiati.- notò Sakura, leggendo la lista di nomi -non troverei comunque nessuno con cui gareggiare.
Aspetti fino a stasera, sto aspettando la decisione del mio ragazzo, e poi le farò sapere.-
-d'accordo... comunque, signorina, s'è sbagliata... non sono tutti accoppiati. Vede?-
Indicò un nome singolo, con lo spazio bianco accanto vuoto. Il nome era un certo “Albert Dowey”.
Era vero, non si era proprio accorta di quel nome da solo.
Se Naruto decideva di non partecipare con lei, era molto probabile che il suo posto l'avrebbe preso questo Albert.
Nemmeno lo conosceva, non sarebbe stata una bella situazione.
-va bene... grazie mille signorina, ci penserò e le farò sapere il prima possibile.- fece sbrigativa.
Accidenti a quel “baka” di Naruto, se non partecipava l'avrebbe messa in difficoltà.
Sperava davvero che accettasse, ma soprattutto che lo facesse entro stasera dato che era l'ultimo giorno per iscriversi.
Adesso non aveva tempo da perdere, aveva fissato con Ino nella Hall della crociera, alle 10.00 di mattina, per partire per la visita di Malaga.
Quando la raggiunse si salutarono calorosamente.
-ciao Ino!- esclamò.
-ciao!- sorrise lei. Ma già dalla sua espressione percepì che non aveva chiarito nemmeno oggi con Shikamaru.
Comunque, decise di chiederglielo lo stesso:
-senti Ino, hai più parlato con Shikamaru?-
-non mi va di parlarne Sakura... vorrei solo godermi questa giornata senza pensare a lui.-
Lei annuì e non insisté più.
-come vuoi...- sorrise dolcemente -allora, da dove partiamo? Hai da fare altre ricerche per il tuo lavoro di biologa?- domandò scherzosamente e Ino ridacchiò divertita.
-no, per ora nulla. Qui a Malaga non c'è molto per le mie ricerche.-
-bene... allora possiamo visitare la città!- le fece l'occhialino.
-Sakura... mi fa piacere che questa volta hai deciso di visitare la città con me, ma come mai non con Naruto? Non sarà mica successo qualcosa anche tra voi due?-
-no, ma figurati!- in realtà non era successo nulla davvero, ma non sapeva come l'avrebbe presa se Naruto alla fine decideva di non gareggiare con lei.
Ino non sembrò accorgersi dei suoi dubbi mentali ed esclamò:
-perfetto! Allora sbrighiamoci! Oggi giornata tra donne!- esultò euforica.
Almeno la vedeva sorridere, nonostante tutto, e questo era già abbastanza per lei.
-che ne dici di partire per il centro e visitare la cattedrale di Malaga?- propose.
-mi sembra un'ottima idea!- approvò Ino -poi, dopo pranzo, mi piacerebbe andare a vedere la cittadella antica, “Alcazaba”: non possiamo andare a Malaga e non vederla, visto che è una delle più importanti d'Europa.- aggiunse.
Sakura annuì:
-hai ragione! Bisogna vederla per forza!- concordò -spero solo che poi riusciamo a tornare in tempo sulla Crociera.-
-se per esempio pranziamo presto, ce lo dovremmo fare precise.-
-allora per 12.15 andiamo a mangiare!-
-benissimo!- esultò Ino.

 
******


Karin era scesa “a terra” ora, insieme a Naruto, che tra poco avrebbe raggiunto Lee e Shikamaru: avevano deciso di fare una giornata tra uomini.
Lei sarebbe rimasta nuovamente da sola, ma non che le dispiacesse... soprattutto perché era ancora arrabbiata con lui per averla iscritta ad una gara di ballo, in coppia con Sasuke, senza chiederle il permesso.
Quando si furono separati, diede un'occhiata alla mappa di Malaga decidendo da dove partire a visitarla.
Quella mattina lei e Sasuke si erano visti per pochi minuti solo a colazione, ma dopo aver trovato insieme sulla scena del crimine l'elastico nero non si erano più parlati e non avevano più avuto un “incontro diretto” come quello di qualche giorno fa davanti alla sua camera: se ci ripensava, dei brividi di eccitazione la invadevano indesiderati. Comunque, alla fine aveva deciso di cominciare dal “Palacio de la Aduana”, un palazzo di quattro piani, con un parco enorme, in stile “neoclassico” ; e poi passare a vedere la cattedrale di Malaga, uno dei monumenti più importanti della città.
In fin dei conti lei stava bene anche da sola, non aveva bisogno di girare in compagnia.
Dopo un bella camminata, arrivò davanti al palazzo e chiese ad una delle guardie lì davanti:
-per caso possiamo entrare a vedere il parco dentro? Bisogna pagare?-
-mi dispiace signorina, ma è vietato entrare nel parco del palazzo. Può solo vederlo da fuori dal cancello.- spiegò l'uomo, in un inglese pasticciato.
Karin sbuffò silenziosamente, nel frattempo che una voce conosciuta la fece irrigidire completamente:
-mi stai pedinando?- domandò Sasuke ghignando.
Lei si voltò rabbiosa:
-forse sei tu che mi pedini.- sbottò infastidita, superata la sorpresa iniziale.
Quando incontrò il suo sguardo arrossì leggermente, cercando di nascondere l'emozione che la stava nuovamente accogliendo.
-può essere.- affermò lui, stupendola.
-dici seriamente?- chiese scettica.
-certo che no.- rispose piatto, irritandola -comunque, già che ci siamo che ne dici di fare un giro?- propose, lasciandola di nuovo di stucco.
-sbaglio, Sasuke, o mi stai chiedendo un appuntamento?- domandò allusiva, con un pizzico di ironia e sospetto.
Inoltre, il suo volto non ne voleva sapere di tornare al suo colore originalmente pallido per via dell'imbarazzo che in quel momento sentiva.
-prendilo come vuoi.- decretò schietto -anche se avrei solo bisogno di parlarti del caso.-
-non potevi farlo sulla nave?- continuò lei spiccia -e poi... dov'è Suigetsu?-
-si può sapere perché mi chiedi sempre di lui?-
-semplicemente perché è la tua copertura, e la persona con cui stai di solito.-
-è a divertirsi come suo solito.- fece brusco.
-e quindi, fammi capire... ti senti solo e allora cerchi un ripiego, in questo caso io, che ti faccia compagnia?- lo provocò divertita.
Sasuke la incenerì con lo gli occhi, scocciato.
-non sei un ripiego.- rispose, poi, con finto distacco.
-e allora cosa sono? Insomma... non è strano che all'improvviso mi chiedi di farti compagnia usando la “scusante” che mi devi parlare del caso?-
-come preferisci, allora. Continua pure ad andartene a spasso da sola, come un cane solitario.- sputò infastidito -a me non cambia nulla.- concluse dandole le spalle.
-aspetta...- lo richiamò -d'accordo, facciamo un giro...- bofonchiò impacciata, sistemandosi gli occhiali in un gesto nervoso.
Sasuke non le rispose e proseguì a camminare avanti lei.
Tempo pochi minuti, e Karin si accostò al suo fianco avvertendo una certa tensione addosso appena i loro corpi si sfioravano.
Chissà se anche Sasuke provava lo stesso?
Non voleva porsi quell'inutile domanda, perché tanto sapeva già la triste risposta, ma non era riuscita a trattenere la sua mente dal "vaneggiare" per la sua strada.
In ogni caso, sebbene si sentisse strana, era stata contenta_e anche piuttosto meravigliata_che Sasuke le avesse chiesto di passare un po' di tempo insieme. Ovviamente, questi pensieri se li sarebbe tenuti per sé: anche lei aveva un orgoglio che non le permetteva di parlare con sincerità.
Non parlarono molto nella mattinata che erano stati insieme, ma era stato lo stesso piacevole.
Visitarono la cattedrale facendo qualche foto e non parlarono neanche un attimo del delitto di Deidara Onoki, almeno fino all'ora di pranzo, quando Sasuke se ne uscì con una domanda:
-allora, hai qualche sospetto su di chi possa essere l'elastico che abbiamo trovato?-
scosse la testa.
-no, ma il colore scuro mi fa pensare più ad una figura maschile.-
Sasuke sogghignò.
-che ipotesi assurda, perché voi donne non indossate elastici neri?-
A momenti, lo vedeva, sarebbe quasi scoppiato a ridere.
-certo che li portiamo!- sbottò aspra e offesa dalla sua risposta -ma ho detto solo quello che pensavo. E allora, tu, cosa mi dici?- chiese, mettendolo alla prova.
-io ti ho visto con i capelli legati in un elastico nero.- confessò lui, non guardandola.
Lei arrossì nuovamente.
Quando l'avrebbe vista con i capelli legati in un elastico nero?
-e quando mi avresti vista?- infatti domandò.
-l'altro giorno, quando eri andata al centro benessere con la Yamanaka. Visto che una delle sale è cerchiata da vetrate si vedeva tutto.- proseguì pacato.
Effettivamente, quel giorno per il massaggio sul collo si era legata i capelli in una crocchia con un elastico nero.
Comunque, era incredibile che lui avesse notato quel dettaglio solo passandoci davanti e probabilmente velocemente. Lei non l'aveva nemmeno visto passare.
-certo che mi devi aver osservato parecchio per aver notato quel dettaglio.-
-no, affatto. E' solo che tu ti fai sempre notare senza nemmeno farlo apposta.- dichiarò duro.
-e con questo cosa vorresti dire?- incrociò le braccia risentita.
-che sei un egocentrica a tutti gli effetti.- si voltò leggermente di profilo, stringendosi in un sorriso accennato che la fece letteralmente sciogliere, e poi tornò a guardare la strada avanti a lui.
-beh... se è per questo anche tu sei talmente egocentrico e narcisista da starmi sui nervi.- ribatté.
-e da farti desiderare di portarmi a letto.- aggiunse lui arrogante.
-io non des-desidero aff-affatto venire a let-letto con t-te.- balbettò, colta alla sprovvista -e comunque, credo che sia del tutto il contrario!- tornò alla carica.
Sasuke la ignorò deliberatamente.
-vuoi andare a mangiare?- le chiese con assoluta tranquillità.
-ho fame! Ma di certo non vengo a mangiare con te!- puntualizzò acida.
-peccato... dopo pranzo volevo andare a vedere la cittadella di “Alcazaba”.-
-e pensi che possa interessarmi?-
-sì, credo ti interessi: ho visto che prima guardavi la guida e stavi leggendo la pagina che consigliava di visitare la cittadella antica.-
-si può sapere come diavolo fai ad averlo notato?-
-sono gli occhi di un detective. Occhi che tu, purtroppo, non hai.- le tirò una frecciatina.

 

******

In realtà Sasuke, anche se aveva risposto così alla sua domanda, riteneva che Karin avesse gli occhi di una detective e che fosse davvero in gamba, ma quando abbassava la guardia perdeva un po' la concentrazione e spesso succedeva quando lui era nelle vicinanze perché entrambi, anche se continuavano a negarlo e si tiravano indietro per obblighi nei confronti del lavoro, erano attratti l'uno dall'altra: anche in quel momento, benché lo celasse, era nervoso di averla così vicino e quel giorno che si era fatto soggiogare dalle emozioni e dal desiderio infuocato per lei, faceva costantemente capolino nella sua testa appena Karin si affiancava o si toccavano per pura coincidenza. Chiederle di passare la giornata insieme era stato un gesto involontario, irrazionale e, al momento che si era accorto di quello che aveva fatto, non era riuscito a rimediare al suo errore.
Però, sebbene odiasse ammetterlo, non era pentito di averlo fatto perché quella mattina con lei era stato bene e anche ora, purtroppo, non desiderava altro che lei accettasse il suo invito a passare il pomeriggio insieme. Quella donna, da quando l'aveva conosciuta, non faceva altro che movimentargli le giornate e allontanarlo dalla sua apatica noia. Era esilarante stare in compagnia di quella ragazza e non si era mai sentito così con le altre sue frequentazioni.
-chiudi quella fogna!- gridò piccata -ho più occhio di te: se non fosse stato per me l'elastico nella Suite del Sig.Onoki non l'avresti nemmeno notato.-
Lui la fulminò furioso:
-mi stai sfidando per caso, Karin?-
-può anche darsi.- ghignò.
La guardò penetrante, creandogli sensazioni eccitanti in tutto il corpo: voleva tapparle la bocca con un bacio che non si sarebbe mai dimenticata in modo da mettere a tacere quella indisposta prepotenza, ma si trattenne.
-che hai deciso? Pranzi con me e poi andiamo alla cittadella o preferisci startene da sola?-
-vengo con te. Alla fine, solo su una cosa hai indovinato: mi interessava vederla.-
-d'accordo...- cercò di nascondere la soddisfazione di essere riuscito a trascinarla e fu interrotto di nuovo da lei:
-andiamo a mangiare le Tapas?- chiese  -è un uno dei cibi tipici di Malaga.-
-come vuoi.- asserì -comunque, qui a Malaga mangiano alle 14.00 minimo, quindi sarà difficile trovare un posto dove pranzare aperto prima.-
-lo so! Ma tanto vale tentare, no?-
Lui non si pronunciò e Karin la prese come una risposta positiva.
Come previsto, ci misero un bel po' a trovare un locale per pranzare aperto prima delle 14.00 e alla fine optarono per uno che sembrava carino e accogliente.
Mangiarono in fretta e furia, in modo tale da trovare il tempo per vedere “Alcazaba”.
-pensi che ce la faremo a vederla e a tornare in tempo sulla nave?-
-se corriamo e tu ti tappi la bocca, sì, altrimenti no.-
Lei grugnì rabbiosa per il suo tono risoluto, ma iniziarono comunque a camminare a passo veloce.
Karin non si era accorta di star camminando troppo vicino al bordo del marciapiede e ad un tratto poggiò male il sandalo, cadendo in mezzo alla strada proprio quando un gigantesco camion passava a tutta velocità e quasi attaccato al marciapiede.
Lui notò tutti i movimenti della ragazza e l'afferrò prima che il camion la investisse in pieno, portandola contro il suo petto ricoperto da una maglietta blu sbracciata.
La tenne stretta per qualche minuto che sembrò durare in eterno, e i Jeans chiari iniziavano a diventare scomodi e stretti in un punto in particolare. Un punto che lui sapeva bene quale fosse. Imprecò mentalmente per averla afferrata ed essere stato incapace di lasciarla ed allontanarla dal suo corpo, che già fremeva di desiderio.
Karin, in tutto l'attimo che lui pensava alle sue emozioni, sembrava alquanto confusa e lentamente alzò le sue iridi scarlatte verso il suo viso:
-che stai facendo?- domandò in un soffio, sentendola deglutire appena: Sasuke avvertiva nettamente che lei in quel momento si sentiva uguale a lui.
-non dovresti ringraziarmi per averti salvato la pelle?- sussurrò lui, fissandola intensamente e approfondendo la presa diventando quasi rude.
-tsz... grazie!- farfugliò, distogliendo gli occhi da lui -e adesso mollami!!- ordinò gelida.
-non vuoi che ti lasci davvero, giusto?- se ne uscì, poi, scioccandola.
-eh...?- l'aveva lasciata senza parole.
Lui risalì cautamente, con la mano, lungo la schiena della ragazza e raggiunse il suo collo fulgido e abbronzato, sfiorando appena i suoi capelli.
Che stava facendo? Era impazzito?
La sua parte razionale stava cercando di farlo ragionare, ma al momento l'esigenza di toccarla si stava facendo insistente e intrattabile.
Karin non riusciva a muoversi, era paralizzata; poi, ad un tratto, si riprese e con uno scatto a lui inaspettato agguantò le sue labbra avvolgendo le braccia intorno al collo.
Non si aspettava un movimento simile da lei, ma invece l'aveva lasciato senza parole e si era fatto trascinare dalla sua passione, non respingendola ma approfondendo il bacio in un incontro di lingue tanto bramato quanto pericoloso.
Il suo corpo sprizzava di una ardente e fulminante emozione, che incitava tutti i suoi muscoli a desiderare di più da lei.
Ad assaggiare ogni parte della sua anima e corpo, ma non poteva.
Così, con una fermezza che non pensava di avere in quel momento, la allontanò repentinamente dal suo corpo e la osservò:
-non possiamo.- dichiarò -Karin... vattene!-
-e allora perché non volevi lasciarmi?-
Lui non rispose e lei lo fissò gelida.
-sei proprio un stronzo, Sasuke.- rispose lei con assoluto disprezzo -non vedi l'ora di portarmi a letto, ma quando ci sto mi allontani come se avessi una malattia infettiva. Hai dannatamente paura e sei un vigliacco senza speranza.- le riversò addosso tutta la frustrazione -non so come diavolo faccio a desiderare di andare a letto con un tale rammollito.-
Sasuke, dopo quelle parole, la gelò con un'occhiata piena di astio e bloccò le sue mani con violenza.
-non dire altro o sennò sulla crociera non ci sali viva, Karin.- il suo sguardo era minaccioso.
Lei si intimorì appena, ma fece pressione per sciogliere la salda stretta ai suoi polsi.
-non cercare di giocare sporco con me, perché non avresti speranze. E comunque, anche se continuerai a non ammetterlo, hai paura di lasciarti andare e non hai il diritto di sparare cazzate quando anche tu hai gli stessi atteggiamenti.- proseguì glaciale e furioso lui, stringendo ancora di più i suoi polsi.
-io non ho paura.- sputò lei con una punta di incertezza. - e adesso, se hai finito, lasciami andare!!-
Seguì a dimenarsi e lui a quel punto si staccò.
Karin gli lanciò un'ultima occhiata delusa e, prima che le desse le spalle, gli parve di vedere una lacrima scendere da uno dei suoi occhi.
In ogni caso, non era sicuro stesse piangendo: lei era così forte che non pensava che potesse farlo.
Avvertì una fastidiosa stretta al petto, che fu subito sostituita da una rabbia accecante verso di lei e verso le sue parole.
Perché si sentiva così arrabbiato?
Forse lo era perché le parole di quella ragazza gli avevano fatto più male del previsto.
Nessuna ragazza lo aveva mai fatto sentire così insicuro e questo era davvero seccante.

 

******


Naruto era appena risalito sulla crociera dopo la giornata a Malaga.
Non aveva visto Sakura in tutto il giorno avendo modo di pensare a cosa fare con la gara di ballo, decidendo alla fine di non partecipare.
Gli dispiaceva un sacco non essere il suo compagno, ma preferiva così per non farla sentire inadeguata quando avrebbe gareggiato.
Comunque, voleva togliersi subito il pensiero di doverglielo annunciare e, immaginando che fosse già risalita dopo la giornata “a terra” (perché tra pochino sarebbero salpati di nuovo), decise di andare a bussare alla sua cabina.
Quando la raggiunse, Sakura gli aprì la porta accogliendolo in un accappatoio rosa.
Da uomo quale era, non poté fare a meno di eccitarsi vedendola quasi svestita e il suo profumo di shampoo e bagnoschiuma lo stava letteralmente inebriando: non bramava altro che spogliarla e fare l'amore con lei immediatamente, ma cercò di non pensarci per rispetto verso la ragazza.
Vide le tenere gote di Sakura leggermente rosate e, dopo un attimo di sorpresa, gli sorrise:
-Naruto!!- esclamò dolcemente.
Lui si grattò la nuca imbarazzato.
-scusa, Sakura-chan. Non è un buon momento, vero? Ti devi vestire...- notò impacciato, volgendo lo sguardo altrove.
-non preoccuparti...- sorrise nuovamente -volevi dirmi qualcosa?-
Lui traccheggiò un po', cercando di trovare le parole giuste per dirle che non partecipava alla gara di ballo, e non era facile: sapeva che lei ci teneva.
-senti Sakura-chan...- cominciò incerto -alla fine ho deciso di non iscrivermi alla gara di ballo...-
Lo disse tutto d'un fiato perché per i sensi di colpa non era riuscito a fare diversamente.
Il sorriso della ragazza si spense all'improvviso e abbassò lo sguardo sulle sue ciabatte:
-ah... capisco... e così hai deciso di non partecipare...- iniziò tristemente.
Naruto la bloccò spiegandosi, per farle capire i motivi della sua decisione:
-ascoltami... mi dispiace tanto non iscrivermi, ma ho deciso così perché non voglio crearti problemi o farti fare figuracce per colpa della mia incapacità con il ballo...-
Sakura lo bloccò:
-non dire altro, non c'è bisogno di ulteriori spiegazioni...- alzò gli occhi smeraldini verso di lui e lo guardò con un sorriso spento -capisco le tue motivazioni...-
Non riusciva proprio a nascondere il fatto che c'era rimasta male e Naruto non poté fare a meno di sentirsi furioso con se stesso e verso la sua mancanza di coraggio.
-mi dispiace...- riuscì solo a dire.
-ok... ora devo vestirmi, quindi potresti uscire?- chiese fredda.
Lui avvertì distintamente che il tono che aveva usato era un po' distaccato.
-ascolta Sakura-chan...- tentò di nuovo, ma lei lo lo fermò un'altra volta:
-per favore, Naruto, esci!- insisté -ho bisogno di stare un po' da sola. Ci vediamo a cena, ok?-
Detto questo, chiuse la porta dalla camera lasciandolo in mezzo al corridoio e di fronte alla cabina.
Che tipo di reazione si aspettava?
Lo sapeva che Sakura non l'avrebbe presa bene e ora non poteva tornare indietro tanto facilmente.
Aveva preso la decisione giusta? L'avrebbe perdonato?
Tutti i dubbi lo stavano assalendo e confondevano la decisione che aveva preso.
Sapeva che così avrebbe rischiato che Sakura si avvicinasse ad un altro: la gara era in coppia, perciò per forza l'avrebbero sostituito con qualcuno.
Lo sapeva bene, eppure aveva deciso comunque di scappare come un codardo senza un briciolo di spina dorsale, e ora si aspettava anche che Sakura la prendesse bene o comprendesse la sua scelta? Era ovvio che ci sarebbe rimasta male e lui doveva aspettarselo.
Ora si chiedeva come sarebbe stato il rapporto con lei da qui in avanti.
Sarebbe rimasto freddo e distaccato?
Aveva il terrore che lei lo odiasse per questo, ma finché non si vedevano a cena e non le aveva lasciato il tempo di sbollire la situazione non poteva sapere come sarebbe andata. In quel momento, l'unica cosa da fare era attendere e nel frattempo farsi una doccia rinfrescante, tentando di scacciare le brutte sensazioni.
Intanto che rientrava in camera, si chiese come era andata la giornata a sua cugina e sperava che almeno per lei, con Sasuke, fosse andata bene (se si erano incontrati un'altra volta).

 
*******


Sakura aveva appena sbattuto la porta in faccia a Naruto.
C'era rimasta veramente male che lui non avesse accettato la sua proposta di partecipare alla gara di ballo, ma in fondo avrebbe dovuto immaginarselo che non l'avrebbe fatto solo per fare un piacere a lei.
Però, fino alla fine, aveva sperato in un miracolo e sperarci non era servito a niente.
In quel momento non aveva voglia di vedere Naruto e le pesava l'idea di scendere a cena e vederlo. Sapeva che il suo atteggiamento era alquanto capriccioso: alla fine non poteva costringere gli altri a fare quello che voleva, ma la verità era che ci teneva tantissimo a gareggiare con lui. In qualche modo aveva pensato che sarebbero stati una coppia meravigliosa, eppure il suo era solo un tipico desiderio da sognatrice romantica quale era, tutto qui, niente di più niente di meno.
Tuttavia, non si sentiva pronta per vederlo: aveva bisogno di tempo per accettare la sua decisione e non poteva fingere che non le importasse, soprattutto perché Naruto aveva notato benissimo la sua delusione e non sarebbe “cascato” nei suoi sorrisi falsi.
Improvvisamente, mentre rifletteva, ripensò alla giornata di oggi e al fatto che, con quel ragazzo che si era iscritto da solo alla gara, si erano conosciuti quel pomeriggio, quando lei e Ino stavano visitando “Alcazaba”. In effetti era stato un incontro piuttosto assurdo, ridacchiò a quel pensiero.


Inizio flashback
-Ino... hai visto come sono belle le mura antiche?-
La ragazza annuì emozionata:
-questo posto andava assolutamente visto!- esclamò -meno male che abbiamo deciso di pranzare con un panino, altrimenti non ce l'avremmo fatta visto che la maggior parte dei ristoranti rimanevano chiusi fino alle 14.00.-
-hai ragione, anche se mi sarebbe piaciuto assaggiare le famose Tapas di Malaga.-
Scoppiarono a ridere entrambe.
-era un po' che non passavamo una giornata così, vero?- notò Ino.
-già! Mi mancavano, sai?- le fece un occhiolino.
-anche a me! E, appunto per questo, bisogna commemorare questo momento con una foto!-
-ma dai! e da chi ce la facciamo fare? L'autoscatto non lo so usare e da sole viene male.-
-e che problema c'è? Si chiede in giro se qualcuno è disposto a farcela!-
-ok, se lo dici tu...- sorrise.
Si guardarono ambedue intorno, poi Ino fece un sorrisino malizioso.
-che ne dici di quel ragazzo? Non è carino?- lo indicò con un gesto della testa.
-sempre la solita. Nonostante tu sia sposata, vai sempre alla ricerca dei bei ragazzi!-
Dopo quella battuta, si rese conto che era da qualche giorno che lei e Shikamaru non si parlavano e si sentì imperdonabile.
-mi dispiace, Ino...- si scusò sinceramente.
La sua amica scosse la testa e le sorrise:
-ehi! Mica ci siamo lasciati, eh!- ridacchiò -chiariremo presto, non preoccuparti...-
-però ti chiedo scusa lo stesso.-
Ino le fece un buffetto sulla guancia.
-via quel “musone” da cane bastonato! E adesso andiamo alla riscossa!- gridò.
Raggiunsero il ragazzo che Ino aveva adocchiato e quest'ultima lo chiamò:
-ehi! Ciao!- il ragazzo si girò e Sakura poté constatare che era veramente carino.
Aveva dei capelli castano chiaro, mossi e un po' riccioluti, che esaltavano il suo viso abbronzato e ovale, due occhi di un bellissimo verde acceso e luminoso.
Era dotato di un fisico abbastanza massiccio, anche se magro, e di un'altezza media.
Non era Giapponese, ma a Sakura rsembrava più di origine inglese e infatti, quando gli rispose, il suo inglese era perfetto:
-ciao! Avete bisogno di qualcosa?- chiese sorridendo.
-ci potresti fare una foto davanti alle mura, per favore?- domandò Ino.
-certo! Molto volentieri!-
-grazie mille!- sorrise Sakura.
Lui fece un occhiolino e lei arrossì a quel gesto di confidenza.
Scattò un paio di foto e passò la macchina fotografica in mano ad Ino.
-guardate se vi piacciono!-
Le due non se lo fecero ripetere due volte.
-sono carine entrambe! Grazie!- esultò Sakura, riconoscente.
-comunque, io sono Albert Dowey...- si presentò passando la mano anche a Ino, mentre Sakura pensò  a dove  e quando aveva già sentito quel nome.
Il ragazzo proseguì:
-io l'ho già vista signorina...- disse, guardandola.
Sakura si fece perplessa ed Ino la fissò interrogativa.
-ah sì! Davvero? Io no, anche se il suo nome non mi è nuovo.- rispose.
-ti prego... dammi del “tu”, ho solo trent'anni. Sono ancora giovane, sai?- ridacchiò.
Anche Sakura si unì alla risata.
-d'accordo, ti darò del “tu”...-
-comunque, perché vi conoscete?- intervenne Ino curiosa.
Sakura rimase in silenzio cercando di capire dove potessero essersi conosciuti, ma il ragazzo rispose per lei:
-sono sulla vostra stessa crociera.- spiegò sorridendo.
A quel punto Sakura ebbe un'illuminazione:
-ecco perché avevo già sentito il tuo nome! Ti sei iscritto alla gara di ballo?-
Il ragazzo annuì.
-esatto, però non ho una compagna con cui partecipare.-
Sakura lo sapeva già, dato che l'intrattenitrice quella mattina glie l'aveva fatto notare.
Comunque, non disse niente perché voleva aspettare la decisione di Naruto.
-dunque... ci “beccheremo” in giro!- commentò solare, Ino.
-sicuramente sì!-
-grazie ancora delle foto.- aggiunse Sakura.
-è stato un piacere!- e si allontanò facendo un cenno della mano.
Fine Flashback


Alla fine, se proprio Naruto non voleva partecipare, Albert sembrava un ragazzo carino e gentile, e forse si sarebbe pure divertita a gareggiare con lui.
Pensava di capitare in coppia con qualche strano vecchio, o qualche poco di buono e meno male pareva non essere andata come pensava
Ci teneva tantissimo a partecipare con Naruto, ma alla fine non era caduta proprio male.
A quel punto, decise di prepararsi per la cena cercando di trovare la forza per affrontare Naruto e non rifarsela con lui_anche perché non se lo meritava_.



 

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Capitolo 12
*** Josephin Merlou ***


Ragazzi.. mi scuso profondamente per tutti questi mesi di ritardo, ma ho avuto diverse cose da fare e dopo un finale così campato per aria  e assurdo fatto da Kishi, mi era passata la voglia di scrivere su Naruto.
Però adesso mi è ripresa voglia e ho deciso di scrivere il nuovo capitolo di Celebrity Eclipse. Spero di non farvi aspettare così tanto con i prossimi capitoli che pubblicherò, ma non vi garantisco nulla perché ho davvero un sacco da studiare e diversi impegni. Comunque, spero che nonostante tutto questo ritardo voi continuerete a leggere e recensire le mie storie.
Ringrazio che mi ha recensito l'ultimo capitolo e chi mi ha aggiunto tra preferite, seguite e ricordate. Ringrazio anche Soly Dea che con sole due parole mi ha incoraggiato a riscrivere dicendo che le mancano le mie pubblicazioni! Vi ringrazio singolarmente per le recensioni che mi avete fatto domani, perché anche oggi sono di fretta purtroppo... :( spero che questo cap non vi deluda!


P.S: ho deciso di dedicare il titolo di questo capitolo ad un personaggio che sarà abbastanza cruciale per risolvere il mistero dietro all'assassinio di Deidara Onoki, lo vedrete poi per quale motivo.
Ma non il motivo che pensate voi, ma perché farà parte di una delle prove. Poi vedrete meglio in questo capitolo e quando Josephin deciderà (se deciderà) di parlare a Karin e Sasuke.
Ovviamente, non solo lei avrà un piccolo ruolo in quel senso eh! XD



Josephin Merlou
 

Il giorno seguente avrebbero raggiunto La Valletta, capitale di Malta, e Sakura non era ancora riuscita a parlare con Naruto e a fare pace con lui.
In realtà non aveva neppure voglia di farlo perché era ancora dispiaciuta che non avesse accettato di partecipare con lei alla gara di ballo.
Negli scorsi giorni, aveva avuto modo di conoscere meglio Albert e come ragazzo non le dispiaceva: stava bene in sua compagnia, ma non era Naruto.
In questo momento si trovava nella biblioteca al settimo Ponte e stava leggendo un libro.
Le era venuta voglia di passare un po' di tempo da sola a riflettere, senza troppa gente a giro.
La biblioteca le era sembrato il posto ideale alle sue esigenze; infatti, c'era silenzio e gli unici rumori che sentiva erano le risate e le corse scatenate dei bambini nella sala accanto, la ludoteca, ma con la porta chiusa erano a malapena percepibili.
Nella biblioteca non era l'unica, c'erano altri due persone con lei, intente a leggere.
Uno era un uomo distinto e sulla mezza età, e l'altra era una ragazza mora dai lineamenti fini ed eleganti, poco più grande di lei.
Ad un tratto, il silenzio della stanza fu interrotto da un avviso che venne trasmesso su tutti i ponti, ripetuto in varie lingue:
-a tutti i partecipanti alla gara di ballo, vi devo purtroppo annunciare che la gara di domani sarà annullata per problemi fisici dell'insegnante, colpita da una brutta influenza.- Sakura rimase a bocca aperta a quella rivelazione.
Ciò voleva dire che la gara insieme ad Albert sarebbe stata annullata? Dopo tutta la pratica che avevano fatto insieme?
Non sapeva se essere felice o triste a tale notizia, era un po' combattuta: da una parte era triste perché ci teneva a gareggiare e si era allenata per quello, dall'altra era sollevata perché così non era costretta a gareggiare con un ragazzo che non fosse Naruto.
Però, nonostante questo, la situazione tra lei e l'Uzumaki non era affatto migliorata per ora, soprattutto perché sentire quelle parole da Naruto le era dispiaciuto troppo e per adesso non riusciva a perdonarlo. Era meglio sbollire la rabbia un altro po'.
La ragazza mora che aveva notato prima, le si avvicinò e si chinò verso di lei sorridendole:
-ciao!- la salutò gentilmente, in francese.
Sakura non capiva niente in quella lingua, solo come si salutava (per quello capì al volo).
La salutò in inglese:
-ciao! Volevi dirmi qualcosa?- domandò in inglese, sperando che la ragazza lo sapesse.
Le sorrise di nuovo e si presentò:
-sono Josephin Merlou!- le passò la mano che fu subito stretta da lei.
Cosa voleva quella ragazza francese e misteriosa da lei?
-piacere, Sakura Haruno.-
-ti starai chiedendo il motivo per cui mi sono presentata immagino.-
Sakura annuì.
-vedi... ho notato che spesso stavi al tavolo vicino a quello di quell'uomo giapponese che è stato trovato morto nella sua cabina.-
Lei sgranò gli occhi scioccata e spaventata da quell'affermazione detta in maniera così naturale, come se le parole che Josephin aveva pronunciato non la scalfissero minimamente. Come faceva ad essere così insensibile a tali parole?
Non che a lei importasse molto di Deidara Onoki, ma era pur sempre un uomo che era stato assassinato e solo il pensiero le metteva i brividi.
-sì, lavoro per l'azienda Konohara. Immagino tu la conosca.-
Josephin confermò:
-solo di nome. Così come conosco solo di nome l'azienda Akatsuki.- iniziò -sai.. Sono un amante della moda e il Sig.Onoki ha creato alcuni capi in stile francesino che sono arrivati anche da noi a Parigi.-
-capisco.. ma perché questa domanda?-
-beh, sai.. prima che trovassero morto il Sig.Onoki, io e lui c'eravamo parlati un paio di volte e sembrava ci fosse un certa sintonia tra noi.- spiegò.
Con un movimento lento e sensuale si portò i lunghi capelli scuri e riccioluti tutti da una parte e proseguì il discorso, accarezzandosi le ciocche in fondo:
-e visto che tu lo conoscevi meglio di me, volevo chiederti se sapevi qualcosa di come fossero andate le cose quella notte.-
Sakura iniziò a capire cosa volesse sapere quella ragazza.
Probabilmente Josephin aveva conosciuto solo la parte migliore di Deidara Onoki e si era presa una cotta per lui, e ora cercava di saperne qualcosa di più.
Tuttavia, lei non sapeva assolutamente niente dei passaggi del delitto, perché facevano parte di un segreto professionale che né Karin né Sasuke potevano rivelare, e che Naruto_se anche sapeva qualcosa in più_non poteva parlargliene per rispetto verso il lavoro della cugina e del suo migliore amico.
-mi dispiace, ma non so niente. Non sono io che mi occupo del caso.-
La ragazza parve delusa e portò il volto aggraziato e niveo verso il basso.
-capisco...- sussurrò tristemente.
-ma se tu ci hai parlato forse puoi rivelare qualche informazione importante a chi sta cercando di arrivare alla verità e aiutare chi indaga a scoprire qualcosa in più.-
Sakura non riuscì a captare se Josephin sapeva qualcosa o meno, perché rimase in silenzio per qualche secondo indefinito.
-pensaci Josephin.- la incoraggiò -Se sai qualcosa sarai in qualche modo utile al Sig.Onoki.-
-ok, ci penserò.- sorrise.
-questo è il mio numero di cellulare.-
Sakura le passò tra le mani un foglietto con scritto il suo numero.
-se sai qualcosa e te la senti di rivelarla, chiamami, che ti porto da chi si occupa del caso.-
La ragazza accettò entusiasta, ma rispose:
-grazie Sakura.- detto questo si allontanò per uscire dalla biblioteca, però prima di solcare l'uscio si voltò verso di lei.
-solo un favore ti chiedo: per ora non fare parola con nessuno di questa conversazione.-
-d'accordo, non dirò niente. Promesso.-
Meno male che Josephin sapeva bene l'inglese e che anche lei se la cavava, altrimenti non avrebbe mai capito perché quella ragazza si fosse avvicinata a lei.
Sakura sperava che Josephin prendesse la decisione giusta e decidesse di aiutare Karin e Sasuke ad arrivare alla soluzione del caso, visto che per ora erano abbastanza in difficoltà.
Dunque, aveva riflettuto anche troppo e ora che quell'annuncio era uscito non sapeva come affrontare Naruto e cosa era meglio fare.


 
*********



Karin era felice che l'insegnante di ballo avesse l'influenza, così la gara sarebbe stata annullata. Non gli interessava per niente, a maggior ragione dopo che Sasuke l'aveva trattata così male, e infatti né lei né lui avevano mai partecipato alle prove.
Adesso che il problema era stato risolto poteva concentrarsi di più sull'omicidio del suo cliente, visto che da quando avevano trovato l'elastico nero non avevano più scoperto nulla e il caso si stava facendo sempre più intricato e povero di prove concrete.
Presto, dopo la tappa a La Valletta, avrebbe dovuto iniziare un secondo interrogatorio sperando che qualcuno dei sospettati si decidesse a dire di più.
Per adesso, però, il tutto era piuttosto improduttivo.
Era pomeriggio inoltrato e non sapeva che fare, così si diresse all'ora del thé inglese delle 17.00.
Aveva bisogno di zuccheri e dolciumi per ricaricare corpo e mente.
Con questa idea in testa, arrivò davanti alla sala da Thé Giapponese al quinto Ponte ed entrò decisa, trovandosi davanti un tavolo dove vide seduta l'ultima persona che desiderava vedere in quel momento: Sasuke Uchiha.
Sbuffò sonoramente e seccata fece per tornare sui suoi passi e cambiare meta, ma prima che potesse farlo la voce di Sasuke la raggiunse:
-Karin.- il tono era gelido.
-che vuoi imbecille!- esclamò infervorata -dappertutto ti devo incontrare! Speravo fossi cascato nel mare, in un disperato tentativo di suicidio.-
Mezza sala si girò infastidita a guardarli e un vecchietto si permise pure di dirle di fare silenzio perché le sale da thé erano luogo di rilassamento.
Si voltò rabbiosa e lo zittì:
-non intrometterti vecchio.-
Il signore rabbrividì spaventato e un bel po' di gente fece per allontanarsi dal locale.
-ti sembra il modo di entrare in una sala da thé a portare scompiglio?- la riprese Sasuke.
-da qualsiasi parte ti avessi visto, avrei creato scompiglio insultandoti come ti meriti.-
-Karin.. dobbiamo parlare, quindi siediti.- la invitò impassibile.
-di cosa vuoi parlare? Tanto le uniche cose che sai fare sono parlare del caso o scappare da me come un vigliacco. Non vali un centesimo per me, sappilo.-
Pronunciò queste parole sedendosi bruscamente sul cuscino e appoggiando i gomiti in modo poco signorile sul basso e tipico tavolo giapponese, stufa dell'atteggiamento indeciso dell'Uchiha.
Atteggiamento che purtroppo, lo negasse o meno, aveva anche lei quando si trattava di Sasuke o quando sapeva di doverlo affrontare.
In un noioso silenzio tra i due, Karin iniziò a giocherellare con le piccole canne di bambù inserite in un vasetto di vetro e poste sopra al tavolino, facendole ticchettare una contro l'altra, e aspettando che Sasuke si decidesse a dire qualcosa.
-sono già passati due minuti da quando mi hai fatto sedere e mi sto stancando, ti decideresti a parlare? Cosa vuoi?- chiese.
Nel frattempo una cameriera di origine giapponese con addosso un Kimono, bassa e grassottella, li raggiunse con una caraffa di porcellana:
-gradite del Thé verde aromatizzato alla cannella signori?- chiese gentilmente.
Karin girò la tazzina di porcellana e la portò verso la cameriera:
-un gocciolino per favore; e, se ce l'ha, anche dei biscotti di riso e al grano saraceno.-
-certo signorina. Per lei signore?- si rivolse a Sasuke.
-anch'io, uguale alla ragazza.-
La donna abbassò la testa e si allontanò.
-non pensavo ti piacessero i dolci.- affermò Karin sorpresa, sostituendo per un attimo la rabbia e guardandolo curiosa.
-perché mai non dovrebbero piacermi?-
-non mi sembri il tipo. Così duro e tetro, mi sai più da ghiaccioli e non da thé caldo e biscotti.-
Karin notò che Sasuke tentò di trattenere una risata e quello che ne uscì fu un ghigno divertito:
-nemmeno tu mi sai di quel tipo di persona.- dichiarò.
Lei si rese conto che l'atmosfera tra di loro si stava sciogliendo.
Forse era la sala da thé a fare quest'effetto?
Magari con la cultura tipica Giapponese, sembrava ad entrambi di essere tornati a casa e li metteva a proprio agio.
Comunque, lei non poteva accettarlo: Sasuke l'aveva fatta sedere, ma ancora non si era deciso a parlarle oppure a scusarsi per il suo comportamento.
-senti... non fai che cambiare discorso. Vuoi deciderti a parlare?- sbottò scocciata.
Sasuke la fulminò:
-tu, l'altro giorno, quando ci siamo separati...- iniziò distogliendo lo sguardo da lei – per caso stavi piangendo?- chiese.
Si aspettava di tutto, ma non quella domanda.
Sperava che Sasuke non se ne fosse accorto, e invece l'aveva notato eccome.
Si sentì subito in imbarazzo: per questo odiava piangere, non voleva mostrarsi vulnerabile davanti agli altri e specialmente non voleva sembrare troppo presa da lui come invece era stato il messaggio che gli aveva mandato.
Karin doveva mantenere un certo decoro mentre era missione, ma tutte le volte che Sasuke entrava in mezzo esso andava a farsi benedire.
Non sapeva nemmeno come ribattere dopo una domanda del genere, così decise di mentire come suo solito:
-figurati. Mica piango per un vigliacco come te.- rispose piatta.
-In ogni caso, non era di questo che ti volevo parlare.- la ignorò lui, arrossendo leggermente.
Karin non se ne accorse.
-e allora che me lo chiedi a fare?-
-l'ho fatto solo per metterti in imbarazzo.- disse soddisfatto.
Purtroppo per lei c'era riuscito in pieno.
-e pensi di esserci riuscito?- lo provocò ghignando.
-pienamente.- confermò con decisione.
-in ogni caso, vigliacco rimani.- concluse spiccia e fece per alzarsi.
Ma la mano calda di Sasuke la bloccò, risvegliando il suo cuore in battiti di eccitazione.
-non baciarmi mai più come hai fatto l'altro giorno. Questo è tutto.-
Lei lo incenerì rabbiosa e sciolse la presa che serrava il suo polso con veemenza.
-e tu non rispondere mai più al mio bacio, se poi hai intenzione di scappare.- ribatté -inoltre, tranquillo, non ho nessuna voglia di divertirmi con uno come te.
Troverò sicuramente meglio di uno che vive con l'indecisione cronica quando deve fare delle scelte.-
-scappi sempre anche tu Karin. Forse non te ne rendi conto, ma è così.-
-certo che scappo da te, non sei affidale. In più, sbaglio o te l'ho già detto, non sopporto gli uomini indecisi.- aggiunse -scusami, ma ora vado. Tra poco è ora di cena.-
Prese un biscotto al grano saraceno all'interno del piatto di porcellana e se lo sgranocchiò allontanandosi dalla sala sotto gli sguardi intimoriti di tutti.
Questa volta Sasuke non la richiamò. Magari aveva finito le parole.


 
******


Sasuke la guardò allontanarsi, stringendo i pugni irritato.
Com'era possibile che quella ragazza riuscisse sempre a fargli montare la rabbia ogni volta che si incontravano?
Non era neppure riuscito a ribattere alla sua ultima provocazione, o meglio.. non aveva trovato le parole, perché non poteva negare di aver risposto al suo bacio.
Però non riusciva a capire perché si sentisse così deluso.
Non riuscivano mai ad avere una conversazione decente quando erano insieme, o se l'avevano, riguardava il caso oppure delle sciocchezze senza senso come la storia del Thé e dei biscotti, o dei gusti in generale.
Tuttavia, nonostante fosse stata solo una sciocchezza, Karin era quasi piacevole quando arrivavano ad avere una discussione tranquilla; anche se erano rari i momenti.
Inoltre, si era sentito uno stupido quando le aveva chiesto se piangeva perché non era quello che voleva sapere. Gli era venuto solo naturale chiederlo, dato che quelle lacrime l'avevano lasciato di stucco e aveva finito per scoprire che anche lei aveva qualche lato fragile e che alcuni suoi atteggiamenti le servivano per nascondere le sue debolezze. In effetti non poteva negarlo: si sentiva incerto.
Non sapeva se lasciarsi andare con lei, o non farlo perché si sarebbe distratto troppo per il suo lavoro. Doveva entrare nell'ordine delle idee che non era in vacanza, ma stava lavorando e alcuni comportamenti inappropriati potevano compromettere le indagini per colpa sua e perché aveva il cervello da un'altra parte.
Però, allo stesso tempo, l'interesse verso Karin si faceva sempre più grande e l'attrazione cresceva ogni volta di più quando lei si avvicinava o avevano un minimo contatto, che fosse fisico, carnale oppure di semplici parole e confronti.
Forse quel desiderio verso di lei doveva soddisfarlo e assecondarlo per eliminarlo?
Stava iniziando a pensare che era meglio seguire i suoi istinti se non voleva ridursi al limite.
Non sopportava che lei fosse così insolente e sfrontata nei momenti che si trovavano a fronteggiarsi oppure si incontravano, e analogamente odiava che fosse anche irresistibile ai suoi occhi tanto che a volte non riusciva a controllarsi.
In più si aggiungeva anche il fatto che le indagini non stavano andando per il verso giusto e questo lo portavano solamente a pensare ad altro per colpa della frustrazione e l'impazienza che lo dominavano.
Controllò l'orologio a polso, con il cinturino di cuoio, e notò che si era quasi fatta ora di cena e doveva prepararsi.
A questo punto decise di mettere da parte i pensieri rivolti a quella donna e farsi una doccia prima di cena.



 
******



Naruto, Shikamaru, Lee e Ino erano nella sala da carte a fare una partita a Briscola.
La sua compagna era Ino, mentre Shikamaru giocava con Lee.
Per ora lui e Ino avevano sempre perso per la datata intelligenza di Shikamaru, ma anche perché lui non faceva che pensare a Sakura.
Non si erano più parlati da l'ultima che lei l'aveva sbattuto fuori dalla sua cabina e aveva notato che la ragazza si stava avvicinando sempre di più a quel ragazzo di nome Albert. Ino gli aveva raccontato dove lei e Sakura l'avessero conosciuto e poi avevano scoperto che faceva parte della loro crociera.
All'inizio non si era preoccupato più di tanto, non essendo di carattere tipicamente geloso, ma da quando avevano notato che tra i due si era instaurata un'amicizia fatta di grande complicità, le sue paure e i suoi dubbi erano iniziati.
Per lui era praticamente la prima volta che era preoccupato di perdere qualcuno così tanto, con le sue ex non si era mai sentito così perso. Sentiva proprio che quello che provava per Sakura era diverso, era un sentimento più forte e sincero, e per questo motivo avvertiva una profonda angoscia al pensiero di perderla.
-Naruto.. vuoi darti una svegliata? Sta a te!- lo chiamò scocciato Shikamaru.
-ah sì, scusate!- si grattò la nuca prima di calare la carta.
-ehi! Baka! Concentrati!- lo riprese Ino isterica -così prendono loro!-
Naruto aveva buttato un carico quando in tavola c'era una briscola ed apparteneva a Lee.
Fece per riprenderla, ma Shikamaru lo bloccò:
-che diavolo combini! Ormai hai buttato, non puoi riprendere in mano la carta e buttarne un'altra, le regole sono regole.- commentò annoiato.
-ho bisogno di una sigaretta.- sospirò stancamente.
Il cameriere che si trovava davanti alla stanza, udì le parole di Shikamaru e appoggiò un posacenere sopra il tavolino delle carte, che era ornato da tutti e quattro i semi delle carte e contornato da uno sfondo nero.
-signore.. è già nella parte fumatori, prego.-fece formale.
-devi per forza fumarci in faccia, Shika?- borbottò Naruto -perché non ti fai un giro attorno agli esterni della nave? Lo sai che odio il fumo.- protestò mettendo il broncio.
-chetati stupido!- replicò -piuttosto, dicci perché sei così giù?-
Si accese la sigaretta e poggiò sul tavolo da gioco le carte che aveva in mano.
-smettiamo di giocare?- chiese deluso Lee.
-uff.. abbiamo sempre perso!- esclamò Ino, in seguito incrociò il suo sguardo:
-Naruto.. si può sapere perché non sei con Sakura?-
-Ino.. tu lo dovresti sapere il motivo, visto che lei ti dice tutto.- rispose lui.
-lo so, infatti. Però ho sentito solo la sua versione e ora vorrei sentire la tua.-
-devo proprio?-
-sì.- tono che non voleva obiezioni o proteste.
-mi sono comportato da codardo, non ho voluto partecipare con lei alla gara di ballo e ora che ho sentito l'annuncio mi sento un'egoista ad essere sollevato perché non la farà.- cominciò.
Ino lo interruppe:
-Inoltre, dimmi se sbaglio... sei geloso di Albert.-
Naruto arrossì e ridacchiò.
-un po' in effetti.- confessò nervoso -ma da poco. È solo da poco che li vedo più intimi.-
-per forza sono più intimi. Se fai un ballo di coppia, è ovvio che gli sfioramenti ci siano.-
Naruto rimase stupito da quella frase e iniziò a salirgli sempre di più l'ansia.
-Ino.. mi stai dicendo che Sakura-chan e Albert, insomma.. potrebbero..- prima che terminasse la frase, gli arrivò un nocchino in testa da parte di Shikamaru:
-stupido! È ovvio che Ino non intendeva in quel senso. Lei intendeva i contatti più semplici, come quello delle mani, o delle spalle.. etc etc.-
-esatto.- concordò Ino -però, se tu non ti muovi a scusarti o a fare qualcosa per riprendertela, queste piccolezze intime potrebbero diventare sempre più grandi e a quel punto avresti perso Sakura.- precisò.
Avevano ragione, doveva fare lui il primo passo e andare a parlarle. Dirle come si sentiva e quanto tenesse a lei, e soprattutto dirle che non apprezzava che Albert le girasse così intorno. Doveva semplicemente essere sincero con se stesso e con lei.
-avete ragione ragazzi, stasera le parlerò.- sorrise -grazie dei consigli.-
-si è quasi fatta ora di cena, che dite se ci avviamo?- propose Ino.
Lee era d'improvviso diventato pensieroso, come spesso capitava ultimamente, e le energie che di solito sprizzava si erano assopite da qualche giorno a questa parte.
-sopracciglione! Tu che pensi di fare?- domandò Naruto, scuotendolo.
-ah! Ecco.. voi andate pure, io devo fare una cosa prima.- annunciò -ci vediamo più tardi a cena.- seguì, uscendo dalla sala sotto gli occhi perplessi dei tre.
-è proprio strano in questi giorni.- commentò annoiato Shikamaru.
-in effetti, lo conosco poco rispetto a voi, però sembra anche a me che ci sia qualcosa che lo tormenti.- si unì Naruto riflettendo -di solito è sempre pieno di energie, però mi sembra un po' spento e ora che l'ho guardato meglio, mi pare di avergli visto anche le occhiaie.- pensò ad alta voce, Ino.
-lasciamo stare, andiamo a mangiare.- concluse Shikamaru.
-Naruto, mi raccomando... dopo cena parla con Sakura!- gli fece l'occhiolino Ino e Naruto alzò il pollice sorridendo.
-ci separiamo qui. A dopo ragazzi, e grazie!- li salutò e si divisero a metà strada.



 
******


Rientrando in camera dopo cena, Sakura, vide nella bacheca della sua cabina un foglio attaccato con un invito e notò che anche tutte le altre cabine ce l'avevano.
Lo prese in mano e lo lesse, scoprendo che domani sera dopo la tappa a La Valletta, ci sarebbe stata la festa Hawaiina e la cena si sarebbe svolta a Buffet nello spazio dedicato alla piscina e agli idromassaggi.
Non aveva idea di come doveva essere l'abbigliamento per quell'evento e così decise che avrebbe chiesto a Ino che di moda se intendeva di certo più di lei.
Prima che potesse allontanarsi dalla sua cabina e cercare Ino per alcuni consigli, avvertì una voce che le riscaldò il cuore:
-Sakura-chan..- Naruto si era avvicinato a lei -senti.. mi vorrei scusare con te per il mio comportamento...- sembrava molto impacciato -lo so che non ho giustificazioni, sono stato un codardo a non voler gareggiare con te quando me l'hai chiesto. Sapevo che ci tenevi, eppure io ho fatto la scelta sbagliata.-
Per un attimo Sakura decise di perdonarlo, ma pensò che fosse troppo presto per cedere e così lo stuzzicò un po':
-facile venire a scusarsi dopo l'annuncio, vero, sig.Baka?-
-hai ragione Sakura-chan, anche questo è da codardi.- ridacchiò -però credo che anche se ci fosse stata la gara, alla fine sarei venuto lo stesso a cercarti per scusarmi.
Ti confesso che la tua vicinanza ad Albert mi rende angosciato e sapendo che avresti partecipato con lui, non so quanto l'avrei apprezzato.- arrossì sorridendo -insomma.. ho paura di perderti, e credimi se ti dico che è la prima volta che ne ho così tanta. Tu sei veramente importante per me, Sakura-chan.-
Improvvisamente, Sakura non se la sentì più di girare la parte dell'offesa per stuzzicarlo, ma arrossì quasi imbarazzata dalle parole di Naruto.
La dolcezza di Naruto era ciò che riusciva a scioglierla più di ogni altra cosa.
Si avvicinò timidamente a lui, appoggiò una mano sulla sua guancia e sorrise dolcemente, passando poi ad accarezzare i suoi ciuffi biondi scomposti sulla fronte.
-sei proprio il mio baka.- sussurrò teneramente -ti perdono. Alla fine anch'io credo di aver esagerato con te, non potevo costringerti a fare qualcosa che non volevi.
Pure il mio sarebbe stato un atteggiamento egoista, non pensi?-
-beh, però.. a me dispiace lo..-
Sakura frenò le sue parole posando il dito medio sulle labbra fini e morbide di Naruto -non scusarti più, è tutto a posto adesso.- lo tranquillizzò.
-grazie Sakura-chan.. sei fantastica!- esclamò felice e l'abbracciò forte, per poi lasciarla e unirsi a lei in un bacio appassionato che li tenne davanti al corridoio per qualche minuto imprecisato e solo dedicato a loro.

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Capitolo 13
*** a ritmo di Hula.. “Ops! Qualche bevuta di troppo” ***


Ciao a tutti!! lo so che è più di due mesi che non pubblico un cap di questa fanfic, e mi dispiace un sacco... ç_______ç ma solo ora ho trovato il tempo di andare avanti e poi ho deciso di pubblicare il capitolo oggi perché l'episodio di ieri dedicato a Karin mi ha fatto venire ancora più voglia di scrivere su di loro. ;D
Spero che, nonostante l'ennesimo ritardo, continuerete a seguire con piacere la mia storia :(. E soprattutto.. spero di non deludervi con questo capitolo.
Comunque, vi dico subito è incentrato più che altro su Sasuke e Karin, e al triangolo SuiKarinSasu. Ma ho ricreato un piccolo spazio anche a InoShika e alla amicizia tra lei e Sakura.
Purtroppo poco NaruSaku, e mi dispiace, ma rimedierò nel prossimo capitolo. Nel prossimo mi concentrerò di più anche sul "caso".
Spero di non deludermi, ma anche di divertirvi un po'!^^
E, importantissimo.. ci sarà una parte un po' spinta.. quindi, il capitolo passerà momentaneamente a segnalino rosso.
Per chi non se la sente di leggerla, vi invito a saltarla.

 


A ritmo di Hula.. “Ops! Qualche bevuta di troppo”

 

Arrivati a La Valletta, capitale di Malta, Naruto e Karin andarono ad organizzarsi per fare una gita sulla “Victoria Lines”: una grande valle in mezzo alla natura, con al centro un lungo percorso delle mura che costeggiava tutta l'isola, da poter fare con le biciclette, ovviamente con delle Bike sportive. Il Tour era programmato dalla “Celebrity Eclipse” e sia i due Uzumaki che Sakura e Ino, avevano deciso di farlo. Tuttavia, solo Naruto tra il gruppo sapeva che avrebbero partecipato anche Suigetsu e Sasuke perché, se Karin l'avesse saputo, avrebbe rinunciato alla gita pur di non incontrarsi con l'Uchiha.
Inutile dire che, quando Karin scoprì le macchinazioni del cugino alla vista di Sasuke Uchiha, si arrabbiò profondamente.
Ormai, però, il gruppo era formato e non poteva tornare indietro perché aveva già pagato.
Ino era sempre più triste, dato che per l'ennesima volta Shikamaru aveva rinunciato a partecipare con lei alla gita e Sakura stava iniziando ad essere fortemente seccata dal marito della sua migliore amica e, se egli non fosse corso ai ripari subito, si sarebbe preso una bella ripassata da parte sua.
Certo, di solito Ino era piuttosto intraprendente da quel punto vista, non aveva bisogno che qualcuno prendesse le sue difese, e sapeva farsi rispettare; però, la scoperta della gravidanza e il “non detto”, la stava limitando dal reagire normalmente.
-Sakura-chan.. c'è qualche problema?- domandò Naruto, affiancandosi a lei prima di salire sulla sua bike nera.
-hai paura ad andare in bici? Pensi di non farcela ad affrontare il percorso perché troppo lungo?- continuò.
-no, non è questo. In realtà è che sono preoccupata per Ino, Shikamaru non fa altro che farla arrabbiare.- spiegò brevemente.
-In effetti credo anch'io che stia esagerando, capisco se Ino ne soffre.-
Sakura non rispose.
-ma credo che noi non dovremmo metterci in mezzo, sono problemi loro e dovrebbero parlarsi di più per comprendersi meglio.- continuò Naruto.
-sono d'accordo. Però mi spiace vedere Ino così, d'altronde è la mia migliore amica.-
-cerca solo di restarle accanto, Sakura-chan, e se ti chiede consigli aiutala e incoraggiala.-
La ragazza sorrise affettuosa, ascoltando quelle parole: Naruto era proprio un bravo ragazzo.
-signori, siete tutti presenti? Possiamo partire per il giro turistico?- la guida del tour interruppe la conversazione tra Naruto e Sakura, e attirò l'attenzione dei presenti.
-vedrai che sarà una bella gita!- alzò il pollice Naruto e iniziò a pedalare seguito da Sakura.


 
*****


Sasuke e Karin erano nel gruppo più avanti e dietro di loro si trovava Suigetsu che, come al solito, flirtava con una ragazza.
A Sasuke, però, non erano sfuggiti gli sguardi ammiccanti che di soppiatto lanciava alla figura di Karin e specialmente al suo fondoschiena ricoperto da un paio di shorts color verde militare (che parevano più culottes sportive), seduto sul sellino della bici: quella donna non aveva alcun pudore, mostrava il suo “belvedere” senza alcun ritegno e finiva per attirare gli sguardi di una serie di uomini affamati dietro di lei, oltre che quello malizioso e voluttuoso di Suigetsu.
Certo, lui non era da meno dato che stava facendo la stessa cosa; però, quello che lo infastidiva di più, erano soprattutto gli occhi che Karin richiamava su di lei senza che se ne rendesse minimamente conto e si sentiva geloso, poiché voleva essere l'unico a gradire di tale vista.
In questo modo era fin troppo libertina per i suoi gusti e la sua spregiudicata noncuranza lo irritava.
Nel frattempo che attraversavano la valle contornata di verde e gravida di fiori sbocciati e colorati, decise di aumentare a pedalare per raggiungerla:
-ehi!- si affiancò a lei.
-Sasuke.- sospirò seccata.
-sai che stai attirando gli sguardi di tutti? Lo fai apposta?-
-di che stai parlando! Sei scemo?- appunto, lei non se rendeva conto.
-no. Sto parlando della tua postura sulla bici e delle tue provocanti culottes.-
-la mia posizione sulla bici? Guarda che sto come tutti.-
-no.. sei nella posizione ideale per attirare sguardi.- ripeté infastidito.
-si può sapere che vuoi? Perché devi sempre criticarmi ogni cosa? Parla chiaro una volta per tutte!-
-parlo sempre chiaro.- ribatté.
-no, non lo fai mai. Sfrutti ogni scusa ed ogni occasione per nascondere ciò che vuoi veramente.-
-può essere..- ammise, guardando le mura davanti. -ma ciò che voglio non lo posso avere.-
C'era frustrazione in quella voce, Karin lo notò, ma non voleva illudersi che per la prima volta Sasuke stava dicendo quello che pensava veramente, soprattutto perché nemmeno lei poteva avere quello che desiderava. Lo sapeva benissimo.
Fece finta di non capire.
-cosa intendi?-
-non fingere di non aver capito, Karin.-
-come sempre non parli mai chiaramente.- replicò irritata, pedalando più veloce e distaccandolo.
Sasuke la inseguì nuovamente e in poco tempo distaccarono il gruppo e la guida; quest'ultima, accortasi della loro separazione, li richiamò all'attenzione:
-ehi! Voi due laggiù, rallentate!- gridò in inglese.
Karin frenò bruscamente e Sasuke non fece in tempo a bloccarsi prima di andarle addosso: i due cascarono per terra, uno sopra l'altro, le loro iridi a pochi centimetri di distanza e le loro labbra quasi si sfioravano. Per un attimo il tempo si fermò e i due si guardarono intensamente.
-sei pazza? Guarda cosa hai combinato a frenare così di colpo.- fiatò Sasuke, sciogliendo la tensione ma non alzandosi da sopra di lei.
-diciamo che non ti dispiace, eh Sasuke? Sennò a quest'ora ti saresti già alzato da sopra di me.- disse con espressione beffarda. -e comunque è colpa tua che non hai frenato in tempo.- aggiunse.
-tsz.. non dire assurdità!- sbottò aspro. -e non mi dispiace solo perché sei una donna come tutte le altre. Niente di più. Non farti strane idee.-
-questo significa che credi che sia bella?- domandò sorpresa, trattenendo un ghigno compiaciuto.
-purtroppo lo sei.- distolse gli occhi dal suo corpo per tentare di controllarsi. -Però sei anche fin troppo irritante e insopportabile.- ribadì.
Detto questo, con estremo sforzo, si alzò da lei: non poteva perdere il controllo mentre era in mezzo a tutti o la sua reputazione avrebbe fatto una brutta fine.
-cercate di stare più attenti, signori, e seguite le mie indicazioni.- li riprese la guida, severa.
-ci perdoni.- disse Karin, alzandosi da terra e risalendo sulla bici.
-signorina, s'è fatta male al ginocchio. Sta sanguinando.- notò la donna, rovistando nel suo marsupio per tirare fuori disinfettante e bende. -si disinfetti o la ferita peggiora.- suggerì, passandole tra le mani l'occorrente. Sasuke buttò gli occhi sul ginocchio sanguinante di Karin.
-tsz.. che stupida donna! Vedi a indossare delle minuscole culottes?-
-taci Sasuke. Mi sarei fatta male anche con dei semplici pantaloncini, in questo caso non c'entra l'abbigliamento. Sei solo tu che non riesci a distogliere lo sguardo dal mio sedere, tutto qui.-
Da dietro avvertirono una risata diabolica, che ovviamente apparteneva a Suigetsu.
-Sasuke.. sei un coglione! non riesci proprio a non farti notare e ad avere l'astuzia di goderti il “belvedere” di una donna, senza che lei se ne accorga. Sei così inesperto in fatto di donne!- lo provocò il suo coinquilino. -anzi.. non ci sai proprio fare con loro.-
Sasuke lo fissò gelido.
-nessuno ha chiesto la tua opinione, Suigetsu. Inoltre, non hai il diritto di parlare dato che facevi lo stesso.- replicò.
Karin alzò la schiena dopo essersi disinfettata e li guardò entrambi:
-siete solo due maiali, imbecilli.- asserì infastidita.
-chiudi quella bocca, che sei tu che fai la “maiala” e ci provochi con il tuo vestirti vistosa.-
Un violento ceffone colpì il volto di Suigetsu.
-verme!- gridò furiosa -non accusarmi di fare la “maiala” quando siete voi che mi fissate come due affamati di sesso.-
La guida, che si trovava in mezzo a quella discussione non comprendendo molto cosa dicevano, decise di fermare il litigio:
-calmi, signori. Ripartiamo con calma, d'accordo?-
Tutti seguirono le indicazioni della donna e montarono nuovamente sulle biciclette.
Sasuke indugiò su Suigetsu che stava pedalando con una mano sola e con l'altra teneva la guancia rossa e indolenzita:
-che donna “indomabile”.- sogghignò divertito -me la voglio scopare.-
Sasuke si irritò a quell'affermazione e cercò un modo per fargli abbassare la cresta:
-penso che dopo quello che le hai detto, avrai poche speranze.- commentò, infatti, soddisfatto.
Karin non l'avrebbe perdonato facilmente per averle dato della “maiala” davanti a tutti e lui adesso aveva la strada più spianata rispetto a prima. Ghignò compiaciuto.
-è inutile che fai quell'espressione soddisfatta, Sasuke.. guarda che lei adesso ce l'ha anche con te visto che non l'hai difesa quando l'ho accusata di essere una “maiala”.-
Effettivamente, ora che ci pensava, era probabile che Karin ce l'avesse pure con lui.
-peccato che il ceffone te lo sei “beccato” tu.- ribatté, ignorando il suo commento.
Si sarebbe dovuto scusare?
Figurati se lui si sarebbe mai scusato con lei.
Non aveva né detto né fatto niente, non c'era assolutamente bisogno di scusarsi con Karin. E, oltre tutto, era vero che lei si divertiva a provocare gli uomini con la sua eccentricità e il suo abbigliamento indecente_anche se le stava bene, la rendeva ancora più speciale e sexy_. Scosse la testa turbato da quel pensiero; in ogni caso, non si sarebbe scusato affatto. Non era da lui abbassarsi a tanto.
-il suo ceffone è stato eccitante. Vedrai che sarà mia! Questa volta, se non ti sbrighi a prendertela, te la porterò via. Mi piace quella donna, vale più di molte altre.- dichiarò Suigetsu.
Quella era una sfida?
Sì.. era decisamente una sfida che gli aveva appena lanciato il suo coinquilino.
Non aveva intenzione di cedergli Karin.
-avevo capito che da un po' ti interessava, visto come le ronzavi intorno ultimamente.- disse infastidito a Suigetsu. -prenditela pure se ci riesci. Per ora, però, sono io quello in vantaggio.-
-è vero, sei tu quello che per ora è in vantaggio.- ammise Suigetsu. -ma non ci sai fare con le donne e hai diversi vincoli per via del motivo per cui sei su questa nave da crociera; lo stesso vale per Karin.
Io sono libero, non ho da risolvere nessun caso, e posso scoparmi chi voglio grazie alle mie infallibili tecniche di conquista. Sai quante donne mi sono portato a letto da quando sono salito? Almeno 7 e Karin non farà eccezione!- esclamò fermo. -inoltre, sappi che il mio interesse per lei supera la semplice scopata: come ho detto, mi piace e la voglio come donna.-
Era la prima volta che Sasuke vedeva Suigetsu così risoluto nelle sue scelte di donne e questo iniziò a preoccuparlo: se continuava in questo modo, scappando, Suigetsu glie l'avrebbe davvero fregata.
In ogni caso, non poteva farsi battere da lui.
-ma Karin è attratta da me.-
-vero. Ma stai perdendo troppo tempo con lei. Se proseguirai così, si scoccerà.-
Non sopporto gli uomini indecisi”.
La frase che Karin gli aveva ripetuto tutte le volte che perdeva il controllo con lei, gli tornò in mente dopo la frase finale di Suigetsu.
-...si scoccerà e cederà alle mie avance.- concluse il suo coinquilino, convinto.
-staremo a vedere. Sappi che quando voglio una cosa la ottengo.- lo minacciò l'altro, non sapendo davvero più che dire.
-certo, vediamo se ci riuscirai anche in “ambito di conquiste”.-
Detto questo, la loro discussione terminò e ambedue si concentrarono sul tragitto davanti a loro.


 
*****


Sakura, dopo aver fatto una bella doccia, si incontrò con Ino davanti al parrucchiere della nave da Crociera: si erano trovate lì per poter andare nel negozio di vestiti “Hawaiani” per la festa che ci sarebbe stata quella sera a bordo piscina.
Quando la ragazza raggiunse Ino, notò subito che c'era qualcosa che non andava in lei: era pallida e sembrava parecchio affaticata.
Sakura pensò che la gita in bici l'avesse devastata troppo, specialmente perché era una donna incinta.
Infatti, quando quella mattina erano andate dalla guida per pagare il Tour, aveva ampiamente sconsigliato_come medico_ad Ino di iscriversi per via delle sue condizioni, ma la ragazza aveva insistito per farlo perché, se non lo faceva, Shikamaru avrebbe iniziato a sospettare che ci fosse qualcosa di strano e per nascondergli ancora la gravidanza si era costretta a unirsi alla gita di gruppo.
Sakura aveva insistito per un altro po', ma vedendo che non c'erano speranze di ottenere un “ritiro” aveva deciso di smettere.
Però se lo aspettava che sarebbe andata a finire così, aveva faticato troppo a pedalare e ora era debole e stanca.
-Ino.. corri immediatamente in infermeria!- fu la prima cosa che le disse arrivata davanti a lei.
La ragazza rispose con perplessità:
-sto bene Sakura... non rompere.-
-no, non stai bene. Non mi inganni, sono un medico.. lo sai? E il mio intuito di medico mi dice che, se non prendi dei ricostituenti o qualche vitamina, nel giro di pochi minuti cadrai a terra.-
-non posso andare in infermeria, Sakura: Shikamaru lo verrebbe a sapere e poi scoprirebbe della gravidanza prima che sia io a dirglielo.- protestò.
-tanto prima o poi dovrai dirglielo. In più.. sono sicura che, per il poco coraggio che hai di fronte alla tua situazione attuale, non riusciresti a dirglielo prima che la forma del ventre diventi evidente.-
Le sue parole risultarono dure, ma non sottovalutare i problemi fisici delle persone faceva parte del suo lavoro e in quell'ambito nessuno poteva batterla: era l'unica cosa in cui riusciva bene.
-ma ti devo aiutare a scegliere i vestiti per stasera!-
Sakura sospirò stancamente:
-ascoltami Ino, non sono una bambina.. me la so cavare da sola e non ho bisogno che anche la mia migliore amica mi faccia da mamma prima di farlo a suo figlio/figlia.
Vuoi perdere il bambino per caso? Se non è questo che voi, allora muovi il culo e vai in infermeria a sentire cosa dicono!-
-ma non puoi controllarmi tu?- mise il broncio.
-no, io sono il medico privato del Sig.Hatake e non sono né una ginecologa né un'ostetrica.-
-ma nemmeno in infermeria ci sono medici specializzati..- replicò nuovamente.
-ci sono tutti i possibili medici e i soldi non ti mancano, quindi vai senza discutere.-
-uff.. sei una “piaga”, Fronte Spaziosa.- disse_fintamente_seccata.
-e tu sei una codarda, Ino-pig.- la fissò severa.
-come farò con Shikamaru appena lo saprà?- era spaventata.
-un buona scusa per affrontare l'argomento prima che la pancia cresca.- rispose semplicemente Sakura. -vedrai che Shika sarà felicissimo. Però aspettati che inizialmente si arrabbi, dato che non glie l'hai detto subito. Tuttavia, sono sicura che alla fine capirà i tuoi motivi.-
Ino non sapeva cosa dire, così si strinse in un leggero sorriso.
-ti accompagno. Mi sento più tranquilla se lo faccio.- ricambiò il suo sorriso.
-come fai con la festa Hawaiana?- domandò mentre entravano nell'ascensore.
-non è ancora iniziata e alla cena manca più di un'ora, vedrai che riuscirò a trovare quello che mi occorre per essere in tema con la festa.- le fece l'occhiolino.
-mi dispiace..- sussurrò.
-di che ti scusi? Siamo migliori amiche, no?-
-hai ragione! Grazie!- scoppiarono a ridere all'unisono.
-quando avrai finito in infermeria, fammi sapere com'è andata.- disse Sakura.
Ino annuì. -chiama Shika per me, se vuoi, vedrò di trovare il coraggio di affrontarlo. Deve sapere che sono in infermeria o sennò mi darà per dispersa.-
-certo, te lo chiamo appena torno su.- affermò.


 
*****


In serata, poco prima che festa e cena a bordo piscina iniziassero, Karin aveva trovato nel negozio Hawaiano l'abbigliamento ideale per quell'evento e lo aveva appena indossato.
Si trovava nella sua cabina assieme a Naruto, già ben vestito con camicia Hawaiana a fiori giallo canarino, arancioni e bianchi e pantaloncini (che facevano anche da costume) abbinati.
Aveva i primi tre bottoncini della camicia sganciati e si intravedeva il suo bel petto muscoloso.
Sakura sarebbe sicuramente impazzita alla vista di suo cugino, che era pure bello abbronzato, così sexy.
Lei, come cugina, non doveva fare certi pensieri su di un suo parente ma doveva ammettere che Naruto era un ragazzo davvero attraente, anche se non ci avrebbe mai fatto nulla di particolare.
Lo vedeva semplicemente come un fratello, come una persona a lei cara, l'unica forse, che aveva.
-Karin.. complimenti, sei davvero sexy vestita così!- si congratulò Naruto.
-non c'è male neanche per te, baka.- le fece l'occhiolino. -Sakura impazzirà!-
Naruto arrossì imbarazzato. -speriamo, cugina..- si grattò la nuca.
-fidati.- ripeté sbrigativa.
-a proposito... mi spieghi cos'è successo questa volta tra te e Sasuke?-
Karin si irrigidì subito a quella domanda.
-le solite cose. E' solo un idiota. Non capisce nulla.-
-ti ha offeso?- chiese.
-no, non proprio.. ma Suigetsu sì e, visto che Sasuke non ha negato, è come se l'avesse fatto silenziosamente anche lui.
Così non si può andare avanti, mi sto stancando del suo atteggiamento lunatico e contrastante.- spiegò seccata. -Quell'uomo è senza speranza.-
Si sedette pesantemente sul letto e cercò di trattenere la rabbia di spaccare la faccia a Sasuke.
-non è il tipo da prendere le difese degli altri.- lo giustificò Naruto.
-neanche quelle della donna che vorrebbe portarsi a letto?- sbottò acida, incrociando le braccia.
-neanche quelle. Ma, se lo conosco bene, si scuserà con te per convenienza.-
-sai che felicità, allora. Ricevere delle scuse solo per “convenienza”.. patetico!-
-diciamo che per lui fare delle scuse per “convenienza”, vuol dire dimostrare di tenere molto a quella persona e di avere paura di un suo rifiuto.- specificò suo cugino.
Karin scoppiò a ridere sarcasticamente.
-è proprio un tipo contorto.- commentò in tono tagliente.
-come te, cugina. E, di conseguenza, anche i vostri gusti e modi di fare sono contorti. Ecco perché credo che vi completate a vicenda.- ridacchiò.
-eh smettila con questi discorsi sdolcinati, lo sai che mi fanno venire il diabete!- esclamò alzandosi dal letto bruscamente. -invece di parlare di quel cretino, diamoci una mossa ad andare a cena.-
Naruto sospirò rassegnato: nessuno dei due voleva ammettere quanto si piacevano.


Arrivati nell'immensa terrazza con il bordo vasca e le poltroncine bianche, notarono che era piena e tanto tanto colorata: era ornata con nastri, intrecci, fiori tropicali e colorati.
La musica era accesa e mandava degli ultrasuoni, riprodotti da dalle casse, di musica Hawaiana.
Gente era seduta sulle poltroncine e si gustava l'aperitivo “apricena”.
Ogni bicchiere era decorato con ombrellini, frutta tropicale e cocktail sgargianti e multicolori, dai vari sapori e gradi alcolici.
Altri erano seduti o sul bordo piscina, oppure sui lettini.
Tutti indossavano abiti a tema, adatti alla serata, e avevano sotto il costume per fare il bagno in piscina.
Delle persone sedavano su dei materassini galleggianti sull'acqua e nel frattempo bevevano la loro bibita scelta e si godevano “la pacchia” che solo una nave da Crociera poteva dare.
-è proprio una festa Hawaiana.- si guardò attorno, Naruto, divertito dall'allegra e tinta atmosfera.
-già.- Karin si sentiva diversi sguardi addosso e questo la infastidiva, ma anche Naruto non era da meno visto che attirava occhiate di diverse ragazze.
-gli altri non sono ancora arrivati, a quanto pare.- notò Naruto.
-meglio così. Non ho voglia di vedere quei due imbecilli.-
Anche se poter osservare le persone coinvolte nel caso, sarebbe stato l'ideale per quella serata.
Però, a quanto pare, ancora nessuno degli indiziati era arrivato.
Ecco che finalmente alcuni volti conosciuti fecero la loro entrata e la prima persona che Karin notò tra di essi era Lee, che pareva alquanto intimorito, e anche appena lo sfioravano senza farlo apposta sussultava quasi “scottato”. Lo osservò attentamente, cercando di cogliere ogni suo gesto o movimento strano, ma il ragazzo sembrava solo molto impaurito.
Quella sera si sarebbe divertita, però da domani avrebbe ricominciato con gli interrogatori e sicuramente Lee sarebbe stato tra i primi interrogati: da un po' il suo atteggiamento spontaneo, energico e reattivo sembrava essersi dissolto ed ora era diventato fin troppo sospetto.
Tuttavia, l'assistente del sig.Hatake non era il solo che avrebbe voluto interrogare per primo, ma anche i coniugi Tsushi, la signorina Nohara e il Sig.Hatake.
Distolse per un attimo lo sguardo da Lee Maito e tornò a guardarsi intorno: ancora nessuna traccia di Sasuke e Suigetsu.
-Karin.. è arrivata Sakura-chan, la raggiungo!- la voce emozionata di Naruto la distrasse un attimo, poi lo vide allontanarsi e raggiungere Sakura che pareva un po' spaesata.
-eccoti qui!- esclamò la voce insinuante di Suigetsu, poggiandole un mano amichevole sulla spalla.
-idiota!- grugnì. -sbaglio o ti avevo detto di starmi alla larga?-
-certo, ma non vuol dire che devo seguire per forza il tuo consiglio.- ghignò. -e poi vestita così sei davvero sexy, credi che mi lascerei sfuggire una tale bellezza?- la fissò ammiccante.
-vattene Suigetsu! Adesso sono impegnata.-
-dai! Lascia che ti offra un cocktail per farmi perdonare per oggi pomeriggio.- tentò sorridendo.
-è inutile, non ti perdonerei comunque.- disse aspra.
Detto questo, lo lasciò in mezzo agli altri passeggeri e si diresse al buffet ripieno di stuzzichini riempiendosi di patite, snack e vari antipasti nella speranza di scaricare la tensione e il nervosismo.
Però Karin non sapeva di essere osservata intensamente, da lontano, da due occhi penetranti e corvini.



 
*****


Sasuke era arrivato a bordo piscina assieme a Suigetsu, poi si era distaccato da lui perché non ne poteva più di sentir parlare quest'ultimo di Karin e della sua futura conquista.
Suigetsu si era decisamente montato la testa e, se lui non faceva qualcosa, sarebbe riuscito nel suo intento con Karin lasciandolo come uno scemo a cercare di lenire il suo desiderio e la sua profonda attrazione nei confronti di quella donna.
Così, nel tentativo di interrompere i suoi pensieri, si era diretto a versarsi qualche alcolico in modo da pensare solo a divertirsi.. ed era proprio lì che l'aveva vista, sexy come non mai: Karin Uzumaki indossava solo la parte sopra del costume di un rosso provocante e la sua snella figura era risaltata da una gonnella stile Hawaiano con le tipiche frange, di colore argentato e brillava alla luce soffusa del bordo piscina.
Fu in quel momento che avrebbe tanto voluto toglierle i vestiti.
Lei non sembrava averlo notato, ma lui l'aveva vista ingoiare almeno tre cocktail diversi.
Lui non era stato da meno dopo aver goduto di quella visione, perché aveva buttato giù diverse bevande di un tasso alcolico non calcolato e la testa stava iniziando a girargli vorticosamente ancora prima di cenare. Probabilmente, l'eccitazione e l'euforia provocate dall'alcol, l'avevano spinto ad avvicinarsi a Karin rompendo il muro che aveva volutamente alzato per allontanarla.
Vedeva il volto della donna leggermente annebbiato e la testa continua a girargli fortemente, ma questo non gli impedì di attirare la sua attenzione:
-Karin.- ghignò avvicinandosi quasi provocante alla donna.
Anche Karin, senza dubbio, non era completamente sana data la quantità di alcol ingerita.
-oh beh! guarda! Il grande Uchiha Sasuke è davanti a me!- esclamò ironica, con voce impastata, sfiorandole sensualmente il petto scoperto con le dita. -che vuoi?- sussurrò suadente.
Sasuke le afferrò la mano che continuava a scorrere lentamente lungo i pettorali scolpiti, prima che arrivasse nei paraggi del suo pube. -sei ubriaca fradicia.- constatò divertito.
-senti chi parla, imbecille.- fece un piccolo singhiozzo e portò i suoi “occhi da gatta”, languidi e attraenti, sulle sua labbra per poi risalire verso le sue iridi scure e magnetiche: uno sguardo che, nonostante lo stato brillo di entrambi, valeva più di mille parole e descriveva quanto fossero attratti l'uno dall'altra. Un'attrazione che non vedeva l'ora di essere assecondata.
In questo piccolo ma intenso scambio di occhiate, Sasuke non le aveva mollato la mano che continua a stringere con una stretta energica, come a non lasciarla più scappare.
-quanto hai ancora intenzione di rompermi le ossa del polso?- domandò barcollando.
-quanto lo ritenga necessario.- decretò. -e finché non sarai mia.- aggiunse: frase che, se non fosse stato ubriaco, non gli sarebbe mai uscita di bocca.
-non sarò mai tua.- biascicò lei, cercando di sciogliere la presa senza vera intenzione.
Tuttavia, appena Sasuke vide avvicinarsi Suigetsu, d'istinto si staccò da lei.
Karin, a quel punto, ne approfittò e tutta barcollante annunciò:
-vado in bagno a sciacquarmi il viso, mentre voi due “porchi” discutete per me.-
In realtà forse nemmeno lei sapeva cosa aveva effettivamente detto e il giorno dopo ambedue avrebbero avuto alcuni vuoti di memoria.
Però fu proprio questo pensiero che lo risvegliò: visto che tanto avrebbero dimenticato tutto, tanto valeva approfittare di quell'occasione per portarla a letto.
-l'hai fatta scappare di nuovo, Sasuke?- lo provocò Suigetsu, notando la figura di Karin ciondolare.
Sasuke gli lanciò un'occhiata seccata e gelida, senza rispondere, e rincorse Karin: nemmeno le battute e le provocazioni di Suigetsu l'avrebbero fermato, quella sera Karin sarebbe stata sua prima di finire tra le braccia del suo coinquilino.
Con grande fatica, visto che gli girava la testa paurosamente, bloccò Karin che rimase scioccata.
-ancora tu?- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
-ti voglio. Ora.- affermò schietto.


 
*****



-ti voglio. Ora.- quelle furono le parole che a Karin sembrò di udire, dando la colpa all'alcol e pensando di aver sentito male, ma che tanto valeva crederci dato che la razionalità aveva lasciato il posto al desiderio e all'euforia accentuata dai cocktail che si era scolata.
Sapeva di essere brilla visto che sentiva la testa trasfigurata in una trottola e si aspettava che il giorno seguente avrebbe avuto immagini di quella sera completamente sfuocate e, se possibile, anche immaginate (quando sei ubriaca tutto è possibile); dunque Karin, perché non lasciarsi andare?
In quel momento le sembrava la cosa più giusta e sensata da fare.
Intanto, dal bordo piscina, i balli a ritmo di Hula risuonavano nelle sue orecchie e la gente aveva iniziato a danzare facendo anche il limbo.
A Karin parve di essere in un mondo sconosciuto e, un po' per l'atmosfera surreale e un po' per via dello stato sbronzo, smise di farsi congetture e si buttò su Sasuke avvolgendo le gambe attorno ai suoi fianchi. Sasuke la resse per il sedere e chiamò l'ascensore infilandosi dentro con lei rispondendo ai suoi baci ardenti.
Fortunatamente gran parte dei passeggeri era alla festa Hawaiana, per cui non incontrarono nessuno all'interno dell'ascensore, se non nel corridoio diretto alla camera di Sasuke, ma nessuno ci fece molto caso dato che avevano tutti altro per la testa.
Nel giro di pochi secondi furono dentro la cabina di Sasuke e quest'ultimo scaraventò Karin sul letto iniziandola a spogliare con foga incontrollata e lei fece lo stesso. Il tutto in un silenzio condito solo dal rumore dei loro baci appassionati, dai loro gemiti mischiati in simbiosi, dai ritmi complici dove Sasuke si muoveva dentro di lei, che lo seguiva in sintonia, mentre i due bacini combaciavano caldi.
Sasuke scese a riempirla di baci infuocati, dalle sue labbra carnose al suo collo, alle sue spalle e fino alle sue piccole perle candide e turgide. Pelle contro pelle. Karin si lasciò amare, assaggiare, godendo di quel momento che presto non sarebbe stato più così nitido e vicino, ricco di sensazioni forti e dolcemente mordaci, e si stringeva a Sasuke con la passione più viva e peccaminosa.
Quando finalmente lei raggiunse l'orgasmo, che la portò in un paradiso proibito e sferzante, lui la seguì poco dopo lanciando un gemito forte ed estremamente appagato.
I due stravolti, sudati e beati si addormentarono poco dopo.
In quel momento consapevoli che appena si sarebbero svegliati, quella notte non sarebbe stata così preziosa e meravigliosa come l'avevano appena vissuta e anche il ricordo che, per una volta, si erano lasciati andare al picco massimo del piacere, seguendo l'istinto.



 
*****


Nel frattempo, alle 1.00 di notte, Ino era ancora in infermeria e non c'era nessuna traccia di suo marito.
Cosa si aspettava? Sfaticato e al tempo stesso impegnato com'era, non sarebbe mai corso da lei neanche se fosse stata sul letto di morte.
Ovviamente, quella era una visione piuttosto pessimista di Shikamaru Nara e probabilmente non del tutto veritiera, ma in quel momento era l'unica cosa a cui riusciva a pensare, in quanto era profondamente scocciata. Ma ecco che finalmente suo marito apparve sulla soglia dello stanzino dalle federe e dai letti bianchi tipici degli ospedali e degli studi medici.
La sua espressione contrariata ma soprattutto arrabbiata, diceva tutto: Shikamaru aveva appena scoperto della sua gravidanza e i fogli medici che aveva in mano erano sicuramente i suoi esami.
-Ino.- cominciò duro -mi spieghi che diavolo significa questo?- scosse brevemente i fogli dalla mano e li buttò sul comodino di fianco al letto.
Ino lanciò una vaga occhiata ai suoi esami, che avevano nuovamente confermato la sua gravidanza.
-te l'avrei detto anche subito, se solo non fossi stato troppo impegnato a lavorare trascurandomi.- si giustificò lei, fissandolo rabbiosa e decisa.
Shikamaru sbuffò.
-e quando mai ti avrei trascurato?-
-sempre, da quando siamo saliti su questa nave.- affermò. -doveva essere il nostro anniversario per il primo anno di matrimonio, ricordi?- fece frustrata.
-ma ti avevo detto fin dall'inizio che sarebbe stato soprattutto un viaggio di lavoro.-
-certo, ma non pensavo che in confronto al tuo lavoro sarei diventata una “macchietta” inutile.-
-non sei una “macchietta”, Ino.- sospirò. -non era mia intenzione trascurarti.-
-però l'hai fatto, punto.- replicò.
-sì, ma questo non ti autorizza a tenermi nascosto che porti un “bamboccio” nel grembo da un mese praticamente.- ribatté fissandola.
-prima di tutto, quello che tu chiami “bamboccio” è anche tuo figlio.- disse aspra.
-appunto perché è anche mio figlio, dovevi dirmelo prima e non lasciare che lo scoprissi da solo.-
-hai ragione su questo.- concordò. -ma non so mai quando parlarti di cose serie.. o perché sei troppo impegnato con il lavoro, o perché sei nervoso e stanco, non fai altro che sbadigliare. Tutte le volte che sei con me sembra quasi che ti annoi oppure che non sei presente; quindi, quando avrei dovuto dirti una cosa così importante se mi sento in questo modo quando siamo insieme?-
Shikamaru alzò gli occhi al cielo sospirando, si avvicinò a Ino sedendosi sul lettino dove lei era distesa, e portò la sua mano da tecnico dell'amministrazione sulla guancia della ragazza accarezzandola piano:
-senti Ino.. mi dispiace che senza volerlo ti ho fatto sentire così sola. Purtroppo il mio carattere è un po' complesso, come sai, e tendo ad essere spesso annoiato e il lavoro mi distrugge.
Tuttavia, questo non vuol dire che tu devi temere di dirmi le cose, soprattutto se sono così importanti.-
Ino annuì, adesso più tranquilla, e abbracciò il marito con tenerezza.
Quando si staccò gli chiese:
-allora.. che ne pensi della novità? Come ti senti?- iniziò a preoccuparsi nuovamente.
-mh.. diciamo che sarà un'altra bella “bega”, ma un mini Nara che non assomiglia alla mamma potrebbe essere un buon complice.- fece un mezzo sorriso.
Ino scoppiò a ridere divertita e finalmente contenta che Shikamaru fosse felice della gravidanza. -mah.. speriamo che non mi diventi sfaticato/a come il padre!- esclamò.
Non vedeva l'ora di dare la notizia a Sakura: alla fine la sua migliore amica aveva ragione.



 
*****


Al dodicesimo ponte, a notte fonda e nel corridoio buio, due figure stavano parlando:
-come lo sai?- chiese la prima voce, gelida.
La seconda figura scosse la testa ansiosa.
-non dovevi farlo. Lo scopriranno prima o poi.-
-lo sai perché l'ho fatto.- rispose. -e sai anche che se lo meritava.-
-anche se fosse, c'erano mille altri modi per fare giustizia.- ribatté.
-ma quello era il modo migliore e più facile.- continuò. -terrai la bocca chiusa?-
La seconda figura non rispose, ma sarebbe stato difficile fare entrambe le cose: confessare o proteggere, in ogni caso il senso di colpa ci sarebbe stato.


 



 

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