Sweet Dreams, Tomi}

di JulsMorphine__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Remember - ***
Capitolo 2: *** Memories Fall To The Ground ***
Capitolo 3: *** A Little Pain ***



Capitolo 1
*** Prologo - Remember - ***


Avevo voglia di non pensarci più, ma d'altronde come evitare? Le circostanze erano pressocchè le stesse e tutto in un qualche modo si ricollegava a quella piccola spina che mi faceva ancora sanguinare. Era impossibile, anche volendo, e l'unica soluzione era cancellarlo, pretesa alquanto idiota per una come me, per una che nella vita non vuole che questo. Eppure pensare di vivere alla mia maniera equivaleva alla follia. Continuare a farsi male non è mai stato considerato propriamente sano. Soprattutto nelle mie condizioni. Perchè forse è vero, finita una storia se ne inizia un'altra, si gira pagina. Ma spesso e volentieri mi sono detta : E se la storia non fosse finita? Benne adesso, se vi è piaciuta commentate.^^

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Capitolo 2
*** Memories Fall To The Ground ***


1 Capitolo - Nella vita non ho mai preteso niente. Prendevo quello che mi capitava, mi sforzavo di credere e vedere che fosse la cosa, la persona o la situazione che stavo cercando. E mi sono sempre chiesta se infondo a quella innata felicità per un contentino che mi veniva rifilato ci fosse del vero, oppure no. ...Come ci sono finita ranicchiata in un angolo? Strofinai gli occhi con una salvietta struccante. Ti piaceva vedermi truccata bene, ma odiavi dormirmi accanto se non levavo "quell'ammasso di roba dalla faccia". Un po' mi sentivo stupida, sapevo che mi avresti amata ugualmente, acchittata o meno, ma ti invidiavo e volevo riempire quella mancanza che sentivo solamente quando mi eri accanto. Quella sera fortunatamente mi ero impegnata a mettere solo matita e mascara, quindi non impiegai molto tempo. Uscendo dal bagno spensi la luce e mi diressi verso il letto. "Hai fatto presto stasera.." Dicesti sfottendomi. Ti guardai di sbieco, e mi maledissi per non averti soffocato sotto un cuscino quando ne avevo l'occasione. "Amore, ma quanto sei simpatico?!" Dissi a denti stretti. Era strano come riuscissi ad infastidire anche me. Non ero una che si scaldava facilmente, ma avevo dei punti deboli, e tu questo lo sapevi bene. Con il tempo avevi imparato che uno di quei punti deboli eri proprio tu. Mai e poi mai avrei potuto immaginare di risponderti a tono. Ma la cosa che più di tutte mi aveva fatta perdere la testa di te, è che ne approfittavi. Non in modo subdolo e forse neanche coscientemente, ma lo facevi, e questo mi faceva perdere il senno. Ero pressocchè dipendente da te, mi rendevi schiava dei tuoi sogni e dei tuoi capricci, e ti odiavo per questo. Ti odiavo quando sorridevi. Ti odiavo quando parlavi. Ti odiavo quando mi guardavi. Ti odiavo quando suonavi, e ti odiavo quando non lo facevi. Odiavo il tuo modo di comporre brani, e le tue insicurezze appena accennate. Odiavo il tuo modo di mentirmi, e odiavo quando mi dicevi la verità. Odiavo il modo in cui strizzavi gli occhi, e odiavo quando storcevi il naso. Odiavo i tuoi sbadigli e odiavo i respiri affannosi la mattina. Odiavo l'amarti così tanto, ma più di tutto, odiavo il non odiarti neanche un po'. E mi spossava, perchè ogni volta che ci pensavo un nodo mi si stringeva stretto intorno alla gola. Sorrisi e tentai di non perdere l'equilibrio, mi avevi fatto un altro di quei tuoi sorrisi sghembi che mi mandavano lo stomaco in subbuglio e il cuore a mille. Mi sedetti sul letto per evitare di cadere. Soffocai una risata. Era strano averti accanto, sapere di possederti completamente e riuscire a sentirmi ancora male come la prima volta. Ripensandoci adesso potrebbe anche non nascermi un sorriso per tutti questi bei ricordi, e il primo impulso sarebbe quello di mollar la presa. Ma credo sia arrivato il tempo di accettare alcune cose piuttosto che girarci intorno, o addirittura fare finta che non esistano. "Amore, guarda che scherzavo" Mi scossi e tentai di metabolizzare in fretta. Gattonasti sul letto fino ad arrivarmi alle spalle per poi sussurrarmi "Micia, te la sei presa?" Digrignai i denti, e ricacciai indietro le lacrime. Ti amavo in modo assoluto. Non potevo ritrarmi a tutto questo e mi emozionavi. Mi creavi dipendenza e tanto, tanto dolore, perchè avrei dato il mio ultimo respiro per restituirti i ricordi che non avrei potuto sopportare. Sapevo che anche da morta sarei riuscita a tremare sentendoti ridere e il mio cuore immobile avrebbe battuto ancora ad ogni tua lacrima o parola. Mi feci forza e volta il capo di poco, trovandoti a distanza ravvicinata. Ero agitata e forse anche un po' matta. Ti sorrisi. Da quella posizione potevo osservare ogni tuo piccola fossetta o ruga d'espressione. "Ti amo tanto, sai, Tom?" Sussurrai contro il tuo volto. Afferrasti una mia spalla e mi spingesti indietro. "Voglio che non smetti mai di amarmi, qualsiasi cosa accada, amami sempre come mi ami ora" Ti carezzai una guancia paffuta. "Non smetterò mai"

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Capitolo 3
*** A Little Pain ***


Destra.Sinistra.Destra.Sinistra.Destra.Sinistra. è questo che faccio. Meccanicamente. Metto un piede davanti all'altro, perchè è così che mi hanno insegnato. è così che ho sempre fatto. E mi lascia un retrogusto amaro che mi fa credere che questo è solo un diversivo degli angeli per volare. Che nonostante tutto tu abbia solo smesso di camminare. Ma è solo la mia pazzia.è solo il risultato di tanto amore che mi rende matta. Forse perchè sono stanca, frustrata e probabilmente triste. Mi illudo che serva solo questo. Camminare senza una meta per una città che conosco nel subconscio e nei ricordi. Camminare per asciugare le lacrime. Camminare per cercare di non dimenticare quella che è una piccola ferita. E cercare invano un senso per un destino che ti ha portato via. Che la mente umana non può spiegare. E che forse non si vuole comprendere. Alzo la testa e ti cerco con lo sguardo. Mi illudo che mi stai pensando, ovunque tu sia, che mi stia guardando. No, l'amore è illudersi anche di questo. L'aria è fredda e il cielo e nero. Stringo le mani nelle tasche del cappotto,quasi potessero riscaldare oltre la pelle e il cuore. Adoravi i miei occhi,vero? Ti dispiacerebbe vederli così spenti. Ti dispiacerebbe sapere che il verde, che tanto adoravi, ora è un grigio. No, forse no. Forse fa più male a me. I morti se ne vanno è chi resta sulla terra che deve avere il coraggio di combattere. E io non ce l'ho. Mi guardo intorno. è Natale. Le coppie passeggiano strette,quasi il loro fragile lagame possa durare per sempre. C'è chi si tiene timidamente la mano, chi si avvolge in un caldo abbraccio e chi cammina un po' a distanza. E noi? Noi che ci siamo amati sempre indipendentemente da questo, indipendentemente se era giorno o notte, se faceva caldo o freddo. Noi che fine abbiamo fatto? A volte parlo con le tue foto e gli domando se davvero sei andato via. Non vado al cimitero, non chiedo e non apro il tuo argomento, mai , con nessuno, ma ti penso. Questo sempre. Ascolto una canzone dolce e cerco di ricordare solo ciò che di te mi ha fatto così amare fuori dalle regole e dai compromessi. Perchè è questo che ho fatto, ti ho amato fino a quando ogni tuo centimetro di pelle mi è stato fatto scivolare sotto le dita. E dirai che è stupido e immaturo torturasi per amore. Tu che non ci hai mai creduto. Tu che hai giurato di amarmi fino a quando un solo soffio d'aria fosse passato nel tuo corpo, fino a quando il cuore avesse pompato solo un centilitro di sangue. Te, amore mio, che hanno portato via quando non potevi già più muoverti. Tu che vivi in tuo figlio, in nostro figlio. Tu che gli hai dato i tuoi occhi e il tuo viso. Tu che gli hai dato la tua passione per la musica e l'arroganza. Ha un cuore grande, sai? Parla sempre del suo papà. Mi chiede se eri bello, se ti volevo bene e se un giorno smetterai di lavorare e tornerai a casa. Gli dico che il suo papà c'è sempre, anche se non lo sa. Gli dico che a volte se parla al cielo lo puoi sentire. Gli dico tante cose, Tomi. Tante che non ne tengo il conto. Ma una gliela ripeto sempre, che un giorno tu avrai mani per toccarlo e per insegnargli a suonare bene la chitarra. Sai, lo zio Bill non se la cava poi tanto bene. "Amanda!" Sento urlare. Mi volto distratta. No, non voglio sentirlo urlare il mio nome. Mi arriva stridulo, fastidioso, come lo sguardo vacuo che rivolgo a quel passato che mi ha dato tanto da penare. Ma bello, bello come solo una fiaba può concedersi di essere. "Amanda!" E se fosse tutta illusione? "..Ciao, Bill" è solo un pensiero, una sensazione trovarsi accanto tuo fratello. L'uomo che più sulla terra potrebbe salvarmi e uccidermi. Tu che mi parli e mi tocchi attraverso lui. La persona che più ti assomiglia. "Aspettami! Amanda!" E allora perchè vorrei non allontanarlo mai? Perchè ho così bisogno di lui? Gli tendo una mano. Si blocca e mi fissa con quegli occhi nocciola che mi hanno fatto innamorare di te. E in qualche modo mi dispiace parlarti di come mi affascina. Di come mi fa piacere quando mi abbraccia e mi sussurra quel debole "Andrà tutto bene" , che mi da la forza di crescere un figlio che abbiamo voluto in due. ",,dove stavi andando?" Domanda sorridendomi. Digrigno i denti. Perchè tutto questo? Perchè? "..anche io ho bisogno di pensare." Afferra la mia mano e la stringe forte. Un brivido mi sale lungo la schiena e mi costringe a voltare il capo. Lo sento irrigidirsi. "Ho paura, Bill" "Perchè dovresti averne?" Sussurra appena. "Perchè mi ricordi tanto lui." Ride e si avvicina un po'. Alzo la testa. "Sei bello struccato.." Muovo timidamente la mano sulla sua guancia. "..sembro solo più Tom." è il rimbombare di quel nome che mi uccide più di qualsiasi cosa. Sentirlo uscire da quella bocca che gli appartiene e il contrarsi e distendersi di quelle labbra che sono state anche le sue. Chiudo gli occhi, quasi a voler, per qualche istante, cercare di dimenticare il dolore che causa solo il tuo pensiero andante nella mia testa. Sento la sua mano calda sovrapporsi alla mia. "..non devo per forza essere Bill." Dice in un sorriso, come solo lui sa fare, uno di quei sorrisi ampi e raggianti. "Guardami" Mi intima afferrandomi il mento. Apro gli occhi. "Mi vedi?" "Si" Sussurro. "Sono qui e ci sarò fino a quando avrai bisogno di me, fino a quando avrai bisogno di Tom" Dice mentre una nuvoletta ghiacciata si diffonde nell'aria. Distolgo lo sguardo dal suo e abbasso nuovamente il capo. "Abbracciami, Bill! Abbracciami stretta!" Le sue braccia mi corcondano e mi chiudono in una morsa. Sento le lacrime scendere. "Sono qui..Non me ne andrò" E se fosse possibile continuare a vivere? Se fosse possibile vivere nell'amore delle persone che ci ricordano? "..ma non piangere più." Punto i miei occhi vitrei nei suoi. "Guarda" Dice puntando un dito al cielo. "Nevica.." Sussurro. "Nevica su Tokyo.." Mi corregge. "Attecchirà secondo te?" Domando. "Solo se gli viene permesso." Mi avvicino al suo viso. "Solo per ora, solo per quando la neve attecchirà. Permettimi, Amanda." Gli sorrido. "Fammi vivere, Bill.Fammi vivere di nuovo." Fa scorrere le mani sul mio viso e intreccia le dita nei miei capelli. Mi tira a se e mi guarda negli occhi respirandomi sul viso. "Buon Natale, Amanda" Sussurra prima di poggiare le labbra sulle mie. "Buon Natale, Bill"

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