Love Sank Deep Inside My Blood

di Dominil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** So Lonely With You ***
Capitolo 2: *** A Sweet Voice In The Park ***
Capitolo 3: *** Can you draw? No, I can't draw at all ***
Capitolo 4: *** Homophobia Is Gay ***
Capitolo 5: *** Losing Myself ***
Capitolo 6: *** My designer ***
Capitolo 7: *** A Surprise... For Me? ***
Capitolo 8: *** It's Over, I'm Sorry ***
Capitolo 9: *** Our Romance ***



Capitolo 1
*** So Lonely With You ***


I personaggi in questa storia non mi appartengono, gli avvenimenti narrati non corrispondono a verità e non scrivo a scopo di lucro.



CAPITOLO 1:
SO LONELY WITH YOU





Gerard P.O.V.


La stanza volge gradualmente nella penombra mentre io, seduto a questa scrivania da tre ore ormai, disegno qualcosa. che non so neanche io come definire.
La matita scorre velcoe sul foglio intrappolandi nella carta i personaggi che fino a qualche istante fa erano vivi solo nella mia testa. Poco tempo dopo sono costratto ad accendere la lampada da tavolo perchè Belleville viene inghiottita nell'oscurità della notte.
Alzo il viso verso la finestra, scrutando il paesaggio scuro e le poche luci accese nelle case accoglienti e... vive.
Volgo la testa prima a destra e poi a sinistra, abbracciando così tutto il mio monolocale vuoto e desolato.
"E' ora che ti trovi una ragazza." mi ripete sempre il mio fratello minore Mikey, che si è appena sposato.
Ha fottutamente ragione ma sembra che la ragazza giusta per me non sia stata ancora inventata.
Solo labbra superficiali hano incontrato le mie, e iridi vuote e meschine si sono specchiate nei miei occhi verdi...
Scaccio subito questi pensieri, gustando per qualche istante l'amaro che mi si forma in bocca ogni volta che rievoco queste immagini.
Abbasso lo sguardo per tornare a concentrarmi sui miei disegni. Appunto un po' la matita e ricomincio a disegnare.
Lo scontro della grafite sulla carta, è l'unico rumore che infrange questo agghiacciante silenzio.

Apro gli occhi di scatto, alzando il viso dalla scrivania e dai disegni. Il foglio si stacca dalla mia guancia con uno schiocco e mi stropiccio gli occhi assonnati.
Mi avvicino alla finestra e poi mi stiracchio, contemplando il cielo lattiginoso già rischiarato dal sole.
Guardo l'orologio appeso alla parete e mi accorgo che sono appena le otto e mezza.
Torno alla scrivania e inserisco i disegni su cui ho lavorato per tutta la notte in una cartelletta verde con l'elastico.
Vado in bagno per sciacquarmi il viso e per dare una sistemata ai miei capelli neri. Il riflesso di me stesso che mi offre lo specchio, non è certo uno dei migliori.
Devo smetterla di non fare altro che disegnare, ho bisogno di qualcuno che allievi la solitudine delle mie giornate.
Ingurgito un caffé sulla porta, per poi uscire e andare nella libreria in cui lavora Mikey a bordo della mia utilitaria rossa.
"Ehi Gee!" mi saluta mio fratello da dietro il bancone, vedendomi entrare.
Io ricambio con un gesto della mano e dopo essermi avvicinato, gli porgo la cartella.
Lui mi rivolge un ampio sorriso e comincia a sfogliare i disegni con foga ed entusiasmo.
"Wow." commenta. "Gee, basta negare. Devi assolutamente presentarli da qualche parte, non puoi rischiare di marcire nel tuo negozio di fumetti come commesso. Hai troppo talento."
Sento le guance avvampare così abbasso lo sguardo.
L'elastico della cartella scatta perciò Mikey deve averla richiusa,  risistemando i disegni dentro.
"Vado ad aprire il  negozio, sono già in ritardo." mormoro.


Frank P.O.V.

Una mano delicata sfiora la mia guancia, costringendomi ad aprire gli occhi. Lo faccio lentamente, per permettere alla retina di abituarsi alla luce dle sole che filtra dalle ampie finestre e dalle tende cremisi.
Una delle visioni migliori che potessi mai desiderare, mi appare davanti.
La mia fidanzata Jamia è china su di me e mi guarda con i suoi occhi grandi e un sorriso luminoso. Assumo la sua stessa espressione e poi alzo un po' la testa per baciarla.
"Alzati o farai tardi alle prove con i Leathermouth. Io intanto vado a preparare un po' di caffé." mi dice con voce dolce, per poi togliersi da me e sparire oltre la porta.
Quando sono in bagno, la sento già armeggiare con la moka. Alzo il polso e guardo l'orologio.
Uff, sono in ritardo per l'ennesima volta.  Se stamattina non mi muovo, i ragazzi mi uccideranno. Mi avevano già dato l'ultimatum.
Comincio a vestirmi senza far casp a cosa indosso e poi corro in soggiorno e apro la porta d'ingresso.
"Frankie, dove corri? Ti ho preparato la colazione..." dice Jamia dalla cucina.
"Scusa Sweetheart." rispondo. "Ma sono in ritardo!"
La sento ridere, prima di chiudermi la porta alle spalle.
Quando arrivo nello studio di registrazione, i ragazzi sono seduti tutti in circolo, pensierosi.
"Buongiorno!" esclamo allegro, destando la loro attenzione.
"Alla buon ora!" risponde Bobbia con un sorriso.
Io mi avvicino a loro, tentando di scrutare le loro espressioni.
"Che succede?"
"Abbiamo un problema. Non sappiamo a chi far disegnare la copertina del nostro primo album. Quelli che avevamo contattato sono tutti occupati." mi spiega il nostro batterista Steve, con tono grave.
"Ah." commento, improvvisamente preoccupato. "Non demoralizziamoci però, più tardi andrò a fare un giro e a fine giornata, avremo un disegnatore!" esclamo alzando un braccio.

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Capitolo 2
*** A Sweet Voice In The Park ***


2 Love sank deep inside my blood - a sweet voice in the park CAPITOLO 2:
A SWEET VOICE IN THE PARK



Gerard P.O.V.

La mattinata in negozio procede molto lentamente, sarà perchè non c'è nessuno.
Lancio uno sguardo alla mia cartelletta adagiata in un angolo nescosto del bancone. Forse non sarebbe poi tanto sbagliato presentarli da qualche parte, come mi suggerisce Mikey da anni ormai.
Immagino, socchiudendo gli occhi, di chiudere questo pidocchioso negozio dell'angolo di una stupida città del New Jersey, e visitare gran parte dle mondo con i miei disegni sotto il braccio.
Quando mi rendo conto dell'idea appena partorita però, scuoto la testa e sfilo da sotto il bancone una copia di X-Men, il mio fumetto preferito. Apro ad unaq pagina a caso e comincio a leggere per la milionesima volta l'episodio in cui Wolverine viene crocifisso.
Ad ora di pranzo ho ancora il fumetto sotto il naso. Solo quando finisco mi decido a chiudere il negozio per la pausa.
Mi fermo al primo Starbucks e vengo percorso da un tremore non appena entro nel locale caldo e accogliente. Il delizioso odore del caffé e delle bontà della pasticceria, mi solletica le narici e mi apre la bocca dello stomaco.
Mi avvicino al banco già con l'acquolina in bocca.
Cheesecake, bigné al cioccolato o cannoli alla crema?
"Cosa desidera?" mi chiede la bonaria e tarchiata donna di mezz'età da dietro il bancone.
"Un caffé e..." mi fermo dando un'occhiata obliqua al profilo della mia pancetta. E' tutta colpa sua se non ho una ragazza. "E una ciambella." concludo abbandonandomi alla meno calorica delle delizie.
Vado a sedermi ad un tavolino con il mio'pranzo' che mangiucchio distrattamente. Quando bevo anche l'ultimo sorso del mio caffé, ne ordino subito un altro che porterò a Mikey.
Esco dallo Starbucks a passo veloce e con la bevanda fumante tra le mani che riscalda la mia pelle colpita dal vento freddo.
"Gee, cosa ci fai di nuovo qui?" mi chiede mio fratello sorpreso, appena entro nella libreria.
"Scusa se ho pensato di portarti un caffé." rispondo acido, porgendoglio offeso il bicchiere.
"Dai fratellino... stai diventando acido come una vecchia zitella, lo sai? E comunque intendevo esprimere solo la mia sorpresa visto che a quest'ora dovresti essere in negozio."
Alzo il polso sinistro e, scorciando un po' la manica, guardo l'orologio.
"Hai ragione, dovrei essere lì." replico sconsolato. "Ci vediamo. Ciao." lo saluto dandogli una leggere pacca sulla spalla.
"Ah Gee, quasi dimenticavo... Ray ha preso i biglietti per un concerto che si terrà stasera." mi ferma Mikey, afferrandomi per un braccio.
Mi volto verso di lui entusiasta. Un bel concerto è proprio quello che mi ci vuole per resistuirmi un po' di carica.
"Davvero?! E' un'idea grandiosa!" esclamo sorridendo. "Ma quale gruppo si esibirà?"
"Uhm..." commenta pensieroso. "Non li conosco, si chiamino Leathermouth o una cosa del genere."
Scuoto la testa.
"Va beh, non ha importanza. Spero sollo che facciano della bella musica." concludo andandomene.
Percorro la strada verso il mio negozio sovrappensiero. Mi sento così strano ultimamente e anche un più vuoto del solito, se possibile.
Come arrivo davanti al mio esercizio chiuso e con la serranda abbasstaa, vengo invaso da una sensazione di desolazione che ultimamente viene a farmi compagnia ogni volta che penso vagamente al mio lavoro. Sta diventando stressante e opprimente venire qui.
Mi annoio, ecco tutto.
E siccome è anche una giornata assolata, nonostante l'aria sia gelida, decido di prendermi questo pomeriggio a festa.
Esibisco un debole sorriso, rovinato dalla mia orribile dentatura e mi allontano, diretto al parco.



Frank P.O.V

Dopo tre ore di cammino alla ricerca di un disegnatore, torno esausto a casa. Continuerò la mia corsa per la città più tardi.
Torno a casa e subito il sorriso di jamia mi accoglie nel caldo interno dell'abitazione. La abbraccio e le poso un bacio sulle labbra mentre lei rabbrividisce piacevolmente al contatto con la mia pelle gelida e arrossata dal freddo.
"Ti vedo stanco, come mai?" mi chiede premurosamente e dirigendosi in cucina.
"Ho corso per tutta la mattina. Sai, Bobbie mi ha appena informato che non abbiamo un fottuto fumettista che disegni la copertina dle nostro album. Ho cercato ovunque ..." spiego irritato, sedendomi di fronte al mio piatto fumante di spaghetti.
"Anche al negozio di fumetti?"
"Jam, sei un genio!" esclamo balzando in piedi e afferrando di fretta la giacca, ritrovandomi dopo poco di nuovo al gelo.
Il negozio di fumetti. Non posso credere di non averci pensato prima!
Rimango deluso però, quando mi trovo davanti alla vetrina coperta da pesanti serrande di ferro.
E' chiuso.
Sconsolato e con il morale ancora più sotto le scarpe, decido di tornare a casa passando per il parco. E' semideserto ma d'altronde cosa mi aspettavo, con questa temperatura?
Le mani sono bianche e cercano riparo nelle tasche della giacca. Apro la bocca ed espiro, liberando un po' d'aria sottoforma di condensa che si dissolve subito come fumo.
Improvvisamente sento una voce debole alla mia destra, simile ad una melodia. Completamente attratto da quel suono dolce e quasi surreale, cammino alla ricerca del proprietario.
Mi fermo a pochi passi da una panchina nascosta dalla vegetazione selvaggia, vicino al laghetto ghiacciato.
Un ragazzo dalla pelle eterea, è comodamente disteso, con gli occhi chiusi e le labbra dischiuse. Ha le cuffie nelle orecchie.
Da ciò che canta, mi sembra di capire si tratti di un brano dei The Cure.
Rimango per una manciata di secondi a contemplare quel giovane così attraente e affascinante. Arrossisco, accorgendomi subito che i miei non sono semplici apprezzamenti. Mi sembra quasi di sentire una piccola fiamma accendersi e ardere, esattamente al centro del petto.
Le mie sensazioni vengono interrotte dal ragazzo stesso che apre gli occhi di scatto e si mette a sedere, squadrandomi. Alza un sopracciglio e si toglie la cuffia destra, lasciandola cadere penzoloni sul petto.
Apro la bocca con l'intenzione di dire qualcosa, che poi si rivelano imbarazzanti e inutili gorgoglii privi di senso.
"Non devi dire nulla, davvero. Non voglio sapere perchè mi stavi fissando così insistentemente. Non importa." dice alzandosi in piedi, forse un po' irritato. "Sono Gerard." aggiunge, porgendomi una mano.
"F-Frank." rispondo, balbettando rovinosamente. Non riesco a muovermi, nemmeno a stringere la sua mano.
Lui la ritira innervosito e poi si ravvia una ciocca di capelli mossi e scuri.
"Ehm... mi sarebbe davvero piaciuto continuare questa conversazione di alto spessore culturale ma purtroppo devo andare. Ciao, Frank." conclude, infilando di nuovo l'auricolare nell'orecchio.
Lo vedo allontanarsi e poi mi giro verso un albero, tirandogli un pugno.
Sento un lieve prurito prima di accorgermi di essermi tagliato le nocche.
Sono proprio un'idiota.


Scusate davvero per l'abnorme ritardo ma ho avuto non ben pochi problemi.

_omfg_: Honeyyyyyyy! Sono io che ti adoro, lo sai? *ç*
Anche se tu hai letto questo capitolo in anteprima, me lo lasci lo stesso un commentino, vero? *sbatte le ciglia per sembrare èiù tenera* ^^
Grazie davvero, di tutto.
Bacioni.

Xx_ImJustAKid: sì ne ho iniziata un'altra, nonostante ne abbia già aperte un milione -.-"
Spero continui a piacerti ^^
Kisses.

AintAfraidToDie: Salve carissima, non puoi immaginare quanto mi faccia piacere che tu segua questa storia, visto che ti ammiro molto come scrittrice ^^ Spero di non deluderti.
Baci.


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Capitolo 3
*** Can you draw? No, I can't draw at all ***


CAPITOLO 3:
CAN YOU DRAW? NO, I CAN'T DRAW AT ALL


Gerard P.O.V.

Alle sette mio fratello suona alla porta di casa per andarer al concerto. Vado ad aprire mentre mi sto infilando ancora la camicia.
"Ehi Gee!" mi saluta allegro, entrando in casa seguito da Ray.
"Amico dove vai così, tutto in tiro? Dobbiamo andare a dun concerto rock, non all'opera." mi ammonisce il mio riccioluto amico, prendendomi in giro per il mio abbigliamento.
Sbuffo e, senza dire niente [perchè davvero, non servirebbe a nulla], corro a cambiarmi.
Indosso una felpa scura e un paio di jeans, e poi vado in bagno per evidenziare la forma dei miei occhi applicandovi intorno un filo di matita nera. Non lo facevo da molto tempo, ero ancora un adolescente quando presi quest'abitudine che poi scomparve con la crescita e la maturità.
Quando torno in soggiorno, Mikey e Ray si alzano dal divano tirando un sospiro di sollievo.
"Gee, ci hai messo una vita. Stai diventando peggio di una donna."
"Ray, ma la smetti di rompere le palle." sbotto, già esausto del suo stupido umorismo.
"Scusa." replica in un sussurro, visibilmente dispiaciuto.
Gli do una veloce pacca sulla spalla e insieme usciamo fino alla macchina di Mikey.
Dopo una decina di minuti siamo già davanti al club da cui si sente della musica già dall'esterno. Entro nel locale quasi con bramoso desiderio, per lasciarmi avvolgere da centinaia di note e colori.
Ho sempre amato la musica, dalla nascita credo, oppure da quella volta in cui sentii nonna Helena cantare per casa. Per qualche tempo avevo persino pensato che la musica potesse essere il mio destino visto che con il canto non me la cavo male, ma tutto si è dissolto quando il mio vecchio amico Matt si è trasferito in un'altra città.
Il locale è caldo e accogliente, intriso di quell'aria vintage tipica dei club anni '60-'70 e c'è una buona fetta di pubblico che attende l'arrivo della band.
Io, Mikey e Ray prendiamo da bere e la nostra attenzione viene catturata dall'entrata dei Leathermouth che vengono accolti con un sonoro applauso mentre delle ragazzine cominciano già a sbracciarsi.
Il cantante esile e minuto fa subito sì che i miei occhi vengano rapiti dai suoi movimenti e dalla sua voce roca e graffiata. Non ti aspetteresti mai che un corpo così mingherlino possa ospitare una tale potenza.
Lo sento urlare le parole delle sue canzoni e saltare da una parte all'altra del palco per tutta la durata dell'esibizione. Questa musica mi piace, tanto. E poi i testi sono taglienti, profondi e incazzati con il mondo.
All'improvviso comincio a farmi strada tra la folla, sgomitando e rischiando di finire con la faccia per terra. Quando sono nei pressi del palco, allungo una mano verso la band, aspettando impaziente un contatto visivo con il cantante. Questo ragazzo mi ha letteralmente catturato. Arrossisco da solo, rendendomi conto di quanto io stia diventando come una patetica fangirl.
E quando finalmente il suo sguardo incontra il mio, lo riconosco.
Frank, il ragazzino del parco.
Alla fine del concerto esco fuori, bisognoso di nicotina perchè intontito da quelle strane sensazioni appena provate.
"Andiamo?" mi chiede Mikey affiancandomi sul marciapiede.
Scuoto la testa.
"Se non ti dispiace vorrei rimanere ancora un po', magari più tardi tornerò dentro per un drink. Ma voi andate, tanto casa mia non è molto lontana."
Sia mio fratello che Ray, mi guardano con molta, moltissima scetticità.
"Avanti Gee, quale bella ragazza hai addocchiato?" domanda il Toro con aria maliziosa.
Quale bel ragazzo, vorresti dire.
"Nessuno, tranquillo. Non corro il rischio di passare la notte in compagnia." concludo ridacchiando.
Ray trascina Mikey verso l'auto.
Finalmente, senza loro due intorno, posso dedicarmi alla mia sigaretta. Prendo il pacchetto dalla tasca posteriore dei jeans ed estraggo una sigaretta che poi accendo.
Mi siedo sui gradini esterni del locale, inspirando ed espirando fumo ad intervalli regolari. Non so nemmeno il motivo per cui sono qui, ad aspettare non so cosa o chi.
Dopo una buona mezz'ora, nonostante la sigaretta sia finita da un bel pezzo, sono ancora qui seduto come un idiota. Mentre mi insulto, sento delle voci e dei passi che si avvicinano.


Frank P.O.V.
Febbricitante salgo sul piccolo palco del club, seguito  dai miei amici e compagni di band.
Sono molto nervoso, però allo stesso tempo sicuro che andrà tutto bene ance perchè, abbiamo passato così tanto tempo a provare!
Un applauso si leva dal pubblico non appena mettiamo piede sulla scena.
Nel bel mezzo del concerto, un ragazzo in particolare solletica la mia curiosità. Si fa strada tra la gente fino ad arrivare alle prime file. Lo riconosco prima che lui abbia il tenpo di alzare il viso e incatenarmi ai suoi penetranti occhi verdi.
Rimango ammaliato dai suoi lineamenti morbidi e dalla sua pelle così bianca, che sotto le luci sembra quasi di porcellana.
Ad un certo punto rischio pure di sbagliare, per quanto sono eccitato e nervoso che Gerard sia qui. Spero solo che la nostra musica non gli faccia troppo schifo.
Esco dal locale saltellando, seguito dal resto dei Leathermouth. Usiamo la porta di servizio perciò ci tocca percorrere tutto il perimetro dell'edificio per arrivare al parcheggio.
"Frank, sei stato grande!" esclama Bobby dandomi una pacca sulla spalla.
"Grazie, amico." rispondo sorridendo ed accelerando il passo.
Casualmente volgo la testa alla mia sinistra e vedo Gerard che fuma da solo, accucciato sui gradini. Faccio cenno ai miei amici di andare e di non preoccuparsi per me. Acconsentono alla mia decisione, nonostante le loro espressioni siano dubbiose.
"Scusa, avresti una sigaretta?" chiedo avvicinandomi a Gerard.
"Oh Frank, sei tu." risponde, ed ho quasi l'impressione di vederlo arrossire. "Ho tutte le sigaretta che vuoi."
Prende il pacchetto e me lo porge, mentre io mi siedo accanto a lui.
"Non avrei mai immaginato che la tua voce fosse così bella."
"Ed io non avrei mai immaginato che saresti venuto a vedermi."
Ci guardiamo negli occhi e poi scoppiamo a ridere all'unisono.
"Beh, la musica mi piace molto e quindi non è la prima volto che bazzico ai concerti."
"E non hai mai pensato di mettere su una band? Sei molto bravo nel canto..."
Il viso allegro di Gerard s'incupisce, spegnendo la luce viva dei suoi occhi come se avesse premuto l'interruttore della corrente.
Mi mordo la lingua. Non riesco mai a stare zitto.
"Semplicemente perchè poi ho coltivato altri interessi mettendo così in secondo piano la musica. Non è facile andare avanti quando il ragazzo di cui sei innamorato, nonché il batterista della tua ipotetica band, si trasferisce perchè non vuole più stare con te."
Spalanco la bocca ed emetto brevi rantoli insensati.
Gerard è... Gerard è gay.
"E... e adesso cosa fai?" balbetto tentando di nascondere la mia sorpresa ed il mio imbarazzo.
"Sono il proprietario di un negozio di fumetti..."
Adesso sono i miei occhi che si illuminano.
"E sai disegnare?!" chiedo impaziente.
Lo vedo mordicchiarsi il labbro inferiore prima di rispondere: "No, affatto."
"Ah."
Sento il suo indice posarsi sotto il mio mento per farmi alzare il viso e farmi scontrare con i suoi occhi. Faccio appena in tempo a guardarlo, che sento le sue labbra sulle mie.
Sono morbide e calde, più esperte delle mie. Con la lingua cerca di schiudere la mia bocca ed io, intontito dalle farfalle nello stomaco e dalla gola arsa, lo accontento subito.
Mi divido però bruscamente non appena mi rendo di chi sto sto baciando.
Gerard è un ragazzo, un uomo, un maschio... c'ha la terza gamba ecchecazzo!
Lui mi guarda, stupito e quasi spaventato.
"Mi dispiace." mormoro prima di correre via.



Scusate per l'eccessivo ritardo [di nuovo] ma siccome sto incazzata nera con un certo Gerardo Arturo, l'ispirazione è andata un po' a disperdersi anche perchè ultimamente sono piuttosto presa dagli Avenged Sevenfold.

AintAfraidToDie: ciao cara, finalmente ci siamo potute conoscere meglio su msn!
Grazie per tutti i complimenti che mi fai, davvero, non credo di meritarne così tanti.
Bacioni.

_omfg_: Honey, visto che ce l'ho fatta a postare questo capitolo?! E' stato più faticoso di un parto cesareo però... XD
Gerard con la pancetta, come ai vecchi tempi, era ancora più carino *ç*
Lui e Frank sono diventati motlo più che amici XD Ti ribadisco i miei ringraziamenti perchè io non so davvero come farei se non ci fossi tu a darmi la carica! [E non sto esagerando u.u].
Baci.

Lady_Of_Sorrow: Saretta cara, grazie della recensione e dei complimenti, sono contenta che ti piaccia ^^
Ah, se non dovessimo sentirci su msn ti volevo dire che non posso più venire Domenica da te e Mary. Scusa davvero tanto, ma davvero non posso e non so quando potrò. Ho avuto una discussione e...  va beh, non ti annoio con le mie cose. Comunque scusami ancora T_T
Kisses.

kiroandstrifyforever: sono davvero contenta che fino a qui la storia ti sia piaciuta. Spero che questo capitlo non ti abbia deluso ^^
E scusa se ho aggiornato dopo un secolo.
Bacio.

Inoltre ringrazio chi ha inserito la storia tra i preferiti:

1 - AintAfraidToDie 
2 - Annachiara 
3 - kiroandstrifyforever 
4 - pogo 
5 - Pozzina 
6 - _omfg_

Glo.

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Capitolo 4
*** Homophobia Is Gay ***


Capitolo 4:
Homophobia Is Gay

Frank P.O.V.

Corro, corro veloce lungo il marciapiede sentendo poco dopo le gambe cedere e i polmoni chiedere ossigeno.
Dannate sigarette.
Quando capisco che anche solo un altro passo potrebbe essere mortale per me, mi fermo appoggiandomi ad un palo. Ansimante e sudato, mi volto indietro. I lampioni illuminano la strada vuota, che altrimenti verrebbe inghiottita dall'oscurità.
Appena riprendo fiato ricomincio a camminare, questa volta più lentamente, verso casa.
Mi guardo intorno spaesato e spaventato. Non solo ho tradito Jamia, ma l'ho anche tradita con uomo!
Apro la porta di casa con mano tremante e accendo al luce del corridoio. Salgo subito al piano di sopra per poi affacciarmi in camera da letto. La mia piccola Jamia è già avvolta dalle calde coperte e la sua mente è fin troppo lontana dalla realtà.
Mi spoglio e, in boxer, vado in bagno per lavarmi i denti. Con lo spazzolino sfrego violentemente i denti per provare a cancellare il sapore di quell'uomo. E invece la sua lingua che gioca con la mia diventa un ricordo sempre più vivido, accompagnato da tutte quelle emozioni che ho provato con lui.
Rivolgo uno sguardo imbarazzato al mio riflesso prima di infilarmi anch'io sotto le lenzuola. Mi rigiro più volte senza riuscire a prendere sonno. All'improvviso non so più chi sono e le mie tendenze sessuali sono ancora più incerte.
Non posso essere gay, vero?
"F-Frank... dove vai?" mormora Jamia facendo capolino dalle lenzuola, quando io mi alzo velocemnte dal letto e mi avvio fuori dalla stanza.
"A pensare."
"Amore, sono le cinque del mattino.  Torna qui e dormi ancora un po'."
"Non adesso." sbuffo, aprendo la porta.
"Il lavoro ti sta dando alla testa." sentenzia, prima di riaddormentarsi di nuovo.
Passo le prime ore dell'alba seduto al tavolo della cucina, mantenendomi la testa fra le mani. Non può essere così complicato. Mi basterà dimenticare quel ragazzo e tutto tornerà come prima d'altronde, non lo rivedrò più.
Ad un orario più accettabile, mi vesto velocemente ed esco a fare una passeggiata. Il sole irradia già tutto il paesaggio ma la temperatura non si decide a scendere.
Non so cosa mi aspettavo, visto che siamo in New Jearsy.
Mi stringo nel giubbino e infilo le mani in tasca fino ad arrivare in un caldo ed accogliente Starbucks.
"Un caffé." chiedo alla donna dietro il bancone che annuisce sorridenndomi gentilmente.
Prendo il portafoglio e mentre sto cacciando gli spiccioli, vedo con la coda dell'occhio un ragazzo seduto ad un tavolo alla mia destra.
Strabuzzo gli occhi e in una manciata di secondi afferro il bicchiere bollente di caffé, lascio qualche dollaro sul banco e corro via dal locale senza aspettare nemmeno il resto.
Comincio a correre però poi mi fermi dopo pochi passi perchè il bicchiere si apre e il caffé cade tutto sui miei pantaloni, macchiandoli.
Dannazione. Ed è ancora tutta colpa di Gerard.
Faccio appena in tempo ad imprecare prima di sentire dei respiri affaticati dietro di me.
"Frank."
No, ancora la sua voce no.
"Ciao Gerard." mormoro senza voltarmi. Non riuscirei a sopportare i suoi occhi su di me.
"Volevo solo dirti che... per ieri sera..."
"E' stato uno sbaglio, un errore, una cazzata." taglio corto, senza nemmeno dargli il tempo di finire la frase.
"Ah." lo sento commentare. "Io... io... lo capisco."
Perchè non fa altro che balbettare?
Il suo tono così dispiaciuto però, mi commuove. Mi sento un mostro a trattarlo così.
Alzo il viso, provando una fitta al cuore nell'esatto istante in cui le sue iridi verdi incontrano le mie.
"Scusa, non volevo dire questo. E' solo che sono fidanzato e tu sei..."
"Io sono un uomo." risponde al mio posto. "Te l'ho già detto Frank, io ti capisco. E' solo che speravo che almeno per una volta tutto sarebbe andato bene."
Dopo le sue parole una lacrima sgorga dai miei occhi. Le lacrime no, cazzo. Piango sempre, peggio di una femminuccia.
"Perchè piangi?" mi chiede, prendendomi il viso tra le mani.
Perchè? Beh, perchè come posso trattarti così quando i tuoi occhi si illuminano alla mia sola vista?
Ci conosciamo appena ed io so che tu mi ami già.
"Sono confuso e... spaventato."
"E' umano avere paura."
"Tu non capisci. Ho amato le donne da quando sono nato e adesso... adesso mi ritrovo a baciare un ragazzo."
"So bene cosa si prova, invece." replica duro. "Non sono gay dalla nascita."
Adesso si sta arrabbiando.
"Comunque sia, mi dispiace ma io non credo che tra noi potrebbe mai funzionare, io amo la mia ragazza."
Abbassa il viso mentre io continuo a singhiozzare come un idiota.
"O forse hai solo paura."
Sì, forse.
"L'omofobia è gay, non dimenticarlo."



Questa volta sono stata più, veloce, sono fiera di me XD
Nonostante la frase Homophobia Is Gay è di Frank, io in questa fanfic l'ho messa in bocca di Gee, spero non me ne vogliate.
A dire la verità non sono molto convinta di questo capitolo, fatemi sapere come vi sembra u.u

kiroandstrifyforever: sono tutti è due innamorati pazzi l'uno del'altro ma il piccolo nano ha paura, poor XD
Grazie per i complimenti, e anche per avermi aggiunto tra i tuoi autori preferiti. *arrossisce*
Baci.

_omfg_: Honey, you're alway so sweet! <3
Frank è stato un po' cazzone nello scorso capitolo, scappa via da un pezzo di uomo come il Gerardo ^^ In effetti ti sei lasciata un po' andare ma a me va benissimo, mi divertono le tue recensioni.
Parlando di NVU, spero che troverai un modo per farlo tornare in vita se no io vado in astinenza!
So long and goodnight.

_sory_: Gee è stato bravo, e lo è anche un po' in questo capitolo ma Frank fa sempre il bacato u.u
Eh sì, sono adirata con l'Arturo ma come hai detto tu, non posso fare a meno di amarlo.
Ciao Sugar!

_Crystal_Heart_: honey, graaaaaaaaazie!
Tutti questi aprezzamenti mi fanno male perchè poi io mi gaso e mi monto u.u
AnyWay, spero avrai capito meglio perchè il nano è scappato.
Bacio.


Ringrazio infinitamente le sette persone che hanno aggiunto a storia tra i preferiti:

1 - AintAfraidToDie 
2 - Annachiara
3 - kiroandstrifyforever
4 - pogo
5 - Pozzina
6 - _omfg_
7 - __darklily__

e naturalmente anche chi si limita a leggere.

Glo.



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Capitolo 5
*** Losing Myself ***


Capitolo 5:
Losing Myself


Gerard P.O.V.

Il viso di Frank, da spaventato e confuso, diventa quasi dolorante.
"Che ti succede?" chiedo preoccupandomi.
"Oh niente, davvero. Mi fa solo male un po' la mano." risponde alzandola.
Mi avvicino facendo qualche passo in avanti e racchiudendo il suo arto tra i miei. Passo un dito su alcune striature rossastre che attraversano il dorso della mano.
"Ti sei scottato con il caffé." spiego mentre lui trattiene qualche gemito di dolore. "Avanti, vieni con me."
"Dove?" esclama quando io lo afferro per un braccio trascinandolo fino alla mia auto.
"A casa mia. Dobbiamo fasciare le ferite prima che si gonfino e facciano infezione." spiego costrigendolo ad entrare nell'abitacolo. Chiudo la portiera e poi salgo anch'io. Appena metto in moto si accende anche la radio e riproduce il Cd che stavo ascoltando prima.
Frank rimane in silenzio per l'intero tragitto continuando però a fissarmi con la sua infantile espressione di stupore. Adoro il suo modo di fissarmi con quella timida insistenza, più simile a pura curiosità che a sfacciataggine. La luce che serpeggia nei suoi occhi però è ancora impregnata di confusione e forse addirittura paura.
Come gli ho già detto, io capisco esattamente quel genere di sentimenti. Anch'io ho dovuto provarli molto tempo fa, anch'io ho dovuto attraversare la marea. Immagino che tutti ci siano passati, prima o poi, tutti hanno dovuto affrontare il tema della sessualità. A volte capita che abbiamo sempre creduto di essere etero, di amare solo le donne e così, da un giorno all'altro, ci accorgiamo di essere gay. Dubito però che questo processo avvenga da un giorno all'altro ma, semplicemente, abbiamo sempre nascosto autoconvincendoci di essere ciò che non siamo mai stati.
Volgo il viso verso di lui quando un semaforo rosso mi costringe a frenare. Si mordicchia nervosamente il labbro inferiore con gli incisivi.
"Smettila."
"Eh?" replica come se si fosse appena svegliato da un sogno ad occhi aperti.
"Smettila di torturarti per la tensione. Non ti mangio mica."
Ridacchio e lui mi imita. Non risponde e quindi la conversazione non va oltre, morendo sul principio. Vengo subito inghiottito di nuovo dal turbinìo dei miei pensieri.
"Il punto è che non riesco a resistere." afferma diversi minuti dopo. Questa volta sono io ad uscire dalla trance.
"A resistere a cosa? Scusa ma non ci arrivo." rispondo parcheggiando l'auto davanti casa.
"A te, Gerard. Odio non riuscire a controllare le mie emozioni quando sono con te."
Gira la faccia, probabilmente per non guardarmi, e scende. Rimango sempre più perplesso dal suo comportamento.
Davvero, riesce a disarmarmi tutte le volte.


Frank P.O.V.

Apre la porta di casa ed entri dietro di lui nel suo monolocale. E' molto carino ed accogliente.
Accende le appliques del salotto che rischiarano l'intera abitazione con una luce calda e soffusa. Mi guardo intorno osservando i complementi d'arredo. Sono molto sobri, e in un certo senso rispecchiano la tua tranquillità.
"Frank, che asoetti? Vieni."
Intreccia le sue dita tra quelle della mia mano sano creando un contatto fisico che ho notato cerca sempre. Il punto è che ogni volta che mi sfiora, mi sento quasi svenire.
Mi accompagna in bagno e apre il rubinetto. Porta la mia mano sotto il getto d'acqua fredda e questa mi da subito sollievo. Nel frattempo però, apre l'anta del mobile a destra dello specchio ed estrae le garze. Aspetto ancora qualche istante prima di asciugarmi.
"Siediti." mormora indicandomi il bordo della vasca.
Obbedisco subito, tanto ormai non ha nessun senso protestare.
Mentre si abbassa e comincia a fasciarmi delicatamente le ferite, non riesco a fare a meno di ammirare il suo profilo, dalla fronte alta fino al naso, poi sulle labbra...
Chiudo gli occhi per un istante perchè stavo per baciarlo. Fortuna che sono riuscito a trattenermi. Non perchè lui mi sia indifferente, ma per il semplicissimo fatto che non devo. E' una questione di principio. Io amo Jamia, la mia ragazza, e basta.
"Ti faccio male? Stai trattenendo il respiro?"
"No no, tranquillo." rispondo imbarazzato, sospirando. "Mi ero incantato."
Non riesco proprio a smetterla di farmi le seghe mentali per ogni piccola cosa.
Quando ha finito mi accarezza le nocche, salendo poi sul braccio. Ecco i brividi, di nuovo.
"Vado a prenderti dei pantaloni. Questi sono macchiati di caffé." sentanzia.
"Non preoccuparti Gerard, dico sul serio. Ora tornerò a casa, non ce n'è bisogno."
Scuote la testa sorridendo e sparendo oltre la porta. Quando torna, mi porge un paio di jeans e poi si appoggia allostipite della porta incrociando le braccia intorno al petto.
Capisco di essere arrossito quando inizio a sentire il viso accaldato ma, per non dare sgeni di debolezza, abbasso il viso e mi spoglio il più velocemente possibile.
"Siccome per colpa mia non ha potuto più bere un caffé, te ne preparo uno io." decide Gerard rivolgendomi un largo sorriso compiaciuto.
Lo seguo fuori dal bagno fino alla cucina. Sul tavolo sono sparsi diversi fumetti.
Sotto uno di questi però, spunta l'angolo di un foglio di carta. Mentre Gerard mi da le spalle per preparare la moka, lo estraggo e lo osservo. Sono dei bellissimi bozzetti a matita.
"Menomale che non sapevi disegnare." soffio.
"Cosa?" chiede lui voltandosi.
"Dicevo..." riprendo alzando il foglio. "Fortuna che non eri capace."
Fa una risatina isterica e imbarazzata prima di farfugliare delle scuse.


Lo so, lo so... Frank è un emerito idiota. Pensare al bene e al male, a ciò che è giusto e sbagliato quando ha l'Arturo sotto gli occhi.
E' un comportamento folle, me ne rendo conto però purtroppo il nanerottolo non è del tutto normale, penso che ormai sia chiaro XD.
Un bacio a tutti quelli che hanno letto e commentato la storia.
Scusate s enon vi saluto singolarmente ma tra poco devo andare.

Glo.


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Capitolo 6
*** My designer ***


8 Capitolo 6:
My designer


Frank P.O.V.

"Gerard, tu devi accettare. E' un ordine." sentenzio, sedendomi e incrociando le braccia intorno al petto.
Scuote la testa senza rispondere e poi sorseggia del caffé dalla sua tazza.
"Avanti."
"Frank, te l'ho detto. Io. Non. Disegno."
Lo guardo malissimo, costringendolo ad abbassare gli occhi.
"Beh... nel senso che non lo faccio per lavoro. Gestisco un negozio di fumetti, non sono un disegnatore."
Allora questo è proprio duro, quasi peggio di me con le seghe mentali.
Sospiro profondamente e lui si siede di fronte a me, sospirando. Non potrebbe semplicemente accettare? Così potrei vederlo tutti i giorni, potrei perdermi ogni volta nelle profondità dei suoi occhi...
Suonano alla porta e lui scatta in piedi come una molla. Lo seguo con lo sguardo, fino a quando non sparisce oltre la cucina.
Sento che la sua voce viene accompagnata da una seconda, maschile ma poco più roca. Incuriosito mi alzo in piedi e li raggiungo nell'ingresso.
Un ragazzo occhialuto e molto magro mi rivolge un sorriso, non appena mi vede far capolino.
"Salve." mi saluta gentilmente, e subito noto una certa somiglianza con Gerard. Stesso naso.
Gli rivolgo un sorriso imbarazzato e faccio ciao con la mano.
"Frank, questo è mio fratello Mikey." mi dice.
Faccio un passo verso di lui e gli tendo una mano che lui stringe subito.
Questo ragazzo mi sta già simpatico.
"Allora, che stavate facendo?" chiede Mikey guardandoci interrogativamente.
"Ehm..." biascica Gerard, dubbioso. "Niente."
Sospiro, perchè sono costretto ad aggrapparmi al mio ultimo scoglio.
"Gli stavo proponendo di disegnare la copertina del nuovo album dei Leathermouth." mi intrometto mentre il maggiore dei due mi fulmina con la coda dell'occhio.
"Hai accettato vero?" domanda Mikey guardando il fratello negli occhi. Quest'ultimo arrossisce. "Avanti Gee, è un'occasione. Non fare l'idiota, almeno per una volta."
Io e il fratello cerchiamo di corromperlo con uno sguardo alla Bambi.
"Ti prego..."
"Eddai ragazzi, è assurdo che vi siete appena conosciuti e vi siete già alleati!"
Noi d'altra parte rincariamo la dose, sporgendo il tremolante labbro inferiore.
"Uff." Sospira. "Va bene, basta che la finite."
Sento un peso dissolversi dallo stomaco e all'improvviso mi sento leggero come l'aria. Faccio due passi verso Gerard e poi gli salto letteralmente addosso. Lui mi afferra, stringendomi. I nostri petti si sfiorano e una scarica elettrica mi attraversa. Ho quasi l'impeto di baciarlo ma riesco a fermarmi in tempo.
"Frank... rimani per pranzo?" mi chiede Mikey interrompendo l'idilio. "Ho preso del sushi." aggiunge alzando un sacchetto.
"Ehm..." mormoro scendendo dalle braccia di Gerard. "Mi dispiace, ma non posso. La mia ragazza mi sta aspettando."
Il viso di Gerard cambia del tutto espressione, è deluso. Io però non posso farci niente, devo andare.
Mi affretto a prendere la giacca e me la infilo. Alzo una mano, con l'intenzione di accarezzare una guancia di Gerard ma poi cambio idea e gli do una pacca sulla spalla.

Arrivato a casa, vengo accolto come ogni giorno da Jamia.
Mi cinge il collo e mi bacia delicatamente.
"Ciao amore." mi saluta. "Questi pantaloni non sono tuoi." aggiunge poi, squadrandomi.
"E' successo un imprevisto e me li ha prestati un amico. Tranquilla, nulla di grave."
Scuote la testa e mi da un altro bacio a fior di labbra. Quando fa per dividersi però io le passo un braccio intorno alla schiena facendola rimanere attaccata a me. Voglio sentirla sempre più vicina. Chiudo la porta d'ingresso e baciandola la porto fino alla camera da letto.
"Frank... ho la pasta sul fuoco." mormora tra i gemiti.
"Shhh, non preoccuparti. Dopo ti porto a mangiare fuori." rispondo sorridendo sulle sue labbra.
La spoglio velocemente perchè i vestiti sono solo un inutile impedimento. Le bacio le clavicole scendendo sempre più giù fino ai seni. Lei geme sempre più forte mentre io percorro tutto il suo corpo con la lingua.
Mentre la bacio però, io penso alla voce, al viso e al sorriso di Gerard.



Questo capitolo è cortissimo e senza senso, mi scuso profondamente. Spero di farmi perdonare presto.
Spazio recensioni:
_omfg_: Sugar, ormai sai che ti adoro davvero, quasi ti amo! Te lo ripeto sempre... Le tue minacce servono sempre, thanks so much ^^
Frank è sempre dolce e Gee sempre balordo. Una banda di pazzi. Grazie per i complimenti <33. Ah, scusa se non ho postato ieri ma se n'era andata la connessione.
_sory_: grazie per i complimenti amorA, sei sempre tanto cara. Le questioni fisiche arriveranno u.u
Xx_ImJustAKid: mi calmo, mi calmo. E' solo che ci tengo alle tue recensioni XD. Sono felice che il cap ti sia piaciuto. Baci.
Lady_Of_Sorrow_:  Siiiiiiiiiii Frank è tanto docle *O*
LA dreamer: dai che tanto ormai è amore, bisogna solo aspettare XD
kiroandsrifyforever: Frankie sta cadendo nella trappola di Gee, bisogna solo aspettare ^^ Grazie come sempre dei complimenti.  Baci.

Ringrazio chi legge solo (siete tantissimi) e chi ha inserito la storia tra i preferiti.

Glo.

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Capitolo 7
*** A Surprise... For Me? ***


Capitolo 7:
A Surprise... For Me?


Gerard P.O.V.

Questa mattina mi sveglio presto, carico ed entusiasta. Devo andare dai Leathermouth che dovranno illustrarmi in che modo dovrò svolgere il mio lavoro.
Ma non sono allegro per tutto questo. La mia felicità porta un solo nome: Frank.
Potrebbe anche continuare a fuggire, a correre lontano da me ma io lo accoglierei comunque, lo amerei allo stesso modo. Non riesco a fare a meno però, di chiedermi cosa ci sia di sbagliato in me. Se non fossi un così tal disastro, non avrebbe motivo di evitarmi.
Mikey invece non fa altro che ripetermi di avere pazienza. Lui però è solo ottimista, troverebbe del buono anche in una gomma da masticare attaccata sotto la suola delle scarpe.
Con uno sbuffo finisco la mia tazza di caffé e dopo averla messa nel lavandino, esco di casa.
Vengo catturato dalla vetrina di un negozio di abbigliamento. Sono ben esposti un paio di guanti neri. Forse per colpa della stampa delle dita di un teschio, mi viene in mente lui, come se non occupasse già tutti i miei pensieri.
Senza esitare, entro.
"Buongiorno signore, posso aiutarla?" esclama la commessa cinguettando, accogliendomi.
Mi viene incontro con un sorriso freddo e assolutamente di cortesia mentre io cado nell'imbarazzo.
"Ehm... mi interessavano i guanti in vetrina."
Annuisce e va a prenderli.
"Questi?" mi chiede sventolandoli.
Quali se no?
"Sì." mormoro camminando verso la cassa. Estraggo il portafoglio dalla tasca della giacca per prendere i soldi.
"Sono 20 dollari." mi informa battendo sul registratore di cassa da cui poco dopo ne esce lo scontrino.
Le porgo le banconote.
"Scusi... non è che potrebbe farmi un pacchetto?"
Non vedo l'ora che questa tortura finisca.
"Certamente. E' un regalo per un amico?"
Io e Frank siamo tutto tranne che amici: fidanzati, innamorati, amanti... ma amici proprio no.
"Beh, non esattamente."
"Ah, capisco." esclama maliziosamente.
Che qualcuno la uccida, per favore.
Con il sacchetto in mano esco in strada trotterellando. La sensazione di inquietudine provata in quel negozio, si dissolve.
Finalmente mi decido ad andare dalla band.
"Buongiorno!" esclamo entrando in sala di registrazione.
I ragazzi mi guardano incuriositi.
"Ehm..." dice Frank rompendo il silenzio teso. "Lui è Gerard, il disegnatore di cui vi ho parlato."
Sorrido debolmente, nascondendo il regalo dietro la schiena.
Mi siedo tra di loro e cominciano subito a spiegarmi il lavoro da fare. Mi stupisce però che siano così decisi. Sanno esattamente ciò che vogliono, e lo espongono senza battere ciglio.
"Se non vi dispiace io andrei a lavorare a casa." sentenzio, sistemando i fogli su cui ho abbozzato dei disegni.
"Forse... forse è meglio che venga con te." s'intromette Frank alzandosi. "Potresti aver bisogno d'aiuto, nel caso qualcosa non ti fosse chiaro."
Accetto immediatamente, non aspettavo altro.
Usciti fuori comincia a squadrare curiosamente il sacchetto.
"Che cos'è?" esclama, saltellando lungo il marciapiede. Perchè Frank non cammina, saltella.
Sorrido guardandolo nei suoi profondi occhi nocciola.
"Un regalo... per te."
"Per me?" Il suo viso si illumina. "Perchè?"
"Per lo stesso motivo che ti a spinto a venire a casa con me."
Ridacchia ma capisco di aver stroncato, almeno in parte, la sua naturale ed innata allegria.
"Tieni." dico porgendoglielo.
Lo scarta con frenesia, divorato dalla curiosità.
"Gee!" esclama fermandosi di colpo. "Ma... ma sono bellissimi!"
"Ti piacicono?" gli chiedo orgoglioso dopo aver mostrato un ghigno.
Invece di rispondermi, mi soffoca con uno dei suoi abbracci, ricoprendo di baci la mia guancia.


Frank P.O.V.

Camminiamo ancora un po' fino ad arrivare a casa sua.
Sistema subito i fogli sul tavolo della cucina e si siede, facendomi cenno di mettermi accanto a lui. Deglutisco il groppo in gola e acconsento cominciando a sudare freddo.
Nessuno dei due dice niente e ci lasciamo avvolgere dal silenzio. In poco tempo vedo il disegno prendere forma.
Posa la mano sinistra sul tavolo, rimanendo però concentrato sul suo lavoro. Io ne rimango affascinato. E' anche vero però che io sono facilmente impressionabile.
Rimango a guardare la sua mano magra e affusolata, dalla carnagione bianchissima e pura. L'indice e il medio picchiettano ritmicamente sul tavolo. Non resisto e la accarezzo con la mia, Lo sento rabbrividire prima che si volti a guardarmi. Gira l'arto, volgendo il palmo verso l'alto in modo che si incontri con il mio.
"Perchè continui a fuggire?" soffia.
"Io... non lo so." rispondo alzando finalmente lo sguardo. Mi perdo tra le pagliuzze dorate delle sue iridi.
Stringe la mano nella mia, abbassando gli occhi. Le sue dita premono sulla mia pelle.
"Per favore, basta correre."
In risposta avvicino il viso, fino a baciarlo. Questo, è un bacio diverso dal primo che ci siamo dati dopo il concerto.
Le farfalle allo stomaco le ho comunque, ma non ho più paura.
So esattamente ciò che voglio.
"Ti amo."




E Frank finalmente comincia a capire qualcosa!
Però, ciò significa che la fic sta per finire... 2 capitoli alla fine T_T
Recensioni:
kiroandstrifyforever: non temere, finalmente Frankie comincia a capire qualcosa! Anche se, era ora...
Come sempre grazie dei complimenti, sono graditissimi ^^
_sory_: l'unico normale in questa fic, è proprio Mikey per l'appunto. Per una volta non fa il complessato, solo il caffeinomane.
Riguardo Frank che si trastulla con Jamia beh, fa sempre parte di quel circolo vizioso. Se si facesse direttamente Gee, salteremmo la parte in cui il nano soffre e non va bene! XD Kisses.
Chemical_Marty: salve nuova recensitrice! Sono davvero molto contenta ed onorata che la fic ti piaccia ^^
Ti devo 10 euro perchè ormai Frank ci è dentro fino al collo XD Alla prossima, sugar!
_omfg_: Ary, unica donna che mi fa battere il cuoreH e che riesce a farmi cambiare idea a suon di minacce, il tuo Cristo Santo mi ha sconvolto talmente tanto che adesso proverò ad avere più stima di me stessa. Perchè non posso farti arrabbiare, ecchecazzo. Sono felice ce tu non abbia trovato insulso il prossimo capitolo. Ti voglio sempre più bene. Ti prometto che prima o poi verrò a trovarti perchè che diavolo, quando non ti sento per un po' mi manchi troppo u.u Bacioni Honey.

Ringrazio anche chi legge e chi ha inserito la storia tra i preferiti:

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Capitolo 8
*** It's Over, I'm Sorry ***


Capitolo 8:
It's Over, I'm sorry

Frank P.O.V.

"Amore, che stai facendo?" mi chiede Jamia rientrando a casa, sommersa dalle buste della spesa.
Le lancio un'occhiata fuggente, prima di sistemarmi meglio sul divano, con il libro sulle ginocchia. La vedo faticare per portare tuti i sacchetti in cucina ma non mi alzo limitandomi a mormorare un: "Ehi Jam..."
Ansimante torna in salotto, provando ad oltrepassarmi con la forza dello sguardo.
Grugnisco nervosamente, provando a nascondermi tra le pagine.
"Frank... c'è qualcosa che devi dirmi?"
Scuoto la testa.
"Frank.. leggi Harry Potter e il Principe Mezzosangue solo quando è successo qualcosa di brutto. Avanti, dimmi tutto." insiste con la sua voce fattasi quasi melliflua.
Sospiro ma non alzo il viso. Mi vergogno terribilmente.
"Non è vero..."
"Certo che lo è. Leggi quello perchè muore Sirius."
"Smettila."
Sbuffa e si sede accanto a me, scostando i miei piedi. Mi accarezza dolcemente una gamba, aspettando che sputi il rospo?
Ma come ci riesce?
Semplice, mi conosce troppo bene.
E questa è solo un'altra lama nel petto. E' già difficile così, cazzo.
"Jam..."
"Sì?"
"E'... è finita." dico freddamente, per non lasciar trasparire emozioni. Almeno ci provo.
Corruga la fronte e poi si passa una mano tra i capelli senza dire nulla. Il silenzio si fa sempre più opprimente ed io non ce la faccio, sto per mettermi ad urlare.
"Non capisco." dice solamente, provando a rimanere calma. Ma capisco, dall'irregolarità del suo respiro, che anche per lei quest'atmosfera è diventata insopportabile.
"Io... io non..." mormoro, prima che le lacrime sgorghino dai miei occhi arrossati e stanchi.
"Non... cosa?!" esclama, iniziando ad urlare. "Smettila di leggere questo cazzo di libro e dimmi che diavolo succede!"
Con una manata fa cadere il libro a terra.
Non l'ho mai vista così sconvolta ed arrabbiata, la capisco.
"Non ti amo."
Adesso piango forte, come un emerito idiota. E lei non riesce a guardarmi con odio, anche se dovrebbe e mi abbraccia.
Dio Jam, non dovresti. Dovresti prendermi a calci fino a farmi uscire il sangue dalla bocca...
"C'è qualcun altra?" dice, sfiorandomi i capelli, con l'impulso di strapparmeli. Non voglio che si contenga, preferirei che mi sputasse tutto il veleno addosso. Non si merita di soffrire ancora per me.
"No." biascico.
"Frank..."
"E'... è un uomo."
Sento le guance avvampare mentre lei si allontana.
"Sei... sei gay?"
"Beh... a quanto pare." mi passo una mano dietro la nuca. "Ho scopeto di esserlo pochi giorni fa. Mi sono innamorato di un uomo, mi dispiace."
"Va' a prendere le tue cose." replica indicandomi le scale che portano al piano di sopra. "Da oggi non abiti più qui."


Poor Jamia...
E anche poor Frank, infondo.
Grazie milla a chi ha recensito, vi adoro *___*

Glo.

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Capitolo 9
*** Our Romance ***


last chapter frerard love sank... Capitolo 9:
Our Romance


Gerard P.O.V.

"Frank!" esclamo aprendo la porta, notando il suo viso tormentato ai limiti dell'impossibile. "Avanti, entra."
Abbassa gli occhi e obbedisce, tirnaod su col naso. Sta trattenendo le lacrime. Rimane immobile nell'ingresso, in silenzio e a guardarsi el scarpe.
Lo afferro per le spalle costringendolo a guardarmi in viso. Entrambe le pupille sono iniettate di sangue. Non ce la faccio a vederlo così, sento il cuore andare in frantumi. Mi stringe un braccio e solo in quel momento mi accorgo che indossa i guanti che gli ho regalato. Mi inchioda al suo sguardo macchiato mentre io non so cosa pensare.
"Sfogati, Cristo Santo!" esclamo rischiando di essere io, quello che scoppia in lacrime.
Sposta velocemente il suo sguardo da me al divano non molto distante da noi e, prima che riesca ad accorgermene, mi costringe ad indietreggiare mentre cerca con disperazione le mie labbra. Appena sento le sue, assaporo tutto il sale contenuto nelle sue lacrime represse. Comincio anch'io a partecipare attivamente, spinto dal desiderio di cancellare quel sapore così doloroso il prima possibile.
Deve tornare a sorridere, Holy Shit.
Finiamo sul divano mentre i nostri respiri diventano più affannosi perchè entrambi abbiamo bisogno di ossigeno.
"Gerard, la cena è pronta!"
Frank si divide all'istante e, dopo aver guardato prima me e poi la ragazza appena comparsa nella stanza, inizia a piangere.
Questo ragazzo reagisce sempre a scoppio ritardato, e per di più per le cazzate.
Si volta e percorre la distanza fino all'ingresso a passo veloce, una volta fuori comincia a correre.
"Che ho detto di male?" chiede la ragazza, guardandomi preoccupata.
"Niente. Sai Alicia, il mio ragazzo è un coglione."
Detto questo mi alzo anch'io e lo seguo.
Attraverso la strada rischiando di farmi ammazzare e poi riesco a raggiungerlo. Lui però non si ferma e se continua così, mi prende un infarto. Non sono molto atletico anzi, non lo sono affatto.
"Frank fermati, ecchecazzo!"
Finalmente riesco a bloccarlo e appena si volta, appoggio la schiena ad un palo, mantenendomi il petto.
"Se volevi uccidermi beh... ci sei quasi riusciuto." mormoro. "Io ti chiedo i danni." Rido della mia stessa battuta.
"Dovrei chiederteli io, quelli morali." ribatte acidamente, cercando nervosamente il pacchetto di sigarette nella tasca dei pantaloni.
"Non hai capito un cazzo." dico sorridendo sarcasticamente. "Un emerito cazzo."
"Cosa c'era da capira riguardo quella ragazza??" esclama incazzato. "Gerard, la cena è pronta..." aggiunge facendole il verso.
"Non ti azzardare mai più a prenderla in giro!"
Mi ignora, sbuffando.
"Ho lasciato le sigarette a casa, porca..." biascica a denti stretti.
"Te le do io, aspetta."
"No, le tue non le voglio."
Si mette a fare pure i capricci. Mi sa tanto di perdita di tempo.
"E comunque c'era da capire che quella ragazza è mia cognata."
Boccheggia per qualche istante prima di restare con la bocca spalancata.
"Co-cognata?"
"Sì. Si chiama Alicia, è la moglie di Mikey." spiego scuotendo la testa.
"Ali... moglie... Mikey... tu non hai nessuna ragazza?"
"No. Ci hai messo un po'..."
Sorride, uno di quei sorrisi che hanno la forza di lasciarti senza fiato. Fa qualche passo in avanti e poi mi accarezza una guancia.
"Gerard, sono tutto tuo adesso. Ho lasciato Jamia."
"Davvero?!"
"Sì, però c'è un problema. Non ho più una casa."
Rido di gusto.
"E sarebbe questo il problema? Ti trasferisci da me, solo che sarai costretto a condividere il letto con me..." insinuo maliziosamente.
"Andrà benissimo." conclude baciandomi.


Vengo svegliato dall’agrodolce profumo del caffé. Sorrido ancor prima di aprire gli occhi. Cerco con tutte le sue forze di non alzarmi ma l’aroma che si è già diffuso in tutta la casa è troppo invitante e per resistervi.
Guardo l’orologio sul comodino: le 10 e mezza.
Mi alzo e inizio a camminare verso la cucina avvolto ancora nel dolce tepore mattutino. Dopo essermi abbandonato su una sedia, provo a chiudere gli occhi per ricordare il sogno che ho fatto. Tornano in mente solo alcuni flash, niente di preciso o dettagliato. Dannazione. Sono sicuro che fosse un bel sogno.
Nel frattempo vedo Frank ancora ai fornelli, intento a prepararmi la colazione. Si avvicina poggiando le tazze sul tavolo.
“Ehi amore, tutto bene?”
Appena mi specchio nei suoi occhi scuri, la mia testa si svuota e, come per inerzia, alzo l'anulare. Frank ha finalmente riuscito ad incastrarmi.
"Tutto bene." rispondo con un sorriso.
Si china su di me per baciarmi. In quella frazione di secondi mi alzo e lo faccio sedere sul tavolo, sfilandogli la canottiera.
"Gerard... qui?"
"Certo. L'abbiamo fatto ovunque, mancava solo la cucina."



This is the end.
Non dico niente, aspetto i vostri commenti ^^ [anche perchè come al solito c'ho il magone perchè è finita T_T]
Thanks to:
Xx_ImJustAKid: eh sì sister, ora Gee ha pensato bene di consolare Frank *ç*
A presto cara [sì, tra tre secondi su msn XD]
Chemical_Marty: io l'avrei ucciso ma lei è una santa ^^ Baci.
_sory_: Gee non aspettava altro che ospitarlo a casa sua e noi tutte sappiamo perchè w.w
Io avrei trucidato Frank, come minimo.
Kisses Fradé!
kiroandstrifyforever: sisi è andato a vivere da Gee e sono tutti felici ^^
Grazie come sempre deglio apprezzamenti.
friem: cara, ti è piaciuto questo finale? Anche perchè ormai ho capito che tu ami gli hapy ending XD
Bacioni.
_omfg_: scommetto che adesso anche tu hai i lacrimoni perchè è finita, vero?
Beh amore, anche io li ho ma un po' è anche per colpa tua. Mi sostieni sempre e non mi deluderai mai, ormai questo l'ho capito e sono certa ormai che posso considerarti una vera 'Amica', vicina anche se ci dividono non so quanti chilometri T_T
Purtroppo non ci ho messo il sesso, ho preferito il lato Sweet, spero non me ne vorrai. Beh, ci vediamo nella Frerard che ti ho dedicato.
With so much love <333.

Ringrazio anche chi mi ha seguito sempre mettendo la storia tra i preferiti:

1 - AintAfraidToDie 
2 - Annachiara 
3 - Chemical_Marty
4 - friem 
5 - Keiko 
6 - kiroandstrifyforever 
7 - my chemical vavvy 
8 - Pozzina 
9 - qsf 
10 - _omfg_ 
11 - __darklily__


E con questo è tutto.
Glo.




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