The Keepers of the Elements - Revived

di Artemide5775
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Dating ***
Capitolo 3: *** "But please stay away from me" ***
Capitolo 4: *** Family secret ***
Capitolo 5: *** Does not end here ***
Capitolo 6: *** Guests ***
Capitolo 7: *** Dinner ***
Capitolo 8: *** With love, your mother forever ***
Capitolo 9: *** Truth revealed ***
Capitolo 10: *** Mr. Queen has asked me to help ***
Capitolo 11: *** Dreams and written ***
Capitolo 12: *** What are you doing here? ***
Capitolo 13: *** Lex ***
Capitolo 14: *** I tuoi demoni non ti lasciano libera , ti continuano a torturare per sempre . ***
Capitolo 15: *** That day... ***
Capitolo 16: *** How I ended up here? ***
Capitolo 17: *** Remembering the past ***
Capitolo 18: *** Spell ***
Capitolo 19: *** A time bomb ***
Capitolo 20: *** Problem ***
Capitolo 21: *** No heartbeat ***
Capitolo 22: *** Pain ***
Capitolo 23: *** Ghost ***
Capitolo 24: *** The awekening ***
Capitolo 25: *** New life ***
Capitolo 26: *** Ideal guy ***
Capitolo 27: *** I'm dead ***
Capitolo 28: *** Supervised ***
Capitolo 29: *** Bite ***
Capitolo 30: *** Georgie ***
Capitolo 31: *** Tiredness ***
Capitolo 32: *** Appearance ***
Capitolo 33: *** Yes or No? ***
Capitolo 34: *** Attraction ***
Capitolo 35: *** Sun ***
Capitolo 36: *** The story of Louis ***
Capitolo 37: *** Dreams ***
Capitolo 38: *** Survive ***
Capitolo 39: *** The boy ***
Capitolo 40: *** Talk ***
Capitolo 41: *** Tea ***
Capitolo 42: *** Jealousy? ***
Capitolo 43: *** Accelerated heartbeat ***
Capitolo 44: *** News ***
Capitolo 45: *** Green ***
Capitolo 46: *** Stomach churning ***
Capitolo 47: *** Larisa ***
Capitolo 48: *** Brother ***



Capitolo 1
*** Prologue ***



Prologue





Crystal





Crystal è una ragazza di 17 anni e mezzo,ha una sorella di 16 anni e mezzo , Diamond e due sorelline , le gemelle Alexandra e Deborah di 15 anni .

Crystal ha perso da poco i genitori ,i coniugi Winchester ,sono stati dati scomparsi il mese prima ma ormai la giovane donna si è arresa a un loro ritorno come le sorelle Diamond e Alexandra ,tranne la piccola Deborah che spera ancora che i genitori tornino da loro inventandosi qualche scusa per la loro assenza .

A occuparsi di loro ci pensa la cugina di 21 anni ,Victoria Winchester che si è offerta di badare alle giovani cugine fino a quando Crystal non sia abbastanza grande e abbia trovato un lavoro stabile .

La ragazza dai capelli dorati stava tranquillamente dormendo quando il suo sonno venne interrotto da un incubo che l’affliggeva ormai ogni notte dalla scomparsa dei scuoi amati genitori .
 


 
Si vedeva correre dentro una foresta ,spaventata e non capiva da chi o da che cosa stava scappando .
Tremava e le gambe non riuscivano più a reggerla in piedi ma la paura le riusciva a dare la carica per correre ancora più forte .





 
Si svegliò di scatto con la fronte impregnata di sudore e tremante .
Non riusciva a capire perché ogni notte faceva lo stesso sogno che alla fine rappresentava ben poco :
lei che correva in un bosco , spaventata .

Decise di alzarsi perché erano le sei e mezza e ormai era inutile cercare di riaddormentarsi come che  per le sette doveva già svegliarsi .

Lasciò i lunghi capelli biondi , sciolti e si mise una maglia verde acqua e un jeans .

Amava i colori accesi ,erano quelli che la caratterizzavano ,era una ragazza timida ,non aveva molti amici e neanche un’amica del cuore ma a lei andava bene così perché preferiva passare il tempo con le sue sorelle e sua cugina che con qualcuno con cui passerà qualche anno e poi per un motivo o per un altro si divideranno .






 
****



 
 
Alexandra




 
Come ogni mattina Alexandra passò il tempo a scegliere cosa mettere  ,amava vestirsi ,alla fine optò per una maglia rossa con un giacchetto nero , una gonna nera e dei tacchi che le avrebbero dato qualche centimetro come che era bassa .

Ultimamente cercava di ricordare qualcosa per cui i suoi genitori se ne fossero andati ,si perché Alexandra credeva che lei  e le sue sorelle fossero la causa per cui i genitori fossero scomparsi ,anche se cominciava a credere che fossero morti .

Ha quindici anni e sta crescendo troppo in fretta ,e matura ,responsabile ,forse perfino  di più di sua sorella Diamond che è molto solare e spesso si comporta in modo infantile ,sbuffando e mettendo il broncio ,certe volte Alexandra dubita perfino che la sorella abbia 16 anni e mezzo .

Qualcuno bussò alla porta e come che si stava truccando decise di non andare ad aprire la porta perché si scocciava .

-entra la porta e aperta !-

Disse con aria scocciata ,dalla porta spuntò la sorella gemella ,Deborah,tutte le sorelle Winchester hanno i capelli biondi e gli occhi azzurri tranne la più grande .

-ciao sorella ,ti vorrei chiedere se mi presti il tuo mascara ,il mio è finito –

-perché dovrei ?

Alexandra alzò un sopracciglio ,mostrando una faccia contrariata e la sorella gemella fece un finto faccino innocente per far cedere la sorella anche se Alex aveva già ceduto anche se non lo andava a far vedere per fare la dura cosa che non le riusciva bene perché rise e cedette il mascara alla sorella   .


-Grazie Alex !-

Sorrise trionfante Deborah.

-prego Deb !-

Finì di passarsi l’ombretto e si girò per guardare la sorella nei occhi ,pure se erano gemelle non si assomigliavano per niente ,lei aveva preso la forma del naso della madre ,Deborah quella del padre ,i capelli di Alex erano di un biondo chiaro mentre quelli della gemella erano di una tonalità di biondo più scuro .

Un urlò fece voltare le gemelle verso la porta da cui entrò una Diamond infuriata ,con i capelli scombinati e ancora la pigiama addosso .

-Deb mi devi ridare subito la mia maglietta nuova !–

Gridò ,Deborah in risposta fece un sorrisino finto e si avvicinò alla sorella .

-Calmati Mond o ti si fanno le rughe –

Lei era così con tutti tranne che con le sorelle e la cugina ,era raro che il suo sorriso fesse sincero e le sue intensioni buone e fatte senza trarre profitto ,per avere 15 anni era una vera manipolatrice e avvolte faceva paura perfino alle sue sorelle maggiori e a sua cugina .

-non mi calmo ,ho appena comprato quella maglia con il teschio e tu non me la prenderai –

Urlavano come pazze, Diamond non sopportava che qualcuno le prendesse quello che era suo e Deborah adorava farla arrabbiare .

-sembra un manicomio !-

Sospirò Alexandra sorpassando le sorelle, che si insultavano a vicenda , per andarsene ma prima prese lo zaino che stava per terra vicino la porta.

-scendete quando avete finito !-

Disse solamente chiudendosi la porta alle spalle .





 
**



 
Crystal 




 
Crystal  stava per scendere la scale per andare giù quando dei gridi le fecero capire che le sorelle non erano ancora scese .

-che sta succedendo lì dentro ?-

Chiese ad Alexandra che si stava uscendo dalla sua camera .

La minore sospirò pesantemente e questo fece capire alla maggiore che Diamond e Deborah si stavano mangiando come da routine giornaliera .

-che pensi stia succedendo ?-

Chiese la ragazza dai occhi come l’oceano.

-cos è successo per farle gridare così pesantemente ?-

Si arrese la ragazza con due smeraldi .

-Deborah ha fregato una maglietta a Diamond –

Detto questo se ne andò di sotto e Crystal decise di entrare per calmare quelle due pazze .

Sapeva bene che  a Diamond non dava fastidio prestare le proprie cose a loro o a qualche sua amica ,ma da quando i suoi genitori se ne erano andati ,sua sorella era diventata possessiva nel riguardi dei suoi oggetti , forse perché come lei aveva paura di perdere qualcun altro e decideva di sfogarsi stando attenta ai propri oggetti  anche quelli più futili ma soprattutto quelli che aveva comprato con la madre o che gli erano stati regalati da qualcuno a cui teneva.

Entrò e subito punto la sedicenne bionda.

-Deborah vai giù con te parlo dopo –

Detto questo la piccola bionda se ne andò con un sorrisino compiaciuto sulle labbra .

-perché non le hai detto niente ! Quella maglia è mia !-

Gridò la ragazza dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio .

-Diamond la devi smettere ! Hai quasi 17 anni non puoi comportarti così !-

La più piccola si ammonì e si sedette sul letto di Alexandra .

Chrystal le si avvicinò e si sedette vicino a lei posandole una mano sulla spalla .

-non puoi continuare così ! Lo so che ti manca la mamma ma così ti distruggerai ,tu non sei fatta così prima non ti era mai dato fastidio di prestare qualcosa di tuo e ora invece … invece dai di matto per una maglia che in più non stai regalando ma la riavrai a fine giornata –

Scoppiò occhi verdi .

-quella maglia me la sono comprate l’ultima volta che sono andata a fare shopping con la mamma-

Disse con gli occhi che le pizzicavano Diamond .

Chrystal smise di parlare,aveva capito il motivo per cui la sorella ci teneva a quella maglia e in fondo aveva ragione ,era un ricordo che la legava alla madre .

-andiamo o faremo tardi e la colazione si raffredda .-

Disse Crystal alzandosi ,il suo tono era distaccato e questo spaventò Diamond perché non aveva mai sentito la sorella parlare in quel modo così freddo da fa accapponare la pelle.

-ok mi vesto e scendo –

Rispose dirigendosi in camera sua a cambiarsi .





 
****




 
Alexandra




 
Alexandra e Deborah erano scese e stavano aspettando che le frittelle fossero pronte .

Alexandra quando vide che la cugina era distratta decise di parlare con la gemella .

-perché hai messo quella maglia fra tante –

La sorella sorrise beffarda facendo finta di non capire ,aveva messo quella maglia perché anche se tutti pensavano che era per fare un dispetto alla sorella ,lei voleva avere una cosa che le ricordasse di sua madre ma purtroppo non c’è l’aveva perché litigando sempre non uscivano mai insieme .

-così mi andava-

Sorrise falsamente .

Alex sospirò sconvolta da quando fosse infantile la gemella .

Decise di non dire nient’altro perché sapeva che se avrebbe continuato a parlare dalla sua bocca sarebbero usciti solo insulti .

Victoria si girò e notò l’abbigliamento delle cugine .

-siamo a fine gennaio come fate a vestirvi così leggere ?-

Le ragazze si guardavano e infondo la cugina aveva ragione ma loro erano fatte così non sentivano freddo anche se a New Orleans fa in questo periodo un po’ freddo faceva .

-stiamo bene così –

Rispose Deborah chattando con una sua amica al computer ,mentre Alex era intenta a bere un po’ di succi d’ananas .

-esatto –

Rispose facendo un sorrisetto Alexandra per far capire alla cugina che tutto era apposto .

Appena Victoria vide scendere la più grande capì che non era il caso di parlarle di quella cosa importante ma che lo avrebbe fatto quando sarebbe tornata da scuola e mentre le altre erano fuori .

-Crys per favore potresti dopo scuola potresti tornare prima ?-

Chiese dolcemente ,Crystal annui non sapendo che la cosa di  cui aveva acconsentito a parlare non sarebbe stata si quanto e buono il caffè ma una cosa che l’avrebbe cambiata e avrebbe cambiato il suo modo di vedere il mondo .

-si ma perché?-

Chiese distrattamente la ragazza dai occhi verdi a quella dai occhi azzurri .
La cugina cercò con il suo tono di far sembrare l’argomento di cui avrebbero trattato in seguito futile .

-una sciocchezza –

Rispose togliendo dalla padella le frittelle che si stavano per bruciare .

-Vicky possiamo  prendere la tua macchina per andare a scuola ?-

Chiese sempre la maggiore alla tutrice .

La donna ci pensò su qualche minuto ma ricordandosi che oggi deve tornare alle 4 a casa e per questo non torna per pranzo decide di cedere l’auto .

-si oggi torno alle 4 per questo credo che mi farò dare un passaggio da Kate –

Kate era una collega e amica di Victoria a cui lei è molto legata e con cui esce spesso .

-ok grazie Vicky –

Alexandra accorgendosi che era tardi decide di avvisare le sorelle ma si accorge che ne manca una all’appello .

-dov’è Diamond ?-

-penso che stia scendendo –

Risponde la cugina togliendosi il grembiule arancione e sistemandosi i capelli .

-Daimond è tardi muoviti !-

Grida Deborah continuando a scrivere al telefono anche se questa volta con il suo ragazzo ,George  che fa l’ultimo anno nel suo stesso liceo.

Stanno insieme anche con la grande differenza di età che li separa .




 
***




 
Diamond




 
Diamond per un pelo non rischiò di cadere per le scale , era rimasta a pensare alla conversazione tenuta con la sorella maggiore e non si è accorta di essere rimasta imbambolata d’avanti alla cabina armadio .

-finalmente !-

Sospirò Victoria vedendola scendere ci mancava pure un ritardo a scuola .

Le porse una bustina con delle frittelle all’interno.
-Le altre ?-

Chiese guardando la cucina vuota .

-ti stanno aspettando in macchina ,muoviti ! Mentre state andando a scuola mangia queste frittelle ,la colazione è il pasto più importante della giornata .-

La cugina le fece l’occhiolino e lei si precipitò fuori di casa . 




 
***


 

Mentre ignare le cinque ragazze si dirigevano a scuola e a lavorare, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore era appena arrivato a New Orleans con l'intento di rovinare la vita delle giovani e delle loro anime gemelle.






Personaggi :

Chrystal 



Daimond :



Alexandra :



Deborah :



Victoria :

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Capitolo 2
*** Dating ***







Chapter I


Dating






Victoria





Victoria stava fuori la grande struttura del suo ufficio dove lavorava ormai da 2 anni come giornalista , aspettava la sua amica Kate che come al solito era in grande ritardo .
Un ragazzo le finì addosso mentre aveva deciso di entrare all’interno della struttura .

-scusa –

Le disse il ragazzo dai capelli sul castano scuro e gli occhi azzurri .

-non fa niente è normale –

Rispose lei cordialmente porgendogli la sua mano che lui accettò senza farsi pregare .

-Victoria Winchester –

-Louis Tomlinson –

Quando lei toccò la sua mano la sentì fredda sotto il suo tocco ma la cosa peggiore fu il cattivo presentimento che ne venne fuori .

La ragazza sentì come una morsa allo stomaco ,la madre prima di morire le aveva raccontato che se sentiva questo cattivo presentimento nei confronti di qualcuno ne doveva stare alla larga .

Il ragazzo si accorse di come era diventata rigida la ragazza e come il suo battito cardiaco era diminuito ma lasciò stare pensando che era agitata per qualche motivo .

-ora devo an…-

La bionda non finì di parlare che la sua amica arrivò con il fiatone ,segno che aveva corso .

Louis rise per come erano buffe le ragazze d’avanti a lui e si congedò o avrebbe fatto tardi al suo primo giorno di lavoro al Planet come foto reporter .

Victoria fu da una parte felice che quel bel ragazzo se ne fosse andato ma d’altra un po’ triste perché al di fuori del suo presentimento sembrava simpatico .

-chi era quello ?-

Chiese con sguardo malizioso la castana a fianco a lei ,la bionda si riconnesse alla vita reale come che era stata travolta da una miriade di pensieri .

-non lo so ! L’ho appena conosciuto .-

Rispose ancora un po’ scossa da quell’incontro .

-carino –

Commentò ancora Kate e a quelle parole Victoria si morse un labro “lui era più che carino”.




 
**



 
Crystal




 
Le ragazze erano appena arrivate a scuola e ognuna di loro era andata dalle proprie amiche prima del suono della campanella per parlare .

Crystal parlava con Annamaria e Emanuele due suoi vecchi amici ,conosceva Annamaria dalle elementari e Emanuele ,anche se comunemente chiamato Manu da Chris , dalle medie .

-qualche novità ?-

Chiese la bionda agli amici , notò sul volto dell’amica dipingersi un sorriso malizioso e su quello di Manu un volto esasperato .

-allora ?-

Continuò la bionda alzando un sopracciglio e cercando spiegazioni verso Manu per il sorriso raggiante dell’amica.

-sonoarrivati 4ragazzidaurlooggi –

Urlò la castana facendo svegliare molti studenti che secondo Emanuele sarebbero caduti per terra dal sonno da un momento all’altro .

La bionda non capendo l’amica per colpa della velocità in cui aveva detto le parole cercò una traduzione dalla’amico .

-ci sono 4 nuovi arrivati –

Disse esasperato il ragazzo dall’amica che a volte sembra avere 3 anni e non 16 / quasi  17 a novembre .

-bellissimi –

Continuò Aneth ,soprannome dato da Crys all’elementari ,guardando male l’amico .

- a quando vedo in questi giorni in cui non mi sono fatta sentire non mi sono persa molto ma scusate chi si trasferisce a fine gennaio ?-

Nei ultimi giorni era rimasta a casa insieme alle sorelle per mettere in garage la roba dei suoi genitori e fare spazio a quella di Victoria che si era dovuta trasferire da loro perché secondo la legge lei doveva vivere con loro .

-a quanto pare 4 fusti –

Crystal sorrise ,voleva bene alla sua amica proprio per il suo carattere aperto che era il contrario del suo .

-Io comincio ad andare a biologia ! Voi che avete ora ?-

Chiese Crys sperando di passare un’ora con uno dei suoi amici .

-la Thompson –

Sospirò la castana scontenta .

-cioè ?Scusa sai che non l’ ho e per questo mi dimentico che materia insegna –

- non avevamo comunque lezione insieme … storia –

-pure io !-

Disse felice Manu che si era dimenticato che materia avesse e aveva controllato sul diario ma quel sorriso scomparse appena capì che avrebbe dovuto sentire l’amica per due ore di seguito parlare dei nuovi arrivati .

-ok allora io comincio ad andare in classe com’è che è dall’altra parte della scuola–

Crystal sorrise ai suoi amici e fece per andarsene quando l’amica la richiamò .

-Crystal!-

-che c’è Aneth ?-

-il prof di lettere mi ha chiesto se potevo dirti di andare in segreteria per il fatto del corso pomeridiano per aiutare a far recuperare alcuni studenti –

-mi aveva accennato qualcosa , se non mi sbaglio una volta alla settimana mi devo occupare di due studenti , spesso diversi .-

-si –

-ok allora ci vado ora così mi perdo la prima mezz’ora di lezione –
 
La bionda fece un occhiolino alla castana che sorrise .





 
***



 
Diamond




 
Diamond stava parlando con la sua amica Aurora quando un ragazzo biondo  le si avvicinò.

-ciao posso chiederti una cosa ?-

Chiese lui dolcemente e questo fece sorridere Mond che appena si girò in direzione del biondo e incrociò i suoi occhi ,ci affogò .

-certo chiedi pure –

-Mond io vado ci vediamo in classe !-

La salutò l’amica e Diamond le fece un saluto con la mano .

-sai dov’è la segreteria … sai sono appena arrivato e come questa scuola e grande non riesco a trovarla –

Disse lui leggermente in imbarazzo ,come poteva una persona come lui perdersi in una scuola dopo averne frequentate tante?

Si chiedeva dopo aver girato diversi corridoi e avendo perso di vista i suoi 3 amici . 

-si vieni che ti accompagno … tanto la mia classe e in quel corridoio –

Sorrise dolcemente e apprensivamente Diamond .

 


5  minuti dopo …




-siamo arrivati … comunque io Diamond !-

Salutò la bionda e il biondo si accorse di non essersi presentato .

-io sono Niall –

-ti serve qualcos’altro o se no io devo andare a lezione perché fra poco suona la campana –

Daimond non voleva andare via ma sapeva che doveva ,si trovava bene in compagnia di Niall e come avevano conversato un po’ avevano capito di avere molte cose in comune .

Neanche Niall voleva lasciarla ,voleva rimanere ancora un po’ a parlare con lei ma sapeva che i suoi amici se non lo avrebbero visto arrivare si sarebbero preoccupati .

-Diamond che ci fai in segreteria ?-

I due si girarono e videro Crystal intenta a compilare alcune scartoffie .

-ho acc…-

La bionda dai occhi azzurri non finì di parlare che il biondo si presentò.

-piacere io sono Niall .Diamond è stata così gentile da accompagnarmi in segreteria ,spero che non ci sia alcun problema –

Chiese leggermente preoccupato di aver fatto qualcosa di sbagliato ,Niall.
La più grande guardò male il biondo ,non stava parlando con lui perché si è impicciato ?

E perché sua sorella doveva fare sempre la buona ?

Aveva in questo mese perso diversi giorni di lezione che doveva recuperare e invece lei che faceva ?

La buona che accompagnava i bambini sperduti a casa.

-io sono la sorella maggiore di Diamond ,Crystal! Non preoccuparti non è successo niente –

Sorrise leggermente al ragazzo e poi parlò alla sorella .

-e meglio che ora vai in classe lo sai che non puoi perdere altre lezioni –

La sorellina sbuffando se ne andò sotto lo sguardo triste di Niall che sperava di stare ancora un po’ con lei .

-signorina Winchester !-

Richiamò la segretaria Crystal che guardava male il biondo ,aveva uno strano presentimento ma per sua fortuna era leggero .

-mi dica –

Disse alla segretaria che le stava passando un foglio .

-questa e la lista dei ragazzi che dovrà aiutare questo mese e ci sono scritti pure gli orari –

Chrystal sorrise alla segretaria e se ne andò ,gli sembrava che  qualcuno la stesse guardando per questo si girò ma non vide nessuno anche se aveva ragione, due occhi verdi la squadravano .







 
*****




 
Deborah




 
Deborah stava parlando con sua sorella gemella e una loro grande amica Abbie che le stava raccontando tutto quello che si erano perse le due sorelle nei ultimi giorni in cui non erano venute a scuola .

-come sono i nuovi arrivati ?-

Chiese curiosa Deborah ricevendo una spallata dalla sorella

-non avevi un ragazzo?-

Chiese trattenendosi dal ridere ,Deborah era una di quelle ragazze che cambiava spesso ragazzo .

-si ma mi sta scocciando non è un gran che a letto –

Rispose prendendo alcuni libri dall’armadietto .

Alexandra divenne rossa ,a lei non piaceva parlare di cose così private e non ci sarebbe neanche riuscita a parlarne in un modo così … tranquillo come usciva alla sorella .

-lasciamo stare !Non li ho visti tutti ma quello che ho visto era … incantevole … aveva la pelle ambrata ,due occhi che farebbero invidia al cioccolato ,i capelli neri e un fisico da u-r-l-o ...–

Abbie continuò a parlare e l’eccitazione con cui descriveva il nuovo arrivato faceva sembrare ad Alex che l’amica fosse una gallina che starnazza ,voleva bene a Abbie ma a volte sembra una di quelle cheerleader senza cervello che stanno nei film .

-frena ! Frena ! Abbie abbiamo capito ora però andiamo a lezione !-

Disse seccata Deborah ,non sopportava più la sua amica ,quando cominciava a parlare non la finiva più .







 
**



 
Crystal




 
Crystal  stava entrando in classe quando si accorse che dietro di lei c’era qualcuno,aveva avuto la stessa sensazione prima ma non c’era nessuno ma ora che si era girata aveva visto un ragazzo con dei bellissimi occhi verdi  e i capelli ricci .

Decise di non dire niente e rigirarsi ed entrare in classe , quel ragazzo le trasmetteva una strana sensazione che le faceva accapponare la pelle .

-signorina Winchester finalmente ci degna della sua presenza –

Dichiarò ironica la prof di biologia che Crystal non sopportava per niente per il fatto che era una strega e non c’era un momento che non usava per prendersi gioco di qualche studente ,anche quelli più bravi e silenziosi che non le facevano niente .

-scusi ero in segreteria a compilare dei moduli per il progetto …-

La fece finire .

-lo so mi hanno avvisata ,ora vatti a sedere –

Crys non capiva proprio quella prof anche se sapeva che stava facendo una cosa importante e  non giocare a gira la bottiglia non perdeva occasione per rompere .

-e lei deve essere Styles !-

Disse la professoressa ,Crystal alzò lo sguardo e notò che il ragazzo che stava dietro di lei era entrato e a quanto pare doveva essere uno di quei 4 ragazzi che si erano da poco trasferiti .

-si-

La sua voce era roca .

Era bellissimo ed per questo la giovane ragazza ne rimase incantata fino a quando la voce gracchiante della prof non la risvegliò dal suo stato di trance in cui era caduta .

-puoi sederti vicino alla signorina Winchester –

Lui sorrise ,era incuriosito da quella ragazza ed era felice di poterci parlare e conoscerla meglio .

Quando si sedette vicino a lei subito le si presentò.

-Harold ma puoi anche chiamarmi Harry  –

Lei gli sorrise ,e che sorriso !

Lo fece incantare ma se lui credeva che il suo sorriso  era bellissimo si dovette ricredere sentendo la sua melodiosa voce .

-Crystal ma molti mi chiamano Crys –

I due no parlarono per tutta la lezione ,lei cercava di stargli alla larga ma era difficile se il ragazzo con cui non vuoi avere niente a che fare è il tuo compagno di banco e per di più e così bello da fa invidia ai dei greci .

Il ragazzo le voleva parlare ma aveva notato che lei lo teneva a distanza e non se lo riusciva a spiegare ,aveva fatto qualcosa che non andava ?




 

 
*





 
Victoria




 
Victoria stava controllando alcuni articoli come che le era stato assegnato di controllare ogni articolo prima di darlo al capo ,sentì  sbattere la porta del suo ufficio per questo alzò la testa dal computer portatile che stava usando .

Rimase senza parole quando vide il ragazzo conosciuto quella stessa mattina insieme al suo capo .

-ciao Victoria ti vorrei presentare il nostro nuovo foto reporter ,Louis questa è  Victoria ,Victoria lui è Louis –

-veramente capo noi ci conosciamo già –

Disse Louis guardando la bellissima ragazza che aveva conosciuto quella mattina, sperava di incontrarla ma on avrebbe mai detto che ci avrebbero lavorato insieme e per di più lei era un suo superiore .

-come ?-

Chiese Aaron perplesso e Vicky gli spiegò la situazione .

-ci siamo conosciti stamattina qui fuori .-

Puntualizzò la bionda ,vero che era carino ma sua madre le aveva spiegato di non aver niente a che fare con le persone con cui aveva questo presentimento e lei di certo non avrebbe disubbidito alla sua defunta madre anche se veramente vorrebbe baciarlo .


Personaggi :

Kate 




Annamaria 



Emanuele



Abbie 



Vestiti di Chrystal :



Vestiti di Alexandra :


Vestiti di Deborah :



Vestiti di Victoria :



Vestiti di Daimond :



 

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Capitolo 3
*** "But please stay away from me" ***



Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ft0TqxGWrdg&hd=1

Chapter II


"But please stay away from me"











Deborah





Deborah stava uscendo da scuola quando George le andò in contro .

-ciao tesoro !-

Le diede un bacio sulle labbra ,un bacio poco casto .

-ciao George ,mi volevi dire qualcosa ?-

Chiese dolcemente la biondina al ragazzo ,voleva tornare a casa e non voleva perdere tempo con lui .

-Margaret mi ha chiesto se potevi andare all’allenamento fra un ‘ora e mezza ,dice che state
indietro per colpa delle vacanze di Natale che si sono da poco tenute –

La ragazza sospirò seccata ,on aveva alcuna voglia di andare agli allenamenti ma era costretta ,quella vipera dell’allenatrice se non sarebbe andata le avrebbe tolto il suo ruolo di capitano .

-ok ci andrò ,tu andrai agli allenamenti di football ?-

Chiese sperando in un no ,lei non lo amava lo usava proprio come i suoi ragazzi precedenti .

Lui le sorrise e per questo capì che era un si .

-si ci vediamo lì verso le 3 e non arrivare tardi –

Come non voleva sentirlo parlare gli diede un bacio sulle labbra e si congedò per andare verso la macchina della zia dove sperava che Crystal era già arrivata .


 
 
*



 
Victoria



 
 
Victoria stava cercando si riordinare alcuni articoli mentre Louis le dava una mano.

-ma tu non eri un foto reporter ?-

-si ma come per ora non c’è niente da fotografare il capo mi ha detto che ti devo dare una mano a dare gli ultimi ritocchi al giornale che deve essere pronto entro le 4 –

La ragazza sospirò ,lui era carino ,dolce e tutto il resto ma avendolo così vicino come poteva stargli lontano ?

Lui continua a guardarla ,anche avendo degli occhiali e i capelli biondi legati in una coda era bellissima ,però non capiva perché nei suoi confronti fosse così fredda , a lui non sembrava di aver fatto niente di male per essere trattato così freddamente .

-che ne dici se mettiamo prima quest’articolo di sparizione e poi questo sul sindaco che investe dei fondi sul nuovo ospedale ?-

Chiese lei , anche se voleva stargli alla larga dovevano comunque collaborare o se no Aaron si sarebbe potuto incazzare alla grande .

Louis ci pensò un secondo ma era felice che lei cominciasse ad aprirsi ,non capiva perché ma era attratto da quella ragazza anche se lei lo teneva lontano .

Il suo profumo sapeva di menta ,le sue labbra erano rosse , i suoi occhi erano di un azzurro in cui ci potevi affogare , i suoi capelli di un biondo chiaro bellissimo e  raro che lui in tutta la sua lunga vita l’aveva visto poche volte .

-allora ?-

Chiese Vicky distogliendolo dai suoi pensieri .

-direi prima di mettere l’articolo di sparizione di questo ragazzo e poi quello sul sindaco –

-ok bene allora abbiamo finito ! Adesso lo do a Aaron e poi finisco un articolo che dovevo mettere sul sito del giornale –





Lui sorrise .

-ti do una mano allora !-

Victoria si stava trattenendo a mettersi una mano sulla fronte ,scusa ma stare da solo ti uccide ?

Voleva  chiedergli ma si trattenne e gli sorrise cordiale , non ci sarebbe mai riuscita a toglierselo dai piedi .






 
***






Diamond





Diamond stava andando verso l’auto della cugina quando una presa sul suo polso la fece girare ,era il suo angelo biondo , ma appena si accorse si quello che aveva pensato divenne rossa , lo conosceva da qualche ora , ci aveva parlato per quanto ?

Cinque minuti e già si sentiva di essere attratta dai quei occhi come il mare .

-ciao Niall !-

Lo salutò, lui precisamente non sapeva  neanche che dirle , stava pensando qualcosa ma appena incrociò i suoi iridi azzurri le sue certezze morirono all’istante.

-ciao Diamond ti volevo dire … -

Non sapeva come chiederle di uscire , come chiedi ad una ragazza che hai appena conosciuto di uscire con te ?

Lui non sapeva cosa rispondersi .

Diamond era curiosa di sapere che voleva dirle il suo amico biondo ma ricevé una chiamata da parte di sua sorella Crystal .

-Niall possiamo continuare fra un minuto devo rispondere –

Lui le sorrise e benedisse la sorella di Diamond ,di avergli  posticipato una figuraccia ,intanto stava anche ascoltando la conversazione che la biondina stava tenendo con la sorella , si lui sapeva che era la sorella di Mond perché lo aveva capito dalla voce .

-ciao Chris –

-ciao Mond , ti volevo chiedere se potevi restare tu con le gemelle per gli allenamenti ,io non posso devo parlare con Vicky verso le 4 più o meno e dal messaggio che mi ha mandato Deborah gli allenamenti iniziano alle 3 per questo non potrò restare , le porti a casa tu e chiedi un passaggio ad Aurora ?-

Diamond sbuffò non voleva parlare con Deborah anche se l’aveva già perdonata , non voleva fargli una scenata inutile ,ancora ,dopo aver parlato con Crystal aveva capito di aver avuto una reazione esagerata e che in fondo la sorella non aveva fatto niente di male .

La sorella rimaneva sempre a vedere gli allenamenti per tenere d’occhio le gemelle , soprattutto Deborah per non farle cacciare nei guai e quando non poteva ci pensava Diamond .

-si va bene allora mangio nel ristorantino qui vicino , le ragazze tornano a casa con te ?-

Lei preferiva non tornare a casa per qualche minuto ma sapeva che le sorelle sarebbero volute tornare a casa per mangiare qualcosa .

-da quello che so no ,tu mandagli un messaggio a entrambe e dici dove mangi , poi se vogliono si uniscono a te –

-ok ciao a stasera –

-ciao –

La bionda attaccò e si girò verso Niall e pensò di chiedergli se si univa a lei .

-Niall senti oggi non mangio a casa , ma al ristorantino qui vicino , ti unisci a me tanto per 3 tre devo tornare a scuola per badare alle mie sorelle-

Niall sorrise, gli aveva tolto le parole di bocca e si era risparmiato una figuraccia .

-se non hai nient’altro da fare !-

Puntualizzò la bionda .

-un mio amico ha il suo primo allenamento di football per questo avevo deciso proprio di vedere come gioca e come si allena anche lui alle 3 non mi conviene tornare a casa soprattutto perché non abito molto vicino per questo accetto volentieri –

La ragazza voleva dirgli che bastava accettare e non dire pure perché ma lasciò stare , i due si avviarono e intanto Diamond mandò un messaggio a ciascuna delle sue sorelle per dire dove andava .



 
 
 
**

 


Crystal





Crystal  stava andando verso la sua auto quando si accorse di essere seguita , si chiedeva che aveva oggi , aveva la sensazione costante di essere seguita , si girò di scatto e si ritrovò faccia a faccia con il suo compagno di banco di biologia , Harry.

Lui la guardava nei occhi , occhi verdi contro occhi verdi .

Rimasero così fino a quando quella cattiva sensazione che stava travolgendo la giovane ragazza venne ascoltata .

-perché mi stai seguendo Styles ?-

Chiese scocciata di quella situazione poco piacevole , lui era sorpreso come aveva capito che la stava seguendo ?

-non ti stavo seguendo , stavo solo andando verso la mia auto –

Stava mentendo di grosso , la sua auto era parcheggiata da tutt’altra parte ma per sua fortuna sentì la ragazza rilassarsi .

-va bene ! Ma per  favore stammi lontano !-

Disse lei entrando nella sua auto rossa, non capiva perché gli aveva detto quello ma era come se il suo istinto inconsapevolmente la stesse proteggendo anche se non capiva perché .

Che nascondeva Harry dietro quella maschera da bravo ragazzo ?

Harry non capiva il comportamento della sua compagna di banco , un momento prima gli sorride e si presenta e quello dopo non gli parla per tutta la lezione di biologia .

Quelle parole lo avevano colpito “ma per favore stammi lontano “.

Lui non era umano ma non sopportava le persone che cercavano di stargli alla larga, non le avrebbe mai fatto del male .
 




 
*



Victoria





Victoria alla fine si era arresa all’ idea di stare lontana da Louis , non ci sarebbe mai riuscita , lavoravano insieme   era una cosa impossibile .

-allora che fai dopo il lavoro ?-

Le chiese all’improvviso Louis , lei rimase senza parole .

Ci stava provando con lei ?

Decise di farci poco caso e cercò di essere disinvolta , se gliel’avrebbe chiesto di certo non avrebbe rifiutato era cattiva educazione , o avrebbe accettato anche per un altro motivo ?

-devo dire una cosa importante a mia cugina e poi mi devo mettere ai fornelli per cucinare la cena .-

Quando pensava quelle cose , le sembravano normali ma dette ad alta voce sembravano patetiche .

Lui ci pensò un attimo su , cucinare la cena…

Non è che aveva un ragazzo ?

Alla fine decise i chiedergli delle spiegazioni , non sembrava una di quelle ragazze che si mettono ai fornelli per cucinare per se stesse un pasto particolare e non sbrigativo .

-metterti ai fornelli ?-

Chiese , quella domanda non suonava proprio come quella che voleva farle ma si trattenne .

-si io mi occupo delle mie 4 cuginette i cui genitori sono scomparsi quasi un mese fa –

Lui sospirò sollevato ma era anche sorpreso , doveva essere una ragazza molto matura per occuparsi di 4 sue cugine da sola .

-io invece vivo con 4 miei amici –

Non sapeva da dove gli uscirono certe parole , cioè lei gli aveva detto una cosa privata e lui gli aveva risposto dicendogli che vive con 4 amici , ci mancava che dicesse che andavano alle superiori .

Lei lo trovò buffo , un po’ impacciato e non sapeva neanche lei come le uscirono quelle parole ma le disse .

-se vuoi puoi venire a cena da me ?-

I occhi del ragazzo di illuminarono , lo aveva invitato a cena , anche se a una persona come lui che non mangiava doveva perfino sembrare un’offesa per lui fu come se gli ebbero dato il mondo in mano .

-mi farebbe piacere ma non posso lasciare i miei amici a casa da soli o me distruggerebbero e in più sono più piccoli vanno alle superiori , fanno tutti l’ultimo anno –

Non voleva dire quelle parole ma quei 4 qualcuno doveva controllarli veramente anche se non intendeva veramente la casa ma che  uccidessero nessuno .

La ragazza ci pensò un momento anche se tutti i suoi sensi  ballavano la conga , il suo cuore voleva a tutti i costi che lei trovasse un modo per farlo venire a cena , era incondizionatamente attratta da lui e dai suoi occhi azzurri .

-allora porta anche loro , penso che farebbe bene alle mie cugine passare una serata diversa –

Il ragazzo di impose di non salire sulla scrivania e ballare ma macarena anche se il suo cuore lo stava già facendo .
-accetto –

-ok bhe qui abbiamo finito e sono le tre e mezza e come fra mezz’or dovei parlare con mia cugina non ho tempo di portare questo ad Aaron , puoi darglielo tu ?-

Chiese gentilmente pregando che il ragazzo accettasse .

-certo –

Le rispose sorridendo come un ‘ebete , come aveva fatto una ragazza appena conosciuta a ridurlo così ?







 
***




 
Diamond




 
Diamond stava conversando con Niall dentro il ristorantino meno caro del luogo ma il cui cibo era squisito .

-buonissimo e il bello è che costa poco –

Sorrise Niall ,stavano li da 5 minuti ma fra di loro non c’era imbarazzo ma si trovavano bene uno con l’altro .

-allora hai detto che dopo vai a vedere come si allena un tuo amico , come si chiama ?-

Chiese la bionda smettendo di ridere .

-Zayn , si è iscritto oggi e come mancava un giocatore ed è bravo lo hanno preso –

Rispose sinceramente lui .

-wow ! deve essere molto bravo perché conosco molti ragazzi che volevano far parte della squadra ma non sono stati presi –

Quando il ragazzo sentì  quel “conosco molti ragazzi “ sentì il cuore frantumarsi , era gelosia ?

No non poteva essere , non poteva essere geloso di una ragazza con cui al massimo ha parlato un quarto d’ora  .

-ciao Winchester –

Una voce maschile li fece girare alla sinistra del biondo e per la bionda a destra .

Niall pesò che c’era qualcosa che non andava in loro , ogni volta che parlavano qualcuno ci si metteva in mezzo , prima la sorella si Diamond e ora il ragazzo dai capelli sul castano chiaro a fianco a loro .

-ciao Tommaso , come va ?-

Il ragazzo le sorrise e rivolse un saluto con la mano anche a Niall che non rispose seccato e … forse anche un po’ geloso .

-bene , oggi vieni a vedere gli allenamenti ? Sai di solito viene tua sorella maggiore per tenero d’occhio le gemelle –

Diamond rise , aveva ragione era da un po’ di tempo che non andava a vedere qualche allenamento delle sorelle .

-già di solito ho avuto molto da fare … comunque si vengo , la mia adorata sorellona mi ha incastrata oggi –

La sua voce si infranse sul quel “da fare “ ma riuscì comunque a parlare dopo alcuni secondi ,con quelle parole intendeva la scomparsa dei genitori .

-ok allora io vado ho finito il turno oggi –

-certo a oggi pomeriggio –

I due si salutarono e Diamond tornò con lo sguardo a Niall che non aveva proprio partecipato alla conversazione .

A mond dispiacque per questo si scusò.

-scusa per averti ignorato ma è un vecchio amico che non vedo da un mesetto ,volevo parlargli , dopo che si è lasciato con mia sorella , anzi meglio dire che lei lo ha lasciato non ci ho più parlato  -

Lui si rilassò a quelle parole , era solo un ex della sorella .






 
**




 
Crystal




 
Crystal era a casa e la cugina era appena arrivata .

-che mi dovevi dire ?-

Chiese Crys mangiando un panino , non si era cucinata niente alla fine , perché si scocciava troppo .

-è meglio se ti siedi perché quello che ti dirò ti sconvolgerà e pure molto .-

La ragazza si spaventò , non aveva mai visto Victoria così … seria e preoccupata ma allo stesso tempo nervosa , voleva dire che quello che gli stava per rivelare era veramente preoccupante e di certo l’avrebbe cambiata , neanche quando gli aveva detto che i suoi genitori erano scomparsi era così…

 
 



Personaggi :

Aurora :



George :



Tommaso :



Margaret :

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Capitolo 4
*** Family secret ***




Chapter III
Family secret 




Crystal





Victoria non parlava e Crystal non sapeva neanche che chiederle ,la più grande si torturava le mani cercando le parole adatte ma non le veniva in mente nessuna , questa cosa non gliela doveva dire lei ma i suoi genitori ma purtroppo non avevano fatto in tempo .

-cugina mi preoccupi …-

Si arrese alla fine la più giovane .

Victoria sospirò e si decise a parlare , ora o mai .

-Crystal c’è una cosa che non sai sulla nostra famiglia …-

Fece una pausa per capire se la cuginetta stava ascoltando e si accorse che lei era molto interessata ma leggeva nei suoi occhi un senso di paura, paura che quelle parole veramente l’avrebbero cambiata , in peggio però.

-una nostra antenata era una strega …-

A quelle parole la ragazza dai occhi verdi abbassò lo sguardo , forse quell’avvertimento che aveva provato in compagnia di Niall e Harry non era una sua impressione ma qualcosa ereditato dalla sua antenata .

-continua Vicky , non ti preoccupare per me , sarò forte –

Cercò di tranquillizzarla perché la più grande aveva paura che questa scoperta potesse spaventare la giovane cugina come era successo con lei ,quando la madre glielo aveva raccontato :

 


 
Flashback





 
Mancavano due settimane al compleanno di Victoria e la madre aveva deciso di raccontarle tutto il necessario sulle sue origini .

-madre che mi devi dire ?-

Chiese ingenuamente la diciassettenne sedendosi sul comodo letto della sua stanza che era addobbato di poster di attori e cantanti del periodo .

-figlia mia sai quando ti dico che sei speciale e che hai preso molte più cose dalla mia famiglia di quanto immagini ?-

La ragazza sorrise , aveva un rapporto speciale con sua madre come che era cresciuta senza un padre , lui se ne era andato quando lei aveva cinque anni .

-si e … allora ?-

-figlia mia adesso ti racconterò una storia …-

Dopo il racconto la ragazza era sconvolta ma più che altro aveva paura di se stessa .

Si odiava , si dava del mostro da sola e per giorni rimase a casa fra le coperte , voleva morire .

 



Fine flashback



 
-lasciamo stare la spiegazione ora ti racconterò una storia abbastanza lunga ma che ti farà meglio capire cosa siamo –

-aspetta hai detto “Cosa siamo ?”-

Crystal aveva paura , era scossa , quelle parole l’avevano colpita ma allo stesso modo “liberata “, si liberata , adesso si spiegava i suoi sogni e i suoi presentimenti anche se pensava che li avrebbe risolti completamente solo quando la cugina avrebbe iniziato il suo racconto .

La ragazza dai occhi azzurri provò a trovare le parole giuste ma non ci riusciva ancora anche se doveva raccontare una storia , alla fine decise di alzarsi e prendere dal cassetto il diario della sua antenata e darlo alla cugina , sapeva che avrebbe confuso qualcosa per quanto era agitata e non voleva perché era giusto che Crystal avesse delle spiegazioni su cosa era .

-che cos’è ?-

Chiese curiosa la più giovane delle due , stava aspettando il racconto della cugina ma lei si era alzata senza dare spiegazioni .

-leggilo è il diario della nostra antenata ,non riesco a raccontarti questo perché è da qui che nasce il nostro tormento , ti dico solo di non preoccuparti perché farò di tutto in modo che tu non”LO” diventi  . –

Crystal tremante prese il diario , aveva paura di quello che era .

-fai con comodo , appena hai finito fammi tutte le domande che vuoi ma ti avverto non so molto-

Continuò dopo prima di chiudere la porta :

-stasera viene a cena un mio collega con dei suoi amici per questo vestiti bene , domani la scuola è chiusa come che è sabato e per tua fortuna possiamo fare tardi stasera .-

Si le ragazze avevano ripreso ad andare a scuola di venerdì solo perché la cugina diceva che avevano perso diverse lezioni e anche se solo per un giorno della settimana dovevano comunque ricominciare ad andare a scuola .

-Ok –

Rispose distrattamente Crys aprendo il diario dalla copertina nera e logora ,si vedeva che aveva diversi secoli .
La giovane cominciò a leggere  :



-18 Ottobre 1459
Caro diario,
mia madre mi ha detto che mi avrebbe fatto bene scrivere un diario ed eccomi qui .
Non so come riempire le tue pagine ,ma come mia madre ci tiene tanto ti racconterò le mie giornate .
Iniziamo da oggi .
Ho imparato a usare il mio potere , quello della preveggenza , ne vado fiera perché è lo stesso che aveva la mia nonna , la strega più potente del suo tempo .
Ho anche conosciuto un ragazzo molto dolce ma anche molto misterioso , e venuto qui per affari di famiglia con il padre ma stranamente non li vedo mai insieme e perlopiù ,Lucas questo è il suo nome ,non parla mai della sua famiglia ,si vede che nasconde qualcosa ma anche se mia sorella mi ha avvertita di stargli alla larga , io non ci riesco.
Chiara,-


 
 
Finì di leggere la prima pagina ,lei non ci trovava niente di strano o sovrannaturale oltre il dono della ragazza e che la nonna era una strega potentissima .

Continuò a sfogliare le pagine successive che erano più o meno sempre incentrate sul ragazzo misterioso di cui era attratta l’antenata o cose quotidiane come andare a farsi una passeggiata nel bosco con una sua cara amica o con la sorella maggiore Amanda .

Una pagina la incuriosì :

 
-
13 Dicembre 1459
Caro diario ,
oggi è successa una cosa che mi ha fatto rimanere confusa e spaventata ,ho sognato che io correvo in un bosco e qualcuno mi inseguivi ma il problema è che non so chi mi inseguiva .
Forse a qualcun altro può sembrare un sogno come un altro ma avendo il dono di vedere nel tempo ,molti dei miei sogni si trasformano in realtà per questo ho paura ,paura perché durante il sogno riuscivo a provare gli stessi sentimenti che provavo quando correvo ed erano … orrendi.
Avevo paura ,ma non per me ma per qualcun altro  ,ma non so chi .
Ora vado perché Lucas mi è venuto a prendere per passare una serata solo noi due da soli per questo ti lascio .
Chiara ,-


 
La ragazza rimase senza parole , come aveva fatto la sua antenata a fare il suo stesso sogno?

Era preoccupata ma decise di continuare a sfogliare le pagine ,pensava che forse così avrebbe trovato altre informazioni  su quello che è.

-
18 marzo 1460
Caro diario ,
da un po’ pensavo che Lucas mi nascondesse qualcosa e ora ne ho la conferma ,non capivo perché durante il periodo invernale non si vestiva pesante e non sentiva molto freddo se non quasi niente .
Spariva all’improvviso e poi ricompariva all’improvviso come se niente fosse .
Ho scoperto che è un essere del male : un vampiro .
Io però invece di allontanarmi lo amo ancora ,come faccio ?
La mia famiglia odia i vampiri perché le streghe si è scoperto che possono avere figli con loro per questo mia madre mi ha sempre detto di stare lontano da loro perché dice che sono esser senza cuore che non amano ma uccidono senza pietà chiunque li circondi .
Però io credo sempre che di sia qualcosa di più sotto gli atteggiamenti di mia madre .
Io non le voglio credere perché mi fido cecamente di Lucas e so che non mi farebbe mai del male ,in più ieri quando mi ha detto che cos’è mi sono donata a lui completamente ,lo so che è stato stupido  perché se sono rimasta incinta mi bandirebbero ma non ho potuto resistere .
Ora mia madre mi deve dire una cosa importante per questo vado .
Chiara ,-
 
Adesso la giovane Winchester stava pensando che forse la sua antenata fosse rimasta incinta ma era curiosa di continuare la sua lettura sapendo che però doveva prepararsi per l’arrivo dei ospiti .

-
19 Marzo 1460
Caro diario ,
sto piangendo ,non c’è la faccio più , mia madre ieri sera mi ha rivelato un segreto di famiglia che mi ha sconvolta .
Vorrei scrivere nelle tue pagine bianche quello che mi ha detto ma non posso ,non posso permettere che qualcuno lo scopri .
Spero solo che sia vero
Chiara ,-
 
La bionda chiuse il diario.

La madre le aveva sempre detto che la loro famiglia è particolare ma la ragazza dai due pozzi verdi non avrebbe mai pensato fino a quel punto .

Decise di vestirsi mettendo un vestito ,delle ballerine e truccandosi leggermente come non amava i truccarsi pesantemente : 

                                                  




 
****



 
Deborah 




 
Deborah e Alexandra stavano negli spogliatoi cambiandosi per gli allenamenti con le cheerleader .

-allora che farai con George ?-

Chiese quest’ultima alla gemella che si stava mettendo un pantalone di tuta .

-penso che se non la smette di parlare lo mollo oggi o se no questa settimana .-

Rispose sorridendo alla fine Deborah ,non sarebbe mai cambiata si ripeteva l’altra .

-come che oggi è venerdì lo mollerai durante il fine settimana –

Pensò ad alta voce Alex ,le dispiaceva sempre per quei poverini che la sorella lasciva anche quando erano degli stronzi come George .

-si … sei pronta ?-

Chiese dolcemente Deborah all’altra biondina che si stava mettendo le scarpe da ginnastica .

-quasi … tu ?-

-prontissima … guarda come sto bene vestita così!-

Si vantò la più bassa cioè Deborah mostrando come si era vestita alla sorella .

                                             

Alexandra guardò la sorella e pensò alle parole della cugina ,in famiglia erano proprio strani soffrivano poco il freddo e si vestivano leggerissime anche se stavano a gennaio .

Le per esempio si era anche vestita leggera pure se si era messa una felpa .
                                              

-andiamo o se no Margaret ci farà una scenata per il nostro ritardo !-

-non eri tu il capitano della squadra ?-

Chiede divertita la più alta .

-si ma la nostra compagna è fissata con la puntualità e tu lo sai benissimo .-

-già –

Sospira .

 
 
 

***
 
 Diamond



 
Diamond e Niall erano arrivati a scuola e si stavano dirigendo verso il campo di football dove si sarebbero svolti se gli allenamenti delle cheerleader  se quelli di football .

Niall intravide giocare Zayn e Liam stare seduto sugli spalti per questo avvertì Daimond che sarebbe andato a salutare i suoi amici .

-ok va bene io invece vado alla ricerca di quelle due scalmanate delle mie sorelle-

Rispose sorridendogli .

Si avvicinò alle ragazze e intravide come sempre Deb e Mar litigare ,anche se non vedeva quest’ultima da un po’ aveva notato che non era cambiata per niente e che aveva sempre quella fissazione sulla puntualità che la caratterizzava .

-ciao ragazze !-

Amicò e Margaret insieme a tutte le ragazze della squadra l’abbracciarono ,non si parlavano da ormai un mese come che Mond stava spesso a casa e che quando andava a scuola parlava poco o niente ,forse parlava solo con Aurora pensandoci bene .

-ci sei mancata !-

Esclamò Abbie stringendola forte ,le voleva bene come una sorella come che Diamond l’aveva aiutata a imparare tutto quello che si doveva sapere per entrare a far parte delle cheerleader .

Daimond faceva anche lei parte della squadra ma ha lasciato l’anno prima perché non sopportava più di stare al centro dell’attenzione .

-pure tu Abby –

-che ci fai qui ?-

Chiese Giorgie guardandola curiosa .
Giorgie era una compagna di squadra di Diamond quando giocava,le due si esercitavano perfino a volte insieme come che Mond era bravissima .

                                                      

Aveva i capelli neri ,gli occhi marroni ed era bassa 

-faccio da babysitter alle gemelle –

Rispose la bionda ridendo e si beccò due occhiatacce dalle sorelle .

Decise di andarsi a sedere sugli spalti per vedere gli allenamenti tranquilla senza che le ragazze la disturbassero .




 
********


 
Niall




 
Niall aveva salutato Liam che era venuto agli allenamenti di Zayn per vedere come il moro se la cavasse ,quando notò una testa bionda venire abbracciata da tutte le cheerleader tranne due biondine che ridevano sedute su una panchina .
Quando la biondina si sedette anche lei sui spalti ma dall’altra parte richiamò l’attenzione del castano affianco a lui .

-Liam !-

Liam si girò verso il ragazzo dai occhi azzurri e aspettò che parlasse ora che aveva tutta la sua attenzione .

-andiamo a salutare una mia amica ,sta da sola e come che si stanno ancora riscaldando penso che non ci sia molto da guardare –

-certo tanto mi sto annoiando …. Credevo che almeno quei armadi riuscissero a buttarlo a terra-

Sbuffò il ragazzo dai iridi marroni .





 

**********


 
Zayn




 
Zayn si stava allenando quando il quarterback della squadra aveva detto di fare una pausa .

Quando stava seduto tranquillamente sulla panchina un ragazzo dai capelli sul biondo – castano chiaro gli si avvicinò , sedendosi vicino a lui e  passandogli una bottiglietta d’acqua che il moro accettò volentieri .

-piacere Tommaso –

Gli porse la mano e il ragazzo dei iridi al cioccolato la strinse .

-Zayn –

Si sentì della musica per questo i ragazzi si girarono e videro le cheerleader imparare nuovi passi guidate da una biondina dai occhi azzurri che faceva quasi paura per quanta grinta usava .

-che è quella ?-

Disse dopo il nuovo arrivato .

Tommaso sorrise .

-Deborah Winchester ,capo delle cheerleader nonché la ragazza più popolare della scuola –

-famosa la bambina ! Ma quanti anni ha ?-

Chiese divertito da come dava ordini a ragazze più grandi sicuramente di lei da come la superavano in altezza .

-ti sorprenderebbe sapere che quella testarda ha solo 15 anni e che fa il secondo anno –

A Zayn sembrava uno scherzo che una piccoletta come quella potesse avere 15 anni e essere già il capo delle cheerleader ma lasciò stare ,quella ragazza lo attraeva ,non riusciva a capire perché ma si sentiva come quando una mosca è attratta dalla luce.

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Capitolo 5
*** Does not end here ***



Chapter IV

Does not end here












Deborah






Deborah stava insegnando alle sue compagne la nuova coreografia ma aveva la costante sensazione che qualcuno la guardasse per questo per la ventesima volta in due ore  si girò e noto un ragazzo bruno che la squadrava per questo come sempre agì d’impulso .

-ragazze 5 minuti di pausa !-

Gridò alle compagne che non dissero niente .

Si diresse verso il moro che stava bevendo mentre gli altri dicevano che per quel venerdì bastava ,si erano tutti allenati almeno due ore più o meno anche se i ragazzi si erano già scocciati .

-la smetti di fissarmi !Pervertito !-

Disse innervosita ,lei era così ,non ci girava intorno ma diceva tutto quello che pensava in faccia .

Zayn preso alla sprovvista pensò che stesse scherzando ,lo aveva chiamato pervertito e in più si era avvicinata a lui come una furia .

Che coraggio ! pensò .

-piacere Zayn –

Disse con un ghigno divertito .

-non mi interessa come ti chiami ,voglio sapere perché mi guardi da due ore e voglio che la smetti –

Zayn stava per risponderle quando una voce squillante non li fece girare .

Daimond era andata a vedere  perché la sorella si era allontanata e notò che stava con un ragazzo bruno dalla pelle ambrata .

Che avesse cambiato ragazzo ?

Pensò ,ormai non ci faceva neanche caso ,per di più appena conosceva George per questo ne era felice , almeno non si sarebbe dovuta sforzare a conoscerlo meglio .

-sorella ma non eri arrabbiata con me ?-

Chiese confusa Deborah mettendo le braccia sui fianchi e guardando i due ragazzi dietro la sorella che la fissavano .

-si ma sai Crystal aveva delle cosa da fare … e bè … mi ha detto di farvi da babysitter –

Il moro si mise a ridere insieme  a Niall e Liam ,quella piccoletta che faceva tanto la dura aveva bisogno della sorella maggiore per andare agli allenamenti con le cheerleader .

-Chris esagera sempre !Sappiamo badare a noi stesse !-

Disse per poi girare i tacchi per avviarsi ma quando la sorella più grande si girò verso il biondo e il moro ,lei ne approfittò per avvicinarsi all’orecchio di Zayn e gli sussurrò :

-non finisce qui moro –

E se ne andò definitivamente per finire gli allenamenti .

La bionda si girò verso il ragazzo dai pozzi al cioccolato e gli si avvicinò .

-vorrei scusarmi per mia sorella ,purtroppo per la salute mentale di tutti quelli che la conoscono è fatta così –

Il biondo si sedette vicino al suo amico e lo guardò ,aveva lo sguardo rivolto verso le cheerleader anche se aveva capito che pensava alla bionda nonché sorella di Diamond .

-non vi assomigliate molto –

Sbottò Liam sedendosi ,seguito da Mond .

-ha ragione Liam ! è veramente tua sorella ?!-

Esclamò il biondo ,la bionda al suo fianco era dolce ,simpatica e appena lo aveva conosciuto anche se non sapeva chi era si era resa disponibile per aiutarlo ,invece quella pazza della sorella minore stava per squartare il suo amico per poi chissà quale motivo .

-non mi ci far pensare ! anche se è mia sorella e le voglio bene ,sa essere una vera stronza !-



Tutti risero,perfino Zayn che aveva visto entrare la sua bionda nei spogliatori femminili e per questo si era concentrato sui suoi amici e la sconosciuta con cui stavano parlando .

-tu sei ?-

Le chiese poi curioso .

-Diamond –

-Zayn –

La ragazza ci pensò un momento e le venne in mente che era il giovane al suo fianco .

-sei l’amico di Niall e Liam ?-

Chiese e il moro annui .

La giovane guardò l’orologio e notò che erano quasi le 5 e mezza ed era meglio avviarsi a casa o la cugina avrebbe bruciato la cena per loro e i suoi ospiti .

-vorrei fermarmi più a lungo ma stasera ho ospiti a cena e devo per forza dare una mano a mia cugina o sarà meglio che si facciano bastare una pizza –

Tutti la salutarono con un ciao e lei se ne andò a chiamare le sorelle che stavano nei spogliatoi .







 
*


 
Victoria





 
Victoria stava cercando di tagliare le patate senza farle diventare dei stuzzicadenti quando la cugina scese .

-cuginetta sei fantastica –

Le disse ammirandola ,quel vestitino le stava benissimo .

-pure tu Vicky ,sei uno schianto !-



-grazie … allora come è andata la lettura ?Noiosa? -

Chiese la più grande cercando di sdrammatizzare .

-mi sono fermata dove dice che la madre le ha raccontato una cosa che praticamente l’ha sconvolta … -

Rispose la ragazza dai occhi verdi prendendo una coca dal mobile come che faceva freddo .
-non ho mai capito quella pagina di diario –

Disse a un certo punto la ragazza con gli occhiali .

-perché?-

Chiese l’altra confusa guardandola e notando che era tesa e si era fermata un minuto per pensare .

-perché non dice niente che questa specie di maledizione c’era prima che nascesse la figlia della nostra antenata per questo come che lei sapeva dei vampiri e pure di essere una strega mi chiedo spesso . che cosa l’aveva sconvolta fino a quel punto ?-

Ragionò ,Crystal notò che la cugina aveva ragione per questo le fece l’ultima domanda per oggi ,erano ormai troppo esauste per quella giornata per parlare di questioni “assurde” .

-come facevi a sapere che anche io ho… diciamo questo dono?-

Chiese ,Victoria rimase spiazzata dalla domanda ma rispose subito .

-ho notato che tutte voi non soffrite molto il freddo come me e questa è l’unica cosa che fa capire che avete ereditato qualche gene della maledizione –

Rispose per poi girarsi e sorridere,voleva confortarla ma sapeva che la cugina aveva bisogno di tempo per riflettere .

-mi prometti una cosa?-

Sbottò all’improvviso la più piccola.

La ragazza la guardo interrogativa ma si affrettò a risponderle .

-certo –

-da come ho capito siamo tutte sotto questa maledizione ,vero?-

-si-

-quando si dovrebbe manifestare la maledizione ?-

-al compiere dei 18 anni o minimo poco prima puoi avere strane sensazioni su alcune persone ,perfino quelle che no conosci ,da quel periodo in poi deve succedere …-

La più giovane si portò una mano allo stomaco,aveva avuto le stesse sensazioni con il biondo  e il riccio .

-che deve succedere per spezzare la maledizione ?-

Chiese con un tono che mise i brividi alla maggiore .

-devi uccidere qualcuno ,pure un incidente e diventerai un mosto della notte –

Crys si sedette meglio sulla sedia ,era sconvolta ma continuava a cercare di ragionare,anche s ein questo momento voleva chiudere la conversazione come stabilito decise di chiedere qualcos’altro .

-cosa intendi con mostro della notte ?-

Chiese quasi in un sussurro.

-un incrocio tra un vampiro e una strega ,non so altro … comunque che ti dovevo promettere ?-

-tu non dirai niente alle altre,ci penserò io quando sarà il momento giusto-

La ragazza voleva dire che era giusto che lo dicesse lei ma lasciò stare .

-ora chiamo Kate così da il mio indirizzo e il mio numero a Louis -

Voleva assolutamente cambiare argomento .

-chi è Louis?-

Aveva capito che la cugina odiava l’argomento maledizione e decise di non chiedere niente riguardante quello.

-il nuovo foto reporter ,è lui che ho invitato a cena con i suoi amici e non conosco-

La giovane rimase sorpresa,la cugina era molto matura e invitare un ragazzo conosciuto quella mattina e i suoi amici che non conosce non sembrava da lei .

-scusa ma ora non starà a casa?-

-no ,oggi dovrebbe finire alle sei come che è il primo giorno ,in più sai che io esco prima perché lavoro anche il sabato –

La ragazza dai occhi verdi annuì e decise di dare una mano alla cugina anche se non era un granché in cucina ,la più brava tra tutte loro era Diamond che aveva una vera e propria passione per cucinare .

-ok è carino?-

Chiede maliziosamente la piccina fra le due .

Spesso si sorprendevano con quanta facilità cambiavano argomento anche se era una dote di famiglia che avevano preso dalle loro madri

-molto –

Rispose soltanto ,non ne voleva parlare ,ne era affascinata anche se il suo istinto le gridava di stargli lontano .

Victoria prese il telefono e lasciò il compito di cuoca alla cugina .

-pronto?-

-Kate sono io Vicky … mi potresti passare il nuovo arrivato … deve stare nel mio ufficio ?-

-certo ma dopo mi spieghi –

-si ma ora passamelo –

Dopo un minuto circa sentì una voce familiare .

-grazie Victoria di avermi chiamato ,non ho il tuo numero per questo non sapevo come contattarti …-

-si scusa mi ero dimentica di dartelo … comunque va bene se vieni a cena verso le 8 ?-

-certo –

-adesso prendi carta e penna che ti detto l’indirizzo !-

-ok … presi !-

-*indirizzo*… ok ci vediamo stasera … ciao –

-ciao –

Chiuse la telefonata e notò che la cugina la guardava storto .

-che c’è ?-

Chiese nervosa all’improvviso .

-ti piace !–

Commento Crystal e Victoria notò che non era una domanda ma un’esclamazione .

-ma che dici cuginetta ? lo conosciuto oggi come fa a piacermi ?-

-e che ne so io ?so solo che quando Kate te lo ha passato avevi gli occhi a cuoricino come nei cartoni .-

Disse ridendo ,quando diceva che qualcuno era innamorato la più piccola adorava dire che l’innamorato avesse gli occhi a cuoricino ,era una sua grande fissazione .

Victoria stranamente non disse niente ,dopo tutto forse la cugina aveva ragione .

Si stava innamorando ?

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Capitolo 6
*** Guests ***



 
Chapter V

Guests









Diamond 





Le tre sorelle stavano tornando a casa a piedi quando Alexandra si ricordò di dover comprare alcune cose per la scuola .

-Mond devo comprare alcune cose per arte ,credi che l’edicola in Bourbon Street sia aperta a quest’ora  ?-

Chiese la giovane bionda alla sorella più grande .

-intendi quella davanti al bar della signorina Dubois ? Quella che tutti chiamano strega e che è un po’ stramba ?-

Disse Deborah apposto della maggiore non dandole il tempo di rispondere .

-si –

Rispose tranquillamente Alex sistemandosi una ciocca di capelli che le stava davanti gli occhi .

-quella ragazza è pazza ,si dice a scuola che fa incantesimi contro tutti quelli che le fanno un torto … ma ascolti un po’ le persone o vivi nel mondo dei fiori ?-

Continuò Deborah ,le dava fastidio che la gemella continuasse a pensare che solo perché una cosa era un pettegolezzo non fosse vera ,la signorina Dubois era veramente molto strana ,non che le facesse paura ma da gente così lei credeva che era ,meglio starne alla larga .

-smettetela voi due !-

Interferì nella loro conversazione la più grande .

-ma Diamond !-

Disse Alexandra ,voleva far capire a Deborah che si sbagliava ma purtroppo Daimond si era immischiata .

-niente ma ! Deborah la signorina Dubois è una brava persona per questo smettila con le tue storie da ragazzina e tu Alexandra quelle cose le puoi comprare domani perché ormai sono le sei e mezza e i nostri ospiti arriveranno alle otto e io devo dare una mano  a Victoria in cucina per questo sbrighiamoci –

Diamond era una brava ragazza ,sempre dolce e tranquilla con la gioia di vivere ma non sopportava tutti i pettegolezzi che giravano a scuola ,quella era una delle ragioni per cui aveva mollato le cheerleader e con esse anche la squadra delle più chiacchierone per cui uno scoop era più importante che esercitarsi sulle nuove coreografie .

Le due gemelle si zittirono e continuarono a camminare ,Deborah era alla destra di Diamond mentre Alexandra alla sinistra della più grande .

-voi chi credete che siano questi ospiti ?-

Chiese Diamond maliziosamente alle due sorelle .

-sinceramente credo sia qualche trentenne che si veste come un ragazzino a cui piacciono i fumetti e abita ancora con la madre,con degli amici altrettanto sfigati  –

Rispose Deborah sospirando ,Alex si portò una mano sulla fronte ,come poteva la sua gemella credere che la cugina invitasse una persona appena conosciuta con la stessa descrizione fatta da lei di lui e i suoi amici , mica Victoria era così irresponsabile ?

-Deborah , Victoria è molto responsabile per questo dubito che inviterebbe delle persone così a casa nostra –

Disse rassegnata come Alex ,Diamond .




 
*****




 
Victoria




 
Le due cugine stavano apparecchiando il tavolo quando Alexandra , Diamond e Deborah tornarono a casa.

-allora mi spiegate chi sono questi ospiti ?-

Chiese Deborah avviandosi verso il piano di sopra.

-lo scoprirai fra un’oretta ora vai a prepararti-

Le rispose Victoria cercando di non ridere,aveva già capito che se gli amici di Louis avevano all’incirca vent’anni o meno la cugina ci avrebbe provato .

-ok mammina-

Le fece la linguaccia e andò in camera sua.

Non sapeva che mettersi ma alla fine optò per un vestitino rosso che le arrivava poco copra il ginocchio e delle scarpe con il tacco nere , si truccò non troppo pesante ,facendosi una treccia di lato.


                                           

-sei incantevole –

La bionda si girò e vide la sorella Diamond appoggiata alla porta che la fissava .

-grazie sorellona , allora perché mi cercavi ?-

Chiese rigirandosi ,facendo finta che si stava sistemando meglio i capelli ma la verità era che le dispiaceva di aver litigato con la sorella quella mattina .

-chi ha detto che ti cercavo?-

Ribatte la più grande delle due,divertita .

-così , ho pensato che ci doveva essere un motivo per cui ti trovi ora qua-

Deborah disse quelle parole amaramente , le facevano male perché l’unica cosa che voleva era che qualcuno l’amasse ma i suoi genitori avevano sempre preferito chiunque a lei , perfino sua cugina , lei era sempre quella che si metteva nei casini e che era la pecora nera della famiglia , solo perché diceva sempre quello che pensava in faccia alle persone ,anche se la maggior parte delle volete erano cattiverie .

Diamond si aggiustò il vestitino rosa e si andò a sedere sul letto matrimoniale dalle coperte rosse della sorella .

-sono venuta a sapere come stavi ,era da molto che non infastidivi qualcuno –

Non capendo quello che intendeva la sorella con INFASTIDIRE ,si andò a sedere vicino a lei .

-infastidire ?...-

-Zack … quel ragazzo nuovo che oggi stavi aggredendo –

Rispose scompigliandole un po’ i capelli,anche se litigavano spesso lei voleva bene alla sua sorellina ,anche con il suo carattere da vera stronza e manipolatrice .

-non mi sembra che si chiamasse Zack ma … come che mi stava fissando da molto gli stavo dicendo di smetterla , tutto qui –

Disse scrollando le spalle ,la verità era che quando il moro la stava fissando per un momento si era sentita osservata e non in quel modo che lei conosceva ma era come se le leggesse l’anima ,si sentiva nuda sotto il suo sguardo e lei ne era attratta , si era attratta da lui anche se non sapeva neanche il suo nome .

Voleva rivederlo pure se ora sicuramente come tutti gli altri la definiva una stronza o persino peggio …

Daimond notando lo sguardo perso della sorella che continuava a guardare le sue scarpe nere , capì che non le aveva raccontato tutto ma lasciò perdere , il suo istinto le diceva che non avrebbe mai ammesso la verità .

Per cambiare discorso ,cosa in cui le Winchester erano molto brave, Deborah ammirò la sorella .

Daimond indossava un semplice vestito rosa confetto che le arrivava poco sopra le ginocchia , dei tacchi sempre rosa , una giacchetta nera e come al solito si era truccato con solo un lucidalabbra trasparente ma brillanti nato .

                                            

-anche tu stai benissimo vestita come un confetto!-

Disse con il suo solito sorrisino falso .

-mi piace il rosa e i confetti sono deliziosi per questo lo prendo come un complimento –

Rispose Mond andandosene ,non voleva litigare .




 
****


 
Alexandra




 
Alexandra si era andata a cambiare ma sinceramente non aveva voglia di cenare con dei sconosciuti e stare attenta che la gemella si comportasse bene e non lanciasse frecciatine con Diamond o perfino con qualche ospite .

Non amava le feste  o cene fra gli amici,avrebbe preferito di gran lunga mettersi il suo pigiama blu e leggere un romanzo sovrannaturale , dove tutto sembrava avere un lieto fine …

Alla fine decise di mettersi una maglia lunga nera con le maniche a ¾ con sotto un pantalone a righe nere e bianche , un trucco leggero e delle ballerine nere . 

                                        

Così sarebbe stata carina , non troppo elegante e sperava che la serata sarebbe finita subito e che almeno i loro ospiti fossero simpatici e non come aveva detto Deborah .




 
***



 
Diamond stava preparando dell’arrosto mentre Crystal girava le patate in modo che non si bruciassero nella padella .

-cugina ma a che ora vengono ?-

Chiese Mond a Victoria che stava chattando al telefono con Kate che voleva sapere di più su Louis e la cena anche se non era ancora iniziata .

-verso le otto –

Disse distrattamente .

-ok … -

Sospirò ad alta voce ma poi notando che la cugina si era seduta su divano e perciò per quanto era distratta non le poteva sentire chiese una cosa alla sorella maggiore .

-sai perché ha la testa sulle nuvole ?-

La ragazza dai occhi verdi si girò per vedere se Vicky era ancora seduta sul divano che si poteva vedere dalla porta della cucina e rispose alla sorellina .

-penso che gli piaccia anche se lo ha appena conosciuto –

Rispose sinceramente , Diamond pensò a Niall ,voleva tanto riderlo ,perfino andare a scuola lunedì sarebbe stato piacevole se solo lo avrebbe rivisto per un minuto e incrociato i suoi occhi azzurri .

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Capitolo 7
*** Dinner ***



Chapter VI

Dinner




 
 Louis





I ragazzi stavano sdraiati sul divano a guardare un film quando videro Louis tornare a casa con cinque mazzi di rose rosse ,vestito con una camicia e dei jeans .

-ma dove devi andare con quei fiori ?-

Chiese Niall guardando l’amico ,gli voleva bene ed era anche più grande di lui ma spesso proprio non l’ho capiva .

-forza , sbrigatevi! Andatevi a vestire che andiamo a casa di una mia collega.-

-CHE?!-

Risposero tutti in coro i ragazzi sorpresi e confusi.

-si avete capito bene . Ah … credo che abbia 4 cugine sui 8 -12 anni per questo farete i babysitter-

-no! Perché dovremmo venire con te?-

Chiese Zayn incrociando le braccia sul petto in segno di sfida .

-perché non si sa quando il vostro corpo inizierà la trasformazione e per questo vi serve il vostro mentore –

Rispose sinceramente il moro dai occhi azzurri .

Gli altri non dissero nulla e si andarono a vestire , nessuno aveva il coraggio di replicare , lui aveva ragione …




 
*



 
Victoria





 
Victoria stava parlando con Kate

-allora?-

-allora niente Kate ,non sono ancora venuti!-

-lo sai vero che è uno schianto e che siete entrambi single ?-

-come fai a sapere che è single ?-

-gliel’ho chiesto naturalmente-

-KATE!lo sai che non dovevi… neanche l’ho conosco bene lascia stare…-

-troppo tardi ! gli ho già detto che sei single –

-ciao!-

-già vai ?-

-si voglio vedere che fanno le mie cuginette –

-allora ciao ! A domani !-

Victoria attaccò e andò in cucina dove le sue due cugine più grandi stavano mettendo la cena sui piatti .

-quanti piatti dobbiamo preparare ?-

Chiese Diamond .

-non so fanne … 9 … credo che siano abbastanza o se no ne faremo uno in più-

Le due annuirono e continuarono il loro compito mentre la ragazza dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio decise di andare a vedere cosa facevano le altre due cugine .




 
****




 
Alexandra




 
-come sto?-

Chiese Alexandra entrando nella stanza della gemella che stava guardando alcuni messaggi di George , tutti dicevano che le mancava e che dopo gli allenamenti non l’aveva più vista .

Deborah alzò lo sguardo dal S4 per vedere Alex .

-stai bene anche se un vestitino senza pantaloni ti costava molto?-

Criticò .

-si perché a quest’ora vorrei stare nel mio comodo lettino e non vestirmi bene per dei estranei –

-io invece vorrei stare con George in discoteca –

Sospirò Deborah e Alexandra la guardò sbigottita .

-non volevi lasciarlo?-

-si proprio così , penso che sia più comodo lascialo lì che davanti a tutta la scuola lunedì-

-mm … sarebbe meglio hai ragione …-

Ragionò ad alta voce la gemella , anche se stronza , Alex sapeva che la sorella voleva lasciarlo senza troppe voci e gossip di ogni genere per non umiliarlo ,però non l’avrebbe mai ammesso perché ne andava a sfavore della sua reputazione di “ragazza senza cuore “ o “ragazza di ghiaccio “

-Lo sai che ho sempre ragione-

Si padroneggio la più bassa .

-ahaha ! Molto divertente ! Comunque è meglio se scendiamo o sé no Victoria si arrabbia –

-ok –




 
 
********





 
I ragazzi stavano in macchina ,quando il biondo per curiosità chiese a Louis come era la sua collega .

-è bionda con gli occhi  azzurri , si chiama Victoria –

Niall , Zayn e Liam si guardarono , tutti loro avevano conosciuto una bionda con gli occhi azzurri quel giorno , Liam aveva conosciuto l’amica di Niall, Diamond , Niall aveva conosciuto Diamond e Crystal , e Zayn Deborah .
Harry invece aveva anche lui una bionda nei suoi pensieri anche se la sua aveva gli occhi verdi ed era un po’ stramba .

-giornata delle bionde ,dovrebbero chiamarla .-

Scherzò Niall guardando Zayn e pensando alla sua esperienza con la sorella di Diamond .

-perché ?-

Chiese Louis .

-chiedilo a Zayn –

Rispose sorridendo Liam , era stato divertente vedere Deborah insultare il suo amico , lasciandolo senza parole .

-Zayn ?!-

-Ho conosciuto una biondina un po’ piccante –

Disse solamente e tutti lo guardarono divertiti mentre Niall che non riusciva più a trattenersi scoppiò a ridere .

-me la devi far conoscere !-

Disse Harry mandando frecciatine a Zayn che era imbarazzato , di solito le ragazze ci provavano con lui e non l’ho aggredivano per niente di che .

I 5 parcheggiarono ma appena videro dove si trovavano rimasero senza parole , davanti a loro c’era una bellissima villa .



-wow ! per essere una giornalista se la passa bene !-

Disse Harry ammarando la struttura dinanzi a loro .

-lei ha detto che si occupa delle sue cugine per questo credo che sia casa loro e non sua –

Ragionò Louis mentre avanzavano verso il campanello .

-chi bussa ?-      
   
Chiese Niall e tutti guardarono Louis che aveva un mazzo di rose in mano come tutti loro, quando aveva chiesto a Kate quante cugine avesse Victoria , lei aveva detto quattro e per questo aveva deciso che per fare bella figura avrebbe donato un mazzo di rose a tutte e come erano giusto in cinque ognuno dei ragazzi ne avrebbe dato uno alle cugine mentre lui a Vikcy.

-perché io?-

Chiese .

-perché sei stato tu quello invitato personalmente e sei sempre tu che conosci almeno una persona che vive in questa casa –

Rispose sinceramente Liam mentre tutti gli altri sorridevano complici.
Louis non obbiettò e bussò.

Venne a aprire la porta la sua bellissima collega che non portava più gli occhiali e i suoi capelli erano solo leggermente legati , se lui credeva che conciata come Patty(nel mondo di Patty) fosse bellissima si dovette ricredere perché era perfetta .

-ciao Louis … ciao ragazzi–

Gli sorrise pimpante e lui leggermente a disagio gli porse le rose , notò divertito che quando lei vide i fiori le sue guance si imporporarono e le sue labbra rosee gli sorrisero non più felici ma dolcemente e capì che era imbarazzata .

-ciao Victoria … ecco … prendi … -

-non dovevi … ma grazie mille … ora li vado a mettere in un vaso … voi entrate pure –

Gli fece segno di entrare e seguirla , i muri erano bianchi e il pavimento era rivestito da un dolce parquet tendente al marroncino .

-bella casa –

Commentò educatamente Liam mentre entravano nel grande salone , c’erano molti mobili di legno di ciliegio , quadri: con ragazze bionde , famiglie e altri tanti soggetti …

-grazie ma non è mia … io vivo affianco … ma come i miei zii sono scomparsi quasi un mese fa io mi occupo delle mie cugine e per farlo devo vivere con loro-

Rispose cercando di sembrare indifferente , non voleva allungare il discorso , preferiva passare una bella serata a parlare di cose futili o perfino di lavoro.

-oh … mi dispiace-

Dissero in coro tutti tranne Louis che già lo sapeva .

Lei sorrise ma decise di non rispondere , le sembravano tutti dei bravi ragazzi , molto dolci e perfino educati.

Quando gli fece segno di cominciare a sedersi entrarono nel salone Chrystal e Diamond che stavano distrattamente parlando non accorgendosi di chi erano gli ospiti e non pregandosi di salutarli o presentarsi .

Il biondo appena vide la ragazza a cui pensava dalla prima volta che l’aveva vista rimase senza parole , non poteva essere più fortunato di così!-

-Ciao Mond!-

Victoria lo squadrò proprio come Harry e Louis :

Come fanno a conoscersi ?  Si chiedevano.

Diamond spostò lo sguardo da Chrystal per vedere da dove proveniva quella voce così famigliare e appena vide il suo biondo rimase senza parole .

-Niall … che ci fai qui?-

Gli chiese confusa andando ad abbracciarlo.

-a quanto pare vi conoscete !-

Sentenziò Louis guardando Victoria che a sua volta lo guardava ma appena i loro sguardi si incrociarono lei distolse lo sguardo , perché aveva sempre quella sensazione sgradevole allo stomaco?

-sono uno dei amici di Louis –

All’inizio non capì chi era Louis ma appena ci arrivò gli sorrise , aveva tanto sperato di rivederlo e ora eccolo lì con lei .

 
Harry appena la vide rimase incantato dalla sua bellezza ,con i jeans era incantevole ma con un vestitino era indescrivibile la sua bellezza.

Chrystal appena lo vide rimase senza parole , ma qualcuno c’è l’aveva con lei ? si chiese sconvolta .

Gli si avvicinò per salutarlo e fece la cosa che meno si aspettava di fare , agì d’istinto .

-ciao Harry … ti volevo chiedere scusa per oggi ma diciamo è una di quelle giornate no in cui me la prendo con tutti e purtroppo me la sono presa con te –

Disse dolcemente , voleva fargli capire che era dispiaciuta e un po’ lo era perché sinceramente non aveva mai dato di matto in questo modo , stare troppo con Deborah l’aveva esaurita …

-non fa niente ma che ne dici che per farti perdonare domani mattina ci andiamo a prendere un caffè ?-

Era felice che Chrystal non c’è l’avesse con lui per questo la invitò a uscire , voleva conoscere la persona che da quella mattina gli aveva marchiato il cuore e non era riuscito a non farla partecipe dei suoi pensieri.

Crystal era stata colta di sorpresa ma accettò comunque .

Niall e Harry diedero a Diamond e Crystal i pazzi di rose che avevano in mano e si sedettero proprio come gli altri .

 
Quando erano tutti seduti…

-Kate mi aveva detto che avevi 4 cugine … dove sono le altre ?-

Chiese Louis mentre Victoria  stava aprendo il vino solo per loro due .

-ah … si le gemelle … sono di sopra , sicuramente stanno per scendere –

Rispose cordialmente , doveva aver sbagliato il suo istinto, Louis era davvero un bravo ragazzo.

 

 
 
 

 

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Capitolo 8
*** With love, your mother forever ***




Capitolo VII



 
With love, your mother forever













Deborah






Le due Winchester si stavano avvicinando alla porta del grande salone della loro casa quando Deborah si fermò , aveva intravisto Zayn seduto mentre rideva con un biondo che le sembrava lo stesso che aveva visto con sua sorella Diamond quella mattina .

-perché ti sei fermata ?-

Le chiese Alexandra incuriosita dallo strano comportamento della sorella ,poteva capire che quel giorno erano tutte strane come che era il primo giorno di scuola da quando i loro genitori erano scomparsi , ma la gemella , secondo lei era più strana ancora e sicuramente le aveva tralasciata qualche dettaglio della sua giornata abbastanza importante , le due si raccontavano tutto per questo ,il fatto di non averle detto tutto , la lasciò triste .

-Ti ricordi che Diamond aveva detto che avevo aggredito un tizio nuovo ?-

Le chiese non guardandola neanche .

-si , se non mi sbaglio si chiava Zack … perché?-

-perché ho appena scoperto che è seduto nel nostro salotto insieme alle altre a ridere con il ragazzo biondo che ha conosciuto nostra sorella Diamond –

Alexandra si mise a ridere , voleva proprio conoscere il tipo che era riuscito solo con lo sguardo a far arrabbiare la sorella , per questo entrò nella stanza seguita da Debrorah che camminava leggermente a disagio , il biondo non lo aveva salutato neanche , il castano appena lo aveva guardato e al moro aveva fatto una sfuriata .

-buonasera !-

Disse Alex avvicinandosi a Victoria che le dava le spalle per dove era seduta .

-ciao ragazze , vi presento Louis il mio collega e i suoi amici … -

Louis salutò le ragazze mentre gli altri si presentavano , gli veniva da ridere per il fatto che aveva pensato che le cugine di Victoria andassero alle elementari , massimo medie , invece erano tutte delle ragazzine che però andavano alle superiori e perfino nella stessa scuola dei suoi amici .

-Bambine ?!-

Disse Harry all’orecchio dell’amico e tutti e due scoppiarono a ridere anche se cercarono di trattenersi .

Alexandra guardò subito il moro a cui la gemella aveva fatto una scenata incredibile e cercò di trattenersi dal ridergli in faccia , guardò poi il biondo che era proprio come lo aveva descritto Diamond , secondo lei .

La tavola era apparecchiata e con servita anche la prima portata ma Alexandra non aveva un piatto per questo se lo andò a prendere , avevano apparecchiato per 9 , invece né erano in 10 .

La serata fu normale tranne per qualche frecciatina fra Deborah e Zayn , ci furono molte risate e ognuno di loro conobbe meglio l’altro .

Zayn era senza parole , all’inizio , pensava che quella non era proprio la sua giornata fortunata , cioè tra tutte le ragazze a New Orleans , una tra le quattro cugine della collega di Louis era proprio la pazza che lo aveva aggredito quella mattina a scuola .

Deborah si comportò bene e questo rese felice tutte le altre ragazze , non avrebbero sopportato una scenata con dei ragazzi appena conosciuti .








 
**






 
Alexandra




 
 
I ragazzi se ne erano andati anche se avrebbero voluto restare ma ormai erano le undici e il giorno dopo Louis e Victoria avrebbero dovuto andare a lavoro , durante la sera lui aveva detto di aver deciso di lavorare anche il sabato ma avrebbe finito alle quattro .

-sono simpatici –

Disse Alexandra mentre sparecchiavano , Victoria stava a telefono con Kate mentre faceva il bagno e altre avevano deciso di vedere un film alla tv .

-uffa mi volete dare una mano!-

Gridò alle sorella ma loro fecero finta di sentire , tutte tranne Crystal che andò ad aiutare la sorella minore .

-ti hanno tutte mollato qui a fare la domestica –

Disse andando vicino al lavandino mentre Alexandra vi lasciava dentro i piatti .

-già … -

-vieni ,dammi a me ! Tu invece asciuga i piatti quando hai finito di portarli qui –

Le ordinò la maggiore , Alex sorrise , aveva un rapporto speciale con la sorella maggiore , erano entrambe  buone e gentili , non che le altre non lo fossero , ma erano quelle timide che parlavano poco e preferivano non stare al centro dell’attenzione , anche se per lei era difficile con la gemella che si ritrovava e come che avevano quasi tutti i corsi uguali e stavano nella squadra delle cheerleader .

-ti piacciono?-

Chiese Crystal risvegliandola dai suoi pensieri .

-Si … perché a te no?-



Le chiese la minore guardandola cercando una risposta che non tardò ad arrivare .

-ah?Si … certo che si  …-

-ma ?-

Alexandra aveva capito che in quella frase alla fine c’era un ma perché conosceva sua sorella e tutte le sue espressioni.

-ma ho una strana sensazione su tutti loro-

Ammise Crystal , aveva avuto una quella sensazione con tutti e questo di certo non era normale , secondo lei , continuava a pensare a quello che le aveva detto la cugina quel pomeriggio e trovava assurdo sapere cosa era , ma continuava ad a dubitare che Victoria le avesse detto tutto … forse c’era dell’altro però non aveva avuto il coraggio di chiederglielo.

Alexandra era confusa , non sapeva che intendeva la maggiore .

Che sensazione potrebbe mai avere con 5 ragazzi ? 

Si chiedeva la bionda ma lasciò stare ,ormai aveva capito che la sua famiglia era da manicomio e che presto l’avrebbero fatta diventare pazza , soprattutto Deborah con i suoi continui sbalzi d’umore.








 
*







 
Victoria




 
-Kate ! Ti ripeto per l’ultima volta , non ci ha provato con me !-

Gridò Victoria , si era andata a fare un bagno rilassante per cercare di dimenticare la giornata  movimentata che aveva passato, intanto stava raccontando alla sua migliore amica la sua serata .

-Si che l’ha fatto , se ti ha portato delle rose di certo non lo ha fatto perché aveva soldi da spendere o perché fa il fioraio –

La bionda sbuffò , per la sua amica ogni gesto carino o dolce era flirtare  .
-ok … mi arrendo ma ora parliamo di cose più importanti … -

Victoria tornò seria proprio come Kate , la mora aveva capito quale sarebbe stato il prossimo argomento della loro conversazione .

-glielo hai detto?-

Chiese Kate sperando in una risposta affermativa , non avrebbe sopportato l’amica che si lamentava , ancora , di non sapere come dire alle cugine della loro vera natura .

-solo a Crystal , anche se non gli ho detto tutto … -

Ammise Victoria spostandosi un ciuffo bagnato dai occhi.

-VICTORIA! Glielo dovevi dire a tutte , tutto-

-lo so ma non c’è lo fatta , tu non puoi capire , sembrava così simile a me , innocente , non sono riuscita a dirgli che quando compierà 18 anni la sua vita sarà stravolta ma che a 21 sarà un’altra .

Mi ricordo ancora qualche mese fa quando mi diceva di voler andare al College e oggi con poche parole avrei  rovinato tutto , i suoi piani , i suoi sogni , le sue aspettative , pensa che ha passato durante questi anni alle superiori diverse ore in bianco,di notte , studiando per superare brillantemente l’ammissione al college , quest’anno .-

Disse con le lacrime ai occhi Victoria, anche lei aveva programmato tutta la sua vita e quel giorno , il giorno in cui ha saputo cos’era ,è stato il peggiore di tutti, in poche parole tutto quello in cui credeva è crollato , come lei , da quel giorno lei non è più la stessa ragazzina piena di sogni e aspettative .

Da quel giorno , fino all’anno scorso viveva solo per prendersi cura di sua madre ,quando ha saputo che era morta pensava che non valesse  più vivere , ma sua madre le aveva  lasciato una lettera e un nuovo motivo per continuare a vivere .

Lettera :




-Ciao piccola mia, 
se stai leggendo questa deprimente lettera vuol dire che ho chiuso i occhi per sempre ,voglio solo dirti che ti voglio bene e anche se sono morta , veglio sempre su di te , mia sorella e le mie nipotine .

Lo so che queste cose già le sai ma forse con quello che ho scritto prima non ti ho detto tutto …

Tu sai cosa sei ma le tue cugine no e sono sicura  che mia sorella potrebbe non riuscire mai a dirglielo , lei vuole che vivano una vita normale anche se è impossibile la 99% , senza giri di parole voglio dirti che desidero che tu dica quella cosa alle tue cugine e che sia la loro mentore .

Che le segua fino alla loro laurea speciale e se è possibile anche dopo , che le tenga al sicuro e unite , si unite perché tutte e cinque siete insuperabili e imbattibili .

Lo so che ti sto chiedendo molto ma … io non lo potrò mai fare …

Se sono scomparsa e poi hanno ritrovato il mio corpo vuol dire ,purtroppo solo una cosa ,ci hanno trovate , tu e le tue cugine non dovete temere non vi faranno mai del male .

Figlia mia anche se sceglierai di ignorare le mie richieste ,ti saluto e ti auguro una bellissima eterna vita .

Con affetto , tua madre per sempre ,-



Le scese una lacrima , ricordare le faceva male , ma era l’unico modo per non dimenticarsi di sua madre , aveva scelto di esaudire la sua ultima richiesta a costo di ritornare in quel luogo in cui non ci metteva piede da 2 anni  quasi , ormai .

Se lo era promessa a se stessa.

-lo farò adesso con Crystal e domani ne parleremo insieme con le altre –

-ok Vicki … ci sentiamo domani in giornata –

-ciao –

Attaccò la telefonata , dopo una giornata così neanche l’acqua riusciva ad alleviare i suoi problemi .

 
 













Spazio Autrice 

Mi dispiace che nessuno recenisce , vorrei davvero sapere che ne pensate e se ne vale la pena scrivere questa ff o faccio meglio a cancellarla direttamente .

Vorrei sapere se vi piace il fatto che scrivo in terza persona o preferite in prima .

Accetto critiche e consigli .

Vi saluto <3

stelena5775

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Capitolo 9
*** Truth revealed ***



Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ft0TqxGWrdg&hd=1
Pagina Facebook : 
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Capitolo VIII

Truth revealed








Le quattro sorelle erano ognuna nelle proprie stanze e dormivano ,mentre Victoria stava cercando di trovare le parole giuste per dire tutto a Crystal.

Le aveva nascosto un pezzo troppo grande della verità ed era ora di dire tutto , anche se le avrebbe fatto male .







 


 
  **




 
Crystal


 



 
Crystal era riuscita a prendere finalmente sonno …

 
Stava uscendo da una grande villa dalle mura bianche e addobbata da vari mobili tipici del 500 , quando uscivi dovevi scendere tre scalinate ma la fanciulla inciampò nel lungo vestito nero che indossava .

 
Crystal non capiva , che cosa stava sognando ?
Era come un ricordo che non riusciva a fermare , un po’ come il sogno che faceva  ormai quasi ogni notte , solo che qui non stava correndo da nessuna parte .


 
La giovane non cadde , venne presa per un braccio da un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore .

-scusi per il ritardo!-

Disse la giovane abbassando lo sguardo ma lui mise due dita sotto al suo mento e lo rialzò , il giovane sorrise ,un sorriso seducente che fece arrossire la bionda .
-non ti devi scusare e puoi darmi del tu –

-va bene –

Rispose tremante la giovane , lui le allungò il braccio che lei prese e si avvicinarono sottobraccio alla carrozza …





 
Crystal si mise a sedere di scatto , aveva la fronte imperlata di sudore e il cuore che batteva all’impazzata .

Ma aveva sognato e chi era quel tizio ?

Si chiedeva .

Era riuscita a vedere tutto come se fosse la ragazza per questo non poteva sapere chi fosse la giovane , aveva solo per secondo notato una ciocca di capelli biondi che le ricadevano sulla fronte dopo la quasi caduta .

Avrebbe continuato a pensare se non fosse stato che qualcuno bussò alla sua porta .

-Crystal sei sveglia?-

Le chiese una voce che riconobbe come quella di sua cugina , guardò l’ora sulla sveglia che si trovava su comodino nero affianco al suo letto .
 

 
00:43

 
Era tardi e si stupiva di aver dormito – o qualcosa del genere – solo per meno di trenta minuti .

-si Vicky!-

Le ripose sedendosi meglio e mettendo il cuscino dietro la schiena per stare più comoda .

Victoria appena entrò notò subito che sua cugina era molto pallida per questo le si avvicinò sedendosi sul letto vicino a lei .

-che mi devi dire a quest’ora ?-

Chiese Crystal guardando la cugina attentamente , non voleva dirle dei suoi sogni … almeno per ora .

-non ti ho detto tutto oggi –

Buttò lì Victoria .

La giovane non ne rimase sorpresa più di tanto , sapeva che non poteva essere così facile , non uccideva nessuno e viveva una lunga e felice esistenza da umana .
-che cosa non mi hai detto ?-

Chiese ancora la ragazza dai occhi verdi guardando attentamente quelli azzurri di Victoria che non sapeva che dire , anzi come dirlo .

-molte cose … allora quello sul fatto della maledizione è vero ma solo se vuoi spezzare la maledizione prima dei 20-21 anni –

Disse velocemente e continuava a muovere le mani agitata , per ora Crystal non si era spaventata o impressionata più di tanto , era più che altro rimasta neutra alle parole della più grande .

-continua –

Le disse soltanto e Victoria non se lo fece ripetere , finalmente aveva trovato un po’ di coraggio.

-quando compiamo 18 anni ci appare un simbolo a forma di mezzaluna dal contorno nero e vuota dentro , durante questo avvenimento fino ai 19 anni può iniziare la trasformazione per diventare un vampiro … per ora hai capito?-

Si fermò Victoria per capire se la cugina stesse ascoltando e notò con gran piacere che era assolta nella spiegazione .

-allora a 18 anni ,o se vivi con il tuo mentore puoi andarci quando inizia la trasformazione , devi andare alla casa della luna per seguire un’istruzione che ti prepara per diventare un vampiro , però di solito la trasformazione termina sui 20-21 e in alcuni casi speciali a 22 anni –

Crystal era senza parole , aveva sempre desiderato di andare al college (cosa che non poteva fare ) , avere una famiglia e magari dei figli , e morire con la persona con cui aveva scelto di stare per il resto della sua vita .

-mi potresti dire altro , non so qualcosa su questa scuola … -

Disse solamente , non poteva cambiare quello che era  … ma poteva vivere al meglio la vita che aveva .

Victoria era felice di come Crystal l’aveva presa da persona matura e non si era disperata come lei ,per questo continuo .

-alla casa della luna si seguono gli insegnamenti di Nyx , la prima vampira anche se alcuni dicono che è una leggenda e decidono appena lasciano l’istituto di fare quello che vogliono…-

Victoria non disse che cosa ma la giovane Winchester lo capì .

-uccidono, ma gli altri vampiri , quelli che seguono “le regole “ come si nutrono?-
Victoria senza scomporsi le rispose sinceramente .

-bevono sangue dalle sacche o quello fresco degli animali -

Crystal rabbrividì , avrebbe dovuto bere sangue …

-c’è altro?-

Chiese ancora .

-seguono 8 elementi : acqua , fuoco , terra , aria , spirito , vita, tempo  e morte –

Crystal strabuzzò gli occhi .

-vita , tempo , spirito e morte sono degli elementi ?-

Chiese curiosa .

-per i vampiri si , quando stai li succede che ti venga dato un secondo nome …-

-che intendi?-

-la vice direttrice o spesso chiamata sacerdotessa , quando arrivi ti mostra uno specchio e lì compare una scritta quando ti specchi , quello è il nome che ti da Nyx per la tua nuova vita da vampiro , di solito è greco e ti descrive completamente e si dice che capisci il significato solo quando ti serve o che serve a qualcuno per capirti –

Crystal sorrise , non sembrava tanto male descritto così …

-qual è il tuo?-

Victoria sorrise .

-Pelagia-

-ma che nome è ?-

Victoria fece spallucce , non sapeva il significato ma sperava che un giorno l’avrebbe aiutata .

-allora anche le mie sorelle … sono come noi?-

Chiese Crystal spaventata , lei avrebbe affrontato tutto ma non voleva che lo facessero anche le sue sorelline .

-si , pensavo che dovremmo dirglielo … -

Cominciò Victoria però finì per lei la frase Crys .

-domani –

-ne sei sicura ?-

Crystal annuii , era inutile nascondere ancora la verità alle sue sorelle.
-ma anche loro verranno con me … -

-si ma pensavo di mandarti  fra un mese anche se ne mancherebbe ancora un altro per il tuo compleanno , mentre le altre le manderò dopo il compleanno delle gemelle  , i ragazzi sotto i 16 anni sono pochi e non vorrei che isolassero o la prendessero male , tu devi stare da sola lì fino al 23 Maggio o poco dopo , ma non ti preoccupare chiederò a Luke o Nathan di aiutarti ad ambientati –

Crystal era sorpresa , in quella scuola c’erano anche i suoi cugini –i fratelli maggiori di Victoria – che non vedeva da tanti anni .

-ok , faremo come hai programmato , ma tutti i vampiri nascono da altri o ci sono anche alcuni che lo diventano senza  averlo nel dna ?-

Victoria le sorrise , sua cugina era curiosa ma non era uscita di senno.

-alcuni vengono segnati , ci sono delle persone che vengono scelte –in un modo che non ricordo- per segnare delle persone prescelte , praticamente gli viene voglia si segnare , seguono l’istinto e si trovano in un luogo , da solo con la persona da segnare .
Quando una persona viene segnata , avvia subito la trasformazione e gli compare il tatuaggio , la luna si fa completamente nera quando completi la trasformazione e si aggiungono altri pezzi , diversi per ognuno –

Spiegò.

-tu c’è l’hai?La mezzaluna , intendo?-
Victoria che indossava dei pantaloncini e una maglietta a bretelle si giro e spostò una bretella per farle vedere la mezzaluna che si trovava sulla sua schiena , in alto a destra  .



-bella -

disse Crystal , l’idea di diventare un vampiro succhia sangue sembrava più gradevole .

-ora dormi …-

Le disse Victoria alzandosi ma la giovane aveva un’altra domanda da porre .

-perché tu non vai ancora alla casa della luna , o perché non ci sei stata-
Victoria guardò la cugina nei occhi e poi si avvicinò alla porta ma prima di aprirla le rispose .

-ci sono stata un anno , ma due anni fa sono tornata perché mia madre , tua zia , non stava bene e da allora ho deciso di studiare tutto a casa e me lo hanno permesso grazie alla mia situazione, volevo tornare lì ma mamma è scomparsa e alla fine ho deciso di rimanere qui –

-è non ci vuoi tornare lì?-

Chiese ancora la ragazza dai occhi verdi .

-non lo so , ho lasciato molto lì e sicuramente non voglio farci i conti , anche se voi non eravate novizie (vampire in transizione )ci sarei dovuta tornare per gli esami dell’ultimo anno , dormi ora –

Crystal non disse niente e Victoria ne fu felice.



 
 

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Capitolo 10
*** Mr. Queen has asked me to help ***






Capitolo IX


Mr. Queen has asked me to help




Victoria





Victoria quella mattina si era svegliata alle 6 e mezza come in ogni  giorno lavorativo , aveva indossato un vestito con sopra una giacca e i suoi amati tacchi ed era andata a lavoro con la sua Ranger Rover rossa che le era stata regalata quando aveva compiuto 19 anni da un amico .

-buongiorno !-Salutò la giovane entrando nella caffetteria che si trova avanti l’edificio in cui lavora .

-buondì Vicky!-La salutò Max ,il ragazzo biondo che lavora lì da ormai 4 anni .



-che ti servo oggi?-Chiese lui sorridendo alla bionda , era da molto che la invitava ad uscire ma lei era sempre riuscita a rifiutare gentilmente .

-un caffè macchiato , uno nero , uno decaffeinato  e un cornetto alla vaniglia –

Lui annuii e si mise all’opera mentre lei si gustava il suo cornetto ancora caldo .

-vedo che sei mattiniera !-Le disse una voce squillante che riconobbe subito , per poco non le venne un colpo .

-ciao Louis !-Disse solo , era una giornata di quelle no e preferiva cercare di stare calma invece di comportarsi come una pazza isterica e combinare un casino.

Lui le sorrise , felice di non averla fatta scappare come il giorno prima mentre lavoravano e aveva notato che lei stava solo aspettando di andarsene lontano da lui.

-che mi racconti?-Le chiese mentre si sedeva sulla sedia del bancone che si trovava vicino a Victoria .

-niente di che , non ho dormito molto bene e per questo sono stanca- Rispose sinceramente , non c’era ragione di mentire , quella era la verità senza però i dettagli.

-pure io ho dormito poco-Ammise Louis , l’aveva sognata , cosa che non gli era mai capitata con nessun’altra , non era normale secondo lui conoscere una ragazza da meno di 24 ore e pensare sempre a lei.

Lei non chiese neanche perché aveva dormito poco , non aveva voglia di parlare , soprattutto di sciocchezze .

-i suoi caffè sono pronti Vicky !-Le disse Francesco avvicinandosi alla parte del bancone dove Victoria era seduta comodamente non facendo niente .

-grazie Max –

-prego , a lunedì !-

-ciao e buon fine settimana !-Victoria salutò il suo amico e non guardò neanche Louis che si stava prendendo pure lui un caffè .






 
**

 
Crystal


 


 
Crystal si era svegliata quella mattina alle 8 , continuava a pensare al sogno che aveva fatto solo qualche ora prima , le sue sorella dormivano mentre sua cugina era andata al lavoro e le aveva lasciato una nota attaccato al frigo :

Sono andata a lavoro , la colazione e sui fornelli e se avete fame riscaldatela , mentre il pranzo vedete chi lo deve cucinare oggi
xxVicky

 
Le ragazze quando Victoria era andata a vivere da loro avevano fatto una tabella con suddivisi i giorni con i propri incarichi da svolgere .

Ognuna delle Winchester doveva aiutare a casa e nelle faccende domestiche come che erano abbastanza grandi e la cugina non poteva sempre fare tutto come che lavora .

-Oggi tocca a Deborah a cucinare –Sospirò Crystal mentre riscaldava le frittelle che aveva cucinato la cugina quella mattina,Deborah non era male a cucinare ma qualche volta esagerava o con lo zucchero o con il sale .

Quando stava mangiando la colazione sentì il suo telefono squillare e andò a prenderlo come che stava sull’isola della cucina .

-pronto ?-Rispose senza guardare chi la stava chiamando .

-ciao sono Harry –Rispose Harry con voce allegra , adesso Crystal si era ricordata che la sera prima si erano scambiati i numeri di telefono per mettersi d’accordo per andare a prendere qualcosa insieme .

-ciao , come va ?-Chiese cordialmente tornando a sedersi su una delle sedie che stavano vicino al tavolo che si trovava in cucina .

-bene , avevo pensato che come oggi non abbiamo scuola possiamo andare a prenderci un caffè , non so qualcosa –Crystal sorrise , stava provando goffamente a invitarla a uscire , pensare che a lei era sembrato molto più sicuro la sera prima .

-per me va bene , sveglio  Diamond , avviso e poi posso uscire –Rispose , aveva bisogno di un po’ d’aria e questa era l’occasione perfetta .

-ok , ma pensavo che lei fosse più piccola …-Disse Harry , lei avevano notato nelle sue parole un velo di confusione che la fecero stranamente sorridere .

-si lo è ma come Victoria è al lavoro , le tengo d’occhio io alle gemelle , soprattutto Deborah , per questo voglio chiedere a Diamond se le tiene sotto controllo lei –Chiarì la bionda e Harry non chiese altro .

-fra mezz’ora alla  caffetteria – bar “Di Rebecca “ ?-Chiese Crystal .

-dove si trova ?-Chiese Harry e solo ora la giovane si ricordò che era appena arrivato e per questo non sapeva ancora i luoghi e le vie di New Orleans .

-sai dove si trova casa mia ?-Chiese la ragazza dai occhi verdi .

Lui annuii ma appena si accorse che non poteva averlo visto disse subito di si .

-ok allora quando esci da casa mia devi andare a sinistra sempre dritto fino a quando non trovi un negozietto d’antiquariato e perciò giri a destra fino a quando trovi una caffetteria con un’insegna con scritto “Buon Caffè “, va bene ?-Gli spiegò Crystal e lui si segnò tutto .

-ok , a dopo –

- a dopo –Crystal attaccò.

Decise di non finire la colazione e andò a svegliare quella dormigliona di Diamond .

Salì le scale ed entrò di soppiatto nella camera della sorella che aveva le pareti verdi e i mobili tutti lilla .

-sorellina !-La scosse ma ricevette solo un mugugnato .

-su sveglia !-Riprovò e questa volta riuscì a svegliarla .

Diamond sbatté le palpebre abituando gli occhi alla luce che penetrava dalla grande finestra che si trovava nella sua stanza .

-ciao Crys –Disse solamente la più piccola sedendosi , sbadigliava assonnata.

-ciao anche a te pigrona , ti ricordi che mi devi ancora un favore?-Le chiede ridacchiando Crystal e Diamond annuisce confusa .

-che ti serve ?-chiede la minore sedendosi sul letto , cercando di svegliarsi .

-devi tenere tu stamattina le gemelle, Harry mi ha invitata a fare colazione insieme …-spiega la più grande con un sorriso a 32 denti stampato in faccia .

La minore capendo che la sorella ci tiene accetta , era da molto che Crystal non usciva con un ragazzo e secondo Diamond le avrebbe fatto bene .

-ok - dice Diamond , appena Crystal sente il consenso della sorella non le lascia dire niente e va a cambiarsi , voleva essere bellissima ma anche adatta all’occasione , cioè una colazione .

All’inizio voleva mettersi una maglietta a mezze maniche ma appena si ricordò che la cugina aveva detto che aveva capito cosa erano , grazie al fatto che si vestivano troppo leggere e non soffrivano molto il freddo , cambiò idea e si mise un maglioncino , dei leggins , dei stivaletti e un giubbino :







 
*




 
Victoria







Victoria era appena arrivata nel suo ufficio quando una voce roca non la fece girare .

-buongiorno Victoria – era Aaron il suo capo , lo conosceva ormai da 3 anni anche se lavorava per lui da 2 .

-buongiorno signor Queen –lo salutò rispettosamente.

 –le serve qualcosa ?-continuò la bionda sorridendo .

-si , potresti occuparti oltre che della copertina del giornale di questa settimana anche di quella del giornale per domani , cioè quello giornaliero ?-chiese gentilmente l’uomo .

-certo,ma non se ne doveva occupare Louise?-chiese Victoria curiosa di sapere perché non aveva visto ancora la castana che lavorava nell’ufficio affianco a lei.

-è malata e ha detto che forse non verrà per ben una settimana –le spiegò il moro e Victoria annuii semplicemente andando a sedersi alla sua scrivania e mettendosi a lavoro .

-io comincio ma credo che per fare tutto entro le otto mi servirà una mano …-cominciò a dire la ragazza dai occhi azzurri ma Aaron non la fece finire .

-ho già chiesto , fra poco dovrebbe arrivare - le disse e Victoria sorrise .

-grazie –disse solamente e lui se ne andò .

Mentre lei si occupava di  quale notizia mettere sulla copertina del  giornale settimanale della città , qualcuno bussò alla sua porta .

-entra – Disse distrattamente trafficando con il computer .

-ciao –le disse Louis divertito , la poverina sembrava disperata e si stava scervellando e lui lo notava da come si spettinava i capelli .

-Ciao Lou , che ci fai qua ?-chiese spostando lo sguardo sul ragazzo dai occhi azzurri che la fissava ridacchiando , questo la faceva innervosire .

-il signor Queen mi ha chiesto di aiutarti –rispose semplicemente avvicinandosi alla bionda e prendendo una sedia che stava vicino alla scrivania per sedersi vicino a lei .

-ok – sospirò Victoria . Perché non poteva chiedere a chiunque altro?,pensò la giovane .

-allora da dove iniziamo ?-chiese pimpante Louis e Victoria si chiedeva da dove prendeva tutta quella energia alle 8 e mezza di mattina .
-iniziamo con … -per più i un’ora parlarono e ragionarono sul giornale settimanale , pensarono a dove mettere i vari articoli fatti dai colleghi e le foto che erano riusciti a recuperare .






 
***




 
Diamond




 
Diamond aveva finito di fare colazione ed aveva deciso di cambiarsi e andare a vedere come dormivano le gemelle , di solito alle 8 Alexandra si svegliava , al contrario , il sabato Deborah dormiva fino alle 11/12 .
 
Quando , dopo essersi messa :
Andò nella stanza di Alexandra la trovò vuota e il letto era rifatto .

-ma quando è uscita ?- pensò Diamond , non aveva notato scendere nessuno ed era sveglia da più di mezz’ora .

Lasciò stare e andò nella stanza di Deborah ,  anche questa era vuota e questo sorprese Diamond .

-da quando Deborah si alzava presto durante il fine settimana ?-si chiedeva fra se , in mente .

Quando si avvicinò al letto per rifarlo, il letto era disfatto, trovò un fogliettino con sopra scritto :

 
Vedi il telefono
-di molte parole!-Sospirò Diamond , questa volta però ad alta voce .

Prese il telefono dalla tasca dei jeans e lo accese , c’erano tre messaggi , uno era di Niall e diceva :


Che bella serata ! Buongiorno, biondina !
xx il tuo biondino preferito 


Sorrise , le faceva piacere che le aveva scritto e rispose subito :

Buondì , biondino!
xx biondina



Guardò subito gli altri messaggi e si accorse che erano rispettivamente di Alexandra e Deborah :

sono andata al centro con delle compagne , torno per pranzo
xxAlex

ho un ragazzo da mollare
Deb


Diamond mandò a tutte e due un Ok , anche se non capiva , visto l’orario d’arrivo del messaggio , perché dovevano fare quelle cose alle 7  di mattina ?

-non sono normali –Disse ad alta voce .

Prese ancora una volta il telefono e mandò un messaggio a Crystal , ormai si parlavano solo con quelli da quando i genitori erano scomparsi e tutte erano un po’ distaccate , non stavano più tutte insieme a fare qualcosa :

le gemelle sono uscite alle sette , non chiedere , ora esco con Aurora , ci vediamo a pranzo
xxMond


L e arrivò come risposta un ok e decise di andare , sarebbe andata a trovare Aurora , da ormai troppo non andavano a fare shopping insieme :

Sono sotto casa tua fra cinque minuti , fatti trovare pronta xxMond





 
**


 
Crystal





 
Crystal era arrivata in caffetteria , appena entrata era stata ricoperta dai odori tipici di quel luogo dove una volta andava sempre con le sorelle a fare colazione prima della scuola come che i genitori stavano spesso fuori città per settimane , erano due imprenditori abbastanza conosciuti .

Cercò con lo sguardo una testa riccia che noto subito , le dava le spalle .

-ciao Styles –Lo salutò spettinandogli i capelli per poi sedersi avanti a lui .

-ciao Crystal- ricambiò il saluto Harry , felice di stare un po’ con lei .

I due ordinarono un cornetto alla vaniglia per lei e uno al cioccolato per lui , parlarono per un po’ della scuola e della cena di ieri .

-ti sei divertito ieri ?-chiese la giovane al riccio , si era scocciata di parlare della scuola e dei prof .

-molto anche se devo dire che mi aspettavo , dopo quello che aveva detto Zayn , una scenata fra lui e Deborah – ammise lui imbronciato per poi ridere .

-anche io , stranamente era molto tranquilla ieri sera , penso che gli allenamenti con le cheerleader l’abbiano stancata molto – pensò ad alta voce , Deborah era troppo tranquilla ieri …

-lo credo anche io-concordo Harry .

Crystal però era impegnata a vedere un ragazzo di spalle ,che stava ordinando qualcosa al bancone , quando si girò la giovane non riuscì a credere ai suoi occhi .
 

Diversi flashback l’annebbiarono la vista , ricordava piccoli frammenti di balli,mani che si sfioravano timidamente sotto il tramonto , vestiti eleganti e molti ampi,candele …


 
-tutto bene?-Le chiese Harry preoccupato , la vedeva leggermente più pallida e distratta .

-s-si tutto bene , ho solo dormito poco –si inventò la giovane al momento , voltando lo sguardo su Harry per sorridergli rassicurante , ma quando si girò per vedere ancora il moro ,lui non c’era più .

-l’avrò solo immaginato … - pensò .











Spazio Autrice


Spero che vi piaccia questo capitolo ... continuerò presto.

Stelena5775

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Capitolo 11
*** Dreams and written ***



Capitolo X

Dreams and written












 
Victoria





 
Victoria aveva appena finito il giornale settimanale e aveva deciso di fare una pausa , era già stancante il suo lavoro e ora avrebbe dovuto fare anche quello di una sua collega e pensava che fingesse di essere malata per stare con il suo futuro marito , l’aveva chiamata qualche minuto prima e glielo aveva detto .

-Vicky!- sentì la voce della sua migliore amica chiamarla , si girò e la vide appoggiata al muro , si vedeva che non si reggeva in piedi , era pallida e suoi occhi erano stranamente un miscuglio tra il giallo e il suo naturale marrone chiaro .

-Kate ? Che ci fai qui ?-le chiese Victoria avvicinandosi alla sua amica e notò che stava leggermente tremando , lei non lavorava il sabato e questo fece preoccupare Victoria che sperava che fosse solo una visita per salutarla .

-Nyx mi ha fatto un dono …-disse con voce flebile la castana appoggiandosi al muro e portandosi la mani sulla testa , le faceva un gran male .

-che intendi ?-Victoria sapeva benissimo cosa intendeva l’amica ma sperava per lei che si stesse sbagliando e che avesse capito male .

-riesco a c … captare suoni non udibili neanche a un vampiro e alzarli –spiegò cercando di sembrare in condizioni migliori , ma il mal di testa riusciva solo ad aumentare .

Victoria non disse niente e portò con se la sua migliore amica , stare così del corridoio vicino al distributore del caffè le avrebbe fatto notare e nessuno doveva sapere che Kate stava la o avrebbero fatto domande .

-hai bevuto ?-chiese Vicky dopo aver detto a Louis di andarsi a fare una pausa e chiuso la porta , purtroppo quasi tutti i muri erano di vetro per questo si poteva vedere quasi tutto .

-si due sacche , ma non è questo il problema , non riesco a controllarlo , Monique la mia mentore è in Francia e quando l’ho chiamata mi ha detto che dovevo solo cercare di calmarmi e controllarlo , però è impossibile , non so come fare , Victoria sono disperata e ho paura , tanta paura –Kate stava piangendo massaggiandosi le tempie che le sembravano andare a fuoco .

-calmati , Kate , devi calmarti e respirare piano , se non lo fai , come che siamo in un palazzo al settimo piano e ci sono più vetri che muri , rischi di ferire qualcuno –le spigò la bionda , non si era mai trovata in una situazione simile , di solito le questioni che doveva risolvere erano quelle di un compito in classe o un ragazzo che era poco fedele , invece da due tre anni doveva occuparsi di cose assurde come quella che stava succedendo alla sua migliore amica .

-calmarmi ? Scherzi ? Mi sento esplodere la testa e tu mi dici  di calmarmi ?-le gridò la castana alzandosi infuriata , cercava di alleviare il dolore infuriandosi e prendendosela con la sua amica che non c’entrava niente .

-se non ti calmi rischierai di uccidere qualcuno !-le gridò Vicky , molti erano andati a casa o in qualche locale a pranzare per questo sperava che nessuno le sentisse .

Quelle parole colpirono Kate che si andò a sedere cercando si respirare profondamente , non aveva mai provato tanto dolore in tutta la sua vita , voleva che finisse , continuava a chiedersi perché a lei , perché doveva sopportare questo dolore , che cosa voleva insegnarle la sua regina , la persona che rispetta di più.

L a porta si aprii mostrando un  Louis preoccupato .

-tutto bene , qui ?-chiese il giovane guardando entrambe le colleghe .

-certo e solo che stavamo … discutendo di alcune … cose –spiegò Victoria mentre Kate si limitò solo ad annuire per dare ragione alla migliore amica .

-ok , ho sentito le vostre urla sin dal corridoio –disse Louis , non era sicuro che gli avevano detto tutto .

-non eri andato a mangiare qualcosa ?-chiese Victoria per cambiare argomento .
-si ma è passata ormai più di mezz’ora e ho finito , mi ero portato un panino da casa – ripose Louis guardando ogni movimento delle due , aveva capito che gli nascondevano qualcosa .

Fu in una frazione di secondo che le finestre si ruppero e tutti e tre i ragazzi si buttarono per terra , Kate non era riuscita a resistere , il dolore era così grande e Louis  l’aveva resa ancora più agitata , Louis era riuscito a far stendere Victoria in tempo , proteggendola con il suo corpo per scudo .

-ma che è stato?-disse il castano alzandosi e aiutando Victoria che era leggermente scossa per l’accaduto , come avrebbe voluto la giovane avere una vita normale .

-non lo so … voi come state ?-chiese Kate alzandosi , stranamente il mal di testa era passato quasi del tutto e l’ondata di potere che avvertiva in lei si era affievolita notevolmente .

-bene –rispose Victoria aggiustandosi l’orlo del vestito che indossava , aveva qualche pezzettino di vetro sui capelli ma per il resto era intera , grazie a Louis che aveva un graffio sulla fronte e uno sulla mano .

Kate inventò una scusa e se ne andò dicendo che era venuta solo per dire una cosa a Victoria , i due rimasero da soli e Victoria prese una valigetta del pronto soccorso per disinfettare le ferite che si era procurato Louis proteggendola .

Quando però si avvicinò alla fronte del collega , anche se lui aveva cercato di persuaderla ,notò stranamente  che la ferita era guarita e che era rimasto solo il sangue che era uscito , ormai leggermente secco , contrò la mano ed anche lì la stessa cosa .

-ma … come …  ?-disse Victoria ma appena un’idea le balenò in mente e un nodo le si formò nello stomacò .

-Vic… - Louis voleva inventarsi qualcosa ma la porta si aprì di scatto e vi entrò Aaron molto preoccupato che appena li vide sani e salvi fece un sospiro di sollievo .


-state bene ?!-chiese il signor Queen ai suoi impiegati , anche se ormai Victoria per lui era un’amica .

-tutto bene , signore , non sappiamo come sia successo ma sono sicura che quando chiameremo la polizia lo scopriranno –rispose Louis alzandosi dalla sedia dove lo aveva fatto sedere Victoria per medicare le sue ferite .

Aaron annuii al nuovo assunto e guardò la bionda in cerca di spiegazioni e lei gli mimò che dopo gli avrebbe detto tutto .

-okey , io ora vado , per oggi abbiamo finito , tornate a casa –disse Aaron .

-ma se sono appena le 2 …-disse Louis , ma poi capì.

-non si sono rotti solo i vetri in questa stanza ma quelli di tutto il palazzo –ragionò e vide annuire il suo capo .

-io metto le mie cose nella borsa e finisco di lavorare a casa –disse Victoria andando a prendere la sua borsa  e il computer portatile che aveva sempre con lei , si mise a copiare i file e quando notò che Louis aveva detto al moro che andava a pendere la sua valigetta e avrebbe finito un articolo ,che gli aveva dato Aaron da fare dopo aver aiutato la bionda ,a casa , Victoria fece segno a Aaron di avvicinarsi .

-che cosa è successo ?-chiese lui inespressivo .

-Kate , è venuta qui , Nyx le ha dato un dono , riesce a captare i suoni , ma credo anche che riesca creare vibrazioni non udibili ma abbastanza forti da far frantumare il vetro … -spiegò Victoria armaggiando con il computer .

-e far agitare gli animali –continuò il moro .

-come ?-chiese lei alzando lo sguardo per incrociare gli iridi azzurri del suo amico e capo .

-il mio cane , Rex , si è agitato –le rispose Aaron .

-che ci faceva il tuo cane qui ?-

-Lucy è fuori città e non poteva tenerla –disse lui , Lucy è sua moglie da ormai un anno e quando il marito è al lavoro tiene il suo cane .

-okey , ma ora che facciamo con Kate ?-

-dovrebbe andare in una casa della luna per stare con altri vampiri e con qualcuno che l’aiuti 24 ore su 24 , nessun dono è facile da controllare ma spesso alcuni vampiri , sembrano forti ma ne vengono accati e passano al male –

-Kate non lo farebbe mai !-si arrabbiò Victoria , si alzò in piedi .

-la Kate che conoscevi tu è scomparsa lo stesso giorno che è diventata una vampira , due mesi fa ed è tornata qui a New Orleans –

Victoria abbassò la testa .

 
-non tutti quando si trasformano , cambiano – pensò , ma nel profondo sapeva che la sua amica no era la stessa con cui nuotava al liceo .









 
****








 
Alexandra


 



 
Alexandra si era alzata presto quella mattina , aveva fatto un sogno che l’aveva fatta svegliare sudata e piena di domande .






Flashback sogno sera prima






 Si trovava a una elegantissima festa , dei vestiti poteva supporre che l’anno potesse essere fra il 1400 e 1500 . 

Indossava un abito azzurro che le risaltava la carnagione chiara e la capigliatura che portava le pesava , non poteva sapere com’era ma sicuramente non era comoda .

Stava scendendo le scale che l’avrebbero portata nella sala principale dove si trovava la festa, il vestito lungo e ampio non le permetteva un gran movimento ma sicuramente l’allenamento era riuscito a farla camminare un po’ più comodamente .

La sala era affollata ma subito vide la persona che cercava venirle in contro , era un ragazzo castano dai occhi nocciola .


Alexandra appena lo vide nel suo sogno ne rimase sorpresa , ma anche se voleva svegliarsi non ci riuscì è rimase a vedere la scena che , anche se provò a cambiare con la mente , non ci riuscì , quasi come se fosse un vecchio ricordo che il subconscio aveva portato a galla .



Liam le si avvicinò porgendole la mano .


-mi concedete l’onore di questo ballo ,signorina –lo disse in francese ma stranamente per Alexandra la fanciulla nel suo sogno lo capì accettando .

-certamente signor Payne –gli disse con un sorriso dolce quanto  timido .






Fine flashback








Il vero problema alla fine però fu il fatto che al suo risveglio trovò scritto su un foglio , in segni a lei sconosciuti questo : 

Aveva paura , non sapeva che fare , da quando la zia tre anni prima le aveva rivelato quello che sarebbe diventata , aveva pensato di non poter avere più paura di niente che la riguardava , ma da quando si era svegliata aveva solo in mente quella scritta .

Anche se  erano appena le 6 era andata nel posto dove le aveva consigliato la zia di andare quando aveva qualcosa da scoprire o da trovare : il cimitero , precisamente un mausoleo che conteneva un’entrata a una cripta che si trovava sotto terra e conteneva un sacco di libri , armi , quadri e altre centinaia di cose importanti .

Il  grande cancello di ferro era come al solito chiuso ma lei aveva la copia della chiave che gli era stata da sua zia per entrarvi quando voleva .

Per sua grande fortuna a quell’ora non c’era nessuno per le vie della città che pareva alla giovane Winchester addormentata e stranamente silenziosa .

Trovò senza problemi il mausoleo che si trovava nascosto ai sotto gli occhi di tutti , sembrava da fuori abbandonato , solo per gli umani , ma gli esseri soprannaturali potevano vedere che era in ottime condizioni e che sopra al centro c’era incisa la scritta : octo elementa custodes .

Alexandra vi entrò guardandosi prima intorno per assicurarsi che nessuno l’avesse vista , per potervi entrare .

Si avvicinò a un muro e disse la parola che le aveva insegnato la zia per aprire il muro che portava alla cripta sotterranea .

-Deveraux-Alexandra disse il nome della dinastia di streghe da cui proveniva e il muro si aprì dinanzi a lei .

C’erano alcune scale da scendere per poi ritrovarsi in una gigantesca sala sotterranea senza finestre da cui l’aria passava da dei condotti che portavano l’aria dall’esterno , c’erano molti scaffali con libri e vari attrezzi usati per riti e per difendersi dai altri esseri sovrannaturali , erbe e polveri ricavate per intrugli da vario tipo e pozioni .

Si avvicinò a uno degli scaffali e comincio a cercare qualcosa da cui potesse ricavare il significato dei simboli che aveva scritto mentre dormiva .







 

*****




 
Deborah








 
Deborah quella mattina si era svegliata presto per colpa di una strana sensazione , quella di essere osservata ma stranamente nessuno si trovava nella sua stanza oltre lei .

Decise di uscire per prendere una boccata d’aria anche se non erano neanche le sei , era assurdo che si svegliasse così presto ma doveva pensare , il cielo era ancora scuro e Bourbon Street era stranamente silenziosa , cosa poco normale , soprattutto di notte , il vento soffiava e alza i capelli della bionda che lei aveva lasciato sciolti , proprio come piacevano a lei .

Aveva ancora quella costante sensazione di essere seguita e per questo si girava ogni tanto  , ma ditro di lei non c’era anima viva .

Quando ormai per la centesima volta aveva voltato lo sguardo e poi lo aveva rivoltato e si ritrovò d’avanti  …

 

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Capitolo 12
*** What are you doing here? ***



Capitolo XI

What are you doing here?









 
Deborah




 

 
Quando ormai per la centesima volta aveva voltato lo sguardo e poi lo aveva rivoltato , si ritrovò d’avanti un ragazzo biondo dai occhi caramello.
 
Deborah si portò la mano al cuore dalla paura , non lo aveva mai visto però aveva un aspetto famigliare .
 
-che ci fa una ragazza alle sei e mezza del mattino a Bourbon Street ?-le chiese dolcemente il ragazzo , che secondo la giovane aveva un bellissimo sorriso .
 
-dovevo pensare … - disse , non aveva voglia di parlare con uno sconosciuto sui circa 18 anni che girava la mattina presto in una via che fino a un’ora prima era piena di persone che ballavano , tutti conoscevano quella via , la mattina era bellissima e di notte i turisti ,ma anche qualche cittadino , si divertivano con balli , bevute , canti , sembra che tutta la via si trasformasse diventando una discoteca .
 
-oh … , ti posso chiedere una cosa ?-chiese il giovane speranzoso .
 
-dipende – rispose glaciale , sapeva che non doveva parlare con chi non conosceva , lui fece una risatina divertita .
 
-sai dove posso trovare una posta ? Mi sono svegliato presto perché ho molte commissioni da fare come che vivo con i miei fratelli e loro non aiutano – spiegò e Deborah si sorprese che gli avesse raccontato tanto anche se non lo conosceva, era un vero chiacchierone  .
 
-non credo che sia aperta il sabato , soprattutto a quest’ora ma c’è ne una qui vicino , devi andare dritto fino a quando non vedi l’insegna di una farmacia , giri a destra e la terza porta , non puoi sbagliarti come che c’è un’insegna grande con una lettera – gli rispose , senza però scomporsi , la corazza che si era costruita nei anni era troppo spessa per essere spezzata da una ragazzo che aveva appena conosciuto , il suo pensiero cadde subito su Zayn , però lui era riuscito a vedere oltre la corazza … , si disse , ma cancellò subito quell’idea , sorpresa di vederlo non ci aveva parlato per tutta la cena.

-grazie …-

-Deborah –

-William –lui le porse la mano , ma lei non la prese .

-ora devo andare – disse lui , le fece un sorrisetto divertito, lei invece oltrepassò William e continuò a camminare sentendo ancora gli occhi marroni del ragazzo su di lei .

Aveva avuto il presentimento che lo aveva già visto e il suo istinto le diceva di stargli lontano .






 
****





 
Alexandra






 
 
Alexandra stava rovistando dappertutto non trovando niente che corrispondesse ai simboli che aveva scritto mentre dormiva .
 
Leggeva , fogli , pergamene ,libri e tante altre cose ma niente di uguale , erano scritte in molte lingue diverse , tante alla giovane non sembravano neanche lingue ma scarabocchi , purtroppo non trovava quello che stava cercando , quando però si stava quasi per arrendere vide un libro cadere alla fine dello scaffale dove stava cercando in quel momento , si avvicinò per raccoglierlo ma quando vide che c’era incisa la scritta : lingua antica sovrannaturale .
 
-ma che cos’è ?-disse ad altra voce aprendo il libro di pelle nera stranamente ben conservato anche se i fogli erano giallognoli .
 
Era scritto nei stessi simboli che aveva disegnato lei durante la notte ma come erano messi sembravano un alfabeto con la traduzione in latino affianco .




-ma che vuol dire ?-si chiedeva Alexandra , voleva capire i suoi sogni e pensava che scoprendo il significato di quei simboli li avrebbe capiti .
 
Si mise a decifrare ogni lettera ma come che non sapeva il latino , che spiegava la lingua sovrannaturale antica mandò dei messaggi alle sorelle e alla cugina in cui diceva che avrebbe mangiato una pizza con Abbie .









 
**







 
Crystal







 
Crystal aveva finito di fare colazione con Harry anche se per il resto del pasto , dopo aver visto quel ragazzo , non aveva parlato molto ed era stata distaccata .
 
In questo momento la più grande delle 4 sorelle Winchester stava tornando a casa , voleva solo sdraiarsi e non svegliarsi più , ormai erano molti giorni , se non settimane , che dormiva pochissimo o quasi niente , il suo corpo appena la sorreggeva e i suoi pensieri con il senso di sonno sembravano aumentare a dismisura .
 
Quando però lesse i numerosi messaggi che le avevano inviato le sorelle e uno di sua cugina , decise che come non c’era nessuno a casa sarebbe stato bello fare una passeggiata e magari fare qualche schizzo sul suo quaderno per i disegni che non usava da molto tempo , ormai .
 
Il piccolo parco era molto tranquillo e non c’era nessuno soprattutto nella parte est ,le aveva raccontato la madre , che molte storie narravano che in quel posto una volta si riunivano molte streghe intorno a un falò e insieme cantavano , per richiamare l’attenzione della loro madre terra , per protezione alcune volte ma la maggior parte delle volte era per avere più potere .
 
Quando era una bambina amava quelle storie però ora le facevano solo venire i brividi , adesso capiva che infondo quelle che le raccontava sua madre non erano leggende ma storie vere , la gente che vive a New Orleans sa , tutto , anche se cerca di comportarsi normalmente, si nascondono sotto gli stessi sorrisi finti che usano con i turisti , anche con la propria gente ...
 
Fu distratta dai suoi pensieri da un ramo spezzato
 
-scusa se ti ho disturbata –disse una voce maschile che le fece alzare la testa dal suo quaderno , che le era stato regalato da Alexandra quando aveva compiuto 17 anni .
 
Alla giovane cadde la matita dalla sorpresa , aveva di fronte a lei i ragazzo che aveva sognato e visto poi quella mattina , gli stessi lineamenti , anche se sembrava più muscoloso di quanto non era nel suo sogno  , i suoi occhi erano dello stesso color caramello , i suoi capelli erano ancora tendenti al marrone scuro anche se più chiari e il suo era ancora quello da sbruffone .
 
-che ci fai qui ?-disse la giovane alzandosi , facendo così cadere alcune sue cose che non aveva posato sul prato verde ma che aveva sulle gambe .
 
-ho notato che oggi quando mi hai visto avevi fatto uno strano sguardo per questo volevo vedere se i miei sospetti erano fondati – spiegò tranquillamente il castano .
 
-allora ?-chiese lei facendo un passo avanti in direzione del ragazzo dai occhi cioccolato .
 
-avevo più o meno ragione –
 
-cioè?-chiese spazientita ma allo stesso tempo le batteva il cuore a mille dal timore… perché aveva paura in quel momento ? Non riusciva a capirlo .
 
-mi conosci ma solo per il mio aspetto  , vero ?- chiese il giovane che però sperava in un dissenso  da parte di Crystal che però annuii per poi spiegare .
 
-può sembrare assurdo ma ti ho sognato , per questo sono sorpresa di vederti … e sapere che esisti-lui non sembrò sorpreso e questo sorprese Crystal , gli aveva appena detto che lo aveva sognato senza conoscerlo e non diceva niente ?
 
-almeno è un passo avanti … -pensò a bassa  voce il giovane , però Crystal lo sentì , che voleva dire ?
 
-che intendi con è un passo avanti ?-chiese , il cuore sembrava che le stesse per scoppiare , le gambe le tremavano e credeva che sarebbe potuta cadere da un momento all’altro , le mani erano chiuse a pugno , così forte che le nocche erano diventate  bianche .
 
-non importa , ancora –disse per poi avvicinarsi alla ragazza in uno scatto , lei non era neanche riuscita a vederlo .
 
-presto mi ricorderai , ci ricorderai e ricorderai tutto , tranne chi e cosa io non voglio che ricordi- Lo disse vicino al suo orecchio , riusciva a sentire la paura della ragazza , il cuore battere più velocemente , non era quello che voleva , voleva provocarle altro , come un tempo che a lui sembra così lontano .
 
Lei riusciva a sentire il respiro del ragazzo infrangersi sul suo collo e la paura di una tale vicinanza , di quello che avrebbe potuto farle …  le fece ricordare qualcosa che adesso sapeva che non erano semplici sogno anche se non sapeva ancora cosa erano .
 
Vide sua sorella Alexandra mentre litigava con un biondo e all’improvviso lui scattare contro di lei e sbatterla contro la quercia che si trovava dietro di lei , sentì se stessa  gridare il suo nome e cercare di raggiungerla ma fu inutile era come bloccata .
 
Sua sorella si scuoteva , cercava di liberarsi … e in una frazione di secondo qualcosa sbatté via il biondo i cui occhi erano di marrone così scuro da essere quasi neri , vide che lui non si mosse dopo essersi alzato guardando con disprezzo sua sorella che aveva i capelli sciolti spettinati e il vestito ,nero come quella notte , era pure in pessime condizioni .
 
Crystal cercò di calmarsi e notò che qualcuno la teneva per i fianchi per non farla andare via anche se lei ci stava provando in tutti i modi per scappare .
 
Sentì ancora quella voce sensuale quanto spaventosa vicino al suo orecchio …
 
-stai ferma –disse il giovane , sembrava scocciato più che arrabbiato , era lo stesso ragazzo con cui stava parlando un minuto prima .
 
-la ucciderà –sputò la giovane girandosi verso il castano , la ragazza da cui vedeva quella scena sembrava avere la sua stessa voce ma non ne fu sicura come che si concentrava tutta la sua attenzione sul ragazzo di fronte a lei  .
 
-se lo merita – disse lui freddamente facendo venire i brividi alla bionda .
 
-no , voi siete dei mostri , lei vuole solo stare con una persona migliore –lui rise 
 
-chi vorrebbe mai stare con una strega in questi tempi dove loro vengono solo messe sul rogo –lei rise amaramente .
 
-si vede che tu non sai amare, sei solo un mostro – quelle parole furono un affronto per il giovane che prese Crystal per il collo .
 
-non ti uccido solo perché so che sarai mia , ma sei non vuoi morire , porta rispetto –
 
-non ho mai avuto paura della morte , non ne avrò ora e ne mai –
 
-lo vedremo –
 
 
Crystal si svegliò dallo stato di trance in cui era finita e si accorse che i castano dai occhi caramello se ne era andato .
 
-ma che mi sta succedendo ?-si chiedeva , ma la risposta sembrava non voler venire in superficie  .
 





 
*





Victoria










Victoria era tornata a casa e stava cucinando qualcosa da mangiare come che ormai era l’ora di pranzo e Deborah non era ancora tornata , le aveva mandato un messaggio in cui aveva scritto che quando ci prende un impegno lo si deve rispettare ma la cugina non aveva risposto .
 
Non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Aaron , continuava a credere che solo perché ti trasformi in un vampiro , quello non cambi quello che sei in realtà , i tuo modo di fare, i tuoi sentimenti , le tue emozioni … anche se tutto è amplificato .
 
Sentì il campanello suonare , si pulì le mani  , come che si erano sporcate mentre tagliava i pomodorini e andò ad aprire la porta , si ritrovò un Louis tutto sorridente con nella mano sinistra una bottiglia di quello che alla ragazza sembrò bourbon , che lei adora ma da diversi mesi non ne beveva , non che esagerasse ma era una tipa a cui piace bere solo nelle occasioni.
 
-ciao Louis , che ci fai qui ?-
 
-sono venuto a trovarti , se non ti dispiace ovviamente ?-chiese togliendosi dalla faccia il sorrisetto che aveva e sperando che alla ragazza facesse piacere la sua visita .
 
-certo che no , sto da sola per questo è bello che mi sei venuto a trovare , entra –
 
Lo fece accomodare su una delle sedie in cucina , che si trovava sull’isola della cucina .
 
-le tue cugine ?-chiese Louis notando lo strano silenzio che c’era , quando si trovava a casa i ragazzi non facevano altro che fare rumore giocando alla play station , guardando un film alla tv o perfino quando parlavano con un vecchio amico al telefono .
 
-sono uscite tutte stamattina , stranamente anche le più dormiglione –spiegò al ragazzo , sorridendo, non si sarebbe mai aspettata che Deborah e Diamond di sarebbero svegliate così presto quando non c’era scuola .
 
-già , a casa non c’era nessuno e i ragazzi mi hanno scritto che avrebbero mangiato fuori, per questo sono venuto – rivelò Louis .
 
-almeno ci teniamo compagnia insieme –disse la giovane per pois accorgesi del doppio senso che aveva la sua frase , arrossì ma per sua grande fortuna il giovane non se ne accorse .
 
-ok , io non ho portato niente da mangiare , spero che tu abbia qualcosa –disse Louis e fece scoppiare a ridere la giovane per il modo goffo in cui l’aveva detto.
 
-non preoccuparti sto cucinando e fra una mezz’oretta dovrebbe essere pronto –
 
-che hai cucinato ?-chiese curioso .
 
-pasta al sugo , mi dispiace ma non sono una brava cuoca e questo è il meglio che so fare come che sono pure stanca –disse Victoria , quel sabato era iniziato proprio male con il fatto di Kate ma stranamente Louis le stava migliorando la giornata .
 
-non fa niente , tanto non sono molto affamato –mentì , non era quel tipo di fame che aveva …
 
-ok – rispose la giovane , non aveva dimenticato il modo in cui “magicamente “ le ferite di Louis erano guarite , aveva però un presentimento , che lui fosse come  lei , ma completo , cioè un vampiro e non un semplice novizio in trasformazione come lei .
 
I due mangiarono silenziosamente , non che fossero in imbarazzo o non avessero argomenti di cui parlare , lei pensava a come doveva dire alle altre cugine che cosa sono e diventeranno , mentre lui pensava a una ragione per cui tutti i vetri ,del palazzo in cui lavora, erano scoppiati quella mattina .
 
Quando i due avevano finito Victoria prese i piatti e li mise nel lavandino , li avrebbe lavati dopo .
 
-vuoi un caffè o del tè ?-chiese gentilmente , proprio come un’ottima padrona di casa .
 
-un caffè – rispose lui riemergendo dai suoi pensieri , non esisteva una spiegazione logica a quello che era successo , in più qualcuno si poteva far male .
 
-ok , pure a me serve un buon caffè –disse la giovane preparando la caffettiera e mettendola sul fornello .
 
-tu hai capito che cosa è successo oggi a lavoro ?O almeno Aaron ti ha spiegato qualcosa ?-chiese curioso , aveva scoperto che Victoria  andava molto d’accordo con il loro capo , non gli avevano spiegato bene il loro rapporto ma tutti dicevano che si conoscevano da prima che la giovane andasse a lavorare per lui .
 
-Non mi ha detto niente –si affrettò a rispondere , aspettando che il caffè fosse pronto e l’acqua per il suo tè bollisse ,prese dal mobile una boccetta che il cui colore tendeva  a un dolce lilla trasparente , era verbena o almeno un estratto che le aveva regalato una volta un suo amico , di solito la pianta  veniva usata per torturare i nemici e se estratto il veleno che contengono i suoi fiori  e usato in grandi quantità poteva far perdere i sensi a un vampiro o almeno indebolirlo , invece se Victoria ne mise solo tre gocce, troppo poche per indebolirlo o per fargli perdere i sensi , ma abbastanza per infastidire la sua gola e permetterle di sapere che cosa è .
 
-tieni-gli porse la tazza di caffè come che era pronto,lei invece si sedette avanti a lui , guardando ogni tanto per vedere che effetto gli avrebbe fatto mentre avrebbe bevuto il caffè con la verbena .
 
Quando lui prese il caffè e ne bevve un sorso gli bruciò la lingua ma cerco di ingurgitare la bevanda , aveva capito che cosa era anche se non ne beveva da tempo , i suoi occhi per un secondo divennero rossi anche se lui non se ne accorse , al contrario Victoria lo notò bene , l’effetto che aveva avuto su Louis voleva dire secondo la giovane che il suo collega è un vampiro che aveva finito la trasformazione da poco , cioè dai 2 ai 4 anni .
 
-tutto bene ?-gli chiese dolcemente , il suo intento era quello di capire lui cosa è non quello di ferirlo , lui è come lei .
 
-si è solo che il caffè è bollente e perciò mi sono bruciato – inventò , non sapeva che cosa pensare , Victoria poteva essere una cacciatrice di vampiri o qualunque altra creatura , non aveva senso che gli avesse messo della verbena nel caffè , o almeno secondo lui .
 
-ok- disse solamente la bionda , sentì la porta di casa aprirsi per questo distrasse lo sguardo da Louis , entrambi guardavano la porta della cucina per vedere chi delle 4 era tornata a casa .
 
Dalla porta entrò Crystal , Victoria notò subito il suo abbigliamento pesante oltre la sua aria stanca ,i capelli biondi scombinati e le scarpe sporche di terra e con qualche erbaccia , segno che era andata al parco , l’unico posto tranquillo in cui andava per pensare , d'altronde anche lei aveva avuto bisogno di tempo per farsene una ragione anche se non del tutto .
 
Victoria spera ogni giorno di svegliarsi, pensando  che tutto quello che aveva fatto in questi anni fosse solo un incubo e tornare la liceale , capitano della squadra di nuoto , che era stata un tempo , quando tutto era puntare a entrare in un ottimo college e continuare a nuotare .
 
-ciao Vicky –la salutò Crystal per poi fare un cenno di saluto a Louis che ricambiò in altrettanto modo .
 
-allora dove sei stata ?-le chiese , era pur sempre la sua tutrice e per uscire doveva chiederle il permesso .
 
-Con un amico a fare colazione e poi sono andata a fare una passeggiata –le disse omettendo il fatto di aver incontrato uno strano tizio che l’aveva spaventata .
 
-ok ma la prossima volta lasciami un messaggio o fammi una telefonata ! Le altre ?-
 
-a me mi hanno mandato un messaggio , a te no?-chiese confusa , di solito mandavano un messaggio a tutte  le altre per informarle di dove andavano , non solo a alcune .
 
-si ma è passata un’ora da quando ho mandato una risposta a tutte le altre, e solo Alexandra mi ha scritto che mangia fuori con Abbie –rispose la più grande .
 
-ok , ora le chiamo , ma conoscendo Deborah sarà occupata a chiacchierare di tutta la scuola con una delle oche delle sue amiche ,e Diamond per come era stanza stamattina si sarà dimenticata , sai come può essere sbandata –la tranquillizzò Crystal per poi andarsene in camera sua , non aveva neanche fame ,aveva solo bisogno di dormire .
 







Spazio Autrice





Ciao a tutti , mi vorrei scusare per non aver postato prima ma il 28 era il mio compleanno , poi ho avuto molte interrogazioni e compiti in classe, più due altre feste di compleanno , perciò non ho avuto tempo di scriverlo prima .
 
Spero che vi piaccia e che mi scriverete che ne pensate e quale è stata la vostra parte preferita .
 
Ps:avete visto Divergent ?Io si e l’ho adorato , non ho mai 
letto il libro ma per come è bello il film credo che comincerò a leggerlo .
 
Stelena5775
 

 
 

 

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Capitolo 13
*** Lex ***




Capitolo XII


 
Lex 






Alexandra





Erano ormai le 5 del pomeriggio e la giovane Winchester era stremata , anche se lavorava a quel simboli  da ore non aveva scoperto molto , se non quasi niente .
 I primi due simboli significano “le” , il resto per Alex era un mistero , la cosa che più la sconvolse fu il fatto che il significato di quello che aveva scritto era  in italiano , perlopiù in un italiano “contemporaneo” , invece il  libro e alla lingua sovrannaturale  avevano  più di 1000 anni.

Sbuffando si mise le mani sulla faccia assonnata , aveva dormito poco ,troppo poco ,  e quel lavoro di “traduzione” le stava succhiando via tutte le energie che aveva  . Di solito se non dormiva almeno 6/7 ore crollava  perfino su una sedia o in macchina però grazie alla sua curiosità e caparbietà questa volta era riuscita  a reggersi in piedi  e a rimanere con i occhi aperti o quasi . Ho proprio bisogno di un caffè , pensò quando si rimise al lavoro .

Proprio in quel momento le suonò il telefono , notando la scritta “Crystal” decise di rispondere , oggi non aveva ancora parlato con nessuna sua sorella , tranne che con qualche messaggio scritto velocemente .
 
-pronto?-disse mentre girava in cerca del terzo simbolo , ci deve essere , continuava a ripetersi , non può non esserci .
 
-Alex ! Dove ti trovi ?- chiese l’altra preoccupata .
 
-Sto in giro con Abbie . Perché ?-chiese confusa Alexandra notando la preoccupazione della sorella maggiore .
 
-ti ho mandato 4 messaggi  e non mi hai risposto – Xandra rimase confusa e smise di sfogliare le pagine gialle del libro che aveva di fronte  . Non le era sembrato di sentire il suono di campane che l’avvertiva di un nuovo messaggio , aveva messo qualche mese prima proprio quella opzione in modo da accorgersi e rispondere sempre in tempo in modo da non far preoccupare i suoi genitori … o chiunque altro .
 
-scusa ma non me ne ero accorta … comunque ti serve qualcosa ?-le chiese cercando di usare un tono di voce tranquillo e non quello di una che non beve e né mangia da diverse ore , il cui stomaco ormai sta facendo un concerto richiamando la sua attenzione sul fatto che si deve nutrire o almeno dissetare  .
 
-No . Quando torni ?   Ormai sono le 5 passate – la giovane guardò il polso della mano destra dove si trova l’orologio nero che le aveva regalato la gemella al suo ultimo compleanno , la sorella aveva ragione , non se ne era neanche  accorta ma è già pomeriggio .
 
-fra circa un’ora –le ripose .
 
-non vedo l’ora di vedere che hai comprato!-disse Crystal , a Alexandra la sorella le sembrò strana , non aveva mai voluto vedere quello che comprava per questo si sorprese , doveva trovare una soluzione …
 
-ok a dopo – disse e appena sentì un “ciao” attaccò . Cosa faccio?, si chiese e poi le venne in mente qualcosa , poteva chiedere a Abbie di comprare qualcosa !
 
Andò nella sua rubrica e cliccò subito la scritta chiamata che si trova vicino al nome della sua amica .
Dopo due squilli la bruna rispose allegramente .
 
-Ciao Ale!- disse pimpante al contrario di Alexandra che cercava di tenere un tono di voce “normale” .
 
-Ciao Ab , ti posso chiedere un favore ?-chiese speranzosa –
 
-dritta al punto Winchester ! Attenta o ti chiamerò Deborah *ridacchiò* . Certo sputa il rospo !–
 
-Allora in poche parole ho mentito alle mie sorelle e Victoria su dove sono stata tutto il giorno dicendo che ero uscita a fare shopping con te … - cominciò ma venne interrotta da Abbie – frena ! FRENA ! Hai mentito a tante persone in un giorno? Sicura di non essere Deborah?- Alexandra si portò la mano sulla fronte esasperata .
 
-Si ho mentito . Guarda che io non sono una santa a ma una persona con sani principi … - disse ma venne interrotta un’altra volta bruscamente dall’amica , una  brutta abitudine di Abbie Young era proprio quella di non far finire di parlare le persone e anche se le gemelle Winchester avevano spesso pensato che il tempo avrebbe aiutato a far passare alla migliore amica quell’abitudine ,non era successo .
 
-bla bla … allora cosa devo fare per far reggere questa bugia ?-chiese Abbie avendo capito le intenzioni dell’amica.     
 
-potresti comprare un po’ di vestiti in diversi negozi in modo che le mie sorelle pensino che siamo davvero andate a fare spese ?-chiese e non dovette neanche aspettare una risposta perché arrivò subito – certo , te li porto vicino la casa del signor  Neff . Fra circa un’ora e qualcosa – disse la ragazza dai occhi cioccolato per poi attaccare . Alexandra sospirò sollevata .





 
***



 
 
Diamond




 
Diamond si era incontrata con la sua migliore amica e ora dopo ore di shopping e chiacchiere  stavano mangiando un gelato . La gelateria aveva le pareti  azzurre , tanti poster colorati che raffiguravano gelati di ogni tipo , foto del quartiere francese e dentro una teca di vetro c’erano alcuni trofei vinti chissà a quale gara per gelaterie . Erano le uniche persone che avevano ordinato un gelato , come che si trovavano a fine Gennaio e faceva un freddo pazzesco . Gli altri pochi clienti invece ordinava dei dolci che la gelateria faceva soprattutto nel periodo invernale per guadagnare qualcosa come che sono pochissimi i clienti che comprano il gelato in Inverno .
 
- oggi sei silenziosa , che c’è che non va ?- chiese Diamond alla sua migliore amica , Aurora da ieri era strana , sempre sulle nuvole e controllava il telefono ogni un po’ di minuti e per poi scrivere  qualcosa .  Avevano parlato un pochino ma non come sempre , non c’erano state battute o gossip da parte sua , un evento bizzarro come che la ragazza non faceva altro che parlare e raccontare tutto quello che succedeva quando la migliore amica mancava o non si trovava lì in quel momento o ancora non aveva sentito qualcosa riguardo un fatto accaduto fuori le mura scolastiche .
 
La bionda alzò lo sguardo dal telefono – va tutto bene e solo … - si fermò una manciata di secondi – solo che … ho litigato con mia madre –finì , Diamond la guardò con attenzione e colse subito che il problema dell’amica non era solo quello , la conosceva troppo bene e non le poteva nascondere nulla .
 
-che c’entra la litigata con tua madre con il fatto che non ti stacchi dal telefono ?-continuò l’interrogatorio . Aurora non aveva bisogno di nasconderle qualcosa per questo non capiva perché lo faceva .
 
Perché mi assale ? , si chiedeva Aurora ma sospirando rispose alla domanda posta dalla bionda di fronte a lei – ho litigato con mia madre perché non mi vuole dire niente su mio padre e ora sto chiedendo-o per meglio dire supplicando –a  un’amica di mia mamma di dirmi qualcosa ma continua a dire che è una cosa fra me e mia madre –disse rassegnata portansi le mani sulla faccia e lasciandosi cadere sulla sedia come un peso morto .

 Aurora era cresciuta da sola con sua madre senza mai conoscere il padre , a 15 anni con il permesso della mamma si era trasferita a New Orleans , volendo stare da sola per un motivo a Diamond sconosciuto , l’argomento “famiglia di Aurora” era proibito come che alla giovane non piaceva parlarne . Sua madre però le pagava tutte le spese come che era ricca , Diamond non l’aveva mai conosciuta perché che non andava mai trovare la figlia , le uniche occasioni  in cui Aurora vedeva la madre era quando lei stessa la andava a trovare .
 
-per quale motivo hai chiesto di lui?-chiese sorpresa Diamond .
 
-è da tantissimo tempo che glielo voglio chiedere , troppo tempo e credo che lei mi debba delle spiegazioni-disse l’altra mettendo in bocca il cucchiaino arancione di plastica con cui aveva mangiato il suo gelato alla fragola dalla coppetta e lo masticandolo nervosa . Diamond voleva dirle che non era il caso o che avrebbe potuto lasciare stare l’argomento perché per quanto né era a conoscenza sua alla madre  non voleva parlarne ma capiva che era giusto che la sua amica sapesse chi fosse suo padre , –prova ancora – la incoraggiò .
 
Proprio in quel momento sentirono qualcuno chiamarle per questo si girarono verso il luogo da dove avevano sentito provenire il rumore . La loro amica Cloe stava picchiettando con l’unghia lunga ben curata smaltata di nero . Loro le fecero segno di entrare e lei entrò subito nella gelateria .




 
Cloe aveva i capelli castani e gli occhi marroni con qualche sfumatura verde , era alta e magra . Quel giorno indossava una maglia larga a maniche lunghe di colore verde , un pantalone a righe verdi e nere , delle scarpe nere con un tacco almeno 15 centimetri , una collana , bracciale , orecchini rotondi e un anello con una pietra verde .
 
-CIAO GIRLS!-le salutò facendo perfino un saltello che fece ridacchiare leggermente Diamond ma che invece fece sbuffare Aurora che con il suo cattivo umore non riusciva a sopportare in quel momento quella ragazza troppo pimpante . Già nelle giornate allegre gli dava fastidio quel suo comportamento da bambina , però quel giorno gli stava proprio sui nervi .
 
-Ciao Cloe ! –la salutò Diamond , quando la bionda si accorse che la sua migliore amica non aveva neanche salutato la castana ,di nascosto le diede un calcio sulla gamba che fece sol balzare Aurora . Capendo il motivo del calcio , la bionda dai occhi azzurri fece un cenno di saluto forzato a Cloe.
-vedo che non sentite freddo !-esclamò la ragazza dai di cioccolato guardando l’abbigliamento delle due e le due coppette di gelato ormai vuote sul tavolino verde acqua .
 
Diamond indossava un jeans e una maglietta rosa senza maniche , dei tacchi , un trucco leggero sulle tonalità rosa e una borsa colorata abbastanza ampia .
 
Aurora invece indossava un vestito nero a fiori , delle scarpe aperte dietro fucsia, orecchini a forma di fiori , una bellissima collana con una pietra rosa , una borsa rosa confetto e portava i capelli legati in un chignon ben ordinato .
 
-Già  … non fa così freddo –disse stranamente nervosa Aurora . Proprio in quel momento si sentì il fischiare del vento , segno che era molto forte .
 
-veramente si gela!-disse un ragazzo di origine asiatica dai occhi marroni a mandorla e i capelli neri come il petrolio , la pelle tendente al marroncino chiaro , era basso ma molto magro . Indossava un maglione di lana beige e sotto si poteva intravedere una maglietta blu e come le maniche erano molto lunghe si capiva senza problemi  che era una maglia a maniche lunghe .
Cloe guardò le due per poi spostare l’attenzione sul ragazzo – almeno non sono l’unica a sentire che fa un po’ freddo … - constatò  .
 
-io direi molto più di un po’ , credo che potrebbe venire a nevicare perfino –disse il ragazzo . Ora sta esagerando !, pensò Diamond . La bionda si guardò il polso e quando notò che erano ormai le 6 decise che era ora di andare a casa e poi per come si stavano mangiando Cloe e l’asiatico era meglio lasciarli soli . Per divertirsi si avvicinò all’orecchio della castana mentre il bruno stava andando a buttare le loro coppette – mangiati un gelato o penserà che stai andando a fuoco – le disse facendole notare che era rossa come un pomodoro , la ragazza dai occhi cioccolato rispose con una linguaccia per poi sorridere .
 





 
**



 
 
Crystal





Si era svegliata da 10 minuti , aveva deciso di darsi una sistemata per avere un aspetto decente come sembrava  uno zombie e quando aveva notato che c’era troppo silenzio a casa aveva subito chiamato le sue sorelle , Deborah non aveva risposto né alla prima né alla seconda chiamata , Alexandra dopo 4 messaggi aveva risposto a una telefonata e Diamond invece aveva risposto  dopo due squilli dicendo che stava mangiando un gelato perché sentiva caldo e sarebbe tornata fra meno di mezz’ora .
Le mie sorelle si divertono fuori invece io me ne sto a casa a dormire , sto proprio  diventando noiosa ,  si diceva mentre cercava di fermare i suoi folti capelli biondi in una crocchia anche se alla fine avevano assunto la forma di una palla di fieno con tutti i capelli sfuggiti alla “pettinatura” che le ricadevano disordinatamente , stava quasi meglio quando si era svegliata che ora .
 
Arresa all’idea di farsi una pettinatura decente si era buttata con nonchalance sul letto matrimoniale dalle coperte con un motivo floreale che non le era mai piaciuto ma che la madre glielo metteva sempre perché diceva che si intonassero  ai muri lillà della camera .Lo continuava a mettere solo per questo ,come che  piaceva a sua madre era un po’ come se fosse ancora con lei e non l’avesse mai lasciata .
Sul comodino nero era posato il diario della sua antenata,  che non apriva dal giorno prima ed era curiosa di sapere che le era successo . Se alla fine era rimasta incinta , se avesse rivisto il suo Lucas o se avesse continuato la sua vita come se niente fosse successo , come se non  fosse mai andata a letto con un vampiro . Lo prese e  prima di aprirlo guardò attentamente la copertina cercandovi coraggio , non perché non né avesse per leggere il libricino ma gliene serviva molta per accettare quello che era e capire e superare la situazione con il tizio dei suoi sogni che a quanto pare era vero oltre che pazzo e pericoloso.
 
Cominciò a la lettura , si accorse leggendo la data che solo dopo più di un mese, Chiara  aveva continuato a scrivere .

29 Aprile 1460

Caro diario ,
purtroppo per colpa del mio sbaglio ho dovuto lasciare casa mia , prima che i miei genitori né venissero a conoscenza . Mia sorella Amanda mi sta aiutando molto , mi è riuscita a trovare un’abitazione confortevole in un villaggio non poi molto lontano da dove  risiede lei con il marito , così ogni volta che vuole viene a farmi  visita .
 
Ho scoperto di aspettare un bambino una settimana fa , per questo ho deciso di chiedere a mia sorella di aiutarmi a scappare , non potevo rimanere a vivere con i miei genitori , mi avrebbero tolto mio figlio e  mi avrebbero ripudiata , mandandomi in qualche convento , o chissà in quale luogo.
 
Per guadagnare qualcosa in più come che i soldi che mi dona Amanda sono pochi ho deciso di cominciare a cucire abiti di diversi tipi a casa per poi portarli da qualche mercante che mi da qualche  soldo . Mi mancano i miei genitori , non sono persone perfette ma gli voglio bene . L’unica cosa che non mi fa crollare è sapere che sto facendo tutto questo per mio figlio , non so ancora se è un maschio , o una femmina ma so che in ogni caso sarò felice . Ho rinunciato a tutto per lui e so che non me ne pentirò mai . Ora ti saluto .
Chiara,-
 
Crystal si commosse , ha lottato per il proprio figlio , lasciando la sua famiglia e sicuramente un futuro più ricco che le avrebbe fatto avere tutto quello che le serviva. Girò altre pagine , tutte parlavano delle sue giornate ma una la fece sorridere .
 
-9 Maggio 1460

Caro diario ,
sono la persona più felice al mondo !
Ho fatto un incantesimo con l’aiuto di mia sorella maggiore Amanda e ho scoperto che è una femmina ! Aspetto una bambina ! Ho potuto vedere i suoi capelli e sono biondi , come i miei , volevo vedere di più ma la visione piccolissima la ritraeva da piccola , appena nata direi e le uniche  cose che sono riuscita a notare sono state le ciocche di capelli biondi e la forma del viso che assomigliava  tanto a quella del padre .
Io vado perché devo finire un abito .
Chiara ,-
 
Crystal chiuse il diario sentendo il rumore della porta d'ingresso aprirsi , o Louis se ne andato o è tornata Alexandra .







 
*********


 
 
Liam





Dopo aver passato metà giornata in giro con i suoi amici per visitare New Orleans , Liam aveva deciso di andare a salutare il suo defunto cugino che purtroppo non era sopravissuto alla trasformazione , non lo veniva a trovare da diversi anni per colpa degli studi e tutto il resto .
Jimmy era più grande di Liam di 4 anni , i due stavano spesso insieme e quando se ne era dovuto andare per studiare alla Casa della Luna di New Orleans il castano era tristissimo e sperava che tornasse presto , erano come fratelli . Nel momento in cui venne a sapere che era morto ci era stato malissimo ma la cosa, secondo lui peggiore ,era stata che avevano detto che  il cugino era morto per overdose , solo perché gli esseri umani non venissero a conoscenza dei vampiri e perciò non si insospettissero o facessero domande .
Inspirò e espirò per poi attraversare il cancello di ferro con sopra un rampicante che cresceva intorno alle sbarre , si diresse verso il custode , non avendo la minima idea di dove fosse sepolto Jim .
 
-Buon pomeriggio , come posso aiutarla ?- chiese cordiale il signore sui settanta anni , aveva la pelle rugosa , i capelli ormai bianchi , il fisico scheletrico  , indossava un jeans e una maglietta bianca a maniche lunghe che gli andava pure larga con sopra un giubbotto militare sicuramente due o tre taglie più grande .
 
-sto cercando una persona …-disse il castano e notò il signore guardarlo in un modo strano.
 
-intendi una persona sepolta , spero –disse , era capitato che nell’ultimo periodo le persone sparissero e perciò i loro famigliari o amici chiedessero in giro , pure da lui .
 
-si un mio cucino , Jimmy Payne , non mi ricordo dove è sepolto mica mi può aiutare ?- Il signore dai capelli bianche prese una specie di agenda e vi lesse qualcosa e vide per un secondo la sua faccia formare un espressione sorpresa e impaurita per poi tornare normale- vieni ti accompagno!-disse per poi fare segno a Liam di seguirlo.
 
Il vento tirava abbastanza forte ma le nuvole erano poche nel cielo leggermente grigio con alcune sfumature blu e azzurre . Andarono dritto , girarono a destra e poi a sinistra ed era già arrivati. Liam da lontano riuscì a vedere qualcuno muoversi verso di loro . Era una ragazza bionda dai occhi azzurri , all’inizio lui non la riconobbe ma poi mettendola a fuoco capì che era Alexandra .
 
Alexandra portava tutto in un’ampia borsa colorata(per fortuna aveva deciso di portare quella mattina con lei la borsa che le aveva regalato Abbie dopo un viaggio) , aveva deciso alla fine di portare a casa tutto quello che le serviva e avrebbe continuato lì, tanto le sue sorelle non le davano mai tanto fastidio , ognuna si faceva i fatti suoi .
 
Liam la vide avvicinarsi e sorridere se a lui che al signore , poi li salutò – Buon Pomeriggio Signor Pineda , Ciao L…Liam- si era quasi dimenticata il suo nome .
 
Lui la squadrò , indossava una gonna stretta bianca che le arrivava poco sopra il ginocchio , una maglia verde acqua  senza maniche a pallini bianchi , una giacca nera, dei tacchi neri , solo un lucidalabbra che si era sistemata prima di uscire dal mausoleo grazie a uno specchietto che teneva nella borsa e indossava una collana con una pietra celeste che colpì il ragazzo , stona completamente con il vestito ma si intona a lei , pensò .
 
-ciao Alexandra !-
 
-per favore chiamami Alex o in un altro modo , non mi piace quando mi chiamano con il mio nome completo , lo trovo troppo formale per come è lungo- gli spiegò e lui sorridendo si corresse – ciao Lex !- fece comparire un sorriso sul viso stanco della ragazza dai occhi azzurri, nessuno l’aveva mai chiamata così prima d’ora .
 
-bellissimo - si complimentò per la bella abbreviazione del suo nome che le aveva dato.
 
-grazie , che stai facendo?-chiese il ragazzo , i due continuavano a conversare sotto lo sguardo del custode , non vedeva da molto dei ragazzi che si comportavano così tranquillamente in un cimitero perlopiù sotto il suo sguardo.
 
-sono venuta a trovare mia zia , tu?-mentì
 
-mio cugino- le rispose e proprio in quel momento si sentirono alcune campane suonare , segno che a Alex era arrivato un messaggio .
 
Da: Abbie
Ho comprato tutto ! Sotto la casa del signor Neff fra 15 minuti xx Ab_pazza^-^

A : Abbie
Ok xx Lex <3

Da : Abbie
Lex? xx Ab_pazza^-^

A :Abbie
Ti spiego dopo xxLex<3

 
-ora devo andare , arrivederci –disse la bionda cominciando ad andarsene verso l’uscita .
 
-non l’ho vista entrare … - constatò il custode .
 
-che intendete ?-chiese Liam curioso , mica quel vecchio poteva vedere tutti quelli che entravano e uscivano .
 
-sono passato 10 minuti fa vicino alla tomba della signora Winchester e non c’era nessuno da quelle parti  e da allora non mi sono mosso dall’entrata –rivelò e questo fece girare il castano nella direzione dove la bionda se ne era andata e ora era solo una macchia bionda in lontananza .
Che strano … , pensò .
 











Spazio autrice
 
Spero che vi piaccia questo capitolo e che mi lascerete una recensione per dirmi il vostro parere !
Vorrei ringraziare chi ha lasciato una delle 3 recensioni ottenute , i 5 che hanno messo la mia storia fra le preferite e ricordate , i 11 che hanno messo la mia storia tra le seguite .
Mi piacerebbe chiedervi quale è la vostra Winchester preferita , lo so che  non vi importa ma è una mia curiosità .
E già come ci siamo mi piacerebbe chiedervi quale è la vostra coppia preferita e darle un nome .
Tipo come nella serie The vampire diaries :
Damon + Elena = Delena
Stefan + Elena = Stelena e così via …
Alla prossima e non vedo l’ora di sapere che nomi avete inventato , sceglierò quello che mi piacce di più !
 
Ecco i vestiti che indossava Cloe :


Vestiti di Aurora :

Vestiti di Alexandra :

 Passate in questa pagina facebook , troverete quasi tutte le foto dei personaggi , i capitoli e potrete chiedermi tutto quello che volete : 

https://www.facebook.com/pages/Fan-fiction-Stelena5775/675562092487146
Stelena 5775 


 

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Capitolo 14
*** I tuoi demoni non ti lasciano libera , ti continuano a torturare per sempre . ***


Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ft0TqxGWrdg&hd=1


When you feel my heat 
Look into my eyes 
It's where my demons hide 
It's where my demons hide 
Don't get too close 
It's dark inside 
It's where my demons hide 
It's where my demons hide 

Traduzione :
Quando senti il mio calore 
Guarda nei miei occhi 
È dove i miei demoni si nascondono 
È dove i miei demoni si nascondono 
Non avvicinarti troppo 
Dentro di me c'è il buio 
È dove i miei demoni si nascondono 
È dove i miei demoni si nascondono 
 Demons - Imagine Dragons



 

Capitolo XIII

I tuoi demoni non ti lasciano libera,ti continuano a torturare per sempre





Victoria

 
Louis e Victoria avevano ricevuto una chiamata da Aaron poco dopo l’arrivo di Crystal , lui aveva detto alla giovane che i due avrebbero dovuto finire di lavorare a casa sulla realizzazione del giornale che doveva essere pronto entro le 7 e dovevano portarglielo appena avrebbero finito .

 Alla fine Tomlinson e Winchester si erano messi al lavoro nel soggiorno della ragazza e con il suo computer cercavano di concludere il prima possibile .
 
Louis continuava a seguire ogni mossa della ragazza , quasi come se si aspettasse che da un momento all’altro lei gli saltasse addosso con un paletto .

 Non riusciva a capire perché c’era della verbena nel suo caffè , ci pensava e ripensava , ma non sapeva trovarvi risposta .

Lei, secondo il giovane , poteva essere , una strega , un licantropo (non sapeva se esistessero ma con tutto quello che aveva scoperto nella sua vita , chi poteva dire che cosa era un mito e cosa realtà?) o chissà perfino una cacciatrice di vampiri, ma questa era l’opzione più improbabile .

Se Victoria fosse stata una cacciatrice non avrebbe fatto passare tante  ore dopo aver visto la sua reazione alla verbena e cioè che lui era un vampiro , lo avrebbe ucciso senza pensarci un attimo .
 
C’era però un’altra possibilità , quella più disgustosa , sta giocando con me come fa il gatto con il topo , forse quella era la cosa più logica .

Pure i vampiri fanno così , giocano con la loro preda fino a incasinargli la mente e poi quando si scocciano li uccidono senza pietà .

Scosse la testa , lui non lo avrebbe mai fatto , ma chi poteva dire lo stesso per la bionda davanti a lui che tranquillamente cercava trovare un ordine adatto per gli articoli ?
 
Sembrava così innocente , si mordeva il rosso labbro inferiore indecisa , gli occhi che gli ricordavano l’oceano erano concentrati a fissare lo schermo del portatile , per la prima volta si accorse della sua carnagione chiara , quasi diafana , che faceva risaltare i suoi capelli biondi , che in quel momento le ricadevano sulle spalle come una cascata d’orata , il fisico era minuto , non poteva pensare che quella ragazza dallo sguardo innocente ,quasi da bambina , poteva essere qualcosa di più di una semplice umana .
 
Victoria riusciva a sentire lo sguardo del ragazzo sul suo corpo , le sembrava come sé  le stesse leggendo dentro , come sé lui in uno sguardo fosse riuscito a capire quello che provava , tutto il dolore che molto lentamente la stava divorando dentro .

Suo padre era morto quando lei era solo una bambina , i suoi fratelli appena erano arrivati ai diciotto anni l’avevano abbandonata , alla Casa della Luna erano successe molte cose che non voleva ricordare ma che ancora nei suoi peggiori incubi le facevano visita la notte , sua madre era morta e i suoi zii forse avevano fatto la stessa fine di sua madre .

 E ora lei cercava di fare da tutrice a 4 adolescenti / future vampire , lei che non era stata neanche capace di badare a se stessa durante il suo soggiorno alla Casa della Notte , lei che aveva abbandonato gli studi in quella scuola e non ci riaveva più messo piede da quel giorno …
 
-Victoria ! Victoria ci sei ?- Louis sbatté una mano d’avanti la faccia della ragazza, lei si riscosse, era immersa nei suoi pensieri . Si alzò  di scatto .
 
-Oh … scusa stavo pensando –si giustificò lei.
 
-penso che hai  bisogno di una pausa , come che abbiamo quasi finito , salvo tutto su una pan- drive e continuo a casa mia– disse alzandosi pure lui dal comodo divano bianco .
 
-non devi , lo posso finire pure io – cercò di convincerlo a farle finire il lavoro, sicuramente Aaron si aspettava che lo terminasse lei e poi era la sua vice , doveva fare un po’ di lavoro in più degli altri .
 
-No . Non c’è ne bisogno , appena ho finito chiamo Aaron e gli chiedo dove posso lasciargli il lavoro terminato-
 
-hai il suo numero ?-chiese, di solito lui non dava mai il suo numero di telefono ai nuovi arrivati .
 
Lui si spostò il ciuffo imbarazzato , non glielo aveva chiesto …  – veramente … no-
 
Lei ridacchio – te lo do io , ma ricordati che se non c’è la fai in tempo o hai bisogno di una mano chiamami – si arrese , andò in cucina dove aveva lasciato il suo telefono sopra l’isola della cucina .
 
Lui la seguì in cucina , lo fece sorridere appena vide la cover del telefono della ragazza , era un dolcissimo pinguino nero e bianco con un fiocco blu , non poteva credere che lei fosse qualcosa di soprannaturale , era troppo … normale , almeno era quello che pensava .
Non conosceva quello che si portava dentro , cose che neanche lei sapeva .
 
-ecco questo è il suo numero di cellulare e questo è il suo numero di casa – gli porse un foglietto giallo , un block notes , dove aveva scritto i numeri di cellulare e di casa del suo capo .
 
-Grazie ora vado – i due si salutarono , Louis le diede il suo numero sia di casa sé di cellulare e lei gli diede il suo numero di casa , cioè la casa dei suoi zii.
 
Appena la porta si chiuse Crystal scese giù – Louis se né è andato?-chiese vedendo la cugina che dalla porta si dirigeva verso  il divano che si trovava nel salone .
 
-proprio ora . Perché ?-le chiese prendendo il telecomando .
 
-niente , chiedevo . Ho sentito la porta chiudersi , tutto qui –disse andandosi a sedere vicino alla cugina .
 
-che mi racconti ?-chiese Victoria facendo zapping fra i canali , non c’era niente che la attirasse .
 
-sono andata a fare colazione con Harry –rispose Crystal , le scappò un sorriso pensando al riccio , era stato molto carino ma per colpa del castano pazzo non si era uscita  a godere la loro uscita .
 
-Davvero? Pensavo che ti piacesse Niall , il ragazzo dai capelli ricci- disse sorpresa la ragazza dagli occhi azzurri , all’inizio la minore non capì di chi stesse parlando ma appena comprese che pensava che Harry si chiamasse Niall le venne da ridere , per fortuna Diamond non c’è , o sé no avrebbe pensato che mi piaceva il biondino , di cui era visibilmente cotta , pensò .
 
-veramente Niall è il biondo , il ricciolino si chiama Harry , cioè è il ragazzo con cui sono uscita – spiegò.
 
-Oh  , scusa sono una frana con i nomi, però almeno i volti me li ricordo-
 
-già- Crystal posò la testa sulla spalla dell’altra bionda, le mancava quando da piccole andavano dalla cugina , restando a dormire lì e tutte e cinque si raccontavano tutto , nessun segreto  c’era fra di loro , erano sempre state unite fino a quando la maggiore non era andata a un corso in Alabama per un anno .  O almeno  così avevano detto alle 4 sorelle i loro genitori.
Da quando era tornata da quel luogo non era più la Victoria di un tempo , non era più la dolce ragazza dal sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di speranza e vita.





 
******




Louis




 
In quel momento il castano stava uscendo dalla casa della sua collega e stava tornando a casa , aveva lasciato la sua auto a Niall , Zayn e Liam quella mattina per questo ci stava andando a piedi .
 
Mentre camminava sul marciapiede notò due figure dietro un albero a pochi metri da lui , all’inizio non ci fece caso e continuò a camminare , ma quando una delle due  finì con un raggio di sole dritto in faccia , si accorse che era Alexandra una delle cugine di Victoria .
Si fermò per ascoltare la conversazione , grazie al suo buon udito di vampiro poteva benissimo sentire una conversazione a pochi metri di distanza .
 
-ecco i tuoi abiti ! Però mi devi spiegare perché hai mentito a tua cugina e alle tue sorelle .-disse una voce femminile e giovane che non conosceva .
 
-non te lo posso dire , ma ti ringrazio – rispose Alexandra , sembrava  al ragazzo molto stanca , si potrebbe dire perfino stremata .
 
-che ti costa dirmelo. Lo sai che so mantenere i segreti!-
 
-un’altra volta forse te lo dirò ma tu non devi dire a nessuno che ho mentito ,ok ?-chiese speranzosa .
 
-ok –disse rassegnata l’altra . La ragazza dai occhi azzurri salutò l’amica con un semplice “ciao” e uscì completamente in vista cominciando a dirigersi verso casa sua .
 
Louis fece qualche passo indietro e fece finta di star passando proprio ora da quelle parti , anche se era curioso di sapere su che cosa avesse mentito la bionda , mica poteva farle capire di aver ascoltato la conversazione ?
 
Appena lo vide la ragazza né rimase sorpresa ma anche se stanca gli regalò un sorriso cordiale e lo salutò , era pur sempre un collega della sua tutrice / cugina –ciao Louis –
 
Lui fece finta di niente – ciao … - si era dimenticato il suo nome , per tutta la serata precedente concentrato su Victoria e non si era degnato di fare molta conversazione con le sue cugine .
 
-Alexandra – non gli disse di abbreviare il suo nome perché non lo faceva mai con gli adulti , sua sorella diceva sempre che era troppo fissata con l’educazione ma purtroppo le buone maniere per lei erano indispensabili , lei era la figlia perfetta , quella che seguiva sempre le indicazioni dei genitori senza chiedere spiegazioni o fare domande .
 
-ok . Ciao Alexandra , che fai ?- le chiese .
 
-sono appena tornata dopo una giornata di shopping con la mia migliore amica , sono distrutta – solo in quel momento Louis si accorse delle varie buste di carta che la ragazza portava tutte con la mano destra mentre con la sinistra si manteneva la borsa molto piena da cui si poteva intravedere un libro dalla copertina color sabbia .
 
-tu  che fai ?-chiese la ragazza notando che veniva dalla direzione opposta alla sua , cioè dalle parti di casa sua .
 
-vengo proprio ora da casa tua . Io e Victoria abbiamo pranzato insieme e abbiamo lavorato su alcune cose che non avevamo finito –  la ragazza non era molto convinta che avessero svolto “alcune cose di lavoro” ma non fece domande , mica era Deborah che faceva anche le domande più indelicate nelle situazioni peggiori .
 
-va bene , ora vado o faccio tardi e Victoria si preoccupa – si congedò con un “ciao” e continuò a camminare e lo stesso fece anche Louis .
 
Quella ragazzina nasconde qualcosa , rifletté Louis mentre girava l’angolo poco più avanti dell’albero dove stava prima Alexandra con l’altra ragazza .
 
Quel tizio è proprio strano … , pensava Alexandra quando ormai si era allontanata , si era accorta che la guardava in uno strano modo ma aveva fatto finta di niente .
 




 
*****




Deborah
 




La più giovane delle Winchester aveva passato alcune ore in giro per poi all’ora di pranzo andare a mangiare qualcosa nel ristorantino vicino la sua scuola, alle 5 e mezza aveva deciso di fermarsi in un giardinetto pubblico .
Il cielo era nuvolo e sembrava che da un momento all’altro si sarebbe messo a piovere , alla bionda non importava , si era seduta su una panchina e leggeva una rivista di moda che aveva comprato  circa mezz’ora prima dal giornalaio .

Non amava molto la pioggia ma non le importava , non voleva tornare a casa , ancora le venivano i brividi se pensava alla sensazione aveva provato mentre dormiva , era sicura che qualcuno la stava fissando .
 
Posò il giornale quando ormai si era scocciata di vedere tutte quelle modelle / stecchini e tutti quei abiti che alla fine sembravano tutti uguali , tranne per qualche insulso dettaglio .

Appena sentii qualcuno chiamarla si guardò intorno in cerca del proprietario della voce – Deborah ! – .
Si accorse che alla sua destra due figure si stavano avvicinando a lei correndo .

Più i due si avvicinavano più Deborah riuscì a metterli a fuoco , uno era biondo e l’altro bruno .
Appena si fermarono davanti a lei con i fiatone e si piegarono in due per prendere fiato lei li riconobbe , erano Niall e Zayn .
 
-ciao ragazzi ! Ma perché avete corso?-chiese , due persone normali e civili avrebbero camminato e non si sarebbero messi a correre come due pazzi .
 
Zayn le sorrise – te l’avevo detto che era Deborah !-esultò guardando il biondo .
 
I due ragazzi stavano tornando a casa in macchina quando passando vicino al giardinetto avevano visto una testa bionda che stava sfogliando una rivista , Zayn non sapeva come spiegarlo ma da lontano l’aveva riconosciuta subito , anche se i due si erano solo due volte .
Niall non aveva voluto fermarsi dicendo che era impossibile che l’avesse riconosciuta , la ragazza si trovava si e no a 20 metri di distanza , era impossibile sapere che era lei , soprattutto come che gran parte della sua faccia era coperta dalla rivista che stava leggendo ,  ma il bruno alla fine aveva convinto il biondo a fermarsi , dicendogli che se non era lei se ne sarebbero subito andati .
 
-Amico mi devi assolutamente spiegare come facevi a sapere che era lei ! Cioè tra tante bionde come sapevi che era Deborah ?- Niall e Deborah guardavano Zayn in cerca di una risposta .
 
Lui si grattò la nuca , sinceramente non lo sapeva neanche lui come avesse fatto – non … non lo so-
 
Proprio in quel momento il telefono di Deborah squillò , non aveva risposto a nessuna delle altre chiamate perché non aveva voglia di spiegare dove  e con chi era .
 Spesso i suoi la mettevano in punizione proprio per colpa di questo suo comportamento che più di una volta li aveva fatti preoccupare a mot, non sapendo se la più piccola delle loro figlie stesse bene o sé invece le fosse successo qualcosa .
Leggendo il nome “Diamond” decise di rispondere tanto era ora che si avviasse verso casa –ciao Diamond !-
 
-DEBORAH WINCHESTER DOVE CAVOLO SEI FINITA ?!-gridò Diamond , Debora si spostò il telefono dall’orecchio per come forte aveva gridato la sorella .
 
Niall aveva sentito che Deborah aveva detto “Diamond” perciò si era girato verso di lei distogliendo lo sguardo da Zayn che stava anche lui fissando la bionda incuriosito dal fatto che avesse allontanato il telefono e socchiuso leggermente le palpebre infastidita .
 
-Mi hai fatto diventare sorda ! Prenditi una camomilla !- rispose Deborah , le aveva fatto prendere un colpo urlando in quel modo .
 
-DOVE TI TROVI ?!-continuò a ripetere Diamond non ascoltando la sorella minore che si lamentava del fatto che stava alzando troppo la voce .
 
-sto al parco con Nick e Zack – disse guardando i ragazzi che la fissavano confusi , non capivano chi erano Nick e Zack .
 
-ma chi sono ?-chiese Zayn all’amico continuando a squadrare la bionda.
 
-credo che siamo noi –disse dubbioso Niall .
 
-noi ?-
 
-Già-
 
-chi ?- chiese confusa Diamond dall’altro lato del telefono , non conosceva nessuno che si chiamasse così.
 
-te li faccio salutare.- mise il vivavoce e avvicinò il telefono di più ai ragazzi – dite ciao a Diamond !-
 
-ciao biondina !-
 
-ciao Diamond !-
 
-ciao ragazzi ! Deb si chiamano  Niall  e Zayn – li salutò Diamond , per fortuna aveva capito dalla voce chi erano .
 
-è la stessa cosa – borbotò Deborah per poi continuare a parlare con la sorella  rimanendo il vivavoce – torno a casa fra un quarto d’ora , tu dove stai ?-
 
-sono appena uscita dalla gelateria “Delle Meraviglie” che si trova non molto lontano da casa nostra e sto tornando a casa con Aurora – le rispose Diamond – però se vuoi passiamo per il parco e veniamo a prenderti così torniamo a casa insieme ?-
 
Deborah ci pensò alcuni secondi ma alla fine decise di rifiutare – no , torno da sola –
 
-se volete vi accompagniamo noi a casa , tanto abbiamo la macchina – disse Niall e Zayn annuì d’accordo .
 
-va bene – disse Deborah , infondo era stanca dopo aver camminato diverse ore aver dormito poco .
 
-per me va bene però non posso lasciare la mia amica da sola per questo rifiuto–disse Diamond 
 
-porta pure lei –disse Niall , voleva vederla , le mancava già.
 
- okay , ti mando l’indirizzo del luogo in cui ci troviamo -
 
-ok –disse Deborah prendendo il telefono e chiudendo la chiamata , non lasciando dire niente a Niall .
 
-possiamo cominciare a salire in macchina mentre aspettiamo il messaggio di Diamond?- chiese Zayn cominciando a camminare verso l’uscita , affiancato subito dai biondi che risposero alla sua domanda con un cenno del capo .
 
-dove avete parcheggiato la macchina ?-chiese  Deborah mentre attraversavano il parco dirigendosi verso l’uscita principale .
 
-appena fuori l’entrata a sinistra – le rispose Niall sorridendole .
 
Zayn voltò la testa verso di lei e solo allora si accorse che la ragazza dai lunghi capelli dorati indossava una maglia a maniche lunghe bianca e azzurrina , un jeans , della vans blu scuro , una borsa nera e un lucidalabbra rosa che vi aveva trovato  dentro mentre ci rovistava .
 
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-non senti freddo ?-le chiese , le chiese , lei spostò il suo sguardo dal telefono al moro .
-no , perché?- chiese , non riusciva a essere molto “bad girl” quando era stanca per questo cercava comunque ti ottenere un tono irritato .
 
-niente di che , sei vestita abbastanza leggera, tira un vento molto forte e credo che verrà a piovere – spiegò il ragazzo , per lui era normale vestirsi leggero … ma lei perché non sembrava sentire freddo vestita così? , si chiedeva .
 
I ragazzi salirono in macchina e a Niall arrivò il messaggio da parte della ragazza dagli occhi azzurri.
 
-mi ha scritto …- disse l’indirizzo al bruno che si era messo avanti al posto del guidatore , invece la bionda gli si era seduta accanto , aveva deciso di far mettere la sorella maggiore vicino al biondo come che i due andavano molto d’accordo .
 
Il viaggio fino alla gelateria ,dove si trovava Diamond , fu molto silenzioso , nessuno parlò , Zayn cercava di stare attento alla guida , Niall pensava a Diamond e a quando fra non molti mesi se ne sarebbe andato … e Deborah guardava i messaggi e le chiamate a cui non aveva risposto .
 
Quando notarono due teste bionde che parlavano davanti la gelateria Zayn si fermò.

Deborah si affacciò dal finestrino della macchina blu scura facendo segno a Diamond e Aurora di sedersi dietro insieme a Niall.

-Ciao- si limitò a dire Diamond come che si erano già salutati al telefono.

-buon pomeriggio - salutò timidamente Aurora , non conosceva i ragazzi per questo si trovava a disagio. Si presentò -piacere sono Aurora la migliore amica di Mond - non porse la mano a nessuno come che Zayn aveva già messo in moto il veicolo e seguiva le indicazioni per arrivare a casa delle ragazze che gli stava dettando Deborah e Diamond conversava con Niall riguardo a un argomento a  Aurora sconosciuto .

I ragazzi sentendo la presentazione della giovane si presentarono a loro volta.

-Niall-

-Zayn-

Dopo circa un minuto da quando era caduto un silenzio religioso , Diamond decise di spezzarlo -Deb mi potresti spiegare perché oggi ti sei svegliata così presto? – chiese alla sorella che stava seduta davanti a lei .
 
-avevo bisogno di prendere aria –disse solamente , sapeva che quando sarebbero arrivate a casa Victoria l’avrebbe sgridata per non essersi più fatta sentire dopo un messaggio mandato alle 7 di mattina , forse perfino prima , ma non le importava se avrebbe detto credeva che qualcuno la fissasse mentre dormiva l’avrebbero presa per pazza .
 
Diamond non disse niente , aveva capito dal tono di voce della bionda che non voleva più parlarne . L’unica cosa di cui era certa,  però era che non era andata a lasciare George , c’era un altro motivo per cui la sorella si era svegliata così presto e non era quello .
 
I suoi capelli non le ricadevano lisci ma leggermente spettinati e ciò significava che si era pettinata poco .
Non era truccata , o almeno non come sempre, di solito usava trucchi forti che le davano un aspetto leggermente trasgressivo , proprio come il suo abbigliamento .

Invece quel giorno aveva solo un po’ di lucidalabbra rosa chiaro, quasi trasparente.
Il suo abbigliamento era semplice, non indossava mai abiti così semplici. 
Non indossava bracciali, collane o tacchi.

Cosa non da lei come che adorava quelle cose e le metteva sempre , non potevano mancare , perfino quando andava a comprare il pane o qualunque altra cosa vicino casa se li metteva.
 
Diamond sapeva che c’era qualcosa che non andava.
Qualcosa del suo comportamento le diceva che nascondeva qualcosa , ormai non avevano più un bel rapporto da un mese o poco più , ma ci avrebbe parlato il prima possibile , non poteva vedere la sua sorellina così .
 
Aurora si stava scocciando , dopo la risposta breve di Deborah nessuno aveva più parlato o proposto un argomento di conversazione comune in modo da discuterne insieme .
 Deborah aveva ripreso a dire le indicazioni a Zayn , Niall chiacchierava un’altra volta con Diamond, però questa volta aveva capito che stavano parlando del professor Foster , che avevo in comune anche se la sua migliore amica era al 4° anno e il biondo al 5° anno .
 
Aurora si trovava vicino al finestrino e stava guardando le vie della sua amata New Orleans .

Amava quella città , anche se non riusciva a spiegarne il motivo .

Ci abitava da circa 2 e qualcosa , ma per lei erano stati i migliore di tutta la sua esistenza .
 
Prima di venire a vivere in quella città non aveva veramente vissuto la sua vita .

No , non aveva mai veramente vissuto , era sopravvissuta a tutti i suoi problemi , non li aveva combattuti , si era fatta sovrastare e adesso anche se la sua vita era veramente una vita , non riusciva a non pensare ad altro che al suo passato
 
I demoni non ti lasciano libera , ti continuano a torturare per sempre .
 












Spazio Autrice
 



Buona lettura!

Adoro ricevere domande per questo fatene quante ne volete .

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Mi piacerebbe dare un nome a qualche coppia in questa storia ma non me ne viene nessuno .

Se avete qualche idea scrivetele  nelle recensioni o mandatemi un messaggio su facebook.

Continuo a due o più recensioni .
Stelena5775

Vi lascio con una foto delle gemelle :



Victoria e Crystal :



Diamond :



I ragazzi protagonisti di questo capitolo:

 

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Capitolo 15
*** That day... ***


*D’ora in poi l’istituto non si chiamerà Casa della Luna ma Casa della notte *


 
Chapter XIV

That day...






 
Victoria






Crystal e Victoria stavano guardando la tv in silenzio quando la minore decise di parlare e rompere il silenzio che regnava da poco più di qualche minuto -quando glielo vogliamo dire? -

Victoria era stata colta di sprovvista ma capì subito che intendeva la cugina, ci ragionò alcuni minuti e poi rispose - penso oggi – sospirò -ma sinceramente non so che fare - le rivelò.

Non era una scelta facile da compiere ma erano obbligate, le altre avevano il diritto di sapere.
 
-come credi la prenderanno?-le chiese Victoria.
 
Crystal posò la testa all’indietro , sullo schienale del divano -non né ho la minima idea – poi continuò – che ne dici se glielo diciamo stasera dopo cena?-
 
-va bene – la ragazza più grande guardò la minore e le posò una mano sopra la sua per darle conforto – c’è un dettaglio che non ti ho detto- cominciò .
 
La ragazza dagli occhi verdi sospirò –che cosa non mi hai detto questa volta ? Ti ricordo che mi avevi detto di avermi rivelato tutto-.
 
- ho tralasciato solo un piccolo dettaglio, ti giuro che l’ho fatto per non spaventarti più di così –
 
-parla –disse secca Crystal, riponeva molta fiducia nella cugina e non sopportava quando la trattava da bambina , aveva preso bene (più o meno)tutto quello che le aveva detto , quale notizia avrebbe potuto cambiare il quadro della situazione che si era fatta?
 
-non tutti superano la transizione , precisamente fra figli di vampiri 2 su 10 rifiutano la trasformazione e muoiono –spiegò .
 
Crystal si alzò di scatto - e questo lo trovi così poco importante? Cazzo c’è la possibilità che io o una delle mie sorelle muoia!Morire! Non scottarci o graffarci! Morire!-
 
-discendiamo da una strega per questo la possibilità di morire è ancora di meno-
 
-anche se la possibilità è una su un milione , tu me lo dovevi dire sin dall’inizio !  - si arrabbiò , era una cosa seria e Victoria aveva trattato questo argomento come se non fosse niente .
 
-scusa! Ma non è semplice dire a mia cugina che c’è una possibilità che muoia, io ti voglio bene come una sorella, stessa cosa vale anche per le altre e il pensiero di potervi perdere mi fa stare male, ho già perso troppe persone e non voglio perdere anche voi– disse con gli occhi lucidi Victoria alzandosi e tenendo testa alla cugina.
 
Qualcuno bussò, per questo Crystal andò ad aprire la porta mentre Victoria si dava una sistemata come che qualche lacrima le aveva fatto colare tutto il mascara nero.
 
Era Alexandra che aveva bussato perché non si era portata le chiavi.- ciao ragazze!-le salutò, notò solo quando fu dentro casa che le due erano strane.
 
Guardando Crystal aveva notato subito la mandibola contratta, gli iridi stranamente di una tonalità di verde più scura del solito , le guance arrossate per la rabbia e sulle braccia che le ricadevano rigidamente sui fianchi le mani chiuse a pugno e le nocche bianche .
 
Anche seVictoria aveva provato a togliersi il trucco colato ma con pessimi risultati, le erano rimaste delle strisce nere che percorrevano le sue guance leggermente rosse per l’agitazione, aveva il viso stanco di chi aveva dormito poco e i capelli legati in una coda bassa che le ricadeva disordinatamente sulla schiena.
 
Alexandra non fece domande e Crystal e Victoria le furono grate per questo.
 
Victoria si diresse verso la cucina chiedendo se le due cugine volevano una cioccolata calda o qualcos’altro.
 
 Crystal non le rispose e si risedette sul divano guardando le immagini che le si presentavano davanti agli occhi ma non prestandovi veramente attenzione .
                                                                                                      
 Alexandra ringraziò la cugina e accettò la bevanda molto volentieri. Seguì la cugina in cucina,aprì un mobile e vi prese un pacco di biscotti, era affamata .
 
Victoria notando che la cugina mangiava molto velocemente i biscotti e ne aveva già divorati una decina in poco tempo le domandò – hai pranzato?-
 
Alexandra ingurgitò il boccone e rispose alla bionda che stava prendendo il cacao da un mobile che si trovava in alto sopra i fornelli –si ... ma mi è rimasta un po’ di fame – mentii, non mangiava niente dalla sera prima ed era affamata , qualche biscotto sarebbe riuscito a saziarla fino all’ora di cena .
 
Victoria mormoro un semplice -Okay - e appena la cioccolata calda fu pronta la versò in due tazze , una rossa a cuori che prese lei e l’altra celeste con sopra scritto I love music che porse alla minore mentre si dirigevano verso il tavolo a 6 posti che si trovava in cucina .
 
-ti sei divertita a fare shopping?-le chiese Victoria sorseggiando un po’ di cioccolata calda, scottava un po’ ma avendoci soffiato sopra era bevibile.
 
All’inizio Alexandra non capì di che parlava la cugina, ma appena vide le buste che le aveva portato Abbie e la sua borsa appoggiate allo stipite della porta della cucina, si ricordò della bugia che aveva inventato. Era molto stanca e il suo cervello non riusciva a ragionare correttamente, quasi come se le informazioni arrivassero in ritardo. -si ... molto – le rispose – tu che hai fatto?- le chiese per cambiare argomento.
 
-ho lavorato niente d’importante – veramente erano successe molte cose importanti, ma erano solo dettagli ...
 
Alexandra non disse niente, ognuna pensava ai fatti suoi mentre beveva il liquido marrone, in sottofondo si sentivano soltanto il suo della tv, il rumore delle macchine e le persone che parlavano. Vivevano in una via molto trafficata e non c’era da sorprendersi di tutto il rumore che proveniva dall’esterno.
 
 
Alexandra si alzò, appena ebbe finito di bere, congedandosi dicendo di volersi riposare. Prese le buste e la borsa e salì sopra, dopotutto Crystal non aveva neanche chiesto di vedere gli abiti che aveva comprato, meglio per Alexandra, ora voleva solo riposare e appena si sarebbe svegliata avrebbe ripreso a tradurre la scritta .
 
Quando era in cima alla rampa di scale, sentì sua cugina dire  – mi dispiace che tu non abbia preso bene il fatto di non averti detto tutto subito, ma non me ne pento – non ascoltò il resto della conversazione perché il suo corpo era ormai sfinito e non riusciva più a reggerla. Perciò entrò nella sua stanza che si trovava vicino alle scale, buttò la borsa e le varie buste sul parquet in legno e  senza neanche cambiarsi si lasciò cadere sul comodo letto a due piazze .
 
Si addormentò subito e questa volta il suo sonno non fu disturbato da nessun sogno.










 
**



Crystal







 
mi dispiace che tu non abbia preso bene il fatto di non averti detto tutto subito, ma non me ne pento –disse Victoria , quelle parole colpirono Crystal ,infondo sapeva che la cugina aveva fatto bene a non dirgli tutto, neanche lei sapeva se avrebbe retto il peso di tutte quelle informazioni in una volta e si chiedeva se sua zia avesse detto tutto in una volta a Victoria .
 
-Perché non mi hai detto subito tutto?-aveva usato un tono calmo e per niente arrabbiato, si era calmata. Sapeva che la cugina aveva sicuramente un motivo valido per aver fatto quello che fatto.
 
-perché ... perché ... - cercò di spiegarle il motivo delle sue azioni, ma le parole le morirono in gola, non voleva ricordare, figuriamoci dirlo. No, si era ripromessa da quel giorno che  nessun altro si sarebbe fatto del male o avrebbe sofferto, per causa sua.
 
-allora?-chiese Crystal girandosi con il busto per guardare negli occhi Victoria.
 
-n...non posso-sussurrò, lasciò cadere le braccia e strinse le sue mani tanto forte da far diventare le nocche bianche. Non aveva il coraggio per dirglielo, quello era il segreto che solo in pochi sapevano e avevano giurato di non dirlo. Quel giorno una parte di me è morta, in quel giorno tutto è cambiato, cercò di non piangere e sospirò.
 
-Perché ?-chiese Crystal alzandosi e mettendosi davanti a Victoria, pensava che se sarebbe riuscita a tenerle testa lei le avrebbe detto tutto . Voglio sapere che cosa non mi sta dicendo, quello era il suo piano.
 
-Perché è una cosa che non ti riguarda –disse per poi sorpassare la minore e salire le scale, appena si accorse del suo gesto affrettato, però, dopo aver salito alcuni gradini, si fermò e si girò – quando ti dicono che una cosa non ti riguarda non fare più domande. Te lo dico per il tuo bene. Questo consiglio ti servirà molto spesso in futuro soprattutto alla Casa della Notte – detto questo continuò a salire le scale per poi entrare in camera sua,cioè la stanza degli ospiti.
 
Crystal rimase in piedi e non si voltò neanche per vedere Victoria salire le scale.
 
 Il suo istinto le diceva di andare da lei, spiegarle che qualunque era il segreto che non voleva rivelarle, Crystal l’avrebbe mantenuto e non avrebbe commentato, invece la sua testa le diceva di lasciarla stare, di non metterle pressione e se mai le avrebbe voluto dire tutto quello che nascondeva, lei ci sarebbe stata per la cugina.
 
Stava per seguire il suo istinto, si girò e a pochi passi dalle scale la porta di casa si aprì.
 
Erano Diamond e Deborah e con loro c’erano anche Zayn e Niall.
 
-ciao ragazzi- li salutò lasciando stare l’idea di andare da Victoria per parlare. I quattro salutarono Crystal e smisero di chiacchierare.
 
-volete fermarvi a cena? Tanto sono quasi le otto- chiese Crystal per essere gentile, quei ragazzi erano simpatici e sarebbe stato carino farvi amicizia.
 
-no, grazie. Ci siamo appena trasferiti perciò abbiamo alcune cose da sistemare e ci dobbiamo rimettere in pari con lo studio. Forse un’altra volta - le rispose gentilmente Niall.
 Quando l’aveva conosciuta il giorno prima a scuola, gli era sembrata antipatica ma ora che l’aveva conosciuta meglio cenandovi la sera prima aveva capito che era una brava ragazza .
 
-ok – sussurrò Crystal. I ragazzi si salutarono e Zayn e Niall se ne andarono.
 
-vi siete divertite?-chiese la maggiore andando in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
 
-io molto, mi mancava fare shopping con Aurora –disse Diamond sorridendo. Da quando i suoi genitori erano scomparsi, non usciva quasi mai, al massimo andava a fare qualche compera.
 
-tu Deborah?-
 
-abbastanza, mi sono fatta un giro – disse evasiva Deborah.
 
Nessuna di loro fece domande per almeno qualche minuto, Deborah e Diamond si erano sedute sul divano e ora stavano guardando la tv, mentre Crystal si trovava in cucina a pensare.
Aveva proprio bisogno di pensare.

 Di capire.






 
*




 
Victoria






 
Victoria entrò nella stanza, la chiuse a chiave e si lasciò cadere con la schiena contro la porta di legno cominciando a piangere.
 
È più di un anno che non penso più a quel giorno e adesso grazie a Crystal mi sono ricordata tutto quello che è successo.

Tutto quello che ho cercato di dimenticare, tutto quello che pensavo di aver lasciato alla Casa della Notte.

Se Kate e gli altri sapessero quello che è successo mi odierebbero per l’eternità.

L’unica persona che sa la verità mi ha detto di dimenticare e passare avanti, ma come si fa a dimenticare?

Come si fa a dimenticare di essere stata la colpa del dolore di tanta gente?

 Perfino della tua migliore amica? , si tormentava  mentre metteva la testa sulle ginocchia e circondava le gambe con le braccia .
 
Con un fazzoletto stropicciato,che aveva trovato nella tasca destra degli jeans, cercava di asciugare le lacrime e respirava piano provando a non singhiozzare.
 
 Aveva sentito la porta di casa aprirsi perciò non voleva far preoccupare nessuna delle sue cugine, doveva essere la più grande.
 
L’adulta .
 
Anche se in quel momento le sembrava di essere tornata indietro di circa tre anni.
 
Le sembrava di essere ancora la diciottenne che ambiva a una vita normale, pur sapendo che era una cosa impossibile.
 
Si alzò in piedi, con il braccio destro si asciugò gli occhi come che il fazzoletto era fradicio e si avvicinò al letto.
 Sospirò.
Si abbassò ed estrasse da sotto il letto, un baule di legno bianco con sopra inciso il simbolo della casa della notte: tre mezzelune intrecciate tra loro.



Lo aprì velocemente e ne estrasse una lettera ancora chiusa, le era arrivata qualche giorno prima ma appena aveva letto l’indirizzo aveva deciso di aprirla appena era pronta, non c’era un mittente ma era sicura di chi fosse.
 Conosceva solo una persona che preferiva scrivere una lettera invece che mandare un messaggio.
 
Si sedette sul letto e cominciò a leggere -Carissima Tory - appena lesse quel soprannome sorrise, aveva sempre amato chiamarla così, anche se lei odiava quel nomignolo – lo so che non ami le lettere, ma come che a me non vanno a genio i telefoni, ho preferito scriverti.

Ho saputo che tornerai presto alla Casa della Notte.

All’inizio ero preoccupato per te, perché tu sai meglio di me come potrebbero diventare vendicativi se sapessero quello che è veramente accaduto, ma alla fine ho capito che se sapremo mantenere il segreto nessuno scoprirà mai niente e tu starei bene.
 
Tu per me sei come una sorella ed io ti voglio bene come tale.

Manterrò il tuo segreto, non ti preoccupare.

 Lei pensa ancora a quella storia per questo stai attenta e non abbassare la guardia.
 
Ti volevo anche dire che mentre tu starai a New Orleans con le altre tue cugine, io darò ogni tanto un’occhiata alla maggiore e cercherò di farle conoscere la mia protetta, Gwendaline , hanno la stessa età per questo dovrebbero andare d’accordo.
Non vedo l’ora di rivederti e abbracciarti.

 Scrivimi presto.

Loren,
-
Victoria sorrise, un sorriso di nostalgia, le mancava il suo professore di scherma.
 
Di solito nelle scuole umane i professori ti trattano una schifezza e se manchi certe volte neanche non se ne accorgono neanche.

Invece alla Casa nella notte i professori ti trattano come un fratello minore o come un amico.

Perché mantenendo sempre la stessa età, essi riescono più facilmente a relazionarsi con i giovani e come hanno tutti passato la transizione riescono a capire più facilmente quello che provano i novizi.
 
Victoria si era legata molto al suo professore di scherma perché lui riusciva a capirla, era in grado di consigliarle le cose giuste da fare e spesso le raccontava aneddoti divertenti del suo passato facendole scappare un sorriso.





 
 
**





 
 
Crystal





 
Alexandra si era svegliata verso le 9 e qualcosa e appena era scesa giù aveva trovato la cugina intenta ad apparecchiare la tavola, Diamond e Crystal a parlare di quello che avevano fatto durante la giornata e la gemella ad armeggiare in cucina.
 
Quella sera le cinque Winchester avevano cenato tranquillamente nella loro cucina.
 
-ragazze io e Crystal vi dobbiamo parlare, dopo.-aveva detto Victoria, quando ormai avevano, quasi finito di cenare.
 
Tutte avevano annuito semplicemente, non sapendo quale sarebbe stato l’argomento della conversazione.
 
Si trovavano in salone, Victoria aveva preso una sedia e si era seduta avanti al divano, dove si trovavano le sue cugine, tranne Crystal che si trovava, affianco a Victoria su una poltrona.
 
Victoria aveva iniziato a spiegare alle tre “il loro segreto di famiglia”, mentre Crystal si limitava a vedere i volti delle sorelle minori.
 
Alexandra le sembrava molto calma, quasi come se quello che le veniva raccontato non le facesse né caldo né freddo.
 
Sul volto di Diamond si poteva leggere la paura nei suoi occhi, non faceva altro che guardare Crystal in cerca di conferma, su ogni cosa.
 
Deborah era sorpresa, ma stranamente non aveva paura, più che altro non voleva cambiare la sua vita, si era impegnata ad arrivare dove si trovava e non voleva ricominciare tutto da capo trasferendosi in un’altra scuola.
 
-avete ascoltato?-chiese Victoria quando ebbe finito, solo all’ora Crystal la guardò, notò subito le profonde occhiaie che incorniciavano gli occhi della cugina, i capelli spettinati e il trucco inesistente.
 
Stava male e si vedeva, è colpa mia, non dovevo trattarla così, lei mi aveva addolcito la pillola, dividendomi la rivelazione, cercando di non shockarmi ed io l’ho trattata di merda, si disse Crystal guardando la più grande con pietà.
 
 -si – rispose Alexandra alzandosi.
 
-dove vai?-le chiese Crystal sedendosi meglio sulla poltrona.
 
-queste cose già le so-
 
-cosa?-chiese alzandosi anche Victoria –come fai a sapere queste cose?-
 
-me lo disse una volta zia Margherita- rispose riferendosi alla madre di Victoria.
 
-quando?-
 
-circa tre anni fa – Victoria rimase senza parole, non riusciva a credere che sua madre l’avesse detto una ragazza di dodici anni, ma sapeva che Alexandra non le avrebbe mai mentito su un argomento così ... delicato.
 
-non può avertelo detto così ... presto-disse sorpresa Crystal, Diamond e Deborah erano rimaste per tutta la conversazione sedute a guardare le bionde parlare.
 
-invece l’ho ha fatto, non molto dopo che Victoria è partita per la Casa della Notte-
 
-non ci credo ... mia madre non te lo avrebbe detto così precocemente, eri una bambina –disse Victoria avvicinandosi alla poltrona dove prima stava seduta Crystal e lasciandovisi cadere.
 
-mi dispiace dirtelo ma l’ha fatto-detto questo Alexandra si diresse verso le scale per andare in camera sua e nessuno la fermò, troppo sconvolte,ognuna per una ragione diversa.
 
-Deborah! Diamond! Andate a dormire! Se avete qualche domanda da fare, me la porrete domani-disse Victoria, le due ancora confuse e sconvolte non obbiettarono.
 
-Sai perché tua madre l’abbia detto così presto ad Alexandra?-chiese dolcemente Crystal inginocchiandosi vicino a Victoria.
 
-non lo so ... ma penso che Alex lo sappia!-disse alzandosi.
 
-dove vai?-chiese alzandosi da terra anche Crystal.
 
-le vado a parlare prima che si addormenti-
 
Crystal non disse niente e decise di andare a dormire, era stata una giornata pesante.
 






 
 ****





 
Alexandra






 
Alexandra si sdraiò sul letto senza neanche cambiarsi, le dispiaceva di essere stata così ... fredda con la cugina ma quel discorso le aveva fatto ricordare il giorno in cui la zia le aveva detto tutto.
 
Qualcuno bussò -posso?- chiese Victoria dall’altra parte della porta.
 
-entra -
 
Victoria entrò lentamente, accese la luce del lampadario e si andò a sedere sul letto, vicino alla cugina dai corti capelli biondi.
 
-perché sei qui?- le chiese Alexandra mentre si metteva dietro la schiena, un cuscino e le gambe contro il suo petto.
 
-voglio dirti, che non sono arrabbiata con te perché mia madre te l’ha detto prima del dovuto, solo ... mi dispiace che ti abbia fatto sapere questa parte di te quando eri ancora una bambina - disse Victoria posandole una mano sul ginocchio, non riusciva a capire perché sua madre l’abbia detto così presto alla sua cuginetta.
 
Alexandra sorrise – Sai, quando me l’ha detto, non ci sono rimasta tanto male - disse la giovane – non so perché ma ero orgogliosa – si fermò – ma non di essere un vampiro e tutto il resto – puntualizzò. – Ero orgogliosa che qualcuno si fidasse di me tanto da rivelarmi un segreto così importante prima che alle mie sorelle. -.
 
-Perché?- chiese confusa Victoria.
 
 -si vede proprio che non hai delle sorelle che hanno circa la tua età-
 
-che intendi?-
 
Alexandra con uno sguardo terribilmente serio, più serio del solito, disse – tu hai due fratelli che sono più grandi di te di circa 5/7 anni, perciò sei sempre stata tu la piccola di famiglia a cui sono state date tutte le attenzioni, cioè quando facevi una cosa tua madre poteva dirti senza problemi che eri la bimba più brava del mondo, la più bella ecc ...- spiegò- A me no invece, eravamo tutte piccole e i miei genitori di certo non potevano mettersi a fare preferenze, ci hanno sempre trattato  nello stesso modo, non hanno mai fatto preferenze. Per questo quando zia Margherita mi ha chiesto di non dirlo a nessuno perché si fidava di me, mi ha fatto sentire speciale, in un modo che non mi sono mai sentita.-
 
-mi dispiace.-disse sinceramente Victoria, sapeva che la cuginetta aveva ragione.
 
-non ti dispiacere, non hai fatto niente. Comunque c’è altro che mi devi dire?-
 
Victoria all’inizio esitò a chiederglielo ma alla fine lo fece –che altro ti ha detto mia madre oltre a quello che vi ho detto io stasera?-
 
Alexandra non sapeva se diglielo o no ma alla fine gli disse della cripta sotto il mausoleo di famiglia, la parola magica per aprire l’entrata e tutto quello che gli riguardava.
 
-non mi aveva mai accennato a questo posto- pensò ad alta voce Victoria.-perché? Sapeva che avrei mantenuto il segreto-
 
-tu eri da poco partita, per questo credo che non ti voleva dare un altro peso, sai ... –
 
-si ma tu eri troppo piccola non dovevi avere questa responsabilità così grande-
 
-forse ... -cominciò a dire Alexandra ma poi si fermò.
 
-forse?-
 
-Forse sapeva che sarebbe scom ... morta per questo sapendo che ci sarebbero voluti degli anni prima che tu tornassi (e lei non aveva tanto tempo) perciò ha deciso di dirlo a qualcun altro di cui si fidava. –
 
-potrebbe essere un motivo, ma c’erano anche le altre, perché a scelto proprio te?-
 
Alexandra ci pensò un attimo – Crystal in quel periodo era in gita a Parigi e ci sarebbe rimasta ancora (se non sbaglio) due settimane, Diamond, senza offesa, non è brava a mantenere i segreti e Deborah non è molto affidabile-
 
-ok eri tu la migliore scelta- convenne la maggiore. Continuò – ora ti lascio dormire – disse alzandosi ma Alex la bloccò per il braccio.
 
-ti devo chiedere io, ora, una cosa –
 
-Okay - acconsentì tornando a sedersi vicino ad Alexandra.
 
Alexandra si torturava le mani cercando di trovare le parole giuste – stamattina mi sono svegliata presto perché ho fatto un sogno ... – cominciò.
 
-un incubo?-chiese premurosamente la più grande tra le due.
 
-si ...  no ...  non proprio- disse impacciata.
 
-dimmi che cosa hai sognato.-
 
Alexandra cominciò a raccontare il sogno, chi aveva visto, il fatto che parlavano in francese , praticamente ogni dettaglio - ... e poi quando mi sono svegliata ho trovato scritto su un foglio questo – disse andando a prendere la sua borsa e estraendovi il foglio in questione.
 
-è la lingua degli esseri sovrannaturali – disse Victoria prendendo il foglio dalle mani della cugina, era da molto che non vedeva qualcosa scritto in quella lingua, aveva iniziato a studiarla il primo anno alla casa della notte ma poi aveva smesso di studiarla tornata a New Orleans.
 
-sai che c’è scritto?- chiese Alexandra speranzosa.
 
-no, non ricordo molto, l’ho studiata per poco tempo e due anni fa, ma ho ancora il dizionario che mi ha regalato il mio mentore –
 
-io sono riuscita a tradurre solamente i primi due simboli è significano “le”-
 
-va bene, domani potremmo continuare a tradurre andando al mausoleo-
 
-va bene, lo diciamo anche alle mie sorelle?-
 
-certo non ci devono più essere segreti tra di noi-
 
-okay, a domani- Alexandra non disse che ci era stata oggi al mausoleo, non voleva che la cugina sapesse che le aveva mentito dicendo che era andata a fare shopping con Abbie, perché Victoria era una persona che ci teneva molto alla fiducia e quando smetteva di averne in qualcuno, era difficile riconquistarla nuovamente.
 
-Notte -
 
-aspetta!-la fermò di nuovo Alexandra.
 
-cosa c’è?-chiese Victoria spazientita, era stanchissima, per andare al lavoro si era svegliata presto anche se era andata a dormire tardi.
 
-ci dobbiamo andare presto, ho le chiavi-
 
-me l’hai detto di averle, ma noi andremo come qualunque persona normale, di pomeriggio verso le 4 /5 e ci staremo per poco più di un’ora e mezza-
 
-ma è troppo poco tempo!-obbiettò Alexandra.
 
-in cinque c’è lo faremo bastare-
 






 
***********






 
Le ragazze stavano dormendo profondamente ognuna nel suo letto, non sapendo che dall’atra parte della città, in una bellissima villa antica,un ragazzo e una ragazza stavano discutendo su di loro.
 
-quella stronza comincia a ricordare, devi cercare di farle tornare in mente solo momenti che riguardano noi due - disse il castano dagli occhi cioccolato.
 
-non posso controllare la sua mente! Come te lo devo dire?!-disse la ragazza dagli occhi cioccolato e i capelli neri come la pece.
 
-sei una strega, fai quello per cui sei nata o non dovrai più preoccuparti di respirare – disse il giovane, quando disse strega lo disse con disgusto.
 
-lo sono di essere da poco tempo,questi incantesimi sono troppo forti e per streghe molto più esperte di me - detto questo la giovane pensò di essere riuscita a far capire al ragazzo di non essere abbastanza forte , ma si sbagliava.
 
Lui la prese per il collo e con una velocità sovrannaturale la sbatté al muro schiacciandola con il suo peso. – tu non hai capito proprio con chi stai parlando – ridacchiò macabramente – la tua vita è nelle mie mani e se non fai qualcosa, ti giuro che cercherò ogni tuo parente sulla faccia della terra è lo ucciderò molto lentamente e in dolore, lasciando te per ultima -  disse con un sorriso sornione.
 
Alla giovane vennero i brividi in tutto il corpo – p...proverò a far...fare qual...qualcosa- disse balbettando spaventata.
 
-molto bene, ora hai capito- disse alzando i lati della bocca in un sorriso molto terrificante e che avrebbe spaventato chiunque.
 
Qualcuno batté le mani – vedo che il tempo non ti ha cambiato, fratellino - disse un moro poggiato sullo stipite della porta del soggiorno.
 
-qualche secolo non può cambiami fratellone- sorrise andando a sedersi su una poltrona vicino al camino acceso.
 
-non credevo che ti piacesse New Orleans, ho sempre pensato che amassi la Francia, le donne francesi in particolare.-
 
-E io credevo che avessi lasciato la vita da cattivo vampiro per fare il buono un po’-
 
-solo perché sto qui, non vuol dire che sono ritornato alle vecchie abitudini- disse, come un lampo si avvicinò al tavolino degli alcolici e si riempì un bicchiere di bourbon.- mi piace questa mia nuova vita, sono solo venuto a darti il benvenuto a New Orleans -
 
-come facevi a sapere che sono qui?- chiese il castano curioso.
 
-nostro fratello minore, siamo rimasti in contatto e mi ha detto che ero vi siete trasferiti qui- sorrise.
 
-non riesce mai a stare zitto quell’idiota - disse irritato il ragazzo dagli occhi cioccolato.
 
Spazio Autrice
 
Sono felice di avere tanti lettori per questo ho deciso di fare questo capitolo più lungo degli altri, è la prima volta che riesco a fare 18 pagine di Word per questo spero che vi piace.
 
Buona lettura e ditemi che ne pensate, a me piace, anche se non ho messo molti colpi di scena.
 
Vi lascio con una foto del ragazzo misterioso che vede nei suoi sogni Crystal:

 

Il ragazzo biondo che ha incontrato un po’ di capitoli fa Deborah, William :
 
 
Victoria:
 
Crystal :
 

Alexandra:
 
Diamond :
 

Deborah:

 

One direction (non preoccupatevi nei prossimi capitoli saranno più presenti:

 
 
Stelena5775

 

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Capitolo 16
*** How I ended up here? ***



Chapter XV 


How I ended up here?
 






Crystal






 
Con le gambe avvoltolate fra le lenzuola, Crystal si svegliò di soprassalto da un incubo.
 
C'era un buio pesto e claustrofobico, nella sua camera.
 
 Era come essere chiusi in una bara.
 
Allungò un braccio e tirò le tende.
 
La luce del giorno si riversò nella stanza.
 
Non sopportava fare quei sogni.
 
Questa volta si trovava in un bellissimo giardino, c’erano tantissime specie di piante, molte delle quali non aveva mai visto.
 
Non che fosse un’esperta di piante, le piacevano, vero, ma niente di più, conosceva le rose, le viole, le margherite e i tulipani, però la sua conoscenza non si estendeva oltre queste specie.
 
All’inizio le sembrava tutto normale, fino a quando non si era seduta vicino a lei, sua sorella Alexandra, o almeno sembrava lei.
 
Alexandra, aveva i capelli che arrivavano poco più sopra del seno, con alcune ciocche fermate con dei fermagli e un diadema.
 Indossava un lungo vestito azzurro con alcuni motivi dorati sul petto, una collana d’oro con incastonata una pietra azzurra e dei sandali di cuoio . 

Oltre a questo, sembrava anche più bassa, ma come che si era seduta subito, (sul muretto basso dove era seduta Crystal) Crystal non sapeva dirlo con precisione.
 
Quando le si era avvicinata, aveva subito, però, notato il suo volto triste e le lacrime che le rigavano il volto – lo abbiamo fatto per le nostre sorelle- aveva sussurrato Crystal posando un mano sulla schiena della giovane, che singhiozzava.
 
-per... perché il sapere che l’abbiamo fat ... fatto per loro non mi fa star... stare meglio?-aveva sussurrato quella giovane tanto simile a Alexandra.
 
-perché anche se per una nobile una causa, stiamo comunque rinunciando, in un certo senso, al nostro futuro, o per meglio dire, a quello che volevamo per il nostro futuro - rispose Crystal.
 
-il fatto che io lo voglia ancora, un futuro e non quell’inferno che avremo d’ora in avanti-disse l’altra. –mi rende una persona cattiva?- chiese e nei suoi occhi, Crystal vi lesse: tanta paura, dolore e molto infondo ... speranza.
 
-no, ti rende solo più simile agli umani - sorrise dolcemente Crystal.
 
Purtroppo per quella notte, i sogni non erano finiti là, anzi c’è né era stato un secondo, lo stesso per cui si era appena svegliata:
 
Si trovava in una stanza molto ampia, sembrava un soggiorno, o almeno uno studio molto grande.
Un intero muro era occupato da un imponente scaffale stracolmo di libri.
 A destra’erano un tavolo pieno di carte e pergamene, una scrivania di legno con dietro una poltroncina di pelle rossa, un rosso carne davvero bello e elegante.
Cerano anche alcuni quadri,nella direzione dove guardava Crystal, per esempio c’era un quadro che ritraeva una bellissima donna dai capelli corvini e gli occhi del medesimo colore.
 
-non trovate anche voi che quel quadro sia fantastico - chiese comparendo dietro di lei il moro che ormai tormentava i suoi sogni, o per meglio dire, incubi.
 
-molto bello – commentò la ragazza, il suo tono di voce faceva intendere che non voleva parlare con lui, ma il ragazzo non sembrava farci caso.
 
Crystal prese dei vestiti puliti, pesanti e andò in bagno a farsi una doccia. Aveva notato di sfuggita, guardando l’orologio che si trovava sul comodino vicino al letto, che erano ormai le otto passate, perciò aveva deciso di alzarsi, era inutile, secondo lei cercare di riaddormentarsi.
 
Si asciugò velocemente e indossò un maglione con la bandiera inglese, un pantalone rosa carne, delle scarpe nere e una borsa rossa. Si truccò con un rossetto rosso. Si mise degli orecchini a forma di stella, dorati  e un bracciale dorato.
 
Era distratta perciò non si accorse che qualcun altro si stata dirigendo verso le scale.
 
Alexandra.
 
-sorellina! Che ci fai già sveglia?-chiese sorpresa Alexandra mentre Crystal le porgeva la sua mano destra per aiutarla ad alzarsi, come che era caduta quando le due si erano scontrate.
 
-incubi- si limitò a rispondere  la maggiore. –tu invece perché ti sei svegliata?-
 
-un sogno non molto piacevole- le rispose Alexandra, nessuna delle due disse nient’altro e insieme scesero le scale per andare al piano di sotto.
 
-cosa preferite per colazione?-chiese una voce che proveniva dalla cucina.
 
Le due si guardarono e insieme andarono verso la cucina. Indaffarata ai fornelli c’era Victoria.

La ragazza indossava una maglia nera a maniche lunghe, un pantalone color ciliegia, delle scarpe col tacco del medesimo colore e un grembiule bianco con le rifiniture rosa, pieno di pasticcini.

Victoria sorrise – buongiorno, cuginette! – le salutò – scegliete pure che cosa preferite mangiare!- disse mostrando loro il piccolo tavolo della cucina a sei posti, pieno di cibo. C’erano frittelle, qualche pasticcino, diversi tipi di marmellate e sciroppi, frutta e tante altre cose.
-a cosa si deve questa colazione così abbondante? E perché sei così ... felice?-chiese Crystal mentre si sedeva su una sedia vicino l’isola della cucina e afferrava un piatto stracolmo di frittelle che le porgeva Victoria.
 
-già perché sei così di buonumore?- concordò Alexandra con la sorella.
 
Victoria fece spallucce-non posso essere di buon umore?- rispose Victoria per evitare l’argomento ma alla fine decise di rimanere sul vago – ho deciso di rispolverare dei vecchi album di fotografie -.
 
Crystal e Alexandra si guardarono e poi Alexandra chiese ancora – che album?-.
 
-niente d’importante - rispose leggermente irritata Victoria. Nessuna chiese niente. Era difficile vedere Victoria irritata, non succedeva quasi mai.
 
Si sentirono dei passi molto veloci, troppo svelti. Subito si ritrovarono una Deborah con indosso un pantaloncino e una canottiera, i capelli legati in un’alta coda scombinata e sembrava molto preoccupata. -Dove è Diamond?- chiese.
 
-sta dormendo- rispose Victoria confusa, non riusciva a capire perché la minore delle cugine si preoccupasse tanto, era noto che Diamond dormiva almeno fino le undici o fino a mezzogiorno, al contrario di Alexandra o Crystal che di solito erano abbastanza mattiniere.
 
 Deborah al contrario delle sorelle non aveva un orario preciso in cui si svegliava, dipendeva un po’ che come si sentiva.
 
-sono andata in camera sua, per riportarle la maglia che le ho preso venerdì e lei non era nel suo letto. Ho già controllato nei bagni e in tutte le camere ma non c’è- di solito Deborah non si preoccupava ma stranamente quel giorno era nervosa. Riusciva a sentire che c’era qualcosa che non andava.
 
 





Diamond
 






 
-ma quando si sveglia?- bisbigliò una voce femminile a lei sconosciuta.
 
Diamond aprí gli occhi, ma li richiuse subito per colpa del sole. Facendo pressione sulle mani, sollevò il busto.
 
 Si sentiva a pezzi e le dolevano sia le mani sia i piedi. Voleva strofinarsi gli occhi ma appena se le guardò notò che erano piene di terra e con qualche graffio.
 
Si guardò intorno e notò che il luogo in cui si trovava non era di certo la sua camera, anzi era un bosco.
 
Che ci faccio qui?, si chiese, sono sicura di essermi addormentata nella mia stanza, ieri.
 
Si alzò lentamente guardandosi intorno, il luogo in cui si trovava era un bosco dai alti alberi che le facevano ombra.
 
Sentiva freddo perciò si mise le mani sulle braccia cercando di fermare i brividi e la pelle d’oca, indossava solamente una canottiera bianca e il pantalone di un pigiama rosa che le arrivava alle ginocchia.
 
Si guardò intorno cercando qualcuno, prima aveva sentito una voce femminile parlare e sperava tanto di non averla sognata.
 
Come ci sono finita qui?, continuava a chiedersi mentre lentamente, a piedi nudi si dirigeva verso sinistra, aveva sentito qualcuno parlare ma non riusciva a capire che cosa dicevano anche se prima era riuscita senza problemi a udire che cosa qualcuno aveva pronunciato, forse gridava, si spiegò mentalmente.
 
Dopo alcuni passi sentendo le voci più chiaramente, Diamond si fermò dietro un albero ad ascoltare.
 
Di solito non l’avrebbe mai fatto, ma come che si trovava in un bosco, sicuramente lontano da casa, non era il caso, certamente, di mantenere una morale.
 
Si abbassò e posò le mani sul tronco dell’alto albero.
 
-mi sarebbe bastato pochissimo per trovarlo- disse una figura che portava un lungo mantello blu con un cappuccio che le copriva il viso fino alla punta del naso. Si poteva capire che era una ragazza solo dalle labbra truccate con del rossetto color prugna che le evidenziava l’incarnato bianco e la figura esile.
 
-mi dispiace Clyte ... ma non puoi incolparla del fatto che aveva bisogno d'aiuto - disse una figura dalla voce maschile.
Era un ragazzo dal mantello marrone, però lui non portava il cappuccio.
Si potevano vedere senza problemi i capelli biondi e degli occhi chiari, da quella distanza, però, non si capiva bene il colore dell'iride.
-Certo che posso incolpare quella stronza!- rispose a tono la ragazza.
-portale rispetto! E pur sempre...- la ragazza non lo fece finire.
-Cosa?! La stessa ragazzina viziata di un tempo? Sono sicura che lo é. Tutto quello che é successo a lui é colpa sua e delle altre-
-Non sua. Almeno non direttamente. Non ricorda neanche il suo nome, figuriamoci ... - il biondo non finì di parlare che Diamond si intromise nella discussione.
La bionda si alzò in piedi e a passo spedito si avvicinò ai due. - io mi chiamo Diamond Winchester- disse guardando il ragazzo che aveva scoperto che aveva gli occhi azzurri , anche se all'ombra degli alberi sembravano più scuri. -so benissimo come mi chiamo - guardò la ragazza, noto solo ora che aveva una treccia che le scendeva dalla spalla destra- ora, mi dite chi siete e che volete da me?-
La castana parlò -vedo che ora hai un carattere migliore- disse alzando i lati della bocca, per formare un sorriso.
-lasciala stare, voleva dire “che bello!Ti sei svegliata!"- cercò di far sembrare più cordiale l'amica, ma non ci riuscì.
-dubito che fosse quello che voleva dire- rispose secca Diamond, non capiva neanche lei da dove avesse preso tutto quel coraggio.
 
-non era quello che volevo dire.- mormorò la ragazza facendo una smorfia.
 
-Clyte!- la richiamò il biondo –smettila di comportarti così!-
 
-la volete smettere!- sbottò Diamond, non c’è la faceva più, era confusa e voleva solamente sapere perché si era svegliata in un bosco e chi erano quei due individui. – mi dite chi siete e perché mi trovo qui? -.
 
-mi chiamo Damien e lei è Clyte- disse Damien e Diamond notò che il ragazzo ricevette un’occhiataccia da Clyte, ma non se ne curò troppo occupata a fissare il ragazzo.
 
-perché mi avete portato in questo posto?-
 
-noi non ti abbiamo portato da nessuna parte. Sei stata tu a chiamarci- rispose Clyte.
 
Diamond la guardò e poi fissò il ragazzo, Damien. – dice la verità?-
 
-si, siete stata voi a chiamarci- rispose il ragazzo.
 
-non vi neanche conosco, perché avrei dovuto chiamarvi?-chiese la bionda spostandosi una ciocca di capelli che le era finita avanti gli occhi.
 
-non so perché ci hai chiamati - ammise il ragazzo – posso dirti soltanto, che un tempo ci conoscevi e ti fidavi di noi-
 
Diamond scosse la testa frustata, si sentiva sotto pressione ma non ne capiva il motivo – non vi ho mai visti-.
 
-di questo ti sbagli- disse Clyte che era rimasta per alcuni minuti in silenzio. – non è la prima volta che ci incontri-.
 
Diamond sbiadì, quasi come se fosse possibile diventare almeno due gradazioni più bianca in un minuto. –non riesco a capire- disse ma non era vero, c’era una parte di lei che le diceva di credere, di credere in quei due, di farsi dire tutto perché era vero, ma alla fine riuscì a sopprimere quella parte.
 
 Le avevano sempre detto che era troppo ingenua e per una volta doveva provare a se stessa che non era vero, lei non era ingenua, aveva solamente la tendenza a riporre fiducia troppo facilmente negli altri.
 
-dovete cercare di capire da sola.- disse Damian sorridendole dolcemente – noi non possiamo dirvi niente, mia signora-
 
-mia signora?-  chiese divertita Clyte guardando entrambi ma soprattutto Diamond, nel suo sguardo la bionda vi lesse tanto disprezzo ma fece finta di niente, non voleva chiedere niente a quella tipa che non faceva altro che trattarla come se lei fosse un minuscola insetto senza valore. Pure Damien la ignorò.
 
-voglio sapere solo il motivo per cui mi trovo qua - cominciò Diamond – sicuramente le mie sorelle e mia cugina si stanno preoccupando e per di più sono in pigiama tutta sporca-
 
Damien la guardò e annuì per confermare, sapeva che la ragazza aveva ragione- vieni abbiamo visto una capanna, qui vicino. Lì potrai cambiarti, riscaldarti e magari fare colazione-.
 
-devo avvertire mia cugina-
 
-ti presto il mio telefono, dici che sei da un’amica per qualcosa d’importante, vedi tu, ma non dirle la verità- disse Damien e Diamond annuii.
 
La bionda chiamò la cugina, infondo era la sua tutrice perciò era lei quella che doveva avvisare quando scompariva nel nulla. Inventò velocemente che Aurora aveva litigato con la madre, cosa infondo vera e disse anche che forse non sarebbe tornata a casa abbastanza presto da andare nella cripta con loro. Voleva farsi dire il più possibile da Damien e Clyte.
 
-dove si trova questa capanna?-chiese a Damien.
 
-manca po...- non finì di parlare che si fermò di colpo guardandosi in giro, si abbassò il cappuccio del mantello giallo, alla fine guardò Clyte e la ragazza annuii solamente. Damien prese il braccio di Diamond e correndo cominciarono ad avviarsi verso la capanna di legno che si trovava non poi tanto lontano da loro.
 
-perché stiamo correndo?-chiese la ragazza dai lunghi capelli dorati, aveva il respiro affannato e le gambe che già prima le facevano male, ora riusciva appena a reggerla, Damien la stava praticamente trascinando .
 
Damien bussò alcune volte alla porta della discreta capanna di legno, fino a quando un'anziana signora non aprì la porta.
 
-posso esservi utile?- chiese gentilmente la donna dai capelli argentati.
 
Damien non aveva tempo per gli in convenevoli perciò prese la donna per le spalle e le disse- adesso preparerai un té alla mia amica e ignorerei ogni rumore che sentirai -.
 
Diamond notò che le pupille della signora diventarono per pochi secondi più piccole e appena lei sbatté le palpebre ritornarono normali.
 
Il biondo la fece entrare e si fermò sulla soglia della porta guardandola per la prima volta negli occhi. -devo andare, ma vi prometto che tornerò subito- disse prendendole un braccio.
 
-che sta succedendo?-chiese Diamond, spaventata.
 
Lui abbassò lo sguardo, ma lo rialzò subito -ci sono delle persone che vi stanno cercando. Loro vogliono il vostro potere.-
 
-io non ho niente-
 
-loro credono di si- Damien spostò il mantello giallo e solo ora Diamond vide una cintura con delle armi in legno. -i nemici che vi cercano sono molto potenti, ora hanno mandato solo qualche seguace - fece una pausa -prendete questo pugnale- si sfilò quello che sembrava un paletto, ma che aveva un'impugnatura come i pugnali,solamente che quella era in legno.
 
-non ho mai usato un'arma. - disse facendo un passo indietro. L'avevano sempre messa in soggezione le armi,perfino nei film.
 
-lo so. É per sicurezza, se uno di quei cosi riesce ad entrare infilaglielo dritto nel cuore - Diamond non riuscendo a parlare, annuii solamente.
 
Lui se ne andò.
 
Lei rimase sola con la signora anziana che stava preparando qualcosa in cucina.
 
Diamond sospirò, stava tremando di paura.
 
Dall'esterno provenivano diversi rumori, perciò la bionda rimase in allerta.
 
All'improvviso sentì una finestra frantumarsi, l'anziana gridò.
 
Lei corse verso quella che credeva fosse la cucina.
 
Entrò velocemente per vedere che cosa fosse successo .
 
Si ritrovò davanti ad un orribile spettacolo.
 
Una figura era avvinghiata al collo dell'anziana i cui occhi erano spenti.
 
Quando la figura si accorse di lei alzò il viso dal collo della vecchia che cadde senza vita per terra.
 
Diamond voleva gridare, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu mettersi la mano sinistra sulla bocca.
 
La creatura era un essere umano, o almeno un tempo doveva esserlo stato.
 
Era un ragazzo sui trent'anni. I capelli erano castani, sporchi di polvere, terra e sangue.
 
Indossava quelli che in passato dovevano essere stati dei jeans e una camicia a scacchi, ma ora erano solamente degli stracci sporchi anche loro, soprattutto di sangue.
 
Gli occhi erano rossi, le vene, soprattutto sotto gli occhi erano particolarmente accentuate.

I canini erano sguainati e sporchi di sangue.
 
I suoi occhi la stavano esaminando attentamente, come se stessero cercando qualcosa.
 
Diamond prese un respiro e cominciò a correre verso la porta d'uscita.
 
Stava per arrivarci quando, lui in un scatto la sbatté contro il muro ,che si trovava vicino alla porta .
 
 Diamond gemette dal dolore .
 
Lui le tirò i capelli verso sinistra e affondò i canini nel suo collo.
 
Diamond urlò, cercò di dimenarsi, ma era troppo debole per fare qualunque cosa.
 
È questa la fine che farò, morirò a sedici anni, in mezzo al nulla , senza neanche aver detto addio alle mie sorelle e a mia cugina, pensava mentre la vita abbandonava il suo corpo.
 
Poi la realtà diventò ... diversa. Era libera e nessuno la stava uccidendo.
 
Non Indossava più la canottiera e i pantaloni del pigiama. Anzi il vestito che la copriva era di un bellissimo verde smeraldo con dei ricami rossi e dorati.
 
Si guardò intorno e allo stesso tempo si toccò il collo, non c'era nessuna ferita, nemmeno un po' di sangue. Riusciva benissimo a vedere il ragazzo mentre le azzannava il collo.
 
 Era come se il tempo si fosse fermato e lei si fosse sdoppiata.
 
Era tutto un po’ sfocato...
 
-non arrenderti – le sussurrò una profonda voce femminile alle spalle di Diamond.
 
 Lei si voltò.
 
Non c’era nessuno.
 
Sbatté le palpebre e si ritrovò di nuovo nel suo corpo.
 
Riusciva di nuovo a sentire il dolore, poi le tornarono in mente le parole della donna – non arrenderti – le aveva detto.
 
Riacquistò coscienza di quello che le stava accadendo.
 
Fu una cosa istintiva.
 
Impugnò saldamente il pugnale di legno nella mano sinistra e lo infilò nel cuore del ragazzo, o per meglio dire, del mostro che la stava per uccidere.
 
Appena ritornò cosciente di quello che aveva appena fatto, lasciò la presa dell’oggetto di legno e il corpo del vampiro cadde per terra senza vita. Voleva urlare, ma le uscì solamente un grido soffocato.
 
Non aveva mai ucciso nessuno, neanche una mosca o una zanzara. Lei era quella vegetariana. Quella sempre attenta alla natura.
 
Quando era piccola, curava gli uccellini feriti che trovava alcune volte in cortile, si occupava di ogni pianta del giardino, regolarmente ed ora aveva spezzato una vita. Non le importava se era stato per difesa, o che la persona a cui aveva tolto la vita, un momento prima aveva ucciso una signora anziana che non aveva fatto niente. Era un uomo, dopo tutto...
 
Piccole lacrime calde le rigavano il viso, mentre cercava di calmarsi. Era a spalle al muro, non le importava di tamponare la ferita per non perdere troppo sangue, non le importava che le sue gambe stavano per cedere dalla stanchezza, non le importava neanche che era tutta sporca di terra e sangue ed era pure sudata.
 
La porta si aprì violentemente e Damien e Clyte entrarono dentro la casa. Damien aveva alcuni graffi sia sulle braccia sia in faccia e il su maglioncino rosso aveva alcuni strappi da cui sgorgava un po’ di sangue.
 
Clyte finalmente si era tolta il cappuccio e la mantella. Aveva i capelli castani spettinati e gli occhi azzurri non truccati. 
Portava una semplice maglia a maniche lunghe, color porpora e un jeans elasticizzato blu scuro. Anche lei aveva alcuni graffi superficiali come Damien, ma la cosa preoccupante era una macchia rossa sull’addome, dove lei teneva premuta una mano.
 
Damien appena vide Diamond così distrutta andò subito da lei in pensiero – tutto okay?- le chiese mentre lei si lasciava cadere sul pavimento, tenendo sempre la schiena premuta contro il muro fatto di assi di legno, le sembrava tutto così freddo...
 
-niente è okay- rispose, per un momento tutto le sembrò girare, ebbe un dolore acuto al collo, dove era stata morsa e poi ... il buio.











Spazio Autrice


Ciao a tutti e scusate il ritardo!

Spero che vi piaccia e che lascerete una recensione.

Vestiti di "Alexandra" nel sogno di Crystal:



Vestiti di Crystal:



Vestiti di Victoria:



Clyte:


Damien:

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Capitolo 17
*** Remembering the past ***




Chapter XVI

 

Remembering the past





 

 

Drinn! Drinn!

 

Diamond spense la sveglia, si alzò pimpante e si mise i primi vestiti che trovò nell'armadio.

 

Quando entrò nella cucina venne accolta da un fantastico odore di biscotti. Sua madre stava cucinando tante squisitezze che le figlie amavano. -Buongiorno!- disse sorridendo alla figlia chestava trangugiando alcuni biscotti con le gocce di cioccolato.

 

-Buongiorno mamma!- le sorrise Diamond. La bionda fece un segno di salutoa Crystal e Alexandra che stavano chiacchierando mangiando qualcosa.

 

-Deborah?- chiese sempre Diamond.

 

-si sta vestendo- le rispose la mamma.

 

Si sentirono delle grida –io mi metto quello che voglio!- urlò chiaramente Diamond.

 

Il padre le rispose subito –tu non andrai da nessuna parte con quel vestito così corto!- anche se si trovavano al piano di sopra, Diamond li sentiva chiaramente e perciò cominciò a ridacchiare. Era abituata a queste discussioni tra Deborah e il loro padre, succedevano, ormai, quasi ogni giorno.

 

-Deborah sta facendo impazzire vostro padre- commentò la mamma delle ragazze e tutte annuirono concordando con la madre.

 

-noi faremo tardi!- Crystal si alzò. –dobbiamo andare da Victoria e voi dovete partire- disse guardando la madre.

 

La donna dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri le salutò –certo, avete preso tutto? Volete portarvi i biscotti con voi?Vi vorrei ricordare che staremo via al massimo per due giorni ...-

 

-mamma va tutto bene, abbiamo preso tutto e mi preoccuperò io di prendere dei biscotti che mangeremo guardando un film, stasera- disse Diamond, sorridendo dolcemente.

 

-va bene- si pulì le mani sul grembiule giallo che indossava –Simon! Deborah! Scendete a fare colazione!- la donna chiamò il marito e la figlia minore.
 

-mamma non essere preoccupa, starete dalla tua amica per poco e poi staremo con Victoria- Crystal si alzò e posò una mano sulla spalla della madre. –non è la prima volta che andiamo da nostra cugina- le ricordò.

 

La donna sospirò –lo so, ma ... mi mancherete- ammise.

 

-Oh! Mamma! Andrete in Alabama non in Antartide.- disse ridacchiando Diamond.

 

La signora Winchester alzò la testa appena vide Deborah scendere le scale –Buongiorno!- la salutò.

 

Deborah la ignorò e prese una mela dal cesto che si trovava sul tavolo. Diamond guardò male la minore delle sue sorelle –non ci fare caso mamma, è arrabbiata con papà e perciò non vuole parlare-.

 

La madre salutò le figlie con un caloroso abraccio e qualche bacio sulle guance. –Victoria vi verrà a prendere a momenti- guardò verso le scale, suo marito non era ancora sceso –Simon è tardi!-. Si avvicinò a Deborah e le accarezzò la nuca –comportati bene- le sussurrò per poi dirigersi verso la porta, avevano bussato.

 

Victoria salutò la zia –ciaozia Karen- ed entrò dentro. –avete preso tutto?- si rivolse alle cugine che annuirono. Victoria sorrise –allora, andiamo!-

 

 

Diamond prese il borsone che si era preparata il giorno prima e salutò i genitori.

 

Il padre era appena sceso e in quel momento si stava mettendo una giacca –ciao piccola- le scoccò un bacio sulla fronte.

 

Diamond sorrise –ciao papi- e si diresse verso la porta, dove c’erano già sua cugina e le sue sorelle.

 

 Le cinque andarono verso la macchina di Victoria, mentre i signori Winchester andarono verso la loro auto.

 

-Buon viaggio- disse Diamond prima di salire in macchina della cugina.

 

 

***

 

 

-Victoria! Il tuo cellulare sta squillando!- la chiamò Alexandra.

 

Le ragazze si trovavano nell’appartamento di Victoria e stavano guardando un film, prima che il telefono della più grande suonasse. –Arrivo!- gridò Victoria, era andata a bere in cucina e aveva rimasto il suo telefono in salotto.

 

Victoria corse a prendere il suo cellulare e appena vide di chi era la chiamata, andò in camera sua.

 

-perché se n’è andata in camera?- chiese Diamond mangiando qualche pop-corn, che si era preparata qualche minuto prima.

 

-sarà una delle tante chiamate di lavoro.- le rispose Alexandra.

 

Passarono diversi minuti e Victoria non usciva dalla sua camera –dovremmo andare a vedere se sta bene?- chiese Crystal.

 

Pure Diamond era preoccupata –penso di si-.

 

Le due si alzarono e andarono verso la camera della cugina, ma prima che bussassero Victoria aprì la porta. Aveva gli occhi gonfi e rossi e alcune lacrime le rigavano il viso, ormai sporco leggermente del trucco che le era colato.

 

-che hai Victoria?- chiese Crystal. Diamond lesse nello sguardo della sorella molta preoccupazione ed era sicura di avere lo stesso sguardo.

 

-venite di là. Vi devo dire una cosa importante-

 

 

***

 

 

-che cosa cazzo significa che i nostri genitori sono scomparsi?!- disse Deborah alzandosi di scatto dal divano. Victoria aveva appena detto alle sue cugine che l’auto degli zii era stata trovata in mezzo a una via, isolata, che portava in un bosco.

 

-Deborah calmati- le disse Crystal mettendole una mano sul braccio, che la minore tolse subito.

 

-calmarmi?- disse infuriata –Vicky dice che i nostri genitori sono scomparsi e tu mi dici di calmarmi?-

 

-deve esserci stato uno sbaglio- disse Diamond guardando la cugina che abbassò la testa. Diamond in quel momento si sentiva così sola ... Deborah stava gridando, Crystal cercava di calmare la minore, Alexandra sembrava una statua e Victoria cercava di darsi una calmata.

 

 

Non si sentiva sola, era sola.

 

 

 ***

 

 

 Diamond sbatté, qualche volta, le palpebre per abituarsi alla luce del sole.

 

Era sdraiata su un letto.

 

 Nel suo letto.

 

Era solo un sogno.

 

Cercò di sedersi, ma dovette restare ferma, sentiva un dolore lancinante al collo. Si passo una mano sul punto che le doleva. C'era spalmato qualcosa appiccicoso e maleodorante. Molto lentamente si alzò e si diresse verso l’enorme anta-specchio del suo armadio. Le mani le bruciavano ed erano piene di sottili linee rosa, come se un tempo erano state piene di piccoli taglietti.

 

Si guardò il collo sforzandosi di non urlare. C'era un morso. Lo si poteva vedere benissimo anche se era leggermente coperto da una sostanza verde, che a Diamond sembrava vomito.

 

Si sentiva così debole...

 

Ebbe un capogiro e per poco non cadde per terra. Qualcuno l'aveva presa per le ascelle.

 

-Damien- disse con un filo di voce.

 

-dovete stare a riposo. Avete perso molto sangue.- le disse il biondo.

 

Solo in quel momento si ricordò di quello che era successo prima che svenisse. Prima che sognasse il giorno della scomparsa dei suoi genitori. -io ho...- cercava di dire qualcosa, ma Damien non l'ascoltava, la stava accompagnando verso il letto per farla sdraiare .

 

-Non dovete parlare, siete troppo debole- le rimboccò le coperte. -ancora un minuto e sareste morta- fece una smorfia -quella sanguisuga... vi avrebbe ucciso-

 

Diamond non seppe perché, ma d'istinto portò una mano sul braccio del ragazzo dagli iridi azzurri che si era seduto vicino a lei, sul letto.  -dimmi perché ci hanno attaccati- lui le aveva solamente detto che volevano da lei qualcosa che lei non possedeva, ma Diamond era sicura che ci fosse dell’altro.

 

Il ragazzo sospirò sdraiandosi sul letto e Diamond si portò le gambe contro il petto per farlo stendere in verticale –non vi accontenti mai? Eh?- disse ironicamente. –lo volete sapere veramente?- fece una pausa posando lo sguardo su Diamond, lei annuì –volevano uccidervi, ma prima vi avrebbero torturata per farvi dire dove si trovano le vostre sorelle-

 

-quel coso ... quel vampiro non sembrava intenzionato a ...- le parole le morirono in gola, non riusciva a pronunciarle.

 

-a torturarvi?- finì per lei la frase -era, un’idiota che sicuramente si era appena trasformato, perciò era così affamato che non si era neanche curato di fare quanto ordinato- disse muovendo la mano come se cercasse di scacciare una mosca inesistente. All’improvviso i suoi occhi si fecero molto preoccupati. –oppure ...- non finì la frase perché stava ragionando sulla sua teoria.

 

-oppure?- chiese Diamond impaurita.

 

-oppure sanno già dove vi trovate e hanno un piano-

 

 

**

 

-È una cosa molto macabra- commentò Victoria mentre entravano nella cripta sotto il mausoleo.

 

-non lo dire a me- sospirò Alexandra –la prima volta che sono venuta con zia Margaret, pensavo che scherzasse riguardo a questa cripta, lo trovavo troppo ... strano-

 

-ma quella non è una statua?- chiese Deborah mentre entravano nella cripta dopo aver sceso alcune scale. C’era all’entrata della stanza una statua alta almeno due metri, che ritraeva una ragazza dai lineamenti duri e seri, teneva nella mano sinistra un libro e la destra era posata sul fianco.

 

-si è una statua- disse andando avanti a Deborah che si era fermata di fronte la statua. –ci sono molte statue e quadri, oltre a armi, libri e tante altre cose.- le spiegò.

 

Le quattro appena entrarono si sparpagliarono.

 

 

Victoria andò a vedere i vari volumi e ogni tanto ne prendeva uno in mano sfogliandolo interessata. Era scappata per quasi due anni da quello che era e in quel momento stava finendo un’altra volta a farci i conti.  Le persone avevano ragione, non si può mai evitare la verità. Lei, Victoria Winchester presto sarebbe diventata una vampira e a questo non esisteva rimedio.

 

Deborah vagò in giro fino a quando il suo sguardo non si posò su una spada dentro una teca di vetro. L’impugnatura era d’oro e al centro c’era incastonata una pietra rossa, rossa come il fuoco. La lama era perfetta, ci si specchiava. Aveva l’istinto di tirarla fuori da quella gabbia di vetro, ma scosse la testa. Sto diventando strana, pensò mentre sorpassava la lucente spada e vedeva altre armi che stavano in altre teche.

 

Crystal stava gironzolando quando vide i muri alla fine delle lunghe file di scaffali. C’erano attaccati tantissimi quadri.  Si fermò ad ammirarli uno per uno, erano meravigliosi.

 

Uno in particolare attirò la sua attenzione. Ritraeva una bellissima fanciulla dai tratti delicati, aveva i capelli corvini e due bellissimi smeraldi. Indossava un mantello viola scuro/quasi nero con il cappuccio che non le copriva il viso. Lo sguardo era triste. Impugnava un arco dall’aria antica e non uno di quelli di metallo tipici del ventunesimo secolo, segno che il quadro era antico. Lo sfondo ritraeva il nero assoluto, tranne che alla destra della ragazza si poteva vedere un’altra giovane con un mantello viola scuro, il cappuccio inesistente che mostrava la pelle diafana, la capigliatura nera e gli occhi marroni. La seconda figura era più esile in confronto alle curve leggermente più pronunciate della prima figura.

 

-venite!- la chiamò Alexandra. Crystal smise di guardare il quadro, si era incantata.

 

-Sto venendo- disse mettendosi a correre verso il posto dove c’erano tutte le altre, a quanto pareva era stata l’ultima ad arrivare.

 

-perché ci hai chiamate?- chiese la ragazza dagli occhi verdi.

 

-siamo venute a tradurre questa sta frase, non a farci un giro.- ricordò Alexandra.

 

-hai ragione- disse Victoria sedendosi vicino al lei –diamole una mano e vediamo di finire presto-

 

 

***

 

 

-come fanno a sapere, dove viviamo? Non dovrebbero aver già mandato qualcuno a ucciderci, se tu hai ragione?- Diamond si stava spaventando.

 

-non necessariamente- rispose alzandosi e camminando avanti e indietro.

 

-che intendi?-

 

 

-forse vi stanno osservando- ipotizzò –forse vogliono scoprire qualcosa e pensano che voi li aiuterete in qualche modo. Ci hanno trovato così nella foresta, seguendovi- cominciava tutto ad avere un senso. –volevano questo- disse fermandosi e tirando dalla tasca dei jeans un anello d’oro con incastonata una pietra verde.

 

-vogliono uccidere me e le mie sorelle, per un anello?- disse confusa Diamond. –un anello?- era incredula.

 

-non è un semplice anello- disse Damien guardando con occhi sognati il piccolo tesoro –è molto di più-

 

-che ha di speciale quest’anello?-

 

-non lo potete neanche immaginare- disse Damien ancora pensando, ma poi smise di fare il vecchio che aveva trovato un ricordo molto importante e ritornò con i piedi per terra. Cambiò argomento –per ora non ci dovete pensare, fate una doccia e mettetevi un foulard o qualcosa che copra il morso, mettete un po’ di quell’intruglio che ho preparato e che ho messo sul comodino-, disse indicando una boccetta con del liquido verde all’interno –due volte al giorno, mattina e sera per una settimana e passerà-

 

-rimarrà il segno?- Diamond voleva cancellare ogni segno di quella brutta esperienza che aveva vissuto nel bosco.

 

-no- le rispose –e i graffi sulle mani spariranno dopo un po’ di riposo, ho già messo una crema, che farà più effetto appena avrete ripreso un po’ di energie.-

 

-okay-

 

Lui le si avvicinò e bisbigliò –tenete voi quest’anello- disse porgendoglielo –spero che vi aiuti-

 

Diamond guardò l’anello –non hai detto che è importante?-.

 

Lui sorrise –proprio perché è importante lo dovete tenere voi- la guardò negli occhi – è vostro- glielo mise nella mano sinistra e si alzò.

 

-dove vai?- chiese vedendolo dirigersi verso la porta.

 

 

-voi avete il vostro compito, io ho il mio- disse Damien sorpassando la soglia della porta.

 

Diamond si alzò di scatto fregandosene del dolore al collo e in tutte le parti del corpo. Corse verso di lui, ma arrivò troppo tardi, era sparito. Dopo un secondo sentì la porta di casa sbattere. Se ne era andato senza dire nient’altro.

 

 

****

 

 

Era passata più di un’ora -sono riuscita a tradurre l’ultima lettera!- esclamò Victoria facendo vedere a Alexandra che annuì felice. Unirono tutte le lettere e riuscirono a formare una frase di senso compiuto, o quasi.

 

Alexandra corrugò la fronte –la frase dice: le guerriere rinasceranno- guardò la cugina –ma che significa?-.

 

Victoria lesse alcune volte la frase –penso che si riferisca alle otto guardiane-.

 

 -chi sono?- chiese Crystal guardando la più grande.

 

-nei miti sovrannaturali si dice che sono le figlie di Nyx la Dea vampira. Ognuna di loro è nata con un’affinità a un elemento. Vengono definite in molti modi: custodi, guerriere, guardiane ...-.

 

-che c’entrano loro con Alexandra?-chiese Deborah.

 

Victoria sbuffò sconsolata –non ne ho la minima idea, ma lo scopriremo facendo alcune ricerche su queste “guerriere”-.

 





 

Spazio autrice

 

Grazie a tutti quelli che seguono questa fan fiction e spero che recensirete dicendomi quello che pensate di questo capitolo.

Continuo a 2 recensioni.

Lo so che è corto, ma come che ho aggiornato abbastanza presto, penso che sia passabile.

Nel prossimo capitolo vedremi i miti sulle "guerriere oltre a tante altre cose e daremo anche uno sguardo a quello che fanno i ragazzi.

 

Alla prossima,
 

Stelena5775 

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Capitolo 18
*** Spell ***


Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ft0TqxGWrdg&hd=1
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Chapter XVII


Spell






 

 

Diamond si sedette su una sedia della cucina, anche se debole era scesa al piano di sotto per vedere se le sue sorelle, o Victoria erano in casa e come aveva sospettato di loro, non c’era neanche l’ombra.

 

Sapeva che sarebbero andate al mausoleo, ma non si era aspettata che era già pomeriggio.

 

Si guardò le mani, mentre beveva un po’ di succo d’arancia. La sua pelle era rosea e se la guardavi accuratamente, potevi notare delle sottili linee bianche. I graffi erano quasi guariti, ma Diamond non sapeva ancora come se li era procurati. Non era mai stata sonnambula e di certo non era mai andata in un bosco mentre dormiva.

 

Ultimamente si sentiva strana, era come se inconsciamente sapesse che c’era qualcosa che non andava. All’inizio aveva attribuito quella sensazione alla scomparsa dei suoi genitori, ma da quando Victoria le aveva detto che cosa era e che cosa sarebbe diventata, non ne era più tanto sicura. C’erano cose di cui non era a conoscenza. Di questo era sicura, ma sapeva che c’era dell’altro, qualcosa di più importante ancora.

 

Da quando Damien se ne era andato, era già passata un’ora. In un primo momento Diamond aveva pensato di riposarsi, ma guardandosi allo specchio si era accorta di avere un aspetto orribile, per non parlare dei due fori che aveva sul collo, che erano rossi e gonfi.

 

Si era fatta una doccia e uno shampoo, per poi vestirsi. Si era messa sulla ferita, un po’ di quell’intruglio verde che il biondo le aveva lasciato e aveva avvolto intorno al collo un foulard rosso che le avrebbe coperto il morso.

 

Aveva mangiato qualche avanzo del pranzo, che le aveva lasciato Victoria e in quel momento stava ragionando sugli ultimi avvenimenti che stavano minacciando la sua noiosissima vita. Qualche mese prima avrebbe fatto qualunque cosa solamente per sconvolgere leggermente il suo modo di vivere, ma adesso, adesso voleva solamente indietro i suoi genitori, la cugina che fino a soli tre anni prima era stata allegra e senza responsabilità, sua zia Margareth e magari un futuro che non comprendesse scuole per succhiasangue, vampiri e bere sangue.

 

Si ritrovò a sospirare e prendere dalla tasca dei jeans l’anello che aveva dato Damien. Lo trovava bellissimo, era d’oro e c’era incastonata una meravigliosa gemma verde. Ai lati c’erano incisi dei disegni che rappresentavano dei rami con delle foglie.

Non riusciva a credere che una cosa così piccola fosse tanto potente, prezioso sicuramente, carino, piccolo, ma potente non sarebbe mai stato l’aggettivo che avrebbe usato per descrivere quell’oggetto.



 

**


 

 

Crystal si mise a rovistare tra i tanti libri, doveva trovarne qualcuno che parlasse delle guerriere.

Aveva una terribile emicrania, ma ormai si era abituata al dolore. Era da quando aveva cominciato a fare quegli strani sogni, che molto spesso aveva un dolore molto forte alla testa, aveva provato di tutto, dalle compresse alle bustine, ma niente aveva funzionato.

 

Si stava portando una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio, quando il dolore si fece molto più forte, quasi insopportabile. Si portò la mano destra sulla testa mentre con la sinistra cercava di reggersi in piedi. Gemette.

Con i denti si morse il labbro inferiore cercando di non gridare, sapeva che avrebbe fatto preoccupare le altre, perciò loro avrebbero interrotto le ricerche e questo non sarebbe mai dovuto succedere. Crystal sapeva che Alexandra aveva bisogno di una spiegazione a quello che aveva scritto.

 

 I nostri genitori l'avrebbero aiutata, pensó, e ora che non ci sono, tocca a me aiutarla, non a Victoria. Quando cercò di alzarsi in piedi una serie d’immagini, s’insinuò nella sua mente:

 


Era in un'ampia stanza, seduta. In quel momento stava guardando un piatto pieno di cibo.-Dovreste mangiare-disse una voce che le sembrava aver già sentito.

 

-il cibo umano non mi serve per vivere e neanche a voi- cominciò a dire con voce gelida e diffidente –non comprendo il motivo perché sé ne nutre- disse sorseggiando un liquido rosso dentro un calice.

 

Lui sorrise, per poi pulirsi la bocca con un fazzolettino bianco di cotone. -sempre cosí indifferente e fredda- commentò -dovreste fare qualcosa che non vi sia prima dettata da qualcuno più potente di voi. La guardó dritto negli occhi con un sorrisetto divertito -siete con tutti cosí ... glaciale, o riservate solo a me questo onore?-.

 


Crystal posó il calice e si portó, con una mano, una ciocca di capelli che le era sfuggita alla pettinatura. -mi sembra logico- alzò lo sguardo sul ragazzo dai capelli castani, li separava un'intera tavola ma riusciva a vedere lo stesso com’era innervosito dal suo comportamento. -questo modo di fare é riservato solamente a lei e a nessun altro-.


Il ragazzo dagli occhi cioccolato stava per dire qualcosa quando qualcuno entrò nella stanza. -scusate per il disturdo- disse il giovane dagli occhi verdi e i capelli ricci rivolgendosi all'altro ragazzo che sembrava non molto contento dell'interruzione –ma Lady Pyrrhus è venuta a farle visita- spiegò rivolgendosi alla ragazza.


Il ragazzo dalla chioma castana sbuffò -voi andate, continueremo la nostra conversazione a cena- disse rivolto a Crystal che annuii e si congedò.

 

Crystal e Harry camminarono per alcuni minuti e appena si fermarono in una parte isolata, lei gli domandò subito -nessuno mi é venuto a far visita, o sbaglio ?-.

 

Lui sorrise e le lasciò un casto bacio sulle labbra -esatto- le accarezzò con il palmo della mano la guancia -si stava innervosendo e sapete che é un male- le sussurrò.


Lei abbassò la testa-purtroppo ne sono a conoscenza-.


Harry le alzò delicatamente il mento -ma non é solo quello il motivo per cui l’ho chiamata- 
Crystal lo guardò confusa. Lui le diede un altro bacio e lei si trovò con le spalle al muro -non riuscivo più a stare senza la sua presenza-.

 
Lei sorrise felice -non dovremmo qui ... qualcuno potrebbe vederci- disse a voce bassa, sembrava preoccupata.


Lui ridacchiò e aprì la porta a fianco a loro -mi sono preparato. Le guardie stanno mangiando e quelle poche che sono rimaste in servizio stanno agli ingressi e con gli altri nobili, la servitú é occupata a servire il pranzo e il resto delle persone é fuori o a pranzare o a fare qualunque cosa stiano facendo-.


Il volto di Crystal s’illuminò -va bene-. 

 

I loro occhi si fecero bramosi mentre entrarono nella stanza senza staccarsi uno dall'altro e lentamente la visione schiarì fino a quando non aprì gli occhi e rivide gli scaffali colmi di libri.

 

Crystal sbatté le palpebre, il dolore era sparito, proprio come la sua visione. Aveva le gote in fiamme e il respiro affannato. Non aveva mai provato tanto dolore durante i suoi sogni, al massimo un po’ di stanchezza dopo, nient'altro.

 

Proprio in quel momento passò Victoria con in mano alcuni libri dalle pagine gialle e la copertina logora. Victoria appena notò la cugina con le guance arrossate, il respiro affannato e l'aria affaticata si precipitò da lei. -ti senti bene?- le chiese posando i libri su uno scaffale e cingendole le spalle con entrambe le mani.

 

Crystal alzò lo sguardo per poi incrociare due occhi limpidi come l'acqua che la guardavano preoccupati. -si- disse mentre la testa si alleggeriva completamente e il respiro tornava normale. -ho solo dormito troppo poco-.

 

Victoria non era convinta, ma finse di esserlo per non mettere sotto pressione la cucina. -va bene. Vieni a sederti-. La fece sedere su una sedia che si trovava là vicino.


 


 

*******

 


 


Harry stava guardando un film con Niall e Zayn, quando all'improvviso sentì un dolore acuto alla testa. Zayn lo guardò preoccupato e sorpreso, un minuto prima il riccio stava bene -amico, che hai?-

 

Harry stava per dire qualcosa ma il dolore peggiorò e di conseguenza urlò. Niall corse a chiamare il loro mentore, Louis, mentre Zayn cercava un modo per far calmare Harry e gridava al biondo di sbrigarsi, perché non sapeva, quanto avrebbe ancora resistito il riccio.

 

Louis arrivò subito, seguito a ruota da Liam e Niall. -che cosa ha?- chiese piegandosi verso di lui. Al contrario degli altri ragazzi, lui era più tranquillo.

 

Zayn gli spiegò molto brevemente la situazione-stavamo guardando un film quando ha cominciato a provare un forte dolore alla testa-.

 

Louis si avvicinò a Harry tranquillizzandolo e cercando qualche sintomo che poteva dirgli che cosa aveva il suo protetto. Niall fece qualche passo verso Zayn, Harry e Louis, aveva un’aria molto spaventata e tremava leggermente. Un'idea s’insinuò nella mente del biondo –e se stesse rifiutando la trasformazione?- Liam e Zayn lo guardarono subito, speravano che scherzasse, ma non era così.

 

Louis scosse la testa -non é possibile- cercò di far sedere Harry su una poltrona come che era inginocchiato per terra. -non ha ancora iniziato la trasformazione ... e vi posso assicurare che chi rifiuta la trasformazione non ha un semplice dolore alla testa-.

 

Zaynera sbalordito -un semplice dolore alla testa? Sembra che sia un dolore atroce!-.

 

Louis alzò una palpebra di Harry é cose che il suo iride era nero e non si vedeva neanche la pupilla -penso di aver capito cosa ha!- esclamò Louis alzandosi.- Liam vai a prendere un tomo che sta sul secondo scaffale a destra, nel mio studio. Lo riconoscerai subito, é con delle scritte dorate e di cuoio.- incaricò Liam. Poi chiese a Niall di andare a prendere dell'acqua da bere per il riccio e chiese a Zayn di tenere fermo Harry.

 

Liam tornò subito, proprio come Niall, teneva in mano un volume pesante e si notava che riusciva appena a mantenerlo senza farlo cadere. -ecco- disse porgendo il grande libro a Louis, che lo prese senza problemi, non gli sembrava che al suo mentore il peso del grande volume facesse qualche effetto.

 

Louis sfogliò le pagine sbiadite del libro e appena trovò ciò che cercava lo indicò sorridendo fieramente. -a quanto pare Harry é vittima di un incantesimo- constatò e poi citò qualche dico del libro, per far capire meglio la situazione ai suoi protetti -Di solito un incantesimo della memoria é abbastanza semplice.Almeno che un'altra strega s’intrometta e cerchi di cambiare ricordo, o perfino di aumentare il numero di persone sotto effetto. Spesso queste ragioni causano molto dolore alla testa. In molteplici casi si é visto che la persona aggiunta all'incantesimo soffre perfino piú della vittima iniziale e se fa parte del ricordo, ricorda anche lei. Si puó capire se sei sotto un sortilegio della memoria, dagli iridi neri che oscurano la pupilla.– .

 

Niall domandò subito se c’era un modo per spezzare la magia. Louis scosse la testa mortificato –non c’è un modo, dobbiamo aspettare che le streghe finiscano, mi dispiace-.

 

Liam si portò le mani fra i capelli corti –non c’è un modo per alleviare il dolore, almeno quello sarebbe una soluzione?-.

 

Louis fece una smorfia -purtroppo dobbiamo solo aspettare e star a vedere-.

 

Harry si concentrò su quelle immagini e voci che gli vagavano nella mente e cercò di smettere di ascoltare i ragazzi che parlavano. Il dolore era forte. Insopportabile. Gli sembrava di morire lentamente. In un modo atroce che lo consumava gradualmente, senza fretta.

 

Stava passando per un corridoio dalle mura bordò piene di quadri e dalle finestre entrava la luce fioca del sole. C’erano delle voci che provenivano da una porta non molto lontano da dove si trovava lui, vi si avvicinò incuriosito e notò un ragazzo dalla carnagione pallida, i capelli castani e gli occhi nocciola. Era teso e guardava la porta da cui si sentivano la voce di una ragazza e di un ragazzo che parlano e dalla voce di lui si poteva notare senza problemi che non era affatto contento. Harry si avvicinò subito -che sta succedendo?- chiese indicando la porta.

Non c'erano rumori sospetti o grida, ma il tono delle voci non erano neanche amichevoli, perciò attiravano la sua curiosità. Liam si voltò a guardarlo -Buongiorno, maestà- si chinò leggermente per poi guardare la porta dinanzi a loro. -dovevano mangiare insieme, ma purtroppo lei ha cominciato a stuzzicarlo e da quello che sento ...- spiegò, lasciando la frase in sospeso.


Harry sembrava aver capito di cosa parlasse il ragazzo affianco a lui e continuò la frase -e da quello che senti sta perdendo la pazienza-.

 

Liam annuì –esattamente-.

 

Harry non fece passare un minuto ed entrò nell’enorme salone. Notò subito che il ragazzo dai capelli castani e gli occhi cioccolato era innervosito e gli venne voglia di sorridere –scusate per il disturbo- si scusò per averli interrotti e il suo sguardo finì sulla incantevole fanciulla che gli dava le spalle in quel momento –ma Lady Pyrrhus è venuta a farle visita- disse rivolgendosi a lei.

 

Il ragazzo dalla chioma castana sbuffò -voi andate, noi continueremo la nostra conversazione a cena- disse rivolto a Crystal che annuii e si congedò.

 

Dopo aver girato diversi corridoi, i due ragazzi si fermarono in una parte abbastanza isolata del castello -nessuno mi é venuto a far visita, o sbaglio?- chiese lei sorridendo. Lui la guardò incrociando quegli incantevoli occhi verdi, ma non verdi come l’erba, come quelli di Crystal, la giovane di fronte a lui aveva gli occhi verde bosco.

 

Lui sorrise e le lasciò un casto bacio sulle labbra -esatto- le accarezzò con il palmo della mano la guancia rosea -si stava innervosendo e sapete che é un male- le spiegò il motivo per cui aveva interrotto il loro pranzo.

Lei abbassò la testa -purtroppo ne sono a conoscenza-.


Harry le alzò delicatamente il mento -ma non é solo quello il motivo per cui vi ho chiamato- 
Crystal lo guardò confusa. Lui le diede un altro bacio e lei si trovò con le spalle al muro -non riuscivo più a stare senza la sua presenza - lei sorrise felice -non dovremmo qui ... qualcuno potrebbe vederci ...-.


Lui ridacchiò e aprì la porta a fianco a loro -mi sono preparato. Le guardie stanno mangiando e quelle poche che sono rimaste in servizio stanno agli ingressi e con gli altri nobili, la servitú é occupata a servire il pranzo e il resto delle persone é fuori o a pranzare o a fare qualunque cosa stiano facendo- a quanto pareva il ragazzo da cui Harry vedeva quella situazione, stava già cercando la ragazza, prima di sentire che stava discutendo.


Il volto di Crystal s’illuminò -va bene-.

 

I loro occhi si fecero bramosi mentre entrarono nella stanza senza staccarsi uno dall'altro e Harry senza staccarsi dalle labbra della bruna chiuse la porta alle loro spalle.

 

Harry si strofinò gli occhi, il dolore era diminuito e in meno di due minuti era svanito completamente. I ragazzi, tranne Louis, erano sconvolti e lo guardavano come se avessero visto la cosa più sconvolgente al mondo. –stai bene?- gli chiese premurosamente Louis alzandosi in piedi come che prima si era inginocchiato vicino a lui.

 

Harry leggermente confuso da quello che aveva appena sognato a occhi aperti, lo guardò per un secondo sussurrando un –si-. Si guardò intorno riconoscendo le mura bianche e il parquet della casa che aveva comprato Louis, un mese prima che si trasferissero a New Orleans. –che cosa è successo?- si ritrovò a chiedere senza accorgersene. Era troppo scosso e non riusciva a capacitarsi che il “sogno” fosse così vivido.

 

Il suo mentore gli spiegò sul momento quello che era successo: il fatto che appena aveva visto i suoi occhi, si era accorto che quei sintomi gli ricordavano quelli che aveva studiato durante il corso sulle arti occulte che aveva scelto il primo anno alla Casa della Notte e quello che aveva letto sul suo vecchio tomo che parlava delle magie più rare e più usate dalle streghe.

 

Harry spalancò gli occhi appena Louis gli lesse quello che c’era scritto sul suo vecchio libro. Zayn aveva supposto che magari non era lui la “vittima iniziale”, ma che forse era la persona finita “per sbaglio” in quel battibecco tra streghe.

Lou scosse la testa –non credo. Di solito le streghe cercando di mettere in mezzo chi non gli serve- disse rivolto a Harry e lui lesse quello che il suo mentore e amico non voleva dirgli davanti ai altri ragazzi per non farli preoccupare: le streghe vogliono qualcosa da te.

 

Il riccio ci pensò un momento, la strega che stava facendo l’incantesimo all’inizio, non voleva metterlo in mezzo, da quello che aveva capito ascoltando quanto spiegato e letto da Louis. Era quando la seconda strega si era intromessa nell’incantesimo della prima, che lui era stato immischiato. Perciò si chiese, era veramente un sogno quello che ho vissuto in quegli attimi, o qualcos’altro?

 
 

 

***********

 


 

La ragazza dai capelli neri sospirò mettendo l’ultimo ingrediente nella ciotola davanti a lei. Era stanca, ultimamente stava usando troppo e troppo spesso i suoi poteri da strega. Lanciò uno sguardo al ragazzo seduto non molto lontano da lei su una poltrona, stava sorseggiando qualcosa di rosso dentro un bicchiere di vetro.

Trattenne un conato di vomito, le faceva senso il sangue. Non riusciva a credere che esistessero degli esseri che lo bevessero come se fosse il vino più prelibato.

 

Qualunque ragazza della sua età sarebbe rimasta affascinata da quel bellissimo ragazzo. Aveva la pelle pallida, si poteva perfino dire diafana. I capelli castani erano né troppo corti né troppo lunghi, una lunghezza che le sembra perfetta. Gli occhi erano sul marrone scuro ma si poteva notare, se li guardavi attentamente, che intorno alla pupilla erano ambrati.

Il fisico era come qualunque adolescente, perché sì, alla ragazza sembrava un ragazzo sui 18-19 anni, circa. Indossava una camicia nera con aperti i primi tre bottoni, dei pantaloni neri e un giubbino di pelle, nero.

 

È così bello, pensò, così dannatamente attraente, quanto letale. Si costrinse a spostare lo sguardo sul libro d’incantesimi che si trovava davanti a lei sul piccolo tavolo rettangolare di legno. Non poteva pesare certe cose sul suo “rapitore”, la stava obbligando a fare qualcosa che lei non voleva fare e se non avrebbe ubbidito, sarebbero morte molte persone, compresi i suoi genitori.

 

-a che punto stai, streghetta?- chiese il ragazzo, prima era assolto nei suoi pensieri mentre beveva, ma adesso che aveva finito il contenuto del bicchiere voleva vedere se quelle sciocca ragazzina aveva combinato qualcosa, o se solamente aveva perso tempo.

 

 -sto per iniziare- disse per poi cominciare a pronunciare una litania in latino. Quando finì le candele si spensero e lei sorrise stremata –fra poco dovrebbe avere un altro ricordo- sussurrò.

 

La ragazza stava per lasciarsi cadere per terra dalla stanchezza, nel momento in cui le candele all’improvviso si accesero di nuovo senza che nessuno le avesse accese.

Il ragazzo con una velocità sorprendente si alzò e si avvicinò a circa un metro di distanza da lei e dalla ciotola con gli ingredienti per l’incantesimo. –che cosa stai facendo?- le urlò, sembrava, spaventato, preoccupato e innervosito. La giovane ragazza era sicura che lui pensasse che quello era un affronto.

 

Si alzò lentamente in piedi e cominciò a sussurrare formule per individuare chi si stava intromettendo nel suo sortilegio, modificandolo. –qualcuno sta cercando di cambiare in qualche modo l’incantesimo- chiuse appena gli occhi, non riusciva a individuare la fonte di quel potere, riusciva solo a dire che era vicina, ma non sapeva dire quanto vicina.

 

È troppo forte, pensò mentre sentì qualcosa entrare dentro di lei. –chi sei?- chiese nella sua mente. Quella persona era riuscita a entrare nella sua mente, lo sentiva, stava guardando i suoi ricordi e pensieri.

 

Una calda voce femminile le rispose –non importa.- sussurrò. –digli di fermarsi, di lasciarle stare, o gliela farò pagare- disse per poi uscire dalla sua mente, la lasciò senza energie e la giovane si ritrovò piegata per terra con le mani che le sorreggevano il corpo privo di forze. Delle gocce di sangue le scendevano dal naso.

 

-chi ha fatto tutto questo?- chiese il ragazzo furioso, abbassandosi davanti a lei, in modo da guardarla negli occhi.

 

Lei lo guardò per alcuni secondi, che parvero ore –non lo so- si ritrovò a dire senza accorgersene, aveva alzato lo sguardo per guardare gli occhi del ragazzo, erano così rossi, rossi come il sangue e delle vene viola si intravedevano sotto. Ripensò alle parole della donna – ha detto ...-.

 

Lui accigliato la guardò aspettando che continuasse a parlare, odiava le persone che non finivano le frasi, ma odiava ancora di più chi s’intrometteva nei suoi piani. Lei lo guardo e ingoiò il groppo che le si era formato in gola. –ha detto di dirti di fermarti, di lasciarle stare, o te la farà pagare-.

 

Il ragazzo si alzò di scatto e con una furia mai vista, gettò per terra il tavolo di legno, con il libro, la ciotola e il pesante Grimorio degli incantesimi. –trova un modo per dirmi chi è!- urlò per poi passarsi una mano fra i capelli castani.

 

Lei non si accorse nemmeno di essersi messa a piangere, sapeva che non sarebbe mai riuscita a fare un altro incantesimo senza un po’ di riposo e aver mangiato qualcosa. Era senza forze, non riusciva neanche a stare in piedi e sé non era, che temeva per l’incolumità dei suoi genitori, si sarebbe lasciata andare svenendo sul tappeto rosso sangue del salone di quel ragazzo. Sapeva che non era solo un ragazzo, ma qualcosa di pericoloso, molto pericoloso.

 

 




Spazio Autrice

Ciao ragazzi!!!
Scustate il ritardo, ma sto in vacanza e mi è difficile pubblicare nuovi capitoli.
Comunque fatemi sapere il vostro parere su questo capitolo e se volete fatemi qualche domanda.

Stelena5775

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Capitolo 19
*** A time bomb ***


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Chapter XVIII

 A time bomb












Erano passati diversi giorni da quella Domenica. I ragazzi si erano incontrati piú volte, ma raramente si erano fermati a parlare. Victoria anche se lavorava con Louis, cercava di parlargli il meno possibile e lui anche se non amava quella situazione gelida, non sembrava cercare di porvi rimedio.

-vai a vedere se Tobias ha finito il suo articolo sulla scomparsa di quella ragazza- gli disse Victoria e Louis annuì uscendo dal loro ufficio e dirigendosi verso la scrivania del suo collega Tobias.

Anche se lavorava da poco lì, stava facendo molto velocemente amicizia. Era strano, ma si trovava ad agio con quelle persone. Nessuno faceva domande sul suo passato e nessuno sembrava far caso che Louis usciva sempre, quando c'era il sole, con un cappello con la visiera abbassata e gli occhiali. Sembrava che per loro fosse normale.

-Buongiorno Toby!- Louis salutò il ragazzo dalla pelle color caffè e dalla corporatura robusta.

Lui alzò il viso dallo schermo del computer -Ciao Louis! Che ti serve?- chiese.

Louis prese alcuni documenti e cominciò a leggerli, aspettando -Victoria vuole l'articolo su quella ragazza scomparsa- spiegò solamente.

Toby fece qualcosa con il mause e dopo neanche un minuto, il moro si posó contro lo schienale della sedia -fatto!- esclamò sorridendo.

Louis gli sorrise a sua volta e posó i documenti su un'altra fila di fogli sulla scrivania del ragazzo dagli occhi scuri. -secondo me, sei un mago, accipicchia non é possibile essere cosí veloci. Aaron ti ha dato questo compito poche ore fa-.

Tobias fece spallucce -Nessuna magia. Sono solo bravo nel mio lavoro-.

Louis lasciò stare e si diresse di nuovo nell'officio suo e di Victoria. Aaron due giorni prima gli aveva detto che lo stare con Victoria l'avrebbe aiutato a integrarsi e lei gli avrebbe spiegato tutto quello che gli serviva. La bionda non era sembrata molto contenta, ma a quanto ne sapeva lui, non si era neanche detta contraria a quel cambiamento.

Stava per aprire la porta quando sentì che c'era qualcun altro con Victoria, a meno che lei non avesse cominciato a parlare da sola e quello sarebbe stato preoccupante. -come stai?- chiese quello che riconobbe dalla voce come Aaron.

La porta era socchiusa, perciò Louis riusciva a vedere cosa stava succedendo. In molti gli avevano detto che Victoria e il loro capo erano amici, ma non li aveva ancora mai visti insieme.

Victoria poggiò il fondoschiena sulla scrivania, era in piedi davanti al Signor Queen e aveva la testa leggermente abbassata. A Louis sembrò molto stanca e stressata.-vorrei veramente dire di star bene, ma credo che si noti benissimo che non é cosí-.

Aaron annuì anche se non era una domanda. Sembrava che il moro sapesse il motivo per cui Victoria non stava bene. -come la stanno prendendo?- chiese ancora.

Victoria si passò una mano fra i capelli e tornò, lentamente, a sedersi dietro la sua scrivania. -non so. Devo dire che si comportano tutte in modo strano. Alexandra sembra che parli ancora di meno e sta ancora di piú per fatti suoi. Diamond sta sempre fuori casa, o con una sua amica, o per conti suoi, o con Crystal. Deborah sembra averla presa bene, o almeno se l'ha presa male a me non l'ha fatto notare. Sembra essersi data una calmata, non ha ancora litigato con nessuna delle altre mie cugine, o con me.- Louis non capiva di che stesse parlando. Che cosa gli ha detto di cosí sconvolgente?, pensò guardando la bionda che guardava a sua volta Aaron.

-é Crystal?- chiese. Lou non aveva notato che Vicky aveva parlato solo di tre sue cugine e ne mancava una, ma a quanto pareva il Signor Queen ci aveva fatto caso.

-Crystal, invece mi preoccupa parecchio, dorme poco, mangia poco e la vedo sempre affaticata. Sembra una bomba ad orologeria. Non so che fare con lei, ho provato a parlarci, ma mi risponde sempre che va tutto bene. Tre giorni fa si é perfino svegliata gridando, per colpa di un brutto sogno e quando le ho detto di raccontarmelo, mi ha detto che né avremmo discusso. Quando cerco di tirare fuori l'argomento, se ne esce sempre con una scusa...-. Louis era sconvolto. Pure Harry, il suo protetto, aveva avuto un incubo, tre giorni prima, di cui non gli aveva voluto parlare.

Aaron le si avvicinò e le posó una mano sulla spalla-andrà tutto bene, tutto si sistemerà-.

Louis stava per bussare, come che aveva capito che quella conversazione era quasi al termine, ma prima riuscì a sentire quello che gli disse lei. -non credo, niente nella mia vita va bene-.






 
**









Crystal posò lo zaino sugli spalti. Era, quel giorno andata a vedere gli allenamenti delle sorelle minori.

-ora, Deb sta mostrando alle altre cheerleader i nuovi passi che stava preparando Alex- le spiegò Diamond orgogliosa delle gemelle. Lei aveva lasciato, ma era felice che le piú piccole della famiglia erano riuscite, dove lei aveva mollato.

Crystal diede uno sguardo alla ragazza dai lunghi capelli biondi che spiegava a due ragazze, che non avevano capito il movimento delle braccia, come si faceva.

Poi guardò Alex che stava guardando qualcosa, o qualcuno dall'altra parte del campo. Seguì il suo sguardo. Stava guarda gli allenamenti di football, specialmente il suo sguardo era rivolto a un ragazzo dai capelli castani e gli occhi nocciola che stava seduto sugli spalti, vicino ai ragazzi che giocavano a football.

Sorrise, le piace l'idea che la sorella avesse un interesse amoroso. Alexandra era sempre stata così cinica, ogni volta che le chiedevi se ci fosse qualcuno che le interessava ti rispondeva sempre che l'amore é un idiozia e che lei non avrebbe mai comesso il grosso sbaglio di amare qualcuno.

Crystal si girò verso Diamond e le indicò prima Alex e poi il castano seduto sugli spalti.

Diamond spalancò gli occhi per poi sorridere -la piccolina sta crescendo- esclamò beata. Anche a lei faceva piacere che magari la penultima nata scoprisse che cosa si prova a essere innamorati, ma sapeva benissimo che prima di ammetterlo, se mai lo avesse ammesso, Alexandra avrebbe lottato con le ughie e con i denti per cercare di sembrare la cinica che é sempre stata. Una cosa che le faceva veramente sembrare gemelle Deborah e Alexandra era il fatto che tutte e due dicevano sempre che l'amore é un stubidaggine. 

-già- concordò Crys.

-credi che ci proverà, o farà finta di niente?- chiese Diamond a Crystal.

-Dipende se gli piace, o se lo sta solo guardando. - le rispose la sorella per poi torturarsi il labbro inferiore, era una cosa che faceva spesso, soprattutto quando stava pensando, o quando era agitata. In questo caso stava pensando a che cosa avrebbe potuto fare per sua sorellina, Alex. Crys aveva bisogno di uscire un po' e la ragazza dai corti capelli biondi sembrava avere bisogno di svagarsi un po'.

-pensi che accetterebbe di andare a fare shopping, domani?- domandò la maggiore alla minore. Crys non usciva spesso, e in quelle poche volte, le piaceva andare al parco a disegnare, scrivere sul suo diario o passeggiare solamente, qualche volta andava a fare shopping con Annamaria, la sua migliore amica, o andava con Emanuele, il suo amico d'infanzia, a comprare una pizza nella panetteria vicino alla loro scuola. Non era mai stata una tipa cui piace particolarmente uscire.

 Lei e le sue sorelle avevano delle vite separate, ognuna aveva dei suoi amici e dei luoghi in cui preferiva andare. Uscivano raramente insieme e in quelle rare occasioni c'era sempre di mezzo la loro mamma. La signora Winchester non aveva mai amato che le sue figlie avessero delle vite separate e si trattassero come delle coinquiline, aveva sempre cercato di tenerle unite, prima di scomparire, ma non c’era mai veramente riuscita fino a quando, lei e suo marito erano scomparsi.

-non so, devi chiederle se non ha altri impegni- Diamond fissò Crys -perché?-.

-penso che sia giusto che ci parli un po', sono pur sempre sua sorella maggiore e é compito mio aiutarla,non di Vicky-. e poi aggiunse -comunque oggi devo dare ripetizioni ad alcuni ragazzi-

Diamond alzò un sopraciglio -pensavo che avessi smesso dopo la scomparsa di mamma e papà-. la guardò negli occhi, azzurro contro verde.

-si, ma ho bisogno di distrarmi. Tu sai che mi piace dare ripetizioni-.

-lo so, ma so anche, che forse resterai ancora poco più di un mese e io pensavo ... che avremmo passato questo tempo ... insieme- spiegò Mond, il suo tono di voce ricordava tanto quello di una ragazzina a cui é stato fatto un torto, ma che cerca non far vedere che é ferita.

Crys non rispose subito -non andrò via per sempre-.

-ti ricordo che c'é sempre la possibilità che ... - Diamond non finì di parlare, non riusciva ancora pienamente ad accettare che ci fosse la possibilità che una delle sue sorelle, o perfino lei ...

La voce di Crystal non trasmetteva paura, confusione o altro, era amara, proprio come le parole stesse che aveva usato -il nostro corpo rifiuti la trasformazione- era una bruttissima da dire, ma purtroppo era la cruda verità. Crys lanciò uno sguardo a Diamond, che aveva ripreso a guardare le sorelle minori e si alzò, ero il momento di tornare a casa. -vuoi un passaggio?- chiese gracchiando, aveva provato ad avere un tono di voce che somigliasse di più alla voce che aveva di solito, ma non c'era riusciva, le si era formato un groppo in gola, anche lei odiava il fatto che c'era fosse la possibilità che una di loro non sopravvivesse, di lei stessa non le importava molto, ma il solo pensare alla possibile morte di una di loro...

-no, torno con Aurora e le gemelle- le rispose Mond.

Crystal non disse altro o chiese e si diresse verso la sua macchina.





***




 

-dove é Crys?- chiese Deborah avvicinandosi a Diamond.

Diamond le rivolse uno sguardo triste, non le era per nulla piaciuta la piega che aveva preso la conversazione con la sorella maggiore. -sé andata a casa, deve dare ripetizioni ad alcuni ragazzi-.

Deborah sbatté le palpebre sorpresa -non sapevo che aveva ripreso- spostò alcune ciocche bionde di che le erano sfuggite alla coda di cavallo.

-neanche io lo sapevo. - disse tristemente Diamond, non riesco a capire perché non possiamo parlare come delle sorelle. Infondo non siamo questo, sorelle?, si chiedeva alzandosi in piedi, certe volte dubito perfino che siamo solo lontanamente imparentate.

Alexandra si avvicinò a loro -le prove sono finite- avvertì Mond -noi andiamo a salutare alcune persone e poi ci andiamo a cambiare-.

Diamond annuì -va bene- acconsentì.





 

**********





 

-penso che dovresti smettere di guardarla!- gli disse Tommaso, sedendosi vicino a Zayn.

Il moro sorride e guardò il suo nuovo amico, era sorprendente che i due avessero legato in così poco tempo, di solito Zayn non instaurava un rapporto d'amicizia così solido in neanche una settimana, anzi in altre circostanze sicuramente non avrebbe fatto amicizia così in fretta. In più la cosa insolita era che lui si fidava di Tommaso.

-non la sto guardando così tanto!- obbiettò Zayn a disagio.

Tommy gli diede uno spintone che fece barcollare il ragazzo dagli iridi ambrati.-Zayn! -richiamò la sua attenzione.

-che c'é?- gli chiese, era occupato a prendere la bottiglietta dell'acqua dallo zaino.

Tom gli indicò due figure che si stavano dirigendo nella loro direzione. Zayn sgranò gli occhi. La figura piú bassa era Deborah e il ragazzo che le cingeva le spalle era George il quarterback. Il ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli neri fece un cenno di saluto alla sua squadra, poi si avvicinò a Zayn, sorridendo.-ehi Zayn!- lo salutò, al moro il ragazzo dagli occhi azzurri non era molto simpatico, ma rispose comunque al suo saluto con un -ehi-.

Tutta la sua attenzione era concentrata sulla ragazza bionda che salutava una cheerleader fidanzata con Pascal, un componente della squadra di football. Appena Deborah smise di chiacchierare con la ragazza dai capelli castani con delle ciocche gialle e verdi, si avvicinò a George. Al contrario di quanto si aspettava Zayn, Deb non baciò George né gli sorride, al contrario, fu molto fredda nei confronti del ragazzo. 

-comunque, questa é la mia ragazza, Deborah- sembrava quasi, dal suo tono di voce, che stesse mostrando un premio e non che stesse presentando la sua ragazza. Poi si rivolse a Deborah - lui, invece, é Z ... -.

Lei non lo fece finire -ci conosciamo già-.

George guardò prima Deborah e poi Zayn -come vi siete conosciuti?- chiese con una punta di gelosia nella voce.

-il suo tutore, Louis é un collega di Victoria- gli spiegò Deb, veramente lui non aveva bisogno di un tutore, come che era maggiorenne, ma non disse niente. George non sembrava crederle, anche se era la verità, ma tacque.






 
*********




 

Liam stava seduto sugli spalti, quando notò una testa bionda che lo stava fissando, sorrise. Appena la guardò, lei spostò lo sguardo e si girò per tornare ad allenarsi. Gli venne voglia di seguirla e magari parlarle, ma il suo amico Harry lo richiamò. -Lí!-

-che c'è?- si ritrovò a rispondere, aveva una voglia matta di parlare con Lex.

-ti voglio ricordare che fra poco, tu e Zayn dovete andare a prendere ripetizioni- gli ricordò il riccio. Liam si era proprio dimenticato, prese lo zaino e il libro che stava leggendo e fece per avviarsi verso la loro macchina, ma si fermó -potresti dire a Zayn di sbrigarsi, a costo di finire prima gli allenamenti?-.

Harry sorrise -certo comincia ad andare!-.

Il ragazzo dai capelli castani fece un cenno di saluto e si avviò verso il parcheggio della scuola. Harry per lui era diventato come un fratello in quegli ultimi anni, oltre che un grande amico. Era bello stare in compagnia di persone con cui dividevi lo stesso destino, ti faceva sentire meno solo.Crescere con dei genitori che non invecchiano mai, che la mattina presto ti lasciano a casa per andare a “caccia”, non é semplice, non lo é affatto, ma anche se Liam pensava di essersi arreso molto tempo fa a vivere una vita da vampiro, in cuor suo sperava ancora in una vita normale lontano dal mondo sovrannaturale. 









Spazio Autrice

Buona lettura e spero che vi piaccia questo capitolo.

Vi faccio una domanda: chi preferite tra le Winchester?

Spero di ricevere qualche recensione, alla prossima!

-Stelena5775

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Capitolo 20
*** Problem ***



Abbiamo un problema, Stefan. E quando dico "problema" intendo una crisi a livello mondiale. 

-The vampire diaries




 
Chapter XIX 
Problem

 



 

Dopo essere tornata a casa per prendere alcuni libri che le sarebbero potuti servire, Crystal si era diretta verso l'indirizzo che le avevano dato quella mattina in segreteria.

Non sapeva bene come si erano organizzati, di solito i ragazzi a cui dava ripetizioni, si organizzavano tra loro per poi informarla, peró questa volta non aveva avuto neanche il tempo  per conoscerli.

Svoltò un'altra distesa di fangoe di alberi  e si ritrovó davanti una bellissima casa a tre piani, era fatta di pietra giú e i piani superiori erano bianchi, c'era un giardino ben curato e alcuni alberi. Era davvero una bellissima abitazione. La casa di trovava vicino al Bayou, in un luogo abbastanza isolato, perciò gli unici vicini erano gli animali. 
Parcheggiò affianco davanti al garage. Controllò di aver preso tutto il neccessario, si avviò verso la porta e bussò.

Sentì dei passi avvicinarsi sempre di piú a lei, fino a quando una testa bionda non le aprì la porta. -oh, Crystal! Che sorpresa!- esclamò Niall -che ci fai qui?-.

-devo dare ripetizioni...- non la fece finire di parlare.

-su entra!- si spostò per farla entrare-
ti stavo aspettando- le disse. Lui dopo le lezioni era tornato a casa, mentre gli altri erano rimasti a scuola per gli allenamenti di football, anche se alla fine solo Zayn faceva parte della squadra. A lui gli avevano chiesto di accogliere Crystal, o per meglio dire, chiuque sarebbe venuto per dare ripetizioni a Liam e Zayn, quel giorno e lui aveva accettato senza dire niente.

-é davvero una bellissima casa- commentò Crys guardandosi intorno, i muri erano bianchi e alcuni angoli erano fatti di pietra, il parquet era pulitissimo, anche se ci vivevano cinque maschi.

Lei si tolse le scarpe e rimase solo con i calzini -siediti sul divano- le disse indicandole il soggiorno, lei annuì e si diresse verso il divano di pelle.

Niall andò in cucina e aprì il frigo -vuoi un tè, acqua, succo o...?- le chiese insicuro sui gusti della ragazza.

Crystal posò le sue cose sul tavolino di vetro davanti a lei -un bicchiere d'acqua sarebbe perfetto- borbottò a disagio, fratuttiiragazzidellamia scuola, devodareripetizioni proprio aloro, si ritrovò a pensare.

-okay- le rispose Niall per poi riempire velocemente due bicchieri d'acqua e andare in salone dalla sua ospite.

Crys prese il bicchiere e ne bevve un sorso biascicando un -grazie-. Poi accorgendosi che non aveva ancora visto nessun altro oltre il biondo decise di chiedergli dove fossero Harry, Zayn e Liam. Tanto sapeva già che Louis doveva star lavorando, ancora.

-stanno venendo, gli allenamenti sono durati piú del previsto-.

Lei si passò una mano fra i capelli biondi, era un gesto che faceva spesso quando era confusa -se non ricordo male, solo Zayn gioca a football- iniziò assicurandosi di non aver sbagliato nome, vide il ragazzo dagli iridi azzurri annuire, segno che quello che aveva detto era giusto -allora perché sono rimasti anche Harry e Liam?- gli chiese curiosa, di solito era una persona che non faceva domande, ma era piú che altro una domanda per fare conversazione.

Niall venne colto di sorpresa ma rispose subito, sempre con un fantastico sorriso. Crys si chiedeva se sorrideva sempre così, o se gli era venuta una paralisi facciale e adesso era costretto a sorridere in ogni occasione. -Harry si é fatto dare la macchina da Louis, ma possiamo guidarla solo io, lui e Liam, come che Zayn ha una guida troppo spericolata, mentre Liam ... non so per quale motivo é rimasto invece di venire a piedi con me, forse si scocciava di camminare. Infondo la scuola é molto lontana da qui, io però mi diverto a camminare perciò non ho avuto problemi.-.

La ragazza dagli occhi verdi li strabuzzò -mi stai dicendo che sei tornato a casa a piedi?!- esclamò sorpresa -io da casa mia a qui- che é ancora piú vicina al bosco -ci ho messo oltre 30 minuti ad arrivare, con la macchina-.

Il biondo stava per dire qualcosa, ma sentirono entrambi delle chiavi aprire la serratura della porta d'entrata, i ragazzi erano tornati.






 
*




 

-Ciao Lucia!- Victoria salutò la segretaria che stava per rispondere al telefono, lei le fece solo un cenno con la mano e le sorrise.

Per quel giorno, Vicky aveva finito di lavorare e non vedeva l'ora di tornare a casa. Avrebbe cucinato qualcosa di veloce per cena e si sarebbe fatta un bagno caldo, per poi cenare in seguito, ma i suoi pensieri furono interrotti dallo squillare del suo cellulare.

Lo prese e appena lesse il nome che era uscito sullo schermo, si affrettò a rispondere. -Hey Kat- non sentiva la sua migliore amica da quel Sabato.

Sentì qualcuno singhiozzare dall'altra parte del telefono e cominciò a preoccursi -tutto bene?-chiese.

-h...ho paura Vi, ho tant...ta paura.- singhiozzò Kate.

Alla ragazza dagli iridi azzurri si gelò il sangue nelle vene, ma cercò capire che cosa stava succedendo. -Kate che succede?- chiese alla migliore amica.

-non lo so!- urlò. Vicky sapeva che Kate non era piú in lei, stava avendo un attacco di panico.

-Katie- la richiamò dolcemente, con il nomignolo che usava sempre per calmarla durante uno dei suoi attacchi- respira- le ordinò.

Sentì il respiro affannato dell'amica farsi piú regolare, perciò cercò delle spiegazioni. -Katie...- cercò la sua attenzione. -di chi o di che cosa hai paura?- declutì -i c...acciat...tori?-.

-n...no- le rispose l'altra -non s...so cosa vogliono da m...me, ma sono vam...mpiri-.

-perché dei vampiri ti dovrebbero attaccare?- chiese Vicky, succedeva in rare occassioni che i vampiri si attaccassero tra di loro, in piú conosceva Kate e sapeva che, ormai, da due anni si teneva lontana dalle faccende della loro specie.

Quando se ne erano andate dalla Casa della Notte avevano deciso insieme di lasciare tutto quello che era successo in quell'anno, lí, nessuna delle due voleva ricordare... anche se non riusciranno mai a dimenticare quello che é accaduto, sono cose che non si dimenticano mai.

-te l'ho detto!- gridò -non lo so!- si stava agitando.

-dimmi dove ti trovi e ti raggiungo-.

Kat rispose subito -sono rius...scita a scappare, mi trovo in profondità del Bayou , non s..so come spiegarti, qui ci sono solo al...lberi.- non si sentiva molto bene, cosa molto normale come che l'amica si trovava in un bosco.

Victoria stava per chiederle qualche altro dettaglio sui suoi aggressori, ma cadde la linea.Sospirò, aveva dato la sua auto a Crystal e perciò non sapeva come arrivare nel luogo dove si trovava Kate.

Come un dono dal cielo,notò dall'altra parte del parcheggio Aaron che era intento a salire sulla sua moto. Gli corse incontro attirando la sua attenzione -Aaron!- lui le regalò un bellissimo sorriso.

-che c'é Vicky?- le chiese notando la sua agitazione.

Lei prese il casco di riserva, che Aaron
portava sempre con lui e lo indossò. -ti spiego durante il viaggio-.

-dove andiamo?-.

-il Bayou- rispose sedendosi sulla moto e partirono.





 
******




 

Harry parcheggiò vicino casa sua e solo in quel momento notò una macchina rossa che gli sembrava aver già visto, ma come era un modello abbastanza usato, non gli diede importanza, doveva essere del tutor.

Harry prese le chiavi di casa e aprì la porta gridando un -siamo tornati!-.

Niall si alzò ed andò ad accoglierli e dirgli che Crystal era arrivata -Liam! Zayn! La vostra tutor é arrivata-.

Harry era confuso -“la"? É una ragazza?-

Niall stava per rispondergli quando Crystal sbucò dalla porta del salone, lei non era andata a salutare i ragazzi con il biondo perché era intenta a leggere alcuni messaggi sul telefono.

Victoria l'aveva avvertita che quel giorno sarebbe tornata piú tardi e in piú Diamond le aveva scritto che lei, Deborah e Alexandra erano arrivate a casa. Avvertire del rientro a casa, o di un ritardo, o perfino di un'uscita era una cosa che non facevano mai, ma da quando i loro genitori erano scomparsi era diventata un'abitudine.

-ciao ragazzi- li salutò timidamente, facendogli un dolce sorriso.

Harry sorrise come se avesse visto la persona piú bella al mondo, e per lui era cosí. -ciao principessa- la salutò e ridacchiò notando le gote della ragazza
farsi rosse.

-Hey Crystal- disse Liam sorridendo, invece Zayn si limitó a un cenno con la mano e un sorriso.

-che ci fai qui?- chiese Zayn togliendosi le scarpe. A Louis non piaceva molto pulire perciò loro cercavano di tenere tutto pulito, così non dovevano aiutare il castano nelle faccende domestiche.

-lei é la vostra tutor, per oggi- disse Niall guardando Zayn e Liam.

-davvero? Non sapevo che sei una secchiona- disse Zayn.

Harry gli lanciò un'occhiataccia, ma il moro la ignorò. Il riccio cercò di dire qualcosa, però lei con un cenno della mano gli fece capire che non gli importava. -sono abituata a questo stupido nomignolo, Debby mi chiama così ogni volta che porto un bel voto a casa-.

Liam corrugò la fronte proprio come gli altri, tranne Zayn, perché piú che confuso, sembrava curioso. -e tu la lasci fare?- chiese quest'ultimo.

-non mi importa come mi chiama, perciò la ignoro.-

-che ne dire, di iniziare a studiare?- chiese Liam, lui non amava studiare, ma il giorno dopo aveva piú di un'interrogazione e perfino un compito in classe di francese.

Tutti annuirono d'accordo e si divisero, Zayn, Liam e Crystal si misero in salone a studiare, mentre Harry e Niall andarono nelle rispettive camere.




 

******





 

Louis era uscito dal palazzo dalla grandi vetrate, il cielo era scuro, per colpa dei nuvoloni neri che coprovano i raggi del sole. Si era messo un paio di occhiali da sole, per sicurezza.

La macchina l'aveva prestata ai suoi protetti, perciò sarebbe andato a piedi. Per lui non era un problema, neanche tre minuti e sarebbe arrivato a casa usando la grande velocita e agilità che possiedono i vampiri.

Gli sembrò di sentire la voce di lei  perció si guardò intorno, la vide circa 6 metri lo lontano da lui, che saliva sulla moto di Aaron Queen, il loro capo.

Si mise in ascolto per sentire qualcosa, la faccia di lei era troppo sconvolta e lui voleva sapere il perché.

-dove andiamo?- lechieseAaron.

-il Bayou- rispose sedendosi sulla moto e partirono.

Louis si mise a correre lentamente (non poteva di certo correre veloce come un vampiro, in un parcheggio dove per di piú c'erano molti suoi colleghi) e appena notò che si era allontanato dalla strada e da ogni cosa che non fossero alcuni alberi e poche case in rovina, cominciò a correre velocemente, nessuno lo avrebbe notato.







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Spazio Autrice

Buona lettura!

Spero che vi piaccia questo capitolo e mi piacerebbe se lasciaste una piccola recensione, giusto per sapere il vostro parere sulla mia storia.

Grazie a chi legge questa storia, so che é orrenda, ma ci tengo molto.

Al prossimo capitolo <3

-Stelena5775

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Capitolo 21
*** No heartbeat ***


Che mondo è questo, dove nemmeno i vampiri sono al sicuro?

-Matteo Gambaro






 

 

Chapter XX - No heartbeat







 

Dopo oltre mezz'ora di viaggio, Aaron e Victoria arrivarono al Bayou, ad accoglierli c'erano solo alberi e fango.

Victoria scese dalla moto e si tolse il casco. Aaron fece lo stesso e guardando la vegetazione che li circondava, domandò alla bionda qual era il suo piano.

Vicky scrollò le spalle -non ne ho uno- gli rispose, prese un ramo abbastanza

appuntito all'estremità e riversò dei colpi all'aria per testarlo -ma appena vedrò chi ha provato a sfiorare la mia migliore amica, giuro che non respirerà mai più -.

Lui sorrise, era quella la vera Victoria, non la ragazza che scriveva al computer e lavorava per lui, ma la ragazza che maneggia alla perfezione un'arma e che era pronta a combattere chiunque per chi ama.

-Hey! Ron, tutto bene?- chiese Vicky notando che Aaron era immerso nei suoi pensieri. 

-s...si . Comunque, se sono vampiri come ha detto Kate, vuol dire che non li puoi far smettere di respirare, perchè sono già morti-.

-è un modo di dire- Victoria smise di agitate il bastone e guardò la punta, quanti ricordi. Ricordi che pensava di aver messo da parte. Scosse la testa, doveva dimenticare, era l''unica cosa che doveva fare, che poteva fare. Si girò per guardare in faccia il ragazzo -me lo faresti un favore?- chiese.

-certo-.

-trasformati- disse solamente, lui capì al volo.

-ma Vic...- cercò di convincerla, era pericoloso.

-Aaron, sai bene che il Bayou è enorme, ci serve un modo per ...-  non volle dire quella parola, ma il moro la capì -fiutarla-. Victoria annii. -te lo chiedo solo perchè Kat è in pericolo, o se no lo sai che non te lo chiederei mai-.

Aaron cercò di fare un sorriso tirato -va bene- accettò -hai qualcosa di suo?- le chiede.

Victoria annuii e tirò fuori dalla borsa un braccialetto di legno con incise le iniziali V.I.K. -l'ha dimenticato nel mio ufficio il giorno che ha perso il controllo sui suoi poteri- spiegò, la fece sorridere il sapere che lo portava ancora al polso, lei lo teneva in una scatola insieme a tutto quello che riguardava quell'anno.


 

**



 

-il francese di Crystal è spettacolare!- esclamò Liam sorpreso. 

Ormai era oltre mezz'ora che Crystal dava ripetizioni a Zayn e Liam e in quel momento avevano deciso di fermarsi alcuni minuti per bere e mangiare qualcosa.

Crystal per pranzo si era preparata un panino, mentre i ragazzi si erano presi un hot-dog mentre tornavano a casa.

-Grazie- sorrise Crys addentando uno dei biscotti che aveva portato Harry.

-davvero?- chiese leggermente sorpreso Harry, lui era una frana con le lingue.

-già- poi si rivorse alla bionda -come hai fatto a impararlo così bene?-.

La Winchester fece spallucce -sono portata con le lingue, in piú vivo vicino al Quartiere Francese e li abitano molte persone che parlano quella lingua. Mi basta iniziare una conversazione parlando francese e il resto si fa da sè, in piú la Fitz é brava-.

-La Fitz?- chiese Zayn, i ragazzi avevano alcuni corsi diversi da Crystal e per di più erano dei nuovi allunni, perciò era logico che non conoscessero la professoressa Fitz.

-la mia professoressa di francese- spiegò la ragazza.

-Ah... okay-.

Ci furono alcuni minuti di silenzio fino a quando harry decise di parlare -allora, che fai domani?- chiese il riccio.

Crystal ci pensò un attimo, per poi rispondere -pensavo di uscire con mia sorella Alex-.

-Va bene- disse occhi verdi, leggermente deluso. Voleva invitarla a prendere qualcosa insieme.

Crys pensò di chiedergli il motivo di quella domanda, ma alla fine non lo fece. Era li per dare ripetizioni e non per conversare. Disse ai ragazzi di riniziare a studiare quando il suo telefonò squillò, era sua sorella Alexandra. -che c'è, Alex?- chiese alla sorella.

-io, Mond e Deb pensavamo di andare, più tardi, in discoteca. Vuoi venire con noi?- chiese Alexandra dall'altra parte dell'apparecchio.

La ragazza dagli occhi verdi si allontanò dai ragazzi, in modo che non ascoltassero la sua conversazione privata, per sua fortuna i ragazzi da quella distanza non riuscivano a sentire niente di quello che diceva la sua interlocutrice. -ti ricordo che non avete l'età giusta per andare in discoteca, siete troppo piccole- le ricordò la maggiore.

-lo so, ma Victoria dovrebbe rientrare tardi e Deborah ha avuto quest'idea... Abbiamo bisogni di svagarci con tutto quello che ci sta succedendo.- Crys annii, sapeva benissimo che avevano bisogno di sbagarsi, anche se lei non amava le discoteche e i pub.

-come farete ad entrare?- chiese curiosa, sicuramente gli avrebbero chiesto un documento. O almeno lo facevano nella discoteca più frequentata,  la Red Night.

-Rachele, la sorella di Pascal, ci ha fatto dei documenti falsi. Ne ha fatto uno anche a te-.

Crystal ci mise un minuto pieno a rispondere -ti ricordo che è inlegale-.

-non preoccuparti, sai che io non bevo e sicuramente non lo farà neanche Diamond. Invece Deborah la terremo sotto controllo. Andremo solo a ballare- Crystal stava per obbiettare, ma alla fine decise di lasciar stare. Erano abbastanza grandi da cavarsela da sole, non doveva trattarle come delle bambine, ormai non erano più tanto "piccole", dovevano anche loro fare i loro sbagli e le loro esperienze. -io non vengo. State attente e se vi serve qualcosa, chiamatemi. Stasera starò un pò a casa da sola, a quanto pare.-.

-va bene. Ciao- la salutò Alexandra.

-Tornate entro mezzanotte- disse Crys per poi salutarla -ciao-. Chiuse la telefonata e si mise il cellulare in tasca. Non era una sorpresa che Deborah e Diamond sarebbero andate in discoteca, ma Alexandra era una ragazzina molto responsabile che preferiva rimanere a casa a studiare, invece che andare a ballere... che le stava succedendo?

-Crys!- la richiamò Harry, distrandola dai suoi pensieri.

-s..si?- disse la bionda girandosi verso i ragazzi e tornando a sedersi sulla poltrona dove era seduta prima.

-ti stavamo chiedendo chi ha chiamato- le spiegò Zayn leggermente scocciato.

-Oh... scusate, ero immersa nei miei pensieri. Comunque era mia sorella Alex.-.

-tutto bene?- chiese Liam con un velo di preoccupazione.

 -si, tutto apposto- si limitó a rispondere, non era il caso di dire che le sue sorelle sarebbero andate in discoteca e avrebbero usato dei documenti falsi.



 

*

 


 

Il lupo dal pelo grigio correva veloce e agile tra gli alberi. Victoria appena risciva a stargli dietro, se fosse stata un vampiro ci sarebbe riuscita senza problemi e questo la innervosiva.

Per una volta che la sua "maledizione” gli sarebbe stata utile, non se ne faceva niente. Voleva tanto salvare la sua migliore amica, voleva per la prima vol essere diversa: essere un vampiro.

A farla ritornare con i piedi per terra, fu l'ululato di Aaron, che poteva significare che Kate era vicina, o che c'era un pericolo.

-che cosa hai trovato, Ron?- chiese al lupo che si era fermato a un metro da lei.

Lui ululò e le indicò con il muso qualcosa davanti a loro. In un primo momento, Victoria non vide niente, ma mettendo meglio a fuoco quello che si trovava di fronte, notò due figure che sembravano cercare qualcosa, oqualcuno.

I suoni che la circondavano la infastidivano, era come se cercassero di dirle qualcosa. C'era un ruscello nelle vicinanze, il vento muoveva le foglie e le faceva cadere... ma non riusciva a sentire un battito.

I cuori delle figure che si trovavano a pochi metri da lei non battevano. Era per quello che Aaron si era fermato, doveva aver percepito qualcosa di anormale in loro.

Istitintivamente, Vicky fece un passo indietro, c'era qualcosa che la spaventava di quei esseri. Aveva conosciuto tanti non-morti nella sua lunga permanenza alla Casa della Notte e ormai non li temeva più, ma in quei due esseri c'era qualcosa di ancora piú strano, non erano semplici vampiri.

Per sbaglio, indietreggiando spezzò un ramoscello, i due cosi si girarono verso di loro e con la velocità di un vampiro li attacarono. Aaron ululò per poi mordere il braccio dell'essere che aveva l'aspetto di un signore di circa trenta e qualcosa di anni. Mentre l'altra, che era una ragazza di venti e qualcosa di anni, forse trenta, attaccò Victoria che con il ramo la fece barcollare.

Furono scagliati diversi colpi da entrambe le parti, ma dopo un pò solo uno ne rimase gravemente ferito...




Spazio Autrice

Grazie a tutti quelli che seguono questa mia storia. 
Penso che come che non ricevo nessuna recensione, questa storia sia da cancellare, perciò cercherò di finirla in pochi capitoli, anche se sarebbe dovuta durarne altri 40 o 50.
Mi scusco di questa mia scelta, ma non posso farci niente, non posso continuare a scrivere una storia che non riceve nessuna recensione, anche piccolina.
Ho tante idee per questa storia, ma a quanto pare devo cercare di farla molto più piccola, non voglio cancellarla, per questo cercherò di darle un finale(per quanto mi sia possibile, come che la storia sta solamente all'inizio e non è successo niente di che, ancora).


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Kiara_directioner_forever

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Capitolo 22
*** Pain ***


"credevo stesse morendo e invece dormiva, credevo stesse dormendo e invece moriva"

-da Dracula di Bram Stocker




 

Chapter XXII

Pain









 

-Tornate entro mezzanotte- disse Crys per poi salutarla -ciao-.
 

Alexandra chiuse la telefonata per poi rimettere il cellulare nella tasca degli jeans.
 

-allora- cominciò Diamond -da dove iniziamo la ricerca?-chiese la maggiore tra lei, Alexandra e Deborah.

 

-non so, proviamo a vedere fra gli oggetti magici, o tradizionali...- ragionò ad alta voce Alexandra.

 

Diamond le aveva raccontato della sua esperienza “particolare”, di Damien, di Clyte, dell'anello e di tutto il resto, tralasciando il fatto dell'aver ucciso un vampiro.

 

-ma siamo sicuri che quelli che vi hanno attaccati sono vampiri?- chiese Deborah prendendo un volume da uno scaffale e sfogliandolo distrattamente.

 

Diamond pensó a quando quell'essere le aveva morso il collo... e le vennero i brividi. Non poteva essere altro che un vampiro. -ne sono sicura- disse in un sussurro.

 

-una volta zia Margareth mi aveva accennato qualcosa su una razza di vampiri particolare, se non mi sbaglio... - fece una pausa di alcuni secondi per pensare -erano dei “vampiri” sottomessi. C'era qualcuno che li creava come propri schiavi e gli dava ordini... più o meno qualcosa del genere- spiegò Alex, ma non ricordava molto, sua zia le raccontava tante cose sul mondo sovrannaturale ed era difficile a distanza di un anno ricordare tutto.

 

-posso vedere se trovo qualcosa su questa razza di vampiri!- propose Diamond e le due annuirono.

 

-io invece posso cercare qualcosa su Clyte e Damien- disse Alexandra.

 

-allora io cerco informazioni sull'anello.- disse Deborah posando il volume che aveva preso e prendendone uno con scritto: gioielli magici nei miti.

 

Alexandra invece si mise a cercare qualche elenco sovrannaturale, ma dubitava di trovare i due, sarebbe stato troppo facile.

 

-avete trovato qualcosa?- domandò Diamond  dopo alcuni minuti di ricerca.

 

Deborah fece una smorfia -niente- disse scocciata. Deb ha poca pasienza e si  innervosisce facilmente quando non riesce ad arrivare al suo obbiettivo.

 

-Idem- disse Alex chiudendo un elenco dove c'erano tutti gli studenti delle Case della Notte degli Stati Uniti.

 

-lo stesso vale anche per me, non ho trovato niente- disse Mond per poi alzarsi -dobbiamo sbrigarci, abbiamo solo oggi per cercare qualcosa. Crys crede che stiamo in discoteca e Victoria torna tardi, non avremo un altro giorno così.- spiegò la maggiore. Diamond é una delle ragazze più positive che si potrebbero mai incontrare.

 

-purtroppo hai ragione. Abbiamo ancora alcune ore, usiamole al meglio- disse Alexandra alzandosi ed andando a prendere alcuni volumi molto pesanti.



 

******

Louis perse di vista Victoria e Aaron dopo che si dovette fermare un attimo, non si nutriva da due giorni e il bere solo un pò di sangue animale ogni tanto, non gli bastava per fare grandi sforzi, al massimo lo faceva reggere in piedi.

 

Riproseguì cercando di sentire il loro battito, o almeno qualche rumore che faccesse intendere dove fossessero i due. Riusciva a sentire due battiti, uno dei quali era più debole dell'altro.

 

Si avvicinò e rimase senza parole alla scena che gli si presentava davanti: un grosso lupo dal pelo grigio stava mordendo ferocemente il collo del suo avversario, mentre Victoria cercava di deviare gli attacchi dell'assalitrice, ma si poteva vedere senza problemi che era al limite delle forze.

 

Successe tutto in pochi minuti, ma sembrò molt l'avversaria di Vicky le assestò un colpo sul braccio in cui la bionda teneva il ramo, facendoglielo cadere a terra e perciò disarmandola. Aaron se ne accorse, ruggì e lasciò la presa sul suo avversario scaraventandolo contro un albero.

 

Victoria cercò di riprendere la sua unica arma, ma non ci riuscì. L'essere con cui conbatteva era almeno dieci volte più forte e veloce di lei, non sapeva che fare, il suo amico era ferito e si vedeva che appena riusciva a reggersi sulle zampe. Cercò di nuovo, ma questa volta il mostro arrivo all'arma prima di lei.

 

L'essere con gli occhi come il sangue non era molto intelligente, lo si poteva notare dalle sue mosse, ringhiava come un animale, era guidato dal semplice istinto primordiale, non stava ragionando come un essere umano, anzi non era neanche umano, ma neanche un vampiro.

I vampiri erano diversi, ragionavano, non si comportavano come animali, tranne quelli che invece di seguire le leggi dei vampiri e una vita pacifica con gli umani, avevano scelto la brama di uccidere e di nutrirsi per divertimento, senza regole.

 

Louis era bloccato vicino a un albero, quando Victoria si stava difendendo,aveva intravisto, da uno strappo sulla spalla, il marchio incompleto e aveva capito. Aveva cercato di correre da lei  per aiutarla, ma il mostro con cui lottava la ragazza dagli iridi azzurri l'aveva attaccata. Il ramo le aveva trapassato il petto e Louis era corso da lei.

L'aveva presa per i fianchi, sorretta, aveva premuto le mani sul suo petto, cercando di fermare il sangue che usciva intorno all'arma. I mostri erano scappati, come se avessero assolto al loro compito, in un lampo erano spariti chissà dove.


 

Aaron si avvicinò a Louis, non era più un lupo, anzi ora era in forma umana, il moro cercò di chiamare Victoria, sè sarebbe rimasta sveglia e sè sarebbero riusciti a fermare l'emorraggia, Vicky avrebbe potuto anche farcela.
 

-dobbiamo estrarre il ramo!- disse Louis. Aaron annuì d'accordo.

 

Furono atroci le urla di dolore di Victoria. Aaron, però, sembrò non farci caso, o almeno é quello che notò Louis -andrà tutto bene-le sussurò, aveva gli occhi lucidi, era orrendo vedere Aaron che estraeva il pezzo di legno dal corpo di Vicky.

La conosceva da poco, ma gli faceva malissimo vederla soffrire e combattere per rimane in vita. Era un dolore che avrebbe mai augurato a nessuno.


 

Se lui la trovava una scena orrenda, Victoria non avrebbe potuto negarlo, anche se avrebbe aggiunto che il dolore che provava era indescrivibile. Una persona normale, in una situazione simile, avrebbe pensato al futuro che, forse,  non avrebbe mai vissuto, mentre lei stava pensando alle sue cugine e a chi si sarebbe preso cura di loro.

 

-potresti darle un pò del tuo sangue, la farebbe guarire più velocemente.- disse Aaron a Louis.“Perchè non ci ho pensato io? ” si chiese mentalmente.
 

In risposta tolse le mani dal petto della bionda, mentre Aaron continuò quello che stava facendo lui, le prese delicatamente con una mano il volto, che sembrava più pallido del solito, si morse il polso dell'altra mano e avvicinó il braccio sanguinante alla bocca di Victoria.

 

Una leggenda, che poi tanto leggenda non é , é quella che se un umano beve il sangue di un vampiro le sue ferite, o malattie, guariscono più in fretta, in certi casi perfino completamente.

 

Infondo Victoria non era ancora un vampiro, perciò era ancora umana, anche se non del tutto.

 

Lei socchiuse la bocca invitando il liquido rosso a scendere nella sua gola, ma un fiottolo di sangue la fece tossire, era ormai vicina alla morte. 

 

-Vicky cerca di resistere. Cerca di resistere...- le sussurrava tra i capelli Louis tra le lacrime, mentre l'abbracciava.

 

Aaron continuava a premere sulla ferita, anche se ormai era inutile, il battito di Victoria era quasi inesistente.

 

Lei sentì il suo battito diminuire, andare sempre più lento, era quasi se tutto quello che la circondava stesse sparendo, ma tra gli ultimi rintocchi del suo cuore morente sussurò - vi v...voglio b..ben..ne- e quella fu la sua ultima frase prima di morire.


 

**



 

Crystal entrò dentro casa chiudendosi la porta alle spalle e posando il cappotto che indossava sull'attaccapanni accanto a lei. Era stato stancante dare ripetizioni,  ma il lato positivo era stato che aveva conosciuto meglio quei ragazzi che si erano rivelati molto bravi e simpatici.

 

Quando si abbassó per togliere le scarpe, un dolore atroce al petto la fece spiegare in due, ma finì in neanche un minuto, per poi scomparire improvvisamente, proprio come era comparso.

 

Scossa dal strano dolore, si toccò il petto, ma non le faceva più male. Scosse la testa frastonata “devo esserepropriostancaper immaginare undoloreinesistentepensò.

 

Entrò in cucina, con l'intento di bere qualcosa, ma rimase senza parole, non riusciva a credere a quello che stava vedendo.






 

Spazio Autrice


 

Vi ringrazio di leggere la mia storia e spero che continuerete a farlo.

Se avete qualche domanda, non esitate a chiede e se potrò vi risponderò.

Al prossimo capitolo!

Chiara,

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Capitolo 23
*** Ghost ***


«Be' ti sono grata di avermi seguita..credo», dissi con un sorriso ironico. «Ah, be', ogni volta che vuoi che qualcuno venga a ficcare il naso nei fatti tuoi non invitato, conta pure su di me.»

- Marked, La Casa della Notte




 

ChapterXXIII

Ghost





 

Crystal fece cadere a terra il mazzo di chiavi che teneva in mano, era senza parole. Fece un passo indietro, era spaventata.

 

Aveva di fronte Victoria, o almeno sembrava lei. Era quasi trasparente, assomigliava a un fantasma.

 

-Victoria?- sussurrò.

 

Victoria alzò lo sguardo e guardò attentamente la cugina -mi puoi vedere?- chiese in un sussurro. A Crystal vennero i brividi, non sembrava quasi la voce della cugina, più che altro un immitazione dell'originale.

 

-si- rispose Crystal con voce flebile.

 

-nessuno riesce a vedermi, o almeno fino ad ora-.

 

-che ti é successo?- chiese Crys avvicinandosi a lei.

 

-n..non ricordo- Victoria si accorse proprio in quel momento che non si ricordava niente di quello che era successo nelle sue ultime ore.

 

La minore si avvicinò a lei -prova a ricordare- la incoraggiò, posò una mano sulla spalla della cugina e si accorse di riuscire pure a toccarla.

 

In quel preciso instante Victoria scomparve sotto gli occhi stupefatti di Crystal.


 

 

*****



 

-non riesco a trovare niente!- sbraitò Deborah, erano, ormai diverse ore che cercava un indizio di qualche oggetto almeno somigliante all'anello che Damien aveva dato a Diamond, ma non aveva trovato niente.

 

-lo stesso vale anche per me- disse Diamond, lei stava cercando qualche indizio su qualche altra specie di vampiro, ma non aveva trovato neanche un indizio.

 

-io invece credo di aver trovato qualcosa- disse Alexandra. Mond e Deb sia alzarono dalle rispettive serie e di misero accanto ad Alex, una a destra e una a sinistra.

 

-che hai trovato?- chiese Diamond.

 

-purtroppo niente su Damien, ma ho trovato qualcosa che credo riguardi Clyte- disse indicando un disegno sul libro che teneva aperto davanti a lei.
 

Diamond guardò il disegno attentamente prima di riconoscere Clyte, era sempre la stessa, ma i capelli erano più corti e indossava un semplice vestito azzurro, invece che un mantello -é lei-.

 

-qui dice che é una ninfa dell'acqua, perciò é una sorta di dea minore, o una protettrice della natura, più o meno qualcosa di questo genere- spiegò alle sorelle.

 

-le ninfe sono immortali?-  chiese Diamond.

 

-si, o almeno qui dice così, ma non sono fonti certe, stiamo parlando di un libro di oltre cento anni e di un disegno ingiallito. Comunque se l'hai vista ed aveva lo stesso aspetto che aveva in un disegno così vecchio, deve per forza immortale.- le disse Alexandra.

 

-Capisco- mormorò Diamond, stava continuando a guardare il disegno di quella misteriosa ragazza di cui solo conosceva il nome. Voleva sapere di più.

 

-non dice altro questo libro formato gigante?- chiese Deborah sorpresa, trovava che quelle informazioni fossero quasi inutili.

 

-no, parla di diversi esseri mitologici, se Mond non mi avesse detto che la ragazza si chiama Clyte e non mi avesse dato una descrizione fisica, non sarei riuscita a trovare proprio niente- le spiegò Alexandra, chiudendo il libro e prendendone un altro, voleva trovare qualcosa di più.

 

-Ragazze!- le richiamò Diamond avvicinandosi alle sue sorelle, le mostrò un diario di pelle di chissà quale animale.

 

-che vuoi?- disse scocciata Deborah.

 

-hai trovato qualcosa?- chiese impassibile Alexandra, non ci sperava più, ormai.

 

-non proprio-  disse aprendo una pagina di quel piccolo libricino -ascoltate-.

 

-É la fanciulla più bella che i miei occhi abbiano mai visto. Si muove velocemente tra i guerrieri, non ha paura, sembra una leonessa. Lei sa sempre cosa fare in battaglia.
Nessuno può batterla, nessuno saprebbe come batterla, sembra debole, ma l'aspetto inganna, lei é diversa, ha un coraggio mai visto. Il fuoco arde nel suo sguardo ed é questo ad attrarmi, lei lo sa e si diverte, lei gioca con i cuori, solo perchè il suo non ama da tanto tempo, troppo tempo, o forse non ha mai amato.- lesse Diamond per poi sorridere.

 

-sembra un pezzo preso da un romanzo smielato e noioso, cambia genere- le disse Deborah per poi alzarsi, voleva provare a cercare qualche altra informazione in un altro libro.

 

-non vi ho ancora letto la parte migliore!- esclamò entusiasta Diamond.

 

-che aspetti?!- le disse Deborah riaccomodandosi sulla sedia dove era seduta prima.

 

-continua- le disse  Alexandra.

 

-va bene- Diamond spostò lo sguardo su qualche rigo più in basso da dove aveva finito di leggere prima.

 

-Tante volte ho avuto paura di perderla, ormai, succede così spesso. Voglio proteggerla ma lei vuole fare tutto da sola. Antichi nemici incombono su di noi, lei fa parte del loro obbiettivo e non si fermeranno mai.
Questi esseri, Dei caduti per i crimini commessi, hanno il loro esercito, questi esseri sottomessi al loro servizio non sono umani, come noi, sono completamente senza forza di volontà, sono guidati dal loro padrone e dal loro spirito di sopravvivenza.- finì di leggere Diamond per poi chiudere il libro soddisfatta.

 

-sembra che parlasse degli esseri che ci hai descritto- disse Alexandra pensierosa.

 

-di che epoca é questo libro?- chiese Deborah prendendo dalle mani di Diamond il libro che aveva appena letto la sorella.
 

-sono un mucchio di traduzioni di diversi documenti trovati in Francia verso il 1500 e 1600 d.c. Nessuno ne sa la provenienza esatta, i documenti originali sono in lingua sovrannaturale. Parlano di argomenti diversi e dalla scrittura si può dire che li hanno scritti persone diverse in anni diversi.- spiegò Mond, era quello che c'era scritto nelle prime pagine del libro.

 

-perchè volevi saperlo?- chiese Alexandra lanciando alla gemella una strana occhiata.

 

Deborah avvertiva una strana sensazione che non riusciva a spiegare, ma quando la sorella aveva letto quelle pagine, le era sembrato di conoscere la persona che le aveva scritte.



 

******



 

-ora che l'abbiamo fatta stendere sul mio letto, mi spieghi questa leggenda dei vampiri?- chiese Aaron sedendosi su una sedia vicino al letto dove “dormiva” Victoria.

 

- é molto semplice. Un novizio, dopo almeno un anno dall'inizio della trasformazione, se beve il sangue di un vampiro e muore poco dopo. Può risvegliarsi- spiega Louis sperando di non aver dimenticato niente.

 

-non ne ho mai sentito parlare. Ha mai funzionato?- chiese Aaron guardando la sua amica. Non sembrava morta, anzi sembrava che stesse dormendo e che aspettasse il suo principe che la risvegliasse, come in una fiaba, anche se non sarebbe arrivato nessuno.

 

-poche volte- mormorò in un sussurro Louis, voleva tanto che funzionasse, doveva, secondo lui, funzionare.
Come potrei andare al lavoro senza la celestiale visione di Victoria?” si chiese per poi arrossire.

 

Scosse la testa non era il momento più adatto a pensare a certe cose. C'era la possibilità che Vicky potesse essere ancora viva, ma era solo una vaga speranza che avrebbe potuto spegnersi in ogni momento.





 

SpazioAutrice

Grazieee!

Fatemi sapere che ne pensate!

Accetto consigli, basta che non diventino insulti, so di non essere molto brava a scrivere, ma c'é la sto mettendo tutta per scrivere qualcosa di decente per voi.

Alla prossima,

Kiara,

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Capitolo 24
*** The awekening ***


"Quello è l'unico Sole che tu vedrai in avvenire, ma un millennio di notti sarà tuo per vedere la luce come nessun mortale l'ha mai vista, per rapirla dalle stelle lontane come se fossi Prometeo, un'illuminazione senza fine dalla quale comprendere tutte le cose"

-Marius ad Armand indicando un dipinto alla parete (in "Scelti dalle tenebre" e "nel Il Vampiro Armand")



 

Chapter XXIV 

The awekening



 

Victoria in un secondo si ritrovò in un giardino bellissimo, pieno di diversi tipi di fiori e altre piante, c'era perfino una fontana che sembrava antica e che era ricoperta da un rampicante verde con i fiori fucsia.

 

Vicky si guardò intorno smarrita, non riusciva a riconoscere quel luogo, ma le sembrava di averlo già visto da qualche parte, però non riusciva a ricordare dove.

 

-Pelagea- la richiamò una voce femminile usando il suo secondo nome, quello che le era stato dato alla casa della notte.

 

Si girò ritrovandosi una figura che indossava un lungo vestito viola e nero con una spaccatura di lato. Era una donna con tatuata una mezzaluna viola, sul lato destro del collo da cui si intrecciavano una serie di ghirigori viola scuro.

 

-chi é lei?- chiese Victoria, era talmente confusa che riusciva appena a capacitarsi della situazione in cui si trovava.

 

La ragazza sorrise, solo in quel momento, Victoria notò che la persona che le stava di fronte, era una giovane fanciulla che avrebbe potuto avere più o meno la sua stessa età. Aveva i capelli corvini, gli occhi cioccolato e la pelle candida, messa ancora più in mostra dall'abbigliamento scuro. -non importa, ora.- le disse, non sembrava ostile, anzi era anche molto gentile.

 

-che ci faccio qui?- chiese Victoria lanciando uno sguardo alla fontana su cui si era appena posato un petalo rosso, di qualche fiore.

 

-non ricordi, é logico...- disse la ragazza facendo una smorfia, o almeno qualcosa che sembrava più una smorfia che altro.

 

-che intend...- ma non finì di parlare che la ragazza in un scatto, degno di un vampiro, le si avvicinò posandole una mano sulla spalla, proprio come aveva fatto prima Crystal. In meno di un secondo gli avvenimenti che aveva dimenticato tornarono alla luce causandole un capogiro che per poco non la fece cadere a terra.

 

-son..no morta- si ritrovò a sussurrare Victoria, incredula.

 

Anche se non era una domanda, la bruna annuì lo stesso. Non sembrava... Emanare qualche emozione, anzi era molto fredda, aveva quel sorriso che ti metteva soggezione, soprattutto in un momento come quello in cui non avevi voglia di sorridere.

 

-il tuo destino non é ancora compiuto- disse con calma la ragazza dagli occhi cioccolato. Victoria le guardo la mano sinistra, stringeva un filo doro, all'improvviso lo prese con entrambe le mani ed esso cominciò ad allungarsi.

 

-salvaci- disse la ragazza prima che a Victoria cominciassero a chiudersi gli occhi e si addormentò.



 

****




 

-pensate che Crystal e Victoria siano ancora sveglie?- chiese Alexandra.

 

Diamond aprì la porta di casa, accese la luce del corridoio e si tolse la giacca che indossava.

 

-le luci di casa sono spente, perciò non credo- disse Deborah togliendosi le scarpe da ginnastica e mettendosi le sue pantofole preferite.

 

-ma che ore sono?- chiese Diamond avviandosi verso la cucina, non mangiava e beveva qualcosa dall'ora di pranzo e il suo corpo necessitava di almeno un panino e un bicchiere d'acqua.

 

-dall'ultima volta che l'hai chiesto? Sono passati dieci minuti, perciò sono le 2 e ventiquattro di notte- le ripose Deborah. Era ancora più irascibile del solito per colpa della stanchezza e la fame che la stavano assalendo, non c'è la faceva più, il leggere non le era, neanche, mai piaciuto e quel giorno aveva letto tantissimi libri.

 

Alexandra, si poteva dire, che era quella messa meglio fra le tre, non era nè molto stanca nè affamata e non aveva neanche sete come che aveva con sè una piccola bottiglia d'acqua.

 

Mormorò un -buonanotte- e andò nella sua stanza, qualche ora più tardi sarebbe dovuta andare a scuola, ma per fortuna c'era un'assemblea e perciò la scuola era stata chiusa. Avevano fatto bene, secondo lei, ad organizzarsi per le ricerche quel giorno, almeno il giorno dopo non si sarebbero dovute sforzare per andare a scuola.






 

*****




 

Deborah si sedette avanti Diamond, entrambe si erano preparate un panino e ora se lo stavano mangiando.

 

-alla fine non abbiamo trovato informazioni di qualche utilità- disse Deborah per poi addentare il suo panino, stava ragionando sulle varie informazioni che aveva trovato, ma le erano tutte superflue, niente che le potesse aiutare in qualche modo.

 

-quello che vi ho letto sembrava essere utile- disse Diamond ripensando a quello che aveva letto alle sorelle minori. Sembrano delle informazioni utili, ma non ne era sicura.

 

-quello che hai letto parlava di qualcuno che voleva proteggere una tizia- disse Deborah sorseggiando un po di acqua da suo bicchiere.
 

-più avanti dice: Questi esseri, Dei caduti per i crimini commessi, hanno il loro esercito, questi esseri sottomessi al loro servizio non sono umani, come noi, sono completamente senza forza di volontà, sono guidati dal loro padrone e dal loro spirito di sopravvivenza.- disse Mond ripetendo le parole del libro, le erano rimaste in testa.

La facevamo pensare, pensare agli esseri che l'avevano attaccata. Forse, l'essere che ho ucciso era sotto il controllo di qualcuno..., si ritrovò a pensare.






 

******




 

- perchè non si sveglia?- chiese Aaron alzandosi dalla sedia della cucina dove si era seduto prima, ormai erano passate 10 ore da quando Victoria era morta e la situazione non era cambiata.

 

-non lo so- disse Louis -come ti ho già detto ci potrebbero volere anche dei giorni- gli ricordò.

 

-lo so, lo so, ma più tempo passa, più c'é la possibilità che non si risvegli- disse Aaron, con gli occhi lucidi. Non c'é la faceva più, voleva che la sua amica si risvegliasse.

 

Aaron ripensò a quando, poche ore prima, era andato a salvare Kate e l'aveva trovata svenuta a terra. L'aveva portata a casa, l'aveva curata e aveva aspettato che si svegliasse. Quando Kate aveva saputo di Victoria, aveva cominciato a gridare ed a perdere il controllo del suo potere rompendo perfino lo specchio della sua camera.

 

Era stato orrendo, per lui, vedere il dolore della sua amica, lo stesso dolore che sapeva di provare anche lui, solo che lui lo nascondeva, non voleva sembrare debole per nessun motivo al mondo.

 

-io vado a stare vicino a lei, tu mangia qualcosa- disse Louis avviandosi verso la camera da letto di Aaron, dove stava Victoria.

 

Si andò a sedere vicino al letto dove stava lei. La guardò. Era così pallida, la sua pelle che un tempo era stata rosea, era diafana, le labbra avevano perso il loro rosso e in quel momento erano blu.

 

-oh Victoria! Perchè non ti risvegli?- disse con gli occhi lucidi.

 

Lo spirito di Victoria comparve in quel momento vicino al proprio corpo, anche se Louis non lo vide.

 

Lei si guardò in giro riconoscendo subito il luogo, la camera di Aaron, l'aveva già vista in passato. Poi guardò Louis, si sorprese di vedere che aveva gli occhi velati dalle lacrime, lo conosceva appena ed era strano che stesse piangendo per lei.

 

Si ritrovò a pensare a cosa avrebbe fatto se sarebbe successo qualcosa a lui e le venne un nodo allo stomaco che non seppe spiegare. Non aveva senso, per lei, soffrire per una persona di cui appena conoscevi il minimo indispensabile.

 

-penchè non ti risvegli?!- disse singhiozzando il ragazzo, sul corpo inerme di Victoria.

 

Lei lo guardò meravigliata, non sapeva che fare, voleva risvegliarsi, ma non sapeva come fare. Guardò il suo corpo, soprattutto l'enorme ferita che aveva al centro del petto, il sangue che ora era di un marroncino scuro che stonava con la sua pelle chiara, bianca.

 

-voglio svegliarmi- disse all'improvviso, come risvegliandosi da una trance -voglio che nessuno soffra per me- disse toccando la fronte del suo corpo senza vita.

 

-voglio vivere- disse e poi ebbe la sensazione di essere risucchiata dentro il suo corpo.

 

La ferita si rimarginò, le labbra ebbero un colore più "naturale", ma non più lo stesso, la pelle ritornò ad avere un colore più simile al rosa carne. La mezzaluna sulla spalla si riempì di nero, ormai era una vampira.

 

Louis accorgendosi di un movimento alzò lo sguardo verso Victoria e si sorprese di vedere che aveva appena riaperto i suoi bellissimi occhi azzurri.

 

Lei lo guardò smarrita -Louis?-.
 

-si, ci sono ora io con te- disse Louis sorridendo e accarezzando la guancia della bionda, sembrava così debole e bisognosa d'aiuto, anche se era appena diventata una figlia della notte.







 

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Spazio Autrice

Grazie mille di leggere la mia storia, ve ne sono grata.

Dedico questo capitolo alle mie migliori amiche, soprattutto una in particolare che ama questa mia storia e, inconsapevolmente mi ha fatto cambiare idea sul cancellare questo libro che sto scrivendo.

Spero che vi piaccia questo capitolo e buona lettura.

Kira,



 

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Capitolo 25
*** New life ***






"Stefan
voleva stringerla per sempre, proteggerla da ogni sofferenza. Voleva difenderla da qualunque male la minacciasse. Voleva unire la propria vita alla sua."

-The vampire diaries  


 

ChapterXXV

New life




 

Crystal si svegliò di nuovo da uno dei suoi incubi, che ormai erano diventati riccorenti. Come sempre aveva sognato quel ragazzo castano, ma al contrario dei primi sogni, sembrava ancora meno gentile, se non perfino furioso.

 

Si scostò la frangetta dagli occhi e si sedette portandosi la testa indietro, esasperata. Odiava quei incubi. Le sembrava, ogni volta, che fossero sempre più reali.

 

Scosse la testa togliendosi le coperte  e alzandosi, era impossibile che fossero veri, quelle cose non erano mai successe e non sarebbero neanche mai successe, era impossibile.

 

Guardò l'orologio sul comodino accanto a lei e notò che erano quasi le sette. Sospirò e come che non aveva sonno prese alcuni vestiti dall'armadio (un pantalone e una maglietta a maniche lunghe fucsia) e si andò a fare una doccia come che era tutta sudata.

 

Si lavò e si asciugò velocemente per poi vestirsi. Per sua fortuna la scuola quel giorno era chiusa, perciò si andò a sedere sulla sua scrivania e prendendo alcune matite cominciò a disegnare.

 

Disegnare era una cosa che l'aveva sempre rilassata, sin da bambina. Tracciando varie linee sul foglio bianco le venne in mente, stranamente, la sua vita.

 

Era cambiata tante volte, si era adattata tante volte alle persone che la circondavano, fino a non farcela più e rinchiudersi in se stessa e nella sua corazza.

 

Quando aveva, circa, cinque anni era stata una bambina che avrebbe sempre difeso le persone a lei care, cosa strana per una bambina di quell'età, ma era così, avrebbe sempre fatto di tutto per chi ama.

 

Poi era cresciuta diventando una studentessa delle elementari molto studiosa, ingenua e con inculcate in testa un sacco di regole di comportamento che le facevano temere di sbagliare in qualunque momento.

 

Poi, ingenuamente, era cambiata per farsi accettare degli altri suoi compagni, cominciò a studiare di meno e a impegnarsi in più in amicizie che finirono senza motivo.
 

Da allora, Crystal, divenne diffidente verso le altre persone e cominciò a differenziarsi e ad avere amicizie, senza buttarcisi completamente, impaurita dall'idea di soffrire in qualche modo.

 

Sorride cercando di nascondere il dolore che si porta dentro, un dolore che non riesce a spiegare, ma che l'assale ogni volta che é sola.

 

Nessuno la conosce veramente, o ha visto tutte le sue facce, tutti la vedono come un'asociale, altri come la sorridente Crystal e altri in altri modi che non sa nemmeno lei.

 

Lei non é solo un tipo di persona, ma ha diverse sfaccettature, c'é la parte sorridente (che é raramente sincera), quella solitaria (che da anni le fa compagnia), quella giusta(quella che non riesce a accettare le ingiustizie e che vuole proteggere e aiutare le persone a cui tiene), quella pervertita (una piccola parte a cui piace fare insinuazioni a doppio senso, ma che molto raramente dice agli altri) e quella dark (affascinata dagli urban fantasy e dalle cose che non sa spiegare).

 

Crystal smise di disegnare e si fermò a pensare. Spero di incontrare una persona che mi accetti completamente, in ogni mia parte.



 

*



 

Victoria sia alzò lentamente sbattendo gli occhi, si sentiva strana e la sua vista non l'aiutava, alcune volte le sembrava di star usando una lente d'ingrandimento e altre, invece,  che la sua vista fosse normale.

 

Il nodo alla gola che teneva la stava per far  cadere a terra,ma prima che ciò succedesse, Louis la prese per fianchi, mantenendola. Non riusciva a capire da dove provenisse quel bruciore, ma era come se non mangiasse da anni.

 

Cercando di rialzarsi, guardò un attimo lo specchio che le stava affianco  e allora vide il marchio completo e quelle che sembravano onde circondarlo. In quel momento capì, era un vampiro, l'essere che aveva sempre odiato.

 

Louis la fece alzare e l'abbracciò in modo da confortarla e mantenerla in piedi. Era feliccissimo che fosse “viva” ma gli dispiaceva che in quel momento fosse un vampiro. Sapeva benissimo come sono i primi giorni da vampiro, molti li avevano descritti come sanguinari, altri ancora confortanti e alcuni perfino devastanti, ma lui li ricordava solo come inreali,  perché gli sembrava di stare in un incubo.

 

-sono un vampiro- disse Victoria in un sussurro, mentre posava la testa nell'incavo del collo di Louis.

 

-c'é la farai- la rassicurò -ti starò vicino- disse distinto, non la conosceva neanche, ma era sicuro che avesse bisogno d'aiuto e lui voleva esserci per lei. Non capiva perché, ma sapeva che ci sarebbe sempre stato se lei ne avesse avuto bisogno.


 

*****
 

 

Deborah fu svegliata dalla suoneria del suo telefono e si ritrovò a tastare con gli occhi chiusi sul comodino alla ricerca del piccolo aggeggio.

 

Non guardò neanche il nome sul display e accettò la chiamata. Aveva lasciato le tappanelle aperte e ora il sole le stava arrivando in faccia, infastidendola.

 

-DEB!- la voce squillante della sua migliore amica, Abbie, le fece allontanare il telefono dall'orecchio.

 

-Abbie! Cazzo! Mi hai svegliata!- la sgridò alzandosi per chiudere le tappanelle,  aveva dormito troppo poco tempo e adesso era distrutta.

 

-l'avevo capito- ridacchió Abbie. Deborah era sicura che la sua migliore amica l'aveva fatta apposta, ma come non era dell'umore, lasciò correre, una cosa che faceva di rado.

 

- perché rompi a quest'ora?- chiese strofinandosi gli occhi.

 

- ho saputo di George, dobbiamo parlare.- disse seria Abbie.

 

Deborah ci mise un minuto buono ad elaborare le parole dell'amica, era troppo stanca. Aveva lasciato George il giorno prima, dopo gli allenamenti di football, non voleva più uscire con un tipo così.

 

- Ma anche no. L'ho lasciato, tutto normale- disse semplicemente.

 

-no, non é normale. Vengo a  casa tua fra un'ora. Ne parleremo.- disse per poi attaccare prima che Deborah potesse dire qualcosa al contrario.

 

-stronza- borbottò per poi posare il telefono sul comodino,  voleva dormire ancora un po'.

 

Però era curiosa di sapere che cosa doveva dirle Abbie.



 

 

Spazio autrice



Grazie mille per le due recenzioni, risponderò al più presto.

 

Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!

 

Chiara,

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Capitolo 26
*** Ideal guy ***



Chapter XXVI 


 

Ideal guy




 

Abbie busso alla porta della grande porta di casa Winchester e aspettò che qualcuno le aprisse. Cosa che non succese molto presto.
 

Diamond le aprì e la invitò ad entrare -chi delle due cerchi?- le chiese gentilmente anche se stava in vestaglia e forse, per il tempo che ci aveva messo ad aprire, l'aveva svegliata.
 

-Deborah- disse solamente.
 

-si trova in camera sua, ma credo che stia dormendo...- l'avvertì sapendo  come la sorella odiasse essere svegliata presto la mattina nei giorni in cui non c'era scuola.
 

-l'ho chiamata- l'ha interruppe Abbie.
 

-va bene.- disse per poi farle segno di salire al piano di sopra, dove si trovavano le camere da letto.
 

Abbie annuii sorridendo e salì le scale per poi dirigersi verso la camera di una delle sue migliori amiche. Erano anni che conosceva le sorelle Winchester e ormai sapeva tutto di quella casa, o almeno così pensava lei.
 

Aprì la camera di Deborah ritrovandola nel suo letto a dormire. Come si aspettava, non la sorprendeva, sapeva benissimo che Deborah non l'avrebbe aspettata sveglia. La conosceva molto bene.
 

-Deb!- disse saltandole addosso, ma al contrario del solito, invece di brontolare, Deborah si alzò di scatto, bloccandole le braccia dietro la schiena.
 

La bruna rimase paralizzata, non se lo aspettava dalla sua migliore amica. Si aspettava invece, che iniziasse a imprecare o perfino a insultarla.
 

-Deb... Lasciami, mi fai male- la supplicò e solo allora Deborah si svegliò come da una trance.
 

-ma.. C..cosa?- disse mallando i polsi di Abbie, non si era resa conto di nulla.
 

-ma che ti é preso!- disse la sua migliore amica, basita.
 

-n..non lo so. Stavo sognando...poi mi sono svegliata e ...- disse sotto shock Deborah.
 

-che hai sognato?- chiede la bruna massaggiandosi i polsi, Debrorah le aveva fatto male.
 

-stavo combattendo un ragazzo, un combattimento con la spada, poi io l'ho disarmato e ho lasciato cadere la spada e abbiamo cominciato un combattimento corpo a corpo-  spiegò la bionda alzandosi.
 

-ma che razza di sogni fai?!- disse Abbie sedendosi meglio sul letto e incrociando le gambe.
 

-non lo so, ma non é la prima volta che sogno di combattere, mi é successo altre volte nell'ultimo mese...- confessò Deborah stringendosi nelle proprie braccia in un abbraccio.
 

-forse questi tuoi sogni c'entrano con la tua situazione- dice Abbie.
 

Deborah la guarda sbalordita, oltre che curiosa, un minuto prima l'aveva attaccato e invece di avere paura o altro, Abbie la stava cercando di aiutare. Sorrise, solo in situazioni del genere si potevano distinguere le vere amiche da quelle false.
 

-di quale situazione stai parlando?- chiese Deborah confusa.
 

-quella del “cambio spesso ragazzo e non so cosa voglio- le spiegò Abbie sorprendendola.
 

Deborah aveva sempre avuto molti corteggiatori, ma negli ultimi anni il cambiare ragazzo, molto spesso, aveva sempre proccupato chi la circondava. Spesso le persone che cercano conforto nell'altro sesso stanno cercando, solamente qualcuno che le ami, ma nel caso di Deb, lei sembrava sapere cosa voleva, ma non riusciva a trovarla.
 

-ma di che stai parlando?- disse Deborah. Voleva assolutamente cambiare discorso, non ne voleva parlare.
 

-dei tuoi tanti ragazzi-  disse Abbie sapendo che Deborah aveva capito, poi continuò -dovresti capire cosa vuoi e trovarlo-.
 

- e come dovrei farlo?- chiese retoricamente Deborah sbuffando, odiava quando qualcuno giudicava le sue scelte.
 

-dovresti capire il tuo ragazzo ideale come deve essere. E per farlo ci servirà tua sorella Crystal.- disse Abbie sconvolgendo Deb.
 

-ma che diavolo dici?- gridò -ti sei bevuta il cervello, per caso?!- chiese senza parole Deborah.
 

-dico che dobbiamo tracciare un profilo del tuo ragazzo ideale.- disse semplicemente Ab.
 

-scherzi? Come?!- Deb era basita.
 

-semplice. Tu spiegherai tutto quello che ti ha colpito di ognuno dei regazzi che hai avuto e Crystal disegnerà.- disse sorridendo la bruna.
 

-é assurdo- disse scandalizzata Deborah. La bionda prese la sedia che si trovava vicino la scrivania e si sedette. Trovava assurde le parole dell'amica, però avrebbe voluto provare...
 

-ci sto-  disse per poi aggiungere- però lo faccio solo per te, perché ci tieni tanto.
 

Abbie non disse niente, non era sorpresa dalla risposta di Deborah, la conosceva troppo bene, sapeva che era molto orgogliosa e che non avrebbe mai ammesso di voler scoprire il suo ragazzo ragazzo ideale.





 

***



 

Diamond accese i fornelli e mise il pentolino con il latte a bollire, per poi andarsi a sedere.
 

Non aveva dormito neanche quella notte, come ormai succedeva da giorni, da quel giorno. Il giorno in cui aveva ucciso per la prima volta.
 

Sin da bambina aveva sempre amato tutto della natura, ogni essere, dagli animali domestici agli insetti, dalle piante più meravigliose alle erbacce, dai frutti alle verdure ...
 

E adesso aveva posto fine a una vita e non riusciva a darsi pace.
 

Come avrebbe potuto?
 

Dimenticare di aver ucciso era impossibile. Le immagini di quel tizio mentre si accasciava senza vita continuavano a tornarle in mente rovinandole ogni proposito di dormire.
 

Persa nei suoi pensieri non si accorse che Alexandra la stava richiamando. Alzò lo sguardo sulla sorella e notò, solo in quel momento, che il latte stava bollendo e si alzò di scatto per andare a pulire come che era uscito dal pentolino.
 

-tutto bene, Mond?- le chiese la minore, notando come era strana la sorella.
 

-s..si- borbottò pensierosa.
 

-va bene- disse Alexandra non molto convinta. Poi continuò -ho delle novità sull'anello-.
 

-davvero?- chiese stupita Diamond. Delle ricerche sull'anello se ne doveva occupare Deborah, ma a quanto ne sapeva, non aveva trovato niente.
 

-si- mormorò Alexandra. Aveva dormito circa quattro ore, poi si era messa a fare alcune ricerche e alla fine era riuscita a trovare qualcosa sull'anello.
 

-che cosa hai trovato?- le chiese Diamond impaziente.
 

-non molto, ma almeno, ho trovato qualcosa. L'anello é stato fatto dal Dio Efesto sotto richiesta della Dea Demetra, ma non si sa il motivo, però si sa che l'anello serve per incanalare i poteri e rendere la persona che lo possiede molto forte.- le raccontò Alexandra.







 

Spazio Autrice

 

Spero che vi piaccia questo capitolo e buona lettura. Auguro alla mia amica Nadia di rimettersi presto, come che ha la febbre.

Buone vacanze di Natale in anticipo, come che non so quando aggiornerò.

Al prossimo capitolo e mi farebbe piacere sapere che ne pensate di questo capitolo

Chiara,

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Capitolo 27
*** I'm dead ***


 


 

Le puntò addosso i suoi occhi nerissimi. Guardandola troppo.
-Ovunque io sia, qualunque cosa faccia, io non sono altro che me stesso. Non vedo perché per te dovrebbe essere diverso.-
Sid divincolò le braccia e si liberò dalla presa.

-le ragazze dell'olimpo, il sorriso del traditore



 

Chapter XXVII - I'm dead

 


 

Erano circa le 11 di mattina, anche se sembrava passato molto meno tempo da quando ... era morta.
 

Si tolse gli abiti insanguinati e strappati ed entrò nella vasca. Le venne voglia di piangere appena toccò l'acqua, non la sentiva bollente, anzi, non riusciva a capirne la temperatura. Tutto intorno a lei le sembrava così diverso, ma alla fine, l'unica che era cambiata era solo lei.
 

Si lasciò scivolare nella vasca, almeno la sensazione di benessere, quando si trovava in acqua, non era cambiata.
 

Disegnò forme invisibili su di essa, che pian piano si andava a mischiare con il sangue secco che macchiava, qualche secondo prima, la pallida pelle di Victoria.
 

La bionda lasciò andare la testa all'indietro sospirando. Era stata una giornata orribile.
 

Pensò a quando si trovava tra le braccia di Louis, appena si era svegliata e al senso di completezza che aveva provato. Dopo tanto tempo, si era sentita al sicuro fra le braccia di una persona, una persona di cui sapeva ben poco.
 

Poi ricordò, quando lui non le aveva permesso di rivedere Aaron -é troppo pericoloso, potresti morderlo- le aveva detto e lei non aveva avuto il coraggio di ribattere, non sapendo quale sarebbero potute essere le reazioni della sua nuova lei affamata di fronte al suo amico.
 

Era stata costretta a bere del sangue umano da una sacca di sangue. Si era aspettata di vomitarlo dal disgusto, ma non era stato così, anzi, si era nutrita con gusto, neanche fosse il suo piatto preferito e alla fine l'unico disgusto che aveva provato era stato verso se stessa.
 

Alla fine era così sconvolta che Louis l'aveva incoraggiata a farsi un bagno e poi avrebbe rivisto Aaron.
 

Lui l'aveva capita, aveva capito che non era pronta ad affrontare un essere vivente, che era spaventata da quello che avrebbe potuto fare.
 

Victoria si passò una mano sul petto, poco sotto il seno, dove prima c'era la ferita mortale che aveva causato la fine della sua vita, ma in quel momento non era rimasto più niente, neanche un graffio.
 

Le venne in mente, in quel momento un lontano ricordo che la fece piangere veramente, ma lo scacciò via velocemente non volendo, assolutamente, ricordare.



 

******



 

-come vi siete conosciuti?- chiese Louis a Aaron.
 

Stavano aspettando che Victoria finisse di fare il bagno e stavano parlando del più e del meno.
 

Aaron fu colto di sorpresa, ma rispose subito, era di nuovo di buon umore, il sapere che Vicky era viva lo faceva sentire felice, non gli importava che fosse un vampiro - due anni fa, circa, mi contattarono dalla casa della notte di New Orleans. Un mio contatto mi disse che due novizie avevano deciso di tornare a New Orleans e che avevano bisogno di un lavoro. Io accettai senza indugiare, Katie e Victoria sono qualificate e in quel periodo avevano bisogno d'aiuto.-
 

-per quale motivo hanno lasciato la casa della notte?- chiese curioso Louis.
 

-non sono affari tuoi- disse  Victoria bruscamente, entrando nella stanza. Indossava degli abiti della ragazza di Aaron, Lucy, cioè un semplice jeans e un maglioncino leggero. I capelli erano umidi e lei si stava passando un asciugamano su di essi per farli smettere di sgocciolare.
 

-Vicky!- Aaron si alzò di scatto, sorpreso.
 

-Victoria, scusa- disse Louis rimanendo seduto. Aveva capito che qualunque fosse il motivo per cui se ne erano andate dalla casa della notte, era un motivo privato e che non volevano, di certo, dirlo in giro. Però era curioso.
 

-scusami tu. Non volevo essere brusca e solo una cosa privata... e preferisco non parlarne- disse lei abbasando lo sguardo. Lui la guardò e notò che i suoi occhi erano umidi e leggermente arrossati, aveva appena smesso di piangere.
 

-come va, ora?- le chiese Aaron.
 

Victoria sorrise leggermente -meglio- mentì, non stava affatto meglio, ma non voleva preoccupare il suo amico, aveva già fatto troppo per lei e per Katie.
 

Aaron fece per avicinarsi a lei, ma Victoria indietreggiò. Entrambi i ragazzi lo notarono, ma solo Louis parlò -non è ancora pronta a stare vicino a una fonte di cibo- spiegò.
 

Aaron fece una smorfia a Louis, l'aveva appena definito una “fonte di cibo”. In più lui non era neanche umano, era un licantropo, perciò non si poteva definire che lui fosse un nutrimento come gli esseri umani. Di solito i vampiri non bevono il sangue di quelli della sua stirpe perché gli fa ribrezzo.
 

Il moro guardò Victoria e lei si sentì mortificata, sapeva che il suo amico ci era rimasto male, ma non poteva farci niente. Non voleva perdere il controllo e ferirlo, o perfino... Ucciderlo. -scusa- mugolò.



 

****



 

Deborah si ritrovò di fronte alla camera di Crystal, ma non sapeva bene che fare. Di solito agiva d'istinto, ma in quel momento stava ripensando a cosa era successo qualche minuto prima con Abbie. Era la prima volta che le succedeva di attaccare qualcuno appena sveglia, tranne diverse volte, ma a parole, mai a gesti.
 

Aprì la porta senza bussare. La stanza era al buio tranne che per una lampada che si trovava sulla scrivania della sorella e che emetteva un po' di luce fioca. Sua sorella stava facendo qualcosa sulla scrivania e Deborah pensò che disegnasse, come che era una delle sue più grandi passioni.
 

-Crystal- richiamò la sua attenzione Deborah.
 

La maggiore si girò verso Deborah -hey Deb!- la salutò -ti serve qualcosa?- le chiese gentilmente.
 

La minore stava per dire qualcosa, ma da dietro di lei spuntò Abbie che subito salutò calorosamente Crystal -ciao Crys!- disse entrando e andando ad abbracciare Crystal.
 

La più grande ricambiò il saluto leggermente sorpresa, non era il tipo che si lasciava andare a questi saluti. Si limitava alle parole e tralasciava i gesti.
-ciao Abbie- le sorrise -vi serve qualcosa?-.

 

-si, ci serve che ci disegni il profilo di una persona- ripose Abbie.
 

-ah...chi?- chiese Crys.
 

-nessuno in particolare- si intromise nella conversazione Deborah.
 

-per me va bene- sorrise dolcemente e incuriosita Crystal -non ho nessun impegno-.
 

Abbie andò ad aprire le tappanelle mentre Deborah si andò a sedere sul letto della sorella e Crystal si andò a sedere vicino alla sua scrivania dove. aveva tutto il suo materiale da disegno.
 

-adesso dobbiamo capire cosa ti piaceva in ogni ragazzo che hai avuto- disse Abbie rivolgendosi alla sua migliore amica.
 

-perché?!- chiese confusa e irritata.
 

-lascia a fare a noi due e poi saprai perché- disse la bruna.
 

Crystal non diceva niente, stava cercando di capire la situazione come che la trovava assurda.
 

-cercherò di fidarmi. Sappi, però, che mi sto trattenendo dal mandati al diavolo, oggi- ringhiò Deborah.


 


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Spazio Autrice


 

Buona lettura!

Non so quando aggiornerò, perciò, buon nuovo anno in anticipo!

Ho deciso di cambiare l'attrice che interpreta Deborah, ho scelto Emilie de Ravin.


 

Ditemi che ne pensate di questo capitolo.

PS: quale Winchester vi piace di più?

Chiara,

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Capitolo 28
*** Supervised ***




"Il mondo é lo stesso, sei tu ad essere diversa" - Shadowhunters


 

Chapter XVII - Supervised


 

-non molto, ma almeno, ho trovato qualcosa. L'anello é stato fatto dal Dio Efesto sotto richiesta della Dea Demetra, ma non si sa il motivo, però si sa che l'anello serve per incanalare i poteri e rendere la persona che lo possiede molto forte.- le raccontò Alexandra.
 

Diamond sbatté le palpebre interdetta -Il Dio Efesto? La Dea Demetra?-.
 

-esattamente. I vampiri credono negli dei greci, o per meglio dire, gli dei sovrannaturali. Anche se alcuni nostri miti sono diversi da quelli greci e alcuni Dei sono diversi.- spiegò la minore.
 

Diamond guardò l'anello che stringeva nella mano destra e sospirò. Di solito era la prima a credere in qualcosa o qualcuno, ma ora non sapeva che fare.
 

Doveva credere che l'anello che le era stato dato da Damien era stato fatto da un dio che aveva letto nei libri di storia?
 

O avrebbe dovuto cercare una spiegazione più logica?
 

Ogni mito ha un fondo di verità e forse anche in quello che le sorella le aveva raccontato c'era.
 

-tu dici che serve a incanalare i poteri.-disse la maggiore guardando la sorella che annuì -pensi che dentro ci potrebbe essere ancora un po' di potere?-  chiese. Era la spiegazione più logica per cui qualcuno avrebbe voluto quell'anello.
 

Alexandra ci pensò alcuni secondi e poi parlò -non molto, ma credo che un po' ci sia- ammise.
 

-pensi che qualcuno se ne vorrebbe impossessare?-
 

-se ci sono dei poteri, sicuramente- disse Alexandra. Se c'erano davvero dei poteri in quell'anello era logico che qualcuno se ne volesse imposessare. -dovresti nascondere quell'oggetto- le consiglio.
 

Diamond strinse più forte l'anello nella sua mano -preferisco tenerlo vicino a me- disse. Quell'anello le sembrava così strano, ma anche famigliare e voleva tenerlo accanto a sè.



 

******


 

Clyte camminò per un lungo tratto di strada fino a quando non avvertì di essere arrivata nel luogo prestabilito. Si guardò in giro, si trovava per le vie di New Orleans e questo non le piaceva.
 

Non voleva trovarsi in un luogo pubblico, perché non poteva usare i suoi poteri di fronte ai mortali e questo la faceva sentire limitata.
 

Alzò lo sguardo su un albero e facendo molta attenzione e usando una stilla del suo potere riuscì a vedere Damien seduto sull'albero che stava guardando qualcosa.
 

-perché mi hai chiamata?- disse a bassa voce, cercando di non farsi nè vedere nè sentire, quello era un quartiere ricco, dove si trovavano tutte le ville e perciò c'erano molti alberi  e piante di diversi generi. Non c'erano molte persone in giro, per sua fortuna.
 

-sali- le disse e Clyte si girò per vedere se passava qualcuno e in uno scatto arrivò sul ramo affianco al biondo.
 

-per quale motivo mi hai chiamata?- chiese scocciata la giovane.
 

-per chiederti di aiutarmi- ammise il giovane. Clyte lo guardò attentamente e lo vide stanco e mal curato. Ma cercò di non preoccuparsi, non era il suo dovere temere per la salute del giovane.
 

-in che cosa ti devo aiutare?- chiese.
 

-a sorvegliarle- disse e Clyte capì subito.
 

Scattò -non puoi chiedermi questo!- ringhiò -tutto, ma non questo!- si stava aggitando.
 

Lui teneva lo sguardo fisso davanti a sé, senza prestare particolarmente attenzione alla relazione della castana. Poi parlò - ne va della sopravvivenza di Olimpia-.
 

Clyte abbassò lo sguardo -le voci sono vere allora- si lasciò sfuggire una lacrima ricordando quello che era successo secoli prima.
 

Lui si morse il labbro -non so cosa si dice e poco mi importa. Io ho fatto una promessa e voglio portarla a termine-
 

-sei sempre stato una persona d'onore e perciò lo farò per te, non per loro. Ricorda, sarà l'ultimo favore che ti concederò.- disse Clyte.
 

Damien le sorrise -grazie, ora che c'é la possibilità che le abbiano trovate, non posso lasciarle sole un momento, ma sono in troppe e io sono da solo-.
 

-di niente- disse Clyte voltandosi e con un movimento leggiadro tornò giù -le terrò d'occhi insieme a te-.


 

*


 

Abbie fece un'altra domanda a Deborah -cosa ti più piaceva di più di Malcolm?-.
 

Deborah ci pensò un attimo gli occhi scuri, sembravano cioccolato fondente- rispose.
 

Crystal era inebedita, non si ricordava che gli ex della sorella fossero così tanti, molti si, ma non fino a quel punto. In più, trovava assurdo, disegnare il profilo di un ragazzo inesistente, basandosi su quello che aveva “colpito” Deb in ogni ragazzo che aveva avuto. Però, la cosa sorprendente era che stava cominciando a formarmarsi un volto.
 

Abbie domandò alla migliore amica di altri due ex e poi si volto verso Crys -abbiamo finito!- annunciò. Poi si avvinò alla bionda e ammirò il volto maschile che aveva disegnato.
 

Crystal era interdetta, guardava il volto del ragazzo che aveva disegnato e poi guardava la sorella minore. Non riusciva a credere che fosse una coincidenza, o qualcosa di lontanamente simile.
 

Abbie guardò la faccia del ragazzo disegnato da Crystal e si sorprese di riconoscerlo. Sapeva di averlo già visto, ma non sapeva bene dove.
 

Deborah guardò le due ragazze davanti a lei, erano sconvolte e lei non riusciva a capire perché. Perciò si alzò e prese l'album da disegno che si trovava nelle mani della sorella maggiore, senza troppi preamboli.
 

Girò il foglio e lo guardò. Per un momento lo dovette osservare bene, prima di riconoscerlo, ma quando associò quella faccia a un nome rimase sconvolta -ma che diavolo...?-.
 

-non é il ragazzo nuovo. Quello moro con dei tatuaggi e la pelle olivastra?- chiese Abbie. Lo aveva visto alcune volte di sfuggita quando andava a vedere gli allenamenti delle cheerleader, o mentre stava in cortile, ma non ci aveva mai parlato, sapeva solo il suo nome, come che lo aveva sentito in giro.
 

-Zayn- disse Crystal.
 

-si, lui! Il ragazzo ideale di Deb é Zayn?- chiese sotto shock la bruna.
 

Deborah era confusa -non é possibile- mormorò. Poi ricordò le sensazioni che aveva provato in sua presenza, lo sapeva che quello non era fastidio, ma altro, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
 

-sembra un bravo ragazzo, più o meno- disse Crystal sorridendo. Non le era sembrato un montato, o qualcosa si simile o peggio, come molti dei ex della sorella.
 

-non sareste male insieme- disse Abbie beccandosi un'occhiata  di fuoco dalla sua migliore amica. La bruna sorrise angelicamente, facendo finta di non notare lo sguardo ardente della minore fra le Winchester.
 

-penso la stessa cosa- disse sorridendo Crystal e pure lei ricevette la stessa occhiata da Deborah.
 

-ma vi siete coalizzate contro di me?- chiese cercando di trovare un motivo per cui il ragazzo del disegno di Crystal, che rappresentava il ragazzo fisicamente ideale per lei, era Zayn.
 

-no,io non parlavo con Crystal da giorni- ammise la bruna, era vero, non parlava con la bionda da diverso tempo, giorni, a quanto ricordava. Di solito, Crystal si isolava un po' a scuola e la incrociavi raramente.
 

Deborah le guardò bene, le sembrava che non le mentissero e questo la faceva sembrare insicura e non riusciva a capire come era possibile che la sorella maggiore avesse disegnato il volto del ragazzo più irritante che aveva mai conosciuto, ma che fisicamente non era niente male...


 

*

 

Victoria citofonò e restò ad aspettare che la sua amica si sbrigasse a rispondere e questo avvenne in circa pochi secondi, velocità vampiresca, pensò, anche lei é come me.
 

-Vicky?- chiese la bruna dall'altra parte dell'apparecchio -già qui?-.
 

-si, sono io, Kat- rispose la ragazza ignorando l'ultima domanda della sua migliore amica.
 

-ti apro- disse Katie e la bionda sentì un suono e poi riuscì ad aprire il cancelletto verde pallido del condominio dove abita la sua migliore amica.
 

La giovane trapassò la porta del piccolo del palazzo, salì due piani e si fermò appena vide la sua migliore amica sulla soglia della porta ad aspettarla -Vicky!- urlò per poi stringerla in un forte abbraccio -mi stavi per far morire di tristezza!- l'accusò.
 

-sei già morta- le ricordò Victoria e Katie sorrise leggermente.
 

-pure tu- la rimbeccò.
 

Victoria cercò di sorridere -già- mormorò.
 

-a proposito- si ricordò la castana - Aaron mi ha chiamata, ti serve un posto in cui state per imparare a controllarti- sorrise -perciò, starai da me- l'avviso senza nemmeno chiedere, cosa proprio da Katie.
 

Lei era così, invece di ricevere un no come risposta, non poneva proprio la domanda. Victoria fece un mezzo sorriso -l'hai deciso con Aaron- chiese. Quella era l' opzione più probabile, doveva essere andata così.
 

-si, non puoi stare nella stessa casa con le tue cugine. Sarebbe troppo pericoloso. Domani, andrò da loro e le parlerò. Capiranno, in più stiamo parlando di qualche giorno, al massimo una settimana. Penso che c'é la faranno a stare senza di te-.
 

La bionda era preoccupata, da quando i suoi zii erano scomparsi non le aveva lasciate da solo per più di un giorno, e ora aveva paura che le potesse succedere qualcosa. -per me va bene. Però fai attenzione con loro, ne hanno passate tante-.
 

-anche noi ne abbiamo passate tante e siamo ancora qui- le ricordo tristemente Victoria.
 

-noi si- annuì leggermente Victoria per poi guardare la finestra che si intravedeva dalle scale per il piano superiore dell'edificio. Sono successe molte cose, però noi siamo ancora qui, anche se, non siamo più vive, pensò tristemente.


 

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Spazio Autrice

Buona lettura!

Ps: chi preferite come personaggio?

Kiara,

 

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Capitolo 29
*** Bite ***




“Sono profonda come una pozzanghera.” 

-The vampire diaries

 

Chapter XXVIII


Bite




 

Deborah entrò nel cortile della sua scuola, affiancata dalle sorelle, anche se Diamond e Crystal salutarono subito le gemelle per poi andare, rispettivamente, sai loro amici.

Deborah superò un gran numero di studenti, insieme alla sorella, prima di trovare Abbie che stava parlando con alcune compagne, con cui aveva le ore di letteratura in comune. Quel giorno avevano una verifica e ne stavano discutendo.

-ciao- disse gelidamente Alexandra. Di solito con chi non conosceva bene, era così gelida e tutti lo sapevano. Perciò, nessuno si sorprese.

Deborah, non salutò neanche, non le importava essere gentile, o che fosse educato. Si limito a mettersi a vedere qualcosa sul telefono, facendo finta di non prestare attenzione a loro.

Abbie concedo quasi subito le sue compagne dic corso per poi girarsi verso le sue migliori amiche. -potreste almeno cercare di essere più socievoli-.

-lo sai che non é da noi- disse Deborah e Abbie si ritrovò a sospirare. Non era affatto da loro essere socievoli e questo non sarebbe mai cambiato.

-comunque, perché mi cercavate?- chiese riferendosi alle due chiamate perse che si era ritrovata da entrambe le sorelle, quella mattina.

-niente di importante- disse Alexandra -come abbiamo la prima ora in comune abbiamo pensato di entrare tutte insieme-.

Abbie la guardò, non riusciva a capire il fatto che si comportasse sempre come una persona di ghiaccio, mentre, invece, non lo era. -perfetto, allora fra poco entriamo, tanto sta per suonare- le rispose.

Le ragazze cominciarono a chiacchierare, fino a quando Abbie non toccò l'argomento “ragazzo ideale di Deborah”.

-Ab, é solo uno sbaglio- disse Deborah riferendosi al profilo disegnato da Crystal -una strana coincidenza-.

La bruna scosse la testa -non credo- .

Alexandra guardò le due, Abbie le aveva appena spiegato la situazione e lei pensava che fosse una cosa troppo strana. Si segnò mentalmente che avrebbe prestato più attenzione a quel ragazzo, giusto per sicurezza.

Abbie e Deborah stavano discutendo fino a quando, quest'ultima non vide una loro compagna che non veniva a scuola da giorni, Georgie.

Le andò incontro con area arrabbiata, aveva mancato alcuni allenamenti e non si era fatta per niente sentire, facendo preoccupare la squadra.

-Georgie- la chiamò severa quando si ritrovò a pochi passi da lei.

Solo in quel momento notò come era vestita l'amica. Indossava una tuta grigia e un maglione arancione un po' troppo grande per lei. Era molto spettinata e indossava un paio di occhiali da sole con le lenti nere. Aveva l'aria stanca e sembrava che appena riuscisse a reggersi in piedi.

-Georgie?- chiese Abbie non riconoscenedola, anche lei e Alexandra alla fine le avevano raggiunte.

-ma che hai?- le chiese Alexandra notando la sua pelle caffè latte più pallida del solito e con un'aria stanca che non le apparteneva.

-ciao, sto bene- disse Georgie con una voce così flebile, tutto il contrario della sua voce normale che era sempre squillante. Sembrava che avesse fatto uno sforzo per parlare.

Suonò la campanella e la maggior parte degli studenti cominciò a dirigersi all'interno dell'istituto, tranne alcuni che continuarono a parlare, o che stavano fumando. Georgie fece per fare un passo in avanti, ma barcollò.

-penso che dovremmo portarla in infermeria- disse Abbie. Tutte e due annuirono. Era assurdo che nessuno le stesse notando, in fondo erano  vicino al cancello della scuola, in un punto ben visibile.

-vado io- disse Alexandra cominciando a correre verso l'interno della scuola.

-non c'é ne bisogno- disse Georgie. Solo in quel momento  Deborah notò che la sua amica continua  a toccarsi il collo, senza mollarlo, ma come che il maglione a aveva il collo lungo non riusciva a capire perché se lo toccava.

-che hai?- le chiede avvicinandosi a lei e senza seguire le proteste di Georgie, le controllò il collo. La bruna non cercò di spingerla via, non ne aveva le forze, ma la supplicò di non guardarle il collo.

Deborah vide subito una benda bianca e la scostò leggermente e ,stranamente, non si disgustò. Però, la scena era rivoltante. Molti si cominciarono ad agitare appena videro l'infermiera della scuola che si dirigeva verso di loro, spaventata.

-ragazze, che succede qui?- chiese mentre Alexandra e un'insegnante portavano con se una barella.

Abbie non parlò, era troppo sconvolta e disgustata dalla scena. Mentre Deborah sembrava abbastanza calma -é stata morsa-.

L'infermiera era una donna sui quarant'anni, con i capelli corti,  castani,tipo taglio maschile e gli occhi del medesimo colore. Indossava un camice e un paio di scarpe alte, ma da ginnastica.

La donna rimase stupefatta un momento,ma poi decise di agire. Georgie, proprio in quel momento svenì. Alexandra, trovava a che fosse una situazione assurda, ma non fece commenti, anzi cercò di aiutare a sgombrare l'aria, come che alcuni studenti si erano avvicinati a loro, incitò ai suoi coetanei di allontanarsi e molti l'ascoltarono spaventati.

**

Crystal si stava dirigendo verso la classe di francese, quando sentì qualcuno di borbottare che una ragazza era venuta a scuola ferita. Si girò per vedere chi stava parlando, ma subito le venne incontro la sua amica Annamaria.

-ciao Crys- la salutò.

Crystal ricambiò il saluto per poi chiederle delle voci che giravano tra i corridoi.

La ragazza castana si morse il labbro, sembrava spaventata -Georgie, una delle cheerleader é venuta a scuola e si é scoperto che é stata morsa da un animale- le spiegò, neanche lei non sapeva benissimo che cosa era accaduto.

La bionda si sorprese -Georgie, la cheerleader?- chiese per conferma. Non la conosceva benissimo, ma sapeva che era una brava ragazza e che spesso era venuta a casa sua a trovare o Diamond o le gemelle.

La castana annuì per poi aprire il suo armadietto ed estrarne un paio di libri abbastanza doppi e un quadernino per gli appunti.

-adesso dove l'hanno portata?- chiese la Winchester.

-credo in infermeria, ma penso che abbiano chiamato un'ambulanza che sta arrivando- disse Annamaria -comunque, io vado. Ho un'interrogazione in storia e non posso arrivare in ritardo-.

Crystal annuì e si congedò.

****

Diamond camminò per i corridoi deserti della scuola cercando di non farsi beccare, ormai, tutti erano in classe a fare lezione. Lei, però, voleva vedere come stava Georgie. Erano amiche da diversi anni e lei non sapeva neanche bene che aveva. Le avevano solo detto che era stata portata in infermeria, ma nessuno le aveva spiegato perché.

Girò un altro angolo e per poco non le venne un colpo quando si ritrovò di fronte Niall che sembrava sorpreso quanto lei di vederla. -che ci fai qui?- gli chiese.

Lui fece un mezzo sorriso -ho sentito della ragazza che é stata portata in infermeria, volevo solo vedere che é successo- le spiegò.

-perché?- chiese lei. Di solito era una tipa allegra, ma in quel momento, voleva solo sapere se Georgie stava bene. In fondo erano amiche,ed era logico che si preoccupasse per lei.

-solo cuorisità. E credo di non essere l'unico curioso- Niall non sapeva bene che dirle, non era abituato a mentire, ma c'é la stava mettendo tutta in quel momento. Però, non voleva mentirle, gli dispiaceva...

-io non sono curiosa. É una mia amica e voglio sapere come sta, non mi importa che é successo. Se l'ha morsa un lupo, un cane, un cannibale o.. Perfino un vampiro! Voglio sapere come sta!- disse superandolo e lasciandolo senza parole.

Niall non l'aveva mai vista così... Seria. Si vedeva che era preoccupata e pure molto. La seguì in silenzio.

-perché mi segui?- gli chiese voltandosi verso di lui.

-vengo con te. Credo che un po' di sostegno morale potrà farti soltanto de bene- disse sorridendole. Vedeva quanto stava male e voleva veramente aiutarla.

Lei sorrise lievemente -grazie- disse e i guerra cominciarono ad avviarsi in infermeria insieme.

******

Il castano bevve un altro bicchiere di vino per poi andarsi a sedere su una delle poltrone in pelle. Era arrabbiato, il suo piano non era riuscito. Aveva fallito. La strega che aveva trovato era troppo debole e inesperta e perciò non era riuscita nel compito che le aveva affidato.

Bevve l'ultimo goccio dell'alcol e poi si alzò di scatto. Lanciò il bicchiere vuoto nel camino acceso, come se quel gesto potesse aiutarlo in qualche modo, ma fu solo inutile.

Sentì qualcuno applaudire e si girò. Un ragazzo biondo si andò a sedere in uno scatto in una poltrona non molto lontana da lui. -ciao- disse con uno dei suoi sorrisetti che il moro tanto odiava.

-William- disse con disprezzo per poi ruotare gli occhi al cielo -che vuoi?-.

Il ragazzo dagli occhi caramello sorrise -solo quello che mi appartiene-.

-non c'é l'ho. Lo sai- gli disse stringendo una mano in un pugno, odiava quel fatto. Non riusciva a crederci che aveva perso di nuovo quell'anello -i sopravvissuti sono riusci a recuperare l'anello- gli spiegò.

-ti sei fatto di nuovo battere da quei ragazzini?- ridacchiò il biondo.

-non ho perso. Ho comunque ciò che voglio- disse indicando la porta che conduceva a un corridoio che portava a una cella sotterranea.

William fece una smorfia- hanno parlato?- chiese.

-non abbastanza- disse il ragazzo dagli iridi scuri.

-sei davvero crudele-  disse William sorridendo in modo alquanto sadico.

-lo so- si vantò il moro.

Proprio in quel momento un grido di dolore squarciò il silenzio che si andò a creare.
 

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Spazio Autrice

Buona lettura e ditemi che ne pensate lasciandomi una piccola recensione.

Questa è Georgie.

Grazie mille a tutti quelli che seguono questa mia storia,

Kiara,
 

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Capitolo 30
*** Georgie ***




Il freddo sguardo calcolatore che Afrodite le rivolse fece gelare Grace fino alle ossa.

- Sherrillyn Kenyon, Fantasy Lover


Chapter XXIX -Georgie



 

Dopo che Georgie era stata portata in infermeria, qualcuno aveva chiamato l'ambulanza che era venuta in meno di 20 minuti. La bruna era stata trasferita subito in ospedale e le gemelle erano state costrette a rimanere a scuola come non imparentate con la vittima.
 

Qualcuno aveva fatto chiamare Crystal e Diamond, insieme a Niall, che stava con quest'ultima, li avevano raggiunti in infermeria. La preside aveva fatto chiamare Victoria e il padre di Abbie, come che non era il caso che quel giorno continuassero le lezioni.

 

Avevano assistito a una cosa non piacevole e l'anziana preside Cox sapeva benissimo che le tre non sarebbero riuscite a concentrarsi sulle lezioni.

 

Aveva chiamato le sorelle per farle confortare, anche se entrambe non piangevano, ne gridavano e non facevano altro che potesse far intendere che dovevano essere consolate.

 

Solo Abbie stava piangendo senza ritegno vicino alle due bionde che sembravano solo tristi, anche se Alexandra sembra, più che triste, pensierosa.

 

Crystal andò subito verso le gemelle per assicurarsi che stessero veramente bene e poi vedendo che la migliore amica delle sorelle stava piangendo la consolò abbracciandola e accarezzandole i capelli corvini.

 

Victoria arrivò subito, insieme a Kate, si erano prese quel giorno libero, perciò erano arrivate in poco tempo, anche se avrebbero fatto prima arrivando a piedi, usando la velocità vampiresca, ma dopo avrebbero dovuto riportare le ragazze a casa a piedi e non le era sembrato il caso.

 

Appena tornate a casa Winchester, le sei ragazze discussero su quello che era successo a Giorgie e a Victoria, sembrò, il caso di parlare, anche se non voleva farlo così presto. Ora o mai, si disse per incoraggiarsi.

 

Raccontò alle ragazze della sua "trasformazione", del fatto che era morta per poi essere tornata in vita grazie al sangue di un vampiro, ma non disse alle ragazze di Louis.

 

Perché lui glielo aveva espressamente chiesto -é meglio che le tue cugine non sappiano che io sono un vampiro- gli aveva detto lui, il giorno prima -credo che capirebbero subito che anche i miei protetti lo sono e io vorrei che se vogliono, siano loro a dire alle ragazze la loro vera natura-.
 

Lei aveva accettato la sua richiesta, dicendo alle cugine che era stata Katie a salvarla, arrivando proprio nel momento... In cui la uccidevano. Loro ci avevano creduto, non conoscendo, logicamente, la verità.
 

Più o meno, non si sorpresero molto alla notizia della trasformazione di Victoria. Nell'ultimo periodo, avevano scoperto tante cose assurde, che quella scoperta, le aveva solamente sorprese, ma nessuna aveva avuto una reazione tanto esagerata, o per meglio dire, non proprio tutte avevano avuto una reazione esagerata...
 

-stai dicendo che sei un vampiro adesso?!- aveva esclamato Diamond sorpresa, non se l'aspettava così presto, era ... strano.
 

Sinceramente, lei non era spaventata dai vampiri, o li odiava, o si disgustava all'idea di diventare una di loro. Anzi, era affascinata dall'esistenza di altri esseri diversi, con un'altra cltura, religione e forse perfino con una diversa economia e storia.
 

Non ci teneva a bere del sangue... ma il fatto dell'essere immortali la faceva saltare di gioia, era bello rimanere giovani e forti per sempre.

 

L'essere diversa la incuriosiva e vedeva l'essere un vampiro come una nuova possibilità per scoprire una nuova se stessa, forse perfino migliore.
 

-già- aveva risposto amaramente Victoria accavallando le gambe. Stava osservando attentamente le sue cugine cercando di capire come avevano preso la notizia.
 

Alexandra aveva uno sguardo neutro, quasi come se la situazione non la toccasse per niente. Cosa che lasciò interdette Katie e Victoria.
 

Crystal per un momento sembrò spaventata, ma poi sembrò tranquillizzarsi e subito diventò pensierosa .
 

Deborah ebbe una reazione alquanto "esagerata" secondo molte delle presenti, ma che non stupì affatto Vicky. -sei stata tu a mordere Georgie?!-. Non si riusciva bene a capire se era una domanda o un'accusa, ma era comunque, secondo Diamond, assurda.
 

Non poteva essere stata la loro cugina, non avrebbe ma fatto del male a qualcuno, figuriamoci una persona a loro cara. Non avrebbe mai creduto, neanche se lo avrebbe visto con i suoi occhi.
 

-no non é stata Vicky- l'aveva difesa Katie.
 

Victoria aveva sorriso e annuito -non ho mai bevuto del sangue, da un essere vivo-.

 

-che intendi con vivo?- aveva chiesto Crystal.

 

-intendo che l'unico sangue che ho bevuto, é stato da una sacca, mai da una vena- aveva spiegato. Crystal aveva rabbrividito, disgustata dal solo pensiero che un giorno avrebbe dovuto fare la stessa cosa.

 

Victoria disse anche alle cugine che sarebbe rimasta a stare da Katie per diversi giorni, ma che avrebbero dovuto avvertirla per qualunque cosa e che sarebbe passata da loro a vedere che stavano combinando.

 

Prima che qualcuno potesse ribattere, suonarono alla porta. Alexandra andò ad aprire in silenzio, senza dire niente.

 

Crollò uno strano silenzio che venne rotto solamente dal rumore della porta d'entrata che venne aperta e chiusura dopo neanche un minuto.

 

Nessuno parlò.

 

Non sentendo Alexandra parlare con qualcuno, alcune di loro giunsero alla conclusione che qualche ragazzino dovesse aver bussato alla porta per scherzo, o che avessero cambiato idea.

 

La bionda entrò nella stanza e tutte notarono quasi subito il piccolo scatolo rosso che aveva in mano. Era abbastanza grande e a forma di letter. Venne posato sul tavolino del salotto, dove intorno erano sedute le 5 ragazze e dove si andò ad raggiungere anche Alexandra.

 

-per chi é?- chiese Deborah.

 

Alexandra lesse un piccolo bigliettino che era posato sulla scatola: -per Crystal Winchester, Alexandra Winchester, Deborah Winchester, Victoria Winchester e Diamond Winchester-.

 

-chi c'é lo manda?- chiese Crystal.

 

Alexandra esaminò il fogliettino, era firmato con una F e la scrittura era ben curata, le sembrava antica. -é firmato con una F-.

 

-abbiamo un amico, o amica, i comune con la F?- chiese Diamond.

 

-no, a quanto so- disse Alexandra.

 

-aprite la scatola- consigliò Katie.

 

Alexandra la aprì.

 

Diamond si spostò subito nauseata e per poco non vomitò. Victoria in uno scatto vampiresco si spostò in un'altra stanza, l'attrazione era tanta, troppa per una neo vampira. Deborah rimase, stranamente, calma, proprio come Alexandra, mentre Crystal dovette cercare di trattenere un gridolino di sorpresa e disgusto. Katie andò da Victoria per cercare di farla calmare, come che si stava agitando.

 

-ma che diavolo... É uno scherzo?- pensò ad alta voce Deborah. Stava osservando l'interno della scatola bordeaux, il cui contenuto era un sacco di sangue posto a cerchio sopra un nastro (cosa davvero rivoltante) e una lettera posta al centro della scatola.

 

Alexandra la prese in mano, stando attenta a non toccare il sangue, che era fresco, o almeno così sembrava dal fatto che era di un rosso scuro e non del tipico marrone del sangue secco.

 

-che c'é scritto?- chiese Diamond, si era ripresa, non le veniva più da vomitare.

 

La lettera era di un colore giallognolo ed era chiusa da un sigillo rosso che rappresentava tre stelle, ma al contrario del simbolo della casa della notte, la mezzaluna era posizionata sopra e capovolta.
 

Alexandra aprì la lettera e prese un foglio che si trovava al suo interno. La scrittura era delicata e alquanto regale.

 

-Ve lo avevo detto che non sarebbe finita. Moriranno una a una tutte le persone a voi care. Alla fine sarete sole e vi arrenderete a me, come avreste già dovuto fare da tempo. La morte non é la fine, ma l'inizio del vostro incubo.

F-

 

Tutte rimasero in silenzio, Victoria si calmò e ritornò nella stanza insieme alla sua migliore amica. -ma che significa?- chiese Diamond scossa e si ritrovò a pensare a quello che era successo a lei nel bosco. E se la persona che vuole l'anello é la stessa che ci ha mandato la lettera?, si domandò.

 

-qualcuno vi ha detto che non sarebbe finita qui?- chiese Katie. Trovava quella situazione inquietante e molto strana.

 

-no... mai- disse Victoria cercando di non guardare l'interno della scatola, era difficile resistere all'odore del sangue ed era sorprendente che anche se si era appena trasformata, ci stesse riuscendo.

 

-parla per te- mormorò Deborah -mi é successo, anche più di una volta, ma nessuno si sarebbe mai vendicando mettendo in una scatola del sangue vero e una lettera assurda e senza senso-.

 

-non credo che c'é l'abbia mandata una delle persone che ha fatto arrabbiare Deb, questa persona si vuole vendicare di tutte noi- disse Crystal riferendosi a loro cinque -in più questa lettera ha un senso compiuto, solo che non riesco a capire che abbiamo fatto per far arrabbiare così tanto qualcuno-.

 

-vorrei proprio sapere chi é questo tizio- disse Katie incrociando le braccia e pensando.
 

Victoria la guardò scrollando le spalle. Lanciò uno sguardo alla scatola e si ritrovò a ruotare lo sguardo verso la busta poggiata sul tavolino, dove avevano depositato anche lo scatolo.
 

Si concentrò sulla bustina e si accorse di sentire un odore, ma in quella stanza, c'é ne erano anche troppi. Si estraniò dalla conversazione che si era andata a creare e senza pensarci troppo andò dritto verso la bustina giallastra.
 

La aprì e scoprì che c'era un piccolo pezzo di stoffa a fiori con qualche goccia di sangue secco. Solo il quel momento si rese conto che tutte la stavano guardando.

 

Deborah le si avvicinò e prese il pezzo di stoffa in mano, esaminandolo, era a fiori gialli, arancioni e blu. Le sembrava di aver già visto un capo d'abbigliamento con quella fantasia, cosa che poteva essere anche probabile, ma non ricordava dove.

 

-non mi ero accorta che c'era qualcos'altro nella busta- disse Alexandra fissando il pezzetto di stoffa che si trovava nelle mani della gemella.


 

*****


 

Deborah entrò nel reparto in cui era stata ricoverata Georgie e subito, vide in lontananza il padre della sua amica e la matrigna.

 

L'uomo aveva la pelle scura, cappuccino, proprio come i capelli cioccolato e gli occhi del medesimo colore.

 

La donna invece aveva i capelli di un bellissimo rosso ramato, gli occhi caramello e la pelle abbronzata e ben curata, proprio come il suo abbigliamento elegante.
 

Lei, insieme a Diamond e Alexandra, si avvicinò ai due. Il padre di Georgie le riconobbe subito come compagne di scuola della figlia e le salutò. La moglie fece li stesso, solo che lei parlò -siete qui per vedere Georgie?- chiese non riconoscendole.

 

I genitori di Georgie si lasciarono quando la ragazza aveva appena 11 anni e da allora lei viveva con il padre e la sua nuova moglie e andava a trovare la madre ogni tanto.
 

-si, signora- disse cortesemente Alexandra.
 

-c'é qualche notizia?- chiese Deborah.
 

Il signor Bilson era seduto su una delle sedie poste nella sala d'aspetto e non faceva altro che guardare nella sala operatoria dove stavano operando la figlia.
 

-la stanno operando- disse l'uomo.
 

-é così grave?- chiese tristemente Diamond.
 

L'uomo annuì.
 

-ha perso molto sangue, in più sembra che non mangiasse e dormisse da almeno due giorni. Non riesco a capire come può essere... Siamo stati via due settimane, ma lei é abituata, le lasciamo sempre dei soldi per magiare e per ogni altro tipo di necessità- spiegò Carla Bilson.
 

-Georgie non veniva a scuola da giorni- disse Diamond.
 

I due si sorpresero, non sapevano che era malata, non gli avevano detto niente, perciò non riuscivano a capire perché non fosse andata a scuola in quei giorni. -non ne capisco il motivo, stava bene- disse la donna.
 

Diamond abbassò lo sguardo non sapendo dare spiegazioni ai due coniugi.
 

-vedete che avrà avuto un buon motivo- disse Deborah facendo un sorriso molto falso, ma che fece rilassare i due Bilson.

 

-sicuramente avrà avuto un buon motivo- disse il signor Bilson facendo un sorriso tirato.

 

Proprio in quel momento si avvicinò a loro un medico, che subito si rivolse ai signori Bilson -siete voi i genitori di Georgie Bilson?- chiese l'anziano signore leggendo una certellina bianca.

 

-io sono il padre e lei é mia moglie, Carla. La madre di Georgie, la mia ex moglie, non é potuta venire, ma non ne so il motivo, lei vive a New York- disse l'uomo a disagio e leggermente irritato. Si notava che dal suo tono di voce che era deluso dalla ex moglie.
 

A quanto si sapeva, la madre di Georgie era una donna che lavorava nell'azienda elettronica di famiglia, cioè una persona molto ricca, ma anche altrettanto frivola. La bruna odiava andare a trovare la madre, perché diceva sempre, che era come andare a trovare un fantasma,non si vede mai.
 

-va bene- disse il signore girando qualche foglio della cartellina -la signorina Bilson sta bene...- le ragazze sorrisero senza far più caso alle parole dell'anziano dottore, avevano già saputo ciò che gli importava.

 

**

 

Crystal entrò nella stanza di Victoria, voleva vedere se aveva qualche libro che riguardasse i vampiri, specialmente quelli nati dall'unione con una strega.
 

Victoria era tornata a casa di Katie, dopo aver accompagnato le gemelle e Diamond, in ospedale.
 

Crys aveva deciso di rimanere a casa, da sola. Non aveva la benché minima idea di andare a trovare Georgie in ospedale, l'aveva vista un paio di volte, più o meno e preferiva di gran lunga lasciare che la venissero a visitare, amici e parenti, invece di conoscenti.
 

La bionda attraversò la stanza, fino ad arrivare vicino a un piccolo scaffale bianco, dove qualche settimana prima c'erano tutte le scartoffie di suo padre e alcuni romanzi di sua madre, ma ora contenevano solo alcuni libri di Victorie e altre sue cose.

 

Fece scorrere la mano fra i vari volumi fino a quando non trovò ciò che cercava. Era un libro di scuola, ma ben diverso da tutti quelli che aveva visto nella sua vita, era molto doppi e sopra c'era scritto in grande: Sociologia Vampira.

 

Crystal alzò un sopracciglio e prendendo il libro si avvicinò alla scrivania in legno che il padre teneva sempre piena di fogli di carta sparsi ovunque, ma che ora era completamente in ordine. Si sedette e cominciò a sfogliare interessata le pagine del grosso volume.
 

Leggeva di cose come: perdita di controllo, transizione tante altre tantissime cose fino a quando trovò quello che cercava. Ibridi.

 

Non sapeva neanche della maggior parte dei esseri che venivano citati, ma appena notò un paragrafo sull'unione di una strega e un vampiro si fermò a leggere attentamente.

 

Un tempo si pensava che gli unici esseri con cui un vampiro potesse procreare fossero le streghe. Non si capì mai il motivo con esattezza, ma si pensa perchè le streghe fossero gli esseri più vicini ai vampire e che in quel tempo, nel quindicesimo e quattordicesimo secolo, fossero rari quanto loro.

Spesso quando una strega rimaneva incinta di un vampiro, la sua congrega la uccideva prima che potesse dare alla luce il bambino. Questo succedeva perché si credeva che un essere metà vampiro, cioè immortale, forte, veloce e spietato e una strega, un essere che poteva invocare gli dei e i doni che gli aveva concesso, fosse troppo forte e perciò imbattibile.

Per la paura tutti gli esseri nati da un vampiro e una strega vennero sterminati, se non dalle streghe, allora da alcuni vampiri che la pensavano come loro. Ma quei pochi che sopravvissero, si dice, che come tutti i esseri nati da un vampiro al compiere dei suoi 18 anni, prima o dopo, iniziò la transizione e più o meno tutti sopravvissero, anche se ci fu qualche perdita.

Il vero problema era il fatto che quando questi esseri facevano la loro prima vittima, cambiavano. Diventavano stranamente spietati e non riuscivano a controllare i doni degli dei. A quanto si sa erano fortissimi, ma i cacciatori e alcuni vampiri e streghe, li uccisero tutti. Non ne rimase nessuno.

 

Crystal rimase sconvolta.
 

Cosa?
 

Non ne rimase nessuno?
 

Non era possibile, lei era viva e anche le sue sorelle e sua cugina.
 

Poi capì.
 

Erano le ultime rimaste della loro specie.
 

Erano molto pericolose.
 

Se qualcuno avesse saputo di loro... Le avrebbero uccise.



 

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Spazio Autrice

Holà! Scusate il ritardo, ma sono stata senza Internet e non ho potuto pubblicare questo capitolo.

PS: avete mai letto il libro Fantasy Lover? Io l'ho adorato! Cioè, e scritto benissimo e la trama non é niente male, anche se avrei farto a meno delle scene "spinte", ma non fa niente.

Spero che vi piaccia questo capitolo.

Buona lettura!

Chiara,

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Capitolo 31
*** Tiredness ***



“Seppur mi sono persa, sono riuscita a trovarti”

- Kyukai no kanata
 

Chapter XXX - Tiredness




 

Deborah entrò nella stanza in cui Georgie si stava riposando. Erano passate diverse ore e la bruna si stava cominciando a riprendersi, anche se lentamente.

Notò che era meno pallida e sembrava anche più tranquilla, o almeno così le sembrava come che stava riposando.

Deborah si alzò per sgranchirsi le gambe come che era seduta da diverso tempo vicino al letto dell'amica.

Le sorelle erano andate a prendere qualcosa da bere e da mangiare e i signori Bilson stavano parlando con alcuni medici dell'assicurazione sanitaria, o qualcosa del genere.

Guardò verso un mobiletto bianco, vicino al letto di Georgie, dove era posato il suo zainetto di jeans che lei adorava.

Era leggermente sporco di sangue e di terra, ma comunque nessuno lo aveva aperto. Per la curiosità si avvicinò e lo aprì con cautela, come se ci potesse trovare qualcos'altro di rivoltante o di spaventoso.

Si sorprese di trovarci due libricini che non erano assolutamente scolastici, ma contenevano delle formule alquanto stravaganti e ricette di strane pozioni.

Poi scorse un'altra bustina uguale a quella che stava nella scatola che era stata lasciata avanti a casa sua.

La aprì.

E vi trovò sempre una lettera, però il messaggio era diverso.

-Ho iniziato da molto la mia vendetta. La piccola Georgie non é stata la mia prima vittima e non sarà l'ultima.

Voglio quello che mi appartiene di diritto, anche a costo di uccidere ogni stupido umano e non che si metterà sulla mia strada.

Spero per le persone che vi stanno attorno che cederete, o spariranno una a una sotto i vostri occhi.

F-

Deborah rimase per alcuni secondi immobile, cercando di capire.

Georgie non é stata la mia prima vittima, rilesse.

Spariranno una a una sotto i vostri occhi

Deborah pensò a sua zia, che era scomparsa per diverso tempo, per poi essere ritrovata nel Bayou, o almeno erano stati ritrovati i resti di quello che rimaneva di lei.

Pensò anche ai suoi genitori che erano scomparsi da più di un mese, poco dopo Natale e alla loro macchina, che era stata ritrovata non poi tanto lontana da casa, vuota, di loro non era rimasta nessuna traccia.

Tremò leggermente al pensiero che quello sconosciuto poteva essere stato l'assassino di sua zia e dei suoi genitori.

Poi fu pervesa da uno scatto di ira e attocigliò il foglio di carta buttandolo poi per terra.

Cercò di calmarsi sospirando e si portò alcune ciocche di capelli indietro.

Notando che lo zainetto conteneva altre cose, decise di continuare a cercare.

Sperava di trovare qualche indizio utile. Voleva sapere chi era il mostro che aveva fatto tutto quello, a lei e alla sua famiglia.

Nello zainetto trovò  anche delle spezie e altre strane boccette, che non provò ad aprire, dopo averne aperta una che aveva un'odore nauseante.

Poi trovò qualcosa dentro una busta di carta. La aprì e vide che erano i vestiti che la sua amica doveva star indossando quando era stata morsa.

Rimase paralizzata.

Era un jeans e una maglia a maniche lunghe a fiori arancioni, blu e gialle. La parte vicino al collo era strappata.

Era uguale al pezzo di stoffa che avevano trovato nella bustina. Quel tizio sapeva benissimo che poteva far del male a chiunque conoscevano e glielo voleva far rendere conto.

Voleva fergli capire che erano impotenti, contro di lui.

Farà del male a tutti quelli che conosciamo.

Quella certezza fu peggio di un cuolpo d'arma da fuoco.

**

Il giorno dopo le ragazze avevano deciso di andare a scuola, anche se il giorno prima erano tornate verso le 9 e qualcosa a casa e avevano fatto i compiti alla svelta. Erano stanche, ma per colpa delle tante assenze che avevano fatto in quel periodo erano costrette ad andare comunque a scuola.

Crystal si diresse verso il suo armadietto e vi depositò il libro di storia e prese quello di biologia.

Sbadigliò.

Aveva dormito pochissimo per studiare storia, come che sapeva che sarebbe stata interrogata quel giorno, ed era successo.

Il giorno prima si era addormentata mentre leggeva il libro di sociologia vampira ed era stata svegliata da Alexandra, quando quest'ultima, Deborah e Diamond erano rincasate.

A quanto le avevano detto le sorelle, era stata Katie ad riaccompagnarle a casa, quando Victoria le aveva detto che si era fatto tardi.

Crys si portò una mano sulla bocca per sopprimere un altro rumoro sbadiglio, aveva dormito circa cinque ore, o poco più.

-Ciao Crys!- disse una voce pimpante alle spalle della bionda.

Crystal saltò sul posto, spaventata. Si girò di scatto ritrovandosi un paio di occhi nocciola che la stavano guardando innocentemente -ciao Annette- le sorrise, o almeno ci provò -mi hai fatto prendere un colpo-.

Annamaria sorrise leggermente -scusa- si portò una ciocca castana dietro l'orecchio -ti vedo stanca, tutto bene?- chiese aprendo il suo armadietto e cominciando ad estrarne alcuni libri e quaderni.

-Più o meno- sbuffò -sono stata interrogata in storia-.

-uhm..come é andata?- le chiese guardando lo schermo del suo telefono.

Crystal sbadigliò per la centesima volta -bene, mi ha messo sette-.

Annamaria la esaminò -hai dormito poco?- le chiese.

-già, si vede, eh?- disse ironica -sembra che una macchina mi abbia investita?-.

La castana ridacchiò -non proprio, sembra che tu non dorma da almeno un mese-.

Questo era vero, più o meno, era almeno un mese, o poco più che non dormiva bene. O per colpa dei suoi sogni/incubi/ricordi, o non riusciva a prendere sonno.

-allora devo avere davvero un aspetto correndo- borbottò Crys.

-non sai quanto-.

Crystal lanciò un'occhiataccia alla sua amica, le voleva bene, ma in quel momento l'avrebbe voluta strozzare -grazie mille- disse scocciata per poi chiudere il suo armadietto e andandosene.

Non aveva la minima idea di continuare quella conversazione.

Si avviò verso la sua aula di biologia. La numero 13. Già, numero sfortunato. Proprio come quella racchia della sua prof di biologia.

Quella pazza non faceva altro che prendersela con lei e i suoi compagni, quando non stava al telefono, o si grattava le mani morbosamente per chissà quale irritazione.

La bionda fece un respiro profondo ed entrò in classe. I pochi alunni che si trovavano in classe  stavano conversando fra loro, divisi in piccoli gruppi.

Crystal li ignorò e prese posto nell'ultima fila, in fondo alla classe, precisamente vicino alla finestra. Non le interessava fare conversazione.

Già, era una ragazza molto solitaria. O almeno così sembrava quel giorno... E tanti altri.

Aprì il libro di biologia e cominciò a ripetere, non voleva rischiare di essere interrogata e fare scena muta. Era una cosa che preferiva evitare, soprattutto quel giorno.

Proprio in quel momento entrò Harry.

Appena il ragazzo la vide, la salutò -Hey Crystal!- disse sorridendole.

-Ciao Harry!- lo salutò cercando si essere il più amichevole possibile, il che non era facile considerando la mancanza di sonno e il fatto che aveva lezione di biologia.

-Come fai a essere di buon amore sapendo che la strega sta per arrivare?- gli chiese lei accigliata.

Lui le regalò un bellissimo sorriso -Non mi importa di quella vecchia con una qualche irritazione alla pelle- dice -tanto non faccio tanto schifo in biologia-.

-non c'entra niente, anche se sei un genio in biologia, lei sarebbe capace di trovare qualcosa che non sai e metterti cinque. Il suo voto preferito-.

-uhm... Va be'... Comunque volevo chie...- Harry non finì di parlare perché entrò la professoressa Wesley.

La donna sui sessant'anni aveva i capelli grigi legati in un perfetto chignon, gli occhi di un grigio così chiaro da sembrare fatti di bianco e la pelle rosa segnata dal tempo. Indossava un maglione marrone e una gonna blu, e delle calze nere, proprio come le scarpe.

La prof lanciò ai suoi alluni un'occhiata truce. Tutti si zittirono e si andarono a sedere.

-bene bene- gracchiò l'anziana signora -come che avete tanta voglia di parlare, oggi interrogherò. Interrogazione a tavolino- sorrise sorniona.

Crystal si portò una mano sulla fronte, massaggiandola. Aveva una forte emicrania, ma non ci badò. Oramai, quelle emicrania, erano molto frequenti in quell'ultimo periodo.

-hai studiato?- le sussurrò Harry, mentre la professoressa Wesley stava scrivendo qualcosa sul registro.

Crystal scosse la testa -tu?-.

Harry si morse il labbro -non ho proprio aperto il libro di biologia- le disse.

Crystal sorrise leggermente -speriamo di sopravvivere a quest'ora-.

-già speriamo-.

 


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Spazio Autrice

Ciaooo! Wow!

Sono stata davvero veloce ad aggiornare.

Lo so, fa pena, ma credo di aver scritto capitoli peggiori.

Chiara,

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Capitolo 32
*** Appearance ***




“La maledizione degli uomini è che essi dimenticano.” 

-Dal film: EXCALIBUR
 

Chapter XXXI - Appearance





 

-Styles! Winchester! Fuori dalla classe!- disse la professoressa Wesley beccando i due a parlare della domanda che l'anziana signora aveva posto a un loro compagno.
 

I due in silenzio si diressero fuori dalla porta. Non volevano che dicendo qualcosa, la loro prof, li mandasse dalla preside.
 

-Non ci credo che ci ha cacciati dalla classe!- sbottò basito Harry, seguendo Crystal che si sta dirigendo da qualche parte.
 

Lei fece una smorfia -é una cosa assurda. Non abbiamo fatto niente di male-.
 

Harry si mise le mani nelle tasche e affrettò il passo, per camminare vicino a lei, come che stava camminando a passo svelto.
 

-Dove stiamo andando?- le chiese.
 

-Vado a prendere il libro di letteratura, come che fra poco suona la campana della terza ora- gli spiegò la bionda.
 

-E la tua roba che hai rimasto in classe?- appena sarebbe suonata la campanella, sarebbe dovuto tornare nell'aula di biologia per prendere tutto ciò che aveva rimasto sul suo banco.
 

-La vado a prendere appena suona, mi sembra logico- disse mentre giravano l'angolo.
 

I due rimasero una manciata di secondi in silenzio, fino a quando Harry non le chiese ciò le voleva chiedere già dall'inizio dell'ora di biologia.
 

-Senti, ti posso fare una domanda?- le chiese indeciso. Non sapeva bene se era giusto o non chiederglielo.
 

-certamente- rispose lei sorridendogli cordialmente.
 

-Ti andrebbe di fare ripetizioni a me e Liam, Niall e Zayn insieme, una volta la settimana?- Harry ne aveva discusso con i suoi amici e si erano tutti trovati d'accordo.
 

Lei spiegava bene e non faceva troppe domande sul loro passato, sulle loro famiglie e sul perché Louis gli faceva da tutore.
 

Crystal rimase un attimo sorpresa -ehm.. Va bene. Ne parlo con il vice preside...- disse impacciata.
 

Harry sorrise -okay- mormorò mentre lei si avvicinava al suo armadietto e tirava fuori un libro alquanto grande.
 

Lei anzò lo sguardo su di lui e si accorse che la stava osservando.
 

-non dovresti prendere anche tu i libri per la prossima ora?- gli chiese con le guance rosse e imbarazzata.
 

Lui scosse la testa -li ho già presi, prima, come che alla prossima ora ho matematica-.
 

Lei annuí -aula 17?- domandò. La sua amica, Annamaria, le aveva scritto su Whatsapp che il riccio aveva le sue stesse ore di matematica in comune con lei.
 

-si- disse lui.
 

La campana suonò.
 

-Allora... Uhm... Io torno in classe- disse lei salutandolo.
 

Lui sorrise -va bene, ci vediamo... Presto-.
 

****
 

Deborah camminò verso il campo di football, la giornata scolastica era appena finita ed erano circa le quattro e ora lei stava andando agli allenamenti delle cheerleader.
 

Andò verso gli spogliatoi delle ragazze per cambiarsi. Non poteva certamente svolgere gli allenamenti con indosso un maglione (che Crystal le aveva costretto ad indossare per non fare insospettire nessuno su cosa erano) che le limitava i movimenti e un pantalone di pelle.
 

Appena entrò nell'ampia stanza fu invasa da un profumo di borotalco e menta che conosceva benissimo.
 

Apparteneva  a Gracie una studentessa di quarta che aveva la mania di spruzzare grosse quantità di profumo, “per rendere il posto più accogliente ” come diceva sempre lei.
 

Deborah andò verso il suo armadietto, il numero A19, e prese le sue scarpe da ginnastica e una tuta rossa.
 

Indossò tutto velocemente, senza preoccuparsi se qualcuno sarebbe entrato. Ai ragazzi non era permesso l'accesso e le ragazze dovevano essersi già cambiate e adesso la stavano sicuramente aspettando.
 

-Deb!- sentì qualcuno chiamarla e alzò lo sguardo dai lacci delle sue scarpe alla ragazza bionda che stava entrando proprio in quel momento.
 

-Alex- disse Deborah riabbassando lo sguardo sulle sue scarpe e fecendovi un doppio noto.
 

-sei in ritardo- le ricordò Alexandra.
 

Deborah sbuffò -la prof di storia mi ha fatto rimanere un po' di tempo in più -.
 

Alexandra inarcò un sopracciglio -che hai fatto?-.
 

Deborah sorrise al pensiero di ciò che aveva detto non molto prima alla prof di storia -niente di che, solo che avrebbe bisogno di una scopata-.
 

Alex si porto una mano sulla fronte sconsolata -Deborah, Deborah.. Non puoi dire questo a una professoressa, lo sai!-.
 

Deborah si alzò e fece spallucce -Che ci posso fare? É vero! Quella vecchiaccia ne avrebbe proprio bisogno!-.
 

Alexandra scosse la testa -lasciamo stare. Andiamo agli allenamenti, siamo già in ritardo-.
 

Deborah annuì.

 

***
 

-Ti ha davvero chiesto di farvi ripetizioni?- chiese sorpresa Diamond.
 

Lei e Crystal si stavano dirigendo verso gli spalti per osservare gli allenamenti delle gemelle. Entrambe avevano pochi compiti perciò pensarono che fosse una bella idea sedersi insieme a parlare.
 

-Oh.. Si- disse ancora imbarazzata Crystal -mi ha colto completamente di sorpresa. Un momento stavamo parlando della professoressa Wesley, poi il minuto dopo mi chiede se posso fare ripetizione a lui e i ragazzi-
 

-ci credo!- esclamò la minore sedendosi nei sedili avanti, in modo da tener meglio d'occhio le gemelle, che, a quanto le aveva detto una cheerleader, si stavano cambiando, ancora.
 

Crystal le si sedette affianco -ti giuro, non sapevo che dirgli! Poi ho deciso di accettare-.
 

Diamond fece una mini smorfia vedendo una ragazza del terzo anno cadere rovinosamente a terra mentre a provava a fare una doppia capriola. -che farai con loro quando dovrai andare alla Casa Della Notte?-.
 

Crystal si intristì -non so... Non ci ho pensato. Credo che chiederò a Marika, o a Kevin di far loro ripetizioni- disse parlando di alcuni suoi compagni di alcuni corsi che avevano dei voti molto buoni.
 

Diamond annuì -capisco- si portò una ciocca bionda dietro l'orecchio -lo so che non dovrei essere io a dirti questo... Ma lo sai che non dovremmo più legarci a nessuno? Soprattutto ora- le ricordò.
 

Crystal si strinse lo zaino nero vicino al petto -lo so... io ci sto provando-.
 

Diamond sorrise leggermente -già, lasceremo molte persone... Non credo che sia giusto nei nostri e nei loro confronti-.
 

-si, ha tremendamente ragione- ammine con riluttanza Crystal -ma non credi che sia il caso di conoscere nuove persone ora che ne abbiamo la possibilità? E se non dovessimo veramente sopravvivere? Avremo sprecato il tempo che ci rimane-.
 

-Lo so, sorellona. Ma sto pensando a mamma e papà, io non voglio che qualcuno soffra come io ho soffro per la loro mancanza.- a Diamond scese una lacrima che si affrettò a asciugare, anche se Crys l'aveva già intravista.
 

-Loro non sapranno mai come, o quando siamo morte, forse non sapranno neanche che fine faremo. Saremo solo delle persone che sono scomparse, per cui forse hanno sentito un po' di mancanza, ma che resteranno solo un vecchio ricordo- si rese conto Crystal.
 

Si guardò intorno. Vide alcune sue compagne di classe, che conosceva dalla'asilo, che stavano ridendo vicino agli spalti mentre vedevano gli allenamenti di football.
 

Per loro resterò solo l'asociale con cui andavano a scuola e che un giorno sparì e non si seppe più niente di lei,pensò.
 

Alla sua destra poté intravedere Annamaria e Emanuele che si stavano dirigendo verso l'autobus.
 

Loro sicuramente un giorno si metteranno insieme, sorrise a quella idea, e forse mi ricorderanno più e meglio di tutti gli altri.
 

Resterò fra i loro ricordi?
 

O sarò solo una comparsa nella loro vita?
 

Un'amica che é sparita e mai ritornata.
 

Solo questo rimarrò.
 

Una comparsa nella vita di tutti quelli che conosco, pensò mentre si alza per dirigersi lontano da lì. Era troppo triste sapere che nessuno teneva veramente a lei.
 

L'uniche persone su cui avrebbe potuto solo contare sarebbero state solo le sue sorelle e sua cugina, forse.

 

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Capitolo 33
*** Yes or No? ***




Aveva visto troppo del suo lato positivo ormai. Del suo dolore. E più lo conosceva, più lo voleva. Lo voleva in un modo che non si poteva spiegare. Si erano appena incontrati, eppure c'era già qualcosa che li legava strettamente.

 

- Sherrillyn Kenyon, Notte di piaceri



 

Chapter XXXII - Yes or No?




 

Alexandra andò verso la sua squadra di cheerleader insieme ad Deborah. Quest'ultima si mise a chiacchierare con Gracie e Noemi, due ragazze più grandi di loro.
 

-ciao Alex- la salutò Paula, una ragazza di terza alquanto gentile e sempre disponibile.
 

-ciao Paula- le rispose.
 

-come va?-
 

-bene e a te?-
 

-benissimo- disse Paula.
 

Paula aveva i capelli castani legati in due trecce laterali e gli occhi nocciola erano contornati da un po' di trucco leggero che metteva però in mostra quelle poche lentiggini che aveva sul viso.
 

Vestita in tenuta sportiva, abbastanza pesante era una ragazza che parlava molto, ma che si rendeva anche disponibile per qualunque esigenza.
 

Era una delle poche ragazze nella squadra che non trattava Alexandra come se non esistesse, solo perché lei preferiva aiutare in tutti i doveri senza però dover partecipare al tifo durante gli eventi: partite di football e di altri sport e anche incontri scolastici di diversi tipi.
 

-perché sei così felice?- le chiese Alexandra accennando un piccolo sorriso.
 

Paula si mi a saltellare come una bambina e sbatté perfino le mani, causando diverse occhiatacce dalle altre cheerleader.
 

-Tommaso mi ha chiesto di uscire!- esclamò felice come una Pasqua.
 

Alexandra le sorrise, contagiata dall'allegria dell'altra -ne sono felice, é un bravo ragazzo- le disse sinceramente.
 

-Mmm... Si lo é- disse distrattamente Paula guardando dietro la bionda.
 

Alexandra la guardò accigliata e si girò per vedere cosa stava guardando la sua amica.
 

I ragazzi si stavano svolgendo i loro allenamenti di football, come da routine e alcuni di loro, fra cui Tommaso, stavano parlando vicino gli spalti.
 

Liam, era l'unico che non faceva parte della squadra e stava parlando con quello che ricordava che si chiamasse Zayn e Tommaso.
 

-Chissà di che stanno parlando- disse Paula, purtroppo da quella distanza non potevano sentire niente.
 

Perfino Alexandra, che aveva un udito leggermente migliore di qualunque altro essere umano, non riusciva a sentire un bel niente.
 

In fondo, era ancora umana, ancora per poco.
 

-non so. Credo di football- disse Alexandra mentre Deborah le si avvicinava.

-Alex- la richiamò -dobbiamo iniziare gli allenamenti- disse alle due.
 

Entrambe annuirono e insieme si diressero verso le altre cheerleader.
 

Alexandra non andava molto a genio nella squadra, una cosa che non aveva senso, per dirla tutta.
 

Lei non faceva niente che potesse irritarle, inventava le coreografie con Deborah, dava una mano a spiegarle, faceva tutti gli allenamenti di riscaldamento come tutte le altre e in rare occasioni sostituiva le ragazze infortunate o malate, nelle manifestazioni pubbliche.
 

Tutte le altre ragazze della squadra, o almeno la maggior parte, le lanciarono degli sguardi d'odio e gelosia.
 

Alexandra non riusciva a capirne il motivo e come sempre si ritrovò a ignorarle e concentrarsi sugli allenamenti.

 

 

*****

 

Diamond si mise a leggere le pagine di chimica che doveva ripetere per il giorno dopo, quando probabilmente sarebbe stata interrogata.
 

Stava ancora seduta sugli spalti, era passata poco più di mezz'ora e ora le cheerleader stavano provando una nuova coreografia.
 

Lei invece, si era messa a fare i compiti. Crystal se ne era andata dopo che avevano parlato e le aveva scritto che sarebbe andata al parco a fare i compiti e magari avrebbe disegnato qualcosa.
 

A quanto pareva, non aveva più chiesto ad Alexandra di uscire con lei, non doveva averne avuto l'occasione, anche se che Diamond sapeva che le avrebbe dovuto parlare di qualcosa, in privato.
 

Lasciò stare questo pensiero e cercò di concentrarsi sulle pagine di chimica, ma in quel momento le sembravano solo un mucchio di cose senza senso.
 

Chiuse il libro e diede un'occhiata alle sue sorelle minori che avevano deciso di fare una pausa e ora Deborah si stava dirigendo verso gli spogliatoi femminili per prendere qualcosa.
 

Lasciò stare diede un'occhiata al suo cellulare quando si sentì chiamare da qualcuno accanto a lei.
 

Niall.
 

-Hey Mond- le disse sedendosi accanto a lei.
 

Sul viso di Diamond si dipinse un sorriso -Ciao Niall- disse amichevolmente.
 

-Stai dando un'occhiata alle gemelle?- chiese lui lanciando uno sguardo alla squadra delle cheerleader, senza, però, prestarci troppa attenzione.
 

-Oh... Si. Anche se sono così grandi, che secondo me non c'é ne bisogno- disse lei passando le dite sulle pagine chiuse del libro di chimica.
 

-lo credo anche io, quanto hanno..? 15 anni?-
 

-16 a Maggio- disse con precisione Diamond.
 

Le gemelle erano nate il 23 Maggio e quell'anno avrebbero compiuto gli anni quando ormai si erano già trasferite alla casa della notte.
 

Nessuna festa fra amiche e compagne, come l'anno precedente.
 

Nessun regalo.
 

Nessuna torta.
 

Forse avrebbero ricevuto gli auguri da parte di Diamond, Crystal e Victoria. Se sarebbero sopravvissute...
 

Ci furono alcuni secondi di silenzio, circa un minuto.
 

Nessuno parlò.
 

Niall pensò a come chiederle di uscire, mentre Diamond stava pensando a come cercare di evitarlo, non si voleva legare a nessun altro, se poteva.
 

Oh ferse non poteva più...
 

Mi sta cominciando a stare simpatico, fin troppo simpatico. Riuscirò a stargli alla larga fino al 23 Maggio?, pensò.
 

-Diamond- richiamò la sua attenzione il ragazzo biondo.
 

Lei lo guardò.
 

Lo notava leggermente in imbarazzo e non ne riusciva a comprendere il motivo -si, Niall?-
 

-Ti voglio chiedere... Uhm... Vorresti uscire con me? Potremmo andare al cinema, caffetteria, dove preferisci- le disse prendendo coraggio.
 

Di solito Niall non chiedeva appuntamenti o cose del genere, sapeva che sarebbero rimasti per troppo poco tempo e che forse non l'avrebbe più rivista.
 

Ma, come gli avevano detto i suoi amici, quel giorno, doveva pur godersi questo ultimo periodo di pace. Avrebbe potuto sempre non sopravvivere...
 

-Cosa?!- esclamò Diamond. Quello era veramente un colpo di scena.
 

Che avrebbe dovuto fare?
 

Accettare?

O no?

 

Lui era un ragazzo fantastico e questo l'aveva capito subito. Ma purtroppo, come aveva detto prima alla sorella, lei non voleva più affezionarsi a nessuno.
 

Aveva letto e visto troppi film soprannaturali, lì, quasi sempre tutto finiva bene. Però, quella era la realtà.
 

E lei non voleva giocare con i sentimenti di quel ragazzo, proprio come non voleva giocare con i sentimenti di nessun altro.
 

Però...
 

Aveva una voglia tremenda di dire di si.
 

E se non mi ricapiterà mai un'altra occasione simile?, pensò.

 

*****


 

Deborah entrò dentro lo spogliatoio delle ragazze e si diresse verso il suo armadietto per prendere la sua bottiglietta dell'acqua che aveva lasciato nel suo zaino.
 

Appena lo aprì sentì il rumore di una porta che sbatteva, la porta d'ingresso.


 

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Spazio Autrice

Hey!

Buona lettura!

Mi farebbe piacere se lasciaste una recensione!

Chiara

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Capitolo 34
*** Attraction ***




Chapter XXXIII
- Attraction






 

Deborah entrò dentro lo spogliatoio delle ragazze e si diresse verso il suo armadietto per prendere la sua bottiglietta dell'acqua che aveva lasciato nel suo zaino.
 

Appena lo aprì sentì il rumore di una porta che sbatteva, la porta d'ingresso.
 

La bionda si girò e si ritrovò davanti un bellissimo viso olivastro e degli occhi cioccolato che la guardavano.
 

Zayn.
 

-Che ci fai tu qui?- chiese lei tagliente.
 

La distanza tra di loro era pochissima, se solo avrebbe fatto un passo avanti...
 

L'avrebbe potuto baciare.
 

Lui guardò attentamente gli occhi azzurri della ragazza per poi far finire il suo sguardo sulle labbra rosse di lei.
 

Quanto avrebbe voluto baciarle..
 

-Ti ho seguita- disse lui.
 

Era vero, stava parlando con i suoi amici quando l'aveva vista allontanarsi da sola e senza pensarci due volte l'aveva seguita.
 

Non riusciva a capire il perché del suo gesto. Era stato qualcosa di istintivo.
 

Familiare.
 

In qualunque altra situazione, Deborah, si sarebbe messa a dirgliene di tutti i colori.
 

Ma il tenerlo così vicino a lei le causava un'agitazione nello stomaco che non sapeva spiegare.
 

Era come se il solo stargli vicino riuscisse a zittirla, a farla rimanere senza fiato in gola. Una cosa stravolgente come che nessuno in 15 anni di vita era riuscito a farla rimanere senza parole.
 

Nessuno.
 

Nessuno dei due riusciva più a capire che stava succedendo.
 

C'era un'attrazione indescrivibile che li spingeva uno contro l'altro.
 

Deborah stava per dirgli qualcosa, anche se non sapeva neanche lei bene cosa, ma le sue parole furono soffocate dalle labbra di lui che premettero contro la sua bocca.
 

Lei si ritrovò a mettere le mani fra i capelli di Zayn e avvicinarlo il più possibile a se stessa.
 

Lui fece scivolare le mani contro i fianchi della ragazza fino ad arrivare alle natiche. La alzò in modo che lei potesse allacciare le sue gambe intorno al bacino del ragazzo.
 

In poco tempo Deborah si ritrovò, con le spalle contro gli armadietti in ferro, a baciare con passione un ragazzo che conosceva appena.
 

Non era il suo primo bacio, ma per la prima volta nella sua vita provò qualcosa.
 

Qualcosa più forte dell'attrazione fisica o del piacere comune.
 

Era qualcosa che non sapeva spiegare e questo la metteva in soggezione.
 

Amava il rischio, ma in quel caso lo anche temeva.
 

Dopo un po', quando le mani di lui si stavano fin troppo dilungando sul suo corpo, lei si staccò bruscamente.
 

Zayn la guardò leggermente sorpreso, si era fatto prendere della situazione e si era appena accorto di quello che stava succedendo.
 

-Io.. io devo andare- disse Deborah lanciando uno sguardo veloce al ragazzo dai capelli corvini.
 

Non riusciva a credere di essersi così tanto lasciata andare.
 

Era troppo anche per lei.



 

***

 

Alexandra stava parlando con Paula quando vide uscire di corsa Deborah dagli spogliatoi femminili.
 

La gemella aveva la coda di cavallo scomposta, i vestiti stroppicciati (sicuramente non per gli allenamenti) e uno sguardo furtivo e leggermente sorpreso.
 

Deborah si avvicinò a loro a grandi falcate.
 

Era strana.
 

Stranamente pensierosa.
 

-Tutto bene, Deb?- le chiese Alex.
 

Deborah sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri e accennò un leggero sorriso.
 

Alexandra lanciò uno sguardo a Paula per farle capire di voler stare da sola con sua sorella. Paula si allontanò.
 

-Si- rispose Deborah evasiva.
 

Alexandra inarcò un sopracciglio e la esaminò. Non riusciva a capire che cosa non andasse.
 

Poi vide da lontano Zayn uscire dagli spogliatoi delle ragazze. Aveva lo stesso sguardo della gemella.
 

Capì e si ritrovò ad accennare un sorriso.
 

Era successo qualcosa fra i due.
 

Per la prima volta però non le venne voglia di sgridare la sorella o di darle dei “consigli” che sembravano molto di più delle critiche ben mascherate.
 

Quel ragazzo sembrava veramente interessare alla sorella, non sapeva bene perché.
 

Si, era bello, un gran figo, ma tutti i ragazzi con cui era uscita Deborah era davvero di belli.
 

Si, vero, c'era il fatto del disegno/profilo che aveva disegnato Crystal sotto le indicazioni di Deborah...
 

Ma si può ritenere una cosa affidabile?
 

O una cosa oltremodo realistica?, pensava Alexandra.
 

Era vero, c'erano molte cose al mondo che si potevano ritenere, senza problemi, fuori dalla conoscenza umana e perciò non realistiche. Però, queste cose esistevano, anche se erano assurde.
 

Assurde, quasi quanto il pensiero che Deborah poteva starsi innamorando.


 

***

 

Erano circa le 6 e ormai gli allenamenti delle cheerleader erano finiti. Ora tutte e quattro le sorelle Winchester si trovavano a casa loro.
 

Crystal stava facendo i compiti in camera sua, Deborah ascoltava un po' di musica mentre cercava del materiale su internet per una ricerca scolastica, Alexandra aveva finito i compiti e in quel momento aveva accesso la TV.
 

Diamond uscì dalla porta sul retro che dava su un piccolo giardino. C'erano diverse specie di piante che lei stessa aveva piantato da sola o con la madre, alcuni alberi, un'altalena doppia a due posti che aveva comprato il signor Winchester alle sue figlie quando erano ancora delle bambine.
 

La bionda fece la stessa cosa che faceva ogni volta che voleva pensare e rimanere per un po' in pace: si sedette sull'altalena.
 

Poteva sembrare una cosa da bambina, ma la aiutava molto. Alla fine aveva detto di si a Niall. Non era riuscita a dargli una risposta negativa era una così brava persona e purtroppo stava cominciando a legarsi a lui.
 

Senza rendersene conto la ragazza tirò fuori l'anello che le aveva dato Damien.
 

Quel piccolo oggetto, a quanto le aveva detto il ragazzo, era pericoloso, ma a lei non sembrava.
 

Come poteva una cosa così piccola essere pericolosa?
 

Però quel piccolo anello sembrava, secondo una leggenda, essere stato forgiato da un Dio per una Dea.
 

Una cosa che qualche giorno prima le sarebbe sembrata ancora più impensabile, se non fosse stato che aveva scoperto di essere destinata ad essere un vampiro, o morire.
 

Diamond era stata sempre una persona abbastanza fiduciosa e curiosa e il soprannaturale non le era mai sembrato tanto impossibile, ma da quando sapeva che era tutto vero...
 

Non riusciva più a crederci, cosa alquanto inrazionale come che avrebbe dovuto essere il contrario.

 

Non sapere = Non crederci

Sapere = Crederci

 

Ma infondo Diamond era sempre stata una persona molto inrazionale.

 

-Quell'anello é molto pericoloso, non conviene giocarci- disse qualcuno accanto a lei, spaventandola.

 

Si girò di scatto a destra e si ritrovò un ragazzo biondo che se ne stava seduto sell'altalena accanto a lei mentre la guardava con i suoi occhi azzurri.
 

-Damien!- esclamò Diamond cercando di regolarizzare il respiro, l'aveva totalmente colta di sorpresa.
 

-Ciao- le sorrise il giovane ignorando il fatto di averle quasi fatto venite un infarto.
 

-Che ci fai qui?- gli chiese dando un'occhiata in giro per vedere se una delle sue sorelle era in giro e forse l'aveva visto.
 

-Non preoccupatevi, sono solo passato per vedere con andava-.
 

Lei lo guardò non del tutto convinta, ma poi decise di approfittare del momento. Non sapeva quando avrebbe rivisto Damien.
 

-Hai detto che questo oggetto é pericoloso- disse guardandolo per vedere se era ancora lì, lui c'era -perché? Perché é pericoloso?-.
 

Lui la guardo per poi distogliere lo sguardo - di solito oggetti come quello riescono ad conservare piccoli frammenti di potere, ma in questo caso tutto il potere é rimasto lì dentro- le svelò.
 

Lei si ritrovò a guardare senza parole il piccolo anello con incastonata una pietra verde e con delle incisioni sui lati -che tipo di potere?- chiese.
 

-Dipende dall'ex proprietario, ma vi assicuro che é un potere molto potente- disse.
 

Lei fece per continuare a porre altre domande, ma Damien era di nuovo scomparso.
 

E l'aveva lasciata con ancora più domande per la testa.



 

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Spazio Autrice

Buona lettura!

Mi farebbe piacere se lasciaste una piccola recensione, grazie!

Il prossimo capitolo
è già pronto, continuo a una recensione!

Chiara,

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Capitolo 35
*** Sun ***




Chapter XXXIV - Sun






Erano passati diversi giorni e ora Victoria era tornata a vivere insieme alle cugine.

Ora riusciva a controllarsi, anche se non era affatto semplice.

La brama di sangue era troppa, ma stava cominciando a imparare.

Non aveva ancora rischiato di uccidere nessuno ed era un buon risultato per una neovampira.

Victoria quella mattina uscì presto per andare a lavoro. Indossò un giubbino con cappuccio per cercare di coprire più lembi di pelle possibili, soprattutto il viso perché gli occhi erano i più sensibili.

Era nuvoloso quel giorno, per sua fortuna.

I vampiri non bruciavano alla luce del sole come in molte leggende, però i raggi a contatto con la loro pelle li indebolivano molto. In più, i loro occhi erano ancora più sensibili ai raggi solari dei esseri umani.

Victoria arrivò presto in ufficio e si fermò per salutare alcuni suoi colleghi. Era bello conoscere tante persone simili a lei.

Molti di loro avevano una storia difficile alle spalle, altri invece non aveva neanche una storia e cercavano di crearsela.

Era difficile essere un essere sovrannaturale, ma in quei ultimi anni, Victoria era riuscita ad accettare quella parte di se stessa che aveva odiato.

Era ritornata a New Orleans con un cuore a pezzi e dei ricordi da cancellare, c'era quasi riuscita. Per un po'.

Però sua madre sparì e si trovò il cadavere, toccò successivamente ai suoi zii,  poi ci fu il segreto di famiglia da rivelare alle cugine e ora la sua trasformazione in essere succhiasangue.

Non era stato semplice, ma c'é la stava facendo. Più o meno.

-Buongiorno Tory!- la salutò allegramente Tobias mentre stampava alcuni fogli.

-Buongiorno a te, Toby-.

Victoria gli fece un gesto di saluto con la mano e si diresse verso l'ufficio che condivideva con Louis.

Una stanza non molto grande ma che dava su una vista mozzafiato. Si trovavano più o meno nel centro di New Orleans: il quartiere francese. Uno dei posti più belli al mondo.

La cosa che però preferiva di più era il fatto che potesse godersi quello spettacolo alla luce del sole.

Infatti, le finestre di tutta la struttura, erano molto più doppie in modo che qualunque essere sovrannaturale che lavorasse lì potesse non preoccuparsi dei raggi solari che avrebbero potuto infastidirli o danneggiarli in qualche modo.

Era l'unico posto in cui potesse gustarsi una vista alla luce del sole senza però indebolirsi e perciò essere assalita dalla fame.

Odiava la sua sete di sangue.

Ogni volta che le veniva fame era come se qualcuno si divertisse a tormentarla. Dolori atroci e una fame incontrollata la controllavano, anche se stava imparando a domarsi.

-Buongiorno!- la salutò allegramente Louis e le gli regalò un sorriso mentre ricambiava il saluto.

-Buongiorno a te-.

Posò le sue cose su una sedia libera e andò a sedersi dietro la sua scrivania bianca. Era abbastanza disordinata, ma più o meno riuscivi a ritrovare qualcosa, qualche volta.

-Qualche nuovo scoop?- chiese la bionda.

Lui annuí - Oh si.. Aaron dovrebbe averti mandato i file via e-mail- le disse.

Lei fece un cenno con la testa -Okay, controllo la posta-.

Lui continuò quello che stava facendo, cioè cercare dei documenti in alcuni cassetti.

Louis non sapeva che dirle, avrebbe voluto domandarle qualcosa, ma non sapeva bene cosa. Non sapeva molto su di lei, a dirla tutta, quasi niente. Giusto il minimo indispensabile.

-Uhm.. Come va con la trasformazione?- se ne uscì fuori.

Era davvero una base molto solida per una conversazione... Certamente!

Lei alzò la testa dallo schermo del computer e lo guardò.

Era serio?

Victoria, colta di sorpresa disse la cosa più banale possibile -bene-.

Con questo la conversazione avrebbe potuto sembrare essere già troncata, ma dopo qualche secondo, Louis decise di porre alla ragazza un'altra "fantastica" domanda.

-Come va con le tue cugine?-.

Già, era stato informato che le cugine di Victoria erano future novizie, ma a dirla tutta non sapeva altro su di loro, tranne l'aspetto e i nomi, che sbagliava e dimenticava continuamente.

Vicky lo guardò leggermente scocciata, non era una conversazione che intendeva intraprendere, ma decise comunque di rispondere. Solamente per educazione, si disse.

-Tutto bene, più o meno- rispose -sono un pochino strane, ma per fortuna non l'hanno presa malissimo. Ho visto reazioni peggiori-.

Louis annuì e Victoria ebbe la brillante idea di porre anche lei una domanda, era assurdo che lavorasse con una persona, ma che ci parlasse così raramente.

Le erano rare cerce situazioni, perché di solito si trovava abbastanza bene tra le persone e non faticava a parlare, come invece succedeva con Louis.

Infatti, ogni conversazione con lui era stata strana, ma anche molto piacevole.

-Come l'hanno presa, invece, i tuoi novizi?-.

Louis, piacevolmente sorpreso rispose subito -io non lo so, la maggior parte di loro proviene da famiglie che li hanno cresciuti con la consapevolezza di ciò che sarebbero diventati- le rivelò.

-da quando sono sotto la mia tutela, cioè da neanche un mese anche se li conosco da molto più tempo, si sono rivelati essere molto preparati. Ma sinceramente, non credo di riuscirli a capire, anche se vorrei-.

-Perché dici di non riuscirli a capire? Anche tu hai affrontato questa loro stessa fase di accettazione!- disse Vicky.

Louis si girò verso di lei incontrando il suo sguardo.

-I miei genitori erano delle persone spregievoli, i loro genitori invece sono delle persone ben messe in fatto di denaro e che ci tengono veramente a loro. Perciò hanno deciso di trasferirli prima, di farli stare con altri coetanei messi nella stessa situazione. Di prepararli, invece di strapparli alla loro vita normale e all'improvviso mandarli in una scuola sconosciuta.-

Victoria sentì lo stomaco ribaltarsi. A molti sarebbe sembrato che Louis fosse invidioso di loro e forse che li odiasse anche un po'. Ma lei riusciva a cogliere qualcosa di diverso, un odio profondo, vero, ma non per i suoi novizi.

Un odio profondo per i suoi genitori.

-Come erano i tuoi genitori?- gli chiese senza giri di parole.

Lo vide distogliere lo sguardo da lei e puntarlo a un angolo imprecisato della stanza. Si passò una mano fra i capelli castani, in modo alquanto nervoso.

Non lo aveva mia visto così, era la prima volta che Victoria riusciva a vedere qualcosa che andava oltre l'apparenza. Perché si, Louis non era il ragazzo spensierato, dolce e gentile che aveva conosciuto la prima volta.

Anche lui aveva un passato, forse anche meno roseo del suo, per quanto fosse possibile.

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Capitolo 36
*** The story of Louis ***


Chapter XXXV - The story of Louis





-I mio padre era un vampiro che mise incinta mia madre quando lei aveva appena 17 anni e se ne andò. Non so niente di lui, tranne che ho ereditato il suo stesso colore degli occhi. I genitori di mia madre la cacciarono di casa e lei andò a vivere da un'amica che era alcuni anni più grande di lei. Trovò un lavoro in un bar del luogo e continuammo a vivere così fino a quando io avevo 3 anni- disse triste.

Victoria si intristì. Erano tre anni, ormai, che non faceva altro che odiare la sua vita, ma il sapere che Louis aveva avuto vita così difficile sia dalla nascita, la faceva stare malissimo.

Era una cosa strana.

Alla casa della notte aveva sentito centinaia di storie come questa, come che era abbastanza comune che persone marchiate avessero alle spalle una vita mortale abbastanza complicata.

Ma nessuna di quelle storie l'aveva mai toccata come quella e non riusciva a spiegarselo.

Che cosa c'era di diverso nella storia di Louis?

O meglio, che cosa c'era di diverso in Louis?

-Che cosa é successo dopo?- chiese in un sussurro Victoria. Si era alzata esitante e il quel momento sta in piedi non molto lontano da Louis, senza però avvicinarsi.

-Ci siamo presi un appartamento abbastanza piccolo in Minnesota, mia madre trovò un lavoro come cameriera per una famiglia ricca della zona. Non potevamo più vivere con la sua amica perché lei doveva trasferirsi dal suo ragazzo e aveva deciso di vendere il piccolo appartamento- continuò Louis. A ogni parola che diceva si poteva leggere sempre di più il dolore nei suoi profondi occhi azzurri.

-Continuammo a vivere così, riuscendo appena ad arrivare a fine mese. Quando mi feci più grande, nei momenti in cui non avevo scuola cercavo di fare più lavoretti possibili, giusto per guadagne qualcosa- disse con rabbia. Chissà che lavori umilianti gli avevano fatto fare da ragazzino per guadare solo qualcosina in più, che avrebbe appena aiutato.

-Oh Louis... Mi dispiace così tanto... - disse Victoria veramente addolorata.

-Non fa niente, non é colpa tua- farfugliò lui distogliendo lo sguardo da lei. Aveva cominciato a parlare delle sua famiglia ed era finito per dilungarsi troppo.

****


-Alexandra!- gridò qualcuno alle spalle delle gemelle Winchester.

Loro si girarono subito per capire chi avesse chiamato la più grande delle due.

-Paula- disse Alex guardando una delle sue più strette amiche, i compagnia di Abbie.

-Ciao ragazze- le salutò Deborah, sembrava essere di buon umore quella mattina, anche se nessuna delle altre tre riusciva a capire il perché e nessuna aveva chiesto niente.

-Avete da fare oggi pomeriggio?- chiese Abbie dopo aver salutato con un semplice -Ciao-.

-Io niente, tu Alex?- chiese Deborah alla sua gemella.

-Niente-.

-Tu che hai in programma?- chiese Deborah ad Abbie.

-Io e Paula pensavamo di andare a trovare Georgie. Volete venire con noi, oggi dopo le lezioni?- disse Abbie.

-Uhm.. Va bene- rispose Alexandra.

Deborah annuì.

Paula sorrise -Okay, allora ci vediamo alla fine delle lezioni vicino l'uscita. Andiamo con la mia macchina-.

Detto questo, Paula e Abbie se ne andarono a lezione di storia, lasciando le due Winchester da sole.

Nessuna delle due parlava mentre si dirigevano a lezione di letteratura inglese.

Ognuna era immensa nei propri pensieri.

Deborah immaginava la stessa scena da giorni: lei che baciava Zayn.

Era stato bellissimo, ma dopo quell'episodio non lo aveva più visto come che non aveva avuto altri allenamenti con le cheerleader e per fortuna non lo aveva incrociato per i corridoi della scuola.

Era stata un'azione così avventata, ma le era piaciuta. Nessun ragazzo era stato lui, o l'aveva mai baciata così.

I suoi baci erano così... Unici.

Sapeva essere passionale e dolce allo stesso modo. Non le era mai capitato di ricevere un bacio come quello.
Si era sentita amata, non usata.

Non riusciva a spiegarlo, era stato strano, ma allo stesso modo bellissimo. I ragazzi di solito la esponevano come un premio, si vantavano di averla baciata e spesso si inventavano di essere andati oltre.

Invece Zayn non aveva fatto così, erano passati dei giorni, ma non c'era stato nessun giro di notizie sul loro bacio avvenuto negli spogliatoi femminili.

Nessuna notizia o gossip, sembrava che quello che era successo fosse stato solo un sogno frutto delle sua immaginazione, invece che un episodio che era veramente accaduto.

-Sembri pensierosa? Tutto bene?- le chiese Alexandra quando stavano in classe. Alla fine le aveva raccontato del bacio, ma la sorella non era stata molto d'aiuto.

Le aveva semplicemente detto -Ah.. Mi sembra un bravo ragazzo, prima di buttarti in una nuova relazione, vedi prima se lui ne vale la pena, se é quello giusto-.

Questo, invece di aiutare, l'aveva fatta pensare ancora di più.

La prima volta che l'aveva visto, non riusciva ancora a capire perché, ma lo aveva attaccato in modo che dedicava alle persone che non sopportava di più al mondo.

Quando invece l'aveva rivisto, lo aveva osservato, ma non ci aveva parlato e le volte dopo si era comportata sempre un po' da sbruffona nei suoi confronti.

Senza un motivo.

-Uhm.. Si bene- mormorò cercando di smettere di pensare a lui, ma sembrava impossibile, ogni volta gli compariva il suo bellissimo volto olivastro a pochi centimetri dal suo. I suoi occhi ambrati, fantastici. Proprio come lui.

-Pensi a quel ragazzo?- chiese Alexandra sedendosi in un banchetto nella penultima fila in mezzo.

Deborah le si sedette dietro -si.. Non so perché ma continuo a pensarlo. Ieri l'ho perfino sognato!- disse scocciata. Non c'é la faceva più, le sembrava di impazzire.

-Davvero? Che hai sognato?- le domandò la sorella girandosi per guardarla. La professoressa era in ritardo.

-Stavo in una foresta, ero vestita in modo strano. Indossavo un vestito rosso che portavano i greci.. - cercò di spiegare Deborah con scarsi risultati.
-Un chitone?- ipotizzò Alexandra.

-Forse. Stavo provando una spada, una cosa davvero folle secondo me. Comunque, io comincio a provarla muovendola nell'aria, fino a quando non arriva Zayn e mi chiede se mi può parlare-.

-C'é pure Zayn nel tuo sogno?- chiede sorpresa Alex -Ah vero lo avevi detto-.

-Oh si! Praticamente mi chiede se le voci sono vere- dice confusa -Io personalmente non so di che parla, ma nel sogno gli dico che sono vere continuando a infilzare l'aria-.

-Davvero non hai idea di quali voci stava parlando?-.

-Magari lo sapessi! Il sogno finisce appena lui mi chiede, se voglio accettare o no la decisione degli Dei-

-Dei? Di che decisione stava parlando?- chiede Alexandra inarcando un sopracciglio.

-Non ne ho idea, ma dalla sua faccia non era niente di buono!- disse Deborah portandosi una mano fra i capelli.

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Spazio Autrice
Hey! Grazie delle tante recenzioni che ho ricevuto!

Passate a dare un'occhita a qualche altra mia storia, mi farebbe piacere!

'Prometto checontinuerò presto!
Al prossimo capitolo
Chiara

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Capitolo 37
*** Dreams ***


Chapter XXXVI - Dreams





-Ultimamente anche io faccio strani sogni- le rivelò Alexandra.

Deborah la guardò -Che tipo di sogni?-

-Non so spiegarlo... Sembrano dei ricordi passati- mormorò -certe volte anche io indosso dei vestiti antichi che potrebbero risalire all'epoca Greca, altre volte indosso indosso abiti del 15° o 16° secolo a.C-

Deborah lasciò un'occhiata alla porta per vedere se la prof stava arrivando, ma non sembrava.

-Che situazione- borbottò.

-Da quando fai questi sogni?- le chiese Alexandra.

-Mmm... Da poco dopo la scomparsa dei nostri genitori-

-Si, anche a me da allora-

Deborah incrociò le mani e guardò seria la gemella -Che può significare? C'entra con F.?-

Alexandra ci mise alcuni secondi a rispondere -Non ne ho idea, ma credo che F. potrebbe essere il fulcro del motivo di questi sogni-

Poi lo sguardo di Alex si fece più pallido del solito.

-Che c'é?- le chiese Deborah notando lo strano sguardo della sorella.

-E se conoscessimo F.?-

-Non può essere..-

-Forse non nella realtà, ma nei nostri sogni-

-Impossibile- disse basita Deborah.

-Non é impossibile- le disse -Ci sono persone che non conosciamo nei nostri sogni, magari una di loro é F.-


Deborah ci pensò -Ci sono almeno 5 ragazzi che non conosco nei miei sogni, come diavolo faccio a sapere se uno di quelli é lui?-

-Bhe... Deve stare in entrambi i nostri sogni, in fondo ha detto di conoscerci-.

-Credi che ci sia anche nei sogni di Crystal e Diamond?-

-Penso di si e probabilmente anche in quelli di Victoria-

Deborah si sistemò più comodamente sulla sedia -Questa é davvero una situazione di merda-.

Alexandra stette attenta a non far inciampare una loro compagna con i piedi che tendevano all'infuori del suo banchetto -Concordo in pieno-.



 
***
 



-Davvero hai scambiato il colorante alimentare della torta di tua zia?- rise Diamond.

Lei e Niall si trovavano in un parco non molto lontano dalla casa di Diamond. Alla fine lei aveva accettato ad uscire con lui e non se ne stava per niente pentendo.

"Niall é così fantastico! É divertente, bello e semplice, al contrario degli altri ragazzi, lui non sembra interessato ad essere popolare, o altre cose del genere" pensava mentre parlavano.

Lui cercava di raccontare battute e annedoti divertenti, con scarsi risultati, perché non facevano ridere per niente. Però, a Diamond non importava, vedere le sue espressioni buffe mentre raccontava riusciva a renderla felice con una leggerezza che non sapeva spiegare.

Ma era bellissimo.

Non si era mai sentita così, ma era una sensazione sublime.

-Si! Ma la cosa assurda é stata quando lei é andata a tagliarla e la torta si é sgonfiata!- continuò lui.

-Cosa? Davvero? Oh cavolo!- esclamò ridendo sempre più forte, si sarebbe soffocata con l'hot dog vegetariano che lui l'aveva convinta a comprare.

Niall stava piangendo dalle risate -Dovevi vedere la sua faccia! Era impagabile!- si asciugò una lacrima.

-Immagino- biascicó cominciando a smettere di ridere.

Pure Niall smise di ridere -Allora, vegetariana, come é il tuo hot dog?- le chiese.

Diamond diede un morso all'alimento -Buonissimo, siamo stati fortunati a trovare uno dei pochi venditori che li vendono-

-Uhmm.. Credo di si, anche se non sono vegetariano..-

Diamond sorrise, aveva capito che lui non amava il cibo vegetariano e apprezzava moltissimo il gesto di aver provato a mangiarlo.

-Ehm.. Lo sai che domani Crytal ci verrà a fare ripetizioni?- le chiese Niall per conversare un pochino, era a corto di barzellette e altre cose divertenti.

-Ah si? Non lo sapevo- disse sinceramente la bionda -fate sempre ripetizione da voi o questa volta tocca a casa mia?-

-Mmm.. Non lo so, questa volta decide Crys-

-okay- disse Deborah fissando lo schermo del suo cellulare -Si é fatto tardi, devo tornare a casa- cominciò ad alzarsi e a prendere il suo giubbotto.

Niall si alzò di scatto -Ti accompagno fino a casa- si offrì.

-Non c'é ne bisogno.. Abito non molto lontano da qui-

-Non preoccuparti, devo passare comunque di li per andare a casa- le sorrise lui.

-Crystal ha detto che abitate abbastanza lontano da qui, devi tornare a piedi?- chiese preoccupata. Lui abitava vicino al Bayou e lì non era certamente un posto sicurissimo, soprattutto di notte.

Proprio in quel luogo c'erano stati diversi avvistamenti di animali selvatici.

Proprio in quel luogo era stato ritrovato il corpo di sua zia.

-Nha, non é così lontano- le disse prendendola per mano.

Lei arrossì e pure leggermente anche lui.

Era stato un gesto così naturale che non se ne era neanche reso conto.

Camminarono così, in silenzio, mano per mano. Erano cerca le 7 di sera, si era fatto buio e una falce di luna splendeva nel cielo notturno.
Arrivarono fin tropo presto a villa Winchester.

Lei lo salutò e fece per avviarsi verso casa, ma poi si girò facendolo rimanere confuso -Hai dimenticato qual...- non fece in tempo a finire la frase che lei lo baciò.

Fu un semplice bacio a stampo, ma riuscì comunque a farlo rimanere di sasso.

Diamond sussurrò un saluto al suo accompagnatore e con le gote in fiamme bussò subito. Le venne ad aprire Crystal.

-Finalmente!- esclamò la sorella maggiore.

La minore appena la sentì -Mmm..-

Crys si preoccupò -tutto bene? successo qualcosa?-

-Mmm... Ehm...-

-questa non é una risposta- commentò Crystal.

-L'ho baciato?- si chiese da sola in un sussurro Diamond.

Non riusciva a crederci di averlo baciato.

-Se non lo sai tu..- borbottò Crystal.

-Ho baciato Niall!- esclamò Diamond coprendosi il viso con le mani dall'imbarazzo.

-Oh Santi dei!- la seguì a ruota Crys -Che coraggio!-.

-Oh cavoli miei! Ora che faccio?- doveva non affezionarsi a nessuno, invece in pochissimo tempo aveva cominciato a provare qualcosa di più...

Come era possibile?



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Spazio autrice


Hey! Buona lettura e spero che questo capitolo vi piaccia!

Chiara

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Capitolo 38
*** Survive ***


Io so cose che non dovrei sapere, ma non so più chi sono.

-Le ragazze dell'Olimpo

 

Chapter XXXVII - Survive


 

Alexandra e Deborah si ritrovarono entrambe fuori scuola alla fine delle lezioni.

-É da un po' che non andiamo a trovare Georgie- commentò Alexandra per spezzare il silenzio che si era andato a creare.

-Concordo- mormorò Deborah -ma quanto ci mettono quelle due a uscire?!- disse infastidita. Anche se Alexandra sapeva che era solamente nervosa di scoprire come stava la loro amica.

Prima che la gemella potesse risponderle, videro le due loro amiche venirle incontro.

Abbie e Paula.

-Andiamo? - domandò Abbie.

Deborah e Alexandra annuirono e si avviarono tutte e quattro verso la macchina di Paula.

La macchina era una piccola Smart verde mela un pochino ammaccata.

-Io mi siedo avanti!- gridò Abbie sedendosi aprendo subito lo sportello della piccola macchina.

Paula ovviamente si sedette al posto del guidatore, mentre le gemelle si accomodarono dietro.

-Alla fine avete saputo se la mamma di Georgie è arrivata?- domandò Paula mettendo in moto e uscendo dal parcheggio della scuola.

-Ah...? No, non ho saputo niente a riguardo- disse distrattamente Alexandra.

Deborah diede un'occhiata verso il punto in cui stava guardando l'altra bionda.

In lontananza Liam stava parlando con alcuni ragazzi, insieme a quello che riconobbe come Harry.

Fece un ghigno, che in teoria avrebbe dovuto essere un sorriso.

"Che bello! Alex si é presa la sua prima sbandata per un ragazzo"

Ritornò a sedersi composta a guardò anche lei fuori dal suo finestino.

"Putroppo, Alex non è l'unica a essersi presa una cotta per qualcuno" sbuffò.


 

*******

 

Il ragazzo entrò dentro l'edificio bianco, passando abbastanza inosservato. Cosa evidentemente strana come che indossava un lungo iperneabile nero, una camicia dello stesso colore abbinata a dei pantaloni di pelle e degli stivali.

L'unica cosa che stonava nel suo aspetto scuro era la sua pelle bianca. Sembrava ricoperta di un pallore innaturale che ti faceva venire freddo solo a guardarlo.

I capelli cioccolato erano corti e gli occhi del medesimo colore erano ricoperti da degli occhiali neri per il sole.

Di avvicinò con passo sicuro al banco informazioni che si trovava all'entrata.

Una donna sulla cinquantina era intenta a sistemare alcune scartoffie mentre distrattamente parlava con quella che sembrava una collega.

F. si avvicinò a loro attirando subito l'attenzione delle due donne a di molte altre persone che li circondavano: paziente, visitatori e anche alcuni infermieri e dottori.

-Ehm... signore, cosa posso fare per aiutarvi?- chiese la donna al bancone sforzando un sorriso. Quel ragazzo la intimidiva un pochino con il suo abbigliamento che ricordava un dark e la sua espressione seria.

-Cerco Georgie Bilson- disse senza alcuna emozione nel tono della voce.

La signora alzò lo sguardo su di lui -É un parente? Non posso darle informazioni se non lo é-

Il ragazzo la guardò dritto negli occhi, facendola sussultare. Poco dopo senza rendersene conto sussurrò in modo piattop -Dove ai trova Georgie Bilson?-

La donna senza rendersene conto con gesti involontari e automatici cercò subito ciò che le era stato chiesto -Georgie Bilson, stanza numero D13, quarto piano-

-Ora dimentica questa discussione e di avermi visto- mormorò il ragazzo e se ne andò.

"Che stavo facendo?" si domandò la nonna non ricordando di aver smesso di parlare con la sua collega o di essersi messa a usare il computer dell'ospedale.


 

****

 

Le quattro ragazze si avvicinarono alla struttura bianca piena di grandi vetrate e la scritta "Hospital" in grande sopra la porta d'entrata.

Alexandra non aveva mai temuto gli ospedali, o li aveva mai odiati. Anzi, invece di vederci la parte negativa, riusciva a vedere quel luogo come un posto positivo.

Non dove la gente lottava tra la vita e la morte, ma dove le porsone avevano una buona possibilità per guarire.

-A che pensi?- le domandò Paula sorridendole.

Deborah stava davanti a loro e camminava diretta verso l'entrata, mentre Abbie le stava a destra, non molto distante da lei.

-A niente in particolare. Più che altro vorrei..- Alex lasciò la frase in sospeso.

-Sapere delle condizioni di Geo?- ipotizzò l'altra.

La bionda annuì anche se veramente non stava proprio pensando a lei.

-Lumache! Datevi una mossa!- gridò loro Deborah che stava già sulla soglia dell'entrata dell'ospedale, insieme a Abbie.

-Arriviamo- replicò gridando Paula. Ormai tutti intorno a loro le stavanl fissando, sicuramente chiedendosi chi erano quelle maleducate, o pazze.


 

*******

 

F entrò dentro la stanza D13, la camera di Georgie. Nessuno si trovava al suo interno, tranne la mora seduta comodamente sul lettino dell'ospedale.

-Ciao, chi... T.. Tu?- la ragazza smorzò um grido in gola. Fece per recuperare il suo telefonino dal mobiletto bianco accanto a lei.

Ma F la interruppe prendendo il piccolo oggetto elettronico in uno scatto vampiresco.

-C... Che vuoi da m...me? Dopo avermi ferita, u... usata e soggiogata per farmi an... andare a scuola s... senza neanche fasciarmi p... pensavo che avessi finito con me...- balbettò la povera ragazza.

-Non posso fartela passare così liscia, lurida servitrice di Ecate- disse con un ghigno che avrebbe fatto venire i brividi a chiunque.

-C... così liscia...- disse con um filo di voce.

"Intende veramente che tutto quello che mi ha fatto passare non è niente? Mi ucciderà?" con un groppo in gola cercò di recuperare più forze possibili, doveva usare i suoi poteri, anche se in quelle condizioni avrebbe fatto ben poco.

"Devo almeno provare a sopravivere"

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Capitolo 39
*** The boy ***



Chapter XXXVIII - The boy



 

-Arrivederci signori Bilson- disse Alexandra ai genitori di Georgie mentre si dirigeva insieme alla sorella verso il piano di sopra, dove si trovava la stanza di Georgie.
 

Paola e Abbie erano rimaste con i genitori di Georgie, al bar. Sarebbero venute qualche minuto dopo per dare un po'di spazio alle gemelle.
 

-C'é uno strano silenzio in questo piano- notò Deborah quando salirono al quarto piano.

 

Alexandra annuì, confermando le parole della sorella.

 

Le persone camminavano in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto. Sembravano degli automi.

 

-Ma che hanno tutti? - mormorò ad alta voce Deborah toccando la spalla di un'infermiera che continuò a spingere una sedia a rotelle, vuota, senza accorgersi di nulla.
 

All'improvviso si sentì un forte rumore che rimbombò per tutto il piano.

 

-Andiamo a vedere che é successo!- esclamò Alex cominciando a correre, il rumore proveniva da qualche stanza non molto lontano da loro.
 

Si fermarono all'entrata della stanza D13 -Ma non é la stanza di Georgie?- disse accigliata Deborah.

 

Fece un masso avanti per entrare, ma una luce bianca e gialla costrinse a chiuedere gli occhi alle gemelle.

 

Si sentì un altro schianto e poi aprirono i gli occhi. Il muro destro che divideva quella stanza con quella affianco, era distrutto.
 

-Ma cosa...?- mormorò stupeffatta Deborah.

 

Alexandra sbatté gli occhi un paio di volte.

 

Si sentì un grido -Brutta stronza di una strega!- gridò una voce maschile dall'interno della stanza.

 

Le Winchester entrarono.

 

-Lasciala subito andare!- gridò Deborah.

 

Il ragazzo teneva Georgie spiaccicata contro il muro e sembrava che cercasse di di morderle il collo...

 

Mentre lei si contorgeva per cercare di sfuggire alla sua presa ferrea e dolorosa. La mano sinistra della bruna, l'unica libera dalla presa del ragazzo, emetteva una strana luce bianca e gialla, quasi come la luce che aveva distrutto il muro.

 

Il ragazzo si voltò verso le gemelle con un sorriso sornione dipinto in volto -Voi... Non mi aspettavo di rivedervi così presto-
 

-Non so chi tu sia, ma lascia stare subito Georgie!- gridò Deborah. Era leggermente agitata, ma non lo mostrava per niente.

 

Il ragazzo rise, sembrava quasi che la minore tra le gemelle avesse appena detto una battuta davvero divertente.

 

-Per quale diavolo di motivo ridi?!- si innervosì Deborah.

 

Alexandra era a un passo indietro dalla sorella e guardava quella situazione come se l'avesse già vista.

 

-Siete davvero delle stupide ad essere venute qui- disse il ragazzo mollando la presa su Georgie che cadde in ginocchio a terra.

 

-Ah si?! E mi doresti per qualle motivo, brutto assalitore di Georgie?- lo sfidò Deborah mettendosi le mani sui fianchi. Sembrava non notare quanto fosse grave la situazione.

 

Alexandra al contrario della sorella, non cercò un contatto con il ragazzo castano, ma provò ad elaborare un modo per portare via di lì Georgie e scappare dalle grinfie dello sconosciuto.

 

Si guardò intorno, c'erano tre vie di fuga:
 

•La porta da cui erano entrate, anche se sarebbe stato quasi impossibile portare via di lì Georgie che si trovava in fondo alla stanza, vicino al ragazzo castano.

•l'enorme buco nel muro dietro di lei che conduceva ad un'altra stanza, ma anche uscire da lì, sarebbe stato impossibile.

•la finestra, ma sarebbe stato un suicidio buttarsi dal quarto piano di un ospedale.

Non avevano possibilità di uscire di lì.

 

-Il carattere non ti manca a quanto vedo, piccola testa calda.- disse il ragazzo dagli occhi cioccolato. Per un momento dopo le parole di Deborah era rimasto accigliato, ma poi aveva di nuovo ridipinto il suo sorriso da sbruffone sul volto.
 

-Eh certo che non mi manca- confermò Deborah. Una cosa che non le mancava per niente era il coraggio.
 

Alexandra diede uno sguardo alla sua sinistra, verso l'uscita della stanza. I pazienti e alcuni parenti in visita passeggiavano come nulla fosse per i corridoi senza notare nulla di strano.
 

"La rottura del muro ha fatto un sacco di rumore, come può essere che nessuno se ne é accorto?" domandò a se stessa Alexandra, basita.
 

Il ragazzo sembrò leggerle nel pensiero e sorrise trionfante -Inutile che cerchi aiuto, chiunque salga a questo piano é sotto il mio influsso e posso fargli fare ciò che voglio-
 

-Se é così... perché noi non stiamo sotto il tuo controllo?- domandò Alex.
 

-Mi sembra logico. Sarebbe noioso- rise il ragazzo.
 

-Tu sei pazzo- commentò Deborah -Suonato come una campana- continuò. Sembrava quasi che volesse farlo arrabbiare per qualche motivo.
 

Alexandra la guardò e poi capì il folle piano della gemella.
 

Lei l'avrebbe fatto arrabbiare fino a quando non l'avrebbe attaccata, così Alexandra avrebbe potuto portare Georgie lontano da lì.
 

"La pazza qui sei tu , se pensi che ti lasci con questo squilibrato" pensò Alexandra mettendosi accanto alla gemella.
 

Il ragazzo sembrava senza parole, ma poi, come prima, sorrise. Si scostò i capelli all'indietro e parlò -Dovresti imparare finalmente a tacere, si dice che dagli errori si impara. Ma questo non é il tuo caso, a quanto pare-
 

Deborah rispose alle sue parole senza battere ciglio -Beh, lo stesso vale per te. Sei tu quello che deve aver fatto del male a Georgie pochi giorni fa e oggi ci stai riprovando-
 

Il ragazzo annuì, sembrava quasi soddisfatto di quello che aveva fatto a Georgie. -L'hai capito, eh? Non sei così stupida, allora-
 

Deborah fece una smorfia -Già, invece tu sembri esserlo molto-
 

Alexandra guardò entrambi e poi Georgie. Se non avrebbe fatto qualcosa, la situazione sarebbe degenerata.
 

All'improvviso, quasi come se qualcuno le volesse aiutare, ci fu un lampo accecante e il castano dovette portarsi entrambe le mani sulle tempie. Sembrava soffrire un sacco. Si accasciò per terra cominciando ad avere continui spasmi di dolore.
 

Alexandra colse l'occasione al volo. Corse subito da Georgie e l'aiutò ad alzarsi e insieme a Deborah cominciarono a correre (per quanto fosse possibile con Georgie che appena stava in piedi e si manteneva a loro).
 

Tutti i pazienti e vari medici e infermieri erano leggermente storditi e sembravano appena usciti da una trance.
 

Deborah fregò una sedia a rotelle, che probabilmente era delal stessa donna di prima che doveva essere tornata in sè.
 

-Siediti- ordinò a Georgie e la mora non se lo fece ripetere, era distrutta.
 

Subito, le tre arrivarono davanti all'ascensore che si aprì proprio in quel momento rivelando il medico di Georgie, i genitori dela ragazza, Abbie e Paola.
 

-Signorina Bilson, che ci fa lei fuori dalla sua camera?- la rimproverò il suo medico.
 

Era un signore sulla sessantina e qualcosa dai capelli grigi e bianchi e gli occhi marroni e stanchi.
 

Alexandra stava quasi per spiegare dell'attacco (togliendo alcuni particolari assurdi) ma Georgie parlò -Mi scusi dottore, ma le mie amiche mi sono venute a trovare e le ho supplicate di fare un giro. Sono giorni che non esco dal mio letto, franne per qualche minuto, e vorrei staccare per un po'- mentì Georgie.
 

-Capisco la situazione in cui si trova, ma ora é meglio che torni a letto- le disse il medico.
 

-Signor dottore, potrei parlarvi un attimo?- chiese il padre di Georgie e poco dopo, lui, la moglie e il medico stavano andando in una stanza per conversare di una cosa.
 

-Ciao Ge- la salutarono Paola e Abbie e mora ricambiò subito il saluto.
 

-Ti portiamo nella tua camera, vieni- disse Paola cominciando a spegnere Georgie.
 

Deborah stava quasi per dirle che cosa era successo poco prima e che non dovevano tornare lì, ma Alexandra la fermò.
 

Fece andare un pochino più avanti le tre e parlò alla gemella -Credo che qualcuno abbia fermato quel tipo per conto di Georgie-
 

Deborah si accigliò -Cosa? Come é possibile? Lo abbiamo visto entrambe, eravamo solo in quattro in quella stanza. Il tizio non può di certo essersi autoferito, noi non abbiamo fatto niente... e Georgie era stremata-
 

-Ecco, lei era stremata... vero che é stata operata da poco, ma era anche stanca per aver usato la magia.-
 

-La magia?- chiese confusa Deborah -Vero che i vampiri esistono... ma al magia? Veramente? Ora cominceremo anche a credere alle principesse Disney e ai Puffi?-
 

Alexandra la guardò seria -Non sto scherzando-
 

-Neanche io-
 

Alexandra alzò gli occhi al cielo -Seriamente, Deb. Credo che Georgie sia una strega-

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Capitolo 40
*** Talk ***


Chapter XXXIX - Talk


 

-Allora ciao, Vicky. Ci vediamo stasera a cena?- domandò Crystal a Victoria.
 

Era appena tornata a casa dopo le lezioni scolastiche e aveva ricevuto una chiamata dalla cugina in cui le diceva che avrebbe passato il pomeriggio da Katie e perciò Crystal avrebbe dovuto tenere d'occhio le sorelle.
 

-Non so, dopo ti faccio sapere. Se preferite, invece di cucinare potete anche ordiare delle pizze.-
 

-Va bene, in più oggi vengono i ragazzi a cui do ripetizioni, perciò non avrò proprio tempo per cucinare- spiegò Crys.
 

-Capisco. Beh, impegnatevi, ma ricordati di tenere d'occhio le gemelle. Ultimamente sono troppo tranquille. I soldi per le pizze sono nel mobiletto sopra il forno.-
 

-Okay. Ora vado a studiare letteratura inglese, prima che le gemelle e i ragazzi vengano- disse Crystal mentre disegnava. Aveva messo il vivavoce e con grande sorpresa riusciva a sentire la cugina benissimo, senza interferenze.
 

-Va bene, Crys. Ciao!- salutò Victoria per poi interrompere la chiamata.
 

Crystal si lasciò andare a un sospiro: non impazziva all'idea di dare ripetizioni a quattro ragazzi e tenere d'occhio tre ragazze. Era troppo per una quasi diciottenne.
 

Avrebbe preferito rimanere a disegnare tutto il giorno, ma alla fine si decise a iniziare a studiare. L'argomento non era uno dei più difficili e dopo poco più di tre quarti d'ora aveva finito.
 

-Finalmente!- esclamò stendendosi sul suo letto. Era tremendamente stanca. Anche se aveva smesso di fare quei strani sogni, continuava a pensare a quelli che aveva già fatto. Erano rimasti marchiati nella sua mente e non volevano più abbandonarla.
 

-Crys, vuoi che ti porti qualcosa? Sto andando in cucina- l'avvisò Diamond dal corridoio.
 

-No, niente. Grazie lo stesso-

 

*****


 

La camera d'ospedale di Georgie era vuota, ma non era quella la vera nota stonata della situazione: era nuova come se non fosse successo niente.
 

Alexandra le lanciò uno sguardo -O siamo impazzite o... non so che dire- disse con il suo solito sguardo pensoso. Sembrava che il suo cervello non si riposasse mai, ma in quella situazione era normale non riuscire a smettere di pensare.
 

-Credi davvero che Georgie sia una strega?- domandò Deborah posandosi con le spalle contro il muro. Loro due erano uscite per un po' fuori dalla stanza dell'amica e in quel momento stavano in mezzo al corridoio dell'ospedale.
 

-Se i vampiri esistono, anche le streghe potrebbero far parte della vita reale.-
 

Deborah le lanciò un'occhiataccia -Ripeto: credi davvero che Georgie sia una strega?-
 

-Questo spiegherebbe quel bagliore che ha distrutto il muro e anche gli stessi raggi luminosi che si trovavano sulla sua mano- spiegò Alexandra. Sembrava che stava spiegando una formula di scienze, era così calma e controllata.
 

"Cuore di ghiaccio" pensò Deborah, "Certe volte sembra averlo davvero"

 

-Smettila di essere così rigida, non ti ho chiesto le motivazioni, ma quello che credi tu. É nostra amica, la cosciamo da anni, devi pur aver un parere tuo- sbottò Deborah. Erano così diverse. Lei impulsiva, Alex calma e calcolata.
 

Nella vita della gemella tutto era controllato e programmato, quasi come lo studio di un dottore. Come se essere disorganizzati potesse costare la vita a qualcuno.
 

Alexandra le lanciò un'occhiata di traverso e si passò una mano tra i capelli. Sembrava che stava per fare uno sforzo immane, più che dire un semplice parere personale. -Vorrei non credere che non sia una strega o qualcosa del genere-
 

Deborah distolse lo sguardo dalla sorella e lo rivolse all'entrata della camera D19. Avrebbe voluto ripetere per la centesima volta alla gemella di comportarsi meno da robot, ma evitò. Anche volendo, non si poteva mai cambiare la natura di una persona. -Capisco...- sussurrò.
 

-Potremmo chiederglielo- propose Alexandra.
 

Deborah incurvò le labbra in un sorriso. Proporre di andare a chiedere a una persona se era una strega, non le era neanche mai passato per la mente, ma l'idea era alquanto divertente. Di solito non sarebbe mai stata un'idea di Alexandra, ma in quella dituazione cosí bizzarra, anche lei riusciva a essere folle, quel poco che bastava.
 

-Perché sorridi?- domandò Alexandra, accigliandosi.
 

-Niente, penso solo che sia folle-
 

-Beh... fino a non molto tempo fa, sembra essere folle anche l'idea di dover diventare per forza un vampiro-
 

Deborah annuì. La sorella aveva ragione, come sempre. Poteva anche sembrare un robot con sembianze umane, ma era molto intelligente. -Uhm... come glielo chiediamo?-
 

-Non so... Ma di sicuro non oggi, anche se non lo sembra é leggermente sotto shock, anche se non sappiamo bene le vere circostanze del suo primo "attacco".-
 

Deborah annuì nuovamente. -Hai qualche idea di chi potrebbe essere quel tizio che l'ha attaccata?-
 

-Non so dirlo con precisione, ma sicuramente è un vampiro-
 

-Un vampiro? Come fai a dire una cosa del genere-
 

-Voleva morderle il collo- rispose senza scomporsi Alexandra.
 

Deborah fece una smorfia disgustata "Mordere il collo di una persona, forse anche io un giorno sarò costretta a farlo...".

 

**

 

Cystal scese le scale che portavano al piano inferiore e fece per dirigersi in cucina, quando il campanello suonò.
 

-Crys, vai ad aprire, per favore! Uhg! Che cavolo! Ho finito per sbagliare! Ho messo il sale invece dello zucchero!- si lamentava Diamond dalla cucina.
 

Crystal rise e si diresse verso la porta d'entrata. Come si aspettava, tutti e quattro i ragazzi erano presenti. -Benvenuti- esordí, da vera padrona di casa.
 

Tutti ricambiarono il suo saluto. -Accomodatevi in sala da pranzo, studieremo lì, perché c'é più spazio- mormorò per poi avvisarli che sarebbe andata in camera sua a prendere del materiale.
 

Salendo le scale si rese conto che era stata troppo sbrigativa. Era vero che voleva evitare di affezionarsi ad altra gente, ma trattarli così non sarebbe servito a molto. L'avrebbe solo fatta sembrare ai loro occhi, ancora più strana di quanto non fosse già.
 

-Mmm... forse dovrei chiedere una mano a Mond, credo che sarebbe felice di passare un po' di tempo con loro- mormorò fra sé e sé mentre si chiudeva la porta, della sua camera, alle spalle.
 

"Ma che sto dicendo?! Mond é molto più sentimentale di me, si affeziona facilmente! Potrebbe rimanerci male, dopo, ad abbandonare dei nuovi amici, oltre quelli che ha già. Sono sua sorella maggiore, devo evitare che soffra"

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Capitolo 41
*** Tea ***


Chapter XL - Tea

 

Diamond aggiunse alcune foglie di menta al suo tè. Lo aveva
dovuto rifare, dopo aver scambiato lo zucchero con il sale. Lo mescolò con un cucchiaino e poi ne bevve un sorso.

Squisito.

Poi si distrasse sentendo dei rumori provenire dalla sala da pranzo. Ah già! Qualcuno ha suonato alla porta!, si ricordò.

Andò a vedere e si sorprese di ritrovarsi davanti quattro ragazzi, di cui non sapeva molto, ma poteva sicuramente dire che erano tutti bellissimi.

Lanciò uno sguardo furtivo a Niall, non l'aveva ancora notata, proprio come gli altri. Non lo vedeva da quando lo aveva baciato.

Si ricordava ancora il sapore, la morbidezza e il calore delle sue labbra. Era stato il migliore bacio della sua vita, anche se non era, esattamente, quello "stile principessa" che aveva sempre sognato da bambina. Dopo averlo baciato, si era resa conto di quanto era stata impulsiva e si era vergognata, perciò era subito scappata dentro casa. Di solito faceva sempre ciò che voleva, ma questo non comprendeva il "baciare ragazzi di cui sapeva bene poco". Anzi, quelle erano cose che di solito faceva Deborah, non lei.

-Salve!- salutò e loro smisero di parlare e si voltarono verso di lei, ricambiando il saluto.

Calò un silenzio imbarazzante. I ragazzi si guardavano tra di loro non sapendo che dire e Diamond si rigirava la tazza tra le mani, imbarazzata. Alla fine se ne uscì fuori con un -Volete una tazza di te?- e dopo le loro risposte affermative, tornò in cucina.

Che situazione imbarazzante...

*

Victoria parò un altro colpo di fioretto è fece una stoccata. -Complimenti Vicky, vedo che non hai perso il tuo tocco.- disse Katie posando il fioretto per terra.

Victoria sorrise -A quanto pare.-

-É rilassante, vero?- domandò la bruna lanciando una bottiglietta d'acqua a Vicky, che la prese al volo.

-Hum, direi di si. É da fin troppo tempo che non praticavo un po'di scherma- mormorò per poi bere.

-Eri la migliore della nostra classe di scherma.- le ricordò Katie.

Victoria sorrise al ricordo di quei tempi. -Me la cavavo proprio bene.-

-Be'... é certo. Eri la cocca del prof per questo.-

La bionda le lanciò un'occhiataccia. -Non sono mai stata la cocca del professore.- poi sorrise -Era solo un amico.-

Katie ridacchiò leggermente. -Il mondo sovrannaturale é così diverso da quello umano! È i prof molto più sexy!-

Victoria si andò a sedere su una delle poltrone poste davanti alla Tv. L'appartamento di Katie era moderno, ogni mobile era sulle sfumature dell'arancione, o in legno bianco. C'era una camera da letto, l'aria cottura era divisa dal salotto con un bancone in legno bianco e c'era solo un bagno. Praticamente non era niente di speciale, ma era solo una casa provvisoria, fino a quando non avrebbe deciso di inziare il viaggio "intorno al mondo" che aveva sempre voluto fare sin da bambina. Però, aveva posticipato la partenza, fino a quando la sua migliore amica ne avrebbe avuto bisogno.

-In effetti...-

Katie la riprese scherzosamente -Suvvia Vicky, non mi dire che non hai mai pensato che il professore Loren é un schianto di uomo!-

La Winchester strabuzzò gli occhi. -Cosa?! Mai! C'é sempre stato per me... ma il pensarlo in ultro modo é... strano- blaterava muovendo le mani come una pazza.

L'amica scoppiò a ridere come un'ossessa portando la testa all'indietro. Victoria le lanciò un'occhiataccia. -Perché ridi?-

Katie si diede una calmata. -Niente di che, solo che hai fatto una faccia così epica! Avrei dovuto fotografarti!-

La bionda sorrise, era da tanto che non parlavano dei "bei vecchi tempi" in modo così naturale. Di solito evitavano l'argomento.

**

-Che ne dite se inziamo con algebra e poi passiamo a qualcosa di più leggero e via dicendo?- propose Crystal sorridendo ai quattro ragazzi.

Loro acconsentirono, anche se non molto felici.

-Come si fa questo?- domandò Harry alla bionda mostrandole il proprio libro di matematica.

Lei glielo spiegò pazientementre. Proprio alla fine della spiegazione, entrò Diamond con il tè e ne diede una tazza a ognuno dei ragazzi. -Tieni Crys, ho pensato che anche tu avessi sete, ora- mormorò passandole una tazza di tè al limone.

-Oh, grazie mille Mond.-

-Di nulla- le sorrise dolcemente Diamond poi diede uno sguardo ad alcuni fogli su cui erano scritti gli appunti di algebra di Crystal. -Ehm... Vi aiuterei, ma faccio schifo in matematica-

Niall le sorrise. -Benvenuta nel club-

Diamond fece un sorriso imbarazzato e si portò distrattamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Mmm... grazie - borbottò con un filo di voce.

Crystal accorgendosi della strana situazione parlò alla sorella. -Deborah e Alexandra quando tornano? -

Mond smise di guardare il biondo -Hum... credo che fra poco tornino. Dovevano rimanere per poco in ospedale -

I ragazzi si allarmarono leggermente, fraintendendo la situazione. -Sono rimaste ferite?- domandò Liam, per poco non gli venne un colpo. Aveva visto Lex solamente qualche ora prima a scuola, come poteva essersi fatta male in così poco tempo senza far allarmare le sorelle maggiori?

Gli altri pensavano più o meno la stessa cosa.

-Oh no! Non si sono fatte niente!- Diamond cominciò a muovere freneticamente le mani, non trovando le parole giuste per esprimersi.

Crystal invece riuscì a spiegare meglio tutto. Da quello che era successo a Georgie, al rapporto tra lei con la loro famiglia e la visita della gemelle in ospedale.

-Meno male! - sospirò Zayn alla fine del racconto -Pensavo che avevano avuto qualche grave incidente! -

Le ragazze sorrisero comprensive, poteva succedere a tutti di confondersi.

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Capitolo 42
*** Jealousy? ***


"Se hai intenzione di scaricarmi dovresti almeno conoscere chi stai scaricando."

-The vampire diaries




Chapter XLI - Jealousy?


 

-Volete rimanere a cena?- domandò Diamond, sorridendo. Aveva portato dei stuzzichini a Crystal e i ragazzi e poi si era seduta vicino a loro, mentre facevano una pausa.

Crys rimase per un momento sorpresa dalla proposta che aveva fatto la sorella, ma poi decise di sorridere ai ragazzi per far capire che erano i benvenuti. -Ordineremo delle pizze, oppure qualcosa dal ristorantino dietro l'angolo- spiegò.

I ragazzi decisero di chiamare Louis, il loro tutore, per avere il suo consenso. Il castano fu ben disposto a lasciar cenare i ragazzi a casa delle Winchester, a patto che tornassero prima delle undici, come che avevano scuola il giorno dopo.

-Avete un tutore abbastanza accondiscendente- valutò Crystal.
Liam sorrise. -Si potrebbe dire di sì- annuì impercettibilmente.

Il campanello suonò e Mond andò ad aprire. -Hey ragazze! Bentornate! Come é andata la visita?- chiese a quelle che avrebbero dovuto essere Alexandra e Deborah.

Deborah senza molte parole andò dritta verso la sua camera al piano di sopra, mentre Alexandra salutò educatamente gli ospiti e si limitò a dire che la visita era andata bene e che Georgie stava meglio.

-Sono di poche parole, eh?- borbottò Zayn.

-In effetti lo sono- gli sorrise Diamond e Niall si irrigidì. Crystal sorrise teneramente.

Gelosia, eh?

Così presto?

Poi si rese conto che, in futuro, Diamond avrebbe lasciato New Orleans e non l'avrebbe visto per molto, o forse non sarebbero mai tornate lì, si sarebbero lasciate il passato alle spalle.

Diede un sguardo a sua sorella minore, sorrideva, mentre discuteva di una professoressa abbastanza stramba che avevano in comune lei e i quattro. Avrebbe sofferto la loro mancanza, e probabilmente anche Crystal non sarebbe stata da meno. Quei ragazzi erano così simpatici e coinvolgenti... Mentre lei e Mond sarebbero diventate presto dei mostri, o sarebbero morte.

Passarono alcuni minuti e Harry chiese dove era il bagno e Crystal decise di accompagnarlo, sarebbe poi passata in cucina per bere qualcosa.

-Sai, se mi dicevi dove sta sarei riuscito a trovarlo- le sorrise Harry quando uscì dal bagno.

Le guance di Crystal si tinsero leggermente di rosso, girò i tacchi e si diresse verso la cucina. -Devo andare in cucina e già che ci sono ti ho accompagnato- spiegò aprendo la porta della cucina.

Harry annuì semplicemente, dispiaciuto dal fatto che il piano di Crys non era rimanere da sola con lui. -Mmm... ho saputo che stai cercando un tutor che ci faccia ripetizioni a partire da Aprile, perché?-

Crystal rimase con la mano a mezz'aria, per la sorpresa. Stava prendendo un bicchiere da una mensola che si trovava in alto. -Come hai fatto a saperlo?-

-Alcune ragazze mi hanno chiesto di potermi dare delle ripetizioni private come che avevano sentito che la mia tutor, non voleva più farlo. É la verità?-

-Più o meno- mormorò indecisa. Non voglio più?, si domandò. Io voglio restare, darti ripetizioni e continuare la mia noiosa routine... ma purtroppo non posso, a quanto pare le nostre strade si divideranno presto, Harry. -Mi dispiace, ma dal 28 Marzo partirò per studiare in una scuola francese- disse usando la scusa che si era inventata insieme alla cugina.

-Andrai a studiare in Francia? Il liceo finirà tra poco, non ha molto senso partire a soli due mesi dal diploma!- disse Harry. Il suo ragionamento non faceva una piega, ma la bionda cercò di non scomporsi troppo.

-Dopo aver finito lì il liceo, frequenterò un collège francese, vicino Nizza- fu la sua risposta.

-Perché questa scelta? Ci sono dei buoni college anche in Louisiana- Harry era molto confuso, era come se Crystal stesse scappando in Francia... Perché non voleva che partisse? Si conoscevano appena e lui non riusciva a capire per quale motivo si sentiva così male, così solo...

-É il mio sogno, Harry- mentì. Il vero sogno di Crystal, in passato, prima delle notizia di essere destinata a essere un vampiro, era diventare un medico. Lei voleva salvare delle vite, non farle terminare.

Harry decise di non dire altro. É il suo sogno, non posso decisamente impedirle di non realizzarlo, non sono niente per lei. Girò i tacchi e silenziosamente tornò in salotto.

Crystal si portò una mano al petto. Per quale motivo l'avergli mentito mi fa tanto male?

******

Georgie sospirò, erano le otto passate è lei si trovava da sola nella sua camera d'ospedale. Aveva appena finito di mangiare lo schifoso cibo che le era stato dato e ora stava cercando di prendere sonno, anche se non era abituata ad addormentarsi così presto. Suo padre e la sua compagna erano tornati a casa per rifoccilarsi e sarebbero tornati a trovarla la mattina dopo.

Sentì dei rumori provenire dal corridoio. All'inizio pensò a uno degli infermieri del turno di notte, ma quando la porta della sua stanza si aprì, capì che non era così. Una figura con un cappuccio vinaccia scuro entrò.

Georgie si mise subito seduta e indicó la sedia accanto a lei. -Grazie di avermi salvata prima! Vi devo un grande favore!-

La donna si sedette, ma continuò a tenere il viso coperto. -Non preoccupatevi, l'ho fatto volentieri- disse per poi ridacchiare. -Dovevo pur fargliela pagare.

-Pensavo di essere perduta- sospirò la mora per poi storcere la bocca. -Mi aveva detto che se avesse continuato a tormentare le Winchester gliela avrebbe fatta pagare. Cosa ha intenzione di fargli?

La donna sembrò accavallare le gambe. -Ho un piano, devo solo cominciare a metterlo in atto. Però avrò bisogno del tuo aiuto. Vuoi aiutarmi?

-Certo che voglio! Ve lo devo!

-Allora credo che sia meglio iniziare a spiegarti. Sarà una storia molto lunga, ma spero di riuscire a dirti almeno il necessario. Devi essere preparata a cosa succederà.

Georgie si portò una mano sul grembo per stringere le coperte che la avvolgevano. -Che sta per succedere?

-Qualcosa di molto grave che cambierà le vite di molti, completamente. Dobbiamo evitare che quel mostro e la sua famiglia rovinino tante vite, perchè se vinceranno non avremo più un futuro.

 

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Capitolo 43
*** Accelerated heartbeat ***


"Certo che sono ancora arrabbiato con te! Perché averti intorno mi fa andare fuori di testa. E non averti intorno mi fa andare fuori di testa."

-Damon Salvatore

Chapter XLII

 

Accelerated heartbeat


 

Deborah stava ascoltando un po' di musica quando il campanello di casa suonò. É tornata a casa Vicky, o hanno ordinato qualcosa da mangiare?

Qualcuno bussò alla sua porta qualche minuto dopo. -Non é chiusta a chiave- si limitò a dire.

-Crystal mi ha detto di avvisarti che hanno appena portato la cena- le disse Zayn.

Lei non gli rivolse neanche uno sguardo, e si tolse l'unica cuffietta che portava. -Ora scendo.- Il ragazzo uscì dalla porta senza dire niente.

Deborah si portò una mano al petto. Battito accellerato. E sicuramente aveva anche le guance arrossate. Ma che diavolo mi prende? Sono veramente arrossita per un ragazzo che mi ha appena rivolto la parola? Perché il mio cuore sembra che voglia saltare fuori dalla mia gabbia toracica?

"-non finisce qui moro -" ripensò alle parole che gli aveva sussurrato per ultime, la prima volta che si erano parlati. Sarò sembrata un scema.

Che idea si sarà fatto di me? A scuola mi dipingono come una poco di buono dal comportamento menefreghista e chissà che altro dicono alle mie spalle.

Scosse la testa, di solito non ragionava mai su ciò che pensava la gente di lei. Non era Miss America, ma non era neanche brutta, il suo fisico non era niente male e non aveva particolari problemi fisici o emotivi. Fino a prima che i suoi genitori scomparissero, era una bella ragazza ricca e viziata. Aveva una gran fama fra i ragazzi, ma non era neanche un tipo estremamente facile, anzi, ben pochi erano riusciti a stare con lei prima che si scocciasse di loro e li mollasse.

Tutto sembrava perfetto. Invece, in quel momento, chiusa nella propria camera con il cuore di una ragazza che si era presa la sua prima cotta, riusciva solo a pensare che la sua vita non era poi così perfetta. Sarebbe diventata un vampiro o sarebbe morta, non aveva mai avuto un buon rapporto con le sue sorelle, le uniche persone che le sarebbero rimaste in futuro, avrebbe dovuto lasciare tutto ciò che riconosceva come la sua "casa" e seguire un futuro che sembrava ombroso e privo di felicità. E poi, la cosa che, stranamente, le sembrava più importante fra tutte. Si stava innamorando, anche se con tanta fatica aveva provato a non dipendere da quel sentimento... Voleva solo scendere al piano di sotto e baciare quel bellissimo ragazzo dalla pelle olivastra.

**

-Che hanno detto le mie sorelle?- domandò Crystal posando il cibo cinese che avevano ordinato dal ristorantino che si trovava dietro l'angolo.

Zayn si andò a sedere prendendo i ravioli al vapore che aveva ordinato. -Scenderanno a momenti. Credi che a loro andrà bene ciò che hai ordinato?-

Crys sorrise. -Certo, sono i piatti che prendono sempre quando andiamo al ristorante cinese.-

Poco dopo Alexandra scese e si andò a sedere vicino a Diamond. C'era un gran silenzio e nessuno parlava, perciò Mond decise di dire qualcosa. -Allora... Come mai vi siete trasferiti in questo periodo?- domandò.

I quattro si guardarono sopresi. Qual é la scusa che Louis ci ha fatto imparare a memoria?, si domandò Liam.

-Ehm... Siamo amici di Louis da due anni, circa, e come che ora siamo maggiorenni i nostri genitori ci hanno permesso di vivere con lui. A patto che ci tenga d'occhio e che ci faccia da "tutore"- recitò a memoria Harry. Quella domanda non gliel'avevano già fatta?

-A circa quattro mesi dalla fine della scuola?- li scrutò attentamente Alexandra.

-Alex, non é essere maleducata- la rimprovò Crysta. -Ognuno può trasferirsi quando preferisce.-

Alex le lanciò un'occhiata. Non sono stata maleducata, ho fatto solo una domanda. -Okay, Crys.-

-Non preoccuparti, Crystal- sorrise Niall. -É una domanda normalissima!-

-Concordo- mormorò Zayn. -Comunque, abbiamo scelto questo periodo perché Louis si doveva trasferire qui per lavoro e noi abbiamo convinto i nostro genitori a seguirlo.-

Le ragazze si accigliarono. -E loro hanno accettato?- domandò sorpresa Crystal.

-Beh, non subito, ma dopo molte pressioni ci siamo riusciti a convincerli- ammise Harry.

Crystal non sembrò convinta delle loro risposte, proprio come Alexandra. Diamond, invece non sembrò notare niente di estremamente strano. Era troppo concentrata su Niall, per notare tutte le incongruenze nelle risposte dei loro ospiti.

Deborah scese in quel momento e sembrava la stessa di sempre. Forse un pochino meno truccata e sistemata di quanto era a scuola, ma questo era normalissimo. -Hey- salutò pigramente.

Gli altri la salutarono a loro volta e quando l'ultima arrivata si andò a sedere, Crys le diede ciò che aveva ordinato per lei.

Ci furono altri minuti di silenzio. -Oggi ho visto George, sembrava di cattivo umore. Tutto bene fra di voi?- domandò Zayn, curioso.

-Be', l'ho mollato, perciò non credo che possa andare bene- rispose Deborah con un tono che faceva capire benissimo che non le importava niente delle sua relazione con George.

Zayn sembrò stupito. Tommy glielo aveva detto che cambiava spesso fidanzato, ma non si aspettava che li mollasse lei senza un apparente motivo logico. -Perché?-

Deborah era infastidita. -Era fasidioso e appiccicoso. Credo che questo basti- non le andavano a genio le persone che si intromettevano nella sua vita privata.

-Di solito quando ti piace una persona, cerchi di farti andare bene anche i suoi piccoli difetti- si intromise nella discussione, Liam.

-Questo é vero, per la maggior parte delle persone. Deb invece preferisce chiudere subito la faccenda, appena la relazione la annoia- commentò Alexandra.

Deborah venne colta di sorpresa. Di solito la sua gemella stava sempre dalla sua parte. -Almeno io mi fidanzo, tu invece fai allontanare ogni essere maschile che é interessato a te. Li liquidi in modo glaciale senza neanche dargli una chance- ribatté a tono. Doveva sempre avere l'ultima parola.

Diamond e Crystal si guardarono sorprese. Le gemelle non litigavano mai. -Su, su ragazze. Oggi é stata una giornata difficile, ma non c'é bisogno di essere nervose- sorrise ampiamente Diamond.

Deborah con una smorfia tornò a mangiare e Alexandra fece lo stesso, tranne per la smorfia.

 

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Capitolo 44
*** News ***


Chapter XLII

News





 

Crystal percorse uno dei numerosi corridoi della sua scuola, fino a che non arrivò all'uscita est. Era ricreazione e nella loro scuola potevano far merenda fuori dall'istituto, ma rimanendo sempre dentro il cortile della scuola.
Quel giorno faceva molto freddo, anche se Crystal non ci faceva proprio caso. Percorse gran parte del cortile e andò verso i suoi amici, Emanuele e Annamaria.

Il primo si stava lamentando del troppo freddo, mentre la seconda lo ignorava e si beveva qualcosa che sembrava caffè. -Ciao ragazzi!- li salutò Crys, cercando di sembrare allegra. Purtroppo, non lo sembrava per niente. Nessuno dei suoi amici però le chiese niente e ne fu grata.

-Ciao Crys. Hai saputo della novità?- le sorrise Emanuele.

Lei scosse la testa. -No, che é successo questa volta?-

-Quest'anno la scuola organizzerà una festa per Carnevale- le spiegò emozionata Annamaria.

La bionda si sorprese. -Davvero? Di solito non fanno molte feste nella nostra scuola...-

-In effetti... Comunque, Sarà una festa in maschera. Probabilmente come che manca poco più di una settimana, tutti i ragazzi si saranno messi d'impegno per invitare le ragazze e per trovare dei costumi mitici- anche Emanuele era entusiasta.

-Ah..- Crystal non era un tipo da feste, ma quella sarebbe stata la sua ultima festa scolastica... -Voi con chi andrete?-

-Uhm... Io sono sprovvista di un accompagnatore- disse mettendo il muso la bruna.

-Beh, può sempre accompagnarti Manu, vero?- domandò Crystal ad Emanuele, chiamandolo con il soprannome che gli aveva dato lei.

Lui arrossì leggermente. -Uhm... se lei vuole...-

Annamaria quasi si mise a saltare di gioia. -Mi va benissimo, sempre meglio di andare da sola!-

-Tu ci andrai, Crys?- domandò Manu.

Crystal ci pensò un attimo. -Direi di sì- sorrise. I suoi amici la guardarono strabiliati: lei non andava mai alle feste.

-Che bello! Vedi che appena si saprà che andrai alla festa avrai numerosi inviti!- esclamò Annamaria.

-Mi basta un solo invito, Annette- Crystal pensò istintivamente a Harry e a come si era comportato dopo che avevano parlato in cucina. Le aveva appena rivolto la parola, quasi a voler limitare i loro sguardi e ogni momento insieme. Quasi come se sapesse che forse non si sarebbero più rivisti. Sarebbe bello se mi invitasse...

*

Victoria si lasciò cadere sul suo divano. Le mancava moltissimo la sua casa. La casa che sua madre aveva lasciato a lei e ai suoi fratelli. E  che loro, a loro volta avevano dato a lei senza chiedere nulla in cambio. Cosa farei senza i miei fratelloni?

Aveva abbandonato quella casa per fare da tutrice alle sue cugine minorenni. Però, se avesse potuto sarebbe rimasta lì per l'eternità. Solo per i ricordi che la legavano a quel luogo. Una casa costruita mattone su mattone da suo padre, una delle poche cose che le restavano di lui. Non lo ricordava, ma dalle foto e dai racconti su di lui aveva capito che era "un vampiro con un cuore umano". Non sembrava aver spento i propri sentimenti come facevano molti vampiri, ma sembrava conviverci giorno dopo giorno.

La bionda si alzò e andò verso la vecchia camera da letto dei suoi genitori. Era andata lì per cercare il suo vecchio costume da sirena, che aveva usato diversi anni prima. Lo avrebbe un po' allargato, ma in fin dei conti sarebbe andato benissimo per la festa che aveva organizzato Aaron per i suoi impiegati.

Spostò alcuni abiti, ma non riusciva a trovare ciò che cercava. Poi notò qualcosa di strano. C'era una piccola bustina trasparente piena di documenti. Ne prese alcuni. -Modulo d'adozione di Victoria Winchester- strabuzzò gli occhi. Era stata adottata? Ma non le avevano mai detto niente...

E i suoi fratelli? Erano anche loro stati adottati? O almeno sapevano che lei non era la loro vera sorella?

Si lasciò cadere per terra e cercò di capirci qualcosa. Deve essere un errore...

-Nata il 26 Giug...- si interruppe. -Sembra tutto esatto...-

Cominciò a leggere altre carte. -La bambina è stata trovata il 26 giugno del 1994 sulla spiaggia di Hanalei Bay da una coppia che si trovava lì, di mattina, in viaggio di nozze. Le sono stati fatti tutti i test di routine e sono state trovate tracce nel suo sangue che la possono collegare al DNA di un vampiro, anche se sono state riscontrate delle anomalie che nessuno è riuscito a spiegare per mancanza di tempo. Il giorno dopo il ritrovamento della bambina, una coppia insieme a una donna incappucciata si è presentata nell'orfanotrofio sovrannaturale a cui la bambina è stata affidata. Era una coppia mista, un matrimonio tra un vampiro e una donna umana. Hanno subito sistemato ogni documento, senza neppure vedere la bambina, quasi fosse tutto programmato. La donna è stata con loro tutto il tempo senza però aprire bocca. Hanno portato via la bimba dopo appena poche ore.

Dottoressa Rose-

 

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Capitolo 45
*** Green ***


Chapter XLIII

Green



 

Victoria si passò fra le mani il cellulare, indecisa sul chiamare o no suo fratello. Alla fine cedette. Doveva sapere se era stata veramente adottata, lui era il fratello maggiore e perciò doveva pur ricordarsi qualcosa di strano che era accaduto nel periodo in cui era nata.

Lui rispose subito. -Holà Vicky! Come mai mi chiami a quest'ora? Meno male che sono rimasto sveglio per sbrigare delle faccende, o non avrei sentito il telefono!- le rispose allegro Lucian, suo fratello maggiore. In effetti erano circa le 11 di mattina e a quell'ora di solito i vampiri dormivano alla Casa della Notte.

-Ah.. Ciao Luke- cercò di avere un tono normale, ma suo fratello capì lo stesso che c'era qualcosa che non andava.

-Sorellina, tutto okay?-

-Non proprio. Potrei incontrarti? Dovrei dirti alcune cose...-

- Stanotte dopo le lezioni vengo a trovarti. Ti va bene verso le quattro?- le domandò. Ah vero... Alla Casa della Notte i vampiri vivono di notte e dormono di giorno.

-Va bene. Dove preferisci che ci incontriamo?-

-Ad Orfelia, sempre nel solito locale- disse Victoria riferendosi alla città sconosciuta a gran parte della razza umana in cui sorgeva la Casa della Notte di New Orleans. Una città dove vampiri e umani convivevano da secoli, insieme anche ad altri tipi di esseri sovrannaturali. Non andava lì da anni...

-Mi va benissimo. Ora devo andare. Devo finire di compilare alcuni documenti e poi vado a letto- disse Lucian.

-Ah... okay. A dopo- lo salutò Victoria.

-Ciao- attaccò e si rimise il cellulare in tasca. Alla fine è andata bene come telefonata... speriamo che il nostro incontro vada altrettanto bene. Quei documenti devono essere per forza falsi... Non può essere che sono stata adottata...

*****

-Una festa di Carnevale?- domandò Deborah ad Abbie.

-Esattamente! È strano che lo abbiano deciso così all'ultimo momento... A quanto pare il tutto è stato organizzato da degli ex alunni, o qualcosa del genere. So solo che sono degli esterni- spiegò Abbie.

-Bah, bizzarro- mormorò annoiata Deborah. -Tu che farai?-

-Sono stata invitata da due ragazzi per questa festa. Ma, sinceramente, non so che fare o a chi dire di sì- rispose l'amica.

-Capisco, a me non mi ha invitata nessuno.-

-Hanno tutti paura di George come che ha molta influenza fra i ragazzi e perciò deve averli minacciati in modo che tu rimanessi senza accompagnatore...- ragionò la mora.

-Mmm, probabile. È solo un idiota tutto muscoli e senza un grammo di materia grigia e i ragazzi in questa scuola sono davvero senza palle! Mah... che gente- Deborah ringhiò.

Alexandra, che non aveva ancora parlato sospirò. -Dovresti andare alla festa per far vedere a George quanto te ne freghi del fatto che nessuno ti ha invitata- i suoi piani erano perfetti, come sempre.

Deborah si animò. -Hai ragione! Mi vestirò uno schianto e gli farò vedere quanto mi divertirò! Lo voglio vedere mentre si incazza di brutto!- ormai la più piccola fra le Winchester era pronta per la sua vendetta. Nessuno può impedire a tutti i ragazzi della scuola di invitarmi! È una cosa davvero infantile!

-Ok. L'abbiamo persa. La vendetta ce l'ha portata via- scherzò Abbie.

Alexandra le guardò e Abbie si sentì gelare, mentre Deborah non ci fece caso. Alex faceva spesso quell'effetto quando non si sforzava di sorridere o scherzare, e con questo si era meritata molti soprannomi riguardanti il ghiaccio, fra cui "la Winchester dal cuore di ghiaccio". -Non è inutile cercare di 'vendicarsi' di George? Io la trovo una cosa molto immatura e priva di significato.-

Abbie tacque. Deborah ridacchiò. e scompigliò i capelli della gemella, come si fa con i bambini. -Sai come sono fatta: non lascio neanche la cosa più misera impunita!-

Alexandra sospirò. -Già... sei fatta così...-

***

Diamond sorrise alla sua amica e le raccontò ciò che era accaduto con Niall quando erano usciti insieme e che lui era venuto a casa sua per prendere ripetizioni da Crystal -e alla fine avrei voluto che restasse per sempre da me!- concluse.

-Prendi aria! Hai parlato così velocemente che sembrava quasi che tu non stessi respirando!- Aurora stava ridendo e allo stesso tempo era eccitata per ciò che era successo all'amica.

-Certo che respiro!-

-Allora, che farai? Ti metterai con lui?- Aurora era molto curiosa, quel giorno.

Diamond smise di sorridere. Solo in quel momento si rese conto della cruda verità della sua vita: se ne sarebbe andata presto da New Orleans. Fra lei e Niall non sarebbe mai successo niente.

Aveva sempre amato i folli amori televisivi fra esseri sovrannaturali, ma in quel momento non voleva che la sua vita si trasformasse in qualcosa del genere.

Eppure... Niall sembrava valere ogni sforzo.

-Ehm... Non credo. Ho agito d'istinto ma non credo che fra noi possa funzionare...- Diamond si alzò. -Vado a casa- avvertì l'amica per poi camminare velocemente fino a una strada non poi tanto trafficata e sicuramente più silenziosa dell'uscita della sua scuola.

Un momento prima stavo ridendo come sempre con Aurara e ora mi sto deprimendo da sola. Da quando sono diventata così triste?

Non ci mise molto ad arrivare a casa. Infondo la sua scuola non si trovava tanto lontano. Crys, Deb e Alex stanno agli allenamenti, pensò quando entrò. Victoria si trova al lavoro, ancora.

-Che faccio ora?- si chiese fra sé mentre si toglieva le scarpe e si andava a rinfrescare e cambiare. Ora mi cucino qualcosa e poi... Studio. I suoi propositi erano così fiacchi che non la facevano stare meglio neanche un po'.

Fece tutto ciò che aveva "progettato" e poi verso le sei si posò sul divano. Victoria le aveva avvertite che sarebbe tornata tardi, mentre le altre dovevano essersi trattenute più a lungo agli allenamenti delle cheerleader.

Da un momento all'altro la tasca dei suoi pantaloni cominciò a scottare.

Ma che...?

Ci mise una mano all'interno e vi trovò l'anello che le aveva dato Damien. Sembra che il colore della pietra fosse più intenso e bruciava. -Perchè scotta?- si domandò ad alta voce, preoccupata. Si guardò intorno spaesata.

-Non temere- disse una dolce voce, quasi melodiosa.

-Che sta succedendo?- se prima Diamond non era spaventata, ora lo era sicuramente. -Perchè... fa così?-

A Diamond sembrò quasi di sentire un bellissimo profumo di fiori appena colti e questo la rilassò un pochino.

-Non temere il potere dell'anello, é tuo amico.-

Diamond guardò l'anello. Ebbe la sensazione che la stesse chiamando.

Sarà una buona idea?

Ma, ingenuamente, Mond represse ogni dubbio, come era suo solito fare. Si mise in uno scatto l'anello. Esso smise di brillare all'istante e anche di scottare. Tutto sembrava normale.

La bionda si alzò ed ebbe un capogiro e dovette appoggiarsi al murò; socchiuse gli occhi. Era leggermente stanca. Guardò davanti a sé. C'era un vecchio specchio in legno e stava riflettendo la sua immagine. Chissà se l'immagine dei vampiri di vede allo specchio, o no...

Poi notò qualcosa di insolito nella sua immagine. I suoi occhi che erano di un bellissimo color cielo, in quel momento erano di un verde chiaro inquietante. Si portò una mano davanti alla faccia. -I miei occ...- non finì la frase che la sua vista cominciò a essere sovrastata da un sacco di punti neri per poi oscurarsi completamente. Era svenuta.

 

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Capitolo 46
*** Stomach churning ***


«Guarda come poggia la guancia sulla mano! Oh,foss'io un guanto su quella mano, per poter sfiorare quella guancia!»

- Marked, La Casa della Notte

 

Chapter XLIV

Stomach churning


 

Crystal si sedette sugli spalti e come al solito si mise a studiare, dando ogni tanto un'occhiata alle gemelle. -Ormai dovrebbero essere abbastanza grandi per stare agli allenamenti da sole- mormorò una voce all'improvviso. Crystal fece cadere la penna che aveva in mano dalla sorpresa e il ragazzo che aveva appena parlato gliela raccolse.

-Grazie- mormorò piano. -Buon pomeriggio Harry-

Lui le sorrise. -Ciao Crystal-

-Comunque... Alex e Deb non sono abbastanza affidabili, soprattutto Deb e non vorrei che combinassero qualche guaio- spiegò la bionda.

-Se lo dici tu...-

Ci furono alcuni minuti di silenzio in cui Crystal fingeva di concentrarsi nello studio di alcuni argomenti di storia, mentre Harry prestava distrattamente attenzione agli allenamenti delle cheerleader.

-Che ci fai qui?- domandò la bionda. All'inizio aveva provato a studiare in sua presenza, ma dopo poco aveva subito capito che non riusciva a concentrarsi; chiuse il libro e lo posò accanto a sè.

-Nulla, ho fatto un salto in biblioteca per prendere alcuni libri e come fra poco finiscono gli allenamenti, ho deciso di aspettare Zayn. Così prendiamo il pulman insieme. É una noia tornare a casa da soli- sospirò il ragazzo.

-Capisco... Beh...- Crystal non sapeva che dirgli. L'ultima volta che lo aveva visto gli aveva rivelato che sarebbe partita e da allora sembrava più freddo nei suoi confronti. L'ultima volta era stato così gelido con me, dopo che abbiamo parlato...

Che gli devo dire?

Non ebbe bisogno di pensare a un buon argomento di cui parlare, che fu lui a farlo. -Andrai alla festa per Carnevale?- domandò.

-Penso di sì-

-Hai già un accompagnatore?-

-No...- non ci aveva molto pensato, anche l'andare da sola non le dispiaceva. Di solito, alle feste scolastiche, quando ci andava, si faceva accompagnare da una delle sorelle, o da Annamaria e Emanuele. -Tu hai già un'accompagnatrice?- domandò, curiosa. Se lui aveva una ragazza con cui andare al ballo, che ti tipo sarebbe potuto essere? Bruna? Rossa? Magra? Bassa? Con gli occhi marroni? Non aveva la minima idea di quali potevano essere i gusti di Harry.

-No- rispose il ragazzo, girandosi verso di lei e guardandola negli occhi. -Ti piacerebbe avere un cavaliere per la serata?- domandó.

Crystal non riusciva a staccarsi dai suoi occhi verdi che in controluce le davano l'idea di essere verde petrolio, o verde acqua. Non sapeva spiegarlo con precisione. Si morse il labbro. Cominciò a sentire caldo e lo stomaco era in subbuglio. -Direi di sì...-

Lui fece un sorriso raggiante che andò a formare delle fossette agli angoli della bocca. Erano adorabili. -Lo so che può sembrare strano... Ma ti andrebbe di venire con me?-

Crystal era sorpresa. É la prima volta che qualcuno mi invita a una festa... -Ehm... Mi piacerebbe- mormorò leggermente in imbarazzo. Cosa si risponde in questi casi? Cosa dovrei fare?

-Ne sono felice- disse Harry.

Crystal avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma Zayn chiamò il riccio a telefono, per avvertirlo che i suoi allenamenti erano finiti. -Scusa, ma ora devo andare. Ti va bene se dopo ci sentiamo per metterci d'accordo su a che ora ti vengo a prendere e cose così?-

Crystal annuì. Non sapeva che dire. Era solo estremamente felice e triste allo stesso tempo.

 

****

 

Alexandra andò verso gli spogliatoi, dopo la fine degli allenamenti per farsi una doccia veloce e cambiarsi. Deborah invece si fermò a parlare con alcune cheerleader.

-Tu che vuoi fare per la festa di Carnevale?- le domandò Abbie. Entrambe si stavano vestendo.

-Non ne ho idea. Però, credo che Deborah mi farà capire in qualche modo che vuole che venga anch'io con lei- rispose la bionda.

-Sempre criptiche, eh? Non so come fate voi due. Anche se Deborah é una persona diretta, molte cose te le fa capire invece di dirtele direttamente. Perchè lo fa?- Abbie in tanti anni non era mai riuscita a capire le due sorelle, anche se loro amica. Forse alla fine non si riesce mai a capire completamente una persona.

Alex si sedette per allacciarsi le scarpe. -Lo fa perché, anche se sono sua sorella, non ama far vedere che ha bisogno d'aiuto. É sempre stata così e ormai ho capito che se voglio tirarle qualche informazione, devo stare attenta a tutto ciò che fa-.

-Sei una buona osservatrice, al contrario di me- sospirò Abbie. -Vorrei pure io capire tua sorella certe volte. Siamo amiche, dovrei sapere ciò che non va o ciò che vuole-

Alexandra ridacciò leggermente, sotto l'occhio sorpreso di Abbie. Alex non ride quasi mai! -Ho detto qualcosa di divertente?-

-Beh- si diede una calmata. -Pensi che ci sia un modo per capire Deb, quando invece cercare di capire qualcuno é una cosa quasi impossibile- la sua voce era tornata seria come al solito. Sembrava saper molto al riguardo, quasi avesse cercato di capire qualcuno in passato...

-E cosa posso fare per essere una buona amica per te e Deb?-

-Continua a fare ciò che stai facendo-

 

***

 

Diamond aprì gli occhi e si alzò lentamente, leggermente confusa e pure un po' spaventata. Dove mi trovo?

Il luogo che la circondava era una natura piena di colori e profumi. Ero a casa... la collana ha cominciato a scottare, me la sono messa e... i miei occhi sono diventati verdi!

Diamond corse verso un piccolo fiume e vi si specchiò. I suoi occhi erano di uno strano verde chiaro, ma non era l'unica cosa strana in lei. Indossava un lungo abito verde bottiglia con delle decorazioni gialle e dei sandali non proprio moderni... proprio come tutto il suo abbigliamento. Perfino i capelli sembravano diversi, erano tutti legati e intrecciati con dei fiori e dei nastri colorati rossi. -Che cosa mi é successo?- si chiese.

Qualcuno le rispose. -Ora sei semplicemente la vera te stessa-

 

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Capitolo 47
*** Larisa ***


Chapter XLV
 

Larisa

 


Diamond sussultò per poi girarsi di scatto. -Chi sei?- domandò spaventata.

Da dietro un folto albero uscì una ragazzina uguale a Diamond da bambina. I capelli, di un biondo così chiaro da sembrare quasi bianchi, erano intrecciati con dei fili viola e indossava un vestito giallo limone con dei decori lilla. Lei e Diamond sembravano delle gemelle, tranne per il fatto che quest'ultima era più grande. -Uhm... Si potrebbe dire che sono l'anima "del Gioiello della Terra"- aveva uno sguardo: innocente, fragile, semplice e sincero.

-Anima?"Del Gioiello della Terra"? Che cosa sarebbe?- Diamond non sapeva che fare o che dire. Quella "persona" stranamente non la spaventava. D'altro canto: non la capiva.

L'altra fece un sorriso smagliante. -Sarebbe l'anello che porti al dito, Anthia-

-Anthia? Io mi chiamo Diamond-

La ragazzina vestita in giallo si mise una mano davanti alla bocca come una bambina che aveva appena scoperto un segreto. -Ooh! Ora ti chiami Diamond! Eppure mi piaceva Anthia, ti descriveva molto!-

Diamond era senza parole. Non sapeva più che chiedere e se aveva un senso farlo; le risposte le stavano facendo venir ancora più domande. -Ehm... Dove ci troviamo?- il posto che le circondava era stupendo. Le ricordava una gigantesca serra, solo che quello era uno spazio ancor più ampio.

-Stiamo all'interno dell'anello. Prima... che "tutto accadesse" mi hai affidato i tuoi ricordi e mi hai chiesto di ridarteli quando necessario. Ora che mi hai di nuovo al dito, potrò finalmente fare ciò che mi hai ordinato molto tempo fa- cominciò a rigirarsi con le braccia aperte e la testa all'insù. -Era da tanto che qui dentro non c'era quest'aria così pura-

-I... I miei ricordi?- Diamond si pizzicò il braccio e non avvertì dolore. -Meno male... É un sogno- sospirò.

-Uhm?- l'anima dell'anello si fermò ad osserverla. -Pensi che sia un sogno Anthia?-

-Non mi chiamo Anthia...-

-Ah, vero! Ora ti chiami Diamond. Mi ci dovrò abituare, Ant... Diamond!- sembrava essere molto allegra.

-Ehm... come ti chiami?- domandò Diamond.

-Larisa. Sei stata tu a darmi questo nome.- Diamond pensò che le era familiare. "Non significa: il sorriso?" Se il significato era quello veramente, le si addiceva molto. -Comunque, deve essere per forza un sogno. Gli anelli non hanno un'anima-

Larisa sbuffò. -Che cattiva! Trattarmi come se non mi conoscessi... Voglio che ricordi tutto, ma mi ha detto di non fare di testa mia e perciò farò al brava. Ora, però, devi tornare all'esterno. Quando avrai bisogno di qualcosa, chiedi pure, il tuo anello ti ascolterà.-

Diamond fece per dire qualcosa, ma la vista le si oscurò di nuovo e cadde per terra. L'ultima cosa che vide fu Larisa che la salutava con la mano.

**

Crystal aprì la porta di casa e rimise le chiavi negli jeans. -Ragazze, andate a fare i compiti- ordinò alle gemelle.

Deborah sbuffò e fece per andare verso la cucina, quando notò una figura per terra. -Diamond?!- sbatté gli occhi e si inginocchiò vicino alla sorella. Era leggermente in pensiero, ma stranamente non stava dando di matto... "Perché mi sembra una cosa normale?"

-Ti ho sentita urlare. Che succ... Mond!- Crystal strabuzzò gli occhi e si portò una mano alla bocca. Non poteva chiamare un'ambulanza, non c'era Victoria e lei non aveva la minima idea di che fare. -Alex! Porta dell'acqua, io le controllo il battito cardiaco!-

Alexandra entrò in salotto con assoluta calma e si diresse verso la cucina per prendere ciò che le era stato appena chiesto. "Ma... perché sono così calme? Diamond é svenuta sul pavimento!" pensava stupita Crystal.

Prese il bicchiere d'acqua e ne gettò un po' in faccia alla sorella stesa per terra. Dopo poco essa cominciò a tossire. -Meno male stai bene- si rassicurò.

-C...Crys?- Diamond si passò una mano sulla faccia e si guardò in torno. -Che é successo?-

-Ti abbiamo trovata svenuta sul pavimento- rispose Alexandra avviandosi verso le scale che portavano al piano di sopra.

Diamond strabuzzò gli occhi: aveva ricordato tutto ciò che era successo prima che svenisse nella realtà e anche ciò che era successo nel suo "sogno". Sì alzò di scatto e si guardò allo specchio. I suoi occhi erano azzurri come sempre. Sospirò sollevata.

-Che c'é?- le domandò Crystal.

-Uh... Credo di aver fatto uno strano sogno- rispose Mond. Ciò che era successo era inreale, ma... era accaduto. Stava indossando l'anello. Lo scrutò; sembrava un anello come gli altri... ma forse non lo era. "Credo di essermi cacciata in un bel guaio che non riesco ancora a capire"

*

La serata trascorse tranquillamente. Victoria tornò a casa solo qualche minuto più tardi e disse che Diamond forse era solo stanca, probabilmente. In fondo, come che i novizi non si ammalano quasi mai, Victoria non si era preoccupata più di tanto.

A notte fonda, la sveglia della più grande suonò. Essa si svegliò senza problemi e si vestì decentemente. Non vedeva il fratello maggiore da tempo e si augurava a che stesse bene.

In poco tempo fu pronta, grazie anche alla velocità vampiresca a cui si stava abituando abbastanza facilmente. Era una delle cose che preferiva dell'essere una vampira.

Il viaggio fino a Orfelia durò di meno di quanto volesse, avrebbe preferito prepararsi un discorso o qualcosa del genere da fare al fratello, ma alla fine quando parcheggiò si rese conto di non essere riuscita a mettere insieme tre righe che riassumessero tutto ciò che voleva sapere, troppo preoccupata dalle possibili risposte del fratello.

La Eyes Bakery era una panetteria-pasticceria molto conosciuta da quelle parti per le delizie che sfornava ogni giorno. Per i vampiri la dieta non faceva parte della routine quotidiana come lo era per molti umani. I vampiri dovevano solo preoccuparsi di contenere la sete di sangue e il mangiar cibo umano aiutava molto.

Mura color pastello, tavoli rosa pallido con sedie dagli schienali a forma di muffin, Eyes Bakery sembrava essere proprio come ricordava. Era stata lì solo qualche anno prima con suoi amici. In effetti, ci era stata prima che la tragedia che aveva colpito la Casa della Notte e lei, avvenisse.

-Vicky!- suo fratello maggiore Lucien la strinse in un forte abbraccio.

-Ciao Luke- lei cercò di fare un sorriso per far vedere che stava bene, che niente la turbava, ma non vi riuscì.

-Ora mi racconti- disse il ragazzo per poi cominciare a dirigersi verso un tavolino in fondo alla sala, in un posticino abbastanza appartato. Anche se, stando in un luogo e in un'ora dove c'erano sicuramente dei vampiri in torno, la privacy era una delle poche cose che non potevano assolutamente avere.

-Come va a scuola?- cercò di sviare il discorso la bionda. Non voleva andare subito al punto.

Lucian l'assecondò. -Beh, fare l'insegnante non é la cosa più bella del mondo, ma non é male. Perfino a Nate piace- rispose, parlando pure di Nathaniel, loro fratello. Qualche anno più piccolo di Luke, ma più grande di Victoria.

-Ne sono felice- disse, anche se si vedeva benissimo che non riusciva a esserlo veramente.

-Come va con le nostre cuginette?- Lucien cercò di non andare subito al nocciolo della questione come voleva la sorellina, ma prima o poi gliel'avrebbe dovuto dire.

-Abbastanza bene. Non mi danno problemi. Perfino Deborah si sta comportando decentemente-

-Meraviglioso- disse il ragazzo per poi alzarsi. -Vado a prendere alcuni dolci- detto ciò, lasciò Victoria sola con i suoi pensieri.

 

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Capitolo 48
*** Brother ***


Chapter XLVI
 

Brother

 

Victoria era intenta a leggere alcuni messaggi provenieti da Aaron e Katie, erano entrambi preoccupati per lei. Sapevano che la bionda aveva parecchi ricordi su Orfelia che preferiva non rispolverare, purtroppo avrebbe dovuto pur farci i conti prima o poi.

-Victoria- una voce leggermente conosciuta chiamò il suo nome, facendole alzare la testa. Una ragazza con un'alta coda bionda e due occhi celesti la stava osservando, con molta diffidenza e odio. Già non la sopportava, ma dopo quell'avvenimento... La odiava e Victoria non le dava torto. Faceva bene ad odiarla.

-Queen Bennet- sussurrò Vicky. Erano anni che non la vedeva e lei era sempre la stessa. Vestiti bordeaux e neri, capelli sempre uniti in una coda alta e un rossetto dello stesso rosso. "É ancora fissata con il bordeaux..."

-Che ci fai qui, Winchester?- il suo tono era tagliete e per certi versi le ricordava Deborah. Quelle due si assomigliavano molto...

-Sono venuta a trovare Lucien.-

L'altra stette zitta, non poteva dire qualcosa in contrario. Era nei diritti di Victoria venire a trovare il fratello maggiore. -Non pensavo che avresti avuto la faccia tosta di ritornare ad Orfelia dopo ciò che é accaduto con Irvin- non poteva dirle di non venire, ma era in suo potere farla sentire in colpa il più possibile.

Victoria sussultò sentendo quel nome. -Io... io ci tenevo a lui, manca pure a me...- la sua voce era solo un sussurro.

Gli occhi di Queen cominciarono a sfumare verso il rosso, proprio come succedeva quando un vampiro stava per perdere il controllo. -Non osare parlare di lui. Non ne hai il diritto.-

A Victoria venne da piangere, ma si trattenne. -Queen... a me dispiace davvero per quello che é successo a tuo fratello. Era uno dei miei migliori amici.-

-Saresti dovuta morire tu quel giorno, non il mio fratellino!- Alcuni si girarono verso di loro.  Detto questo, Queen se ne andò.

Sì, sarei dovuta morire io al suo posto se lui non mi avesse protetta...

Lucien tornò da sua sorella con nelle mani un vassoio pieno di dolcetti. -Non mi ricordo quali sono i tuoi preferiti perciò ho preso diversi tipi.-

Victoria prese un dolcetto alle mandorle. -Non ho esattamente un preferito, me ne piacciono di diversi tipi.-

-Meglio così- sorrise Luke mordendo un dolcetto al limone. -Ho visto allontanarsi Queen, tutto bene?-

La bionda si bloccò per un momento. -Sì...- sospirò. -Non era semplicemente contenta di vedermi.-

-Non mi sorprende, se prima era antipatica, dalla morte di Irvin é diventata insopportabile. É il terrore dei suoi studenti!- Il fratello cominciò ad imitare "L'urlo" di Munch e delle faccine spaventate a caso facendo ridere la sorellina.

-Devi essere davvero un professore divertente- disse Victoria scoppiando a ridere di nuovo, come che si era appena calmata. Aveva immaginato il fratello in giacca e cravatta che faceva il serio seduto alla cattedra. "Il ragazzo che odiava la scuola ora é un insegnante"

Lucien allargò le braccia e fece un ampio sorriso da persona ben poco modesta. -Sono un gran bel prof!-

La conversazione durò così ancora per un po', fino a quando Lucien non decise che era il momento per parlare seriamente. -Vicky, di che mi devi parlare veramente?-

Victoria si immobilizzò. Sbatté gli occhi e si diede coraggio. Estrasse dalla borsa i documenti che aveva trovato e li diede al fratello. Lui diede un'occhiata ai fogli e si incupì. -Non volevo che lo scoprissi così...- la sua voce era piena di rimpianto e tristezza.

-Allora lo sapevi già- constatò la bionda, delusa e arrabbiata.

-L'ho sempre saputo.- Luke si stese più comodamente sulla sedia per poi inziare a guardare un punto impreciso della stanza. -Una sera, quando avevo circa sei anni, venne, sul tardi, a trovarci una donna. Indossava un mantello com un cappuccio che le copriva il volto; non l'ho mai vista in faccia. Mamma pensava di avermi addormentato, ma quando avevo sentito il campanello, mi ero alzato dal letto, incuriosito. Di nascosto avevo osservato i nostri genitori parlare con questa persona. Ricordo solo che parlavano di una bambina che avrebbero dovuto crescere e proteggere e che li avrebbe messi in pericolo. Non capì molto della conversazione, ma due giorni dopo mamma e papà partirono e mi lasciarono dagli zii. Quando tornarono avevano con loro te, Victoria. Eri appena nata. Non so chi siano i tuoi veri genitori o quella donna, ma tu continuerai sempre a essere la mia sorellina- mise una mano sopra a quella della giovane per confortarla.

Victoria fece un piccolo sorriso, voleva bene al fratello, ma... voleva saperne di più. -Luke... hai mai più rivisto quella donna?-

Il bruno annuì. -Sì, altre tre volte.-

-Tre volte? Perché é tornata così tante altre volte da mamma e papà?-

Luke scosse la testa. -Non é tornata per mamma e papà, ma per gli zii.-

Lo guardò confusa. -Perché sarebbe dovuta tornare altr...- si fermò; aveva capito. -Crystal, Diamond e le gemelle: tre volte.-

Lucien annuì. -Esattamente.-

Victoria era senza parole. "Siamo state tutte adottate? Chi é quella donna?" stava per piangere e non riusciva a più a parlare.

-Ogni volta che quella donna veniva, gli zii partivano per un piccolo periodo, come quattro o cinque giorni, mi pare che per andare a prendere le gemelle ci misero quasi due settimane...- l'uomo stava guardando dalla finestra che si trovava alla sua sinistra. Era notte fonda, ma le strade di Orfelia erano piene di luci e colori. Sembrava quasi di trovarsi a una fiera che restava aperta fino alle prime luci dell'alba.

-Tu e Nathaniel...- Victoria non sapeva come chiederlo, ma il fratello comprese subito la domanda.

-Ti chiedi se siamo stati adottati anche noi?- domandò. L'altra annuì. -Ho visto delle foto quando mamma era incinta di me e una di quando aspettava Natie.-

-Allora voi siete dei Winchester, al contrario di me...- Victoria era tristissima e ormai aveva iniziato a piangere, anche se si stava trattenendo per non fare troppo rumore. Alcune persone li stavano fissando; probabilmente dei vampiri che avevano ascoltato la loro conversazione, o degli umani che avevano notato che stava piangendo.

-Bah, non credo che il sangue c'entri molto. Mamma e papà ti hanno cresciuta come se fossi veramente loro figlia, perciò non importa se i tuoi veri genitori facciano di cognome Red, Adams o Cullen; il cognome ti viene dato da chi ti cresce, non da chi ti mette al mondo.-

"Oh Luke, come sei cresciuto! Si vede che ora sei un uomo. Io al contrario, sono ancora una ragazzina." -Ti voglio bene, Luke-sorrise tra le lacrime; non riusciva ancora a smettere di piangere. "Forse non sono più lacrime di tristezza, ma di felicità", si disse.

Luke le passò un tovagliolo. Non sapeva bene che cosa avrebbe dovuto dire o fare. Di solito quello che confortava Victoria per ogni cosa era Nathaniel, suo fratello minore. -Ehm, su, Vicky, non piangere più... non ce ne bisogno...- mormorò in modo leggermente impacciato, poteva essere cresciuto, ma ancora non riusciva a saperci fare con le ragazze quando piangono. Quando erano arrabbiate, felici, gelose per lui era semplice capire che fare, ma quando piangevano... Entrava in crisi.

Victoria si asciugò le lacrime. -É tutto apposto- disse a voce bassa.

Luke guardò l'orologio della pasticceria e notò, solo in quel momento, che si era fatto tardi per lui. Avrebbe avuto una lezione a momenti. -Cazzo! Ho lezione tra meno di dieci minuti! Scusami tanto, ci vediamo! Ho già pagato tutto, mangia pure!- urlava mentre usciva di corsa dal locale.

Victoria sbattè le palpebre confusa, era successo tutto troppo velocemente. Addentò qualche dolcetto come che cominciava ad aver un po' di appetito e il resto se lo fece imbustare. Luke aveva preso troppi dolci e perciò ne avrebbe portato alcuni a casa dalle cugine.

Il tragitto il macchina fu più lungo di quanto ricordasse. I ricordi l'assalirono. Uno fra questi fu proprio il giorno della morte di Irvin.

-Holà Vicky! Oggi finalmente abbiamo pochissimi compiti! Evviva! Vuoi venire a fare un giro con me e Irvin?- domandò, pimpante, Katie, quel giorno. Io annuì. Da poco mi aveva rivelato di aver una cotta, per Irvin, un nostro caro amico che avevamo entrambe conosciuto alla Casa della Notte.

-Benissimo!- esclamò. -Ho indossato uno dei miei vestitini migliori e mi sono pure truccata! É stata una sfida farmi due linee decenti e simili ma dopo molti tentativi ci sono riuscita.-

Irvin arrivò in quel momento. Non era il ragazzo più bello fra tutti, ma non era neanche brutto. Aveva un ciuffo di capelli rossi e gli occhi di un castano chiaro che in alcune alcune occasioni sembravano gialli. Fisico magro, ma non molto palestrato e un carattere diverte e un po' imbranato. -Ciao ragazze! Vicky, Katie ti ha detto che vorremmo andare a farci un giro ad Orfelia?-

Annuì, ancora. -Mi va bene- anch'io ero molto impacciata a quei tempi, soprattutto con i ragazzi.

-Vuoi andarti a cambiare o vieni in divisa?- mi domandò lui.

-V... vado così- mi aggiustai gli occhiali sul naso. La divisa della Casa della Notte consisteva in una gonna, fino a sopra il ginocchio, nera e una giacca, sempre nera, con ricamato a sinistra il simbolo dell'elemento appartenente. Perché sì, le sezioni sono divise in base all'elemento naturale che ti appare quando ti viene dato il tuo secondo nome.

Passeggiammo a lungo, fino a quando non proposi di andare a visitare il parco di Orfelia che si trova vicino al confine boscoso della città. Ci perdemmo quasi subito. -Uffi! Non abbiamo neanche un telefono con noi! Che facciamo?!- Katie era quasi isteria.

-Suvvia, Kat, continuiamo a camminare e troveremo un'uscita- il nostro amico continuava ad essere positivo.

All'improvviso mi sembrò di vedere una luce e lo dissi ai miei amici. - Vado a vedere!- urlò Katie cominciando a correre verso dove avevo indicato loro. La cercammo di fermare, ma lei fece di testa sua. Poco dopo sentimmo un urlo e qualcuno cominciò ad avvicinarsi con delle torce.

Erano quattro uomini forti e fin troppo robusti. -Hahaha, sembrano degli alunni di quello stupido covo di vampiri- rise uno di loro.

-Eh già. Se li vendiamo al mercato nero potremmo farci un bel gruzzoletto- parlò un uomo con una lunga barba.

Un'altro con un'ascia sorrise malizioso. -Potremmo prima provare la ragazzina... Mmmm... Sembra davvero un bel bocconcino-

Irvin non sapeva che fare, come me, del resto. -Psssh Vicky, al mio segnale, corri.-

Pensandoci ora, potevo prendere qualche forte ramo e combattete, ma invece feci come mi aveva chiesto. Mentre loro si stavano avvicinando, entrasse qualcosa dalla tasca, non ho la minima idea di cosa si trattava, e li sfidò.

Io corsi. Corsi. Il più veloce possibile. Fino a quando non mi fermai; dovevo averli superati. Aspettai Irvin. Non avevo pensato che non mi avrebbe raggiunta, ingenuamente pensavo che ce l'avrebbe fatta. E in effetti, mi raggiunse. Lo abbracciai. -Grazie agli Dei! Sta...- mi bloccai appena vidi che si teneva lo stomaco. Stava perdendo un'enorme quantità di sangue. -Irvin...- lo feci stendere. Non avevo la minima idea di che cosa fare.

Lui mi guardò e mi fece un ampio sorriso per poi tossire sangue. -V...Vicky- sussurrò.

-Irvin, dimmi pure.-

-Uccidimi- fu la sua richiesta.

-Cosa? Non posso farlo! Siamo amici! Fra poco qualcuno verrà a cercarci e ci salveranno... Andremo ancora a fare shopping tutti e tre insieme, finiremo la transizione, faremo...- mi tirò leggermente un bordo della giacca.

Sapevo che non ce l'avrebbe fatta e che non sarebbe successa nessuna delle cose che avevo appena detto. La sua ferita era grave e nessuno ci sarebbe venuto a cercare prima di qualche ora, sicuramente. Lui non aveva tanto tempo. -Irvin... Non posso- sussurai mortificata.

-Loro... mi faranno d... di peggio- tutti sapevamo che i cacciatori che "non seguono le regole" erano i più pericolosi. Facevano esperimenti sui novizi, li vendevano, disezionavano e tante altre cose atroci.

Mi passò un pugnale che doveva aver preso a uno dei cacciatori. Scoppiai a piangere. Lo feci appoggiare a me e lo abbracciai. Conficcai il pugnale nella sua schiena, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. -D... dici a Kat c...che la a...amo- queste furono le sue ultime parole, poi sentì il suo cuore cessare di battere, per sempre.

Avrei dovuto fuggire e trovare una via di fuga, ma invece cominciai a piangere a dirotto sul suo cadavere. I quattro cacciatori arrivarono subito. Uno di loro era ferito al braccio, ma per il resto stavano bene. Troppo bene.

-Ah Capo. Il moccioso é morto!- gridò l'unico che non aveva ancora aperto bocca. Era il più basso, ma era almeno qualche centimetro più alto di me.

Ho un vuoto dei momenti successivi. Ricordo solo che mi insultarono e fecero lo stesso con Irvin. Avevo tanta rabbia dentro di me. Loro erano vivi e Irvin no. Katie poteva essere morta. Questi erano i miei pensieri in quegli istanti. Creai in qualche modo un'arma e li trafissi uno per uno.

Senza il minimo rimpianto.

Quello fu il giorno che scoprì il mio potere e anche l'ultima volta che lo usai. Un dono che poteva uccidere così facilmente non poteva essere usato ancora.

Il professor Loren mi trovò mezz'ora dopo in una pozza di sangue circondata dai cadaveri di quei cacciatori e di Irvin. Decise di non dire nulla, se non che quegli uomini avevano ucciso il mio amico e che io mi ero nascosta più avanti.

Quella notte uccisi per la prima volta qualcuno. La prima persona che uccisi fu il mio migliore amico. Irvin.

Victoria parcheggiò la macchina nel garage della villa dei suoi zii. Aveva bisogno di dormire dopo tutto ciò che aveva scoperto e ricordato.

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