Daydreams

di tswizzle3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La telefonata ***
Capitolo 3: *** Gelosa ***
Capitolo 4: *** Sorprese ***
Capitolo 5: *** Confuso ***
Capitolo 6: *** Dichiarazioni ***
Capitolo 7: *** Holmes Chapel ***
Capitolo 8: *** Fragile ***
Capitolo 9: *** Verità ***
Capitolo 10: *** Lacrime ***
Capitolo 11: *** Famiglia ***
Capitolo 12: *** Mullingar ***
Capitolo 13: *** Insieme ***
Capitolo 14: *** Partenze ***
Capitolo 15: *** Melbourne ***
Capitolo 16: *** Solo amici ***
Capitolo 17: *** Incertezze ***
Capitolo 18: *** Distanti ***
Capitolo 19: *** Errori ***
Capitolo 20: *** Il primo passo ***
Capitolo 21: *** Florida ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Controllai la lista delle cose da prendere più e più volte, avevo paura che l'emozione del momento mi avrebbe fatto scordare qualcosa di importante. La chitarra c'era, il quintale di vestiti anche, i libri pure ... e il resto delle cose erano talmente tante che mi passò la voglia di controllare tutto per l'ennesima volta.
Diedi un'occhiata allo specchio, non avevo un aspetto molto fresco e riposato, l'ansia non mi aveva fatto chiudere occhio. I miei lunghi capelli biondi quella mattina erano, se possibile, più ribelli del solito, e la cosa mi innervosiva, tanto che decisi di acconciarli in una treccia laterale, e in effetti assunsi un aspetto leggermente più ordinato. Un filo di trucco mi aiutò nel nascondere la stanchezza, e il mio immancabile rossetto rosso mi fece sentire di nuovo me stessa. Dopo aver controllato l'orologio, che segnava le nove e dieci, mi accorsi che era quasi ora di andare, e non potevo tardare, non quel giorno. 
Chiusi la terza valigia con un tonfo, dopo aver controllato di aver preso tutto. Non avevo lasciato praticamente nulla a casa, quindi sì, dopo una rapida occhiata alla stanza, constatai che dovevo aver preso tutto ciò che mi sarebbe servito nei mesi seguenti. Chiusi la porta a chiave, salutai la mia casa e salii sull’auto che era venuta a prendermi. Dovevo andare al deposito degli bus, per salire sul mio e sistemare tutto, siccome a breve sarei partita; ero in agitazione e il tragitto sembrava molto più lungo del solito, nonostante, una volta a destinazione, avrei desiderato qualche minuto in più. L’ansia era davvero tanta, e l’esperienza che mi si presentava era davvero magnifica, mai e poi mai mi sarebbe capitata una tale opportunità. L’autista mi aiutò a scendere le valigie dalla macchina, e mentre, dopo avermi salutato, si allontanava, presi il mio cellulare che vibrava nella tasca della giacca. Lessi il messaggio non appena vidi il nome della persona che l’aveva inviato sullo schermo.
“Mi manchi, vorrei vederti al più presto ma sai perchè non posso. Ci sentiamo, buona giornata. Cassey”
Mi intristii e mi vennero le lacrime agli occhi, mentre un secondo prima ero la persona più felice del mondo. A volte basta qualche parola per riportarti ad una scomoda realtà che non vuoi rivivere.
 







Spazio autrice
Buon giorno! Anzi, buon pomeriggio! Facciamo anche buona sera se state leggendo di sera. Okay.
Bene, questa è la mia prima storia e sinceramente non so se qualcuno la leggerà, ma mi fa piacere scriverla, allora la pubblico comunque. spero che almeno una persona la legga! 
Questo capitolo era proprio corto, ma solo perchè era il prologo, gli altri capitoli saranno decisamente più lunghi! 
Non voglio anticiparvi niente, anche perchè sono solo all'inizio di questa storia che per ora è solo un'idea, però vi assicuro che farò del mio meglio per rendere i capitoli interessanti! 
Se per caso passate, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate di questa storia, non vedo l'ora di proseguirla! Mi farebbe piacere se continuaste a leggere i prossimi capitoli, in cui piano piano si capirà tutto, so che questo prologo era vago, ma vi pregherei di continuare, se vi va, per farvi almeno un'idea.
Inizio a scrivere il prossimo capitolo, che pubblicherò quando qualcuno (speriamo) inizierà a leggere il prologo.
Grazie a chi ha speso qualche minuto del suo tempo a leggere questa storia, mi fa davvero molto molto piacere!
A presto!! : )

 

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Capitolo 2
*** La telefonata ***


-La telefonata-


Rimisi il telefono in tasca, cercando di trattenere le lacrime. Mia sorella non mi scriveva spesso, ma ogni volta che lo faceva non potevo non pensare a cosa stava succedendo nella mia famiglia. Ma non era il momento di piangere, così, come sempre, feci un respiro profondo ed entrai nell’edificio. Sembrava un enorme parcheggio sotterraneo, solo che al posto delle auto c’erano tantissimi TIR e bus. La luce tremava dai neon sul soffitto, e non sapevo dove andare, tutti i bus erano uguali. “Sali su quello nero” mi avevano avvisato il giorno precendente. Erano tutti neri.
-Ehi sei arrivata!- urlò una voce di ragazza alle mie spalle. Era Lou, che corse verso di me abbracciandomi fortissimo. Non la vedevo da un sacco di tempo, mi aveva truccata ad un paio di eventi –Ti stavamo aspettando! Vieni!- disse ancora entusiasta, mentre io rispondevo ai suoi saluti. Prese una delle mie due enormi valigie e mi guidò verso uno dei tanti mastodontici pullman. I vetri erano tutti oscurati, ma non insonorizzati: da dentro proveniva un gran vociare. –Ascolta, c’è stato un piccolo problema: tu saresti dovuta venire con noi sul secondo bus, ma non avevamo calcolato una delle stiliste, quindi se per te non è un problema, dovresti stare sul bus dei ragazzi- mi spiegò.
-Va benissimo!- dissi io, aspettando che lei salisse sul bus, per poi seguirla.
Non appena vidi i cinque ragazzi un grande sorriso comparve sul mio volto, mi erano mancati molto, ci eravamo visti qualche volta e ci eravamo trovati bene, mi piaceva stare con loro. Si può solo immaginare, quindi, l’emozione che provai quando mi dissero che avrei aperto i loro concerti. “Andrai in tour con gli One Direction”, mi ripetevo ogni mattina, ed era uno dei traguardi più attesi e desiderati della mia breve carriera.
Li abbracciai tutti fortissimo, e Harry mi accompagnò al piano superiore del bus per sistemare le mie cose. Lui era quello con cui avevo legato di più. Ci sentivamo spesso, anche se il tempo per vedersi era sempre pochissimo.
-Sono contento che tu sia venuta- mi sorrise posando una delle mie valigie per terra.
-Anche io- risposi togliendomi la giacca –sarà divertente-
-Puoi contarci! Io vado giù, ti lascio preparare. Il tuo letto è quello in basso a sinistra. Ci vediamo giù- disse il riccio prima di scendere. Io finii di sistemare le mie cose, poi scesi. Ero davvero contenta, e non volevo che la tristezza di aver ricevuto quel messaggio prendesse il sopravvento. Volevo godermi il momento. Mi sedetti in mezzo ai ragazzi, su dei divanetti rossi, e chiacchierammo per molto tempo, mentre il bus ci portava a Glasgow, dove ci sarebbe stata la prima data del tour che avrei aperto io. Era circa il sesto e settimo spettacolo, dopo quelli di Londra, e io avrei iniziato ad esibirmi proprio la sera seguente. La cosa mi metteva molta agitazione, ma cercavo di non pensarci e stare il più tranquilla possibile. Il viaggio era davvero lungo, sei ore e mezza interminabili, in cui guardammo una quantità spropositata di film e parlammo di tutti gli argomenti possibili e io ascoltai gran parte della musica sul mio iPod.
Dopo circa quattro ore dalla partenza però il mio cellulare squillò, e sullo schermo comparve il nome di mia sorella. Preoccupata, mi allontanai dai ragazzi per rispondere. Cassey non mi aveva mai contattata due volte in un giorno solo, non capivo cosa stesse succedendo.
-Cosa succede, Cassey?- chiesi preoccupata.
-Ciao Faith! Niente, perchè pensi che ogni volta che ti chiama debba esserci qualche problema?-
-Perchè spesso è così ... dimmi tutto-
-Volevo augurarti buona fortuna ... e dirti che mi manchi ... volevo chiederti quando torni-
-Cassey, ti prego ...-
-Ma se tu tornassi potrebbe risistemarsi tutto, perchè sei così testarda?-
-Basta! Lo sai che non ne voglio parlare!-
Prima che lei mi rispose sentii una voce imponente urlare “Con chi stai parlando? Con tua sorella? Dille che non provi a rimettere piede in questa casa! Non ci devi parlare!”, e subito dopo la voce di mia sorella: -Ora devo andare ... ciao Faith-
-Ciao, ci sentiamo ...-
Non avrei dovuto rispondere a quella telefonata, che mi aveva fatto di nuovo pensare al mare di problemi che fingevo di non avere. Corsi nel bagno di sopra per non farmi vedere, volevo stare un attimo da sola. Che tempismo che ha avuto mia sorella nel chiamarmi ... sapevo che non era colpa sua, ma le parole che avevo sentito nella telefonata mi fecero scoppiare a piangere. Non volevo pensarci, eppure più cercavo di dimenticare, più la cosa mi tornava in mente.
Dopo cinque minuti mi lavai la faccia e mi sistemai per tornare presentabile. Feci un bel respiro profondo guardandomi nello specchio e ricordandomi di stare tranquilla: non potevo lasciare che nulla rovinasse uno dei momenti più belli della mia vita. Decisi di eliminare, per quanto possibile, i pensieri negativi dalla mia testa e concentrarmi su quello che dovevo fare in quel momento.
Qualcuno bussò alla porta, e io aprii, trovandomi Harry davanti.
-Tutto bene?- domandò.
-Certo- mentii io sorridendogli, ma senza convincerlo. Fece una strana smorfia come per dire “ho capito che c’è qualcosa che non va ma non ti obbligherò a dirmelo” ed entrò in bagno, mentre io tornavo giù a guardare il film. Mi addormentai sulla spalla di Louis prima della fine.
 
Era pomeriggio quando arrivammo in hotel, un edificio monumentale e modernissimo. Le camere erano doppie, io ero con Harry. Non appena entrammo ci lanciamo sui due letti matrimoniali, i più ampi che io avessi mai visto. Eravamo abbastanza stanchi, e non vedevamo l’ora di fare una passeggiata per prendere una boccata d’aria. Ovviamente però non dovevamo farci vedere, così optammo per il giardino sul retro dell’hotel. Chiamarlo giardino era un eufemismo, era un parco; non c’era nessuno, e si poteva stare tranquilli.
-Sei agitata per domani?- chiese lui cingendomi le spalle con un braccio.
-Un po’. Ci sarà davvero tanta gente ...-
-Andrai benissimo, ne sono sicuro. Cosa mi racconti di bello?-
-Niente di particolare ... tu?-
-Ce l’hai il ragazzo?-
-Perchè mi fai sempre questa domanda?-
-Perchè se ce l’hai devo saperlo- sorrise lui.
-Ah sì, e perchè?-
-Perchè dev’essere come dico io-
-E come dici tu?-
-Che deve trattarti bene altrimenti se la vedrà con me-
-Comunque non ce l’ho-
-Io so con chi potrei farti mettere-
-Con chi?- domandai io.
Lui ridacchiando si porto un dito sulle labbra, - è un segreto- disse. Che nervoso che mi faceva venire quando faceva così.
-Per il resto tutto bene?- proseguì tornando serio. Io appoggiai la testa sulla sua spalla, sospirando sconsolata. A lui non riuscivo a mentire, non a lungo. Una lacrima traditrice rigò il mio viso, e lui la asciugo con una mano, stringendomi più forte mentre io singhiozzavo tra le sue braccia.
-Puoi dirmi cosa succede?- sussurrò fra i miei capelli.
-Io ... c’è una cosa che non ti ho mai detto ...-
-Cosa?-











* Spazio autrice *
Ho deciso di caricare subito il capitolo perchè:
1) in settimana ne caricherò pochi o niente;
2) il prologo era vago e volevo aggiornarvi il prima possibile.

La storia sta iniziando a prendere forma, ma ci vorrà ancora un po' prima che sia tutto chiaro.
Fatemi sapere, ho grandi idee al momento per il proseguimento di questa storia!
Ditemi cosa vi piace e cosa no, in cosa dovrei migliorare e tutto ... sono curiosa di sapere se vi interessa il seguito! I prossimi capitoli saranno più lunghi, mi impegnerò perchè siano il più belli possibile!
Grazie!

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Capitolo 3
*** Gelosa ***


GELOSA

Io e Harry ci eravamo conosciuti non molto tempo prima, ad un evento, e dopo quel giorno abbiamo continuato a sentirci e, quando possibile, vederci. Non eravamo amici da molto tempo, ma stare con lui mi tranquillizzava, sentivo che di lui potevo fidarmi, era un’amicizia che mai avevo provato negli ultimi anni. Non ero una persona molto socievole, i grandi gruppi di persone spesso mi mettevano a disagio, e spesso non riuscivo a mantenere delle amicizie molto durature. Ma in lui trovavo qualcosa che mi faceva sentire giusta e, per la prima volta, non mi sentivo fuori posto. Era una sensazione piacevole, quella di appartenere a qualcuno che ti voleva bene nonostante tutto; facevamo lo stesso lavoro, lui mi capiva e io capivo lui, e i nostri caratteri non eravamo molto diversi. Così mi venne quasi naturale aprirmi con lui.
-Me lo vuoi dire?- domandò discretamente, ricominciando a camminare e tenendomi stretta. Annuii, affondando la testa nell’incavo del suo collo. Dovevo trovare le parole giusto per permettergli di conoscermi nel modo giusto, volevo che non fraintendesse nulla di quello che stavo per dirgli.
-Harry- sussurrai io –quello che ti sto per dire è ... è una cosa che mi fa star male, quindi ... quindi ti prego non la deve sapere nessuno, promettimelo-
-Promesso-
-E’ ... è un problema con la mia famiglia-
Lui annuii, aggiungendo: -Non me ne hai mai parlato-
-Non mi piace parlare della mia famiglia. Ti ho detto che ho solo una sorella minore, ma non è vero. Si chiama Cassey e ha tredici anni, ma non è l’unica sorella che ho. Io avevo un gemello ... si chiamava Henry- feci un lungo respiro, impedendo alle lacrime che riempivano i miei occhi di scivolare giù, mentre il riccio ascoltava in silenzio –Passavamo insieme ogni singolo minuto. Eravamo inseparabili, lui era ... lui era davvero speciale per me. Eravamo una famiglia felice, la più unita e spensierata del mondo ... finchè ...- le lacrime a quel punto del discorso avevano già completamente riempito il mio volto – finchè, quando avevamo sei anni ... una malattia se lo portò via. E l’anno dopo nacque Cassey. Io soffrivo molto la perdita di Henry, e in un primo momento vidi mia sorella come una sorta di sostituzione di mio fratello. Non volevo vederla, non volevo avere un’altra sorella, ero sempre triste, e non riuscivo a farmi degli amici perchè il mio pensiero andava sempre a mio fratello. Mi mancava terribilmente ... con gli anni imparai ad amare mia sorella, anzi, penso che ora sia una delle persone che amo di più al mondo, non potrei fare a meno di lei. Il problema è con i miei genitori ... facevano fatica a rapportarsi con me, e non ci siamo mai più riavvicinati dopo ... dopo la cosa di mio fratello. All’inizio non era nulla di grave, ma man mano che crescevo era davvero difficile, litigavamo ogni giorno, non mi sopportavano ... un giorno decisi di andarmene e mi trasferii vicino a Londra, da mia zia, e iniziai a comporre e trovai un’etichetta discografica. Non sono mai più tornata da a casa dal mio diciottesimo compleanno, sono due anni che non vedo mia sorella ... quando oggi mi ha chiamata, ho sentito nostro padre che urlava, diceva che io non devo più mettere piede in casa nostra, e che Cassey non deve parlare con me. Io ... io non so cosa fare, stamattina ero la persona più felice del mondo perchè sono con voi, e ora mi è crollato il mondo addosso ... e il mondo pesa- mi fermai, dopo aver parlato tantissimo. Harry era stato in silenzio, continuava a camminare tenendomi stretta.
-Per favore, non dirlo a nessuno- lo pregai ancora.
-No ... non lo farò- disse lui –sono contento che tu abbia voluto parlare con me. E spero che per te le cose si possano riaggiustare presto. Nel frattempo spero anche che tu possa distrarti durante il tour e sappi che io ci sono. Non voglio che tu stia male-
-Grazie- dissi abbracciandolo forte e inspirando il suo inebriante profumo. Rimanemmo così per un po’, finchè non gli squillò il cellulare nella tasca. Lo lasciò perdere, ma dopo qualche squillo gli dissi di rispondere.
-Arriviamo, Niall- disse lui rispondendo –cinque minuti e siamo lì-
-Dove devi andare?- domandai dopo che ebbe riposto il telefono nella tasca dei pantaloni.
-Vieni anche tu- rispose lui con naturalezza.
-Dove?-
-In camera di Niall. Tutti gli altri sono in giro e vuole che andiamo a fargli compagnia-
-Okay ...- risposi io poco convinta. Non mi andava molto a genio quel ragazzo, era sempre zitto e a volte sembrava un po’ menefreghista. Era strano, diciamo che preferivo un altro genere di persona.
-Ti sta simpatico Niall?- chiese lui, quasi leggendomi nel pensiero-
-Mh ... non so, non lo conosco bene-
-Io trovo che sia una delle persone più divertenti del mondo- esclamò lui mentre tornavamo all’ingresso dell’hotel. “Divertente” non era proprio l’aggettivo con cui io avrei descritto Niall. Lo avrei descritto come silenzioso, presuntuoso e un po’ apatico.
Dopo qualche minuto eravamo nella stanza del biondo a guardare la tv. Io ero sdraiata sul letto con la testa sulle gambe di Harry che seguiva attentamente un programma sulle auto da corsa insieme all’amico. Giocai un po’ col telefono, e dopo aver dato un’occhiata ai social network mi alzai per tornare in camera mia. Avevo bisogno di fare una doccia e, soprattutto, non avevo voglia di stare con loro due in silenzio, senza sapere cosa dire.
 
POV Harry
Dopo che Faith se ne fu andata, Niall si riappropriò dell’uso della parola.
-La tua amica è un po’ strana- osservò.
-Lei strana?! Se tu avrai detto sì e no una parola da stamattina! Comunque sì, forse un po’ strana lo è. Ti piace?- domandai malizioso.
-Ma va!- sbottò lui spostando nuovamente l’attenzione sulla televisione. Dopo pochi secondi mi guardò di nuovo, lasciandosi scappare un sorrisetto.
-Ti piace!- ridacchiai io indicandolo e facendo una stupida smorfia che lo innervosì.
-Non è vero! Trovo che sia carina, ma tutto qui. Non ci uscirei mai-
-Perchè non hai il coraggio di parlarle-
-Non è vero, è lei che è strana-
-E tu sei timido e imbarazzante e impacciato-
-Davvero?-
-No. Forse un po’ impacciato sì. Se vuoi ti do una mano per farvi uscire insieme-
-Non voglio uscirci insieme!- ripetè lui scocciato; io ero convinto che invece gli avrebbe fatto piacere, ma era fatto così, meglio non insistere. E se diceva che non ci sarebbe uscito, magari era proprio vero,  forse non gli interessava a tal punto da voler diventare per lei qualcosa di più di un amico.
-E poi io mi sto sentendo con un’altra- aggiunse sorridendo.
-Con chi? Perchè non me l’hai detto? Chi è? Da quando vi sentite?- domandai io, sorpreso dal fatto che non me ne avesse mai parlato.
-Si chiama Lizzie e l’ho conosciuta a una festa non molto tempo fa-
-Com’è?-
-Bellissima. È solo un po’ altezzosa magari, ma mi piace. Non è nulla di serio però-
-Non capisco- osservai –se non è nulla di serio non cominciare neanche. Se hai cominciato deve essere una cosa almeno un po’ seria, dai-
-Non lo so-
Tornò a fissare la televisione, quando entrarono Liam, Louis e Zayn, tornati dal loro giro.
-Harry ci stai già provando con Faith?- urlò Louis.
-Cosa stai dicendo?!- risposi stranito.
-Vi ho visto nel parco come camminavate abbracciati- osservò lui lanciandosi sul letto, o meglio, sul mio piede. Mi lamentai tirandogli un calcio con l’altra gamba, e zittendolo all’istante.
-Non capisco una cosa- disse Liam sedendosi su una poltrona.
-Sono tante le cose che non capisci- osservò Zayn facendoci scoppiare a ridere.
-No, sto parlando seriamente. Non capisco perchè Faith oggi era così strana. Non dovrebbe essere contenta? Ancora grazie che la facciamo venire con noi ... mi è sembrata un po’ indifferente, se non scocciata-
Mi dava fastidio che parlassero così di Faith. Avrei potuto spiegare tutto del suo comportamento di oggi, se non le avessi promesso di non dire nulla.
-Vedi che non sono l’unico a pensare che quella sia strana?- continuò Niall senza staccare gli occhi dalla tv.
-Magari era solo stanca. O le manca la sua famiglia- disse Louis.
Sperai che non le chiedessero nulla sulla sua famiglia nei prossimi giorni. Mi dispiaceva che ai loro occhi lei sembrasse antipatica. Mi dispiaceva che il primo giorno che passavamo insieme non era il suo giorno migliore. Lei era molto di più, solo non in quel momento.
Mi accorsi di aver scordato il cellulare nella felpa che avevo chiesto a Faith di portare in camera nostra.
-Niall, vai a chiedere a Faith il mio cellulare per favore?- domandai al biondo, mentre lo spingevo giù dal letto.
 
POV Faith
Ero appena uscita dalla doccia, avevo i capelli bagnati e il corpo avvolto in un asciugamano che mi arrivava sopra il ginocchio. Ero un po’ in ansia per il giorno dopo, ma ero così stanca che volevo andare a dormire il prima possibile, per recuperare un po’ di riposo dalla notte insonne de giorno precendente.
Sentii bussare, e sperai con tutto il cuore che fosse Harry, la persona con cui sarei stata meno in imbarazzo. Invece era Niall, e diventai paonazza non appena lo vidi, non ero molto presentabile. Lui era almeno tanto imbarazzato quanto me.
-Oh ... scusami, torno dopo- balbettò facendo per andarsene.
-No, tranquillo, dimmi- sorrisi io cercando di mostrarmi il più gentile possibile.
-Harry vorrebbe ... vorrebbe il suo cellulare, è nella ... nella sua felpa-
-Lo prendo subito- dissi, mettendomi alla ricerca della felpa, che non ricordavo assolutamente dove avevo messo. Ci misi un sacco di tempo, che a me parve interminabile per trovarla. Mi sentivo gli occhi di Niall addosso ad ogni mio movimento. Mentre gli restituivo il telefono sfiorai involontariamente la mia mano con la sua, e lui arrossì all’istante. Mi sorrise e scappò senza dire una parola. Certo che era strano.
Ci dirigemmo al ristorante dell’hotel dopo qualche ora, per la cena. La doccia mi aveva fatto venire ancora più sonno, e stavo per addormentarmi sul piatto. Tutti a tavola continuavano a parlare del concerto del giorno seguente, e mi si stava chiudendo lo stomaco solo a pensarci. Il giorno seguente avremmo avuto il sound-check e avrei provato tutte quelle canzoni per cui mi ero esercitata da mesi. Doveva andare tutto bene. Sapevo che la paura sarebbe durata fino all’inizio della canzone, poi avrei scordato tutto, le paure e le insicurezze, e le parole mi sarebbero uscite di bocca da sole, come gli accordi dalle mie dita. Ero in un’altra dimensione, sul palco. L’ansia si trasformava in entusiasmo, e alla fine dell’esibizione ero sempre dispiaciuta e avrei voluto tornare a suonare. Era sempre così.
Io andai a dormire presto, volevo svegliarmi il più riposata possibile la mattina seguente.
Alle sette ero già sveglia e pimpante, e avevo lo stomaco in subbuglio. Decisi di andare a fare colazione alla sala ristorante, e mi rimpinzai per bene, per poi tornare in camera a preparare le cose da portare al sound-check, e nel frattempo il mio compagno di stanza si era svegliato.
-Cosa ci fai già sveglia?- mi chiese sbadigliando.
-Vestiti- gli ordinai io lanciandogli una maglietta addosso –ti regalerò un pigiama, almeno potrai dormire vestito come tutte le persone normali-
-No grazie- sbadigliò ancora, mettendosi seduto –ti prego dimmi che non ti svegli ogni mattina all’alba o vado a dormire sull’altro bus-
-No, tranquillo, è che oggi sono nervosa-
-Perchè?-
-Perchè è la prima sera in cui suono-
-Stai tranquilla, andrà tutto bene- concluse ritirandosi in bagno. Io sorrisi alla sua affermazione, sperando che avesse davvero ragione.
Appena eravamo tutti pronti ci spostammo al posto nel quale ci saremmo esibiti. Tutti stavano preparando qualcosa e c’era una grande frenesia in giro. Io provai un miliardo di volta le mie canzoni, finchè decisi che poteva essere abbastanza e misi la chitarra da parte. Ero pronta.
Pranzammo in una stanza dell’arena, e il pomeriggio lo passammo a divertirci nei camerini e in giro per l’edificio. Iniziavo a sentirmi davvero a casa. I ragazzi erano molto ospitali, io ero decisamente più tranquilla del giorno prima. Tutti erano socievoli tranne ovviamente Niall, che passò il pomeriggio col cellulare in mano a scrivere a qualcuno.
Quando mancò un’ora e mezza alla mia esibizione, quando chiamarono il mio nome, una sensazione di ansia si impossessò di me. Lou mi truccò alla perfezione e mise a posto i miei capelli, poi indossai i vestiti, e fui pronta con largo anticipo. A un certo punto vidi girare tutto intorno a me, mi tremavano le ginocchia e non riuscivo a reggermi in piedi. Mi veniva da vomitare, nonostante non avessi mangiato nulla dopo pranzo, ed erano quasi le sette e mezza. Per fortuna una delle stiliste mi prese letteralmente al volo prima che io mi schiantassi sul pavimento, e, preoccupata, mi fece sedere su un divano. Tutti si alzarono e mi si avvicinarono, mi parlavano ma io non capivo, mi girava la testa e vedevo tutto doppio. Qualcuno mi diede un bicchiere d’acqua e mi si sedette accanto, appoggiandomi una mano sulla spalla. Era Harry, lo riconobbi dalla voce quando iniziò a parlare.
-Stai tranquilla, Faith- sussurrò vicino al mio orecchio.
Dopo aver finito il bicchiere ed essermi ripresa un po’, riconobbi i volti delle persone intorno a me, c’era Harry, poi Lou, poi una stilista e mi sembrò di aver intravisto Zayn. Mi aiutarono ad alzarmi, e stavo un po’ meglio. Non mi capitava spesso di avere attacchi di panico prima di un’esibizione, ma quella volta ero davvero tesa.
-Tra dieci minuti tocca a te- mi disse uno dei tecnici. Il cuore iniziò a battermi fortissimo mentre, sorretta dalle braccia forti di Harry, mi avvicinavo alla gabbia che mi avrebbe fatto comparire sul palco.
-Ho paura- balbettai io spaventata.
-Non devi avere paura, andrà tutto bene. Sto qui finchè non cominci, va bene?- disse lui stringendomi fra le sue braccia.
I dieci minuti passarono in fretta e io mi preparai a salire. Harry mi fece l’occhiolino e si allontanò. In una frazione di secondo io venni catapultata sul palco, e venni accolta da un boato più forte di quello che mi aspettavo. Scoppiai in una risata nervosa alla vista di tutte quelle persone, prima di cominciare a cantare la prima canzone. Era incredibile, tanti sapevano ogni parola di ogni pezzo e la mia ansia sparì, mi divertii moltissimo ad esibirmi per quella folla, e quando arrivai all’ultima canzone non mi sembrava vero. Ringraziai il pubblico un centinaio di volte, prima di scomparire di nuovo sotto il palco. L’adrenalina mi fece rabbrividire ancora per un po’, ero letteralmente elettrizata, come ogni volta che finivo un concerto. Augurai buona fortuna ai ragazzi, che dopo poco tempo salirono sul palco. Presi un cardigan dal mio camerino e uscii per vederli; andai di fianco al palco, vicino ai tecnici e alle guardie del corpo, insieme a Lou. Alcune ragazze mi riconobbero e io le salutai con un cenno della mano, per poi tornare a guardare il palco. Erano davvero fantastici, si esibivano con disinvolura e le fan erano pazze di loro. Anche a me piacevano davvero tanto, e mi sentivo così fortunata per l’opportunità che avevo.
-Sei stata grande prima!- mi urlò Lou fra il frastuono delle urla e il volume della musica. Io le sorrisi e la ringraziai, per poi spostarmi verso un paio di ragazze che volevano una foto con me. Mi faceva sempre piacere incontrare le mie fan, ed ero contenta che ce ne fosse qualcuna anche là.
Verso mezzanotte salimmo tutti sul bus in fretta e furia per spostarci a Manchester, e mangiammo qualcosa sui divanetti.
-Siete stati bravissimi!- sorrisi io rubando qualche popcorn dal pacchetto di Harry.
-Anche tu! Non hai mai fatto un tour tuo?- domandò Louis.
-Non ancora. Ma sto progettando qualcosa per l’anno prossimo-
-Che genere di cose hai in mente?- chiese Liam interessato.
-Nulla di preciso, vorrei che fosse il più lungo possibile, vorrei fare dei nuovi arrangiamenti per le canzoni e ho già in mente qualcosa per il palco. Ma devo ancora pensarci-
-Io vado a dormire- disse Niall alzandosi nel mezzo del discorso. Dopo che se ne fu andato i ragazzi si guardarono fra di loro.
-E’ strano in questo periodo. Non parla mai-
-Avrà altro a cui pensare- ridacchiò Harry.
-Mamma mia che insopportabile quella ragazza che sta frequentando- commentò Liam.
-Chi?- domandai io curiosa.
-Una ragazza che ha conosciuto non tanto tempo fa- mi rispose Zayn.
-Sei gelosa?- scherzò il riccio sdraiandosi letteralmente sulla mia spalla.
-Ma smettila! Io vado a dormire, sono troppo stanca- sbadigliai io alzandomi. Dopo aver salutato tutti mi spostai di sopra. Non appena arrivai al piano superiore mi fiondai in bagno per sistemarmi prima di andare a dormire. Mentre mi lavavo la faccia la porta si spalancò, era Niall. Non appena lo vidi mi coprii con la maglietta, e ci scambiammo uno sguardo imbatazzato.
-Scusami, non pensavo ci fossi tu, scusami, io ... fai con calma, torno dopo- balbettò lui fissandomi con un’espressione strana.
-Tranquillo!- sorrisi io prima di vederlo uscire. Era carino quando si imbarazzava. Gli si coloravano le guance di rosso e non riusciva a parlare. Non sapevo che si sentisse con una ragazza, e mi era sembrato strano, non so perchè. Non lo conoscevo da tanto tempo, non avevo motivo di essere “gelosa”, nè nulla di simile. Comunque lui non mi piaceva. Di quello ero più che certa.
Niall entrò in bagno e ne uscì poco tempo dopo. Eravamo solo io e lui, e prima di andare a dormire stranamente mi rivolse la parola per primo.
-Sei stata molto brava stasera- disse lui con un sorriso timido.
-Grazie! Anche voi- risposi ricambiando il sorriso.
-Sono ... sono contento di averti conosciuta. Cioè per ... intendo che sarà divertente il tour-
-Anch’io sono contenta di avervi conosciuti. Adesso vado a domire che sono stanchissima, buonanotte-
-Buonanotte- rispose lui entrando nel suo letto. Era esattamente quello di fronte al mio. Chiusi la tendina e cercai di dormire, anche se davvero non ci riuscivo. Ripensando a tutto quello che avevo fatto non ce la facevo davvero a chiudere occhio. Ma dopo qualche minuto il ritmico suono del motore del bus mi fece crollare addormentata.
 
POV Niall
Non riuscivo a dormire quella notte. Non capivo cosa mi stesse succedendo, forse mi stavo innamorando. Forse. Ma non di Lizzie, gli occhi che mi tenevano sveglio non erano i suoi, ma erano quelli di Faith. Il solo pensiero mi fece sorridere, come del resto ogni volta che la vedevo. Ero strano in quei giorni, taciturno, mi era persino passato l’appetito. Mentre ero immerso nei miei piacevolissimi pensieri, si illuminò lo schermo del mio telefono, era Lizzie che mi mandava messaggi a quell’ora.
“Amore mi manchi non vedo l’ora di rivederti”
Guardai una sua foto. Era bella. Sicuramente quello che stavo pensando pochi secondi prima non era vero. A me piaceva Lizzie, mi piaceva ogni cosa di lei. In testa avevo solo una confusione pazzesca: cercavo, in qualche modo, di convincermi di qualcosa che sapevo non essere vero. È brutto quando pensi di amare qualcuno e poi incontri qualcun altro che ti fa provare le stesse cose. Però in quel caso non dovevo prestare attenzione alla voce dentro la mia testa. Faith era carina, d’accordo, ma niente di più. Non era una persona con cui sentivo che sarebbe nato qualcosa come un’amicizia, figuriamoci una storia seria! Non era possibile.
“Mi manchi anche tu. Raggiungici a Manchester domani” risposi dopo pochi minuti.
“Parto domani mattina. Buonanotte x” mi informò lei, mentre un grande sorriso riempiva il mio viso. Dopotutto cosa potevo desiderare di più di una ragazza che era disposta ad andare ovunque per vedermi?
Mi addormentai al pensiero del giorno seguente; forse non vedevo l’ora di vederla per togliermi il prima possibile quel pensiero di Faith dalla testa, che non doveva diventare più di un piccolo pensiero.
 
POV Faith
Il giorno seguente ci spostammo di nuovo all’arena per provare, e quando ci diedero via libera decidemmo che sarebbe stato carino fare un giro per Manchester, consapevoli che non sarebbe stato facile. Ma del resto molte delle fan erano appicciate ai cancelli dell’arena, quindi sperammo che in giro ce ne fossero poche. Mentre camminavamo, una ragazza altissima, dal fisico pazzesco e degli spettacolari capelli castani corse verso Niall e lo stritolò in un abbraccio. Era davvero bellissima: aveva dei grandi occhi castani e una bocca praticamente perfetta, impreziosita da uno sgargiante rossetto fuxia.
Il biondo ci presentò la ragazza, Lizzie, prima di sparire con lei nella città, prendendola per mano. Non so perchè, ma mi sembrava così strano. Avevo visto Niall poche volte prima del tour e durante quest’ultimo non ci avevo parlato molto, eppure ... non so, mi sentivo forse ... gelosa. Ma la cosa non aveva alcun senso, non c’era motivo di esserlo. Lui non era mio, anzi, la mia mente continuava a ripetermi che non c’era ragione di vederlo come qualcosa di più di un amico, oltre il fatto che non trovavo in lui nulla di interessante. Però la sera precedente, quando mi aveva parlato nel bus, mi ero sentita strana. Il suo sguardo mi scrutava in un modo che mai avevo percepito precedentemente, mi sentivo osservata senza essere a disagio, per un’attimo mi sono sentita bella. Ma erano film mentali che non esistevano se non nella mia testa.
-Sono sempre più convinto che lui ti piaccia- sussurrò Harry nel mio orecchio riportandomi alla realtà, mentre io guardavo la coppia allontanarsi.
-No- risposi io duramente.
-Guarda che non ci sarebbe nulla di male-
-Ma lui non è mio- sospirai io.
-Vedi? Ti piace. Lo so cosa si prova: spesso ti fa più effetto uno sconosciuto che una persona che conosci alla perfezione, vero?-
Annuii, meravigliata da come riusciva a capirmi sempre.
-A volte basta il modo in cui qualcuno ci guarda a farci cambiare completamente idea su una persona. E il tuo cuore se ne accorge prima della tua mente, che non capisce i subbugli che accadono dentro di te ogni volta che lo vedi. E non capisci perchè sei gelosa di qualcosa che non hai. Forse invece è quella persona che ha preso un pezzo di te, anche solo sfiorandoti o guardandoti. Ho ragione?- proseguì Harry.
-Come fai a leggere così bene nella mia mente?- chiesi io affascinata dalle sue parole.
-Sono un mago. Ma non dirlo a nessuno- disse lui serissimo, facendomi scoppiare a ridere.















Spazio autrice

Eccomi di nuovo, sto pubblicando quotidianamente perchè so che in settimana non potrò farlo.
Questo capitolo è abbastanza lungo, e spero vi abbia incuriosito. Ogni recensione\critica\opinione\commento\consiglio è più che ben accetto!
Voglio sapere cosa ne pensate, è davvero importante. 
A presto\quando la scuola mi lascerà respirare!
Grazie per aver speso qualche minuto per leggere la mia storia :-*
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Sorprese ***


Canzone: Skinny Love - Bon Iver (Cover di Ed Sheeran) https://www.youtube.com/watch?v=Tg5zqFZ_Dj8

SORPRESE


Erano passate poco più di due settimane da quel giorno in cui incontrai Lizzie a Manchester. E in quei giorni riflettei molto su quello che stavo iniziando a provare per Niall, e giunsi alla conclusione che era una cosa passeggera, me ne ero già dimenticata, e continuavo a ripetermi che non era nulla di importante, e che non dovevo confondere un’impressione che avevo avuto su di lui con qualcosa di più grande. Ero entrata in confidenza con i ragazzi e l’amicizia con Harry non poteva andare meglio.
Un giorno, mentre stavo scrivendo delle idee per una canzone che avevo in mente, arrivò Louis e si sedette accanto a me sui divanetti nel retro del bus.
-Che fai?- domandò curioso.
-Mi sta venendo in mente una canzone e volevo scriverla prima di dimenticarla-
-Posso dare un’occhiata?-
Io annuii passandogli il mio quadernino. –“The way your blue eyes shine blinds me every time”, di chi sono questi occhi blu?- ridacchiò lui.
-Non so, nessuno in particolare penso- risposi io riappropriandomi del quandernino prima che leggesse il resto della canzone.
-Sono di Niall- non era una domanda la sua.
-Perchè pensate tutti che mi piaccia? Non mi piace, lo trovo carino e basta, dai- ribattei io forse un po’ scocciata.
-Perchè si vede- quando pronunciò queste parole lo osservai con uno sguardo interrogativo negli occhi e lui proseguì –da come lo guardi, o da come arrosisci quando ti guarda lui. O da come cerchi sempre il suo sguardo, eppure quando si avvicina ti allontani e vai a parlare con qualcun altro. E dovresti vedere la faccia che fa quelle volte-
-Ma lui sta con Lizzie- sussurrai io meravigliata dalle sue parole. Non mi ero accorta di tutti quei dettagli.
-Non mi sembra molto felice. E poi sai, è strano da quando ti ha conosciuto-
-Louis è impossibile che mi piaccia nel modo che dici tu-
-Perchè?-
-Perchè solo nei film le persone si innamorano di punto in bianco, forse sto ingigantendo la cosa-
-Ormai sono passate più di due settimane. È poco, ma non siete nemmeno sconosciuti. Fossi in te mi butterei, è inutile continuare a pensare se sia giusto o meno. Fallo e basta. Hai l’opportunità di conoscerlo meglio, coglila-
Riflettevo sulle parole mentre guardavo l’autostrada fuori dal finestrino. Era buio, era l’una e mezza di notte. Sospirai mentre pensavo a quanti problemi mi stessi facendo.
-Non ho mai avuto un ragazzo- confessai a Louis.
-Cosa c’entra?- domandò lui avvicinandosi.
-Che non ho esperienza, e che nessuno ha mai scelto me-
-Sono scuse, perchè se volessi avresti tutti ai tuoi piedi. Sei una ragazza fantastica, cosa ti frena?-
-Non lo so-
-Penso che sia te stessa a frenarti. Non devi lasciare che la parte negativa di te ti faccia rinunciare al resto. Perchè c’è tutto un altro lato della vita che vedi solo quando lasci perdere il pessimismo-
-Louis, non sapevo fossi un filosofo-
-E invece!- rise lui abbracciandomi forte –ti voglio bene-, sussurrò fra i miei capelli.
-Anche io- risposi senza staccarmi. Gli volevo davvero bene, era come una sorta di ... una sorta di fratello per me. Rimanemmo così per un po’, finchè lui salì a dormire. Io dovevo terminare di scrivere la canzone.
 
POV Niall
Siccome quella notte non riuscivo a dormire decisi di scendere di sotto per guardare un po’ di tv. Non appena raggiunsi il retro del bus mi accorsi di non essere solo: Faith stava dormendo. Aveva un mano un quaderno, se lo portava sempre dietro, e appoggiava la testa al sedile. Aveva un’espressione così angelica e rilassata che non potei fare a meno di sorridere nel vederla. Senza fare rumore mi avvicinai e presi il quaderno dalle sue mani per appoggiarlo sul tavolo. La canzone che stava scrivendo si chiamava “Blue Eyes”, come i suoi, come gli occhi che mi perseguitavano e non mi facevano dormire. Mi tolsi la felpa e la appoggiai sulle sue spalle perchè non prendesse freddo; quando fui a pochi centimetri dal suo viso avrei tanto voluto baciarla, ma non potevo. Era così vicina ... no, non potevo per una serie di motivi, primo tra tutti, sarebbe stata una cosa assurda, non avrebbe capito, del resto non capivo nulla neanche io. Ero confuso. Scappai di sopra e tornai a dormire, o meglio, sdraiarmi nel letto con lei che disturbava i miei pensieri e non mi faceva chiudere occhio. Ero la persona più confusa del mondo intero.
 
POV Faith
Mi svegliai al suono della voce di Harry che si era lanciato sui divanetti accanto a me.
-Faith perchè hai la felpa di Niall addosso?- mi chiese stranito, quando io ero ancora mezza addormentata.
-Cosa?!- poi notai di avere una felpa blu appoggiata sulle spalle, e in effetti era quella di Niall. –Che ne so, fammi dormire- mi voltai dall’altra parte, ma il riccio continuava a parlare: -Ma l’hai visto stanotte?-
-No!- mi lamentai io sempre dandogli le spalle.
-Penso di averla dimenticata io stanotte- balbettò il biondo, spuntato dal nulla. Io mi misi subito seduta e gli porsi la felpa.
-No puoi tenerla- mi sorrise lui, sedendosi accanto a Harry.
-Devo andare a fare una telefonata- disse quest’ultimo alzandosi e lasciandoci soli, e scommisi che l’aveva fatto apposta.
-Faith- disse Niall attirando la mia attenzione. Io annuii e mi avvicinai a lui per sentire cosa voleva dirmi.
-Volevo parlarti di una cosa- le sue guance diventarono più rosse che mai mentre cercava di formulare un discorso. –Io ...- disse prima che il suo cellulare squillò. Lui si scusò e si allontanò, e per due giorni interi non terminò la frase. E io passai quelle giornate con la testa completamente fra le nuvole, non pensavo ad altro, e lui non accennava a proseguire il discorso, anzi, era più sfuggente del solito. Allora decisi di chiedere consiglio a Harry.
-Cosa c’è che non va, biondina?- mi domandò mentre facevamo una passeggiata in un parco di Lisbona.
-Con Niall- risposi io sinteticamente. Gli avevo già parlato di quel giorno sul bus, sapeva già tutto.
-Lo sapevo. Cos’è successo?-
-Niente. È questo il problema. Vorrei sapere cosa aveva intenzione di dirmi, invece lo vedo così lontano ... non so cosa fare-
-Perchè non ci parli tu?- chiese lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-La fai facile ... non so da dove cominciare-
-Ti fai troppi problemi ... parlaci e basta-
-E cosa gli dico?-
-Quello che hai detto a me, che vuoi sapere cosa voleva dirti-
-E quando?-
-Questa sera dopo il concerto. Se non lo fai, vedrò di fartelo fare, ma ti avviso che meglio se fai da sola-
La sera arrivò prima del previsto. Non avevo più problemi nell’esibirmi, ero più tranquilla e avevo preso confidenza col pubblico. Il problema giunse dopo: mentre i ragazzi si esibivano io pensavo a cosa mi aveva detto Harry, dovevo cogliere l’attimo, dovevo essere coraggiosa, per una volta. Dovevo parlargli, ogni giorno che aspettavo era un giorno in meno di tour, e ogni giorno in meno di tour era un giorno in meno in cui potevo vederlo. Camminavo nervosa avanti e indietro per il mio camerino, pensavo alle parole giuste da dire per non rovinare tutto. Dopo diversi tentativi di trovarle decisi di affidarmi al caso, mi sarei arrangiata al momento, come sempre. Dovevo essere coraggiosa, dovevo fregarmene della voce nella mia testa che mi frenava ogni volta, dovevo avere solo quei venti secondi di coraggio per parlargli, niente di più. E se lui avesse deciso di non dirmi cosa aveva intenzione di farmi sapere, l’avrei fatto io.
Dopo non troppo tempo il concerto ebbe termine, e un’auto ci porto all’hotel. Io e Niall avevamo le stanze vicine, e prima che io entrassi nella mia, Harry mi guardò con uno sguardo feroce, voleva che andassi a parlare al biondo.
-Niall- dissi poco prima che chiuse la sua porta. –Dovrei parlarti. Puoi venire qui fuori fra dieci minuti per favore?-
-Okay- disse lui imbarazzato prima di andare in camera.
Harry rise malizioso ed entrò in camera con me. –Vattene in camera tua!- gli dissi spingendolo verso la porta. –No, rimango solo cinque minuti- affermò lanciandosi sul mio letto. –Voglio assisterti psicologicamente.
-Ti ringrazio, ma posso fare a meno del tuo sostegno psicologico- conclusi prima di chiudermi in bagno.
Mi tolsi i vestiti dell’esibizione, indossai dei pantaloncini di tuta verdi e una felpa grigia.
-Harry come mi trucco?- chiesi al riccio, dopo essermi lavata la faccia. Lui si affacciò in bagno e, dopo avermi osservata per un po’, mi diede il suo responso: -Vai così. Stai benissimo- uscì prima che io potessi protestare. Io mi vedevo bruttissima, soprattutto stanca, ma mi fidai di lui e non mi truccai. Avevo ancora un paio di minuti, e ne approfittai per mandare fuori Harry per prima cosa, e poi ripensare ancora a cosa avrei dovuto dirgli. Tantissime parole mi frullavano in testa, ma non riuscivano a prendere la forma di una frase. Mi alzai e, dopo aver fatto un profondo respiro, uscii, e vidi Niall appoggiato al muro che si mangiava le unghie nervoso.
-Facciamo due passi?- proposi io cercando di mostrarmi il più rilassata possibile. Lui annuì, mentre entrambi ci avviavamo verso un cartello che indicava il tetto dell’hotel. Vi salimmo, e rimanemmo senza fiato alla vista fantastica della città di notte. Faceva anche abbastanza fresco, Niall se ne accorse e timidamente avvolse un braccio intorno alle mie spalle; quel contatto mi fece rabbrividire e mi annebbiò le idee più di quanto non fosserò già.
-Vuoi sapere cosa volevo dirti qualche giorno fa, vero?- domandò lui appoggiandosi alla ringhiera. Io annuii, contenta che avesse fatto lui il primo passo, e mi posizionai di fronte a lui. La luce della Luna e quella che si alzava dalla città delineavano i contorni del suo viso, donandogli un aspetto angelico, o meglio, più angelico del solito.
-Io ... è difficile da spiegare. Non so da dove cominciare, però ... sai, l’altra notte sono sceso perchè non riuscivo a dormire, e ti ho vista e mi sembravi ... mi sembravi così ... eri bella, insomma- il mio cuore si fermò a quelle parole, e speravo che il buio nascondesse il mio rossore.
-Da quando ti ho conosciuta, ho come ... ho come l’impressione di provare qualcosa per te, ma ... non lo so, non riesco a capirci niente, non so come dirti, tu sei ...- lo interruppi posando le mie labbra sulle sue, in uno slancio di coraggio che mai mi era capitato. Lui, dapprima imbarazzato, cinse i miei fianchi con le braccia e mi strinse a sè. Dopo un tempo che a me parve eterno, ci staccammo, e i suoi occhi, così vicini ai miei, mi ipnotizzavano. Forse avrei dovuto dirgli qualcosa, dargli delle spiegazioni, ma trovai che il silenzio all’improvviso fosse più che sufficiente.
-Volevo farlo da un po’- balbettò lui prima di proseguire quello che io avevo cominciato. Ad un certo punto qualcosa ci interruppe: aveva iniziato a piovere, era un acquazzone che in poco tempo ci bagnò completamente. Scoppiammo a ridere, era davvero una scenza inusuale, e tornammo di sotto, facendo una corsa così veloce che arrivammo alle camere senza fiato. Lo salutai e, sorridendo, aspettai che rientrasse in camera per dare sfogo all’adrenalina che si era completamente impossessata di me, volevo urlare, volevo far sapere al mondo che in quel momento ero felice. Fui un po’ meno felice quando, controllandomi le tasche, mi accorsi di essermi chiusa fuori. Nella fretta avevo sicuramente lasciato la chiave su uno scaffale, e dopo qualche secondo di panico, decisi di bussare alla porta di Harry, che venne ad aprirmi completamente spettinato e sbadigliando.
-Cosa vuoi?- biascicò strofinandosi gli occhi.
-Mi sono chiusa fuori- gli risposi sperando che mi lasciasse entrare.
-Vieni- disse lasciandomi entrare, mentre io mi spalmavo sul letto. La stanchezza di prima aveva lasciato spazio ad un’euforia incontenibile, ma il mio compagno di stanza al momento voleva solo dormire.
-Cos’è successo?- domandò tornando sotto le coperte.
-L’ho baciato, Harry!- risposi io entusiasta.
-Okay fantastico- commentò lui prima di spegnere la luce e incominciare quasi subito a russare rumorosamente. Io continuando a sorridere, fissai il soffito per un po’ finchè la stanchezza non prese anche me e crollai addormentata.
La mattina dopo mi stupii quando vidi la massa di capelli di Harry accanto a me, ma subito dopo realizzai che ero in camera sua perchè mi ero chiusa fuori dalla mia. E pensando a quello, il mio pensiero andò subito a cos’era successo prima, al bacio e agli occhi di Niall.
-Buongiorno- borbotto il riccio con una voce molto assonnata, e, sorridendo, si voltò verso di me. –Come mai ieri sera sei rimasta chiusa fuori?-
-Perchè sono uscita per andare da Niall e ho lasciato la chiave dentro-
-E cosa vi siete detti?- domandò incuriosito.
-Diciamo che non abbiamo parlato molto ...- arrossii io.
-E cos’avete fatto?-
-Harry te l’ho detto ieri sera-
-Non mi ricordo-
-L’ho baciato- ammisi arrossendo ancora di più. Lui alla mia affermazione scattò a sedere urlando un “davvero” che sicuramente sentì tutta la città. Io gli tappai la bocca prima che potesse dire altro, e lui iniziò con le domande.
-Com’è stato?-
-Bello-
-Tutto qui?! E ora cosa hai intenzione di fare? Voglio dire, state insieme? Cosa siete ora? Lui cos’ha detto?-
-Harry non lo so, non so cosa devo fare- quando finii la frase lui mi strinse fortissimo, togliendomi il respiro. –Sapevo che sarebbe successo!!- urlò ancora entusiasta.
-Harry smettila di urlare!- lo pregai io tirandogli uno schiaffo sul braccio. Dopo avermi ringraziato dell’affettuoso gesto, il mio compagno di stanza si ritirò in bagno lasciandomi finalmente sola. Mi sdraiai con un sorriso stupido stampato in faccia, da una parte non vedevo l’ora di rivedere il biondo, dall’altra non avrei saputo cosa dire. Non mi ero mai trovata in una situazione del genere, non sapevo cosa fare, così decisi che avrei visto cosa avrebbe fatto lui.
Una volta avute delle altre chiavi andai in camera per vestirmi. Dovevamo partire la mattina stessa, Madrid ci aspettava. Avremmo avuto qualche giorno libero e qualche concerto, ma io avrei passato i miei giorni liberi a fare promozioni ed esibizioni per il mio cd nella capitale spagnola, dovevo riuscire a conciliare il tour dei ragazzi alle date che avevo da fare in radio ed eventi. La cosa non mi pesava anzi, ero molto contenta di farmi conoscere anche all’estero. Stava arrivando l’estate, e presto avremmo comunque passato un po’ di tempo al mare o in piscina, sapevo che dopo un po’ di fatica mi sarei riposata.
Dopo essermi raccolta i capelli in una mezza coda, indossai un vestito a fiori e un cardigan lungo beige, poi infilai un paio di scarpe a caso, mi truccai e scesi per fare colazione. Al tavolo c’erano solo Liam e Harry, gli altri stavano sicuramente ancora dormendo. Salutai entrambi e mi alzai per riempirmi il piatto di dolci, ero davvero affamata, al contrario di chi diceva che quando si è innamorati si perde l’appetito: non nel mio caso. I ragazzi avevano una faccia assonnata, ma io ero così felice che parlavo ininterrottamente, cosa strana per me che accendevo il cervello solo verso le dieci.
-Ti sei svegliata col piede giusto oggi?- domandò Liam finendo il suo caffè. Harry ridacchiò pensando a cosa mi era successo la sera prima, gli andò di traverso il cappuccino e iniziò a tossire, sotto gli occhi di Liam che non capiva quella reazione, mentre io ero abbastanza imbarazzata.
-Tutto a posto?- domandò Liam all’amico, che annuì sorridendo e guardandomi con la coda dell’occhio.
-E’ solo un cretino- risposi io continuando a mangiare.
Ci raggiunsero Louis e Zayn, l’unico che mancava era Niall, e io continuavo a cercarlo, ogni volta che sentivo cigolare la porta d’ingresso mi voltavo per vedere se era lui.
-Cerchi qualcuno?- mi chiese Zayn, e io gli risposi di no. Volevo sapere dov’era Niall però, e come mai non era ancora sceso. Finita la mia colazione decisi di salire in camera, ma mi arrestai poco prima di svoltare l’angolo che mi avrebbe portata all’ala dell’hotel dov’erano situate le vostre camere, perchè sentii una voce familiare parlare al telefono.
-Mi manchi tantissimo- la voce era di Niall, che stava telefonando in corridoio. Senza farmi vedere rimasi ferma ad ascoltare dietro l’angolo. Speravo stesse parlando con qualcuno dei suoi familiari, anche se non ne ero molto convinta.
-Non vedo l’ora di rivederti ... certo che ti amo, Lizzie ... ma stai tranquilla, ti ho detto mille volte che Faith non mi interessa, non ti tradirei mai, con lei poi, ma per favore!-
A quelle parole mi si riempirono gli occhi di lacrime, e faticavo a respirare, era come se un macigno mi avesse colpita in pieno. Perchè quello che per me al momento significava tutto, per lui non aveva alcun valore.  





Spazio autrice 
Hola! Come state?
Ho aggiornato, e volevo ripetermi che ci terrei tanto, tanto, tanto, tanto a sentire il vostro parere. 
Cosa ne pensate? Di tutto, personaggi, trama, qualsiasi cosa. Davvero, ditemi quello che pensate, ora che la storia sta incominciando ho bisogno di sapere come preferite che la sviluppi. Grazie a chi leggerà questo capitolo, a chi recensirà (se ce ne saranno facciò il ballo intorno al falò) e anche a chi legge silenziosamente (che, se vuole, si senta libero di lasciare un commentino : )
Mi sta piacendo scrivere questa storia, ho in mente qualcosa per i prossimi capitoli. 
Fatemi sapere!
Grazie ancora!
Un bacio ; )

P.s. sì, nel caso ve lo stiate chiedendo, non ho assolutamente nulla da fare che non sia colorare tutte le parole dello spazio autrice. No, in realtà ho latino che mi aspetta.

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Capitolo 5
*** Confuso ***


CONFUSO


Mi tremavano le gambe, volevo scappare ma non feci in tempo: Niall mi si materializzò davanti, probabilmente stava andando a fare colazione. Ero in uno stato pietoso, il viso rosso rigato di lacrime e mascara, gli occhi arrossati e stavo per scoppiare in singhiozzi. Lo guardai per qualche secondo, e lui capì benissimo; lo guardavo come se il mio dolore in quel momento potesse apparirgli tramite le mie lacrime. Ero consapevole del fatto che un bacio fosse poco, ma non mi interessava: mi aveva presa in giro, illusa e trattata come una bambina. Io per lui non ero nulla,  lui per me era sempre più importante.
-Hai sentito la telefonata?- domandò deglutendo a fatica, ma la sua frase aveva più l’intonazione di un’affermazione che di una domanda. Aveva capito tutto. Io annuii, e senza lasciarlo spiegare lo superai spostandolo dal centro del corridoio e mi chiusi in camera. Non sapevo cosa mi faceva soffrire di più, se la sua indifferenza, la sua immaturità, o forse era il mio illudermi ogni volta che mi faceva star male. Ingigantivo le cose e questo era il risultato.
Dopo un po’ che ero sul letto a piangere come una bambina sentii bussare alla porta. Harry chiedeva di poter entrare. Gli dissi che ero in bagno e lui non rispose; corsi a struccarmi per levare il mascara dalle guance, anche se ne rimase in gran quantità intorno agli occhi, e sembravo per metà una brutta copia di Avril Lavigne e per metà un fantasma. Harry bussò di nuovo, e quella volta andai ad aprirgli, cercando di sfoderare il mio sorriso migliore, anche se penso che sembrò più una smorfia di dolore che un sorriso.
-Tutto bene?- chiese lui entrando. Io annuii, raccogliendo le mie cose in una borsa, siccome dovevamo partire. Evitavo il suo sguardo, cercavo di guardare altrove, ma con lui non funzionava. –Ehi- disse mentre sollevava il mio mento facendo sì che i nostri occhi si incontrarono. Nei suoi occhi verdi trovavo sempre tranquillità e sicurezza, lui probabilmente nei miei vedeva cose ben peggiori in quel momento.
-Cosa succede?-
-Niente, tranquillo- alla mia affermazione incrociò le braccia al petto e piantò i piedi per terra davanti alla porta.
-Ho detto niente, dai, ora dobbiamo andare- dissi sconsolata mentre lo spostavo da davanti alla maniglia. Controllai di non aver scordato niente nella stanza e uscimmo.
-Comunque se hai bisogno ci sono-
-Grazie- risposi prima di scendere di sotto; non volevo stare nei paraggi della camera di ... di quello per troppo tempo. Il solo pensiero di vederlo mi nauseava; mi faceva schifo, era la persona più falsa del mondo. Se davvero amava Lizzie, quella sera aveva baciato me, un’altra ragazza, e lei non doveva saperlo. Anche se ero così tentata da dirle che il suo ragazzo era un bugiardo insopportabile.
A scuola mi era successa una cosa simile. Mi avevano fatto credere che io piacevo a un ragazzo di un’altra classe, e un giorno, davanti a tutti, sono scoppiati a ridere dicendomi che era uno scherzo e io ci ero cascata. Forse perchè piacere ci fa sentire meno sbagliati di quello che pensiamo di essere. E da quel giorno conobbi meglio me stessa, capii che il mio prendere troppo sul serio cose insignificanti mi avrebbe portato solo delusioni. Vidi Lou nella hall che stava per partire sul suo bus, e le chiesi se avrei potuto fare il viaggio con loro, proprio non mi andava di stare in quello dei ragazzi. Lei non capiva il motivo, ma dopo che le promisi che le avrei spiegato, accettò, così partii un po’ prima con loro. Mandai un messaggio a Harry, per dirgli che ero già partita, e immaginavo la sua faccia stranita nel leggerlo. Ero tanto stanca, volevo chiudermi in una stanza e non uscirne mai più, non volevo vedere Niall, non volevo rischiare di sentirmi rivolgere la parola da lui, anche se sarebbe stato quasi impossibile, soprattutto dopo la scena di stamattina.
Ero seduta accanto a Lou e alle stiliste nel retro del loro bus, che era molto più ordinato del nostro, e a un certo punto la sentii informarci di un messaggio che aveva appena ricevuto.
-Ragazze! Lizzie si unirà a noi durante il tour! Niall sarà al settimo cielo!- alle sue parole mi sentii spiazzata e corsi di sopra dicendo di dover andare in bagno, inventai la scusa di stare poco bene. Non appena chiusi la porta a chiave il mondo mi crollò addosso: volevo scappare, non ce la facevo più, volevo tornare serena come prima, avrei tanto voluto stare in camera mia la sera precedente invece di andare sul tetto dell’hotel, avrei tanto voluto non illudermi per ogni piccola cosa, e invece accadeva sempre. E faceva malissimo. Lou bussò alla porta e io le aprii, dopo essermi asciugata il viso.
-Tutto bene?- domandò preoccupata facendomi uscire dal bagno e portandomi su un divano vicino ai letti.
-Abbastanza-
-Faith, ti vedo strana in questo periodo. C’è qualcosa che non va?-
-Niente ... niente che non si possa aggiustare- sorrisi io cercando di trattenere le lacrime.
-Se hai bisogno, io sono qui-
-Grazie Lou, davvero- la strinsi forte, poi lei tornò di sotto, mentre io mi addormentavo lentamente su quel divano.
Mi svegliarono quando arrivammo a Madrid, e io per fortuna avevo una giornata pienissima tra radio e tv e negozi di cd che mi mantennero impegnata fino a dopo cena, infatti a quell’ora avevo un’esibizione in un locale molto grande e affollato. Non pensai più a Niall e agli altri, feci quello che dovevo fare, mi mancava vedere tutti i miei fan, salutarli e scambiarci due parole, poi suonare per loro e firmare autografi. Ognuno di loro mi dava molta motivazione per continuare a lavorare e non deludere nessuno, e ne ero infinitamente grata. Ero fortunata, avevo il lavoro che sognavo, anche se ogni tanto comportava qualche dispiacere.
Arrivai in camera alle due e mezza, stanchissima ma soddisfatta di com’era andata la seconda parte della giornata; volevo solo sprofondare nel letto e dormire fin quando non sarebbe stato strettamente necessario alzarsi. Mentre mi stavo infilando il pigiama sentii bussare alla porta, e andai ad aprire, convinta che fosse Harry. Mi si presentò invece davanti il biondo, che mi riportò a una serie di pensieri che stavo cercando di dimenticare. Rotei gli occhi al cielo e gli chiesi se aveva bisogno di qualcosa; lui rispose che voleva parlarmi, e nonostante io gli ripetei più volte che non avevo intenzione di ascoltare altro da lui, che mi era bastato ascoltarlo la mattina, lui si chiuse comunque la porta alle spalle e si sedette sul letto.
-Devo dirti due cose e poi ti lascio in pace, ma ti pregherei di non interrompermi-
Io annuii, sedendomi di fronte a lui, che riuscì comunque a rapirmi con quei suoi occhi pazzeschi. Non erano vispi e attenti come al solito, in loro notavo un velo di tristezza, e non ne sapevo il motivo.
-Io volevo ... volevo parlarti di cosa sta succedendo, volevo essere sincero con te-
Feci un sorriso pieno di sarcasmo, perchè sentirlo dire quelle parole mi nauseava, che ipocrita.
-Non fare così ti prego ... voglio chiederti scusa per cosa è successo stamattina, vorrei spiegarti ma non posso, ti dico solo che è un enorme disastro dal quale non riesco assolutamente a uscire, e spero proprio che tu possa capirmi, io sono confuso, sono tanto confuso, vorrei poterti spiegare cosa sta succedendo ma ...-
-Ma?- lo interruppi io cercando di farmi dire tutto.
-Non posso- mi guardò con uno sguardo triste, come se stesse per piangere, come se volesse chiedermi scusa dal profondo di se stesso, e per un attimo pensai che fosse sincero ... poi ricordai cos’aveva detto di me alla sua ragazza ... –non posso ma credimi, non è semplice e soprattutto non è come sembra. E poi ... quando mi hai ... quando mi hai baciata, ecco, non ho dimenticato quel momento, e per me significa qualcosa. Però ora è tutto molto più complicato, non posso ... non posso fare quello che vorrei fare, ecco. Sono confuso. Volevo solo che tu sapessi che non ti ho presa in giro e non lo farei mai e poi mai-
-Allora perchè ... perchè hai detto quelle cose a Lizzie?-
-Ti prego, non posso parlartene ... ma tu per me sei importante, sappilo-
-Lo è anche lei però ... preferirei che tu ti dimenticassi di me subito, fai felice lei e lascia perdere me, per favore- sospirai, abbassando lo sguardo. La sua voce strozzata richiamò la mia attenzione.
-Non posso dimenticarmi di te-
-Devi provarci-
Si alzò, e io con lui, per riaccompagnarlo alla porta. Si chinò su di me per baciarmi, ma io voltai il mio viso e le sue labbra si poggiarono sulla mia guancia, mentre io, chiudendo gli occhi, cercavo di non innamorarmi troppo di quel tepore sul mio viso, ma era praticamente impossibile. Il bacio stava diventando troppo lungo, e io allontanai Niall scuotendo la testa, non potevo permettergli di ferirmi ancora. Lui ricambiò con un’occhiata sconsolata e tornò in camera sua.
Non avevo capito nulla di quello che mi aveva detto. Avevo capito solo che era “confuso”. E avevo capito che era molto triste, anche se non sapevo perchè; avrei tanto, tanto voluto saperlo, avrei potuto capire meglio se solo avessi saputo il motivo del suo comportamento. Quella notte, tanto per cambiare, dormii pochissimo, e la sveglia suonò prima del previsto. Venni catapultata in un edificio in cui mi fecero un servizio fotografico e un’intervista per una rivista, e il tutto per fortuna durò diverse ore. Più lavoro avevo da fare, meno tempo avevo per pensare alle mie preoccupazioni. Ma presto finì quel momento, siccome mi spostai all’arena per il sound-check. I ragazzi non si vedevano, probabilmente non erano ancora arrivati o erano altrove, meglio così. Mi dispiaceva soltanto di non avere più tempo da passare con Harry, ma l’avrei rivisto presto. Eravamo stati distanti solo per qualche ora, un giorno solo, eppure mi mancava. Finite le prove mi spostai nel mio camerino, che era davvero stupendo ed enorme. Decisi, siccome mancavano diverse ore all’inizio del concerto, di uscire per fare qualche foto con le fan urlanti. So che non erano lì per me, ma qualcuna disposta a scambiare quattro chiacchiere con me c’era sempre. Ed effettivamente ce n’erano tantissime, così mi avvicinai alla rete per fare qualche foto. Una ragazza a un certo punto mi chiese se stavo con Niall, e io non risposi, sorrisi e continuai a fare foto. Preferivo non parlarne. Dopo una mezz’ora salutai tutti e tornai dentro, ripensando alla ragazza che mi aveva chiesto di me e del biondo; sorrideva, come se pensasse che stessimo davvero insieme. Tanti lo pensavano, anche se era una cosa impossibile, che feriva entrambi, in qualche modo.
Dopo un po’ di tempo che trascorsi chiusa nel mio camerino, entrò Harry. Lo salutai calorosamente, invitandolo a sedersi accanto a me.
-Lo sai che sta girando un video in cui tu dici di stare con Niall e Twitter sta letteralmente impazzendo, vero?-
Rimasi sbalordita, io non avevo detto nulla.-Harry, sì me l’hanno chiesto, ma io ho fatto finta di non sentire-
Mi fece vedere il video sul suo cellulare: si sentiva la ragazza farmi la domanda, io che sorridevo e annuivo. Il problema era che non stavo rispondendo alla sua domanda, ma a una ragazza che mi chiedeva un autografo, solo che, per chi non era presente, sembrava che stessi dicendo di sì. Mi misi le mani nei capelli, pensando a come l’avrebbe presa Niall ... e al fastidio che mi dava questa storia in cui tutti si immischiavano. Spiegai a Harry il malinteso, solo che ormai era troppo tardi, il video aveva già invaso Internet. Entrò un manager dei ragazzi, dall’aria abbastanza tesa.
-Cosa ti è saltato in mente? Perchè dici quelle cose?-
Spiegai la verità anche a lui, che si mostrò poco flessibile. –Non voglio vedere cose del genere, non ora-
-Perchè, cosa sta succedendo?- domandai confusa, di sicuro c’era qualcosa che non andava, e si ricollegava certamente alla cosa che Niall non poteva dirmi.
-Nulla che ti riguardi, devi solo evitare di rispondere a queste domande, non rispondere mai a domande personali, tanto meno di questo genere! Hai scelto il momento peggiore per sbagliare- detto questo uscì sbattendo la porta, e io non capivo la ragione della sua aggressività. Guardai Harry con uno sguardo interrogativo, in cerca di una risposta, ma lui sembrava, se possibile, più confuso di me.
Decisi di iniziare a prepararmi per il concerto: era l’ultima data del tour europeo, dopo saremmo andati negli Stati Uniti. Volevo fare un’esibizione perfetta, per terminare questa parte del tour. Ero emozionatissima, dopo una pausa sarei andata negli USA, dove avrei finalmente portato la mia musica in un altro continente, la cosa mi elettrizzava. Mentre mi stavo vestendo, dopo aver bussato, entrò Niall. Sapevo che parlare con lui mi avrebbe fatto male, ma decisi di ascoltarlo ancora una volta.
-Lo so, Niall, è successo un disastro, ma ti giuro che stavo rispondendo ad un’altra domanda, si è capito male, io ...-
Mi interruppe avvicinandosi e sorridendomi con quel viso stanco e triste che si era ormai impossessato di lui. –Tranquilla. Volevo solo chiederti scusa perchè immagino che ti abbiano fatto il mazzo-
Mi stava chiedendo scusa per qualcosa che lui non aveva nemmeno fatto. Forse come persona non era così male. –E comunque ... stasera dopo il concerto vorrei parlarti. Quando arriviamo in hotel- io annuii, lui mi sorrise e uscì. Non ci capivo più niente, non capivo cosa succedeva intorno a me.
La sera passò molto velocemente, troppo, io avrei desiderato più tempo prima di incontrare Niall. Speravo che mi avrebbe detto qualcosa di più sugli avvenimenti misteriosi che stavano accadendo.
Lo feci entrare in camera, disse che non voleva farsi vedere da nessuno. Mi sedetti davanti a lui sul letto, aspettando che iniziasse a parlare.
-Io ti racconto tutto, se tu non dici niente a nessuno-
-Non dirò niente- promisi, incitandolo a continuare.
-Lizzie non è la mia ragazza, o meglio, la è, ma io non la amo. Devo stare con lei qualche mese, mi è stato imposto e devo farlo, e non devo frequentare nessun’altra, ma quando questo periodo finisce sarò libero di nuovo. Lei però non sa di essere una copertura, lo so solo io. E ora tu. E quello che per me è più importante, è che, Faith, io ... io ti amo- deglutì rumorosamente guardandomi negli occhi.
-Non ... non si può Niall- dissi io, con il volto incendiato dal suo sguardo, e con le parole da lui appena pronunciate che mi occupavano ogni angolo della mente.
-Perchè?-
-Perchè c’è lei, e perchè se  ti è stato detto che non puoi, tu devi solo frequentare lei, tra noi non può funzionare-
-Ma io ci voglio provare-
-Niall, no ... devi dimenticarti di me, ti prego-
-Non posso-
-Puoi-
-Non posso perchè io amo te e non lei, e vederti ogni giorno mi tiene in vita, non potrei mai dimenticarmi di te, io ho bisogno di te-
-Niall, non ci conosciamo nemmeno ...-
Lui mi guardò negli occhi, e io mi persi nuovamente nei suoi, mentre lo sentivo parlare: -Non mi interessa, anzi, vorrei conoscerti, e non penso che sia sbagliato. Basta non farsi scoprire-
-Niall, io ... non possiamo, non voglio-
-Perchè? Pensavo che ricambiassi ...-
-Hai ragione, non nascondo che provo interesse verso di te, trovo che tu sia una persona fantastica, ma non posso rovinare le nostre carriere per questo, se è successo quello che è successo per un video, se si sono arrabbiati così tanto, figurati per qualcosa di più, e poi proprio non mi va di fare le cose di nascosto-
-Ma non durerà per sempre. Non capisco cosa ci sia di sbagliato-
-C’è ...- mi interruppe posando le sue labbra sulle mie, troncando la mia frase, ma del resto, che bisogno c’era di continuare? La razionalità che cercavo di seguire non riusciva a superare l’amore che stava per nascere dentro entrambi.
-Sei stupenda- lo sentii dire a pochi millimetri da me, mentre mi stringeva più forte a sè, e mentre io passavo una mano fra i suoi capelli, inspirando il suo profumo inebriante. Era irresistibile, e io non potevo più trovare scuse, lui aveva ragione, non c’era nulla di sbagliato. Eppure mi sentivo come se di sbagliato ci fosse tutto di quella situazione.
-Ti amo- sussurrai, sentendolo sorridere sulle mie labbra. Dopo diversi minuti si allontanò, guardandomi negli occhi. –Ora ... ora vado. Non deve saperlo nessuno, ok?- balbettò alzandosi, mentre io annuivo lo accompagnavo alla porta.
-Buonanotte- mi sorrise, lasciandomi un ultimo bacio. Avrei voluto dargliene altri, tantissimi, ma era ora di salutarsi.
-Ma perchè devi per forza stare con lei?- chiesi guardandolo negli occhi.
-E’ una storia lunga ... lei fa la modella e io devo un po’ pubblicizzarla-
-Che schifo ... dovresti ribellarti-
-Non è così semplice- sorrise accarezzandomi la guancia.
-Faith, vero che ci vediamo in queste settimane, durante la pausa?-
Io annuii, e lui, sorridendo, lasciò la stanza. Avrei voluto corrergli dietro e stringerlo forte, e dirgli che ero felice, e che per una volta ero riuscita a zittire la mia razionalità. In quel momento il mio telefono mi avvisò che era arrivato un messaggio da Harry.
“Puoi venire un attimo da me per favore?”
Senza farmelo dire due volte, presi la chiave e lo raggiunsi. Aveva un’espressione strana, mi fece cenno di entrare e richiuse la porta.
-Tutto bene?- domandai sedendomi sul suo letto. Lui scosse la testa e si accovacciò accanto a me, guardandomi sconsolato.
-Cos’è successo?-
-Sono stanco- sussurrò, mentre io mi avvicinavo e gli accarezzavo la testa appoggiata sulle ginocchia. –Ho guardato Twitter, ci sono un sacco di persone che scrivono cose su di me che ...- un singhiozzo interruppe il suo discorso, allora io lo strinsi forte mentre iniziava a piangere. Mi faceva male vederlo così, quella volta dovevo essere io quella forte, dovevo essere io a consolarlo, non potevo deluderlo, e soprattutto, non potevo sopportare di vederlo piangere.
-Harry, sai benissimo che non si può piacere a tutti, e poi sono sicura che ci sono tantissime persone che ti apprezzano, e sono molte di più di quelle che non hanno nient’altro da fare che insultarti- ero consapevole di dire solo banalità, ma non sapevo cosa dirgli, potevo solo capirlo, eppure volevo dimostrargli che ero lì per lui.
-Lo so, ma ... non posso farne a meno, io ... io mi sento molta pressione addosso, mi sembra sempre di deludere tutti, e ne ho la conferma quando leggo quelle cose-
-Ti capisco ... a volte è inevitabile voler sapere cosa pensano gli altri di noi. Comunque non penso che tu deluda tutti-
-Dici davvero?- disse alzando la testa verso di me, con gli occhi arrossati.
-Sì, penso che tu sia fantastico e penso anche che dovresti fregartene di quelle persone-
-E se non riesco?-
-Se non riesci ... fallo ma sappi che sono tutti stupidaggini. Non sono critiche costruttive, sono ... sono cose che si dicono apposta per far soffrire il diretto interessato. Cosa posso fare per farti stare meglio?- gli sorrisi, mentre si rialzava. Senza rispondere mi strinse fortissimo, posando la testa nell’incavo del mio collo.
-Ti voglio bene- sussurrò fra i miei capelli. –Anch’io Harry- risposi mentre lui allentava la presa. Mi guardò per qualche secondo, finchè il suo volte non si distese in un sorriso rilassato.
-Okay adesso basta smancerie, vado al bar a prendere qualcosa- disse alzandosi e lasciandomi sola. Tornò dopo non troppo tempo con in mano un vassoio pieno di patatine e caramelle gommose, popcorn e cioccolato.
-Harry vuoi farmi prendere due chili in poche ore?-
-Se vuoi non mangiare niente, io sono triste e ho bisogno di zuccheri- esclamò posando il vassoio sul letto e accendendo la tv. C’era un film stupido, che non stavamo nemmeno seguendo con attenzione, eravamo molto più concentrati sul nostro “spuntino”.
-Tu come stai?- mi domandò voltandosi verso di me.
-Non lo so- risposi sinceramente. Da una parte ero contentissima di quello che  era appena successo, dall’altra non sapevo se avrei retto una relazione in segreto. E soprattutto il problema di Lizzie per me non era indifferente.
-In che senso?-
-Non ti è mai capitato di trovarti in una situazione che ti fa felice ma allo stesso tempo non sai come gestire? Sopratutto non sai se sarai in grado di gestire?-
-Non capisco le circostanze in cui ti trovi, ma penso di aver capito cosa intendi-
Non potevo parlargli di quello che era successo, avevo promesso a Niall che per il momento nessuno avrebbe saputo nulla. Quello che mi piaceva di Harry era che non era per niente invadente, capiva benissimo quando era il momento di farsi da parte, ma quando gli si chiedeva aiuto non si tirava mai indietro.
-Sono sicura che non avrai problemi ad affrontare quello che ti sta succedendo. Ho qualche presentimento che questo problema sia biondo, e abbia gli occhi azzurri e un affascinante accento irlandese- ridacchiò lanciandomi un’occhiata maliziosa. Come faceva a leggermi nel pensiero? Le mie guance si colorarono di un rosso acceso mentre io cercavo di spostare l’attenzione sul film.
-Ti si legge in faccia, è successo qualcosa?- chiese abbassando il volume della tv.
-Diciamo che ... diciamo che la situazione è poco chiara, al momento-
-Sarà meglio che ti tratti bene, o dovrà vedersela con me- scherzò trascinandomi verso di sè. –Guarda, io non voglio immischiarmi nelle tue cose- disse tornando serio –una cosa devi promettermi. Che non ti dimenticherai di me quando troverai qualcuno che ti amerà tanto, e io farò lo stesso-
-Promesso-
-Comunque state bene insieme tu e il biondo-
-Non stiamo insieme Harry!-
-E cosa siete?-
-Siamo ... siamo due ragazzi che provano interesse l’uno per l’altra, tutto qui, poi si vedrà. Harry sono quasi le tre, torno in camera mia- dissi alzandomi, prima che lui mi afferrasse un braccio.
-No, ti prego, resta ancora un po’, dai-
-Hai paura del buio? Dei mostri sotto il letto?-
-Sì- rise lui trascinandomi sul letto.
-Dai, lasciami andare, che tra tre ore dobbiamo svegliarci-
-Appunto, tanto vale che rimani. Ti prego! Non ho voglia di stare da solo-
Convinta dal patetico sguardo che mi stava rivolgendo, decisi di rimanere, mentre iniziava il secondo film stupido. Il cibo era quasi terminato e il mio stomaco stava per esplodere, quando appoggiai la testa sulla spalla di Harry.
 
-Bella addormentata nel bosco, è ora di svegliarsi- bisbigliò una voce al mio orecchio. Mi stropicciai gli occhi, e riconobbi Harry, che stava cercando di farmi alzare.
-Che ore sono?- farfugliai sbadigliando.
-Le sei meno un quarto-
-Troppo presto- esclamai girandomi dall’altra parte. Lui appoggiò una mano sul mio fianco, sedendosi accanto a me. Mi scosse per un po’, finchè non lo insultai diverse volte e andò in bagno. Quando uscì mi buttò letteralmente giù dal letto, prendendosi altre parole carine da parte mia, mentre mi incamminavo verso il bagno. Non mi truccai nemmeno, era troppo presto e il mio cervello non era nemmeno connesso, ero anche arrabbiatissima, come ogni volta che mi facevano alzare presto. Uscii col broncio e seguii Harry fuori dalla stanza.
-Che visino riposato!- scherzò lui, mentre io roteavo gli occhi al cielo.
-Lasciami stare-
-Sei adorabile al mattino-
-Non alle cinque e mezza-
-Sei meno un quarto-
Evitai di rispondere, anche perchè in quel preciso istante Niall uscì dalla sua camera. Mi guardò teneramente, e nei suoi occhi leggevo lo stesso mio desiderio, ossia quello di rifare cosa avevamo fatto la sera prima, volevo stringerlo forte, ma c’erano tutti e non potevamo. A un certo punto uno dei manager chiese a Niall di seguirlo, dicendogli che doveva parlargli.
 
POV Niall
-Ti stai sentendo con Lizzie?- mi chiese, mentre mi sedevo di fronte a lui nella sua stanza.
-Sì- sbuffai io scocciato dalla situazione.
-Però sei fortunato, almeno è una ragazza che ti piace-
-Non mi piace ...ci eravamo scambiati dei messaggi dopo una festa perchè la trovavo carina- dissi freddamente.
-Comunque, non è questo il punto. Volevo ricordarti che per un po’ sarebbe meglio che, dopo il video, tu e Faith non vi facciate mai vedere insieme. Niente foto insieme, non parlatevi quando ci sono altre persone, e cose del genere ... ma tanto non penso sia un problema, non state insieme, no?-
-No ...- mentii io, sentendomi terribilmente in colpa.
-Allora meglio così. Ah, ed è necessario che tu frequenti Lizzie più che puoi, in centro a Londra magari, che vi facciate vedere felici insieme-
-Certo- risposi uscendo. La situazione stava diventando sempre più spinosa, dal momento che nessuno sapeva cosa provavamo io e Faith. Non interessava a nessuno, i nostri sentimenti non contavano nulla, e la cosa mi irritava. Quando arrivai in corridoio se n’erano tutti andati, tranne lei, che mi stava aspettando. Mi venne incontro, cercando di baciarmi, ma io mi allontanai. Lei mi rivolse uno sguardo interrogativo, e io controllai che non ci fosse assolutamente nessuno in giro prima di lasciarle un bacio sulla guancia, inspirando il suo dolce profumo.
-Cosa ti ha detto?-
-Niente di importante- sussurrai io stringendo la sua piccola mano posata sulla mia guancia.
-Stasera ci vediamo? Vorrei parlarti-
-Certo. Poi mi dici dove abiti e ti passo a prendere- le sorrisi, e ci incamminammo verso la hall dell’hotel. 










Spazio autrice
Eccoci con un altro capitolo. So che a leggere la mia storia siete poche pochine, ma grazie davvero a quelle poche che spendono qualche minuto per leggere questi capitoli. Ripeto che per me sarebbe davvero fantastico ricevere delle opinioni sincere su questa storia, qualsiasi cosa, anche "mi fa schifo, è tutta da rifare", perchè ci tengo a migliorare, quindi se vi va una recensione è la cosa più bella che potreste farmi :D Voglio che vi piaccia questa storia, che sicuramente è piena di difetti, ma si può sempre migliorare, no? Lo so che sono ripetitiva, ma ricevere una risposta mi farebbe sentire meno come scrivere al vuoto. Anche se, ripeto, una sola visualizzazione mi rende contenta, quindi ancora grazie a chi legge e grazie a chi ha aggiunto la storia nelle seguite, una di voi l'ha fatto, e anche se è solo una per me è importantissimo! Non ricordo il nome ma grazie anche a te cara! :)
Non voglio anticiparvi nulla, solo che nel prossimo capitolo ci sarà uno spiacevole inconveniente, e moooolte altre cose stanno per succedere fra Niall e Faith. Hehehe riusciranno mai a trovare un momento di pace? Lo scopriremo nella prossima puntata.
Come al solito scrivo dei papiri, più che spazio autrice sarebbe da chiamarlo "mattone autrice".
Niente, spero leggiate il seguito!
Grazie di cuore a chi si ferma a leggere la mia storia.
Un bacio :-*

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Capitolo 6
*** Dichiarazioni ***


DICHIARAZIONI

POV Niall
Nel tardo pomeriggio, dopo aerei e interminabili code, posai finalmente le mie valigie nell’atrio di casa mia. Feci un respiro profondo, guardandomi intorno: mi era mancato un luogo tutto per me, in cui potermi finalmente riposare, senza temere di essere visto da qualcuno o senza preoccuparmi di come apparivo. Ma il mio pensiero non fu tanto quello di lanciarmi sulla tv, bensì di mettere tutto a posto per quando sarebbe arrivata Faith. Alle sei e mezza sarei andato a prenderla, quindi contando un po’ di tempo per la doccia, calcolai di avere circa un’ora per sistemare il disastro che perennemente regnava in casa mia, non ero molto ordinato. Aveva detto che doveva parlarmi, e “devo parlarti” è una delle frasi che mette più inquetudine al mondo. Anche se quella volta ero quasi sicuro che si trattasse del fatto di Lizzie e il resto. Avremmo mangiato delle pizze e poi avremmo guardato un film, e avremmo chiacchierato, ci saremmo conosciuti meglio, insomma, si prospettava una serata davvero interessante. Non vedevo l’ora di rivederla, in poche ore per me era diventata come una sorta di dipendenza. A dire la verità erano settimane che sentivo che lei era importante per me. Ma in quel momento ero particolarmente stregato da lei, da ogni singola cosa che la rendeva così speciale. Amavo il suo profumo, i suoi occhi blu in cui tanto mi piaceva perdermi, le sue mani tiepide, la sua pelle fresca, il suo sorriso incantevole, e le sue labbra morbide. Guardarla mi provocava una tempesta incredibile, e allo stesso tempo mi faceva sentire in pace con me stesso. Volevo sempre averla accanto, ogni volta che incrociava il suo sguardo non vedevo l’ora che lo facesse di nuovo.
Dopo la doccia scelsi una maglia blu e dei jeans corti, era un giorno di metà maggio non troppo freddo. Passai un sacco di tempo davanti allo specchio per controllare che fossi a posto, di solito non lo facevo, ma quella volta volevo essere impeccabile. Sistemai tutto, togliendo i giornali, i fogli, i dvd, e tutto quello che inondava il salotto. Mi accorsi che mancavano cinque minuti all’orario prefissato, così saltai in macchina e andai a casa sua. Ero nervoso, molto nervoso, era la prima volta che ci vedevamo una sera intera da soli, e volevo fare bella figura. Diedi un’ultima occhiata ai miei capelli, prima di accorgermi che Faith stava uscendo di casa. Mentre scendevo dalla macchina, rimasi meravigliato da quanto fosse bella: i suoi capelli biondi erano raccolti in una treccia, indossava un vestito a fiori che la rendeva ancora più incantevole e il suo sorriso mentre camminava verso di me la faceva sembrare così ... così luminosa, era troppo bella ai miei occhi.
-Ciao Niall- sorrise entrando in macchina, mentre io le aprivo la portiera. Una volta che fummo entrambi entrati nell’auto si avvicino al mio viso e mi baciò per qualche secondo, io ricambiai, e dopo un po’ misi in moto la macchina, per tornare a casa mia. Presi la sua mano tra la mia e la poggiai sulla mia gamba, cercando di mantenere l’attenzione sulla strada.
-Cosa facciamo stasera?- chiese sorridendomi ancora.
-Vedrai- dissi io misteriosamente, anche se avremmo semplicemente mangiato una pizza e guardato un film, ma per me era abbastanza. Dopo qualche minuto arrivammo a casa mia, e sorrisi alla sua espressione meravigliata quando vide l’atrio della casa.
-Mamma mia che bella casa! Come sei ordinato!-
Ridacchiai pensando alla pulizia estrema che avevo fatto poco prima. Ci sedemmo sul divano, volevo sapere di cosa doveva parlarmi.
-Niall, io ... lo so che te l’ho già detto, ma non so se riuscirò a tenere questa cosa in segreto, e ... e poi volevo chiederti quando dirai di noi a Lizzie-
-Glielo dirò. Quando troverò il momento glielo dirò, ma non è un problema ...-
-Per me sì- disse abbassando lo sguardo.
-Ti prometto che glielo dirò. Stai tranquilla- sussurrai baciando le sue labbra e stringendola a me. –Sei bellissima stasera- Mi allontanai per vederla abbassare lo sguardo e arrossire, per poi ricominciare a baciarla.
-Niall, per quanto tempo dobbiamo nascondere questa cosa?-
-Poco, stai tranquilla- non volevo staccarmi da lei, che invece in quel momento preferiva continuare a parlare.
-E se ci scoprono?- chiese aggrottando la fronte.
-Ma perchè dovrebbero scoprirci?-
-Chi sa di noi?-
-Io e te, ma cosa c’entra?- dissi guardandola negli occhi.
-Niall, tu non capisci- rispose allontanandosi e appoggiando la schiena al divano. Aveva una strana espressione, e io davvero non capivo cosa ci fosse di strano. D’accordo, non era una cosa semplice, ma ero convinto che ce l’avremmo fatta.
-Io proprio non capisco perchè nessuno deve saperlo, non capisco perchè dobbiamo fare le cose di nascosto, non capisco perchè Lizzie non può sapere che tu non la ami, e io non sono sicura di riuscire a mantenere questo segreto. Se ci scoprono siamo nei casini, io non sono tranquilla, ho paura di rovinare la tua carriera, io ...-
La interruppi avvicinandomi a lei e prendendo la sua mano fra la mia. –Ti ripeto che devi stare tranquilla. Non durerà per sempre, prima o poi lo sapranno tutti, te lo prometto, non dovremo più nasconderci. Lo so che non è facile, ma ti chiedo solo questo piccolo sacrificio ... ne varrà la pena, è solo una cosa temporanea, non succederà niente. Lizzie lo saprà presto. Ora godiamoci la serata, d’accordo?-
Annuì abbozzando un sorriso, e io ricambiai, baciandole la guancia. Le spostai dietro l’orecchio una ciocca di capelli, osservando ogni angolo del suo viso, era bellissima. Mentre le mie labbra erano a pochi millimetri dalle sue, qualcuno bussò alla porta. Non aspettavo nessuno, così mi alzai chiedendomi chi potesse essere. Non appena aprii mi ritrovai davanti Lizzie, e speravo davvero di sbagliarmi, ma era proprio lei.
-Ciao amore!- urlò saltandomi letteralmente addosso e stampandomi un bacio sulle labbra. –Mi sei mancato da morire! Sei contento che ti sono venuta a trovare? Avevo troppa voglia di vederti!- immaginai il volto di Faith che dal salotto aveva sicuramente sentito tutto.
-Mi sei mancata anche tu- risposi io con poco entusiasmo.
-Cosa ci fa lei qui?- chiese Lizzie indicando Faith che ci aveva raggiunti nell’atrio. La guardai desolato, lei si stava mordendo il labbro inferiore, era sicuramente sul punto di piangere, era la situazione peggiore in cui ci saremmo potuti trovare.
-E’ venuta per portarmi delle cose che aveva lasciato nella sua valigia- balbettai io, mentre cercavo un modo di sbrogliare la situazione.
-Comunque me ne sto andando- disse freddamente Faith, raccogliendo le sue cose.
-Ti accompagno- le dissi, prendendo le chiavi della macchina. –Lizzie, arrivo subito, cinque minuti e torno-
Uscimmo di casa e salimmo in macchina, in silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire.
-Non mi aveva detto che sarebbe venuta- dissi accendendo l’auto. Lei alzò le spalle appoggiando la testa al finestrino, e notai che una lacrima le stava rigando la guancia.
-Mi dispiace- continuai, senza ricevere risposta. A quel punto non potevo dirle niente, aveva pienamente ragione: dovevo parlare a Lizzie. La verità è che avevo paura di ferirla. Faith per me era molto più importante, ma non volevo essere maleducato con la mia finta fidanzata. Arrivammo a casa sua e rimanemmo in silenzio per qualche secondo finchè lei non cominciò a parlare.
-Niall, io ... te l’ho detto, non posso fare questa cosa. Quando le avrai parlato forse ... forse sarà più semplice-
-Cosa intendi dire?-
-Intendo dire che non ce la faccio. Devi prendere una decisione, io così non me la sento, è anche scorretto nei confronti di Lizzie. Questa situazione non mi piace, io ti amo ma ... ma non così. Non come tu mi chiedi, forse non sono ancora pronta per una cosa seria o forse non in questo modo, non di nascosto da tutto e da tutti, non se tu hai un’altra ragazza. Capisci?-
Annuii in silenzio, mentre lei scendeva dalla macchina. –Ci sentiamo- disse tornando in casa sua. La guardai rientrare, mentre il mondo intero mi crollava addosso. Non volevo e non potevo perderla, eppure era proprio quello che stava accadendo. Passavo da una gioia irrefrenabile perchè finalmente Faith era mia a una confusione assoluta. Perchè, perchè non potevamo essere come tutti gli altri, avere le storie che volevamo con chi preferivamo? Con la testa piena di domande a cui non sapevo rispondere tornai a casa, dove mi aspettava Lizzie. Ogni secondo passato con lei la rendeva più irritante ai miei occhi; a una certa ora la liquidai dicendole che ero molto stanco, e lei se ne andò. Non le dissi di Faith.
 
POV Faith
Passò una settimana da quando Lizzie interruppe la prima serata tra me e Niall. Non ci eravamo più sentiti dopo che io l’avevo chiamato per dirgli che volevo un po’ di tempo per me. Avevo passato quella settimana completamente sola, Harry era dalla sua famiglia e ogni volta che ci sentivamo gli dicevo di stare benissimo, così non si sarebbe preoccupato. Invece stavo male, non sapevo cosa fare, mi sentivo completamente impotente, e la mezza relazione che avevo con Niall iniziava a non piacermi più, non era stabile, era troppo vaga, e non era quello che volevo. Io volevo qualcosa che mi infondesse sicurezza. Fortunatamente ero spesso nello studio a scrivere e registrare, così riuscivo a distrarmi, anche se stavo lavorando davvero male, non riuscivo mai a concentrarmi.
Una sera, mentre stavo guardando la tv, suonò il citofono. Quando dalla cornetta sentii la voce di Niall, capii che stava per succedere qualcosa, che dovevo affrontare quello da cui stavo tentando di fuggire. Non appena lo feci entrare, mi accorsi di quanto fosse trasandato e stanco, non aveva per niente una bella cera. Del resto nemmeno io, in effetti.
-Niall, io ...- tentai di dire, prima che lui mi interrompesse.
-No, ascoltami tu e non interrompermi per favore. Ti capisco benissimo, capisco cosa provi, e ho gli stessi dubbi che hai te sulla nostra relazione. In più, devo anche sopportare un’altra ragazza, e credi che questa cosa non mi ferisca? Io sono un oggetto per tante persone, mentre per te sono Niall, ed è una delle cose che più amo di te. Sei una delle cose più belle che ho, non posso lasciar andare via anche te. Non posso, io senza di te non sono lo stesso, e so che anche per te è così. Lo leggo nei tuoi occhi, lo so, semplicemente lo so. Però voglio che tu mi parli, voglio che la smettiamo con questo tira e molla, voglio che tu mi dica tutto, se per te è bene non vedermi mai più, d’accordo, ma se per te è bene avermi accanto basta che tu me lo dica, e io non me ne andrò. Voglio svegliarmi accanto a te ogni mattina, e se non è così, voglio svegliarmi e pensare subito a te. Voglio sapere tutto di te, voglio sapere per cosa ridi e per cosa piangi, cosa ti piace e cosa ti fa schifo, di cosa hai paura e cosa ti dà forza, voglio sapere i tuoi segreti e voglio dirti i miei, voglio stringerti forte quando stai male, voglio che tu mi aggiusti quando cado a pezzi, voglio averti accanto sempre. Voglio sposarti, un giorno, voglio morire d’ansia la mattina del matrimonio, voglio condividere tutto con te, voglio avere una famiglia con te, voglio litigare con te, voglio odiarti quando sei isterica, voglio sapere di chi ti fidi e di chi no, voglio litigare con te perchè non mi lasci vedere la partita, o perchè passi l’aspirapolvere in quel preciso istante in cui si sta per fare goal, voglio invecchiare con te, voglio fare mille viaggi con te, voglio arrabbiarmi con te perchè vuoi avere l’ultima parola, voglio sbattere la porta e andarmene per poi tornare e amarti più di prima. Voglio te, sia i tuoi difetti, sia le cose più belle che hai. Voglio vivere con te, voglio sapere che tu hai bisogno di me, voglio essere tuo. O almeno voglio provarci- fece un respiro profondo alla fine di quel discorso che aveva pronunciato con così tanto entusiasmo da sembrare arrabbiato, poi riprese: -voglio tutte queste cose e molto di più. Ma se tu non ne vuoi nemmeno una, dimmelo, ma dimmelo ora, prima che io possa innamorarmi ancora di più di quando già non lo sia. Se invece le vuoi anche te, devi darmi la possibilità di provare a realizzarle con te. Malgrado tutto-
Rimasi pietrificata dalle sue parole, nessuno mi aveva mai parlato così, nessuno aveva mai dimostrato tutto questo amore nei miei confronti, era come se in un attimo lui avesse colmato tutti i vuoti che avevo dentro, come se le ferite di un tempo si fossero trasformate in antidolorifici che lenivano se stesse. Scoppiai a piangere, perchè non sapevo cosa dire, perchè sentivo che per una volta qualcuno mi stava amando davvero e io ero così stupida da cercare di negarlo a me stessa. Scoppiai a piangere, perchè per una volta mi sentivo necessaria. Lui mi strinse forte senza fare domande sulla mia reazione, e io mi abbandonai alle sue braccia forti, e in quell’attimo nulla avrebbe mai e poi mai potuto ferirmi.
-Grazie- fu tutto quello che dissi, prima di baciarlo, e accorgermi che lui e tutto ciò che lo rendeva se stesso era quello che davvero mi mancava.
-Proviamo- sorrisi io, mentre lui mi asciugava le lacrime.
-Ho una bella notizia per te-
-Quale?-
-Ho parlato di noi ai manager, non erano felicissimi ma hanno detto che se stiamo attenti si può fare, ma dobbiamo fare attenzione. Però devo continuare a stare con Lizzie, dicono che è meglio lei piuttosto che tu, dicono che sia meglio così-
-Dicono che sia meglio che tu vai in giro con una top model di stratosferica bellezza piuttosto che una come me?-
-No ... non dicono quello. È una situazione contorta, ma ormai devo stare con lei, gli accordi sono questi, io e te dobbiamo far finta di niente in pubblico. Quando si saranno calmate le acque rimetteremo tutto a posto. Il fatto è che, siccome sono stato visto una volta con lei, ora deve sembrare che facciamo coppia fissa, deve sembrare che io e lei siamo una coppia stabile. Ma non mi interessa, tutto questo finirà presto. Dicono che devo sembrare una persona seria, che come gli altri ragazzi devo avere una ragazza fissa. Ma presto finirà e quella ragazza sarai tu. Puoi farlo per me?-
-Sì. Ma ora, ti prego, non parliamone più. Non voglio essere ossessionata da questa cosa, penso sia meglio non pensarci, non parliamone-
-Hai ragione- disse lui baciando la mia guancia. –Hai già cenato?-
-No- risposi –prepariamo qualcosa?-
Lui annuì, e senza lasciare la mia mano mi seguì in cucina. Nella mia testa rimbalzavano ancora le sue parole, erano così perfette, e speravo di non dimenticarle. Era la dichiarazione più bella che qualcuno mi avesse mai fatto, non ero abituata a sentirmi così importante per qualcuno. Era stato così romantico, e in quel momento, mentre parlava con tutta quella passione, io sentivo davvero di aver bisogno di lui, non potevo lasciarlo andare di nuovo.
Tornai alla realtà per decidere cosa cucinare con lui, che sembrava abbastanza esperto. Optammo per un dolce, e cinque minuti dopo eravamo pieni di farina dalla testa ai piedi, cercando di far venire qualcosa da quella massa informe di pasta dal colore incerto. O meglio, io cercavo di fare qualcosa e lui mi stava accanto immobile.
-Potresti aiutarmi?- chiesi io esasperata e anche decisamente affamata.
-Non sono molto bravo con i dolci, ma posso provare ...- disse lui prendendo la pasta e cercando di renderla omogenea. –Non sta venendo molto bene-
-Grazie, l’avevo capito- affermai io scocciata.
-Simpatica stasera- sorrise lui sporcandomi il naso di farina.
-Senti Niall, lasciamo perdere, io ho fame, direi di rimandare a un altro giorno la scuola di cucina- conclusi prendendogli la pasta dalle mani e mettendo tutto a posto. Scoprii di avere un sacco di gelato al cioccolato nel freezer e un cestino di fragole, così decidemmo di mangiare quello. Ci sedemmo sul tavolo della sala da pranzo e iniziammo a mangiare la nostra cena non molto salutare.
-Però siamo bravi a cucinare- sorrise lui prendendo un cucchiaio di gelato.
-Sì, bravissimi a prendere le cose dal congelatore-
Lui rise, guardandomi per un po’ negli occhi, e io mi sentii completamente impotente davanti a quello sguardo.
-Sei bella quando arrossisci- mi fece notare lui, e io arrossii ancora di più. Non mi vedevo così bella, e ricevere complimenti di quel genere, da lui poi, mi imbarazzava.
-Cosa fai in questi giorni?- chiesi io cambiando discorso.
-Allora ... nel weekend devo andare con Lizzie a Parigi, anche se non ne ho per niente voglia, e poi nient’altro da fare penso-
-Mi ci porterai un giorno a Parigi?- chiesi io addentando una fragola.
-Certo- sorrise lui un po’ triste. Non volevo fargli pesare il fatto che ci andasse con un’altra, mi sembrava già abbastanza turbato.
Passammo la serata a chiacchierare, a conoscerci, e più lo sentivo parlare, più mi piaceva. Mi aveva parlato della sua famiglia, di quanto amasse il nipotino e il fratello, della sua città, del suo lavoro, dei suoi amici, e di un sacco di altre cose, mentre io mi ero tenuta molto sul vago, soprattutto sulla famiglia, non volevo ancora parlargliene. A una certa ora lui mi disse che doveva andare a fare la valigia per Parigi, e ci salutammo, siccome non ci saremmo visti per due o tre giorni. Quando se ne andò, mentre già mi mancava, mi squillò il telefono, era Harry.
-Cosa ci fai sveglia a quest’ora?- rise lui dall’altro capo del telefono.
-Veramente mi hai chiamata tu- risposi io andando in camera mia.
-Volevo chiederti cosa fai di bello in queste vacanze-
-Niente, sono sola in questi giorni-
-Ti andrebbe di venire a casa mia? Mi piacerebbe farti conoscere la mia famiglia, e poi sarebbe divertente-
-No, guarda, non vorrei disturbare ...-
-Ma va, figurati, mi farebbe piacere. Vengo a prenderti domani mattina?-
In effetti la sua proposta non mi dispiaceva affatto, e sarebbe stato sicuramente meglio che rimanere a casa da sola. –No, figurati, non voglio farti fare mezza Inghilterra, vengo in macchina-
-No, tranquilla, tanto devo prendere delle cose a casa. Alle undici dovrei arrivare, buonanotte!-
Non appena terminai la telefonata mi precipitai in camera a riempire di vestiti una piccola valigia, in fondo ero contenta di raggiungere Harry. Forse avrei pensato un po’ meno a Niall che camminava mano nella mano per Parigi con la sua ... con la sua ragazza. Finta ragazza. Impostai la sveglia per il giorno successivo e, in qualche modo, cercai di addormentarmi.
Mi svegliai mezz’ora prima dell’orario che avevo stabilito, e dopo essermi rotolata fra le coperte a sufficienza decisi che era ora di alzarsi. Non ebbi il tempo di mangiare qualcosa e prendere i bagagli che Harry stava già suonando il clacson davanti a casa mia per avvisarmi del suo arrivo. Mi aiutò a mettere le mie cose nel bagagliaio, e poi partimmo per Holmes Chapel.
-Devi esserti svegliato presto stamattina- osservai io voltandomi verso di lui.
Lui alzò le spalle continuando a guardare la strada: -Cosa non farei per te! No, in realtà vorrei farti conoscere una ragazza-
-La tua ragazza?- chiesi io entusiasta.
-Più o meno- ridacchiò lui sotto i baffi.
-Chi è? Di dov’è? Com’è?-
-Cavolo Faith, sei peggio di me! Si chiama Mandi, è di Holmes Chapel ed è normale. Carina, simpatica, ha un fisico pazzesco e degli occhi meravigliosi-
-Ti piace?-
-Forse. Ho bisogno del tuo intuito femminile per sapere se va bene o no-
-Ah, quindi mi hai chiesto di venire solo per usarmi?!- scherzai io fingendomi offesa.
-Certo che no! Ti permetto anche di dormire a casa mia. Ho il letto sotto il letto-
-Cosa vuol dire?-
-Che ho una brandina che sta sotto al letto quindi dormirai lì-
-Bene, basta che non mi fai dormire in giardino-
-Non lo farei mai!- rispose lui sorridendomi.
Il telefono nella mia tasca richiamò la mia attenzione, avevo ricevuto un messaggio da Niall:
“Mi manchi da impazzire, lo sai vero? Sto per partire, ti amo, non vedo l’ora di rivederti. Un bacio”
Sorrisi leggendo le sue parole, e dopo qualche secondo risposi:
“Non desidero altro che quello al momento. Mi mancherai, a presto”
Ripensai subito alla sera precedente, a quanto mi avevano riempito il cuore quelle parole, a quanto mi aveva fatto bene anche solo la sua presenza. Tutto quello che volevo era riaverlo con me, anzi, a dire la verità ... in fondo in fondo avrei preferito che non partisse, ma non potevo e non volevo farglielo pesare. Ero così gelosa di Lizzie, lei poteva avere tutto quello di cui io avevo bisogno, poteva camminare con lui in centro città, non doveva nascondersi nè fingere nulla ... speravo davvero che Niall le avrebbe detto di noi.
-Pronto?! Ci sei?- disse il riccio riportandomi alla realtà.
-Sì- annuii io con lo sguardo perso nel vuoto. In verità ero altrove, ero ancora fra le braccia di Niall, ero ancora persa nei suoi occhi.
 








Spazio autrice
Eccomi, finalmente ho cinque minuti di tempo, la scuola mi sta massacrando! 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ... posso solo dirvi che il prossimo sarà altrettanto movimentato!
Allora, che ne pensate? Dei personaggi, della storia, insomma, di tutto, cosa ne dite? Mi interessa moltissimo il vostro parere, lo sapete ...
Grazie a quei 20 che hanno letto l'ultimo, spero continuerete a seguire la storia, ognuno di voi è importante, quindi davvero grazie :)
Fatemi sapere!
Buonanotte! (sì, causa enorme stress e impegni fino a tardi alle nove e mezza sono già stanca morta esausta sfinita. Ebbene sì).
Un bacio, gente fantastica!
:)

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Capitolo 7
*** Holmes Chapel ***


HOLMES CHAPEL


La casa di Harry era accogliente, c’erano molte foto, e sapeva di famiglia, trasmetteva un piacevolissimo calore. In casa non c’era nessuno, così mi accompagnò in camera sua a sistemare i miei vestiti e il resto. La sua stanza era davvero ordinata, lui era molto ordinato, e c’era anche un buonissimo profumo di pulito.
-Cosa ti va di fare?- mi chiese sedendosi sul letto e guardandomi mentre svuotavo la valigia.
-Non so, portami in giro!- proposi io, mentre lui annuiva, così scendemmo al piano di sotto e ci preparammo per uscire. –Mi fai conoscere Mandi?- sorrisi io mentre lui chiudeva la porta.
-Se vuoi le dico di venire. Possiamo prendere qualcosa al bar- disse prendendo il cellulare e invitando la ragazza ad un locale. L’aria non era molto tiepida, anzi, era una giornata piena di nuvole, però si stava bene, finalmente eravamo lontani dalla città, dai paparazzi, dalle folle, eravamo solo due amici che passeggiavano insieme.
-Non ti sembra strano? Intendo, non ti sembra strano che io e te possiamo per una volta camminare tranquilli?- gli domandai, mentre osservavo un paio di bambini che si rincorrevano in un parco.
-Sì, mi sembra abbastanza strano. Ecco, c’è Mandi!- Un grande sorriso colorò il suo volto mentre una ragazza minuta con moltissimi capelli castani ci veniva incontro. Stampò un bacio sulla guancia di Harry, poi mi strinse la mano mentre si presentava. In effetti era carina, aveva dei lineamenti proporzionati e degli occhi molto espressivi. Il riccio era rosso fino alla punta delle orecchie, e io sorrisi, guardando la sua espressione beata.
Una volta entrati nel locale, scegliemmo un tavolo appartato, per non farci vedere, in caso qualcuno avesse saputo che eravamo in giro.
-Harry stasera c’è una festa da me, vieni vero?- domandò la ragazza, sorseggiando la sua bibita. Il riccio mi guardò, come se avesse bisogno della mia autorizzazione.
-Mi dispiaceva lasciare lei da sola ...- rispose, riferendosi a me.
-Harry, tu vai, non preoccuparti!- gli dissi io, sperando che non rifiutasse l’invito di Mandi per colpa mia.
-Se vuoi puoi venire anche tu!- mi propose la ragazza, e io le dissi che avrei deciso più tardi, in realtà non avevo molta voglia di andare a una festa di sconosciuti, ci avrei pensato dopo.
-Come fai a sopportarlo ventiquattr’ore al giorno?- mi chiese Mandi scherzando, riferendosi a Harry.
-Diciamo che stiamo imparando a convivere- sorrisi io guardando il riccio.
-Piuttosto come faccio io a sopportare lei!-
Io mi finsi offesa, terminando di bere la mia bibita. Parlarono ancora per un po’ di persone che io non conoscevo, prima che Harry mi avvisò che era ora di tornare a casa. Salutammo Mandi e ci incamminammo per non arrivare tardi a pranzo. Avrei conosciuto la madre di Harry e sua sorella Gemma, non le avevo mai viste prima, speravo di non sembrare invadente.
-Cosa ne pensi?- mi chiese lui attirando la mia attenzione.
-Di cosa?-
-Di Mandi-
-Mi piace. Penso che stareste bene insieme. Potresti dirglielo stasera alla festa ...-
-Tu vieni?-
-Non penso ... non conosco nessuno, e poi ... non so, vai da solo-
-Fai come vuoi ... però mi farebbe piacere portarti-
-Ci penserò-
Entrammo in casa, e un irresistibile profumo di pollo fritto ci invase non appena oltrepassammo la porta. Sua madre mi venne incontro e mi strinse forte, dopo essersi presentata. Era davvero bella, aveva un grande sorriso, era così familiare. Mi era mancato tornare a casa e trovare una figura materna che era pronta ad accoglierti, che si prendeva cura di te. Era strano per me ...
-Ciao!- disse una ragazza entrando dopo di noi. Mi voltai verso la porta e riconobbi Gemma, la sorella del riccio. Mi strinse la mano sorridendo, poi si tolse la giacca e insieme andammo a pranzare.
 
POV Niall
Entrammo in camera nostra, era una stanza pazzesca di uno dei migliori hotel di Parigi. Lizzie spalancò la bocca, meravigliata dal lussuoso arredo e dalle decorazioni retrò.
-Amore è tutto perfetto!- cinguettò lei posando i bagagli sul letto e sedendosi sulle coperte beige. Io le rivolsi quel solito sorriso falso che le facevo e iniziai a mettere alcune delle mie cose nell’armadio. Mi chiamava sempre “amore”, e mi suonava troppo strano, perchè non ero il suo “amore”, non appartenevo a lei. Proprio in quel momento posò le sue mani sulla mia schiena, e io roteai gli occhi approfittando del fatto che non potesse vedermi.
-Amore, sei strano in questo periodo, come mai?- e iniziò a baciarmi il collo, mentre io continuavo a mettere roba dentro l’armadio.
-Sono solo stanco- risposi freddamente, ma lei non si staccò, anzi, strinse le mani intorno ai miei fianchi, appoggiando la testa sulla mia schiena.
-Ti amo- sussurrò facendomi voltare verso di lei e incollando le sue labbra sulle mie. Io non potevo ribellarmi, per quanto lo volessi, lei mi teneva strettissimo e io ero sopraffatto dai sensi di colpa, pur sapendo che non stavo provando assolutamente nulla mentre lei mi era così vicina, ero del tutto indifferente. –Sei così bello- sussurrò accarezzandomi una guancia e guardandomi negli occhi. Mentre si stava per avvicinare un’altra volta però io mi scostai.
-Devo andare in bagno- dissi, e sparii per qualche secondo nell’enorme bagno. Mi sciaquai la faccia, per poi guardarmi allo specchio e sfiorarmi le labbra con la mano. Dovevo parlarle, dovevo dirle di Faith, non potevo mentirle. Però qualcosa mi tratteneva, forse ero troppo gentile e non volevo ferirla, lei sembrava così innamorata. Dovevo fare qualcosa però, non potevo mandare tutto all’aria per colpa della mia eccessiva sensibilità.
 
POV Faith
Mancava un’ora alla festa, e Harry si stava provando tutti i vestiti che aveva nell’armadio, neanche una ragazza si sarebbe preoccupata così tanto per una maglietta e dei pantaloni.
-Come sto?- mi domandò dopo essersi abbottonato una camicia bianca.
-Ti scambieranno per il cameriere- risposi io mentre sbuffava. Mi alzai controvoglia dal letto e rovistai nell’armadio alla ricerca di una t-shirt bianca che stava benissimo con i jeans neri che aveva addosso, e lo convinsi a metterla.
-Sei perfetto- constatai io guardandolo riflesso nello specchio. Lui sembrava contento del completo, e mentre si ammirava io lo abbracciai da dietro, stringendolo forte. Eravamo davvero carini, riflessi in quel vetro, sembravamo quasi fratelli.
-Per me puoi avere tutte le ragazze che vuoi, basta che non ti dimentichi di me- dissi con la testa appoggiata sulla sua spalla.
-No, sei troppo utile per scegliere i vestiti- rispose lui alzando le spalle.
-Sei la persona meno romantica del mondo!- scherzai io tornando sul letto. Presi il cellulare, e una volta che aprii Twitter mi crollò addosso il mondo. Stavano spopolando foto di Niall e Lizzie che si baciavano appassionatamente in ogni angolo di Parigi, e tutti erano così contenti che la cosa fosse “finalmente” ufficiale. Guardare Niall che le accarezzava il volto, che le stringeva le mani, mi feriva a morte, nonostante sapessi bene che lui non provava nulla per lei. Una parte di me mi diceva che era meglio non fidarsi troppo, ma io cercavo di zittire quella voce antipatica.
-Tutto bene?- chiese Harry serio, evidentemente avevo un’espressione abbastanza sconcertata. Io gli dissi di sì e posai il cellulare accanto a me, ma lui si avvicinò comunque.
-Io... non voglio farmi i fatti tuoi, ma è per le foto di Niall a Parigi?-
Io annuii, e lui proseguì: -Ma allora state insieme?-
-Harry, sei l’unico che lo sa, è un segreto, ti prego, non dirlo a nessuno. A parte che è poco che stiamo insieme, ma in ogni caso non deve saperlo nessuno-
-Perchè?- domandò sedendosi vicino a me sul materasso.
-E’ una storia lunga, non mi va molto di parlarne ... promettimi che non lo dirai a nessuno e che farai finta di niente, ti prego, Niall mi ha pregato di non dirlo a nessuno-
-Io te lo prometto. Ma si vede che c’è qualcosa fra di voi-
Quelle parole mi aprirono gli occhi: sicuramente se ne sarebbero accorti i manager di Niall, e se si notava così tanto dovevamo stare attenti il doppio.
-Dai ti prego, vieni alla festa con me! Non ho voglia di andarci da solo- mi pregò per la decima volta con le mani giunte e un’innocente espressione in volto.
-Non ho voglia, non conosco nessuno e non sono in vena di festeggiare, poi non sei solo, c’è Mandi-
-Ma io voglio che ci sia anche tu. Dai, per favore!-
-Ti prego, non ho voglia di uscire, davvero... poi mi racconterai-
-Okay ... allora vedrò di non tornare tardi-
-Harry, devi stare tranquillo, non è un problema per me! Dai, finisci di prepararti che devi essere perfetto stasera, ti sei fatto la barba?-
-Se per barba intendi quella cosa invisibile che ho sulle guance sì- disse alzandosi e prendendo una felpa grigia dall’armadio. Era forse un po’ deluso dal fatto che io non andassi con lui, ma non me la sentivo davvero.
-Domani ti porto in giro allora, andiamo a fare shopping, poi al cinema e poi andiamo a mangiare fuori. Così poi la sera partiamo e arriviamo a Londra. Promesso. Okay?- propose lui sorridendo.
-D’accordo! Ora vai- risposi io abbracciandolo forte.
Cinque minuti prima dell’inizio della festa dovetti letteralmente staccarlo da davanti allo specchio, non smetteva di controllarsi i capelli e i vestiti, e aveva provato un sacco di paia di scarpe. Lo spinsi fuori di casa raccomandandogli di non fare danni, e poi andai in cucina, dove io, Anne e Gemma avremmo cenato.
-Finalmente ce lo siamo tolto di casa!- sbuffò ironicamente Gemma sedendosi a tavola.
-Gemma! Dovresti essere più gentile con tuo fratello! Tu, Faith, hai fratelli o sorelle?- domandò innocentemente Anne sedendosi accanto a me e alla figlia.
Come ogni volta che si parlava della mia famiglia, cercai di rimanere il più calma possibile, e risposi: -Ho una sorella più piccola, si chiama Cassey- Non parlavo mai di Henry, e la cosa mi faceva sentire terribilmente in colpa, perchè ogni volta che non pronunciavo il suo nome mi sembrava di dimenticarlo, anche se sapevo che non l’avrei mai fatto.
-Quindi nessun fratello? Beata te!- sospirò la ragazza infilzando un pezzo di pesce. Io abbassai lo sguardo sorridendo, per poi concentrarmi sul mio piatto. Parlammo del più e del meno fino alla fine della cena, dopo ci spostammo in salotto, ma ben presto Gemma ci lasciò per andare ad una festa anche lei, così rimanemmo io e Anne da sole, con una tisana in mano, a guardare la tv.
-Harry ti vuole bene- disse improvvisamente la donna, voltandosi verso di me.
-Anche ... anche io gliene voglio a lui, molto ...-
-Ci ha parlato spesso di te in questi giorni. Sai, lui comunque non ha molti amici, soprattutto qui, tanti lo vedono solo come una persona famosa, tanti lo vedono cambiato e insensibile, e per lui non è facile trovare persone con cui aprirsi, o semplicemente con cui passare un po’ di tempo senza preoccuparsi di cosa dire e di come apparire-
Le sue parole mi lusingarono, ero così felice di avere Harry come amico, sapevo che potevo sempre contare su di lui, e lui poteva fare lo stesso ... non era da tutti essere così speciale come lo era lui.
-Se non altro so che puoi controllarlo tu mentre è dall’altra parte del mondo!- sorrise lei, anche se il suo sorriso era strano. Era un sorriso pieno di orgoglio, ma anche velato da una triste patina di malinconia, dalla nostalgia di un figlio che non dorme sotto il tuo stesso tetto. Era bello avere qualcuno a casa che aspettava il tuo ritorno. Io non sapevo com’era avere qualcuno che mi aspettava, ai miei genitori sicuramente non importava nulla di dove fossi io. Ma nemmeno loro, se è per questo, mi mancavano. Ne ero quasi completamente convinta. Forse.
Dopo una mezz’ora diedi la buonanotte ad Anne e salii in camera di Harry, siccome iniziavo ad avere sonno. Mentre mi stavo mettendo il pigiama, il mio telefono squillo e risposi non appena lessi il nome di Niall sullo schermo.
-Ciao Niall- dissi io, forse con meno entusiasmo del dovuto. Le immagini di lui e Lizzie continuavano ad occupare la mia mente, per quanto io cercassi di evitarlo.
-Ciao, come mai quella voce?- domandò lui con una voce un po’ meno cristallina del solito. Eravamo entrambi poco allegri quella sera, perchè eravamo distanti.
-Sono un po’ stanca ... tu tutto bene?-
-A parte il fatto che sono obbligato a baciare una sconosciuta in continuazione, a correrle dietro mentre fa shopping, a sopportare la sua voce odiosa ... tutto bene. Ho ispezionato la città e ci sono un sacco di posti in cui mi piacerebbe portarti. Mi manchi-
-Anche tu mi manchi ... Niall, allora le hai parlato?-
-Non ancora, non è il momento-
-E quand’è il momento?- chiesi io, sbuffando forse un po’ troppo forte.
-Ti prego, perchè devi rovinare ogni dialogo che cerchiamo di fare con questa storia, ti ho detto che le parlo, quindi stai tranquilla che le parlerò, non capisco perchè ti interessa così tanto questa cosa! Ti importa di più non avere problemi con gli altri che cercare di accorgerti che magari questa situazione fa star male anche me- sbottò lui aggressivamente, e, come ogni volta che qualcuno alzava la voce con me, invece che reagire urlando, mi si strinse un fortissimo nodo alla gola, non era mia intenzione farlo arrabbiare.
-Okay, scusami, io ...- balbettai con voce strozzata prima che mi interrompesse lui: - No, scusami tu, non volevo risponderti così. Sono nervosissimo, cerca di capirmi, sono teso e non ho per niente voglia di fare quello che sto facendo. È un casino, e non è semplice neanche per me ... comunque ho in mente una cosa anche per te quando torno- disse lui, e dal tono della voce intuii che stesse sorridendo.
-Che cosa?- chiesi io curiosa.
-E’ una sorpresa. Tu dove sei?-
-In camera di Harry a Holmes Chapel, lui è ad una festa-
-Hai capito, io parto e tu vai a casa di un altro? Vedi di non tradirmi con uno dei miei migliori amici-
-Farò del mio meglio- sorrisi io arricciandomi una ciocca di capelli fra le dita.
-Ora devo tornare in camera ... buonanotte amore, mi manchi-
-Vedi di non tradirmi anche tu-
-Tranquilla, non lo farò! Buonanotte-
-Ciao amore, buonanotte-
Chiusi la telefonata immaginandomi il suo sorriso mentre mi salutava, quel suo sorriso con una punta di amarezza, la tristezza di dover fingere mista alla felicità di riuscire a farlo. Almeno per il momento. Mi dispiaceva sentirlo così nervoso, mi faceva male sapere che stava soffrendo per me. Crollai addormentata dimenticandomi le cuffiette nelle orecchie, lasciando che Taylor Swift continuasse a cantare.
Mi svegliai abbastanza presto per i miei standard, erano le nove e il sole era già entrato prepotente nella stanza da parecchio tempo. Dopo alcuni tentativi di riaddormentarmi decisi di alzarmi, nonostante avrei voluto riposare ancora un po’. Diedi un’occhiata al cellulare, Niall mi aveva mandato un messaggio, e un gran sorriso riempì il mio viso quando lo lessi.
“Buongiorno! Mi manchi, te l’ho già detto, vero? Non vedo l’ora che sia domani, non posso più aspettare ... scusami ancora per come ti ho risposto ieri sera, spero di non averti fatta arrabbiare. Buona giornata, bellissima”
“Bellissima”... era strano per me sentirmi chiamare in quel modo, ed era anche dolce da parte sua farlo. Io non mi vedevo affatto bellissima, ma con lui mi sentivo giusta, mi sentivo abbastanza, cosa che accadeva di rado. Un grugnito interruppe il mio monologo interiore, proveniva dal letto di Harry, che stava ancora dormendo. Cercando di fare meno rumore possibile uscii per andare in bagno, volevo farmi una doccia e sistemarmi i capelli. Dopo mezz’ora circa finii quello che dovevo fare e tornai in camera per vestirmi, ma il beauty aperto cadde sul pavimento e le cose che c’erano dentro si sparsero nella stanza facendo un gran rumore. Il riccio si lamentò, alzando la testa, il frastuono l’aveva svegliato.
-Che palle, ma quanto rumore fai?- biascicò per poi sprofondare la testa nel cuscino. Non aveva un bell’aspetto, evidentemente era tornato tardi. Andai a sedermi accanto a lui e iniziai ad accarezzargli la testa, consapevole che lo infastidiva da morire venir disturbato quando aveva ancora sonno.
-Dai lasciami stare ...- disse lui sbadigliando, cercando di spostarmi.
-Cos’hai fatto ieri sera?- domandai io curiosa di sapere tutto.
-Dove?-
-Alla festa, lo sai benissimo dove-
Fece un sorriso stupido, poi mi guardò arrossendo. –Sono stato con Mandi-
-“Stato con Mandi” in che senso?-
-L’ho baciata- sorrise lui girandosi sulla schiena. Era contento, glielo si leggeva in faccia, ed ero contenta anch’io. Non vedevo l’ora di andare in giro con lui, così mi avrebbe raccontato tutto.
-Wow Harry! È fantastico! Quando usciamo allora mi racconti-
-Certo bella- rispose lui facendomi l’occhiolino, prima di rispondere al suo cellulare.
-Ciao Mandi- sorrise lui arrossendo –oggi? No, non ho niente da fare. Sì, mezz’ora e sono da te- io lo guardai perplessa, come non aveva niente da fare? Doveva stare con me!
-Faith, promettimi che non ti arrabbi- mi pregò lui con uno sguardo desolato. –Mandi mi ha chiesto di passare da lei, così pranziamo insieme e oggi pomeriggio andiamo a fare un giro. Però ti prometto che torno in tempo per andare al cinema e poi andiamo a cena, okay?-
-Va bene- dissi io non troppo entusiasta. Ero d’accordo sul fatto che passasse un po’ di tempo anche con lei, ma mi aveva promesso che saremmo stati insieme. Mi imposi di non fare l’egoista, ricordandomi comunque che avremmo passato insieme la serata.
-Scusami, è che poi non la vedrò più-
-Stai tranquillo, Harry- terminai io mentre mi vestivo.
-Sei fantastica- esclamò lui prima di stamparmi un sonoro bacio sulla guancia per poi sparire in bagno. Ma sì, volevo che lui fosse contento, sarei andata a fare due passi in centro per conto mio e poi avrei aspettato l’ora di inizio del film.
Scesi di sotto per fare colazione, eravamo di nuovo io e Anne da sole, siccome Gemma era fuori da qualche sua amica.
-Buongiorno!- mi sorrise lei mentre tagliava una torta dal profumo buonissimo. Lei cucinava sempre, e mi piaceva, mi piaceva tanto l’atmosfera di quella casa.
-Ciao Anne- riposi sedendomi a tavola, vicino alla sedia sulla quale era seduto il gatto.
-Allora Harry ti ha lasciato da sola? Non è molto ospitale ...- osservò lei offrendomi una fetta di torta.
-Non fa niente, è giusto che passi un po’ di tempo con i suoi amici-
-Sì, ma siccome ti ha fatto venire qui sarebbe stato gentile non lasciarti sola-
Io alzai le spalle prima di iniziare la mia colazione, sotto lo sguardo attento del gatto. Nel frattempo mi chiedevo cosa stesse facendo Niall, probabilmente era ancora a letto con ... con quella.
 
POV Niall
Non riuscivo a dormire, mi ero svegliato presto e il mio cervello non ne voleva sapere di tornare a riposare. Lizzie era ancorata a me, le sue braccia erano intorno alla mia vita e il suo viso sul mio petto. Mi irritava il fatto che continuasse a starmi così appiccicata, io non la volevo, mi dava fastidio. “Devi parlarle” diceva una voce dentro di me, “no, la feriresti a morte!” rispondeva un’altra vocina nella mia mente. “Ma più tempo passa più male le farai!” ripatteva la prima, e io, in mezzo a quel dialogo interiore, ero più confuso che mai. Che cosa volevo davvero io? Cos’aveva la priorità per me in quel momento? Beh, se non altro era importante Faith, era molto importante. Ma dovevo anche tenere conto del lavoro che facevo, e delle restrizioni che questo imponeva. Dovevo apparire perfetto agli occhi di tutti: dovevano vedermi con Lizzie, solo con lei, dovevo fare il ragazzo serio che ha una relazione stabile, non potevo permettermi altre distrazioni, ormai ero costretto a fingere di essere il fidanzato ufficiale di una ragazza alla quale ero indifferente. Spesso Faith sembrava non capirmi, spesso involontariamente mi faceva pesare quella scomoda situazione. Ci stava male, lo sapevo, ma anch’io soffrivo per quella cosa, non era facile, c’era in ballo il lavoro di una band intera e il resto, che non era poco. Non potevo fare quello che volevo, non in quel momento, non mentre avevo gli occhi del mondo intero puntati addosso. In quel periodo erano tutti molto severi con noi: nessuna distrazione di alcun tipo. Sapevo che lo facevano perchè tutto andasse bene, ma non sempre condividevo le decisioni di chi lavorava con noi. Anzi, spesso erano contro la mia volontà, ma cosa potevo farci? Cosa ne potevo io, un ragazzino catapultato fuori di casa a 16 anni? Certo, amavo con tutto me stesso il mio lavoro, ma a volte mi sentivo oppresso dal peso di una carriera forse troppo grande per me, troppo pesante per la mia schiena. Neanche a farlo apposta, mi arrivò un messaggio da uno dei manager.
“Ciao Niall, ti mando il link di un articolo che hanno scritto su di te. Stai andando alla grande, mi raccomando! Ah, stai attento a non farti vedere con Faith, rovinerebbe tutto quello che stiamo cercando di fare”
Aprii il link, che mi indirizzò ad un sito di gossip. Il titolo occupava mezza pagina, “Niall Horan più romantico che mai”, e sotto una mia foto mentre baciavo Lizzie. “Niall Horan dei One Direction sta passando i giorni più dolci della sua vita con la sua altrettanto dolce metà, Lizzie Sand, una modella che sicuramente tutti gli invidieranno. Ha finalmente messo la testa a posto, adesso anche lui ha fa coppia fissa con una bellissima ragazza, che siamo sicuri lo renderà felicissimo! Ci aspettiamo anni di amore per loro, e chissà che il futuro non porti loro un paio di anelli e un vestito bianco?”
Mi imposi di non leggere più quelle stupidaggini, perchè tali erano. Fantastico, pensai, ecco come mi vede il mondo, ora devo stare con questa fino alla fine dei miei giorni. Poi mi venne in mente un’altra cosa ... Faith avrebbe sicuramente letto articoli come quello da quel momento in poi, come l’avrebbe presa?
 
POV Faith
Mancavano dieci minuti all’inizio del film e io ero fuori dal cinema ad aspettare Harry che sembrava non arrivare mai più. Lo stavo mentalmente maledicendo perchè non rispondeva nè a messaggi nè a chiamate, quando iniziò a piovere. E non era pioggerellina primaverile, era un potentissimo acquazzone. Aspettai altri dieci minuti, bagnandomi completamente, finchè non decisi di tornare a casa di Harry, lui non sarebbe arrivato. Non si era fatto sentire tutto il giorno, neanche un messaggio, e pensare che mi aveva promesso che sarebbe arrivato in tempo per il film. Sì, ero delusa, non lo nego, capivo perfettamente che volesse stare con Mandi, ma avrebbe dovuto avvisarmi prima. Entrai in casa arrabbiata e fradicia, e corsi di sopra ad asciugarmi. Mentre mi passavo il phon sui capelli, Harry si degnò di chiamarmi.
-Faith, non faccio in tempo a venire per andare al cinema- disse lui, e udii la risata di Mandi dall’altro capo del telefono.
-Davvero? Non me ne ero accorta- risposi io sarcastica.
-Dove sei tu ora?-
-Sono nel bagno di casa tua ad asciugarmi perchè ti ho aspettato un sacco di tempo sotto la pioggia, tu non ti sei degnato nemmeno di avvisarmi, e se mi viene anche solo un raffreddore me la pagherai-
-Mi dispiace ... beh, non dovevi andarci, dovevi aspettare che io ti chiamassi-
-Stai scherzando, vero? Non ti fai sentire da stamattina!- stavo veramente iniziando ad irritarmi, non mi ero mai arrabbiata con lui ma quella sera stava veramente superando il limite.
-Volevo dirti che non ci sono per cena, mi dispiace ... mi fermo a dormire qui, partiamo domani mattina, okay?-
A quel punto stavo veramente per mettermi a urlare, se l’avessi saputo non sarei sicuramente andata da lui, me ne sarei stata a casa mia a Londra.
-Senti, io prendo un treno e torno stasera, non ne posso più dei tuoi cambi di programma, se vuoi stare con lei dillo subito, se mi hai fatto venire fino a casa tua solo per farmela conoscere e non per passare del tempo con me, direi che posso anche andarmene-
-Non arrabbiarti, ti ho detto che mi dispiace, noi ci vediamo tutti i giorni, io Mandi chissà quando la rivedo!-
-Harry me l’avevi promesso, ti ricordi? Mi avevi detto che avremmo passato del tempo insieme oggi-
-Lo so ... ti chiedo scusa-
-Io parto stasera. Ci vediamo quando ricomincia il tour-
Gli chiusi il telefono in faccia prima di sentire qualsiasi altra risposta. Subito dopo mi sentii un po’ in colpa per il tono di voce che avevo usato nei suoi confronti. Ero nervosa, la storia con Niall mi stressava tantissimo e spesso ero maleducata, okay, ma Harry non si stava minimamente impegnando per guadagnarsi la mia gentilezza.
Un’ora dopo ero sul treno per Londra.





Spazio autrice
Ciao belle\i! Ecco un nuovo capitolo, prima che un'altra settimana mi schiacci. Mi dispiace che ci siano visualizzazioni ma nessuna recensione ... mi dispiace che questa storia possa non piacere, ma vi chiedo per favore di dirmi quello che ne pensate, io voglio scrivere quello che voi preferite, voglio indirizzare la storia di modo che incontri maggiormente i vostri gusti... mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate, almeno solo per avere la consapevolezza che non sto scrivendo al vuoto.
Comunque grazie a chiunque legga la mia storia, a me basta già così. Ah, e grazie perchè il prologo è vicino vicino alle 100 visualizzazioni (98!). Grazie anche alla ragazza che segue la storia, che mi pare si chiami Giada, spero di non avere sbagliato! Grazie sei un tessssoro :-* 
Anyway, le mie intenzioni per il futuro ancora incerto di questa storia sono:
1 - "ampliarla", ossia definire meglio altri personaggi (per esempio Zayn, Liam, Louis ecc.)
2 - trovare qualche idea originale per i capitoli successivi 
3 - fare qualcosa che incontri i vostri gusti, sarebbe bellissimo

Ho in mente so many things per il prossimo capitolo, quindi spero con tutta me stessa che lo leggerete. Vi chiedo ancora scusa se scrivo cose poco decenti, ma non è proprio il mio momento migliore. 
Ora vado, dopo le mie 1324567887624345672 righe di spazio autrice. (mi dite se volete una canzone come "sottofondo" di ogni capitolo, come qualche capitolo fa con Skinny Love? Thanks)

A presto!

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Capitolo 8
*** Fragile ***


FRAGILE


Feci un respiro profondo quando appoggiai le mie valigie sul pavimento del mio appartamento; il viaggio mi aveva stancata, ed ero ancora un po’ irritata. Non mi faceva piacere essere così acida, ma ... ma per certe cose lo diventavo facilmente. Mi era morto il telefono durante il tragitto, e quando lo misi in carica mi accorsi che avevo ricevuto diverse chiamate. Richiamai Harry, volevo anche chiedergli scusa per la mia reazione, anche se lui aveva torto, su questo non avrei cambiato idea.
-Faith, dove sei? Perchè non rispondi?- chiese lui preoccupato ancora prima di salutarmi.
-Sono a casa, mi si era scaricato il telefono-
-Scusami, davvero, sono stato un maleducato, avevo intenzione di passare del tempo anche con te ma poi non ho saputo organizzarmi, sono stato un pessimo amico, vero?-
-Un po’- risposi io freddamente.
-Lo so ... mi dispiace davvero tanto ... cosa posso fare per farmi perdonare?-
-Stai tranquillo ... soltanto magari la prossima volta avvisami prima-
-Mi dispiace ... mia madre si è arrabbiata un sacco con me, ha detto che sono un maleducato e che non so gestirmi, lo pensi anche tu?-
-No ...penso solo che tu non sia stato molto corretto, tutto qui. Ma è anche colpa mia, sono molto nervosa-
-Domani mattina torno, ci vediamo?-
-Okay, vieni a pranzo da me?-
-Va bene. Scusami ancora, ti prego, mi sento in colpa ...-
-Tranquillo, è a posto così-
-Buonanotte Faith-
-Buonanotte- chiusi la telefonata, ero stanchissima, volevo solo dormire, a scusarlo ci avrei pensato il giorno dopo. Mentre stavo per entrare nel letto mi accorsi delle numerose chiamate di Niall, così lo richiamai, ma non rispose; evidentemente era occupato ... non riuscii a fare a meno di precipitarmi su Twitter, sapevo che la cosa mi avrebbe ferita, ma lo feci lo stesso. C’erano come minimo il triplo delle foto che avevo visto il giorno precedente. Era disgustosa l’ostentazione che volevano fare della loro “relazione”. Lo sguardo di Niall era indifferente, quasi scocciato, mentre Lizzie ... Lizzie era proprio innamorata. Lo guardava come si guarda un fiore stupendo, un tramonto mozzafiato, non staccava gli occhi da lui un attimo, era così presa dal suo fascino ... chiunque avrebbe detto che era innamorata persa. A quel punto un dubbio mi incendiò: se Niall si fosse accorto di quanto piaceva a Lizzie, e avesse constatato che lo amava più di quanto lo amassi io? Io non conoscevo quella ragazza, ma se davvero fosse stata meglio di me a volergli bene? Non volevo perdere Niall, ma se fosse successo perchè io non lo amavo abbastanza? Non avrei potuto sopportarlo. Io non ero brava a dimostrare il mio affetto alle persone, avrei tanto voluto essere migliore. Il mio contorto ragionamento fu interrotto dalla faccia di Niall sullo schermo del mio cellulare, mi stava chiamando.
-Ciao Niall- dissi io rispondendo alla chiamata.
-Scusami amore se non ti ho risposto, ero in camera con Lizzie, ora sono riuscito a uscire ... tu piuttosto, mi sono preoccupato, dov’eri?-
-Ero in treno e mi si è scaricato il telefono. Sono tornata a casa. Tu come stai?-
-Guarda, per fortuna partiamo domani mattina perchè non ne posso più. Volevo solo dirti che domani pomeriggio, non voglio sentire scuse, ti rapirò per portarti in un posto che non ti dirò, e non ti dirò nemmeno quando torneremo. Almeno sei avvisata- ridacchiò lui dall’altro capo del telefono.
-Mi devo spaventare?-
-Mmh ... dipende. Solo nel caso in cui io rifiuti di riportarti a casa-
-Ma che valigia devo preparare? Per quanti giorni? Dove andiamo?-
-Non ti dico niente! Porta vestiti normali per ... massimo quattro giorni penso-
-Okay ... non vedo l’ora di rivederti- sospirai io pensando al giorno successivo, in cui l’avrei finalmente rivisto.
-Anche io. Ora devo tornare in camera ... ci vediamo domani allora-
-Sì. Buonanotte Niall- sorrisi io prima di chiudere la telefonata. Mi rotolai fra le coperte per un po’ di tempo, chiedendomi dove mi avrebbe portata. Ero felicissima di poter finalmente passare un po’ di tempo lontano da tutti, soprattutto in quel periodo in cui mi sembrava di non poter fare a meno di Niall. Era normale, eravamo all’inizio di una relazione e l’altro ci appariva indispensabile.
Passai la mattina seguente a preparare la valigia per il viaggio misterioso, finchè non arrivo Harry, che mi guardò con uno sguardo da cane bastonato quando gli aprii la porta.
-Harry, non fare il bambino, entra dai-
-Ti ho portato delle cose per addolcirti, in caso tu non mi voglia più vedere, per farti cambiare idea e farti capire che non sono il maleducato che sembro-
-I film mentali che ti fai, non se li fa nessuno Harry-
Tirò fuori da un sacchetto un’enorme torta al cioccolato, e io effettivamente cambiai all’istante idea su di lui.
-Okay, ero arrabbiata, ma potrei rimandare la predica che vorrei farti a dopo il dolce ...- sorrisi prendendo la scatola dalle sue mani e portandola in cucina, dove avevo già apparecchiato. Harry, mentre mangiavamo il pollo, notò la valigia sul pavimento.
-Parti?-
-Sì, viene Niall a prendermi-
-Davvero? E dove andate?- chiese lui sorridendo maliziosamente.
-Non lo so. Ha detto che è una sorpresa- arrossii io continuando a mangiare.
-Wow. Che carino che è-
-Gia ... e tu, con Mandi? Come funziona ora?-
-Funziona che verrà a Londra a trovarmi, e poi quest’estate potrebbe venire in tour-
-Sai che viene anche Lizzie in tour?-
-Sì ... ti secca, vero?-
-No, figurati. Sarà piacevolissimo vederla baciare il mio ragazzo- risposi io sarcastica.
-Beh ... prima o poi le parlerà di voi-
-Lo spero ...-
Continuammo a chiacchierare e terminammo il pranzo divorando il dolce. Dopotutto gli volevo davvero bene a Harry, ogni tanto mi faceva arrabbiare, ma non potevo non perdonarlo. Guardammo qualche stupido programma alla tv, stravaccati sul divano, la mia testa appoggiata alla sua spalla e le sue braccia intorno a me.
-Facciamo che per stavolta ti perdono. Però se ti dimentichi un’altra volta di me ti ammazzo- dissi io continuando a guardare la televisione.
-Ti devo un pomeriggio di shopping-
-Sarebbe divertente fare shopping con te- esclamai girandomi verso di lui. In effetti sì, mi sarebbe piaciuto andare in giro con Harry, era uno dei pochi ragazzi a cui piaceva andare in giro per negozi. Si vestita perfettamente, anzi, a volte durante il tour prendevo in prestito alcune delle sue t-shirt perchè mi piacevano troppo.
-Un giorno ci organizziamo, dai. Mi sa che è meglio che vado, tra poco arriva il tuo principe- sorrise lui maliziosamente. Io gli tirai uno schiaffo sulla spalla, prima di alzarmi. Gli chiesi di venire in camera mia per aiutarmi a scegliere un vestito adatto, anche se non sapevo dove sarei andata. Lui si sdraiò sul letto mentre io gli mostravo metà del mio armadio.
-Questo ti starebbe alla perfezione- constatò prendendo in mano una gonna a fiori. Io non ero molto convinta, ma la provai lo stesso, e lui mi convinse a scegliere quella, forse per finire lì quella prova infinita di vestiti. Mi salutò augurandomi una buona vacanza, e io aspettai Niall, che mi sembrava non arrivare mai. La curiosità mi stava uccidendo, volevo sapere dove mi avrebbe portato, anche se per me era abbastanza averlo semplicemente tutto per me per qualche giorno. Ad un certo punto sentii un clacson provenire da fuori, e quando mi affacciai vidi Niall, bellissimo come al solito, che mi sorrideva sporgendosi dal finestrino. Presi tutte le mie cose e mi precipitai nella sua macchina. Lui, senza nemmeno salutarmi, iniziò a baciarmi, e io capii che davvero mi mancava, mi era mancato più di quel che pensavo. Mi mancava tutto di lui, nonostante eravamo stati distanti per pochissimi giorni, mi mancava il suo profumo, i suoi occhi e il suo sorriso.
-Ciao Niall- sorrisi io allontanandomi di pochi centimetri. –Mi sei mancato- dissi prima di ricominciare a baciarlo.
-Anche tu mi sei mancata- rispose lui guardandomi come si guarda qualcosa di meraviglioso, e io, come sempre sotto il suo sguardo, arrossii e abbassai lo sguardo. Azionò l’auto e appoggiò la mia mano sulla sua gamba, stringendola fra le sue dita, come se non volesse lasciarmi andare.
-Ora mi dici dove stiamo andando?- lo pregai guardando fuori dal finestrino, prima che lui facesse cenno di no con la testa, e io sbuffai di risposta.
-Com’è andata a Parigi?- proseguii io guardando verso di lui.
-Noiosissimo ... andavamo in giro con delle guardie del corpo che continuavano a dirmi di baciarla, e lei non poteva esserne più felice, anche se non capiva perchè dovessero dircelo-
Da quel che mi disse capii che non le aveva ancora parlato di me e dei manager, ma decisi di fare finta di niente.
-Ho visto un sacco di posti in cui mi piacerebbe portarti- sorrise lui guardandomi; in effetti mi sarebbe piaciuto davvero tanto andare a Parigi con lui, ma non si poteva fare, finchè la nostra relazione era così “problematica”.
-Comunque ... no, non le ho parlato- disse Niall tornando serio, come se mi stesse leggendo nel pensiero –lo farò comunque. È che ... non so, ma non sono riuscito a dirglielo- Guardava fisso davanti a sè, era improvvisamente diventato molto teso.
-Non preoccuparti ... non è un problema- sussurrai io, non volevo parlare di quella cosa, che sapevo lo faceva star male. –Adesso non ne parliamo, dai, godiamoci questa misteriosa vacanza in un posto misterioso- Lo feci sorridere, e per me quel sorriso un po’ triste era tutto, mi bastava vederlo tranquillo. Tolse una mano dal volante e la appoggiò sulla mia gamba, mentre io continuavo a guardarlo, era così bello, così perfetto ai miei occhi. Parlammo di un sacco di cose, il viaggio mi sembrava non finire mai, e quando esaurimmo gli argomenti la mia pazienza stava iniziando a cedere. Continuavo a chiedergli dove mi stesse portando, e la sua risposta era sempre “non te lo dico”.
-Eccoci, due minuti e siamo arrivati- disse lui, e io esultai, felice di scoprire dove stessimo andando. Sapevo che non eravamo troppo lontani da Brighton, ed ero entusiasta di essere al mare. Entrammo in un giardino fantastico, il cancello era bianco, il prato era verdissimo, c’era un’immensa piscina, che catturò subito la mia attenzione. Scesi dalla macchina quando Niall mi aprì la portiera, e rimasi senza parole, era tutto perfetto: la casa era da sogno, il portico in legno aveva fiori ovunque, c’erano un sacco di sdraio e aiuole, era tutto fantastico.
-E’ tua?- domandai io sbalordita, mentre lui annuiva.
-Ti piace?-
-La adoro!- esclamai io entusiasta, quel posto era magico, mi ci sarei voluta trasferire. Ma il meglio arrivò quando, voltandomi, scoprii che eravamo vicinissimi al mare. –Niall ma è meraviglioso!- sorrisi io stringendomi a lui.
-Sono contendo che ti piaccia- sussurrò fra i miei capelli, per poi baciarmi una guancia. Entrammo in casa, che era tanto meravigliosa dall’esterno quanto magnifica all’interno, e posammo le nostre cose. Mentre Niall preparava la cena, io mi dedicai all’esplorazione delle stanze, che erano una più bella dell’altra, c’erano un sacco di vetrate che illuminavano l’ambiente, e l’arredamento era perfetto. Dopo essermi fatta una doccia scesi in cucina, dove il mio ragazzo stava cucinando qualcosa ai fornelli. Mi avvicinai e lo strinsi da dietro, posando la guancia sulla sua schiena, mentre osservavo gli spaghetti ai frutti di mare che stava preparando.
-Niall ti prego, dimmi che non torneremo più a casa-
-Mi piacerebbe- ridacchiò lui prima che il suo telefono iniziasse a squillare. –Scusami- disse mentre si staccava da me e andava a rispondere; quando prese in mano cellulare e rispose alla chiamata, la sua angelica espressione mutò completamente, diventando molto cupa.
-Davvero? Non li ho visti ... no, ti prego, lasciaci almeno un giorno o due, non se ne accorgerà nessuno, ti prego ...- Il suo tono di voce si faceva sempre più desolato, mentre usciva dalla cucina per proseguire la telefonata in salotto.
-Per favore, non mi sembra di chiedere tanto, te lo chiedo per favore ... Okay. Va bene ... però a me così non va, non ne posso più-
Tornò in cucina, mentre io lo guardavo con uno sguardo interrogativo negli occhi, volevo sapere con chis tava parlando. Lui ricambiò il mio sguardo con un’espressione dispiaciuta, mentre si avvicinava ai fornelli e spegneva il fuoco.
-Faith ... dobbiamo tornare a Londra- esclamò con una punta di rabbia, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime, non volevo andarmene. Capii che a chiamarlo era stato un manager, qualcuno ci aveva visto insieme, e Niall non poteva fare la figura del donnaiolo che appena tornato dalla vacanza con la sua fidanzata si faceva vedere con un’altra.
-Perchè?- chiesi, mentre il nodo alla gola mi si stringeva sempre di più.
-Mi dispiace- fece lui senza rispondere alla mia domanda; buttò nella spazzatura gli spaghetti che stava preparando, prendemmo le nostre valigie e, dopo averle caricate in macchina, ripartimmo. Niall era cupo in volto, non mi aveva più rivolto la parola, teneva le mani sul volante e lo sguardo sulla strada, sembrava molto arrabbiato.
-Niall- sussurrai io sfiorando la mano che teneva appoggiata sulla gamba, ma lui la ritrasse, riportandola sul volante. Io sospirai, avrei voluto semplicemente non essere trattata così, non era colpa mia se non potevamo frequentarci.
-Niall, scusami, potresti spiegarmi?- domandai, anche se ero quasi certa di conoscere già la risposta.
-Non mi va di parlarne- sbottò lui senza nemmeno guardarmi. Io appoggiai la testa al finestrino, mentre una lacrima rigava la mia guancia, non mi piaceva per niente quando era così lunatico. Si voltò verso di me e si accorse che stavo piangendo, ma io mi asciugai le lacrime prima che potesse dirmi qualcosa.
-Scusami, non volevo trattarti così, perdonami ...- sussurrò Niall accarezzando la mia guancia.
-Fa niente- risposi io continuando a guardare la strada.
-Ti prometto che sistemerò tutto, te lo prometto-
-Niall, smettila di promettere cose che sai già che non farai. Non promettere niente, fallo e basta, no? Lo so che questa situazione per te è scomoda, ma come pensi che mi faccia sentire il fatto di dovermi sempre nascondere, pensi che per me sia semplice fare quello che sto facendo? Pensi che io non abbia sensi di colpa verso Lizzie, che per quanto vorrei non esistesse, non posso fare a meno di notare quanto sia innamorata di te? Non promettermi niente, ti prego, ma fallo e basta-
-Hai ragione ... hai ragione, non ho nessuna scusa. Mi dispiace, non voglio che tu stia male per questo-
Io alzai le spalle, non avevo voglia di continuare quel discorso. Il viaggio di ritorno fu senz’altro meno piacevole di quello di andata, ogni discorso che cominciavamo finiva con uno dei due che rispondeva in modo parecchio maleducato, eravamo entrambi insopportabili.
-Faith ... potresti fermarti a dormire con me?- mi chiese lui mentre eravamo nei paraggi di casa sua. Io annuii, anche se non ero molto entusiasta della cosa.
-Grazie- disse lui abbozzando un sorriso. Entrammo in casa sua, che era un po’ meno ordinata della prima volta che la vidi; la prima cosa che decidemmo di fare fu chiamare delle pizze, eravamo davvero affamati. Le mangiammo sul divano, guardando uno stupido programma in tv. Niall mi teneva stretta tra le sue braccia mentre la televisione trasmetteva un film romantico abbastanza sconosciuto, dopotutto era davvero tardi e non c’era nulla di interessante da guardare. A un certo punto sentii Niall tirare su col naso, mi voltai e stava piangendo. Rimasi sbalordita, non l’avevo mai visto piangere, e mi sembrava così strano; dopotutto lui non era il genere di persona che piangeva in pubblico, se ne vergognava moltissimo. Infatti si asciugò le lacrime non appena si accorse che lo stavo guardando, anche se dopo pochi secondi scoppiò in singhiozzi fra le mie braccia. Mi sembrava così piccolo e indifeso, con la testa nascosta nell’incavo del mio collo, mi sembrava così fragile, fragile come non l’avevo mai visto prima.
-Ehi, Niall ... cosa succede?- mormorai io prima che sollevò il viso, bagnato dalle lacrime, e mi guardò in cerca di aiuto.
-Io ... io non ce la faccio- singhiozzò lui, mentre io cercavo di asciugargli il volto, e lo tenevo stretto a me. –Non riesco a fare niente di buono, ti faccio star male, ma io non voglio, io ti voglio bene, io ...- non smetteva di piangere, e ogni sua lacrima era un pugno nello stomaco per me, non potevo vederlo in quello stato.
-Niall, stai tranquillo- sussurrai io baciandogli i capelli, mentre lui rimaneva stretto a me.
-Rimani con me stasera, ti prego- disse guardandomi negli occhi.
-Sì, Niall, rimango, te l’ho detto. Ora ... ora andiamo a dormire, dobbiamo riposare entrambi- lo feci alzare e ci incamminammo mano nella mano verso camera sua, era tardi e avevamo bisogno di dormire, ai problemi ci avremmo pensato la mattina seguente. Mi sdraiai accanto a lui, che mi teneva stretta, come per non lasciarmi andare, e io non avevo assolutamente intenzione di allontanarmi dalle sue braccia calde.
-Sono fortunato ad averti con me- disse lui nel buio della stanza.
-Anche io ... ti voglio bene- risposi sorridendo, stringendo le sue mani.
-Non so come farei senza di te, io ... io non voglio farti star male-
-Niall, tranquillo, ora non ci pensare, okay? Riposati, ora sei solo stanco- gli baciai una guancia, per poi raggomitolarmi fra le sue braccia, addormentandomi con lui.
Mi svegliai per prima, e decisi, per tirargli un po’ su il morale, di scendere a preparargli la colazione. Speravo che il sonno gli avesse portato un po’ di tranquillità dopo la serata precedente; era così strano e doloroso per me vederlo piangere, volevo non accadesse mai più. Andai in cucina e, dopo aver trovato tutti gli ingredienti, iniziai a cucinare dei pancake, gli sarebbero piaciuti di sicuro. Sussultai quando sentii qualcosa sui miei fianchi, ma sorrisi non appena mi accorsi che erano le mani di Niall, che mi strinse da dietro mentre cucinavo.
-Buongiorno, stai meglio?- gli domandai mentre mi spostava i capelli per baciare la base del mio collo. Chiusi gli occhi per qualche istante, mentre lui era così vicino a me che potevo sentire il suo profumo.
-E’ bellissimo averti in casa- sussurrò senza allontanarsi troppo, prima di appoggiare il mento sulla mia spalla.
-Perchè hai la colazione pronta?- scherzai io girando il pancake sulla padella.
-No, stupida. Cioè, anche- ridacchiò stringendo leggermente la presa sui miei fianchi, prima di tornare serio –E’ bello averti con me, tutto qui-
Sorrisi, e ringraziai il fatto che lui non potesse vedere le mie guance che arrossivano. Portai i pancake sul tavolo e iniziammo a mangiare. Lui continuava a guardarmi, mi guardava con quello sguardo che un po’ mi imbarazzava, un po’ mi faceva sentire ... mi faceva sentire bella.
-Ti metto a disagio se ti guardo?- sorrise lui continuando a fissarmi. Io abbassai lo sguardo mordendomi il labbro e arrossendo di nuovo.
-Sei bella quando arrossisci- constatò prima di sfiorare la mia mano, provocandomi un brivido lungo la spina dorsale. –Sei tenera quando ti imbarazzi-
-Stai meglio, Niall?- chiesi riferendomi alla sera precedente.
-Sì- rispose abbassando lo sguardo. –Comunque ... prima o poi la faremo una vacanza vera, vedrai- proseguì abbozzando un sorriso, che fece sorridere anche me. –Oggi vado dai manager e chiedo di sospendere la cosa di Lizzie. Anzi, vado a vestirmi, vado subito, tu aspettami qui-








 Spazio autrice
Eccomi ancora ... chiedo scusa se questo capitolo non è fantastico, spero non vi abbia comunque delusi troppo, anche se mi sa che questa storia non la segue nessuno oltre quei 5\6, che comunque amo tanto, grazie 5\6 che avete letto l'ultimo capitolo :-*
Sarò ripetitiva, ma ci terrei tantissimo a leggere qualche recensioncina ina ina. Io metto i capitoli perchè mi piace scrivere questa storia, però non sarebbe affatto male sapere cosa ne pensate. Anche perchè ho parecchie idee per i prossimi capitoli!
Grazie, e buonanotte\buonasera\buongiorno\buon pomeriggio : )

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Capitolo 9
*** Verità ***


VERITA'
 
Aspettai Niall ansiosa, volevo sapere cosa gli avevano detto i manager. Avevo paura che sarebbe andata malissimo, forse non era quella la maniera di fare le cose, non precipitandosi in un ufficio in quel modo. Dopo nemmeno un’ora il mio ragazzo fece ritorno, e io lo tempestai di domande.
-Non ho risolto niente. Però ... però se non altro non si sono arrabbiati. Mi hanno detto che presto potremmo liberarci di Lizzie e stare insieme senza problemi. È già qualcosa, no?- disse lui togliendosi la giacca e baciandomi velocemente, prima di dirigersi in cucina e bere un bicchiere d’acqua.
-Sì, è già qualcosa. Sono più tranquilla adesso, presto sarà tutto risolto- sorrisi io stringendolo da dietro. Ero contenta, la situazione si stava sbloccando, o almeno così mi sembrava.
 
POV Niall
Le vacanze erano finite, si tornava a lavorare, gli Stati Uniti ci aspettavano. Io e Faith continuavamo a vederci come due ladri, non uscivamo mai da casa, ma a lei stranamente sembrava andar bene così. Le avevo mentito, dicendole che i manager non si erano arrabbiati. Lo erano eccome, mi dissero che avrebbero allontanato ancora di più me e Faith se continuavo a respingere Lizzie, ma questo la mia ragazza non lo sapeva. Non sapeva nemmeno che mi avevano vietato di dire la verità a Lizzie. Dopotutto non era una bugia grave ... semplicemente non avevo voglia di farla preoccupare.
Eravamo sull’aereo che ci avrebbe portato a Los Angeles, io e Lizzie siedevamo di fronte a Faith e Harry, che ci guardavano malissimo. La ragazza accanto a me non faceva altro che baciarmi il collo e starmi appiccicata, ma io non potevo respingerla, dovevo far durare quella storia ancora un bel po’ probabilmente. Faith mi guardava triste, poi si alzò sospirando per andare a sedersi qualche sedile più avanti con Liam, Louis e Zayn.
 
POV Faith
-Posso?- domandai ai tre ragazzi, indicando il sedile. Loro annuirono, e io mi accomodai, mentre Zayn scarabocchiava qualcosa, Liam messaggiava al cellulare e Louis ascoltava la musica guardando fuori dal finestrino. Sotto di noi c’erano solo nuvole, nuvole ovunque, un manto immenso e candido che sembrava cotone, mi faceva impressione sentirmi così distante dalla terraferma.
-Tutto bene?- mi sussurrò Zayn, che era seduto accanto a me. Io annuii, ma probabilmente non fui molto convincente, dato che me lo chiese ancora una volta: -Davvero, cos’hai che non va? Sei strana ... è per Niall?-
Ormai i ragazzi sapevano di noi, e io iniziavo a sentirmi meno dalla parte del torto. Annuii anche a quella seconda domanda, pensando a Lizzie fra le braccia del mio, del mio ragazzo, Niall era il mio ragazzo.
-Mi dà solo fastidio vederli, preferisco ... preferisco star lontana da loro, non ... non riesco a vederli insieme- risposi voltandomi verso del moro.
-Vedrai ... vedrai che presto potrete comportarvi normalmente- mi consolò Zayn non molto convinto. Io sorrisi, ma il mio era un sorriso stanco, stufo di fingere, e mi appoggiai alla sua spalla.
Dormii diverse ore, e i ragazzi fecero lo stesso; ce ne pentimmo molto quando, arrivati a Los Angeles, era già sera e in teoria dovevamo dormire ancora. L’hotel era monumentale, lussuosissimo, osservavo ogni dettaglio come se fossi in un museo. Io ero in camera con Harry e Louis, Zayn stava con Liam e Niall ... lui stava con Lizzie.
-Io non ho sonno- si lamentò Louis, lanciandosi su uno dei due enormi letti matrimoniali.
-Nessuno ne ha Louis, si chiama fuso orario, sai- commentai io forse un po’ troppo acida. Ero sempre intrattabile, lo sapevo, ma non ero dell’umore giusto. Mi sedetti sul letto accanto a Louis, e lui, prendendomi per un braccio, mi tirò verso di sè facendomi sdraiare vicino a lui.
-Dai, sii un po’ più dolce- mi sussurrò facendomi il solletico, cosa che io soffrivo tantissimo. Scoppiai a ridere fortissimo, come ogni volta che qualcuno mi torturava in quel modo. Quel ragazzo aveva il magico potere di annullare ogni malumore, e se non ci riusciva con la parola lo faceva in un modo più “fisico”, diciamo. –Dimmi che mi vuoi bene e non volevi rispondermi male e sei felicissima di essere in camera con me- disse lui continuando a farmi il solletico; io non riuscii a rispondere, non smettevo di ridere, e dopo le mie richieste di smettere, Louis allontanò le mani da me, mentre io sospiravo dolorante. –Ti odio- sorrisi attorcigliandomi le coperte intorno. Harry in quel momento uscì dal bagno e venne a sedersi con noi, prima che qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire, erano Liam e Zayn, evidentemente anche loro non avevano per niente sonno. Io guardai in corridoio, sperando di intravedere Niall, ma non lo vidi; era sicuramente chiuso in camera con quella ragazza ... Chiusi la porta sospirando e andai a sedermi sul letto accanto a Harry, ascoltando i discorsi dei ragazzi, che stavano parlando di un film che io non avevo mai visto, così ben presto mi annoiai e iniziai a giocare col cellulare.
-Mandi dovrebbe raggiungermi a breve- Mi risvegliai quando sentii la voce del riccio. –Sono contento che venga in tour con noi. Insomma, sarà bello averla con me per un po’-
-Devi presentarcela prima o poi! Faith, com’è questa Mandi?- chiese Liam guardandomi.
-Simpatica, è carina, vero, Harry?- alle mie parole il riccio ovviamente annuì, sorridendo. Io, per quanto mi sforzassi di non essere egoista, non potevo fare a meno di essere gelosa di tutti loro, che potevano frequentare chi preferivano.
-Carina ma mai quanto te, tesoro!- scherzò Harry stampandomi un bacio rumoroso sulla guancia; era bello avere degli amici, spesso sottovalutavo la loro importanza, ma mi facevano davvero star bene, ed era quello per me l’importante. Continuammo a chiacchierare, finchè qualcuno bussò alla porta, e Zayn andò ad aprire. Non appena sentii la voce di Niall mi precipitai verso la porta, era solo, per una volta era senza Lizzie. Chiusi la porta dentro di lui e ci avviammo verso i ragazzi.
-Non sei il benvenuto, biondo- scherzò Liam mentre io e il biondo ci sedevamo sul secondo letto. –Infatti non sono venuto per te!- gli fece il verso Niall, baciando la mia guancia, e stringendomi forte.
-Mi ha rimpiazzato- disse Liam facendo l’offeso, mentre io mi accoccolavo fra le braccia del mio ragazzo. Avrei tanto voluto dormire con lui, ma sapevo bene che non era affatto possibile.
-Sei bellissima oggi- sussurrò Niall fra i miei capelli, mentre gli altri tornarono a parlare fra loro. In realtà ero stravolta dal viaggio, ero struccata e avevo i capelli in disordine, mi sentivo tutto meno che bella. –Niall, sono un mostro- sorrisi io mentre lui baciava il mio collo. –Ma smettila, per favore- rispose continuando quello che stava facendo. –Ora non dovresti tornare in camera?- gli dissi allontanandolo leggermente da me. –Ssh- sorrise lui spostando una ciocca dei miei capelli dietro il mio orecchio. –Si sta facendo la doccia, finirà tra mezz’ora ...-
-Guardateli, non sono carini?- ridacchiò Harry malizioso, interrompendoci; io arrossi e mi allontanai leggermente da Niall, che continuava a tenere un braccio intorno alla mia vita.
-Smettila!- disse il biondo, rimproverando l’amico. La loro breve litigata fu interrotta da qualcuno che bussò alla porta, e io andai ad aprire, ritrovandomi davanti Lizzie. Avrei tanto voluto lasciarla in corridoio e sbatterle la porta in faccia, ma non potevo farlo. Le feci il sorriso più falso che avevo, e la feci entrare, guardandola precipitarsi fra le braccia di Niall. Sbuffando andai a sedermi accanto a Harry, che mi guardò comprensivo, quella ragazza non era la benvenuta per nessuno. La guardai stretta fra le braccia di Niall, mentre senza preoccuparsi minimamente di noi, lo baciava senza fermarsi. Avrei voluto alzarmi e dirle che lei quel ragazzo non doveva nemmeno sfiorarlo, lui era mio, avrei voluto dirglielo, ma non potevo. Non potevo farci niente. –Ti amo- disse al mio ragazzo, che la stringeva forte, e io non potevo fare a meno di guardarli, anche se vederli mi feriva. Harry mi sfiorò la spalla, più per farmi distogliere l’attenzione da quella coppia che altro.
-Io avrei sonno- esclamai nella speranza che Lizzie se ne andasse.
-Come fai ad avere sonno, se abbiamo dormito tutto il giorno?- cinguettò la mora allonandosi, finalmente, da Niall.
-Senti, se ho sonno ho sonno, e per continuare a baciare sto ragazzo puoi anche andartene in camera tua- sbottai dirigendomi verso bagno.
-Che hai, tesoro, sei gelosa del mio ragazzo?- Alla sua voce mi arrestai un attimo, prima di voltarmi con un’aria di sfida dipinta in volto. La ragazza mi fissava con superiorità, mentre Niall aveva un’espressione triste, e il suo sguardo mi pregava di non fare scenate.
-Non credo proprio- sibilai dandole di nuovo le spalle. –Sfigata- ridacchiò lei provocandomi una rabbia che avevo contenuto da quando l’avevo vista per la prima volta. –Esci- dissi cercando di non agitarmi troppo, ma lei non mi degnò nemmeno di uno sguardo, e io iniziai davvero a perdere la pazienza. –Vattene da camera mia, per favore- ribadii senza alterarmi troppo, non ero quel genere di persona che urlava o faceva scenate, ma quella volta la mia pazienza stava davvero per esaurirsi.
-Ti dà fastidio vedermi con lui?- ridacchiò lei indicando Niall. –Guarda che mica è tuo-
A quella affermazione mi bruciarono le mani, non potevo sopportare quella strega. –Sì- balbettai io, prima che Niall mi fulminò con lo sguardo. Non ero riuscita a intrattenermi, ma per mia fortuna la ragazza non capì.
-Sì cosa?- chiese infatti Lizzie guardando prima me poi il suo “ragazzo”.
-Niente, niente, andiamocene in camera- concluse Niall facendola alzare e uscire dalla stanza. Quando lei fu in corridoio si avvicinò a me con in volto uno sguardo arrabbiatissimo. –Vedi di non rovinare tutto- ringhiò guardandomi con freddezza. –Niall, io non volevo, io ...- balbettai cercando di farmi perdonare. –Tu non capisci, davvero. Se continui così io e te ci dobbiamo lasciare per forza, hai capito? Non intrometterti nelle mie cose, per favore- Si voltò senza lasciarmi neanche rispondere e sparì in corridoio, lasciandomi a bocca aperta. Ero davvero dispiaciuta, non pensavo di aver fatto un tale danno, ma dopotutto lui mi aveva detto che i manager avevano quasi cambiato idea sulla questione ... Avevo parlato senza pensare, non avevo intenzione di rovinare tutto. I quattro ragazzi mi stavano fissando, così decisi di uscire dalla stanza, dopo aver preso un pacchetto di sigarette dalla mia borsa e andai a fumare su una terrazza. Io non fumavo mai, infatti il pacchetto era pieno, ma quando ero nervosa mi concedevo di farlo. E in quel momento ero estremamente nervosa.
-Che fai, fumi?- disse una voce alle mie spalle, facendomi voltare. Era Liam.
-Non sempre- risposi guardando le luminosissime luci di Los Angeles sotto di noi.
-Ti fa male- osservò appoggiandosi alla ringhiera accanto a me, mentre io alzavo le spalle di risposta.
-Mi dispiace ... per prima intendo. Sono sicuro che Niall ti ha risposto così perchè è nervoso, vedrai che si scuserà-
-E’ colpa mia ... siamo entrambi sempre nervosi per questa storia, non è bello neanche per me, lui non vuole parlare a Lizzie e mi aggredisce ogni singola volta che cerco di parlarne, io sono stanca, non ne posso già più dopo un mese, ho paura che lui mi lasci- dissi tutto d’un fiato, prima di spegnere la sigaretta in un posacenere. Lui mi prese fra le braccia senza parlare, che era esattamente ciò che volevo in quel momento, solo tranquillità, senza tante ramanzine inutili.
 
POV Niall
-Puoi spiegarmi cos’è successo con Faith per favore?- urlò Lizzie, che mi stava stressando da un’ora per la storia della risposta di Faith.
-Non urlare, per favore. Possiamo dormire un po’ per favore, almeno domani siamo svegli?- la pregai togliendomi la maglia.
-No! Tu adesso mi devi dire cosa mi nascondi, perchè tu mi nascondi qualcosa, hai un’altra vero? Io non ti piaccio, ti piace lei, vero? E non mi hai mai amata, ho ragione?-
Sbuffai, passandomi una mano fra i capelli. Per colpa di Faith ora ero nei casini fino al collo, per colpa sua stavo per rovinare tutto. Mi avevano detto più e più volte di non dire niente a Lizzie, ma cosa potevo fare?
-Lizzie, ti devo parlare- dissi facendola sedere accanto a me sul letto. Non so dove trovai il coraggio, ma le spiegai tutto, dai manager alla copertura, alla mia vera ragazza, al fatto che io amavo un’altra persona. Finito il discorso mi accorsi che i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime, infatti scoppiò a piangere poco dopo, coprendosi la bocca con le mani. Mi sentii in colpa, sebbene per lei non provassi nulla, mi sentii tremendamente in colpa.
-Sei uno stronzo- sussurrò fra i singhiozzi –io ero innamorata di te, io lo sono ancora, lo sono davvero. E tu mi hai solo preso in giro, non hai fatto altro finora-
-Lizzie, non è colpa mia-
-E’ tutto quello che sai dire?- sibilò alzandosi e allontanandosi da me.
-Dobbiamo ... dobbiamo restare insieme Lizzie, non possiamo farci niente-
-Esci, per favore, non voglio dormire con te-
-Dove vado?-
-Non me ne frega niente!- gridò aprendo la porta e spingendomi fuori. Mi trovai in mezzo al corridoio, non sapevo dove andare; non potevo andare in camera di Harry e Louis perchè stavano con Faith, così decisi di chiedere ospitalità a Zayn e Liam. Per fortuna mi ricordavo il numero della loro stanza, quindi bussai ed entrai, sperando che non mi tartassassero di domande.
-Che bella faccia che hai ...- commentò Zayn mentre io mi lanciavo sul letto. –E’ la mia faccia- risposi, affondando la testa nel cuscino –Dov’è Liam?-
-E’ fuori- mi disse lui sedendosi accanto a me. –Lizzie ti ha sfrattato?-
-Sì. Le ho detto di Faith e non l’ha presa bene. È un casino, Zayn, sono la persona più confusa del mondo-
-Ma tu chi vuoi?-
-Io voglio Faith- Di quello ne ero più che certo. Mi faceva arrabbiare, ed ero dispiaciuto per averle parlato male, a volte mi innervosiva, ma volevo lei. Mi causava un sacco di guai, ma volevo lei. Non volevo perderla, ma se pensavo a quello che mi aveva detto Lizzie, temevo il peggio. E se fosse andata dai manager? Se tutto fosse finito male e io e Faith fossimo stati costretti a lasciarci?
-E allora hai fatto bene a parlarle una volta per tutte-
-Sì, vedrai ora cosa succederà. Ci dovremmo lasciare-
-Non fare il pessimista, dai- commentò Zayn, mentre Liam faceva il suo ingresso nella stanza. –Che ci fai qua?- mi chiese quest’ultimo togliendosi la maglia e lanciandola sul letto.
-L’hanno cacciato- sorrise Zayn, prima di infilarsi sotto le coperte. –Niall, ma io quindi devo dormire con te?-
-Esatto, caro!- ridacchiai io lanciandomi su di lui, facendolo scoppiare a ridere. –Non ti piaccio?- lo provocai sorridendo, mentre lui sgusciò da sotto di me con un’espressione disgustata. –Che schifo, Niall, levati!-
-Per favore, non davanti a me- scherzò Liam coprendosi gli occhi con le mani. Guardammo un po’ di tv per ancora qualche minuto, prima di addormentarci, anche se io ci misi tantissimo tempo. Avevo paura di quello che sarebbe successo il giorno seguente, così dopo aver riflettuto per un po’, decisi che era meglio dormirci su.
Ci alzammo prestissimo, per colpa del fuso orario; in realtà erano le otto e mezza, ma per noi era l’alba. Scendemmo a fare colazione, e notai che c’eravamo tutti, Lizzie compresa, tranne Faith.
-Dov’è Faith?- chiesi a Harry, che era seduto accanto a me.
-E’ in camera. Ti avviso, oggi non sta bene-
-Se l’è presa così tanto?-
-Non è per quello ... quando la vedrai capirai, ecco-
-Harry, mi stai facendo preoccupare!-
Ci interruppe Lizzie, con la sua voce squillante: -Niall, ci ho pensato- disse sedendosi accanto a me. Evitai di farle notare che ero impegnata in un’altra conversazione, non avevo voglia di discutere.
-Ci ho pensato e volevo dirti che per me va bene. Facciamo questa pagliacciata, poi alla fine del contratto basta-
-Grazie- dissi io, stupito dalla sua comprensione.
-Però sappi che non sono d’accordo, anzi, sappi che non sopporto la tua ragazza-
Non risposi, pensai semplicemente che, siccome era già tanto aver ottenuto il suo consenso per quella cosa, era meglio stare zitto. Dopotutto non potevo pretendere che mi adorasse dopo aver scoperto che l’avevo “presa in giro”. Non parlammo più, ognuno mangiò la sua colazione in religioso silenzio, poi io salii in fretta a bussare alla porta di Faith. Non appena mi aprì sbiancai alla vista dell’enorme livido scuro che le occupava gran parte dello zigomo destro.
-C-che hai fatto?- balbettai, mentre lei mi faceva entrare con un’espressione triste e rassegnata.








 Spazio autrice
Eccomi! Sono contentissima che le visualizzazioni siano leeeeggermente aumentate. Le recensioni mancano sempre, ma fa lo stesso, io continuo a scrivere perchè mi piace, perchè mi distraggo, perchè mi fa star bene. Se notate qualcosa che non va, fatemelo sapere, le critiche sono ben accette! Spero di non deludervi!
Beh, per quanto riguarda il capitolo, Niall ha finalmente parlato a Lizzie, ma i problemi non finiscono, anzi ... si vedrà!
Avete visto Sanremo? A me è piaciuto solo Ed (eravamo nella stessa provincia, wow :') ). Per il resto non mi ha fatto impazzire purtroppo, speravo vincesse Chiara. 
Lasciate una recensione se vi va!
Un bacio :-*

 

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Capitolo 10
*** Lacrime ***


Canzone: Sad Beautiful Tragic (rainy mood) - Taylor Swift: https://www.youtube.com/watch?v=35snvcjItYA

LACRIME

-Sono caduta- sussurrò sedendosi sul letto e tenendo lo sguardo basso, e io mi misi vicino a lei. Non ero molto convinta della sua spiegazione, non era possibile, cadendo, farsi un livido di quel tipo.
-Chi è stato?- le chiesi, prima che mi fulminasse con lo sguardo, come se la mia domanda l’avesse colpita in pieno, e io capii di aver centrato l’obbiettivo: era stato qualcuno a ridurla così, non era successo nessun incidente.
-Ti ho detto che sono caduta- ripetè Faith con voce incrinata, abbassando nuovamente lo sguardo. Io la osservai senza parlare, e vidi una lacrima rigarle lentamente il viso, e prima ancora che io potessi asciugarla ci pensò lei, voltandosi dall’altra parte. Non penso le piacesse molto farsi vedere mentre piangeva, non voleva apparire fragile ai miei occhi.
-Ehi- sussurrai accarezzandole una guancia e stringendola fra le mie braccia. –Puoi dirmi cos’è successo?- Scoppiò a piangere, mentre io cercavo di calmarla accarezzandole i capelli. Mi faceva male vederla in quello stato, mi faceva sentire impotente nei suoi confronti, volevo assolutamente fare qualcosa per farla stare meglio.
-Ieri sera Lizzie si è arrabbiata ... le hai parlato tu?- singhiozzò Faith tra le mie braccia.
-Sì, le ho parlato io. È stata lei a ridurti così?-
-Niall, non dirlo a nessuno- mi disse con il panico negli occhi, per poi posare di nuovo la testa con la sua spalla. Ero sconcertato dai livelli a cui era arrivata Lizzie, avevo sentito di ragazze che facevano risse peggiori dei maschi, e sapevo che se volevano diventavano persino più perfide, ma mai avrei immaginato che sarebbe successo nel mio caso.
-Sono stanca di tutto questo ...- sussurrò, e io pensai a tutte le volte in cui me l’aveva già detto. Anch’io ero stanco. Però credevo in noi, volevo lei, volevo solo lei. Forse per lei la nostra storia non era così importante ... no, non potevo pensare quelle cose, lei mi amava. Ne ero certo.
-E ... e se noi ci prendessimo una pausa e ricominciassimo a frequentarci quando ... quando è finita la storia di Lizzie?- disse con voce rotta, allontanandosi leggermente.
-No- balbettai io, con un tremendo nodo alla gola –non puoi chiedermi questo-
-Io non sono la ragazza che fa per te- abbassò lo sguardo, ricominciando a piangere –un sacco di ragazze potrebbero darti molto di più- La guardai negli occhi: aveva un’ombra inquietante che li annebbiava, e io non sapevo se ci fosse altro a renderla così triste. Spesso avevo l’impressione di non sapere nulla di lei.
-Perchè pensi queste cose? Tu ... tu sei perfetta per me-
-Perfetta?! Io che mi arrendo alle prime difficoltà? Io che sono così instabile? Niall, ci sono migliaia di ragazze migliori di me, molto meno difficili di me-
-Non mi interessano, a me piaci tu. Sei bellissima, e ti capisco, sono stanco anch’io ma so che questa cosa finirà e presto sarà tutto fantastico. Ti prego ... non sarai sola, ci sono io- la tirai delicatamente verso di me, la sentii cadere a pezzi fra le mie mani. C’era qualcosa in lei che non riuscivo a capire fino in fondo ... qualcosa per la quale io non potevo fare niente.
-Scusami- sussurrò Faith stringendo la mia maglia fra le sue mani tremanti.
-Non devi scusarti-
-Tu sei così buono con me ... guarda come ti ripago io ...-
-Basta, ti prego. Ti ho detto che sei perfetta così, non voglio che tu abbia nessun senso di colpa-
Alzò lo sguardo, e io le accarezzai la guancia con una mano, delicatamente, senza farle male. Era così bella, anche con quel livido, anche con gli occhi pieni di lacrime. Per me era una meraviglia.
-Non dirai nulla a Lizzie, vero?-
-Ti ho detto di no, tranquilla- sorrisi io, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Spostando leggermente lo sguardo notai un borsone pieno e chiuso sopra l’altro letto.
-Perchè hai una valigia piena?- le domandai indicando alla nostra sinistra.
-Devo ... devo tornare a Londra. Ma torno in tempo per il concerto di dopodomani-
-Come mai devi andare?-
-Ho ... ho da fare delle cose-
-Cosa?- chiesi poco convinto delle sue spiegazioni.
-E’ il compleanno di una mia cugina e vogliamo farle una festa a sorpresa-
-Scusami, allora perchè non sei rimasta là e non sei venuta direttamente il giorno del concerto?-
-Perchè ... perchè mi ero dimenticata-
-Quando parti?-
-Vengono a prendermi fra mezz’ora-
-Avresti potuto avvisarmi-
-Scusami ... sono un po’ distratta in questi giorni ...-
-Lo vedo- dissi io, forse un po’ troppo irritato. La sua mi sembrava tanto una fuga, non me ne aveva parlato e non credevo a nessuno dei suoi motivi, e soprattutto non capivo perchè non me ne avesse parlato prima.
-Sei ... sei arrabbiato?- mi chiese asciugandosi le lacrime.
-No. Magari la prossima volta che te ne vai avvisami un po’ prima- mi alzai dal letto, andando verso la porta.
-Niall, non fare così- mi pregò lei raggiungendomi e afferrando un mio braccio, facendomi voltare.
-A me sembra tanto che tu mi nasconda qualcosa. Che c’è, non ti fidi di me?- esclamai irritato.
-Ti spiegherò ... ora non me la sento, davvero. Ma ti spiegherò. Ti prego, non essere arrabbiato con me- mi sussurrò prima di baciarmi le labbra, e io decisi di rimandare la predica che avrei voluto farle a qualche giorno dopo. Volevo sapere cosa mi nascondeva.
 
POV Faith
Era l’anniversario del giorno in cui Henry se n’era andato, tante cose erano cambiate, ma quel viso di bambino nella piccola foto ovale della lapide era sempre uguale. Chissà come sarebbe stato in quel momento. Provai a immaginarlo col volto allungato, magari la barba, e la voce più bassa; ma proprio non ci riuscii. Avrei tanto voluto averlo con me, avrei voluto passare del tempo con lui, ma non mi era possibile. Il vento lo aveva portato via come una foglia a novembre.
-Faith!- urlò una voce alle mie spalle. Mi voltai, ed era Cassey, che mi corse incontro fino a farsi sollevare dalle mie braccia.
-Cassey, come sei cresciuta!!- esclamai facendola scendere a terra. La guardai, era così bella, così sorridente, aveva sempre quello sguardo furbo che la caratterizzava da quando era piccola.
-Non sapevo che saresti venuta- disse sorridendo.
-Mi ero completamente dimenticata di oggi ... così sono tornata appena possibile. Riparto prestissimo-
-Potresti ... potresti passare da casa- sussurrò abbassando lo sguardo.
-Cassey, conosci meglio di me la situazione ... come stanno mamma e papà?-
-Bene ... la mamma ieri guardava le tue foto-
-Cassey, dove sei?- disse una voce fin troppo familiare alle mie orecchio. Era mio padre. Mi si fermò il cuore, non ci vedevamo da secoli. Rimanemmo in silenzio a fissarci per qualche secondo che a me sembrò eterno, gli occhi mi si riempirono di lacrime, avrei voluto correre da lui, ma lo sguardo truce sul suo volto me lo impediva.
-Ciao papà- balbettai rimanendo immobile. Lui prese mia sorella per un braccio e si allontanarono, svoltando l’angolo e andando verso la tomba di Henry. Io cercai di parlare, cercai di dirgli di venire da me, ma non uscì alcun suono dalla mia bocca. Mi venne in mente che doveva per forza esserci anche mia madre, ma non sapevo dove fosse.
-Vattene!- urlò mio padre, e in quel luogo così sacro e silenzioso la sua potente voce faceva rabbrividire ancora di più. Qualcuno intorno a noi si voltò sconcertato, dicendo a mio padre di fare silenzio, e io scoppiai a piangere. Avevo perso un’altra delle poche occasioni che avevo per legare di nuovo con la mia famiglia. Corsi in lacrime fuori dal cimitero, dove l’autista mi aspettava per riportarmi all’aeroporto, dovevo tornare subito a Los Angeles. Viaggiare così di corsa mi stressava, ma improvvisamente quello diventò l’ultimo dei miei problemi; avevo una famiglia distrutta a cui pensare. O meglio, la famiglia era intera, ero io che ne ero esclusa per sempre. Era come se in me vedessero Henry, e la cosa non piaceva, non andava bene. Avevano visto il mio carattere disgregarsi e diventare ruvido ed egoista, e neanche questo andava bene. Io e i miei genitori avevamo subito lo stesso trauma, ma non eravamo riusciti a superarlo insieme. Da quando ero rimasta solo io non eravamo più riusciti a fare nulla insieme. Eravamo tutti fragili, solo che loro hanno fatto la parte dei vincitori orgogliosi e io della perdente sconfitta, ma sotto la loro corazza e la mia fragile pelle il cuore faticava a battere per lo stesso identico dolore, ma eravamo tutti troppo ottusi per capirlo.
 
Arrivai a Los Angeles con il morale sotto i piedi, la sera successiva avrei dovuto suonare, ma al momento tutto quello che volevo fare era chiudermi in camera e lasciare il mondo fuori. Ma quando l’esplosione ce l’hai dentro, nessuna parete può ripararti dai colpi. Non passai neanche a salutare Niall in camera sua, un po’ perchè non ci pensai, un po’ perchè dopo mi ricordai che divideva la stanza con Lizzie. Andai direttamente in camera mia, e la trovai vuota. Era ora di cena, sicuramente Harry e Louis erano fuori a divertirsi e sarebbero tornati tardi.
“Ciao Niall, sono appena tornata”
scrissi sul cellulare mentre mi sdraiavo sul letto. Ero contenta di essere da sola, almeno nessuno mi avrebbe tempestata di domande. Niall non rispose nella mezz’ora successiva, e io mi addormentai, stanca di controllare il cellulare ogni minuto.
Feci incubi spaventosi, mi svegliai diverse volte nel cuore della notte, poi mi accorgevo che Harry era accanto a me e sospiravo, felice che quei sogni non fossero veri. Mi svegliai per l’ultima volta intorno alle nove e mezza del mattino seguente, e non provai nemmeno a riaddormentarmi, ma decisi di farmi una doccia per sistemarmi. Avevo un aspetto orrendo: il livido era leggermente meno evidente, ma a scurire il mio volto ci pensavano due occhiaie spaventose, risultato di una notte insonne. Finito di lavarmi uscii, e, come mi aspettavo, Harry e Louis erano ancora nel mondo dei sogni; sul mio cellulare trovai due messaggi di Niall, che mi avvisava che ci saremmo visti la mattina dopo e mi chiedeva come stavo.
-Ciao Faith- mormorò Harry con voce assonnata, rotolandosi verso di me. –Com’è andata?- chiese, siccome era l’unico che sapeva perchè ero tornata a casa. Io alzai le spalle e finii di vestirmi senza dire parola, proprio non mi andava di parlare di quello che era successo. –Ehi- continuò prendendomi una mano e mettendosi seduto. –Li hai visti?- a quella domanda io annuii, lui capì e rimanemmo in silenzio ancora per un po’. –Niall era preoccupato per te, non gli hai ancora parlato della tua famiglia, vero?-
-No- risposi, mentre lui si alzava per andare in bagno. –Non ancora-
Quella mattina non avevo nulla da fare: il pomeriggio invece l’avrei passato a promuovere il mio cd in alcune radio, mentre la sera mi aspettava un’esibizione in un locale. Il giorno dopo invece avrei ricominciato a fare concerti per i ragazzi.
Mentre scendevo nella sala della colazione notai qualcosa di diverso nell’aria: un ragazzo con in mano una chitarra stava parlando con lo staff del tour, e aveva con lui diverse valigie. Non appena uno di quegli uomini si accorse di me, mi venne incontro: -Faith, mi dispiace dirtelo, la decisione non è nostra, ma d’ora in poi non sarai più tu ad aprire i concerti- Alle sue parole sentii il mondo crollarmi addosso, non era possibile, avevo per forza capito male. –Perchè? È per la storia di Niall? È per quello?- domandai deglutendo per evitare di piangere come una bambina. L’uomo annuì, poi si scusò e tornò dai suoi colleghi.
-Non è giusto- esclamai io facendo voltare tutti. –La mia carriera non ha niente a che fare con quello che è successo con Niall. Non potete rovinarmela così, non erano questi gli accordi-
-Ci dispiace ... bisogna fare così- disse uno di loro, ma io stavo già fuggendo al piano di sopra, volevo chiudermi da qualche parte a piangere, volevo prendere a pugni un muro e urlare che non ne potevo più, non ne potevo più di pagare prezzi troppo cari per ognuna delle mie azioni. Non avrei avuto la possibilità di farmi conoscere, ma soprattutto, sarebbero finiti i giorni che passavo con i ragazzi, giorni in cui mi sentivo meno sola e riuscivo a sentirmi a casa. Finito. Tutto finito, non avrei più visto Niall ogni giorno, non avrei parlato per delle ore con Harry, non mi sarei più addormentata sulla spalla di Louis come facevo sempre, non avrei più giocato alla PlayStation con Zayn e non avrei più guardato film con Liam. Fantastico. Prima che me ne accorgessi, le lacrime avevano già riempito il mio volto, e prima che potessi accorgermene ero davanti alla stanza di Niall. Bussai, fregandomene del fatto che molto probabilmente stava ancora dormendo e fregandomene del fatto che con lui ci fosse Lizzie. Infatti venne ad aprirmi proprio lei.
-Che vuoi?- disse acida, e io fui pervasa dalla voglia di ricambiare il pugno che mi aveva dato. Era così perfetta, talmente perfetta da essere troppo finta. Aveva un fisico da urlo, era bellissima, era bellissima anche appena sveglia.
-Devo parlare con Niall, è urgente- mormorai lanciando un’occhiata dentro la stanza.
-Sta dormendo, è stanco, sai, stanotte siamo tornati tardi-
-E’ importante, fammi entrare- la supplicai, prima che mi sbattesse la porta in faccia. In preda a una crisi isterica corsi in camera mia, e sbattei la porta così rumorosamente da svegliare Louis, che stava ancora dormendo profondamente. Mi lanciai sul letto e scoppiai a piangere, e in quel momento piansi per tutto quello che avevo dentro, rabbia, dolore, delusione, tristezza, riversai ogni lacrima che avevo su quel cuscino bianco che odorava di hotel.
-Faith, cosa succede?- mi chiese Louis quasi spaventato venendomi incontro. In quel momento Harry uscì dal bagno e venne a sedersi accanto a me, e io mi feci stringere fra le sue braccia, continuando a piangere.
-Non aprirò più io i concerti- dissi fra un singhiozzo e l’altro, stringendo forte la maglia del riccio che continuava a tenermi stretta. Cercai di spiegare del ragazzo che avevo visto, di quello che mi era stato detto, poi ricominciai a piangere.
-Non è possibile- commentò Harry con un filo di rabbia, cullandomi fra le sue braccia. –Ti prometto che faremo il possibile per sistemare tutto-
-E’ per la storia di Niall- sussurrai io, e per un attimo pensai la cosa più terribile che potessi pensare. Pensai per un attimo che senza Niall la mia vita sarebbe stata migliore. Ma zittii subito quella voce nella mia testa, ricordando a me stessa che senza di lui sarebbe stato tutto molto peggio.
-Non ti devi preoccupare, cercheremo di aggiustare tutto- disse Louis cercando di sorridere.
-Non vi vedrò più- aggiunsi io asciugandomi le lacrime.
-Faith, ora devi calmarti, cerca di non pensarci- mormorò Harry con quella sua dolce e profonda voce, che mi calmava sempre, ma non lo fece in quel momento.
-Io ci tenevo tantissimo- dissi io, mentre la testa mi esplodeva a forza di piangere. –Ora devo fare la valigia-
Mi alzai e in religioso silenzio presi tutti i miei vestiti e li riposi nella mia valigia. Non riuscivo a rendermi del tutto conto di quello che stava succedendo, speravo fosse un incubo, ma era tutto vero. Tutto troppo vero, talmente reale da far male. Uscii dalla stanza, e per caso Niall e Lizzie stavano scendendo. Mentre la ragazza non mi degnò di uno sguardo, Niall la lasciò perdere e si precipitò verso di me preoccupato. –Amore che hai?- chiese guardando la mia valigia. Io gli spiegai tutto, poi scoppiai a piangere fra le sue braccia.
-E’ colpa mia- disse appoggiandosi a me, eravamo entrambi distrutti.
-No, Niall, non lo devi pensare- risposi io scuotendo la testa, mentre lui mi asciugava le lacrime. –Promettimi che mi chiamerai ogni giorno. E che appena sarà possibile ci vedremo. Perchè io senza di te non posso stare-
-Certo amore, io verrò ogni volta che potrò, non ti lascio, non ti lascio sola, e non me ne frega niente se cercano di separarci, io non posso dimenticarmi di te, non voglio, okay? Tu promettimi che sarai forte anche quando io sarò lontano, e che continuerai a pensarmi, ti prego- disse lui prendendo il mio volto fra le mani. Dopo che io annuii lui baciò le mie labbra, e la cosa più triste per me fu pensare che non avrei vissuto momenti dolci come quello per un po’.
-Comunque convincerò tutti a cambiare idea- aggiunse, accarezzando la mia guancia. –Io e te staremo insieme, presto potremmo urlarlo al mondo che siamo felici solo insieme-
-Ora ... ora devo andare- sussurrai, mentre un uomo vestito di nero ci disse di seguirlo in una stanza. Dentro questa stanza c’erano già gli altri quattro ragazzi e altri membri dello staff. Liam e Zayn erano sicuramente appena venuti a sapere di me, e mi guardavano tristi. C’era anche il ragazzo con la chitarra, che non era meno dispiaciuto degli altri, ma non sapeva nulla di quello che era successo nelle settimane precedenti.
-Faith non aprirà più i vostri concerti, li aprirà Jordan- disse uno dei manager, indicando quest’ultimo. Parlarono per un po’ del fatto che non era stato facile prendere quella decisione, che al momento non si poteva proprio fare altrimenti, e altre sciocchezze del genere. Quando tutti furono usciti i ragazzi vennero verso di me. Io li abbracciai tutti, uno per uno, rimasi a lungo fra le braccia di ognuno, già mi mancavano. Mi dicevano parole dolci, cercavano di consolarmi e dimostrarmi che erano dispiaciuti anche loro, e a me fece piacere. Per ultimo rimase Niall, così gli altri uscirono lasciandoci soli nella stanza. Mi accoccolai fra le braccia del mio ragazzo, e rimanemmo abbracciati per molto tempo. Inspirai il suo profumo, volevo ricordarmelo, non l’avrei più sentito per mesi.
-Cavolo se mi mancherai, Faith- sussurrò accarezzando i miei capelli.
-Anche ... anche tu- dissi io con la voce ancora rotta dal pianto. Dopo qualche minuto uscimmo e ci dirigemmo verso l’uscita sul retro dell’hotel, dove un autista era venuto a prendermi per portarmi verso un altro hotel. Il viaggio mi sembrò interminabile, fissavo le auto fuori dal finestrino, triste e delusa.
 
Passai una settimana tremenda, avevo un sacco di impegni, e facevo anche delle belle cose, ma non riuscivo a godermele perchè ero davvero giù di morale.
Quel pomeriggio avevo un servizio fotografico per un giornale, l’avrei fatto alla spiaggia, e cercai di esserne felice, o perlomeno contenta. Non appena giunsi al luogo dell’appuntamento con il mio staff mi venne incontro il fotografo, che mi guardò con uno sguardo imbarazzato. Quando capii chi fosse mi coprii la bocca con una mano, ero felice ma era anche strano rivederlo.
-Mike!- esclamai, mentre lui mi stringeva fra le sue braccia salutandomi.






 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo. Lo so era un po' triste, spero comunque che sia piaciuto a quei pochi che seguono la storia. E poi al momento non sono molto in vena di scrivere cose felici, spero di poter rimediare in futuro.
Se non vi è piaciuto, lasciate pure una recensione e ditemi dove posso migliorare!
A presto :-*


P.s. che ne pensate della storia di Melissa? Secondo me si è esagerato, dicendo che Niall ha spezzato il cuore alle fan e cose del genere ... Ha la sua vita, e il fatto che per questa ragazza siano semplicemente uscite più foto non significa che non abbia avuto nessuna storia prima. Poi secondo me nè lui nè nessun altro ha il dovere di dover dire tutto ai fan, non è mica nostro fratello. Poi non vedo la coerenza: gente che dice di volerlo felice, poi esce una sua foto in cui sorride a una ragazza e non va bene. Non capisco ... non capisco il comportamento di chi invade così quel briciolo di vita privata che rimane ai personaggi famosi come Niall. Io sono dell'idea che noi non sapremo mai tutto (giustamente) della sua vita privata, per quel che sappiamo noi potrebbe avere avuto trenta ragazze da XFactor ad adesso, e non vedo dove sia il problema, non condivido molto il pensiero di chi dice che non si interesserà più alle fan, penso che il lavoro e la vita privata siano due cose diverse, penso che ci metterà tutto l'amore e l'entusiasmo che ci ha messo finora, e onestamente non mi interessa più di tanto la sua vita privata perchè penso che ognuno dovrebbe avere la privacy che merita, e loro spesso non ne hanno affatto. 
Lo so, non c'entrava niente, comunque era il mio parere ... Non sto assolutamente dicendo che sono contro chi la pensa diversamente, questo è solo quello che penso io! E voi che ne pensate? : )


 

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Capitolo 11
*** Famiglia ***


FAMIGLIA

POV Niall
Mi mancava tutto di Faith, sapevo che non avrei sopportato la distanza per tutti quei mesi. Se una settimana mi distruggeva in quel modo, figuriamoci aspettare la fine del tour che male mi avrebbe fatto. Certo, ci sentivamo ogni giorno, passavamo delle mezz’ore intere al telefono, ma la sentivo distante. La sentivo fredda, e mi dispiaceva. All’inizio mi dava fastidio, poi capii che era il suo modo di gestire il dolore e le cose che la facevano soffrire. Avrei voluto essere con lei e stringerla forte e dirle che l’amavo come un pazzo, che non volevo vederla piangere, che la distanza non avrebbe mai rovinato il nostro rapporto. E invece è quello che stava accadendo: vivevo con l’angoscia che lei potesse innamorarsi di qualcun altro, avevo paura che la nostra relazione si sarebbe sgretolata stando distanti così tanto tempo, e non ero più lo stesso da quando era partita.
Un giorno, mentre sull’aereo guardavo Twitter, vidi una foto di Faith con un ragazzo bruno che camminavano per le strade di Los Angeles, e lei era contenta. Contenta come non la vedevo da tanto tempo, sorrideva, e il ragazzo ricambiava. “Chi è?” era la domanda che mi tartassò la testa per tutto il tempo, la mia ragazza era in giro con uno sconosciuto e io volevo assolutamente sapere chi fosse.
-Harry, sai chi è questo?- domandai al riccio seduto accanto a me; prese il mio telefono fra le mani e dopo aver osservato la fotografia per un po’ alzò le spalle e rispose :-Sarà un suo amico, perchè, sei geloso?-
-No- esclamai senza troppa convinzione. –E’ solo che non so chi sia-
Mi riappropriai del cellulare e lessi una quantità infinita di Tweet prima di capire che questo ragazzo era un fotografo di Los Angeles.
La sera, una volta scesi dall’aereo e raggiunto l’hotel, telefonai a Faith, come sempre.
-Ciao Niall- disse lei dall’altro capo del telefono. Non mi chiamava quasi mai “amore”, e io non capivo come mai spesso fosse così anaffettiva con me. Avrei voluto sentirla più vicina, ma in quel periodo con me era molto più fredda.
-Ciao amore, come stai? Cosa stai facendo?-
-Sono a casa di un mio amico- disse, prima di scoppiare a ridere, stava parlando con una voce che sentivo in sottofondo.
-Se ti disturbo ti chiamo dopo- sbottai io un po’ infastidito.
-No, Niall, dimmi, non mi disturbi-
-Chi è il ragazzo con cui stai andando in giro?-
-Mike. È un mio amico, lo conosco da un sacco di tempo e l’ho rivisto per caso a Los Angeles-
-Okay-
-Tu come stai?-
-Mi manchi, come vuoi che stia. Tu invece stai più che bene, direi-
-Che hai, sei geloso?-
-Ma va ... è che mi farebbe piacere che mi cercassi anche tu ogni tanto-
-Scusami, oggi non ho avuto tempo ...-
-Non sto parlando di oggi, parlo in generale, sei sempre così distante, sembra che io ti dia fastidio ...-
-Ne possiamo riparlare con calma?-
-Quando?-
-Ti richiamo io, okay?-
-Va bene ...-
-Dai, scusami, lo so che sono intrattabile in questo periodo, ti chiedo scusa ...-
-Okay, tranquilla-
-Buonanotte amore-
-Buonanotte- conclusi io chiudendo la telefonata. Sì, ero geloso. Sarebbe dovuta essere con me in quel momento, la volevo per me, la volevo con me.
 
POV Faith
-Era il tuo ragazzo?- chiese Mike servendomi della pizza, lui sapeva tutto della storia segreta con Niall. Io annuii, pensando a cosa mi aveva detto Niall. Aveva ragione, ero davvero antipatica in quel periodo, il fatto è che cercavo di non lasciare che le cose che mi facevano star male prendessero il sopravvento. Non volevo crollare di nuovo, così diventavo intrattabile, odiavo questo mio comportamento, ma non riuscivo a fare altrimenti.
-Come vanno le cose con lui?- chiese sedendosi accanto a me.
-Bene- mentii, cominciando a mangiare. Non mi andava di parlare di queste cose con Mike. Era un mio amico, d’accordo, ma non avrei parlato di quell’argomento. Ci eravamo conosciuti alle elementari, subito dopo il fatto di Henry. Io non parlavo con nessuno, le bambine mi stavano antipatiche e i maschi mi sembravano stupidi. Poi mi si avvicinò, un giorno, un bimbo minuto, cominciammo a parlare e diventammo migliori amici. Uscivamo sempre insieme, crescemmo insieme, e come spesso accade io mi innamorai di lui, e fui ricambiata. E come ancora più frequentemente accade, la rottura della nostra relazione che effettivamente non stava in piedi rovinò l’amicizia che condividevamo da sempre. Io avevo scoperto che lui aveva un’altra, e avevo deciso di lasciarlo, avevo diciotto anni e stavo iniziando a lavorare, quindi fui ben contenta di andarmene e non rischiare di vederlo in giro per la strada. In ogni caso avevamo capito da tempo che io e lui potevamo essere solo amici, e mi dispiaceva così tanto averlo perso. Poi ci rincontrammo per caso su quella spiaggia a Los Angeles, e ricominciammo a vederci, a raccontarci cosa avevamo fatto da quando ci eravamo detti addio. Era stato strano vederlo, non sapevo se esserne felice o imbarazzata.
-Ti ricordi quando abbiamo provato a stare insieme?- disse con naturalezza facendomi quasi andare di traverso il cibo. –Pensi che se fossimo rimasti amici sarebbe andato tutto meglio?-
-Forse- risposi inghiottendo un enorme sorso d’acqua.
-Forse eravamo troppo giovani, forse provandoci più tardi le cose sarebbero andate molto meglio- osservò, e io sperai che quel discorso finisse presto.
-O forse io e te non possiamo essere più che amici- conclusi io mentre lui mi guardava in modo strano. Mi sentivo il suo sguardo addosso, sulla mia pelle, mi sentivo strana, mi guardava come faceva quando stava per baciarmi, qualche anno prima.
-Tu hai qualcuno adesso?- domandai cercando di uscire dal discorso che Mike voleva fare.
-No, al momento no- rispose, abbassando lo sguardo.
Rimanemmo qualche secondo in silenzio, entrambi imbarazzati. –Domani parti?- mi chiese Mike.
-Sì, vado a New York per un po’, poi penso che tornerò a Londra-
-Mi mancherai. Mi ha fatto piacere rivederti-
-Anche a me ...-
-Appena mi hanno detto che avrei fatto un servizio per te ero curiosissimo di rivederti-
-Anche per me è stato ... strano. Sei cambiato-
-Sì, mi sono fatto crescere la barba- ridacchiò Mike accarezzandosi il mento –Tu invece sei sempre uguale. In senso positivo, ovviamente- continuò tornando serio.
-Grazie- sorrisi io arrossendo e abbassando lo sguardo.
La cena proseguì, parlammo di cose meno imbarazzanti e tornammo a divertirci, lui era una persona davvero simpatica, sapeva sempre come farmi sorridere. Uno dei miei più grandi rimorsi era infatti quello di aver ceduto ai miei sentimenti, ecco, pensavo che diventare la fidanzata di Mike avesse rotto uno splendido rapporto. Per quanto entrambi cercavamo di fare finta di niente, non potevamo negare che qualcosa era cambiato. Qualcosa si era rotto fra noi e mai si sarebbe riparato, mentre se io fossi riuscita a controllarmi lui per me sarebbe stato ancora uno splendido amico. Mi riaccompagnò in hotel in macchina, poi si offrì di venire con me fino in camera, voleva salutarmi siccome non ci saremmo visti per un bel po’, e io ingenuamente lo feci salire fino al corridoio.
-Sono arrivata- dissi indicando la mia porta. –Ci ... ci sentiamo allora-
-E’ stato bellissimo vederti- sussurrò Mike accarezzando delicatamente la mia guancia. La mia schiena era contro il muro e non potevo muovermi, ma nemmeno lo volevo, rimasi immobile qualche secondo sotto il suo pesante sguardo, non sapevo cosa fare. –Non sai quante volte dopo che ci siamo lasciati avrei voluto averti ancora con me- ammise prima di posare le sue labbra sulle mie. Dopo nemmeno un paio di secondi lo spinsi lontano da me premendogli la mano sul petto. –Mike!- ansimai, sbalordita da ciò che aveva appena fatto.
-Scusami- disse lui scuotendo la testa e allontanandosi, lasciandomi immobile e sconcertata contro il muro a fiori di quel corridoio. Entrai in camera, e corsi in bagno a guardarmi allo specchio. Sfiorai le mie labbra con le dita, ero piena di sensi di colpa, avevo baciato un altro ragazzo. Non potevo credere a quello che avevo fatto, ero stata così ipocrita, avevo paura che Niall potesse innamorarsi di qualcun altro e invece ero stata io a farlo. Mi sentivo davvero male, sapevo che si trattava solo di un bacio, ma mi spaventava il fatto che avessi “tradito” Niall, in quel periodo ero molto scorretta con lui. Neanche a farlo apposta proprio in quel momento sentii la sua suoneria sul mio telefono e mi precipitai a rispondere.
-Meno male che mi avresti chiamata- sbuffò lui.
-Scusami Niall- risposi io ancora scossa.
-Certo ... puoi dirmi cos’hai che non va, per favore?-
-Io ... questo non è un bel periodo per me-
-Quello l’avevo capito, ma puoi dirmi perchè?-
-E’ ... è un insieme di cose ... sono solo un po’ stressata-
-E’ successo qualcosa di grave?-
-No ... no, niente di grave-
-Non voglio che tu stia male- disse lui con una voce più dolce di prima.
-Non sto male-
-Non vedo l’ora di rivederti, non hai la minima idea di quanto io abbia bisogno di vederti-
-Tra quanto sarai libero?-
-Un mese e mezzo, forse due-
-E’ tantissimo ...-
-Lo so. Però vedrai che passerà in fretta. Poi tra il tour americano e quello australiano avrò un bel po’ di tempo di pausa, e pensavo di portarti a Mullingar, vorrei farti conoscere la mia famiglia. Ne hai voglia?-
-Penso di sì, ma ... se ci vedono?-
-Tranquilla, faremo in modo che non accada. Vedrai, ci rivedremo prima di quanto pensi-
 
Due mesi dopo quella telefonata ero sull’aereo per Dublino. In quei due mesi sperimentai cosa realmente significava la distanza. Mi mancava Niall, mi mancava Harry, mi mancavano gli altri ragazzi, sentivo la mancanza di tutto, ero sola. Il mio ragazzo e Lizzie continuavano il gioco della coppia felice, e questo non migliorava la situazione, vedevo le loro foto ovunque e invidiavo quella ragazza con tutta me stessa, ero gelosa, sì, ero gelosa e non potevo fare altro che ammetterlo. Speravo che quella messa in scena fosse durata ancora per poco, ma Niall al telefono non era mai del tutto chiaro e io non riuscivo a capire quanto ancora mi sarei dovuta nascondere.
L’idea di conoscere la sua famiglia mi metteva un po’ a disagio, avevo paura di fare qualche figuraccia e di non piacere a nessuno. Ad ogni modo, Niall, che in quei giorni era sempre dolcissimo, mi assicurava che sarebbe andato tutto per il meglio e soprattutto che i suoi parenti non vedevano l’ora di conoscermi. Rimanevo comunque un po’ nervosa, non potevo farci nulla. L’aereo atterrò prima di quanto sperassi, e io, col cappuccio sulla testa per non farmi riconoscere, mi avviai verso il luogo con il quale avevo appuntamento con Niall. Siccome non potevamo farci vedere per non destare sospetti, l’avrei trovato nel parcheggio, dove era venuto a prendermi con suo fratello Greg. E infatti, mentre cercavo la macchina che mi aveva descritto, lo vidi venire verso di me, nella penombra di quel tardo pomeriggio, insieme a suo fratello.
-Eccoti!- sorrise Niall venendomi incontro e stringendomi forte. Cavolo, se mi era mancato, quanto desideravo sentire quel profumo, quelle mani tiepide intorno alla mia vita. Rimanemmo così per un po’, prima che Greg si presentò e mi fece salire in macchina con loro.
-Allora sei tu la poveretta che deve sopportare Niall!- scherzò il moro mentre partivamo per Mullingar. Io ridacchiai annuendo, mentre il mio ragazzo mi lanciò uno sguardo offeso dal sedile del passeggero. –Faith, non sai quanto ti invidio, beata te che non hai un fratello!- disse Niall, che non sapeva nulla di Henry. Io abbassai lo sguardo sorridendo appena, poi mi concentrai sul panorama che scorreva rapido fuori dal finestrino.
Dopo poco più di un’ora arrivammo a casa di Greg: ci avrebbe ospitato lui nella casa che divideva con sua moglie Denise e il figlio Theo. Portai la mia valigia dentro, e mi venne subito incontro un bimbo biondo, dai grandi occhi azzurri, che portava con sè una macchinina giocattolo.
-Chi sei?- mi chiese, indicandomi con la manina. –Sei la fidanzata dello zio?-
-Ehm ... sì, tesoro, e tu come ti chiami?- risposi piegandomi verso di lui.
-Io sono Theo-
-Theo, stai già stressando quella povera ragazza?- disse Denise uscendo da quella che pensai fosse la cucina. –Ciao cara! Come stai? Com’è andato il viaggio?- sorrise stringendomi forte.
-Tutto bene, grazie- risposi mentre Niall metteva la mia giacca sull’attaccapanni.
-Niall, falle vedere la vostra stanza, fai finta di essere educato e fare gli onori di casa- esclamò Greg beccandosi una smorfia del biondo come risposta. Salimmo al piano superiore, dove c’erano le camere da letto. Niall aprì una delle porte e mi fece entrare; era una stanza bellissima, bianca, al centro della quale troneggiava un letto matrimoniale in ferro battuto dello stesso colore dei muri. C’erano due grandi finestre dalle tende rosa, e la moquette a fiori, era una camera meravigliosa. Mentre io mi perdevo a osservare ogni dettaglio, sentii Niall chiudere a chiave la porta alle mie spalle e tirarmi un braccio fino a farmi avvicinare il più possibile a lui.
-Non ti ho ancora salutata come si deve- sorrise, prima di lasciare un lungo bacio sulle mie labbra. –Non mi sembra vero di averti qui- aggiunse, mentre io mi perdevo nei suoi meravigliosi occhi blu. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre, era così bello per me sentirlo così vicino, mi sentivo più forte con lui al mio fianco.
-Mi sei mancato tantissimo- sorrisi prima di baciarlo un’altra volta, e un’altra ancora, finchè qualcuno non bussò alla porta. Niall mi fece segno di fare finta di niente, ma una voce dal corridoio attirò la nostra attenzione.
-Zio Niall! Mi apri la porta?- urlò il piccolo Theo, e sicuramente Greg e Denise lo sentirono. Niall roteando gli occhi al cielo aprì la porta e vece entrare il bambino, che si catapultò sul letto. –Cosa stavate facendo?- chiese iniziando a saltare sul materasso, prima che lo zio lo prendesse di peso per farlo scendere dal letto.
-Quante volte ti ho detto di non saltare sul letto?- lo rimproverò, anche se davvero non faceva per Niall essere severo, non gli veniva proprio.
-Va bene, ma cosa stavate facendo?- domandò ancora il bimbo.
-Stavo facendo vedere la stanza a Faith- sbuffò il biondo, infastidito dalla visita indesiderata. –Tu perchè sei qua?-
-Non devi chiudere le porte a chiave, è pericoloso, puoi rimanere chiuso dentro- osservò Theo dirigendosi verso la porta. –Comunque sono arrivati i nonni ed è pronto da mangiare-
Erano arrivati i genitori di Niall. No, non ero presentabile, ero in disordine, erano i genitori del mio ragazzo, avrei voluto avere un aspetto più decente.
-Aspetta, Niall- dissi mentre il biondo seguiva il nipotino. –Come sto?- chiesi mentre lui si avvicinava.
-Sei bellissima, come sempre- rispose baciando la mia guancia. –Dai, andiamo-
Lo seguii al piano di sotto ed entrammo nella sala da pranzo, dove tutto era pronto per la cena con i genitori di Niall e Greg. Non appena entrai mi sentii i loro occhi addosso, evidentemente il figlio aveva già parlato loro di me, e io arrossii violentemente, era una situazione un po’ imbarazzante per me.
-Tu devi essere Faith- sorrise Bobby stringendomi la mano.
-Ciao cara! Niall ci aveva detto che eri bella, ma non pensavo così tanto!- disse Maura abbracciandomi, e io iniziai a sciogliermi, mettendo da parte l’imbarazzo che mi frenava sempre in situazioni di quel genere. La ringraziai e ci sedemmo tutti a tavola per iniziare a mangiare il quintale di cose che avevano preparato Denise e Maura. Mi piacevano davvero tanto, era una famiglia accogliente e calorosa, l’esatto contrario della mia.per quello un po’ invidiavo Niall, invidiavo il fatto che potesse sempre contare su qualcuno che lo aspettava a casa e che non vedeva l’ora di rivederlo.
-Mamma! Lo sai che prima lo zio e la sua fidanzata erano chiusi a chiave in camera?- urlò Theo facendo calare il silenzio nella stanza. Io arrossii sgranando gli occhi, mentre Niall tossì rumorosamente, siccome l’acqua gli era andata di traverso. Io e lui ci guardammo per qualche secondo prima che il bimbo continuò il suo discorso: -Mamma, cosa stava facendo lo zio con la sua fidanzata?-
-La stava aiutando a mettere a posto le sue cose- rispose Denise imbarazzata almeno quanto noi due.
-Ma tu non devi farti gli affari dello zio- esclamò Greg, e io lo ringraziai mentalmente per aver interrotto quel silenzio assordante. Dopo poco tempo Maura iniziò a parlare di cucina e pian piano tornammo tutti ai nostri discorsi. La cena mi sembrava infinita, io ero davvero stanca quel giorno, anche il più breve dei voli in aereo mi stressava, ma quelli continuavano a parlare e a servire portate. Verso una certa ora Theo andò a dormire e i genitori di Niall se ne andarono, ma noi quattro restammo ancora un’oretta a parlare in salotto sui divani. Io iniziavo ad avere davvero sonno, ma mi faceva piacere restare a riposarmi su quel divano, con la testa appoggiata alla spalla di Niall, mi sentivo a casa, mi sentivo normale. In quel momento non ero la popstar insieme a un membro degli One Direction, ero una semplicissima ragazza fra le braccia del proprio fidanzato, nulla di più.
-Sei stanca, amore?- sussurrò Niall fra i miei capelli. –Un po’- risposi stringendomi a lui. –Ti accompagno su- disse lui alzandosi. Diedi la buonanotte a Greg e Denise e seguii il biondo in camera, per poi precipitarmi finalmente sul letto. –Torno tra dieci minuti- mi informò Niall prima di baciarmi un paio di volte e poi tornare di sotto. Io mi diedi una sistemata in bagno, non vedevo l’ora di andare a dormire, poi tornai in camera per mettermi il pigiama. Ero contenta di passare un po’ di tempo con Niall, mi era mancato averlo vicino. In quei mesi avevo pensato molto a cos’era successo con Mike, e me n’ero quasi dimenticata, ma una voce dentro di me continuava a dirmi che se ero così debole mi sarei potuta innamorare di chiunque. No, mi dicevo da sola, non accadrà, perchè con Mike era una situazione particolare, non accadrà ancora. Cercando di scacciare quei cattivi pensieri entrai nel letto, felice di aver terminato una giornata pesante e, sopratutto, di aver finalmente conosciuto la famiglia di Niall, ci teneva davvero tanto a presentarmi i suoi parenti, ed effettivamente lo vedevo felice. In quel periodo era abbastanza tranquillo, al telefono era sempre dolcissimo e anche in quelle poche ore in cui l’avevo visto mi era sembrato rilassato e molto più tenero di prima. Dopo un quarto d’ora proprio lui entrò in camera, sorridente come sempre, e si sdraiò accanto a me, baciando la mia fronte e stringendomi a sè.
-Niall, secondo te cos’hanno pensato i tuoi dopo l’uscita di Theo?- chiesi mentre mi accarezzava i capelli.
-Ma niente, stai tranquilla- ridacchiò lui nel buio della stanza. –Ora tocca a te farmi conoscere la tua famiglia, ma ti assicuro che sono molto più impacciato di te in questo genere di cose!-
-Niall, io ... non penso che succederà, ecco-
-Perchè? I tuoi sono separati? Anche i miei, ma non è mica un problema, cioè, a meno che non lo sia per te-
Era arrivato il momento di confessargli tutto. Prima o poi avrei dovuto parlargli di Henry e dei miei genitori, e di tutto quanto, non volevo più nascondergli quel lato della mia vita. Gli dissi tutto, proprio tutto, senza tralasciare alcun dettaglio, mi aprii completamente a lui, che mi ascoltava attentamente senza interrompermi. Gli spiegai il vero motivo della mia partenza improvvisa per Londra di qualche mese prima, e della conseguente tristezza del periodo successivo.
-Non lo sapevo ... scusami se ho detto qualcosa che possa averti ferita ... ma perchè non me ne hai parlato prima?- chiese Niall alla fine del mio discorso, asciugando le lacrime dalle mie guance.
-Scusami, non è che te lo volevo nascondere, è che per me è difficile, capisci?-
-A me basta sapere che tu sappia che io ci sono, ogni volta che ne hai bisogno. Io non me ne vado. Qui ti vogliamo bene, Faith, la mia famiglia ti adora già, e anche se abbiamo un cognome diverso, beh ... non significa che tu non faccia parte di questa famiglia. Sono sicuro che prima o poi le cose con i tuoi genitori si riaggiusteranno ... e io sono qui per aiutarti-
-Sei così buono Niall ... mi sopporti anche quando sono intrattabile, ti chiedo scusa per come mi sono comportata con te nell’ultimo periodo, io ...- mi interruppe posando le dita sulle mie labbra: -Non devi scusarti, io ti amo e ti amo sia quando sei arrabbiata che quando non lo sei. Te l’ho già detto, ma te lo ripeto e te lo ripeterò sempre, tu sei importante, io voglio te, so che è poco che stiamo insieme, ma io sento sempre di più di aver bisogno di te, e non posso farci niente, sei ... sei speciale e non voglio perderti, e so che non succederà- Le sue parole erano così dolci, mi facevano sentire bella, mi davano forza. A volte avevo i sensi di colpa perchè lui era così buono mentre io a volte così menefreghista, non sapevo mai come ricambiare.
-Ti voglio bene- sussurrai stringendomi a lui, e pensando che ero davvero fortunata ad avere la possibilità di condividere tutto con un ragazzo come Niall.
-Quand’è il tuo compleanno?- mi domandò accarezzando la mia spalla.
-Il mese prossimo, il 16 settembre, perchè?-
-Bene, è tre giorni dopo il mio. Potremmo fare qualcosa allora-
-Tipo?-
-Non so ... penserò a qualcosa di speciale da fare. Come una vacanza-
-Sì certo, hai visto com’è finito il tentativo di passare un paio di giorni insieme-
-Ti fidi di me?-
-Sì-
-E allora vedrai che non ti deluderò-
Sorrisi a quelle parole e lentamente mi addormentai fra le sue braccia cullata dal ritmo regolare del suo respiro.




 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo. Il prologo ha superato le 150 visualizzazioni e mooolto lentamente anche gli altri capitoli ne stanno avendo di più, e io non posso che esserne molto felice! Un'altra persona segue questa storia, e sono felice anche per questo. Ripeto, come sempre, sentitevi liberi di lasciare critiche, commenti, consigli qui sotto, sarebbe meraviglioso!
Per quanto riguarda il capitolo, so che questi sbalzi di tempo non sono il massimo, ma non potevo fare altrimenti, anche perchè nei due mesi non sarebbe successo assolutamente nulla e la storia sarebbe stata davvero lenta. I prossimi capitoli saranno più rilassati e darò una breve tregua a Naith (?) - trovate un nome migliore, vi prego, non sono brava a fondere nomi.
Se a qualcuno interessasse, ho idee per il futuro di questa storia, pensavo di farne una serie divisa in tre parti, quindi non sarà un'unica storia lunghissima, ma tre un po' più brevi. Spero in ogni caso che non vi sia dispiaciuto questo capitolo (l'ho scritto con la febbre), vi anticipo che nel prossimo, mentre Niall e Faith saranno belli tranquilli nei prati irlandesi, un altro personaggio molto importante in questa storia non sarà altrettando felice ... Sono cattiva. 
Comunque viva Theo e le sue guance, quanto è carino sto bimbo? Beh del resto in famiglia tanto brutti non sono. Okay, basta, spero di farmi sentire presto per quei bellissimi 16 che leggono i capitoli. Vi amo tanto!

A presto :-*

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Capitolo 12
*** Mullingar ***


MULLINGAR


 POV Harry
Ero nella mia stanza della casa a Holmes Chapel, quando Mandi mi telefonò. Eravamo insieme da più di due mesi, avevo intenzione di far durare a lungo quel rapporto, ero davvero innamorato di lei. Ero persino riuscito a farla venire con noi in tour per qualche settimana, e la cosa mi aveva reso molto felice.
-Ciao amore- dissi rispondendo alla telefonata.
-Ciao Harry- rispose Mandi con una voce strana. –Devo parlarti-
-Okay ... vuoi che ci vediamo ora?- chiesi, nonostante fossero le dieci e mezza.
-No, preferisco dirtelo al telefono. Ti chiedo scusa, ma io ... io non provo più per te quello che provavo all’inizio. Non fraintendermi, tu sei un ragazzo fantastico, io ti voglio bene, davvero, ti voglio tanto bene, ma come amico. Siamo amici Harry, e io non voglio rovinare questa relazione. Scusami, non volevo dirtelo così, ma è un po’ che ci penso e dovevo parlartene. Spero che tu trovi qualcuno che ti ami davvero, te lo meriti, e quel qualcuno non sono io-
Rimasi in silenzio qualche secondo, prima di realizzare ciò che mi aveva detto. Mi stava lasciando. Non era possibile.
-No, Mandi ... no, non è possibile, dove ho sbagliato?-
-Non hai sbagliato nulla, Harry, sono io che non voglio più portare avanti questa cosa, perchè non provo per te quello che tu provi per me. Credimi, se ti avessi nascosto tutto ti avrei ferito molto più-
“Più di così non è possibile” avrei voluto dirle. Non riuscivo a capire, non riuscivo a realizzare che mi stesse lasciando, non capivo nulla.
-Hai un altro Mandi?- chiesi non troppo pronto ad ascoltare la risposta.
-Io ... no, non è quello, cioè ... no, figurati, non è quello il punto-
-Dimmi la verità ti prego-
-Harry, io ...-
-Dimmi la verità, Mandi!- sbottai arrabbiato.
-Sì, ho un altro-
Sebbene mi aspettassi quella risposta, riceverla fu un durissimo colpo, mi si strinse un nodo alla gola e avevo gli occhi pieni di lacrime. –Da ... da quanto?- balbettai.
-Da un mese e mezzo ...-
-Mi hai preso in giro per un mese e mezzo ... complimenti. Comunque belli i tuoi discorsi, sei davvero brava a fare la moralista e a fare tutti quei giri di parole sul non volermi ferire-
-Non so cosa dirti ...-
-Ecco, non dire niente- conclusi chiudendo la telefonata. Ero arrabbiato, deluso, triste, mi sentivo preso in giro, come avevo fatto a non accorgermi di nulla? Ma tanto era sempre così: io ero l’amico, l’amico e basta. Non avevo ancora trovato qualcuno disposto a prendermi sul serio, nessuno disposto a darmi una possibilità. Scoppiai a piangere, nonostante cercassi di nasconderlo anche a me stesso a Mandi tenevo davvero tanto, vedevo in lei una persona con la quale avrei potuto costruire qualcosa. Mi addormentai nel cuore della notte, dopo aver passato interminabili ore senza chiudere occhio.
 
-Harry! Harry, svegliati, è mezzogiorno e mezzo- sentii dire a mia madre che mi scrollava per svegliarmi.
-Mamma lasciami stare- biascicai io voltandomi verso la parete.
-Hai un aspetto orribile, hai dormito?-
-Sì- grugnii mentre lei si sedeva al mio fianco accarezzandomi la testa. –Che hai?- chiese.
-Niente- borbottai arrotolandomi nelle coperte, non avevo voglia di parlare con nessuno. –Ha chiamato Faith, ha detto di richiamarla- mi avvisò mia madre prima di uscire dalla stanza. Io accesi il telefono e trovai un sacco di chiamate perse da Faith, così la richiamai.
-Harry, dove cavolo sei finito?- Mi mancava sentire la sua voce, non la vedevo da secoli. –Sei a Holmes Chapel? Come stai?-
-Smettila di fare ottanta domande al minuto, sì, sono a casa e sto male-
-Cos’è successo?- chiese tornando seria.
-Mi ... mi ha lasciato Mandi-
-Perchè?-
-Poi te ne parlerò ... tu come va?-
-Bene, sono a Mullingar con Niall. Non vedo l’ora di rivederti, è troppo che non ci facciamo una chiacchierata ... settimana prossima dobbiamo assolutamente vederci-
-Sì, sarebbe carino ... mi manca parlare con te- ammisi, sorridendo al pensiero di rivedere presto la mia amica. Il rapporto che avevo con lei era speciale, potevamo stare distanti per mesi ma quando ci capitava di vederci era come se non fosse passato nemmeno un giorno. Con lei potevo aprirmi senza nessun problema, lei vedeva sempre il lato buono di me, quel lato di me che non ero disposto a mostrare a tutti per la mia timidezza che tanto cercavo di nascondere. –Salutami Niall, e divertiti. Non troppo, ma divertiti- ridacchiai immaginando la sua faccia che arrossiva, come sempre.
-Farò del mio meglio-
-Bene, vedo che hai capito. Ti lascio andare, ciao bella-
-Ciao Harry, non deprimerti troppo per quella strega e se hai bisogno chiamami, a qualsiasi ora ci sono, okay?-
-Grazie-
-Ciao Harry- disse lei chiudendo la telefonata, e subito dopo tornò il silenzio. Non volevo sprofondare nella tristezza, ma mi riusciva davvero difficile.
 
POV Faith
-Era Harry?- domandò Niall mentre rientravo in cucina. Io mi avvicinai a lui annuendo e stringendo i suoi fianchi mentre cucinava. Greg e Denise erano al lavoro e Theo era dai nonni, quindi saremmo rimasti soli fino al tardo pomeriggio. –L’ha lasciato Mandi- dissi  triste, mi dispiaceva davvero per Harry, ero sicura che ci fosse rimasto molto male. –Poverino, non pensavo che sarebbe andata a finire così- commentò Niall girando il pollo nella padella. –Ma del resto Mandi era strana, non mi ha mai convinto, meno male che non viene più in tour con noi-
-Perchè, cos’ha che non va?- chiesi appoggiando la testa sulla spalla di Niall e osservandolo con sguardo interrogativo.
-Mah, non so ...- fece una smorfia strana, a metà tra il disgusto e l’indifferenza –Era strana, mi sembrava un po’ smorfiosa, era strana-
-Non sei molto bravo a descrivere le ragazze, lo sai?- sorrisi mentre lui sembrava sempre molto impegnato su quello che stava cucinando. –E io come sono?- gli domandai baciandogli la base del collo, e lui sorrise mentre le sue guance si coloravano di rosso.
-Sei ... dolce. Però anche lunatica. Basta capire quando è meglio lasciarti stare, poi ogni tanto te ne stai in silenzio per ore e allora vuol dire che hai qualcosa che non va. Però mi piaci. Voglio dire, sei a posto, sei normale. Io come sono?-
-Sei tanto tenero- ridacchiai io stringendolo forte. –Sei paziente, con me. Sei ... sei la mia famiglia- Si voltò verso di me abbracciandomi forte e io posai la testa nell’incavo del suo collo, lasciandomi cullare fra le sue braccia. –Stai bruciando il pollo- dissi io lanciando un’occhiata alla padella nella quale la carne stava diventando un po’ troppo colorata. –Sei anche la persona meno romantica del mondo- scherzò Niall mentre io mi sedevo a tavola.
-Cosa facciamo oggi?- domandai mentre lui riempiva il mio piatto. –Non so, non abbiamo nulla da fare, potremmo fare un giro- rispose lui sedendosi accanto a me. Per un attimo immaginai come sarebbe stato vivere con Niall: alzarsi insieme la mattina, preparare il pranzo insieme, guardare la tv insieme ... sì, ci sarebbero stati momenti in cui non ci saremmo più sopportati a vicenda, ma sarebbe stato bellissimo. Sarebbe stato fantastico semplicemente sapere che lui era nella stanza accanto a russare sul divano mentre la tv trasmetteva l’ennesima partita di calcio. Oppure sapere che sarebbe tornato per cena, e l’avrei aspettato mentre gli cucinavo i suoi piatti preferiti, cose così, piccole cose che mi avrebbero reso contenta. Mentre ero assorta nei miei pensieri Niall sfiorò la mia mano, facendomi alzare lo sguardo; io mi persi per la centesima volta nei suoi occhi, che mi scrutavano come nessuno aveva mai fatto prima d’ora, in qualche modo riuscivano a vedere le parti migliori di me, senza badare troppo a tutti i miei difetti.
-Cosa ti piacerebbe fare?- mi chiese, interrompendo quel lungo silenzio.
-Non so ... cosa si fa qua?-
-Si beve birra e si guardano partite di calcio, ma siccome a te non penso interessino queste cose, potrei portarti a fare una passeggiata. Non ci vedrà nessuno, tranquilla, finora non penso si sappia che sono a casa-
-Okay, portami dove vuoi-
Mentre più tardi ci stavamo preparando per uscire ci sorprese un violento acquazzone, così tutti i nostri piano andarono in fumo. Niall guardava deluso fuori dalla finestra, come un bambino al quale avevano permesso di uscire a giocare. Io mi avvicinai e mi strinsi intorno a lui, sussurrandogli all’orecchio: -Vorrà dire che per oggi rimarremo in casa, fino a quanto siamo soli?-
-Fino alle cinque e mezza più o meno. Uffa, volevo portarti fuori ... cosa vuoi fare allora?-
-Potremmo guardare un film, per me andrebbe benissimo- A dire la verità preferivo di gran lunga restare sul divano con lui che uscire, preferivo stare un po’ da sola con lui. Scendemmo in sala e io mi lanciai sotto il pile, sotterrandomi fra i mille cuscini con cui Denise aveva arredato ogni angolo di casa sua. C’erano cuscini ovunque, sui letti, sulle sedie, sulle poltrone, sulle panche delle finestre ... forse anche cuscini in bagno. Niall scelse un film che io non avevo mai visto, poi mi raggiunse sotto le coperte, stringendomi fra le sue braccia. L’aria si stava facendo sempre più fredda, e nonostante fosse estate il cielo stava diventando sempre più scuro, e io non avrei potuto chiedere di meglio che starmene chiusa in casa al caldo mentre fuori scendeva il diluvio universale. Ad un certo punto il cellulare di Niall squillò: era Lizzie. Io sbuffai, mentre lui si metteva seduto per rispondere, seccato anche lui da quell’interruzione.
-Ciao Lizzie. No, ora non sono a Londra, ma dimmi cosa ti hanno detto. Davvero? Fantastico! Okay, adesso telefono e sento cosa mi dicono. Grazie Lizzie, buona giornata!- Niall sorrideva, e non appena chiuse la telefonata mi abbracciò fortissimo, continuando a ridacchiare senza spiegarmi perchè. –Niall, che succede?-
-Faith! Faith, possiamo stare insieme! Non dobbiamo più nascondere nulla! Non è bellissimo?-
-Ma cos’è successo?- domandai io felice ma ancora confusa, non capivo nulla di quello che stava cercando di dirmi.
-Non lo so, mi ha detto che sono cambiati i manager perchè ci sono stati dei problemi e allora io e te abbiamo il permesso di stare insieme e soprattutto non devo più stare con Lizzie! Aspettami qui, devo andare a fare delle telefonate- disse ridendo prima di darmi un bacio, per poi alzarsi e sparire in cucina, dove rimase a telefonare per un po’. Quando tornò io mi precipitai verso di lui, che mi disse che era tutto confermato. Gridando di gioia mi lanciai fra le sue braccia, lasciandomi sollevare da terra, eravamo felicissimi, non potevo crederci. Per quanto continuassi a ripetermi che era tutto a posto, davvero mi veniva difficile immaginarmi con Niall in centro a Londra all’aria aperta senza minimamente preoccuparci di essere scoperti.
-Sono felicissimo- sorrise lui posandomi a terra –dobbiamo festeggiare-
-E cosa facciamo? Piove, non possiamo nemmeno uscire-
-Ora niente. Ma vedrai che sorpresa ti preparo al compleanno-
-Niall, non esagerare che poi non so come ricambiare- sorrisi prima di baciare le sue labbra ancora una volta, troppo felice per contenere la mia gioia. Eravamo semplicemente contenti, e ci bastava così.
Greg e Denise tornarono con il figlio poco prima delle sei. Niall e suo fratello si catapultarono sul divano con Theo a guardare una partita di calcio, lasciando me e Denise in cucina a preparare qualcosa per cena, poichè a noi il calcio proprio non interessava. Iniziammo a impastare una torta salata, e siccome io facevo veramente pena in quel genere di cose, osservavo ogni minimo movimento della donna per cercare di imparare qualcosa. Lo facevo da piccolina con mia madre, lei cucinava e io in religioso silenzio la osservavo dalla mia seggiolina di legno. Non imparai mai nulla, forse perchè lo facevo solo per stare vicino a mia mamma e non mi concentravo su altro.
-Anche tu hai dei fratelli?- mi domandò Denise, e io iniziai a pensare di avere una calamita per quel genere di domande.
-Ho una sorella più piccola. E avevo un gemello- Alle mie parole la vidi alzare lo sguardo da quello che stava facendo e guardarmi allibita. –Scusami, io non volevo ...- balbettò imbarazzata. –Non fa niente- dissi io cercando di sorridere. L’urlo di Niall proveniente dal salotte ruppe il nostro silenzio: -Faith mi porti delle birre per favore?- Io e Denise scoppiammo a ridere, e io roteando gli occhi presi un paio di bottiglie dal frigo e le portai di là, consegnandole ai due fratelli. –Niall, potresti dirle le cose con un pizzico di romanticismo in più- scherzò Greg senza distogliere lo sguardo dalla televisione. –Ecco, sono d’accordo- sorrisi io portando la bottiglia di Niall dietro la mia schiena. Stavo dietro il divano su cui era seduto il biondo, guardandolo dall’alto e aspettando che dicesse qualcosa di carino. Lui piegò la testa sul bordo del divano, roteando gli occhi e sbuffando: -Amore caro, ti voglio tanto bene, se tu ne vuoi a me, mi passi quella bottiglia prima che si riscaldi e soprattutto prima che io mi perda metà partita? Grazie- io mi abbassai e gli lasciai un bacio sulla fronte, dandogli la birra. –Che ruffiano!- ridacchiai tornandomene in cucina da Denise.
-Fanno sempre così quando ci sono le partite, mi sa che dovrai abituartici! Neanche a te piace il calcio?- sorrise lei continuando a cucinare. –No, anche se Niall sta cercando di farmici appassionare- risposi, sedendomi su una delle sedie. –Greg con me non ci è mai riuscito, ma ora sta contagiando nostro figlio-
-E’ così carino Theo- dissi pensando a quanto quel bimbo assomigliasse al mio ragazzo. –Sì, è davvero bello, mi rende così felice, auguro anche a voi due di avere dei figli prima o poi- Non avevo mai pensato seriamente ad un futuro con Niall. Certo, sapevo che mi sarebbe piaciuto molto spendere il resto della mia vita con lui, ma ancora non riuscivo a immaginarmi un figlio con lui, stavamo insieme da troppo poco tempo, ci amavamo ma ancora non sapevamo cosa ci avrebbe riservato il futuro. Eppure in quella famiglia tutti sembravano già pronti per il nostro matrimonio, forse effettivamente davamo l’impressione di essere una coppia stabile. –Sono contenta per te e per Niall. Sai, prima che tu arrivassi ce ne parlava in continuazione, era così felice, e lui non ha mai avuto una storia seria. So che state insieme da poco, ma fidati, ho un sesto senso per queste cose, non ho mai visto quel ragazzo così innamorato- Alle parole di Denise arrossii, non ero abituata a sentire quelle cose. –Anch’io sono felice con lui. Mi sembra davvero spontaneo, e con me è sempre così buono ...- risposi, mentre Denise metteva in forno quello che aveva cucinato. –Non ti ferirà- continuò lei restando seria. –Ti vuole bene-
Mentre lei salì in camera sua io andai in sala, sdraiandomi accanto a Niall sul divano, nonostante non mi interessasse per niente la partita; volevo solo stare un po’ con lui, anche se in quel momento era completamente attratto da quegli omini che correvano nella televisione. Mi accoccolai fra le sue braccia e lasciai che mi accarezzasse i capelli, mentre io cercavo di capirci qualcosa di quella partita. –Faith vuoi vedere la mia cameretta?- urlò Theo sgusciando via dalle braccia del padre e venendo a supplicarmi. Senza nemmeno aspettare la mia risposta mi prese per un braccio trascinandomi giù dal divano. –Theo non la stressare, dai- commentò Greg cercando di acchiappare il bambino che stava già raggiungendo le scale. –Tranquillo, non c’è problema- sorrisi io tornando da Theo che continuava a chiamarmi. Mi portò nella sua cameretta, una stanza azzurra con le nuvole disegnate sulle pareti e un mare di giocattoli sparsi per terra. –Guarda, questi sono i miei peluche- disse facendomi vedere un enorme sacco pieno di orsetti, conigli e qualsiasi altro animale. In pochi minuti mi circondò di macchinine, trenini e omini di lego, era entusiasta di mostrarmi tutti i suoi giochi, e quando finì di spostare scatole si sedette di fronte a me sorridendo. –A cosa vuoi giocare?- gli chiesi sorridendo. –Voglio fare una casetta di mattoncini- rispose lui, mentre io annuivo e prendevo la scatola delle costruzioni. Dopotutto mi stavo divertendo con lui, era davvero tenero e in mezz’ora finimmo una splendida casetta. Mi saltò al collo, baciandomi la guancia e restando tra le mie braccia. –Ti voglio bene, zia Faith- disse continuando a sorridere, e quelle parole suonarono stranissime alle mie orecchie, mi aveva chiamata zia, per lui ero già parte della sua famiglia, e io ne ero felice. Continuammo a giocare finchè non fu pronta la cena, e scendemmo a mangiare, nonostante Theo non fosse per niente d’accordo. Mangiammo fino a scoppiare, come ogni volta che Denise cucinava, e l’atmosfera era come al solito allegra, complice la vittoria della squadra per cui tifavano Greg e Niall. Quest’ultimo era seduto accanto a me, e non perdeva occasione per posare la mano sulla mia gamba e guardarmi con uno sguardo dolce. Eravamo felici quel giorno, avevamo finalmente avuto il permesso di farci vedere in giro, e pensavo che da quel momento in poi tutto sarebbe stato perfetto.
Una volta finito di mangiare Theo mi costrinse a tornare in camera sua per giocare ancora, e io lo seguii volentieri, nonostante Niall avrebbe voluto stare con me. Passammo ancora moltissimo tempo a giocare insieme, e non ci rendemmo conto dell’ora. A un certo punto il bimbo cominciò a sbadigliare e stropicciarsi gli occhi, ma non voleva sapere assolutamente di andare a dormire. –Mettiamoci il pigiama, Theo, è ora di andare a letto- dissi mentre lui iniziava a piagnucolare. –No, dai, giochiamo ancora un po’, io non ho sonno!- provò a convincermi, ma lo tradì un rumorosissimo sbadiglio. Mentre saliva sul letto e aspettava che io prendessi il suo pigiamino azzurro, entrò Niall e si avvicinò. –Ehi, scimmietta, vai a nanna?- chiese al nipotino facendogli il solletico. –Diglelo tu alla zia che non ho sonno! Non voglio dormire!- piagnucolò Theo incrociando le braccia mentre io andavo verso il suo armadio. –La zia a volte è un po’ cattiva, vero?- scherzò Niall beccandosi un’occhiataccia da parte mia. Andai verso il bambino e iniziai a mettergli la maglia del pigiama, mentre il mio ragazzo continuava a fare il cretino. –E’ cattiva ma se le dai tanti bacini diventa bravissima- ridacchiò e io evitai di dargli uno schiaffo solo perchè c’era il bambino. –Allora se le do i bacini mi fa tornare a giocare!- sorrise Theo, ma io scossi la testa rimboccandogli le coperte. –Non devi ascoltare lo zio, è stupido- ridacchiai baciando la guancia morbida del bambino. –Buonanotte amore- sussurrai posando l’orsacchiotto accanto a lui. Volevo già bene a quel bambino, era adorabile, mi piaceva prendermene cura, mi sentivo utile, in un certo senso. Io e Niall uscimmo dalla stanza e andammo verso la nostra, io ero tremendamente stanca di inseguire quel bambino. –Sei carina con lui- commentò il biondo, aprendo la porta di camera nostra. –Mio nipote passa più tempo con la mia ragazza di me-
-Non fare la vittima- sorrisi io levandomi la maglia e sedendomi sul letto. –Cos’è che hai detto a Theo? Che sono cattiva?- chiesi fingendo un broncio, guardandolo avvicinarsi. –Sì, lo sei, con me. Ma sei sempre in tempo a farsi perdonare- ridacchiò sfiorando le mie labbra. Io sorrisi e mi alzai di scatto, lasciandolo di sasso. –Devo andare in bagno- gli dissi guardandolo mentre mi fulminava con lo sguardo. –Ti odio- disse lanciandomi la mia maglia, ma io chiusi la porta in tempo. Scossi la testa sorridendo e andai in bagno a farmi una doccia, prima di tornare in camera. Niall era steso sul letto e osservava il cellulare, non mi guardò nemmeno quando entrai. Mi misi il pigiama in silenzio, poi mi sdraiai al suo fianco, ma lui rimase assolutamente indifferente. –Sei arrabbiato?- gli chiesi avvicinandomi ancora un po’. Lui annuì e io sorrisi, baciando prima la guancia, poi le sue labbra, prendendogli il telefono dalle mani e posandolo sul comodino. Prese il mio viso fra le mani, ed io arrossii fino alla punta delle orecchie, come ogni singola volta che mi era accanto. –Sono così felice che ora sia finalmente tutto a posto- sussurrò mentre io appoggiavo la testa sulla sua spalla, annuendo. –Domani voglio portarti in giro, e fare come fa ogni ragazzo con la propria ragazza, voglio prenderti per mano e starti vicino, anche se qualcuno ci vede. Voglio farti vedere i posti dove sono cresciuto, voglio che tutti ci vedano felici, e voglio soprattutto vedere te felice- Io sorrisi, lusingata da quelle parole, mi meravigliava come lui riuscisse a far trasparire così i suoi pensieri, mentre io avevo sempre paura di non riuscire a fargli capire quanto fosse importante per me. Speravo sempre che lui capisse che, anche se non riuscivo a esprimermi, io gli volevo davvero bene. –Sai che vi ho spiato per un po’ mentre eri con Theo. Eri così carina, eri bellissima, non ti vedevo così tranquilla da tanto. Sei fantastica con i bambini- continuò accarezzando il mio braccio. –Infatti sto con te- ridacchiai io stringendo la sua mano fra le mie. –Non mi sopporti proprio, eh?- borbottò lui facendomi il solletico. –Ma lo sai che ti voglio bene!- scherzai prendendogli le mani per farlo smettere di torturarmi. Restammo a parlare ancora per un po’, finchè non crollammo addormentati uno fra le braccia dell’altra.





 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo! Sono contenta di vedere che le visualizzazioni stanno piano piano aumentando : )
Spero vi sia piaciuto! Venendo a noi, le cose tra Niall e Faith sembrerebbero andare meglio, MA non è detto che d'ora in poi sarà tutto semplice, anzi! Spero di non deludervi con quello che ho in mente per i prossimi capitoli. Vi prego come sempre di lasciare una recensione, sarebbe davvero fantastico. 
A quei pochi che seguono la storia: sparirò per una decina di giorni, ma vedrò di aggiornare quando torno!
Grazie a chiunque abbia letto questo capitolo, so che non era un granchè ... ditemi come migliorare.
Grazie :-*

Avete visto i Brit Awards? FANTASTICI! Taylor, Ed, e gli One Direction hanno vinto, posso essere felice :D

 

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Capitolo 13
*** Insieme ***


INSIEME


-Svegliati, bella addormentata- sentii sussurrare al mio orecchio, mentre mi svegliavo lentamente. Non appena misi a fuoco quello che era davanti a me, mi accorsi che c’era Niall seduto sul letto con un vassoio pieno di cose da mangiare. Mi misi a sedere, mentre il mio ragazzo mi posava la colazione sulle gambe. Era un ottimo modo di cominciare la giornata, ricevere la colazione a letto. –Oggi è la prima giornata in cui sei ufficialmente la mia ragazza- sorrise il biondo mentre iniziavamo a mangiare. –Perchè, prima cos’ero?- domandai sorridendo. –No, dai, hai capito cosa intendo. Non è che prima non fossi importante, è che adesso non c’è più bisogno di nascondersi- Sorrisi appoggiando la testa alla spalla del biondo. –E dove mi porti?- gli chiesi addentando un biscotto. –Qui non ci sono molte cose ... però siccome c’è il sole possiamo fare due passi-
E così decidemmo di fare, uscimmo per fare una passeggiata, il tempo era davvero bello. Raggiungemmo presto il centro, che era veramente carino, non c’era nemmeno troppa gente, dopotutto era la mattina e non era nemmeno il fine settimana. C’era qualche anziana con i nipotini, o qualche ragazzo che si godeva gli ultimi giorni d’estate in compagnia degli amici, e poi c’erano, come me e Niall, coppiette che passeggiavano mano nella mano. Effettivamente mi sembrava strano, mi veniva istintivo ritrarre la mia mano dalla sua, poi una voce nella testa mi ricordava che non dovevo preoccuparmene e improvvisamente mi sentivo felice. Mi sentivo normale, ero la ragazza di Niall e basta, non eravamo due star che vivevano costantemente sotto i riflettori, eravamo semplicemente una giovane coppia molto, molto felice. Ad un certo punto sentimmo lo scatto di una macchina fotografica alle nostre spalle e ci voltammo, vedendo il paparazzo che ci aveva scoperti. Io istintivamente guardai Niall preoccupata, ma la sua reazione fu completamente opposta alla mia, poichè sorrise all’uomo stringendo un braccio intorno alle mie spalle, come a sottolineare il fatto che stessimo insieme. –Entriamo qui- disse il biondo indicando un grande negozio di vestiti per ragazzi. Non appena entrammo la commessa, che evidentemente ci aveva riconosciuto, ci rivolse un gran sorriso, mentre io e Niall, ricambiando il gesto, ci dirigevamo verso gli scaffali di vestiti. –Guarda che bello questo, ci staresti benissimo- mi disse prendendo fra le mani un vestito a fiori color corallo. –Non so, non mi convince molto ...- commentai storcendo il naso. –Provalo, dai, voglio vedere come ti sta mi chiese Niall spingendomi verso il camerino. Io indossai il vestito e uscii per farmi vedere. La reazione del biondo fu molto positiva, sorrise e prese la mia mano facendomi fare una giravolta. –Sei perfetta- commentò prima di accorgersi che alle nostre spalle una ragazzina ci stava scattando delle foto. Rientrai subito nel camerino, imbarazzatissima, non sapevo cosa fare. La reazione delle fan ogni volta che uno degli One Direction veniva avvistato con una ragazza era sempre abbastanza sgradevole, e spesso anche il diretto interessato riceveva commenti poco gentili, e io non volevo che Niall apparisse come uno che frequentava diverse ragazze in pochi mesi, prima Lizzie, poi io, dopo mesi in cui era apparso alle telecamere sempre da solo. Uscii dopo essermi cambiata, e vidi il mio ragazzo chiacchierare animatamente con la sua fan, prima di scattare qualche foto. Era bello per me vederlo circondato da persone che lo ammiravano, ero sempre fiera di lui quando qualcuno dimostrava di apprezzarlo. Dopo qualche minuto Niall salutò la ragazzina e si avvicinò a me. –Vado a pagarlo- dissi dirigendomi verso la cassa. –Già fatto- sorrise lui, mentre la commessa mi porgeva un sacchetto con dentro il vestito che avevo provato. –No, dai, non dovevi ...- dissi io mentre uscivamo dal negozio. –Non posso neanche fare un regalo alla mia ragazza?- sorrise Niall baciandomi una guancia. –Se vuoi possiamo entrare anche lì- ridacchiò indicando un negozio di intimo e ricevendo un affettuoso schiaffo da parte mia. –Smettila, stupido- sorrisi mentre continuavamo a camminare. Passeggiammo per il resto della mattina, fermandoci di tanto in tanto a salutare qualche amico di Niall o visitare qualche negozio, poi passammo a prendere un dolce in pasticceria, siccome Greg, Denise e Theo sarebbero tornati per pranzo quel giorno. Il bambino era a casa di un cuginetto, dopodichè avrebbe passato il pomeriggio con me e lo zio, mentre i genitori sarebbero tornati a lavorare. Era stata una mattina molto piacevole, avrei voluto rivivere momenti così tranquilli più spesso, ma purtoppo il dovere chiamava e presto io e Niall saremmo tornati a viaggiare separati per il mondo. Io avevo molto lavoro da fare, il cd stava vendendo ma non dovevo perdere nemmeno un’occasione per promuoverlo, ma per il momento mi sentivo davvero fortunata, la mia musica stava lentamente uscendo dall’Europa, e mi sembrava tutto così surreale per essere vero. Stavo anche progettando un tour e speravo tanto di riuscire a portarlo al di là dell’oceano.
Arrivammo a casa giusto in tempo per preparare tavola prima che arrivò l’intera famiglia Horan più affamata che mai. Mangiammo in fretta e furia perchè la pausa pranzo di Denise e Greg era abbastanza breve. Ero davvero dispiaciuta che quello fosse l’ultimo giorno a Mullingar per me e Niall, siccome la mattina dopo saremmo dovuti ripartire e tornare a Londra. Eravamo stati così bene a casa di suo fratello, potevamo essere noi stessi senza aver paura di sbagliare qualcosa o apparire strani o fuori posto.
Dopo pranzo ricevetti una chiamata da Harry, che evidentemente era chiuso in camera di sua madre ad ascoltare musica triste. –Ciao Harry, come stai?-
-Male. Quando torni?-
-Domani mattina partiamo, tu?-
-Parto anch’io domani, volevo invitare te e Niall a una cena che ha organizzato Liam-
-Sì, ci siamo. Sono contenta di rivederti-
-Anch’io- rispose il riccio con voce triste. Mi dispiaceva tantissimo sentirlo così distrutto, avrei voluto essere con lui. –Mi manchi, Faith-
-Anche tu. Dopodomani andiamo a fare un giro in centro, d’accordo?-
-No, non ho voglia di uscire-
-Dai, vedremo di fare qualcosa, non puoi marcire in casa-
-Ora vado a mangiare, ci vediamo domani sera, salutami il biondino-
-Ciao Harry, non deprimerti troppo, ti prego, cerca di non intristirti troppo. Ti voglio bene-
-Anch’io, tanto. A presto- Chiusi la chiamata, tornando da Niall e Theo che guardavano i cartoni animati in salotto. Erano davvero carini, il bambino stava seduto fra le braccia dello zio, concentrato quanto lui sugli animaletti colorati che saltavano nella televisione. Niall era davvero un tesoro con suo nipote, era veramente dolce. Mi sedetti accanto ai due, accoccolandomi fra i cuscini, ero un po’ stanca, e il fatto che la nostra breve permanenza a Mullingar stava per finire iniziava ad instristirmi. Pensare che non avrei rivisto Theo per un po’, nè i suoi genitori, nè i viali tranquilli di Mullingar mi faceva venire sempre più voglia di non partire, ma avevo davvero tanto lavoro da fare. Niall allungò un braccio verso di me e io mi avvicinai ancora di più a lui, appoggiando la testa alla sua spalla. –Zia Faith, ho sonno, mi porti su?- mormorò il bimbo voltandosi verso di me. Io annuii e mi alzai in piedi, prendendo Theo fra le braccia, che si accasciò sulla mia spalla stringendo le manine intorno al mio collo. Entrai in camera sua e lo posai sul letto, poi mi sedetti accanto a lui ad accarezzargli la testa finchè non si addormentò.
 
POV Harry
-Ciao Harry- sorrise Liam facendomi entrare in casa sua. Non ci vedevamo da un po’, ero contento di rivedere lui e i ragazzi, e non desideravo altro che passare una serata a riempirmi di cibo e birra senza pensare a nulla. –Ciao Liam. Ho portato da bere- dissi passandogli la borsa delle bottiglie. –Cavolo, ne hai portata di roba!- commentò lui sistemando in cucina quello che gli avevo portato. –E’ già arrivato qualcuno?- chiesi posando la giacca su una sedia. –Ci sono Niall, Faith, Louis e Sophia di là-
Andai in salotto, dove i quattro stavano chiacchierando sul divano. Salutai tutti e mi sedetti accanto a Faith, che subito dopo si alzò chiedendomi di seguirla. Andammo sulla terrazza di Liam e ci appoggiammo alla ringhiera, mentre il cielo iniziava ad imbrunirsi. –Come stai?- mi domandò, passandosi una mano fra i capelli. Io alzai le spalle, forse non avevo molta voglia di parlarne. –Mi sento così stupido ... ma avrei dovuto saperlo. Mi vedono tutti come amico- dissi abbassando lo sguardo. –Non sei tu sbagliato, Harry, evidentemente lei non era la ragazza giusta per te, ma questo non significa che non ne troverai una migliore- commentò Faith appoggiandosi alla mia spalla. –Dici davvero?- sussurrai accarezzandole i capelli. –Sì, Harry. E se non la trovi te la vado a cercare io, perchè non meriti che la prima cretina che passa ti rovini la vita- rispose infervorandosi. –Perchè sei il mio migliore amico e se qualcun’altra prova a fare quello che ha fatto Mandi si pentirà di essersi messa contro di me!- Alle sue parole ridacchiai, immaginandomi Faith arrabbiata, ma proprio non ci riuscivo, era troppo pacata e fragile per quel genere di cose. –Lo stesso vale per il biondino, come si sta comportando?- le chiesi fissando un punto davanti a me. –Benissimo. È bravissimo, sono davvero contenta. Siamo ... siamo stati bene a Mullingar. Sono felice-
-Si vede- le sorrisi stringedola forte. –Vero che io rimmarrò comunque il tuo migliore amico, vero?- Lei annuì alle mie parole, e io mi sentivo a posto. Non mi interessava di Mandi, avevo un’amica sempre pronta ad aiutarmi, lei sì che c’era, sapevo che non se ne sarebbe andata.
Tornammo dentro, siccome la cena era pronta, e sedendoci accanto agli altri iniziammo a mangiare. Niall era vicino a Faith, e la guardava come si guarda un’opera d’arte o un bel tramonto, la guardava come se volesse cogliere ogni particolare del suo volto, forse perchè poi non l’avrebbe rivisto per un po’. Ero contento per loro, si completavano davvero, e lei sembrava avere tanto bisogno di una persona come lui al suo fianco.
 
POV Faith
Finita la cena andai in cucina a portare i piatti, e mentre li riponevo nel lavandino mi squillò il cellulare nella tasca; risposi non appena vidi che mi stava chiamando il manager, e solitamente erano belle notizie.
-Ciao Faith, ho delle grandissime notizie per te- Un enorme sorriso mi riempì il volto, non vedevo l’ora di sapere cosa voleva dirmi –Stai per andare in Australia a promuovere il tuo album, e riusciamo a farti partecipare a qualche programma radio e forse apparirai anche in qualche televisione-
-E’ fantastico!- gridai, e se avessi avuto ancora i piatti in mani si sarebbero frantumati per terra –Quando parto? Fino a quanto rimaniamo?-
-Partiamo il 10 settembre e stiamo una decina di giorni. Sei contenta?-
-Sì, è grandioso! A lunedì!-
-Sì, a lunedì, ciao Faith-
Chiusi la telefonata e mi sentivo esplodere, ero troppo contenta, sarei andata in Australia, era una cosa meravigliosa, non potevo aspettare. Corsi in salotto, dove gli altri stavano intorno al tavolo chi a chiacchierare, chi a bere qualcosa, qualcuno guardava la tv. Mi sedetti vicino a Niall, volevo fargli sapere tutto quello che mi era stato detto.
-Niall, andrò in Australia a settembre, non è fantastico?- esclamai sorridendo. –E’ bellissimo! Quando parti?- mi chiese, ricambiando il sorriso. –Il 10 settembre, starò via una decina di giorni- Alle mie parole lui mi guardò con uno sguardo abbastanza perplesso. –Quindi il periodo del mio compleanno e del tuo- osservò, facendomi ricordare un dettaglio che mi era completamente sfuggito di mente. –Già ... però è una cosa alla quale non posso assolutamente rinunciare ... vorrà dire che festeggeremo un’altra volta- proposi dispiaciuta, guardando l’espressione un po’ desolata di Niall. –Io non ho altre pause oltre quella, fino a Natale, ma fa lo stesso, non è un problema- Disse lui, anche se dal tono della sua voce si capiva che era un problema eccome, e in effetti un po’ lo era, ma non potevo farci assolutamente nulla, volevo sia stare con lui che continuare a lavorare, ma spesso questo non risultava possibile.
Rimanemmo ancora un po’ a casa di Liam a guardare un film, poi io e Niall uscimmo per andare a casa, eravamo un po’ stanchi, siccome quel giorno ci eravamo alzati presto. Salimmo in silenzio in macchina e lui iniziò a guidare nel buio della periferia di Londra. –Mi dispiace non esserci, è che ... è un’opportunità troppo grande per me- dissi dopo qualche minuto.
-Ascolta, tu devi andare in Australia e io sono davvero contento per te, devi andarci, non puoi perdere un’occasione così importante, ti stanno conoscendo in tutto il mondo ed è grandioso. Okay, non ci vedremo per ... per quattro mesi, ma io non voglio che tu abbia nessun senso di colpa, d’accordo? Ti telefonerò ogni giorno, troveremo un modo per sentirci. Ma tu devi andare, io voglio che tu sia felice-
-Mi mancherai tantissimo però- sussurrai appoggiandomi al finestrino.
-Anche tu- rispose appoggiando la mano sulla mia gamba –Ti fermi da me stasera?-
-Certo- sorrisi io stringendogli la mano. –Solo domani mattina devo passare da casa perchè poi vado da Harry-
-D’accordo. Poi però, ti prego, la sera potremmo restare insieme? È l’unico giorno che ci rimane fino a Natale- Lo adoravo. Un qualsiasi altro ragazzo sarebbe stato geloso del mio migliore amico, mi avrebbe imposto di non uscire di casa perchè voleva vedermi, invece lui sapeva quanto Harry fosse importante per me e la cosa non gli pesava affatto. Io annuii e calò di nuovo il silenzio in quella macchina, come se quei lunghi quattro mesi di distanza stessero già iniziando. Era un sentimento strano, forse non mi ci sarei mai abituata. Il tempo per stare insieme era sempre pochissimo, e volava, e senza che ce ne accorgessimo arrivava già il giorno della partenza di uno dei due. Quando era lontano mi sembrava che mancasse un intero pezzo di me, potevo telefonargli, certo, ma non era la stessa cosa che averlo accanto. Avevo paura, ogni volta che ci separavamo, ma non gliel’avevo mai detto. Avevo paura di crollare senza di lui, avevo paura di non farcela da sola, c’erano giorni in cui mi veniva costantemente da piangere se succedeva qualcosa sul lavoro e lui non c’era, e io ne avevo comunque bisogno, ma non serviva a niente sperare di averlo accanto perchè non sarebbe successo. Avevo anche paura che lui si innamorasse di qualche altra ragazza. D’accordo, dovevo fidarmi di lui, ma non potevo fare a meno di temere che qualcuno gli piacesse più di me. Avevo inoltre paura che lui mi nascondesse qualcosa, anche inevitabilmente, avevo paura che lui stesse male e io non ne sapevo niente, perchè volevo essere accanto a lui, sempre.
Arrivammo alla gigantesca casa di Niall ed entrammo, eravamo davvero esausti. Mi diressi in camera sua e lui mi seguì, catapultandosi sul letto e prendendo il cellulare in mano. –Non ho il pigiama- constatai accorgendomi di non essermi portata nulla. –Per me puoi anche farne a meno- commentò serio lui senza nemmeno alzare lo sguardo da telefono, e prendendosi la mia maglia in faccia di risposta. –Sei veramente stupido!- sorrisi avvicinandomi al suo armadio. –Hai una maglia da prestarmi?- gli chiesi, mentre si avvicinava. –No, pensa, sono tutte a lavare- rispose mentre io alzavo gli occhi al cielo. –Okay, me la prendo da sola- esclamai aprendo un cassetto a caso, che era per fortuna quello delle magliette. Presi una t-shirt bianca e mi diressi verso il bagno, avevo voglia di fare una doccia.
Tornai in camera mezz’oretta dopo, con ancora i capelli bagnati, e mi stesi accanto a Niall, che sembrava dormire già da un po’; poi, dopo aver spento la luce, mi strinsi a lui, cercando di non pensare che il giorno seguente sarebbe stato l’ultimo passato insieme per un bel pezzo.




 Spazio autrice
Chiedo scusa per questo capitolo, so che è corto e orrendo, ma è di passaggio e spero non vi abbia deluso troppo.
Come al solito, una recensione sarebbe moooolto gradita : )
Le visualizzazioni aumentano, e questa storia è fra le preferite di due persone e seguite di altre due, e la cosa non può che rendermi felice felice felice :D 
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego, mi farebbe piacere sapere dove migliorare!
Grazie ;-*

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Capitolo 14
*** Partenze ***


Partenze


A metà della notte il mio cellulare iniziò a vibrare, e io, nonostante fossi mezza assonata, corsi fuori dalla stanza per non disturbare Niall che stava dormendo e si sarebbe dovuto alzare presto. Mia zia mi stava chiamando, e il fatto che fossero le tre di notte mi spaventava non poco.
-Zia, cosa succede?- chiesi allarmata scendendo al piano di sotto.
-Faith, devi venire subito ... tuo padre vuole vederti- disse mia zia con voce strozzata.
-Mio padre?! Perchè?-
-C’è ... c’è stato un incidente, devi venire subito-
-Dove?-
-All’ospedale-
-Sto arrivando- risposi cercando di stare calma. Senza pensare a cosa stessi facendo mi infilai una felpa che era stata lasciata sul divano e, dopo aver preso le chiavi della macchina di Niall, partii, con la testa piena di domande e preoccupazioni. Mio padre aveva avuto un incidente e voleva vedermi. Non ci potevo credere, non era possibile, erano anni che non ci parlavamo, cosa gli avrei detto? Cosa ci saremmo detti? Se cercava me, sicuramente era qualcosa di grave. Non volevo neanche immaginare lo stato in cui doveva trovarsi mia madre. Era fragile, non avrebbe sopportato un altro lutto. E mia sorella? Come avrebbe fatto con una madre distrutta e nessun altro intorno? Era sicuramente un pensiero pessimista, ma ero sempre più sicura che non avrei rivisto mio padre dopo quella notte. Cercavo di essere razionale, in più avevo paura, e invece di cercare di autoconvincermi che sarebbe andato tutto bene, tendevo a pensare il peggio. Dopo qualche minuto mi accorsi di avere le guance completamente bagnate, stavo piangendo e neanche me ne rendevo conto. Quello con mio padre era un rapporto complicato, ma in quel momento pensai di volergli bene, pensai che nonostante tutto non volevo perderlo. Sarebbe stata una tragedia, soprattutto per mia madre e per Cassey, per non parlare di mia zia, che era sua sorella. Per tutto il tragitto verso la cittadina in cui vivevano i miei, che non era molto lontana da Londra, mi crebbe un immenso senso di colpa. Mi sentii in colpa per non aver passato abbastanza tempo con mio padre, per essere stata lontana da mia madre, pur sapendo che era così fragile. E mia sorella? L’avevo lasciata da sola, ero stata tremendamente egoista, non avevo fatto il minimo sforzo per salvare tutto. Ero una stupida.
Parcheggiai vicino all’unico ospedale della città ed entrai, dopo essermi accorta che non potevo nemmeno chiamare mia zia per chiederle a che piano si trovavano, perchè avevo lasciato il cellulare a casa di Niall. Per fortuna vidi mia sorella seduta vicino alla macchinetta del caffè, nell’atrio. Corsi verso di lei, che appena mi vide alzò lo sguardo, mostrandomi il volto pieno di lacrime. Io senza dire nulla la strinsi forte, e rimanemmo abbracciate per molto tempo, finchè lei si allontanò leggermente, scoppiando a piangere. –Ha ... ha detto che ti vuole bene e ... e che gli dispiace ... lui ... lui voleva vederti e chiederti scusa, e dirti che eri importante, ma ...- scoppiò in singhiozzi, e io compresi di essere arrivata troppo tardi. Come sempre, non avevo fatto in tempo, nemmeno l’ultima volta. Scoppiai a piangere, sentendomi tremendamente in colpa, volevo terribilmente tornare indietro nel tempo, andare da lui e dirgli che gli volevo bene anch’io in fondo. Mentre ero in macchina mi sembrava di essermi abituata all’idea della scomparsa di mio padre, ma era un’ipotesi, invece quando scoprii che era vero mi sentii malissimo. –Ha detto che non ha mai smesso di pensarti, e che si sente in colpa- concluse Cassey, stringendomi forte, e non si capiva se fossi io a sostenerla o lei a evitare che io crollassi. Forse eravamo talmente distrutte che riuscivamo a farci forza a vicenda, ma era un tentativo penoso di essere forti, era un pietoso incoraggiamento che non bastava a curare le nostre ferite. Non riuscivo a smettere di piangere, ero arrabbiata con me e anche con mio padre, avrebbe dovuto dirmi quelle cose prima, so che era un pensiero egoista, ma perchè non aveva cercato prima? E subito dopo pensai, perchè io non l’avevo cercato prima? Era troppo tardi. Ed era un’orribile sensazione. Cassey tornò da mia madre, assicurandomi che sarebbe tornata presto. Io mi accasciai su una sedia di plastica, e dovevo fare davvero compassione, perchè un’infermiera si sedette accanto a me, ma io me ne accorsi solo quando iniziò a scuotermi per richiamare la mia attenzione. –Stai bene? Sei pallida, ti serve qualcosa?- mi domandò, e la mia vista iniziò ad annebbiarsi, poi persi i sensi, distrutta da tutto quello che era successo.
 
POV Niall
-Harry, ti prego dimmi che Faith è con te- dissi non appena il riccio rispose alla chiamata. Quella mattina al mio risveglio Faith non c’era, era sparita anche la mia macchina, l’unica cosa che purtoppo avevo trovato era il suo cellulare, così non potevo nemmeno telefonarle. Pensai che fosse uscita per un po’, ma era ormai mezzogiorno e mezzo e stavo iniziando a preoccuparmi.
-No, ma dovrebbe arrivare tra poco, perchè?-
-E’ sparita, Harry-
-In che senso?-
-Non c’era stamattina, ha preso la mia macchina e ha lasciato il cellulare qui, sai dove potrebbe essere?- Ero davvero in ansia a quel punto, non era mai successo prima, perchè non mi aveva avvisato?
-Non ne ho idea ... ma stai tranquillo, magari è solo andata un attimo a casa sua-
-No, Harry, è passato troppo tempo, io ho paura, non so dove sia-
-Aspettami, qualche minuto e sono da te, non agitarti però, non serve a nulla-
Ero agitato eccome, invece, ero nervoso, c’era sicuramente qualcosa di strano sotto. Magari poi era sana e salva, ma solo il fatto di non sapere dove fosse aumentava la mia ansia; era la nostra ultima giornata insieme, e quello non era sicuramente il modo migliore per passarla. Fissavo la porta, sperando di sentire presto il suono del citofono, ma Faith non arrivava mai, e l’attesa era orrenda, mi sembrava che stessero passando secoli. Mi stesi sul divano, cercando di rilassarmi il più possibile, anche se fu un tentativo piuttosto impossibile, il mio cervello non ne voleva sapere di riposarsi. Non sapevo bene perchè mi stessi preoccupando più di tanto, dopotutto non era sparita per mesi, ma qualcosa dentro di me continuava ad allarmarmi. Avevo sempre quella sensazione di non sapere tutto di lei, e di certo la cosa non aiutava a farmi stare tranquillo. Come se non bastasse Harry sembrava non arrivare mai, e la sua presenza mi avrebbe sicuramente rassicurato; lui era così, molto più pratico e razionale, al contrario di me che mi facevo trasportare dai miei sentimenti senza fermarmi mai a ragionare. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile, finalmente suonò il citofono, e io mi precipitai ad aprire la porta, era arrivato Harry.
-Ciao Niall, novità?- mi domandò mentre io scuotevo la testa e tornavo a sedermi con lui sul divano. –Ma perchè ti preoccupi così tanto? Non è fuori da troppe ore, non devi per forza pensare che sia successo qualcosa di grave- mi disse, forse per convincere anche se stesso, in fondo un po’ in ansia per Faith lo era anche lui. –Non lo so, Harry, ma è strano ... secondo te è successo qualcosa con la sua famiglia?- gli chiesi appoggiandomi allo schienale del divano. –Non lo so ... però vedrai che tornerà presto-
Alle sei di sera io ero ancora sul divano di casa mia ad aspettare Faith, Harry era andato a casa sua a preparare la valigia, e mi aveva detto più volte di avvisarlo per qualsiasi cosa. Ero veramente preoccupato, volevo chiamare la polizia, ma non era sparita da abbastanza tempo per far iniziare le ricerche. Volevo disperatamente sapere dove fosse, o almeno se stesse bene, volevo solo rivederla e sapere che era sana e salva, ero troppo preoccupato, non era mai successa una cosa del genere prima. E poi lei non mi sembrava  tipo di persona che spariva di punto in bianco; o meglio, prima di allora non sembrava così. Dopo poche ore sarei dovuto partire, ma non l’avrei fatto se Faith non fosse tornata in tempo. Fissavo il soffitto, aspettando di sentire un qualsiasi suono, una macchina che entrava in garage, o il telefono che squillava, o la sua voce, ma intorno a me c’era solo silenzio, un silenzio assordante. Per distrarmi decisi di andare a fare la valigia, e riuscii per un po’ a spegnere il cervello, ma dopo una mezz’ora abbondante tornai a pensare a dove diavolo fosse Faith. Mentre tornavo di sotto sentii il tanto atteso suono del citofono. Mi affacciai alla finestra e vidi la mia macchina fuori dal cancello che entrava in garage: Faith era tornata. Aprii la porta, guardandola arrivare verso di me con lo sguardo basso. Entrò senza nemmeno salutare, dirigendosi verso le scale, e io invece di correre a stringerla come avrei voluta farmi, non riuscii a fare a meno di arrabbiarmi.
-Scusami, vieni qua- sbottai prendendole un braccio e tirandola verso di me, forse troppo violentemente –Sei sparita senza dirmi niente, io sono stato in ansia tutto il giorno, adesso entri e nemmeno mi parli?- Lei iniziò a dimenarsi sotto la stretta che la mia mano esercitava sul suo polso, e a un certo punto si fermò, guardandomi con uno sguardo assente. Era strana, aveva delle occhiaie tremende e sembrava molto stanca. –Faith, cos’è successo, dimmi qualcosa!- urlai, forse un po’ troppo forte. –Parla, per favore!-
Lei con uno strattone si liberò della mia presa e corse di sopra scoppiando a piangere. Io mi sentivo terribilmente in colpa per aver urlato in quel modo, ma ero troppo teso per restare calmo, e non capivo nulla di quello che stava succedendo. Dopo qualche secondo la raggiunsi, era in camera mia, seduta sul letto con la testa fra le ginocchia, e singhiozzava in silenzio. Mi sedetti accanto a lei, prendendola fra le mie braccia e baciandole i capelli. –Scusami, non volevo urlare così, è che ero in pensiero per te. Dove sei stata?- Sussurrai mentre lei teneva il viso nell’incavo del mio collo. –E’ morto mio padre- disse tutto d’un fiato, e io sentii un forte nodo stringersi nella mia gola. Mentre lei ricominciava a singhiozzare, io la strinsi più forte, non sapevo cosa dirle, ero terribilmente dispiaciuto per lei, e vederla soffrire mi distruggeva. –Ho sbagliato tutto- sussurrò lei stringendosi forte al mio petto. –Non dire così, dai- la consolai cullandola fra le mie braccia. Avrei fatto qualsiasi cosa per farla stare meglio, ma sapevo che qualsiasi tentativo sarebbe stato pressochè inutile. A malincuore realizzai che sarebbe iniziato un periodo difficile per Faith, ed era ancora più brutto pensare che io non sarei potuto esserle accanto, anzi, sarei stato dall’altra parte del pianeta, e io volevo tutto tranne che lei crollasse quando era sola. Avrei tanto voluto non partire e starle vicino in quella circostanza, ma proprio non mi era possibile, e già mi sentivo in colpa per quello.
-Cosa vuoi fare ora?- le domandai dopo qualche minuto, quando sembrò essersi calmata. –Vado a stare per un po’ con mia madre e mia sorella. Io ... io non ci sono mai per loro- rispose con la voce che ancora tremava per il pianto. –Ho sbagliato tutto, Niall, io ... io mi sento terribilmente in colpa, e ora è troppo tardi- mi fissava con la disperazione negli occhi, e io cosa potevo fare? Niente, non potevo fare niente, non avevo nessuna parola per consolarla, nessuno dei miei abbracci sarebbe bastato a farla sentire meglio, io in quella situazione ero completamente impotente. Volevo solo che sapesse che io c’ero. Prevedevo un periodo in cui si sarebbe fatta sentire poco, ma sapevo che al mio ritorno avrei fatto di tutto per farla tornare come prima, sebbene avrebbe avuto delle cicatrici che mai si sarebbero rimarginate. –La mia famiglia non esiste più- sussurrò fra le mie braccia, tra un singhiozzo e l’altro –non è mai esistita- terminò ricominciando a piangere. Quelle parole erano così pesanti, ma forse era la verità. E accettare quella situazione doveva costarle non poco sforzo, perchè il desiderio di una famiglia unita e felice lo si ha a prescindere di come sono le cose realmente. Io ero molto fortunato, i miei genitori erano separati, è vero, ma siamo sempre rimasti uniti, non mi sono mai sentito escluso o dimenticato, non mi è mai mancato amore e supporto. E proprio quello volevo dare a Faith, amore e supporto, volevo che vedesse in me un rifugio, io per lei avrei fatto qualsiasi cosa, pur di non vederla soffrire.
-Ora vado- disse dopo qualche minuto, asciugandosi le lacrime. –Devo ... devo andare a casa e fare le valigie e andare da mia madre- Si alzò dal letto, prese le sue cose e scese di sotto, mentre io la seguivo in silenzio. Salimmo in macchina e arrivammo a casa sua, era arrivato il momento di salutarsi, come se quel momento non fosse già abbastanza triste. La accompagnai fino alla porta, dove lei mi abbracciò per molto, molto tempo. –Mi mancherai tantissimo- sussurrò tenendomi stretto a sè. –Anche tu. Ti prego, promettimi che mi chiamerai se qualcosa non va. Non voglio che tu stia male, okay?- le dissi prendendole il viso delicatamente fra le mani e baciandole a lungo le labbra, sapendo che mi sarebbe mancato tutto di lei. Inspirai il suo profumo, volevo ricordare tutto, non volevo dimenticare nemmeno un dettaglio. Non l’avrei vista per quattro lunghi, infiniti mesi, e lasciarci dopo quel periodo insieme, i giorni a Mullingar e quelli a casa prima di quello spiacevole imprevisto, era davvero un’impresa faticosissima. “Non voglio partire” era tutto quello che la mia mente diceva, ma dovevo partire, e lei lo sapeva, così ad un certo punto si sciolse dalla mia presa e andò verso la porta. Si voltò a guardarmi, mi diede un ultimo bacio, poi mimò un “ciao” con le labbra e sparì in casa sua. Poche volte l’avevo vista così triste, e la cosa mi distruggeva, avrei voluto portarla con me, ma non potevo. Così salii in macchina e iniziai a sentire la sua mancanza, cosa che avrei fatto per i quattro mesi successivi.
 
POV Faith
Mi trattenni per un po’ a casa dei miei, ma decisi di non dormire nella camera che era un tempo mia e di Henry, preferirii stare con Cassey nella sua stanza. Era bello passare del tempo con lei e con mia madre, ma era strano, come se sapessimo tutti che ormai c’era stata una rottura che non si sarebbe mai riparata. Mia mamma non era mai stata molto espansiva, quindi da lei non mi aspettavo un grande entusiasmo, sapevo bene com’era fatta. Era fragile, e amava a modo suo, anche se spesso questo la faceva apparire apatica agli occhi degli sconosciuti. Ma sapevo anche che era capace di essere felice, ma non l’avevo più vista ridere da tempo. Quando c’era Henry era diversa, era radiosa, era la madre che tutti vorrebbero, ma dopo ... dopo diventò molto più tranquilla, insicura, fragile, parlava poco e sembrava che la mia presenza gli ricordasse così tanto quella del mio gemello che il mio solo stare accanto a lei la infastidiva. Adesso che le era mancato anche il marito, era distrutta, e anche la tristezza la viveva a modo suo, se ne stava zitta sul divano a sorseggiare una tazza di tè, ogni tanto rivolgeva a me e a mia sorella un sorriso triste, poi tornava nei suoi pensieri. Non avevo mai capito quanto amasse realmente mio padre; erano più i contrasti fra loro che le cose in comune, e Cassey mi disse che negli ultimi mesi stavano seriamente pensando di separarsi. Questo chiaramente non significava affatto che la scomparsa di mio padre la lasciasse indifferente.
Cassey invece aveva reagito molto meglio, forse perchè aveva conosciuto il lato più freddo di mio padre, non poteva sapere che prima che lei nascesse dietro quel suo sguardo burbero si celava un papà energico e dinamico, che passava i pomeriggi giocando con i suoi due gemelli e le ore al lavoro pensando a cosa stessero facendo in quel momento. Era anche lei molto, molto spaesata e triste, non aveva molta voglia di svagarsi, anche se per fortuna questo periodo non durò molto. Sicuramente Cassey era molto più legata a mia madre, non era mai riuscita ad instaurare un rapporto profondo con nostro padre, ma pensavo che si sentisse in colpa anche lei per questo.
E poi c’ero io, che di sensi di colpa ne avevo a migliaia. Non avevo fame, e stare in quella casa mi metteva troppa tristezza, mi ricordava troppe cose, e volevo andarmene, ma non potevo abbandonare ancora una volta quel poco che era rimasto della mia famiglia. Era difficile per me sentirmi respinta da mia madre e mia sorella, che non lo facevano apposta, ma nel loro comportamento capivo chiaramente quanto distante io fossi da loro. Erano così unite, e invidiavo a morte mia sorella, anche se non l’avrei mai ammesso, perchè io con i nostri genitori ero stata solo capace di discutere, mentre lei era la piccola di casa, e aveva sempre nostra madre tutta per sè. Loro si facevano forza a vicenda, dopo la scomparsa di mio padre, si supportavano a vicenda, soffrivano insieme e riuscivano a far sorridere l’altra, mentre involontariamente mi lasciavano sempre sola. Un pomeriggio erano sul divano, e per la prima volta dopo il funerale stavano sorridendo. Mia madre teneva Cassey fra le braccia, la stringeva forte e le diceva che le voleva bene. Io stavo appoggiata alla porta della cucina, per non farmi vedere, e avevo gli occhi pieni di lacrime, ero così triste, non potevo sopportare il modo in cui mi respingevano.
Anche per questo motivo decisi di anticipare la mia partenza per l’Australia, non avevo più voglia di stare in quella casa in cui non ero molto gradita, se davvero volevano farmi sentire in colpa per essermene andata anni prima, ci stavano riuscendo eccome. I saluti furono svelti e freddi, e una volta arrivata a destinazione mi sentii libera, lontana dai problemi, anche se quelli sembravano seguirmi ovunque. A casa non ne avevo parlato, ma il mio dolore non faceva che aumentare, nè mia madre nè mia sorella si accorsero del mio malumore. Forse pensavano che di mio padre non me ne fregasse niente, invece non era affatto così, io ci stavo male, semplicemente non riuscivo a parlarne. E in quel momento, così lontana da casa, speravo di stare meglio.
Mi mancava Niall, di lui avevo tremendamente bisogno, ma dovevo aspettare Natale, che sembrava lontanissimo. Avrei voluto passare il suo compleanno con lui, ma proprio quel giorno ero piena di impegni, ed era fisicamente impossibile raggiungerlo. Ci sentivamo spesso, lui era dolcissimo, ma al telefono quando mi chiedeva come stavo, non riuscivo a dirgli che non stavo bene, volevo vederlo, non mi bastava mai sentire la sua voce e basta.
Un pomeriggio, mentre stavo passeggiando in centro a Melbourne con Amy, la mia truccatrice, mi arrivò un messaggio di Niall che diceva: “Ho appena visto la cosa più buffa del mondo”, seguita da una foto di un barboncino che indossava un impermeabile e delle strane scarpette rosse. Sorrisi, immaginandomi il mio ragazzo che fotografava cagnolini, del resto fare lo stupido e stupirsi come un bambino era l’attività che occupava gran parte delle sue giornate. “Grazie per il primo sorriso della giornata” risposi io, volevo che sapesse quanto bene mi facesse stare, anche con piccoli gesti. “Bene, perchè sei ancora più splendida quando sorridi” ribattè lui, facendomi sentire speciale, ero davvero felice di averlo nella mia vita. Misi via il cellulare e seguii Amy dentro un negozio di abbigliamento perchè, come diceva lei, “niente solleva il morale come un pomeriggio di shopping”. Mi divertivo con lei, riuscivo a svagarmi e sentirmi meno sola. Passammo un sacco di tempo dentro quel negozio, e ne uscimmo con un sacco di borse piene zeppe di vestiti meravigliosi, che a Londra a settembre non avrei mai potuto indossare perchè iniziava l’autunno.
Tornammo all’albergo dopo aver girato per tutto il pomeriggio, e ci catapultammo in camera per mettere a posto i nostri acquisti. Amy aveva pochi anni più di me, ed eravamo come sorelle, riusciva sempre a farmi sentire bene, e alla fine di quella giornata mi sentivo molto tranquilla; i giorni passati a casa di mia madre mi avevano portato moltissima angoscia, non riuscivo a sentirmi a mio agio, e in poche ore Amy era riuscita a portare finalmente un po’ di pace dentro di me.
-Usciamo stasera?- propose lei posando le sue borse sul letto. A me non andava molto, quindi risposi con una smorfia, che però non le impedì di insistere. –Non fare quella faccia, stasera usciamo, decido io. Ho visto un locale bellissimo prima, e dobbiamo assolutamente andarci. Dai, hai idea di quanti surfisti vagano per questo angolo di paradiso? Abbiamo ancora un paio di giorni prima di cominciare a lavorare, quindi non hai scuse- Mi decisi ad uscire, anche se non avevo per niente voglia di festeggiare, se non altro per far contenta Amy, che sembrava così impaziente di lanciarsi in mezzo a un mucchio di persone in un locale, cosa che io avrei volentieri evitato, non ero decisamente il tipo di persona che moriva dalla voglia di passare la serata a ballare da qualche parte. Speravo soltanto di non essere vista da qualche paparazzo con un drink in mano, perchè c’era sempre chi fraintendeva e diceva in giro che io avevo il vizio dell’alcol, cosa che non era assolutamente vera, e dopo alcuni episodi simili non bevevo quasi mai nei locali.
Dopo cena ci preparammo per uscire, e Amy era davvero elettrizzata, non riusciva a scegliere qualcosa da mettersi, girava nervosa per tutta la stanza mentre io non capivo cos’avesse di così particolare quel locale in cui stavamo per andare. Infilai un paio di pantaloncini a vita alta con un top corto nero, e mi sedetti sul letto ad aspettare che la mia amica si preparasse, se non che la cosa stava durando più del sopportabile.
-Ma cosa ci sarà mai di speciale in quel posto ...- sbuffia io, che avevo sempre meno voglia di uscire.
-C’è Jake- ridacchiò lei impastandosi il viso di fondotinta davanti allo specchio. –Cosa?!- domandai io strabuzzando gli occhi a quella risposta. –E’ uno che ho conosciuto ieri sera quando mi hai fatto uscire da sola. E ci rivedremo stasera- cinguettò Amy continuando a truccarsi, mentre io capii che avrei passato il resto della serata da sola. –No, scusami, allora non vengo, non ho intenzione di stare da sola mentre tu stai con quello- mi lamentai togliendomi le scarpe, volevo restare nell’hotel. –No, ma dai, vieni, io voglio stare anche con te! Non ti lascerò sola, te lo prometto. Fidati, ci divertiremo!-
E invece passai tutta la sera seduta in angolo mentre Amy si scatenava al centro della pista con quel ragazzo dal fisico perfetto e dallo sguardo glaciale, e a una certa ora decisi di andarmene, ero stufa di annoiarmi, così me ne andai, non mi stavo divertendo affatto. Mentre mi riavviavo verso l’hotel presi il cellulare e chiamai Niall, dopo aver fatto due calcoli ed essermi assicurata di non chiamarlo nel cuore della notte. Lo feci squillare per un po’, ma non rispondeva. Sbuffando entrai nella hall, dirigendomi verso la reception per prendere la chiave della mia stanza, e poi salii al terzo piano, avevo voglia di farmi una lunghissima dormita, anche se sapevo già che Amy mi avrebbe svegliata, arrivando a notte fonda. Rimasi sveglia ad aspettare che Niall mi richiamasse, ma il suo nome sullo schermo del mio telefono sembrava non apparire mai, e mi addormentai pensando a quanto mi sarebbe piaciuto essere tra le sue braccia.





 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo, non molto allegro, ma spero non fosse tanto male.
Le visualizzazioni aumentano, mi dispiace solo che non ci siano mai recensioni, ma continuo a pubblicare per quelle 25\30 che leggono, che per me sono comunque tante!
Grazie a tutti quelli che hanno letto questo capitolo :-)

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Capitolo 15
*** Melbourne ***


MELBOURNE

 Il giorno del compleanno di Niall ero impegnata dal mattino prestissimo fino al tardo pomeriggio, eppure quando la mia sveglia suonò alle sei meno un quarto, lui fu il mio primo pensiero. Grazie al fuso orario non riuscii a chiamarlo, ma avrei cercato di farlo più tardi. Avrei tanto voluto essere con lui, e speravo con tutta me stessa che non se la fosse presa troppo, ma del resto sapeva benissimo gli impegni che il nostro mestiere comportava. A Natale gli avrei dato il regalo, una bellissima chitarra acustica che avevo ritirato da un negozio proprio pochi giorni prima a Melbourne.
Mi precipitai alla spiaggia, dove finimmo di girare un video che avevamo iniziato il giorno precendente, e poi alle tre venni catapultata in un locale dove, dopo essermi esibita, tenni un meet&greet con dei fan. Era emozionante vedere quelle persone che avevano aspettato tutto il giorno di vedermi, spesso ero più timida di loro quando mi chiedevano una foto, e non sempre forse riuscivo a ringraziarli come avrei dovuto. Alle sei e mezza la stanza si svuotò, e la mia giornata era finalmente finita, così io presi le mie cose, siccome volevo andare a a mangiare qualcosa e a riposarmi un po’. Non avevo avuto tempo nè per la colazione nè per il pranzo, avevo dormito pochissimo ed ero esausta, ma ero davvero felice di sapere che qualcuno dall’altra parte del mondo volesse vedermi, mi sentivo davvero fortunata.
-E’ troppo tardi per un autografo?- disse una voce che mi sembrava di conoscere molto bene dietro di me, mentre io stavo sistemando le mie cose nella borsa.
-Niall!- urlai voltandomi e riconoscendo il biondo alle mie spalle. Mentre lui sorrideva e allargava le braccia, io lo strinsi fortissimo, non potevo credere che fosse davvero lì, ero felicissima. –Mi sei mancata- sussurrò lui fra i miei capelli prima di baciarmi, mentre io mi stringevo ancora più forte al suo petto. –Buon compleanno-sorrisi io tenendo le mie mani sui suoi fianchi, e lo guardavo negli occhi, non riuscivo a credere che fosse davvero di fronte a me. –Grazie- rispose baciando la mia fronte e prendendomi per mano, avvicinandosi all’uscita dell’edificio.
-Come hai fatto a trovarmi?- gli domandai mentre camminavamo verdo il mio hotel.
-Sottovaluti le mie capacità- ridacchiò Niall baciandomi una guancia, e io davvero mi accorsi di quanto mi mancasse. Era passato pochissimo tempo, me era stato un brutto periodo e averlo accanto mi dava sicurezza, mi faceva sentire molto più forte. Salimmo in camera mia, era ormai arrivata ora di cena e dovevamo decidere cosa fare. Immaginavo che Niall fosse molto stanco, e invece se ne uscì con un’altra delle sue idee, e io decisi di accontentarlo, era pur sempre il suo compleanno. Dopo esserci fatti una doccia e indossato dei vestiti puliti ci dirigemmo verso un luogo segreto nel quale lui era già stato, e diceva che sarebbe stato fantastico passarci la serata. Era sempre così lui, gli piaceva fare sorprese e stupire gli altri, era sempre stato così, gli faceva piacere rendere felici le altre persone. Forse in questo eravamo diversi, io non mi sentivo così altruista, lui invece era così espansivo ed emotivo, gli si leggeva in faccia qualsiasi cosa, a differenza di me che avevo imparato benissimo a mascherare i sentimenti.
-Adesso chiudi gli occhi- mi disse, mentre ci avvicinavamo alla spiaggia. –Non vedo dove sto andando- risposi io ridendo, prima che lui mi prendesse in braccio sulla schiena, facendomi scoppiare a ridere. Lo pregai di lasciarmi andare, cosa che non fece, così mi rassegnai a restare appesa al suo collo finchè mi riappoggiò a terra dicendomi di aprire gli occhi.
-E’ bellissimo, Niall!- sorrisi quando vidi davanti a me un piccolo ma splendido ristorante vicinissimo al mare, nel quale sedevano altre coppiette come noi, circondate da decorazioni floreali e candele. Ci sedemmo al tavolino nel portico che Niall aveva prenotato, evidentemente aveva progettato di venirmi a trovare da un po’.
-Sei dimagrita troppo, Faith- disse lui dopo qualche minuto tornando serio. –No, non penso- risposi io, osservando la mia mano posata sulla sua. In effetti era molto più ossuta di prima, e in effetti io ero dimagrita, siccome durante la permanenza a casa di mia madre non avevo molto appetito, ma non mi sembrava una cosa grave. –Io penso di sì ... com’è andata da tua madre?- Sbuffai alla sua domanda, siccome non avevo per niente voglia di rovinarmi la serata con quei discorsi. –Più o meno- risposi freddamente, desiderosa di cambiare argomento e tornare sorridenti come prima. –Non ti va di parlarne?- chiese lui discretamente, accarezzando il dorso della mia mano. Io feci cenno di no con la testa, e lui capì che sì, prima o poi avrei voluto confidarmi con lui, ma più tardi, magari in un momento in cui io e lui eravamo soli.
-Devo darti il regalo quando torniamo in hotel- sorrisi io guardandolo dolcemente. –Mi è bastato vederti- rispose lui ricambiando il sorriso. –Quanto ti fermi?- chiesi io arrossendo. –Dopodomani devo ripartire- disse Niall leggermente maliconico –Non ci sarò al tuo compleanno- Io alzai le spalle a quella affermazione, dopotutto a me bastava vederlo, poi che non riuscissi a vederlo nel giorno preciso del mio compleanno non mi interessava molto, era già tanto che lui fosse con me almeno per un paio di giorni. –Non è un problema. Hai già fatto mezzo mondo per vedermi, è abbastanza, no?- Sorrisi io cercando di non farlo sentire in colpa. –Spero di sì- arrossì lui piegando leggermente la testa di lato. Mi guardò negli occhi per qualche secondo, e io mi sentii completamente catturata da quello sguardo magnetico, che ogni volta mi faceva sentire terribilmente impotente, e al tempo stesso mi salvava sempre. Mai prima di conoscerlo mi ero sentita così bella e apprezzata, mai mi ero sentita così importante per qualcuno, e se quando mi guardavo allo specchio mi sentivo un po’ meno schifosa, lo dovevo anche a Niall.
-Ti piace l’Australia?- mi domandò dopo un po’, quando il cameriere ci aveva già portato da mangiare. Io annuii, ero troppo impegnata a divorare il pesce che avevo ordinato per parlare. –Mio nipote si sporca di meno quando mangia- ridacchiò lui pulendomi l’angolo della bocca col tovagliolo. –A proposito, Theo mi ha richiamato e mi ha detto che gli manchi e che ha preparato dei giochi nuovi da farti vedere quando torni- Sorrisi alle sue parole, ricordandomi i bei momenti a Mullingar. L’unica volta in cui mi ero davvero sentita in famiglia.
-Mi ero trovata bene a Mullingar- dissi smettendo di mangiare. –E Theo è un tesoro-
-Sì, aspetta che prenda un po’ di confidenza e vedi che peste che diventa- rise lui passandosi una mano fra i capelli. –Dai, è un bambino! Anche tu magari eri così- esclamai io immaginandomi un mini Niall che correva in giro e urlava come un forsennato, perchè se era così da ragazzo, chissà a tre anni cos’era.
Rimanemmo ancora molto tempo al ristorante, poi quando tutti se ne andarono decidemmo di uscire e tornare all’hotel. Era davvero tardi, e in giro non c’era quasi nessuno, si sentiva solo una musica allegra che proveniva da un locale. Cogliendomi alla sprovvista, Niall mi prese per mano e mi fece fare una giravolta, stringendomi poi a sè, mentre la musica si faceva sempre più lontana. –Sei bellissima stasera- sussurrò fra i miei capelli portando un braccio intorno alle mie spalle. Io sorrisi, con le sue parole riusciva sempre a farmi sentire speciale. –Niall, dove dormi, che io sono in camera con Amy?- domandai dopo qualche minuto, quando eravamo già nei pressi dell’hotel. –Tu mi sottovaluti, ovviamente ho una stanza sul tuo stesso piano- rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo. –Mamma mia, inizi a spaventarmi, sei troppo intelligente- esclamai restando stretta a lui. –No, ho semplicemente avuto il numero di Amy. Ma non dirlo a nessuno- sorrise portandosi un dito sulle labbra. Io ridacchiai mentre entravamo nella hall, e una volta prese le chiavi, salimmo al piano delle nostre stanze. Io entrai in camera mia, ed ero sola, siccome la mia compagna era ad un’altra festa. Mi lavai e, dopo aver indossato il pigiama e preso la chitarra e dei vestiti per il giorno successivo, mi diressi verso la stanza di Niall, e bussai finchè venne ad aprirmi.
-Che ci fai con la chitarra?- domandò lui con sguardo interrogativo, mentre io posavo tutto sul suo letto. –E’ per te- sorrisi mentre si sedeva accanto a me e apriva la custodia nera. Non appena vide la chitarra con il suo nome scritto sopra, la prese in mano sorridendo come un bambino la mattina di Natale, poi alzò lo sguardo e mormorò un “grazie”, prima di tornare a osservare il suo nuovo regalo. –Ti piace?- gli domandai dopo qualche secondo, mentre lui continuava ad esaminare ogni dettaglio della chitarra. –E’ bellissima- rispose Niall, posandola su una sedia accanto al letto, per poi tornare a sedersi vicino a me. –Sei bellissima anche tu- sussurrò baciandomi la fronte e portando le braccia intorno alla mia vita. Mi era mancato sentire il suo respiro sulla mia pelle, e averlo così vicino, mi era mancato sentire il mio cuore battere così forte, mi era mancato tutto di lui. Le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta, facendomi rabbrividire mentre posava le sue labbra sulle mie, e io sentivo le sue dita scorrere lungo la mia schiena. –Mi sei mancata- ripetè Niall per l’ennesima volta, facendomi sdraiare sotto di lui, mentre io per l’ennesima volta sorridevo, ormai era l’unica cosa che riuscivo a fare quando lo vedevo, quando lo sentivo accanto, riuscivo solo a sorridere.
 
Quando mi svegliai la prima cosa che vidi fu la finestra davanti al letto, che la sera precendente avevamo scordato di chiudere. Il sole era già alto nel cielo, e invadeva la stanza fra le tende. Mi lasciai sfuggire un lamento, avrei voluto non essere svegliata dal sole a quell’ora, ero stanchissima, poi mi girai verso Niall. Nei film romantici solitamente il ragazzo sveglia dolcemente la ragazza, magari con la colazione a letto, invece lui era ancora tra le braccia di Morfeo, dormiva come un sasso con una mano appoggiata sull’addome e l’altra dietro la nuca. Mi avvicinai a lui, posandogli una mano sul petto e baciandogli la base del collo; non accennò minimamente a svegliarsi, finchè non iniziò a borbottare, girandosi dall’altro lato. Avevo il ragazzo meno romantico del mondo. Ridacchiando mi avvicinai ancora di più, cingendogli i fianchi con le braccia e, siccome non era un appiglio stabile, caddi al suo fianco, scoppiando a ridere.
-Dai, smettila!- si lamentò lui sprofondando la testa nel cuscino. –Sei veramente un gran maleducato!- sorrisi io sedendomi sulla sua schiena. Sapevo che detestava essere disturbato quando aveva sonno, ma mi piaceva troppo stuzzicarlo. Niall si girò e io mi sdraiai al suo fianco, guardandolo fulminarmi con lo sguardo. –Tu non capisci proprio che il fatto che tu sia sveglia non significa che sei autorizzata a svegliare tutti- mormorò finalmente sorridendo, stringendomi a sè. –Ma è tardi, potremmo iniziare a uscire- mi lamentai io cercando di liberarmi dalla sua presa, che però era troppo forte per lasciarmi andare. Ormai ero completamente sveglia, e non volevo più aspettare, il tempo fuori era talmente bello che avevo troppa voglia di uscire. –No dai, restiamo ancora un po’ qui- sussurrò chiudendo gli occhi e appoggiando di nuovo la testa sul cuscino. –Se ti addormenti ancora ti ammazzo- lo minacciai prendendo il mio cuscino e lanciandoglielo sulla testa. –Ehi! Vuoi la guerra?- esclamò lui rispondendo al mio colpo. –No, ma sono riuscita a farti alzare dal letto- sorrisi correndo in bagno guardando lui in piedi accanto al letto.
 
POV Niall
Faith mi aveva convinto a fare colazione in spiaggia, cosa che non mi entusiasmava affatto, siccome avrei voluto mangiare in hotel. Non mi piaceva uscire di casa a stomaco vuoto, e mi piaceva ancora meno venir catapultato fuori dal letto a quel modo, ma quella mattina decisi di fare un sacrificio. Dopotutto la mia ragazza era così entusiasta che davvero non avevo il coraggio di dirle che avrei preferito restare ancora un po’ a dormire.
-Dai Niall, cammina un po’ più veloce!- mi disse lei voltandosi verso di me e poi continuando a camminare, dirigendosi verso la spiaggia. Mi sentivo un padre che portava la bambina al mare, era così agitata che camminava velocissimo, mentre io con molta calma la seguivo. Era bellissima però, in quella spledida luce che le faceva brillare i capelli biondi, era meravigliosa in quel vestito bianco, sembrava una ninfa, una di quelle che i pittori hanno sempre dipinto, ma non sono mai riusciti a riprodurne la bellezza. Mi sentivo strano, non ero mai stato così romantico, così preso da una ragazza, mentre con lei era tutto diverso, mi aveva stregato, e certe volte non me ne rendevo nemmeno conto, anche se sicuramente chi mi vedeva avrebbe pensato che io fossi completamente stupido. Ma sinceramente non mi interessava più di tanto.
Finalmente arrivammo alla spiaggia dove avevamo deciso di passare la giornata, e, affamati, ci precipitammo al chioschetto a mangiare qualcosa.
-Non è bellissimo come qui sia quasi estate? È strano se ci pensi- mi disse Faith mentre aspettavamo le macedonie che avevamo ordinato. Io annuii, posando la mia mano sulla sua, per poi guardarla negli occhi, che erano molto più blu in quella luce. Non volevo partire, anche se sapevo che il giorno dopo, il giorno del compleanno di Faith, avevo l’aereo molto presto. Non volevo lasciarla di nuovo da sola, ero sicuro che era successo qualcosa mentre non c’ero, ero sicuro che qualcosa era andato storto a casa di sua madre, al telefono la sentivo sempre strana. Sapevo però che non le avrei scucito una parola di bocca fino a quando avesse voluto lei, era fatta cosa, non voleva essere forzata.
-Dove andiamo oggi pomeriggio?- chiese lei entusiasta, mentre io ero ancora mezzo addormentato. Non capivo dove trovasse la voglia di fare tutte quelle cose, io ero decisamente più pigro.
-Ma non hai voglia, non so, di riposarti, di dormire, voglio dire, siamo in vacanza, hai un giorno libero, perchè devi faticare?- scherzai io iniziando a mangiare la mia macedonia. –Mi fai anche mangiare frutta. In hotel c’erano le brioches al cioccolato-
-Sei veramente la persona più pigra del mondo- sbuffò lei facendomi sorridere. –Dai, scherzo- le dissi, anche se aveva ragione. Alzai lo sguardo e mi accorsi che un paio di paparazzi ci stavano scattando un sacco di fotografie. In effetti a quell’ora c’era davvero parecchia gente, e al vedere quei fotografi un sacco di persone si voltarono verso di noi. Faith mi guardò sconsolata, come se avesse capito che non avremmo potuto passare la giornata in quella spiaggia, prima che un sacco di ragazzine mi si fiondarono addosso, chiedendomi foto e autografi. Ne accontentai qualcuna, poi presi per mano Faith, siccome avevo paura di perderla fra la folla, e dopo aver pagato alla cassa mi allontanai, sebbene non sapessi dove andare. Trovai una stradina dietro alle cabine della spiaggia, in cui nessuno ci vide entrare, e iniziai a camminare velocemente, trascinando dietro di me la mia ragazza, siccome avevo paura che qualcuno potesse ancora vederci.
-Dove stai andando?- mi chiese Faith, mentre io svoltavo in un altro sentiero. –Non lo so, sto cercando di allontanarmi dalla folla- risposi, senza smettere di camminare. –Ma ci stiamo perdendo!- esclamò lei, lasciando la mia mano e fermandosi in mezzo al sentiero, siccome aveva un gran fiatone. –Che hai?- chiesi io tornando indietro, mentre lei si portava una mano sul petto cercando di riprendere fiato. –Niente, sono ... sono stanca- sospirò lei sedendosi a terra. –Pensavo fossi abituata a dover scappare da folle imbestialite- sorrisi io sedendomi accanto a lei. –Sei diventata ansiosa?- chiesi aspettando che il suo respiro tornasse regolare. –No- rispose Faith, alzandosi –ho solo la pressione un po’ bassa-
-Certo, guarda come sei magra- dissi io seguendola, e vedendola da dietro mi accorsi che era veramente dimagrita un po’ troppo, ma del resto pensavo fosse normale, dopo quello che era successo. –Smettila con ‘sta storia che sono dimagrita- sbuffò mentre io la raggiungevo, e siccome non capivo il motivo del suo nervosismo, decisi di starmene zitto.
-Guarda!- esclamai io indicando una scaletta di legno che portava ad una spiaggia deserta. Scendemmo e posammo le nostre cose per terra, ammirando il panorama davanti a noi; avevamo trovato il posto perfetto, sicuramente nessuno ci avrebbe scoperto. Finalmente Faith sorrise, dopotutto era quello che voleva lei, passare una giornata fuori, e quel posto sembrava fatto apposta per noi. –Hai visto che io sistemo sempre tutto?- sorrisi, mentre mi sdraiavo sulla sabbia tiepida, che si appiccicò subito alla mia schiena. Lei si stese accanto a me, ed effettivamente si stava veramente bene, il sole non troppo forte intiepidiva la nostra pelle pallida e il rumore delle onde era davvero rilassante.
-Cosa farai quando tornerai a Londra?- le domandai dopo qualche minuto.
-Spero di starci poco ... devo pensare al tour, dovrei iniziarlo intorno a marzo. E nel frattempo non so ... forse inizierò a registrare qualcosa per il prossimo album. E ho anche un paio di video da girare-
-Vorrei essere più presente nella tua vita, intendo ... dovrei aiutarti e starti vicino ma non ci sono mai-
-Non è un problema. Lavoriamo entrambi tanto-
-Quindi il lavoro va bene? Nonostante tutto?-
-Sì, va bene. È l’unica cosa che sta andando bene credo-
-Perchè dici così?- le chiesi, mentre lei guardava altrove, come ogni volta che si parlava di cosa di cui lei non voleva parlare.
-Niente, era per dire, non c’è niente che non va-
-E’ successo qualcosa a casa di tua madre, vero?- Non rispose alla mia domanda, ma sospirò, evidentemente voleva cambiare argomento. –Esatto- sussurrò poco tempo dopo. –Non è andata come avrei voluto-
-In che senso?-
-Nel senso che io non sono più parte di quella famiglia. Me ne sono andata, me la sono cercata, no? Ora non dovrei esserne sorpresa, il fatto è che mia madre e mia sorella stanno benissimo da sole, la mia presenza non è gradita, le ho lasciate io da sole, e ora io non sono più importante. Questo c’è che non va- sbuffò alla fine della frase, poi si alzò mettendosi seduta e si asciugò velocemente una lacrima che le stava scivolando sulla guancia. Non voleva farsi vedere mentre piangeva, come sempre, voleva far finta di niente. Io mi alzai e le posai una mano sulla spalla, ma lei si ritrasse. Qualche mese prima mi sarei offeso, ma ormai sapevo che era fatta così, non era abituata ad aprirsi ed essere espansiva, non le piaceva far capire cosa stava provando.
-Sembra che non ho fatto altro che distruggere famiglie in vita mia- sussurrò passandosi una mano fra i capelli. –Non dire così ...- le dissi spostandole una ciocca dietro l’orecchio –Non dire così, non è vero. È un momento difficile, ma questo non significa che non passerà-
-No, Niall, no, non capisci. Non tornerà mai come prima, ora che la mia famiglia si è dimezzata. Non tornerà mai come prima, è così e basta- disse mentre si appoggiava alla mia spalla –Sei tu la mia famiglia-
Era tra le mie braccia e si era completamente, letteralmente affidata a me. Mi sentivo un peso addosso, non che io non volessi prendermi cura di lei, anzi, l’avrei fatto per sempre, il fatto era che non mi sentivo pronto a sostituire la sua famiglia intera, era una responsabilità non da poco.
-Ti voglio bene- le sussurrai baciandole i capelli, e stringendola forte a me.
 
POV Faith
Verso le sei tornammo in camera, e mentre Niall si faceva la doccia io stavo sul letto, giocando su un gioco sul suo telefono. Era stata una giornata relativamente piacevole, avevamo trovato un posto tranquillo e nessuno ci aveva più disturbato. Il cellulare di Niall trillò un paio di volte fra le mie mani, era arrivato un messaggio che apparì gigante in mezzo allo schermo, da una certa Bethany, che diceva “Amore mi manchi da impazzire, non vedo l’ora che sia domani!! Hai parlato alla tua ragazza, vero? Non mi va di fare le cose di nascosto, dimmi che le hai detto tutto ti prego. A presto, un bacio”. Senza che me ne rendessi conto avevo già gli occhi pieni di lacrime, rilessi il messaggio sullo schermo decine e decine di volte, ma purtoppo il testo non cambiava mai, quelle lettere rimanevano ferme davanti ai miei occhi. La porta del bagno si aprì e Niall uscì, e io evidentemente lo guardai con uno sguardo ferocissimo, perchè lui sussurrò uno “scusa” arrossendo, come se già avesse capito tutto.






 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo, dopo un sacco di tempo! O meglio, per me quello che è passato dalla pubblicazione dell'ultimo è un sacco! 
Comunque questa storia la leggono in pochi e purtroppo non la recensisce nessuno, quindi spero di non aver deluso troppe persone ...
Per favore, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, quindi le recensioni sono più che gradite! 
A presto :)

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Capitolo 16
*** Solo amici ***


Solo amici

-Vattene- dissi io freddamente indicandogli la porta.
-Lasciami spiegare- balbettò lui infilandosi la maglietta e avvicinandosi a me, ma io mi alzai in tempo dal letto, allontanandomi da lui. –Che cosa devi spiegarmi?- sbraitai arrabbiatissima, lanciando il cellulare sul letto –Penso di aver capito abbastanza- alle mie parole lui si avvicino e mi sfiorò il braccio, anche se io mi spostai ancora. –Posso spiegare tutto, te lo assicuro. Non è come sembra- disse Niall passandosi una mano fra i capelli –Non è come sembra, Faith, ti giuro che adesso le parlo e le spiego bene, è successo una sera, in un locale, e forse lei ha capito male, capisci? Forse io avevo bevuto troppo, comunque non è come pensi, io voglio solo te, lo sai, è un malinteso- Io scossi la testa, non volevo credere alle sue scuse, anche se sembrava davvero dispiaciuto, ma continuavo a ripetermi che non dovevo credere a niente di quello che mi stava dicendo. Ero profondamente delusa, non me l’aspettavo, anche se qualcosa dentro di me ripeteva “avresti dovuto saperlo”, ricordavo bene la storia di Lizzie, e lui era bravissimo a fare la vittima. Rimanemmo qualche secondo in silenzio, mentre la mia rabbia lentamente si trasformava in tristezza, mentre iniziavo a realizzare che io e lui ci stavamo lasciando, perchè era quello che volevo fare, volevo mandarlo via e non vederlo più. –Ti ... ti prego, Faith, credimi ... io ...- balbettò Niall guardandomi con gli occhi pieni di dispiacere, ma io gli chiesi nuovamente di andarsene. –Niall, adesso vattene, non ti voglio più vedere-
-Ma ... ma stasera dobbiamo festeggiare il tuo compleanno, io volevo darti il regalo ...- mormorò indietreggiando.
-Me l’hai già rovinato abbastanza il mio compleanno, adesso vattene, per favore!- dissi io alzando ancora il tono di voce, ma lui non fece quello che io gli avevo chiesto. –Vattene!- urlai iospingendolo letteralmente fuori dalla stanza, e sbattendo la porta. Non appena fui da sola nella mia stanza scoppiai a piangere, sferrando un pugno troppo forte contro la porta. Ero furiosa, ma ero anche disperata, perchè Niall era l’ultima cosa che mi era rimasta in quel periodo, e non potevo fare a meno anche di lui. Eppure qualcosa dentro di me, quella perfida voce che mi controllava sempre, mi aveva spinto a reagire in quel modo, perchè non voelvo soffrire ancora, ed ero certa di aver fatto la cosa giusta, seppure fosse la più difficile. Mi sdraiai sul letto e affondai la testa nel cuscino, cercando di non pensare a nulla, invece riuscivo solo a pensare a lui e a quanto male mi stava facendo, e scoppiai a piangere, finchè mi sentii scoppiare la testa. Quella sera non mangiai nemmeno, ma riuscii ad addormentarmi dopo un tempo che a me parve infinito.
La suoneria del cellulare mi sveglio dopo un po’ di ore, Harry mi stava chiamando.
-Pronto- borbottai sbadigliando, non ero ancora completamente sveglia.
-Dormivi? Ho sbagliato ora?-
-No, no, è mattina, solo che stavo ancora dormendo-
-Buon compleanno!!!- urlò il riccio dall’altro capo del telefono, così forte che dovetti allontanare il telefono dall’orecchio. Eh già, era il mio compleanno. In pochi secondi realizzai cos’era successo la sera prima, e tornai immediatamente triste. Era una sensazione orribile svegliarsi e dimenticarsi temporaneamente di qualcosa, o pensare che fosse un sogno, e poi in pochi minuti ricordare che è tutto vero. In ogni caso non avevo cambiato idea: non avevo voglia di fare una di quelle patetiche scenate in cui andavo da Niall a dirgli che ero stata esagerata e perdonarlo, assolutamente no. Era la seconda volta che sospettavo che Niall mi stesse rimpiazzando, e i sospetti erano di nuovo abbastanza fondati, e data la sua reazione ero certa che era successo qualcosa, altrimenti non sarebbe stato così spaventato.
-Grazie- risposi io dopo pochi secondi, mettendomi seduta. Avevo addosso una delle magliette del mio ragazzo ... che profumava esattamente come lui. Il mondo intero quella mattina sembrava voler fare in modo che io cambiassi idea, ma io ero troppo convinta e non avrei minimamente ceduto. Come sempre, avrei costruito un muro intorno a me, avrei fatto in modo che nessuno, lui in particolare, potesse ferirmi ancora. Ero davvero pentita di aver messo nelle sue mani il mio passato, le mie paure e tutto quello che non condividevo con nessuno, lui non avrebbe mai dovuto meritare la mia fiducia, ero stata un’ingenua.
-Volevo essere il primo. Ho un regalo meraviglioso da darti, non vedo l’ora di vederti! Come va, ti piace l’Australia?-
-Sì, mi piace-
-Hai una voce strana ... tutto bene?-
-Sì, certo, sono solo stanca-
-Cos’è successo?- domandò lui preoccupato. Del resto, avrei dovuto saperlo, lui sapeva sempre quando qualcosa non andava per il verso giusto.
-Penso di aver litigato con Niall. E penso di averlo lasciato-
-In che senso pensi?-
-Nel senso che non ci siamo chiariti, l’ho sbattuto fuori dalla stanza e ho fatto una mezza scenata forse-
-Cosa ti ha fatto?-
-Si sentiva con un’altra-
-Ah ... no, ma ti assicuro che non ha avuto assolutamente niente di serio con nessuna-
-Cosa vuol dire?! Non giustificarlo, per favore-
-Non sto giustificando nessuno, sto dicendo che, anche se quello che ha fatto non è carino, dovresti dargli una possibilità, non prendere decisioni affrettate-
-Ci penserò-
-Cosa farai oggi?-
-Non lo so, non festeggio, però dovrò iniziare a preparare le valigie perchè sarà ora che torni a casa-
-Come non festeggi? Ci saranno un sacco di locali pazzeschi, ti giuro che se potessi verrei da te subito-
-Mi manchi, Harry-
-Anche tu ...- Sentii bussare alla porta, così chiusi la telefonata, dopo aver detto a Harry che l’avrei chiamato più tardi. Andai ad aprire, era Niall, ma non aveva il solito sguardo da cane bastonato, era abbastanza serio, quasi arrabbiato.
-Cosa c’è?- chiesi, mentre lui entrava senza nemmeno salutare.
-Sono venuto a prendere le mie cose, devo partire. Che poi, se proprio vuoi saperlo, il volo io ce l’ho dopodomani, ti avevo detto che partivo oggi perchè volevo organizzarti una cena a sorpresa. Ma parto tra un paio d’ore- sbottò Niall prendendo le magliette sparse per la stanza. Io non sapevo come reagire, ero arrabbiata anch’io, ma lui aveva il potere di fare venire sensi di colpa a chiunque.
-Almeno puoi raggiungere prima la tua Bethany, no?- commentai io, forse un po’ troppo acida.
-Vorrei che per una volta tu mi facessi spiegare. Vorrei che tu capissi cosa provo io, per una volta, ma sei troppo orgogliosa per lasciarmi parlare-
-Adesso fai passare me dalla parte del torto?!-
-Lasciami stare- concluse lui uscendo, e sbattendo la porta. –Ti odio!- urlai, sferrando un altro pugno contro la porta. Io e lui non avevamo mai discusso così, e io odiavo come riuscisse sempre a far andare le cose come voleva lui. Quella volta aveva veramente torto marcio, e davvero non capivo perchè dovesse comportarsi così, io non avevo nessuna colpa. Non volevo più vederlo, ero davvero arrabbiatissima, non lo sopportavo più, era riuscito in poche ore a far cambiare l’idea che avevo su di lui. Non era il ragazzo perfetto, era un egoista, che non riusciva ad ammettere i suoi errori, ecco quello che era.
Il cellulare squillò ancora, era Harry, in effetti gli avevo detto che l’avrei richiamato.
-Cosa vuoi?- risposi io, forse troppo esasperata.
-Mi avevi detto che mi avresti richiamato ... c’è qualche problema?-
-No, scusami, non volevo risponderti così ...-
-Comunque io sono nella hall dell’hotel. Ti aspetto giù o mi dici il numero della stanza?-
A quelle parole sorrisi immediatamente, e senza aspettare nemmeno un secondo chiusi la chiamata e mi precipitai fuori dalla stanza. Per il corridoio incontrai Amy, era un po’ che non dormiva nella mia stanza, perchè aveva portato le sue cose nella stanza di una delle stiliste e stava là, siccome non voleva lasciarla sola, mentre io ero con Niall.
-Ehi, dove vai?- mi domandò sorridendo. –C’è Harry di sotto!- risposi io senza fermarmi e salendo in ascensore. Non appena arrivai nella hall la attraversai di corsa lanciandomi letteralmente in braccio al riccio, che mi aspettava accanto alla sua valigia. Scoppiò a ridere e riuscì per un pelo a reggersi in piedi, e dopo qualche secondo mi mise a terra, stringendomi fortissimo. –Buon compleanno Faith- sussurrò fra i miei capelli, poi alzò la testa di scatto. –Ehi Niall!- sorrise, verso il biondo che si stava dirigendo velocemente verso l’uscita. –Ma come siete carini- commentò sarcastico prima di uscire, senza salutarci neanche. –Mi sono perso qualcosa?- chiese Harry, mentre io scuotendo la testa andavo con lui verso l’ascensore. –Lascia perdere, e per favore, se vuoi farmi un regalo, non parlarmi di lui per tutto il giorno- Non avevo veramente voglia di rovinarmi la giornata per colpa di Niall, anche se sapevo che la notte sarei scoppiata a piangere per lui, ma per il momento proprio non mi andava di pensarci. Harry annuì mentre io lo portavo in camera mia e aspettavo che sistemasse le sue cose.
-Avrei potuto prendere una stanza tutta per me- disse mentre disfava la piccola valigia.
-La mia stanza è enorme, e poi tu sei comodo come compagno di stanza, ti lavi spesso, sei ordinato, e non russi. E questi sono i requisiti principali che un compagno di stanza deve avere-
-Ah sì? Non lo sapevo, pensa, avrei fatto meglio a saperlo prima, ho avuto un sacco di compagni di stanza tremendi. Anche tu comunque sei decente-
-Prenderò questo “decente” come un complimento-
Harry ridacchiò e prese un pacchettino dalla sua borsa. –E’ un po’ stropicciato, comunque spero che ti piaccia- Sorridendo mi porse il regalo, e io, ricambiando il sorriso, lo scartai. Conteneva una bellissima borsa vintage di pelle, che sicuramente doveva aver pagato un sacco di soldi. –Guarda cosa c’è dentro- mi disse lui, ancora prima che io potessi ringraziarlo per la borsa. Sorridendo aprii la borsa e c’era una busta di carta, al cui interno c’erano due pass per il backstage di Ed Sheeran, che era uno dei miei cantanti preferiti, che purtroppo non avevo ancora avuto l’occasione di incontrare. Rimasi a bocca aperta, davvero non sapevo come ringraziarlo, era un regalo fantastico. Lo strinsi forte, ripetendo “grazie” come minimo un milione di volte, mi aveva fatto veramente felice.
-Sono contento che ti piaccia- sorrise Harry, mentre io guardavo ancora meravigliata i due biglietti che avevo fra le mani, e annuivo. –Lo so che mi hai chiesto di non parlarne, ma perchè Niall è scappato in quel modo?- Alle sue parole alzai gli occhi al cielo, perchè non era mia intenzione ricordare quel fatto. Non sapevo nemmeno io se essere triste, arrabbiata o delusa, e quindi mi accorsi di essere completamente indifferente. In un certo senso la cosa un po’ mi dispiaceva, perchè ogni minuto pensavo che forse la storia con lui non mi era mai interessata più di tanto, se stavo così. Se fossi stata realmente innamorata in quel momento sarei stata chiusa in camera a singhiozzare; non sapevo nemmeno io cosa stessi provando, non avevo ancora voglia di rivalutare i miei sentimenti per lui, preferivo lasciarlo andare, evidentemente l’indifferenza era reciproca.
-Abbiamo litigato perchè ha un’altra, poi lui ha rigirato la situazione a suo favore facendo quasi passare me dalla parte del torto, io mi sono arrabbiata, lui pure, e se ne è andato. Ma sai cosa? Non mi dispiace. Se qualche mese fa mi avessero chiesto come avrei reagito a una cosa del genere, avrei sicuramente risposto che sarei impazzita: e invece la mia reazione è stata completamente diversa-
-Sembra che la cosa non ti tocchi minimamente-
-Esattamente- annuii io, pensando che se davo quell’impressione, significava che la mia teoria era giusta. –Non ho ancora metabolizzato la cosa, magari stasera scoppierò a piangere come una fontana-
 
POV Harry
Quella sera la portai in un locale sulla spiaggia, volevo che si divertisse, era pur sempre il suo compleanno. Quando avevo visto Niall correre fuori dall’hotel, avevo pensato di essere arrivato nel momento sbagliato, invece la reazione di Faith all’accaduto mi aveva completamente stupito: pensavo tenesse troppo alla sua relazione, pensavo che sarebbe crollata, invece sembrava assolutamente indifferente. Forse era il suo modo di avere a che fare con i problemi, cercare di dimenticarseli. Forse dopo il fatto del padre riusciva a gestire meglio il dolore; non sapevo cosa pensare, ma sicuramente era meglio lasciarla stare, era evidente che non volesse parlarne. Nonostante tutto, secondo me sotto sotto ci stava male.
Invece quella sera sembrava spensieratissima, fin troppo, ballava come non l’avevo mai vista ballare e forse stava bevendo troppo, quindi, dopo qualche ora, decisi che era ora di tornare a casa.
-Harry- biascicò mentre io l’aiutavo a reggersi in piedi mentre tornavamo all’hotel.
-Sì?-
-Sono stanca-
-Ci credo, hai bevuto un sacco-
-Sono triste- disse mentre entravamo nell’hotel. –Non avrei mai dovuto lasciarlo andare via-
-Stamattina non la pensavi così- ridacchiai io, facendola entrare con me in ascensore. Lei si appoggiò a me, e io le cinsi i fianchi con le braccia, posando la testa sulla sua nuca; mi dispiaceva che stesse così male, ma dopotutto era comprensibile. Sapevo benissimo della ragazza di Niall, ma non era una storia seria, e lui era il primo ad esserne consapevole, ma non mi sarei aspettato che lui e Faith si sarebbero lasciati. A parte il fatto che secondo me parlare di una vera e propria rottura era esagerato, era ancora presto, e poi poteva ancora aggiustarsi tutto.
Entrammo in camera, o meglio, io entrai trascinandomi dietro Faith che stava per addormentarsi fra le mie braccia. –Dai, un ultimo sforzo- sorrisi io chiudendo la porta e lasciando le chiavi su una mensoletta. –Harry- disse lei, voltandosi verso di me. –Dimmi-
Quasi prima ancora che io potessi rispondere lei si avvicinò e mi accarezzò la guancia con una mano, era così vicina che potevo sentire il suo profumo, e mi sentii strano, ed ebbi paura, perchè per un attimo pensai che Faith fosse bellissima. In quelle poche frazioni di secondi mille pensieri stavano attraversando la mia mente, se una parte di me pensava che quella ragazza fosse stupenda, un’altra mi imponeva di ricordarmi che io e lei eravamo solo amici. Avevo già pensato che lei fosse una bella ragazza, ma era la mia amica e la ragazza di un mio amico, nulla di più. Nonostante tutto qualcosa mi impedì di ascoltare la mia coscienza, e prevalse la parte peggiore, ossia quella che mi suggeriva di prenderle il viso tra le mani e baciarla, e così feci, sapendo che me ne sarei pentito presto, e sapendo che tutto stava succedendo per colpa mia, perchè lei era ubriaca, ma io stavo benissimo. Poi, tra le sue braccia, stavo ancora meglio.




 Spazio autrice
Lo so, è un capitolo penoso e cortissimo, chiedo scusa, cercherò di recuperare! Spero in ogni caso di non aver deluso le aspettative di quelli che seguono la storia, che sono pochi ma per me importantissimi! Come al solito, le recensioni sono più che gradite : )
Grazie, a presto!

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Capitolo 17
*** Incertezze ***


Incertezze


 -Harry, cosa stai facendo?- balbettò lei dopo qualche secondo allontanandosi. –Scusami- risposi, voltandomi dall’altra parte, non avevo il coraggio di guardarla in faccia, nessuno dei due sapeva cosa dire, e io un po’ mi sentivo in colpa per aver approfittato del fatto che avesse appena litigato con Niall, un po’ ero felice, felice perchè in quell’ultimo periodo Faith forse mi piaceva. –Buonanotte- disse lei, sdraiandosi sul letto, mentre io correvo a rinchiudermi in bagno. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, sapevo benissimo che quello che stavo facendo era sbagliato, sbagliatissimo, stavo tradendo uno dei miei migliori amici, nonchè mio collega, sapevo che stavo approfittando della delusione di Faith. Potevo sempre sperare che la mattina successiva nessuno dei due si ricordasse nulla, o almeno lei. Perchè io sicuramente un momento come quello non me lo sarei scordato mai e poi mai.
Mi svegliai prestissimo, come ogni volta che non ero tranquillo, mentre Faith accanto a me dormiva, con il vestito della sera prima ancora addosso; mi persi per un po’ ad osservarla, e davvero non riuscii a fare a meno di pensare che fosse davvero bella. Avrei dovuto fare attenzione, quando ero diventato suo amico, avrei dovuto sapere che molto probabilmente mi sarei innamorato di lei. Avevo provato, per un po’, ad allontanarmi, quando eravamo dispersi per il mondo, ma nulla aveva funzionato. Ero uno stupido.
-Buongiorno- borbottò lei, mentre io stavo leggendo un libro, facendomi voltare. Io posai il libro sul comodino e mi spostai verso di lei, ricambiando il saluto. In quei pochi secondi sperai con tutto me stesso che si fosse dimenticata cos’era accaduto la sera prima, era la cosa che al momento desideravo di più.
-Perchè mi hai baciata ieri sera?- Alle sue parole scattai seduto, e deglutii rumorosamente, cercando comunque di nascondere il mio sgomento.
-Che stai dicendo?!- chiesi sorridendo nervosamente.
-Avrò anche bevuto, ma mi ricordo cos’è successo ieri sera- continuò lei mettendosi seduta.
-Io ... scusami, non so cosa mi sia preso- Non sapevo davvero come giustificarmi, non c’erano giustificazioni, avrei fatto prima a dirle “scusami, ho paura di essermi innamorato di te”. Perchè sì, avevo paura. Non sapevo lei come avrebbe reagito, probabilmente pensava ancora a Niall, e io forse mi ero intromesso nel momento sbagliato. Rimasi qualche secondo a fissarla in silenzio, senza sapere, come sempre, cosa dire.
-Non è un problema- sorrise lei avvicinandosi, baciandomi la guancia per un tempo un po’ troppo lungo. –Vado a farmi una doccia- disse, scomparendo in bagno.
 
POV Faith
Stavo davanti allo specchio e fissavo la mia immagine riflessa, avevo addosso ancora un chilo di mascara e le occhiaie mi arrivavano fino al mento. Ma quello non era il più grande dei miei problemi, avevo altro a cui pensare in quel momento. Avevo in testa un’enorme confusione, ma la cosa che mi stupiva più di tutta era che io, per Niall, non stavo male. Cosa mi stava succedendo? Ero sempre stata la persona più sensibile ed emotiva del mondo, per quale motivo stavo cambiando così? Da un lato era meglio, avrei smesso di sentirmi male per qualsiasi cosa, ma dall’altra mi rendeva consapevole del fatto che forse io per lui non avevo mai provato nulla di vero. E la cosa mi faceva davvero male.
Dopo circa mezz’ora uscii dal bagno, e mi sedetti sul letto accanto a Harry, che, imbarazzatissimo, continuava a leggere il suo libro. Mi era arrivato un messaggio da Niall, che diceva: “Sono stato un idiota, chiamami, ti prego, sto malissimo”. Sospirai, spegnendo il telefono e posandolo sul comodino, davvero non avevo voglia di rispondere. Avrei chiuso con lui, avrei innalzato un muro fra di noi per impedirgli di farmi sentire ancora così inutile e apatica, sebbene la cosa mi dispiacesse, pensavo fosse meglio non frequentarlo più.
-A che ora devo partire?- chiesi a Harry dopo un po’, per rompere quel silenzio imbarazzante che si era venuto a creare.
-A mezzogiorno vengono a prendermi- rispose lui chiudendo il libro e posandolo accanto a sè.
-E’ tra un’ora e mezza- constatai io, un po’ dispiaciuta, siccome non avevo molta voglia di salutarlo.
-Già-
-Harry ... possiamo parlare di ieri sera? O non c’è niente da dire?- chiesi voltandomi verso di lui.
-Non so cosa dirti. So che non è carino innamorarmi di una mia amica, so che non è carino farlo dopo che hai litigato con il tuo ragazzo, ma non posso farci niente. Scusami, io ...-
-Non devi scusarti- sorrisi io, posando la mia mano sulla sua, e lui arrossì fino alla punta delle orecchie –e comunque non devi sentirti in colpa, non penso sia stata importante la storia che ho avuto con Niall-
-Ma come? Cosa stai dicendo, voi vi amavate tantissimo, come fai a dire che non è stata importante?-
-Lascia perdere- conclusi io, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo e incontrare i magnetici occhi verdi di Harry. Allontanai la mano, ma lui si avvicinò, accarezzandomi la guancia con le dita. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, probabilmente stavo arrossendo, ma sentirlo così vicino mi faceva quell’effetto, e mi sentivo strana, era qualcosa di diverso da quello che provavo con Niall. Accidenti, dovevo smetterla di pensare a lui! Dovevo ascoltare quella voce dentro di me che mi ricordava di metterci una pietra sopra, perchè non lo facevo una volta per tutte, anche se era passato poco tempo?!
-Sei veramente bella- sorrise lui, e io mormorai un “grazie”, tenendo lo sguardo basso. –Guardami- Alle sue parole alzai il volto, e lui subito posò le sue labbra sulle mie, dandomi un lungo bacio, mentre lentamente la mia bocca si piegava in un sorriso. Ero contenta, forse non ancora felice, ma ero contenta, mentre lui portava le sue braccia intorno alla mia vita e mi stringeva a sè. Aveva un profumo inebriante, che aveva impregnato la sua maglietta, e più tardi mi sarei accorta che mi sarebbe rimasto addosso, come se avesse voluto lasciarmi qualcosa per fare in modo che io mi sarei ricordata di lui.
-Sei bellissima- ripetè lui, portando una mano fra i miei capelli e appoggiando la fronte alla mia –Non voglio partire-
-Ci farà bene stare lontani- dissi io allontanandomi di qualche centimetro –Se sentiremo tanto la mancanza dell’altro, forse vuol dire che può essere una cosa seria-
-Ascolta, io ti capisco benissimo, perchè è strano anche per me, lo so che ti sei appena lasciata e non so nemmeno perchè tu ora sei qui con me invece di essere chiusa in bagno a piangere come ogni ragazza dopo una rottura. Non so che cosa tu stia realmente pensando ora, ma io non voglio nè approfittare di te nè farti del male, io ...-
-Harry- lo interruppi immediatamente, schiarendomi la voce –Non voglio che tu pensi che io sia la ragazza perfetta. Non voglio che tu pensi che io sia una bella persona. Hai visto cos’è successo con Niall? Sono completamente indifferente alla cosa, non so nemmeno io perchè, capisci? Sono completamente indifferente nei confronti di qualcosa che avrebbe dovuto avere un minimo di significato per me. Quindi, ecco, se vuoi stare con me sappi che non sono capace di prendere sul serio le cose-
-Non è vero, Faith. Posso capirti, ma solo perchè Niall ha avuto una mezza storia con un’altra non devi assolutamente pensare che la colpa sia tua. Io ... a me vai bene così, voglio solo che tu sappia questo. Lo sai, mi conosci, sono sempre io-
Annuii, lasciandomi stringere dalle sue braccia muscolose, mentre chiudendo gli occhi cercavo di godermi quegli ultimi minuti con lui, una delle poche persone che mi capiva davvero.
Ovviamente l’ora della sua partenza arrivò troppo presto, e i saluto sembravano interminabili, non volevo accompagnarlo nella hall perchè non volevamo essere visti, quindi rimanemmo un sacco di tempo appoggiati alla porta della mia stanza, prima che lui uscisse.
-Harry, è ora, devi andare- dissi io a malincuore, appoggiando una mano sul suo petto e allontanandolo di qualche centimetro da me –Da quando sei così appiccicoso?-
-Dai, ancora un minuto- ridacchiò lui baciandomi ancora una volta, ma era veramente troppo tardi –Ancora uno- mi pregò ancora, così lasciai che mi diede l’ultimo bacio e poi gli aprii la porta. –Ti chiamo quando arrivo. Non dimenticarti di me- disse lui con un sorriso strano, quasi paterno, che mi sembrava terribilmente dolce. Io annuii, e mentre lui era già a metà corridoio lo raggiunsi, e dopo aver controllato che fossimo effettivamente soli lo baciai ancora una volta. –Mi mancherai. Buon viaggio- sorrisi stringendogli ancora una volta la mano, per poi sparire in camera, perchè rimanendo là avrei solo rischiato di non lasciarlo partire.
Tornai anch’io a casa, un paio di giorni dopo, mi era mancato stare un po’ di tempo a casa tranquilla, senza lavorare. Il mio tour sarebbe cominciato a fine del febbraio successivo, e in quei pochi mesi che restavano di riposo mi sarei dedicata a iniziare a registrare qualcosa per il prossimo album, cosa che adoravo fare. Continuavo a sentire Harry ogni giorno, mentre allo stesso modo continuavo ad ignorare le chiamate e i messaggi di Niall. Un giorno però, dopo innumerevoli chiamate, mi decisi a rispondere, se non altro per mettere in chiaro che con lui non volevo avere niente a che fare.
-Niall, puoi dirmi cosa cavolo vuoi?- chiesi io esasperata, mentre rientravo in casa dopo una lunga passeggiata, alle sei di sera di un nuvoloso giorno autunnale.
-Voglio parlarti, io sto malissimo, mi credi o no?- disse lui, e in effetti non sembrava molto a posto, la sua voce era strana –io non so cosa fare, tu dimmi qualsiasi cosa per farmi perdonare, e io la faccio, ma senza di te non posso stare, credimi, io sono un idiota, lo so, ma ti giuro che ora metto la testa a posto, io ho sempre voluto te, lo sai-
-Niall, io ... io non voglio più avere niente a che fare con te- riposi io, e per una frazione di secondo mi sentii quasi in colpa per essere così fredda nei confronti delle sue più sentite scuse –Intendo dire, penso sia meglio che ognuno di noi due se ne vada per la sua strada-
-Ti prego ... io non ce la faccio-
-Neanch’io ce la faccio Niall- conclusi io chiudendo la chiamata. Lui era bravo a fare la vittima, ma io ce la stavo mettendo tutta per sembrare la persona più insensibile del pianeta. Neanche un minuto dopo mi chiamò Harry, e tornai a sorridere.
-Ehi Harry, come stai?-
-Ciao amore- disse lui con voce dolce, e a me sembrava ancora strano sentirmi chiamata così –Bene, ma mi manchi da impazzire. Tu?-
-Mi manchi anche tu. Non vedo l’ora di rivederti-
-Pensa che tra meno di un mese abbiamo finito, questi giorni passeranno in fretta-
-Niall mi aveva detto che avreste finito a Natale-
-Forse intendeva che siccome il cd esce a novembre, avremo impegni fino a Natale. Comunque volevo avvisarti che appena torno ti porto al concerto di Ed. E voglio stare con te ogni secondo, perchè mi manchi un sacco-
-Mi manchi anche tu- sorrisi io come un’ebete, pensando a quanto avrei voluto averlo accanto.
Per fortuna un mese passò veramente in fretta, così io e Harry ci mettemmo d’accordo per vederci a casa mia appena possibile. Quella sera avevo preparato una cena meravigliosa, per la quale avevo lavorato il giorno stesso e quello prima, e avevo sistemato la casa perchè volevo che fosse tutto perfetto. Chissà come sarebbe stato rivedersi dopo quello che era successo, speravo sarebbe andato tutto bene. Quando andai ad aprire la porta e lo vidi in tutto il suo splendore, lo feci entrare, mentre in silenzio continuavo a sorridergli. Lui fu più rapido di me, e chiuse la porta immediatamente per potermi dare un lungo bacio.
-Mi sei mancata- disse poi, levandosi la giacca.
-Anche ... anche tu- risposi, mentre lo portavo in sala da pranzo.
-Wow, è tutto meraviglioso!- sorrise lui, e io ricambiai, mentre ci sedevamo a tavola –Non sapevo fossi così brava come ... come casalinga-
-Modestamente- scherzai io, la tensione se ne era già andata, ed ero felice di averlo accanto. Il tour era finito, e nonostante nei mesi successivi sarebbe stato impegnato a promuovere l’album, mi sollevava sapere che sarebbe stato meno tempo in giro per il mondo.
Dopo cena decidemmo di guardare un film, così ci spostammo in sala, sul divano, e lui, dopo aver scelto il film, si sedette accanto a me e mi strinse a sè.
-Com’è andato il tuo esperimento? Ti sono mancato?- scherzò dopo qualche minuto, accarezzandomi i capelli. –Perchè se lo vuoi sapere, tu mi sei mancata da morire-
-Anche tu-
-Ma ora non ti lascio più. Per un bel po’ di tempo- disse lui serio, stringendo le mie dita nelle sue mani grandi. –Devo ammettere che un sacco di volte avevo paura a pensare che tu fossi sola. Non vorrei mai che ti venisse uno dei tuoi momenti di tristezza mentre io non ci sono, o penso che salterei sul primo aereo per venire da te-
-Come sei romantico oggi- sorrisi io prima di baciarlo un paio di volte. –Harry, sai che nessuno, assolutamente nessuno deve sapere di noi, vero? Sarebbe un enorme casino, e io non voglio-
-Sì, sì capisco. Anche per la cosa di Niall. Poverino, è veramente distrutto, ogni tanto mi sento in colpa-
-Può consolarsi con la sua nuova ragazza-
-Sei veramente perfida! E comunque non penso si siano più sentiti-
-Non parliamo di lui, per favore, non roviniamoci la serata-
-D’accordo- sorrise il riccio stendendosi sopra di me e accarezzandomi una guancia –Sei particolarmente bella stasera-
-Certo, in tuta e calze modestamente sono uno splendore-
-Lo puoi ben dire- ridacchiò lui baciandomi la fronte, per poi scendere fino alla mascella e alla base del collo, mentre io arrossivo come una bambina e portavo una mano sotto alla sua maglietta grigia. –Hai le mani fredde- scherzò lui sussurrando, senza staccarsi troppo dalla mia pelle. –Scusa- sorrisi io, facendo scorrere le dita lungo la sua spina dorsale. –Non fa niente- concluse, portando una mano sul mio fianco, mentre con l’altro gomito si sosteneva pochi centrimetri sopra di me. Proprio in quell’istante il suo cellulare iniziò a squillare, e lui, sbuffando, andò a prenderlo in cucina. Io mi misi seduta e mi riaggiustai i capelli, aspettando che tornasse.
-Ciao mamma- disse lui rispondendo alla chiamata –sono da Liam, stiamo ancora cenando. Sì, vengo a trovarti prima o poi. No, non mi sono dimenticato di te. Scusami, sono un po’ stanco, posso richiamarti domani mattina? Ciao, buonanotte- Chiuse la chiamata e tornò da me, riprendendo da dove eravamo stati interrotti. Ma evidentemente non era destino che noi avessimo un po’ di tranquillità, perchè subito dopo iniziò a squillare il mio cellulare, ma io decisi di non rispondere, se fosse stato qualcosa di importante quella persona avrebbe richiamato. –Dai, rispondi- disse Harry alzandosi. –No, lascia stare, non è niente di importante- sussurrai io tirandolo nuovamente verso di me. Il telefono continuava a squillare, così sbuffando mi alzai e controllando lo schermo del cellulare, vidi che era Niall.
-Niall, basta, cosa vuoi?- risposi io esasperata, non ne potevo più di lui.
-Sono fuori, puoi venire ad aprirmi per favore?-
-Tu sei pazzo- conclusi io gettando il telefono sul divano. –Harry, c’è Niall fuori casa. Tu sei qui perchè ti ho invitato a cena come amico, okay?-
-Tranquilla- rispose lui passandosi una mano fra i capelli spettinati mentre io andavo ad aprire. Niall aveva davvero una brutta cera, aveva delle occhiaie scurissime e a quanto pare non si faceva la barba da un po’. –Potrei denunciarti per stalking, lo sai?- esordii io facendolo entrare.
-Ti devo parlare- disse lui a bassa voce, mentre Harry di nascosto si dileguava in camera mia. Meglio così, almeno non avremmo dovuto spiegare nulla e non si sarebbero create situazioni imbarazzanti. –Ti prego però, ascoltami. Te l’ho già detto centinaia di volte, con quella Bethany non è mai successo niente di serio, è lei che si è montata la testa, io però sono disperato, te lo giuro, dimmi cosa posso fare-
-Smetterla di perseguitarmi potrebbe essere un buon inizio-
-Ma perchè sei così fredda con me? Dopo tutto quello che abbiamo passato! Sappiamo tutto l’uno dell’altra, e io senza te non posso stare, lo capisci o no? Okay, ho fatto un sacco di errori, ma non ho mai smesso di volerti bene-
-Appunto, Niall. Anche io forse ti voglio bene. Ma nulla di più- dissi io abbassando lo sguardo. In fondo in fondo, un po’ mi dispiaceva, ma non potevo permettergli di ferirmi ancora. Perchè avrebbe fatto così, lo sapevo, mi avrebbe convinta a tornare insieme a lui per poi ripetere tutto di nuovo, ma non quella volta.
-Ti prego ...- mormorò lui sfiorandomi un braccio, ma io mi ritrassi perchè non avevo voglia che nemmeno che mi toccasse. –Non ce la faccio ...- continuò, e io alzando lo sguardo mi accorsi che una lacrima gli stava scivolando lungo la guancia, e lui non appena mi vide la asciugò con una mano.-Hai un altro?- chiese, ma sembrava più un’affermazione. Io feci cenno di no, anche se non sapevo quanto fossi convincente. –Allora torna con me. Sai benissimo quanto tu sia importante per me-
-Niall, non posso, io ... io ho creduto alle tue bugie troppe volte. Se mi nascondi queste cose, sicuramente me ne nasconderai delle altre, e a me non va bene per niente. Forse io e te non siamo fatti per stare insieme, siamo troppo diversi-
-Pensavo che tu fossi diversa- sussurrò lui con un nodo alla gola che lo faceva sembrare sul punto di scoppiare a piangere, e forse era così. –Pensavo fossi diversa, pensavo che tu mi avresti capito, e invece mi sbagliavo. Hai ragione, forse è meglio così. Eppure io continuo a pensare che nonostante le nostre differenze io e te fossimo perfetti insieme. Evidentemente mi sbagliavo-
-Niall, io sono sicura che ... che troverai presto qualcuno che ti amerà molto meglio di quanto io ti abbia mai amato, e ti dimenticherai tutto questo. Te lo auguro, perchè io non sono la persona adatta a te ma spero che tu quella persona la troverai presto-
-Impossibile- concluse lui, rimettendosi la giacca e allontanandosi verso la porta; improvvisamente però si voltò verso di me e mi diede un bacio sulla guancia, stringendomi a sè. –Buonanotte, Niall- dissi io premendogli una mano sul petto quando il bacio stava diventando un po’ troppo lungo. –Buonanotte- rispose lui, con gli occhi pieni di lacrime, e in silenzio uscì. Mi sentivo strana, sentivo il suo profumo sulla mia pelle, e i ricordi di lui e me affollavano i miei pensieri mentre cercavo di non scoppiare a piangere anch’io. Non sapevo più cosa volevo, ed era quello a distruggermi più di qualsiasi altra cosa, era quello a confodermi. Non sapevo cosa fare.
-Tutto bene?- sussurrò nel mio orecchio Harry all’improvviso portando le mani sulle mie spalle. –Sì. Tutto bene- risposi io, allontanandomi bruscamente e andando in cucina, avevo voglia di un bicchiere d’acqua, o forse avevo voglia di stare da sola; in ogni caso lui mi seguì, ma rimase appoggiato allo stipite della porta. –Sei sicura?- domandò mentre io cercavo un bicchiere pulito e annuivo. –Mi ha ... mi ha fatto un po’ pena, era strano-
-Beh, è comprensibile, no? Fino a poco fa eri la sua ragazza-
-Guarda che sei stato te a provarci con me dopo neanche un giorno che io e lui avevamo litigato-
-Mi sembra che tu hai ricambiato! E poi scusa, che intendi dire?- domandò avvicinandosi, mentre io mi appoggiavo al bancone della cucina incrociando le braccia al petto.
-Ti sto solo dicendo di non far finta di niente, tutto qui-
-Non ti capisco, ora la colpa è mia?-
-No, ma non devi neanche scaricarla tutta su di me-
-Mi hai sempre detto che la storia con Niall ti ha lasciato completamente indifferente!- esclamò lui alzando la voce.
-Non lo so- mormorai io abbassando lo sguardo, non avevo voglia di discutere anche con lui.
-Che cosa non sai?- continuò lui spaventandomi, forse stava iniziando ad irritarsi, e io mi rimproverai per aver iniziato il discorso di Niall.
-Harry, cerca di capirmi, non so neanch’io cosa voglio, non so cosa sia meglio per me, sono confusa, come puoi pretendere che io mi lasci alle spalle una storia senza risentirne?-
-Non vuoi nemmeno me?- domandò lui accarezzandomi una guancia, tornando ad un tono di voce molto più tranquillizzante.
-Ma certo Harry, stai tranquillo. Ti chiedo solo di avere un po’ di pazienza con me-
-Aspetto tutto il tempo che vuoi- sorrise il riccio baciandomi la fronte –sono qui, lo sai, non me ne vado- Mi strinsi forte a lui, che mi faceva sempre sentire protetta quando mi aveva fra le braccia, ma a malincuore mi accorsi per un attimo che forse non erano quelle le braccia dalle quali volevo essere stretta.




 Spazio autrice
Spero vi sia piaciuto il capitolo! 
Sono contenta che le visualizzazioni aumentino pian piano, ma mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate, o mi sembra un po' di scrivere al vuoto. In ogni caso, sono felice che qualcuno legga questa storia.
Ho caricato il prologo di un'altra storia nel mio account, mi farebbe piacere se qualcuno passasse e recensisse anche quella :-)
Aspetto i vostri pareri\consigli\critiche! 
Un bacio :-*

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Capitolo 18
*** Distanti ***


Distanti


Quella notte ovviamente non riuscii a dormire bene, così alle sei e mezza, quando ormai mi arresi al fatto che non mi sarei più riaddormentata, andai sul terrazzo a fumare, mentre Harry continuava a dormire. Faceva fresco, avevo un suo maglione addosso e il cielo aveva ancora un colore incerto, probabilmente non sarebbe stata una giornata di sole. Pensavo che la notte mi avrebbe portato consiglio, e invece ero sempre confusa uguale. Non sapevo cosa stava succedendo dentro di me, sapevo soltanto che ero molto meno sicura di un mese prima. È vero, appena io e Niall avevamo discusso mi sentivo completamente indifferente alla cosa, ma molto probabilmente era perchè mi ero imposta di nascondere tutto, di non farmi condizionare dagli eventi. Ovviamente, però, tutti i nodi prima o poi vengono al pettine, e dopo non troppo tempo tutto stava pian piano venendo fuori, le ferite si stavano aprendo. Non ero forte, non potevo sopportare troppe pressioni, anche se spesso mi illudevo di poterlo fare.
Avevo impressa nella mente l’espressione di Niall, sentivo ancora le sue mani sui miei fianchi, forse avevo anche un sacco di sensi di colpa. Ma non sapevo cosa fare, e in ogni caso stavo con Harry. Stavamo insieme da poco, e magari non riuscivo ancora a capire se fosse lui la persona giusta per me, ma ci stavo bene, pensavo fosse perfetto per me; era tranquillo, comprensivo, protettivo, divertente, mi trovavo bene con lui. Il problema, forse, era che a quel punto me lo facevo andare bene per forza, se non altro per evitare di deprimermi di nuovo.
-Che ci fai qui? Fa un freddo cane- disse Harry alle mie spalle, mentre io spegnevo velocemente la sigaretta. –Ti ho vista comunque- ridacchiò posando le mani sulle mie spalle mentre io rimanevo voltata –ti fa male fumare- Io alzai le spalle, -non lo faccio spesso- risposi, abbastanza evasiva, avrei preferito rimanere un po’ da sola. –Che hai?- domandò, accarezzandomi un braccio. –Niente, sono solo stanca- risposi io, allontanandomi e andandomi ad appoggiare alla ringhiera. –Guarda che se ti dà fastidio la mia presenza posso sempre andarmene- sbottò lui, e a quel punto io mi voltai e lo raggiunsi, non volevo pensasse che sarebbe stato meglio andarsene. –No, scusami ... non te ne andare- sussurrai posandogli una mano sul petto –sono un po’ nervosa- Lui senza dire nulla mi strinse forte, passando la mano fra i miei capelli –Cosa posso fare per te?- domandò, allontanandosi di qualche centimetro. –Non preoccuparti- sorrisi io, mentre rientravamo in casa. Pensavo che fosse meglio evitare di parlare della storia di Niall con lui, un po’ mi veniva spontaneo perchè lo vedevo ancora come amico a cui confidare tutto, ma poi ricordavo che era meglio non metterlo in mezzo. –No, dai, davvero. Sei strana, vorrei fare qualcosa per aiutarti-
-Harry, è tutto a posto. Davvero- mentii io, tornando in camera.
 
POV Niall
Avevo deciso che avrei passato qualche giorno a Mullingar, almeno per stare lontano da Faith, anche se il fatto che fossimo distanti fisicamente non mi impediva di pensare a lei ogni secondo. Mio fratello mi aveva ospitato in casa, perchè mi aveva detto che con loro mi sarei divertito; non gliel’avevo detto, ma sicuramente ci sarebbe voluto ben altro per farmi svagare.
Non appena entrai in casa Denise mi accolse calorosamente come sempre, e Theo mi corse incontro e si fece prendere in braccio. –Dov’è la zia Faith?- domandò, facendo spegnere immediatamente il mio sorriso. –E’ ... è a casa, doveva lavorare- risposi io trattenendo le lacrime, perchè era quella la mia reazione ultimamente quando pensavo a lei. –Ma io volevo vederla! Devi darle il disegno che le ho fatto! Promettimelo!- esclamò lui mentre lo riappoggiavo a terra. –Va bene, ora sparisci- scherzai io dandogli una patta sulla schiena, e lui tornò a giocare sul tappeto.
-Allora, Niall, come mai questa visita improvvisa?- chiese Denise mettendo a posto la mia giacca.
-Avevo qualche giorno libero- mentii io. Non potevo dirle “sto sotto un treno perchè mi ha lasciato Faith, sono un idiota e ho bisogno di isolarmi dal mondo”, a casa non sapevano nulla di quello che era successo ultimamente.
-Ti preparò un tè?- mi chiese, mentre entravamo in cucina. –Sì, grazie- risposi io soffermandomi a guardare una fotografia di me e Greg da piccoli. Bei tempi, quelli, quando la mia preoccupazione più grande era fare una giornata intera all’asilo senza farmi la pipì addosso.
-Allora, come va?- domandò Denise mentre io mi sedevo a tavola.
-Tutto bene-
-Con Faith?-
-Anche, abbastanza-
-Sicuro?-
-No ... cioè abbiamo avuto qualche problema ma niente che non si possa risolvere, io ... io spero torni tutto come prima. Probabilmente siamo entrambi un po’ stressati-
-Povero Niall. Hai davvero un brutto aspetto, spero che tu ti rimetta presto-
La porta d’ingresso si chiuse, era arrivato Greg dal lavoro. Dopo aver salutato Theo, venne in cucina e si sedette accanto a me.
-Ciao Niall, ci sei mancato. Come mai sei da solo questa volta?- domandò, e io sbuffai, perchè sembrava che avessi scritto in fronte “parlatemi pure di Faith, non mi farete star male”. –Ti prego, Greg, potremmo non parlare di lei in questi giorni? Grazie- sbottai prima di iniziare a bere il tè.
-C’è qualche problema?-
-Sì, cioè, no, più o meno. Ma non ne voglio parlare, me ne sono andato apposta-
-Come vuoi- concluse lui alzando le mani.
I miei programmi per la serata erano uscire con degli amici, bere, tornare a casa tardi e svegliarmi altrettanto tardi. Volevo tenermi impegnato, volevo non avere il tempo materiale di pensare a niente. Era quella la mia strategia, anche se spesso finivo per diventare ancora più triste, quando mi ritrovavo a non avere più nulla da fare.
La sera mi misi d’accordo con un paio di amici che mi portarono in un locale nuovo, in cui dopo le undici iniziò a entrare letteralmente un mare di ragazze bellissime, e io a quell’ora avevo già bevuto un po’, così andai a ballare in centro alla pista. Mi si avvicinò una bionda, che ballava a pochi millimetri da me e ogni secondo tentava di baciarmi, ma io, nonostante non fossi più lucidissimo, mi scansavo sempre. A un certo punto ci riuscì, e a me sembrava così strano, mi sentivo così male, che subito la allontanai, salutai i miei amici e, presa la giacca, mi incamminai verso casa. Non ero davvero in vena di fare stupidaggini, e inoltre non potevo mai sapere se in giro ci fossero dei paparazzi o delle persone pronte a dire al mondo che avevo trovato una nuova ragazza. No, non era il periodo adatto a quel genere di cose.
Quando entrai in casa Greg e Denise erano ancora svegli, stavano guardando un film in sala. La passeggiata nell’aria fresca mi aveva decisamente rinvigorito, e il leggero senso di sbandamento che avevo nel locale andava pian piano affievolendosi.
-Che ci fai già a casa?- domandò Greg mentre io ero quasi per le scale. Mi voltai indietro e andai a sedermi sul divano con loro, dopotutto ero ospite, e sarebbe stato carino non limitarmi ad usare la loro casa come un albergo.
-Ero ... ero un po’ stanco. Che film è?- domandai io, cercando di cambiare argomento.
-Ma è successo qualcosa?- chiese Denise, abbassando il volume della televisione.
-Stasera? No, nulla-
-Non stasera, in generale- esclamò Greg, con meno delicatezza della moglie.
-No. È tutto a posto- conclusi io, fingendo di essere molto interessato da quel film che stavo guardando sì e no da un minuto. –Vado a dormire. Buonanotte- dissi io salendo di sopra, in effetti avevo veramente voglia di farmi una lunghissima dormita. Mentre andavo in bagno, sentii uno “zio” provenire dalla camera di Theo. Sorridendo entrai, e mi avvicinai al suo letto accendendo la piccola lampada sul comodino. –Non dovresti dormire tu?- ridacchiai facendogli il solletico.
-Non ho sonno- disse lui mettendosi seduti.
-Sarà meglio che ti venga, è tardissimo- sorrisi io scompigliandoli la massa di capelli biondi che aveva in testa.
-Voglio chiamare la zia- esclamò incrociando le braccia –se mi fai chiamare la zia Faith io dormo-
-No, è tardi, lascia stare- gli dissi io, che cercavo di non tornare su quell’argomento.
-Per favore!- mi pregò lui, e iniziò a fare capricci su capricci, dicendo che aveva cose importantissime da dire a Faith e che non poteva proprio aspettare l’indomani mattina. Alla fine acconsentii, anche se avevo paura a chiamarla, perchè probabilmente non mi avrebbe risposto. E così fece. Il cellulare squillava, continuava a squillare, ma lei non rispondeva. La richiamai altre volte, ma sempre senza risposta, il che era strano, perchè lei era così ansiosa che quando vedeva tante chiamate rispondeva anche solo per assicurarsi che stesse andando tutto bene.
-Theo, non risponde. Sta dormendo- dissi io alzandomi in piedi.
-Uffa ... buonanotte- mormorò lui deluso, tornando sotto le coperte.
-Buonanotte campione-
Tornai in camera fissando lo schermo del telefono, aspettando un messaggio, una chiamata, qualsiasi cosa. E invece niente. Iniziai a pensare a cosa stesse facendo, e se fosse stata con un altro ragazzo in quel momento? Non l’avrei sopportato, sarebbe stata una mazzata colossale per me. D’accordo, ero stato io ad essermi fatto scoprire con il messaggio di un’altra sul cellulare, ma in ogni caso lei con un altro, lei coinvolta in un’altra storia seria non l’avrei mai potuta immaginare, forse perchè lei era mia.
 
POV Faith
Harry in quei giorni si era praticamente trasferito da me, e passavamo le fredde serate autunnali a guardare film su film, che puntualmente non seguivamo. Dopo l’esperienza della prima sera, quella dopo i nostri cellulari erano entrambi silenziosi, il più lontano possibile dal divano, ed era meraviglioso non essere disturbati da nessuno, per noi che eravamo abituati a dover essere sempre reperibili.
-Harry, ma se poi la nostra storia durasse ... voglio dire, se prima o poi dovessimo dirlo a tutti?- domandai io, anche se sapevo che era un argomento un po’ scomodo, e forse avrei rovinato una bella serata.
-Perchè devi pensare a queste cose?- sbuffò lui alzando lo sguardo fra le mie braccia, rimanendo straiato sulle mie gambe.
-Non so, ci stavo pensando- risposi io accarezzandogli i capelli –sei comodo?- sorrisi, mentre lui si sdraiava meglio.
-Sì, molto, grazie. Hai solo le gambe un po’ scomode-
-Ah, chiedo scusa se non sono un divano- dissi io fingendomi offesa e incrociando le braccia al petto. Harry sollevò un braccio e mi solleticò il collo, mentre io mi allontanavo, dicendogli che stavo cercando di seguire il film, ma lui non smetteva.
-Soffri il solletico?- domandò, mentre io mi contorcevo perchè sì, soffrivo il solletico, anzi peggio, mi faceva davvero male. –Smettila!- gli urlai allontanandomi e coprendomi il collo con le mani. Lui si mise seduto e si avvicinò a me, che ero accovacciata in un angolo del divano perchè non volevo che continuasse a farmi il solletico. –Non ti mangio mica, eh ...- sorrise prendendo le mie mani fra le sue e allontanandole dal collo, poi iniziò a baciarmi l’angolo della mascella, fino a scendere alla base del collo. –Così va meglio?- domandò allontanandosi di pochi millimetri, per poi continuare. –S-Sì ...- balbettai io, gettando la testa indietro, mentre le sue mani stringevano i miei fianchi, e le mie, più impacciate, si muovevano lungo la sua schiena. A quel punto, le mie intenzioni di seguire il film erano completamente andate a farsi benedire, ma sinceramente quella era l’ultima delle mie preoccupazioni, in quel momento mi interessava solo essere lì, con lui.
All’improvviso la tv si spense, e tutta la casa si fece buia: io scattai seduta, spaventatissima, e forse colpii anche il naso di Harry, ma poco importava, avevo paura.
-Che è successo?- chiese lui, che era davanti a me anche se non potevo vederlo.
-Penso sia saltata la luce ma dovrebbe ripartire da sola, solo che ... perchè non parte?-
-Che ne so, è casa tua! Dove tieni i contatori e quelle cose là, insomma, da dove si fa ripartire la corrente?-
-In cantina, ma non sono sicura di essere capace ...-
-Sei una cosa impossibile, come fai a non sapere come si fa ripartire la corrente di casa tua?-
-Senti, ora non è il momento di litigare, prendi il telefono e fai luce-
-Non mi ricordo dove l’ho messo, chiamami-
-Ho messo via anche il mio, però, Harry, sono silenziosi, sarebbe inutile. Comunque secondo me li abbiamo lasciati sul tavolo in cucina, andiamo a vedere ...- dissi io alzandomi e andando, stringendo il suo braccio, verso la cucina, cercando di non sbattere contro qualche mobile.
-“Vedere” è un eufemismo ...- scherzò lui, mentre io ero agitata e avrei tanto voluto che stesse zitto.
-Senti, non è il momento di fare dell’ironia, cerca piuttosto di ricordarti dove ...- mi interruppi quando di colpo si accesero tutte le luci: la corrente era ripartita da sola, meraviglioso. –Ecco! Vedi, sapevo che sarebbe ripartita- sorrisi io appoggiandomi al tavolo –Guarda, siamo anche arrivati in cucina senza distruggere niente. Certo che è proprio buio, che ore sono?-
-Mezzanotte, quasi-
-E’ tardissimo! Cenerentola a quest’ora va a dormire! Su, che domani mattina ci si sveglia presto- scherzai io, mentre mi dirigevo verso la sala per spegnere la tv.
-Ma come, scusami, abbiamo lasciato una cosa in sospeso ...- disse lui prendendomi la mano e tirandomi verso di sè.
-Troppo tardi! Adesso si va a dormire!- dissi io con fare serio, sapevo che gli dava fastidio essere interrotto. Corsi di sopra, saltando i gradini a due a due e mi chiusi in camera, mentre sentivo che lui, con un passo molto più lento, mi raggiungeva. –Sei cattivissima- esclamò entrando nella mia stanza.
-Sei tu che sei ossessionato-
-Mi ossessioni tu- scherzò lui riavvicinandosi e prendendomi le mani.
-Ah sì?- sorrisi io dandogli un bacio sulla guancia, per poi scendere sul collo. Lui rise, e sentii vibrare la sua pelle, mentre ci siedevamo sul letto. Passò la sua mano fredda sulla mia schiena, sollevando la felpa, e la spina dorsale mi si riempì di brividi, come ogni volta che eravamo insieme. Prese il mio viso fra le mani e iniziò a baciarmi, mentre io gli scompigliavo i lunghi capelli castani. Sentivo il suo profumo, sentivo le sue mani ovunque, e se qualche mese prima questa cosa mi avrebbe messa a disagio, quella sera fra le sue braccia mi sentivo assolutamente protetta, e non avevo paura di niente, e forse fu per questo che per una volta decisi di fare quello che mi diceva l’istinto, senza lasciarmi frenare da nulla.
-Ehi ... sei sveglia?- la voce roca di Harry fu la prima cosa che sentii la mattina seguente, quando ero ancora intontita e mezza addormentata. Non risposi, feci finta di dormire, dal momento che ero ancora nel mondo dei sogni, ma lui era deciso a interrompere il mio sonno, quando si allungò verso di me e mi baciò una spalla, accarezzandomi la schiena nuda. –Dai, lasciami stare- mormorai io sotterrandomi sotto le coperte.
-Amore, è quasi mezzogiorno- disse lui mettendosi seduto accanto a me, che ero ancora imbalsamata nel piumino –direi che potresti anche svegliarti-
-E’ solo colpa tua se non ho dormito- sorrisi io immaginandomi la sua faccia divertita.
-Ah, sì, perchè tu dov’eri?-
-Dai, lasciami dormire ancora un po’- lo pregai io mentre lui si stava rivestendo.
-Io sono pronto, tu quando esci da lì vieni giù che ti preparo qualcosa da mangiare-
Scesi dopo mezz’ora abbondante, e siccome non avevo voglia di vestirmi scomoda indossai i pantaloncini del pigiama e una felpa di Harry. Andai in cucina, effettivamente avevo davvero molta fame e speravo che ci fosse qualcosa di buono da mangiare, perchè avrei divorato un bue intero.
-Buongiorno bella addormentata- scherzò lui posando delle uova sul tavolo.
-Antipatico! Neanche dovessimo fare chissà cosa-
-Il mattino ha l’oro in bocca!- puntualizzò Harry sistemando le cose nel lavandino, mentre io prendevo il cellulare, erano ore che non lo controllavo, e solitamente quando succedeva mi ritrovavo un sacco di telefonate, mail e messaggi. Mi colpì subito l’esorbitante numero di telefonate che mi aveva lasciato Niall la sera prima, forse era successo qualcosa. Seppur un po’ controvoglia, richiamai, non prima di essermi allontanata dalla cucina.
-Ciao Niall, scusami, non avevo il telefono con me e non ho visto le tue chiamate ...- dissi io non appena lui rispose.
-Okay, tranquilla, non era nulla di importante- rispose Niall dall’altro capo della telefonata, con una voce più rilassata delle ultime volte in cui ci eravamo parlati –Theo voleva salutarti e mi ha costretto a chiamarti un sacco di volte-
-Ah, sei da tuo fratello?-
-Sì, sono ... sto da lui qualche giorno-
-Capisco ... comunque se è lì con te posso salutare Theo-
-Sì, aspetta, adesso arriva ... Theo vieni qui- sentii la risatina del bambino e sorrisi anch’io, ricordando con un po’ di malinconia i giorni passati a casa sua –Ehi zia Faith!- esclamò troppo vicino al microfono del cellulare –Ho messo a posto tutta la mia cameretta, quando arrivi?-
-Io ... io non vengo questa volta, tesoro, però mi fa piacere sentirti- dissi io il più pacatamente possibile, anche se sapevo che si sarebbe offeso.
-Ma lasci lo zio Niall da solo?- domandò lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Immaginai la faccia del diretto interessato, la sua espressione forse affrante nel sentire il nipote dire quelle cose. Oppure aveva già superato tutto e non sentiva più la mia mancanza.
-Tu ... tu cosa mi racconti di bello?- chiesi io, cercando di cambiare argomento.
-Sto già preparando la recita di Natale. Ci vediamo tre giorni prima di Natale alla mia scuola, okay?-
-Vedrò cosa posso fare. Mi passi lo zio?-
-Ehi Faith, scusalo, è un bambino, non ...-
-Tranquillo Niall, non c’è problema ... comunque se vuoi puoi dire ai tuoi che ... che non ci sentiamo tu, ecco- dissi io sapendo che l’avrei ferito, e non poco.
-Se quello che è successo lo chiami “sentirsi”, forse avevamo una concezione diversa di quello che stava succedendo. Hai un altro, sì o no?-
-Io ... io ... sì- ammisi, tanto prima o poi l’avrebbe saputo.
-Oh ... buona ... buona giornata- disse lui con la voce che tremava, prima di riattaccare. Mi dispiaceva, un po’ mi dispiaceva, ma in quel momento io ero riuscita a trovare qualcuno che mi capisse, e presto sarebbe successo anche lui, lo speravo per il suo bene.
 
POV Harry
Mi telefonò Niall, mentre Faith stava mangiando, e io andai in terrazzo a rispondere. Mi era venuta un po’ d’ansia nel leggere il suo nome sullo schermo, era comunque l’ex della mia ragazza, e uno die miei migliori amici.
-Harry aiutami- disse lui in lacrime, era una delle poche volte che lo sentivo piangere, e avevo già un presentimento –Faith ha un altro, tu lo sapevi?-
 
 
 
 


 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo, forse un po' corto, ma spero che a quei pochi che seguono la storia sia piaciuto! 
Come al solito, aspetto le vostre recensioni, e soprattutto, siccome ho voglia di leggere qualche bella storia, oltre alla recensione mi farebbe davvero piacere se mi lasciaste dei titoli di storie vostre o altrui, alle quali se ho tempo darò un'occhiata e recensirò! Non so se me lo chiederà qualcuno, ma se me lo chiede e io non riesco a passare non offendetevi, è perchè la scuola mi sta impegnando tantissimo tempo in questo periodo e ho a malapena il tempo di caricare i capitoli ... ad ogni modo, aspetto le recensioni qui sotto e i vostri consigli! Grazie :-*
A prestissimo :)
P.s. vi amerei tantissimo se passaste dall'altra mia fanfiction :D E' nuova e vorrei sapere che ne pensate!

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Capitolo 19
*** Errori ***


Errori


Iniziarono a sudarmi le mani, ero davvero nervoso e non sapevo che rispondere, perchè sebbene sapevo che quel momento sarebbe arrivato, la domanda di Niall mi aveva spiazzato comunque. –Io ... io sì lo sapevo- ammisi, senza ovviamente dire che la persona in questione ero io.
-E perchè non me lo hai detto? Harry, sono disperato, sai quando tenessi a lei, avresti dovuto dirmelo!-
-Scusami ... è che non ne so tanto neanche io- mentii, appoggiandomi alla ringhiera e lasciando che l’aria fresca mi rischiarasse le idee.
-Se scopro chi è quell’idiota che si è approfittato di lei nel momento in cui ci eravamo appena lasciati ... ti prego, se lo sai dimmelo-
-Certo, tranquillo. Tu tutto bene?-
-Insomma ... stavo meglio prima di sapere del ragazzo di Faith-
-Ma dai ora non ti fissare su sta cosa ... ci si vede quando torni, okay?-
-Okay. Ciao Harry- concluse lui prima di terminare la telefonata.
Aspettai qualche secondo prima di tornare in cucina: iniziavo ad avere sensi di colpa a mille, mi sentivo una persona orribile, non sapevo cosa fare. Avevo sempre saputo che quello che stavo facendo non era corretto, ma Faith mi piaceva ... mi piaceva troppo. La raggiunsi, mentre stava ancora mangiando quello che le avevo preparato.
-Chi era?- mi chiese alzando lo sguardo dal piatto.
-Niente di importante- risposi io sorridendo mentre mi sedevo accanto a lei. Le accarezzai la mano, ma mentre la guardavo un po’ mi sentivo in colpa, come se io non meritassi di ammirarla. Era bellissima ai miei occhi, anche dopo una notte in bianco. Era bellissima, mentre ricambiava il mio dolce sguardo, era luminosa, era splendida.
-Cosa facciamo oggi?- le domandai, senza togliere la mia mano da sopra la sua.
-Non so ... io sono un po’ stanca oggi ... però prima o poi potremmo uscire ... come amici intendo-
-Sì, certo, non ci vedrà nessuno-
-Ti stuferai di me a forza di passare le giornate qui- scherzò lei abbassando lo sguardo, come se in fondo in fondo la cosa la preoccupasse davvero.
-No- esclamai io, scuotendo la testa –non succederà, non pensarci nemmeno-
Nella mia testa si scontravano i pensieri più contrastanti, se da una parte pensavo che tutto quello che volevo era lei, dall’altra avevo sempre quel fastidioso senso di colpa.
-Faith, devo parlarti di una cosa ...- dissi, con un coraggio che non pensavo di avere. Sapevo benissimo che avrei rovinato quell’atmosfera rilassata che si era creata, ma dovevo parlarle assolutamente. –Era Niall al telefono- Alle mie parole lei sbuffò, sbattendo la forchetta sul tavolo e buttandosi all’indietro, accasciandosi con la sedia con le braccia al petto, e io mi pentii all’istante di aver introdotto quell’argomento, ma proseguii comunque. –Mi ... mi ha detto che sa che tu hai un altro-
-Gliel’ho detto io...- sussurrò lei tenendo lo sguardo basso.
-Cosa?! Tu? Quando?- chiesi io sbarrando gli occhi, chiedendomi perchè mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere senza parlarmene.
-Prima-
-Grazie per averne parlato con me-
-Hai detto che prima o poi l’avrebbe saputo, no?-
-Ma mi sarebbe piaciuto parlarne magari, sono io il diretto interessato, non potevi aspettare un attimo?-
-Harry, io ... non so cosa dirti, me l’ha chiesto e io ho risposto- rispose lei sempre senza guardarmi.
-Certo, perchè tu te la cavi così, ma io ora, che lo vedrò al lavoro, dovrò cercare scuse per le mille domande che mi farà sul tuo ragazzo, che sarei io- esclamai io alzando forse troppo la voce, infatti lei si ritrasse, come ogni volta che lo facevo.
-Io ... scusami non pensavo di aver fatto una cosa così grave ... dopotutto lui non sa che sei tu-
-Ma non è corretto nei suoi confronti ...-
-E allora lasciami così ti metti il cuore in pace- concluse lei alzandosi e uscendo dalla cucina, mentre io mi passavo nervosamente una mano tra i capelli, pensando a quanto fossi bravo a rovinare i momenti tranquilli. C’era anche da dire che lei era abbastanza permalosa, ma tutto quello che volevo io era solo un po’ di comprensione, ma come potevo spiegarle come mi sentivo se nemmeno io avevo le idee chiare? Mi alzai, volevo andare a cercarla e chiederle scusa per essere stato poco gentile, ma non la trovavo; allora mi ricordai che quando era nervosa era solita andare a fumare sul terrazzo, e la trovai proprio lì.
-Vieni dentro, fa freddo- le dissi, restando leggermente distante da lei, che mi dava le spalle. Non appena si accorse della mia presenza spense immediatamente la sigaretta, come se io non sapessi che fumasse, e si voltò di scatto. –Tranquillo, torna pure dentro-
-Scusami, non volevo alzare la voce, sei arrabbiata?- le domandai, avvicinandomi, al contrario di quello che mi aveva detto di fare lei. Le accarezzai la guancia, mentre lei scuoteva la testa, anche se io sapevo che era abbastanza infastidita.
-E’ che ... è una situazione difficile, non so nemmeno io cosa dirti- sussurrò appoggiando la testa al mio petto –io non volevo metterti nei guai-
-Lo so- risposi io, baciandole i capelli mentre la stringevo forte a me –Non voglio che tu ti preoccupi, devi stare tranquilla. Ora entriamo, d’accordo?-
Non sembrò interessata alla mia proposta, piuttosto era intenzionata ad affrontare quel discorso una volta per tutte, e forse era davvero il caso di farlo. Entrambi avevamo cose da dirci, ma per comodità rimandavamo sempre, invece, avvicinandosi il mio ritorno al lavoro e quindi a frequentare Niall, era necessario trovare una soluzione definitiva.
-Tu ci vuoi stare con me o no?- mi domandò, e quelle parole mi spiazzarono. Mi venne da risponderle “certo”, senza pensarci due volte, ma mi tornò in mente la voce disperata di Niall, mi tornò in mente la felicità di Faith quando si era finalmente messa insieme a lui, mi tornarono in mente tutti i sensi di colpa che mi tormentavano in quei giorni. Se la sera precedente non avevo dubbi, ero sicuro di volerla con me, quella mattina non ero più così convinto. Infatti non risposi, e la pausa fra la sua domanda e quello che avrei dovuto rispondere io stava diventando troppo lunga.
-Allora?!- chiese lei, sforzandosi di mantenere un tono fermo e rigido, ma i suoi occhi la tradirono ancora prima che potesse parlare, perchè stavano iniziando a riempirsi di lacrime. Veniva da piangere anche a me, sapevo che la stavo facendo soffrire, e in quel momento, finalmente, ne ero sicuro: mettermi con lei era stato un errore. Mi dispiaceva ammetterlo, soprattutto a me stesso, ma era stata una cosa su cui non avevo ragionato, avevo agito d’impulso. Si sarebbe potuto pensare che dopo la notte precedente il legame tra noi fosse diventato più stabile, e invece ironicamente aveva tolto ogni dubbio dalla mia testa: non era lei la ragazza giusta per me, o ancora meglio, io non facevo per lei. E avevo paura, avevo paura perchè sapevo di stare rovinando una bellissima amicizia, sapevo di ferire una delle persone a cui volevo più bene. Ecco, appunto. Le volevo bene; non la amavo, ormai ne ero sicuro.
-Io ... io non so cosa dirti, Faith- fu tutto quello che riuscii a dire, e mi complimentai da solo per essere così stupido, invece che darle tutte le giustificazioni che la mia testa aveva formulato, che erano anche plausibili, le avevo rifilato quella frase che faceva pensare che non me ne fregasse nulla.
-Dimmi ... dimmi la verità allora- mi pregò, e io non sapevo cosa fare, non volevo ferirla, non volevo distruggere uno dei pochi affetti che le erano rimasti, ossia il legame fra noi due.
-Non voglio ferirti- dissi io guardandola negli occhi addolorati, e sebbene fossi io quello che stava per lasciarla, non stavo affatto bene, qualcosa dentro mi lacerava, e faceva malissimo.
-Lo stai già facendo!- esclamò lei scoppiando a piangere, e indietreggiando di un passo, chiaro segnale che non voleva essere nè aiutata, nè abbracciata o cose simili, voleva che io le dicessi tutto, eppure io d’istinto mi avvicinai, ma lei mi spinse violentemente via. –Non ce la fai, vero? Non ce la fai a dirmi che ti sei stufato? Non ce la fai a dirmi che anche tu ti sei stufato di me, come mio padre, mia madre, mia sorella, Niall e qualsiasi altra persona sulla faccia della Terra? Sei un vigliacco, lo sai? Non sei nemmeno capace di dirmi che non mi hai mai amata, e io avrei dovuto saperlo! Non hai aspettato neanche un giorno, dillo che non aspettavi altro che Niall mi lasciasse, dillo una volta per tutte, ce la fai ad essere sincero almeno con te stesso? Avanti, inventati qualche scusa della serie che tu non fai per me, che queste cose non si fanno perchè Niall ci sta male, ed è un tuo amico, dimmi che ti dispiace e che hai paura di rovinare la nostra amicizia, solitamente si dice così, perchè tu non hai il coraggio di ammetterlo? Mi fa schifo pensare a ogni secondo che ho passato con te, perchè ho solo perso tempo con un bambino, spero almeno che tu ti sia divertito a prendermi in giro, perchè io non mi sono divertita affatto. È vero, anch’io ho avuto dei sensi di colpa mentre stavo con te- sì, aveva detto proprio stavo, ci stava pensando lei a lasciarmi –Li ho avuto anche io, ma era diverso! Io e lui avevamo appena litigato, come potevi pretendere che lo dimenticassi in nemmeno un giorno?- Aveva quasi parlato tutto d’un fiato, per quanto possibile, fra le lacrime, mentre io stavo lì impalato ad ascoltare. E mi sentivo veramente un idiota, perchè stava dicendo la verità. Ogni parola che era uscita dalla sua bocca era vera, e aveva ragione, dovevo “solo” ammetterlo a me stesso.
-Scusa- sussurrai, come le scuse a quel punto servissero a qualcosa. Avrei potuto dirle che non era vero quello che aveva detto, che io comunque l’avevo amata davvero, ma non era vero, e quello “scusa” senza nessuna spiegazione rendeva troppo bene l’idea.
-Sai cosa me ne faccio delle tue scuse- rise lei sarcastica –E ora vai a prendere le tue cose, vattene da casa mia il più in fretta possibile e non farti mai più vedere, perchè con te non voglio avere niente a che fare. E se per caso te lo domanderai in futuro, mi hai deluso tantissimo, grazie per esserti approfittato di me, ora vai, sparisci-
-Faith ...- accennai io, anche se sapevo che non mi avrebbe lasciato parlare.
-Vattene- concluse lei, senza nemmeno guardarmi negli occhi, mentre io in silenzio, tornavo in casa a prendere le mie cose.
 
POV Niall
Dopo pranzo mi telefonò Harry, e io, felice che qualcuno si ricordasse della mia esistenza, risposi.
-Ehi Harry, sei l’unico che si sta facendo vivo, cosa succede?-
-Niall, ti devo parlare- esordì lui con una voce strana, come se fosse sul punto di piangere o come se avesse appena smesso di farlo. Non sapevo cosa fosse successo, forse doveva dirmi qualcosa di Faith, siccome non molto tempo prima ci eravamo sentiti per quello.
-Sono io il ragazzo di Faith- alle sue parole mi crollò il mondo addosso. Era lui. Era lui che si era approfittato del fatto che noi ci eravamo lasciati per prendersela. Mi ci volle pochissimo a ricollegare tutto, lui che arriva in Australia mentre io me ne vado, Harry costantemente al telefono durante il tour, Faith che non voleva dirmi chi era il suo ragazzo e lui che diceva di non saperne niente.
-Davvero?- fu tutto quello che riuscii a dire, ero sconvolto, ma soprattutto deluso.
-Ci siamo appena lasciati comunque, pensavo che sarebbe stato meglio così-
-Grazie del pensiero-
-Niall, lo so che sono stato un idiota, ma ora ho sistemato tutto-
-Mi fai abbastanza schifo, lo sai? Tu e quella bugiarda a cui non è mai fregato niente di me-
-No, Niall, se vuoi essere arrabbiato con me hai ragione, ma con Faith devi risistemare tutto, lei ti ha sempre amato, è solo colpa mia, ti prego, non dare la colpa a lei, non ne può niente-
-Senti, non mi interessa chi ha fatto cosa, siete due persone schifose, soprattutto tu, non me lo sarei mai aspettato-
-Ti prego, richiama Faith, se vuoi essere arrabbiato con me, d’accordo, ma non potrei sopportarlo se voi due rimaneste separati-
-Stammi a sentire, so quello che devo fare e se tu ora hai paura dopo aver fatto quello che hai fatto, fai bene, e grazie per aver rovinato una bellissima relazione che sarebbe potuta continuare, se avessi dato tempo a Faith di pensarci- non ascoltai nemmeno la sua risposta, chiusi la telefonata e lanciai il telefono sul letto, accanto a me. Non sapevo cosa dire. Mi sentivo tremendamente deluso, e soprattutto non sapevo cosa fosse più giusto fare. Avrei dovuto chiamare Faith? Avrei dovuto lasciar perdere e fare finta di niente? Dopotutto mi aveva ferito anche lei, davvero volevo stare con una persona così?
Nonostante tutti questi discorsi, presi quasi involontariamente il telefono e cercai il suo nome nella rubrica, chiamandola immediatamente.
-Niall, ti prego- disse lei appena rispose, e dalla voce potevo chiaramente intuire che stesse piangendo a dirotto –devi lasciarmi stare, tu e quell’idiota che mi ha preso in giro, devi lasciarmi stare, io sono una persona orribile e non voglio che tu mi cerchi più-
-Faith, che succede?- chiesi io preoccupato, anche se la mia intenzione era quella di iniziare a urlare e dirle quanto male mi aveva fatto.
-Niente, ma tu non cercarmi più, io non esisto, okay?- continuava a piangere, e il fatto che sentirla star male mi facesse ancora soffrire qualcosa doveva pur significare, nonostante quello che il mio cervello dicesse, ossia che era meglio lasciar stare una persona del genere. All’improvviso ebbi paura, la stessa che provai quando sparì per il fatto di suo padre, avevo paura perchè sapevo che lei era capace di fare cose tremende quando era fuori di sè, era capace di prendere la macchina e iniziare a guidare velocissima dopo aver bevuto, mentre piangeva, e magari stava anche piovendo a Londra. Avrei tanto voluto essere con lei, almeno per fermarla, e invece ero, come al solito, lontano.
-Non fare cazzate, okay?- le dissi preoccupato, forse così tanto da sembrare arrabbiato.
-Non preoccuparti per me, sto benissimo- mi assicurò lei, anche se quelle parole non bastarono per farmi stare meglio. Provai a rispondere, ma lei aveva già chiuso la telefonata. La richiamai subito, ma mi diceva che era irraggiungibile. Certo, irraggiungibile, lei era sempre così, avrei dovuto saperlo. Se da una parte era fragile e aveva sempre bisogno di qualcuno, dall’altra riusciva, da sola, a sfoderare una potenza che le permetteva di superare tutto, anche se a volte con metodi, come si può dire, poco indicati. Qualcosa dentro di me continuava a chiedermi perchè mai dovevo stare in pensiero per una persona che non si era mai preoccupata di me, e avrei tanto voluto saperlo anch’io. Sarei dovuto essere furioso. Forse la amavo ancora, o forse non avevo mai smesso di amarla. Ad ogni modo, dopo un paio di giorni sarei rientrato a Londra, e avrei cercato di sistemare tutto.
In quei due giorni non feci altro che pensare a lei, e realizzai che tutto quello di cui avevo bisogno era tornare insieme a lei, cercando di non ripetere quello che era successo, che era nato tutto per colpa mia che senza accorgermene mi ero avvicinato troppo ad un’altra ragazza. Sarei stato molto più serio, da quel momento in poi avrei messo la testa a posto. Senza pensarci troppo stavo già guidando verso casa sua, quella strada la conoscevo molto bene, e ripercorrerla mi faceva stare un filino meglio. Non avevo idea di cosa le avrei detto, non avevo idea di niente, non avevo nessun piano, eppure non avevo la minima intenzione di tornare a casa.
Mi precipitai giù dalla macchina, correndo verso la porta. Iniziai a suonare il campanello, ma non rispondeva, così insistevo. Subito pensai che non fosse in casa, ma la macchina era parcheggiata nel solito posto, quindi doveva per forza essere lì, e allora perchè non veniva ad aprirmi? Iniziai a chiamarla a gran voce, battendo sempre più forte sulla porta, avevo un brutto presentimento, sapevo bene che non era mai opportuno lasciarla da sola quando stava male, perchè era capace di buttarsi giù senza riuscire a stare meglio, e chissà cos’era successo in quei giorni. Dopo qualche minuto sentii dei rumori provenire da dietro la porta, finchè non si aprì, e Faith mi sembrava talmente stanca da non essere nemmeno stupida dalla mia presenza. Aveva i capelli in disordine, gli occhi gonfi e delle scurissime occhiaie, doveva essere stata davvero male. Io invece in quei giorni ero riuscito a stare meglio, e poi vederla per me era già tantissimo, anche se in quelle condizioni.
-Che hai?- domandai entrando e chiudendomi la porta alle spalle, mentre lei andava a sedersi sul divano. Non rispose, ma mentre mi toglievo la giacca notai le numerose bottiglie vuote di alcolici che stavano sul tavolino, e capii il perchè del suo aspetto, doveva essere ubriaca, e non poco.
-Quanto hai bevuto?- le domandai mentre lei socchiudeva gli occhi, era sicuramente esausta.
-Lasciami stare- biascicò lei, accasciandosi ancora di più sul divano.
-Hai mangiato?- chiesi io, mettendo a posto le bottiglie e i vestiti che erano anche sul pavimento.
-Non lo so-
-Come non lo sai, dai, vuoi che ti prepari qualcosa? È ora di cena, cosa ci fai ancora lì?-
-Niall, grazie, ma puoi andare per favore?-
-No, non mentre sei in queste condizioni-
-Voglio stare sola-
-Non preoccuparti, non ti darò fastidio-
-Niall, io sto male!- urlò all’improvviso facendomi alzare di scatto lo sguardo dal pavimento –voglio stare da sola, è colpa vostra se sto così-
-Pensi che io sia stato bene?-
-Non lo so! So che tu ti sei divertito con qualcun’altra e quando mi sono arrabbiata hai dato la colpa a me, sei un egoista-
Non sapevo cosa rispondere, non aveva nemmeno senso litigare mentre stava così.
-E se sei venuto qui per fare una di quelle patetiche scenate da film in cui vieni a farti perdonare, tornatene pure a casa-
-Non sono qui per questo-
-E per cosa?-
-Non ... non lo so-
-Appunto, vattene- concluse prendendosi le ginocchia tra le braccia e accovaciandosi sul divano –sono stanca, per favore-
-Volevo aiutarti- dissi io guardandola con uno sguardo abbastanza sconsolato.
-Grazie, non ce n’è bisogno-
-Mi sei ... mi sei mancata-
-Niall, è difficile da capire? Non voglio più avere a che fare con te, questa storia ha causato problemi fin dall’inizio, e ora ho troppo mal di testa per discutere-
-Non voglio discutere, volevo dirti che vorrei che tu mi perdonassi. E volevo dirti che non sono arrabbiato con te per la cosa di Harry, sono arrabbiato con lui ma non con te, per me tu sei ancora importante-
-Lasciami stare, voglio dormire- disse lei portandosi una mano sulla fronte, mentre si sdraiava sul divano. Era talmente stordita che dopo poco tempo si addormentò, e io me ne sarei dovuto andare a casa, come mi aveva chiesto. Eppure non me la sentivo a lasciarla sola, ma soprattutto non volevo, ormai era di nuovo con me, e non me la sarei lasciata scappare un’altra volta. Poi ero convinto che le cose tra noi si erano sistemate, ma non tenevo in conto il fatto che la mattina dopo, una volta sveglia e una volta realizzato tutto, la sua reazione sarebbe potuta essere diversa da quella che aveva avuto nel vedermi dopo aver bevuto.
 
POV Faith
Mi svegliai con un gran mal di testa, e dopo pochi secondi mi accorsi di essermi addormentata, come spesso accadeva, sul divano. Sulla poltrona davanti a me qualcuno dormiva, non capivo chi fosse, ma non appena misi a fuoco mi accorsi che era Niall.
-Cosa ci fai qui?- dissi ad alta voce, svegliandolo.
-Ehi, sei sveglia?- rispose lui, accennando un sorriso, mentre si stiracchiava.
-Niall, cosa ci fai qui?-
-Sono venuto ieri sera- Alle sue parole mi ricordai di quello che era successo la sera precedente, la mia memoria non era lucidissima ma qualcosa riuscivo a ricordare.
-Ho paura che tu abbia capito male- dissi, mettendomi seduta.
-In che senso?- domandò lui aggrottando la fronte.
-Non era mia intenzione farti rimanere-
-E quindi?-
-E quindi ... ho paura di averti fatto pensare qualcosa che non è vero. Io ... io non voglio avere una storia con te, mi dispiace. È già successo abbastanza-
-Ma ... ma si può risistemare tutto, ti giuro che posso metterci una pietra sopra per quello che è successo con Harry, mi sei mancata troppo, io farei qualsiasi cosa per ... ma mi stai lasciando definitivamente?- domandò, preoccupato.
-Penso ... penso di sì- 






 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo! So che non è un granchè, ma personalmente non mi è dispiaciuto scriverlo, nel senso che mi ha preso abbastanza. 
Sono contenta che le visualizzazioni aumentino, ma recensioni non ne vedo mai e stavo pensando che magari aggiornerò la storia quando ne vedrò almeno una nuova, almeno per sapere se vi piacciono i capitoli e per cambiare qualcosa se necessario, quindi non so quando aggiornerò, mi farebbe piacere ricevere prima almeno una recensione! Mi piacerebbe tanto ricevere vostre critiche, opinioni e consigli, ne sarei davvero felice!
Detto questo, grazie mille a chi legge i miei capitoli, se vi va passate anche dall'altra storia (
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3101730&i=1 ) e se volete lasciate una recensione anche lì!
Non dimenticate, se volete, di consigliarmi qualche storia sempre nelle recensioni, perchè ho voglia di leggere qualcosa di carino, mi farebbe piacere qualche vostro consiglio!
Grazie mille, a presto :-*

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Capitolo 20
*** Il primo passo ***


Il primo passo

 -Perchè?- chiese, con la voce che tremava.
-Perchè ... perchè da quando ci siamo messi insieme è successo di tutto, e io sono sempre più stressata, e non penso che per noi due sia meglio continuare questa storia, che finora ha causato solo problemi?-
-Ma come solo problemi? Tu per me sei importante, io ho bisogno di te, come fai a dire che tutto quello che abbiamo condiviso sono stati “solo problemi”?-
-Non sto dicendo questo ...-
-Sì, sì che stai dicendo questo, e sinceramente non capisco perchè. È vero, abbiamo avuto diversi scontri, ma non è niente che non si possa sistemare-
-Forse ho bisogno di un po’ di tempo per pensarci ...- dissi io, abbassando lo sguardo. Non sapevo cosa rispondere, ero confusa. Per il momento preferivo di gran lunga stare sola, ma se più avanti mi fosse venuta voglia di tornare con lui? La mia paura più grande era di arrivare ormai troppo tardi, di farlo aspettare troppo, e di rimanere ancora più ferita davanti ad un suo rifiuto. Però sapevo che erano solo supposizioni, io ormai stavo bene per conto mio, e sapevo benissimo che tornare con lui avrebbe causato altri problemi. Avrei tanto voluto sparire, da lui, da Harry, da tutto e da tutti, ma sfortunatamente non era possibile.
-Io ti aspetto, se vuoi- disse Niall richiamandomi alla realtà –sono disposto ad aspettare quanto vuoi, però dimmi qualcosa, perchè io non ci sto capendo niente-
-Ecco, vedi? Vedi cosa significa stare con me? Sono la persona più confusa del mondo, hai idea di quanti disastri farei?- esclamai, con le lacrime agli occhi, mentre lui veniva a sedersi accanto a me, e io per una volta lo lasciai fare. Iniziai a piangere a dirotto, svuotandomi di tutte quelle cose che avevo sempre tenuto dentro, e nonostante non lo volessi fare, le parole uscivano quasi automaticamente dalla mia bocca, tra un singhiozzo e l’altro –Io non sono capace a tenermi le persone, io non sono capace ad amare, lo sai, vero? Non è mai rimasto nessuno, e la colpa è la mia! Ho rovinato la mia famiglia, e ora ne sono completamente esclusa, mia madre si è stufata di me, mia sorella si è stufata di me, Harry si è stufato di me, io non so voler bene alle persone! E sarà così anche con te, quindi non ti conviene voler stare con me, perchè tu meriti molto meglio, io ti farei solo del male! È tutta colpa mia, non ho mai voluto bene a nessuno, e mi sono sempre ritrovata sola, non è mai rimasto nessuno!-
Lui senza parlare mi strinse forte a sè, e io mi zittii quando i singhiozzi erano troppo frequenti per riuscire a formulare almeno una frase. Mi sentivo male, erano cose che mi tormentavano da un po’, ed ero giunta alla conclusione che il fattore comune di tutte le relazioni, con famiglia, amici o altro, ero io, era tutta mia la colpa se non ero capace a far rimanere nessuno.
-Non devi lasciare che quello che è successo con la tua famiglia comprometta ogni altra tua relazione. D’accordo, sono successe delle cose che tu non hai potuto controllare, ma non è detto che sia sempre stata tua la colpa- disse lui calmo, accarezzando la mia schiena mentre io non smettevo di piangere, rannicchiata fra le sue braccia. Era spiacevole ammetterlo, ma avevo torto quando dicevo che non avevo bisogno di lui, erano bugie che mi dicevo per convincermi che potevo farcela da solo, ma mi era mancato. Non mi piaceva ammettere di avere torto, ma quella volta era vero, io avevo davvero bisogno di lui, e ogni volta che mi ripetevo che volevo chiudere con lui avrei dovuto sapere che non era la verità.
-Non è un caso se ogni volta che si rompe un rapporto ci sono io di mezzo-
-Si può sempre migliorare, se pensi di avere difficoltà nel relazionarti con le persone. E io posso aiutarti, se vuoi-
-Grazie. Sei così buono, Niall, come fai a volermi ancora bene?-
-Io ti amo. E ti aspetterei per sempre- sussurrò, mentre io ancora mi lasciavo cullare fra le sue braccia.
-Scusami per tutto quello che ti ho fatto-  mormorai, senza allontanarmi di un centimetro.
-E’ stata anche colpa mia-
-Mi sei ... mi sei mancato- ammisi, e la cosa non mi costava poco. Avevo sbagliato, ero stata una stupida a pensare di potercela fare da sola e soprattutto a pensare di poter dimenticare una storia del genere. Mi avvicinai ancora di più a lui, fino a sfiorare le sue labbra con le mie, e finalmente sentii che tutti i pezzi distrutti della mia vita pian piano iniziavano a prendere forma. Mi strinse forte a sè, continuando quello che io avevo iniziato, e il suo profumo mi riportò in mente tantissimi ricordi, bellissimi, e mi sentivo nuovamente a casa, mi sentivo nel posto giusto al momento giusto.
-Mi sei mancata anche tu, terribilmente- sorrise lui asciugandomi una lacrima –ora però non piangere più, promettimelo-
 
Dopo un paio di settimane, potevo ufficialmente dire che le cose tra me e Niall erano tornate come prima. Lui iniziava ad avere le giornate piene di impegni, stava promuovendo con la band il cd che stava per uscire, e io al momento non avevo troppo da fare, siccome prima di fine febbraio il mio tour non sarebbe cominciato.
Invece non erano cambiate le cose con Harry, non ci eravamo mai più parlati. Probabilmente io ero ancora convinta del fatto che mi avesse spudoratamente usata e lui pensava che io non avevo fatto altro che fingere di amarlo, mentre pensavo ancora a Niall; forse avevamo ragione entrambi, in ogni caso, sembrava che nessuno dei due avesse la benchè minima intenzione di chiarirsi con l’altro. Un po’ mi dispiaceva, avevamo rovinato una bellissima amicizia. Come avevo potuto essere così stupida, perchè non mi sono fidata di quella voce che mi diceva che non era lui la persona giusta per me? Perchè ero sempre così confusa? Perchè non riuscivo mai a fare la cosa giusta, a riflettere, a far funzionare almeno una cosa nella mia vita?
Una sera ero a casa da sola, non vedevo Niall da un paio di giorni, mentre di solito quando aveva tempo trovava sempre qualche minuto per fare un salto a casa mia. Sapevo bene che quello era solo l’inizio, dopo l’uscita del cd sarebbe stato sempre più impegnato, e soprattutto, sarebbe stato nuovamente lontano da me, e la cosa non mi faceva star bene affatto. In ogni caso preferivo non pensarci, dopotutto avevamo ancora tutto l’inverno, e soprattutto le vacanze di Natale. Già, dopo meno di due mesi sarebbe stato Natale, e io non sapevo se chiedere alla mia famiglia, cioè, a mia madre e a Cassey, cosa avevano intenzione di fare. Magari avremmo potuto fare qualcosa insieme, come un pranzo ad esempio, cosa che fanno le famiglia di solito il giorno di Natale. Erano i primi di novembre e c’era ancora tempo per pensarci, ma io continuavo a chiedermi cosa sarebbe stato meglio fare. Niall avrebbe quasi sicuramente raggiunto la sua famiglia e io sarei rimasta sola, perciò pensavo che sarebbe stato carino andare dalla mia, almeno per tentare di riallacciare i rapporti, anche se erano terribilmente fragili. Cassey non si faceva sentire così spesso come prima, dopo quello che era successo. Forse lei e mia madre legandosi ancora di più mi stavano definitivamente escludendo, come se io, che non avevo vissuto con loro gli ultimi anni, non potessi comprendere il loro dolore. Non sapevo cosa provare nei loro confronti: se come prima reazione mi veniva una gran rabbia, dopo sopraggiungeva più che altro la tristezza, e anche un po’ di senso di colpa. Ad ogni modo, decisi di telefonare, se non erano loro a fare il primo passo, perchè non potevo farlo io?
-Ciao Faith!- mi rispose Cassey, con la sua voce limpida e allegra, come sempre –come stai? Non ti fai mai sentire-
“Invece voi mi chiamate ogni giorno”, avrei voluto rispondere, ma decisi di rimanere gentile, per non rovinare la conversazione –Bene, voi?-
-Tutto bene, dimmi pure-
-So che è ancora presto, ma volevo solo chiedervi, cosa fate a Natale? Pensavo che potrei raggiungervi e potremmo mangiare insieme e semplicemente passare la giornata in ... in famiglia-
-Mi dispiace, ma giusto pochi giorni fa io e mia mamma- sì, aveva detto “mia” mamma –abbiamo prenotato una vacanza a Parigi proprio per Natale-
-Ah ... capisco- risposi, cercando di non far notare che quelle parole per me erano come un pugno nello stomaco. Io ero ancora parte di quella famiglia, io ci tenevo ancora, per me in fondo era importante. Appartenevo a quella famiglia, e di punto in bianco non appartenevo più a niente. Appartenevo a me stessa, anzi, forse nemmeno quello, perchè ero così inaffidabile che non mi prendevo nemmeno l’incarico di prendermi cura di me stessa. Mi sentivo una stupida, perchè mai avevo telefonato? Perchè mi ero volontariamente regalata una situazione così imbarazzante?
-Però se vuoi potremmo metterci d’accordo per un altro giorno- propose Cassey dall’altro capo del telefono.
-Sì. Sì, perfetto. Buonanotte, salutami la mamma- dissi io, forse un po’ troppo freddamente, prima di chiudere la chiamata. Come sempre in quei giorni, mi venne da piangere, mentre fissavo la schermata del cellulare. Quando mi si offuscò la vista mi accorsi di avere gli occhi pieni di lacrime, mentre pensavo a quanto mi faceva star male venire tagliata fuori. Come poteva non capire? Non volevo vederle un giorno qualunque, per me era importante passare il Natale, giorno in cui si sta coi propri cari, con loro. Corsi di sopra, fino ad arrivare al cassetto del mio comodino, e respirando affannosamente per via del pianto che stava per soffocarmi, cercai la foto di me e Henry da piccoli, ma ero talmente disordinata, e in quel momento ero così confusa e nervosa, che non riuscivo a trovarla. Quando finalmente la scorsi sotto una valanga di altri fogli, la strinsi forte al petto, pensando a quanto mi mancava, e a quanto era bella la mia vita quando lui c’era ancora. Perchè andava sempre tutto male? Perchè in quel periodo mi veniva sempre da piangere, perchè non riuscivo mai a risolvere i miei problemi?
-Perchè non sei ancora qui?- sussurrai, dopo essermi asciugata le lacrime dagli occhi, mentre osservavo la fotografia. C’eravamo io e lui, sorridenti, felici, cosa ci mancava? Cosa avevamo da perdere, a quattro anni, quando avevamo un alleato su cui poter sempre contare? E di punto in bianco io ero sola, e mi sentivo incompleta, io ero nata con lui, ero cresciuta con lui, e all’improvviso mi è stato tolto quello su cui facevo sempre affidamento. Sarebbe stato così bello averlo ancora accanto. Era un legame speciale il nostro, e avrei tanto desiderato che potesse continuare.
Quella notte mi addormentai con la sua foto accanto a me, come se in un certo senso in quel modo riuscissi a sentirlo più vicino.
La mattina dopo mi alzai prestissimo, anche se non avevo nulla da fare, e siccome la notte avevo dormito ero di pessimo umore. Aspettavo Niall che sarebbe arrivato per fare colazione insieme, siccome al mattino era libero, ma sembrava non arrivare mai più. Non gli avrei detto nulla della telefonata della sera precedente, non volevo farlo preoccupare, in quel periodo era molto impegnato. Poi non mi veniva molto spontaneo parlare dei problemi con la mia famiglia con lui, non sapevo perchè, ma forse pensavo che non avrebbe potuto capire, o che comunque non avrebbe potuto farci nulla, e perciò decidevo di lasciarlo fuori. Ad ogni modo in quel periodo era più gentile del solito, forse perchè voleva riconquistare la mia fiducia, e io mi sentivo in colpa, perchè gli avevo fatto anch’io un grande torto e non stavo facendo nulla per rimediare. Era lui quello bravo con le parole, quello che dopo un sacco di casini sapeva come mettere tutto a posto, non io. Io distruggevo le cose, lui era bravissimo a ricostruirle, e se a prima vista mi sembrava che questa cosa mi aiutasse, sotto sotto mi faceva sentire sempre dipendente da qualcun altro, poco autonoma, incapace di compiere persino la più piccola cosa da sola. Era come se io non riuscissi mai a completare nulla, come se non facessi mai nulla di sufficiente, tutto doveva sempre venire completato da qualcun altro. E io non sapevo come reagire, un po’ gli ero grata per il suo incessante sostegno, un po’ mi sentivo impotente, e non riuscivo a non pensarlo.
Niall finalmente arrivò, dopo che io avevo a lungo camminato avanti e indietro per il corridoio, ripensando a mille cose, alla telefonata con mia sorella, a mio fratello, al mio lavoro; come sempre la mia mente era intasata da pensieri scomodi, che non facevano che stressarmi e rendermi nervosissima.
-Ciao tesoro- sorrise entrando e dandomi un bacio. Aveva le guance rossissime a causa del freddo che si stava facendo sempre più pungente, e la sua pelle era ghiacciata.
-Mamma mia, ma sei venuto a piedi?- chiesi andando in cucina.
-No, ma fa un freddo pazzesco. Cosa c’è da mangiare?- domandò seguendomi, mentre io osservavo la dispensa in cerca di qualcosa di commestibile.
-Io mi faccio una cioccolata calda, cosa ti preparo?- mi chiese, prendendo una bustina di cacao ed avvicinandosi ai fornelli.
-Io non ho fame a dire la verità, penso che mangerò qualcosa più tardi- dissi sedendomi a tavola, mentre Niall si apprestava a prepararsi la colazione.
-Ma stai bene? Sei pallida, non è che hai la febbre?-
-Sì, sto bene, è che ho dormito poco- mormorai sorreggendomi la testa col braccio.
-Sei sicura?- domandò lui accarezzandomi la guancia. Io annuii, ma Niall mi guardava con uno sguardo strano. –Bè, evidentemente non vuoi parlarne. Come vuoi tu-
-Cosa fai oggi?- chiesi io cercando di cambiare discorso.
-Sono impegnato fino a tardi. E settimana prossima devo andare in Florida a presentare il cd. Potresti venire anche tu, sarebbe divertente-
-No, non penso che lo sarebbe-
-Non hai ancora parlato con Harry?-
-Perchè, tu?-
-Io sì, l’ho perdonato. Mi ha spiegato che sapeva benissimo di non essere il ragazzo giusto per te. Ha sbagliato, lo ha ammesso e siccome è un mio amico non vedo perchè non dovrei parlargli più, errori ne ho fatti anch’io. Perchè non puoi parlarci anche tu?-
-Ci penserò- Non avevo davvero voglia di pensare anche a quello, ero psicologicamente stanca e non mi andava di caricarmi di troppi problemi.
-Secondo me dovreste parlarne, potreste riaggiustare tutto, non vale la pena rovinare l’amicizia che avevate-
-Non mi va di parlarne ora- conclusi, alzandomi e andando ad abbracciarlo da dietro, posando la testa sulla sua spalla. Lui strinse le mie mani fra le sue, e come ogni volta che lo faceva, io improvvisamente mi sentivo meglio, mi sentivo protetta, finchè ero con lui.
-Che hai?- sussurrò, mentre io mi accoccolavo fra le sue braccia.
-Mia madre e mia sorella a Natale vanno in vacanza a Parigi. Loro due. Da sole. E sai cos’ha detto mia sorella? “Io e mia mamma”, come se io non fossi della loro stessa famiglia- dissi, con la voce che tremava –Ma sai cosa mi da più fastidio? Che io pensavo che avremmo passato il Natale come una famiglia, e invece avevano già fatto altri programmi senza di me-
-E’ questo che ti fa star male?-
Io annuii, mentre rigiravo fra le mani il ciondolo della collana, un diamante, che proprio Niall mi aveva regalato per il compleanno. Me l’aveva dato quando ci eravamo riappacificati, e da quel giorno la tenevo sempre addosso.
-So che non è la stessa cosa ma ... io vado a Mullingar, potresti venire con me a passare le vacanze di Natale-
-No, io non c’entro niente, è la tua famiglia-
-Perchè, tu non sei la mia famiglia?-
-Sì, ma è diverso-
-Facciamo una cosa, ci penseremo quando sarà il momento, okay? Ora non aggiungiamo altri problemi a quelli che ci sono già- concluse, accarezzandomi una guancia –voglio che tu stia bene-
Io arrossii e sorrisi, abbassando lo sguardo, mentre mi allontanavo leggermente da lui. –Sei tu la mia famiglia- sussurrai, guardandolo mentre guardava me, e all’improvviso tutto mi sembrava così semplice, come sempre quando al mio fianco c’era lui.
Al pomeriggio, mentre ero da sola davanti alla tv, mi arrivò un messaggio. Deglutii rumorosamente quando vidi che era da parte di Harry, non ci eravamo lasciati molto bene e nessuno dei due si era fatto sentire.
“Stasera c’è il concerto di Ed. Li lascio a Niall, ci vai con lui?”
Già, mi aveva regalato i pass per il backstage. Non ricordavo dove li avevo messi, poi mi venne in mente che li aveva tenuti Harry.
“No. Ci voglio andare con te. Mi passi a prendere alle sei e mezza?”
La mia risposta mi aveva stupita, avevo finalmente fatto il primo passo per riconciliarmi con lui, ed ero contenta, perchè fare il primo passo comporta coraggio, ma porta felicità.






 Spazio autrice
Ehilà! E' un po' che non carico qualcosa, per quelle poche a cui interessa questa storia! Questo capitolo non è un granchè, mi spiace, ma in questo periodo sono super super impegnata. Spero di non aver deluso nessuno, e vi chiedo, come sempre, di lasciarmi qualche recensione, per me sarebbe bellissimo! Vorrei sapere dove posso migliorare, ditemi pure se ci sono punti poco chiari o qualsiasi cosa vi venga in mente!
Non dovrebbe mancare moltissimo alla fine di questa storia, ma sto già pensando al seguito, lo vorreste? 
Fatemi sapere!
Grazie :-*

 

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Capitolo 21
*** Florida ***


Florida


Ero contenta di passare la serata con Harry, ma sapevo che ci sarebbero stati diversi momenti imbarazzanti; nonostante questo continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene. Niall passò a trovarmi mentre mi stavo ancora preparando, infatti andai ad aprirgli con i capelli mezzi bagnati e le scarpe in mano.
-Cambio di programma, ho la serata libera- sorrise chiudendo la porta e baciandomi velocemente, siccome io stavo già schizzando di sopra. Lui lasciò la giacca nell’atrio e mi seguì su per le scale.
-Ma stai uscendo?- domandò poco dopo, appoggiandosi allo stipite della porta del bagno, mentre io cercavo di districare per quanto possibile i miei capelli mossi.
-Sì-
-E dove vai? Con chi?-
-Vado al concerto di Ed Sheeran. Con Harry- mi soffermai sull’ultima parola, perchè benchè Niall avesse fatto pace con l’amico, temevo che sarebbe stato un po’ geloso.
-Ah, bene! Sono contento per te, cioè, sono contento che torni a frequentarlo, almeno hai un problema in meno, giusto?-
-Non sei geloso?- chiesi, voltandomi verso di lui.
-No. Ti ho detto che sono contento- sorrise avvicinandosi e baciandomi una guancia, soffermandosi a lungo, prima di scendere verso il collo.
-Mi fai fare tardi- scherzai io, stringendo le mani intorno alla sua vita, mentre lui con me faceva lo stesso. Rise, lo sentii sorridere sulla mia pelle, mentre posava una mano sulla mia schiena, sollevando la maglietta. –Oggi mi sei mancata molto, molto più del solito- disse, risalendo verso la mandibola, e mi fece sorridere. –Mi sei mancato anche tu- Ogni tanto, quando ero con lui, il cuore mi batteva così forte che mi sembrava sempre sul punto di scoppiare, mi faceva sentire bene. –Non riuscivo a smettere di pensarti- sorrise, allontanandosi leggermente e rigirandosi una ciocca dei miei capelli fra le dita. In un certo senso facevo fatica a sopportare il suo sguardo, perchè come mi guardava lui non mi aveva mai guardata nessuno, e mi sentivo scoperta e vulnerabile quando portava i suoi occhi blu su di me. Allo stesso tempo mi faceva sentire bellissima, mi faceva sentire unica e speciale, ed era ciò che mi faceva stare bene anche con me stessa. Abbassai lo sguardo dopo pochi secondi, ma lui appoggiò delicatamente una mano sotto il mio mento e mi fece sollevare il viso, incontrando nuovamente i miei occhi. Si avvicinò ancora, baciandomi un’ultima volta le labbra, prima di lasciarmi finire di preparare. Corsi in camera, e siccome era tardi non avevo troppo tempo per pensare a cosa mettermi, così indossai dei pantaloni a vita alta neri e un top bianco, poi presi una borsa al volo e mi precipitai di sotto.
-Allora siccome vi siete riappacificati ci vieni con me in America?- mi pregò Niall con voce da bambino innocente mentre io ero alla disperata ricerca della mia giacca che sembrava essere sparita.
-Non lo so- risposi, con la testa fra le nuvole, non gli stavo prestando molta attenzione in quel momento.
-Per favore! Io vorrei stare con te- chiese, stringendomi da dietro come un bambino capriccioso. Io roteai gli occhi al cielo, prendendo le sue mani fra le mie e sciogliendo la sua presa.
-Magari ho da lavorare- dissi paziente, sorridendogli.
-Ma dai, non lavori mai, proprio in quei giorni lì sei impegnata?- chiese lui sbuffando, con un po’ di ironia nel tono di voce.
-Cosa intendi dire?- domandai offesa, allontanandomi di qualche centimetro. D’accordo, forse ero un po’ permalosa ma mi dava fastidio che scherzasse sul mio lavoro, solo perchè lui era riuscito a fare più successo. Non mi piaceva fare paragoni fra me e Niall, ma nemmeno mi faceva piacere sentire lui che faceva il superiore.
-Ma niente, dico solo che siccome mi sembra che in questo periodo tu non abbia molto da fare, pensavo che saresti stata felice di venire, è un momento importante per me-
-Quello l’ho capito, non ho capito perchè dici che io non lavoro mai-
-Ma non intendevo dire quello, dai, non offenderti sempre-
-Mi hai appena detto che non lavoro! Okay, tu hai una splendida carriera e sei famoso in tutto il mondo, ma questo non significa che io non possa almeno provarci! Ho appena iniziato, scusami se sono una povera cantautrice che nessuno si fila-
-Come sei esagerata, dai, non intendevo quello, lo sai che parlo senza pensare, non offenderti- sorrise lui prendendomi una mano, che io ritrassi subito. –Nervosetta, eh?- chiese, perchè sapeva che quella osservazione non solo mi mandava in bestia, ma mi faceva innervosire ancora di più.
-Sei un cretino- conclusi io andando in cucina a riempirmi un bicchiere d’acqua. Mentre stavo bevendo mi sentii stringere i fianchi, e sorrisi, arrendendomi.
-Non volevo offenderti- sussurrò, mentre io mi voltavo verso di lui.
-Lo so- sorrisi, alzandomi sulle punte dei piedi per baciargli una guancia. Mi squillò il telefono, Harry mi aveva mandato un messaggio per avvisarmi che era sotto casa mia. –Devo andare. Ci sentiamo. E comunque, anche se sei antipatico, parto con te-
Il suo voltò si illuminò in un bellissimo sorriso, che ammirai per pochi secondi prima di uscire di casa con lui. Mi diressi verso la macchina di Harry, che non appena ci vide salutò Niall e venne ad aprirmi la portiera.
-Ciao Harry- sorrisi io, guardandolo, e cercando di non pensare a l’ultima volta che ci eravamo visti.
-Ciao- rispose lui, imbarazzato, come me del resto, mentre io salivo in macchina.
Guidò in silenzio per qualche minuto, prima di chiedermi dove volessi andare a cena. Decidemmo per un bar vicino allo stadio dove Ed avrebbe tenuto il concerto.
-Come stai?- domandò mentre mangiavamo.
-Bene, grazie, tu?-
-Io ... bene, mi sei mancata- disse, alzando lo sguardo.
-Anche tu. Forse ... forse non ci siamo lasciati nel migliore dei modi-
-No, direi proprio di no. Però sai ... io non voglio perderti, non ho mai voluto perderti, e non vorrei rovinare la nostra amicizia. Cioè, io ... io voglio che tu sia felice. E se sei felice senza di me nella stua vita io sono disposto a farmi da parte, ci starò male perchè ti voglio bene, ma capisco di averti causato non pochi problemi-
Rimasi spiazzata dalle sue parole, non sapevo cosa rispondere, era una delle più sincere dichiarazioni di affetto che qualcuno mi aveva mai fatto. Cos’avrei potuto rispondere dopo quelle splendide parole? Qualsiasi cosa sarebbe sembrata una stupidaggine in confronto a quello che mi aveva detto.
-Lo so che ci siamo lasciati in maniera tremenda. E so che nessuno di noi due lo dimenticherà, questo è più che sicuro. Però nemmeno io voglio rovinare la nostra amicizia, perchè ti voglio bene. È vero, non ci siamo mai amati nemmeno quando stavamo insieme, ma ci vogliamo bene, siamo amici, e penso che questo basti. Sei una delle persone più importanti che ho e sono stata una stupida a pensare di poter fare a meno di te, perchè sei una delle poche persone di cui mi fido. Anche dopo tutto quello che hai fatto-
-Mi perdoni?-
-Certo- sorrisi, mentre lui mi guardava, e aveva una serenità contagiosa negli occhi, come quella di chi riottiene qualcosa che era sicuro di aver perso per sempre.
-Okay allora posso rubarti del ketchup perchè l’ho finito- rise immergendo una manciata di patatine nel mio piatto.
-Sei sempre il solito!- scherzai io tirandogli un calcio. Lui era così, era la persona più profonda del mondo, ma sapeva tirare su il morale di chiunque.
-E il tuo ragazzo cosa dice che l’hai lasciato solo quando aveva la serata libera?-
-Niente. Era contento che io uscissi, per vedere te soprattutto-
-Gli devo un immenso favore, non so come abbia fatto a perdonarmi-
-Probabilmente anche lui ha la coscienza sporca per essere andato con qualcun’altra e quindi sapeva di essere anche lui in un certo senso dalla parte del torto-
-Vieni in Florida per l’evento di settimana prossima?-
-Sì, me l’ha chiesto fino allo sfinimento. Anche se mi ha detto che non lavoro mai, e mi dà fastidio quando dice così, mi fa sentire stupida-
-Sicuramente non voleva offenderti-
-Ma vi siete coalizzati voi due?- ridacchiai sorseggiando dalla lattina di Harry.
-No, è che sei un po’ permalosa- commentò, sorridendo tranquillamente.
-Okay, tregua- sorrisi io, alzando le mani.
Finito di mangiare andammo al concerto, e Harry mi portò nel backstage, fino al camerino di Ed. Io ero emozionatissima, non l’avevo mai conosciuto e lo ammiravo molto, mentre lui era tranquillissimo, dopotutto erano amici. Entrammo, e Ed, dopo aver salutato il suo amico, mi abbracciò calorosamente.
-E’ un piacere conoscerti, Faith. Ho ascoltato il tuo album, mi piace, sai? Potremmo considerare una collaborazione, prima o poi- sorrise Ed, mentre io rimanevo pietrificata davanti a lui, non riuscivo a credere alle sue parole, in un attimo ero diventata una teenager in preda a una di quelle cotte adolescenziali per le celebrità.
-Davvero? Grazie, io ... io non mi aspettavo nemmeno che tu conoscessi le mie canzoni, è ... è fantastico!- balbettai io, mentre Harry, per tranquillizzarmi, mi cingeva le spalle con un braccio.
Chiacchierammo ancora per un po’, poi Ed ci lasciò per iniziare il concerto e noi ci sistemammo a lato del palco, sperando che non ci riconoscessero tutti, che comunque erano molto più concentrati sul cantante che su Harry. Il concerto era meraviglioso, ascoltai ogni singola canzone con gli occhi sgranati, mentre il riccio mi guardava soddisfatto, come un padre che è contento di portare la bambina al cinema. Ad un certo punto iniziò a suonare Photograph, che era una delle mie canzoni preferite, e istintivamente mi voltai verso Harry e lo strinsi forte, sì, mi era mancato. Lui ricambiò l’abbraccio, mi tenne stretta e nessuno dei due lasciò la presa prima di qualche minuto, quando finì la canzone.
-Ti voglio bene- sussurrai, affondando la testa nella sua felpa. E tutto mi sembrò essere giusto, in quel momento.
Alla fine del concerto, mentre uscivamo, tantissime ragazze mi chiesero di fare loro delle foto con Harry, quindi impiegammo una vita a tornare dalla macchina.
-Ti è piaciuto?- mi domandò lui, iniziando a guidare verso casa mia.
-Sì, è stato meraviglioso! È stato il regalo di compleanno migliore di sempre!- esclamai io, con gli occhi a forma di cuore per quanto ero ancora emozionata.
-Sono contento che ti sia piaciuto-
-Ora sarà difficile ricambiare- sorrisi io, voltandomi verso di lui.
-Ma smettila, cosa vuoi che mi interessi-
-Non fare il finto modesto, penserò a qualcosa!- esclamai io mettendomi comoda sul sedile, siccome mancava ancora un po’ a casa mia.
Presi il cellulare, Niall mi aveva mandato un messaggio: “Com’è andata? Ti sei divertita? Comunque sono contento che vieni in Florida J”. Sorrisi, ci teneva così tanto a portarmi con sè alla presentazione dell’album, e io non potevo che esserne contenta. Poi dopo aver fatto pace con Harry non avevo nessun problema ad accompagnarli. “Sì, è stato bello, poi ti racconto. Buonanotte J”
Dopo pochi minuti arrivammo a casa mia, io ringraziai Harry e lo salutai, per poi entrare in casa esausta, volevo solo precipitarmi nel letto e dormire per ore.
***
-Hai preso tutto?- chiese Niall dall’altro capo del telefono, era la mattina della partenza, o meglio, erano le cinque e mezza del giorno della partenza per Orlando e io stavo uscendo di casa ancora mezza assonnata.
-Sì, tu tra quanto arrivi?-
-Sono praticamente già lì-
Chiusi la telefonata e iniziai a cercare le chiavi di casa nella borsa, che come al solito era piena di cose inutili che nascondevano sempre quelle necessarie. Mi maledissi un paio di volte prima di trovare finalmente il mazzo di chiavi e chiudere casa, mentre Niall sgommando si appostava davanti a casa mia. Salii in macchina, dopo aver caricato la valigia, e volevo solo dormire, perchè alzarmi presto era la cosa che detestavo di più , e mi rendeva davvero scorbutica.
-Ci siamo alzate col piede sbagliato?- chiese Niall sporgendosi verso di me fino a baciarmi una guancia. –Io sono contento di partire con te, tu?-
-Ho sonno- risposi, appoggiandomi al finestrino mentre lui ripartiva verso l’aeroporto.
-Okay, ho capito, non parlo-
-Esatto, hai capito benissimo- conclusi io, sbadigliando per l’ennesima volta.
Quel giorno dormii come non avevo mai dormito in vita mia, quindi per fortuna non mi pesò troppo il lunghissimo volo.
Appena arrivati a destinazione io e Niall andammo nella nostra camera d’albergo, lui era su di giri, il giorno dopo avrebbe presentato l’album ed era emozionato come non mai.
-Ci sarà un sacco di gente!- esclamò mentre svuotava la valigia. Mi avvicinai a lui, stringendolo forte. –Sei nervoso?- domandai, accarezzandogli ripetutamente la schiena.
-Un po’. Non c’è Zayn, spero che vada comunque tutto bene-
-Andrà tutto benissimo amore mio- sorrisi alzandomi sulle punte dei piedi per poter baciare le sue labbra.
-Mi piace quando mi chiami così- sussurrò Niall spostando una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio.
-Cosa vuoi fare oggi?- chiesi, siccome era ancora pomeriggio.
-Io sono esausto e pensavo di riposarmi un po’, tu che vuoi fare?-
-Io ho dormito, non ho più sonno. Magari più tardi vado a fare un giro qui intorno.-
-Potresti rimanere un po’ con me ...- mormorò lui sfiorandomi una mano –potremmo stare qui.-
-No, vado a cercare qualcuno meno pigro di te per andare a dare un’occhiata alla città.-
Niall sbuffò, lanciandosi sul letto e accendendo la tv. Avrebbe voluto che io rimanessi con lui a guardare infinite partite di golf o calcio alla televisione, ma non era proprio quello che io avevo voglia di fare.
-Ho una sorpresa per te, rompiscatole. Se fai il bravo prima o poi ti dirò cos’è- dissi io prendendo la borsa. Avevo comprato dei biglietti per Disneyworld, e io e lui ci saremmo fermati un paio di giorni prima di tornare a casa.
-Odio quando non mi dici le cose.- Sbuffò mentre io, mandandogli un bacio, uscivo dalla nostra stanza. Nel corridoio c’era un gran viavai, erano tutti agitati per i preparativi del giorno successivo, così decisi di non disturbare nessuno, sarei uscita da sola, mi piaceva starmene un po’ per conto mio. L’hotel era in centro per fortuna, così potevo spostarmi a piedi. Infilai le cuffiette con Taylor Swift a tutto volume e iniziai a camminare, cercando di passare abbastanza inosservata, per quanto possibile. Orlando era ovviamente piena di ragazzine che avrebbero partecipato all’evento del giorno dopo, e qualcuna mi riconosceva, ma penso che mi riconoscessero come la ragazza di Niall più che come cantante. Ogni tanto mi pesava essere conosciuta solo perchè stavo con una persona famosa, ma cercavo di non farci caso.
Ad un certo punto, mentre camminavo circondata da alcune ragazzine che scattavano foto ed altre persone che si chiedevano chi fossi, una ragazza si avvicino, circondata dalle sue amiche.
-Ma tu stai con Niall?- domandò, mentre mi toglievo le cuffiette dalle orecchie, non volevo sembrare maleducata.
-Sì, voi siete qua per l’evento di domani?-
-Sì, tu l’hai accompagnato?-
-Sì-
-Ci sono un sacco di fan che sperano che tu lo lasci, perchè sai, Niall è sempre stato single e tanti dicono che tu non sia la persona giusta per lui-
Deglutii rumorosamente perchè non sapevo cosa rispondere, da una parte avrei voluto chiederle perchè tanti pensavano così, ma non ero abbastanza coraggiosa.
-Mi ... mi dispiace, non so cosa dirti- dissi, sorridendo nervosamente.
-Forse pensano che lui meriti di più-
-Dai, non dirle così- mormorò una delle amiche alla ragazza, che iniziava a darmi un tantino sui nervi, ma siccome non ero abituata a rispondere e a farmi sentire, io me ne stavo in silenzio e, purtroppo, mi veniva da piangere, come ogni volta che mi sentivo attaccata. Avrei tanto voluto avere un carattere più forte e deciso, meno fragile e permaloso, ma ero fatta così e non sapevo cosa farci.
-E’ vero, è quello che penso io e che pensano in tanti- si giustificò la prima con l’amica che l’aveva richiamata. –Penso che si meriterebbe molto di più.-
-Scusate, devo andare, è stato un piacere- conclusi io cercando di non scoppiare a piangere, mentre mi allontanavo da quel gruppetto. Sentivo gli occhi pieni di lacrime, le parole di quella ragazza mi risuonavano nella testa, era una cosa insopportabile, sapevo che avrei pensato a quello che aveva detto per molto tempo.
-Scusala, è solo maleducata- disse una voce dietro di me. Mi voltai e vidi la seconda ragazza, quella che aveva cercato di fermare la sua amica. –Non rimanerci male.-
-Tranquilla, non è un problema- risposi, asciugandomi gli occhi.
-Comunque ... tu a me piaci, io non ti conosco come persona, ma nemmeno quelli che ti odiano ti conoscono. Nessuno dovrebbe interessarsi della vostra vita privata, ecco, c’è soltanto gente gelosa.-
-Sei ... sei gentilissima, come ti chiami?-
-Emma. Posso fare una foto con te? Ho iniziato ad ascoltare la tua musica qualche mese fa, mi piaci un sacco- sorrise, prendendo il telefono dalla tasca. Acconsentii, scattando una foto con lei, poi le proposi di riaccompagnarmi in hotel per farle salutare almeno Niall, siccome era una grande fan dei ragazzi. Lei ovviamente ne fu entusiasta, così insieme ci incamminammo verso l’hotel. Avvisai il mio ragazzo di mettersi almeno una maglietta addosso, siccome sarei arrivata con un ospite.
Emma era emozionatissima, guardava Niall quasi con le lacrime agli occhi, e io ero ben contenta di averla fatta felice.
Nonostante tutto, nonostante l’incontro con lei, le parole di quella ragazza continuavano ad assillarmi. Io non ero abbastanza per Niall, lui meritava di più, questo pensavano di me. E se lo pensavano tutti sicuramente era vero, e io non sapevo che farci. Ci pensai per tutta la sera, dopo cena, mentre a letto leggevo, accanto a Niall che stava già iniziando ad addormentarsi. Non riuscivo a concentrarmi sul libro, continuavo a ripensare a quella cosa, era orribile sentirsi inutile e sapere che le persone mi ritenevano uno scarto.
-Spegni, è ora di dormire- mormorò Niall, che in realtà voleva che spegnessi perchè potesse dormire lui, essendo la persona più pigra del mondo.
-Girati dall’altra parte, non ho sonno- sbottai io, ogni volta che qualcosa mi faceva star male finivo con l’essere maleducata col primo malcapitato che avevo intorno.
-Che hai?- chiese lui stropicciandosi gli occhi nemmeno fosse davanti ad un faro da stadio.
-Niente, non ho sonno, lasciami leggere ancora un po’-
-Dai, che cos’hai?- domandò mettendosi seduto accanto a me, mentre io posavo il libro sul comodino e incrociavo le braccia al petto. –La conosco quella faccia- sorrise lui baciandomi una spalla, e tirandomi verso di sè, facendomi controvoglia sorridere. Davvero non riuscivo ad essere arrabbiata con lui intorno.
-Oggi ho incontrato una ragazza, che mi ha detto che un sacco di gente pensa che io non sono abbastanza per te e che tu meriteresti di più, e ... lo sai che a me queste cose rimangono in testa per giorni, non so cosa pensare, perchè penso che abbiano ragione e comunque non mi fa piacere sapere che la gente pensa questo di me- mormorai tutto d’un fiato, senza guardarlo negli occhi.
-Tu sei matta, perchè le ascolti queste persone, quante volte ti ho detto di lasciar perdere?- mi rimproverò lui, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. –Dovresti sapere quanto sei importante per me- sussurrò, come se volesse che solo io lo ascoltassi. Si avvicinò, mi baciò una guancia, fino a raggiungere le mie labbra. Io portai le mie braccia intorno alla sua vita, per poi passargli una mano fra i capelli. Lui strinse i miei fianchi, portandomi sopra di sè, poi iniziò ad accarezzarmi la schiena, facendomi venire una marea di brividi lungo la spina dorsale. Passò la mano sulla mia pancia, facendomi il solletico, così iniziai a ridacchiare, facendolo sorridere. Tornò serio, io mi sdraiai e lui, sostenendosi sulle braccia passò sopra di me, lasciandomi una scia di baci lungo il collo, per poi scendere sull’addome, facendomi rabbrividire ancora. Risalì fino alla mascella, raggiungendo poi nuovamente le mie labbra.
-Sei la cosa più importante che ho- sospirò, facendo sparire dalla mia testa ogni preoccupazione.




 Spazio autrice
Eccomi, sono riuscita ad aggiornare anche questa storia (se vi interessa ho continuato anche l'altra storia).
Come al solito, inutile dire che per me sarebbe importantissimo leggere qualche recensione, sarebbe una cosa più che gradita ...
Penso che questa storia stia per giungere al termine, vi interesserebbe un seguito?
Fatemi sapere, per favore ; )
Buona estate, spero di leggere presto qualcosa da voi!

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


Epilogo

TRE ANNI DOPO
 
“Il tempo sistema le cose”, è questo quello che si dice giusto? Ecco, per la prima volta, in quel periodo, io mi sentivo d’accordo con questa affermazione. Erano passati tre anni, io e Niall stavamo insieme quasi da quattro, ed ero felice. Con mia madre e mia sorella le cose non andavano ancora a meraviglia, ma diciamo che ci avevo fatto l’abitudine.
Avevo una carriera fantastica, andava tutto veramente bene, io e Niall stavamo pensando di trasferirci insieme, anche se gli impegni di lavoro ci avrebbero sicuramente impedito di passare molto tempo a casa.
Io e Harry eravamo amici come prima, più di prima. Aveva trovato una fidanzata che lo trattava finalmente come meritava, era felice, ed io con lui.
Ovviamente non era tutto perfetto, nella vita non è mai tutto perfetto, ma io avevo finalmente imparato a vivere nel modo migliore possibile. Cercavo di vedere il lato positivo in tutto, cercavo di non farmi travolgere dagli eventi, e ci stavo riuscendo. Era sorprendente per me, ma ci stavo riuscendo.
La sera di San Valentino mi stavo preparando per uscire, come ogni anno Niall mi avrebbe portata da qualche parte, ed era uno dei giorni che io preferivo.
Scesi di sotto, con la borsa in mano, lamentandomi del fatto che lui fosse, come sempre in ritardo. Nonostante fosse passato del tempo, ancora non riuscivo a sopportare quel suo difetto.
-Ma dove sei finito?! Sbrigati, è tardissimo!- sbraitai io iniziandolo a cercare nelle varie stanze del piano di sotto. Uscì dalla cucina, con un sorriso strano, nervoso, imbarazzato, ma dolcissimo.
-Devo chiederti una cosa- mormorò sorridendo ancora.
-Adesso?- chiesi io, un po’ spazientita, ma incuriosita da quel suo modo di fare.
-Penso si faccia così- ridacchiò inginocchiandosi, e cercando qualcosa nella tasca dei pantaloni. Prese in mano una scatola, la scatola di un anello, e io mi sentii svenire, probabilmente avevo anch’io quel sorriso imbarazzato e imbarazzante in quel momento.
-Mi vuoi sposare?-
-Io ...-




 Spazio autrice
Siamo giunti alla fine di questa storia! So che è un po' corta, ma a tutto c'è una spiegazione: già quando l'avevo iniziata sapevo che ci sarebbe stato un seguito, per evitare una storia lunghissima.
Ovviamente caricherò il seguito solo se siete interessati, se no non avrebbe molto senso ':) Per cui vi chiedo, ora che siamo all'ultimo capitolo, se vi va di lasciare una recensione, tanto per sapere se devo continuare a scrivere o no. 
Ho molte idee per il seguito, e spero vi interessino, ma per saperlo ho bisogno di sentire le vostre opinioni! 
Grazie mille a tutti quelli che hanno speso anche solo un minuto a leggere anche solo qualche riga di questa storia, è importante per me.
Aspetto di sapere che ne pensate, a presto spero!!

 

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