The “Three Days Thief”

di Minerva Bellatrix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ladro, il Generale e l'Alchimista ***
Capitolo 2: *** Trappola a Prova d'Errore ***



Capitolo 1
*** Il Ladro, il Generale e l'Alchimista ***


The “Three Days Thief”

Capitolo 1 – Il Ladro, il Generale e l'Alchimista

Notte fonda.
Nemmeno la luna a rischiarare il nero opprimente, spezzato qua e là solo dai lampioni.
Central poteva anche essere una città notturna, vero, ma…
In estate, forse.
In inverno, invece, a quell’ora era impossibile vedere qualcuno, a meno che non facesse parte di qualche truppa di ronda dell’esercito
O che fosse animato da cattive intenzioni.
Esattamente come la figura che scivolava silenziosa tra i vicoli, perfettamente mimetizzata fra le ombre.
Lesta, breve corsa fino ad un palazzo dall’aria imponente, poi l’attento arrampicarsi verso una delle finestre.
Ecco fatto.
Perché era un ladro, abile come pochi…
E, mentre iniziava il proprio “lavoro”, sorrise appena, pensando alla sua faccia, quando, il giorno dopo, lo avrebbe saputo…

***

Tre giorni dopo

«COME SAREBBE A DIRE “NON NE ABBIAMO LA MINIMA IDEA”!?!»
Nel corridoio del Quartier Generale, l’urlo che quasi assordò il povero Tenente (sorteggiato perché comunicasse la cattiva notizia) apparteneva evidentemente al Generale di Brigata, appena informato dell’ennesimo insuccesso.
Il ladro che da quasi sei mesi operava per il paese, e che da tre pareva essersi stabilito a Central, aveva compiuto un altro furto, e – come al solito – era stato impossibile rintracciarlo.
Il problema vero era, però, che erano già passati tre giorni, e quindi…
Il Generale di Brigata aprì cautamente la porta del suo ufficio, sperando con tutto il cuore.
Ma non fu accontentato.
Sulla sua scrivania, in bella vista, troneggiava l’ultimo bottino del ladro.
Era quello l’inconveniente, in effetti.
Tutte le volte, esattamente tre giorni dopo i furti, la refurtiva compariva magicamente nel suo ufficio, quasi come a volerlo prendere in giro.
Secondo la legge di Amestris, infatti, esisteva un piccolo cavillo: non si poteva arrestare il ladro, nel caso che questi avesse riconsegnato il maltolto prima di essere catturato.
Dopo ogni furto, quindi, l’esercito aveva il tempo limite di tre giorni per prendere quel maledetto, dopodiché diventava automaticamente innocente.
Per questo, i giornali lo avevano soprannominato Three Days Thief, “Ladro dei Tre Giorni”.
Il Generale di Brigata sbuffò, scosse la testa e richiamò il povero Tenente, ancora leggermente sordo.
«Ottimo, abbiamo fallito anche stavolta» si limitò a commentare, entrando ed accasciandosi sulla sedia, per poi prendere in mano la refurtiva, un prezioso girocollo «Tenente, chiami i derubati e comunichi loro che la collana è stata restituita. Ah, avvisi anche le truppe di pattuglia, a questo punto possono rientrare, Three Days è di nuovo legalmente innocente» concluse.
Il giovane ufficiale annuì e prese in consegna il gioiello, quindi uscì e chiuse la porta dietro di sé.
La guardia del corpo del Generale si fece avanti, consegnandogli il lavoro della mattinata.
«Mi dispiace, signore. Temo che questa volta Havoc darà di matto…» lo avvisò, sorridendo appena.
«Non sarà l’unico, Hawkeye, se continua così diventeremo gli zimbelli di tutta Amestris… Avverti Falman di archiviare anche quest’ultima bravata di Three Days, per cortesia»
«Subito, Generale Mustang»
E si allontanò verso l’archivio, silenziosa come sempre.
L’alto ufficiale, con un ultimo sbuffo, si apprestò a cominciare il proprio lavoro.
Scartoffie, scartoffie e ancora scartoffie.
C’erano dei momenti in cui rimpiangeva amaramente i bei tempi da Colonnello, in cui poteva passare le mattinate a non fare un bel nulla, con Riza che lo rimproverava mentre Havoc, Breda, Fury e Falman scommettevano sul suo record di velocità nel firmare documenti, quando – come al solito – si ritrovava indietro di secoli col lavoro da sbrigare.
Ma ora era un po’ troppo in alto per prendersela comoda.
C’era tanta – troppa – gente sotto di lui.
E un maledetto ladro da acciuffare.
Roy si appoggiò allo schienale, lasciando andare la penna.
Le informazioni che avevano su di lui erano poche, purtroppo.
Sembrava conoscere perfettamente ogni angolo di Central, quindi doveva essere nativo della città.
Agiva con precisione, ed era sempre da solo.
Per di più, era lampante che spesso avesse fatto ricorso all’alchimia, altrimenti certe sue imprese sarebbero state impossibili.
Sospirò più e più volte.
Quanto avrebbe voluto mandare Fullmetal.
Lui ci sarebbe riuscito in poco tempo, ne era certo.
Lo avrebbe preso, facendo qualcosa che a nessuno sano di mente sarebbe venuto in mente.
In alchimia, nessuno era capace di batterlo.
Ma Fullmetal…
Lui non può fare più nulla.
Il Flame Alchemist scacciò il molesto pensiero e tornò al suo lavoro.
Faceva troppo male.
E lui, di memorie dolorose, ne aveva fin troppe.

***

Era stato quasi un anno e mezzo prima.
Fullmetal era ritornato dalla sua ennesima missione, l’aria depressa e il fratellino al seguito, ancora sotto forma di imponente armatura.
Era evidente che la sua ultima ricerca fosse fallita miseramente, come al solito.
Mustang lo aveva deriso un po’, i due avevano battibeccato come di consueto, ed Edward se n’era andato sbattendo la porta.
Tutto normale.
Tranne la notte.
I due Elric erano in albergo, quando qualcuno si era intrufolato nella loro stanza.
Probabilmente un ladro, che non aveva messo in conto di ritrovarsi nella stanza di uno State Alchemist.
Aveva attaccato Ed, che si era difeso immediatamente.
Il malvivente era armato, e ben presto aveva cominciato a sparare.
Ma la pallottola non aveva colpito il biondo alchimista.
Alphonse si era messo in mezzo.
E così il proiettile aveva attraversato con precisione l’armatura, distruggendo il sigillo di sangue.
E, con esso, l’anima del minore degli Elric.
Forse Edward l’aveva capito subito, da come era caduto, forse sperava ancora che si fosse semplicemente sbilanciato.
Ma aveva colpito il ladro animato da una furia cieca, senza nemmeno ricorrere all’alchimia, il sangue e l’adrenalina che pulsavano troppo forti nelle sue vene per ricordarsi di essere basso e di avere solo diciassette anni.
Il criminale lo aveva sbattuto contro il muro, vicino ad una finestra.
Troppo vicino.
Fullmetal era caduto, sfondando il vetro sottile.
Era stato molto fortunato, visto che si trovava appena al primo piano.
Qualche osso rotto, nulla di più, anche gli automail integri.
Ma per Alphonse…
Non c’era già più nulla da fare.
Ed Edward lo sapeva.
Roy lo aveva rivisto qualche giorno dopo, all’ospedale militare in cui era stato ricoverato.
Gli aveva riferito che il malvivente era stato catturato, e che presto sarebbe stato sottoposto a processo, per omicidio colposo e tentato omicidio.
Il biondo aveva assentito appena, i grandi occhi dorati persi nel vuoto.
Mustang era uscito, non riuscendo a guardarlo ulteriormente, e in seguito si era fatto riferire da Riza e gli altri come stesse, man mano che passava il tempo.
Fullmetal si era ripreso piuttosto rapidamente, dopo appena un mese lo avrebbero dimesso.
Il Flame Alchemist si era fatto voto di passare personalmente a comunicargli il suo rientro in servizio, e così aveva fatto.
Ma, nell’entrare nell’ospedale, le infermiere gli avevano riferito che Ed era sparito durante la notte, e che erano già in corso le ricerche.
Imprecando fra sé, Roy era corso nella stanza in cui era stato il biondo.
Tutto ciò che vi aveva trovato era stato il suo Orologio d’Argento.
Fracassato per terra.
Anche la scritta era ormai completamente illeggibile, cancellata con profondi graffi.
Tutto ciò che era rimasto del più abile alchimista che avesse incontrato era lì davanti a lui, fra frammenti di vetro e schegge d’ingranaggi.
Non aveva mai più rivisto Edward Elric.







Questa storia è la prova che fare una maratona di film di Lupin III a notte fonda FA MALE.
L'idea per la storia è rimasta un bel po' nella mia testolina, poi, grazie ad una chiacchierata molto costruttiva con Bad Girl, mi sono sbloccata e sono riuscita a mettere la faccenda per iscritto.
Credo che l'identità del ladro sia già chiara, se così non è vuol dire che sono più contorta di quanto pensassi.
Spero che la storia vi interessi!

Kiss kiss MB

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Capitolo 2
*** Trappola a Prova d'Errore ***


Capitolo 2 – Trappola a Prova d’Errore

Roy finì lentamente il proprio lavoro, cercando di tenere il pensiero di Three Days il più lontano possibile dalla propria mente.
Non facile.
L’ennesimo fallimento lo riempiva da una parte di sconforto, ma dall’altra di un profondo desiderio di rivalsa.
Se all’inizio catturarlo era stata una questione di ordinaria amministrazione, ora stava diventando man mano una faccenda personale.
Il fatto che lasciasse la refurtiva sempre nel suo ufficio, mai in quello di altri, testimoniava una volontà di sfida nei suoi confronti, questo era indubbio…
Resosi conto di stare quasi stritolando la stilografica tra le mani, Mustang allentò la presa.
Sbirciò con la coda dell’occhio l’orologio appeso sul muro.
L’una…
Poteva arrischiarsi ad uscire dal suo ufficio e recarsi a mensa?
Riza era passata due ore prima a portargli il tè, gli altri non si erano fatti vivi, nessun ufficialetto era arrivato a consegnargli altri documenti…
Infilando i guanti in tasca, si alzò e uscì.
Passando solo ed esclusivamente da corridoi secondari (e mettendoci il triplo del tempo normale) riuscì a raggiungere il refettorio senza incontrare nessuno.
Ottimo.
Varcò la doppia porta, congratulandosi con se stesso per l’ottima riuscita del proprio piano.
Stava raggiungendo il tavolo riservato agli alti ufficiali, quando un rapido ed irregolare rumore di tacchi lo avvertì che la sua persecuzione, purtroppo, era riuscita di nuovo a raggiungerlo…
«Generale Mustang!» esclamò una sottile voce acuta.
Roy si girò lentamente, pregando con tutto se stesso di aver avuto una dannatissima allucinazione uditiva.
Non fu accontentato.
Davanti a lui, sull’attenti, stava Egle Emptee, una del gruppo di fortunati ufficialetti che erano passati sotto il suo comando.
Per essere precisi, una delle tre donne facenti parte del suo drappello.
Biondissima e con un aspetto che la faceva sembrare molto più giovane della sua vera età, aveva preso con un po’ troppo entusiasmo il suo nuovo incarico.
In parole povere, tampinava ovunque Roy, attuando tattiche sconosciute probabilmente anche alla Riza dei bei tempi, quella che lo inseguiva brandendo in una mano i documenti da firmare e nell’altra la sua fida calibro 9.
«Sì, Sergente Maggiore Emptee?» si limitò a chiedere, sperando di cavarsela il più velocemente possibile.
Infatti, oltre a tampinarlo, la Emptee aveva la bizzarra abitudine di attaccare bottoni assurdi, trattenendolo in discorsi ai limiti dell’umano per ore e ore.
Meno male che, di solito, era tenuta sotto controllo da Havoc (che aveva rinunciato immediatamente a provarci ad uscire).
«Oh, Generale, volevo scusarmi per l’ultimo nostro insuccesso!»
Ecco, appunto.
«Capisco, Sergente, ma al momento non dovresti essere con Havoc? Se non sbaglio, il tuo turno è già cominciato…»
Bieco tentativo di salvarsi.
Fallito in partenza, già lo sapeva, ma tanto valeva…
«Dovrei, ma il Tenente Havoc al momento è quasi sdraiato sulla sua scrivania che ripete come una nenia un gran numero di parole non proprio cortesi rivolte al ladro Three Days, signore, quindi dubitavo di potergli essere di alcun aiuto»
Mentre si rassegnava a essere seguito dal demonio fatto bionda, cercò di non pensare a nulla.
Perché c’era un vero motivo per cui odiava essere in compagnia di Egle.
Non certo solo il fatto che fosse petulante e rompiscatole, a quello c’era stato abituato per colpa di tante altre persone.
La prima volta che aveva notato la sua sigla, apposta su un documento come tanti come visto, aveva sentito una stretta al cuore.
C’era voluto molto tempo per ammettere con se stesso che era perché quella sigla l’aveva letta fin troppe volte, vergata in una calligrafia sbrigativa in fondo a lunghi rapporti.
Più volte, se l’aveva vista solo di sfuggita o di spalle, l’aveva chiamata Fullmetal.
Egle si limitava a guardarlo interrogativa, per poi chiedere se stava parlando con lei.
L’unica volta che qualcun altro aveva assistito alla scena era stata la prima, quando Emptee era arrivata da un paio di settimane.
Jean e Heymans avevano alzato la testa di scatto, quasi stirandosi i muscoli del collo, Vato e Kain erano sobbalzati, mentre Riza aveva lasciato cadere l’intera pila di fogli che stava trasportando.
Roy si era reso immediatamente conto dell’errore e si era corretto subito dopo, ma la bionda Sergente gli aveva comunque domandato «Scusi, ma chi è Fullmetal
Il moro non aveva risposto.
Si era alzato, aveva raccattato guanti e giacca ed era uscito, dicendo soltanto, rivolto a Hawkeye, di non sentirsi molto bene.
Non sapeva che cosa, esattamente, i suoi sottoposti le avessero poi raccontato.
Tutto quello che rammentava, di quel solitario pomeriggio, era la lunga contemplazione della scatola chiusa mediante alchimia che custodiva i piccoli frammenti dell’orologio e il crepitio delle fiamme che aveva acceso senza alcun motivo, solo per sentire il calore del fuoco avvolgergli le mani.

***

«Dimmi tutto»
Erano le quattro passate da un po’ e Mustang (liberatosi di Egle) si era blindato con il suo vecchio gruppo nel suo ufficio, nel tentativo di organizzare una strategia decente contro il maledetto ladro.
Havoc aveva ancora un’aria molto depressa (aveva passato le ultime due notti a pattugliare tutta Central, quindi non aveva tutti i torti), Fury e Breda studiavano una piantina appesa alla parete, mentre Hawkeye completava una serie di rapporti.
Falman, infine, si preparava a dare gli ultimi resoconti che aveva stilato in archivio.
«Dall’inizio dell’attività a Central di Three Days, ovvero tre mesi fa, il ladro ha perpetuato un totale di dodici furti, circa uno alla settimana»
Si avvicinò alla piantina, facendo piccole crocette in vari punti.
«Questi sono i luoghi colpiti finora. In ordine cronologico, i furti sono stati compiuti nel quartiere nord, quindi in quello est» fece una piccola pausa, cerchiando due edifici, quindi continuò «In quest’ultimo, vi sono ancora solo due edifici che ospitano preziosi del tipo rubato da Three Days, cioè gioielli»
Roy, che fino a quel momento aveva assistito alla spiegazione in silenzio, stava riflettendo rapidamente.
«Quindi è possibile che il nostro ladro colpirà in uno dei due luoghi» chiese.
«Con una possibilità del 25% l’uno, signore»
«… E il restante 50%, Falman?»
«Che colpisca nel resto della città» concluse Vato, imperturbabile.
Kain, Breda e Roy lo fissarono sconsolati.
«La cosa più consigliabile, ad ogni modo, è pattugliare tutta la città ed in particolare i due edifici» aggiunse, nel tentativo di farli riprendere.
«Potremmo fissare dei posti di blocco nelle vicinanze e beccarlo non appena tenta di avvicinarsi» propose Jean, uscito dalla sua nube nera di depressione (tanto simile alla nuvoletta di Fantozzi).
«Lo sconsiglio» puntualizzò Riza, fermando la penna e alzando gli occhi dai suoi fogli «Visto che ha restituito puntualmente ogni bottino, Three Days è legalmente innocente. Anche se lo arrestassimo, dovremmo comunque rilasciarlo immediatamente»
Il Generale assentì «Hai ragione. Ha l’idea del posto di blocco non è cattiva, basterà catturare Three Days dopo e non prima del furto… Sì, possiamo fare così»
Si alzò e raggiunse con Riza gli altri davanti alla piantina.
«Bene. Dubito che agirà stanotte, ha appena restituito il bottino. Da domani sera stabiliremo i posti di blocco… Hawkeye, Fury, voi ed i vostri gruppi pattuglierete un edificio, Havoc, Breda, voi l’altro. Falman, predisponi un controllo per la città»
«E lei?» chiese Hawkeye.
Da una parte temeva che volesse fare lo scansafatiche, dall’altra di non poter assolvere i propri doveri di guardia del corpo.
«Domani uno, dopodomani l’altro… Nella speranza di beccarlo, stavolta»
Il piano era perfetto.
Three Days aveva i giorni contati…

Forse.

***

Due sere dopo, Roy, termos di caffè a portata di mano, stava scrutando attentamente la casa dinnanzi a sé.
Il giorno prima si era risolto con un nulla di fatto, motivo per cui era un tantino nervoso.
L’ultimo contatto con l’altro gruppo era stato qualche ora prima e aveva annunciato uno zero assoluto.
Riza era immobile accanto a lui, la mano appoggiata al calcio della pistola.
I minuti passavano lenti, inseguendosi pigri con le lancette dell’orologio.
All’ennesimo sbadiglio, Mustang notò qualcosa.
Un’ombra.
Hawkeye, in silenzio perfetto, impugnò la sua calibro 9.
Three Days era arrivato.
Diramò subito l’ordine di restare immobili e richiamò le altre pattuglie sparse per la città.
La sua percezione del tempo accelerò come il suo battito, mentre indossava i guanti alchemici.
Tic tac, tic tac.
Tum tum, tum tum…
Un brivido alla base del collo.
L’ombra era ricomparsa.
«Via!» gridò il Flame Alchemist, mentre con le scintille e le fiamme illuminava il ladro.
Avrebbe catturato Three Days, ne era sicuro.
Fossa stata l’ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua.






Note Varie:
Egle Emptee: Fate attenzione a lei, non sarà una presenza del tutto marginale, anzi… Il suo nome ha un preciso significato, avete qualche idea? ^o^ BAD GIRL, SE OSI RIVELARE QUALCOSA, LA MIA IRA SI ABBATTERA’ SU DI TE, CHIARO!?!
Ufficialetti: Termine che Roy usa e userà piuttosto spesso, non indica i suoi soldati bassi in grado, ma quelli che non facevano parte del gruppo originale (ovvero Hawkeye, Havoc, Breda, Falman, Fury e lo scomparso Fullmetal)






Aluuuuuuuura!
Ma che bello rivedervi!
Sono passati ben quattro mesi, lo so, ma ho dei seri casini con la scuola, il passaggio da biennio a triennio del classico è stato molto peggio di quanto potessi immaginare, motivo per cui ho avuto un lungo blocco dello scrittore, per di più il poco tempo che ho avuto mi ha impedito di battere a computer quel poco che avevo scritto.
Per questo motivo, anticipo fin da subito che non so quando tornerò, dubito che abbandonerò questa fic perché la trama è già tutta segnata.
Ad ogni modo, ABBIATE FEDE!
Prima o poi aggiornerò di nuovo!
Now, grazie 1000 alle anime pie che recensiscono!
Kgm92: Spero tanto che continui a piacerti!
Liris: Al doveva morire, sorry ma è così. Altrimenti mi veniva fuori una Elricest, pairing che apprezzo, ma che mi è quasi impossibile da scrivere! Sono contenta che ti interessi la mia ficcina *blush*
antote: Ma tutti mi difendete Al? Sta a vedere che mi toccherà risuscitarlo! Mi scuso per il tanto tempo trascorso, ma il tempo che ho è quel che è... Sorry ^^''''
shikadance: *svicola per evitare gli abbracci alla Armstrong* Grazie per la entusiastica recensione!
FightClub: Chi è il ladro? Beh... *si guarda intorno, per evitare di essere spiata* Attenzione a non farla troppo semplicistica, anche perché da quando ho scritto il primo capitolo ho cambiato la tarama un paio di volte *ghigno sadico* Dal prossimo capitolo ci saranno un po' più di indizi... E di casini, ma vabeh!
Bad Girl: Cara BG, quanto tempo, eh?
Ti avverto che al primo spoiler che provi anche solo a bisbigliare ti uccido personalmente, quindi regolati tu!
Sì, Zazà we love you, ma Lupin resta il più figo (seme o uke che sia... Più uke che seme, in effetti!)

Bon, ci si risente non appena potrò!

Kiss kiss
MB

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