RICOMINCIO DA TE; GRAZIE PER AVERMI INSEGNATO A SORRIDERE. di fred_mione98 (/viewuser.php?uid=824174)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** MI MANCHI: DOVRESTI ESSERE QUI. ***
Capitolo 2: *** TU CHE MI INSEGNI A SORRIDERE. ***
Capitolo 3: *** IL VOLO, LA PIETRA, LA VOCE. ***
Capitolo 4: *** Fratello mio. ***
Capitolo 5: *** UMANO AMORE DESTABILIZZANTE ***
Capitolo 6: *** Sono la voce del cuore, George. ***
Capitolo 7: *** CUORE DI MADRE- IL MIO POSTO NEL MONDO. ***
Capitolo 8: *** Niente è come sembra. ***
Capitolo 9: *** IO SONO QUEL CHE SONO, MA NON SONO QUEL CHE ERO. ***
Capitolo 10: *** Io ci sono. Per me, tu fai la differenza. ***
Capitolo 11: *** COME DAR FUOCO AL CUORE, CON UN PAIO DI OCCHI E UNA RISATA. ***
Capitolo 12: *** VUOTO DELLE PAROLE CHE SCAVANO NEL VUOTO VUOTI MONUMENTI DI VUOTO. ***
Capitolo 13: *** Non lasciarmi bruciare-Non voglio annegare. ***
Capitolo 14: *** AVERE IL CORAGGIO DI TRASFORMARE IN PAROLE QUELLO CHE SI SERBA NEL CUORE. ***
Capitolo 15: *** AVVISO ***
Capitolo 16: *** IL CUORE DI UN INNAMORATO: IL PIù DEBOLE E FORTE DEL MONDO. ***
Capitolo 17: *** LA GUERRA CHE HO DENTRO. ***
Capitolo 18: *** TUTTO L'AMORE CHE HO. ***
Capitolo 19: *** NELL'OMBRA DEL SILENZIO: DUE CUORI, UNA PROMESSA, UNA SFIDA. ***
Capitolo 20: *** LA BENEVOLENZA DELL' AMICIZIA, LA FORZA DELLA FRATELLANZA E L'INDISSOLUBILITÀ DELL'AMORE. ***
Capitolo 21: *** IL PROFUMO D'AMORE ***
Capitolo 22: *** BOCCHE CHE MENTONO, OCCHI CHE SMENTONO. ***
Capitolo 23: *** EMOZIONI CONTRASTANTI E SILENZIO CHE URLA ***
Capitolo 24: *** UN MACIGNO DI AMORE ***
Capitolo 25: *** ♡ ***
Capitolo 26: *** Ritorno. ***
Capitolo 27: *** PAZZIA. AMORE. ***
Capitolo 28: *** Un bacio che sa di amore- pt.1 ***
Capitolo 29: *** Un bacio che sa di amore pt.2 ***
Capitolo 30: *** Tutto andrà bene. ***
Capitolo 1 *** MI MANCHI: DOVRESTI ESSERE QUI. ***
Salve
a tutti ^.^ Questa è la mia prima Fanfiction!
Come
si può capire dal mio nickname io sono pazzamente innamorata
del pairing Fred/Hermione, ma, ultimamente, mi sono chiesta come
potrebbe essersi sentito George alla perdita di un perno fondamentale
della sua vita.
Ho
provato un po' a immergermi nei suoi panni, per una volta, non
classificandolo solo come ''il fratello gemello di Fred''; l'eterno
secondo anche nel pronunciare i loro nomi.
Ci
saranno tante svolte e sorprese (spero xD), ma, soprattutto, non
può mancare la presenza degli amici.
In particolare di una persona che potete ben intuire chi sia.
Spero di avervi incuriosito :) Leggete e recensite :)
MI MANCHI. DOVRESTI ESSERE QUI.
Il
sole è sorto di nuovo.
Se
ne sta lì in quel cielo azzurro come i suoi occhi, che altri
non erano se non i miei.
Ma perchè non può essere perennemente notte?
Perchè
quei magici momenti in cui lo rivedo nei miei sogni devono finire?
Perchè?
PERCHÈ?
È
strano non vederlo più gironzolare per casa, alla ricerca di
questo o quello; è triste guardare la NOSTRA camera da letto
doppia occupata solo da uno; è insopportabile scovare la
delusione nel fondo degli occhi di chi mi guarda e mi riconosce;
è impossibile vedere il dolore dei miei fratelli e dei miei
genitori quando ancora si confondono e mi chiamano Fred; è
atroce passare davanti agli specchi o a qualsiasi cosa mi restituisca
il mio riflesso.
Chi l'avrebbe mai detto che George Weasley avrebbe perso quel sorriso
che, insieme a suo fratello, aveva predicato a chiunque conoscesse e
non, come fosse una religione o uno stile di vita?
Mi
alzo dal letto e mi costringo a cominciare questa nuova giornata; sono
passati quattro mesi da quel maledetto 2 maggio: dopo un po' mi son
dovuto imporre di andare avanti... in qualche modo...
Mentre mi vesto, penso a quanto la mia vita sia cambiata in questi
quattro mesi.
Tanto per cominciare ho perso molte delle mie vecchie abitudini: fare
scherzi a chiunque mi capitasse sotto tiro, prendere in giro Percy
quando lo vedo sbaciucchiarsi con la sua ragazza o, peggio, quando vedo
Ronnino e la Granger.
Ho smesso persino di far dannare quella santa donna che è
mia madre.
Scendo le scale e mi trascino fino alla cucina, con passo lento e
svogliato.
Pesante.
Pesante come il grande senso di vuoto che mi sento dentro.
LUI DOVREBBE ESSERE QUI, MALEDIZIONE!
Invece,
diversamente dagli altri giorni, c'è solamente Hermione
tutta intenta ad ammirare i suoi pancake.
Non si accorge del mio arrivo, nonostante io sia stato aggraziato
quanto un elefante.
-Buongiorno-dico
un po' titubante.
In realtà mi sto ancora chiedendo dove siano finiti tutti
gli altri.
-Oh
ciao George- risponde lei, alzando il viso e sorridendomi di sfuggita.
-Dove
sono tutti? -chiedo interessato, mentre lei ritorna alla sua colazione.
-Allora:
Harry e Ginny sono andati a vedere quella casa di cui avevano parlato
qualche settimana fa.
Hanno
detto che se andrà bene vi si trasferiranno subito dopo il
matrimonio.
Ron
è andato con tuo padre e tua madre a scegliere il regalo di
nozze per Harry. Sai bene che lui è quello che lo conosce
meglio...e i tuoi erano così... agitati! Sono molto felici
che Harry e Ginny si sposino- conclude sorridendo dolcemente.
-
Capisco. Quindi ci siamo solo io e te?-
-Si-
risponde.
Annuisco distrattamente
e mi dirigo verso la teglia su cui mamma ha poggiato la sua crostata.
Mangiamo
in silenzio,seduti di fronte.
Questo silenzio, a dire il vero, è un po' fastidioso; per
cui mi scervello per trovare un argomento di cui parlare.
Guardo la ragazza che ho di fronte, come a volerle strappare un
qualsiasi argomento dagli occhi; eppure, non mi viene niente in mente.
Resto solamente qui a fissarla, molto colpito dall'Hermione che mi
ritrovo davanti.
Indubbiamente e oggettivamente, è sempre stata una bella
ragazza.
Con il tempo, poi, questa sua caratteristica è andata a
rafforzarsi; ma quella che ho davanti, non è l' Hermione
dagli occhi d'autunno, venati da sottili pagliuzze d'oro.
Non è l'Hermione dai boccoli ordinati e fluidi; non
è un'Hermione che sta bene.
Gli occhi gonfi, rossi, di chi non dorme bene da una vita; le guance
scavate, i capelli in disordine.
Hermione non sta bene: è palese; e, nonostante, mi stia
sorridendo, non riesco a non pensare a quanto qualsiasi cosa le sia
successa deve essere stata totalmente pesante.
Non necessariamente una cosa brutta, perchè, comunque, i
suoi non sono gli occhi di chi ha pianto.
Sono solo occhi di chi è troppo debole.
Punto.
Cosa
le sarà successo?
Io e lei,in passato, non siamo mai stati grandi amici;forse
perchè abbiamo sempre avuto punti di vista molto, molto
diversi. Ma da quando Fred... non è qui... ci siamo
avvicinati parecchio.
Talvolta
le chiedo qualche consiglio per migliorare le mie invenzioni per il
negozio, o semplicemente le chiedo una mano per superare le giornate
troppo nere. È l'unica che non mi guarda con compassione o
pena. L'unica che non ha paura di trattarmi come se niente fosse
successo; e le sono grato per questo.
Quando
sono con lei recupero un po' del mio vecchio me e... mi sento
così leggero!
Meno
solo, in qualche modo.
Perso
in questi pensieri quasi non mi accorgo che Hermione mi sta parlando:
-George
stai bene?- mi chiede con quel solito simpatico cipiglio.
-Oh
si, certo.-
-Allora...
che facciamo nel frattempo che aspettiamo gli altri?- mi chiede.
-Mmm...
non saprei... tu cosa proponi?-
-
Beh... Io ecco... a dir la verità..desideravo da un po'di
tempo...- abbassa lo sguardo e arrossisce, lasciando in sospeso la
frase.
L'indecisione non è da lei.
Sono proprio curioso: Hermione è talmente sorprendente che
fatico a immaginare che cosa possa volere: un nuovo libro? Una Puffola
Pigmea? Un manichino della Umbridge da prendere a calci?
Dato
che non sembra aver intenzione di continuare a parlare, la esorto
dicendo:
-Dai
Herm, parla. Cosa desideri?
-Beh..
non vorrei che tu te la prendessi George..- abbassa di nuovo lo sguardo.
Sembra davvero in difficoltà: è veramente una
situazione paradossale!
La Prefetto Perfetto che sembra aver paura.
Mi
avvicino, le passo due dita sotto il mento costringendo il suo viso ad
alzarsi.
Mi
sorprendo di questo mio gesto: con Hermione non siamo mai andati oltre
ad un saluto di cortesia, prima di questi mesi.
-Non
me la prenderò, promesso-
Così, dopo qualche secondo di incertezza, lei mi dice:
-
Vorrei andare a Hogwarts, nella foresta proibita,
per
cercare la pietra della Resurrezione che Harry ha fatto cadere
lì.
Così,
in questo modo, potrai dire addio come si deve a Fred. Lo so che tu
dici di non volerne neanche sentire parlare, ma mi è
capitato qualche notte fa di svegliarmi e di non riuscire
più a prendere sonno . Avevo sete e così sono
scesa fino alla cucina.
Passando dalla tua camera ho sentito che....piangevi, dicendo che ti
manca, che non ce la facevi... Così ho pensato che... ti
avrebbe fatto bene.. parlarci un'ultima volta. Come si deve!- conclude
sospirando.
Al
sentire le sue parole la mia bocca si spalanca incredula, il cuore fa
la solita giravolta al sentire il nome di Fred e le mie braccia si
afflosciano inermi lungo i miei fianchi.
Boccheggio in cerca di aria che mi permetta di fuggire dalla morsa
assassina che mi divora il petto.
Ma, dopo un primo stupore iniziale, quelle stesse braccia si avvolgono,
inaspettatamente, intorno a quella ragazza splendida.
Le lacrime mi escono così, senza preavviso, mentre lei mi
sussurra che andrà tutto bene.
Rivedere Fred.
Andrà tutto bene.
Queste parole si imprimono nella mia testa e mi si cicatrizzano sul
cuore, insieme alla mia gratitudine per la ragazza che mi sta offrendo
questa possiilità.
-Grazie- sussurro emozionato, mentre lei, con una risata, risponde:
-Di nulla-
Si stacca dall'abbraccio e si dirige verso il suo ultimo pancake.
Secondo me deve avere una qualche forma di ossessione per i pancake.
Mi risiedo al mio posto, guardando mentre lo gusta deliziata.
-Herm?- chiedo
-Si?- risponde guardandomi.
-A te che cosa ti è successo, invece?- chiedo, delicato.
Non sono certo di essere la persona con la quale Hermione vorrebbe
confidarsi.
Lei mi lancia uno sguardo indecifrabile, alla ricerca, forse, di parole
giuste, misurate.
-Non capisco cosa intendi- esclama infine.
-Beh.. non mi sembri ... in forma- continuo.
-Sono solo un po' stanca George, non devi preoccuparti. dice,
sorridendomi dolcemente.
-Come mai?- le chiedo
- Mi sto impegnando giorno e notte ad un.... progetto con un mio amico.
Anzi, più che un progetto è una sfida.
Prima o poi te lo dirò, ma non ora.- esclama guardandomi
divertita.
La guardo confuso: a che cosa si riferisce? Progetto? Sfida? Amico?
Scuoto la testa , realmente incuriosito,e comincio a meditarci sopra.
Stavolta è lei a prendere la parola:
-Ti va se...- lascia in sospeso la frase.
-Se?-
-Se ci andiamo stamattina a Hogwarts, così cominciamo
subito?- chiede
Mi fermo con il cucchiaio a mezz'aria.
E se non fossi pronto a rivedere Fred e a lasciarlo di nuovo e
definitivamente?
E se... il dolore... fosse troppo grande per sopportarlo una seconda
volta?
Troppi se e ma, senza opzioni o risposte.
Eppure, il mio cuore risponde sincero:
-Andiamo subito.-
Angolo
Autrice: Eccoci arrivati alla fine del primo capitolo; spero vi sia
piaciuto. Ho cercato di renderlo quanto più interessante
possibile, perchè so che la Geormione non è una
coppia molto usata; inoltre sono entrambi dei personaggi complessi,
molto diversi tra loro e reputo questa anche una mia sfida personale:
entrambi hanno così tante sfaccettature, così
''meravigliosamente'' stridenti e estranee all'altro, che mi attirano
non poco, nonostante io sia sempre stata per le Fremioni.
Al
prossimo capitolo.
Baci,
fred_mione98 <3
|
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Capitolo 2 *** TU CHE MI INSEGNI A SORRIDERE. ***
Salve
a tutti *.* Ecco il secondo capitolo *.*. Spero vi piaccia e che lo
leggiate in molti. So di non essere molto brava, appunto per questo mi
piacerebbero anche critiche per migliorarmi!
Buona
Lettura ♡
fred_mione98
TU
CHE MI INSEGNI A SORRIDERE.
-George!-
la voce di Hermione mi fa sobbalzare e sbatto dolorosamente allo
spigolo del mobiletto del capanno degli attrezzi.
Per
tutti i capelli unti di Piton, ma dove sarà finita la mia
Scopalinda?
Alzo lo sguardo verso Hermione che mi guarda con un'espressione a
metà tra il divertito e l'esasperato.
-Dimmi
Herm-
-George,
George, George forse sei sotto un oblivion,ma ti voglio ricordare che
siamo maghi! Lo sai questo vero?
La fisso senza capire.
-Ehm... è una domanda a trabocchetto?
Lei
scoppia a ridere come in preda ad una Tarantallegra e ci vuole un bel
po' di tempo prima che riesca a fermarsi.
Devo
ammettere che la invidio: se qualcuno qualche mese fa mi avesse detto
che Hermione e io ci saremmo ribaltate le parti, starei ancora ridendo.
Lei che ride, io che il sorriso l'ho perso. Decisamente il mondo sta
girando al contrario.
-Hai
finito? Potresti spiegarmi perchè ridi?- le chiedo curioso.
-Oh
George, scusami... è che la tua faccia era così
buffa!- soffoca un'altra risata e poi aggiunge- comunque intendevo dire
che puoi semplicemente appellare la tua scopa, senza stare a
scervellarti, per quanto ti è possibile data la mancanza di
materia prima, per cercare di trovarla.- conclude soddisfatta serrando
le labbra, forse preda di un altro attacco di risa.
Le do un buffetto sul braccio e le sorrido a mia volta.
Mi
fermo un attimo a riflettere, guardandomi intorno: da quando Fred
è morto ho rinchiuso tutto quello che me lo potesse
ricordare nel cassetto "troppo doloroso per affrontarlo"; in questo
cassetto sono posati tanti ricordi, tanti oggetti, tanti segreti e
anche la mia scopa.
Hermione mi sta forse tentando di far capire che riaprire questo
cassetto vorrebbe significare riavere una piccola parte di me?
Hermione mi sta forse cercando di aiutare a riportare in superficie
quel George che ho fatto annegare?
Di farmi ritornare ad essere il degno discepolo di quel Dio della
risata che ho sempre idolatrato?
Quel Dio che mi ha sempre governato sin da quando ho fatto il primo
respiro? Il Dio della felicità, della forza d'animo... della
leggerezza...?
Quante
volte ancora dovrò ringraziare Hermione di farmi sentire
così... così... così ... me?
-Accio
Scopalinda!- affermo con convinzione.
Ed eccola. Ecco quello strumento, compagno di tante avventure,
sfrecciare per tutta la stanza e atterrarmi in mano.
Guardo prima la scopa e poi Herm; le sorrido e poi dico:
-Andiamo?-
Lei
annuisce e risponde:
-Prima
però dovremmo avvisare i tuoi. Mandiamo un Patronus che ne
dici?-
Mi
rabbuio.
Un Patronus.
Questa parole, per me, è diventata un tabù.
Non
l'ho voluto dire a nessuno, ma da quel 2 maggio non sono più
riuscito a produrne uno.
E
non c'è neanche bisogno di dire il perchè.
Tutti i miei ricordi felici sono legati ad una persona che ora non
c'è più.
Solo con quella persona mi sentivo felice.
E, andandosene, quella persona si è portata via quella
sensazione. Quella che prima era un realtà.
Nessuno, credo, capirebbe mai la mia situazione: come ci si sente ad
essere vivi, ma in realtà non esserlo affatto!
Perchè è così che mi sento io!
Forse Hermione potrebbe essere la confidente giusta.O forse lo sospetta
già e sta aspettando che sia io a dirlo.
Forse,
ancora una volta, sta tentando di farmi uscire da quel guscio in cui mi
sono rinchiuso.
- Herm...- comincio sospirando - io... non ne sono.. più
capace...-
Lei mi guarda seria e, poggiandomi una mano sulla spalla, dice:
-
George... la vita di un uomo non può essere solo dolore e
sofferenza. Non saresti qui se fosse così. C'è
sole e tempesta in ognuno di noi. Il tempo è imprevedibile,
lo sai anche tu.
Devi
continuare a vivere George. È questo che lui vorrebbe. Anzi,
che vuole.- conclude accarezzandomi.
Cerco di trattenere le lacrime. Ha ragione.
Le tendo la mano per farla salire sulla scopa.
Impugno
la bacchetta e chiudo gli occhi.
Fred
vorrebbe questo: che continuassi a vivere.
Fred.
Fred e io che scherziamo.
Fred e io che combiniamo disastri.
Fred che ride.
Fred che vive.
La
mano si muove da sola, senza nessun comando; la mia bocca pronuncia
l'incantesimo di sua iniziativa, mentre la risata di Fred prorompe e
occupa tutta la mia mente:
-
Expecto Patronum!-
Ed
ecco un coyote argenteo fuoriuscire dalla mia bacchetta, sinuoso e
elegante, si para dinanzi a me.
Troppo sorpreso per parlare, lascio che sia Hermione a farlo.
La ascolto intontito mentre dice:- Per Molly e Arthur Weasley.
Il Patronus annuisce.
-
Molly, sono Hermione. Io e George stiamo andando ad Hogwarts alla
ricerca di... una cosa.
Non
vi preoccupate torneremo appena finito. Vi prego... dite a Ron di non
arrabbiarsi. Un abbraccio.-
conclude
soddisfatta.
Il coyote svolazza per l'intera stanza prima di uscire fuori e
scomparire.
Noi
lo seguiamo a ruota: usciamo fuori in giardino, dò il tempo
ad Hermione di sistemarsi bene per non cadere.
La
sento che rafforza la presa sul manico; mi sfugge un sorriso: ha sempre
avuto paura delle scope; così le passo un braccio attorno
alla vita e la attiro verso di me.
Non
è un abbraccio fatto di imbarazzo, come quei pochi
che ci siamo scambiati fin'ora.
Questo è un abbraccio intriso d'affetto; un abbraccio
spontaneo, e, stranamente, mi sento a casa. Protetto.
Come se... sentire il suo cuore che batte frenetico contro il mio
petto, spinga il mio a fare lo stesso.
Do
una piccola spinta con i piedi al terreno e ci
alziamo in volo.
Così, il mondo diventa una minuscola trapunta di verde e di
azzurro.
Angolo
Autrice ^:^
Bene,
eccoci alla fine del secondo capitolo; grazie a tutti quelli che lo
leggeranno, recensiranno o , comunque, seguiranno.
Allora...
è un capitolo un po' strano.. e non è tra i miei
preferiti; ma mi piace l'idea di un' Hermione che insegna a George come
si ride. Come si sorride.
Nella
realtà sarebbe il contrario.
Cosa
succederà nel prossimo capitolo?
Beh
chi leggerà, vedrà <3
Baci,
fred_mione98 <3
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Capitolo 3 *** IL VOLO, LA PIETRA, LA VOCE. ***
TERZO CAPITOLO
Salve a tutti ^.^ Eccomi qui con il terzo capitolo ^.^
Prima di cominciare,però, vorrei ringraziare tutte le
persone che hanno letto e recensito, chi ha messo la storia tra le sue
storie preferite/da ricordare/ seguite, ma anche chi l'ha letta in
silenzio: grazie per l'incoraggiamento!
Spero che questo capitolo vi piaccia di più, rispetto ai
primi due.
Ho una precisazione da fare: per quanto riguarda l' html, non sono
un'esperta, per cui non so destreggiarmi ancora bene :)
Detto ciò, vi auguro una buona lettura e, come sempre, se vi
va, vi invito a lasciare il vostro parere.*.^
Vostra fred_mione98 :*
IL VOLO, LA PIETRA, LA VOCE.
Sfilo veloce tra quei batuffoli di lanugine che sono le
nuvole; mi sento così bene quando sono in volo:
così felicemente libero da ogni angoscia, da ogni tormento,
da tutto ciò che mi tengo dentro.
Starei qui per sempre a guardare il mondo, così piccolo,
così lontano... da questa prospettiva; fa meno paura,ecco.
Volo piano; voglio assaporarmi ogni folata di vento che passa le sue
dita invisibili tra i miei capelli, ogni raggio di luce che mi
accarezza il volto; voglio pensare.
Sto per tornare ad Hogwarts: sento tanti piccoli soldati che lottano
dentro di me;ognuno per due eserciti nemici: una parte mi dice che
quella è la mia casa e che, nonostante ciò che
ho perso lì, lo sarà per sempre. L'altra fazione
mi mette in agguato: sono passati quattro mesi e ancora non
c'è giorno in cui non mi senta male, in cui ogni ricordo non
mi schiaffeggi forte, fino a farmi sentire talmente vuoto da risultare
un automa. Sarò pronto?
Sarò pronto o no?
Secondo Hermione, si. Lo sono. O forse, proprio
perchè non lo sono, mi sta dando una mano.
Comincio a rivalutare l'opinione di lei che, per tutti questi anni, mi
son costruito. La guerra l'ha cambiata; quella che era la sua saccenza,
quello che era il suo orgoglio, sono sfociati in altruismo e coraggio.
Mi piace questo rapporto che si è venuto a creare: ci sono
persone che conosci da così tanto tempo e
che sei così abituato ad avere nella tua vita delle quali non ti
rendi conto di che ruolo ricoprano o abbiano ricoperto. Tra me e lei,
è proprio questo ad essere mancato negli anni precedenti,
credo. L'ho sempre vista come l'amica di Ron; mai come la mia: forse
è ora di rimediare a questo sbaglio.
-George, siamo arrivati.- Hermione mi riporta alla
realtà.
È vero; posso benissimo ammirare il castello, la mia casa, che si erge in
tutta la sua immortale bellezza, su quella distesa verde e senza
confini in cui è immerso.
''Ci siamo George' -penso-'' è ora di concludere questa tua
guerra''.
Inclino il manico della scopa puntando verso la capanna di Hagrid, proprio ai
margini della foresta. Sento Hermione tremare; non la vedo in faccia,
ma sono sicuro che abbia chiuso gli occhi. Mi scappa un sorriso.
Accellero, il suolo si fa più vicino e, frenando, poggio i
piedi per terra. Un minuto dopo essersi ripresa dalla paura
dell'atterraggio,Hermione fa lo stesso.
''Bentornati ad Hogwarts'' penso.
Devo averlo pensato a voce alta però, perchè
Hermione mi guarda con un' espressione indecifrabile: eppure, a me,
sembra che con quello sguardo color autunno, mi stia ponendo quella
domanda silenziosa che io stesso mi son posto prima: sono pronto?
Si.
Lo sono.
Hermione ha ragione: nella vita di un uomo non ci può essere
solo sofferenza. C'è sole e tempesta in ognuno di noi; e per
quanto possa durare quella tempesta, arriva il momento in cui ti alzi e
la affronti. Se siamo su questo mondo è perchè
siamo abbastanza forti da poter vivere. Da affrontarlo. Da affrontare
gli altri. Da affrontare noi stessi.
-Andiamo?-
le chiedo, sorridendole, in modo da farle capire quale dei due eserciti
abbia vinto.
- Andiamo- afferma.
E,così,ci incamminiamo dentro quel fitto bosco intricato
che, però, conosciamo quanto conosciamo le nostre tasche.
Herm, la foresta è enorme. Come faremo a trovare qualcosa
delle dimensioni di un boccino?- le chiedo, grattandomi la testa.
- Ho già pensato a questo- mi risponde lei prontamente-
divideremo la foresta in 12 sezioni ognuna della stessa area. Tu
controllerai le parti sulla sinistra, io quelle sulla destra;
scaglieremo sulla terra degli incantesimi di ingrandimento con azione
estesa: chi troverà la pietra lancerà
in aria delle scintille rosse, così l'altro gli
andrà incontro- conclude soddisfatta
-Te l'hanno mai detto che sei un genio?- le sorrido
-Eeeee me lo dicono in molti- ride lei
Le dò un buffetto sulla testa e rido con lei.
-Fai attenzione, capito?- aggiungo poi seriamente
-Certo; ma falla anche tu- ribatte lei
Annuisco e, contemporaneamente, ci voltiamo.
Le nostre direzioni si sono appena separate.
Il gioco è appena cominciato.
La prima sezione mi aspetta, in tutta la sua austerità.
La guardo in cagnesco come se fosse la mia più grande nemica
e urlo:
- Extesum Engorgio Pietram*!-
Nulla.
Delusione.
Lo ripeto; magari.. ero troppo nervoso e non ha funzionato.
Abbasso le spalle, ma non mi demoralizzo e passo subito alla sezione due.
Niente.
Niente scintille rosse; segno che anche Hermione è nella mia
stessa situazione.
Arrivo nella sezione 11, la penultima, più sconfitto che mai.
Pronuncio con malgrazia l'incantesimo e una cosa gigante mi si para
davanti.
Sorrido felice e, all'improvviso, sicuro di me stesso; alzo la
bacchetta e lancio scintille rosse a raffica.
Mentre aspetto Hermione guardo la pietra: spigolosa, nera, nemica e
amica.
Sento dei rami scricchiolare, segno che la mia amica mi ha raggiunto. Mi
giro, la guardo, mi sorride e, puntando la bacchetta verso la pietra,
esclama:-Finitem Incantatem!-
L'oggetto ritorna delle sue dimensioni naturali.
La osservo meglio nelle sue mani: non è più
grande di una noce.
Hermione me la porge; la prendo con delicatezza, neanche fosse una
bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Mentre la giro una, due, tre volte, alzo la testa verso il cielo,
chiudo gli occhi; il cuore sembra voler uscire dal mio petto.
Un sospiro. Non mio, non di Hermione...
-Ciao Georgie.- esclama una terza voce. Una voce che assomiglia molto
alla mia.
Angolo autrice ^_^
Bene; ecco la fine del terzo capitolo!
Allora, volevo precisare che l'incantesimo Extesum Engorgio Pietram NON
esiste (Cioè engorgio esiste realmente, ed è
l'incantesimo di ingrandimento, ma il resto no).
Spero di aver migliorato e evitato, per quanto possibile, gli errori
che mi sono stati fatti notare nei primi due capitoli.
Ci sentiamo al prossimo, che è uno dei capitoli
più importanti della storia.
Baci, vostra fred_mione98 :*
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Capitolo 4 *** Fratello mio. ***
x
capitolo quattro
Ciao a tutti ^.^
Eccoci arrivati al quarto capitolo, il quale molte stavano aspettando
con ansia :)
Spero che vi piaccia perchè, detto sinceramente,
è uno dei miei capitoli preferiti e ho cercato di dare il
meglio di me nel scriverlo.
Sarà un capitolo molto emotivo e direi anche sorprendente.
Ci tengo a precisare una cosa: nella mia storia l'effetto della pietra
svanisce solo quando colui che l'ha girata per la prima volta, la
rigira di nuovo; per questo la scena è così lunga.
Come al solito ringrazio tutte le mie lettrici e i miei lettori, coloro
che hanno recensito (a cui mando un bacio enorme), coloro che hanno
letto in silenzio (con l'invito a recensire) e anche coloro che ogni
giorno mi supportano: senza tutti voi non avrei queste soddisfazioni!
Mentre leggete, vi invito a mettere come sottofondo uno dei temi, a
parer mio, più belli e significativi di Harry Potter: A
window to the past.
Bene, mi sembra che non ci sia altro da dire; come al solito, vi auguro
una buona lettura!
Fratello mio.
-Ciao Georgie-
Quella voce.
Quella voce così simile alla mia.
Quella voce che, da quando si è spenta,mi ha lasciato un
vuoto grande quanto l'intero mondo dentro.
Un vuoto da cui ho cercato di fuggire, tentando di reggermi all'unico
appiglio, all'unico salvagente che potevo permettermi, chiuso com'ero
nel mio dolore: i ricordi.
E adesso quella voce è ritornata, e parla, parla di nuovo;
è ritornata da me.
Non è solo un ricordo: questa volta non svanirà.
Non è uno dei soliti sogni che faccio la notte e che si
disperdono come le tenebre all'arrivo della luce.
Resto ancora con gli occhi chiusi a bearmi di questa sensazione di...
non so neanche io come definirla: è semplicemente ritrovo di
sè. Di lui.
Non c'è una parola che sia in grado di esprimere quello che
provo al momento.
-Georgie, fratello mio, apri gli occhi, guardami.- continua la voce.
Sussulto a quel ''fratello mio'': è il suo modo di
chiamarmi; è il sentirmi parte integrante di qualcuno a cui
tenevo più di me stesso e a cui terrò sempre
più di tutto quanto ho; è un qualcosa che ti
inietta dentro una dose di felicità allo stato puro.
Mi sento vivo. Non un sopravvissuto.
Alzo lentamente le palpebre, piano: prima una, poi l'altra; abbasso la
testa, che ancora era rivolta verso il cielo, e punto lo sguardo dritto
dinanzi a me.
Ed eccolo.
Ecco il mio amato gemello; eterno ragazzo, eterno immutabile, con
addosso ancora gli abiti di quel maledetto 2 maggio
Già... gli abiti... sono gli stessi ma puliti; senza sangue,
senza traccia di quel che è successo: come se lui in cui
capi si fosse semplicemente addormentato.
Ma è lo
sguardo a colpirmi di più; il suo sguardo ilare e giocoso,
che lo ha sempre caratterizzato e distinto, ha ceduto il posto ad uno
sguardo divoratore.
Sì,
perchè i suoi occhi sono due gemme che mi stanno
letteralmente divorando l'anima, mangiandone le parti bruciate dal
dolore e facendole rinascere. Questi suoi occhi è come se fossero una
sorta di variante della Pietra Filosofale:mi stanno donando Elisir di
lunga vita.
Infatti,sento il cuore battere freneticamente, finalmente vivo e sano
dopo quattro mesi, il sangue ritornare a circolare normalmente, l'aria
arrivarmi fino alle estremità dei polmoni.
Sento di
essere rinato.
-Freddie, fratello mio- dico, parlando per la prima volta da quando ho
girato la pietra.
Mi guarda preoccupato.
Ho così tante domande da porgli, ma in questo momento la mia
testa è un guazzabuglio di pensieri e emozioni che non
riesco a gestire; lascio che sia il cuore a parlare: di sicuro
è molto più bravo di me.
-Fred... perchè?
Perchè mi hai lasciato?
Come pensi che possa farcela senza di te?
L'avevamo promesso, Fred. Eravamo non più alti di due tappi
quando ce lo promettemmo a vicenda: ovunque uno dei due sarebbe andato,
l'altro l'avrebbe seguito.
Abbiamo sempre rispettato la promessa. O te ne sei dimenticato?
Stavolta sei andato troppo, troppo lontano per me, fratello. E lo sai?
Sono sicuro che tu non abbia la minima idea di quanto vorrei poter correre verso di te e
abbracciarti, sentire che non sei solo il frutto del potere di questa
Pietra! Vorrei poter sentire che ci sei, fratello, e che non te ne sei
mai andato. Vorrei non essere qui a dirti che mi manchi.
Vorrei continuare a vivere insieme a te, a vederti ridere ogni giorno,
e, giuro, non mi stancherei mai! -raccolgo tutte le mie forze per cercare di
non piangere, e continuo:
-Vorrei addormentarmi la notte con il sorriso sulle labbra, gioendo di
un qualsiasi scherzo appena fatto insieme; vorrei essere sicuro che tu sei nel
letto affianco al mio e che sei VIVO.
Vorrei poter continuare a rispettare quella promessa! -
Niente.
Non ce l'ho fatta: quei diamantini liquidi hanno cominciato a solcarmi
il volto, amari, bollenti. Proprio come le parole che ho appena
pronunciato.
Abbasso la testa, cercando di non guardarlo: noto solo ora l'assenza di
Hermione: deve averci lasciato soli.
-Georgie- anche lui ha la voce malferma- Alza gli occhi. Ti supplico.
Tu neanche immagini quanto io mi sia maledetto per averti lasciato.
Da lassù, dalle mie nuvole e dalle mie stelle, sto sempre a
guardarti. Giorno e notte. E anche se non posso scendere, venirti a
parlare dritto negli occhi, ti urlo di andare avanti, di continuare a
vivere come se io fossi lì con te. E lo sono davvero, credimi.
Ci sono in ogni tuo sorriso, in ogni tuo guizzo di vita.
Ci sono ancora, caro fratello mio. Non è necessario vedersi
con questi occhi umani. Bastano quelli dell'anima, a volte.- ora
comincia a singhiozzare anche lui.
-A volte, invece, non sono abbastanza Freddie. A volte hai bisogno di
sentire una persona accanto a te, fisicamente! Perchè ti
senti così solo e così infelice che non ci sono
altre persone o altri bisogni che sappiano reggere il confronto del
bisogno che hai di quella persona! Ho bisogno di te, caro fratello
mio.- scaccio via con la mano quelle lacrime fastidiose.
Lui mi guarda, perdendosi nei suoi pensieri per un momento.
-Sai, Georgie, perchè non ci ritroviamo qui una o due volte
al mese? E almeno in quei giorni....
- Faremmo finta che non sia successo niente- concludo io per
lui. Certe abitudini, come il concludersi le frasi a vicenda,
invecchiano ma non muoiono mai.
E all'improvviso, mi rendo conto che avrò di nuovo
l'occasione di continuare a vivere in maniera COMPLETA.
Accanto al mio caro gemello.
Sento il peso opprimente della solitudine accumulata in quattro mesi
smettere di lottare dentro di me, e annullarsi, lasciando il posto ad
una magnifica sensazione di pace.
-Promesso?- continua Fred
-Promesso.- affermo io.
E alla fine non ce la faccio più; corro verso di lui e lo
abbraccio: se qualcuno mi guardasse in questo momento, vedrebbe me che
afferro l'aria.
Ma non mi importa.
All'improvviso, però, succede qualcosa di inaspettato.
Mentre lo sto ancora abbracciando, sento di poterlo toccare DAVVERO.
Sento il suo corpo DI CARNE che ricambia il mio abbraccio.
Non è più uno spirito.
Ma come, mio fratello... è di nuovo.... umano?
Lo guardo in un silenzio colmo di tensione e confusione.
Lui mi guarda con quel sorriso malandrino e, con fare teatrale,
asciuga quelle lacrime che ha versato poco prima.
O che ha fatto finta di versare?
Ma cosa diavolo succede?
Angolo
autrice ^:^
Ecco la fine del quarto capitolo!
Beh, che dire, qui i veri protagonisti sono i nostri gemelli, ed
Hermione è solo una figura subordinata.
Che cosa succederà nel prossimo capitolo?
Come mai Fred è di nuovo ''umano''?
E come mai sembra sapere qualcosa?
Al prossimo capitolo <3
Baci, fred_mione98 <3
|
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Capitolo 5 *** UMANO AMORE DESTABILIZZANTE ***
umano
^.^ Eccomi qua con il quinto capitolo. Ho notato che il quarto vi
è piaciuto particolarmente, spero,quindi, di non deludervi
con questo.
Questo capitolo è stato un vero e proprio parto, credetemi.
Non mi piace granchè.
Vi lascio leggere e ci vediamo a fine capitolo :) <3
UMANO AMORE DESTABILIZZANTE
-Sorpreso, fratello mio?- mi chiede, sghignazzando, Fred.
Ma io non riesco ad ascoltarlo.
Le sue parole mi arrivano ovattate, lontane; come se fossero solo un
eco che muore prima di nascere.
I miei sensi non funzionano, la mia testa non collabora; il mio
cervello,al momento, è utile quanto uno shampoo lo era per
Voldemort.
L'unico pensiero che sono in grado di formulare è quello di
mio fratello che è qui, davanti a me, ed è umano.
Umano.
UMANO!
Le lacrime continuano ad attraversare velocemente il mio viso e non
riesco a fermarle, per quanto io mi sforzi.
Mi accarezzo le tempie, socchiudendo gli occhi, alla ricerca
di un qualche segnale collaborativo da parte della mia mente.
Un segnale che,però,non vuole proprio arrivare. Sono troppo
sconvolto. Troppo felice.
Avete presente quando siete in piedi e cominciate a girare velocemente
su voi stessi?
Girate, girate, senza fermarvi, e... quando lo fate siete...
destabilizzati?
Ecco; mi sento esattamente così!
Mi sento destabilizzato; perchè il dolore e la tensione che
ho accumulato in quattro mesi sono stati velocemente rimpiazzati da
un'incredulità DESTABILIZZANTE!
Fred, intanto, mi guarda sornione, godendosi le varie emozioni che, di
sicuro, sta leggendo nei miei occhi.
-Fred, cosa diavolo sta succedendo?-domando.
Lui, dopo un attimo di riflessione, apre la bocca e comincia: -Beh,
vedi Georgie è una..-
Si blocca di colpo, a metà della frase, puntando lo sguardo
su un punto indefinito dietro di me.
Lo fisso senza capire mentre vedo il suo sorriso allargarsi sempre di
più.
Sono ancora più confuso quando lui esclama:
-Era ora! Lo sai che non sono bravo con le spiegazioni!- dice ridendo.
Merlino quanto mi era mancata la sua risata!
Certo, se ci stessi capendo qualcosa sarebbe anche meglio
però!
Questo pensiero mi riporta alla realtà.
Fred non ha parlato con me. Fred si era rivolto a qualcun altro.
Mi volto di scatto e rimango impietrito nel trovare un' Hermione
sorridente, appoggiata al tronco di un albero dietro di me.
Sto per chiedere ulteriori spiegazioni, quando Hermione scoppia a
ridere:
- Eh già, non sei mai stato bravo in questo genere di cose;
tutto quello che ti riusciva bene era l'essere un Rompipluffe!-
continua ridendo, rivolta verso Fred.
Nonostante questo,gli si avvicina e lo abbraccia con fare amichevole.
-Ehi, voi due! Vi ricordo che io non ci sto capendo un Boccino! E vi
sarei grato se evitaste di farmi finire nel reparto ''PAZZIA'' del San
Mungo!-
dico un po' seccato. Questi misteri cominciano a stancarmi.
Il nervoso, però, scema quando realizzo una cosa, una cosa
importante; una cosa che mi era sfuggita e che mi dà la
consapevolezza che Hermione sappia qualcosa.
-Herm, ma come fai a vedere Fred? Ho sempre creduto che solo chi gira
la Pietra può vedere chi è stato evocato!
Lei mi guarda e annuisce.
-Che ne dici, Fred? Non sarebbe ora di mettere al corrente George di
tutto?- dice, all'improvviso seria.
Lui la guarda e risponde: -Si... forse sarebbe ora, dato che questa
cosa va avanti da quattro mesi!
-Che cos'è che va avanti da quattro mesi?- chiedo allarmato,
per una qualche strana ragione a cui non so dare un nome.
-George siediti. Ci sono tante cose che non sai.- mi esorta Hermione.
Faccio come dice; sono sempre più agitato:questo
è il momento della verità!
-Parli tu o parlo io, Fred?- chiede lei
-Parla tu.- asserisce lui .
-Vedi George- inizia lei- Quattro mesi fa, qualche giorno dopo la fine
della guerra, per l'esattezza, ero ad Hogwarts ad aiutare per la
ricostruzione del castello, per ripulirlo da quelle tracce di orrori.
La McGranitt mi corse incontro e mi disse che ci avrebbero pensato loro
lì e che sarebbe stato meglio se io, Ron ed Harry fossimo
andati nella foresta proibita per assicurarci che... beh... che non ci
fossero cadaveri lì.
Anche in quell'occasione, proposi di dividere la foresta in sezioni ;
io finii per controllare proprio questa.
Stavo camminando tranquillamente, quando inciampai in una radice troppo
sporgente e caddi rovinosamente a terra.
Fu allora che la vidi, esattamente davanti a me.
Era proprio come la ricordavo... la Pietra della Resurrezione.
Ero esterrefatta, ed anche un po' spaventata a dirla tutta; ma volevo
usarla: volevo rivedere, anche solo per una volta, chi non potevo
vedere più.
Non avevo neanche scelto chi far apparire; la girai e basta.
Comparve Silente.
Cominciai a piangere; d'altronde... è stato un grande uomo e
parte fondamentale della mia vita!
Gli chiesi come stava, come si trovava lassù, e lui, dopo
avermi risposto, mi disse questo:
-Signorina Granger, Lei lo sa che ho sempre ammirato la sua
intelligenza; ne possiede una molto più alta della
media.-
Io non capivo come mai mi stesse dicendo questo, in un momento
del genere, così lui continuò:
-Lei, insieme ai suoi amici, ha salvato il mondo magico: sarebbe
disposta a salvare, ancora, altre tre* persone?.-
Ero sempre più confusa; non capivo a chi si riferisse ,e,
così, gli domandai chi fossero queste due persone.
Lui mi fece i vostri nomi.
Mi disse che, lassù, aveva incontrato Fred, il quale non
riusciva a darsi pace per averti lasciato, George.
Così Silente continuò dicendomi:
-Perchè non prova a cambiare le proprietà
della Pietra, signorina Granger? Sono sicuro che Lei può
farcela!-
Io gli risposi che sarebbe stato impossibile, che per fare una cosa del
genere ci sarebbe voluta anche l'avanzata conoscenza di magia oscura, e
lui mi rispose semplicemente:
-Draco Malfoy.-
Non nego che quella fu la prima volta che scoppiai a ridere in faccia
ad un professore; mi sembrava talmente assurdo ciò che stava
dicendo!
Ma lui mi interruppe, sconvolgendomi.
-Il signorino Malfoy si è pentito, signorina Granger;
non è mai stato un cattivo ragazzo: semplicemente, alcune
persone non hanno mai avuto possibilità di scelta.
Colpa di un destino non scritto da loro.-
Ma le ripeto, si è pentito; ha lasciato la sua famiglia,
comprando un appartamento nella Londra Babbana e, ora, vive umilmente
alla ricerca di se stesso.
Cerca di fare il più possibile per fare del bene, per
sentirsi libero, per PERDONARSI!
Vada da lui, lo trovi, lo porti qui e lavorate insieme su questa
Pietra: il legame che lega i due Weasley è troppo forte per
essere spezzato e le assicuro che nè George, nè
Fred avranno mai un attimo di pace.
Da quando sono lassù, ho imparato che anche alla morte
c'è un rimedio;è all'amore che va oltre la morte
che non c'è.
L'amore fraterno che lega questi due fratelli è quanto di
più forte possa esistere; una magia che supera tutte quelle
che facevamo ad Hogwarts.*-
Io gli chiesi se lui pensasse davvero che fosse possibile fare una cosa
del genere... insomma, riportare in vita qualcuno!
Lui mi disse:
-Intelligenza, Impegno, Astuzia, Coraggio e Amore sono
un'alchimia rara e di una potenza incredibile, signorina Granger.
Allora; è disposta a fare questo?-
Allora mi arresi; se Silente ci credeva tanto... voleva dire che...
sarebbe potuto esser vero.
Così gli domandai cosa avrei dovuto fare di preciso.
Lui rispose:
-Come le ho già detto, vada a cercare Draco, gli
spieghi tutta la situazione; lui accetterà,
vedrà!
Dopodichè venite qui, girate la Pietra ed evocate me e Fred;
vi darò delle istruzioni: lavoreremo tutti e quattro
insieme.
Vedrà: ce la faremo!-
Hermione riprende fiato, provata dal peso di quei ricordi.
La guardo, paziente, in attesa di eventuali aggiunte, ma è
Fred a continuare al suo posto:
-Ci vedevamo qui quasi tutti i giorni: io,Draco, Silente ed Hermione.
Georgie, sapessi! Draco è cambiato moltissimo! Senza il suo
aiuto, forse, non sarei qui.
Abbiamo fatto esperimenti su esperimenti, analizzando la pietra in
tutta la sua struttura e cercando di crearne un'altra capace di
riportarmi in vita.
Chiaramente non può funzionare per ogni persona, ma solo per
noi due, in quanto, nel crearla, ci abbiamo dovuto inserire.. come
dire... dei nostri dati personali: i nostri ricordi, i nostri capelli,
un po' come fosse... una pozione polisucco!
Non ho mai visto niente di più complicato, nè di
stancante: ogni esperimento finiva con il fallire ed io ero sempre
più giù.
Una volta mancava qualche materiale, l'altra sbagliavamo le dosi,
l'altra ancora non usavamo gli incentesimi giusti...
Ero veramente la tristezza fatta persona... o meglio.... fatta spirito.
Fu solo.... due settimane fa che tornai, letteralmente, a vivere: dopo
aver aggiunto i nostri profumi, Draco girò la Pietra e mi
sentii di nuovo...VIVO; non c'è un'altra parola per dirlo.
Ed è tutto merito di Hermione, Draco e Silente, George.
Tutto merito loro.- dice abbracciando Hermione.
Fred conclude con una certa nota di emozione nella voce.
Io ancora devo metabolizzare a pieno tutto questo discorso intricato.
1...
2...
3...
4...
5...
Mi butto su di loro stringendoli in un abbraccio fortissimo.
Piango.
Piango dalla gioia, dalla felicità, dalla consapevolezza di
riavere mio fratello.
Piango perchè tre persone si sono prodigate tantissimo per
me, per noi, regalandoci la più sensazionale delle sorprese.
Riabbraccio Hermione, mentre lei ride dicendomi:
-Allora, piaciuta la sorpresa George?-
Annuisco, da dietro la sua spalla, nella quale mi sono rifugiato
durante l' abbraccio.
La stringo più forte.
-Sai Georgie, Ronnino due settimane fa ha lasciato Hermione... era
stanco delle sue assenze.-
Mi blocco di colpo, irrigidendomi.
-Cosa?-le chiedo stralunato.
-Ron mi ha lasciato...-ripete lei.
-Ma... io... non mi ero accorto di niente.... Hermione... mi dispiace
tanto! Non volevo causarti così tanti problemi!- mi sento
sinceramente dispiaciuto, misto a qualcos altro che non so riconoscere.
-Tranquillo George, ormai andava male da tempo; lo vedo solo come un
fratello; che tu non te ne sia accorto forse è
dipeso dal fatto che eri troppo chiuso nel tuo dolore.
Annuisco e mi scuso ancora, benchè io provi una strana
sensazione di non so cosa.
Mentre sono perso nei miei pensieri, Fred dice:
-Che ne dite se andiamo da Draco? Dovremmo pur ringraziarlo, no?-
Io e Hermione annuiamo e,tutti e tre insieme, ci smaterializziamo.
Mi sento così BENE.
Angolo Autrice!
Eccoci alla fine di questo capitolo!
Capisco che è un po' noioso; ma il prossimo sarà
migliore, prometto!
Spero che vi sia piaciuto, nonostante, se lo rileggo, non piace neanche
a me.
Gli asterischi stanno a significare queste cose:
con il primo mi riferisco a queste tre persone: George, Fred che si
erano persi, e Draco che voleva rtrovare se stesso: è questa
la missione data da Silente a Hermione. Il secondo l'ho messo
perchè la frase richiama una frase di Silente dei libri:
''Ah la musica, una magia che supera tutte quelle che facciamo noi
qui''.
Bene, è tutto.
Alla prossima, amici miei <3
|
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Capitolo 6 *** Sono la voce del cuore, George. ***
6
Ciao a tutti ^.^
Ecco a voi il sesto capitolo <3
Spero mi perdonerete per il ritardo (maledetta scuola) :)
Come al solito ringrazio tutti i lettori; chi ha recensito, chi l' ha
letta silenziosamente, chi l'ha messa tra preferite/seguite/ da
ricordare.
Come sempre,a voi ultimi, vi invito a recensire ^.^
Ringrazio particolarmente queste persone che mi danno sempre il loro
appoggio incondizionato e costante! <3 (ovviamente ringrazio
anche gli altri)
- Nephertiti
- Casa Stark
- GeaRose Malfoy
- _apefrizzola_
- Lady Sissi
- sirius_0088
- _MikyCullen_
- Draco394
E ora, cominciamo.
Ah no, scherzo; una premessa: nelle prime righe leggerete dei
riferimenti a Draco per i quali, forse, mi odierete :') ma cercate di
capirmi... dovevo far trasparire lo scetticismo di George verso una
persona che non ha conosciuto nelle vesti di un ''amico''. Ovviamente
il suo punto di vista cambierà; quindi non cruciatemi.
Sarà un capitolo in cui non ci sarà azione, ma
solo un'introspezione di cui, nell'angolo autrice a fine pagina,
capirete le motivazioni.
Spero mi perdonerete per questo e, al prossimo, farò
sicuramente di meglio!
Buona Lettura <3
Sono la voce del cuore, George.
Anonimo.
Questo è l'aggettivo che mi rimbomba nella mente, da quando,
insieme a Hermione e Fred, sono arrivato davanti all'appartamento di
Draco.
Anonimo; un aggettivo che stona non poco se paragonato al ragazzo
superbo e accentrista che ho conosciuto a Hogwarts.
Lui non c'è,non è in casa; per cui abbiamo deciso
di aspettarlo nel bar di fronte, molto poco affollato alle cinque del
pomeriggio.
Sto bevendo una cosa disgustosa dal sapore amaro chiamata
cappè.. o qualcosa del genere: ha un retrogusto che mi
pizzica in modo fastidioso il palato;eppure, Hermione afferma che la
maggior parte della gente ne vada matta.
Persino a mio fratello sembra piacere, dato che ha quasi ingurgitato
anche il bicchiere, lasciandosi due baffetti scuri e appicicaticci che
fanno a cazzotti con il rosso dei suoi capelli e la sua carnagione
pallida.
Lo vedo ridere; sicuramente Hermione glieli avrà fatti
notare.
Già; deve essere proprio così perchè
vedo che entrambi ridono fragorosamente fino a farsi uscire le lacrime
dagli occhi.
Sembra tutto così... normale. Mai immutato.
Io non riesco a ridere; lo so... dovrei essere felice che mio fratello,
il mio migliore amico, sia tornato... e lo sono.
Lo sono così tanto che ne sono spaventato;
perchè, nella mia testa, riemergono ,da un abisso profondo,
le immagini del suo corpo rigido, freddo e dei suoi occhi senza vita
che mi fissano senza vedermi.
E so che queste immagini, questa paura... non se ne andrà
mai; e ora che lo vedo qui, a ridere, a scherzare ...come se niente
fosse successo...
Nel giro di poche ore la mia vita si è ribaltata di nuovo; e
fatico a credere che ritorneremo -che ritornerò- a fare
scherzi a chiunque, a far dannare nostra madre, a prendere in giro
Percy e la sua ragazza sempre appiccicati, a vendere i prodotti nel
nostro negozio, a tormentare Ronnino...
L'unica cosa che sarà diversa è che non credo che
potrò mai più tormentare Hermione; o vederla solo
come un'amica di mio fratello.
O meglio, ritornare a tormentarla è sicuro: è nei
miei geni!
Ma non posso più mentire a me stesso.
C'è qualcosa di lei che mi attira e percuote il mio cuore,
pizzicandone delle corde che nessuna aveva anche solo vagamento
sfiorato.
Non è solo per... quello che ha fatto per me e Fred; ma
anche perchè mi sono accorto che, anche se non abbiamo mai
avuto un vero e proprio rapporto prima di questa storia, so molte cose
di lei, segno che, incosciamente, la osservavo e la osservo parecchio.
Mi sembra così familiare quel suo continuo rigirarsi le
punte dei capelli tra le dita, che so che fa quando è in
imbarazzo; quel suo accarezzarsi le tempie quando pensa o si sforza di
ricordare qualcosa; quel suo acuire la voce quando risponde a qualche
frecciatina maliziosa di me e Fred.
E poi... quel sorriso... quel sorriso sincero e disarmante che, prima
d'ora, non aveva mai rivolto verso di me, mi tramortisce e sminuzza le
mie facoltà mentali in modo irrecuperabile.
Per questo non mi sto intromettendo nella loro conversazione; temo
che... questo qualcosa che sento per lei, o meglio, che sto cominciando
a sentire, accresca.
Sicuramente non è amore; sarebbe troppo presto, troppo
inaspettato.
Ma qualcosa c'è e non posso negarlo.
-George! George!-
Cavolo! Perso in questi pensieri non mi sono accorto che la diretta
interessata mi sta chiamando da non so quanto tempo.
-Ehm, scusa Herm. Dimmi tutto- rispondo ostentando una sicurezza che
non ho.
- Ti abbiamo chiesto perchè... sei così
silenzioso.- fa lei con una nota d'apprensione nella voce.
-Già fratello... cos'hai?- aggiunge Fred.
Che cosa posso rispondere?
Che devo ancora smaltire la paura della solitudine provata in questi
mesi? Che sto pensando a quanto sono felice e a quanto io abbia paura
di perdere questa sensazione, tanto che ho persino timore di
manifestarla affinchè non venga scalfita?
Che la mano di Hermione che accarezza la mia è delicata e
che vorrei stringerla per sempre?
Aspetta; cosa?
Mano?
Hermione?
Guardo la mia mano e, di fatti, è proprio così:
Hermione mi sta guardando preoccupata, mentre mi accarezza piano.
Sicuramente si starà chiedendo se sono normale.
Non posso mostrarmi così debole.
Non posso mostrare questa mia guerra di sentimenti... di sensazioni;
non posso crollare ancora.
In quattro mesi sono crollato ogni giorno.
Non posso permettermelo di nuovo; meglio smorzare quest'atmosfera tesa
con una battuta:
- Sto pensando che mamma potrebbe rimandarti tre spanne sotto
terra quando ti vedrà Freddie- dico scoppiando a ridere.
Dio che bravo attore che sono.
Nessuno saprà mai chi è il vero George Weasley.
Non darò mai ascolto a questa voce che sento urlare
all'altezza del mio petto; la voce del cuore.
Molte volte l'ho ascoltata, quando mi consigliava di essere
solare con tutti, di ridere sempre, di mettermi sempre in gioco, di
essere sempre forte e lasciare la debolezza agli altri.
Alla fine il darle ascolto mi ha fatto un male assurdo; facendomi
trovare, davanti, un vuoto che ho rischiato di non colmare mai
più, quel 2 maggio.
Un vuoto che ho paura di rivivere.
Non posso darle ascolto: finirei in pezzi ancora.
- Merlino! Mamma! Mi ero quasi dimenticato che ,dopo Draco, dovremo
andare anche da lei!
Sicuramente prima sverrà, si riprenderà, mi
rimprovererà per essermene andato, chiederà
spiegazioni e poi sverrà un'altra volta!- dice Fred,
sbiancato all'improvviso, sotto lo sguardo divertito di Hermione.
Tiro un sospiro di sollievo; per lo meno mio fratello ha creduto alla
mia scusa!
Stessa cosa non posso dire della ragazza affianco a me; infatti mi ha
lanciato uno sguardo strano; uno sguardo di un colore più
scuro dei suoi occhi.
Come se sapesse che stavo mentendo.
Come se conoscesse le mille preoccupazioni e pensieri che mi
attanagliano.
-Guardate!- esclama Fred, catturando la nostra attenzione - Draco
è arrivato!-
Io e Hermione ci voltiamo contemporaneamente, giusto in tempo per
vedere la solita chioma bionda del ragazzo sparire velocemente, dietro
la porta della casa.
Ci alziamo di scatto e ci dirigiamo al portone verde e semplice, che
nessuno mai noterebbe in questa strada così ampia e
trafficata; piena di case che si ergono imponenti e altezzose.
Questa casa non spiccherebbe mai.
Hermione schiaccia uno strano tasto mentre ci dice di aspettare.
Attendiamo uno, due,tre secondi e, all'improvviso, la voce di Draco
spunta da non so dove, facendo sobbalzare sia me che Fred.
Hermione ride di gusto davanti alle nostre facce impaurite e poi ci
spiega la funzione di quello strano bottoncino che,a quanto ho capito,
dovrebbe chiamarsi Capanello.
Capanello sì! Proprio così!
Ah, questi babbani! Si sono saputi arrangiare bene nonostante siano
quel che siano.
La porta si apre con uno scatto e la richiudiamo alle nostre spalle,
vedendo, davanti a noi, un corridoio buio e lungo, affiancato da una
rampa di scale in un legno.
Le pareti sono color tenebre, segno di quanto anche la vita di Draco
sia buia.
Allora Hermione e Silente avevano ragione!
Draco è davvero cambiato.
Draco sta cercando davvero di perdonarsi, rinchiudendosi in solitudine
come fosse un eremita.
Come se sentisse in colpa nei confronti del mondo.
Tutto ad un tratto, il mio scetticismo riguardo a questo ragazzo
scompare, rimpiazzato dalla consapevolezza di quanto gli devo.
La mia opinione su di lui cambia proprio così; davanti a
delle pareti spoglie, a delle foto solitarie di un Draco che ci guarda
con uno sguardo stanco.
Di rimorso.
Che sa di passato.
Che vuole punirsi.
E so che ,appena lo vedrò, lo abbraccerò come si
abbraccia un amico.
Come altro potei definire qualcuno che mi ha ridato una parte di me?
Sento Hermione prendermi per mano; la guardo confuso ma allo stesso
tempo emozionato:
-Vieni- mi dice- Ti porto nella sua stanza-
Noto l'assenza di Fred; deve essere già salito.
Stringo la mano di Hermione che, sicura, mi guida tra le tenebre,
morbida e calda, proprio come il suo cuore.
"O suvvia George! Ma cosa vai a pensare?
Ti stai davvero innamorando di Hermione?
Tieni a lei davvero così tanto da fare pensieri di questo
genere?
Quando mai li hai fatti nei confronti di un'altra ragazza?"- dice,
incredula, una vocina dentro di me.
Dovrebbe essere la voce della ragione, questa.
Mi sembra troppo paradossale; eppure, subito dopo questa vocina, ne
sento un'altra.
La stessa vocina di prima, all'altezza del petto, che io identifico con
quella del cuore; quella voce che non voglio più ascoltare e
che mi sta dicendo:
-George, tu sai quello che provi. Ma vuoi reprimerlo. Hai solo paura.
Hai solo paura della mancanza dell'amore.
Avevi perso tuo fratello e tu AMI tuo fratello; avevi perso la risata e
tu AMI ridere. Ora stai cominciando ad amare Hermione.
Hai paura di perdere anche questo.
L'Amore è una forza che fa sentire Vivi.
E tu... tu hai paura di essere un morto che vive.
E sai che ho ragione; nessuno conosce meglio i sentimenti di una
persona quanto il suo cuore.-
Merlino.
Ha dannatamente ragione.
Ma ora sono troppo stanco, troppo destabilizzato dal ribaltamento degli
eventi; mi concentro solo su Hermione che mi ha condotto davanti ad una
porta.
Slaccia la sua mano dalla mia per bussare.
La voce di Draco Malfoy risuona limpida al suo:
-Avanti!-
Spingo la porta e, senza pensarci, vado ad abbracciare il mio nuovo
amico.
-Grazie- dico.
E dico solo questo.
Solo una parola per esprimere il millesimo di quella che è
la mia gratitudine verso di lui.
Mi giro e ringrazio anche Hermione.
Di nuovo.
Draco annuisce sorridendo, mentre mi dà delle pacche sulla
spalla.
Come se... le controversie tra di noi non fossero mai esistite.
E gliene sono grato.
Non mi va di parlare del passato: abbiamo un presente per
viverlo, no?
Il mio amico ci invita a prendere un the davanti a un tavolino
circolare.
La stanza è luminosa; del tutto in contrasto con il resto
dei corridoi e delle stanze che io ed Hermione abbiamo attraversato.
Segno che questa è la stanza più vissuta.
Lo si può appurare dal grande lampadario che troneggia su di
noi e dalla grande finestra che si affaccia su un giardino dalla parte
opposta rispetto alla strada.
Per un po' sediamo qui su questo tavolo parlando di argomenti
futili.
Draco è veramente maturato molto e sono contento di sapere
che, sotto quella maschera da duro e menefreghista che ha
sempre indossato, ci sia invece un bel cuore.
Sono proprio curioso di sapere come ha vissuto lui tutta la situazione,
dalla guerra fino ad oggi; Silente ha detto che vuole perdonarsi.
Dopo Hermione e Fred, voglio essere il prossimo ad accoglierlo.
Mentre loro due sono impegnati a parlare di una possibile reazione di
tutto il mondo magico, alla scoperta della creazione di una nuova
pietra della resurrezione, prendo Draco in disparte.
-Allora Draco- dico -A te, invece? Come va la vita?
Lui mi guarda un attimo prima di sospirare e di rispondermi:
-Cerco di andare avanti George; come tutti.-
La sua voce, però, ha un che di amaro.
-Hermione mi ha riferito quello che Silente pensa di te. Sicuramente
l'ha detto anche a te.- ribatto io.
Lui annuisce:
- Si; è come dice Silente, infatti.
George... io... sono stato un mostro. Sottomesso
dalla paura, dall'autorità di mio padre, dal voler essere il
suo orgoglio.
E finendo con l'essere la mia stessa vergogna; a
tal punto che ,a volte, davvero, mi detesto profondamente.- la sua voce
trema-
Ho fatto tutte le scelte sbagliate, e so che, per certe cose, non ci
potrà essere perdono.-
- Perchè no?- rispondo io, sentendomi appesantito dal peso
delle parole del tutto sbagliate di Draco.
-Perchè sono stato un codardo. Non sono stato mai capace di
impormi. Non sono mai stato capace di essere FORTE.
Sempre preda della debolezza. Sempre nascondendomi dietro ad un ghigno,
mai ad un sorriso. A volte, avrei desiderato essere come te e Fred,
sempre sorridenti, così uniti... e io? Io chi avevo?
Nessuno; o meglio... avrei avuto qualcuno se mi fossi schierato dalla
parte giusta-
Lo fisso silenziosamente.
-Draco... magari... hai fatto delle scelte sbagliate in passato; ma sei
da ammirare lo stesso: volevi salvare la tua famiglia! Smettila di
rimproverarti! Hai salvato loro: non ti basta? Ti sei pentito; nessuno
ti ha più condannato: perchè lo fai tu allora?
Sei cambiato molto, Draco. Fallo vedere a tutti. Siamo pronti ad
accoglierti. Semmai avrai bisogno di compagnia, lascia questa casa
lugubre e vieni a stare da noi, vivi Draco. Ora che sei dalla parte
giusta puoi farlo senza rimpianti!- ribatto io, sorprendendomi delle
mie sagge parole.
Draco annuisce e mi poggia una mano sulla spalla:
- Grazie George.-dice
- E ricorda: tu non hai salvato solo i tuoi genitori; hai salvato anche
Fred,e di conseguenza me.Tu finalmente hai messo da parte
ogni pregiudizio, ogni stupida convinzione, dando ascolto al tuo cuore.
Tu non sei un debole- aggiungo, sapendo che è l'esatta
verità.
- E tu George?. mi chiede lui cogliendomi di sorpresa.
- Io cosa?-
-E tu? Tu, in questo momento, stai dando ascolto al tuo cuore?- mi fa
lui.
Apro la bocca; boccheggio e la richiudo.
Come fa a saperlo?
Come fa a sapere che ora sono io ad aver paura del seguire il mio
cuore?
Scuoto la testa e sorrido fintamente, rispondendo:
-Certo, Draco! Io sono sempre stato così come mi vedi.- rido.
Ma con lui non funziona fare l'attore.
Lo vedo da come mi guarda:
-Stai mentendo George- non è una domanda; è
un'affermazione- Sono un Legilimens; so quello che pensi.
Non fare il mio stesso sbaglio: non fuggire dai tuoi
sentimenti; continua a fare come hai sempre fatto, George,
dà ascolto alla voce del tuo cuore.
Lo guardo con gratitudine, ricacciando indietro le lacrime, sentendomi
all'improvviso libero da quel fardello di emozioni contrastanti che per
tutta la giornata ha guerreggiato dentro di me.
La mia vita ricomincia da qui.
Angolo Autrice:
Eccoci qui ^.^
Lo so che è un capitolo brutto e corto, ma non avevo molto
tempo e, a dirla tutta, non sapevo neanche se inserirlo.
Premetto che ho voluto dare un'impressione VOLUTAMENTE ''disordinata'',
per riflettere lo stato d'animo di George.
In questo capitolo, infati, abbiamo trovato un George davvero molto
confuso, di cui ho voluto approfondire l'introspezione e la reazione di
fronte al ritorno della sua vita PRIMA della morte del gemello.
Come ci sentiremmo noi se riportassero in vita il
nostro fratello gemello dopo quattro mesi di paura, solitudine e vuoto?
Come ci sentiremmo alla ribalta delle nostre vite da un momento
all'altro?
Io mi sentirei confusa come George che deve ancora REALIZZARE
pienamente il tutto, stanco com'è dallo stress emotivo del
dover tener conto di
tanti sentimenti contrastanti: amore e amicizia, paura e coraggio,
finzione e debolezza.
Alla fine ci riesce e spero di essere stata chiara nell'esprimerlo.
Il prossimo capitolo sarà un po' più di azione,
promesso.
Spero vi sia piaciuto (anche se io, come il precedente, detesto anche
questo)
Un bacione e al prossimo capitolo <3
|
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Capitolo 7 *** CUORE DI MADRE- IL MIO POSTO NEL MONDO. ***
capitolo 7
Eccomi qui con il settimo capitolo :)
Innanzitutto scusate se ci ho messo così tanto ad
aggiornare; ma sapete... maggio è maggio: interrogazioni,
ultimi compiti ,uno dopo l'altro, che non ti danno respiro eccetera
eccetera eccetera :')
Allora: su questo capitolo non ho molto da dire in realtà,
in un certo senso è uno dei miei preferiti.
Perchè? Beh perchè...
Scopritelo ^.^
Buona lettura ^-^
CUORE DI MADRE- IL MIO POSTO NEL MONDO.
POV FRED:
Usciamo dalla casa di Draco solo ora, che son le otto di sera.
Il venticello di settembre
mi scompiglia i capelli e mi rinfresca, facendomi sentire
meravigliosamente vivo.
Io, Hermione e George stiamo camminando, da circa dieci minuti, per il
centro di Londra, alla ricerca di un vicolo sicuro da cui poterci
smaterializzare.
Mentre loro due si guardano attentamente intorno, parlando di non so
cosa, io non faccio che guardare loro.
Beh... la gioia che ho provato nel tornare a vivere è niente
in confronto a quella che provo nel guardare mio fratello, ritornato a
vivere insieme a me.
E forse, anche di più.
Ricordo bene come, da lassù, gli imploravo di andare avanti,
come urlavo il suo nome, nella speranza che mi sentisse.
E ora sono qui.
E ora... SIAMO qui, di nuovo insieme, a mantenere quella promessa che
ci siamo fatti da bambini.
Guardo anche Hermione; e più la guardo, più mi
sembra di non averla mai guardata davvero.
Così... generosa, così... geniale,
così AMICA.
Mi chiedo come abbiamo potuto, io e George, considerarla solo l'amica
di nostro fratello,per la quale, il suddetto fratello, aveva
una cotta.
Mi sento, in un certo senso, davvero in colpa nei suoi confronti: sento
di doverla ringraziare, in qualche modo.
So di doverle tantissimo.
So quanto lei ha fatto per me; per me che l'ho sempre presa in giro,
facendole scherzi fastidiosi.
E so anche che, proprio per questo, non potrò mai
più vederla come l'ho vista in passato: ormai, per me,
è una sorella.
Al pari di Ginny.
Ovviamente, non mi son dimenticato di Draco.
Loro due... hanno sacrificato tanto per farci felici: tempo, energie...
e... persino loro stessi.
Non so se riuscirò mai a ringraziarli come si deve.
Forse... neanche mia madre riuscirebbe a rendere loro abbastanza merito.
A proposito di mia madre: è lì che stiamo andando.
Alla Tana.
A riportare in vita anche lei.
Eh già... anche lei, come George, è rimasta
distrutta dalla mia morte.
Anche lei va nella lista delle persone che Draco ed Hermione hanno
salvato.
Mi chiedo come reagirà.
Sento George che mi scuote il braccio:
-Fratello, questo è il vicolo: sei pronto? - mi chiede.
Io annuisco, a dir la verità, poco convinto; ma come si dice
in certi casi via il dito via il dolore. O era il dente?
Ah stupidi detti babbani! Non hanno senso!
Prima di afferrare la mano di George, pongo la stessa domanda a lui:
- E tu Georgie? Sei pronto?- questa domanda era d'obbligo.
Perchè, ovviamente, lui era quello messo più male
di tutti, dopo la mia morte.
Ogni singola persona che lo incontrava non poteva fare a meno di
abbracciarlo, battergli pacche sulla spalla, dirgli quanto gli
dispiaceva e bla, bla,bla; non sapendo, forse, che così
aumentavano solamente quel suo dolore pachidermico e indescrivibile.
Quando annuisce, George ha la mia stessa espressione poco convinta.
Nonostante questo, ci prendiamo tutti e tre per mano e ci
smaterializziamo.
Ed eccola.
Ecco la mia casa
Spicca tra le alte spighe di grano che, sotto la luce lunare,la
circondano scrosciando, producendo la stessa musica dell'acqua di una
fragorosa cascata.
Questo è il paradiso, per me.
Non posso fare a meno di guardarla attentamente, come se fosse la prima
volta: niente è cambiato di una virgola; è come
se stessi facendo una delle mie solite passeggiate serali.
La sera, difatti, è sempre stato il mio momento preferito
della giornata: stendersi sull'erba, a guardare le stelle,
così luminose, così numerose, in quel pezzo di
cielo sempre troppo nero.
Quel nero che ora è il riflesso di quello all'interno
dell'abitazione, fatta eccezione della luce solitaria in cucina.
Annuso perfino l'aria: sa tremendamente di vissuto. Di mio. Di tutti
loro.
Di tutte quelle persone che, probabilmente, in questo momento, si
stanno sforzando di andare avanti, senza sapere che ci è
stata donata una seconda opportunità.
Vedo Hermione e George che mi guardano interrogativamente:
evidentemente si stanno aspettando una mia mossa.
Senza neanche pensarci due volte, li accontento.
Mi accontento.
Mi dirigo verso la porta e busso, mentre loro si nascondono dietro il
muro.
Sento dei passi che si trascinano annoiati e delle voci attutite che
chiedono chi possa essere a quest'ora.
Sorrido divertito. Sincero.
É con il sorriso che voglio che mia madre mi ritrovi, dopo
quattro mesi da angelo.
É, difatti, proprio mamma ad aprire la porta; mi guarda
attentamente, sovrappensiero, ma non mi riconosce.
Tipico.
Benedetta donna... e dice di essere nostra madre?
Si limita solo ad abbracciarmi e a dire:
- Georgie caro, dove sei stato fino ad ora?- rido.
Merlino se rido, stringendomi ancor di più a lei.
Non mi rendo conto che sto anche piangendo fino a quando non sento
colare le lacrime sulle mie mani che, forti, stringono mia madre.
Lei, incredula, mi dice:
-George che è successo? Perchè piangi?
Perchè ridi? Non avrai combinato qualcosa, spero!- rido
ancora più forte, beandomi di questa mia sensazione di vita.
-Ma come, mamma: non mi riconosci?- chiedo staccandomi dall'abbraccio,
così da permetterle di guardarmi in viso.
Lei fa un'espressione incredula, di quelle che fanno le persone quando
sentono qualcuno prenderle in giro in maniera spudorata.
Poi questa sua espressione diventa pensierosa, e alla fine arrendevole:
-George, non sono scherzi da fare questi- mi rimprovera.
Allora, prima che se ne possa andare, le sfilo la bacchetta che tiene
nella tasca del grembiule ed esclamo:
-Expecto Patronum.-
Dalla bacchetta fuoriescono mille e più raggi argentati che,
intersecandosi, formano la mia bellissima iena. Regina della risata.
Mia madre cade in ginocchio e comincia a lacrimare, a piangere, a
urlare che non è possibile, che è solo un sogno.
Mi chino e la abbraccio; uno di quegli abbracci che trasmettono tutto
te stesso ad una persona.
Un abbraccio che il segno lo lascia sul cuore, non sul corpo; un
abbraccio vero!
Neanche mi accorgo che Hermione e George sono entrati e, con loro, sono
sopraggiunti all'ingresso gli altri componenti della mia famiglia.
Tutti, fatta eccezione per i primi due, ci guardano a bocca spalancata.
C'è chi urla, chi sbatte gli occhi più volte
ripetendo:- Non può essere!-
Ma mano a mano che Hermione e George spiegano che è tutto
vero, si aggiungono all'abbraccio mio e di mamma, che ora non
è più in piedi e mi sta quasi facendo soffocare,
inumidendomi tutto a causa delle lacrime.
Un abbraccio di famiglia, nel quale le lacrime di gioia di uno si
mescolano a quelle delle altre.
Ci siamo proprio tutti e io non posso fare a meno di pensare che il
paradiso in cui sono stato è un inferno, al confronto dello
stare con la mia famiglia, nella mia casa.
Questo è il mio posto in questo mondo. E anche nell'altro.
Sento Hermione dare voce ai pensieri di tutti, facendo ridere ognuno di
noi:
- Mi sa che dobbiamo spiegare un paio di cosette, Fred!|
POV MOLLY:
Siamo tutti qui a cenare alla Tana; ci sono mio marito Arthur, mio
figlio Charlie, che è tornato qui da noi per una breve
vacanza, Bill con Fleur, Percy, Ron, Ginny e Harry.
Mancano Hermione, George...e ....
''Basta Molly''- penso, mentre mando giù l'ennesimo
cucchiaio di minestrina.
''Devi andare avanti. Devi essere forte"; "Fred vuole questo''- mi dico
ancora.
Ma è dura. Ogni giorno che passa il sole che sorge,
più che infondermi speranza, mi getta ancor di
più nell'abisso.
Nessuno può capire il dolore sentimentale, mentale, persino
fisico che si prova quando si perde un figlio.
Solo il cuore di una madre può sapere cosa si prova.
Ed è qualcosa di struggente.
Ho sempre rimproverato Fred e George, considerandoli un po' troppo
immaturi, incapaci di essere seri; ma ora che, in un certo senso, li ho
persi entrambi- eh sì; perchè so bene che George,
anche se non vuole ammetterlo, se n'è andato con il
gemello- riconosco quanto mi manca il loro ridere e far ridere
sempre.
Non so cosa non darei per far tornare tutto alla normalità.
Per continuare questa vita, che ora non ha nessun Voldemort da temere,
insieme. Felici.
Continuo a mangiare meccanicamente, come un robot, nel brusio raro di
questa silenziosa cena di famiglia, troppo simile a quelle che
svolgiamo da quattro mesi a questa parte.
Sono quattro mesi che vedo mio figlio George raramente, in questi
momenti di unità familiare: so quanto gli faccia male vedere
il posto vuoto del fratello.
Tanto quanto fa male a me, che sono la loro madre, vedere tutti e due i
loro posti vuoti.
Anche Hermione non c'è quasi mai; mi chiedo cosa stia
combinando ultimamente: la vedo sempre più intima con
George e sono contenta che, almeno con qualcuno, mio figlio parli.
Con noi non lo fa; ma, d'altronde, come biasimarlo?
Lo trattiamo tutti come un morto vivente. Lei è l'unica, mi
sono resa conto, a trattarlo come sempre, forse facendolo sentire il
ragazzino di una volta.
Voglio molto bene a quella ragazza, che considero mia figlia; anche lei
fa parte della mia famiglia.
''Ah Fred, se solo fossi qui''- penso ancora. Questo pensiero che mi
rimbomba in testa da quattro mesi, che mi spezzetta il cuore e ne fa
coriandoli.
Una madre deve fronteggiare tante preoccupazioni, tanti dolori, tante
sofferenze, custodendo tutto dentro, non rivelando niente a nessuno, in
modo da essere forte per se stessa e per gli altri.
Il cuore di una madre è quello più forte di tutti.
Persino davanti alla morte di un figlio si impone di andare avanti.
Mi ridesto dai miei pensieri quando sento qualcuno bussare alla porta;
probabilmente sarà Hermione oppure George: mi alzo e vado ad
aprire.
George.
Gli sorrido felice che sia qui, e lo abbraccio di slancio, soffocandolo
come sempre.
Nessuno sa il perchè io abbracci così forte la
gente a cui voglio bene: un abbraccio è uno dei gesti che fa
sentire davvero la presenza di una persona.
Io voglio sentire attorno a me la presenza dei miei cari e
voglio fare sentire la mia a loro.
Ma capisco subito che qualcosa non va: George piange, ride, mi
abbraccia forte quasi quanto lo abbraccio io.
Il che è molto strano.
Chiedo cosa succede e mi viene data una risposta che mi fa irrigidire
all'istante:
-Ma come mamma, non mi riconosci?- cosa? cos'ha detto?
Che cosa vuole dire George con questa frase?
Ma poi... è George?
''Ma certo, Molly''- mi dico sovrappensiero. ''Fred è morto!
Accettalo una volta per tutte''- eppure.... quell'aria malandrina che
in George non vedo da quattro mesi...
No. Mi sto facendo castelli in aria.
Fred è morto. Il mio Fred, il mio amatissimo Fred,
è morto.
Rimprovero mio figlio:
-George, non sono scherzi da fare questi!-dico autoritaria.
Lui ride, ride ancora e, senza che io faccia in tempo a fermarlo, mi
sfila la bacchetta dalla tasca del grembiule ed esclama:
-Expecto Patronum-
Quello che mi si forma davanti è il Patronus di mio figlio
Fred. Una Iena.
Cado in ginocchio, piango, urlo, sento lui che mi abbraccia: VIVO.
Mio figlio è vivo: come può essere?
Sinceramente poco mi interessa in questo momento; sento le sue braccia
carezzarmi dolcemente.
Non mi importa più di nulla.
George ed Hermione compaiono sulla soglia e, poco dopo, sento anche le
urla degli altri.
Ma mano a mano che assimilano tutti la notizia, ci uniamo in un
abbraccio di famiglia.
Siamo di nuovo insieme.
Fred e George sono vivi.
Il mio cuore è rinato.
Angolo Autrice:
Bene. Ecco la fine del settimo capitolo.
Spero vi sia piaciuto.
Ringrazio come sempre tutti voi che mi seguite, che leggete la storia,
mettendola tra le preferite, seguite e da ricordare e, soprattutto,
ringrazio chi recensisce.
Siete una dose di autostima tesori <3
Un bacione, alla prossima <3
|
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Capitolo 8 *** Niente è come sembra. ***
capitolo 8
Ma Salve ^.^
Okay, non ammazzatemi per questo ritardo gigantesco; ho avuto un
mucchio di cose da fare: studiare, andare a letto alle tre di notte per
finire di studiare, respirare e... l'ho già detto studiare?
:')
Va bene, passiamo a cose serie!
Eccoci all'ottavo capitolo :) Ritorna il consueto POV di George (anche
se per poco, promesso ;)) e cominciano ad esserci
novità, su tutti i fronti :)
Cominciamo :)
Niente è mai come sembra.
Tutto è tornato alla normalità, qui alla Tana.
Da una settimana a questa parte, tutti noi, grazie al ritrovamento di
mio fratello, viviamo come se i nostri fantasmi del passato non fossero
mai esistiti.
Come se tutto cominciasse esattamente da qui, da questa sensazione di
calma e di vita; è tremendamente magnifico: non potrei
sperare di stare meglio.
Siamo tutti intorno al tavolo a fare colazione, eccetto Hermione e
Ginny che sono ancora in camera loro e mio padre che è a
lavoro.
Abbraccio tutti noi con lo sguardo e non posso fare a meno di pensare a
quanto questa sensazione di pace sia bella.
Non lo ammetterò mai a voce alta, ma.... amo la mia
famiglia.
Li amo tutti....
-FRED WEASLEY!- ecco l'urlo consueto di mia madre.
E addio a quella bellissima sensazione di pace. Tutti si zittiscono,
pronti ad assistere all'ennesima scenetta.
Succede tutte le mattine ormai.
Tra tre secondi esatti, mio fratello risponderà:
"Sì mamma? Dimmi pure"
3
2
1
-Sì, mamma? Dimmi pure- Risponde lui con la faccia di un
angelo che copre l'essenza di diavolo.
Prevedibile.
Sorrido divertito e mi perdo nei pensieri: va avanti così da
quando è tornato; ha ripreso a vivere più
attivamente di prima, a fare scherzi a tutti come se non ci fosse un
domani.
Mamma lo rimprovera prendendolo per le orecchie, lui dà
colpa a me e lei lo colpisce con un mestolo.
Eppure,nonostante i rimproveri, non posso fare a meno di
notare quanta felicità ci sia negli occhi di mia madre ogni
volta che lo guarda; indipendentemente da quel che Fred faccia.
I suoi occhi sono così vivi, così immortali, ora
che lui è qui: come se un pesante e spesso velo
nero sia stato spazzato via dal ritorno di Fred; chiari e limpidi come
un cielo senza nuvole.
-E perchè sarei stato io, sentiamo! Non potrebbe essere
stato George?- dice indicandomi con fare indignato.
Fratello degenere.
Non mi prendo neanche la briga di smentire, tanto mia madre sa
benissimo chi sia stato a combinare... qualsiasi cosa lui abbia fatto.
-Ah, George eh?- risponde mamma con scetticismo.
-Proprio lui!- ribatte convinto, prima di aprirsi in un sorriso.
Ma quel sorriso scompare in fretta, dopo il colpo di mestolo di mia
mamma.
- Ah e così è stato George!- dice, aggiungendosi,
una terza voce.
Quella di Hermione.
Una voce arrabbiata.
E se la voce arrabbiata è quella di Hermione Granger, non
prevedo nulla di buono.
Senza neanche aspettare la risposta di mia madre e di mio fratello, mi
corre incontro; l'espressione corrucciata e l'indice contro il mio
petto:
-GEORGE WEASLEY! PROVA DI NUOVO A METTERE NEL MIO LETTO DEI
VERMICOLI E POTRAI DIRE ADDIO ALL'UNICO ORECCHIO
CHE TI RIMANE!- mi urla contro; i nasi che quasi si sfiorano, i nostri
occhi ad un soffio d'aria di distanza...
Cavolo.... i suoi...sono....
Bellissimi!
"George, sei cotto"- dice la
mia vocina interiore
"Oh sta' zitta tu!
Vai a farti una bella vacanza"- rispondo
io.
"Oh ma dai;
ammettilo! In sua presenza a malapena riesci a formulare una frase! Che
tra l'altro non sempre è di senso compiuto!"
"Va' al diavolo"- sbotto.
"Dai,
perchè non lo ammetti? Sarebbe tutto più
semplice! Organizzi un piano, la seduci, lei si innamora e vissero
tutti felici e contenti!"
" Se non chiudi
quella boccaccia, te la chiudo io a suon di schiaffi!"- rispondo
tagliente.
Tagliente
perchè so che, in verità, la vocina ha ragione.
Sento
di star reprimendo qualsiasi cosa io provi per lei, per Hermione.
Sto
accumulando questo qualcosa. Ed esso cresce, cresce... e mi spinge a
guardarla, a consumarla quando lei non mi vede, a pensare a quanto
sarebbe bello accarezzarle quei capelli, o quel profilo di eterea
bellezza...
"Bel modo di
convincerti che ho torto!"- sogghigna
quella vocina.
"Ma non hai niente di
meglio da fare?"- domando
impaziente.
Cielo: ma sto davvero parlando con una vocina immaginaria?
Devo stare proprio male.
Credo che anche Hermione abbia capito che non sono dell'umore giusto;
continua a guardarmi, in silenzio, con quegli occhi caldi e magnetici
puntati nei miei.
-Hermione cara- interviene mia madre- non è stato George. Ma
questo qui- dice dando uno scappellotto leggero sulla nuca di Fred.
Hermione, alla vista dell'espressione di Fred, scoppia a ridere
fragorosamente; si gira verso di me e mi fa:
-Scusami tanto George- dice dandomi un abbraccio.
Un abbraccio sincero, affettuoso; ricambio, incerto sul da farsi,
appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
Proprio da lì, vedo mio fratello sogghignare.
Oh no.
Oh no. No. NO.
Quell'espressione.
La conosco.
E non mi piace per niente.
L'ha capito.
Ha capito tutto.
Bene.
Sono spacciato.
Mi stacco dall'abbraccio, incerto, e, mentre sto per dire ad Hermione
che non fa nulla, un sonoro CRACK, segno di una smaterializzazione, ci
fa sobbalzare tutti quanti.
Davanti a noi, nel nostro salotto, c'è Minerva McGranitt in
persona.
Non saprei definire le nostre epressioni al momento: è come
se avessimo visto Lucius Malfoy con le exstension viola e Voldemort con
una parrucca a dread ballare la salsa con dei gonnellini hawaiani.
Bella questa: Voldemort con una parrucca a dread! Devo ricordarmi di
segnarmela.
Comunque, fatto sta che la professoressa ci saluta sorridendo:
-Buongiorno ragazzi! Molly; è un piacere rivederti!-
Mia madre si avvicina e ricambia l'abbraccio della McGranitt.
Dopo una veloce carrellata di saluti a tutti noi, la Professoressa si
siede, pronta a dirci il perchè di questa visita.
Nessuno di noi ne ha la più pallida idea, per cui ci
mettiamo in ascolto attentamente.
Apre la bocca per parlare e comincia:
-Beh... io e gli altri professori abbiamo appena finito di rimettere in
sesto ogni centrimetro di Hogwarts. Fatica ardua, ma ben riuscita.
Abbiamo tenuto il castello chiuso fino ad ora, ma, anche se
è settembre inoltrato, riteniamo che sia il momento giusto
per riprendere le lezioni. E mi chiedevo... se tutti voi
vorreste ritornare a frequentare l'ultimo anno- conclude sorridendo.
Silenzio.
Tumbleweeds che rotolano. *
Altro silenzio.
Notizia in via di assorbimento.
È
Harry a prendere la parola, senza tentennamenti:
-Io ci sto, professoressa. Hogwarts è sempre la mia casa. E
se posso avere ancora del tempo da passarci... lo farò.
Sempre che a Ginny non dispiaccia... sa... per il matrimonio-
dice, guardando mia sorella.
-Non Harry. Non mi dispiace. Possiamo tranquillamente rimandarlo. Io
son d'accordo con te, amore. Hogwarts è la nostra casa.-
dice alzandosi e abbracciandolo.
Penso alle parole di Harry, e mi rendo conto che ha ragione.
Hogwarts è la sua casa. Hogwarts è la casa di
tutti noi.
Persino quella di me e Fred, anche se non siamo molto propensi a
studiare.
Abbiamo il negozio, ma abbiamo anche dei commessi che lo controllano
per contro nostro. Noi svolgiamo solo le pratiche finanziarie e
gestiamo le invenzioni.
Potrebbe sopravvivere per qualche mese senza di noi....
-Io sono con te, Harry- esclamano Hermione e Ron all'unisono, prima di
guardarsi increduli e di sorridersi.
-Anche noi- aggiungiamo in coro io e Fred.
Guardo la professoressa e per un momento potrei giurare di aver visto
una lacrima scenderle e solcarle il viso.
Se non fossi allergico a libri e professori, quasi sicuramente la
abbraccerei.
- Benissimo, allora.- dice lei -Le lezioni cominceranno la settimana
prossima, giusto per darvi il tempo di comprare ciò che vi
serve; questa è la lista per il settimo anno- conclude
cacciando da sotto il mantello un foglietto di pergamena.
-Allora... alla settimana prossima, professoressa- diciamo tutti
insieme.
-Alla settimana prossima- risponde lei
Prima di smaterializzarsi, si avvicina a Fred e, guardandolo, dice:
-Sono contenta che sei qui tra noi, Fred. Ed Hermione, quello che hai
fatto è solo uno dei tanti motivi per cui sarai Caposcuola-
esclama, girandosi a guardare Hermione negli occhi.
Lei e Fred guardano sorridendo la donna che, avendo concluso
ciò per cui era venuta, si smaterializza.
Di nuovo tutti ad Hogwarts.
Tutti insieme.
Come ai vecchi tempi.
Come se niente fosse mai cambiato.
Abbraccio Fred ed Hermione; giusto per far capire loro cosa mi passa
per la testa in questo momento;son felice.
Dannatamente felice.
E questa felicità dipende da loro.
Dipende da tutti i miei amici.
Dopo un abbraccio collettivo, esclamo:
-Dobbiamo avvisare Draco-
-Draco? Draco Malfoy?- dice, inserendosi, Ron, sbigottito. - Scusa e
perchè dovreste avvisare Malfoysonounmangiamorte?- chiede
stizzito.
Porca Umbridge! Me ne ero dimenticato!
Avevamo deciso, io, Fred ed Hermione, di non dire niente di Draco.
Sapevamo che non ci avrebbero creduto neanche se avessimo bevuto del
Veritaserum sotto i loro occhi.
-Infatti George, cosa c'entra Malfoy?- intervengono Harry, Ginny e
mamma.
Maledetto me e la mia bocca.
E ora?
Come faremo a spiegare loro che niente è come sembra?
Mi giro, guardando speranzoso Fred, che boccheggia tra la
preoccupazione e il nervoso, ed Hermione che sembra immersa nei suoi
pensieri.
Pur sembrando lontana, è lei a prendere la parola:
-Ragazzi... è venuto il momento di raccontarvi... tutta la
verità. Quello che è successo davvero, in modo
completo. Senza censure.-
Gli altri la guardano confusi.
Spero capiscano.
Spero che lo accettino.
Spero che accettino che tutti noi possiamo sbagliare, pentirci,
ritornare sulla giusta via.
Spero che capiscano che fare scelte sbagliate non voglia dire
necessariamente essere cattive persone, o di esserlo per sempre.
Spero che capiscano; che capiscano che non eravamo i soli a dover
proteggere le cose che amavamo; che anche Draco aveva una famiglia da
proteggere.
Spero che siano pronti ad accogliere il nostro amico.
Che si rendano conto che Fred non sarebbe qui, se non fosse stato ANCHE
per lui.
Capiranno, vero? VERO?
Angolo Autrice:
Eccomi qui :)
Comincio con una precisazione:
*i tumbleweeds sono quei cespugli secchi che di solito, nei
cartoni animati, si vedono rotolare quando c'è un luogo
deserto, o quando c'è troppo silenzio.
Detto questo, voglio precisare che questo è stato uno dei
capitoli che mi è piaciuto scrivere di più.
La storia comincia a prendere forma, a diventare seria.
E spero che vi sia piaciuta, fino ad ora.
Ringrazio tutti voi che con le vostre recensioni mi aiutate ad andare
avanti; ringrazio chi l'ha messa tra le preferite, seguite, da
ricordate: aumentate sempre di più e ..... niente vi adoro!
E spero di non deludervi!
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Capitolo 9 *** IO SONO QUEL CHE SONO, MA NON SONO QUEL CHE ERO. ***
capitolo99
Ma Salveeeee <3
Okay, lo so che siete spaventate e probabilmente penserete che la fine
del mondo è vicina, dato che ho aggiornato in
così poco
tempo :') eppure, è vero; credeteci.
Io, fred_mione98, ho aggiornato dopo solo due giorni. Stento a crederci
pure io :')
Ma passiamo alle cose serie: questa volta voglio cominciare
ringraziando tutti coloro che mi seguono, che mettono la storia tra le
preferite, tra quelle da ricordare, coloro che mi hanno messa tra gli
autori preferiti, coloro che mi supportano tramite messaggi privati e,
soprattutto, coloro che recensiscono, spronandomi, così,
a
migliorarmi.
Un ringraziamento speciale a tutte voi <3
Tornando alla storia, eccoci qui al nono capitolo.
Anche questo è un capitolo di cui, personalmente parlando,
vado fiera. Troveremo ben quattro POV: Il primo di Draco, il secondo di
George, il terzo di Draco e il quarto di Fred.
Spero vi piaccia.
Un bacione a tutte, e buona lettura <3
IO SONO QUEL CHE SONO,MA NON SONO QUEL CHE ERO.
POV DRACO.
Non posso crederci: la McGranitt è qui, di fronte a me, a
chiedermi di tornare a Hogwarts.
Il quadro di Silente deve averla informata di ciò che
è
successo, e lei...deve aver pensato che, forse, tornare lì
mi
farebbe bene.
La guardo cercando delle risposte nel suo sguardo, del disgusto per
quel che ho fatto in passato; ma più la osservo
più colgo degli stralci di quel che mi sembra....
orgoglio.
Verso di Me.
Forse è questa sensazione che mi trasmettono i suoi occhi, i
suoi lineamenti morbidi come se fosse una madre fiera del proprio
figlio, a spingermi a rispondere di sì.
Dopo una pausa di silenzio, lei esclama:
-Sono contenta che verrai, Draco- mi dice, scrutandomi.
E, in effetti, i suoi occhi sono sereni, sollevati dal peso di una
risposta negativa.
-Ero preoccupata, lo ammetto; preoccupata del fatto che tu potessi
continuare a punirti per sempre.- continua.
La guardo confuso: chissà come fa a saperlo...
-Non sei l'unico Legilimens, Draco- ride, dandomi un buffetto sulla
spalla.
"Ah ora è tutto chiaro", penso, unendomi alla sua risata.
-Comunque- continua lei dopo un po' - Vedo quello che
senti dentro. Ti senti ancora un
mostro; credi che alcune vite innocenti siano andate perse per causa
tua.- mi guarda con fare rassegnato, prima di aggiungere:- Non
è
così. Ti sei solo schierato dalla parte sbagliata, per un
motivo
giusto: proteggere la tua famiglia. Per quanto mi costi ammetterlo,
sono i tuoi genitori i colpevoli Draco.
Non tu.- fa una pausa, guardandomi, con una punta di amarezza, da sopra
gli occhiali.
Sappiamo bene entrambi che i miei sentimenti sono davvero questi; con
l' unica differenza che io mi sento un colpevole e lei,
invece, non è d'accordo.
Sorrido rispondendo con altrettanta sincerità:
-Ho trovato degli Amici, professoressa. Amici veri che mi hanno
perdonato senza indugi. Se lo hanno fatto loro, se lo ha fatto Lei,
allora forse è ora che lo faccia anch'io.-
Lei annuisce e noto che un'ombra veloce le trapassa lo sguardo: ancora
una volta, orgoglio.
- Ora devo andare, Draco. Sono in ritardo per una riunione. Mi ha fatto
piacere ritrovarti.- dice, alzandosi dal divanetto del mio soggiorno,
pronta a smaterializzarsi.
Prima di farlo, però, mi poggia una mano sulla spalla,
dandomi la certezza di quel che io avevo solo immaginato:
-Sono orgogliosa di te.- e, sorridendomi un'ultima volta, lascia la mia
casa.
Resto qui, davanti al divano, ancora in piedi; sorrido ripensando a
questa visita e alle parole della professoressa:
"Mi ha fatto piacere ritrovarti".
Non si riferiva all' avermi ritrovato
come si ritrova un conoscente dopo tanto tempo che non ci si vede; no!
Si riferiva all'avermi ritrovato come si ritrova qualcuno che aveva
smarrito se stesso.
A qualcuno che si era perso per strada.
Mentre continuo a sorridere, sento il rumore di un'altra
smaterializzazione al piano di sotto.
Corro velocemente in cucina, rimanendo sorpreso nel trovarmi davanti
Fred.
Da quando siamo amici, lui, George ed Hermione mi vengono a trovare
spesso; ma capisco subito che, oggi, qualcosa non va: il suo sguardo
trabocca di preoccupazione. E non poca.
-Fred! Che cosa succede? Stai bene?- domando un po' agitato.
-Beh, sono un po' preoccupato, a dire il vero- è palesemente
nervoso.
Si rigira i pollici con lo sguardo basso.
-Hai intenzione di dirmi quel che succede o devo indovinare?- gli
chiedo sorridendo, per alleggerire un po' l'atmosfera.
-Ora ti spiego, giuro. Ma, per prima cosa, prometti di rimanere calmo;
e, secondo, semmai ti venisse voglia di schiantare qualcuno, fa che...
fa che non sia io-dice mentre mi guarda a metà tra il
divertito e il serio.
Per Merlino, dovrei segnarmi questo giorno: Fred Weasley serio.
-Prometto, prometto. Ma ora parla o rischierai di mandarmi in paranoia!-
-Ecco.....
Georgesièlasciatosfuggiredavantiatuttiditeeoravoglionodellespiegazioni-
dice tutto d'un fiato.
Mi copro il viso con una mano, scuotendo la testa:
-Fred?-
-Si?- risponde .
-Tu sai che non ho capito nulla di quel che hai detto, vero?-
Lui sbuffa e mi spiega meglio:
-Allora... una mezz'oretta fa è venuta la McGranitt da noi a
chiederci se volevamo tornare ad Hogwarts.- ricomincia .
-Davvero? Lo ha chiesto anche a me!- dico sorridendo, prima di
lasciarlo continuare.
-Beh... dopo che abbiamo accettato, George si è lasciato
sfuggire che dovevamo avvisarti e tutti si sono insospettiti. Hanno
chiesto cosa c'entrassi tu; vogliono delle spiegazioni.- si interrompe,
guardando la mia reazione attentamente.
Deglutisco.
Un senso di vergogna torna ad impossessarsi di me.
Nonostante il perdono ricevuto da alcune persone, mi rendo conto di non
essere affatto pronto per affrontare Harry, Ron, Molly... soprattutto
sapendo quel che io rappresento per loro: una minaccia, un mostro.
-Devo...?-
-Ecco... abbiamo pensato che.... fosse meglio concludere questa
faccenda una volta per tutte.- dice lui parlando in modo sicuro.
Come se la debolezza di un attimo prima non l'avesse neanche mai
sfiorato.
-Non mi accetteranno.- esclamo con voce piatta.
-Proviamoci, almeno- ribatte lui.
Lascio vagare il mio sguardo per tutta la stanza, alla ricerca di
coraggio.
Ma solo quando Fred dice che potrò contare su
lui, George e Hermione, capisco che il coraggio lo
posso trovare nella certezza che i miei amici non mi abbandoneranno.
Qualunque sia il giudizio degli altri.
Questo è il conforto dell'amicizia: si presta senza riserve.
Senza giudizi. Senza influenze. Senza esitazioni.
Questo è quello che mi porta ad annuire verso il mio amico e
a dire:
-Va bene. Andiamo.-
E, con un'ultima pacca sulla spalla, ci smaterializziamo.
POV GEORGE
Ma dove si sarà andato a cacciare Fred?
Io e Hermione siamo qui, seduti davanti alla nostra famiglia, in attesa
che lui torni con Draco, da quasi un quarto d'ora.
Tutti gli altri ci stanno guardando in preda alla confusione e alla
delusione.
Un brivido mi attraversa la schiena; sono quasi sicuro che mia madre
capirà... ma ho paura di come la prenderanno Harry e Ron.
Guardo Hermione. Lei, invece, sembra possedere una strana calma: sta
guardando un punto indefinito nella stanza, non lasciando trasparire
neanche un'emozione.
Quanto vorrei sapere cosa le passa per la testa...
Finalmente sento un Crack fuori, nel giardino, e, con la coda
nell'occhio, riesco a vedere mio fratello e Draco che si avvicinano
alla porta.
In neanche un minuto, entrambi sono in salotto.
Tutti, nel vedere Draco, hanno reazioni differenti, ma per lo
più sono diffidenti, affamati di chiarimenti.
-Hermione- le dico -cominci tu?-
Lei apre la bocca per parlare, ma Draco la anticipa dicendo:
-No George; è un problema mio. Parlo io.
-Va bene- esclamiamo io, Fred e Hermione all'unisono, facendogli cenno
di sedersi.
Lui annuisce e si accomoda accanto a me.
Comincia a raccontare; a raccontare come lui abbia vissuto la guerra:
guardare parenti morire perchè avevano fatto scelte
sbagliate, la paura di essere il prossimo, la responsabilità
che si sentiva addosso per il proteggere la famiglia, il marchio nero
inciso sulla pelle contro la sua volontà, i ricatti, gli
inganni, i tradimenti, la convenienza, gli ordini di uccidere, il senso
di colpa, i quattro mesi con Hermione, gli esperimenti, la voglia di
ricominciare da capo. Di essere perdonato, di perdonarsi.
Merlino solo sa quanto peso quel ragazzo si sia tenuto dentro fin
ora.
Infatti, appena finisce di parlare, vedo che sospira di sollievo; come
se si fosse liberato di un macigno enorme che schiacciava il suo cuore.
Mi giro verso la mia famiglia, in attesa di una reazione.
POV DRACO
Sono nel salotto di casa Weasley; la famiglia che, insieme a mio padre,
ho sempre ridicolizzato.
E sono qui a chiedere perdono dinanzi a tutti loro, che mi guardano
dall'alto della loro giusta diffidenza nei miei confronti.
George mi invita a sedermi, a parlare. Così lo faccio.
Per la prima volta racconto veramente, veramente tutto:
-Non sono qua per cercare di giustificarmi; so di aver fatto cose che
non possono essere semplicemente accantonate, come se non fossero mai
esistite.
Sono qui per cercare di farvi capire il perchè di quelle
scelte tanto sbagliate.-
Silenzio. Per cui continuo:
- Se da quelle scelte ne avesse dipeso solo ed esclusivamene la mia
incolumità, non le avrei mai fatte.
Purtroppo io ero una sorta di secondo prescelto; l'erede di mio padre e
di mia madre. Dovevo mandare avanti quel gioco che loro avevano
cominciato; un gioco che è sfociato in guerra. In morte. Ero
una pedina. Il gioco non lo comandavo io.
Voi direte che non è così; la vita era mia, avrei
potuto ribellarmi; ma voi vi sareste mai ribellati se, dal vostro
comportamento, sarebbe dipesa la vita di chi ami?
Voi cosa avreste fatto, se foste stati costretti a vedere i vostri
genitori torturati dalla mattina alla sera, sol perchè erano
troppo deboli per fare qualcosa, troppo esausti? Cosa avreste fatto nel
vedere che chi ti ha donato la vita stava rischiando di perderla?
Anche io ho provato amore. Sono un umano.
Avevo una famiglia. Amavo e amo tutt'ora, nonostante tutto, i miei
genitori e ammetto che, in tutta questa storia, è
l'unica cosa di cui vado davvero fiero.
Dovevo proteggerli. A qualsiasi costo. In fondo, anche loro si erano
schierati dalla parte più pericolosa per evitare che mi
uccidessero.
Ma ci sono tante cose dietro che non sapete di me.
Ho sempre finto di essere uno dei cattivi e di andarne fiero.
Ho sempre finto di DESIDERARE tutto quello.
Ma non era così. Il marchio sul mio braccio è
stato impresso con la forza, mentre due bacchette erano puntate contro
le tempie di mio padre e di mia madre.
Voi avreste rifiutato?
E se aveste solo la vaga idea di tutti gli inganni, i ricatti a cui sia
loro, sia io, siamo stati sottoposti, credo che ora non mi guardareste
così.
Anche io quando mi guardavo e guardo allo specchio mi rivolgo gli
stessi sguardi disgustati che mi state rivolgendo voi ora; l'ho fatto
durante tutto questo tempo, sin da quando questa storia è
cominciata.
Ma so anche che non ho mai voluto che succedesse ciò che
è successo; che se anche mi fossi ribellato, la guerra
sarebbe scoppiata comunque; quindi tanto valeva proteggere le persone
che amavo.
Nonostante questo motivo, l'amore, mi sento un tremendo codardo;
perchè se ne avessi parlato con Silente sicuramente mi
avrebbe aiutato.
Eppure non l'ho fatto.
Avevo paura. Mi sorvegliavano, mi tormentavano, mi pressavano.
Non potevo fare neanche un respiro senza il loro consenso.
Almeno voi avevate il conforto degli amici. Potevate parlare.
Con questo non sto dicendo che io ero messo peggio di voi; vi sto solo
dicendo che fare scelte sbagliate non vuol dire essere necessariamente
cattivi. Che io sono come mi sto mostrando ora, non come mi mostravo
allora.
Sono questo; sono sempre stato così. Solo che non avevo
nessuno a cui dirlo; perchè ero terribilmente solo.
COSTRETTO a stare solo.
E, così, quando Hermione è venuta a trovarmi, a
raccontarmi tutto, decisi che potevo ricominciare da lei, scusandomi
per ogni sbaglio, per ogni insulto, promettendole di impegnarmi nel
riportare Fred in vita, giurando che ci sarei riuscito.
Ed è quello che è successo. Loro tre mi hanno
perdonato e la loro amicizia mi sta portando a perdonarmi anche da
solo. - respiro profondamente.
Sento quello spirito opprimente, che imprigionava il mio cuore, uscire
fuori dal mio corpo insieme a quel respiro.
Non ricordo di essere mai stato meglio di così.
Mi guardo attorno, soffermandomi su ognuno di loro.
Fred e George mi guardano con un'espressione di preoccupazione e
comprensione.
Hermione lascia che le lacrime le colino sul viso, non preoccupandosi
neanche di contenerle.
Ginny mi guarda come se stesse pensando a qualcosa e...
Non faccio in tempo a voltarmi verso Harry e Ron che la signora Weasley
mi strangola in un abbraccio caloroso. Che sa di affetto. Di perdono.
Molly dice solamente: -tu hai salvato anche mio figlio- e comincia a
piangere, grata.
Ricambio quest'abbraccio che, per me, vale più di mille
parole.
Quando Molly si stacca vengo travolto da Hermione, Fred e George, i
miei primi veri amici, che mi sussurrano che d'ora in poi
andrà tutto bene.
Quando anche loro mi lasciano andare, vedo Harry guardare Ginny e
venire verso di me.
-Non nasconderò che mi ci vorrà del tempo
per metabolizzare il tutto...- inizia- ma anche io, per la mia
famiglia, se fossi stato al tuo posto, avrei fatto la stessa cosa. Per
cui... ti capisco. Capisco che a volte bisogna pensare più a
ciò che si ama che a ciò che è giusto.
In fondo è giusto proteggere ciò che si ama. Sono
cose legate, no? Ti perdono anche io- dice porgendomi una mano, in
attesa di essere stretta. Ginny annuisce da dietro le sue spalle.
Al diavolo; mi alzo, scanso la mano e lo abbraccio. Lo abbraccio come
si abbraccia un amico. Come si abbraccia un fratello.
Sento lui ricambiare e comincio a piangere, a piangere, a piangere.
E piango ancora mentre anche Ginny mi abbraccia.
Cerco di contenermi solo davanti a Ron, che ancora mi guarda con un
pizzico di diffidenza.
-Io ho... bisogno di un po' di tempo. Scusami.- dice; ma sorride,
lasciandomi intuire che ,la sua, non è cattiveria. Non
è rabbia. La sua è solo sorpresa.
Annuisco facendogli intendere che va bene.
Sorride e, dopo avermi dato una pacca sulla spalla, esce dalla stanza.
Dopo una mezz'oretta, passata tra risate e chiacchiere, decido che
è ora di andare.
Sento il bisogno di andare a trovare i miei genitori ad Azkaban, di
riferire loro tutto.
Dire che, finalmente, sono felice.
Saluto tutti calorosamente e mi smaterializzo.
POV FRED
Draco si è appena smaterializzato.
Non potrei essere più felice per lui. Tutto è
andato bene.
Ora, però, viene la parte difficile: affrontare George.
So bene che ha capito che so tutto su quel che lui prova per Hermione,
intendo.
Lui è intento a cambiarsi, quando entro nella nostra stanza
e gli ordino:
-Okay Georgie caro.Ora che siamo soli, è bene che tu mi dica
tutto.
Lui mi guarda confuso.
Una confusione che viene subito rimpiazzata da un' espressione
preoccupata.
-Cosa dovrei dirti, scusa?- mi fa.
-Andiamo Georgie! Non costringermi ad imitare le tue condizioni quando
vedi Hermione. Si vede lontano un miglio che provi qualcosa per lei-
dico ammiccando.
-Imitare le mie condizioni? Che intendi?- mi chiede.
-Oh, ma sei serio? Quando la incontri non fai che guardarla, pendi
dalle sue labbra e non riesci a mettere due parole in fila. Andiamo,
sono il tuo gemello; e sinceramente mi reputo anche molto offeso dal
fatto che tu non mi abbia detto niente!- ribatto.
-Uno: io non mi comporto così in sua presenza; due: non ti
potevo dire niente perchè non lo sapevo neanche io. Mi ci
è voluto un po' per capire cosa fosse quella sensazione che
mi colpiva allo stomaco quando la guardavo. Volevo esserne sicuro.
-Quindi lo ammetti? Ammetti che la ami?-chiedo divertito.
Silenzio.
-Amare è un termine grosso.- dice dopo un po'- Direi che
affascinare, piacere possono andar bene.
In questi quattro mesi ho imparato a conoscerla più di
quanto non l'abbia fatto in sette anni.
Mi ha affascinato; guarda quanto ha fatto per me! Per te! Anche per
Draco!
Nessuno di noi tre sarebbe qui, senza.
Lei mi piace; mi piace per tutto quello che ha fatto, per come si
è messa in gioco senza chiedere nulla in cambio,
sacrificando il suo tempo, la sua storia con Ron, per qualcosa che non
era obbligata a fare.
Mi affascina il modo in cui si arrabbia quando la prendiamo in giro, il
modo in cui ci tiene testa, quando se noi diciamo bianco lei deve dire
nero.
Mi piace.
Non so di che portata sia questo piacere o se è amore; non
dico che non lo sia: dico solo che non lo so.
Sarebbe la prima volta, lo sai. Non so riconoscerlo. Devo scoprirlo
vivendo.- conclude sospirando.
Lo guardo con un'espressione seria, prima di dire:
-Lo sai che io sono con te, vero?-
-Sì, fratello- risponde sorridendomi..
-Hai intenzione di fare qualcosa con lei?-
-Oh, puoi giurarci,Freddie. Sto solo aspettando di tornare ad Hogwarts-
risponde con un ghigno che la dice lunga.
Scoppio a ridere, battendogli il cinque.
-Finalmente sei tornato in te, fratello! Era ora!- scherzo- Comunque
adesso, scusami, ma vado a farmi una doccia.-
E, continuando a sorridere, esco fuori dalla stanza.
"Ah Georgie... fratello mio; quando vuoi sai essere proprio ingenuo!"
penso mentre percorro il corridoio.
"Credi davvero che ti lascerò aspettare il ritorno a
Hogwarts per far sì che tu ti dia una mossa? La sfida
comincia già da oggi, fratello mio!".
Angolo Autrice
Eccomi qui!
Allora che ne dite?
Capitolo intenso eh? :)
Spero vi sia piaciuto; personalmente a me piace.
Ringrazio chi è arrivato fin qui, dimostrando di avere tanta,
ma tanta pazienza. Vi adoro <3
Un bacione <3
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Capitolo 10 *** Io ci sono. Per me, tu fai la differenza. ***
cap. 10
Ma salve tesori cari <3
Ecco il decimo capitolo.
Innanzitutto volevo fare un paio di precisazioni importanti:
- Dalla chiacchierata tra George e Fred sono passati due giorni, nei
quali non ci sono stati eventi significati in quanto mamma Molly ha
costretto tutti i ragazzi ad andare e venire da Diagon Alley per il
materiale scolastico. In poche parole, in questo capitolo è
mercoledì sera e mancano pochi giorni alla partenza
per Hogwarts che sarà di Lunedì;
-Da oggi in poi, non so con che frequenza riuscirò ad
aggiornare; la settimana sarà pesante, ma
cercherò di essere il più equilibrata possibile;
-Come sempre, voglio ringraziare calorosamente tutti coloro che mi
seguono, mettono la storia tra le preferite/seguite/da ricordare (state
aumentando sempre di più <3), chi mi ha messo tra gli
autori preferiti, e un bacione enorme a tutte le meraviglie che
recensiscono <3 Grazie a tutti, vi voglio bene <3
Ma ora, bando alle ciance e cominciamo :)
Io ci sono. Per me, tu fai la differenza.
POV HERMIONE:
Finalmente.
Una doccia rilassante è proprio quello che mi ci vuole; sono
stati due giorni di fuoco!
A Diagon Alley, nonostante sia settembre, si respira ancora un'aria
afosa, estiva, e camminare per ore e ore alla ricerca di questo o
quello mi ha provocato
un' emicrania pazzesca.
Ma non c'è solo questo a turbare la mia serenità:
dietro
questa stanchezza, sia fisica che mentale, c'è un intero
mondo.
Non è stato solo il caldo di Diagon Alley ad opprimermi;
questo peso, quest' asfissia è una cosa che va avanti da
mesi.
Da quando la battaglia si è conclusa, è come se
avessi messo la mia
vita personale in pausa; c'era sempre qualcosa da fare per gli altri:
organizzare il matrimonio di Harry e Ginny, Ron che, giustamente,
richiedeva le sue attenzioni, il castello da ricostruire, i miei
genitori da trovare, un lavoro da cercare...
Non mi sono mai
fermata per riflettere su di me, sulla mia persona, su quello che
un'avventura tragica, come la guerra, ha cambiato o danneggiato in me.
Penso tutto questo mentre l'acqua scivola piano sul mio corpo;
è
una sensazione meravigliosa: è come se, insieme ad essa,
scivolassero via anche le preoccupazioni.
Resto sotto il getto caldo e rilassante, fino a quando non sento
l'ultimo granello di tensione abbandonarmi.
Mentre chiudo il rubinetto e mi asciugo, guardandomi allo specchio,
noto le cicatrici che svettano sul mio corpo.
Cicatrici che niente può cancellare; così come i
ricordi: saranno sempre lì.
E mentre guardo tutto questo, mi rendo conto, per la prima volta dopo
quattro mesi, che sì: la guerra mi ha cambiata. Mi ha
danneggiata.
E non solo fisicamente; anche interiormente mi sento... mi sento
diversa.
Mi sento sola. E la solitudine è quanto di peggio ci possa
essere per me.
La guerra ci ha portato via tante persone care: amici, fratelli, amori.
Ho paura del tempo, che sembra scorrere lento, annoiato, ma che in
realtà va più veloce di quanto noi immaginiamo.
E io ho paura di non averne; di non avere tempo per trovare qualcuno
che mi ami, che riempia il dolore lasciato dalla battaglia.
E questa sensazione diventa ancor più dura da affrontare, da
riconoscere, soprattutto quando vedo Harry accarezzare il profilo di
Ginny, quando vedo come Arthur guarda Molly, quando vedo l'intesa
fraterna che c'è tra Fred e George, quando Bill bacia Fleur.
Esco fuori dal bagno e mi dirigo al prato di fronte alla Tana,
andandomi a sedere vicino al bellissimo ciliegio che primeggia su
tutto.
Tra poco si cenerà, ma credo che rimarrò qui, a
rimettere in moto la mia vita. A toglierla dalla modalità
Stand-by.
Amore.
Quasi rido ad aver pensato che quello tra me e Ron lo fosse; niente di
più sbagliato.
Era solo un intensissimo affetto fraterno che NOI abbiamo scambiato per
amore.
Era giusto così: che ci lasciassimo in totale
serenità, ognuno libero di trovare la persona giusta.
Ma, per ora, solo lui ci è riuscito e sono felice che, in
questo preciso momento, stia presentando Lavanda ai suoi.
Tutti hanno le proprie ''persone speciali'', e benchè loro
mi considerino di famiglia... non posso evitare di pensare che... se me
ne andassi... non cambierebbe nulla; che loro sarebbero felici lo
stesso.
Mi stendo a pancia in sù sull'erba a guardare il
cielo: è un' abitudine che ho sin da piccola.
Mi fa sentire così in pace: guardare la bellezza delle
stelle che si accendono di vita ... fa accendere di vita un po' anche
me.
Una di quelle figlie della luna, che mi guarda superba e bellissima
nella sua austerità, attraversa quel manto nero, perdendosi
nella sua profondità.
"Dai Hermione"- penso- " esprimi un desiderio."
Non ci penso su neanche un attimo, mentre chiudo gli occhi e
ripeto quell'unica parola, quell'unico bisogno, che
sento di desiderare: amore, amore, amore.
Non riapro gli occhi e resto così, a bearmi di questa pace,
per un bel po' di minuti, quasi assopendomi.
Li riapro solo circa un quarto d'ora dopo, quando sento dei passi
avvicinarsi e venirmi incontro.
Dalla figura alta e slanciata,dovrebbe trattarsi di uno dei gemelli che
noto essere George, quando mi si ferma accanto.
Ecco. Lui in parte può capire il mio dolore; avendo perso
Fred... per un periodo anche lui aveva perso la sua persona speciale.
George è cambiato così tanto... a volte non mi
sembra neanche di riconoscerlo, come se .... ci fosse ancora qualche
fantasma che lo spaventi.
Non mi pentirò mai e poi mai di avergli, diciamo, restituito
Fred; perche è stato anche per colmare il suo di bisogno che
l'ho fatto. Non volevo che lui si sentisse come me.
Lo rifarei mille e mille volte, anche solo per non vedere quella
sofferenza divoratrice che lo ha divorato come ora divora me;
è per questo che siamo diventati così amici, da
quattro mesi a questa parte.
Io potevo capirlo.
Potevo capire il suo vuoto. E lui, inconsapevolmente, capiva il mio.
-Herm- dice.
-Ciao George- rispondo, vedendo che lui mi si siede accanto; forse sta
aspettando qualcosa.
-Ehm, c'è qualcosa che non va?- chiedo, vedendo che mi fissa.
-Veramente... sei, ecco, tu che mi hai mandato a chiamare; dovevi dirmi
qualcosa no?- ribatte lui confuso.
-In realtà... io... non ho mai detto una cosa del genere- mi
metto seduta anch'io, per guardarlo bene, quasi temendo che sia uno dei
suoi scherzi.
-Ah? Davvero? Perchè Fred...- si blocca all'improvviso al
nome del gemello e scoppia a ridere, celando il velo di imbarazzo.
-Fred? Uno scherzo, non è così?- sorrido,
comprendendo la sua reazione, alzando gli occhi al cielo.
Se c'è qualcuno che non cambierà mai, quel
qualcuno è proprio Fred Weasley.
-In ogni caso, che ci fai qui fuori, da sola? Ti stai perdendo Ron e
Lavanda che annunciano ai nostri il loro fidanzamento!- chiede lui,
interessato.
Sospiro, pensando alle parole che lui ha utilizzato. Ha detto: da sola.
Quanto vorrei... che non fosse così...
Mi giro a guardarlo e rispondo, cercando di sembrare serena:
-Nulla... penso un po'-
Ma per quanto cerchi di dissimulare la mia malinconia, anche io posso
avvertire di come la mia voce risulti incrinata. Spenta.
Lui mi guarda; mi guarda intensamente, come se cercasse qualcosa nel
mio sguardo.
-C'è qualcosa che non va.- asserisce lui. E non è
una domanda; ma un' affermazione.
Mi guarda in attesa e vedendo la mia inquietudine, mi domanda:
-Cos'hai Hermione? Cos'hai?-
Scuoto la testa, tentando di non piangere.
Perchè sì. L'asfissia è ritornata,
più forte di prima, e mi opprime, mi opprime, trascinandomi
in un tunnel senza uscita.
E tutti i problemi, tutte le mancanze, mi schiaffeggiano di nuovo.
Senza fermarsi. Senza darmi tregua.
E senza che me ne accorga, la prima lacrima è già
cominciato a cadere, seguita da altre.
Mentre piango, con la testa sulle ginocchia, sento George accarezzarmi,
incerto, i capelli, in un dolce gesto di consolazione.
Mi volto di scatto verso di lui, notando che il suo sguardo cela del
dispiacere e della preoccupazione sinceri; la preoccupazione di
qualcuno che è disposto a sobbarcarsi delle sofferenze di
un'amica, pur di vederla sorridere.
E da quel dispiacere, capisco che benchè non sia mai stata
una persona fondamentale nella vita di George, lui, ora, mi vuole bene.
Lui potrebbe ascoltare tutto quello che non posso dire a nessuno.
Lui potrebbe essere l'unico a cui dire tutto. A cui rivelare la vera
Hermione,di fronte al quale posso far cadere la maschera. Proprio come
lui ha fatto con me per mesi.
Lui l'ha fatto.
Mi ha fatto quella domanda che nessuno mi fa mai.
''Cos' hai Hermione?''
"Coraggio." mi ripeto "George è tuo amico. Per George sei
importante. Solo le persone che ci tengono davvero, ti chiedono come
stai".
E senza neanche sapere come, mi ritrovo a sputare tutto quello
che fin'ora ha popolato la mia testa; tutti quei rancori, quelle
mancanze, quelle sofferenze.
Sputo tutto quel groviglio con un tale veleno, nella voce, che potrebbe
esser mortale.
E mi domando come io abbia fatto a tenermi tutto dentro, mentre, mano a
mano che ogni parola esce fuori dalla mia bocca, mi sento
più libera.
Libera davvero.
Sarei potuta davvero morire asfissiata; perchè quel veleno
brucia, bruciava, e la stessa sensazione la vedo negli occhi
di George che mi ascolta pazientemente, incassandosi ognuna di queste
parole taglienti.
Appena ho finito chiudo gli occhi, lasciando colare le lacrime ormai
irrefrenabili.
Sospiro pesantemente in preda ai singulti, provata dal peso di questa
confessione.
E sempre senza sapere come, mi ritrovo stretta fra le braccia di George
che, con fare deciso, mi accarezza i capelli, nel tentativo di
calmarmi. Di starmi accanto.
Appoggio la mia testa sulla sua spalla, beandomi, per la prima volta,
delle premure di qualcuno nei miei confronti.
E, per un po', si sente solo il rumore dei nostri respiri, dei nostri
cuori che battono frenetici e dei miei singulti ormai morenti.
Lui continua ad accarezzarmi per un tempo indefinito, prima di aprire
bocca:
-Non so... quanto possa valere, in questo momento, ma tu, per me, fai
eccome la differenza. Per questo... se ti senti sola.... sappi che da
me, per quanto io possa sembrare infantile, potrai sempre
trovare un abbraccio, un consiglio, una risata. Ciò che
vuoi. Non devi neanche chiedere.
Io ci sono, Hermione. Non sei sola.
Io ci sono, promesso.- dice dolcemente, allontanando la mia testa dalla
sua spalla e facendo incontrare i nostri occhi.
I suoi sembrano brillare; è la prima volta che li vedo
così da vicino.
E, mentre li guardo, mentre mi guarda, mi vengono in mente le stelle
che ho guardato poco prima.
Ma è un pensiero interrotto dall'urlo di Molly.
-Ragazzi, è pronta la cena! Ron, giù le mani da
quel pollo!-
Sia io che lui sorridiamo di cuore e, dopo un ultimo abbraccio, si alza
e fa per andare verso l'abitazione.
Notando che non lo seguo, si gira e sorride nel vedermi ancora qui, a
guardare il cielo.
Mi fissa per un po', prima di dire:
-Non guardare lontano, Hermione. Le cose che cerchi ti sono
più vicine di quanto pensi.- e, con fare convinto, mi
allunga la mano, in attesa che io la afferri e mi rialzi.
Guardo un'ultima volta il cielo.
Mi giro e guardo la sua mano; un'ancora di salvezza, un salvagente.
La afferro con veemenza e, ringraziandolo, andiamo a cenare.
Prima di entrare, gli dico:
-Ricordami di ringraziare Fred-
Lui sorride.
Uno di quei sorrisi che ti colpiscono allo stomaco. Quasi facendo male.
E, guardando quel sorriso così sincero, non posso fare a
meno di sorridere anch'io.
Angolo Autrice:
Ma ciaooooooo <3
Allora, che ne dite di questo capitolo?
A me, personalmente, piace molto.
Ma, badate bene, cercate di non fraintendere dicendo che Hermione
è già stracotta di George :) per ora lei
è nella fase iniziale.
Non ho fatto una POV di George, per questa situazione,
perchè, semplicemente, non la ritenevo necessaria.
Abbiamo approfondito tutte le figure: in questo capitolo la
protagonista doveva essere Hermione <3
Spero che vi sia piaciuto e, dal prossimo capitolo, i nostri ragazzi
torneranno ad Hogwarts.
Per quanto riguarda il piano di Fred, vi starete chiedendo sicuramente
dove andrà a parare: bene, leggete il prossimo capitolo e lo
saprete <3
Un bacione e grazie a coloro che arriveranno fin qui <3
|
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Capitolo 11 *** COME DAR FUOCO AL CUORE, CON UN PAIO DI OCCHI E UNA RISATA. ***
Ma salve <3
Eccomi di nuovo qua con un altro capitolo :)
Stavolta sono più in ritardo del solito, mi dispiace :) ma
noto
con piacere che il numero delle persone che mettono la storia tra
preferite/seguite/da ricordare aumenta sempre di più. Per
cui
vi ringrazio tutti, al pari di chi recensisce e di chi legge
silenziosamente:)
In particolare voglio ringraziare enormemente:
-Sirius_0088 che è una persona squisita, dolce e che non
fallisce
mai nel darmi sostegno/consigli/ e nel farmi complimenti (talvolta
anche
esagerati ahahah <3). Ti voglio bene tesoro <3
-Arya Rossa che riesce sempre a strapparmi un sorriso e che sta
mettendo da parte dell'oro per farmi una statua (dice lei); il punto
è che lei non sa che tutto l'oro del mondo l'ho raccolto io
per
farne una a lei, di statua. Grazie tesoro <3
-Nephertiti che è stata sempre presente, sin dall'inizio, e
nella quale ripongo una fiducia pazzesca che lei, puntualmente,
ripaga nel migliore dei modi. <3 Sappi che ci
sarò sempre per te <3
-Ape Frizzola che è dolcissima e mi lusinga sempre
tantissimo
con le sue recensioni, che mi fanno sorridere a 2393300 denti <3
Grazie <3
-Lady Sissi che è sempre puntuale, sempre presente, e sulla
quale non posso che dire che le voglio bene e che la ringrazio di
vero cuore <3.
-Vavvy96 che è stata la prima ragazza che mi ha recensito e
che
mi ha dato e che mi dà sempre un gran sostegno <3
Grazie <3
-Emily Hope che non posso fare a meno di ringraziare per tutte le belle
parole che ha speso per me. <3
-Miky Cullen cheè sempre gentilissima e non si dimentica mai di me (non come qualcun altro! Ovvero MOI). Non ti cito per farmi perdonare (dato che sono imperdonabile), ma perchè te lo meriti. Ti voglio bene e voglio farti capire quanto io ti sia grata per tutto quello che fai per me! Grazie di cuore <3
Questo capitolo è dedicato a voi <3
Ps: lo so che non è un granchè, ma mi serviva per
il prossimo, decisamente migliore.
COME DAR FUOCO AL CUORE, CON UN PAIO DI OCCHI E UNA RISATA.
Pov George
-George muovi quei piedi, dannazione!- urla mia madre dal piano di
sotto.
Ha urlato così potentemente che a Voldemort si sarebbero
rizzati i capelli in testa (se solo li avesse avuti).
Sobbalzo e, non so come, mi ritrovo sul pavimento a gambe all'aria,
mentre cerco di tirarmi fuori da questo groviglio di lenzuola che mi
impedisce di ''muovere i piedi''.
Io, Hermione e un bacio.
Anche stanotte lo stesso sogno.
Lo stesso sogno che faccio da quando la trovai in giardino quella sera
e che mi lampeggia nella mente a intermittenza, come se fosse
un'insegna di un qualche negozio.
Lo stesso sogno a cui tento di rimanere il più ancorato
possibile, e che, puntualmente, si rivela inafferrabile come se fosse
un pugno di fumo.
Quella ragazza, inconsapevolmente, mi farà impazzire.
Prendo la bacchetta e in quattro e quattr'otto sono vestito di tutto
punto; la valigia si è chiusa senza problemi e sono pronto
per
andare a calmare la mia ''dolce'' mammina.
Scendo le scale con passo lento e strascicato.
Mi sarei potuto tranquillamente smaterializzare; ma preferisco
perdermi nel guardare le assi di legno del pavimento che cigolano sotto
il mio peso, le pareti
laterali color arancione tramonto; inspirare profondamente quest' aria
così conosciuta, che sa così di casa...
Ma... in ogni caso..so che non mi mancherà la Tana.
Sto per tornare ad Hogwarts: Hogwarts è la mia vera casa.
E per quanto mi piaccia quest'arancione, così allegro,
così vivace, preferirò sempre le pareti rosse
della sala
comune dei Grifondoro; preferirò sempre scendere le scale
del
mio dormitorio, annusare l'aria impregnata di secoli di storia; un'
aria che conserverà per sempre un'impercettibile
fragranza di tutte le persone che l'hanno attraversata.
Preferisco quel castello antico quanto il mondo, ma che il mondo ce
l'ha dentro.
Mentre sto per svoltare per la cucina, noto uno strano movimento in
salotto.
Mi avvicino di soppiatto e capisco che sono solo Harry e Ginny che si
baciano come se non ci fosse un domani.
La tentazione di distogliere lo sguardo è forte; ma il
cervello
(o il cuore?) non risponde a questo comando e, all'improvviso, quelle
due figure non sono più Ginny ed Harry.
Siamo io ed Hermione.
E quasi... mi sembra di sentire la sua bocca sulla mia.
Scuoto la testa, cercando di liberarla: è assuefatta di
Hermione.
Mi dò dello stupido mentalmente e mi dirigo in cucina.
E indovinate chi c'è?
Ron e Lavanda ugualmente incollati.
Ma cos'è? Si sono coalizzati tutti contro di me? Sto per
subire un crollo di nervi, maledetto Salazar!
Dietro ''la coppietta felice'', intravedo mia madre che si
dà da
fare ai fornelli; l'orologio segna le nove: tra tre ore dobbiamo
trovarci a King's Cross.
Mi avvicino al tavolo, prendo una fetta biscottata e ci passo su un po'
di marmellata, mentre la mia mente passa in rassegna tutti i momenti
trascorsi ad Hogwarts.
Sembra passato così poco tempo da quando io e Fred ci
facemmo
espellere dalla Umbridge, o da quando appendemmo Mrs Purr a testa in
giù da uno degli anelli sul campo di Quidditch; o ancora da
quando rifilammo a Tiger e Goyle dei pasticcetti svenevoli...
Bei tempi quelli.
Bei tempi con un unico difetto; andavano tutti in un'unica direzione:
la guerra.
Non c'era spazio per altro.
Io, dentro, ero cominciato a cambiare: il mio interesse non era
più quello di vendere le nostre invenzioni, mie e di Fred;
la
mia paura era diventata la mia forza di disperazione silenziosa,
impossibile da percepire; i miei timori la mia priorità.
Non dovevo perdere le persone che amavo.
Fred in primis.
Ma vi immaginate come sarebbe vivere da morti?
Senza metà di se stessi?
-Buongiorno famiglia- esclama allegramente la mia, di
metà, prendendo posto accanto a me.
Siamo così, io e lui; inseparabili.
E il ritornare da dove siamo partiti, per noi, rappresenta un nuovo
inizio.
Una speranza senza ombre.
Sarà veramente l'anno migliore di sempre.
La direzione, questa volta, non è la guerra; non
è la paura; non è il lutto.
L'unica direzione è la gioia di un futuro sicuro, non
rubato; non ucciso, non scritto, ma vissuto.
E si comincia da oggi.
Arriveremo al traguardo insieme.
Prendo un biscotto con gocce di cioccolato e lo mando giù,
mentre bisbiglio a mio fratello di ricordarsi le pasticche vomitose:
sarà anche il mio gemello, ma quello che ha genio e bellezza
sono io, no?
Lui ha solo la fortuna di assomigliarmi.
Fred deve aver intuito quello sto pensando (la cosìdetta
telepatia tra gemelli), e mi lancia un'occhiataccia:
-L'importante è che tu ne sia convinto, Georgie- mi dice,
sogghignando, rispondendo a quello che io ho solo pensato.
Alzo lo sguardo e noto che Ronnino, o meglio RonRon, e Lavanda sono
ancora appiccicati.
Fred sembra avere il mio stesso pensiero, perchè si porta
due dita in bocca facendo finta di vomitare.
Rido sommessamente; ma una risata, la più bella di tutte,
percuote le corde del mio cuore, dandogli fuoco.
Hermione entra in cucina, prendendo posto accanto a Harry, dicendo:
-Fred: sei incorreggibile- senza, però, smettere
di ridere.
Mi irrigidisco: la voglia di alzarmi da questa sedia e assaporare
quelle
labbra è così forte da esser quasi dolorosa; ma
devo
controllarmi: lei cerca un ragazzo; lei non mi ama.
Lei non ama nessuno.
E so che questo mi dovrebbe far felice, ma proprio non ci riesco;
perchè so che per lei, questi quattro mesi, non hanno avuto
lo
stesso valore che hanno avuto per me.
In preda a questi pensieri, a malapena mi accorgo di aver
sbriciolato il mio biscotto, sotto lo sguardo confuso e un
po'
preoccupato dei presenti.
Sorrido mestamente, come per scusarmi e tranquillizarli, e riprendo a
mangiare.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mezzogiorno è arrivato in fretta e mi sembra così
strano
ed emozionante camminare ancora su e giù, per l'espresso di
Hogwarts, alla ricerca di un misero scompartimento.
Noto tante facce sconosciute tra questa folla caotica: primini alti
quanto un ciuffo d'erba; studenti che si rincorrono o che sono rincorsi
da cioccorane ribelli, ragazze che non fanno che rimirare ragazzi
e viceversa...
Ma ci sono anche dei volti conosciuti; volti amici: infatti, un Draco,
allegro come non mai, ci viene incontro per condurci allo
scompartimento
che, gentilmente, ci ha riservato.
Lo seguiamo tutti, eccetto Hermione ed Harry che devono recarsi un
attimo al vagone riservato ai Caposcuola, per avere delle istruzioni.
Appena sistemato per bene i miei bagagli e seduto, con il fiato
corto per lo sforzo, non posso fare a meno di notare, con disgusto, che
alcuni di
noi- e più precisamente RonRon e LavLav- il fiato corto lo
hanno perchè si sbaciucchiano in modo così
affamato, così zuccheroso, da far venire le carie solo a
guardarli.
Non faccio in tempo a reprimere il mio fastidio che la porta si apre,
lasciando entrare Neville e Luna, rigorosamente mano nella mano, e un
Blaise Zabini e una Pansy Parkinson in egual modo.
Okay.
Questo scompartimento è diventato decisamente troppo stretto.
Avviso Fred e Draco, che parlavano animatamente di Quidditch e della
coppa delle case, che sto andando a prendere un po' di aria; porgo la
mano a Blaise e a Pansy, pentiti esattamente come Draco, ed esco fuori.
Mi dirigo verso la coda del treno, nel reparto all'aria aperta
riservato ai ragazzi che passano il loro tempo a mettersi in bocca uno
strano aggeggio babbano che sembra carta o non so che... e mi appoggio
alla ringhiera nera, dalla quale si vede la ferrovia scorrere veloce.
Gli alberi fitti che sfilano eleganti e sfumati ai miei lati.
Chiudo gli occhi e mi rilasso, beandomi del silenzio di questo posto
deserto.
Dopo circa una ventina di minuti, la porta scorrevole si apre,
rivelando un' Hermione al quanto giù di tono.
-Ehi George- mi fa lei.
-Herm; cosa ci fai qui?-
-Ho appena finito di controllare ogni scompartimento: dovere di
Caposcuola. Sono già stanchissima! Ed, inoltre, quando sono
tornata al nostro, ho notato che metà degli studenti era
lì che chiedeva autografi a Harry, Ron, Ginny,
Neville,
Luna....
Avevo decisamente bisogno di aria.- conclude sospirando.
-E a te? Niente autografi?- domando sghignazzando.
-Idiota- sorride lei di rimando, dandomi un buffetto sulla spalla.- Si,
comunque. C'erano delle ragazze e dei ragazzi che mi hanno addirittura
supplicata, a dir la verità.
E come se non bastasse mi è venuto incontro Cormac McLaggen;
un tipo che al mio sesto
anno mi veniva dietro. E che non ha smesso, a quanto pare.-
-E cosa voleva da te?- chiedo, leggermente infastidito dal fatto che
sia solo il primo giorno e già c'è la fila per
lei.
-Sapere come sto, cos'ho combinato di recente e... chiedermi di uscire.-
Conclude, sorridendomi leggermente.
Colpo al cuore.
''Fai che abbia rifiutato'' penso
''Hermione...hai rifiutato, vero?''
-E....t-tu?- Le domando io, vedendo che non continua.
-Io... ho..
-Si?-
-Beh, io ho pensato che... magari è meno fastidioso di due
anni fa; magari
è cambiato; magari potrebbe essere un nuovo inizio....
così, beh... ho accettato.-
Un rumore di vetri che si infrangono mi lascia intendere che il mio
cuore è appena esploso.
Un'esplosione causata da quegli occhi color ambra così
preoccupati, ma al contempo decisi; desiderosi di avere una vittoria
personale. Di felicità.
Sento il peso del mondo sulle spalle e, tanto per assecondarlo, mi
incurvo leggermente, sporgendomi verso l'esterno, girando il viso dalla
parte opposta rispetto a lei.
-Ne sei convinta? Credi che lui possa piacerti?-le chiedo, infine.
Lei ci pensa su un attimo, prima di rispondere:
-Sì. L'ho visto meno esaltato, più tranquillo.
Inoltre ha
sempre avuto un gran cervello; insomma... potrebbe... avere del
potenziale....- la voce tremante, insicura.
-Herm, sii sincera, dannazione!- sbotto, forse un po' troppo
irruentemente. - Perchè sai, non ti credo, Herm. Il tuo non
è interesse verso Cormac.
Il tuo è ''prendere al volo la prima occasione per paura di
non averne altre''. Ma ti posso assicurare che non si impara ad amare.
Amare è una cosa che ti viene spontanea, non te la
vai a cercare.
Non devi essere tu a bussare alla porta dell'amore: è lei
che
ti piomba davanti quando meno te l'aspetti. Non ti chiede permessi e
soprattutto non rispetta tempi o
regole!- dico tutto d'un fiato. E tu credi sul
serio di poter imparare ad amare Cormac? Ti fa battere il
cuore?
Lei mi guarda a metà tra il confuso e lo spiazzato;
è solo un momento prima che mi risponda:
-Hai ragione George. Non credo che potrei mai amare uno come
McLaggen... per quanto possa essere cambiato.- dice
sospirando.
-Bene. Perchè non lo credo nemmeno io-
E, detto questo, mi volto, deciso, e la bacio.
Angolo autrice.
Ma ciaooooooo <3
Lo so che ho concluso in modo pietoso; ma la scena del bacio si
ricollegherà al prossimo capitolo, tranquille.
Devo farvi crogiolare nella curiosità, no? ;)
Ringrazio chi è arrivato fin qui e vi mando un bacio enorme.
Ps.Non uccidetemi; personalmente non piace molto neanche a me
questo capitolo; ma il prossimo sarà migliore ahahahah
<3
|
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Capitolo 12 *** VUOTO DELLE PAROLE CHE SCAVANO NEL VUOTO VUOTI MONUMENTI DI VUOTO. ***
Ma salve <3
So che avete aspettato questo capitolo con ansia; per cui non mi
dilungo in precisazioni o cose del genere :)
Vi lascio alla lettura solamente con mille e mille grazie per le
soddisfazioni che mi date con le vostre belle parole!
Messaggio per i lettori silenziosi: non mordo se recensite eh ;)
<3
Buona Lettura <3
VUOTO DELLE PAROLE CHE SCAVANO NEL VUOTO VUOTI MONUMENTI DI
VUOTO.
POV HERMIONE:
-Ne
sei convinta? Credi che lui possa piacerti?- mi chiede lui.
Ci penso su un attimo, prima di rispondere:
-Sì. L'ho visto meno esaltato, più tranquillo.
Inoltre ha sempre avuto un gran cervello; insomma... potrebbe... avere
del potenziale....- la voce tremante, insicura.
So benissimo che non può essere così,
nè mai potrà esserlo.
-Herm, sii sincera, dannazione! - sbotta George. - Perchè
sai; non ti credo, Herm! Il tuo non è interesse verso Cormac.
Il tuo è ''prendere al volo la prima occasione per paura di
non averne altre''.-
Ma quanto ha capito di me George, senza che sia stata io a rivelargli
qualcosa?
-Ma ti posso assicurare che non si impara ad amare.
Amare è una cosa che ti viene spontanea; non te la
vai a cercare! Non devi essere tu a bussare alla porta dell'amore:
è lei che ti piomba davanti quando meno te l'aspetti. Non ti
chiede permessi e soprattutto non rispetta tempi o regole! - dice tutto
d'un fiato.- E tu credi sul
serio di poter imparare ad amare Cormac? Ti fa battere il cuore?
Lo guardo a metà tra il confuso e lo spiazzato; è
solo un momento prima che gli risponda:
-Hai ragione George. Non credo che potrei mai amare uno come
McLaggen... per quanto possa essere cambiato.- dico sospirando.
-Bene. Perchè non lo credo nemmeno io-
E, detto questo, si volta, all'improvviso, e mi bacia.
----------------------------------------------------------------------------------------------------
George mi sta baciando.
George Weasley mi sta baciando.
Un bacio dolce, casto, delicato.
Chiudo gli occhi, cercando un perchè nella mia mente.
Non ricambio il suo gesto; sono troppo confusa.
Mille domande si spintonano nella mia testa, facendo a gara nel
pretendere una risposta; mentre, all'esterno, l'unica cosa che riesco a
fare è restare impassibile, a sentire il contatto della sua
bocca sulla mia; le braccia distese lungo i fianchi, che non ricambiano
il suo abbraccio.
Sono paralizzata.
Paralizzata dalla sorpresa e dallo stupore; perchè
è una situazione paradossale: George Weasley che
bacia Hermione Granger.
Non può essere; semplicemente.
Non ci sono sensi logici, non ci sono sensi generali; ecco tutto!
''Devo staccarm....''
Non faccio in tempo a terminare quel pensiero che lui mi anticipa.
Scioglie le braccia dal mio corpo; il viso rosso quanto i capelli; il
fiato corto per la sua stessa sorpresa di fronte a questo gesto
assurdo.
Ci guardiamo per dei secondi infiniti e nessuno dei due si azzarda a
parlare.
Il vento accarezza leggero i nostri capelli, delicato e
invisibile, ed il suo è l'unico suono che si sente
in questa bolla fatta di silenzio e tensione.
-Herm.... io..... devi scusarmi... - dice infine lui.
-Che cosa... significava George?-
-....-
Continuo a fissarlo attonita e confusa; perchè in questo
momento non so più cosa pensare di lui.
Ho conosciuto George in tanti modi: felice, triste, abbattuto,
divertente, dolce; ma mai confuso. Mai senza parole. Mai pentito di
qualcosa che ha fatto.
Perchè sì. Nel suo sguardo scorgo una punta di
pentimento; e io sono qui, a chiedermi perchè ancora non
l'ho preso a schiaffi ed il perchè, nonostante
tutto, non riesco ad essere arrabbiata con lui.
Una possibile risposta a quest'ultima domanda è forse.... la
confusione in cui è palese che stia nuotando anche lui.
Forse.... nemmeno George stesso riesce a capacitarsi di quello che
è successo.
- Io.... S-scusami.- esclama infine.
E, così dicendo, rientra sul treno, lasciandomi qui da sola.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
POV GEORGE:
Oh Merlino.
Dimmi che non è vero; dimmi che non l'ho fatto davvero!
Sto veramente baciando Hermione?
I soli battiti triplicati del mio cuore me ne danno la conferma.
Io, George Weasley, sto baciando Hermione.
E lei non ricambia; incassa, immobile: non una parola, un
lamento, un gesto che mi faccia intendere che lo vuole, nè
il contrario.
Sembra.... pietrificata, mentre io continuo a muovere la mia bocca
sulla sua.
''Ma che cosa diamine stai facendo George?'' - urla una vocina dentro
di me - Sei uscito di senno? Stai baciando Hermione; e lei non
ricambia! E sai perchè, testone? Perchè
lei non ti ama!
Quello sei tu! Sei tu che ami lei! Sei tu che hai aspettato
questo momento per mesi e te lo sei giocato nel modo più
sbagliato possibile; con il rischio di perderla per sempre!
Hermione non sta ricambiando; sembra sconvolta! Dopo tutto quel che hai
perso... non puoi perdere lei! Non lei! Lasciala! LASCIALA!-
E alla fine lo faccio.
Mi sciolgo dall'abbraccio, abbracciandola solo con lo sguardo.
Confusa, emozionata, confusa, confusa e confusa.
Questo è quello che vedo nel suo sguardo: sbalordimento e
una grande dose di confusione.
''Maledetto me''.
-Herm.... io.... devi scusarmi- dico infine
-Che cosa significava George?-
-....-
E restiamo così: occhi negli occhi. Occhi di ghiaccio con
occhi di terra.
Il vento ci avvolge nel suo abbraccio fresco che mi fa schiarire le
idee.
Non posso averlo fatto davvero.
Ho tradito la sua fiducia. Lo sento.
Non avrei dovuto farlo. Non avrei dovuto.
E così, prima che sia lei ad abbandonarmi, lo faccio io.
La abbandono su quel pianerottolo, lasciandola con mille domande in
testa che però non possono competere con le mie.
Con tanti dubbi e tante incertezze che non sono neanche lontanamente
logoranti come le mie.
Lei non ha bisogno di me.
E io.... beh io.... ne ho bisogno con tutto me stesso.
Non voglio esser qui mentre mi dice che non vuole più aver
niente a che fare con me.
Ma allora cosa fare? Dar retta alla ragione o al cuore?
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
POV HERMIONE:
Non posso credere di essere rientrata ad Hogwarts.
La mia bellissima, meravigliosa casa; catena infinita di tanti ricordi,
di tanti momenti, di tante tragedie, di tante vittorie.
Non si può descrivere a parole la sensazione che sto
provando in questo momento, nel percorrere i corridoi,
guidando gli studenti grifondoro verso il castello.
Ho appena rivisto Hagrid che accompagnava i primini, lasciando a me e
ad Harry la responsabilità degli altri.
Harry sembra felice come non mai. Finalmente la vita
è giusta con lui. Finalmente è passata la parte
amara, ed ora potrà solo ricevere tutto il bene del mondo.
Se lo mertia, in fondo.
Lui... così buono, così onesto, così
forte.
Lui è il mio migliore amico.
-Harry-
-Si?- mi risponde lui, mentre cerca di tenere a bada uno del secondo
anno un po' troppo vivace.
-Niente. Volevo solo dirti che... ti voglio bene. - gli sorrido.
Non è mai uno spreco dire a qualcuno che gli si vuole bene.
Il tempo potrebbe non bastare.
E mentre gli dico queste tre semplici, ma potenti, parole; in mente mi
compare l'immagine di George che mi bacia; e un nodo mi preme
sullo stomaco.
Non l'ho più visto dal bacio; mi sono isolata completamente
in uno scompartimento vuoto, in cerca di perchè,
di risposte logiche.
Tentando di metabolizzare il tutto.
Cercando di capire cosa farà ora George.
Come saranno i rapporti tra noi due.
Perchè lo conosco; si richiuderà di nuovo in se
stesso; ne sono certa.
E se c'è una cosa che so per certo... è che non
voglio perderlo; chè mi farebbe male non potergli mai dire
quanto gli voglio bene.
Devo dirglielo.
-Anche io, Herm- mi risponde, intanto, Harry.
Nel frattempo, siamo sopraggiunti nella Sala Grande, e, mentre siamo
qui seduti, in attesa del banchetto, prestiamo attenzione alla
McGranitt che apre la serata con il consueto discorso.
Entrano i primini, nervosissimi in previsione dello smistamento.
Mentre i nomi si susseguono e il cappello emette sentenze, mi perdo per
l'ennesima volta nei miei pensieri.
-George Lewis- esclama la McGranitt.
George.
L' oggetto dei miei pensieri.
Percorro con lo sguardo la tavolata dei Grifondoro fino a che non lo
scorgo, seduto accanto a Fred.
Sguardo perso nel vuoto, e ancora quella punta di pentimento che lo
domina.
Abbasso lo sguardo, amareggiata.
-Grifondoro!- esclama il cappello.
Quel gesto.... è come se avesse voluto farlo da tempo, ma al
contempo come se non avesse voluto.
Cos'ha provato nel scegliere l'irrazionalità?
E a me cos'ha provocato questo bacio?
L'unica cosa che ricordo è la dolcezza con la quale mi
accarezzava le labbra; e, se ci penso, mi sento male al pensiero che
George si stia allontanando da me. Potrebbe sembrare presto
per dirlo; ma il suo sguardo parla chiaro: è simile allo
sguardo morto e spento che aveva quando Fred era morto.
Per lui è come se fossi morta anch'io.
E io, a questa constatazione, mi sento morire davvero.
ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti <3
Eccoci alla fine del capitolo!
PRECISAZIONI: non mi sono soffermata molto sul ritorno ad Hogwarts, ma
dai prossimi capitoli sarà diverso; lo giuro!
Non mi uccidete per come stanno andando le cose tra Hermione e George!
Comunque mi scuso per il ritardo, ma sono settimane di fuoco!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto; a me personalmente piace. Anche
se, di certo, non è il mio preferito.
Aspetto recensioni <3
Un bacione <3
PS. a breve modificherò i primi due (o tre)
capitoli. Perchè mi sono accorta che fanno un po' pena. :)
Vi avviserò così potrete leggerne una versione -
spero-- migliore. :)
|
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Capitolo 13 *** Non lasciarmi bruciare-Non voglio annegare. ***
capitolo 13
Ma ciao tesori <3
Non uccidetemi, vi prego! Lo so di aver fatto un ritardo pazzesco,
rispetto a quelli che sono i miei standard, ma giuro solennemente che
ho veramente tantissimi impegni!
Gli esami di pianoforte, il saggio, la scuola che continua a caricare
di verifiche, la famiglia, eccetera....
Sono in piena crisi da hotroppecosedafare! Ma state tranquilli, che la
storia non la lascio nemmeno se mi pagassero!
E sapete perchè? Perchè vedo tanta gente che mi
sostiene, anche solo leggendo silenziosamente, che mette tra le
preferite/seguite/da ricordare la storia, e soprattutto che la
recensisce!
Molte volte,nella vita, mi sono sentita seconda a tutti in tutto.
Qui sarò la milionesima, ma voi mi fate sorridere
tantissimo, perchè mi sento apprezzata!
Quindi vi mando un bacione immenso e un grazie di cuore; e ora, vi
lascio alla lettura <3
Ps: una precisazione: anche Neville e Lee sono tornati ad Hogwarts, per
cui non stupitevi se ci saranno. :)
NON LASCIARMI BRUCIARE-NON VOGLIO ANNEGARE.
POV GEORGE:
Sono le 23.00.
Il primo giorno è andato.
Accanto a me, nella mia stessa stanza del dormitorio dei ragazzi del
settimo anno, ci sono Fred e Ron, da una parte, che discutono
animatamente su quanto sarà magnifico ritornare a praticare
il Quidditch.
Dall'altra, invece, ci sono Lee e Neville tutti intenti a scambiarsi
opinioni su quali corsi frequentare.
Manca solo Harry che è a perlustrare le aule e i corridoi,
in qualità di Caposcuola.
Ogni tanto sento qualcuno dei miei compagni che mi chiama, cercando di
inserirmi nella conversazion; ma tutto quello che voglio fare
è restarmene a guardare il soffitto, tentando di perdermi in
quel rosso cremisi, striato da sottili fantasie e venature color oro;
sforzandomi, con tutto me stesso, di non ascoltare i miei pensieri.
Ma più cerco di reprimerli, più essi ardono,
bruciandomi lo stomaco e facendo salire una fastidiosa sensazione di
amaro nella mia bocca.
Non ho più parlato con Hermione da quando l'ho lasciata sul
quel pianerottolo all'esterno del treno; e lei non si è
fatta avanti.
Forse... è decisamente meglio finirla con questa storia e
ritornare ad essere il solito, vecchio, spensierato George, che pensa
solo a divertirsi, salvandosi, così, da questo incendio
interiore che ora mi logora e mi divora.
-Buonanotte ragazzi- dico, rivolto agli altri.
-Notte- rispondono loro in coro.
E, così, chiudo gli occhi, in attesa che le braccia di
Morfeo mi permettano di staccare il cervello, ma soprattutto il cuore,
da questi pensieri tristi.
E alla fine il sonno arriva.
--Una figura, un uomo, li rincorre.
Loro scappano, tentano di fuggire, ma non ce la fanno.
Buio. Nero.Verde.
Odore di morte. Sapore di lacrime. Vita che vita era e che ora non
è.
Buio. Nero.Verde.
Cuore andato in pezzi, come un bicchiere di vetro caduto dal ventesimo
piano. Cuore che brucia, amore che è benzina; un raggio
verde e il fuoco divampa.--
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Apro gli occhi di soprassalto, ansimo e cerco di far entrare quanta
più aria possibile nei polmoni, tastando il lenzuolo sotto
di me, alla ricerca di qualcosa di fresco che riesca a spegnere questo
mio incendio interno.
Gli occhi aperti e addolorati che guardano il dormitorio ormai oscuro,
l'udito che non riesce a cogliere i respiri degli altri, il sudore che
cola, appicicandomi i capelli.
"George, calmati"- dice la mia vocina interiore- "è stato
solo un incubo"-tenta di rassicurarmi, invano.
Già, invano.
Invano perchè non riesco a togliermi dalla testa l'immagine
del mio gemello e di Hermione a terra, senza vita, affiancati da un
uomo.
Un uomo malvagio.
La causa della loro morte.
Il respiro si affievolisce, fino a diventare normale.
Prendo la bacchetta e illumino la stanza.
Lascio vagare lo sguardo tra i letti, incorniciati da pesanti tende
rosse, fino a che non riesco a vedere Fred che, tranquillo e indifeso
come un bambino, dorme beatamente.
"Sta bene, George. Sta bene. Era un incubo; capito? Un incubo!"
Scendo dal letto, a piedi nudi per ridar vita ai miei sensi grazie al
contatto con il pavimento freddo.
E, sempre a piedi nudi, mi dirigo verso la sala comune.
Quel dormitorio è diventato come una prigione asfissiante,
in questo momento.
Scendo lentamente le scale, attento a non far rumore.
Riesco solo a sentire i battiti del mio cuore che galoppa frenetico,
alternando il ripetere del nome di Fred che si intreccia a quello di
Hermione.
Chissà dov'è lei.
Arrivo nella sala circolare, appena appena illuminata dalle ultime
braci di un fuoco morente; mi butto di peso sulla poltrona
più lontana dal camino.
Ne ho abbastanza di fuoco per oggi!
Quasi non mi accorgo di una figura che, agitata, si muove sulla
poltrona che, essendo di fronte a me, mi dà le spalle.
Mi avvicino incuriosito, ringraziando il cielo di aver trovato qualcosa
che mi distragga.
Ma il mio sollievo dura poco; perchè quella figura agitata
altri non è se non Hermione, ancora con la divisa, che nuota
in chissà quali mari di sogni tempestosi.
Mi inginocchio accanto a lei, incuriosito da quei movimenti agitati e
sgraziati: sicuramente anche il suo è un incubo.
"Sono qui Hermione, sono disposto a salvarti, se vuoi"- è
quel se vuoi a bloccarmi dallo svegliarla.
Il punto è che lei non vuole.
"Perchè sei così lontana da me, Hermione?"- mi
ritrovo a pensare.
"Forse...se navigassimo nelle stesse acque... ci salveremmo a
vicenda"-sospiro, sorprendendomi ad accarezzare lievemente il profilo
della sua guancia.
E ancor di più mi sorprendo quando sento la mia mano umida.
Stupito la guardo, confuso, notando che è inondata di
lacrime.
Mi volto verso Hermione che, inconsapevolmente e, chissà per
quale motivo, sta piangendo mentre dorme.
Lei acqua, io fuoco.
Non resisto un minuto di più; prendo la bacchetta e recito
quell'incantesimo che, una volta sola, mio fratello Percy mi
suggerì.
-Somnia Aliorum!*- dico, puntandola verso Hermione.
E, in un attimo, sono in un altro mondo.
Nel suo mondo.
Un mondo buio come quello da cui sono uscito neanche dieci minuti fa.
Il dolore sembra urlare ed è realmente tangibile e, vagando
in quel buio, tento di cercare e di afferrare la mano di un' Hermione
che non riesco a vedere.
Poi quel buio cambia.
Un lampo verde e compare un ragazzina che non dovrebbe avere
più di nove anni.
I capelli castani, lunghi le incorniciano il viso con dei
graziosi boccoli, che le ricadono lungo le ginocchia, tra le quali
tiene la testa.
Le mani strette attorno, come a sorreggersi da un peso troppo grande.
La schiena che si muove convulsamente, scossa dai singhiozzi.
Poi una voce; una voce che non appartiene a nessuno di noi due, risuona
in questi antri oscuri.
-"Fattele due domande, Hermione!"- urla la voce.
Ma .... allora... quella bambina... è Hermione da piccola!
-"Nessuno. Tu non hai nessuno! Tu sei sola; è domandati il
perchè! Anche se la risposta non dovrebbe essere difficile,
visto il carattere che ti ritrovi!"- una risata maligna mi arriva fino
alle ossa, percuotendole.
La schiena di Hermione si alza e si abbassa sempre di più.
Corro verso di lei; ma più corro, più lei sembra
allontanarsi.
Ma non mi arrendo.
La scena cambia.
Al posto della bambina c'è una ragazza di undici anni:
-"Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti! Quella
ragazza è un incubo, parola mia!*"-
Ron? Quella era la voce di Ron?
Ma perchè Ron ha detto quelle parole? E con chi stava
parlando?
Hermione-ragazzina alza la testa di scatto e, con il volto segnato da
occhi gonfi e rossi, lascia cadere le braccia lungo i fianchi, inerme,
inespressiva.
Corro di nuovo e stavolta riesco ad avvicinarmi, piano piano.
Ma al suo posto, compare un' Hermione di diciassette anni, con un sacco
di cicatrici sparse su tutto il volto, e una, in particolare, si impone
tra le altre.
Non sul volto; ma sul braccio.
Non sul corpo; ma sul cuore.
"Mezzosangue."
Hermione la guarda, malinconica; il velo di lacrime si fa
più copioso che mai.
Lei si gira verso di me, guardandomi con amarezza; una richiesta tacita
di aiuto: allungo il braccio, cercando di coprire quell'insulsa parola.
E, appena lo faccio, la sento sussultare.
Spalanca gli occhi e mi guarda con un misto di gratitudine e rabbia.
Al suo posto, compare l'Hermione di oggi.
Le cicatrici sono scomparse dal suo volto, lasciandolo pulito, ma
macchiato di risentimento e tristezza.
-"Herm
devi scusarmi"-
LA MIA VOCE.
Le parole di stamattina.
Gli occhi di Hermione mi guardano imploranti e delusi; le lacrime di
nuovo le scendono impudenti.
Nei suoi occhi, l'immagine di me che, dopo averla baciata senza una
spiegazione, l'abbandono e poi la evito.
Lasciandola sola.
SOLA.
"Hermione!"- penso.
Un groppo in gola che non mi permette di respirare.
Lei si stacca dalla mia presa, amareggiata, e corre il più
lontano possibile da me, perdendosi in questo buio fitto.
Io la rincorro: a differenza di quanto mi sono ripromesso nel mio
dormitorio, ovvero di lasciarla andare, in questo momento non mi riesce
altro pensiero che quello di salvarla.
Devo salvarla da ciò la dilania e la squarta, persino da me.
Continuo a rincorrerla, cercando a tastoni un qualche suo segno; ma,
poco dopo, riesco a scorgerla che mi corre incontro terrorizzata, da
lontano, inseguita da una donna vestita di un vestito più
nero di quel nero buio.
La donna ridacchia isterica, presentandosi come la Solitudine.
Ecco...
La paura di Hermione.
Lei mi corre incontro, urla il mio nome, mi tende la mano.
Una richiesta di salvezza.
Senza pensarci due volte, la afferro e l'attiro verso di me,
stringendomela contro il petto.
Implorando con tutto me stesso di tornare in superficie.
--------------------------------------------------------
Luce.
Apro gli occhi; i battiti molto più frenetici di poco prima.
Sono finalmente uscito dall'incubo di Hermione: punto lo sguardo su di
lei, aspettandomi delle domande sul perchè io sia qui, ma
rimango di sasso.
Impietrito.
Hermione è seduta, di fronte a me, che mi guarda con lo
sguardo più vuoto di questo mondo.
L'incubo deve averla segnata parecchio.
Sto per aprire la bocca per rompere questo silenzio teso; quando vedo i
suo occhi rianimarsi, i suoi sensi svegliarsi e i suoi lineamenti
ammorbidirsi.
Anche lei tenta di aprire la bocca per parlare; sicuramente non ci
avrà messo molto a capire che sono entrato nel suo incubo.
Aspetto con pazienza che parli, e forse lo aspetta anche lei da me.
Quando sembra che si sia riscossa e che stia per dire qualcosa, scuote
la testa debolmente e si protende verso di me, stringendomi forte in un
abbraccio intriso di gratitudine.
Un abbraccio silenzioso; vero.
Un abbraccio di chi è affamato di affetto.
Di chi si sente solo.
E di chi, forse, è convinto di esserlo davvero.
Proprio per questo ricambio l'abbraccio con enfasi e vigore, mettendoci
tutto l'amore che non posso ancora esprimerle, ma per il quale , dopo
questa sera, sono disposto a lottare.
Senza staccarmi, le dico solo:
-"Hermione, tu non sei sola."
Inizialmente irrigidita da queste parole, si lascia andare a dei
sospiri smorzati da singhiozzi.
La prendo in braccio, facendola sedere su di me.
Mi si accoccola stretta al petto, tentando di ritrovare le forze e io,
stremato da ben due incubi, appoggio la testa sulla sua, chiudendo gli
occhi non appena sento i respiri di lei acquietarsi, per andare
incontro ad un sonno più tranquillo.
Così, insieme, abbracciati in abbracci fatti di tristezza,
lacrime e malinconia, ci addormentiamo.
Angolo Autrice:
Eccomi qua <3
Piaciuto il capitolo???
A me, personalmente, è uno di quelli che piace di
più in assoluto.
Ci tengo molto, a volte, ad enfatizzare sulle paure dei personaggi;
è un mio modo per indurre la gente a riflettere
sulle proprie paure, qualunque esse siano; perchè, talvolta,
sono un qualcosa di molto sottovalutato.
Per me, come per i protagonisti, la più grande paura
è la solitudine.
Perchè, come dice anche la Rowling, gli amici sono un
conforto.
Potrebbe capitarti anche la cosa peggiore di questo mondo, ma se hai
qualcuno con cui condividerla, che ti aiuti, che ci sia per te, quel
peso a mano a mano, magari non scompare, ma si affievolisce.
Se non si fosse capito, anche la paura di George (che lui ha solo
vagamente capito) è quella di perdere le persone che ama.
In questo caso, Fred e Hermione.
Quella di Hermione è la solitudine e, nel prossimo capitolo
troverete un suo POV di questo momento.
Ovviamente, dietro la solitudine, c'è la stessa paura di
George: perdere le persone che si ama.
Non è forse questa la solitudine? Sentirsi sola tra gente
che non ti appartiene e a cui non appartieni? Un abisso che si annulla
con la sola presenza di qualcuno a te caro.
A volte, basta anche solo una persona tra sette miliardi di persone,
per non sentirsi soli.
E questo, i nostri protagonisti lo impareranno a loro spese.
E, forse, l'hanno già imparato.
Fatemi sapere ciò che pensate di questo capitolo; ci tengo
molto.
Ho paura di star risultando noiosa e scontata e di star
andando troppo lentamente: se ci sono cose da migliorare vi prego di
FARMELE PRESENTE.
Ah, un'altra cosa: ho tenuto, particolarmente, a sottolineare le due
reazioni diverse dei due: George si sente in preda alle fiamme;
Hermione annega nelle lacrime.
Questo è per far vedere che la diversità non
divide, a meno che non sia stimata male.
Per quanto riguarda gli asterischi:
*Somnia Aliorum: incantesimo inesistente. Non studio latino, per cui
perdonatemi se non vuol dire un accidente: dovrebbe significare sogni
altrui. (Spero)
*Il secondo asterisco riguarda la frase che Ron disse al primo anno ad
Harry, ed Hermione li sentì, andando a piangere nel bagno.
Okay, è tutto. Al prossimo capitolo.
Un bacione Amici Miei <3
|
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Capitolo 14 *** AVERE IL CORAGGIO DI TRASFORMARE IN PAROLE QUELLO CHE SI SERBA NEL CUORE. ***
capi 14
Ma salve tesorini <3
Sono sempre fred_mione98, ma avevo deciso di cambiare nickname qualche
settimana fa.
Tuttavia, quello attuale (FireRain) non mi piace molto, preferisco il
precedente; per questo credo che ritornerò ad utilizzare
quello :)
Sono davvero in ritardissimo per questo aggiornamento, lo so, ma non si
verificherà di nuovo, giuro.
Ho terminato con la scuola e ora l'unico ostacolo saranno gli esami di
pianoforte.
Ringrazio come sempre tutti quelli che mi seguono: i 9 preferiti, i 5
da ricordare e i 26 da seguire e, ovviamente, chi si prodiga nel
recensire i quali non falliscono mai nel farmi sorridere!
Un grazie ad ognuno di voi <3
PS: ho modificato i primi due capitoli, se vi interessa vi invito ad
andare a rileggerli :) A breve modificherò anche il terzo.
PSPS:QUESTO CAPITOLO è UN PO' PARTICOLARE. IL
SOGNO DI HERMIONE VERRà NARRATO DA LEI STESSA SECONDO IL SUO
PUNTO DI VISTA.
SO CHE POTREBBE NON INTERESSARVI, DATO CHE è UNA
LEGGERA RIVISITAZIONE DEL PRECEDENTE, MA MI ERA VERAMENTE NECESSARIO.
LE SUE PAURE SONO AFFRONTATE IN MODO INTENSO E TRAVAGLIATO DA LEI
STESSA, MOLTO PIù COINVOLTA, CHIARAMENTE, DI GEORGE.
D' ALTRONDE L'INCUBO è IL SUO.
SE IL CAPITOLO VI DELUDE, POSSO SOLO DIRVI CHE MI ERA NECESSARIO. NON
ALLA STORIA, MA ALLO SPESSORE DEL PERSONAGGIO DI HERMIONE CHE IO HO
SEMPRE VISTO COME FIN TROPPO SOTTOVALUTATO.
Buona lettura <3
AVERE IL CORAGGIO DI TRASFORMARE IN PAROLE QUELLO CHE SI
SERBA NEL CUORE.
POV HERMIONE:
-Come
prima giornata è stata un vero inferno! Sono stremata.- dico
giù di tono ad Harry, mentre camminiamo con passo pesante
per i
corridoi, di ritorno dalla nostra prima ronda.
Sono le 22.30.
-Hai perfettamente ragione Herm. Appena rientriamo mi
butterò
sul letto e credo che domani ci metterò un bel po' prima di
farmi vedere in giro.- ridacchia lui.
-Tu non hai capito un boccino Harry! Domani è il primo
giorno di lezioni! Devi essere puntuale!-
Lui sorride, prima di dire:
-Ecco la solita Hermione!-
Mi irrigidisco.
Così, senza una ragione.
-Cosa intendi?-
-Cosa?- ribatte lui, confuso.
-Cosa vuoi dire con ''Ecco la solita Hermione''?-
Lui mi guarda intensamente prima di rispondere.
-Ultimamente eri... come dire...diversa.
Mi sembravi un po' giù. Non so dire per cosa, con esatezza.
Ma
sono il tuo migliore amico. Capisco quando il tuo umore cambia.-
sospira, dispiaciuto, prima di continuare:
-Ne vuoi parlare?-mi domanda premuroso.
Esito un attimo.
Harry è il mio migliore amico. Il primo in assoluto che io
abbia mai avuto.
Con lui sono diventata ciò che attualmente sono. Ho
conosciuto
la vera amicizia, in tutte le sue minime sfaccettature, in tutte le sue
crepe, in tutto ciò che comporta: sacrifici, pazienza,
lealtà, fiducia, sincerità,
disponibilità.
Ma nonostante tutti questi validi motivi che dovrebbero spingermi a
confidarmi con lui, non riesco a smettere di pensare al fatto che io
per lui non sono indispensabile.
Tolta la mia intelligenza, non gli servirei più a nulla. Lui
ha Ginny; ha Ron.
Che cosa se ne fa della ragazza secchiona e terzo incomodo?
-No, ma grazie comunque Harry- rispondo poco convinta, mentre scorgo,
con dispiacere, un'ombra di delusione nei suoi occhi.
-Ehm...va bene; come vuoi tu. -
Nel frattempo siamo appena arrivati davanti al quadro della Signora
Grassa che dorme beata.
Dopo averla svegliata e aver attraversato il buco velocemente, mi giro
per salutarlo.
Ma il suo abbraccio è diverso: è un abbraccio
meccanico.
L'abbraccio di chi ha la testa da un' altra parte: sicuramente sta
pensando a cosa potrei avere.
Allungo la mano sul suo viso, staccandomi dall'abbraccio.
Gli scosto quel ciuffetto di capelli ribelli che gli ricade sulla
fronte, perdendosi tra le sue ciglia.
Lo guardo
intensamente, cercando le parole per dirgli ciò che prima
gli ho negato.
Ma lui non aspetta: mi riavvolge in un abbraccio molto più
caloroso del precedente, e si fionda sulle scale, scomparendo.
Sospiro mentre mi dirigo sulla poltrona di fronte al camino.
Sono stremata.
Interiormente più che fisicamente.
Il ritorno ad Hogwarts.
La mia solitudine.
I miei migliori amici che ormai vedo lontani come lo sono le stelle del
cielo.
La mia solitudine.
George che mi bacia, che se ne va e che mi evita.
La mia solitudine.
-Che pessima giornata- borbotto sbadigliando
-Proprio una pessima...-
Buio.
Tremo.
Ho paura.
C'è silenzio; tanto, troppo silenzio.
Sono circondata da mura di buio fitto e nero, che mi avvolge e mi
rapisce.
Cammino su un pavimento fatto di mattonelle di tenebre; piano,
lentamente, perchè non so dove sono.
Non sento nulla.
Neanche un rumore mi giunge alle orecchie.
L'unica cosa che sento è un grande, inspiegabile, micidiale
dolore, che trova il suo centro all'altezza del mio cuore e si irradia
in tutto il mio corpo, divorandomi dall'interno.
Questo dolore urla e si dimena come una bestia dentro di me, unendosi,
districandosi e riunendosi ad un' infinita tristezza.
Una tristezza talmente... REALE, che mi sembra quasi di poterla
toccare, di poterla vedere.
E, alla fine, la vedo davvero.
La vedo nelle lacrime che, copiose, mi attraversano il viso, morendo
lungo il mio collo.
La vedo nella mia immagine.
Nell' immagine di una me stessa bambina che mi si para davanti e
riflette l'amaro di quella scena vissuta quando avevo solo
nove anni.
La testa fra le ginocchia, il respiro mozzato dai singhiozzi.
Il giorno del mio compleanno.
Nessun compagno venne alla festa così amorevolmente
organizzata dai miei genitori.
Ero sola. In un giorno che sarebbe dovuto esser di festa.
Venne solo una mia cugina: un'antipatica ragazza di due anni
più grandi di me che si divertiva a farmi del male.
Non fisicamente.
A quello so resitere. Ho imparato.
Il suo era peggiore.
Il suo era un male fatto di parole.
Perchè le parole possono essere piume, ma sanno anche essere
coltelli, pietre, macigni che lapidano una persona.
E lei ci riusciva sempre.
Alla fine quelle pietre mi colpivano con violenza il cuore,
percuotendolo in una danza fatta di colpi duri e sgraziati, dalla quale
non ne uscivo mai indenne; ma bensì sempre più
distrutta e provata.
E la stessa frase che mi ridisse in quell'occasione ritorna ora.
Vivida quella voce gelida che mi assiderava l'autostima, facendola poi
sciogliere e scomparire.
-"Fattele
due domande, Hermione!"- urla la sua voce.
-"Nessuno.
Tu non hai nessuno! Tu sei sola; e domandati il
perchè!
Anche se la risposta non dovrebbe essere difficile, visto il carattere
che ti ritrovi!"- la sua risata maligna.
La
scena cambia.
Un
altro ricordo.
Un altro incubo.
-"Non
c'è da stupirsi che nessuno la sopporti! Quella ragazza
è un incubo, parola mia!"-
Ron, al nostro primo anno ad Hogwarts.
Ricordo bene quanta fiducia riponevo in quella che per me poteva
trasformarsi in una bella amicizia.
E ricordo bene anche come in quella circostanza fu delusa.
In quel caso, la delusione fu anche peggiore.
Perchè un conto è non essere accettata da gente
che ti conosce.
Puoi sempre rifarti con altra gente, puoi sempre ricominciare da capo.
Ma quando anche chi non ti conosce ti disprezza e non ti accetta...
beh... in quel caso ti rendi conto che l'errore... sei proprio tu.
E lo pensai.
Quella volta corsi fino al bagno di Mirtilla, ripetendomi quella frase
fino allo sfinimento, fino ad impararla a memoria, fino ad esserne
convinta.
E questa convinzione me la porto dentro ancora oggi, senza dirla a
nessuno.
Annientadomi da sola stessa.
Mentre
penso questo e ricordo quei momenti dolorosi, vedo una piccola luce in
fondo a questo buio fitto.
Non so cosa sia, ne da dove provenga... ma sento che quella luce
è la mia salvezza.
Perchè voglio uscire da qui. E la mia mente mi urla di
rincorrerla, questa luce.
E allora, corro.
Corro.
Corro.
E la luce si avvicina.
Sorrido per un attimo, pensando di essere salva.
Convincendomi che non rivedrò mai più una me
bambina, o ragazzina che mi gettano ancor di più in
quest'abisso di paura e solitudine.
Mi volto indietro, come a voler imprimermi quell'immagine nella mente
ancora una volta, per lasciarla andare per sempre.
Ma mi pietrifico sul posto.
Davanti
ho me stessa a diciassette anni, con un sacco di
cicatrici sparse su tutto il volto, e una, in particolare, si impone
tra le altre.
Non
sul volto; ma sul braccio.
Non
sul corpo; ma sul cuore.
"Mezzosangue."
La
guardo malinconica; il velo di lacrime si fa più copioso che
mai.
Mi rivolto verso la luce, decisa a scappare via.
E mi pietrifico ancora una volta.
Davanti a me c'è qualcuno.
Un qualcuno che al momento non riesco ad identificare.
Alto, slanciato. Probabilmente un ragazzo.
Non ho idea di chi possa essere, ma la cosa che mi colpisce
è che la luce viene da lui.
Splende di un bagliore proprio che si irradia dal suo interno, dal suo
cuore.
Hermione-diciassettenne si gira verso di lui, guardandolo con amarezza;
una richiesta tacita di
aiuto.
Lui si avvicina.
Si avvicina a lei.
Non si avvicina a me.
Forse non mi vede, perchè io sono una parte di questo buio.
Non sono corporea.
Sono come un soffio di vento senza forma che tutti vede dal suo essere
invisibile.
Il ragazzo allunga il braccio su quello della mia copia, cercando di
coprire quell'insulsa parola.
E,
appena lo fa, lei sussulta.
Spalanchiamo
gli occhi, io e lei, nello stesso identico momento, nel riconoscere
quel ragazzo.
Capelli rossi.
Occhi azzurri.
Un bacio rubato, senza un perchè.
George Weasley.
La rabbia sostituisce la tristezza e si scatena come uno tsunami in me.
So
bene, senza che nessuno me lo dica, cosa sta per accadere.
Quale Hermione comparirà da un momento all'altro.
E succede.
Le
cicatrici scompaiono dal volto, lasciandolo pulito, ma macchiato di
risentimento e tristezza. Me stessa questa mattina.
-"Herm
devi scusarmi"-
Le
sue parole.
Mi avvicino a me stessa, come a volermi confortare da sola, ma una
forza più potente mi spinge verso di lei, DENTRO di lei.
E mi unisco a me stessa.
Ora guardo George con i miei occhi. Sono fisicamente dentro il mio
incubo, e il dolore è più acuto che mai.
Mi stacco dalla sua presa,
amareggiata, e se prima volevo raggiungere la sua luce, ora voglio
scappare da lui.
Voglio allontanarmene.
Voglio andare il più lontano possibile da lui, perdendomi in
questi spiriti di tenebre.
Lui
mi rincorre.
Mi sorprendo, perchè i ruoli si sono invertiti.
E mi sorprendo anche del fatto che lo faccia, perchè nessuno
mi ha mai rincorsa pur di riuscire ad avermi nella sua vita, che
è esattamente il desiderio di cui traboccano gli occhi di
George.
Sento che mi vuole bene.
E allora corro ancora, più lontano, per bearmi di questa
sensazione di vita che provo, nel vedermi rincorsa da qualcuno.
Sono egoista,lo so; ma questa reazione di George mi fa sentire un
minimo indispensabile.
E non l'ho mai provata. Ne sono assuefatta.
E
corro, fuggo ancora, prima di pietrificarmi una terza volta alla vista
di una donna.
La donna dei miei incubi.
Il mostro delle mie notti.
Per i babbani il mostro è l'Uomo Nero, per i maghi era
Voldemort.
Per me è la Solitudine.
Donna isterica, rabbiosa, predatrice.
Mi
viene a trovare spesso, ma non sono immune alla sua presenza che mi
terrorizza sempre di più.
I miei incubi sono molto frequenti.
Tuttavia a lei non mi abituo.
Perchè io non voglio essere sola. Non me ne capacito.
Ecco
la mia paura.
Allora mi volto indietro, e per la prima volta cerco di sfuggirle,
piuttosto che lasciarmi rapire da lei.
Per una volta la affronto; scappando, ma la affronto.
Corro verso George, verso quella luce, consapevole che, se la afferro,
ne sarò come drogata e ne avrò bisogno per sempre.
Ma anche ora ne ho bisogno, e quindi lo faccio.
Mi fiondo su George, allungando una mano, implorandolo di salvarmi.
E lui lo fa.
Afferra la mia mano, e se la porta all'altezza del suo cuore,
stringendomi al suo petto, avvolgendomi con le sue braccia.
E tutto il buio scompare perchè sono avvolta nella sua luce.
Nella luce di George.
Apro gli occhi, consapevole già del fatto che George, qui di
fronte a me, è entrato nei miei sogni.
Se ne sta immobile, in silenzio, sconvolto anche lui. Forse
più di me.
Ma nonostante tutto, dai suoi occhi, illuminati dal lieve bagliore del
fuoco, straripa un' infinita preoccupazione.
E da questo, capisco che non è il momento di chiarire; non
è il momento di parlare.
George è tornato da me, mi ha salvato lui questa
volta e io non posso fare a meno di pensare che il suo abbraccio
è stata una cura potente. Vincitrice.
E che io ne ho bisogno ancora e forse ne avrò bisogno per
sempre.
Mi slancio verso di lui e lo stringo intensamente, cercando di metterci
tutto questo connubio di sentimenti che sento di provare per questo
ragazzo così misterioso.
Non so che sentimenti siano, ma al sentire le sue braccia attorno a me,
so di sentirmi infinitamente felice.
Tutta la tristezza è volata via.
Donna Solitudine se n'è andata.
Angolo Autrice:
Eccoci qua.
Questo, nonostante sia fatto sulle orme del vecchio capitolo,
è uno dei miei preferiti.
Mi rivedo tantissimo in Hermione e credo di aver reso abbastanza bene i
suoi sentimenti verso se stessa e la sua vita.
Spero vi sia piaciuto,
Nel prossimo capitolo troveremo finalmente un dialogo intenso tra i due.
:) Grazie ancora e alla prossima :)
|
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Capitolo 15 *** AVVISO ***
AVVISO
Lo so: avevo giurato che non sarebbe più avvenuto
alcun ritardo; purtroppo non sempre i piani vanno come sono stati
progettati.
L'esame di pianoforte è stato anticipato (ce l'ho domani) e
nella settimana precedente ho dovuto fare orari che neanche vi dico per
mettere su il programma.
La settimana è stata davvero infernale, ero proprio
giù: durante il periodo scolastico avevo trascurato il
piano; per cui stava, come diciamo noi salentini, '' alli peti de
Cristu''.
Domani finalmente mi libero, per cui potrò aggiornare con
maggiore costanza.
Mi dispiace per questa lunga attesa, ma mi farò perdonare.
Tra l'altro non lascerò PER NESSUNA COSA AL MONDO questa
storia incompiuta, per cui tranquilli :)
Voglio ringraziare ognuno di voi per il supporto che mi date in maniera
sempre dolce e affettuosa!
Siete magnifici!
Ringrazio chi ha messo la mia storia tra le preferite:
1) bambolinarossa98
2)CarrieEverySmile
3)darkmoon87
4)Draco394
5)Elanor Hermione
6) GeaRose Malfoy
7) Kikistar
8) LadyEloredane
9)_apefrizzola_
10)_MikiCullen_
Chi l'ha messa tra quelle da ricordare:
1) canflyj
2) Gingerhead92
3) heamon
4) LillyS
5) Medy
6) Starfire Moonlight
Chi l'ha messa tra le seguite:
1) AceDPortogas
2) adiaphora
3) Aleswim
4) Arya Rossa
5) Bianchina07
6) Cho90
7) costant
8) EmilyHope
9) Fangirl_G
10) fefotta
11) harpiano 18
12) july95
13) Kikistar
14) la ladra di libri
15) Lady Sissi
16) Like_A_Phoenix
17) momochan226
18) Nephertiti
19) rocky83
20) Sheila1812
21) Starfire Moonlight
22) TsubamePhoenix
23) Enza85
24) vallie195
25) virgo8
26) _apefrizzola_
Ringrazio anche chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-Draco394
-TrubamePhoenix
-Vavvy96
-virgo8
-_apefrizzola_
Ringrazio tutti di voi di cuore e vi invito a continuare a seguirmi;
giuro solennemente di continuare la storia e di non avere buone
intenzioni.
Fatto il misfatto.
Nox.
Baci; la vostra fred_mione98 <3
|
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Capitolo 16 *** IL CUORE DI UN INNAMORATO: IL PIù DEBOLE E FORTE DEL MONDO. ***
cap 15
E rieccomi di nuovo qui <3
Lo so che, con molta probabilità, vorreste uccidermi; ma
come dice il proverbio: ''meglio tardi che mai''.
Siamo giunti a quello che è il quindicesimo capitolo e,
davvero, non mi sembra possibile: sembra solo ieri che ho pubblicato il
primo.
Vi ringrazio immensamente per la costanza con la quale seguite la mia
storia, per le recensioni incoraggianti e talvolta anche esagerate, i
messaggi affettuosi, i consigli.<3
Rispondo 'pubblicamente' ad una domanda che mi è stata posta
spesso tramite messaggi privati: '' quanto sarà lunga
più o meno?''
Allora anch'io, come la mia amica LadySissi, sono per il troppo
stroppia: ma volevo fare un'eccezione per questa storia.
Dando il giusto momento ad ogni cosa avrei cercato di farla lunga; e
questo è ancora il mio proposito.
Ma tutto dipende dalla frequenza con cui riuscirò ad
aggiornare. Vorrei riuscire a terminarla prima del 29 luglio
perchè quel giorno partirò per l'Irlanda per due
settimane, durante le quali non potrò aggiornare. Quindi vi
farei spazientire e non ne vale la pena!
Ora vi lascio a questo capitolo attesissimo nel quale troveremo
finalmente un dialogo tra i nostri due protagonisti :)
Buona lettura <3
IL CUORE DI UN INNAMORATO: IL PIù DEBOLE E FORTE
DEL MONDO.
POV HERMIONE:
Sono le dieci di sera e mi sento davvero a pezzi.
Questo primo giorno di lezioni è stato davvero
pesante.
Chiariamoci: non sono le lezioni ad essere pesanti; anzi:
quelli sono stati gli unici momenti in cui riuscivo a staccare un po'
la spina dal casino che ho in testa.
Perchè è quello ad opprimermi, a pesarmi sul
cuore.
Le emozioni di ieri notte mi hanno impedito di dormire e di
concentrami su altro; di conseguenza, ho avuto FIN TROPPO tempo per
pensare a ciò che è accaduto.
Troppi ricordi, troppi pensieri, troppe domande senza
risposta, troppe immagini di George affollano la mia mente...
Insomma sono davvero distrutta.
Il brutto è che la parte difficile, nonostante tutto, deve
ancora venire!
Parlare con lui.
Eh già: dopo che mi son svegliata dall'incubo, siamo rimasti
un po' abbracciati e poi ci siamo addormentati sul divano.
Per fortuna ci siamo risvegliati verso le sei di mattina e nessuno ci
ha visti.
Non c'è stato tempo di parlare, di chiarirci, di RISPOSTE;
anzi, si percepiva anche dell'imbarazzo tra di noi.
Io ho bisogno di sentirmi dire il perchè lui era
lì, perchè ha fatto quel che ha fatto,
perchè questi piccoli, affettuosi gesti.
Perchè quel bacio. Perchè salvarmi.
Sto impazzendo!
E per di più non mi sto concentrando, per l'ennesima volta
oggi, in quello che è il mio dovere.
In questo momento sono in giro per la ronda e dovrei pensare a prestare
attenzione ad ogni angolo del castello nella speranza di NON trovarci
niente o nessuno fuoriposto.
E invece a chi sto pensando?
A quell' idiota di George che non si è fatto vedere
nè sentire per tutto il giorno con l'intenzione, forse, di
evitare me e le mie più che lecite domande.
Ho persino chiesto a Fred dove potesse essersi cacciato, ma, per la
prima volta serio, mi ha risposto di non avere idea di dove George
possa trovarsi.
Ha comunque aggiunto di non preoccuparmi perchè lo fa spesso
quando vuole pensare ed essere lasciato in pace.
Sbadiglio sonoramente mentre, distrattamente, imbocco il corridoio
dell' eterno proibito terzo piano.
Almeno credo che sia il terzo; a dir la verità, alla
luce di questa mia stanchezza, i corridoi mi sembrano tutti uguali e ho
la vaga certezza di star girando in tondo gia da un po'.
Ormai ho perso la cognizione del tempo e dello spazio: il mio fisico
richiede attenzione e riposo.
Forse è meglio che io faccia una pausa per un po' dentro
un'aula di queste.
Harry non si preoccuperà nel non vedermi tornare: abbiamo
deciso di fare i controlli separatamente in modo da sbrigarci prima.
Apro con fatica la porta in legno dell'ultima aula di questo corridoio
e, senza neanche guardarmi molto intorno, evoco tre delle mie amate
fiammelle per fare luce, stendendomi su quelli che devono essere i banchi
di una vecchia classe ormai in disuso.
Non sto esattamente quel che si dice comoda, ma per essere una piccola
pausa può andar bene.
Chiudo gli occhi, perdendomi in un buio più fitto di quello
dell'aula; più fitto ma anche
più spaventoso.
Già...spaventoso.
Così li riapro nella speranza di trovare un po' di conforto
nelle mie fiamme: sono il mio incantesimo preferito.
Mi perdo per un po' a guardarle, mentre una spiacevole sensazione si fa
strada dentro di me.
Provo un'insolita paura nello stare qui.
Ma non è neanche paura... è....come dire?
Disagio.
Mi sento come se ci fosse qualcuno che mi osserva e di cui non mi son
accorta.
Come se... fossi un'intrusa.
Mi metto a sedere, un po' intimorita da questa sensazione scomoda:
impugno la bacchetta ed evoco un piccolo lumus.
A poco a poco, faccio un po' di luce su ogni angolo della stanza.
Non trovo niente di particolare:
le pareti bianche un po' sporche, annerite in certi punti; un grosso
lampadario a candele, banchi accatastati, George seduto per
terra che mi guarda, sedie sparse, cuscini sporadiCOME??????
-AHHHHHHHHHHHH! GEORGE! PER MERLINO, SALAZAR E TUTTE LE CAVALLETTE!
Mi porto una mano al petto, dal quale il cuore sembra voler uscire,
talmente batte veloce e selvaggio.
Per poco non mi prende un infarto.
Ah, ma adesso mi sente quest'idiota!
-WEASLEY! MI SPIEGHI CHE MMMMMM!!!!!!!!!!!!-
-La vuoi smettere di urlare Granger? Ti ricordo che non dovremmo essere
qui! Se ci beccano rovineresti la tua reputazione, o sbaglio?- dice
lui, mentre tiene incollata la sua mano sulla mia bocca, per impedirmi
di parlare.
Lo fisso con astio, arrabbiata, ma poi cedo.
Mi perdo nel suo sguardo d'oceano per quelle che a me sembrano ore.
E più lo guardo più mi sento a casa.
''Hermione Granger ma cosa vai a pensare?'' mi dico mentalmente.
Porto la mia mano sulla sua, scostandomela, leggermente più
tranquilla di prima.
-Sbagliato Weasley: TU non dovresti essere qui!- sbotto arrabbiata.
-Pensavo mi stessi cercando. Voci di corridoio mi hanno riferito
così.- esclama divertito, continuando a guardarmi.
''Ti prego George; non guardarmi con quello sguardo'' penso disperata.
''Hermione tu sei arrabbiata con lui, ricordatelo. Ti ha baciata,
è entrato nei tuoi sogni violandoteli, ti ha salvata. E
tutto senza un perchè. Evitandoti subito dopo. TU SEI
ARRABBIATA CON LUI.''
-Va' a quel paese.- sputo cercando di risultare velenosa.
Il suo sguardo divertito lascia spazio ad uno sguardo indecifrabile.
Per un attimo penso voglia dirmi qualcosa ma che non stia trovando le
parole adatte.
Ma mi sbaglio, perchè, veemente, incatena la sua mano alla
mia conducendomi verso una parte dell'aula più illuminata
delle altre, poichè vicino alla finestra.
Da qui riesco a scorgere l'imponente tratto oscuro di un... qualcosa,
dolcemente illuminato dalla luce lunare.
Stringo la mano di George, sbuffando davanti a quel sorrisetto che mi
scatena una marea di emozioni contrarie dentro.
Ci avviciniamo a quel qualcosa e.....
-Non può essere- esclamo basita.
Lui continua a fissarmi, in silenzio.
-Silente l'aveva fatto trasferire in un'altra scuola alla fine del mio
primo anno!- rincaro.
-Ma non l'ha fatto, come vedi: è sempre stato qui.- conclude
lui.
Lascia la mia mano e si siede davanti allo Specchio delle Brame, ancora
intatto e immutato da un sacco di secoli, invitando me a fare lo stesso.
Sbuffo, ma poi lo accontento.
In fondo è vero: è tutto il giorno che lo cerco.
Finalmente ora che l'ho trovato possiamo chiarire tutto.
Per un po' sediamo vicini, in silenzio, cercando, con lo sguardo, i nostri rispettivi desideri nello specchio.
Chissà cosa vede George...
-Cosa ci vedi nello specchio Hermione?- dice lui, interrompendo il mio
stesso quesito.
Mi sorprende il suo chiamarmi per nome.
L'ha fatto tante volte, ma questa aveva una nota di quel che
mi è sembrato turbamento, nella voce.
Taccio per un attimo, indecisa sul da farsi; poi alla fine mi convinco
che, se dobbiamo chiarirci, è il momento giusto per mettere
da parte le arrabbiature e quello per essere sinceri.
-Se vuoi mi allontano, per farti vedere meglio- continua lui.
-Ehm, va bene-
Si alza e si mette ai lati dello specchio, lasciando me, da sola, al
centro.
Strizzo gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che lo
specchio mi mostra.
-Vedo... me stessa. Ma... sono più... bella.- sospiro,
arrendevole.
- Ho tante persone intorno a me. Ci sono Harry, Ron, Ginny,
Fred, Draco, il resto della tua famiglia, i genitori di Harry, Sirius,
Remus, Tonks, Neville, Luna e i miei gen...
-E io non ci sono?- chiede, improvvisamente cupo.
Volto di nuovo la testa verso lo specchio, cercando di trovare George
tra quel capanello di persone che mi abbracciano affettuose, amiche.
Ma non c'è.
George non è da nessuna parte.
Sto per aprire bocca, quantomeno per tentare di giustificarmi; quando,
all' improvviso, tutta quella gente si divide, ditribuendosi in maniera
equa ai lati, lasciando me in mezzo e qualcuno che mi raggiunge, da
lontano.
All'inizio non riesco bene a distinguere chi sia quel qualcuno. Ma man
mano lo riconosco.
Capelli rossi, occhi azzurri, fisico alto e slanciato ma ben scolpito.
George.
L'Hermione nello specchio si volta felice verso di lui e gli corre
incontro.
Lui, ridente, la prende in braccio e la fa volteggiare un paio di
volte, prima di riposarla a terra e baciarla appassionatamente.
Spalanco la bocca, incredula, mentre la versione più felice
di me si lascia accarezzare il profilo del volto da un George
innamorato.
La scena cambia e compariamo di nuovo io, George e la figura di
qualcuno più piccolo.
Un bambino, credo.
I capelli rossi molto simili a quelli di lui, e gli occhi tanto simili
ai miei...
Che sia... nostro figlio??
-Allora?- sbotta George spazientito.
Mi ero completamente dimenticata di dargli una risposta.
Cosa dovrei dire?
-Certo che ci sei George, che domande- rispondo, nella speranza che lui
sorvoli.
-Ma hai anche visto qualcos altro.- afferma lui.
-Si-
-E non mi dirai di cosa si tratta, vero?-
-No- sorrido, divertita, tentando di nascondere quello che ora
è il mio turbamento.
Il mio cuore è in subbuglio.
Più domande di prima si spintonano nella mia testa, e una
forte emicrania si impossessa di me.
Non potrebbe andar peggio di così.
-Beh, ora ti dico cosa vedo io.- dice con convinzione.
Si para davanti allo specchio e comincia a raccontare.
-Vedo me stesso, circondato dai miei familiari; Fred primo
fra tutti.
Ci sono anche Harry, Draco, tutti i miei amici.
Ma tu non ci sei.- fa una piccola pausa.
-Tu stai arrivando ora, mi stai correndo incontro. E sei sempre la
stessa. Perchè non riesco ad immaginarti più
bella di così.
E ci sono io, felice come un bambino a Natale, che ti prendo in braccio
e ti faccio volteggiare per un po'.
Ti riappoggio per terra, baciandoti con amore.
Perchè sì, quello specchio dice che sono
innamorato di te. E non solo lui.
Lo dice anche questo muscolo che si trova proprio qui- mi prende la
mano e se la porta sul cuore- e che trotta frenetico e
incontenibile ogni volta che ti vedo o che ti sento o che ti parlo o
che ti penso.
E poi la scena cambia, mostrandomi noi due, sposati e sereni, che ci
prendiamo cura di quello che è nostro figlio.
Questo è quello che vedo io.
Lo vedo perchè lo voglio. Perchè TI voglio,
perchè ti amo, Hermione Granger.- conclude serio, mentre mi
fissa attentamente.
Lo fisso basita e sconcertata, mentre boccheggio in cerca di aria e
parole, e di un metodo per rallentare il cuore che, per la seconda
volta stasera, vuole uscire dal petto.
Angolo Autrice:
Eccomi di nuovo qui. Spero vi sia piaciuto il capitolo e, come sempre,
vi invito a lasciare una recensione.
So che mi ucciderete per averlo terminato così, ma questa
è solo la prima parte.
Nel prossimo ci sarà il POV di George con ulteriori aggiunte.
Alla prossima, tesori <3
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Capitolo 17 *** LA GUERRA CHE HO DENTRO. ***
capitolo 16
Ma ciao <3
Ebbene sì, son riuscita ad aggiornare dopo soli tre giorni!
Incredibile, lo so
Non mi dilungo in chiacchiere e passo subito a questo capitolo davvero
molto atteso!
Ringrazio chi leggerà e chi segue sempre con costanza! Un
bacione!
LA GUERRA CHE HO DENTRO.
POV HERMIONE
-George;
ma... che stai dicendo?- chiedo incredula.
Mi fissa con uno sguardo impenetrabile, nel quale, però,
scorgo celarsi un granello di determinazione che non gli vedevo da
molto tempo.
Si avvicina ancora di più e mi afferra con dolce veemenza le
mani, incastrandole con le sue, portandole davanti al suo volto e
baciandole.
-Sto dicendo- sospira, guardandomi fermamente negli occhi- che ti amo
Hermione.
Non so dire precisamente quando questo mio sentimento sia
cominciato. Nè perchè.
So solo che, ogni volta che ti vedo, devo raccogliere tutte le forze
che ho, per trattenermi dal baciarti.
Che nei mesi in cui mi sentivo solo, tu eri l'unica ad esserci e a
saper far scoppiare, con la tua sola presenza, quella bolla di
solitudine in cui mi ero rinchiuso.
Che ho un inspiegabile, assurdo bisogno di te. Che la tua lontananza mi
fa male.
Che io, per poter ritrovare me stesso, ciò che avevo perso e
la mia vita, ho dovuto ricominciare da te. Perchè sei sempre
stata la mia unica certezza.
Che tu mi hai insegnato e ridato l'arte del sorridere.- e, detto
questo, accenna un piccolo sorriso.
-Voglio poterti abbracciare, farti sentire protetta; perchè
a volte mi sembri così fragile e delicata che basterebbe un
sussurro del vento per farti crollare.
Voglio poterti dare tutto quello che quella sera alla Tana hai detto di
star cercando. Tutto quello che hai cercato in quelle stelle e in quel
cielo troppo lontano per essere raggiunto; quando poi ci sono io che ti
guardo continuamente da vicino e tu non te ne accorgi.
Vorrei tante cose... ma per ora mi limito a dirti che vorrei solo una
possibilità.
Solo una.
Abbiamo questo bisogno reciproco di amore. Non è una
coincidenza, capisci? Abbiamo bisogno l'un dell'altro. Insieme saremmo
perfetti, se solo tu lo capissi!- una lacrima gli solca il volto
deciso, ma contratto dal timore della mia risposta.
Nessuno mi ha mai detto parole così dolci.
Anzi; nessuno mi ha mai detto parole così, punto.
Il bacio di ieri mattina.
Il suo evitarmi.
Il sogno.
Le nostre stesse, identiche, immagini nello specchio.
Finalmente tutto ha un senso.
-Ti prego...dimmi a cosa pensi, Hermione.- mi dice supplichevole; una
seconda lacrima gli attraversa il viso.
Cosa provo per George?
Insomma.... lo specchio mostra chiaro. Nel mio profondo, desidero
stargli accanto; desidero un futuro con lui.
Ma allora perchè, in superficie, mi sento così
insicura?
Perchè non so dare un nome alle sensazioni che mi procura
vederlo, toccarlo o sentire il suo profumo?
Perchè mi risulta così difficile ammettere che
anche io provo qualcosa per lui?
Non so se sia amore, il mio, o un bisogno generale di affetto e di
amore.
La mia unica certezza è che anche a me fa male la sua
lontananza; che anche per me lui è fondamentale.
Che il mio cuore, fermo per tanto, troppo tempo, ha ricominciato a
battere quella sera alla Tana, nel momento stesso in cui lui
mi ha accolto fra le sue braccia e ha sentito battere il suo, di cuore.
Nel momento in cui lui diceva che, per lui, io faccio la differenza.
Solo in quel momento il mio ha ricominciato a pompare il sangue nel mio
corpo. A farmi sentire viva.
Che se io gli ho insegnato a sorridere, lui mi ha insegnato a ritornare
a vivere; che è molto più importante di una
risata.
A far sorridere qualcuno ci può riuscire anche una qualsiasi
cosa allegra. Anche se è un sorriso falso.
Ci riesci, a sorridere.
Far tornare a vivere qualcuno, beh... quello è molto
più complicato. Solo la persona che ami riesce a smuovere il
tuo cuore, a rimetterlo in moto.
Quindi sto appena ammettendo che amo George?
Lo amo?
Non lo so.
Eppure il senso dei miei pensieri è quello, e non lo so...
ma sento che il mio cuore sta facendo capriole, giravolte; forse
perchè, in fondo, ne è convinto pure lui.
Scuoto la testa, sorridendo tra le lacrime che, ora anche a me, stanno
inondando il volto.
Perchè, tutto ad un tratto, so qual è la risposta
da dare a George.
Riflettendo, ho capito di ricambiare anche io ciò che lui
prova per me.
Ma non possiamo stare insieme.
Semplicemente perchè non oserò rovinare un
ragazzo come lui con il carattere che mi ritrovo io.
Io risulto noiosa, imbarazzante; insomma: chi mai sarebbe capace di
giocarsi il futuro con una come me?
Furbizia e tanti libri.
Ecco cosa sono io.
Ci sono cose più importanti.
Cose che io non sono in grado di dare e che George merita
più di chiunque altro.
Molti credono che io sia un'eroina.
Ma questa non è la realtà.
Non ho niente di speciale; io non sono nessuno.
Se ancora devo trovare me stessa; come posso concedermi interamente ad
una persona che merita così tanto?
-George...- sospiro.
-Anch'io provo qualcosa per te.- sussurro.
-Di-di-dici sul serio?- sussurra lui, visibilmente emozionato.
-Si.-
Si rabbuia all'improvviso.
Gli occhi diventano di un blu scuro, in cui annegare. Quasi nero. E il
suo sorriso, il suo bellissimo sorriso, scompare.
-C'è un ma vero?- chiede.
Annuisco, mentre un groppo in gola mi blocca il respiro.
-Quale ma c'è, Herm?- sembra arrabbiato.- ti ho appena detto
che ti amo. Hai appena ammesso che la cosa è reciproca. Cosa
c'è? Perchè non possiamo essere felici?- no. Non
è arrabbiato; il suo è un tono supplichevole.
Altre perle liquide minacciano di uscire da quei mari in tempesta, e io
mi sento davvero, davvero male.
-Non sono la ragazza giusta per te- affermo io.
Ma il mio tentativo di desisterlo risulta poco convincente anche a me.
Perchè nonostante io voglia il bene di George, nonostante io
voglia vederlo felice, mi fa un male indicibile lasciarlo andare prima
ancora di averlo avuto davvero.
Perchè già in bocca ho il retrogusto amaro e
orribile di un'altra perdita; una perdita molto più atroce
delle altre.
-Ah no?- esclama scettico -E perchè mai?-
-Io...-
''Forza Hermione!- mi dico- ''Devi solo dirgli ciò ce hai
pensato poco prima.
Per il bene di George; devi lasciarlo andare.''
-Io...- ma le parole, per la seconda volta, mi muoiono in gola. Un
singhiozzo strozzato è l'unico suono che riesco a produrre.
La ragione si ribella al mio accettare la proposta di George. Il mio
cuore lotta per non farmela rifiutare.
Le voci dei due guerrieri si fondono nella mia testa, urlando e
provocandomi la nausea.
Mi viene da urlare di smetterla.
Ma tutto quello che faccio è dare ascolto al cuore, per una
volta.
E non mi pongo nè se, nè ma.
Ogni cosa scompare di fronte allo sguardo implorante di George.
Prendo il suo viso irruentemente e comincio a baciarlo con foga,
scaricando in questo bacio tutti i perchè senza una
risposta, tutti i miei dubbi e le mie paure senza senso, tutte le mie
convinzioni distruttrici.
Ci metto rabbia, mentre le nostre lingue si rincorrono, si allacciano e
si slacciano, in una danza veloce e agoniata.
E io sento in bocca il sapore di George mischiato a quello delle mie
lacrime. E mi sento così maledettamente male per questa
guerra che ora mi ditrugge e ora mi dilania.
Lui mi accarezza i capelli, in maniera dolce, protettiva; come se non
volesse lasciarmi andare.
E quando mi stacco non ho più forze.
La testa mi gira, il cuore si capovolge e posso di nuovo appurare che
George lo ha per l'ennesima volta rimesso in moto.
Ora posso dire aver perso ogni mio tentativo di salvarlo da me.
Non riuscirò a lasciarlo andare.
E anche lui sembra del mio stesso parere.
Annulla di nuovo la distanza tra di noi, e soffia sulle mie labbra:
-Questo è il tuo modo di dimostrarmi che non possiamo stare
insieme?-sghignazza divertito e più sollevato.-
-Idiota- sussurro, ancora un po' spaventata dalla mia intraprendenza.
Mi chiedo che cosa succederà ora che, per una volta, ho dato
ascoto al cuore.
Restiamo abbracciati, cullandoci l'un l'altro, per un tempo che mi
sembra interminabile, ma che non voglio che finisca; fino a quando lui
non apre bocca per parlare.
-Hermione Granger: vuoi essere la mia ragazza?- mi chiede, guardandomi
intensamente.
Per tutta risposta, riprendo a baciarlo.
Una opportunità, forse forse, è giunto il momento
di darla anche a me.
Angolo Autrice:
Di questo capitolo,sinceramente,non ne vado per niente fiera. L'idea iniziale era un'altra, ma ho cambiato man mano che scrivevo. È un risultato pietoso,lo so. Il dinamismo del personaggio di Hermione lo troviamo qui e spero che vi piaccia. Ho molta paura di esser risultata molto disordinata, paura anche dettata dal fatto che questo capitolo l'ho scritto in certe determinate condizioni che non vi sto ad elencare. Vi basti sapere, per capire, che non avevo la possibilità di ascoltare neanche i miei pensieri mentre scrivevo; e ho detto tutto.
Inoltre vi avevo promesso un POV di George,ma, come ho detto, ho cambiato idea. Lo troveremo OVVIAMENTE nel prossimo capitolo. Ma tranquilli che tante cose devono ancora succedere e, per la neo coppia non sarà tutto rose e fiori.
Anzi,ci saranno molte spine.
Chissà se ce la faranno!
Intanto attendiamo le opinioni di George al riguardo.
Un bacio ♡
|
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Capitolo 18 *** TUTTO L'AMORE CHE HO. ***
Ciao tesori
<3
Eccomi qui con un altro capitolo. Lo so che, ultimamente, sto
aggiornando
sempre in ritardo; il motivo è che mi sento un po’
demoralizzata per questa
storia.
Non voglio lasciarla incompleta, ma non voglio neanche fare brutte
figure,
ecco.
Anche perchè in programma ho tante idee.
Ma non pensiamoci ora, e parliamo, piuttosto, di questo capitolo.
Come promesso vi ho fatto un POV di George.
Questo è un capitolo molto, molto… easy, non mi
dice nulla; forse perché
comunque le emozioni di George sono le conseguenze, gli effetti, dei
suoi
sentimenti che già conosciamo; quindi non c’era
molto da dire.
Alcune precisazioni prima di leggere:
1) Se da oggi in poi cambio stile di scrittura, è
perché ho pensato che è
meglio scrivere da word che direttamente su Nvu.
2) Grazie a tutti quelli che mi seguono, che mettono la storia tra le
preferite/da ricordare/ seguite, che la leggono in silenzio (vi invito
a
recensire), e a chi mi da consigli che sono sempre ben accetti.
3) Non vorrei sembrare incoerente con il punto precedente, ma se la
storia non
vi colpisce neanche dai primi capitoli è inutile che andate
avanti a leggerla e
poi mi venite a dire che non vi piace. Non parlo per settori
grammaticali e
stilistici, ma per la trama. A me essa piace esattamente
così; quindi mi stanno
bene tutti i suggerimenti e i consigli per migliorarla, ma di certo non
accetto
critiche (mi dispiace sembrare vanitosa o altro, non è mia
intenzione) per
quanto riguarda gli avvenimenti. Essendo una fanFICTION, posso decidere
di far
accadere quello che voglio o no?
Chiarite
queste cosette, vi lascio alla storia <3
TUTTO
L’AMORE CHE HO.
POV GEORGE
Sono le due
di notte e sono ancora sveglio.
Continuo a girarmi e a rigirarmi come un forsennato nel letto.
Non riesco a
dormire.
Come potrei riuscirci se non faccio che ripensare continuamente allo
sviluppo e
alle sorprese delle ultime cinque ore?
Quante sono
cambiate durante questo lasso di tempo?
Ho passato
un giorno intero dentro quell’aula in disuso; troppo poco
Grifondoro per uscire
ad affrontare LEI; Hermione.
Ho cercato di evitarla in tutti i modi possibili, saltando le lezioni e
i
pasti; stando semplicemente steso a pensare e a cercare di non pensare
su quei
banchi scomodi e duri.
Ho provato con tutto me stesso a cercare di trovare una soluzione.
Ora,
però,
che ho la mente più lucida, mi chiedo a cosa volessi,
esattamente, trovare una
soluzione.
Ai miei sentimenti?
Come se l’amore, poi, fosse un problema, quando invece
è magia allo stato puro.
Sono stato
là per ore e ore, a cercare di svuotare la mente; e
più ci provavo meno ci
riuscivo.
Finche non
l’ho visto.
Lo specchio
delle Brame.
Era
lì; in
fondo all’aula; nell’angolo più remoto,
in obliquo rispetto alla finestra.
Ricordo di
essere rimasto perplesso e interdetto per un bel po’, di
fronte a quell’oggetto.
Ero convinto, come tutti, che Silente l’avesse fatto
trasferire in un’altra
scuola quando facevo il terzo anno.
Una strana
sensazione mi stringeva lo stomaco, mentre guardavo
quell’imponente cornice
d’oro, provata dal tempo, dai secoli di storia che quello
Specchio ha alle
spalle.
Sapevo anche
che quell’oggetto poteva essere tanto bello quanto pericoloso.
Ricordo che il Preside una volta disse che molti avevano perso se
stessi a
furia di rifugiarsi nelle fantasia di quello specchio.
Che molti avevano dimenticato di vivere, e avevano preferito rifugiarsi
nei
sogni.
Nonostante
questo, la mia testardaggine mi spingeva a guardare in quella
superficie di
ghiaccio, e anche oltre; nel mio cuore.
Perché
quando si parla di QUELLO specchio, non si parla mai di immagine
fisica; ma
sempre di cuore.
Volevo vedere, almeno in quella realtà irreale, i miei
desideri realizzati.
Certo; mi
aspettavo di vederci Hermione o, quantomeno, qualcosa riguardante lei.
Credevo di essere pronto a qualsiasi visione.
Eppure…
nulla
è riuscito a frenare l’emozione provata dinanzi a
quelle immagini.
Hermione che mi correva incontro felice, radiosa, e io che la prendevo
in
braccio e la posavo a terra baciandola.
Intorno,
tutti i nostri parenti ed amici che ci guardavano sorridendo.
Un’immagine
semplice, umana.
Ma, seppur tanto semplice, mi colpiva con la potenza di un macigno.
Sempre
nulla; nulla in confronto alla seguente.
Io, Hermione
ed un bambino.
Occhi suoi, capelli miei; nostro figlio.
Ricordo le lacrime che, copiose, mi bagnavano il viso, mentre le mani
del
George e dell’Hermione nello specchio accarezzavano il
piccolo.
Sì:
lacrime.
La
consapevolezza che la guerra è finita. Per sempre.
Che potrò, potremo, avere un futuro magari accanto alla
persona che amo; che
amiamo.
La consapevolezza che potrò crescere, diventare adulto,
sposarmi, avere un
figlio, magari anche due.
Invecchiare. E, insieme con me, la mia famiglia, Fred, Hermione.
Ma
soprattutto la consapevolezza e la voglia di voler e di poter dare a
quest’ultima tutto l’amore che merita.
Tutto l’amore che ho.
Mi rigiro
per l’ennesima volta sul materasso.
Questo letto mi sembra veramente una prigione.
Getterei volentieri queste coperte asfissianti, rosse ed oro, fuori
dalla
finestra.
Ma, dato che sono troppo pigro e teso per alzarmi, mi limito ad
appallottolarle
e a lanciarle nell’angolo del letto più lontano da
me.
Per un
attimo mi perdo a guardare le tende del baldacchino che avvolgono il
mio letto;
ma subito vengono sostituite dalle immagini dei successivi avvenimenti
nell’aula.
Ricordo che stavo cercando di prender sonno su quel pavimento freddo;
mi dicevo
che tanto avevo passato in quell’aula tutto il giorno: non
avrebbe fatto
differenza se ci passavo anche la notte.
Avevo chiuso gli occhi, pronto per donarmi a Morfeo, quando la porta si
aprì,
sbattendo e chiudendosi alle spalle di qualcuno avvolto dalle tenebre.
Ero
pietrificato.
Avevo il cuore che batteva a mille; non sapevo chi o cosa aspettarmi.
Ma quando
LEI, perché avevo capito che era una LEI, evocò
quelle fiammelle… intuii subito
chi era questa LEI.
Diamine;
sono il suo incantesimo preferito!
Ricordo che
lo disse una volta durante il suo quinto anno, in una delle riunioni
dell’esercito
di Silente, quando ancora non ero scappato da scuola.
Credetemi: sono davvero stupende; creano un effetto suggestivo!
Le loro dita azzurrine e bluastre divampano libere, irradiandosi da un
cuore
piccolo e giallo che sfuma in chiazzette arancioni e rosse.
Meravigliose!
Deciso a
rimanere in silenzio, guardavo le sue mosse; la guardavo
dall’ombra… ANCORA.
Evidentemente,
doveva sentirsi osservata, perché non ci è voluto
molto prima che capisse che
nell’aula c’ero anch’io.
Ricordo come
il cuore batteva quando le ho tappato la bocca, per impedirle di urlare.
Era morbida e calda al tatto.
Stavo impazzendo!
E i suoi occhi poi… mi scrutavano truci ma anche emozionati.
Lo vedevo.
Espugnavano tutte le mie difese e quelle sciocche e ridicole
convinzioni e
paure che, solo stesso, mi ero creato.
Non ho
resistito alla tentazione di portarla davanti a quello specchio, a chiederle cosa vi vedesse.
E, nonostante la sua risposta non tradiva segni di interesse verso di
me, il
leone Grifondoro che vive in me e che fino ad allora era rimasto
nascosto, ha
messo insieme tutto il suo orgoglio, tutta la sua audacia, tutto il suo
coraggio e le ha detto tutto.
Le parole mi
uscivano, furiose, liberatorie, come fossero il grido selvaggio di un
sentimento tenuto in modalità silenzioso per tanto, troppo
tempo.
Il segno di un amore represso che, però, ha avuto il
sopravvento su ogni
piccola indecisione.
Non ricordo
nemmeno che cos’ho detto, talmente ero impegnato a cercare
qualche risposta nei
suoi occhi.
Perché nessuno meglio di me, può sapere quanto la
bocca possa tradire e quanto gli
occhi smentire.
Non ricordo di aver mai, e dico mai, fatto una mossa così
azzardata in vita
mia; aprire il mio cuore così a qualcuno, esponendolo ad una
realtà che poteva
rivelarsi dolce… tanto quanto amara.
Ma forse qualcuno lassù mi ha voluto bene, e ha deciso che
questa seconda
opportunità di vita me la posso concedere in maniera
concreta.
Nessuna sensazione provata in venti anni di vita, è
paragonabile al bacio, ai
baci, che ne son seguiti.
Le nostre bocche si cercavano fameliche, affamate. Erano due pezzi di
puzzle
fatte apposta per incastrarsi.
Niente è paragonabile a QUELLA felicità.
Forse, solo
quel suo sì alla mia proposta.
La certezza di poter vivere quest’amore, oggi, domani e forse
sempre.
Non so dire
esattamente se anche lei mi ami, o se lei mi ami quanto io amo lei.
Hermione non
mi ha detto ti amo.
Ma, come ho già detto, vedevo la verità nei suoi
occhi; delle parole non me ne
sarei fatto niente comunque.
Il suo amore
per me, forse neanche lei lo sa ancora, era lì nel fondo di
quei cioccolatini
dolcissimi.
Se ci ripenso,
mi sembra di sentire ancora il calore e il contatto delle sue labbra
contro le
mie.
Mi metto a
pancia in giù, cercando di chiudere occhio.
Ma ho davvero troppi pensieri e sono troppo felice per dormire.
Nel buio
della mia testa, che buio non è, si susseguono frenetiche
tante immagini della
mia vita, in particolare quelle di ieri sera.
Sarà
una
notte molto lunga e faticosa, ma mi rincuora il fatto che domani
sarà un dolce,
dolcissimo giorno.
Angolo
Autrice:
Eccomi qua!
Lo so che
è
un capitolo SOLO ed UNICAMENTE introspettivo, nonché corto.
Non volevo
neanche farlo, ma l’avevo promesso!
Dal prossimo ci sarà più azione, lo prometto ;)
mi sono venute tante nuove idee
per questa storia!
Idee che mi
hanno resa, per una volta, orgogliosa di me stessa. Non vedo
l’ora di
continuare a svilupparle e di metterle nero su bianco!
Questo capitolo non è davvero niente in confronto a quello
che spetta ai nostri
protagonisti.
Beh, prima di lasciarvi, volevo ringraziare _apefrizzola_ per il
prezioso aiuto
nella struttura! Ti
voglio tanto bene
<3
Un
bacio e al prossimo capitolo! <3
|
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Capitolo 19 *** NELL'OMBRA DEL SILENZIO: DUE CUORI, UNA PROMESSA, UNA SFIDA. ***
Salve a
tutti!
Probabilmente mi starete odiando a morte! Chiedo venia!
Avete ragione! Il punto è che ho dovuto fare un tour des forces
per il saggio di
pianoforte.
Parlando di questo capitolo; so che molti di voi lo attendevano con
ansia.
Sinceramente anche io.
Non perché sia un granchè… capiamoci.
Ma perché anche io ero stufa di tutta quella
staticità.
Nella mia storia tutto ruota, sì, intorno a George ed
Hermione; ma non ci sono
solo loro! Tanto meno ora che sono ad Hogwarts.
Per cui… si sa bene che…in questa scuola non si
può mai vivere un anno
tranquilli!
NELL’OMBRA
DEL SILENZIO: DUE CUORI, UNA PROMESSA, UNA SFIDA.
POV GEORGE:
-Ahia!- esclamo dolorante.
-Che c’è George?-
-N-n-niente; mi sono scottato con il pollo- mento spudoratamente a Ron
che è
del tutto ignaro del vero motivo del mio ‘Ahia’.
Non può certo sapere che, divertendomi a provocare la mia
Hermione, da sotto il
tavolo, mi sono beccato una forte gomitata nelle costole da quel suo
gomito ossuto!
Ma, lo giuro sulla simpatia della Umbridge: non le stavo facendo
niente!
Stavo solo facendo scorrere con lentezza esagerata la mia mano sinistra
sulla
sua gamba destra, soffermandomi verso la parte medio-alta
dell’interno coscia.
E poi mi è arrivata questa gomitata!
Sono le
19.30 ormai; siamo tutti riuniti a cena nella Sala Grande.
Questo terzo giorno è passato molto velocemente.
La mattina ho frequentato le lezioni per la prima volta da quando sono
ritornato e, lo so è sconvolgente anche per me, ho appurato
che quest’anno il
corpo insegnanti non è affatto male!
E poi so già che passerò il mio tempo, durante i
corsi, a guardare Hermione.
Oggi ho avuto modo di osservarla nel SUO mondo; non ho potuto fare a
meno di
rimanerne affascinato.
Quando apprende qualcosa di nuovo le luccicano gli occhi, segno della
sua
passione smisurata.
Quando ascolta i professori è come se stesse ascoltando la
musica più bella
dell’universo: freme, si agita, prende appunti come una
forsennata.
Come ho
già
detto, è nel suo mondo.
Un mondo segreto.
Interamente, intimamente suo; nessuno ci può entrare.
Nessuno può capirlo.
Anche io ho
dovuto guardarlo da lontano, anche se sono riuscito a cogliere una
parte di lei
mai vista prima.
È come se, quando studia, fosse in grado di affrontare
tutto.
Sicura.
Inarrestabile.
Forte.
Penso
proprio di amarla più di quanto io ami me ste…
-Un attimo
di attenzione, prego- la McGranitt interrompe il flusso dei miei
pensieri.
-Chissà cosa succede- esclama la mia ragazza, incuriosita.
Tutti si
zittiscono, fomentati.
-Mi
rincresce dirvelo solamente in questa terza sera; avrei voluto
avvisarvi prima.
Ma, dati alcuni
imprevisti, abbiamo
dovuto rimandare a oggi.-
-Di che cosa si tratta, Preside?- urla un ragazzo dal tavolo dei
Corvonero.
Se non
sbaglio dovrebbe chiamarsi Jake Norman.
-Un attimo
di pazienza, signor Norman.-
Azzeccato.
Sono un grande.
Mi faccio un applauso mentalmente e ritorno ad ascoltare la McGranitt.
-Allora,
come sapete, finalmente il mondo magico è libero da minacce
oscure.
Sono morte tante, troppe persone.
Madri, Padri, Figli, Studenti, Insegnanti.*
Innocenti.
Io e gli altri professori abbiamo pensato di rendere un omaggio, un
tributo, a
tutti loro.
Vi starete chiedendo in che modo.
Vi ricordate il torneo TREMAGHI?
Un brusio di
assenso aleggia nella Sala.
-Ebbene…come
tutti ricordate…- continua la Preside- fu in
quell’ occasione che Voldemort-
di nuovo tutti sussurrano o sospirano.
Il ricordo è ancora troppo vivo. Il dolore troppo recente.
– Come stavo dicendo, fu in quell’ occasione che
LUI ritornò al potere. Ci è
sembrato giusto che la stessa occasione simboleggi la sua caduta
definitiva. La
libertà. La prospettiva di un mondo di pace.
Ma le modalità di partecipazione e di gareggio saranno
differenti.
Innanzitutto non sarà una gara con altre scuole. Ma tra voi
quattro case:
Grifondoro, Tassorosso, Corvonero, Serpeverde. Ci saranno, ovviamente,
quattro gareggianti,
uno per ogni casa.
Quindi come potete appurare non si tratta di un vero e proprio torneo
Tremaghi.
Diciamo che ne abbiamo solo preso l’ispirazione.
Anche qui… c’è un limite di
età: solo i ragazzi e le ragazze del sesto e del settimo
anno potranno inserire i loro nomi.-
Urli di
protesta attraversano l’aria, rimbombando in tutta la stanza,
fino a quando la
McGranitt, risoluta, non intima di fare silenzio.
-Lo so;
sicuramente starete pensando che… le prove della vita non
chiedono permessi, né,
di sicuro, facili o difficili che siano, vadano solo dai
‘’grandi’’.
Ma, purtroppo,
abbiamo convenuto che,
per questi tipi di gare, visti anche i precedenti, sono necessari
nozioni e
abilità superiori ai G.U.F.O.
I nomi si potranno cominciare ad inserire da sabato mattina nelle
ampolle che,
ognuno di voi, troverà vicino al camino della propria Sala
Comune.-
-Ovviamente,
le ampolle sono magiche e dotate di potenti incantesimi che
respingeranno ogni
VANO tentativo di inserire nomi di persone più giovani
dell’età prescelta- e
qui lo sguardo della preside si posa su me e il mio gemello,
ricordando, forse,
quando al Torneo Tremaghi io e lui mettemmo i nostri nomi nel calice,
grazie ad
una Pozione Invecchiante.- Saranno proprio esse a scegliere il campione
di ogni
casa. Niente
criteri. Chi sarà scelto,
sarà perché le ampolle lo avranno designato come
tale.-
Ci squadra
uno per uno e poi continua- Ora potete continuare a cenare, grazie
dell’attenzione.-
Mi volto
raggiante verso Fred .
-Gred-
-Dimmi Forge!-
-Pensi anche
tu quello che penso io?-
-Come sempre
gemello; come sempre!-
-EVVAI!- ci
battiamo il cinque estasiati.
Mi volto
verso la mia ragazza, per chiederle se lei ha intenzione di mettere il
suo
nome, ma non la trovo.
La vedo
camminare un po’ più avanti rispetto ai nostri
posti.
-Harry- Si avvicina al Bambino che
è sopravvissuto,
che ha uno sguardo perso e strano, salvandolo dalle grinfie di un Ron e
di una
Ginny in totale delirio per l’annuncio di questo evento.
Lo prende
per mano e lo conduce fuori dalla Sala.
Questo gesto mi da un po’ di fastidio; insomma…
è pur sempre la mia ragazza!
Ma… so bene che lei ed Harry hanno un rapporto talmente
forte che si potrebbe paragonare
a quello mio e di Fred; per cui continuo a mangiare, parlando con i
miei tre
fratelli, più Lavanda, di quali potrebbero essere le prove
previste per questo
torneo.
Harry e Herm
non tornano a finire la cena. Si fanno vivi solo dopo la ronda, verso
mezzanotte,
nella nostra Sala Comune.
Entrambi hanno gli occhi stanchi, gonfi e arrossati.
Faccio un
cenno silenzioso ad Hermione, dicendole di aspettare qui con me,
finché Harry,
Ron e Fred, gli unici rimasti in Sala, non se ne vanno.
Harry si
congeda subito, dando una pacca sulla spalla di lei e sussurrandole
qualcosa
all’orecchio.
Lei annuisce e sorride debolmente.
Poi saluta noi altri e corre nella sua stanza seguito da un Ron molto
più che
confuso.
Proprio come me.
Siamo
rimasti in tre.
Guardo il mio gemello, cercando di fargli capire che vorrei rimanere
solo con
lei.
Lui capisce al volo, nonostante ancora non sappia che stiamo insieme, e
ci
lascia da soli.
La guardo
ancora un po’ confuso e disorientato. Non so che dire. Voglio
solo stringerla
tra le braccia e inebriarmi del suo profumo.
Lei ricambia
il mio sguardo, tesa; ma alla fine si scioglie, sorride e mi corre
incontro,
abbracciandomi e dandomi un bacino delicato, quasi impercettibile,
sulle
labbra.
Ma a me non
basta quel tocco lieve.
Le prendo il viso, carezzandole il profilo etereo dolcemente, facendo
scorrere
la mano su e giù, dalla tempia al mento, non smettendo mai
di guardare nei suoi
occhi.
Ma è lei a prendere l’iniziativa.
Riavvicina la sua bocca alla mia, dando inizio ad una danza
così intensa da
farmi girare la testa.
Allaccia le sue mani dietro il mio collo, passandole, di tanto in
tanto, tra i
miei capelli, mentre io premo le mie sulla sua schiena avvicinandomela
sempre
di più.
Perché
se c’è
una cosa di cui ho paura, oltre a quella di perdere le persone che amo,
è
quella di vederle lontane. Irraggiungibili.
Amo Hermione
più di me stesso, e devo fare rifornimento del suo amore
tanto quanto si deve
fare rifornimento di ossigeno per vivere.
-Cos’è
successo con Harry?- domando dolcemente.
Mi guarda
concentrata, come in preda a calcolare qualcosa.
Socchiude gli occhi.
-Non ci
credo- dice sorridendo, lasciandosi andare ad una risata.
-Non credi a
cosa?- chiedo stralunato. La sua risata mi ha dato alla testa.
-Sei geloso!
- continua a ridere. – Ma non dovresti esserlo amore ahaha,
io amo solo te!-
-Peste- dico
ridendo a mia volta, dandole un buffetto sulla testa e scompigliandole
i
capelli.- Io non sono… ehi! Aspetta un momento! Ripeti
quello che hai detto!-
Improvvisamente
sono emozionato e sento il sangue ribollire nelle vene.
-Ho detto
che sei geloso- ripete lei stranita.
-Nonono! La
frase dopo! Mi hai detto la cosa più bella del mondo!-
-Ah- sospira
lei sorridendo, arrossendo all’improvviso- ho detto che non
devi esserlo perché
io… amo solo te. -
Abbassa lo
sguardo, imbarazzata, e io la trovo più bella che mai, con
il suo rossore che
tinge le sue guance, gli occhi vivi di chi è innamorato, di
chi ha qualcosa o
qualcuno per cui vivere.
Meravigliosa nella sua timidezza e goffaggine del momento, mentre,
frenetica,
si tortura con le dita l’orlo della divisa, in attesa di una
mia risposta.
-Proprio
ieri mi dicevo che non avevi mai risposto, a parole, al mio ti amo. Mi
son
detto che non mi importava. Ma… sentirselo dire è
stato… wow… senti il mio
cuore come batte- le mie mani, che ancora erano sulla sua schiena,
salgono
sulla sua nuca, portandola sul mio petto, in un abbraccio al ritmo di
battiti.
Lei, dopo un
po’, si alza e mi ribacia.
E sento che, finalmente, ogni tassello della mia vita è
andato a posto.
-Ti va di
dormire con me?- le domando emozionato.
-Ehm…
non
saprei George… è contro le regole! E
poi… se Fred e Lee dovessero vedere
qualcosa?-
-Non mi
importa Herm… resta con me!- la guardo intensamente.
Soppesa le
mie parole e alla fine annuisce.
La prendo in
braccio e la porto nel mio dormitorio, attento a non fare rumore.
I miei
compagni già dormono.
Chiudo le
tende del baldacchino e la poso delicamente sul materasso. Insonorizzo
il
tutto.
Mi stendo
accanto a lei e continuo a baciarla, riprendendo la danza agitata di
qualche
minuto fa, mentre le nostre mani si intrecciano, come le nostre bocche.
Dopo un
po’
di tempo passato in questo modo, la prendo e la giro su un fianco,
cingendo l’altro
con un braccio, mettendomi dietro di lei e spingendomela contro il
petto.
-Ora
dormiamo principessa, altrimenti il tuo principe non
riuscirà più a gestire il
suo autocontrollo- le soffio nell’orecchio.
Non posso
vederla perché è buio, ma scommetto che
è arrossita.
Trattiene il
respiro, totalmente in apnea.
Quando
riprende la parola, la sua voce è intrisa di emozione.
-E comunque
con Harry non è successo niente. Non devi essere geloso
amore, io amo solo te.-
Stavolta
sono io ad andare in apnea.
Innamorato
più che mai, le lascio un ultimo bacino sui capelli e ci
addormentiamo.
Angolo Autrice!
Finalmente
ho partorito questo capitolo!
Mi starete odiando ahah <3
Spero che vi piaccia e… niente… fatemi sapere
cosa ne pensate <3
Comunque l'asterisco * l'ho messo perchè so bene che quei sostantivi non vanno messi con la lettera maiuscola essendo separati da una virgola; l'ho fatto perchè volevo sottolineare l'importanza, lo spessore, la gratitudine dei e verso quei padri, quelle madri, quei figli, quegli studenti, quegli insegnanti e quegli innocenti.
Aggiornerò prestissimo d’ora in
poi…tipo...ogni due giorni.
Quello che è successo ad Harry lo saprete nel prossimo capitolo. Baci ♡
|
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Capitolo 20 *** LA BENEVOLENZA DELL' AMICIZIA, LA FORZA DELLA FRATELLANZA E L'INDISSOLUBILITÀ DELL'AMORE. ***
Ma salve
<3
Lo so, lo so: avevo detto ogni due giorni ed invece questo è
il terzo.
Dettagli; mi perdonate vero? ^.^
Alloraaaaa ho visto che l’altro capitolo vi è
piaciuto molto; ne sono davvero
felice: avevo un po’ di timore, lo ammetto.
Ma, dato che ho timore anche di questo, ho capito che esso è
di casa.
Quindi è inutile dire, come al solito, che spero tanto che
vi piaccia!
Lo so che, qui, i personaggi (soprattutto George) sono un tantino OOC,
forse;
ma questo mi serviva per intercalare gli eventi e i sentimenti.
La prima parte di questo capitolo è molto introspettiva,
mentre la seconda sarà
narrativa e il tutto si svolge la mattina, al loro risveglio.
Ho deciso di fare un lungo momento su di loro per far cadere le ultime
barriere
dei dubbi e delle paure di entrambi.
Come alcune persone mi hanno fatto notare… il ti amo di
Hermione sembrava un
po’ avventato forse; ed è anche per questo che
sono ritornata un attimo sulla
coppia.
In più vorrei anche precisare che… so benissimo
che le funzioni della Stanza
delle Necessità non sono quelle, ma. dato che si parla
sempre (come ho già
accennato in altri angoli autrice) di fan FICTION, mi sembra assurdo
tenere a
freno la fantasia.
Non c’è molta azione in questo capitolo, ma nel
prossimo sì, promesso. Ce l’ho
già in mente. Specialmente per il capitolo in cui usciranno
i nomi dei ‘’Fortunati’’.
Come al solito, ringrazio sempre chi mi segue, chi mi sostiene, chi
critica in
maniera costruttiva e, soprattutto, chi recensisce!
Buona Lettura!
LA
BENEVOLENZA DELL’AMICIZIA, LA FORZA DELLA FRATELLANZA E
L’ INDISSOLUBILITÀ
DELL’AMORE.
POV
HERMIONE.
-George!
George!- sussurro.
Lo sto
scuotendo, più dolcemente che posso, da almeno dieci minuti.
Ma, ormai, ho capito che sono tentativi vani; ha un sonno troppo
pesante:
svegliarlo sembra impossibile.
Il suo braccio cinge ancora, possessivo ma dolce, la mia vita, al di
sopra
della divisa scolastica con la quale ci siamo addormentati.
Lo scosto delicatamente, mettendomi a sedere e stiracchiandomi tutti i
muscoli,
ancora un po’ addormentati.
Mi alzo e
sposto le tende, in modo da poter cercare di capire che ora sia.
La prima cosa che vedo è il dormitorio illuminato:
è mattina.
Fortunatamente il grande orologio appeso alla parete, sopra la porta,
segna
solo le sette e un quarto; ma, probabilmente, Fred e Lee devono
già essere
scesi per la colazione.
Sospiro di
sollievo: non mi sarebbe andato giù il fatto di tardare a
lezione. Senza
contare il fatto che dovrò dare un sacco di spiegazioni a
Ginny e Lavanda per
non aver dormito nella nostra stanza.
Ritorno sul
letto e poso lo sguardo su George che, intanto, continua a dormire
beato.
Il suo braccio sinistro abbraccia il cuscino, mentre l’altro
è abbandonato
dove, poco prima, c’era il mio corpo: sembra un piccolo
bambino indifeso ed io
non posso fare a meno di restarne ancor più affascinata.
Più lo guardo, più mi perdo e, mi rendo conto,
che questa è la prima volta che
lo vedo realmente da così vicino.
Non servono
grandi paroloni per descriverlo; forse queste parole neanche esistono.
George è semplicemente, e oggettivamente, bello.
Sul volto,
dai tratti leggermente più dolci di quelli di Fred,
primeggia un sorriso appena
accennato da quella bocca rosa e sottile.
Il viso snello è incorniciato da capelli perennemente
scompigliati, le cui
punte, rosso fuoco, divampano in ogni direzione, ribelli.
Proprio come lui.
Gli occhi, ora chiusi, gli donano un’aria pacifica; come
se… quello stesso
fuoco che lo incendia, che gli incendia, si fosse, per un attimo,
attenuato.
Essi sono contornati da lunghe ciglia rossicce; rossicce come le
lentiggini
sparse qua e là sul naso importante e le guance.
Mi sorprendo
di me stessa quando, neanche so come, mi ritrovo a scostargli il ciuffo
dalla
fronte larga, per accarezzarlo.
La sua pelle
è liscia e calda come se, quelle fiamme che sono i suoi
capelli, emanassero
davvero calore.
Mi chino, ancora inconsapevolmente, e lo bacio.
Un bacio lieve, calmo. Un bacio senza pretese.
Un bacio che non ha nulla a che fare con il battito frenetico del mio
cuore.
Come spesso
mi capita in sua presenza, mi faccio prendere dall’istinto;
non riesco a
controllarmi, a ragionare lucidamente.
Come ieri sera, quando ho detto di amarlo.
È stata una cosa del tutto spontanea, affatto premeditata:
istintiva!
Eppure, la maggioranza delle volte, le azioni fatte così, di
getto, sono sempre
le più vere.
Mi risistemo
meglio sul letto, in modo da poter continuare ad accarezzarlo.
E, mentre lo faccio, mi perdo nei pensieri: tutto questo mi sembra un
sogno.
Sì; solo un bellissimo ma lontano sogno.
Tante
domande affollano la mia mente; ma la più importante
è: perché?
Perché
a me?
Perché DI me?
Più
ripasso
a setaccio gli ultimi avvenimenti, più tutto mi sembra
surreale.
George
Weasley non può essere innamorato di me.
Non può essere innamorato di una ragazza tutta studio e
libri come me. Di una
ragazza anonima e invisibile quando poi, nel castello, ci sono ragazze
che
sembrano essere uscite da cataloghi di moda e che gli sbavano dietro da
un
sacco di tempo.
Ed io mi sento così… insignificante accanto a
loro.
In un certo senso, mi sento come se stessi facendo sfigurare George.
Ed ho paura
di questo.
Lo so bene
che a lui non importa il giudizio degli altri, ma lui è
sempre all’altezza di
tutto, all’altezza di tutti; e io? Io chi sono?
Sono Hermione Granger, piacere. Toglietemi i libri e sono una perfetta
nessuno.
Una perfetta incapace.
-Granger, se
continui così, con quella mano, finirai per consumarmi.-
Sobbalzo, spaventata, mentre vedo gli occhi azzurri di George aprirsi.
-Merlino, George! Mi hai fatto prendere un colpo!- dico cercando di
rimettere
in moto il cuore e di sciogliere il nodo che mi soffoca.
Lui, intanto,
mi fissa sorridendo soddisfatto.
-Da quanto
eri sveglio?- domando imbarazzata.
-Da un bel po’- ghigna, passandosi una mano sui capelli
scompigliandoli ancora
di più.
-GEORGE!-
sbotto, rossa in viso per l’imbarazzo.
-Okay, okay ero sveglio SOLO da quando ti sei alzata tu dal letto,
contenta?-
Lo
incenerisco con lo sguardo.
-E saresti
così gentile da spiegarmi il perché di questa
sceneggiata, di grazia?- domanda
ironica.
-Curiosità- risponde facendo spallucce- volevo vedere come
ti saresti
comportata.- afferma, sorridendo maliziosamente.
I baci, le carezze… ha sentito tutto!
Sicuramente mi avrà preso per una bambina appiccicosa e
morbosa.
A ripensarci bene, sento il calore incendiare le mie gote: sicuramente
sono
arrossita.
Arrivati a
questo imbarazzante punto, decido che seppellire la faccia nel cuscino
è la
cosa migliore da fare: maledetto George! Finirà per mandarmi
al manicomio, è
certo!
Mentre penso
questo, sento la sua mano carezzarmi dolcemente la schiena e i capelli,
proprio
come ho fatto io prima.
-Rilassati Hermione. Sei stata dolce; mi è piaciuto.-
esclama con tono
rassicurante, in un improvviso e disarmante slancio di
sincerità.
Alzo la
testa e resto a fissarlo stupita, finchè lui non interrompe
questo momento
dicendo:
-Andiamo a fare colazione?-
-Mmm…
io non
vengo. Mi dovrei sorbire tutte le domande di Ginny e di Lavanda; ma, se
vuoi,
tu puoi andare! In questo modo non ci vedranno insieme e nessuno
sospetterà
nulla.
Vedo lui
prendersi un attimo per soppesare le mie parole.
-Ti da fastidio farti vedere con me?- chiede dopo un po’.
E sono certa di non essermi solo immaginata la sfumatura di delusione
nella sua
voce.
Mi avvicino
a grandi passi, guardandolo bene in viso e, dai suoi occhi, capisco che
la
scelta delle parole che ha usato non è stata casuale:
‘’Ti darebbe fastidio
farti vedere con me?’’.
Se non fosse che questo suo pensiero è assurdo, mi metterei
a ridere: George
pensa che IO mi vergogni a farmi vedere con LUI.
-Guarda che
è il contrario- dico, sapendo che lui riuscirà a
capire il senso di queste mie
parole, che non riescono
a celare il velo
di convinzione dietro il quale si nascondono.
-Non devi pensarla così; perché non è
come pensi tu.- ribatte duro.
Mi slancio
verso di lui e lo abbraccio.
-Neanche tu,
intesi?-
-Intesi.-
Ci diamo un
sistemata con la bacchetta, mentre lui dice:
-Ormai per la colazione è tardi; tanto vale aspettare che si
facciano le otto e
un quarto, per le lezioni.-
-Cosa facciamo nel frattempo?-
Lui sembra
pensarci un attimo su; ma, dal suo sorrisetto, so bene che mi
rifilerà una
delle sue battutine.
-Mmm, non saprei. TU, tanto per cominciare, potresti dirmi
cos’hai combinato
ieri con Harry.-
Alzo gli
occhi al cielo, sbuffando; lo sapevo!
Ero sicura che sarebbe ritornato sull’argomento. So bene che
si fida di me e di
Harry, ma è la sua natura: è curioso.
Eppure, a me, piace esattamente così.
Guardandolo,
comincio a raccontare:
-Puoi
immaginare da solo stesso cosa questo insulso torneo gli riporti alla
mente: la
morte di Cedric, il ritorno di Voldemort e… tutto il resto.
Era scosso: si vedeva.
Lui è come un fratello per me; capisco subito quando ha
qualcosa che non va e,
ieri, il luccichio nei suoi occhi parlava chiaro: erano lacrime;
lacrime che
stavano lottando, prepotenti, per uscire.
Così ho semplicemente fatto quello che andava fatto:
l’ho condotto fuori dalla
sala e l’ho portato nella Stanza delle Necessità.
L’ho lasciato sfogare,
piangere. L’ho ascoltato, ed…-
-Ed?- mi
interrompe
-Ed è crollato. Completamente. Ed io sono crollata insieme a
lui. Un po’ come
eri crollato tu quando Fred…
-Sì, capisco.- Annuisce triste e comprensivo.
-Ma, nonostante il dolore, credo che gli abbia fatto bene: quando si
condividono certe emozioni con qualcuno, metà del loro peso,
belle o brutte che
siano, si sposta sulle spalle del proprio confidente. E ci si sente
meno soli e
più forti.-
Lo guardo
mentre valuta le mie parole.
-Sai, Hermione? Sei un’ottima amica; cioè... ti
prodighi sempre per tutti.
Ammetto di essere molto attratto ANCHE da questa tua
qualità, oltre che da
tutto il resto.-
Lo guardo basita mentre allungo una mano per carezzargli il viso.
-Comunque,
non è finita qui- continuo io.
-Cosa intendi dire?-
-Nonostante lo sfogo, avevo capito che lui aveva bisogno del conforto
delle
persone per le quali piangeva. Così l’ho fatto. Ho
fatto un tentativo. Ho
chiesto alla stanza di farmi vedere Lily, James, Sirius, Silente,
Lupin,
Cedric, Malocchio, Tonks.
-E ha funzionato?- mi domanda sconcertato.
-No, ma già lo sapevo in partenza: la Stanza ha poteri
forti, ma non fino a
tale livello.
Ma, proprio quando ce ne stavamo per andare, una voce ci ha detto di
restare.
Era una voce dolce, tenera, preoccupata; materna.
La voce di Lily.
-Lily? Sua madre? Ma com’è possibile che
l’abbiate sentita se… beh sì.. non
aveva funzionato domandarla alla stanza?-
-Silente, che a proposito ti saluta e che mi manda a dirti che gli
piacerebbe
poterti parlare in privato, ha detto che non si possono vedere, i
morti, ma si
possono sentire! La stanza è come un portale che collega il
mondo dei morti con
quello dei vivi solo attraverso le onde sonore. Non visive.-
-Okay, un giorno di questi ci andrò. Comunque solo sentirli
non è esattamente
come vederli, ma… è già qualcosa.-
dice sorridendo.
-Sì; ho pensato la stessa cosa; ma… Harry era
così… felice! Nonostante non
facesse che chiedere scusa a tutti.-
-Scusa? E perché mai?-
-Beh… ecco… tu non immagini neanche quanto senso
di colpa lui si porti dentro.
È convinto che, se lui non fosse nato, tutti loro sarebbero
ancora vivi.-
-Povero Harry. Mi dispiace davvero- e, oltre la sua dichiarazione nei
miei
confronti, questa è la prima volta che lo vedo parlare
così seriamente. Potrei
giurarlo.
-Potremmo organizzare qualcosa per distrarlo; che ne dici Herm?-
continua lui
apprensivo. –Magari, questa domenica, noi Grifondoro possiamo
organizzare una
partita a Quidditch, per tirarlo su!-
-Trovo che sia un’ottima idea! Così la smette di
pensare a questo maledetto
torneo!-
-Quindi, voi due non metterete i vostri nomi nelle ampolle?-domanda
teso.
-No di certo! Mentre tu, immagino…-dico lasciando in sospeso
la frase.
Tanto conosco già la risposta.
-Sì-
afferma, ma, più lo guardo, più mi sembra teso.
-Potrebbe essere rischioso George; pensaci bene.-
-Lo so.-
-Avanti
George: sputa il rospo- gli intimo secca.
-Cosa dovrei sputare?- mi domanda allibito.
-È un detto babbano; vuol dire: dimmi la verità o
ti schianto seduta stante.
Mi fissa basito. Colto sul fatto.
So bene che c’è qualcosa, al riguardo, che George
non mi vuole dire.
-Sono solo
preoccupato- dice infine; - come hai detto tu… è
rischioso. Non credo, se
uscissero Ron e Ginny, che se la saprebbero cavare. Ho sempre un
po’ di paura
da quando Fred morì.- Abbassa lo sguardo come se mi stesse
confessando una
grandissima debolezza.
Cerco di
mostrarmi meno sorpresa possibile, e tento di stemperare l’
atmosfera, tutto ad
un tratto greve, con una battuta:
-Non vantarti molto, Weasley. Tu e la tua copia non siete tutta questa
bravura.-
Ma non
funziona.
-Lui è l’ultimo che vorrei che partecipasse. Ieri
mi sono mostrato contento;
gli ho fatto da spalla come sempre; ma dentro, già una morsa
di paura mi
attanagliava.
Spero che non esca nessuno di loro. Ammetto, perfino, che data
quell’esperienza, ho un po’ di paura perfino per me
stesso. Non so se ne sarei
in grado nemmeno io.-
Lo fisso
sconvolta;
ci metto un po’ a metabolizzare le sue parole.
Mai, e dico
mai, mi sarei aspettata che George Weasley dichiarasse le sue paure. O
che non
si sentisse all’altezza di qualcosa.
Solo ora capisco quante cose George nasconda dietro la facciata di
menefreghista e spavaldo.
Eppure, nonostante la sorpresa, in questo momento mi sembra
così fragile.
Mi slancio
verso di lui e lo abbraccio con quanta forza più posso; come
a fargli capire
che, come ho fatto con Harry, posso fare lo stesso con lui: condividere
i suoi
pesi.
-Vedrai che andrà tutto bene, amore- gli sussurro.
–Ci sono tanti Grifondoro
del sesto e del settimo. Non è detto che usciate voi. E, comunque, non devi
avere paura: là fuori
non c’è più nessun Voldemort; nessun
Mangiamorte: proprio visti i precedenti,
sicuramente prenderanno tutte le precauzioni possibili!
Inoltre, male che vada e uscisse uno di voi… abbi fiducia!
Tu sei un Mago
Straordinario! Non puoi avere da ridire su questo. Anche Fred lo
è! E lo sai
bene. Non dubitare neanche di Ginny; sarà anche piccola
fisicamente ma è
sveglia e forte.-
-Ah, Granger! Finalmente hai ceduto al fascino Weasley! L’ ho
sempre detto che,
in segreto ci ammiravi. E comunque è talento di famiglia.-
aggiunge lui, ripresosi
alla grande.
-Rimane Ron; ma su di lui non ho mai avuto dubbi. L’ho sempre
detto che
potrebbero averlo adottato!-dice ridendo, sempre più
sollevato dalle mie parole.
Gli scocco uno scappellotto sulla spalla, ma rido anch’io,
felice di veder
ridere lui.
Lui prende la mia mano e la incastra alla sua, portandosela alle labbra
e
depositandole un dolce bacio.
-Okay. Ora
faremmo meglio a scendere, però- dice, visibilmente di
malavoglia. –Non mi
perdonerei mai se dovessi far fare ritardo alla Caposcuola
più diligente di
Hogwarts.- esclama sghignazzando.
-George…-
lo
chiamo, con la paura che trabocca dalla mia voce.
-Sì?-
-Dici che… mi accetteranno? La prenderanno bene secondo te?-
Si ferma un
attimo, mentre riflette sulle mie parole.
-Sì. Sarà così Herm. Tu hai sempre
fatto parte della famiglia. E ora tu SEI la
mia famiglia. Non è cambiato poi molto! Non farti questi
problemi, sei
perfetta.- dice carezzandomi il profilo del viso e dandomi un piccolo
bacino
sulle labbra.
-E ora
andiamo, principessa.- mi prende per mano, conducendomi fuori dai
dormitori
maschili.
‘’Coraggio
Hermione’’- penso- ‘’Fidati di
George.’’
E, rincuorata,
scopro che mi fidarmi di lui non mi riesce difficile.
Lo facevo
già
da tanto tempo. Completamente.
Forse George aveva ragione. Ciò che cercavo non dovevo
cercarlo nelle stelle,
ma accanto a me.
Era George. È sempre stato George.
Angolo
autrice:
Eccoci qua!
Beh… tutto quello che dovevo dirvi, ve l’ho detto
prima. Fatemi sapere cosa ne
pensate.
Baci <3
|
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Capitolo 21 *** IL PROFUMO D'AMORE ***
Eccomi qua,
non molto puntuale (come al solito ahahah), con il 20° capitolo
J
Come stanno andando le vacanze? Tutto bene?
Io, per la verità, me le sto godendo poco e niente.
Del mare neanche l’ombra e neanche del relax, se è
per questo.
Ho sempre cose da fare: lucidare la casa, accudire il mio cagnolino che
si è
ferito, portarmi avanti con i compiti delle vacanze (che non sono
pochi), feste
a cui andare, il mio compleanno e la mia partenza da
organizzare… insomma, sì;
mi sono spiegata.
Almeno c’è EFP che mi rilassa! Ma soprattutto ci
siete voi, con le vostre
fantastiche recensioni, che mi migliorate la giornata!
A fine capitolo, nell’angolo autrice di fine pagina, ho una
richiesta da farvi;
per ora vi auguro una buona lettura!
IL PROFUMO
D’AMORE.
POV GEORGE
Io ed Hermione scendiamo gli scalini del dormitorio di corsa,
consapevoli che,
a quest’ora, non troveremo nessuno giù in Sala
Comune.
Sono le otto e cinque: tra dieci minuti comincia la prima lezione della
giornata: Trasfigurazione con la McGranitt.
Nonostante sia stata promossa a Preside, non ha voluto rinunciare al
suo
incarico di professoressa di questa cattedra.
E noi le siamo grati per questo: anche se non lo ammetterò
mai ad alta voce
-sono pur sempre George Weasley- è
sempre stata una delle insegnanti da ammirare veramente.
Una seconda madre, in tutti i sensi.
Sorrido pensando alla faccia che farebbe Herm se la McGranitt dovesse
rimproverarla per non essere stata puntuale.
Cosa impossibile d’altra parte; la professoressa la considera
come una figlia:
glielo si legge negli occhi.
Non dico che riserva nei confronti di Herm un atteggiamento di
favoritismo; no.
Figuriamoci! Stiamo pur sempre parlando della McGranitt!
Intendo dire che, per la Prof, Hermione è il modello
perfetto di come dovrebbe
essere un’allieva, una figlia ed un’amica.
Lo è sempre stata e, di certo, non smetterebbe di esserlo
per un piccolo
ritardo in sette anni di perfezione.
Mi chiedo se
il Cappello non abbia trovato difficoltà nello smistarla,
Hermione intendo.
Lei -mi ricordo di averne parlato una volta con Harry, Fred e Ron-
è un
concentrato di qualità talmente variegato che io avrei avuto
davvero l’imbarazzo
della scelta, se fossi stato al posto del Cappello.
L’Audacia,
l’Orgoglio, il Fegato e il Coraggio soprattutto, hanno
prevalso su tutte le
altre, portandola ad essere una Grifondoro.
Ma in lei c’è molto altro.
Dentro ,Hermione ha un mondo intero da scoprire; sempre nuovo e
sorprendente.
Non si può certo dire che manchi della lealtà e
dell’impegno dei Tassi, o dell’intelligenza,
delle ambizioni e dell’acume dei Corvi, o, ancora,
dell’astuzia e della
pericolosità delle Serpi.
Sì; perché Hermione può essere dolce
ma letale al tempo stesso.
Sorrido
divertito, al pensiero di queste parole: sono così vere!
Il mio sorriso così spontaneo e divertito, cattura
l’attenzione del soggetto
dei miei pensieri che, in silenzio, mi cammina affianco.
-Cosa c’è?- mi chiede curiosa.
-Niente; pensieri…- rispondo
facendo
spallucce.
-Che genere
di pensieri?- continua ancor più curiosa.
-Riflettevo sul perché il Cappello ti abbia smistata in
Grifondoro- rispondo
sinceramente.
Non avrebbe senso mentire: lo capirebbe lo stesso.
La sua espressione è altamente sorpresa: forse si sarebbe
aspettata di tutto ma
non questo; un pensiero così inusuale, strambo e del tutto
fuori luogo in
questo momento.
Mi guarda attentamente e fa per aprire bocca, quando un gruppetto di
sei
ragazze, che corrono affannate per il corridoio, quasi ci investe.
Scanso Hermione con delicatezza, per far sì che quelle
scalmanate non le
facciano male con la loro corsa trafelata; ma così facendo
non sono abbastanza
veloce da spostarmi e poi tutto accade in fretta.
Una delle ragazze non fa in tempo ad evitarmi –probabilmente
è in ritardo- e mi
va a finire contro con così tanta forza da farmi cadere a
terra, e lei cade
insieme a me, su di me.
Cercando di
trattenere le smorfie di dolore, dato che il pavimento tutto
è tranne che
comodo e morbido, apro gli occhi per cercare di scrollarmela di dosso e
di
rialzarmi.
-Oh Merlino!
Scusami tanto! Eravamo in ritardo per Pozioni! Stai bene? Ehi! Ma tu
sei Fred
Weasley! O George! Oh mamma siete identici!-
‘’Però! Che
occhio!’’ penso.
Di sicuro non è una Corvonero!
In tre
secondi mi ha fatto così tante domande che il massimo che
riesco a fare in
questo stato di intontimento, se contiamo il dolore alla schiena,
è guardarla
cercando di rimettere in moto il cervello.
È piuttosto carina, con dei capelli neri che le arrivano a
metà spalla che le
incorniciano il volto e gli occhi altrettanto scuri.
Il tutto in contrasto con la carnagione chiarissima.
A giudicare dalla divisa che porta è una Tassorosso; in mano
ha un tomo di
pozioni con un numero 6.
Quindi frequenta il sesto anno, ma non mi sembra di averla mai vista
prima.
-Non
preoccuparti; è tutto okay e sì, sono uno dei
gemelli Weasley, George piacere.-
dico formalmente tendendole la mano.
-Piacere mio; io sono Christine- risponde vispa.
Le faccio un
sorriso di cortesia; dopo di che mi giro verso Hermione per chiederle
se sta
bene.
Ma dalla sua faccia capisco subito che c’è
qualcosa che non va.
È immobile vicino alla parete.
La sua espressione è furente.
Delusa.
Mi guardo
intorno
cercando di capire cosa c’è che non vada e poi lo
vedo.
Christine a cavalcioni su di me; i nostri bacini che si sfiorano e i nostri visi vicini, a
causa della caduta,
dalla quale non ci siamo ancora rialzati.
Con un movimento
fulmineo me tolgo di dosso e corro al fianco di Hermione, sperando che
non
faccia una scenata di gelosia proprio ora che tutto andava bene.
-Ehi! Ma tu sei Hermione Granger!- esclama, anche se un po’
interdetta,
Christine.
La vedo
respirare profondamente, prima di aprirsi in un sorriso, seppur debole
e
forzato.
Un sorriso
falso: lo conosco bene.
È identico al sorriso che, in tempi di guerra, sfoggiava
dicendo che andava
tutto bene. Per non
mostrarsi debole.
-Sì, sono io-
- Oh Santa Tosca! Tu sei il mio idolo! Hai salvato il mondo magico!
Speravo
tanto di poterti conoscere di persona un giorno. In questi anni ti
vedevo
sempre e mi ripromettevo che sarei venuta a parlarti, ma non ne ho
avuto mai il
coraggio!- gli occhi le brillano per l’emozione.
Guardo Hermione, curioso della risposta, ma lei è senza
parole.
Il rossore sulle guance dice tutto: è una cosa nuova per
lei; deve ancora
abituarsi alla fama, alla gloria.
-Ehm, non
esageriamo. Tutti noi che siamo qui e che abbiamo combattuto lo abbiamo
salvato!- si riprende velocemente.
-Può darsi; ma la tua guerra è cominciata molti
anni prima rispetto a quella di
tutti noi! Sin da quando con Harry hai salvato la pietra!- sorride
Christine.
-Hai ragione, sono d’accordo con te- dico annuendo.
Hermione mi rivolge uno sguardo sorpreso e molto più sereno
rispetto a quello
di prima.
E, con questo, capisco che anche lei ha capito.
Ha capito che, nonostante la posizione compromettente di poco fa,
quella tra me
e Christine è stata una cosa del tutto accidentale.
Le sorrido
dolcemente, e le passo un braccio attorno alle spalle, avvicinando il
suo viso
al mio e baciandole la tempia.
Lei
arrossisce immediatamente, mentre io ghigno maliziosamente.
-Ma…- ‘’Maledetta Umbridge! Che razza di
rompi bolidi! Ma non era in ritardo?’’
penso, mentre Christine fa due più due- voi due state
assieme?-
Il suo acume mi sorprende sempre di più.
-Ebbene sì- rispondo fiero io, rafforzando la presa su
Hermione che, intanto,
rossa come un pomodoro, se ne sta zitta e rigida al mio fianco.
-Oh congratulazioni allora! Siete… una bellissima coppia!-
annuisce convinta la
ragazza.
-Scusate ma… ora sono davvero in ritardo! Il prof mi
ucciderà!- continua –ci si
becca in giro!-
-Certo! Ciaociao!- dico divertito
-Ciao- sussurra debolmente Hermione.
Christine ha
da poco svoltato il corridoio quando un forte cazzotto mi colpisce la
nuca.
Scoppio a ridere di gusto; le lacrime che, per lo sforzo, cadono sulle
mie
guance.
-NON C’è NIENTE DA RIDERE, RAZZA DI CRETINO!-
sbotta Hermione furente.
-Oh ma andiamo Herm! Ancora con quella storia dell’imbarazzo
nel rivelare di
noi?-
-Tu non capisci- scrolla la testa, un lampo di tristezza le attraversa
gli
occhi.
-Non c’è niente da capire!- dico.
-Sì, invece!- sbotta esasperata- Tu hai avuto un sacco di
esperienze! Se passi
in un corridoio tutte si voltano a guardarti, certe ti cadono
addirittura addosso!-
sputa fuori, ferita, facendo riferimento all’ episodio di
poco fa –Tutti ti
vogliono bene o imparano a volertene e persino i ragazzi ti invidiano
perché l’opinione
oggettivamente positiva che dai a tutti, loro non la ottengono
né la otterranno
mai! Invece io, fino a poco tempo fa, ero solo la strega più
studiosa di tutta
la scuola. La migliore amica di Harry Potter. E l’unica
persona che mai si sia
accorta di me è stata Viktor. E Ron; ma lui non conta!
Perché perfino lui ha
capito che c’è di meglio!-
Nonostante
questo sia il nostro primo litigio, la abbraccio di slancio.
Perché non sopporto di vederla stare male, o di vedere
quanto lei si detesti.
Mi è
umanamente impossibile, e il mio cuore si ribella selvaggiamente a
quella
visione.
‘’Ti farò cambiare idea, Granger. Ti
farò sentire amata tanto quanto e più di
quanto meriti! È una promessa amore
mio!’’ penso intensamente.
-Non penso che sia vero. Tu sei solo troppo distratta da queste
convinzioni
stupide per riuscire a capire quanta gente voglia bene a te! Persino
quella
sconosciuta ha detto che sei il suo idolo!- e sono così
sincero che la vedo
sgranare gli occhi dalla sorpresa.
Nessuno potrebbe dubitare delle mie parole, intrise di una
sincerità così
intensa, capace di convincere anche i più estremisti.
Le prendo il viso tra le mani e, irruentemente, premo le sue labbra
sulle mie,
trasmettendo in questo bacio la stessa intensità dei miei
pensieri.
Non è un bacio come gli altri: questo è un bacio
vero.
E vedo che lei l’ha capito. Lo capisco da come, anche lei, ci
stia riversando
tutto ciò che prova.
Proprio come sto facendo io.
Mi separo,
anche se di
malavoglia, e la prendo per
mano.
-Grazie- mi dice sincera.
-Dopo pranzo lo diciamo a tutti?- azzardo prudente –Io non
voglio rimanere
nascosto. Voglio che tutti sappiano quanto mi rendi felice- e, mentre
dico
questo, so bene che non sono parole per consolarla.
Sono la tremenda e pura verità.
E persino lei lo capisce, mentre annuisce, stavolta, senza nessuna
ombra di dubbio
nelle iridi scure e profonde. Decise.
Arrivati
davanti alla porta dell’aula, miracolosamente in perfetto
orario, faccio per
entrare quando lei mi afferra il braccio.
-George?-
-Sì?-
-Scusa per la scenata di prima. Ero solo…-
-Gelosa, ma tranquilla: non importa!- le rispondo maliziosamente.
–Tutto passato.
E, comunque, la tua gelosia ti rende solo molto più
intrigante! Ancor più desiderabile.-
-Io non sono gelosa!- mi risponde con sguardo di sfida.
Alzo un
sopracciglio con fare scettico.
-Sì. Okay. Magari un pochino.-
Lo inarco ancora di più.
-Okay, va bene! Sono MOLTO gelosa!- dice abbracciandomi.
-Ma almeno io lo ammetto e non come qualcuno che fa finta di non
esserlo!-
continua, ghignando, riferendosi all’episodio con Harry
alcuni giorni fa.
-Beccato- esclamo ridendo e, senza farmi vedere da nessuno, le rubo un
bacio,
temendo ancora in qualche sua reazione come quella di pochi minuti fa.
Ma lei mi
sorprende.
Afferra i lembi del mio maglione e mi avvicina a lei ancor di
più. I nostri
corpi perfettamente combacianti. Le nostre bocche in simbiosi.
Il bacio, da leggero che doveva essere, diventa un tornando di
desiderio e
amore. Un uragano.
Le nostre lingue danzano, rincorrendosi; mentre le mie mani sulla sua
vita e le
sue dietro la mia nuca premono per non lasciarsi scappare a vicenda.
Questa danza continua per un po’: nessuno dei due si stacca.
Siamo incuranti di tutto.
Incuranti del tempo che scorre.
Incuranti che siamo nel mezzo del corridoio, proprio di fronte
all’aula.
Incuranti del fatto che per vivere si ha bisogno
dell’ossigeno.
Eppure, stranamente, a me sembra che l’ossigeno non mi sia
vitale tanto quanto
lei. E come ora, sempre.
Ci separiamo
lentamente -molto lentamente- le fronti appoggiate l’una
sull’altra.
Il mio stesso pensiero, dell’essere vitale, lo vedo riflesso
nei suoi occhi.
E la ribacio di nuovo.
Sto per
approfondire il bacio ancora una volta quando…
-George?-
-Hermione?-
Esclamano, allibite e sconcertate, delle voci.
Spaventati
da quella improvvisa interruzione ci voltiamo di scatto.
Ma, vedendo a chi appartengono, sospiro di sollievo e stringo la mano
di
Hermione per darle forza.
Anche se, ormai, so che non ha più bisogno.
A guardarci,
increduli, otto paia di occhi più altri quattro che
sorridono.
Ginny, Harry, Ron e Lavanda sono a corto di parole.
Cercano, lo vedo dai loro sguardi, una spiegazione e un senso logico in
quello
che hanno appena visto.
La così detta ‘’ fase di
assimilazione’’.
Dall’altra parte, Fred e Draco si guardano complici.
Sbuffo
divertito.
Draco sospettavo che lo sapesse, essendo un legilimens.
E Fred… non gli si può nascondere niente!
Dopotutto… è il mio gemello!
-Forza tutti
dentro- intima la McGranitt, spuntata all’improvviso.
-Vi spieghiamo tutto a pranzo- mimo con le labbra e, mano nella mano
con un’ Hermione
a metà tra l’intimorito e il sereno, seguo la
professoressa.
-Sarà
un
pranzo mooolto interessante.- sussurro ad Hermione che, ridendo, mi
invita a
sedermi accanto a lei, sotto le bocche ancor più spalancate
dei nostri amici.
Angolo Autrice:
*Frase ironica.
Allora: so che non è molto bello; anzi…
è una vera cagata.
Fatemi sapere che ne pensate!
Per quanto
riguarda la mia richiesta; si tratta di questo.
Scrivetemi, nei messaggi privati, un nome tra questi due: George o
Hermione.
Solo uno tra i due.
Mi servirà in futuro!
Mi raccomando: nei messaggi privati!
Io sono indecisa (non si tratta del torneo) e, perciò,
sarete voi a decidere!
IN PRIVATO.
Al prossimo
capitolo!
|
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Capitolo 22 *** BOCCHE CHE MENTONO, OCCHI CHE SMENTONO. ***
Salve a
tutti! Quanto tempo! :’)
Innanzitutto voglio scusarmi con voi perché in questi giorni
non ho avuto il
tempo per respirare e non ho potuto recensire le vostre storie; lo
farò domani!
Scusatemi davvero: a malapena ho avuto il tempo di pubblicare questo
capitolo!
E mi scuso anche per il ritardo nella pubblicazione (piccolo momento di
blocco
dello scrittore.)
Vi ringrazio tanto per la pazienza e anche per avermi detto la vostra
‘’preferenza’’
tra i nomi (George ed Hermione) che vi ho chiesto la volta scorsa.
Chiunque
cambi idea o non abbia ancora risposto, ha ancora qualche capitolo per
rifarsi!
Non posso dire, né voglio spoilerarvi nulla. Spero solo che
non mi uccidiate!
Anche perché uno dei due nomi è in testa per ora.
Chi vivrà vedrà ;)
Buona Lettura.
BOCCHE CHE
MENTONO, OCCHI CHE SMENTONO.
POV GINNY
La campanella è ormai suonata.
È ora di pranzo e, insieme con gli altri, ci stiamo per
dirigere in Sala
Grande.
Non ho potuto concentrarmi per nulla sulle lezioni. La mia mente era
completamente presa da Hermione e George che, seduti vicini, si
guardavano
mangiandosi con gli occhi a vicenda.
In testa, ancora l’immagine di quel bacio.
Ma cosa diavolo succede?
Hermione e George insieme?
Praticamente impossibile.
Ma, dato che tra poco ci forniranno spiegazioni, mi sembra inutile fare
congetture affrettate!
Sicuramente ci sarà una spiegazione logica! Insomma parliamo
di H-Hermione e
G-George!
Non di due persone qualunque!
POV RON
Miseriaccia!
La mia mandibola arriva ancora a terra!
Non riesco ancora a credere ai miei occhi!
Hermione e George praticamente appiccicati, davanti all’aula
di
Trasfigurazione.
Son passate quattro ore ormai; ma più ci penso,
più mi convinco che, se è ciò
che sembra, George le avrà sicuramente rifilato un filtro
d’amore.
Nonostante Hermione sia brillante, quella con George è una
battaglia dura.
Non è facile tenergli testa.
Sì: sarà sicuramente un filtro d’ amore
che George ha dovuto testare!
Non può essere altrimenti.
POV HARRY
Sapevo che Hermione mi nascondeva qualcosa!
Dopotutto sono suo fratello. Non di sangue, ma di cuore.
Me lo sentivo!
Già dal momento in cui abbiamo fatto la prima ronda, alcuni
giorni fa.
Non nascondo che avrei preferito che me ne parlasse prima;
insomma… tra
fratelli non ci dovrebbero essere segreti, no?
Ma la conosco troppo bene. Se non lo ha fatto, vuol dire che prima
doveva
convincere se stessa di ciò che stava facendo.
E io, in ogni caso, la sosterrò comunque.
POV LAVANDA
Hermione ha più culo che anima, benedetta ragazza!
Ma qual è il suo segreto?
Nonostante tutte le ragazze che ci sono ad Hogwarts, è
riuscita a penetrare nel
cuore di alcuni tra i ragazzi più ambiti o, comunque,
più irraggiungibili.
E non parliamo di ragazzi anonimi.
Ma di ragazzi conosciuti, di bell’immagine e fama!
Prima Krum, il cercatore più in gamba al mondo.
Poi il mio RonRon, che non ha bisogno di descrizioni superflue. Non
esistono
parole per descriverlo!
E adesso?
George?
Non ho ancora la certezza di ciò che potrebbe essere;
dopotutto si stavano solo
baciando.
Potrebbe essere stato solo uno scherzo di George; o magari lei, con
quei suoi
tentacoli, gli ha lanciato una maledizione Imperius!
Oh ma certo!
Come ho fatto a non pensarci prima?
Beccata, Granger!
POV DRACO
Non potrei essere più felice di così.
Finalmente George ed Hermione si sono trovati.
Finalmente George ha seguito il suo cuore.
Per molti cedere al cuore, alla sua voce, ai suoi ordini, è
un grande errore.
Ma dagli occhi di lui ho capito che, se proprio è un errore,
allora è stato l’errore
più bello che lui abbia mai fatto.
Ed Hermione… gli occhi le brillavano di una strana, intensa
luce: la luce dell’amore.
Di una cosa sola mi dispiace: di non potermi sedere al tavolo dei
Grifoni per
vedere le reazioni degli altri!
Ma, diciamocela tutta, starò con gli occhi spalancati,
attento a non calare
neanche una palpebra, a non muovere una ciglia, per poter vedere tutta
la
scena.
Ci sarà da ridere! Ah… se solo ad Hogwarts ci
fossero quei cosi babbani detti
pop-corn!
POV FRED (N.d.A. Sono pensieri di Fred che, ad alcuni, potrebbero
sembrare scritti
come se stesse parlando con George; ma in realtà
è un soliloquio. Sta parlando
con se stesso!)
Ah Georgie, Georgie, Georgie.
Pensavi che non me ne fossi accorto?
Pensavi che, l’altra sera, mentre te la portavi in camera, io
non vi abbia
visto?
O quando sparivi per intere giornate, saltando le lezioni, tornando la
sera tardi
con occhiaie marcate?
Sapevo bene che c’era qualcosa che offuscava i tuoi pensieri,
le tue giornate.
Certo, mi è dispiaciuto il fatto che tu non me ne abbia
parlato.
Insomma: siamo amici. Migliori Amici. Fratelli. Gemelli!
Tu sei il mio Horcrux. In te risiede un pezzo della mia anima.
E viceversa.
Io sono il tuo.
Da ora non sarò più il solo; ma sarò
comunque sempre al tuo fianco, a farti da
spalla, qualsiasi decisione tu prenda.
Sarò sempre qui, a vederti sorridere serenamente come ti ho
visto sorridere
oggi sulle labbra di Hermione che, nonostante i precedenti da Prefetto
Perfetto, ti merita!
È una brava ragazza, e ho un’ottima opinione di
lei, a dispetto di ciò che
dimostro.
Dopo tutto quello che ha fatto, potrei desiderare una migliore di lei
al tuo
fianco?
Non solo è la strega più brillante
dell’intero mondo magico, ma ne è la
salvatrice.
Di questo mondo e del nostro. Del mio e del tuo.
La creatrice di una nostra pietra personale.
Quasi quasi ti invidio!
Ma ora, se permetti, devo godermi lo spettacolo! La faccia di Ron,
Ginny, Harry
e Lavanda era a dir poco esilarante!
Dov’è Colin quando serve?????
POV HERMIONE
‘’Okay. Sta’ calma Hermione.
Andrà tutto bene.’’
Mi ripeto ininterrottamente queste parole mentre prendo posto accanto a
George
in Sala Grande, sotto lo sguardo curioso e impaziente dei nostri amici.
Manca solo Draco che, purtroppo, è seduto con i suoi
compagni di Casa. Pur
volendo non potrebbe sedere con noi.
La sua assenza mi mette un po’ a disagio. Se dovesse andare
male – ma mi sforzo
di pensare che andrà bene- il suo appoggio sarebbe sicuro.
Fondamentale.
Sento George prendermi la mano da sotto al tavolo e incitarmi a
parlare.
Gli lancio uno sguardo tagliente come a dire:
‘’Potresti parlare anche tu!’’
Ma so bene che sono sforzi vani.
In primis: lui adora mettermi in imbarazzo; e, secondo, non
è certo lui quello
ad avere paura!
Quindi… ‘’Coraggio Hermione. Sei una
Grifondoro o no?’’
Appoggio le
posate sul tovagliolo, attenta a non sporcarmi e schiarendomi la voce.
In realtà non ce n’è bisogno
perché tutti loro mi stanno guardando.
Ginny mi guarda avida di spiegazioni.
Ron ha lo sguardo tra il timoroso e il preoccupato.
Harry sembra semplicemente curioso, ma, tutto sommato, sereno.
Lavanda mi squadra con uno sguardo altezzoso; una punta di durezza
giace in
quelle fessure che, dopo la guerra e il suo fidanzamento, sembravano
essersi
addolcite nei miei confronti.
Da lontano vedo Draco guardarmi pacatamente.
E, di fronte, Fred con un sopracciglio inarcato e uno sguardo
malandrino.
Le labbra distese in un sorriso sghembo. Ma al contempo malizioso.
Lo so che lo sa. Lo vedo dai suoi occhi.
E forse sono quegli occhi che mi sottopongono a questa sfida che mi
danno la
spinta necessaria a parlare.
Le sfide di Fred sono sempre le migliori. Non hai mai la forza per
ritirarti.
Ma hai sempre quella di vincere.
Quindi: Via il dente, via il dolore.
-Non
c’è
molto da spiegare in realtà. Io e George stiamo insieme.
Penso che l’abbiate
visto pure voi il b…
-Aspetta: COSA?-esclama Ron, strabuzzando gli occhi.
Sarà
una
spiegazione moooolto lunga.
-Per
‘’stiamo
insieme’’ , cosa intendi esattamente?- domanda
Ginny con sguardo riflessivo e metabolizzante.
Sta recependo le mie parole, cercando di assimilarle.
E come posso darle torto?
Insomma… lei non sa tutti i retroscena con George!
-Fratellino… sei sordo o semplicemente tardo?- dice George
rivolto a Ron,
ridendo.
-Magari, se non riesci a sentire o a comprendere ciò che
senti, preferisci che
te lo mostriamo? Forse, riuscirai a capire questo semplice concetto.-
E, senza
neanche darmi il tempo di riflettere su ciò che ha detto,
prende il mio viso
tra il suo pollice ed indice, con dolce forza, costringendo i nostri
occhi a
guardarsi.
-Ti amo- sussurra. E non lo fa per circostanza, ma per sentimento
sincero. I
suoi occhi sono puri.
-Anche io.-
E mi bacia.
Un bacio dolce, ma intenso. Così intenso da farmi venire le
vertigini.
Mi aggrappo con le mani alle sue spalle, per impedirmi di cadere di
lato dalla
panca sulla quale siamo seduti.
Mi dimentico di tutto. Di tutti.
Esiste solo la sua bocca sulla mia e il battito del suo cuore contro il
mio.
Quando ci
stacchiamo, notiamo subito il silenzio.
Tanto, troppo silenzio.
E non solo quello dei nostri amici.
Ma di tutti gli studenti dell’intera Sala.
Tutti hanno assistito. E sono tutti ugualmente sconvolti.
Anche coloro che lo sapevano, hanno la bocca spalancata
perché… beh, forse perché
non si aspettavano che lo dicessimo così. O meglio, che lo
mostrassimo così!
Ma,
sinceramente? Non mi importa.
Mi sento come se mi fossi tolta un macigno da sopra il cuore.
L’aria mi arriva
finalmente in modo regolare nei polmoni.
Come se, solo ora, avessi ricominciato a vivere.
Guardo
attentamente George, che sembra avere i miei stessi pensieri.
Poi, piano a piano, guardo in rassegna i miei amici, fregandomene del
resto
degli studenti che, interdetti, fanno vagare lo sguardo da me a George,
con un
punto interrogativo al posto degli occhi.
È
Harry il
primo a prendere la parola.
E gli sono grata per questo.
-Congratulazioni!- dice tendendo la mano ad entrambi.
-Confesso che lo sospettavo- continua mio fratello –e ne sono
felice. Sono
davvero contento che entrambi abbiate ritrovato la felicità.
Herm…lo vedevo dai
tuoi occhi che, ultimamente, non eri felice. Ma, ora, sempre dai tuoi
occhi,
riesco a vedere la tua gioia. Qualsiasi cosa ti faccia felice, rende
felice anche
me. Perciò… io sono con voi.-
Senza
neanche pensarci due volte, mi slancio con così tanta forza
verso di lui, rischiando
di farlo quasi cadere.
Questo è uno dei nostri abbracci più calorosi.
Lui, il mio migliore amico.
-Ti voglio bene.- Solo tre parole. Tre parole di una portata
millesimale di
quella infinitesimale che racchiudono in sé.
-Beh, ammetto che lo sapevo anche io. Insomma, pensavate che ieri notte
non vi avessi
sentiti?- sbotta
Fred.
-E… la penso come Harry. Insomma Georgie… credo
che siate perfetti l’uno per l’altra.
Il vostro carattere differente, il vostro battibeccarvi, per poi
sorridervi.
Più ci penso, più sono felice per questa vostra
scelta.
Ma, soprattutto, come ha osservato il nostro amico occhialuto, se siete
felici…siamo
felici anche noi.
E ricordatevi queste mie parole perché sapete che non sono
un tipo
sentimentale; ma per voi posso fare un’eccezione: Vi voglio
bene.-
Una lacrima
di commozione solca il mio viso e, così come per Harry, mi
slancio verso Fred,
abbracciandolo. Se c’è qualcuno che considero il
mio migliore amico, dopo Harry…
beh… quello è lui.
Non che Ron non sia importante. Ma è diverso. Dopo tutto
quello che c’è stato,
ci siamo un po’ allontanati, nonostante ci fossimo ripromessi
di starci accanto
l’un l’altro.
A proposito
di Ron…
Lo guardo attentamente.
Ha le orecchie rosse e gli occhi ridotti a due fessure.
Brutto segno.
Non spiaccica parola.
Bruttissimo segno.
Ha smesso di mangiare.
Sta per
arrivare l’Apocalisse.
Neanche
finisco di formulare il pensiero che si alza di scatto, rovesciando
calici e
portate.
Rosso in viso come i suoi capelli, comincia ad urlare:
-TU!- dice sprezzante, indicando George con fare accusatorio
–NON PUOI AVER
FATTO QUESTO! TU NON SEI CAPACE AD INNAMORARTI! NON LO SEI MAI STATO!
LA FARAI
SOFFRIRE! LEI PER TE è UN PASSATEMPO: NE SONO CERTO!- prende
fiato –E TU! –ricomincia,
stavolta rivolto verso di me –IO TI HO AVVISATO. NON VENIRE
DA ME, QUANDO
SCOPRIRAI CHE HO RAGIONE.-
E, senza
neanche, darci il tempo di assorbire le sue parole, si allontana
furioso, verso
l’uscita della Sala, diretto, forse, verso i dormitori.
Le lacrime
di commozione, cedono subito il posto a quelle di risentimento, paura e
tristezza.
Sì; tristezza.
Perché Ron non può aver veramente detto
ciò che ha detto. Non nei confronti di
un fratello.
Con le lacrime che ancora fuoriescono, mi volto verso George.
E i suoi occhi, i suoi pensieri, sono lo specchio dei miei.
Solo molto più feriti.
Perché George è cambiato. Il George
menefreghista, il George che non sa amare è
scomparso nell’esatto momento in cui Fred era stato colpito
dall’ Avada
Kedrava. Nell’esatto momento in cui, dopo quattro mesi, ha
potuto
riabbracciarlo.
Ron non sa nulla.
Io mi fido di George; e tanto mi basta.
Mi faccio forza e lo bacio sulla guancia.
E so che, questo gesto, vale più di mille altri baci.
-Io so che non è così. Non dargli retta.- e
subito la tristezza, lascia il
posto alla rabbia.
Io e Ron abbiamo chiuso.
-Beh,
inutile dirvi che concordo con il mio RonRon. Voi due non potete stare
assieme!
Insomma… siete ridicoli! Non avete nulla in comune! Finirete
con il puntarvi le
bacchette contro a vicenda!- ride Lavanda. –Ma tanto lo so,
Granger. Ne sono
sicura. Hai incastrato George esattamente come hai fatto con Krum e con
Ron in
passato. Diversamente dal mio ragazzo, io, voglio avvisare te, George.
Lei non
è quella che sembra.
Lei non è strega solo di sangue. Lei è una strega
a tutti gli effetti; in tutti
i sensi! Goditela finchè non andrà a sbavare
dietro a qualche super modello o
super riccone.- e, ridendo maleficamente, si alza, prendendo la strada
di Ron.
Di nuovo la rabbia passa a tristezza.
-Io, invece,
sono felice per voi- commenta pacata Ginny. Cercando di stemperare la
tensione.
-Certo; me la sono presa un po’ perché io e te
siamo migliori amiche Herm.
Pensavo che me ne avresti parlato e, invece, non hai detto nulla a
nessuno. Ma
sono felice- e, sull’ultima parola, si apre in un sorriso
radioso. –Molto felice.
Non solo perché alla fine non ti sei messa con
quell’imbecille di Ron, come
tutti ci aspettavamo. Come sembravi essere destinata. Condannata. Ma,
alla
fine, hai scelto uno dei Weasley migliori! Già mi vedo a
tenere lo strascico
del tuo vestito da sposa! E, dopo un po’, una pargoletta dai
capelli rossi e
gli occhi marroni: Ginevra junior! Forse su qeust’ultimo
punto ci avete già
lavorato ieri notte?-
Esclama, con
una luce talmente forte negli occhi, che si potrebbe pensare che siano
due
lampadine.
Dopo aver
riso, sorvolando sulla battuta maliziosa, la abbraccio forte,
soffocandoci nell’abbraccio
tutta la rabbia di poco fa e la felicità.
Puoi avere un amico. Un migliore amico. Un fratello. Un ragazzo. Ma il
rapporto
con una sorella non si batte facilmente.
E Ginny, ancora una volta, si è dimostrata la sorella che
non ho mai avuto.
Continuiamo il pranzo piuttosto tranquillamente, spostando
l’argomento verso
acque più tranquille: il Torneo.
Mancano solo due giorni all’inserimento dei nomi nelle
ampolle.
Tutti sono infervorati.
Chi si proporrà?
E chi verrà scelto?
Non ci resta che aspettare dopodomani, sabato, per scoprire i
pretendenti.
Guardo George: la luce della preoccupazione, celata dietro quella
dell’emozione,
si nasconde nelle sue iridi cristalline.
E se venisse scelto lui?
Angolo
Autrice:
Allora? Che ne pensate?
Spero vi piaccia; anche perché, personalmente, a me piace.
È stato uno dei capitoli che mi è piaciuto
scrivere di più.
Mi dispiace aver fatto apparire Ron il cattivo della situazione; ma vi
posso
assicurare che la sua è solo paura di veder la sua migliore
amica soffrire. J
Poi tornerà ad essere il Ron puccioso di sempre!
Lavanda, scusatemi, ma non l’ho mai sopportata!
Beh, che dire altro? Ringrazio coloro che sono arrivati fino a qui e,
ribadisco, le vostre storie le recensirò tutte domani
perché davvero non ho
avuto tempo per farlo IN TEMPO. E
chiunque
volesse cambiare idea sul nome o dirmi la sua opinione, può
ancora farlo! Ciao
tesori <3
|
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Capitolo 23 *** EMOZIONI CONTRASTANTI E SILENZIO CHE URLA ***
Salve a tutti! Lo so che è
molto tempo che non aggiorno; ma
il 22 è stato il mio compleanno e domani parto; per cui sono
stata molto
impegnata!
Spero che il capitolo vi piaccia!
Per la vostra gioia… Finalmente
è giunto il momento. <3
Grazie a tutti quelli che ancora mi seguono (siete aumentati
tantissimo!)<3
GRAZIE <3.
AVVISO: NON POTRò PUBBLICARE
PER DUE SETTIMANE perché SARò
IN IRLANDA SENZA COMPUTER!
QUINDI CI SENTIAMO DIRETTAMENTE AL MIO RITORNO!
RECENSIRò ALLORA TUTTE LE VOSTRE STORIE E
RISPONDERò ALLE VOSTRE RECENSIONI!
EMOZIONI CONTRASTANTI E SILENZIO CHE URLA.
POV GEORGE.
Finalmente è sabato.
Sabato: meraviglioso sabato!
Sabato vuol dire niente lezioni, giornata libera e relax assoluto.
Ma questo è un sabato speciale.
Non solo vuol dire tutto questo; ma anche poter fuggire dallo sguardo
accusatorio, pressante e omicida di Ron, che non fa che aggrovigliare
un nodo
di disagio dentro di me.
È una liberazione non dover stare a sopportarlo; tanto
più se ripenso al fatto che
quelle parole me le sono meritate.
Meritate, sì; ma solo in parte.
Ora non mi appartengono più.
Da giovedì, Ron ha tagliato
tutti i ponti con me; cercando,
almeno, di non farlo del tutto con Hermione.
Tentativo vano.
In questo caso è stata lei a tagliarli con lui.
So che cerca di non farmi pesare quelle
parole.
So che lei si fida di me; e che quei pugnali l’hanno
pugnalata quasi quanto
hanno fatto con me.
In sostanza, questo sabato è
una salvezza.
Beh; mica tanto!
C’è l’inserimento dei nomi nelle ampolle.
E Fred e Ginny, seduti accanto a me per la colazione, sono in visibilio.
Non fanno che parlare d’altro!
Hermione ed Harry non sono ancora scesi;
per cui, presumo,
sono andati nella
Stanza delle
Necessità.
Ron e Lavanda sono poco più lontani da noi, e, sui loro
volti, le stesse
espressioni sovraeccitate di Fred e Ginny.
È ovvio che il mio desiderio di
mettermi alla prova –un desiderio
che c’era la prima volta, così come in questa-
preme in me; ma la
preoccupazione e un senso di responsabilità che pensavo non
avrei mai avuto, mi
stanno logorando.
Le ampolle compariranno tra meno di
un’ora.
Tanto vale utilizzare quest’oretta per prepararmi mentalmente
ed accettare le
probabilità che Ron, Fred o Ginny possano venire scelti.
Perlomeno Hermione ed Harry sono fuori dai giochi.
Continuo a rigirare i miei cereali nel
latte e ad ingurgitare
dolcetti al cioccolato; finchè qualcuno non mi si siede di
fronte.
Alzo la testa, riconoscendo subito il suo profumo.
Il profumo di Hermione.
Il viso tranquillo e rilassato; una strana
luce che lo
illumina.
Accanto a lei, Harry con la stessa, identica, luce negli occhi.
-Buongiorno Amore- mi dice.
-Giorno Herm. Harry- ricambio sorridendo.
-Scusa il ritardo-
-Non preoccuparti. Eravate nella Stanza delle…
Mi blocco di colpo.
IO NON DOVREI SAPERLO!
Mi volto verso Harry, preoccupato come non
mai.
Ma mi rilasso vedendo che lui annuisce.
-Tranquillo- dice –lo so che lo sai.-
-Cambiando discorso- continua- come vi sentite? Emozionati per
l’inserimento
dei nomi?-
Guardo Hermione per un secondo
infinitesimale e tiro fuori
il sorriso più sinceramente trepidante che ho nel mio
arsenale.
-Ovvio- sogghigno.
E capisco, così, che Hermione ha mantenuto la promessa.
Non ha rivelato a nessuno il mio attimo di debolezza.
-Beh, allora ti dispiacerà sapere che avrai un altro rivale-
dice tranquillo.
Io ed Hermione, ugualmente stupiti,
alziamo subito lo
sguardo.
-Cosa?- chiediamo in coro.
-Proprio così.- dice lui – Lo so che, specialmente
tu Herm, starete pensando
che io mi sia bevuto il cervello. Dopo tutto il casino della Stanza
delle Necessità,
e i pianti e i ricordi…
Ma ho pensato che, se dovessi essere scelto io, sarebbe
l’occasione che
aspettavo per farmi perdonare per Cedric. E onorare al massimo,
così, il suo
ricordo.-
-Cedric non ce l’ha con te- esclama Hermione dolcemente, dopo
solo un secondo
di esitazione.
-Lo so- ribatte lui duro. –Sono io che ce l’ho con
me stesso.-
E, detto questo, si alza da tavola,
dirigendosi chissà dove.
-Sei preoccupata?- le domando.
-Siete i miei amici e tu il mio ragazzo. Ovvio che lo sono.- risponde
leggermente abbattuta.
-Andrà tutto bene- dico, allungando la mano da sopra il
tavolo e intrecciandola
con la sua.
E sono parole dette per convincere lei; sì.
Ma anche per convincere me.
L’ora è scaduta; le
ampolle ci aspettano.
La Sala Grande, all’improvviso, è popolata da
studenti dal primo al quinto
anno.
Come per magia, gran parte degli studenti del sesto e del settimo si
sono
dileguati.
Cammino verso il dormitorio; Hermione al
mio fianco.
È pensierosa. Troppo.
Chissà cosa le passa per la mente!
-A cosa pensi?- le domando.
-A nulla.- risponde.
Strano; troppo strano. Ma sorvolo.
Oltrepassiamo il buco del ritratto e sono
tutti lì.
Ragazzi e ragazze, compresi i miei fratelli ed Harry, a scrivere i loro
nomi su
un pezzettino di pergamena.
L’ ampolla è
meravigliosa.
Di cristallo splendente, contiene un liquido azzurrino, sul quale
galleggia una
scritta rossa ed oro: Amici, Fratelli, Eroi.
Una magia stupefacente.
Ricaccio indietro le lacrime, mentre
guardo la scritta
traballare, ma non scomparire, sotto il peso di un bigliettino.
Quello di Ginny.
E, dietro di lei, Ron, Fred ed Harry.
Mi avvicino al tavolo, scrivo il mio nome
e piego il
foglietto, mettendomi dietro ad Harry che, ormai, ha già
fatto cadere il suo
nome.
È il momento; sento il peso di
un sacco di sguardi addosso.
Ancora non convinto, lascio cadere il mio nome con un solo pensiero
certo che
governa la mia mente: ‘’se deve succedere qualcosa,
meglio io che loro!’’
Ormai è fatta.
Socchiudo gli occhi, respiro e li riapro, giusto in tempo per assistere
ad una
scena che mi raggela il sangue:
Hermione che ha appena messo il suo nome.
Si volta verso di me, con uno sguardo
consapevole e di
scuse.
Ma io non lo reggo.
Non posso assimilarlo. Tollerarlo.
Mi volto ed esco di corsa dal dormitorio.
Non può averlo fatto.
Non dopo ciò che le avevo detto.
E poi… non lo trovava stupido, il torneo?
Corro e corro, finchè, esausto,
non mi lascio cadere sulle
sponde del lago Nero, sopraffatto da mille sentimenti contrastanti.
Ma noto che la preoccupazione per lei supera la rabbia.
Il mio è amore vero.
Guardo perso l’acqua che
scroscia tranquilla, donandomi una
calma che non pensavo di ritrovare.
Il silenzio è padrone indiscusso di questo posto paradisiaco.
Mi è sempre piaciuto molto.
Ma è proprio il silenzio la
parte migliore di tutte; con
solo l’acqua in sottofondo. Lo si sente urlare tra gli alberi, camminare con le sue dita
invisibili fra i
ciuffi d’erba e perdersi tra quelli dei miei capelli.
Rimango qui seduto ad ammirare questo paradiso; conscio di aver, forse,
esagerato.
I nomi saranno scelti questa sera stessa.
‘’Dai,
George.’’ penso ’’Accetta la
cosa. ’’
Ad un tratto il silenzio attorno a me
diventa rumore.
Rumore di rametti spezzati e respiri lievi.
Alzo lo sguardo e mi trovo qualcuno di
fronte.
Hermione.
-Come mi hai trovato?- sbotto tra lo
stupito e il duro.
-Sesto senso- risponde lei tranquilla, scrollando le spalle.
-E perché sei qui?- chiedo più freddo di come
volevo apparire.
-Suppongo di doverti delle spiegazioni. E delle scuse.- risponde calma,
celando
il dispiacere dietro ad un sorriso.
-Spiegami allora. Perché sono proprio curioso!-
Sospira.
-Io ci ho riflettuto bene. Molto bene.
Prima di fare ciò che
ho fatto.
E… sono arrivata alla conclusione che… questo non
è il Torneo Tremaghi di
cinque anni fa.
Quello aveva come scopo la gloria, l’onore, la fama.
Questo è per mantenere saldo il ricordo di amici e parenti
che son morti per
donarci un mondo migliore!
E, inoltre, può essere una buona occasione per mettersi alla
prova.
Lo so che... ho detto che era una stupidata. Inutile.
E so bene che sei preoccupato per i tuoi fratelli e ora lo sei anche
per me.
Ma non è stupido il gesto di continuare a tenere in vita il
ricordo di gente
tanto nobile quanto coraggiosa.
Ho sbagliato alla grande!
E poi sono una Grifondoro. Ho l’audacia, la testardaggine e
il coraggio nel DNA.
I Grifondoro non si tirano indietro di fronte ad una sfida. E la mia
sfida non
era il torneo… ma la mia mente chiusa!
E l’ho superata, credo.
Anche questo è coraggio e, per la prima volta, mi sento
TOTALMENTE degna di
questa casa.
Non mi sono mai sentita più Grifondoro di adesso.
Siamo stati TUTTI Grifondoro davvero, almeno una volta nella vita,
nell’esatto
momento in cui abbiamo battuto il nostro punto di debolezza
più forte!-
Finisce il suo discorso, inghiottendo un
groppo di
inquietudine in gola.
All’improvviso tutta la mia
rabbia è sparita.
Dopo un po’ di silenzio, prendo
coraggio e le dico:
-Ti perdono. Ma ti avverto-
-Dimmi-
-Se vieni scelta e ti capita qualcosa di più grave della
rottura di un’unghia o
della caduta di un capello… Scordati di me!-
Sorride divertita, prima di lanciarmisi
tra le braccia e
abbracciarmi.
La stringo forte, baciandole i capelli.
-Scusa, davvero- mi dice.
-Le scuse riservatele nell’eventualità che tu sia
scelta.-
Ride e si accoccola su di me.
Dopo un po’, ci addormentiamo.
È sera quando mi risveglio.
Più o meno, a occhio e croce,
dovrebbero essere le sette.
Hermione è ancora accoccolata sul mio petto.
La scuoto dolcemente, svegliandola.
-Herm, svegliati dai!- rido
Si gira dall’altra parte.
Il silenzio di stamattina regna ancora.
-Ti prego restiamo qui ancora un altro po’.- sussurra.
-No, principessa. Stanno per essere
sorteggiati i nomi.-
A queste parole scatta a sedere in fretta. Così tanto in
fretta da avere le
vertigini.
-Muoviti! Cosa ci facciamo ancora qua?-
Ridendo ci avviamo verso il castello, separandoci per fare le docce.
Sotto il gelo dell’acqua fresca,
penso: ‘’Ci siamo George. È
arrivato il momento.’’
Appena finito, scendo di corsa le scale,
dirigendomi in sala
Grande, già gremita di tutta la scolaresca in delirio.
Prendo posto accanto a Fred; Hermione
è seduta, pulita di
tutto punto, di fronte a me.
Mi guardo impazientemente intorno, evitando i loro sguardi, fin quando
il
silenzio torna a regnare.
-Il momento tanto atteso è
arrivato.- comincia la McGranitt,
solenne.
Le viscere mi si contorgono.
-Il momento che tutti noi stavamo
aspettando: i nomi dei
campioni.-
Angolo Autrice!
Ciao belli! Allora? Che ne pensate?
Curiosi?
Fatemi sapere chi pensate possa venire scelto! Sono proprio curiosa!
Un’ ultima cosa; questo capitolo lo dedico ad una persona
speciale.
Molto speciale.
Una ragazza tanto dolce quanto stupenda, conosciuta proprio qui su efp!
Parlo di Chiara, o meglio, TsubamePhoenix!
Questo
è per te tesoro! Che hai fatto di tutto per starmi
vicina in un giorno importante per me, nonostante la tua lontananza! Ti
voglio
bene! <3
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Capitolo 24 *** UN MACIGNO DI AMORE ***
UN MACIGNO
DI AMORE
POV GEORGE
In Sala
Grande non vola una mosca.
Tutti trattengono il fiato mentre la McGranitt appella a sé
le quattro ampolle,
dalle sale comuni di ogni casa.
Il respiro mi si ferma in gola, soffocato da migliaia di pensieri e
dubbi e
preoccupazioni.
La McGranitt tende la mano verso l’imboccatura di quelle
sfere dalla bellezza
magnetica.
Un bigliettino splendente vola tra le sue mani rugose, ma sempre solide
e forti.
Mi sporgo per vedere se quella è l’ampolla di
Grifondoro; ma non lo è.
-Per Tassorosso-
dice la Preside solennemente.
Tutti gli studenti, piccoli e grandi, si girano verso il tavolo dei
Tassi che,
in preda all’emozione, guardano avidamente la Professoressa,
quasi a volerle
tirare quel nome dalla bocca con la sola potenza dello sguardo.
-Lo studente
Tassorosso scelto dalla ampolla per partecipare al Torneo
è…-
L’emozione,
in quegli occhi, è come un qualcosa di fisico e tangibile.
-è…Ernie MacMillan!- annuncia fiera.
Un boato di approvazione si leva dal tavolo dei Tassi, ma non solo.
Ernie è molto apprezzato dai suoi compagni, che siano di
Casa o no.
A prima vista può sembrare un ragazzo altezzoso, ma, in
realtà, è un amico
sincero e leale.
Sempre disponibile.
Anche lui ha fatto parte dell’ ES e ha partecipato alla
battaglia finale,
riuscendo a cavarsela perché, oltre che un buon amico,
è anche uno studente
capace.
Lo stesso, purtroppo, non è stato per il suo fratellino,
Matthew*.
Combattevano fianco a fianco…e poi una maledizione lo
colpì.
So che suo fratello era la persona più cara al mondo per lui
e che perderlo lo
ha scosso nel profondo, portandolo a cambiare molto.
Da quando Matthew non c’è più, oltre
alla propria, Ernie si porta dietro anche
un’altra ombra: quella della malinconia, della nostalgia.
Non riesce più a gioire della vita.
Che sia per questo che le ampolle lo abbiano scelto?
Per farlo ricredere?
Per ricordargli che il sole splende per tutti, prima o poi?
Nonostante tutto, chiunque gareggerà contro di
lui… avrà un valido avversario.
Mi unisco all’applauso per Ernie che, emozionato, si avvia
verso la Prof per
stringerle la mano.
La McGranitt
ci richiama all’ordine e al silenzio, mentre, con fare
altrettanto solenne, si
avvia verso l’ampolla dei
Corvi.
Il bigliettino che vola tra le sue mani risplende dei colori di quella
casa e,
ancora una volta, la sala si zittisce mentre il nome viene rivelato.
-Per
Corvonero, la studentessa scelta per il Torneo
è…- fa una pausa - Cho Chang!-
Altri
applausi accompagnano Cho mentre, con fare impacciato e imbarazzato, si
avvia
anche lei verso la Preside, ponendosi, subito dopo, accanto ad Ernie.
Guardo
Harry.
Sembra sconvolto.
Che non sapesse nulla del ritorno di Cho a scuola?
O si sta
semplicemente chiedendo se la scelta delle ampolle nei suoi confronti
sia stata
solo una casualità?
Perché, in effetti, non mi sorprenderebbe se non fosse
così.
Il Torneo è stato progettato per rivendicare la memoria di
coloro che abbiamo
perso.
Durante il Primo Torneo che si è svolto qui, in nostra
presenza, un nostro caro
amico ci ha lasciato: Cedric Diggory.
Amico per noi;
ma di certo non per Cho, dato che era il suo ragazzo.
Possibile che le ampolle lo sapessero?
Possibile che Cho pensi, nel suo profondo, ancora a Cedric?Pur essendo
attualmente legata a Michael Corner?
Tante domande senza risposta.
Lascio perdere
queste per pormene altre che potrebbero servirmi di più.
Due avversari.
Due avversari molto diversi tra di loro.
Ernie e Cho.
Sicuramente, tra i due, Cho è la più debole.
Non è molto abile con la bacchetta, pur essendo Corvonero, e
non riesce a
mantenere il sangue freddo necessario per gareggiare in un Torneo di
questo
calibro.
Ernie è decisamente più in gamba.
-Per
Serpeverde- esclama la Preside.
Ops. Mi ero perso tra i pensieri.
-Lo studente
prescelto è…-
Chissà
chi
sarà. Sono veramente curioso.
-Draco
Malfoy!- urla incredula.
Mi cadono
letteralmente le braccia, mentre la mia mente si riempie degli applausi
degli
altri.
Guardo i miei fratelli, Hermione e Harry.
Sembrano stupiti quanto me.
Ma, nonostante fossimo all’oscuro di tutto, ci uniamo
all’applauso: in fondo è
nostro amico.
Ognuno si
è
iscritto a questo Torneo per una ragione.
Draco avrà avuto sicuramente la sua.
Eppure, la rivelazione del nome Serpeverde mi riporta alla
realtà; smuovendo un
macigno all’altezza del mio cuore e facendolo ballare, in
attesa o di
eliminarlo del tutto o di lasciarlo cadere per rovinarmi.
Il nome di Grifondoro sta per essere svelato.
È il
nostro
momento.
E il macigno
continua a roteare, frenetico.
-Per Grifondoro…- comincia la Prof.
Veloce.
‘’Ti
prego
fa che non sia Ginny’’ penso.
-Lo
studente-
Veloce.
‘’Ti
prego
fa che non sia Hermione’’
-scelto
dalle ampolle-
Prepotente.
‘’Fa
che non
sia Ron’’
-è…-
Violento.
‘’Ti
prego
fa che non sia...’’
-Fred
Weasley- annuncia la Preside, orgogliosa della sua Casa.
‘’Lui’’- penso; ma è
troppo tardi.
Distruttore.
Il macigno cade e mi manda in pezzi.
Qualcosa in
me è andato in frantumi.
È successo quello che non doveva succedere.
Quello che doveva rimanere limitato nei miei peggiori incubi.
Un mio familiare che deve ancora lottare.
Non posso
permetterlo.
Non posso!
Cerco di
costringere i miei muscoli a non lasciar trasparire lo shock del
momento,
facendoli rimanere impassibili.
Anzi, non so dove, ma trovo persino la forza di distendere le mie
labbra in un
sorriso, mentre, con entusiasmo finto tanto quanto il sorriso, mi
sporgo verso
il mio gemello per abbracciarlo .
Non
permetterò
a Fred di mettersi in pericolo un’altra volta.
Non esiste.
-George, va tutto bene?- mi chiede Hermione
-No.-
rispondo secco io. –Ma vedrai. Le cose non andranno
così.- aggiungo.
Applaudiamo
ancora mentre anche Fred va al suo posto, accanto agli altri
concorrenti.
-E adesso-
Continua la McGranitt.
-Le istruzioni. -
Silenzio. Tanto silenzio. Nessuno vuole perdersi una parola.
-Il Torneo
sarà composto da tre fasi.
Tre prove.
Esse andranno a crescere di livello, intensità,
pericolosità e impegno in
ordine crescente; quindi la Terza sarà la più
complicata. La data di inizio non
è stata ancora decisa; ma, sicuramente, la prima prova si
terrà entro e non
oltre le prossime quattro settimane.
Essendo un memorial per i caduti in battaglia, il premio consiste in
duemila
galeoni con cui costruire qualcosa, qualsiasi cosa, che li ricordi.
Qui, o ovunque si voglia.-
Un applauso
fragoroso accompagna queste sue ultime parole.
-E ora, un ultimo punto da chiarire.
Non si tratta solo di una gara contro avversari. Non si tratta di una
gara
contro le altre case.
Si tratta di tre battaglie per lo più contro se stessi.
Ed, evidentemente, se le ampolle hanno scelto questi ragazzi,
è perché loro
devono vedersela faccia a faccia con qualcosa che hanno dentro e che
non li fa
vivere sereni.
Una paura, un’ossessione, un qualcosa di pesante e soffocante
e opprimente.-
Altro
applauso.
-E vi
assicuro che non è facile.
È molto più semplice lottare contro altri, che
contro se stessi.
Per questo, buona fortuna, CAMPIONI.- conclude fiera, continuando ad
applaudire.
Tutti noi ci
uniamo all’applauso generale, mentre i quattro si inchinano e
si stringono la
mano a vicenda.
Concluso
tutto, Fred viene verso di noi trionfante, ma non ha il tempo di
spiaccicare
parola perché Ron e Ginny, pur delusi di non esser stati
scelti, monopolizzano
la sua attenzione, cominciando a tirare fuori le ipotesi più
assurde sulle
possibili prove.
Io, intanto, saluto Hermione con un fugace bacio sulle labbra e mi
unisco alla
folla che esce fuori dalla Sala Grande.
Ormai è ora di andare a letto.
Guardo i
miei amici e i miei fratelli da lontano.
Vedo Fred
che ride felice e mi chiedo: può lo scopo giustificare
quello che sto per
fare?
Ma il fine
non giustifica i mezzi, si sa.
Eppure…
di
fronte alla vitalità di mio fratello non riesco a non
pensare il contrario.
E allora mi
decido.
Vedo la professoressa McGranitt camminare dalla parte opposta, la
più isolata,
rispetto al corridoio dove mi trovo io.
Mi lancio
alla sua rincorsa.
-Professoressa-
urlo.
Lei si
volta, confusa.
-Weasley,
cosa c’è? E quale dei due sei?- chiede con un
sorriso.
-George. Ho bisogno di parlarle. È urgente.-
dico tutto d’un fiato.
-Urgente? Se è così, immagino sia qualcosa che
richiede un posto più tranquillo
di un corridoio dove passano centinaia di studenti, vero?-
Annuisco.
-Benissimo.
Seguimi, Weasley.- mi intima con un velo di confusione nella voce
autoritaria.
Dopo diverse
rampe di scale e una serie di corridoi stretti, bui e isolati, ci
fermiamo di fronte
ad una statua.
La
professoressa pronuncia qualche parola che, intontito come sono, non ho
colto;
sembrava essere una parola d’ordine.
La statua
comincia a girare, scoprendo una rampa di scale.
Ci saliamo e
veniamo condotti davanti ad una porta che la McGranitt apre, facendomi, poi, cenno di entrare.
Rimango
senza parole.
Il soffitto
alto, i dipinti, la cattedra, le finestre.
L’avevo completamente rimosso dalla mente:
l’ufficio di Silente.
Mi siedo,
imbarazzato e a disagio per la prima volta in vita mia.
-Prima di cominciare, George… sei sicuro di stare bene? Hai
una pessima cera-
mi chiede, scrutandomi attentamente da sotto gli occhiali.
Annuisco un po’ incerto: spero non l’abbia notato.
-Avanti,
allora. Ti ascolto.-
Prendo un
attimo di pausa per raccogliere tutto il mio coraggio Grifondoro.
-Professoressa,
Lei sa che… Fred è la persona più
importante della mia vita. E sa anche che
questo Torneo può essere un pericolo per la sua
incolumità.
Sa bene quanto io fossi distrutto dalla sua morte. Lo hanno visto tutti.
Non riuscivo a mangiare. A bere. A respirare. A VIVERE. E quando
scoprii che
avevamo una seconda possibilità, grazie a quella pietra,
giurai che avrei fatto
di tutto per tenerlo lontano dai pericoli. Presunti o veri che fossero.-
Prendo
fiato, alzando lo sguardo puntandolo nel suo.
-La prego, mi
lasci prendere il suo posto. Non posso affrontare un’altra
volta questa storia.
Per favore, dica che c’è stato un errore, che si
è confusa con i nomi. Dica che
su quel bigliettino c’era scritto George. La supplico!-
E persino
alle mie orecchie la mia voce risulta disperata.
La
Professoressa sembra turbata, mentre mi scruta con sguardo penetrante e
intenso.
Cerco di reggerlo nonostante le lacrime minaccino di uscire dai miei
occhi.
Dopo quasi cinque minuti di silenzio la McGranitt si decide a
rispondermi.
Angolo
Autrice!
FINALMENTE
CE L’HO FATTA!
Un mese e quasi due settimane che vi tenevo appesi, ma spero di avervi
soddisfatto!
So che le scelte dei nomi vi sembrano strane.
Forse scontate. Ma ognuno di quei quattro personaggi ha la sua storia.
D’altronde, non è colpa mia se a Corvonero e
Tassorosso la Rowling non ha dato
mai molta importanza!
Proprio per questo vorrei dare uno spessore anche ai loro campioni.
Insomma… anche
loro sono importanti!
*La storia del fratellino di Ernie è di mia invenzione e
serviva proprio per
introdurvi questo personaggio.
*Ebbene sì. Ho deciso di far ritornare a scuola anche Cho.
So che molte di voi
la odiano, ma insomma… merita anche lei
un’opportunità di combattere i suoi
demoni sì o no?
Spero di riuscire a pubblicare presto il prossimo capitolo!
Ci sono tante cose che devono succedere: la storia tra Hermione e
George subirà
degli sviluppi importanti, la risposta della McGranitt, eccetera.
Alla prossima!
PS: non ho avuto tempo per rileggerlo tutto, il capitolo. Spero di non
aver
scritto cose senza senso! :’)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio.
|
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Capitolo 25 *** ♡ ***
Ciao Tesori! Ebbene sì; sorpresi di vedermi viva e vegeta? (Vegeta non tanto)
Lo so.
Lo so che avevo promesso di non lasciare la storia.
Lo so che avevo promesso di ritornare presto, ma ci sono certe volte in cui devi prenderti una pausa da tutto.
Quei momenti in cui hai in testa tantissime, forse troppe idee, che però non riescono a passare dalla mente alle dita ai tasti di un maledetto computer.
E questa pausa, a volte, come nel mio caso,continua a perdurare.
Vi giuro che il capitolo ce l'ho pronto da una vita. E anche il successivo. E il successivo ancora. Ma non so...non mi soddisfano!
Ho provato a riscriverli. Ma sono piena di se e di ma...
Come ho già detto, sono una persona testarda e sono sempre del parere e della VOLONTÀ di voler continuare la storia. Su questo non ci piove!
Si tratta solo di questi stramaledettissimi prossimi tre capitoli che mi stanno creando problemi nell'esprimermi al meglio e in cui, ora come ora, non mi riconosco come stile; ma non riesco a fare diversamente. Non so se avete capito il macello che ho appena scritto, forse non lo capisco nemmeno io: mi manca scrivere decentemente. Mi manca efp.
Forse sono cambiata anche io e mi sono chiusa in una bolla inaccessibile per il momento. Brutto periodo. E la mia fantasia è rimasta esclusa da questa bolla.
Ciò che spero è che abbiate la pazienza e la voglia di aspettarmi ancora un altro po'; finchè questo periodaccio di blocco non passa. Come vedete, spero, è proprio un mio blocco, non è un non voler concludere la storia. Non riesco neanche a lasciare due righe di recensione!
Spero vivamente di trovare qualcuno al mio ritorno. Non so dare una scadenza, ma per tutte le cavallette, sarà presto!
Un bacio ♡ |
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Capitolo 26 *** Ritorno. ***
Ciao a tutti.
Non vi aspettavate, probabilmente, un mio ritorno, dopo quasi un anno, vero?
Eppure eccomi qui, sempre ugualmente affezionata a voi e a questa storia.
Non so bene come spiegare tutto quello che penso al riguardo in questo momento, ma ci proverò.
Ho intenzione di riprendere a scrivere.
Primo perchè mi manca.
Secondo perchè ultimamente mi sono di nuovo immersa nelle parole che io stessa ho scritto in questa storia, reinnamorandomene e convincendomi che sarebbe un peccato perderla e perdervi.
Probabilmente non ci sarà neanche più nessuno ad assistere a questo mio ritorno, ma il mio cuore mi suggerisce di farlo.
Per questo sono qui.
Sono una matta totale, perchè la voglia di ricominciare mi viene proprio adesso che devo cominciare l'anno scolastico più tosto (il quinto) e perchè ho forse aspettato troppo tempo e probabilmente scriverò per me stessa.
Non importa.
Rischierò.
Ma stavolta mi darò delle scadenze precise, che mi autoimporrò di rispettare.
Mi manca troppo questo mondo.
Un bacio a tutti, ma, specialmente a chi è ancora segnato tra i miei preferiti, ricordati, seguiti.
Con calma riprenderò a rispondere alle vecchie recensioni, a ristabilire i rapporti...con il tempo.
Scusate gli errori ma sto scrivendo dal cellulare e non è il massimo.
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Capitolo 27 *** PAZZIA. AMORE. ***
---Dopo quasi cinque minuti di
silenzio, la McGranitt si
decide a rispondermi.---
Prende fiato e capisco già
da come si pone che non ho
speranze.
-‘’Lo sai che non
posso, George.
Che anche se
volessi- e lo vorrei, credimi-
non sarebbe corretto. Devi capire che devo dare la
possibilità a Fred di
combattere qualsiasi cosa lo turbi.
E sai bene anche tu che, se quelle ampolle hanno scelto proprio lui tra
tanti,
è per quel motivo: c’è qualcosa.
Qualcosa che lo turba.
Ed invece di preoccuparti di farglielo evitare, dovresti fare il
contrario:
incoraggiarlo a sconfiggerlo.’’-
E continua a parlare e a parlare e,
soprattutto, a
snocciolare tutte le qualità sorprendenti di Fred e le sue
abilità;
sottolineando, meccanicamente, come questo Torneo sarà
totalmente differente
dal precedente e di come terranno alla larga tutti i pericoli che
possano, in
un modo o nell’altro, minare
l’incolumità dei partecipanti.
Ma le mie facoltà
razionali si sono fermate a quel ‘’non
posso’’.
Tutto attorno a me si zittisce
lugubremente.
È un silenzio scomodo,
accompagnato dal sottofondo
drammatico dei battiti del mio cuore: sembra voler esplodere da un
momento all’altro.
E subito, monta in me una rabbia
immane e cieca che, in un
primo momento, e solo apparentemente, si esprime con distaccata e
fredda
lucidità, mentre rispondo alla Preside:
-‘’Non sarebbe
corretto?’’- rido; ma so bene che, nel mio
viso, non ci deve essere alcuna traccia di ilarità,
perché una bella dose di
cattiveria, al momento, mi sta attanagliando.
Continuo a ridere glaciale mentre la vista si offusca per
l’ira.
-‘’Non sarebbe corretto desiderare, più
che lecitamente, quella cazzo di pace e
di protezione che una qualsiasi persona che ne ama un’altra
vorrebbe poterle
donare?’’-
E mentre sputo fuori con disgusto
queste parole, io stesso
mi stupisco di quanto la mia voce suoni troppo cattiva, troppo oscura
per
appartenere ad uno come me.
Eppure continuo.
-‘’Non sarebbe
corretto volersi sacrificare per una persona
che si ama, quando essa è in pericolo? Specie se quella
persona è già stata
fatta fuori una volta e che, se non fosse stato per la magia e per il
sacrificio di altre persone in nome dell’amore nei miei
confronti, sarebbe ancora
tre spanne sotto terra?’’- respiro, prendendo fiato.
E lo so che non sto affrontando bene
la situazione… ma
questo sfogo intriso di furia sembra farmi stare stranamente meglio.
-‘’Ma lei non
può capire. Lo so.’’- sussurro quasi
impercettibilmente.
E sento che questa calma apparente si disintegrerà tra molto
poco, mentre
sputerò fuori delle parole di fuoco contro questa donna per
le quali, so bene,
mi pentirò subito dopo averle rinfacciate.
Eppure, lo faccio lo stesso.
‘’Lei non
può capire’’- sorrido sardonico, ma con
una punta
di malinconia anche.
Forse sto impazzendo; forse ho il cervello in pappa.
Deve essere così, perché, mentre in mente ho
un’ enorme patina di confusione,
rido malvagio e al contempo qualche lacrima mi fuoriesce
dall’occhio sinistro.
Nonostante questo, punto i miei occhi in quelli della Professoressa ed
esclamo,
con quanto più odio posso e con tutta l’intenzione
di ferirla:
-‘’Lei non
può capire. Non potrà mai farlo. Semplicemente
perché
lei non ha nessuno da amare. E soprattutto, nessuno che la ami!
Non ha una famiglia!- sto cominciando ad urlare, ormai- Non ha degli
amici, un
marito, né tantomeno figli. Non ha fratelli. Lei non ha
nessuno!’’-
E rido ancora perché so che, in fondo, non è del
tutto sbagliato ciò che ho
detto, seppur non sia neanche la verità al cento per cento.
Perché so bene che
questa donna, che sto insultando con tutte le mie forze, ha sacrificato
tanto
per il suo lavoro, per questo castello e per noi, suoi alunni.
Ma non ho cuore per pensare a questo ora. Io mi riferisco ad un amore
molto più
intimo.
Sospiro, laconico.
Lei mi squadra da sotto gli occhiali
con occhi
indecifrabili; una maschera di pietra al posto
dell’espressione autoritaria, ma
comprensiva, di poco prima.
-‘’George’’-
comincia.
-‘’Stia zitta,
CAZZO!’’- urlo, alzandomi all’improvviso,
mandando sul pavimento la sedia sul quale sedevo.
-‘’LEI LO HA VISTO! HA VISTO QUANTO FRED SIA
IMPORTANTE PER ME! EPPURE LO MANDA
A RISCHIARE LA VITA UN’ALTRA VOLTA!’’-
urlo schifato e pieno di rancore
fumante.
-‘’E NON MI VENGA A DIRE CHE NON CI SARANNO
PERICOLI A QUESTO GIRO, PORCA DI
UNA UMBRIDGE! E SA PERCHÉ LE DICO QUESTO? LO FACCIO
PERCHÈ FORSE NON SI È
ACCORTA CHE NEGLI ULTIMI CINQUE-SEI ANNI IL BILANCIO DELLA
TRANQUILLITÀ DI QUESTO
LUOGO È STATO DISASTROSO!’’ grido
indemoniato; la vista offuscata da flash
rossi e gialli.
Ma non mi fermo.
-‘’Io spero che
lei possa imparare, professoressa, a
conoscere e rispettare l’amore altrui; perché, ora
come ora, questo modo di
fare, non può che ricordarmi Voldemort.
Ricordi: ricordi cosa lui fece a causa dell’ignoranza nei
confronti dell’amore
e dell’assoluta dedizione al potere.
E, soprattutto, ascolti attentamente quanto
segue!’’-
Giro velocemente attorno alla
cattedra, andandomi a parare
dinanzi a lei, inchinandomi e prendendola per la collottola della
camicia:
-‘’Se a Fred, o a
qualsiasi persona che amo, capita qualcosa
di grave, qualsiasi cosa, lei ne dovrà rendere conto a ME!
E non escluda la possibilità che potrei ucciderla con le mie
mani!’’-
Ed esaurito tutto il veleno, la
guardo duramente; in realtà
già mi pento vergognosamente di tutto quello che le ho
detto, proprio come
avevo previsto.
Ma non voglio scusarmi.
Lei mantiene saldo il contatto visivo
e posso vedere
chiaramente qualche lacrima che lotta per
liberarsi da quella rete di ciglia fitte.
Eppure non cedono, conferendole
dignità e rendendole onore.
E, a questo punto, potrei aspettarmi
di tutto. Da uno
scoppio in un pianto disperato, ai rimproveri, alle punizioni,
all’espulsione.
Continuiamo a fissarci.
Io la guardo in cagnesco e lei ha ancora quello sguardo anziano e
saggio, ma
indecifrabile.
Sembra un attimo eterno.
È come se tutto fosse
sospeso in un’atmosfera di grave
tensione; una bomba pronta ad esplodere.
E allo scadere del tempo, finalmente la McGranitt si muove.
Chiude gli occhi, sospira e mi viene
incontro, azzerando
completamente la distanza tra noi.
Non ho il tempo di riflettere che mi stritola nella morsa assassina di
quello
che dovrebbe essere un abbraccio.
E forse sto impazzendo seriamente.
E forse è pazza pure lei.
Perché una persona sana di
mente, dopo essere stata
insultata, non ti viene ad abbracciare.
E mi ritrovo, così, ad
accarezzare dolcemente e pentito, la
schiena della mia Preside che, però, nonostante il gesto,
non ha ancora
spiaccicato parola.
-‘’Non nego che
tu mi abbia ferita, George. Ma l’amore è
irrazionale e che, ti stupisca o no, anche io una volta l’ho
conosciuto.
Persino vissuto.
Non entrerò nei dettagli e spero che tu mi possa perdonare
davvero, ma rimango
della mia idea: la vita va affrontata. Assieme a tutti i suoi pericoli.
E se tu ami Fred, non sarai proprio tu stesso a privarlo di qualcosa
che lui
vuole fare, e, soprattutto, di qualcosa che ha il bisogno di
affrontare. La tua
richiesta e questo Torneo sono solo due modalità differenti
di dimostrargli il
tuo amore.
L’uno evitando di esporlo ai pericoli esterni.
L’altro permettendogli di affrontare quelli interiori: e ti
assicuro che sono
molto più sadici e assassini.’’-
Crollo.
Semplicemente crollo.
Comincio a emettere singulti strozzati e le lacrime, distillato di
preoccupazione e paura, scorrono veloci sul mio viso; mentre, come un
bambino,
vengo stretto ancora dalle braccia salde della McGranitt.
Mi ripete ripetutamente che mi vuole bene e che ne vuole a tutti noi,
di non
preoccuparmi, di fidarmi di Fred.
E non l’ho forse fatto per tutti questi anni?
Cos’ha di diverso questa
circostanza?
La McGranitt ha ragione.
Finalmente lo capisco.
E lo accetto.
Accetto quel semplice no dal quale è partito tutto.
Dopo un altro attimo eterno, mi
sciolgo dall’abbraccio e
dico:
-‘’Io…credo di dovermi scusare con lei
Prof.’’- lo sguardo basso.
-‘’Io…credo di no,
Weasley.’’- esclama facendomi
l’occhiolino, complice.
–‘’È
tipico di quando si ama qualcuno: essere disposti a tutto. Anche a
ferire
persone amiche, se possono rappresentare una minaccia per la
felicità di quel
qualcuno. Anche io sono stata giovane.’’ mi sorride
e penso che facendo così mi
fa sentire ancora di più una merda.
-‘’Adesso vai,
su. Ti staranno dando per disperso.’’-
L’abbraccio un’altra volta, mi scuso ancora e apro
la porta, chiudendomela alle
spalle subito dopo.
Non ho ottenuto quello che volevo, ma
mi sento stranamente
sereno, pur consapevole di avere un aspetto stravolto.
Cammino fino alla fine del corridoio, svoltando a destra diretto al mio
dormitorio, quando qualcuno, evidentemente troppo basso, mi posa le
mani sugli
occhi.
Sorrido prima ancora che questa
persona parli; perché so
già, dal suo profumo, che si tratta di Hermione.
Mi giro lentamente e la vedo: sorride beata, come se vedesse la cosa
più bella
del mondo.
E perdo un battito nel constatare che anche per me non
c’è mai stata cosa più
bella.
Mi chino e la bacio delicatamente.
È un
bacio che muore in un abbraccio
dolcissimo.
-‘’Perché
non andiamo a dormire, ora? È stata una giornata
pesante per te…’’- esclama lei che,
evidentemente, ha capito: qualsiasi fosse
il mio intento con la preside, non
sono
riuscito ad imporlo.
E quello che mi rincuora di più è vedere che non
mi guarda con compassione o
come se fossi pazzo: mi rigetterebbe nell’abisso dal quale
sono appena uscito,
facendo tornare i mostri.
Invece, nel suo sguardo, trovo solo
tanto amore.
E mi fa sentire ancora più leggero.
Annuisco e mi lascio trasportare
dalle sue mani, del tutto
inconsapevole di dove mi stia portando.
Ma, se sono con lei, va bene ovunque.
Angolo Autrice:
Ebbene, eccomi qui.
Ho cercato di essere puntuale e credo di aver mantenuto la promessa.
Non sono certa di aver fatto un capolavoro; ma è tanto che
non mi siedo qui a
scrivere: credo che come ripresa possa andare bene però.
Ho pensato che non ero pronta a descrivere grandi azioni, non dopo un
blocco
così lungo.
Per questo ho abbondato con ciò che mi riesce meglio: le
introspezioni.
Nel prossimo capitolo ci sarà tanto dedicato esclusivamente
a George ed
Hermione, perché mi rendo conto che tutto sto analizzando
tranne che la loro
storia, ahahah.
Ci tengo ancora a scusarmi con tutti
voi. Specie perché, dopo
essermi piantata qui a scrivere dopo tanto tempo, mi sono resa conto
che…era
più semplice di come ricordavo e che, forse, lo dico anche
perché mi sento
cambiata un po’ io.
Dall’anno scorso ho intrapreso un lungo percorso di
maturazione e sono molto
soddisfatta di me stessa al momento. Mi sento totalmente in pace.
E forse è anche il motivo
per cui mi sento più a mio agio a
scrivere della psiche dei personaggi: sono una persona molto riflessiva
e molte
delle loro guerre, come la solitudine per Hermione, l’amore
di George…sono
guerre che anche io ho affrontato, come penso tutti.
-Per chi non ricorda gli ultimi avvenimenti, invito a rileggere i
capitoli
precedenti-
Volevo anche dire che ho intenzione
di aggiornare una volta
a settimana, magari il sabato o la domenica; e se la settimana non
è molto
pesante, magari anche due.
Intanto ringrazio di cuore tutte le
persone che non mi hanno
abbandonata, nonostante tutto questo tempo; per cui, un grazie infinite
a chi
mi ha la mia storia tra le mie preferite:
1 - Arimi_chan
2 - CarrieEverySmile
3 - cullen96
4 - darkmoon87
5 - Draco394
6 - Elanor Hermione
7 - GeaRose Malfoy
8 - hero
9 - Ila1992
10 - JeLuna92
11 - Kikistar
12 - LadySissi
13 - Nia Nya
14 - PiccolaSognatrice_95
15 - TomMalfoyandEmmaGranger
16 - _apefrizzola_
17 - _grifone31
18 - _MikyCullen_
Un grazie a chi ce l’ha tra
le ricordate:
1 - 18Ginny18
2 - canflyj
3 - heamon
4 - LillyS
5 - Medy
6 - Pad_19
7 - Serpensortia92
8 - Starfire Moonlight
Un grazie a chi l’ha messa
tra le seguite:
1 - AceDPortogas
2 - adiaphora
3 - Aleswim
4 - amuchanok
5 - Bianchina07
6 - BlinkPictureGi
7 - Cho90
8 - Cogito ergo sum
9 - E mi
10 - Enza85
11 - fefotta_
12 - finlin91
13 - harpiano18
14 - ile223
15 - july95
16 - Kikistar
17 - la ladra di libri
18 - LadySissi
19 - Like_A_Phoenix
20 – Mizzy
21 - momochan226
22 - Nephertiti
23 - rocky83
24 - severuslupin
25 - Starfire Moonlight
26 - Take me to Hogwarts
27 - TomMalfoyandEmmaGranger
28 - TsubamePhoenix
29 - Valeria_Granger
30 - Veras Pages
31 - virgo8
A chi mi ha tra gli autori preferiti:
1 - Draco394
2 - LadySissi
3 - TsubamePhoenix
4 - Vavvi96
5 - virgo8
6 - _apefrizzola_
E soprattutto, alle mie fedeli
discepole che recensiscono
sempre. Sappiate che vi amo immensamente (e che io devo recuperare
molte
recensioni che vi spettano!).
Alla prossima <3
fred-mione98<3
|
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Capitolo 28 *** Un bacio che sa di amore- pt.1 ***
Hermione mi guida dolcemente tra i
corridoi semibui, illuminati
solo da alcune fiaccole sporadiche e dalla pallida luce lunare che
penetra
dalle grandi vetrate.
Nonostante questo tenue bagliore, non riesco a capire dove voglia
condurmi.
Dopo qualche altro corridoio, mille
porte ed aule superate,
Hermione mi intima di fermarci davanti ad una statua.
Sembra la rappresentazione di un folletto, o almeno credo, ed
è talmente
insignificante, quanto a dimensioni, che nessuno, probabilmente, ci ha
mai
fatto caso.
Hermione lascia andare la presa sulla mia mano e si avvicina alla testa
del
folletto; la prende e le fa fare tre giri su se stessa verso destra e
due verso
sinistra.
Immediatamente, il blocco marmoreo dove la statua poggia si disloca
dall’attuale
posizione e si interna nel muro dietro, in una sorta di nicchia.
Sotto al pavimento dove prima egli poggiava, si rivela quella che
dovrebbe essere
una piccola fossa, consumata ora dal pavimento, con la chiara
intenzione di
formare un passaggio dalle dimensioni sufficienti per far passare un
corpo
umano.
Il tutto avviene così silenziosamente che ne rimango basito.
La stretta di Hermione sulla mia mano, di nuovo, mi riporta alla
realtà:
-Dove siamo?- chiedo
Per tutta risposta, lei mi trascina
con sé all’imboccatura
della fossa, appoggiando i piedi su un gradino che prima non avevo
visto:
evidentemente lei questo posto lo conosce bene.
Per questo smetto di fare domande e comincio la discesa lungo queste
scale
solide e sicure come se non fossero mai state utilizzate; come se i
migliaia di
anni di storia di questo castello non le appartenessero.
Il buio è fitto intorno a noi e lo diventa ancora di
più quando sento il
lievissimo fruscio della statua che ritorna al suo posto.
È come se fossimo stati
inghiottiti dalle pareti del
castello; eppure… intorno a me non vedo muri.
In realtà non vedo assolutamente niente.
-Fermiamoci- esclama Hermione
facendomi sobbalzare, dopo
circa cinque minuti.
Faccio come mi dice.
La sento armeggiare con qualche catenella attorno al suo collo,
finchè non
trova quella che le interessa, facendosi luce con la bacchetta.
Riesco ad intravedere il ciondolo a forma di chiave.
Mi guardo in cerca di porte e, proprio davanti a noi, vi è
una piccola porticina
solitaria di cui, ovviamente, ignoravo l’esistenza.
Hermione infila la chiave nella serratura e, di nuovo, segue un ordine
ben
preciso: cinque giri a sinistra e due a destra.
La porta cigola, trema e
poi… si apre.
Vengo subito invaso dalla pace dei
sensi più assoluta.
Sento una leggera arietta fresca accarezzarmi la pelle, ma non
è fastidiosa o
scomoda.
La luna ci guarda bellissima dal suo letto trapuntato di stelle, mentre
al suo
cospetto svettano alberi alti, robusti, ma non fitti al punto da
coprire il
cielo.
Regna una tranquillità sconvolgente in questo luogo
incantato e può solo
trattarsi o della più sensazionale delle magie o della
più assurda delle
realtà.
Tappeti infiniti d’erba e
fiori si diramano dai nostri piedi
ed in lontananza riesco a scorgere un grande lago cristallino carezzato
da onde
orgogliose.
-Vieni- mi dice Hermione, sorridendo.
La guardo incantato e la seguo
docilmente, come un marinaio
in balìa del canto di una sirena.
Mi conduce su una collinetta da cui posso scorgere con chiarezza tutta
la
bellezza di questo paradiso.
Mi perdo in sua contemplazione e mi riprendo solo quando mi accorgo che
Hermione non è più al mio fianco, in piedi, ma
è stesa su un letto fatto di
erba e fiori intrecciati.
Mi fa cenno di stendermi, accanto a
lei, e io lo faccio.
Nessuno dei due parla per un
po’. Restiamo semplicemente in
adorazione della musica della natura con le sue acque scroscianti, il
venticello
sospirante e i nostri respiri.
-Credevo di conoscere tutti i
passaggi e i luoghi segreti del
castello- ammetto, rompendo il silenzio, diviso tra invidia e
ammirazione.
-Come vedi, anche io ho le mie sorprese.- risponde lei, ridendo.
Probabilmente, il mondo si
è zittito un attimo solo per ascoltare
la sua risata.
E rimpiango e rifletto, intanto, su tutti gli anni precedenti passati
ad
ignorarla, a sottovalutarla e a non accorgermi di lei;
perché è vero: Hermione
Granger è una sorpresa continua, alla quale, forse, non mi
abituerò mai.
-Quindi…- comincio –Cos’
esattamente
questo posto?- chiedo, cercando di rasentare l’indifferenza,
mal riuscendoci.
-Non ha un nome preciso- risponde lei.
–Non
è segnato su nessuna mappa e in
nessun libro.
È stato Lupin, anni fa, a suggerirmelo, in quanto avevo
bisogno di un posto
tutto mio dove poter studiare in pace. Era l’alternativa alla
Stamberga
Strillante, per la sua trasformazione, capisci?
Silente la fece costruire appositamente, per tenerlo più a
portata di mano.
Infatti qua vicino c’è una delle stanze dove il
preside usava appoggiarsi
quando non si trovava nel suo ufficio.- esclama, concludendo.
Annuisco, comprensivo, e ritorno a far vagare lo sguardo su quel mondo.
-Va tutto bene, George?- mi domanda
lei, dopo una pausa.
Capisco che si riferisce all’episodio con la McGranitt.
Forse si aspetta una crisi di pianto isterica, ma sono talmente sereno
che
quando i suoi occhi si incatenano ai miei incontrano solo
un’enorme senso di
beatitudine.
Mi sollevo sui gomiti e mi siedo sul letto.
Le allungo una mano e le accarezzo il
viso, scostandole i
capelli ribelli dalla fronte e portandoglieli dietro
l’orecchio.
Avvicino i nostri volti e sento il suo cuore prendere il volo -o forse
è il
mio?- quando le nostre labbra si incontrano.
È un bacio che ha il sapore dell’amore: non
c’è nessuna fretta. Nessun destino
oscuro ad incombere su di noi. Nessuna minaccia. Abbiamo tutto il tempo
di
questo mondo per scoprirci ed assaporarci.
Continuiamo questa danza infinita, fatta di baci, carezze proibite e ti
amo
sussurrati sulle labbra dell’altro e, quando mi rendo conto
che stiamo andando
oltre, sono proprio io ad interromperla, dolcemente.
Prendo Hermione tra le braccia, come se fosse un qualcosa di delicato e
fragile, e la porto su di me, sul mio petto, dove lei si stende e si
raggomitola come una bambina piccola.
Non voglio andare oltre.
Non stanotte.
E non perché io non lo desideri ardentemente, ma
perché non voglio bruciare le
tappe con lei.
Lei mi ama, io la amo. Ci amiamo ed è questa la differenza
che intercorre tra
la portata di questo rapporto e tutti quelli precedenti che ho avuto,
fatti solo
di sesso e baldoria e che ora, che son davvero innamorato, mi sembrano
di una
piccolezza e di uno squallore imbarazzanti.
Con Hermione ho intenzione di fare le cose come si deve: voglio farla
sentire
protetta, amata.
Ho intenzione di sorprenderla. Sempre. Affinchè la nostra
sia una promessa che
si rinnovi ogni giorno.
Con lei non sarà solo sesso e, di certo, non sarà
MAI circostanza.
Deve capirlo pure lei,
perché dopo un po’ esclama:
-Tu mi ami.-
Le bacio amorevolmente il capo,
inebriandomi del suo
profumo.
-George… volevo
chiederti… se ti andrebbe, ecco, di
conoscerci meglio.- chiede titubante.
La guardo con un grande punto interrogativo al posto della mente. Cosa
intende?
-Cosa intendi?- replico io.
-Be’… ci conosciamo da tanti anni, ne abbiamo
passate di tutti i colori e ora
stiamo insieme. Tuttavia, mi rendo conto di non sapere molto sui tuoi
gusti
personali, su chi è George se preso in singolo...- mi dice.
-Hai perfettamente ragione, principessa.- dico ridendo, pensando che
è,
effettivamente, strano sapere così poco di una persona e
sentire, comunque, che
è quella giusta.
-Cosa vuoi sapere?- chiedo, curioso.
ANGOLO AUTRICE:
Ciao dolcezze!
Come vedete mi sto sforzando di essere puntuale con gli aggiornamenti.
Questa
politica di un capitolo a settimana mi piace molto e la trovo semplice
da
rispettare. Non credo ci saranno più problemi!
Allora, tralasciando un attimo il capitolo, come vanno le cose?
Traumatico il rientro a scuola o a lavoro, vero?
Per quanto mi riguarda, non vedevo l’ora di tornare a
scuola…perché, a parte i
viaggi, l’estate non mi è mai piaciuta
più di tanto. Preferisco l’autunno e
l’inverno.
Ora che sono alle porte mi sento elettrizzata!
Quest’anno poi ho la
maturità e davvero non sto più nella
pelle! Credo che sarà una bella sfida e
rappresenterà la fine di una fase
importante della mia vita e l’inizio di un qualcosa di ignoto
e di nuovo.
Ritornando al capitolo, ovviamente, come potete aver intuito, non
è concluso
qui, ma se avessi pubblicato il resto avrei dovuto dividere il dialogo
e non mi
andava molto a genio, perché era il cuore di tutto.
È un capitolo suddiviso in due parti, quindi per sapere cosa
si diranno i
nostri piccioncini dovremmo aspettare domenica prossima.
Come sempre vi ringrazio, se siete arrivati fino a qui, ed un grazie
speciale a
_apefrizzola_, mia grande amica e persona di fiducia, che sempre mi da
affetto
e consigli.
Un grazie anche a Veras Pages e a _MikyCullen_, per la presenza
costante,
nonostante io dia loro poco e niente in cambio.
Vi invito a leggere le storie pubblicate da queste tre ragazze e che,
oltre ad
avere un cuore d’oro, d’oro hanno anche le mani.
Noi, invece, ci risentiamo domenica prossima!
Un bacio, zollettine! <3
fred_mione98.
|
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Capitolo 29 *** Un bacio che sa di amore pt.2 ***
-‘’Potremmo
cominciare dal colore preferito’’- suggerisce
Hermione.
Ci rifletto su, perché, in effetti, non ci ho mai riflettuto
sul serio.
La guardo negli occhi, assorto.
-‘’Il marrone’’- esclamo, senza
pensarci.
-‘’Il marrone?’’- ripete lei,
sorpresa. Probabilmente si aspettava qualcos’altro.
-‘’Sì, ma non uno di quei marroni
imbarazzanti!’’- dico
puntualizzando.-‘’Intendo
un marrone caldo, profondo, con qualche screziatura
dorata!’’- concludo.
-‘’Ah’’- sospira lei, cercando
di immaginarselo. –‘’E perché
mai un colore così?
Ti facevo più tipo da arancione o giallo, al massimo
rosso-oro Grifondoro!’’-
‘’È il colore dei tuoi
occhi’’- rispondo sorridendo, facendo spallucce.
Mi sorride anche lei, di rimando. Gli occhi ancor più
luminosi del solito, se
possibile.
-‘’Il tuo?’’- chiedo io,
curioso.
-‘’L’avorio’’-
esclama. –‘’Mi dispiace, rosso dagli
occhi blu!’’- aggiunge
ridendo.
Sorvolo sulla sua battuta, seppur ridendo assieme a lei, ma in
realtà anche io
sono sorpreso dai suoi gusti.
-‘‘L’avorio? Molto interessante
e…particolare!’’-…-‘’Come
mai?’’-
-‘’Credo semplicemente che mi rappresenti:
è un colore freddo, rigido, ma
nonostante tutto emana un leggero calore.’’-
Sorrido, annuendo, preparandomi alla prossima domanda.
-‘’A quale
animale pensi di assomigliare?’’-mi chiede lei.
Che domandone!
A che animale penso di assomigliare?
-‘’Beh, in realtà assomiglio a diversi
animali: ho la simpatia della scimmia, l’intelligenza
e la vivacità di un pappagallo e il musetto carino di un
porcellino d’india’’-
rispondo, sorridendo per queste domande (e risposte) così
bizzarre.
Le faccio un occhiolino e lei arrossisce.
-‘’Poco modesto, mi dicono.’’-
Sbuffa, in un finto modo di esasperazione.
Le rubo a sorpresa un bacio e le chiedo in cosa, invece, si immedesimi
lei.
-‘’Mmm… mi sono sempre rivista in un
delfino per l’intelligenza, in una
paradisea per l’eleganza, in un’aquila per la
rigidità e in un riccio per le
difese.’’-
-‘’Wow! Sei esattamente tu!’’-
esclamo, colpito profondamente.
-‘’Qual
è il tuo numero fortunato?’’-chiede
ancora.
-‘’Granger, mi stupisci! Sono la persona meno
superstiziosa di questo mondo. La
fortuna non dipende da un numero, ma da un connubio delle nostre
capacità e
dalle condizioni esterne.’’-
Questo deve sorprenderla realmente tanto, perchè scoppia a
ridere di gusto.
Di nuovo, quel mondo incantato sembra zittirsi e, accompagnato dalle
sue
risate, pare ancor più bello, se possibile.
-‘’Non ti avrei mai detto così
filosofico, Weasley’’- dice, ghignando.
-‘’Come vedi, anche io ho le mie
sorprese.’’- rispondo, riprendendo la sua
frase di qualche minuto fa.
-‘’Tu hai un numero
fortunato?’’- chiedo.
-‘’Neanche io ne ho uno. Simpatizzo un
po’ per il 19, il mio giorno di nascita,
ma niente di più.’’-
-‘’19…’’-ed oggi ne
abbiamo 17.
MERDA. NON SAPEVO CHE FOSSE NATA IL 19!
- ‘’Questo vuol dire che tra due giorni compi gli
anni?’’- esclamo, quasi
urlando, in preda al panico.
Lei rimane un po’ destabilizzata dal mio cambiamento
d’umore e, perplessa, mi
domanda:
-‘’Sì,
perché?’’-
-‘’Ma dobbiamo organizzare la tua festa! Come
perché!? Devo farti il regalo: ci
sono un sacco di cose da preparare!’’-
Sbuffando, abbandona il mio abbraccio
e mi salta addosso,
facendomi il solletico.
Comincio a ridere come un bambino incontrollabile e vivace,
implorandola di
fermarsi e scalciando furioso, ma felice.
-‘’TTTTIIIII PPPREGGO
HERRRRMIOOOONEE’’- cerco di dire, nonostante non
riesca a
mettere due parole in fila.
Lei si ferma, si siede addosso a me, mi prende il viso fra le mani
gelide e mi
dice:
-‘’Guai a te se organizzi festoni o fai le cose in
grande. Ti conosco George e,
se provi a fare qualcosa del genere, giuro sul mio animo Grifondoro che
ti
ripudierò!’’- ghigna.
-‘’
Il mio unico desiderio è passare
quel giorno con i miei cari, la tua famiglia, Harry, Draco, ma
soprattutto te.
Capito?’’- dice, guardandomi intensamente negli
occhi.
Annuisco, docile.
Che stregoneria è mai quest’amore che sconvolge le
mie attitudini e il mio essere?
Mi sporgo per baciarle le labbra.
Dopo questa dolce lotta, lei si
abbandona di nuovo sul mio
petto e sbadiglia.
-‘’Ma come?’’- domando, quasi
deluso –‘’Erano solo queste le cose che
volevi
sapere?’’-
-‘’Ti piacerebbe, eh
Weasley?’’- chiede lei, con gli occhi chiusi.
-‘’Ovvio che non si tratta solo di questo; tuttavia
penso che non ci basterebbe
l’intera nottata per tutto quello che vorrei domandarti. Mi
accontento di
conoscerci nel restante tempo che passeremo
assieme’’- risponde.
-‘’Stai parlando di un tempo infinitamente lungo:
lo sai questo vero?’’- le
dico, sorridendo.
-‘’Lo so’’- mi dice di rimando
–‘’E non vorrei mai che fosse
diversamente.’’-
Sorrido, baciandole i capelli e
ripassandomeli tra le dita:
sono soffici.
Un flashback mi lampeggia nella mente: quello di una ragazzina bassa,
magra,
dai denti troppo grandi e i capelli troppo crespi.
Quella bambina ora è una donna: la mia donna.
Quella bambina ora riposa tra le mie braccia.
Stiamo insieme da talmente poco tempo eppure… mi ha
già migliorato così tanto.
‘’Cos’è mai questa stregoneria
chiamata amore?’’ mi domando di nuovo,
sforzandomi di trovare una risposta.
Tempo addietro avrei risposto di non sapere cosa fosse o che, per lo
meno,
fosse qualcosa di pauroso e opprimente: che toglie un
po’troppo da noi stessi e
non ci fa vedere il mondo lucidamente.
Ma ora so che non è così.
È qualcosa che sicuramente
fa paura, ma solo perché a volte
è troppo grande per un piccolo cuore.
Non è opprimente: è liberatorio.
Non ci toglie niente, ma ci compensa con quello che l’altro
ci dona.
E la prospettiva da
cui vedere il mondo
non mi è mai parsa più chiara di così.
-‘’Buonanotte
Amore’’- sussurro, già sentendo la voce
di
Morfeo.
Hermione già dorme e anche io la seguo, preda di una dolce
stanchezza, beandomi
della natura che, incontenibile, prosegue il suo corso in questo posto
fatato.
Quando riapro gli occhi è
già mattina ed una luce
abbagliante si infrange su di noi, ancora avvolti in questo abbraccio.
Hermione è già sveglia e mi guarda di sottecchi
con un lieve sorriso.
-‘’Buongiorno-‘’- mi dice,
baciandomi.
-‘’Buongiorno.’’- rispondo.
-‘’Lo sai che se non ci muoviamo non potremo
presenziare alle lezioni, vero?’’-
-‘’Già, infatti se non ti fossi
svegliato da solo, ti avrei buttato giù dal
letto!’’- esclama ridendo.
Ci sono attitudini che
cambiano…
…e attitudini che non cambiano mai.
-‘’Non cambierai
mai, Granger!’’- dico sorridendo.
-‘’Mi vorresti diversa?’’-
chiede lei.
-‘’ Questa è un’altra delle
tue domande?’’- chiedo
-‘’In un certo senso’’-
arrossisce.
-‘’No. Io mi sono innamorato di te per quello che
sei. Incluso questo.’’-
Si alza, sorride e mi prende per
mano, conducendomi verso l’uscita
di questo luogo, dicendo qualcosa in proposito al mio essere pazzo per
essermi
innamorato di una come lei.
Alzo gli occhi al cielo, esasperato, fingendo di ascoltare una delle
sue
filippiche, ma in realtà preparandomi psicologicamente ad un
giorno che si
prospetta molto difficile:
--cosa regalerò ad
Hermione?—
Angolo Autrice:
Holaaaaa zollette <3
Come state?
Io sto abbastanza bene, rincuorata anche dal fatto che
l’autunno è cominciato e
mi fa sentire troppo in pace con il mondo!
Allora, cosa dire su questo capitolo?
Non mi piace per niente. Non mi piace come l’ho strutturato,
come l’ho
impostato, cosa ci ho scritto: niente. Non mi piace per niente.
Però l’ho pubblicato lo stesso perché
dal mio blocco ho imparato che, invece di
fermarsi e abbandonare, è meglio pubblicare quel capitolo
che ti è difficile,
seppur scadente.
Per cui mi scuso.
In ogni caso, penso che sia proprio una questione di giornata:
è una di quelle
dove ti senti stanca solo respirando. Infatti, stamattina ho provato a
studiare, ad anticipare compiti, a riordinare appunti
e…niente. Non ci son
riuscita: è come se avessi un gran disordine mentale e spero
che la notte se lo
porti via come farà con questa domenica.
Ci sentiamo domenica prossima <3
Hasta luegoooo :*
|
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Capitolo 30 *** Tutto andrà bene. ***
POV HERMIONE:
La giornata è passata in
fretta e di George non si è vista
neanche l’ombra.
L’ultima volta che siamo stati assieme è stata
questa mattina quando siamo
ritornati ai nostri dormitori, ci siamo cambiati e siam corsi a fare
colazione in
Sala Grande.
Da lì in poi è letteralmente scomparso,
lasciandomi con un ambiguo ‘’Ho da
fare’’
e brillando per la sua assenza a tutte le lezioni e ai pasti
successivi.
In compenso, io sto cominciando ad arrabbiarmi sul serio.
Chiariamoci: non me la prendo certo perché lui non
è qui e non siamo assieme; pur
essendo una coppia è giusto che ognuno
mantenga la propria individualità e il bisogno del proprio
spazio.
No.
Sono furibonda perché so benissimo il motivo reale di questa
assenza
prolungata: il mio compleanno, ovviamente.
Pensavo di essere stata abbastanza chiara quando gli ho chiesto di non
organizzare
grandi festeggiamenti; evidentemente, non mi ha dato retta.
La cosa assurda è che all’appello non manca solo
lui, ma anche Harry: se si è
lasciato coinvolgere, giuro che Hogwarts conterà due nuove
vittime nella sua
lunga lista.
Sbuffo sonoramente, mollando con
fastidio la forchetta nel
piatto, schizzando di sugo la tavola e la mia divisa.
Ginny e Fred, gli unici della mia comitiva presenti a cena, si voltano
e mi
guardano con uno stesso identico ghigno stampato in volto.
Questo mi da la conferma che loro sanno sicuramente tutto, ma
è chiaro che
hanno ricevuto ordini precisi e che non hanno la minima intenzione di
rispondere alle mie domande.
Tuttavia, chiedere non costa niente, quindi: tento comunque.
-Ehm- dò un colpo di tosse
per addolcire la mia voce
arrochita –Fred, sapresti dirmi dove posso trovare George?-
Lui mi guarda: il sopracciglio alzato con fare scettico, come a dire
‘’Me lo
stai chiedendo sul serio? Patetico!’’
-Non ne ho la minima idea, Hermione- risponde con malcelata goduria,
nel
vedermi tra l’arrabbiato e l’esasperato.
-Ginny?- tento.
-Mi associo a Fred- risponde lei prontamente, ridacchiando.
Sento il sangue ribollire nelle vene.
Volto loro le spalle, per evitare di dare in escandescenza qui davanti
a tutti
gli altri studenti e ai professori; conto fino a dieci ed esco dalla
sala con
non pochi sguardi puntati addosso.
Da quando io e George abbiamo reso
pubblica la nostra
relazione, sembriamo esser diventati la principale attrazione del
castello.
Tutti ci conoscono e ci guardano; in fondo, sarebbe difficile non
conoscere una
Caposcuola salvatrice del mondo magico e un idolatrato commerciante di
prodotti
per scherzi.
Sto appena svoltando un corridoio,
quando, in lontananza,
vedo una chioma rossiccia disordinata venire verso la mia direzione.
Subito un sorriso mi si dipinge in volto, per poi spegnersi con la
stessa velocità
con cui è nato quando mi accorgo che non è lui,
bensì… Ron.
Il mio vecchio, adorato, migliore amico Ron.
Mi passa accanto con passo malfermo e
goffo e si ferma per
salutarmi:
-Ciao, Hermione!- il suo tono è imbarazzato e timido, quasi
avesse paura di una
mia esplosione.
Non ha tutti i torti, se lo pensa.
I nostri rapporti si sono completamente sfaldati da quando lui ha
inveito
contro la mia relazione con suo fratello.
Da quel momento, Ron non ha mai smesso di guardarmi con rimprovero e io
non ho
mai smesso di ricambiare con l’astio.
-Ciao!- sputo fuori.
-Senti Hermione…-
-Sì?- lo interrompo, infastidita.
Lui mi rivolge uno sguardo ferito, ma
non mi lascio
addolcire.
Perché?
Perché ogni mio litigio con Ron è sempre dipeso
da lui ed io sono stanca di
impegnarmi per tutti e due per far funzionare quest’amicizia.
I rapporti si costruiscono e sostengono in due!
-Io…Niente! Ciao!- mette le mani nelle tasche e, a testa
china, se ne va,
lasciandomi sola.
È ovvio che questa
situazione mi fa male, ma lui dovrà
dimostrare di tenere realmente a me in maniera sana, pulita, limpida.
Non malata.
Percorro
la strada
verso il dormitorio e, appena arrivata, mi lascio cadere pesantemente
su una
poltrona vicino al camino:
Guardo distrattamente l’ora: sono le nove.
Mi perdo, per un po’, ad
osservare le fiamme, letali e
vivaci.
Osservarle mi infonde una strana calma e fermarmi ad ascoltare il loro
scoppiettio zittisce la furia che ho in testa.
Mi lascio cullare dalla voce di questo silenzio,
dall’orologio che ticchetta,
dal fuoco che scoppietta; i rumori del resto del castelli, attutiti
dalle
pareti, mi sono completamente estranei…
e
questa pace…
Sobbalzo, spaventata, quando apro gli
occhi e vedo l’orario,
timidamente illuminato dal fuoco morente.
È mezzanotte meno venti e la sala comune è quasi
completamente semibuia.
Tasto la poltrona, in cerca della mia bacchetta, ma le mie dita,
invece,
toccano qualcosa di più ruvido, ma di più
delicato: un pezzettino di carta.
-‘’SE
VUOI TROVARMI,
SEGUI ATTENTAMENTE LE ISTRUZIONI’’
–
è la grafia di George, questa.
Un sorriso affiora sul mio volto, perché, nonostante io sia
arrabbiata, con
questi suoi metodi alternativi, mi sembra di avere a che fare con il
George di
sempre, quello precedente alla Guerra e ribelle fino al midollo.
Ho la conferma che George sta di nuovo, realmente, bene.
Continuo a leggere, incuriosita:
-‘’LA PRIMA COSA CHE DEVI
FARE è ANDARE
DINANZI ALLA STATUA DEL GUERRIERO VICINO ALL’AULA DI
TRASFIGURAZIONE. Lì
TROVERAI ALTRE ISTRUZIONI.
FAI PRESTO, TI ASPETTO, TI AMO.’’-
Il mio sorriso si allarga ancora di
più e mi alzo di scatto,
uscendo dal dormitorio con più curiosità del
lecito.
Mi dirigo al primo piano: è lì che si trova
quella statua.
Mi chiedo il perché proprio quel posto!
Quella scultura è vecchia e malandata, niente di
particolare; tra le mani,
protese in avanti, regge una spada mangiata dal tempo.
Forse l’ha scelta perché oggi, teoricamente, mi
spettava anche questo corridoio
da controllare durante la ronda.
Sono appena arrivata e corro
impaziente verso la statua; la
spada è scomparsa , lasciando il posto ad un rigoglioso
fiore rosso, dai petali
ampi: un Amaryllis.
Lo guardo meravigliata, inebriandomi del suo profumo delicato.
Accanto c’è un bigliettino dello stesso colore che
dice:
-‘’ELEGANZA E
TIMIDEZZA’’-
Mi sta forse dicendo cosa simboleggia
questo fiore?
Giro il biglietto, con la speranza di avere qualche informazione in
più, ma mi
ritrovo solo due altre parole:
-‘’SECONDO
PIANO.’’-
Stringo entrambi gli oggetti al
cuore, mentre corro
affannata dove indicato.
Mi aspetto di trovarlo facilmente, il secondo fiore.
Invece, impiego ben cinque minuti per notarlo: bianco e perfetto, sotto
la luce
lunare, poggiato sul davanzale della finestra.
Un Bucaneve ed un bigliettino accanto.
-‘’VITA E
SPERANZA.’’-
Come per la prima cartolina, leggo le
istruzioni sul retro:
-‘’UN FIORE DI VITA E
SPERANZA, PER LA
MIA VITA E LA MIA SPERANZA. ORA DIRIGITI AL TERZO PIANO E FAI IN
FRETTA: LA
STRADA È LUNGA ED IL TEMPO STA PER SCADERE.
LA MEZZANOTE È VICINA!’’-
Come un fulmine, saetto al terzo
piano e noto subito la
Dalia dolcemente incastrata tra due porte.
-‘’GRATITUDINE.’’
– e, sul retro, un QUARTO
PIANO, scritto disordinatamente.
Questa volta non mi ritrovo un solo
stelo, ma ben otto fiori
di Delphinium.
-‘’OTTO COME GLI ANNI DA
CHE CI
CONOSCIAMO, PRINCIPESSA.
PERCHÉ
DELPHINIUM?AMORE SINCERO.
QUINTO PIANO.’’-
A questo corridoio, appartiene una
candida Fresia:
-‘’MISTERO
E FASCINO.’’-
cita il biglietto, seguito da un ovvio –‘’SESTO
PIANO.’’-
Sono, ormai, allo stremo delle forze
e delle emozioni, ma
non sono mai stata più felice di così.
Due fiori mi aspettano qui: un
giglio, simbolo di purezza e
nobiltà d’animo ed un garofano rosa, simbolo di
fedeltà.
Non ho bisogno di leggere il biglietto per sapere dove mi tocca ora.
Mi incammino, emozionata, verso il settimo ed ultimo piano, trepidante
di
scoprire cosa mi riserverà.
George non tarda ad accontentarmi: sul pavimento mi ha lasciato altri
due figli
della natura.
Un bellissimo Non Ti Scordar Di Me e
una particolare, ma
meravigliosa, foglia di Agrifoglio.
Li colgo estasiata e me li porto al petto, cercando il biglietto che
dovrebbe
accompagnarli, ma non trovo niente.
Con la bacchetta, rilego tutti i fiori in un unico mazzo, ripassando
mentalmente tutti i vari significati che George mi ha dedicato e con
cui ha
voluto descrivere me e il suo amore per me.
Noto solo ora come, dalla finestra
aperta, entri una brezza
leggera e rilassante e come la notte, al di là di queste
mura, sia chiara,
serena e stellata.
Sobbalzo quando sento la sua voce alle mie spalle, dolce e sostenuta, e
le sue
mani cingermi la vita.
Il suo profumo mi solletica l’olfatto.
-Gli ultimi due significano Promessa d’Amore
e…Eternità. -
Mi sussurra all’orecchio, carezzandomi il ventre.
Mi volto verso di lui, felice, ma
confusa da queste ultime
parole, pronunciate con una tale solennità e
sincerità.
-Che vuoi dire?- gli chiedo, guardandolo intensamente.
Lui fa una pausa, ma mi risponde con
convinzione.
-Probabilmente, ti sembrerà un discorso avventato, ma, in
mia legittima difesa,
posso dire che ci ho pensato tutto il giorno e non ho trovato un solo
motivo
per pentirmi di questa scelta.-
Secondo voi ho capito una sola parola
di quello che ha
detto?
No, perché…in realtà non ho la
più pallida idea di che cosa stia cercando di
dirmi.
Alle spalle, il vento entra e sbatte
contro la finestra, ci
stringe nel suo abbraccio e mi fa rabbrividire.
Inaspettatamente, George si
inginocchia e mi prende la mano,
baciandomela con cura e rispetto.
-SPOSAMI.-
Mi guarda e mi tende un anello
d’oro, semplice e bellissimo,
con un piccolissimo diamante incastonato.
Lo ammiro, confusa, commossa e
totalmente priva di capacità
cognitive.
-‘’SPOSIAMOCI:
ti
faccio una promessa d’amore per
l’eternità. E mai niente mi ha reso più
sicuro
di così.’’-
Io, da parte mia, sono sconvolta e
basita, perché tutto
questo ha fatto parte dei miei sogni migliori e vederli così
concretizzati,
inaspettatamente, mi affascina e destabilizza assieme.
Risulto così inopportuna, ma lecita, quando riesco a dire
solo:
-Non hai paura?-
Lui se lo aspetta, evidentemente, e
sembra più convinto di
prima quando mi risponde.
-‘’Paura di cosa? Di essere troppo giovane? Delle
responsabilità fisiche,
economiche e morali?’’- chiede retoricamente,
prende fiato e mi spiega.
-‘’Ci ho pensato tanto’’-
continua –‘’E mi sono posto tutte le
obiezioni di
questo mondo e dell’altro, ma nessuna è stata
abbastanza convincente da
costringermi a lasciar perdere e darmi del pazzo da solo.
Siamo giovani, ma non siamo ragazzini alle prime armi, ingenui e
spericolati:
sappiamo cosa è giusto per noi.
Ora abbiamo la scuola e so che tu ci tieni ed anche io ci tengo a
sistemarci
per bene; non ti metterò fretta: possiamo aspettare la fine
dell’anno.
Poi c’è la questione della nostra
diversità. Siamo diversissimi in tutto e per
tutto -lo sai meglio di me- ma ci compensiamo a vicenda e…
questa diversità,
per quanto mi riguarda, è l’incentivo
più grande del funzionamento della nostra
relazione.
Scoprirci a vicenda, dissentire o concordare con l’altro,
accettarlo e amarlo
per quello che è, apprezzare le nostre differenze
così come apprezziamo le
nostre somiglianze e averne rispetto.
Poi c’è la questione economica: non siamo
ricchissimi; è vero.
Ma vivremo bene!
Io ho il mio negozio che frutta molto e, tra l’altro, a fine
anno apriremo anche
una filiale; tu, invece, sei destinata ad avere una carriera brillante
e tutto andrà bene.’’-
conclude lui, serio
e solenne come mai prima d’ora.
Ricambio il suo sguardo, turbata,
felice, sconvolta e
realizzata, incantata come un uccellino è incantato da un
serpente.
-‘’SPOSAMI.
Hermione, SPOSAMI.’’-
Tanti momenti della mia vita mi
scorrono dinanzi agli occhi,
dall’infanzia all’adolescenza e mai mi sono sentita
così tanto donna.
Bramandolo troppo, mi getto sopra di lui, facendolo cadere con tutti i
fiori e
con l’anello; lo bacio con passione travolgente e mi
avvinghio a lui così forte
che può sembrare ne dipenda la mia vita.
E forse, è così.
-Ti sposo- rispondo. –Certo che ti sposo!!!-
L’orologio del castello
rintocca la mezzanotte.
-‘’Buon
compleanno, amore.’’- dice, stringendomi
più forte.
-Ti amo, George.-
E sono sicura anche io, mentre lo
dico, che tutto andrà
bene. Davvero.
Mi alzo e aiuto anche lui, mentre prendo i miei fiori e lui mi mette
l’anello -il
mio anello- al dito.
-Vieni- mi esorta.
E solo ora mi accorgo che la finestra è aperta per un motivo
preciso.
Appoggiata alla parete, c’è la Firebolt di Harry.
Le dita invisibili del vento ci carezzano decise e George mi fa capire
che le
sorprese non sono finite qui.
Mi isso sulla scopa con più sicurezza di come farei se fossi
in condizioni
normali.
Mi rilasso ulteriormente, quando lui,
dietro di me, rafforza
la sua presa sul mio fianco.
Nel silenzio della notte, con le stelle uniche testimoni, noi
spicchiamo il
volo verso il cielo lontano.
ANGOLO AUTRICE:
Scommetto che siete sconvolti dalla
lunghezza di questo
capitolo: sappiate che lo sono anche io.
Avevo tutta un’ altra idea in mente, ma, sinceramente, sono
soddisfattissima,
per la prima volta, di un mio capitolo.
Questo, in particolare, mi sta molto
a cuore.
So bene che George potrà sembrare fin troppo OOC, ma a me
non piace vederlo
come il solito combinaguai insensibile e malato di sesso come lo vede
la
maggior parte della gente. Incapace di amare.
Per me, sotto la facciata, ci sta un mondo meravigliosamente ricco di
sfaccettature. E voglio scoprirle tutte.
Così come Hermione.
Fino
ad ora mi ero concentrata solo sui pensieri di
George, ma qui possiamo vedere anche la prospettiva della ragazza.
Ma andrà davvero tutto così bene?
Non ci resta che vivere e scoprirlo; ovviamente insieme, dato che non
ho la più
pallida idea di come continuare, ora che ho cambiato la trama!
Grazie se avete avuto la pazienza di leggere tutto questo testamento e
ci
vediamo domenica prossima.
Un bacio, zollette <3
fred_mione98.
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