Horitsuba Festival

di Yuki Delleran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First day at Horitsuba ***
Capitolo 2: *** Festival ***
Capitolo 3: *** Preludio ***
Capitolo 4: *** Try - Provare ***
Capitolo 5: *** Maschere & Costumi ***
Capitolo 6: *** Contact ***
Capitolo 7: *** Jealousy Labyrinth ***
Capitolo 8: *** Improvvisare - Happy End? ***
Capitolo 9: *** Fumi e Vapori ***
Capitolo 10: *** Saint Valentine Exchange - 1° parte ***
Capitolo 11: *** Saint Valentine Exchange - 2° parte ***



Capitolo 1
*** First day at Horitsuba ***


Horitsuba Festival 01 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.



Sono tornataaaaaaa!!!! Come al solito due paroline prima di lasciarvi alla storia. Vista il mio recente ritorno di fiamma per tutto ciò che riguarda le Clamp e in paricolare il KuroFay non potrevo non scrivere qualcosa di assurdo in merito. Dal titolo direi che è più che chiaro che mi sono lanciata sull'Horitsuba universe così che la mia testolina potesse incasinare anche quello. Amo i crossover clampeschi! Originariamente doveva essere una serie di one-shot slegate con protagoniste le varie coppie di personaggi, ma alla fine è venuta fuori una storia con come filo conduttore unico il festival scolastico e la coppia Kuro e Fay. Spero che possa essere di vostro gradimento! Il primo capitolo è da considerarsi una sorta di introduzione, la trama vera e propria parte dal prossimo. Buona lettura!
YUKI-CHAN
p.s. Ho scoperto di recente che il secondo cd drama tratta proprio di un festival scolastico dell'Horitsuba, ma non ho avuto la possibilità di leggere la trama quindi se la mia storiella lo ricorderà in qualche modo mi scuso in anticipo per il plagio non intenzionale.


HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



01
***
First Day at Horitsuba
(Kurogane)

Per essere il primo giorno in un nuovo posto di lavoro, quello era iniziato decisamente male. Innanzi tutto, per qualche arcano motivo, la sua sveglia non aveva suonato costringendolo ad una corsa assurda per non arrivare in ritardo e Kurogane odiava essere in ritardo. Arrivato alla stazione aveva scoperto che il suo treno era stato soppresso a causa di un guasto tecnico e che i passeggeri venivano dirottati su una linea alternativa che non conosceva. Una volta salito aveva trovato posto solamente alle spalle di un tizio assurdo che non aveva smesso un attimo di chiacchierare con il suo vicino. Sembrava eccitato per qualcosa e parlava a macchinetta, intervallando a volte con un risolino o un’esclamazione. Kurogane avrebbe potuto giurare di averlo visto anche battere le mani. In quel momento aveva compatito dal profondo del cuore il compagno di viaggio di quell’idiota, poi aveva smesso di pensarci. Dopotutto aveva ben altri crucci per la testa. Quello sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro in un nuovo istituto e visto che quel trasferimento era stato deciso dal suo precedente direttore, non prometteva niente di buono. L’enorme complesso scolastico dove aveva lavorato finora prendeva il nome di Istituto Clamp ed era gestito da una delle famiglie economicamente più potenti del Paese, gli Imonoyama. Kurogane, da semplice insegnante quale era, non aveva avuto l’occasione di incontrarli tutti, ma chi non li conosceva? Hajime, il primogenito, era il direttore generale dell’Imonoyama Corporation, un’azienda di dimensioni spropositate con una quantità infinita di diramazioni. Se lo immaginava come un tipo tutto d’un pezzo. Il secondogenito, Tsuzuku, era una creatura bizzarra: nonostante si dicesse che fosse lui il vero cervello dell’azienda, era diventato famoso sotto pseudonimo come scrittore di romanzi erotici per ragazze e alla villa di famiglia preferiva un modesto appartamento in affitto in condivisione con un poliziotto di dubbia fama. Il terzogenito, Owaru, era ancora più strano: abitava su un’isola-fortezza privata da dove gestiva il ramo militare dell’azienda di famiglia ed era conosciuto per la sua passione per i war games. Un guerrafondaio insomma. Della quartogenita, Shuko, si sapeva poco, tranne che assomigliava a una perfetta bambolina giapponese, ma era l’ultimo nato la spina nel fianco di Kurogane: lui, Nokoru Imonoyama, direttore del celeberrimo Istituto Clamp. Quell’orribile essere che si nascondeva dietro una frangia bionda e un sorriso d’angelo, era l’artefice di tutte le sue sciagure. Era stato lui a promuovere lo scambio culturale con un distaccamento dell’istituto recentemente inaugurato, l’Horitsuba Gakuen. Così lui, povero insegnante di educazione fisica, insieme ad altri professori, alcuni studenti ed un sedicente medico, si era trovato sradicato dalla sua scuola e costretto a scarpinarsi mezza città per andare a insegnare in un liceo di pazzi. Perché solo di quello poteva trattarsi, aveva deciso Kurogane dopo il primo colloquio con la preside Yuko Ichihara. Doveva essere un’amica di Nokoru perché era bizzarra come se non più di lui, con la mania dell’occultismo e un senso dell’umorismo che metteva i brividi. Bhè, comunque ormai il danno era fatto e almeno per un anno avrebbe fatto parte dell’organico dell’Horitsuba Gakuen. Tanto valeva mettersi il cuore in pace. Stava scendendo dal predellino del treno, sempre tentando di ignorare il pazzoide esagitato davanti a lui, quando si sentì chiamare.
«Suwa-sensei! »
Kurogane si voltò e si trovò davanti un altro dei suoi incubi lavorativi: Seishiro Sakurazuka. Era lui il sedicente medico che era stato trasferito con lui e da quel giorno si sarebbe occupato dell’infermeria dell’Horitsuba. Per il mestiere che faceva, risultava piuttosto inquietante con quel sorrisino perenne stampato in faccia. Non si capiva mai cosa gli passasse per la testa e piuttosto che uno che salvava vite aveva l’aria di un sicario. In quel momento Kurogane si rese conto di essere circondato da persone dalla dubbia reputazione e rabbrividì inconsciamente. Quel pazzo di Nokoru Imonoyama assumeva chiunque!
Seishiro gli si avvicinò ignorando la sua espressone di diffidenza e lo salutò con il solito sorriso.
«Buongiorno, Suwa-sensei! Pronto per la nuova avventura? »
Kurogane grugnì qualcosa di incomprensibile e lo precedette sul marciapiede: se avesse dovuto esprimere davvero quello che pensava, avrebbe potuto essere molto offensivo. Raggiunto il cancello del grande edificio scolastico, lo varcarono insieme a una folla di studenti in uniforme. Certo, non era l’immenso Istituto Clamp, che sembrava una città nella città, ma era comunque un complesso grande e ben strutturato. Kurogane lanciò un’occhiata alla palestra che sarebbe stata il suo “regno”. Sembrava ben attrezzata. Seguendo Seishiro che, chissà come, era già pratico del posto, raggiunse la sala professori del primo piano.
«Sei già stato qui? Conosci bene i corridoi. » gli fece notare Kurogane.
«Diciamo che questa scuola la frequenta un mio… conoscente. » rispose Seishiro con quello che assomigliava troppo a un ghigno sadico.
Kurogane aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia e stava per chiedere a Seishiro cosa significava quell’espressione, quando la porta si spalancò di colpo facendogli fare un salto indietro e prima che di riuscire a capire cosa stesse succedendo si trovò scaraventato sul pavimento, con il gomito di qualcuno nello stomaco e le gambe arrotolate in quello che sembrava un camice bianco. Quando si azzardò a riaprire gli occhi, ne incrociò due azzurrissimi che lo fissavano più o meno dall’altezza del suo torace. Rimase immobile per un istante senza sapere come reagire, ma un attimo dopo una voce proveniente dall’interno spezzò l’equilibrio.
«Fay! Hai di nuovo travolto qualcuno! »
La voce spazientita apparteneva a un giovane biondo completamente identico a quello che se ne stava appollaiato sul suo stomaco. Irritato, alzò lo sguardo su Seishiro, ma il medico sorrideva imperturbabile.
«Buongiorno Flourite-sensei e… Flourite-sensei. Energici come sempre, eh? »
Il giovane in piedi sospirò.
«Buongiorno a te, Seishiro-san. Vi chiedo scusa ma Fay è così eccitato all’idea dell’arrivo dei nuovi colleghi che non c’è verso di farlo stare tranquillo. »
In quel momento Kurogane lo riconobbe: era il pazzoide del treno che non era stato un attimo zitto per tutta la strada. L’antipatia istintiva che era scattata non poteva che riconfermarsi centuplicata.
«Ma no, niente di male. » stava rispondendo intanto Seishiro. «Comunque in un modo o nell’altro dovevate fare conoscenza. »
«Ma quale “niente di male”! » tuonò Kurogane seccato. «E tu, idiota, cosa aspetti a levarti di dosso?! »
«Hyuuuu, che tipo rude! Devi essere Kurotan-sensei! » cinguettò il tipo sulla sua pancia.
«CHI È KUROTAN?! »
Sbraitando, Kurogane era balzato in piedi buttando a terra l’altro che si rialzò senza battere ciglio, spolverandosi solo il camice bianco.
Seishiro ridacchiò.
«Vedo che andate già d’accordo. Lasciate che vi presenti. Suwa-sensei, loro sono Fay Flourite, insegnate di chimica e responsabile della tua classe, e Yuui Flourite di economia domestica. Lui è Kurogane Suwa, il vostro nuovo collega di educazione fisica. »
«Wow! Seishiro-san è così informato su tutto! » esclamò il tipo chiamato Fay.
Ma faceva apposta o era così svampito sul serio? Com’era possibile che un tipo del genere fosse responsabile di classe?
«Fay, non avevi lezione? Devi presentare Suwa-sensei alla sua classe. » disse pacatamente Yuui.
«Yuui-chan ha sempre ragione! Andiamo, Kuromyu-sensei! »
«CHI SAREBBE KUROMYU?! » urlò di nuovo Kurogane.
Perché il suo destino era di essere circondato da pazzi?, pensava mentre quella caricatura di insegnante lo trascinava lungo il corridoio.
«E lasciami la mano! Cosa sono queste confidenze?! »
Sarebbe stato un anno molto lungo…


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Rieccomi... Allora, cosa ve ne pare? Povero Kuro, finito in una scuola di pazzi! Un premio a chi si ricorda di tutti i fratelli Imonoyama! ^_^ Un piccolo appunto: lo so che Istituto e Gakuen sono sinonimi, ma "Istituto Clamp" mi suona più familiare quindi il termine Gakuen l'ho associato solo all'Horitsuba, per non essere ripetitiva e fare un po' di distinzione.
Ok, alla prossima e fatemi sapere i vostri pareri!
Bacioni e auguri (di Natale in ritardo e di buon anno in anticipo)! ^_^
YUKI-CHAN




Next -> "Festival"
(«Cosa dici, Yuui-chan? Cosa ti fa pensare che ci sia un problema? »
Fay non smise di sorridere e Yuui decise che a volte suo fratello era davvero troppo strano.)

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Capitolo 2
*** Festival ***


Horitsuba Festival 02 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



02
***
Festival
(Yuui & Fay)


«… Daidoji. Domeki. Kinomoto. Kunogi. Li. Mono. Shiro. Sumeragi. Watanuki…»
Yuui Flourite chiuse il registro soddisfatto dalle risposte affermative della classe.
«Bene, ragazzi, prima di iniziare la lezione ho un paio di comunicazioni da farvi. Come sapete il Festival di Primavera del nostro istituto è alle porte e quest’anno è stato stabilito che verrà suddiviso in diverse giornate. La prima verrà occupata dalle gare sportive, nelle successive due avranno luogo gli eventi culturali e gli intrattenimenti. »
Un mormorio eccitato si diffuse tra i banchi: il Festival di Primavera era uno degli eventi più importanti dell’Horitsuba Gakuen e tutti gli studenti attendevano con ansia l’occasione di mettere in mostra le loro migliori capacità.
«Ragazzi, silenzio per favore. Dicevo, alla nostra classe sono stati assegnati la gestione della caffetteria il secondo giorno e lo spettacolo teatrale di chiusura. Suwa-sensei sovrintenderà alle gare sportive, io alla gestione del caffè e mio fratello e Ashura-sensei allo spettacolo teatrale. Vi comunicheremo in seguito la divisione dei compiti. »
Yuui sorrise soddisfatto allacciandosi il grembiule.
«In previsione di queste grandi giornate, oggi vi insegnerò a preparare la pasta sfoglia fatta in casa.»
Come previsto le ragazze batterono le mani, i ragazzi sbuffarono e Yuui iniziò ad elencare gli ingredienti.

«Non lo voglio fare. »
A quelle parole del fratello, Yuui spalancò gli occhi: era raro, molto raro che Fay rifiutasse di fare qualcosa con quella fermezza.
«Non credo che ci sia possibilità di scelta. » obiettò. «L’ha deciso la preside Ichihara e poi sei il responsabile di classe, era ovvio che la sovrintendenza della parte più importante sarebbe toccata a te. »
Fay rimase immobile alla finestra della sala professori vuota, dando le spalle al fratello.
«Non lo farò. » ripeté cocciuto.
Yuui sospirò. A volte suo fratello era un vero enigma. Fino a un’ora prima saltellava per i corridoi entusiasta all’idea di dirigere uno spettacolo teatrale e ora si comportava così. Yuui non ci si raccapezzava.
«Si può sapere cosa…» iniziò, ma le sue parole vennero interrotte dalla porta che si apriva.
Entrò un uomo sulla quarantina, dai capelli nerissimi e molto distinto. Sottobraccio portava alcuni testi di letteratura.
«Buongiorno Yuui-sensei e Fay-sensei. » disse educatamente. «Scusate se vi ho interrotti ma temo di aver dimenticato qui il mio registro personale. »
«Buongiorno, Ashura-sensei. » rispose Yuui lanciando un’occhiata al fratello. «Non si preoccupi, non ha interrotto nulla. »
Fay si era voltato verso il nuovo venuto con una strana espressione che dopo un attimo si aprì nel consueto sorriso.
«Che sbadato, Ashura-sensei! » esclamò.
L’uomo gli rivolse a sua volta un sorriso, recuperò il registro dalla scrivania e uscì. Fay tornò a voltarsi verso la finestra.
«È Ashura-sensei il problema? » chiese Yuui a bruciapelo. Il comportamento di Fay era più che strano. A quella domanda ebbe l’impressione di vederlo irrigidirsi, ma quando si voltò verso di lui, sorrideva.
«Cosa dici, Yuui-chan? Cosa ti fa pensare che ci sia un problema? »
«La tua faccia, quel sorriso falso, tutto. Siamo gemelli in fondo. » pensò Yuui sospirando. «Va bene, troveremo una soluzione, ma tu non dire più che vuoi abbandonare il progetto. »
Fay non smise di sorridere e Yuui decise che a volte suo fratello era davvero troppo strano. Ashura era una persona normalissima, forse l’unica in quella scuola di pazzi, educata e gentile, con l’aria di uno che non farebbe male a una mosca. Chissà che problema aveva Fay? Suo fratello non era il tipo da serbare rancore per un qualunque motivo e non era nemmeno il tipo da tenere un segreto. Questo un po’ lo seccava, ma se si trattava di Fay, per fargli piacere avrebbe fatto qualunque cosa quindi Yuui si preparò psicologicamente ad un colloquio con la preside Ichihara.

Quando i ragazzi lasciarono la palestra, Kurogane si sedette soddisfatto sulla panca esterna agli spogliatoi. Tutto andava per il meglio, se continuava così avrebbero avuto delle buone probabilità alle gare d’istituto. Le sue punte di diamante erano Shizuka Domeki per il kyudo e Li Shaoran per le arti marziali, ma anche per la staffetta mista aveva delle buone speranze. I ragazzi selezionati, Himawari Kunogi, Sakura Kinomoto, Kamui Shiro e Kimihiro Watanuki, erano tutti abbastanza veloci ammesso che Watanuki riuscisse a non inciampare nei suoi piedi. Aveva notato che succedeva sempre quando Kunogi era nei paraggi, quindi forse era meglio fare in modo che non si scambiassero il testimone direttamente. Doveva cambiare l’ordine della corsa.
«Oppure potrei sostituire Watanuki con Fuma Mono…»
Mentre rifletteva su quale fosse la combinazione vincente, vide Yuui avvicinarsi con un’espressione che nel suo repertorio significava “guai in vista”. Il giovane insegnante di economia domestica non gli aveva fatto niente di male, la sua unica colpa era quello di assomigliare come una goccia d’acqua al suo intollerabile gemello e questo bastava a mettere Kurogane all’erta. Se non altro aveva la buona grazia di legarsi i capelli, in questo modo la gente poteva distinguerlo ed evitare di darsi alla fuga scambiando il suo grembiule per il famigerato camice bianco. In quel momento però Yuui era troppo sorridente perché fosse tutto normale.
«Suwa-sensei, cercavo proprio lei! » esclamò amichevolmente.
Brutto, brutto segno…
«Come procedono gli allenamenti? Abbiamo qualche speranza di piazzarci bene nelle gare principali? Gli studenti sostengono che con un allenatore del suo calibro non ci saranno problemi. »
Pessimo segno!
«Senti, sputa il rospo. Non sei granché nell’imitazione dello squinternato. » brontolò.
Yuui sembrò imbarazzato ma tentò di mantenere lo stesso entusiasmo.
«È davvero intuitivo, Suwa-sensei! Ho una grande notizia da darle! »
Eccola. Quella era la fregatura.
«È stato scelto come co-coordinatore dello spettacolo teatrale della terza giornata del Festival! Non è fantastico? Significa che la preside Ichihara ha grande fiducia in lei! »
Kurogane strabuzzò gli occhi. Teatro? Era impazzita, quella donna?
«Io non so niente di teatro! » protestò. «Cosa significa co-coordinatore, poi? »
«Bhè, che dovrà collaborare con mio fratello alla realizzazione dello spettacolo. »
Per poco Kurogane non cadde dalla panca. Lui e l’idiota a teatro? Quella gente doveva essere fuori di testa!
La sue espressione doveva essere molto loquace perché Yuui si affrettò a spiegare prima che perdesse le staffe e si mettesse a sbraitare.
«In effetti originariamente l’incarico era stato assegnato ad Ashura-sensei, ma poi la sensei Kendappa ha chiesto un aiuto extra per organizzare il concerto del coro, quindi la preside ha deciso di affiancarle qualcuno di adatto. »
Tutta quella storia puzzava di bruciato lontano un miglio. Non aveva il minimo senso mettere un professore di letteratura ad occuparsi di musica e uno di educazione fisica a fare teatro, senza contare che lui era già impegnato.
«Kendappa-sensei, eh? La preside, eh? » fece Kurogane sarcastico mentre Yuui annuiva con convinzione. «E tu e tuo fratello non c’entrate niente. »
«Nel modo più assoluto. Ambasciator non porta pena. »
Kurogane sbuffò.
«Sei il peggior bugiardo che abbia mai incontrato… Cosa diavolo state tramando tu e quell’imitazione mal riuscita di insegnante? »
Yuui si limitò a sorridere e a scuotere il capo in segno di diniego.
«Guardi il lato positivo, se lo spettacolo avrà successo la preside e il direttore avranno ancora più stima di lei. »
«Come se ne avessi bisogno… Senti, io sarò molto occupato. »
Yuui annuì.
«E non so niente di teatro. »
Yuui annuì di nuovo.
Kurogane avrebbe voluto strapparsi i capelli.
«Di’ a tuo fratello che dovrà lavorare sul serio e non fare lo scemo come al suo solito. »
Yuui sorrise e annuì per la terza volta.
«Riferirò. Grazie mille, Suwa-sensei! »
Quello era un guaio, pensò Kurogane, un guaio molto grosso. Perché quando c’era di mezzo quel tizio veniva sempre coinvolto in faccende assurde e non riusciva a dire di no?

Yuui incrociò di nuovo Fay quella sera in sala professori dove l’altro si era attardato a riordinare i compiti in classe.
«Fay…» lo chiamò.
Il giovane alzò la testa e sorrise.
«Yuui-chan! »
«Sorridi, Fay, il tuo problema non esiste più. »
«Sto già sorridendo, Yuui-chan. Quale problema? »
Yuui sospirò.
«No, sorridi davvero. Non dovrai fare quel lavoro con Ashura-sensei. La preside ha deciso di cambiargli incarico. A te ha affiancato Suwa-sensei. Lo so che non è il massimo, ma…»
Inaspettatamente lo sguardo di Fay si accese di stupore e subito dopo di gioia.
«Non è il massimo?! Yuui-chan, è il massimo! Mi divertirò tantissimo! » esclamò. «Adesso dobbiamo solo decidere cosa mettere in scena. Kurotan non accetterà mai qualcosa di romantico, ma se lascio fare a lui rischiamo che ci siano solo battaglie. Potremmo far scegliere ai ragazzi…»
Vedendolo agitarsi correndo su e giù per la sala, Yuui ridacchiò. Ecco, quello era suo fratello, non il ragazzo enigmatico che aveva intravisto quel pomeriggio. Non aveva importanza se non avrebbe mai saputo che era stato lui a far cambiare idea alla preside, bastava che Fay fosse felice e tutto andava bene.
Improvvisamente il fratello lo abbracciò alle spalle.
«Grazie, Nii-chan…» bisbigliò prima di raccogliere i compiti in classe e sparire nel corridoio.
Bhè, sarà stato anche svampito ma non si poteva dire che non avesse intuito.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Finalmente la trama vera e propria è cominciata e il povero Kurotan si è già beccato una bella gatta da pelare. Che dire? Adoro questo Yuui! Sempre così attento al fratello e che farebbe di tutto per lui. Finalmente un Fay che ha qualcuno che si preoccupa per lui... Però neanche Yuui sa qual'è effettivamente il famoso "problema"... Spero di avervi incuriosito almeno un po'! Dal prossimo capitolo la palla passa agli studenti, chi ama un certo Kamui, alzi la mano! Solo un'altro piccolo appunto: ho preferito mantenere il cognomi di Sakura e Shaoran come in Cardcaptor, chi conosce gli spoiler di Tsubasa saprà sicuramente perchè! ^_^
ANGOLINO DELLE RISPOSTE
Elychan: Grazie! Ecco dunque la prima "avventura" che aspetta il nostro Kuro-teacher, anche se per lui la cosa più snervante è avere a che fare con lo "squinternato" e adesso dovrà anche lavorarci gomito a gomito! In bocca al lupo, Kuropon, e armati di pazienza! Magari gli insegnanti fossero così, avrei messo la firma anche per uno come Fay!
Moe: Grazie grazie grazie!!! Bhè, un tipo del genere sul treno poteva essere solo Fay e ancora prima di coniscersi aveva già attirato l'attenzione di Kuro-chan! Quanto al "conoscente" di Sei... ^________________________^ lo incontrerai nel prossimo capitolo. Già da questo si intravede la classe e nel prossimo visto che ci sono Kamui, Seishiro e il suo "conoscente", può mancare Fuma???
Restate sintonizzati, mi raccomando!
Bacioni e


AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI!!!


YUKI-CHAN




Next -> "Preludio"
(Se avesse visto le mani di quell’uomo su suo fratello, lo avrebbe ucciso.)

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Capitolo 3
*** Preludio ***


Horitsuba Festival 03 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



03
***
Preludio
(Kamui)


Kamui Shiro si infilò la maglietta pulita e uscì dagli spogliatoi con i suoi compagni. Gli allenamenti andavano alla grande, Suwa-sensei era davvero un buon insegnante ed era sicuro che grazie a lui la sua classe sarebbe riuscita a guadagnare almeno un paio di medaglie alle imminenti gare d’istituto. Era forse l’unico insegnante con cui si sentisse a proprio agio, anche perché non era costretto a stargli seduto di fronte in silenzio. Da quando aveva lasciato l’Istituto Clamp per trasferirsi all’Horitsuba Gakuen, le sue lezioni erano lei uniche in cui riusciva a rilassarsi.
«Kamui-chan! »
Quella voce. Quella voce era uno dei motivi principali del suo stress. L’altro si chiamava Seishiro Sakurazuka, ma al momento non voleva pensarci.
«Non chiamarmi in quel modo! » esclamò rivolto al ragazzo moro dagli occhi dorati che lo seguiva.
«Kamui-chan, » continuò imperterrito Fuma Mono. «Sei davvero forte nella staffetta, non pensavo che fossi così veloce! Bhè, forse avrei dovuto dedurlo da come scappi da me…»
Fuma ridacchiò e Kamui sentì rizzarsi i capelli sulla nuca. Perché quel tizio lo perseguitava? Cosa aveva fatto di male? Aveva sperato che cambiando scuola se ne sarebbe liberato, invece Fuma l’aveva seguito. Stava diventando il suo incubo.
«Ho sentito che forse Suwa-sensei mi metterà al posto di Watanuki. » stava intanto dicendo Fuma. «Sarebbe fantastico correre insieme!»
«Correresti al massimo con Kunogi. » ribatté Kamui mentre varcavano la porta della classe.
Si sedette al suo posto e prese a guardarsi attorno alla ricerca del fratello. Ormai erano tutti rientrati, ma di Subaru non c’era traccia e ogni volta che lo perdeva di vista Kamui si agitava. Ignorando Fuma che stava cercando di dirgli qualcosa, si avvicinò ad un ragazzo dai capelli castani che chiacchierava poco lontano.
«Li, scusami, hai visto Subaru? » chiese.
«No, mi dispiace. Quando il professore ci ha divisi in gruppi io ero con quelli di arti marziali. » rispose Shaoran. «Se non sbaglio Domeki era nel gruppo di basket con lui. »
«Grazie. » rispose Kamui per poi voltarsi verso Domeki.
«Kamui-chan! » lo interruppe Fuma prima che potesse aprire bocca.
Il ragazzo sbuffò esasperato.
«Si può sapere cosa diavolo vuoi ancora? »
«Anch’io ero nel gruppo di basket con Subaru. Verso la fine della partita è scivolato per recuperare una palla e si è sbucciato un ginocchio. Non te ne sei accorto? »
«Cosa?! » esclamò Kamui impallidendo. «Perché nessuno mi ha avvertito? »
L’agitazione si stava facendo strada dentro di lui. Il suo compito era proteggere Subaru, come aveva potuto essere così distratto?
«Non era niente di grave, calmati. » rispose Fuma. «Adesso è in infermeria, vedrai che tra poco sarà qui come nuovo. »
«In infermeria?! »
Kamui quasi gridò mentre si precipitava verso la porta evitando Fuma che tentava di fermarlo.
«Dove vai? Flourite-sensei sarà qui a momenti! »
Non andava assolutamente bene! In infermeria c’era quel pazzo, non poteva lasciare Subaru nelle sue grinfie, altrimenti il suo trasferimento sarebbe stato completamente inutile! Non voleva più vedere Subaru soffrire.
Percorse il corridoio di corsa rischiando di travolgere Fay Flourite che arrivava dalla direzione opposta.
«Dove vai, Shiro-kun? La lezione sta per cominciare. » lo sentì dire ma si limitò a rispondere un «Mi scusi, sensei. » senza fermarsi.
Quando arrivò davanti alla porta dell’infermeria, la spalancò di colpo senza curarsi di bussare. Se avesse visto le mani di quell’uomo su suo fratello, lo avrebbe ucciso, ma la scena che vide fu completamente innocua. Suo fratello era seduto su una sedia mentre Seishiro Sakurazuka era chinato davanti a lui. Entrambi si erano voltati verso la porta con espressioni stupite, Sakurazuka con ancora in mano il cerotto che stava applicando sul ginocchio del ragazzo.
«Kamui, è il modo di entrare? » lo rimproverò bonariamente Subaru.
«Stai bene? È tutto a posto? Questo disgraziato ti ha fatto qualcosa? » esclamò Kamui ignorando l’appunto.
«Sto benone, è solo una sbucciatura. Seishiro-san mi ha medicato…»
«Allora se ha finito, andiamo. La lezione di chimica sta iniziando. »
Così dicendo Kamui tolse di mano a Seishiro il cerotto, prese Subaru per un braccio e lo trascinò fuori dall’infermeria.

Quando rientrarono in classe scoprirono che oltre a Flourite-sensei, c’era anche Suwa-sensei e sembrava fosse in corso una discussione per scegliere la trama dello spettacolo che i due avrebbero curato.
«Potremmo mettere in scena un classico della letteratura come “Romeo e Giulietta”.» propose Himawari Kunogi.
L’espressione di disgusto sui volti della parte maschile della classe si rifletté su quello di Kurogane. Fay spostò gli occhi azzurri dagli studenti al collega e ridacchiò.
«Kurotan-sensei pensa che sia una storia troppo melensa. » disse. «Altre proposte? »
«Potremmo riprodurre in chiave teatrale la rivolta della fine dello shogunato. » disse Shizuka Domeki.
Questa volta furono le ragazze a storcere il naso.
«Così non ci sarebbero altro che battaglie…» protestò Tomoyo Daidoji.
Fay sbirciò di nuovo di sottecchi Kurogane. Questa volta il suo sguardo era acceso di interesse. Oh, sì, a Kurogane sarebbe piaciuto un sacco ma lui si sarebbe annoiato a morte. Ci voleva un’altra soluzione.
«Qualche altra idea? Dobbiamo trovare qualcosa che metta d’accordo tutti. » disse.
«Cosa ne pensate di una favola? » propose Sakura Kinomoto.
«Io ho un’idea. Abbiamo in classe due gemelli, potremmo utilizzare una trama basata sullo scambio di persona. » si intromise Kimihiro Watanuki. «Tipo “Il principe e il povero”. »
A quelle parole Kamui si irrigidì e si preparò a protestare accanitamente, ma le sue parole vennero anticipate.
«No, questo no. »
Era stato Fay a parlare e pur mantenendo il consueto sorriso rilassato, il tono della sua voce era inaspettatamente fermo. L’intera classe, compreso Kurogane, lo fissava stupito.
«Oh, andiamo, non guardatemi così! » esclamò passandosi una mano sulla lunga frangia bionda. «Ho solo pensato che non fosse carino penalizzare uno studente in favore di un altro! »
Gli studenti risero della sua espressione imbarazzata ma Kurogane non staccò gli occhi dalla sua mano che stringeva il bordo della cattedra.
Kamui sospirò di sollievo e spostò lo sguardo su Subaru. Inaspettatamente il ragazzo alzò la mano.
«Io ho un’altra idea. Potremmo fare una leggenda fantastica. Ne ho in mente una che mi raccontava mia nonna, si chiama “La leggenda dei Cavalieri Magici”. » disse.
Mentre tra i banchi serpeggiava un mormorio interessato, Kamui sgranò gli occhi violetti. Quello era un ricordo della loro infanzia, come poteva Subaru metterlo alla mercé di tutti senza consultarlo?
«Bhè, sembra proprio che tu abbia destato interesse, Sumeragi-kun. » constatò Fay. «Cosa ne dici di raccontarci questa leggenda? »
Kamui si aspettava che almeno in questo momento Subaru chiedesse la sua approvazione, ma il ragazzo non lo guardò nemmeno e cominciò a raccontare.
«Una volta, in un paese chiamato Sephiro, viveva una bellissima principessa di nome Emeraude…»

A lezioni terminate Fay raggiunse la sala professori per compilare l’ultimo registro prima di potersene andare a casa a godere del suo meritato riposo. Yuui aveva finito prima ed era già rientrato quindi probabilmente gli avrebbe preparato una delle sue proverbiali cenette. Che adorabile fratellino! Era sempre così premuroso con lui. Sorridendo, si sedette alla scrivania. La giornata era andata benone, finalmente avevano scelto il tema dello spettacolo e l’indomani sarebbero stati assegnati i ruoli. Non vedeva l’ora! Non si accorse della presenza dietro di lui finché una mano non si posò sulla sua spalla.
«Kuro-san! » esclamò entusiasta quando lo riconobbe. «Anche tu ritardatario? »
Kurogane non dette segno di aver sentito la domanda.
«Non è mia abitudine impicciarmi degli affari degli altri, ma in questo progetto sono coinvolto anch’io. » disse invece. «Qual è il problema? »
Fay spalancò gli occhi ostentando un’espressione stupita.
«Ho solo fatto tardi a compilare il registro, Kurochin-sensei. Sei stato gentile a preoccuparti per me ma non ho nessun problema. »
Vide Kurogane aggrottare le sopracciglia e lo sguardo dei suoi occhi scarlatti farsi più affilato.
«Se avessimo messo in scena Pinocchio saresti stato un protagonista perfetto. »
A quelle parole Fay sentì uno strano dolorino farsi strada tra il suo stomaco e lo sterno. Sorrise allegramente dissimulando il disagio.
«Tu invece avresti fatto un figurone come Fata Turchina! Hyuuuu! Kuro-Turchino tutto vestito di tulle blu! »
Scoppiò in una risata e vide una vena pulsare sulla fronte del collega.
«Possibile che con te non si possa fare un discorso serio?! » sbottò Kurogane.
«I discorsi seri sono così noiosi! »
Così dicendo Fay chiuse il registro e si avviò fuori dalla sala professori lasciando solo Kurogane. Meglio non pensare alle implicazioni del discorso che avevano rischiato di intavolare. Il suo passato e la sua storia appartenevano solo a lui. Era molto più piacevole concentrarsi sul suo fratellino che lo aspettava a casa con una fantastica cenetta.
Kamui era senza parole: durante la strada di rientro Subaru non gli aveva rivolto la parola e lui si era dovuto subire Fuma per tutto il percorso. Una volta a casa non aveva voluto rispondere alle sue richieste di spiegazioni e questo aveva lasciato Kamui ancora più perplesso e preoccupato. Ora, di nuovo in classe, lo ignorava completamente e Kamui non sapeva più che pesci pigliare. Quando lo vide alzarsi all’intervallo per il pranzo e avviarsi all’uscita senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, decise che ne aveva abbastanza.
«Subaru, dove stai andando? » chiese raggiungendolo.
Gli occhi verdi del ragazzo lo fulminarono.
«Non credo che la cosa ti riguardi. »
Quelle parole shockarono Kamui. Da quando Subaru gli rispondeva in quel modo? Da quando c’era quell’astio nel suo sguardo? Non riuscendo a trovare una risposta, rimase immobile sulla porta a guardarlo allontanarsi nel corridoio. A riscuoterlo da quello stato di stupito stordimento, fu la voce di Fuma.
«Kamui-chan, pranziamo insieme in terrazza! Oggi mia sorella mi ha preparato un bento stratosferico! »
La sorella di Fuma, più giovane di lui di un anno e di salute piuttosto cagionevole, era rimasta all’Istituto Clamp anche dopo che il fratello si era trasferito all’Horitsuba per seguire (perseguitare?) Kamui. Nonostante questo gli preparava sempre di pranzetti deliziosi. A pensarci bene la sua situazione e quella di Fuma si assomigliavano, forse poteva chiedere un suo parere. Sarebbe stata la prima volta che tentava di fare conversazione con il compagno. Presa questa decisione, lo seguì in terrazza.
«Senti, Fuma…» esordì mentre mangiavano.
A sentirsi chiamare per nome, gli occhi dell’altro ragazzo si illuminarono di gioia.
«Tutto quello che vuoi, Kamui-chan! »
«Mi chiedevo…» continuò Kamui titubante. «Tu hai una sorella, giusto? Ti è mai capitato che si comportasse in modo strano? Che so? Smettere di parlarti, non calcolarti nemmeno o comportarsi come se le dessi fastidio. »
Fuma rimase in silenzio per qualche momento lasciando sulle spine Kamui che iniziava a sentirsi stupido.
«Bhè, Kotori è una ragazza d’oro. A volte capita di bisticciare ma mai niente di serio. Del resto credo sia impossibile litigare con lei. Ora che ci penso una volta è capitato che si comportasse come se fosse infastidita da me, ma per fortuna è stato un periodo breve. »
«Per quale motivo lo faceva? » incalzò Kamui.
«Bhè, perché si era presa una cotta per te. » rispose semplicemente Fuma, poi sembrò riflettere su quello che aveva appena detto.
«Perché lo vuoi sapere, Kamui-chan? Non ti piacerà Kotori, spero! »
Il ragazzo non fece in tempo a rispondere che si trovò il naso dell’altro a un centimetro dal proprio.
«Ricordati che tu sei solo mio, non ti lascerò a nessuno, nemmeno alla mia sorellina. »
Quel tono di voce insolitamente serio paralizzò Kamui per un attimo, ma non appena il ragazzo realizzò il significato di quelle parole, si riprese a sufficienza per allontanarlo con uno spintone strillando: «CHE DIAVOLO STAI DICENDO, MANIACO!! »
Si rialzò infuriato e lasciò la terrazza: quella di parlare con Fuma si era rivelata una pessima idea.

«Ricapitolando! » esclamò Fay il giorno successivo. «Kinomoto sarà la principessa, Li il grande sacerdote che la tiene prigioniera, Daidoji la maga che aiuta i cavalieri. I tre Cavalieri Magici saranno Domeki, Shiro e Watanuki. Sumeragi, tu ti occuperai di scrivere la versione riveduta e corretta del copione. Mono aiuterà Kurorin-sensei con le scenografie e Kunogi collaborerà con Daidoji per i costumi. » Kurogane, al suo fianco dietro la cattedra, digrignò i denti.
«La vuoi piantare di chiamarmi in quel modo davanti agli studenti, idiota? » sibilò.
«È molto più diseducativo che tu mi chiami idiota. » cinguettò Fay facendosi sentire chiaramente da tutta la classe e facendolo infuriare ancora di più.
L’intera scolaresca rise divertita della scenetta e Kurogane sembrò seriamente sul punto di uccidere il collega. Kamui si limitò ad osservare in un silenzio imbronciato: nonostante fosse stato scelto come attore principale e fosse Subaru a curare il copione, non riusciva a gioirne. Il fratello infatti continuava a non degnarlo di uno sguardo o una parola di spiegazione, in compenso, quando era senza di lui, sembrava molto più allegro del solito e questo lo indispettiva. Inoltre non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Fuma sulla terrazza e questo non lo indispettiva, lo faceva infuriare!
Rimuginando sui suoi guai non si accorse nemmeno che Fay-sensei aveva terminato l’assegnazione dei compiti.
«Bene. Vi ricordo che da domani le lezioni saranno sospese fino al termine del Festival ma la frequenza rimane comunque obbligatoria. » finì di spiegare il professore. «Dopo l’intervallo cominceremo a provare alcune battute. Potete andare. »
Con la coda dell’occhio, Kamui vide Subaru afferrare il suo bento e uscire dalla classe in tutta fretta. Chissà dove spariva sempre in quei giorni? Stavolta l’avrebbe scoperto. Riuscì a seguirlo fino ad un certo punto senza farsi notare, ma quando svoltò l’angolo del corridoio del piano terra lo perse di vista. Mentre si guardava attorno chiedendosi dove fosse finito, vide venirgli incontro l’eterna fonte del suo nervosismo.
«Hai perso qualcosa, Kamui-chan? » chiese candidamente Fuma.
«Sì, la pazienza! » sbottò Kamui seccato. «Hai visto mio fratello? »
Il ragazzo tentennò abbassando lo sguardo.
«Veramente non saprei…» cominciò, ma Kamui lo interruppe bruscamente.
«Non tergiversare! Se l’hai visto voglio sapere dov’è! »
«Bhè…»
Le pupille ambrate di Fuma scattarono per un attimo di lato e in quella frazione di secondo Kamui si rese conto che in realtà quel corridoio non portava da nessuna parte. L’ultima porta in fondo era quella dell’infermeria, l’infermeria di quel maledetto Seishiro Sakurazuka. No! Kamui scattò d’istinto verso la porta. L’idea che si era affacciata alla sua mente lo disgustò al punto che non si fermò a riflettere nemmeno un istante. Era già a metà corridoio quando Fuma gli si parò davanti tentando di bloccarlo.
«Senti, Kamui-chan, perché non usciamo un attimo in cortile? Devo parlarti di una cosa importante. » disse.
«Levati! » ringhiò Kamui ignorando le sue parole, ma Fuma non demorse.
«Non credo che dovresti andare là. Davvero, sarebbe un grosso errore. »
«Non me ne frega niente di quello che credi! » esclamò Kamui scansandolo e spalancando di schianto la porta dell’infermeria.
La scena che gli si presentò davanti agli occhi gli fece gelare il sangue. Non era per niente l’immagine innocente che aveva visto due giorni prima. Subaru era appassionatamente abbracciato a Sakurazuka e le mani dell’uomo si trovavano sul corpo e tra i capelli del ragazzo. Si stavano baciando e Kamui provò l’istinto di urlare, anzi probabilmente urlò davvero perché i due si voltarono di scatto con espressioni stupefatte.
«Ka… Kamui…» balbettò Subaru sbiancando.
«Tu! » ringhiò il ragazzo con disgusto indicando Seishiro. «E… e tu! Dopo tutto quello che…»
In quel momento sopraggiunse Fuma con espressione rassegnata.
«Te l’avevo detto che sarebbe stato un errore. » disse. «Ma anche tu, Seishiro-san, sei scemo! Potevi chiudere la porta a chiave! »
Kamui si voltò di scatto verso il compagno, gli occhi violetti dilatati dallo stupore.
«Tu lo sapevi… e non mi hai detto niente! »
Era troppo, decisamente troppo. Non sarebbe rimasto in compagnia di quella gente disgustosa un minuto di più! Girò sui tacchi e corse via lungo il corridoio.
«Ah, l’arte della fuga…» sospirò Seishiro teatralmente.
Subaru gli lanciò un’occhiataccia.
«Smettila, Seishiro-san, non è uno scherzo! Kamui sarà sconvolto, devo andare a parlargli. »
Per tutta risposta il medico lo circondò con le braccia e se lo strinse addosso.
«Lascia che ci vada mister Tatto-da-elefante. » disse indicando Fuma. «Puoi restare qui ancora un po’, non abbiamo mai molto tempo per vederci. »
Subaru sorrise teneramente e si abbandonò tra le sue braccia mentre Fuma si esibiva in una smorfia.
«Vai e colpisci, Romeo! » lo incoraggiò ancora Seishiro, ma prima della fine della frase, il ragazzo era già fuori dalla stanza.

La terrazza. Un classico. Originalità zero. Se si fosse fermato mezzo secondo a pensare probabilmente avrebbe scelto un rifugio meno ovvio e ora non si sarebbe trovato quell’idiota davanti.
«Vattene! » esclamò Kamui. «In questo momento sei una delle due persone più odio in assoluto sulla faccia della terra! Sparisci! »
«Kamui-chan…»
«E non dire “Kamui-chan” come se fossi qui per consolarmi, maledetto! Tu eri d’accordo con lui! Con quel…»
La sua voce si spezzò. No, maledizione! Non poteva mostrasi in quel modo!
Improvvisamente sentì le braccia di Fuma circondarlo.
«Lascia che ti spieghi…»
Kamui si divincolò respingendolo.
«Non toccarmi! Non c’è proprio niente da spiegare! Tu non sai niente di noi! È solo colpa di quel maledetto se Subaru si comporta così con me! Lo odio da morire! Dopo tutto quello che gli ha fatto passare! »
L’espressione di Fuma era leggermente perplessa.
«Cosa gli ha fatto passare? »
Kamui non aveva intenzione di raccontare a lui la sua storia, era davvero l’ultima delle sue intenzioni, ma le parole uscirono da sole.
«Perché credi che Subaru sia stato trasferito all’Horitsuba un anno fa? Non certo per quella storia del divorzio dei nostri genitori! No, alle orecchie della nonna, capofamiglia dei Sumeragi, erano arrivate delle voci di una strana relazione tra mio fratello e il medico della scuola. La nonna è molto tradizionalista e dopo aver ripreso in casa mia madre, ha preteso che Subaru andasse con lei e lasciasse l’Istituto Clamp. Rischiava di scoppiare uno scandalo, così tutto è stato organizzato in fretta e furia. A sentir loro l’hanno fatto per il suo bene, ma intanto io non ho visto mio fratello per un anno ed ero sempre io a sentirlo piangere al telefono! Non perdonerò quel maniaco per averlo fatto stare male! Subaru è cagionevole di salute, devo prendermi cura di lui, non voglio che soffra ancora! »
«Quindi è per questo che hai aderito allo scambio culturale tra l’Horitsuba e l’Istituto Clamp. » commentò Fuma che non si era posto tanti problemi quando si era trattato di decidere se seguire o no Kamui in una nuova scuola.
«Ovvio. » fu la risposta lapidaria.
Fuma sembrò indeciso, come se stesse ponderando se continuare il discorso o meno, poi decise di parlare.
«In tutta sincerità un po’ Subaru lo capisco. » disse. «Anch’io eviterei una persona che mi sta col fiato sul collo. »
L’espressione di Kamui si oscurò di nuovo e il ragazzo tornò ad alzare la voce, adirato.
«Tu sei l’ultima persona al mondo che può permettersi di dire una cosa del genere! Senza contare che eri in combutta con quello schifoso dottore per adescare mio fratello alle mie spalle! »
«Guarda che qui nessuno vuole adescare nessuno. » tentò di farlo ragionare Fuma. «Seishiro-san ci tiene davvero a tuo fratello e ti assicuro che la cosa e reciproca. Per questo mi hanno chiesto entrambi di starti alle costole in modo da lasciarli tranquilli per un po’. Subaru temeva proprio questa tua reazione e se proprio lo vuoi sapere, ha smesso di parlarti perché quando sei andato a prenderlo in infermeria si è sentito offeso. Va bene l’affetto fraterno, ma lascia che faccia le sue scelte da solo. »
Quelle ultime parole mandarono Kamui su tutte le furie.
«Tu non sai assolutamente niente di noi! » gridò di nuovo. «Parli tanto ma non capisci niente di me! Lasciami in pace! »
Di nuovo in preda all’istinto di fuggire, Kamui abbandonò la terrazza e scese di corsa le scale che portavano ai corridoi delle aule. Proprio sull’ultima rampa rischiò di travolgere qualcuno che saliva.
«Ti sei fatto male, Shiro? » chiese una voce gentile.
Kamui alzò gli occhi e si trovò davanti Yuui-sensei. Stava per rispondere che era tutto a posto quando quello parlò di nuovo.
«Mamma mia, che brutta faccia. Mi sa che non stai bene per niente. C’è ancora tempo prima della fine dell’intervallo, andiamo nella mia aula, ti preparo un thè. »
Non era decisamente dell’umore per un colloquio con un insegnante, ma i gemelli Flourite erano il suo punto debole e non riusciva mai a dire loro di no. Erano disarmanti, ognuno a modo suo. Così si trovò ad annuire e a seguire Yuui nel laboratorio di economia domestica.
Poco dopo, davanti a una tazza di thè fumante, si sentiva un po’ più calmo.
Yuui sorseggiò tranquillamente il suo thè, poi si rivolse a Kamui con la sua consueta espressione gentile.
«Forse urlerai anche a me che non capisco niente, però vorrei darti un consiglio. »
Kamui arrossì fino alla punta delle orecchie.
«Mi… mi ha sentito? » balbettò.
«Bhè, credo ti abbia sentito tutta la scuola… Comunque volevo dirti solo che se hai bisogno di aiuto, di un consiglio o anche solo di fare una chiacchierata, io sarei felice di poterti dare una mano. So bene cosa significa avere un gemello e anche cosa significa avere un gemello innamorato. Inoltre capisco anche cosa si prova quando il proprio interesse per una persona viene costantemente rifiutato a favore di qualcun altro. »
Quelle parole stupirono il ragazzo e ancora di più il velo di tristezza che per un momento aveva offuscato lo sguardi cristallino di Yuui.
«Fay-sensei è innamorato? » chiese incredulo. «E anche lei? »
L’idea di una persona stramba come Fay alle prese con le pene d’amore gli appariva assurda.
«Diciamo che è una sensazione. » rispose Yuui. «Lui ancora non se n’è reso conto ma penso che non tarderà a farlo. Quanto a me… credo sia un partita persa perché lei ha già una persona importante, quindi non è il caso di parlarne. »
Kamui capì che non era il caso di insistere su quel fronte, ma allo stesso tempo sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno che sembrava poterlo capire. Tentennò ancora per un attimo, poi decise che di Yuui poteva fidarsi e si sfogò raccontandogli tutto quello che era successo: la sua preoccupazione per Subaru, l’ostilità per Seishiro, la loro difficile situazione famigliare che lo portava ad essere iperprotettivo verso il fratello e non ultima la confusione che provava nei confronti di Fuma.
«Forse Mono non aveva tutti i torti quando ti ha consigliato di essere più… elastico. » disse Yuui al termine del racconto che sembrava aver lasciato il ragazzo piuttosto provato. «Quella che posso portarti è solo la mia esperienza personale, ma spero che possa esserti d’aiuto. Fay ed io siamo rimasti orfani molto presto e abbiamo trascorso la prima infanzia in un orfanotrofio. Poi io sono stato adottato e per questo non ho potuto vedere mio fratello per diversi anni. Cosa abbia fatto lui nel frattempo, non ha mai voluto dirmelo e io non gliel’ho mai chiesto. Questo perché so che Fay non vuole. Qualunque cosa sia successa, lo fa soffrire e non vuole ricordarla. Forse un giorno me ne parlerà ma se gli stessi troppo addosso finirei per ottenere l’effetto contrario e si chiuderebbe a riccio rifiutandomi del tutto. Fay è tutta la mia famiglia quindi non vorrei mai perderlo e farei di tutto perché fosse felice, per questo devo accontentarmi di proteggerlo dall’ombra. »
Yuui ridacchiò.
«Se scoprisse che mi preoccupo così tanto, non me lo perdonerebbe mai! »
Kamui sorseggiò il suo thè scrutando la persona di fronte a lui. Non avrebbe mai immaginato che il rapporto tra Yuui e Fay fosse costruito su un così strano equilibrio. Sembravano entrambi così spensierati. «Secondo me dovresti fidarti un po’ di più della capacità di giudizio di tuo fratello. » continuò Yuui. «Certo, Seishiro-san non è una persona che ispira fiducia al primo sguardo, ma sono sicuro che Subaru è riuscito a vedere molto più in là delle apparenze. Lo sapevi che Seishiro-san non sarebbe dovuto rientrare nel programma di scambio? Ha insistito parecchio sia con la preside Ichihara che con il direttore Imonoyama. »
Quella era decisamente una rivelazione. Quindi non doveva incolpare il fato sfavorevole se si era venuta a creare una situazione del genere, era già stato tutto messo in conto da quell’orribile medico. «Ognuno tenta di realizzare i suoi desideri come può. » continuò Yuui. «Impegnandosi con tutte le sue forze anche se a volte questo significa creare problemi agli altri. Non è semplice egoismo, ma la forza di sentimenti molto radicati… o almeno credo! »
L’espressione dell’insegnante si sciolse in un sorriso e Yuui lanciò un’occhiata all’orologio.
«Questo è tutto quello che posso dirti, poi dovrai decidere da te come affrontare la situazione. L’intervallo è finito, faresti meglio a tornare in classe prima che Fay venga qui e se la prenda con me perché ti ho trattenuto. »
Kamui sorrise.
«Fay-sensei non se la prenderebbe mai con il suo adorato fratello. » disse. «È una cosa che sanno tutti. »
Dopodiché ringraziò Yuui per l’ottimo thè e uscì dal laboratorio. Mentre tornava verso l’aula si trovò a riflettere sul discorso appena sentito. Era vero che lui si preoccupava per Subaru, ma era altrettanto vero che l’intromissione di Seishiro nella vita di suo fratello aveva scatenato in lui l’irrazionale timore di essere messo in secondo piano. Se doveva essere brutalmente sincero con sé stesso, era questo il nocciolo del problema.
«Ed è quanto di più stupido potesse passarmi per il cervello. » concluse.
Sapeva benissimo di essere importante per Subaru e che non l’avrebbe né rifiutato né allontanato. Anzi, era stato il suo comportamento irrazionale a rischiare di creare una frattura fra loro. Si era davvero comportato da stupido in tutti i sensi. Subaru non era più un bambino fragile, per quanto rimanesse di salute cagionevole stava diventando un adulto in grado di cavarsela da solo. Non aveva bisogno che Kamui gli stesse col fiato sul collo. Curioso, aveva usato la stessa terminologia di Fuma… Quanto a Seishiro, sarebbe stato molto difficile che gli diventasse simpatico da un giorno all’altro, ma avrebbe fatto lo sforzo di dargli almeno il beneficio del dubbio. L’unico problema rimaneva Fuma. Possibile che quello stupido gli tornasse sempre in mente? Kamui sbuffò. Yuui-sensei aveva ragione, essere costantemente rifiutati dalla propria persona importante era davvero triste. Si sarebbe preso del tempo per pensare e nel frattempo avrebbe tentato di essere il più paziente possibile.
Quando varcò la soglia dell’aula aveva preso la sua decisione e si sentiva decisamente più tranquillo. Subaru e Fuma gli corsero incontro con espressioni preoccupate.
«Kamui, stai bene? Lascia che ti spieghi! Ti prego, non essere così arrabbiato! »
«Kamui-chan, dove sei stato? Ti ho cercato dappertutto! Mi hai fatto preoccupare! »
Il ragazzo sorrise. Gli occhi verdi di Subaru non erano mai stati così disperatamente in cerca dei suoi e Fuma sembrava davvero sincero. Per l’ennesima volta si sentì stupido.
«Ragazzi, va tutto bene, davvero. Subaru, non devi spiegarmi niente, è tutto a posto. Anzi, mi dispiace per essermi comportato da idiota e avervi fatto preoccupare. Fuma, se non hai da fare con il progetto delle scenografie, ti va di darmi una mano a provare le prime battute?»
L’espressione del ragazzo mentre annuiva sembrava quella di un cucciolo scodinzolante. Subaru invece era rimasto serio. Kamui sapeva che suo fratello l’avrebbe spremuto come un limone per sapere il motivo del suo cambiamento, ma sarebbe successo in un altro momento e per adesso andava bene così. Solo mentre si allontanava con Fuma si rese conto di aver parlato a Yuui-sensei di relazioni tra uomini che il giovane professore non aveva fatto una piega. Possibile? No, no, meglio lasciar perdere, i gemelli Flourite erano già abbastanza strani senza che ci si ponesse questo genere di domande su di loro.

Imbruniva quando Fay entrò nella sala professori dove Yuui lo stava aspettando.
«Ho finito, possiamo andare. » disse.
Yuui si alzò raccogliendo valigetta e cappotto.
«Sono andate bene le prove? »
«Benissimo! » esclamò Fay entusiasta. «Shiro-kun mi sembra molto portato per la parte del Cavaliere del Fuoco e Mono-kun gli è stato di grande aiuto con le battute. Sembra che finalmente tra loro le cose si siano appianate e anche con Sumeragi-kun. Ero preoccupato…»
«I due Shiro ti stanno proprio a cuore, eh? » fece Yuui con un sorriso indulgente.
«Già. Forse perché mi ricordano qualcuno…»
Fay si infilò a sua volta la giacca e aprì la porta.
«Yuui-chan…» mormorò. «… se c’è di nuovo il tuo zampino, ti ringrazio. »
Yuui gli appoggiò una mano sulla spalla e lo precedette nel corridoio.
«Forza, andiamo a casa. Stasera ti preparerò una cenetta coi fiocchi! »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Hyuuuuuu! Kuro-Turchino!!! Ehm... Yuui è cosìììììì intuitivo, ha già capito tutto ancora prima dei diretti interessati. Ma chi sarà la "lei" che lo rifiuta? Ammetto di essermi presa parecchia libertà su questo fronte... Inoltre assistiamo ad un altra strana manifestazione del problema di Fay... Mha... Due parole sul titolo che ha un doppio significato come la maggior parte dei titoli della storia: intende sia il preludio della recita, cioè l'inizio dei preparativi, che il preludio della storia di Kamui (il che lascia intendere che ci sarà un seguito ^_^). Ma veniamo a Kamui: credo che l'originale di X non si sarebbe mai comportato in questo modo, ma il nostro amato vampiro, calato in un contesto "normale" credo ne sarebbe capace. Voi che ne dite? Ho sforato nell'OOC? Con Fuma di sicuro e spaventosamente anche... In questa mia versione lui e Seishiro non sono fratelli ma hanno una certa confidenza dovuta al fatto che stanno entrambi "dietro" a uno dei due fratellini, chiamiamola solidarietà nella sventura... In compenso Fuma ha come sorella Kotori come in X, quindi possiamo considerare Fuma e Seishiro come i personaggi di X mentre Kamui e Subaru come quelli di Tsubasa. Quanto ai loro cognomi, sembra ormai abitudine nelle fanfiction mantenerli entrambi con la giustificazione del divorzio dei genitori (e poi diciamocelo, Subaru Shiro suona proprio male!) quindi ho pensato di mantenere questa idea. Spero di non avervi confuso ancora di più con queste mie spiegazioni, nel caso, ignoratele! ^_^
ANGOLINO DELLE RISPOSTE
Moe: Sono stracontenta che la mia storiellina ti intrighi!! Considerando che è una sorta di esperimento quasi non pensavo che potesse appassionare... Anch'io avrei voluto essere in una classe così al liceo, altro che la mia! Il "conoscente" di Sei si è fatto vivo e si è rivelato essere un Subaru più peperino del solito. ^_^ Quanto al problema di Fay, anche Kuro-chan inizia a porsi delle domande. Dovrete pazientare entrambi, si sa che Fayattolo è un tipo complicato... :-p Alla prossima!
Francesca Akira89: Buona la prima, era proprio Kamui! Certo che se Yuui sapesse cos'è successo tra Ashura e Fay è altameeeeente probabile che reagirebbe così, ma non lo sa, quindi... Ahi, sto spoilerando! Per Ashura posso dirti che è esattamente come sembra, semplicemente per tatto non sbandiera in giro "certe cose". Ai posteri l'ardua sentenza. Se resterai sintonizzata fino alla fine, scoprirai l'arcano! ^_^
E con questo è tutto anche questa volta! A presto!
YUKI-CHAN




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(Insomma, lui era un bravo ragazzo, non era per niente sicuro di essere convincente nei panni del tiranno. Senza contare che la principessa era interpretata da Sakura…)

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Capitolo 4
*** Try - Provare ***


Horitsuba Festival 04 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



04
***
Try - Provare
(Shaoran)


Lui l’aveva detto in anticipo, non ne capiva niente e non sarebbe stato di nessun aiuto, quindi quando si trovò davanti la più sgangherata compagnia teatrale che si potesse immaginare, Kurogane decise che non si sentiva minimamente in colpa per aver lasciato l’organizzazione nelle mani di quello che si spacciava per un professore di chimica. Quello che vide quando entrò nell’auditorium che la preside aveva loro gentilmente concesso per le prove, assomigliava più a un campo profughi cha a qualcosa che avesse anche solo lontanamente a che fare con la logica.
«Hyuuuu, Kuropon-sensei! »
Quando quella voce acuta lo raggiunse, un muscolo della mascella si contrasse automaticamente.
Calma, calma. Non poteva ammazzarlo, c’erano troppi testimoni.
«Mentre ti aspettavamo, io e i ragazzi, abbiamo dato un’occhiata in giro e abbiamo trovato un curioso deposito! » esclamò Fay saltellando verso di lui. «È pieno zeppo di materiale di scena che potrebbe tornarci utile! »
Senza lasciare a Kurogane nemmeno il tempo di pensare a un modo per protestare, lo afferrò per un braccio e lo trascinò sul retro del palco. Nel farlo scavalcarono gruppi di studenti che si erano accampati sul pavimento a fare colazione, ne aggirarono altri che chiacchieravano come se niente fosse e Kurogane per poco non inciampò su Watanuki che per qualche arcana ragione era spalmato sul pavimento ai piedi di Himawari Kunogi. Probabilmente la ragazza lo aveva appena freddato con una delle sue solo apparentemente innocenti battute. Se avesse avuto libertà d’azione, si sarebbe piantato le mani sui fianchi e avrebbe richiamato a gran voce all’ordine quella massa di scansafatiche. Invece era bloccato dietro le quinte con un esaltato che gli saltellava di fianco davanti a una porticina che non aveva mai visto prima. Quando la aprì, suo malgrado incuriosito, venne investito da una nuvola di polvere. L’Horitsuba Gakuen era di recente costruzione ma quel posto sembrava non venire aperto dal medioevo. Scesero i due gradini di dislivello e si trovarono in una stanzetta buia e stipata di roba. Kurogane starnutì un paio di volte quando Fay gli sventolò sotto il naso una stola che aveva decisamente visto giorni migliori. Tutto attorno a loro si trovavano scatoloni da cui spuntavano strani brandelli di stoffa e sul fondo erano impilate quelle che sembravano sagome di alberi di cartone.
«Potremmo riutilizzare questi costumi. » esclamò Fay. «In questo modo non dovremo dare troppo fondo al nostro budget! »
Kurogane storse il naso.
«Mi era sembrato di capire che avremmo messo in scena una leggenda occidentale. Quello che hai in mano è un kimono e a giudicare dall’aspetto potrebbe essere stato della mia bisnonna. »
«Questo non è un problema! Abbiamo dalla nostra due sarti praticamente professionisti! Ho convinto Yuui-chan a darci una mano, Daidoji è bravissima e qualcosa riuscirà a fare anche Kunogi o almeno spero! »
«Se lo dici tu…» borbottò Kurogane.
I costumi non erano affar suo. Era stato stabilito che lui si occupasse delle scenografie e così avrebbe sfatto. Il suo sguardo scettico corse al boschetto di cartone appoggiato al muro.
«Cosa dovremmo farcene di questo ciarpame?! » sbottò seccato. «Com’è possibile che in una scuola praticamente nuova si trovino questi residuati bellici? »
Fay ridacchiò.
«Magari si tratta di qualche generosa donazione da parte dei vecchi studenti dell’Istituto Clamp che il direttore Imonoyama ha altrettanto generosamente passato a noi. »
In parole povere quello sgabuzzino era la discarica di Nokoru. Fantastico.
«Vorrà dire che troveremo il modo di tirar fuori qualcosa di decente da queste cianfrusaglie del secolo scorso. » sentenziò convinto Kurogane.
L’importante era quello, esserne convinti. Anche se ci sarebbe stato parecchio da lavorare…

Li Shaoran stava chiacchierando tranquillamente con Sakura e Tomoyo quando i professori riemersero da dietro le quinte. Fay-sensei aveva l’espressione di chi è appena stato nel Paese dei Balocchi, Suwa-sensei invece era come al solito imbronciato, oltre che ricoperto di polvere.
«Allora, avete finito di bighellonare?! » tuonò battendo a terra la sua spada di legno. «Un po’ di ordine, accidenti! »
«Kurochu-sensei, questa è una scuola non una caserma. » obiettò Fay allegramente.
«Tu fa’ silenzio! » lo rimbeccò Kurogane. «Se non sei capace di metterli in riga, come farai a dirigere i lavori? Sta’ zitto, non voglio saperlo! »
Osservandoli, Shaoran si chiese se quelle scenette fossero costruite. Vedere quei due insieme era uno spettacolo. No, decise, Kurogane non si sarebbe mai prestato a quel genere di scherzi. Questo significava che Fay rischiava seriamente la vita ogni volta che apriva bocca e lo faceva di proposito.
«Allora, sono pronti i copioni? » continuò intanto Kurogane che sembrava deciso a prendere in mano la situazione.
Subaru si fece avanti con una pila di fogli ciclostilati tra le mani e prese a distribuirli. Solo quando si trovò in mano il suo fascicolo, Shaoran iniziò a rendersi conto di cosa avrebbe significato davvero recitare in uno spettacolo. Fino a quel momento era stato molto più interessato alla gara di arti marziali e non aveva prestato attenzione a quel secondo incarico che aveva ricevuto per il Festival di Primavera. In realtà non si era nemmeno particolarmente preoccupato del ruolo che avrebbe dovuto ricoprire. Sì, sapeva di essere il grande cattivo di turno, ma non conosceva altri lati del personaggio.
Su consiglio di Fay intanto Subaru stava iniziando a spiegare a grandi linee la storia. Più Shaoran ascoltava, più si rendeva conto che quella parte non aveva niente a che fare con lui: il crudele grande sacerdote che tradisce la fiducia della principessa imprigionandola e condannando il loro mondo al disastro. Insomma, lui era un bravo ragazzo, non era per niente sicuro di essere convincente nei panni del tiranno. Senza contare che la principessa era interpretata da Sakura…
«Quello che i Cavalieri non si aspettano e che anche lo spettatore scoprirà solo alla fine » continuò Subaru. «è che in realtà la principessa Emeraude e Zagart sono innamorati. Lei si è rinchiusa di sua spontanea volontà e quello che Zagart stava facendo combattendo i Cavalieri non era altro che proteggerla. »
A quelle parole Shaoran si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie. Ancora peggio! Altro che tiranno, avrebbe dovuto interpretare un innamorato disperato. Il suo sguardo corse automaticamente a Sakura che però aveva voltato di scatto la testa per non incrociare i suoi occhi. Tomoyo le stava sussurrando qualcosa all’orecchio ridacchiando e Shaoran sentì l’imbarazzo salire alle stelle.
«Forza, diamoci da fare! » esclamò Kurogane. «Gli attori della prima scena sul palco! Quelli che non hanno da fare comincino a sistemare le scenografie e a dare un’occhiata ai costumi! »
Alle sue spalle, Fay iniziò a battere le mani.
«Wow, sei fantastico, Kurotan-sensei! Sei così bravo a organizzare! »
«Sta’ zitto! Questo sarebbe il tuo lavoro! »
«Ma se tu sei così bravo, cosa ci sto a fare io qui? » disse Fay con la massima semplicità.
Sotto gli occhi allarmati degli studenti, l’espressione di Kurogane si fece ancora più minacciosa.
«Non provare a giocare a scaricabarile! Non pensarci nemmeno! » tuonò. «Anzi, vedi di renderti utile! » Poi si rivolse ai ragazzi. «Li, Kinomoto, Daidoji! Si può sapere cosa state aspettando?! »
Shaoran sobbalzò e si precipitò sul palco. A quanto pareva i ruoli si erano invertiti ed ora era Suwa-sensei ad avere in mano le redini dello spettacolo, quindi era meglio prendere la faccenda seriamente. Lanciò di nuovo un’occhiata a Sakura, intenta a leggere il copione con Tomoyo. Erano amici d’infanzia e da quando aveva memoria si erano sempre conosciuti. Andavano molto d’accordo e avevano anche frequentato diversi anni di scuola insieme, ma ultimamente le cose erano cambiate. Non che ora non si trovassero più bene, ma tra loro si era creata una sorta di barriera di imbarazzo reciproco causato da… non sapeva bene cosa! No, bhè, ad essere sinceri Shaoran la causa del suo imbarazzo la conosceva eccome. Da quando aveva cominciato a considerare Sakura una ragazza e non una semplice compagna di giochi, ogni volta che tentava di intavolare una conversazione la sua mente si svuotava e finiva per dire solo cose stupide. In momenti come quello Fuma e Watanuki non finivano più di prenderlo in giro e lui avrebbe voluto dimostrarsi un uomo duro che pensava solo alle arti marziali, ma poi incrociava gli occhioni verdi di Sakura e il suo cervello si disconnetteva.
«Terra chiama Li Shaoran! Li, rispondi! »
La voce seccata di Suwa-sensei lo riportò al presente.
«Cosa? »
«Come cosa? La tua battuta! »
Shaoran si sentì sprofondare: l’ennesima figura! Completamente nel panico, prese a sfogliare il copione a caso finché non sentì una vocina sussurrargli all’orecchio: «No, proprio nulla, monaca guida Clef. »
Shaoran si voltò di scatto e si trovò davanti Tomoyo che sorrideva complice.
«È la tua risposta. Forza, riproviamo? »
Con molta naturalezza, la ragazza guidò Sakura fino a farla sedere su un immaginario trono al centro del palco, poi sistemò Shaoran in ginocchio davanti a lei, infine si sistemò al suo fianco.
«Ai vostri ordini…» recitò il ragazzo senza distogliere gli occhi dalla “sua” principessa.
Si alzò, continuò a fissarla per un attimo, poi si inchinò e si diresse verso l’uscita. Tomoyo lo raggiunse poco prima che sparisse tra le quinte.
«Zagart! Non hai proprio niente da dirmi? » chiese con espressione accorata.
Shaoran scosse la testa sperando di sembrare anche solo un filo convincente.
«No… proprio nulla, monaca guida Clef… nulla…»
Detto questo svoltò l’angolo del palco e uscì di scena. Da lì rimase a guardare Tomoyo che tornava verso Sakura e la ragazza che, con le mani strette al petto e un’espressione affranta annunciava: «Evocherò i Cavalieri Magici! »
Alle proteste di Tomoyo, sfoderò uno sguardo che avrebbe spezzato il cuore a una pietra.
«Io… amo Zagart…» singhiozzò e Shaoran sentì una vampata di calore salirgli alle guance.
Stava davvero solo recitando? Era spaventosamente realistico e Sakura era veramente brava, una dote che non pensava potesse possedere. Dovette reprimere a forza l’istinto di correre ad abbracciarla per consolarla. A spezzare l’atmosfera giunse un applauso dalla prima fila di poltroncine dove Fay si era accomodato con una fumante tazza di thè tra le mani.
«Bravissima, Sakura-chan! Sei un fenomeno! Dovresti fare l’attrice! »
La ragazza arrossì mentre Kurogane gli lanciò un’occhiata che avrebbe potuto incenerirlo.
«Che accidenti stai facendo? »
«Prendo un thè, Kuropon-sensei. Ne vuoi? » rispose candidamente Fay.
A quelle parole, Shaoran si riparò istintivamente dietro un lembo di sipario: ora sicuramente Kurogane l’avrebbe ucciso. Invece nessun urlo risuonò tra le mura dell’auditorium. Kurogane era sì furibondo e avanzava a passo di carica verso il collega, ma quando parlò la sua voce suonò pericolosamente misurata.
«Forse non ci siamo capiti. L’accordo era che ti dessi da fare e non facessi lo scemo. Ora le possibilità sono due: o ti metti al lavoro o io me ne lavo le mani e me ne infischio se ti affiancheranno Ashura-sensei o Nokoru Imonoyama in persona. »
Sentendo quelle parole Fay si irrigidì e una mano si strinse sul bracciolo della poltroncina. Il consueto sorriso tardò un secondo di troppo a comparire sul suo volto.
«Oh, non essere così dispotico, Kuromin-sensei, fai paura! » esclamò.
Inevitabilmente Kurogane perse le staffe.
«Muoviti o ti strozzo! » gridò balzando giù dal palco e piombando sul malcapitato che lo evitò all’ultimo momento saltando su dalla poltroncina.
«Va bene! Va bene! » esclamò ridendo. «Visti i tuoi metodi molto persuasivi, mi troverò qualcosa da fare! »
Mentre raggiungeva i ragazzi impegnati a controllare le scenografie, Kurogane tornò sul palco sbuffando come un mantice.
Le prove ripresero e le scene si susseguirono coinvolgendo volta per volta tutti i personaggi. Quando non aveva battute, Shaoran rimaneva ad osservare da dietro le quinte. Doveva ammettere che Kamui nella parte del protagonista faceva una figura non indifferente. Il ruolo sembrava cucito su di lui, Subaru aveva fatto un lavoro eccellente. Segretamente Shaoran invidiava Kamui, sempre così affascinante, con quello sguardo magnetico e l’aria perennemente imbronciata. Il classico bello e dannato per cui le ragazze stravedevano. Forse, si era trovato a pensare, se fosse stato un po’più antipatico sarebbero corse dietro anche a lui. Persino Sakura in quel momento lo fissava con occhi sognanti. Forse era solo il suo ruolo, forse era solo la scena, ma Shaoran provò l’impulso di piombare in mezzo al palco e tirare un pugno a Kamui.
«Non sarebbe una buona idea. »
Quella voce improvvisa lo fece sobbalzare come colto in fallo.
Tomoyo, alla sue spalle, rise della sua espressione sconvolta.
«Tranquillo, non leggo nel pensiero. E’ che la tua faccia diceva chiaramente “voglio picchiare Kamui”. »
Quella ragazza era incredibile, capiva sempre tutto.
«M… ma no…» balbettò Shaoran tentando di salvare il salvabile, ma era chiaro che Tomoyo non si sarebbe lasciata ingannare.
«Pensi davvero che a Sakura-chan possa piacere uno come Shiro? » chiese.
«Figurati! Cioè, voglio dire… potrebbe anche essere, ma non vedo cosa io…»
Di questo passo non sarebbe andato da nessuna parte e avrebbe fatto la figura dello stupido anche con Tomoyo.
«Ho capito. » disse la ragazza. «Stando così le cose, penso che ti aiuterò. »
«Eh? A fare cosa? E poi perché? »
L’ultima cosa che Shaoran voleva era l’intromissione di altri in una situazione già abbastanza difficile da gestire per lui.
Tomoyo sorrise dolcemente.
«Perché tu renderai felice Sakura-chan e se Sakura-chan è felice allora lo sono anch’io. »
In quel momento Kurogane la chiamò in scena e la ragazza corse via, lasciando Shaoran a riflettere su quelle ultime parole.
Tomoyo era sempre gentile con tutti, ma nonostante questo sembrava non aver approfondito nessun legame di amicizia. All’interno della scuola era conosciuta come Tomoyo-hime, la principessa del canto del coro dell’Horitsuba, grazie alla sua voce melodiosa che ne aveva fatto la solista. Oltre ad essere gentile e di talento, era anche molto carina con qui lunghi riccioli corvini e i profondi occhi grigi, e questo l’aveva resa popolare sia tra i ragazzi che tra le ragazze. Forse proprio per questo sembrava suscitare un’involontaria soggezione in chi le stava vicino e non aveva mai fatto davvero amicizia con nessuno. Solo Sakura era riuscita ad avvicinarsi a lei. Che fosse tanto ingenua da non sentire minimamente lo spirito di competizione?, si chiese Shaoran. Fatto sta che le due erano diventate amiche per la pelle e Tomoyo aveva sempre mille piccole attenzioni per lei. Era certo quindi che se si era offerta di aiutarlo lo facesse più per Sakura che per lui.
«Non riuscirai mai a sconfiggere Zagart! » declamò in quel momento Tomoyo dal palco.
Kamui, a cui era rivolta la frase, le restituì uno sguardo sbigottito.
«Ehm… Daidoji, veramente non è quella la battuta. » disse. «Qui dovresti incoraggiare il Cavaliere del Fuoco. »
Tomoyo lanciò un’occhiata fugace a Shaoran dietro le quinte e ridacchiò.
«Oh, davvero? Ti chiedo scusa, devo essermi confusa. »

Durante la pausa pranzo i ragazzi abbandonarono i loro incarichi e si sparpagliarono per l’auditorium chiacchierando, chi con il proprio cestino chi con semplici panini. Mentre cercava un angolino dove mangiare in santa pace, Shaoran vide Tomoyo parlare con Fuma e entrambi scoppiare a ridere. Poi la ragazza prese da parte Sakura e le due andarono a mangiare insieme sulle ultime poltroncine del teatro. Intanto Fuma gli si era avvicinato. Kamui non era nei paraggi, si era rintanato in un angolo del palco con Subaru e stavano discutendo animatamente di qualcosa.
«Sei stato di nuovo scaricato? » scherzò Shaoran rivolto al ragazzo dagli occhi dorati.
Fuma scoppiò in una risata.
«Mi ama alla follia, solo che ancora non lo sa! Io e te siamo sulla stessa barca, non dobbiamo mollare adesso! »
«Magari…»
Shaoran un po’ invidiava Fuma. In confronto al suo, quello del compagno sì che sembrava un amore senza speranza. Eppure lui non si abbatteva mai, continuava a cercare Kamui nonostante l’altro lo insultasse in continuazione e non si vergognava di palesare i propri sentimenti. Forse doveva prendere esempio da lui.
Chiacchierando e mangiando i loro panini, iniziarono a camminare attorno alla sala dell’auditorium, fin dietro le quinte.
«Quest’aula è nata come sala per le assemblee, solo più tardi la preside ha deciso di farne un teatro. » spiegò Shaoran. «Per questo il retro del palco è così ampio. »
«Ah, ecco perché c’è anche quello sgabuzzino! Sai, i retroscena teatrali mi hanno sempre incuriosito. Per esempio gli effetti speciali tipo le cortine fumogene o le entrate in scena ad effetto. Era proprio di questo che parlavo con Daidoji, prima. »
Per Shaoran era piuttosto arduo immaginare Fuma seduto in silenzio in una platea che si poneva queste domande tecniche.
«Per esempio, tutti questi marchingegni sono grandiosi! » esclamò ancora il ragazzo fermandosi davanti a un pannello pieno di leve e pulsanti. «Se pensi che basta un gesto per far calare quel pesante sipario o spostare la scenografia… Chissà a cosa serve, che ne so, quest…»
«YAAAAAAAAHHHHH!!! »
«UAAAAAARGHHHHH!!! »
A quelle urla provenienti dal palco, Shaoran si irrigidì e Fuma si bloccò con la mano sulla leva appena abbassata.
«Oh… oh…»
«Mi sa che hai appena combinato un guaio, genio! » lo rimproverò Shaoran azzardandosi ad affacciarsi dalle quinte.
Sakura, Tomoyo, Subaru e Kamui si erano radunati attorno a un buco che si era spalancato al centro del palco.
«Oddio! Fay-sensei! Suwa-sensei! State bene? » chiamò Sakura preoccupata.
Intanto Fuma aveva raggiunto Shaoran, con espressione ansiosa.
«Non è successo niente di grave, vero? »
«Nooo…» fece quello sarcastico. «Ti comunico che hai solo ucciso due insegnati. »
«Oddio…»
Nel frattempo tutti gli studenti si erano radunati sul palco attorno alla voragine traditrice.
«Fay-sensei, mi sente? » chiamò Tomoyo. «Vi siete fatti male? »
Dal fondo si levò la voce flebile del giovane insegnate.
«Ehm… credo che la mia gamba abbia qualcosa che non va e ho un bernoccolo… per il resto i danni non sembrerebbero gravi, però sono preoccupato con Kurotan. Non si muove…»
«Non mi muovo perché sei seduto sulle mie costole, idiota! Levati! » ringhiò Kurogane.
Fuma tirò un sospiro di sollievo, a quanto pareva non aveva ucciso nessuno quindi poteva anche uscire da suo nascondiglio ostentando indifferenza.
«Sarà meglio darsi da fare per tirarli fuori di lì! » esclamò. «Forse è anche meglio chiamare Seishiro-san. »
«Sì, vado subito! » esclamò prontamente Subaru ma Tomoyo lo riacciuffò al volo prima che si precipitasse fuori.
«No, tu ci servi qui! Ci andrà Sakura-chan e Li l’accompagnerà. Vero, Li? »
E così Shaoran si trovò solo nel corridoio in compagnia di Sakura. Se quello era il piano di Tomoyo, allora faceva acqua da tutte le parti. Lui aveva occasione di rimanere da solo con Sakura quando voleva, il problema era che non riusciva a parlarle. Per un po’ infatti camminarono in silenzio finché il ragazzo non tentò di intavolare una conversazione.
«Per fortuna che i sensei stanno bene, eh? »
«Già…»
«Certo che a volte Fuma farebbe meglio a tenere le mani in tasca. »
«Sì…»
«Chissà se Sakurazuka-sensei…»
«Senti, Shaoran-kun, » lo interruppe bruscamente Sakura. «ma io ti sto antipatica? »
Il ragazzo si fermò in mezzo al corridoio spiazzato.
«Cosa? »
«Ero convinta di piacerti almeno un po’, so che è presuntuoso ma è così. » continuò lei. «Però tu da un po’ di tempo hai smesso di parlarmi come facevi una volta, così ho pensato che forse ho fatto qualcosa di male senza rendermene conto. »
Se era quello che Sakura pensava, allora lo aveva frainteso completamente.
«No, non è così. Tu non hai fatto niente di male…» cominciò.
«Allora perché? » insisté Sakura.
Ferma davanti a lui nel corridoio deserto, gli prese una mano tra le sue.
«Rispondi a questa domanda, per favore: io ti piaccio o no? »
Shaoran riuscì solo ad arrossire furiosamente e anche le guance di Sakura si erano colorate vivacemente, ma non desistette.
«Tu mi piaci molto quindi vorrei capire come la pensi. Finora ti sei sempre comportato da buon amico ma io…»
Ora o mai più, si disse Shaoran prendendo il coraggio a due mani.
«Senti, io non sono un buon amico. Sono il sacerdote che rapirà la principessa perché vuole averla solo per sé. La principessa è disposta a lasciarsi rapire? »
L’espressione di Sakura si aprì nel sorriso più luminoso che avesse mai visto mentre la ragazza gli gettava le braccia al collo.
«Certo che sì! »
Shaoran l’abbracciò stretta e le bisbigliò a un orecchio: «Allora questa è la mia risposta. »
Delicatamente le sollevò il viso e le posò un bacio sulle labbra.
Forse la situazione non era così complicata come credeva. A volte anche il gesto o la parola più semplice poteva apparire come un ostacolo insormontabile, ma una volta superato portava alla più perfetta delle felicità.

Quando finalmente, più di mezz’ora dopo, i due ragazzi tornarono nell’auditorium accompagnati da Seishiro Sakurazuka, i professori erano stati recuperati dalla botola e stavano bisticciando come al loro solito.
«Se avessi controllato meglio dietro le quinte come ti avevo detto, questo non sarebbe successo. » stava dicendo Fay. «Se fosse successo ai ragazzi avrebbero potuto farsi male. »
«Io mi sono fatto male! » ribatté Kurogane tenendosi il braccio sinistro.
«Se avessi controllato…»
«Se non ti fossi aggrappato a me mentre cadevi…»
«Se se se! Quante storie, Kurochu-sensei! Siamo tutti interi, no? A parte questo bernoccolo. » disse Fay massaggiandosi la testa.
«Quello non è un problema. » ribatté vendicativo Kurogane. «Il tuo cervello non si può danneggiare più di così. »
«Kuromu, cattivo! »
Shaoran, che teneva ancora per mano Sakura, distolse lo sguardo dai due insegnanti per dirigerlo verso Tomoyo che sorrideva poco lontano. Quando Seishiro chiese l’aiuto della ragazza per controllare la caviglia di Fay e il gomito di Kurogane, Shaoran la lasciò per raggiungere l’amica.
«Tutto bene, vedo. » commentò Tomoyo.
Shaoran sorrise felice annuendo.
«Di’ la verità, tu sapevi che io non avrei aperto bocca e sarebbe stata Sakura a parlare, vero? Per questo eri così sicura che l’avrei resa felice. »
«Una buona amica sa creare le occasioni giuste. »
«Ah, certo. E dimmi, per creare quest’occasione era proprio necessario che Fuma fosse quasi accusato di omicidio e che Fay-sensei e Suwa-sensei rischiassero di rimetterci la pelle? »
Tomoyo non smise di sorridere.
«Diciamo che ho preso due piccioni con una fava, anche se le azioni delle persone si possono programmare solo fino a un certo punto. »
Poco lontano Kurogane stava sbraitando: «Ti ripeto che sei tu che mi sei caduto addosso! »
«Questo è impossibile. » obiettava Fay. «Essendo caduto per primo, sarei dovuto finire sotto, invece non è stato così. Ti sei spostato per proteggermi, che dolce, Kuro-chan! »
«MA NON DIRE BESTIALITA’! »
«Vedi? » disse Tomoyo rivolta a un perplesso Shaoran. «Sono i gesti più istintivi a mostrare i veri sentimenti. »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
E due! Anche Tomoyo ha capito tutto. Quanto ci metteranno ancora questi due ad arrivarci? ^w^ Non sono del tutto sicura della parte dedicata a Shaoran ma del resto un capitolo su di lui dovevo farlo. Non me ne vogliano le sue fan (ma a leggere una fic fondamentalmente KuroFay ci sono delle fan di Shao?) ma ultimamente meno lo vedo e meglio sto. Se in Cardcaptor mi piaceva e all'inizio di Tsubasa lo tolleravo adesso ne farei volentieri a meno. Ce ne sono troppi! Per questo capitolo, di nuovo un titolo con doppio significato: "Provare" nel senso prove dello spettacolo ma anche tentare di combinare qualcosa con Sakura. Cambiando argomento: chi ha visto il nuovo omake di Horitsuba dedicato al capodanno? Ho letto le scan tradotte proprio oggi e rotolavo sulla tastiera dal ridere!! Fay col kimono (di Yuko) che dice di averlo messo perchè Kurogane non voleva che si vestisse da cameriera è uno spettacolo!!
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
Rika_fma_lover: Quanto entusiasmo! Che bello, sono proprio contenta!! Grazie! La "lei" di Yuui verrà svelata nel prossimo capitolo ma dico già che è una coppia molto mooooolto campata in aria... Per Ashura, ti posso rassicurare, non è assolutamente il tipo da maltrattatore/stupratore/carceriere, anzi! Ti dirò di più, io sono convinta che sia l'Ashura-oh originale di RG Veda che quello di Tsubasa siano fondamentalmente brave persone, anche se è stato un po' bastardo nel modo in cui a mostrato il passato di Fay. Però resta una sorta di figura paterna che comunque gli ha salvato la vita. Le espressioni sia di Ashura che di Fay bambino nelle tavole flash back parlano chiaro. Secondo me tutto quello che ha fatto dopo era dovuto a cause indipendenti dalla sua reale volontà (maledizioni di vario genere e compagnia bella...). Ok, ora zittisco il mio lato "comitato pro-Ashura". W Kuro-Turchino!!!
Francesca Akira89:Era ora che Suby e Sei si dessero una mossa, se aspettiamo le Clamp sappiamo già come va a finire (in tragedia...-_-'''). Io adoro le doujinshi, pensa che masayachan ne sta disegnando una basata sulla mia fic di Yu-Gi-Oh! "The pharao & the slave"! Quando la finirai pensi di postarla in internet da qualche parte? Mi piaccerebbe tantissimo vederla! Sì, in quella reazione di Fay gatta ci cova e parecchio anche! E... ti lascio in sospeso fino al prossimo capitolo, ma di sicuro non è Ashura (per fortuna o Fay l'avrebbe presa mooooolto male...) ^______^
Elychan: In effetti penso che il mio Fuma sia clamorosamente OOC, l'unica giustificazione che potrei dare è che poteva diventare così se non fosse subentrato il rimbambimento da Stella gemella. Non regge molto come scusa, eh? ^_^ Però potrebbe benissimo inchiodare a un sasso chi si avvicina troppo al suo Kamui-chan! In compenso l'amministrazione scolastica, con l'approvazione del nostro beneamato Nokoru, sta pensando di far piantare dei ciliegi davanti all'infermeria. Che ne pensi? Bhè, se la recita andasse liscia, dove sarebbe il divertimento? ^_^
ViKy_FrA: Sono davvero contenta che tu sia incappata qui e che ti piaccia! Quella che ti parla è una Clamp-maniaca che raccoglie particamente ogni cosa sfornata dalle loro manine, da Rayearth sull'antico mensile "Young" in poi. Di X ho entrambe le edizioni, la serie animata in dvd e il film. Adesso mi sono messa in testa di raccogliere tutti i loro artbook, ardua impresa ma sono a buon punto. Pensa che per Natale le mie colleghe dovevano farmene arrivare 4 dal Giappone + i numeri di Tsubasa sull'arco di Celes, ma per disguidi tecnici se ne riparlerà più avanti. Ok, sono malata... Ti dirò, il dizionario dei sinonimi provoca dipendenza, se ogni tanto non lo guardo vado in crisi e dire che a scuola odiavo i dizionari!
OKKIO ALLARME SPOILER!!! (più o meno... ma sono ancora spoiler per qualcuno?)
Quello che hai letto sui Fay e Yuui originali è tutto vero, sorry. Non ti dico in che stato ero io mentre leggevo, saltavo sulla sedia ed ero al lavoro! Sarò sembrata una pazza... In Horitsuba lo "scambio" è proprio come hai capito tu, ma non perchè l'ho inventato io, l'hanno fatto le Clamp stesse nei drama cd e negli omake. Se non li hai mai letti ti consigli di volare a scaricarteli, non spoilerano la trama originale e sono spettacolari! Qui trovi una bella pagina di riferimento. (The Dreamers I love!!) Il carattere di Yuui, sì, più o meno l'ho modellato come piaceva a me. Concordo pienamente con te sul fascino che esercitava Fay (il tatuaggio era così figo! Uffa, Yuko-san!), anche se ammetto che quel filo di razionalità che mi è rimasta mi aveva messo in allarme. Questo se la ride troppo, attenzione, c'è sotto qualcosa al 200% o non è un personaggio delle Clamp! Infatti si è rivelato più disastratamente sfigato di Subaru e Kamui messi insieme. Ma se non sono disgraziati non li amiamo, giusto? Ammetto che anch'io ci sono rimasta maluccio quando ho scoperto che in realta si chiamava Yuui, Fay mi piaceva un sacco, era più esotico.
FINE SPOILER
Grazie ancora! Spero continuerai a seguirmi!
Mamma mia, ho scritto un papiro! Alla prossima! Kiss!
YUKI-CHAN
p.s. Ho appena letto il post di Francesca Akira89, sei molto molto più brava di me nelle spiegazioni! Sigh! In effetti Yuui di Horitsuba è fisicamente uguale a Fay/Yuui di TRC da adesso in poi (occhio in meno a parte), la teoria delle due versioni di Fay/Yuui è interessante! Mamma che caos...



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(«Himawari-chan oggi non verrà, è a casa col raffreddore, quindi mi dispiace ma dovrete lavorare da soli. » Quando sentì quelle parole, Yuui decise che essere sospettosi era il minimo e che suo fratello era capace di tutto.)

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Capitolo 5
*** Maschere & Costumi ***


Horitsuba Festival 05 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



05
***
Maschere & Costumi
(Yuui & Tomoyo)


Fay non riusciva in nessun modo a togliersi quel pensiero dalla testa. Aveva provato a concentrarsi su qualunque cosa, dalla tavola periodica degli elementi a come evitare di far esplodere di nuovo il laboratorio di chimica quando avrebbe spiegato il prossimo esperimento, ma era stato tutto inutile. Ogni volta che sentiva quel fastidioso dolore alla caviglia sinistra, non poteva fare a meno di ripensare a come se l’era procurato. All’inizio era stato solo un incidente su cui scherzare ma poi, accidenti a lui, aveva iniziato a riflettere. Lui e Kurogane si trovavano sul palco dell’auditorium quand’era successo e stavano “tranquillamente” bisticciando come al solito. All’improvviso Fay si era sentito mancare il terreno sotto i piedi e istintivamente si era aggrappato alla giacca del collega, unico appiglio nelle vicinanze. Come ovvia conseguenza erano precipitati entrambi in quella che solo più tardi avrebbero riconosciuto come una botola di scena. Mentre cadeva e si preparava all’inevitabile impatto, Fay aveva sentito un braccio stringerlo e un attimo dopo era caduto su qualcosa di caldo e molto meno duro del pavimento. Quando aveva aperto gli occhi aveva tirato un sospiro di sollievo e si era sentito… felice. Felice di non essersi rotto l’osso del collo, certo, ma anche, in qualche strano modo, di essere sdraiato addosso a quell’orsacchiotto perennemente imbronciato che rispondeva al nome di Kurogane-sensei. Orsacchiotto? Quando realizzò il termine che gli era venuto in mente, Fay ridacchiò tra sé. Era tremendamente azzeccato!
«Così allegro di prima mattina? È successo qualcosa di bello? »
Voltandosi Fay vide Yuui sulla porta della cucina già vestito di tutto punto e pronto per uscire.
«Buongiorno, Yuui-chan! Niente di che, mi è venuta in mente una cosa divertente. » rispose.
Finì di bere il suo thè e raggiunse il fratello nell’ingresso. Non voleva pensare a come si era sentito in quel momento, non voleva riflettere né analizzare quello che aveva provato perché era da quella volta che… ecco, quello era proprio il punto dove non voleva arrivare.
«Yuui-chan, allora oggi verrai a controllare i costumi? » chiese per zittire la propria mente.
«Ti avevo già detto di sì, mi pare. » rispose il fratello. «Se siete così disperati da ricorrere all’aiuto di un principiante come me, farò del mio meglio per aiutarvi. »
«Ah, non fare il modesto! Lo sanno tutti che Yuui-chan è meglio di una casalinga! »
Il giovane aggrottò le sopracciglia vagamente perplesso.
«Non so se prenderlo come un complimento o meno…»
«Ma certo, come no! » esclamò Fay precedendolo fuori dalla porta. «E vedrai che per un gesto così gentile verrai sicuramente ricompensato! »
Gli era balenata in mente un’idea geniale e non c’era niente di meglio per non pensare ai propri guai che risolvere quelli degli altri. Dopotutto suo fratello era sempre così premuroso con lui, era ora che ricambiasse.
Per tutto il tragitto fino a scuola continuò a chiacchierare incessantemente dello spettacolo e per lo meno la sua mente rimase in silenzio.

Quando giunsero a scuola, Kurogane era già nell’auditorium con alcuni ragazzi e sembrava molto preso da suo ruolo di coordinatore, lo si sarebbe quasi potuto definire regista. Fay lo aveva avvertito ma Yuui se ne stupì ugualmente.
«Insomma, Li, che razza di posa è quella? State combattendo, non ballando! » lo sentì esclamare. «Shiro, non c’è male ma più convinzione. Domeki, un po’ più di espressività. Watanuki, santo cielo, sembri un pazzo schizofrenico! »
«Non gli ho mai sentito dire tante parole di fila. » commentò Yuui rivolto al fratello, ma notò che quello non lo ascoltava nemmeno. La sua attenzione era completamente rivolta a qualcun altro.
«Buongiorno, Kurowan-sensei! Non tiranneggiarli fin dal primo mattino! » esclamò Fay.
Kurogane borbottò un saluto.
«Sì, sì, buongiorno. Dovresti essere tu a tiranneggiarli, ma visto che non lo fai…»
Dopo qualche altra battuta finalmente Fay guidò Yuui al famoso sgabuzzino ormai ribattezzato “la discarica Imonoyama” per mostrargli quello che avevano a disposizione. Il giovane scrutò con aria scettica il contenuto degli scatoloni e alla fine fu costretto ad ammettere che tra quelle stoffe c’era ben poco di utilizzabile. L’espressione delusa di Fay lo stava quasi convincendo a ritrattare quando vide avvicinarsi Tomoyo Daidoji con un grosso involto in mano.
«Fay-sensei, ho portato qualcosa che può esserci utile. » esordì. «Oh, buongiorno, Flourite-sensei. »
Al suono della sua voce, così pacata e gentile, Yuui sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Era così ogni volta che lei apriva bocca e non poteva farne a meno. Per qualche strana ragione Tomoyo chiamava suo fratello per nome e lui per cognome, anche se ormai tutti gli studenti li chiamavano entrambi per nome per distinguerli. Yuui si sentiva stranamente irritato per questo. Perché Fay era Fay-sensei e lui era Flourite-sensei? Non era giusto. Che Tomoyo-hime, la bellissima e glaciale Tomoyo-hime, lo stesse tenendo a distanza? Avrebbe voluto pestarsi un piede da solo. Ma che razza di voli si stava facendo? Se partiva in questo modo per un semplice saluto, allora c’era poco da stare allegri…
Nel frattempo Tomoyo stava mostrando a Fay diversi tagli di stoffa colorata, bianca, rossa, verde, blu e un lungo drappo nero.
«Da questo potremmo ricavare il mantello di Zagart. » disse.
«Sicura che non sia un problema? » obiettò Fay. «Tutta questa stoffa…»
«Oh, no, mia madre l’ha portata a casa dall’azienda e ha detto che posso usarla come voglio. Ho anche già fatto una prova! »
Entusiasta, sollevò un lungo abito bianco ricoperto di volant e con corte maniche a sbuffo.
«È l’abito della principessa Emeraude! Mancano ancora le decorazioni, ma sono sicura che a Sakura-chan starà d’incanto! »
Yuui rimase a fissare l’opera effettivamente incantato. Era davvero splendido. Tutto quel lavoro, ovviamente per Sakura. Sapeva come stavano le cose, oh, lo sapeva bene, ma riscontrarlo ogni volta era un po’ deprimente.
«Tomoyo-chan, oggi Yuui-chan lavorerà con te! » esclamò Fay. «Sono sicuro che insieme saprete creare dei capolavori! »
Yuui lanciò un’occhiata di sottecchi al fratello che si allontanava per raggiungere Kurogane. Possibile che sapesse? No, va bene essere sospettosi ma questo era troppo. Fay non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere.

«Himawari-chan oggi non verrà, è a casa col raffreddore, quindi mi dispiace ma dovrete lavorare da soli. »
Quando sentì quelle parole, Yuui decise che essere sospettosi era il minimo e che suo fratello era capace di tutto. Tomoyo invece non diede segno che la cosa la disturbasse in alcun modo. Sembrava che il fatto di dover lavorare gomito a gomito con Yuui per tutto il giorno le fosse totalmente indifferente.
«Bhè, ovvio. » si disse il giovane insegnante. «Cosa mi aspettavo? Una festa? Una faccia da funerale? In fondo a lei non importa di nessuno che non sia Kinomoto. No, questa è una cattiveria…»
Quando si voltò verso la ragazza, si accorse che lo stava fissando con un sorriso vagamente perplesso.
«Anche se Kunogi non c’è spero che faremo comunque un buon lavoro. » disse. «Le chiedo scusa in anticipo se la disturberò in qualche passaggio complicato. »
«Ci mancherebbe. » mormorò Yuui.
Doveva concentrarsi sul lavoro, così forse sarebbe riuscito a non pensare che lei gli era seduta accanto, così vicina da poterla toccare.
«Ho già preso le misure ai ragazzi e preparato i cartamodelli. » disse Tomoyo togliendo una pila di fogli dallo zaino e mostrandoglieli. «Dobbiamo solo decidere su quale costume iniziare a lavorare. »
Yuui controllò con occhio critico i cartamodelli e dovette ammettere per l’ennesima volta che ci sapeva davvero fare. Nel mucchio scelse il costume del Cavaliere del Fuoco, meglio cominciare con il protagonista.
«Immagino che tu vorrai occuparti delle rifiniture del costume della principessa. » disse.
Tomoyo annuì e si mise al lavoro con ago e filo iniziando ad aggiungere le decorazioni dorate e le pietre verdi che adornavano la scollatura del vestito.
Yuui sospirò di rassegnazione e raccolse la stoffa rossa. Lavorare in silenzio non gli era per niente d’aiuto, la sua mente aveva la pessima tendenza a partire per altri lidi. Per quanto rimasero così? Un minuto? Un’ora? Un secolo? Dal palco davanti a loro provenivano le voci dei ragazzi che provavano le scene, gli schiamazzi di Fay e i rimbrotti di Kurogane. Solo lì dietro le quinte tutto taceva.
«Ahi! »
«Tutto bene? » chiese Yuui voltandosi verso Tomoyo che si succhiava un dito.
«Oh, sì, non si preoccupi. Mi sono solo punta. »
Doveva parlare, parlare accidenti! Se fosse stato zitto sarebbe stata una tortura per entrambi. Lanciò un’occhiata al palco che si intravedeva oltre i tendoni del sipario. Kamui stava recitando una specie di monologo rivolto allo spirito che l’avrebbe aiutato in battaglia. Andava bene parlare di qualunque cosa.
«Shiro è molto bravo, vero? » disse pregando di non sembrare un ragazzino impacciato.
«Sì, anche se non saprei dire se è tutto merito suo o anche di Sumeragi. » rispose Tomoyo con un sorriso. «Ha scritto il copione modellando la parte in modo che gli calzasse a pennello. Ha fatto davvero un ottimo lavoro. »
«È vero. Dopotutto è la persona che lo conosce meglio e quindi la più adatta a scrivere le sue battute. »
«A volte li invidio. » continuò Tomoyo. «Deve essere bello avere un fratello. Io sono figlia unica e non saprò mai cosa vuol dire. »
«Un fratello vuol dire qualcuno su cui puoi sempre contare, che ti è accanto nel bene e nel male. Una persona che non ti giudicherà mai qualunque cosa tu faccia. Ma un fratello vuol dire anche una grossa responsabilità, perché è qualcuno che devi proteggere, a volte anche da sé stesso, anche se non vuole. Eppure non lo puoi fare per sempre e questo crea grossi conflitti. Shiro lo sa bene, lo sta sperimentando proprio in questo periodo. »
«Credo che dovrà farsene una ragione. » commentò Tomoyo. «Dopotutto sono sicura che un legame così forte non si rovinerà certo per una cosa del genere. »
«Spero con tutto il cuore di no. Però quando la persona a te più cara volge lo sguardo verso qualcun altro, la gelosia diventa un fattore inevitabile. Vorresti che lei guardasse solo te, sai che non è possibile, che non lo farà mai, ma lo desideri a tal punto da comportarti in maniera del tutto irrazionale. »
Yuui non si rese conto di aver quasi parlato a sé stesso finché Tomoyo non lo interruppe.
«Stiamo ancora parlando di Shiro, Flourite-sensei? »
«Cosa? Ma… ma certo! » esclamò imbarazzato.
Accidenti alla sua linguaccia! Voleva parlare e aveva finito per dire troppo.
«Allora » continuò Tomoyo. «spero che Shiro capisca presto che il cuore delle persone non è una proprietà esclusiva e che amare qualcuno non significa ignorare gli altri. »
Quelle parole lasciarono Yuui a bocca aperta. Se doveva intenderle con il doppio significato che avevano le sue, allora…
«INVECE NO! IL CUORE DI KAMUI-CHAN È SOLO MIO, OK?! PIANTATELA DI PARLARE DI LUI IN QUESTO MODO!»
Quello strillo li fece sobbalzare entrambi e voltandosi videro Fuma affacciato al sipario con il volto arrossato e un’espressione irritata. Nel giro di due secondi venne raggiunto da Kamui, seccato per l’interruzione delle prove, che lo afferrò per il colletto dell’uniforme esclamando: «Si può sapere perché urli delle assurdità senza motivo? Sei fastidioso! »
Senza dargli il tempo di rispondere, lo trascinò lontano dal palco intimandogli poi di non farsi né vedere né sentire fino alla fine della prove o sarebbero stati guai.
Yuui e Tomoyo, che avevano assistito alla scena in un silenzio sbigottito, si guardarono l’un l’altra scoppiando in una sonora risata e la parentesi psicologica finì lì.

Quel giorno Yuui rientrò prima. Le lezioni erano state sospese e per cucire non era necessario rimanere sulla scomoda panca dietro le quinte dell’auditorium. Per questo avevano deciso, o meglio, Tomoyo aveva deciso, che avrebbero potuto continuare più comodamente a casa. Così a metà pomeriggio avevano smesso di lavorare, lei era rimasta a guardare qualche scena recitata da Sakura e lui, scoraggiato, se ne era tornato a casa. Per le ore rimanenti aveva continuato a cucire il costume di Kamui, poi quando aveva iniziato a farsi tardi, si era messo a preparare la cena. Cucinare aveva un che di rilassante, quando dosava gli ingredienti doveva fare attenzione e rimanere concentrato, così poteva fare a meno di indugiare su pensieri inutili e anche un po’ autolesionisti. Ora il sufflè era pronto, la pasta era sul fuoco e non restava altro da fare che aspettare il ritorno di Fay. Chissà se Tomoyo era rimasta a scuola finché le prove delle scene di Sakura non erano finite? Quando pensava a quello che doveva provare, si sentiva sempre a disagio. Un conto era sapere di non essere ricambiati, ma il fatto che la persona a cui teneva stesse provando un sentimento che non avrebbe mai avuto un lieto fine, se possibile lo faceva sentire ancora peggio. Negli ultimi giorni il rapporto tra Sakura e Shaoran era cambiato, si era evoluto in qualcosa di diverso e più profondo, persino Yuui se ne era accorto. Eppure Tomoyo sorrideva sempre e incoraggiava l’amica come se niente fosse. Quella vista faceva male al cuore.
«Sono a casa. Yuuuui-chaaaan! »
Quel giorno Tomoyo aveva detto che il cuore di una persona non è una proprietà esclusiva. Parlava in generale? Si stava davvero riferendo al rapporto tra i fratelli Shiro? Oppure poteva interpretare la frase come voleva?
«Yuui-chan…»
Significava forse che si poteva voler bene a due persone con la stessa intensità? No, quello assomigliava troppo a tenere un piede in due scarpe. Forse voleva dire che esistono diversi tipi di amore e uno non esclude necessariamente gli altri. L’amore per la famiglia, per gli amici, per l’amica del cuore, per un uomo… Eppure la persona speciale dovrebbe essere una sola.
«Yuui-chan! »
Come poteva pretendere Tomoyo di voler bene allo stesso modo a Sakura e… a qualcun altro? L’altra persona sarebbe stata sempre e comunque in secondo piano. Del resto chi era lui per criticarla? Lui per cui la felicità di Fay veniva prima di ogni altra cosa al mondo eppure pretendeva di essere innamorato di una ragazza, di una (orrore!) studentessa.
«YUUI-CHAAAAN!!! »
Il giovane sobbalzò vistosamente lasciando cadere il cucchiaio che precipitò nella pentola schizzandogli il braccio di acqua bollente.
«Ahia! Accidenti! Fay, mi hai fatto prendere un colpo. Non ti ho sentito entrare. »
«Me ne sono accorto. Dai, metti quel braccio sotto l’acqua fredda. » disse Fay togliendosi la giacca e appoggiandola a una sedia. «Va tutto bene, Yuui-chan? Non è dalla grande casalinga essere soprapensiero in cucina. »
Yuui raffreddò la scottatura, poi si asciugò il braccio.
«Sì, non preoccuparti. Tutto bene. Ero solo distratto e… AAAAAHH! LA PASTA! IL SUFFLÈ! »
Precipitandosi ad aprire il forno, venne investito da una nuvola di fumo e davanti ai suoi occhi la crosticina sottile del suo capolavoro culinario collassò su sé stessa sgonfiandosi completamente.
«No… Almeno la pasta…»
Fay sollevò il cucchiaio con espressione perplessa.
«Ehm… temo che sia colla…» commentò.
Yuui si lasciò cadere su una sedia desolato.
«La pasta scotta, il sufflè bruciato… È la prima volta che mi capita una cosa del genere. Fay, mi dispiace…»
Il fratello ridacchiò.
«Bhè, non è la fine del mondo! Può capitare a chiunque di avere la testa tra le nuvole. Vorrà dire che stasera mangeremo ramen istantaneo. »
Yuui si lasciò sfuggire un lamento. Un cuoco che mangia ramen istantaneo…
«Vai a riposarti, qui ci penso io. » disse Fay. «Ti chiamerò quando è pronto. »
«Ma sei appena tornato dal lavoro! » protestò Yuui. «Sarai stanco. »
«Scommetto che invece tu hai cucito tutto il giorno. Ti prometto che non farò esplodere nulla. Dai, Yuui-chan, non farmi preoccupare. »
Quelle erano le parole magiche e Yuui capitolò lasciando il proprio regno nelle mani del fratello.

Il giorno successivo Fay si avviò a scuola da solo. Yuui aveva cucito fino a tardi quindi aveva preferito lasciarlo dormire. Era sgattaiolato in camera sua per spegnere la sveglia prima che suonasse, in modo che potesse riposare un po’ di più. Era sicuro che quando si fosse svegliato, sarebbe stato furioso con lui per il ritardo che gli aveva causato, ma aveva provveduto anche a quello giustificandolo in anticipo con la preside Ichihara. A questo punto poteva occuparsi tranquillamente delle prove dello spettacolo.
«Smettila di girarmi attorno! » esclamò Kurogane distogliendolo dai suoi propositi. «Questa è una scena di combattimento. Se non me li lasci addestrare a dovere, sembreranno delle papere sul palco! Vai a occuparti delle scenografie con Mono. »
Brontolando Fay lasciò la scena e Kurogane poté continuare la lezione improvvisata di kendo che stava facendo ai ragazzi.
«Dovete tenere la spada in questo modo e attaccare con decisione. Così! Watanuki, insomma, stai tenendo un fioretto o una scopa? Un po’ di convinzione! Forza, ora provate con le battute. Shiro! Li! »
Shaoran e Kamui si misero in posizione con le spade di legno spianate e iniziarono a girarsi attorno come se si stessero studiando.
«Se la principessa non potrà pregare per la pace di Sephiro, questo mondo rischia la rovina, non lo capisci? » esclamò Kamui attaccando.
Shaoran parò con una certa difficoltà.
«Per quale motivo la principessa deve pregare per Sephiro? » ribatté. «Perché soltanto la principessa deve continuare a pregare per…»
BAMBAMBAMBAM
«… per… per Sephiro?! »
Kamui lanciò un’occhiata a Kurogane che aveva un’espressione terribile e tentò di mantenere il tono previsto dal copione.
«Ma… ma cosa stai dicendo? »
«La colonna di Sephiro vive in prigionia…»
BAMBAMZANZANZAN
«SI PUO’ SAPERE COSA DIAVOLO STAI FACENDO?!? » ruggì Kurogane saltando giù dal palco e abbandonando i ragazzi sconcertati.
Percorse a passo di carica l’intera sala fino a raggiungere il fondo del teatro da cui provenivano i rumori molesti.
«Hatenaki yume mo tomeruuuu…(1)» canticchiava una voce stonata.
Dall’altro angolo della stanza rispose una voce più sottile.
«Shirube maki mirai de…»
ZANZANZANBAMBAM
Kurogane, che si era fermato per un attimo, riprese risoluto la sua marcia.
«Cosa stai facendo? » tuonò di nuovo.
Fay sollevò la testa dal suo piano di lavoro e lo fissò con quegli occhioni così incredibilmente azzurri e così falsamente innocenti.
«Stiamo rinforzando le basi degli alberi di cartone con delle assi di compensato in modo che non ci cadano in testa durante la recita. » rispose. «Sei stato tu a dirmi di occuparmi delle scenografie, con quel braccio non potresti fare molto, Kurochu-sensei. »
Kurogane fece per rispondere ma in quel momento sopraggiunse Fuma con in mano una nuova asse e un seghetto.
«Boku ga hikari nakushitemo itsukaaaaa… Oh, Suwa-sensei! È venuto anche lei a farsi una cantatina? » esclamò. «Siamo così bravi che potremmo fare concorrenza a Tomoyo-hime! »
Kurogane non ci vide più.
«MA QUALE CANTATINA! STATE DISTURBANDO LE PROVE, CASINISTI! ANDATE A MARTELLARE DA UN’ALTRA PARTE! »
Fece per tornare al palco, poi cambiò idea, si voltò e afferrò Fay per un braccio.
«Tu vieni con me, non ti si può lasciare da solo un attimo che combini danni! » intimò. «È ora che comincia comportarti come un vero coordinatore! »
Sotto lo sguardo stupito di Fuma, se lo trascinò dietro mentre l’altro strillava: «Aaaaaah! Rapimento! Kuropi-sensei, sei un bruto! »
Fu in quel momento che Yuui fece il suo ingresso nell’auditorium.

Yuui rimase per un attimo immobile davanti a quella scena poi, quando si rese conto che in realtà Fay si stava divertendo un mondo, scosse la testa condiscendente e si avviò dietro le quinte. Avrebbe sgridato suo fratello più tardi.
Mentre disponeva sulla solita panca il costume su cui aveva lavorato la sera prima, gli si fece incontro Tomoyo.
«Buongiorno, Flourite-sensei. Che meraviglia! Quel costume è bellissimo, sembra perfetto per Shiro! »
«Grazie, Daidoji. Anche il tuo per Kinomoto sarà sicuramente splendido. »
Eccolo di nuovo, il consueto imbarazzo. Possibile che fosse così imbranato?
Esattamente come il giorno prima, rimasero a cucire in silenzio, Yuui che rifiniva il costume del Cavaliere del Fuoco e Tomoyo che iniziava a imbastire quello del Cavaliere dell’Acqua per Watanuki. Era una situazione estremamente deleteria per il giovane che non riusciva a concentrarsi su quello che stava facendo. I suoi occhi correvano continuamente al viso assorto di Tomoyo e come immediata conseguenza si punse una decina di volte e al termine del lavoro si rese conto di aver ricucito inavvertitamente un giromanica.
«Se non faccio qualcosa finirò per impazzire. » si disse demoralizzato.
Non era da lui comportarsi in quel modo. Di solito era quello che risolveva i problemi degli altri, la persona saggia che trovava una soluzione a tutto, quindi ora perché si stava comportando come un adolescente imbranato? Perché?! Calma… Se gli avessero chiesto consiglio su una situazione simile, da osservatore esterno cosa avrebbe risposto? Sicuramente che una relazione tra un insegnante e una sua allieva era qualcosa di deprecabile. A quello aveva pensato fino alla nausea ma l’unica conclusione a cui era giunto era che non poteva farci proprio niente se lei aveva dieci anni di meno. Si era innamorato e basta. Un altro consiglio razionale sarebbe stato quello di parlarle apertamente. Era l’unico modo per avere una risposta chiara da lei e visto come si stava comportando ultimamente e i disastri che combinava a causa della sua testa tra le nuvole, era meglio che lo facesse il prima possibile.
«Che ci vuole? Diamine, Yuui, sei una persona adulta, tira fuori la grinta! » si rimproverò. «Daidoji, senti…»
«Yuui-chaaaan! »
In quel momento, per la prima volta nella sua vita, Yuui sentì che avrebbe potuto fare del male a suo fratello.
Fay si affacciò alle quinte con un sorriso a trentadue denti.
«Yuui-chan, per favore, tu e Tomoyo-hime potete controllare se nella “discarica Imonoyama” ci sono anche delle spade di scena? » chiese indicando lo sgabuzzino.
Yuui sospirò di rassegnazione e si alzò seguito da Tomoyo. Aprì la porta, scese i gradini e accese la minuscola lampadina che penzolava dal soffitto.
«Dubito che qui ci sia qualcosa di diverso dalla polvere. » commentò.
All’improvviso il rumore di uno scatto metallico li fece voltare entrambi. La porta si era richiusa.
«Oh, accidenti. » brontolò Yuui spingendo la maniglia.
La porta non si mosse di un millimetro. In preda a un orribile presentimento cominciò a scuoterla e a spingere il battente. Niente.
«Se è uno scherzo, non è divertente! » esclamò. «Fay! Mi hai sentito? Apri! Fay! »
Silenzio.
Yuui iniziava a sentirsi in ansia. Come diavolo aveva fatto quella stupida porta a chiudersi da sola?
«Flourite-sensei, si calmi. » disse Tomoyo avvicinandosi. «Sono sicura che è stato un incidente. Quando vedranno che non torniamo, verranno ad aprire. Adesso, per favore, si sieda e si calmi. »
Yuui si lasciò cadere su uno scatolone, tentando di fermare il leggero tremito delle sua mani. Se era davvero opera di Fay questa volta non l’avrebbe passata liscia. Ma no, cosa stava pensando? Fay lo conosceva bene, non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere.
«È strano vederla così agitato, sensei, lei che di solito è così pacato. » continuò Tomoyo. La sua voce era in qualche modo rassicurante. «Non mi dica che soffre di claustrofobia? »
«Bhè…» cominciò Yuui tentando di controllare la voce che aveva cominciato a tremare a sua volta. «… Diciamo che non sopporto i luoghi troppo piccoli e chiusi. Sì, forse… forse è claustrofobia…»
Quanto si sentiva sciocco. Dopo quello non avrebbe mai più trovato il coraggio di parlarle.
«Credo che le farebbe bene distrarsi. » disse ancora Tomoyo. «Per esempio potrebbe dirmi quello che mi vuole dire da giorni. È una buona occasione, no, Flourite-sensei? »
In quel momento Yuui desiderò che una voragine si aprisse sotto i suoi piedi e lo inghiottisse definitivamente. Da quando era così trasparente? Fay diceva sempre che era enigmatico e adesso veniva fuori che Tomoyo aveva già capito tutto. La sbirciò di sottecchi per capire se lo stava prendendo in giro, ma lei si era tranquillamente seduta su una cassa e sorrideva amabile come sempre. Gli occhi grigi brillavano più del solito in quella luce fioca e i lunghi riccioli scuri ricadevano morbidi sulle spalle creando un vivace contrasto con l’uniforme bordeaux. Possibile che non si rendesse conto di quanto fosse bella?
Yuui prese un respiro.
«Innanzi tutto odio quel “Flourite-sensei”! » esclamò. «Perché chiami mio fratello per nome e me per cognome? Non dire che è per distinguerci perché ho un nome anch’io. Questa situazione mi sta facendo impazzire! Averti sempre vicina e non poterti toccare perché tu sei un’allieva e io un professore. Sapere che comunque vadano le cose, non ti volterai mai verso di me. È doloroso, non riesco a togliermi il pensiero di te dalla testa e la pasta è scotta, il sufflè bruciato e il giromanica ricucito! Mi sono scottato e punto non so quanto volte e sto dicendo una valanga di cose senza senso solo perché sono chiuso in questo microscopico sgabuzzino! »
Yuui si fermò un attimo a riprendere fiato. Non era quello il modo giusto di affrontare il problema, ma se si fosse fermato a riflettere, la parte conscia della sua mente non sarebbe riuscita a controllare il panico della claustrofobia. Meglio continuare a dire tutto quello che gli passava per la testa, almeno si sarebbe tolto un peso. Del resto, più sincero di così non poteva essere.
«In fondo credo che io e te ci assomigliamo. Abbiamo entrambi una persona a cui teniamo più di chiunque altro al mondo e che viene sempre e comunque prima di tutto. Probabilmente il mio è solo un ragionamento egoistico, ma mi accontenterei di essere il secondo, anche se è orribile pensare di proporti la stessa cosa. Oh, Dio, sto di nuovo straparlando! Non posso credere di fare questo genere di ragionamenti! Fay è il mio unico fratello, quando ci siamo ritrovati ho giurato a me stesso che mi sarei preso cura di lui e della sua felicità, e ora non gli ho nemmeno accennato tutto questo! Devo parlare con lui! »
Senza pensarci due volte, si alzò e si diresse alla porta, dimenticandosi completamente che fosse bloccata. Tomoyo lo raggiunse prima che cominciasse di nuovo ad agitarsi e lo ricondusse a sedere sullo scatolone.
«Non vuole nemmeno darmi la possibilità di rispondere, Flo… Yuui-sensei? »
Sentendo pronunciare il proprio nome Yuui la fissò a bocca aperta. Era la prima volta che lo sentiva da quella labbra e non gli era mai sembrato così dolce. Abbassò gli occhi sentendosi in colpa per tutte le parole che le aveva appena rovesciato addosso.
«Scusami…»
«No, sono io che mi devo scusare per averla fatta soffrire in questo modo. Sono stata insensibile e superficiale. »
Yuui tentò di ribattere ma lei continuò.
«Però, Yuui-sensei, si ricordi quello che le ho detto ieri. Il cuore delle persone non è una proprietà esclusiva, quindi il fatto che lei provi dei sentimenti per me non significa che sta tradendo Fay-sensei o che in qualche modo lo amerà di meno. Allo stesso modo io posso voler bene a Sakura-chan ma il mio cuore non potrà appartenerle completamente. Forse è vero che entrambi all’inizio saremo al secondo posto per l’altro, però non è detto che le cose non cambino e credo che sarebbe davvero un peccato non fare almeno un tentativo. »
Per un attimo Yuui credette di aver capito male, poi si accorse che Tomoyo era leggermente arrossita e la trovò una visione meravigliosa.
«Vuoi dire che tu… davvero…» balbettò.
«Voglio dire che sì, dovremmo provare a frequentarci. » rispose la ragazza non senza imbarazzo. «Dopotutto lei, Yuui-sensei, è una persona molto gentile e se dicessi che non mi piace neanche un po’ mentirei spudoratamente. »
Istintivamente Yuui saltò giù dalla cassa dove era seduto e si avvicinò per abbracciarla. Si rese conto di quello che stava per fare quando era già di fronte a lei con le braccia protese e di nuovo lo assalirono i dubbi.
«Ehm… posso abbracciarti? » chiese titubante.
Tomoyo azzerò la distanza tra loro e gli circondò la vita con le braccia sottili.
«Certo! »
Rimasero così per lungi istanti. Yuui si sentiva scoppiare di felicità e il senso di colpa nei confronti di Fay si era rintanato in un angolino remoto della sua coscienza.
«Sarà complicato, lo sai? » chiese ad un certo punto.
«Io adoro le cose complicate. » rispose Tomoyo senza scomporsi minimamente.
Yuui sorrise: non si lasciava scoraggiare da niente e lui amava questo lato del suo carattere.
«Senti, Tomoyo-chan, adesso me lo puoi dire perché mi chiamavi sempre per cognome? »
La ragazza ridacchiò contro la stoffa della sua camicia.
«In realtà è un motivo molto semplice. Fay-sensei chiama quasi sempre noi studenti per nome quindi viene spontaneo fare lo stesso. Tu invece ci chiami per cognome, così io facevo lo stesso. Era una questione di… diciamo rispetto reciproco. Proprio adesso però mi hai chiamata per nome quindi anch’io sento di poterti dare del tu, Yuui… -san. »
«Se l’avessi saputo, sarei stato molto meno formale! Il tuo nome è così bello, Tomoyo-chan! »
«Volevo anche dirti che non devi preoccuparti per Fay-sensei. Ho l’impressione che molto presto ci sarà qualcun altro a prendersi cura di lui, ma questo lo sai già, vero? »
A quell’affermazione Yuui spalancò gli occhi. Niente da dire, quella ragazza era davvero intuitiva. Stava per rispondere quando un paio di colpi risuonarono contro il legno della porta.
«Yuui-chan! Sei lì dentro? Stai bene? » esclamò la voce di Fay.
«Fay! » esclamò il giovane ricordando la pessima situazione in cui si trovavano.
«Non preoccuparti, adesso ti tiriamo fuori. » continuò il fratello.
«La serratura è incastrata, vado a cercare un cacciavite. » disse la voce di Kurogane.
«No, non c’è tempo. A Yuui-chan non piacciono i luoghi chiusi, dobbiamo fare in fretta. Kurochu-sensei, pensaci tu. Fammi vedere la tua potenza! »
Ci fu uno strano tramestio poi Fay strillò: «No, non su di me! Sfoga la tua rabbia sulla porta! »
Un attimo dopo si sentì un tonfo, la polvere volò ovunque e la porta precipitò sul pavimento. A Yuui non sembrò vero di respirare aria fresca, anche se ne fu presto impedito dall’abbraccio strangolante di Fay. «Sicuro di stare bene, Yuui-chan? » continuava a ripetere suo fratello. «Mi sono preoccupato. Hai la faccia tutta arrossata. E tu, Tomoyo-chan, tutto a posto? »
«Mai stata meglio. » rispose la ragazza con un sorriso dolce.
Fay li scrutò per un attimo poi li strinse entrambi in un abbraccio collettivo.
«Fantastico! » esclamò.
Forse, si disse Yuui, non sarebbe stato necessario spiegargli niente.

Kurogane non avrebbe saputo dire per quale motivo era salito in terrazza. Ormai era sera, le prove erano terminate e tutti erano tornati a casa. Dopo aver finito di compilare i registri, era salito al piano superiore per controllare di non aver dimenticato niente in aula e nel farlo era passato davanti alla scala che portava alla terrazza. Di solito non passava mai di lì né saliva sul tetto, ma la porta aperta in cima alla scala lo aveva incuriosito. Ascoltando con attenzione si era reso conto che dall’alto proveniva una melodia. Era la stessa voce che lo aveva disturbato durante le prove, ma questa volta era molto più delicata e la melodia era triste e struggente. Non era riuscito a resistere e prima di rendersene conto si era trovato in cima ai gradini, affacciato alla porta. Fay dava le spalle all’ingresso. La sua figura sottile spiccava in controluce sul rosso del tramonto, avvolta dal camice che ondeggiava lentamente nella brezza della sera. Kurogane sentì qualcosa stringersi alla bocca dello stomaco.
«Kiweta ita saibastia
Inaria miamenta
Asora ita saibastia
Imilia iyasii

Kasa melistora
Imeta i aora
Kasa melistora
I kasa melindora…»
(2)
Kurogane si appoggiò alla porta e lo scatto della maniglia fece voltare Fay. L’espressione triste del suo volto lasciò Kurogane di sasso, ma durò una frazione di secondo poi l’altro sorrise.
«Kuropon-sensei, sei ancora qui? Pensavo non ci fosse più nessuno. »
Kurogane avanzò di un paio di passi sulla terrazza senza trovare niente di sensato da dire. Non sapeva nemmeno lui perché si trovava lì.
«Mi hai sentito, eh? È imbarazzante. » continuò Fay ridacchiando. «Mi è tornata in mente questa vecchia canzone. Yuui-chan dice che ce la cantava nostra madre, ma io non me lo ricordo. Non ricordo nemmeno il volto di nostra madre, solo questa canzone. » Sospirò. «Forse ho fatto una sciocchezza. »
«Quale delle tante? » chiese Kurogane burbero.
«Non sei per niente carino, Kuromyu. Sai, Yuui-chan se n’è andato prima per accompagnare Tomoyo-hime. Non è la prima volta che torniamo a casa separatamente, ma oggi… non lo so, mi ha messo tristezza. Non posso nemmeno prendermela con qualcuno perché se siamo arrivati a questo punto è solo colpa mia. Volevo fare un favore a mio fratello e adesso dovrei essere felice per lui, ma non ci riesco. Sono davvero una pessima persona. »
«Quanto chiacchieri stasera. » disse Kurogane.
Quella sorta di strana confessione lo faceva sentire a disagio e non sapeva cosa dire per far sparire l’espressione triste sul volto dell’altro. Dopotutto lo squinternato professore di chimica era quello che lo prendeva in giro in continuazione, non quel ragazzo all’apparenza così fragile.
«Scusami, hai ragione, sono noioso. » rispose Fay abbassando gli occhi.
Pessima mossa, adesso andava anche peggio.
«È vero, dovresti essere contento. » riprese Kurogane tentando di riparare il danno. «Non devi più preoccuparti né per i fratelli Shiro, né per Li e Kinomoto. Eri in ansia per loro, no? »
Ebbe la soddisfazione di vedere l’espressione stupita di Fay.
«Così te ne eri accorto. Sei incredibile. Kuro-papà che tiene d’occhio i suoi bambini! »
Scherzava ma i suoi occhi erano stranamente lucidi. Kurogane avrebbe voluto fargli una scenata per quel nomignolo imbarazzante, ma a quella vista tutta la sua irritazione evaporò.
«Io non ho fratelli quindi non posso esserti d’aiuto. » disse invece. «Dovrai trovare la forza di superare tutto questo da solo. »
Era una risposta dura, ma era l’unica che fosse in grado di dare. Lui si era sempre arrangiato da solo e non era per niente bravo a dispensare aiuti e consigli.
«Lo so. » rispose semplicemente Fay.
Quell’atteggiamento remissivo metteva Kurogane a disagio.
«Tu… stai ancora aspettando? » chiese a bruciapelo.
«Cosa?! » fece Fay stupito voltandosi verso di lui.
«Quella canzone. Desiderare l’impossibile aspettando fedelmente e sorridendo. Ne sembravi molto coinvolto. »
Fay tornò a guardare davanti a sé.
«Ho aspettato per molto tempo ma ora per quanto possa farlo è tutto inutile…»
La sua voce tremò leggermente e gli occhi azzurri si fecero più lucidi e brillanti. Istintivamente Kurogane gli appoggiò una mano sulla testa affondando le dita tra i capelli biondi.
«Canta. »
«Eh? »
«Piuttosto che stare così, canta. »
Fay chiuse gli occhi e prese un respiro.
«Kiweta ita saibastia
Inaria miamenta
Asora ita saibastia
Imilia iyasii

Kasa melistora
Imeta i aora
Kasa melistora
I kasa melindora
Iliya…»



CONTINUA...


(1) È il ritornello di “Blaze”, sigla iniziale della prima stagione di Tsubasa.
(2) “A song of storm and fire”, Tsubasa Chronicle OST.
Traduzione:
Questo tenero volto sorride nella nebbia
Vedo questo volto e desidero
L’impossibile desiderio
Aspettando fedelmente
E sorridendo così pacificamente
Aspettando fedelmente
E aspettando pazientemente
Desidero…



NOTICINA DI YUKI:
Whaaaaaa!!! Quanto mi piace l'ultima scena! (si autocelebra...) E' così scandalosamente KuroFay! E poi io amo "A song of storm and fire"! Immaginate che quella cantata da Fay sia una sorta di versione strumentale, più lenta e melodica dell'originale. Dopo Kuro-Turchino arriva Kuro-cuscino e Fay inizia a riflettere... Che brutta cosa quando la gente comincia a pensare, basta vedere come si è ridotto il povero Yuui! Allora, cosa ne pensate della nuova coppia? Lo so, lo so, ho spudoratamente inventato, ma Yuui e Tomoyo hanno un carattere simile e li vedo troppo bene insieme! Qualche piccola precisazione. La caviglia che Fay si è stortato cadendo nella botola è la stessa a cui si era fatto male a Outo, mentre il braccio di Kurogane è quello che... chi conosce gli spoiler lo sa! Anche la claustrofobia di Yuui non è un caso: il vero Fay (ovvero quello che in Horitsuba ricopre il ruolo di Yuui) è stato rinchiuso nella torre, da qui il "mio" Yuui non sopporta i luoghi chiusi. Lo so, sono un po' contorta...
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
Rika_fma_lover: Fay-Okaasan col kimono!! So lovely!!! Ehm... Verrà anche il momento di Watanuki, abbi fede! Soddisfatta dalla rivelazione Yuuiesca? Spero di sì! No, povero Fuma! Poi come fa ad abbracciare Kamui-chan? (questo significa che ho qualcosa in serbo anche per loro ^_^) I due Mokona piacciono anche a me, specialmente Soel quando da corda ai discorsi di mammina-Fay, ma gestire queste due... creature mi era un po' complicato quindi no, sorry, niente Mokona... Addirittura le palme! Grazie! Alla prossima!
Francesca Akira89: Tomoyo è uno dei miei personaggi preferiti quando si tratta di frasette lasciate a metà e sottintesi. In Cardcaptor era una grande e in Tsubasa secondo me è la prima fangirl a supportare il KuroFay! Altro che KuroTomo, ragazzi, parliamone... ^_^ Due paroline di spiegazione su Rayearth: mi sono divertita a giocare un po' con lo scambio dei personaggi facendo interpretare le protagoniste a tre ragazzi e Clef a Tomoyo. Non c'è un motivo particolare, ho solo complicato un po' di più le cose. :-p Per fortuna qualcuno è d'accordo con me su Ashura! Io amavo gli occhioni azzurri di Fay e quando ho letto che fine fa il secondo volevo piangere... Clamp malefiche!! Ultimamente sono solita dire una cosa: adoravo un mago simpatico con due splendidi occhi azzurri e mi ritrovo con un vampiro orbo e depresso. Che gran salto di qualità...
Doremichan: Davvero? Davvverodavvero??? Sono contenta che trovi la mia storiella divertente, di solito non mi sento per niente portata per il comico, infatti tutte le mie storie finiscono per parlare di qualcosa di triste prima o poi. Sarà che Kurottolo e Fayattolo mi ispirano! In effetti lo scopo della fic è trattare tutte le coppie più gettonate. Arriverà anche il turno di Wata, e prima di quanto pensi! Bacio e grazie ancora!
_ALE2_: Sì, le Clamp fanno già confusione di loro, se poi io ci metto del mio mescolando i caratteri dei personaggi che appaiono in più di un'opera, non ne usciamo. Spero che questo non crei problemi. Se ti sei persa qualcuno chiedi pure! ^_^ Gli sviluppi KuroFay continueranno e anche gli accenni SeiSub! Hi hi! Ho aggiornato un po' in ritardo, perodono!
Elychan: Kuro-cuscino! ^_^ Spero che ti sia piaciuta anche la nuova coppia! Ieri aprendo l'armadietto del bagno ho trovato lo shampoo di mia sorella... ai fiori di ciliegio! Anche lei! Questa cosa mi ha ispirato una scenetta che inserirò nella prossima fic (tremate! Questo significa che è molto probabile che Horitsuba Festival abbia un seguito!) Gli omake li ho trovati tutti e tre tradotti sul sito The Dreamers , i primi due nella pagina della sezione di Tsubasa dedicata ad Horitsuba e il terzo mi sa che è ancora nelle news. Buona lettura! (Fay-Okaasan col kimono!! Non posso fare a meno di ripeterlo ogni volta!) Ti consiglio di scaricarti anche le immagini dei booklet dei drama cd, Fay e Kuro vestiti da cametriera sono qualcosa di impagabile!
Yusaki: Wha, grazie! Inchin inchin... Sakura e Shao-kun si uniscono a me nel ringraziare. Ma come istinti omicidi verso Kamui-chan? Lui che è così tenero! Eh! (penso che se fossi stata Fuma, io l'avrei già abbondantemente mandato al diavolo, ma si sa, l'amore è cieco, sordo e muto...) Tomoyo è una grande, penso che lei e Yuko andrebbero d'accordissimo. Se quelle due dovessero collaborare chissà cosa ne uscirebbe! Mmmm, non è male come idea! Fay-sensei... bhè... è capace di tutto! ^_^
ViKy_FrA: Ciao! Bhè, la mia avversione vera e propria per Shaoran è iniziata quando il clone si è mangiato l'occhio di Fay, lì è scattato l'odio! Gli avrei perdonato qualunque cosa ma il MIO Fay doveva lasciarlo stare! Poi l'originale ha asciugato per
secoli con tutta la sua storia e per mille capitoli non si sono visti nè Kuro nè Fay (cosa facevano nel frattempo? Thè e pasticcini? Per i più puritani lasciamo che si pensi così...) e all'avversione si è aggiunta la noia. Bha, però Shao è Shao, non potevo maltrattarlo. Anch'io di solito mi innamoro del personaggio più sfigato e contorto di ogni serie (che di solito fa una fine orribile...). Per citarti qualcuno di clampesco, adoro Subaru, Kamui, Eagle, ovviamente Fay e se conosci Code Geass, Lelouch. Ormai mi dicono che se piace a me, o ha un passato orrendo, o impazzisce, o schiatta la pagina dopo. -_-''' Oddio, un'altra maniaca degli occhi! Vuoi associarti alle Clamp? Tanto la metà dei loro personaggi è ciecata. I tre omake di Horitsuba tradotti in italiano li trovi nel sito che ho linkato nella risposta a Elychan. Buona lettura anche a te e grazie dell'immagine!
li_l: Nei preferiti? GRAZIE!!! Bhè, ho voluto riscattarlo un po' questo povero Subaru, mi piange il cuore a vederlo sempre depresso. Argh! Hai citato la mia spina nel fianco, vol.16/ep.16! Ho urlato dietro alle Clamp in entrambi i casi! Maledette folate di vento! La DouWata, tra poco. Secondo me Himawari è come Tomoyo in quel campo, una fangirl! :-p
Grazie a tutti e a presto!
YUKI-CHAN




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(Possibile che si comportasse sempre in questo modo prepotente ignorando i desideri altrui? Lo detestava dal profondo del cuore! Se almeno avesse smesso di stringerlo in quel modo…)

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Capitolo 6
*** Contact ***


Horitsuba Festival 06 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



06
***
Contact
(Watanuki)


Quella giornata era iniziata decisamente bene. Finalmente per la prima volta da giorni, Kurogane sentiva di avere la mente sgombra da pensieri molesti. Da quando avevano avuto quella sorta di colloquio sulla terrazza, avere a che fare con Fay era diventato ancora più complicato. Non che il collega avesse cambiato atteggiamento verso di lui, anzi lo prendeva in giro come al solito. Semplicemente Kurogane non riusciva più a mandarlo a quel paese con la stessa naturalezza di prima. Ogni volta che ci provava gli tornavano in mente quegli occhi tristi, l’insulto gli moriva sulle labbra e si limitava ad un «Tsk! » scocciato. Quel giorno però non c’era pensiero contorto che tenesse. Si era svegliato lucido e carico. Quello era il primo giorno del Festival di Primavera e si sarebbero tenute le tanto attese gare sportive.

Kimihiro Watanuki si era sempre considerato una persona pacata e tranquilla e anche se gli altri sostenevano il contrario, lui continuava ad esserne convinto. Quel giorno però i suoi nervi erano già stati messi a dura prova. Prima di tutto, appena giunto a scuola, si era dovuto subire insieme agli altri una strigliata da Suwa-sensei. Il professore era più energico del solito e in quel modo probabilmente intendeva incoraggiarli a dare il meglio nelle gare che si sarebbero tenute da lì a poco, peccato che il suo atteggiamento risultasse abbastanza spaventoso. Subito dopo si era svolta la cerimonia di apertura del Festival, con tanto di discorso della preside Ichihara a tutti gli studenti. Watanuki sarebbe stato ben felice di passare tutto quel tempo ad annoiarsi e a rimirare la dolce Himawari, sennonché il posto assegnatogli era esattamente dietro Domeki che, con la sua altezza non indifferente, gli impediva ogni visuale. Questo aveva finito per irritarlo terribilmente. Ciliegina sulla torta, la prima gara, quella di kyudo, aveva visto proprio Domeki come protagonista. Davanti agli occhi di tutta la scuola, il ragazzo aveva eliminato uno dopo l’altro tutti gli avversari e si era aggiudicato senza sforzo il primo posto. Ovviamente l’intera popolazione femminile dell’Horitsuba stravedeva per lui, persino Himawari lo fissava incantata. Watanuki si chiedeva cosa ci trovassero in quel tipaccio taciturno e inespressivo. Comunque sia, se a inizio giornata era stato completamente rilassato, ora iniziava a sentire la tensione per la sua gara imminente. Ce n’era voluto del bello e del buono per convincere Suwa-sensei a lasciarlo correre nella staffetta quindi non poteva assolutamente fare una brutta figura. Inoltre avrebbe corso con Himawari e questo non faceva che aumentare la sua determinazione.
Con un sospiro lasciò l’angolo del cortile allestito per il kyudo e si diresse verso la palestra. Nella prima metà della giornata si sarebbero svolte tutte le competizioni individuali quindi aveva tempo per rilassarsi godendosi la gara di arti marziali di Shaoran. La palestra ovviamente era già gremita e sulla pedana si stavano sfidando i migliori atleti della scuola. Fu solo per un colpo di fortuna che Watanuki riuscì a individuare Sakura e Tomoyo e a ritagliarsi un angolino accanto a loro.
Sakura era completamente presa dagli incontri.
«Ecco, ecco! È il turno di Shaoran-kun! » esclamò ad un tratto.
Watanuki lanciò un’occhiata preoccupata alla pedana: l’avversario di Shaoran era grosso il doppio di lui.
«Speriamo bene…» commentò.
«Sono sicura che vincerà! Shaoran-kun è fortissimo! » ribatté Sakura convinta.
Tomoyo si voltò verso il ragazzo.
«Torni dalla gara di kyudo? Ho saputo che Domeki ha vinto alla grande. » disse.
Watanuki si imbronciò.
«Già, gli stanno facendo tutti festa. » brontolò. «Mi chiedo cosa ci trovino…»
«Se fossi rimasto anche tu a festeggiare, forse l’avresti capito. »
«Eh? »
Qualunque richiesta di spiegazioni fu messa a tacere da un urlo di Sakura.
«Shaoran-kun! Forza! »
Si voltarono entrambi verso la pedana e in quel momento Shaoran atterrò il proprio avversario. Tutto attorno a loro si levarono grida di giubilo. Sakura prese a saltellare entusiasta mentre Tomoyo batteva le mani.
Bene, si disse Watanuki, avevano in classe un altro campione. Se aveva sperato di rilassarsi seguendo il torneo di arti marziali, si era sbagliato di grosso. Del resto avrebbe dovuto aspettarselo. Conosceva Shaoran da anni e sapeva bene che nelle arti marziali era imbattibile. Per un certo periodo si era divertito a prenderlo in giro per le sue incertezze sentimentali, ma ora che il ragazzo e Sakura si erano reciprocamente dichiarati, era diventato un argomento tabù. A pensarci era un po’ deprimente. Watanuki si sentiva lasciato indietro. Il suo migliore amico aveva una ragazza, Fuma, lo scapestrato della classe, era completamente perso dietro a Kamui che prima o poi gli avrebbe ceduto, persino Subaru Sumeragi sembrava avere una storia con qualcuno. Possibile che lui fosse l’unico che non riusciva a destare l’interesse della persona che voleva? Quel pensiero gli mise addosso ancora più agitazione. Se fosse riuscito bene nella staffetta avrebbe portato un’altra medaglia alla sua classe e forse Himawari lo avrebbe apprezzato un po’ di più.
«Forza e coraggio! » esclamò tra sé mentre lasciava le ragazze ad esultare e abbandonava la palestra.

Era passato da poco mezzogiorno quando Kurogane si lasciò cadere sul prato esausto. Era partito convinto ma ora si rendeva conto che gestire l’intera organizzazione delle gare non era per niente semplice. Aveva trascorso tutta la mattina a correre da una parte all’altra della scuola a dare il via alle diverse competizioni e a premiare i vincitori e ora che si sentiva così spossato, si rendeva conto di non essersi nemmeno portato il pranzo. Avrebbe potuto andare al bar della scuola ma non era sicuro che fosse rimasto qualcosa.
«Eccoti qui, Kuropon-sensei! » esclamò ad un tratto una voce fin troppo conosciuta e Fay si lasciò cadere accanto a lui in uno svolazzare di stoffa bianca.
Perché portasse il camice anche quando non c’era lezione, Kurogane se l’era sempre chiesto.
«Ti sei nascosto, eh, Kuromin? Volevi sfuggire ai tuoi impegni? »
«Volevo solo riposarmi e mangiare in santa pace. » brontolò Kurogane.
«Ooooh… però non stai mangiando. »
Perché? Perché continuava a cercarlo? Dopo quella sera non si sentiva in imbarazzo neanche un po’? Che incredibile faccia tosta.
«Ho dimenticato il pranzo. »
A quelle parole Fay sfoderò un enorme sorriso e una scatola da dietro la schiena.
«Allora puoi mangiare con me! Ti offro metà del mio bento! »
No, decise Kurogane, non aveva decisamente un minimo di ritegno. Scrutò con diffidenza la scatola ricolma di prelibatezze poi riportò lo sguardo scarlatto sul collega.
«Hai cucinato tu? »
«No, è stato Yuui-chan. Ehi, Kuro-papà, stai forse dicendo che non ti fidi della cucina di mammina-Fay? Potrei offendermi, sai? »
Con orrore Kurogane si rese conto che le proprie guance si stavano scaldando. Che fosse irritazione? Sì, era senza dubbio quello.
«PIANTALA DI DIRE COSE ORRENDE! » tuonò suscitando l’ilarità del’altro.
Tentando di sfuggirgli e ridendo come un matto, Fay corse via verso la pista di atletica dove ancora si trovavano gli ostacoli sistemati per l’ultima corsa. Kurogane se ne accorse con un attimo di ritardo visto che lo stupido correva guardandosi sempre alle spalle.
«Ohi, guarda avanti! » esclamò giusto un secondo prima di vederlo inciampare nella base di un ostacolo e rovinare a terra.
«Tutto a posto? » chiese raggiungendolo.
«Un po’ ammaccato ma niente di grave. La caviglia non mi ha retto. »
«Questo perché fai sempre di testa tua. Quel medico da strapazzo ti aveva detto di tenerla a riposo, ma tu non ascolti mai nessuno. »
«E dai, Kuropin-sensei, non parlare così di Seishiro-san…» disse Fay, ma le sue parole vennero interrotte da Kurogane che si fece passare un suo braccio attorno alle spalle sollevandolo.
«Andiamo a metterci un po’ di ghiaccio prima che peggiori. »
Forse era riuscito a trovare un modo per zittirlo perché Fay non disse una parola finché non raggiunsero l’infermeria. Questo diede a Kurogane la possibilità di considerare esattamente quello che stava facendo. Circondandogli la vita con un braccio per sostenerlo si rese conto di quanto esile e leggero fosse e si chiese dove trovasse tutta quell’energia. Allo stesso tempo la mano calda appoggiata sul suo fianco gli trasmetteva una sensazione strana ma piacevole, tanto che quando raggiunsero l’infermeria gli sembrò troppo presto. Bussarono ma non rispose nessuno. Brontolando sull’inefficienza dei medici scolastici, Kurogane aprì la porta e senza troppa grazia scaricò Fay su una sedia. Improvvisamente aveva sentito la necessità di mettere della distanza tra loro. Non era il tipo da contatto fisico ravvicinato, si disse risolutamente, e quello era durato fin troppo.
«Guarda, Kuromu, sulla scrivania c’è un biglietto. » disse Fay.

Sono impegnato sul campo.
Per necessità ripassate più tardi.
S.S.

«Povero Seishiro-san, oggi sarà sottoposto a superlavoro! »
«Quello scansafatiche! » sbuffò Kurogane recuperando il ghiaccio.
Si chinò sulla gamba di Fay, sollevò l’orlo dei pantaloni e appoggiò l’involto freddo sulla caviglia. Il giovane sussultò e alzando gli occhi Kurogane si accorse che le sue guance si erano colorate di un rosa acceso.
«Ti faccio male? » chiese.
«Eh? Ah, no… No, non preoccuparti. » rispose Fay impacciato.
«Allora cosa c’è che non va? »
«Niente…»
«Ohi! »
«Va bene, va bene. » capitolò Fay abbassando gli occhi. «È che… mi stai toccando. Ultimamente mi tocchi spesso. »
Kurogane lo fissò perplesso. Non era certo un amante del contatto fisico, questo era scontato, ma doveva ammettere che lo svampito non aveva tutti i torti.
«Se ti da fastidio me ne vado. » disse.
«No! » esclamò Fay rialzando la testa. «No, non mi da nessun fastidio. »
«Allora non ci sono problemi. » sentenziò Kurogane continuando ad armeggiare attorno alla sua caviglia.
Per la seconda volta Fay rimase in silenzio.

Kamui era ai blocchi di partenza già da un pezzo, Sakura era alla sua postazione e Himawari anche. Dal suo posto, il terzo della staffetta, Watanuki scrutava ansioso l’inizio della pista. Ormai non era più il tempo dei tentennamenti e delle ansie, era il momento di dare il meglio di sé… se solo Suwa-sensei si fosse degnato di venire a dare il via! Il professore di educazione fisica sembrava svanito nel nulla. Fuma, che era stato mandato a cercarlo in palestra, era tornato con un nulla di fatto e ora non restava altro da fare che aspettare. Con l’adrenalina a mille, Watanuki prese a saltellare sul posto. Dall’ultimo blocco gli giunse la voce di Himawari.
«Watanuki-kun, mettiamocela tutta, ok? »
«Ma ceeeerto! Ti passerò il testimone su un piatto d’argento, mia Himawari-chaaaan!! » rispose il ragazzo agitando le braccia.
Kurogane fece la sua comparsa dieci minuti dopo affermando di aver avuto a che fare con un infortunio e finalmente diede il via alla gara. Kamui scattò velocissimo e si portò subito in vantaggio rispetto agli avversari. Quando passò il testimone a Sakura, la ragazza riuscì a mantenerlo senza difficoltà e vedendola avvicinarsi, Watanuki si mise in posizione. Allungò la mano e un attimo dopo ricevette il testimone dritto sul palmo. Ecco, adesso era il suo momento! Doveva dimostrare quanto valeva! Forza! Corse lanciando una rapida occhiata intorno. Doveva mantenere il vantaggio accumulato da Kamui e Sakura. Ancora cinquanta metri. Dieci. Cinque. Due. Improvvisamente il suo piede sinistro si rifiutò di staccarsi da terra e il peso del corpo si sbilanciò in avanti. Ebbe la fuggevole visione della mano tesa di Himawari e allungò il braccio per consegnarle il testimone giusto un attimo prima di precipitare a terra in una nuvola di polvere. Una fitta dolorosa gli attraversò il ginocchio e dalla strana angolazione in cui era caduto vide la ragazza scattare avanti.
«Vai, Himawari-chan! Vai! » esclamò ostentando un sorriso.
Non fece in tempo a valutare gli effettivi danni della caduta che si sentì tirare in piedi da una stretta salda. Voltandosi, inorridì nel vedere Domeki.
«Hai pestato una stringa. Sempre il solito. » commentò il ragazzo senza scomporsi mettendosi un suo braccio attorno alle spalle.
«Cosa vorresti dire?! Ehi, lasciami andare! » strillò Watanuki. «Nessuno ha chiesto il tuo aiuto! Mi hai sentito? Lascia…»
La tirata di Watanuki venne interrotta da un gemito quando spostò il peso sul ginocchio dolorante.
«Lo vedi che non stai neanche in piedi? » disse Domeki. «Per lo meno stai zitto. »
Senza il minimo sforzo, se lo caricò in spalla e si avviò pacificamente verso l’infermeria.
Watanuki sentì una vampata di calore salirgli alle guance mentre tutti gli spettatori della gara lo fissavano incuriositi.
«Posso camminare da solo! » ricominciò a protestare. «Ci stanno guardando tutti! Ehi, Domeki, voglio almeno sapere chi ha vinto! »
«Lo saprai dopo. » lo freddò Domeki impassibile ignorando le sue proteste.
Possibile che si comportasse sempre in questo modo prepotente ignorando i desideri altrui? Lo detestava dal profondo del cuore! Se almeno avesse smesso di stringerlo in quel modo… Anche se lo avesse lasciato non sarebbe caduto comunque.
Quando finalmente raggiunsero l’infermeria, il volto di Watanuki aveva assunto una sfumatura di bordeaux tendente al violetto e più se ne chiedeva il motivo, più si agitava e peggio andava.
Domeki bussò, ma di nuovo nessuno rispose, quindi senza nessuno scrupolo il ragazzo entrò e scaricò Watanuki sulla brandina in un angolo. Dopo quell’azione, se possibile il poveretto arrossì ancora di più. Domeki prese a frugare nell’armadietto dei medicinali estraendo disinfettante e cerotti, poi si soffermò davanti alla scrivania per raccogliere un biglietto.

Troppe ginocchia sbucciate.
Sono in pausa.
S.S.

«Bha! Alla faccia del medico scolastico.»
Mentre si accingeva a medicare Watanuki, l’attenzione di entrambi venne attirata da un tonfo proveniente dalla stanza accanto, seguito da un risolino soffocato.
«Cos’è stato? » fece Watanuki incuriosito, ma come al solito il compagno non gli diede la minima soddisfazione.
«Lascia perdere. Non sono fatti nostri. »
«Ma veniva dalla stanza con l’altra brandina. Magari qualcuno sta combinando qualcosa all’insaputa di Sakurazuka-sensei! »
«Se anche fosse, non ci riguarda. »
Ormai però era impossibile fermare Watanuki. Per togliersi da quella situazione imbarazzante avrebbe fatto qualunque cosa.
«Tu non hai il minimo senso civico. » brontolò infatti zoppicando verso la porta, ma quando la aprì la scena che vide gli fece desiderare di non averlo fatto, di non trovarsi in quella stanza, di non trovarsi nemmeno in quell’universo.
Seishiro Sakurazuka si trovava su quel letto con il loro compagno Subaru. Il ragazzo era sdraiato sulle lenzuola con la camicia dell’uniforme quasi completamente slacciata e rideva maliziosamente. Seishiro lo sovrastava ridacchiando a sua volta, accarezzandolo, baciandolo. In confronto alla sfumatura di colore cha assunse il volto di Watanuki a quella vista, il violetto di poco prima sarebbe apparso pallido. Richiuse velocemente la porta prima che i due amanti se ne accorgessero e zoppicò verso l’uscita dell’infermeria. Aveva bisogno d’aria.
«Te ne vai? » fece Domeki come se niente fosse.
«Mi pare chiaro! Non possiamo stare qui! Ci sono… Oh, andiamo via! »
Si mosse velocemente ma il ginocchio lo tradì di nuovo e sarebbe finito sul pavimento se Domeki non l’avesse afferrato al volo. Al contatto delle sue braccia attorno alla vita, sentì i battiti del cuore aumentare in modo incontrollabile. Che fosse colpa di quello che aveva appena visto?
«Sei spaventato? » mormorò Domeki nel suo orecchio provocandogli un brivido.
In qualche modo doveva trovare la forza di rispondere. Pregò che la sua voce non tremasse.
«Cosa… cosa dici? »
«Allora forse sei invidioso. »
Più la mano di Domeki risaliva lungo il suo torace in una sorta di imitazione della carezza di Seishiro, più la mente di Watanuki andava in tilt.
«Forse. » si ritrovò a rispondere.
Più tardi non avrebbe saputo dire quanto tempo aveva trascorso in infermeria, ma una cosa era certa: si era completamente dimenticato del risultato della gara.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ho in mano il num.17 di Tsubasa... dico solo una cosa... ODDIO!!!!! Le vicende di Tokyo Revelations le conosco a memoria ormai, ma fin adesso avevo visto solo gli oav, visto che le tavole spoiler le ho da Infinity in poi, quindi ribadisco...ODDIO!!! Sembrerò fuori di testa ma non riesco a staccarmi da queste pagine! Fay è così... e Kurogane... è la dichiarazione d'amore più bella del mondo!! Per non parlare di Kamui! Se avessero messo negli oav la scena di pag.80 penso che le fan avrebbero fatto salti di tre metri! Per quanto io non ami particolarmente Fuma, li ho fatti, ebbene sì. Ok... adesso mi ricompongo e parlo del capitolo. In tutta sincerità non mi soddisfa molto, sarà perchè Watanuki non mi "ispira" granchè. Però per la gioia delle loro fan, fanno una comparsata Sei e Subby-chan. Dite la verità , avreste voluto essere al posto di Wata-spione! Intanto Fay e Kuro si evolvono, manco fossero dei Pokemon... Come sempre doppio significato al titolo: primo "contatto" tra Watanuki e Domeki e il fatto che Fay si renda conto che Kurogane lo "tocchi" spesso.
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
Rika_fma_lover: Grazie mille per le palme!! Sono stracontenta che ti diverta tanto!! Come si fa a non adorare Kuro-papino e mammina-Fay? *love* Mi fa piacere che ti siano piaciuti Yuui e Tomoyo! A presto!
Doremichan: Grazie a te per apprezzare così tanto la mia storia! Sapere che ti mette di buon umore mi rende davvero felice! Ah, sono riuscita a sorprenderti, bene, bene! Per fortuna è stata una sorpresa positiva! La scena di Fuma che strilla e Kamui che arriva a sgridarlo mi è venuta come un flash mentre scrivevo. Ce l'avevo proprio davanti agli occhi a colori e animata! Uno spattacolo, pagherei per vederla dal vivo! Stessa cosa dicasi per Kuro e Fay alla fine, me li vedevo proprio. Bacio, alla prossima!
Elychan: Buttare un occhio "clampicamente"... sto ancora ridendo!!! Non avevo mai pensato a questa battuta!! XD Concordo pienamente con te su Tomoyo, non esiste che un personaggio del genere sia destinato a rimanere da solo in eterno! E' troppo una grande! Ho tentato di avvertire mia sore di fare attenzione allo shampoo, ma non mi ha capito molto. Quando le ho detto "Attenzione agli occhi" mi ha guardato come se fossi pazza... XD
_ALE2_: Sono contenta che anche tu abbia apprezzato la Yuui/Tomoyo! La scena finale io la amo alla follia, non so da dove mi sia piovuta ma l'avevo stampata in testa dalla prima riga che ho scritto. Cercherò di non essere troppo lenta negli aggiornamenti, nel caso perdono!! -_-'''
Yusaki: Mi dispiace che non ti sia piaciuta la nuova coppia, ma mi rendo conto che è un po' un azzardo che va contro tutti i principi sia del canon che del fanon... poteva generarla solo la mia mente malata... Però mi fa piacere che Yuui ti piaccia. Personalmente adoro come è venuto il suo carattere (non lo ritengo un mio merito, ha fatto tutto da sè). Non mi stancherò mai di dire che adoro la scena finale e che me li vedevo proprio davanti agli occhi, sulla terrazza al tramonto, fermi uno di fianco all'altro. Kurogane con una mano sulla testa di Fay e Fay ad occhi chiusi che canta. Forse dovrei disegnarli... Mi rimangio tutto quello che ho detto su Kamui-chan, lui E' tenero. Me ne sono reinnamorata dopo il vol. 17! Ha delle espressioni così... tenerose! Specialmente con Subaru! Un bacio e a presto!
Grazie a tutti! Al prossimo aggiornamento!
YUKI-CHAN


p.s. Ho montato un video "Fayoso" su una canzone che mi è sembrata azzeccatissima! Se vi va di dare un'occhiata, lo trovate qui Beautiful disaster



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(Festival di Primavera dell’Horitsuba Gakuen, seconda giornata. Quello era il tempo in cui Fuma Mono aveva deciso che avrebbe dato una svolta alla sua vita. )

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Capitolo 7
*** Jealousy Labyrinth ***


Horitsuba Festival 07 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



07
***
Jealousy Labyrinth
(Kamui & Fuma)


Festival di Primavera dell’Horitsuba Gakuen, seconda giornata. Quello era il tempo in cui Fuma Mono aveva deciso che avrebbe dato una svolta alla sua vita. Per quel giorno erano previste le attività di intrattenimento per il pubblico in visita ed era riuscito a sapere che la sezione A aveva intenzione di organizzare una casa stregata. In quel momento un’immagine si era delineata nella sua mente: lui e Kamui a braccetto per i corridoi scuri, un mostro che saltava fuori all’improvviso e Kamui che… tirava dritto lasciandolo indietro. Ovvio, quella era l’ipotesi più probabile. Se fosse stato una ragazza gli sarebbe saltato al collo e Fuma aveva anche pensato di ingaggiare apposta uno della A, ma con Kamui quei trucchetti non avrebbero mai funzionato. Se gli fosse mai saltato al collo sarebbe stato per strangolarlo… I suoi sogni romantici erano stati definitivamente infranti quando era venuto a sapere che la casa stregata era stata abolita e al suo posto era stato progettato un labirinto di specchi con la collaborazione straordinaria di Owaru Imonoyama. Quindi ora si trovava seduto nel caffè organizzato dalla sua classe nel laboratorio di economia domestica senza altro da fare che osservare l’andirivieni dei suoi compagni perfettamente abbigliati da camerieri. Le divise delle ragazze erano molto carine, scure e piene di pizzi, con le gonne ampie e le maniche a sbuffo. Sakura, Tomoyo e Himawari sembravano delle bamboline mentre si muovevano graziosamente tra i tavoli. L’oggetto del suo interesse però era un altro: Kamui faceva un figurone con quei pantaloni neri dal taglio classico e la camicia bianca coperta dal gilet sempre nero. Purtroppo, come era ovvio che fosse, non era l’unico a godersi quello spettacolo e ben presto un gruppo di ragazzine starnazzanti circondò il suo amato mettendolo in evidente difficoltà. Quanto era bello quando arrossiva in quel modo. I suoi occhi erano più luminosi di due ametiste. Quelle ragazzette però stavano esagerando, decise Fuma. Nessuno poteva stare così vicino al suo Kamui impunemente.
«Ehi, voi! » esclamò avvicinandosi minacciosamente. «Il mio ragazzo qui sta lavorando quindi se non avete intenzione di ordinare fareste meglio a liberare il tavolo. »
Le ragazze lo fissarono a bocca aperta, poi si precipitarono fuori dall’aula.
Fuma si voltò quindi verso Kamui con un sorriso trionfante, ma il ragazzo era paonazzo e aveva un’espressione che non prometteva niente di buono.
«Tu sei tutto scemo! » esclamò infatti. «Quelle erano clienti! E poi chi sarebbe il tuo ragazzo?! »
«Ma Kamui-chan…»
«Niente ma! Fammi un favore, vai via. L’hai detto anche tu, sto lavorando, non ho tempo da perdere. »
Fuma si imbronciò e tornò a sedersi al suo tavolino mentre Kamui correva via con un vassoio in mano. Possibile che quel ragazzo fosse così insensibile? Mentre rimuginava su cosa poteva fare per salvare quella giornata e renderla qualcosa di degno di essere ricordato, vide sua sorella fare il suo ingresso nel caffè accompagnata da una splendida giovane donna.

In cucina l’attività era frenetica. Oltre i separé che dividevano forni e fornelli dallo spazio dei tavolini, Yuui, spalleggiato da uno zelante Watanuki, si dava da fare per soddisfare tutte le richieste dei clienti giunti lì a riposarsi dopo il tour della scuola.
«Kinomoto, due caffè al tavolo cinque. Shiro, due cappuccini e due paste al tavolo tre. Sumeragi, un thè e una tortina di frutta al tavolo uno. »
Non appena individuò chi era seduto al primo tavolo accanto all’ingresso, Kamui tolse il vassoio dalle mani del fratello.
«Non ti preoccupare, ci penso io. » disse. «Tu resta qui a dare una mano a Yuui-sensei. »
Ignaro, Subaru gli rivolse un’occhiata stupita, ma per evitare ogni domanda Kamui uscì nella sala. Prima consegnò i cappuccini, poi si rivolse all’occupante del tavolo incriminato.
«Benvenuto, Sakurazuka-sensei. »
Le sue parole grondavano astio a ogni sillaba. Kamui ce la stava mettendo veramente tutta per accettare l’idea che il suo innocente fratellino avesse una relazione, ma nonostante tutto il suo impegno quell’uomo non gli andava giù e l’idea che si stesse approfittando di Subaru era dura a morire.
«Buongiorno, Kamui-kun. » lo salutò Seishiro con un sorrisino ironico. «Se continui a fare quella faccia spaventosa farai scappare le vostre graziose clienti. »
Il ragazzo non lo degnò di uno sguardo limitandosi a servire il thè.
«Sarebbe un vero peccato. » continuò imperterrito Seishiro. «Ci sono così tante belle ragazze, oggi.»
«Non vedo come la cosa possa riguardarla. » sbottò seccato Kamui. Se stava con suo fratello, le ragazze non doveva neanche sognarsi di vederle.
«Oh, infatti non riguarda affatto me. »
Accennò quasi distrattamente alla porta e seguendo il suo gesto Kamui vide Fuma parlare sulla soglia con due ragazze. Una, bionda e con indosso una nota uniforme scolastica, era indubbiamente sua sorella Kotori. L’altra non l’aveva mai vista. Era una giovane donna dai lunghi capelli neri che portava un delizioso kimono tradizionale. Nel complesso era davvero splendida. Kamui sentì una morsa allo stomaco e praticamente lanciò il piattino con la tortina sul tavolo davanti a Seishiro.
«Allora buon appetito. » disse e se avesse dovuto augurargli di morire avvelenato la sua voce sarebbe suonata più amichevole.
Con l’irritazione alle stelle e l’umore in caduta libera, si rifugiò dietro il separé più vicino all’ingresso tenendo d’occhio il terzetto. Ridevano tutti spensieratamente e la giovane, con grande nonchalance, si era appesa al braccio di Fuma.
«Che cavolo fai, brutta gallina? Staccati! »
Quando si rese conto del pensiero che gli aveva attraversato la mente, Kamui inorridì. Da quando pensava cose simili? No, non era ammissibile. Sicuramente era dovuto al fatto che era abituato ad avere Fuma sempre attaccato come una cozza allo scoglio. Eppure l’idea che quella tizia gli si strusciasse addosso e lui sorridesse come un ebete, lo faceva andare su tutte le furie.
«Secondo me, se ti secca dovresti dirglielo. »
«Non mi secca assolutamente! » sbottò Kamui prima di accorgersi che a parlare era stato suo fratello. «Cioè… di cosa stai parlando? » continuò ostentando indifferenza.
Subaru sospirò.
«Oh, Kamui, sei proprio un bambino. »
«Ha parlato l’uomo vissuto! »
Quando Subaru se ne andò brontolando e Kamui tornò a rivolgere la propria attenzione all’esterno, si accorse che Kotori era seduta a un tavolo ma Fuma e la sconosciuta erano spariti. Subito sentì montare la rabbia. Stupido Fuma! Prima non gli dava un attimo di respiro e adesso scompariva da qualche parte con una sciacquetta appesa al braccio. Allora era vero che era solo una presa in giro come aveva sempre sospettato. A quel pensiero sentì una fitta al cuore. Non poteva accettarlo. Anche se Fuma era uno stupido che passava il suo tempo a perseguitarlo, non gli stava bene che sparisse così. Sarebbe andato a dirgliene quattro!
Senza pensarci due volte, gettò il vassoio sul piano delle ordinazioni ed esclamò: «Mi prendo una pausa, Yuui-sensei! »
Yuui non fece in tempo ad alzare la testa per rispondere che Kamui era già uscito di corsa.

Fuma stava risalendo il corridoio delle aule del secondo piano quando vide Kamui venirgli incontro rosso in viso e col fiato corto.
«Eccoti, finalmente! » esclamò il ragazzo. «Si può sapere dove diavolo ti eri cacciato? »
«Mi stavi cercando? » chiese Fuma speranzoso sorridendo.
Kamui era piuttosto affannato come se avesse corso e aveva addosso la divisa del caffè, segno che se ne era andato in tutta fretta.
«Eh?... Ah, no, assolutamente! È solo che sei sparito all’improvviso con una sconosciuta e… Yuui-sensei si è preoccupato. »
«Davvero? Ma questa signorina non è una sconosciuta. » obiettò Fuma.
La giovane donna, che da vicino era ancora più graziosa, si fece avanti tendendogli la mano.
«Mi chiamo Shuko Imonoyama. Nokoru, il direttore, è mio fratello minore e mio fratello maggiore Owaru ha progettato il labirinto degli specchi. »
Kamui le strinse la mano imbarazzato.
«Le chiedo scusa, non volevo offenderla. Io sono Shiro, Kamui Shiro. »
Shuko sorrise.
«Nessuna offesa, hai solo seguito la richiesta di un tuo insegnante. Per tranquillizzarlo digli pure che sono venuta qui con Kotori-chan per controllare il lavoro di Owaru poi ho chiesto a Fuma-kun di farmi visitare la scuola. » disse, poi si rivolse direttamente a Fuma: «Ti ringrazio, da qui posso proseguire da sola. Andrò a fare i complimenti alla preside per la bellissima scuola e i gentilissimi studenti. Tu torna pure da Kotori-chan al caffè. »
Dopo che Shuko si fu allontanata, Fuma lanciò un’occhiata di sottecchi a Kamui che era rimasto in silenzio e con gli occhi bassi.
«Così Yuui-sensei si è preoccupato? » chiese. «Strano, pensavo che tutti gli insegnanti fossero stati informati della visita di Shuko-san. »
«Ehm…»
L’espressione imbarazzata di Kamui era più che sufficiente come risposta, ma Fuma aveva già deciso che quel giorno avrebbe dato una svolta alla sua vita quindi doveva cogliere l’occasione. Afferrò il compagno per un braccio e se lo trascinò dietro nonostante le sue proteste.
«Ti porto a vedere il labirinto degli specchi! » esclamò. «No, non c’è ma che tenga, devi vederlo! È uno spettacolo! »
Quando arrivarono davanti alla porta della classe del terzo anno sezione A, gli mostrò che l’intero spazio era stato occupato dall’attrazione e lo trascinò all’interno recalcitrante. Non appena mise piede tra le pareti di vetro, Kamui si zittì. L’atmosfera era completamente diversa dall’esterno, gli specchi, alti fino al soffitto riflettevano la tenue luce azzurra di faretti posizionati negli angoli. I drappi scuri che ricoprivano il pavimento contribuivano a dare la sensazione di trovarsi tra i ghiacci di notte.
«Ti piace? » chiese Fuma sommessamente.
Non aveva ancora lasciato la mano di Kamui ma stranamente il ragazzo non aveva protestato.
«È bellissimo…» rispose.
Avanzarono di un paio di passi e improvvisamente un rumore alle loro spalle li fece voltare. La parete di vetro si era chiusa dietro di loro. Fuma vide gli occhi viola di Kamui spalancarsi per lo stupore.
«Ehi! Cosa significa? »
«Solo un espediente per rendere tutto più interessante. » rispose Fuma. «Dopotutto questo labirinto è stato progettato da Owaru Imonoyama in persona. Basterà andare avanti. »
Proseguirono in silenzio ma al primo bivio che attraversarono si ripeté esattamente la stessa situazione e la via del ritorno venne bloccata.
«Sei sicuro che sia normale? » chiese Kamui evidentemente preoccupato.
Fuma, che non aveva smesso di tenergli la mano, rispose rassicurandolo che andava tutto bene. Se voleva tentare il tutto per tutto, doveva riuscire a farsi seguire ancora per un po’. Dopo altri due incroci però l’atmosfera si stava facendo decisamente tesa e Kamui iniziava ad essere insofferente.
«Si può sapere perché è stato progettato così? È inquietante! » esclamò.
«Non preoccuparti, ci sono io con te. » rispose Fuma ma l’altro lo fulminò con lo sguardo.
«Questa è una delle cose che mi preoccupa di più, oltre ovviamente al fatto di trovarmi intrappolato in un labirinto progettato dal direttore di un’industria bellica. »
«È proprio per questo che Shuko-san è venuta a controllare il risultato. Voleva accertarsi che non si rischiassero spargimenti di sangue. » rispose Fuma per sdrammatizzare, ma non si rese conto del proprio errore finché non sentì Kamui bloccarsi in mezzo al corridoio.
«Tu… tu sei stato qui con quella donna? »
La sua voce suonava fredda come il ghiaccio.
«Bhè, sì. »
«Tu sei stato qui con quella donna appesa al braccio? » ripeté Kamui.
«Ehm… io… Kamui-chan, non sarai geloso? »
A quelle parole il ragazzo strappò la mano dalla sua.
«Non sono affatto geloso! Non essere idiota! Che motivo avrei di esserlo?! »
Così dicendo lo superò avviandosi velocemente al bivio successivo.
A questo punto non aveva più senso aspettare, decise Fuma, doveva tentare il tutto per tutto adesso.
«Se tu fossi stato qui con Shuko-san, io lo sarei stato! » esclamò. «Sarei impazzito di gelosia! » Vide Kamui voltarsi per rispondergli, ma in quel momento la parete di vetro si mosse chiudendo il passaggio e dividendoli. Fuma imprecò tra sé correndo avanti.
«Kamui-chan! » chiamò appoggiandosi al vetro. «Kamui-chan! »
«Non urlare, scemo. » giunse la risposta dall’altra parte. «Non vado da nessuna parte. Non ho nessuna intenzione di perdermi. »
Fuma tirò un sospiro di sollievo.
«Ok. È un meccanismo a tempo, tra poco dovrebbe riaprirsi. »
Si sedette a terra appoggiando la schiena alla parete. Stava andando tutto a rotoli, era ovvio che Kamui fosse arrabbiato con lui. Tutto il suo progetto di rendere quella giornata memorabile era andato in fumo e il suo sogno non si sarebbe mai realizzato.
«Saresti stato geloso davvero? »
Quelle parole sommesse provenienti dall’altro lato della parete lo spiazzarono.
«Certo! » rispose dopo un istante.
«Sul serio? Non per gioco come al solito? » continuò Kamui.
Fuma poteva quasi vederlo, appoggiato alla parete, con lo sguardo basso, gli occhi ametista velati di incertezza. Venne assalito dall’impulso di stringerlo tra le braccia.
«Non sono mai geloso per gioco! » esclamò. «Forse è vero, spesso mi comporto da stupido, ma tu mi piaci sul serio, Kamui-chan. Non credo di esagerare dicendo che sono innamorato di te. »
Ecco, finalmente l’aveva detto. Non stava andando assolutamente come aveva sempre immaginato, non poteva guardare negli occhi Kamui, non poteva abbracciarlo, ma almeno era riuscito a dirlo seriamente. Il silenzio che ne seguì però lo spaventò.
«Kamui-chan? Per favore, dimmi qualcosa. Anche solo per mandarmi al diavolo come fai sempre. »
Nessuna risposta.
«Kamui-chan…»
«Non voglio. »
Quelle parole precipitarono sul cuore di Fuma come macigni.
«Non… non vuoi? » mormorò con un filo di voce.
Era sempre stato convinto che la reticenza di Kamui fosse in gran parte dovuta alla timidezza e che parlandogli sinceramente sarebbe riuscito a superare il muro della sua diffidenza.
«Non voglio più sentirmi come prima. » continuò Kamui. «Ero davvero arrabbiato e stavo male. »
«Kamui-chan…»
«Non voglio più che ti allontani da me. »
«Kamui-chan! »
Fuma sentì la speranza rifiorire. Se fosse stato di fronte a lui lo avrebbe abbracciato fortissimo. Era la prima manifestazione di affetto che Kamui aveva nei suoi confronti quindi contenere l’emozione era molto difficile. Maledì la parete di vetro che li separava.
«Smettila di chiamarmi in quel modo! » esclamò Kamui recuperando un tono di voce più simile al consueto. «Potrei cambiare idea. »
«Scusami. » rispose Fuma sorridendo. «Non mi allontanerò più. Non volevo farti stare male. »
«Mm. Ok. Sai, Fuma, forse è vero. Forse ero geloso… Forse un po’ mi… piaci… Solo un po’ però!»
Fuma sentì il cuore saltare in gola. Una dichiarazione da parte di Kamui era quanto di più meraviglioso e inaspettato potesse accadere. Non poteva più rimanere lì con le mani in mano.
«Vengo da te! » esclamò preparandosi ad abbattere la parete di specchi a spallate se necessario.
Fortunatamente in quel momento il meccanismo scattò, il vetro si ritirò e lui si ritrovò di fronte all’oggetto di tutto il suo amore. Non appena incrociò il suo sguardo, Kamui arrossì furiosamente e fece per voltarsi e andarsene. Fuma però fu più veloce e lo bloccò circondandolo con le braccia.
«Adesso è un po’ tardi per scappare. » gli mormorò a un orecchio. «Non ti lascio più andare da nessuna parte. »
Con studiata lentezza lo guidò verso una parete e quando vi appoggiò la schiena, rimase per un lungo istante a fissare quegli occhi color delle gemme e altrettanto luminosi. Delicatamente scese sulle sue labbra e dopo un attimo di resistenza Kamui si abbandonò tra le sue braccia. Un dono inatteso che il ragazzo gli fece per rendere quella giornata ancora più memorabile e degna di essere considerata la svolta della sua vita.

Quando Kurogane mise piede nel caffè, il caos regnava sovrano. L’aula era affollata e i tavolini completamente occupati. Sakura, Himawari e Subaru correvano avanti e indietro con vassoi carichi di dolci e bevande e nessuno badava a lui. Probabilmente nessuno gli avrebbe neanche fatto il caffè di cui necessitava dopo aver guidato tre gruppi di genitori fin troppo entusiasti in altrettanti tour degli impianti sportivi della scuola. Decise quindi di arrangiarsi da solo e si intrufolò dietro i separé della cucina.
«Kuropi-sensei! Fantastico! »
Quella voce troppo allegra gli fece correre un brivido lungo la schiena e quando alzò lo sguardo si rese conto che quello dietro i fornelli non era Yuui ma Fay.
«Proprio quello che ci serviva! » cinguettò quello aggirando il piano e avvicinandosi.
Istintivamente Kurogane fece un passo indietro. L’eccessivo entusiasmo non nascondeva mai niente di buono.
«Perché sei qui? Che fine ha fatto tuo fratello? » chiese diffidente.
«Yuui-chan mi ha chiesto di sostituirlo mentre assiste al concerto di Tomoyo-hime. » spiegò Fay. «Però è sparito anche Kamui-kun e siamo a corto di personale con questa folla. Ci daresti una mano? »
Così dicendo sfoderò da dietro la schiena un improbabile grembiule da cameriera ricoperto di pizzi e trine.
«MA SEI COMPLETAMENTE DEFICIENTE?! » sbraitò Kurogane, ma in quel momento sopraggiunse Subaru con le braccia cariche di ordinazioni.
«Suwa-sensei, per cortesia, potrebbe consegnare questo al tavolo tre? » chiese rifilandogli un vassoio.
Così, senza capire come, Kurogane si trovò a trottare avanti e indietro a servire frotte di ragazzine adoranti e genitori in visita.
«Kurowan-sensei, sei una cameriera provetta! » esclamò Fay passandogli l’ennesimo vassoio. «Gli occhi delle ragazze sono tutti per te! »
Kurogane sbuffò. Quelle ragazzette erano terribilmente fastidiose, se gli avessero chiesto ancora dove era finito “quel bellissimo cameriere con gli occhi viola”, probabilmente le avrebbe sbranate.
«Piacerebbe anche a me servire un po’ ai tavoli. » continuò Fay. «Sembra divertente! »
«No. » fece Kurogane lapidario. Ci mancava solo che si mettessero a chiedere del cameriere con gli occhi azzurri, sarebbe stato il delirio. «Tu resta qui e preoccupati solo di non avvelenare nessuno. »
Fay si imbronciò.
«Guarda che io cucino bene quasi quanto Yuui-chan. Ho dovuto imparare per forza e poi la cucina e la chimica hanno parecchi elementi in comune. »
«Allora spero che tu non metta nitroglicerina nei bignè. »
«Sei cattivo, Kuro-papà! Se dici così, la mamma si offende! »
«Tu hai dei problemi seri…»
Il battibecco venne interrotto da Watanuki che, coperto di farina dalla testa ai piedi, richiamò all’ordine lo chef improvvisato.
«Non abbiamo tempo per questo, Fay-sensei! Le ordinazioni si accumulano! »
«Eccomiiii! Ora preparerò la mia specialità, torta al cioccolato fondente e pesche! »
Kurogane lo guardò allontanarsi saltellando dietro il bancone. A volte non riusciva davvero a capire qual fosse il suo vero volto: quello allegro e svampito di tutti i giorni o quello fragile e insicuro che aveva intravisto sulla terrazza e il giorno prima in infermeria? Non era il tipo da impicciarsi delle vite altrui, ma Fay, con il suo modo di fare ambiguo, gli aveva instillato una certa curiosità. Prima o poi sarebbe venuto a capo del suo carattere impossibile.

Non appena Kamui rientrò al caffè, Subaru gli corse incontro con espressione disperata.
«Dove sei stato? Qui è successo di tutto! Di tutto! »
Poi il suo sguardo scivolò sulle mani sua e di Fuma unite.
«Oh! » esclamò sorridendo. «Forse dopotutto sei scusabile. »
Per tutta risposta Kamui strappò la mano dalla presa del compagno.
«No! » esclamò arrossendo. «Non è assolutamente come pensi! Non me ne sono andato per inseguire questo qui! »
«Ah, no? » fece Fuma ostentando ingenuità. «Dopo quello che mi hai detto nel labirinto, se parli così mi ferisci! » Kamui diventò di tutti i colori, desiderando ardentemente strangolare il suo (appena promosso) ragazzo.
«PIANTALA DI DIRE STUPIDAGGINI! » esclamò.
Subaru scoppiò a ridere.
«Ho capito, ho capito. Tutto nella norma. Forza, datti da fare. Sei stato molto richiesto. »
Fuma aprì bocca per protestare, ma un’occhiata di Kamui lo zittì. In quel momento passò Kurogane con due vassoi in bilico e circondato da uno stuolo di ragazzine per nulla intimorite dalla sua espressione truce.
Kamui ridacchiò.
«Se siete stati costretti ad arruolare Suwa-sensei, dovevate essere davvero disperati. Ah, cosa farebbe questa scuola senza di me? Su, al lavoro, al lavoro! »

Quella sera, dopo il caos del lavoro al caffè, la sala professori sembrava fin troppo tranquilla. Quando Kurogane entrò per firmare il registro come al solito, si rese conto che non era vuota come pensava. Fay era seduto alla propria scrivania, la testa reclinata sulle braccia, i capelli biondi sparsi sul piano. Quel suo assurdo collega si era addormentato. Tutto quel correre avanti e indietro doveva averlo stancato parecchio. Senza pensarci troppo, si tolse la giacca e gliela lasciò cadere sulle spalle.
«Solo finché non arriva tuo fratello. » borbottò. «Anche se si dice che gli stupidi non possano prendere il raffreddore. »
Fay si mosse leggermente e mormorò alcune parole nel sonno.
«Mmh… grazie… Ashura-sensei…»
Alla vista del piccolo sorriso rilassato sulle sue labbra, Kurogane si irrigidì provando una fitta allo stomaco. Ancora Ashura. Ogni volta che veniva nominato, Fay diventava strano e ora questo. All’inizio aveva pensato che non andassero d’accordo ma quell’espressione smontava la sua teoria. Per l’ennesima volta si chiese che problema ci fosse tra quei due e contemporaneamente perché la cosa lo interessasse tanto. Seccato con sé stesso si diresse alla propria scrivania, ma quando fece per sedersi notò una scatola posta al centro proprio come se lo stesse aspettando. Stupito, raccolse il biglietto che la accompagnava e lo lesse.

Questa è per ringraziarti dell’aiuto che ci hai dato e per scusarmi del disturbo.
Spero possa piacerti almeno un po’, la mammina si è impegnata tanto! ^o^

Fay <

La scatola conteneva una di quelle torte al cioccolato e pesche che aveva visto quel pomeriggio. Kurogane non andava matto per i dolci, ma quello era cioccolato fondente e uno sportivo aveva sempre bisogno di alimenti energetici. Mentre firmava il registro, si chiese da quando accettava dolci da potenziali sconosciuti. Certo, ormai lavoravano insieme da un paio di mesi, ma Fay rimaneva comunque quasi un estraneo che di sé aveva svelato poco o nulla. Kurogane si chiese come facesse a resistere. Lui era così come lo vedevano, non sarebbe mai stato in grado di dissimulare o nascondere niente. Fay, al contrario, nonostante l’aria spensierata, aveva un segreto. Questo era ormai innegabile e quel segreto aveva qualcosa a che fare con Ashura-sensei. Forse il professore di lettere gli aveva fatto qualcosa di male o tra loro era successo qualcosa per cui Fay preferiva averci a che fare il meno possibile. Se il vero Fay era la persona sensibile che si era aperta con lui in terrazza, non doveva essere difficile ferirlo. La penna scricchiolò e Kurogane si accorse di averla stretta convulsamente. L’idea che qualcuno potesse fare del male a Fay lo aveva fatto andare su tutte le furie. Solo lui poteva inseguirlo e minacciarlo. Scrollando le spalle si alzò e recuperò la sua borsa. Quelli erano pensieri inutili, dopotutto lui non aveva nessun diritto né motivo di impicciarsi della vita privata di un collega.
Uscendo dalla sala professori, senza preoccuparsi di riprendere la giacca, incrociò Yuui che entrava. Quando il giovane gli rivolse un sorriso gentile, Kurogane borbottò un saluto e fece per andarsene. All’ultimo istante ci ripensò e si voltò.
«Prenditi cura di lui. » disse ad uno Yuui che lo fissava perplesso, poi si allontanò velocemente nel corridoio.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Buonasera a tutti! Dopo aver postato questo capitolo devo assolutamente raccontarvi l'aneddoto che c'è dietro. Tanto ormai l'ho raccontato a chiunque l'abbia letto, quindi diffonderlo nel web non può essere più deleterio di così per me... L'ho scritto durante le pause del lavoro passate sulla panchina esterna al negozio. Mentre ero tutta presa dalla scena clou della dichiarazione di Fuma, mi sono sentita chiamare. All’inizio non ci ho fatto caso perché tanto lì non conosco nessuno. Alla seconda volta mi sono voltata e mi sono trovata davanti… il mio capoarea! Ho fatto un salto di 2 metri!! Ero proprio su un altro pianeta, non l’ho sentito minimamente! A pensarci adesso mi viene da ridere: Fuma e Kamui sono stati interrotti… dal mio capoarea! E proprio sul “sono innamorato di te”! Che tempismo del cavolo! Bhè, bando alle ciance, che ne dite di questa coppia che ci ha fatto patire fin troppo? Viene da dire "era ora"! ^_^ E Kamui che pretende di non essere ancora convinto, testa dura! Intanto il povero Kuro comincia ad avere un po' troppe pulci nell'orecchio sul segreto di Fay... e si sta rendendo conto che le attenzioni di altri verso di lui lo seccano parecchio, siano le ragazze del caffè o Ashura. Ah, Kuro-ponpon, porta pazienza! Fanno la loro ricomparsa anche gli altri fratelli Imonoyama, per chi non se li ricordasse, fanno parte del manga "Combination" di Leeza Sei (che un tempo faceva parte delle Clamp). Personalmente trovavo Owaru grandioso! Ah, la torta al cioccolato fondente e pesche una volta l'ho fatta anch'io, è qualcosa di spettacolare!!
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
Doremichan: Ehm... diecimila pagine temo finirebbero per diventare noiose... comunque grazie! Mi fa davvero tantissimo piacere sapere che non ti stanchi della mia storiella! In effetti è vero, Watanuki mi prende molto meno di altri personaggi (mi è venuto meglio addirittura Shaoran, il che è tutto dire!!) e non posso fare a meno di considerare una pecca il fatto di non riuscire a scrivere qualcosa di coinvolgente su un "argomento" mi interessa di meno. Sigh! Come sono poco "professionale"! Spero che Fuma ti sia piaciuto!
Francesca Akira89: E' proprio vero, quei due sono incorreggibili! Ah, le infermiere strillanti di Tokyo Babylon, che bei ricordi! Lo so, lo so che Subaru-chan ha indubbiamente le sue fan, solo che non sembra il tipo da dare corda a qualcuno. Tutto così carino, tenero e innocente, non ci si aspetterebbe mai di beccarlo in una situazione del genere. Del resto sono capitate diverse occasioni in TB in cui Sei-chan aveva motivo di essere geloso... ^_^
Rika_fma_lover: Mi sa che Kuro-papà adesso avrà ancora più motivi per riflettere. Intanto a poco a poco sta prendendo coscienza della "cosa", poi si vedrà... ^_^ Watanuki vorrei riuscire a trattarlo meglio, ma purtroppo non sono una fan sfegatata della DouxWata quindi faccio un po' fatica e si vede. Quanto a Seishiro e alle sue pause, mi sono ispirata al dottor Umeda di Hanakimi. Adoro quell'uomo, nella serie è il mio personaggio preferito!
Yusaki: Oddio, gli autori settecenteschi... Sono contenta che il mio piccolo capitoletto sia servito a ricaricarti almeno un po'! (Kuro, Fay, Dou e Wata si inchinano ringraziando sentitamente) Conoscendo le Clamp, dopo averci dato l'imbeccata su Seishiro e i vampiri, temo che ci lasceranno a bocca asciutta... Potrei seriamente dare i numeri se non ci dicono coma va a finire tra di loro! Si reincontreranno mai? Perchè Sei li sta inseguendo? Perchè Subaru (suppongo) gli ha dato il suo sangue? Quindi Sei è stato vampirizzato a sua volta? Troppe domande che ho paura resteranno senza risposta perchè allo stato attuale TRC è alle battute finali e tutti sono concentrati sui vari Shaoran... A me Kamui continua a ispirare un sacco di tenerezza, sarà che i fratelli iperprotettivi mi piacciono come personaggi (infatti vedi anche il mio Yuui...) perchè in fondo sono loro ad essere fragili. Mi fa piacere che Wtanuki ti sia piaciuto perchè a me non ha soddisfatto molto. Spero che adesso ti sia ripresa dalla full immersion negli autori settecenteschi! Un bacio!
li_l: Ah, Seishiro! O lo ami, o lo odii. Io personalmente alla fine di TB l'ho profondamente odiato e alla fine in X mi ha solo fatto venire il nervoso (oltre che un magone alle stelle). E' grazie a lui che adesso giro al largo da tutto ciò che ha a che fare con i fiori di ciliegio... Umpf! Però devo dire che le sue uscite maliziose in TB erano spettacolari e come ho detto per caratterizzarlo in questa fic mi sono ispirata a Umeda, quindi alla fine ne è unscito un personaggio che non mi dispiace. ^_^
Elychan: Perchè l'infermeria è uno degli habitat preferiti delle nuove coppie! ^_^ Anch'io non impazzisco per le DouxWata come per le KuroxFay (cioè, in quelle mi sciolgo come un gelato...) però devo ammettere che in una scena il mio stomaco ha fatto un triplo salto mortale. SPOILER!!! Nell'ep. 11 di Holic Kei vedere Domeki tutto insanguinato seduto fuori dalla porta della camera di Watanuki mi ha fatto un impressione allucinante! Per poi sentire Wata stesso dire a Yuko che di lui non gli interessa. Cattivo! Se solo sapesse! FINE SPOILER. Mentre scrivevo queste risposte, mia mami mi ha detto "Mi dai un occhio?" (intendendo al cartamodello del mio costume di Fay) e io "Anche due!" Mi sono bloccata un attimo quando ho realizzato. Anch'io dico frasi clampose sugli occhi! Oddio, anche due! Da paura!

Volevo chiedere un suggerimento a chi è arrivato a leggere fin qui. Tempo fa mi è capitato di scaricare una doujinshi intitolata "Double sweet tastes" su Fay e Yuui versione Horitsuba molto carina come disegni, solo che è praticamente tutta parlata ed essendo in giapponese non ho idea di cosa effettivamente succeda. Qualcuno la conosce e sa per caso dove è possibile scaricarla tradotta in inglese o in una qualunque lingua leggibile? Nel caso, domo arigatou!

Ok, ja ne!
YUKI-CHAN





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(«Ragazzi, ho un’idea fantastica! Ho pensato di cambiare il finale! »)

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Capitolo 8
*** Improvvisare - Happy End? ***


Horitsuba Festival 08 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



08
***
Improvvisare - Happy End?
(Subaru & Co. )


Finalmente il gran giorno era giunto. La chiusura del Festival era alle porte e con la rappresentazione finale sarebbe stato coronato alla grande. Dietro le quinte il conto alla rovescia era già cominciato e tutti gli attori fremevano, già abbigliati con i costumi di scena. Shaoran si esercitava a menare fendenti con la spada di legno sperando di risultare un minimo convincente nella scena del combattimento. Watanuki era alla disperata ricerca di un modo per non rischiare di inciampare nel mantello troppo lungo. Sakura, nervosa, ripeteva le proprie battute a Tomoyo e Kamui era assorto in una specie di ripasso privato, seduto in un angolo della panca sul retro del palco. Kurogane percorreva a grandi falcate l’intera lunghezza del corridoio borbottando nervosamente.
«Dove si è cacciato quell’idiota? Tra poco si va in scena e ancora non si vede! »
Come evocato dalle sue parole, Fay fece la sua entrata scostando i teloni del sipario.
«Eccomi a voi, mia illustre compagnia! »
«Sei in ritardo! Che razza di coordinatore sei se arrivi per ultimo?! » lo aggredì subito Kurogane.
«Ero tranquillo perché sapevo che c’era Kurobau-sensei quindi me la sono presa un po’ più comoda. »
«Sì, sì, ok, ora diamoci da fare. La sala è già piena e abbiamo i minuti contati. »
Fay sbirciò dalle quinte.
«Abbiamo anche ospiti illustri. » disse indicando i posti migliori al centro della prima fila.
Vi era seduto un uomo dai capelli biondi, vestito con un elegante completo. Su di lui era concentrata l’attenzione della maggior parte del pubblico femminile, ma la cosa sembrava non disturbarlo affatto, anzi dispensava sorrisi gentili a chiunque.
«Avevo sperato fino all’ultimo che non venisse. » commentò Kurogane con un sospiro rassegnato.
«Invece dovresti essere contento che il direttore Nokoru Imonoyama sia qui al nostro spettacolo. Ci sono anche il segretario Akira Ijuin e la guardia del corpo Suo Takamura, la squadra Clamp al completo! » «Sei piuttosto informato, vedo. »
«Bhè, certo. Anch’io ho frequentato l’Istituto Clamp. »
Kurogane non riuscì a fargli ulteriori domande che Fay si allontanò per controllare gli ultimi preparativi.
Finalmente, dopo essere riusciti in un modo o nell’altro a calmare gli animi, poterono dare il via alla rappresentazione finale. Tomoyo, che era stata scelta per la presentazione, uscì sul palco e richiamò l’attenzione degli spettatori.
«Signore e signori, grazie a tutti per essere venuti. Per coronare degnamente questo splendido Festival di Primavera dell’Horitsuba Gakuen, la classe terza sezione B è lieta di presentare lo spettacolo “La leggenda dei Cavalieri Magici”, scritto da Subaru Sumeragi e diretto da Fay Flourite e Kurogane Suwa. Sperando nella vostra benevolenza e nel vostro applauso, vi auguro buon divertimento e andiamo a incominciare! »
L’applauso che ne seguì coprì l’uscita di Tomoyo e l’apertura del sipario. Il palco era quasi completamente spoglio, eccezion fatta per i lunghi drappi bianchi appesi alle pareti che si collegavano a un grosso fiore di stoffa posto al centro. Quando i petali si schiusero con grazia, apparve Sakura avvolta nello splendido costume candido, le mani giunte e l’espressione sofferente.
«Io vi prego, vi supplico, vi invoco… ascoltatemi, oh, leggendari Cavalieri Magici… soccorrete questo mondo! »
La luce di un faretto mobile abbagliò momentaneamente gli spettatori, poi la scena si oscurò.
Dietro le quinte Kurogane si concesse un mezzo sospiro. Almeno erano partiti bene. Si voltò a guardare i prossimi ad entrare in scena e subito il suo buon presentimento finì alle ortiche. Kamui era in piedi immobile con lo sguardo perso nel vuoto. Al contrario, Watanuki gli si stava avvicinando pallido come un cencio.
«Non posso farlo, sensei! » esclamò. «Non mi ricordo niente! Nebbia! Vuoto totale! »
Kurogane fece per rispondere che non gliene importava un fico secco e che l’avrebbe spinto sul palco a calci se necessario, ma venne interrotto dal sopraggiungere di Domeki.
«Non te lo ricordi perché non c’è niente che tu debba ricordare. » disse flemmatico come sempre. «Nella prima scena non hai battute. »
Sedato l’attimo di panico, Kurogane si rivolse a Kamui.
«Shiro, devi entrare in scena. Ohi, ci sei? »
«Eh?... Oh, sì… sì, vado. »
Mentre osservava lo svolgersi della scena della Torre di Tokyo, Kurogane si chiese quale fosse il problema. La recitazione di Kamui era molto meno brillante del solito, quasi fiacca.
«C’è qualcosa che non va. » commentò Fay raggiungendolo. «Anche Subaru-kun pensa che Kamui-kun sia strano da stamattina. »
«Qualunque cosa sia, spero che possa aspettare la fine dello spettacolo. »

Seduto tra il pubblico, nella seconda fila di poltroncine, Yuui osservava il palco con attenzione e occhio critico. Doveva ammettere che suo fratello e Kurogane avevano fatto un lavoro niente male e anche i costumi, falsa modestia a parte, avevano un buon impatto scenico. Stava filando tutto liscio e presto sarebbe arrivato il momento che aspettava. Quando Tomoyo fece il suo ingresso sul palco nelle vesti della monaca maga, ogni suo proposito analitico andò a farsi benedire. Era così bella avvolta nel lungo mantello bianco che Yuui aveva insistito per cucire personalmente, e il diadema con la gemma viola sulla fronte la faceva sembrare una vera principessa.
«Il mio nome è Clef, la vostra monaca guida Clef. » si presentò con grazia ai Cavalieri.
Era davvero stupenda.
«Tomoyo-hime, sei bellissima! Ti amo! »
Quell’urlo, che inaspettatamente aveva dato voce ai suoi pensieri, lo fece sobbalzare e voltare di scatto. Il suo sguardo irritato si posò sul ragazzo alle sue spalle che si agitava sulla poltroncina. Come si permetteva quel tizio insulso di rivolgersi in quel modo alla sua Tomoyo-chan?
«Ehi, tu! Siediti e sta’ zitto se non vuoi una nota da ricordare finché campi! » lo minacciò. «Non intendo tollerare questo atteggiamento irrispettoso! »
Il ragazzo si appiattì al suo posto intimorito.
«Mi… mi scusi, Yuui-sensei. » balbettò.
Quando il giovane insegnante tornò a voltarsi verso il palco, scoprì che lo sguardo di Tomoyo era rivolto proprio verso di lui con espressione perplessa. Anche il direttore Imonoyama, seduto nella fila davanti a lui, si era voltato a guardarlo e il suo sorriso sembrava divertito. Yuui sprofondò a sua volta nella poltroncina desiderando scomparire in essa. Ogni volta che c’era di mezzo Tomoyo perdeva il controllo, ma in fondo non era anche quella una dimostrazione d’amore?

La rappresentazione si stava avviando verso la fine del primo atto senza incidenti. Per simulare l’atmosfera del tempio sottomarino, Fuma, addetto alle luci e agli effetti speciali, aveva puntato sul palco due faretti azzurri. Sotto gli occhi degli spettatori si svolgeva l’eterna lotta tra il bene e il male: il Cavaliere del Fuoco e quello del Vento contro l’emissario di Zagart mentre il cavaliere dell’Acqua tentava di risvegliare il suo Managuerriero. Dopo l’ultimo colpo però Kamui rimase a terra più del dovuto. Domeki lo guardò con aria interrogativa mentre quello non accennava a rialzarsi. Non vedendo nessuna reazione, nel tentativo di salvare la situazione, si rivolse al nemico improvvisando.
«Sono io il tuo avversario ora. Vendicherò l’onore del mio compagno caduto! »
Quella frase da antico samurai stonava un po’ nel contesto generale, ma almeno giustificava quello che stava accadendo.
Nel frattempo dietro le quinte Shaoran, che attendeva la propria entrata in scena, si precipitò agitato dagli insegnanti.
«Sensei, abbiamo un problema! Kamui ha qualcosa che non va! »
Fay lanciò un’occhiata al palco, poi si rivolse a Fuma.
«Presto, Mono-kun! Sipario! Sipario! »
I pesanti teloni calarono sul palco interrompendo la scena a metà. Domeki e Watanuki tirarono un sospiro di sollievo e Fuma si precipitò fuori.
«Kamui-chan! Cos’è successo? »
Il ragazzo si stava rialzando lentamente barcollando.
«Mi dispiace… mi sono sentito girare la testa e non riuscivo a rialzarmi. Ho rovinato la scena…»
Tentò di fare un passo ma si sbilanciò e finì tra le braccia di Fuma.
«Accidenti, scotti! » esclamò quello. «Sei matto? Se stavi male dovevi dirlo! »
«Non sto così male…»
«Certo, come no? »
Fuma gli passò un braccio attorno alla vita e lo accompagnò dietro le quinte dove venne raggiunto da Fay, Kurogane, Subaru e gli altri ragazzi.
«Mi hai fatto prendere un colpo! » esclamò il fratello. «Perché devi fare sempre di testa tua? »
«Forse è meglio chiamare Sakurazuka-sensei. » propose Sakura.
«No! Non sto così male, » si oppose Kamui. «e poi sono sicuro che quello mi farebbe stare peggio. Resterò qui qualche minuto e per il secondo atto sarò pronto. »
Kurogane si fece avanti con piglio deciso.
«Non se ne parla nemmeno. Se dovesse succedere di nuovo una cosa come quella di prima, non sarebbe giustificabile. Dopotutto il protagonista non può permettersi di cadere in battaglia! »
«Ma…»
«Troveremo una soluzione per sostituirti. Tu resta qui e guai a te se ti alzi da quella panca! »
Prese Fay per un braccio e lo trascinò in un angolo verso lo sgabuzzino.
«Dobbiamo trovare un modo. » disse. «Quel ragazzo non deve rimettere piede sul palco. »
Fay si esibì in un gran sorriso.
«Che tenero sei, Kuropyon-sensei, così preoccupato per Kamui-kun! »
«Non è affatto così! La mia unica preoccupazione è che dopo tutta la fatica che abbiamo fatto, lo spettacolo vada a rotoli e quell’assurdo direttore trovi il modo di prenderci in giro a vita! Quindi vedi di smetterla di dire stupidaggini e fatti venire un’idea! »
«Bhè, credo che la soluzione possibile sia una sola. » disse Fay per nulla intimorito. «Vieni, andiamo a parlarne col diretto interessato. »

Il sipario era appena calato e le luci si erano riaccese quando qualcuno si sedette accanto a Yuui.
«Seishiro-san! » esclamò stupito. «Non pensavo che le interessasse il teatro. »
«Di norma non molto. » rispose Seishiro. «Ma visto che sono stato martirizzato in nome della buona risuscita di questo spettacolo, volevo almeno vedere il risultato. »
Yuui gli rivolse un’occhiata interrogativa e Seishiro ridacchiò.
«Da dove pensi che vangano le battute ad effetto di Kamui-kun? Subaru-kun ha voluto a tutti i costi provarle tutte con me prima di scriverle e, credimi, camminare per strada con un ragazzo che declama di cavalieri e spade magiche può essere molto imbarazzante! »
Yuui scoppiò a ridere a sua volta. Quello era decisamente tipico di Subaru.
«Anche tu però non scherzi. » continuò Seishiro. «Prima abbiamo fatto scena, eh? »
La ristata di Yuui si trasformò in un accesso di tosse mentre il giovane arrossiva.
«Ho fatto solo il mio dovere. » si schermì. «A teatro è d’obbligo mantenere un contegno decoroso e civile, non siamo mica allo stadio. »
«Oh, non ne dubito e sono certo che anche la piccola Tomoyo-hime avrà gradito il tuo intervento. »
Al culmine dell’imbarazzo, Yuui si chiese come potesse un ragazzo dolce come Subaru sopportare quell’ironia pungente. Probabilmente, concluse, non era mai costretto a subirla. Per tentare di cambiare discorso, rivolse la propria attenzione al palco.
«Sembra ci sia un po’ di trambusto. » notò. «Forse hanno dei problemi, farei meglio ad andare a vedere. »
«Oh, non preoccuparti. » fece Seishiro con noncuranza. «Sono sicuro che se la caveranno benissimo. Se ti alzi adesso potresti non trovare più il tuo posto a luci spente e poi sono certo che se avesse bisogno, tuo fratello non mancherebbe di farsi vivo. »
Quelle parole irritarono Yuui. Se era una battuta non era divertente e se era una frecciata aveva colpito nel segno. In entrambi i casi ebbe il risultato di farlo risedere imbronciato in silenzio finché le luci non calarono di nuovo.
«Signore e signori, ci scusiamo per avervi fatto attendere. » disse la voce di Tomoyo. «Ecco a voi la seconda parte della “Leggenda dei Cavalieri Magici”. »
Quando si sollevò il sipario, i tre Cavalieri apparvero sulla scena, le armi in pugno nel tentativo di risvegliare il secondo Managuerriero nel Tempio del Cielo. L’occhio critico di Yuui si spostò in automatico da uno all’altro e quando si soffermò sul Cavaliere del Fuoco sentì che la sorpresa prendeva il posto dell’irritazione. Spostò lo sguardo su Seishiro e si accorse che anche lui fissava il palco con occhi sgranati.
«Quello non è Kamui. »

Quando lo sguardo di Subaru, dal palco si posò sulla platea, il ragazzo inorridì. Seishiro era seduto tra il pubblico e lo stava fissando. Non era un’impressione, il medico non stava genericamente guardando la scena. Stava fissando proprio lui. Subaru tentò di mantenere la calma: dopotutto aveva accettato la proposta di Fay-sensei quindi ora non poteva né tirarsi indietro né far fare brutta figura al fratello e a tutta la classe.
«Basterà che porti il costume di Kamui-kun e ti spettini un po’ i capelli. » aveva detto Fay. «Sei l’unico che conosce tutte le battute, quindi l’unico che può aiutarci. »
«In fondo siete gemelli, nessuno si accorgerà della differenza. » aveva aggiunto Kurogane.
A quelle parole Fay l’aveva fulminato con lo sguardo, cosa molto strana per un tipo così allegro.
«Se ne accorgeranno eccome. » aveva ribattuto. «Subaru-kun e Kamui-kun sono due persone ben distinte! »
Dal canto suo, Subaru non se l’era affatto presa, anche perché capitava molto raramente che qualcuno lo paragonasse a suo fratello. Si erano sempre considerati molto diversi e, specialmente in quel frangente, era una grande verità. Subaru avrebbe pagato oro per avere un terzo della spigliatezza e dell’eleganza che aveva Kamui sul palco. Al contrario lui si sentiva goffo, impacciato e ora anche in preda all’imbarazzo più totale. Un conto era costringere Seishiro ad ascoltare mentre inventava quasi per scherzo battute che poi, lo sapeva, avrebbero fatto venire la pelle d’oca a Kamui. Tutt’altra storia era recitare seriamente quelle stesse battute davanti a lui. Chiuse gli occhi e per un istante finse di essere ancora durante le prove, quando correggeva l’impostazione di tono dei compagni mostrando lui stesso quella corretta. Forse così facendo sarebbe riuscito ad arrivare in fondo allo spettacolo. Mentre pensava a un modo per distrarre la propria attenzione dal pubblico, gli balenò un’idea. Era una mezza follia e molto probabilmente non gli sarebbe stata di nessun aiuto, ma se avesse funzionato gli spettatori sarebbero stati molto più soddisfatti.
Approfittò quindi di un cambio di scena per comunicarlo ai compagni.
«Ragazzi, ho un’idea fantastica! Ho pensato di cambiare il finale! »
Tutti, Kurogane e Fay compresi, si voltarono verso di lui guardandolo come se fosse impazzito.
«Senti, va bene che sei lo sceneggiatore, ma non ti sembra di esserti montato un po’ la testa? » obiettò Watanuki. «È impossibile cambiare la trama durante la rappresentazione. »
«Non preoccupatevi, non si tratterà di una grande modifica. » li rassicurò Subaru. «Basterà cambiare alcune battute finali e otterremo un happy end che piacerà molto di più agli spettatori. Andiamo, chi di voi non ha odiato Shakespeare nel finale di “Romeo e Giulietta”? »
«Sì, ma tu non sei Shakespeare. » disse Domeki.
«Non ho mai preteso di esserlo e comunque gli unici personaggi che verranno leggermente modificati sono Emeraude e Zagart quindi non avete motivo di agitarvi. Li e Kinomoto, cosa ne pensate? E voi, sensei? »
Sakura rimase pensierosa per un attimo, poi sorrise.
«La principessa e Zagart riusciranno finalmente a stare insieme? » chiese.
«La mia idea era proprio quella. »
«Allora io ci sto. Facciamolo! »
Piano piano il sorriso di Sakura contagiò tutti e nemmeno Kurogane trovò niente da ridire. In fondo gli happy end piacevano a tutti ed era ora che quei poveri personaggi venissero riscattati, anche se ad opera di un semplice studente.

Finalmente lo spettacolo si stava avviando alla sua naturale conclusione. Shaoran, nel pieno della sua scena madre, stava duellando con Subaru sforzandosi di apparire convincente e allo stesso tempo di non far fare brutta figura al più inesperto compagno.
«Distruggerò la leggenda dei Cavalieri Magici con le mie stesse mani! » esclamò.
Non sapeva quando Subaru avesse intenzione di inserire le modifiche né quando avrebbe iniziato a improvvisare. I professori avevano dato loro carta bianca, ma proprio per questo ora la situazione era ancora più complicata.
«Perché solo Emeraude deve vivere incatenata al ruolo di colonna portante di Sephiro? » continuò.
Le spade si incrociarono di nuovo e in quel momento un grido riecheggiò da dietro le quinte.
«Ora basta! Fermatevi! »
Sakura corse sul palco in una nuvola di tulle bianco e sia Shaoran che Subaru si voltarono a guardarla stupiti.
«Principessa Eameraude, non eravate prigioniera? »
«Ho sciolto le catene della mia prigione per giungere fino a voi e porre fine a questa battaglia. » disse Sakura. «Il mio cuore non può più tollerare che il suolo del mio amato Sephiro sia macchiato di sangue. »
Si avvicinò a Shaoran e lo abbracciò mentre il ragazzo rimaneva immobile nella sua incredulità.
«Io amo quest’uomo ed è stato il mio desiderio a scatenare questa guerra. Ero convinta di non avere più il diritto di governare, ma la vostra forza e la vostra passione mi hanno aperto gli occhi. Il mio sacrificio non renderebbe felice nessuno, anzi getterebbe Sephiro ancora più nel caos. »
Sakura alzò gli occhi verso Shaoran in attesa di una qualunque replica, mentre il ragazzo tentava disperatamente di farsi venire in mente una risposta sensata.
«Oh, Emaraude… ehm… finalmente hai capito i miei sentimenti…»
Nel dirlo arrossì. Che frana! Non era decisamente portato per queste cose.
Subaru ridacchiò sotto i baffi.
«Questo significa che la missione dei Cavalieri Magici è fallita. » esclamò. «Non rivedremo mai più le nostre case. »
«Al contrario. » disse Sakura ponendosi al centro della scena. «Siete stati proprio voi a liberarmi dalla prigionia che mi ero autoimposta. »
Levò un braccio al cielo e un fascio di luce candida la investì.
«Io, Emeraude di Sephiro, pongo fine per sempre al sistema della colonna portante. D’ora in poi questo mondo apparterrà solamente ai suoi abitanti e sarà loro diritto e dovere amministrarlo. Da questo momento non sono più la principessa, ma una semplice ragazza che lotterà per la realizzazione dei propri desideri e del proprio amore. »
Sakura strinse la mano di Shaoran, le luci si abbassarono gradualmente fino a lasciare il palco immerso nel buio e il sipario calò.
Finalmente era finita.
Quando le luci si rialzarono appena del necessario per permettere ai ragazzi di vedersi l’un l’altro, Subaru crollò sul pavimento.
«Oh, santo cielo, Sakura! Credevo di morire! » gemette.
Sakura, ancora aggrappata al braccio di Shaoran, si accasciò al suolo a sua volta.
«Non posso credere di aver fatto una cosa del genere, mi tremano ancora le gambe! Avevi detto che potevamo improvvisare come volevamo. Ho fatto tanto male? »
«No, no, tutt’altro! Sei stata grande! È solo che non me l’aspettavo. Ragazzi, non posso crederci, è finita. »
Shaoran aiutò gentilmente Sakura ad alzarsi e da dietro le quinte giunse Fuma a recuperare Subaru.
«Se Kamui-chan dovesse vederti così comincerebbe a dare i numeri e finirebbe per farsi salire la febbre. » si giustificò.
Subaru sorrise.
«Grazie. Lo sapevo che eri una persona gentile ma non c’è davvero motivo di preoccuparsi. Sto benone, è stata solo un po’ di emozione.»
Raggiunse il fratello dietro le quinte e lo rassicurò sulla buona riuscita della sua idea finché Kamui stesso non alzò una mano per zittirlo.
«Ascolta. » disse. «Stanno applaudendo. »
Subaru si interruppe e spalancò gli occhi.
«È vero. Incredibile…»
«Bhè, hai fatto un buon lavoro. »
«Abbiamo fatto un buon lavoro. »
«Forza, ragazzi, dobbiamo andare a salutare il pubblico! » li esortò Tomoyo in quel momento.
Quando il sipario si rialzò, gli attori si inchinarono felici di ricevere l’apprezzamento del pubblico. Tomoyo, nelle vesti della presentatrice, li nominò uno per uno, poi tornò a rivolgersi agli spettatori.
«Non meno importanti sono coloro che hanno lavorato dietro le quinte per realizzare questo spettacolo. Il nostro tecnico di scena, Fuma Mono! »
Fuma, che stava sorreggendo Kamui, si inchinò goffamente tentando di non sbilanciare troppo il compagno.
«Il nostro geniale sceneggiatore e neo-attore, Subaru Sumeragi! »
«Geniale, andiamo, non ho fatto niente di speciale…» mormorò il ragazzo arrossendo.
«Il costumista migliore del mondo senza l’aiuto del quale saremmo stati davvero nei guai. » continuò Tomoyo. «Visto che non ha voluto raggiungerci prima, lo invito a farlo ora. »
Seduto tra il pubblico, Yuui si guardò attorno confuso.
«Sì, sta parlando proprio di te. » disse Seishiro al suo fianco spingendolo ad alzarsi. «Forza, raggiungila, non farla aspettare! »
Yuui salì esitante la scaletta che dalla platea portava al palco e non appena vi mise piede, Tomoyo lo presentò con voce squillante.
«Yuui Flourite-sensei! »
Il giovane la raggiunse e si mise al suo fianco mentre lei sorrideva radiosa.
«Ultimi ma non certo per importanza, i nostri coordinatori e registi: Fay Flourite-sensei e Kurogane Suwa-sensei. »
Da dietro le quinte Fay afferrò il collega e lo trascinò sul palco.
«Forza, Kuropon! Andiamo a prendere la nostra giusta dose di applausi! » esclamò e Kurogane, per l’ennesima volta non poté fare altro che assecondarlo. In un certo senso era un sollievo vederlo così entusiasta.
Quando l’euforia del pubblico si placò, dal centro della prima fila si alzò Nokoru Imonoyama in persona e, seguito dai due compagni, raggiunse il gruppo sul palco.
«Mi permetto di rivolgere direttamente a te i miei complimenti per quest’opera, splendida ambasciatrice della musa. » disse inchinandosi teatralmente davanti a Tomoyo.
Yuui si trattenne a stento dal lanciargli un’occhiataccia, mentre la ragazza arrossiva graziosamente, poi Nokoru si rivolse al pubblico.
«Con questo dichiaro ufficialmente concluso il Festival di Primavera. Per festeggiarne la buona riuscita, tutto il corpo insegnate e ovviamente la meravigliosa preside sono invitati a trascorrere il prossimo weekend alle Terme Imonoyama. Naturalmente sarei onorato di avere come ospiti anche gli studenti che hanno messo in scena questo splendido spettacolo! »
Tutti i ragazzi proruppero in un applauso e in grida entusiaste e in mezzo a quel caos solo Kurogane vide Fay impallidire e fare istintivamente un passo indietro.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
O__________O........ *_______*........ (reduce dalla lettura del capitolo 211 di TRC appena uscito e altamente SPOILER) Oh! Oh! Ooooooohhhh!!! Per quanto mi dispiaccia per quello che è appena successo... Oh, Fayucciolo mio! Sono così contenta per lui!! Sarebbe la prima volta che le Clamp ne azzeccano una! Adesso c'è solo da sperare che non uccidano tutti nel prossimo capitolo... -_-'''
Veniamo a noi! Questo è un capitolo in un certo senso di transizione, perchè in realtà non è la recita la cosa più importante ma tutto quello che si è venuto a creare preparandola e che culminerà nel prossimo! Insomma, Fay, ma quanto sei contorto, gioia mia? Il povero Kurowan se ne sta andando a male per star dietro alle sue stranezze! Ashura, la storia dei fratelli, l'Istituto Clamp e adesso anche le terme... Mha! In compenso Emeraude e Zagart hanno avuto finalmente il loro happy end visto che le Clamp li hanno sempre maltrattati. Ce lo vedo Subaru a recitare le battute a Seishiro per strada! Teneroso! E anche Yuui che fulmina chiunque osi guardare la sua Tomoyo! Ben presto tutti i nodi verranno al pettine!
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
Rika_fma_lover: Ah, la tua recensione mi è rimasta in testa per tutto il giorno dopo che l'ho letta! "Spezza quella dannata penna e falla a brandelli poi prendi kaa-san e digli che lo ami"! Vai vai Kuropon!! Mi immaginavo la scena e sventolavo anch'io le palme! XD Sono davvero contenta che Kamui e Fuma (e Kuropin ovviamente) abbiano contribuito a risollevarti il morale! 79 doujinshi KuroFay?! WOW!! Io di Tsubasa ne so solo 50 e ci sono scappate anche un paio di ShaoSaku e quella con Yuui che non dovrebbe essere shonen-ai (almeno credo, non sapendo cosa dicono...). Spero che il prossimo capitolo ti piaccia visto che finalmente... Ah, niente spoiler!
Doremichan: Grazie! Anch'io trovo Kamui adorabile con le sue pretese di essere un duro quando in realtà è geloso perso... ^_^ Quanto a Fay e Ashura... si saprà mooolto presto! Aggiorno in fretta perchè la storia è già conclusa, non posto mai niente che non sia già finito proprio per non far aspettare troppo chi legge.
li_l: Eh eh!! Me malvagia! Ho avuto delle ottime maestre, però ti posso assicurare che a differenza loro io non lascio niente in sospeso. Ogni "pulce" ha il suo significato e la sua soluzione. Abbi fede! Come altre scene, anche quella di Kamui che praticamente lancia la torta a Seishiro, ma la vedevo davanti agli occhi e ridevo mentre scrivevo. Ah, che uomo terribile! Spero ti sia piaciuta la sua apparizione anche in questo capitolo!
Elychan: I cricetini ninja credo che ormai abbiano fuso la ruota... Se non fosse una fonte continua di grattacapi, non si chiamerebbe Fay e non lo adoreremmo così tanto (noi e Kuro ovviamente) ^_^ La prossima volta che vedrò il mio capoarea gli dirò: "Sai, sei decisamente hitsuzen." Alchè lui prima chiamerà la neuro, poi mi licenzierà in tronco... Martedì ti ho pensata. Sono venuti a presentarci il nuovo profumo di Estée Lauder (lavoro in profumeria) e sentendolo la mia collega fa: "Buono, sa un po' di cilegia". Ci fanno vedere la scheda tecnica e viene fuori che questa chicca ha come note di cuore niente meno che... I FIORI DI CILIEGIO!!! Stavo per mettermi a ridere in faccia al rappresentante! Una cosa è certa, non rischierò di dimenticarmi i componenti quando lo presenterò ai clienti! Seishiro sta conquistando il mondo! La mia mamma se li meriterebbe due occhi visto che mi sta cucendo il costume di Fay per il cosplay della prossima fiera... che storia!!
SteelRose Alchemist: Wha! Una nuova commentatrice! Benvenuta! Mi fa tantissimo piacere che la mia piccola fic ti sia piaciuta! Lo so, la Yuui/Tomoyo è una mia personale invenzione un po' azzardata... Ho scoperto di recente che in Horitsuba si tende ad accoppiare Yuui con Shaoran-clone/Shaoron, ma come abbinamento non mi "sconfiffera", quello con Ashura poi ancora meno (ma questo solo perchè io vedo Ashura alla luce di quello che è successo con Fay in questa storia. Se Yuui lo sapesse probabilmente lo strangolerebbe...). La figura di Yuui come fratello premuroso mi piace un sacco! Non vedo l'ora di leggere la tua fic! Aspetto con ansia!
Yusaki: Al liceo avrei pagato oro per avere un professore di chimica come Fay-sensei, l'avrei studiata sicuramente più volentieri! Invece avevo l'unica prof sulla faccia della terra che faceva studiare a memoria la tavola periodica e i numeri di ossidazione degli elementi... da spararsi! Infatti in chimica ho sempre fatto abbastanza schifo, andavo meglio in biologia. La tua definizione di Kamui è azzeccatissima, "teneramente insopportabile", sono d'accordo con te in pieno! Sì, lui e Yuui sono simili ma in un certo senso opposti. Entrambi sono molto protettivi, ma mentre Kamui è quasi invadente, Yuui è la sua versione più adulta, che protegge Fay in silenzio senza fargli capire che si preoccupa, altrimenti lui si preoccuperebbe di non farlo preoccupare (è un discorso contorto...). Mmmmhhh... potrei chiedere al capoarea se sa qualcosa di certi alberi di ciliegio...
Francesca Akira89: Bhè, Kuropon deve nutrire in qualche modo i suoi cricetini ninja e le torte al cioccolato sono molto nutrienti... sì, bella scusa, Kuro-papà! Di' piuttosto che l'accetti giusto perchè l'ha fatta Fay-mammina! ^_^ Il mistero troverà presto la su soluzione. No, no, fermi, Kamui e Fuma! La coppia più importante non ha ancora concluso, il mondo dovrà aspettare ancora un po'! ^_^

Anche per questa volta è tutto. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, ma non temete! E' in arrivo l'extra di San Valentino!
YUKI-CHAN





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«Questa volta voglio provare a fidarmi di qualcuno e raccontare la mia storia. Mi ascolterai? »

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Capitolo 9
*** Fumi e Vapori ***


Horitsuba Festival 09 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



09
***
Fumi e Vapori
(Fay & Kurogane)


Dopo un inizio come quello, Kurogane decise che mai più, per nessuna ragione al mondo, si sarebbe fatto incastrare in una gita scolastica. Innanzi tutto lo avevano fatto alzare ad un’ora antelucana quando nel weekend dormire fino a tardi era praticamente un obbligo. Tutto questo per ritrovarsi ad aspettare davanti alla scuola i soliti ritardatari tra cui, neanche a dirlo, i gemelli Flourite.
«Scusateci davvero! Abbiamo avuto un piccolo problema…» iniziò Yuui, ma Fay lo interruppe.
«Non mi sono svegliato! Ah ah! Scusate! »
Gli altri professori si limitarono a sospirare e Kurogane ringhiò. Perché doveva avere a che fare con quel tizio anche in quelli che teoricamente avrebbero dovuto essere i suoi giorni liberi? E perché aveva l’impressione che dal giorno dello spettacolo Fay si comportasse in maniera più strana del solito? Quell’orribile mania di interrompere le frasi a metà nonché la sua ostentata allegria lo infastidivano parecchio.
Quello che però aveva stroncato le forze di Kurogane era stato il viaggio sull’autobus, gentilmente concesso da Nokoru, per raggiungere lo stabilimento termale Imonoyama.
La preside Ichihara, seduta in uno dei primi posti, era entrata nel pieno “spirito da gita”, come lo chiamava lei, e sorseggiava sakè sfogliano guide turistiche del tutto dimentica del suo ruolo. Watanuki, che soffriva il mal d’auto, aveva chiesto di restare seduto davanti e se ne stava immobile pallido come un cencio e con un sacchetto tra le mani. Kurogane aveva lasciato che ad occuparsene fosse Yuui. In fondo all’autobus, il restante gruppo di ragazzi, spalleggiati da un Fay più esibizionista del solito, avevano dato fondo al proprio repertorio musicale cantando a squarciagola qualunque canzone venisse loro in mente. In un angolo, Ashura-sensei e Seishiro fumavano pacificamente nonostante il grosso cartello di divieto appeso sopra le loro teste.
«Suwa-sensei! Un’altra bottiglia di sakè e un pacchetto di patatine! » esclamò in quel momento la preside.
Mai più, si disse Kurogane con la testa che martellava, mai più per nessuna ragione al mondo avrebbe preso parte a una gita scolastica.
Il suo proposito venne ulteriormente rafforzato quella sera. Nokoru Imonoyama, in qualità di proprietario dello stabilimento termale, aveva fatto riservare loro un’intera ala e le due vasche principali contrassegnando gli ingressi con lo stemma della scuola, l’ala con le tre croci. Per tutto il pomeriggio Kurogane era stato impegnato a controllare che nessun ragazzo si intrufolasse nella vasca riservata alle donne e ora che desiderava solo andarsene a letto a riposare, la preside se ne era uscita con uno dei suoi lampi di genio.
«Stasera si festeggia! » esclamò. «Siamo in gita e per di più ospiti del direttore. Mi sembra il minimo onorare la sua gentilezza con un banchetto e una bella bevuta! »
«Yuko-san, lei ha sempre delle idee strepitose! » fece eco Fay battendo le mani. «Mangiamo e beviamo fino all’alba! »
Ovviamente tutti i ragazzi risultarono più che entusiasti della proposta e nessuno si fermò ad ascoltare Yuui che li ammoniva sull’irresponsabilità di quel comportamento. La cena si protrasse fino a tarda ora e ben presto tutti smisero di ragionare lucidamente, un po’ per la stanchezza, un po’ e soprattutto per la quantità di alcolici serviti. Kurogane, ringraziando il cielo per la sua resistenza, era uno dei pochi ad essere rimasto quasi sobrio ed arrivò a chiedersi con che coraggio quelli attorno a lui si definivano insegnanti. Fay si era lanciato in una danza sfrenata tentando di coinvolgere anche un reticente Yuui, la preside rideva sguaiatamente sdraiata sul pavimento e Ashura era scomparso. Come da programma, anche gli studenti stavano dando il peggio di sé. Kamui, completamente ubriaco, inveiva a gran voce contro Seishiro mentre Fuma e un imbarazzatissimo Subaru tentavano inutilmente di trattenerlo. Sakura miagolava raggomitolata su un cuscino mentre Tomoyo tentava di toglierle il bicchiere di mano. Watanuki, schiavizzato dalla preside, correva avanti e indietro al grido di «Altro sakè! Altri stuzzichini! ». Lo spettacolo migliore però era offerto da Shaoran che, brandendo un mestolo come se fosse stato una spada, si rivolgeva con fervore ad un attaccapanni in un angolo: «Sarà fiero di me, Suwa-sensei! Combatterò come se fosse una vera battaglia! »
A quel punto Kurogane decise che ne aveva abbastanza di quello scempio. Se le parole non erano sufficienti, sarebbe passato ai fatti. Con un gesto deciso afferrò Fay per un braccio e lo tirò giù dal tavolo dove stava ballando.
«Adesso basta! » esclamò. «Cerca di darti un contegno! È ora di andare tutti a letto! »
Fay gli restituì uno sguardo annebbiato.
«Che guastafeste, Ku-ro-myu! » sillabò ridacchiando. «Ci stiamo divertendo, no? »
«No, stiamo dando uno spettacolo pietoso. »
Kurogane si guardò attorno in cerca d’aiuto ma scoprì che Yuui si era beatamente addormentato con la testa sul tavolo e la preside si era lanciata in una performance canora sempre attaccata alla bottiglia. Niente da fare, doveva pensarci da solo.
«Ok, senti, vedi di riprenderti e accompagna le ragazze nelle loro stanze. » disse a Fay. «Io penserò ai ragazzi. »
Il giovane fece un lamento di protesta ma un’occhiata di fuoco di Kurogane lo convinse a muoversi. Tomoyo lo aiutò a sollevare Sakura che miagolava allegramente e insieme uscirono seguiti da una Himawari piuttosto intontita. Kurogane si diede allora da fare per recuperare gli studenti rimasti. Si caricò in spalla un recalcitrante Shaoran mentre Domeki faceva lo stesso con Watanuki, sprofondato in uno stato comatoso, poi si avviò a passo di carica verso un angolo appartato dove si trovavano gli altri tre ragazzi. Fuma stava baciando appassionatamente Kamui che aveva smesso di protestare ed era languidamente abbandonato tra le sue braccia. Il volto di Kurogane andò a fuoco. Afferrò Fuma per il colletto della camicia e diede uno strattone.
«Insomma, dove pensi di essere?! Un minimo di decenza! » gridò.
Poco distante, Seishiro, seduto a terra e appoggiato alla parete, aprì un occhio.
«Quanto strilli, Suwa-sensei. » mormorò. «Lasciali un po’ in pace, non fare il bacchettone. »
«Pensa per te! » lo rimbeccò Kurogane indicando Subaru che dormiva pacificamente con la testa appoggiata sulle sue ginocchia.
«Oh, non dubitarne e penserò anche a lui, quindi tu vai pure tranquillo. »
Il sorrisino che accompagnò quella risposta ricevette in cambio un’occhiataccia.
«Spero solo » mugugnò Kurogane seccato. «che tu abbia un minimo di senso di responsabilità. »

Quando Kurogane rientrò dopo aver accompagnato i ragazzi, trovò la sala deserta. All’idea di dover dare la caccia ai propri colleghi ubriachi in giro per le terme si sentiva male. Si passò una mano sugli occhi stanchi. Ragionando, se lì non c’era più nessuno significava che almeno qualcuno doveva essere abbastanza sobrio per uscire con le proprie gambe. Molto probabilmente Yuui aveva accompagnato la preside nella sua stanza e Seishiro si era occupato di Subaru. All’appello mancava ancora Ashura ma in tutta sincerità gliene importava poco. La vera mina vagante era Fay, uno come lui a zonzo ubriaco per le terme, riusciva a fargli venire in mente solo implicazioni catastrofiche. Doveva trovarlo.
Dopo aver percorso tutti i corridoi e controllato tutte le stanze vuote dell’ala a loro riservata, non gli restava altro che la vasca d’acqua calda.
«Se non è nemmeno qui, me ne infischio e vado a dormire. » si disse Kurogane zittendo prepotentemente la vocina preoccupata della sua mente.
Quando varcò la soglia, la prima cosa che vide fu una fila di bottiglie allineate sull’orlo della vasca. A fianco, un ciuffo di capelli biondi galleggiava dolcemente sull’acqua. Quello stupido si era messo a fare il bagno a quell’ora impossibile, ora gliene avrebbe dette quattro. Più si avvicinava però, più si rendeva conto che Fay era troppo immobile e troppo sotto la superficie dell’acqua. Fece gli ultimi passi di corsa sentendosi attanagliare da un orribile presentimento.
«Ohi! Ma sei scemo?! Che stai facendo? » esclamò.
Non ottenendo risposta, si immerse a sua volta nell’acqua e afferrò il collega trascinandolo fuori. Quello che vide lo fece rabbrividire nonostante i vapori bollenti. Fay era immobile, con gli occhi chiusi e non reagiva.
«Maledizione! » imprecò. «Se è uno scherzo, non fa ridere! Respira, idiota! Respira! »
Lo fece stendere sul pavimento e slacciò la cintura dello yukata che indossava. Le mani gli tremavano e si sentiva preda di un’ansia mai provata prima. Conosceva le tecniche di pronto soccorso, ma in quel momento le nozioni gli sfuggivano dalla mente. Tentando di contenere il panico, gli sollevò la testa, prese un respiro e soffiò l’aria direttamente nella sua bocca sperando ardentemente che i polmoni reagissero.
«Dai! Dai! » esclamò tra un tentativo e l’altro. «Respira! Dannazione, apri gli occhi, FAY! »
Finalmente il giovane sotto di lui sembrò riprendere conoscenza. Le ciglia tremarono e dopo un attimo si piegò su sé stesso preda di violenti colpi di tosse. Quando riuscì a riprendere fiato, alzò su di lui gli occhi azzurri lucidi e vagamente appannati.
«Kuro… chan…»
Al suono della sua voce Kurogane sentì tutta la tensione abbandonarlo di colpo e si accasciò leggermente su sé stesso.
«Tu… tu… COSA DIAVOLO PENSAVI DI FARE, IDIOTA?! MI HAI FATTO PERDERE DIECI ANNI DI VITA!! » gridò un po’ per reazione allo spavento, un po’ perché non riusciva a capire cosa passasse per la testa di quello stupido e questo lo faceva infuriare.
«Mi dispiace…» mormorò Fay. «Io… cosa… ah! »
Improvvisamente sembrò rendersi conto di qualcosa e distolse lo sguardo abbassando gli occhi. A Kurogane non sfuggì quel cambiamento, così come non gli sfuggì la sua espressione triste.
«Cosa c’è ora? » chiese.
«Niente. Ti ringrazio, Kuro-chan, mi hai salvato la vita. »
Non era quella però la risposta che voleva sentire.
«Non cambiare discorso. Voglio sapere cosa ci facevi qui, direi che me lo devi. »
Fay continuava a tenere gli occhi bassi, rifiutandosi di guardarlo.
«Non posso dirtelo. Non posso. Proprio a te. »
«Qualunque cosa sia successa, è così grave da tentare di annegarti? »
A quelle parole finalmente Fay alzò la testa.
«No! » esclamò. «Io non volevo! È stato un incidente! Sono venuto qui per bere un po’ da solo. Volevo ubriacarmi fino a dimenticare quello che ho visto, ma poi…»
Si bloccò, consapevole di aver parlato troppo.
«Cos’hai visto? » chiese infatti Kurogane.
«No, niente…»
«Adesso basta! Non ti stanchi mai di fare finta di niente? Mi chiedo coma fai a resistere. »
Aveva ragione, si disse Fay, aveva pienamente ragione, infatti lui non ce la faceva più ma non poteva comunque parlare. Con quale coraggio poteva dirlo proprio a Kurogane? Avrebbe finito per fasi odiare e nient’altro.
L'uomo di fronte a lui si alzò con aria risoluta.
«Va bene, è una decisione tua, però da oggi in poi non seccarmi più. »
Quelle parole giunsero al cuore di Fay come stilettate. Del resto cosa mai si era aspettato? Kurogane non lo sopportava, era fin troppo ovvio. Con il suo stupido comportamento era riuscito a rovinare tutto… di nuovo. Quando alzò appena gli occhi per guardarlo allontanarsi, sentì delle voci provenire dall’ingresso e una risata inconfondibile. Un brivido di gelo gli corse lungo la schiena e si accorse a malapena di Kurogane che fissava con espressione stupita i due nuovi venuti che stavano entrando. Ashura era semiabbracciato ad un uomo dai lunghi capelli bianchi e i due si scambiavano tenere effusioni. Era esattamente come allora. Ashura-sensei… Taishaku-san… le terme… e lui che assisteva a quella scena. Fay si sentì girare la testa e percepì appena la voce di Ashura che lo chiamava prima che due braccia forti lo afferrassero sostenendolo.

Kurgane ebbe appena il tempo di sorprendersi nel vedere Ashura in compagnia di un altro uomo. Era lo stesso che quella mattina si era presentato loro come Taishaku-san, il direttore delle terme. Ashura però non lo guardava. I suoi occhi erano rivolti alla persona dietro di lui.
«Fay…» lo sentì mormorare.
Bastò quella semplice parola per capire che qualcosa non andava. Voltandosi di scatto si accorse che Fay era impallidito paurosamente e barcollava. Prima che gli altri avessero il tempo di muovere un passo, Kurogane lo raggiunse e lo afferrò. Che pessimo tempismo. Ashura non poteva scegliere un momento peggiore per il suo incontro clandestino. Era chiaro che Fay non era nelle condizioni di affrontarlo.
L’uomo si avvicinò con espressione preoccupata.
«Fay, stai bene? »
Sentendolo irrigidirsi sotto le sue mani, Kurogane provò un’ondata di rabbia e le parole uscirono senza controllo.
«Cosa vuoi ancora da lui? Non gli hai fatto già abbastanza male? Lascialo in pace, d’ora in poi ci penserò io a lui! »
Così dicendo sollevò Fay tra le braccia e uscì a passo di carica dal bagno. Iniziò a rendersi pienamente conto di quello che stava facendo quando era già a metà strada verso la propria stanza. Aveva agito d’impulso perché non sopportava la vista di quel dolore negli occhi del giovane e aveva finito per comportarsi come il cavaliere che difende la principessa. Forse aveva pensato al teatro per troppo tempo. Abbassò lo sguardo e vide che Fay si era completamente abbandonato contro il suo petto e teneva gli occhi chiusi.
«Accidenti, non mostrarti così indifeso davanti a me! » pensò Kurogane mentre sentiva germogliare qualcosa che assomigliava inequivocabilmente alla tenerezza.
Arrivò alla propria stanza, aprì il pannello scorrevole che faceva da porta e lo richiuse con un calcio, poi adagiò Fay sul proprio futon. Si sedette sul pavimento di fronte a lui e aspettò. Dopo un istante il giovane aprì gli occhi e lo fissò.
«Grazie… sei stato molto gentile. »
Kurogane non si mosse.
«Rimani sdraiato. » si limitò a dire. «Sei ancora debole. »
Fay annuì, ma dopo un attimo riprese: «Ho incontrato Ashura-sensei quando andavo al liceo. »
«Non devi raccontarmi niente. » lo interruppe Kurogane. «Se non vuoi farlo, va bene anche così. Dopotutto si tratta della tua vita e non ho nessun diritto di impicciarmi. »
Fay sorrise leggermente.
«Invece te lo devo, l’hai detto tu, e poi ti sei appena impicciato. Questa volta voglio provare a fidarmi di qualcuno e raccontare la mia storia. Mi ascolterai? »
Kurogane annuì.
«Yuui-chan ed io abbiamo perso i nostri genitori molto presto e abbiamo trascorso l’infanzia in un orfanotrofio. Certo, non è stato facile per due orfani di origini straniere… Non fare quella faccia, visto il nostro cognome e il nostro aspetto pensavo fosse chiaro che non siamo giapponesi. Comunque sia le maestre adoravano Yuui-chan, era un bambino tranquillo e gentile, mentre io… bhè, direi che la differenza tra noi è evidente adesso come allora. Spesso venivo rimproverato, paragonato a mio fratello e invitato a seguire il suo esempio, ma la cosa non mi disturbava. Volevo bene a Yuui-chan, era tutta la famiglia che mi era rimasta e ci eravamo promessi di stare sempre insieme. Purtroppo eravamo solo dei bambini e con le nostre sole forze non abbiamo potuto tener fede a quella promessa. Yuui-chan è stato adottato da una buona famiglia a cui però bastava un solo figlio. Subito dopo si sono trasferiti all’estero, in Inghilterra, e per questo motivo non ho più avuto sue notizie per anni. A quel tempo, mentre frequentavo le scuole elementari e medie interne all’istituto, gli insegnanti non facevano che ripetermi che mio fratello aveva avuto una grande fortuna e che se avessi avuto un carattere più docile, sarebbe potuto capitare a me. A poco a poco ho cominciato a detestare chi faceva questi paragoni e a desiderare di andarmene. Provavo una grande rabbia all’idea che mio fratello fosse stato allontanato con la forza e io fossi bloccato in quel posto dove non sembrava importare a nessuno come mi sentissi. »
Fay fece una pausa e Kurogane sospirò. Ecco spiegato il perché dei suoi cambiamenti di umore alle battute sui gemelli identici, gli scambi di persona e i paragoni. Nonostante ora ne parlasse con leggerezza, all’epoca doveva essere stato molto doloroso.
Fay socchiuse gli occhi e continuò il racconto.
«Proprio perché volevo andarmene, mi sono impegnato per ottenere una borsa di studio e alla fine sono riuscito a vincerla. Dal primo anno di liceo mi sono trasferito all’Istituto Clamp e sono andato a vivere da solo. La direttrice precedente a Imonoyama-san si è dimostrata molto comprensiva e mi ha permesso di abitare in uno dei dormitori della scuola. È stato proprio al liceo che ho conosciuto Ashura-sensei. Era il responsabile della mia classe ed era una persona eccezionale, sempre sorridente e gentile con tutti. Bhè, non serve che lo descriva, lo conosci bene anche tu. Credo mi avesse preso a cuore o perlomeno un po’ in simpatia anche se nelle materie letterarie ero una frana. Nelle scienze avevo voti alti ma siccome lui sapeva che volevo diventare un insegnate, si era prefissato l’obiettivo di farmi superare gli esami con voti buoni anche in lettere. Mi dava ripetizioni dopo la fine delle lezioni e spesso mi invitava casa sua per spiegazioni supplementari e ripassi. È stata la prima persona che si sia preoccupata così tanto per me. All’inizio avevo solo un grande rispetto per lui, poi la mia stima si è trasformata in simpatia e ho finito per affezionarmi. Non avevo nessun altro a cui rivolgermi quando avevo dei problemi e Ashura-sensei era sempre disposto ad ascoltarmi. Con lui stavo bene e quando me ne sono reso conto era già troppo tardi: mi ero innamorato. »
Fay si voltò verso la parete per non rischiare di incrociare neanche per sbaglio lo sguardo del collega e aspettò un commento che però non arrivò.
«Ehm… lo so, è molto strano detto così. » continuò. «Sarebbe stato più normale se avessi visto in lui una figura paterna e protettiva, ma non è stato così. Volevo qualcuno da amare e che mi amasse non come un figlio o un fratello ma come persona. Probabilmente penserai che sono disgustoso…»
Kurogane rimase in silenzio per un attimo poi rispose con voce sicura.
«Non lo penso affatto. Ognuno è libero di fare le sue scelte. Tu hai fatto la tua e hai anche sofferto quindi nessuno ha il diritto di biasimarti. »
«Come pensavo sei molto gentile, ma prima di parlare così dovresti sapere cos’ho fatto. In realtà il biasimo lo merito eccome. È stato all’ultimo anno. Avevo deciso che avrei confessato i miei sentimenti ad Ashura-sensei approfittando della gita alle terme. Con una scusa l’ho separato dal resto del gruppo e una volta rimasti soli, mi sono dichiarato. Se dicessi che non nutrivo qualche speranza, mentirei spudoratamente, dopotutto lui aveva sempre avuto un occhio di riguardo per me. Invece mi ha sorriso, mi ha accarezzato la testa e mi ha detto “Mi dispiace”. Ha detto anche che dei sentimenti così belli e importanti avrei dovuto conservarli per la persona più preziosa per me che prima o poi sarebbe arrivata. Un discorso molto bello, ma io in quel momento non riuscivo a pensare a nessun altro. Non so cosa mi passasse per la testa… è molto imbarazzante da ammettere ma… ho tentato di sedurlo…»
Fay si coprì il volto con le braccia.
«A ripensarci sono disgustato di me stesso. Ho tentato di sedurre un mio insegnante. Sono stato… davvero orribile. Ashura-sensei invece si è limitato a mettermi la sua giacca sulle spalle sorridendo e scusandosi con me. Quella sera, mentre rientravo in camera, ho scoperto il perché del suo rifiuto. Ho visto lui e Taishaku-san… Mi sono sentito così… stupido… e umiliato… non ho più avuto il coraggio di guardarlo in faccia. Lui sa benissimo il motivo e questo mi fa star male ogni volta che lo vedo. Questa sera… la scena che ho visto dopo aver riaccompagnato le ragazze… mi è sembrato di essere tornato indietro di dieci anni, in questo stesso posto. Non ne potevo più, volevo solo dimenticare tutto…»
Fay tacque. Era la prima volta che raccontava quella parte della sua vita a qualcuno e l’aveva fatto alla persona da cui più di tutti desiderava essere accettato. Probabilmente era stata la scelta più sbagliata che potesse fare perché dal momento che si disprezzava lui stesso, come poteva un altro non farlo?
«Quindi tu per tutto questo tempo ti sei sentito in questo modo e ti sei tenuto tutto dentro facendo lo stupido e fingendo di essere felice? » disse Kurogane distogliendolo dai suoi pensieri.
Fay arrossì leggermente e si voltò appena verso di lui.
«A volte ero felice davvero, mi divertivo… Forse volevo solo attirare l’attenzione di una persona per me preziosa perché… quando facevo lo stupido… almeno in quei momenti… tu guardavi solo me…»
A quel punto Kurogane non poté più rimanere fermo in silenzio. Si sporse in avanti e appoggiò le mani ai lati del volto di Fay. Sotto quello sguardo scarlatto, il giovane si sentì arrossire ancora di più.
«Non avevi nessun bisogno di fare qualcosa per attirare la mia attenzione. »
La gioia che illuminò gli occhi di Fay in quel momento riscaldò il cuore di Kurogane. Non voleva più vederlo con un’espressione triste o malinconica. Non voleva più rischiare di perderlo per un errore del passato. Se ne era reso conto quando aveva sollevato tra le braccia il suo corpo esanime. Non voleva perderlo e basta. Era una cosa assurda se pensava al fatto che aveva sempre sostenuto di non sopportarlo, eppure si era reso conto che il suo sorriso gli era diventato indispensabile. Lentamente spostò la mano e gli accarezzò la guancia. Era un gesto inconsueto per lui, eppure voleva toccarlo, accertarsi che fosse davvero lì. Finalmente aveva scoperto qual’era il vero Fay e ora non l’avrebbe più lasciato andare. Si chinò appena in avanti e nello stesso momento Fay si sollevò sui gomiti. Le loro labbra si incontrarono a metà strada in un bacio dolce e spontaneo. Quando tornarono a guardarsi, Kurogane si rese finalmente conto che le guance del collega erano color peperone.
«Scusa. » borbottò tornando a sedersi. «Ho agito d’istinto. »
«No… cioè… anch’io. Va tutto bene. Anzi sono felice perché finalmente Kuro-chan si è voltato verso di me. »
A quelle parole fu Kurogane ad arrossire leggermente, ma mascherò l’imbarazzo con un colpo di tosse. Dopo un attimo di silenzio diede voce a un dubbio che lo tormentava dall’inizio del racconto di Fay.
«Senti un po’. » disse bruscamente. «Non è che tu pensi ancora ad Ashura-sensei? »
Fay sgranò gli occhi e si alzò a sedere di scatto.
«No! » esclamò con una nota di panico nella voce. «No, davvero! Io… da quando mi sono accorto che tu… cioè… e poi è passato tanto tempo! Stavo male, è vero, ma… no! Adesso penso solo a Kuro-chan! Te lo posso assicurare! »
«Va bene, ho capito. Ho fatto una domanda stupida. Adesso calmati o starai male di nuovo. »
Fay tornò a distendersi, ma dopo un attimo parlò di nuovo.
«Sai, c’è un’altra cosa che mi rende felice. Prima, quando mi hai salvato, ho avuto l’impressione che mi chiamassi per nome. Non l’avevi mai fatto prima e mi è piaciuto tantissimo. Il mio nome detto da te sembra più bello. »
Il suo sorriso era disarmante e Kurogane dovette fare uno sforzo per voltarsi e mantenere un certo contegno.
«Eri incosciente, te lo sarai sognato…»
Fay, di nuovo rilassato, ridacchiò dell’imbarazzo del compagno e cambiò argomento.
«Kuro-chan, posso chiederti un favore? »
L’altro annuì.
«Non me la sento di tornare nella stanza di mio fratello e poi sicuramente lui sarà con Tomoyo-hime. Posso dormire con te stanotte? »
Questa volta fu il turno di Kurogane rimanere sconvolto. Si era appena reso conto dei sentimenti che provava quindi non si sarebbe mai aspettato una proposta del genere. Era decisamente troppo presto.
Quando Fay realizzò che l’imbarazzo del compagno era dovuto all’ambiguità delle sue parole, non poté fare a meno di arrossire a sua volta ma nemmeno di stuzzicarlo un po’.
«Kuro-maniaco, a cosa stai pensando? » mormorò nella caricatura di una voce suadente. «Sei così attratto da me? »
Con movimenti lenti e misurati, gli si avvicinò e cominciò a strusciarglisi contro. Era solo uno scherzo quindi la reazione di Kurogane lo spiazzò: lo afferrò per le spalle e lo scaraventò sul futon. Aveva uno sguardo talmente intenso che per un attimo ebbe il timore di essere stato preso sul serio.
«Falla finita! » esclamò invece Kurogane incredibilmente serio. «Sei ancora ubriaco. Questo non è uno scherzo. »
Fay si ritrasse istintivamente ma l’altro lo lasciò andare.
«Prendo l’altro futon. »
Suonava molto come una scusa per allontanarsi e Fay si rannicchiò sotto le coperte osservandolo.
«Lo so che non è uno scherzo. » mormorò prima di chiudere gli occhi.
Quando Kurogane tornò per stendere il secondo futon, lo trovò addormentato.
«Copriti bene o prenderai un raffreddore. » brontolò tirandogli la coperta sopra le spalle. «Non è ancora estate. »
Mentre lo faceva, si soffermò ad osservarlo. Quando dormiva, Fay sembrava un’altra persona, aveva un’aria terribilmente indifesa.
«Certo che sei proprio un incosciente. » disse Kurogane allungando la mano per sfiorargli i capelli in una sorta di goffa carezza. «Non voglio che tu faccia di nuovo qualcosa di cui potresti pentirti. »
Poi sollevò la coperta e vi si infilò sotto a sua volta.

Il sonno di Fay venne disturbato dalla troppa luce che filtrava dalle tende lasciate aperte. Si tirò pigramente la coperta sopra la testa, ma dopo un attimo tornò a sbirciare attorno confuso. Dove si trovava? Quella non era la sua stanza. Ah, già, era in gita alle terme, ricordò. Un attimo, quella non era nemmeno la camera d’albergo che divideva con Yuui. Spostò lo sguardo alla sua destra e scoprì Kurogane che dormiva pacificamente. Per poco non lanciò un urlo di sorpresa mentre l’agitazione cresceva di pari passo con il mal di testa martellante che gli attanagliava le tempie. Cos’aveva combinato la sera prima? Sollevò le coperte e quando scoprì che erano entrambi vestiti, tirò un sospiro di sollievo. A poco a poco i ricordi cominciarono a riaffiorare: l’ubriacatura durante il festino della preside, l’incidente del bagno, il salvataggio da parte di Kurogane e la sua successiva confessione con tanto di dichiarazione… ricambiata! Si erano baciati, ricordò improvvisamente sentendo le guance andare a fuoco. Quello che era successo dopo non riusciva a focalizzarlo, probabilmente si era addormentato. In ogni caso gli eventi della sera prima erano stati qualcosa di eccezionale, pensò mentre un sorriso enorme si apriva sul suo volto.
Al suo fianco Kurogane aprì un occhio.
«Perché ti agiti tanto di prima mattina? » borbottò assonnato.
Allungò un braccio e se lo tirò contro. Fay, imbarazzato e piacevolmente sorpreso allo stesso tempo, appoggiò la testa sul suo petto assaporando quella vicinanza.
«Kuro-chan, » mormorò dopo qualche momento. «è tutto vero? »
Kurogane si voltò a guardarlo, poi si sollevò a sedere sempre tenendolo stretto con un braccio. Rimasero a fissarsi in silenzio per un lungo istante poi, vedendolo avvicinarsi Fay chiuse gli occhi. Non fu un bacio impacciato come quello della sera prima, percepì la dolcezza ma anche il desiderio del compagno e si trovò a circondargli il collo con le braccia affondando le dita nei capelli scuri. Kurogane lo cinse anche con l’altro braccio e lo strinse di più. Era un ottimo modo per assicurarsi che non fosse stato tutto un sogno, si ritrovò a pensare Fay confusamente. Aveva desiderato per così tanto tempo una persona che lo amasse che ora sarebbe stato disposto a donare tutto sé stesso in nome di questo amore.
«FAY! »
L’urlo li fece sobbalzare entrambi e allontanare di scatto. Quando Fay incrociò lo sguardo infuocato di Kurogane, si rese conto di cosa esattamente stesse pensando e arrossì furiosamente. Il richiamo si ripeté seguito da una voce più sottile con tono di ammonimento.
«Yuui-san, per favore, non è il caso di fare tutta questa confusione di prima mattina. »
Si trattava indubbiamente di Tomoyo. Un attimo dopo bussarono alla porta.
«Suwa-sensei, è sveglio? » chiese Yuui.
In preda a un attimo di panico, Fay si gettò sotto le coperte per nascondere il volto arrossato.
«Se fai così è peggio. » sospirò Kurogane. «Sì, sono sveglio. Entra pure. » rispose poi a Yuui.
Il giovane fece il suo ingresso scostando il pannello scorrevole.
«Per caso ha visto mio fra…»
Kurogane vide gli occhi di Yuui spalancarsi mentre il suo sguardo si posava su di loro.
«… a… a… tello… Oh, mio Dio…» balbettò.
Kurogane indicò il cumulo di coperte al suo fianco ostentando tutta l’indifferenza del mondo.
«Non regge per niente l’alcol » commentò. «e siccome tu eri sparito…»
«Ha dovuto occuparsene lei. Mi dispiace averla disturbata, non so come scusarmi! Fay, vergognati! Ubriacarti in quel modo. Sei un insegnate! Quando non ti ho trovato stamattina mi sono preoccupato. »
Per tutta risposta, Fay si rannicchiò ancora di più sotto le coperte.
«Non urlare, Yuui-chan, mi fa male la testa. » si lamentò. «E comunque eri ubriaco anche tu. »
«Ho capito. Aspetta, ti cerco un’aspirina. » disse Kurogane con un sospiro rassegnato alzandosi.
Poi si rivolse a Yuui e a Tomoyo che a differenza del giovane sorrideva apertamente.
«Non preoccupatevi, andate pure a fare colazione. Ve lo riconsegno non appena riesco a rimetterlo in piedi. »
«Si è già dato troppo disturbo…» cominciò Yuui, ma Tomoyo lo interruppe.
«Sono sicura che Suwa-sensei saprà prendersi cura alla perfezione di Fay-sensei. » disse prendendolo per un braccio. «Dai, Yuui-san, andiamo a mangiare. »
Il duplice significato delle parole di Tomoyo fu chiaro ai due solo quando la ragazza se ne andò chiudendo discretamente la porta e per evitare ulteriori imbarazzi, Kurogane si gettò a capofitto nella propria borsa alla ricerca di quella benedetta aspirina.

Dalla sala da pranzo provenivano già numerosi schiamazzi. Come facessero i ragazzi ad avere tanta energia la mattina, rimaneva un mistero. Poco prima di entrare Fay trattenne Kurogane per un braccio.
«Ho un favore da chiederti, Kuro-chan. »
«Spero non sia come quello di ieri sera. » borbottò il collega.
«Cosa? »
«Niente, lascia perdere. Di cosa si tratta? »
Fay abbassò gli occhi e strinse la sua mano.
«Vorrei che tu non dicessi niente a Yuui-chan di quello che ti ho raccontato e nemmeno dell’incidente della vasca. Si preoccuperebbe troppo e finirebbe per addossarsi colpe che non ha. Non mi piace vedere Yuui-chan in ansia come stamattina e ancora meno mi piace vederlo giù di morale. »
«Voi due per me resterete sempre qualcosa di incomprensibile. » rispose Kurogane. «Tuo fratello farebbe i salti mortali per vederti felice e si preoccupa per te più di quanto tu possa immaginare. »
«Invece lo immagino eccome. Proprio per questo te lo sto chiedendo. Non voglio che Yuui-chan abbia ancora più motivi di preoccupazione. »
Kurogane annuì impercettibilmente.
«Te l’ho già detto, si tratta della tua vita. Non mi impiccerò nelle tue decisioni. »
«Grazie. »
Quando entrarono si resero conto che era in corso una discussione. Kamui aveva un’espressione tempestosa e se ne stava seduto in silenzio a braccia conserte. Fuma, come al solito, cercava di blandirlo.
«Dai, Kamui-chan, non essere così arrabbiato. Ti ho detto che non l’ho fatto apposta. »
«Non hai fatto apposta ad abusare di me mentre ero ubriaco?! » sbottò irritato il ragazzo.
«Guarda che non ho affatto “abusato”. Eri più che consenziente. »
A quelle parole Kurogane sgranò gli occhi e sperò ardentemente di aver capito male.
«Consenziente un corno! Se avessi saputo che avrei dovuto girare con una sciarpa a maggio, ti avrei mandato al diavolo! » esclamò Kamui indicando una macchia rossa che spiccava sul collo candido.
Kurogane tirò un sospiro di sollievo: allora non si trattava di niente di irreparabile.
«Puoi mettere un foulard. » intervenne Subaru.
«Gli uomini non mettono foulard! Tu poi sei l’ultimo che deve parlare visto che sei sparito con quel maniaco lasciandomi in balia di questo! »
«Ehi, non prendertela con me! Io almeno stavo davvero solo dormendo e come vedi non ho “ferite di guerra”! »
Kamui diventò paonazzo e si voltò seccatissimo verso la parete ignorando il fratello e i tentativi di approccio di Fuma.
Dalla parte opposta del tavolo anche qualcun altro era impegnato a presentare le proprie scuse.
«Tomoyo-chan, mi dispiace tantissimo. Ti giuro che non si ripeterà. » stava dicendo Yuui con espressione desolata.
«Non preoccuparti, non sono arrabbiata. » rispose la ragazza con un sorriso e in quel momento Fay compatì il fratello.
Nessuno aveva mai visto Tomoyo arrabbiata e quel suo sorriso era davvero inquietante. Doveva essere furibonda.
«Sono rimasta ad aspettarti quasi tutta la notte, mentre tu sei andato con la preside, ma non sono arrabbiata. » continuò.
«Ti prego, non parlare così! Qualcuno potrebbe fraintendere! »
«Mha, cosa dici? Ne avrebbe motivo? »
«Tomoyo-chan! »
Fay si sedette al tavolo con un sospiro.
«Certo che sono proprio spensierati. » pensò. «Se questo genere di discorsi uscisse da questa stanza potrebbe scoppiare uno scandalo. »
Kurogane si sedette accanto a lui e gli appoggiò distrattamente una mano sulla testa in una sorta di goffa carezza che lo fece arrossire.
«In effetti » si disse lanciandogli un’occhiata sorridendo. «io sono proprio l’ultima persona al mondo a poter dire una cosa del genere. »
Al suo fianco, Kurogane rispose a sua volta con un mezzo sorriso sghembo lasciando intendere che se il finale era quello, poteva anche rivedere la sua pessima opinione delle gite scolastiche.


FINE...? FORSE...


NOTICINA DI YUKI:
E con questo in teoria Horitsuba Festival si sarebbe dovuta concludere, se non che mi ero fissata che volevo per forza scrivere qualcosa su S. Valentino (e dopo aver finito quella parte mi sono pentita di non aver scritto qualcosa sul Natale... ma tanto non ne avrei avuto il tempo). Comunque questo capitolo sweet sweet resta in assoluto il mio preferito e si può dire che tutta la storia sia nata per arrivare a questo punto! Tanto per cambiare, ho incasinato la vita a Fay. Qualcosa di brutto nel suo passato dovevo mettercelo per forza (me sadica! ^_^), però spero che a questo punto perdoniate Ashura-sensei. Ve l'avevo detto che non era cattivo. Che altro dire? Amo la scena del salvataggio! Kuro-ponpon è davvero un figo! E anche questa volta sia questa scena che quella del primo bacio sono nate sulla famosa panchina nelle pause del lavoro. Per fortuna il mio capo-hitsuzen questa volta non ha interrotto! Ah, "Fumi e Vapori" sta a indicare i fumi dell'alcol e i vapori delle terme (lo so, è una cosa piuttosto stupida che probabilmente avevate già capito...). Aspetto commenti numerosi su questo capitolo, quindi dateci dentro!
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
li_l: Bhè, ti capisco. Anch'io nel vol.6 di Tokyo Babylon ero già depressa, il 7 poi volevo buttarlo dalla finestra! Mamma che odio, Seishiro! Il mio povero Subaru-chan! Mha, mmmm... sull'essere felici in X non sono molto convinta, dubito che il volersi far uccidere sia d'aiuto... Passando a Kuro e Fay, che è un argomento più soddisfacente (bhè, dipende dai punti di vista...), io me lo sento che le Clamp faranno un finale del cavolo! Se non sono finali cavolosi non sono finali clamposi dopotutto! Nella peggiore delle ipotesi qualcuno ci rimetterà le penne, nella migliore come minimo non si vedranno mai più! Comunque andrà so già che mi arrabbierò tantissimo! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Visto che di bacetti ne sono scappati addirittura due? ^_^
Doremichan: Sono davvero contenta che ti sia piaciuto così tanto anche se era un capitolo di transizione! Certo, se Emeraude avesse ragionato come Sakura, ci saremmo rispiarmiati pianti, disperazione e distruzioni di vario genere. In effetti come idea ci poteva anche stare, perchè altro non è che quello che fa Hikaru alla fine di Rayearth 2. Peccato che le Clamp siano sempre irrimediabilmente sadiche... Ti do un'antreprima assoluta: in questo momento sto scrivendo una sorta di seguito ambientato durante una settimana bianca. I nostri eroi sulla neve! (ispirata dalle simpaticissime nevicate degli ultimi giorni) Sono solo al cap.2 e non pubblicherò finchè non sarà finita quindi ci vorrà un po', però almeno ho iniziato!
Rika_fma_lover: Ahimè, sì, anch'io sono caduta nel perverso vortice degli spoiler! Mi eri ripromessa di non leggerne mai più, ma quando l'estate scorsa mi sono imbattuta per caso nel passato di Fay, è stata la mia fine! Da allora sto dietro passo passo alle uscite, ho saltato solo qualche parte dell' "interessantissimo" passato di Shaoran lungo mille capitoli mentre Otou-san e Okaa-san si facevano un the coi pasticcini... Sarei davvero curiosa di conoscere la tua ipotesi, perchè anch'io ne ho fatta una e non mi entusiasma per niente. Se non vuoi spoilerare troppo, puoi mandarmi una mail (se ti va ovviamente ^_^). Direi che hai fatto bene a tenere in serbo le palme per questo capitolo, decisamente troppo vapore, una sventolata non ci starebbe male! Spero che le terme ti siano piaciute e... respira!
Elychan: Centro! La reazione di Fay aveva davvero a che fare con Ashura! Il nostro biondino sta diventando prevedibile... Per fortuna che il mio "Inevitabile Capo" non mi ha interrotto di nuovo, stavolta penso che avrei urlato... Ehm, il nome del profumo te lo mando via mail, ok? Non vorrei che EFP mi bacchettasse per pubblicità "neanche per finta" occulta...^_^ Anche se non è ancora in commercio... Dunque, diagnosi sui fumi/Fuumi/Fuuma: non è ancora grave ma tenere sotto controllo i sintomi. In caso di persistenza assumere doppia dose di Horitsuba Festival, ora disponibile anche in un extra suddiviso in due parti. Assumere prima e/o dopo i pasti.

Alla prossima! Ja ne!
YUKI-CHAN





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(«Giù di morale io? Cosa te lo fa pensare? »
«Semplicemente il fatto che sorridi troppo. »)

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Capitolo 10
*** Saint Valentine Exchange - 1° parte ***


Horitsuba Festival extra 1 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.



Volevo dire due cosine prima di iniziare. Questo è un extra ambientato dopo la parte del festival scolastico ed è nato fondamentalmente perchè a me a novembre è venuta un'insana voglia di scrivere qualcosa ambientato a San Valentino. Sono malata, lo so, soprattutto considerando che a dicembre, mentre correvo come una pazza tra gli scaffali del negozio pieno di gente, mi mangiavo le mani perchè avrei voluto fare un capitolo sul Natale ma non ne avevo nè il tempo nè le energie. L'ho diviso in due parti perchè la sua lunghezza è circa il doppio di uno dei capitoli normali di HF, quindi se il taglio vi sembra un po' brutale, scusatemi. Contate che è nato tutto di seguito. Il tono è un po' meno scanzonato e divertente del resto, ma spero vi piaccia lo stesso. E' nato così e così l'ho lasciato. Bene, buona lettura e ci vediamo in fondo con le risposte allo scorso capitolo!



HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



EXTRA
***
Saint Valentine Exchange
(1 ° parte)


Era passato molto tempo. Maggio, giugno, luglio… Fay contò i mesi trascorsi sulla punta delle dita. Era febbraio, esattamente nove mesi dopo il Festival di Primavera, eppure ai suoi occhi il cambiamento era stato minimo. Se avesse detto di non essersi creato aspettative sarebbe stato un grande bugiardo, ma questo era esattamente l’opposto di ogni sua fantasia.
Come a conferma di quei suoi pensieri sconfortanti, la porta della sala professori dove si era rifugiato a rimuginare, si aprì con un colpo secco e Kurogane varcò la soglia.
«Ehi. » fu il suo unico saluto.
«Buongiorno, Kuro-chan! » squillò Fay aprendosi in un sorriso.
Saltò su dalla scrivania dove era seduto e gli corse incontro. Fece per gettargli le braccia al collo ma la mano di Kurogane, tesa verso di lui, lo bloccò costringendolo a mantenere le distanze.
«Te l’ho detto tante volte. » disse il collega. «Siamo sul posto di lavoro, cerca di mantenere un atteggiamento più consono. »
Fino a poco tempo prima Fay avrebbe protestato che erano soli e gli sarebbe saltato al collo ignorando i suoi rimproveri, ridendone anzi. Ora invece tornò a sedersi nascondendo il piccolo sospiro dietro al consueto sorriso.
«Allora, com’è andata la lezione? » chiese per cambiare discorso.
Ormai stavano insieme, se così si poteva dire, da esattamente nove mesi eppure Kurogane non era cambiato di una virgola nei suoi confronti. Sì, c’erano stati i baci e qualche volta avevano anche tentato di spingersi oltre, ma alla fine Kurogane lo aveva sempre respinto. Fay se n’era sentito ferito ma aveva finito per convincersi che il compagno avesse le sue ragioni. Al di là di questo, il comportamento di Kurogane nei suoi confronti era rimasto lo stesso di prima di quella gita alle terme. Forse lo insultava un po’ di meno, ma le sue dimostrazioni di affetto erano rare come le mosche bianche. Non gli aveva nemmeno mai detto “Ti amo” sebbene Fay, soprattutto all’inizio, glielo ripetesse spesso. Quella freddezza lo faceva sentire a disagio e “sbagliato” soprattutto ora che dopo tanto tempo aveva deciso di donare di nuovo il suo cuore a qualcuno. Forse era davvero come gli dicevano da piccolo, forse in lui c’era qualcosa che non andava e che non lo faceva piacere alle persone. Nonostante questo non aveva intenzione di lasciar perdere. Si sarebbe aggrappato a quel sentimento che, in qualche modo, sperava ancora ricambiato.
«Kuro-chan, sei libero domenica? » chiese dopo che il compagno ebbe finito di descrivere l’incontro di basket che aveva arbitrato.
«Credo di sì. » borbottò Kurogane. «Cos’hai in mente? »
«Niente di che. È tanto che non usciamo e al lunapark inaugurano le nuove montagne russe. Ti va di sperimentarle? » chiese Fay con un sorriso carico di aspettativa, come un bambino di fronte alla promessa di un nuovo gioco.
Kurogane sembrò vagliare la proposta. Forse si chiedeva che senso avesse quell’appuntamento o forse semplicemente che impressione avrebbero fatto due uomini adulti sulle montagne russe. Di certo non pensava minimamente a che giorno fosse quella domenica.
«Va bene. » concesse infine. «Ci vediamo all’ingresso del parco a mezzogiorno. »
Detto questo uscì dalla sala professori diretto alla sua lezione successiva.
Rimasto solo, Fay si lasciò sfuggire l’ennesimo sospiro.
Forza, andava tutto bene.

Chi non era convinto di questo era Yuui e scelse proprio quella sera per esprimere i propri dubbi. Rientrando dopo aver accompagnato Tomoyo, si stupì di trovare la cena già in tavola.
«È raro vederti ai fornelli, Fay. » esordì. «Cosa si festeggia? »
Fay ridacchiò.
«Il fatto che abbia per fratello uno chef geniale non significa che non sappia fare la mia parte. » rispose. «Quando ho lasciato l’orfanotrofio ho dovuto imparare se non volevo sopravvivere a panini. »
Yuui si rabbuiò. A lui quel discorso non metteva nessuna allegria.
«Perché ti è tornato in mente l’orfanotrofio? » chiese. «C’è qualcosa che non va? Ultimamente sembri giù di morale. »
Fay ostentò uno stupore che non ingannò il fratello nemmeno per mezzo secondo.
«Giù di morale io? Cosa te lo fa pensare? »
«Semplicemente il fatto che sorridi troppo. »
Fay scoppiò a ridere e Yuui si chiese se non lo facesse apposta.
«Sto benone, dottore, e per rispondere alla sua domanda, si festeggia l’imminente festa degli innamorati. Cosa farete di bello tu e Tomoyo-hime? »
Se sperava che quella semplice domanda bastasse a cambiare discorso, si sbagliava di grosso.
«Usciremo sicuramente ma non abbiamo ancora in mente niente di preciso. Tu e Kurogane-san, invece? » chiese tornando alla carica.
Seppe di aver fatto centro quando notò lo sguardo di Fay abbassarsi impercettibilmente e sfuggire al suo.
«Usciremo anche noi… forse… Che ne dici di fare onore a questa cenetta sublime? »
Altro tentativo di distogliere l’attenzione. Yuui si sedette e iniziò ad assaporare la zuppa.
«Complimenti, è perfetta. » commentò, poi buttò lì quasi a caso: «Come vanno le cose con Kurogane-san? »
Fay tentò di apparire disinvolto mentre rispondeva ma non gli riuscì molto bene.
«Bhè, bene… tutto come al solito. Lo sai com’è Kuro-chan, è un timidone. »
Sembrava che stesse cercando di convincere sé stesso, ma Yuui sapeva che se gliel’avesse detto si sarebbe chiuso a riccio e non gli avrebbe più parlato. Meglio lasciagli esporre la versione che preferiva e trarne poi le opportune conclusioni.
«È un tipo poco espansivo quindi deve trovare complicato avere a che fare con uno come me. » continuò Fay con un risolino. «A volte mi sgrida ancora ed è difficile per lui esternare i propri sentimenti, ma questo non significa che a modo suo non pensi a me. Quindi va tutto bene, non preoccuparti. »
Yuui annuì e tornò a concentrarsi sulla zuppa.
Tradotte in linguaggio corrente quelle frasi significavano più o meno: “Sono piuttosto angosciato. L’atteggiamento freddo di Kurogane mi preoccupa. Temo che la mia natura esuberante sia soltanto un fastidio per lui e che vorrebbe cambiarla. Non mi ha mai detto né dimostrato che mi ama. Ho paura che non gliene importi niente di me e non so come fare.”
Yuui strinse il cucchiaio nervosamente: odiava quella situazione e ancora di più non poter fare niente. Kurogane stava facendo del male a suo fratello, ma era sicuro che se si fosse intromesso, Fay non ne sarebbe stato di certo felice. Più ci pensava e più si arrabbiava. Quello sguardo basso, quell’espressione falsamente allegra, gli facevano venire voglia di prendere Kurogane a calci. Quando si azzardò a rialzare gli occhi, abbastanza sicuro di non tradire nessun nervosismo, si rese conto che Fay aveva lasciato la zuppa a metà e si stava alzando.
«Sono davvero stanco. » si giustificò con un sorriso. «Vado a fare in bagno e poi a letto. »
«Ma…»
Fay ignorò l’obiezione del fratello.
«Il pesce è nel forno ed è già pronto, non preoccuparti. Te l’ho detto che so fare la mia parte. »
«Sì, però…»
«Davvero, Yuui-chan, sono esausto. Buonanotte. »
Detto questo lasciò la cucina e Yuui giurò a sé stesso che in barba a qualunque scrupolo morale, avrebbe trovato il modo di fare qualcosa.

Forse sarebbe stato meglio se fosse stato zitto fin dall’inizio, pensò Fay appoggiandosi distrattamente al piano della cattedra. Se quella sera di nove mesi prima fosse stato un po’ più forte, se non fosse crollato tra le sue braccia svelandogli tutto sé stesso, forse ora non si sarebbero trovati a questo punto. Molto probabilmente il loro rapporto sarebbe rimasto quello tra due colleghi, del tipo informale e giocoso che faceva divertite Fay un mondo. Ma Kurogane gli aveva salvato la vita, era una cosa seria, senza contare che Fay era stanco di fingere che andasse sempre tutto bene. Il loro rapporto era nato da quello, dalla condivisione del suo passato e molto probabilmente era una base troppo fragile.
«Fay-sensei…»
«Lo so, Watanuki-kun. Ho detto che deve arrivare all’ebollizione. » disse Fay indicando con noncuranza il liquido che gorgogliava sul fornello accanto a lui.
In quel momento la lezione in corso era l’ultimo dei suoi pensieri. Il composto che impiegava tutto quel tempo a bollire gli dava la possibilità di indugiare su pensieri che non aveva mai preso in considerazione. E se a Kurogane avesse solo fatto pena? Il povero sfigato rifiutato dal suo primo amore che si è trascinato quella pena per dieci anni. Al solo pensarci si sentiva male. Era possibile stare tutto quel tempo con una persona solo per compassione? No, non esageriamo. Si stava facendo i soliti voli mentali di quando era depresso. Kurogane era una persona sincera e schietta per sua stessa ammissione, non sarebbe mai riuscito a fingere per così tanto tempo un interesse che non provava.
Fay indugiò con lo sguardo sugli alberi spogli appena fuori dalle finestre dell’aula. Era febbraio, l’anno scolastico sarebbe finito tra due mesi e con esso il contratto che prevedeva un anno di trasferimento all’Horitsuba per Kurogane. Sarebbe stato contento di tornare alla sua vecchia scuola, il prestigioso Istituto Clamp? Dopotutto non era mai stato entusiasta dell’Horitsuba e dei suoi bizzarri dipendenti. Forse gli avrebbe fatto piacere mettere un po’ di distanza tra sé stesso e Fay e non essere costretto a vederlo tutti i giorni. Che razza di rapporto sarebbe diventato il loro? Avrebbe finito per affievolirsi e svanire? Quella domenica sarebbe stata la sua ultima occasione? Chissà se Kurogane sapeva che sarebbe stato San Valentino?
«Fay-sensei. »
«Ho detto che deve bollire. »
«Sì, però…!»
«FAY-SENSEI! »
Uno schianto improvviso lo fece sobbalzare. Il becher sul fornelletto accanto a lui esplose in mille pezzi scagliando frammenti di vetro ovunque e schizzando il liquido scarlatto sul ripiano e sul pavimento. Un fumo grigiastro e maleodorante si diffuse per l’aula. Quando Fay si azzardò a riaprire gli occhi, si diede dello stupido. Si era distratto troppo e aveva combinato l’ennesimo disastro. Davanti a lui Watanuki, che aveva tentato di avvertirlo, si era riparato dietro un banco, Shaoran aveva fatto da scudo a Sakura e persino Fuma aveva tentato di pararsi davanti a Kamui. Fortunatamente sembrava che nessuno fosse rimasto ferito dalle schegge di vetro.
Per reazione allo spavento si lasciò sfuggire un risolino nervoso.
«Eh eh, scusate, ragazzi. Avevo la testa tra le nuvole. State tutti bene? »
Uno stuolo di volti gli rispose annuendo finché una voce tra le tante si distinse.
«Fay-sensei, sta sanguinando! » esclamò Tomoyo.
Solo in quel momento Fay si rese conto del bruciore alla guancia, proprio sotto l’occhio sinistro. Un frammento di vetro doveva averlo tagliato. Avvicinò le dita e le ritrasse macchiate di rosso.
«Oh, accidenti! Non preoccupatevi, è solo un graffietto. » disse. «Vado a farmi dare un cerotto da Seishiro-san e torno. Voi intanto studiate l’esperimento sul libro di testo. »
Uscì dall’aula e si avviò spedito nel corridoio verso l’infermeria. Così non andava bene. Dov’era finito il suo autocontrollo? Se continuava a comportarsi così avrebbe fatto preoccupare troppa gente quando era molto probabile che il problema fosse solo nella sua testa. Doveva darsi una regolata.

Quando Kurogane, al rientro dalla lezione di educazione fisica all’aperto, incrociò la preside nel corridoio, capì subito che qualcosa non andava. Yuko Ichihara aveva un sorriso più sornione del solito, fin troppo per i suoi gusti.
«Suwa-sensei, ha sentito? » disse avvicinandoglisi. «C’è stato un incidente durante la lezione di chimica. »
Kurogane si immobilizzò in mezzo al corridoio e in suo pensiero corse subito a Fay. Possibile che quell’incosciente ne avesse combinata un’altra delle sue? Prima o poi avrebbe finito per fare del male a qualcuno o peggio a sé stesso.
«Fortunatamente nessuno degli studenti è rimasto ferito. » continuò Yuko con un tempismo che lo inquietò. «Fay-sensei però è in infermeria. Le schegge di vetro sul viso devono fare davvero male…»
Kurogane non rimase a sentire il resto della frase e non vide il sorrisetto malizioso di Yuko prima di sfrecciare via. Solo più tardi avrebbe saputo che era stata la preside stessa a coprire la sua ora in 3°B. In quel momento aveva in mente solo Fay. Quando raggiunse la porta dell’infermeria trasse un paio di respiri profondi per non dare l’impressione di essere trafelato o in ansia, anche se in realtà era entrambe le cose. Mentre si preparava a entrare, gli giunse chiaramente una voce irritata.
«Adesso basta! Se c’è qualcosa che non va, lo voglio sapere! »
Fay? No, dal modo di parlare era decisamente Yuui.
«Hai sempre la testa da un’altra parte, sei distratto e giù di morale. No, non negarlo! Sono tuo fratello, santo cielo! Se non me ne accorgo io, chi può farlo? Guarda che so bene di chi è la colpa e penso sia ora di prendere provvedimenti! La prossima volta vuoi finire all’ospedale? »
Di sottofondo si sentivano le risatine di Seishiro per quella ramanzina in stile mamma chioccia, ma Kurogane non la trovò per niente divertente. Quando, un attimo dopo, la porta si spalancò e vedendolo Yuui gli lanciò un’occhiata che avrebbe incenerito un sasso, gli fu anche chiaro a chi si riferiva con “di chi è la colpa”.
«Oh, ecco il cavaliere senza macchia e senza paura! » commentò invece Seishiro con un sorriso.
Notando poi l’espressione di Kurogane, afferrò l’accendino sulla scrivania e uscì a sua volta con un incurante: «Bhè, io sono in pausa. Vado a fumarmi una sigaretta. »
Rimasti soli, finalmente Kurogane si voltò verso Fay. Sotto il suo occhio sinistro spiccava un cerotto ma a parte quello non sembravano esserci altri segni evidenti. Trasse un piccolo sospiro di sollievo.
«Sembra che tu stia bene. » disse. «Da come l’hanno messa la preside e tuo fratello, pensavo che fossi moribondo. »
Vedendolo lo sguardo di Fay si illuminò, ma dopo un attimo tornò a velarsi e il giovane distolse gli occhi con un’espressione che Kurogane conosceva fin troppo bene. Era la stessa del periodo in cui si tormentava per Ashura e gli nascondeva il suo passato. Un’espressione che negli ultimi tempi aveva fatto la sua ricomparsa e aveva destato la sua preoccupazione perché significava che Fay gli stava di nuovo nascondendo qualcosa che lo angosciava.
«Kuro-chan! Che bello, sei venuto a trovarmi! » esclamò esibendo un enorme sorriso.
Quello era il sintomo peggiore del suo disagio, il classico campanello d’allarme che solo chi lo conosceva bene aveva imparato a riconoscere.
«Sei un incosciente. » commentò Kurogane. «Se qualcuno degli studenti si fosse fatto male saresti finito nei guai. Dovresti lasciare i tuoi problemi per quando sei fuori dalla scuola. »
L’intenzione era fargli capire che non l’avrebbe forzato a parlarne ma che sarebbe sempre stato disposto ad ascoltarlo. Purtroppo quelle parole ottennero l’effetto contrario e Fay tornò a distogliere lo sguardo forzando una risatina.
«Hai ragione, sono uno stupido. »
Kurogane fece per rispondere, ma l’altro lo interruppe puntando si di lui quegli occhi azzurri di un limpidezza cristallina che lo incantavano sempre.
«Dammi un bacio, Kuro-chan. » disse.
«Si può sapere qual è il problema? » chiese Kurogane ora seriamente preoccupato.
«Nessun problema, nessuna storia, solo un bacio. Non vuoi? » continuò Fay senza muoversi dalla brandina dove era seduto.
«Ti ho già detto tante volte che non mi piace questo atteggiamento sul posto di lavoro. »
Lo metteva in imbarazzo e a disagio. Non si poteva mai sapere chi poteva vederli. Anche se aveva l’impressione che più o meno tutti fossero a conoscenza della loro storia, lui non ne aveva mai parlato con nessuno ed essere colto in flagrante era l’ultima cosa che voleva.
«Non ti piace. Quindi non vuoi. Ho capito. » disse Fay con una calma così insolita per lui da risultare inquietante. «Bhè, allora non ho altro da fare qui. Ti saluto, ci vediamo domenica. »
Quando uscì e si chiuse la porta alle spalle, Kurogane ebbe l’impressione di sentire il rumore di qualcosa che si spezzava.


CONTINUA


NOTICINA DI YUKI:
Il significato del titolo (e ancora non l'avete capito...) lo scoprirete nella seconda parte che mi impegnerò per pubblicare il 14, proprio il giorno in cui è ambientata. Alloooooora!!! Kuro-ponpon, cattivo!! Far stare così male il mio Fay-chan! E Fay, mister Sono-contorto-e-ne-sono-consapevole! In realtà su questa parte non ho molto da dire visto che tutto succerà nella prossima, a parte... il ritorno dell'infermeria! Habitat delle coppiette! Vai, Yuui-chan, prendi a calci Kurogane! (ok, ok, fan di Kuro, non prendete a calci me... ^_^) Ah, il taglio sotto l'occhio sinistro è una specie di richiamo/citazione del famoso occhio sinistro di Tokyo Revelations... -_-'''
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
Doremichan: Ebbene sì, sequel! Ebbene sì, sulla neve (visto e considerato che hanno detto che nevicherà di nuovo, nonostante oggi ci sia stato il primo girono di sole dopo secoli! Passerà mai questo tempaccio??? Riuscirò mai a lavare la macchina???? Dilemma cosmico!). Credo che ne uscirà qualcosa di un po' diverso da HF e come al solito mi sto complicando la vita. Vedremo. Sono contentaaaaaa che il capitolo ti sia piaciuto! Pagherei oro per vedere questi due in una sitazione del genere davvero (anche se le Clamp hanno fornito spunti in abbondanza vedi Celes e Nihon...). Temevo di aver un po' forzato la mano con la storia di Ashura, ma forse è andata bene lo stesso... E' davvero bellissimo che la mia storiella riesca a mettere di buon umore qualcuno, mi rende felicissima!!!
Rika_fma_lover: Allora, stai respirando? Guarda che ti mando Kuro! (alla faccia della minaccia...^_^) Sì, sì, finalmente! E il prossimo "finalmente" lo diremo nel prossimo capitolo, tanto per stare in tema di spoiler! Anch'io ogni tanto mi dimentico a che punto è l'edizione italiana e non me la godo per un tubo perchè i salti, quelli veri, li faccio leggendo le scan (le ultime anticipazioni... ARGH!!). Grazie mille per la mail, appena ho un filo di tempo e di lucidità, ti risponderò, le tue teorie sono mooooolto interessanti! ^_^
aiechan: Wiiiiii!!! Una new entry! Benvenuta! In effetti avevo spergiurato a me stessa che non avrei mai più letto spoiler dopo essermi rovinata il finale di God Child a metà serie, ma con Tsubasa non ho resistito, però ammiro chi ce l'ha fatta perchè si godrà la serie alla grande e, fidati, si farà certi salti che a Tokyo Revelations fanno un baffo! L'avviso nelle fic però è d'obbligo, se penso alla presenza del personaggio di Yuui mi sento un po' in colpa... Che bello, anche a te piace Yuui/Tomo! Cariiiiini!! In effetti forse ho sforato un po' nell'OOC, ho tentato di controllare le reazioni di Kuro il più possibile, ma alla fine mi è un po' sfuggito di mano. Giusto perchè le Clamp non ci mostreranno mai una scena simile anche se i fan non aspettano altro da ANNI!! Loro sì che sono sadiche! Aspetto un commentino anche nell'extra!
Elychan: E il KuroFay regnò perchè è così che deve essere. Punto. ^_^ Nominare Taishakuten mi fa venire voglia di riesumare i volumi di RG Veda dal fonod più fondo del mio angolino peccatorum (ossia l'armadietto dove tengo i fumetti), però poi penso al finale e la voglia mi passa... :-p Ah, io amo Kamui quando strilla a Fuma (cioè quasi sempre) e Tomoyo, sì, è davvero inquietante. Le acque chete corrodono i ponti, si sa. Suby e Sei non hanno bisogno delle terme o di qualunque altra gita, loro hanno già l'infermeria! ^_^ Bhè, io a San Valentino non avrò il tempo di deprimermi (yes,sono single anch'io!) visto che lavorerò tutto il giorno e sarò impegnata a consigliare regali per gli altri... proprio come a Natale. Dèja vu? Mha! Prego, non c'è di che! E' tutta pubblicità! :-)p

Mi è appena balenata una delle mie idee malsane. Qui c'è qualcuno che disegna? Mi piacerebbe un sacco se qualcuno provasse a rappresentare qualche scena della storia! Ovviamente non è una richiesta, è solo un'idea, ma a me ogni tanto viene voglia di disegnare qualcosa quando leggo le fic degli altri. Vi piacerebbe schizzare qualcosa? Personalmente farei i salti di gioia! Spero che qualcuno abbia voglia!
Ci vediamo il 14!
YUKI-CHAN





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(«Un’altra domanda e vorrei che a questa rispondessi. È importante. Sei innamorato di mio fratello?»
«PIANTALA CON QUESTE DOMANDE ASSURDE! COS’È, UN QUIZ?! »)

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Capitolo 11
*** Saint Valentine Exchange - 2° parte ***


Horitsuba Festival extra 2 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



EXTRA
***
Saint Valentine Exchange
(2° parte)


Domenica il sole splendeva, l’aria era tersa ed era una splendida giornata. Non si sarebbe neanche detto che era ancora febbraio, sembrava un anticipo di primavera e in accordo con il clima mite, Yuui era al settimo cielo. Quella mattina si era incontrato con Tomoyo e avevano passeggiato insieme per il centro. Non avevano fatto niente di particolare se non guardare le vetrine e girare per negozi, ma era sorprendente come ogni attimo passato con lei apparisse unico e meraviglioso. A pranzo si erano recati in un delizioso ristorantino intimo e rustico e alla fine del pasto Yuui si era incantato di fronte ai cioccolatini che lei gli aveva dato con la naturale gentilezza che la contraddistingueva. Solo perché erano stati fatti dalle sue mani, per lui rappresentavano dei piccoli gioielli. All’uscita dal ristorante, Tomoyo aveva proposto di passare il pomeriggio al lunapark.
«Oggi l’ingresso per le coppie è gratuito, sarà divertente! » aveva detto. «Sempre che non ti preoccupi il rischio di incontrare qualcuno della scuola…»
«Non mi preoccupa assolutamente! Che vedano pure che sto con la ragazza più bella del mondo! »
Tomoyo aveva sorriso angelicamente continuando: «Inoltre inaugurano le nuove montagne russe. Non vedo l’ora di provarle! »
E Yuui, che odiava qualunque tipo di giostra implicasse lo stare a testa in giù a velocità folle ma amava Tomoyo con tutto il cuore, non aveva potuto far altro che annuire. Quindi ora, come naturale conseguenza di tutto questo, si trovava in coda alla biglietteria alla disperata ricerca di un pretesto per sfuggire onorevolmente a quella tortura senza perdere la faccia. Quando ormai si era quasi rassegnato all’inevitabile, la sua attenzione venne attirata da uno scoppio di risa poco lontano. Dall’altra parte del vialetto, su una panchina, si trovavano suo fratello e Kurogane. L’insegnate di educazione fisica non aveva un bell’aspetto e dal colorito verdognolo Yuui dedusse che fosse appena stato vittima delle famigerate montagne russe. Fay invece sembrava esattamente un bambino al lunapark: aveva l’aria di divertirsi un mondo, in apparenza almeno. Non appena Kurogane si alzò e si allontanò, il suo sorriso si spense e davanti a quell’espressione Yuui dimenticò qualunque cosa: il giorno di San Valentino, l’appuntamento con Tomoyo e persino le tanto temute montagne russe. Suo fratello stava male, era chiaro come il sole e ne aveva avuto più di una riprova, non avrebbe tollerato quella situazione un minuto di più!
Lentamente sfiorò la mano della ragazza al suo fianco con una carezza.
«Tomoyo-chan, devo chiederti un favore enorme…»
Meno di cinque minuti dopo, Yuui si dirigeva a passo di carica verso la panchina dove sedeva il fratello, lo afferrava per un braccio e lo trascinava verso i bagni pubblici del parco nonostante le sue proteste. «Ciao, Yuui-chan! Anche tu da queste parti? Ehi, ma che stai facendo? Lasciami andare! Yuui-chan! »
Non appena raggiunsero un angolo appartato, Yuui spiegò al fratello il senso del suo gesto.
«Voglio aiutarti. » disse. «Per una volta permettimi di farlo. »
«Tu mi aiuti sempre. » protestò Fay. «Anche troppo. »
«Forse è vero ma questa volta è diverso. Ho provato a starne fuori e ti ho visto solo stare sempre peggio. Non sono uno stupido, so esattamente cosa ti tormenta, quindi farò in modo che anche Kurogane-san se ne renda conto. Se gli parlassi di persona non mi ascolterebbe mai quindi prenderò il tuo posto per un po’. »
«Cosa?! No! » esclamò Fay. «Non hai motivo per fare una cosa del genere. Va tutto bene, ci stiamo divertendo. Perché…»
«Se pensi che sia così ingenuo da credere a quello che stai dicendo, ti avviso che sto per offendermi.»
«Ma…»
«Ascoltami, Fay. Lo so che stai male, lo vedo da troppo tempo, e so anche che non parlerai mai a Kurogane-san. Lascia che ci provi io. Ti prometto che non farò colpi di testa, non gli urlerò contro anche se lo vorrei tanto e non ti metterò in imbarazzo. »
Così dicendo Yuui si sciolse i capelli e porse il nastro che li legava al fratello.
«Che ne sarà del tuo appuntamento con Tomoyo-hime? » tentennò Fay.
«Di questo non devi preoccuparti. L’idea la diverte un mondo. Forza, dammi il tuo cappotto. I nostri vestiti sono simili ma dobbiamo per forza scambiarci le giacche. »
Fay sospirò mentre si cambiava. Era chiaro che quella situazione non gli piaceva ma a mali estremi, estremi rimedi. Yuui sperava solo di risultare abbastanza convincente nei panni del fratello e di riuscire a trattenersi dal dare a Kurogane quel pugno sul naso che sognava da un po’.

Quando Fay uscì dal bagno, un paio di minuti dopo il fratello, trovò Tomoyo ad aspettarlo all’angolo.
«Caspita, Fay-sensei, con i capelli legati in quel modo è proprio uguale a Yuui-san! » commentò la ragazza.
Non che Fay ne fosse entusiasta. Nonostante fosse passato del tempo e ne avesse parlato con qualcuno, i paragoni ancora non gli andavano giù.
«Mi dispiace aver rovinato il vostro appuntamento. » disse.
Tomoyo sfoderò un sorriso zuccherino.
«Non si preoccupi. Se avessi visto Sakura-chan in difficoltà mi sarei comportata allo stesso modo. Yuui-san lo sa, fa parte del nostro accordo. Inoltre non mi annoierò di certo stando con lei. »
Frugò per un attimo nella borsetta e ne estrasse una minuscola videocamera digitale.
«Terremo d’occhio la nostra coppietta e quando tutto sarà finito Yuui-san mi ha promesso che lei prenderà il suo posto sulle montagne russe. »
Fay non poté fare a meno di ridere.
«Ecco perché! Che razza di furbone, era solo una scusa per sfuggire a questo! »
Tomoyo ridacchiò a sua volta e lo trascinò dietro un cespuglio, poi puntò la sua videocamera in direzione della panchina. Seguendo il suo sguardo, Fay vide Yuui avvicinarsi a un Kurogane dall’espressione seccata. Gesticolò probabilmente chiedendogli dove fosse stato e Yuui indicò il bagno, poi gli lanciò la lattina di caffè caldo che era andato a prendere. Aveva ripreso un po’ di colore quindi Fay ipotizzò che il suo stomaco si fosse riassestato dopo lo sconvolgimento delle montagne russe. Quando Yuui lo prese sottobraccio e lo trascinò verso la giostra successiva, Fay si pentì per l’ennesima volta nel giro di un minuto di quella decisione: i morsi della gelosia, anche se ingiustificati, non erano per niente piacevoli. Per distrarsi anche solo un attimo, si rivolse a Tomoyo che intanto lo invitava a seguirla.
«Scusa se te lo chiedo, Tomoyo-chan, ma a te non da nessun fastidio vedere il tuo… ragazzo con un’altra persona? Con un uomo? »
La ragazza gli rivolse l’ennesimo sorriso staccando a malapena gli occhi dall’obiettivo.
«No, non mi disturba perché so che è una finta. E poi Suwa-sensei è una persona molto corretta quindi sono sicura che non alzerà in dito su Yuui-san, come del resto fa anche con lei anche se credo che le ragioni siano diverse. »
Fay incassò il commento in silenzio incerto se considerarlo una frecciata o un’innocua allusione. Era sicuro che Tomoyo non volesse ferirlo intenzionalmente, ma che Kurogane praticamente non lo toccasse mai di sua iniziativa era un dato di fatto.
«Forza, Fay-sensei! Dobbiamo muoverci o li perderemo! » lo incalzò Tomoyo distraendolo dai pensieri cupi.
Vedere che quella situazione assurda la divertiva, faceva venire voglia di sorridere anche a lui.

A Yuui bastò poco per capire qual’era l’origine del malessere di Fay. L’impressione era che Kurogane non gli riservasse le giuste attenzioni, il tipo di attenzioni che si hanno cioè per la persona amata. Quelle che lui aveva verso Tomoyo, chiarì con sé stesso anche se non doveva essere propriamente esatto. Dopotutto dubitava che Fay avrebbe apprezzato di venire paragonato a una ragazza e comunque non era quello il punto. Il punto era che Kurogane non si lasciava andare con lui, anzi lo teneva a distanza. Ormai aveva perso il conto delle volte in cui aveva imitato gli scoppi di entusiasmo di suo fratello, sentendosi tra l’altro immensamente stupido. Una volta gli era anche quasi saltato in spalla, ma l’unica reazione di Kurogane era stata quella di scrollarselo di dosso infastidito. Forse era vero che l’approccio “alla Fay” lo esasperava. Inoltre, in mezzo a tutte quelle riflessioni serie, non poteva fare a meno di immaginare quanto si stesse divertendo Tomoyo alle sue spalle. Fay no, di questo era certo, ma Tomoyo di sicuro stava sghignazzando. Per mettere fine a quella specie di farsa in cui si era cacciato con le sue mani, scelse un posto tranquillo dove avrebbe potuto fare a Kurogane quel discorsetto a cui stava pensando già da tempo.
«Hyuuuu! Guarda, Kuro-chan! La ruota panoramica! Mi ci porti? Eh, mi ci porti? » esclamò saltellando.
Dire che si sentiva stupido era poco e la cosa peggiore era la consapevolezza che Fay si sarebbe davvero comportato così senza porsi il minimo problema.
Kurogane sospirò.
«Ma quanti anni hai? E dire che sei un insegnante… E va bene, però dopo questa ce ne torniamo a casa. »
Yuui annuì speranzoso. Forse sulla ruota, in solitudine, Kurogane si sarebbe dimostrato un minimo romantico. Preferiva non porsi il problema di come avrebbe reagito in quel caso, si limitava a sperarlo per il bene di Fay.
Invece a dispetto delle aspettative, l’ambiente chiuso della cabina in cui si trovavano solo loro due, non fece che accrescere il suo disagio. Kurogane restava in silenzio mentre Yuui, incerto sul da farsi, si concentrò sul tramonto che pian piano infiammava il panorama cittadino. Dopo pochi minuti le luci delle case cominciarono ad accendersi.
«Che spettacolo! Hai visto, Kuro-chan? »
Kurogane sospirò di nuovo ma questa volta non sembrava infastidito.
«Senti, non credi che abbia sopportato abbastanza? A che gioco stai giocando, Yuui? » disse.
Il giovane sbarrò gli occhi e improvvisamente si sentì più idiota che in tutto il resto della giornata. Kurogane aveva capito tutto e ora non avrebbe ascoltato una parola di quello che aveva da dire.
«Da quando l’hai capito? » chiese al culmine dell’imbarazzo.
«Più o meno da quando ti ho dato la lattina di caffè. »
Fantastico. Praticamente dal primo secondo.
«Credi che non sappia distinguervi? Oppure tu e tuo fratello vi state divertendo alle mie spalle? Se volevi parlarmi faccia a faccia ti avrei ascoltato anche senza questa farsa. »
In quel momento la ruota terminò il suo giro e il ragazzo addetto aprì lo sportello. Mentre a Yuui balenava in mente l’idea di un’assai poco dignitosa fuga, Kurogane si rivolse al ragazzo con un gesto deciso.
«Facciamo un altro giro. » disse e quello richiuse lo sportello.
Vistasi preclusa ogni via di salvezza, Yuui fu costretto a rassegnarsi a quella situazione paradossale. Perlomeno Kurogane non sembrava sul piede di guerra. Il pensiero dell’espressione desolata di Fay gli ricordò il motivo della sua presenza lì e una vampata di irritazione verso Kurogane gli restituì sicurezza ed energia. Non aveva motivo di sentirsi in imbarazzo, doveva solo farsi valere.
«Prima di parlarti volevo rendermi conto che il problema fosse reale. Ora lo so. » disse. «Fay sta soffrendo a causa tua. Forse ai tuoi occhi apparirà stupido e infantile, ma io questo non lo tollero. »
Per la prima volta vide sul volto di Kurogane un’espressione di sincero stupore.
«A causa mia? Lui non mi parla e adesso viene fuori che è colpa mia? »
«Proprio così. » confermò Yuui non smuovendosi di un millimetro dalla sua posizione. «Il tuo comportamento e i tuoi atteggiamenti feriscono Fay. Me ne sono accorto in questa giornata. Non hai mai un gesto gentile nei suoi confronti. Non mi hai sfiorato neanche con un dito. »
Lo sguardo di Kurogane passò dallo stupito allo scettico.
«Avresti forse preferito che ti trascinassi a casa mia e ti saltassi addosso? » chiese con l’evidente intenzione di metterlo a disagio.
Yuui però si rifiutò categoricamente di cedere all’imbarazzo nonostante le sue guance si fossero scaldate di loro iniziativa.
«Certo che no, che c’entra?! » sbottò. «Il punto è che ti comporti così anche con lui e questo lo fa soffrire. Lascia che ti faccia una domanda. Vi siete mai spinti… oltre? »
Kurogane diventò di tutti i colori e Yuui ebbe la certezza assoluta che se avesse avuto a portata di mano la sua spada di legno, gliel’avrebbe scaraventata contro. Ringraziò il cielo che molti testimoni l’avessero visto salire su quella ruota panoramica. Lo faceva per Fay, solo per Fay.
«CHE RAZZA DI DOMANDA È?! » sbraitò Kurogane appena riprese fiato. «Ti pare che io verrei a chiederti cosa fai con la tua ragazza? Perché dovrei rispondere? »
«Se tu fossi il fratello maggiore di Tomoyo-chan, io risponderei. » disse Yuui mostrando una calma che non provava. «Comunque dalla tua reazione deduco un niente di fatto. »
L’espressione di Kurogane se possibile peggiorò, ma ormai Yuui era deciso ad andare fino in fondo.
«Un’altra domanda e vorrei che a questa rispondessi. È importante. Sei innamorato di mio fratello?»
«PIANTALA CON QUESTE DOMANDE ASSURDE! COS’È, UN QUIZ?! »
«Per favore, Kurogane-san, voglio avere una risposta una volta per tutte. »
Subito dopo un’occhiataccia inceneritrice, Kurogane si voltò verso il finestrino borbottando un: «Certo. »
«E questo mio fratello lo sa? »
Finalmente le intenzioni di Yuui sembrarono chiare al suo recalcitrante interlocutore.
«Senti un po’. » iniziò. «Ho capito dove vuoi andare a parare. Io non sono quel tipo di persona, non mi perdo in smancerie inutili. »
«Peccato » commentò Yuui. «perché così stai perdendo qualcos’altro. »
A questo punto Kurogane sembrava davvero infuriato.
«Ascoltami ben perché non lo ripeterò! » esclamò balzando in piedi e facendo ondeggiare la cabina. «Non che quello che penso siano affari tuoi, ma tuo fratello è… particolare! Non voglio che faccia qualcosa di cui non è più che certo. Si è già pentito a sufficienza! »
Yuui sorrise. Erano le parole che aspettava dall’inizio di quell’assurdo gioco.
“Fay è molto importante per me.” tradusse. “Non lo forzerò in alcun modo finché non sarà più che sicuro perché non voglio che si penta di un gesto avventato.”
Di cosa si fosse già pentito Fay a Yuui non era chiaro ma in quel momento preferì soprassedere.
Kurogane però non aveva ancora finito.
«Non sono certo il tipo da smancerie in pubblico, possibile che non l’abbia ancora capito? Si diverte a provocarmi in quel modo ma cosa crede? Che non lo veda? Che non provi attrazione per lui? Voi Flourite non avete specchi per casa?! »
Questa volta Yuui arrossì sul serio per quell’inaspettato complimento che lo metteva più che in imbarazzo.
«Sto parlando di Fay! Di Fay, maledizione! » si sentì in dovere di precisare Kurogane. «Tra l’altro se quell’idiota non si fosse lasciato coinvolgere in questo stupido gioco, ora potrebbe ricevere il suo tanto agognato regalo di San Valentino. A te non lo do di sicuro. »
A quelle parole Yuui balzò in piedi e non appena la ruota si fermò, lo trascinò fuori dalla cabina.

Fay teneva il volto incollato al finestrino della cabina e Tomoyo teneva gli occhi incollati all’obiettivo della videocamera. Era già il secondo giro di ruota, chissà di cosa stavano parlando i due nella cabina davanti alla loro? Quando videro Kurogane balzare in piedi e gesticolare concitato, sobbalzarono entrambi.
«Oh-oh, sembra che Suwa-sensei si sia alterato. » mormorò Tomoyo.
La pressione delle mani di Fay sul vetro aumentò mentre si sforzava di non stringerle a pugno.
«Si rilassi, Fay-sensei. Sono sicura che sta andando tutto bene. Suwa-sensei si infervora sempre quando qualcosa gli sta a cuore. »
Le parole di Tomoyo non lo rassicurarono per niente, ma reagì nell’unico modo che conosceva: sorridendo.
«Tutto bene, non sono preoccupato. Sono solo… curioso, ecco. »
Quando la ruota si fermò per la seconda volta e vide Yuui trascinare Kurogane all’esterno, Fay per poco non si scaraventò fuori prima che la loro cabina toccasse terra. Tomoyo lo afferrò appena in tempo.
«Fay-sensei, per favore, mantenga la calma. »
«Sono calmissimo! »
O Tomoyo era più intuitiva del solito o iniziava a perdere il controllo delle sue reazioni. Molto probabile la seconda. Doveva rivedere il suo repertorio di sorrisi e manifestazioni di tranquillità.
Quando scesero a loro volta dalla ruota, dovette sforzarsi di trattenere l’ennesimo scatto quando vide che Yuui e Kurogane li aspettavano all’uscita.
«Yu…» iniziò, ma la mano di Tomoyo appoggiata sul braccio lo indusse a bloccarsi.
«Fay, Kurogane-san! » ricominciò. «Che sorpresa, anche voi qui? »
Santo cielo, da quando recitava così male?
Yuui però aveva un sorriso enorme.
«Tutto bene, Fay, non preoccuparti. » disse avvicinandosi. «Kurogane-san sa tutto e non è arrabbiato. »
A quella frase seguì un silenzio imbarazzato in cui nessuno sapeva come comportarsi, finché Tomoyo non si spostò con naturalezza dal braccio di Fay a quello di Yuui.
«Non vedo l’ora di mostrarti le riprese, Yuui-san. » disse. «Sono sicura che quando l’avrò montato e avrò aggiunto le musiche, ne uscirà un film stupendo. »
«Ah… ehm…»
«Ti piacerà, vedrai. Bhè, noi andiamo. » continuò poi rivolgendosi agli altri due. «Buona serata, sensei. »
Rimasti soli, il silenzio imbarazzato tornò per un attimo, ma fortunatamente Kurogane lo spezzò quasi subito.
«Di quali riprese parlava? » chiese.
«Ehm… Tomoyo-hime ha ripreso… scorci del parco con la sua videocamera. » rispose Fay titubante. «Chissà se adesso costringerà Yuui-chan a salire sulle montagne russe al mio posto? » tentò di scherzare per distogliere l’attenzione.
Non era saggio fargli sapere che li avevano pedinati e tenuti sott’occhio per tutto il tempo. Kurogane però non fece altre domande, si limitò a prenderlo per mano. Non lo afferrò per un braccio con la solita stretta decisa e un po’ violenta di quando lo trascinava e che Fay si aspettava. Prese semplicemente la sua mano e lo guidò verso l’uscita del parco.
«Andiamo un po’ da me, ti va? » disse e Fay annuì in silenzio.
Lungo il tragitto del treno solo una volta tentò di spezzare quel silenzio.
«Mi dispiace per oggi, Kuro-chan. » mormorò tra lo sferragliare delle rotaie, così piano che dubitò che l’altro potesse sentirlo. «Ho rovinato tutto anche questa volta. »
La risposta di Kurogane fu come sempre secca e concisa.
«Tutto bene. Non ci pensare. »
Quando finalmente raggiunsero l’appartamento, il morale di Fay era sotto i tacchi nonostante tentasse di mostrarsi come sempre disinvolto.
«Puoi anche smettere di sorridere. » disse Kurogane appendendo il cappotto. «Adesso non ci guarda nessuno. »
Accese la luce del salotto e lo invitò ad accomodarsi. L’appartamento non era grande e l’arredamento piuttosto semplice, ma tutto sommato era pulito e abbastanza ordinato. Fay aveva appena appoggiato la propria giacca a una sedia che si sentì afferrare da dietro. La mano di Kurogane salì lungo il collo in un’inusuale carezza e raggiunse il nastro che legava ancora i suoi capelli sciogliendolo.
«Se resti ancora così continuerò ad avere l’impressione di avere davanti tuo fratello. » disse.
Le dita forti si insinuarono tra le ciocche bionde scompigliandole.
«Così va meglio. »
La stretta attorno alle sue spalle che ne seguì lasciò Fay di stucco e involontariamente si irrigidì. Non era abitudine di Kurogane abbracciarlo in quel modo.
«Se non vuoi che ti tocchi, basta dirlo. »
Non era un tono di voce arrabbiato o deluso, si trattava di un semplice sussurro e Fay si beò di quel fiato sul collo. Si avvicinò ancora di più a lui lasciandosi avvolgere dalle sue braccia.
«No, sono felice. »
Rimasero in silenzio per un po’, poi Kurogane lo guidò sul piccolo divano dove si sedettero insieme.
«Non sono uno che fa grandi discorsi » esordì. «ma voglio che tu sappia che non sono arrabbiato. Immagino che tu non volessi nemmeno fare questo scambio, ma siccome so che non daresti mai la colpa a tuo fratello, non te lo chiedo neanche. Dopotutto parlare con lui mi è stato utile quindi va bene così. Pietra sopra su tutta la storia, ok? »
Fay annuì. Gli era stato utile parlare con Yuui? Quindi quei piccoli gesti di gentilezza ne erano la conseguenza?
«Senti, Kuro-chan, » disse. «sai che giorno è oggi? »
Frugò un attimo nella propria borsa e ne estrasse un pacchettino stropicciato. La confezione aveva visto giorni migliori e il nastro vaporoso dopo tutta la giornata lì dentro era rimasto penosamente schiacciato.
«Buon San Valentino, Kuro-koi. » disse Fay con un sorrisino di scusa.
Kurogane prese il pacchetto e lo scartò scoprendo una serie di graziosi cioccolatini. Per fortuna almeno quelli non si erano schiacciati. Tuttavia ricevettero la loro buona dose di occhiate dubbiose.
«Se ti stai chiedendo da dove arrivino, la ricetta è quella che ha spiegato Yuui-chan in classe la settimana scorsa e nessuno studente è ancora morto avvelenato. » spiegò Fay con un risolino. «Sono fondenti al caffè, niente di troppo dolce, e li ho fatti stanotte quindi sono freschi freschi. »
«Ormai l’ho capito che non avveleni nessuno… almeno spero. » commentò Kurogane infilandosi in bocca un cioccolatino. «Mh, niente male. »
Un sorriso radioso sbocciò sul volto di Fay che gettò le braccia al collo del compagno rischiando di rovesciare il contenuto dell’intera scatola.
«Aspetta! Aspetta un attimo! » esclamò Kurogane tentando vanamente di arginare quell’ondata di entusiasmo. «Anch’io ho qualcosa… Insomma, tieni! » sbottò mettendogli in mano una busta lunga e bianca.
Fay la rigirò tra le mani perplesso e infine l’aprì scorrendo il foglio che vi era contenuto. Trasferimento… richiesta… tempo indeterminato… accettata… Era firmato dal direttore Nokoru Imonoyama. Fay non credeva ai propri occhi. Quello che stava leggendo era troppo… troppo.
«È… è…» balbettò.
Non poteva mettersi a piangere. Sarebbe stato poco dignitoso, imbarazzante e anche peggio, però non era certo di riuscire a trattenersi.
«È solo una stupida lettera di trasferimento definitivo, non è il caso che tu te la prenda tanto. »
«Non è solo una lettera di trasferimento! È la risposta a una richiesta! Significa che tu hai chiesto di poter rimanere all’Horitsuba. L’hai fatto… per me? »
«Ehm… anche per vedere la faccia di quello stupido direttore mentre lo minacciavo di licenziarmi se non mi lasciava dove sono. »
Per la seconda volta nel giro di pochi secondi Fay rischiò di farsi travolgere dalla commozione a causa di quell’omone grande e grosso capace di gesti così meravigliosamente gentili. Per mascherare la propria emozione, gli gettò di nuovo le braccia al collo con entusiasmo.
«È meraviglioso, Kuro-chan! Pensavo che non volessi rimanere! Che l’Horitsuba non ti piacesse…»
La sua voce si spezzò.
«Che io non ti piacessi…» avrebbe voluto dire.
Kurogane gli appoggiò una mano sulla testa nel consueto gesto che compiva quando voleva tranquillizzarlo.
«Se hai voglia di piangere, fallo pure. Come ti ho detto prima, qui non ci guarda nessuno. »
Fay scosse la testa in preda a emozioni contrastanti. Era al settimo cielo, più felice di quanto avrebbe mai creduto, eppure le lacrime scendevano da sole.
«Lo sai che ti amo, vero, Kuro-chan? » mormorò.
Per tutta risposta Kurogane lo allontanò dalla propria spalla quel poco che bastava per baciarlo.
«Certo che lo so. » borbottò sulle sue labbra. «E visto che ti amo anch’io, basta dolori segreti, ok? »
Fay si irrigidì mentre una scarica di adrenalina gli correva lungo la spina dorsale facendogli apparire mille stellina davanti agli occhi. Non era possibile, aveva sicuramente capito male.
«Co… sa…? » balbettò incredulo.
«Hai capito benissimo quindi non tentare di farmelo ripetere perché non lo dirò una seconda volta!» esclamò Kurogane riappropriandosi delle sue labbra.
Era sempre stato più bravo coi fatti che con le parole e lo stava dimostrando pienamente. Questa volta la reazione non fu una scarica elettrica, ma una scia infuocata che attraversò Fay lasciandolo senza fiato. Gli fu subito chiaro che Kurogane non si sarebbe fermato, a meno che non gli opponesse immediatamente un rifiuto netto e deciso e lui non aveva la minima intenzione di farlo. Quell’amore appena riscoperto questa volta sarebbe sbocciato completamente.
L’alito bollente di Kuorgane sul collo lo fece tremare.
«Nessun ripensamento? Se non vuoi, io…»
Occhi color delle fiamme ma capaci a volte di essere gelidi, si specchiarono in iridi color ghiaccio in grado di trasmettere infinito calore.
«No! » esclamò Fay e la sua voce assomigliò troppo a un gemito strozzato. «Non fermarti. Va… va tutto… bene…»
Mentre le mani di Kurogane scendevano a slacciare la sua camicia per poi lasciargliela scivolare dalle spalle, chiuse gli occhi e decise che poteva finalmente smettere di pensare.

A svegliare Fay fu un suono acuto e insistente che ricordava troppo la sua sveglia. Istintivamente allungò un braccio per spegnerla ma la posto del comodino che si aspettava, la sua mano incontrò una chioma di capelli ispidi. Aprì appena gli occhi e sorrise scoprendo il volto addormentato di Kurogane a pochi centimetri dal suo. Il suono fastidioso cessò e Fay tornò ad accoccolarsi sotto le coperte. Man mano che riprendeva consapevolezza del proprio corpo, scoprì di sentirsi indolenzito dalla testa ai piedi ed era probabile che da qualche parte ci fosse anche qualche livido. Poi il suo stomaco brontolò. Il modo migliore per stroncare sul nascere qualsiasi atmosfera romantica, accidenti a lui! Del resto alla fine la sera prima non avevano cenato. Ripensare a quei momenti, ai gemiti, ai sospiri, alle mani e allo sguardo di Kurogane, lo fece arrossire e nascose il volto tra le lenzuola. Che stupido, si stava comportando come una ragazzina. Quando riemerse si rese conto che Kurogane lo stava fissando.
«Oh, sei sveglio, Kuro-chan. Buongiorno! »
«Perché sei sempre così agitato di primo mattino? » borbottò questo, poi il suo sguardo si velò appena. «Ehm… tutto ok? »
Si stava preoccupando per lui. Fay si sentì invadere dalla tenerezza.
«Sto benone. » disse posandogli un bacio lieve sulla guancia. «Grazie. »
«A proposito, che ore saranno? » continuò Kurogane per distogliere l’attenzione dal suo stesso imbarazzo.
«Non lo so. Prima ho sentito suonare la sveglia ma…»
«Ieri non ho puntato nessuna sveglia, avevo altro per la testa. »
In quel momento il suono acuto si ripeté. Ora che ci faceva caso da sveglio, pensò Fay, non sembrava affatto una sveglia quanto piuttosto…
«Il telefono! »
«Lascia perdere, sarà sicuramente qualche scocciatore. » brontolò Kurogane. «Chiamano sempre la domenica mattina. »
«Dai, Kuro-chan, potrebbe essere importante. Un attimo… Domenica era ieri…»
Mentre un attimo di panico lo coglieva, gli occhi di Fay saettarono per la stanza alla ricerca di un orologio e si posarono infine sulla sveglia che se ne stava beffardamente al suo posto sul comodino. Segnava le dieci.
«Oddio! Dovevamo essere a scuola due ore fa! »
Afferrando un lembo del lenzuolo per coprirsi, balzò giù dal letto incurante di Kurogane che brontolava per il freddo e afferrò al volo la cornetta.
«Pronto? »
«Oh! Fay-sensei? »
La voce dall’altro capo sembrava stupita.
«Yuko-san?! »
Improvvisamente Fay si pentì di non aver dato retta a Kurogane riguardo al non rispondere al telefono. Il fatto che a chiamare fosse la preside Ichihara non lasciava presagire niente di buono. Si voltò appena verso il compagno e si rese conto che aveva un’espressione terribile. Ringraziò silenziosamente il cielo che non avesse sotto mano qualcosa di contundente da lanciare, se non altro per evitare danni permanenti… al telefono.
«Va tutto bene, Fay-sensei? » chiese Yuko.
«Oh… ehm…»
Dov’era finita la sua proverbiale faccia tosta?
«Yuui-sensei mi ha informata che sei a casa con l’influenza. »
«Grazie grazie grazie, Yuui-chan! In effetti… coff coff… Non sto molto bene… Penso proprio che oggi non uscirò di casa. »
«Questo è strano, considerando che ho chiamato a casa di Suwa-sensei. » rispose Yuko con il tono di chi intendeva giungere a quella conclusione fin dall’inizio.
Fay sbiancò. Perché aveva l’impressione di aver appena fatto la più abominevole gaffe della sua vita? Mha, forse perché era proprio così. Kurogane, che si era avvicinato per ascoltare la conversazione, si irrigidì.
«Siccome non si è presentato neanche lui, mi sono preoccupata che fosse malato. » continuò Yuko. «Ed è molto brutto per un malato stare da solo. Immagino sia per questo che ti trovi lì. Vi fare compagnia a vicenda. »
«Ehm… già. Proprio così. »
Poteva immaginare il sorrisino malizioso di Yuko.
«Allora mi raccomando, non prendente freddo e… state a letto! »
Fay riagganciò mentre la risatina della preside riecheggiava ancora nella cornetta. Rimase per qualche istante a capo chino a valutare quella conversazione, poi alzò su Kurogane gli occhi azzurri scintillanti di malizia.
«Allora, che ne dici, Kuro-papino? A quanto pare abbiamo il permesso della maestra. »
Kurogane lo circondò con le braccia e se lo attirò contro.
«Dico che non abbiamo bisogno del permesso di nessuno. »
Fay rise.
Probabilmente quel giorno non avrebbero davvero messo piede fuori di casa.


FINE... STAVOLTA DAVVERO!



NOTICINA DI YUKI:
E anche questa storia è finita e come è giusto che sia, è finita per il meglio. Yuko-san, ti adoro!! Spero che questa seconda parte abbia accontentato un po' tutti. Alla fine Yuui ha fatto un po' una figura del cavolo, ma era tutto per il bene del fratellino. E poi... finalmente Kuro e Fay!!! Quanto fanno penare noi povere fangirl! Hanno bisogno dello Yuui-traduttore per capirsi! Per celebrare degnamente San Valentino, ho fatto anch'io i cioccolatini come Fay e vista la carenza di esemplari maschili decenti da questa parti, li ho portati alle mie colleghe/amiche. Dopotutto oltre che la festa degli innamorati è la festa delle persone a cui vogliamo bene, no? ^_^
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
li_l: No, povero Kuro, non ucciderlo! Poi come facciamo a costruire un happy end? Avremmo schiere di fan disperate! Piuttosto prenditela con Seishiro, è tutta colpa della sua influenza nefasta e tanto anche se lo picchi non patisce! :-p E' proprio questo il punto, dopo la batosta presa da Ashura, Fay ha bisogno di essere rassicurato. Meno male che c'è Yuui, che anche senza sapere, riesce a risolvere tutto!
Elychan: Mi sa che il capitolo precedente ha scatenato un vespaio anti-Kuro... Che dici, si è fatto perdonare a sufficienza adesso? Il braccio, poveretto, se l'era già ammaccato cadendo nella botola... Yes, single, ma come vedi me ne infischio altamente e i cioccolatini li faccio lo stesso. Un po' perchè sono golosa e mi piace pasticciare in cucina, e un po' per mantenere la tradizione (tanto qui non sanno nemmeno cosa sia il White Day... sigh!). Per quanto riguada la sorella, almeno su quel fronte sono tranquilla, la mia se n'è andata a Roma quindi... pace e tranquillità!
Doremichan: Ehm... Fay rispecchia in pieno la sua autrice. Ultimamente mi sento piuttosto contorta e mi faccio certi volti che a raccontarli la gente si spaventa... Diciamo che la rischiesta di quel bacio era la prova del nove e che Kuro l'ha fallita miseramente... Yuui, bhè, io lo amo! Perchè persone così buone non esitono davvero? Se ti può consolare, il sequel è arrivato al terzo capitolo, ma visti gli impegni ci vorrà un po'... Bacio e alla prossima!
Rika_fma_lover: Mi dispiace un sacco averti rattristata, però come vedi si è risolto tutto per il meglio e scommetto che nella parte finale ti sei anche fatta una risata. Non per dire, ma io ridevo da sola sia quando scrivevo che quando ho raccontato la scena a una mia amica. Io ero piegata in due e lei perplessa che mi guardava come per dire: "Che cavolo c'è da ridere? Sei impazzita?" Follia... Mi dispiace che stai male, povera! Ultimamente il braccio destro con tutti questi cambi di tempo e temperature mi da parecchio fastidio, specialmente quando vorrei scrivere e non riesco. Mi viene voglia di prendere a testate il muro, quindi posso capirti. Spero che tu stia presto meglio! Ci sentiamo via mail! Un bacio!
Francesca Akira89: Mi sa che hai ragione... anche se a me Fay in quelle vesti fa sempre un po' strano... Già, Fay non lo sbatterebbe mai sul lettino ma Yuui sì, eccome, e non certo per motivi che potrebbero essere fraintesi. Il fratellino era incavolato come una biscia! Fay potrebbe fraintendere, ma Tomoyo si farebbe una gran risata come minimo! E' troppo avanti quella donna! ^_^ Però potresti avermi dato un'idea per una scena nella nuova storia... ^_______^

A questo punto, prima di salutarvi, do l'annuncio ufficiale. Il seguito di HF è in stesura e sarà ambientato in montagna durante una settimana bianca. Non ho ancora deciso il titolo e prima che possa pubblicarlo passerà un po' perchè a causa del lavoro che mi porta via un sacco di tempo vado a rilento. Però esiste. Chi voleva un sequel sarà accontentato. Gioite, oh popolo!! ^_^
Saluti a tutti e grazie mille per le splendide recensioni! Non pensavo che una storiella nata come esperimento e scritta da chi la vena comica non sa neanche cos'è potesse piacere tanto! Quindi grazie a tutti per il supporto e l'affetto. Detto questo non mi resta che augurare


HAPPY VALENTINE DAY AT ALL!!!
YUKI-CHAN

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