Doctor Sonrisa

di LightSnow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come succo d'arancia e cappuccino zuccherato ***
Capitolo 2: *** Intrugli di emozioni ***
Capitolo 3: *** Un mondo che esplode di colore ***
Capitolo 4: *** Inquietudine che sale ***
Capitolo 5: *** Non posso, non voglio, non lo farò! ***
Capitolo 6: *** Proiettili d'adrenalina ***
Capitolo 7: *** " Non morire! " ***



Capitolo 1
*** Come succo d'arancia e cappuccino zuccherato ***


Doctor Sonrisa cap 1 Capitolo 1
Finì di bere il suo caffè amaro e si preparò ad un' altra stressante giornata di lavoro. O almeno è così che l'avrebbero definita gli altri. Infatti Trafalgar Law trovava molto stimolante lavorare come dottore nel celeberrimo ospedale di Flevance. Ciò gli consentiva di sfidare la sua più grande rivale ,la morte. Era infatti soprannominato "chirurgo della morte" perchè, dopo le sue operazioni, o si sopravviveva perfettamente o si moriva istantaneamente. Aveva il pieno controllo della vita del paziente; poteva salvarlo e donargli una vita normale, o lasciarlo in balìa del suo atroce destino.Un grande potere, da cui provenivano grandi responsabilità. Tuttavia dietro al suo (apparentemente )onesto lavoro, si celavano ben altre ambizioni...

Dopo che ebbe finito di estirpare un tumore al cervello, con un ghigno provocatore sussurrò < Law 5, morte 0. Oggi dovrai metterti d'impegno per togliermi un paziente. >
Stava camminando per il corridoio godendosi una piccola pausa, quando sentì delle grida e delle risate infantili provenire da una stanza vicina. Non ci aveva mai dato troppo peso, dato che quando lavorava aveva ben altro a cui pensare piuttosto che a  dei bimbi spaccatimpani. Quando si prefissava un obbiettivo non guardava in faccia a nessuno pur di raggiungerlo, figurarsi se poteva avere il tempo di curiosare nelle poche stanze in cui non era necessaria la sua presenza. Anche se era parecchio che non visitava quei marmocchi, così decise di far loro una visita generale, tanto per accertarsi che stessero bene, nel poco tempo che gli rimaneva da vivere. Il perchè? Beh, dovete sapere che il Dottor Trafalgar faceva gran spavento ai bambini, un po' per gli sguardi inquietanti che lui gli rivolgeva, i connotati marcati e duri che non ammettevano capricci e ribellioni da parte di quest'ultimi , e un po' per i dolorosi punture/flebo/esami che era solito fargli.

Aprì la porta, e...
< WAAAH! >
Si ritrovò le gambe di una ragazza sul petto, mentre lei si era ritrovata con la scihiena a terra, probabilmente risultato di un ruzzolone. Ma non una ragazza qualunque, era un clown doctor. La si riconosceva facilmente dal camice multicolore e ampio che portava ;i bottoni erano sostituiti da grossolani fiori dai toni pastello ;le calze erano a righe di vari colori e addirittura s'illuminavano grazie a delle luci; le scarpe erano larghe, lunghe e goffe. Infine, sul viso, portava un grande nasone rosso di plastica. I clown doctor erano persone che lavoravano negli ospedali, la cui missione era far ridere e divertire i bambini per tirargli su il morale, malati terminali o meno. Ma soprattutto, quando i clown doctor stavano svolgendo il loro "lavoro", i medici, o almeno quelli di Flevance, dovevano obbligatoriamente stare al di fuori e non interferire. Questo per la loro cattiva fama, e infatti venivano chiamati dai bambini "mostri bianchi " per questo e per il colore dei loro camici.
I bambini, che fino a qualche istante fa stavano ridendo divertiti, iniziarono a tremare di paura.
< I-Il mostro bianco !!! Scappa Kayme, prima che ti infilzi con gli aghi facendoti diventare uno scolapasta!!! > Urlarono.
< Oh, scusi dottore ,spero di non averle sporcato il camice con le scarpe ! Comunque bambini, non è carino chiamare un ragazzo " mostro bianco "!Su, chiedetegli scusa! >
< ... >
< ... Ok. Allora vi dimostrerò che ci si può fidare del Dottor...Tra-falgar, giusto? >
Detto questo indossò un paio di occhiali con degli occhi penzolanti tenuti su da molle, e tutta esaltata decretò:
< Adesso bambini non ci vedo una mazza, percui sarà il dottore a guidarmi :vedrete che non urterò nulla e nessuno, così vedrete che ci si può fidare anche di un "mostro bianco"! >
Law socchiuse impercettibilmente le palpebre. Una stilla di stizza gli sferzò gli occhi :a causa del suo traumatico passato, il soprannome "mostro bianco" era un tasto dolente, una stretta al cuore. Odiava da dentro quel nome, quella condanna. E sentirlo pronunciare così alla leggera, con un sorriso, da una ragazzina insulsa, sembrava quasi ridicolo; già, anche se incosciamente, quella ragazza lo stava umiliando. Ma Law era solito esprimere il suo odio attraverso il silenzio, così si limitò a osservare intensamente la ragazza.


< Bene bambini :guardate come il dottore può essere una brava persona! Dottor Trafalgar, mi guidi! > E presa dall'entusiasmo indossò gli strani occhiali.
< Fai tre passi avanti... Due a destra....uno a ore due... >
I bambini che all'inizio osservavano stupiti come il temuto dottore avesse accettato il gioco e stesse effettivamente guidando Kayme nella giusta direzione evitando oggetti e persone, ora si accorgevano inorriditi che quel mostro stava mandando Kayme contro il lettino di un bambino con la SLA :era attaccato a un respiratore che lo manteneva in vita, e se la ragazza ci fosse caduta addosso avrebbe staccato il repiratore uccidendolo!
Mancavano pochi passi, il clown doctor ormai era prossima al lettino di quel bimbo inerme, e a nulla servivano le urla disperate dei bambini :
< Fermati Kayme!!! >
 I bambini iniziarono a correre verso di lei e le bloccarono le gambe, mentre Law allargò il ghigno. Con il suo sicuro licenziamento non ci sarebbero più state fastidiose ragazzine incompetenti a fare un lavoro così inutile.
< Ti prego!! >
< Ti sta mandando nella direzione sbagliata! >
< Andrai addosso al bambino con la SLA!!! >
< Perfavore ascoltaci!!!!! >

< BASTA! Io ho fiducia nel dottor Trafalgar! Bambini, voi dovete avere fiducia, dovete conoscere come sono davvero le persone! Se non si conosce, e si ha paura, nasce l'odio! >
I bambini si zittirono, ma le loro facce erano terrorizzate. Kayme era così vicina a quel letto. Quel bambino indifeso dormiva sereno. Non sapeva che la sua vita era appesa a quel sottile filo che gli assicurava ossigeno. Ossigeno che sarebbe venuto a mancare se le spine delle rose che Kayme portava al camice avessero perforato quel filo.
Stava cadendo. Si era accorta che c'era davvero un lettino sulla sua strada. Si sentì tradita. Ma ora era tardi. Le spine delle rose puntavano aguzze al tubo d'ossigeno.
Quando un oggetto freddo e allungato le fermò il ventre, tirandolo indietro, impedendole la caduta.
Law aveva preso la sua katana a due mani e l'aveva fatta passare davanti al ventre della ragazza in orizzontale, in questo modo teneva le mani agli estremi della spada ,che naturalmente era nella sua custodia. Si trovava alle spalle della ragazza. Le si avvicinò all'orecchia, attraverso i folti capelli verde prato. Kayme sentì il suo pizzetto sfiorarle l'orecchio. Pizzicava leggermente, perchè Law non si avvicinava mai troppo alle persone. Era freddo e distaccato. Senza eccezioni.
Le sussurrò : < Sei manipolabile come la pasta per il pane >
Ma inaspettatamente, Kayme si girò tutta sorridente e esclamò < Visto bambini? Ve l'avevo detto che non avrei fatto del male a nessuno ! E il dottor Trafalgar è stato davvero bravo! >

Sia i bambini che Law rimasero spiazzati, i primi dall'inaspettato gesto, il secondo dall' inaspettata reazione. Come poteva non provare paura per lui ? Aveva tradito la sua spontanea fiducia, e le aveva dedicato quella frase agghiacciante...e lei aveva risposto naturale, dolce, con un sorriso. Anzi, non si era minimamente curata di lui: aveva pensato a quei marmocchi, erano la sua priorità, qualunque cosa fosse accaduta. E poi, quel discorso sulla fiducia e l'odio...non se lo sarebbe aspettato da una ragazza con un QI di uno scimpanzè. E l'aveva salvata proprio per questo. Lo aveva sorpreso. Ma probabilmente era stato solo un colpo di fortuna . La prossima volta non sarebbe stato così accomodante.

< COOOOOSA?! Io stavo davvero per andare addosso a quel bambino?!?! Se fosse passato il direttore mi avrebbe sgozzataaaaaaaa !!! >
Gli occhi di Kayme schizzarono fuori e la sua lingua spuntò fuori come quella di un cane. E' sì, le smorfie della ragazza erano da spaccarsi a terra.
I bambini ridevano di gusto, mentre Law la guardò stranito: non aveva mai visto una ragazza fare tutte quelle faccie sceme. Anche se, incredibilmente, le labbra del dottore s'incresparono in un sorriso.

< Ti chiami Kayme, a quanto ho sentito. Quando finisci il turno ti aspetto qui fuori. Ti voglio parlare. >
< Non è niente di grave, vero ? >
< Adesso pensa a far ridere i bambini. Poi ti spiegherò. >
< E non mi anticipi nulla ? > Chiese incuriosita.
Un' occhiata glaciale la fece tacere, ma lei non si perse d'animo.
< O-Ok...goditi il tuo caffè allora! > e lo salutò sempre sorridente.
 

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Capitolo 2
*** Intrugli di emozioni ***


Doctor Sonrisa cap 2 Capitolo 2

< Quali sono le tue intenzioni ? >
< Come ? > Chiese confusa .
< Ti mostri sciocca e ingenua agli altri... >
< E' il mio lavoro. >
< ...ma le persone ingenue e sciocche non possono fare discorsi così logici. Non m'interessa sapere perchè lo fai. Voglio sapere che intenzioni hai. >
Trafalgar Law doveva mantenere il controllo nell'ospedale. Ovvio, non poteva tenere sotto controllo ogni cosa ,evento e persona. Sarebbe stato uno sforzo disumano, dispendioso e inutile anche per lui. Ma doveva per forza sapere come giravano le cose, quali erano i meccanismi all'interno dell'edificio e fuori. Prima lui aveva la situazione in pugno :conosceva colleghi, il direttore, i loro caratteri, i macchinari, le loro funzionalità, i suoi strumenti da lavoro. Sapeva come muoversi, aveva una visione di 360° di quel mondo, e ciò gli consentiva di manipolare le situazioni a suo vantaggio, e di continuare il suo "progetto". Sapere è potere.
Ma poi era arrivata lei, a sconvolgergli i piani.
Dapprima non si sarebbe curato di una ragazzina che faceva la scema con dei bambini per guadagnarsi qualche soldo, ma quel discorso sulla fiducia, che se non c'è nascono ignoranza, paura e di conseguenza odio...coincidevano terribilmente con il suo passato.
Se solo avesse conosciuto prima una persona così.
Forse, in passato, se le persone avessero dato la precedenza a lui prima della sua malattia, dandogli fiducia e non giudicandolo in base a quelle macchie bianche, se avessero tentato di conoscerlo invece di convincersi che fosse un mostro, una bestia da eliminare a sangue freddo, se avessero anche solo provato a informarsi, a comprendere che la malattia non era contagiosa, invece di vivere nell'ignoranza e nella paura, forse oggi Law non sarebbe così.
Se almeno Corazòn, l'unica persona che gli aveva donato una speranza nei suoi giorni contati, non fosse morta, ora non starebbe pianificando quell'orrore...

< Se lo vuoi proprio sapere... > Kayme si fece coraggio, affrontò quello sguardo argenteo e pronto. Prese un bel respiro e...
< Vogliofareinmodocheibambininondisprezzinoglialtri ! >
 Aveva detto tutto d'un fiato, come quando si chiede a una bimba perchè ha combinato un disastro.
Law la guardò perplesso, pensando sinceramente di darle un lecca-lecca per calmarsi.
< Il fatto è che..cioè...quindi....nel senso...ah, dannazione! Non so fare discorsi filosofici! Il punto è che non voglio che dei bambini, che ancora vedono il mondo come un posto ignoto, da esplorere, si convincano fin da subito che ciò che la gente dice loro sia oro colato; perchè dopo manterranno questa convinzione per tutta la vita. Sai, io vengo dal quartiere nero... nel quale abitano le persone di colore... > Lo sguardo di Kayme si assottigliò, le sue ciglia si socchiusero costringendo gli occhi a mostrare unicamente le grandi pupille nel fulcro dei suoi occhi, avvolte dalle iridi mogano.  Il suo sorriso, da vitale e dinamico, si afflievolì, diventando dolceamaro. Law intuì fosse di colore, o meglio, una mulatta, dalle sue carnose labbra.
< Il mio popolo è sempre stato discriminato, maltrattato, umiliato... e tutto questo perchè la gente ci considerava criminali, senza mai conoscere come eravamo veramente. Così, come ho detto prima, grazie alla paura e all' ignoranza nasce l' odio. Ma io... > E a quel punto guardò temeraria Trafalgar dritto negli occhi, senza esitazione alcuna, stropicciò le sopracciglia < Io cambierò tutto questo! Insegnando la tolleranza ai bambini potrò far si che le cose cambino! >
< Illusa. >
Restò interdetta.
< Sei un' illusa se pensi di poter cambiare il mondo nel giro di una generazione di bambini. Se poi sei convinta di riuscire da sola in un progetto del genere le possibilità di riuscita sono praticamente nulle. Non cambierai il mondo da sola. >
Fece una breve pausa, affinchè la ragazza comprendesse quanto assurdo fosse il progetto che aveva in mente.
Si aspettava di vederla scoppiare a piangere e cadere nel panico.
E invece sorrise, rise  e rise di gusto.
< Sarai il 76esimo che me lo dice! Ma io non cedo! Più non credete in me, più sarà divertente la faccia che farete quando vedrete che ce la farò! E nel tuo caso, dato che sei sempre così serio, non ho idea che smorfia da pesce lesso farai, ahah ! >
Law c' era rimasto malissimo. Lui che faceva tutti questi discorsi adulti e complessi, e poi arrivava lei che con una battuta gli smontava tutto.
Il ragazzo sentiva aria di sfida. Voleva fare la spavalda stravolgendo il suo mondo di meccanica tranquillità? Ci avrebbe pensato lui a farla tornare al suo posto.Così decise di divertirsi un po' con le emozioni del clown doctor.
< Tu avrai pure il tuo sogno...ma non hai i mezzi per realizzarlo. >
Si alzò dal tavolo, le diede le spalle come per andarsene, la guardò con il profilo del volto e sussurrò : < Ma io sì. >


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< Non puoi ordinarmi di fare una cosa del genere >
< Certo che posso farlo e tu lo farai eccome caro Trafalgar, se vuoi rimanere in questo ospedale. >
La dottoressa Kureka, la direttrice dell'ospedale, stava tenendo un colloquio con Law.
< Trafalgar, negli ultimi mesi la tua fama da "chirurgo della morte " è cresciuta vertigginosamente. Alcuni pazienti hanno talmente paura di te che per curarsi si trasferiscono nelle nazioni vicine. Tsk, che pisciasotto, il rischio è il bello della vita. >
La donna scolò in tempo record una bottiglia di rhum sulla scrivania. Appassita nell' aspetto ma non nell' animo, aveva il carattere e la grinta necessari per tenere le redini dell' ospedale e farsi rispettare dai medici. Anche Law sapeva bene che era in gamba, e per queso le mostrava una sorta rispetto. Inoltre era l'unica capace di tenergli testa e di permettersi di avere il Chirurgo della Morte al suo fianco. Dal canto suo Law era difficile da gestire :se avesse perso il posto, per quanto competente, difficilmente ne avrebbe trovato un altro. Percui gli conveniva scendere a patti o, nei casi peggiori, abbassare la testa, pur detestando prendere ordini.

< Purtroppo se non diamo una nuova immagine di te alla gente, questa eviterà il nostro ospedale come la peste bubbonica.
Quindi te lo ripeto : per un mese farai uno stage di clown doctor qui, così ti terremo sotto controllo. Basterà un po' di tempo, qualche foto, un articolo sui giornali...e il gioco è fatto. >
Prima un impeto di rabbia. Poi il freno della ragione non gli fece aprir bocca. Infine rilassò i muscoli iniziando a pensare alla prossima mossa. Si alzò.
< Devo fornirti qualcuno con cui far pratica? >
< Mi arrangerò. Ho giusto la persona che fa per me. >

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  < Che bella notizia ! Law il clown doctor! Vuol dire che lavoreremo insieme! Non ti preoccupare: t' insegnerò tutti i trucchi del mestiere, diventerai mio discepolo e... >
< Ho solo un mese per far cambiare opinione su di me, quindi moviamoci. >
Le stelline gialle sparirono dagli occhi della ragazza ,sostituiti da un broncio : < Non lo sai che la prima qualità di un clown doctor è la simpatia? Uffa! >

Prese per il braccio Law, e con foga lo trascinò correndo per i corridoi.
< Che diamine stai facendo!? >
< Non puoi certo presentarti ai bambini con quel brutto muso! Se adesso trovo il mio armadietto vedrai come ti sistemo! >
< L' abbiamo appena superato, tonta! >
< AH! Hai ragioneeee! > La ragazza frenò con i talloni prima di cambiare direzione e dirigersi ancora più freneticamente verso l'obbiettivo. Ovviamente trascinandosi dietro un malcapitato Law come se fosse una bambola di pezza.

Prese un astuccio con qualche trucco e si avvicinò a Law. Gli prese il viso tra le mani, per squadrarlo per bene. Ma la sua presa si trasformò presto in una carezza, un gesto lieve che partiva dalle tempie del ragazzo, rabbrividiva al tatto delle dure guancie virili, e terminava con la curva decisa del mento. Kayme provava un  desiderio nuovo in sè. Per la prima volta in vita sua, desiderava dal profondo toccare ed esplorare il volto di un uomo. Qualcosa in lei stava iniziando a battere. Qualcosa che in lei era stato rinchiuso per troppo tempo. E che ora lottava per uscire.
Quel volto era così geometricamente perfetto, le sue proporzioni erano disposte in modo quasi scultoreo :gli occhi non erano nè troppo ampli da sembrare ingenui, nè troppo sottili da sembrare viscidi.
Stappò la matita azzurra e con la mano tremante si avvicinò al suo volto.Com' era possibile che si sentisse così insicura ? In fondo era solo un ragazzo come tanti...o forse no. Era il ragazzo che ce l'aveva avuta in pugno qualche ora prima e che aveva deciso di risparmiarla sebbene avesse potuto finirla. Era il primo ragazzo che considerava il suo sogno e non si era messo a ridere al sentirlo. Era il ragazzo dai tanti misteri che attiravano inesorabilmente la genuina curiosità della sua natura.
Dovette alzare il capo per guardare l' occhio sinistro di Law, sotto il quale l' incontaminata pelle olivastra era diventata il suo obbiettivo. La punta fredda della matita punse la calda guancia di Law, e la ragazza, non volendo mostrargli il turbine di emozioni che stava provando, iniziò a disegnare.
L'occhio vigile e argenteo del ragazzo continuavano a fissare il volto teso di Kayme ,nonostante percepisse i suoi movimenti e la sua pressione. La ragazza disegnò una mezzaluna a quattro punte sotto quella piccola sfera del grigio di un mare in tempesta, lasciando poi il volto di Law privo delle sue inesperte e delicate mani per qualche secondo. Giusto il tempo per prendere il rossetto fiammante dall'astuccio.
Kayme passò e ripassò il rossetto su quelle labbra carnose e morbide, simili a petali di un fiore rigoglioso e scarlatto. Quelle labbra così fresche che non si concedevano mai all'apertura di un sorriso.
 Che spreco. Decise che delle labbra tanto belle non potevano essere gettate via così, stando perennemente socchiuse o serrate. Le cose belle non devono essere buttate via. Voleva quella bocca mostrare i suoi denti , espandersi in un sorriso spensierato . Uno come i suoi. Sarebbe diventata la sua sfida. Lo desiderava così ardentemente.
Quando le labbra furono fulve, allungò la linea del rossetto fino alle orecchie, in un finto sorriso. Fece attenzione a non sporcare le brune basette e per la prima volta notò i suoi orecchini. Degli anelli d'oro. Ne rimase incantata per un breve lasso di tempo, come una gazza ladra che osserva il suo luccicante tesoro. Infine, appoggiato il rossetto, con un dito lisciò i morbidi peli del pizzetto, sentendo una nota di fastidio quando ne scopriva alcuni pungenti.
Abbandonò finalmente le sue mani in una caduta, che portarono a distenderle le braccia.

< Andiamo. >
Il tono freddo di Law la risvegliò da quel caldo momento, nel quale aveva provato un qualcosa di strano che nemmeno lei sapeva spiegare. Non era brava a fare dei discorsi filosofici, lei.
< S-Sì! > Si riprese immediatamente tornando la spensierata Kayme di sempre, e seguì Law che si dirigeva nella stanza dei bambini.

 
 

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Capitolo 3
*** Un mondo che esplode di colore ***


Doctor Sonrisa cap 3 Capitolo 3
Kayme prese la rincorsa dal corridoio, mirando bene alla porta dietro la quale si trovavano i bambini. Voleva fare un' entrata ad effetto, aprendo ( o meglio, sfondando ) la porta di scatto scaraventandosi a sorpresa nella stanza, per cominciare la visita con il giusto brìo.
Si allontanò dalla porta di 15 passi, alzò una gamba dopo l' altra e si ritrovò a correre, vedendo la porta che si allargava sempre più velocemente mentre andava su e giù.
Ormai la sua mano stava per agguantare la maniglia già carica della forza necessaria ad abbassarla, quando una massa bianca si parò di fronte a lei facendole impattare la faccia.
Guardò stranita quello strano corpo bianco, ma ci vollero solo pochi istanti affinchè realizzasse che fosse la schiena di Law.
< Possibile che tu non abbia un minimo d' idea? Quei bambini saranno di certo impauriti dall' ambiente, ci manca  che una perfetta sconosciuta come te entri all'improvviso a complicare le cose. >
La ragazza si fermò, ci pensò su e alla fine realizzò che il dottore aveva ragione. Sapeva bene che con dei bambini la prima impressione era tutto, inoltre se fosse entrata così di colpo avrebbe violato la loro privacy, rendendola subito un soggetto fastidioso ai loro occhi. Si sentì imbarazzata per aver quasi fatto una cavolata del genere.
< Oh...eh...HAI RAGIONE! > Il suo viso si accese di rosso e si grattò la testa tutta agitata. Era troppo impulsiva e ciò non era sfuggito a Law, che, anticipandola, non le aveva dato possibilità d' azione, fermandola appena in tempo, cogliendo inoltre l'occasione di metterla in riga.
Le persone che seguono il proprio cuore erano così facili da anticipare. Bastava pensare a un' azione sommando il modo più assurdo per compierla. E su questa teoria Law non aveva ottenuto che conferme.
 O almeno, era questo ciò che aveva rapito la sua mente in quel momento.

Trafalgar si limitò a bussare alla porta un paio di volte, prima che delle voci entusiaste e giocose non gli assicurarono il benvenuto.
< Arrivano, stanno arrivando!! >
< I clown doctor ! >
< Eccoli !!! >
< Siiii !! >
Law entrò.
< ... >
< Tsk... >
< Eh... >
< AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA !!!!! >
Una risata contagiosa esplose come una granata per tutta la stanza.
Tutti e 20 i bambini stavano ridendo con le lacrime agli occhi alla vista del più temuto chirurgo del Paese truccato come un cartone animato.
Risata che morì nell' esatto momento in cui videro spuntare l' enorme spada da dietro il ragazzo. A Trafalgar era concesso portarsi dietro quell' arma perchè giustificata come mezzo di " anestesia istantanea " per i pazienti più fifoni.
I bambini deglutirono vistosamente iniziando a indietreggiare nei loro lettini.
Sorprendentemente però, il ragazzo si avvicinò alla parete e vi appoggiò la katana.
< In questo modo avremo la situazione sotto controllo. >
Infatti non erano stati rari i casi in cui persino dei bambini, spinti dal terrore che li circondava in un ospedale, aggredissero con furia i malcapitati che entravano, sia che fossero medici o, appunto, clown doctor.
Tenedoli sotto scacco con la paura, Law avrebbe evitato qualsiasi ribellione. La spada serviva a ricordare loro chi avesse il coltello dalla parte del manico.

< Eeeesatto bimbi ! Sono arrivati i super-mega-magnifici clownnnnnn... Doctors !!! > Trillò entusiasta Kayme cercando di alleggierire l' atmosfera.
Dalla sua enorme borsa tirò fuori un altrettanto enorme pallone, in cui si vedeva un nucleo contenente del DNA, una gelatina che lo avvolgeva che sembrava del citoplasma e dei mitocondri. E' già, era una cellula grandezza pallone che serviva a insegnare divertendosi ai bambini qualcosa in più riguardo al corpo e a capire a cosa realmente si riferissero i medici quando ne parlavano.
Kayme alzò il pallore con un palleggio, e questo finì sulle braccia di una bimba, che gli diede una schiacciata passandolo a un altro.Chi lo passava con i piedi, chi prima lo faceva rimbalzare un po', chi ci faceva un balletto insieme per mostrare la sua bravura, chi lo tirava di petto come avevano visto fare dai calciatori, chi con la testa, chi cercava di fare una rovesciata ribaltandosi nel lettino...Tutti si stavano divertendo da matti, tranne un bimbo in carrozzina lì vicino. Allora Kayme lo prese sulle spalle e lo portò più in alto di tutti gli altri, facendogi toccare anche a lui l' agognato pallon-cellula.
Un bimbo lo passò a Law, e questo, con gran meraviglia dei presenti, iniziò a giocare con il pallone come se fosse uno da calcio, piegandosi in modo che potesse raggiungere la schiena, per poi farlo cadere, giocarci con i piedi in un'esibizione tra salti del pallone e le sue gambe, che riuscivano a destreggiarsi per quanto fosse grosso quel pallone.
I bambini lo guardavano rapiti, e quando, con un colpo di testa, lo fece attraversare tra le gambe di Kayme mandandolo fuori dalla porta, esultarono
< GOOOOOOAAAAALLL!!! > iniziando a fare la hola.

Dopodichè fu la volta delle palline da circo. La ragazza ne prese tre, e iniziò a tirarle in aria. Ma era troppo scoordinata, per questo dopo cinque secondi una le cadde pesantemente in testa e le altre due sui piedi.
< Madonna santa! E' da un mese che ci provo ma non ci riesco proprio! > Intestardita lo rifece due, quattro, sei, otto volte, ma come unico risultato ottenne dei lividi o delle palline incastrate sotto i letti o tra i macchinari.
Con un lesto colpo di mano Law le afferrò tutte e tre e iniziò a lanciare le prime due e poi di seguito la terza.
Il lancio di quelle palline si basava su calcoli matematici e equilibrio: quando una palla era esattamente all'apice del lancio, quindi a metà strada tra le due mani, bisognava lanciare l' altra. Quindi era necessario calcolare il tempo nel quale una pallina ci impiegava a raggiungere quella metà, e renderlo stabile per creare il giusto equilibrio e ritmo che avrebbero permesso a quel gioco la massima durata. Law era naturalmente portato per i calcoli e l' equilibrio, e ciò, a sua insaputa, ne faceva un ottimo giocoliere.
< Waw ! Ma come fai? Mi puoi insegnare? >
Gli occhi della ragazza brillavano estasiati.
Law sospirò, vedendo ardua l' ipotesi di ammaestrare una tale imbranata. Ma, sapendo quanto ci tenesse Kayme, decise di accontentarla.
Infilò le sue braccia sotto le sue, in modo tale che i palmi di Law potessero racchiudere i dorsi delle mani di Kayme.
< Ascoltami bene. Devi lanciare la prima pallina... >
Le mani della ragazza, come se fossero unite con dei fili ai palmi di Trafalgar, iniziarono a muoversi,  non di volontà propria, ma lasciate in balìa dei suoi gesti, dei suoi movimenti, delle sue dita esperte che stimolavano i nervi delle nocche, facendole eseguire secondo la sua volontà.
Ma ora le mani di Kayme avevano imparato il movimento, e si stavano ribellando al controllo esercitato dalle mani ambrate.
Law però non le cedette il comando: i suoi arti esperti volevano che lavorasse eccellentemente.
Ora le mani di Kayme scivolavano lisce e candide da quelle di Trafalgar, arrivando con tempismo a cogliere la palline, ora Trafalgar gliele stringeva con la forza necessaria affinchè stessero ferme, affinchè lui potesse dominarle e afferrare le palline con precisione. Era un gioco di mani che si divincolavano, si stringevano, si sfioravano, si solleticavano. Le une esperte volevano sottomettere le altre, che, giovani e irrequiete, volevano mostrare le proprie capacità.

Dopodichè la verdolina prese delle sacche per le flebo riempite di cioccolata liquida, e iniziò a schizzare sui bambini, e questi, prontamente, evitavano la cioccolata o aprivano la bocca per prenderla al volo. Naturalmente di sacca ce n'era più di una, così iniziò una vera e propria battaglia di schizzi cioccolatosi .
Quelli più coraggiosi s' inseguivano per la sala battaglieri, quelli più fifoni si nascondevano sotto i lettini o i macchinari, quelli più insicuri formavano delle squadre. Nell' aria c' erano tante risate, urla di divertimento e un dolce profumo.
Uno di questi schizzi colpì Kayme, che prendendosi il petto tra le mani, mettendo la lingua fuori, alzando gli occhi  al cielo e cadendo rovinosamente, simulò una falsa morte.
< Kayme è morta !! >
< Ma va citrullo! Sta solo fingendo! >
< Quindi sta dormendo? >
< Ummh...sì, penso di sì >
< E come facciamo a svagliarla? >
Una babina dai capelli rosa si fece avanti con gli occhi che brillavano:
< Oh! E' proprio come la Bella Addormentata! Ci vuole il bacio del principe azzurro per svegliarla! >
< Allora lasciate fare a me! > Disse un bambino biondo con gli occhi azzurri un po' arrogante.
< Zitto, Cavendish! Kayme è grande quindi ci vuole uno grande >
< Ma l' unico grande che c'è è Law! >
< Giusto! Law, bacia Kayme!! >
< Hai ragione! >
< Bacio! Bacio! Bacio! Bacio! Bacio! >
Sembrò una cosa tanto strana a Law che esitò per un momento.
 Ma infondo era solo un bacio. Due labbra che si uniscono. Niente di più, niente di meno. Per lui i baci non significavano nulla. Non che ne avesse dati tanti, ma per lui era un contatto fisico come un altro. Non ci vedeva nulla di romantico o sentimentale.
< Psst, Law, se non vuoi non sei costretto a... >
E in quel momento la lingua di Kayme restò paralizzata, perchè le sue labbra stavano ricevendo l' anestetico più potente: quelle di Law.
La bocca di Law non si fece strada in quella di Kayme. Non fu un bacio passionale e intenso. Fu un bacio casto, lieve. Le labbra del ragazzo erano posate delicatamente su quelle della ragazza, senza violarle, in una sorta di rispetto. Ma per Kayme non fu così. Era il suo primo bacio. Quel semplice contatto sprigionò una scarica di adrenalina che le invase il cuore, costringendolo a battere sempre più velocemente cercando di uscire dalla sua morsa. Kayme era una ragazza semplice, e questo bacio che per una donna più facile e abituata a certe cose non sarebbe stato nulla, per lei era qualcosa di assolutamente coinvolgente e magico. Socchiuse gli occhi, vedendo lo sguardo di Law puntato su di sè. Ma c'era qualcosa di diverso. Erano sempre gli occhi affilati e taglienti di sempre, ma con qualcosa in più. Non sapeva se fosse per la forma degli occhi, per il colore della pupilla o altro, ma in quello sguardo c'era un briciolo di umanità. Una speranza forse? Di tirar fuori il lato luminoso di Law? E lui, se n'era accorto? Difficile, dato che era rapito da quegli occhi mogano. Fu solo per un istante, quando la guardò meglio avendola così vicina a sè. Trafalgar Law poteva volere tutto il controllo del mondo, ma non avrebbe mai potuto vietare a sè stesso di perdere lucidità in certi momenti. In certi secondi. Si risvegliò solo quando sentì le labbra di Kayme sotto le sue aprirsi in un sorriso, invitandole dolcemente a fare lo stesso. Una scarica elettrica percorse la schiena di Trafalgar, che si staccò immediatamente da Kayme.
< Ooooh, quindi è così che si danno i baci? >
< Che schifo, secondo me si sono scambiati la saliva! >
< Mi dai un bacino? >
< Bleah ! > Disse la bimba colpendolo con l'osso del bacino.
Kayme si avvicinò al gruppo dei bambini e confabulò qualcosa alle spalle di Law. Questo si accigliò aspettando cosa sarebbe successo.
I bimbi e la clown doctor si misero in cerchio attorno a lui, finchè Kayme gridò :
< ADDOSSOOO!!!! >
E tutti i bambini compresa lei saltarono addosso a Trafalgar, facendogli il solletico
< Ma che! Vìa, lasciatemi! >
Ma le sue proteste vennero messe a tacere quando scoppiò una risata. E' sì, proprio da lui
I bambini continuavano a solleticarlo e lui continuava a ridere per lo stimolo involontario che riceveva.
Kayme lo guardò soddisfatta: se non avrebbe riso per conto suo, ci avrebbe pensato lei a farlo divertire.
Per la prima volta, un sorriso sereno e vivace comparì sulle labbra di Law, e Kayme non perse l' occasione per fargli una foto da spedire al giornale.
 
< B- Bene bambini! Per oggi è tutto! Ci vediamo settimana  prossima! > Disse Kayme
< Noooo!!! > Protestarono i bambini mettendo il broncio
< Se fate i bravi la prossima volta vi porto una sorpresa! >
< Evviva!!! >


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< Waw, come hai fatto a fare tutte quelle mosse col pallone? Erano troppo belle! > Si entusiasmò la ragazza, che stava accompagnando il dottore nel suo studio
< Da piccolo ho giocato spesso a calcio con un mio amico  che me le ha insegnate. >
< Mi piacerebbe conoscerlo! E...a proposito di quel bacio... >
< Non significava nulla. >
< Ah...eh...già, non significava proprio nulla... > anche se parlò con una punta di dispiacere.
< Ecco, siamo arrivati al tuo studio! >
In quel momento un omone grosso e roseo varcò la soglia dell' ospedale.
< Haccin! >
< Ehi, Kayme! Visto che passavo di qui sono venuto a prenderti! Ti va di andare a prendere un gelato? >
< Certo! Andiamo! >
< Vi avverto che sono già le sei di sera. > Li ammonì Law
< Coooosaaa?!  Già così tardi?? >
< Oioi! Allora sbrighiamoci! Corriamooo!!  > E Haccin partì in quarta.
< Oi, Kayme > La chiamò Trafalgar
< Mh? >
< Se provi ancora a gettarmi addosso venti mocciosi contemporaneamente ti taglierò in due >
< Ahah! Vorrà dire che prenderò lezioni di katana! >
< Ei, Kayme! >
< Arrivo, Haccin! A domani, Law! >

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Mentre Trafalgar stava sperimentando, un sorriso si dipinse improvvisamente sul suo volto. Anche volendo, non potè impedire a sè stesso di ripensare ai fatti di quella giornata e a quella ragazza, che le stava mostrando un mondo nuovo, luminoso e pieno di felicità. Ma si riprese subito, continuando ad osservare il battere. Se non si fosse concentrato abbastanza, come avrebbe fatto ad ucciderli tutti?


 
  

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Capitolo 4
*** Inquietudine che sale ***


Doctor Sonrisa cap 4 Capitolo 4

Nei mesi seguenti tutto stava andando a gonfie vele.
Kayme e Law presero l' abitudine d' incontrarsi alla macchinetta del caffè tra un turno e l'altro. Discutevano di molti argomenti: come stava andando la loro vita, le ultime novità, le ultime scoperte in campo medico, i nuovi metodi di intrattenimento, astrologia, magia... o almeno, Law parlava per sè con una ragazzina intorno che gli faceva domande su tutto ciò che non sapeva, ovvero ogni cosa che costasse un minimo di ragionamento.
Intanto la foto di Law che rideva spensierato al solletico dei bambini venne pubblicata sul giornale locale, e in seguito anche nei paesi vicini. Il "chirurgo convertito " suscitò molto interesse, ma di natura opposta rispetto a prima. Infatti, se prima la maggior parte dei pazienti preferiva farsi chilometri per raggiungere lo stato vicino piuttosto che finire sotto i suoi bisturi, ora una discreta quantità di malati e non si recava all' ospedale di Flevance per accertarsi del suo cambiamento e approfittare della sua bravura medica.

In effetti, sorprendentemente, dopo quel giorno, Trafalgar era diventato più rilassato. Ora era più leggero. Era quasi come se avesse abbandonato quel velo di  gravità e diffidenza che di solito gli aleggiava sempre attorno. Ovvio, non lo aveva abbandonato del tutto, ma si era attenuato, era diventato fioco, leggermente sfumato. Aveva abbassato la guardia. Era stato un processo graduale e naturale, stimolato dalla presenza di Kayme. Con lei non aveva bisogno di barriere, del sarcasmo, di mettersi sulla difensiva. Ma di certo non si sarebbe mai lasciato andare del tutto. Mai, nel modo più assoluto. Ma a contatto con tanta genuità, con tanta spontaneità, aveva finito per aprirsi uno spicchio.

Dal canto suo, anche Kayme aveva risentito della frequente presenza di Law. Era infatti diventata più giudiziosa e consapevole. Ora, quando le passavano quelle sue pazze e entusiasmanti idee per la testa, sentiva una vocina che le prediceva le conseguenze. Vocina che per lo più ignorava. In fondo era fatta così : creativa e dinamica. E pensare alle conseguenze rendeva l' azione meno desiderabile, la rovinava. Per questo non ci pensava troppo e si buttava carica in ogni cosa facesse. Ma per lo meno pensava prima d' agire. Era già qualcosa.

Le giornate scorrevano che era un piacere.

Finchè...

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< Chi è Bepo? > Chiese la verdolina inclinando la testa.
< E' uno dei miei uomini. Mi sostituirà mentre sarò a Dressrosa. Trattalo con riguardo, mi raccomando. >
Bepo era uno dei ragazzi che dipendevano da Trafalgar. Questi frequentavano l' università di medicina, erano dei futuri dottori. Law aveva visto del potenziale in loro e aveva deciso di prenderli sotto la sua ala. Gli faceva ripetizioni affinchè prendessero buoni voti e avevano l' opportunità di fare dei tirocini assicurati in prestigiosi ospedali. Assicurati perchè erano raccomandati dal miglior dottore in circolazione.  Ma per quanto riguardava i costi e i soldi, dovevano arrangiarsi. Law voleva migliorarli, non certo fargli da mammina. In cambio questi erano agli ordini di Trafalgar, e lo chiamavano Capitano.

 Il giorno dopo si presentò un ragazzo panzuto dai capelli corti e bianchi. Più che capelli sembravano peluria, probabilmente di orso bianco, ipotesi che ben si adattava anche al suo aspetto fisico robusto e in carne.
Stava camminando per i vari corridoi tentando di trovare l' ufficio del direttore, quando si scontrò con una sagoma multicolore. Cadde a terra, ma subito si sollevò, alzò una gamba e le braccia e urlò : < Guarda che io conosco il kong-fu ! WATATATATATAH!!!! > Scalciando a caso dappertutto.
La ragazza si alzò da terra massaggiandosi la testa dolorante: < AH! Scusa ma devo scappare, devo andare ad accogliere un certo Bepo >
< Eh? Ma Bepo sono io! >
< Allora ciao! E benvenuto all' ospedale di Flevance! >
< Quindi tu sei Kayme? > Disse leggendo il cartellino.
< Sì, e oggi farai il tirocinio e io ti aiuterò! Sai, la direttrice Kureka vuole che sappia fare le basi di primo soccorso e simili, percui ci  ha accoppiati! > Disse con un tenero sorrisone.
< Ehm...Sì, ehm giusto... Ok, mettiamocela tutta! >
< Yuhuu !!! > Esultarono entrambi alzando un braccio.

                                                                                                         * ...Intanto...*

Certo che quella metropolitana era davvero affollata. Ma meglio così: il lavoro sarebbe risultato più veloce e facile del previsto.
Fu questo il pensiero di Law che con un' occhiata fece intendere anche ai suoi due uomini, Penguin e Shachi.
La metro stava per compiere la prima fermata, quando i due ragazzi più giovani con lo sguardo oscurato da degli insoliti cappelli, si posizionarono agli estremi dell' enorme vagone con delle piccole valigette in mano. La porta scorrevole stava per spalancarsi, e i due liberarono i piccoli bagagli dalla loro presa con molta naturalezza, posandoli a terra. I tre ragazzi poi uscirono dalla metro, mentre una grande quantità di persone si stava imbarcando nel medesimo vagone. Del resto, era la prima fermata.
Buffo, vero? Che le persone vadano incontro alla propria sorte senza rendersene conto,se non quando è troppo tardi.
Già, perchè Penguin sapeva.
Le lancette dell' orologio della stazione non fecero in tempo a rintoccare cinque secondi di più, che delle urla agonizzanti si consumarono in quel vagone. Un dolore straziante li divorò.
< Vi prego, fateci uscire!! >
< Uèèèè!!! >
< No, sta calmo piccolino, non piangere, andrà tutto bene... >
< M- Mamma, che sta succedendo? Mamma...mamma ho paura >
< Non lo so, ma resisti! >
< Fa male! >
< Ahia...sigh..sigh... >
< APRITE SUBITO QUESTA PORTA MALEDETTI! >
< SE NON CI FATE USCIRE GIURO CHE LA SFONDO! >
< Dannazione... >
< Dio, aiutaci! >
 Urla di bimbi innocenti senza colpe, suppliche di madri che pregavano di salvarsi, uomini al limite dell' esasperazione che prendevano a pugni le porte.
< ...caugh >
< Caug, caugh... >
< Caugh caugh caugh caugh caugh >
E poi tosse. Una tosse che mozzava il respiro, che ustionava i polmoni, una tosse che strappava vìa la vita. L' ossigeno era diventato un flebile soffio da cui non si poteva attingere. Gli ultimi barlumi di lucidità, la rassegnazione al proprio destino, la perdita di coscenza, la fine.
Le porte si aprirono per la seconda fermata, e una folla di persone comuni restò spiazzata.
In quel vagone c' erano 20 persone che giacevano senza vita. Sotto la loro cute, le vene erano esplose disseminando sangue in tutto l' organismo, riempiendo i polmoni, colorando la pelle di un rosso acceso.
Vennero rinvenute due valigette, contenenti uno spaventoso batterio.

< Qui é Monet, per il canale Arpy's News... oggi ci sono state 20 vittime di un misterioso battere, che pare fosse contenuto in un paio di valigette sigillate e poi aperte. Non sappiamo ancora chi sia il colpevole, dato che sulle valigette incriminate non c'erano impronte digitali. Avere un testimone è impossibile... ma la polizia sta indagando...

                                                                    *... all' ospedale di Flevance... *


< ...ma la polizia sta indagando. Qui è tutto dalla stazione centrale di Dressrosa. >

< Ei, Kayme, sta' attenta! Hai fatto cadere il vassoio con le siringhe! Se non stai attenta la direttr... Kayme?! Che ti succede? >
< L-L-Law...è a Dre-e-ssrosa... > Una pugnalata di dolore la trapassò da parte a parte.
< Oddio...Dio, fa' che non gli sia successo nulla! E se... per arrivare da Flevance l' unico mezzo è in metropolitana!! ...No...No...NO! LAW! >
< K- Kayme! Calmati! Vedrai che starà bene! Anzi, di sicuro è in ottima salute come Shachi e Penguin! >
< E.. E tu come fai a saperlo? > Chiese speranzosa fra le lacrime.
< Ovvio, perchè tutto questo l' hanno organizzato loro e saranno usciti sicuramente prima che il batterio li colpisse! > Disse il ragazzone fiero di aver mostrato la sua intelligenza e aver consolato l' amica.
Ma aspetta...qualcosa non quadrava. Perchè Kayme non era felice dato che Law era vivo? Perchè sembrava devastata? Bepo non riusciva proprio a capir.... OH CAVOLO. Aveva appena realizzato che aveva detto troppo e iniziò a sudare grondando acqua da tutte le parti.
< C-C-Che...EEEEEEEEE??!! >
< Emh...cioè...io volevo dire... quindi... >
< TRAFALGAR HA UCCISO 20 PERSONE ?!?!?!?
N-n-n-o... è...è uno scherzo...deve essere uno scherzo...per forza uno scherzo, VERO? >
A quelle parole Bepo non ebbe il coraggio di alzare la testa e risponderle.
Al che Kayme trovò l' atroce conferma alle sue paure.
< E TU ERI IN COMBUTTA CON LUI?! >
< NO! Cioè...in realtà sì, dovevo controllarti affinchè tu non lo intralciassi con inutili piagnistei da femminuccia, però io non ho ucciso nessuno quindi sono innocente, ahahah... > Si tappò la bocca di scatto. Stramaledettissimo vizio di parlare troppo, stava solo peggiorando la situazione!
< Ma questo non è quello che penso io, è stato il Capitano Law a dirmelo! >
Dalla padella alla brace.
 < No, basta... io devo parlargli...perchè...perchè sta facendo tutto questo? Perchè?! Adesso prendo il primo treno per Dressrosa e vado ad affrontarlo! >
< Cosa?! Sei impazzita? Potresti inalare quel batterio e... >
< Spostati! >
< NO! Non ti lascerò passare! Sei mia amica, e neanche Law ha nulla contro di te, percui non puoi andare a farti uccidere così senza sapere nulla ! >
Senza sapere nulla... di colpo la mente di Kayme fu irraggiata da un flashback. Un giorno Law, parlando di concorrenza, le aveva detto che è da idioti partire in quarta senza neanche sapere nulla su questi. Era fondamentale sapere il più possibile su di lui, usando queste conoscienze per distruggerlo dall' interno. A volte non era necessario affrontarlo neppure faccia a faccia.
Quindi...che Law nascondesse una ragione per compiere quest' orrore?
Avrebbe seguito il suo stesso consiglio per sconfiggerlo.
Ignorò Bepo e la porta che conduceva all' uscita per dirigersi nel corridoio e, più precisamente, nello studio di Trafalgar.

Strinse la maniglia con rabbia, quasi come se si volesse sfogare di tutta quella frustrazione tentando di trovare una risposta. Aprì la porta, che, stranamente, non era chiusa a chiave. Entrando, vide i classici mobili di uno studio: una piccola libreria, un paio di sedie, e molti documenti perfettamente ordinati in una pila sulla grande scrivania. Fu su quest' ultima che concentrò la propria attenzione. Frugò tra i cassetti ma non trovò assolutamente nulla di rilevante. Law non era certo un ingenuo, sapeva bene dove nascondere ciò a cui teneva. Ma d' improvviso, la ragazza si bloccò. I suoi occhi si puntarono su una foto. Una foto custodita gelosamente nel doppio fondo del cassetto. Sorprendentemente, Kayme riuscì a notarla e , con grande sforzo, la liberò dalla sua prigionia. La guardò meglio: c' era un bambino quasi completamente bianco assieme e imbronciato tenuto sollevato da un uomo bizzarro che sembrava urlargli contro. Sul retro, una scritta: Rocinante Doflamingo.
Ci volle solo un attimo affinchè Kayme realizzasse che quello era uno dei pazienti dell' ospedale.


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Capitolo 5
*** Non posso, non voglio, non lo farò! ***


Doctor Sonrisa cap 5 Capitolo 5

Donquijote Rocinante. Kayme deformò pensierosa le sopracciglia leggendolo. Ricordava bene che Rocinante fosse un paziente dell' ospedale.
 Anzi, era il paziente prediletto di Law. Lo aveva sorpreso più di una volta recarsi nella stanza di quell'uomo biondo, che si trovava nella parte più interna e protetta della struttura. Quello era il paziente a cui Law dedicava buona parte del tempo libero. Non che Rocinante necessitasse cure in più, dato che, secondo le voci di corridoio era stabile da anni, e in più c' era sempre un corposo team d' infermiere ad assisterlo per tutta la giornata. Ma se era il chirurgo in persona a scendere dal suo trono di onni-indifferenza per prestargli cure nel tempo libero, vuol dire che c' era qualcosa sotto.

Desiderosa più che mai a trovare la risposta, Kayme si diresse nella stanza del fortunanto con la stessa velocità di una moto gp. Non era mai entrata nella stanza, perchè lo sguardo tagliente di Law l' aveva sempre inchiodata al corridoio. Tutto il poco che sapeva, veniva dai racconti delle infermiere.
Aprì la porta di getto, come se volesse chiudere questa storia una volta per tutte.
Ma i suoi occhi, da determinati passarono a mostrare l' intera iride, sgranandola per la figura che si trovava davanti.
Rocinante era in stato.....vegetativo.
I suoi occhi nocciola guardavano inesorabilmente dritto davanti a sè. Erano spenti, fiochi, bui. E contrastavano con sue labbra, ormai statiche, che parevano porcellana scarlatta, perchè tinta di rosso acceso. Indossava la mantella da ospedale, che sembrava essere stata cambiata poco prima. L' unico indumento non recente era quel simmetrico cappuccio bordeaux avente all' estremità due cuori. Era davvero malridotto. Graffi, squarci, fili strappati, parti bruciate, orli stropicciatti.
E poi un foro. Un foro abbastanza grande da essere stato causato da un proiettile.

Kayme certo non si aspettava di vedere questo. Una morsa di profondo dispiacere e compassione attenagliò il suo cuore, lasciandola fissare a lungo l' uomo.
Ma non aveva tempo per farsi prendere dai sentimentalismi. Riprese fiato e cercò qualunque oggetto che potesse spiegare tutto ciò. E, fortuna vuole che lo trovò.
Sfilò da un cassetto un taccuino piuttosto ripieno, doveva contenere moltissime informazioni.
 Catturata da un' irrefrenabile curiosità, iniziò a sfogliarlo.

" Giorno X, mese XX.
E' dura essere fratello e al contempo stesso sottoposto di un mostro. In entrambi i casi, dovrei fornigli sostegno e aiuto illimitati. Dovrei, ma non voglio, non posso, non lo farò. Ormai sono otto anni che mi sono infiltrato nell' organizzazione di mio fratello per distruggerla dall' interno grazie alla marina. Grazie a Sengoku. Tsk, probabilmente ora starà aspettando una chiamata da parte mia col lumacofono in braccio mentre cammina avanti e indietro, mentre Garp lo prende in giro ingozzandosi di biscotti. Si tranquillizzerà quando gli dirò che sta filando tutto liscio. "

< Organizzazione? Marina? Infiltrato? Sengoku? Ma che diavolo di gente conosce Law? E, a proposito, cosa c' entra in tutta sta storia ? >
La sua brama stava arrivando a livelli critici, e sarebbe stato meglio soddisfarla.

" Giorno X, mese XX.
Qualche giorno fa arrivò uno stupido moccioso, Law. Quel pazzo voleva farsi saltare in aria se non l' avessimo accettato tra di noi. E io l' ho scaraventato giù dal palazzo. Coglioncello viziato, non si scherza sulla vita. Anche se stai per morire per quella strana malattia, ciò non significa che devi trascinare tutti gli altri giù con te. Ecco perchè odio i bambini. Non pensano mai a quello che fanno finchè non è troppo tardi. E chiedere scusa poi non basta. Come mio fratello che tagliò la testa a mio padre, come questi bambini che si vogliono rovinare per sempre entrando nella malavita. "

< Dice che suo fratello è un mostro, ma nemmeno lui mi sembra poi così buono... >

" Giorno X, mese XX.
Trafalgar D. Water Law. Solo a scriverlo fremo. Un discendente di quella famiglia... forse lui può fermare il mostro. Ma dovevo allontanarlo da lui prima che subisse la sua influenza, prima che vedessi l' innocenza scomparire totalmente dai suoi occhi. Non posso lasciarlo morire, così adesso è qui con me su una bagnarola, e si lamenta tremendamente, manco l' avessi rapito per ammazzarlo. La sua malattia non gli permetterà di vivere a lungo. Devo utilizzare tutto il tempo disponibile per trovargli una cura. Vedo in lontananza un ospedale...dovranno pur avere qualcosa contro la sindrome da piombo ambrato"

< Ma...non è incurabile...? >

" Fanculo al giorno! Non so neppure in che mese siamo!
Diamine. Tutti questi idioti che lo guardano schifiati e che chiamano la marina intenzionati a farlo fuori... e in più quei figli di puttana lo chiamano mostro! Basta, non ci ho visto più e ho raso al suolo un altro ospedale. Perchè? Perchè c' è così tanto odio nel mondo? Persino io, che sono il primo a voler sconfiggere mio fratello, lo voglio solo far arrestare. Non lo ucciderei mai. Ecco, ho sporcato il taccuino con il rhum... ed è anche bruciacchiato... dannata carta infiammabile. Se solo quando mi accendessi la sigaretta il fuoco non andasse da tutte le parti.
Law sta dormendo. Chissà se si è pentito di avermi infilzato con il coltello qualche anno addietro. Ma lui non deve scusarsi di nulla. Io non mi sono mai fatto male davvero. Era lui, che per  tutto questo tempo ha sofferto! Chissà come si vive sapendo di dover morire così presto! Mi dispiace così tanto, Law ! "

Kyme notò che la pagina era rigata di goccie trasparenti...lacrime.
Le pagine scritte con quell' ortografia terminavano lì. Ma verso le ultime le scritte ricomparivano, anche se diverse.

" Giorno X, mese XX.
In questo taccuino Cora-san ha raccontato la sua vita, ma questa non le è bastata per terminare il racconto. Quindi, per lui, lo farò io.
Cora-san venne informato della presenza del frutto Ope-Ope. E' un frutto che può guarire qualsiasi malanno. E, in combutta con la marina, si organizzarono per rubarlo a dei pirati da quattro soldi, che lo dovevano consegnare nelle mani di Doflamingo.
Prima di partire, cercò di farmi ridere in tutti i modi, e di farsi ammirare da me. Anche facendo azioni da pazzi come distruggere un edificio col bazooka. Il mio primo pensiero fu che fosse un idiota, ma solo dopo realizzai che stava facendo tutto questo per farmi sentire meglio possibile. Tra tante persone che mi volevano morto, lui era il solo che si preoccupava non solo di farmi soppravvivere, ma anche di farmi stare bene.
Tornò dal furto sfiancato. Usò tutta la forza rimastagli per farmi ingoiare a forza quel frutto, per poi cadere insanguinato a terra. Cora-san aveva metodi brutali delle volte. Ma quando lo vidi lì, morente, mi sentì devastato per la seconda volta in vita mia. Cora-san stava crollando, e con lui il mio mondo.
Cercai aiuto tra i marine, anche per consegnargli il suo rapporto, frutto di otto anni di sacrifici.
Ma il destino ha voluto che scelsi Vergo, quel bastardo sottoposto di uno ancora più bastardo. Questo, riconoscendo Cora-san e il suo tradimento, gli frantumò i denti. Ricordo che lottai con tutte le mie forze per allontanare Vergo dal mio salvatore, e che ne ricavai solo un pugno ben assestato.
Quando io e Cora-san restammo soli mi rinchiuse in un baule dal quale non poteva entrare nessun suono. Disse che era una magia. Risi divertito, perchè sapevo che era il materiale a fare quell' effetto.
Nessun suono poteva uscire, ma tutti potevano entrare.
Avevo visto la gabbia, percui  secondo Cora-san Doflamingo sarebbe arrivato a breve.
E puntualmente, quel fottuto bastardo arrivò, accompagnato dalla sua "famiglia". Questa lo massacrò. Gladious lo fece esplodere, Baby 5 gli sparò, Machvise lo spinse negli inferi sotto il suo peso, Buffalo lo spazzò vìa, Lao G lo picchiò a sangue, Jora trasformò le sue mani e i suoi piedi in modo che non potesse difendersi, Senor Pink gli spaccò la schiena prendendolo da dietro, Diamante trapassò la sua carne con la spada, Trebol lo appiccicò al terreno col suo muco a cui poi diede fuoco, Pica gli frantumò osso per osso.
Sentivo ogni cosa. I colpi, le spade, le esplosioni...ogni colpo distruggeva le sue ossa e il mio cuore. A ogni colpo, la consapevolezza che non ce l' avrebbe fatta, si faceva sempre più strada nella mia mente.
 Ancora vivo per miracolo, si preparò ad affrontare il colpo più devastante, quello di Doflamingo.
Prima di entrare nel baule, mi promise che non sarebbe morto. E io non l' avrei mai perdonato se non avesse rispettato la parola data.
Sentì un rumore ferroso in lontananza: una pistola. Poi lo stesso rumore ma più vicino. Anche Cora-san l' aveva estratta.  Disse che Doflamingo era in arresto, rivelando di essere un Marine. Esatto, un Marine con la lettera maiuscola. E io lo sapevo.
Si faceva strada in me l' angoscia, piangevo, sbraitavo, volevo svegliarmi, volevo che tutto questo incubo finisse ora! Cora-san, Cora- san scappa! Ti prego, no farti uccidere! Piangevo, piangevo senza contegno, volevo che spingesse quel dannato grilletto, volevo che quel bastardo morisse e che tutto finisse bene! Non potevo perdere tutto, non ancora! Cora....san....ti prego....non morire...
E quello che successe dopo, mi tormenta nel sonno ancora adesso.
< Lascialo andare, lui è LIBERO!!! >
Uno sparo. Violento, deciso. Trapassò la tua testa. E usasti gli ultimi secondi di conoscienza per sussurrarmi  < Hei, Law...Ti voglio bene. Perdonami se ti ho mentito. >
E così uscisti dalla mia vita per sempre.
Riuscì a non lasciarti morire, ma quello che ottenni fu solo il tuo corpo vuoto. Saresti rimasto in stato vegetativo per sempre. Così, decisi di diventare dottore, per poterti curare, al meglio delle mie possibilità. Doflamingo mi ha dato la caccia senza risultato, e ora sarò io a inseguirlo. Lo ucciderò per realizzare il tuo sogno. Così potrai finalmente riposare in pace.
Se tutto ciò è possibile oggi, è solo grazie a te. "Semmai un giorno ripenserai a me, voglio che tu mi ricordi sorridente! " Grazie. "

Kayme restò interdetta per un istante. Guardò Rocinante. < Vuole uccidere Doflamingo....ma....non è questo che volevi....questo non è il tuo sogno...tu...vuoi solo  punirlo.... >
< Basta, ho deciso, fermerò Law! >
  E Rocinante sorrise.
Dopodichè ,Kayme scoppiò in lacrime inondando la stanza come una fontana. < WAAAAAAH!!! Non pensavo che Law avesse un passato così triste!! Sigh! >

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La verdolina corse verso l' uscita, quando si ritrovò davanti a una Ferrari rombante rosso fuoco decorata con delle fiamme ardenti, e a guidarla, non c' era niente di meno della direttrice Kureka, con tanto di occhiali da sole!
< Hei Kayme, ho sentito che devi andare a Dressrosa eh? Salta su, forza! >
< WAAAAAAAAAAAAAAAWWW!! U- una Ferrari in ruote e cofano! E'-è legale guardarla, vero?! > Con negli occhitante belle stelline.
La direttrice sospirò < Sarà un luuuuuungo viaggio >

                                                                            *...in auto...*

< Yuuuuuuuhuu!!! Andiamo davvero veloci!! >
< Rientra con la faccia che mi sembri un cane con la lingua fuori .
 Comunque Kayme dobbiamo muoverci, ci sono state altre 127 morti in tutta Dressrosa finora. >
< CHE? >
< Già. Tutti i malcapitati erano in posti al chiuso dove si radunano un gra numero di persone: Tribunali, treni, mense... >
< Dottoressa, lei sa perchè Law stia uccidendo dei civili? E' l' unica cosa che non ho capito >
< Bhè... l' unica cosa che so di Dressrosa... è che il 90% dei cittadini sono sottoposti in nero di Doflamingo >
< Quindi... che voglia togliersi di torno più avversari possibili per affrontare più facilmente Doflamingo? >
< Bingo. >


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Capitolo 6
*** Proiettili d'adrenalina ***


Doctor Sonrisa cap 6 Capitolo 6

Eccoli lì, faccia a faccia.
Penguin scrutava minaccioso un ridente Diamante.
Shachi piegava le ginocchia, pronto a schivare il muco di Trebol.
Jean Bart apriva più che poteva il petto, per mostrarsi più imponente di quanto già non fosse, e per affermare la sua forza di fronte al colosso di nome Pica.
E infine c' era lui, Law, che teneva lo sguardo uncinato a delle lenti rosse.

Quei tre non avrebbero mai e dico mai permesso a degli agenti di ostacolare il loro Capitano, neanche a costo di fronteggiare nemici del calibro della famiglia Donquijote nel proprio territorio, per giunta.
L' aria era tesa, irrespirabile, come se lei stessa avesse paura di quegli sconti, di quello scontro.
In quella dimora, il palazzo di Doflamingo, le pareti stavano per assistere a quattro ardue battaglie, in attesa di essere devastate dall' impeto dei combattenti.

E tutto partì.

Penguin estrasse il suo arco con delle frecce, che già pregustavano il sangue del cuore di Diamante, venendo scagliate contro di lui , ma la sua spada, con un movimento tra curve e sinuosità, le spezzò una dopo l' altra. Dopodichè questa puntò dritta al corpo avversario, che Penguin pensò di evitare con un balzo, ma, con suo terribile stupore, la spada si allungò raggiungendolo, squarciandogli la tuta, mancando per miracolo il suo torace!
" Dannazione, abbiamo appena iniziato e già mi ha colpito "
< Se è questo il tuo livello penso proprio che oggi assaggerò il primo kebab di pinguino AHAHAHAHAHAH!!! > urlò ridendo sguainatamente.

< Neeeee, da quando le orche sono così veloci? >
Le gambe di Shachi infatti calciavano ogni oggetto solido che venisse a contatto con i suoi piedi. In questo modo era già da cinque minuti e continuava a saltare da una parete all' altra, lasciandoci ampi solchi, risultato dell' estenuante forza muscolare che pompava nei suoi polpacci.
E per tutta risposta Trebol cercava d' immobilizzarlo colpendolo con il suo viscido muco filante, che però andava a riempire i solchi, senza più uscirne.
A questo punto, Shachi, allargando un ghigno, lo provocò con:
 < Ehi uomo-frolla! Sai solo sparare muco o riesci anche ad accendere l' atmosfera? >
< Neeee, razza di spaccone, te la dò io l'atmosfera! >
E accese una fiamma, pronto ad abbrustolirlo.
 Ma qualcosa andò storto.
La fiamma andò a colpire i fori sulle pareti, ripieni di muco, e attraverso i fili, arrivarono a carbonizzarne il proprietario, con una fiammata vulcanica!
< Il muco non dovrebbe uscire dal naso > Affermò scherzosamente Shachi.
Prima che della frolla lo incatenò a terra.

Il sudore scendeva generoso per tutto il corpo dei due contendenti.
Pica e Jean serravano  le mani le une contro le altre, spingendo con gambe e braccia, per far arretrare il nemico. Era chiaro che erano in parità, così Jean diede  una testata a Pica, il cui impatto fu attutito dall' elmo, dopodichè l' agente sparì.
Jean si guardò attorno allarmato, conscio che prima o poi si sarebbe fatto vivo con qualcosa di peggio.
E infatti arrivò.
Con qualcosa di molto, molto peggio.
Era come se Pica controllasse le rocce, o meglio, si fosse fuso con esse. Perchè, infatti, di fronte a Jean apparì un colosso di pietra, che lo prese tra le mani grosse quanto barili, e iniziò a stritolarlo, contorcendo anche gli organi interni, facendogli uscire il sangue dalla bocca per il dolore.

Ed eccoli, due occhi carichi di odio come in una tempesta, pronti ad abbattersi sulla vittima, con tanto di tuoni e fulmini, richiamando l' inferno.
E c' era qualcuno che se li gustava questi occhi, millimetro per millimetro, leccandosi le labbra, bramoso di vedere di cosa era capace il padrone di questi e di spegnerli per sempre sotto la sua mano.
< Fufufu... Alla fine mi hai raggiunto, Law... ma mi chiedo se valga la pena ucciderti... moccioso... >
< Doflamingo! Oggi... uno di noi se ne andrà via con la testa dell' altro! >
< Fufu, non vedo l'ora di appenderti alla parete! >
Ed estrasse la mano dai pantaloni, contorta, come se fosse il corpo di una tarantola.

                                                                                   
                                                                              *... intanto, tra le strade di Dressrosa... *


< Allora, che intendi fare una volta trovato Law? >
< Gli parlerò... e lo farò tornare in sè... > Sussurrò Kayme con un filo di voce, guardando in basso, stringendo la pelle delle cosce tra le sue dita.
Aveva tanta, molta, troppa paura. Paura che Doflamingo l' avesse già ammazzato, paura di non arrivare in tempo, paura che il Law che conosceva fosse soltanto una menzogna, o che il Law che le aveva fatto battere il cuore non tornasse mai più, rimpiazzato da un corpo vuoto, senza più un briciolo di emozioni e umanità.
A Kureka bastò un' occhiata per intendere.
< Ragazza, fidati, non devi nè temere, nè preparare un discorso commovente alla " I have a dream", nè tantomeno dare ascolto a tutto quello che ti passa per la testa in questo momento. Quando sarai lì saprai cosa fare. Punto.
D' altronde... le migliori scene d' azione sono quelle improvvisate, no? > Asserì decisa la vecchia, le cui rughe sul volto si aprirono vivide per mostrare un sorriso sprezzante del pericolo.

E a parlare del diavolo, ecco che spuntano le corna.

Pew!
Pew!

Due colpi.
 
Pew! Pew! Pew! ....
BOOOM!

< Ma che... dannati cecchini, ci sparano a vista! >
Kureka e Kayme infatti scattarono la testa verso le case, e videro degli uomini che gli puntavano tutta una sfilza di armi da fuoco!

DABLERCHERCH!!!!!

< Dottoressa! Hanno colpito il cofano! >
< Sbrighiamoci prima che riescano a prendere le ruote! Reggiti con tutta la forza che hai!!! >

VEU...VEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEUUUUUUUUUU!!!!!

La macchina rombò infiammata saettando sulle strade, a una velocità letteralmente mozzafiato, non si aveva tempo neanche di respirare, sfrecciava quasi indemoniata, con una sete assurda di farcela, di arrivare a tutti i costi alla villa di Doflamingo!
Destra, destra, sinistra, dritto, sinistra, una pista dritta, inversione a u, sinistra, destra, sinistra, passaggio stretto.
< Dottoressa! In fondo a quel vicolo stretto dovremo essere fuori dalla loro portata! ... Ma... come faremo a passarci?! >
< Sta a vedere! >
L' auto prese una rincorsa , quasi si decapottò, ma le ruote andarono a correre sul muro destro, impennando la macchina in verticale!
< Wo- WOOOOOOAAA!! > urlava Kayme tra la paura e l' eccitazione!

Presto l' auto sbucò fuori,
proprio sotto il naso di 10 uomini armati.
< WAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!! > Kayme ripetè l' urlo, ma stavolta era 200% strizza.
< Ma che palle! Ancora?! >
< Fuoco! Sparate alla testa! >
I proiettili che prima avevano ammaccato l' auto, ora centravano i capelli delle due donne, in cerca di un obbiettivo più sanguinario.
< Kayme! Tieni la testa bassa e prendi il volante! Questi mi hanno proprio rotto i maroni, adesso gliela faccio vedere io! >
< Co... Come vuole! >
La vecchia prese da dietro il sedile il suo personale mitra, e iniziò a sparare alla cieca per intimidirli.

< Ma se tengo la testa bassa... come faccio a vedere dove guido?! >
E infatti l' auto urtò case, cartelli, sprofondò nelle buche, e in generale fece sobbalzare più volte la vecchia, che quasi cadde dall' auto,
Finchè il motore si spense.
E Kureka era rimasta senza proiettili.
E' sì, cavoli amari, cavoli amari per tutti.
E in più, un cecchino era posizionato su un palazzo proprio sulla testa delle due.
Stava prendendo bene la mira, prima di premergli il grilletto contro.

< Metto le chiavi ma non funziona! > gridò esasperata Kayme
< Sbrigati dannazione! Ci stanno raggiungendo! > Gli armati stavano correndo feroci e sanguinari verso le due donne.

Girava e rigirava quelle maledette chiavi, ma il motore non emetteva alcun suono,Kayme era presa dal panico, che si arrampicava sempre di più in lei, non andava, non andava, gira, rigira, un suono debole, dai, dai, che forse va, dai, ti prego, per favore vai, le tremavano le mani, iniziò a prendere a calci la vettura, non sapeva più dove sbattere la testa, finchè, con l' ultimo barlume di lucidità, decise di scendere.
< Che stai facendo?! >
< Dobbiamo far ripartire quest' auto, o non ci arriveremo mai! >
Saltò giù, aprì il cofano, il tempo di un' occhiata e vide un proiettile che aveva bloccato il motore.
Tirò, tirò con tutte le sue poche forze, ma era troppo in profondità, allora fece un bel respiro, prese quella pallottola a due mani dandosi la spinta con il piede sul cofano, e tira, e tira,
< OH ISSA!!! > e il proiettile salto fuori, ma la ragazza non fece tempo ad esultare che davanti a lei si materializzarono tutti  quegli omaccioni furenti di rabbia, che fecero per acchiapparla, ma Kureka fu più rapida ancora, e la strattonò per un braccio per poi investire gli altri.

Gli ultimi si dispersero, e le due arrivarono alla reggia di Doflamingo.
< Al volo! >
Kureka lanciò a Kayme una pistola.
< Ti servirà >
< Dottoressa... grazie dell' aiuto. >
< Figurati, erano anni che non mi divertivo così! Ora devo tornare a Flevance, c' è una carrellata di nuovi pazienti... e scommetto quel che vuoi che ci saranno i nostri amiconi di prima che abbiamo investito! >
Le due risero.
< In bocca al lupo Kayme, sei in gamba. > E ritornò a tutta velocità dove era partita.


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Ok. Ora se la sarebbe dovuta cavare da sola.
Era diventata abbastanza cauta da intuire che non avrebbe spalancato il portone principale, altrimenti con tutte quelle telecamere, raggi laser e sistemi di sicurezza della NASA, sarebbe stata scoperta e eliminata ancora prima di mettere il piede sul primo scalino. E in più sentiva dei fortissimi rumori provenire da quella villa, confusi, acuti, sordi... quasi come se ci fosse una battaglia in corso.
Quindi preferì infilarsi in un tubo che distava poco dalla reggia, e che certo portava all' interno.
Era infatti un condotto dell' aria, e dopo aver avanzato a carponi, sdraiata, per un quarto d' ora, finalmente riuscì a vedere la luce di una stanza sotto di sè. Alzò la rete metallica e si buttò di sotto.
Ora bisognava avanzare con la massima cautela, invisibile e agile come un ninja...
O almeno era questo che pensava finchè, girato l' angolo, non si scontrò con una ragazza.
< Ehm... ciao? >
< AAAAAAAAHHHHHH GUARDIE!!! UN' INRUSAH!!! >
La ragazza iniziò a correre per avvertire le guardie, ma Kayme non poteva certo lasciarla andare così!
D' istinto prese la pistola... e sparò.
La ragazza cadde a terra.
< Oddio... ho davvero ucciso una ragazza... > I sensi di colpa iniziavano già a farsi strada
...
...
Ronf.
Ronf, ronf...
< Sta... dormendo? Aspetta... questi sono dardi narcotizzanti! ... Fiuuuu... >
E dopo un sospiro di solievo, vide che la ragazza aveva in mano un costume da sirena e un pass.
< " Pass d' entrata nell' acquario della sala del trono. Spettacolo delle sirene alle ore 15:00. Piantina allegata " >
Erano le 14:37, dopo aver letto, prese il pass, si spogliò, indossò il costume della ragazza, la chiuse in uno stanzino, e corse ( per quanto il costume permetteva) seguendo la piantina, verso l' acquario.
Passò i controlli e s' immerse nell' enorme vasca d' acqua, ornata di pesci, coralli e stelle marine.

Ma l' attrazione principale per Kayme fu la sala del trono, visibile dal vetro, ma soprattutto... lo scontro fra Law e Doflamingo!



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Capitolo 7
*** " Non morire! " ***


Doctor Sonrisa cap 7 Capitolo 7
Immobile.
Era immobile Kaime che assisteva impotente alla scena.
Immersa nell' acquario vestita da sirena, mimetizzata nell' ambiente circostante, guardava paralizzata lo scontro.

Doflamingo si stagliava davanti a Law ghignando, facendolo sembrare più piccolo di quanto non fosse, imponente e maestoso nella sua altezza.
< Che ne dici di mostrarmi quanto sei cresciuto, moccioso? >
Il biondo tirò un calcio alla tempia del moro, che prontamente parò con la spada: Doflamingo tentò ripetutamente di fracassargli il cranio, ma Law riusciva a pararle i suoi calci, fino a che il suo avversario non girò il tallone, colpendolo violentemente sulla sinistra della schiena.Trafalgar sfruttò la dolorosa spinta per mettere la spada dietro il collo di Donquijote, per staccarglielo di netto, però il biondo buttò in avanti la testa, ma lì il gancio del moro lo colpì in pieno.
Un rivolo di sangue inumidì le labbra del biondo che si preparavano fameliche ad assaporare quello della vittima difronte a loro.
Non dovettero attendere molto.
Con un' aggressività e una precisione sovrumane colpì incessantemente il corpo della sua preda, lì dove faceva più male.
Stomaco, ginocchia, busto, viso. Niente si salvò.
Il moro cadde violentemente a terra.

< Hai scatenato un virus mortale nella mia città... >
Doflamingo appoggiò il piede sul braccio destro di Law
< ... ti sei infiltrato nella mia reggia... >
appoggiò il secondo piede sull' altro braccio
< ... hai sguinzagliato i tuoi uomini contro la MIA famiglia... >
 face ricadere tutto il suo mastodontico peso sulle braccia del moro
< AAAAAAHHH!! > Law urlò per il tremendo dolore, sentendo le ossa e i muscoli comprimersi
< ... e infine sei venuto qui per uccidermi! >
Tirò fuori la pistola.
Law tirava strattoni, cercava di alzare le braccia, cercava di divincolarsi da quella presa micidiale
< Fufufu... eppure dovresti saperlo che il tradimento è intollerabile per me >
< Anf... anf... e... e chi ti dice... che non sia la... stessa cosa per me? >
Doflamingo restò per un breve attimo interdetto. Oh, ma certo. Law era stato nella Donquijote family, e il fatto che lui, Doflamingo, ne abbia quasi ucciso un altro membro, faceva di  lui un traditore.

< Vedo che il bambino spietato che è entrato nella mia famiglia è ancora vivo in te...  > Un aguzzo sorriso si aprì sul volto di Doflamingo
< Percui per te ho in mente qualcos'altro... >

Liberò le braccia di Law dalla pressione del suo peso, avvicinandogli la spada.
Law l'afferrò di scatto, ma prima che potesse anche solo fare un passo in avanti dei fili s' impossessarono del suo corpo e della sua spada.
Fili che erano mossi dalle agili dita del biondo, che in un istante mossero il braccio con l'affilata arma fino a farle incontrare il collo olivastro del moro.
< Sono commosso dalla tua pietà >
< Non fare così. Sei riuscito a ostacolarmi come solo poche persone hanno fatto. Vedi, riconosco il tuo potenziale.
 Ma un uomo deve fare ciò che un uomo deve fare. Ed è una vergogna che tu mi abbia costretto a compiere un gesto simile. >
< AHR! >
La katana iniziò ad affondare nel collo di Law
 
" Non morire!"
<  FERMOOO!!! KYAAAAAAAAAAAAHHHH!!! >


< K- KAIME?! Cosa ci fai qui? Vattene subito! >
Law si riprese dal grido di Kaime, e approfittò della distrazione di Doflamingo per iniziare il contrattacco.
Con il cuore in gola che ha solo chi ha un' ultima chance per salvarsi la vita piombò davanti all' avversario, la spada  ne mirò le parti più vulnerabili, squarciò con foga viso, polmoni, stomaco e arti, li tranciava con precisione chirurgica, fino a vedere enormi schizzi di sangue straripare dalle ferite.
Il corpo di Doflamingo cadde a terra, bagnato del suo stesso scarlatto sangue, completamente incapace di difendersi da una vivisezione così rapida.

Kaime, che grazie al suo grido aveva ribaltato la situazione,era rimasta nascosta dietro la pianta di corallo madreperlacea, e, a scontro finito, uscì dal suo nascondiglio e sentì il cuore ritornare a battere. Era lieta che Law non ci avesse rimesso più di qualche livido.
E in quel momento Law la vide.
Vide la sua pelle che, irradiata dai fasci di luce della finestra che si riflettevano sull'acquario, pareva cristallina, quasi argentea.
E i capelli, notò per la prima volta quanto quei morbidi capelli verde prato si adattassero al variopinto ambiente marino.
E infine, la sinuosa coda rosa. Liscia, le modellava la forma delle gambe, rendendole più snelle e così dannatamente desiderabili.
Il moro era stato irrimediabilmente stregato da quella ragazza, riscoperta creatura meravigliosa. Il suo sguardo era così rapito. Talmente rapito che non si accorse che un paio di occhiali viola si erano alzati da terra.

Con un fugace sguardo capì l' intesa fra i due. E se non avesse avuto la soddisfazione di vedere Law cadere sotto la sua mano, almeno sarebbe riuscito a farlo inginocchiare.
Orribilmente silenzioso, estrasse la pistola dalla cintura. Il suo braccio strisciò viscidamente verso la preda.

Grilletto.
Law si girò di scatto, ma si accorse solo dopo che il proiettile l' aveva sfiorato solo di striscio, che era penetrato nel vetro dell' acquario e che aveva colpito Kaime. Viso? Busto? Gambe? Braccia? Dove cazzo aveva colpito quel bastardo infame? Non aveva visto dov'era entrato il proiettile, l' unica cosa che vedeva era una gigantesca macchia di sangue che sommergeva Kaime.
Sapeva che non poteva restare lì, così senza pensare corse verso l' acquario, spaccò il vetro, l'acqua gli entrò nei polmoni, allungò il braccio cercando di prendere qualcosa, almeno una parte di lei, e con il dolore del soffocamento spezzò anche il secondo vetro.
Riuscì a malapena a riassaporare l' ossigeno.
Col fiatone prese tra le sue mani tremanti il volto di Kaime: non apriva gli occhi.
< Kaime! Sono Law! Se mi senti stringimi la mano! >
Nulla.
Il moro sringeva la mano della ragazza con la sua, mentre l' altra le sosteneva la testa.
< ...! >
Un lampo passò nel cervello di Law.
< Non dirmi che... >
Quella consistenza...
Girò la testa di Kaime
... non era quella dell' acqua...
Il suo cuore s' arrestò
... ma del sangue!
Kaime aveva visto la pistola di Doflamingo, si era girata d' istinto per scappare, ma non aveva fatto in tempo che il proiettile le aveva ormai perforato la parte posteriore della testa.
" Non morire!"
Law non si fece prendere dal panico e cercò un qualsiasi segno di vita.
Respirava, e il cuore batteva.
Law allentò i muscoli, per ora era viva.
Ma non lo sarebbe stata per molto: urgevano cure, e il sangue che si era disperso in acqua era tanto.
Trafalgar sollevò il  corpo inerme di Kaime con entrambe le braccia, e corse, quasi volando, all' uscita.
Doflamingo, capendo che non l' aveva ammazzata, si sentì il sangue bollire, anzi, evaporare nelle vene, talmente distruttiva era l' ira furiosa che stava sentendo che
< LAAAAAAAAAAAAAAAAAAAWWWWWWWWWWW!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
... che il suo urlo tonante fece rimbombare tutta la reggia.
Gli altri ufficiali, che stavano combattendo contro gli uomini di Trafalgar, al sentitre il boato di Doflamingo, capirono che quello era un ordine: Law era riuscito a sopravvivere e ora l' avrebbero dovuto ammazzare senza pietà, e anche alla svelta, prima che fosse riuscito a scappare.
E partì l'inseguimento.



 

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