Anche per tutta la vita

di Sophiee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


C’era un sole che spaccava le pietre quel giorno, tanto forte da scaldarti anche all’ombra. Ma lei aveva freddo, lei era sempre fredda in quel periodo.
Quando si conobbero era sempre allegra e sorridente che anche se dentro stava morendo tu non te ne saresti mai accorto e invece è successo qualcosa, qualcosa di così struggente che capitava spesso di vederla assorta nei suoi pensieri, qualcosa di così grave che non le importava più di sembrare pesante o arrogante. Ma perché provava tutto questo odio che la stava distruggendo, ma soprattutto, per chi? Che cosa le avevano fatto?

Lui si avvicinò ma non ci provò neanche a chiederle che cosa avesse, ci aveva provato tante volte quando ancora riusciva a nasconderlo, lei si meravigliava perché qualcuno l’aveva capita ma la risposta era sempre quella: «Niente, perché?» ma così tante volte che ormai si rispondeva da solo.
Adesso non voleva chiederglielo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimediare ma era sicuro che lei avrebbe risposto allo stesso modo di sempre.

Era seduta su un gradino, con la schiena appoggiata sull’altro, le cuffie alle orecchie e la testa fra le mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia, gli occhi chiusi ma non stava dormendo.
Lui si siede.
Lei non se ne accorge neanche.
«Problema grosso» pensa lui.
Le prende una cuffia e la appoggia sul suo orecchio, lei alza la testa di scatto, silenzio. La cuffia non suonava. Lei ha gli occhi rossi e i jeans bagnati.
Stava piangendo, lui non parla, la abbraccia, i fatti contano molto di più delle parole.
«Non hai niente, vero?»
«No.»
«Hai gli occhi rossi perché ti sei fumata di tutto e di più allora». dice lui con aria ironica e un po’ alterato.
«Starei meglio.»
«Avevi detto che quando stai con gli altri non vuoi parlare dei tuoi problemi perché vuoi pensare a divertirti. Adesso non ti stai divertendo.»
Fa no con la testa.
«E allora perché non vuoi parlarne? Non pensi che qualcuno potrebbe aiutarti?»
«Nessuno mi ha mai aiutata.»
«Non ne hai parlato con nessuno.»
«Sbagli. L’ho fatto, e cosa è cambiato? Niente –dice lei alzando il tono della voce- sto ancora così»
«Era la persona sbagliata.»
«E tu saresti la persona giusta?»
«Questo lo decidi tu, ma io non mi arrendo.»
Lei si alza di scatto e grida «Beh, però mi arrendo io perché mi sono proprio stancata!» e va via.
«Ma io lo so che vuoi parlare, cos’è che ti ferma?» la prende per un braccio, lei si ferma e si gira «perché dovrei fidarmi di te? Cos’hai tu di più di colei a cui l’ho già detto?»
La bacia, un bacetto, semplice, sulla bocca.
«Mi stai facendo diventare matto, ma non ti mollo, e aspetto. –lei piange, di gioia- aspetto finché non sarai pronta per fidarti.»
Lei continua a guardarlo. Non sa cosa dire e pensare.
Attimi di silenzio, basta lo sguardo, poi, bacio! Un bacio passionale, come se entrambi stessero aspettando da sempre questo momento.
«Che fatica non averlo fatto prima»
«
Stammi vicino.» Dice lei con la bocca vicina alla sua.
«Se ti farà stare bene, anche tutta la vita.»



E' la prima storia che pubblico, vi invito a recensire, commenti positivi o negativi che siano. Mi aiuteranno a migliorare, per i prossimi capitoli o per le prossime storie.
Commenti di ogni genere, accetto qualsiasi consiglio e vi ringrazio!! Baci, baci!!

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Capitolo 2
*** II ***


AVVISO! Vi chiedo gentilmente di recensire e lasciare commenti, positivi o negativi che siano, mi aiuteranno per le prossime pubblicazioni. Buona lettura. BACI BACI! II «Ma quanto abbiamo aspettato?»
«Troppo, principessa.»
«Ma perché proprio me?» chiede lei curiosa.

Se l’aspettava questa domanda, e lei aveva ragione a porsela, insomma, aveva avuto una fidanzata, l’ aveva lasciata per un’altra, aveva lasciato anche questa per poi tornare con quella di prima. Ne aveva fatte di cazzate con le precedenti ma capitava spesso, da quando aveva conosciuto lei, di sognarla insieme a lui.

«
Ci avrei giurato –dice con il sorriso sulle labbra- ti ho sempre desiderata, dalla prima volta che ti ho conosciuta, quando ci siamo messi a sparare battutine stupide. Ma tu eri troppo un vulcano e non riuscivo a starti dietro, eri troppo convinta di quello che dicevi e facevi e non era mai sbagliato. Sei intelligente, e sincera e  anche se conti fino a 100 prima di dire qualcosa la dici lo stesso. A volte mi fai morire dalle risate!
A volte mi fai impazzire perché fai dei discorsi che non hanno ne capo ne coda, solo per tenere nascosto qualcosa. Ho scelto te perché sei piena di difetti, e io adoro i difetti, io adoro i tuoi difetti. Fai la dura ma sei la mia principessina fragile, da amare e da proteggere.»
Lei, che era seduta sulle sue gambe, si alza, gli prende le mani e lo tira su.
«Vedi che non sono fragile? Riesco perfino ad alzarti!!» Dice ridendo.
«Ah si?! –la prende in braccio- dov’è che volevi andare tu?»
«Fammi scendere, fammi scendere!» Lei odia essere presa in braccio, lui lo ha sempre fatto e lei si è sempre arrabbiata.
Immediatamente si ferma, la fa scendere, lei vede la sua faccia, è diventata nera e triste, si gira, la vede, la sua ex. E’ ferma, immobile a due metri di distanza da loro e li guarda.
La ragazza comincia ad avvicinarsi a lei, le  tira uno schiaffo sulla guancia, lei fa un passo indietro, lui la prende sotto braccio e si allontana.
Si siedono su una panchina.
«Non mi avevi detto che aveva capito?» dice lei con la mano sulla guancia e con una lacrima che sta per scendere a causa del dolore.
«Fammi vedere.» le prende la mano per spostarla.
«Non mi avevi detto che aveva capito?» alza la voce lei indurendo il braccio.
«Aveva capito, ma tu cosa avresti fatto al posto suo.» non le da il tempo di rispondere, la bacia. E’ questo che lei cerca e ha sempre cercato: i fatti, le parole non contano.
Passa anche il dolore, lei mette le sue mani sul suo volto. E’ un bacio di scuse, di perdono, di amore..
E’ passato anche il momento negativo.
Lei sorride, adesso è davvero felice, non ha neanche il bisogno di pensare ai suoi irrisolvibili problemi e lui l’ha salvata.
Restano seduti, lei seduta sulle sue gambe a guardarsi.
«Sei troppo bella. -lei arrossisce- No, dico sul serio.»
«Sei geloso, forse?» dice lei con un sorrisetto malizioso.
«No, ma adesso sei solo mia, guai a chi ti tocca, neanche per farti una carezza.»
«Stai scherzando, spero.»
«No.»
«Ciao.» fa per alzarsi lei.
«Ma dai, ma certo che scherzavo! Dove vai?? E dai, non farmi alzare!»
«Alzati, pigrone!» ride.
«Cosa?» corre da lei, la prende in braccio.
«E nooo!!! –grida- mettimi giù!! Daiii! –gli tira pugni sulle spalle – UFFA!» si arrende sbruffando.
«Fermati!»
«Dove mi vuoi portare?» chiede curiosissima.
«A fare un giro!»
«E dai, ci guardano tutti! Fammi scenderee!»
«Se ci guardano è perché siamo belli, tu soprattutto.»
«No, se ci guardano è perché siamo scemi!» Ridono.
«Tu lo sei, anzi, tu sei proprio matta, da ricovero. –dice lui con un sorrisetto- Ma mica io ti lascio andare via da me!!»
«Uffa.»
Silenzio per un bel tratto di strada, le braccia penzolavano e sbattevano sulla schiena con il ritmo della camminata.
«Dormi?» Dice lui con l’aria di uno che sta per ricevere una risposta scontata.
E invece, nessuna risposta.
«Ohi –grulla la spalla- dai, ti faccio scendere, ci sediamo un po’ su questa panchina, prendiamo un gelato? –nessuna risposta- e va bene, se tu dormi il gelato me lo mangio solo io.»
La appoggia sulla panchina, sta ridendo
«Vuoi farmi morire.» Ride anche lui.
«Così impari a mettermi giù!»
«Non ho parole! Vuoi un gelato?»
«Certo! Non c’è da domandare, Menta e Zuppa Inglese, grazie, ti aspetto qui!»
«Ma come mi aspetti qui? Mah.. Desidera qualcos’altro Sua Altezza?»
«Ricordati di prendere i tovagliolini –ride-»
«Che ridi?»
«Quando mangio il gelato mi sporco come una porcella! AHAHAH»
«Ma tu sei una porcella! AHAHAH» dice mentre si allontana verso la gelateria.

«Ecco a lei, principessa! E questi sono i tovagliolini.»
«Ma sono solo due! Non immagini cosa posso combinare!»
«Ti svelo un segreto: se mangi e non parli il gelato non ti si scioglie in mano e non ti sporchi. Ma forse ti sto chiedendo troppo!!»

«Ma noo! Guarda, aspetta, puliscimi qui.» indicando un punto della maglietta.
«A Lei, Sua Altezza! –la guarda, la fissa, ma come ha tatto a non amarla prima?- Aspetta –prende il fazzoletto, le guarda la bocca, la lecca- non serviva il fazzoletto. AHAHA»
«Ma dai! Che schifoo!! AHAHAHA Bleah!»
«Ma come che schifo, mi hai detto di pulirti!»
«Ma non di leccarmiii! HAHAHA»
«Ti amo.  –lei rimane perplessa e lo guarda- Abbiamo fatto tante cose insieme ma quella di amarti è la più bella. -lei continua a guardarlo- Principessa, ti si scioglie il gelato!»
«Anche io. –pausa- ti amo anche io.» guarda in basso.
«Non me lo avevi mai detto. Guardami.» le scende una lacrima, ne scende una anche a lui.
«E tu non avevi mai pianto.»
Il cielo sta imbrunendo, lui sa che dovrà riportarla a casa ma non ci vuole pensare, per ora.
La bacia, qualche secondo, lei gli tiene il viso con le mani, lo accarezza, sta benissimo insieme a lui.

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Capitolo 3
*** III ***


III Buona lettura, mi raccomando, recensite!!!


«Principessa, siamo arrivati –lei scende dalla moto, si toglie il casco e se lo toglie anche lui- ci vediamo domani!»
Bacetto e di dirige verso il cancello. Poi si ferma, torna indietro e lo abbraccia.
«Grazie di tutto!»
«Grazie a te, principessa.» adesso però si danno un bacio fatto bene, e non importava a nessuno dei due che tutti li stessero guardando. Lui la amava troppo e lei, ora, stava troppo bene.

«Buongiorno, signorina.»
«Amooore!!»
«Vengo a prenderti io, oggi, fuori da scuola, ho una sorpresa per te. Ti terrò impegnata per tutto il pomeriggio!!»
«Woow, non vedo l’ora! Baci, a dopo.»
«A dopo, amore mio.»


«Principessa! Sono qui!»
«Ah eccoti! –saluta le sue amiche che la guardano dirigersi verso di lui e baciarlo con un po’ di invidia negli occhi- Allora? Dove mi porti?»
«Hai fame?»
«Da morire! AHAHAH»
«Allora ti porto a mangiare! –le allaccia il casco- Ancora non hai imparato? Forza, sali su, tieniti forte!»
«Non andare troppo velocee!» gli grida nelle orecchie.

«Non ti avevo detto di andare piano?»
«Sono andato pianissimo infatti!»
«Dai, slacciami questo coso, questo posto è fantastico! –fa una giravolta su se stessa- guarda quel pratoo!!»
«AHAHAH sembri una bambina! -Era davvero un posto fantastico! Una baita in mezzo al verde, un laghetto, tanti fiori colorati. La conosceva davvero bene, lei adora questi posti- Dai vieni, entriamo!»
«Ma come entriamo? Non mangiamo qui fuori?»
«Possiamo chiedere. Non so se hanno dei tavoli.»
«Ma come tavoli! Ci sediamo a terra e facciamo un bel picnic!»
«Ma te mai una cosa normale è? Dai, provo a chiedere.»
«Ci penso io!! Vedrai, mangeremo fuori!»
«Nono. Ferma, ferma. Ci penso io, tu sei troppo aggressiva quando vuoi ottenere qualcosa! AHAHAHA»
Entra. Lei aspetta fuori.

Esce con una faccia bassa
«Possiamo stare fuoriii!!» urla.
«Aaaaaah. Grazie, grazie! –lo abbraccia- Ti amo, ti amo!»
«AHAHAHAH matta!»
Si siedono, vengono serviti. Per primo un bel piatto di pasta al forno!
«Mmmh, questa è per le due ore di matematica che ho dovuto sopportare oggi!» dice lei ridendo.
«Cos’hai fatto di bello oggi?»
«Cosa ho fatto di bello? –dice lei con aria ironica- A scuola? Di bello? In quinto? Al liceo? Assolutamente niente di bello. Solo tutto noioso AHAHA»
«Buon appetito!» le versa un po’ d’acqua.
Servono il secondo. Petto di pollo e insalata.
Infine, il dolce.
«Ah, finalmente, non vedevo l’ora. –è il suo dolce preferito, il tortino al cioccolato con cuore morbido- Mamma, che bontà!»
«La principessa perde il suo incanto e si abbuffa di dolci. Sei bellissima anche con la bocca tutta sporca di cioccolato, anche se così sembri un po’ meno principessa! HAHAH»
«Oh, grazie. Questa volta mi pulisco da sola però. AHAHA»
«Sei pronta? –cambia discorso- devo farti vedere una cosa molto importante!»
«Ma dai, aspetta, andiamo già via? Guarda che bel prato!!»
«No, non andiamo via, ci andiamo a sdraiare!»
«Ah, okay!» si rasserena lei.


«Cosa devi farmi vedere?»
«Niente, questo bel lago!»
«No, non ci credo! Dimmi la verità. Oppure..»
«Oppure?»
«Ti faccio il solleticooo!» comincia a fargli il solletico. Lui ride!
«Dai, basta, basta! Non era niente di importante!»
«Nono non ci credo! Avevi una faccia troppo sicura!»
«E va bene, ma fermati!!»
«E’ un momento importante. Vedi, sono quasi due anni che stiamo insieme, ora hai diciotto anni, sei grande. Mi chiedevo se –mette una mano in tasca, tira fuori una scatolina, la apre- ti andrebbe, insomma, di venire a vivere da me. Sei la mia principessa, io diventerò il tuo principe e vivremo nel nostro castello, felici, insieme. –è un anello- Ti va?»
«Ma certo che mi va! –gli si butta sopra, lo bacia- Amore mio.»
«Aspetta, aspetta! -la fa sedere- Dammi il dito! –lei gli allunga la mano destra- E no, l’altra, è una cosa ufficiale! –lei ride e gli porge l’altra mano- Signorina, vuoi venire a vivere con me, per sempre?»
«Certo! –dice lei con tono dolce- Certo che lo voglio!»
Adesso è lui a baciarla per primo, le prende il volto per le guance, lo avvicina alla sua bocca e le da tanti piccoli bacetti fino ad arrivare a quello perfetto.
«Ma guarda che bello. –si guarda il dito- Lo hai scelto tu?»
«Ma certo, che ti credi? AHAHAH»
«Mi sei mancato.»
«Oggi? Beh, non posso venire a scuola con te, visto che per fortuna ho finito.»
«No, mi sei mancato quando non avevo te.»
«Ahi, che dolore!»
«Cos’hai? No, ti prego, non voglio andare in ospedale!!» dice preoccupata.
«Tutta questa dolcezza mi sta facendo salire il diabete, sto per morire soffocato dalla dolcezza.»
«Scemo, mi hai fatto spaventare! Mavava»
«AHAHAHA –le accarezza il viso- poverina.»
«Ma poverina un corno! Poverino tu, direi, sto per ucciderti!» fa la pistola con le dita e glie la punta sulla tempia.
«Oh, no! Non uccidermi! Ho una fidanzata che amo, non voglio lasciarla!»
«AHAHAH muorii!! SBAM»
«Aaah, salutami la mia fidanzata!» e fa finta di morire, chiude gli occhi.
«Così impari! HAHA»
Lui si alza di scatto e la bacia.
«Così impari a spararmi!»
«Oh, no! Ho perso!! AHAHAHA»
«Ma quanto siamo scemi?»
«Troppo HAHAHAH»

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Capitolo 4
*** IV ***


IV «Ma che ore si sono fatte?»
«Sono le cinque, principessa? Vogliamo riprendere la via di casa?»
«Mi sa che è ora, anche perché, anche se domani non ho scuola, vorrei combinare qualcosa in giro per casa o almeno cominciare ad avvantaggiarmi qualcosa per la settimana che mi aspetta a braccia aperte.»
Lui la guarda con una faccia un po’ perplessa
«No, ma, tranquilla, fallo un discorso un po’ più complesso eh. AHAHAHAHAAH. Matta!!»
«Ah. Complesso, dici? Okay, portami a casa..»
«Ai suoi ordini signor capitano!!»
Arrivano davanti al cancello, scendono entrambi dalla moto e lui la tiene forte mentre la bacia, la tiene vicina a se, come se la desiderasse sopra ogni cosa. La stringe ma con cura, come si stringe una bellissima bambola di porcellana che, tanto bella quanto fragile, si può spezzare per una qualsiasi distrazione.
«Vogliamo dirlo oggi alla mamma?»
«Mah, potremmo, però non ti aspettare che domani sto li da te AHAHA!!»
«Comprensibile per una mamma. Però noi ci proviamo.» Dice lui con un tono dolce e poi la bacia ancora.
«Dai, andiamo che mi aspetta una fantastica serata riposo, finalmente.-Poco prima di arrivare al portone lei aggiunge:- E non pensare di accettare qualsiasi invito a cena per oggi AHAHAAH!!»
«Ma quanto ti amo?»
«No! Non cambiare discorso!!»
«Okay capitano! Accetto termini e condizioni. Andiamo!»

«Ciao mamma!»
«Ciao figlia! –entrano nella sala- Ah, ciao fidanzato di mia figlia! Qual buon vento vi porta entrambi qui?»
«Che mamma simpaticona che ho! Mamma…»
«Oh, qualcosa di serio visto l’inizio della frase: “Mamma”puntini puntini.»
«Ascolta, si, è una cosa seria, okay, però fammi parlare.» Dice lei con tono spazientito.
«Si, signora, è una cosa molto seria. –prende la parola lui- abbiamo deciso, di comune accordo, di andare, al più presto, a vivere insieme.»
«Woow, ma sono felicissima per voi!! Uh, e io chisà cosa mi credevo! Aspettavate il mio consenso? E lo avete! Però, ad una ed importantissima condizione, continua ad impegnarti a scuola che quest’anno, signorina, ci sono gli esami!!! -Dice la mamma mentre si alza dal divano per andare ad abbracciarli- e quando avete intenzione di effettuare questo magnifico trasloco?»
«Ma quale trasloco, mamma, porto giusto un po’ di cose. Non sappiamo ancora quando.»
«Io stavo pensando, così, su due piedi, che potremmo prendere qualche cosa già da stasera e, visto che domani niente scuola potremmo approfittarne per ambientarsi e finire di portare tutte le sue cianfrusaie.»
Lei si gira e lo guarda con uno sguardo strano, non se l’aspettava.
«Hai detto bene, giovanotto!! Portate via tutte le sue cianfrusaie AHAHAH»
Ridono tutti e tre!
«Dai, mettiamoci all’opera, principessa!»
«Okay, ma ti ricordo che siamo in moto, quindi, pigiama, roba da bagno, qualche cambio, e parte delle mie “cianfrusaie” di cui necessito per passare la notte.»
«Volete rimanere a cena o andate subito via?» Chiede la mamma.
«No, signora, grazie, ma pensavamo di andare presto a casa per non attardarci nel sistemare.»
«Okay, allora ci vediamo nei prossimi giorni! –da un bacio alla figlia e le dice:- Mi raccomando! Niente casini e.. La scuola. –sottolinea quest’ultimo concetto- Attenzione, tutti e due!!»
Mentre scendono le scale, lui le mette un braccio sulle spalle, se l’accosta e le da un bacio sulla fronte. Poi dice alzando la voce per farsi sentire:
«Avrò cura di lei! E’ la mia principessa!»

Arrivano a casa, lei poggia le borse e si dirigono in camera.
«Prendo le lenzuola per rifare il letto. Intanto puoi portare le tue cose in bagno, ma, ti prego, non invadere tutto!» Dice lui scherzando.
«Va bene capo! Mentre tu rifai il letto io cerco qualcosa da mangiare qui in cucina!»
«AHAHAHAH buona fortuna, principessa!!»

«Non mi ricordavo di avere abbastanza ingredienti per una cena! AHAHA Hai vinto!!»
«Infatti, per te non c’è niente. AHAHAHA –dice lei mentre lui le si avvicina cingendole la vita- ho trovato due piadine, non scadute, con un paio di pomodori e un po’ di prosciutto.»
«Accidenti, ci credi che non ho mai mangiato così tanto? HAHAHA»
«Mi stai prendendo in giro, forse?»
«No, alzo le mani, sono serio! HAHA»
«Dai, siediti a tavola, arrivo.»
Si siedono, mangiano, ridono delle disavventure, e di lei, di tutte le sue pazzie.
«Forza, principe azzurro, tocca a te ora! Lava i piatti!!»
«Noo, dai, li laviamo domani mattina, insieme alle tazze.»
«Ma sentilo! Mister pigrizia.»
«Hey, signorina, se io sono la pigrizia, puoi comunque lavarli tu!!»
«AHAHAHA, aggiudicato, li lavi tu, domani mattina! AHAHA Io vado a mettermi il pigiama!»
«Si, mi avvantaggio anche io.»

«Pronta!! Dove sei?»
«Qui! Sul letto!!»
«Ah, già dormi?» Dice lei sedendosi accanto a lui sul letto.
«No, ti stavo aspettando, principessa.»
«Addirittura? Che onore!»
«Ci sono cose che si possono fare solo in due.» Dice lui con un sorrisetto malizioso.
«Levati quel sorrisetto dalla faccia, è inquie..» Non fa in tempo a finire la frase che le si butta sopra e inizia a baciarla.
Lei sta al gioco. Dopo un po’ lui comincia a metterle le mani sulla schiena per tirarle su la maglia.
«Roba seria» Dice lei sfilandosela mentre lui si leva la sua.
«No, principessa, non ho intenzione di farti del male. Non voglio iniziare già da questa sera, è la prima notte che sei qui, voglio passarla abbracciato a te, e magari anche sveglio, solo per guardarti dormire e sognare, come una principessa.»
Ricominciano a baciarsi ma passarono una serata tranquillissima fino a quando, dopo aver appoggiato la testa sul petto, lei, crolla esausta a dormire.
Lui, però, non riesce a dormire, è davvero affascinato da quella ragazza che, finalmente, dormirà tra le sue braccia, da qui per moltissimi altri giorni.
E saranno felici, veramente, e poi arriverà un giorno in cui tra loro due, ci sarà un’altra creaturina, piccola e indifesa, loro figlio, indifeso come lo era la mamma e lui sarà pronto ad allargare ancor di più le braccia per proteggere entrambi, con quel suo corpo alto e robusto, temibile agli occhi degli altri, che ricopre un grande cuore, pronto ad amare e a proteggere.
Lui non vede l’ora che arrivi questo giorno, in cui dovrà prendersi cura amorevolmente di due principesse, sua moglie e sua figlia e sa che neanche lei vede l’ora che arrivi questo momento, perché glie lo aveva confessato una volta: “Io voglio creare una bella famiglia con dei bambini e voglio essere felice, per sempre, con l’uomo che avrò accanto.”
E da quella volta che glie lo aveva raccontato, gli capitò più volte di pensare a lui, con lei e con altri piccoli principini e principesse che correvano per quella casa, ed ora, erano davvero molto vicini alla realizzazione di questo sogno..
Passò un mese, lei si era ambientata benissimo e avevano passato delle sere fantastiche e tranquille, dopo che lei aveva finito di studiare tutto il pomeriggio, lui tornava da lavoro e stavano sul letto, abbracciati a coccolarsi e parlavano, ridevano, discutevano anche di cose che piacevano a lei e lui detestava o viceversa.
E c’erano state anche volte in cui si erano desiderati così tanto l’una l’altro per tutta la giornata che avevano passato serate indimenticabili di amore.
Finalmente era quasi finito Maggio, quel mese struggente per gli studenti, pieno di compiti e interrogazioni prima della fine della scuola.
Quasi ogni pomeriggio portava a casa le sue amiche e si preparavano per gli esami. E la sera era talmente tanto esausta che quando lui tornava da lavoro la trovava sdraiata sul divano a dormire. Lui, le si sedeva vicino, le accarezzava il viso, poi la prendeva in braccio, con tanta cura e la portava a letto e si riparlavano la mattina quando si salutavano sulla porta e poi lei andava verso la scuola e lui verso il lavoro.
Poi, finita la scuola, era passato un periodo in cui quando lui tornava da lavoro, invece, trovava ancora le sue amiche che studiavano per la prova del giorno dopo e, alcune volte, erano anche rimaste a dormire sul divano. Il giorno in cui rimase davvero sorpreso fu quando, il giorno dopo, avrebbero avuto la prova orale e, per l’occasione, lui, si era anche preso un giorno libero, a sorpresa, per andare a tifare per lei, dovette andare in sala per obbligarla a smettere di studiare, a suo avviso, fu quella la nottata più bella. La notte più tesa che lui avesse mai passato, almeno, da quando c’era lei.
Quella mattina la accompagnò lui a scuola e, quando lo stava salutando per lasciarlo andare a lavoro, lui gli confessò che le sarebbe rimasto vicino e che dopo sarebbero andati a pranzo per festeggiare.
Passò tutto il tempo a parlare, disse tante di quelle cavolate in solo mezz’ora che era molto evidente quanto lei fosse agitata, quando la chiamarono pregò tutti di rimanere fuori, tranne la sua migliore amica, lui rimase un po’ deluso ma accettò questa condizione. Quando uscì da quella stanza aveva la faccia di una che aveva desiderato da così tanto di finire e di uscire definitivamente da quella scuola, lui si alzò, la prese in braccio, le diede un bacio, salutarono le sue amiche e la portò fuori, a pranzo, come le aveva promesso.
Finalmente sarebbe stata tutta per lei ed era ufficialmente iniziata l’estate.

Dopo un paio di giorni passarono da scuola per vedere l’esito finale, erano tutti strafelici e si abbracciavano, chiunque abbracciava chiunque, e lui, un po’ geloso, rimase in un angoletto.

«Amore, alzati. C’è una sorpresa per te!!

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