Fifty Shades of Castle

di KateBeckett_12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


ATTENZIONE: la storia che andrete a leggere è uguale a 50 sfumature di grigio, l'unica variante sono i personaggi. Per questo motivo non ho alcun diritto per la fanfiction ed inoltre non voglio violare nessun copyright. Tutti i diritti sono e rimangono di E.L.James ( l'autrice ) e la casa produttrice.

Capitolo 1

Mi guardo allo specchio e mi rendo conto di essere davvero un mostro. Al diavolo i miei capelli che stamattina non vogliono saperne niente e al diavolo Lanie Parish, la mia coinquilina, che mi costringe a fare questa prova. Dovrei studiare per gli ultimi esami, ed invece sono qui mentre cerco di rendermi presentabile , per andare a Seattle e intervistare un pezzo grosso di un industria che io personalmente non ho mai sentito nominare.
Avrei degli esami da preparare, una tesina da finire e oggi devo guidare per 200 km solo per intervistare il delegato delle Castle Enterprises Holdings Inc. cui tempo è prezioso, (non più del mio), ma ciò non gli ha impedito di concedere un intervista alla mia amica.
Lanie lavora al giornale dell'università. In realtà né è il direttore. Ci conosciamo da 4 anni e già dal primo anno di studi siamo diventate subito amiche, andando a vivere insieme nell'appartamento comprato dai suoi dove pago un affitto davvero ridicolo. In fin dei conti glielo devo. Una volta scesa giù in salotto, la trovo raggomitolata sul divano.
-Kate, sei pronta? Non hai cambiato idea vero?- 
-Tranquilla Lanie. Sono pronta e sto uscendo.-
-Grazie mille sei un tesoro. Sai sto programmando questa intervista da mesi ormai e dovevo proprio ammalarmi oggi?! Comunque qui ci sono le domande e un registratore.- dice porgendomi uno zainetto che subito metto in spalle. 
-Ok ma tu rimettiti a letto.-
-Kate come sempre mi salvi la vita.-
Le strade sono sgombre quando parto da Vancouver, nello Stato di Washington, alla volta dell’I-5. È ancora presto, e devo essere a Seattle non prima delle due del pomeriggio. Per fortuna, Lanie mi ha prestato la sua macchina sportiva, una Mercedes CLK. Non sono certa che Wanda, il mio vecchio Maggiolino, mi avrebbe portato a destinazione in tempo.
La mia meta è il quartiere dove sorge l'impresa di Mr. Castle. Parcheggio l'auto di Lanie nel parcheggio dell'azienda e mi dirigo nella hall principale notando che tutto il palazzo è d'acciaio e vetro. Mi avvicino ad un bancone dove noto una bella donna bionda tutta in tiro e con un sorriso ammaliante. 
-Posso aiutarla?- chiede gentilmente.
-Sono qui per vedere Mr Castle per conto di Lanie Parish. Sono Kate Beckett.-
-Aspetti un secondo Mrs. Beckett.-
Solo ora mi rendo conto del mio abbigliamento poco adeguato nonostante oggi abbia indossato la mia unica gonna con un paio di stivali e un maglioncino azzurro.
-Signorina Beckett, Deve prendere l’ultimo ascensore sulla destra. Ventesimo piano. La prego mi metta una firma qui.- dice porgendomi un cartellino con scritto OSPITE. Seguo le sue indicazioni, prendo l'ascensore e salgo al ventesimo piano. Una volta che le porte dell'ascensore si aprono, mi ritrovo in un'altra hall davvero spaziosa. Una donna, sempre bionda, seduta alla scrivania si alza per raggiungermi e mi chiede se ho un soprabito. Annuisco, togliendomi goffamente la mia giacca di jeans e mi fa accomodare sui divanetti di pelle bianca.
Qualche minuto dopo vengo raggiunta da un'altra donna sempre bionda.
"Quest'uomo è fissato con le bionde!" penso tra me e me.
-Mrs. Beckett , le hanno offerto qualcosa da bere?-
-Mmm in realtà no.-
La seconda assistente si scusa subito dicendo che c'erano delle nuove stagiste li e che quindi non sapevano ancora come comportarsi.
-Vuole un caffè, un the o un bicchiar d'acqua?- chiede gentilmente.
-L'acqua andrà benissimo, grazie.-
Si allontana sorridendo e ritorno alcuni secondi dopo con un bicchiere d'acqua. Forse Mr Castle vuole che tutte le sue dipendenti siano bionde. Mi sto oziosamente chiedendo se ciò sia legale, quando la porta dell’ufficio si apre ed emerge un attraente afroamericano con corti dreadlocks, alto e ben vestito. Decisamente, ho scelto il look sbagliato. Si gira e chiede dalla soglia: -Questa settimana si gioca a golf, Castle?-. Non sento la risposta. L’uomo si volta, mi vede e sorride, stringendo gli occhi scuri. La prima assistente bionda è balzata in piedi a chiamare l’ascensore. Sembra eccellere nel salto dalla  sedia. È più nervosa di me!
-Buon pomeriggio, signorina.- mi saluta lui, uscendo.
Continuo ad osservarlo fin quando le porte dell'ascensore non si chiudano e fin quando , la seconda assistente bionda non mi riporta sulla terra dicendomi che il signor Castle può ricevermi.
Mi alzo, cercando di dominare l’agitazione. Prendo lo zainetto, abbandono il bicchiere d’acqua e mi dirigo verso la porta socchiusa.
«Non occorre che bussi, può entrare.» Mi sorride con gentilezza l'assistente.
Apro la porta e inciampo. Cado lunga distesa in mezzo all’ufficio.
"Merda! Posso mai essere cosi distratta e impacciata?"
-Miss Parish, tutto bene?- mi chiede una voce alquanto giovane. Alzo lo sguardo per guardarlo e mi rendo conto che è dannatamente giovane.....e dannatamente sexy.
-Miss Parish, venga mi dia la mano.- dice porgendomi la sua mano perfetta e curata.- Vuole un bicchier d'acqua? Vuole sedersi?-
Accetto la sua mano, alzandomi e mi ritrovo a fissare i suoi occhi azzurri. Non è molto alto, cioè lo è visto che sono con i tacchi e mi supera comunque ma forse me lo aspettavo decisamente diverso.
"Grazie al cavolo, ti aspettavi un vecchietto di 90'anni." dice la mia vocina interiore.
Indossa un completo grigio, con una camicia bianca che gli mette in risalto gli occhi color cielo e i capelli castani pettinati leggermente all'indietro.
Mio dio, è davvero bello.
Riprendo la connessione con il mio corpo e soprattutto con la mia mente e mormoro qualcosa.
-Mmm in realtà , Mrs. Parish è indisposta. Spero che non le dispiaccia Mr Castle.-
-Ah... e lei è?- chiede in tono molto divertito.
-Kate Beckett, signore. Frequento la stessa università di Lanie e sono la sua coinquilina.-
-Capisco.- dice lui semplicemente -Ma prego, si sieda.- dice indicandomi un divanetto bianco a L nel centro dell'ufficio.
Rimango affascinata da alcuni quadri appesi alla parete e lui mi riporta alla realtà dicendo che li ha dipinti quand'era molto giovane e che quindi non esprimevano granché. 
-Li ha dipinti lei, Mr Castle?- chiedo meravigliata.
-Qualcosa che non va Mrs. Beckett?- chiede sedendosi sulla poltrona di fronte a me.
-In realtà sono solo meravigliata, sono davvero bellissimi e anche molto particolari.-
-La ringrazio signorina Beckett. Allora mi dica.... lavora anche lei per il giornale?-
-No come le ho già detto, frequento la stessa università di Lanie. Sono qui solo perché me l'ha chiesto.-
Apro lo zainetto, prendendo il quaderno con le domande e anche il registratore. Peccato che non sappia come funzioni questo arnese. 
"Porca miseria, stai facendo la figura della scema!"
-Mi scusi non so come farlo funzionare ...- dico sottovoce.
-Si prenda tutto il tempo che le occorre, Miss Beckett- dice.
Dopo un qualche secondo, finalmente ci riesco.
-Le dispiace se registro le sue risposte?-
-Me lo chiede adesso, dopo aver tanto faticato per far funzionare il registratore?-
Arrossisco. Mi prende in giro? Lo spero.
-Lanie, voglio dire, Miss Parish, le aveva spiegato a cosa è destinata questa intervista?-
-Sì. Apparirà sul prossimo numero del giornale studentesco, dato che alla cerimonia di quest’anno sarò io a consegnare i diplomi di laurea.-
Lui consegnerà cosa...? Oh mio dio.
-Qualcosa non va signorina Beckett?-
-Nono....allora avrei alcune domande da farle.-
-L'avevo capito signorina Beckett. Prego incominci pure.-
Leggo il quaderno di Lanie , per farmi un'idea delle domande che la mia amica ha scritto.
-Lei è molto giovane per aver creato un simile impero. A che cosa deve il suo successo? Lei pensa di avere un potere immenso?-
-Allora... devo il mio successo alla mia famiglia ma soprattutto alla mia testardaggine. Ho più di quarantamila persone, perciò si Mrs. Beckett. Posso considerare il mio potere immenso.-
-Ha qualche interesse al di fuori del lavoro? Cosa fa per rilassarsi? - dico leggendo il quaderno . -A parte la pittura ovvio.- dico guardandomi intorno.
-Rilassarmi?- Sorride, rivelando denti bianchissimi. Rimango senza fiato. È davvero bellissimo. Nessuno dovrebbe essere così attraente.
-Beh, per “rilassarmi”, come dice lei, vado in barca, volo, pratico diversi sport.-
-Okay...- dico segnando alcuni appunti sul quaderno -Lei investe anche in tecnologie agricole. Perché le interessa questo settore?-
-Se oggi sono uno degli imprenditori più ricchi degli Stati Uniti lo devo alla mia famiglia. Mio padre lavorava in una delle panetterie più grandi di Washington e dopo ha costruito altri 10, 20, 30 punti vendita e ci siamo ingranditi tantissimo. Da li, ho investito in saloni di bellezza, telecomunicazioni, aziende varie fino ad arrivare qui.-
Troppo arrogante Mr Castle. Ora ci penso io osando un po'.
-Mi dica come mai non viene mai fotografato con figure femminili?-
-Non mi piace dare spettacolo della mia vita privata. Rispetto e ho diritto alla mia privacy. -
-Beh essendo tra gli uomini più ricchi degli Stati Uniti mi sembra alquanto difficile.- mormoro tra me e me.
-Come dice, Kate?-
Mi ha chiamato Kate. Il mio cuore mi martella nel petto e le mie guancie bruciano.
-Dicevo... ha intenzione di allargare la sua famiglia, Sig. Castle?- mento spudoratamente.
Lui sorride e poi dice: - Perché dovrei? Ho già una famiglia. Un fratello, una sorella e due genitori amorevoli. Non mi manca niente.-
A questo punto però la domanda mi sorge spontanea.
-Mr. Castle , lei è omosessuale?- 


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mr. Castle, lei è omosessuale?-
Avevo osato troppo. Potevo notarlo dalla sua espressione che era meravigliato.
-Mi scusi ma vede è scritto qui....- dico io mostrandogli il quaderno con le domande di Lanie.
-Tranquilla Kate. E comunque no, non sono omosessuale.-
Rimango in silenzio alcuni minuti, fin quando Mr. Castle non si schiarisce la voce riportandomi  alla realtà.
-Allora dove eravamo?- chiede
-Io avrei finito.- dico spegnendo il registratore e rimettendolo nella borsa.
-Vuole fare un giro dell'azienda , Mrs. Beckett?-
-Veramente dovrei ritornare a casa e poi questo non è un posto che si addice a me.-
-Perché dice cosi?-
"Ma dico non te ne rendi conto? Forse potrei lavorare qui, solo se indossassi trampoli di 15 cm e cambiassi colore di capelli!"
-Io credo che sia perfetta invece.- aggiunge dopo qualche secondo di silenzio.
-Mi dispiace Mr. Castle ma devo rifiutare.- mi alzo dal divano bianco e lui mi segue a ruota.
-Ha un soprabito?- chiede aprendo la porta dell'ufficio. Annuisco ma lui aspetta che sia io ad uscire per prima.
-Sa, voglio essere sicuro che non si faccia male di nuovo.- dice sorridendomi. Fa un cenno a una delle due assistenti che subito si precipita a prendere il mio giubbotto
di jeans blu. Richard, il signor Castle, glielo strappa dalle mani e me lo infila dolcemente. Mi accompagna all'ascensore e quando le porte si aprono, entro aspettando che si richiudano.
-Kate.- dice sorridendomi.
-Richard.-
Il viaggio verso casa trascorre tranquillo. Beh si fa per dire.
Non smetto di pensare al sorriso di Richard, ai suoi occhi e anche al suo profumo. Credo che fosse una fragranza di muschio e pino verde.  Maledico Lanie per essersi ammalata e guardando il contachilomentri mi rendo conto che sto andando relativamente lenta. Cosi decido di accelerare perché il traffico ed il tempo me lo permettono. Quando rientro a casa, Lanie inizia con le domande a raffica. Io riesco solo a dirle che poteva darmi una benedetta biografia di quel dio greco!
Tralascio questo piccolo particolare (sul fatto che Richard assomigli ad un dio greco) e le racconto dell'intervista.
-Voleva farmi fare un giro dell'azienda ma ho dovuto rifiutare.- dico andando in cucina.
-Dovuto? Cosa significa dovuto Kate?- chiede curiosa.
Rimango in silenzio, un po' perché sto bevendo un bicchier d'acqua e un po' perché non so che dire.
-Non dirmi che ti piace!- dice Lanie resuscitando miracolosamente.
-Ora ti senti meglio eh!- dico scherzando.
-Andiamo Kate, racconta!-
-Lanie non c'è niente da raccontare. Anzi visto che sono tornata relativamente presto vado da Clayton a fare il mio turno di lavoro.-
-Ma non sei stanca?-
-Si ma visto che tra una settimana ci trasferiremo a Seattle è molto meglio andare a lavorare oggi che farlo i prossimi giorni. Sai per il trasloco.-
Lavoro da Clayton da quando ho iniziato l’università. È il più grande negozio di ferramenta nella zona di Portland, e nei quattro anni che ho passato lì dentro  ho imparato a conoscere un po’ tutti i prodotti che vende, anche se, per ironia della sorte, sono un disastro nel bricolage. È una cosa che lascio volentieri a mio padre.
Dopo due ore di turno al negozio, ritorno a casa e Lanie mi dice che c'è materiale interessante negli appunti.
-Potrebbe uscirne davvero un buon articolo. Peccato non avere qualche foto.-
-Ma io ne vedo tante di foto.- dico sedendomi accanto a le sul divano  indicando lo schermo del suo pc.
-Si ma quelle sono foto già conosciute. Ce ne vorrebbe qualcuna inedita.-
-Accontentati Lanie. Io me ne vado a studiare. Buonanotte.- dico prendendola in giro.
-Kate?!-
Mi volto verso di lei e vedo che sta ammirando una foto di Richard in primo piano.
-Andiamo, non è carino?- chiede ridendo.
-Buonanotte Lanie!- dico salendo le scale per andare in camera mia. L'ultima cosa che sento sono le parole di Lanie che mi dice:
-Tanto so che ti piace! Non è facile resistere ad un tipo del genere.-
Per il resto della settimana, mi concentro nella mia tesina e nel lavoro da Clayton. Di Richard Castle neanche la traccia. O almeno cosi speravo, fin quando una mattina
mentre ero alla cassa, si presenta da me un  uomo e perché qualche ragione a me sconosciuta alzo lo sguardo e mi ritrovo il dio greco, cioè Richard Castle, di fronte a me.
-Signorina Beckett, quale piacere incontrarla qui.-
-Mr. Castle- mormoro .
"Cosa diavolo ci fa qui?"
-Passavo di qui e visto che avevo bisogno di alcune cose...- dice quasi giustificandosi.- E' bello rivederla signorina Beckett. -
-La prego, solo Kate. - dico sorridendo. -Di cosa ha bisogno signor Castle?-
-Fascette stringi cavo, nastro adesivo e...-
-Se deve dedicarsi al bricolage le consiglio anche delle tute da lavoro. Sa per non sporcarsi i vestiti.- dico a mo' di scusa per averlo interrotto.
"Ma cosa diavolo ti prende?! Stai zitta una buona volta!"
-In realtà per i vestiti posso sempre toglierli...-
Le mie guance diventano rosso fuoco.
-... in realtà mi servirebbe un po' di corda.-
-Fascette, nastro adesivo e corda. Perfetto venga con me.-
-Dopo di lei.- dice facendo un gesto con il braccio destro.
-Come mai si trova qui a Portland?- chiedo addentandomi tra gli scaffali.
-Ero in visita al dipartimento di agraria della Washington State University. Sto finanziando un progetto sulla rotazione delle colture e sulle micro morfologia del suolo.-
-Sembra interessante... allora ecco qui la fascette.- dico facendo mente locale alle richieste di Richard. Quell'uomo mi manda in confusione!
-E lei da quanto lavora qui?-
-Saranno circa 4 anni.-
Una volta preso tutto, ci avviciniamo alle casse e preparo il conto.
-Come sta venendo l'articolo?-
-Ah molto bene... Lanie avrebbe bisogno di alcune foto ma sarà perfetto, non si preoccupi.-
-Che genere di foto?-
-Foto. Semplici foto. Lei ha parlato di foto inedite. Poi non so dirle.-
-Sarò fino a domani sera all'Heatman di Portland . Potremmo farle li, se non ci sono problemi.-
Alzo la testa dalla cassa e solo ora mi rendo conto di cosa ci stia offrendo.
-Non ci sono problemi..?-
-Certo che no, Kate!- dice come se fosse una cosa ovvia. Prende il portafoglio dalla tasca dei jeans e mi porge il suo bigliettino da visita.
-Perché non appena si incontra con Mrs. Parish , non mi chiama e concordiamo un appuntamento?-
-Va benissimo, signor Castle.-
Batto lo scontrino e gli porgo il sacchetto con la merce appena acquistata.
-Sono 43 dollari.- alzo lo sguardo e noto che mi sta osservando.
"Porca miseria, smettila di fissarmi!"
-Mi chiamerà vero se vorrà fare il servizio?- chiede quasi speranzoso.
-Certamente signor Castle.-
Si avvia verso l'uscita quando si blocca all'improvviso.
-Ah Kate.... Sono contento che la signorina Parish non abbia potuto fare l'intervista.-

 

BUON INIZIO ESTATE A TUTTI <3
Come state? Vi prego ditemi cosa ne pensate, se vale la pena o no di continuare ❤️

-Kate

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