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Questo capitolo è stato scritto da me, da Kurenai88.
Ma non sto ad annoiarvi e vi auguro subito una buona lettura.
A fine capitolo le risposte alle recensioni fatte da ElderClaud.
2. Per
Vivere
Scrutò con
attenzione l’embrione all’interno della vasca e lesse i parametri riportati nel
piccolo schermino luminoso, posto al lato del numero dell’esperimento,
confrontandoli con quelli dei precedenti controlli.
Prese nota
dei piccoli cambiamenti ed annotò con calligrafia precisa e ordinata delle
ulteriori verifiche da eseguire su quell’esperimento e andò avanti nel suo
cammino giornaliero.
Ogni giorno
eseguiva sempre le stesse azioni.
Arrivava al
laboratorio molto presto.
Indossava
degli abiti sterili.
Prendeva il
blocco degli appunti e si infilava tra le vasche di coltura dell’immenso centro
di Alba City.
Partiva
dagli esperimenti che avevano raggiunto lo stadio embrionale poi passava agli
esemplari adulti.
Uomini e
donne rinchiusi dentro delle teche di spesso vetro trasparente, immersi in
un’acqua dalle leggere tonalità azzurrine.
Forse, era
improprio chiamarli uomini e donne perché non lo erano
totalmente se non nell’aspetto. Quelle erano fiere e belve. Esseri
dall’intelligenza umana con tratti animali come agilità e potenza.
Armi
perfette per quella guerra con la quale Alba City, nonostante il suo essere
neutrale, era divenuta famosa.
Proseguì il
suo cammino, superando l’ala degli embrioni per entrare in quella che lei,
mentalmente, aveva rinominato Sala Parto.
Nome
sicuramente appropriato perché erano quelle vasche che davano alla luce i
prodotti finiti, quelli destinati alle grandi potenze nazionali.
Con un
gesto quasi meccanico si risistemò le spesse lenti sul naso e controllò il primo
esemplare della lunga fila.
Sesso
femminile.
Capelli
scuri.
Pelle
liscia priva di reazioni allergiche alle varie sostanze che venivano immesse
nell’acqua.
Battiti
nella norma per un esemplare della sua specie.
La analizzò
con serietà appuntando ancora ogni dato riportato nello schermo luminoso,
segnando un controllo ulteriore sui capelli e sulla cute.
Rialzò lo
sguardo sulla fiera, perfetta in ogni suo dettaglio ma... tremendamente
triste.
Ai suoi
occhi quell’essere era triste.
Ogni
individuo in grado di comprendere e respirare aveva diritto a un’esistenza ma
loro non l’avrebbero mai avuta.
Tutta la
loro vita doveva essere volta alla guerra e alla fedeltà verso uomini che li
avrebbero considerati alla stregua di oggetti.
Nonostante
questo, c’era chi era convinto che non ne soffrissero grazie ai loro induttori
comportamentali che li portavano alla totale obbedienza verso il loro padrone.
Proseguì
con i controlli su un esemplare maschio fino a quando non notò una vasca la cui
acqua aveva assunto una colorazione verde, ben lontana dal salutare e normale
azzurro delle altre.
Osservò
l’essere al suo interno, era un maschio quasi completo e pronto ad abbandonare
la vasca ma qualcosa stata andando male.
La pelle
mostrava delle macchie e lo schermino presentava dei battiti molto più lenti
della normale.
“ Reazione
allergica...”, mormorò piano, corrucciando la fronte.
Allungando
la mano per sfiorare lo schermino luminoso.
Era stata
una reazione di una notte e doveva controllare in che momento quella reazione
era avvenuta per evitare che anche gli altri esemplari fossero infettati.
Lesse i
vari orari della memoria di vita e segnò il momento in qui i battiti avevano
iniziato a rallentare pericolosamente.
Segnò i
vari dati nel blocco e la sostanza che aveva causato la reazione, impostando
tramite lo schermino una sorta di antidoto.
Era quello
uno dei suoi compiti.
Doveva
assicurarsi che tutti gli esemplari fossero sani e in forze alla loro uscita dal
laboratorio, cercare di curare quelli che avevano delle strane reazioni e...
eliminare gli errori.
Non era un
avvenimento raro che da quelle vasche uscissero delle chimere, esseri non
totalmente uomini ma neanche fiere o belve.
Erano
semplicemente chimere, il cui fisico pareva essere la fusione umana e
animale.
Orecchie e
coda animale su un corpo umano.
Privi di
quei freni comportamentali che li portavano a ubbidire ciecamente all’uomo.
Erano dotati di un’intelligenza propria ed era quello uno dei motivi per qui il
governo aveva emesso un’ordinanza contro di loro.
Dovevano
essere soppresse perché troppo pericolose per la società - in via ufficiale
venivano soppresse per evitare maltrattamenti data la loro figura simile a
quella dei personaggi degli anime e manga che spopolavano nel mondo.
“ Cerca di
vivere...”, mormorò lei, fissando l’acqua divenire rossastra per l’immissione
dell’antidoto.
Lei odiava
dover uccidere, in realtà odiava tutto del suo lavoro.
Quelle
creature, il loro diventare oggetti e armi, il dover sopprimere i
più simili a un umano.
Lo odiava,
ma doveva pur vivere.
Il denaro
non comprava la felicità ma... in qualche modo bisognava pur sopravvivere e
Shiho, promettente dottoressa e scienziata, doveva lavorare per vivere anche se
la sua occupazione era faticosa e disgustosa.
Non poteva
evitarlo neanche volendo.
Poteva solo
combattere e cercare di guarire le future chimere per non doverle sopprimere.
Proseguì il
suo cammino, eseguendo su altri esemplari lo stesso procedimento di cura o di
controllo, fino a entrare in una sala di monitoraggio totale i cui computer,
perennemente accesi, programmavano l’immissione dei liquidi - medicinali ma
anche alimentari - nelle vasche di coltura.
Si sedette
in un sospiro e, risistemandosi gli occhiali Shiho digitò le varie password per
accedere al terminale.
Vide
scorrere una lunga lista di nomi nello schermo mentre ricercava il suo ID.
Tantissimi
scienziati e dottori lavoravano per quel laboratorio e tutti avevano un ruolo
ben definito.
Quando la
lista si arresto si allargò una finestra con la sua scheda.
Shiho. Anni
ventisei.
Nata ad
Alba City e residente nella medesima città.
Il tutto
accompagnato da una voto di una giovane donna.
Occhi
azzurri brillanti e intelligenti. Capelli rossi lisci raccolti con un’ordinata
coda.
Era lei
ma... diversa.
La persona
che in quel momento guardava lo schermo non era la stessa della foto.
O meglio,
era lei ma i sui occhi erano stanchi e coperti da spesse lenti, i suoi
capelli raccolti in una coda improvvisata per il poco tempo che quel lavoro
concedeva alla sua persona.
La donna
della foto era piena di sogni e di speranze.
Un genio
con idee innovative e abbastanza tenace da aver combattuto per quel lavoro,
quando ancora non sapeva che cosa avrebbe comportato.
E in quel
momento la donna che guardava quello schermo era piegata dal peso degli eventi
che si erano susseguiti.
Rimaneva
pur sempre un genio, ma non era soddisfatta.
Ma questo
di certo non l’avrebbe mai buttata giù.
Né il peso
che gravava sulle sue spalle né il dolore che sentiva ogni qualvolta che la
avvertivano che uno degli esperimenti doveva essere soppresso.
Shiho era
rimasta la stessa persona tenace e sapeva che c’era sempre un’alternativa.
Perché una
vita era pur sempre una vita e se per salvarla bisognava seguire una via non
tanto legale lei l’avrebbe seguita.
Noia.
Era quello
il modo in qui Orochimaru, noto scienziato e dottore, definiva quelle intere
giornate di controlli prive di una qualsivoglia attrazione.
Sempre le
solite cose.
Controlli.
Controlli. E ancora controlli.
Ultimamente
il laboratorio nel quale militava, uno dell’enorme complesso di Alba City,
pareva un mortorio.
I suoi
studi erano così perfetti ed elaborati che vi erano pochi gli errori, e
di fronte a quello l’uomo quasi sperava di trovare una piccola falla per
rendere più interessante quella vita che, via via, andava a morire.
Fatto sta
che, quella sera, le sue preghiere vennero accolte dalla vasca del settore degli
adulti.
La donna
all’interno della teca sembrava in salute.
Colorito
sano e parametri nomali.
Ma non era
quello a fare di lei un errore. Erano le sue orecchie e la piccola coda
che spuntava in prossimità dell’osso sacro.
Un ghignò
sfigurò il suo viso, illuminando sinistramente la pelle candida - sembrava quasi
che quell’uomo non vedesse da mesi la luce del sole.
“
Finalmente.”, mormorò soddisfatto mentre estraeva dalla vasca una confusa
ragazzina - era la prima volta che usciva e tra l’altro il suo processo di
crescita non era ancora completo - che si lasciò obbedientemente guidare in un
laboratorio adiacente.
L’aria era
particolarmente gelida e la creatura, nuda, tremava sia per la paura che
per la temperatura che le carezzava la pelle umida.
“ Su.
Stenditi.”, ordinò divertito Orochimaru, indicando un lettino sul quale fece
coricare l’altra.
Le
orecchiette si muovevano lente mentre gli occhi, timorosi, seguivano i movimenti
dell’uomo che, con calma, aveva iniziato a legarla con delle cinghie.
Appena
l’ultima fu stretta sul ventre, la ragazzina emise un verso strozzato.
L’istinto
di sopravvivenza, proprio della sua razza, era emerso subito nel sentirsi
imprigionata.
Orochimaru
ridacchiò, ignorando i suoi tentativi di fuga - non per niente aveva messo
quelle cinghie rinforzate.
Si mosse
per il laboratorio portando poi con se una siringa che brillava sinistramente di
blu.
Ghignò
ancor di più e, senza ripensamenti, infilò l’ago nel collo della bestia
che gridò.
Entro due
ore sarebbe morta, ma infondo: che importanza aveva la vita di quell’essere?
Era uno
scarto di laboratorio e un pericolo per la società.
La morte
era l’unica via e, sicuramente, avrebbe rallegrato la giornata di Orochimaru ed
era solo quello che all’uomo interessava.
Voleva
battere la noia e se per farlo doveva passare sulla vita di quella creatura,
beh: l’avrebbe fatto senza rimpianti né ripensamenti.
Fatto ù.ù
In questo capitolo è stata mostrata la principale differenza tra due
scienziati.
Ovviamente non è finita qui tra loro due XD
Quindi vi invito al prossimo capitolo ù.ù/
Ora la parola a Elder.
Bene! Eccomi qui a recensire!
Sappiamo che come inizio non vi era molto da mostrare, ma prometto che più si
procederà, più le cose si faranno interessanti!
uchiha_girl: Felice che ti sia già piaciuto come inizio!
Rinalamisteriosa: Sì è ancora presto per un giudizio! Comunque
eccoti il secondo XD!
kymyt: Grazie cara! Le cose si evolveranno "in peggio" sempre
di più ù.ù
Si ringrazia inoltre DarkRose86, Targul, michy25,
Ricklee, SkyEventide per aver messo questa storia nei loro favoriti!
Grazie tesori XD
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