Viaggio nel tempo

di bluemoon89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


VIAGGIO NEL TEMPO

CAPITOLO 1

1984

Il ragazzo si sedette pesantemente sul suo banco.
Aveva ricevuto l'ennesina strigliata dal docente perché era in ritardo.
Stranamente quel giorno era puntuale, solo che nella sua via aveva incontrato Aeisha. Era una ragazza di origini aborigene. Dall'anno scorso frequentava la sua stessa scuola. Da quando lei era arrivata in quella scuola, gliela aveva fatto piacere. Più di una volta aveva cercato di avvicinarsi a lei, ma all'ultimo si comportava come un codardo e ritornava sui suoi passi. Quella mattina si era letteralmente buttato giù dal letto, tanto che la madre si stupì che si fosse svegliato da solo. Si vestì velocemente con una maglia a maniche corte nera con disegnato un coplesso musicale i pantaloni e il giubbino scuro.
Prese lo zaino e uscì di casa.
Aveva intenzione di raggiungere il suo amico, quando la vide.
Stava camminando verso la scuola.
Fece una profonda respirazione e la seguì.
Mentre la raggiungeva cercava di fare un discorso sensato.
La aveva quasi raggiunta quando notò il solito gruppo dei bulli. Avevano accerchiato un suo amico e gliele stavano dando.
-ehi...-fece il ragazzo attirando l'attenzione del capetto.-lascialo stare.-
Il bulletto si voltò.
-che vuoi...ritorna dalla fogna da dove sei venuto.-fece il bullo.
-lascialo stare.-ripeté il ragazzo.
-se no..-
-ti faccio ingoiare tutti i denti.-
Fu il bulletto ad attaccalo.
L'altro lo schivò e lo colpì duramente da dietro le spalle facendolo cadere. Il bullo gli fece lo sgambetto e lo fece cadere. Gli fu sopra e lo colpì al viso. Il ragazzo lo allontanò con un calcio per poi saltargli addosso e riempirlo di botte.
Poi volse l'attenzione verso gli altre tre.
-chi è il prossimo...-
I tre scapparono via.
Si avvicinò al ragazzo occhialuto.
-tutto bene Dennis.-chiese il ragazzo.
-prima stavo meglio...-rispose rialzandosi.-accidenti...-gli avevano rotto gli occhiali.
-vuoi che ti accompagni a casa.-propose l'altro.
-lascia perdere...ho sempre un secondo paio-disse.-lo so che una volta alla settimana li perdo...sanguini un pò qui...-e indicò la tempia.
Il ragazzo si asciugò con la manica del giubbotto.
-dai...se no quel rompi coglione ci fa la predica.-fece il ragazzo.
Quando volse l'attenzione dov'era Aeisha, non c'era più.
Erano arrivati insieme, solo che anche il consueto gruppo di bulletti era davanti alla scuola. Il ragazzo venne messo in angolo, voleva la rivincita. Mentre si picchiavano erano stati sorpresi da un docente e lì spedì in presidenza. Sia lui che il bullo vennero castigati per poi farli ritornare in classe.
Una volta seduto, volse l'attenzione verso la ragazza. Lei gli dette una breve occhiata per poi stare attenta alla lezione.
Fu solo all'intervallo che lei si avvicinò.
-forse dovresti farti vedere.-disse Aeisha.
Il ragazzo rimase per alcuni minuti a fissarla.
-ho la pelle dura...-disse.
-ho visto quello che hai fatto stamattina...-disse lei.-sei stato molto coraggioso.-
-Dennis non capisce che si deve fare i muscoli così gli paro il c....le spalle.-si corresse.
-sei diverso da come dicono in giro.-disse Aeisha.
-che ho dei problemi con la disciplina-fece lui.-secondo mia madre mi vorrebbe spedire all'accademia militare se vengo espulso...di nuovo.-
-perché difendi i deboli.-
-Dennis è un amico.-disse lui.
Aeisha sorrise.-sapevo che quelle voci non erano vere.-
Il ragazzo sorrise.
-stasera...faccio una festa per il mio compleanno...non conosco molta gente, ma ti piacerebbe venire.-chiese la ragazza.
-si...anche perché non ho nient'altro da fare...cioè...non che non ho niente e vengo, anche se avessi avuto qualcosa..volevo dire...si vengo.-rispose lui.
-bene...-gli scrisse il suo indirizzo su un foglio di carta e glielo porse.-è alle otto.-
Il ragazzo lo prese.-ci sarò...-
Aeisha gli sorrise per poi andare.
Era al settimo cielo.
Subito andò da Dennis.
-hai pensato che cosa le vuoi regalare.-chiese Dennis.
-ehm...a che cosa piacciono alle ragazze-si chiese.-che so...accidenti...non saprei...gli potrei regalarle dei fiori...alle ragazze gli piacciono i fiori.-
-basta che non sia allergica.-disse Dennis.
-accidendi...non sei di aiuto così.-fece il ragazzo.
Nel pomeriggio andò con Dennis in un vecchio negozio dove vendevano diverse cianfrusaglie e sperava di trovare qualcosa di decente. La sua attenzione venne colta da una strana pietra. Era a forma di punta di freccia e al centro aveva una pietra blu.
-è un pezzo raro...si dice che nasconda diversi poteri e che può esaudire i desideri di chi la possiede.-
Il ragazzo si voltò prendendo anche un colpo.
Si trovò una donna cinese con i capelli lunghi scuri e indossava una veste nera.
-allora...hai deciso.-chiese la proprietaria.
-ecco...è un regalo.-rispose il ragazzo.
-la tua fidanzata.-chiese.
-mi piacerebbe...insomma...lei mi piace...molto.-rispose assumendo un'espressione piuttosto paonazza.
La proprietaria sorrise.-un pezzo del genere...costerebbe un pò...ma...visto che mi sei simpatico ti faccio un prezzo di favore.-
Il ragazzo era al settimo cielo.
Una volta tornato a casa, lo incartò in qualche modo. Non era il suo genere fare queste cose, ma si era impegnato almeno di fare bella figura.
Si mise una camicia, dei pantaloni e il suo giubbotto.
Si mise il regalo in tasca ed uscì dalla camera.
-cerca di non combinare guai-disse la madre.-e torna entro le undici...capito.-
-si mamma...-rispose il ragazzo.
-e non fare a pungi.-precisò la donna.
-va bene...-fece il ragazzo.
Poi uscì di casa.
Era felicissimo.
Quando fu nei pressi dove la ragazza abitava, si fermò alla vetrina di un negozio e si sitemò i capelli e i vestiti.
Fece un profondo respiro e si avviò.
Ad un tratto un faro bianco, spuntato dal nulla, colpì il ragazzo facendogli perdere conoscenza.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

La testa gli dolette molto.
-ma che...-
Si trovò in un vicolo.
-ahi...mamma mia...e dove sono?-si disse guardandosi attorno.
Non pareva che fosse il quartiere della ragazza, anzi non pareva che fosse nella sua città.
-fantastico...-si disse.-proprio stasera.-
Si incamminò.
Non ci era mai stato in quella città e non aveva la minima idea nemmeno dove fosse. Mentre camminava, tastò le tasche, per fortuna aveva ancora il regalo.
-e di certo a quest'ora non c'è nessuno...-si disse.
Si guardò in giro e incrociò lo sguardo di una donna cinese, era la proprietaria.
-ehi...aspetta...-
La donna incominciò a correre.
Il ragazzo la inseguì, fino a trovarsi in mezzo a una strada e la perse di vista.
-fantastico...-si guardò intorno.
In quel momento, un camion sfrecciò a tutta velocità.
Il ragazzo questa volta riuscì a schivarlo e poco dopo una moto lo seguiva.
-dove diavolo sono finito...-esclamò.
In quel momento una figura nera, sui tetti si muoveva a grande velocità.
Pensando che fosse la proprietaria cinese, il ragazzo la seguì.
Si trovò così in un magazzino dismesso.
La figura misteriosa aveva atterrato dei criminali, mentre il ragazzo era dietro di lei. Mentre la seguiva all'interno del magazzino, sopra a una mansarda, ad un tratto la perse di vista.
-ma dove...-
Venne preso violentemente e buttato contro il muro.
Non era la proprietaria cinese.
Era una donna di media statura, i capelli castano scuro riccioluti. Indossava una maschera nera, e aveva un vestito grigio.
-e tu chi sei.-fece la donna.
-te lo dovrei chiedertelo anch'io.-disse il ragazzo.
La donna mollò la presa.
Per essere una donna aveva una stretta forte.
-che vuoi da me.-disse la donna.
-io? niente-disse il ragazzo.-ti ho scambiato per qualcun'altra.-
La donna lo guardò attentamente.
-che c'è?-fece il ragazzo.
-niente...ci siamo incontrati da qualche parte.-chiese la donna.
-di certo mi sarei ricordato di te.-rispose il ragazzo con un sorrisetto malizioso.
Ad un tratto sentirono dei rumori provenire da sotto.
-vattene...è pericoloso.-e se ne andò.
Una cosa impossibile...non può stare lontano dai guai.
Trovato uno spiraglio, notò due tizi mascherati, uno verde e uno di rosso, che stavano combattendo contro dei criminali.
Ad un tratto anche la donna intervenne su uno che stava fuggendo. Lanciò delle stelle ninja contro i due arcieri, anche se dava man forte ai criminali.
-altro che fumetti...-disse fra sé il ragazzo.
Ad un tratto qualcuno lo prese alle spalle. Il ragazzo gli dette una sonora testata e scivolò dietro all'uomo per poi picchiarlo.
Un secondo spuntò dal nulla e gli puntò una pistola.
Sopra alla sua testa delle frecce presero il criminale.
Guardando dietro vide l'arciere verde che lo aveva salvato.
In quel momento la donna risalì all'altezza dell'arciere verde e incominciò a combattere contro di lui. Si scambiarono una serie di colpi e poi lei fuggì rompendo la finestra.
-porca merda!-esclamò il ragazzo facendosi vedere.
Ad un tratto qualcuno lo prese alle spalle. Lo trascinò con forza e alla fine si trovò sul tetto di quel magazzino.
Si trovò così davanti un uomo piuttosto robusto, con gli stessi vestiti della donna, e anche lei.
-è lui...sai quello che devi fare.-gli disse l'uomo.
La donna si avvicinò.
-mi dispiace.-fece lei.
Il ragazzo assunse un'espressione interrogativa per poi essere colpito violentemente dalla donna.
Il ragazzo si piegò in due.
-porca merda...-fece il ragazzo massaggiandosi la pancia.
Vide appena in tempo la donna che lo stava colpire, che riuscì a schivare il calcio.
-d'accordo tesoro l'hai voluto tu.-fece il ragazzo.
Non combatteva come una donna e nemmeno come i bulli, questo lo doveva ammetterlo.
Nonostante che sapesse come si tiravano i pugni, lei picchiava e molto.
Ad un tratto lei fece una capriola all'indietro evitando delle frecce.
-lascialo stare.-fece l'arciere verde.
La donna guardò l'uomo vestito come lei, e lui fece un cenno affermativo con la testa.
Cambiò obbiettivo e si concentrò contro l'arciere.
Mentre la donna combatteva contro l'arciere verde, l'uomo incominciò ad avanzare contro il ragazzo. Questi evitò un pugno dell'uomo che sfondò il pavimento.
-tu sei molto pericoloso...-constatò il ragazzo.
L'uomo incominciò a tirare pugni contro il ragazzo, il quale li evitava. Guardato le distanze, indietreggio e quando fu pronto a colpire, il ragazzo schivò il colpo e l'uomo colpì la donna scaraventandola per terra.
L'uomo guardò con rabbia il ragazzo e attaccò l'arciere verde.
Gli scoccò alcune frecce, ma pareva che fosse fatto di metallo visto che rimbalzavano.
Il ragazzo ne raccolse una e deciso si avventò contro l'uomo e gli infilzò una freccia. Non andò molto in profondità. L'uomo sbaragliò sia il ragazzo che l'arciere verde. In quel momento arrivò anche quello rosso, ma l'uomo, dopo un breve combattimento, lo scaraventò anche lui.
Puntò di nuovo il ragazzo. Questo scivolò via e lo colpì, non gli fece niente.
Mentre l'uomo stava per colpirlo, una freccia lo colpì e venne percorso da una scarica elettrica e svenne.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

-maledizione...-
La donna, rivenuta, lanciò delle bombe fumogene e quando si diradarono i due erano spariti.
-questa è la cosa più strana che mi sia capitato-disse il ragazzo.-di tutte le sere proprie questa mi doveva capitare...piuttosto sapete dove siamo.-ma quando volse l'attenzione verso i due arcieri erano spariti.

Erano apparsi dal nulla, la sera precedente, dopo che i due arcieri avevano sistemato dei criminali. Senza dare spiegazioni li avevano attaccati per poi sparire, non prima di presentarsi.
-il mio nome è Raul, lei è Sparrow....-disse l'uomo.-ricordate i nostri nomi perché domani riscriveremo la nostra storia e avremmo la nostra rivincita.-

-questa volta c'è l'abbiamo vista brutta...-fece Roy.-mi domando dove spuntano certa gente.-
Si erano fermati sopra a un tetto non distante da dove avevano combattuto.
-questa volta...parevano che c'è l'avessero con quel ragazzo.-disse Oliver.
-pensi che quel discorso strano che avevano fatto c'entri con lui.-ipotizzò Roy.
-può darsi.-fece Oliver.
-allora...che si fa.-chiese.
-lo dobbiamo trovarlo...può essere in pericolo...e di certo non li può affrontare da solo.-rispose Oliver.
-hai intenzione di sequestrarlo.-chiese Roy.
-non proprio...vediamo dove abita e lo teniamo sotto controllo.-rispose Olliver.
Nel frattempo il ragazzo, un pò malconcio, aveva lasciato il magazzino e cercava di mettere a fuoco un pò le idee. Era una situazione strana...e di certo se l'avrebbe raccontata a qualcuno non gli avrebbe creduto.
-accidenti...-si fece un profondo strappo all'indietro e sentì le ossa fare un rumore secco.-ahia...ma tu guarda...-
Gli cadde il regalo e lo raccolse.
Lo guardò con malinconia, avrebbe molto desiderato andare alla sua festa di compleanno.
Sospirò amaramente e se lo rimise in tasca. Doveva tornare a casa.
Si incamminò verso il centro.
Di certo non era a casa.
Non aveva mai visto una città non solo così grande, ma anche così illuminata.
-di certo non siamo nemmeno in Australia...-si disse meravigliato.
Avanzò.
La sua attenzione si pose su un negozio di informatica. Non aveva mai visto quella tecnologia e rimase per molti minuti a fissare la vetrina.
-forse è sotto l'effetto di qualche droga.-disse Roy quando con Oliver lo stava tenendo d'occhio.
-sembra piuttosto spaesato.-disse Oliver.
-che intendi fare.-
-facciamo la sua conoscenza.-
Il ragazzo si allontanò dal centro quando volgendo lo sguardo trovò la proprietaria cinese.
-ehi...si può sapere che diavolo succede.-gli chiese.
-Starling City.-disse la donna.
-eh?-
-Starling City...è il nome della città.-spiegò la proprietaria.
-ah!-esclamò.
-si trova in America.-continuò la donna.
-mi stai dando dello stupido per caso.-fece il ragazzo.
La donna sorrise.-no...ma non è la notizia più sconvolgente.-
-a no...e quale sarebbe...-fece il ragazzo.-che è colpa tua se non sono riuscito ad andare alla festa di Aeisha?-
-siamo nel 2014, non più nel 1984.-
-mi stai pigliando per il culo.-esclamò il ragazzo.
-devi mettere a posto i pezzi della tua vita...-disse la donna.
-che?-
-porta la pace ad un'anima inquieta e la storia non muterà...fallisci e la storia prenderà una svolta catastrofica.-proseguì.
-che cazzo stai dicendo...-esclamò il ragazzo.
La donna cinese incominciò a correre.
Il ragazzo la inseguì, ma la perse di vista.
-ma tu guarda...adesso che cosa mi può succedere!-
Qualcosa lo colpì e perse conoscenza.
Quando riprese conoscenza si trovò in magazzino abbandonato.
-questa volta...chiunque tu sia sei morto.-
Voltandosi si trovò davanti ad Arrow ed all'arciere rosso.
-ah!-esclamò.-sentite...oggi non è giornata. Riesco a rimediare un invito con la ragazza che mi piace e mi ritrovo catapultato in una città che non conosco, una strega e un gorilla mi attaccano, poi una mi dice che siamo nel 2014 e adesso voi...quindi datemi un valido motivo per non ficcarvi una freccia su per il culo.-
-Raul e Sparrow.-disse Arrow.
-e chi cazzo sarebbero.-fece il ragazzo.
-la strega e il gorilla.-fece l'arciere rosso.
-sentite...non so chi siano...-fece il ragazzo.-ma questo non significa che non li posso fargli il culo.-
-quei due ti volevano farti del male-disse Arrow.-se li conosci ci devi dire perché ti vogliono uccidere.-
-ci sono molti motivi...che so...se fossero quegli stronzi che ho mandato all'ospedale e mi hanno espulso...ho problemi di autocontrollo quando qualcuno fa male a un amico...ma credo che non sia questo il motivo...visto che non siamo nel 1984.-
I due lo guardarono.
-anch'io ho fatto un'espressione simile alla tipa che me lo ha detto.-disse il ragazzo.
-per il momento tu stai qui.-fece Arrow.
-sto dicendo la verità-disse il ragazzo.-perché le persone associano al mio nome il fatto che mento.-
-ascolta...se veramente vieni dal passato...hai qualche prova.-disse l'arciere verde.
-il fatto che...quelle robe strane tecnologiche per esempio-poi rifletté.-il massimo di storia che so bene è quella romana...quindi non saprei niente degli ultimi avvenimenti...anche perché sono australiano.-
-va bene ti crediamo-fece Arrow.-ehm...hai un nome ragazzo.-
-te lo devo proprio dirtelo...-fece il ragazzo.
-ne parli come se avessi un nome strano.-fece l'arciere rosso.
-sinceramente non so da dove spunti fuori...bè comunque...il mio nome è Slade Wilson.-
I due arcieri sgranarono gli occhi stupiti da quella affermazione. Non potevano credere che quel ragazzino, un giorno, sarebbe diventato un loro nemico.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

-come diavolo può essere.-fece Roy una volta che Oliver lo portò in disparte.
-non lo so...-disse Oliver.-è strano...-
-potrebbe essere solo una coincidenza.-optò Roy.
-ma ha detto che viene dal 1984...-poi volse l'attenzione verso il ragazzo.-scusa...mi sai dire che cosa succedeva ai prigionieri al tempo dei romani.-
-che venivano marchiati in modo che tutti sapessero i crimini che avevano commesso.-disse Slade.
-si è lui-fece Oliver.
-che facciamo allora.-
-non lo so...ma quei due pare che lo vogliano uccidere...penso che se lo facciano le cose potrebbero solo peggiorare.-spiegò Oliver.
-cosa ci può essere di peggio di un esercito e tutto quello che ha fatto.-fece Roy.
-non pare così indisponente come da grande...sarà facile essere suo amico-disse Oliver.-senti...-ma quando si voltò Slade non c'era più.
Non aveva capito da dove quei due saltassero fuori, ma non gli piaceva stare con le mani in mano e per giunta con quei due strani tipi.
-ma dove cazzo hanno preso dei costumi così schifosi.-si disse Slade quando ripensò a quello che gli era successo.
Lo avevano portato fuori città.
Mentre stava curiosando, sul tetto Raul e Sparrow lo stavano osservando.
-è ingenuo...sarà facile.-disse Raul.-non devi esitare...lui mentiva è per questo che sei morta...siamo morti.-
Sparrow lo guardò.
-uccidilo...senza esitazione.-
Slade aveva da poco abbandonato il magazzino, quando Raul e Sparrow gli si pararono davanti.
Appena li vide tirò un pugno a quello robusto, il quale glielo parò facilmente per poi buttarlo a terra.
-tutto qui.-fece Raul prendendolo per il collo.
Slade gli dette un calcio sulle parti bassi.
Raul mollò la prese e il ragazzo incominciò a correre.
Si intrufolò in una vecchia fabbrica.
-bene...-
Ad un tratto, venne prese al piede e legato come un salame a penzoloni.
-non capisci che così ti sei esposto.-fece Oliver.
-va fan culo.-disse Slade.
Anche Raul e Sparrow entrarono e non fecero tanto caso a non farsi sentire.
-visto.-fece Oliver.
-avevo un piano...genio-fece Slade.-doveva proprio incontrare un idiota come te.-
Oliver lo guardò.
-sei un idiota.-
Aveva la conferna che era proprio Slade.
-tu stai di guardia-fece Oliver rivolto a Roy.-creo un diversivo e tu con lui scappate...portalo al rifugio.-
-cosa?-esclamò Roy.
-senti...una cosa alla volta, va bene.-fece Oliver.
-d'accordo.-
Oliver si allontanò.

-ti prego non parlare così tanto.-fece Slade che da cinque minuti era appeso come un salame.
Roy lo guardò.
Di certo non era una bella situazione e fare la guardia a una persona che ha causato l'allontanamento di Thea, la morte di Moira e messo sotto assedio la città, per non mancare i guai che aveva causato con il Mirakuru, non era una bella cosa.
Non gli disse niente, anche se avrebbe preferito lasciarlo a quei due...ma quello sarebbe andato contro a quello in cui credeva adesso.
-ho capito...faccio da me.-si disse ad un tratto Slade.
Con una mossa veloce, prese una freccia dalla faretra e lo scagliò contro la corda tagliandola per poi atterrare Roy.
-niente di personale...-fece il ragazzo per poi fregargli sia l'arco e la faretra.
Nel frattempo Oliver cercava di arginare quei due, ma non era una cosa semplice. Era riuscito a bloccarli in un vecchio contenitore. Non sapeva quanto li avrebbe contenuti, ma dovevano scappare.
« Oliver...è scappato. »lo avvertì Roy.
-come?-
« mi ha preso alla sprovvista...e mi ha preso sia l'arco che la faretra. »
In quel momento Raul stava lacerando le pareti del contenitore.
-lo dobbiamo trovare prima d loro.-e si eclissò.
L'uomo distrusse la parete.
-trovalo...io penso ai due arcieri.-disse Raul.
Sparrow fece un cenno affermativo con la testa.
Slade era nella parte superiore dell'edificio quando incontrò Sparrow.
Gli lanciò alcune frecce.
La avrebbe presa, ma la donna era agile.
Iniziò un combattimento corpo a corpo contro la donna. Era forte. Lei lo atterrò, ma lui gli scoccò una freccia che la prese alla spalla.
Lei se la tolse.
Non vide sangue.
Slade rimase come incredulo.
La donna incominciò a combattere piuttosto violentemente.
Slade cercò di tenerla a distanza, ma lei non demordeva.
Si trovano così a combattere su una passerella.
Mentre combattevano, una parte della struttura cedette. Sparrow perse l'equilibrio. Slade velocemente le prese la mano e velocemente fece scambio e cadde nel vuoto.
-Slade...-sillabò Sparrow.
Velocemente, la donna si gettò nel vuoto. Prese una catena e riuscì a prendere il ragazzo. La catena però cedette e caddero. Sparrow fece da scudo con il proprio corpo.
Ansimavano entrambi.
La maschera le era caduta.
-scusami...-fece Slade.
-perché?-chiese la donna.
-è sempre colpa mia.-rispose il ragazzo.
Non sapeva come gli erano venute fuori quelle parole...proprio non lo sapeva.
-no...non è colpa tua.-fece Sparrow.
La donna allungò una mano e gli accarezzò il viso.
Era calda...molto calda.
In quel momento la mano della donna divenne come luminescente per poi scomparire, mentre Slade perse conoscenza.
Oliver era intento a combattere contro Raul che il suo corpo divenne come un mucchio di roccia con delle striature nere.
-no...no...come è possibile...-fece Raul guardandosi le mani.-che tu sia maledetto Slade...-e scomparve come un cumolo di fumo.
Oliver rimase incredulo a ciò che aveva visto.
Ad un tratto sentì qualcuno dietro di lui e puntò l'arco. Davanti a lui c'era una donna in penombra, era la proprietaria cinese.
-tutto e come deve essere.-disse la donna.
Quella voce. Non poteva crederci. La donna avanzò e quando fu davanti alla luce, non poté credere ai suoi occhi.
-Slade è tornato nella sua epoca-disse la donna.-non si ricorderà niente e tutto andrà come deve andare.-
-Shado-fece Oliver abbassando l'arco.-com'è possibile.-
La donna sorrise.
-Oliver...dimmi che lo hai trovato.-disse Roy una volta che lo trovò.
L'uomo porse l'attenzione verso il ragazzo e quando la riporse alla donna lei era scomparsa.
Ritrovarono l'arco e la faretra, ma di Slade non c'era più traccia.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Sentiva dolore da tutte le parti e aveva un gran mal di testa. Aprì leggermente gli occhi e  trovò accanto a sè sua madre.
-tesoro...-fece la donna vedendolo che si era svegliato.-mi hai fatto prendere un grande spavento.-
-che...che è successo.-chiese Slade confuso.
-un idiota ubriaco ti ha investito...-rispose la donna.-non ti muovere...stai calmo.-
-io...io devo andare.-
-Slade ti sei appena ripreso...-fece la madre.
Gli accarezzò amorevolmente il viso e poi gli baciò le guance.
-dai mamma...-fece il ragazzo.
-mi sono presa una grande paura.-fece la donna abbracciandolo.
-lo sai che sono forte come te.-fece il ragazzo.
La donna lo guardò e gli sorrise.
-tu adesso però fai il bravo-fece la donna.-è venuta a trovarti anche una tua amica...si è preoccupata molto.-
Slade assunse un espressione interrogativa.
Ad un tratto la porta si aprì, ed entrò Aeisha.
Il ragazzo rimase come ammaliato da quella presenza, tanto che pensò che fosse un sogno.
-vi lascio soli...non fare il matto.-disse la madre.
-mamma...-fece Slade.
La donna sorrise e li lasciò soli.
-ciao...-fece Slade.
-ciao...come stai.-chiese Aeisha.
-ho la pelle dura.-rispose Slade tanto che fece per alzarsi che ebbe una fitta.
-non ti dei sforzarti.-fece Aeisha soccorendolo.
Era la prima volta che erano così vicini.
-scusami...-fece Slade.
-perché?-
-ti ho rovinato la festa.-
Aeisha sorrise.-la tua salute è più importante di una festa...-
Slade sorrise.
Per un certo senso era felice che lei gli importasse della sua esistenza.
-guarda nella tasca...del giubbotto...-
Aeisha assunse un espressione interrogativa.
-è una sorpresa per te.-
Il suo giubbotto era sulla sedia.
Aeisha guardò in una delle tasche e tastando trovò qualcosa. Prese il piccolo regalo e lo scartò.
-è bellissimo.-fece Aeisha vedendo la punta di freccia con al centro una pietra blu.
Si avvicinò a Slade e gli dette un bacio sulla guancia.
Il ragazzo era al settimo cielo.
-nessuno...mi aveva fatto un regalo così bello.-fece lei.
-mi fa piacere.-disse lui.
La guardò.
-sai...ti devo dirti una cosa.-fece lei.
-cosa.-
-quando esci...ti piacerebbe venire a casa mia...-propose lei.
-mi piacerebbe...anche domani.-disse Slade.
-dipende se i medici ti lasciano uscire.-fece Aeisha.
-allora scappo e vengo da te.-disse Slade.
-e se...domani vengo io da te.-fece Aeisha.
-verresti.-lo disse come sorpreso.
La ragazza si avvicinò e lo baciò.
-a domani.-fece lei quando si staccarono.
-guarda che scappo se non vieni.-
La ragazza fece un sorriso.-non scappi...perché vengo.-
Gli dette un altro bacio.
-adesso devo andare.-fece Aeisha.
Gli accarezzò il viso e se ne andò.
Slade si distese sul letto.
Un idiota lo aveva investito, era su un letto di ospedale e Aeisha lo aveva baciato due volte. Non era in fin dei conti stata una pessima giornata.
Guardò il soffitto e sorrise fantasticando su un possibile futuro insieme, che in parte sarebbe avverato, l'altro sarebbe rimasto solo delle fantasie infine un lontano ricordo impresso nel suo cuore.

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