Un fidanzato per Setsuna

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. 
Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. 
Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  

Ciao Gina!

***

Un fidanzato per Setsuna

( immagini tratte da internet )

 

 

 

Il compleanno di Michiru, per una qualche combinazione, cadde proprio in corrispondenza dell'annuale ricevimento tenuto dall'Associazione degli Estimatori di Musica Lirica. Un evento organizzato dai più facoltosi esponenti dell'alta società, al quale sarebbero intervenuti musicisti e cultori d'opera provenienti da tutto il mondo.
Per Michiru fu un'emozione immensa, quando le chiesero di mettere a disposizione la propria villa di famiglia come teatro per il ricevimento. In qualità di ospite d'onore, oltre a ricevere il premio dell'associazione per i suoi meriti artistici, avrebbe aperto lei stessa la serata musicale davanti a un pubblico senza precedenti.
La villa dei Kaiou fu addobbata per l'occasione, dimodoché gli interni già incredibilmente grandi e sfarzosi la facessero assomigliare a una reggia sontuosa, con ricche decorazioni in seta e oro massiccio concesse dagli organizzatori. Le rose quasi non si contavano, tanto riempivano ogni angolo della villa, e il loro fresco profumo si spandeva per tutta la casa come l'emanazione quasi palpàbile di un sogno.
Mentre gli invitati gremivano l'ampio salone, conversando affabilmente tra una coppa e l'altra di champagne, la bella Michiru scese a fare gli onori di casa con un sorriso raggiante dipinto sul volto.
Gli ospiti ammutolirono, data la sua bellezza, e subito levarono i calici alla salute della stupenda padrona di casa e della sua nota promessa di violinista.
Anche Haruka e Setsuna, unendosi al brindisi generale, augurarono di cuore ogni bene alla loro amica.
Michiru si avvicinò a loro, non senza una certa difficoltà, sospirando al pensiero che la serata era appena agli inizi.

- Se avessi saputo che sarebbe stato così faticoso - mormorò. - Avrei declinato l'offerta su due piedi...
- Scherzi - sorrise Haruka, sfiorandole dolcemente la guancia con un bacio. - Tutto il mondo è qui per renderti omaggio e tu ti preoccupi della stanchezza?
- Parli così perché non sei al mio posto!
- Ci mancherebbe, l'onore è tutto tuo!

Dato il tono fortemente sarcastico di Haruka, nel pronunciare la parola"onore", perfino Setsuna non riuscì a trattenere una risatina divertita.
In quel mentre, Michiru venne chiamata sul palco per ricevere gli applausi e la targa in argento dalle mani del presidente dell'associazione.
Michiru arrossì vistosamente, ringraziando i presenti con un lieve inchino, mentre l'anziano ed austero presidente dalle folte sopracciglia color neve annunciava la sua esibizione di apertura del concerto.

- E con immenso onore - esclamò. - Assieme ai più sinceri auguri per il suo compleanno, invito tutti i presenti a salutare con un applauso Michiru Kaiou che ci delizierà con un brano di sua composizione!

Michiru prese dunque elegantemente il violino, verificandone l'accordatura perfetta, e, dopo aver tirato un profondo respiro, chiuse gli occhi e cominciò a suonare.
Le note che scaturirono dallo strumento, come il fresco turbinìo delle foglie d'autunno o la fioritura dei petali di ciliegio, giunsero alle orecchie del pubblico come il canto melodioso di una sirena. Nelle sue mani esperte, il violino sembrava dotato di vita propria. Michiru suonava apparentemente senza alcuno sforzo, con una serenità ed una naturalezza a dir poco invidiabile, eppure nessun musicista avrebbe saputo raggiungere quei livelli neppure volendo.
Non era soltanto musica quello che Michiru stava suonando.
Forse non veniva neppure dalla Terra ma da qualcosa di molto più grande e lontano, come la vastità dell'oceano o l'immensità del cosmo e dei pianeti senza memoria che punteggiavano di stelle il nero manto della notte.
Era troppo bello per potersi descrivere.
Perfino il presidente e i membri dell'associazione erano a bocca aperta, incapaci di trovare parole adeguate per esprimere ammirazione a ciò cui stavano assistendo. Michiru pareva averli ipnotizzati, senza nemmeno accorgersene, e le sue mani scorrevano abilmente l'archetto e le corde dando vita a quella specie di incantesimo.
Il pubblico la ascoltava rapito, alcuni addirittura con le lacrime agli occhi, esitando quasi a respirare per il timore di farsi sentire. Infatti né un colpo di tosse o altro proveniva dalla sala, avvolta nel più completo silenzio, e le note riecheggiavano limpide e cristalline come il frangersi delle onde sull'immobilità degli scogli.
Alla fine, nessuno ricordava di avere mai assistito a qualcosa del genere.
L'ultimo accordo di Michiru fu seguito da un lungo silenzio, quasi nella speranza che ella suonasse ancora, giacché la magia delle note era giunta al cuore di ognuno.
Ringraziando formalmente l'attenzione del pubblico con il consueto inchino, Michiru scese dal palco come se avesse appena fatto la cosa più semplice del mondo. Al presidente occorsero un buon paio di minuti, per riprendersi dall'intorpidimento onirico, ma si sforzò ugualmente di ringraziare ed annunciare il proseguo della serata chiamando via via gli altri musicisti ad esibirsi.
Mentre si riuniva alle sue amiche, Michiru fu tempestata di elogi e complimenti. Innumerevoli signore ingioiellate ed impellicciate, così come eleganti signori dalla flemma aristocratica, si accalcarono garbatamente a rivolgerle i più sentiti ringraziamenti per l'ascolto di una melodia così commovente e meravigliosa.
Michiru ritornò i ringraziamenti con gratitudine, non senza una punta di lieve imbarazzo, ma incontrò una certa difficoltà nel rispondere con cortesia a tutti i bei giovanotti che ingenuamente speravano di far colpo su di lei. Per fortuna Haruka intervenne a darle sostegno, incutendo il dovuto timore della sua fredda espressione glaciale, e ognuno di quei damerini batté chiaramente in ritirata.
Setsuna sorseggiò la sua coppa di champagne, ferma e in disparte presso una delle ampie colonne della villa, ignara di essere stata anch'essa notata.
Facendosi pomposamente avanti infatti, vestito di un elegante smoking e una bianca camicia di seta, un giovanotto dagli occhi sottili le si rivolse con un sorriso gentile.

- Posso avere l'onore di conoscere il vostro nome? - domandò.

Setsuna lo squadrò attentamente, avvertendo un leggero fastidio per il tono mellìfluo nella voce dell'altro, tuttavia rispose alla domanda con cortesia.

- Lei è indubbiamente la donna più affascinante di questa serata - commentò sfacciatamente l'individuo. - Ma la prego, mi permetta di presentarmi: il mio nome è Vladimir Krunzsmàrik, principe di Lituania, onorato di fare la vostra conoscenza!
- Mi perdoni, Altezza - si scusò Setsuna, sforzandosi di trattenere il suo evidente disagio per i modi arroganti e la tracotanza dell'altro. - Ma temo di non essere altrettanto "onorata"... Con permesso!

Davanti ad un simile affronto, il principe si stupì.
Come osava una misera plebea giapponese rispondergli a quel modo?
Se costui avesse avuto un briciolo di cervello funzionante, invece di importunarla, si sarebbe detto che era meglio non insistere ulteriormente. Ma abituato com'era ad averle tutte vinte, non sopportando alcun rifiuto, subito si accinse a seguirla in una piccola stanzetta appartata lontano dal salone principale.
Qui Setsuna sperava di averlo scoraggiato ma, sentendosi nuovamente chiamare da costui, comprese fin troppo bene con che razza di individuo aveva a che fare.

- Potrebbe almeno mostrarsi un po' più gentile - esclamò freddamente il principe. - In fondo, le ho solo offerto di poter beneficiare della mia compagnia!
- La ringrazio, ma è un beneficio del quale faccio volentieri a meno - rispose Setsuna sprezzante.

Vladimir strinse gli occhi, gettando a terra il calice di vetro con uno schianto, e subito afferrò il polso di Setsuna con una smorfia crudele e arrabbiata.

- Ma chi ti credi di essere, per potermi parlare così - sibilò costui tra i denti.
- Mi tolga le mani di dosso - sussurrò Setsuna impassibile.

Per tutta risposta, il "principe" le si strinse addosso con intenzioni assai poco onorevoli.
La mano sempre stretta attorno al polso di Setsuna, mentre l'altra già scendeva lungo le pieghe nere del suo elegante abito da sera, non lasciava dubbi su ciò che realmente voleva quel porco.
Setsuna non avrebbe mai inteso fare scenate, per non danneggiare socialmente l'immagine di Michiru al cospetto di tutti coloro che erano presenti nella villa quella sera, ma quel viscido verme altolocato si stava spingendo sin troppo oltre la sua pazienza.

- Di' la verità, che anche tu non vedevi l'ora - ghignò raucamente Vladimir, scorrendo la mano sulla stoffa, in cerca dell'intimità di Setsuna. - L'ho capito subito che razza di puttanella eri...

Ora era davvero troppo!
Incapace di trattenersi oltre, Setsuna investì i regali attributi del principe con una precisa ginocchiata all'altezza dell'inguine.
L'uomo emise un rantolo, pallido in volto con gli occhi spalancati dall'immenso dolore, e si accasciò a terra... trascinando rumorosamente con sé il vasellame d'argento posto su un tavolino lì accanto.
Il rumore attirò l'attenzione degli ospiti che, ignari dell'antefatto, poterono solo osservare esterrefatti come il "nobile" principe Vladimir fosse stato buttato a terra da una emerita sconosciuta.
Michiru ed Haruka, che pure erano all'oscuro dei dettagli sulla faccenda, rimasero sconvolte dall'accaduto al pari degli altri.
Setsuna comprese che, per non coinvolgere negativamente Michiru agli occhi di tutta quella gente, le conveniva tacere la molestia subita e abbandonare la villa senza dire una parola.
Lasciando dunque il principe a piagnucolare sul pavimento, piegato su sé stesso nel tentativo di trovare conforto per i propri genitali, costei attraversò la sala incurante dei commenti e dei mormorii che gli ospiti si scambiavano al suo passaggio.

- Avete visto, che roba?
- E' incredibile...
- Ma chi è quella donna?
- Che scandalo, non credo ai miei occhi...
- E' una vergogna!
- Aggredire un principe, nel mezzo di un ricevimento...
- Che donna volgare, sono scioccata!
- Ma chi l'ha invitata, poi...
- Si sarà intrufolata, non c'è altra spiegazione!
- Bisognerebbe chiamare la polizia...

Setsuna attraversò la sala del ricevimento a testa alta, incurante degli sguardi ostili e delle frasi di disprezzo che pure le giungevano distinte all'orecchio, senza giustificare in alcun modo il proprio comportamento.
Non si fermò neppure quando, sganciandosi accidentalmente la buccola, uno degli orecchini le scivolò andando a finire sul pavimento.
Uno degli ospiti, un giovane biondo dagli occhi puri ed innocenti come quelli di un angelo, si chinò dunque a raccoglierlo guardandola andare via con una triste espressione di sbigottimento. Non riusciva a credere che una donna tanto bella ed elegante nel portamento potesse agire così senza una ragione più che valida. Purtroppo però, non sapendo neppure chi era, non poteva certo correrle dietro per restituirle ciò che le apparteneva.
Michiru pregò Haruka di aiutarla a calmare gli ospiti, trovando una scusa per defilarsi, e subito corse dietro a Setsuna per apprendere dalla sua voce ciò che realmente era successo.

- Setsuna - esclamò, scendendo in fretta le scale che davano sul giardino della villa. - Vuoi spiegarmi, per favore?

Setsuna si voltò a guardarla tristemente.

- Mi dispiace, credimi, non volevo metterti in imbarazzo davanti ai tuoi ospiti...
- Ma cosa c'entra questo - protestò vivamente Michiru. - Non è da te, comportarti così senza un motivo... Voglio sapere che cosa è successo tra te e l'uomo che hai colpito?

Setsuna esitò.

- Lascia perdere - mormorò. - Anche se te lo dicessi, non servirebbe a niente: passerei comunque dalla parte del torto, qualunque cosa dicessi, perciò è meglio che me ne vada!
- Setsuna, guardami negli occhi - disse Michiru trattenendola per un braccio. - Che cosa ti ha fatto? Ti ha mancato di rispetto? Se è così, devi dirmelo...

Silenzio.
Setsuna rifiutava ostinatamente di giustificarsi, per non compromettere ulteriormente Michiru, dando prova di vera amicizia nei suoi confronti. Accusando pubblicamente il comportamento inqualificabile del principe, infatti, nessuno tra i presenti avrebbe preso per buona la sua parola. Michiru si sarebbe assunta onerosamente di difendere la propria amica, attirandosi contro il veleno della società bene, con l'unico risultato di compromettere gravemente la sua carriera artistica agli occhi di persone tanto influenti.
Doveva assumersi il peso del suo gesto, con tutto quel che ne conseguiva, per rispetto di un'amica e per non recarle danno alcuno.
Michiru non poté fare altro che osservarla silenziosamente, senza poter fare o dire nulla per aiutarla, con un forte disagio nel cuore misto ad una sensazione di chiara impotenza.
In quella, affacciandosi sulla scalinata esterna, il biondo giovanotto che aveva raccolto l'orecchino di Setsuna si imbatté in Michiru che stava rientrando nella villa.

- Mi scusi, signorina - esclamò cortesemente. - Conosce per caso la persona che è appena andata via?

Michiru strinse gli occhi rabbiosamente.

- Qualunque cosa abbia fatto, mi assumo io personalmente la responsabilità per il suo gesto!
- No, guardi che c'è un equivoco - proruppe il giovane. - Vede, il fatto è che, mentre andava via, la signora ha perso il suo orecchino... Purtroppo non la conosco, e non ho modo di restituirglielo, perciò mi sono permesso di chiedervi se...

Michiru comprese, scusandosi col giovane per il suo tono aggressivo, mentre l'altro chinò il capo con costernazione presentandosi convenientemente.

- Michael Conaissànce - disse. - Non so cosa sia successo ma sono sicuro che quella signorina è stata accusata ingiustamente e, se me lo permette, anch'io vorrei poter prendere le sue difese! 

continua )...

 

Angolo Autore:

 

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Setsuna non era tipo da cedere alla collera, se non per una ragione più che valida, e questo Michiru e Haruka lo sapevano bene.
Il punto era che, offeso ed incollerito dalla reazione che la donna aveva opposto alle sue disgustose profferte, il principe Vladimir non mancò di fomentare quello che già la maggior parte degli ospiti pensava circa l'accaduto: secondo la sua versione dei fatti, quella emerita sconosciuta aveva avuto l'ardire di circuìrlo e, sentendosi respinta dalla dignità del giovane aristocratico, aveva avuto anche la sfrontatezza di aggredirlo fisicamente.
Haruka e Michiru erano semplicemente indignate dalla falsità del principe, intuendo altresì che la sgradevole vicenda doveva essersi svolta esattamente al contrario, purtroppo non potevano contrapporre alcuna testimonianza per sbugiardare pubblicamente quel disgraziato. Solo il giovane Michael, pur senza conoscere colei che aveva avuto modo di vedere soltanto di sfuggita, pareva convinto che la donna era in realtà vittima di un grave torto.

- Mi dica, principe Vladimir - esclamò Michael, anticipando Michiru nell'atto di affrontare quel nobile millantatore. - E' sicuro di non aver fatto o detto qualcosa per offendere la dignità della signora che sta accusando?

Subito si levò un mormorìo di stupore ed incredulità.
Vladimir inghiottì amaro, sentendo che la sua parola veniva messa in dubbio, ma anche Michael Conaissànce apparteneva a nobili origini in quanto discendente diretto di una delle più antiche famiglie dell'aristocrazia francese.

- Vede - proseguì Michael, sfidando l'altro apertamente. - Mi riesce assai difficile credere che una donna davvero in malafede abbia inteso lasciare la serata senza nemmeno una parola in propria difesa; da ciò che ho visto, sarei sì propenso a credere che la signora in questione abbia agito in maniera violenta... Ma non potrei darle torto, se la causa del suo comportamento venisse da un'ipotesi che mi ripugna anche solo immaginare!
- Cosa vuole insinuare?
- Io non insinuo, principe Vladimir, bensì "affermo" - proseguì Michael deciso. - Affermo che la signora da voi accusata è innocente, affermo che voi siete un villano, e in ogni caso qui, alla presenza di testimoni, vi chiedo riparazione!

Nessuno dei presenti riusciva a credere alle proprie orecchie.
A conferma delle sue parole, schiaffeggiando pubblicamente l'altro in pieno volto, Michael gettò a Vladimir il guanto di sfida.
Ora il principe era davvero infuriato.
Raccogliendo la sfida di Michael, rispondendo come di rito "dove" e "quando", sembrava davvero convinto di riscattare così il proprio onore.

- Tra due giorni, all'alba - puntualizzò Michael. - Così avrà il tempo di nominare il padrino e di scegliere l'arma del duello!

Dal momento che la situazione aveva assunto una piega inaspettata, nessuno nella sala osò proferire una parola di più.
Vladimir lasciò il ricevimento, giurando in cuor suo di vendicarsi, tuttavia gli era noto che il francese fosse uno spadaccino di tutto rispetto ed un tiratore scelto.
Michiru ringraziò commossa Michael, per la generosità con cui si era pronunciato in difesa della sua amica Setsuna.

- Per carità - rispose il giovane con un sorriso. - Era mio dovere, così come spero mi sia concesso restituire questo orecchino alla sua legittima proprietaria!

***

Frattanto Setsuna insisteva nel non voler in alcun modo esprimere la sua versione sulla faccenda.
Certo era ferita ed amareggiata, ma non per questo avrebbe mai inteso mettere a parte qualcuno dell'inqualificabile volgarità di quel principe pervertito. Piuttosto preferiva che altri la accusassero a torto, dipingendola come una donna senza alcuna morale né ritegno, ma non era assolutamente disposta a rivelare ciò che costui le aveva fatto... o che avrebbe inteso farle, se lei non avesse puntualmente e giustamente reagito.
In questo, Setsuna non assomigliava né ad Haruka né a Michiru.
Pur non condividendo in pieno l'atteggiamento delle sue due compagne, Setsuna Meiou non era meno forte di loro.
Era una donna profondamente riservata, introversa ed enigmatica, ma anche molto decisa e sicura delle proprie scelte. Se si poneva un obiettivo, in virtù delle proprie ragioni, non c'era poi verso di farle cambiare idea.
Dal suo punto di vista, infatti, era convinta che il principe Vladimir avesse già provveduto a dipingerla come una povera squilibrata. Nessuno poteva permettersi di accusare un principe, senza opporgli contro delle solide prove concrete, e men che meno poteva pretendere che la sua parola venisse ascoltata tranquillamente al pari di questi.
Tuttavia, avendo abbandonato la festa prima del tempo, Setsuna ignorava che una persona assai influente aveva inteso difenderla dinanzi a tutti.
Sia Michiru Che Haruka avevano provato a telefonarle, per metterla a parte dell'accaduto, ma Setsuna evitava ostinatamente di rispondere al telefono.
Non se la sentiva di ascoltare domande alle quali non intendeva rispondere e, a parte questo, si vergognava profondamente di avere forse screditato l'immagine di Michiru agli occhi della società altolocata.

- Forse dovrei andarmene, per un po' - pensò dolorosamente, mentre il telefono squillava per l'ennesima volta dall'altra sera. - Michiru non accetterà il mio silenzio, malgrado il mio non volerla coinvolgere, e dubito anche che accetterà le mie ragioni in merito!

Mentre rimuginava su questo, ignorando il trillo insistente dell'apparecchio, Setsuna finì di chiudere la valigia e si accinse ad uscire dal suo appartamento per poi chiudere la porta a chiave.
La corriera che conduceva alla stazione era in ritardo.
Setsuna guardò l'orologio, valutando se era il caso di lasciare la città col primo o con l'ultimo treno in partenza, e intanto sospirava.
Da un lato le dispiaceva dover fuggire così, come una ladra, ma dall'altro sentiva di non avere altra scelta.
Restare significava esporre ulteriormente Michiru alle chiacchiere di una sgradevole umiliazione pubblica.
Meglio scomparire, dunque, lasciando che le malelingue inveissero solo contro la donna che aveva "osato" colpire il principe di Lituania.
Improvvisamente, dalla linea sfocata dell'orizzonte, la sagoma dell'autobus emerse ai caldi raggi solari.
Setsuna fece per sollevare la mano ma, sentendosi chiamare per nome, si voltò di scatto e il conducente passò oltre.

- Signorina Meiou - esclamò una calma voce rassicurante. - E' lei la signorina Setsuna Meiou, giusto?
- Mi scusi, non credo di...
- No, certo, lei non mi può conoscere - spiegò affabilmente il biondo individuo dinanzi a lei. - Ci siamo incrociati per un attimo, quando lei ha abbandonato il ricevimento di ieri sera!

Setsuna principiò a mordersi il labbro inferiore, immaginando qualcosa di negativo, ma l'altro si accinse a presentarsi con garbo.

- Mi chiamo Michael, Michael Conaissànce, e credo di avere qualcosa che le appartenga!

Così dicendo, il giovane tirò fuori l'orecchino luccicante e lo porse agli occhi di una esterrefatta Setsuna.

- Gra... Grazie ma - balbettò lei confusa. - Io non...
- La prego, non deve ringraziarmi - fece Michael con un inchino cavalleresco. - Era mio preciso dovere!
- Ma come ha fatto a sapere dove abito?
- Mi sono permesso di chiederlo alla sua amica, non avendo altro modo di restituirle l'orecchino personalmente, spero non me ne voglia per questo!
- No, certo che no, anzi è molto gentile da parte sua ma...

Setsuna tacque un momento, temendo di parlare a sproposito.

- Vede, il fatto è che... E' così imbarazzante per me, che non so davvero cosa dire!
- La capisco - sorrise Michael, ponendo l'orecchino nella mano soffice e vellutata di lei. - A mio parere, lei non ha nulla di cui vergognarsi: sono convinto che il principe Vladimir le abbia dato una ragione più che valida per agire in quel modo; anche se ignoro i particolari, mi rifiuto di credere che una donna di tale finezza sia solita aggredire il prossimo senza motivo!

Setsuna arrossì.

- Non vorrei sembrarle inopportuno ma, trattandosi di questioni private, mi riesce difficile parlare in mezzo ad una strada!

Entrambi sorrisero, convenendo che era il caso di proseguire la conversazione con maggiore riservatezza, ed insieme entrarono presso una caffetteria lì vicino.
Setsuna si sedette di fronte al nobile francese, ascoltando attentamente quanto questi aveva da dirle, e di nuovo lo ringraziò per la premura dimostrata nel riportarle l'orecchino che aveva smarrito.


- Le sono davvero riconoscente - esclamò. - Ha avuto un pensiero molto gentile, non so davvero come ringraziarla!
- Per carità, era il minimo che potessi fare - fece l'altro. - Mi dispiace solo di non aver potuto far niente per impedirvi di abbandonare la festa: mi rincresce, dico sul serio, quello che ha fatto il principe Vladimir è imperdonabile!
- C'è una cosa che non capisco... Perché attribuite la responsabilità dell'accaduto al principe Vladimir? In fin dei conti, non sapete praticamente nulla di me!
- So che siete veramente una donna ammirevole - disse Michael convinto. - Il vostro contegno, con cui evitate di menzionare l'accaduto, non vi fa altro che onore... Poche donne avrebbero taciuto, opponendo la stessa ferma dignità di fronte a un simile villano, ma voi avete tutto il mio rispetto!
- Lei mi lusinga - fece Setsuna, evitando timidamente il suo sguardo. - Il fatto è che ho troppo rispetto verso la mia amica, per dire apertamente come stanno le cose, e preferirei che non si esponesse ad eventuali critiche sociali solo per prendere le mie difese!
- Comprendo - annuì Michael. - E sono sempre più convinto che le accuse di Vladimir nei vostri confronti non siano altro che puerili menzogne!
- Ignoro cosa possa aver detto di me il principe Vladimir e, in tutta franchezza, la cosa non mi interessa - tagliò corto Setsuna. - Gradirei anzi il non doverlo sentir menzionare, dato che mi risulta indifferente, e le sarei grata di voler considerare chiusa l'intera questione!

Michael evitò accuratamente di fare parola con Setsuna del duello che avrebbe avuto con Vladimir di lì al giorno seguente, temendo che costei volesse scoraggiarlo, ma si disse rispettoso del suo desiderio ed evitò di menzionare lo spiacevole individuo.
Dal momento che, come andava dicendo Michael, le accuse del principe risultavano ora di dubbia fondatezza, Setsuna non riteneva più necessario abbandonare la città.
Dopo aver finito di sorseggiare il caffé, costei accettò di buon grado l'offerta del giovane di accompagnarla a casa.
C'era qualcosa in lui che l'affascinava, oltre all'aspetto e ai modi garbati, ma non avrebbe saputo dire con esattezza cosa.
Forse il fatto che, pure essendo per lei un perfetto estraneo, Michael pareva crederle sinceramente. Non sapeva niente di lei, ad eccezione del suo nome, eppure era rimasto fortemente e piacevolmente colpito dalla dignità e compostezza che, tanto armoniosamente, si sposavano all'aspetto magnifico e conturbante della bella Setsuna.

- Grazie ancora di tutto - mormorò Setsuna con un sorriso, una volta che Michael l'ebbe riaccompagnata a casa. - Spero che capiterà l'occasione per incontrarci ancora!
- Lo spero anch'io - ammise l'altro. - Tantopiù che ho deciso di trattenermi in città per un importante questione, un impegno al quale non posso assolutamente mancare... Avrei piacere di invitarla a cena, se non fosse così prematuro, ma certo comprenderei il suo rifiuto!
- Come corre - osservò Setsuna. - Perché io possa rifiutare, dovrebbe prima invitarmi, non crede?

Michael drizzò le orecchie.
Quasi non riusciva a credere che una donna tanto bella ed affascinante potesse essere interessata a lui. A Setsuna non importava nulla del suo lignaggio, o di quanto importante fosse la sua posizione sociale, semplicemente aveva piacere di approfondire la conoscenza di un giovanotto sincero ed educato nei modi di fare.
Nel mentre che ella gli sorrideva, Michael sentì il cuore che gli batteva forte nel petto.
Era come se il volto di lei, incorniciato da lunghi capelli scuri, splendesse ora più luminoso di quello di una dea.

- Non vuole dirmi proprio niente? - rintuzzò Setsuna, quasi divertita dall'espressione dell'altro.

Michael deglutì, raccogliendo il coraggio necessario per porgerle la domanda senza alcun imbarazzo.

-  Vuole... Vuole venire a cena con me, stasera?
- Con molto piacere - rispose Setsuna convinta. 

continua )...

 

Angolo Autore:

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