Elected

di Aman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Assedio alla Fortezza ***
Capitolo 2: *** Il Consiglio degli Ultimi ***



Capitolo 1
*** Assedio alla Fortezza ***


PROLOGO

Nell'oscurità più recondita dell'Universo c'era un Regno,
Aeseihimir.
Questo Regno, più che essere stato dimenticato... diciamo
che non è mai stato visto da nessuno... si trova troppo
lontano dalla Terra per essere scorto perfino con i più
potenti telescopi inventati dall'uomo, figuriamoci ad occhio
nudo.
Aeseihimir di per sé non era proprio un Regno, anche se gli
Aesir (gli abitanti di Aeseihimir) si vantavano in tutto
l'Universo del loro “Regno delle Stelle”.
Per dirla tutta, Aeseihimir era una fortezza, un enorme
palazzo che si stagliava nell'oscurità siderale dello spazio,
illuminato dalle stelle.
Alla base della fortezza c'erano otto scalinate di marmo, le
quali conducevano ad otto entrate, con tanto di timpano
scolpito, le quali entrate si aprivano su otto corridoi
regolari, i quali corridoi conducevano ad otto altari, i quali
altari davano su un'unica, grande sala, l'Yggdrasi.

La sala era a pianta circolare, formata da centinaia di
edicole con statue di Re e Regine tutt'intorno ad una
meridiana di pietra.
Al centro della meridiana c'era un albero, un comunissimo
frassino, circondato da un raggio di due metri di fertile
terreno erboso, l'albero era chiamato Yggdrasill. (in lingua
Aesir “Colui che regge l'Universo”)
Gli Aesir che abitavano la Fortezza erano discendenti dei
primi coloni della Terra, i quali vennero sparsi fra le stelle
milioni di anni prima.
Gli Aesir dedicarono la propria vita a proteggere Yggdrasill
e tenere nascosti i segreti dei Dratys, un antico Ordine
monastico di potentissimi maghi, estinti da moltissimo
tempo.
Per molti secoli riuscirono nel loro intento senza problemi,
ma forze oscure stanno cospirando contro gli Aesir e i loro
segreti...

ASSEDIO ALLA FORTEZZA

La figura più importante di Aeseihimir era il Re, temuto e
rispettato da tutti gli Aesir.
Hadragast, ultimo Re di Aeseihimir era scomparso
prematuramente.
Alcuni mormoravano che fosse morto per una vecchia
ferita di guerra non curata, altri che fosse stato avvelenato
nel sonno.
Insomma, se n'era andato prima del tempo ed aveva
lasciato il trono vacante.
Suo figlio, Wotan, aveva solo undici anni, un'età
decisamente non adatta per diventare Re.
Per questa ragione il precettore del Principe Wotan, Lord
Orien, era stato chiamato a ricoprire la carica di Sire
Provvisorio di Aesehimir.
La meridiana di Yggdrasill segnava che il sole della Terra
era in procinto di compiere l'ennesima rotazione completa
attorno al proprio asse.

– Quello è il mondo da cui provengono i nostri
antenati. La Terra – Lord Orien indicò una piccola palla di
rame sul dettagliato planetario fluttuante.
– È un Regno così piccolo? – domandò Wotan.
Anche se era ormai grandicello, il futuro Re sapeva ancora
meravigliarsi in una maniera unica.
– No, Wotan. È molto più grande –
– Lord Orien! – una Guardia Aesir in piena uniforme
militare fece irruzione nell'Yggdrasi, ansimante.
– Che succede? – domandò Lord Orien, allarmato.
– Mio signore. Un vascello non identificato è
attraccato alla Quinta Scalinata! Il capitano del vascello
richiede di parlare con voi –
– Va bene – annuì Lord Orien, poi si rivolse a Wotan.
– Per oggi la lezione è finita. Torna pure nelle tue
stanze a ripassare i moti celesti –
Il ragazzino rimase attonito per un attimo, poi si destò e si
congedò senza fare domande.
Wotan varcò di corsa la soglia dell'Yggdrasi.
Con un saluto militare, anche la Guardia Aesir si allontanò.

L'oscurità dello spazio siderale scese su tutta la sala.
La luce delle stelle si convergeva nel lucernario posto sul
soffitto a volta, proiettando un'unica colonna di luce in
mezzo alla sala.
La luce assunse colorazioni nitide e definite.
Una figura umana si delineò in piedi davanti a Lord Orien.
Una voce dolce e controllata riecheggiò nell'Yggdrasi.
– Bene, bene – commentò la voce – Vedo che anche
voi Aesir avete sviluppato una tecnologia di comunicazione
a distanza. È curioso come riusciate ad utilizzare
direttamente la luce dei corpi celesti... –
– Grevius! – Lord Orien strinse i denti e si trattenne
dall'impulso di lanciarsi a spada tratta contro la figura
olografica.
– Esatto, Orien! Sono proprio io... o forse ora dovrei
chiamarvi... “Vostra Maestà”? –
– Non perdere tempo a vaneggiare, Grevius. Dimmi
perché sei tornato! –
– Dovresti saperlo già –
– Se è per il potere dei Dratys, ti informo ufficialmente
che stai perdendo tempo. Non te lo consegneremo mai! –
– So essere molto persuasivo... –

– Venendo qui hai dimostrato solo di essere folle! –
– Penso che i folli siate voi, a non esservi ancora messi
in salvo –
– Le tue minacce non mi spaventano! So che sei troppo
stupido e troppo orgoglioso per esserti portato dietro un
esercito! –
– Ed io so che non avete armi sufficientemente potenti
per abbattere il mio vascello. Dunque in questo momento
sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, visto che
ora sono attraccato a voi e non potete andarvene –
– Sei un vigliacco, oltre che scorretto! –
– Apri gli occhi, Orien! Una guerra non si vince con il
coraggio o con i buoni propositi, ma con l'astuzia e le
trovate geniali. Appresto, Orien! Ci risentiremo quando voi
Aesir avrete ritrovato la ragione, e comprenderete che è
molto più conveniente darmi il potere di Dratys ora,
piuttosto che temporeggiare inutilmente –
La figura di Grevius si fece sempre più vacua e tremolante,
finché non scomparve definitivamente.
In un impeto di rabbia, Lord Orien tirò un pugno contro
una colonna dell'Yggdrasi.
Grevius teneva gli Aesir in trappola come topi!

– Guardia! – chiamò Orien, a gran voce.
– Sì, mio signore? – annuì la Guardia, impettita.
– Richiama il Consiglio degli Ultimi Dratys! Dì loro
che è una questione di vita o di morte! –
La Guardia stava già per imboccare il sesto corridoio,
quando a Lord Orien venne in mente un'ultima cosa...
– Chiama Jabok. Avrò bisogno anche di lui –
 

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Capitolo 2
*** Il Consiglio degli Ultimi ***


IL CONSIGLIO DEGLI ULTIMI

Il leggendario Primo Re di Aeseihimir, quando ancora la
fortezza era in costruzione, ordinò di creare una stanza di
ritrovo in cui egli ed i più grandi esponenti dell'Ordine dei
Dratys potessero discutere in pace riguardo a problemi
universali molto delicati.
La stanza venne utilizzata di sovente per molti secoli.
Ogni Re di Aeseihimir, almeno una volta nella vita, vi
teneva un comizio con i Dratys. (anche solo per salutarli o
per continuare la tradizione consolidata)
Dopo l'estinzione dell'Ordine, i pochi Dratys rimasti si
rifugiarono ad Aeseihimir, e da allora la stanza venne
utilizzata molto frequentemente.
Non era passato neanche un mese da quando il Consiglio
degli Ultimi si era riunito l'ultima volta, ma l'assedio di
Grevius aveva messo in allarme anche i più scettici fra i
venerabili Dratys.

I membri anziani dell'Ordine Dratys erano in piedi davanti
alla pedana circolare centrale. (immancabile elemento
architettonico di tutte le stanze di Aeseihimir)
Lord Orien entrò nella sala a passo svelto.
– Saggi Dratys! La situazione è precipitata
velocemente ed io ho bisogno del vostro consiglio –
– Non dovevi fidarti di Grevius, Orien! Avresti dovuto
ucciderlo anni or sono, quando ne avevi la possibilità! –
esclamò furibondo Panricis, anziano Dratys dalla forma di
grosso rettile ingobbito; di carattere facilmente
disprezzabile.
– Orien non poteva saperlo, Panricis. Grevius gli aveva
dato la sua parola... – mediò Hawan, Umano di età molto
avanzata, calvo, ma con capelli che dalla nuca scendevano
lunghissimi sulla schiena incurvata; fin da giovane si
reggeva ad un bastone, anche se nessuno sapeva bene a
cosa gli servisse veramente.
– Vorrei anche sentire il parere di Opalin – propose
Orien.
Una figura decisamente non umana si fece avanti
dall'ombra, dov'era abituata a stare rintanata.
Opalin aveva l'aspetto di una formica gigante
antropomorfa, proveniente da un mondo lontanissimo.

Nonostante il suo aspetto, Opalin era una delle creature più
sagge ed altruiste dell'Universo.
– Forse non è ancora tardi per tentare un accordo con
Grevius – propose.
– Non temo che sia più possibile. Grevius è disposto a
lasciare l'assedio solo in cambio del potere dei Dratys –
– Allora cosa pensate di fare, Lord Orien? –
– Mi è venuta in mente un'idea, un'idea rischiosissima,
e perciò ho bisogno del vostro consiglio e del vostro
consenso per metterla in pratica –
– Di cosa si tratta? – domandò Hawan.
– Propongo di affidare il potere dei Dratys a Jabok –
– Assolutamente no! – ribadì Panricis – Non affiderei
mai la nostra unica fonte di magia a quel giovane terrestre e
alla sua banda di rinnegati –
– Già! – esclamò Hawan – Ti dimentichi forse che li
abbiamo banditi da Aeseihimir cinque anni fa? –
– Non esattamente. Cinque anni fa il Re Hadragast
bandì il gruppo di ragazzi terrestri che avevano servito i
Dratys, ma non Jabok. Quel ragazzo è sempre rimasto
fedele al Re e poi a me –
– Ragionate, fratelli Dratys – disse Opalin – In questo
momento Jabok è l'unico che possiede il potere di spostarsi
da Aesehimir alla Terra senza essere visto da Grevius. Se
affidiamo a lui il nostro potere... –
– ...sicuramente lo utilizzerà per scopi personali! –
concluse Panricis.
– Non è detto, Panricis – intervenne Hawan – Tal volta
bisogna anche sapersi fidare delle persone, senza per forza
esserne sicuri al cento per cento... specialmente in
situazioni delicate come questa –
– Avete la mia parola, Sommi Dratys, che Jabok è uno
dei miei guerrieri migliori. Non ho dubbi che egli ci potrà
liberare dall'assedio di Grevius – disse Lord Orien.
– Non promettere, stolto Aesir! – ringhiò Panricis,
sfoggiando una doppia fila di denti appuntiti.
– Hai la mia approvazione – disse Opalin.
– Anche la mia – aggiunse Hawan.
– Siete impazziti!? Vi rendete conto che stiamo
mettendo a rischio l'ultimo briciolo di magia che ci è
rimasto!? –
– Sarà sempre meglio che starcene qui con le mani in
mano. Oltretutto, questo Jabok mi ispira molto... – Opalin
si rivolse a Lord Orien, fissandolo con i giganteschi occhi composti.
Orien si fidava ciecamente della saggezza di quel Dratys.
– Lord Orien. In maniera del tutto eccezionale ti affidiamo
la Stella dei Dratys, catalizzatore del nostro potere. Sempre
che il Maestro Panricis non abbia nulla in contrario... –
Panricis abbassò la testa, sbuffando dalla vergogna.
– Avete anche la mia approvazione – disse
controvoglia.
Un inserto delle pedana circolare a mosaico si staccò dal
pavimento, fluttuando a mezz'aria.
Hawan, Panricis e Opalin tesero le mani (e le zampe) in
avanti.
Un raggio di luce investì l'oggetto, il quale assunse una
forma irregolare dagli angoli spigolosi smussati.
– Questa è la Stella dei Dratys? – domandò Lord
Orien.
– Sì – rispose Hawan – Tutto ciò che rimane del nostro
millenario Ordine ora risiede in questo amuleto –
– Mi auguro solo che questo ragazzo di cui tanto vi
fidate sappia davvero il fatto suo –
La Stella dei Dratys fluttuò dolcemente nell'aria, fino a
posarsi fra le mani guantate di Lord Orien.
– Jabok non mi ha mai deluso – disse Orien.
– Il Consiglio degli Ultimi ha deliberato! – dichiarò
Hawan – La riunione è terminata! –
Quella sera al piccolo Wotan non venne concesso di uscire
dalle sue stanze.
Orien voleva essere sicuro che non corresse rischi, o forse
non voleva che il piccolo scoprisse ciò che realmente stava
accadendo.
“ Ha già ascoltato un pezzo di conversazione fra me e la
Guardia a proposito del vascello di Grevius, per quanto mi
riguarda il principino ha già scoperto fin troppo... ” pensò
Lord Orien.
– Lord Orien? –
Orien si voltò e vide un ragazzo in piedi davanti a sé.
Aveva capelli castani crespi, una barbetta rada incolta e un
fisico atletico.
Indossava l'uniforme dei Guerrieri Dratys, ovvero un lungo
saio con cappuccio, guanti e stivali di pelle, e una spada
dalla lama di cristallo appesa alla cintura.
– Ti stavo aspettando, Jabok –
– Mi scusi, mio signore. Ho avuto un po' di problemi
ad entrare nella fortezza con quella... strana nave a sbarrarmi la strada – il ragazzo sfoggiò un sorriso spavaldo.
– Per fortuna Grevius non sa di te e delle tue capacità
elusive. In un certo senso tu sei l'ultima speranza che
rimane a me e a tutta Aeseihimir –
– Cosa volete che faccia, Lord Orien? –
– Torna sulla Terra con questo – Lord Orien passò la
Stella dei Dratys nelle mani forti e callose di Jabok – Di ai
tuoi compagni che abbiamo bisogno di loro, ora più che
mai! –
– Non garantisco che ci riuscirò –
– Tu provaci, Jabok! Ti scongiuro, provaci! Non posso
sopportare di assistere impotente alla rovina del mio
Regno! –
– I-io... cercherò di fare del mio meglio... –
– Grazie, Jabok. Come al solito il tuo aiuto mi è di
vitale importanza –
– Tornerò il prima possibile –
– Io sarò qui ad aspettarti –
– Arrivederci, Lord Orien –
– Addio, Jabok –
Lord Orien guardò Jabok dritto negli occhi.
Ad un tratto non lo vide più, c'era solo aria davanti a sé...
Allora capì che il ragazzo era tornato a casa.

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