Marius Grebb 2 - Fantasmi dal Passato

di Dedalus Lux
(/viewuser.php?uid=561799)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Sorprese estive ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Di nuovo insieme ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Un pericolo per tanti ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Una scelta ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Incontro inatteso ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Volti Nuovi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Sfida alla verità ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - L'uscita dal tunnel ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Lilian Terry ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - La fine dell'attesa ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - I Tre...maghi ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Il furto ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Caccia all'imbroglio ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Botole e botoli ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Rompere il ghiaccio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


AVVERTENZE
Il seguente testo è il prologo del secondo capitolo della serie Marius Grebb - Un giovane Mago 20 anni dopo Harry Potter (potete cliccare sul titolo per essere rimandati alla storia). Per coloro che si imbattono per la prima volta in questa storia, consiglio caldamente di leggersi la prima parte, altrimenti il tutto rischia di essere di difficile comprensione. 
Grazie e buona lettura!


 
Faceva freddo quella sera a Notturn Alley. Nonostante fossero i primi di luglio, il tempo di Londra non era clemente e la tetra via appariva meno accogliente del solito. L'uomo si materializzò e, immediatamente, andrò alla ricerca di un riparo. Ormai era da tre anni che si era tranquillizzato, trovandosi una casa nei pressi di Southampton e vivendo onestamente, con un lavoro da Babbano. Aveva tagliato i ponti con il mondo magico e non si era pentito di quella scelta. Quella mattina un gufo venne a fargli visita e con sé portava una lettera scritta direttamente dal Ministero della Magia. Era breve e nervosa e gli diceva di incontrarsi urgentemente quella sera a Notturn Alley. In quel posto aveva visto per l'ultima volta Kingsley Shacklebolt otto anni prima e, da allora, non avevano avuto più contatti. Decise di ingannare l'attesa fumandosi una sigaretta che non riuscì a concludere visto che, poco dopo, il Ministro si materializzò. 
Differentemente dall'ultimo incontro, Shacklebolt non sembrava aver premura di camuffarsi ed era vestito con abiti da lavoro. Senza dire nulla si diresse verso l'uomo, il quale fino all'ultimo non comprese che le intenzioni dell'altro erano tutt'altro che amichevole. 
- Perché? Spiegami perché! - esclamò Shacklebolt, sbattendo l'uomo verso il muro. 
- Cosa succede? - ribatté l'uomo - Cosa devo spiegare? 
- Voglio sapere quanto ti hanno pagato - insistette il Ministro - Giuro che ti sbatto ad Azkaban e ti ci faccio marcire per il resto dei tuoi giorni. 
- Posso capire che sta succedendo? - sbottò l'uomo, liberandosi dalla stretta del Ministro. 
- Non fare il furbo - disse Shacklebolt - Sai benissimo di cosa sto parlando. 
- Glielo assicuro Ministro - si difese l'uomo - Non riesco a capire cosa sta accadendo. Sono tre anni che non ho più contatti con il mondo della magia. 
- E delle lettere cosa mi dici? - chiese Shacklebolt. 
- Quali? -
- Quelle di Grindelwald e Silente - spiegò il Ministro - Quelle che tu mi feci vedere otto anni fa. Io ti implorai di non diffonderle e invece...
- Quelle lettere sono a casa mia a Southampton - lo interruppe l'uomo - Ho fatto come lei mi aveva detto. Le ho nascoste, le ho dimenticate Le ho mosse solo il giorno del mio trasloco. 
- E dovrei crederti? - borbottò Shacklebolt poco convinto. 
- Sì - insistette l'uomo - Per quale motivo avrei dovuto farle questo? 
- Soldi? - azzardò il Ministro. 
- Ora me la passo bene - ribatté l'uomo - Faccio la vita da Babbano e, sinceramente, guadagno anche bene. 
- Devo fidarmi? - domandò Shacklebolt. 
- Sì, assolutamente - rispose l'uomo - Non virrei mai la rovina del mondo magico. 
Il Ministro della Magia rimase per qualche istante in silenzio. Osservandolo da vicino l'uomo notò che non sembrava in gran forma: aveva grandi occhiaie e sembrava più magro del solito. 
- Potrei sapere cosa sta succedendo? - chiese l'uomo. 
- Qualche giorno fa ad Hogwarts è accaduto un fatto brutto - spiegò - Abbiamo cercato di far trapelare meno dettagli possibili, ma quel che conta sono le motivazioni. 
- Non capisco - borbottò l'uomo. 
- Uno studente di Hogwarts ha rapito una ragazza che sembra abbia le doti di Veggente - disse Shacklebolt. 
- Capisco - disse l'uomo che finalmente comprese lo stato d'animo del Ministro della Magia - Ma questo ragazzo l'ha rapita per farsi fare una profezia? 
- Proprio così - rispose Shacklebolt - Purtroppo l'inchiesta è molto complessa e sembra che sia andata proprio così. 
Un passaggio di quelle lettere che aveva trovato anni fa presso la tomba di Ariana Silente parlavano proprio di quello. Ricordava anche la frase, scritta in una missiva di Grindelwald. 
- Una Veggente può essere la soluzione di tutto - borbottò l'uomo - Ricordo bene quel passaggio che mi colpì. Tra l'altro parlava di torture da infliggere alla persona. Non vorrà dirmi che... 
- Purtroppo sì - confermò Shacklebolt - Fortunatamente la ragazza non ha riportato gravi conseguenze. La situazione è preoccupante. Se questo ragazzo ha letto tutto lo scambio epistolare potrebbe andare avanti. 
- Non lo avete fermato? - chiese stupito l'uomo. 
- È una situazione complicata - spiego il Ministro - Ne abbiamo fermato uno, ma potrebbe non essere stato lui. Tra l'altro questo non saprei proprio come ha fatto ad entrare in possesso di quelle lettere. È cresciuto tra i Babbani. 
- Ma avete la certezza che sia stato lui? - insistette l'uomo, incuriosità e preoccupato dalla vicenda. 
- No, è quello il problema - riprese Shacklebolt - La ragazza rapita lo ha riconosciuto e l'analisi della bacchetta ha riscontrato gli incantesimi scritti nelle lettere. Il problema è che altri ragazzi, che sono intervenuti per salvare l'altra ragazza rapita, hanno accusato un'altra persona. 
- Sono attendibili questi ragazzi? - domandò l'uomo. 
- Penso di sì - rispose Shacklebolt - Ma il problema non è solo questo. La persona accusata dai ragazzi l'avevo incontrata otto anni fa, il giorno dopo che tu mi consegnasti quelle lettere. 
- Ritieni che le abbia viste in quella circostanza? - chiese. 
- Ne sono sempre più convinto - disse il Ministro - Purtroppo non ho prove e, fino a che non viene dimostrato che è stato lui a rapire la ragazza, non posso far nulla. Mi scoccia però dover attendere la sua prossima mossa. 
- Anche perché... - borbottò l'uomo. 
- Proprio così, sarebbe una mossa molto importante - proseguì il Ministro - E ne sono molto preoccupato. 
- Come si chiama questo ragazzo? - domandò l'uomo. 
- Goran Mulciber -


NOTA DELL'AUTORE 
Un saluto a tutti coloro che si apprestano a leggere questa storia per la prima volta e a coloro che già conoscevano, ma hanno continuato a seguire questa seconda parte. 
Finalmente si parte, un capitolo breve, conciso che ci dà indicazioni utili su quanto potrebbe accadere presto. Come fatto anche per il precedente libro, il prologo l'ho dedicato agli altri personaggi, ma dal prossimo capitolo ritroveremo il nostro Marius che vivrà una situazione un po' particolare...
Ovviamente se la storia vi piace e volete lasciare una recensione (o viceversa non è di vostro gradimento, ma volete comunque dire la vostra) mi fa piacere. 
A presto

Dedalus Lux

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Sorprese estive ***


AVVERTENZE
Il seguente testo è il prologo del secondo capitolo della serie Marius Grebb - Un giovane Mago 20 anni dopo Harry Potter (potete cliccare sul titolo per essere rimandati alla storia). Per coloro che si imbattono per la prima volta in questa storia, consiglio caldamente di leggersi la prima parte, altrimenti il tutto rischia di essere di difficile comprensione. 
Grazie e buona lettura!


Marius si svegliò sentendosi un po' indolenzito. Non si era ancora abituato a dormire per terra, coperto da un solo sacco a pelo, dentro ad una piccola e calda tenda. Si trovava in un campeggio in Sardegna assieme alla sua famiglia. Suo papà Maurice era riuscito ad ottenere le ferie e con mamma Diana avevano organizzato una vacanza nella splendida isola italiana. Si sarebbero fermati lì per quindici giorni e Marius non capiva quello che avrebbero fatto in tutto quel tempo, visto che nelle prime cinque giornate il padre gli aveva fatto girare le spiaggie più importanti di quella zona, visitando le città storicamente più significative e mangiando nei ristoranti tipici. Nonostante i tanti spostamenti, Marius stava trascorrendo felicemente la sua vacanza, apprezzando soprattutto i pranzi e le cene: la cucina italiana si era rivelata degna della sua fama e ogni volta aveva la possibilità di gustarsi i prodotti più svariati, sempre molto buoni. Nel corso del suo primo anno ad Hogwarts, aveva avuto la possibilità di godersi la cucina di Hogwarts, sempre di alto livello, ma lì era ancor più buono.
Hogwarts... La scuola entrava spesso nei pensieri di Marius. Nonostante stesse bene con i suoi genitori, spesso sentiva nostalgia di quel luogo magico, del Quidditch, del dormitorio, della Sala Comune e, soprattutto dei suoi amici. Il primo anno era stato impegnativo e alla fine gli aveva riservato brutte sorprese, ma l'esperienza nel complesso era stata fantastica. Aveva molto legato con ragazzi e ragazze della sua età come Matthew Baston, Bruce Sandon, Michelle Paulov, Lucy Weasley e anche con James Potter che aveva due anni più di lui. La persona che gli mancava di più era Juliet Stone. Aveva la sua età, ma era finita nella casa di Corvonero mentre lui era un Grifondoro. Si erano conosciuti il primo giorno di scuola, sull'Espresso di Hogwarts, diventando subito grandi amici. Marius nel giro di poco tempo si era preso una cotta per lei, provando sensazioni mai avvertite prima. Tutto questo inizialmente gli aveva provocato delusioni, in quanto la ragazza si era fidanzata con un ragazzo più grande. Terminata la loro storia pochi mesi dopo, i due si erano molto avvicinati nell'ultimo periodo, ma nessuno aveva trovato il coraggio di dichiararsi. Nel corso dell'estate Marius era riuscito a tenersi in contatto con Juliet tramite cellulare: si inviavano molti messaggi, ma lui non vedeva l'ora di incontrarla di nuovo. 
La lontananza da Hogwarts era stata ben compensata dalla vita di Saint Patrick. Nel mese di luglio si era divertito molto assieme ai suoi vecchi amici Babbani. In particolare aveva trascorso molto tempo con la sua migliore amica Tonia. Marius, fin da bambino, era abituato a vederla tutti i giorni, giocare con lei, chiacchierare, ridere e scherzare e l'inevitabile lontananza non aveva scalfito quel bellissimo rapporto. Era con lei che si confidava su tutto e, soprattutto, era l'unica oltre ai suoi genitori a sapere che lui era un mago. Si ricordava bene quel giorno, al Bar dello Sport, in cui le aveva rivelato che lui sarebbe dovuto partire per studiare a Hogwarts e lei non aveva tradito la sua fiducia, evitando di raccontare a chiunque il suo segreto. Proprio per questo motivo, nel corso delle vacanze, Marius le aveva confidato una sua grande preoccupazione. Le sue giornate erano macchiate dalla paura di incontrare Goran Mulciber per strada. Era un ragazzo di diciannove anni che al termine dell'anno precedente lo aveva minacciato dopo che lui, assieme ad alcuni suoi amici, avevano intralciato i suoi piani. Mulciber aveva rapito e torturato una loro amica, ma era riuscito a farla franca facendo capire che non avrebbe dimenticato ciò che avevano fatto. Quando ripensava alla conversazione avuta sull'Espresso per Hogwarts, in cui il ragazzo gli aveva puntato contro la bacchetta, Marius sentiva un brivido lungo la schiena e iniziava ad essere più guardingo. Fortunatamente in Sardegna non correva il pericolo di incontrarlo e questo lo rendeva più tranquillo. 

Rendendosi conto dell'impossibilità di riaddormentarsi, Marius decise di alzarsi e uscire. Facendo molta attenzione a non intruppare i suoi genitori o Klare, si mise un costume a pantaloncino e una canottiera, poi aprì la cerniera della tenda e uscì. Erano le otto del mattina e in quel momento si stava molto bene: c'era un venticello fresco e i pini impedivano ai raggi del sole di farsi largo; inoltre quel silenzio, interrotto solo dai versi delle cicale e delle upupe, gli piaceva dandogli un senso di particolare rilassatezza. Meno piacevole fu il momento di infilarsi le ciabatte, ancora umide dopo la doccia della sera precedente. 
Una volta pronto, Marius decise di andare al bar a fare colazione. Aveva la possibilità di prendere tutto ciò che voleva, visto che le spese venivano segnate sul conto finale, ma era consapevole di non poter esagerare perché al padre non avrebbe fatto molto piacere trovarsi il conto raddoppiato per ciò che lui aveva consumato. Si prese un thé e un cornetto alla crema per poi sedersi ad un tavolino con vista sul mare. Era presto e anche al bar c'erano poche persone, una famiglia con due bambini piccoli, un vecchietto che fumava la pipa e una ragazza. Quest'ultima aveva posto lo sguardo su Marius fin dal momento del suo arrivo, continuandolo a fissare mentre mangiava. Inizialmente il ragazzo fece finta di nulla poi, quando ebbe terminato il cornetto, iniziò a infastidirsi. Era indeciso se dirle qualcosa, ma alla fine fu proprio la ragazza ad avvicinarsi. 
- Ciao, scusami se ti disturbo - disse in inglese - Potresti darmi una mano al bar? 
- In che senso? - domandò Marius, stupito dal fatto che parlasse la sua stessa lingua. 
- Vorrei prendere la colazione - rispose la ragazza - Ma non so come chiederlo visto che non so parlare una parola di italiano. 
- In realtà neanche io - disse Marius - Però al bancone riesco a farmi capire. Una curiosità, come hai fatto a capire che parlavo inglese? 
- Ti ho sentito poco fa - spiegò la ragazza - Ti dispiace ordinarmi un cappuccino? 
Un po' irritato e un po' divertito, Marius si avvicinò al bancone del bar per fare ciò che la ragazza gli aveva chiesto. 
- Grazie mille - disse lei una volta tornato al tavolo - Comunque io mi chiamo Gloria Henderson. 
- Piacere, Marius Grebb - ribatté il ragazzo. 
Gloria sorseggiò il cappuccino in silenzio e Marius notò che doveva avere più o meno l'età sua. Era molto carina con capelli castani un po' mossi e occhi verdi, ma soprattutto aveva un qualcosa di conosciuto, come se in qualche modo si fossero già incontrati in precedenza. 
- Sei qui con la tua famiglia? - domandò Marius. 
- Già - rispose Gloria - Siamo arrivati ieri sera. Stamattina mi sono svegliata presto e così sono venuta qua al bar. 
- Quanto tempo vi fermate? - chiese Marius. 
- Una settimana - spiegò la ragazza - Ripartiamo domenica sera. 
- Anche noi - disse Marius.
- Tu non sei di Londra vero? - domandò la ragazza. 
- Si sente così tanto? - disse Marius sorridendo - Effettivamente vivo a Saint Patrick, un paesino vicino Birmingham. Tu invece sei di Londra? 
- Proprio così - confermò Gloria. 
I due rimasero a parlare per più di mezz'ora. Durante la conversazione Marius sentiva crescere la convinzione di averla già vista da qualche parte, ma non riusciva a capire dove considerando che era anche un anno più grande di lui. Parlare con lei fu comunque piacevole: era molto simpatica oltre che carina.
- Ora vado che penso che i miei si siano svegliati - disse ad un certo punto Marius - Ci vediamo in giro. 
- Va bene, buona giornata - disse lei. 
Marius tornò alla tenda sentendosi di buon umore. Quando arrivò vide che i suoi e anche Klare si erano alzati e stavano preparando la colazione con i fornelletti. 
- Ecco il fratellino vagabondo - disse sarcastica Klare, vedendolo arrivare. 
- Io sarò vagabondo, però voi dormite fino a tardi - ribatté Marius. 
- Tu non riesci? - domandò con un sorrisetto Klare - Problemi di cuore? 
Marius evitò di rispondere. Per scrivere a Juliet si era fatto prestare il cellulare da sua sorella e lei, naturalmente, aveva voluto sapere tutto, tormentandolo di domande. Da quel momento non faceva che scherzare e alludere al fatto che gli piacesse una ragazza. Marius se lo doveva aspettare, visto che l'anno precedente la partenza per Hogwarts lui aveva fatto lo stesso quando aveva scoperto che Klare usciva con un suo compagno di classe. 

I giorni seguenti furono più rilassanti. Papà Maurice si era stancato di girare i luoghi di tutta la Sardegna, iniziando ad apprezzare la spiaggia vicino al campeggio. Questo fece molto piacere sia a Marius che a Klare che ebbero la possibilità di conoscere qualche persona del luogo, partecipando anche a diversi giochi che proponevano degli animatori. Nessuno dei due parlava bene l'italiano, ma in qualche modo riuscivano a farsi capire e si divertirono molto. Marius partecipò anche al torneo di calcetto, rendendosi conto che i dieci mesi a Hogwarts, in cui si giocava esclusivamente a Quidditch, lo avevano reso notevolmente più scarso con la palla tra i piedi. Alla fine con il passare dei giorni riprese un po' di confidenza, ma alla fine del torneo si promise che quell'anno avrebbe trovato il modo di fare anche qualche gioco Babbano. In quei giorni i fratelli Grebb trascorsero diverso tempo con Gloria Henderson, l'unica ragazza inglese oltre a loro. Marius guardandola continuava a credere di avera vista da qualche parte, ma i suoi interrogativi non trovarono risposta. 
Il tempo trascorse rapidamente e l'ultimo giorno arrivò in maniera quasi improvvisa. Mentre faceva i bagagli, fu distratto da sua sorella Klare. 
- Marius! Un messaggio per te - disse lei. 
Il ragazzo prese il telefono e vide che si trattava di Juliet. Sentendosi di colpo di buon umore, lesse il messaggio notando che la ragazza gli chiedeva se volevano vedersi a Diagon Alley il 25 agosto, visto che lei e Michelle sarebbero andate in quella data a comprare i libri e tutto il materiale per Hogwarts. Marius rispose immediatamente che gli avrebbe fatto molto piacere, dimenticandosi che non poteva andare a Londra da solo. 
- Mamma - disse - Che ne dici se il 25 andiamo a Londra? Così compro le cose per scuola. 
- Perché proprio il 25? - domandò sospettosa mamma Diana. 
- Credo che Juliet andrà lì in quella data - intervenne ridacchiando Klare. 
- Ma un po' di affari tuoi mai è - la rimbeccò Marius. 
- Il mio cellulare ha un prezzo - disse Klare. 
- Dai ragazzi basta! - esclamò mamma Diana - In realtà non devi chiederlo a me. Ieri mi ha chiamato Seamus dicendomi che voleva accompagnarti lui a Diagon Alley, ma non mi ha detto quando. 
- Posso chiamarlo? - domandò Marius. 
- Provaci - rispose mamma Diana con un sorriso - Ricordati però che quando è al lavoro il telefono non gli funziona. Voi maghi preferite la posta via gufo. Chissà quando accetterete l'utilità di un bel cellulare. 
- Io lo faccio - si difese Marius che andò subito a prendere il cellulare, digitando il numero di Seamus. Fortunatamente il cugino era a casa e rispose al telefono, confermando che per il 25 sarebbe stato disponibile. 
- Bene, posso andarci il 25 - esultò Marius. 
- E ricordati che mi devi 5 sterline - osservò mamma Diana. 
- Perché? - chiese Marius.
- Pensi che chiamare dall'Italia in Inghilterra sia gratis - disse la madre con un sorriso ironico. 
- Mi sono dimenticato - si scusò Marius - Pero lo vedi! Critichi tanto la posta via gufo, ma almeno noi possiamo scrivere a chiunque in qualsiasi parte del mondo senza pagare nulla. 
Sorridente, Marius tornò ai suoi bagagli, impegnandosi a finire tutto prima di cena, visto che la sera era in programma l'ultimo spettacolo dell'animazione e non voleva mancare, anche per salutare tutti i ragazzi che aveva conosciuto e che difficilmente avrebbe incontrato di nuovo. 
Dopo aver mangiato, raggiunse il bar assieme a Klare e vide Gloria Henderson appoggiata ad una staccionata guardare il vuoto, apparentemente di cattivo umore. 
- Vai a parlare con lei - disse Klare dandogli una gomitata. 
Poco convinto, Marius accettò il consiglio della sorella e si avvicinò alla ragazza. 
- Ciao! - disse esitante. 
- Ciao Marius! - esclamò lei - Tutto bene? 
- Sì, sì - rispose Marius - Tu piuttosto? 
- Pensieri - disse la ragazza - Ho discusso con mia madre e non sono di ottimo umore. 
- Capisco - mormorò Marius - Dai, andiamo dentro che c'è lo spettacolo. Almeno ci facciamo quattro risate. 
- Come no! - ribatté Gloria - Scommetto che capirai tutto quello che diranno. 
- Sicuramente no - osservò il ragazzo - Basta che ridi quando ridono gli altri. 
Sorridendo, la ragazza segui Marius. I due si sedettero vicini e assistettero allo spettacolo degli animatori. Naturalmente non compresero una parola di quello che dicevano, essendo italiani, ma trascorsero una bella serata. Subito dopo partì la musica e Marius fu spinto da Gloria a ballare. Nei giorni precedenti aveva tentato di fare qualche ballo di gruppo, ma era risultato completamente negato e anche quella sera lo confermò. In compenso la ragazza se la spassava, vedendolo goffamente alle prese con le mosse degli animatori. Alla fine il deejay mise due canzoni lente e Gloria invitò Marius a ballare. Con il liscio il ragazzo se la cavava meglio, anche l'anno precedente a Hogwarts aveva avuto la possibilità di ballare, assieme a Samantha Dresse il giorno di Halloween. Terminate le musiche, i due si andarono a prendere un cornetto al bar. 
- Non te la cavi male - osservò Gloria. 
- Con i balli di gruppo? - domandò Marius con un sorrisetto. 
- Certamente, ho visto che eri portato per quel genere di movimenti - rise la ragazza. 
- Probabilmente neanche un corso intensivo di un mese potrà aiutarmi - disse Marius. 
- Peccato che domani bisogna ripartire - fece Gloria. 
- Già - convenne Marius - Si stava bene qua. 
I due ragazzi rimasero diverso tempo a chiacchierare, distratti solo dai genitori di Marius che passando gli ricordarono che il giorno seguente alle sei di mattina sarebbero dovuti partire. 
- Mi sa che devo avviarmi - disse Marius. 
- Temo anche io - gli fece eco Gloria - Peccato che quando si sta bene il tempo passa in fretta... 
- Un classico - osservò Marius uscendo dal bar. 
I due fecero un tratto di strada insieme, poi al momento di separarsi, Gloria gli prese la mano. 
- Sono stata davvero contenta di averti conisciuto - 
Improvvisamente si avvicinò a Marius e gli diede un bacio sulle labbra. Il ragazzo fu preso alla sprovvista, ma alla fine ricambiò. Durò qualche secondo e quando si staccarono nessuno di loro sapeva cosa dire. 
- A...anche a me ha fatto piacere conoscerti - balbettò infine Marius, un po' shockato da quel gesto. 
- Ci vediamo presto allora - disse Gloria con un bel sorriso.
- Sì - disse Marius che poi si diresse verso la sua tenda. 
Impiegò diverso tempo per addormentarsi. Sentiva dentro di sé dei sentimenti contrastanti. Il bacio con Gloria gli era piaciuto, ma non riusciva realmente a capire cosa provasse per lei. Era carina, simpatica, ma di tanto in tanto faceva capolino nella sua testa Juliet che spazzava via Gloria che, tra l'altro, difficilmente avrebbe rivisto visto che non si erano scambiati neanche i numeri di telefono. 






NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti! 
Eccoci qua con il primo capitolo con il nostro Marius, alle prese con qualche avventura estiva. È un capitolo diverso, più Babbano degli altri diciamo, però mi stuzzicava l'idea. Spero sia di vostro gradimento. 
Purtroppo non potrò dare una data di uscita del prossimo capitolo perché ultimamente non ho avuto molto tempo per andare avanti, ma spero di darvi presto news. A presto! 
Dedalus Lux

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Di nuovo insieme ***


AVVERTENZE
Il seguente testo è il prologo del secondo capitolo della serie Marius Grebb - Un giovane Mago 20 anni dopo Harry Potter (potete cliccare sul titolo per essere rimandati alla storia). Per coloro che si imbattono per la prima volta in questa storia, consiglio caldamente di leggersi la prima parte, altrimenti il tutto rischia di essere di difficile comprensione. 
Grazie e buona lettura!


NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti! 
Dopo tanto tempo, rieccomi qua con un nuovo capitolo della storia del nostro Marius Grebb. Purtroppo i recenti impegni lavorativi e accademici mi hanno tenuto lontano dalla storia, tuttavia piano piano sono riuscito a portarla avanti. Il fatto che il mio saluto sia posto all'inizio del capitolo non è casuale anzi, potremmo dire che il mio è un ritorno col botto. Spero che il capitolo vi piaccia. 
Questa volta evito di fare promesse sulla frequenza di pubblicazione, mi limito ad augurarvi una buona lettura!



- Non è proprio carino quello che stai dicendo - lo rimproverò Tonia. 
- Lo so - mormorò Marius - Però è così. Abita a Londra, non ho il suo numero di cellulare né l'indirizzo e tra l'altro dubito che vada alla stessa scuola che frequento... 
I due amici si trovavano al Bar dello Sport di Saint Patrick da più di un'ora, parlando delle loro avventure in vacanza. Tonia era rientrata da Barcellona il giorno precedente, e Marius non vedeva l'ora di incontrarla per raccontarle ciò che gli era capitato con Gloria. Ne aveva parlato solamente con il suo compagno di scuola Bruce Sandon, con il quale si era sentito per telefono, ma aveva voglia di sentire l'opinione della sua migliore amica. 
- Spero però che tu non abbia pensato questo mentre la baciavi - insistette la ragazza. 
- No, no - si affrettò a dire Marius - Mi è venuto in mente dopo, te lo assicuro. Il problema è un altro... 
- Cioè? - chiese Tonia curiosa. 
- Juliet - rispose Marius. 
- Le hai detto cosa ti è successo? - domandò la ragazza. 
- In realtà no, neanche a Michelle - spiegò Marius - Ne ho parlato con un mio compagno di Hogwarts, ma a nessun altro. 
- E non capisco il problema - disse Tonia. 
- L'ultima sera al campeggio, dopo che ho salutato Gloria, non ho fatto altro che pensare a Juliet - disse il ragazzo - Non nego che mi abbia fatto piacere il bacio di Gloria, ma nella mia testa c'è sempre lei. Sinceramente non so se raccontarle tutto o no. 
- Secondo me, se il discorso esce, dovresti raccontarglielo - sentenziò Tonia. 
- Dici? - domandò perplesso Marius. 
- Sì - ribadì Tonia. 
- E perché? - chiese Marius. 
- Meglio che lo viene a sapere da te che da altri - rispose Tonia - Inoltre non state insieme, non vedo perché dovrebbe rimanerci male. 
- Effettivamente... - convenne Marius. 
- Poi, questo lo dico solo a te - disse Tonia, con tono un po' esitante. 
- Spara! - esclamò Marius curioso. 
- Hai presente Daniel? - domandò Tonia arrossendo. 
- Direi di sì - rispose Marius con un sorriso - È il tuo ragazzo. 
- Lo sai quando ho deciso di dichiararmi? - proseguì Tonia, sempre più imbarazzata. 
- In realtà no - disse Marius - Anzi, non sapevo neanche che fossi stata tu a dichiararti. 
- Dettagli - tagliò corto Tonia. 
- Neanche troppo - ribatté Marius - Dite sempre che devono essere i ragazzi a fare il primo passo. 
- In questo caso no - disse Tonia con un sorriso - Comunque lasciami finire. Ti dicevo che mi sono decisa quando ho visto Daniel con un'altra ragazza. 
- Che vuol dire? - domandò Mairus ingenuamente. 
- Gelosia - rispose Tonia con un sorriso furbo. 
- Quindi credi che se le racconto tutto... - mormorò Marius. 
- Non lo so - spiegò la ragazza - Non conosco Juliet, non so come può essere di carattere, ma sicuramente se tu le piaci questo non la lascerà indifferente. 
- E se ci rimane male e magari si arrabbia? - chiese Marius preoccupato. 
- In quel caso ti consiglierei di lasciarla perdere - sentenziò Tonia - Comunque non ti fare troppi problemi, se esce il discorso tu parlane e vedi che succede. 
Tonia gli aveva detto tante di quelle cose, che Marius al termine della conversazione si sentiva un po' confuso. Aveva apprezzato i consigli dell'amica che, come sempre, erano sinceri. Doveva fidarsi di lei, ma anche del fatto che Juliet non si sarebbe risentita della sua avventura con Gloria. 

Il 25 agosto, giorno della gita a Diagon Alley, Marius si svegliò all'alba, emozionato per il ritorno nel mondo dei maghi. Anche l'anno precedente si era alzato prestissimo, anche se le sensazioni erano completemente diverse, visto che ora conosceva ciò a cui andava incontro. Quando Seamus arrivò, Marius era già lavato, vestito e pettinato. 
- Mi sa che dovevo anticiparti come avremmo viaggiato - osservò Seamus vedendo il cugino ben curato. 
- Perché - domandò Marius. 
Senza aggiungere nulla, Seamus tirò fuori dalla sua tasca una piccola tabacchiera al cui interno vi era una strana polvere. 
- Non capisco... - mormorò. 
- Usiamo la Polvere Volante - spiegò Seamus. 
- Cosa? - chiese Marius che capì di cosa si trattava. Non l'aveva mai utilizzata, ma ne aveva sentito parlare dal suo amico Matt l'anno precedente a Hogwarts, il quale aveva avuto brutte esperienze nel corso dell'infanzia. 
- Dai su - insistette Seamus - Salvi le ragazze della scuola e poi hai paura di un viaggetto nei camini. 
- Chi ha detto che ho paura - ribatté Marius che, a discapito delle apparenze, continuava ad essere poco convinto - Semplicemente non so come si usa. 
- Facile - disse con un sorriso Seamus - Prendi un mucchietto di questa polvere, la getti nel tuo camino e comunichi la destinazione che vuoi raggiungere. 
- Detta così è facile - borbottò Marius. 
- Dai forza che dobbiamo andare - intimò Seamus. 
I due si spostarono in salotto, dove era posto il camino. Mamma Diana e Klare accorsero per assistere alla scena, cosa che non ebbe modo di fare papà Maurice poiché era andato a lavoro. 
- Certo se ora ti sporchi di cenere come la prenderà Juliet? - affermò Klare sghignazzando. 
Marius evitò di fare commenti, cercando di rimanere concentrato su quello che stava per fare. 
- Dai ragazzo! - disse Seamus - Prendi un mucchietto di polvere e vai. Mi raccomando, quando atterri spostati subito, altrimenti finirò sopra di te. 
Marius si avvicinò esitante al camino, poi decise di fare quello che doveva, cercando di mantenere la calma. Alla fine entrò nel camino e urlò la sua destinazione. Improvvisamente fu risucchiato da uno strano vortice. Il viaggio non fu piacevole, ma nel giro di pochi istanti atterrò su una piattaforma dura. Un po' intontito, impiegò qualche istante per capire dove fosse finito, dimenticandosi quanto gli avesse detto Seamus sul fatto di spostarsi subito. Alla fine il cugino comparve improvvisamente, finendo sopra di lui. 
- Ahia - si lamentò dolorante Marius. 
- Io ti avevo avvertito - ribatté Seamus con tono di rimprovero. 
- Era la prima volta - si difese Marius, mentre si puliva i vestiti dalla cenere - Piuttosto dove siamo? 
- Sul retro del Paiolo Magico - spiegò Seamus - Siamo arrivati. 
- Di già? - domandò stupito Marius. 
- Proprio così - disse sorridente Seamus. 
- Non è il massimo della comodità, ma non si può dire che non sia efficace come mezzo di trasporto - osservò il ragazzo. 
- Bene dai, datti una pulita ai vestiti e poi ci andiamo a bere una cosa - lo intimò Seamus - Prima che arrivano le tue amiche vorrei parlare un po' con te. 
I due si pulirono e poi uscirono dalla stanzetta, contenente quattro camini, nella quale erano atterrati. Il Paiolo Magico non era cambiato rispetto all'anno precedente, con i due ragazzi che lavoravano incessantemente dietro al loro bancone posto al centro della stanza e gente di ogni tipo seduta ai tavoli. Quella volta fu leggermente diverso perché Marius sapeva a cosa andava incontro e si sentì sempre più inserito in quel mondo, quando salutò Thomas Cardwallader, un suo coetaneo di Tassorosso con il quale aveva giocato a Quidditch all'inizio dell'anno precedente. 
- Già conosci più gente di me - disse Seamus. 
- Mi sembra eccessivo - rispose Marius - Non conosco ancora tutti quelli che frequentano Hogwarts...
- Normale - lo rassicurò Seamus - Non sembra, ma siamo tanti. Comunque dai, prendiamo un tavolo, lì ce ne sta uno libero. 
Marius si fece guidare verso un tavolinetto all'angolo del locale. Non appena si sedette, fu raggiunto da un foglio di pergamena con una penna d'oca, con la quale doveva scrivere cosa voleva ordinare. Divertito da quella magia, ordinò un succo di mirtillo e una brioche.
- Di cosa volevi parlarmi? - domandò Marius. 
- Del caso Mulciber - rispose serio Seamus, abbassando la voce. 
- Che è successo? - proseguì il ragazzo curioso. 
- Hanno scarcerato George Richmond, il ragazzo è stato sottoposto al test del Veritaserum - spiegò Seamus - Sai di cosa sto parlando? 
- Sì, ci ha accennato a questa possibilità il professor Paciock l'anno scorso - disse Marius, contento nel sapere che la giustizia stava facendo il proprio corso. 
- Molto bene - riprese Seamus - Sta di fatto che questa storia desta parecchia preoccupazione all'interno del Ministero della Magia. Addirittura il Ministro ha interrogato il ragazzo ed era da tempo che non lo vedevo così teso. Probabilmente era dai tempi di Lord Voldemort che non succedeva una cosa del genere. 
- La soluzione sarebbe semplice - disse Marius - Arrestare Mulciber.
- Non è così semplice - ribatté Seamus - Quel ragazzo ha anche un passato complesso alle spalle, è ben visto da buona parte del mondo magico. 
- Quindi se l'opinione pubblica difende una persona, non si può far nulla? - domandò Marius che si stava iniziando a scaldare. 
- Calmati Marius - lo ammonì Seamus - Se mi fai finire di parlare posso spiegarti tutto. Non è una questione di opinione pubblica, ma di prove. Servono prove e testimonianze, tuttavia è sorto un problema. 
- Cioè? - domandò Marius. 
- Servono testimoni - rispose il cugino - Ho parlato con Neville, volevo dire il professor Paciock che vorrebbero chiedere il tuo aiuto. Non è una cosa semplice, dovrai parlare davanti ad una giuria, non è facile. Se non te la senti nessuno potrà dire niente e... 
- Nessun problema! - esclamò Marius che non aspettava altro - Sono pronto a testimoniare anche domani. 
- Bene, ma ricordati che difficilmente ti crederanno - spiegò Seamus - E tutto questo dovrà avvenire in presenza di Mulciber. 
Quelle parole fecero tenennare leggermente Marius. Improvvisamente gli tornarono in mente le minacce fatte da Mulciber sull'Espresso di Hogwarts. Rifiutando però gliel'avrebbe data vinta e probabilmente avrebbe combinato altri guai. 
- Va bene lo stesso - disse infine il ragazzo. 
- Comunque non preoccuparti, tutto questo non avverrà subito - lo rassicurò Seamus - In questi giorni Mulciber è all'estero con un gruppo di ricercatori del Ministero.
Prima che Marius potesse chiedere informazioni a riguardo, la porta del Paiolo Magico si aprì, ed entrarono due ragazze, seguite da sue signore che sembravano spaesate. Marius impiegò pochi istanti per riconoscere Michelle e Juliet. Andò verso di loro e subito Michelle lo strinse in un forte abbraccio. Anche lei era andata al mare e si vedeva: era molto abbronzata e i suoi capelli castano chiaro si erano ulteriormente schiariti. Juliet invece si era tagliata i capelli e ora aveva un cascetto nero che le terminava di poco sopra le spalle. Le stava molto bene. 
- Tu devi essere il famoso Marius Grebb - disse una delle due signore che, osservando i lineameni, doveva essere la madre di Michelle. 
- Già - confermò il ragazzo. 
- Michelle mi ha parlato molto di te quest'estate - i due si strinsero la mano e, successivamente, Marius fece lo stesso con la mamma di Juliet. Dopo aver presentato loro Seamus, il gruppo si separò con i ragazzi che andarono da soli a fare spese lungo Diagon Alley, mentre gli adulti si dedicarono ad altro. 
- Allora come è andata la vacanza in Italia? - domandò Michelle mentre camminavano. 
- Bene, bene - rispose Marius, un po' sorpreso dal fatto che il racconto delle vacanze fosse immediatamente tirato in ballo - Voi invece, in Portogallo? 
- Abbiamo visto posti splendidi - rispose Juliet. 
- E surfisti che lo erano altrettanto - le fece eco Michelle. 
Ridendo e scheranzo, i ragazzi trascorsero una bella mattinata. Si recarono prima alla Gringott a ritirare i soldi, poi andarono alla libreria del Ghirigoro per prendere i testi per il nuovo anno scolastico e, successivamente, alla farmacia per gli ingredienti di Pozioni. A differenza dell'estate precedente, non c'erano molti acquisti da fare e ben presto si trovarono seduti ad un tavolino nella gelateria di Florian Fortebraccio. 
- Alla fine non ci hai raccontato nulla delle tue vacanze - disse Michelle mentre mangiavano. 
- Sono andate bene - disse Marius - Ho anche fatto conquiste. 
Era curioso di vedere quale effetto avrebbero fatto le sue parole. Entrambe le ragazze improvvisamente divennero più attente. 
- Davvero! - esclamò Michelle - Dai racconta. 
- Niente di che - esordì Marius, leggermente imbarazzato - È una ragazza di Londra. Siamo stati spesso insieme nel corso della vacanza e l'ultimo giorno... 
- Dai non farci stare sulle spine - insistette Michelle curiosa. 
- ... mi ha baciato - concluse. 
- E tu hai ricambiato? - chiese Juliet, con un tono che lasciava trasparire un po' di apprensione, o almeno è quello che volle credere Marius. 
- Sì, cioè francamente non sapevo bene cosa fare - ammise - Era la prima volta che mi succedeva una cosa del genere. 
- Ma a te piaceva? - domandò Michelle. 
- Sì, cioè è una ragazza molto carina - disse Marius - Però... 
- Hai il cuore già occupato - tagliò corto Michelle. 
Di fronte all'affermazione dell'amica Marius non riuscì a far meno di arrossire e il silenzio che calò al tavolo non lo aiutò di certo. 
- Piuttosto, cambiando discorso - disse infine - Lo sapete che hanno scarcerato George Richmond. 
- Il ragazzo arrestato per il rapimento di Leana? - chiese Juliet. 
- Proprio così - spiegò Marius - Lo hanno sottoposto al test del Veritaserum e hanno dedotto che lui non ne sapeva nulla. 
- Bene, sono contenta - disse Michelle. 
- E mi hanno anche chiesto di testimoniare contro Mulciber - riprese Marius - Vogliono aprire un'inchiesta. 
- Hai accettato? - domandò Juliet, leggermente preoccupata. 
- Certo - rispose Marius, assumendo una parvenza di tono sicuro. 
- Tu ti ricordi l'episodio del treno? - chiese Juliet. 
- Di che parlate? - intervenne Michelle. 
- Niente, Mulciber alla fine dello scorso anno mi ha minacciato, intimandomi di lasciarlo in pace - spiegò Marius - Comunque non penso sarà un problema. Ci sarà mio cugino Seamus e gente che lui conosce dietro di me. Anche il professor Paciock. 
- Però fai attenzione - disse Juliet. 
- Sicuro - ribatté Marius con un sorriso. 
Il ragazzo non riuscì a fare a meno di apprezzare l'interessamento di Juliet, la quale sembrava davvero preoccupata per lui. Il resto della giornata trascorse piacevolmente, con i tre amici che continuarono il giro per Diagon Alley, andando al negozio dei Tiri Vispi Weasley, dove incontrarono Fred Rodman, un compagno di Grifondoro. Alle cinque tornarono al Paiolo Magico, dove c'erano Seamus e le madri di Juliet e Michelle ad aspettarli. Si salutarono, dandosi appuntamento alla settimana successiva sull'Espresso per Hogwarts. 

Il viaggio di ritorno da Diagon Alley fu meno traumatico e questa volta Marius si ricordò di spostarsi dal camino, prima dell'arrivo di Seamus. Ad attenderlo a casa sua c'era Tonia, che stava prendendo un té con mamma Diana. La ragazza lo stava aspettando, probabilmente per farsi raccontare della giornata. E così Marius, dopo aver salutato Seamus ed essersi dato una ripulita, andò a farsi una passeggiata con lei. 
- Hai visto che non era troppo difficile - osservò Tonia, dopo che l'amico le ebbe raccontao tutto. 
- Effettivamente mi sono fatto troppi film - disse Marius - Lì ho parlato senza pensare, però non ho capito la sua reazione. 
Tonia sorrise in modo compassionevole, come se capisse lo stato d'animo dell'amico. I due rimasero qualche istante in silenzio camminando. Ad un certo punto la quiete fu interrotta da uno strano rumore. Marius si voltò di scatto verso l'origine di quello strano suono e davanti a sé si ritrovo Goran Mulciber. Nell'ultimo mese era cambiato, si era fatto crescere i capelli e anche la barba e aveva un aspetto meno curato rispetto alla scuola. Nel complesso aveva perso l'aria da bravo ragazzo e incuteva quasi timore. 
- Cosa ci fai qua? - domandò Marius, che non si sentiva affatto tranquillo. 
- Lo conosci? - chiese da dietro Tonia. 
- È Goran Mulciber - rispose Marius - Quello di cui ti avevo parlato. 
Tonia strinse il braccio dell'amico. Era evidentemente spaventata e non a torto, considerando anche l'apparizione improvvisa. 
- Caro Marius! - disse improvvisamente Mulciber, avvicinandosi a loro - Che piacere vederti. 
- Non posso dire lo stesso - ribatté Marius, cercando di mantenere un tono sicuro. 
- Che succede? Ti sento impaurito - lo schernì Mulciber - E pensare che mi sono giunte delle voci... 
- Cosa intendi? - domandò Marius. 
- Ho saputo che George Richmond è stato rilasciato - disse Mulciber. 
- Sei informato - osservò Marius - Piuttosto sapevo che tu eri all'estero impegnato in una ricerca. 
- Effettivamente è così - disse Mulciber - Ci vuole poco per fare certi spostamenti. 
- E cosa ti ha spinto fino a qui? - domandò Marius, che sentiva sempre la mano di Tonia stretta intorno al suo braccio. Probabilmente la presenza dell'amica gli infondeva più coraggio di quanto realmente ne avesse. 
- Volevo parlarti - rispose - Ho saputo che vogliono avviare un'inchiesta nei miei confronti. Ovviamente non hanno prove, tuttavia mi dicono anche che vogliono chiderti di testimoniare... 
- Proprio così - lo interruppe Marius - E ho già accettato. 
- Sai questo è un errore - disse Mulciber con voce bassa, ma minacciosa. 
Marius si guardò intorno. Erano in una delle stradine interne di Saint Patrick e, in quel momento, non c'era nessuno che potesse aiutarli in caso di problemi. 
- Perché? Mica posso far finta di niente - disse Marius - Io c'ero quel giorno quando hai rapito Leana. 
- Il discorso è un altro Marius - proseguì Mulciber - Il discorso è che io non voglio intralci. Te ne ho già parlato sull'Espresso per Hogwarts. Ho un compito da portare a termine e non sarai di certo te a fermarmi. 
- Cosa vuoi fare, uccidermi? - domandò Marius, sempre più preoccupato. 
- No, non ce ne sarà bisogno - rispose Mulciber - Dalla mia esperienza ho capito che è sufficiente far capire ai propri oppositori che stanno seguendo la strada sbagliata. 
- Non capisco... - mormorò Marius. 
Neanche il tempo di finire la frase che Mulciber tirò fuori la bacchetta, puntandola contro Marius. Mormorò delle strane parole e partì un fascio di luce dalla stecca che si diresse verso i ragazzi. Subito dopo si udì un forte rumore e Mulciber scomparve. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Un pericolo per tanti ***


Marius aveva chiuso gli occhi nel momento in cui Mulciber aveva scagliato l'incantesimo e quando li riaprì era tornata la quiete. C'era tuttavia qualcosa che non andava, si sentiva stranamente solo e dopo qualche istante si rese conto che Tonia non stringeva più il suo braccio. Si girò di scatto e vide la sua amica distesa a terra, a faccia in giù. Marius la capovolse delicatamente, immaginando che avesse perso i sensi. Guardandola in faccia vide che gli occhi erano spalancati e persi nel vuoto. Travolto dal panico, il ragazzo iniziò a scuotere il corpo inerme di Tonia. 

- Svegliati Tonia - urlò - Ti prego svegliati!

Nessuna risposta. Goffamente, pose una mano sul suo petto e sentì che il cuore non batteva più. 

- No! - esclamò contro il vuoto - Aiuto! Aiutatemi! 

In lontananza Marius udì dei passi, ma poi si rese conto che non c'era più niente da fare. Tonia, la sua migliore amica, la ragazza con cui aveva condiviso praticamente tutto da quando era nato, non c'era più. Voleva piangere, urlare, prendere a calci tutto ciò che gli capitava a tiro, ma non ebbe la forza di fare nulla. Si sedette per terra, distrutto, prendendo la mano dell'amica. Era incapace di compiere qualsiasi gesto, sentiva che il mondo al quale apparteneva fino a qualche istante prima non era più suo. Aveva perso una delle persone più importanti che aveva e ora non poteva più tornare indietro. Ad un tratto, improvvisamente, si rese conto di quello che era successo: l'incantesimo scagliato da Mulciber aveva ucciso Tonia. La rabbia travolse Marius per pochi istanti, perché subito dopo si rese conto che tutto quello che era successo era colpa sua. Aveva capito cosa volesse dire Mulciber, riguardo la strada sbagliata da seguire. Se avesse continuato a remargli contro avrebbe eliminato tutti i suoi cari, tutte le persone che voleva bene. Anzi, probabilmente se si fosse rifiutato di testimoniare, Tonia sarebbe ancora con lui. Incapace di trattenersi, Marius esplose in un pianto disperato e abbracciò il cadavere dell'amica. 

- Scusami - urlò - Scusami, scusami. Dovevo esserci io al posto tuo. 

Travolto dal dolore, Marius non si rese conto che alle sue spalle erano comparse due persone. Quando una di quelle gli mise la mano sulla spalla, lui trasalì. 

- Chi siete? - domandò con voce tremante. 

Prima di avere risposta, capì che si trattava di due maghi. Entrambi indossavano una veste simile a quella che usava a Hogwarts e avevano la bacchetta in mano. Uno era scuro di carnagione e aveva l'aria molto aggressiva, mentre l'altro sembrava più tranquillo, era molto alto con capelli rosso fuoco. Marius l'aveva già visto, ma in quel momento non aveva la forza di ricordarsi qualsiasi cosa. 

- Ma allora è vero! - esclamò il primo. 

- Abbiamo fatto bene a tenere lontani i Babbani - convenne il secondo. 

- Tu! - disse il primo rivolgendosi a Marius - Sei il signor Grebb. 

Marius annuì senza rispondere. 

- Alzati, dobbiamo parlare - ordinò. 

Marius non fece nulla. Rimase seduto per terra, come in una sorta di trance, abbracciato al cadavere di Tonia. 

- Devi muoverti - insistette il mago aggressivo. 

- Samuel calmati - intervenne l'altro - Non vedi che è sotto shock. 

- Potrebbe essere stato lui a scagliare la maledizione - ribatté il mago Samuel. 

- Ma non lo vedi? - disse l'altro - È un ragazzo, ed è spaventatissimo. Poi non ha neanche la bacchetta. 

- Non sei te a dovermi spiegare come funziona il mio lavoro - sbottò Samuel scocciato - Sei qua solo perché ti ha mandato Potter. 

- E c'è un motivo forse, non credi? - sottolineò l'altro. 

- Vabbè ho capito - disse infine Samuel - Lascio fare a te. 

Il mago aggressivo si allontanò, mentre l'altro rimase accanto a Marius. Per un po' non disse nulla, lasciando il ragazzo tranquillo, ma alla fine decise di prendere parola. 

- Marius, capisco cosa stai provando - disse - Però ora devi ascoltarmi. Mi chiamo Ronald Weasley e sono un Auror del Ministero della Magia. Non appena abbiamo avuto la segnalazione di una Maledizione Senza Perdono scagliata nel tuo paese siamo intervenuti. Mi dispiace, ma per la tua amica non c'è niente da fare. Però tu puoi aiutarci a prendere chi è stato. 

Marius si girò e senza dire nulla lasciò il cadavere di Tonia e si alzò. Non aveva sentito praticamente nulla di quello che gli aveva detto, ma ebbe l'impressione di dover fare come gli chiedeva. 

- Avete avvertito i genitori? - domandò a voce bassa. 

- Di questo non preoccuparti - rispose Ron Weasley - Come ben sai, non possiamo svelare ai Babbani le dinamiche reali del fatto, ma una persona addetta a questo genere di cose se ne sta occupando proprio in questo momento. 

- Lei sapeva... - mormorò Marius. 

- Cosa? - chiese Weasley. 

- Lei sapeva che ero un mago - sbottò Marius, incapace ancora una volta di trattenere le lacrime - Lei lo sapeva, le ho detto tutto già l'anno scorso. Sapevo di potermi fidare di lei, era la mia migliore amica... 

- Mi dispiace, davvero - disse Weasley che sembrava realmente colpito da quel che era accaduto - Ti prometto che faremo di tutto per scoprire chi è stato. 

Marius era consapevole che quel mago stesse cercando di aiutarlo, tuttavia era infastidito dalla sua presenza. Non voleva parlare con nessuno, voleva starsene da solo, perché non voleva svelare il suo stato d'animo. Tonia era molta per colpa sua, perché aveva voluto mettere i bastoni tra le ruote a Mulciber. 

- Immagino che tu voglia tornare a casa - riprese Weasley - Però devo farti delle domande. Sai dirmi qualcosa su quello che è accaduto qui? 

Marius volse il proprio sguardo sul mago che gli parlava. Per la prima volta prestò attenzione alle sue fattezze e notò che somigliava molto a Lucy, la sua compagna a Grifondoro. SIcuramente erano parenti, anche perché la sua amica ne aveva molti. In un certo senso gli ispirava fiducia, tuttavia sapeva quel che doveva dire. 

- No - rispose - È stato tutto confuso. Ho sentito un forte rumore, è comparsa una persona ha scagliato un incantesimo ed è scomparsa. 

- Quindi non hai visto il mago che ha compiuto l'incantesimo? - domandò Weasley. 

- No, purtroppo no - disse Marius, cercando di apparire più convinto possibile. 

- Capisco - riprese Weasley - Senti Marius, mi rendo conto che tu sia provato, ma vorrei sapere se per caso la persona che ha scagliato l'incantesimo già la conoscevi. Conosco la tua storia, sono un caro amico del tuo professore, Neville Paciock. Non avere paura, se è stato Goran Mulciber puoi dirlo a me. 

Marius studiò per qualche istante il suo interlocutore. Per un attimo ebbe l'idea di raccontargli tutto, poi però fu travolto da un dubbio. Mulciber sapeva tutto quello che accadeva nel Ministero, e se proprio quel tipo così gentile fosse in qualche modo un suo informatore? Se facendo il suo nome un altro suo caro avrebbe fatto la fine di Tonia? No, non poteva permettersi di rischiare. 

- Davvero, se anche fosse stato lui non l'ho riconosciuto. È stato tutto molto veloce - disse infine - Non ho paura a fare il nome di Mulciber, ma non voglio accusarlo di qualcosa che non sono sicuro abbia fatto. 

- Bene, se sei convinto va bene così - concluse Weasley - Ora ti riaccompagno a casa. Nei prossimi giorni riceverai altre visite probabilmente. Se ti viene in mente qualcosa, basta che tu chiami tuo cugino Seamus e lui si farà vivo con me. 

- Va bene, grazie - mormorò Marius.

 

Gli ultimi giorni a Saint Patrick furono orribili. Era rientrato scortato dai maghi e scoprì che la mamma della sua amica era a casa loro, travolta dal dolore. Le avevano detto che la figlia aveva avuto un malore, dovuta ad un problema cardiaco mai rinvenuto, ma naturalmente non riusciva a capacitarsene. L'abbraccio che gli riservò la madre di Tonia provocò una nuova esplosione di dolore in Marius che, subito dopo, si chiuse in camera senza parlare con nessuno. Anche il giorno del funerale fu molto difficile, con tutti i ragazzi di Saint Patrick shockati dall'improvvisa perdita. Marius evito contatti con il mondo, cercando di isolarsi il più possibile da tutti, anche perché tutto quello che aveva intorno gli ricordava Tonia in qualche modo. Due volte vennero a trovarlo i maghi del Ministero, nella ricerca di novità, ma lui si mantenne fermo sulla stessa linea, decidendo di mentire anche al cugino Seamus. Mamma Diana e papà Maurice, così come Klare, sembravano capire perfettamente il suo stato d'animo e cercarono di lasciarlo in pace. Marius gli fu particolarmente grato di questo. 



Capitolo difficile, sia nella stesura che, soprattutto, nel contenuto. Fino all'ultimo ho pensato di cambiare, ma alla fine ho preferito dare seguito al piano originale. Vi ho fatto attendere diverso tempo, spero presto di poter continuare nella storia, ma in questo periodo ho messo in cantiere dell'altro, che presto riuscirò a mettere in scena... spero 
Buona lettura!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Una scelta ***


 

PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!



*****


Più di una volta Marius pensò di non tornare ad Hogwarts. Non se la sentiva di affrontare i suoi amici, ma allo stesso tempo si rese conto che Tonia non avrebbe mai voluto tutto questo. Doveva provare ad andare avanti, nonostante avesse con sé un pesante fardello di verità non dette e sensi di colpa. I suoi turbamenti d'animo fecero sì che il giorno della partenza rappresentasse una liberazione, considerando che poteva andarsene da Saint Patrick, luogo che portava con sé ricordi anche negli angoli più remoti. Solamente trecentosessantacinque giorni prima era travolto dall'emozione nell'andare alla scoperta di un nuovo mondo che, in quel momento, rappresentava solamente una fuga dal ricordo di Tonia. Non aveva interesse neanche nel vedere i suoi amici, anzi temeva quel momento, poiché aveva intenzione di non raccontar loro nulla.
Quando arrivò il giorno della partenza, Marius dovette svegliarsi molto presto per preparare il baule con tutti i suoi materiali per Hogwarts, e trovò l’aiuto di Mamma Diana che lo avrebbe accompagnato a Londra, alla stazione di King’s Cross, in macchina. Il viaggio fu lungo e silenzioso, e per diverso tempo nessuno dei due prese la parola. Alla fine fu Diana a rompere il ghiaccio, preoccupata dallo stato d’animo del figlio.  
- Marius vorrei chiederti una cosa - disse.
- Cosa? - domandò Marius.
- Con la morte di Tonia c'entrava qualche mago? - chiese. Dal tono di voce Marius capì che era una cosa a cui pensava da un po' di tempo e che,
probabilmente, ci teneva a sapere.
- Già - rispose seccamente.
- Quindi le persone che sono venute a casa negli ultimi giorni non sono dei dottori né degli psicologi - proseguì mamma Diana.
- No - mormorò Marius.
- E cosa è successo a Tonia? - chiese - Non è stato un problema cardiaco vero?
Marius esitò a rispondere. Sentiva come se qualcosa stesse per esplodere dentro lui. Doveva raccontare a qualcuno la verità, e forse sua madre era la
persona giusta.
- No, non è stato un problema cardiaco - disse infine con voce tremante - Tonia è stata uccisa... per colpa mia. Non te ne ho parlato, ma alla fine dell'anno scorso con altri miei compagni abbiamo messo i bastoni tra le ruote ad uno studente più grande e quello ha giurato di farmela pagare e per questo ha colpito Tonia.
Nello scoprire la verità, per poco mamma Diana non tamponò una macchina davanti a loro.
- È terribile - disse - O mio Dio è una storia terribile. Ma stanno facendo qualcosa?
- Sì, i maghi del Ministero della Magia sono venuti per avere informazioni - rispose Marius - Vogliono fermarlo.
- E tu li hai aiutati? - domandò sua madre.
- Sì - mentì Marius. Quella piccola affermazione costò al ragazzo una nuova carica di sensi di colpa, visto che ai suoi visitatori non aveva detto nulla, proprio
per evitare altre ripercussioni sui suoi cari.
- Ora sei in pericolo però - disse sua madre preoccupata.
- No mamma, davvero - la rassicurò Marius - Hogwarts è sicura e poi presto lo arresteranno, ne sono sicuro.
- Tu però non devi fartene una colpa - riprese mamma Diana - Quello è un pazzo, tu hai agito nel giusto vero? Perché dici che gli hai messo i bastoni tra le ruote?
- Voleva fare del male ad una nostra amica - spiegò rapidamente Marius.
- Appunto, quindi ti prego, non soffrire più di quanto hai già fatto - lo implorò mamma Diana - E… fai attenzione, mi raccomando. 

Detto questo, la madre proseguì in silenzio, anche se colpita da questo fatto. Marius intravide una lacrima scendere dal suo occhio destro, ma nessuno dei due disse nulla.Il viaggio proseguì in silenzio, lanciandosi qualche occhiata. Arrivati a King's Cross i due si scambiarono un forte abbraccio. Si trattava di un gesto semplice, ma carico di significato, forse di incoraggiamento, forse di protezione o entrambe le cose. Mai come in quel momento, Marius si sentì più piccolo dei suoi dodici anni, sentendo il bisogno della protezione dei suoi genitori. Tuttavia, il mondo in cui viveva non era uguale al loro e doveva trovare la forza per camminare da solo. Forse anche sua madre aveva capito questo, cercando di tenere a freno l’istinto di protezione che, probabilmente, l’avrebbe spinta a fare di tutto per tenere il figlio minore vicino a sé. 

 

Congedatosi dalla madre, Marius si diresse verso la barriera del binario 9 e tre quarti. Era presto e attorno a sé non vide altri maghi. Attento a non farsi vedere da nessuno, attraversò il passaggio segreto, raggiungendo la banchina dell'Espresso per Hogwarts. Il treno era già lì, ma non c'era molto movimento. Colse l'occasione per prendere uno scompartimento tutto per sé e non ebbe problemi, visto che pochi ragazzi giravano per i vagoni. Sistemò le proprie cose, per poi sedersi su un sedile vicino al finestrino che dava sulla banchina. Piano piano la banchina iniziava ad affollarsi con l’arrivo di facce conosciute e altre meno, ragazzi del primo anno emozionati per il loro primo giorno di scuola e altri più tranquilli, felici di ritrovare amici che non vedevano da tempo. Marius vide i suoi amici, Matthew Baston, Bruce Sandon, Robert Thomas, Samantha Dresee, Juliet e Michelle, naturalmente assieme, e anche James Potter che si trovava con il padre e Ron Weasley, l'Auror che lo aveva interrogato il giorno della morte di Tonia. Il mago sembrava completamente preso dalla sua famiglia, ma in via cautelare Marius chiuse la tenda del finestrino. Non voleva essere visto da lui e non era sicuro di avere la forza di parlarci in quel momento.
Marius non aveva voglia di andare a cercare i suoi amici. Sapeva che non li avrebbe potuti evitare a lungo, tuttavia voleva stare tranquillo il più a lungo possibile. Perso nei suoi pensieri, si trovò a ripercorrere le emozioni dell’anno precedente e, in un moto di rabbia nei confronti del mondo, a pensare come sarebbe stata se non fosse successa la tragedia di Tonia. In un certo senso, trovarsi solo sull’Espresso di Hogwarts, quasi isolato dai rumori esterni, lo fece sentire leggermente meglio.  Ma la pace non durò a lungo, visto che subito dopo il fischio del capotreno, la porta del suo scompartimento si aprì ed entrarono Matt e Bruce.
- Eccoti! - disse esultante Matt.
- Non ti abbiamo visto in stazione, temevamo che avessi fatto tardi - disse Bruce.
- Ciao ragazzi - li salutò Marius - Figuriamoci, sono arrivato già da mezz'ora. Ho preso lo scompartimento poi ne ho approfittato per farmi un sonnellino che stamattina siamo partiti presto.
- Capisco - disse Matt, mentre sistemava il proprio baule - Insomma, come è andata l'estate? 

Marius guardò per qualche istante i suoi due amici. Matt era molto abbronzato e si era tagliato i capelli, pettinati ora a spazzola, mentre Bruce era rimasto uguale all'anno precedente, se non per il fatto che era un po' più alto. Non voleva dire nulla a loro di quel che gli era accaduto. 

- Bene - mentì - Sono stato in Sardegna, mi sono divertito.
- Bello! - disse Matt - Io ci sono stato due anni fa con i miei genitori. Posti davvero belli.
- E le italiane? - chiese Bruce con un sorrisetto.
- Guarda che non era italiana, era di Londra - ribatté Marius.
- Mi sono perso qualcosa? - intervenne Matt.
- Ah già, tu non sai - osservò Bruce.
- Sai, se non vi decidete a farvi dei gufi è difficile sentirsi durante l'estate - lo rimbeccò Matt - Io non ci so fare con gli aggeggi Babbani.
- Però sono utili in questi casi - sottolineò Bruce.
- Comunque dai, che è successo? - insistette Matt.
- Il nostro Marius ha fatto conquiste, come suo solito - spiegò Bruce.
- E... - incalzò Matt, sempre più curioso.
- Era una ragazza di Londra - raccontò Marius - L'ultimo giorno ci siamo anche baciati.
- Grande! - esultò Matt - Però non ti vedo convinto...
- C'è sempre Juliet - intervenne Bruce.
- Quindi non è passata! - esclamò Matt.
- Mi fa piacere che voi siate al corrente della mia vita sentimentale - disse Marius - Però possiamo parlare anche di altro. 

Quei pochi istanti con i suoi amici avevano distratto Marius. Per la prima volta dalla morte di Tonia si era trovato a ricordare qualcosa di quella che ormai era quasi una vita precedente. Allo stesso tempo si sentì in colpa nei loro confronti per non aver detto nulla, specialmente verso Matt con il quale aveva condiviso la battaglia con Mulciber l'anno precedente. Tuttavia stava facendo ciò per il loro bene e per la loro sicurezza, o almeno era quello che credeva.
I tre continuarono a chiacchierare e, dopo un'oretta, furono raggiunti anche dalle ragazze. C'erano Michelle, Lucy Weasley e Leana Faintser, la ragazza rapita da Mulciber l'anno precedente. 

- Vi abbiamo cercato per tutto il treno! - li rimproverò Michelle.
- Noi siamo sempre stati qua - ribatté Marius.
- Per un po' abbiamo pensato che foste voi a cercarci - osservò Leana.
- Speranza vana - le fece eco Lucy.
I ragazzi fecero spazio alle tre ragazze e, dopo essersi salutati, iniziarono a chiacchierare, interrotti solamente dall'arrivo della signora con il cibo. Dopo
essersi rimpinzati si lanciarono nei racconti delle loro vacanze con Marius che, dopo aver detto la sua, finì perso nei suoi pensieri, senza ascoltare quel che dicevano i suoi amici. Il loro buon umore lo aveva contagiato, almeno in parte, tuttavia sentiva sempre un macigno che gli impediva di essere realmente allegro. Gli mancava Tonia e, sebbene in quel momento niente rimandava a lei, il suo ricordo continuava a far capolino nella sua testa.
- Ehi Marius - lo chiamò improvvisamente Michelle.
Marius scattò. Era rimasto imbambolato a lungo e, probabilmente, i suoi amici se ne erano accorti.
- Tutto bene? - domandò Michelle sospettosa.
- Sì sì - rispose Marius - Sono un po' stanco, stamattina ci siamo svegliati presto. Vado al bagno a darmi una rinfrescata.
- Ah bravo, vengo con te - disse Lucy alzandosi.
I due ragazzi lasciarono lo scompartimento, per dirigersi verso i bagni.
- Marius - disse improvvisamente Lucy mentre camminavano, facendosi largo tra qualche studente che vagava per il corridoio del treno - Sei sicuro che le
vacanze siano andate bene?
- Certo - mentì Marius - Perché non dovrebbero?
- Non ne hai parlato con nessuno di quello che è successo? - domandò Lucy.
- Di cosa? - ribatté Marius, cercando di far trasparire un certo stupore.
- La tua amica, Tonia - rispose Lucy esitante.
Marius si fermò improvvisamente e fissò negli occhi Lucy senza dire nulla. Sentire quel nome dalla bocca di un'altra persona gli fece uno strano effetto.
- L'ho sentito dire a mio padre da mio zio - spiegò subito la ragazza - Sai è Ron Weasley e si sta occupando personalmente del caso.
- Capisco - borbottò Marius.
- Perché non ne vuoi parlare? - chiese Lucy.
Marius rimase in silenzio per qualche istante, fissando gli occhi castani dell’amica, che tradivano preoccupazione. Avrebbe dovuto immaginare che la voce sarebbe arrivata a qualche suo compagno di scuola, certo proprio ad una sua coetanea e amica…
- Questo non è un problema tuo - rispose infine - E magari se tu eviti di dirlo in giro mi faresti un piacere.
- Non preoccuparti di questo - disse Lucy - Secondo me stai sbagliando.
- Ho già sbagliato - ribatté Marius duramente - E non sei tu a dovermi dire cosa devo fare. Adesso lasciami in pace.
Senza attendere una risposta, Marius entrò nel bagno dei maschi, lasciando lì l'amica. Si sentiva in colpa per essere stato così duro con lei ed era consapevole che gli aveva parlato in buona fede. Nonostante ciò, non voleva che quella storia emergesse, a costo di discutere con i suoi amici, non poteva fare diversamente. 

Rientrati nello scompartimento, Lucy mantenne la parola e non disse nulla, facendo finta che la discussione non ci fosse mai stata. Marius cercò di comportarsi normalmente con i suoi amici, fingendo che tutto andasse bene. 

- A proposito Marius - disse ad un tratto Michelle al suo orecchio - Due scompartimenti più in là c'è Juliet, voleva salutarti.
Marius annuì, tirando fuori un finto sorriso. In realtà non aveva nessuna intenzione di incontrare Juliet. Con lei sarebbe stato tutto più difficile e aveva l'impressione che avrebbe capito subito che qualcosa non andava. Cercò di prendere tempo, dicendo che ci sarebbe passato dopo, deludendo Michelle, la quale probabilmente si aspettava di vederlo scattare.
In ogni modo non fu lui a doverla cercare, visto che una mezz'oretta dopo si presentò direttamente Juliet al suo scompartimento.
- Michelle mi aveva detto che eri qua - disse salutandolo - Se aspettavo che passassi tu saremmo arrivati ad Hogwarts.
Marius borbottò qualche parola di scusa, lasciandosi andare ad un sorriso più sincero rispetto a quelli fatti fino ad ora. Nonostante tutto, la presenza di Juliet non lo lasciava indifferente, anzi per un attimo si sentì meglio. Si alzò per andarla a salutare, ignorando la gomitata scherzosa che Matt gli diede all'altezza del ginocchio.
- Allora, come va? - domandò la ragazza quando furono vicini.
- Bene - mentì Marius, chiudendo la porta per lasciare fuori i suoi amici che ridacchiavano.
- Pronto per questo nuovo anno? - chiese.
- Abbastanza - rispose lui con un'alzata di spalle. Girandosi verso il finestrino, vide Matt e Bruce che lo stavano osservando.
- L'anno scorso è andata alla grande, speriamo che anche questo vada bene - affermò Juliet.
- Sicuro - la incoraggiò Marius - Poi tu sei molto brava.
- Anche tu - disse Juliet - Comunque al primo anno mi sono divertita anche per tutte le persone che ho conosciuto. È davvero bello ad Hogwarts.
- Già - mormorò Marius - Mi ricordo che prima di partire avevo un po' di paura perché non conoscevo nessuno e mi sarei dovuto allontanare dai miei amici di Saint-Patrick...
Mentre diceva quelle parole, il ricordo di Tonia piombò un'altra volta sopra di lui. Solo lei era a conoscenza delle sue paure prima dell'ingresso nel nuovo mondo dei maghi. Era lei alla quale diceva tutti i suoi segreti ed ora non poteva più perché non c'era.
- Ehi Marius! - disse improvvisamente Juliet - Ci sei?
- Oh scusami - ribatté Marius arrossendo - Ero un po' sovrappensiero.
Ancora una volta si era trovato perso nel ricordo mentre parlava con qualche suo amico. Era una cosa che doveva evitare per evitare di farsi scoprire.
- Sicuro che va tutto bene? - domandò Juliet guardandolo negli occhi.
- Sì, davvero - rispose Marius evitando lo sguardo dell'amica.
- Pene d'amore? - chiese lei - Pensi ancora a quella ragazza di Londra che hai conosciuto in Sardegna?
- No, figurati - disse sinceramente Marius, colpito dal fatto che Juliet ricordasse quella storia.
- Capito - mormorò la ragazza - Perché volevo...
La frase fu interrotta dall'altoparlante che comunicò l'imminente arrivo ad Hogwarts.
- Volevi? - chiese Marius incuriositò.
- Niente, te lo dico un'altra volta - tagliò corto Juliet, che appariva vagamente imbarazzata - Ora devo andare a cambiarmi.
- Anche io - disse Marius - Ci vediamo dopo.
- Va bene. Ciao! - salutò Juliet.
La ragazza si allontanò e Marius rientrò nello scompartimento, cercando nel baule i suoi abiti di Hogwarts. Michelle, Lucy e Leana uscirono per cambiarsi. 

- Vedo che va alla grande con Juliet - osservò Matt una volta soli.
- Più o meno - disse Marius - Cioè ho l'impressione che non riusciamo a farci avanti. Prima che l'altoparlante facesse l'annuncio voleva dirmi una cosa, ma poi si è bloccata.
- Sono strane le ragazze - intervenne Bruce.
- A proposito, te con Melany? - chiese Matt.
- Mi sono dimenticato, mannaggia a me! - esclamò Bruce - Dovevo andarla a trovare nel corso della giornata.
- Vedi di sbrigarti amico - convenne Matt.
Bruce si cambiò in fretta e furia, fiondandosi poi fuori dallo scompartimento. I due ragazzi lo guardarono sorridendo.
- A proposito - disse successivamente Matt - Notizie di Mulciber?
Marius esitò prima di rispondere, trovandosi ancora una volta a dover sfidare la verità.
- Vogliono processarlo - rispose infine - In compenso hanno scagionato Richmond.
- Bene - disse Matt - Tra l'altro mio padre ha anche discusso con alcuni del Ministero. Volevano chiedermi di testimoniare al processo, ma lui ha detto che sarebbe stato troppo pericoloso.
- Effettivamente - mormorò Marius.
- Te lo hanno proposto anche a te? - domandò Matt.
- Sì - rispose Marius.
- E cosa pensi di fare? -
- Testimonierò - disse Marius, mentendo per l'ennesima volta in quella giornata. 

 

*****


SPAZIO AUTORE
That's incredible! Sono riuscito a pubblicare due capitoli nel giro di due settimane. Spero che sia di buon auspicio per il seguito della storia, che solitamente cerco di lasciarmi sempre 2-3 capitoli di vantaggio prima di pubblicare uno nuovo. Comunque, diciamo che finalmente siamo tornati ad Hogwarts, o meglio, ci siamo quasi... 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, specialmente perché porre l'accento su aspetti introspettivi lo trovo particolarmente complicato. 
Buona lettura e ovviamente, se vi va di lasciare un giudizio, buono o cattivo che sia, fa piacere :D 
Ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Incontro inatteso ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: A partire da questo capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 

*******

 

Mentre scendeva dal treno, Marius perse di vista Matt a causa del gran numero di persone intorno a lui. Una volta messo piede sulla banchina della stazione, si guardò intorno. L'anno precedente era andato con Hagrid il guardiacaccia, tuttavia si ricordava che solo gli studenti del primo anno avevano la possibilità di raggiungere Hogwarts tramite il battello. Decise quindi di seguire la massa, fino a che non si trovò davanti delle carrozze, trainate da strani cavalli. Non erano normali tutti neri, scheletrici con un aspetto inquietante che fecero provare a Marius una strana angoscia. Rimase per alcuni istanti ad osservarli, isolandosi nuovamente con il mondo. 

- Marius! -
Una voce lo fece ridestare. Davanti a sé si ritrovò una sua compagna di corso, Samantha Dresee. Era una delle ragazze più carine del suo anno, con occhi di un azzurro acceso e lunghi capelli ramati.
- Ciao Samantha - disse Marius con voce atona.
- Che dici, sali su una carrozza o vuoi restare qui? - domandò lei.
- Arrivo, arrivo - rispose il ragazzo.
Marius seguì Samantha sulla carrozza e prese posto di fronte a lei. Erano soli, probabilmente i posti a disposizione erano superiori al numero di studenti iscritti.
- Come mai solo? - chiese la ragazza mentre erano in viaggio verso il castello di Hogwarts.
- Mi sono perso Matt nella folla - spiegò Marius - Te invece?
- Credo che Melany sia con Bruce - rispose Samantha - Eravamo insieme nello scompartimento e lui è arrivato in fretta e furia. Non penso che l'abbia presa bene.
- Dici? - domandò Marius con un sorriso.
- Stamattina Melany mi aveva detto che si sarebbero dovuti vedere per pranzo - disse Samantha - Credo che Bruce si sia dimenticato.
- Già - convenne Marius - Piuttosto, hai visto quegli strani cavalli che guidano le carrozze?
- Tu li puoi vedere? - domandò colpita Samantha.
Marius non si aspettava quella reazione da parte dell'amica e ci mise un po' a trovare le parole per rispondere.
- Sì - disse infine - Perché?
- Sono Thestral - spiegò Samantha - Me ne ha parlato mio padre tempo fa, si tratta di creature particolari. Noi maghi riusciamo a vedere solo se abbiamo già visto qualcuno morire.
Dinanzi a quella affermazione, Marius rimase senza parole, incerto su come comportarsi. Capì subito che lui poteva vedere i Thestral per colpa di Mulciber e che, probabilmente, molti ragazzi della sua età non li potevano vedere. Improvvisamente provò un moto di antipatia verso quegli animali.
- Comunque è bello tornare a Hogwarts vero? - disse nuovamente Samantha.
Marius sorrise all'amica. Probabilmente aveva capito di aver toccato un tasto dolente e, per rispetto, aveva preferito cambiare discorso. Il ragazzo apprezzò quel gesto ripensando alla serata di Halloween dell'anno prima, quando aveva ballato a lungo con lei. Sapeva di piacere a Samantha fin dai primi giorni di scuola, ma successivamente si erano chiariti ed erano rimasti buoni amici. 

Una volta scesi dalle carrozze, Marius fece di tutto per non soffermare lo sguardo sui Thestral. Aveva quasi paura di rivedere il volto di Tonia nelle loro facce. Ancora una volta Samantha non disse nulla, limitandosi a spronarlo poiché aveva fame. Giunti nella Sala Grande, rimasta praticamente uguale all'anno precedente, Marius vide immediatamente il gruppo dei suoi compagni che avevano già preso posto. C'erano Matt, Michelle, Lucy e Michael McBride, un altro dei loro compagni.
- Che fine avevi fatto? - chiese Matt vedendo l'amico arrivare.
- Ti avevo perso nella folla - rispose Marius - Comunque eccoci qua.
- Vi conviene sedervi, prima che arriva tutta la gente - disse Matt  - Da qua potremo vedere bene lo Smistamento dei nuovi arrivati.
- Sarà divertente vederlo da fuori - osservò Michelle.
- Io l'anno scorso avevo una paura - disse Samantha. 

Il tema Smistamento accompagnò l'attesa delle matricole. Nonostante il suo stato d'animo, Marius si sentì quasi sollevato a ritrovarsi nell'accogliente Sala Grande di Hogwarts, circondato dai suoi amici. Ogni tanto sentiva sopra di sé gli sguardi indagatori di Lucy e anche di Samantha, che evidentemente nel viaggio verso la scuola aveva notato qualcosa di strano, tuttavia fece finta di niente. Vedere fantasmi veleggiare nella sala e i quadri chiacchierare tra di loro gli dava un senso di sicurezza che non provava da tempo.
Nel giro di pochi istanti la Sala Grande fu piena, con tutti gli studenti che chiacchieravano e lo stesso facevano gli insegnanti. Il tavolo delle autorità era al completo. C'era il preside McBride, il professor Paciock, il provessor Savage e gli altri insegnanti. Ebbe l'impressione che mancasse qualcuno e allo stesso tempo era certo di aver visto dei volti nuovi. Ad un tratto la porta dalla quale era entrato l'anno precedente si aprì. Entrò un omone, Hagrid l'insegnante di Cura delle Creature Magiche, seguito dal professor Flincher e dal gruppo degli studenti del primo anno, che si guardavano intorno con un misto di curiosità e timore.
Proprio in quel momento, giunse Bruce che si aggregò al loro gruppo. Il ragazzo era accigliato e, verosimilmente, aveva litigato con Melany.
- Le donne... - borbottò sedendosi.
- Dove sta Melany? - chiese subito Samantha, preoccupata per la sua migliore amica.
- Laggiù - indicò Bruce - Spero gli passi presto.
- Vado a parlarle - disse Samantha alzandosi.
- Dai che vi chiarirete - disse Michelle, provando a consolare Bruce.
- Vedremo - ribatté il ragazzo, tutt'altro che ottimista.
- Piuttosto avete visto quanta gente nuova tra i professori? - domandò Matt, cambiando discorso.
- Ci avevo fatto caso - rispose Marius.
- Uno di quelli sarà il nuovo professore di Incantesimi - osservò Michael McBride, prendendoli quasi alla sprovvista dato che parlava sempre molto poco - Vi ricordate che Vitious lo scorso anno agli esami aveva detto che sarebbe andato in pensione? 
- È vero! - esclamò Michelle.
- Quello che sta vicino al professor Savage lo conosco - intervenne Lucy, indicando una delle persone nuove. Un mago tarchiato con corti capelli brizzolati e una faccia piuttosto amichevole - È un collega di mio padre al Ministero della Magia. Si chiama Daniel Murphy, ma non ricordo bene di cosa di occupa.
- Chissà cosa è venuto a fare - bofonchiò Matt - Chissà se...
Le congetture del ragazzo furono bloccate dall'ingresso nella Sala Grande del Cappello Parlante. Il vecchio indumento magico, che avrebbe Smistato tutti i nuovi ragazzi nelle varie case, suscitava sempre una sorta di ammirazione nei confronti degli studenti e dei professori. Come avvenuto anche l'anno precedente, iniziò a parlare recitando una filastrocca. 

Mi piacerebbe parlare in allegria

Per far sì che la gente felice sia

Ma la cosa che vi voglio riferire

Non è molto semplice da dire

Perchè se nelle quattro case dovrete andare

Nobili qualità dovrete dimostrare

Quando voi tante cose imparerete

Tali qualità dimostrerete

Ma quest'anno più che mai vi dovrete impegnare

Se degni di Hogwarts vi vorrete dimostrare

Se Serpeverde o Grifondoro diverrete

Come Corvonero e Tassorosso sarete

Audacia, Intelletto, Bontà, Coraggio

Dovranno essere un comune messaggio 

Per far si che la scuola sia come una volta

 

Quando terminò, ci fu uno scroscio di applausi. La canzone era diversa da quella del primo anno di Marius, che aveva sentito dire che in ogni circostanza avrebbe proposto un testo diverso. Mentre applaudivano lo sguardo del ragazzo vagò su tutta la Sala Grande e l'occhio gli cadde su una persona che sedeva al tavolo dei Tassorosso. Aveva lunghi capelli mossi, occhi verdi e sapeva anche il suo nome, Gloria Henderson.
- Non ci credo... - mormorò.
- Cosa? - chiese Michelle che probabilmente lo aveva sentito, essendo vicina a lui - Tutto a posto?
Marius si sedette e attese la chiamata del primo ragazzo per lo Smistamento prima di proferir parola.
- Non puoi capire chi ho appena visto... - spiegò.
- Chi? - chiese Michelle curiosa.
- Gloria Henderson - rispose Marius - La ragazza che ho conosciuto questa estate al campeggio.
- Dove? - domandò bruscamente Bruce - Si trova qua? La devono smistare?
- No, no - disse Marius - Si trova al tavolo dei Tassorosso. Ora che ci penso, avevo avuto una vaga impressione di averla già vista.
- È più grande? - chiese Michelle.
- Credo che inizi il terzo anno - affermò Marius - Incredibile...
- Secondo me lei ti aveva già visto - ipotizzò Matt.
- Però non penso di averci avuto niente a che fare lo scorso anno - disse Marius.
- Diciamo che avevi occhi solo per Juliet - disse Matt.
- E per Mulciber... - completò Michelle. 

Sentire quel nome rappresentò un altro duro colpo per Marius. L'atmosfera di Hogwarts, il Cappello Parlante e ora Gloria lo avevano quasi sollevato dal peso che lo opprimeva. Improvvisamente si senti riportato alla realtà, ma cercò con tutte le forze di fare finta di niente. Lo Smistamento trascorse lentamente, con i compagni di Marius che iniziavano a lamentarsi per la fame: l'anno precedente erano tutti molto emozionati e non avevano fatto caso ai tempi della divisione nelle case. 

Quando tutto fu terminato, il professor Flincher prese lo sgabello con sopra il Cappello Parlante, portandolo fuori dalla Sala Grande, mentre dal centro del tavolo degli insegnanti, si alzò il preside Dorian McBride. Nel corso dell'estate era cambiato, o almeno sembrava, dato che si era tagliato la lunga barba che aveva nel corso dell'anno scolastico precedente. Solitamente quando uno si radeva dava l'impressione di essere più giovane, ma ciò non valeva per McBride che sembrava più fragile e trasandato, con due occhiaie che lo rendevano più anziano di quel che era realmente. Marius, che non aveva grande stima del suo Preside dopo gli eventi dell'ultimo anno, fu particolarmente colpito dal suo aspetto, poiché pensava che in qualche modo fosse collegato alla storia di Mulciber. Fissandosi sul Preside, si perse ancora una volta nei suoi pensieri, ma questa volta aveva la scusa pronta.
- Dormi in piedi oggi? - domandò Matt.
- Scusa, stavo guardando McBride - rispose rapidamente Marius - Devo essere sincero, non riesco a perdonargli i fatti dello scorso anno.
- Ti capisco amico - convenne Matt - Comunque direi che hai un’altra bella gatta da pelare in questi giorni, visto che…
Nuovamente Matt fu interrotto, poiché McBride aveva preso la parola, con voce stranamente alta.
- Buonasera a tutti voi - disse con un sorriso, apparentemente forzato - Anche questo anno sta per iniziare e di novità ce ne saranno molte. Tuttavia, come vuole la tradizione, è sempre meglio parlare con lo stomaco pieno, quindi vi invito a gustarvi quel che hanno preparato per voi dalle cucine. Buon appetito!

Improvvisamente la tavola si riempì di cibo per i gusti più svariati. Un fatto che non stupì troppo Marius che già lo scorso anno aveva avuto modo di apprezzare questa particolarità del mondo magico, ma non poté fare a meno di notare alcuni ragazzi del primo anno ammaliati da questa comparsa. Dopo lo Smistamento, molti di loro si erano seduti vicino al suo gruppetto e tra questi vi era la sorella di James, Lily, e Hugo Weasley. Entrambi erano cugini di Lucy e si presentarono loro mentre mangiavano, inserendosi nella conversazione. Questo permise a Marius di tenersi in disparte, godendosi la cena in silenzio. Amava essere lasciato in pace quando mangiava e quella sera sentiva ancor di più questo bisogno.
La quiete fu interrotta improvvisamente dall’arrivo di Gloria Henderson. La ragazza aveva lasciato il suo tavolo di Tassorosso per andare a salutare Marius, il quale dovette sopportare le risatine dei suoi compagni che assistevano alla scena.
- Devo confessarlo - disse Gloria sorridendo leggermente imbarazzata, giocando con i suoi capelli - Lo scorso anno di avevo visto qua a scuola.
- Davvero? - ribatté Marius stupidamente.
- Ti avevo notato la prima volta quando hai discusso con il ragazzo di Serpeverde - spiegò la ragazza - Ero poco dietro di te.
- Non ci ho fatto caso - disse Marius, in seria difficoltà in quanto non sapeva bene cosa dire.
- Lo credo bene - fece Gloria, senza perdere il sorriso - Comunque ora che siamo nella stessa scuola ed entrambi sappiamo dell’esistenza dell’altro, speriamo di rincontrarci più spesso.
- Certamente - borbottò Marius leggermente imbarazzato.
- Ora vado, torno a tavola - conclude Gloria - Ci vediamo.
Marius rimase leggermente basito guardandola allontanarsi. Una gomitata di Matt lo riportò alla realtà e subito chiese:
- Conversazione penosa vero? -
- Non era per quello che ti ho colpito - sussurrò Matt, ben attendo a non farsi sentire dagli altri.
- E per cosa? - domandò Marius.
- Juliet… - rispose Matt - Quando è arrivata Gloria al tavolo ti ha messo gli occhi addosso e non ha perso neanche un istante della tua conversazione.




SPAZIO DELL'AUTORE 
Questo capitolo è in parte di transizione. Inizialmente lo avevo impostato in maniera diversa, accorpandolo con il sesto in prossima pubblicazione, ma alla fine ho deciso di dividerli. Mi raccomando, abbiate pietà dell'agghiacciante canzone del Cappello Parlante :D 
In ogni modo spero che vi sia piaciuto, specialmente con questo esperimento dei link che, se da un lato mi richiede più tempo per la pubblicazione, dall'altro penso che possa essere utile. 
Ringrazio coloro che seguono e recensiscono la storia, ogni commento e apprezzamento è una spinta per andare avanti! 
A presto! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Volti Nuovi ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******
 

- Secondo livello, Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche, del Quartier Generale degli Auror, e dei Servizi Amministrativi Wizengamot - disse la voce fredda dall’altoparlante dell’ascensore.
Facendosi largo tra un paio di maghi, Seamus si fiondò fuori non appena le porte si aprirono, diretto verso l’ufficio degli Auror. Mentre camminava incontrò il giovane Ted Lupin, al quale rivolse un rapido cenno di saluto, evitando di rivolgergli la parola. Si rese conto di apparire scortese, ma non aveva tempo da perdere. In lontananza vide Harry e Ron che discutevano tra loro, fuori dalle loro stanze. Non lo videro immediatamente, ma quando ciò avvenne, non furono sorpresi. 

- Ti aspettavo - disse Harry - Mi dispiace, davvero, per quel che è successo all’amica di Marius.
- Qui stiamo superando il limite - ribatté Seamus, che faticava a trattenere la sua irritazione - Che diavolo sta succedendo?
- È quello che stiamo cercando di capire - intervenne Ron - Purtroppo la situazione, come ben sai, è molto complicata.
- Cosa dovrei sapere? - sbottò Seamus - Qua nessuno è stato chiaro. Mi avete raccontato dell’episodio, chiedendomi di convincere Marius a testimoniare, ma invitandomi sempre ad essere cauto. Non ho fatto scrivere una riga sul Profeta come vi avevo promesso, vi ho aiutato più che potevo, ma stiamo superando il limite…
Cercò di tenere basso il tono di voce, ma la preoccupazione per le condizioni del cugino stava prendendo il sopravvento. Lo aveva visto due giorni prima che partisse per Hogwarts ed era affranto. Aveva faticato a fargli dire due parole, ma non c’era nemmeno l’ombra del ragazzo che aveva visto crescere.
- Ti capisco… - mormorò Harry in tono di scusa - Ma qui la situazione sta diventando molto complessa e stiamo cercando di tamponare e tenere nascosto questo fatto.
- Mi spiegate perché? - disse Seamus infastidito - Tra l’altro Marius dice che non è stato Mulciber a fare tutto questo.
- Lo so - convenne Ron - Sono arrivato io sul posto dopo il fatto, ma temo che stia mentendo.
- Per quale motivo dovrebbe farlo? -insistette Seamus - Era pronto a testimoniare…
- Ha paura - spiegò Harry - Teme che parlando metterebbe ancor più in pericolo i suoi amici e i suoi familiari.
- Temiamo che Mulciber lo stia provando a colpire in questo modo - proseguì Ron.
- Quindi mi state dicendo che anche mia cugina, i miei nipoti, sono tutti in pericolo - mormorò Seamus - E in tutto questo nessuno può far niente? Siete Auror, dovete tutelarci contro questa gente!
- È complicato… - disse debolmente Harry.
- Complicato, complicato - ribatté Seamus - Ragazzi, noi ci conosciamo da una vita, ho grande fiducia in voi, ma se succede qualcosa a Marius o ad altri suoi familiari non ve la perdonerò mai…
- Ma pensi che siamo così sprovveduti da non aver adottato misure di sicurezza? - ribatté Ron - Da Marius ai suoi familiari, sono tutti sotto la protezione del Ministero… 

***

Al termine del banchetto inaugurale il gruppo dei Grifondoro in procinto di iniziare il secondo anno, si era riunito in seguito agli inevitabili spostamenti nel corso della cena. A stomaco pieno, aspettavano tutti con ansia che il preside Dorian McBride prendesse la parola, sia perché iniziavano ad essere stanchi, che per la voglia di scoprire quali novità ci fossero in serbo per loro, a partire dai volti nuovi che si vedevano al tavolo delle autorità. L’unico leggermente distratto era Marius, il quale per pochi istanti si sentì leggero e preso da quanto gli aveva detto Matt poco prima. Juliet, dal tavolo dei Corvonero, non si era persa un istante della sua conversazione con Gloria, e questo gli fece assolutamente piacere. Qualche tempo prima, Tonia gli aveva detto che la gelosia poteva essere una tattica vincente e, involontariamente, la stava mettendo in atto. Il pensiero dell’amica scomparsa, tuttavia, fece nuovamente capolino nella testa del ragazzo, assalito nuovamente da una sensazione che non aveva nulla a che vedere con il sentimento che provava per Juliet. 

- Un altro anno ad Hogwarts sta per iniziare - disse improvvisamente McBride, che aveva preso parola sorprendendo molti studenti - Voglio dare il caloroso benvenuto ai ragazzi del primo anno, ed un bentornato a coloro che sono stati con noi anche negli anni precedenti.

Nella Sala Grande era sceso il silenzio e Marius, guardandosi intorno, vide che molti ragazzi più grandi sembravano particolarmente eccitati.
- Quest’anno sarà molto particolare - proseguì il preside - Come alcuni di voi già sapranno, qui ad Hogwarts ospiteremo il Torneo Tremaghi.
Dinanzi questa affermazione, ci fu uno scroscio di applausi e ululati di gioia da parte di molti ragazzi. Anche Matt ed alcuni suoi compagni si unirono a questo momento di giubilo, che Marius non riuscì a condividere. Aveva sentito parlare di questa cosa, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. Scambiò uno sguardo con Michelle, anche lei perplessa mentre Lucy, seduta al suo fianco, batteva le mani.
- Per chi non lo sapesse - riprese McBride sovrastando le urla degli studenti - Il Torneo Tremaghi è una competizione amichevole che coinvolge tre scuole, ovvero la nostra, l’Accademia francese di Beauxbatons e l’Istituto di Durmstrang che si trova nell’est Europa. È un evento storico, riportato in auge poco più di vent’anni fa grazie al preside Albus Silente e ad altri esponenti politici nostrani e degli altri Stati coinvolti. Purtroppo, come alcuni di voi sapranno bene, la prima edizione fu scossa dal decesso di un ragazzo, dovuta tuttavia a tragiche circostanze indipendenti dalla volontà degli organizzatori, ma legate al ritorno del terribile mago oscuro che tutti voi conoscete. Una volta risolta la situazione, i governi hanno deciso di proseguire con il Torneo Tremaghi e dal 2002 questo si disputa con regolarità in una delle scuole coinvolte.
- Ma la domanda resta sempre la stessa - borbottò Michelle - Di che si tratta?
- La manifestazione coinvolgerà tre rappresentanti, uno per ogni scuola, i quali dovranno sfidarsi in tre prove nel corso dell’anno scolastico - proseguì McBride, rispondendo involontariamente alla domanda di Michelle - Queste verranno giudicate da alcuni esperti e al termine verrà premiato il vincitore del Torneo Tremaghi. Tra qualche settimana, alla vigilia della cerimonia di apertura, verranno qua le delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons e i loro ragazzo saranno con noi fino al termine dell’anno. Naturalmente per partecipare sarà necessaria una grande conoscenza della magia, ma tutti coloro che hanno superato il livello G.U.F.O. potranno candidarsi per il ruolo di rappresentante, o Campione come viene definito nel gergo del Tremaghi, della scuola.
La frase finale del preside fu accompagnata da qualche rumore di disappunto da parte di alcuni studenti. Marius sapeva che il G.U.F.O. si raggiungeva al termine del quinto anno, di conseguenza solo i ragazzi più grandi avrebbero avuto la possibilità di prendervi parte. Con la coda dell’occhio vide James Potter che non fece nulla per nascondere il suo dispiacere. Probabilmente lui già sapeva tutto, anche le regole, ma in cuor suo sperava in una maggiore apertura.
- Sembra interessante - commentò Michelle - Chissà che prove dovranno affrontare i Campioni.
- Ne ho sentite di tutti i colori sul Tremaghi - intervenne Fred Rodman, un altro ragazzo del secondo anno di Grifondoro, che si era unito a loro - I miei non hanno avuto la possibilità di vederlo, ma ho sentito che hanno tirato in ballo anche i draghi.
- Draghi! - esclamò Peter Gannifin, un compagno che, come Marius, era cresciuto tra i Babbani.
- Comunque penso che il più contento sarà il nostro Marius - disse Bruce - Con tutte le ragazze straniere che verranno qua da noi.
Marius non rispose, limitandosi a ridacchiare.
- Vi prego di fare silenzio - ruggì improvvisamente McBride. Tutti i ragazzi trasalirono, poiché l’emozione per questa novità aveva scatenato una discussione in tutti i quattro tavoli, tuttavia il preside non aveva finito - Diciamo che questo comportamento sarebbe da evitare quando verranno le delegazioni straniere. Anzi, mi aspetto modi di fare adeguati al contesto da parte di tutti voi studenti. A proposito di ciò, vorrei dare il benvenuto ad alcune nuove persone che si aggregano alla nostra squadra qui ad Hogwarts.
- Finalmente scopriremo di chi si tratta - bofonchiò Bruce.
- Innanzitutto voglio presentarvi i due maghi del Ministero della Magia che si sono prodigati affinché il Torneo Tremaghi potesse avere luogo - annunciò McBride - Daniel Murphy, dell’Ufficio per la Cooperazione Magica e Alicia Spinnet, Sottosegretario agli Sport Magici.
I due maghi furono accolti da un caloroso applauso. Murphy era l’uomo brizzolato che poco prima aveva indicato loro Lucy, mentre la donna era sfuggita ad un primo sguardo di Marius, in quanto sedeva al limite del tavolo delle autorità, accanto a Madama Johnson, la loro insegnante di volo. Entrambi si alzarono per salutare e ringraziare gli studenti, senza tuttavia proferir parola.
- Sia il signor Murphy che la signora Spinnet saranno a nostra disposizione nel corso del Torneo e avrete moto di vederli spesso qui ad Hogwarts - riprese McBride una volta che l’applauso si era esaurito - Ora devo annunciare anche degli avvicendamenti nel corpo insegnanti. Dopo una lunga carriera qui ad Hogwarts, il professor Filius Vitious è andato in pensione e come lui anche la professoressa Rosa Blanchard, che è stata così gentile da assumere la carica negli ultimi anni.
Educatamente, tutti i ragazzi applaudirono i professori uscenti.
- Peccato per Vitious, era avvero simpatico - commentò Matt.
- Già, ma purtroppo era già annunciata come cosa… - sottolineò Michelle.
- Proprio così - convenne Bruce.
- Per quanto riguarda la materia Incantesimi - riprese il Preside - Abbiamo avuto l’onore di avere con noi Lilian Terry.
Improvvisamente, la Sala Grande esplose in un fragoroso applauso. Marius fu preso di sorpresa da questa reazione, poiché non aveva mai sentito quel nome. Evidentemente si trattava di una persona famosa tra coloro che erano cresciuti, o vivevano da più tempo nel mondo dei maghi. Spostò lo sguardo sul tavolo e vide una giovane donna, 25 o 26 anni al massimo, salutare gli studenti. Era molto bella, con profondi occhi azzurri e lunghi capelli castano chiaro, raccolti in una coda. Forse per quel motivo era così famosa…
- Meglio di così non potevano scegliere - commentò Matt.
- Giovane e carina - intervenne ridacchiando Peter.
- Non per quello - ribatté Lucy accalorata - È una sorta di genio.
- Davvero? - domandò Marius, incuriosito.
- Me ne ha parlato mio padre più di una volta - spiegò Lucy, la quale aveva assunto un tono di voce leggermente più freddo dopo la domanda di Marius - Ha solamente 27 anni, ma ha un ruolo importante al Ministero della Magia, nel dipartimento di ricerca sugli Incantesimi. Ha scoperto magie importantissime e le hanno anche dato un Ordine di Merlino.
- Una che ci sa fare quindi - osservò Michelle.
- Tornando a noi - disse il preside McBride, cercando di attirare nuovamente l’attenzione degli studenti in seguito all’ennesima notizia che aveva fatto scalpore in Sala Grande - Per le Pozioni, avremo con noi il professor Patrick Modrig, che stasera non ha potuto partecipare al banchetto inaugurale per motivi personali, ma da domani sarà regolarmente a scuola. Tra l’altro, colgo l’occasione per comunicare ai ragazzi di Corvonero e Serpeverde che avranno come direttori rispettivamente il professor Savage e la professoressa Terry, mentre Grifondoro e Tassorosso avranno come referenti il professor Flincher e la professoressa Chester.
- Cosa insegna la Chester? - si domandò Michelle - Noi non ci abbiamo mai avuto a che fare.
- Credo una delle materie per i più grandi - rispose Leana - Mi sembrava si trattasse di Antiche Rune.
- Già confermo - convenne Lucy.
- Bene, credo di avervi detto tutto - disse infine McBride - Vorrei augurare un buon anno scolastico a tutti voi. Purtroppo alcuni spiacevoli eventi hanno rovinato il precedente semestre, ma sono convinto che il tutto non si ripeterà. Sarà un anno molto importante per noi, ora però è tempo di andare a dormire. Buonanotte a tutti! 
Leggermente irritato dall’ultima frase di McBride che aveva liquidato con due parole il rapimento di Leana, Marius si alzò rapidamente dal suo posto. Imitato dai suoi compagni di Casa, si mescolò alla calca che stava lasciando la Sala Grande. Vicino a lui transitò il gruppo dei ragazzi del primo anno, guidati dalla cugina di Lucy, Dominique, che indossava la nuova spilla di Prefetto. Impiegarono dieci minuti buoni a raggiungere le scale e iniziare a percorrere i corridori ormai familiari, con i personaggi dei quadri attaccati al muro che salutavano al loro passaggio. Era una bella sensazione tornare nel posto che lo scorso anno gli aveva regalato bei momenti, anche se sentiva ancora una piccola stretta allo stomaco ripensando a Tonia. Quando, finalmente, raggiunsero il ritratto della Signora Grassa, dovettero arrestarsi. 

- Ragazzi, qualcuno sa la parola d’ordine? - domandò Matt.
Si guardarono in faccia, ma nessuno sapeva cosa fare.
- Lo scorso anno furono i Prefetti a dircela - osservò Michelle.
- Ma qua non ne vedo - disse Fred.
Rimasero due minuti buoni ad aspettare, indecisi sul da farsi, fino a che in lontananza non videro un gruppo di ragazzi più grandi, probabilmente del settimo anno visto che era presente anche Luke Colinder, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro.
- Siete rimasti fuori? - disse Luke
- Già - disse Matt che, giocandoci assieme, aveva una certa confidenza con il ragazzo.
- La parola d’ordine è Salamandre Bollite - spiegò loro Luke.
- Salamandre Bollite? - ribatté Matt stupito.
- Sembra che la Signora Grassa fosse ubriaca quando lo ha comunicato a Flincher - spiegò.
Effettivamente dicendo quelle parole, il ritratto si aprì e i ragazzi raggiunsero la Sala Comune di Grifondoro. Il fuoco era acceso e l’atmosfera calda e accogliente non era cambiata rispetto allo scorso anno. Molti studenti erano ancora svegli, eccitati per la carrellata di novità che aveva dato loro il Preside. Marius, viceversa, aveva una gran voglia di andarsene a dormire. Con la coda dell’occhio vide James Potter che chiacchierava con alcuni suoi compagni, ma preferì evitare il suo sguardo poiché temeva che sapesse qualcosa anche lui sulla storia di Tonia. Decise di restare qualche minuto assieme ai suoi amici, ma poi prese la direzione del letto, imitato anche da Matt e Peter Gannifin. Il dormitorio non era cambiato rispetto allo scorso anno, e così Marius riprese posto nel suo baldacchino. Si sentiva talmente stanco che impiegò pochi istanti per prendere sonno, ma non fu una notte tranquilla. 

Sognò di trovarsi seduto su un prato, assieme a due ragazze. I loro volti erano sfocati, ma lentamente riuscì a riconoscere Juliet e Gloria, ed entrambe sembravano furiose con lui. Mentre cercava di capire il motivo di questa rabbia, in lontananza vide una figura familiare, vestita con una camicia da notte bianca. Impiegò pochi istanti a riconoscerla, poiché si trattava di Tonia. Ignorando le altre due ragazze, Marius scattò su cercando di avare verso di lei, ma più andava avanti e più la ragazza indietreggiava. Sembrava anche lei arrabbiata, quasi delusa, ma questo non impedì a Marius di provare ad avvicinarsi. Mentre camminavano, si rese conto di essere nel parco di Hogwarts e, piano piano, si stavano avvicinando alla Foresta Proibita. Una volta giunti al limite, la terra tremò e Marius cadde a terra. In lontananza vide un grosso cavallo, con la testa umana, che puntava Tonia. Lei sembrava non essersene accorta, e così cercò di avvertirla, intimandole di scanzarsi. Dalla sua bocca, tuttavia, non uscivano parole e alla fine dovette vedere l’amica travolta da quella gigantesca bestia. Disperato ed impaurito, Marius cercò di alzarsi da terra, ma non aveva le forze. Il centauro si voltò verso di lui e vide che aveva la faccia di Mulciber. Partì al galoppo, ormai era vicinissimo e il ragazzo non poteva far niente… 

Marius aprì gli occhi terrorizzato. Il cuore gli batteva fortissimo, era tutto sudato e tremava. Si guardò attorno, rendendosi conto di essere nella torre di Grifondoro, ma questo non bastò a tranquillizzarlo. Decise di scendere per andarsi a bere un bicchiere d’acqua e, guardando l’orologio, notò che erano le due passate. Tutti i suoi compagni russavano beatamente e Marius provò un piccolo moto di invidia per loro. Non era l’unico studente ad essere sveglio, poiché mentre rientrava nel dormitorio sentì delle voci nella Sala Comune. Curioso, decise di andare a vedere che succedeva, anche perché in quel momento si sentiva tutt’altro che stanco. 



NOTA DELL'AUTORE
Ecco la grande novità di questa seconda parte. Mi sono sempre domandato quale potesse essere stata la decisione del Ministero dopo il tragico Tremaghi del ritorno di Voldemort, ma mi piace pensare che sia proseguito, senza grossi problemi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, l'arrivo a scuola di Marius ha preso diverso tempo, ma ora si inizia a fare sul serio con l'inizio delle lezioni. 
Ogni recensione, positiva o negativa che sia, è sempre bene accetta. 
A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Sfida alla verità ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******


Una volta raggiunta la Sala Comune, vide che c’erano due ragazze sedute vicino al caminetto. Una delle due sembrava piangere, mentre l’altra pronta a consolare. Riconobbe la seconda, si trattava di Lily Potter, la sorella di James che aveva conosciuto al banchetto inaugurale. Probabilmente se Lucy non glielo avesse detto, non l’avrebbe mai accostata all’amico poiché non si somigliavano molto. Aveva dei lunghi capelli rossi e lisci, sciolti in quel momento, completamente diversi da quelli del fratello. L’altra ragazza sembrava molto più piccola della compagna e stava cercando di smettere di piangere. Era mingherlina con una faccia magra e capelli castani leggermente arruffati che non nascondevano delle orecchie a sventola.
Quando sentirono i rumori, le due ragazze alzarono lo sguardo e scoccarono uno sguardo truce a Marius.
- Dai Jasmine, rientriamo nel dormitorio - disse Lily Potter con aria scocciata - Gli impiccioni ci sono ovunque.
Senza salutare, le due ragazze si diressero verso la loro stanza, lasciando Marius lì basito, incapace di comprendere quell’atteggiamento. Deciso a non porsi troppe domande, decise di provare a dormire nuovamente. Se non altro quella scena lo aveva distratto dall’incubo fatto poco prima.

La mattina seguente la sveglia suonò alle sette meno un quarto, ma Marius non la sentì. Fu Matt a doverlo svegliare, con poca delicatezza, e fargli evitare un clamoroso ritardo nel primo giorno di lezione. Leggermente rintronato, Marius impiegò diversi istanti a capire dove si trovasse e quando prese coscienza del mondo circostante, guardò subito fuori dalla finestra e vide che era una bella giornata, con cielo limpido, nonostante la leggera foschia mattutina. Fu una bella notizia che gli fece venire in mente le lezioni di Quidditch. Lo scorso anno lo sport lo aveva aiutato a distrarsi e Marius sperò che fosse lo stesso anche in quel momento.
Scese dal letto e si avviò barcollante verso il bagno per darsi una rinfrescata. Incrociò Bruce che stava uscendo.
- Certo amico mio, se inizi così quest’anno rischi di non arrivare alla fine - disse allegramente.
Marius abbozzò un sorriso di rimando, ma non rispose. Cercò di fare in fretta, per scendere con i suoi amici, Matt e Bruce che lo aspettarono. Rispetto al primo anno precedente, muoversi per Hogwarts era diventato più facile ed arrivarono rapidamente alla Sala Grande per la colazione. Quando entrarono, videro il professor Flincher girare per distribuire gli orari, ma agli studenti più grandi con i quali era impegnato in una discussione.
I tre presero posto vicino a Michelle, Lucy e Leana e vennero raggiunti anche dal resto dei ragazzi di Grifondoro. Mentre mangiarono passò Flincher a consegnare i nuovi orari e vide che avrebbero iniziato immediatamente con Difesa Contro le Arti Oscure ed Erbologia, due corsi piuttosto interessante.
- Ottimo, domani si gioca a Quidditch! - esclamò Matt.
- Sarebbe stato meglio oggi - intervenne Bruce - Guarda che giornata è uscita!
- State tranquilli ragazzi, tanto quest’anno il posto in squadra ve lo sognate - intervenne alle loro spalle James Potter, che si era avvicinato di soppiatto.
- Perché dici questo cuginetto? - ribatté Lucy - L’anno scorso Matt ci ha fatto vincere la Coppa.
- Perché quest’anno non ci sarà nessuna Coppa di Quidditch - spiegò James leggermente scocciato - Non ci sarebbe la possibilità di fare sia il Tremaghi che il Quidditch.
- Ma che significa! - esclamò Matt furioso - Neanche a dire che possiamo partecipare al Torneo. Non è giusto…
- Purtroppo è così da anni - disse James - Piuttosto Marius, come va?
Marius, che si era tenuto appositamente in disparte, si girò impaurito. Temeva che James sapesse, ma non voleva che parlasse della storia di Tonia davanti a tutti.
- Tutto bene - disse alzando le spalle - Un po’ assonnato.
- Stamattina neanche le cannonate lo svegliavano - sottolineò Bruce.
- Immagino - borbottò James pensieroso, come se volesse capire cosa dire - Comunque ragazzi, io vado a salutare mia sorella.
Marius ebbe l’impressione che l’amico avesse capito di non dover parlare, anche se non ne poteva avere la certezza. Rincuorato e grato lo seguì con lo sguardo, mentre si recava verso Lily Potter e la ragazza magra che aveva visto piangere la notte prima. In quel momento gli torno in mente lo strano atteggiamento della ragazza, apparentemente senza senso.  
- Hai messo gli occhi sulla sorella di James? - disse al suo orecchio Matt.
- No, no - rispose Marius - È che ieri l’ho incrociata ed era strana.
- In che senso? - chiese Matt.
Marius gli raccontò l’episodio della sera precedente, glissando naturalmente sul sogno.
- Strano mondo le ragazze - convenne Matt.
- Già, ma devo essere sincero, una reazione del genere, senza che dicessi o facessi nulla, non me l’aspettavo - concluse Marius, che rimase qualche istante a fissare le due ragazze, fino a che non fu distratto da Michelle.
- Guardate quello là! - esclamò.
Tutti i ragazzi volsero il loro sguardo verso il tavolo dei professori. I due maghi del Ministero non erano presenti in quel momento, tuttavia era giunto un tipo bizzarro che stava chiacchierando con il professor Paciock. Magro, quasi smunto, portava dei lunghi capelli neri, leggermente arruffati, ed una folta barba che gli copriva buona parte del viso. Sembrava molto trasandato, anche se Marius notò occhi particolarmente attenti.
- Deve essere il professor Modrig - constatò Matt - Mai visto prima, e uno così me lo ricorderei.
- Già - convenne Michelle - Chissà che insegnante sarà…
- Ragazzi direi che è ora di andare - li esortò improvvisamente Lucy - Tra l’altro Difesa contro le Arti Oscure la facciamo con i Serpeverde, non vorrei lasciargli i posti migliori. 

In seguito all’invito dell’amica, tutto il gruppo del secondo anno lasciò il tavolo della colazione per dirigersi alla prima lezione dell’anno. Mentre camminavano incrociarono i Serpeverde. Storicamente tra le due case non c’era un buon rapporto, tuttavia Marius aveva stretto amicizia con Thomas Carrow, con il quale aveva giocato a Quidditch, e si salutarono calorosamente raccontandosi le vacanze lungo il tragitto. Tra i due gruppi non era tutto rose e fiori, visto che l’anno precedente era quasi venuto alle mani con Mike Chalmer il quale, ovviamente, non gli dedicò neanche uno sguardo.

Giunti nell’aula, furono accolti dal professor Savage il quale dedico buona parte della lezione a spiegare il programma dell’anno. Ad un certo punto citò gli Schiantesimi e Marius ripensò a quanto avvenuto lo scorso giugno, con l’esplosione provocata dalla sua bacchetta dopo aver pronunciato erroneamente la formula magica. Quella volta era riuscito a fermare Mulciber, ma avrebbe dovuto capire che spingersi oltre e sarebbe stato pericoloso. Dopotutto, aveva dimostrato di non farsi scrupoli a rapire e torturare una ragazza di undici anni e far cadere la colpa su un suo compagno di corso. Facendo meno lo spavaldo, probabilmente, avrebbe permesso a Tonia di sopravvivere. Un pensiero che lo fece sprofondare nuovamente nel senso di colpa e si rese conto che in più di un’occasione avrebbe potuto fermarsi.
- Signor Grebb se ci fai la gentilezza di unirsi a noi - disse improvvisamente il professor Savage, con tono di rimproverò.
Marius tornò improvvisamente alla realtà. Come gli era accaduto anche il giorno prima, si era perso nei suoi pensieri e ricordi, dimenticandosi completamente dove si trovasse. Vide che i suoi compagni ridacchiavano. Evidentemente era piuttosto palese la sua distrazione.
- Mi scusi professore… - borbottò Marius che era arrossito violentemente.
- Stavamo parlando dello Schiantesimo - riprese Savage - Lo scorso anno abbiamo impostato la preparazione, ma da quest’anno lo affronteremo più seriamente, oltre a riprendere lo studio delle creature oscure, solo accennato al primo anno.
Per un istante Marius temette che il professore tirasse fuori la storia del suo incantesimo sbagliato, ma fortunatamente ciò non avvenne. Una volta terminata la spiegazione, Savage annunciò che avrebbero dedicato la lezione al ripasso dell’Incantesimo di Disarmo. Così vennero divisi a coppie e Marius capitò con Bruce. In più di una circostanza i due si erano trovati a confronto, mettendo in scena anche duelli equilibrati, ma quella volta fu completamente diverso. Era praticamente la prima volta che Marius eseguiva incantesimi dalla fine dell’anno scolastico passato e fu disastroso. Non riuscì mai a disarmare l’amico, che a sua volta faceva il bello e il cattivo tempo con lui. Furibondo e umiliato, Marius gettò a terra la bacchetta e accolse con gioia il suono della campanella. Mentre stava per lasciare la classe, tuttavia, fu fermato dal professore.
- Posso parlarti signor Grebb? - domandò.
- Ecco… veda… - borbottò imbarazzato Marius - Se era per prima, volevo scusarmi per essermi distratto.
- Figurati, succede a tutti - ribatté Savage serio - Piuttosto, ti ricordavo più brillante anche con l’Expelliarmus. Il signor Sandon ti avrà disarmata una decina di volte.
- Devo riprendere la mano - rispose Marius, arrossendo leggermente - Mi dispiace…
- Senti Marius, come sa io lavoravo con gli Auror e ancora contatti al Ministero - disse gentilmente il professor Savage, giungendo a quel che era il nocciolo della sua questione - E credo di conoscere il motivo della tua distrazione.
Marius non disse nulla, limitandosi a guardare il professore.
- Ti volevo ricordare che un vecchio preside, Albus Silente, diceva sempre che qui ad Hogwarts chi cerca aiuto lo trova sempre - riprese - Per qualsiasi cosa siamo a disposizione.
- È tutto? - domandò Marius, con tono indisponente.
- Sì - disse il professor Savage, senza nascondere un certo dispiacere - Ma ricordati che al Ministero stanno lavorando sul caso Mulciber, tuttavia c’è bisogno della sua testimonianza.
Marius si limitò ad annuire e a lasciare la classe, poiché rischiava di arrivare tardi a Erbologia. Il percorso verso le serre fu infinito, poiché le parole di Savage lo avevano colpito, anche perché si era ricordato che al primo anno si era rivolto a lui nei primi giorni di scuola, quando Mulciber aveva provato a leggergli nella testa. In ogni modo, non era intenzionato a tornare sui suoi passi, sebbene gli iniziasse a sorgere il sospetto che quasi tutti a scuola sapevano della sua situazione e avrebbero provato a parlargli.
I suoi sospetti furono confermati nella lezione di Erbologia con il professor Paciock. Marius si impegnò per cercare di mantenere viva la concentrazione, ma fu quello con più di difficoltà nel trattare le piccole mandragole sulle quali dovevano lavorare, rischiando anche di essere colpito dal loro pianto. Alla fine fu l’insegnante a tenerlo fuori dai guai e, come avvenuto in precedenza, lo fermò al termine della lezione.
- Non mi aspettavo una reazione del genere - disse senza preamboli il professore.
- In che senso? - ribatté Marius.
- Sei spento, sembri un’altra persona rispetto all’anno scorso - spiegò - Anche ieri al banchetto di ho visto.
- Sono un po’ stanco - disse Marius - Devo ancora riprendere i ritmi, ma siamo solo al primo giorno e migliorerò.
- Perché vuoi far finta di niente? - sbottò il professor Paciock - So bene cosa ti è successo quest’estate, ne ho parlato anche con Seamus. Qua c’è tanta gente che vuole aiutarti.
Marius guardò negli occhi il professor Paciock. Sebbene nel tono di voce iniziasse a trapelare un po’ di impazienza, manteneva ancora uno sguardo gentile, quasi compassionevole.
- Ne hai parlato con i tuoi amici? - riprese.
Marius fece un cenno di diniego.
- Non voglio farti la ramanzina, e neanche costringerti a testimoniare - concluse Paciock - Voglio solo dirti che accanto a te hai persone che ti vogliono bene e confidarti con loro può aiutarti. Ora vai che altrimenti non trovi più nulla per pranzo.
Marius uscì rapidamente dalle serre, andò al bagno a lavarsi le mani e si diresse nella Sala Grande. Voleva restare da solo e cercò di non farsi vedere dai suoi amici mettendosi a mangiare da solo, vicino ad un gruppo di ragazzi del sesto anno. Era turbato, innervosito e sentiva una strana pressione, come se gli si fosse gonfiato qualcosa dentro. Nessuno sembrava capire che faceva tutto per proteggere gli amici e la famiglia, che Mulciber avrebbe colpito loro se avesse testimoniato e di certo non si sarebbe fermato davanti a nulla. 

Queste sensazioni accompagnarono Marius per tutta la prima settimana. Per questo cercò di trascorrere sempre più tempo da solo, mentre il suo rendimento scolastico continuava a peggiorare. I flop in Difesa Contro le Arti Oscure ed Erbologia furono replicati ad Incantesimi, Pozioni, Astronomia, Storia della Magia e Trasfigurazione e anche nella lezione di Quidditch rimediò una bella figuraccia, fallendo ogni presa di Pluffa. Nessun professore lo trattenne chiedendogli cosa non andasse e Marius ebbe l’impressione che gli fosse stato chiesto di lasciarlo tranquillo. Tutto questo avveniva mentre cresceva in lui il senso di colpa nei confronti di Matt, Bruce e Michelle. I suoi migliori amici, naturalmente, avevano notato le sue difficoltà e il fatto che cercava sempre di tenerli a distanza. Provarono a parlargli, ma Marius si nascondeva dietro la scusa della stanchezza e la fatica nel riprendere i ritmi scolastici.

Il sabato pose fine alla settimana accademica più difficile della vita di Marius. Sapeva che avrebbe dovuto dedicare buona parte del week-end a studiare, considerando che aveva avuto compiti extra per porre rimedio al suo pessimo inizio, ma questo gli avrebbe permesso di stare in pace con sé stesso. Andò molto presto a fare colazione, prima dei suoi compagni che ancora dormivano, e poi decise di farsi una passeggiata nel parco prima di prendere i libri. Era una bella giornata, con il cielo limpido ed una leggera brezza che rendeva il tutto più piacevole. Prima che potesse uscire, sentì chiamarsi. La voce era familiare e girandosi vide che si trattava di Juliet, la quale si stava dirigendo a passo spedito verso di lui. I due non si erano parlati dall’incontro sull’Espresso di Hogwarts, poiché Marius sapeva che con lei sarebbe stato tutto più difficile. Anche in quel momento, vedendola, non riuscì a rimanere impassibile. Quando furono a pochi metri di distanza, il ragazzo notò che Juliet non sorrideva, ma aveva un’espressione seria, quasi arrabbiata.
- Che succede? - domandò Marius.
- E me lo chiedi pure? - rispose brusca Juliet - Forza, vieni con me. E non dirmi che hai da fare… non voglio scuse.






NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti! 
Eccoci qua con la pubblicazione di un nuovo capitolo. Purtroppo ho dovuto farvi attendere un po' di più poiché volevo sistemare alcune cose nelle parti successive e il tempo questa settimana non è stato molto. Sono comunque contento di essere riuscito a trovare una discreta continuità  di pubblicazione. Capitolo in parte transitorio, ma decisivo per il prosieguo della storia, spero vi sia piaciuto. 
Ringrazio Krys perché segue e sostiene la storia fin dalle prime battute, 1Hermy1 che ha iniziato da poco a leggere la prima parte e tutti gli altri lettori che seguono costantemente la storia (o almeno i numeri dicono questo) 
Come al solito, un commento buono o cattivo che sia fa sempre piacere :D 
A presto! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 - L'uscita dal tunnel ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******


Marius seguì Juliet leggermente perplesso. Non riusciva a capire l’atteggiamento dell’amica, che si stava dirigendo a passo spedito verso il lago, nel punto in cui lo scorso anno era andato a consolarla dopo che si era lasciata con il suo ragazzo. L’erba era leggermente bagnata, a causa della brina notturna, ma lei si sedette senza dire nulla, invitando Marius a fare lo stesso.
- Ti ricordi questo posto? - domandò brusca.
- Certo che mi ricordo - rispose Marius con un sorriso.
- Lo sai cosa ho pensato dopo che siamo stati insieme per quelle ore? - riprese Juliet.
- No… - mormorò Marius che non capiva dove volesse andare a parare la ragazza, sebbene iniziava ad avere qualche sospetto, misto a speranza…
- Ho pensato di essere fortunata - spiegò senza sorridere - Ho conosciuto un sacco di ragazzi idioti e, ti assicuro, ne ho tanti a Corvonero, ma con te era tutto
diverso. Eri sensibile, gentile, pronto ad ascoltare, intelligente. Ero felice perché avevamo condiviso tanti bei momenti assieme e quest’estate non vedevo l’ora di rincontrarti.
Dinanzi tutti quei complimenti, lo stomaco di Marius divenne un vero e proprio nido di farfalle e non riuscì a fare a meno di arrossire.
- Però quel ragazzo di cui ti ho parlato, ora non è seduto vicino a me - sentenziò Juliet.
Marius la guardò per un istante, dopo aver tenuto a lungo lo sguardo basso, e subito capì dove voleva andare a parare. Il nervosismo si impadronì di lui.
- Ma tutti psicologi siete diventati in questa scuola - sbottò - È una settimana che non fate altro che chiedermi cosa ho, sono strano…
- E ci sarà un motivo, non pensi? - ribatté Juliet, per nulla colpita dalla reazione dell’amico.
- Sto bene, non ho niente che non va! - insistette Marius, alzando il tono di voce - Posso permettermi di avere delle difficoltà, dei momenti negativi? Oppure devo essere una macchina da guerra…
- Ti senti quando parli? - rispose Juliet, arrabbiata - Ieri Michelle è venuta da me in lacrime, perché era preoccupata e non riusciva a capire cosa ti passasse per la testa. Siamo tuoi amici Marius, per qualsiasi cosa non ti abbandoniamo.
- Non tutto - borbottò Marius.
- Hai così poca fiducia in noi? - domandò Juliet offesa.
- Non sto dicendo questo - sottolineò Marius, con voce tremante
- Senti, io non so come dirtelo - disse Juliet - Ma tu mi manchi, mi manca quella persona fantastica che ho conosciuto l’anno scorso. È una settimana che non parli con nessuno, e a me questo fa male.
Mentre diceva questo, aveva preso Marius per il braccio. Il ragazzo alzò nuovamente lo sguardo, fissando intensamente Juliet poi, improvvisamente, scoppiò a piangere. Fu un’esplosione che non riuscì a controllare, come se le emozioni delle ultime settimane volessero finalmente prendere il sopravvento sulla maschera che si era costruito. Juliet, la ragazza che gli piaceva dallo scorso anno, era riuscita a scuoterlo.
- Scusa - mormorò Marius con voce strozzata - Non volevo reagire così…
Juliet non disse nulla, limitandosi a mettergli una mano sulla spalla. Attese qualche istante, lasciando Marius tranquillo prima di riprendere la parola.
- È successo qualcosa di grave? - domandò la ragazza, con un tono di voce completamente diverso, più gentile.
Marius annuì.
- Lo vuoi raccontare? - chiese.
- Mulciber… - esordì Marius, che impiegò un po’ prima di riprendere a parlare, sentendosi come affaticato dopo aver detto quel nome - Pochi giorni fa, dopo che ci siamo visti a Diagon Alley, Mulciber è venuto a Saint Patrick. È venuto a sapere che probabilmente avrei testimoniato al processo sul rapimento di Leana e sapeva che avrei fatto il suo nome. Ero in giro con Tonia, la mia amica, quando è comparso e ha iniziato a minacciarmi. Io ho voluto tenergli testa, anche se avevo paura e lui…
Si interruppe. Concludere il racconto gli stava costando più di quanto pensasse. Juliet, forse per rassicurarlo ed incoraggiarlo, gli passò un braccio attorno alle spalle, senza dire nulla.
- Lui ha tirato fuori la bacchetta - proseguì Marius - E… ha ucciso Tonia.
Mentre concludeva, fu sopraffatto nuovamente dalle lacrime. Juliet inorridita, si mosse a disagio vicino a lui e per un po’ non proferì parola.
- Mi dispiace Marius - disse con voce tremante - Davvero, non potevo immaginare una cosa del genere… è terribile. Sono stata dura con te, ma non pensavo…
- Basta così - la interruppe Marius, che cercava di tranquillizzarsi  - Non devi scusarti.
Nonostante le lacrime e l’aver rivissuto quel momento bruttissimo, in qualche modo si sentiva meglio. La presenza di Juliet, o semplicemente il fatto di aver detto la verità in qualche modo sembrava averlo rivitalizzato.
- Ho avuto paura, tanta paura - riprese - Mulciber non mi ha colpito, ma mi ha fatto davvero male. Quando ho visto Tonia a terra ho capito che non si sarebbe fermato davanti a niente o nessuno. Non so per qualche motivo stia facendo tutto questo, ma al momento per lui rappresento un ostacolo. Poi è furbo: facendomi del male solleverebbe dei sospetti e così cerca di fermarmi facendo del male alle persone che mi stanno attorno.
- E tu per questo… - disse Juliet, comprendendo improvvisamente tutto.
- Io per questo non ho voluto dire niente - confermò Marius - E non ho neanche fatto il suo nome ai maghi che sono intervenuti dopo l’omicidio. Temevo che potesse fare del male alla mia famiglia, o qualcuno di voi. È così difficile convivere con tutto questo…
Juliet, in un gesto istintivo, iniziò ad accarezzargli i capelli e Marius si voltò a guardarla. Era quasi commossa.
- È bellissimo tutto questo - affermò la ragazza - Ti sei preoccupato per noi.
- In questi giorni ho pensato di impazzire - proseguì - Ho cercato di evitare tutti perché sapevo che prima o poi sarei crollato. I professori sanno tutto e hanno provato a spronarmi, ma non avevo intenzione di cambiare idea. E in più mi sentivo in colpa con Matt, Michelle e gli altri con i quali non parlavo… però ho paura di…
- Tu per me non sarai mai un pericolo - lo interruppe Juliet - L’unica cosa che vorrei, è rivedere il Marius di un tempo, e credo che anche per Michelle sia così. Siamo tuoi amici e resteremo al tuo fianco. Non devi avere paura di questo.
Marius sorrise e fissò Juliet. Non aveva parole per descrivere la gratitudine che provava in quel momento. Quella manifestazione di affetto significava davvero tanto per lui e in qualche modo gli diede una nuova forza.
- Testimonierò! - disse, con convinzione.
- Fai bene, davvero - ribatté Juliet, che gli diede un bacio sulla guancia.
- Grazie e… - fece Marius, leggermente imbarazzato.
- Cosa? - incalzò Juliet.
Voleva dire tante cose, ma il turbinio di emozioni che provava in quel momento lo rendeva poco lucido. Voleva dire o fare qualcosa, ma non riusciva ad agire.
- Piuttosto, dovresti parlare con Michelle - disse infine Juliet.
- Già - mormorò Marius, che si alzò goffamente dal prato - Rientriamo?
- Ok - rispose Juliet, rimettendosi in piedi a sua volta.
- Non so cosa dire - disse infine Marius - grazie…
Juliet gli rivolse un sorriso splendente e poi lo abbracciò. Rimasero qualche secondo fermi e Marius sentì il suo cuore battere all’impazzata. Alla fine lasciarono la presa e si diressero verso il castello. Improvvisamente il parco sembrava più bello e anche Hogwarts più accogliente. Il dolore non era andato via, ma con Juliet e i suoi amici al fianco tutto poteva diventare più semplice. 

Passando per la Sala d’Ingresso, Marius e Juliet incrociarono Lucy e Leana, che avevano appena finito di fare colazione. Marius rivolse loro un gran sorriso, che prese alla sprovvista la ragazza Weasley. Doveva farsi perdonare da lei e anche Juliet lo sapeva, tanto che ebbe la brillante idea di invitare Leana ad accompagnarla in bagno.
- Che succede? - domandò Lucy, leggermente spiazzata da questa situazione.
- Ti volevo chiedere scusa - rispose Marius - L’altro giorno sul treno ti ho trattata malissimo.
- Sono contenta che te ne sia reso conto - disse freddamente Lucy - Però dovrai darti da fare, che non sono l’unica interdetta dal tuo comportamento.
- Lo so - rispose Marius - O meglio, finalmente l’ho capito. È che… avevo paura. Tu lo sai, la mia migliore amica è morta ed è stato Goran Mulciber a farlo. Mi
ha minacciato di fare del male alle persone a me care e magari non parlandone…
- Cosa avresti risolto? - lo interruppe Lucy - Noi lo scorso anno eravamo con te, sappiamo cosa è capace di fare quel Mulciber.
- Mi dispiace… - mormorò Marius.
- Quello che ti è successo è terribile - disse Lucy addolcita - Scusa, forse sono stata dura…
- Figurati - tagliò corto Marius - Che dici possiamo lasciarci tutto alle spalle?
Lucy non disse nulla, ma sorrise, cosa che fece molto piacere a Marius, davvero dispiaciuto per come l’aveva trattata i giorni precedenti.
- Piuttosto, Michelle e Matt sono ancora a colazione - concluse - Che ne dici di parlarne anche con loro?
- Direi proprio di sì - convenne Marius che si avvicinò alla Sala Grande.
Al tavolo dei Grifondoro c’erano Michelle e Matt, seduti assieme a Bruce, Samantha e Melany. Marius sperò di restare da solo con i suoi amici più cari, anche perché voleva parlare tranquillamente con loro visto l’argomento spinoso. Per sua fortuna, le due ragazze si stavano alzando da tavola e Marius colse al volo l’occasione, sedendosi nel posto vuoto tra Matt e Michelle, dinanzi a Bruce.
- Buongiorno ragazzi - disse allegro.
- Ciao! - disse Matt, con voce incerta. Probabilmente aveva notato un tono diverso nella voce di Marius, ma questo non gli impedì di scambiarsi uno scambio di occhiate con Michelle.
- Devo parlarvi - riprese Marius, voglioso di andare subito al sodo - E soprattutto volevo chiedervi scusa per come mi sono comportato in questa settimana. Credo di essere stato un po’ strano…
- Davvero? - domandò Michelle ironica.
Marius ignorò il commento dell’amica, ed iniziò a raccontare ancora una volta quel che gli era successo in estate. Diversamente da quanto avvenuto prima, riuscì a trattenere le sue emozioni anche se riparlarne lo faceva sentire meglio. Una volta terminato, vide Bruce e Matt a bocca aperta, quasi sotto shock, mentre Michelle aveva gli occhi lucidi.
- Mio Dio Marius, mi dispiace - commentò Michelle, con voce tremante.
- È veramente terribile - convenne Bruce - Ma possibile che al Ministero non facciano nulla?
- Lo stanno facendo, anzi penso che entro oggi debba fargli avere informazioni importanti - rispose Marius.
- Perché? - chiese Matt.
- Ecco, diciamo che non ho fatto il nome di Mulciber quando mi hanno interrogato - confessò Marius che, inconsciamente, aveva omesso quella parte del discorso.
- Davvero? - esclamò Matt - Ma tu mi avevi detto…
- Ti sembra facile? - sbottò Marius, improvvisamente infastidito dalla reazione dell’amico - Mi ha ammazzato la mia migliore amica davanti, avevo una fottutissima paura di quello che avrebbe potuto fare a me e anche a voi se avessi parlato. Non volevo mettere a repentaglio la salute di nessuno ed è per quello che vi ho mentito.
- Scusa - mormorò Matt - Davvero, non volevo giudicarti, è solo che mi ha stupito.
- Perdonami tu - ribatté debolmente Marius - È difficile…
- Marius - disse fermamente Michelle - Noi siamo amici tuoi e ci siamo sempre.
Matt e Bruce annuirono convinti. Marius si sentì nuovamente commosso da quella manifestazione di affetto da parte dei suoi amici. In vita sua non si era mai sentito veramente solo ed era stato fortunato ad avere al suo fianco gente che gli voleva bene, tuttavia mai come in quel momento si sentì grato per le persone che erano con lui.
- Ora però, direi che devi darti da fare - disse Bruce.
- In che senso? - domandò Marius.
- Devi recuperare una settimana di nulla - rispose - Altrimenti da chi copio quest’anno?
Scoppiarono tutti a ridere, anche se Marius era consapevole che l’amico aveva ragione. Nonostante questo, decisero di godersi qualche ora nel parco prima di mettersi a studiare. Fu davvero piacevole sentirsi nuovamente a proprio agio tra i suoi amici, ed era la prima volta dopo una settimana ad Hogwarts. In qualche modo aver tirato fuori la verità lo aveva alleggerito di una pesante zavorra ed ora tutto sembrava più facile. Marius aveva la consapevolezza che da quel momento avrebbe dovuto affrontare importanti sfide, a partire dalla testimonianza contro Mulciber, ma mai come in quel momento si sentiva sicuro di sé. 

Il tempo volò via e arrivò l’ora di pranzo, senza che nessuno di loro aveva aperto libro. Presi da qualche senso di colpa, decisero di mangiare una cosa velocemente, poi Matt e Marius si recarono verso la Sala Comune per prendere i libri, mentre Michelle si era aggregata a Leana e Lucy, con Bruce che era ancora nel parco con Melany.
- C’è un punto che non ho capito - disse Matt mentre salivano verso il settimo piano - Cosa ti ha spinto a cambiare idea?
- Dovresti dire chi… - rispose Marius con un sorriso.
- Credo che il nome sia scontato - borbottò Matt - O sbaglio?
- Ti riferisci a Juliet? - disse Marius - In quel caso non sbagli. Diciamo che mi ha spinto a tirare fuori tutto quel che avevo dentro.
- E… - insistette Matt curioso.
- E niente, poi ci siamo salutati - concluse Marius - In realtà ho provato a dirle qualcosa in più, ma non ci sono riuscito.
- Il giorno in cui succederà qualcosa tra voi…
Il commento di Matt fu interrotto da un grido che proveniva in fondo al corridoio, seguito da un tonfo, come un corpo che cadeva a terra. Istintivamente, Marius corse in avanti per andare a vedere cosa stava succedendo e trovò Gloria Henderson sdraiata a terra, apparentemente priva di sensi.
- Che succede? - domandò Matt con il fiatone, dopo aver seguito lo scatto dell’amico.
- Non lo so - rispose Marius preoccupato. Attorno a loro non c’era nessuno, anche perché la maggior parte degli studenti era ancora a pranzo.
- Dovremmo andare a chiamare qualcuno - osservò Matt.
- Per forza - convenne Marius - Di certo non saprei come farla riprendere ora…
Mentre parlava gli occhi vagarono nel corridoio e, improvvisamente, vide davanti a sé il corpo di un’altra ragazza, anch’ella priva di sensi. Aveva il volto coperto da lunghi capelli castani, quasi rossi, che avevano un che di familiare per Marius, il quale poco dopo notò che la ragazza non indossava la divisa di Hogwarts, ma degli abiti Babbani. Incuriosito si avvicinò e mosse il corpo inerte e subito fece un balzo all’indietro tremante.
- Marius, tutto bene? - domandò Matt, la cui voce sembrava provenire da lontano.
Marius non disse nulla, continuando a fissare impaurito gli occhi verdi spalancati della ragazza.
- Non può essere - mormorò con voce tremante - Non può essere.
- La conosci? - chiese Matt.
- È Tonia - rispose Marius.






ANGOLO DELL'AUTORE
Ciao a tutti! 
Dopo una piccola pausa dovuta alle vacanze, rieccomi qua a pubblicare uno dei capitoli più difficili, da un punto di vista di scrittura, della storia. La struttura può sembrare semplice, ma trasmettere lo stato d'animo nel primo dialogo non è stato facile e spero di essere riuscito nell'intento. Mi rimetto al vostro giudizio. 
Grazie ancora a tutti coloro che seguono la storia, a presto 
Dedalus Lux

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Lilian Terry ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******


Il cuore di Marius batteva all’impazzata e la paura lo travolse. Come era possibile che il cadavere di Tonia fosse lì? Non poteva, non doveva, ma gli occhi non ingannavano. Stava succedendo qualcosa di strano, ma non capiva come potesse essere possibile una cosa del genere, sicuramente stava sognando.
- Ma è Tonia, l’amica tua? - domandò Matt preoccupato.
- È lei - rispose piano Marius - Ma non può essere, deve esserci qualcosa di strano…
Il corpo della ragazza fece uno strano movimento che fece trasalire Marius. Sentiva il cuore battere sempre più forte, non sapeva cosa fare, da un lato voleva cercare qualcuno, ma dall’altro sentiva le sue gambe ancorate al pavimento.
- Che vogliamo fare? - chiese Matt, che era sempre qualche passo dietro l’amico.
- Non lo so - borbottò Marius che, alla fine, prendendo coraggio provò ad avvicinarsi al corpo. Dopo quel movimento visto in precedenza, non aveva fatto più nulla come se fosse nuovamente senza vita, ma quando il ragazzo mise la sua mano destra sulla guancia di Tonia, notò subito che era calda. Improvvisamente, gli occhi si aprirono e la ragazza si alzò da terra. Fu un gesto che spaventò Matt.
- Direi che è meglio se andiamo -
Marius non rispose. Si sentì come incantato da Tonia e per un attimo l’euforia si impadronì di lui, come se dopo tanta sofferenza potesse tornare al suo fianco.
- Marius! - insistette Matt, ma la sua voce sembrava ormai lontanissima.
Marius sorrise a Tonia, la quale improvvisamente iniziò a sghignazzare. Lo fece per più di venti secondi e il ragazzo tornò ad avere paura. C’era qualcosa che non andava e la conferma la ebbe vedendo che Tonia stava crescendo a dismisura, diventando decisamente più alta di lui. Preso nuovamente dal panico, chiuse gli occhi, ma li riaprì dopo pochi istanti. Era cambiato tutto e davanti a lui c’era un gigantesco centauro. Sembrava lo stesso del sogno che aveva fatto la prima sera ad Hogwarts, ma c’era qualcosa di diverso: il volto era quello di Tonia.
- Cos’è quello Marius? - domandò Matt.
Ancora una volta Marius non risponde. La paura che aveva provato poco prima non era niente rispetto a quel momento, era completamente terrorizzato. Il centauro mosse un passo, avvicinandosi a lui e la reazione fu istantanea: iniziò a correre. Dimenticandosi che c’era Gloria svenuta a terra e Matt fermo, magari in pericolo, Marius cercò di mettere più distanza possibile tra sé ed il centauro. Il castello di Hogwarts era deserto, poiché tutti erano a pranzo, ma preferì comunque seguire delle strade secondarie. Scese una lunga scala a chiocciola per più di un piano e, da quanto sapeva, sarebbe giunto nei sotterranei. Dietro di sé sentiva ancora il rumore degli zoccoli e questo gli faceva capire che non era al sicuro. Giunto nei sotterranei, cercò di nascondersi dentro una stanza, ma tutte quelle che si trovavano nel corridoio in cui era sbucato erano chiuso. Cercò un altra strada, accelerando nuovamente il passo poiché anche il centauro aveva finito le scale. Alla fine trovo una piccola stanzetta con la porta socchiusa. Vi si infilò dentro, chiudendo il chiavistello.
Passarono alcuni minuti, nel corso dei quali Marius riuscì a prendere fiato. Non aveva sentito rumori di zoccoli, ed evidentemente il centauro aveva pensato che si fosse nascosto in un altro punto. Cercò di fare il punto e fu in quel momento e scoprì di essere in uno dei magazzini utilizzati per Pozioni. Mentre si guardava intorno gli tornarono in mente Gloria e Matt. Doveva andare a sincerarsi delle loro condizioni. Si alzò e spalancò la porta e davanti a sé trovò il centauro con la faccia di Tonia.
Era più furbo di quanto Marius aveva creduto: lo aveva visto chiudersi nello stanzino e aveva aspettato che uscisse, facendogli credere che aveva preso un’altra strada. Il ragazzo ci era cascato, ed ora non poteva fare più nulla. In quei sotterranei nessuno lo avrebbe sentito, era in trappola.
- Cosa vuoi da me? - domandò, cercando vanamente di tenere la voce ferma. 
Il centauro con la faccia di Tonia non rispose, limitandosi a sghignazzare. Ad un tratto Marius sentì dei passi lungo le scalette. Probabilmente stava arrivando qualcuno. Il cavallo non si era invece accorto di niente, continuando a sghignazzare e schernire il ragazzo. Ad un tratto si sentì una voce gridare:
- Riddikulus -
Immediatamente il centauro si afflosciò a terra, scomparendo in una nuvola di fumo. Marius non riusciva a credere di essersi salvato. Alzò gli occhi alla ricerca del suo salvatore, e vide che era la nuova insegnante di Incantesimi, Lilian Terry.
- Tutto bene signor Grebb? - gli chiese.
Marius si limitò a fare un cenno.
- Era un Molliccio quella roba lì - disse sbrigativa la professoressa - mi è scappato dall'ufficio.
Il ragazzo non rispose, rimanendo basito a fissare la sua salvatrice. Non riusciva, tuttavia, a capire cosa fosse successo, ma in quel momento non aveva importanza.
- Venga con me signor Grebb - proseguì la Terry - Vedo che è piuttosto scosso, ho del tè in ufficio, penso le possa far bene. Anche il signor Baston e la signorina Henderson sono lì.
Senza dire una parola, Marius seguì la sua insegnante.
Salirono fino al quarto piano, poi oltrepassarono una porta, entrando in una stanza circolare. Vedendo quell'ufficio, fu subito evidente la mano di una donna: molto più curato e pulito rispetto a quelli di Flincher e Paciock, che Marius aveva visto lo scorso anno, aveva i muri tappezzati di fotografie con qualche scaffale ricolmo di libri qua e la. Vicino alla finestra una bella scrivania in legno, piuttosto spoglia, ma con una targa d'oro che recitava sopra "Ordine di Merlino, seconda classe" e un vassoio con delle tazze. Di fronte alla scrivania sedevano Matt e Gloria, evidentemente scossi.
- Si accomodi signor Grebb - lo invitò la professoressa.
Marius prese posto al fianco di Matt. Voleva scusarsi con lui, in precedenza, preso dal panico, lo aveva lasciato solo con Gloria. Nel frattempo la professoressa Terry verso del tè nelle loro tazze e glielo offrì. Quando Marius lo bevve, iniziò a tranquillizzarsi.
- Voi lo scorso anno non avete trattato i Mollicci? - domandò la professoressa.
- No - rispose Matt.
- Immagino che il professor Savage vi abbia fatto esercitare sull'incantesimo di Disarmo e lo Schiantesimo - chiese la Terry.
- Già - continuò Matt.
- Si vede che proviene dall'ufficio Auror - disse infine la professoressa.
- Perchè? - chiese Marius incuriosito, prendendo finalmente la parola.
- Gli Auror pensano sempre prima all'azione diretta e dopo a come sfidare le creature magiche - spiegò la professoressa.
- Ed è sbagliato? - insistette Marius.
- No, è solo un modo diverso di vedere le cose - disse la Terry con un sorriso.
I quattro rimasero per qualche istante in silenzio, poi fu di nuovo la Terry a parlare.
- Mi volevo comunque scusare per il danno che vi ho fatto. Sinceramente non mi aspettavo che il Molliccio potesse fuggire da questo ufficio, ma l'avevo sottovalutato, l'importante però che nessuno si è fatto male -
- Ma non ho capito di cosa si tratta - riprese Marius.
- I Mollicci sono delle strane creature magiche - spiegò la Terry - Prendono la forma di ciò che ti fa paura. Possono essere pericolosi, anche se sono meno potenti di qualcosa di reale.
- Quindi quello che ho visto è solamente lo specchio delle mie paure? - domandò Marius, che iniziava a vergognarsi di quanto fatto.
- Già - confermò la professoressa.
- Era tutto finto… - mormorò Marius.
- Non c’è niente di cui vergognarsi signor Grebb - lo rassicurò l’insegnante, che poi si rivolse a Matt e Gloria - Voi ragazzi come vi sentite?
- Tutto bene - rispose Gloria, mentre Matti si limitò a fare un cenno di assenso.
- Se non vi dispiace, vorrei parlare un minuto con il signor Grebb - disse la Terry - Voi se volete potete andare.
Sebbene quello della professoressa fosse un invito, Matt e Gloria scattarono immediatamente su dalla sedia e, dopo essersi scambiati un cenno di assenso con Marius, lasciarono la sala. 

- Devo essere sincera - disse la professoressa Terry - Non ho mai visto una reazione del genere dinanzi ad un Molliccio.
Marius arrossì, ma non disse nulla.
- La signorina Henderson è svenuta e quello è un comportamento comune, specialmente se non te lo aspetti - proseguì - Ma il tuo sembra vero e proprio terrore.
Quelle parole lo infastidirono. Marius aveva capito di aver avuto una reazione esagerata e non c’era bisogno di rimarcare questo aspetto.
- La cosa che mi stupisce, tuttavia, è il fatto che al Ministero alcune persone ti conoscono, ma per il tuo coraggio - insistette la Terry - Mi hanno detto che lo scorso anno hai salvato una ragazza del tuo anno, affrontando uno studente più grande di te, è vero?
Marius annuì.
- E tra l’altro il professor Vitious mi aveva detto che eri uno studente piuttosto brillante - riprese - Ma i risultati di questa prima settimana non sono stati…
- È successa una cosa quest’estate - sbottò Marius - Hanno ucciso una mia amica, anzi è stato Goran Mulciber ad uccidere questa persona. E sempre lui ha rapido Leana lo scorso anno, ma mi sembra che nel suo Ministero della Magia nessuno lo abbia capito.
Questa volta fu Lilian Terry a non reagire, limitandosi a fissare Marius con i suoi profondi occhi azzurri.
- Ora è lei che non dice nulla? - domandò Marius alzando la voce - Fino a poche ore fa mi sono tormentato perché pensavo Tonia fosse morta a causa mia, ma non è così. Io ho fatto quello che dovevo, ma nessuno, da McBride al Ministero della Magia mi ha dato retta. Vi sono bastate due provette del cavolo per sparare le vostre sentenze e quello sta ancora lì in giro. E poi arriva lei che viene a prendermi in giro per la mia reazione davanti a un Molliccio… Non può capire quello che ho provato io in questi giorni, tutti a farmi domande, cose e io non potevo fare nulla.
- Mi dispiace che hai preso la mia constatazione sulla tua reazione al Molliccio come una presa in giro - lo interruppe la Terry - Però il tuo racconto mi ha permesso di capire perché tu ti sia comportato così. Un pesante shock può provocare situazioni simili.
Improvvisamente Marius si rese conto di essersi spinto un po’ oltre in quella situazione. Si trovava pur sempre di fronte ad un’insegnante.
- Ho esagerato - mormorò Marius - Mi dispiace.
- A volte fa bene sfogarsi un po’, non credi? - disse la Terry cercando di sorridere incoraggiante.
- Già - convenne Marius - E oggi non è neanche la prima volta.
- Ora però vai, non voglio trattenerti a lungo - disse la professoressa - Mi ha fatto comunque piacere parlare con te. E ricordati, purtroppo nella vita siamo chiamati ad affrontare delle prove dure, l’importante è reagire.
- Reagirò - le assicurò Marius - Grazie per l’aiuto.

Uscì dall’ufficio della Terry leggermente colpito. Non si aspettava di certo che la giornata prendesse una piega del genere, ma tutto questo non gli impedì di sentirsi più tranquillo, seppur stanco. Perso nei suoi pensieri, non si rese conto che Matt lo aveva aspettato fuori dall’ufficio.
- Ho sentito dei toni piuttosto alti da fuori - constatò Matt.
- Mi ha tirato fuori qualche considerazione di troppo - rispose Marius con un sorriso - Però diciamo che è andata bene.
- Hai fatto colpo anche sulla prof? - domandò Matt dandogli una pacca sulle spalle.
- Direi che è ora di studiare - tagliò corto Marius, che si diresse con l’amico verso la Sala Comune di Grifondoro.
 

******
 

NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti, 
usciamo fuori dall'ennesima pausa nella pubblicazione della nostra storia, tuttavia in questo periodo non è stata solo forzata (causa lavoro), ma in parte anche voluta. La pubblicazione del nuovo capitolo della storia originale di Harry Potter mi ha portato ad una fase di blocco e, se non altro, volevo vedere come si potesse contestualizzare questo racconto a quello della Rowling. 
Alla fine ho concluso la lettura della Maledizione dell'Erede piuttosto soddisfatto, in quanto ci sono alcune cose che divergono (talvolta neanche causa mia), ma la vicenda di Albus da un certo punto di vista può considerarsi circoscritta. Al contempo non è da escludere che alcuni personaggi verranno fuori strada facendo... ma è un'idea che sto ancora coltivando. 
Nel frattempo vi lascio a questo capitolo, dandovi appuntamento alla prossima settimana. 
Buona lettura 
Dedalus Lux

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 - La fine dell'attesa ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******


Giorno dopo giorno Marius sentiva di star meglio. L’essersi liberato da quel peso che lo opprimeva gli aveva permesso di ritrovare una certa serenità, tornando ad essere quello che era prima. Il ricordo di Tonia c’era e persisteva, tuttavia si stava rendendo conto che la sua amica non avrebbe voluto una reazione del genere da parte sua. Gli amici si accorsero di questo cambiamento, così come gli insegnanti che, dopo una prima settimana disastrosa, ebbero modo di apprezzare il suo ritrovato rendimento scolastico. Il più felice fu, naturalmente, il professor Paciock, con il quale Marius si trovò a parlare il lunedì successivo, al termine di Erbologia. 

- Sono contento che tu abbia reagito - constatò - Capisco tutte le tue difficoltà… per esperienza posso dirti che non è facile raccontare alcune cose, ma tenersi tutto dentro fa male.
Educatamente, Marius evitò di chiedere ulteriori ragguagli su quel che ha vissuto il suo insegnante, il quale sembrava essersi rabbuiato improvvisamente.
- Ora però cosa dovrò fare? - chiese.
- Penso che tu debba parlare con Ron Weasley - rispose il professore - Si sta occupando personalmente sul caso.
- Con lui non mi sono comportato molto bene ad agosto… - ammise Marius.
- Non preoccuparti - lo rassicurò Paciock - Ci conosciamo da una vita e sicuramente non avrà remore nei tuoi confronti.
- Speriamo… - borbottò Marius, più che altro parlando con sé stesso.
- Dai su stai tranquillo - insistette il professore - Anzi, se vuoi gli mando un gufo per comunicargli la tua volontà di parlare, che ne pensi?
Marius guardò il suo insegnante sorridendo e annuì.
- Allora ti faccio sapere - si congedò Paciock. 

Praticamente tutti i giorni Marius aveva anche la possibilità di incontrare Juliet. Probabilmente mai come in quel momento riuscivano a vedersi con continuità, sebbene le lezioni non aiutassero nel tempo libero. Ogni volta il ragazzo si sentiva particolarmente felice, vedendo l’amica che sorrideva radiosa, ma faticava sempre a trovare il momento giusto, per dichiararle quello che provava.
- Se non ti fai avanti, non saprai mai cosa pensa - gli disse un giorno Michelle, dopo aver sorpreso Marius a fissare per qualche istante Juliet dopo che si erano salutati.
- E tu lo sai? - ribatté Marius - In fondo è la tua migliore amica…
- Anche se lo sapessi, non direi nulla - disse Michelle - Senza offesa, ma è una cosa vostra e non vorrei mettermi in mezzo.
Marius promise a se stesso che prima della fine di settembre avrebbe affrontato il discorso, ma il tempo fu beffardo e improvvisamente si trovò nel mese di ottobre. Stava scoprendo, a sue spese, che il secondo anno ad Hogwarts era decisamente più impegnativo e il carico di lavoro era notevole. I due nuovi professori, la Terry e Modrig, erano particolarmente in gamba, ma chiedevano molto da loro affidandogli prove davvero complicate e dispendiose. L’insegnante di Incantesimi non aveva più fatto menzione dell’incidente con il Molliccio e anche Marius e Matt avevano fatto in modo che non si sapesse molto in giro, palesando una certa gratitudine nei confronti dell’insegnante. Quest’ultima si stava facendo apprezzare dai suoi studenti, con un mix di gentilezza e severità che rendeva molto piacevoli le lezioni. Marius riuscì ben presto a distinguersi nel suo corso, mentre così non fu con il professor Modrig che, allo stesso modo della Blanchard, l’insegnante precedente, aveva avuto modo di apprezzare le doti di Samanta Dresse come pozionista.
Nonostante la cancellazione del campionato, anche le lezioni di Quidditch proseguivano a spron battuto, con Madama Johnson che era spesso accompagnata dalla strega del Ministero della Magia, Alicia Spinnet, al lavoro per il Torneo Tremaghi. Un giorno scoprirono che anche la Spinnett, come Madama Johnson, aveva un passato da professionista nel Quidditch britannico ed entrambe si beavano gli occhi vedendo Matt all’opera.  
- Hai ereditato tutto il talento da tuo padre - commentò un giorno la Spinnett al termine della lezione.
- Grazie - farfugliò Matt, leggermente imbarazzato - Però non mi piace molto giocare da portiere, preferisco fare il Cacciatore.
- Lo so, Angelina mi ha detto che lo scorso anno hai fatto vincere Grifondoro - convenne la Spinnett - Noi giocavamo assieme a tuo padre, e un anno vincemmo la Coppa in maniera davvero incredibile.
Terminata la conversazione, un compiaciuto Matt e Marius, che aveva assistito dall’esterno alla scena, raggiunsero Bruce che stava scalpitando per andare a mangiare.
- Dai ragazzi sbrighiamoci! - disse.
- Come mai tutta questa fretta? - domandò Marius.
- Ho fame - rispose Bruce - E poi devo finire i compiti per Flincher. Ieri ho fatto un disastro…
- Davvero? - chiese Matt curioso. Il giorno precedente Bruce era rimasto con la sua ragazza Melany a lungo in Sala Comune, mentre tutti gli altri ragazzi erano andati a dormire.
- Ho discusso di nuovo con Melany - spiegò - E ad un certo punto mi sono agitato facendo cadere tutto l’inchiostro sulla pergamena. Ho provato a ripulirla, ma ero nervoso e l’ho bruciata…
Marius e Matt trattennero a stento le risate. Il rapporto tra Bruce e Melany procedeva con tira e molla fin dal primo anno e spesso avvenivano degli incidenti strani.
- Beati voi che vi divertite - commentò con voce sepolcrale Bruce - Qui finisce che Flincher mi mette in punizione e la settimana prossima arrivano le scuole per il Tremaghi.
- Dai non preoccuparti - disse Marius - Puoi dare un’occhiata dal mio e magari mettendoci in mezzo quello di Matt neanche si accorge che hai copiato.
- Grazie, ci provo - ribatté Bruce - Devo fare attenzione però, vi ricordate che ha fatto a Fred e Peter quando ha scoperto che uno dei due aveva copiato.
I tre ragazzi sorrisero. Era accaduto uno dei primi giorni di scuola, con Fred Rodman che aveva presentato al professor Flincher lo stesso testo di Peter Gannifin sugli Incantesimi di Scambio. Flincher aveva impiegato poco più di due minuti per capire che c’era qualcosa che non andava ed è andato su tutte le furie, togliendo più di venti punti a Grifondoro.
I ragazzi raggiunsero la Sala Grande mentre iniziavano a immaginarsi cosa avrebbe potuto proporre loro il Torneo Tremaghi. Ormai a scuola era difficile sentire discorsi differenti, poiché era ormai imminente l’arrivo delle delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons ed il conseguente inizio della competizione.
- Sicuramente ci divertiremo - sentenziò Matt mentre si alzavano dal tavolo alla fine del pasto - Le prove sono davvero difficili.
- Ho letto qualcosa a riguardo - intervenne Michelle - Addirittura alcune volte hanno sfidato i Draghi.
- Però ora è meno pericoloso - disse Lucy - Avete sentito che ha detto McBride ad inizio scuola.
- Ho capito, ma se devi affrontare un drago, il pericolo c’è per forza - ribadì Michelle.
- Dai vedrete che terranno sotto controllo la situazione - cercò di rassicurarle Matt - Poi non è detto che debbano esserci i draghi.
- Vedremo - mormorò Marius - Comunque non vedo davvero l’ora che inizi tutto.
- Dai tra poco arriveranno i ragazzi di Beauxbatons e Durmstrang - disse Lucy.
- E il nostro Marius non mancherà di far colpo sulle ragazze straniere - disse ridacchiando Matt.
- No Matt - ribatté Michelle - Il nostro amico ha il cuore impegnato.
- Da chi? - domandò improvvisamente una voce. Erano sull’uscio del portale della Sala Grande e Marius si girò di scatto e si trovò di fronte a Juliet. Preso alla sprovvista, si sentì arrossire e improvvisamente fu travolto da grande incertezza sul da farsi.
- Niente una lunga storia - disse alla fine, mentre fissava i suoi amici che avevano allungato il passo, lasciando lui e Juliet da soli.
- Capisco - fece lei poco convinta - Comunque ti vedo meglio.
- Già - rispose Marius con un sorriso - Ed è grazie a te.
- Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti - ribatté Juliet, apparentemente un po’ imbarazzata - Piuttosto l’altro giorno mi diceva Michelle che hai avuto un problema con un Molliccio.
Ancora una volta Marius si trovò ad arrossire. Maledicendo tra sé e sé l’amica per aver raccontato a Juliet questo, impiegò diverso tempo prima di prendere nuovamente parola.
- Bella figuraccia - borbottò infine.
- E perché? Che ne potevi sapere? - disse bruscamente Juliet.
- Sono fuggito a gambe levate e alla fine non era neanche così pericoloso… - spiegò Marius.
- Ripeto, non lo potevi sapere - insistette Juliet, cercando di rassicurarlo - Poi se non sbaglio il Molliccio prende la forma di ciò che ti fa più paura, non è vero?
- Sì, però… - rispose Marius - Sono scappato a gambe levate. C’erano Matt e Gloria lì, me ne sono fregato. Se quella roba fosse stata pericolosa? Che sarebbe successo a loro…
Juliet sorrise, quasi comprensiva e gli prese la mano. Marius, stupito da quel gesto, sentì il braccio con la pelle d’oca.
- È bello che tu pensi sempre agli altri, davvero - disse - Ma a volte succede. Se tu fossi stato un egoista non avresti fatto quel che hai fatto l’anno scorso e, credo, non avresti neanche reagito così alla morte di Tonia.
Sentire il nome dell’amica scomparsa colpiva sempre Marius, che si bloccò al centro della Sala d’Ingresso.
- Scusa, non volevo… - mormorò Juliet, capendo quel che aveva fatto.
- Non preoccuparti - la rassicurò Marius - Ancora faccio fatica a sentire il suo nome.
- Ti capisco - disse Juliet - Però tornando al discorso di prima, non devi sentirti in colpa per come hai reagito. A volte succede di non riuscire a controllare un’emozione, penso che capiti a chiunque.
Marius sorrise all’amica, la quale gli diede una carezza sulla spalla per fargli sentire la sua vicinanza. Marius rabbrividì, incapace di trattenere l’emozione, ma lei non diede l’impressione di essersene accorta.
I due continuarono a camminare, salendo le scale verso il primo piano. Marius doveva andare a Trasfigurazione, mentre non sapeva che impegni avesse Juliet. Quell’anno l’orario non era stato molto clemente con loro e l’unica lezione in comune era Astronomia, il mercoledì a mezzanotte.
- Comunque, tra qualche giorno inizia il Torneo Tremaghi - disse Juliet, cambiando discorso.
- Già e la settimana prossima conosceremo i ragazzi di Durmstrang e Beauxbatons - affermò Marius - Ma poi sai come funziona?
- So che di solito la scelta dei Campioni avviene la notte di Halloween, vedremo se anche quest’anno faranno così - spiegò Juliet - Tra l’altro di questo ce ne ha parlato un ragazzo del sesto anno, che ha parlato anche di tanti eventi e feste.
- Dovrebbe essere bello - commentò Marius.
- A Natale c’è una sorta di festa, chiamata il Ballo del Ceppo - proseguì Juliet - È uno degli eventi più interessanti.
- Davvero? Non lo sapevo - rispose Marius - E in che consiste?
- Beh, la parola Ballo penso che rappresenti un indizio no? - ribatté ironica Juliet - Poi per quanto riguarda il Ceppo… non lo so.
- Però tieniti libera, che se ti va possiamo andarci insieme - disse istintivamente Marius, quasi per scherzare.
- Davvero? - domandò Juliet arrossendo.
- Beh… sì - balbettò Marius, come rendendosi conto in un secondo momento di quel che aveva detto.
- Non mancherò - ribatté Juliet radiosa - Ora ti saluto che vado a Difesa Contro le Arti Oscure.
Marius fece un cenno e vide la ragazza allontanarsi. Non sapeva se aveva fatto bene o male a fare quella proposta, che tra l’altro gli era uscita quasi da sola dalla bocca, ma l’impatto sembrava essere stato positivo. Iniziò a pregustarsi l’evento, sebbene non sapesse bene come funzionasse la cosa. 

- Guarda che mancano due mesi a Natale - gli dicevamo spesso Matt e Bruce. Nei giorni seguenti, infatti, Marius si trovò a fantasticare spesso sull’evento e sulla possibile uscita galante con Juliet. Solamente l’annuncio ufficiale dell’arrivo delle due scuole, per il 30 ottobre come molti già sapevano, riuscì a riportarlo alla realtà.
La settimana antecedente l’evento fu caratterizzata da un gran fermento all’interno della scuola. C’era la volontà di farsi belli per l’arrivo degli stranieri e anche gli insegnanti, nonostante addolcirono il carico di compiti, furono molto duri per coloro che contravvenivano alle regole, anche quella più banale. Il più provato sembrava il custode Gorciov, costretto agli straordinari nella pulizia del castello, sebbene potesse contare sull’aiuto di alcuni elfi domestici, creature che lavoravano nella scuola, specialmente in cucina. Marius non li aveva mai visti prima, ma ebbe modo di constatare la loro bravura e, soprattutto, il fatto di essere instancabili. Tra loro erano sostanzialmente simili, con grandi orecchie e occhi a palla, ma erano in grado di lavorare ventiquattr’ore su ventiquattro.
L’attesa culminò il 30 ottobre, quando l’intera scuola di Hogwarts si era radunata nel parco per accogliere le delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons. I professori li avevano disposti in quattro file indiane, naturalmente divisi per casa, con i ragazzi del primo anno davanti e via via a crescere fino a quelli del settimo. Tutti bisbigliavano tra loro eccitati, curiosi di scoprire come sarebbero arrivate le varie scuole, e i più piccoli erano bramosi di informazione da parte dei più grandi che avevano già vissuto un’edizione del torneo.
- Guardate laggiù! - esclamò improvvisamente un ragazzo di Corvonero, indicando il cielo.
Tutti si girarono e dopo qualche istante Marius vide una figura che diveniva sempre più grande mentre si avvicinava. Sembrava una sorta di casa mobile, ma le dimensioni erano disumane. Lunga un centinaio di metri e alta dieci, la struttura era trainata da dodici giganteschi cavalli, indubbiamente magici essendo in grado di volare, ed era di un colore azzurro molto simile a quello della superficie del lago di Hogwarts. Una volta che l’atterraggio fu ultimato, le porte della gigantesca casa si aprirono e ne uscì una donna altrettanto grande, seguita da una trentina di ragazzi e ragazze, tutti vestiti con abiti grigio argenteo, che si guardavano intorno con uno sguardo misto di stupore e sospetto. 
Marius non aveva mai visto una persona di quelle dimensioni. Alta almeno sei volte una persona normale e larga almeno quattro, era probabilmente in grado di spostare una casa con un dito. Molti suoi compagni, notò, osservavano impauriti i suoi movimenti. Chi non era impaurito dalla donna era Hagrid che, gigantesco anch'egli, aveva probabilmente una persona con cui condividere la stazza. La donnona, dopo aver salutato il preside McBride, si diresse proprio da Hagrid. Probabilmente i due conoscevano ma, dopo aver visto che si scambiavano un bacio sulle labbra, Marius intese che c'era qualcosa di più di una semplice amicizia tra i due.
- Ho capito chi è! - esclamò improvvisamente Lucy.
- Chi? - domandò Marius.
- La preside di Beauxbatons - rispose Lucy - me ne ha parlato mio padre. E' Madame Maxime.
- Maxime di nome e di fatto - commentò Matt sarcastico.
- Hagrid l'avrà scelta probabilmente perchè è simile a lui - sentenziò Bruce.
Mentre i ragazzi commentavano, in lontananza si vedeva un gruppo di persone che, superati i cancelli della scuola, si recavano verso di loro.
- Oh - borbottò il professor Flincher - ecco i ragazzi di Durmstrang.
Mano a mano che si avvicinavano, Marius vide che erano poco più di 20, prevalentemente maschi, capeggiati da un uomo. Questi, a differenza di Madame Maxime, era piuttosto basso, un metro e sessanta al massimo, senza capelli ma con degli occhi azzurri che sembrava ti scrutassero.
- Caro professor Popkov, benvenuto! - esclamò McBride andandogli incontro.
- Grazie Dorian - rispose il preside di Durmstrang. Per la sua piccola statura aveva una voce molto squillante, quasi espansiva.
- E' stato piacevole il viaggio? - domandò il preside.
- Assolutamente sì - rispose Popkov - il treno è anche arrifato in anticipo. Ho fatto in tempo a poftafe i miei ragazzi ai Tfe Manici di Scopa. Come fanno lì la Burrobirra non la fa nessuno, ho pensato che una buona pinta dopo il viaggio non poteva che far bene.
- Ottima scelta direi - sorrise il preside.
Dopo che Madame Maxime e il professor Popkov avevano presentato i propri studenti alla scuola di Hogwarts, rappresentata naturalmente dal preside McBride e dal vice Flincher, tornarono tutti verso il castello per il banchetto di benvenuto, che avrebbe aperto ufficialmente il torneo Tremaghi.
Marius era rimasto un po' indietro con Matt, Bruce e Michelle. C'era un sacco di gente e preferiva far sfollare un po' prima di entrare nel castello e trovare il caos di tutti gli studenti che entravano al castello.

******
 

NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti! 
Spero di non avervi fatto aspettare troppo a lungo, purtroppo il tempo per scrivere e pubblicare non corrisponde esattamente al tempo libero :(. Comunque, proviamo sempre ad andare avanti, la storia sta entrando nel vivo sebbene questo sia il primo capitolo che definisco "normale"... posso assicurarvi che non durerà. 
A presto e buona lettura!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 - I Tre...maghi ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******


- Tipi strani i presidi delle due scuole - osservò Michelle mentre rientravano.
- Non che McBride sia così normale - intervenne Bruce.
- Beh, rispetto a Madame Maxime - constatò Matt - Diciamo che il nostro preside è un po’ ottuso…
- Direi che hai trovato il termine giusto amico mio - convenne Marius.
- Ne parlavamo l’altro giorno con Juliet - disse Michelle - Probabilmente non è neanche una persona cattiva, ma non vuole o non riesce a vedere la vera personalità di Mulciber.
- Lo voglio sperare, anche se fatico a convincermi di ciò - rispose Marius.
- Ma è possibile no? - insistette Michelle.
- Sicuramente - le confermò Marius.
- Poi se lo pensa anche Juliet, come puoi darle torto - disse Matt ridacchiando. 

Il gruppetto di Grifondoro stava risalendo il parco per raggiungere la Sala Grande, la quale era stata addobbata per le grandi occasioni. I tavoli sembravano decisamente più grandi e sopra erano già disposte svariate tipologie di pietanze. Anche le luci erano diverse dal solito e conferivano all’ambiente un’atmosfera più festosa. Per una volta anche il soffitto, che solitamente riproponeva il cielo esterno, sembrava essersi ribellato a questo vincolo: la serata proponeva un clima tipico dell’autunno inglese, ma i ragazzi dall’interno potevano ammirare le stelle luminose. I ragazzi del secondo anno cercarono di mettersi tutti vicini, ma non fu facile trovare un posto. Una volta sistematisi, Marius ebbe la possibilità di guardarsi intorno, cercando di capire dove potessero mettersi i ragazzi di Durmstrang e Beauxbatons. Alla fine, seguendo le indicazioni del professor Flincher, i francesi si sedettero al tavolo dei Tassorosso, mentre gli altri si aggregarono ai Corvonero.
- Ma che hanno tirato fuori dalla cucina? - commentò Bruce, sovrastando il brusio nella Sala Grande.
- Effettivamente ci sono delle cose strane - convenne Marius.
- Quella sembra carne macinata cruda - disse Bruce, senza nascondere un certo disgusto - Credo che non l’assaggerò…
- È Tartare de Beufe - intervenne Leana.
- Che? - ribatté Bruce
- Un piatto tipico francese - spiegò la ragazza - Qualche anno fa sono andata con la mia famiglia in Francia e mio padre l’ha mangiata.
- E tu? - domandò Bruce curioso.
- Già non amo la carne - rispose Leana - Pensa cruda…
I ragazzi scoppiarono a ridere, poi quando il preside McBride aprì ufficialmente le danze, si fiondarono sulle pietanze. La tartare nei pressi del loro punto rimase immacolata, tuttavia ebbero tutti la possibilità di fare una bella mangiata. Una volta che lo stomaco era pieno, Marius volse lo sguardo sui gruppi di Durmstrang e Beauxbatons, piuttosto incuriositi dall’ambiente della Sala Grande.
- Devo dire che le francesi battono nettamente le bulgare - disse improvvisamente Bruce, prendendosi pochi istanti dopo una gomitata da Melany, che sedeva accanto a lui.
Marius alzò lo sguardo verso i due tavoli. Al tavolo di Corvonero sedevano i ragazzi di Durmstrang. C'erano solamente 4 ragazze. Tre erano piuttosto bruttine, con lineamenti duri e sguardi aggressivi. L'altra era più carina. Portava i capelli, castano chiaro, legati con due trecce. Tra tutte sembrava quella più a suo agio nel nuovo ambiente e stava già parlando con alcuni studenti più grandi di Hogwarts. Della delegazione di Beuxbatons invece Marius notò più di dieci ragazze. Tutte molto carine, curate e con lineamenti delicati. Gli sembravano però tutte uguali e Marius decise di preferire la ragazza bulgara. 

Al termine della cena, il preside McBride prese di nuovo la parola.
- Cari ragazze e ragazze - disse - spero che il banchetto sia stato di vostro gradimento. Ora però mettiamo il cibo da parte e pensiamo alle cose serie, perchè in questo momento si apre ufficialmente il Torneo Tremaghi.
Tutti i ragazzi applaudirono sonoramente.
- Ora però - riprese McBride riportando il silenzio nella sala - vorrei lasciare la parola al nostro delegato del ministero, Daniel Murphy, che vorrà dire qualche parola in merito.
Il mago del Ministero, che avevano conosciuto il primo giorno di scuola, si alzò ed iniziò subito a parlare. 

- E' con immensa gioia che mi trovo qui a rappresentare il Ministero della Magia per questo torneo Tremaghi - disse Murphy - questo è uno degli eventi più importanti del mondo magico, e sono ben lieto di avere avuto la possibilità di organizzarlo. Vorrei iniziare dando il benvenuto ai nostri amici di Beuxbatons e Durmstrang, augurando loro una buona permanenza nella nostra Inghilterra. Detto questo inviterei mastro Gorciov a portare dentro il forziere che gli è stato consegnato.
Tutta la sala spostò gli occhi da Murphy all'ingresso della Sala Grande, dove c'era Gorciov che stava trascinando all'interno un pesante forziere. Il custode stava facendo molta fatica, ma il suo volto lasciava trasparire orgoglio, come se stesse trasportando qualcosa di valore inestimabile. Giunto davanti al tavolo delle autorità, Gorciov pose sopra un tavolino, cui Marius prima non aveva dato attenzione, il forziere poi, dopo essersi fatto dare delle chiavi dal professor Flincher, lo aprì e ne tirò fuori una strana coppa, dall'aspetto maestoso, che emetteva fiamme. Tutti i ragazzi presenti nella Sala Grande avevano assistito a questo evento nel totale silenzio poi, quando il custode posò il calice davanti a Murphy, gli studenti avevano ricominciato a mormorare.
- Chissà a cosa serve questo Calice - si domandava Michelle. La ragazza trovò subito risposta alle sue domande.
- Questo è il Calice di Fuoco - annunciò Murphy facendo ammutolire di nuovo gli studenti - e sarà il giudice imparziale che sceglierà, tra i vari candidati, gli studenti più meritevoli a rappresentare la propria scuola. Alcuni di voi sapranno come funziona, ma ci tengo a spiegarlo di nuovo. Il Calice sarà posto su un tavolo proprio all'interno della Sala Grande. Tutti gli studenti che vorranno provare a partecipare al Tremaghi, dovranno scrivere il proprio nome su un foglio di pergamena, e a fianco la scuola di appartenenza. Domani sera, dopo cena, il Calice annuncerà i nomi dei ragazzi idonei a partecipare al torneo. Terminato il banchetto, chi vorrà potrà iniziare a proporre il proprio nome all'interno del calice. Naturalmente i ragazzi che non hanno ancora raggiunto il livello GUFO, non potranno candidarsi e per far sì che questo non accada, verranno adottate misure di sicurezza. Vi ricordo, inoltre, che non sarò possibile ritirare la propria candidatura. Inserire il nome nel Calice di Fuoco porta alla stipulazione di un contratto vincolante. Di conseguenza, qualora veniate estratti come partecipanti, non ci sarà la possibilità di tirarsi indietro. Vi invito, quindi, a pensare bene alla vostra scelta.
Quando Murphy smise di parlare, nella sala di diffuse un brusio di eccitazione. Marius vide diversi studenti più grandi di Grifondoro, che si scapicollavano per prendere un foglio di pergamena e potersi candidare.
- Ma credono che se mettono per primi il nome nel Calice, avranno più possibilità di essere scelti? - domandò Matt osservando il comportamento dei ragazzi.
- A quanto pare - disse Marius.
- Il Calice però non giudica da questo - intervenne Lucy - mio padre ne ha parlato una volta a cena e ha detto che è strumento magico altamente potente e altamente intelligente. Attraverso il nome della persona riesce a capire le sue doti e da questo stabilisce i tre più degni di partecipare al Tremaghi.
- Immaginavo che non servisse fare presto - disse Marius.
Quando il preside annunciò la fine del banchetto, ci fu un notevole rumore di panche che si spostavano, amplificato dall'eccitazione dei ragazzi che avevano sicuramente trovato un argomento di discussione per la serata. Marius, in mezzo alla folla, aveva perso di vista i suoi amici, ma proseguì diritto verso la Sala Comune di Grifondoro. Passò accanto ad un gruppo di ragazzi di Corvonero. Tra loro c'era anche Juliet, la quale però non lo vide.
Perso nei suoi pensieri, Marius raggiunse il ritratto della Signora Grassa, davanti al quale si trovavano anche Lily Potter e la sua amica Jasmine. Incerto sul da farsi, il ragazzo provò a fare un cenno di saluto nel momento in cui si apriva l’accesso alla Sala Comune.
- Ci conosciamo? - disse seccamente la sorella di James, che prese direttamente la direzione del suo dormitorio.
Perplesso, Marius si guardò, ma capì presto che i suoi amici erano tutti andati a dormire. Decise che avrebbe seguito il loro esempio, ma fu fermato da James Potter.
- Ehilà Marius! - disse il ragazzo venendogli incontro - Tutto bene?
- Sì sì - rispose - Anche se non so se avrò digerito tutta la cena per Natale.
- A chi lo dici - convenne James - E domani si replica. Piuttosto tu come stai?
- Non male - rispose sinceramente Marius.
- Ho sentito quel che è successo quest’estate - disse - Davvero, mi dispiace. Speravo di riuscire a parlarti anche prima…
- Lascia stare - tagliò corto Marius - Non ero neanche pronto ad affrontare la situazione. A te questo terzo anno come va?
- Fino a ieri bene - rispose James con un sorriso - Ora ho un mal di testa pazzesco, perché tutti i miei compagni credono che io conosca un metodo per aggirare il limite di età del Calice di Fuoco.
- Davvero? - chiese Marius, colpito.
- Già - sbuffò James - Per via di mio padre… non so se lo sai, ma lui ha partecipato al famoso primo Tremaghi dell’epoca moderna, nonostante fosse al quarto anno. In realtà furono circostanze strane, tanto che coincisero con il ritorno di Voldemort, e praticamente lui non aveva fatto niente ed era stato messo in mezzo.
- Quindi tutti credono che conosceva un trucco? - constatò Marius.
- Sembra di sì - proseguì James - Però qui le notizie arrivano sempre a metà. Alcuni sanno solo che aveva quattordici anni e ha vinto.
- Certo, detta così è notevole - osservò Marius.
- Mio padre non ne parla volentieri di tutto questo - concluse James - Sta di fatto che io ne voglio restare fuori, me li vedrò dalle tribune comodamente, poi in teoria quando sarò al settimo anno verrà disputato di nuovo e magari in quell’occasione… Lasciamo stare va.
Marius sorrise, senza aggiungere nulla.
- Mi ha fatto piacere chiacchierare un po’ - disse James - Ora vado a dormire. Buonanotte!
Marius fece un cenno a James e si diresse verso il suo dormitorio. Diversamente da quanto immaginato, tutti i suoi compagni erano svegli e attivi, discutendo sui possibili campioni di Hogwarts. Discorso che li accompagnò il mattino seguente, mentre facevano colazione. Sebbene il giorno prima avessero discusso fino a tardi e, inevitabilmente, erano più assonnati, l’entusiasmo per l’imminente inizio del Torneo Tremaghi non sembrava svanito. 

- Sapete chi vuole proporsi dei nostri? - domandò Bruce.
- Boh - disse Fred alzando le spalle.
- Io so che Luke Colinder, il capitano della squadra di Quidditch, sia intenzionato a proporsi - disse Matt - lui frequenta ormai il settimo anno.
- Anche mio cugino Louis vuole mettere il proprio nome, frequenta il sesto anno - disse Lucy - Credo che sua Victorie, che ha finito lo scorso anno, si stia mangiando le mani poiché non ha mai avuto modo di partecipare Torneo Tremaghi.
- Certo che gli Weasley qua dentro sono davvero tanti - constatò Leana.
- E pensa che il prossimo anno saremo ancora di più - disse con un sorriso Lucy - visto che arriverà anche mia cugina Roxanne.
- Poi finite spero - disse ridendo Marius.
- Chissà… - rispose Lucy - Volendo mio zio Charlie ancora non si è sposato.  
- Sarà impossibile ricordarvi a tutti - disse Matt scuotendo la testa.
La loro discussione fu interrotta dall’ingresso di un gruppo di Grifondoro, tra i quali Luke Colinder, che si stava dirigendo verso il Calice di Fuoco per mettere il biglietto con il suo nome. Alle sue spalle c’erano tre ragazze carine, che lo imitarono.
- Non ci credo! - esclamò improvvisamente Samantha Dresse, che si era unita a loro pochi istanti prima - Quelle tre vacche hanno messo il nome nel Calice di Fuoco!
- Perché? - domandò Matt sorpreso.
- Le conosco - spiegò Samantha - Quella bionda si chiama Irma Daniels. Le altre due, Jessica Stewart e Kristine White, la seguono in tutto quel che fa.
Tutto il gruppo dei Grifondoro pendeva dalle labbra di Samantha, ma furono distratti dall’arrivo di James.
- Vedo che anche voi siete sorpresi dal gesto dell’ex-signora Mulciber - borbottò.
- Cosa? - ribatté Marius, che era trasalito quando udì quel nome.
- Sì - rispose James - quando sono arrivato ad Hogwarts, Mulciber e la Daniels stavano insieme.
Marius fissò la ragazza. Poteva anche essere carina, e lo era: bionda, capelli lunghi e ben curati, occhi azzurri e un corpo snello, ma formoso. Tuttavia aveva qualcosa che non andava. Sembrava atteggiarsi, ostentando al mondo la sua candidatura al Torneo Tremaghi.
- Non guardarla così Marius - lo rimproverò James - è stupida, ma è una tipa a posto.
- Magari ha ancora contatti con Mulciber - disse Marius.
- Non penso - insistette James - è più una tipa che va a cercarsi il tipo del momento per starci insieme. Mulciber era abbastanza popolare a scuola.
- Non mi sembrava stesse molto simpatico alle persone - osservò Marius.
- Simpatica e popolarità sono due cose diverse amico mio - disse saggiamente James.
Terminata la colazione i ragazzi si recarono verso le rispettive aule per fare lezione. Marius era silenzioso, pensando a Mulciber. Si domandava che fine potesse aver fatto e anche quando avrebbe avuto modo di testimoniare con Ron Weasley.
I professori quel giorno sembravano essersi resi conto che i ragazzi erano completamente distratti. Senza lamentarsi troppo infatti, concedevano delle pause nella speranza di riottenere l'attenzione, cosa che assolutamente non accadde.
Quando finalmente la sera era arrivata, tutta la scuola era in fermento nell'attesa di scoprire i nomi dei tre maghi che avrebbero rappresentato le scuole. Nonostante le pietanze fossero prelibate, la cena sembrava non terminare mai. Molti ragazzi sembravano avere poca fame, ed erano tutti proiettati al dopo cena. Quando il preside si alzò dal tavolo delle autorità, nella Sala Grande scese un silenzio quasi surreale.
- Molto bene - disse McBride sorridendo - l'atteso momento di scoprire i nomi dei tre partecipanti al torneo è arrivato. So che per voi, secondo quando mi
hanno riferito i colleghi, è stata una lunga giornata, nell'attesa di conoscere i nomi dei campioni. Tra poco sarà il Calice di Fuoco a dirci i nomi dei prescelti.
A quelle parole lo sguardo dei presenti si spostò dal tavolo delle autorità al piccolo tavolinetto posto di fronte, sul quale la sera prima Gorciov aveva posto il Calice di Fuoco. Questo per il momento emetteva fiamme blu elettrico, come la sera prima.
- Probabilmente ancora non è pronto - annunciò McBride.
A quelle parole si diffuse un mormorio di delusione tra gli studenti, e molti ragazzi che si erano alzati si rimiserò seduti.
- Siamo stati tutti troppo precipitosi - commentò Matt.
- Beh se anche il Calice non è pronto - rispose Marius - vuol dire che anche il preside è preso dalla curiosità.
- Guardate le fiamme! - esclamò ad un tratto Michelle, facendo tornare l'attenzione dei presenti sul Calice, le cui fiamme erano improvvisamente diventate di colore rosso vivo.
Alicia Spinnett, la strega del Ministero della Magia, scattò in piedi, avvicinandosi alle fiamme. Da quelle uscì fuori un foglio di pergamena.
- Credo che abbiamo il primo nome del Torneo Tremaghi - annunciò McBride
- Il campione di Beauxbatons è Remi Hervè - annuncio la Spinnett, con voce acuta, ma chiara.
Tutta la scuola scoppiò in un fragoroso applauso. Dal tavolo di Tassorosso si alzò un ragazzo che lasciava trasparire grande soddisfazione. Marius notò che molte ragazze guardavano ammaliate Remi Hervè, il quale con la sua carnagione scura e i lineamenti duri, sembrava aver fatto colpo su molte.
- Se da Hogwarts non esce qualcosa di meglio, potrei tifare per i francesi - commentò Michelle.
Hervè intanto aveva lasciato il tavolo di Tassorosso e si recò dalla Spinnett, la quale gli strinse la mano e successivamente gli indicò una porta dietro al tavolo dei professori. Il ragazzo si recò lì e la varcò. Terminati gli applausi nella Sala Grande tornò il silenzio. Tempo pochi istanti e si sarebbe conosciuto il nome di un altro campione. L'attesa questa volta fu breve visto che il Calice quasi subito sputò fuori un nuovo nome. Tutti gli occhi erano puntati sulla Spinnett, la quale prese il foglietto e disse:
- Il campione di Durmstrang, o meglio la campionessa, è Tatiana Stefanova -
Ancora una volta ci fu un grande applauso. La ragazza prescelta era quella che Marius aveva notato il giorno prima. Ripercorrendo la strada di Hervé, anche lei si diresse dalla Spinnett per poi varcare la porta dietro il tavolo degli insegnanti. Per la Stefanova gli applausi durarono di meno, perchè tutti sapevano che stava per arrivare il momento più atteso della serata, visto che l'unico campione che mancava era quello di Hogwarts.
Le fiamme del Calice di Fuoco erano tornate blu elettrico, quindi bisognava aspettare. Quando queste divennero rosse, tutta la Sala Grande, professori e fantasmi compresi, trattenne il respiro. Come nei due precedenti casi, dal fuoco uscì un foglio, che fu raccolto dalla Spinnett, che impiegò qualche istante prima di fare l’annuncio:
- Il campione di Hogwarts è... Frederick Downing -
- E chi è? - fu il commento di Matt. L'amico però non fu l'unico ad avere dei dubbi sull'identità del Campione di Hogwarts, Marius notò infatti molti studenti che in faccia portavano uno sguardo che tradiva un misto tra stupore e delusione. Neanche il tempo di pensare che il Calice avesse potuto sbagliare, e un ragazzo si alzò dal tavolo di Grifondoro. Magrolino, quasi sciupato, con occhi strabici e capelli che sembravano sporchi: a differenza di Hervè e della Stefanova, sembrava tutto tranne che un tipo in gamba. Quando si era alzato era tutto rosso in faccia, nessuno dei suoi compagni lo aveva applaudito, e neanche riservatogli uno sguardo di approvazione. Alla fine fu il professor Flincher che fece partire un applauso, seguito di controvoglia dagli altri studenti. Quando anche Downing aveva concluso con la prassi e aveva varcato la porta, nella Sala Grande scoppiò il caos, con tutti gli studenti che si misero a discutere di quello che era appena accaduto.
- Ma hai visto che tipo? - disse Bruce.
- Sicuramente è uno che passa inosservato - commentò Michelle - non avevo mai fatto caso ad un tipo del genere.
- Certamente mi sembra che siamo svantaggiati rispetto a Durmstrang e Beauxbatons - disse Marius.
- Magari ha delle grandi capacità, a dispetto del suo aspetto - disse saggiamente Lucy.
Le discussioni furono interrotte da McBride il quale, amplificando in maniera innaturale la propria voce, riuscì con fatica a riportare il silenzio nella Sala.
- Mi rendo conto che avete tutti tante cose da dirvi - disse - ma visto che il sottoscritto, con i professori Maxime e Popkov deve incontrare i tre Campioni, inviterei tutti voi a recarvi nelle rispettive Sale Comuni, visto che è molto tardi e domani tutti avrete lezione.
Poco a poco, tutti gli studenti si alzarono dalle panche, per dirigersi verso l'uscita. Marius e Matt attesero qualche istante per far uscire le prime persone e quando raggiunsero la Torre di Grifondoro scoprirono che, nonostante l'ora tarda, per la seconda notte consecutiva, quasi tutti i ragazzi erano svegli per discutere della scelta dei campioni.

******


NOTA DELL'AUTORE 
Niente grosse sorprese nelle estrazioni per il Tremaghi... o meglio non quattro campioni o fuori età in gioco, però sicuramente nei giorni a venire ne vedremo delle belle con questa nuova edizione del Torneo. Fino ad ora è filato tutto fin troppo liscio :D :D. Comunque vedremo strada facendo come vanno le cose. 
A presto! 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Il furto ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******
 

Il tema “Campioni del Tremaghi” tenne banco per le due settimane ad Hogwarts. Gruppi di studenti ovunque ne discutevano, con i fantasmi e i personaggi dei quadri che cercavano di introdursi nelle conversazioni, al fine di far valere la loro opinione. Tra gli studenti di casa c’era un po’ di scoramento, poiché Frederik Downing sembrava tutto tranne che un mago brillante e questo favoriva i rappresentanti di Durmstrang e Beauxbatons.
- Certo che non deve essere facile… - constatò una mattina Bruce. Erano a colazione assieme a Matt, Michelle e Lucy e si erano seduti poco distanti da Downing, il quale era tutto preso dal suo piatto di uova e bacon, probabilmente nel tentativo di isolarsi dalla moltitudine di sguardi su di lui.
- Avrà capito che nessuno qua crede in lui? - si domandò Marius.
- Non lo so - rispose Bruce - Comunque è davvero strano…
- Poi, senza offesa, non ha nulla a che vedere con il campione di Beauxbatons - intervenne Michelle, riferendosi al francese Remi Herve, decisamente più avvenente e con uno stile apparentemente più scaltro.
- Possibile che abbia sbagliato il Calice di Fuoco? - chiese Marius, dando voce ad un dubbio che serpeggiava da qualche giorno in lui.
- Non credo - rispose Lucy - O meglio, ne sono sicura. L’altro giorno ho scritto a mio padre e avevo gli stessi tuoi dubbi, ma lui mi ha assicurato che il Calice è uno strumento magico potentissimo, che difficilmente sbaglia.
- Magari sa qualcosa che noi non sappiamo… - borbottò Marius che si interruppe al momento dell’ingresso nella Sala Grande del gruppo di Durmstrang. Il suo sguardo cadde sulla campionessa, Tatiana Stefanova, la quale era il personaggio più in vista, nonché l’unica ragazza a partecipare al Torneo Tremaghi - E comunque anche la loro campionessa non è male - concluse.
- Tu pensa a Juliet - lo rimproverò Matt - E dovresti darti da fare, per evitare di farti anticipare di nuovo.
Istintivamente Marius volse lo sguardo al tavolo di Corvonero e vide Juliet che discuteva animatamente con una compagna e Robert Thomas, il ragazzo che aveva conosciuto l’anno precedente sul treno. Pensando alle parole di Matt, non poté fare a meno di dargli ragione, ma qualcosa in lui gli diceva di avere pazienza.
Nel frattempo i professori avevano ripreso a spron battuto le lezioni. Non fu facile tenere il passo, poiché tutti gli studenti erano distratti dagli eventi degli ultimi giorni e spesso e volentieri i pensieri vagavano oltre i banchi di scuola. Il risultato fu un carico di compiti non indifferente e più di uno si trovò a dover fare le due di notte per mettersi in pari con il lavoro.
- Dicevi l’altro giorno? - disse sarcasticamente Marius una sera -  Qui non abbiamo il tempo per andare in bagno, figuriamoci parlare con Juliet.
Si trovava con Matt e Bruce a fare i conti con 50 centimetri di relazione sull’inventore della trasfigurazione inanimata, 40 di tema sulla Pozione Soporifera e un bell’approfondimento sui pregi e i difetti dello Schiantesimo.
- Non ne usciremo mai - borbottò Bruce - E sto morendo di sonno.
- A chi lo dici - sbuffò Matt - Di questo passo altro che terzo anno… Non arriveremo sani di mente per la prima prova.
- Che ci inventiamo? - domandò Marius.
Mentre discutevano sul da farsi, furono raggiunti da Samantha e Melany. Quest’ultima si era nuovamente riappacificata con Bruce ed ora i due sembravano particolarmente smielati.
- Ecco la nostra salvezza! - esclamò improvvisamente Matt.
- Cioè? - domandò Melany, che si era seduta sulle gambe di Bruce.
- Samantha tu hai finito il tema di Pozioni? - chiese.
- Sì, ma solo quello - rispose la ragazza - Con Trasfigurazione e Difesa Contro le Arti Oscure sono in alto mare.
- Che ne dici di uno scambio equo? - propose Matt.
Alla fine Samantha mise a disposizione il suo elaborato per Modrig, mentre Marius e gli altri le diedero una mano con le altre materie. Fu un lavoro collettivo proficuo che permise ai ragazzi di concludere nel giro di un’oretta e di andare a letto ad un orario accettabile. Il giorno seguente, tuttavia, si ripresentò lo stesso problema con la Terry che ricordò loro l’imminente consegna di un lavoro di ricerca, da lei assegnato il mese scorso. Era un lavoro a gruppi e il pomeriggio Marius si unì a Michael McBride e alle gemelle Mindy e Clara Hopkins di Tassorosso per recuperare il tempo perduto. La Terry, infatti, aveva voluto mischiare i ragazzi delle due case che frequentavano contemporaneamente la sua lezione, al fine di favorire la socializzazione. Le gemelle Hopkins erano molto timide e prima di allora Marius non aveva mai avuto modo di parlare con loro. Piccole e minute, erano sostanzialmente identiche e Bruce, scherzando, diceva che somigliavano a dei topi. I quattro lavorarono fino alla chiusura della biblioteca e proprio quando erano in procinto di andare a dormire, fece la sua comparsa il custode Gorciov.
- Signor Grebb, il professor Paciock la vuole vedere - disse.
- Ora? - domandò Marius sorpreso. Era piuttosto tardi e di lì a poco sarebbe scattato il coprifuoco.
- Proprio così - rispose Gorciov - Sembra sia piuttosto urgente, di conseguenza sei autorizzato a stare in giro. Alla fine ti riporterò io al tuo dormitorio.
Con fare incerto, Marius si alzò dal tavolo, si congedò dai suoi compagni e seguì il custode.
- È successo qualcosa? - domandò mentre si recavano verso l’ufficio di Paciock.
- Coda di paglia? - ribatté Gorciov ridacchiando.
Marius preferì non proseguire la conversazione, rendendosi conto che Gorciov o non ne sapeva nulla, o si divertiva semplicemente a tenerlo sulle spine. La curiosità rese il viaggio verso l’ufficio più lungo del previsto. Quando arrivarono, la porta era socchiusa e dentro la stanza si sentivano persone chiacchierare animatamente.
- Permesso? - domandò Marius timidamente.
- Vieni avanti! - rispose il professor Paciock dall’interno.
- Io aspetto qui per quando finite - annunciò Gorciov.
- Grazie Brad - disse l’insegnante.
Una volta entrato, Marius capì il motivo della convocazione. Assieme al suo professore c’era Ron Weasley, l’Auror gentile che lo aveva interrogato la sera della morte di Tonia. Rivederlo gli provocò un certo nervosismo, come se avesse risvegliato un dolore che negli ultimi giorni si era attenuato. Per un istante ebbe l’istinto di fare un passo indietro, ma alla fine riuscì a farsi coraggio ed entrare nella stanza.
- Salve - disse timidamente.
- Vieni Marius accomodati - disse Paciock cercando di metterlo a proprio agio, notando un certo nervosismo.
- Grazie - Marius prese posto di fronte ai due maghi.
- Tutto bene Marius? - disse Ron Weasley.
- Sì, grazie - rispose Marius.
- Il professor Paciock mi ha detto che avevi intenzione di dirmi qualcosa riguardo le vicende di questa estate - disse Weasley, andando al sodo.
Marius rimase per qualche secondo in silenzio, poi iniziò a raccontare.
- Già. Le cose non sono andate come avevo raccontato quest'estate. In realtà ho visto in faccia l'assassino di Tonia, si trattava di Goran Mulciber, lo stesso che lo scorso anno aveva rapito Leana Faintser, per farsi fare una profezia. Alla fine dello scorso anno scolastico mi aveva minacciato che me l'avrebbe fatta pagare per avergli messo i bastoni tra le ruote, e l'estate è passato ai fatti, eliminando la mia migliore amica -
Aveva raccontato tutto a testa bassa e senza prendersi una pausa. Ogni tanto la voce, soprattutto quando parlava di Tonia, si incrinava, ma riuscì comunque a sputare l'intero rospo. Quando alzò gli occhi, vide il
professor Paciock che lo guardava comprensivo e Ron Weasley che appariva molto serio.
- Capisco - mormorò con voce tranquilla - e come mai solo ora ci parli di questa versione dei fatti?
- Avevo paura - rispose Marius che prevedeva una domanda del genere - temevo che se avessi fatto ancora una volta il nome di Mulciber, lui avrebbe colpito qualche altro mio caro e, sinceramente, non volevo che altre persone lasciassero la pelle per colpa mia.
Un po' a sorpresa, Ron Weasley sorrise in maniera comprensiva. Marius lo guardò in maniera interrogativa, quasi infastidita dalla leggerezza con qui aveva preso la cosa. L'Auror si accorse dello sguardo e disse subito.
- Perdonami, soltanto che le tue parole mi hanno ricordato degli avvenimenti di quando ero giovane -
- Si figuri - rispose educatamente Marius.
- In ogni modo non ti biasimo per il tuo comportamento - disse Ron Weasley - mi rendo conto che Mulciber ti ha colpito forse nel peggiore dei modi. La paura di vedere amici morire per te in persone buone è tanta e lui ha saputo giocare perfettamente su questo aspetto. La tua decisione è stata coraggiosa, davvero.
Marius non rispose, ma abbozzò un sorriso.
- Nello stesso tempo non posso che essere preoccupato - proseguì - i fatti legati a Mulciber stanno diventando sempre più gravi e la cosa tragica è che non ci sono prove a suo carico. Anzi, se devo essere sincero, a parte tu e i tuoi amici, non ho sentito testimonianze contro di lui, se non qualche brutta parola da parte dei miei nipoti.
- Ma al Ministero della Magia che si dice? - domandò Marius - se posso saperlo naturalmente - aggiunse poi rendendosi conto di essere stato un po' troppo espansivo.
- Non molto - rispose Ron Weasley - è un discorso noto a pochi. Quando la scorsa estate Neville mi disse che avevi fatto il suo nome, avevamo deciso con alcuni Auror di tenere l'indagine ristretta, fino a che nell'inchiesta non è entrato il Ministro della Magia in persona che voleva in ogni modo cavare la verità dal ragazzo che poi è stato scagionato, Colrige. Anche il Ministro comunque ha aderito alla linea di non rendere pubblica la cosa.
- Ma perchè? - domandò Marius.
- Mulciber ha alle sue spalle una storia piuttosto travagliata - rispose Ron Weasley - ed è visto con buon occhio dalla maggior parte della comunità magica. Inoltre fino a che non riusciremo a raccogliere prove sufficienti non potremo procedere. Senza offesa, testimonianze di studenti giovani purtroppo valgono poco.
Marius annuì.
- Bene - concluse Ron Weasley - ora io devo ritornare al Ministero che ho delle pratiche da sbrigare...
- Se ci sono novità le potrò venire a sapere? - chiese Marius.
- Sei un po' troppo curioso ragazzo mio - scherzò l'Auror - comunque a parte tutto se c'è la possibilità ti faremo sapere delle cose.
- Grazie - disse Marius.
- Ora vai Marius - intervenne il professor Paciock - Credo che Gorciov voglia andare a riposare.
- Già - disse Marius che, dopo aver salutato e ringraziato il professore e l'Auror, uscì dalla stanza. 

Tornare a parlare così chiaramente di Mulciber aveva scosso Marius. Nei giorni seguenti non riuscì a pensare ad altro e, per qualche folle istante, ebbe l’istinto di andare a cercare la sua ex-ragazza Irma Daniels. Il sabato mattina, mentre i suoi compagni erano nel parco a godersi una bella giornata di sole, decide di farsi una passeggiata per il castello, quasi a volersi schiarire le idee o, se non altro, a liberare il cervello da cattivi pensieri. Dopo un’oretta di girovagare senza meta, Marius si fermò sul davanzale di una finestra del sesto piano, iniziando a fissare la superficie del Lago Nero. Cercò di rilassarsi, ma ad un certo punto fu preso da un impeto di rabbia nei confronti di Mulciber. Era pericoloso, senza scrupoli e bisognava fermarlo ad ogni costo il prima possibile e lui stesso avrebbe voluto contribuire. Ad un tratto si sentì toccare la spalla e tornò sulla terra trovandosi Juliet davanti agli occhi.
- Ehi! - disse sorpreso, avvertendo la solita stretta allo stomaco.
- Come mai qua? - domandò Juliet.
- Volevo stare un po’ da solo… - rispose Marius.
- Ah scusa, non volevo disturbarti - disse Juliet serena.
- No, ma figurati - ribatté subito Marius, prendendole il braccio - Non era per cacciarti.
- Ma mica mi stavo offendendo - fece la ragazza sorridendo.
- È che avevo un po’ di pensieri - spiegò Marius - Quindi mi stavo facendo un giretto per il castello, poi mi sono fermato qua…
- Tutto bene? - domandò Juliet.
- Ogni tanto il fantasma Mulciber torna - rispose Marius - L’altro giorno ho parlato con un Auror del Ministero della Magia e gli ho raccontato tutta la storia…
- Deve essere dura rivivere quei momenti - constatò Juliet.
- Proprio così - disse Marius - Sono ferite che fanno male.
I due si trovarono di fronte, a guardarsi senza dire nulla. Improvvisamente il pensiero di Mulciber scomparve dalla testa di Marius e prese il sopravvento Matt che lo intimava a darsi una mossa e dichiarare i suoi sentimenti a Juliet. In maniera timida, cercò di prenderle la mano e lei non si tirò indietro.
- Senti Juliet - borbottò - Io…
- GLI STUDENTI, IL PERSONALE, GLI INSEGNANTI E I FANTASMI, SONO PREGATI DI RECARSI IMMEDIATAMENTE IN SALA GRANDE -
Marius e Juliet trasalirono al grido che era risuonato per tutto il castello.
- Che succede? - domandò la ragazza scossa.
- Non lo so - disse Marius - Andiamo a vedere.
I due si fiondarono di corsa verso le scale. Lì sembrava essersi radunata tutta la scuola, con studenti che sgomitavano per arrivare il prima possibile in Sala Grande: evidentemente l'annuncio aveva creato curiosità tra gli studenti. Mentre scendeva, Marius vide uno studente finire nel trabocchetto della scala al quarto piano, era Frederik Downing, il campione della scuola. Alcuni ragazzi non gli degnarono neanche di uno sguardo, altri sembravano pensare a come il Calice avesse potuto scegliere lui come Campione della Scuola. Marius e Juliet, mossi a pietà, lo aiutarono ad uscire dalla trappola. Quando si rimise in piedi, il ragazzo farfugliò qualche parola di ringraziamento, e corse via giù per le scale. Marius e Juliet si guardarono un po' perplessi.
Quando finalmente anche i due ragazzi riuscirono a raggiungere la Sala d'Ingresso, videro che sull'uscio della Sala Grande c'era Gorciov in compagnia della professoressa Terry che, in maniera poco cordiale, invitava gli studenti a prendere posto al rispettivo tavolo. Dopo essersi separato da Juliet, Marius raggiunse il suo tavolo e cercò con lo sguardo i suoi compagni e riuscì ad individuare Matt, Michelle e Samantha.
- Spero proprio che il motivo per cui siamo stati radunati qui sia valido - disse Marius prendendo posto tra i suoi amici.
- Perchè? - domandò Matt.
- Ero con Juliet - sbottò Marius - stavo quasi per dichiararmi.
- Non ci credo - disse Matt - sei stato interrotto dal richiamo.
- Non proprio interrotto - disse Marius - diciamo che stavamo mano nella mano e stavo cercando di trovare le parole giuste.
- Mi dispiace amico - disse Matt.
- E vabbè - fece Marius alzando le spalle - vediamo cosa hanno da dirci i grandi capi.
- Dai Marius - cercò di consolarlo Michelle - vedrai che ci saranno altre occasioni buone.
- Speriamo - disse Marius con un sorriso amaro.
Mentre parlavano, dalla saletta dove il giorno prima erano entrati i tre campioni della scuola, uscirono i due maghi del ministero, Alicia Spinnett e Daniel Murphy, seguiti dai tre presidi di Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons. La preside di quest'ultima, Madame Maxime, fece fatica ad uscire dalla piccola porta, a causa della sua mole. Tutti e cinque i personaggi avevano un'aria furente e sconvolta. Marius pensò che doveva essere successo qualcosa di veramente grave.
Nella Sala Grande c'era davvero un gran baccano, poiché tutti si domandavano cosa fosse accaduto, interpellando anche i fantasmi che discutevano a loro volta in maniera molto animata. Nonostante questo, il preside McBride riuscì ad imporre il silenzio con un semplice movimento di mano. Arrabbiato in questo modo, incuteva quasi timore.
- Vi ho convocato qui tutti - esordì il preside - perché siamo appena venuti a conoscenza di un fatto a dir poco increscioso.
Tutti all'interno della Sala Grande sembravano non volersi perdere neanche un pezzo del discorso del preside.
- E' stato rubato il Calice di Fuoco - annunciò il preside.
Tutta la Sala trattenne il fiato.
- In secoli di storia della scuola e del torneo Tremaghi - proseguì McBride - non si era mai assistito ad una provocazione di questa entità. Perchè di provocazione si tratta. Il Calice è uno strumento molto particolare, che solamente pochi maghi sono in grado di maneggiare e non può essere utilizzato per altri scopi. Inoltre vorrei leggervi il biglietto che ho trovato all'interno del forziere al posto del Calice: “Interrompete il Torneo Tremaghi altrimenti questo è solo l'inizio”.
- Fanno sul serio - fu il commento di Matt.
- Non voglio sapere quali siano state le ragioni di questo gesto - disse McBride - ma penso che chiunque sia stato è una persona che deve pagare. Noi naturalmente non ci fermeremo qui, ma proseguiremo il Torneo Tremaghi e inizieremo la caccia a questo simpatico ladro. Se qualcuno di voi ha qualcosa da dire, può fare riferimento a qualsiasi professore, che da adesso verrà informato dei fatti.
McBride concluse il discorso e, nella Sala Grande, calò il silenzio. Tutti i presenti, dai ragazzi ai fantasmi, si guardavano intorno quasi spaventati. Rubare uno strumento magico di quell'entità poteva rappresentare un gesto di sfida molto forte, ma chi poteva avere l'ardore di fare un gesto del genere? E perchè voleva fermare il torneo? In quel clima misto di paura e curiosità, fu servita la cena. C'era una strana aria nella Sala, come se tutti avessero paura l'uno dell'altro.
- Secondo me è qualche mitomane - disse Matt mentre tornavano nella Torre di Grifondoro.
- Oppure qualcuno che non ha accettato la scelta dei campioni - suggerì Bruce.
- Effettivamente con un tipo come Downing - convenne Fred Rodman.
Marius non riuscì a partecipare attivamente alla discussione dei suoi amici. Era un po' distratto e si sentiva piuttosto stanco: sentendosi un po' egoista, il suo rammarico in quel momento era di essere stato interrotto mentre era prossimo a dichiararsi con Juliet. 

*****


NOTA DELL'AUTORE 
Ormai le mie assenze stanno diventando proverbiali. Sette mesi dopo torno a pubblicare un nuovo capitolo. Purtroppo per la storia, ma per fortuna in senso assoluto ci sono state delle novità che mi hanno tenuto lontano dalla ff, ma negli ultimi giorni ho ritrovato stimoli e voglia di riandare avanti. 
Come al solito, spero vi sia piaciuto il capitolo e lascio a voi il verdetto :D 
A presto 
Dedalus Lux

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Caccia all'imbroglio ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******

Il furto del Calice di Fuoco ebbe ripercussioni sulla vita a Hogwarts. I professori non riuscivano a trattenere un certo nervosismo e, in qualche caso, lo sfogavano sugli studenti. Questi, tra l’altro, erano molto appassionati alla storia e ogni giorno uscivano fuori le teorie più disparate riguardo qualche accaduto. Chi temeva che il Tremaghi potesse essere cancellato in seguito al fatto fu rassicurato dal preside in persona, che confermò due giorni dopo il prosieguo del torneo, auspicando di non dover registrare episodi analoghi.
Il tema andò via via scemando con l’approssimarsi della prima prova. L’ultimo sabato di novembre si sarebbe disputata la gara inaugurale del Tremaghi, ma nessuno sapeva cosa aspettarsi. Così gli studenti iniziarono a mettere da parte il capitolo furto, per lanciarsi in suggestioni circa le difficoltà della prima prova.
- Chissà cosa dovranno affrontare i campioni - si domandava Marius una sera, mentre si trovava davanti al camino in compagnia di Matt, con gli altri che erano andati già a dormire.
- Sicuramente qualcosa di difficile - rispose Matt - e anche pericoloso.
- Dici? - domandò Marius ironico.
- Sì - rispose Matt - ma da quanto mi ha raccontato mio padre, il Ministero ha organizzato tutto in modo che i campioni non corrano pericoli seri.
- Una volta al Tremaghi si rischiava anche di lasciarci le penne - constatò Marius.
- Già - disse Matt - ma i tempi sono cambiati. Piuttosto hai ricevuto notizie di Mulciber?
- Assolutamente niente - rispose Marius, che qualche giorno prima aveva detto ai suoi amici del colloquio con Paciock e Weasley - ormai neanche ci provo a fermare il professor Paciock a fine lezione. Spero comunque che quando esce qualcosa me lo fanno sapere.
- E se fosse implicato nella storia del furto? - propose Matt.
- Chi? Mulciber? - ribattè Marius - non credo...
- Beh ne sarebbe capace - disse Matt.
- Assolutamente - convenne Marius - però non vedo un senso logico nel gesto. Non penso che il furto del Calice di Fuoco rientri nel suo misterioso e grande progetto.
- Chissà... - mormorò Matt.
- In tutto questo poi vorrei ritrovare il modo di parlare con Juliet - disse Marius - con la storia del furto mi è stato interrotto un momento buono, poi non c'è stata più l'occasione.
- E' passato quasi un mese da quel giorno - osservò Matt - dovresti pensare di sbrigarti.
- Fosse facile - si difese Marius.
- C'è sempre il Ballo del Ceppo a Natale - disse Matt.
- Lì diciamo che l'ho invitata - ricordò Marius, pensando a quel giorno di fine ottobre nel parco.
- L'occasione potrebbe essere ottima amico mio - disse Matt.
- Speriamo dai - disse Marius.
Mentre parlavano si avvicinò loro James Potter che, fino a poco prima, si trovava in compagnia di suoi due amici
- Ciao ragazzi - li salutò - di che is parla?
- Ragazze - disse Matt.
- Quelle di Marius? - ribattè James prendendolo in giro
- Che vorresti dire? - si scaldò Matt.
- Beh il nostro amico è un dongiovanni - disse James indicando Marius, che arrossì un poco - tu invece non ci dici mai niente.
- Evidentemente in questo momento non c'è nessuna in particolare che mi piace - disse Matt con tono di superiorità.
Marius rimase in silenzio. Sapeva che i due amici stavano scherzando, ma lui in realtà non era del tutto convinto che Matt avesse detto la verità. Da qualche tempo lo vedeva sempre dietro a Lucy. Cercava di stare con lei e spesso la fissava a lungo. Marius non aveva rivelato a nessuno i suoi sospetti, per rispetto dell'amico.
- In ogni modo - disse poi Matt cambiando discorso - stavamo parlando di Marius che aveva invitato Juliet al Ballo del Ceppo.
- E come pensate di andarci al Ballo del Ceppo? - domandò James.
- Perchè? - chiese Marius.
- Non lo sapete? - rispose James - è un evento riservato solo agli studenti più grandi, dal terzo anno in su…
Marius si dispiacque di questo e non poco. Aspettava quel momento per poter stare finalmente da solo con Juliet e invece, per una stupida regola, tutti i suoi progetti dovevano fallire. Non era giusto.
- Però penso di poterti aiutare Marius - riprese James.
Marius, che aveva abbassato gli occhi, tornò a guardare James interessato.
- In che modo? - domandò.
- Da quanto mi è stato detto - spiegò James - e ti posso assicurare che le informazioni provengono da fonti sicure, se un ragazzo più grande invita la persona più piccola, anche questa ha la possibilità di entrare. Visto che io vado con Selma, potremmo fare uno scambio di coppie, in modo che sia te che Juliet potrete entrare, e poi una volta dentro passerete la serata insieme.
- E se ci scoprono? - domandò Marius con un ritrovato interesse.
- E pensi di essere il primo a fare una cosa del genere? - ribattè James - mio cugino Fred, che sta al quinto anno, mi ha raccontato che allo scorso Tremaghi, che è stato quando lui si trovava al primo anno, ha fatto un sotterfugio simile per poter partecipare al Ballo del Ceppo.
- Bene - disse Marius - grazie James, davvero.
- Ehi amico - intervenne Matt - se per caso ho la possibilità, mi aiuterai ad entrare anche a me.
- Naturalmente - sorrise James - è solidarietà tra compagni di squadra. Anche tu hai una ragazza da invitare?
Matt non rispose, ma arrossì violentemente. Un segno che rappresentò una piccola conferma dei sospetti che aveva Marius. 

Il giorno seguente Marius si sentiva di buon umore. La prospettiva del Ballo con Juliet gli fece ignorare anche Pix il Poltergeist, il quale quella mattina si divertiva ad intruppare gli studenti assonnati che andavano a fare colazione. Il suo morale fu contagioso anche per i suoi amici e fu così che trascorsero una giornata piuttosto serena, dove anche i tanti compiti sembravano più leggeri del solito.
Erano entrati intanto nella settimana della prima prova. La tensione e l'emozione all'interno della scuola era palpabile. Mai come prima Marius aveva visto tanti ragazzi delle scuole di Durmstrang e Beauxbatons girare per Hogwarts, come alla ricerca di informazioni. Molti si rintanavano in biblioteca, insieme al rispettivo campione, probabilmente per fare ricerche riguardo magie particolari. L'unico che sembrava vivere l'avvicinamento alla prima prova con relativo distacco era Federik Downing il quale sembrava solo più triste del solito.
- Chissà cosa cercano in biblioteca i Campioni di Durmstrang e Beauxbatons - si domandò Michelle un pomeriggio, poco dopo aver finito di studiare.
- Penso che cercheranno di impararsi qualche magia potente ed efficace - rispose Marius - in fondo se alla prima prova devono affrontare l'ignoto.
- Ma quale ignoto e ignoto - disse una voce burbera da dietro ai ragazzi. Marius e Michelle si girarono e videro che si trattava di Hagrid, il gigantesco professore di Cura delle Creature Magiche.
- Salve professore - disse timidamente Michelle.
- Suvvia non chiamarmi professore, basta Hagrid - disse lui.
- Perchè è scettico sul fatto che devono affrontare l'ignoto? - domandò Marius curioso.
- Ragazzo mio - rispose Hagrid abbassandosi e parlando con tono di voce più basso - io sono più di 70 anni che sto qua ad Hogwarts e ho avuto la fortuna di assistere a numerosi Tornei Tremaghi. Mai una volta, ma dico mai, è successo che uno dei campioni non fosse a conoscenza della prima prova. Il baro fa parte della storia del torneo, e quei ragazzi probabilmente stavano studiando nel dettaglio la prova che devono affrontare.
- Però così la prova perde di valore - disse Marius, deluso.
- Ti assicuro caro ragazzo che anche se conosci quello che devi affrontare, nel caso tu non sia all'altezza della situazione, non puoi recuperare nei giorni che ti separano dalla prima prova - disse Hagrid - è un piccolo aiutino niente di più. Forse quando vedrai la prova reale ti ricrederai.
L'affermazione di Hagrid incuriosì molto sia Marius che Michelle, che ora erano sempre più vogliosi di sapere in cosa consistesse la prima prova del Torneo Tremaghi. Marius era quasi tentato di chiedere direttamente a Downing in cosa consistesse la prova.
Il mercoledì di quella settimana, mentre Marius, Matt, Bruce, Michelle e Lucy stavano per andare a pranzo, videro arrivare tutti trafelati i due campioni di Beauxbatons e Durmstrang, Remi Hervè e Tatiana Stefanova. Marius riuscì ad udire una parte della loro conversazione.
- Dofe dobbiamo andafe - chiedeva la ragazza in un inglese stentato.
- Al sesto piano - rispose il ragazzo francese che invece aveva un'ottima pronuncia - sbrighiamoci che è tardi.
Marius fu incuriosito dal loro dialogo, e rimase a fissarli mentre si dirigevano verso le scale.
- Ehi Marius - lo chiamò Lucy, vedendo che il ragazzo era distratto.
- Ragazzi - disse Marius che aveva avuto un'idea - vi va di andare a vedere in cosa consiste la prima prova?
- La prima prova? - domandò Matt curioso.
- Secondo me Hervè e la Stefanova stanno andando a vedere di cosa si tratta - rispose Marius.
- Dici? - chiese Michelle scettica.
- Andare non costa niente - rispose Marius - dobbiamo salire al sesto piano.
I ragazzi, accettando la proposta di Marius, iniziarono a salire le scale rapidamente, forse troppo, visto che arrivarono tutti con il fiato grosso in cima. Guardandosi intorno, videro che il corridorio principale del sesto piano era deserto. Iniziarono a girare, ma l'unica persona che incontrarono fu il Frate Grasso, fantasma della casa di Tassorosso, che li salutò allegramente.
- Ora serviva la mappa del Malandrino di James - sbuffò Marius.
- Ma tu sei sicuro che Hervè e la Stefanova stavano venendo al sesto piano? - domandò Lucy.
- Forse hai sentito male - disse Matt.
- No vi assicuro che stavano venendo qui - insistette Marius - saranno dentro ad un aula.
- Ma se stanno vedendo l'avversario della prima prova, qualche rumore dovremmo sentirlo - disse Matt.
- Forse sono usciti dalla scuola - insistette Marius, che non voleva rassegnarsi - avevo sentito parlare di passaggi segreti che portavano all'esterno e magari hanno preso uno di questi.
- Lo vuoi cercare? - domandò Lucy in tono scettico.
- Ehi ragazzi! - esclamò Bruce prima che Marius potesse rispondere. Il ragazzo non aveva partecipato alla discussione ma aveva continuato le sue ricerche.
- Che succede Bruce? - domandò Matt.
- In quest'aula c'è qualcuno - rispose.
I ragazzi si fiondarono subito davanti la porta indicata dall'amico, per cercare di sentire qualcosa. Era naturale che prima non avessero sentito niente, visto che dentro la stanza stavano parlando a voci molto basse.
- Guardate chi ci sta - disse Bruce che stava guardando attraverso il chiavistello.
I ragazzi si misero subito davanti la porta indicata dall'amico, per cercare di sentire qualcosa. Era naturale che prima non avessero sentito niente, visto che dentro la stanza stavano parlando a voci molto basse.
- Guardate chi ci sta - disse Bruce che stava guardando attraverso il chiavistello.
Marius si avvicinò e vide che all'interno della stanza c'erano i presidi delle tre scuole, i campioni e i due maghi del ministero, Daniel Murphy e Alicia Spinnett. Rimase colpito, visto che non poteva essere che anche i presidi e i membri del ministero potessero essere d'accordo nel rivelare ai campioni le difficoltà della prima prova. Che delusione il Torneo Tremaghi, che giorno dopo giorno gli sembrava più uno spettacolo che una reale prova per verificare le abilità magiche degli studenti. Marius iniziò ad apprezzare il furto del Calice di Fuoco come gesto di sfida nei confronti del torneo.
- Lo sapete che non è bene curiosare - disse una voce. I ragazzi trasalirono e si girarono di scatto. Un uomo si stava dirigendo lentamente verso di loro, era molto vecchio, ma aveva una faccia conosciuta. Era Olivander, il venditore di bacchette di Diagon Alley.
- A-avevamo sentito delle voci - cercò di giustificarsi Lucy, tutta rossa in faccia - ci eravamo incuriositi.
- Oppure avete visto i campioni entrare qui e pensavate di sapere qualcosa sull'entità della prima prova? - domandò Olivander con un sorriso.
A quella domanda Marius rimase a bocca aperta. Come poteva sapere le loro reali intenzioni. Che anche il vecchio negoziante era in grado di leggere nella mente come Mulciber?
- La curiosità è lecita in occasione di un torneo Tremaghi - riprese Olivander prima che qualcuno potesse proferir parola - in ogni modo oggi non scoprirete niente riguardo la prima prova. In questi anni troppe volte mi è capitato di vedere studenti tramutarsi in investigatori per avere informazioni riservate sul Tremaghi -
- Ma cosa stanno facendo lì dentro? - domandò Marius, che solamente dopo si rese conto di aver utilizzato un tono un po' troppo impertinente.
- Lei è molto curioso signor Marius Grebb - disse Olivander con un sorriso - e se non ricordo male, e penso proprio di no, l'unicorno che mi ha fornito una parte della sua coda era un animale molto particolare.
- In che senso particolare? - insistette Marius, che ormai pendeva dalle labbra di Olivander.
- La conosco poco, ma penso che in qualche modo le assomigli caratterialmente - disse il venditore - vedete ragazzi, nel momento in cui voi acquistate una bacchetta, io riesco a vedere un lato del vostro carattere che varia in base alla tipologia di bacchetta che vi si addice. Premetto comunque che questo non fa sì che io vi conosca del tutto, però riesco a farmi un'idea.
I ragazzi rimasero in silenzio, colpiti dalla battuta di Olivander il quale, vedendo che nessuno proferiva parola, riprese a parlare:
- In ogni modo, se può interessarvi, in quella stanza sta per iniziare la Pesa delle Bacchette. Serve a verificare se le bacchette dei campioni sono in buono stato e in grado di funzionare per il Torneo Tremaghi.
- Lei è l'addetto alla verifica? - domandò Marius.
- Già ragazzo mio - rispose Olivander - ora però sarebbe meglio che vada, che sono in ritardo. A voi consiglio di scendere e raggiungere gli altri ragazzi, non penso che farà piacere al vostro preside trovarvi che origliate.
I ragazzi, un po' rossi, farfugliarono qualche parola e subito dopo si diressero verso le scale per ritornare nella Sala Grande. Tutti erano silenziosi, colpiti dalle parole di Olivander. Marius stava pensando all'unicorno della sua bacchetta. Gli sarebbe piaciuto scoprire chi fosse ma, molto probabilmente, era un'impresa impossibile.

Nei giorni seguenti nessuno pensò più di andare a scoprire in cosa consistesse la prima prova, seguendo il consiglio del rivenditore di bacchette. Quel venerdì pomeriggio, sulla bacheca nella Sala Comune di Grifondoro, era scritto un avviso che comunicava agli studenti che, per assistere allo svolgimento della prima prova del Torneo Tremaghi, si sarebbero dovuti recare presso lo stadio del Quidditch la mattina seguente.
Quella sera tutta la Sala Comune era in fermento. Tutti parlavano dell'imminente evento, e la cena fu più rumorosa del solito. Mentre discuteva con gli altri, Marius cercò con lo sguardo i campioni, per vedere come se la passavano. Remi Hervè in apparenza sembrava tranquillo. Parlava allegramente con altre ragazze della sua scuola, che sembravano trovarlo più attraente che mai. Tatiana Stefanova invece cercava di far vedere agli altri che era tranquilla, ma veniva tradita dal fatto che continuava a mangiucchiarsi le unghie delle mani. Frederik Downing invece era come al solito solo a mangiare dal suo piatto con aria piuttosto depressa. Marius provava un po' di pena per quel ragazzo che, secondo lui, il giorno seguente, se la sarebbe vista brutta.
Per il giorno seguente Marius, Matt, Michelle, Lucy e Leana, si erano dati appuntamento alle 8 in Sala Grande, per poter prendere i posti migliori nello stadio ed assistere nelle migliori condizioni all'emozionante prova.
- Certo che potevano metterla di pomeriggio - si lamentò Matt mentre intramezzava la colazione con una serie di sbadigli.
- Evidentemente è una prova che prende tutta la giornata - disse Leana. La ragazza sembrava aver superato al meglio i traumi dello scorso anno, con il rapimento di Mulciber. Per lei ormai era tutta acqua passata ed era ritornata la ragazza simpatica e gioiosa di un tempo.
- Staremo a vedere - disse Marius - comunque sbrighiamoci ad uscire, così potremo prendere i posti migliori.
I cinque ragazzi uscirono dalla scuola. Era una giornata fresca e ventilata ma, fortunatamente, il cielo era poco nuvoloso e non sembrava esserci rischio di pioggia da lì alle ore successive. Mentre scendevano incrociarono Madama Chips e Madama Johnson che discutevano della pericolosità del Torneo Tremaghi.
- Passano gli anni ma ancora non riesco a capire perchè bisogna esporre i ragazzi a pericoli di questa entità - si lamentava l'infermiera.
- E dai Poppy - rispondeva l'insegnante di volo - sono ragazzi in gamba che sanno a cosa vanno incontro.
- Ma sarà così pericoloso questo torneo? - domandò Michelle preoccupata.
- Sì, ma da quanto mi hanno detto c'è un'organizzazione dietro che non farà correre alcun pericolo ai campioni - la rassicurò Marius.

Quando giunserò all'ingresso dello stadio, Marius notò subito una grande tenda, probabilmente con il ruolo di infermieria, considerando che due facchini vi stavano portando dentro dei medicinali. Entrati dentro, riuscirono a trovare buoni posti, poichè a quell'ora ancora pochi studenti si erano avventurati fuori dal castello. Quello che una volta era un campo di Quidditch era stato trasformato: erano stati tolti gli anelli che avevano funzione di porte e al centro del campo si trovava, invece, un'enorme botola. La situazione per il momento sembrava tranquilla. Chissà che sorprese gli avrebbe riservato quel campo.

******
 
NOTA DELL'AUTORE 
Incredibile, ma vero! 
Finalmente riesco a postare due capitoli piuttosto ravvicinati. Stiamo per entrare nel vivo del Torneo Tremaghi, con la prima prova che ci permetterà di ritrovare un vecchio, simpatico amico... vabbé non anticipo nulla. Spero di darvi al più presto aggiornamenti. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Botole e botoli ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******
 

Con il passare dei minuti sempre più gente confluiva dentro lo stadio. Marius vide anche personaggi sconosciuti. Evidentemente assistere al Tremaghi era possibile anche per persone esterne alla scuola. Nonostante la gran mole di persone, lo stadio sembrava avere posti sufficienti. La cosa strana era che lo scorso anno, in occasione delle partite di Quidditch, solamente gli studenti e i professori riuscivano a riempirlo. Ma nel mondo magico tutto era possibile. 

Improvvisamente una voce riuscì a sovrastare il caos che si era creato all'interno dello stadio. 

- Signore e signori, benvenuti alla Prima Prova del Torneo Tremaghi - 

Ci fu un forte applauso da parte della folla. Il gruppo più rumoroso era quello dei ragazzi di Beauxbatons, sfoderando un animo fino a quel momento celato. Nel corso delle cene in Sala Grande e in altre occasioni di ritrovo, sembravano ben più quieti rispetto a quelli di Durmstrang. 

- I campioni stanno per terminare le operazioni in preparazione, e tra poco inizierà la sfida - riprese la voce, che Marius riconobbe come quella di Daniel Murphy, il mago del Ministero che si era occupato dell'organizzazione dell'evento.  - vorrei però prima illustrarvi in cosa consisterà la prova. I campioni dovranno riuscire ad entrare nella botola posta al centro del campo, scendervi e raccogliere ciò che è contenuto nel fondo. Siamo lieti ora di presentarvi Fuffi, il guardiano della botola, uno che il suo mestiere lo sa fare. 

Da uno degli accessi al campo apparve Hagrid che, a fatica, si stava portando dietro una delle creature più terribili che Marius avesse mai incontrato prima: un gigantesco cane con tre teste dallo sguardo feroce che sembrava voler tutto, tranne che entrare all'interno dello stadio. Quando vide la folla intorno a lui, iniziò a ringhiare e a tentare di divincolarsi dal guinzagli che teneva Hagrid. L'omone, aiutato dalla sua mole, riuscì comunque a portarlo al centro del campo. Quando vide la botola, lo strano cane ci si sedette sopra, continuando a guardarsi guardingo intorno. Con un gesto di bacchetta Murphy fece innalzare un alto recinto intorno al cane. Marius non poteva credere che i campioni se la sarebbero dovuta vedere con quel mostro in uno spazio così piccolo. 

- Quando i campioni saranno riusciti ad eludere la guardia del cane - riprese a spiegare Murphy - potranno avere libero accesso alla botola. Quando riusciranno a prendere l'oggetto postovi dentro, dovranno uscire dal recinto per concludere la prova. I campioni avranno a disposizione solamente la bacchetta per effettuare la seguente prova - 

- Quindi dovranno affrontare due volte il cane! - esclamò Michelle preoccupata. 

- E' una prova molto dura - constatò Matt. 

- Ma non sarà pericoloso? - si domandò Lucy preoccupata. 

- Naturalmente - disse Murphy come per rispondere alla domanda di Lucy - un notevole numero di maghi sarà posto all'esterno del recinto, e in caso di pericolo interverranno. Per finire la spiegazione, vorrei dirvi che la prova sarà valutata da una giuria composta dal sottoscritto, la signora Alicia Spinnett e i tre presidi delle scuole partecipanti. Vorrei per questo dedicare un bell'applauso al professor Dorian McBride, alla professoressa Maxime e al professor Popkov.

Tutta la folla applaudì educatamente. I tre presidi si posizionarono in tribuna d'onore, uno di fianco all'altro, insieme ad Alicia Spinnett. Il posto vuoto che mancava probabilmente apparteneva a Murphy. 

- Tra pochi minuti inizierà la prova - annunciò Daniel Murphy - vi invitiamo a sostenere tutti e tre i nostri campioni. 

Detto questo Murphy si allontanò dal campo e andò a prendere posto in tribuna d'onore. Da un momento all'altro uno dei tre campioni sarebbe uscito dal tunnel per andare ad affrontare il terribile cane a tre teste. Marius non voleva trovarsi nei loro panni. Dopo qualche minuto di attesa dalla porta da cui era entrato qualche istante prima il cane, uscì il primo campione. Era Remi Hervè di Beauxbatons. Lo sguardo impavido mostrato la sera prima a cena sembrava essere sparito e il giovane francese sembrava in questo momento sul punto di tornare indietro. Incrociò lo sguardo con una delle tre teste del cane, guardò la folla e, con passo deciso, si avviò verso il recinto. 

Michelle, che sedeva a fianco al Marius, strinse convinta il braccio dell'amico. La ragazza sembrava impaurita e non a torto, l'ostacolo per i campioni sembrava insormontabile. Hervè entro nel recinto. Il cane per il momento non sembrava intenzionato ad attaccare, ma si limitava a guardare il ragazzo con una delle sue teste, dall'altro canto il ragazzo stava puntando diretto alla botola. Lo stadio era completamente silenzioso, salvo le parole di Murphy che Marius però non riusciva a sentire. 

Improvvisamente Hervè eseguì un incantesimo che fece spalancare la botola. Neanche il tempo però di fare un passo che Fuffi, con un'agilità strana in rapporto alla sua stazza, la richiuse. La situazione era però cambiata, con il cane che si era notevolmente innervosito. Si era posizionato sopra la botola e ringhiava aggressivo verso il suo avversario. Hervè non sembrava spaventato dalla reazione del cane, come se il suo fosse un semplice test per verificare le abilità del nemico. Lanciò un incantesimo che Marius riconobbe come lo Schiantesimo, ma ebbe l'unico effetto di far abbaiare nervosamente il cane. Passarono alcuni minuti pieni di tensione con i due avversari che si studiavano. Hervè stava cercando di trovare un punto debole di Fuffi il quale, dall'altro canto, sembrava sempre più preoccupato dalla presenza del ragazzo. Ad un certo punto Hervè lanciò un incantesimo: un sacco di pesanti catene fuoriuscirono dalla bacchetta e andarono ad attorcigliarsi intorno al cane. Fuffi, che in quel momento era solo nervoso, impazzì letteralmente, iniziando a rotolarsi da una parte all'altra del recinto nel tentativo di liberarsi dalle catene. Hervè attese il momento buono e, quando vide che il cane era lontano dalla botola, eseguì lo stesso incantesimo effettuato prima per aprirla e vi si fiondò dentro. Tutto lo stadio applaudì la mossa del campione di Beauxbatons. 

- E' stato astuto - constatò Matt. 

- Certo che l'incantesimo che ha effettuato non sarebbe male impararlo - disse Lucy. 

- Quello è un fenomeno - ricordò Matt. 

Marius e Michelle non erano molto partecipi della discussione, poichè stavano osservando i movimenti di Fuffi il quale, poco a poco, sembrava sempre più vicino a liberarsi dalle catene, mentre Hervè si trovava ancora all'interno della botola. Quando finalmente Fuffi fu libero, il campione di Beuxbatons ancora non era uscito. 

- Si accorgerà che Fuffi si è liberato? - domandò Michelle preoccupata. 

- Spero per lui di sì - disse Marius preoccupato anch'egli per le sorti del ragazzo. 

Liberatosi dalle catene, il cane sembrava improvvisamente più tranquillo e lucido. Guardò dentro la botola e, invece di richiuderla, vi si posizionò dietro. Poco a poco tutta la gente capì cosa aveva in mente il cane e la preoccupazione di Marius e Michelle iniziò ad essere condivisa da tutti. Passarono ancora alcuni istanti prima che Hervè riuscisse ad uscire dalla botola. Quando fece capolino con la sua testa, mostrava un'espressione di trionfo, la quale svanì quando si trovo faccia a faccia con Fuffi. Il ragazzo, che in mano teneva un foglio di pergamena, aveva riposto la bacchetta in tasca. Non fece in tempo a muoversi per prenderla, che il cane gli diede una zampata incredibile. Come se fosse una piuma il ragazzo volò via e cadde in maniera disgraziata in terra. Era spaventato e malconcio. Sapeva che ora l'unica cosa che doveva fare, per concludere la prova ma sopratutto per salvarsi le penne, era quello di uscire dal recinto. Non era troppo lontano, ma faceva fatica a rimettersi in piedi. Michelle nel frattempo aveva preso la mano di Marius ed ora stava affondando le unghie nel suo palmo. Per fortuna di Hervè, Fuffi, prima di ripartire alla carica, si stava preoccupando di richiudere la botola. Procedendo a quattro zampe, il campione di Beauxbatons si stava recando lentamente verso la porticina. Il cane stava per attaccarlo, ma ormai Hervè era in dirittura di arrivo. Tutto lo stadio, speaker compreso, stava trattenendo il fiato. Hervè si appoggiò alla maniglia della porta per rimettersi in piedi... Fuffi si stava avvicinando, ma si muoveva in maniera cauta. Hervè era ormai fuori dal recinto, chiuse la porta, lasciando Fuffi e tutti i pericoli annessi e connessi, dentro. 

- Conclude la prova il campione di Beauxbatons. Un grande applauso per lui - gridò un sollevato Murphy. 

Tutto lo stadio esplose in un grande applauso, anche di sollievo dopo la paura per le sorti del ragazzo. Un sanguinante Remi Hervè, dopo aver sorriso alla folla, cadde a terra esausto. In quel momento una schiera di maghi, guidati da Madama Chips, la capo infermiera, entrarono in campo e caricarono sulla barella il ragazzo, il quale teneva ancora in mano il foglio di pergamena. Hervè uscì dallo stadio, accompagnto dagli scroscianti applausi della folla in delirio. 

- Di questo passo alla fine della giornata non ci arriviamo - commentò Matt - questo era solo il primo. 

- Sicuramente la mia mano dovrà fare una visita da Madama Chips - disse Marius guardando Michelle, la quale arrossì. La ragazza infatti aveva lasciato i segni delle sue unghie sul palmo della mano dell'amico. 

- Ma stanno curando il cane! - esclamò Lucy, indicando alcuni maghi che si stavano occupando di Fuffi, il quale in questo momento sembrava rinfrancato, dopo il duro scontro con Remi Hervè. 

- Evidentemente tutti i campioni devono giocarsela alla pari - constatò Marius. 

- Comunque per il nostro Downing la vedo proprio dura - disse Matt - speriamo che sarà l'ultimo ad uscire, magari Fuffi è stanco. 

- Vedrai che se la caverà Matt - disse Leana. 

- Beh Leana - ribattè Matt - di te non posso che fidarmi. 

Tutti i ragazzi risero. Dopo qualche istante fu di nuovo Murphy a prendere la parola, annunciando: 

- Bene signori e signore. Il nostro Fuffi è pronto per affrontare il prossimo campione, è il momento del campione di casa, direttamente da Hogwarts, Frederik Downing - 

Lo stadio esplose in un fragoroso applauso. Il ragazzo uscì dal cancello con passo insicuro. Come Hervè, anche lui si guardò intorno, ma il suo sguardo era comunque esitante. Con molta calma entrò nel recinto. Ancora una volta ci fu una sfida di sguardi tra il campione e Fuffi, anche se Marius aveva l'impressione che il cane fosse più guardingo rispetto alla prima sfida. Ora erano ben due le teste che puntavano al campione di Hogwarts. Passarono quasi dieci minuti, quando Downing tentò il primo incantesimo, un Petrificus Totalus. Il cane inizialmente rimase bloccato, ma la durata dell'incantesimo fu inferiore al minuto, tanto che Downing neanche tentò di raggiungere la botola. Qualche istante più tardi, fu Fuffi che, forse per evitare ulteriori pericoli, partì all'attacco. La mossa del cane prese di sorpresa Downing, il quale non riusci ad allontanarsi in tempo e si prese una bella zampata sulla spalla. 

- Mi sa che questa gli ha fatto male - commentò Matt.

Effettivamente il ragazzo esibiva ora la veste strappata e profondi tagli sulla spalla destra. Nonostante questo era ancora in piedi, ed era riuscito a portarsi fuori dal tiro di Fuffi. Con un gesto rapidissimo di bacchetta poi, scagliò un incantesimo. L'azione sembrava aver avuto successo, visto che Fuffi aveva iniziato a guaire nervosamente, ma nessuno, almeno inizialmente, sembrava aver capito cosa fosse davvero successo. 

- Gli ha fatto cadere i denti e le unghie! - esclamò improvvisamente Lucy, 

- E' vero - gli fece eco Matt. 

Come giustamente osservato dai ragazzi, Fuffi aveva perso tutti i suoi denti aguzzi, di tutte e tre le teste, e anche le terribili unghie dei piedi. 

- Bella mossa - disse Marius. 

- Però ancora non è inoffensivo - constatò Matt - ora dovrebbe fare come ha fatto Hervè. 

- Penso però che loro non sappiano le tattiche degli altri campioni - disse Marius. 

Dopo quell'attacco infatti Downing non fece più niente per diverso tempo. Nonostante tutto questo ragazzo, nonostante in apparenza sembrasse un personaggio strano, stava dimostrando di avere tutte le carte in regola per partecipare al tremaghi. Improvvisamente Downing iniziò a correre intorno al perimetro del recinto. Fuffi inizialmente ignorava la mossa del ragazzo poi, poco a poco, ne fu quasi ipnotizzato. Improvvisamente Downing smise di correre, ma il cane continuava a seguire il perimetro del recinto. Sfruttando quell'attimo di distrazione, il ragazzo scagliò tre incantesimi in rapida successione, che andarono a colpire i sei occhi del cane. Accecato dall'incantesimo di Downing, Fuffi sembrava aver definitivamente perso il controllo. Iniziò a barcollare all'interno del recinto, menando colpi a vuoto con le zampe e ululando in maniera esagerata. Downing colse al volo l'occasione e si fiondò all'interno. Tutta la folla applaudì la mossa del ragazzo, anche se ora il problema era quello di uscire dalla botola.

- E' in gamba però Downing - constatò Matt. 

- Già - gli fece eco Michelle - evidentemente il Calice ha visto davvero bene. 

- Aspettiamo di vedere se riuscirà ad uscire indenne dal recinto prima di parlare - disse saggiamente Marius. 

Passarono alcuni minuti e Fuffi sembrava aver riacquistato un poco la vista. Sembrava comunque poco lucido e molto nervoso. Quando notò la botola aperta, fece come aveva fatto con Hervè e vi si posizionò dietro. La folla, che ormai aveva capito il piano del cane, trattenne il fiato, nel timore che Downing potesse fare la stessa fine del campione francese. Dopo qualche minuto, si iniziarono a vedere movimenti nei pressi della botola. Fuffi si era fatto improvvisamente più guardingo. Ad un tratto un oggetto partì come un fulmine dal buco, e finì sopra il prato. Il cane si guardò intorno poi andò a vedere di cosa si trattasse. 

- Geniale! - esclamò Marius capendo il piano di Downing. 

Nel momento in cui il cane aveva lasciato la propria posizione di guardia, uscì come un fulmine Frederick Downing il quale, portando in braccio la pergamena raccolta in fondo alla botola, riuscì ad uscire dal recinto. La folla era in delirio e, soprattutto i componenti di Hogwarts, riservarono una standing ovation per il campione che, nonostante il suo aspetto, aveva dimostrato di avere grandi doti. Nel frattempo Fuffi, dall'interno del recinto, tornò davanti la botola, come se niente fosse, ignaro del fatto che il suo avversario lo avesse beffato. 

- E anche il campione Frederick Downing ha concluso la propria prova - annunciò Murphy. 

Tutta la folla espresse il proprio consenso con un altro applauso fragoroso. 

- Chi pensi sia andato meglio Hervè o Downing? - domandò Michelle cercando di superare il frastuono. 

- Mi sembra Downing sia uscito meglio dal recinto rispetto a Hervè - rispose Marius - comunque vediamo comunque come se la cava anche la Stefanova. 

Prima di vedere l'ultima prova dovettero aspettare del tempo, poichè i maghi che curavano Fuffi, ci misero diverso tempo per fargli ricrescere tutte le unghie e le zanne che Downing in precedenza gli aveva fatto sparire. Quando tutto fu pronto, fu di nuovo Murphy a prendere la parola. 

- Bene cari amici, è finalmente giunto il momento dell'ultima sfida - annunciò - un bell'applauso per la campionessa di Durmstrang, Tatiana Stefanova. 

Forse perchè era l'unica ragazza in gara o forse perchè era l'ultima, ma lo speaker le dedico un'accoglienza molto più calorosa, così come la folla. La ragazza aveva uno sguardo indecifrabile. Non si guardò intorno ma andò diretta verso il recinto ad affrontare il cane. Come era avvenuto prima, anche in questo caso, quando fece il suo ingresso, calò quasi il silenzio nello stadio. Solo quando fu dentro, Marius notò che non aveva la bacchetta in mano. Era sicura di quello che faceva o era solamente una temeraria? Fuffi per il momento sembrava ignorare la presenza della ragazza. Si mise seduto sopra la botola limitandosi a guardarsi intorno con le sue tre teste. Nessuno sembrava capire cosa avesse in testa la Stefanova ma lei sembrava avere le idee chiare, poichè proprio in quel momento aveva iniziato a sorridere. 

- Ma che vuole fare? - domandò Matt - mi sembra scema. 

- Non sottovalutare noi donne - lo rimproverò Lucy. 

Ad un certo punto la Stefanova infilò una mano nella tasca e, finalmente tirò fuori la bacchetta. Iniziò a scuoterla, sussurrando parole che, naturalmente, nessuno sugli spalti poteva sentire. Sembrava però che, almeno in quel momento, non avesse alcuna intenzione di colpire il cane. Improvvisamente smise di muovere la stecca, e una misteriosa canzone iniziò a risuonare nello stadio. Sembrava una ninna nanna e aveva un che di rilassante. Marius inizialmente non riuscì a capire a cosa servisse quella musica, sicuramente evocata dalla Stefanova, ma poco dopo gli fu tutto chiaro. Fuffi si era infatti alzato dal proprio giaciglio e sembrava rapito dalla musica. Dopo qualche istante si rimise a cuccia, chiuse tutti e sei gli occhi e si addormentò. Marius non riuscì a credere ai propri occhi, ma quello che era accaduto sembrava previsto dalla ragazza la quale, con estrema tranquillità si avvicinò e, dopo avergli fatto due carezze, riuscì a farlo spostare quel poco che bastava per aprire la botola. Quando vi si calò dentro, la musica non cessò e Fuffi proseguì nel suo sonnellino. 

- Fenomenale! - esclamò Matt. 

- Davvero furba è stata - disse Leana - se la musica continua e Fuffi resta a dormire, la vincerà lei questa prova. 

Come aveva pronosticato Leana, la musica non si fermò ed il cane continuò a riposarsi. Tatiana Stefanova uscì dopo cinque minuti dalla botola con una calma olimpica. Il suo percorso verso l'uscita dal recinto, fu accompagnato dagli applausi di tutto lo stadio, che evidentemente avevano apprezzato l'acume della ragazza. I ragazzi di Durmstrang, naturalmente, erano quelli più calorosi. Probabilmente avevano capito che la loro campionessa avrebbe vinto questa prova. 

- E anche Tatiana Stefanova ha concluso con successo la prova - annunciò Daniel Murphy. 

Ci fu il solito applauso della folla. Intanto la musica era finita e Fuffi si stava iniziando a svegliare, ma ormai il suo compito era terminato. Tatiana aveva anche chiuso la botola e, ignaro di tutto, il cane a tre teste vi si rimise sopra. 

- Considerando che la campionessa di Durmstrang non avrà bisogno delle cure - riprese Murphy - direi subito di iniziare con i verdetti della giuria. Se i signori Hervè e Downing riescono a raggiungerci, possiamo scoprire i voti della gara. 

Detto questo, Murphy raggiunse il tavolo della giuria, davanti al quale si era già posizionata una Stefanova e a cui si unirono, poco tempo, anche Hervè e Downing. I due sembravano piuttosto malconci, ma, comunque, avevano un bel sorriso stampato in faccia. Effettivamente, al di là del voto, già superare una prova del genere doveva essere motivo di grande soddisfazione. 

I giurati rimasero diverso tempo a chiacchierare tra loro, per decidere che voto dare ai tre campioni. Quando finalmente sembravano esser riusciti ad ottenere un accordo, fu il preside di Hogwarts, Dorian McBride, a prendere la parola. 

- Bene, con gli altri giurati, siamo giunti ad un accordo comune, per valutare questi ragazzi. Premettendo che è stato molto difficile riuscire a dare una valutazione equa perchè, penso vi siate resi conto, è stata una prova davvero dura e basta il fatto di averla superata per aver compiuto un impresa, abbiamo deciso di esprimere un giudizio unico che sarà espresso in ventesimi. 

Il preside fece una pausa e si girò verso i suoi congiurati per farsi passare un foglio. 

- Sedici punti saranno dati al signor Renè Hervè, il quale in maniera molto brillante è riuscito ad eludere la guardia del cane, senza scoprirsi troppo, facendosi però trovare impreparato al momento dell'uscita dalla botola. 

Tutto lo stadio fece un bell'applauso al campione francese, che rispose con un gran sorriso. 

- Diciassette punti saranno dati al signor Frederik Downing, il quale nonostante si sia un po' troppo esposto agli attacchi del cane, prima di entrare nella botola, ha dimostrato grande acume ed abilità nel colpire la creatura in quelli che sono i suoi punti deboli. 

Ancora una volta ci fu un forte applauso da parte dello stadio. A differenza di Hervè, Downing non si girò verso la folla, ma rimase con gli occhi fissi verso il preside. 

- Ed infine saranno venti i punti per la signorina Tatiana Stefanova. Dando forse meno spettacolo rispetto agli altri campioni, si è resa protagonista di una prova prefetta, rendendo nulla la pericolosità del cane fin da subito, e raccogliendo la pergamena in tempo di record. 

Guidato da Durmstrang, tutto lo stadio esplose in un fragoroso applauso. Come era facilmente prevedibile, Tatiana Stefanova aveva conquistato la prima prova del Torneo Tremaghi, ma la classifica, almeno fino a quel momento, lasciava aperta ad ogni tipo di evoluzione della competizione. 

- Bene cari amici - annunciò Murphy - per oggi è tutto, l'appuntamento è al 25 febbraio, per la seconda prova del Torneo Tremaghi. 

Dopo l'annuncio, Marius e gli altri attesero qualche minuto prima di lasciare lo stadio, per evitare di entrare nella calca degli studenti che uscivano. Dopo di che si recarono nel parco della scuola e si andarono a sedere sul prato. La giornata era delle migliori, con un venticello non troppo freddo ed un bel sole. Rimasero per diverso tempo a discutere riguardo la prima prova, prima di decidere, ad un ora piuttosto tarda, di andare a mangiare.

 
******
 
NOTA DELL'AUTORE 
Ogni tanto ricompaio e sparo un capitolo nuovo. 
Il Torneo Tremaghi entra nel vivo e la sfida vede protagonista un vecchio "amico" dei nostri eroi. 
Spero che sia stato di vostro gradimento. Con l'auspicio di tornare ad aggiornare quanto prima la storia, vi invito a lasciare un commento e una opinione, positiva o negativa che sia. 
Grazie 
Dedalus Lux

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Rompere il ghiaccio ***


PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******

La prima prova aveva cambiato molte cose per Frederik Downing. Il campione di Hogwarts, mal visto fino a quel giorno, guadagnò improvvisamente popolarità, trovando il supporto della maggior parte degli studenti. Successo che trovò quasi impreparato il ragazzo, trovatosi spesso e volentieri al centro dell'attenzione, specialmente delle ragazze.
- Sicuramente se lo vogliono tutte portare al Ballo del Ceppo - affermò Michelle un giorno, mentre rientravano dalla cena. 
- Dici? - domandò Marius. 
- Samantha mi ha detto che i campioni e le loro dame avranno l'onore di aprire le danze - spiegò Michelle - sicuramente è una cosa ambita da molte. 
- Io francamente non amerei una ribalta del genere - disse Marius. 
- Ma tu sei un maschio - ribattè Michelle - non puoi capire. Piuttosto tu che pensi di fare?
- In che senso? - domandò Marius. 
- Ancora non hai invitato Juliet - rispose Michelle, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. 
- Vabbè ma più o meno ce lo siamo già detti - disse Marius. In realtà dal furto del Calice di Fuoco, non aveva più avuto molte occasioni di parlare con Juliet.
- Se fossi in te - disse Michelle - io cercherei di invitarla in maniera quasi ufficiale. Diciamo che è più carino, inoltre gli devi anche spiegare il piano di James
- Dici? - domandò Marius, al quale l'invito ufficiale appariva come un ostacolo difficile da sormontare.
- Direi proprio di sì - rispose Michelle con un sorriso - e poi dovresti anche sbrigarti, visto che ormai mancano solamente dieci giorni a Natale. 
- Tu invece pensi di andarci? - domandò Marius, fingendo di ignorare il richiamo dell'amica. 
- Non  penso... - rispose Michelle - devo ancora decidere se tornare a casa o farmi le vacanze qui. Comunque tu non preoccuparti per me, ma pensa piuttosto a quello che devi fare tu. 
Marius le rivolse un bel sorriso. Era sempre un'amica preziosa Michelle. 
Invitare Juliet si rivelò più difficile del previsto. Ogni volta che la fermava per dirle qualcosa, Marius si sentiva come impallato, incapace di formulare una frase sensata. Ci provò per tre giorni di seguito senza fortuna e i continui fallimenti iniziavano a innervosirlo. A rendere tutto più difficile ci furono anche le battute di Bruce e Matt che, quelle sere, non esitavano ad affrontare quel discorso. 
- Vedrete che domani ci riesco - disse Marius alla terza sera mentre si trovava in Sala Comune con i suoi due amici. 
- Occhio però che il Ballo si avvicina - ribattè Bruce - e Juliet potrebbe allontanarsi. 
- E smettila - reagì stizzito Marius, che in realtà era sempre più innervosito, dal fatto che non riusciva a trovare il coraggio di invitare la ragazza. 
- E pensare che glielo avevi già detto - disse Matt serio. 
- Ma era diverso - disse Marius - il tono della conversazione era quasi scherzoso. Ora mi sembra una cosa troppo seria, quasi forzata, e non riesco a dire quello che sento. 
- Ti devi lasciare andare amico - disse saggiamente Bruce. 
- La fai facile tu che ormai stai da diverso tempo con Melany - ribattè Marius. 
- Però intanto non vado al ballo - disse brusco Bruce. 
- Come non ci vai! - esclamò Matt. 
- Melany torna a casa - disse in tono cupo Bruce - i genitori non hanno voluto sentire ragioni e che per le vacanze doveva tornare a casa. 
- Mi dispiace - disse sincero Marius - tu che fai, resti o torni a casa? 
- Non lo so - rispose pensieroso Bruce - mi dispiacerebbe perdermi tu vestito da damerino, però se non partecipo al Ballo del Ceppo, è inutile che resto qui ad Hogwarts. 
- Tu invece Matt? - domandò Marius. 
- Io resto qui - rispose l'amico - ho mandato oggi un gufo ai miei. 
- Ecco che devo fare! - esclamò Marius ricordandosi all'improvviso. 
- Dire ai tuoi che non torni a casa per Natale? - domandò Matt con un sorriso. 
- Bravo - rispose Marius. 
I tre rimasero ancora qualche istante a chiacchierare, quando furono raggiunti da Michael McBride il quale aveva una lettera da parte del professor Paciock, da consegnare a Marius. 
- Quando te l'ha data? - domandò Marius. 
- Adesso - rispose Michael - ero in sala professori che stavo scontando una punizione con la Terry, ho finito poco fa. 
- In punizione con la Terry? - chiese stupito Bruce. 
- Già - rispose Michael alzando le spalle - l'altra volta non le ho consegnato il tema sull'incantesimo Tarantallegra, e per punizione sono dovuto andare con lei per un approfondimento e fare un tema lungo il doppio. Vi assicuro che è stato un incubo. 
- Carina quanto terribile la Terry - constatò Matt. 
- Hai ragione - disse Michael - ora però vado a dormire che sono davvero distrutto. 
Marius intanto era concentrato sulla lettera che aveva ricevuto. Non era del professor Paciock, ma era stata scritta da Seamus, probabilmente dal Ministero. 

Caro Marius, 
ho appreso con gioia del tuo colloquio con Ron Weasley. Devo dire che sono davvero orgoglioso che tu abbia trovato il coraggio di dire tutta la verità e la forza di superare questo momento che, mi rendo conto, deve essere stato davvero difficile per te. Ti scrivo per comunicarti che al Ministero le indagini su Goran Mulciber stanno andando avanti e stiamo cercando in tutti i modi prove per incastrarlo. La tua testimonianza è stata davvero utile. Devo però avvertirti di stare molto attento. Come hai già appreso a tue spese, quello è uno che non si ferma davanti a niente e a nessuno e anche il Ministro lo sta iniziando a temere. Per questo ti chiedo di non fare colpi di testa, anche perchè anche ad Hogwarts non tira una buona aria con il furto del Calice di Fuoco nessuno sa che pesci prendere. Per qualsiasi cosa comunque fai riferimento al professor Paciock, anche se hai bisogno di comunicarmi qualcosa in maniera urgente. 
Ci vediamo durante le vacanze di Natale

Tuo Seamus


- Chi ti scrive Marius? - domandò Matt. 
- Era Seamus, mio cugino - rispose Marius - mi ha detto che le indagini su Mulciber stanno proseguendo al Ministero. Speriamo bene. 
- Qualche prova la troveranno dai - disse Matt. 
- Non è per quello - disse Marius tradendo la sua preoccupazione - non vorrei che quello, sapendo che ho parlato, ritorna alla carica. 
- Ti prego non fare come all'inizio dell'anno - lo implorò Matt - come pensi che possa venirlo a sapere. 
- E poi adesso che è indagato, non penso si azzardi a fare mosse troppo esplicite - disse Bruce saggiamente. 
Marius sorrise ai suoi due amici che lo sostenevano. Lui però non riusciva a fare a meno di rattristarsi ogni volta che pensava a Mulciber. Gli veniva in mente Tonia, che era morta per colpa sua e che anche altri suoi amici, o lui stesso, potevano fare la stessa fine. 
- E comunque adesso non devi preoccuparti di Mulciber, ma hai un compito più importante e magari anche più impegnativo - riprese Matt.
- Cioè? - chiese stupidamente Marius.
- Devi invitare Juliet al Ballo - rispose Matt come se fosse la cosa più ovvia del mondo. 
Marius si mise a ridere, insieme ai suoi amici. Rimasero ancora qualche istante seduti a chiacchierare fino a che decisero di andare a dormire. Tra un discorso ed un altro erano infatti passate le undici, ed il giorno seguente avrebbero avuto il test prenatalizio di Trasfigurazione, molto importante per il professor Flincher. Mentre stavano per salire Marius fu fermato da Gloria Henderson.
- Posso parlarti un secondo? - domandò la ragazza. 
Marius acconsentì, lasciando Matt e Bruce che ridacchiavano. Salvo il maldestro incontro il giorno del molliccio, non c'erano state altre occasioni per parlare con la ragazza di Tassorosso. Qualche volta si era trovato a ripensare a quanto accaduto in Sardegna, ma i sentimenti per Juliet prendevano sempre il sopravvento. Marius chiacchierò per qualche istante del più e del meno con Gloria, tuttavia ebbe l'impressione che la ragazza volesse qualcosa in particolare.  
- Senti - disse ad un certo punto - tu vai al Ballo del Ceppo?
Marius non rispose inizialmente, spiazzato da quella domanda. 
- Perché so che voi del secondo anno potete andarci solamente con uno studente più grande - disse Gloria arrossendo violentemente - e ecco... a me farebbe anche molto piacere. Non ne abbiamo parlato più, giustamente, però in quei giorni in Sardegna sono stata bene con te
Aveva detto tutta quella frase parlando velocemente e Marius ebbe difficoltà a capirla bene. 
- Scusa se ho parlato troppo veloce - riprese la ragazza - ma sono cose che mi imbarazzano un po'...
Marius rimase in silenzio, guardandola negli occhi.
- Guarda... - disse con voce esitante - grazie, davvero, per l'invito. Però mi ero già organizzato in un altro modo... 
Gloria rimase in silenzio anche se, dallo sguardo, sembrava aver subito una brutta mazzata. Rimase qualche istante a fissare Marius, poi si alzò e se ne andò nella direzione. Era quasi in dubbio se seguirla o dirle qualcosa, ma una voce dentro la propria testa gli consigliò di rimanere fermo. Gli dispiaceva che la ragazza ci fosse rimasta male ma, in fondo, la cosa migliore da fare era essere sincero con lei. Marius rimase a rimuginare su quanto accaduto per diverso tempo, distraendolo dalle prove per il test di Trasfigurazione che fu tutt'altro che un successo. 
- Penso che è la prima volta che prendo un voto più alto del tuo a Trasfigurazione - constatò Matt con un sorriso - Sembra che quella Gloria abbia colpito nel segno. 
- Non cantare vittoria - ribatté Marius sorridente - Era solo una prova generale. 
- Però ora devi dirci che è successo - intervenne Bruce.
Marius evitò di rispondere, ma nelle ore successive dovette subire l'interrogatorio di Matt e Bruce che, nel frattempo, avevano fatto giungere la voce anche a Michelle, Lucy e Leana che si aggregarono alle domande. L'incontro con Gloria lo aveva stancato ed era ben lieto di andare a dormire, con l'auspicio di ritrovare concentrazione per il test con Flincher del giorno seguente. Durante la lezione di Incantesimi, i ragazzi della classe di Grifondoro erano quasi tutti distratti, proiettati verso il test di Trasfigurazione che avrebbero avuto l'ora successiva. Uno dei pochi attenti era Michael McBride il quale, evidentemente, voleva fare di tutto per evitare una nuova punizione con la professoressa. Anche Marius quella mattina era distratto, ma non solo per l'imminente compito, poiché quella mattina sentiva ancor più il bisogno di parlare con Juliet. In fondo aveva detto a Gloria di essere impegnato con un'altra ragazza, ma fintanto che non avesse sbloccato la situazione era come aver detto una bugia. Alla fine della lezione, la professoressa Terry decise di assegnare a tutta la classe 90 cm di relazione sull'Incantesimo Tarantallegra, da consegnare entro due giorni, per ricordare agli studenti di non sottovalutare la sua materia. 
Il test di Trasfigurazione non andò molto male a Marius, che tuttavia era certo di aver abbassato la sua media nella materia. Fu uno dei primi a lasciare l'aula, seguito poco dopo da Michelle. Le propose di fare un salto in biblioteca per iniziare a lavorare per la relazione della Terry, ma la ragazza, senza dir nulla, lo prese per il braccio e lo intimò a seguirla. 
- Dova stiamo andando? - domandò Marius. 
- Fidati di me - rispose Michelle - e seguimi. 
I due andarono per le scale, salendo fino al quinto piano. Qui Michelle lo portò davanti all'aula dove si tenevano le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure. 
- Devo parlare con il professor Savage? - chiese Marius, che non capiva l'atteggiamento dell'amica. 
- Ma che dici - ribattè Michelle - qui dentro ci sono i Corvonero del secondo anno che stanno facendo lezione.
Marius capì cosa aveva in mente l'amica. 
- So di essere stata un po' drastica - si scusò - ma penso che porti davanti a lei sia il modo migliore per fare questo benedetto invito. 
Marius non disse niente ma sorrise a Michelle. Nonostante tutto, stava facendo questo per lui e di questo gliene fu grato. Ora però toccava a lui mettere da parte ogni tipo di timidezza e parlare con Juliet. 
- Ora vado, mi raccomando - disse Michelle - sono sicura che ce la farai. 
Marius le sorrise senza dirle niente. Sentiva come un nodo allo stomaco, aveva paura per il modo con cui si poteva porre con Juliet, se fosse riuscito a trovare le parole giuste. Erano tutte preoccupazioni che lo agitavano. A distrarlo fu l'arrivo di Robert Thomas, un ragazzo di Corvonero che Marius aveva conosciuto sul treno il primo giorno di scuola del primo anno. 
- Ehilà Marius - lo salutò. 
- Ciao Robert - ricambiò Marius. 
- Come mai da queste parti? - chiese Robert - devi parlare con Savage? 
- No, volevo parlare con Juliet - disse Marius - ho finito presto lezione, che abbiamo avuto il test con Flincher. 
- Ah noi lo abbiamo fatto ieri - disse sbrigativamente Robert - piuttosto, così per sapere, ma c'è qualcosa tra te e Juliet? 
- Per ora no... - rispose Marius. 
- Non saprei ancora per quanto - disse Robert con un sorriso, come se avesse capito che Marius volesse ribaltare questa situazione al più presto - da quanto parla di te, direi che un minimo gli interessi.
- Dici? - domandò Marius. 
- Questa è la mia impressione - rispose Robert - se ti posso dare un consiglio, invitala al Ballo del Ceppo.
- E' quello che cerco di fare da tre giorni - disse Marius - ho preparato tutto, manca solo l'invito. 
- Vai con il metodo di James? - domandò Robert sorridendo. 
- Allora lo conosci pure te! - esclamò Marius. 
- Diciamo che anche io ne usufruirò quest'anno - rispose Robert - Ci vado con Jennifer Sergent di Tassorosso, l'ho invitata ieri. 
- Ma dai! - esclamò Marius - una delle due gemelle. 
- Già - disse Robert - mi sono messo d'accordo con due ragazzi più grandi della nostra casa, ed entreremo con loro. 
- Allora speriamo di incontrarci - disse Marius speranzoso. 
- Penso proprio di sì - lo rassicurò Robert - ora però rientro che Savage mi avrà dato per disperso. In bocca al lupo con Juliet. 
Robert rientrò lasciando Marius di nuovo solo. Guardò l'orologio e vide che mancavano poco più di cinque minuti alla fine delle lezioni. Decise di aspettare la ragazza sulle scale, per non dare troppo l'impressione che la stesse aspettando. Quando sentì delle voci arrivare dal corridoio, capì che le lezioni erano finalmente terminate. Poco a poco vide uscire tutti i ragazzi di Corvonero, Robert compreso, ma Juliet non si vedeva. La ragazza raggiunse le scale solo qualche minuto dopo. Era da sola e sembrava andasse piuttosto in fretta.  
- Ehi Juliet - la chiamò Marius, fingendo di scendere le scale. 
- Marius! - esclamò la ragazza facendogli un sorriso. 
- Stai andando a pranzo? - domandò Marius. 
- Sì, tra l'altro mi devo pure sbrigare che devo assolutamente vedere Michelle oggi - disse Juliet - piuttosto sai dove sta? 
- Penso sia già in Sala Grande, oggi abbiamo finito presto le lezioni perchè abbiamo avuto il test con Flincher - spiegò Marius - ma ti serve qualcosa?
- No semplicemente volevo sentire lei riguardo queste vacanze di Natale - rispose Juliet - ho saputo che al Ballo del Ceppo non ci possiamo partecipare, tanto vale tornare a casa.
Il discorso cadde subito sul Ballo del Ceppo e, considerando che Juliet sembrava intenzionata a tornarsene a casa, Marius doveva assolutamente prendere la palla al balzo e avanzare la proposta in quel momento. 
- Proprio di quello ti volevo parlare - disse Marius. 
- In che senso? - domandò Juliet. 
- Se ti andava di andarci con me - disse Marius tutto di un fiato. Mentre diceva questo, stavano scendendo le scale ma, probabilmente, il cuore in gola che sentiva, non era legato solo a quello. 
Juliet si fermò di colpo e guardò negli occhi Marius, abbozzando un sorriso. 
- Mi piacerebbe un sacco, davvero - disse poi - ma penso che la regola dell'età valga anche per te. 
- Naturalmente - ribattè Marius - ma diciamo che mi è stato detto un metodo per poter andare comunque al ballo. 
- Davvero? - domandò Juliet, ora molto interessata. 
Marius iniziò a spiegarle il piano di James. 
- Ma se poi James vuole tornare con la sua ragazza, come è giusto che sia, i professori si accorgeranno che il nostro era solo uno stratagemma per entrare - disse saggiamente Juliet, quando Marius ebbe finito di spiegare. 
- Lo avevo pensato pure io - rispose il ragazzo - però James mi ha detto che è un metodo sicuro e già testato da suo cugino Fred. 
- Capito... - disse Juliet pensierosa. 
- Però se non te la senti di rischiare non fa niente - disse Marius che però stava sperando con tutto il cuore che la ragazza accettasse, nonostante le difficoltà. 
- Tu ci andresti con qualcun'altra se io rifiutassi? - domandò Juliet improvvisamente. 
Marius rimase un po' spiazzato da questa domanda, posta un po' a sorpresa. 
- Beh io ho pensato ad invitare te - rispose dopo un po' - sinceramente non ho pensato a qualche altra persona. 
Juliet sorrise, poi disse. 
- Comunque ci sto, vengo molto volentieri - 
Quella era la frase che Marius voleva sentirsi dire. Sentì il suo stomaco distendersi, come per esultare. Voleva mettersi a correre per tutta la scuola gridando ed abbracciando tutti, dicendo che era riuscito finalmente a trovare il coraggio di invitare Juliet e che lei aveva accettato. Cercò comunque di tenere nascosta il più possibile la sua euforia, adottando un sorriso neutro. 
- Grazie per avermi invitata - disse poi Juliet con un sorriso. 
Marius si sentì quasi inebetito davanti al suo sorriso. 
- Ora però vado che devo mandare un gufo ai miei, che ieri gli avevo detto che molto probabilmente sarei tornata a casa - riprese Juliet, un po' spiazzata dal silenzio prolungato di Marius. 
- Ok - disse finalmente - ci vediamo più tardi a pranzo. 
- Va bene - disse Juliet sorrridendo.  


 
*******
 
Buongiorno e buona domenica a tutti 
Finalmente dopo una lunga pausa torno a pubblicare un nuovo capitolo della FF. Impegni di vario genere rendono più difficile organizzarsi, ma visto il periodo e la necessità di stare più tempo a casa sono riuscito a ritagliarmi uno spazietto per scrivere e tornare a pubblicare. La storia va avanti, l'auspicio è di aggiornare con continuità. 
Spero il capitolo vi piaccia, al solito vi auguro buona lettura invitandovi a lasciare un commento positivo o negativo che sia per poter migliorare il tutto. 
Grazie e a presto 
Dedalus Lux
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3106190