What Sakamaki Brothers love the most

di LittleJess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PICCOLE ACCORTEZZE ***
Capitolo 2: *** Music Room ***
Capitolo 3: *** Beauty and The Beast ***
Capitolo 4: *** Taste my blood, Bitch-chan (part 1) ***
Capitolo 5: *** Taste my blood, Bitch-chan (part 2) ***
Capitolo 6: *** Scarborough Fair ***
Capitolo 7: *** You are MINE. ***
Capitolo 8: *** Twins ***
Capitolo 9: *** The Ball (Part 1) ***
Capitolo 10: *** The Ball (Part 2) ***



Capitolo 1
*** PICCOLE ACCORTEZZE ***



1.


2.


3.


4.


5.


6.

Scheda da compilare

Nome:
Età:
Caratteristiche fisiche e personalità:
Data di nascita:
Storia:
Vampiro: 

Girl 1:Ayato
Girl 2:Kanato
Girl 3:Reiji
Girl 4:Shu
Girl 5:Subaru
Girl 6:Raito


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Capitolo 2
*** Music Room ***


-SALA DI MUSICA DELLA SCUOLA-
http://vignette3.wikia.nocookie.net/diabolik-lovers/images/d/db/146.png/revision/latest?cb=20131114011334

In realtà si trattava di una classe adibita a questo scopo. Era ampia, dotata di banchi e cattedra, come le aule ordinarie della scuola, tuttavia caratterizzata dalla presenza di un pianoforte in legno rigorosamente tinto di un intenso color nero, e di tre strumenti a corda, in particolare due violini e un violoncello tutti e tre accuratamente affissi alla parete.

https://www.youtube.com/watch?v=S999w8E59gw

“I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears…
 

 
La voce profonda e melodiosa di una ragazza riecheggiava all’interno della stanza. Era seduta al pianoforte e suonava, unendo al suono della sua voce quello dello strumento. Le sue dita accarezzavano dolcemente, ma con sicurezza e dimestichezza quei tasti. La sua figura caratterizzata da una chioma di capelli lunghi e corvini che le ricadevano lungo le spalle, si delineava nella fioca penombra della sera, generata fondamentalmente dalle luci che provenivano da fuori e che passavano attraverso una finestra alle sue spalle. La ragazza indossava un corsetto nero di velluto senza maniche e a sua volta impreziosito da cinture intrecciate fra loro, che le cingeva la vita e che, di conseguenza, le metteva in risalto il seno. Una gonna a palloncino color cremisi le ricadeva sulle cosce, fermandosi poco prima dei polpacci. Ai piedi portava degli anfibi anch’essi neri. Il suo modo di vestire e la pelle particolarmente pallida riconducevano a quello che poteva essere definito come uno stile goth.

Olly Black, una ragazza alquanto misteriosa, aveva preso l’abitudine di frequentare spesso la sala di musica della scuola durante le lezioni serali. Ormai era diventato il suo rifugio. Nonostante non avesse problemi a stare a casa con suo padre e la sua matrigna, persone alquanto disponibili e comprensive, aveva sempre bisogno di stare da sola. Di riflettere. Era fatta così. Ed era in grado di farlo principalmente rifugiandosi nella musica e nelle sue canzoni. Solo in questo modo riusciva ad esternare tutti i suoi tormenti ed il suo malessere.

“Non hai il permesso di stare qui dentro.”
Una voce improvvisa la spaventò e di conseguenza la costrinse ad interrompersi e ad alzarsi in piedi,voltandosi. Seduto su un banco dietro di lei vi era un ragazzo con la testa chinata e gli occhi chiusi. Indossava la divisa della scuola. Aveva capelli biondi, mossi e con sfumature rossastre sulla nuca. Pareva fosse privo di forze considerando che le sue braccia ricadevano a penzoloni.

“Tu…che diavolo? Credevo di essere sola…non ho sentito nemmeno la porta aprirsi. Come accidenti hai fatto?!” Squittì lei, con il battito del cuore irregolare per la sorpresa e lo spavento.

“Non puoi usufruire di questo luogo a tuo piacimento.” Precisò il ragazzo, mantenendo un tono di voce piatto ed apparentemente tranquillo.

“Dannazione…finora nessuno mi ha mai scoperta. Ma ancora non riesco a capire…come hai fatt-“

“Ti preferivo mentre cantavi. Il suono della tua voce era piacevole e rilassante. Ma ora non lo è più. Sembra quasi il verso di un gatto stretto all’uscio. ” La interruppe e subito dopo aprì gli occhi, sollevando finalmente lo sguardo verso di lei. Erano occhi stupendi, color blu, ma chiaro. Si trattava di un colore simile a quello dell’oceano. La ragazza ne rimase non poco impressionata.

“Cosa?! Hey, ma come ti permetti, mh?!” Controbbattè, alquanto offesa, puntando le mani sui fianchi.

“Potrei farti espellere per questo tuo comportamento. Nessuno può entrare qui senza il mio permesso.” Sentenziò il ragazzo.

Olly si avvicinò maggiormente al ragazzo per guardarlo meglio. Lo aveva riconosciuto.
“Ma non dirmi che tu sei…Shu Sakamaki? Sei il proprietario della sala di musica! Merda!” Si allarmò. Non potevano toglierle il suo luogo di meditazione. “Ti prego! Mantieni il segreto!” Lo implorò.

“Zitta. Fai troppo rumore adesso. Non credo che il mio udito possa ancora sopportare un tale baccano.” Improvvisamente Olly si trovò Shu dietro di lei, seduto sulla poltroncina in velluto rosso accanto al pianoforte, dove fino a poco fa vi era seduta lei. Non fece in tempo a voltarsi nuovamente che si sentì afferrare per un braccio fino a trovarsi seduta sulle ginocchia del ragazzo. La guardava negli occhi, ma con indifferenza. “Come ti chiami?” Le chiese.

La ragazza deglutì. “Olly…e comunque tutta questa confidenza cos’è?! Vedi di lasciarmi andare altrim-“ Shu affondò i suoi denti nella sua spalla nuda senza farle finire la frase. Olly sgranò gli occhi sia per il dolore che per la sorpresa della situazione. Sebbene lei fosse affascinata dal soprannaturale, da creature della notte e tutto ciò che ne consegue, trovarsi in quella situazione la spaventava, non poco, anche se ne era attratta. I secondi passarono e lei sentiva che di lì a poco se il ragazzo, ormai Vampiro allo scoperto, avesse continuato, non sarebbe finita bene, considerata la forte anemia di cui era vittima la ragazza stessa. Nonostante fosse in netto svantaggio, Olly cercò di raccogliere le ultime forze rimaste e si scrollò di dosso, con non poca fatica, il vampiro, finendo in terra. Senza esitare rivolse le mani verso le lampade al neon situate in alto e pronunciò il più chiaramente possibile: ”PHESMATOS INCENDIA!” Subito dopo vi fu un cortocircuito e le lampade si ruppero. I fili al loro interno provocarono numerose scosse che finirono col dar vita ad una lieve fiamma. Praticare la magia Wicca era utile dopotutto. Al secondo “Incendia!” le fiamme crebbero sempre di più e si spostavano in direzione del vampiro. Quest’ultimo cambiò completamente espressione ed atteggiamento alla vista delle fiamme. Tralasciando le labbra sporche di sangue sembrava essersi trasformato in un bambino spaventato. Cadde a terra e si rannicchiò su se stesso coprendosi la testa con le mani. Olly, alquanto debole, sentiva che le forze la stavano abbandonando e la vista le si stava offuscando. Eppure la reazione del Vampiro la sorprese. “Sapevo che il fuoco distruggesse i vampiri, ma non che li rendesse dei cuccioletti impauriti.” Le fiamme crescevano sempre di più, alimentate anche dalle panche di legno che ormai avevano cominciato a bruciare.

“Smettila!” Urlò Shu prima di scomparire. Olly si trovava nuovamente sola, tuttavia in mezzo alle fiamme. Con un gesto della mano che formava un cerchio spense le fiamme. Era a terra, esausta e debole. Eppure quella sera l’adrenalina le permise di andare via di lì e tornare a casa, come al solito senza farsi scoprire.
 
 



Jess’side
 
Ok! Ecco qui il primo capitolo! Per godere meglio della lettura, vi suggerisco di aprire i link, vi è la musica e immagini che accompagneranno sempre le mie storie (dovrebbero servire a fare in modo che il lettore percepisca l’atmosfera della situazione in cui i personaggi si trovano) Mi sono impegnata molto nel scriverlo…e spero vivamente che a BloodMetalOlly sia piaciuta la mia interpretazione del suo personaggio.
Inoltre spero vi sia piaciuto! Ditemi anche se vi piace questo stile (Telefilm ed Anime combinati assieme) e se volete che continui a scrivere! (Date un’occhiata anche a Skins in a Diabolik Lovers World, la mia pirma FF in stile Cross-Over! (NON E’ PUBBLICITA’ OCCULTA)
Sono particolarmente curiosa di vostri pareri, impressioni, giudizi…recensite prego! E soprattutto portate alla luce tante critiche costruttive, ci conto!
XOXO
Gossip Girl
Little Jess

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Capitolo 3
*** Beauty and The Beast ***


-PORTONE DI CASA SILBER-
https://www.youtube.com/watch?v=oZdiXvDU4P0     
 
“Forza Signorina Esmeralda! Si sbrighi! Sono le ore 8.47! Fra tredici minuti esatti deve arrivare a villa Sakamaki!”

Un’anziana signora con indosso una divisa da governante si trovava davanti all’enorme portone spalancato. Continuava ad urlare impaziente, mentre con occhiate fugaci ed attente scrutava l’ autista affinchè quest’ultimo ponesse correttamente e senza intoppi vari, una serie di valigie all’interno del bagagliaio della limousine, particolarmente imponente e di un intenso color grigio, i cui cerchioni erano placcati in oro. I Silber erano persone alquanto benestanti.

“Eccomi. Sono qui, Greta.”

Una ragazza la raggiunse pochi secondi dopo. La sua figura si presentava longilinea. Era mediamente alta, dotata di spalle leggermente più ampie rispetto alla norma. Vestita in maniera formale ed in modo impeccabile con una magliettina in seta color blu scuro ricoperta da una giacca più pesante del medesimo colore, Esmeralda Silber, figlia di un famoso avvocato e di una rinomata chirurga, era ormai in partenza, disposta a lasciare la sua dimora. La governante la guardò non appena se la ritrovò davanti. La guardò con ammirazione mista a commozione. Dopotutto la sua “Piccolina” stava andando via di casa. Le voleva bene, quasi fosse stata sua figlia.




“La prego…abbia cura di se. Stia attenta mi raccomando.”

L’anziana donna sembrò quasi implorarla mentre le lacrime cominciarono a sgorgare copiose dai suoi occhi. Esmeralda le sorrise. I suoi occhi verde smeraldo scintillavano alla luce della sera e si intonavano perfettamente con la sua carnagione chiara, risaltata maggiormente dal girocollo di perle color oceano. Subito dopo l’abbaracciò forte per rassicurarla.

“Tranquilla Greta. Avrò cura di me. Te lo prometto. Adesso sarà meglio che vada. Sai che odio essere in ritardo. Anche per questa maledetta cosa…”

Le baciò una guancia e dopo un ultimo cenno di saluto la ragazza si diresse verso la limousine. L’autista le aprì la portiera dell’auto al fine di farla accomodare all’interno del sedile posteriore, richiudendola subito dopo.
Il viaggio non si protrasse troppo a lungo, tuttavia Esmeralda si fece prendere da numerosi pensieri. Era costretta a fare questa cosa. Non voleva, ma era un suo dovere. Lo doveva a suo padre. Si sentiva in debito con lui e se questo gli avrebbe salvato la vita, era più che convinta di farlo. Suo padre, soprannominato “L’avvocato del diavolo”in quanto intratteneva rapporti di lavoro e politici con creature soprannaturali, vampiri. Lei l’aveva scoperto da poco e sicuramente non in una maniera degna della educazione ricevuta. Pedinare non era particolarmente educato. Il danno maggiore era il fatto che suo padre avrebbe potuto essere punito per colpa sua, pagando anche con la vita. Da quanto aveva capito, i vampiri non erano molto felici di sbandierare in giro la loro esistenza, di conseguenza per rimediare al danno, Karl Heinz, ossia il Re dei vampiri stessi, aveva dichiarato che tutto quanto sarebbe passato come inosservato solo se la giovane Esmeralda fosse andata a vivere nella villa dei suoi sei figli, tuttavia in qualità di Sposa Sacrificale, o meglio preda, destinata ad uno di questi ultimi. Aveva accettato. Era il minimo che avrebbe potuto fare per salvare la sua famiglia.
Una volta arrivata, Esmeralda uscì dall’auto e fu scortata dal suo autista, assieme a tutte le sue valigie, oltre il cancello della villa dei Sakamaki, all’interno di essa davanti ad un enorme portone in legno antico. Con un cenno del capo congedò l’uomo ed attese. Erano le 9.oo in punto. Sicuramente avrebbero dovuto sapere del suo arrivo ed infatti pochi istanti dopo il medesimo portone si aprì. Emise un profondo respiro e si fece avanti, entrando. Si guardò attorno, camminando a testa alta e sicura di se. Sentì il cigolio del portone mentre si stava richiudendo e voltandosi notò che le sue valigie non c’erano più.

“Bene. Magari le hanno già portate via. Che efficienza.” Commentò.

Davanti a se, seppur nella luce fioca delle candele che irradiava quell’enorme atrio in stile antico, scorse la figura di un ragazzo, che a poco a poco divenne sempre più nitida. La fissava con una calma impressionante. Forse troppa. Era vestito in modo alquanto formale ed accurato. Aveva classe. I suoi capelli erano di un viola intenso e scuro, inoltre portava gli occhiali.

“Sei tu Esmeralda Silber?” Le domandò con una voce piatta e fredda.

“Sì sono io. Sono stata mandata qui dal Signor Silber, mio padre. Tutto per volere di Karl Heinz.” Precisò la ragazza, cercando di mantenere il più possibile la calma ed il controllo delle sue emozioni.

“Lo so bene. Io mi chiamo Reiji Sakamaki. Inoltre è altrettanto importante che tu sappia che appartieni a me. Sono io il vampiro che dovrai servire e a cui dovrai dare ascolto, soprattutto senza discutere. Sono stato chiaro, stupida umana?” Le spiegò tutto con indifferenza. Lei dopo quell’appellativo si sentì non poco irritata. Ma si trattenne dal fare mosse stupide e dal fare qualsiasi cosa avrebbe potuto farla uccidere all’istante.

“Ne prendo atto allora.” Si limitò a rispondere con un cenno del capo.

“Cambiati. Metti qualcosa di più appropriato e tra cinque minuti raggiungimi nella mia camera.” Le ordinò all’istante prima di sparire.

https://www.youtube.com/watch?v=d2Q-Q05gEyw

Bene. Era lì da cinque minuti esatti e già prendeva ordini dal suo Vampire Master. Tuttavia non aveva il diritto di lamentarsi. “Per papà. Fallo solo per lui, Esme.” Si ripeteva. Poco prima di guardarsi intorno, uno strano maggiordomo, alquanto sinistro, fece cenno di seguirlo. Avanzò in cima a numerose scale, fino a raggiungere un corridoio ampio, il quale conduceva ad una porta. Lì lo strano maggiordomo scomparve. Probabilmente quella avrebbe dovuto essere la sua stanza. Aprì la porta e vi entrò. Era stupenda. Le ricordava la SUA stanza. Un letto a baldacchino, una scrivania e una poltrona. I muri impreziositi con quadri antichi, sicuramente di inestimabile valore. Notò che sul letto vi era poggiato un vestito.

“Oh giusto…devo cambiarmi.”



Indossò un largo vestito a maniche corte color blu e azzurro, con una fantasia floreale, piuttosto largo e che le copriva il ginocchio. Si guardò allo specchio inarcando un sopracciglio. “Forse sarà meglio legare i capelli in una coda.” Si disse prima di farlo con un elastico trovato frugando all’interno di alcuni cassetti. Era pronta. Si diresse verso la porta e fuori dalla stanza ritrovò l’inquietante maggiordomo che in breve la guidò verso la stanza di Reiji. Bussò con due colpi decisi. La mano stretta in un pugno ed il cuore in gola.

“Avanti.”

Aprì la porta e subito dopo il comando “Entra.” La richiuse alle sue spalle.


 
Fu affascinata dallo stile con cui era arredata la sua stanza. Doveva avere dei gusti molto raffinati. Le fece cenno di avvicinarsi e di sedersi su una poltrona accanto a lui. Era seduto e stava bevendo del the. Al gelsomino le sembrava, dall’aroma intenso e delicato. Gli si sedette accanto. Postura eretta e mani con i palmi aperti sulle gambe. Esmeralda incarnava la classe anche solo stando seduta.

“E così tu credi di riuscire a pagare il debito di tuo padre stando qui tra i piedi?” Irruppe, palesemente provocatorio.

“Heinz ha detto che sarebbe bastato. Quindi sì.” Rispose decisa.

“Quanta presunzione per una lurida umana. Quelli come te non sono altro che cibo. Donate energie, ma in seguito siete buttati via. Le vostre vite sono tanto effimere quanto inutili. Non servite a nulla se non ad appagare un futile senso estetico di noi vampiri, razza suprema.”

Esmeralda era davvero irritata da quelle parole. Si sentiva ferita dentro, nel profondo. Come umana e come persona. Nonostante avesse imparato a rispondere con garbo, calma, gentilezza e disinvoltura, dentro di se ardeva dalla voglia di prendere a sonore sberle quel Reiji tanto presuntuoso.

“Lo hai detto tu. Siamo noi a darvi energia. Di conseguenza siamo più importanti di quanto tu creda.” Disse tutto d’un fiato.

Reiji posò la tazzina sul tavolo e si alzò in piedi. Improvvisamente la ragazza si sentì sballottata da una forza sovraumana contro il muro. Il vampiro le si piazzò davanti, bloccandola per i polsi, poggiati sopra la testa. Riuscì a guardarlo negli occhi. Quello che in precedenza era uno sguardo indifferente e calmo si era trasformato in uno sguardo tra l’adirato, il folle e l’eccitato. Gli occhiali prima perfettamente posti sul naso, gli ricadevano verso il basso. Sembrava un’altra persona. Il suo ghigno che lasciava trapelare i canini aguzzi, le ricordava l’essenza di una bestia. Era proprio quello che era. Una bestia.

“Siete solo cibo. Esseri inferiori.” Ricalcò queste parole in un sibilo. “Non avresti mai dovuto parlare senza essere interrogata. Lascia che t’impartisca un po’ di educazione, umana.” Pronunciò quell’appellativo con evidente disprezzo poco prima di affondare il naso nell’incavo tra spalla e collo della ragazza. Esmeralda sentì un brivido percorrerle la schiena, quasi tremava. In men che non si dica Reiji si avventò sul suo collo scoperto, perforando la pelle liscia e priva di imperfezioni e succhiando forte. Un dolore sordo la fece ammiccare. In quell’arco di tempo che sembrò durare secoli la ragazza vide l’immagine di suo padre davanti a se, mentre si sentiva sempre più debole.

“Fallo coraggio. Sono pronta ad accettare il mio destino.” Affermò lei, nonostante tutto sicura di se.

“Questo per avermi risposto senza una domanda da parte mia.” Le sussurrò il vampiro ancora con le labbra sul suo collo, per poi dirigersi poco sopra l’incavo dei seni, mordendola nuovamente.
La povera Esmeralda gemette. L’avrebbe dissanguata se avesse continuato, ma qualcosa le diceva che sarebbe stato troppo semplice così. L’avrebbe torturata ancora.

“E questo per il mio puro piacere.” Sentenziò dopo essersi staccato da lei, che immediatamente cadde in terra, poiché svenuta a causa dell’ingente quantità di sangue che le aveva portato via Reiji.
“Umani.” Commentò guardando il corpo della ragazza con disprezzo.
 


Jess's side

Ciao a tutti! (Again!)
Ecco qui il secondo capitolo con il sofisticato Reiji eheh! Spero davvero tanto che il mio modo di descrivere la bella Esmeralda sia piaciuto a Koishan Sakura.
Biennn…let me know che cosa ne pensate!
Kisses
Little Jess

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Capitolo 4
*** Taste my blood, Bitch-chan (part 1) ***


-VILLA SAKAMAKI-
-Atrio Principale-

https://www.youtube.com/watch?v=QxTxFjuOj3M

“What I like about you” risuonava a tutto volume in ogni angolo della enorme villa mentre la luce fioca del sole tipica del tramonto penetrava attraverso gli immensi finestroni in stile antico. I sei fratelli vampiri, naturalmente, godevanoancora del sonno diurno, completamente fuori dal mondo e soprattutto ignari del chaos che si stava creando.
Leila Tachibana si stava scatenando in una danza particolarmente sfrenata che includeva  il saltare su poltrone in velluto prezioso e lanciare in aria cuscini di seta.
Era risaputo ultimamente che il famoso politico Karl Heinz si dimostrasse alquanto favorevole nell’ospitare ragazze nella casa in cui abitavano i suoi figli, nonostante nessuno tra le autorità fosse a conoscenza delle reali intenzioni dell’uomo, ossia garantire una vasta scelta di Spose Sacrificali ai suoi stessi figli.
Leila viveva lì da mesi ormai. Aveva preso confidenza con quella enorme villa abbastanza tetra e spettrale di notte. Si era perfino abituata a tutte le avances dei sei fratelli. Dopotutto lei era fatta così. Solare, allegra, perennemente sorridente e di buon umore. Quindicenne, sfortunatamente rimasta orfana dei genitori, era stata mandata alla villa dei Sakamaki al fine di non farla finire in un orfanotrofio. La sua lunga chioma castana ondeggiava a ritmo di musica. Alta e magra, possedeva un corpo sicuramente non privo di forme nonostante la sua giovane età, anzi visibili addirittura con il suo pigiamino color turchese. Le labbra rosee e carnose erano sempre incurvate in un sorriso. Occhi verdi come pietre preziose risplendevano con la luce del sole.

Continuava a scatenarsi, incurante dei problemi e delle possibili reazioni violente che sarebbero potute scaturire dai vampiri al loro risveglio, Reiji in particolar modo. Era ancora giorno, dopotutto. Avrebbe pulito e messo a posto tra un po’ o magari lo avrebbe fatto la servitù. Si dilettò ancora con le sue scorazzate all’interno della villa, usufruendo anche del saliscendi delle scale nell’atrio a mo’ di scivolo. Solo in seguito decise di andare a farsi un bagno rilassante, approfittando della sua “momentanea libertà”.
Era stabilito. Quella sera sarebbe uscita. Da quando era andata a vivere lì, sebbene non avesse mai perso il suo carattere allegro e spensierato, si sentiva frenata. Doveva conoscere gente e fare amicizia. Era tipico della sua natura. Dopo un fugace bagno, afferrò dal suo armadio le prime cose carine che vi erano e sgattaiolò via di casa. Era necessario che si sbrigasse. Tra venti minuti circa il sole sarebbe calato del tutto e con la luce della luna si sarebbero svegliati i vampiri.

https://www.youtube.com/watch?v=E3NGrG6UEaM

A passo svelto si diresse verso il bosco, attraversandolo interamente fino a scorgere un’autostrada.
“Accidenti…mi toccherà arrivare in città a piedi. “ Brontolò appena. Non che le dispiacesse camminare, l’unico problema era che sarebbe stata facilmente raggiungibile e Leila aveva intenzione di godersi la sua uscita. Pochi istanti dopo udì il rombo di un motore che diventava sempre più forte.

“Hey pupa, vuoi un passaggio sul mio destriero?”

Un uomo si fermò a pochi metri da lei, sollevando la visiera del casco. Era un tipo piuttosto magro, indossava una giacca di pelle nera e pantaloni di pelle del medesimo colore. Quegli occhi neri come la pece non la convincevano molto, ma accettò ugualmente la sua offerta. In moto avrebbe fatto sicuramente più veloce. Salì in moto e cinse la vita del ragazzo con le braccia per tenersi. Immediatamente sfrecciarono veloci sull’asfalto. In meno di dieci minuti arrivarono a Tokyo. Era ormai sera e le luci di negozi e palazzi illuminavano la metropoli giapponese.

“Grazie del passaggio, ma io sarei arrivata!” Gli urlò in un orecchio per farsi sentire, ma il ragazzo la ignorò e continuò ad andare avanti fino a quando non si fermò in una strada senza uscita. Leila scese dalla moto.

“Ok…ti ringrazio ancora. Io vado…” La ragazza cominciò ad allontanarsi, ma lo sconosciuto le afferrò un braccio, fermandola.

“Dove credi di andare?” Le disse con un ghigno stampato sul volto. Si era tolto il casco. Il suo viso era incorniciato da una chioma fluente e mossa di capelli corvini come i suoi occhi. L’attirò maggiormente a se.

“Ti ho dato un passaggio quindi merito una ricompensa da parte tua… non credi pupa?” Le sussurrò facendola rabbrividire. Il suo modo di scrutarle il corpo non le piaceva affatto. Leila cominciò ad indietreggiare sempre di più, fino a quando non si ritrovò con le spalle al muro. Era in trappola. Accidenti al suo carattere troppo fiducioso. Avrebbe dovuto saperlo che accettare passaggi da sconosciuti non comporta nulla di buono e invece no. Ed ecco la fine che stava per fare.

“Ascolta…magari per sdebitarmi…ecco…potrei offrirti un gelato…” Balbettò lei a malapena, mentre il ragazzo le si gettò praticamente addosso, stringendole il volto con una mano e cercando di baciarla con la forza.
Leila, disgustata e terrorizzata, sollevò il ginocchio dandogli un calcio nelle parti basse con tutta la forza che aveva. Il ragazzo si accasciò a terra in ginocchio.

“Troia!” Urlò mentre lei cercava di allontanarsi. Era tutto inutile, considerato che una mano di lui era ancora avvinghiata al suo polso. In men che non si dica la trascinò a terra con se dandole un sonoro schiaffo che la fece sanguinare.

“Adesso vedrai…ti insegno la buona educazione!” Sibilò furioso e con sguardo lascivo e folle al contempo. Si avventò sul suo corpo e mentre le baciava il collo, cominciò a toccarle i seni prosperosi che la magliettina color glicine nascondeva appena.

“Lasciami!” Urlò lei con tutto il fiato che aveva in gola.

“Perché non ti trovi la tua Bitch-chan? Questa è già mia.”
Una voce maschile dietro di loro fece bloccare entrambi. Il ragazzo si voltò.

“E tu chi cazzo saresti?” Gli chiese ironico con un sorriso sulle labbra. “Sparisci ragazzino ho da fare!”Immediatamente tirò fuori una pistola e sparò un colpo dritto contro la spalla del ragazzo. Quest’ultimo fu colpito ma non sembrava sofferente.
Il tipo non fece in tempo a voltarsi nuovamente verso la ragazza che si ritrovò con la testa mozzata dal corpo.

“Per te solo la morte.” Affermò un ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi verde smeraldo.

“Raito!” Esclamò Leila visibilmente sollevata.

“Che mi combini, Bitch-chan?” Chiese lui con un sorriso per poi prenderla in braccio e volare via di lì.
Dall’alto si vedeva tutta Tokyo. Era splendida. Leila si aspettava che la portasse a casa e invece atterrarono sul terrazzo di un grattacielo. Raito la posò in terra e subito dopo si accasciò, simulando una smorfia di dolore, o meglio fastidio.

“Che succede? Che hai? Sei ferito?” Gli chiese preoccupata Leila. Era anche sua indole naturale preoccuparsi degli altri.

“Una pallottola d’argento è rimasta conficcata nella mia spalla.” Spiegò, indicando il punto che effettivamente continuava a sanguinare.

“Beh? Che aspetti a far rimarginare quella ferita?”

“Non posso. E’argento. Devi aiutarmi.” Si avvicinò a lei posandole una mano sul volto e guardandola dritto negli occhi. Sembrava serio. Troppo serio. Non era da Raito.

“Dimmi che devo fare.”

“Devi succhiare via la pallottola dal mio petto.”
La ragazza sgranò gli occhi. “Significa che dovrò bere il tuo sangue?!” Chiese sconvolta.

“Sì. Ma è solo per salvarmi la vita. Te la senti, Bitch-Chan?”

Leila sospirò, chiuse gli occhi per un attimo e ci pensò su. Dopotutto lui aveva salvato lei. Era il minimo che avrebbe potuto fare. “D’accordo.” Immediatamente si gettò su Raito che fu costretto a giacere supino sul freddo pavimento in asfalto. La ragazza scostò delicatamente la giacca e aprì la camicia del vampiro in maniera tale da lasciare scoperto il punto ferito. La pallottola in argento non si vedeva. Vi era solo un buco di sangue. Si fece forza e dopo aver avvicinato la bocca alla pelle di Raito cominciò a succhiare forte. Il suo sangue le scendeva inevitabilmente giù in gola. Aveva un gusto alquanto salato. Questa cosa le sembrava stranissima. Di solito erano i vampiri a bere il suo sangue, non il contrario. Pochi istanti dopo sentì la pallottola risalire e la sputò fuori.

“Ecco fatto!” Disse soddisfatta, notando tuttavia il ghigno compiaciuto di Raito, tutt’altro che sofferente.

“Sei stata superba, Bitch-chan.” Le disse in tono sensuale.

“Aspetta ma tu…non eri…”

“Voi umani siete così creduloni.” Scoppiò in una risata fragorosa. “Il mio corpo avrebbe espulso comunque l’argento. Ma tu sei stata così premurosa da toglierlo per me. E la cosa più importante è che hai bevuto il mio sangue. Sei così ingenua, Bitch-chan. Ed è per questo che mi piaci tanto.” Avvicinò il volto al suo, leccandole un rivolo di sangue che scivolava giù.

La povera Leila era sconvolta. Non sapeva cosa pensare. “E quindi adesso? Che mi succederà? Morirò?”

“Oh no, Bitch-chan. Molto meglio. Adesso sarò spesso frutto dei tuoi sogni.”
Il vampiro la prese nuovamente in braccio e si sollevò da terra, dirigendosi verso la villa.
 
 
Jess’s side
Nota informativa:questo capitolo sarà diviso in due parti.
Ok lo so non uccidetemi per il ritardo maaaaa la sessione estiva degli esami si sta avvicinando…>_<
Sarò sempre più indaffarata quindi non ho idea di quando riuscirò ad aggiornare. Abbiate pietà di me!
Spero che a Kurumitokisaki02 sia piaciuta la mia interpretazione della sua Leila.
Lasciate recensioni mi raccomando!
Bacionissimi
Little Jess

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Capitolo 5
*** Taste my blood, Bitch-chan (part 2) ***


Jess’side
 AVVERTENZA
QUESTO CAPITOLO PRESENTA TEMATICHE FORTI. I MINORENNI SONO STATI AVVISATI
Saaalve! Volevo aggiornare questo capitolo il prima possibile! Non amo lasciare le cose a metà!
Risaluto nuovamente Kurumitokisaki02 e le mando un bacione enorme.
Raito è sempre Raito…questo lo sappiamo tutte eheh! E quindi…potete immaginare!
Please…come sempre leggete e commentate!
Dasvidania!
Little Jess
 
 
-CAMERA DI LEILA-
https://www.youtube.com/watch?v=2hxawRLLBbE
“Adesso sarò spesso frutto dei tuoi sogni.”
“Che diavolo vuol dire?”
Leila continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a prendere sonno. Erano trascorse poche ore da quando Raito l’aveva riportata alla villa, salvandola da quel malvivente. E poi lei aveva bevuto il suo sangue.
“Beh, gli ho salvato la vita. Ma che dici stupida! I vampiri sono in grado di far rimarginare le loro ferite. E se fosse stata una scusa? Di solito è lui a bere il mio sangue e non il contrario. Perché?”
Non riusciva a non tempestarsi di domande alle quali non era capace di dare una risposta. Si bloccò supina, prendendo un respiro profondo. Poggiando una mano sulla fronte si accorse che il dolore era sparito, così come il gonfiore dovuto al livido dovuto allo scontro precedente. Il sangue di Raito l’aveva guarita.
“Quindi il sangue dei vampiri può guarire le ferite di chi lo beve!”
Restò scioccata ed al contempo sorpresa da questa rivelazione del momento. Era tutto troppo strano comunque. Da quando l’aveva riaccompagnata né lui né i suoi fratelli le avevano dato corda. Troppo strano.
“Ah! Basta mangiarsi la testa per queste cose! Restare turbata non è da te, Leila! Lo sai!”
Si rimproverò per poi voltarsi su un fianco e chiudere gli occhi cercando di svuotare la mente e non pensare più a nulla.

https://www.youtube.com/watch?v=oCSkn2G-5GY
Il lieve e delicato tocco di dita fredde come il marmo sulla sua schiena nuda le fece aprire gli occhi e voltarsi.

“Ciao, Bitch-chan.”
Raito era sdraiato accanto a lei e sorrideva, sornione. Leila si voltò completamente per poi mettersi a sedere.

“Raito! Che ci fai qu-“

“Shhh…sta’giù, Bitch-chan.” Le posò un dito sulle labbra per farla tacere. La fece tornare al suo posto trascinandola giù con una mano sulla sua vita. Si ritrovò nuovamente sdraiata supina e il vampiro era sopra di lei con il corpo a pochi centimetri di distanza dal suo. In quel momento la ragazza si rese conto di indossare una sottile felpa che le copriva a malapena le cosce e che sotto era nuda. Raito affondò il viso nel collo della ragazza ed inspirò profondamente. Leila deglutì.

“Era strano infatti che non volessi bere il mio sangue.” Disse subito la ragazza con un sospiro nervoso.

“Oh ma quella è solo la ciliegina sulla torta, Bitch-chan.” Lo sguardo del vampiro era sicuramente lascivo. Con una mano percorse l’intero corpo della ragazza mentre con la lingua le leccò piano il collo. Leila tremò.

“Perché non riesco ad oppormi a te come al solito?” Chiese confusa ed agitata, tremando sotto di lui per la paura…e non solo.

“Perché sai di non avere scelta. Ti darai a me. Completamente…Leila.” Sussurrò il vampiro in un suo orecchio. Cominciò a sollevarle la felpa verso l’alto, portando alla luce il suo corpo mentre le mordicchiava il lobo di un orecchio, provocandole brividi lungo tutta la schiena. Le sfuggì un lieve sospiro.

“E’la prima volta che mi chiami con il mio nome…” Farfugliò la ragazza, socchiudendo gli occhi.

“Non ci fare l’abitudine, Bitch-chan.” Sentenziò con un sorrisetto canzonatorio per poi iniziare a baciarle il collo, scendendo poi verso i seni. Leila fu costretta ad inarcare la schiena. Raito si fermò guardandola dal basso. I suoi occhi erano come ardenti gemme preziose. Era evidente che anche il vampiro stesso non era rimasto indifferente al fascino della giovane ragazza. La voleva qui ed ora, questo era piuttosto chiaro. A velocità innaturale si avvicinò maggiormente a lei, bacino contro bacino. Le divaricò le cosce. Lei lo guardò negli occhi. Il suo sguardo era famelico, bruciava di desiderio. Avvicinò una mano alla testa del vampiro, privando il suo capo del cappello che lo distingueva dai suoi fratelli. Lo gettò non si sa dove. In risposta Raito la penetrò con un movimento rapido e deciso. Leila gemette. Aveva appena lacerato la sua verginità. Immediatamente dopo cominciò a muoversi dentro di lei con spinte sempre più celeri e profonde. La ragazza a sua volta, assecondava i movimenti, spingendo ulteriormente il bacino contro il suo.

“Ti piace…non è vero, Bitch-chan?” A quella domanda i sospiri di Leila si fecero sempre più affannosi. Raito avvicinò il volto al suo e la ragazza credette che il vampiro stesse per baciarla. Invece la morse. Affondò i canini affilati direttamente nel suo collo. La carne tenera di lei era come creta ed il suo sangue dolce come il miele.

“Mmmm…il tuo profumo…il tuo sangue…sai come sedurmi, mh?” Sussurrò sul suo collo senza smettere di muoversi dentro di lei. Leila sentiva che sarebbe arrivata al culmine molto presto. Improvvisamente Raito uscì fuori da lei. Lo guardò con aria interrogativa.

“La ciliegina sulla torta…” Disse sogghignando per poi avventarsi sulla sua coscia.

“NO!” Leila si svegliò di soprassalto. Sudata, spaventata e confusa. Aveva il batticuore. Si mise a sedere prendendo la testa fra le mani.
“Non può essere…era questo che intendeva?!” Sospirò, ormai più sconvolta che mai.
“Adesso sarò spesso frutto dei tuoi sogni.”
“Ecco…ora capisco di cosa parlava. Wow…” Si rigettò a tuffo sul letto, esausta.

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Capitolo 6
*** Scarborough Fair ***


-AUDITORIUM DELLA SCUOLA-
Ore 19.00

https://www.youtube.com/watch?v=-BakWVXHSug

“Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary and thyme,
Remember me to one who lives there,
She once was a true love of mine”


Le voci di tutti i ragazzi del coro risuonavano all’interno dell’enorme stanza. Il professore di musica, concentrato e con gli occhi chiusi, dirigeva quei figlioli, altrettanto attento al musicista che aveva ingaggiato per accompagnarli, affinchè suonasse quella chitarra in maniera adeguata. Per il medesimo professore era un grande onore poter mettere in scena una simile ballata inglese quale “Scarborough Fair”. Per i ragazzi, d’altro canto, non era altro che una noiosa ed ulteriore tortura da parte della scuola.

“Forza figliuolo! Vai con la prima strofa!” Il professore incitò un ragazzo il quale cominciò a cantare e immediatamente dopo non vi fu alcuna voce se non la sua.

“Tell her to make me a cambric shirt,
Parsley, sage, rosemary and thyme,
Without no seam nor needlework,
And then she'll be a true love of mine”


“Bene! Ora tocca a te cara!” Questa volta l’uomo si rivolse ad una ragazzina dai lunghi capelli rossi, situata in un angolo abbastanza remoto del coro, che aveva un’aria alquanto triste e sconsolata.


La musica fu interrotta in quanto la ragazza non proferì una singola nota. Aveva lo sguardo chino verso i suoi piedi e le braccia incrociate al petto. Soprattutto, non aveva alcuna intenzione di mettersi a cantare.

“Signorina Kurenai! Vuole decidersi a cantare?!” La rimproverò il professore, sospirando irritato.

Pel di Carota qui non vuole cantare!” La schernì uno dei ragazzi del coro, seguito dalle risate degli altri.

Yuko Kurenai, studentessa sedicenne, si era ritrovata a far parte del coro della scuola perché costretta letteralmente dal suo professore di Inglese. Solo perché adorava la sua materia, l’antica storia della letteratura Celtica e Inglese, egli aveva ritenuto che la ragazza dovesse necessariamente far parte della rappresentazione canora della ballata. Lei però odiava cantare. Odiava essere al centro dell’attenzione. Preferiva chiudersi nel suo mondo, fatto di libri, fantasie, storia antica. Era dannatamente timida, parlava di rado e veniva spesso presa in giro. “Pel di Carota” a causa dei suoi capelli ramati che, lunghi e con onde morbide, le ricadevano oltre le spalle. Aveva occhi di un color azzurro talmente chiaro che sembrava quasi tendente al grigio. Ricordava un po’lo sguardo degli elfi delle leggende antiche. Le labbra sottili, sempre disegnate secondo una linea dura, raramente si schiudevano per proferire parola. E le sue lentiggini si evidenziavano maggiormente non appena il suo volto raggiungeva il colore dei suoi stessi capelli.

“Niente da fare anche oggi! Ah…d’accordo ragazzi, a domani!” Sentenziò sconfitto il professore e tutti i ragazzi si sparpagliarono. Nemmeno avessero aperto le gabbie allo zoo. “Kurenai!” Le fece cenno di avvicinarsi e lei lo fece, sempre a testa bassa. “Ascolta…sei la mia migliore studentessa…perché non vuoi cantare? Dopotutto è la tua ballata inglese preferita. All’esame inoltre hai preso anche il massimo dei voti…cosa ti costa cantare?” Le chiese quasi supplicandola. Lei sospirò scrollando le spalle.

“Professore, la prego. Ne abbiamo già parlato…il canto non fa per me…tutto…tutto questo non fa per me. Perché non mi sostituisce? Sono più che convinta che qualcun’altra vorrebbe farlo al mio posto.” Replicò lei a bassa voce, quasi avesse paura di parlare.

“Questo posto è tuo. Te lo meriti. Lo sai.” L’uomo alzò gli occhi al cielo. “D’accordo. Domani riproviamo. Non mi rassegno con te, Kurenai. Tu hai del potenziale, sfruttalo!” La congedò con un cenno della mano e la ragazza si allontanò imbronciata.
Dopo aver raccolto tutte le sue cose era ormai pronta a tornare a casa, era tardi e la scuola stava chiudendo considerato che erano andati tutti via. Mentre attraversava il corridoio tre ragazzi del coro le si piazzano davanti bloccandole il passaggio.

“Hey, Pel di Carota dove credi di andare?” La minacciò uno, tirando fuori dalla tasca e mostrando senza problemi un coltellino mentre gli altri la fissavano sogghignando. Lei deglutì. Erano i soliti tre che la prendevano in giro all’entrata e all’uscita da scuola. Era abituata a insulti e minacce verbali, tuttavia questa era la prima volta che avevano delle armi.

“A casa.” Disse lei, secca. Non lasciò trapelare un filo di paura dalla sua voce. Lasciar trapelare emozioni l’avrebbe resa ancora più ridicola e debole agli occhi degli altri secondo la sua idea.

“Ah…ma prima devi cantare per noi…” Disse uno, avvicinandosi maggiormente a lei.

“Non esiste che la cocca del prof vada via senza intrattenerci un pochino.” Disse l’altro, mettendosi dietro di lei. L’avevano circondata. Avevano formato un cerchio e lei era nel mezzo.

“Ti conviene cantare…a meno che non vuoi che ti lasciamo un ricordino perenne!” Rinchiò il ragazzo col coltello, puntandoglielo sulla faccia. “Canta!”

Yuko sospirò e chiuse gli occhi. “No. Lasciatemi passare.” Disse in tono freddo.

Uno dei tre come risposta le tirò uno schiaffo talmente forte da farla cadere in terra. Un altro la prese, tenendola ferma per le braccia e l’altro ancora le si avvicinò al viso graffiandoglielo col coltello, il quale si intrise di sangue che sgorgava dalla ferita.

“Canta!” Urlarono in coro. Lei capì che ormai non aveva scelta, tuttavia non avrebbe mai pianto nonostante il forte dolore e lo shock emotivo che stava avendo. Anzi, restò impassibile ancora una volta mentre , a bassa voce, cominciò a cantare.

https://www.youtube.com/watch?v=wiZJP_XLmrQ

“Tell him to find me an acre of land,
Parsley, sage, rosemary and thyme,
Between the salt water and the sea-strand,
Then he’ll be a true love of mine”


I ragazzi la guardavano compiaciuti, mentre continuavano a picchiarla. Ci godevano, sembravano fuori di testa. Yuko era senza forze in una pozza di sangue.

“Tell her to dry it on yonder thorn,
Parsley, sage, rosemary and thyme…”


Ad un tratto la splendida voce di un ragazzo sostituì quella della ragazza ormai agonizzante. Uno dei tre non fece in tempo a voltarsi che il suo corpo si ritrovò al suolo privo della testa.

“Which never bore blossom since Adam was born…”
L’altro con il collo spezzato.
 “Merda! E’ uno di quei maledetti fratelli! Quello più inquietante! Sei K-“
L’ultimo ragazzo, quello con il coltello, non finì di parlare in quanto le dita di Kanato erano conficcate nella sua trachea. Pochi istanti dopo morì soffocato.

“And then she'll be a true love of mine.”
Kanato Sakamaki osservò la povera Yuko in terra, ricoperta di sangue. Incurvò leggermente la testa e strinse maggiormente al petto il suo Teddy.
“Madre…” Si limitò a sussurrare, guardandola con gli occhi sbarrati, tuttavia privi di espressione.
La ragazza, nonostante la vista appannata, non riuscì a non notare quegli occhi di un viola pallido, incorniciati da occhiaie piuttosto evidenti e scure. Possibile che quel ragazzino avesse ucciso quei tre colossi?

“Hai visto Teddy? Anche lei conosce questa canzone.” Le si avvicinò, inginocchiandosi accanto a lei, la quale non riusciva a muoversi, tantomeno a parlare. “Come la conosci?” Le chiese stupito.
Nessuna risposta. “Ti ho chiesto come la conosci! Dimmelo ora!” Kanato si alterò, come sempre mutando la sua espressione vaga e persa in una folle e fuori controllo. “Non vuole dirmelo…hai visto, Teddy?!” Il ragazzo mutò ancora espressione e questa volta scoppiò a piangere, come un bambino. Yuko era stremata. Non aveva idea di cosa stesse succedendo. Perse i sensi.
Kanato la guardò e pensò che quella ragazza gli piaceva molto, o avrebbe potuto aggiungerla alla collezione delle sue “Spose” o ancora, avrebbe potuto semplicemente ucciderla. Infine pensò a quanto fosse bella, quindi la prese con se e volò via portandola alla villa.
 
 
Jess’side
SUSATE PER L’INFINITA ATTESA E PER IL CAPITOLO ABBASTANZA CORTO. Ho appena cominciato a dare gli esami e…sono sempre sfinita. Spero tanto che alla carissima e fedelissima Mamoru sia piaciuta la mia interpretazione della sua Yuko. Inoltre le mando un grosso bacio.
Ricordo anche che si tratta solo di primi incontri e chi ci dice che non ce ne possano essere degli altri? Ehehe…basta Jess, stai spoilerando troppo!
Bene! Non scordatevi di criticare tanto tanto  perché solo grazie a voi io ho ispirazione per continuare a scrivere…insomma grazie per il sostegno che avete dimostrato fin ora. Sono commossa! Ok no more smancerie!
Love you so much guys
Little Jess

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Capitolo 7
*** You are MINE. ***


-MERLOTTE’S BAR & GRILL-
Ore 23.30
https://www.youtube.com/watch?v=6xcsESkj2Eg

“Dai Ryoko, al tavolo cinque hanno bisogno di te! Svelta! La salsa al tavolo dieci!”

“Arrivo, Sam. Ci sono.”

Era ormai sera inoltrata ed il Merlotte era stracolmo di clienti. Sam, il proprietario, nonché capo dello stabile, incitava le povere cameriere affinchè il servizio fosse più rapido ed efficiente possibile.
In particolare rimproverava costantemente una di loro, la sua cameriera più giovane. La diciassettenne Ryoko Hoshika. A causa della sua età Sam stesso era stato alquanto scettico nell’assumerla, tuttavia lei lo ha implorato a tal punto che non le ha potuto negare il posto, inoltre sarebbe diventata maggiorenne tra pochi mesi e il suo aspetto fisico sicuramente non lasciava trapelare la sua reale età. Lei gli spegò il motivo per cui voleva a tutti i costi quel lavoro. Le serviva per pagare l’affitto del monolocale in cui viveva. Da quando aveva deciso di cavarsela da sola, a causa di numerose diatribe familiari, Sam, il Merlotte e i soliti clienti erano diventati ormai la sua casa, nonché famiglia vera e propria. Sebbene non fosse particolarmente alta e formosa, la sua figura si presentava abbastanza longilinea perfino all’interno della divisa semplicissima con magliettina bianca e shorts neri. Lunghi capelli lisci raccolti in una coda lenta di un rosso ramato ed intenso le ricadevano dietro le spalle. Sul suo volto, caratterizzato da una carnagione pallida, così come la sua pelle, risaltavano due occhi azzurri come pietre preziose.

“Ryoko!” Tuonò ancora una volta Sam.

La ragazza, senza farsi vedere, alzò gli occhi al cielo. Era, come sempre, ferma a parlare con qualche cliente e questo, di conseguenza, rallentava il servizio, non solo, aumentava anche la ressa e la confusione. Le sue colleghe erano esasperate. Non che non fosse una brava cameriera, era solo troppo socievole. Cosa sicuramente positiva per i clienti, i quali trovavano sempre un’atmosfera ed un ambiente accogliente, in particolar modo grazie a Ryoko e alla sua simpatia. Ma in sera come questa in cui il locale è così affollato, perdersi in chiacchiere non era la cosa più intelligente da fare. Se ne rese conto anche la ragazza stessa, la quale scattò come una saetta da una parte all’altra servendo, pulendo, congedando. Non era solo solare ed estroversa, quando le si richiedeva qualcosa la portava a termine, con qualunque mezzo.

Tutto si svolgeva secondo la solita routine quella sera, quando improvvisamente ogni cliente all’interno del locale si bloccò, guardando l’entrata. L’inaspettato silenzio che cadde attirò l’attenzione del personale e quindi anche quello di Ryoko che rimase stupita, a bocca aperta per quasi cinque minuti.

Qualcuno di importante era appena entrato. Era alquanto famoso considerando i numerosi sussurri della gente durante il suo intero ingresso.

“E’ uno dei figli di quel politico!”

“Sì! Mi pare siano sei i figli di quel Tougo Sakamaki!”

“Come diavolo avrà fatto a sfornare tutti quei figli manco fossero conigli!”

Ayato Sakamaki aveva appena varcato la soglia del Merlotte. Camminava con nonchalance, i capelli rosso mogano gli ricadevano sugli occhi di un verde intenso. Le sue labbra incurvate nel solito ghigno dispettoso. Senza farsi troppo problemi riguardo l’attenzione che stava attirando, andò a sedersi in un tavolo proprio al centro della sala.

“Ma tu guarda questo spaccone…non pensavo che i ricconi frequentassero il mio locale.” Borbottò Sam accigliato fissandolo male.

“Chi è?” Chiese Ryoko piuttosto curiosa.

“Sam e le altre cameriere sgranarono gli occhi.

“Non lo conosci?! Non conosci la famiglia Sakamaki?! Il politico più imponente di Tokyo?!” Sam era incredulo. “Mi spieghi per quale motivo hai tenuto la bocca aperta tutto questo tempo allora?!”

“Bhe…sembra un tipo…ca-“

“No. Non dirlo. Questi tipi snob non fanno per te, Ryoko.” Scattò Sam improvvisamente.

La ragazza d’altro canto era confusa a causa della reazione del capo. Tuttavia quello che le interessava era conoscere quel ragazzo così bello, affascinante e sicuro di se. La sua fantasia stava viaggiando alla velocità della luce, ma due ragazze la precedettero andandosi a sedere proprio accanto al ragazzo.

“Ti pareva…appena c’è un pesce nuovo ci si fiondano su.” Commentò una delle cameriere e Ryoko ridacchiò appena.

“Andate a sentire che vuole così magari schioda subito!” Brontolò Sam poggiando la testa sul bancone.

“Vado io.” Disse sicura di se Ryoko e prima che qualcuno fosse in grado di bloccarla, la ragazza era già al tavolo del ragazzo pronta a prendere le ordinazioni.

“Di dov’è la tua famiglia?” “Ma i tuoi capelli sono naturali?” “Tuo padre è così importante…come mai siete sei fratelli? E vostra madre?”

Ayato fu tempestato di domande da due ragazze bionde e troppo chiacchierone e rumorose per i suoi gusti. Il suo ghigno si fece più intenso ma non proferì particolare parola, si limitava a osservare le due. Fino a quando il suo sguardo non si soffermò su Ryoko.
La ragazza, ferma davanti ai tre sfoggiava il suo sorriso smagliante.

“Cosa vi porto?”

Le due la guardavano con disprezzo, invidiose.

“Che ne dici se non andiamo a farci un giro?” Chiese una. “Sì dai andiamo, Ayato! Ti chiami Ayato, vero?” Incitò l’altra.

“Ayato?” Ripetè Ryoko sorpresa.

“Tre porzioni grandi di takoyaki.” Disse il ragazzo annuendo.

“Arrivano subito!” Affermò entusiasta la ragazza e si voltò scattante.

“Ma quanto diavolo mangia?!” Disse Sam incredulo, consegnando l’ordinazione a Ryoko dopo pochi minuti.

La ragazza si voltò pronta a servire quell’Ayato ma notò che non c’era più nessuno seduto a quel tavolo. Nemmeno le due ragazze. Aggrottò le sopracciglia perplessa.

“Sono nobili e snob. Che vergogna! Pensano che tutti aspettino i loro comodi…” Ryoko ignorò la riflessione di Sam e continuò a lavorare fino all’orario prestabilito per lei. 12.00 in punto. In quanto minorenne, il capo le permetteva di lavorare solo fino a quell’ora. Per tutto il tempo non riusciva a levarsi dalla testa quel rosso.
“A domani!” Salutò tutti dopo essersi cambiata e uscì dalla porta sul retro riservata al personale.

https://www.youtube.com/watch?v=bWTuKd2lTo4

Il parcheggio era deserto e la luce piuttosto fioca. Fortuna che casa sua distava poco più di cinque minuti da lì. Era ormai pronta ad incamminarsi verso casa quando uno strano fruscio proveniente da alcune foglie di alberi non molto lontani dal punto in cui si trovava, la fecero rabbrividire. Tuttavia lei doveva vedere di cosa si trattava e, nonostante i rimproveri di Sam “La curiosità ti farà uccidere se continui così”, decise di dare un’occhiata comunque. Si avvicinò a passo felpato verso quella zona e non riuscì a credere ai suoi occhi.

Restò pietrificata per alcuni istanti. Aveva davanti a se qualcosa di agghiacciante. Il corpo di una delle ragazze di prima era a terra, privo di vita, mentre l’altra ragazza era in balia di quel ragazzo, Ayato, che si era avventato più volte sul collo di quest’ultima. Nonostante la scarsità di luce, notò i canini affilati di lui. Possibile che fosse…un vampiro? Non riusciva a crederci.

“Devo fare qualcosa” Pensò, cercando di rimanere nascosta alla vista di quel tipo. Si appellò alle sue scarse conoscenze riguardo il soprannaturale. “Argento? Non ce l’ho accidenti. Aglio…se avessi saputo l’avrei portato con me dalla cucina di Sam.” Il suo sguardo si posò su un rametto spezzato a pochi centimetri da lei. Senza indugiare ulteriormente lo afferrò. Doveva tendergli un agguato alle spalle, magari avrebbe avuto più fortuna. Lentamente si avvicinò al vampiro e sollevò il rametto per conficcarglielo in una spalla, ma si trovò improvvisamente contro la corteccia di un albero con la gola stretta in una morsa dalle mani di lui.

“Che volevi fare, ragazzina?” Disse Ayato ridacchiando, guardandola con le gambe e le braccia a penzoloni.

“Tu…maledetto. Sei un…”

“Vampiro sì.”

“Come osi uccidere degli innocenti…erano anche delle mie clienti!” La voce della ragazza era bassa. La gola secca a causa della stretta di cui era vittima.

“Vedi...tu hai scoperto il mio segreto…e adesso hai due possibilità.” Sussurrò il vampiro avvicinandosi al suo volto e guardandola dritto negli occhi. “Dissanguarti fino ad ucciderti oppure tenerti come Sposa Sacrificale…anche se…” Il suo sguardo si posò sul seno della ragazza per qualche secondo. Fece una smorfia. “Sei piatta, Chichinashi.”

Ryoko era furiosa ed offesa. “Come ti permetti di fare commenti di cattivo gusto sul mio…” Ringhiò, e con tutta la forza che aveva sollevò quel ramo che stringeva in una mano e lo conficcò in una spalla di Ayato. Questo colpo costrinse il vampiro a mollare la presa e a indietreggiare.

“Ti piace giocare col fuoco.” Sollevò lo sguardo e la osservò per bene. Era furioso a sua volta. In men che non si dica si liberò di quel rametto e afferrò la ragazza ormai caduta in terra per la maglia. Le spostò la testa da un lato e affondò i denti nel suo collo.

Ryoko urlò. Probabilmente in vita sua non aveva mai provato un dolore così lancinante. Cercò di liberarsi in tutti i modi. Calci e pugni erano inutili. Quel tipo era un muro.

“Non puoi liberarti da potere di Ore-sama.” Sussurrò in un suo orecchio. “Ricorda che d’ora in poi TU. SEI. MIA.” Ricalcò queste ultime parole per poi lasciarla cadere in terra e sparire nel nulla.
 
 
Jess’side
Eccomiii!! Alla fine ho ritagliato un po’ di tempo libero e ce l’ho fatta! Contenti? *Sbraita qui e lì come una stupida* Ok torniamo “seri”. Spero davvero che alla carissima Giuly_san sia piaciuto come ho interpretato la sua Ryoko, inoltre le mando un saluto enorme e la ringrazio per seguirmi sempre, così come a tutti voi.
SIETE STUPENDI!
P.S. Merlotte’s Bar & Grill è un locale realmente esistente e che ho preso in prestito da una serie tv alias True Blood. Mi sembrava giusto mettervi al corrente di ciò, onda evitare scandali e stragi varie.
Fatemi sapere che ne pensate con i mezzi a disposizione (Recensioni, messaggi…etc.)
Siate cattivi mi raccomando! Preferisco giudizi alla “Simon Cowell” piuttosto che alla “Vittoria” di X-Factor!
Vado a studiare…-.-
Baciozzi!
Little Jess

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Capitolo 8
*** Twins ***


-VILLA SAKAMAKI-
CAMERA DELLE GEMELLE
Ore 22.30

https://www.youtube.com/watch?v=NPalKpGlPu4

“Aeneadum genetrix hominum divomque voluptas”

Nadja continuava a ripetere il primo verso del proemio del “De Rerum Natura” di Lucrezio affinchè la pronuncia in metrica dei versi latini risultasse perfetta ed impeccabile. Il suo modo di studiare rispecchiava in parte il suo modo di essere. Precisa, ordinata, diligente, puntuale, ma allo stesso tempo dolce, gentile, sensibile, premurosa e soprattutto paziente. Nadezca Romanozov era “un pezzo di pane”.
Naturali capelli biondi leggermente mossi erano disposti con una riga al centro, la quale li articolava in due ciuffi ribelli, bloccati da due pinzette, per evitare che ricadessero sugli occhi. Questi ultimi erano di un azzurro così chiaro che sembrava quasi tendere al grigio. Labbra color pesca e abbastanza sottili erano quasi sempre incurvate in un sorriso. La carnagione era chiara, ma non particolarmente pallida, dopotutto era di un colore naturale, escludendo i rarissimi momenti in cui la ragazza decideva di truccarsi. I colori pastello erano d’obblico in quel caso. Il suo vestiario era alquanto semplice e sobrio. Jeans, T-Shirts, o vestitini semplici. Nadja era così. Naturale, innocente e pura.

Dire che la sua camera era in ordine sarebbe stato un emerito eufemismo. Il pavimento in marmo risplendeva, il letto assolutamente privo di qualunque piega, libri posizionati in ordine di grandezza decrescente. Le mura e l’arredamento color pesca emanavano una tranquillità per chiunque entrasse o fosse già all’interno di quella stanza.
Tuttavia ad un tratto, qualcosa turbò la tranquillità di Nadja.

https://www.youtube.com/watch?v=u9NStVkSCuk

Musica ad alto volume, il cui genere doveva essere rock, proveniva dall’altra parte del muro. La ragazza poggiò il gomito sulla scrivania, tenendosi la testa con una mano. Sapeva già di chi si trattasse. Sua sorella Roxy.

“The secret side of me, I never let you see
I keep it caged but I can't control it
So stay away from me, the beast is ugly
I feel the rage and I just can't hold it”


Roxana Romanozov o, come preferiva farsi chiamare lei, Roxy Gilberts, era la responsabile di questo enorme baccano, il quale rischiava di far andare in frantumi l’intera magione Sakamaki, a causa del volume talmente alto. A lei piaceva così, le serviva per scaricare la tensione, uscire fuori dal mondo, monotono e noioso.

“I must confess that I feel like a monster!”

Davanti ad un enorme specchio, la ragazza cantava, quasi urlando, proprio come faceva quel cantante, mentre osservava compiaciuta, la sua figura riflessa. Roxy era completamente diversa da sua sorella Nadja, nonostante fossero gemelle, non solo caratterialmente. Anzi, era il suo look che portava alla luce la sua personalità. Fredda, cinica, disordinata, menefreghista. Non aveva compassione per nessuno, si divertiva, al contrario, ad infastidire gli altri e a prenderli in giro, a cominciare soprattutto da sua sorella. Non aveva idea di cosa fosse il rispetto. Il volto pallido era incorniciato da lunghi capelli biondo platino che le ricadevano ben oltre la schiena. I due ciuffi, formati dalla riga al centro erano lasciati liberi, nonostante fossero più corti di quelli di Nadja. I suoi occhi, pesantemente truccati di nero, assumevano diversi colori, dall’azzurro scuro fino ad arrivare al nero. Come diceva lei: “Dipende dalla forma della luna”. Le labbra, sottili come quelle della sorella, erano intrise di un rossetto color nude. Il suo stile era principalmente dark, non a caso il suo colore preferito era il nero. Borchie e catene impreziosivano il suo vestiario non poco succinto e provocante. Amava mettere in mostra le sue curve.


La sua camera, perennemente in disordine, era caratterizzata da un mobilio in pelle. Libri non esistevano, al contrario, i suoi scaffali erano stracolmi di dischi, e i muri tappezzati di posters dei suoi idoli rock.

“Roxy!” Urlò Nadja la prima volta. Alla quindicesima si alzò dalla scrivania e fiondandosi in camera della sorella fu costretta a staccare la presa elettrica dello stereo. Roxy sobbalzò bloccandosi.

“Hey! Ma che diavolo succede?! Chi è stato a…oh, sei tu?! Dimmi un po’ sorellina, non ti avrò dato mica fastidio…” Commentò lei, voltandosi verso la sorella ed utilizzando un tono ironico.


“Tu che dici?” Rispose Nadja inarcando un sopracciglio. “Stavo studiando, “Sorellina”…” Rimarcò quest’ultima parola, imitando il tono di Roxy.


“Chiedo venia…scusa…Barbie.” Si limitò a rispondere la ragazza, per poi dedicarsi ai suoi capelli e quindi voltandosi nuovamente verso lo specchio.

“Potresti per cortesia abbassare il volume? Non ti sto dicendo di spegnere…ma almeno abbassa, per favore Roxy…domani ho un esame importante e…tecnicamente lo avresti anche tu.” La povera Nadja utilizzò il tono più dolce e paziente di questo mondo, sorridendo speranzosa che la sorella avesse capito e compreso la sua richiesta.

“Sì…ok.” Con un cenno della mano la sorella cacciò l’altra dalla camera e quest’ultima, rassegnata tornò nella sua.

Neanche il tempo di sedersi per riprendere che quella musica era più a palla di prima.
Nadja prese un profondo respiro cercando di calmarsi. “E’ sempre tua sorella…abbi pazienza, lei è fatta così.” Si disse e, prendendo i suoi libri se ne andò a studiare in giardino. Nonostante i numerosi dispetti non avrebbe mai potuto smettere di amarla, la conosceva, sapeva bene che anche lei l’amava, sotto tutta quella freddezza, ma per il suo carattere, non l’avrebbe mai detto a parole.
Nadja riprese a recitare quei versi latini al chiarore della luna.

https://www.youtube.com/watch?v=6yP4Nm86yk0

“Davvero non ho idea di come tu faccia, sorellina. Eppure sono io la più sveglia.”

Nadja si spaventò ritrovandosi Roxy alle sue spalle.
“Roxy…io…”

“Sta’ zitta!” La interruppe. “Adesso parlo io!” Sbottò la ragazza. L’altra scrollò le spalle, come segno di sottomissione. “Perché sei sempre felice? Perché ti riesce tutto? Come fai ad affrontare così bene la morte di mamma? E’ per colpa sua che è morta se siamo qui! Sei così ingenua…tutti ti prendono in giro eppure tu…sorridi sempre. Ma sai una cosa? A me piace vederti piangere! Perché così almeno siamo pari! Vederti provare dolore mi rende felice. Sei sempre stata tu la preferita…ti odio!” Roxy parlava e quelle parole stavano ferendo Nadja come coltelli affilati.

“Smettila! Basta!” La ragazza si accasciò in terra e cominciò a singhiozzare in una maniera piuttosto forte.

Pochi secondi dopo entrambe urlavano, una contro l’altra. Era il loro modo, diverso, di sfogare il dolore, la perdita e la sofferenza che aveva intriso le loro vite.

“ORA BASTA!”

L’urlo disumano di Subaru fece pietrificare entrambe, anche se Roxy subito dopo tornò ad assumere la sua espressione cinica di sempre.

“Mi state davvero infastidendo con queste urla! Vedete di finirla subito altrimenti vi dissanguo entrambe, facendovi provare un’immane sofferenza!” Il vampiro ringhiò, quegli occhi color cremisi ardevano di rabbia. Le mani strette a pugno.

Nadja, in lacrime, scappò via, spaventata e ferita. Roxy, invece, voltò le spalle a Subaru e rientrò in casa con nonchalance.

“Me ne vado perché voglio andarmene, non perché me lo dici tu.” Disse lei secca.

Il vampiro non aveva idea di chi o cosa lo stesse trattenendo dallo staccare la testa a quelle due gemelle, probabilmente una sicurissimo rimprovero di Reiji. O forse il fatto che in fondo, gli facevano pena. Dopotutto la loro vita, come la sua, non era stata proprio una passeggiata al luna park.
 
 
Jess’side
Ri-eccomi qui! Ecco a voi l’ultimo capitolo (per ora)! Spero vivamente che alle carissime  Lady Morjana e shiro_neko18 siano piaciute rispettivamente le loro Nadja e Roxy!  Vi mando un bacio e un saluto grande, ragazze! E ovviamente, fatemi sapere anche voi cosa ne pensate!

Molto probabilmente (Lo so, vi ho già rotto con questa storia degli esami) mi prenderò una piccola pausa, questo vuol dire che “il primo ciclo”, se vogliamo chiamarlo così (o meglio ciclo di presentazione delle ragazze) è concluso! Questo non significa però, che la storia finisca qui!
Non vi libererete così facilmente di me! U.u Tornerò presto ve lo prometto ed entreremo finalmente nel VIVO della storia! Vedrete le ragazze interagire maggiormente con i vampiri e (perché no) anche tra di loro.

Dato che siamo giunti alla “fine”, oltre al “Miraccomando recensite, voglio sapere che ne pensate ecc…bla bla bla…ci terrei tanto ad effettuare una specie di sondaggio. Mi spiego meglio.
Vorrei sapere da voi:
 Qual è la vostra ragazza preferita e perché;
Con quale vampiro ve la sareste immaginata (Non necessariamente le coppie della storia);
Il capitolo che vi è piaciuto maggiormente e perché;
Non siete obbligati eh…si tratta di PURA E SEMPLICE CURIOSITA’ da parte mia.

Ad occhio e croce azzarderei a dire che Shu, Ayato e Raito(lui in particolare eheh) sono i più amati da voi…

Bene! Detto questo, vi mando un bacio grandissimissimo! Vi ringrazio tanto tanto (IMMENSAMENTE!) per l’assiduità (siete meravigliosi non go davvero parole per descrivere la vostra “meravigliosità” neologismo jessiano)

A prestissimo

Little Jess
 

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Capitolo 9
*** The Ball (Part 1) ***


-SAKAMAKI HOUSEHOLD-

https://www.youtube.com/watch?v=ki5WFWha0XU


Si trattava di una nottata estiva come tutte le altre. La luna piena color cremisi lasciava ricadere la sua luce su tutta la magione Sakamaki. Tuttavia, vi era un silenzio all’interno e all’esterno piuttosto strano ed insolito. Perfino il vento stesso sembrava non emettere il suo solito rumore sinistro ed inquietante.
Improvvisamente il portone principale che conduceva all’atrio si spalancò senza che qualcuno fosse lì per aprirlo. Una folata di vento inaspettata ed estremamente violenta fece in modo che tutta la servitù andasse in subbuglio. Non solo. I fratelli Sakamaki fino a quel momento stranamente rinchiusi nelle rispettive camere, si fiondarono all’ingresso, insospettiti e scossi da quello che stava accadendo.

Rimasero immobili, quasi pietrificati da ciò che si era appena presentato loro di fronte. Nessuno fu in grado di parlare. Fino a quando…

“Che cosa ci fate…VOI…qui?!” Sibilò Ayato con un tono misto a stupore ed irritazione.


“Ayato…per favore. Tieni a freno quella lingua”

Una figura imponente e sinistra parlò. La sua voce era forte, chiara, generava timore e soggezione. Si trattava del Re dei vampiri. Karl Heinz. Meglio conosciuto agli occhi dei mortali come Tougo Sakamaki un influente politico giapponese, mera facciata per salvare le apparenze con gli umani. Inoltre, era il padre di tutti loro.
Il vampiro avanzò maggiormente verso di loro con una grazia ed eleganza capace di mettere i brividi. Subito dopo il portone si richiuse alle sue spalle.

I suoi sei figli lo scrutarono attentamente, sebbene ne fossero, ognuno a proprio modo, intimoriti. Rare erano le occasioni in cui Heinz si mostrava a loro. Generalmente, preferiva informarli tramite un valletto, mandato per suo conto. Ma quella notte, se era stato capace di presentarsi personalmente e direttamente alla magione, doveva trattarsi di qualcosa di estremamente importante.

“A cosa dobbiamo l’onore di questa vostra visita?”

Domandò Reiji, sistemandosi meglio gli occhiali sul volto. I suoi occhi e quelli di Karl erano identici. La somiglianza dei loro sguardi lasciava sconcertati.

“Figli miei vi prego, accomodatevi.”

Fece cenno con una mano e in men che non si dica un maggiordomo fece accomodare il Re dei vampiri sulla sedia più lussuosa e sicuramente più confortevole, della magione.



Una volta che i fratelli presero i loro posti, Karl Heinz si schiarì la voce e cominciò.

“E’ mio dovere informarvi riguardo la situazione corrente. Nonostante la situazione con gli umani sembri procedere per il meglio, il timore che l’esistenza della nostra razza possa venire allo scoperto è sempre in agguato. Se i mortali sospettano qualcosa è nostro compito dissuaderli. E sicuramente la cosa ci riesce alquanto difficile se giochiamo col cibo in cima ad un grattacielo della città, se portiamo a casa il medesimo cibo senza le dovute precauzioni ed accortezze oppure se ci nutriamo all’aperto, lasciando cadaveri in giro.”

Raito, Kanato ed Ayato si sentirono presi di mira, tuttavia tacquero.

“Dobbiamo porre ulteriore attenzione. Il mondo degli umani è cambiato. Sembra essersi evoluto e sebbene loro siano esseri inferiori, volti unicamente per soddisfare i nostri bisogni, nulla toglie che un giorno, possano scoprire il nostro segreto e magari contrattaccare. A tal proposito, direi che sarebbe molto utile e conveniente introdurvi definitivamente all’interno della società dei mortali. Io ci sono al suo interno da molto, e tutte queste voci sui miei figli e sulla mia paternità devono essere messe a tacere. Dunque, ho organizzato per voi un ballo di gala.”

“Si tratta di una festa raffinata ed elegante.”

Fu costretto a chiarire Reiji, considerati gli sguardi spaesati e da ebeti dei suoi fratelli.

“Esatto. E voi, tutti quanti voi, dovrete comportarvi con la massima discrezione. Agli inviti ci ho già pensato io. Tutto quello che dovete fare è portare una ragazza umana con voi. In questo modo non desterete sospetti. Il ballo si terrà domani sera, alle dieci in punto. Non deludetemi figli miei.”

Detto questo, Karl Heinz si diresse verso l’uscita, con la stessa tempestività con cui era entrato.
Poco dopo, un uomo della servitù consegnò a Reiji sei inviti per il ballo.

“Tougo Sakamaki è più che lieto di invitarla al suo ricevimento che si terrà domani sera alle ore 10.00 ed avrà luogo alla sua magione.”
Reiji lesse l’invito ad alta voce.

“Che perdita di tempo…” Brontolò Subaru.

“Yawhhhon…” Shu sbadigliò in una maniera così forte da sembrare un bradipo assonnato.

“Io sarò il migliore.” Sentenziò Ayato con un ghigno.

“Deve essere divertente…” Sibilò Kanato con uno sguardo passivo ed assente.

“E ognuno di noi deve portare una Bitch-chan a sua scelta…sì, sarà divertente!” Disse eccitato Raito.

“Dovrei avere al mio fianco una lurida umana?! Tsk…” Pensò Reiji tra se e se. “Dobbiamo fare in fretta. Abbiamo tempo solo fino a domani.”

Alcuni dei fratelli avevano già le idee alquanto chiare riguardo chi portare con loro al ballo, altri non sapevano da dove cominciare o magari non ne avevano il coraggio. Eppure, prima che il sole sorgesse, i sei fratelli diedero le giuste istruzioni affinchè i valletti consegnassero l’invito alla ragazza giusta.


-THE MORNING AFTER-

https://www.youtube.com/watch?v=bLXIiMJpdUg

-Music Room-

“Do-Re-Mi…” Olly era intenta a riscaldare le sue corde vocali. Magari trovarsi nella sala di musica della scuola durante il giorno non era particolarmente intelligente e la stessa ragazza avrebbe potuto essere scoperta all’istante, tuttavia questo si era ormai rivelato l’unico modo per poter suonare senza che Shu, quel vampiro, irrompesse nuovamente per dissanguarla completamente. Eppure non riusciva a smettere di pensare a quegli occhi color oceano, allo stesso tempo meravigliosi e spenti.

“Direi che forse sarebbe meglio schiodare di qui…” Fece per alzarsi, raccolse le sue cose ma ad un tratto si bloccò. Su una delle panche in legno vi era un biglietto.

“Come diavolo è possibile? Non è entrato nessuno…o almeno nessuno che abbia sentito…” Olly cominciava ad avere leggermente paura, ma si avvicinò a quella panca con cautela e dopo aver analizzato il biglietto lo prese, lo aprì e ci diede un’occhiata.

“Che cosa diavolo vuole da me questo Tougo-“ Si pietrificò non appena lesse il cognome. Facendo mente locale tutto sembrava combaciare. Possibile che Shu l’avesse invitata ad un ballo di gala? O magari era la mancanza di sonno che le giocava brutti scherzi?


-Esmeralda’s Room-

Esmeralda si era alzata ormai da una buona mezz’ora ed era intenta a pettinarsi i capelli davanti all’enorme specchio della sua camera fino a quando qualcuno bussò alla porta. Doveva essere un maggiordomo per forza, era giorno. Naturalmente la ragazza era in vestaglia. Non avrebbe mai permesso che qualcuno la vedesse in pigiama, sicuramente non sarebbe stato educato.

“Avanti.”

Disse ed immediatamente un maggiordomo entrò con una tazza di the al gelsomino. Avrebbe riconosciuto quell’aroma tra mille. Dopotutto era il preferito di Reiji.

“Avevo chiesto il mio solito the alla vaniglia con biscotti, come mai questa variazione?”

Chiese con un tono deciso ma gentile e delicato. L’uomo senza fiatare posò la tazza su un tavolino e assieme ad essa tirò fuori un biglietto. Immediatamente dopo un altro maggiordomo si presentò con un vestito particolarmente elegante che appese accanto a quelli della ragazza nell’armadio. Dopo di che entrambi sparirono nell’ombra richiudendo la porta alla loro uscita. Esmeralda sospirò a lungo. Si diresse verso il tavolino e aprì quel biglietto.

“Un invito?” Guardò la tazzina e il vestito e socchiuse gli occhi per poi annuire.


-Atrio-

Leila continuava a ballare come sempre, eppure quella mattina era più scatenata del solito. Afferrò un maggiordomo a caso e lo costrinse a ballare con lei. Quel pover’uomo sembrava un tronco d’albero che galleggiava in un lago. Non si seppe esattamente come ma in qualche modo riuscì a consegnarle un foglietto.

“Grazie bello!”

Urlò la ragazza all’uomo dopo aver afferrato il biglietto. Lo lesse e la sua allegria si trasformò per qualche secondo in perplessità.

“Figo che ci sia un ballo di gala ma…non so chi mi mandi questo invito…”

Girò il medesimo invito e restò a bocca aperta per tipo dieci minuti.
“Non vedo l’ora di vederti…so bene quanto ti sia piaciuto sognarmi in questi ultimi tempi…mi seduci sempre, Bitch-chan. Conservami un ballo.
Laito”


-Kanato’s underground-

Yuko aveva la gola secca, la testa che le scoppiava. Inoltre si sentiva intorpidita. Le ci volle un po’ di tempo per capire che si trovava distesa in un sotterraneo. Era legata, vestita di bianco e nella sua scollatura vi era un bigliettino. Non lo lesse. Era scioccata. Non aveva la forza di muoversi o di fare altro. L’unica cosa che le uscì spontanea e che non faceva da tempo fu lanciare un urlo.


-Merlotte’s Bar &Grill-

“Ryoko!!” Urlò Sam come al solito.

“Accidenti Sam…stavolta giuro! Non sto parlando con i clienti, guarda? Sto servendo tutti senza perdere tempo!” La ragazza si giustificò, quasi offesa, mentre girava avanti e indietro per i tavoli senza fermarsi mai.

“Vieni qui!” Tuonò Sam e Ryoko non protestò oltre. “A quanto pare c’è posta per te…” Disse con un tono misto tra l’ironico e l’infuriato. Le consegnò un bigliettino.

“Cos’è? E’per me?” Domandò, anche se lo stava già aprendo. La ragazza restò sconcertata per qualche secondo.

“Allora?” La incitò Sam.

“Tougo Sakamaki mi ha appena invitata ad una festa…o no aspetta…!

“TU. SEI. MIA. Non mentivo, sai? Sbrigati a venire qui e non disobbedirmi!
Ore-sama”

“Starà scherzando, vero?! Chi è questo idiota? Gli vengo a dare una lezione!”

Sam parlava, ma Ryoko non lo stava ascoltando. Si posò il biglietto sulle labbra e sospirò. C’era solo una persona conosciuta da poco che avrebbe potuto parlarle cosi.


-Nadja and Roxy’s Room-

“Roxy ti prego! Sto cercando di leggere l’Iliade!”

Nadja urlava cercando di farsi ascoltare dalla sorella, ma era tutto inutile. La sua musica a palla rendeva impossibile qualunque attività all’interno di quella camera. L’unica soluzione sarebbe stata uscire di lì.
Era in procinto di aprire la porta quando vi trovò qualcosa sotto. Un bigliettino e vicino ad esso vi erano due rose, una bianca e una rossa. Raccolse il tutto restando non poco perplessa. Stava per leggere il contenuto quando Roxy le rubò il biglietto dalle mani.

“Hey!”

“Vediamo un po’…Tougo Sakamaki…bla…bla…bla…ricevimento…Un momento?! Un ricevimento qui!? Hey sorellina, ci sarà una festa questa sera!”

“Chi credi che ci abbia mandato questo invito?”

Roxy sbuffò e sollevò gli occhi al cielo. “Sarai anche brava a scuola ma sei davvero poco sveglia, sorellina. Chi è l’unico di questi sei idioti che si prende cura del roseto in giardino?”

Gli occhi di Nadja si illuminarono.

“Anche se…ovviamente avrebbe voluto invitare solo me…ma lo ha fatto perché poi mi sarei dovuta sentire la tua lagna…” Roxy la prese in giro per poi ridacchiare come sempre.

Nadja sospirò e dopo aver scrutato la rosa bianca l’avvicinò al naso ispirando a fondo e chiudendo gli occhi. In quel momento sembrava quasi che il baccano creato da sua sorella fosse svanito.
 
 

Jess’s side
Saaaalve!! Sono tornata! Vi sono mancata? Voi sì. Moltissimo. *Frigna*

Ok basta! Sono sopravvissuta alla sessione estiva degli esami e…per vostra (s)fortuna sono nuovamente qui con un  nuovo capitolo! Beh…vi toccherà sopportarmi ancora per un bel po’!

Anzitutto vorrei ringraziare tutti quanti voi per il sondaggio…fa sempre piacere sapere cosa ne pensate voi, cosa vi sareste aspettati ecc…

Come dicevo tempo fa adesso finalmente entreremo nel vivo della storia!
Voi che ne dite le ragazze accetteranno di andare al ballo con quegli gnocconi dei fratelli Sakamaki?
Voi che avreste fatto? Eeheh!
Che dire…preparatevi a colpi di scena, tradimenti, lacrime, passioni, morti e tanto tanto sangue…(scherzo! O forse no. U.u)
Detto questo smammo…alla prossima!

Fatemi pure sapere cosa ne pensate, ormai dovreste sapere che io dipendo anzitutto dai vostri pareri, che mi aiutano a crescere e migliorare sempre più!

Un salutone gigante e baciozzi

Little Jess
 

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Capitolo 10
*** The Ball (Part 2) ***


-TOKYO-
The afternoon before the ball
https://www.youtube.com/watch?v=-lGTKtqtXeE
{Dress Shop-17.30}
Ryoko, più entusiasta che mai riguardo l’importante avvenimento di quella sera, aveva deciso di andare a fare shopping, considerata la notevole mancanza di vestiti atti ad un ballo di gala all’interno del suo armadio.
Non solo si era presa la briga di chiedere un permesso al suo capo, Sam, ma gli aveva persino “chiesto” di accompagnarla, o meglio, lo aveva costretto, ignorando qualunque tipo di protesta/opinione del pover’uomo, ormai in balia, da anni, del suo carattere spensierato e travolgente.
Ed eccolo lì, un uomo di mezza età, seduto sulla poltrona di un negozio di vestiti, in attesa che la sua figlioccia ponesse fine a quella che lui considerava una vera e propria tortura.

“Sam, sono sicura che questo ti piacerà!”

“E’ quello che continui a dire da quando siamo entrati qui dentro, Ryoko. O meglio, da quanto tu, senza lasciarmi libertà di scelta, mi hai costretto ad entrare. Non posso perdere tempo, ragazzina mia. Ti ricordo che ho un bar da mantenere!”

“Andiamo, Sam, se resta chiuso per un paio d’ore non è mica la fine del mondo, no? Questa è una situazione di estrema necessità!”

“Certo. Non farmi lavorare e portarmi a fare “shopping” con te per scegliere uno stupido vestito per una stupida festa organizzata da gente snob e altolocata alla quale tu vuoi andare a tutti i costi, sì, è una “situazione di estrema importanza”. Non sono assolutamente d’accordo. Sai quanto io disapprovi, dopotutto sei o non sei sotto la mia tutela? Ascolta il mio consiglio ed evita di andarci.”

“Assolutamente no. Quel ragazzo dai capelli rossastri mi ha invitata, sarebbe molto scortese non andarci.”

“Quando la smetterai di fare sempre di testa tua e comincerai ad ascoltarmi una buona volta? I figli di quel tizio, quel politico, non mi piacciono e tu potrest-“

“Allora? Che ne pensi? Credo di aver trovato quello giusto finalmente. Sam? Pronto? Terra chiama Sam? Oh ma andiamo! Hai visto un fantasma?!”

“Beh, ecco…io…direi che…sei bellissima, Ryoko.”

“Perfetto allora! Possiamo andare. Aspettami qui, vado a pagare e torno.”

“Uhm, buona, ragazzina. Lascia fare ai grandi questa volta. Vatti a cambiare e metti tutto in busta, ci penso io.”


“Nadja, guarda! Direi che quello potrebbe andare!”

“Oh mio Dio…è…è…”

“Guarda che puoi dire stupendo, eh. Non è una brutta parola!”

“E’ meraviglioso. Sono più che sicura che ti starà benissimo, Leila.”

Il destino, quel pomeriggio, aveva voluto che Leila e Nadja avessero deciso di andare in giro per negozi, per lo stesso motivo di Ryoko. Le due infatti, varcarono la soglia non appena la rossa uscì dalla struttura. I loro sguardi furono reciproci, fugaci ed ignari di tutto. In fin dei conti, come avrebbero potuto sapere che tra qualche ora si sarebbero riviste alla magione dei Sakamaki?
Al contrario delle altre ragazze, “residenti” alla magione, le due avevano preferito, in particolar modo sotto esortazione di Leila, uscire e scegliere il loro vestito, piuttosto che farsene propinare uno, scegliendolo tra il guardaroba antiquato ed eccessivamente sfarzoso a villa Sakamaki.

“Bene, adesso vado a provarlo e torno subito. E…Nadja, dovresti dare un’occhiata qui anche tu, magari riesci a trovare qualcosa!”

La biondina annuì, nonostante la poca convinzione. Leila, in un modo o in un altro, era sempre in grado di convincerla.
Le due ragazze, entrambe, “prede” dei sei fratelli vampiri, avevano stretto amicizia e legato molto durante tutto questo tempo trascorso alla villa. Sebbene fossero in possesso di due caratteri completamente opposti, Leila solare, allegra, scatenata, da un lato, e Nadja dolce, gentile, pacata, dall’altro, ciò non sembrava aver impedito loro di instaurare un legame forte, duraturo e sincero. La mora considerava la bionda quasi una sorella, nonostante quest’ultima ne fosse già in possesso. Nadja stessa, dal canto suo, rivedeva in Leila una sorella perfetta, a differenza di Roxy, di cui era perennemente vittima. Fortunatamente Leila, il più delle volte, difendeva Nadja dai soprusi di sua sorella gemella. Uscendo dal camerino, si rivelò essere molto più che soddisfatta.

“Ti piace? A me un sacco! Adoro questo colore e adoro questo vestito! Direi che io ho finito!”

“Leila…wow…sei bellissima!”

“Ti ringrazio! Ma…tu? Ti sei già fatta un’idea? Come vorresti il tuo vestito? Colore? Forma?”

“Leila…non credo sia il caso…insomma…non posso vestirmi più elegante di Roxy…lo sai…”

“Come prego? Vuoi piantarla con questi complessi di inferiorità? Non hai nulla in meno a lei, anzi. Sei o non sei la secchiona di casa? Lascia fare a me!”

“No! Insomma…voglio dire…oh, Leila! Accidenti a te, sei come un torrente in piena!”

“Prendiamo questo. E non si discute. Che la tua sorellina si lagni pure, sai che non ho paura di lei! E ora…andiamo! Dobbiamo prepararci!”

“Ma se manca ancora un sacco di tempo…”

“Appunto! Troppo poco tempo!”

{Olly’s home-19.00}

https://www.youtube.com/watch?v=6aacQPc0hHg
Olly era in camera sua davanti alla finestra, più pensierosa del solito, mentre cantava, suonando la sua chitarra. Era l’unico modo per riflettere e rilassarsi. La luce del pomeriggio estivo si andava perdendo in maniera molto lenta, dopotutto in estate le giornate si allungano, e le tenebre ci impiegano più tempo per calare. Alla ragazza dai capelli corvini non piace questa cosa. Lei ha sempre preferito l’oscurità alla luce, l’occulto al divino, non per nulla praticava la magia wicca. Una magia che mai avrebbe ritenuto essere in grado di salvarle la vita, letteralmente.
Il ricordo di quel vampiro che aveva tentato, in maniera non troppo velata, di ucciderla, le è rimasto impresso nella mente. Un ricordo fisso ed indelebile. Un ricordo di un vampiro biondo, dagli occhi color oceano, il quale senza un apparente motivo, l’aveva invitata ad un ballo di gala.
Olly sapeva benissimo che presentarsi lì, molto probabilmente, visti i precedenti, sarebbe stato da incoscienti, da folli senza sale in zucca. Ma il suo istinto le stava letteralmente implorando di andarci. La sua immensa curiosità per l’occulto, il soprannaturale, avrebbe dovuto soddisfarle in qualche modo. Ci sarebbe andata. Chissà, magari oltre al biondo ci sarebbero stati altri vampiri e, perché no, licantropi. Non le restava che andarci e verificare di persona. Tuttavia, ci sarebbe andata vestita a modo suo, non si sarebbe mai sottoposta a regole di vestiario di nessun genere.

{Sakamaki Household-21.55}
https://www.youtube.com/watch?v=wreEAaYX_Yo

Ormai mancavano solo pochi minuti al grande evento di quella sera. Il ballo di gala che i figli di Tougo Sakamaki avevano organizzato sotto sua richiesta, nonostante si trattasse di una più che evidente imposizione. Il silenzio presente all’interno della sala principale, scrupolosamente addobbata e preparata secondo lo schema di Reiji, era indicativo, e sicuramente momentaneo, riguardo il fatto che tutti gli abitanti della magione, fossero alle prese con gli ultimi preparativi, in quanto, di lì a breve, quella stessa sala sarebbe stata pregna di gente. I valletti silenziosi, quasi fluttuando, attraversavano la sala, sistemando e lucidando dove era ancora necessario. Tutto avrebbe dovuto sfiorare come minimo la perfezione. La quiete che stava per precedere la tempesta. Le ragazze residenti, ognuna nelle propria camera, sarebbero state convocate dalla servitù, nel momento in cui la loro presenza sarebbe stata richiesta. In maniera alquanto innaturale ecco che i sei fratelli si materializzarono all’interno di quella sala, vuota ancora per poco. Sicuramente, a parte Reiji, nessuno di loro, in tutta la sua vita, aveva osato vestirsi in maniera così elegante. Lo smoking non doveva essere il vestiario più comodo del mondo, considerate le lamentele di Ayato e Subaru, tuttavia loro padre era stato chiaro. “Festa raffinata ed elegante”.
Ed eccoli lì, tutti assieme, più in tiro che mai.

Il grande e antico orologio rintoccò. Era ora. Le dieci in punto.
Quasi di conseguenza, il grande portone della villa fu spalancato. I sei vampiri, a causa del loro udito particolarmente sviluppato, avevano già percepito da un po’ la presenza di gente, di macchine, le quali, subito dopo l’apertura del cancello, entrarono nella loro casa. Nel giro non di ore, ma di semplici minuti, quella magione si ritrovò ad essere piena di gente. Non gente qualunque. Il fior fiore dell’alta società di Tokyo. Politici, giudici ed avvocati finirono con il ritrovarsi in una sola enorme stanza.

“Tutti questi umani in casa mia…dovrebbero andarsene. La loro è una condanna a morte.” Sibilò Subaru, visibilmente a disagio.

“Non ho mai sentito battere così tanti cuori in una volta, vero Kanato?” Commentò Raito più che entusiasta, ricevendo un passivo cenno del capo da parte del fratello.

“C’è troppo rumore.” Disse Shu, il quale stava facendo un’enorme fatica nel rimanere sveglio.

“Questo maledetto coso…non capisco perché abbiamo dovuto vestirci come degli idioti…” Sibilò Ayato, visibilmente infastidito.

“Tacete. Nostro padre sta arrivando. Mandate a chiamare le umane. Ora.” Sentenziò Reiji, sistemandosi la giacca.

In men che non si dica, i valletti della magione si diressero verso le stanze delle ragazze, invitando, una per una, a scendere per prendere parte al ricevimento.

https://www.youtube.com/watch?v=Oz2_79Z9DqA
La prima a scendere le scale fu Esmeralda. Bellissima, elegante e puntuale.
Un vestito lungo di un color verde intenso, caratterizzato da uno scollo morbido e da maniche a tre quarti, s’intonava perfettamente con la collana impreziosita da smeraldi, i quali non facevano altro che risaltare i suoi occhi chiari. Il suo volto, caratterizzato da un’espressione seria, ferma e decisa, era incorniciato perfettamente grazie ai capelli raccolti.
Reiji la osservò attentamente da sopra le scale, una volta scesa, amalgamandosi con il resto degli ospiti. D’istinto pensò a quanto quella ragazza fosse bella.



Leila e Nadja scesero assieme, creando un contrasto di colori non indifferente.
La prima era rimasta fedele alla sua scelta. Un vestito lungo e semplice con gradi di azzurro chiaroscuro, faceva risaltare perfettamente la sua carnagione scura, così come i capelli lasciati sciolti. Immediatamente incrociò lo sguardo di Raito, il quale le rivolse un occhiolino fugace, in cui sembravano essere racchiuse molte minacce, almeno dal punto di vista della ragazza.
La seconda invece, si era fatta convincere da Leila, accettando il suo consiglio. Un abito color panna con stralci di stoffa di pizzo nero. In parte si sentiva in imbarazzo, non avendo mai indossato un qualcosa di così elegante. Subaru sgranò gli occhi, fissandola per qualche istante, ma lei non ci fece caso, cercava di guardare avanti, seguendo la sua amica. Erano entrambe stupende.



Ayato era occupato a punzecchiare con lo sguardo delle ragazze, perfino dalla sua posizione in cima alle scale, fino a quando qualcosa, o meglio, qualcuno, non catturò completamente la sua attenzione. Ryoko.
La giovane dai capelli rossi aveva appena varcato la soglia della magione. Il vampiro ne rimase incantato. Sembrava un fiore rarissimo nel suo abito bianco. I capelli raccolti in una coda laterale la rendevano quanto più bella ed appetibile. La ragazza era felice di essere lì, ma finì per sentirsi spaesata. Dopotutto non conosceva nessuno di quella gente altolocata.



Con la medesima apparizione innaturale, Karl Heinz comparve in cima alle scale della sala. Immediatamente dopo si ritrovò affiancato dai suoi sei figli. La sua presenza bastò per far calare il silenzio, ancora una volta, in quella sala, in quanto con l’accalcarsi di gente, si era creato un brusio di sottofondo, il quale pareva dare molto fastidio ai vampiri.

“Gentili ospiti, buonasera. Prima di tutto vorrei ringraziarvi per essere venuti. Per me è un grandissimo onore, nonché piacere, avervi qui, nella mia casa. Tuttavia direi che sarebbe alquanto opportuno procedere con le presentazioni. Loro sono i miei figli.”

Disse in tono possente, fiero, facendo un lieve cenno del capo in segno di approvazione.

“Ed ora apriamo pure le danze. Divertitevi!”
https://www.youtube.com/watch?v=EgRsJIGy9do
Non un istante di più e la musica partì. Un semplice sguardo da parte del padre bastò ai sei fratelli per capire che avrebbero dovuto ballare. Un ballo con le loro accompagnatrici. Seppure non proprio motivati, furono costretti ad obbedire.

“Bitch-chan, balliamo?”

Raito non se lo fece ripetere due volte e si diresse verso Leila, invitandola. Un ampio sorriso assieme ad una mano, che le porse per poterla condurre al centro della sala. La ragazza accettò d’istinto. Sebbene la sua bocca non avesse emesso alcun suono, il suo corpo era come attratto dal vampiro. Raito la strinse, in modo tale da guidarla nella danza.

“Dimmi la verità, cosa mi hai fatto? Perché continuo a sognarti? Mi succede da quando…”

“Hai bevuto il mio sangue. Lo so. Hai una parte di me dentro di te.”

“Io vorrei tirarti un ceffone in questo momento, ma il mio corpo si rifiuta.”

“Non lo farai, piccola Bitch-chan. Non lo farai.”

Ayato si materializzò dietro Ryoko, facendola sussultare.

“Sei in ritardo. Non mi piace per niente che mi si faccia aspettare. Più tardi ti punirò, ora dobbiamo fare questa cosa. Vieni.”

“Mai, ehi! Cosa…”

Non le diede nemmeno il tempo di controbattere che la trascinò letteralmente in pista, stringendola forte a se.

“Mia. Non dimenticarlo mai.”

Subaru si stava dirigendo verso Nadja, per fare quello che i suoi fratelli avevano appena fatto. Ma la sua strada fu intralciata.

“Ciao, Raggio di Luna. Allora, mi fai ballare?”

Eccola lì, Roxy, pronta ancora una volta a mettere i bastoni fra le ruote a sua sorella. Bellissima, quanto spietata, senza cuore e manipolatrice, afferrò il vampiro per la giacca dello smoking, costringendolo così a ballare con lei. L’unica cosa che le interessava era che la sorella, Nadja, stesse guardando.
Un vestito lungo e svolazzante, blu notte, risaltava il suo corpo sinuoso. Nulla a che vedere con lo stile della sorella, la quale, una volta vista la scena, rimase non poco turbata.

“Non stavo invitando te.”

“Mi hai invitata o sbaglio? Uh, credo che ci abbia visti. Aw, la mia sorellina…se ti baciassi potrei perfino riuscire a farla piangere. Proviamo?”

“Smettila! Prima che ti spezzi un braccio!”

Subaru fu costretto a trattenersi. L’ultima cosa che avrebbe voluto era creare scompiglio davanti a suo padre in una sala piena di umani.

“Che c’è? Aw, c’è il paparino e devi fare il bravo bimbo. Che cosa tenera…”

Il vampiro credette quasi di impazzire per un momento. Sospirò, continuando a ballare.

“Tu. Mi concederesti un ballo?”

Reiji si era appena avvicinato ad Esmeralda, utilizzando il suo solito tono cortese, porgendole un braccio per farla ballare.

“Ho un nome. Esmeralda. Vivo qui da un po’ di tempo ormai, non credo sia difficile impararlo. Comunque sia, ho per caso una scelta?”

Rispose, accettando l’invito. Se faceva tutto questo era solo per suo padre. Il vampiro invece, seppure in maniera lieve, cominciò a rimanere affascinato dal sangue freddo della ragazza.

{Kanato’s underground}
https://www.youtube.com/watch?v=1HtCquBppTc
Yuko era in quel posto macabro e sicuramente non adatto ad una ragazza da tempo indefinito. Era riuscita a liberarsi dalle corde.
Dopo aver cercato, in maniera vana, una via d’uscita da quella specie di seminterrato, si accorse di un biglietto in terra. Lo aprì, leggendolo. Si trattava di un invito ad una festa.
Sul retro però, vi era scritto qualcos’altro.
“Spero tu venga. Perché verrai, vero? Sì, verrai. Metti il vestito blu e la porta si aprirà. Ti aspetto.”
La ragazza aveva le mani che le tremavano. Lasciò cadere in terra quel biglietto.
Chi avrebbe mai potuto scriverle un biglietto simile? Chiunque fosse costui, era sincero sul fatto che in terra ci fosse un vestito blu. Tutto quello che desiderava Yuko in quel momento era andare via di lì, così non ci pensò due volte e s’infilò quel vestito.
Se non fosse stato per la sua paura, ansia ed il terrore che le impregnava lo sguardo, sarebbe stata stupenda per unirsi alle ragazze alla festa di sopra.



Non appena fu pronta, un passaggio si aprì, come citato in quel biglietto. La ragazza non se lo fece ripetere e corse verso l’uscita.
Attraversò corridoi, i quali sembravano essere senza fine. Più avanzava, più sentiva un leggero sottofondo di una musica da sala.
Questo non fece altro che aumentare la sua ansia, costringendola a correre ancora più velocemente.

“Ehi tu, perché piangi? E soprattutto, perché corri?”

La materializzazione improvvisa di Olly fece urlare la povera Yuko.

“Shhh! Non urlare, accidenti! Sono qui in incognito!”

Cercò di zittirla e di tranquillizzarla. Olly non era entrata dall’ingresso principale, o meglio, quella non era Olly in carne ed ossa. Era o non era una wicca? Aveva usato il suo potere per creare un suo “doppione” momentaneo, il quale sarebbe scomparso nel momento in cui qualcuno le avesse fatto del male. Tuttavia era lì, in un modo o nell’altro. Vestita perfino elegante, a modo suo.

“Mh, mi sa che non è questa la sala.”

Neanche le parole di Olly però, furono in grado di tranquillizzare Yuko, la quale continuò imperterrita nella sua fuga. Era stata segregata per troppo tempo per fermarsi adesso.

“Aspetta! Dove vai?”

Olly decise di seguirla. Pensò a quanto le sembrò strana quella ragazzina.
Yuko mentre correva fu costretta a fermarsi di colpo e ad urlare come non mai. Molto probabilmente perfino la gente all’interno della sala, non troppo distante la sentì. Olly, a sua volta, dopo averla nuovamente raggiunta, rimase non poco indifferente davanti a quello che entrambe si erano ritrovate davanti agli occhi.
Un cadavere.

 
 



Jess’s side
Buongiorno/ Buonasera! Ciao a tutti!
E’ un aquilone? Un aeroplano? Una stella cadente? Un alieno? (Ecco forse questo sì)
Sono proprio io! Ebbene sì, sono tornata.
(Magari vi siete anche dimenticati di me…come biasimarvi, sono LETTERALMENTE SPARITA! Chiedo venia con tutto il cuore!)

BTW, per chi non mi conoscesse o non si ricordasse di me, sono Little Jess!
Io e la mia mente non proprio sana (ehm…come sono drammatica, ma è vero u.u) abbiamo avuto l’idea di unire personaggi di anime e telefilm, creando una storia. Ma le bellissime ragazzuole presenti qui NON SONO FRUTTO DELLA MIA FOLLIA, signori! Ebbene, sono state create da alcune delle mie lettrici, alle quali io dedico questo capitolo e mando tanti baci ed abbracci.

Lo so, è passato un millennio, di conseguenza, prima di leggere questo capitolo, (perché voi lo leggerete, vero? Se no vi vengo a cercare, eh!) vi consiglio di leggere quelli precedenti prima, più che altro per una lettura lineare.
Inoltre, altro consiglio spassionato per una lettura (a mio parere) più coinvolgente, aprite i link con le varie musiche, aiutano ad entrare ancora di più all’interno della storia, giuro! (SOLO UN CONSIGLIO, S’INTENDE)

E così siamo entrati nel vivo, eh? Ed era pure ora!
Di chi sarà il cadavere?
Le gemelle faranno a botte?
Olly farà tutti quanti alla brace come l’agnello di Paqua? (Auguri passati, a tal proposito.)
Cosa succederà?
Lo scoprirete al più presto!
O meglio, dipende da quanto voi lo vogliate scoprire!

Ho parlato tantissimo…comunque sia, leggete, recensite, fate ciò che più vi aggrada e…io vado. Alla prossima, vi saluto, baci, abbracci e…a presto!

Little Jess

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