With you by my side I will fight and defend

di Lucy_1398
(/viewuser.php?uid=832139)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ogni volta che si guardava nello specchio Chelsea si sentiva nauseata dall' immagine che lo specchio le rimandava.

Era una diciassettenne bassa per la sua età, camminava tenendo lo sguardo basso e i pugni chiusi come se si dovesse difendere da qualcosa, aveva due grandi occhi di un verde scuro e capelli biondo cenere, ricci. Non era particolarmente bella né popolare, al contrario era una ragazza timida e insicura.

L'unica amica che aveva era sua madre, afflitta da una malattia terminale. Suo padre le aveva abbandonate appena aveva scoperto che la madre di Chelsea, Margaret, era incinta.

Chelsea non era un adolescente come le altre: aveva solo 17 anni eppure si sentiva come se tutto il peso del mondo le gravasse addosso. A volte desiderava solo di non essere mai nata e si rannicchiava in un angolo della sua stanza singhiozzando silenziosamente, tenendo la fronte appoggiata sulle sue ginocchia sperando che qualcuno la venisse a salvare, ma non veniva mai nessuno a salvarla. Era sola. Sola ad occuparsi della madre malata e sola nell'affrontare tutti i giorni le cattiverie dei suoi compagni di classe.

 

 

 

Erano le 8.30 circa di un grigio lunedì; mattina.

C'era la lezione di nuoto, lezione che Chelsea odiava con tutta se stessa.

"Ma che hai da guardare stramba?".

Era la voce di Chloe, forse la ragazza più cattiva dell'intero liceo, che al momento la fissava sghignazzando con un suo gruppo di amiche. Tra di loro c'era anche Annah, un tempo era stata amica di Chelsea, più; precisamente negli anni della scuola materna ma poi si erano perse di vista e ora lei la derideva, come tutte le altre del resto. Chelsea degluti' e si guardo' i piedi scalzi.

"Nulla" farfuglio'.

Chloe controllò; che non ci fosse il professore di ginnastica poi si avvicinò; a Chelsea e la prese non molto delicatamente per la nuca, costringendola a guardarla negli occhi.

"Non ho sentito bene. Puoi ripetere?" Le ringhio'.

"Nulla" Disse Chelsea guardandola con gli occhi sgranati dal terrore.

"Ma che faccia di merda che hai" disse Chloe cercando a stento di trattenere una risata.

In quel momento entrò il professore che gridò "forza ragazzi tutti in acqua! Si gioca a pallanuoto".

Chelsea si mise in un angolo della piscina evitando accuratamente ogni possibile contatto con la palla, ma il suo tentativo fu inutile infatti le arrivò; una pallonata dritta in testa da Chloe, che venne ripresa dal professore. Chloe cercava di giustificarsi dicendo di non voler affatto colpire Chelsea, ma il professore non se la bevve.

Alla fine della lezione Chloe si avvicinò; a Chelsea sussurrandole nell"orecchio "questa me la paghi". Chloe non si era accorta però che il professore aveva assistito alla scena.

Passò; così; l'ora di ginnastica e una volta finita, Chelsea sgattoiolò nelle docce per darsi una sciacquata e cambiarsi. Lasciò; che il getto d'acqua bollente la colpì;, poi prese una saponetta e incominciò; a strofinarsi forte il corpo, quasi volesse che la vergogna che provava quando era a scuola le scivolasse via di dosso. Una volta vestita uscì; dallo spogliatoio e raggiunse gli altri in corridoio. Avevano tutti gli occhi fissi su di lei. Evidentemente la stavano aspettando da chissà; quanti minuti, cosa che la fece sentire molto a disagio.

"Chelsea ce l'hai fatta finalmente. Tutto apposto? " chiese il professore sorridendole.

Chelsea fece un debole cenno di assenso con la testa e un sorriso di rimando e subito dopo si fissò; la punta delle scarpe.

"Su, incamminiamoci verso scuola o faremo tardi " Disse il professore.

I ragazzi incominciarono a muoversi quando Chloe fece lo sgambetto a Chelsea, che cadde pesantemente e sbatte' il mento che le si chiuse con uno scatto facendole vibrare tutti i denti. Il professore se ne accorse e sgridò; Chloe che cercava di scusarsi dicendo che non l'aveva fatto apposta, poi prese un braccio a Chelsea e l'aiutò; a rialzarsi.

"Di questo ne parleremo dopo dal preside" Replicò; severamente il professore a Chloe.

Chelsea non l'aveva mai visto così; arrabbiato e in un certo senso le faceva piacere perchè; voleva dire che teneva molto a lei. Una volta tornati a scuola il professore aspettò; che tutti entrassero in aula e poi trattenne per il braccio Chelsea fuori dalla porta. Chelsea lo guardò; con aria interrogativa.

"Senti Chelsea domani mattina 10 minuti prima dell'inizio delle lezioni potresti venire nell'aula 4? Dovrei parlarti in privato..." Chelsea annuii nuovamente.

"Bene. A domani allora" e le diede una pacca amichevole sulla schiena.

Una volta terminate le lezioni Chelsea si avviò; verso casa, dove c'era sua madre che cominciava a manifestare i primi sintomi della sua grave malattia.

"Ciao tesoro, tutto apposto a scuola?" Disse sua madre sorridendole amorevolmente.

"Sì;. Tutto fantastico" e cosi' dicendo Chelsea la guardò; negli occhi fingendo un sorriso falso.

"Sono contenta. Il pranzo è; nel forno. Ora credo che andrò; a letto, mi sento talmente stanca questi giorni"

"Sì; mamma, riposati. Domani ti accompagno dal dottore." annunciò; Chelsea con aria preoccupata.

Margaret la ringraziò; e le diede bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


L'indomani mattina Chelsea si preparò per andare a scuola. Fece per prendere lo zaino ma prima entrò nella camera di sua madre e la trovò addormentata. Chelsea pensò che sembrava un angelo quando dormiva. Il suo volto era disteso e sembrava quasi che sorridesse, non c'era traccia di alcuna preoccupazione sul suo volto al contrario di quando era sveglia. Chelsea pensò che sua madre avesse una malattia grave anche se il medico riteneva che sarebbe guarita presto. La ragazza si avvicinò al letto, scostò la frangetta dalla fronte di sua madre e le stampò un bacio sulla fronte. Chelsea avvertì una sensazione di calore sulle labbra e temette che sua madre avesse la febbre.
"Non ti preoccupare mamma, oggi andiamo dal medico che ti guarirà presto > sussurrò, ma nemmeno lei credeva alle sue parole.
Uscì dalla camera di Margaret e andò a scuola.




Alle 7.45 entrò in aula 4, dove il suo professore l'attendeva.
"Ciao Chelsea, accomodati pure. Ti ho convocato perchè mi sono accorto che da un po' Chloe e le altre ti infastidiscono parecchio e sono veramente preoccupato per te."
Chelsea appoggiò entrambe le mani sopra il banco che la separava dal professore.
"Loro non lo fanno con cattiveria. Scherzano" disse Chelsea agitata.
"Scherzano? Ti ricordo che ieri la signorina Chloe Snell ti ha fatto sbattere rovinosamente il viso a terra e tu mi dici che scherzano? Avresti potuto farti veramente male..." il viso del professore si contrasse dalla rabbia.
"I-io..." balbettò Chelsea e il professore le prese una mano accarezzandola.
"Lo capisci che sono preoccupato per te, Chelsea?" Chelsea annui', tremando leggermente.
"Se dovessero darti ancora fastidio non esitare a comunicarmelo, intesi?" Il professore aumentava sempre di più la presa sulla sua mano.
"Sì professore" sussurrò la giovane poi aggiunse "a proposito come è andata con Chloe dal preside ieri?"
"Snell ha insistito di non averlo fatto apposta e il preside non ha replicato ma le ha detto solamente che episodi del genere non devono più accadere. E' stato anche troppo indulgente per i miei gusti." Ringhiò il professore aumentando ancora di più la stretta sulla mano di Chelsea.
"Professore così mi fa male" piagnucolò lei.
"Oh certo, scusami." Il professore le lasciò la mano e si alzò.
"Ora devo andare e dovresti andare anche tu. Ci vediamo lunedì prossimo alla lezione di ginnastica" Disse nervosamente.
Chelsea annuii e si diresse a passo svelto in aula. Le faceva ancora male la mano. Chissà cosa era preso al professore... L'aveva a dir poco spaventata poco prima. Il suono della campanella la riportò alla realtà. La professoressa di italiano decise di mettere a gruppi di due gli studenti e fargli fare una specie di esercitazione per l'imminente compito in classe. Mise Ashton insieme a Chelsea. Ashton era un ragazzo carino e popolare che suonava in una band composta da alti tre membri. Aveva occhi verdi come Chelsea e capelli castano chiaro. Era sempre sorridente e gentile con tutti al contrario di Chloe e le altre. Chelsea aveva una cotta per lui fin dal primo anno, infatti ogni volta che poteva gli lanciava delle occhiate, a volte lui se ne accorgeva e a quel punto lei abbassava lo sguardo, imbarazzata. Tutte le sere si ritrovava a pensare a lui e come sarebbe stato se un giorno l'avresse invitata ad uscire e magari anche al ballo scolastico di fine anno.
"Chelsea! Mi piace la tua treccia" la salutò allegramente lui.
"Ciao. Ti ringrazio" borbotto` arrossendo visibilmente.
Ashton scoppiò a ridere e poco dopo anche Chelsea. Quel ragazzo aveva una risata contagiosa.
"Oh Chelsea, mi stai troppo simpatica" le disse Ash sorridendole.
Chelsea cercò qualcosa di intelligente da dire ma non trovò nulla e se ne uscì con un semplice "anche tu sei simpatico", pentendosi di averlo detto subito dopo. Sembrava una frase così stupida. Perchè si sentiva sempre a disagio quando cercava di avere una conversazione con qualcuno? Odiava sentirsi così.
"Bene, mettiamoci al lavoro o la professoressa ci mangerà " disse Ash facendole l'occhiolino.
Dopo quelli che sembrarono solo 10 minuti a Chelsea, suonò la campanella del cambio dell'ora.
"Ok Chelsea, è stato un piacere passare un ora di questa odiosa materia con te" Disse Ash sempre sorridendo.
Chelsea rise e Ash si diresse verso il suo banco. Per le restanti 2 ore di lezione Chelsea non riuscì a concentrarsi su ciò che spiegavano i professori. Guardava Ashton due file di banchi avanti a lei e fantasticava su di lui come una bambina. Immaginava che fossero fidanzati e che ogni pomeriggio uscissero insieme scherzando, ridendo e amandosi alla follia. Per la prima volta in vita sua si sentiva felice e si diresse a casa con un sorriso idiota stampato in volto. Verso le 16.00 Chelsea e Margaret si diressero dal medico.
"&E' il mio turno tu aspetta qui piccola, cerco di sbrigarmi ".
"Sì mamma".
E Chelsea vide sua madre uscire dalla stanza del medico solo dopo una ventina di minuti. Sua madre aveva una strana espressione sul volto e Chelsea si allarmo'. "Che ti ha detto il medico mamma?"
Ma Margaret non rispose. Le tremavano le labbra e aveva gli occhi lucidi. Chelsea la prese per mano e la portò fuori di lì, dove alcune signore anziane si erano messe a fissarle con aria interrogativa, fino alla loro macchina.
"Non volevo che gli altri ti vedessero piangere mamma ma ora ti prego dimmi che ti ha detto il medico"
implorò Chelsea.
"Ho una malattia terminale, tesoro. I dottori mi danno al massimo due mesi di vita".

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


"Ho una grave malattia terminale, tesoro. I dottori mi danno al massimo due mesi di vita".
Chelsea si sentì distrutta da quella notizia. Non poteva essere vero. Non doveva essere vero.
"Cosa? Cosa stai dicendo mamma? Deve esserci un errore".
"Nessun errore purtroppo".
Chelsea guardò negli occhi la madre e poi a un tratto si mise a piangere e a singhiozzare con così tanta foga che le mancava il respiro e le sembrava di morire. Margaret non disse nulla ma la portò a casa e si misero sedute entrambe sul divano. Chelsea si era leggermente calmata.
Ad un tratto la madre la fece sdraiare, le mise la testa sulle sue gambe e incominciò ad accarezzarle la testa.
"Stringimi mamma e restiamo così per sempre, ti prego"
"Lo vorrei tanto."
E poi con uno sforzo sovrumano Margaret pronunciò parole che Chelsea non avrebbe mai voluto sentire.
"Quando non ci sarò più dovrai continuare a essere forte. Promettilo."
"No. Non ce la potrò mai fare senza di te, mi dispiace " replicò Chelsea con voce strozzata.
Come avrebbe fatto, pensò? Viveva solo per lei. Era l'unica persona a cui teneva nella sua misera vita e quando sarebbe arrivato il momento della sua fine, sarebbe finita anche lei.
Margaret fece sedere Chelsea e la guardò con una determinazione che Chelsea non le aveva mai visto nel volto.
"Oh si che ce la farai invece. Tu devi continuare a vivere e a essere forte. Fallo per me. " e dopo una breve pausa "ti prego".
"E va bene mamma, lo farò perchè sei tu a chiedermelo."
Ma Chelsea lo disse solo per terminare quella sgradevole conversazione.
"Brava cucciola mia."
Margaret le schioccò un bacio sulla fronte, abbracciandola. Rimasero così per tutto il giorno e l'indomani Chelsea andò a scuola. Appena si sedette al suo banco Ash le si avvicinò piano piano.
"Buongiorno Chelsea." la salutò sorridendo.
Sorrideva davvero sempre, ma come faceva?
Chelsea lo salutò di rimando e notò che aveva il collo pieno di ecchimosi.
"Ashton... Cosa ti è successo al collo?"
Lui si sfiorò istintivamente il collo e fece una risatina nervosa.
"Nulla di grave, mi sono fatto male stupidamente".
Chelsea non indagò oltre pensando che sarebbe sembrata inopportuna e fastidiosa. Se solo lo avesse conosciuto meglio avrebbe sicuramente domandato spiegazioni più dettagliate perchè non sembrava proprio nulla di grave.
"Comunque..." riprese "volevo chiederti se hai voglia di venire a un concerto mio e dei ragazzi questa sera."
"Oh..." Chelsea era talmente stupita che non riuscì a far uscire nessun altra parola dalla sua bocca.
"Se non vuoi o hai altri impegni non ti preoccupare..." borbottò Ash e Chelsea notò per la prima volta che era in imbarazzo.
Aveva paura forse di essere rifiutato da lei?
"Nono. Ci vengo volentieri.'' Dichiarò Chelsea in fretta e furia, prima che potesse cambiare idea spinta dalla timidezza.
Ash scoppiò a ridere e le strizzò l'occhio.
"A stasera allora. Vengo a prenderti alle sette e mezza" le rispose lui.
Chelsea tornò a casa con le guance infuocate e corse a dare la notizia a Margaret, che rimase stupita quanto lei.
"Vuoi dire quell'Ashton di cui sei follemente innamorata fin dal primo anno?"
"Si quel... Aspetta cosa? Io non ne sono affatto follemente innamorata!" farfugliò.
"E brava la mia bambina! Finalmente ti sei trovata un ragazzo, sono talmente felice!" annunciò Margaret.
Chelsea sospirò, era inutile contraddire sua madre. Dopo poco entrambe scoppiarono a ridere.



Chelsea incominciò a prepararsi alle sei. Aprì l'armadio per scegliere cosa indossare e poi realizzò che non aveva idea di cosa mettersi.
Sua madre si affacciò alla porta della sua camera e la guardò aggrottando un sopracciglio quando Chelsea cominciò a scagliare vestiti per la stanza.
"Ti serve una mano per caso?".
Chelsea sobbalzò per la paura e poi si girò verso Margaret.
"Mamma mi hai spaventata. Comunque sì... Non ho idea di come ci si debba vestire a un concerto punk rock." piagnucolò Chelsea.
La madre annuì, si avvicinò all'armadio ed estrasse un top stretto e nero, una giacca di jeans molto carina e dei pantaloncini neri di pelle.
"Che ne dici? E potresti metterci degli anfibi neri che abbiamo nel ripostiglio".
Chelsea si provò tutto e guardò a bocca aperta Margaret.
"Non sapevo nemmeno di avere questi vestiti nell'armadio. Da dove provengono?" Chiese incuriosita.
"Li indossavo spesso da giovane. Ma dimmi che ne pensi ora."
Chelsea si avvicinò a passo lento verso lo specchio e si guardò.
"Wow, non sembro neanche io. " sussurrò. Le piaceva quella sé stessa dallo stile rock e ribelle. Non si sentiva affatto a disagio.
"Truccati anche senza esagerare e vedrai che farai girare la testa a quell'ash."
Chelsea la guardò con gli occhi spalancati e la faccia tutta rossa.
"Mamma!" La sgridò ridacchiando.




Chelsea si finì di truccare alle sette e mezza, proprio quando suonarono al campanello.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


A Chelsea incominciò ad aumentare il battito cardiaco mentre scendeva di corsa le scale e andava ad aprire alla porta.
"Ash" Chiamò.
"Ehy. Sei bellissima." Chelsea abbassò lo sguardo e fece per rispondere ma in quel momento udì la voce di sua madre.
"Entra pure caro! Possiamo offrirti qualcosa? Urlò Margaret.
"No grazie. Dobbiamo proprio scappare, anche perchè il concerto inizia solo tra 30 minuti."
"Va bene, allora divertitevi e fate i bravi."
Chelsea sprofondò dalla vergogna. Ancora quel "fate i bravi", nemmeno fossero quindicenni.
Ma a Chelsea faceva lo stesso piacere che sua madre si preoccupasse per lei.





Una volta arrivati nel piccolo locale dove si dovevano esibire i 5 seconds of summer, si chiamava così la band, Ash salutò Chelsea.
"Ci vediamo tra poco. Spero che apprezzerai la nostra musica".
"Non ti preoccupare, in caso non mi piacesse mi sono portata dei tappi".
Ash rise di gusto, le stampò un bacio sulla guancia e scappò via.
Pochi minuti prima che il concerto iniziasse Chelsea si accorse che una ragazza dagli accesi capelli rossi la fissava, sorridendole.
"Tu devi essere la ragazza di cui parla tanto Ash, piacere Beth. Sono la ragazza di uno della band." Disse la rossa.
Chelsea si presentò leggermente imbarazzata.
"Ti offro un drink, ti va? Cerca di scioglierti un po', sei a un concerto in fondo." Le ricordò la ragazza, sorridendo.
Chelsea ci pensò su e poi accettò il drink, così facendo riuscì a sciogliersi veramente e appena incominciarono a suonare la prima canzone si avvicinò molto a loro, in modo da potergli quasi toccare un piede.
Ash si accorse di lei e mentre suonava la batteria e le strizzò l'occhio. A Chelsea faceva impazzire quando lo faceva, ogni volta voleva prendergli il volto fra le mani e baciarlo.
La ragazza iniziò a scatenarsi e ad agitare le mani, come facevano gli altri. Voleva che il concerto non finisse mai. Si sentiva veramente felice dopo tanto tempo.
A fine concerto Ash saltò giù dal palco e si diresse verso di lei a grande velocità, le mise dolcemente i capelli dietro le orecchie e la baciò appassionatamente. Avevano gli occhi di tutti puntati addosso e lo sapevano ma non servì di certo a frenarli.
Chelsea ricambiò il bacio e dopo quella che sembrava un eternità finalmente si staccarono. Un ragazzino gli fece addirittura una foto.
"Sto andando troppo veloce?" le mormorò Ash ad un orecchio, provocandole un piccolo brivido alla schiena.
Chelsea scosse la testa e a quel punto Ash la ribaciò attirandola a sé.
Dopo un po' Ash, Beth e gli altri membri della band la riaccompagnarono a casa con il loro furgone.
Dopo che uno dei chitarristi, Michael, le chiese che tipo di musica preferisse e lei ripose quella classica, gli altri non parlarono molto con Chelsea. Una volta arrivati, Ash la accompagnò fino alla porta.
"Allora mi sembra di aver capito che ti sia divertita." le sorrise.
"Molto, grazie per la serata. Ma non credo di andare molto a genio agli altri. Penso che credano che sia strana perchè mi piace la musica classica" disse dispiaciuta. "Non farci caso, sono loro ad essere strani e non poco e poi piaci un sacco a Beth, la ragazza di Luke. Ora c'è un altra ragazza a farle compagnia nel gruppo".
"Bhe, questo mi consola" sussurrò Chelsea baciandolo.
Una volta che si furono staccati Ash le diede la buonanotte e raggiunse il furgone.





Una volta sotto le coperte Chelsea ripercorse tutti gli avvenimenti della giornata con la mente e una volta arrivati al momento del suo primo bacio si toccò le labbra con la mano sinistra. Non aveva ancora realizzato che ormai era la fidanzata ufficiale di Ashton Irwin, uno dei ragazzi più amati della scuola. Insomma lei, Chelsea, era la sua ragazza. Se lo avrebbe detto a Chloe o alle altre sue amiche non le avrebbero mai creduto. Come biasimarle? Nemmeno lei ci avrebbe creduto il giorno precedente. Si addormentò con tutti questi pensieri in testa e con un sorriso stampato sulle labbra.
 






Quella mattina Chelsea si svegliò di buon umore. Fece colazione, si vestii e si diresse in salotto dove c'era sua madre che guardava la televisione.
"Come stai?" "Oggi non molto bene. Grazie per l'interessamento" Chelsea guardò l'orologio appeso vicino alla tv e realizzò che era in ritardo.
"Mi dispiace così tanto... Ora devo andare mamma o arriverò in ritardo per la scuola." Disse frettolosamente Chelsea.
"Ok, buona scuola".
Chelsea la baciò e si diresse di corsa a scuola dove Ash la attendeva con impazienza

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


"Ehy Chloe hai visto la foto di Ashton Irwin e di Chelsea che si baciano?" Domandò una delle amiche di Chloe.
"Ovvio. Va in giro già da giorni, l'ha vista tutta la scuola " ribattè scontrosamente. "La bambolina si è trovata un ragazzo ed è così felice... ma non lo sarà per molto" proseguì Chloe.
"Cosa hai intenzione di farle?" ridacchiò un altra ragazza.
"Una mezza idea ce l'avrei. Ma è una sorpresa" e detto ciò Chloe iniziò a ridere malignamente.





Appena Ash vide Chelsea arrivare la abbracciò vigorosamente.
Chelsea ricambiò l'abbraccio poi vide Ash guardarla con gli occhi lucidi.
"Ash che hai?" chiese preoccupata lei.
"Devo assolutamente vederti questo pomeriggio"
"Oh mi spiace ma oggi volevo stare con mia madre dato che non si sente bene per niente." e Chelsea fece una smorfia di dispiacere.
Ash aveva la frangia di lato in modo da coprire interamente l'occhio sinistro.
''Possiamo fare domani però. Intanto raccontami cosa ti è succe..." Chelsea non fece in tempo a finire la frase che il professore di ginnastica le toccò una spalla e la fece sobbalzare.
"Chelsea sei pronta per la lezione di nuoto?"
"Sì professore" rispose lei.
"Bene allora andiamo, forza." Disse spingendola leggermente verso l'uscita.
Ash li guardò stranito e poi li seguì.
Durante il tragitto da scuola verso l'edificio dove praticavano i corsi di nuoto,
Chelsea vide che Ash parlava con dei suoi amici e così non gli si avvicinò, ma era molto preoccupata per lui anche se ora rideva e scherzava con i suoi compagni. Non l'aveva mai visto con gli occhi lucidi e si chiese cosa mai gli fosse capitato.
Una volta arrivati, Chelsea si mise il costume e entrò in acqua. Cercò con gli occhi Ash e lo vide vestito e appoggiato al muro.
Oggi non avrebbe fatto ginnastica, che strano... Di solito era il primo a entrare in piscina. Chelsea fu molto turbata.





Venti minuti prima della fine della lezione Chelsea si diresse in bagno per dei forti dolori.
Le veniva da vomitare, sentiva che stava per rigettare proprio quando entrò il professore.
"Chelsea come ti senti?" chiese avvicinandosi a lei.
"Mi fa molto male lo stomaco."
"Dove precisamente?" e prima che Chelsea potesse rispondere il professore le mise una mano sulla pancia.
"Qui?" le sussurrò all'orecchio.
"No. Un po' più sotto." Rispose Chelsea sentendosi a disagio più che mai.
Il professore fece scivolare la mano sullo stomaco di Chelsea e poi sempre più giù.
"Professore cosa sta facendo?" balbettò; Chelsea spaventata.
Ma lui non le rispose e cominciò a baciarle il collo e a toccarla dappertutto.
"Shh, ora ci penso io a te."
Chelsea era immobilizzata dal terrore. Non poteva credere a cosa le stesse facendo il suo professore.
"Basta, perfavore..." implorò Chelsea con le lacrime agli occhi.
Nonostante le parole della ragazza il professore non accennava a smettere di infastidirla. Ad un certo punto i due udirono le voci di alcuni compagni di classe che chiamavano il professore.
"Maledizione!" urlò lui e diede un pugno al muro con moltissima forza.
Chelsea lo guardò con occhi sgranati. Il professide uscì subito dal bagno senza degnare Chelsea nemmeno di uno sguardo e così rimase sola e si asciugò le lacrime. Dopo poco tempo il professore rientrò in bagno e trovò Chelsea nella stessa posizione di come l'aveva lasciata, con lo sguardo vacuo.
"Ti vogliono al telefono. Tua madre si è sentita male e ora si trova all'ospedale" disse con tutta calma.
Come poteva far finta che non fosse successo niente? Chelsea era stupita, tornò alla realtà e si diresse verso il telefono.
"Pronto?" domandò con voce strozzata.
"Chelsea sono io. Sono all'ospedale al momento, non è che potresti venire?" Disse Margaret.
"Certo, arrivo subito!" e dopo che la madre le ebbe detto in che stanza si trovasse, Chelsea riagganciò e si voltò.
"Ci vediamo Chelsea. Saluta tua madre e augurale di guarire presto" le disse il professore sorridendole come un pazzo.
Chelsea non rispose, corse verso lo spogliatoio e si cambiò in fretta e furia temendo che il suo professore potesse farle un altra visita, poi scappò via, correndo verso l'ospedale.
Nel tragitto cadde e si sbucciò entrambe le ginocchia. Si rialzò dolorante e ricominciò a correre, non badando al sangue che gocciolava lungo le sue gambe. Dopo un po' gli occhi le incominciarono a pizzicare e le lacrime sgorgarono abbondanti dai suoi occhi.
Alcune persone la guardavano e borbottavano tra di loro, provando pietà per lei, mentre altri alla sua vista sghignazzavano. Arrivò in camera di sua madre spettinata e sudata. "Chelsea sei arrivata finalmente" e sua madre incominciò a piangere
Chelsea annuii e le prese la mano.
"Temo che stanotte dovrai dormire tutta sola a casa"
"Non importa, mamma. Tu come stai?"
"Leggermente meglio, ma tu piccola hai una bruttissima cera e ansimi".
"Ho fatto una corsa per venire da te, tutto qui".
"Va a prenderti un tè e poi ritorna qui"
"Ma..."
"Fa come ti dico " ribattè severamente.
Chelsea si diresse verso una macchietta, bevve il suo tè e stava ritornando verso la camera di sua madre quando una voce severa le urlò "tu dove credi di andare? Non è orario di visite."
Era un infermiera rotondetta, dai corti capelli biondi e crespi.
"So che non è orario di visite, ma mia madre sta male e sono venuta a trovarla." ringhiò Chelsea accecata dalla furia.
"Abbassi il tono con me signorina e se ne vada prima che chiami la sicurezza".
"La chiami pure, io nel frattempo vado da mia madre" e Chelsea entrò in camera di sua madre.
"Chelsea con chi stavi urlando?" le chiese ansiosa.
"Con una stupida infermiera che non voleva farmi entrare..." Rispose con rabbia, poi prima che potesse continuare si sentì afferrare per le braccia da un uomo della sicurezza.
"LASCIATEMI SUBITO, MAMMA! MAMMA!" Chelsea si divincolava come una pazza mentre la scortavano fuori.
Sua madre aveva una faccia scioccata e era forse una puntina di delusione quella che vedeva sul suo viso?
L'uomo la spintono' fuori dal reparto e le chiuse la porta in faccia. Chelsea tornò a casa, vergognandosi per il suo comportamento. Ma che le era preso? Aveva fatto la figura della svitata e ora si pentiva amaramente del suo comportamento.
Dopo qualche istante telefonò a Margaret che le disse che poteva venire a trovarla quella sera dalle sette alle otto.
Dopo averle comprato un bel mazzo di fiori Chelsea andò a trovare sua madre che si sentiva meglio e chiacchierarono e risero per tutto il tempo. A Margaret piacquero un sacco i fiori e disse che le avrebbe telefonata l'indomani per farle sapere come stava.






Erano le 22.00 esatte di sera. Chelsea era in camera sua e leggeva un libro, o almeno ci provava, perchè leggeva le parole ma non riusciva a coglierne il senso. Aveva troppi pensieri per la testa, così appoggiò il libro sul comodino e spense la luce.
Stava per addormentarsi quando sentì qualcosa battere alla finestra della sua camera. Chelsea accese la luce allarmata e scostò le tende dalla sua finestra. C'era Ash fuori dalla sua finestra che picchiettava insistentemente. Chelsea aprì subito la finestra e aiutò Ash a entrare in camera sua.
"Ash, che ci fai qui?"
"Dovevo vederti" Disse tremando.
Chelsea lo fece sedere sul suo letto e lo guardò, poi improvvisamente si mise a piangere violentemente.
"Chelsea... Perchè piangi? Che ti succede?" Chiese Ash e il suo cuore si spezzò vedendola in quelle condizioni .
Chelsea gli raccontò di sua madre e di cosa le aveva fatto il professore. Doveva sfogarsi e lui era l'unico con cui poteva. L'unico che non l'avrebbe giudicata e l'unico che l'amava. Alla fine del racconto Ash rimase a bocca aperta.
"Dio Chelsea, non sai quanto mi dispiace. Cosa posso fare per aiutarti? Dimmi qualunque cosa e io la farò"
Chelsea alzò lo sguardo su di lui e con le labbra che le tremavano disse semplicemente :" potresti abbracciarmi".
Ash obbedì ma dopo poco tempo si staccò dolcemente da lei.
"Oggi volevo parlarti di questo..." Ash si spostò la frangia dall'occhio sinistro e Chelsea vide che era iniettato di sangue e che tutto intorno c'era un livido viola scuro. "Ma cosa diavolo ti hanno fatto?"
"&E' stato mio padre. Sai, era ubriaco, come tutti i giorni e stava picchiando mia madre, ma sai qual'è stata la cosa che mi ha colpito? Che lei non muoveva un dito, non piangeva nemmeno, ma incassava i colpi stando zitta. Così mi sono messo davanti a mia madre e lui mi ha colpito ripetutamente, non solo sull'occhio, ma qui..." e Ash si alzò la maglietta facendo vedere a Chelsea il gigantesco livido sul fianco destro.
"...e qui..." e Ash le fece vedere un altro livido sulla schiena.
"... E anche qui..." Ma prima che Ash le potesse far vedere le altre ferite Chelsea gli bloccò le mani.
"Basta ti prego" Chelsea aveva gli occhi chiusi e tremava.
"Scusa... Non dovevo mettere in mezzo i miei problemi, ne sei già piena." E una fitta di dolore attraversò il viso di Ash.
Chelsea non sapeva cosa ribattere e dopo una lunga pausa disse: "Non devi affatto scusarti Ash, anzi fai bene a sfogarti con qualcuno. "
Ash la ringraziò, sorridendole debolmente.
"Ascolta Chelsea... Non è che potrei passare la notte con te?"
Quella richiesta spiazzò Chelsea, ma allo stesso tempo la riempì di gioia e accettò subito.
I due si misero sotto le coperte e si addormentarono abbracciati l'uno a
ll'altra

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando Chelsea si svegliò erano le 06.20 e Ash non c'era già più, ma le aveva lasciato un biglietto sul comodino, sul quale c'era scritto: Che ne dici se stamattina saltiamo la scuola? Ieri mattina mi sei sembrata abbastanza turbata e non vorrei che andando a scuola la tua situazione peggiori, inoltre volevo passare un po' di tempo solo con te. Ti aspetto di sotto dove ci sono delle brioches e una tazza di cioccolata calda che ti aspettano. Ti amo.
Appena ebbe finito di leggere a Chelsea spuntò un sorriso e gli occhi le si colmarono di lacrime di gioia.
Ultimamente le succedeva spesso di piangere e lo detestava: la faceva sentire vulnerabile, sopratutto piangere davanti agli altri. La sera precedente non avrebbe voluto piangere di fronte ad Ash.
L'ultima cosa che voleva era che stesse in ansia per lei. Lei non lo meritava, non meritava il suo amore. Perchè uno come lui amava una come lei?
Perchè l'aveva scelta? C'erano un sacco di ragazze più belle e simpatiche di lei.
Andò in cucina, dove Ash stava lavando i piatti del giorno prima. Appena si accorse della sua presenza si voltò verso di lei.
"Buongiorno ." principessa
Nell'udire quelle parole Chelsea gli si gettò al collo e lo baciò ridacchiando.
"Hai letto il biglietto che ti ho lasciato?"
"Sì e penso che sia un ottima idea." disse Chelsea sorseggiando la sua cioccolata calda.
Ash si sedette accanto a lei e la fissò allegramente mentre mangiava.
"Sai Ash stavo pensando... No, nulla."
"Oh adesso devi dirmelo. A cosa stavi pensando?"
Chelsea si pentì di aver cominciato quella conversazione.
"Stavo solo pensando a cosa tu ci trovi in me, insomma, ci sono un sacco di altre ragazze migliori di me." Buttò là lei.
"Cosa ci trovo in te? Moltissime cose, ad esempio, il fatto che ogni volta che incrociavo il tuo sguardo tu lo abbassavi e arrossivi, o il fatto che ti preoccupi sempre di come sto... Sai, il giorno in cui avevo il collo pieno di lividi, tu sei stata una delle poche a chiedermi cosa mi fosse capitato. Penso che tu sia una delle poche persone vere rimaste in questa società e in questo mondo marcio. E infine quando sto con te tutto mi sembra meno cattivo. Io ti amo Chelsea. E' abbastanza perchè preferisca te a tutte le altre o vuoi che continui?"
Chelsea era rimasta a bocca aperta.
"E' abbastanza" rispose e lo baciò nuovamente.
"Bhe che ti va di fare questa mattina?" chiese Ash.
"Non saprei... Tu che dici?"
"Potremmo andare a comprarti un vestito per il ballo di fine anno dato che è solo tra un mese" propose Ash.
Chelsea lo guardò negli occhi, sbalordita.
"Vuoi dire che mi accompagnerai al ballo?"
"Certo. Sarò il tuo cavaliere."
A Chelsea spuntò un sorriso enorme.
"Tu sei già il mio cavaliere" e gli gettò nuovamente le braccia al collo.
Chelsea però era ignara dello scherzo che Chloe aveva in serbo per lei proprio per la sera del ballo.





"Insomma Chloe vuoi dircelo o no cosa hai intenzione di fare a Chelsea Hall per il ballo di fine anno?" Chiese Annah.
"Doveva essere una sorpresa ma dato che insistete tanto ve lo dirò. Avete mai visto "Carrie lo sguardo di satana"?"
"Si, ma non vorrai emulare lo scherzo che hanno fatto a Carrie nel film, vero?" Chiese una ragazza con una punta di ansia nella voce.
"E invece è proprio ciò che ho intenzione di fare."
Annah incominciò a torturarsi una ciocca di capelli e a mordersi le labbra, evitando di guardare in faccia Chloe, mentre le altre ragazze si lanciavano occhiate che erano un misto di incredulità e paura.
"Bhe, che avete? Parlate!" urlò Chloe.
"I-io ci sto".
"Brava Annah, sapevo che non mi avresti delusa. Per quanto riguarda voi?" disse Chloe rivolgendosi alle altre due.
"Non lo so, a me sembra esagerato rovesciare un secchio pieno di sangue di maiale in testa alla reginetta del ballo. Potremmo cacciarci in grossi guai e poi non sappiamo nemmeno se Chelsea verrà." disse la più esile delle due.
"Mio zio è un avvocato e per di più conosce un sacco di gente, non ci faranno nulla anche se riuscissero a capire che siamo state noi. Per quanto riguarda Chelsea ci verrà eccome, accompagnata dal suo nuovo fidanzatino, ovviamente" disse con disprezzo.
"Non ci vuole un genio perchè scoprano che siamo state noi e poi tuo zio potrà anche farla scampare a te, ma a noi chi garantisce che non ci capiti nulla? Io non ci sto e nemmeno Karen, vero?" domandò la ragazza all'altra, che annuì con foga.
"Bene, fate come cazzo volete" e detto questo Chloe prese Annah per un braccio e la trascinò via.
 




Ash e Chelsea nel frattempo erano entrati in un negozio di vestiti, dove Chelsea ammirava tutto con due occhi a cuoricino.
"Questo è davvero stupendo, ma il costo è esagerato..." ammise Chelsea con dispiacere.
Ash diede un occhiata al prezzo e poi le sorrise.
"Se ti piace veramente te lo compro io" replicò Ash.
"Cosa? Non posso permettertelo, mi sentirei in colpa."
"Scherzi? Per una sciocchezza come questa? Ora vai immediatamente in camerino e ti provi questo vestito".
"Ash non posso sul serio..."
Ash, spazientito, la prese in braccio e la portò fino al camerino mentre Chelsea rideva e cercava di liberarsi dalla sua presa.
"E va bene. Hai vinto tu per questa volta" Disse Chelsea sghignazzando mentre entrava nel camerino.
Una volta uscita, Ash la guardò sbalordito. Il vestito si adattava perfettamente al corpo e alle forme di Chelsea, che nonostante fosse bassa e poco aggraziata nei movimenti, era una ragazza magra e con un fisico atletico.
"Allora, come mi sta?" Chiese imbarazzata.
"Sei semplicemente bellissima, sul serio. Vestita così tutti i ragazzi ti metteranno gli occhi addosso"
"Sciocchezze."
"Dico sul serio" replicò lui con serietà.
"Ashton sei geloso per caso?" chiese Chelsea divertita.
"Cosa? Nah, niente affatto" rispose cercando di sembrare disinvolto.
Chelsea scoppiò a ridere.
"Cos'hai?" sbuffò lui.
"Non sei per niente bravo a mentire" e Chelsea soffocò un altra risata.
 




Dopo circa due settimane, la madre di Chelsea peggiorò drasticamente e si spense la notte del 2 giugno. Quando Chelsea lo venne a sapere ne fu distrutta: non mangiò per giorni interi e appena tornava a casa da scuola si metteva a letto e ci restava fino alla mattina successiva. Per quanto Ash cercasse di farla distrarre e divertire, non c'era nulla da fare. Quando stavano insieme lei si limitava a rimanere in silenzio e qualche volta gli lanciava certe occhiate che gli distruggevano il cuore piano piano. I suoi occhi erano colmi di dolore.
La cosa che faceva più male a Ash era che Chelsea non voleva sfogarsi con lui. Aveva la sensazione di essere inadeguato e Chelsea non ce la faceva a mantenere il rapporto che aveva con Ash prima di quel fatto atroce, così i due si allontanarono sempre di più.
Gli altri membri della band non sopportavano vedere Ash in quelle condizioni e lo spronarono ad andare a parlare con Chelsea, che ora abitava presso i suoi zii e la sua cuginetta. Ash rimase fermo davanti alla porta per dei buoni 5 minuti, indeciso se voltarsi indietro e tornare a casa o suonare al campanello.
La prima opzione sarebbe risultata molto più semplice, ma se si sarebbe voltato indietro in quel momento lo avrebbe rimpianto amaramente. Alla fine suonò al campanello e venne ad aprirgli proprio Chelsea.
"Ashton che ci fai qui?" Disse con un tono neutro.
A Ash prese una fitta allo stomaco. Era sempre così apatica...
"Voglio parlarti, posso entrare?"
Chelsea fece cenno di sì con la testa e Ash varcò la soglia e vide una donna abbastanza giovane, dietro la quale si nascondeva una bambina di 5 anni, che si mordeva una manica della magliettina e lo fissava intimorita.
"Questo è il mio ragazzo, zia."
La donna gli tese la mano e i due se la strinsero.
"Molto piacere Ashton, Chelsea mi ha parlato molto di te in questi giorni" comunicò sorridendogli.
"Ah sì?"
Ash guardo Chelsea per trovare la conferma nel suo sguardo, ma lei si era messa a fissare un punto sul pavimento. Era come se non fosse nemmeno in quel pianeta. "Ora lo porto un momento di sopra" e Chelsea lo prese per la mano e lo condusse in camera sua.
Ash si accomodò sul letto, spostando alcuni peluches che praticamente invadevano l'intero letto.
"Sono della mia cuginetta, me ne porta ogni giorno uno diverso perchè anche lei si è accorta della mia sofferenza e pensa che il suo gesto possa consolarmi." sussurrò distrattamente lei. "Sai, effettivamente è un gesto dolce e mi riempe di gioia ogni volta che lo fa" e le spuntò un abbozzo di sorriso.
"Mi sei mancata da morire" sussurrò Ash all'improvviso.
Chelsea alzò gli occhi su di lui e ad un tratto si mise a piangere silenziosamente.
"Anche tu. Ma perchè ci comportiamo come se fossimo due sconosciuti? Come siamo arrivati a questo punto?" balbettò Chelsea e poi, prima che Ash potesse risponderle, lo abbracciò tremando spasmodicamente.
"Non lo so, ma sono stato uno stronzo. Ti ho abbandonata nel momento in cui tu avevi più bisogno che mai di me e..."
Chelsea si avvicinò di più al suo volto e gli mise l'indice sulle labbra.
"Shh, non sei stato affatto uno stronzo. Se qui qualcuno si è comportata da stronza quella sono stata io: mi sono fatta sopraffare dal dolore e ti ho trascurato per tutto questo tempo" singhiozzò lei.
Ash la strinse più che potè.
"La tua dolcezza è disarmante" le sussurrò all'orecchio. Chelsea ebbe un leggero brivido e si lasciò scaldare dalle braccia di Ash.





Quello stesso giorno, ma durante la notte, Chloe e Annah si erano procurate un secchio colmo di sangue di maiale. Fu abbastanza facile procurarselo per loro dato che il patrigno di Annah possedeva una fattoria, nella quale fu un gioco da ragazzi accedere.
Il giorno successivo Beth notò le due ragazze conversare animatamente nel cortile della scuola. Le passò vicino e riuscì a cogliere solo pezzi della loro conversazione come "per forza all'uscita" e "dobbiamo stare attentissime".
A Beth venne un nodo alla gola.
Ogni volta che qualcuno aveva a che fare con Chloe finiva male, ma aveva deciso lo stesso di seguire le due all'uscita della scuola per capire cosa avessero intenzione di fare di così pericoloso.
Luke avrebbe sicuramente disapprovato ciò che stava per fare, visto che lui era un ragazzo tranquillissimo e infatti non aveva mai avuto nessun tipo di guaio.
All'uscita Beth non ebbe difficoltà a individuarle.
Le tre si diressero verso la palestra della scuola e una volta dentro chiusero la porta. Beth rimase fuori e accostò l'orecchio alla porta ma non si sentiva alcun rumore, così decise di aprire di poco la porta e si mise a sbirciare dentro.
Quello che vide, la scioccò profondamente

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Quello che vide Beth, la scioccò profondamente: Chloe stava travasando una tanica colma di sangue dentro a un secchio di metallo.
Alla ragazza sfuggì un gridolino e in quel momento Annah si voltò verso di lei.
"Ehy, che cazzo hai da guardare?" le urlò contro.
Beth voleva scappare ma era come se i suoi piedi fossero incollati al pavimento.
"Bene bene, guarda chi si vede! La fidanzata di Hemmings..." sibilò Chloe.
Chloe aveva odiato e odiava profondamente Beth, perchè Luke l'aveva lasciata per mettersi con lei.
Beth prese coraggio e fece un passo avanti.
"Scommetto che quel sangue è per Chelsea, ma non vi vergognate nemmeno un po' di quello che fate? Prendersela con qualcuno più debole è da vigliacchi, non ve l'hanno mai insegnato?"
Chloe e Annah si guardano divertite, poi prima che Beth ebbe il tempo di reagire, Annah le bloccò le braccia da dietro e Chloe le sferrò un pugno sulla bocca, che le si spaccò immediatamente e cominciò a sanguinare copiosamente.
"Te la insegno io una bella lezione, puttana." sbraitò Chloe e continuò a colpirla fino a che non le spezzò il braccio destro.
Beth lanciò un urlo lancinante e gli occhi le si riempirono di lacrime di dolore.
"Prova a parlare con chiunque di quello che abbiamo intenzione di fare e te la taglio quella lingua sghignazzò Chloe e poi con l'aiuto di Annah fissò il secchio che sarebbe andato a finire su Chelsea il giorno del ballo a una corda.
''Ora sparisci o ti ammazzo di botte'' ridacchiò Chloe.
Beth lasciò la palestra camminando velocemente e non voltandosi indietro. Sentiva il sangue che le colava lungo il mento e si diresse in bagno per darsi una ripulita. Era veramente difficile sciacquarsi la faccia con solo la mano sinistra. Una volta fatto si guardò allo specchio. Aveva solo un labbro spaccato, un occhio nero e un braccio rotto. Poteva andare molto peggio, pensò.
Prese il telefono dalla tasca e guardò il display. Aveva un sacco di chiamate perse e di messaggi da Luke, che le chiedevano dove fosse finita. Beth gli inviò un messaggio con su scritto semplicemente che si era scordata il cellulare in classe e che era andata a riprenderlo, poi pensando che lui fosse andato via, aveva preso il motorino e stava andando a casa da sola, ma aveva avuto un incidente e si era rotta un braccio.
Quel pomeriggio Beth si curò il braccio all'ospedale e Luke andò a trovarla. Beth gli raccontò la verità solo di persona riguardo al suo braccio .
"Guarda come ti hanno ridotta..." Luke tremò per la rabbia e gli occhi incominciarono a farglisi lucidi senza che se ne accorgesse. Beth gli prese la mano.
"Io sto bene ora, ma devi andare al ballo e impedire a Chelsea di farsi incoronare regina. Ora!"
Luke si alzò titubante dalla sedia posizionata vicino al letto di Beth.
"Corri Luke, impedisci che venga fatto altro male a Chelsea" lo pregò lei.
Luke annuì, ma prima di filare via baciò Beth.
Una volta in strada però Luke ebbe un incidente in moto: prese male una curva e fece uno scivolone sull'asfalto. Si rialzò barcollando e si accorse che aveva un orecchio che gli fischiava.
"Niente di grave... Posso farcela" si disse fra se e se ma prima di rimontare in moto aspettò qualche minuto.







Ash e Chelsea erano già arrivati da diverso tempo al ballo e ora danzavano con una canzone lenta in sottofondo.
"Come stai Chelsea?" le bisbigliò Ash, sorridendole.
"Ora che sto con te di nuovo bene." disse semplicemente lei e appoggiò la testa sulla spalla di Ash.
Dopo veramente poco tempo arrivò il momento dell'annuncio dei due fortunati. Quando annunciarono il nome di Chelsea Hall e Ashton Irwin i due rimasero stupiti.
Si alzarono in piedi e Chelsea cercò con lo sguardo Beth ma non la vide da nessuna parte.
"Ashton come mai Beth e Luke non ci sono?" domandò ansiosamente.
"In effettiè strano. Forse uno dei due si è sentito male all'ultimo momento" le rispose lui prendendola per mano e dirigendosi verso la piccola pedana che avevano allestito per l'evento.
Una volta arrivati a Chelsea e Ash furono consegnati dei fiori e due corone.
Chelsea si guardò intorno e notò il professore di ginnastica con la coda dell'occhio. Dopo quello sgradevole incidente nel bagno non l'aveva più infastidita, forse aveva capito di essersi spinto troppo in là, si augurò la ragazza. Notò anche Luke in mezzo alla folla che doveva essere arrivato da poco perchè sembrava piuttosto trafelato e agitava le braccia e le urlava qualcosa ma Chelsea non riuscì a capire perchè studenti e professori li applaudivano e mandavano continui schiamazzi. Così Chelsea gli mandò un cenno di saluto e si sentì felice e imbarazzata nello stesso tempo.
Il suo sogno si era realizzato: era andata al ballo di fine con il suo amato Ashton e non poteva sentirsi più felice o almeno credeva.
In quel momento Annah tirò la corda collegata al secchio, che rovesciò il suo disgustoso contenuto addosso a Chelsea. Accadde tutto così in fretta che in un primo momento Chelsea non si rese conto di cosa fosse capitato, poi si guardò le mani completamente coperte di sangue e lasciò cadere il mazzo di fiori a terra, disgustata. Quell'odore nauseabondo di sangue le diede alla testa e incominciò a vedere sfocato. Si sentiva svenire ma ad un tratto vide il volto di Chloe che rideva malignamente sotto i baffi e allora qualcosa crebbe in lei... Era odio e improvvisamente Chelsea si sentì più carica che mai.
Incominciò a assumere un espressione spaventosa sul viso che sembrava come un ringhio di una bestia feroce e affondò le unghie nella carne della sua mano facendo sgorgare abbondante sangue. Con un balzo fu giù dal piedistallo e si diresse verso Chloe, ansimando spaventosamente. La prese con furia e la sbattè sul pavimento, poi si mise a cavalcioni sopra di lei e incominciò a sferrarle pugni in faccia.
"Chelsea..." cercò di chiamarla Ash.
Il suo tono era pieno di pena per lei e questo la fece infuriare ancora di più. Incominciò a colpire Chloe ancora più violentemente, spaccandole il naso e facendole perdere due denti. Chelsea si sentì afferrare da dietro e si girò di scatto dando uno schiaffo a Ash in pieno viso.
"Chelsea calmati ti prego..." sospirò lui.
Ma Chelsea si divincolò dalla sua presa e scappò via.
Appena arrivò a casa dei suoi zii corse in bagno e incominciò a piangere non curandosi di chiudere la porta, tanto era sola in casa. I suoi zii e la sua cuginetta erano andati a cena fuori. Dopo essersi asciugata le lacrime si guardò allo specchio
:era davvero spaventosa.
Era coperta di sangue e mandava un puzzo terribile. Si sentiva malissimo.
Era stata una stupida a colpire Chloe, ora ne avrebbe pagato le conseguenze.
In quel momento entrò Ash nel bagno e vide Chelsea seduta dentro la vasca completamente vestita.
"Ash non avevo intenzione di colpirti, perdonami. Non dovevo colpire nemmeno Chloe. Ho rovinato tutto." esordì duramente lei.
"Se c'è stato qualcuno che ha rovinato la serata quella è stata Chloe e sicuramente non te e poi non mi hai fatto nulla, non c'è rimasto nemmeno lo stampo rosso della tua mano" rispose facendole vedere la guancia e cercando di strapparle un sorriso. Ma Chelsea non sorrise.
"Ashton vattene ti prego, ti ho già procurato abbastanza dolore" rispose seccamente lei.
"Ma Chelsea..." Ash allungò un braccio per toccarle una spalla ma lei si ritirò al suo tocco.
Ad Ash una lacrima rigò il volto.
"Ora vai." insistè Chelsea.
"A domani" la salutò Ash.
Chelsea non rispose ma rimase immobile come una statua.






Una volta che Ash se ne fu andato Chelsea si fece una doccia e scrisse un biglietto ai suoi zii. Il suo contenuto era il seguente: " innanzitutto voglio che sappiate che mi dispiace non avervi salutato un ultima volta, non ne vado fiera. In secondo luogo non voglio che vi disperiate per la mia morte perchè voi non c'entrate affatto e io sarò molto più felice tra poco, forse riuscirò a rivedere mia madre finalmente e non ci separeremo mai più. Mi mancherà tantissimo la tua determinazione zia, quella che avevi in comune con mia mamma. Mi mancherà l'innocenza della piccola Claire e mi mancherà anche l'autorità e la tua dolcezza zio. Voglio che sappiate che sarete sempre nel mio cuore insieme ad Ashton, diteglielo vi prego. Ditegli che l'ho amato, lo amo e lo amerò per sempre. Ditegli che non avevo intenzione di essere così fredda con lui stasera, io non avevo intenzione di fargli del male. Ditegli anche di non disperarsi per me e che un giorno troverà una ragazza che lo amerà come merita e che non sarà la sua condanna come probabilmente sono stata io, ma sarà la sua salvezza. Ditegli che era già da un po' di tempo che avevo intenzione di compiere questo gesto ma non ne avevo il coraggio. Ne ero terrorizzata ma ora finalmente sono pronta. Lo scherzo che mi hanno fatto stasera sarà l'ultimo che mi faranno. E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A forza di tirare la corda si rompe.''
Chelsea ci mise un eternità per scrivere il biglietto e una volta terminato lo rilesse tre volte. Poteva andare.
Chelsea prese una sedia, ci si mise in piedi sopra e si passò la corda intorno al collo. Chiuse gli occhi, respirò profondamente e scese dalla sedia

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Proprio quando Chelsea sentiva il respiro farsi più mozzo, sentì che la corda venne tagliata e due braccia forti la sorressero mentre cadeva. Chelsea aprì gli occhi e incontrò quelli di Ashton. Dietro di lui c'erano anche i suoi zii.
"Chelsea?" pronunciòAsh.
"Ash, hai letto il biglietto che ti ho lasciato?"
"Sì, ma che ti è venuto in mente di fare? Mi sono spaventato a morte quando ti ho vista" si lamentò lui.
"Ma tu mi ami ancora?" chiese Chelsea.
"Certo che ti amo ancora. Sono innamorato di te ora come lo sono sempre stato"
Chelsea non sapeva proprio cosa dire. Che pazienza che doveva avere. 
"Quando mi hai detto di andarmene ho intuito subito cosa avessi intenzione di fare e ho chiamato i tuoi zii, che si sono precipitati qui. Eravamo tutti così in pensiero per te"
"Lo so e mi dispiace tanto." borbottò Chelsea guardando i suoi zii, che la squadravano, ansiosi.
"Chelsea io voglio passare il resto della mia vita con te. Saresti disposta a scappare insieme a me?"
"In che senso?" chiese confusa lei.
"Partiamo. Domani. Mi segui per il concerto che terremo a New York, che ne dici? E dopo potremo anche fermarci a vivere lì. Vivremo grazie al nostro amore e alla mia musica. Sarei disposto anche a lasciare la band per te, ma ti prego non mi lasciare" implorò Ash.
"Ti prometto che non ti lascerò mai Ashton Irwin".
Ash e Chelsea si baciarono e una volta che si furono staccati, la zia andò ad abbracciare Chelsea con forza e iniziò a tempestarle la fronte di baci.
"Zia sto bene, dico sul serio" le rispose dopo l'ennesima occhiata preoccupata che le lanciò lei.
Dopo pochi minuti entrò anche Claire nella stanza, trotterellando verso Chelsea con un peluche stretto in mano.
"Claire!" esclamò Chelsea e la prese in braccio.
"Questa è l'ultima sera che ci vedremo. Domani parto per New York, sai?" disse lanciando un occhiata a sua zia, che le annuì sorridendo.
Era d'accordo e le dava il permesso di partire.
"Oh mi mancherai tanto" disse dispiaciuta.
"Ma non ti preoccupare ogni tanto vi verrò a trovare e vi telefonerò ogni giorno" le sorrise Chelsea e la piccola ricambiò.







Un ora dopo Ash era tornato a casa sua e Chelsea aveva finito di prepare la sua valigia. Sua zia entrò in camera sua.
"Oh Chelsea quanto sei cresciuta... Mi ricordo ancora il giorno in cui sei nata. Mia sorella era così contenta di aver avuto una femminuccia. Eri una bimba splendida e ora sei una donna splendida... che sta partendo"
Chelsea le se avvicinò e l'abbracciò.
"Credo che sia la cosa giusta andarmene da questo posto. È stato un inferno per me e voglio che rimanga un lontano ricordo."
"Hai assolutamente ragione. Ash è fortunato ad averti. Buonanotte Chelsea e arrivederci"
"No zia, sono io a essere fortunata ad avere uno come Ash" pensò Chelsea e la baciò.





La mattina successiva Chelsea si svegliò molto presto e scese sotto il portico di casa sua. Era una giornata calda e soleggiata.
"Eccola" gridò Beth, salutandola dal finestrino del furgone grigio appena arrivato davanti casa.
I cinque parcheggiarono e le andarono incontro.
"Beth cosa hai fatto al braccio?" chiese preoccupata Chelsea appena la vide.
"&E' una lunga storia. Ti racconterò tutto una volta in viaggio" le rispose e l'abbracciò.
"Ti sistemo la valigia nel bagagliaio Chelsea" si propose Michael.
Chelsea lo ringraziò.
"Allora ragazzi dirigiamoci all'aeroporto o non arriveremo mai a New York" comunicò Calum.
I sei montarono a bordo e Luke partì. Ash prese la mano a Chelsea e le sorrise.
"Ash dopo questo concerto non voglio che tu lasci la band per me. Puoi rimanere con tutti noi se ti fa piacere e poi andremo a vivere insieme".
"D'accordo. Qualunque cosa tu mi chieda io la farò" le rispose e poi la baciò.
Nei mesi successivi la madre di Ash lasciò il marito violento e conobbe un uomo che era il contrario del suo ex. Riguardo a Chloe e Annah, le due furono espulse dalla scuola e il professore di ginnastica si dimise. Dopo l'espulsione Annah si pentì di tutto ciò che fecero passare a Chelsea Hall mentre Chloe non lo fece ma decise di lasciarla in pace finalmente. La band diventò sempre più famosa e Beth diventò la migliore amica di Chelsea. Le cose tra lei e Ash andavano a gonfie vele e Chelsea si augurò che sarebbero rimasti insieme per sempre. Finalmente qualcuno era venuto a salvarla, pensò la ragazza che poi chiuse gli occhi e si fece illuminare il volto da un raggio di sole che trapassava dal finestrino

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3083615