Age Of Demons

di Defiance
(/viewuser.php?uid=504929)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Disclaimer: Teen Wolf e i suoi personaggi non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.






Age 
of
Demons





1





 
"Ultimo primo giorno di scuola, Scott! Ultimo primo giorno di scuola!!!"
Tuonò un euforico Stiles, saltellando attorno al suo migliore amico di sempre e dandogli una pacca sulla spalla.
"Nella speranza di avere solo la scuola cui pensare quest'anno" sospirò l'altro, pur non credendo nemmeno lui alla possibilità di condurre una vita normale, neanche per un breve lasso di tempo.
"Oh, andiamo. Non essere così negat..."
Stiles avrebbe voluto davvero terminare la frase, ma un gruppo di ragazzi vestiti in pelle nera, fece il suo trionfale ingresso nella scuola, attirando tutti gli sguardi dei presenti.
C'erano due ragazzi dai capelli neri e gli occhi scuri, fisico scolpito e un'agilità nei movimenti che fece subito pensare loro ad una competizione all'interno della squadra di Lacrosse; uno di loro, stringeva la mano ad una giovane, forse più piccola di lui, dai lunghi capelli biondi e le iridi di un disarmante verde acceso.
Accanto a lei, un tipo dai riccioli d'oro e gli occhi azzurri come il mare camminava disinvolto, probabilmente consapevole dei muscoli che esibiva spudoratamente e delle occhiatine rapite che le ragazze della scuola gli stavano rivolgendo; si assomigliavano al punto che Stiles pensò potessero essere gemelli.
Forse era il loro pallore a suggerirlo, ma quella constatazione lo portò a notare che erano tutti pallidi. Bianchi cadaverici. 
A guidarli, infine, c'era una fanciulla dai lunghi e mossi capelli rossicci e gli occhi neri come la pece; si muoveva autoritaria, come se fosse l'alpha e gli altri i suoi beta.
"E quelli chi sono?"
Scott fece spallucce e provò a studiarli con i suoi poteri da licantropo, non ottenendo però alcun risultato.
"Non lo so... hanno uno strano odore, però" notò e nell'esatto istante in cui terminò la frase, quella che percepiva essere la leader del gruppetto diresse il suo sguardo di ghiaccio verso di lui e abbozzò un sorriso. 
Fu un istante, talmente tanto rapido che il giovane credette di esserselo immaginato.
"Sono licantropi?" indagò Stiles, avrebbe davvero voluto incontrare qualcuno di normale, ogni tanto.
"Lo scopriremo" gli assicurò, poi si richiuse l'armadietto alle spalle e si incamminò verso la classe dove avrebbe dovuto tenersi la loro prima lezione dell'anno.

Fu istintivo gettare lo sguardo sul banco che era stato sempre occupato da Kira finchè i genitori non l'avevano costretta a tornare a New York, poi su quello dove era solita accomodarsi Allison prima che... beh, non voleva pensarci.
L'universo doveva aver deciso di accanirsi contro di lui e distruggere ogni sua relazione, ne era sicurissimo; forse era il prezzo da pagare per essere un vero alpha.
"Indovina quale membro del tuo branco ha deciso di fare ritorno a Beacon Hills" lo sfidò una voce alle sue spalle, riportandolo alla realtà.
"Isaac!" esclamò contento Scott, dandogli il ben tornato con un abbraccio fraterno. 
"Cosa mi sono perso?"
L'alpha cercò di sintetizzargli gli eventi dello scorso anno, degli assassini che avevano ripetutamente cercato di ucciderli, del fatto che la mente di tutto ciò fosse stata Peter Hale e di come se l'era data a gambe levate dopo l'intervento dei Cavalera.
"Wow! Decido di staccare la spina per un po' e rischio di perdere il mio alpha e tutto il branco" ironizzò l'altro, gettando un rapido sguardo al banco di Allison e incupendosi leggermente.
No, Scott non aveva intenzione di parlare di lei con lui; non aveva intenzione di parlare di lei e basta.
Si concentrò su Lydia che aveva una strana espressione dipinta in volto, come se stesse per percepire qualcosa, ma poi si rilassò quando la vide ricambiare il suo sguardo e sorridergli; alla sua sinistra, Malia e Stiles parlottavano sottovoce del loro programma di studi del pomeriggio, come se non fossero affatto consapevoli che lui ed Isaac potessero sentire tutto.
"Sei stato solo per tutto il tempo?" 
L'amico scosse il capo. 
"Sono stato con Ethan e Danny, a Londra, da Jackson. A proposito, sono tornati anche loro"
"Jackson ed Ethan sono tornati?" chiese incredulo McCall, spalancando la bocca per lo stupore.
Non pensava fosse possibile.
"Vogliono fare parte del tuo branco, non fare quella faccia sorpresa" 
"Jackson vuole fare parte del mio branco?" ripetè sempre più sbigottito il ragazzo, esibendo un'espressione che fece scoppiare a ridere Isaac.
"Non crederai mai a quanto è cambiato" 
"Questo banco è libero?" domandò a quel punto una sensuale voce che costrinse Scott a voltarsi per guardare negli occhi chi gli stava parlando.
Ed eccoli di nuovo, freddi, neri, quegli occhi che aveva incrociato solo pochi minuti prima, lo scrutavano in attesa di una risposta.
Annuì.
C'era un tale gelo attorno a quella sconosciuta che continuava ad attirarlo, come se avvertisse la necessità di scoprire cosa la rendesse così diversa dal resto delle persone in quella stanza. 
Si riscosse dai suoi pensieri solo quando il frastornante suono del fischetto del Coach gli perforò i timpani, attirando la sua attenzione.
"Uh, Lahey! Ben tornato! E ho saputo che anche Jackson quest'anno sarà di nuovo dei nostri! Con voi, Dunbar e McCall vinceremo sicuramente il torneo quest'anno!" 
Stiles scosse la testa. Quell'uomo viveva solo per il Lacrosse.

Quando suonò la campanella che sanciva la fine di quell'estenuante giornata, Scott quansi stentava a crederci; sapeva che ad attenderlo dopo scuola c'era il lavoro, ma stare da Deaton gli piaceva e quindi non se ne lamentava affatto.
Era già sulla moto, pronto a partire, quando Stilinski gli si accostò con l'auto e abbassò il finestrino.
"Questa sera c'è la festa a casa di Lydia. Ci sarai?" 
Lui annuì e lo salutò con un cenno della mano.
Proprio in quel momento, però, qualcosa attirò la sua attenzione: era di nuovo quella ragazza, quella nuova. Aveva parcheggiato la moto accanto alla sua, per cui aveva finalmente l'opportunità per scoprire qualcosa in più sul suo conto.
"Una ragazza che va in giro con una moto? Potrei pensare che sei una tipa tosta" 
Cercò di attaccare bottone, non proprio sicuro di ciò che stava dicendo; le si voltò, scostando indietro i suoi rossi capelli e, senza nascondere un sorrisetto malizioso, indossò il casco.
"Lo sono" gli assicurò, accendendo il motore con un rombo e sfidandolo con lo sguardò.
Poi sfrecciò via e a Scott non restò altro che seguirla al massimo della velocità.
Erano testa a testa quando due moto gli si accostarono.
"Fermati!" gli urlò contro, accelerando, con la chiara intenzione di seminarlo.
Il giovane corrugò la fronte e si accorse che i tipi le stavano alle calcagna, cercando di disarcionarla in tutti i modi. 
Quando McCall li raggiunse, uno di loro volse lo sguardo verso di lui e li vide: non avevano pupille, i loro occhi erano completamente neri.
Rimase così sconcertato che quasi perse il controllo del veicolo; poi lo notò: la sconosciuta aveva tirato fuori una frusta e aveva scaraventato fuori strada uno dei suoi inseguitori. L'altro, però era nel frattempo riuscito a farla cadere sull'asfalto, ma non se ne rese conto in tempo e finì col caderle accanto.
"Stai bene?" le chiese, preoccupato, ma lei ringhiò e si tolse il casco stizzita.
"Ti avevo detto di andartene!" sbottò, estraendo un pugnale dallo stivale e lanciandolo dritto nel petto del tipo che l'aveva disarcionata, il quale si dissolse immediatamente dinnanzi ai loro occhi.
"Che accidenti era quello?!" esclamò Scott, confuso da quegli avvenimenti come mai lo era stato in vita sua.
La sconosciuta sbuffò e si rimise in piedi.
"Quello era un demone" spiegò, saltando di nuovo in sella della sua moto.
"Un demone" ripetè sarcastico l'altro, "un demone. Fantastico."
"Ci sono molte cose che devi ancora imparare del nostro mondo, Scott McCall" asserì con fare emblematico lei,  facendolo sbiancare.
"Come sai il mio nome?"
"Quando sei in giro per molto tempo, impari un sacco di cose" rispose lei con un'ulteriore dose di evasività che irritò a tal punto il giovane da fargli spuntare gli occhi rossi.
"Non sono un tuo nemico. Non sono qui per combattere te" lo informò, facendo per partire, ma vendendo immediatamente bloccata da Scott. 
"Chi sei?" le domandò autorevole, ma lei si limitò a sorridergli divertita.
"E come sai il mio nome?"
"Caitlin. Caitlin Blood." si arrese infine, "E tutto il mondo soprannaturale sa chi sei, McCall. Il Vero Alpha. Non è esattamente qualcosa che si sente tutti i giorni"
Sentendo quelle parole, il giovane lasciò di scatto la presa sul suo avambraccio, una distrazione che la fanciulla non si lasciò scappare e corse via.
Scott imprecò, ma non la seguì; l'avrebbe sicuramente rivista.
Andavano a scuola insieme, dopo tutto.




Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti!
Questo è il mio orribile esordio in questo fandom.
Non so neanche da dove mi sia uscita questa storia, nè tanto meno perchè io abbia deciso di
pubblicarla, ma mi auguro di cuore che a qualcuno piaccia.
Se vi va, lasciatemi una recensione per dirmi cosa pensate a riguardo, ne sarei davvero felice,
qualunque sia la vostra opinione.
Alla prossima,
Bell.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


2



"E sei sicuro che non abbia... si, insomma, cacciato le zanne?"
"Stiles te l'ho già detto, forse un milione di volte: sono sicuro. Non è un lupo mannaro" ripetè ancora Scott, cercando qualcosa di decente da indossare per il party dato da Lydia.
"Quindi è qualcos'altro?" insistette l'amico dall'altro capo del telefono, mentre Malia gli sventolava davanti tre vestitini, cercando consiglio su quale utilizzare quella sera.
"Non ne ho idea."
"Ma non credi sia umana. O... completamente, umana" 
"Io... Quella ragazza... i suoi amici... Hanno tutti qualcosa di strano. Penso che dovemmo indagare" ammise l'alpha, il quale voleva portare alla luce tutto il mistero che avvolgeva i nuovi arrivati in città.
"Credi che stasera si presenterà alla festa?" chiese Stiles, scegliendo uno a caso dei capi, onde evitare di fare arrabbiare la sua dolce metà.
"Lo spero proprio"


Quando Scott, Stiles e Malia giunsero alla villa di Lydia, rimasero sconvolti da ciò che gli si parò davanti agli occhi.
La fanciulla, infatti, non aveva badato proprio a spese: vi era alcol ovunque - e McCall pregò che non fosse stato corretto con dello strozzalupo, di nuovo -, musica ad altissimo volume e una marea di gente che si scatenava in piscina e in casa.
Vicino alle scale che portavano alla sala notte, Isaac parlottava con Ethan e Danny, mentre più in là, in un angolino, Jackson e Lydia stavano avendo il confronto che per tutti quegli anni entrambi avevano agognato.
Pur essendo travolto dalla musica, Scott era, però, molto concentrato: aveva qualcuno da trovare.
Poi la vide, avvolta in un nero tubino di pelle, Caitlin Blood che ballava, le braccia attorno al collo del biondino che faceva parte del suo gruppetto, le cui mani erano adagiate possessivamente sulla schiena di lei. 
Non se lo seppe spiegare, ma provò un improvviso moto di fastidio; non credeva che ci fosse del tenero tra loro, non lo avevano dato a vedere quella mattina a scuola.
Forse, cosa più probabile, era semplicemente tutta quella situazione ad irritarlo, il non sapere nulla su quei tipi e l'attacco di quei mostri del pomeriggio.
Non ne aveva ancora parolato con Deaton, voleva prima farsi un'idea di ciò che stava accadendo. O quanto meno, scoprire l'essenziale per riuscire a spiegargli ciò che stava succedendo.
Decise di andare a bere un drink, prima di impazzire completamente, anche se in realtà l'alcol non aveva alcun effetto su di lui.
Arrivarono chiari, alle sue orecchie, i commentini di una ragazzina che conosceva ormai molto bene: era del secondo anno e aveva iniziato praticamente a stalkerarlo qualche mese prima.
Sicuramente era riuscita ad imbucarsi, Lydia era troppo presa da Jackson per farci caso.
"Quel McCall... Ha un fisico da paura... Cosa non gli farei"
Scott sorrise.
"Beh, che aspetti? è la tua occasione! Anya, è solo! Cosa che normalmente è quasi impossibile... muoviti!"
L'alpha spalancò lo sguardo, allarmato e, nel panico, cercò qualcuno con cui potesse intrattenersi per evitarla, ma la persona più vicina a lui era proprio... Caitlin. 
Pensò che, tanto, se il suo ragazzo avesse attaccato briga, lui non si sarebbe comunque fatto male e, con uno scatto, la raggiunse e la strinse tra le braccia.
"Balli con me?" 
Buttò lì su due piedi, mentre le iridi confuse della fanciulla lo fissavano perplesso. 
"No" rispose secca, liberandosi con uno strattone della sua presa.
"Andiamo! Prima o poi dovrai parlarmi" insistette lui, ma la bruna gli sorrise impertinente e indicò la tipa che avanza verso di loro.
"Ehi, guarda! Sono sicura che lei sarà più che felice di ballare con te!" esclamò, facendogli sgranare gli occhi, poi gli diede una pacca sulla spalla e lo lasciò lì, impalato, ad osservarla allontarsi; riusciva a sentire le sue risatine divertite, evidentemente non era stata in grado di reprimerle.
Non capiva se lo stesse prendendo in giro, se stesse giocando con lui o se semplicemente fosse matta da legare.
Fatto stava, che lo aveva incastrato ed Anya gli si era appiccicata addosso come una cozza; sorrise di circostanza, maledicendo la nuova arrivata e sè stesso per essere andato proprio da lei.
Sentì la voce di Stiles presentare Malia ad Isaac, Ethan, Danny e Jackson, poi Lydia che raccontava gli avvenimenti più recenti agli amici... e infine una fredda voce profonda, pronunciare il suo nome.
"...con McCall? Che accidenti ti salta in mente, Caitlin?"
"Non stavo flirtando proprio con nessuno. Mi aveva chiesto di ballare ed io ho rifiutato"
"Non prendermi in giro! Ti ho vista migliaia di volte respingere dei ragazzi e con lui non lo stavi facendo! Ti ho sentita... e ti conosco abbastanza bene da sapere che lo stavi provocando"
"Ora basta, Alexander. Devo forse rammentarti che non sei nella posizione di impartirmi ordini?"
"No, hai ragione. Sei tu l'alpha. Spero solo di non doverti ricordare che l'ultima volta che uno di noi ha avuto una storia con un lupo mannaro non è finita bene"
Scott si pietrificò di colpo.
Come aveva fatto a sentirli? Cosa voleva dire con quelle parole? Come sapeva così tante cose di lui?
Anya lo guardò interrogativa e poi esclamò: "che succede? Perchè ti sei fermato?"
A quel punto, Caitlin si girò verso di loro per un istante, poi prese il suo amico per il braccio e lo strattonò fuori dalla calca.
Contemporaneamente, udì Stiles chiedere a Lydia cosa avesse, se stesse percependo qualcosa, e li raggiunse di corsa, lasciando sola la povera sventurata.
"Ma insomma, fai sul serio? McCall!"

"Lydia... Lydia che succede?"
Le domandò, scuotendola per un braccio.
"Io... Sta per succedere qualcosa... Sento..."
"Cosa senti?" la incalzò Stiles, mentre gli altri scrutavano l'area allarmati.
"Oscurità" disse solo lei, innescando l'istinto di Scott, che si precipitò fuori dalla villa.
Il resto del suo branco lo seguì immediatamente.
Non dovettero andare molto lontano, perchè a una trentina di metri dalla villa, scorsero Caitlin e il biondino, che aveva chiamato Alexander poco prima, combattere con tre sagome scure.
La giovane ne colpì una con una lama e, proprio come era accaduto nel pomeriggio, questa si dissolse. 
Ma la seconda era pronta a colpirla e ci sarebbe riuscita se Scott non si fosse avventato sull'altra, mostrando i canini e conficcandole gli artigli nel collo, facendola scomparire.
Il biondino, che nel frattempo aveva sconfitto la terza figura, a quel punto li fissava con gli occhi pieni di odio.
Ma l'alpha non se ne accorse neanche, tant'era concentrato a studiare il volto della rossa che, rilassandosi, tornava alle sue consuete sembianze.
"Che cosa sei tu?" le domandò spiazzato, ma quella si limitò a imprecare e a scappare.
No, non a scappare, perchè se avesse corso l'avrebbe comunque potuta raggiungere: in un batter d'occhio, lei e il suo amico erano spariti; completamente volatilizzati.
Non aveva mai visto nessuno così veloce.
"Scott! Scott, stai bene?! Che accidenti è successo?" chiese Isaac non appena gli fu accanto, ma il giovane si limitò a guardarlo e a scuotere il capo.
"Non ne ho idea"

Era deciso a metterla alle strette.
Era deciso ad ottenere delle risposte, con le buone o con le cattive; Caitlin avrebbe dovuto parlare.
Così Scott si appostò in un angolo, aspettando che lei si recasse presso il suo armadietto, in modo da bloccarla.
Non appena la vide, le fu immediatamente alle spalle.
"Noi due dobbiamo parlare"
Lo disse con il tono più determinato che riuscì a tirar fuori, cercando di farle capire che non aveva alcuna scelta se non quella di sputare il rospo.
La fanciulla gettò un rapido sguardo alla sua sinistra - e l'alpha notò che il resto del suo gruppo era lì, intento ad osservarli -, poi sbuffò.
"Non credo proprio"
Continuò ad armeggiare all'interno dell'armadietto, ignorandolo completamente.
"Ti dico che dobbiamo parlare" ripetè convinto Scott, serrando i pugni e guardandola minaccioso.
Caitlin alzò un foglietto, ringhiò e si voltò verso di lui di scatto.
"Non minacciarmi. Un mio gesto e i miei amici ti saranno addosso. Vuoi davvero che l'intera scuola veda chi sei veramente?" gli intimò, sbattendo l'anta e allontanandosi da lui a grandi passi.
Ma McCall aveva letto ciò che riportava il biglietto, era un messaggio:
"Loro non si fidano di te.
Nei boschi, dopo scuola.
Da soli."

"Non avrai intenzione di andare sul serio?"
Stiles aveva provato e riprovato a dissuadere il compagno dall'accettare l'invito della misteriosa ragazza.
Per quanto ne sapevano, poteva anche essere una trappola architettata contro di lui, ma Scott non ne aveva voluto sapere: era deciso ad affrontare Caitlin e farsi rivelare tutto.
"Devo andarci. E devo essere da solo. NON UNA PAROLA con Isaac e gli altri. Sono stato chiaro?"
"Chiarissimo" confermò Stilinski, deglutendo ed ingoiando l'amaro in bocca che il tono e la testardaggine del suo amico gli avevano causato.
"Ne parliamo quando avrò finito"
Concluse l'alpha, dopo di che partì in sella alla sua moto e svanì nell'ombra.








 
Angolo Dell'Autrice
Salve, eccomi qui con il secondo capitolo!
Non so quando riuscirò a scrivere e pubblicare il terzo, quindi mi auguro che questo
vi sia piaciuto e che valga la pena un po' di attesa.
Spero che mi facciate sapere cosa pensate circa questa storia un po' strana e 
ci tengo a ringraziare AllisonHermioneEverdeen per aver recensito le mie storie e per
i complimenti che mi ha rivolto.

Bell:)

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3109860