8 rules of writing

di abhainnjees
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***



Capitolo 1
*** I ***


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Chuck si rigira sul divano, sbattendo la faccia contro il reggi spalle in pelle. Da un’ora sta cercando di dormire sul divano perché nel letto non riusciva a respirare, soffocava dentro quel letto. Sul divano però è anche peggio; deve esserci una qualche finestra aperta, qualcosa che spieghi queste folate di improvviso vento freddo, perché altrimenti tutti i suoi brividi sarebbero soprannaturali
-Buonaseraaaaaaaaa
Il tetto del salotto di Chuck si briciola, col ritmo prolungato di quella “aaaa” ripetuta, sotto il peso di qualcosa di gravoso, pesante, rosso e metallico..
-Iron-Man?
Precisiamo che solitamente Chuck non parla con la voce stridula e smielata, ma cercate di comprenderlo, Iron-Man gli ha appena bucato il soffitto! Ora immaginate, pezzi di intonaco che crollano, un vento freddo che solleva le polveri fini dei residui delle macerie, un calore fortissimo dritto in faccia proveniente dai retropulsori –ehm.. i piedi- del grande uomo d’acciaio al centro della stanza, il quale con un gesto teatrate e ampio, sta salutando il suo pubblico –Chuck vive da solo- e allargando le braccia come segno di magnificenza. Secondo voi che colonna sonora ci andrebbe bene? Qualcosa di epico sicuramente! Una musica tutta batteria e chitarre elettriche che strambellano sulle note più alte.. finchè il nostro eroe non si toglie la maschera. A questo punto credo che la musica finirebbe con un qualche accordo stonato, come a sottolineare l’ironia della scioccante rivelazione.
-Ma tu non sei Robert?
No, non era Robert Downey Jr. Al suo posto, incorniciato dal resto dell’armatura che gli copriva la nuca, spuntava un visino curioso e impertinente, con un naso un po’ inquietante e un mento sproporzionato.
-Hey che ti aspettavi? Si fa quel che si può cocco! Lo sai quanto mi è costata questa faccia? Sforzati di apprezzarla, come io mi sforzo di apprezzare la tua!
Velocemente Chuck pensa a ciò che vede quando si guarda allo specchio, e si chiede cosa c’è che non va nel suo aspetto. Sarà la barba incolta? Saranno le occhiaie? O forse i denti? Ma no, lui è bellissimo e questo tizio e solo geloso!
Deciso a denunciarlo per disturbo alla quiete pubblica, Chuck afferra la cornetta per comporre un qualsiasi numero di emergenza, anche se non gliene viene in mente neanche uno. Ma la cornetta gli sparisce da sotto il naso e al suo posto gli ricadono sulle mani decine di piume.
-Ma che cazz?
-A chi vuoi chiamare? No, no, non si fa!
-A chi voglio chiamare? Senta lei, mi ha appena demolito il soffitto, è entrato a casa mia senza invito, mi ha fatto sparire il telefono e mi ha detto che sono brutto! Io la denunci..
Puf. Chuck viene avvolto da una fascia ruvida all’altezza della bocca, che si stringe e si annoda –con un fiocchetto- da sola dietro la nuca.
-“Taci e ascolta il messaggio di Dioo! Sei stato scelto! Sei un profeta! E scriverai dei tuoi sogni e così la parola si compierà come sempre e per sempre!” Si lo so è una cazzata ma il mio capo mi ammazza se sbaglio una sola virgola.*Accetta la chiamata e non ti sarà fatto alcun male, rifiuta e morirai! Allora perché non rispondi?
Chuck alzò le sopraccigli stupefatto, perché non rispondeva? Perché aveva la bocca bendata ecco perché!
L’annunciatore per fortuna si accorse dei disagi logistici e schioccando le dita lo liberò dalla fascia.
-Anche se volessi non potrei. Io non sono uno scrittore, avete sbagliato persona tu e i tuoi amici burloni.
-Ho ma questo non è un problema, la maggior parte dei profeti aveva l’istruzione di un pecoraio! Vediamo.. autore preferito?
-Jane Austan.
-Per Dio, un po’ di virilità! Allora, autore preferito?
-Non saprei.. Neil Gaiman ?
-Perfetto! Neil Gaiman ha stilato una lista di otto regole della scrittura. Basati su quelle.
E con un rombo di motori - o uno sguizzo d’ali- l’uomo se ne andò bucando la parete destra dell’appartamento di Chuck che dava sul giardino e urlano un “a domani”.
Chuck non prese la cosa seriamente, ma incuriosito si mise al computer e digitò “Neil Gaiman 8 regole per la scrittura”. Aprì il primo file e lesse:
#1 SCRIVI.
Inutile precisare che tirò giù quanti più santi e madonne conoscesse. Voi che avreste fatto altrimenti?



NdA: eccomi con un'altra storia per questa serie scema e (spero) simpatica. Primo capitolo, prima domanda per voi: fatemi un favore, chiudete un occhio e fate finta che Chuck abbia pubblicato tutti i suoi romanzi con qualche mese di distacco l'uno dall'altro, così che questa storia si possa ambientare nella seconda stagione! ;)
Che dire, spero che vi farà ridere anche quest'avventura !!

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Capitolo 2
*** II ***


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Quando Gabriel – e si, era Gabriel l’idiota in fissa con la Marvel- svolazzò nel salotto di Chuck, non poteva credere ai suoi occhi.
Il magnifico profeta, il sommo servo di Dio per terra circondato da un liquido giallastro e maleodorante: birra! L’angelo si accovaccia e accarezza il poveretto inerme:
-Così impari a bestemmiare, stronzo!

Quando Chuck si sveglia Gabriel ha avuto sufficiente tempo a disposizione per frugare d’appertutto in casa sua –o in quello che ne rimane- da sapere ormai persino quante paia di calzini possiede.
-Oh! Sei tornato! Dov’è il boia? Voglio morire!!
-Vaneggi. Tu hai un grande compito, e devi portarlo a termine, nolente o dolente.
-Quindi non mi ucciderai?
-Sei pur sempre un figlio di Dio.
-Peccato..
-Desideri la morte?
-Certamente! Almeno smetterei di soffrire.
-Ma se non hai neanche iniziato? Andiamo non può essere così tragico, guarda che i nostri editori lassù si accontentano di una grammatica elementare, poi pensano loro a virgole e impaginazione, il tuo lavoro è minimo! Su su, che cosa diceva il primo punto della lista delle regole della scrittura di Neil Gaiman?
-Scrivi.
-Gran consiglio del cazzo! Bhè è già qualcosa! Vuol dire che devi scrivere. Che dice il secondo punto?
- Dice di “Mettere una parole dietro l’altra. Trova la parola giusta e scrivila.”
-Certo che è intelligente sto tizio. Ma questi sono consigli preziosi! Andiamo siediti al computer e metti una parola dietro l’altra.
-E cosa dovrei scrivere? Ti rendi conto che ieri mi hai lasciato senza alcuna informazione! Che devo scrivere?
-Non te l’ho detto? Possibile? Ah l’età, non ho più milleseicentocinquantanove milioni di miliardi di anni come una volta! Allora devi scrivere il Vangelo dei Winchester.
-Dei fucili? Ma lì in paradiso non siete pacifisti?
-Certo che siamo pacifisti! Disprezziamo la guerra e amiamo l’armonia! Ma che ti viene in mente? Devi scrivere il vangelo di Sam e Dean, che di cognome fanno Winchester.
-Mi avete ingaggiato per scrivere un romanzo rosa?
-Sam e Dean sono fratelli, ignobile essere! Devi narrare le loro avventure che porteranno verso il compimento del progetto di Dio.
-Mi parli di loro?
-Di chi?
-Di Sul e Don.
-Sam e Dean. Si chiamano Sam e Dean, uno è un bestione alto un’infinità di metri, con dei capelli fluenti e corvini, l’altro e un omone cosparso di lentiggini e con due occhi enormi che gli escono fuori dalle orbite di colore verde. Ti basta? Adesso scrivi!!!
Queste poche, stupide e insensate parole bastarono per risvegliare in Chuck il suo dono. D’un tratto immagini chiare e nitide li riaffiorarono nella memoria, come ricordi di un passato mai dimenticato. Il volto della giovane Mary mentre piange sul cadavere di John, che poco dopo riprende conoscenza, i loro momenti felici da fidanzati e dopo quelli da marito e moglie. L’arrivo del piccolo Dean, le sue prime parole, i suoi capricci, le sue risate che echeggiano tra le mura di casa quando il papà ritorna da lavoro. Poi Sam. Sam e la notte dell’incendio, Sam e il demone dagli occhi gialli, Sam che scappa di casa, che se ne va a Stanford. Poi John, che addestra Dean senza mai piegarlo, e che poi muore pur di riaverlo indietro. E ancora Dean, troppo spaventato per ragionare lucidamente, mentre scambia la sua vita per quella del fratello. Poi Castiel, gli angeli, i demoni e i sigilli, verso l’Apocallisse.
Come come? Dean non è ancora andato all’Inferno? Ma che ?
-Sam è il bestione e Dean il pricchioloso. Ma..
-Vedo che finalmente ti sei ricordato! Ce ne hai messo di tempo. Su, adesso una parola dietro l’altra scrivi tutta la Genesi.
Chuck rabbrividì.
-Da dove devo partire?
-Dall’Impala mi sembra ovvio!
-Vorrei lasciarla per la fine quella storia, sai per una scelta stilistica.. posso partire da quando Dean va a prendere Sam per cercare John?
-E tutto quello che viene prima?
-Scelte stilistiche.
-Si, certo come no. Vedi di essere già a buon punto quando torno.

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Capitolo 3
*** III ***


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Gabriel si rimaterializò ancora una volta nel soggiorno di Chuck, lamentandosi del freddo.
-Ma cos'è non lo sai pagare il riscaldamento come fanno tutti?
-Veramente fa freddo perché ci sono dei buchi enormi nel mio soffitto e sulla parete.
Gabriel arrossisce come un ladro – o come un demolitore di soffitti travestito da Iron- Man, fate un po’ voi- e con uno schiocco di dita aggiusta le due voragini.
-Allora, prode profeta hai portato a compimento l’opera?
-Gabriel perché usi questo linguaggio? “Prode profeta”?? “Portato a compimento”? Tu sai benissimo che io so che il tuo gergo quotidiano è pari a quello del diavolo in persona. Perché diavolo parli in questo modo ampolloso?
-Non nominare mio fratello per favore! Quello mi deve tutto l’oro del mondo e che fa? Scappando dalla giustizia cade dal balcone e precipita sulla terra! Povero cuoricino piccino pucciò. Così incompreso!
-Gabriel rispondi!
-A già si, perché ti prendo in giro razza di babbano!
-E ti pareva!
-Hai detto qualcosa?
-“Non mi pareva”, ho detto “non mi pareva”. Scherzo ben riuscito Gabriel.
-Grazie! Come va il lavoro?
Chuck gli fa segno con la mano di avvicinarsi alla sua postazione e clicca una cartella chiamata “Non aprire” che conteneva dei file numerati. Li schiaccia tutti, l’uno, il due , il tre, il quattro, il cinque, il sei, il sette.. fino al numero trentadue.
-Ta- tan!
Gabriel che sulle prime sembrava entusiasta, cambia radicalmente quando si accorge di un inquietante dettaglio.
-Chuuuuuuuuuuuuuck! Fammi vedere bene tutte le storie..
-E perché? Eh.. che.. che ti credi? Che sei migliore di me?
-Chuck fammi vedere!
-Giammai!
Almeno ci ha provato, Gabriel lo sposta con un ennesimo schiocco di dita e fissa il computer per alcuni secondi.
Analizza file dopo file e il suo dubbio si trasforma in un’atroce certezza.
-SONO INCOMPLETE!
-Perdonami, non l’ho mai fatto prima!
-Tu devi soltanto scrivere il finale che ti appare nelle visioni! Che c’e` di difficile. Lo dice pure Neil Gaiman! La terza regola e` ‘finisci ciò che stai scrivendo, qualunque cosa tu debba fare per finirlo, finiscilo’.
-Ti prego Gabriel aiutami, da solo un ce la faccio…
- E non mi pregare! Cos’e` che non riesci a fare.
- Non ce la faccio. Non posso far succedere quelle cose.. non voglio mandare Dean all’Inferno, non voglio vedere Sam afflitto, non voglio distruggere la loro vita. Io li vedo! Vedo quello che verra’ dopo e non voglio scriverlo. Mi si stringe il cuore ogni volta che devo aggiungere una battuta!
-Ma tu DEVI scriverlo! Devi narrare le loro imprese e far si che il progetto di Dio si compia, Chuck tu sei il solo.
-Non voglio! Dean non sarebbe mai sceso dalla ruota delle torture se fosse stato informato..
- Si, e mo secondo te glielo andavano a dire!
- Ma non e` giusto! Io non voglio.. non voglio essere la causa di tanto dolore!
Gabriel sorride magnanimo. Ultimamente molta gente che conosce sta facendo storie per ‘l`operazione Winchester’ e anche lui non riesce ad andare avanti con un fardello cosi` pesante. Si chiede in continuazione quale sia la parte bella nel conoscere ogni cosa e non poter evitare le sofferenze alle persone che non se la meritano. Col tono più gentile che conosce, Gabriel risponde a Chuck, con le stesse parole che si ripete giorno dopo giorno.
-Cerca di avere fede. Fidati di Lui. Mettiti nelle sue mani e metti a disposizione del mondo le capacita’ che ti sono state donate e fidati. Ovunque Dio stia conducendo quei due, tranquillo che non li mandera’ a fanculo!
-Poetico.
- Oh andiamo, prima dici che odi il mio linguaggio raffinato e poi ti lamenti.. sei pesante sai.
Chuck ride sottovoce e chiede
-Credi davvero che se la caveranno? Che Dio li aiutera’ a non diventare dei burattini?
-Credo che non permetterebbe mai che una persona come te si sporcasse le mani.
E Chuck sorride a Gabriel, e Gabriel sorride a Chuck.

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Capitolo 4
*** IV ***


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Ormai si può dire che Chuck aspettasse con ansia l’arrivo di Gabriel, e quel giorno in particolare, appena sente il suo inconfondibile battito d’ali, gli salta al collo.
-Oh Gabe, ho delle bellissime notizie.
-Hey giovanotto, bada allo spazio personale!
-“ Spazio personale”? Sarebbe una fantastica battuta da far dire a Dean, oh Gabe tu sei sempre così pieno di idee!
-Allora cos’hai?
-Ho continuato i sogni Gabe! E le cose non vanno come ci aspettavamo noi, Sam e Dean non diventeranno dei vegetali, l’Apocalisse non si scatenerà –bhè non del tutto almeno-, e ci sei anche tu, tu che hai una storia con Kali, hai per caso una storia con Kalì Gabe?
-EHMM si, da qualche annetto, ma non ti riguarda! Chuck, non puoi dirmi le cose che mi accadranno. Ma non lo sai che lo spoiler e punibile con la cecità?
-Scusa.. lo sai che ho finito tutto? Sono bravo vero? Sai mi è venuta un’idea!
-Sentiamo.
-Secondo la quarta regola di Neil Gaiman dovrei “portare le mie opere fuori, mostrala a persone rispettabili e a chi piacciono il tipo di cose come la vostra.”
-Dove vuoi andare a parare umano?
-Voglio farmi pubblicare!
-Cosa?
-Ma si, lo hai detto anche tu la scorsa volta che devo usare la mia dote divina per fare del bene al mondo, e sento che se la gente conoscesse le mie storie sarebbe per lo meno più allerta.. sai come funzionano i fandom, uno si appassiona e escono fuori i cult. Così la gente inizia a crederci. Qualcuno potrebbe farsi il tatuaggio anti possessione per fedeltà e salverei delle vite!
-Ma non funziona così, devi prima morire, avere dei discepoli e lasciare che le scritture si compiano!
-I fan saranno i discepoli e poi mi spieghi che senso avrebbe pubblicarle dopo.. nessuna scrittura si adempirebbe se nessuno la conosce!
-Ma il protocollo!
-Ma ne infischio del protocollo! Allora Gabe mi accompagni dal’editore o cosa?
-Va bene, va bene ti accompagno.. sicuro che accetteranno un vangelo?
-E che sono scemo a proporglielo come tale? Andiamo in una casa editrice che vende Horror, e la serie è azzeccatissima!

Ore dopo.
-Ti rendi conto che ti pubblicherà solo perché quella tizia è una cagna in calore?
-E chi se ne frega!
-Hai chiamato un vangelo Supernatural!
-Che nome originale, non credi?
-No, lo detesto!
Gabriel sparisce prima ancora che i due escano dall’edificio dove si sono recati, poche ore prima. Ma Chuck non se ne accorge nemmeno, felice com’è.

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Capitolo 5
*** V ***


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Dalla discussione sull’editoria, Gabriel non si era fatto più vedere per diversi giorni. Quindi Chuck è piacevolmente sorpreso quando lo vede nel soggiorno come se quel battibecco- e si perchè Chuck ripensandoci l'ha capito che avevano avuto un battibecco- non fosse mai avvenuto.
-Chuck sono venuto a chiederti di smettere..
-Con la scrittura?
-Con le pubblicazioni! Dall’alto ci sono stati dei “rimproveri”.
-Ma io non posso smettere!
-Non vuoi!
-E non voglio.. sei solo geloso, lo dice la quinta regola di Neil..
-E io non sono venuto qui a chiedertelo.
-Cosa? Gabriel ti prego non farlo!
-E smettila di pregarmi. Ti avevo avvisato, è contro la procedura. Prima devi morire e poi il cielo ti riconoscerà la gloria in terra!
-No, non puoi! Io non lo permetterò. Io sono un eletto, devo scrivere per forza!
-Ti verranno chiusi gli occhi e tappate le orecchie, nulla più ti sarà rivelato, niente più ti sarà concesso sapere dei piani divini, tu ti sveglierai e vedrai quello che sei davvero, uno scrittore da quattro soldi con pochi lettori!
-Ti scongiuro Gabe!
Tutto finisce in un attimo. Chuck viene svuotato dei suoi ricordi come si va per le brocche col vino, e in poco meno di cinque minuti nella sua coscienza si creano delle voragini insormontabili. Ricorda di essere uno scrittore, e sente in bocca il sapore aspro della birra. Vomita più di una volta e poi si mette al computer. Legge tutti i file e vorrebbe vomitare ancora. Giudica la sua scrittura pessima e in cuor suo ringrazia i decerebrati che leggono questa roba e gli pagano l’affitto. Beve. Birra ovviamente. Poi scrive ancora un po’ su un vecchio file e ne apre uno nuovo. Si intitolerà “Mistery spot”. Inizia a scrivere. Si sente perso, incompleto. Poi si addormenta con la testa sulla tastiera e cancella le 45.000 parole che aveva buttato giù.

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Capitolo 6
*** VI ***


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Chuck è logorato da una strana angoscia. Tutto quello che riesce a fare è ubriacarsi, mentre dovrebbe scrivere, scrivere a secchiate se non vuole essere sfrattato, ma non ci riesce.
È svogliato e cerca di abbozzare qualcosa controvoglia. Vaga sulle piattaforme online alla ricerca di porno scadente e di lezioni di scrittura. Il porno scadente, quello lo trova in quattro e quattrotto, ma nulla su come si scrive un romanzo. O per lo meno nulla di serio. Chuck però riesce a scaricare due o tre video da quello e quell’altro sito e torna sulla pagina bianca, aspettando che la pirateria faccia il suo corso. Scrive cento parole, le rilegge e ne cancella la metà. Poi sorseggia un po di birra e piange. Ma chi glielo ha fatto fare di diventare uno scrittore? È così ubriaco che non se lo ricorda. Va in download e cerca i porno scaricati, ma mancano ancora 3 ore e 78 minuti. Però si accorge di una cartella, chiamata 8 rules of writing e la apre. Tra le tante altre cose non si ricordava neanche di questa. Sono contrassegnati con un asterisco le prime cinque regole, e quindi a rigor di logica preme due volte il mouse sulla sesta immagine. La apre e legge nella mente le parole scritte in grassetto, bianche su sfondo nero.

E quelle semplici parole lo fanno sorridere. Chuck si sente rincuorato. Deve solo andare avanti. Improvvisamente sente un pizzicchio allo stomaco, ma non è il vomito che sta salendo, assomigli di più a una scarica di adrenalina che gli raggiunge le vene e si propaga lungo i capillari, fino a raggiungere i più remoti angoli della sua pelle e a farlo sospirare di.. speranza. Dove solo agire. Dove cambiare. Dove andare in un’altra direzione. Cos’è che aveva scritto recentemente? “Mistery Spot”. Bene avrebbe ricominciato da quello! Apre il file word e si accorge che è vuoto. Tanto meglio, pensa, questo si che è proprio un nuovo inizio.
Pensa ai personaggi, tali Sam e Dean che in questa avventura dovranno vedersela con il Trickestel. L’hanno già incontrato, ma stavolta sarà più spietato.
Decide di concentrarsi sui personaggi. Deve darci un taglio con le descrizioni ambigue e la caratterizzazione zero, che danno come risultati pessime copertine e poco zelo tra gli appassionati.
Forse però i fan sono tali per le bruttissime copertine, quindi evviva le copertine.
Punterà tutto sul carattere dei due. Per una volta li metterà a nudo – più di in ruote 666 e Medison? Non ci credo!- i loro sentimenti –ahhh- e ciò che provano l’uno per l’altro. In pochi minuti butta giù trecento parole che lo soddisfano per la prima volta. È orgoglioso di se stesso e prima di continuare a descrivere la scena in cui Sam e Dean vanno alla porchetta, si ricorda di andare nei download per mettere un’asterisco anche accanto alla sesta regola.

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Capitolo 7
*** VII ***


#7 LAUGH AT YOUR OWN JOKES.

Gabriel – che pensavate? Che mi ero dimenticata di lui?- non se ne era andato per niente. E no, mica funziona così. Il suo capo gli aveva ripetuto un miliardo di volte che non doveva abituarsi allo scrittore. E lui ci era cascato. Ormai non poteva fare più a meno di controllare che Chuck non morisse nei postumi di sbornia o che si lavasse con la frequenza di una persona normale. Ma ogni volta che si abbandonava al desiderio di passare a controllare il suo amico, si riprometteva che sarebbe stata l’ultima. Inflazione dopo inflazione arrivò poi un giorno in cui Gabriel mantenne la sua promessa e non cercò più Chuck. Si limitava a leggere i sui manoscritti, scendeva sulla terra per comprarli regolarmente e spammava con un account finto nella fanbase dello scrittore le frasi scritte meglio e quelle che gli facevano provare molta nostalgia del suo pupillo. In alcune particolari giornate, quando si sentiva disperatamente ordinario, rimpiangeva ancora di più le mille avventure vissute in salotto con Chuck alla ricerca della parola perfetta, del vocabolo migliore o del nome di quel personaggio secondario che doveva fare solo di contorno alla storia ma che per Chuck diventava un’ossessione; nonostante la sua brama di rivivere quelle stravaganti sensazione, Gabriel sapeva che doveva andare così, che le decisioni prese nei piani alti non potevano essere riconsiderate. Chuck nel frattempo aveva sviluppato una nuova ossessione per un nuovo personaggio secondario. Era così entusiasta del nuovo ciclo di romanzi che stava scrivendo con protagonisti gli angeli che aveva scoperto una nuova inesauribile fonte di energia capace persino di farlo sopravvivere senza bere per settimane. Aveva in testa sempre idee nuove sulle caste angeliche, le gerarchie angeliche, le tuniche angeliche, le possessioni angeliche e molto altro ancora. Mentre per gli angeli in se c’era un discorso più ampio da affrontare. per la trama che aveva creato, gli angeli dovevano essere tutti doppiogiochisti e crudeli soldati piumati e gli piaceva descriverli così, ma nonostante non fosse mai stato particolarmente religioso sentiva il bisogno di raccontare la vita angelica anche dal punto di vista dei buoni e così aveva creato dei personaggi molto complessi, nei suoi racconti comparivano anche degli angeli che si ribellavano, che si facevano domande, che desideravano di capire gli umani e di assomigliargli. Per adesso c’erano Castiel, Anna, Brooke e Amanda. Ma nell’ultimo periodo gli era venuto in mente un nuovo personaggio che, per come la vedeva lui, sarebbe stato un successone. Gabriel sarebbe stato il suo nome, un arcangelo con la passione per le torte alla vaniglia che si è da sempre ribellato con sarcasmo e intelligenza al regime angelico. Ma gabe lo faceva arrabbiare, ara come se quel personaggio si rifiutasse di comportarsi come lui desiderava e volesse vivere avventure indipendenti, e lui per ripicca non lo includeva così spesso come aveva inizialmente ideato nei suoi racconti. È come se quell’angelo dal mento sporgente godesse di vita propria e si impegnasse per scombussolargli i piani. Mai gli era capitato di odiare così tanto un personaggio, si lo trovava divertente e gli piaceva scrivere dal suo punto di vista, ma era imprevedibile sapere la direzione che avrebbe preso la storia se il nuovo angelo entrava in scena. Ormai aveva deciso che l’avrebbe ucciso, prima o poi avrebbe scritto della sua morte e si sarebbe tolto un peso. Non può essere che lui, lo scrittore dell’opera, debba litigare con un personaggio inventato. Una volta morto Gabriel non avrebbe dato più fastidio, e allora le cose sarebbero ritornate alla normalità.

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Capitolo 8
*** VIII ***


#8 THE MAIN RULE OF WRITING IS THAT IF YOU DO IT WITH ENOUGH ASSURANCE AND CONFIDENCE, YOU ARE ALLOWED TO DO WHATEVER YOU LIKE. SO WRITE YOUR STORY AS IT NEEDS TO BY WRITTEN. WRITE IT HONESTLY, AND TELL IT AS BEST YOU CAN.

La vita di uno scrittore squattrinato com’è Chuck non può essere definita propriamente interessante, né stimolante o quantomeno piacevole. La sua giornata tipo da quattro mesi a questa parte ormai consiste nel cercare di stare al passo con scadenze impossibili e di mangiare e farsi la barba nei ritagli di tempo. Ormai la casa editrice gli ha affiato una segretaria che fa la spesa e tiene la casa in ordine per lui, affinchè lui si concentri di più sulle consegne. Una vita piuttosto noiosa e a tratti impossibile da gestire. Arrivata la sera Chuck non può fare altro che rimboccarsi le coperte e appisolarsi sul divano, sperando che gli arrivi un’altra visione che lo aiuterà a scrivere il prossimo colpo di scena, e nell’eventualità che ciò accada, almeno è già vicino al portatite, pronto per scrivere prima che l’ispirazione gli passi. Ma quello che gli accade questa notte supera tutte le sue aspettative. Mentre dorme, la visone che gli appare è confusa, sfuggente, un ammasso di immagini sparatagli nel cervello a una velocità costante, pronte a colpire e a rimbalzare nella testa di Chuck come un bumerang. Nulla è chiaro o distinto, solo informazioni vaganti che non riescono ad assemblarsi e che continuano a sfuggirgli. Poi, di colpo si sveglia. Sebbene sa di non aver capito molto, Chuck si affretta ad accendere il pc e a fissare su un anonimo documento word i ricordi ancora freschi. Dopo intense ore di lavoro, quando anche l’ultimo dei rimbalzanti pensieri è stato fissato nero su bianco su una pagina digitale, Chuck decide di stampare il suo lavoro e di tentare di ricongiungerlo logicamente, come un puzzlel. Ed allora, dopo aver ritagliato in sottili strisce tutte le visioni, pezzo dopo pezzo le assembla e scopre che quel personaggio che tanto aveva amato e tanto aveva odiato è un ricordo e che il prossimo romanzo di Supernatural sarà una digressione sulla storia del suo autore, che altrimenti non potrà mai iniziare a scriverlo. E Chuck per un secondo si sente un dio, perché questa nuova idea è davvero geniale.

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