Piacere Sua. Sua Per Sempre.

di _ToMSiMo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia primavera (L) ***
Capitolo 2: *** {. Two ***
Capitolo 3: *** {.Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro C: ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La mia primavera (L) ***


Ad Alessia.

Ich Liebe Dich.

 

Non so di preciso quando Mia si è trasferita qui dalla sua Londra,ma so per certo che da quando  è scesa dall’auto ho cominciato a sentirmi diverso.

Era il mese di marzo. Prima del suo arrivo la primavera non si sentiva,non si distingueva. Era sempre tutto freddo e dello stesso colore. Io,passavo le mie giornate sempre allo stesso modo,in silenzio e solo con i mie pensieri a volte. Osservavo la natura dalla mia finestra. La mia finestra sul mondo. La mia villetta sempre triste dato che vivevo solo con Tom all’epoca,mi metteva malinconia e l’unica accanto alla mia,era vuota da quando la nonnina Bros, che viveva solo per i gatti era stata trasferita in un manicomio. Tom si prendeva spesso lui cura di quei piccoli. Ma poi con il passare dei giorni neanche più Tom si interessò a loro.

Marzo,pensavo che fosse come tutti gli altri mesi,invece mentre leggevo un libro regalatomi da mio fratello per uno dei nostri compleanni,mi accorsi di un grosso camion parcheggiato sul vialetto dell’altra villa.

Un uomo con un capello blu assieme ad altri 3 scese e iniziarono a portare le poche cose all’interno ,anche perché la signora di prima,aveva lasciato quasi tutto dentro.

Ero lì  a fare il ficchino,quando con mia grande sorpresa mi accorsi dalla signora Bros  che scendeva da una macchina parcheggiata dietro il camion.

I gatti le si avvicinarono di corsa. La loro padrona. Sentii Tom dire qualcosa,forse aveva solo ringraziato il cielo perché ora non doveva più preoccuparsi di stare attento ai loro bisogni o ai graffi sulla sua auto.

Quando il camion si spostò per far parcheggiare l’Audi grigia,mi accorsi di lei:Mia.

Scese con un vestitino a pois,verde e giallo,un fiocco tra i capelli castani,lisci e gli occhiali scuri sugli occhi.

Non so se fu per sbaglio che notai un fiore sul prato,oppure fu un segno del destino.  Aveva un passo lento ma deciso,un equilibrio perfetto. Una semplice ragazza. Ma con il tempo capii che lei era lei. Sapete quella lei che cerchi per una vita e poi la trovi come per magia? La lei dei tuoi sogni,quella che ti coccola,lei che ti capisce,lei che ti ammira e lei che non nasconde i suoi pensieri solo per farti piacere. La persona con cui vuoi condividere tutto,anima,corpo,pensieri,sogni. Mia,era tutto quello. E lo è ancora,ma la nostra storia è una delle più complicate del mondo. Non tutto è facile,non  tutto va come vuoi. Molto spesso,non tutto va!

Una mattina qualsiasi di marzo,verso la fine del mese,iniziarono ad essere inviati a casa,tramite un ragazzo in bici,i giornali. Da quando notai Mia che compilava il modulo di ricevuta,iniziai a svegliarmi prima solo per vederla raccogliere il giornale.

All’inizio i nostri rapporti,non era rapporti. Io,facevo di tutto per vederla ma avevo paura di farmi notare. Tom,preferiva fare la vita che continua a fare anche ora,ero da solo come lo sono sempre stato.

Non ho mai capito perché quel ragazzo dovesse passare sempre alle 6,ma svegliarmi alle sei meno dieci per vedere la mia primavera era il prezzo più stupido da pagare. Il brutto,arriva dopo.

La prima volta misi la sveglia alle 5. Avevo   paura,pigro che ero e che sono ancora,di restare a letto.

Le mie tendine blu,ricoprivano il mio punto di collegamento. Mia puntuale come un orologio usciva senza pantofole,ancora in pigiama e solo con la sua vestaglia blu e camminava nell’erba. L’umidità moriva solo al suo passare.  Ed io lì a seguire ogni suo passo,finii anche per impararli a memoria. Sbadiglio appena uscita,destro,sinistro,gradino,salto,camminata lenta. Prendeva il giornale,tornava dentro ed io ritornavo a dormire. Fino a maggio,furono le uniche cose che seppi fare.

Tom che ormai aveva saputo tutto(maledetta boccaccia!!), aveva perso le speranze che io riuscissi a parlarle. “FATTI UNA VITA” mi disse.

6 maggio,erano quasi due mesi che spiavo Mia. Testardo di un Kaulitz.

Tom mi aveva costretto ad uscire con lui,logicamente al ritorno dovevo tornare da solo e a piedi,siccome l’auto serviva a lui.

Beh,il tempo il 6 maggio fu da complice a quello che seguì.

Iniziò a piovere proprio mentre attraversavo il suo viale per arrivare alla mia porta. Misi velocemente le mani nelle tasche per prendere le chiavi ma la mia ricerca si concluse  con una delusione. Né chiavi,né cellulare. Tutto nella macchina del mio gemello.   Sconfitto,e già tutto bagnato,indossai il mio cappuccio e spalle alla villa di Mia,cercai di notare qualche difetto sulla parete della mia porta pur di aspettare Tom. Ma tanto,prima delle 4 della mattina,di lui non avrei avuto notizie. I capelli ormai super lisci,bagnati,la maglia congelata,i piedi zuppi e uno dei temporali “leggeri” della primavera,che si stava imbattendo sulla mia città.

Forse,proprio sulla mia vita.

Mentre il cielo continuava a picchiarmi con le gocce sulla testa,all’improvviso non avvertii più niente. Mi voltai dietro,Mia,con un ombrello a pois era venuta a prendermi. Sorrisi.

-Venga dentro,si bagna tutto - mi disse,prima di prendermi per un braccio e strattonarmi verso la sua porta.

Proprio mentre attraversavamo il giardino,con un soffio di vento,il suo ombrello volò via.

Lei immobile,iniziò a bagnarsi e poi guardandomi iniziò a ridere.

-Andiamo sotto- le dissi. Avevo paura che potesse prendersi qualcosa.

Le presi la mano e la portai sotto al porticato.

-Ciao-le dissi poi.

-Salve,adesso vuole entrare e vuole continuare a fissarmi come uno che non ha mai visto una ragazza innamorata della pioggia?-

Fu la prima volta che  una ragazza mi prese per un perfetto idiota.

La casa,all’interno in perfetto ordine,era sommersa da un odore di vaniglia e di cioccolato.

Mia,notò che l’odore era molto intenso e mi spiegò.

-Facevo una torta per la zia Bros-

-Ah,la nonnina dei gattini. Come sta? Come mai è ritornata?-

Mi pentii di averle dato della nonnina,ma per me e Tom era sempre stata come una nonna.

-Mia zia- disse lei quasi ridendo- non è una pazza e  ora sono con lei pur di non farla andare via.  O questo o quel manicomio senza colore,senza felicità e – disse indicando i gattini sul davanzale della finestra- senza gatti-

Mi fece accomodare accanto al camino,e mi presto delle pantofole per far asciugare le mie adidas.

Quando tornò dalla cucina aveva una fetta di torta per me nelle sue mani,poi salì le scale e riscese dopo essersi cambiata.

Si sedette a gambe incrociate sul divano.

La casa era perfettamente delle stesse dimensioni della mia,ma almeno questa non era così tanto fredda.

Mia,riscaldava ogni cosa,solo con un sorriso.

-Grazie per l’ombrello- dissi dopo aver dato il primo morso alla torta.

-Si figuri, ho visto dalla camera di zia che era rimasto fuori e mi dispiaceva vederla tutto bagnato-

-Già,Tom mi ha mandato a piedi e non mi ha dato le chiavi di casa. Cioè sono stato io che non le ho prese,ero troppo felice di tornare qui,ma di certo non volevo bagnarmi e poi scusa se ti ho fatto prendere freddo,ti sei cambiata perché eri bagnata e –

-Basta! Non si deve assolutamente giustificare. Le cose capitano-

-Già-

Era strano il modo in cui mi parlava. Aveva qualcosa  che,a parte che mi dava del lei e mai del tu, si ostinava a nascondere. Come se  prendersi confidenza con me l’avrebbe portata dove lei non aveva intenzione di arrivare.

Le cose che dicemmo a seguire  furono solo informazioni sul tempo,sulla zia,sulla torta. Non mi chiese il nome quella sera ed io mi dimenticai,fissandola negli occhi,di chiedere il suo.

Verso mezzanotte il clacson della cadillac,mi riportò con i piedi a terra,la salutai ed entrai nella mia villetta.

Durante la settimana successiva parlare con lei non fu affatto facile. Il ragazzo del giornale non era più così preciso,e non riuscivo sempre a svegliarmi alle 6 meno dieci per via del mio lavoro. Gli unici salve che mi disse,furono quasi sussurrati. In 14 giorni,ci salutammo solo 4 volte.

Il 21 maggio,siccome Tom non aveva firmato per il nuovo ragazzo consegna,(Peter l’altro era stato licenziato. Si addormentava tardi per un doppio lavoro e non riusciva a consegnare alle sei)il nostro giornale fu lanciato sul giardino di Mia.

Scesi di fretta le scale,aprii la porta solo quando Mia aprì la sua,e insieme,con lo stesso passo arrivammo al giornale.

-Ciao-

-Salve- mi disse.

Era già vestita,pettinata. La mia curiosità prese il sopravvento.

-Come mai già vestita?- le chiesi.

-Mi sono svegliata prima,sa. Pur di perdere tempo- mentì.

-Capisco,ha da fare o posso invitarla a prendere un caffè?-

Iniziai anche io a darle del lei,mi dava fastidio che ero l’unico ad essere quasi volgare.

-Se mi lascia il tempo,di avvertire la zia- si scusò.

-E se lei mi lascia il tempo di indossare qualcosa di decente,sa la gente qui parla-

Sorrise. E mi sorrise la terra,la primavera.

Ci salutammo e poi inizia a cambiarmi.

Pregai mio fratello affinché mi prestasse la sua auto e poi Mia,stupendamente Mia,salì nella macchina.

Le sorrisi,mi ero truccato,pettinato,vestito in un modo decente.

-Doveva vestirsi,non diventare perfetto-

Tolsi lo sguardo da lei,in quella macchina solo una persona era perfetta e di certo non ero io.

-Dove la porto?-

-Dove vuole,l’importante e che ci siano poche persone,sa, sono nuova di qui. Io sono l’unica nipote della nonnina e vengo da Londra-

-Bel posto,ci sono stato!- commentai.

-Io lo trovo un posto come tanti. Per un inglese,Londra è semplicemente un posto dove si lavora,si vive,si affrontano le difficoltà-

-E per un tedesco,le assicuro ogni singola città della Germania è un casino!-

Arrivammo alla tavola calda alle sei e trenta. Eravamo quasi gli unici.

Sedemmo lontano da tutti,alla fine ero sempre un personaggio conosciuto. Da quasi tutti,tranne che da Mia.

-Finalmente oggi ho riavuto l’onore di parlare con lei-

-Non sa in che guaio si sta cacciando-

-Il guaio è se si prendono la macchina di mio fratello,quello si che è un grosso guaio-

Diede un morso al suo cornetto bollente e poi si passò la lingua sulle labbra per pulirsi dai residui di cioccolata.

Oh Mia. Se ci penso adesso,la tristezza inizia a far parte di me.

-Senta lo so che non sono fatti miei,però perché mi parla con il lei?-

-Perché altrimenti non posso risponderla. Non sono pratica con il tedesco,e adesso se lei mi parla con il lei,riesco a capire meglio. Sa,sono fatta strana!-

Dopo aver consumato la colazione,ci salutammo e saltellando come un pazzo,rientrai nella mia stanza.

Per vari motivi,tra cui le prove con il gruppo,fu l’ultima volta che la vidi durante quella giornata.

Ma è stato solo l’inizio della grande storia con la mia primavera.

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Capitolo 2
*** {. Two ***


Alla mia dolce signora Listing. Con la speranza che tutto questo duri, e che tu mi venga a trovare presto,oh mia futura 19 che si toglie 4 mesi e 19 giorni dai Kaulitz e 2 anni e 10 giorni con Gegè!!

Con tutto  l’effetto del mondo..

 

22 maggio.

Quel giorno Tom decise di lasciarmi casa libera, credeva che tra me e Mia,sarebbe nato qualcosa di corto da una notte e via.

 Io non sono assolutamente Tom. La vita che faccio adesso può anche dimostrarlo.

Mi svegliai alle sei meno dieci, (a quei tempi,David si meravigliava per l’orario perfetto)aspettai che Mia prendesse il giornale e poi scesi giù.

Non ero pratico con la cucina, anzi non lo sono neanche oggi,e ci misi 6 minuti solo per fare un caffè.

Stavo per versarlo nell’unica tazzina poggiata sul lavabo che qualcuno bussò.

Una delle mie dita si bruciò e un po’ di caffè cadde sul lavandino, ma nonostante questo cercai di non imprecare ad alta voce.

Quando aprii la porta e vidi Mia, mi lamentai tra me e me per la mia mancanza di ordine,soprattutto presentandomi solo in boxer e canotta.

-Posso entrare o la disturbo?-

-No, la prego entri. Solo mi deve scusare, sono ancora con il pigiama-

Si guardò attorno.

-Si vada a vestire, preparo io la sua tazzina-

Quella volta ci misi due minuti per vestirmi.  Vi rendete conto? Io, Bill Kaulitz che ci mette meno di trenta minuti?

Quando ritornai in cucina, Mia aveva ripulito tutte le macchie e aveva versato del caffè anche per lei.

-Grazie, sono molto distratto-

-Non si preoccupi. La distrazione è compagna dell’uomo di oggi.-

Bevemmo quel caffè senza dire una sola parola.

Mia era seduta a gambe accavallate sullo sgabello di Tom. Io ero sulla sedia di paglia. Quelle cose vecchie che vuoi buttare da una vita, ma dalle quali non ti separi mai!

-Come mai è venuta qua?-

-Non so stare senza di lei- mi disse.

-Come scusi?- le chiesi.

-Niente, mi scusi lei. Forse ho già creato troppi casini-

-No,aspetti- dissi tirandola per un braccio facendo cadere la mia tazzina a terra.

Ritirai la mano, mi ero anche tagliato.

-Oh mi perdoni. Le avevo detto che io sono un grosso guaio-.

Mi prese la mano, appoggiò le sue labbra sulla ferita. Mi diede un bacio.

-Mi sa indicare dove conserva  cerotti e medicazioni?-.

Quando abitavo in Germania, non avevo nessuna cassetta per il pronto soccorso,adesso si. Mi torna utile spesso.

-Non mi prenda  per pazzo,ma io non ne ho-.

-Farebbe bene a dirmi dove posso trovare qualche tovagliolo allora-

-la credenza.  Non si preoccupi,è solo un piccolo taglio-

Mi bruciava e avevo anche il vetro all’interno.

-Sa perché lo vede piccolo?- mi chiese. Aveva un volto preoccupato.

Mia è stata una delle poche persone a preoccuparsi per me. Com' è finita quella storia non so spiegarlo neanche io,e forse ora sto raccontando a tutti del nostro amore perché credo che Mia vivrà dentro di me per sempre.

Con molta delicatezza, spostò il polsino della mia maglietta ed un taglio di sei centimetri apparve sul mio braccio.

-Cavolo, ed ora?-

-La porto all’ospedale. Lei mi muore dissanguato!-

Mise uno strofinaccio attorno al taglio, strinse fortissimo e salimmo nella sua macchina.

Aveva il terrore che le sporcassi i sediolini, ma poi vedendo la mia faccia seriamente tesa,iniziò a guidare come una pazza. Le strade mai come quella mattina erano libere, anche perché era ancora molto presto.

Mia ogni tanto si dimenticava di respirare. Aveva il terrore, mi disse poi,di vedermi su un letto senza colorito.

-Le brucia tanto?- mi chiese quasi lacrimando.

-Sopportabile, ma la prego non si faccia venire i sensi di colpa-

-Io, le sto rovinando la vita,non se ne rende conto! Le ho procurato un taglio, dove ci vorranno minino 20 punti-

-E’ stata la tazzina- dissi scherzando- Credo che comprerò una serie nuova!-

-E’ che io non mi faccio mai i fatti miei- disse più a lei che  a me.

-Lei non ha fatto nulla di sbagliato!-

Mia non ha mai fatto nulla di sbagliato,mai! L’unico che ha sbagliato qui, sono solo io!

Il sangue cominciò a sporcare anche lo strofinaccio. Mia se ne accorse.

-La prego, solo un isolato. Mi dispiace. Dopo questo credo che non mi farò più vedere in giro-.

-Lei è pazza! Solo per un taglio di sei centimetri, sul quale ci vogliono venti punti,non si fa vedere più da me?-

-Si-. mi disse frenando come una pazza.

Mi aprii la portiera. Dopo quella volta, lo feci sempre io!

Dopo due ore tra attese e file, con grande sorpresa scoprimmo che il taglio era di 5 centimetri ma con grande dispiacere mio,non ci vollero 20 punti,ma 26.

Il ricordo di quel giorno, danza ancora tra i miei pensieri. Tom, mi prende ancora in giro per la cicatrice e a casa mia non si trovano più tazzine di vetro.

Il ritorno dall’ospedale fu silenzioso, avevo una serata in discoteca con il gruppo che rimandai siccome la mia mano era andata a farsi benedire.

Mia, non disse una parola.

-Ci rivedremo?-le chiesi

-Si, le ho già detto però che soffrirà tanto con me. Sono molto distratta.-

-Mi accontento di un si!-

E da lei un Si volevo , ma no! Anche il destino ha dovuto portarmi via la cosa più bella.

Dopo il ventidue maggio ci rivedemmo ogni sera, ogni mattina.

Mio fratello credeva che intrattenessi con Mia una relazione segreta.

Mia aveva quattro anni meno di me, aveva parenti in Italia,amava Londra,e con il tempo mi confesso di amare anche me,ma questo successe il 16 giugno.

Il 3 giugno Mia, mi chiese di aiutarla a piantare le rose che sua zia aveva accuratamente scelto.

Mi armai di pompa e zappa.

Piantammo le rose tutto attorno al recinto.

-Sa lei è preciso--

-Sa lei mi dovrebbe dare del tu!-

-Giammai!-

Era solita usare verbi, vocaboli espressioni di anni lontani.

Era solita essere perfetta. Oggi, molte persone dicono che sono perfetto,ma non mi sento tale. Ho una vita fantastica, ma la vita senza Mia non mi rende PERFETTO!

In tutti questi giorni, l’unica cosa che non chiesi a Mia fu il suo vero nome.

Per me, quando sei innamorato di una persona non conta. Beh, sapevo che lei era la donna che volevo,anche se si chiamava CATTIVERIA l’avrei voluta.

Non so come m' innamorai di lei,penso la sera del 10,prima della mia partenza per un viaggio di cinque giorni con il gruppo.

Mia, non ha mai saputo chi ero,si forse alla fine. Forse lo sa anche ora, e forse scrivo questa storia per farle sapere che ho un disperato bisogno di lei.

10 giugno.

Cenai con Tom prima possibile, anche perché lui doveva vedersi con una delle sue “amiche”.

Mia, dopo cena,come tutte le sere,mi aspettava sul dondolo che aveva nel giardino. Avevamo staccato la copertura, giusto per vedere le stelle. Io, dovevo solo guardare accanto!

-Sa, lei mi deve tante risposte- le dissi cingendole con un braccio la schiena.

-Tipo?- mi chiese guardandomi negli occhi

-Come si chiama?-

-Questo non posso dirglielo,in amore alla fine non conta- mi disse.

Passò una stella cadente. La guardammo e forse esprimemmo lo stesso desiderio.

Forse quel desiderio non si è ancora avverato. Bah, io mentre scrivo ci spero ancora. Magari!

-Sa devo trovarle un  soprannome- le dissi.

-Come vuole- mi confessò.

-Primavera, le piace?-

-Mi piace ogni suono che esce dalle sue labbra-. arrossì.

-Ma lei crede all’amore a prima vista?-

Perché io ci credevo, tanto. Ci credo anche ora, anche se ho una vita nuova,continuo ancora a crederci,perché senza Mia,non posso fare niente. Come una calamità, mi aveva attratto,cambiato e mi aveva fatto vivere!

-Io credo a questo che sto vivendo con lei- mi guardò. I nostri sguardi erano teneramente uniti,senza via di fuga. Mi girava la testa, ricordo.  Avevo le mani sudate, ero più che maggiorenne ma mi sentivo peggio di un bambino. Forse mentre scrivo ritorno tale, ritorno a dieci anni fa,quando ero un Bill diverso. Forse meno materiale di ora, meno attratto dal successo. Meno attratto dal mondo che mi ha spinto via da lei. Tra amore e successo per favore, voi tutti,scegliete l’amore. Vi fa sentire felice anche quando c’è tristezza. Come Mia: mi dava calore anche sotto la neve, mi faceva vedere il sole anche durante la pioggia,le stelle anche se coperte,mi dava vita anche se c’èra solo la morte.

-Posso baciarla?- le chiesi

-Prima deve prendermi- disse alzandosi e correndo attorno tutta la villa. Mentre correvo per prenderla iniziò a scendere quella sottile pioggia. Bagnati, correvamo,e mi scappava sempre,era molto più agile di me.

Poi, quando svoltò a destra non si accorse di essersi bloccata.

Le misi le mani sui fianchi. E lei si bloccò, non era importante se eravamo bagnati,non ci importava.

-Mi vuole baciare o no?- mi chiese ridendo.

E senza darle tempo di dire altro o replicare, appoggiai le mie labbra alle sue. Ricordo il sapore di quel bacio come se fosse solo un’ora fa. Però gli anni sono passati. Ricordo quel bacio molto meglio di come mi sono sentito quando ho saputo che mio fratello stava per diventare padre e si  era innamorato. Provai una gioia immensa, diventavo zio. ( questa è un’altra storia)

Mia, era molto delicata. Con tutta la magia possibile trasformò quel semplice contatto in qualcosa di profondo, silenzioso ,passionale ma sempre mantenendo quel suo portamento fine,corretto come una vecchia dama.

Passai una mia mano sulla sua guancia quando il bacio terminò, eravamo bagnati ma potevo sentire il suo calore. Forse Mia è un angelo,una strega bianca,una fatina smarrita. Non ne ho idea.

Mi afferrò per mano e mi trascinò verso la porta della sua villa.

-C’è mia zia, però- disse

-Aspetti, è un disturbo per lei venire da me?- chiesi

Fece cenno di no con il capo. La portai nella mia stanza tenendola per mano.

Ci spogliammo, le prestai una maglietta di Tom.

-Perché non vuole sapere il mio nome?-

-Perché non m'interessa chi è lei,importa solo cosa prova per me-

Ci stendemmo nel letto, piccolo ma per i nostri corpi magri,era anche abbastanza.

-Ho solo un sogno, primavera- ricordo che le dissi.

-Io anche, ma credo che in parte si sia già avverato-

-Cosa intende dire?-

Mia con me non riusciva a nascondere nessun segreto, più aperta di un libro. Più mia che di nessuno.

-Come si chiama ?- mi chiese

-Bill. Per te, sono solo Bill-

-Per te, sono solo primavera-

-Come mai mi hai dato del tu?- le chiesi imbambolato.

-Perché mi sono innamorata di lei e non voglio essere così distante, con te-

Ricordo che quelle parole le ho sognate tutte le notti, fino alla fine. Ora da quando sono ritornato in Germania le sogno ancora,e sento nitida la sua presenza.

-Di me?-

-Si. Bill di te!-

-Da quanto?-

-Non c’è un tempo,Bill. C’è solo un motivo. E il motivo è la tua infinita dolcezza-

La strinsi tra le mie braccia e le cantai una ninna nanna. In inglese!

-Domani partirai per un viaggio di?- mi chiese.

Con lei, volevo essere accettato solo per quello che ero,ho evitato per tutta la durata della nostra storia di dirle che i Tokio Hotel,fossero formati anche da me. Non m'interessava un’altra fan,volevo solo la mia principessa dal castello fatato,quella pazza ragazza che piano piano,da marzo a dicembre era diventata la mia ragione di vita.

-Vado a trovare mia mamma ,con mio fratello e  altri parenti-

Quei cinque giorni servivano per il gruppo per ritrovarsi prima di alcune date.

-Tra cinque giorni mi eviterai come all’inizio?-

Sulle sue labbra si dipinse un sorriso carico di dolcezza. Era fantastica, semplicemente Mia.

La mia primavera. Mentre la guardavo notai che dalla mia finestra si vedeva quella fantastica luna piena che accompagnava quella serata. Mia, mi cingeva con un braccio il fianco e aveva la testa poggiata sul mio petto. Le mie mani entravano e uscivano dai capelli che quella sera aveva raccolti in boccoli.

-Oh la primavera non è mai stata così dolce- le dissi.

Mentre lei disegnava forme astratte sul mio petto, nascosto dalla maglietta,si addormentò ed io cercai in tutti i modi di restare sveglio per osservare con quanta dolcezza la natura avesse creato un essere così perfetto e con quanta fortuna il destino lo avesse mandato a me.

Quando Tom rientrò dalla sua serata, passò nella mia camera per salutarmi. Io, ancora sveglio gli sorrisi dolcemente.

-Che ci fa lei qui?- mi chiese

-Tom sono innamorato di lei!-

Eh lo ero. Forse perché qualche forza superiore aveva intrappolato il mio cuore tra i suoi respiri.

E ora che sono nella mia stanza,a  leggere tra i miei ricordi per riportare sulla carta la mia storia per farla vivere ancora intensamente,mi rendo conto dello sbaglio che ho fatto a lasciare che il successo prendesse decisioni per me e il mio cuore. Alla fine, come dice  anche Tom adesso,se è destino che la donna della mia vita è lei,riuscirò a ritrovarla. Volevo mettere una sua foto su internet, ma sono geloso della sua bellezza. E non so descrivere a un disegnatore il suo viso per creare un cartone in tutte le lingue del mondo pur di farle capire che quello che voglio di più è sentirmi come prima. E forse è anche per questo, che dopo tutto il successo che ho ottenuto,sono ritornato qui. Certo, ora vivo da solo,ma alla fine quando guardo,come ora la sua villetta mi sembra di vederla ancora affacciata a prendere il sole come quando ritornai il 16 giugno.

Era lì, sapeva che sarei tornato verso quell’ora.

Mentre stavo parcheggiando, anzi mentre Tom guidava, (adesso ho anche io l’auto. Precisamente l’Audi grigia!)la vidi prendere il sole dalla finestra della sua camera,dove poi avrei passato tante notti.

Mi vide aprire lo sportello e corse giù, come una pazza.

-Primavera -le urlai!

-Bill- disse saltandomi addosso,sempre con tutta la grazie possibile- lo sai che l’eternità può durare anche 5 giorni?-

-Si?- mi ricordo che posai le mie labbra sulle sue. Poi misi una mano in tasca e posai nel palmo della sua un ciondolo.

-Bill, cos’è?- mi chiese.

-Oggi non è il 16 giugno?-

Sembrò ricordarsi, posò una sua mano sulla sua fronte.

-Sono una smemorata, oggi è il mio compleanno!-

-Non dirmi che non ti ricordavi il giorno del tuo compleanno?- le chiesi mantenendomi la pancia per le risate.

-No, cioè si. Però ricordavo questo giorno come il tuo ritorno,non come il mio compleanno. Sono così presa da te, che mi dimentico tutto- arrossì molto e poi fece per rientrare dentro per la vergogna ma la fermai.

-Auguri- dissi dandole un bacio sulla fronte.

Si lasciò cullare dalle  mie braccia ma poi Tom ci venne a rompere.

-Piccioncini scusate, ma Bill dovrebbe portare le sue valigie all’interno-

Mia si staccò da me e poi baciandomi il lobo dell’orecchio mi disse che dopo cena sarebbe venuta a casa.

Senza di lei, con i ragazzi ero diverso. Laccavo i capelli di più, vestito più come vesto ora ma con Mia no!

Con Mia, volevo essere uno qualsiasi. Non m'interessava di nulla al mondo se c’era lei al mio fianco.

In tutto questo mi dimenticai di metterle la collana.

La sera, come sempre veniva in punta di piedi alla porta,saliva nella mia camera e mi raccontava la sua vita,i suoi sogni ma non mi diceva mai il suo nome. Aveva paura che se mi avesse detto quello le cose tra di noi sarebbero andate male. Lei non voleva sapere niente di me, le bastava sapere che quello che provavo per lei era sincerità e verità,ma come potevo mentire alla mia unica ragione di vita?

Erano quattro mesi che ero preso da lei. Erano i mesi più belli della mia vita. Poco importava se per vari motivi, anzi se per i concerti mi allontanavo spesso da lei. Sinceramente, il solo pensare che poco dopo l’avrei riavuta a farmi compagnia durante le notte,era stupendo. Non volevo un rapporto fisico con lei, era odiosa solo l’idea di toglierle la sua purezza. Io, volevo conservarla intatta,come una bambola di porcellana. I tratti fini, le gote rosse le mani lisce e perfette.

Quando le misi il ciondolo al collo, la vidi un attimo al chiarore della luna.

Oggi come oggi tutte le persone che vedo al chiarore della luna non mi trasmettono quello che mi provocò lei.

Una parte del viso, precisamente quella destra,era immune da ogni segno di imperfezione(no che lei era imperfetta!!),il contrasto della sua pelle con la luce,mi provocò dei brividi lungo la schiena,sembrava un essere venuto da un altro posto. Un essere creato solo per la distrazione dell’uomo. Piano però mi accorsi che era l’essere anzi la fata dell’amore.

Il ciondolo rappresentava il nostro amore. Non so perché le comprai una fatina con dei brillanti, forse perché il nostro amore era brillante e fatato. Durante quella notte, lei mi disse precisamente le parole che avrei voluto dirle io ma che le dissi solo dopo.

-Non mi lasciare-

 Quella promessa non fui in grado di mantenerla. Almeno finché tutti gli anni lontano da lei mi aprirono gli occhi.

 

 

Ringrazio:

Stefi: non ho parole per te,lo sai. Mi rendi sempre sempre felice. Lo sai che aspettavo te per aggiornare. Ti adoro (L)

Billa483= grazie mille,bella. Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Aggiornerò presto! Tvb

Teddyna92=Grazie mille,spero ti piacerà anche questo di capitolo!

La_Lilin__=Ma quanto sei bellina tu eh? Grazie mille dei commenti qui e sul blog. È bello avere una tua recensione perché non sei una fan dei Tokio e ne sono onorata. Un bacio ^^

Angeli neri=Ciao. Non so perché ho scelto Bill,ma credo che questa storia gli doni particolar modo. Un bacione^^

 

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Capitolo 3
*** {.Tre ***


17 giugno.

Il 17 giugno non successe niente di drammatico. Le giornate con Mia, passavano felicemente. Mi dimenticavo chi ero o cosa volevo. Ero talmente preso da ogni suo movimento che mi dimenticavo anche il mio nome. Non ci badai più a quello. L’avrei chiamata primavera per sempre. Ora voi ,vi chiederete perché la chiamo Mia? Questo ,resterà un mistero fino alla fine. Credo che non ci sia nome più esatto di quello.  Adesso lei dov’è? Adesso lei è ancora Mia? Chi le è accanto?

La sua villa adesso è abbandonata. La signora Bros è morta dopo alcuni anni dalla mia lontananza. Mia, si è trasferita a Londra ma non l’ho mai vista in giro,nonostante avessi percorso le strade di quella megalopoli per lungo e largo.

Il 6 luglio decidemmo di rendere ufficiale il nostro amore. La portai a vedere un concerto di musica classica. Mia,amava Debussy. Osservare con quanta dolcezza Mia con gli occhi chiusi si assaporava ogni singola nota, ogni  singolo movimento,mi rendeva categoricamente l’uomo più felice della terra.

Alla fine del concerto, per la prima volta restai a dormire da lei. A Tom faceva comodo anche perché aveva casa libera per le sue amiche. Credo che Mia rimase scandalizzata anche da quante andavano e venivamo da casa mia ogni tanto per via del mio gemello.

In macchina( la sua!),mentre guidavo le dissi per la prima volta che le mie intenzione con lei erano molto più che positive.

-Primavera, ti è piaciuto il concerto?- le chiesi mentre lei osservava la luna fuori.

-Clair de lune- sospirò.

-Ti piace? Io preferivo più Prélude à l'après-midi d' un faune-

Si voltò e mi sorrise. La luna la illuminò ancora una volta.

-Lei è angelica sotto il chiaro della luna-

-E lei è dolcissimo-mi  disse ridendo un po’ per il cambio di pronome.

-E lei vuole diventare la mia primavera ufficializzando tutto con questo  anello?- dissi mostrando il piccolo cerchio che tenevo tra le dita con due diamanti di pochi carati.

-Tu sei pazzo, Bill. Ci conosciamo da così poco e.. –

-Primavera, ogni cosa che ho fatto prima di incontrarti non ha senso. Ora ho te e voglio te. Punto.-

Quando a casa racconto ancora oggi quella dichiarazione, Tom si mette a ridere. Forse a lui dispiace che abbia perso Mia.

-Bill io sono d’accordo sul fatto di diventare la sua ragazza, ma lei si prende ogni responsabilità in caso di punti- indicò il braccio dove pochi giorni prima avevo ancora il filo colorato messo dai dottori- di graffi alla macchina di suo fratello,di ogni casino che posso combinare. Ok?-

-Io voglio solo prendermi cura di lei- le risposi tutto felice.

Nella sua stanza, che ora timidamente anzi malinconicamente osservo dalla finestra,ci scambiammo una serie di baci appassionati. La mia lingua lambiva gli angoli della sua bocca. Avevamo gli occhi chiusi, tutte e due. Mia approfondì il contatto, mi mise una mano dietro la nuca e mi spinse più a sé. Avvicinai il mio petto al suo, ci stringemmo più forte,il suo respiro sul mio collo. Tremavo dalla voglia di approfondire il contatto con la sua lingua. Mia, chiuse le labbra appena la mia lingua entrò nella sua bocca. Quel bacio fu disastroso perché avevo una voglia di renderlo interminabile che mi innervosisce ancora.

-Primavera, calmati. Adesso mi rendi un uomo morto, se continui così-

-Bill, tu sei forte! Non è un mio bacio quello che metterà fine alla tua vita-.

Già, la sua assenza però si!

Iniziai a farle il solletico e lei iniziò a ridere come una pazza.

-No, Bill per favore,lo soffro soprattutto sui fianchi-

Senza che dicesse altro, iniziai a farle il solletico lì,e Mia rideva.

Quando lei rideva, non c’èra niente che potesse andare storto,il mondo lo vedevo a colori.

Capii il quel momento che non c’è un tempo preciso per innamorarsi. Chi legge può pensare “che ragazzo facile questo Bill Kaulitz” o “Che storia banale”,ma quello che ho provato non è stato affatto banale. Caspita, sono passati dieci anni,sono tornato qui per avere sue notizie,quindi ditemi cosa c’è che non va?

Proprio mentre le stavo facendo il solletico, le ruppi la maglietta. Mi ritrovai Mia in reggiseno. Mi coprii gli occhi con le mani.

-Bill, perché ti copri?- mi chiese- Non hai mai visto una donna in reggiseno?-

-Si, ma non la mia donna!-

Arrossì molto, e fu lei a baciarmi la fronte.

-E così ora tu sei diventato, il mio ragazzo ufficiale- mi disse appoggiandosi al mio petto,prima di coprirsi.

-Se le dispiace, posso anche andare da un’altra ragazza- dissi scherzando e facendo finta di andarmene.

-Davvero andresti via?-

-Per vivere senza di te?No, ovvio che no!-

Così ritornato al mio posto, ci addormentammo.

Sono appena tornato da prendermi un caffè, incredibile che si vede ancora l’ombra nitida di Mia. Secondo me, devo vendere questa casa,è assurdo che sento la sua presenza più indelebile che mai.

Nei giorni successivi, anche con il mio gemello ed una sua nuova amichetta facemmo diverse escursioni.

Mia e Anastasia, sedevano sui sedili di dietro, mentre Tom guidava la sua macchina facendo lo sbruffone con la sua ragazza.

Mia, imperterrita continuava a fissarmi,anche perché io non guardavo che lei.

Senza rendermene conto, stavamo quasi dichiarandoci tutto davanti a mio fratello.

-Io ti sposo se tu continui ad incantarmi-

Anastasia sussultò, evidentemente voleva che                Tom dicesse a lei quello che io riferivo alla mia primavera.

Dopo Anastasia seguirono altre mille ragazze, fortuna che adesso abbia messo la testa a posto anche se come fidanzato,futuro marito è pessimo,come padre è abbastanza decente.

Andammo al lago per un pic-nic quella mattina. Il sole illuminava le primule,le viole e le margherite.

La nostra tovaglia a quadri rossa e bianca con le frange nere era immensa e quando l’ aprimmo,sventolò maestosa al vento leggero.  Neanche il tempo di preparare che Anastasia e Tom fuggirono dietro un albero, mentre io presi Mia tra le braccia e la feci cadere sull’erba e poi iniziai a baciarla.

-Bill, piano se hai fame ci sono i tramezzini-

-Scusa e che tu, sei così morbida,dolce,profumata-

-Ma non sono commestibile, però!- mi ricordò.

Quando   si degnarono di raggiungerci anche quei due,mangiammo. Se racconto questa storia oggi, la futura moglie di Tom mi fulmina,è gelosa ma è tremendamente fatta apposta per lui. Si trovano su tutto, iniziando dal sesso ai vestiti,dalla musica ai gusti della loro bambina. Dovreste vederli quando si litigano!! Tom le ricorda che è una storia passata ma lei insiste e molto spesso quando sono da loro e inizio a raccontare di Mia,Tom mi fulmina come per dirmi: “Bill evita quella parte,per favore non voglio litigare con mia moglie”.

I tramezzini ricordo li preparò proprio Mia, aveva anche delle mani fatate in cucina.  Cosa non sa fare quella ragazza? Cioè ci metteva quattro ore per pulire, ma la casa della zia era sempre e rigorosamente ordinata.

Dopo pranzo, Tom si eclissò ancora ed io  e lei,mano nella mano ci incamminammo per riempire le bottiglie per il ritorno. Per arrivare al ruscello, dovemmo attraversare le spighe di grano.

Mia, iniziò a correre,e mi trascinava tenendomi sempre con la mano.

-Corri Bill. Corri e vivi ogni secondo. Bill corri e amami-

Quando disse  corri iniziai a correre ma quando disse amami,la fermai la strinsi a me e inizia a baciarla senza malizia,senza pudore.

-Primavera, io ti amo già-

-Io urlo al mondo quello che provo per te- mi disse poi

Contò fino a tre e poi lo urlò.

-IO AMO QUESTO RAGAZZO-

-Primavera non ti ha sentito nessuno!!! - le ricordai

-Mi ha sentito il cielo, la terra,la natura. Ora lo sanno tutti. La cosa che conta è che tu lo sai-

Poi riprese a correre ed io a fatica le stavo dietro, la raggiunsi solo quando era ai piedi del ruscello. Si accovacciò per riempire le bottiglie e mettendo un piede in fallo cadde in acqua.

-Amore stai  bene?- dissi mentre la presi con una mano per tirarla su,ma lei più furba buttò anche me in acqua.

-Bill, sei più bello quando sei bagnato-

-E tu sei bella sempre- le dissi.

Ci schizzammo più volte, la baciai stando nell’acqua e poi quando Tom ci trovò dovemmo per forza alzarci e andare via.

Al ritorno, io stavo dietro con lei,Anastasia si era addormentata davanti con la testa appoggiata al vetro,e Mia che aveva chiuso gli occhi anch’ella,era appoggiata con la testa sulle mie gambe. Con le mie mani, le accarezzavo il volto e giocavo con i suoi capelli.

-Bill secondo te dura tra me e Anastasia?-mi chiese Tom

-No! Non siete perfetti. E' davvero una bella ragazza,credo solo che voi due non siete nati per stare assieme,ma solo per vivere questa avventura-

-Già, lo credo anche io- si giustificò poi Tom.

-Ed io con Primavera?-

-Sembra che quando tu sia stato messo al mondo, abbiamo creato accanto al filo del tuo destino,la sua vita. Alla fine dovevate incontrarvi.- mi guardò dallo specchietto e mi fece l’occhiolino.

Ringraziai solo con un sorriso per poi dedicarmi interamente a Mia.

C’era molto traffico perciò tardammo ad arrivare.

C’è ancora traffico adesso nella mia vita.

La nonnina Bros non riusciva più a contenere le sue crisi, così oltre a Mia,andava spesso lì anche un’infermiera.

Quando arrivammo, trovammo la macchina di Susi,ancora parcheggiata. Mia vedendola si tranquillizzò. Aveva paura per la zia, si sentiva in colpa se per colpa sua restasse da sola in casa. Per fortuna questo non successe mai.

1 agosto.

Ero ritornato da un altro viaggio a casa della mia mamma, cioè avevo appena finito alcune date.

Era passata la mezzanotte quando rientrai a casa e lo stesso trovai Mia seduta sulla sedia della cucina. Le avevo dato le chiavi di casa per i pesci rossi e le piante che potevano morire durante la mia assenza.

-Bentornato-  mi corse incontro  e mi baciò.

-Sorpresa migliore non potevo  chiederla. Sei perfetta-

-Lei è sempre esagerato !-

-E lei sempre modesta-

L'afferrai per mano e sfinito com’ero le chiesi di dormire con me.

La nostra storia andava benissimo anche senza fare l’amore. Non avrei potuto chiedere di meglio.

E anche oggi non chiedo niente che stare con lei. Sarà che forse aveva ragione Tom, però devo vivere.

La mattina seguente Tom non mi venne a svegliare. Gli avevo scritto che “ero con la mia MIA”.

Quando appena sveglia le portai la colazione a letto,mi chiese i piani di quel giorno. In cucina essendomi consultato con Tom,le proposi di andare con lui a  fare un giro verso la foresta nera  nello stato del Baden-Württemberg. Come sempre,non biasimò la mia richiesta. Adorava conoscere nuovi posti.

In macchina eravamo solo noi tre,passammo a prendere l’amica di Tom.

Quando Mia vide che non era Anastasia rimase senza parole. Tom quando vuole farmi ridere mi ricorda ancora l’espressione senza eguali di Mia quella mattina. Incredula,un sopracciglio alzato,lo sguardo perso nel vuoto.

A me e Tom venne naturale ridere.

-Anastasia? – chiese lei.

-No,Jessika-

-Piacere,sono Primavera- disse poi facendomi l’occhiolino.

Quando arrivammo,Tom con Jessika partirono per l’esplorazione di querce e faggi mentre io e Mia optammo per scoprire la fitta rete di abeti che si estende ad alte quote.

Dopo aver tentato invano di salire,scegliemmo di guardare i laghi che  ci sono in quella regione.

Non ho mai camminato tanto come quella volta. Ma non sentii le gambe farmi male anche perché avevo una motivazione valida:Mia.

Ci fermammo a guardare il tramonto sul lago del fiume Alb. Non sono bravo con la geografia,ma credo che sia quello.

-Bill- mi disse Mia- Secondo te perché io e te stiamo assieme?-

Quella domanda mi sorprese. Non mi aspettavo una domanda del genere.

Subito non le diedi una risposta ma solo perché non c’èra un motivo. Per me era per l’amore.

-Primavera,noi due stiamo assieme perché CI AMIAMO!-

Sembrò bastarle quella risposta e appoggiò la sua testa sul mio petto.

-Bill non mi lasciare mai- mi disse per la seconda volta.

Bill non mi lasciare mai. Mai. Mai. Ma io ho fatto una cazzata. Enorme cazzata. E lei è andata via. Per sempre? Beh,questo non lo so e non lo saprò.

 

 

 

Spero come al solito di non aver recato danni al lettore,di non aver annoiato,di aver scritto almeno in parte qualcosa di decente. Perdonate eventuali errori, anche se sono stupidi e non so cosa. Scusate inoltre, il ritardo,sono partita con la testa,in questo periodo. Un bacio a tutte.

 

Ringrazio:

angeli neri: Tesoro grazie mille,davvero! Non ho parole per quello che mi dici,eh ho potuto leggere che hai capito perfettamente dell’idea di Bill. L’unica cosa e mi dispiace deluderti è Mia. Lei non nasconde proprio niente,è così misteriosa perché anche lei forse ha paura di non essere accettata per quello che è. Forse porta il peso di un cognome un po’ troppo importante,proprio come lo stesso Bill. Per il resto,passato buon San Valentino? Scusami del ritardo assoluto,sono imperdonabile ma in questo periodo un po’ la salute,un po’ l’amore,non mi sono concentrata abbastanza. Spero,davvero che anche questo ti piaccia tanto. Un bacio!

La_Lilin__=Bellissima,come stai?? Hai visto,ho seguito il tuo consiglio,quello di aggiornare il più presto,anche se è passato più di un mese. Io ti ringrazio perché so che non sei una fan dei Tokio,quindi leggere che tu scrivi delle cose così,mi rende molto molto onorata,anche se fidati non merito quello che mi dici. Bill,anzi solo Bill e non il cantante è un po’ il punto cruciale della storia. Diciamo che lui vuole solo una vita normale. E 10 anni dopo si rende conto che lui è un tutt’uno con anche il suo personaggio ma deve anche fare i conti con la vita da uomo normale che si è venuta a creare per quel periodo. Diciamo che se è uno solo perde Mia,se è l’altro perde il lavoro. Non so se hai capito,ma per me è la difficoltà che davvero quei ragazzi sono costretti ad affrontare. Un bacio. Alla prossima,spero !!

stefi=Eccomi qui,in ritardo assoluto,lo so. Grazie per la recensione. Come ho già scritto tesoro(a parte che mi manchi una casino!),Mia non vuole svelarlo,forse perché nasconde un cognome potente o perché semplicemente sa cosa avverrà nel futuro con Bill. Si la storia rende tristi affettivamente per il semplice motivo che è un flash-back. Mia non è più con Bill,e non solo per il motivo della Band,anzi quello è la goccia che fa traboccare la loro storia,ma diventa man mano che si va avanti,impossibile per Mia far coincidere sia il lavoro del ragazzo,sia la quotidianità della sua vita. Spero che per il resto,vada tutto bene. Novità? Un bacio bella ^^Tvb

fuckin_princess=E’ qui con la tua recensione sono diventata rossa. Uno,perdonami l’assoluto ritardo,due io non so come ringraziarti. Non credo di avere le qualità per diventare una scrittrice,ma scrivere mi piace tantissimo. Come sempre usi quando mi commenti delle parole stupende,non so davvero quanto e come ringraziarti. Spero che la storia non continui ad essere pallosa,noiosa e quanto altro. Un bacio,spero a presto!Tvb

Black_DownTH=Ciao Cara,grazie mille. Io ti ringrazio davvero dei complimenti,spero che la storia non si faccia stupida e banale per te,ma forse è nata proprio per essere malinconica e banale allo stesso tempo. Ti chiedo scusa per il ritardo,forse alcune di voi si saranno anche dimenticate di questa storia,e che oggi ho voluto rispolverarla. Spero di sentirti presto. Un bacio e grazie di tutto^^

 

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Capitolo 4
*** Quattro C: ***


6 agosto.

Quella mattina mi svegliai a casa di Mia.

-Bill,mi stai schiacciando- mi disse tra le risate.

Ero sdraiato completamente sulla sua schiena,solo perché quella notte le avevo fatto un massaggio.

-Scusa non volevo farti male- le dissi

-Bill sei leggero come una piuma ma fa un po’ caldo-

Mi staccai dalla sua schiena morbidissima,diritta. Forse dopo la sua non ne vidi più così perfette,neanche quando ho incontrato quella modella che si era presa una cotta per me.

-Auguri- le dissi dandole un bacio sulle labbra.

Lei sorrise.

-Un mese già è volato!-

-Si,ma ne faremo talmente tanti,primavera,che tu non riuscirai più a portare il conto-

Mi diede un pizzico sulla guancia destra e poi corse giù.

La segui per le scale solo in boxer e canotta e iniziammo a correre attorno al tavolo finché non riuscivamo a prenderci.

Io a destra,lei a sinistra e poi viceversa. Era così semplice comportarmi da bambino con lei che non ci feci caso quando risposi con la voce di un bimbo piccolo durante un’intervista di Bravo.

Mentre correva mi faceva gli occhietti dolci,poi solo con una camicia addosso,mi faceva impazzire.

-Bill con la marmellata o senza?- mi chiese quando da dietro le cinsi i fianchi.

-Uhm con te-

Si voltò dandomi per sbagliò una testata ed io caddi a terra per il dolore ma poi iniziai a ridere e mi tirai anche lei a terra che rideva quasi con le lacrime.

-Io ti sto uccidendo-

-Nah,Primavera. Tu mi stai facendo vivere-

Il 6 agosto lo passai tutto con lei. Fu l’unica persona a cui dedicai quella giornata. E ancora oggi dedico tutte le mie giornate a lei. Molte persone mi prendono per pazzo ma sinceramente? Non m’interessa proprio.

I giorni successivi mi staccai da lei per via del lavoro. La rividi il primo settembre. Non volli passarlo con mamma il mio compleanno,era quasi un mese che non stavo con Mia. Arrivai con un autobus,anche perché Tom aveva ritrovato una sua vecchia amica e per il suo compleanno aveva organizzato una serata con lei. Cioè tradotto per noi comuni romantici,sesso. Aveva voglia di fare sesso. Le groupies che aveva dietro durante quel mese di tour non erano state sufficienti. Ma non pensiamo a Tom. Alla fine,sono felice che adesso si sia calmato. Sua figlia è stato un miracolo.

Quando arrivai ero tutto lividi perché non ero riuscito a stare seduto decentemente sui sedili di plastica. Mia,non era da nessuna parte. Né in casa sua,né nel mio o nel suo giardino.

Pensai fosse impegnata da qualche parte e senza più farmi problemi,anzi li avevo ma era meglio pensare positivo, entrai in casa.

Appena entrato vidi mia con un piccolo completino da ginnastica impasticciare la farina con uova. Non mi sentì,presa come era a mischiare il tutto e da dietro le cinsi ancora una volta i fianchi.

Si voltò attenta a non darmi un’altra testata e mi abbracciò. Sull’isola che io e Tom avevamo in cucina,c’era burro,uova,farina e sale.

-Auguri Bill. Sto cercando di farti una torta,sempre che tu ne voglia un po’-

-Grazie-

-Non ti ho fatto nessun regalo degno di te,ma accetti quel calendario? Sai possiamo scrivere tutto su di noi e poi ho comprato una macchina fotografica,sempre per te. Possiamo farci mille foto,per conservare indelebile la nostra storia-

Mi passò un pacchetto argentato. Scartai tutto,la ringraziai e poi accesi la fotocamera. La prima foto fu la sua. Logicamente cosa c’èra di più bello in quella stanza?

Aveva le mani sporche di farina.

-Posso avere un altro regalo?- le chiesi

Subito capì a cosa stessi alludendo e mi diede un altro bacio.

Poi una sua mano sporca la mise dietro la mia nuca e mi avvicinò. Mi spinse sull’isola della cucina e iniziò a baciarmi. Mi sporcai di farina e uova anch’io, ma non m’importava.

Lei era a cavalcioni su di me,giocava con i miei capelli,con la mia lingua. Ed io ero immobile,avevo una voglia matta di farla mia,ma non era quello che contava.

Decisi di respingerla,solo perché dopo non sarei riuscito a calmarmi.

-Ma Bill che fai?-mi chiese quasi offesa

-Non voglio portarti via la tua cosa più bella-

-La mia cosa più bella sei tu-

E riprese a baciarmi. Povero cretino che ero. Mia è sempre stata Mia.

Quando quella dolcezza,anzi quella passione finì avevol’uovo dalla bocca alle punte dei capelli,farina su tutto il corpo e Mia che si era divertita ad impastarmi addosso una torta.

Quello è stato il mio compleanno più bello. Per dieci anni ho cercato di ripassarlo così ma sono stato impegnato solo con il lavoro e con i ricordi.

-Primavera devo dirti una cosa- le dissi mentre stavo uscendo dalla doccia

-Dimmi Bill- spense il Phon.

-Ci credi se ti dico che Ti Amo?-

Non ripose. La vidi staccare la spina al phon,legarsi i capelli e poi si voltò verso  la finestra.

-Primavera ho detto qualcosa di sbagliato?-

-No,e che – si rigirò da me- Ti amo talmente tanto Bill,che anche se stessi mentendo ci crederei-

Corsi da lei,la spinsi sul letto della mia camera e iniziai a baciarla fino a che non rientrò Tom con Mary.

Tom salì da me e ci trovò quasi mezzi addormentati.

-E’ ancora Primavera?- mi chiese

Cosa pensava? Mica ero come lui? Adesso però mi dice “come ti capivo”. Ci credo Tom!!

L’amore è una cosa bellissima. Ho l’amore delle fans adesso ma (non vi offendete!),non mi basta!!

Voglio  lei. Vi prego,se qualcuno la conosce  me lo dica. Mi state portando via la mia ragione di vita.

Oh Mia,se stai leggendo PERDONAMI. Dovevo dirti chi ero,e non dovevo lasciarti invece per avere la fama. Ti ho uccisa e da solo senza di te mi sto uccidendo anche io.

Settembre passò benissimo. Veloce,come se il tempo e il destino volessero farci passare anni insieme o come dice una vocina nella mia testa,allontanarci.

Le cose più carine che avvennero a settembre furono 2. Il ballo e il fidanzamento di mio fratello.

Per la seconda accadde tutto dopo i cinque giorni di allontanamento da Mia,per due date in Italia.

Quella che ha conosciuto là,e la madre di sua figlia.

Certo è stato un trauma,anche perché era anche contro la legge ma adesso si amano con la A maiuscola.

Il ballo è stato invece una stupenda sorpresa alla quale partecipò anche Georg con la sua fidanzata Eleonora.

Presentai Georg a Mia come mio cugino.

Avevamo scelto di farle danzare sotto le note di Strauss,Chopin,Puccini,Berlioz.

Eleonora ormai pratica tra i Tokio aveva cercato in tutti i modi di tenere fuori il discorso del gruppo perché sapeva quanto ci tenessi a restare solo Bill per una volta.

Georg invece si ostinava a dirmi che dovessi dirle la verità. Io invece cercavo in tutti i modi di pensare a portare via da lì Primavera perché ero geloso dello sguardo di tutti su di lei.

Aveva il vestito che le avevo regalato la mattina stessa. Bianco con il corpetto rosso,le rose ad un lato e i capelli raccolti in una cipolla. La pelle piena di brillantini. Io indossavo il classico vestito nero con le scarpe lucide e lei i tacchi alti. Forse fu la prima volta che avevamo la stessa altezza.

Eleonora e Georg aprirono le danze. Eleonora aveva un vestito nero,con le farfalle ai bordi di seta bianca. Una coda fatta con le trecce e ballava mano nella mano con Georg. Oggi,lei e Gegè hanno una bellissima casa e tanto tanto amore da dare ancora. Georg ondeggiava a destra e a sinistra,su e giù. Sorrideva con i capelli lisci più che mai. E con i suoi occhi verdi guardava la sua fidanzata come se non ci fosse altro che lei.

Eleonora intanto gli sorrideva dolcemente e si appoggiava a quelle spalle enormi del mio bassista.

Mia,intanto tenuta sempre da me,faceva giravolte su giravolte. Avanti e indietro.

-Bill ma tutto questo è troppo-

Non le risposi e togliendo dal centro della pista quei due,portai lei. Tutti si misero ai bordi.

-Bill ci stanno guardando tutti-

-Mmm lo so-

-Perché mi tratti così bene Bill?-mi chiese quando ripresero a suonare Puccini.

-Perché non dovrei?- le dissi mentre Gegè riprese il posto al centro della sala.

Tutti notavano con quanta grazia si spostavano quei due.

-Perché non sono niente-

-Oh questo lo pensi tu. Io direi che tu invece sei tutto-

Cambiammo posizione,una mia mano dietro la schiena e lei che mi guardava stranita.

-Qualcosa non va?-

-Bill questo è perfetto,tu sei perfetto,io non so come farei senza di te,ora come ora-

-Tranquilla,Primavera,non devi neanche pensarci a questa eventualità. Io e te siamo destinati a stare assieme sempre-

La sinfonia fantastica di Berlioz prese il posto della bohème.

Girammo sempre tenendoci per mano. Le feci fare tre giravolte anche se non era scritto nei passi che avevo studiato e iniziammo a ridere.

Georg dall’altra parte della sala,aveva un ritmo più veloce. Quasi magico,mentre io andavo lentamente. Volevo vivere quel momento così a lungo tanto da farlo sembrare un’eternità.

Durante il viaggio di ritorno,Gegè accompagnò Eleonora a casa dopo aver accompagnato noi.

-Resti a dormire con me,Bill?-

Sorrisi. –Primavera,credo che Tom si preoccupi,vuoi restare tu da me?-

-No,zia resta da sola-

Si avvicinò,mi baciò e se ne andò. No,non per sempre. Fino alla mattina successiva.

Quando entrai in casa Tom mi aspettava sveglio.

-Che ci fai così tardi ancora sveglio Tom?-

-Dove sei stato? E questa l’ora di ritirarsi?-

-Ehi Tom sono stato ad un ricevimento e ho portato la mia ragazza a danzare. Stavo anche con Georg ed Eleonora-

-Sicuro?-

-SI. Ma tu che hai? È successo qualcosa?-cambiò espressione.

-No,sono preoccupato. Il telefono non si prende in Italia-

-Vedrai che anche lei si sta preoccupando. Ora fila a letto,le parli domani-

Fece cenno di si con la testa e se ne andò nella sua stanza. Quella ragazza gli aveva cambiato la vita.

La mattina successiva mi alzai con un po’ di mal di testa. Settembre stava quasi per terminare,mancava una settimana a ottobre.

-Primavera. Buongiorno- le dissi quando mi venne a svegliare.

-Bill,tesoro lo sai che non è più primavera da un secolo?-

-Nooo,quando ci sei tu è sempre primavera-

Starnutii. –Caro cosa hai?-

-Niente sono solo un po’ raffreddato. Tutto qui. Hai visto mio fratello?- le chiesi

-Si era a telefono,parlava inglese e mi ha chiesto se potessi aiutarlo a capire cosa dicesse la sua nuova amichetta-

-Uhm,non è un’amichetta. È la fidanzata-

Mia iniziò a ridere come una pazza.

-Dai Bill,non è possibile-

Iniziai a ridere anche io e feci per alzarmi quando un dolore atroce alla schiena mi spinse ancora una volta sdraiato.

-Uhm abbiamo un problema-

-Del tipo?- mi chiese preoccupata

-Ho la febbre-

Mi diede un bacio sulla fronte e poi andò in cucina per prepararmi una camomilla.

Quando rientrò in camere aveva addosso solo un reggiseno con un pantaloncino.

-Primavera,adesso mi fai morire dal caldo. Ancora di più-

-Bill e che tu devi prendere la camomilla e poi mi metto nel letto con te. E poi Tom mi ha dato il termometro. Tieni- mi passò il termometro- misurati la temperatura-

Passarono 5 minuti. Lei si era stesa accanto a me.

Avevo la febbre a trentotto. –Su Sole vedrai che passerà-

Sorrisi,per il nuovo nome. Ma aveva ragione,se lei era Primavera perché io non dovevo essere Sole?

Mentre stavamo parlando tra di noi,giusto per passare il tempo mi disse che sua zia,per delle cure, era stata affidata per una settimana ad un ospedale e che le aveva chiesto di restare a casa siccome era felice del fidanzamento con me. Quando Mia mi stava baciando fummo interrotti da Tom.

-Ehi piccioncini-

-Ave Tom- gli disse Mia che aveva un bel rapporto con mio fratello.

-Da ottobre la mia ragazza verrà qui,voi guarite. Io inizio con le pulizie generali-

Mia gli fece l’occhiolino e lui saltellando uscì fuori.

Quella fu l’ultima volta che mi venne la febbre,anche perché poi Mia mi fece passare tutto.

Mia,guariscimi anche ORA!

 

 

 

 

 

OHHHHHHH GRAZIE!

La_Lilin__= ma tu mi fai troppi complimenti, se ci sei, ricordati che ti voglio bene :D

 stefi= Sei sempre la benvenuta,lo sai. Grazie di tutto,come al solito. Spero che ti piaccia.

 fuckin_princess= GRAZIE! PER OGNI COSA. <3

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Capitolo 5
*** 5 ***


A Simona, a cui voglio bene incondizionatamete dal 2008. Ti ho conosciuta qui e ti sei presa cura di me. 
Nonostante tutto, tu sei una parte di me. Se oggi ho ripreso a scrivere è grazie a te. 
Ti penso spesso e ti voglio un gran bene <3

24 settembre
Mia dormiva ancora tra le mie braccia,senza pensieri. Mi ricordo che invece di svegliarla preferii lasciarla dormire. Durante la notte,ero sicuro che mi avesse controllato per paura che potessi aggravarmi. Le sistemai le coperte e sentendomi meglio decisi di preparare a tutti la colazione. Le tazzine di vetro per il caffè erano già sparite dalla credenza. Ormai ero fissato che potesse farsi male un altro membro della mia famiglia e di certo non volevo che si facesse male Mia.
Caffè con un po’ di latte a Tom,espresso a me e un bel cappuccino con schiuma fino all’orlo per la mia fidanzata. Prima di incontrare  Mia mi ponevo mille domande al giorno,del tipo: “c’è qualcuno in questo mondo che mi accetta per come sono?” e quel qualcuno è arrivato ma forse solo per tramontare ancora una volta. Non esiste un modo per tornare indietro,non esiste un modo per riaverla ma esiste la speranza.  Ma per fortuna la vita mi ha insegnato a sperare anche per la più piccola cosa,ed io spero che da un giorno all’altro scrivendo qui qualcuno si accorga di quanto stia male e mi riporti la mia unica ragione di esistenza.
Voi credete che io non le abbia provate tutte,no? Beh, ho fatto di tutto ma anche per Bill Kaulitz ci sono dei limiti. Non che me li sia posti io,ma non tutto mi è permesso; ad esempio non mi è permesso arrivare al suo cuore. Vietato entrare,divieto d’accesso! Io credo che tutte voi qui sperate in qualcosa,alcune sperano anche troppo,ma siete bellissime così. Speravo di diventare famoso e il fato mi ha detto di si,di provare un sacco di cose fantastiche nella mia vita,e sono stato accontentato. Voi avete l’amore e cercate altro,ed io invece per avere la cosa essenziale per un essere umano,anche per una celebrità, mi sono ritrovato con il fato contro. Ho potuto avere tutto tranne che lei. Come se fosse più raggiungibile la luna che il suo cuore,eppure alcuni uomini ci sono stati sulla luna. Tutto questo raccontare mi ha fatto venire voglia di un caffè. Credo che vado giù a farmi una tazzina veloce,perché sul 24 settembre devo dire tanto ancora.
 
 
Scusate,ma Tom è venuto con mia nipote e quella peste non si sta due secondi ferma. Inizia con il pettinarmi i capelli perché li odia quando li porto un po’ più su e rovista tra tutte le scatole che ho nel salotto,piene di vecchi ricordi. Quando la moglie di mio fratello è a spasso con le amiche,figlia e padre si mettono nella macchina e corrono dal gelataio,al parco,al negozio di chitarre,di bambole. Si divertono sempre e poi corrono dallo zio. Mia nipote adora mostrarmi i suoi giochi,le sue bambole,le foto e i disegni che fa. Abbiamo un bellissimo rapporto,ho smesso di viziarla,perché nella vita niente è facile. Se vuole qualcosa deve conquistarlo,avere basi forti per reggere duri colpi. Credo che Tom e Sophie siano convinti di questo quasi quanto me. Per fortuna Renémy  non mi ha sfasciato la casa. Con una scusa mio fratello  è riuscito a portarla fuori. Noi stavamo dicendo? Si,cosa successe dopo che le portai la tazzina?
Allora Tom che stava a telefono con la fidanzata  non si accorse neanche del caffè che avevo poggiato sulla scrivania mentre  Mia stava ancora dormendo voltata su di un fianco. Mi sedetti sul letto attento a non fare neanche un po’ di movimento ma lei percepì anche quello.
-Buongiorno Sole-
-Primavera- dissi dandole un bacio sulle labbra.
-Come mai già sveglio?- mi chiese alzandosi sui gomiti.
-Mi sento bene, grazie a te-
-Si ma ieri avevi la febbre- si spostò,mi tirò nel letto- non è prudente tesoro uscire fuori-
-Primavera,sono stufo di essere trattato come un bimbo-
Arrossì. Si voltò dall’altro lato e sembrò sentirsi molto in colpa.
-Bill io lo faccio perché morirei se ti vedessi steso su un lettino,al freddo in un qualsiasi posto dove ci sono macchinari per farti vivere o curarti. Sei così bello- mi guardò negli occhi,le brillavano- che non meriti neanche di essere graffiato-
Mi ricordo che una strana sensazione mi prese dallo stomaco.
-Primavera se sto con te sarò protetto da tutto e da tutti-
-Se stai con me,rendi una favola la mia vita-
Ci iniziammo a baciare con molta velocità e foga. Speravo tanto che nessuno si intromettesse in quel momento ma mi resi conto troppo tardi di non averle detto quello che stavo pensando dalla mattina.
-Primavera??-
-Si Bill?- alzò il sopracciglio.
-Lo sai che io odio la cioccolata?-
Adesso per mancanza di affetto e di coccole uso molto la nutella. :D
-Si? Bill ma cosa ti è venuto?-
-Hanno aperto qui,nelle vicinanze una città fatta solo di cioccolato. E ho prenotato l’altra sera una cascata con le nocciole. Ti va di andare  a farci un bagno?-
-Ma questa è follia pura-
-Lo so troppi grassi,andiamo o no?-
Si alzò sul letto. Iniziò a saltare e corse in bagno per prima. Chiuse la porta dopo avermi fatto una pernacchia e stette dentro per più di 20 minuti.  Si,io odiavo la cioccolata ma avevo saputo da mio fratello che lei amava ogni singolo tipo di cioccolato. Per lei,rinunciavo anche ai miei gusti.
 
 
 
-Volta a destra-
-Ma Bill non farmi da navigatore, abbiamo Tom che è utile per quello- mi disse,voltando tutto a destra velocemente.
-Ma se sta a telefono da tre ore!!-risposi guardando male mio fratello dallo specchietto che a momenti avrebbe avuto un orecchio rosso fuoco.
Era così bello quello che avevo costruito,senza il mondo dello spettacolo. Mi piaceva! E mi piaceva aver trovato una persona con cui scambiare l’anima. La mia anima tenuta stretta a me troppo spesso,dovevo fare come Peter Pan con la sua ombra. Ora avevo legato la mia a quella della mia principessa.
Arrivammo in quel posto dopo aver sbagliato strada un paio di volte.
-Meno male che avevamo Tom- le dissi cingendole i fianchi.
La sua risata cristallina,echeggiava in quel luogo tanto immenso. Mia mi prese per mano,la sua pelle liscia,perfetta disegnata apposta per la forma della mie mani. Perfetti eravamo,noi.
Feci vedere alla guardia  i nostri tre biglietti e quella si aspettava di vedere mio fratello con qualcuna,ma Tom alle prese con il suo cellulare,si divertiva a fare le foto per poi mandarle alla sua fidanzata.
Entrati, c’erano le prime capanne di puro cioccolato ricoperte di bastoncini di pan di zenzero come tegole. Finestre di glassa,tappeti di benvenuto in pasta sfoglia. Tutto quel cioccolato che un po’ disgustava,rendeva felice la principessa che ogni tanto con il permesso dei  dirigenti,gustava ogni pezzo di cioccolata.
-Tò Bill,ho staccato una maniglia-
-Noo,ed ora come fanno ad entrare?- disse Tom più stufato che mai.
-Guarda fratellino che se non ti andava di venire con noi,potevi anche restare a casa- gli dissi vedendo Mia un po’ offesa per le risposte che alcune volte dava  Tom.
Notando il volto di Tom molto infastidito alle prese con quel posto,gli accompagnatori ci fecero,molto gentilmente,accomodare su delle panche e ci indicarono le cabine per cambiarci.
Tom entrò in tre secondi e ne uscì con un costume verde smeraldo,che dava troppo nell’occhio.
Io,cedendo prima il posto a Mia,indossai un costume come tanti. Mia,in bikini, era davvero qualcosa di letale. Per me non contava il sesso,no!, ma in quel momento avrei voluto stare solo con lei. Per destino forse fui accontentato perché mio fratello si eclissò in una vasca di caramelle alla frutta ed io dandole la mano la portai nella vasca a forma di conchiglia dove Mia sembrava una dea.
In pochi secondi,un tubo ci sommerse di noccioline e in altrettanto poco tempo una colata di cioccolata venne a far compagnia alle nocciole.
Appena la cascata terminò,ci diedero dei cucchiaini e Mia velocemente iniziò a mangiare quella massa volumica color  tronco albero.
-Bill fai finta che stai mangiando da una tazza piccolina- mi disse sporcandosi tutto il volto.
-Mia,mi fa molto schifo!-
-Ah ho capito,quindi come pretendi che ne possa mangiare anche io?- mi disse lasciando cadere il cucchiaio nelle profondità di quel mare.
-Ok,Mia,ho afferrato il concetto- presi il mio cucchiaio e portai la cioccolata alle labbra. Tremendamente buona.
Vide nei miei occhi,che la cosa mi piaceva e non poco e come una pazza cercò di recuperare il suo cucchiaino. Tutta sporca in viso,tutto sporco io,sembravamo dei cioccolatini.
-Bill ma questa è una lotta!-
-Mia,ma questa sostanza è buonissima-
-Cioccolata Bill-
Mi prese per un braccio per farmi voltare da lei,ma subito le misi le mie mani al collo e poggia le mie labbra alle sue. Iniziammo a baciarmi lentamente ,poi pian piano aumentammo il ritmo. La feci distendere un po’ nella cioccolata e ci iniziammo a baciare meglio. Niente ci stava disturbando,era stupendo,dolce nel vero senso della parola.
-Sole,voglio averti qui-
-Mia,non è possibile- le dissi rialzandomi appena.
-Stà zitto,che sei il primo- sorrise. E tra tutta quella cioccolata potei distinguere lo scintillio del suo sorriso anche se appena accennato.
Neanche due secondi che una campana ci avvertiva di dover lasciare la vasca che veniva poi svuotata e riempita per altre persone.
Bugia.  Avevo pagato solo per noi due e logicamente essendo quella parte del luogo una fabbrica,era normale trovarvi delle vasche. Mi ricordo che avevo ordinato quella vasca a forma di conchiglia. Logicamente,questo era uno dei vantaggi di essere famoso. Se non era per le conoscenze,non sarebbe stato possibile. Come logico mi sembra.
Ci diedero il tempo di una doccia, messe lì per l’occasione.
E quando fummo pronti,ripartimmo.
Tom si addormentò a metà viaggio. Io e Mia invece stavamo chiacchierando della giornata,delle nocciole  e della cioccolata.
-E’ stata un’esperienza da brivido. Non avevo mai fatto il bagno nella cioccolata-
-Mia,è stato bellissimo,non avevo mangiato mai tanto cioccolata in vita mia-
-Secondo me,non ne avevi mai mangiata :D-
Mentre stavo per darle un pizzico,squillò il telefono di mio fratello.
Siccome quel babbeo,non rispondeva,Mia mi consigliò di farlo al suo posto.
Se gli ricordo alla moglie la nostra prima chiacchierata,mi diventa sempre rossa. Era decisamente in imbarazzo perché vedeva in Tom un semplice ragazzo,mentre in me il suo idolo.
Presi il Nokia o quello che era e risposi.
-Tomi?- con una voce squillante.
-Hi!!-
-Tom???- ora diventava pian piano incredula
-No. I’m not Tom. I’m Bill-
-Oh- persa.
-Hi,Are You His girlfriend?-
-Yes. I go. Bye-
Così chiuse la chiamata,davvero spaventata per quello che avrei potuto dirle o non so cosa. Quando ne parliamo ancora oggi,si alza ed esce dalla stanza. Dice che è stata la sua più grande figura e noi,in famiglia,le facciamo credere che sia così,anche se ne ha fatte di peggio.
 
Mia dormì da me anche quella sera,Tom mi chiese scusa da parte della fidanzata e tutto si concluse nella normalità,ma nel mio letto,regnava un sapore di cioccolata assurdo. Mi avvicinai alle labbra di Primavera e le diedi un bacio a stampo.
-Bill che fai?-
-Come mai quando ti bacio,tu hai sempre il sapore di cioccolata?-
Sorrise,si alzò a metà busto nel letto e mi tirò per il colletto del pigiama.
Ero convinto volesse fare qualcosa di diverso,invece con una spinta mi fece ricadere giù di nuovo.
-Dormi Sole. A te troppa cioccolata ti dà alla testa-
Sorrisi e mi addormentai con la testa sul suo petto.
Oh,ragazzi vado a farmi un altro caffè. Sono diventato un caffè-dipendente.

 
 
 



Sono passati anni. Ho scritto questo capitolo nel 2009 e non l'ho mai pubblicato. Cercando tra i vecchi cd ho trovato la storia e la mia amica che ha ispirato il personaggio di Mia mi ha chiesto di finirla. In una settimana ho scritto il 6, 7, e l'8 capitolo. Infine ho dato un epilogo alla storia perchè volevo che tutto finisse una volta per tutte. Peccato che i Tokio siano spariti dai radar. Oppure sono solo cresciuta. Non ho più 15 anni. :) Buona lettura, si può dire? Ciao! 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** 6 ***


A mia, perchè dopo cinque anni ci siamo ritrovate. 
 
Ad ottobre fu tutto molto caotico: era arrivata la fidanzata di Tom e le cose tra la band stavano andando sempre meglio. Il lavoro era estenuante e anche se tornavo a casa stanco Mia riusciva a far sparire qualsiasi peso dalla mia mente. Le canzoni per il nuovo album erano perfette poiché avevo lei come musa, ma per quanto piacessero a tutti, avrei voluto che fosse lei a darmi il suo parere. Mia si trovò molto a sua agio con quella nuova compagnia femminile anche perché, per la prima volta, era una compagnia costante. L’amore che provavo per lei mi dava la forza per fare tutto, anche sopportare un Tom in crisi esistenziale.
Il giorno prima di Halloween, la band fu invitata ad un party in nostro onore. Era giusto che io andassi, anche perché molte fans, avevano preso il biglietto solo per vedere me. Una parte di me, quella che mi ha accompagnato in questi ultimi dieci anni avrebbe voluto piastrarsi i capelli, truccarsi e raggiungere quella folla che non ha mai smesso di amarmi. L’altra parte, quella che ho costretto a nascondersi in questi anni, avrebbe voluto restare sul divano con Mia tra le braccia. Sarebbero andate tutte le compagne dei miei amici e da una parte dovevo smettere di tenere Mia lontana da tutta la fama, altrimenti quando si sarebbe abituata? Ma come se fossi ad un bivio, sapevo che ora come ora Mia non avrebbe capito il mio bisogno di tacere e si sarebbe allontanata. Decisi di andare e le raccontai l’ennesima bugia: mia madre aveva problemi con il suo nuovo marito. Non fece domande e mi lasciò andare. Io, misi su un bel sorriso e trascorsi una bellissima serata tra gli amici e le fans.  Le avevo promesso che ci saremmo visti al mio ritorno, ma tornammo alle cinque di mattina.
Ora mi sembra una follia solo fare le due, all’epoca non sapevo cosa facevo. Mia, perdonami.
Il 31 mattina pioveva.  In realtà mi svegliai nel primo pomeriggio ma seppi dal prato bagnato che la pioggia era iniziata a cadere dalle sei. Mia si presentò alla porta con dei dolcetti a tema. Tom e la sua fidanzata ne mangiarono un bel po’, io avevo lo stomaco chiuso dal senso di colpa.
-Buongiorno Bill, hai pranzato?-
-Ciao Mia, no mi sono alzato da poco- le dissi.
-Come mai? Tua madre aveva grossi problemi?-
-Si- le mentii – aveva davvero dei grossi problemi-
Mi sorrise e mi si sciolse il cuore. Avevo voglia di piangere, di raccontarle la verità e scappare con lei in capo al mondo.
L’unica cosa che feci fu abbracciarla e respirare il suo profumo.
-Lo sai che ti amo vero?-
-Lo so, perché io ti amo più di quanto tu possa immaginare- rise.
Quanto si sbagliava! E ora dove sei? Mi ami ancora? Con chi sei? Chi ti ama? Chi ti bacia? Con chi sei, amore? Mia, non c’è nessuno che ti ama più di me, ed io non merito di essere amato dopo di te. Nessuna potrà mai neanche toccarmi come facevi tu. Sono fuggito da donne bellissime, da donne gentili solo perché non erano te. Tutti pensano che io sia cattivo e arrogante ma come si può sostenere lo sguardo di donne che non ti conoscono? Tu, mio sole, mia primavera conosci tutto di me. Continuo a sperare che tu legga queste parole e mi raggiunga. Dimenticherò i miei dieci anni di solitudine e tristezza e farò dimenticare a te i tuoi dieci anni di rabbia. Ci perderemo insieme nei nostri sguardi e faremo l’amore come mi hai insegnato tu. Non so amare, non so vivere senza di te.
I primi giorni di novembre la band aveva ottenuto un po’ di riposo e non dovetti mentirle.
Quei giorni indossava maglioni più grandi di lei e aveva i capelli raccolti sempre più spesso. Da un lato era comodo e confortevole per lei, ma io non potevo passare le mani tra i suoi ricci.
Il tre novembre decisi che sarei stato con lei tutta la giornata e anche Tom sembrava essere d’accordo.
Mi alzai presto e le preparai, con l’aiuto di Sophie, dei dolcetti alla cioccolata. Li impacchettai e bussai alla sua porta.
Era bellissima, tutta in disordine con gli occhi nocciola ancora assonnati.
-Bill, che ci fai qui alle sei del mattino?- mi domandò
-Ti ho preparato la colazione Amore-
-Grazie, ma non potevi aspettare, non dico le otto, ma almeno le sette?-
Iniziai a ridere dal nervoso, non avrebbe apprezzato il mio gesto?  Ma lei sembrò accorgersene e rise a sua volta.
-Avanti, chi devo ringraziare per questi dolcetti?- mi fece entrare in casa.
La sua vestaglia non nascondeva le poche forme che avevo imparato ad amare, anzi, tutto ciò risvegliò la mia virilità. Non avrei mai voluto sporcarla con le mie voglie poco sante, ma lei mi mandava in confusione solo salendo le scale o accavallando le gambe.
-Ho buttato giù dal letto la fidanzata di Tom- confessai – sono ricette italiane, credo-
In cucina, mentre io preparavo la tavola, lei mi fece il caffè. Fu una colazione perfetta, fatta di sguardi e cioccolata e l’amai così tanto per la sua semplicità che mi promisi di non smettere mai.
-Hai una briciola sulle labbra- mi disse ad un certo punto.
Presi un fazzoletto ma bloccò il mio polso, si avvicino alle mie labbra e mi baciò.
-Uhm… sono deliziosi sai?- sorrise.
Sorrisi anche io. Lei era deliziosa, piegata leggermente sul mio viso, sorridente, semplice. Era una visione.
Oggi quando la moglie di Tom prepara gli stessi dolci, io non posso che pensare a te. Magari anche tu pensi la stessa cosa quando mangi qualcosa di simile, almeno io ci spero.
Molte fans hanno cercato di suscitare in me qualsiasi tipo di istinto, ma nessuna è mai riuscita dove sei riuscita tu.
-Stasera ti porto fuori a cena, Mia-
-Davvero? E perché?-
-Perché posso, tesoro e perché ne ho voglia. Possiamo anche scappare per due giorni, stare da soli lontano dal mondo, ti va?-
-Con te andrebbe bene anche stare in un  fienile- rise.
-Dove ti piacerebbe andare?- le chiesi.
-Dove possiamo essere eterni-
Decidemmo di scappare a Parigi, dopo le sue mille proteste sul viaggio e sul denaro. Non voleva un altro regalo da parte mia, ma i miei sforzi alla fine vinsero sulle sue obiezioni.
Ero già stato a Parigi ma questo non lo dissi a Mia. Ero venuto per diversi concerti e negli anni la città aveva perso il valore, il valore che ritrovai nel suo sguardo il primo giorno di visita.
Pensavo che Paris non potesse essere romantica per uno come me, ma per la prima volta vidi il senso dell’eternità tra le strade, i boulevard e i musei. Non mi importava essere scoperto, perché ero talmente affascinato ed emozionato al suo fianco, che sembravo un turista qualsiasi che porta la donna della sua vita a spasso in città. Il primo giorno  visitammo Parigi in lungo e largo, ed io mi concentrai sulla bellezza di Mia, sulla sua testardaggine a non volermi confessare il suo nome, il nome che mi aveva nascosto comprando i biglietti senza la mia supervisione. Avevo ceduto  perché altrimenti avrebbe fatto problemi su quale carta di credito usare. La stanza era stata prenotata dalla mia casa discografica ed era una nostra conoscenza dove nessuno si rivolgeva a me con il mio cognome.  La sera del 5 novembre, il nostro primo giorno a Parigi, io e Mia, facemmo l’amore.
Non so perché successe a Parigi, forse per l’amore incondizionato che viaggiava in città, forse perché dormire in una stanza che non fosse la mia o la sua era emozionante o forse perché il nostro amore doveva passare ad uno stadio successivo. Nessuno programmò nulla e fu perfetto. Non racconto i dettagli della nostra esperienza perché chiunque potrebbe entrare nella nostra intimità e non voglio, ma soprattutto perché se lei ora sta con un uomo, non le piacerebbe leggere della sua intimità qui sopra.
Fu tutto molto dolce, io avevo fretta ma lei mi ha insegnato ad amare con il cuore e il corpo allo stesso tempo. Non era un atto vuoto, frivolo, ma stavo facendo l’amore con il cuore che batteva al suo stesso ritmo. Forse oggi Mia, ti sei pentita di aver condiviso con me quel momento così importante,  pentita perché come hai ammesso tu a dicembre “non mi conoscevi affatto”, ma quel giorno, ci amammo come nessuno aveva mai osato amare un altro essere umano. Non ho più fatto l’amore così, ero sempre distratto dal bisogno di soddisfare me stesso prima della mia partner, ma tu, tu hai fatto di me un uomo distrutto perché non avrei mai dovuto rinunciare a te per nulla. Fai l’amore con me Mia, fallo ancora.
Durante il nostro soggiorno  a Parigi, facemmo diverse volte l’amore e quando tornammo a casa persino Tom riusciva a rendersi conto del cambiamento tra di noi. Eravamo più uniti, più forti e indistruttibili.
Se ci penso oggi, mi rendo conto che un amore del genere o ti spezza o ti unisce. E io credevo che a noi fosse toccata la sorte buona. Ti sei mai chiesta, mio amore,  come sarebbero state le cose se io ti avessi confessato tutto? Mi avresti amato come prima? Mi avresti voluto lo stesso, sapendo che c’erano altre donne? Non che tu dovessi temere nessuna di loro, ma sei sicura che tutto ciò non ti avrebbe cambiata?  Che non mi avresti guardato con occhi diversi quando tornavo da un concerto? Che non ti saresti chiesta ogni giorno “perché io e non la tipa della prima fila” ?
Tutto ciò mi tormenta ora, come poteva non tormentare te in quegli anni? Non sto giustificando la mia decisione finale, quando sono scappato da te, ma sto cercando di trovare mille punti di vista per indurti a tornare. Ma io cosa ne posso sapere? Ho poco più di trent’anni, non ho avuto più storie d’Amore e sono rimasto solo per tanti mesi. Cosa mi fa credere che tu non sia più felice dove sei ora? Nulla perché non lo so. Se solo sapessi che tu sei soddisfatta e felice potrei lasciarmi questa storia alla spalle, ma non potrei mai lasciare te. Mi chiedo se stai bene ma soprattutto sei felice? Quando eri la mia Mia, eri la donna più felice del mondo. Il tuo nuovo marito, uomo, fidanzato ti tratta come se non ci fosse nulla di più prezioso al mondo? Ti tocca come se non ci fosse nulla di più delicato? E ti ama come se non ci fosse nulla di più raro? Dimmelo Mia, dimmelo e torna da me.
Il 10 novembre Tom e la sua italiana andarono via per un po’. Avere la casa a nostra disposizione scatenò tutto quello che avevamo lasciato in sospeso in quei giorni a Parigi. Facemmo l’amore più volte, senza stancarci mai e il suo sentimento per me cominciò a farmi sentire in colpa. Come poteva amare me?
Ma appena riprendeva a baciarmi la scapola, io dimenticavo il mio posto nel mondo. Il mio posto nel mondo era tra le sue braccia.
-Amore- disse mentre eravamo stesi a letto nudi- ci pensi mai al nostro futuro?-
-Si, lo vedo solo se penso che sia con te che io lo condividerò-
-Uhm.. e ci pensi mai ad un futuro senza di me?-
-Come potrei solo immaginare di essere dove non ci sia tu a meno di 50 metri?- sorrisi- queste domande sono sciocche, io non posso esistere se tu non ci sei-
-Ti amo Bill, ti amo da morirne- si coprì gli occhi con le mani.
-Hey primavera, anche io ti amo-
-Ma io ho paura che tutto questo amore un giorno mi scoppierà dal cuore e allora come farò a vivere con un cuore a pezzi?-
Mi allarmai, stava forse pensando di andarsene?
-Primavera,  se un giorno questo dovesse succedere, io rimetterò a posto ogni singolo pezzettino.-
Questo la tranquillizzò e sorrise e il suo sorriso calmò me. 
Ora sono io che ho il cuore a pezzi. E tu ti chiederai perché dieci anni Bill? Perché hai fatto passare così tanto tempo se il tuo amore per me era insopportabile? Hai ragione. Ma ho voglia di spiegartelo Mia, ho bisogno di dirti tutto quello che mi ha consumato in questi anni. Tutto ciò che mi ha logorato l’anima.
I primi anni senza di te ero arrabbiato, ma di certo non sarei potuto tornare e abbandonare tutto quello che la mia band aveva costruito. Non avresti amato una persona egoista che lasciava gli altri in un mare di guai. I primi anni sono stati un inferno, ero combattuto da ciò che era giusto e ciò di cui avevo bisogno. Restare con la band era giusto e di te avevo bisogno. Solo dopo 5 anni lontano da te, mi sono reso conto che quello che era giusto e quello di cui avevo bisogno erano la stessa cosa: tu. Ma cosa fare dopo 5 anni quando non conoscevo neanche il tuo nome? Come potevo io dall’America cercarti in Germania? Non avevi confessato il tuo nome neanche alla moglie di mio fratello, come avrei fatto? Il sesto e il settimo anno, quando ormai il successo stava iniziando a regolarizzarsi, ho cominciato a cercare tra i parenti della nonnina Bros, ma nulla. Tu sembravi non essere mai esistita. Quando ho avuto la libertà di trasferirmi, erano passati altri tre anni. Ti ho cercata amore, ma anche con la mia notorietà non ho fatto abbastanza. Se fossi stato pronto a condividerti col mondo avrei impiegato meno tempo, ma tu avresti potuto anche scambiare il mio amore per invadenza e allora cosa avrei risolto? Ti avrei trovata sì, ma delusa e arrabbiata.
So che quello che ti sto dicendo sono solo parole, ma cazzo , se sapessi dove sei ti dimostrerei tutto con i fatti. Potrei raggiungerti anche a piedi, nudo, rasato. 
Tu invece cosa hai fatto in questi dieci anni? Ti sei sposata? Hai avuto figli? Come si chiamano? Ma soprattutto da quando sai chi sono, mi hai ascoltato? Ti sei riconosciuta nelle mie canzoni? Hai pianto per me? No, non posso desiderare il tuo pianto. Come potrei? Ti ho fatto già troppo male.
Vado a parlare con Tom, ha portato la piccola nana a casa mia. Da quando c’è lei, ho ripreso a sperare nella vita. Vorrei diventare padre un giorno. Avere un figlio da te o forse più di uno, se tu lo vuoi. Ma quando saprò che a te di questa storia non frega più nulla, mi lascerò tutto alle spalle. Se tu non mi vuoi più, sarò pronto ad andare avanti ma devo avere una seconda occasione. Ma se tu mi volessi ancora, dimmelo. Perché il tuo silenzio mi sta uccidendo. 




Questo è il primo capitolo della "maturità" cioè che ho scritto dopo quasi 5 anni. Vorrei solo ringraziare chiunque abbia ripreso a leggere questa storia perchè vuol dire molto per me. Spero di non aver perso la mano perchè sarebbe sconveniente. Grazie a tutte :) 

 

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Capitolo 7
*** 7 ***


Ad Alessia che si emoziona ancora dopo tutto questo tempo.
 
L’aria di dicembre aveva rallegrato tutti, soprattutto Mia che non vedeva l’ora di passare il natale con me. Alcuni  parenti alla lontana avrebbero passato le ferie con la nonnina Bros, quindi lei sarebbe stata solo mia. Quando Tom tornò con un albero di Natale misura extralarge, io e Mia stavamo preparando delle mini sfoglie per la sera. Avremmo cenato tutti e quattro insieme e le avrei parlato di mia madre che aveva voglia di conoscerla.
-Hey piccioncini, potresti darmi una mano?- chiese Tom dall’ingresso.
-Si, arriviamo-
Mentre lui cercava di trascinare dentro casa due metri di albero, la sua fidanzata mi passava scatole e buste piene di decorazioni.
-Possiamo farlo dopo cena? Che ne pensi Primavera?- chiesi guardando il dono di Natale più bello che potessi mai ricevere
-Solo se quei due ci danno una mano- sorrise.
-Io ci sto- rispose l’italiana- solo che dobbiamo costringere Tom-
Tutti e tre ci girammo a guardare mio fratello che aveva ormai già sistemato l’albero accanto alla tv nel salottino.
-Ok! Mi arrendo! Se mi guardate così, come posso dire di no?-
-Perfetto- fece eco Mia- ora Bill andiamo a cucinare!-
Le mie capacità culinarie erano davvero piccole ma in quel momento guidato dalle sue mani, mi sembrava di essere il miglior chef della Germania. Non preparammo così molto difficili, anzi. La semplicità con Mia era una garanzia. Era semplice nel modo di vestire, di porsi, di cucinare; Mia poteva incantare solo recitando una poesia ed io ne sapevo qualcosa.
La cena fu divertente, Mia sembrava essere a suo agio tra mio fratello e la fidanzata. Intratteneva qualsiasi tipo di conversazione e aveva idee brillanti su tutto. Sarebbe potuta essere un’ottima aiutante per la band, ma tutto ciò non lo sapremmo mai.
-Allora- interruppe Tom- il nostro cugino David, vuole parlarci di una cosa verso la metà di dicembre. Tu sei dei nostri?-
David, cosa doveva dirci di così importante da far si che Tom ne parlasse in un momento così delicato?
-David, dici? E che cosa vuole di così importante?-
La fidanzata di mio fratello, l’unica forse in grado di capire quanto Tom alcune volte non arrivasse alle cose da solo, portò l’attenzione di Mia lontano dal nostro finto cugino e le chiese di sparecchiare insieme.
A tavola, da soli, avrei preferito alzare la voce con Tom,  ma avevo paura di essere scoperto.
-Cosa c’è?- sbottai quando Tom continuava a non capire le mie reazioni.
-Bill, è una cosa urgente. Te ne avrei dovuto parlare molto tempo fa, ma aspettavo che tu le dicessi la verità. Visto che questo non  è neanche lontanamente nei tuoi pensieri- sospirò – un momento valeva l’altro-
-Ma davanti a lei? Tom !! Avrebbe potuto scoprire tutto e dio solo sa quanto si sarebbe allontanata-
-Bill se non le parli ora, se ne andrà comunque-
BUM, cosa c’era di così importante da fare per David?
-Che vorresti dire? Che cosa sai che è nascosto al frontman?-
-Non è nascosto al frontman, ma se tu prestassi più attenzione durante gli incontri, invece di chiederti cosa lei può o non può scoprire, sapresti della proposta che abbiamo ricevuto-
Di cosa stava parlando? Quando ero stato così poco attento? Che cosa mi stava succedendo?
-Di che proposta parli?- abbassai la voce, stavo tremando dalla paura.
-Bill lascia sta!!! Ne parli con David direttamente. Non voglio essere la causa del tuo cattivo umore. Hai una fidanzata che si aspetta di fare l’albero.  Io anche ne ho una, con la differenza che lei, almeno, sa quello che succederà all’inizio del nuovo anno.- si alzò per raggiungere la cucina e chiamare le ragazze – Sistema tutto con la tua Primavera e vedi che tutto ciò gioverà sia a voi due che alla band. Non vogliamo un cantante depresso, per quanto la depressione riesce a farti dare il meglio. Sei mio fratello e ti voglio bene-
Dopo la chiacchierata, Mia che aveva intuito che ci fossero dei problemi in famiglia (non sai quanti!), mi alleggerì la testa. Danzò e cantò mentre preparavamo l’albero. Ognuno di noi si era occupato di un lato, il mio era il più ordinato, quello di Tom aveva degli immensi buchi tra una ghirlanda e l’altra, la sua fidanzata era stava meticolosa quanto me, ma era il lato di Mia quello che trasmetteva a pieno il senso del Natale. Era perfetto: rosso e verde, un po’ di dorato. Eravamo talmente affascinati che decidemmo di usare quello come lato in vista.
Da quando te ne sei andata non ho più fatto l’albero di Natale. Non ho neanche più festeggiato. Il natale ha significato disillusione e addii. Ho ancora il tuo regalo da qualche parte a casa. All’inizio voluto buttarlo via, regalarlo ai poveri, metterlo in beneficenza, ma oggi sono contento di non averlo fatto. Questo regalo, semmai tu tornassi, significherebbe che abbiamo un nuovo inizio e so che è quello che ci meritiamo. Quando cerco di darmi una motivazione per tutto quello che è successo, penso alla tua insistenza di nasconderti da me. Come mai non mi hai mai confessato il tuo nome? Porti il peso di un cognome cattivo? Avevi paura che io potessi giudicarti da quello che si diceva in giro? Amore, come posso io giudicare te quando sono io quello che per primo aveva una seconda vita? Come potrei anche solo pensare che tu sia quello che il tuo cognome dice? Oppure, il tuo nasconderti, significa che non eri sicura della nostra storia? Magari tu sapevi da sempre io chi fossi e volevi proteggerti; proteggere te stessa da una mia cazzata. Hai fatto bene amore a scappare. Ma avrei voluto che tu scappassi nella mia stessa direzione. Dove sei?
Il 10 dicembre nevicò. Era tutto così bello con te. Anche la neve era carica di nuove promesse. Sembravi non sentire il freddo e magari eri così eccitata da quell’atmosfera da non sentirlo davvero.  Ci godemmo quegli ultimi giorni, da amanti e da amici. Ultimi perché verso la metà di dicembre, David mi raccontò tutto.
Ti avevo dato le chiavi di casa e la fidanzata di Tom come compagnia quel giorno. Avevo bisogno di saperti vicino qualcosa che parlasse di me. Avevo paura. Era arrivato il momento più difficile della mia vita dopo tutti quei mesi di amore folle. Tom continuava a mantenere il segreto:  non voleva che andassi in escandescenza prima di conoscere la verità.
Georg e Gustav erano già all’interno della sala quando entrammo. David ci raggiunse poco dopo.
-Bill, finalmente ti sei degnato di presentarti!-
-David, ad un certo punto, devo pur fare il mio lavoro!- scherzai.
Non era vero, non volevo fare nessun lavoro.  In quel momento, il peso delle mie bugie divagò in me e mi fece piegare le ginocchia. Mi sedetti accanto a Gustav.
-Come tutti voi sapete..- mi guardò – come tutti voi sapete tranne Bill- disse David – ho cercato in tutti i modi di portare la vostra musica anche aldilà dell’oceano-
Questa non era una novità. Avevamo già fatto concerti in Asia e America. Erano più di 5 giorni all’estero ma erano sempre giorni sopportabili. Sarei sempre tornato da lei.
-Quindi abbiamo un altro tour?- chiesi
-Bill, non ti ha detto nulla Tom?-
Tutti e due lo guardammo –Ho cercato di tenere il suo morale sollevato in queste settimane prima di questa notizia. Non spettava a me dargliela. Io lo aveva avvisato che stava cambiando qualcosa- rispose mio fratello.
-Di che cosa state parlando?-
-Bill, dobbiamo andare in America!-
-Tutto questo per alcune date in USA?- mi rilassai. Avevo creduto di perdere Mia per sempre. Non era la Francia o un qualsiasi paese confinate alla mia nazione. Era l’America!
I miei amici non rispondevano, finché non toccò a David spiegarlo. Credo, dopo questi anni, che  Tom lasciò il compito a David per non rovinare il nostro rapporto.
-Si tratta di un contratto di 5 anni, esclusivo dell’America. Dovete trasferirvi. Staccate la spina da questo posto e vi aprite alle nuove opportunità-
-COSA? STAI DICENDO CHE DOBBIAMO ANDARE VIA DA QUI?-
L’unico pensiero era Mia. Come avrebbe reagito alla notizia? Quando si sarebbe trasferita con me? L’avrebbe fatto? Ero sul punto di svenire, quando Tom  si avvicinò.
-Bill, si sistemerà tutto.  Le parlerai e lei capirà. Non è detto che tutto questo deve finire. Magari avrete un nuovo inizio!-
-Tom tu non capisci! Le ho mentito per mesi. Mi sono nascosto dal mondo per anni e lei mi ha guardato e ha visto me. Non l’uomo con il trucco ma quello che c’era sotto. Lei ha visto quello che neanche io volevo vedere. Lo capisci o no? Sto per perdere l’unica persona che mi conosce. Io non accetterei le mie scuse, e se la conosco neanche lei le accetterà-
Lasciai la stanza e tornai a casa.
Era il 16 dicembre. La riunione mi aveva ucciso e tolto ogni possibilità di amore. Per i 5 futuri anni sarei stato da solo.  Appena tornato a casa la sua risata mi riscaldo l’anima.
Si avvicinò e mi baciò.
-Bill, ti senti male?-  avevo un viso così bianco. Le labbra viola. Volevo lasciarmi il mondo alle spalle.
-Primavera, dobbiamo parlare!- le dissi risoluto.
-Ok, parliamo ma prima vai a stenderti a letto. Ti porto qualcosa di caldo. Non farmi preoccupare più del necessario-
Mi mandò a letto e dopo pochi minuti bussò alla porta.
-Posso?-
-Certo che puoi Angelo!-
Posò il bicchiere sul comodino e prima di parlarle ne presi qualche sorso.  Tremavo ancora, ma i suoi occhi mi diedero la calma necessaria.  Adesso o mai più, mi ricordo che mi dissi. Ma prima di formulare le prime parole, svenni.
Classico da me, lo so. Sono un tipo piuttosto prevedibile. Ma quel giorno avevo troppe emozioni  chiuse nel mio cuore: rabbia, delusione, tristezza. Tutte che combattevano con quella più importante: l’amore.
Dopo che la preoccupazione di tutti svanì mi addormentai e mi risvegliai il 17 dicembre. Mia non c’era. Io non c’ero.
La casa era deserta,  nessun biglietto. Nulla. Trovai solo alcuni borsoni: Sophie stava andando via? O Tom preparava le cose per l’America? Quando avremmo avvisato la mamma?
Quando avrei parlato con Mia?
Nessuno mi fece visita fino alle 13, quando dalla mia camera sentii le voci di tutti: Tom e la sua ragazza, mia madre e Gordon e Mia.
Scesi le scali tre gradini alla volta.
-BILLLLL!- mi madre corse ad abbracciarmi – tesoro, la tua splendida fidanzata mi ha detto che sei stato male. Come va amore? Stai bene?-
Sorrisi a Mia, che sembrava molto tranquilla in tutto quel casino.
-Mamma- ricambiai forte l’abbraccio – che ci fai qui?-
-Come che ci faccio qui amore?- sorrise – vi ho raggiunto per  salutarvi prima della vostra partenza per l’America-
Lo aveva detto. Davanti a tutti, senza peli sulla lingua. Lasciai andare le sue mani e mi avvicinai a Mia. La sua espressione dall’amore puro si trasformò in terrore.
-Di che cosa sta parlando tua madre?- mi chiese.
Oggi dopo anni penso che mia madre abbia detto le cose giuste al momento giusto, altrimenti sarei stato troppo codardo per lasciarla andare. Non potevo scegliere tra lei e la band e speravo che lei scegliesse me anche dopo tutte le bugie. In realtà, io avevo una scelta e l’ho fatta. Una scelta che è stata sbagliata per tutte le ragioni che vi ho raccontato. Avevo paura ok? Ancora adesso ho una fottuta paura. Ma il suo volto ne trasmetteva una ancora più grande.
-Primavera dobbiamo parlare.. io non sono chi tu pensi io sia… sono Bill Kaulitz, il frontman dei Tokio Hotel-

 


Penultimo capitolo prima dell'epilogo, cosa succederà adesso? Grazie a tutte **

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Capitolo 8
*** 8 ***


A tutte le ragazze che stanno leggendo questo capitolo. Grazie per essere qui.

Lo avevo detto. Dopo mesi di segreti  ero riuscito a dire quello che temevo Mia scoprisse. Non so se fu colpa o merito di mia madre, oggi come oggi la ringrazierei, ma in quel momento avrei voluto sprofondare nel nostro sottoscala e sparire per anni. Cosa che ovviamente ho fatto: sono sparito per dieci anni.
-Chi sei?- urlò Mia evitando che io la toccassi. Era fredda sia nel suo sguardo che nei suoi gesti. Non eravamo quelli che avevano fatto l’amore a Parigi o in camera mia. Eravamo estranei, anche se per lei io lo ero sempre stato.
-Primavera! Tu non capisci. Dirti la verità mi sarebbe costato tutto. Ti avrei persa- mi giustificai.
-Tu dici Bill? Pensi davvero che la verità è peggio di qualsiasi cazzo di bugia?-  sbraitò.
Nessuno l’aveva mai sentita alzare la voce o per di più dire parole come “cazzo”. Non era un buon segno. Tom portò la sua fidanzata e i miei genitori lontano da noi. Potevo leggere la pena negli occhi della donna che amavo quanto Mia, e in occasioni diverse sarei corso ad abbracciarla; in quel momento volevo solo che Mia mi perdonasse.
-No certo che no! Ma la mia verità era pericolosa!-
-Pericolosa per chi Bill? Per te o per me? Per te perché così potevi avere una doppia vita o per me così non avrei scoperto con quante donne uscivi?-
Era questo che credeva? Che avessi mentito per mesi solo per avere una storia con altre donne? Come se io potessi solo desiderare un’altra donna.
Mia, ovunque tu sia ora, sappi che non ti ho mai tradito in quei mesi. Non ho mai desiderato un’altra donna nemmeno quando avevo perso le speranze. Il mio desiderio era di proteggerti dall’infamia della popolarità. Era di prendermi cura di te tutti i giorni della mia vita, senza farti mancare nulla. E sinceramente spero che tutto ciò possa ancora accadere. Ho un sacco di cose da recuperare per questi 10 anni e se tu tornassi, in un paio di anni ti farei dimenticare il mondo esterno. Come hai potuto solo pensare che il mio nasconderti quella parte della mia vita, fosse un atto di infedeltà?
-COSA? SUL SERIO PENSI CHE FOSSE TUTTA UNA MESSA IN SCENA PER USCIRE CON ALTRA GENTE?- urlai.
Sentii mia madre sussultare dall’altra stanza e dovette sentirlo anche Mia.
-Tom lo sapeva? Lo sapeva quello che sei?- chiese.
-Tom è nella band con me.  Ci sono anche Georg e Gustav - risposi.
-NON CI POSSO CREDERE!- fu lei ad alzare la voce questa volta – Mi avete mentito TUTTI! Non ci voglio credere. Mi sono fidata di voi. Ti ho dato tutto Bill-
È vero. Mi hai dato tutto e anche io ti ho dato tutto quello che potevo. Tutto quello che meritavi. Non sto dicendo che non meritassi la verità ma alcune volte ci sono cose che neanche tu saresti riuscita a sopportare.
-Nessuno aveva intenzioni di mentirti. Neppure Tom- risposi – Ero solo preoccupato da quello che sarebbe potuto succedere se avessi scoperto tutto. Avevo paura!-
-Questo non ti giustifica.  Quante altre bugie mi hai detto? Anzi, quante verità mi hai tenuto nascoste?- aveva le meni tra i capelli, il volto bianco e nessun tipo di sorriso. Lo sguardo era irriconoscibile: sembrava un’altra persona.
-Non sono mai andato da mia madre quando dicevo di essere da lei.. ero..-
-.. andavi a cantare- continuò per me.
-Si..-
Corse verso la cucina come per sfuggire al mio sguardo colpevole. Le cose stavano andando peggio di quanto mi aspettassi. Non avrei recuperato nulla di questi mesi.
Passarono minuti durante i quali nessuno di noi parlò. Io, perché non sapevo cosa dire per non peggiorare la situazione e lei, perché si trovava davanti ad un estraneo.  Avrei potuto dire tutto in quel momento, ma niente mi avrebbe salvato.
-Perché non mi hai mai detto come ti chiami?- le rinfacciai – forse anche tu nascondi qualcosa!-
Sbuffò –Ora è colpa mia? Avanti ! Dimmi che mi hai tenuta all’oscuro su chi sei solo per farmi un dispetto.-
No. Non era così. In quel momento, però, tutto mi sembrava un segreto.
-No. Ero già Bill Kaulitz quando tu sei arrivata qui- le dissi.
-Io anche. Pensavo che te ne fregassi del mio nome. Magari semplicemente non mi piaceva, oppure è troppo lungo, oppure mi ricordava mia madre, oppure non volevo che tu lo pronunciassi. Invece no. Ti ho nascosto un segreto enorme. Sono andata via quasi quattro volte al mese perché non volevo che tu scoprissi il mio più grande segreto. Ho una seconda vita, non lo sai? – rise.
Ero bloccato in cucina, dall’altra parte dell’isola e non l’avrei raggiunta senza che se ne accorgesse.
-Non sei seria- le dissi.
-Come no? Il mio cognome fa parte di un clan mafioso, o no volevo dire di una ricca dinastia, oppure mi sembra derivasse da proprietari terrieri. Chissà ! Non lo saprai mai-
-Primavera smettila. Ti voglio spiegare tutto ma tu dammi il modo per farlo. Ora sei arrabbiata, delusa e ti capisco. È vero non m’importa del tuo nome. Voglio solo farti conoscere le mie ragioni-
-Bill- rise pronunciando il mio nome- prima di tutto non sono arrabbiata-
Sospirai. Magari calmandola avrei potuto intrattenere una chiacchierata senza urla, ma prima ancora di finire questo pensiero, lei continuò –SONO INCAZZATA NERA! Sto provando dei sentimenti contrastanti verso di te, ma nessuno è un sentimento pacifico!- disse.
-Posso almeno spiegarti?- le chiesi con un tono di voce bassissimo. Avevo paura.
-Prego! Chi sono io per impedire qualsiasi cosa al frontman dei TokioQualcosa!-
-Tokio Hotel- la corressi.
Prima che lei rispondesse sentimmo Tom dire “ma chi se ne fotte Bill”.
Rise. Una risata vera e non fredda.
-Grazie Tom- urlò dalla cucina – Prego frontman!-
-Per prima cosa…- per prima cosa, cosa? Mi dispiace averti mentito? Ti amo?
Cosa avrei potuto dire alla donna della mia vita per non farla scappare da me?
-Forza- mi incoraggiò- non mangio mica!-
In realtà avrebbe potuto benissimo mangiarmi in un boccone. Avevo lo sguardo di un’altra donna. Oggi dopo dieci anni capisco che non era lo sguardo di un’altra donna ma quello di una donna spezzata. Ed era colpa mia. Le avevo portato via tutto.
-Non era mia intenzione mentirti- le dissi- è inutile dire che mi dispiace, perché so che è la cosa più banale da dire in questo caso, ma è anche la più vera- respirai profondamente- la verità è che mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista. Ti spiavo prendere il giornale la mattina, seguivo i tuoi movimenti- risi ricordando quei giorni.
Era tutto più bello e vero. Lei era vera e solare.
-Avevo imparato a memoria i tuoi passi e costruivo le mie giornate attorno al tuo tempo-
Mia restava con la braccia conserte, gli occhi chiusi per non piangere.
-Ti ho amata da subito. Ho amato la tua semplicità, il tuo essere misteriosa e tutto quello che abbiamo fatto insieme. Ma proprio perché ti amavo, non volevo condividerti con il resto del mondo-
Lei aprì gli occhi che ovviamente erano  velati di lacrime.
-Perché?- mi chiese
-Perché avevo paura che condividendoti, non saresti stata più solo mia. Avrei dovuto presentarti ai fans e possono essere davvero cattivi alcuni di loro-
-Avrei sopportato tutto per te Bill- mi disse.
-Certo, lo avresti fatto ma a che prezzo?- anche io stavo iniziando ad avere gli occhi velati. Era la fine –avresti dovuto rinunciare alla privacy, alle tue abitudini e alla tua zietta. Avremmo dovuto cambiare casa diverse volte, avresti trovato lettere da persone che ti appoggiano e da persone che ti odiano. Saresti dovuta cambiare ed io non volevo cambiarti-
-Non ti sarei piaciuta pronta a tutto per stare con te?- mi chiese
-Si, ma per quanto tempo avresti sopportato tutto ciò prima di chiederti se ne valesse la pena?-
-Tu ne valevi la pena- rispose.
Perché parlava al passato? Aveva già promesso a se stessa di aver chiuso con me?
-Non potevo chiederti di rinunciare a tutto. Avremmo viaggiato sempre e tu molto spesso avresti dovuto rinunciare alle tue priorità. Magari avresti iniziato ad essere gelosa delle fans che incontravamo. Ti saresti fatta mille domande su cosa avessero loro più di te e ti saresti allontanata-
-È tutto molto ipotetico Bill- rispose serrando i pugni- cosa ne sai tu, di quello che avrei potuto pensare io?-
-Hai visto Tom quante ne ha cambiate nel corso di questi mesi?-
Sentimmo Tom gridare “auch!!!” dall’altra stanza, segno che la fidanzata gli aveva assestato qualche cazzotto scherzoso.
-TU NON SEI TOM!- urlò
-Vuoi dirmi che saresti stata sicura al 100% di me quando non sono come quello che hai conosciuto?-
-Non ha senso Bill. Tutta questa storia non ha senso. Dici di amarmi ma allo stesso tempo mi metti in testa cose del tipo “avrei potuto cambiare ragazza spesso”- si girò verso la porta – me ne vado Bill-
-NO ASPETTA- urlai e lei sussultò –Non ti avrei mai tradita. MAI. Ma avresti potuto pensare che tutto ciò fosse possibile anche per me. Quando non ci saresti stata, avresti pensato al peggio. Saresti diventata diffidente-
-No Bill mi sarei fidata ciecamente-
-Questo lo dici ora, ma immaginati!-
Sarebbe diventata gelosa ogni giorno di più, avrebbe cominciato a non fidarsi di me e a rendere il lavoro uno schifo. Avrei dovuto fare un’altra scelta e magari non sarebbe stata positiva per nessuno.
-Non mi voglio immaginare Bill. IO LO SO! Non ti avrei mai negato il tuo piacere più grande. Avrei aspettato sempre in disparte. Non ti avrei costretto a scegliere mai tra me e i fan, perché avresti potuto avere entrambi. Bastava dirlo: devo stare con delle ragazze ma TI AMO e tornerò da te- disse
Mi si riempirono gli occhi di lacrime. La amavo.
-Mi dispiace- le dissi
-Dispiace anche a me-
-Questo non toglie che tu sia l’unica donna che mi abbia mai davvero conosciuto-
-ah no Bill! Io non ti conosco affatto- rise.
-Tu hai visto dietro il trucco. Hai visto direttamente dentro e non sei scappata. Non mi hai mai giudicato per il personaggio che fingo di essere anzi. Se andata oltre, hai trovato il centro della mia anima e l’hai fatta diventare una cosa sola con la tua. Ho vissuto da quando ti conosco Mia- piangevo mentre le parole continuavano ad uscire senza sosta dalla mia bocca. Non volevo perderla- ero un uomo vuoto, pieno solo di sé. Ero freddo, distaccato e senza speranze. Avevo il successo dalla mia parte ma un cuore distrutto da anni di solitudine. Poi sei arrivata tu con quegli occhi belli da morire che mi hanno attraversato. Non hanno guardato il mio involucro ma la mia anima. Hanno scavato e scavato e scavato e si sono resi conto che c’era qualcosa da salvare e mi hai salvato-
-Bill…- disse e speravo aggiungesse qualsiasi altra cosa ma non disse più nulla.
-Lo so che ti ho distrutta e spezzata ma il nostro amore può guarirci. Possiamo ricominciare dall’inizio, mi presento per chi sono davvero , posso conquistarti di nuovo-
-Io non ho visto la tua anima Bill- mi guardò – io ho semplicemente guardato i tuoi occhi e ho visto la mia. Sono stata un’egoista: pensavo di salvare me stessa e invece ho distrutto entrambi-
Lessi la disperazione sul suo volto. Quella era la fine.
-Mi stai lasciando?- le chiesi
-Credo che sia giusto così. Hai fatto una scelta: l’America. Io non posso far parte di questo mondo ora come ora. Sarei solo un intralcio per te, soprattutto ora che devi ricominciare dall’inizio sia con la band che con me. Ti porterei via troppo tempo e non riusciresti a fare bene nessuna delle due cose. Non dico che ti aspetterò Bill perché possono passare due anni come ne possono passare dieci, ma sappi che ti amo. Non ho mai amato nessuno prima di te e forse non amerò mai nessuno neanche dopo, ma ora io devo andare. Ho bisogno che tu vada via da qui. Magari ti cercherò io, magari mi cercherai tu, ma ora anche tu devi andare- si avvicinò a me mentre tremavo. Si chinò per baciarmi le labbra e mi disse – mi mancherai Sole. Mi mancherai sempre-
Chiusi gli occhi e risposi al suo bacio.
-Anche tu Primavera-
Mentre respiravo il suo profumo lei era già andata via.
Non la cercai più quel giorno perché mi chiusi in camera senza cenare o vedere mio fratello.
Non la cercai neanche il giorno dopo perché se ne andò la sera stessa.  Mia era andata via. Non sarebbe più tornata ed io lo seppi solo quando ero già in America. Aveva preso qualcuno in quei giorni che si occupasse della vecchia zia. Lei non rimise piede in quella casa finché io non me ne fui andato. L’unica cosa che mi era rimasta di suo era il ricordo di quel bacio. Non avrei mai dimenticato il sapore delle lacrime sulle sue labbra e nemmeno il suo profumo. Inutile dire che in America la sua mancanza si faceva sentire ogni giorno finché non iniziai a convincerci. Dopo i primi anni, rinnovammo il contratto e lo rinnovammo ancora. Per noi non c’era stata la possibilità di un nuovo inizio. La persi e me ne pentii.
Dovunque tu sia ora sappi che sono a casa. Continuo a fare concerti quindi non sempre mi troverai qui, ma semmai tu tornassi io lo capirò. La chiave è sempre dove la mettevamo da giovani. Se non trovi me ci sarà la moglie di Tom e mia nipote. Ti aspetto. Spero che tu riesca a leggere tutto questo e mi raggiunga, non vedo l’ora di farmi perdonare e di cominciare dall’inizio. Ma se tu non tornassi per questo, fammi almeno sapere che sei felice così sarò felice anche io.
Ti amo, come ti amerò sempre. 


E' così siamo arrivati all'ultimo capitolo, finalmente Mia e Bill si sono chiariti, si sono odiati e si sono feriti. Avrei voluto che nonostante tutto la storia non perdesse nè la credibilità nè il romanticismo e spero di esserci riuscita. Non vi preoccupate arriverà l'epilogo che chiarirà tutto e sarà un epilogo del tutto diverso. Spero di arrivare con voi lì, insieme. Ps: sto riscrivendo (perchè stare ferma 5 anni ha i suoi problemi) "Il segreto della diva". Se vi va di passare ne sarei lieta. (: Alla prossima *-*

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Capitolo 9
*** Epilogo ***


A tutte voi che siete arrivate qui,
per Alessia,
per Eleonora,
per Mia.
 
Ho letto dieci volte queste pagine, una per ogni anno che abbiamo dovuto passare lontani. All’inizio avevo pianto, pianto fino a non respirare più. Avevo cambiato vita e il primo anno ero sopravvissuta a stento. Ma poi mi ero fatta forza;  sono una donna e nessuna donna deve stare così male per un uomo, soprattutto se l’uomo in questione  è un bugiardo che ti ha nascosto qualcosa che avresti accettato pur di essere Sua per sempre. Non nego che mi manca, mi manca come non mi è mai mancato nessuno e leggere che anche io manco a lui è una soddisfazione. Vorrei che vivesse con il senso di colpa per tutta la vita, non merita di avermi. Non me ne frega se ho pianto ogni volta che parlava di me come l’unica cosa che conta al mondo; ha detto di fargli sapere se sono felice. Si. Sono felice. È questo che gli dirò quando lo vedrò, ed è questo che ho cercato di dirgli in tutti questi anni: sto bene. Sono a pezzi ma non in frantumi. Ti sopravvivrò Bill, contaci.
Da quando mi ha detto la verità ho ascoltato tutte le sue canzoni: erano tutte per me. Mi sono innamorata della sua musica; oltre il danno la beffa. È sempre stato così stronzo? Mi manca anche il fratello, come se non bastasse e la sua fidanzata e sua nipote che non ho mai conosciuto. Mi sono persa così tanto ma non posso dire di non aver ostacolato tutti i suoi piani per trovarmi. Perché? Volevo che pagasse per essersene davvero andato. Lo avevo chiesto io ma non credevo sarebbe mai successo!
Mi sono iscritta dopo un anno ad un forum e cosa ci trovo? Fans che piangono per lui e così mi sono sentita meno sola: se qualcuno lo ama magari Bill riesce a sopportare meglio l’inferno in terra. Ho letto qualche intervista, ho visto i loro video e avevo sempre il suo sorriso stampato in testa. Quando mia zia è venuta a mancare,  ho preso la mia parte di eredità ed ho iniziato a viaggiare. Erano già tre anni che Bill ed io eravamo lontani e volevo sparire per un po’ per avere una possibilità diversa. Sono andata in America e ho conosciuto un uomo. Lui è sempre stato gentile con me e così dopo tanti corteggiamenti siamo usciti insieme e dove mi ha portata? Al concerto dei Tokio. Tony era perfetto e ho fatto finta di non conoscere la band anche se avevo dormito con uno di loro più di una volta. La vecchia me però doveva scomparire e ho messo su un sorriso incredibile. Essendo una persona abbastanza facoltosa Tony aveva i biglietti da prima fila. Non potevo sopportare di stare così vicino a Bill mentre un altro uomo mi teneva abbracciata, così convinsi Tony di voler un po’ di privacy e scambiammo i biglietti con due fans che erano lì dal giorno prima. Sentire Bill dal vivo ha portato alla luce tutto quello che avevo rimosso con fatica in tre anni ma vederlo, quello è stato tremendo. Era un’altra persona: audace, convinta, fiera e capii quello che mi aveva detto nella sua cucina: io avevo visto la sua anima. Niente di più vero. Ogni canzone parlava di me e volevo sia scappare a andare via, sia che lui mi riconoscesse tra tante. Ma Bill, che diceva mi avrebbe cercata per sempre, non pensava neanche che fosse possibile per me trovarmi lì. C’era un cielo bellissimo a Los Angeles dove avevo scoperto lui viveva in quegli anni e la luna rischiarava tutto il gruppo di persone che erano lì per lui. Ho guardato la luna e lui nello stesso momento ha fatto lo stesso. In quel momento ho sperato che lui stesse pensando a me ed ho iniziato a piangere. Tony se ne è accorto e mi ha portata via perché pensava stessi male (non sai quanto!!).  Da allora ho continuato la mia storia con lui, abbiamo fatto l’amore e ho detto basta a Bill. Mi sono trasferita a NY e ho chiuso con quella che ero. Essendo però iscritta sul forum continuavo a ricevere notizie sporadiche sulla sua vita: usciva con una modella, con una cantante, aveva rotto con una ballerina. Più lui frequentava altra gente più io andavo avanti con Tony. Diventato capo del suo ufficio una sera mi chiese di sposarlo ed io accettai. Erano già passati cinque anni dall’addio a Bill. Non ero più sua e non c’era stata più la primavera nella mia vita; autunni e inverni si sono susseguiti senza sosta.
Seppure Bill avesse mai trovato il mio cognome, dopo il quinto anno Tony mi fece prendere il suo. Ero sparita per sempre e lui un giorno se ne sarebbe fatto una ragione. Fu un matrimonio molto in grande, non conoscevo quasi nessuno e tutti sembravano invidiarmi. Ero una donna sposata con una vita da scoprire, ero bella e le sue colleghe erano tutte così gelose. Ma la vita da sposata mi stava stretta. Dopo il primo anno di matrimonio e il sesto senza Bill, Tony cominciò a mancare alle nostre serate, faceva tardi in ufficio e si arrabbiava ogni volta che io gli facevo notare le sue mancanze. Quando era di buon umore mi faceva sentire la migliore moglie del mondo, altre volte avrei solo voluto scomparire. Le amiche che avevo trovato, tutte fan dei Tokio ovviamente, non riuscivano a capire come mai io continuassi  la mia relazione ma se avessi lasciato Tony avrei avuto di nuovo la speranza di stare con Bill e non volevo, non volevo più sperare.  Nello stesso anno si sposò Tom e avrei voluto davvero fare gli auguri a lui e Sophie ma l’anonimato era la mia migliore arma.
Il giorno del nostro secondo anniversario, Sophie ebbe una bambina e mi sentii zia nonostante non condividessi nulla con quella famiglia. Tony per farsi perdonare tutte le sue mancanze mi portò nel ristorante di un lussuoso hotel a NY. La cena stava andando benissimo, certo mio marito ci provava con la cameriera, ma l’anello al mio dito dimostrava la sua appartenenza. Non sapevo che nello stesso hotel c’era anche Bill. Lo vidi quando uscimmo dal ristorante: lui stava entrando dopo essere stato a trovare la sua nipotina, io ne uscivo tra le braccia dell’uomo che avevo sposato. A casa piansi, avevo sentito il suo profumo ma non avevo potuto fare nulla. Mi accorsi di desiderarlo e di non aver mai smesso di pensare a lui.
Tony voleva un figlio e provava in tutti i modi ad averne uno. Come moglie non potevo mancare in questo ma non riuscivo a restare incinta. Litigammo perché pensava io prendessi la pillola di nascosto e mi fece fare delle analisi. Mi fece fare una cura di sei mesi e ci riprovammo. Restai incinta,  e lui cambiò. Iniziò ad essere geloso di tutto e di tutti, io restavo chiusa in casa per giorni ma bastava una telefona e lui mi portava il mondo. Mi aveva tarpato le ali ma potevo sempre contare sul forum dove ero iscritta da anni e sulle poche amiche che avevo.  La sera del nostro terzo anniversario, decise di portarmi a cena fuori e al ritorno, forse perché aveva bevuto troppo, fui catapultata fuori dalla macchina dopo un grosso incidente. Tony restò illeso, io mi ruppi due costole e persi il bambino che cresceva dentro di me da due mesi. Da quel giorno cambiai io: non volevo che lui mi toccasse, che lui mi parlasse e minacciai di divorziare. Si spaventò e fece come dicevo io; non sarei stata più una moglie succube. Dal forum seppi che Bill tornava in Germania anche se mai in via definitiva. Speravo lo facesse per me. Ero una moglie devastata che amava un uomo che forse non ricordava neanche più il mio viso.
Erano ormai otto anni dalla fine della mia storia con Bill.
Tony continuava a fare come io gli dicevo e le cose tra noi migliorarono: lui aveva un amante e a me andava bene. L’importante era che lui tenesse ben nascoste le cose. Non volevo vedere nessun segno di lei così da far scendere l’amara pillola molto meglio.
Qualche volta faceva l’amore con me  e riprovammo ad avere un bambino; questa volta prendevo la pillola ma questo lui non lo sapeva. Ero già incastrata come moglie, non volevo che anche mio figlio dovesse restare incastrato a sua volta.
Il giorno del nostro quarto anno di matrimonio, ero certa di non amare più Tony. Tornò a casa tardi con la camicia piena di rossetto. Litigammo pesante.
-Chi è la puttana che ti scopa?- gli urlai
-Almeno mi scopa! Io potrei costringerti a fare sesso con me. Sei mia moglie!-
Mi colpì e mi portò a fare l’amore con lui. Inutile dire che da quel giorno lo odiai da morire. Lo odiai perché lui non era l’uomo gentile che mi aveva sposato. Non mi amava e vedeva in me solo una donna da sottomettere. Mi vergognavo di ciò che ero. Lui dava feste su feste nella nostra mega villa e tutti continuavano ad invidiarmi.
-Come sei bella!-
-Come sei fortunata!-
Ma erano loro i fortunati. Dopo due ore di vino e caviale potevano uscire da quella merda.  Io ero costretta ad assecondare quello stronzo di mio marito. L’anello stupendo che mi aveva regalato quattro anni prima era solo un peso.
Nove anni senza di Bill. Bill che mi mancava come l’aria, il Bill a cui avevo consacrato la mia anima.
Ero sposata da quattro anni  e mi sentivo in gabbia da 2 e mezzo. Era questo quello che meritavo per non aver permesso all’uomo che amavo da morire, di chiarire con me?
Quando su tutti i forum si seppe del trasferimento di Bill in Germania, io ero a Parigi. Mio marito voleva passare del tempo con la sua mogliettina e presumo con la sua amante che era stata trasferita. Ero a casa: alloggiammo nello stesso hotel dove avevo perso la verginità ma questo non lo dissi a Tony.
Era primavera.
Tony aveva rinunciato ad avere un figlio da me e mise incinta la sua bella amica francese. Me lo disse qualche mese dopo, aveva paura. Erano quasi cinque anni di matrimonio e continuava a tenermi chiusa in casa come se potessi mai andarmene. Passava sempre poco tempo con me e dormiva nella stanza degli ospiti. Un divorzio? Neanche morto, io ero sua.
Sua? Come se potessi essere davvero di qualcuno tranne che di Bill.
Fu quando noi festeggiamo il quinto anniversario che uscì sul forum la prima pagina del racconto di Bill.
All’inizio pensavo ad una fanfiction ma scoprii ben presto che lui stava descrivendo me. Lui si era riconosciuto nei miei occhi come io mi sono riconosciuta nei suoi. È stato amore ed ero troppo piccola e troppo stupida per rendermi conto di quello che stavo perdendo. Oh amore, aspettami. Fu uno strazio leggere della nostra storia. Sarei voluta correre da lui ma Tony mi pedinava, mi teneva sotto controllo. Lessi tutto quello che scrisse e decisi: non sarei stata più la moglie trofeo dell’uomo d’affari più ricco di NY, mi sarei accontentata di essere la fidanzatina di Bill. Bill che mi chiedeva attraverso quelle pagine di perdonarlo quando sarei dovuta essere io a farmi perdonare. Io che almeno sapevo dove lui fosse ma che non avevo mai avvicinato per paura. Paura di cosa? Di perderlo?
Feci la valigia: non volevo tutti i vestiti costosi e i gioielli. Mi feci aprire la cassaforte dell’avvocato e presi l’unica cosa di cui avevo bisogno: la collanina di Bill. Firmai le carte del divorzio e non aspettai neanche che Tony tornasse dal lavoro. Non volevo niente, era tutto suo, in cambio lui mi dava la libertà.
Una volta fuori da quella casa che era un inferno, presi il primo aereo e scappai. Anche io avevo una villa a cui badare e un uomo da cui tornare.  
Ed eccomi qui, seduta in taxi mentre torno alla mia vecchia casa.
La vedo da lontano e sussulto, l’erba è alta, il vento ha rotto la veranda e sembra essere una casa abbandonata da secoli invece che dieci anni. Mi vedo mentre corro con Bill, mentre mi bacia sul prato. Pago l’autista e scendo. Corro alle porte dalla villa accanto alla mia. Mi batte il cuore.  È rimasta intatta e sento ancora l’eco del nostro amore. Sono troppo emozionata e non mi reggo in piedi ma all’improvviso la porta si apre, e sono pronta all’incontro che cambierà le nostre vite.
Ma non esce Bill. È la moglie di Tom che mi corre incontro come se non fossero passati anni ma qualche settimana.
-SEI TU!- urla.
-Come hai fatto a riconoscermi?- le chiedo
-Chi può fissare imbambolata questa casa e mettersi quasi a piangere. Sei mancata a tutti. Abbiamo dovuto sopportare dieci anni di crisi esistenziali..- mentre continua a raccontare veniamo distratte da una bambina che si aggrappa alle sue caviglie
-Mamma chi è questa?- chiede
-E’ una amica di zio Bill- fa le presentazioni – lei è mia figlia-
Le sorrido. È una bambina bellissima e sono felice che abbia rallegrato la vita di Bill fino a questo punto.
-Tesoro, perché non entri dentro? Facciamo un caffè a…- si ferma. Non conosce il mio nome ma poi fa un cenno con la mano come se la cosa non le importasse davvero.
Mi accompagna dentro e il ricordo del mio ultimo litigio con Bill mi entra sotto la pelle.
Mi offre il caffè in bicchieri di carta e il ricordo del suo taglio mi fa sorridere.
-Bill non c’è, ma se vuoi possiamo andare da lui- mi dice ed io inizio a tremare- oppure puoi andare solo tu. Ho qualche pass se ti fa piacere-
Le sorrido. Non ha perso la gentilezza.
-Amore- dice rivolta alla bimba- mi porti la borsa?- riconosco il sorriso di Tom sul visetto della bimba che annuisce alla madre senza fare domande.
-Come sta Tom?- chiedo
-Sempre bene, ora sta per avere un altro impiccio!- mi dice e si indica la pancia.
La mia faccia sorpresa la fa ridere –è un’altra femminuccia. Strano come il Kaulitz più donnaiolo sia sempre pieno di donne!- ride.
La nipotina di Bill le porta la borsa e lei mi dà i pass.
-Mi raccomando, se sviene, prendilo a calci da parte di noi tre-  Sorrido.
-Grazie. A che ora inizia il concerto?-
-E’ già iniziato ma puoi sempre raggiungerlo nel Back- prende il cellulare e chiama qualcuno.
Appena finisce la chiamata si alza e mi accompagna alla porta.
-Ho avvertito Ali che sta arrivando una mia amica dalla seconda entrata. Vai tranquilla. Sono contenta che tu sia qui- mi abbraccia ed io vado via.
Sono pronta a tutto. Pronta a volerlo ancora e ancora e ancora tra le mia braccia.
Arrivo all’entrata che mi ha suggerito Sophie e cerco un uomo che si chiama Ali. La voce di Bill è così vicina come è vicino lui. Mi fanno entrare e aspetto nella sala dove piano piano mi raggiungono anche le altre fans. Riconosco una persona e corro da lei: Eleonora.
-OMMIODDIO SEI TU!- urla.
-Ciao, potresti tenere il segreto per un po’? – le dico.
-Dove è Sophie?- si gira a cercarla
-Credo che sia rimasta a casa-
-No eccola- ci giriamo e Sophie entra dalla porta principale. La piccola corre tra le braccia di Eleonora e inizia a giocare con i suoi capelli.
-Non potevo perdermi per nulla al mondo l’incontro- ride.
Mi passa un paio di occhiali scuri, mi nasconde i capelli dentro una sciarpa enorme e poi costringe Ele ad uscire dalla stanza.
Le altre fans non capiscono tutta l’attenzione che la moglie di Tom e quella di Georg mi stanno dedicando ma quando le urla dall’altra parte del concerto si fanno più acute so per certo che tutto è finito e che Bill è vicino. Lo sanno anche loro che smettono di guardarmi.
Aspetto. Conto i secondi. Sta per succedere. Ho impiegato dieci anni per capire quale fosse il mio posto nel mondo ed ora lo so.  Non ho più paura, voglio solo che l’incontro avvenga più velocemente possibile.  Non ho pensato ad un rifiuto ma ora come ora me ne importerebbe ben poco: ho bisogno anche solo di sapere se lui è felice.  Mi sono detta che sono qui solo per rinfacciarli che ora sono felice, ma in realtà è tutta una menzogna. Io sono qui per essere felice.
Il primo che entra è Gustav. Sorride a tutte e inizia a firmare.
Poi entra Georg e vedo Eleonora dall’altra stanza sorvegliare il marito. Sorride anche lui e inizia con gli autografi.
Ecco Tom, sorridente e con un pantalone stretto. Guarda sua moglie e le fa l’occhiolino: sa che è sorvegliato.
Gustav mi firma il pass poi lo fa Georg e Bill ancora non si vede.
Inizio ad imprecare in tutte le lingue, quanto dovrà durare questa tortura? Ma proprio mentre Tom firma il mio pass, Bill entra dalla porta.
È bellissimo. I capelli corti, total black, poco trucco e un finto sorriso. Inizia dalla prima tipa e sorride ad ognuna di loro.
Gentile e carino con tutte. Io sono l’ultima.
Mancano due persone prima di me e il pass mi cade a terra, mi abbasso per prenderlo e Bill fa lo stesso. Posso respirare il suo profumo e mi rendo conto che non è mai cambiato. In un attimo ho dimenticato dieci anni. Non penso più alla moglie che ero. Anzi. Penso alla moglie che diventerò perché a costo di aspettare altri dieci anni, sono sicura che sposerò questo bellissimo uomo. Ho ventotto anni e lui ne ha quattro più di me, ma in quel momento siamo due bambini.
So che tutti ci stanno guardando, anche sua cognata e i suoi amici.
Mi porge il biglietto e sorride. Un sorriso vero.
-Ciao! Piacere Bill- un altro sorriso.
Ti prego non svenire mi dico. Ti prego resisti.
Mi guarda incerto come se non avessi sentito il suo nome. Chi se ne frega del suo nome. Stavo aspettando questo momento da una vita e sono certa che anche lui aspetta lo stesso.
Ripete il suo nome.
-Piacere sono Bill-
- Sua.-
Il silenzio cade su tutta la sala, nessuno dice nulla e non c’è più nessuno tra di noi. O meglio, a nessuno di noi due importa degli altri. Siamo due anime gemelle e ci siamo riconosciute, ci siamo amate da lontano e siamo state legate dalla prima volta in cui ci siamo guardati negli occhi.
-Come scusi?- mi chiede. Leggo il terrore sul suo volto ma anche l’amore che non pensava più di poter trovare. Sa che sono io.
-Piacere Sua. Sua per sempre-
 
 
***
Sono passati due anni dal nostro incontro. Quel giorno l’ho stretta tra le braccia e mi sono sentito di nuovo intero. L’ho portata a prendere un caffè, nei bicchierini di carta, e mi ha parlato della sua vita. Eravamo vicini eppure così lontani. 
Oggi invece è una moglie bellissima, le ho dato il mio bellissimo anello e mi ha sposato con una cerimonia privatissima. Sophie ed Ele sono stata due damigelle stupende. Lei invece mi ha dato un bambino bellissimo come lei. Lo stiamo crescendo pieno di vizi e Tom me lo rinfaccia sempre. Siamo andati a vivere nella sua vecchia villa che ho reso sicura per un bimbo di un anno. Litighiamo ogni tanto ma nessuno di noi vuole più scappare. Nessuno scappa più da nessuno. Ha ripreso a vivere ed è tornata dove doveva stare: tra le mie braccia. La amo. Non posso neanche descrivere quanto ma è l’unico amore che conosco.
Lei è perfetta ed io sono suo.
Ah, come si chiama? Non lo saprete mai! Ma di sicuro finisce con Kaulitz.


Ed eccoci qui, alla fine. Finalmente!!! Vi avevo avvertito della sorpresa (il cambio di POV) e del cambio di stile: la cruda realtà. So che magari non è come ve lo siete aspettate, ma volevo mostrare quanto possa incidere la realtà e la bruttezza (alcune volte) della vita sulle persone. Grazie per essere arrivate qui, per aver atteso e amato Mia come se fosse vostra e in effetti lo è. Mia è tutte voi, potete mettere qualsiasi nome prima di Kaulitz e non smettere di sognare. Ma per essere sicure: che nome dareste voi a Mia? Spero di divertirmi a leggere le vostre risposte e di sentire le vostre critiche e le vostre recensioni che non sono mai mai banali. Un bacio, alla prossima !

 

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