Qualcun altro come me

di Legendary_Fiction
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sto bene ora ***
Capitolo 2: *** Una brutta sensazione ***
Capitolo 3: *** Caduto dalle stelle ***
Capitolo 4: *** Jay ***
Capitolo 5: *** Voglia di conoscersi ***
Capitolo 6: *** Nuove amicizie ***
Capitolo 7: *** La verità ***



Capitolo 1
*** Sto bene ora ***


Anna stava dormendo nella sua posizione contorta e i capelli spettinatissimi come ogni mattina.
*toc toc* “principessa Anna, sono le 10 vostra sorella la aspetta già da un po’ per la colazione” disse Kai  alla porta.
“Ehm s-si sto arrivando” ribattè  Anna,  si vestì e andò giù da sua sorella che la stava aspettando,  appena arrivata Anna notò che Elsa aveva già finito il tè da un pezzo però la stava comunque aspettando.
-“Elsa! Ciao, hai già finito? Ehi aspetta ma non c’è nessun pupazzetto di neve in giro? Allora ti è passato il raffreddore finalmente!”
- “Già, quello sciroppo di Oaken funziona davvero”
-“E menomale, Kristoff  mi ha detto che il tuo castello di ghiaccio su alla montagna del nord sta letteralmente straripando di mini-Olaf” disse Anna ridacchiando
-“Beh Olaf prima mi ha detto che è dispiaciuto che mi sia passato il raffreddore, per lui più fratellini faccio meglio è” 
Le due sorelle scoppiarono in una sonora risata, dopo qualche secondo ad Anna venne in mente “aspetta ma dov’è Olaf?”
-“Oh, sarà fuori nella piazza o ai giardini” disse Elsa
-“Scusa Anna ma è meglio se vado nel mio studio ora, sai sono piena di documenti e altre cose da regina, ci vediamo dopo” le sorelle si diedero un abbraccio e mentre la regina di Arendelle saliva le scale Anna decise di andare a cercare Olaf in giardino.
 L’ultima volta nel bel mezzo di una delle sue passeggiate intorno al castello aveva sbattuto contro un albero e la sua grossa carota che aveva per naso si era incastrata nella testa facendola sparire dalla sua vista, dopo ore di ricerca finalmente una guardia gli aveva  fatto notare che era semplicemente un po’ troppo indietro, ma ogni giorno succedevano cose divertentissime con Olaf.
Anna, arrivata in giardino, cercò dappertutto ma del pupazzo di neve non c’era traccia, allora decise di andare a chiedere a Gerda dove  fosse.
-“Gerda?”
-“Si, vostra altezza?” disse la domestica spaventata all’apparire di Anna tutto d’un tratto
-“Sai per caso dov’è Olaf?”
-“Devi chiedergli qualcosa Anna?” chiese Gerda ( a volte dava del tu ad Anna e a Elsa perché le aveva  cresciute anche lei da quando sono nate).
-“No...cioè si” rispose Anna, “volevo vederlo ma anche chiedergli per dove e partito Kristoff”
-“Ecco cosa accade a svegliarsi così tardi dormigliona”
Anna pensò fra se – ma erano solo le 10 sono gli altri che hanno il sonno leggero-
Gerda continuò il discorso:  -“Olaf è partito con Kristoff e Sven per andare dai troll, sono partiti verso le 9 e ritorneranno probabilmente al pomeriggio”.
-“mmm ok però Kristoff  poteva anche lasciarmi un bigliettino… o qualche cosa, fff abbiamo fatto un fantastico compleanno, è molto dolce  ma quando parte con Sven non mi dice mai dove sta andando”
-“è fatto così “ concluse Gerda.
Anna ritornò al castello e per passare il tempo si mise a leggere un libro che aveva iniziato prima del suo compleanno ma non aveva finito ancora di leggerlo, parlava delle avventure degli dei: Odino, Thor e altri.

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Capitolo 2
*** Una brutta sensazione ***


Elsa una volta finite “le cosa da regina” come diceva lei, era andata a vedere dove si era cacciata Anna.
Provò subito ad andare a cercarla nelle stalle, magari si stava prendendo cura del suo cavallo. Ma niente, allora pensò che fosse in camera sua a leggere ma appena fece un passo per  uscire sentii un rumore di zoccoli dietro di lei. 
Si girò, era Sven accompagnato da Kristoff con una faccia un po’ annoiata e Olaf che al contrario era felicissimo come sempre.
-“Ciao Kristoff, dove sei stato?” chiese Elsa
-“Ciao Elsa, ma che ci fai qui? Comunque sono andato a far visita alla mia famiglia”
-“stavo cercando Anna ma penso di sapere dove sia” disse sorridendo Elsa, “come sta Gran Papà?” 
-“Bene” rispose Kristoff. “ha detto che ha una brutta sensazione, ma sai lui a volte ingigantisce le cose” 
-“Ok Kristoff, ci vediamo dopo ora vado da Anna, ciao” disse Elsa sorridendo al venditore di ghiaccio.
Lui rimase un attimo imbambolato alla vista del bellissimo sorriso della regina, era davvero una delle donne più belle che avesse mai visto ( anche se il magico momento stava avvenendo in una stalla), subito dopo si riprese e disse “Ciao Elsa”.
Elsa mentre si girava per incamminarsi si accorse che Kristoff si era incantato su di lei, ma ormai era abituata a queste cose, ovunque andava tutte le persone la sommergevano di complimenti e rimanevano affascinati dalla sua grazia e bellezza.
A lei sotto sotto gli piaceva questa cosa ma lo nascondeva benissimo.
Kristoff, mentre la regina si stava incamminando verso il castello si ricordò una cosa, chiamo Elsa e lei si giro verso di lui con un tono interrogativo.
-“Mi stavo dimenticando di dirti che Gran Papà vuole vederti il prima possibile”
-“D’accordo, magari vado stasera” disse Elsa, dopo si rigirò e si diresse al castello.

Anna stava dormendo sul divano nella sala dell’orologio a pendolo con la bocca spalancata e un libro aperto sulla pancia, Elsa entrò nella stanza con due bicchieri in mano pieni di sorbetto al cioccolato ( creato da lei stessa).
Sveglio Anna toccandogli la spalla e lei scattò in piedi, un secondo dopo si rigettò sul divano.
-“Anna, ma sei una vera dormigliona!” disse ridacchiando la regina
-“N-n-non è veo” cercò di dire la rossa sbadigliando
-“ wow, è per me quello” disse Anna con la felicità stampata sul volto alla vista del sorbetto al cioccolato sul tavolino.
Dopo un po’ arrivarono anche Olaf  e Kristoff che si sedettero vicino a loro.
-“Kristoff ma dove ti eri cacciato?!” chiese Anna in un modo molto diretto, come una mamma che sgrida suo figlio perché ha fatto tardi a tornare a casa.
-“Ero andato dalla mia famiglia Anna, devo avere il tuo permesso per girare nel regno?” chiese ironicamente 
Anna si avvicinò al suo orecchio e disse sottovoce “esatto”, Kristoff  abbassò lo sguardo come per dire –ok hai vinto tu-
Ridendo, mangiando cioccolata  e facendo giochi da tavolo passarono le ore, Elsa e Anna infine cenarono insieme come sempre dopo l’agghiacciante estate che avvenne qualche mese prima.
Una volta finito, Elsa si ricordò quello che gli aveva detto Kristoff, che Gran Papà voleva vederla al più presto, allora si diresse alle stalle, prese il cavallo e galoppò verso la casa dei trolls.
Anche Anna però voleva sapere cosa dovesse dire di così misterioso  Gran Papà ad Elsa, allora con Olaf salì sul suo cavallo e seguì la sorella più furtivamente possibile.
Anna arrivata alla casa dei trolls disse ad Olaf:
-“Olaf fai silenzio, voglio sentire cosa c’è di così importante”
Il pupazzo di neve fece una risatina e disse “ok” 
-“Regina Elsa, benvenuta, Kristoff ti ha detto che devo parlarti?” disse Gran Papà
-“si esatto, allora cosa c’è?”
-“mmm, Elsa so che la mia vecchiaia si fa sentire, e come dice Kristoff ingigantisco un po’ le cose, ma ho una terribile sensazione”
-“Cioè di che si tratta?” chiese Elsa, incuriosita ma anche spaventata
-“sento come se stia arrivando qualcosa, è molto molto forte, qualcosa che va  oltre me.. e anche te”
-“come sarebbe a dire?” chiese la regina
-“è davvero potente, non so se sia qualcosa o qualcuno, ma sta arrivando, lo sento” disse Gran Papà molto serio.
-“c’è da preoccuparsi?... di questa cosa?”
-“non saprei, possiamo solo aspettare  e vedere”
Elsa dopo aver salutato, con un espressione abbastanza preoccupata tornò al cavallo e partì.
Anna e Olaf uscirono allo scoperto
-“salve Gran Papà” salutò Anna
-“Anna?.. stavi spiando?”
-“nooo, io spiare? Ahah… si ok stavo spiando”
Gran Papà si mise a ridere insieme ad Olaf e gli altri trolls.
-“ma non ho capito, cosa c’è di cosi potente che sta arrivando?” chiese Anna
-“sono un po’ vecchio Anna, Kristoff ha ragione, potrebbe anche non essere niente di serio, forse non c'è niente da preoccuparsi”.
Anna sollevata dalla notizia, salì a cavallo con Olaf e si diresse versò Arendelle, sperando che Elsa non la stesse già cercando per tutto il castello.

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Capitolo 3
*** Caduto dalle stelle ***


Anna era ritornata al castello senza che Elsa si fosse accorta della sua assenza, portò Olaf nella sua casetta in giardino e andò a dormire.
L’indomani sembrava essere una giornata come tante altre, Anna  Elsa e Olaf giocavano in giardino, Kristoff invece arrivò più tardi.
-“Anna, senti  per farmi perdonare per ieri ho deciso che ti porto su alla cascata a vedere il tramonto più tardi, ci stai?” chiese Krtistoff dopo aver baciato la principessa
-“Wow non è da te  una cosa così dolce ma va bene, ci sto” disse sorridendo Anna.
Elsa dopo aver giocato per  un sacco di tempo a palle di neve con Olaf, e dopo aver fatto vedere ai bambini di Arendelle il suo super scivolo di ghiaccio ( era altissimo e quando si finiva di scivolare si atterrava nella neve, anche Anna si divertiva a scivolare a tutta velocità sullo scivolo di Elsa), la regina si appartò sotto un albero del giardino pensando alle parole che aveva detto Gran Papà la sera precedente.
- qualcosa di molto potente sta arrivando-  queste parole giravano nella testa di Elsa da un bel po’ di tempo ormai. Lei non poteva sapere che sopra il cielo di Arendelle, qualcosa stava arrivando per davvero e la sensazione di Gran Papà era vera.
 
 
**************** BlueStar.Auto.Navigation.System **************
-*Avvio unità principale*
-*Calcolo*
Due braccia robotiche si avvicinarono a lui, “signore, sveglia”  disse una voce che d’un tratto si mise a parlare nel silenzio dello spazio “ signore? Riesce a sentirmi?....  generale?”
Una scossa elettrica molto potente attraversò tutto il suo corpo, e finalmente lui si svegliò.
-“Dove sono?” fu la prima cosa che disse con un tono impaurito, cosa molto rara visto che di paura non ne aveva mai provata molta nella sua vita.
-“80000 km dall’orbita lunare signore, in avvicinamento verso la terra”
-com’è possibile?-  pensò lui, si girò e dopo aver messo a fuoco per bene la vista, vide la devastazione più totale. La sua nave spezzata in due parti, detriti e anche quello che sembrava un carro armato, il tutto che fluttuava nel buio e nel silenzio;  dall’altra parte, la terra.
Era terrorizzato, se quello non era un sogno tutti i suoi compagni, tutti i suoi amici.. morti. Realizzò che non stava sognando e stava veramente cadendo verso la terra.
-“Blue? A che velocità stiamo andando?” chiese
-“5000 metri al secondo signore” rispose l’assistente vocale
-“punto d’impatto?”
-“Europa, costa norvegese”
-“no! Dobbiamo spostare la traiettoria più ad ovest! cadremo in pieno atlantico, nessuna vittima”
-“non posso fare nulla tutti i sistemi di propulsione sono offline”
-“posso farlo io!”
-“troppi detriti signore, impossibile modificarne la telemetria”
-“ok, fai uno scanning”
-“ signore non rilevo alcun satellite in orbita attorno alla terra, accesso web negato, nemmeno uno smartphone per 10000 km dal potenziale punto d’impatto”
-“rifallo, non è possibile! Hai un malfunzionamento?”
-“scan completato: nessun oggetto elettronico su tutta questa faccia della terra”
-“ma che..?! non è possibile che i corpus abbiano ucciso 7 miliardi e mezzo di persone, abbiamo distrutto le loro ultime 2 navi!”
-“impatto con l’atmosfera fra 3-2-1”
-“Blue! Tutto l’ossigeno degli interni della prua negli stabilizzatori anteriori, scendiamo più piano possibile”.
Tutti i detriti si incendiarono cosi come le due parti della nave.
-“signore, sta andando a fuoco, le consiglio di entrare nel carro armato a ore 12 da lei e usare l’estintore”
-“me ne sono accorto, grazie…maledetto fuoco! questo vestito costa 20.000 dollari”.
 
 
“Guarda Kristoff, che bello il sole che si immerge nel mare!  È un tramonto da sogno”.
Anna e Kristoff si baciarono, era davvero come un sogno per tutti e due.
Dopo qualche minuto, i due innamorati smisero di baciarsi, sicuramente fu fino a quel momento il bacio più lungo che ognuno dei due avesse ricevuto.
Elsa nel frattempo sentiva una sensazione di pericolo, non aveva paura e solo che sentiva dentro di se che qualcosa di molto importante stava per accadere, la regina si affacciò alla finestra del suo studio e alzò gli occhi al cielo.
Subito dopo un fortissimo tuono a ciel sereno si fece sentire, Elsa sobbalzò dallo spavento ed ecco che lo vide. Uno strano fenomeno che non aveva mai visto prima, sembrava la fine del mondo.

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Capitolo 4
*** Jay ***


Tutta Arendelle tremò di paura di fronte a tutto quel fuoco che cadeva dal cielo, le persone che erano fuori corsero a rifugiarsi in casa, Elsa chiuse la finestra e corse giù per le scale, usci dal castello e si diresse al ponte per vedere meglio cosa fosse quell’imponente cascata di fuoco, anche delle guardie corsero sul ponte per cercare di proteggere la regina ( anche se sapevano che era perfettamente in grado di proteggersi da sola).
Più in alto, vicino alla cascata, Kristoff e Anna guardavano inorriditi ciò che stava accadendo, con la costante paura che la pioggia di fuoco cadesse sulle case di Arendelle.
Loro non potevano sapere che quella che ai loro occhi era un evento soprannaturale, fosse la caduta dei frammenti di un’astronave, sempre proveniente dalla terra… ma un’altra terra; non potevano neanche immaginarlo (almeno non ancora).
L’unico affascinato dall’evento era Olaf, il pupazzo pensò subito al caldo e gli venne anche una grande curiosità, voleva sapere cosa fossero tutte quelle cose che cadevano nel mare. Olaf allora corse verso il cancello ma quando vide sul ponte le guardie ed Elsa con il terrore negli occhi pensò:  -mmm forse è meglio se vado a vedere più tardi cosa succede-  Olaf ritornò all’interno delle mura del castello e continuò a guardare Elsa che fissava pietrificata in alto nel cielo. Anche il pupazzo di neve alzò lo sguardo, vide una cosa parecchio strana, sapeva di essere nato non da tanto tempo ma era sicuro che anche Elsa non avesse idea della natura dell’oggetto che stava cadendo sul porto di Arendelle come se fosse una piuma ( anche se molto più pesante). Era un’auto, una Mercedes cupè che atterrava con un paracadute, Elsa e le guardie pensarono subito che fosse una strana carrozza con ruote molto piccole, -mai visto niente del genere- pensò Elsa fra se.
Dopo ci fu un altro boato assordante, questa volta non erano solo frammenti, era l’intera nave, spezzata a metà ma era sempre la i.s.s ( interstellar space ship) Glory, che cadeva nel mare di fronte ad Arendelle, ci fu una grossa onda a causa dell’impatto ma per fortuna non danneggiò la città perché l’astronave era caduta abbastanza lontana. Anna, Kristoff, Elsa e tutti i cittadini di Arendelle affacciati alle finestre, guardavano a bocca aperta. Olaf invece non vedeva l’ora di andare più vicino per scoprire cosa fosse .
Per ultimo cadde un altro oggetto, sempre lentamente come l’auto atterrata prima. Elsa capì che era una specie di carrozza, come l’altra ma questa era militare, visto il lungo cannone.
Il paracadute si staccò e fece cadere da circa 2 o 3 metri d’altezza il mezzo, appena toccò il suolo la terra tremò, le guardie estrassero le spade per paura.
Elsa notò che appena toccò il suolo, l’altra carrozza iniziò a emettere un suono fastidioso, come un allarme, il suo sguardo ritornò sul carro che puntò il cannone e fece fuoco verso la cupè che esplose. Le guardie fecero un salto indietro dallo spavento, mentre Elsa istintivamente gettò una grande palla di neve sull’auto in fiamme in modo da fermare l’incendio.
Anna e Kristoff  in groppa a Sven correvano verso il castello di Arendelle, avevano paura che magari Elsa si facesse prendere dalla paura, quindi per evitare spiacevoli conseguenze (ad esempio ere glaciali o cose così) dovevano starle vicino, soprattutto Anna.
I 3 arrivarono al porto, dove c’erano Elsa e le guardie reali, Anna gli corse incontro e abbracciò la sorella maggiore.
-“Anna sei tornata!, ma ti prego torna al castello, potrebbe essere pericoloso qui” disse Elsa preoccupata
-“No, voglio vedere cosa sta succedendo, stai tranquilla  Elsa, so difendermi da sola” ribattè Anna guardando il carro armato e tirandosi su le maniche del vestito come se lo dovesse prendere a pugni.
-“Anna per favore, è pericoloso! Torna den..” Else non fece in tempo a finire la frase, il portello del mezzo blindato si aprì e immediatamente dopo ne usci un ragazzo, doveva avere all’incirca 19 o 20 anni, aveva uno sguardo confuso sembrava non stare proprio bene, Anna scrutandolo dalla testa ai piedi notò subito che  tutti i vestiti che aveva addosso erano completamente neri, la maglietta strappata su più punti, i pantaloni, le scarpe, i guanti e anche un mantello molto lungo, tutto ciò che aveva addosso era nero, forse era a lutto pensò subito la principessa.   Elsa lo fissava con aria interrogativa, era davvero di bell’aspetto, occhi verdi, capelli castani ma quasi sul biondo, era parecchio muscoloso dagli strappi sulla maglia si poteva intravedere un fisico perfetto.
Kristoff vide anche sulla sua spalla scoperta a causa di un grosso strappo sulla manica una strana scritta: S.P.Q.R., era sbiadita, come se il tempo l’avesse consumata.
Legata alla vita aveva anche una spada completamente fatta d’oro e con strani geroglifici scolpiti sopra; Nonostante il bell’aspetto e l’abbigliamento originale (il lungo mantello non passava inosservato)  anche se un po’ malandato tutti notarono che aveva lo sguardo perso nel vuoto ed era completamente ignaro del fatto che una parte del suo braccio sinistro stesse andando a fuoco, la cosa era un po’ strana.
Anna pensò – ma come è possibile che non si accorge che sta andando a fuoco!-
Ma subito dopo il fuoco si spense come per magia,
-“Elsa?” chiese Anna alla regina che stava ancora fissando il giovane, ma lei non le rispose, Elsa infatti aveva visto lo sguardo di dolore sul volto del misterioso ragazzo, uno sguardo a lei molto familiare, la regina di Arendelle vedeva nei suoi occhi il dolore di chi è stato additato per molto tempo come un mostro, però aveva anche un portamento autoritario, come se fosse abituato a comandare. Il ragazzo iniziò ad avanzare guardandosi attorno, Elsa notò che si mise a parlare da solo ma loro erano troppo lontani per sentire cosa stesse dicendo, in realtà stava parlando con Blue, assistente vocale e software principale di controllo della i.s.s Glory ( l’astronave precipitata che suscitava una grande curiosità in Olaf)
Girò lo sguardo sul suo smartwatch per chiedere a Blue:
-“Blue, è tutto così strano, ma dove siamo ?” chiese sottovoce
-“sulla terra, signore” rispose la voce proveniente dall’orologio
-“Sembra di essere indietro nel tempo, guarda quelle case, i colori… sono strani”
il ragazzo tiro fuori il suo iphone dalla tasca per specchiarsi e vide il suo volto un po’ diverso da come se lo ricordava
-è uno scherzo vero?- pensò
Tutti rimanevano in silenzio, nessuno osava dire una parola. Da una parte Elsa, Anna, le guardie , Kristoff e Sven che osservavano il misterioso nuovo arrivato, dall’altra parte c’era lui, aveva visto quelle persone in lontananza che lo guardavano senza distogliere mai lo sguardo, ma per lui era perfettamente normale, era abituato alla gente che lo fissava incuriosita.
A spezzare quel silenzio che sembrava non voler finire mai, fu ovviamente Olaf! e chi meglio di lui poteva rompere il ghiaccio in quella situazione, si avvicino in un batter d’occhio al ragazzo e gli disse con un tono pieno di felicità:
-“ciao! Ben arrivato, io sono Olaf, e amo i caldi abbracci”
-“sei un pupazzo di neve? Ma.. ma sei vivo? Com’è possibile?” chiese assai stupito il ragazzo
-“Guarda… mi ha fatto lei!” Olaf si girò e indico Elsa, lei fece dei gesti con le mani come per dire  –no.. no, non mi indicare Olaf-.
Gli occhi del nuovo arrivato si posarono su Elsa;  - quella ragazza indossa un vestito fatto di ghiaccio!-   pensò, poi si girò a guardare la Mercedes ( o quello che ne rimaneva) coperta di neve, e poi si voltò guardando prima Olaf e poi di nuovo Elsa.
Per un attimo gli venne in mente un’idea, ma l’abbandonò subito. Non era possibile che quella ragazza avesse dei poteri soprannaturali;
-ok la neve e il vestito di ghiaccio, ma il pupazzo di neve che parla proprio non lo capisco, se quella ragazza ha anche lei dei poteri, dovrei assolutamente parlarci; non ci credo! Forse non sono più da solo- il pensiero venne interrotto quando Olaf gli chiese:
-“e tu? Come ti chiami?”
Lui aveva molti nomi, ma decise di dire al pupazzo di neve il più recente, il nome che gli umani negli ultimi 150 anni impararono ad associare a qualcuno di molto importante, anzi, la persona più importante mai esistita, ma quel mondo che lui conosceva sembrava essere svanito nel nulla.
-“ Mi chiamo Jay O’Hara”  disse al pupazzo di neve
-“piacere di conoscerti Jay!” esclamò Olaf
Subito dopo lo smartwatch del giovane inizio ad emettere un'allarme, Jay si voltò verso le 2 parti della sua astronave che stavano lentamente affondando nel mare di fronte ad Arendelle, tese la mano e fece un gesto, i 2 imponenti rottami, ritornarono su e ripresero a galleggiare come se fossero due barchette.
Olaf si fece scappare un “wow” e continuò “hai visto quelle persone laggiù, se vieni te le presento! Guarda da sinistra c’è Anna, Elsa, Kristoff e Sven”
-“signore non posso rimanere ammollo ancora a lungo” disse la voce proveniente dall’orologio hi-tech di Jay,
-“Magari me li presenterai un’altra volta Olaf, ora devo andare”
Una volta finita la frase, fece un salto molto alto e con un rumoroso *boom* volò via velocissimo dietro la montagna.
Nessuno (tranne Olaf) fece sonni tranquilli quella notte, l’indomani tutto era sparito nel nulla, dal più piccolo dei detriti ai due imponenti pezzi della i.s.s. Glory. 

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Capitolo 5
*** Voglia di conoscersi ***


-“ Blue, hai finito di allestire il cantiere?”
-“Si signore, ci vorranno 1 o 2 settimane per rimettere a posto la Glory”
-“Attiva tutti i robot di manutenzione e per prima cosa rimetti la nave insieme, prendi le due parti e saldale, non dimenticare i fili elettrici, tubi dell’acqua e tubi di ventilazione ecc.”.
-“Certo signore” rispose Blue
-“dopo che hai finito occupati di sistemare gli interni e gli esterni”
-“devo sistemare anche i danni alla quadriga signore?”
-“ si perché no, cerca di cancellare quei graffi”
-“bene, una settimana e un giorno e la sua nave sarà come nuova”.
Jay alzò lo sguardo sull’imponente quadriga dorata posizionata sopra la prua della Glory, la grande statua dorata trasmetteva un senso di potere e di trionfo ( d'altronde molti monumenti sono stati costruiti per questo), c’erano dei graffi pronunciati su uno dei quattro cavalli, ma Blue l’avrebbe rimesso apposto presto.
Se proprio vogliamo soffermarci a descrivere questo grande monumento, raffigurava 4 cavalli che trainavano un cocchio con sopra un angelo, questo teneva in mano un lungo bastone e in cima a questo c’era posata un aquila, il tutto alto quasi 30 metri  e completamente fatto d’oro. Infatti dopo la scoperta di un pianeta distante circa 15 anni luce dalla terra in cui abbondava molto il metallo giallo, beh non diventò un metallo comune ma quasi, per fare un esempio alle olimpiadi chi arrivava terzo, riceveva l’oro. Jay era invece abbastanza vecchio ( anche se non sembrava) da ricordare quando l’oro veniva dato al vincitore; a dire il vero lui si ricordava tutto dalla nascita dei primi esseri umani, perché lui c’era sempre stato (ma di questo parleremo più avanti).
Jay si sedette sotto un albero, non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza bionda che indossava il vestito di ghiaccio, non riusciva neanche a smettere di pensare a quel buffo pupazzo di neve:
-come si chiamava già? Olaf! si si, questo era il nome-  venne in mente a Jay;
comunque, pensò ad Olaf che si girava verso la ragazza dicendo, “ecco è stata lei a farmi”.
Un sacco di domande senza risposta giravano per la sua testa, non solo su quella “ragazza di ghiaccio” ;ma lui pensava anche  –Dov’è finita la tecnologia che era così importante per le persone?  Dov’è finito il mondo in cui ho vissuto per anni? -
Era ora di dare una risposta a queste domande:
-“Blue, hai fatto qualche ipotesi sul perché siamo finiti qui?”
-“si signore, ho avuto tempo a sufficienza per formulare due ipotesi”
-“beh, dimmi di cosa si tratta allora” disse Jay impaziente di saperne di più
-“ha presente quel buco nero che abbiamo usato per sfuggire alle navi corpus?”
-“si… è vero me l’ero dimenticato” disse il ragazzo cercando di ricordare e mettendosi una mano sulla bocca
-“ la prima ipotesi sarebbe questa: la Glory attraversa il buco nero e si ritrova in un universo parallelo al nostro, le faccio un esempio per capire, l’universo da cui veniamo noi è una faccia di un foglio di carta, ma come lei sa signore, un foglio ha due facce. Il buco nero è come un buco fatto da una matita, mette in collegamento un faccia con l’altra,  secondo questa teoria noi ora siamo sull’altra faccia del foglio”.   disse Blue.
-“capisco.. e l’altra ipotesi?” chiese Jay
-“l’altra ipotesi che è la meno attendibile sarebbe che:  il buco nero ci ha fatto andare indietro nel tempo fino al diciannovesimo secolo, ecco il perché della scomparsa della tecnologia e il fatto che nessuno la riconosce signore”.
-“e perché sarebbe la meno attendibile?” chiese il ragazzo all’assistente vocale
-“ innanzitutto perché non ci sono documenti storici sulla ragazza magica che ha visto ieri, una persona così non passa molto inosservata, e poi si guardi intorno signore, non nota che i colori sono più saturi e la geometra di alcuni oggetti è modificata? Ad esempio i volti umani”.
-“ok, mi hai convinto, quindi siamo dall’altra parte del foglio e?”
-“esatto signore, inoltre non credo che i nostri possano organizzare una missione di salvataggio, impossibile per una persona normale attraversare il buco nero senza perdere la vita” disse l’assistente
-“ siamo bloccati qui Blue, ma c’è un perché per tutto, quella ragazza, anche lei ha dei poteri… devo farci due chiacchiere ”
 
 
 
 
-“ quel ragazzo… devo farci due chiacchiere”  disse Elsa rivolgendosi ad Anna
camminando avanti indietro per la sua stanza,
-“Elsa non sappiamo dove sia andato, forse non è neanche più ad Arendelle” disse la sorellina
-“ma Anna, hai visto cosa ha fatto a quel relitto sul mare, e poi quando è volato via!?
Finalmente ho l’opportunità di incontrare qualcuno con dei poteri, qualcun altro come me!” disse Elsa
-“ok, però potremmo cacciarci nei guai se andiamo a cercarlo, hai visto che strani oggetti ha portato qui ad Arendelle!” esclamò la sorellina
-“ Anna, dobbiamo andare a cercarlo, se anche lui ha dei poteri forse sa da dove hanno origine!”
-“Elsa, m-ma vorresti disfarti dei tuoi poteri? ormai li sai controllare, non sei pericolosa, i poteri ti rendono speciale perché vuoi toglierteli?”
-“non ho detto che me ne voglio disfare, e solo che voglio sapere chi sono veramente Anna”.
La sorellina si fece in la sul letto in modo da far sedere la regina, gli mise una mano sulla spalla e disse:
-“ok Elsa, andiamo a cercarlo”
-“bene, ma ora che ci penso non sappiamo proprio dove sia andato!”
-“…l’unico che ci ha parlato è Olaf” disse Anna.
Le due sorelle uscirono dalla stanza e andarono giù in giardino per cercare il pupazzo di neve.

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Capitolo 6
*** Nuove amicizie ***


-“ hey, ciao ragazze”
-“ Olaf potresti dirci in che direzione è andato quel ragazzo? Tu sei l’unico ad averci parlato, non ha detto per caso dove voleva andare? ” chiese Elsa al pupazzo di neve
-“eee non ne ho idea, ma avete visto anche voi, volava nella direzione del negozio di Oaken, possiamo partire per una bella avventura di ricerca! Vi prego vi prego sarà divertente no?”
-“ehm si era appunto quello che volevamo fare vero Anna?”
-“ s-si verissimo partiamo ora cioè subito”  disse la principessa
-“ dai Anna non aver paura! Sarà super divertente” disse ridacchiando Olaf
-“paura io ahah questa è bella… ok dai magari un pochino”
-“ e Kristoff? Viene anche lui?” chiese Olaf
-“ no no no lui non lo deve neanche sapere, pensa a quanto sarebbe preoccupato se sapesse che sto andando a cercare una persona cosi pericolosa” rispose Anna “ poi vorrebbe andare lui al posto mio ma io sono curiosa in fondo, ok dai basta andiamo, sono pronta”
-“ allora dai, partiamo prima che faccia notte, prossima fermata negozio di Oaken” disse Elsa.
 
 
 
Jay era nervoso, stava pensando cosa fare nell’assurda situazione in cui era, ad un certo punto  si girò di scatto verso la nave e chiese al fidato assistente vocale:
-“ Blue non so proprio cosa fare, hai un idea?”
-“ signore penso che la migliore cosa da fare sia evitare di nascondersi, vada verso la città e faccia amicizia con le persone.”
-“ non è una buona idea, quella gente sarà spaventata, io vorrei evitare di attirare l’attenzione ma non posso farlo con l’iphone in mano, se vado laggiù poi non posso più parlare con te”
-“ un'altra opzione sarebbe occultare il cantiere e quando la nave sarà pronta fuggire in qualche deserto”
-“ no Blue, io però non voglio rimanere solo, cioè solo con te, mi piacerebbe integrarmi e ricominciare tutto da capo, ma mi farebbero un sacco di domande ecco perchè vorrei tenere un profilo basso”
-“ come sarebbe? Non si sente abbastanza in compagnia con me? Le ricordo che io non sono un assistente qualunque, ho vinto il primo premio del concorso miglior software militare per 16 anni di fila”
-“ e chi era il giudice?”
-“ il signor Cruz”
-“a ecco”
-“ le assicuro che il fatto che il signor Cruz fosse il cognato del mio inventore non centra nulla con il mio risultato al concorso”
-“ si si, dicono tutti cosi. Ritornando a prima non posso volare, attirerei troppo l’attenzione, ma non conosco la strada per arrivare in città”
-“ qui vicino c’è una casa, potrebbe chiedere indicazioni, è a 15 minuti di cammino verso sud ovest”
 
Dopo 15 minuti, Jay arrivò a destinazione, lesse il cartello appeso:  “Emporio querciola vagabonda… e sauna” allora si fece coraggio e entrò per chiedere indicazioni, purtroppo per lui anche Elsa Anna e Olaf stavano per arrivare.
Una volta dentro Jay si guardò in giro ma sembrava non esserci nessuno, ma ad un tratto:
-“ Hoo-Hoo, buona sera abbiamo grandi sconti oggi, come fantastico dentifricio di mia invenzione, denti bianchi e alito fresco per tutto il giorno.”
Il ragazzo venne colpito dal fatto che l’uomo dietro il bancone fosse cosi felice, aveva un aria molto simpatica e non era affatto spaventato. Per un attimo Jay non riuscì a crederci, forse perché era ormai abituato che quando le persone lo vedevano c’era sempre chi si spaventava, chi si esaltava, chi chiedeva un autografo, persino chi si metteva in ginocchio, ma qui lui poteva ricominciare da 0, era una nuova vita.
-“ no grazie, vorrei solo chiedere da che parte devo andare per raggiungere la città sul mare, sai quella con il castello”
-“ ja certo! Arendelle; qui vicino c’è un grande sentiero, vai sempre dritto e sei arrivato. Ma tu non sei quel giovane di cui parlano tutti?”
-“ ehm, si credo di si” rispose Jay
-“ quindi sai volare ja? Anche tu hai dei poteri magici”
Prima che il ragazzo rispondesse a Oaken il suo telefono squillò
-“ wow, cos’è quell’apparecchio? Sembra interessante, come funziona?
-“ aspetta una attimo” disse Jay confuso
-“ Blue, perché mi hai chiamato?!”
-“ mi dispiace disturbarla signore ma abbiamo compagnia, 2 donne e un…. un pupazzo di neve che cammina si stanno dirigendo verso di lei”
-“ o no!  ” disse Jay sottovoce
-“scusa non c’è per caso una porta sul retro ho un po’ fretta” chiese a Oaken
-“ si è di la…. Sicuro che non ti serve niente, ho anche protezione solare”
-“ n-no grazie lo stesso, ciao” Jay si diresse in fretta verso l’uscita
-“ Non le conviene scappare a piedi signore, potrebbero identificarla e inseguirla” disse Blue dall’altoparlante del telefono
-“ volando non se ne parla vero?”
-“ non è una buona idea” rispose l’assistente
-“ senti fai tutto il possibile per farmi andare via di qui adesso, lo vuoi quel braccio robotico che hai visto su telemarket24?”
-“ è il mio sogno”
-“ allora aiutami!”
-“ signore ci sono dei mezzi che si sono salvati dall’incidente”
-“ ti prego dimmi che c’è la mia macchina”
-“ purtroppo è andata distrutta per prima”
-“ e certo! Mi sembra giusto, che macchina ci rimane?”
-“ c’è la Lamborghini del colonnello Schmidt, è veloce ma molto rumorosa”
-“ non mi interessa basta che mi porti via da qui velocemente”
-“ ok , arriva”
Jay contava ogni secondo, sembrava passare un eternità poi finalmente la macchina arrivò facendo un rumore udibile anche da un sordo ubriaco, come anticipato da Blue.
Il ragazzo si precipito verso la portiera della macchina quando:
-“ ehi ciao!”
Era la voce di Anna, aveva scoperto Jay prima che riuscisse a fuggire, non era stato molto difficile visto che il rumore del motore non passava molto inosservato.
Jay si girò lentamente verso la ragazza, dietro di lei c’erano Elsa e Olaf
-“ ok, ok mi avete scoperto”
-“ ma ciao! Guarda chi si rivede, il mio amico… come hai detto che ti chiami” chiese Olaf
-“ mi chiamo jay e scusa ma ti ho parlato solo pochi secondi, non siamo così super amici e ”
-“ già ma ti presento le mie amiche Anna e Elsa” disse Olaf con il suo solito tono allegro
-“ ciao” salutò Jay imbarazzato
-“ ma stavi scappando da noi?” chiese Anna
-“ ti assicuro che non abbiamo brutte intenzioni” continuò la principessa
-“ volevamo solo chiederti se potresti venire con noi ad Arendelle, anche io ho dei poteri e finalmente ho trovato    qualcuno come me, vorrei farti solo qualche domanda, sempre se ti va” disse Elsa
Jay pensò che anche se non era questo il suo piano, forse si era appena fatto dei nuovi amici o comunque delle persone su cui contare e questa era una cosa buona. Anche lui aveva qualche domanda da fare ad Elsa, quindi accettò la proposta della regina e così si incamminarono verso Arendelle, ma la batteria del telefono si stava scaricando, presto non avrebbe più potuto parlare con Blue, doveva cavarsela da solo.

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Capitolo 7
*** La verità ***


Durante il cammino verso Arendelle nessuno disse una sola parola, ognuno stava pensando cosa fare una volta giunti a destinazione.
Jay si stava preparando a le domande e alle facce incredule che i suoi nuovi amici avrebbero fatto se  avesse detto tutta la verità su di lui, infatti stava già pensando che mentire non conveniva, perché la verità prima o poi si scopre sempre, però non sarebbe stato neanche il massimo farsi passare per pazzo.

Anna era felice che questo curioso e misterioso ospite non fosse pericoloso come lei si aspettava all’inizio, comunque era tesa lo stesso , se Kristoff avesse scoperto che lei era sparita nel nulla per ore senza dire niente sicuramente sarebbe stata trascinata in una delle solite noiosissime discussioni di Kristoff, quindi Anna sperava che si fosse addormentato senza accorgersi di nulla.

Poi c’era Olaf, che era parecchio felice, infatti Jay non sembrava un tipo troppo impegnato al contrario di Anna e Kristoff che erano spesso insieme e anche di Elsa, che era spesso impegnata a fare “cose da regina”. Quando Elsa era libera infatti, passava molto tempo con Anna quindi il povero pupazzo di neve si sentiva tagliato un po’ fuori, anche se poteva contare sulla costante compagnia di Sven. Non che nessuno gli parlasse, anzi, però un po’ di tempo per giocare insieme a Elsa o Anna negli ultimi tempi era diventato sempre più raro.
A gli occhi del pupazzo di neve Jay era misterioso e un po’ cupo, ma sembrava simpatico e disponibile sotto sotto.

Infine Elsa, che non vedeva l’ora di arrivare al castello, per conoscere finalmente l’origine dei suoi poteri.

Dopo un po’ arrivarono ad Arendelle e tutti, seguendo Elsa si incamminarono verso il castello
-“ aspettate un attimo, perché stiamo andando di qua? Mi portate direttamente dal re e dalla regina quindi?” chiese Jay nervoso
Gli altri si misero a ridacchiare
-“ mi dispiace ma non c’è nessun re, però la regina ce l’hai davanti… e la principessa dietro” disse Elsa ridacchiando
Jay inchiodò e guardò un attimo la regina e disse  “ beh allora devo essere proprio importante”
Entrati nel castello Olaf e Anna andarono subito a trovare Sven e Kristoff ;
  intanto Elsa accompagnò Jay fino alle scale, poi chiamò Kai
-“ eccoci qua, bene come penso avrai intuito, ho alcune domande da farti, ma non ti preoccupare non ti ruberò tanto tempo, Kai ti farà vedere la tua stanza, a mezzanotte in punto ti aspetto nel mio studio… e si puntuale ti prego” disse Elsa a Jay, dopo si girò e andò via
-“ prego signore le mostro i suoi alloggi” disse Kai con tono molto cortese, il ragazzo seguì il maggiordomo fino alla stanza dove con un cenno fece entrare Jay.  La prima cosa che fece fu buttarsi sul letto
-“ Blue!” pensò Jay estraendo il telefono dalla tasca, lesse la percentuale della batteria: 1%
Il ragazzo chiamo il suo assistente in tutta fretta pregando che la batteria non si scaricasse proprio in quel momento
-“ Blue”
-“ si signore?”
-“ la batteria si sta scaricando dimmi cosa devo fare, dovrei scappare?”
-“…”
-“ Blue!”
-“ rimanga”, solo una parola, subito dopo il telefono si spense non permettendo a Blue di finire il discorso, Jay riuscì a sentire solo quel “ rimanga”
La verità prima o poi si scopre sempre, Jay lo aveva imparato molto bene durante la sua lunga e interminabile vita, non ci si può nascondere per sempre e alla fine si deve accettare quello che si è.
 
Anna stava andando verso la stanza di Kristoff, cercando di fare meno rumore possibile per vedere se dormiva, Olaf invece era andato nelle stalle da Sven.
La principessa aprì molto lentamente la porta in modo da non fare rumore, ma sul letto non c’era nessuno
-“ oh no, sono sicura che sarà andato a cercarmi, no no no, e ora che gli dico? .. sai Kristoff sono andata a prendere nella foresta di notte il ragazzo volante che ha quasi distrutto Arendelle, tutto qui”
Anna si diresse svelta da Olaf, ma trovò una divertentissima sorpresa
-“ Olaf? hai visto per caso Kristoff? Ha chiesto di me?” chiese la principessa
-“ Anna speravo che arrivassi” disse ridendo sotto i baffi Olaf
-“ guarda un po’ la”
Anna rimase a bocca aperta, Kristoff stava dormendo su Sven nella stalla, si nella stalla!
-“ beh non c’è tanto da stupirsi” disse ridacchiando Olaf
-“ Ha una stanza adesso! Ma lui no, deve dormire per forza con Sven, non ce la fa a dormire normalmente, è sempre il solito” disse Anna mentre si allontanava scuotendo la testa
-“ buonanotte Olaf”
-“ notte Anna”.

Anna però sapeva che Elsa avrebbe voluto parlare con quel ragazzo la notte stessa, visto che anche lei voleva ascoltare la discussione, si appostò più nascosta possibile vicino alla porta dello studio di Elsa aspettando che i due arrivassero e iniziassero a parlare.
Era mezzanotte, la regina fece un lungo respiro e si incamminò verso il suo studio, Jay invece era ancora seduto sul letto mentre guardava le stelle fuori dalla finestra
-“ ragazzi, mi dispiace, non doveva finire così” pensò
Poi prese dalla sua tasca la foto di tutto l’equipaggio della sua nave, e la fissò per diversi secondi, perso nei pensieri. Una lacrima cadde sulla fotografia
-“ se solo mi avreste potuto vedere ora ragazzi, non piangevo da 100 anni più o meno”
-“ il vostro cammino è finito ora, avrei dovuto seguirvi, ma il mio cammino non finirà mai” disse il ragazzo in un mare di lacrime.
Si girò verso l’orologio, Jay noto che era un po’ in ritardo, si asciugo le lacrime e si precipitò in corridoio.
-“ dove sarà lo studio della regina? Devo chiedere al maggiordomo, ma dov’è?!” pensò
Dopo qualche minuto di ricerca:
-“ oh, eccola signore, la regina la sta aspettando nel suo studio”
-“ e dov’è questo benedetto studio, lo sto cercando da un eternità”
-“ beh, deve seguire questo corridoio e andare a destra”
-“ era così semplice?... è un labirinto questo posto!” si lamentò Jay
Molto divertente il fatto che si perse nel castello, quando la sua nave era più grande di tutta la città di Arendelle.

Anna dormiva nascosta dietro l’angolo ma quando sentì i passi di Jay si svegliò
Elsa era annoiata dall’attesa e stava giocando con dei fiocchi di neve, quando all’improvviso entrò il ragazzo
Una volta dentro Anna si avvicinò in punta di piedi e appoggiò l’orecchio alla porta
-“ non avevo detto di arrivare puntuale?”
-“ va be su un po’ di ritardo…”
-“ 15 minuti veramente”
-“ senti, adesso sono qui” disse Jay sedendosi
-“ veramente dovresti darmi del voi, sono la tua regina” disse Elsa con tono educato
-“… tu?” disse Jay indicando e guardando negli occhi la regina
lei arrossì leggermente e distolse lo sguardo, trovava  Jay abbastanza attraente nonostante il suo atteggiamento irrispettoso
-“ a ma quindi, cioè io sarei un tuo suddito?”
-“ ehm… già, visto che stai ad Arendelle”
Jay alzo ironicamente le mani e disse “ok”
-“ va be puoi darmi del tu, io mi chiamo Elsa”
Jay si alzò in piedi, prese la mano della bionda e la baciò
-“ onorato”
-“ io ho molti nomi ma tutti mi chiamano Jay, il cognome è o’Hara ma non importa perché l’ho.. preso in prestito un po’ di tempo fa a un mio vecchio amico” disse il ragazzo sorridendo a Elsa.
La regina si sedette evitando di guardarlo negli occhi, aveva capito che stava succedendo qualcosa, quel ragazzo era maledettamente bello però anche un po’ lunatico, ma Elsa voleva risposte:
-“ allora Jay, anche tu quindi hai dei poteri magici, ce li hai da quando sei nato?”
-“ si penso di si”
-“ anche io, sai da dove provengono, come facciamo ad averceli?”
-“ nel mio caso è una normale averceli, nel tuo.. boh non so”
-“ in che senso nel tuo caso?”
-“ eh molto difficile da spiegare, comunque se ti chiedi come mai li hai è semplice, è una cosa naturale, è nel nostro D.N.A”
-“ dn che?”
-“… fantastico” disse Jay mettendosi una mano sulla fronte “ ognuno di noi ha tantissimi filamenti di D.N.A sono piccolissimi e si trovano nelle cellule, in poche parole è il libretto di istruzioni dove sono scritte le nostre caratteristiche fisiche e psicologiche, tipo avere gli occhi chiari o scuri ecc.”
-“ e chi lo scrive questo codice?”
-“ la natura, è casuale, ma nel mio caso non è proprio così penso l’abbia scritto mio padre, beh io lo chiamo cosi perché non so come chiamarlo, non l’ho neanche mai visto, forse neanche esiste” rispose Jay, poi rimase in silenzio e sorrise
-“ non ti seguo, sono curiosa, mi spieghi chi sei insomma?”
-“ questo non posso dirtelo”
-“ perché?”
-“ non mi crederesti, ci ho messo tanti anni a integrarmi nel mio mondo”
-“ mi sento confusa Jay,  ma sbaglio o hai detto tanti anni? Quanti anni hai?” chiese Elsa
-“ vuoi la verità allora?”
-“ certo” rispose Elsa sempre più curiosa
-“ circa 40.000  però considerando anche i miei lunghi sonni nel ghiaccio per non annoiarmi  ehm si circa 70 milioni di anni”
Jay terminò la frase guardando Elsa negli occhi, ad un certo punto scoppiarono a ridere tutti e due, quando Jay smise di colpo e disse con aria molto triste “ purtroppo è vero Elsa… purtroppo è vero”
Elsa smise di ridere, poi si alzò in piedi con un’espressione preoccupata.
-“ è la verità?”
Jay annuì lentamente
Elsa aveva lo sguardo perso nel vuoto; la porta dello studio si aprì ed entrò Anna
-“ Anna, cosa ci fai qui?”
Anna avanzò verso Jay e disse
-“ ci stai prendendo in giro? Ho sentito tutto”
Jay scosse la testa
-“ allora non sai proprio niente sui miei poteri?” chiese Elsa confusa
-“ no, mi dispiace Elsa” rispose il ragazzo
-“ volete che vada via?” chiese
-“ No!” dissero in coro la regina e la principessa
-“ quindi tu sei immortale? e rimani sempre giovane?” chiese Anna
-“ già”
-“ ma oltre questo e volare, cos’altro puoi fare?” chiese Elsa
Jay sorrise “ posso fare tante cose, ve ne faccio vedere una, sedetevi, guardatemi negli occhi”
Elsa e Anna fecero quello che disse il ragazzo, Elsa guardò a fondo negli occhi di Jay, arrossì parecchio ma lui non disse nulla, anche Anna si perse nei suoi occhi, ma scosse la testa e si ricordò di Kristoff e che non doveva farsi venire strane idee
Dopo alcuni secondi che sembrarono una piacevolissima ora per le ragazze Jay disse:
-“ avete visto?”
-“ visto cosa?” disse Anna
Ma poi capirono, le due sorelle rimasero a bocca aperta e Jay si fece indietro come se si vergognasse un po.’
Era giorno... Elsa si girò per vedere l’orologio a pendolo del suo studio, segnava l’una di notte.

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