Sono sempre stato tuo

di gege91
(/viewuser.php?uid=826297)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La vita va avanti ***
Capitolo 2: *** Due stupidi innamorati ***
Capitolo 3: *** Senza di te non vivo ***
Capitolo 4: *** Tra le tue braccia ***
Capitolo 5: *** Noi due contro il mondo ***



Capitolo 1
*** La vita va avanti ***


Era passato un mese a quattro giorni da quel giorno maledetto, dal giorno in cui Ian decise di chiudere la relazione con Mickey. I due ragazzi stavano entrambi male per la mancanza dell’altro, ma affrontavano in modo diverso il loro dolore. 
Ian lavorava ancora nel locale di Saen, andava lì la mattina presto  e tornava a casa dopo l’ora di pranzo.Usciva molto spesso  a correre, andava a prendere Liam all’asilo, andava a trovare Lip al college, Carl al riformatorio, si fermava spesso al nuovo appartamento di Svetlana a trovare lei e Yevgeny (senza mai menzionare Mickey).  C’erano giorni in cui credeva di essere forte abbastanza da non aver bisogno di prendere le medicine, e giorni in cui era abbastanza lucido da capire che prendere le medicine era la cosa migliore per lui. Ma quei giorni erano davvero rari.
Era tornato qualche volta in quel locale gay dove lavorava mesi prima, andava via quasi sempre con un ragazzo diverso ma non era mai riuscito ad instaurare un rapporto vero con nessuno di loro, appena capivano che c’era qualcosa di strano in lui tagliavano tutti la corda, a volte era lui stesso a mandarli via perché non erano quello di cui aveva bisogno. Ma di cosa aveva bisogno realmente? A questa domanda ancora non era riuscito neanche lui a rispondere, sapeva che da quel mese maledetto un pezzo di lui era morto, ma era troppo testardo per ammettere a se stesso che quel pezzo mancante si chiamava Mickey Milkovich.Cercava spesso di non pensare a  Mickey, al suo sorriso, ai suoi occhi. Faceva in modo di non passare mai davanti a casa sua, non entrava mai all’Alibi e chiamava sempre Svetlana prima di passare da lei, per paura di trovarlo lì. Era strano come fossero riusciti a non incontrarsi mai dopo la rottura.  Ma in fondo era meglio così, Ian sapeva di non essere pronto per Mickey, cercava di convincersi del fatto che per Mickey fosse meglio non stare con lui, meritava di meglio, Mickey non avrebbe mai accettato lui e la sua malattia e lui doveva stare con qualcuno che lo amasse per quello che era. Con questi pensieri  affrontava le sue giornate vuote. Giornate passate  sempre con un sorriso finto sul suo bellissimo volto,  lo sguardo spento, un’anima persa.

Mickey al contrario di Ian, non nascondeva il suore dolore. Sapeva che senza Ian la sua vita non era degna di essere chiamata in tal modo. Le prime due settimane erano le peggiori, passava i gironi in camera ad ubriacarsi, ad odiare se stesso per non aver affrontato al meglio la situazione, ad odiare Ian perché quella testa di cazzo davvero non aveva capito niente, e poi di nuovo ad odiare se stesso, poi di nuovo Ian. Si ubriacava, urlava, piangeva, distruggeva oggetti, rompeva la foto di Ian e poco dopo cercava di riattaccarla come meglio poteva. Stava soffrendo come non aveva mai fatto, si sfogava in tutti i modi possibili. Scopava spesso con ragazzi conosciuti fuori qualche bar, ma era sempre lui a scopare, lui dava sempre. Non avrebbe mai  permesso a qualcun altro di entrare dentro di lui, né fisicamente né sentimentalmente.  Una sera era uscito per trovare qualche altro tipo con cui sfogarsi, aveva trovato un tipo abbastanza decente. Ci stavano dentro da un po', e durante l’orgasmo Mickey esalò un’ ultimo respiro e disse << Oh è stato bello Ian.>>  Era scioccato dal nome che uscì dalla sua bocca, che non fece neanche in tempo  ad ascoltare la risposta del ragazzo che si era già rifugiato in un angolo.  Non capiva come gli era uscito, come poteva aver chiamato un tipo qualsiasi con il suo nome. Si rese conto che nessuno era come lui, che lui era diverso da tutti e che l’avrebbe amato nonostante la sua malattia. Quella notte tornò a casa e fece una lunga chiacchierata la telefono con sua sorella Mandy, più che altro era lei a parlare della sua vita in Indiana e del fatto che non stava più con Kenyatta e che stava davvero bene da sola ora. Ma mentre ascoltava sua sorella parlare si rese conto che non poteva smettere di lottare, che Ian aveva sempre lottato per lui, dopo tutte le botte e le parole dette lui era sempre tornato da Mickey. E ora Mickey non avrebbe mai potuto lasciarlo andare così. Decise di lottare per Ian. Si quelle due settimane erano state le più difficili, ma le due settimane seguenti erano totalmente diverse per Mickey.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due stupidi innamorati ***


Dopo quel giorno Mickey passò tutte le mattine nascosto dietro qualche a macchina a guardare Ian che lavorava al locale, lo guardava sorridere ai clienti, portare via i piatti. Ma era davvero difficile stare a guardarlo senza far niente, a volte notava che aveva fasciature alla mano, o che zoppicava o dei graffi sul viso, a volte lo vedeva fare scenate a qualche cliente. Era straziante  vederlo in quello stato, c’erano delle volte in cui Ian usciva di corsa dal locale per prendere una boccata d’aria o per piangere in mezzo alla strada, in quei momenti era davvero tentato di andare da lui e abbracciarlo forte come faceva sempre quando ancora stavano insieme, ma poi notava che Fiona correva da lui subito dopo per calmarlo e allora ci ripensava.
Non sapeva esattamente se avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarsi a lui, ma sapeva che sarebbe stato lì pronto a correre in suo aiuto se Ian ne avesse davvero avuto bisogno. I giorni passavano e Mickey si era trovato un lavoro come muratore, ma si fermava sempre a guardare Ian al locale, il suo capo comunque non avrebbe fatto tanto storie, conosceva la reputazione dei Milkovich ed era meglio tenersi buono Mickey, soprattutto in questo periodo.

 Una mattina, era fermo contro il muro a guardare Ian che serviva la colazione a due vecchie signore, sembrava davvero stanco e stressato perché non riusciva neanche più a fingere un sorriso, mentre Mickey si mordeva il labbro indeciso se andare a lavoro e stare a guarda ancora un po’ una mano si appoggio sulla sua spalla facendolo spaventare a morte. Era Fiona, che lo guardava con un sorriso appena pronunciato sulle labbra << Mickey perché non entri? Ormai sono settimane che passi di qui tutte le mattine, stai spaventando i clienti.>> Lo prese in giro lei, appena Mickey si riprese ignorò la battuta di Fiona e le chiese e Ian l’avesse visto la fuori, << No, tranquillo a quante pare lui è l’unico che non ti ha notato.>> Mickey si passò una mano sul viso, era davvero stressato e al con tempo sollevato che Ian non l’avesse visto,<< Come sta? Come vanno le cose con lui?>> . Fiona a queste domande non poteva far altro che sorridere, notando ancora il forte interesse di Mickey. Era grata che almeno suo fratello avesse trovato una persona che lo amava così intensamente dopo tutto quello che era successo. << Mickey perché non entri tu stesso a chiederglielo? Sai sente davvero la tua mancanza, anche se non lo ammeterebbe mai.>>
Mickey non credeva a quella parole, o più che altro non voleva crederci, non voleva illudersi ulteriolmente, << Come fai a dire che gli manco? E perché l’altro giorno aveva un’ occhio nero? Sta prendendo le medicine?>>  Davvero non era riuscito a non  fare tutte quelle domande, sapeva che Fiona non lo stava giudicando per il fatto che spiasse tutti i giorni suo fratello e sinceramente a lui non importava che potesse sembrare un fottuto stalker, a lui importava solo di Ian. << A volte le prende, a volte no.  Precisamente non so come si sia fatto un’ occhio nero ma penso che si sia picchiato con un tizio che ha portato a casa l’altro giorno. >>  Fiona notò subito lo sguardo deluso e furioso di Mickey così si prestò subito a chiarire meglio il discorso <<  Sta calmo, penso che il tipo sia messo peggio di Ian. Non so chi sia, penso sia uno di quelli che incontra in quei locali gay, quando sono arrivati sono subito saliti in camera…fammi finire prima di agitarti, devi sentire.  Allora penso che dopo che si sono addormentati Ian abbia avuto un’ altro incubo e quando si è svegliato non si ricordava di averlo portato lui lì, così l’ha picchiato, il tipo ha cercato di reagire ma Ian era davvero spaventato e l’a mandato via a calci in culo. Da quel giorno ha smesso di uscire spesso la sera e di portare tipi che non conosce a casa, non so bene cosa sia successo, ma almeno è un passo anche se continua a fare incubi. >> Mickey davvero non capiva, non sapeva che Ian facesse degl’ incubi, << Di che cazzo stai parlando? Quando stava con me non aveva incubi.>> Fiona si pizzicò il labbro con i denti, indecisa se dire o no a Mickey quello che lei e suoi fratelli cercavano di ignorare da tempo, ma decise di essere sincera doveva esserlo soprattutto con lui, << E’ proprio questo il punto Mickey, ha iniziato ad avere incubi dal giorno in cui vi siete mollati, a volte si sveglia nel sonno piangendo ricordandosi cheti ha lasciato, altre volte si sveglia arrabbiato e urlando pensando che Terry o Sammi ti abbiano ucciso.  Ma riusciamo a cavarcela, ogni tanto Lip si ferma a casa e dorme in camera con lui a raccontargli storie qualsiasi così si calma e riprende a dormire, e la mattina si comporta come se niente fosse successo. Ed è per questo che so che gli manchi>>
Mickey era davvero scioccato, non poteva credere che Ian avesse degl’incubi a causa sua, non sapeva se sentirsi in colpa o lusingato perché almeno nel sonno Ian pensava a lui. Mentre Mickey era ancora a bocca aperta, Fiona gli fece notare che Ian gli stava guardando tramite il vetro del locale con uno sguardo triste sul volto. Quando notò che Ian gli stava guardando salutò velocemente Fiona e scappò via, non riusciva ancora a reggere il suo sguardo, era troppo per lui. Si perdeva dentro quelle pozzanghere verdi che erano gli occhi di Ian, ci vedeva dentro tutto quello che era stato ed era ancora per lui.
Quando Fiona rientrò nel locale, Ian si aspettava una spiegazione << Che ci faceva Mickey qua? Cosa vi siete detti?>> La ragazza non riusciva davvero a capire come riuscissero a stare lontani questi due idioti, si vedeva lontano un miglio che non avevano smesso di amarsi. Decise di tenere nascosto il segreto di Mickey << Mi fai il terzo grado ora? Tranquillo l’ho visto passare e ho voluto chiedergli come stava visto che è da un po’ che non lo vedevo.>>  Ian non pensava che sua sorella dicesse la verità, non credeva che s’interessasse allo stato d’animo di Mickey, ma sapeva anche che quando avevano scoperto la sua malattia i due avevano instaurato  un certo rapporto, e sentiva crescere in lui un moto di gelosia nei suoi confronti, perché lei aveva visto Mickey da vicino e ci aveva anche parlato. << E come sta, che ti ha detto? E dai Fiona non tenermi sulle spine. >>  A sto punto Fiona iniziò a ridere più di prima facendo indispettire ancora di più Ian, << Sta nello stesso modo in cui stai tu, e ti ama nello stesso modo in cui lo ami tu, ora smettete di fare gli stupidi e tornate a scopare o quello che facevate, ma tornate insieme Dio santo>> Prima che potesse entrare nella cucina del locale sentì suo fratello che urlava << Te l’ha detto lui che mi ama ancora?>>  e rise chiudendosi la porta alle spalle.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Senza di te non vivo ***


La mattina seguente Mickey tornò ad appoggiarsi al suo solito muro a guardare Ian mentre puliva il bancone. Quel giorno Ian sembrava in forma, sorrideva più del solito, ma Mikey sapeva che quello era solo un sorriso falso. Dal giorno in cui aveva scoperto della malattia del ragazzo, aveva imparato a distinguere i suoi sorrisi falsi da quelli sinceri, lo sguardo vuoto da quello euforico e quello eccitato. A pensare ad Ian in  quel modo, Mickey si rese conto che da quella volta che aveva chiamato quel tipo con il suo nome, non aveva più scopato con nessuno. Ma l’unica persone con cui volesse fare qualcosa, qualsiasi cosa era Ian. Voleva stringerlo a se, correre dentro e portarlo a casa, spogliarlo lentamente per ammirare nuovamente il suo corpo, accarezzare la sua pelle chiara, sentirlo dentro di se e sentirsi dentro di lui. Lo desiderava, lo bramava, lo amava.  A pensare al corpo di Ian nudo sotto le sue mani, gli procurava solo dolore, soprattutto perché aveva un grosso rigonfiamento dentro i suoi pantaloni e non pensava fosse una buona idea che qualcuno lo notasse, soprattutto in quel stato, così si accovaccio e aspettò che l’eccitazione passasse.  In quel momento Ian uscì da locale, prese il telefono, compose un numero ed iniziò a parlare.  Mickey notando Ian, decise di avvicinarsi di più per sentire con chi stesse parlando. Certo, non è molto educato ascoltare le chiamate altrui, ma ormai peggio di così non poteva andare, visto che lo spiava a lavoro più o meno da venti giorni. Ian aveva chiamato Svetlana dicendole che nel pomeriggio sarebbe passato per giocare un po’  con Yevgeny. A Mickey faceva davvero piacere che Ian  andasse ancora a trovare suo figlio. Decise che non si poteva perdere di vedere Ian mentre giocava con Yevgeny. Così decise di andare anche lui da Svetlana nel pomeriggio. Era già andato il giorno prima, e non andava tutti giorni, ma quella era una buona occasione per vederlo, doveva almeno provarci. Il pomeriggio prima di andare da Svetlana era davvero molto agitato, non sapeva come avrebbe reagito Ian vedendolo lì. Però si rendeva conto che era ora di farsi avanti, non poteva passare le giornate a spiarlo a lavoro. Si sentiva sicuro di sé, così sicuro che pensò anche di chiedere ad Ian un appuntamento, quel appuntamento che non è mai arrivato.  Arrivato da Svetlana un po’ in ritardo, per non far destare sospetti, notò che Ian non era ancora arrivato. E visto che di certo Svetlana non avrebbe detto niente decise lui stesso di chiederle se Ian doveva andare da lei quel giorno, lei gli disse che lui aveva chiamato la mattina per passare da lei, ma che non si era ancora fatto vedere, ma che era normale, forse aveva avuto un’ impegno.
Mickey non se ne preoccupò più di tanto e decise che la mattina seguente sarebbe entrato nel locale a parlare con Ian. Quella mattina Mickey arrivò al solito orario, fece un grosso respiro ed entrò nel locale convinto di trovare Ian, ma quando entrò vide che lui non era lì. Appena Fiona lo vide si avvicinò a lui con un grosso sorriso, <,Mickey non si era ancora seduto, voltava lo sguardo  da una parte all’altra alla ricerca di una testa rossa,<< Dov’è tuo fratello? Di solito è sempre qui a quest’ora.>> A quanto pare Fiona con tutta la confusione che c’era quel giorno non si era resa conto che Ian non era ancora arrivato, di solito era sempre puntuale, ma si ricordava che quella notte aveva avuto un brutto incubo, così cercò di rassicurare Mickey dicendogli che forse Ian stava ancora dormendo, ma non fece in tempo a finire la frase che il suo cellulare squillò,  era Debbie.  Mickey sentì urlare qualcuno all’altro capo del telefono, non capiva perfettamente tutte le parole, ma riuscì a sentire le più importanti: Ian, sangue, tagli,foto, ambulanza.  Mickey aveva capito cosa era successo, comunque non voleva crederci, no cazzo, non poteva crederci. Non poteva essere così, non doveva andare così. Fiona prese la sua borsa e dopo aver parlato con il suo capo, prese Mickey per un braccio ed  insieme a Saen si recarono in ospedale. Mickey era nel sedile dietro, non riusciva a parlare, a respirare, era una statua, sarebbe morto se Ian non c’è l’avesse fatta. Non poteva vivere senza di lui, si rendeva conto che forse stava esagerando, ma lui davvero non riusciva a vivere senza Ian, lui era il suo tutto, la persona che l’aveva amato alla luce del sole,l’ aveva capito, protetto, salvato. No non poteva vivere senza Ian Gallaghers. Appena prese fiato si ricordò che Debbie al telefono aveva menzionato una foto, così chiese a Fiona che cosa centrasse una foto in quel momento. Lei si girò con le lacrime che le rigavano il volto, e con sguardo serio, tremando, gli disse << Aveva una tua foto in mano quando…quando Debbie l’ha trovato.>>
Mickey a quel punto scoppiò a piangere, non aveva mai pianto davanti a qualcuno che non fosse Ian, ma non poteva più trattenere le lacrime. Arrivati in ospedale, i tre si recarono da Debbie che venne subito abbracciata da Fiona, quando sua sorella la lasciò andare Debbie si asciugò le lacrime e si prestò a raccontare, << Ti ricordi che ieri notte ha avuto un altro incubo no? Bhe quando si è alzato questa mattina si ricordava ancora tutto, non era come le altre volte che si dimenticava tutto. Era davvero a pezzi..>> Mickey  si intromise nel discorso << Che cosa aveva sognato?>>,Debbie questa volta prestò la sua attenzione solo a lui,<< Aveva sognato il giorno in cui vi siete lasciati, era convinto che Sammi ti avesse sparato, che tu fossi morto, si era svegliato piangendo ieri notte, avevo cercato di calmarlo e ci ero riuscita, ma quando si è svegliato  questa mattina ha ripreso a piangere, ad urlare, diceva che non poteva vivere senza di te… ho cercato di fermarlo, l’ho lasciato un ‘attimo da solo per prendere il telefono per chiamarti, così forse vedendoti avrebbe capito che non era vero, ma quando sono tornata di sotto l’ho trovato .. con il braccio pieno di sangue e una lametta a terra e una tua foto in mano mentre diceva che ti avrebbe raggiunto.>> A quel punto tutti stavano piangendo, Mickey venne stretto da Debbie, che a sua volta era abbracciata da Fiona.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tra le tue braccia ***


Saen portò un caffè a Fiona e Mickey, mentre Debbie faceva addormentare Liam e raccontava di nuovo tutto a Lip che appena saputo l’accaduto era corso da loro. Dopo qualche minuto che erano seduti in sala d’aspetto, arrivò un dottore, disse a tutti loro che fortunatamente Ian stava bene, aveva perso molto sangue ma erano riusciti comunque a salvarlo, disse a Fiona che i famigliari potevano andare a trovarlo se volevano, ma di non affaticarlo troppo. Fiona si stava precipitando da Ian, quando venne fermata da Lip << Fi è meglio che il primo ad entrare sia Mickey, infondo l’ha fatto pensando che fosse morto, è giusto che veda che ha fatto una gran cazzata. >> Mickey era quasi propenso ad abbracciare Lip, quasi. Era comunque grato della gentilezza di Lip, guardò Fiona che annuì e si prestò ad andare da Ian,ma prima che potesse entrare nella sua stanza sentì Fiona che lo chiamava << Mickey riporta indietro mio fratello, salvalo.>> Mickey le fece un mezzo sorriso e si recò da Ian. Salvarlo. Non sapeva come avrebbe potuto farlo, ma sapeva che l’avrebbe fatto, sempre. Prese un respiro profondo ad occhi chiusi, ed entrò nella stanza. Ian era a letto, probabilmente stava riposando, aveva la occa leggermente aperte e una mano sul petto. Mickey notava che era bellissimo anche in quel momento, così innocente, così calmo. Lentamente si avvicinò al suo letto, dopo essersi seduto su una sedia accanto a lui, lo sguardo fisso su Ian. Appena la sua mano sfiorò quella di Ian, il ragazzo si svegliò immediatamente. Era ancora leggermente intontito dai farmici ma appena vide Mickey gli regalò un grande sorriso,<< Mick, sei qui.. Stai bene, sei vivo.>> Anche Mickey cercò di ridere per alleggerire la tensione << Certo che sono vivo stronzo, come puoi pensare che quella troia possa uccidere un Milkovich?>> . Ian a quel punto si accasciò a letto e iniziò a piangere, Mickey si avvicinò velocemente a lui, mentre Ian asciugandosi le lacrime furiosamente diceva, << Ho fatto una cazzata, oddio Mickey. Mi odieranno tutti. Pensavo davvero fossi morto, e io..io non potevo andare avanti. Cazzo che puttanata che ho fatto.. Povera Debbie,il suo sguardo..è stato orribile.>> Mickey cinse le sue spalle con un braccio e dolcemente gli baciò la testa,<< Stai tranquillo, calmo.. è tutto passato. Ora riprenditi che devono entrare i tuoi fratelli, non vuoi che tu vedano così no?>> Ian si calmò lentamente e con occhi intensi gli chiese << Tu rimani qua? Rimani con me?>> Mickey annuì e fece entrare i Gallaghers. Non sapeva cosa volesse dire Ian con “Rimani qui, con me” poteva intendere di rimanere lì in ospedale con lui per quella sera, o di rimanere con lui per il resto della vita. Qualsiasi cosa a lui andava bene. Sarebbe rimasto con Ian. Lo amava, non l’avrebbe più lasciato solo a costo di picchiarlo per fargli entrare in testa che lui lo amava con o senza malattia, che lui era il ragazzo giusto per Ian. Mickey non credeva tanto alla storia delle anime gemelle, ma quando pensava ad una persona che era destinata a stare con lui, pensava solo ad Ian. Sapeva che in un modo strano e contorto erano destinati a stare insieme. Quella sera disse a Fiona di tornare a casa, che sarebbe stato lui con Ian. Dopo aver mangiato qualcosa e fumato una sigaretta si diresse in camera di del rosso, dormiva profondamente. Così Mickey si mise sulla sedia e si rilassò, guardando Ian mentre riposava. Poco dopo anche lui crollò, era davvero stanco, era stato un giorno davvero pesante. Si svegliò immediatamente quando sentì delle urla, era Ian che urlava e si muoveva nel sonno, stava sognando Mickey << Ti prego, non te ne andare Mickey, non mi lasciare.. non fategli del male, lo amo.. no Mickey torna da me. >> Mickey non aveva mai sentito dire ad Ian che lo amava, ed era davvero sorpreso , però doveva far qualcosa per svegliarlo, era straziante vederlo così. Si coricò nel letto con lui, lo strinse forte a se e mentre li accarezzava i capelli gli sussurrava all’orecchio di stare calmo, che era tutto apposto, che lui era con lui. Ian si svegliò qualche minuto più tardi tra le braccia di Mickey,<< Hai fatto un’ incubo, non sapevo come farti smettere. Questo è l’unico modo che conosco per calmarti. >>, disse riferendosi al fatto che lo stava abbracciando. Ian cercò di sedersi come meglio poteva e guardò intensamente Mickey negl’occhi, << Credo che sia ora che mi scusi non è vero?>>. Mickey si girò e gli rispose, << Hai molte cose per cui dovresti scusarti stronzo, da quelle vuoi iniziare?>> Ian ora dopo tanto tempo fece un sorriso sincero, << Io volevo scusarmi per come ti avevo lasciato di merda e per la stronzata che ho fatto oggi. Per cos’altro dovrei scusarmi?>> Mickey si morse il labbro per qualche secondo prima di rispondere, << Oggi ero venuto al locale per parlarti. Pensavo fosse da idiota continuare ad evitarci, volevo chiederti di uscire. Si volevo portare il tuo bel culo ad un’ appuntamento, di quelli veri. Come volevi tu. Solo che tu eri troppo impegnato a tentare il suicidio. Cazzo Ian, mi hai fatto prendere un colpo, non devi farlo mai e mai più. Anche se io fossi morto tu non dovresti pensare cose del genere. E poi tu mi hai lasciato che t’importa se Sammi mi avesse ucciso? Ti sembra sensato fare una cosa simile? >> Mickey era davvero esausto, stava tirando fuori tutto quello che provava, non riusciva proprio a capire come potesse aver fatto una cosa simile, come potesse aver tentato il suicidio per lui, lui l’aveva mollato, lasciato solo, non riusciva a capire il senso di tutto questo. Ian si voltò, non riuscendo a guardare Mickey dritto in faccia. Sapeva che era ora che ammettesse quello che provava davvero, che fosse sincero con Mickey ma soprattutto con se stesso. Ma aveva tanta paura che per Mickey le cose fossero cambiate, anche se il moro ora era lì con lui questo non significava per forza che volesse tornare con lui, forse era lì a dirgli quelle cose solo per compassione. Ma doveva comunque liberarsi da quel peso. Prese il coraggio a due mani e iniziò a parlare,<> Guardò Mickey dritto negl’occhi, sapeva che solo guardandolo, guardando i bellissimi occhi azzurri del sconvolto ragazzo davanti a sé riusciva a capire cosa provava. Mickey non esitò un’ attimo a rispondere, << Ma allora sei proprio stupido, ti dico che volevo chiederti un’ appuntamento e tu credi che io sia qui per compassione? Sei proprio una testa di cazzo Gallaghers, non ti libererai facilmente di me. La cosa migliore per me sei tu con o senza questa fottuta malattia. Ora baciami e stai zitto. >> Ian non se lo fece ripetere due volte, baciò intensamente Mickey. Ian stringeva le mani sul collo di Mickey, spingendolo sempre di più verso di lui, Mickey baciava sempre più voracemente, mordendo il labbro ad Ian e passando le sue mani sulla schiena del rosso, come se ne valesse della sua vita. Non c’era sesso in quel bacio, c’era solo amore, desiderio di diventare parte integrante dell’altro. Si allontanarono l’uno dall’altro nello stesso istante, Mickey si sistemò meglio nel letto e fece accoccolare Ian tra le sue braccia. Ora si sentiva completo, al sicuro, amato.. a proposito di amore. << Prima hai fatto un ‘ altro incubo su di me. E hai detto che mi amavi. >> Aveva paura a dirgli quelle cose, si erano appena baciati, non voleva rovinare le cose, ma doveva dirglielo. Pensava di averlo spaventato, invece Ian si avvicinò ancora di più a lui e alzò la testa verso e disse, << L’ho detto perché lo provo, ti amo Mickey, non voglio più negarlo. >> Mickey gli diede un bacio sui capelli, << Ti amo anche io Gallagher>>. Anche Ian riprese a respirare, non solo riprese a vivere. Finalmente si sentiva libero, libero di provare amore, pronto a farsi amare a qualsiasi costo. Si sentiva se stesso, perché solo tra le braccia di Mickey poteva dire di sentirsi davvero di nuovo in sé, lo amava e non lo avrebbe mai più negato.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Noi due contro il mondo ***


Ian restò un’ altro giorno in’ ospedale, lui e Mickey erano quasi sempre insieme. Mickey non se ne andava quasi mai da lì, aveva davvero paura di lasciare Ian da solo, voleva tenerlo sempre sotto controllo. I dottori chiesero a Fiona se volesse mandare Ian in un centro psichiatrico per qualche giorno prima di riportarlo a casa, lei pensò che fosse meglio parlarne con lui prima di decidere qualsiasi cosa. Uscì dalla sua camera dopo un’ora con il viso rigato di lacrime ma con un’ ampio sorriso sul volto, i suoi fratelli e soprattutto Mickey erano lì ad aspettare con ansia di sentire cosa avesse deciso, lei guardò il dottore e disse soltanto << Torna a casa, con noi>>. Mickey non sapeva come lo facesse sentire questa notizia, in fondo era contento di riavere Ian con se, e di non dover aspettare altri giorni, ma era anche preoccupato per lui, avrebbe potuto di nuovo farsi del male. Il moro accantonò questi pensieri perché Ian gli aveva raggiunti, pronto per tornare a casa. Tutti andarono verso la macchina, Ian rimase indietro facendo capire a Mickey che voleva parlargli lontano dalla sua famiglia, << Tu resti con me? Cioè stai da noi, sempre se ti va, certo.>> . Mickey non riuscì a fare a meno di notare che Ian era davvero adorabile con quest’aria timida che aveva di chiedergli le cose, <>,rispose facendogli l’occhiolino. I due si recarono alla macchina ridendo e spintonandosi tra loro. Quella sera Lip concesse la sua stanza ai due ragazzi, e decise di dormire nella sua vecchia camera con Liam. Mickey era contento di dormire finalmente in un letto grande abbastanza per contenere entrambi, e di poter avere finalmente Ian tra le sue braccia per notti intere. Quella notte i due erano davvero stravolti, così appena si misero a letto si addormentarono subito, Ian con la testa sul petto di Mickey, e Il moro con le sue mani stringeva il petto di Ian. La mattina seguente Mickey si svegliò pronto a dare le medicine ad Ian, mesi prima doveva costringerlo a prenderla, ed Ian in un certo modo non lo sopportava per questo, ora sperava che davvero non fosse così. Notò che Ian era già sveglio, era accanto al comodino, con indosso solo un asciugamano, stava prendendo le sue medicine, da solo, senza che nessuno gli dicesse niente. Mickey era avvero sorpreso, si avvicinò lentamente e gli strinse le braccia intorno al petto. Ian girò lentamente il volto, diede un bacio sulla guancia a Mickey e gli disse << Scusa, non volevo svegliarti. Puoi rimanere ancora letto se vuoi>>, e continuò a prendere le ultime pastiglie. Mickey vide un foglio piegato in più parti accanto ai flaconi delle medicine, e chiese ad Ian cosa fosse. Il rosso si staccò da lui, e si mise seduto sul letto con un’espressione seria in volto,<< Non ti sei chiesto perché stessi prendendo le mie medicine da solo? Lo so che ti sei svegliato presto pensando che avresti dovuto costringermi per prenderle>>, disse rivolto a Mickey. Lui rimase in piedi e si morse leggermente il labbro, << Beh in verità si, mi ha sorpreso vederti fare tutto da solo, ma comunque non hai risposto alla mia domanda>>, rispose questa volta sedendosi accanto ad Ian, che ancora lo fissava con uno sguardo così intenso da fargli rivoltare le budella e fargli battere il cuore a mille,<< E’ un mantra. Una lettera che ho scritto come promemoria da leggere ogni volta che non mi va di prendere le medicine o ogni volta che penso di fare qualche stronzata>>,disse mostrando il suo polso ancora fasciato. << Hai voglia di dirmi che hai scritto?>>, chiese dolcemente Mickey posando una mano su quella di Ian. << Ho scritto che sono forte, che devo resistere. Ho scritto quanto dolore ho provocato alla mia famiglia e a te con il mio comportamento. Non voglio più far star male nessuno, io voglio essere quello che consola i miei fratelli, non quello che causa il loro dolore. E poi cazzo Mickey, non puoi immaginare lo sguardo che aveva Debbie quando mi ha trovato a terra, era lo stesso sguardo che avevo io quando vidi Monica in quello stato. Non posso, non posso davvero essere come lei, io so di non essere così, so che mentre capivo questo ti ho fatto soffrire, ma davvero io voglio essere migliore. Voglio esserci per la mia famiglia, voglio esserci per te. Per questo prenderò sempre le mie medicine, e terrò questa lettera con me ogni volta che sentirò di crollare.>>,disse Ian con gli occhi lucidi. Mickey chiese al rosso se era questo quello che aveva detto a Fiona per farlo tornare a casa ed Ian annuì con un sorriso lieve sul volto, poi Mickey lo strinse forte contro il suo petto e gli disse, << Ricordati che ci sono anche io, non ti farò mai più andare via da me stronzo. >>. Ian non aveva bisogno di sentire altro, si chinò per baciare Mickey, le loro mani stringevano il corpo dell’altro, Ian spoglio velocemente Mickey, aveva il bisogno repellente di sentirsi dentro di lui, ora e subito, lo desiderava da chissà quanto tempo, che non riuscì più a resistere, e fece capire a Mickey le sue intenzioni, ma Mickey era di un’altra idea. Si mise seduto sopra ad Ian, e slaccio l’asciugamano, fissò il suo corpo marmoreo che tremava d’eccitazione sotto le sue mani, iniziò a baciare la pelle del collo, le spalle, i suoi pettorali, assaporò quella dolce pelle alternando lingua e labbra, mentre con la sua mano strinse il membro di Ian. Il rosso, non riuscì a trattenere un gemito, che fece eccitare ancora di più Mickey così prima che Ian venisse tra le sue mani, imprigionò la punta del suo sesso con le labbra e prese tutto il suo orgasmo. A questa scena Ian non riuscì più a trattenersi, ribaltò le posizioni e dopo essersi messo preservativo e lubrificante, imprigionò i polsi di Mickey con le sue mani ed entrò in lui. Era davvero stupendo stare dentro di lui, lo faceva sentire potente, amato, lo faceva sentire vivo. Quel giorno fecero l’amore per svariate ora, che non si presero neanche la briga di andare a lavoro. I giorni passavano ed Ian ogni mattina prendeva le sue medicine, Mickey lo accompagnava a lavoro, ed Ian la sera andare a prendere Mickey a lavoro. Andavano sempre a trovare Svetlana e passavano le ore a giocare con Yevgeny. Il week end andavano a far visita a Carl, e ogni tanto anche da Lip al college. La mattina finalmente Mickey entrava nel locale dove lavora Ian a fare colazione, invece di spiarlo tramite un vetro. Notava con piacere che Ian era cambiato, anzi sembrava tornato il solito Ian, anche se negl’ultimo giorni lo trovava spesso pensieroso. Per un po’ cercò d’ignorare la cosa, sperando che passasse, ma quando notò che non era così capì che doveva provare a parlarci. Quella sera erano tutti seduti al tavolo pronti a mangiare, Ian era stato in silenzio tutto il pomeriggio, e Mickey iniziò davvero a tremare pensando alle mille cose che potrebbero aver causato quel comportamento. Ian si alzò dicendo che non aveva fame, prese una sigaretta e andò a sedersi fuori nel portico, Mickey cercò d’ignorare lo sguardo interrogativo dei Gallagher. Finito di mangiare posò il suo piatto nel lavandino e seguì Ian. Era nervoso, aveva paura che Ian volesse lasciarlo, che forse non stesse più bene con lui come una volta. Trovò Ian seduto sugli scalini, con una sigaretta che penzolava tra le sue labbra e lo sguardo rivolto al cielo. Mickey pensò che non c’era cosa più bella del ragazzo che stava di fronte a lui, e questo lo fece agitare ancora di più avendo davvero paura che Ian volesse lasciarlo. Si mise accanto a lui e dopo aver fatto un grosso, grossissimo respiro disse, << Dai Gallegher sputa il rospo, a cosa stai pensando? Sembra che tu ormai viva con la testa tra le nuvole da giorni.>> Ian si passò la mano sul viso nervosamente,<< Ah, l’hai notato. No, niente lascia perdere, è tutto ok>>, disse cercando di evitare lo sguardo preoccupato del moro. << Cazzo ora mi fai agitare sul serio Ian, dimmi a che stai pensando>>,disse Mickey. Ian si alzò dai gradini e iniziò a camminare avanti e indietro, prima di parlare,<>,disse tutto d’un fiato. Fraintese l’espressione completamente sconvolta di Mickey e riprese a parlare nervosamente, << Cazzo scusa, sicuramente tu non vuoi andare via con me, avrai paura di badare a me tutto a solo e forse non vuoi neanche lasciare Yevgeny. Ho detto una merdata, dimentica tutto>>,Mickey guardava Ian che ancora si scusa e parlava a raffica, ad un tratto il moro iniziò a ridere si alzò, sapeva che c’era solo un modo per far star zitto Ian così avvinghiò il volto del rosso con le sue mani e lo baciò dolcemente, e tra le sue labbra sussurrò << Partiamo, fanculo tutti. Andiamocene via, solo io e te.>> , Ian non poteva crederci, gli chiese se fosse sicuro e Mickey come risposta lo baciò ancora i più, il bacio diventò cos’ intenso che Ian trascinò velocemente Mickey in camera. Passarono la notte a fare l’amore, a concedersi l’un l’altro, a parlare di dove sarebbero andati, di cosa avessero fatto, e poi si addormentarono con le mani intrecciate. Quella mattina Mickey si alzò prima del previsto, e andò in corridoio a fare una chiamata che durò per almeno venti minuti. Appena si fù svegliato, Ian raggiunse Mickey guardando con un’aria preoccupata, << Che c’è principessa, hai dormito poco questa notte?>>,lo prese in giro lui. Ian gli fece un gestaccio e gli disse che era ora di dire a suoi fratelli del loro piano di andarsene, << Riuscirai a non piangere quando glielo dirai? In fondo l’altro giorno abbiamo appurato che lo stronzo nella coppia sono io e tu sei quello sentimentale che piange sempre>>, disse scherzando. << Oh Mickey non fingere con me, sappiamo tutti che dentro di te si nasconde un’ orsetto dal cuore tenero>>, rispose il rosso ridendo e spintonandolo. Scesero di sotto, pronti ad’ affrontare i Gallagher al completo, quella mattina c’era anche Lip. La sera prima avevano parlato soprattutto di loro, Ian non avrebbe voluto abbandonarli, ma sapeva che prima o poi doveva staccarsi per vivere la sua vita, ma comunque aveva ribadito più e più volte che sarebbero tornati spesso per loro e anche per Yevgeny e che gli avrebbe aiutati finanziariamente, appena avrebbe trovato lavoro. A colazione prese coraggio e grazie anche al sostegno di Mickey, raccontò ai suoi fratelli quello che avevano intenzione di fare, i suoi fratelli erano un po’ restii a lasciarlo andare, avrebbero sentito tutti la sua mancanza, ma sapevano che allontanarsi da lì era la cosa migliore per lui e sapevano anche che lasciavano suo fratello in buone mani, Mickey aveva dimostrato più volte di amarlo e di saper prendersi cura di lui. Dopo pianti e un abbraccio generale dove fù incluso anche Mickey, Fiona chiese se avevano già un posto dove andare e un lavoro. Prima che Ian rispondesse, prese la parola Mickey,<< Ho parlato con Mandy prima, ha detto che per un po’ possiamo stare da lei. Oggi parla con un suo amico per un lavoro, dice che è il gestore di un supermarket in centro, potrebbe assumere me come sorvegliante e te come commesso, come i vecchi tempi. Almeno fino a quando non avremmo trovato di meglio. A te sta bene?>>, chiese ad Ian. Non c’era bisogno di sentire la risposta del rosso, perché aveva un sorriso che illuminava tutto il suo bel volto e gli occhi pieni di gratitudine per quel ragazzo che tanto amava. I due si preparano per partire nel week end, l’amico di Mandy aveva acconsentito ad assumerli e quindi erano pronti per lavorare il lunedì seguente. Per tutta la settimana non fecero altro che andare a salutare amici e parenti compreso Frank. Erano pronti a partire, era nel vialetto di casa Gallagher con le loro valigie, aspettando Iggy che veniva a prenderli, gli avrebbe accompagnati lui da Mandy. Nel vialetto c’era la famiglia Gallagher al completo insieme a Kevin e Veronica e Svetlana con Yevgeny. Tutti dispensarono abbracci, lacrime e parole di rassicurazione ai due giovani, quando furono pronti a partire. I due ragazzi salirono nel sedile posteriore, Ian aveva lacrime inespresse che si riflettevano nel suo sguardo, Mickey passò il braccio sulle sue spalle e gli fece appoggiare la testa sul suo petto. Baciò dolcemente Ian sulla testa, << Come ti senti, bello?>>, gli disse con le labbra appoggiate ancora su i suoi capelli. Ian alzò il viso, << Felice d’iniziare un nuova vita con te Mick.>> E si baciarono, dolcemente. Pronti per affrontare un nuovo percorso della loro vita, certo sicuramente non sarebbe stato facile, infondo niente lo è, soprattutto per loro, ma affronteranno tutte le avversità che troveranno insieme. Perché insieme, possono tutto, insieme sono una forza della natura.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3113047