Che i giochi abbiano inizio

di gasolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

N.B.
"...." : sono i pensieri.
-...- : dialoghi.
Testo in grassetto : flashback

"Il messaggio di Cersei Lannister mi ha messo inquietudine, ma devo comportarmi come se nulla fosse, certo tornare ad Approdo del Re, non sarà così divertente e neanche rivedere quel covo di bugiardi e assasini non sarà affatto piacevole."
Pensava tra sè e sè Petyr Baelish sorseggiando un calice di vino rosso seduto al tavolo che una volta apparteneva alla casa Stark.
Nella sala da pranzo, dove prima vi era lo stemma del lupo sopra i vissilli alle pareti, ora vi erano i colori della casa dei Bolton. 
"Sarà un vero piacere cambiare l'arredamento di questo posto"
- Come vi trovate qui? La servitù è stata accogliente Lady Sansa? -
Chiese  Ramsey Bolton alla fanciulla Stark seduta difronte al giovane mentre assaporava il proprio piatto.
Petyr non potè non notare lo scintillio negli occhi del bastardo di Bolton mentre si rivolgeva a Sansa. 
"Ma guardalo, ha la fama di un massacratore, mentre davanti a un bel visino diventa un cane ammansito" Pensò Ditocorto.

-Si, vi ringrazio Lord Bolton. - rispose cortesemente la ragazza.
Era evidentemente a disagio, dopotutto, quella fino a qualche tempo fa era stata la sua casa, la sua servitù, le sue coperte. Invece ora era un' ospite, e non sapeva ancora se temporaneo oppure permanente.
Ramsay le sorrise - Domani se volete potremmo fare una cavalcata fino al fiume. -
Sansa esitò un secondo prima di rispondere. - Ne sarò lieta. -
In realtà Sansa stava già  meditando per l'indomani, di inventarsi una scusa per declinare educatamente l'invito.

Petyr non disse niente, si limitò ad osservare i due ragazzi.
"Non vedi l'ora di mettere le tue schifose mani su di lei, eh, maiale?."

-Mi fate felice mylady, farò sellare i cavalli dopo pranzo. E vi prego, chiamatemi Ramsay.- riprese.
Sansa sorrise lievemente al ragazzo.
Petyr intanto, con estremo disgusto sul volto, certo che tanto nessuno lo stesse osservando, si portò nuovamente il calice di vino alla bocca e ne prese un lungo sorso, restando però con gli occhi fissi sui due.

-Lord Baelish, voi invece che programmi avete per domani?- stavolta Ramsay si rivolse a lui.
Petyr dovette cambiare velocemente l'espressione in sorriso, prima che il giovane si accorgesse dello sdegno sul suo volto.
-Beh, penso che curerò i miei affari prima della partenza.  Purtroppo non ho tempo per godermi i piaceri di Grande Inverno come vorrei. - 
-Un vero peccato, se cambiaste idea potreste farci compagnia. - 
"Come no, ti vedo così dispiaciuto."  pensò Petyr. - Vi ringrazi del pensiero. Ma sono sicuro che vi divertirete anche senza di me.
Petyr non se ne accorse, ma Sansa lo stava guardando con un'espressione che sembrava voler lanciare una richiesta d'aiuto, ma lui non la colse. 
"Potevi accettare, almeno non mi avresti lasciata da sola con lui."

Le porte della sala si aprirono ed entrò un giovane: "Lord Roose Bolton chiede di voi" disse il messaggero rivolto a Ramsay.
Il ragazzo posò il tovagliolo e le posate sul tavolo e si alzò. Prima di andare fece il giro del tavolo e arrivò fino a dove era seduta Sansa.
Si inchinò dinanzi a lei e le prese la mano e ne baciò il dorso. - A domani lady Sansa. -
Il ragazzo si alzò e si voltò verso Petyr  - Lord Bealish - e si rivolsero un cenno del capo l'un l'altro. 
Il ragazzo uscì, ma nessuno dei due si rivolse la parola per alcuni minuti. 
Sansa non aveva finito il suo pasto, però rimase seduta a guardare il proprio piatto in silenzio, mentre con la forchetta giocherellava con quelle che sembravano olive.
Fu Petyr a rompere il silenzio. -Domani sii compiacente con lui. -
Sansa alzò lo sguardo gelido verso Petyr.  Cercando di rimanere composta, posò la forchetta e il tovaglio. 
-Non so se domani sarò in forma per una cavalcata.-
Petyr sorrise divertito. - Sai, penso che sia davvero preso da te.  -
Sansa rimase in silenzio. C'era tanta tensione nell'aria tra i due. 
-Se non dovessi tornare in tempo per le nozze, sai cosa fare. - Petyr non disse altro di diretto, perchè sapeva che era ascoltato e osservato dalle guardie dei Bolton.
Sansa non ruppe il suo silenzio. Dentro di lei avrebbe voluto urlare ma rimase calma.
"Non sono un oggetto. Non puoi fare di me ciò che vuoi, o che vuole lui."
-Ti stai comportando bene. Si potrebbe anche pensare che lui non ti sia così indifferente...- .
Cercò di stuzzicare la ragazza, che riprese a guardalo.
-Se dovrà diventare mio marito, sarà meglio per me, no?- le rispose lei, senza battere ciglio.
Alcuni domestici bussarono ed entrarono nella stanza  per prendere i piatti e le posate sporche e servire il dolce.
-Lady Stark, questa sera abbiamo un dolce al limone- disse la serva, e le porse con un sorriso il dolce sul tavolo. 
Sansa le sorrise, forse il primo sorriso della giornata che non fosse forzato, e la ringraziò.
Petyr non si fece sfuggire quell'espressione. "Finalmente". Pensò.  Era da troppo tempo che non vedeva il sorriso ingenuo di Sansa, per quanto lui la volesse istruire sulle astuzie e gli intrighi, gli dispiaceva averle fatto perdere parte della sua spensieratezza. Prima era così fanciullesca, ora sembrava una donna adulta. L'unguento che aveva usato per tingere i capelli non si era ancora tolto, e forse quel colore scuro la faceva sembra ancora più matura. Non le stava male, ma i riflessi infuocati dei suoi capelli erano molto intriganti per i gusti dell'uomo.
Sansa iniziò il suo dolce mentre Petyr continuò ad osservarla.
-Sono contento che ti piaccia.-
-Porti i limoni con te?- Sansa non si era dimenticata di cosa le aveva detto la zia, i limoni li aveva portati Petyr dalla Capitale perchè introvabili in quel periodo andando verso il Nord.
Petyr ne fu un po' stupito, poi sorrise. -Beh, se un frutto può farti sorridere, direi che ne è valsa la pena. -
Sansa trovava crudele quel modo di fare. A tratti gentile a tratti provocatorio.
-Hai già deciso quindi? Partirai? -
-Si. Partirò.- Petyr non si sbottonò, ritenne che non fosse il luogo adatto.
Sansa capì al volo e cambiò argomento.
-Hai visto il bosco? E' ricoperto di neve. Non ha mai fatto così freddo al Nord. Anche il castello, è strano, era sempre stato più caldo grazie alle sorgenti sotterranee. 
-Anche la terra su cui stiamo risente dei cambiamenti che stanno avvenendo. Come dice il detto degli Stark...L'inverno sta arrivando- quest'ultima frase fu detta all'unisolo dai due.
Sansa sentì un nodo alla gola. Ripensò alla propria famiglia. Era rimasta sola, non aveva più nessuna speranza di rivedere neanche un solo membro della propria famiglia.
L'amarezza sul suo viso era tangibile, smise anche di mangiare il proprio dolce.
-Scusami, non volevo farti venire in mente brutti ricordi. - disse Petyr, vedendola così tesa.
-Questa sera ti vedo particolarmente nervosa, è accaduto qualcosa che dovrei sapere?-
"Si". Pensò. Ma -No- fu quello che volle far uscire dalle sue labbra.
La ragazza non lo guardò negli occhi, e temette che Ditocorto avesse intuito la sua bugia.
-Beh, qualsiasi cosa sia, spero non sia nulla di preoccupante.- continuò lui.
"Ma perchè non riesco a scamparne una?!" si chiese Sansa.
-Comunque non è qualcosa che possa servire. - Ammise infine Sansa.
-Ramsay?- 
Sansa era spazientita. "Ma come diamine fai a indovinare sempre?"
-Se fosse successo qualcosa di preoccupante, stasera lo avrei notato. Anzi mi sembrava anche piuttosto...incoraggiato. - pronunciò quest'ultima parola con dell'ironia.
"Lo sapevo, ha già tentato di metterle le mani addosso." intuì lui.
Petyr avrebbe voluto sapere i dettagli ma si mantenne, non voleva mostrarle particolare impazienza. Ultimamente la ragazza era stata capace troppe volte di sorprenderlo, non poteva fargli capire che poteva scalfirlo anche solo con la curiosità. 
Lei non disse niente se non: - Vorrei andare a dormire. Sono stanca, se domani dovrò andare con Bolton a cavallo dovo riposarmi.-
-Certo, va pure mia cara. Anzi credo che seguirò il tuo esempio. -
Petyr e Sansa si alzarono, e mentre la ragazza si allontanava dal suo posto a sedere, Petyr ne prese la mano, la stessa che Ramsay aveva baciato, e se la portò anche egli alle labbra.
-Buonanotte Sansa. - disse con sguardo languido.
-Buonanotte Petyr. - lei si mantenne ferma e mascherò bene la sorpresa. Si allontanarono in due direzioni opposte.
Quando si chiuse la porta alle spalle di Sansa, lei tirò un sospiro di sollievo. Era stata una giornata molto  pesante e anche Petyr le procurava dei gran mal di testa con i suoi comportamenti sfuggenti. Ormai la trattava come una complice, a volte come se fosse la più intima delle compagne, ma aveva sempre paura che anche con lei, alla fin fine, Ditocorto si rivelasse solo un manipolatore.
Se fosse stato così, lei avrebbe perso tutto ciò che le rimaneva, anche l'unica persona che credeva ancora dalla sua parte.


Note di inutili giustificazioni: ho scritto questa ff con no-chalange, con le prime cose e pensieri che mi sono venuti in mente, ma soprattutto a tarda notte, mi scuso nel caso avessi fatto un po' di confusione con nomi o errori/orrori. Rileggo quello che scrivo ma spesso mi scappano degli errori. Se me lo farete notare non mi arrabbierò, anzi ve ne sarò grata così da rimediare alla mia distrazione o alla mia ignoranza. ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

La luce traballante della candela nella stanza della giovane Stark era abbastanza forte da permettere alla ragazza di leggere una delle storie rimaste nel castello. Era una storia per bambini, forse l'ultima persona a cui era stata letta era stata il suo fratellino minore Rickon.

Mentre la leggeva, non potè  trattenere le lacrime.

Il volto dei fratellini più piccoli, Arya, John, Robb, la madre e il padre le scorrevano in mente.

Il libro le cadde dalle mani quando pensò a Ned Stark. Lo aveva visto morire, aveva visto la sua testa infilzata su una picca e non sapeva nemmeno se il suo corpo infine fosse stato sepolto.

"Basta, loro non vorrebbero che io mi avvilissi così."

Si asciugò le lacrime con le dita e raccolse il libro posandolo poi sulla toeletta.

Si guardò allo specchio e si ricompose. Notò  di avere i capelli fuori posto.

Li slegò, prese la spazzola e iniziò a pettinarsi.

"Alla mamma non sarebbe piaciuto questo colore."

Grazie allo specchio, notò che le radici dei suoi capelli iniziavano a riprendere il colore originale, e presto la ricrescita avrebbe fatto notare il rosso vivo tra il castano sporco.

 Si passò le dita tra i capelli e ripensò a cosa era accaduto durante la mattinata.

 

Sansa si era recata in una piccola radura tra il castello e il bosco, voleva stare da sola e  voleva parlare con qualcuno di famigliare.

-Ciao Lady- disse, guardando un cumulo di pietre sotto ad un albero.

Era il punto in cui era stata sepolta la meta lupa dopo che il padre fu costretto ad ucciderla per ordine del re.

-Mi sei mancata tanto.- era morta, ma era quel "qualcuno" di cui aveva bisogno.

Sansa voleva solo sfogarsi, voleva poter dire quello che pensava e confidarsi con qualcuno.

"Ma sono tutti corrotti e vili traditori".

-Sai Lady, da quel giorno in cui sei morta, sono cambiate tante cose. E' stato il giorno in cui è cambiato tutto.-

La ragazza si inginocchiò sulla terra mescolata a nevischio e ripulì il cumulo di pietre su cui giaceva uno strato di terra e neve.  Colse uno dei pochi fiori che crescevano durante l'inverno e lo posò sulla lapide.

-Non solo la mia vita, ma anche quelli di tutta la nostra famiglia. Alcuni dei nostri fratelli sono morti, altri non si sa nemmeno che fine abbiano fatto.-Si immaginò di riaccarezzare la il manto della sua Lady, morbido e caldo.

-Scusami Lady, avrei dovuto lottare di più per te e per tutti gli altri. Perdonami.-

Voleva piangere ma si trattenne. Le si inumidirono solo gli occhi.

Sansa voleva e doveva essere forte, non voleva più comportarsi come una ragazzina, ormai i tempi in cui poteva rincorrere la sorella oppure ballare con i fratelli erano finiti.

Lei ora era decisa a riavere la sua vendetta.

-Ti prometto che avremo la nostra rivincita su tutti coloro che ci hanno ferito, ucciso e umiliato.  Te lo prometto.-

Sansa rimase in silenzio per alcuni secondi, e dopo poco sentì in lontanaza dei rumori.

"Dei cavalli".

Infatti poco dopo , al galoppo del suo cavallo, Ramsay Bolton si avvicinò alla radura.

Tirò le redini del suo cavallo e lo fece fermare.

-Lady Sansa, cosa ci fate qui?- chiese il ragazzo scendendo da cavallo.

Sansa fu presa alla sprovvista. - Ero venuta a fare una passeggiata. -

-E come mai siete in ginocchio?- chiese lui con un ghigno un po' incredulo.

La ragazza non si era accorta di non essersi mossa e si alzò velocemente, e si spolverò la gonna dalla terra.

-Ero...ero venuta a visitare la tomba della mia metalupa.- Sansa pensò che non fosse necessario mentire in quella circostanza.

-Siete così dolce.- disse Ramsay.

Sansa non seppe cosa dire.

-Ops, scusatemi mi è scappato, non volevo di certo mettervi in imbrazzo.- disse il ragazzo.

Sansa non sapeva cosa pensare di quel ragazzo. Era di bell'aspetto, e con lei si dimostrava gentile ed educato, ma le voci su di lui e le informazioni di Ditocorto, senza contare cosa aveva fatto la sua famiglia agli Stark,  non le rendevano possibile fidarsi del ragazzo.

-Cosa ci fate invece voi qui?- Chiese lei.

-Cercavo una dolce e graziosa fanciulla...e direi che l'ho trovata.- disse malizioso questa volta. Sansa non si scompose.

Vedendo il viso serio della ragazza, Ramsay cambiò tono. -Emh, sono qui perchè Lady Bolton voleva invitarvi nei suoi alloggi per conoscervi meglio. Anche lei è nuova di queste parti e non ha molte dame di compagnia quindi...-

-E come avete fatto ad indovinare di trovarmi qui?- chiese Sansa interrompendo il ragazzo.

-Beh, ho girato tutte le mura, sia all'interno che all'esterno. E finalmente vi ho trovata.-

-Mi sembra strano che il figlio primogenito di una nobile casata non abbia altri doveri da svolgere, oltre che andare a cercare fanciulle nei boschi. - Sansa usò un tono ironico, per cercare di non irritare il ragazzo provando a mascerare il tono scettico che avrebbe voluto usare.

Ma a quanto pare Bolton la presa come una seducente provocazione.

-Una dama così bella, fa venir voglia di tralasciare ogni altro impegno.- disse sfoderando il migliore dei suoi sorrisi e le prese la mano per baciarla.

Sansa non fece una piega. Mostrò un sorriso compiaciuto ma solo per non ostentare il fastidio dentro di sè.

-Volete seguirmi mylady? - chiese il ragazzo indicando verso il cavallo.

-Se non vi spiace preferirei andare a piedi.-

-Come voi desiderate. - Ramsay prese le briglie in una mano e con l'altro braccio invitò Sansa ad appoggiarsi al proprio gomito.

Sansa lo assecondò e gli permise di tenerla abbraccietto.

-Sapete, in realtà io sono diventato  primogenito da poco...non mi hanno ancora detto tutte le cose burocratiche in cui dovrò imbattermi. -

Sansa si meravigliò di tale confessione, sapeva che come John, Ramsay era considerato un bastardo, ma non pensava che il ragazzo lo avrebbe detto con tanta leggerezza.

-Ho avuto la fortuna di essere riconosciuto da mio padre, e gliene sono infinitamente grato. Mi ha dato anche la possibilità di conoscervi. - disse rivolgendo sempre il suo sguardo agli occhi della ragazza. -Ma ditemi, voi invece? Ora siete la primogenita di casa Stark. Immagino sia una grossa responsabilità.-

Sansa rimase spiazzata dalla domanda, perchè non pensava sarebbe stato tanto insolente. Lui sapeva in che circostanze lei fosse diventata l'erede di Casa Stark, lui stesso aveva contribuito.

Sansa dovette mettere alla prova la propria pazienza ancora una volta.

-Beh, al momento voglio cercare solo ti riappacificare le casate. Voglio rendermi utile per quello che posso.- le sembrò una risposta corretta.

-Sono stato indelicato, lo so. Ma volevo sapere che cosa pensavate. Almeno ci ho provato. So che la vostra posizione non deve essere delle migliori, ma voglio tentare di rendere il vostro soggiorno qui il più piacevole possibile.-

Sansa non sapeva cosa dire. Si guardava intorno per non incontrare il suo sguardo.

Lui si fermò e fece voltare verso di sè la ragazza.

Le tenne le braccia con delicatezza ma allo stesso tempo con forza.

-La nostra unione riunirebbe il Nord. E io intendo fare in modo che questa sia anche l'occasione di trovare una sposa meravigliosa come lo sareste voi. -

Erano a pochi centimetri l'uno dall'altra, Sansa riusciva a sentire il suo fiato sul viso e le dita di lui che si intrecciavano nei capelli di lei.

 

 

"Non posso credere che si sia permesso".

Sansa tornò con la mente a quel momento. E si spazzolò con ancora più forza.

 Quando finì, prese un panno umido e se lo passò sul viso. Si strofinò bene le labbra.

 

 

Le mani  di Ramsay passarono dai capelli al viso di lei e lo avvicinò a se.

-Rams...- non fece in tempo, le labbra di lui erano già su quelle di lei.

Sansa chiuse gli occhi. Si dovette arrendere. Anche con Petyr era stato così, però mentre baciava Petyr quasi si dimenticava di quello che la circondava. Mentre adesso non poteva far altro che pensare "ti prego, fai in fretta".

 

 

 

Sansa finì di lavarsi il viso e indossò la veste da notte.

Le mura del castello erano calde nonostante il gran freddo all'esterno, il letto era comodo e le coperte morbide. Si stese sul letto tra le coperte e con le braccia dietro la nuca.

-Un altro uomo che crede di sapere tutto.-

Sansa pensò al bacio che Ramsay le aveva dato, e pensò che avrebbe dovuto farci l'abitudine, soprattutto se fosse diventato suo marito.

Doveva mettersi in testa che la sua prima notte di nozze sarebbe stata con lui.

"A questo punto mi chiedo se non sarebbe stato meglio concedersi al Folletto".

Sansa si rigirò nel letto più volte. "Perchè non posso scegliere chi sposare? Perchè una donna è costretta a fare sempre il bene degli affari degli altri? Anche mia madre alla fine dovette fare così..." pensò. "...però poi si è innamorata di mio padre. Si, lei amava mio padre."

Allora le balenò un'ipotesi: "Forse mi innamorerò perdutametne di Ramsay con il tempo, forse mi sarei innamorata anche di Tyrion con il tempo...forse è questo il segreto del matrimonio. L'abitudino dello stare l'uno con l'altra."

Ci pensò sù a lungo ma non riuscì a trovare una vera risposta.

"Chi potrei davvero amare? Chi VORREI davvero poter amare?"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Bussarono alla porta della stanza. Sansa si chiese chi potesse essere a quell'ora.
-Sono Petyr, posso entrare?- disse da dietro la porta di legno.
Sansa fu stupita della visita a tarda sera, era un po' spaventata e si chiese se fosse successo qualcosa, se da un momento all'altro si sarebbe ritrovata a scappare.
Sansa si alzò con la candela in mano e andò ad aprire il chiavistello, che prima di partire per Approdo del re, non aveva mai nemmeno pensato di chiudere, perchè si sentiva al sicuro tra le mura della sua casa. Ma ora era tutto diverso.
-Petyr, è successo qualcosa?- chiese lei aprendo la porta.
Petyr rimase un momento sulla porta a guardare la figura della ragazza illuminata da quella flebile luce.
-Posso entrare?-
Sansa lo fece accomodare, e si calmò vedendo che Petyr non sembrava allarmato.
-Volevo parlarti del mio viaggio.- disse lui andando vicino alla toeletta.
Osservò gli oggetti riposti sul ripiano in legno di pino,  e sfiorò la copertina del libro di fiabe.
-Cosa devi dirmi?- chiese la ragazza. Petyr si sedette sulla sedia davanti alla toeletta e invitò a sedere Sansa. Era segno che non sarebbe stata una conversazione molto leggera.
-Non so ancora quando partirò, potrebbe essere all'improvviso, ma sarà sicuramente in questi giorni. Potrei metterci del tempo. Devo assicurarmi di altri affari durante il viaggio. Devo ristabilire i rapporti con i nostri alleati.-
Disse con calma Petyr.
-Sai più o meno quando tornerai? Settimane, mesi...Anni?- disse con tono ironico.
-Oppure intendi partire e non tornare mai più? Magari ti sei stufato del freddo del Nord.-
Petyr rimase stupito dell'atteggiamento della ragazza.  Sogghigno.
-Sansa, non essere sciocca, tornerò a riprenderti e attueremo il nostro piano. Il tuo soggiorno nella Casa dei Bolton è...-
-Questa è casa mia.- lo interruppe.
-Si, esatto, questa è casa tua. E  tutto questo lo stiamo affrontando solo perchè tu te la possa riprendere in nome della tua casa.-
Sansa voltò lo sguardo, era stanca.
Anche Petyr sembrava volerla abbandonare. Aveva capito di non potersi fidare di nessuno, ma non era ancora pronta a farlo davvero. Lui era l'unica persona con cui poteva parlare di quello che pensava, e per farlo ci aveva messo molto coraggio.
-C'è un modo per curare i tuoi affari da qui?- chiese lei timidamente.
Petyr si intenerì, e non resistette. Si alzò ed andò verso di lei, aveva capito che lei aveva paura di rimanere sola in quel covo di serpi che si erano annidiate tra le mura di Casa Stark.
Si sedette sul letto vicino a lei. Sansa sentì un brivido per la vicinanza tra i due.
-Cercherò di tornare presto, per adesso non so neanche quando partirò e....
Petyr non riuscì a continuare perchè il "Non andare via" che gli occhi della ragazza continuavano a trasmettere lo intenerì ancora di più.
Petyr voltò lo sguardo. Dovette farlo. Perchè altrimenti avrebbe davvero ceduto alla ragazza e le avrebbe detto che sarebbe rimasto a proteggerla per sempre.
Sansa era preoccupata. Senza Petyr, solo gli dei potevano sapere cosa il padre di Ramsay avrebbe potuto farle. Aveva paura di quell'uomo. E anche del figlio, nonostante lui si dimostrasse gentile.
-Resterò sola. Che cosa faranno di me?- disse lei, guardando nel vuoto.
Petyr posò nuovamente lo sguardo su di lei.
Lei era immobile, la debole luce della candela danzava sulla sua pelle d'avorio. Per Petyr divenne una tentazione impossibile da resistere.
Sfiorò le sue mani e poi le prese con delicatezza. -Farò in modo che non ti succeda nulla, metterò degli uomini a proteggerti, io ho spie ovunque, non preoccuparti.-
Le labbra di Petyr erano a poca distanza dal collo di lei. Quasi le bisbigliò nell'orecchio.
La veste da notte della ragazza lasciava intravedere le clavicole sopra la lieve scollatura a V, le maniche erano lunghe ma larghe e la gonna le ricadeva fino alle caviglie.
Sansa sembrava una bellissima statua.
-Sono sicuro che Ramsay ti terrà cara. E' così affascinato da te.- disse cercando di non far sentire quanto fosse seccato. "E come non potrebbe esserlo".
-Oggi...- Sansa non continuò. Cercò di controllarsi, anche se avrebbe voluto dirgli cosa era accaduto, perchè le aveva dato terribilmente fastidio.
-Oggi?- chiese Petyr curioso.
-No, niente.-
-Che cosa è accaduto?- insistette lui. -Ti ha detto qualcosa? Ti ha fatto capire qualcosa che potesse esserci utile?Oppure ti ha minacciata in qualche modo?- chiese con una nota di preoccupazione.
-No, no. Non mi ha minacciata.- non era ancora sicura di volerlo dire. In parte non sapeva perchè, ma si vergognava.
-Mi ha...baciata.-  disse sottovoce, come se non volesse essere udita.
Petyr per un momento sgranò lievemente gli occhi.  "AH".
-Sansa, credo che Ramsay sia stato sicuramente precipitoso, dato che vi conoscete da pochi giorni, ma sei la sua promessa sposa...- disse con estrema calma.
-Si, lo so.- disse lei. - Ma non sapevo che fare. Il mio odio per loro è troppo forte. Mi sono sentita morire dentro.-
Petyr sospirò. -Ti ha dato così fastidio?-
-Si.-
"Anche a me" . Pensò lui.  
-Sarà anche così quando sarò sposata con lui? Son destinata a sposarmi con qualcuno che odio? Amare qualcuno che ha contribuito a sterminare la mia famiglia?- Sansa questa volta quasi non riuscì a trattenere una lacrima.
Petyr sapeva, che per quanto Sansa fosse maturata, rimaneva comunque una ragazza. Troppo giovane per sopportare certe cose.
-Scusami.- si asciugò subito la lacrima. - E' una sciocchezza. Sposerò Ramley. Mi abituerò alla sua presenza, anche durante la priama notte di nozze.-
Ditocorto rimase stupito dalla velocità con cui la ragazza si ricompose, la stava continuando a sottovalutare.
-Sei così cresciuta. Sono molto fiero di te.- La sua mano scorse fino all'avambraccio di lei e la accarezò dolcemente.
Sansa ebbe un fremito. "Petyr, forse tu...".
Ad interrompere il pensiero furono le labbra di Petyr premute sulle sue, dolcemente e sensualmente. L'uomo prese  tra le dita di una mano il volto di lei, mentre con l'altra saliva su per il braccio, fino alle clavicole.
Petyr era tentato. Era troppo tentato. E questa volta Sansa sembrava ben ricambiare il suo bacio.
La ragazza da parte sua, si era fatta prendere dal bacio, e non era più riuscita a pensare  ad altro. Il bacio fu molto lungo ed intenso, diverso da quelli che Ditocorto era riuscito a rubarle in precedenza.
Petyr le scostò lentamente il viso, e i due si guardarono negli occhi per alcuni istanti entrambi assopiti dal bacio.
"Questo  è per ripulirti da quel bastardo di Bolton." pensò malizioso Ditocorto.
Sansa non riuscì a sostenere lo sguardo a lungo. Era imbarazzata, non pensava di lasciarsi andare tanto.
Petyr non disse niente. La restò a guardare e basta.
"Tanto a Bolton non interessa la sua virtù, ma la sua linea di discendenza" si ritrovò a pensare. Sorrise all'idea di aggirare l'ostacolo per quelle parole dette con leggerezza dal nuovo signore del Nord.
Sansa tornò a fissare di vuoto davanti a lei, imbarazzata. -Mi...abituerò a lui. Sarò una buona moglie.- disse.
Petyr volle stuzzicarla ancora di più,  e si mise a giocherellare con alcune ciocche dei suoi capelli lunghi.
-Sarai sicuramente una magnifica Signora di Grande Inverno, non ne dubito.-
Sansa non sapeva che fare. Solitamente Petyr si congedava dopo questi momenti, oppure era lei che usciva dalla stanza, ma quella era la sua camera da letto e lui non sembrava intenzionanto ad andarsene.
-Come dici tu, dovrai stare al gioco anche durante la prima notte di nozze...per non parlare di tutto il matrimonio, per quanto breve che sia.- Le si era avvicinato bisbigliandole  all'orecchio. -Sarai in grado di abituarti a questo?- disse mentre la sua mano percorse il fianco della ragazza.
Sansa si scostò da lui bruscamente. - Cosa vuoi fare?-
-Non voglio che il primo uomo che tu conosca sia un uomo che ti disgusta...-
Sansa rimase spiazzata, non credeva che Petyr sarebbe arrivato a una tale proposta esplicita. -...se ovviamente anche io non ti disgusto.- continuò Petyr.
-No, non mi disgusti.- rispose secca lei.
Ditocorto non si fece scappare un istante dopo quelle parole, e si gettò su di lei facendola sdraiare sul letto.
-Io non...- Sansa prese tutto il coraggio che aveva. -Il primo e unico uomo che voglio avere nel mio letto deve essere un uomo che io amo e che mi ami a sua volta. -
Ancora mezzo stesteso sul letto, appoggiato su un gomito, l'uomo sviò lo sguardo di lei,  mostrando una smorfia di esasperazzione. Poi si decise a riaffrontare lo sguardo di lei.
-Mi rendo conto che questo è impossibile, visto che sono promessa ad una persona che riesco a malapena a tollerare, ma come puoi pensare che poi, per avere un'alternativa io mi lasci andare con te?-
Petyr si sentì in qualche modo offeso. Forse perchè le aveva detto chiaramente che lei non lo amava e che non gli bastava nemmeno per accontentarsi.
-Bene, ho capito.- disse alzandosi.- Non intendo darti obblighi, mia cara, sono sicura che troverai presto qualcuno con cui poterti "accontentare".- Rimarcò l'ultima parola.
Ditocorto fece i primi passi per andare verso la porta ma la ragazza lo interruppe.
-Petyr, hai sentito quello che ho detto? Un uomo che io ami e che lui ami me. Non che mi veda solo come una fonte di guadagno.-
Petyr drizzò le orecchie e si rigirò nuovamente verso la ragazza, che si era alzata dal letto.
Lui rimase in silenzio. "Quindi...vorresti che ti dicessi che ti amo?". Fece qualche collegamento mentale e infine disse. - Quindi se io ti dicessi di amarti, tu staresti con me? Perchè è una cosa reciproca?-
Sansa rimase ammutolita. "Io...amarti?".
Petyr si riavvicinò. -Sansa... tu cosa provi per me?- Non pensava che glielo avrebbe mai chiesto, ma la ragazza aveva messo su una situazione tale che era necessario parlarsi a faccia a faccia.
-Mi piace stare con te. Sicuramente, al momento meglio stare con te che con qualsiasi altro. - disse. - Ma non so se posso amarti, o fidarmi di te.-
Petyr rise. -Sei come tua madre, lo sai?-
-Basta! Non paragonarmi sempre a mia madre, io non sono lei, non sono Catelyn, io sono Sansa.- Disse ad alta voce stringendo i pugni tanta era la rabbia.
Il suo sguardo era fisso su quello di Petyr, e non intendeva sollevarlo, se non quando lui le avesse chiesto scusa.
-Hai ragione. Non sei tua madre.- piegò il capo e fece vedere i palmi come in segno di resa.
Si avvicinò a lei. - Sansa Stark, tu sarai veramente una meravigliosa signora di Grande Inverno-
e la cinse tra le braccia baciandola nuovamente. Questo però fu un bacio più casto del primo e durò pochi istanti.
-E mi piacerebbe esserci quando lo sarai.- le sussurò.
Ditocorto lasciò la stanza, mentre Sansa si accascio sul letto nel momento stesso in cui lui ebbe chiuso la porta, .
Era esausta. Petyr le aveva prosciugato ogni energia rimasta. Si addormentò, dimenticandosi di mettersi sotto alle coperte, cullata dal ricordo dei baci di Petyr. Dell'incontro con Ramsay ormai non rimaneva che un vago ricordo. Si strinse il petto e sentì ancora il cuore battere al pensiero delle carezze di Petyr. "Forse...potrei amarti."

P.S. Ho aspettato un po' con questo capitolo, nonostante abbia già preparato almeno 5 capitoli, perchè comunque voglio mantenermi coerente con almeno la serie tv, che io seguo in lingua originale, senza contare che i primi 4 episodi erano già stati messi online tutti di botto. Quindi ho aspettato.Non volevo creare spoiler oscenamente...beh, spoilerosi! ;) Ieri è uscito "Kill the Boy", quindi ora mi accingo a scrivere qualcosa cercando di andare avanti...sarà difficile. Non voglio cadere, se possibile, in troppe incoerenze. :) Alla prossima! Fatemi sapere che ve ne pare!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
Quella notte ebbe un sonno agitato, un sonno ormai nella norma per Sansa Stark. Quella notte rivisse il momento in cui vide Zia Lysa cadere giù dalla Porta della Luna per poi sfracellarsi al suolo. Quando si svegliò si sentì quasi soffocare. Si stava abituando a queste notti con gli incubi, ma non riusciva comunque a far finta che non fosse successo niente. 
Quando scese dal letto e toccò il pavimento con le dita dei piedi, sentì il freddo della pietra che le procurò un brivido fin lungo la schiena.
Cercò subito le scarpe e si avvolse con una delle coperte per andare verso la finestra. Aprì le persiane ed un soffio di aria gelida entrò nella stanza. 
Non le importava del freddo, voleva solo vedere la sua casa per confortarsi.
Era davvero a casa. Solo lei poteva sapere quanto le fosse mancata e in quanti sogni le era apparsa più bella che mai, mentre ora le sembrava solo una rocca di pietra avvolto dalla neve e dal freddo.  Il cielo era ancora scuro, il sole non aveva ancora fatto capolino sopra l'orizzonte, ma nonostante ciò il cortile era già pieno di persone al lavoro con l'imballaggio del fieno secco.
Era presto per la colazione, ma non aveva alcuna voglia di restare in camera, quindi si vestì velocemente, senza legare i capelli e uscì. 
Percorse il lungo corridoio e le scale, non aveva intenzione di uscire, perchè non era neanche sufficientemente coperta, ma comunque quando arrivò ad una delle finestre di che sporgevano sul bosco, le venne voglia di scavalcare e scappare.
Fu solo un lampo di pazzia, ma in quel momento la fuga immediata le sembrava allettante.
"Potrei correre e andare dove mi pare. Nessuno mi troverebbe. Potrei nascondermi tra le grotte o sugli alberi."  Sorrise a questi pensieri, perchè mai si era immaginata di dormire su un albero o all'agghiaccio. Erano pensieri che non le erano mai appartenuti, ma comunque le ricordavano qualcuno a cui teneva tantissimo. "Arya"
Cercò di ricordare il viso della sorella minore, così combattivo e così coraggioso. Era così piccola in confronto a lei, ma era sempre stata la più intraprendente delle due. Le mancava. Si pentiva giorno dopo giorno di non averla potuta salutare, di non averle potuto dire di volerle bene. Era l'unica sorella che aveva, e  a distanza di anni non sapeva nemmeno quanto fosse cresciuta, anzi, non sapeva nemmeno se fosse viva. 
-Prenderai freddo.-  Sentì una voce alle sue spalle. Non riuscì a voltarsi in tempo che si ritrovò una lunga veste sulle spalle.  Sansa si voltò e sgranò gli occhi. Non voleva vederlo così presto, dopo quello che era accaduto la notte precedente.
-Come mai sei già in piedi a quest'ora?-  le chiese Petyr, guardando oltre la finestra.
-Cosa ci fai tu, già in piedi?-. Ribattè lei.  Non aveva voglia di parlargli, tanto meno rispondergli.
Petyr indugiò ancora un momento sulla vista della foresta e senza rivolgere lo sguardo a Sansa, quasi sovrappensiero, le rispose. - Questioni burocratiche.-
La ragazza non sembrava volersi accontentare della risposta e insistette a guardarlo con i suoi occhi di ghiaccio.
Petyr sentì lo sguardo di lei pesargli, e finalmente la guardò. - Questa mattina, io e Lord Bolton, abbiamo ufficializzato le pratiche per il tuo matrimonio con Ramsey.  Ora c'è un vincolo anche sulla carta. -  
Sansa abbassò  lo sguardo, rassegnata. -Bene, ora ufficialmente sono la promessa sposa del bastardo dei Bolton.-  disse quasi con cattiveria.
Petyr non disse nulla, lei però continuò a chiedere. - E' stata fissata una data?-
-Non ancora, ma non deve essere una data molto lontana. Bolton ci tiene a consolidare la propria posizione. E non attenderà di certo la benedizione del Re, o meglio, della regina Madre.- disse con ironia. 
Sansa però  non sorrise.  Cercava di immaginare la sua vita matrimoniale con Ramsey, fatta di ambiguità e paura.
-Mi sto rendendo conto di quanto ti possa esser  sembrata stupida ieri sera. - disse Sansa, fissando il vuoto. Le ritornarono in mente le sue stesse parole, e le  sue speranze di sposare chi desiderava lei.
Petyr sorrise. Uno di quei suoi soliti sorrisi maliziosi, che la facevano sentire ancora più insicura.  -Ho rivisto la dolce fanciulla che era convinta di vincere le prepotenze del mondo, con l'amore. Era da tanto che non la vedevo. - 
"Quindi si, ti sono sembrata una stupida". Pensò lei.
Sembrava che della sera precedente non fosse rimasto nemmeno il ricordo. Non vi era imbarazzo, nè timori. Ormai qualsiasi cosa accadesse tra loro due, era quasi inutile ricamarci sopra a lungo. Il loro rapporto era così. Almeno, lui era così. Ogni giorno, era un'altro giorno.
Petyr allungò la mano al suo viso e le rivolse una lieve carezza. 
-Da oggi inizia una nuova battaglia, vorrei che non ti illudessi di vincerla in questo modo. Dovrai essere forte. E so che tu lo puoi essere. Altrimenti ieri sera non mi avresti rifiutato. -si fissarono per un'istante. - Sei molto più indomabile di quanto la gente possa credere, lady Sansa Stark.-
 
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Più tardi, quando la vennero a  chiamare in camera, Sansa stava cercando una veste che non fosse troppo bella, e nè cercò di elaborare chissà quale pettinatura, ma il suo tentativo di sembrare il meno presentabile possibile , fu mandato in fumo dalle cameriere, che le scelsero sia la  veste che  l'acconciatura.
-Siete bellissima- disse una delle giovani cameriere. -Padron Ramsey rimarrà folgorato.-
Sansa non prestò caso al tono quasi maligno che aveva usato la cameriera, era presa dal fissare la sua immagine allo specchio.
I capelli erano legati in un morbida treccia laterale, lunga fino al seno e l'abito, nonostante non fosse uno dei più eleganti, era bello, sobrio ma bello. Però Sansa non stava pensando a quanto bella sembrasse ai propri occhi, pensava a Bolton, e a con quanta facilità avrebbe potuto farle del male se avesse tentato di fuggire quello stesso giorno, o il giorno dopo ancora.
Quando le cameriere la lasciarono, con il monito di recarsi al salone entro breve, Sansa restò davanti allo specchio. Avrebbe voluto strappare quel vestito e togliere quella treccia. sarebbe voluta essere una cameriera piuttosto che trovarsi in quella situazione.
La veste era verde scuro, uno dei colori che usava portare la madre quando ancora camminava tra le mura del palazzo.  
"Mi faranno impazzire qui dentro." pensò lei.
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Il cavallo che le venne portato aveva il manto scuro, e la criniera grigia. Era un bel contrasto, facile da vedere tra la neve e Sansa cercò di ricordare se quello fosse stato uno dei cavalli di Casa Stark prima dell'insediamento dei Bolton, ma non  le venne in mente nessun cavallo del genere.
-Non abbiate paura Sansa,  è uno dei cavalli meglio addestrati- disse Ramsey con un sorrisino.
Sansa poteva provare paura per il ragazzo, ma sicuramente non del cavallo, perchè al Nord tutte le Lady sanno cavalcare, e per quanto Arya fosse la più portata per le arti del combattimento, Sansa non aveva nulla da invidiare alla cavalcata dei suoi fratelli maggiori.
Era da tanto che non lo faceva per diletto, solo per viaggi o fughe, ma  era certa di non aver perso la mano.
Quasi come se volesse cercare una qualche vendetta, la ragazza lasciò un distacco tra le i e Ramsey, che era ancora fermo nel cortile. Partì poco dopo, compiaciuto della sfida lanciatogli.

Dopo qualche minuto Sansa si rese conto che la cavalcata non poteva continuare così, doveva cercare di farsi raggiungere dal ragazzo, che ormai aveva staccato, anzi forse ne aveva perso le tracce , perchè aveva usato una delle trade secondarie senza sentiero del bosco. Si fermò guardandosi in torno, cercando di sentire evenutali rumori di cavallo in corsa, ma niente. Il bosco era muto e spoglio.  La neve ricopriva gli arbusti e il terreno, e tutto sembra immobile. Alla ragazza sembrò strano che nella foresta, nonostante l'inverno, non ci fosse quasi vita, anche se era periodo di letargo per molti animali. Non un uccello volava in cielo, e fu in quel momento, mentre guardava verso l'alto, tra gli spogli rami, che si accorse che il bosco era diverso. Era bruciato. Non si poteva notare bene dalla neve, ma quando scese da cavallo e toccò la corteccia di un albero, ne ebbe la conferma.
"Cosa sarà successo?". Continuava a guardarsi in torno, e notò comunque la ricrescita del muschio sulle cortecce e i grossi rami. Doveva essere successo tempo fa. Forse mentre lei era ad Approdo del Re. Immaginò le fiamme che avvolgevano quel luogo, fiamme che bruciavano non solo il bosco, ma anche i suoi due fratellini.
Ebbe un sussulto. "Erano così piccoli." Non pianse. Era solo furiosa. Piena di rabbia nei confronti dei responsabili e si ricordò perchè era lì.
"I Bolton la pagheranno per ogni singola vita spezzata."
 Sansa riprese consapevolezza e raggiunse nuovamente il cavallo e galoppò alla ricerca del giovane. Era più determinata di prima. Ancora una volta si sorprese di quanto ogni cosa le ricordasse la sua vita passata. Doveva concentrarsi sul futuro, su come avrebbe riconquistato il proprio posto. Lo doveva fare per la sua famiglia e per se stessa.
Mentre era al galoppo scorse da lontano la figura del cavallo  grigio chiaro  di Ramsey, e lo raggiunse. Non l'aveva ancora vista. Si avvicinò a lui, cercando di evitare di far fare rumori al cavallo. "Se ora ti facessi cadere e ti facessi calpestare dai cavalli, finirebbe tutto." 
Sansa era tentata, ma dovette fare i conti con i piani organizzati per il giovane Bolton, ben più contorti della semplice caduta da cavallo. Ora lui le serviva. 
-Eccovi qui.- Esordì Sansa, avanzando a cavallo. Ramsey si girò, stupito, forse anche innervosito. 
-Mi avete fatto preoccupare.- disse lui. Mentiva. Ma non sembrava volerlo mascherare.
-Conoscete sicuramente queste radure meglio di me, mia signora, dovrete insegnarmi a muovermi come voi. - 
-Scusatemi, mi sono fatta prendere dall'entusiasmo, era da molto tempo che non cavalcavo in questo bosco. - disse, cercando di sembrare convincente.
Bolton scese da cavallo e invitò la ragazza a seguirlo, porgendole la mano. -Camminiamo, così potrò starvi dietro.- 
Sansa esitò nel porgergli la mano, ma alla fine scese.
Mentre passeggiavano sul sentiero e tenevano le briglie, Sansa pensava a cosa avrebbe potuto dire per togliersi da quel silenzio imbarazzante, ma la sua mente sembrava non trovare un valido argomento di conversazione. 

Fu lui a rompere il silenzio. 
- Questa mattina mio padre ha ufficializzato il nostro fidanzamento. - disse guardandola con un sorriso quasi inquietante. I loro sguardi si incrociarono. Lei rimase impassibile.
-Siete contenta?- chiese lui. Sansa era convinta che quella fosse una domanda di sfida. 
Cercò di fare il suo gioco. -Il nostro matrimonio porterà più stabilità al regno, come non potrei esserlo?- disse.
-Non è la risposta alla mia domanda. Voi, siete felice di sposarmi?- disse lui quasi serio. 
Sansa aveva capito quale fosse la risposta che aspettava. Dovette fare appello ad ogni sua capacità per cercare di dire quella frase senza sembra falsa. -Si, sono felice.- disse abozzando un sorriso, nella speranza di sembrare convincente. Non capì se il giovane le aveva creduto, però avvertì che i modi di lui erano cambiati dal giorno prima.
-Bene. perchè ne sono molto lieto anche io.-  allungò la sua mano con sicurezza, verso le spalle di lei. -Dovremmo darci del tu dopo il matrimonio. Non mi piacciono queste formalità. Desidero che la mia sposa sia felice e che mi possa dire tutto.-
Sansa era impaurita. Perchè nonostante quelle fossero parole che sarebbero dovute sembrare dolci, il tono del ragazzo le faceva sembrare subdole e pericolose.  
-La neve vi dona molto. - lui mostrò un sorriso, che non aveva nulla di dolce. Era inquietante. A tradirlo erano i suoi occhi quasi sempre spalancati, se sembravano nascondere una vena di follia. Una follia che fino al giorno prima sembrava aver nascosto meglio di così.
"Ora che sai che non posso scappare, stai gettando la tua maschera". pensò lei.
-Sono così fortunato.- le dita di lui si posarono sula treccia di lei.  E le baciò la guancia. Sansa rimase impietrita. "Il mio futuro sposo mi bacia, e io provo solo terrore. Si, sono stata proprio una stupida." 
-Non vedo l'ora di essere all'altare. I matrimoni del Nord hanno qualcosa di così mistico ed affascinante. -  le porse il braccio e Sansa si appoggiò a lui. 
-Voi avete mai assistito ad un matrimonio?- chiese lui.
Sansa ripensò al passato, e nonostante avesse assistito a diversi matrimoni di lord e lady del Nord, le vennero in mente solo le ultime due cerimonie a cui aveva preso parte: il matrimonio di Jeoffrey e quello di Petyr con sua zia. Entrambi i matrimoni erano durati un battito di ciglia, per la morte di uno dei coniugi.  Stava iniziando a sperare che il suo durasse un po' di più, o che almeno non fosse le a fare un terribile dipartita.
 -Si. Le cerimonie qui al Nord però sono diverse da quelle degli altri regni. - disse infine.
-Io non ho mai potuto assistere. Sono molto curioso.- disse lui.
Sansa cercò di proseguire l'argomento. -La cerimonia viene quasi sempre svolta all'aperto-Lo sposo attende all'altare con i parenti, e ad ufficiare la cerimonia è il signore del castello. La sposa è vestita di bianco e viene scortata dal padre o dai fratelli. Quando i due sposi sono l'una davanti all'altro, devono dichiarare la loro intenzione a prendere l'altro come consorte. - disse prendendo fiato, cercando di ricordare l'ultima cerimonia a cui aveva assistito, che non fosse finita in tragedia.  -E' una promessa ed un impegno che i due si scambiano. La loro unione diventa sacra, lei diventa sua e lui diventa suo.  - 
Sansa non si era accorta che Ramsey la stava fissando fino a quel momento. Ed arrossì, si era lasciata andare al ricordo della cerimonia di una sua lontana cugina.
- La nostra cerimonia sarà esattamente così. Io sarò vostro, e voi sarete mia.- quest'ultima parola la calcò molto con il suo tono di voce quasi mellifluo, ma allo stesso tempo inquietante.
"Si, sarò tua.  Ma ricordati che a giocare siamo in due." pensò la ragazza, prima di sorridergli dolcemente.




Note:
Salve! E' da tantissimo che non riprendo la storia, il punto è che nonostante io fossi andata avanti, molte cose non quadravano con la serie tv, ed almeno quella avrei voluto seguirla.  Poi ci sono stati gli esami universitari e una cosa tira l'altra, ho ripeso a scrivere solo ieri. Ho rifatto interamente questo capitolo, molto diverso da quello steso a maggio. Però voglio cercare di far quadrare tutti gli eventi entro l'inizio della 6° stagione. Purtroppo, (spoiler): nella serie, Petyr si è allontanato da Sansa, e io sono andata un po' in crisi con la storia :/. Ora stavo iniziando a pensare di cambiare qualcosa, anche perchè se seguo la serie tv, mi potrebbe venire un'ulcera, perchè come sempre le mie ship vanno sempre a baldracche. Spero di riuscire a riscrivere qualcosa entro breve. Questo capitolo l'ho steso molto velocemente, perchè vorrei recuperare al più presto, devo rileggerlo a fondo e probabilmente lo modificherò un po', almeno per gli errori, che spero di non aver fatto, ma penso sia proprio una vana speranza! Ciao  tutti e grazie per le recensioni passate! Accetto suggerimenti o preferenze se vorrete esprimerne in nuove recensioni ;)

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