Capitolo 2
Mirai Sarutobi si era sempre domandata perchè Shikamaru-sama si fosse sposato a Suna. All'epoca era ancora troppo giovane per interessarsene ma adesso che aveva compiuto i tredici anni e superato con successo l'esame per diventare Chunnin le cose erano diverse. Specie perchè nel suo cuore provava una miriade di sentimenti contrastanti che lo riguardavano. Si decide a chiederlo alla madre quella mattina.
Kurenai la guradò divertita: “Diciamo che il nostro bel ninja pigro non sarebbe riuscito a sposarsi a Konoha. All'epoca se ricordo bene erano lui e Naruto che si contendevano il record di conquiste e pensare che non facevano nulla di particolare.”
“Dai mamma racconta!” insistette Mirai.
SEI ANNI PRIMA
“Come sarebbe a dire che ti ha piantato in asso?” domandò Naruto quella mattina facendo entrare Shikamaru in casa.
“E perchè non avrebbe dovuto? Lei non appartiene a questo posto ed io non appartengo a Suna. Siamo troppo diversi ed abbiamo dei doveri nei confronti di troppe persone.” replicò mesto.
“Ti scongiuro non le avrai mica detto questo?! Cavolo io non possiedo la metà della tua intelligenza e logica, ma davvero ti sei comportato come uno stupido. Dovresti mettere da parte il tuo cervello a volte!”
“Ma era la cosa più logica da fare. Ho provato a vagliare una marea di soluzioni ma nessuna ha portato a nulla.” rispose guardando fuori dalla finestra. “Inoltre non mi manca certo la scelta e poi c'è pur sempre Shiho ...”
“Per piacere non dire fesserie. La bibliotecaria con gli occhiali che ti venera non è certo paragonabile a Temari-sama e questo lo sai meglio di me. Perchè diavolo vorresti accontentarti quanto puoi avere il meglio?”
Shikamaru tornò a guardare l'amico divertito: “Ma senti da che pulpito viene la predica … il signor Eroe di Konoha che preferisce uscire con tutte meno che con la donna che gli piace sul serio.”
“Sakura-chan per me è off-limit da quando è tornato Teme Uchiha.” borbottò mettendo il broncio.
“No aspetta un minuto. Questo è quello che ti fa comodo pensare. Se non sbaglio hai respinto Sakura non molto tempo fa.”
“Ma andiamo quella non era una dichiarazione! Era solo un modo per impedirmi di seguire Sasuke-kun.”
“E poi io non mi riferivo di certo a lei... Ma ad una bellissima ragazza dai capelli lunghi e neri.” sorrise furbescamente.
Naruto cambiò improvvisamente di colore. Diventando rosso in volto: “Non pensarci nemmeno. Con che faccia mi presento alla tenuta Hyuga e chiedo ad Izai-sama di uscire con sua figlia? Come minimo mi ride in faccia e mi caccia fuori a pedate.”
“Se non ti muovi Kiba ti soffia il posto.” commentò caustico.
“Lui è un Inozuka ed io signor nessuno.” brontolò straiandosi sul letto.
“Già ...Tu sei solo la persona che ha posto fine alla quarta grande guerra dei ninja e riportato l'Uchiha a casa. Praticamente non hai fatto nulla.” commentò ironicamente alzandosi in piedi.
“Questo non è abbastanza per Izai-sama come non lo era per Neji.”
“E' il suo ricordo che ti frena? Lui ti aveva sicuramente rivalutato come tutti noi.”
“Però è morto.” replicò atono il biondo.
“C'era una guerra e noi siamo dei ninja shinobi. La morte è nostra compagna. Per questo per il tempo che ci è concesso dobbiamo cercare di ottenere il massimo.”
“A volte parli prorio come Asuma-sensei.” rise Naruto. “Poi stavamo parlado della tua relazione con Temari. Come mai siamo passati alla mia inesistente con Hinata?”
“Perchè non ho voglia di ricordare cosa ho perso.” concluse lui.
Erano passati circa sei mesi da quel giorno, quando Yoshino stufa di vedersi sfilare per casa un mucchio di ragazzine, imbecilli prese la situazione in pugno.
“Per quanto tempo intedi piangerti addosso?” domandò quella sera a cena.
“Cosa intendi, mamma. Io non mi sto lagnando ed anzi la mia vita va benissimo così.”
“Certo comodo avere una ragazza diversa per ogni giorno della settimana che non ti affatichi il cervello che spero ancora tu abbia!”
“Mamma ...”
“Io e tuo padre pensavamo di aver messo al mondo un figlio con del sale in zucca. Invece si fa lasciare e non tenta nemmeno di ricucire il rapporto. No è troppo faticoso per il signorino.”
“E che diamine dovrei fare?! Mollare tutto ed inseguire quella testa calda a Suna, per farmi sbattere la porta in faccia da lei e dai suoi boriosi fratelli che saranno furenti con me?”
“Sì mio caro. Se poi ci tieni a lei ti consiglio anche di buttare giù a calci la residenza del Kazekage se non vuole ascoltarti. Shikamaru non ti permetto di arrenderti!”
“Bhe grazie ma non sono decisioni che ti riguardano non sono più un bambino.”
Yoshino sbattè i pugni sul tavolo rovesciando la ciotola con il riso: “Finchè ti comporterai come tale non smetterò di cercare di farti ragionare.”
“Perchè Shioho non ti piace? E' una ragazza seria composta ed abbastanza intelligente.”
“Sì esattamente il tipo di nuora che sogno. Una pupattola che non sa dire che sì e no alle tue richieste.”
“Lei non è così. Sei ingiusta.”
“Perchè so figlio mio che stai cercando con la ragione di far tacere quello che veramente senti. Non stai ascoltando il tuo cuore ma la tua testa.”
“Da quanto ti piace Temari?” domandò sbuffando Shikamaru.
“No cucciolo mio. La vera domada che devi farti è: da quanto piace a te?” concluse lei iniziando a sparecchiare la tavola.
Shikamaru si alzò dal tavolo borbottando, ci mancavano le prediche di sua madre, ma lo aveva zittito con quella specie di domanda che ora rimbombava nel suo cervello. Si sdraiò al buio nella sua stanza.
Già da quanto mi piace?
Non ci avevo mai riflettuto fino ad ora.
Io non so esattamente il momento in cui ho desiderato respirare la tua stessa aria.
Desiderato di essere vittima della sua forza e della sua voluttuà?
La mia amatissima Mendokuse piena di pretese
Già da quanto mi piace?
Shiho gironzolava per la sala crittografica con aria trasognata, non poteva credere che quella beduina avesse finalmente levato le tende. Sapeva di non essere l'unica ragazza ad ambire al cuore del bel Nara, ben coscia che le ragazze di mezza Konoha se lo contendevano a tal punto da formare un club anti-Temari del quale ovviamente lei faceva parte. Si acconciò i capelli con un pennino e si levò il camice rivelando di portare sotto un kimono tradizionale di un sobrio azzurro. Quella sera sarebbe uscita con lui e voleva essere al meglio. Sapeva che Yoshino-sama era un ostacolo non indifferente, ma di certo non spettava a lei decidere per suo figlio, anche se di peso nelle sue decisioni ne aveva parecchio dalla morte di Shikaku-sama. Il villaggio era in festa per il Summit dei Kage e quindi le vie di Konoha erano piene di bancarelle e loro agirandosi per i vicoletti sembravano proprio una coppietta.
“Quindi quel crittogramma significava empatia.” commentò distrattamente lui.
“Già ci abbiamo impiegato alcune settimane per carpirlo.” rispose prendendolo sotto braccio.
Shikamaru parve non farci caso, tanto ormai lei o chiunque altra sarebbe andata bene. Nessuna avrebbe mai potuto sostituire Temari e lo sapeva fin troppo bene, ma il suo cervello trovava un mare di scuse per non ascoltare il cuore.
Fu durante questa passeggiata che incontrarono il Kazekage, Naruto con tutto il loro seguito, compresi i familiari.
“Tu cervello d'ananas!” Gaara era sempre stato un tipo cortese, ma vederlo con un altra lo aveva davvero irritato, specie sapendo della sorella.
“Venerabile Kazekage.” rispose lui distaccato benchè il modo d'apostrofarlo dell'altro rivelasse il reale tipo di rapporto che intercorreva tra loro.
“Venerabile un corno!” replicò Gaara che contrariamente al solito faticava a mantenersi calmo, se non fosse stato per rispetto di Naruto lo avrebbe ucciso.
“Dai andiamo Gaara-kun lascia perdere.” disse il biondo cercando di trascinarlo via, con l'aiuto provvidenziale di Kankuro.
“No devo parlare con quel cretino!”
“Ci parlerai in un altro momento. Adesso pure lui ha diritto di svagarsi.” Naruto gli mise una mano sulla spalla, a quel contatto il rosso parve ritrovare la calma. Si allontanò senza guardarlo.
“Ti sei messo contro un nemino non indifferente.” commentò Shiho.
“E' il fratello minore di Temari che altro poteva dirmi? Adora sua sorella.”
“Ma ti ha lasciato lei.”
“Già.” concluse con l'amaro in bocca.
Shiho si allontanò di qualche passo da lui, era abbastanza intelligente da capire che non sarebbe stato corretto approfittare di lui. Sapeva che tante sarebbero state disposte a consolarlo. Ma se ci avesse provato sicuramente Nara si sarebbe infuriato, non gli piaceva essere oggetto della pietà altrui.
“Ti manca molto, vero?” chiese mentre continuavano a camminare.
“Perchè siete tutte tanto insistenti?” domandò voltadosi a guardarla.
“Le persone che ti voglio bene si accorgono subito che non sei più lo stesso. E cercano di spronarti in qualche modo, ma pare che solo Temari-sama ci riesca.” sospirò Shiho.
“Ma in questo momento lei sta a chilometri di distanza” sbuffò lui.
Shiho scosse la testa in segno per mostrare il suo dissenso: “No lei sta esattamente qui.” sussurrò appoggiandogli un dito sul cuore.
Quel gesto così innocuo all'uomo produsse lo stesso dolore di quando un kunai ti perfora il petto, ma non lo diese a vedere, cercado di restare indifferente.
Scostò bruscamente la mano della donna infastidito: “Vuoi per cortesia smetterla e vivere il momento?”
“Signor Nara, a nessuna piace essere un rimpiazzo.”
“Ma ...” tentò di protestare.
“Quando sarà finito il Summit ti conviene seguire il suo fratellino a Suna e se le ti respinge ancora torna da me. Farò in modo di fartela dimenticare.” si alzò sulle punte e lo baciò a sorpresa sulla guancia, prima di correre via.
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