L'Ombra Nascosta

di shikatema77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** capitolo II ***
Capitolo 3: *** capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


CAPITOLO I

 

Hidashi sbuffò guardandosi allo specchio, nel complesso non si giudicava poi così male ma gli occhi rossi erditati dal padre lo disgustavano. Considerava una fortuna che da quell'uomo aveva preso solo alcuni caratteri somatici.

Attraversò la grande porta est di Kohnoa e fu immediatamente fermato da Kogetsu che gli chiese di presentare i documenti. Lo squadrò da capo a piedi, in quel giovane sconosciuto vi era qualcosa che gli dava i brividi e quando incrociò il suo sguardo ne comprese la ragione: se non fosse stato per il color oro dei capelli sembrava di trovarsi davanti il fantasma di Hidan!

Questo portò il guardia porta a chiederesi se un immortale potesse avere uno spirito per potersi reincarnare. Fece qualche passo indietro per lo stupore, spalancando gli occhi. In quel preciso momento lo raggiunse Izumo che nel vedere il giovane sbiancò.

“Posso riavere i miei documenti?” chiese educatamente Hidashi sfoderando un sorriso.

I due si ripreso dal torpore nel quale erano caduti.

“Certamente. Ma cosa la porta a Konha?” chiese notando il coprifronte con il simbolo del paese della sabbia.

“Devo incontrare il consigliere dell'Hokage per accordarci sugli ultimi dettagli riguardo al Summit che si terrà a Konoha.” rispose con naturalezza.

“Devi incontrare Nara-sama?!” esclamarono all'unisono i due come se Hidashi avesse detto una eresia.

“Posso passare adesso?” domandò spazientito.

“Certo!” balbettarono i due.

Appena il giovane si fu allontanato, Izumo si precipitò come un fulmine nell'ufficio di Naruto e doveva arrivarci prima dello straniero. Non sarebbe stato difficile in quanto prima di andarsene gli avevano indicato la strada più lunga per raggiungere il palazzo.

“Ti pare il modo di entrare, Kogetusu?” lo riprese Shikamaru voltandosi di scatto.

“Avete appuntamento con un delegato di Suna?” ansimò appena ebbe ripreso fiato.

“Sì, ma che cosa ci trovi di strano?” domandò Naruto poco prima che venisse introdotte nella stanza annunciato il giovane Hidashi. Dire che al suo arrivo i tre sembravano delle statue di sale era un eufemismo.

“Buon giorno, mi chiamo Hidashi e faccio parte della guardia personale del Kazekage. Baki mi ha detto che devo rivolgermi a Nara-sama per avere ulteriori dettagli sul summit.” si presentò facendo un inchino.

Sia Naruto che Shikamaru si scambiarono uno sguardo prima di rispondere. Quel ragazzo somigliava in modo impressionate ad Hidan. Per il Nara sarebbe stato assai difficile avere rapporti cordiali con lui, ma se il destino voleva prendersi beffe di lui aveva sbagliato persona.

L'Uzumaki si alzò in piedi e gli porse la mano come era sempre solito fare, non percepiva nulla di aggressivo in quel giovane educato.

“Baki ti ha indirizzato bene. Il mio assistente ti fornirà tutti i dettagli dei quali necessiti.” aggiunse rilassando le spalle.

“Finalmente ho il piacere di conoscervi. Ho sentito parlare molto di voi a Suna. Avete sposato la sorella del venerabile Kazekage, giusto?” domandò con gli occhi che gli brillavano come quando ad un bambino regalano un sacchetto di caramelle.

Lui annuì senza rispondere, lievemente imbarazzato da quello sguardo indagatore. A parte la sua somiglianza con Hidan c'era qualcosa di dannatamente familiare in quel giovane, anche se ancora non capiva bene di che cosa si trattasse, una sensazione che non lo avrebbe abbandonato nemmeno nei giorni successivi.

Erano passati tre giorni dal suo arrivo, quando una mattina Temari lo raggiunse in ufficio. Era uscito senza fare colazione e sapeva bene che non sarebbe rientrato per pranzo a causa del Summit e si voleva accertare che non restasse per troppo tempo a stomaco vuoto. Sorrise tra sé, certo era cambiata molto, un tempo non avrebbe mai avuto simili pensieri per nessuno. Però poteva essere sicura che vi fossero pochi uomini come suo marito. Bussò due volte e poi spalancò la porta. Temari lasciò cadere il cestino con il suo contenuto.

“Hidashi-kun ...”balbettò quasi a disagio cosa che ovviamente non sfuggì a Shikamaru, ma fece finta di nulla.

“Ciao Zia Temari.” rispose quasi imbarazzato l'altro.

“Zia, eh?” fece eco Shikamaru alzandosi in piedi.

“Si tratta di una storia molto lunga.” divagò lei come a voler cambiare argomento.

Il Nara era stupito dal quell'atteggiamento così evasivo da parte di sua moglie, era sempre stata una persona diretta e sicura di quel che diceva, allora perchè era sembrata turbata dalla vista del ragazzo?

Temari raccolse i prodotti caduti per terra ed appoggiato il cestino sul tavolo si affrettò ad uscire dall'edificio. Era furente. Ma come diamine era passato per la testa a suo fratello di mandare proprio Hidashi a sistemare i dettagli per il Summit. Eppure Gaara conosceva molto bene il passato di quel bambino. Non gli avrebbe risparmiato la predica appena lo avesse visto.

 

Boruto Uzumaki quella mattina avrebbe dovuto occuparsi di sua sorella mino ma come sempre con al scusa di essere figlio dell'Hokage ne aveva rifilato la custodia ad altri coetanei in attesa del ritorno della madre, questa volta era toccato a Shikadai Nara. Anche se considerava le bambine solo seccature, passava di buon grando il tempo con Himawari, anche se aveva solo tre anni conosceva già il significato di alcuni ideogrammi ed ascoltava come incantata ciò che lui diceva. Stavano tornado dal parco vicino all'ospedale di Konoha, quando tre gennin, gli bloccarono la strada.

“Ehi moccioso, ma quella là dietro non è la sorella di quel presuntuoso di Boruto Uzumaki?” chiese il più grosso dei tre con fare sprezzante.

“Non sono affari tuoi.” rispose Shikadai facendo cenno alla bambina di restare dietro di lui.

“Consegnacela e non ti faremo male.”

“Nemmeno per sogno!”

“Andiamo vogliamo solo dare una lezione a quel presuntuoso.” insistette.

“Che centra Himawari chan? Se avete voglia di fare a pugni prendetevela con lui!” rispose senza perdere con la coda dell'occhio la bambina alle sue spalle.

“Razza di mocciosetto insolente!” gridò il teppista afferrandolo per la maglia e sollevandolo da terra. Mentre un secondo si avventò sulla bambina, ma Himawari lo morse tanto forte da fagli uscire il sangue. Quello gridò colpendo Himawari al viso. Approffittando del diversivo, Shikadai calciò il basso ventre del suo avversario con una tale foza da costringerlo a mollare la presa. Stava per avventarsi nuovamente su di lui, quando udirono un grido e videro il compagno tenersi la mano dal dolore. Quando guardarono Himawari la videro circondata da una sorta di chackra arancione, ribollente.

“Lasciate stare Shikadai-kun!” gridò con una voce innaturale a tal punto che gli aggressori fuggirono a gambe levate.

“Grazie, ma adesso calmati.” balbettò il bambino notando che il flusso di chakra emesso era quanto mai instabile. Avrebbe dovuto dirlo a suo padre.

Annuendo Himawari sembrò facilmente tornare al suo stato normale e preso per mano il suo amico raggiunsero la tenuta degli Hyuuga.

 

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo II ***


Capitolo 2

 

Mirai Sarutobi si era sempre domandata perchè Shikamaru-sama si fosse sposato a Suna. All'epoca era ancora troppo giovane per interessarsene ma adesso che aveva compiuto i tredici anni e superato con successo l'esame per diventare Chunnin le cose erano diverse. Specie perchè nel suo cuore provava una miriade di sentimenti contrastanti che lo riguardavano. Si decide a chiederlo alla madre quella mattina.

Kurenai la guradò divertita: “Diciamo che il nostro bel ninja pigro non sarebbe riuscito a sposarsi a Konoha. All'epoca se ricordo bene erano lui e Naruto che si contendevano il record di conquiste e pensare che non facevano nulla di particolare.”

“Dai mamma racconta!” insistette Mirai.

 

SEI ANNI PRIMA

 

“Come sarebbe a dire che ti ha piantato in asso?” domandò Naruto quella mattina facendo entrare Shikamaru in casa.

“E perchè non avrebbe dovuto? Lei non appartiene a questo posto ed io non appartengo a Suna. Siamo troppo diversi ed abbiamo dei doveri nei confronti di troppe persone.” replicò mesto.

“Ti scongiuro non le avrai mica detto questo?! Cavolo io non possiedo la metà della tua intelligenza e logica, ma davvero ti sei comportato come uno stupido. Dovresti mettere da parte il tuo cervello a volte!”

“Ma era la cosa più logica da fare. Ho provato a vagliare una marea di soluzioni ma nessuna ha portato a nulla.” rispose guardando fuori dalla finestra. “Inoltre non mi manca certo la scelta e poi c'è pur sempre Shiho ...”

“Per piacere non dire fesserie. La bibliotecaria con gli occhiali che ti venera non è certo paragonabile a Temari-sama e questo lo sai meglio di me. Perchè diavolo vorresti accontentarti quanto puoi avere il meglio?”

Shikamaru tornò a guardare l'amico divertito: “Ma senti da che pulpito viene la predica … il signor Eroe di Konoha che preferisce uscire con tutte meno che con la donna che gli piace sul serio.”

“Sakura-chan per me è off-limit da quando è tornato Teme Uchiha.” borbottò mettendo il broncio.

“No aspetta un minuto. Questo è quello che ti fa comodo pensare. Se non sbaglio hai respinto Sakura non molto tempo fa.”

“Ma andiamo quella non era una dichiarazione! Era solo un modo per impedirmi di seguire Sasuke-kun.”

“E poi io non mi riferivo di certo a lei... Ma ad una bellissima ragazza dai capelli lunghi e neri.” sorrise furbescamente.

Naruto cambiò improvvisamente di colore. Diventando rosso in volto: “Non pensarci nemmeno. Con che faccia mi presento alla tenuta Hyuga e chiedo ad Izai-sama di uscire con sua figlia? Come minimo mi ride in faccia e mi caccia fuori a pedate.”

“Se non ti muovi Kiba ti soffia il posto.” commentò caustico.

“Lui è un Inozuka ed io signor nessuno.” brontolò straiandosi sul letto.

“Già ...Tu sei solo la persona che ha posto fine alla quarta grande guerra dei ninja e riportato l'Uchiha a casa. Praticamente non hai fatto nulla.” commentò ironicamente alzandosi in piedi.

“Questo non è abbastanza per Izai-sama come non lo era per Neji.”

“E' il suo ricordo che ti frena? Lui ti aveva sicuramente rivalutato come tutti noi.”

“Però è morto.” replicò atono il biondo.

“C'era una guerra e noi siamo dei ninja shinobi. La morte è nostra compagna. Per questo per il tempo che ci è concesso dobbiamo cercare di ottenere il massimo.”

“A volte parli prorio come Asuma-sensei.” rise Naruto. “Poi stavamo parlado della tua relazione con Temari. Come mai siamo passati alla mia inesistente con Hinata?”

“Perchè non ho voglia di ricordare cosa ho perso.” concluse lui.

 

Erano passati circa sei mesi da quel giorno, quando Yoshino stufa di vedersi sfilare per casa un mucchio di ragazzine, imbecilli prese la situazione in pugno.

“Per quanto tempo intedi piangerti addosso?” domandò quella sera a cena.

“Cosa intendi, mamma. Io non mi sto lagnando ed anzi la mia vita va benissimo così.”

“Certo comodo avere una ragazza diversa per ogni giorno della settimana che non ti affatichi il cervello che spero ancora tu abbia!”

“Mamma ...”

“Io e tuo padre pensavamo di aver messo al mondo un figlio con del sale in zucca. Invece si fa lasciare e non tenta nemmeno di ricucire il rapporto. No è troppo faticoso per il signorino.”

“E che diamine dovrei fare?! Mollare tutto ed inseguire quella testa calda a Suna, per farmi sbattere la porta in faccia da lei e dai suoi boriosi fratelli che saranno furenti con me?”

“Sì mio caro. Se poi ci tieni a lei ti consiglio anche di buttare giù a calci la residenza del Kazekage se non vuole ascoltarti. Shikamaru non ti permetto di arrenderti!”

“Bhe grazie ma non sono decisioni che ti riguardano non sono più un bambino.”

Yoshino sbattè i pugni sul tavolo rovesciando la ciotola con il riso: “Finchè ti comporterai come tale non smetterò di cercare di farti ragionare.”

“Perchè Shioho non ti piace? E' una ragazza seria composta ed abbastanza intelligente.”

“Sì esattamente il tipo di nuora che sogno. Una pupattola che non sa dire che sì e no alle tue richieste.”

“Lei non è così. Sei ingiusta.”

“Perchè so figlio mio che stai cercando con la ragione di far tacere quello che veramente senti. Non stai ascoltando il tuo cuore ma la tua testa.”

“Da quanto ti piace Temari?” domandò sbuffando Shikamaru.

“No cucciolo mio. La vera domada che devi farti è: da quanto piace a te?” concluse lei iniziando a sparecchiare la tavola.

 

Shikamaru si alzò dal tavolo borbottando, ci mancavano le prediche di sua madre, ma lo aveva zittito con quella specie di domanda che ora rimbombava nel suo cervello. Si sdraiò al buio nella sua stanza.

 

Già da quanto mi piace?

Non ci avevo mai riflettuto fino ad ora.

Io non so esattamente il momento in cui ho desiderato respirare la tua stessa aria.

Desiderato di essere vittima della sua forza e della sua voluttuà?

La mia amatissima Mendokuse piena di pretese

Già da quanto mi piace?

 

Shiho gironzolava per la sala crittografica con aria trasognata, non poteva credere che quella beduina avesse finalmente levato le tende. Sapeva di non essere l'unica ragazza ad ambire al cuore del bel Nara, ben coscia che le ragazze di mezza Konoha se lo contendevano a tal punto da formare un club anti-Temari del quale ovviamente lei faceva parte. Si acconciò i capelli con un pennino e si levò il camice rivelando di portare sotto un kimono tradizionale di un sobrio azzurro. Quella sera sarebbe uscita con lui e voleva essere al meglio. Sapeva che Yoshino-sama era un ostacolo non indifferente, ma di certo non spettava a lei decidere per suo figlio, anche se di peso nelle sue decisioni ne aveva parecchio dalla morte di Shikaku-sama. Il villaggio era in festa per il Summit dei Kage e quindi le vie di Konoha erano piene di bancarelle e loro agirandosi per i vicoletti sembravano proprio una coppietta.

“Quindi quel crittogramma significava empatia.” commentò distrattamente lui.

“Già ci abbiamo impiegato alcune settimane per carpirlo.” rispose prendendolo sotto braccio.

Shikamaru parve non farci caso, tanto ormai lei o chiunque altra sarebbe andata bene. Nessuna avrebbe mai potuto sostituire Temari e lo sapeva fin troppo bene, ma il suo cervello trovava un mare di scuse per non ascoltare il cuore.

Fu durante questa passeggiata che incontrarono il Kazekage, Naruto con tutto il loro seguito, compresi i familiari.

 

“Tu cervello d'ananas!” Gaara era sempre stato un tipo cortese, ma vederlo con un altra lo aveva davvero irritato, specie sapendo della sorella.

“Venerabile Kazekage.” rispose lui distaccato benchè il modo d'apostrofarlo dell'altro rivelasse il reale tipo di rapporto che intercorreva tra loro.

“Venerabile un corno!” replicò Gaara che contrariamente al solito faticava a mantenersi calmo, se non fosse stato per rispetto di Naruto lo avrebbe ucciso.

“Dai andiamo Gaara-kun lascia perdere.” disse il biondo cercando di trascinarlo via, con l'aiuto provvidenziale di Kankuro.

“No devo parlare con quel cretino!”

“Ci parlerai in un altro momento. Adesso pure lui ha diritto di svagarsi.” Naruto gli mise una mano sulla spalla, a quel contatto il rosso parve ritrovare la calma. Si allontanò senza guardarlo.

“Ti sei messo contro un nemino non indifferente.” commentò Shiho.

“E' il fratello minore di Temari che altro poteva dirmi? Adora sua sorella.”

“Ma ti ha lasciato lei.”

“Già.” concluse con l'amaro in bocca.

 

Shiho si allontanò di qualche passo da lui, era abbastanza intelligente da capire che non sarebbe stato corretto approfittare di lui. Sapeva che tante sarebbero state disposte a consolarlo. Ma se ci avesse provato sicuramente Nara si sarebbe infuriato, non gli piaceva essere oggetto della pietà altrui.

“Ti manca molto, vero?” chiese mentre continuavano a camminare.

“Perchè siete tutte tanto insistenti?” domandò voltadosi a guardarla.

“Le persone che ti voglio bene si accorgono subito che non sei più lo stesso. E cercano di spronarti in qualche modo, ma pare che solo Temari-sama ci riesca.” sospirò Shiho.

“Ma in questo momento lei sta a chilometri di distanza” sbuffò lui.

Shiho scosse la testa in segno per mostrare il suo dissenso: “No lei sta esattamente qui.” sussurrò appoggiandogli un dito sul cuore.

Quel gesto così innocuo all'uomo produsse lo stesso dolore di quando un kunai ti perfora il petto, ma non lo diese a vedere, cercado di restare indifferente.

Scostò bruscamente la mano della donna infastidito: “Vuoi per cortesia smetterla e vivere il momento?”

“Signor Nara, a nessuna piace essere un rimpiazzo.”

“Ma ...” tentò di protestare.

“Quando sarà finito il Summit ti conviene seguire il suo fratellino a Suna e se le ti respinge ancora torna da me. Farò in modo di fartela dimenticare.” si alzò sulle punte e lo baciò a sorpresa sulla guancia, prima di correre via.

 

 

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Capitolo 3
*** capitolo III ***


 

capitolo 3

 

“Così mia sorella ti ha visto?” chiese Gaara alzando la testa dal foglio che stava leggendo.

“Sì. Stava portando da mangiare a Nara-sama ed io ero nel suo ufficio che discutevamo sulla disposizione degli Ambu per la cerimonia di presentazione del Summit.” rispose il giovane sedendosi.

Il rosso fece un sorriso divertito, pochi giorni con Shikamaru erano bastati al nipote per imitarne gli atteggiamenti. Subito un velo di tristezza scese in quegli occhi chiari. Nessuno a parte lui e Temari conoscevano le origini di Hidashi. Sarebbe stato in grado il ninja di Konoha di capire e perdonare una volta venuta alla luce la verità?

“Passi troppo tempo con Shikamaru-san. Ti stai impigrendo e salti spesso le sessioni di esercizi di Matsuri-chan.” commentò chinando nuovamente la testa sul documento.

“Ecco per l'appunto caro mio zio ...” il tono si era fatto insiunante “Matsuri-san è una bravissima ragazza ed è chiaro che ha un debole per te ...”

Il Kazekage alzò la testa di scatto e lo interruppe con un gesto brusco della mano: “Hidashi-kun non ho bisogno di un sensale di matrimoni. Sono in grado di scegliere da me.”

“A me pare proprio di no. Insomma quale donna non sarebbe più che onorata di attirare le attenzioni del grande Kazekage? Poi Matsuri-san è una tua allieva. Praticamente il destino te l'ha servita su un vassio d'argento.”

“Basta! Ti stai prendendo un po' troppa libertà. Ricordati con chi stai parlando.” lo riprese Gaara seccato, come se l'argomento amore fosse quasi un tabù.

“Scusa non volevo irritarti.”

Il rosso sospirò. “No sei tu che devi scusarmi, ma ho già affrontato questo discorso ormai con mezzo consiglio di Suna.”

“Sai come sono quelli, adorano fare gossip. Sarebbe un bel colpo scoprire che anche il mio gelido zietto ha qualcuno che lo fa arrossire.” rise lui.

“Ehi anche io ho dei sentimenti, ma prima di tutto vengono gli interessi del villaggio e poi la mia storia la conosci, no?”

“Per questo penso che Matsuri-san sia la persona più adatta. Quando ti parla il suo volto ha una luce totalemente diversa e la sua timidezza scompare.”

“Perchè sei tanto interessato a questo discorso? Vuoi per caso dirimi che ti sei preso una cotta per una ragazza di Konoha?”

Hidashi arrossì lievemente sulle gote: “Diciamo di sì...anche se l'ho vista solo una volta.”

“e come si chiama?”

“Mirai … Mirai Sarutobi.” confessò Hidashi

 

Quando Shikadai varcò la soglia dell'ufficio di Naruto, il ninja biondo lo accolse con il solito sorriso. Il bambino cercò il padre con lo sguardo, sapeva che non approvava certi comportamenti se prima non ne aveva discusso con lui. A soli sei anni, Shikadai si era sempre dimostrato più maturo della sua età ed anche in questo frangente lo stava dimostrando. Si sedette con aria seriosa davanti alla scrivania.

“Ecco io le ho chiesto udienza, perchè penso debba sapere una cosa che ho scoperto di recente.”

“Quanto siamo formali, Shikadai-kun.” disse assumendo una espressione seria.

“Si tratta di Himawari-chan.” riuscì a dire il bambino un po' sotto pressione più per via del suo stesso padre che dell'Hokage.

“Che cosa dovrei sapere sulla mia bambina?”

“Quando si arrabbia fa quella strana cosa con il chakra ...” balbettò come se non riuscisse a spiegarsi.

“Strana cosa con il chakra?” Naruto pareva non capire.

Era difficile immaginare la sua dolce Himawari arrabbiata, specie a tal punto da manifestarlo esteriormente tramite il suo chackra.

“E' come se ribollisse di lava arancione. Se la provi a toccare in quello stato può bruciarti. Ho letto che si tratta del chakra di un cercoterio … ma posso sbagliarmi. Però sarebbe normale visto che è sua figlia Uzumaki-dono.” concluse guardandosi le mani e lanciando rapide occhiate a Shikamaru.

Naruto era stupefatto, non tanto per aver scoperto in questo modo che sua figlia era stata scelta come nuovo contenitore, lo sospettava già da molto, ma fu la proprietà di linguaggio usato da Shikadai. Ma infondo se lo doveva aspettare da un esserino che possiede il DNA di un Nara.

“Grazie mio giovane shinobi.” disse scompigliando i capelli del ragazzino e poi si rivolse a Shikamaru “Avanti fagli un complimento non morirai di certo.”

“Shikadai come sapevi che si trattava di un cercoterio?” domandò chinandosi all'altezza del bambino

“L'ho letto in uno dei grandi libri che tieni a casa... mi pare I cercoteri: come riconoscere i Jinchuuriki.”

“Sei riuscito a leggerlo?” chiese mentre il suo cuore di padre si riempiva di quell'orgoglio tutto speciale.

“Ho fatto molta fatica, alcuni kanji erano complessi però ho chiesto aiuto a Hidashi-san. Non volevo che ti arrabbiassi perchè ero entrato di nascosto nel tuo studio.” ammise lanciandogli timide occhiate.

“Per questa volta posso perdonarti. Ma non dirlo alla mamma.” sussurrò appoggiando la fronte contro quella del figlio.

“Papà ...Ti voglio bene.” borbottò a denti stretti Shikadai.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


 

CAPITOLO 4

 

Mirai corse nello studio della madre, appena di ritorno dalla missione moriva dalla curiosità di scoprire cosa era successo a Suna e di come Shikamaru fosse riuscito a riconquistare il cuore della teutonica ed intransigente Temari-sama

In realtà nessuno poteva conoscere i dettagli di quella storia, ma Kurenai era una donna piena di iniziativa.

 

“Allora venne incaricato di scortare il Kazekage fino a Suna ...” disse pensierosa riprendendo il racconto.

 

Durante tutto il tragitto, Gaara non si era degnato nemmeno di guardarlo e comunque meglio quel gelido riserbo che dare voce a ciò che pensava. Quando entrarono nel palazzo, Kankuro lo squadrò, evidentemente infastidito dalla sua presenza.

“Perchè ti sei portato dietro questo qua?” domandò senza voltarsi.

“Me lo ha chiesto l'Hokage...”

“Già e tu non sai dire di no alle richieste di Naruto-kun.” commentò il marionettista con malcelata ironia che voleva intendere ben altro.

“Kankuro non vorrai ricominciare con questa storia!” lo riprese Gaara diventando rosso come i suoi capelli.

“Bhe tu e quell'altro non è che fate molto per zittire le voci.”

“Vai a chiamare Temari invece di dire fesserie.” ordinò seccato indicando la porta. “No anzi nelle sue condizioni non può fare le scale. Scortalo fino alla porta.” aggiunse.

Shikamaru si domandava cosa diavolo stesse farneticando il Kazekage, quando si erano lasciati Temari era fin troppo in forma. Cosa poteva essere mai successo in sei mesi? Per quanto fosse un genio certo non era minimamente preparato alla scena che si sarebbe trovato davanti.

 

La Kunnoichi era voltata verso la grande finestra della camera, Shikamaru restò per qualche secondo fermo sulla soglia a fissarla, indubbiamente le era mancata, ma si sarebbe mangiato la lingua piuttosto che ammetterlo. Come lei possedeva un forte orgoglio di Shinobi.

Udendo entrare qualcuno, Temari istintivamente si voltò, lasciando cadere la tazza che teneva in mano, quando il suo sguardo incrociò quello ematite del suo ninja pigro. Perchè per quanto pure lei avesse sempre cercato di negare i suoi sentimenti erano quanto ormai palesi. Ma non era una donnicciola per cui lo accolse con il suo solito ghigno.

“Finalmente sua pigrizia si è degnato di onorarci della sua visita.” disse per rompere il silenzio. In genere quelle battute non restavano mai senza una risposta altrettanto ironica, ma lo sguardo di Shikamaru era stato attirato dal pancino che la donna aveva tentato di nascondere protettiva con la mano.

 

“Fuori da casa mia!” berciò Izai quando vide Naruto sulla soglia.

Hinata singhiozzava seduta dietro le spalle del padre, mentre Hanabi tratteneva il genitore per un braccio.

“Che cosa mai ho fatto per essere trattato in questo modo da lei?” domandò Naruto alzandosi in piedi.

“Non permetterò mai a mia figlia di uscire con un diverso. La casata Hyuuga ha un nome rispettabile.”

“Diverso? Ma che intende dire?” domandò il biondo sempre più stupito.

Hinata si asciugò le lacrime e superò il padre, il suo viso era a pochi centimetri da quello di Naruto che cominciò a sudare freddo, era davvero incazzata.

“Avresti almeno potuto dirmelo! Così potevo evitare di innamorarmi di un idiota come te!” ringhiò e nonostante questo al biondo parve ancora più bella.

“Che cosa avrei dovuto diriti? I miei sentimenti te li ho dimostrati molte volte mi sembra.”

“Forse mi stai confondendo con il Kazekage.” sbottò aspra lei incrociando le braccia.

Naruto indietreggiò deglutendo nervoso ed iniziando a sudare. Era vero che aveva stretto una tenera amicizia con Gaara, ma non nel senso in cui tutti pensavano.

“Ti stai sbagliando non è come credi o meglio come tutti credete.” poi le gote si colorarono di un lieve rossore, mentre un sorriso da ebete copariva sul suo volto “Hai detto per caso che mi ami?”

Hinata improvvisamente si irrigidì sul posto, mentre Izai si prendeva la testa fra le mani e solo in quel momento Hanabi lo lasciò sedere.

“Io no..no...n” balbettò completamente preda di quella emozione chiamata gelosia.

“Aspetta vuoi farmi intendere che sei invidiosa della mia amicizia con il Kazekage?”

“Ma figuriamoci ...”

“Allora perchè te la prendi tanto?” chiese con quella voce calda che faceva rizzare i peletti sul candido collo da cigno di Hinata.

Hanabi scattò in piedi: “Papà vieni con me.” disse trascinandolo fuori dalla stanza, senza che perdesse di vista la coppia fino a quando la porta si richiuse per lasciarli soli.

“Non mi va a genio. Contro una ragazza o qualche speranza, ma contro un ragazzo no.” sussurrò alla fine, rilassando le spalle.

“Ma quante volte devo dirti che non c'è nulla di simile tra me e Gaara? L'unica che amo sei tu.” ammise infine.

Hinata si voltò di scatto e lo baciò sulla bocca. Aveva atteso anni quel giorno in cui i suoi sentimenti sarebbero stati ricambiati. Aveva lottato per essere degna di lui. Aveva rischiato la sua vita per lui e finalmente veniva ricompensata di quella devozione silenziosa.

 

Shikamaru ancora faticava a parlare. Ok era un genio ma a questo non era senza dubbio preparato e nemmeno ad essere padre. Un'altra seccatura che il suo vecchio gli aveva mandato dal cielo per spronarlo, senza contare che sua madre lo avrebbe ucciso se fosse tornato a casa con un frugoletto tra le braccia senza essere spostato con la suddetta donna.

“Senti, ma tu devi sempre crearmi nuove seccature?” borbottò imbarazzato liscando con la mano il retro della nuca.

“Non preoccuparti me la saprò cavare bene anche senza di te.” sentenziò lei fingendo freddezza.

“Certo torno a casa senza di te e mia madre mi uccide, se poi sa che ho abbandonato il nipote che desidera tanto finisce col diseredarmi.”

“Tua madre non mi sopporta.” sentenziò lei.

“Ma sa fin troppo bene che tu sei l'unica per me.” sussurrò cercando di mettere a tacere il suo dannatissimo orgoglio che continuava a protestare.

“Ti vedi ancora con quella sottospecie di crittografa?” domandò squadrandolo con la sua dolce severità.

“Ma cer...no no.” si affrettò a modificare la risposta notando lo sguardo assassino di Temari.

“Meglio per te, ovviamente.” commentò lei avvicinandosi, appoggiando le braccia in torno al collo dell'uomo.

“Se non fossi venuto a prenderti che avresti fatto? No aspetta questa cosa era tutta studiata per mettermi i sensi di colpa addosso?!” alla fine pareva aver capito di essere cascato nel trucco più vecchio del mondo “Tu, la mamma e Shiho eravate in combutta?”

“Già, genio della foglia.” sorrise lei alzandosi sulle punte per baciarlo.

Shikamaru la lasciò fare, convincendosi che il suo genio valeva ben poco contro tre donne che volevano incastrarlo e che ci erano riuscite alla grade. - Kami dammi un maschio - pregò

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


L'Ombra Nascosta ….



capitolo 5



Hidashi Sabaku uscì dal bagno e finì di pettinarsi i capelli davanti allo specchio. L'appartamento che gli aveva riservato l'Hokage come delegato di Suna possedeva tutti i comfort riservati ai funzionari. Non capiva perchè lo zio gli avesse chiesto di fingersi suo figlio, in quanto chiunque poteva intuire che non era sangue diretto del Kazekage. Comunque aveva accettato le direttive senza replicare in quanto erano state trasmesse come ordini. In quei mesi i capelli si erano allungati per cui aveva deciso di legarli con una coda alta dietro la nuca, avvolgendoli intorno al fermaglio in modo che non si notasse la fattura raffinata, più adatto ad una ragazza. Scelse con cura gli abiti che avrebbe indossato e uscì di corsa per raggiungere l'ufficio dove Nara e l'hokage lo stavano attendendo.

Venne fermato da Mirai Sarutobi e la cosa ovviamente non potè che fargli piacere, provava una certa attrazione per quella ragazza, ma non aveva mai trovato il coraggio di scambiare qualche parola con lei.

“Senti io dovrei parlarti.” disse lei in tono serioso.

“In questo momento sono impegnato con il mio lavoro, ma possiamo vederci nel pomeriggio se vuoi.” replicò continuando a saltellare sul posto.

“Bene. Conosci l'Hichikaku Ramen, il ristorante intendo non il chiosco.” precisò.

“Certo. Possiamo trovarci per l'ora di pranzo. Posso inventare una scusa per quell'ora.” confermò Hidashi accomiatandosi dalla ragazza con un cenno della mano. Ovviamente per tutto il resto del giorno la sua testa fu impegnata a fantasticare sull'appuntamento a tal punto che Shikamaru notandolo distrattamente aggiunse: “Ma il Kazenkage doveva mandarci un ragazzino come delegato?” sperando di sortire qualche effetto, ma nulla pareva riuscire a smuovere l'attenzione del giovane.

“Concludiamo qui per oggi.” ordinò Naruto senza nascondere un sorriso, mentre il Nara metteva in mostra la solita aria seccata.

“Grazie Hokage!” replicò Hidashi lasciando di corsa l'ufficio.

Naruto appoggiò il cappello sulla scrivania e si rilassò, e gettò una occhiata al suo amico che come al solito borbottando qualcosa sistemava gli ultimi documenti.

“Sei diventato un brontolone, sai?” commentò sperando in quel modo di distrarre il Nara.

“Tu invece troppo buono con i ragazzini ed i delegati.” replicò senza alzare gli occhi dal suo lavoro. Mostrando quella confidenza che si prendeva solo quando erano soli.

“Lo si vedeva da lontano un miglio che non era concentrato sul Summit.” continuò il biondo senza perdere il buon umore.

“Beh, Gaara-sama dovrebbe imparare a non mandare ragazzini a svolgere un compito per uomini.”

“Hai scoperto se si tratta del figlio di Hidan?”

“Perchè hai forse dei dubbi? Non ti basta guardarlo in faccia?” replicò cercando di nascondere la sua rabbia.

“Andiamo Genio di Konoha non puoi paragonarlo alla vita che conduceva il padre.”

“Quello che mi fa imbestialire è il fatto che lo spaccino per figlio di Gaara-sama, quando è più che evidente che possiede solo il cognome dei Sabaku e che ne fa purtroppo mio parente.” ancora una volta il moro non riuscì a celare i suoi sentimenti nei confronti del ragazzo. E permetteva che questo risultasse evidente perchè stava parlando con Naruto.

“Ti ricordo che Hidan ha ucciso Asuma!”

“E tu hai ucciso Hidan … sai meglio di me che quando si innesca un ciclo di vendetta...”

“Lo so Naruto. E' per questo che sto cercando di farmelo piacere. Ma vorrei sapere se il ragazzo conosce tutta la storia o solo una parte.”

“Puoi solo chiederglielo. Ma c'è qualcosa che ti tormenta e non si tratta solo del fatto che il ragazzo è figlio di Hidan, giusto?”

“Che cosa te lo fa credere?” domandò voltandosi a guardarlo quasi stupito di come fosse diventato intuitivo da quando occupava il posto di Hokage.

“L'istinto e il fatto che ti conosco ormai da parecchio tempo per non accorgermi di quanto tu perda la tua freddezza davanti a Hidashi. Non capita spesso.”

“Sono suoi certi atteggiamenti che mi innervosiscono alcuni modi di fare che non sopporto nemmeno in ...” si interruppe stava parlando troppo.

“Supponevo che lo avessi notato anche tu. Anzi ero sicuro che te ne saresti accorto subito di quanto i suoi modi di fare somiglino a quelli di tua moglie.”

Il Nara sbattè un mucchio di fogli sul tavolo e si voltò a fronteggiare l'amico: “Non dirlo nemmeno per scherzo. E' stato allevato da Gaara-sama ed è normale che abbia preso le loro brutte abitudini.”

“E' una opzione non scartabile e lo sai meglio di me.”

“Piantala! Non mi piace il tono che ha preso questa conversazione. Non credo inoltre siano affari che dovrebbero riguardarti.” replicò innervosito, ma senza realmente pensare ciò che aveva appena detto.

Naruto si rabbuiò, comprendeva i sentimenti dell'amico in quanto è come se Hinata avesse avuto un figlio con un altro e lui lo venisse a sapere in quel modo.

“Scusami non volevo offenderti.” replicò.

Shikamaru sospirò: “Perdonami tu. Non dovevo essere tanto scortese, ma la sola idea che Hidan possa aver toccato Temari mi fa incazzare.”

“Ti comprendo. Quando sembrava che Hina preferisse Toneri a me … credo di aver passato il più brutto quarto d'ora della mia vita.”

“Se non ci fosse stato lui credo che non ti saresti mai reso veramente conto dei tuoi sentimenti per Hinata.” replicò alzando un sopracciglio senza nascondere un sorriso.

“Forse.” ammise arrossendo: “ma come intendi comportarti ora? Parlerai ad Hidashi o prima con Temari?”

“Non vorrei affrontare un argomento tanto scomodo sopratutto per Shikadai che ne pagherebbe inevitabilmente le conseguenze, ma temo che non vi sia soluzione.” sospirò tristemente.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta e Temari entrò con il cesto del pranzo, sfoderando il solito sorriso, ma si accorse immediatamente del cattivo umore del compagno. Anche quando non parlava Shikamaru era molto espressivo, specie con lo sguardo. Si era accorta che da un po' di giorni gli atteggiamenti nei suoi confronti erano cambiati.

“Buon giorno, vi ho portato il pranzo. Pensavo che ci fosse anche Hidashi-kun.” commentò distrattamente mentre apparecchiava su un piccolo tavolo, dando le spalle ai due ninja.

“Oggi tuo nipote non c'era con la testa. Si vede che aveva un appuntamento con una ragazza per pranzo.” disse Shikamaru e fu impossibile non notare le spalle della donna contrarsi.

“Sei gelosa anche di Hidashi, ora?” commentò sarcastico.

“Ma che sciocchezze dici … solo che la cosa mi sorprende, tutto qui.” farfugliò Temari non trovando una scusa migliore, non riuscendo neanche a guardarlo in faccia.

“Già.”

“Grazie per il pranzo.” intervenne Naruto sperando di spezzare la tensione che si era creata.

“Si figuri Hokage.” rispose uscendo di corsa.











Boruto sbuffò seccato e scalciò l'aria. Avrebbe voluto mostrare a suo padre una tecnica appresa di recente, ma come al solito Naruto era occupato, come del resto tutto il villaggio nel quale fervevano i preparativi per il Summit dei Kage.

Era una festa che si celebrava ogni anno in un villaggio differente per celebrare la fine della quarta grande guerra di cui suo padre era stato l'eroe. Come se già non bastasse che fosse l'hokage gli toccava anche portare quel fardello. Essere suo figlio comportava un sacco di noie, non fosse per il fatto che tutti lo conoscevano e che se combinava qualche guaio prima o dopo il padre sarebbe venuto a saperlo. Lui non voleva essere un ninja e tanto meno sognava di occupare il posto del padre. Non aveva quel genere di aspirazione come invece mostravano tutti i suoi compagni, ma comunque non potendo evitare di studiare per diventare shinobi, decise che si sarebbe impegnato il giusto per superare gli esami.

Certo non riusciva mai a dissimulare la sua invidia nei confronti degli amici che con i loro papà avevano rapporti quasi idilliaci, a parte Shikadai che si trovava nella sua stessa situazione ma che sembrava soffrirne decisamente meno. Non gli piaceva più di tanto, ma il fatto che spesso riuscisse a rifilargli la sorella da badare lo rendevano un soggetto degno di attenzione. Per esser il figlio del genio di Konoha non brillava di astuzia se cadeva ogni volta nella sua trappola.

“Non avrei mai voluto essere figlio dell'Hokage.” si confidò una volta con il giovane Nara e con gli altri ragazzi seduti a pranzare sull'erba.

“Credi che i rapporti con tuo padre sarebbero stati più semplici?” domandò Chocho mentre si affrettava a finire un sacchetto di patatine.

“Indubbiamente meno complicati di come sono adesso. Vi rendete conto che diavolo significa essere figlio dell'Hokage ed Eroe della Quarta guerra dei Ninja?!” si lamentò sdraiandosi sul manto erboso.

“Dovresti esserne orgoglioso invece di lamentarti.” aggiunse Inoichi scribacchiando sul quaderno da disegno.

“Di che cosa dovrei essere fiero? Mio padre non ha mai tempo per me. Se non quando deve rimproverarmi.” borbottò in risposta Boruto.

“Guarda che tutti abbiamo una situazione complicata in famiglia. Che dovrei dire io che sono mezzo di Suna, mezzo di Konoha e per finire mio zio è il Kazekage e mio padre il consigliere fidato dell'Hokage? Secondo te da che parte dovrei stare?” chiese Shikadai finendo di mangiare una polpetta di riso.

“Questo non c'entra. Tuo padre è sempre meno in vista del mio.”

“Ma certo. Essere figlio di colui che viene definito il Genio di Konoha è molto più facile che essere figlio dell'Hokage. Credi che mio padre abbia le ridicole aspettative del tuo? Naruto-dono non credo ti abbia mai obbligato ad essere shinobi. Tu lo fai solo per farlo contento e riesci pure a prenderlo per il naso. Mentre per me...” si interruppe temendo di essersi lasciato andare troppo e si alzò riprendendo la via del ritorno e come al solito Chocho gli corse dietro.

“Lascialo perdere. Come tutti i Nara hanno la puzza sotto il naso.” commentò Sarada addentando una mela.

Nessuno di loro poteva capire come si sentiva Shikadai, aveva solo sei anni eppure la sua testa era quella di un pre adolescente. Inutili fare discorsi troppo complessi con quei bambini che ancora si lamentavano perchè il padre non prestava loro attenzione. L'unica cosa che lui desiderava era sentirsi all'altezza, ma comprendeva di essere ancora troppo giovane per ottenere quel genere di considerazione. Avrebbe voluto essere come tutti gli altri bambini, ma non lo era e purtroppo questo creava non pochi contrasti dentro di lui. Solo quando raggiunse casa, si accorse che Chocho lo aveva seguito.

“Dai entra.” la invitò cercando di sorridere.

“Io non sono sveglia come te. Però di questo disagio non pensi dovresti parlarne con un adulto...tipo tuo padre o magari tuo zio?”

“In questo momento sono impegnati con il Summit e non credo potrebbero darmi molta attenzione.”

“Allora parlane con Hidashi, infondo lui è tuo cugino essendo figlio di Gaara-dono.” suggerì nuovamente Chocho.

“Sì forse con lui potrei parlare.” commentò distratto muovendo alcuni pezzi sulla scacchiera dello Shoji che aveva in camera.


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