Una Promessa Rinnovata

di Mountain D Henry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Braccia allungabili ***
Capitolo 3: *** La Foresta ***
Capitolo 4: *** La storia di Mountain D. Henry ***
Capitolo 5: *** La battaglia dei due Re ***
Capitolo 6: *** Il Poignee Griffe per Re Tegas ***
Capitolo 7: *** Il nuovo nakama ***
Capitolo 8: *** Scacchi ***
Capitolo 9: *** Verso Coal Mine Island ***
Capitolo 10: *** Solletico ***
Capitolo 11: *** La Ruspa Zoppa ***
Capitolo 12: *** Etciù ***
Capitolo 13: *** Mugiwara vs KKK ***
Capitolo 14: *** Il nano pervertito ***
Capitolo 15: *** Amicizia ***
Capitolo 16: *** Amicizia 2.0 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
Mare del Nuovo Mondo
Thousand Sunny
Cucina
8:30 a.m.
1 anno dopo la riunione dei mugiwara
 

 
Tutta la ciurma dei mugiwara si trovava in cucina a fare colazione.
 
Un braccio stava strisciando silenzioso sulla tavola imbandita, come un serpente si stava avvicinando alla sua preda e … presa!
In qualche centesimo di secondo la preda, una gustosa brioche alla crema di nocciole e cacao, era già nelle fauci del temibile e vorace predatore!
Intanto lo sventurato Usopp stava affogando nel suo caffè latte.
«Rufy!!! Non puoi sempre fregarmi metà colazione!» gridò rosso in volto e con gli occhi fuori dalle orbite, dopo aver sputato la bevanda andata di traverso.
«Ma io ho fame!» rispose Rufy con la sua tipica faccia lagnosa.
«Tu hai già una porzione più abbondante del normale, Rufy.» disse Sanji mentre si accendeva una sigaretta.
«Uffa!» replicò il capitano.
 
Intanto Nami stava scrivendo numeri e lettere su una spessa agenda rilegata in pelle blu scura, quasi nera, con cuciture in filo arancione e rosso.
Sul dorso dell’agenda era ricamata la scritta “Navigazione”.
Era un regalo del nuovo nakama: Jinbe.
Il Cavaliere del Mare era molto gentile con lei; si sentiva ancora in colpa per tutte le sofferenze causatole dal suo vecchio sottoposto Arlong.
Il fato a volte trasforma le vittime di reati disgustosi, come il razzismo, in carnefici.
A Jinbe non importava di tutte le scusanti che avrebbe potuto addurre: avrebbe dovuto fermare Arlong in principio ma non era stato capace di togliere la vita al suo compagno.
Nami comunque lo aveva perdonato, anzi era contenta di averlo come nakama.
Poteva confrontarsi con lui su rotte e condizioni del mare.
Era forte e temuto in battaglia dagli avversari.
Sapeva combattere anche - soprattutto in effetti - sul mare, così evitando rischi inutili per il suo avventato capitano.
Inoltre era un uomo-pesce molto saggio e riusciva, come lei, a far ragionare Rufy.
Jinbe si era unito ai mugiwara dopo la sconfitta di Big Mom.
 
Incredibile ma vero, in meno di un anno di avventure nel Nuovo Mondo, i mugiwara avevano sconfitto ben due imperatori.
 
Kaido “delle cento bestie” era stato sconfitto dall’alleanza delle ciurme mugiwara e heart, capitanate da Monkey D. Rufy e Trafalgar D. Water Law.
Il Dottore della Morte, dopo la sconfitta dell’imperatore, gli aveva tolto il cuore e lo aveva gettato nelle profondità abissali dove era stato schiacciato da pressioni enormi.
L’alleanza da quel momento si era sciolta e Rufy aveva lasciato a lui il titolo di nuovo imperatore.
 
Big Mom invece era stata sconfitta dai mugiwara con l’aiuto di Jinbe.
Qualche tempo prima era tornata a opprimere con le “tasse dolciarie” l’Isola degli Uomini-Pesce, e per fermarla Jinbe la voleva affrontare da solo con la riunita ciurma dei pirati del sole.
Tuttavia il Cavaliere del Mare era stato intercettato da Rufy che lo aveva convinto a combatterla insieme.
A Big Mom era andata meglio che a Kaido: infatti dopo essere stata sconfitta da Rufy era stata rimessa in sesto dal dottor Chopper e affidata alle cure amorevoli di sua figlia Laura, capitano dei pirati rolling e vecchia amica dei mugiwara (dalle note vicende di Thriller Bark).
Non era nata una vera e propria amicizia con la vecchia imperatrice, ma se non altro ora rispettava Monkey D. Rufy.
 
A Rufy non interessava il titolo di imperatore, lui voleva solo diventare il Re dei Pirati, ma la sua navigatrice lo aveva convinto ad accettarlo.
«Con quel titolo basta il tuo nome per proteggere tutti gli amici che abbiamo incontrato nelle nostre avventure» aveva detto al suo capitano Nami.
I suoi amici per lui valevano tanto, e così si era deciso ad accettare il titolo.
«Però voglio un mantello come Shanks!» aveva detto con gli occhi brillanti, aggiungendo «Rosso magari!».
E fu così che Nami e Robin lo trascinarono in tutti i negozi di abbigliamento della più vicina isola, comprando rigorosamente a prezzo di saldo camicie, jeans lunghi (si era rifiutato di vestire altri tipi di pantaloni continuando a ripetere «I jeans vanno bene in ogni occasione! Così mi ha detto Ace.»), mantelli, infradito, sandali e anche un paio di stivali.
Sembrava quasi un pirata serio, se non fosse stato per l’immancabile cappello di paglia.
Aveva anche ricevuto una lettera di congratulazioni da un emissario di Shanks ed ora erano in viaggio per incontrarlo.
 
Usopp stava inseguendo Rufy intorno alla tavola per vendicare la sua brioche.
Nel mentre la navigatrice stava provando a prendere la parola, ma i due strillavano come bambini alla mensa dell’asilo.
Nami, con una vena pulsante in fronte, mise il tappo alla sua biro e chiuse la sua agenda; caricò i suoi “pugni del silenzio” e in pochi istanti fece andare al tappeto sia il cecchino che il capitano.
«Ragazzi, fate meno rumore quando sto cercando di dirvi qualcosa di importante!» strillò con voce un po’ acida la rossa.
«Uffa Nami, non posso leggerti nel pensiero!» protestò Rufy sconsolato, mentre il bernoccolo cresceva sulla sua fronte.
«E menomale!» ribatté la rossa preoccupata dal possibile scenario.
«Comunque stavo per dire che nella nostra rotta verso l’isola estiva di Red Circle dovremmo fare delle tappe intermedie.
Non ci basta il cibo per arrivare all’incontro con Shanks, considerando anche lo stomaco senza fondo di Rufy.
Quindi ci fermeremo due volte prima di arrivare a Red Circle: la prima tappa è a Big Forest Island e la seconda a Coal Mine Island.
Entro due ore saremo in vista di Big Forest Island!» proclamò la rossa.
«Evvai! Avventura!!!» urlò Rufy, ripresosi dal pugno di pochi secondi prima.
«Fufufufufu» rise Robin «Sarà bene che mi vada a documentare in biblioteca.».
«Io vado a controllare le condizioni del mare.» disse mentre usciva dalla cucina Jinbe.
«Io vado a controllare l’inventario e la lista della spesa!» disse Sanji.
«Anche noi!»dissero in coro Chopper, Usopp e Franky.
«Ronf ronf» Zoro si era addormentato.
Brook intanto era uscito ad accordare la sua chitarra sul ponte.
Rufy ingoiò in un battibaleno tutti gli avanzi della colazione e si fiondò sulla sua amata polena.
 
Nami si era seduta su una sdraio e guardava i suoi nakama, il suo capitano.
Sorrise e dentro di se pensò “Come è bello stare con voi!”.
 
Il sole era caldo, il mare era calmo e una verde isola era in vista.
 



Angolo dell'autore
Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 2
*** Braccia allungabili ***


Braccia allungabili
 
Big Forest Island
Thousand Sunny
Ponte
10:30 a.m.

 

 
Tutta la ciurma era sul ponte della Sunny.
 
Robin illustrava ai nakama quello che aveva appreso in biblioteca «Dai libri che abbiamo a bordo ho trovato diverse informazioni. Innanzitutto quest’isola fa parte della Repubblica dell’Arcipelago di Joy e non ha postazioni della marina. A ovest c’è una foresta che esisteva già prima dei primi insediamenti e che copre circa i 3/4 della superficie dell’isola. Non si hanno notizie di esplorazioni da almeno 7 secoli. Inoltre gran parte della fascia costiera è inaccessibile a causa di una corrente che, infrangendosi su una barriera di scogli e corallo, genera impetuosi mulinelli.
Il quoziente intellettivo medio della popolazione è molto alto ma non c’è un grosso sviluppo tecnologico. E’ molto curioso il fatto che ogni abitante dell’isola sappia giocare a scacchi.
Ancor più curioso è il fatto che negli ultimi 3 secoli sono stati pochi i campioni del mondo di scacchi che non provenivano da questa isola.
Anche l’ex-grandammiraglio e campione di scacchi in carica, Sengoku “il Buddha”, è venuto a studiare dai maestri del posto.».
«EH!? Sengoku è un campione di scacchi?!» si chiese perplessa Nami.
«Gra… gra… grand… grand… grandammiraglio!?!» strillò impaurito Usopp.
«D’altra parte è un grande stratega.» sentenziò Jinbe mentre nella sua mente di uomo-pesce scorreva un flashback della guerra di Marineford.
«Comunque non è qui! Percepirei la sua presenza. Mi ricordo bene quella bodda1 d’oro!» disse Rufy allegro.
«Buddha, non bodda! Non è mica un rospo!» disse Sanji.
«Il tuo haki tonalità dell’osservazione si è potenziato dopo le ultime imprese, Rufy-kun.» osservò Jinbe.
«Peccato, lo avrei potuto fare a fettine!» dichiarò Zoro.
«Però sento una presenza molto forte.» continuò Rufy.
«Comunque sarà una fermata solo per fare provviste. Guai a voi se combinate guai!» disse frettolosamente Nami.
Rufy voleva vedere di chi fosse quella presenza.
“Proviene dalla foresta, devo scoprire chi è!” pensava il capitano.
Allora Rufy eccitatissimo si parò istantaneamente davanti alla navigatrice e con la sua faccina più tenera implorò la rossa «Nami, guarda che bella foresta! Possiamo esplorarla?! Esploriamo la foresta?! Dai?! Dai!? Dai!?».
Nami commise l’errore di guardarlo nei suoi occhi imploranti.
Aveva già perso.
“E poi è lui il mio capitano…” pensò la rossa.
«Ok capitano!» gli rispose dandogli un pugno in testa «Basta che non fai quella faccia! Mi fa sentire a disagio.».
«Evvai!» urlò Rufy da terra.
 
Nami prese 10 bastoncini, 9 lunghi e uno corto.
«Chi prende il più corto rimane a guardia sulla nave!» comandò Nami.
Ognuno prese un bastoncino.
Il più corto toccò a Zoro.
«Almeno non dovremo andare a cercarlo per tutta l’isola!» disse Sanji punzecchiando lo spadaccino.
«Stai zitto, cuoco da due soldi! Io non mi perdo mai!» ringhiò Zoro.
«Ma se non sai nemmeno dove sei ora, Marimo!» rispose, accigliato, il cuoco.
«Vuoi che ti faccia a fettine?!» disse mentre stava portando la mano all’elsa della Wadō Ichimonji.
«E che io ti prenda a pedate?!» ribatté piccato Sanji.
Da dietro arrivò Nami che stese entrambi con i suoi “pugni della pace”.
 
«Ci divideremo! Allora: Usopp, Franky e Brook andate alla ricerca di legname e materiale utile per i vostri lavori; Sanji, Jinbe e Chopper occupatevi di rifornimenti per cucina e infermeria. Io e Robin faremo shopping e porteremo il capitano a esplorare la foresta, così non si perderà. Zoro starai a guardia della nave. Non dormire!» terminò il discorso Nami.
«Ronf Ronf» Zoro già russava rumorosamente.
Nami caricò il suo “destro del risveglio” e…
«Ahia! Strega!» brontolò Zoro.
«Non devi dormire quando sei a guardia della nave!» ribatté Nami e poi si rivolse a Brook con fare seducente «Per favore Brook, potresti rimanere con lui sulla nave?».
«Però mi mostreresti le tue mutand – fu interrotto da Nami col destro “penitenza del pervertito” – Ahia! Ok, così inizierò a comporre una nuova melodia!» disse lo scheletro accettando la “gentile” richiesta della bella navigatrice.
 
Qualche ora dopo in centro due meravigliose donne stavano camminando seguite da una montagna di pacchi, buste e un cappello di paglia.
A un certo punto la testa sotto al cappello di paglia e un lungo collo di gomma si alzarono sopra il mucchio di pacchi in movimento.
«Ragazze, avete finito?! Io voglio esplorare la foresta!!» disse Rufy.
«Sì, capitano.» rispose l’archeologa «Tu vai con Nami a portare le borse alla Sunny. Così non ti sentirai solo! Fufufufu Io intanto faccio due domande sulla storia del posto. Ci vediamo qui fra 30 minuti.»
“Così non ti sentirai solo?! A che gioco stai giocando Robin!?” pensò Nami.
«Ok! Andiamo Nami!» disse Rufy col suo sorriso più largo.
«Sì Rufy.» rispose un po’ confusa Nami.
 
In poco tempo capitano e navigatrice erano arrivati alla Sunny e avevano posato tutte le borse.
«Ehi Rufy, che cosa voleva dire Robin prima?!» chiese Nami dopo averci pensato per tutto il tragitto.
«Prima quando?!» chiese spaesato il moro.
Nami gli tirò il “pugno della memoria”.
«Prima Robin ha detto “tu vai con Nami, così non ti sentirai solo”. Cosa vuole dire? Lei sa qualcosa che io non so? Ti senti solo ultimamente? Sei triste per qualcosa?!» la rossa lo tempestava di domande.
«Calma, calma! Troppe domande Nami.» disse il moro interrompendo il flusso di parole senza fine della nakama.
“E ora che le dico alla mia Nami!?” pensava Rufy.
Il pirata si massaggiò le tempie.
«Ultimamente mi sento un po’ strano.
Dormo poco la notte, mi brontola sempre lo stomaco…
È come se carne e avventure non mi bastassero più.
Vorrei… vorrei una cosa ma forse non sono abbastanza… beh abbastanza qualcosa per ottenere quella cosa… Non lo so spiegare bene!» provava a spiegarle il moro.
«E Robin che c’entra?!» strillò Nami più acida che mai.
“Cosa mi prende?! Devo essere stanca…” disse fra sé e sé la rossa.
«Tranquilla Nami!» le rispose Rufy «Ho chiesto consiglio a Chopper che non ha trovato nulla di strano e mi ha mandato da Robin. Lei ha detto che dovevo capire bene cosa o chi volessi. E beh, a quello ci sono arrivato!».
«E quindi?!» strillò ancora Nami.
“Di nuovo!? Ma che mi succede? Forse sono gelosa della sorellona?! No, non è possibile!” pensava Nami.
«Quindi devo trovare la maniera di capire se posso… ottenere quella cosa. Ecco Robin mi ha detto che devo parlare, chiedere. Non tutto si può ottenere con haki, braccia allungabili o denaro. Così ha detto lei.» affermò Rufy arrossendo un po’ sotto l’ombra del suo cappello «Ora però torniamo in città! Non vorrei tardare e perdermi la foresta!».
«Baka!» lo insultò Nami mentre gli stava già tirando il “pugno del guastafeste”.
“Oh Rufy, perché mi fai sentire così e poi... ti perdi nella foresta! Ma no, sicuramente non parlava di quel sentimento… Sì, è cresciuto fisicamente, ormai è un vero uomo. Bello, alto, muscoloso, carismatico… Ma che sto pensando!? Un imperatore, il futuro Re dei Pirati… Calmati Nami, fai un bel respiro. Tu sei solo la sua navigatrice.”
«Ehi Nami! Perché ti sei imbambolata?! Ti carico sulla schiena perché siamo in ritardo! Reggiti forte!!!» urlò mentre allungava le sue braccia su di lei e se la caricava sulla schiena.
 
Zoro intanto si era visto la scenetta sorridendo e sghignazzando «Qualcosa si sta muovendo… Era l’ora!».
«Yohohohohoho» si aggiunse Brook «Scriverò una canzone d’amore!».
 
Rufy intanto correva a perdifiato con Nami sulla schiena.
“Robin ha detto che non posso ottenere tutto allungando le braccia, ma forse si sbagliava!” pensava il futuro Re dei Pirati.
 
In città nello stesso momento Robin stava parlando con degli anziani del posto.
«C’è una storia che si tramanda di padre in figlio su questa isola. Si dice che in quella foresta ci siano delle rovine e una roccia antichissima e indistruttibile!» le raccontò un vispo vecchietto vestito di stracci mentre, fra un sorriso e l’altro, mostrava di aver perso metà dei suoi denti.
“Che sia un Poignee Griffe!?” si chiese l’archeologa.
Una vecchia si avvicinò «Signorina, stia attenta. In quel bosco potrebbe esserci una creatura molto pericolosa. Si dice che un giorno di 15 anni fa un mostro prese possesso del corpo di un ragazzino maledetto e uccise sua madre e dei soldati. Poi, dopo essersi macchiato gli artigli di sangue, scappò nel bosco e da allora nessuno lo ha
 più visto.».
“Un mostro che prende possesso del corpo di un ragazzo?! Che strana storia! Forse un Frutto del Diavolo?!”
«Tenga gli occhi ben aperti sia in terra che in cielo!» la ammonì la vecchia.
«Grazie a entrambi!» rispose Robin sorridendo gentilmente.

«Robin!!!» l’archeologa sentì un urlo familiare alle sue spalle.
Si voltò e vide il suo capitano con la sua sorellina sulle spalle.
“Il capitano avrà già ottenuto ciò che voleva?!” pensò mentre principiava a ridere «Fufufu Sono qui!».
 
Era una bella giornata e c’era una foresta che aspettava solo di essere esplorata.
 
 
 
 
 
 
Note
1 Bodda in toscano significa rospo. Questa parola viene spesso usata per etichettare una persona con una pancia enorme.
 
 
Angolo dell’autore
La mappa è fatta a mano e si vede.
Se qualcuno di voi ha più talento di me (ci vuole poco! xD) e voglia di fare una mappa più seria, inviatemela e la inserirò nei prossimi capitoli con ovvi ringraziamenti e citazione.
Se volete uno spoiler sulla creatura della foresta, cercate su facebook la pagina "Mountain D. Henry".
Per il resto fatemi sapere cosa ne pensate.



 

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Capitolo 3
*** La Foresta ***


La Foresta

Big Forest Island
Centro città
12:30 a.m.



La ciurma era sparsa per la città.

Usopp, Franky, Jinbe, Sanji e Chopper si incontrarono.
«Oi, ragazzi! Noi abbiamo finito le nostre compere!» disse Usopp.
«Anche noi.» rispose Sanji.
Tutto ad un tratto sentirono gridare «Robin!!!».
Alzarono gli sguardi e videro il loro capitano che stava correndo e urlando.
Appena il capitano si fermò vicino all’archeologa venne raggiunto dagli altri cinque nakama.
Nami aveva ancora gli occhi chiusi e stava pensando “Come si sta bene sulle spalle del futuro Re dei Pirati!”.
Quando si accorse della presenza di gran parte della ciurma, la rossa scese velocemente e disse «Baka! Potevo correre con le mie gambe!» mentre tirava a Rufy uno dei suoi “pugni dell’imbarazzo”.
Sanji era furente «Cosa stavi facendo alla mia bella Nami!!!???».
«Uh, niente! Eravamo in ritardo!» rispose tranquillo Rufy «Piuttosto mi fai da mangiare?! Ho fame!!!».
Franky intanto teneva fermo il cuoco arrabbiato.
Appena recuperata la calma, il biondo disse «Ho preparato dei cestini stamattina.» poi si rivolse con fare galante a Nami e Robin «Questi sono per le mie dee.».
«E io!?» chiese Rufy triste.
«Questo è il tuo, pozzo senza fondo! » rispose il cuoco un po’ alterato «E questi sono i cestini degli altri.».
Rufy prese il cestino, lo aprì e iniziò a mangiare rapidamente.
Il menù era a base di polpo.
Usopp li aveva pescati il giorno prima dall’acquario della Sunny e Sanji li aveva cucinati in tanti modi diversi: polpette takoyaki; polpo “brillo” con carote, zucchine e porri; polpo bollito allo zenzero; carpaccio di polpo e carciofi; insalata di patate e polpo; polpo alla galiziana.
«Grazie Sanji! Buonissimo! Ce n’è dell’altro?!» il capitano aveva già finito tutto.
«No, questo è tutto!» sentenzò Sanji.
«Uffa!» rispose Rufy.
«Bene Sanji.» iniziò l’archeologa «Io, Nami e il capitano andiamo nella foresta. Voi finite le vostre compere, andate a posare la merce sulla nave e aspettateci lì!».
«Ma io voglio venire con voi! Nami-chwan! Robin-swan!» disse con gli occhi a cuore il cuoco.
“Come me lo scollo questo!?” pensò Robin.
«No, i compiti assegnati stamattina erano questi. Mi sentirei inutile se non riuscissi a portare a termine le mie mansioni!» rispose al cuoco Robin.
Sanji cadde a terra dalla delusione.
«Se è per la vostra felicità va bene, mie dee!» disse rassegnato Sanji.
“Che strana argomentazione! Non è che Robin vuole fare da cupido fra me e Rufy?!” ragionava intanto Nami.
«Yosh! Allora andiamo!!!» urlò Rufy sorridendo.
 
10 minuti dopo Rufy, Nami e Robin erano arrivati all’ingresso del bosco.
«Ascoltate ragazzi, devo mettervi al corrente di alcune cose prima di entrare.» affermò l’archeologa.
“Ti prego non qualcosa relativo a me e Rufy!” pregava fra sé e sé la rossa.
«Secondo le informazioni raccolte fra la gente del posto si dice che nella foresta ci sia una roccia indistruttibile, forse è un Poignee Griffe!» disse l’archeologa con gli occhi brillanti «Inoltre nel bosco potrebbe esserci una creatura molto pericolosa. Una vecchia signora mi ha detto che un giorno di 15 anni fa un mostro prese possesso del corpo di un ragazzino e uccise diverse persone. Poi scappò nel bosco e da allora nessuno lo ha più visto. Forse si tratta di un ragazzo che ha mangiato un Frutto del Diavolo.».
«Potrebbe essere la forte presenza che avverto su questa isola! Shishishishi» ridacchiò Rufy con gli occhi brillanti.
“Per fortuna non è nulla di imbarazzante!” fece un sospiro di sollievo Nami.
«Allora Rufy tu ci devi proteggere!» disse Nami «E devi aiutare Robin a trovare il Poignee Griffe. D’altra parte è una parte del suo sogno!».
«Non importa che me lo ricordi!» rispose il capitano mentre le faceva una linguaccia.
«Andiamo a cercare il mostro!» urlò tutto contento Rufy.

Camminavano da 20 minuti.
Da quando erano entrati in quella foresta erano già stati attaccati da branchi di cani randagi e gatti selvatici, stormi di pappagalli e di sciami di scarabei.
«Qualcuno non ci desidera in questa foresta!» suppose Robin.
«No, questi animali vogliono solo giocare con noi!» disse Rufy sorridendo.
«Baka! Non vedi che ci vogliono uccidere?!» urlò indispettita Nami.
Nella boscaglia Robin intravide un grande gufo imperiale alzarsi in volo.
L’apertura alare di due metri, il piumaggio bruno-dorato, il becco stranamente ricurvo, le sopracciglia regali.
Si dirigeva verso il centro della foresta.
“Che strano! Un gufo di giorno...” pensò Robin.
Quella vecchia le aveva detto di stare attenta al cielo e alla terra.
“Chissà se è pericoloso quel gufo?” si chiedeva la bella 31enne.
 
Il gufo dopo un lungo volo atterrò in una radura al centro della foresta.
Sopra ad un enorme cubo di pietra nera con strane incisioni apparve l’ombra di una enorme bestia umanoide con maestose ali piumate.
«Sire, ho inviato i mega rinoceronti rosa!» parlò il gufo in linguaggio animale «Però questi intrusi sono molto pericolosi.».
La bestia scese dal cubo e disse «Allora andrò a vedere di persona!».
La creatura cambiò forma.
Ora camminava a quattro zampe: era più piccolo e agile e le sue ali si erano allungate.
Con i muscoli possenti dei suoi arti saltò al di sopra degli alberi millenari che cingevano la tranquilla radura.
Spiegò le sue ali e sparì nel cielo a velocità supersonica.
 
Intanto Rufy, Nami e Robin erano stati circondati da enormi rinoceronti rosa, grandi almeno il doppio dei comuni rinoceronti.
La rossa, arrabbiata e spaventata, spronava il suo capitano «Rufy, allora cosa aspetti?! Mettili tutti al tappeto! Vuoi che ci facciano fuori?!».
Il moro fissava gli occhi di quella donna indomabile.
«Li sistemo subito!» replicò alla bella navigatrice.
Fece un respiro profondo, guardò quelle simpatiche creature un po' dispiaciuto e utilizzò il suo haki tonalità del Re conquistatore.
Tutti i rinoceronti crollarono a terra.
La foresta cominciò a tremare.
Gli alberi sembravano sussultare e spostarsi per lasciare spazio al passaggio di un qualcosa di misterioso.
Una creatura si stava avvicinando.
Nami terrorizzata abbracciò Rufy «Uffa! Perché quando siamo insieme succede sempre qualcosa di pericoloso!?» chiese al moro.
Rufy le sorrise.
“Sono proprio una bella coppia! Fufufufufu” pensò Robin mentre scioglieva la sua espressione impassibile in un sorriso molto elegante.
 
Tutti i rumori cessarono.
La foresta non tremava più.
Dietro ad alcuni alberi si intravedeva una alta figura umana.
Stava camminando verso i tre mugiwara.
Si sentì una voce profonda e maestosa chiedere «Voi chi siete? Perché siete entrati nella mia foresta?».
 
Il sole era alto nel cielo e il Re era uscito allo scoperto.




Angolo dell'autore
Capitolo di transizione con un po' di RuNami, rinoceronti rosa, gufi strafighi e spoiler più o meno nascosti sul prossimo capitolo.
Fatemi sapere se vi piace.

Entro il 15/04 esce un altro capitolo e credo che vi piacerà un mondo il nuovo personaggio!
Se ci riesco lo pubblico subito domani perché in questo capitolo c'è poca "carne al fuoco"! xD

Un caro saluto da Henry.

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Capitolo 4
*** La storia di Mountain D. Henry ***


La storia di Mountain D. Henry

Big Forest Island

Foresta

1:45 p.m.

I tre mugiwara si trovavano nella foresta di Big Forest Island.
 
Quello che gli si parò davanti era un uomo alto circa due metri, con una muscolatura molto sviluppata.
Occhi marroni con pagliuzze dorate, capelli castani scompigliati e barba di qualche giorno.
Era a torso nudo e la sua pelle, ambrata da tanti soli, emanava un odore simile a quello della linfa del pino silvestre.
Al polso sinistro portava una catenina d’oro come braccialetto.
Sulle spalle un mantello di pelliccia di un orso bruno era fermato da una vecchia spilla sopra i suoi pettorali.
Indossava dei vecchi pantaloni un po’ rovinati dal tempo, chiusi in vita da una cintura di denti di animali.
L’uomo, scalzo, si avvicinò ancora e ripeté  «Voi chi siete?».
Rufy alzò il suo sguardo, lo fissò negli occhi e disse «Io sono Monkey D. Rufy, colui che diventerà il Re dei Pirati!».
L’uomo allora con sguardo serio si mise a osservare il pirata di gomma «Pirati? Siete lontani dal mare, questo non è posto per pirati! Che cosa volete?» domandò.
Robin, fino a quel momento un po’ in soggezione di fronte a una figura tanto maestosa, prese la parola «Il mio nome è Nico Robin e sono un’archeologa. Lei – indicando la rossa – si chiama Nami ed è una navigatrice. Rufy è il nostro capitano. Siamo venuti in questa foresta per vedere la roccia indistruttibile perché potrebbe contenere importanti tracce di una storia persa nella memoria 800 anni fa.»
“Che occhi profondi ha questa donna. Aspetta 800 anni fa?! Il secolo buio?” si interrogò l’uomo.
«Perché dovrei fidarmi di te, donna?!» chiese con tono grave il Re della foresta «Gli esseri umani non mi hanno mai accettato. Io sono il Re di questa foresta e voi non porterete via i patrimoni di questo regno!».
«Non vogliamo portarti via nulla. Vogliamo solo leggere quello che è scritto sopra quella pietra, per favore!» disse Robin con tono gentile.
“Come sa delle scritte? Forse devo darle una possibilità…” pensava il Re.
«Io invece volevo incontrare te!» interruppe i due Rufy «Percepisco che sei fortissimo!».
Allora l’uomo lo guardò con sguardo fiero, gonfiò il petto e con voce imperiosa disse «Io sono Mountain D. Henry e sono il Re della Foresta. Il cielo e la terra sono il mio dominio. Non troverai creatura più forte di me su questa isola.».
“Un altro portatore della D.?” si chiese Robin.
«Mi piacerebbe molto conoscere la tua storia. Raccontacela. Ti prego, o Re della foresta!» domandò l’archeologa.
«Va bene donna! Solo perché me lo chiedi tu.» rispose Henry.
«Sono nato su questa isola 30 anni fa.
Non ho mai conosciuto mio padre. Mia madre invece era una povera donna che lavorava tutto il giorno per riuscire a farmi vivere come un bambino normale di questo paese.
Io stesso dall’età di 10 anni ho iniziato a lavorare per darle una mano. Facevo tanti lavoretti e quando non c’era niente da fare andavo a cercare sulle spiagge dell’isola gli oggetti che il mare portava via dal vicino cimitero delle navi naufragate.
Ovviamente andavo anche a scuola grazie ai sacrifici di mia madre.
Avevo un dono: ero un campione con gli scacchi, nessuno mi ha mai battuto.
Però questo dono si rivelò presto come una maledizione: nessun ragazzino voleva giocare a scacchi con me, non volevano farsi battere da un povero.
Un giorno di 15 anni fa trovai sulla spiaggia un piccolo forziere con all’interno un Frutto del Diavolo.
Ero felicissimo: con i soldi ottenuti dalla sua vendita io e mia madre avremmo potuto vivere più serenamente.
Tornai di corsa da lei.
Fuori dalla porta della nostra piccola casa trovai degli esattori delle tasse e alcuni soldati. Mia madre non aveva pagato l’ultima rata delle tasse e per questo la stavano portando via per fare di lei una schiava.
Allora senza nemmeno pensarci mangiai il frutto del diavolo e mi trasformai in una bestia. Mi sentivo fortissimo! Riuscivo anche a volare. Sentivo di poter imperare sui cieli e sulle terre.
Intanto i soldati mi avevano circondato ed erano pronti a sparare.
Mia madre, ammanettata, si interpose fra noi e cadde a terra sotto una raffica di proiettili dei loro fucili. E’ morta fra le mie braccia.
A quel punto tutta la rabbia che avevo in corpo uscì. Nessuno di quei maledetti rimase in piedi.
Orfano, scappai nella grande foresta. Scappavo da un mondo crudele che mi aveva sempre fatto sentire solo e diverso.
Qui sono il Re, tutti mi rispettano.
Sono stato 15 anni senza incontrare un uomo degno della mia fiducia.».
 
Rufy aveva seguito quasi tutto il discorso, perdendo la concentrazione ogni tanto come di consueto.
«Figo! Sai volare!» disse il capitano dei mugiwara.
«Baka!» sentì Rufy prima di venire steso da un “pugno dell’insensibilità” di Nami «Questo uomo ha sofferto così tanto e tu pensi al fatto che può volare?!» gli gridò contro.
Il Re della foresta guardava la scenetta un po’ imbarazzato.
Poi continuò a parlare «Realizzerò il tuo desiderio, Nico Robin. Sento che mi devo fidare di te.».
«Grazie Mountain D. Henry.» ringraziò il suo benefattore Robin.
«Ti prego di non tradire la mia fiducia.» aggiunse con tono grave Henry.
«Hey “Montagnetta”!» Rufy si rivolse con tono di sfida a Mountain «Io voglio volare. Mi faresti fare un volo?!».
«Chi ti credi di essere? Perché un Re dovrebbe farsi cavalcare da un pirata?!» gli rispose Henry.
«Uffa! Facciamo così: lottiamo! – gli propose il pirata – Se io vinco tu mi farai volare tutte le volte che voglio e ti unirai alla mia ciurma.».
«E se vinco io voi rimarrete a farmi compagnia per tutto il tempo che vorrò!» aggiunse il Re.
«Va bene!» accettò il moro «Ragazze, allontanatevi di qualche decina di metri!».
 
La lotta stava per iniziare.
«Allora futuro Re dei Pirati, sei pronto?!» spronò il suo avversario Henry.
«Sono sempre pronto! Non vedo l’ora di volare!» gli rispose Rufy.
«Partiamo!» gridarono entrambi.
Rufy corse verso di lui e gli tirò un pugno «Gom Gom Pistol!!!».
Henry si parò di riflesso con gli avambracci, sorpreso dal braccio allungato dell’avversario.
«Allora anche tu hai mangiato un Frutto del Diavolo!» osservò il Re della foresta.
«Certo! Io ho mangiato il frutto Gom Gom. Sono un uomo di gomma!» rispose il pirata.
«Allora anche io utilizzerò i poteri del mio Frutto!» replicò Henry.
«King-Step!!!» urlò infine.
L’uomo gettò per terra il mantello e iniziò una trasformazione immerso in un fascio di luce dorata.
«Roar!!!» si sentì un ruggito.
Dalla luce dorata uscì fuori una creatura alta circa quattro metri e lunga oltre sette.
Le zampe posteriori erano di un leone mentre le anteriori erano artigli di un’aquila.
Il corpo da leone era ricoperto nella parte anteriore e sulla coda di piume brune, dorate, e rossicce.
Sulla schiena spuntavano due ali enormi e maestose.
Il volto si era trasfigurato in quello di un’aquila.
Un becco minaccioso, due grandi occhi marroni con pagliuzze dorate, due orecchie da felino affusolate e una criniera di piume.
Il Re degli animali del cielo e della terra: il Grifone!
 
Ora il vero combattimento poteva iniziare.




Angolo dell'autore.
Ciao a tutti/e.
Siete tantissimi a leggere e recensire i capitoli di queste storie e per questo sono contentissimo.
12 recensioni
, 228 visualizzazioni per il primo capitolo, 192 per il secondo e 97 per il terzo.
Fra l'altro il terzo capitolo lo ho pubblicato a un orario improbabile la domenica sera, quindi molti non lo hanno ancora letto.
Credo che ora proverò a tenere una cadenza settimanale. Tutti i lunedì sera verso le 20 pubblicherò un nuovo capitolo.
Ditemi se vi va bene e se avete eventuali suggerimenti a riguardo.

Per quanto riguarda questo capitolo spero che vi sia piaciuto il nuovo personaggio e il suo Frutto del Diavolo.
La sua storia è forse un po' triste, ma la vita non è sempre rosa e fiori.
Se poi andiamo a vedere i personaggi di Oda, vi sfido a trovarne uno con una famiglia normale! xD
Fatemi sapere cosa ne pensate di capitolo e personaggio.

Un caro saluto da Henry.

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Capitolo 5
*** La battaglia dei due Re ***


La battaglia dei due Re

Big Forest Island
Foresta
3:00 p.m.



Si era riunito un piccolo pubblico ai margini dello spiazzo dove stavano combattendo il futuro Re dei Pirati e il Re degli animali del cielo e della terra.
C’erano diverse strane creature che incitavano il loro Re.
Zebre a strisce nero-gialle, cavalli con le corna, mucche a sei zampe… c’era di tutto!
 
“Che creatura meravigliosa!” pensava Robin guardando il grifone.
Poi si avvicinò a Nami e le disse «Il Frutto che ha mangiato l'avversario di Rufy deve essere uno Zoo Zoo Mitologico. Per la precisione del tipo Gurifin Gurifin1. Sono frutti rarissimi!».
«Che poteri potrà mai avere oltre a saper volare?» chiese la rossa.
«Non lo so ma posso fare delle ipotesi. Secondo le leggende il grifone custodiva l’oro degli Dei nella sua tana. – intanto a Nami era venuta la faccia a Beli - Era un animale molto potente e temuto. Tutti coloro che provavano a rubare i suoi tesori finivano male. Questo animale è l’unione dell’animale dominante sulla terra, il leone, con quello dominante in cielo, l'aquila. Inoltre hai notato lo strano comportamento degli animali che abbiamo incontrato in questa foresta? - Nami annuì con la testa - Si può dedurre che abbia il potere di comandare gli animali!» concluse l'archeologa. 

Rufy intanto era come pietrificato.
Nami lo guardava da lontano preoccupata “Che gli succede?”.
«Ehi tu, Re dei Pirati!» lo chiamò Mountain «Ti sei imbambolato?!».
Gli occhi di Rufy presero a brillare come le stelle del firmamento «Che figata!!!!!! Hai delle ali bellissime!».
Il Re della Foresta era diventato rosso sentendosi imbarazzato.
«Ehi, mi hai chiamato Re dei Pirati!?» realizzò Rufy «Così mi metti in imbarazzo!».
Ora entrambi gli sfidanti stavano gongolando un po’ imbarazzati in mezzo al campo di battaglia.
«Lottiamo!» dissero in coro i due.
«Sword-Wings» due fendenti uscirono dalle ali del grifone e colpirono l’uomo di gomma che fu lanciato contro degli alberi.
«Allora sei veramente forte!» si rialzò Rufy «Gear Second!».
Il moro iniziò a fumare.
Si lanciò all’attacco «Jet Bazooka!».
«Shield-Wings» parato!
«Beak-X» il grifone lanciò una beccata intrisa di haki tonalità armatura.
Rufy attivò anche il suo haki tonalità armatura «Jet Pistol!!».
Si vedevano scintille di haki fuoriuscire dai loro colpi incrociati.
«E così anche tu conosci questa tecnica!» esclamò allontanandosi il grifone.
«Certo! E’ strano che tu la abbia appresa…» ribatté Rufy.
«Ho appreso questa tecnica combattendo quando ero bambino con le bestie più feroci di questo posto. Ho chiamato questa tecnica "X" perchè la sua natura per me è ancora un'incognita!» ribatté Henry.
“Fufufufu, battuta degna di uno studioso di Ohara!” sorrise Robin.
«Questa tecnica si chiama haki. Dopo che ti avrò sconfitto te la spiegherò meglio se vorrai!» affermò Rufy sicuro di sé.
«Dimmi: perché mi vuoi nella tua ciurma?» domandò il grifone.
«Tu mi piaci. Sei un forte guerriero e una buona persona.» sorrise il capitano, per poi aggiungere con tono più serio «Sei venuto incontro a noi per evitare altri problemi ai tuoi amici animaletti. Sei solo, non hai avuto tanti amici e per questo sei un po’ triste. Mi ricordi un po' la mia nakama Robin... Ma la vita va avanti, montagnuccia!».
“Oh Rufy!” disse fra sé e sé Robin mentre il suo passato le scorreva nella testa e una lacrima sul viso.
«La vita è più bella quando puoi andare per mare con degli amici alla ricerca di mille avventure! Shishishishi» terminò il suo discorso Cappello di Paglia.
Il grifone riprese le sue sembianze umane.
Mountain D. Henry cadde in ginocchio.
Due lacrime gli rigavano il volto.
«Monkey D. Rufy, tu sei un uomo degno della mia fiducia. Mi unirò alla tua ciurma se lo vorrai!» sentenziò.
«Prima bisogna finire di combattere!» disse Rufy.
«Mi arrendo. Non ho più motivi di combatterti. E poi ho come l'impressione che tu ci sia andato piano.» terminò Henry.
«Evvai! Non vedo l’ora di dire a gli altri che abbiamo un nuovo nakama che sa anche volare!» gridò Rufy mentre saltava dalla gioia.
«Dopo questo scontro però mi è venuta una fame immensa!» aggiunse.
«Allora lascia che le creature della mia foresta cucinino per te!» suggerì Henry per poi ordinare «Vieni a me Imperius!».
Il gufo imperiale planò sulla sua spalla.
«Imperius, porta il mio ordine ai topi delle cucine: preparate un po’ di cibo per il mio nuovo amico!».
“Topi!? Bleah!” pensò Nami.
Sì udì un rumore “cavernoso” uscire dallo stomaco del pirata di gomma.
«Molto cibo!» si corresse Mountain.
 
«Allora Nico Robin» Henry si rivolse all’archeologa «Posso esaudire il tuo desiderio? Posso condurti alla roccia indistruttibile?».
Robin lo guardava con una espressione indecifrabile.
«Mountain D. Henry, sarei felicissima se tu mi accompagnassi al Poignee Griffe di questa isola.» per poi aggiungere «Comunque mi puoi chiamare anche solo Robin! Fufufufufu» sorridendo.
«E tu puoi chiamarmi anche solo Henry.» rispose, incantato da quella risata, l’uomo-grifone.
«Speed-Step» Mountain D. Henry si trasformò nuovamente in un grifone, però era più piccolo.
Grande circa quanto un cavallo, con le ali più lunghe e strette rispetto al King-Step, e il corpo più affusolato.
Il grifone si inginocchiò davanti all’archeologa.
«Sali!» le disse.
La donna dai capelli corvini provò un po’ di imbarazzo.
“Cavalcare un animale mitologico così bello…” pensava “Però me lo ha chiesto lui!”.
Salì sopra la schiena del grifone, il quale si alzò sulle quattro zampe e disse «Ah Rufy, ti dispiace se ti porto a volare più tardi? – il moro lo guardava contrariato - Avevo promesso prima a Robin di esaudire il suo desiderio. Comunque aspetta qui che sta arrivando il cibo!» concluse Mountain.
Rufy sentita la parola “cibo” avrebbe accettato qualsiasi tesi del grifone «Va bene! Vi aspettiamo qui!».
 
Henry e Robin si alzarono dolcemente in volo e si diressero verso il centro della foresta.
 
Nami guardò Robin pensando “Forse la sorellona si è infatuata di quello strano uomo-bestia-custode dei tesori!” arrossì “Aspetta: forse vuole solo lasciarmi sola con Rufy! Infame! Mi vendicherò!”.
Rossa come un peperone e confusa si avvicinò al suo capitano chiedendogli «Che si fa intanto?».
«Ci rilassiamo un po’. Hai voglia di parlare di qualcosa?».
 
Il sole, vicino alla fine della sua corsa, sembrava stanco ma nell’aria di quella foresta si respirava una nuova felicità.




Gurifin in giapponese significa Grifone

Angolo dell'autore
Ciao a tutti!
In questo capitolo vediamo la fine dello scontro (anche se hanno combattuto poco) e le abilità in combattimento del nuovo personaggio.

Spero che vi sia piaciuta la gestione del tutto.
Per quanto riguarda la RuNami vedremo molto di più nel prossimo capitolo perché i due piccioncini rimangono da soli! ahahahahah
Poi poi poi: Gurifin Gurifin no mi.
Ho previsto le canoniche 3 forme: King-step, Speed-step e Twolegged-step.
Voi che frutto del diavolo vorreste possedere?
Anche frutti mai visti nel manga.
Fatemi sapere, sono proprio curioso!

Nelle ultime recensioni mi sono potuto confrontare con Sabryna_001, Roxy001, Roxanne_16, MissLove_02 e Corvina22.

Grazie, è stato molto bello.
Per esempio con Corvina22 abbiamo fatto una interessante discussione sulla coppia RuNami.
Lei mi aveva detto "
Per quanto riguarda il capitolo l'ho adorato, anche se non avevo capito che Rufy fosse già innamorato e mi hai sorpreso piacevolmente ,per una volta è Nami quella che deve ancora capirlo." e io avevo provato a risponderle "Per quanto riguarda Rufy credo che, nonostante le apparenze, sia più facile per lui capirsi piuttosto che per Nami.E' difficile che lui non sappia cosa vuole (ad esempio "diventerò il re dei pirati" oppure "andate a riprendere Nami, voglio solo lei come navigatore"...) e, appena scopre cosa vuole, è difficile che non faccia qualcosa per ottenere ciò che vuole (ad esempio quando distrugge lo studio di Nami ad Arlong Park). Nami la vedo più sentimentale, più profonda ma anche più riflessiva e sulla difensiva. Pensaci, non è così scontato che sia Nami quella che prende in mano le redini della loro possibile storia d'amore.".
Voi che ne pensate?
Fatemi sapere.


Nei prossimi 7 giorni usciranno in via del tutto eccezionale due capitoli.
Uno il lunedì come di consueto e uno il 25 aprile perché è festa.

A presto!

 

 

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Capitolo 6
*** Il Poignee Griffe per Re Tegas ***


Il Poignee Griffe per Re Tegas 

Big Forest Island
Sopra la foresta
4:30 p.m.

 

Il grifone stava volando una decina di metri sopra la cima degli alberi della foresta.
Volava lentamente mentre le sue piume, colpite dai raggi del sole, riflettevano luce dorata.
La brezza gentilmente accarezzava il volto della donna che lo cavalcava.
C’era silenzio.
L’archeologa vedeva ora il mondo da una prospettiva diversa: la prospettiva di una creatura del cielo.
C’erano degli uccellini che saltellavano fra le punte di quegli alti alberi secolari.
Quelle stesse punte erano di un colore e avevano un odore diversi da quelli che era abituata a percepire camminando nel bosco.
Un verde intenso, vivo, impregnato delle speranze e dei sogni di tutti gli abitanti di tutti i tempi di quella foresta.
Un odore che ricordò a Robin quello che aveva sentito poco tempo prima emanare dalla pelle ambrata dell’uomo-grifone.
«Se vuoi posso andare più veloce!» prese la parola Henry «Sto andando lentamente perché la prima volta è un po’ strano…».
«E’ bellissimo!» lo interruppe l’archeologa «Speciale.».
«Bene.» sospirò il grifone.
«Prima il capitano ha detto che gli ricordavo te, che anche tu eri sola al mondo... Hai voglia di parlarne?» la interrogò.
«E’ una lunga storia...» disse seria Robin «Comunque ora non sono più sola grazie ai miei nakama.».
«Scusami, non dovevo essere così invadente!» si scusò Henry.
«Non importa che ti scusi. Prima o poi magari ne parleremo.» chiuse il discorso l’archeologa con una espressione indecifrabile per il grifone.
 
Intanto nello spiazzo dove avevano combattuto Henry e Rufy, Nami e il suo capitano erano seduti all’ombra di un albero.
«Di cosa vuoi parlare, Rufy?» lo interrogò Nami.
«Non lo so…» disse Rufy concentrandosi tanto da diventare rosso.
“Fare conversazione non è mai stato il tuo forte, Rufy!” pensava Nami.
Dopo qualche decina di secondi di sforzo, Rufy “partorì” un «Che ne pensi del nuovo nakama?».
«Mountain D. Henry? - continuò senza aspettare eventuali risposte la rossa - Sembra un guerriero molto forte e una brava persona. La sua storia è molto toccante. Però non lo conosco ancora abbastanza per fidarmi di lui. Infatti non capisco perché lo hai lasciato andare via con Robin!» protestò.
“Fra l’altro per colpa loro ora sono sola soletta con te!” pensò Nami.
«Tranquilla, ci si può fidare di lui! Me lo sento!» le sorrise Rufy.
«Sai capitano: Robin mi ha detto che i grifoni nelle leggende proteggevano i tesori degli Dei, quindi qui in torno potrebbe esserci dell’oro!» concluse con la faccia a Beli la navigatrice.
«Dopo mangiato andiamo a cercarlo! Shishishishishi!» rise Mugiwara.
«Yosh!» disse contenta Nami.
 
Nello stesso momento Henry e Robin erano atterrati nella radura dove era situato il Poignee Griffe.
«Questa è la Pietra Indistruttibile della Radura Sacra di Tegas.» disse pomposo l’uomo.
«Un Poignee Griffe.» confermò la sua ipotesi l’archeologa vedendo l’antico linguaggio impresso su quel cubo di roccia.
“Proprio come pensavo! Robin deve avere qualche legame con gli studiosi di Ohara!” pensò il Re della foresta.
«Non devi rispondermi per forza, ma devo proprio farti questa domanda: tu avevi degli amici a Ohara?» domandò Henry.
Una lacrima rigò il viso di Robin.
La donna se la asciugò, si ricompose e disse con tono fiero «Io sono l’ultima discendente di Ohara.».
Ci fu un attimo di silenzio.
“Come mai insiste così tanto sul mio passato? Mi ha portata lontana dai miei nakama per qualche losco motivo?” Robin portò le mani al petto pronta ad utilizzare il suo potere per difendersi.
«Ho già incontrato una donna proveniente da Ohara!» le rivelò Henry.
Lo shock fu tale che Robin abbandonò la sua posizione di difesa.
Ci fu ancora un attimo di silenzio.
«Come?! Dimmi subito tutto ciò che sai! E’ molto importante per me!» lo pregò l’archeologa.
«25 anni fa, quando avevo 5 anni, su questa isola arrivò una giovane donna che diceva di essere una studiosa proveniente da Ohara. Era alta e aveva i capelli bianchi. Passò un po’ di tempo con mia madre alla ricerca di un oggetto che chiamava “Poignee Griffe”. Purtroppo andò via senza trovarlo, inseguita dai marines. Sono passati molti anni da allora ma, se la memoria non mi inganna, il suo nome era Olvia.».
Nico Robin iniziò a piangere copiosamente.
“Mamma!” pensò la donna con i capelli corvini.
L’uomo-grifone si sentiva profondamente in colpa per le sue lacrime.
Si avvicinò alla donna e la abbracciò.
Così faceva sua madre per consolarlo quando si sentiva triste e solo.
Versò una lacrima anche lui.
Robin singhiozzava «Ma-mma!».
«Shhhhh… – le fece dolcemente l’uomo alto due metri – Ci sono io qui con te. Non ti lascerò sola.» disse pensando ancora a quel rituale che faceva sua madre per farlo sentire meglio.
«Tua madre era una brava donna, una brava archeologa. Sarebbe fiera di te! – poi si sganciò dalla ragazza, si tolse la catenina d’oro che portava al polso e gliela porse – Questa è l’unica cosa che mi rimane di mia madre. Spero che la accetterai. Fu un regalo che le fece Olvia. Credo che sia giusto che la tenga tu.».
Questa volta fu Robin che si gettò ad abbracciarlo mentre piangeva, lacrime via via meno amare.
«Grazie Mountain D. Henry. Sono felice che mia madre ti abbia conosciuto e sono felice di poterti conoscere anche io.» lo ringraziò Nico Robin accettando quel dono così prezioso.
 
Intanto nello stessa foresta…
«Destr’! Sinistr’! Destr’! Sinistr’! Destr’! Sinistr’!» strillava in linguaggio animale un esercito di topi dal palato sopraffino.
Nami sentì squittire in vicinanza.
«Che schifo!» urlò la rossa «Topi!!!!»
«Cibo! Cibo! Cibo!» gridò Rufy con la bava alla bocca.
Si lanciò subito sugli animaletti e cominciò a mangiare le loro pietanze cucinate con grande maestria.
Intanto i topi scappavano in preda al terrore di finire in bocca di quel mostro tanto vorace!
«E’ tutto buoniffimo!» disse a bocca piena il capitano.
«Come fai a mangiare quella roba!? Non ti fa schifo!?» chiese retoricamente Nami.
Sapeva bene che "schifo" era una parola che il suo capitano non pronunciava mai a tavola.
Rufy ingoiò il boccone «Ma è tutto buonissimo! Assaggia dai!» la invitò.
«No!».
«Dai! Non ti fidi più di me!? Ti prego!» la implorò.
La rossa arrossì “E così Rufy mi sta implorando di dividere un pasto e di fidarmi di lui!”.
«In nessun altra persona al mondo ho così tanta fiducia!» rispose.
La ragazza prese uno dei manicaretti dei topi, chiuse gli occhi e lo mangiò in un solo boccone.
«Buono però!» sorrise al moro.
«Shishishishi!» rise gioioso il capitano.
 
Nella radura del Poignee Griffe Henry e Robin si erano ricomposti.
«Sai cosa c’è scritto sopra?» chiese l’uomo indicando l'antica roccia.
«Al Re di Tegas.
Siamo stati traditi. La nostra missione è fallita. La capitale del regno è cinta d’assedio.
Alzate dal fondale gli scogli. Proteggete gli ideali e i sogni dei nostri popoli.
La volontà della D. non potrà mai essere cancellata fino a quando gli uomini avranno dei sogni.
Addio.
Il tuo amico Joy Boy.» lesse a voce alta l'archeologa.
«Uau! Tu sai leggere questa scrittura!?» disse stupefatto Mountain D. Henry «Questi caratteri sono incisi anche vicino al mio trono.» aggiunse indicando un trono in pietra poco distante.
Avanzarono e il Re della foresta indicò una roccia quadrata leggermente inclinata e incastrata nel basamento sul quale si ergeva il trono.
Sulla roccia era disegnata una croce che la divideva in quattro parti uguali, oltre a delle scritte nella lingua dei Poignee Griffe.
«Anche l’unione dei due sognatori più umili è capace di tutto: può alzare i fondali del mare o aprire il cuore di un’isola intera. A voi la mossa.» lesse Robin.
«E’ un indovinello!» esclamò Henry con gli occhi brillanti.
«Io amo gli indovinelli e i giochi di strategia!» aggiunse l’uomo-grifone mentre brillava di luce propria.
«Fufufufufufu!» rise divertita Robin.
«Sembra che si riferisca agli scogli che difendono l’isola... Sul Poignee Griffe si esortava ad alzare dal fondale gli scogli, mentre qui sta scritto che “l’unione di due sognatori può alzare i fondali del mare”…» ragionava Henry.
«Probabilmente quegli scogli non sono naturali. Sono invece uno stratagemma difensivo per proteggere l’isola dagli invasori.» suggerì la donna.
«A voi la mossa… Sognatori più umili… - una luce si accese negli occhi dell’uomo – Ma certo!».
«Robin, tu sai giocare a scacchi?» le chiese lo stratega.
«Me la cavo!» rispose con modestia l’archeologa.
«Qual è il pezzo più umile della scacchiera?» le chiese.
«Il pedone!» rispose.
«E come si muove il pedone?» continuò l’uomo.
“Ma certo!” capì Robin.
«Può avanzare di una casella.» dichiarò la donna.
I due si guardarono negli occhi e salirono in piedi nei riquadri più bassi della roccia incisa.
«Ci siamo!» disse Mountain.
Entrambi avanzarono di un riquadro.
Clic.
La roccia invertì la sua pendenza.
Si sentivano rumori metallici provenire dal terreno.
La terra tremava, gli uccelli si alzavano in volo.
Mountain D. Henry si trasformò velocemente in grifone e portò al sicuro Nico Robin.
La terrà tremo per un intero minuto.
La roccia su cui stavano in piedi poco prima si era crepata e sembrava inutilizzabile.
Il terremoto si placò.
 
Il grifone ebbe l’istinto di andare a vedere gli scogli della costa.
Non credeva ai suoi occhi.
Gli scogli si erano inabissati e finalmente quel mare era navigabile.
 
Il sole stava tramontando quando quel tratto di mare, per la prima volta dopo otto secoli, si quietava.



Angolo dell'autore
Buon 25 aprile mie care lettrici e miei cari lettori.
Oggi si prevedono strani sismi, mare calmo e topi cuochi! Ahahahahahaha
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.
Nel prossimo faremo festa e andremo a cercare tesori! xD
Chi mi scrive per primo/a nelle recensioni l'easter egg, il personaggio o citazione scherzosa che ho inserito in questo capitolo vince un premio.
Suggerimento: Sanji lo sa cucinare bene! (in foto)

Cosa non so, ma lo vince! xD
A lunedì allora!
Henry

P.s. Siamo già a 1035 visite complessive. Grazie mille! <3

 

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Capitolo 7
*** Il nuovo nakama ***


Il nuovo nakama

Big Forest Island
Thousand Sunny
7:00 p.m.
 



Il grifone e l’archeologa erano tornati da capitano e navigatrice.
Dopo aver spiegato la ragione di quel terremoto – spiegazione compresa solo dalla rossa – il nuovo nakama suggerì alla navigatrice di portare la loro nave alla Spiaggia degli Eletti così da poter organizzare una grande festa con tutti gli animali dell’isola.
«Evvai! Andiamo subito alla Sunny!» ordinò il capitano.
«Ah, Rufy!» lo richiamò Henry «Credo che potremmo arrivare alla nave in volo!».
«Evvai!» gridò Rufy «Voliamo!».
«King-Step!» l’uomo si trasformò nel grifone gigante.
«Salite, amici miei!» disse il grifone.
 
Zoro e Sanji erano nervosi sul ponte della Thousand Sunny.
«Queste scosse non mi piacciono» si rivolse a Sanji lo spadaccino «Ehi cuoco! Il capitano non è via da troppo tempo?!».
«Cos’è hai paura che si sia perso?! Non lo sai che è con le mie due dee?» ribatté il biondo.
«Ah! Le mie dee non sono ancora tornate! Speriamo che stiano bene, sennò dovrò prendere a calci Rufy!» urlava preoccupato il cuoco.
“Che tipo! Prima dice che va tutto bene, poi sbraita in preda all’agitazione!” pensava Zoro.
Ad un certo punto Jinbe saltò fuori dall’acqua e atterrò sul ponte della Sunny.
«E’ successa una cosa assurda! E’ cambiata la geografia del fondale marino dell’isola!» disse affannato il Cavaliere del Mare.
«Come è possibile, uomo-pesce?» lo interrogò Sanji.
«Deve esser stato quel terremoto. Non l’hai sentito, cuoco da strapazzo?!» lo provocò lo spadaccino.
«Certo che sì, testa d’alga!» gli rispose piccato il cuoco.
Stavano per venire alle mani quando Jinbe li interruppe dicendo «Ehi, voi due! Abbiamo compagnia!» indicando il cielo.
Una creatura stava volando nel cielo veloce come il suono.
Si abbatté un forte vento sul ponte della Sunny, sembrava che l’aria fischiasse.
I tre mugiwara chiusero un attimo gli occhi.
«Ehi ragazzi!» sentirono la voce del loro capitano «Siamo tornati!».
Zoro, Sanji e Jinbe aprirono gli occhi e videro il loro capitano con la navigatrice, l’archeologa e un altro uomo alto due metri.
Intanto Usopp, Franky, Chopper e Brook erano saliti sul ponte principale avendo sentito del trambusto.
«Bella questa nave! Mi piace quella testa di leone!» disse Henry.
«Finalmente uno che capisce subito che quello è un leone! Super!» urlò Franky nella sua abituale posa.
“Chi è questo estraneo? Mi mette in soggezione!” pensò Chopper.
«Capitano, chi è il nostro ospite?» chiese lo spadaccino.
«Ah, giusto!» iniziò Rufy sorridendo «Lui è il nostro nuovo nakama: Henry il Grifone!».
«EHHHHH!» gridarono tutti i mugiwara sorpresi.
«Beh sì, mi scuso per non essermi presentato prima!» sorrise loro il nuovo nakama «Il mio nome è Mountain D. Henry e sono un uomo-grifone!».
«Grifone!? – le gambe di Usopp iniziarono a tremare - Ne ho affrontati a decine da giovane!» esclamò con teatralità mentre a Chopper brillavano gli occhi.
«Ehhhhh, ha un naso lunghissimo! E’ per caso un uomo-formichiere?!» chiese Henry a Rufy.
«Shishishishishi! No, è un cecchino un po’ bugiardo!» rispose il capitano.
«Come ti permetti capitano?! Sono il grande re dei cecchini, Sogeking!» dichiarò Usopp.
«Piacere, io sono Franky il carpentiere-cyborg!» si presentò l’uomo in mutande.
Henry fece una faccia perplessa.
«Come mai non porti i pantaloni!?» chiese l’uomo-grifone.
«E perché tu sei a petto scoperto!?» ribatté il cyborg.
«Ah, è vero! Mi sono dimenticato il mantello nel bosco!» disse Mountain.
«Ti dovremmo trovare una camicia, Henry!» lo interruppe gentilmente Robin «Non puoi andare a giro mezzo nudo!».
“Non voglio che vada a giro mezzo nudo! Poi chi riesce più a leggere!” ragionava l’archeologa.
«Franky! Presteresti una camicia a Henry per stasera, per favore?» chiese la donna al cyborg.
«Certo! Sarò contento di prestare una bella camicia hawaiana al nuovo fratellone!» rispose Franky.
«Grazie.» disse l’uomo-grifone.
«Io sono Jinbe, il cavaliere del mare. Piacere.» lo accolse l’uomo-pesce.
«Mai visto un uomo-pesce! Piacere.».
«Io sono Brook, il musicista tutt’ossi! Yohohohoho!» disse allegro lo scheletro!
«Un uomo-scheletro! Che bello! Mai visto!» diceva l’uomo mentre provava a mettere le dita nelle orbite cave dello scheletro.
«Dai! Mi da noia! Anche gli scheletri hanno una loro dignità!» protestò il musicista.
«Scusami tanto, Brook! Per me è tutto nuovo! Negli ultimi 15 anni gli unici uomini che ho visto erano spietati bracconieri che mi davano la caccia. Oshoshoshoshosh» rise l’uomo.
«Io in passato sono stato 50 anni solo su un veliero! Yohoho…» cominciò a piangere lo scheletro «I miei occhi piangono… anche se gli occhi non ce li ho! Skull Joke! Yohohohoho» era nuovamente di buon umore.
«In effetti è strano anche che tu possa parlare, visto che non hai le corde vocali! Oshoshosh!» gli ruppe le uova nel paniere Henry.
Brook si accasciò a terra depresso.
«Io sono Sanji, il cuoco. Guai a te se dai noia o fai piangere le mie dee, Nami-chwan e Robin-swan.» lo guardò serio il biondo.
«Ehm, veramente Robin ha già pianto per colpa mia!» le rispose con sincerità il nuovo nakama.
«Cosa!? Allora ti devo già uccidere!» disse Gambanera mentre caricava il calcio.
«Cinco-Fleur» delle mani fiorirono sulla schiena del cuoco e lo strinsero in una morsa.
«Fermati Sanji! Erano lacrime di gioia!» disse l’archeologa facendo poi sparire le sue braccia.
Sanji cadde in depressione in un angolo «Non è giusto! Arriva lui e in nemmeno un giorno fa piangere di gioia la mia dea!».
«Quindi anche tu hai mangiato un Frutto del Diavolo! Non me lo avevi detto.» Henry si rivolse a Robin.
Robin lo guardò un poco imbarazzata «Non ce ne è stata l’occasione! – si ricompose - Comunque io posso far germogliare parti del mio corpo.».
«Scusate se vi interrompo!» prese la parola lo spadaccino «Io sono Roronoa Zoro e il mio sogno è di diventare lo spadaccino più forte del mondo!».
Henry lo osservò attentamente.
«Uau! Tre spade!» disse Henry con gli occhi luminosi.
Poi ricomponendosi «Piacere! Io invece voglio diventare lo stratega più intelligente del mondo! Oshoshoshoshosh».
«Sarà difficile con un capitano baka come il nostro!» lo interruppe Nami tirando un pugno gratuito a Rufy.
«Che ho fatto stavolta, Nami!?» le chiese Rufy con un nuovo bernoccolo in fronte.
«Esisti!» lo guardò male Nami.
Henry si sentì imbarazzato a vedere quella scenetta.
«Ma voi due state insieme? Siete fidanzati?» chiese l’uomo-grifone inconsapevole di quello che gli stava per succedere.
Nami saltò in alto e scaricò uno dei suoi “pugni dell’imbarazzo” sulla testa di Henry.
«Non provare a dirlo mai più!» disse Nami arrossita.
Poi si ricompose e disse «Comunque prima non ci siamo presentati a modo: io sono Nami, la navigatrice di questa nave e voglio disegnare la mappa di tutto il mondo!».
«Fantastico!» disse contento Henry.
«E tu chi sei?» chiese l’uomo-grifone guardando in direzione di Chopper che si era nascosto dietro alle gambe di Franky.
«Io sono TonyTony Chopper, signore! Il medico di bordo, signore!» rispose sull’attenti la renna.
Henry prese un bel respiro mentre pensava “Lui è una renna, una creatura della terra. Quindi sente di dovermi obbedire. Devo liberarlo.”.
L’uomo si avvicinò alla renna «Avvicina il tuo zoccolo destro, Chopper.»
«Sissignore!» disse porgendo il suo zoccolo a Henry.
L’uomo prese lo zoccolo fra le sue mani e urlò «Free-Vassal!».
Sullo zoccolo di Chopper apparve una piccolissima incisione dorata a forma di leone.
Il dottore era un po’ intontito.
«Cosa gli hai fatto?» chiese Rufy.
«Lui è un animale terrestre, si sente in dovere di obbedire agli ordini del Grifone. Gli ho passato l’abilità di non subire l’influenza e il comando delle creature che regnano i cieli e le terre.» rispose Henry.
«Grazie, Henry!» sorrise Chopper che intanto si era ripreso.
Un rumore forte spezzò quell’armonia.
«Ehm, scusate ma io ho fame!» disse Rufy massaggiandosi lo stomaco.
«Ma non hai appena mangiato!? Baka!» disse Nami prima di tirargli un pugno del tipo “non-finire-le-scorte-Rufy”.
«Dai Nami, imposta la rotta per la spiaggia!» disse Rufy dolorante da terra.

Scendeva la notte e una festa aspettava solo di essere festeggiata.

Angolo dell'autore
Buon lunedì mie care lettrici e miei cari lettori :)
Questo capitolo ha lo scopo di farvi sorridere e spero di esserci riuscito!
Fatemi sapere se vi è piaciuto.

Volevo andare subito a cercare il tesoro, ma ho pensato che fosse più giusto questo capitolo di transizione.
Presentazioni, RuNami e Skull-Jokes sono molto importanti! ahahahahahaa

Nello scorso capitolo avevo fatto un piccolo quiz e Sabryna ha vinto.
Era Remì di Ratatouille!

Il premio è il seguente: Sabryna avrà la possibilità di scegliere un animale terrestre, un colore e uno strumento musicale.
Nel prossimo capitolo ci sarà anche un pezzettino della fantasia di Sabryna! <3

Siccome mi piacciono i giochi, questa volta vi chiedo quante volte Nami ha picchiato Rufy dall'inizio del racconto?
So che è faticoso, ma ci sarà un qualche premio speciale! xD

Inoltre mi piacerebbe che voi mi scriveste i vostri animali 
preferiti.
Molto probabilmente inserirò anche loro nel prossimo capitolo.
A proposito: uscirà venerdì in via del tutto eccezionale (essendo festa!).
Come avrete capito i capitoli festivi escono la mattina mentre quelli "regolari" la sera del lunedì fra le 21 e le 22!

Mi pare di aver detto tutto!
Un caro saluto,
Henry.

 

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Capitolo 8
*** Scacchi ***


Scacchi 

Big Forest Island
Spiaggia degli Eletti
8:00 p.m.



Dopo aver spiegato a Sanji che aveva la serata libera (non dovendo cucinare), levarono l’ancora e in breve tempo approdarono alla Spiaggia degli Eletti, dall'altra parte dell'isola.
Lì i ragni-focai avevano acceso un enorme falò e i topi cuochi avevano preparato un banchetto degno di un re.
Le scimmie a due code avevano messo delle enormi e comode foglie sopra la spiaggia mentre i gatti calvi e le pantere sdentate avevano raccolto delle ottime noci di cocco come aperitivo.
La ciurma festeggiò tutta la notte.

Brook suonava con la Big Animal Band: la banda composta dai più bravi musicisti animali di Big Forest Island.
Gli oranghi erano degli abili percussionisti, mentre le galline con le oche si occupavano del coro.
Invece i conigli, i criceti e gli scoiattoli suonavano flauti, clarinetti e trombe.
C’era anche una sorta di pianoforte, suonato da due ghepardi gemelli che indossavano delle strane tube rosse un po' stracciate, forse appartenute a qualche bracconiere.
Ogni tanto saltava una corda a causa degli artigli dei felini, e allora i ragni-focai correvano a sostituirla con i loro fili resistentissimi.
La vera star era però un enorme panda vestito con una camicia hawaiana blu, che suonava il sax con maestria.

Vicino al falò i topi cucinavano con maestria le loro prelibatezze e Sanji, di tanto in tanto, si metteva a spiare le loro ricette.

Nami fece bere due botti di rum a Henry che, curioso di assaggiare quella bevanda tanto famosa, ne uscì sbronzo.
«Ehy Henry! Lo sapevi che i grifoni secondo le leggende custodivano l’oro degli Dei?» gli chiese nella baldoria la rossa «Non è che c’è dell’oro in questa foresta?» aggiunse.
«Hic! Certo che c’è dell’oro! Hic! Vicino alle antiche rovine di Tegas. Hic! Ma è l’oro di questo paese! Hic!» le rispose sbronzo l’uomo.
Allora Nami con gli occhi a Beli pensò “Mi pare che lui abbia già legato con Robin. Magari se la mettessi in mezzo potrei ottenere l’oro!”.
Mise avanti le sue forme femminili, portò un indice sui pettorali dell’uomo e chiese con voce suadente «Non è che domani un uomo forte e bello come te potrebbe portare alle rovine me e Robin? Lei mi ha…» fu interrotta da una mano che le tappò la bocca.
«Credo che il nostro nuovo nakama abbia bevuto troppo!» si intromise l’archeologa «Lo porto a letto!».
«Non importa cara Robin! Hic! Sono abituato a dormire su un Poignee Griffe! Hic!» le disse Mountain.
«Ma Franky ti ha preparato un alloggio sulla nave!» lo informò Robin.
«Grazie fratellone! Hic!» urlò Henry.
Franky, che era andato in cortocircuito dopo essersi scolato 5 botti di cola, da terra alzò il pollice della mano destra e rispose «Sup… Ronf ronf!» e si addormentò.
«Va bene Robin, ti seguirò. Hic!» disse l’uomo sbronzo.
 
I due salirono sulla nave e andarono verso gli alloggi.
Si fermarono davanti a una grande porta in noce «Siamo arrivati!» gli disse Robin.
La donna aprì la porta di una stanza un po’ spoglia.
C’era una finestra, un grande letto, un comodino, degli armadi vuoti, un tavolino e due sedie.
Due particolari attrassero l’attenzione dell’uomo.
Sul muro c'era una bandiera dei mugiwara e sul tavolino una scacchiera con tutti i pezzi predisposti per iniziare una partita.
“Sono 15 anni che non vedo degli scacchi…” pensò mentre fissava quei pezzi bianchi e neri di legno.
Di sottofondo si sentiva la musica che la Big Animal Band stava suonando assieme a Brook.
Robin si accorse che Henry si era incantato a fissare gli scacchi.
La donna sorrise delicatamente e disse «E’ stata una mia idea! Ho detto a Franky di costruirti degli scacchi. Hai detto che eri molto bravo un tempo!».
L’uomo arrossì.
“E’ forse questa la felicità?” si chiese.
Poi sentì la testa pesa a causa di tutto quel rum ingerito.
Respirò profondamente e disse «Ero imbattibile! Hic!».
«Fufufufu! Imbattibile ma sbronzo.» sorrise.
«Imbattibile anche da sbronzo! Hic!» la sfidò.
«Dai, vai a letto!» suggerì con fare materno la donna.
«Nico Robin, ti sfido a scacchi! Hic!» disse serio l’uomo «Se vinci tu andrò a letto. Hic! Ma se vinco io mi concederai un ballo! Hic!».
“Interessante…” lo guardava pensierosa la donna “Perché no!”.
«Accetto la tua sfida.».
 
La navigatrice era un po’ delusa.
Il suo piano era perfetto.
Tanto alcool, vestiti provocanti.
Nessun uomo sarebbe riuscito a scappare dalla sua ragnatela!
Ma la sorellona le aveva impedito di ottenere ulteriori informazioni sul tesoro.
Se non altro ora era certa della sua esistenza.
Vide Rufy.
Stava cantando e ballando intorno al falò insieme a Usopp.
Era la canzone che la loro ciurma aveva cantato migliaia di volte dopo imprese mirabolanti e insperate.
 
”Porto il liquore a Binks
fino a quando chi lo sa?
Ma pensarci non mi va
e non smetto di cantar,
la canzone che io so
e che mai mi scorderò!
Viva Binks e il suo liquor,
d'amore un elisir!
Yohohoho yohohoho”
 
Si riaccese un fuoco dentro di lei.
“Ma certo! Andremo io e Rufy! Magari potrei trovare due tesori stasera…” pensò mentre le correva un brivido di eccitazione lungo la schiena.
«Hey Rufy, mi porteresti a cercare l’oro in questa foresta?» gli urlò per farsi sentire nel mezzo della festa.
Rufy la guardò.
Vide i suoi occhi color nocciola, i riflessi delle fiamme sui suoi capelli rossi.
Lo sguardo del capitano scese sulla scollatura del fin troppo corto vestito scarlatto.
“Che caldo!” pensò il capitano mentre cominciava a sudare.
«Allora Rufy?» chiese di nuovo la rossa.
«Cosa c’è Nami?» rispose il capitano.
«Verresti con me da solo a cercare l’oro nella foresta stanotte?» disse la navigatrice sottolineando con la voce ciò che le stava più a cuore.
Il cuore di Mugiwara batteva come un assolo di batteria.
Rufy si sentì un po’ insicuro.
“Robin mi aveva detto di fare domande, ma dopo? Mmmm, mi aveva accennato qualcosa sulla fase due… ah sì! Aveva detto che i ragazzi portano a ballare le ragazze! Ora ricordo!”.
«Allora???» chiese impaziente Nami.
«Domani Nami, stasera c’è solo la festa! Vieni qui con me a ballare e cantare!» le ordinò Rufy.
Allungò un braccio, la portò a se e non la lasciò più per tutta la sera.
 
“Vabbeh, niente oro per stasera. Però ho il mio amor… Non correre troppo Nami!” diceva dentro di se la bella rossa mentre ballava stretta al suo capitano.
 
“Siam pirati e se dormiam
un cuscino non abbiam
ma col cielo e le sue stelle
noi ci copriam!”
 
“E’ questa la felicità!” pensava il capitano.
 
La partita di scacchi durò 20 minuti.
Fra un "Hic" e un "Fufufufufu" le mosse dell’uomo avevano mandato al patibolo il re dell’esercito avversario.
«Hic!» sorrideva Henry.
La donna da una parte era dispiaciuta per aver perso, dall’altra le piaceva l’idea di scontare quella pena.
In sottofondo Brook e la Big Animal Band avevano cambiato brano.
Era una musica più dolce, lenta, malinconica, quasi romantica.
I due non riuscivano a sentire parole o versi di animali.
“Forse le corde vocali di Brook si sono accorte di non esistere!” pensò scherzosamente Henry.
«Direi che è il momento giusto per ritirare il mio premio!» disse con un po’ di malizia l’uomo.
Si alzò, si avvicinò alla donna, le tese una mano e la invitò a ballare.
Anche Robin si alzò, fece un grazioso inchino e accettò l’offerta del suo cavaliere.
Ballarono abbracciati per diversi minuti.
Evitarono di parlare un po’ per non rischiare di rovinare la bellezza di quel momento, un po’ per riuscire a sentire bene la musica lontana suonata ormai dal solo scheletro.
Dopo qualche minuto ancora la musica cessò.
“Ormai si saranno tutti addormentati.” pensò la donna.
C’era silenzio.
L’uomo riusciva a percepire ancora qualcosa…
Chiuse gli occhi.
Bum....... Bum.......
Un ritmo.
Bum..... Bum.....
Accelerava.
Bum..... Bum..... Bum... Bum... Bum. Bum. Bum.
Selvaggio, indomabile, misterioso, meraviglioso.
“Questo è il tuo rumore.” pensò l’uomo.
 
Poi sentì qualcos’altro.
Un rumore sordo, molto meno attraente.
Le sue gambe avevano ceduto alla stanchezza.
Ora era in ginocchio per terra con il capo appoggiato all’addome di quella donna.
«Vieni su!» lo esortò «Dammi una mano a portarti sul letto.».
Con uno sforzo non indifferente di entrambi, finì sdraiato sul materasso.
La donna si avvicinò al suo comodino, si piegò in avanti e sorrise.
Lasciò un bacio veloce sulla fronte dell’uomo e disse «Buonanotte.».
Henry era felice.
Per la prima volta forse.
Talmente felice da non riuscire a parlare.
Non disse nulla mentre Robin scompariva dietro la porta nei corridoi della Sunny.
 
La luna illuminava la notte e il mare tranquillo cullava nel sonno tutta Big Forest Island.




Angolo dell'autore
Buon primo Maggio mie care lettrici e miei cari lettori. :)
Di cosa poteva parlare il capitolo "festivo" se non di una festa!? xD
Spero che vi sia piaciuto.
Ho cercato di essere un po' "romantico" e di non essere scontato.
Forse sono stato un po' cattivo con Nami ma il prossimo capitolo è Nami-centrico, quindi mi farò perdonare...

Cam, che ha vinto lo scorso contest, ha la possibilità di scegliere un easter egg da inserire nei prossimi capitoli.
Non prometto di inserirlo nel prossimo capitolo perché potrebbe essere difficile.
Della serie "dipende da cosa sceglie".
Inoltre MissLove, come premio speciale ha diritto a scegliere una gemma adatta a Nami.

Infine, come promesso, ho inserito alcuni animali che mi avete suggerito nello scorso capitolo.

Per questo capitolo niente quiz a premi, I'm sorry.
Però ho una domanda per voi, una domanda un po' "strana".
Come ben saprete è uscito da poco il secondo film degli Avengers.
Chi vedreste bene dei mugiwara negli Avengers?
Io ci vedrei bene Zoro.



Il prossimo capitolo lunedì sera!
Un caro saluto dalla vostra "montagnetta" di fiducia.


P.S. Ho scoperto che esistono delle liste in cui è scritto chi mette fra le storie "ricordate", "seguite" e "preferite" i tuoi racconti.
Siccome ho già salutato le mie care recensitrici (a cui si è aggiunta da poco Cam01), voglio salutare anche gli/le altri/e perché è grazie anche a loro se questa storia sta andando tanto bene!
Oltre 400 visite per il primo capitolo, 300 per il secondo e circa 200 a capitolo per gli altri.
E i numeri crescono sempre di più! E' incredibile!
Grazie.

Quindi saluto alice2131, MIS, AceDPortogas, Amx89, Cam01, Corvina22, dom89, Fede87rica1402, MissLove_02, Monkey D Vortex, Orsacchiotto99, RobinChawn, Sabryna_001, SLN, Roxy001, Roxanne_16 .


 

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Capitolo 9
*** Verso Coal Mine Island ***


Verso Coal Mine Island

Big Forest Island
Spiaggia degli Eletti
9:00 a.m.


La mattina seguente i mugiwara dormirono fino alle 9.
Si alzarono con calma e andarono a fare colazione in cucina.
Non tutti in realtà.
Infatti Mountain D. Henry, dopo essersi svegliato, uscì sul ponte a prendere un po’ d’aria.
C’era un sole caldo e qualche nuvola all’orizzonte.
L’odore del mare era abbastanza nuovo per lui a quell’ora.
“Mi ci dovrò abituare!” pensò mentre sorrideva.
Si stava sgranchendo quando sentì dei passi leggeri alle sue spalle.
«Buongiorno gigante!» richiamò la sua attenzione Nami.
Henry sbadigliò.
“La donna sbagliata.” pensò.
«Buongiorno. Dove sono tutti gli altri?» chiese l’uomo.
«A fare colazione. Non vieni?» lo invitò la rossa.
«Subito!» disse l’uomo.

Un mignolo ticchettava nervosamente sul tavolo di legno.
C’era un solo coperto rimasto sulla tovaglia a scacchi rossi e bianchi comprata da Sanji il giorno prima.
«Siete sicuri che non posso mangiare la sua colazione??» chiese Rufy riferendosi alla colazione del nuovo nakama.
«Fallo almeno arrivare al tavolo, pozzo senza fondo!» rispose Sanji.
La porta che dava sul ponte si aprì.
Entrarono nella stanza Nami e Henry.
«Buongiorno!» dissero in coro al nuovo nakama i mugiwara seduti al tavolo.
Robin osservò con attenzione Mountain in cerca di un qualsiasi particolare.
«Buongiorno a tutti!» rispose allegro l’uomo-grifone.
Si sedette al suo posto e guardò la sua colazione.
Una tazza di caffelatte e due frati fritti1
Ne prese uno in mano.
Sembrava molto soffice e dolce.
Lo stava per addentare quando vide uno strano vermiciattolo rosa avvicinarsi all’altro.
“Non sembra un verme…” pensò mentre “l’insetto” arpionava la seconda ciambella.
In pochi istanti la ciambella era già arrivata in bocca al capitano.
Quel vermiciattolo non era altro che il mignolo di Monkey D. Rufy.
«Ti ci devi abituare!» gli sorrise Robin «Fa sempre così il capitano!».
«Shishishishishishi!» rideva contento Mugiwara.
«Henry!» lo richiamò Nami «Ieri sera parlavi di un tesoro e di alcune rovine…».
«Sono a nord-est della foresta, vicino ad un lago.» rispose Henry che intanto stava gustando il suo unico frate con estrema lentezza.
Nami sorrise con gli occhi a Beli.
«Rufy!» la rossa si fiondò sul suo capitano «Io e te dobbiamo andare in un certo posto…» ghignò con una faccia spaventosa.
«Certo certo, basta che non fai quella faccia!» rispose un po’ intimorito il moro.
I due uscirono dalla cucina e si incamminarono nel bosco.

Sanji intanto era caduto in depressione vicino ai fornelli “Che fortunato è il capitano!” pensava.
Jinbe prese la parola «Per l’ora di pranzo salperemo, quindi preparate le ultime cose. Io vado a vedere le condizioni del mare.» e uscì dalla cucina per poi tuffarsi in acqua.
«Gli addii sono difficili. Va dai tuoi amici animali, se vuoi.» disse Zoro.
Intanto Chopper piangeva «Non mi piacciono gli addii!».
«Ma Chopper, lui viene con noi!» lo rincuorò Usopp.
«Sì!!!» il dolce Chopper saltò dalla felicità.
«Non ti stai dimenticando qualcosa?» interruppe la scenetta Robin rivolgendosi a Henry.
«C-C-Cosa?» balbettò Henry arrossito al ricordo della sera prima.
«Non puoi viaggiare su una nave vestito così! Fufufufufu» rise la donna riferendosi al look mal assortito dell’uomo.
Camicia SUPER-hawaiana, cintura di denti di animali, pantaloni logori, scalzo.
“In effetti è uno strano assortimento…” pensò Henry.
«Io e te andiamo a fare shopping!» gli sorrise Robin.
Sanji, che si era da poco ripreso e stava ora affettando della frutta per fare la sua famosa macedonia, ricadde in depressione “Nooooooo! Non è giusto! Le mie dee!”.
«Yosh!» concluse Henry prima di uscire con la sua nakama.
«Ah, l’amour! Yohohohohoho» rise Brook prima di ricevere un calcio in testa dal cuoco.
«Non ci pensare nemmeno!» gli urlò piccato Sanji.

Nel bosco Nami stava trascinando Rufy dietro di se.
«Dove stiamo andando Nami???» le chiedeva il moro.
«Hai sentito Henry?! Il tesoro è a nord-est!» disse con gli occhi a Beli.
«Shishishishi! E io a cosa ti servo?» chiese allegro Rufy.
Nami arrossì un secondo.
«Beh… tu mi servi per portare le montagne di oro alla nave!» rispose la donna per poi aggiungere frettolosamente «E poi eri tu quello che non doveva stare solo, no?!».
«Shishishishishishi! Grazie allora, Nami!» disse il capitano.

Dopo un’oretta a passo svelto, i due trovarono i segni di una antica civiltà.
C’erano delle costruzioni in pietra ormai corrotte dalla vegetazione e da secoli di abbandono.
“Forse è stato un ricco borgo in passato!” pensò Nami vedendo statue e fontane.
«Figo!» esclamò Rufy correndo verso la superficie brillante di un lago attorno al quale si era sviluppata quella civiltà.
«Rufy! Non ti vengo a ripescare se cadi nel lago!!» brontolò la rossa.
«Yosh!» rispose il capitano fermando la sua corsa e tornando dalla compagna.
«Cerchiamo l’oro!» dissero i due ridendo spensierati.

Un uomo molto alto stava uscendo da una boutique in centro accompagnato da una donna affascinante.
Aveva delle borse in mano ed era avvolto in un mantello grigio scuro.
Mentre camminava sorridendo si intravedeva sotto al suo mantello un gilè blu notte e una camicia bianca sbottonata vicino al collo.
I pantaloni, chiusi da una cintura di pelle, erano di un blu più scuro.
Ai piedi portava due eleganti scarpe nere.
«Grazie di avermi consigliato e di avermi prestato il denaro. Non sono abituato a queste cose…» disse un po’ impacciato Henry.
«Prego!» rispose la donna «Non potevo permetterti di andare a giro vestito in quella maniera! Fufufufu» rideva la donna ripensando a quei vestiti sconnessi che il suo nakama portava fino a qualche minuto prima.
«Sai, quei pantaloni li avevo rubati 6 o 7 anni fa ad un cacciatore che voleva la mia testa come trofeo! Oshoshoshosh!» rise l’uomo.
La donna rispose con un sorriso.
«Comunque stai decisamente meglio rasato.» chiuse congratulandosi con se stessa dopo la fatica spesa per convincerlo ad andare dal barbiere per un bel “barba e capelli”.
Henry arrossì.
«Che ne dici se torniamo alla nave?» propose l’uomo “per togliere le castagne dal fuoco”.
«Certo! Prima però ho una richiesta…» diceva Robin guardando per terra.
L’uomo sentì il suo battito accelerare.
«C-C-Cosa?» chiese balbettando.
“E’ già la seconda volta che mi succede oggi…” pensò un po’ inquieto.
«Mi faresti vedere l’isola dall’alto mentre torniamo alla nave, per favore?» chiese velocemente la donna.
Henry sospirò «Certo certo! Pensavo a… - si morse la lingua e velocemente si trasformò in grifone in mezzo alla piazza centrale della cittadina provocando le urla di terrore della gente – Andiamo!?».
«Prima che arrivino le guardie cittadine!» la donna sorrise a causa della sbadataggine del compagno che aveva fatto scappare impauriti i passanti.
Salì in groppa al grifone e partirono in volo.

Avevano trovato un bel bottino dentro ad un grande edificio dal tetto ancora stranamente integro.
Forse era una banca oppure addirittura la tesoreria reale.
Nami era felice.
Felice per tante ragioni.
Bracciali, corone, lingotti, armi e altro ancora in oro, argento, bronzo e gemme preziose.
Tutto il bottino era in grandi sacchi di tela che il suo capitano stava portando sulla schiena.
Non riusciva a non sorridere.
Piano piano si stava dimenticando del tesoro.
Sorrideva perché quello era il potere del suo capitano.
Lui era più forte, veloce, determinato e resistente di lei.
Lui si poteva allungare, poteva saltare molto in alto e diventare grande come un gigante.
Però lei non aveva paura di quei poteri.
Lui la proteggeva anche a costo della sua vita, manteneva sempre la sua parola, era giusto e coraggioso.
Il potere che lei temeva era un altro.
Lui riusciva a superare tutte le sue barriere, tutto il dolore che aveva ammucchiato a difesa del suo cuore e a farla ridere.
In quei momenti si sentiva felice e poi ricadeva nei suoi dubbi.
“Rufy è così con tutti…” pensava mentre il suo sorriso, prima teso, si allentava come le corde di un violino scordato.
Rufy se ne accorse.
Si avvicinò alla compagna e disse «Nami, non sei contenta di tutti i tesori che abbiamo trovato?!».
La rossa fece un respiro.
«Baka!» e gli dette un pugno “perché-sì” «Una donna non vuole solo oro e gioielli!».
Rufy si rimise in piedi e ribatté «Allora è la stessa cosa che sta succedendo anche a me!».
Le gote della donna divennero dello stesso colore dei suoi capelli.
“Oh Rufy, ti sei anche tu inn…”stava pensando quando fu interrotta dall’uomo «Delle volte mi brontola lo stomaco ma la carne non basta a saziare la fame… Se ne parlava ieri mentre tornavamo alla nave con tutti i pacchetti dello shopping! Shishishishi».
«Baka!» lo sgridò la donna atterrandolo con un destro “dell’insensibilità”.

Arrivati alla nave Henry chiese a Robin di lasciarlo per qualche minuto.
L’uomo si addentrò nella foresta per salutare i suoi vecchi amici animali.
Zoro dalla cima di un albero lo vide dirigersi verso la radura del Poignee Griffe.
Balzò giù dall’albero e salutò Robin «Oh Robin, allora che tipo è l’uomo-grifone? E’ forte in battaglia?».
«E’ un uomo interessante. – fece una pausa pensando a quali notizie potessero interessare allo spadaccino - Un buon combattente a detta di Rufy. Sa volare, è forte fisicamente e conosce l’haki.».

Nell’aria risuonava un piano.
Brook suonava “Honky Tonk Train Blues” 2 quando arrivarono gli ultimi mugiwara alla nave.
«Si salpa!» gridò il capitano «Direzione Coal Mine Island!».
Nami impostava le rotte.
Jinbe manovrava il timone.
Sanji si era chiuso in cucina a provare le ricette dei topolini.
Zoro si allenava con 5 mila tonnellate di peso per braccio.
Franky stava pulendo i suoi attrezzi.
Usopp scriveva su un diario.
Chopper si rilassava sull'altalena.
Robin leggeva seduta al tavolino sotto un ombrellone.
Henry si era arrampicato in cima all'albero maestro e fissava l'orizzonte.
Rufy, che era come al solito seduto sulla polena, si comportava in maniera strana..
Sembrava molto pensieroso e teneva in mano qualcosa.
Una catenina d'oro con una gemma.
Una rubellite.

Gli animali salutarono il loro Re con mille versi diversi.
Questo fenomeno fu ricordato dagli abitanti di Big Forest Island come "l'Urlo della Grande Foresta".

La Sunny veleggiava verso Nord-Ovest mentre le creature dell’isola cantavano un addio al loro re.





I frati fritti sono delle ciambelle fritte e zuccherate. Molto buone con un po' di crema. Se avete fame qui c'è la ricetta! xD http://blog.giallozafferano.it/cakebiography/frati-fritti/
Link alla canzone https://www.youtube.com/watch?v=ZvQIobg0BwU . Qui in versione solo piano https://www.youtube.com/watch?v=vVf47ERGAlk come nella storia.

 

Angolo dell'autore

Buonasera :)
Scusate il ritardo (si parla di poche ore, ma magari ci tenete a leggere il capitolo prima di andare a letto...) ma negli ultimi giorni sono stato poco bene.
Quindi potrei aver commesso un milione di errori.
Influenza antipatica!
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, i riferimenti alle canzoni e ai dolci (sempre utili per stare meglio!), la RuNami, il nuovo look di Henry...
Quiz a premi: a chi è ispirato il suo look?
Se avete notato ho lasciato nel finale dettagli interessanti: trovateli! (sono 2)
DOMANDA IMPORTANTE: preferite tanti combattimenti o pochi combattimenti nel proseguo della storia?
Perché io ho due idee: una standard e l'altra piena di personaggi nuovi.
Fatemi sapere.
Mi starò sicuramente scordando di qualcosa...
Semmai domani riguardo l'angolo dell'autore!
Ah giusto! Ringrazio MissLove di avermi trasformato in un personaggio della sua fanfiction ancora in corso.
Ne sono fiero!
Spero sia tutto!

Un caro saluto,
Henry.


Ho aggiornato oggi 7 maggio questo capitolo correggendo gli errori e mettendo una foto migliore!

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Capitolo 10
*** Solletico ***


Solletico

Mare del Nuovo Mondo
Thousand Sunny
4:00 p.m.


Big Forest Island era ormai sparita all'orizzonte.
I mugiwara, dopo aver pranzato insieme, si erano sparpagliati per tutta la Sunny.
Brook e Zoro facevano un pisolino sul ponte in pose che nessuno giudicherebbe confortevoli.
Jinbe meditava accanto a loro in religioso silenzio.
Nami era chiusa nel suo studio a disegnare la mappa dell'isola appena visitata.
Dal laboratorio di Franky si sentì qualcuno gridare «Questo cucchiaio-pistola è SUPER!!!» seguito dalle risa di un "uomo-formichiere" e di una renna.
Sanji, nella tranquillità della sua cucina vuota, stava finendo di lavare i piatti.
In biblioteca invece non c'era il classico silenzio.
Robin e Rufy stavano parlando seduti ad un tavolo.
«Sai Robin, sono sicuro di aver trovato cosa voglio!».
«E che "cosa" sarebbe, capitano? Fufufufu».
Robin si era già fatta una idea sul desiderio "segreto" del suo capitano.
Rufy prese un bel respiro profondo.
«Voglio Nami. Voglio starle vicino. Quando sto con lei mi sento... felice! Sì, Felice! Shishishishi» si mise a ridere.
«Lo avevo capito!» gli sorrise l'archeologa.
«Per questo ti avevo detto di passarci un po' di tempo, di parlarle...» spiegò la donna.
«Ma non è così facile parlarle...
Lo sai bene: io non so fare tante di quelle cose. 
Non so usare le spade. 
Non so navigare. 
Non so dire bugie. 
Non so cucinare. 
Non so curare le persone. 
Non so fare spuntare mani dappertutto. 
Non so costruire robot. 
Non so suonare. 
Non so volare. 
Non sono nemmeno bravo a parlare... Cosa dovrei dirle?».
«Devi solo dirle quello che mi hai detto poco fa. Che sei felice quando stai con lei e che la vuoi avere sempre con te.».
«Ma se lei non è d'accordo? Se lasciasse la ciurma a causa mia? Se mi lasciasse io... io... io...».
«Io credo che queste paure siano infondate.» lo interruppe Robin.
«Cosa vuol dire infon... info... "affondate"?» chiese Rufy.
«Infondate. Non hanno fondamenta, base. Nami ti vuole sicuramente bene, inoltre non ci lascerebbe mai! Questa nave, questa ciurma: siamo una grande famiglia!
TU devi solo dirle quanto è importante per te e che vorresti che lei fosse tua.» lo istruì l'archeologa.
«Yosh! Ci proverò!» strillò il capitano.
«Magari parlale quando siete soli.».
Robin si alzò, prese una scala, salì fino al penultimo scaffale e estrasse un libro con la copertina rosa.
"L'arte di amare una donna" era il titolo di quel manualetto di una sessantina di pagine.
«Qui puoi trovare qualche suggerimento...» lo esortò Robin.
«Ma è un libro!» esclamò Rufy.
«Sai com'è: siamo in biblioteca! Fufufufufu» rise la donna.
«Dovrei leggerlo... Non è che mi puoi fare un riassunto?» implorò l'uomo.
«Non impareresti nulla!» lo apostrofò l'archeologa.
«Uffa!».
"Come posso convincerlo... Eureka!" pensò Robin.
«Scusa capitano, ma quanto vuoi bene a Nami?».
«Te l'ho già detto! Taaaaaaanto così!» rispose Rufy allargando le braccia di gomma.
Allora Robin prese il libro, lo premette sullo sterno di Mugiwara e chiese retoricamente «Allora come mai leggere un libro così piccolo ti sembra un sacrificio così grande?!».
«Yosh! Leggerò questo libro! Grazie Robin!».
Ritirò come elastici le braccia allungate e abbracciò la "signorina Cupido" per ringraziarla.

La porta cigolò e si aprì.
Entrò Henry e vide Robin e Rufy abbracciati.
L'archeologa arrossì e spinse via il capitano.
«Hey Henry, che ci fai qui?» chiese la donna.
Henry rimase un secondo in silenzio a riflettere sulla scena che aveva visto.
"Che questa sia gelosia?" si chiese Montagnetta.
«Stavo cercando il capitano!» rispose infine l'uomo-grifone.
«Dimmi!» disse Rufy.
«Posso avere il permesso di studiarmi tutti i diari di bordo e i libri della biblioteca della nave? La mia istruzione è incompleta. Purtroppo smisi di studiare presto... quando scappai nella foresta... Inoltre mi piacerebbe rendermi più utile a tutti voi! A te, a Robin... » si perse un attimo nello scandire quel nome.
«Va bene!» lo interruppe Rufy «Basta che non muori dalla noia! Shishishishi!».
«Comunque non importava chiedermelo!» aggiunse Rufy.
«Sei il mio capitano, sono ai tuoi ordini!» esclamò Henry.
«Ora però lascia solo il capitano. Deve studiare dei documenti molto importanti!» li interruppe Robin.
«Li posso vedere anche io dopo?» chiese Mountain.
Robin arrossì.
«Cert...» iniziò a dire Rufy prima di essere interrotto dall'archeologa «No!!!».
«Perché?» chiese Montagnetta confuso.
"Cosa mi invento... Proviamo così..." pensò Robin prima di dire «Perché tu sei già abbastanza bravo da riuscire a trovare la risposta al tuo indovinello!».
«Un libro di consigli per risolvere indovinelli?!?» esclamò Henry.
L'archeologa approfittò del disorientamento dell'uomo-grifone per costruire meglio la "frottola" «Ci sono le soluzioni a tutti gli indovinelli nella biblioteca. Non vorrai mica barare?!».
«No! Li risolverò da solo!» disse Montagnetta.
"L'ho fregato! Fufufufu" pensò la donna.
«TI porto a leggere i diari di bordo!» disse Robin prendendo per mano Henry.

Poco dopo davanti allo studio di Nami.
Toc Toc.
«Avanti!» urlò Nami.
La porta dello studio della navigatrice si aprì.
Nell'aria c'era una fragranza agli agrumi.
Nello studio erano situate diverse vetrine con mappe, diari di bordo, strumenti per la cartografia e altro ancora.
C'erano anche due tecnigrafi, usati da Nami per disegnare le mappe, e una scrivania con sopra vari oggetti e una piccola cornice con una foto.
«Ciao sorellina!» disse Robin.
«Ciao sorellona!» rispose Nami prima di aggiungere «Ah, ma c'è anche Henry! Ciao Henry!».
«Ciao Nami!» rispose Mountain.
"La sorellona sta sempre col nuovo arrivato! Vuoi vedere che..." pensò Nami.
Henry si mise a guardare i lavori della cartografa.
«Sto disegnando la mappa dei fondali intorno a Big FOrest Island. Ma se siete venuti qui avete bisogno di me. Posso fare qualcosa per voi? Magari per denaro?!» chiese Nami con la faccia a Beli.
«Henry deve consiltare i diari di bordo.» rispose l'archeologa.
«Ah, ok. Sono tutti in quel mobile!» disse indicando una vetrinetta.
Poi mise una mano nel reggiseno e ne tirò fuori una chiave «Questa è la chiave.» disse prima di porgerla a Henry.
Montagnetta arrossì.
Robin tolse velocemente dalle mani di Nami la chiave e aprì il mobile.
«Vi consiglio di andare in biblioteca!» esclamò Nami.
«No, non può! C'è il capitano. Sta leggendo un libro importante...» disse Robin.
«Coooooosa!?!» Nami rimase stupefatta.
«Sì, di indovinelli!» aggiunse Henry.
«Coooooosa!?!» ripeté Nami.
"Cosa stai architettando sorellona?!?" si domandava la rossa.
«Quindi studierò qui con te!» propose Montagnetta.
«Non ci voglio nessuno nel mio studio! Faresti rumore. Portati i libri in camera!» disse Nami.
«Ok! Ma non ti arrabbiare!» rispose un po' impaurito l'uomo-grifone.
Poi prese i diari e fece per andarsene con Robin al seguito.
«Robin, tu non andare! Mi servi un attimo!» la richiamò Nami.
«Ok, sorellina.» accettò Robin.

Quando Henry fu uscito e la porta fu chiusa, Nami saltò addosso a Robin immobilizzandola contro una parete.
«Cos'è questa faccenda di Rufy? Prima si sente solo, poi legge libri sugli indovinelli... Allora?!» ringhiò la rossa.
"Fufufu! La sorellina è gelosa!" pensò Robin.
L'archeologa si liberò dalla presa e rispose alla domanda «Il capitano mi ha chiesto un favore e sono felice di aiutarlo!».
«Provi qualcosa per Rufy?» chiese la rossa mentre una lacrima rigava il suo viso.
«Provo immensa gratitudine, gli voglio bene come ad un carissimo amico ma... no, non provo per lui ciò che pensi.» dichiarò Robin.
Nami la guardò negli occhi.
«Allora stai forse provando a fare da Cupido?! Dimmi tutto ciò che sai, è importante per me!» esclamò Nami prima di mordersi la lingua.
"Ho detto troppo!" pensava la rossa.
«Fufufu! E se anche fosse?» rispose la corvina.
Nami arrossì.
«Ti conosco sorellina, tu vuoi molto bene al capitano!» affermò Robin.
«Come tutti!» ribatté la navigatrice.
«Di più.» la corresse l'archeologa indicando la foto nella piccola cornice sul tavolo.
C'erano Nami e Rufy abbracciati.

«E se anche fosse?!» rispose acida la rossa.
«Fufufufu! Non pensare sempre a nasconderti e a difenderti. Sei una donna bella, matura e forte.»
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi iniziarono a sgorgare copiose lacrime dagli occhi color nocciola di Nami.
Nami si gettò ad abbracciare Robin e disse «Ho paura di sbagliare, che lui non capisca o peggio che mi rifiuti.».
Si era tolta un bel peso di dosso.
«Stai tranquilla! Qualcosa mi dice che sei corrisposta...» la rincuorò la corvina.
Nami aveva capito che Robin sapeva la verità.
Una verità felice di cui, fino ad un secondo prima, aveva avuto paradossalmente paura.
Iniziò a ridere, a piangere, a "stritolare" di abbracci la sorellona.
«Pensa che proprio in questo momento sta leggendo un libro per te!» aggiunse Robin.
Nami arrossì.
«Cosa dovrei fare?» chiese la rossa.
«Fallo finire e verrà da te!» suggerì l'archeologa.
«E poi?» chiese ancora Nami.
Robin arrossì.
Fantasticò su matrimoni, cenette al lume di candela ...
«E poi voglio un nipotino!» esclamò la corvina.
Nami allora divenne rossissima.
Per "vendetta" prese a fare il solletico alla sua amica.
«Dai! Fufufufufu Ti prego! Fufufufufu Basta! Fufufufufu» la implorava Robin.

Sanji era di buon umore.
Fischiettava fra i corridoi della Sunny con un vassoio rotondo in mano.
Sul vassoio c'erano due coppe di macedonia deliziose.
Sopra aveva "spruzzato" della panna spray trovata a Big Forest Island.
Erano per le sue due dee.
"Come sarebbe bello se le trovassi insieme nello studio di Nami, di buon umore, in atteggiamenti ambigui e potessi ricevere almeno un bacetto...".
Un filo di sangue "da pervertito" gli uscì dal naso.
Era in prossimità dello studio quando sentì le risate delle due donne.
"Non può essere! Il mio desiderio si sta avverando!".
Nella foga dovuta al suo esser pervertito aprì la porta senza bussare.
Vide le due donne che si stavano facendo il solletico.
Nami, che era rossa in viso, appena lo vide fece una faccia spaventosa, caricò il pugno "della esecuzione" e stese il biondino.
Intanto Robin usò il suo potere per non far cadere a terra le coppe di macedonia.
«Si bussa sempre, pervertito!» lo apostrofò la rossa.
«Ne è valsa la pena.» piagnucolava a terra il cuoco.
«Gustatevi le macedonie, mie care dee!» disse prima di strisciare fuori dalla stanza.

Il sole era alto, la rotta era giusta e i mugiwara capivano finalmente i loro sentimenti.




Angolo dell'autore
Ciao a tutti! :)
Scusate se la scorsa settimana non ho risposto subito alle recensioni ma ero KO.
Ora sto molto meglio e spero di essermi fatto perdonare con questo capitolo uscito un giorno prima, più lungo e più "RuNamoso" che mai.

Fatemi sapere se vi è piaciuto e se vi piace l'idea di mettere qualche immagine in più dentro al racconto.

Nel prossimo capitolo ci sarà ancora un po' di viaggio e forse l'approdo a Coal Mine Island.
Coal Mine Island è un'isola-miniera di carbone con delle ambientazioni ispirate all'Inghilterra della rivoluzione industriale.

Ci sarà almeno un personaggio nuovo su questa isola.
Non vi dico di più!

Il precedente quizzone lo ha vinto MissLove ma anche la soluzione della nuova lettrice Mirhas (che nickname SUPER!) mi è piaciuta.
La risposta esatta era Shanks!
Il premio per MissLove è la possibilità di scegliere il colore dominante di uno dei prossimi antagonisti.

Per quanto riguarda il discorso dei combattimenti ho letto tutte le vostre opinioni (sono sempre importanti per me <3 ) e alla fine ho deciso di inserirli.
Mi sono trovato particolarmente d'accordo con Corvina (con la quale magicamente mi trovo sempre d'accordo su tutto) che ha espresso così il suo pensiero " 
Per rispondere alla tua domanda penso che i combattimenti siano un po' il fulcro del mondo di One Piece quindi non mi dispiacciono ,dopotutto Rufy deve diventare il re dei pirati ed è giusto che si faccia conoscere e valere e nella pirateria l'unico modo per raggiungere " fama e potere "è combattere . Però ecco forse preferirei combattimenti non fini a se stessi ma con uno scopo dietro che sia funzionale alla trama."

Per questo capitolo niente quizzone! :(
Ma presto torneranno le domande strane del "buon me". :)

Un caro saluto,
da Henry.

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Capitolo 11
*** La Ruspa Zoppa ***


La Ruspa Zoppa

Nuovo Mondo
Thousand Sunny
20:00


Quella sera Sanji, per farsi perdonare dalle due nakama, aveva preparato una cena molto speciale.
In ogni portata aveva inserito un ingrediente, un aroma o un particolare nella presentazione dedicato alle sue dee.
Dapprima aveva servito un antipasto a base di formaggi, miele, mostarde e frutta fresca.
Alcuni di questi formaggi erano stati fritti e fecero impazzire di gioia il capitano.
Dopo di che aveva servito un piatto con diversi tipi di pasta conditi con pesce-anatra e agrumi.
C'erano tortelli, spaghetti, tagliatelle, penne... era la "Fantasia al carboidrato #16".
Come secondo invece aveva servito degli spiedini di pesce, molluschi e ortaggi alla griglia.
Franky che reputava la verdura "troppo noiosa" passò la sua porzione di ortaggi a Chopper.
Anche Rufy non amava le verdure, ma mangiò talmente in fretta da non accorgersi della loro presenza.
Infine come dolce il cuoco aveva portato una sfiziosa crema alla catalanacon lamponi.













Arrivò la notte e tutti i nakama si ritirarono nelle loro cabine.
Nami e Robin avevano deciso di dormire insieme nella cabina della navigatrice quella notte.
Erano sdraiate con gli occhi fissi sul soffitto dipinto con grande maestria da Usopp.
Un'opera d'arte che esisteva da pochi mesi, da quando Usopp aveva contratto un debito troppo alto ed era stato obbligato da Nami ha fargli da schiavetto per una settimana.
«Sorellona, grazie del tuo aiuto con Rufy!» ruppe il silenzio la rossa.
«Di nulla, Nami.» rispose gentilmente l'archeologa.
«Vorrei contraccambiare il favore...».
Robin stette in silenzio un attimo.
«Insomma, tu e Henry...».
Robin arrossì.
«Io e Henry cosa?» disse Robin cercando di nascondere l'imbarazzo.
«Sembra che a lui tu piaccia molto!».
Robin sorrise.
«Che cosa te lo dice?».
«Si vede lontano un miglio! Ahahahaha» rise Nami.
«Può essere.» disse Robin.
«E a te? A te piace?» le domandò la sorellina.
«E' un brav'uomo, carino, intelligente, sa trasformarsi in una creatura mitologica e volare...»
«Ti piace! Ti piace!» strillò tutta eccitata Nami.
«Escogiterò un piano!» propose la rossa.
«Non lo so...» rispose Robin.
«Ci penso io!» replicò Nami prima di abbracciarla.



Rufy, nella grande cabina del capitano, era sdraiato sul letto con le braccia tese verso il soffitto e un libro in mano.
No, non stava leggendo.
Aveva le palpebre chiuse.
Si era addormentato col libro in mano nella posizione più scomoda del mondo!
Era alla pagina 10.
"Dalle sempre ragione quando è arrabbiata...".
«Ronf... Ronf... Nami! Ti va un mandarino? Ronf... Ronf...» parlava nel sonno.

Sulla vedetta Usopp era di guardia quella notte.
La temperatura era ottimale.
Stava scrivendo su di un diario ad un tavolino.
"Cara Kaya, Big Forest Island è una bella isola.
C'è tanto verde, tanti animali strani.
Alcuni sono pericolosi, ma nessuno spaventa il Grandissimo Capitan Usopp!
Pensa che abbiamo trovato un nuovo nakama!
E' un uomo-grifone!
E' incredibile, non trovi!?
E sa volare!
Poi te lo faccio conoscere."

Passarono tranquillamente 4 giorni.
Erano le 10 del mattino e Sanji si stava allenando sul ponte della Sunny nelle arti marziali con Jinbe.
«Ottimo, Sanji-kun! Ora proviamo con l'haki su entrambe le gambe!» gridò Jinbe.
«Decoupage in tre punti!» attaccò il cuoco.
Jinbe rispose con un Samehada Shotei3.
Entrambi finirono a terra.
«Ben fatto, Sanji kun!».
Arrivò Nami scura in viso «Volete fare affondare la nave!?!» e iniziò a picchiarli da terra.
«Ma Franky ha detto che non corriamo alcun pericolo!» rispose Jinbe dolorante a terra.
«Non me ne frega nulla! Non metterete a rischio la navigazione! Se volete allenarvi andate a farlo in acqua!» li sgridò la navigatrice.

Zoro era in cima all'albero maestro.
Si stava allenando aiutato da Usopp.
Il cecchino qualche tempo prima aveva progettato e costruito degli aquiloni con sopra dei diamanti-bersaglio che Nami aveva venduto allo spadaccino al triplo del valore di mercato.
«Che spreco!» gli aveva detto, ma Zoro le aveva fatto capire che servivano per allenarsi e per tenere gli altri al sicuro.
Fu così che Usopp costruì questi aquiloni con diamanti, fili di ferro e tessuti molto resistenti.
Zoro doveva colpire i diamanti con un fendente singolo senza distruggere l'aquilone, mentre questo ondeggiava casualmente nell'aria comandato dal vento.
«Ittoryu Baki4 !» gridò lanciando un fendente.



Ci fu un colpo di vento improvviso.
L'aquilone cambiò traiettoria.
Zoro fece cambiare traiettoria al fendente ma un altro colpo di vento fece virare l'aquilone ancora.
Zac!
In pochi secondi l'aquilone cadde a causa del filo reciso.
«Dannazione!» urlò Zoro.
«E' tutto ok! Ci penso io a risistemarlo!» gli disse Usopp.



All'orizzonte si ergevano nel cielo delle colonne di fumo nero.
«Terra in vista!» urlò Brook.
«Ecco Coal Mine Island, l'isola del carbone!» annunciò Nami.
«Fra 30 minuti sbarchiamo! Andate a prepararvi.» ordinò loro la navigatrice.
«Evvai! Coal Mine Island, stiamo arrivando!» gridò Rufy.
«Henry e Robin: voglio un rapporto sull'isola!» disse infine la rossa.
«Yosh!» risposero i due in coro.

In uno dei quartieri malfamati dell'isola c'era una vecchia bettola, "La ruspa zoppa".
Era un piccolo edificio a 2 piani in mattoni rossi sporchi di fuliggine.
A quell'ora era quasi vuota.
Dentro c'erano tavolini e sedie di legno povero impregnate di birra, vodka e rum.
L'aria puzzava di sigarette, vomito e urina.
Alle pareti c'erano dei drappi verdi e bianchi con scritte ingiuriose.
In sottofondo c'era un gruppo che cantava e suonava "Seven drunken nights5".
Al bancone il barista, un uomo robusto di altezza media che indossava una vecchia e logora felpa verde, stava preparando le bevande da portare a una tavolata.
Al tavolo c'erano sei strani clienti e un asino.
Erano vestiti tutti di colori scuri.
Da un lato della tavolata sedevano lo strano asino, un ragazzino e un okama.
L'asino non sembrava molto normale: il pelo era bruno ma aveva sulle palpebre un trucco dei colori dell'arcobaleno e sul capo una strana chioma fluente.
Anche se forse la cosa più strana era il fatto che stesse seduto al tavolino come un normale essere umano.
Il ragazzino avrà avuto sì e no 15 anni.
Portava degli spessi occhiali dalla montatura bianca, capelli verdi, zazzera, brufoli. lentiggini, corporatura esile.
Aveva un tic all'occhio destro.
L'okama portava un copricapo a forma di corvo.
Aveva un fisico strano e portava delle scarpe a punta.
Dall'altro lato della tavola erano seduti una vecchietta, un nano e una ragazza molto strana.
La vecchietta aveva un corpo esile, il viso pieno di rughe, i capelli afro argentati e le mancavano tutti i denti.
Il nano aveva invece era calvo e portava una folta barba rossa.
Un naso a patata, il viso rosso paonazzo e una cicatrice dall'alto verso il basso sulla guancia destra.
La ragazza aveva un grande mantello che le copriva il corpo.
La sua pelle era estremamente bianca, i capelli neri, gli occhi rossi e un naso "all'insù".
A capotavola sedeva un uomo alto con i capelli afro rossi a ciuffi.
Aveva degli occhi color ghiaccio e il suo sguardo oltre a incutere paura tradiva un grande risentimento verso il mondo intero.
Il naso era stato mutilato in qualche cruento scontro.
Sul braccio destro aveva uno strano tatuaggio con tre "k".

«Ecco a voi le bevande! Un po' presto per bere però...» disse il barista.
«Eheheheheh Matheo! Grazie per aver aperto il locale solo per noi.» affermò il rosso a capotavola.
«D'altra parte siete i miei migliori clienti! Ihihihihihi» rise Matheo.
«Nella mia birra non c'è il ghiaccio, vero figliolo?» chiese la vecchia.
«Certo Gladis! Come al solito.» rispose il barista.
«Bravo! Così si tratta una signora con il mio problema!» sorrise compiaciuta Gladis.
«Una vecchia sdentata!» interruppe la scena l'okama.
«Stai zitto Tolen, brutto idiota gay!» lo rimproverò la vecchia.
«Come ti permetti!?» le rispose Tolen.
«Ih-oh ih-oh!» ragliò l'asino.
«Certo Sir Raglio, questa vecchia non ci deve insultare! Essere gay è un'arte che io e te conosciamo bene...» disse facendo l'occhiolino alla bestia che arrossì.
«Smettetela di dire queste cose!» gridò la ragazza dagli occhi rossi «C'è un bambino qui!».
«Calmati, Crimson Pata. Dev è un uomo ormai! Se ha scelto di prendere la testa di un imperatore può anche ascoltare storie su rapporti omosessuali fra me e Sir!» replicò l'okama.
«Ogni ubriacone deve potersi divertire! Hic!» lo supportò il nano.
«E poi tanto ormai ho già visto tutto!» aggiunse Dev.
«Che schifo!» dissero in coro le due donne.
«Ehm ehm!» si schiarì la voce il rosso.
«Amici miei, non litighiamo! Non vi ricordate perché siamo qui?
Oggi diamo inizio alla fase 35 del piano "Revenge" del KKK.
Vi ricordate perchè abbiamo fondato la nostra associazione?» chiese l'uomo senza naso.
«Sì, Kap!» rispose il nano «Noi vogliamo farla pagare a tutti coloro che ci hanno fatto soffrire. Ci hanno discriminati, insultati, isolati, ci hanno detto che siamo sbagliati. La pagheranno con gli interessi!».
«Ben detto, Etonar!
Per fare ciò però dobbiamo acquisire potere.
Il potere si conquista lottando, uccidendo, rubando, stuprando, ricattando...
E noi abbiamo fatto tante di queste cose che ormai tutti gli dei hanno i nostri nomi nella loro lista dei cattivi.
Ma il problema non siamo noi.
Gli altri, i normali, sono sbagliati!
Sono loro i veri cattivi.
Noi combattiamo per la nostra normalità e per la nostra vendetta.
Le persone normali devono estinguersi!
Per fare ciò prima dobbiamo rubare il carbone dal grande magazzino dei Blackman!
Siete con me!?!» lì incitò Kap.
«Sì, capitano!» urlarono in coro i suoi nakama.
«Quel carbone ci serve in parte come carburante per le invenzioni di Dev e in parte per ottenere i soldi necessari alla recluta di altri cinquanta mercenari.» aggiunse il capo.
«I miei robot serviranno a distruggere i membri della ciurma di quell'idiota di un imperatore! Sono contentissimo, non vedo l'ora!» disse Dev.

Sull'isola del carbone una minaccia incombeva sulla felicità dei mugiwara.






Ricetta della crema alla catalana
Morsa della pelle di squalo (???? Samehada Shotei?): mossa difensiva, con un semplice colpo di palmo della mano Jinbe devia l'attacco nemico; utilizzata contro Gekko Moria.
Decoupage in tre punti: Sanji colpisce il nemico con tre calci veloci e devastanti mirati alla gola, al petto e al bacino del nemico. Usata per battere definitivamente Wanze.
Cavallo demoniaco: con un movimento circolare del braccio, Zoro scaglia un potente fendente con una spada; utilizzata per tagliare in a metà la testa di pietra gigante formata da Pica.
Canzone "Seven Drunken Nights"



Angolo dell'autore
Ciao a tutte le mie care lettrici e a tutti i miei cari lettori :)
Oggi è lunedì ed esce un nuovo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto, fatemelo sapere nelle recensioni.
Ho anche messo dei link nelle note nel caso voleste accedere a quei siti più velocemente.

Special guest di questo capitolo è l'associazione criminale KKK, prossima avversaria dei mugiwara.
Kap, Tolen, Crimson Pata, Sir Raglio, Gladis, Dev e Etonar.
Chi trova il maggior numero di easter egg o citazioni o altro relative al gruppo dei cattivi vince un premio speciale.

Ultimamente ho provato a leggere le vostre fictions "onepieciose" e ho trovato una vera e propria chicca (che non ho ancora finito di gustare) di Cam: "I am dying".
Ho quasi paura della abilità di questa ragazza nel descrivere le morti con così tanta dolcezza e tenerezza.
Se state scrivendo qualcosa fatemelo sapere! :)
Con calma mi leggerò tutto!

Prima di salutarvi voglio ancora ringraziarvi: siamo arrivati alla non indifferente cifra di 3000 visite per i precedenti 10 capitoli!



Un caro saluto,
Henry.

P.s. A lunedì prossimo!

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Capitolo 12
*** Etciù ***


”Etciù”

Coal Mine Island
Porto città mineraria di Mancastle
Ponte della Sunny
11:00 a.m.


«Etciù! Etciù!» starnutì il capitano dei mugiwara.
Da quando avevano attraccato non aveva mai smesso di starnutire.
Probabilmente era allergico a qualcosa in quella grande nube nera che avvolgeva l’intera isola.
Tutta la ciurma era sul ponte principale della Sunny per il consueto briefing prima dello sbarco.
«Allora ragazzi, che avete scoperto a proposito dell’isola?» chiese Nami a Henry e Robin.
L’uomo-grifone guardò negli occhi l’archeologa facendole capire in qualche modo le sue intenzione cavalleresche.
La donna principiò a parlare «Coal Mine Island è un’isola molto importante per l’economia dell’arcipelago di Joy. Qui si trovano moltissime miniere, soprattutto di carbone. Il carbone è sì un’ottima fonte di energia, tuttavia non è molto pulita e lo si può ben capire dalla nube nera che avvolge tutta l’isola!».
«Oh yes! – la interruppe Franky – Il carbone viene usato come carburante anche per i treni marini di Water Seven!» strillò mentre delle lacrime di nostalgia gli scendevano sul volto.
«Sì, quanti ricordi!» si unì a lui Chopper.
«La città principale si chiama Mancastle, ma non aspettate di trovarvi di fronte ad un castello! Fufufufu!» disse l’archeologa.
«Oshoshoshoshosh! In effetti cento anni fa si ergeva proprio nel centro della città un enorme castello. I suoi mattoni erano rossi come i capelli del re che vi dimorava. Questo re aveva un grande sogno che purtroppo lo portò alla pazzia. Il suo sogno era che tutti nel suo regno avessero pari diritti e condizioni economiche. Un bel sogno, certo. Possibile? Non credo. Utopico? Certamente. Un nefasto giorno il re realizzò di essere esso stesso un ostacolo nel lungo percorso fra la realtà e la sua utopia. Quindi si fece portare al castello tutta la polvere da sparo e l’esplosivo del regno, e si fece saltare in aria insieme al castello!» disse Mountain.
Robin continuò il racconto «Molte persone morirono o furono gravemente ferite a causa di quella esplosione. Pensate che i mattoni del castello furono lanciati dall’esplosione in ogni direzione per miglia e miglia. Il principe ereditario e la famiglia reale furono costretti a scappare in esilio dal popolo in rivolta. Oggi i mattoni del castello sono diventati parti di fabbriche, case, pub … Il sogno del re folle in un certo senso si è avverato: tutto il popolo è egualmente povero e ha gli stessi diritti. Infatti l’economia è controllata da alcune multinazionali che sfruttano come schiavi i lavoratori e si tengono la maggior parte dei profitti!».
«Il destino a volte è crudele!» commentò Henry.
«A detta degli ultimi resoconti bisogna stare attenti ai tanti fuorilegge e ubriachi che si aggirano per la città.» aggiunse l’archeologa.
«Yosh! – prese la parola Nami – Il nostro obiettivo è quello di fare rifornimento in fretta per salpare verso la nostra metà finale di questa spedizione: Red Circle Island. Vedete di non fare casini!».
«Etciù! Etciù! – la interruppe Rufy – Questo fumo mi fa uno strano effetto! Etciù!».
«Fatti dare un’occhiata!» lo pregò il dottor Chopper.

Chopper prese il suo stetoscopio e “ascoltò i polmoni” del suo capitano.
«Mmmm, sembra che il carbone bruciato che si trova nell’aria reagisca con i tuoi polmoni di gomma impedendo una normale respirazione! E’ pericoloso! Mettiti subito questa mascherina!!!» disse Chopper in apprensione per il suo capitano che non fece resistenze.
«Sebbene i nostri polmoni siano più adatti del suo a questa atmosfera, tutto questo fumo alla lunga danneggerà anche le nostre vie aeree. Quindi prendete anche voi queste mascherine!» concluse il medico prima di passare ad ognuno la propria mascherina.
Nami guardava Rufy un po’ preoccupata.
“Rufy dovrà rimanere a bordo. Speriamo che non si intestardisca…Baka di un capitano!” pensò la rossa.
«Capitano, tu dovresti rimanere a bordo. Non voglio che ti senta male! Non è accettabile che tu metta a rischio la tua vita per degli stupidi rifornimenti! Non te lo permetto, non ora…» Nami pareva un fiume in piena!
Ma fu interrotta da Rufy «Ok! Rimarrò a bordo a leggere!».
La rossa arrossì mentre tutti gli altri nakama (eccetto Robin che sapeva e Henry che non conosceva abbastanza Rufy) gridarono «EHHHHHH!» sorpresi dalla risposta del capitano.
Chopper insistette per un secondo controllo delle condizioni di salute di Mugiwara.
«Desiderio di leggere… – annotò sul suo quaderno degli appunti – che strano sintomo!» pensò ad alta voce la renna.
«Bene!» riprese il controllo della situazione Nami «Bisogna dividerci! Rufy rimarrà sulla nave sottocoperta per non aggravare le sue condizioni di salute. Io starò a guardia della nave con lui.». 
«Aspetta Nami, tu hai una missione e io ho una idea!» la interruppe Henry.
La navigatrice lo guardò male.
“Io voglio stare con il mio Rufy, questa è la mia missione!” pensò la donna.
«In che senso ho una missione?!» chiese Nami cercando di darsi un contegno.
«Devi disegnare la mappa del mondo, no?!» chiese retoricamente l’uomo-grifone.
«Yosh! E’ il mio sogno!» rispose affermativamente la navigatrice.
«Allora ti porterò in volo sopra all’isola così potrai disegnare più in fretta gli schizzi per le tue mappe. Poi ti riporterò sulla nave dal tuo Rufy!» propose l’uomo-grifone.
Nami arrossì.
“M-m-m-mio R-r-r-rufy! Oh mio Dio!” penso la donna.
«Hai ragione! Allora chi resterà con Rufy?» chiese Nami.
«Il timoniere. In caso di guai potrei muovere la nave!» si propose Jinbe.
«Yosh! Poi Sanji, Franky, Usopp e Chopper fate rifornimenti per cucina, carpenteria e infermeria!» comandò la navigatrice.
«Sì signora!» gridarono in coro i quattro.
«Io voglio andare a comprare del sakè!» affermò Zoro.
«Oh, sì! Prendine una bella botte anche per Shanks!» disse Rufy da dietro alla mascherina.
«Robin, Brook: accompagnatelo! Non vorrei che si perdesse…» ordinò Nami.
«Yosh!» risposero i due.
«Cosaaaa?! Rimangiati quello che hai detto, ragazzina!» le urlò lo spadaccino.
«Etciù!» starnutì Mugiwara.
Il volto di Nami si oscurò come il cielo prima di un knock-up stream.
«Rufy sta male per colpa di questa maledetta isola! Non permetterò che si perda tempo per nessunissima ragione! Entro stasera voglio salpare per Red Circle Island!!!» urlò la rossa.
“La gatta tira fuori le unghie per proteggere il suo Rufy! Hihihihihi” pensò lo spadaccino.
«Ok, lasciamo perdere! Andiamo ragazzi: abbiamo dei compiti. Si sbarca!» disse Zoro.

Usopp, Franky, Chopper e Sanji stavano camminando tranquilli per le strade della città di Mancastle.
«Questi edifici sembrano tutti uguali!» disse Chopper riferendosì a tutte quelle case, negozi e uffici in mattoni rossi sporchi di fuliggine.
«Devono essere tutti mattoni del vecchio castello!» esclamò Usopp.
«Chissà quanti feriti! Ci saranno stati dei bravi dottori?» chiese la renna.
«Non lo so…» rispose il cecchino.
Passarono vicino ad un negozio di gadget.
L’insegna recitava “Dev C+-: gadget strani per persone strane!“.
Gli occhi di Usopp si illuminarono.
«Io mi fermo un attimo qui!» disse il nasone «Voi andate avanti, vi raggiungo presto!».
«Ok!» disse Franky.
La porta del negozio cigolava in maniera molesta.
“Ci vorrebbe dell’olio!” pensò il cecchino.
Il negozio era pieno di scaffalature ricolme di oggetti di dubbia utilità.
Stuzzicadenti meccanici, ragni massaggiatori meccanici, “scaccolatori” elettronici…
Al bancone erano seduti un ragazzino con capelli verdi e occhiali bianchi, e uno strano uomo dai capelli rossi col naso mutilato.
“Uhhh, una maschera per persone con il naso lungo! La voglio! Chissà quanto costa… Non c’è scritto. Proviamo a chiedere!” pensò il cliente dal naso lungo.
Appena fece per avvicinarsi al bancone per chiedere il prezzo, l’uomo senza naso si alzò di scatto e sparì nel retrobottega.

L’uomo dai capelli rossi prese un lumacofono.
«Comunicazione importante a tutto il KKK! Abbiamo avvistato in città i membri della ciurma di Mugiwara, uno dei quattro imperatori. Ho un piano. Sebbene non siamo pronti per un attacco frontale contro un imperatore, potremmo organizzare un rapimento. Rapiremo quanti più membri del loro equipaggio e chiederemo a Mugiwara di togliere di mezzo Shanks il Rosso. Così otterremo il nostro obiettivo! Avremo la testa di un imperatore! Eheheheheheheeh».
«Sì, capo!» risposero le persone dall’altro lumacofono.
«Muovetevi ora! Non c’è tempo da perdere! Passo e chiudo.» terminò Kap.
“Presto avrò la mia vendetta. Io, Kap, figlio di Kean figlio di Karl, legittimo re di Coal Mine Island e capitano del King Kap Klan, conquisterò nuovamente il potere!” pensò il capitano del KKK.

«Etciù!» starnutì Rufy.
Era in biblioteca e stava leggendo il libro che doveva indicargli la via per il cuore di Nami.
Nella mano destra stringeva una catenina con una gemma di rubellite.
«Ehi, Rufy-kun, che stai leggendo?» chiese Jinbe.
«Un libro!» rispose tranquillo Cappello di paglia.
«Ho capito, ma che libro è?!» chiese nuovamente Jinbe cercando di non ridere della involontaria battuta di pessimo gusto del suo capitano.
«E’ un libro che mi dice come devo comportarmi con Nami! Shishishishi» rispose Rufy.
«Ti sei innamorato della navigatrice?» chiese Jinbe.
Si sentiva come una sorta di zio per il suo capitano, voleva dargli una mano a diventare uomo.
«Sì, credo proprio di sì!» rispose serenamente Mugiwara.
«Bene! Nami è proprio una bella ragazza. Bravo Rufy-kun!» disse Jinbe.
“Devo dargli una mano!” pensò Jinbe per poi chiedere «Qual è il tuo piano per conquistarla?».
«Voglio regalarle questa collana e dirle che voglio stare per sempre insieme a lei.».
«Uhm, ti do un consiglio, Rufy-kun. Una volta ero innamorato di una donna-pesce. Si chiamava Corvina, era bellissima. Così un bel giorno la portai in superficie su una spiaggia al tramonto e passai con lei tutta la notte a parlare abbracciati. Quando la luna piena sembrò grande come un enorme re di mare le dissi che l’amavo. Fu la notte più bella della mia lunga vita!».
«Spiaggia, tramonto, luna. Yosh, annotato!» disse Rufy scrivendo su un taccuino.

Nami era seduta in groppa al grifone nel cielo di Coal Mine Island.
Stava disegnando degli schizzi per la mappa dell’isola.
Henry faticava a rimanere “fermo” in cielo,  ma pensava “Devo essere utile ai miei nakama!”.
Così sopportava la fatica.

Il cielo grigio e i fumi delle ciminiere di Coal Mine Island nascondevano il malvagio piano dell’associazione KKK.




Angolo dell’autore
Ciao ragazze! : )
Come va?
Scusate il ritardo di un giorno ma ieri è stata una giornata molto piena e non sono riuscito a pubblicare prima.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.

Lo scorso quizzone è stato vinto da Sabryna.
Il premio è la scelta di una canzone che inserirò nei prossimi capitoli.

Ma facciamo un piccolo resoconto sugli antagonisti dei mugiwara.
Mi farò aiutare da Adam Kadmon (“Coincidenze?! Non credo!”) : )

-Associazione KKK: King Kap Klan e quindi clan che vuole Kap come re.
Il riferimento è al Ku Klux Klan e lo si coglie nelle varie affermazioni dei personaggi.

-Kap: figlio di Kean figlio di Karl, legittimo re di Coal Mine Island e capitano del King Kap Klan.
Un uomo alto con i capelli afro rossi a ciuffi, occhi color ghiaccio, naso mutilato, sul braccio destro aveva uno strano tatuaggio con tre "k".
Ispirato a Telespalla Bob e a Lord Voldemort.


-Crimson Pata: ragazza dalla pelle estremamente bianca, i capelli neri, gli occhi rossi e un naso "all'insù". Anche se non si è visto ha una deformazione fisica che lascio ancora per un capitolo avvolta nel mistero.
Il suo cognome “Crimson” è ispirato a un robot di Pacific Rim che combatte in maniera simile alla donna. Il suo nome invece è dovuto a una spada: la Pata. Quindi è una spadaccina!


-Tolen: Un okama (anche se mi piacerebbe scrivere che è un “transone”) molto simile a Mister Two Von Clay. La sua passione però non è per i cigni, ma per i corvi (porta un copricapo a forma di corvo) e per gli asini.
Infatti ha una relazione zoofila/omosessuale col suo asino da compagnia.
Ha davvero dei gravi problemi mentali!
Il suo nome è l’anagramma di “lento”.


- Sir Raglio: asino strano dal pelo bruno, truccato con i colori dell'arcobaleno. Sa stare seduto ad un tavolino come un uomo e riesce a farsi capire solo dal suo amato Tolen.
Di fatto parlano un linguaggio universale: il linguaggio dell’amore! <3
Il suo nome è un mix fra il comune verso degli asini e Sir Elton John, famoso per le sue battaglie a favore delle coppie omosessuali (interessate, visto che anche lui è omosessuale!).


-Dev: ragazzino di 15 anni che porta degli spessi occhiali dalla montatura bianca.
Ha i capelli verdi, una zazzera, brufoli. lentiggini, è di corporatura esile e ha un tic all'occhio destro.
La sua passione sono i robot e le cose strane.
Difatti gestisce con Kap il negozio Dev C+-.
Il suo nome è un tributo a un programma che permette di scrivere programmi per pc in linguaggio C e C++.


-Gladis: vecchietta dal corpo esile, il viso pieno di rughe, i capelli afro argentati e senza denti.
E’ un tributo ai Targaryen e ad un personaggio del film “Legion”, la vecchietta posseduta Gladis che stacca a morsi il collo di un uomo ed è capace di camminare sui soffitti!


-Etonar: nano calvo che porta una folta barba rossa. Ha il naso a patata, il viso rosso paonazzo e una cicatrice dall'alto verso il basso sulla guancia destra. E’ un alcolista sempre in disaccordo con Gladis.
Il nome è l’anagramma di Renato, tributo a Brunetta.
Il personaggio è ispirato al “Folletto” della casata Lannister di Game of Thrones.


-Matheo: non propriamente un antagonista, al più un aiutante degli antagonisti. Assomiglia molto a Matteo Salvini e il suo pub ha delle coccarde bianco-verdi con frasi ingiuriose...
Parodia di un leghista.

Spero di avervi strappato un sorriso.

Ci sentiamo lunedì prossimo.
Un caro saluto,
Henry!

P.S. Per una “non-so-bene-cosa” devo ringraziare il mitico cuoco Sanji per le ricette presenti in questa ff.

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Capitolo 13
*** Mugiwara vs KKK ***


Mugiwara vs KKK

Coal Mine Island
Mancastle
12:00 a.m.


Il fumo si diradava nel cielo di Coal Mine Island.
Oltre al grigio del fumo, al rosso delle costruzioni e al marrone del terreno impervio, si vedeva finalmente l’azzurro del cielo e il blu del mare.
«Chissà se c’è qualche animale?» chiese Henry.
«Probabilmente sono tutti di allevamento.» rispose Nami.
«Peccato! Anche gli animali hanno dei sogni, lo sai?» la interrogò il grifone.
«Quali sono i tuoi sogni, Mountain D. Henry?».
L’uomo-grifone arrossì.
«Diventare un abile stratega, proteggere le persone a cui voglio bene, non essere più solo e R-r-r-ro …– prese un bel respiro – Robin!».
“Mmm, lo sapevo! E brava la sorellona!” pensò la rossa.
«Allora dovresti farglielo sapere… Non vorrai mica che qualcun altro la prenda prima di te!?» disse Nami per aggiungere un po’ di pepe alla situazione.
«C-c-c-cosaaaaaa!?» disse Henry con gli occhi fuori dalle orbite «Ho un rivale?!».
«Forse… Se vuoi ti do un consiglio da amica che ti costerà solo 10000 beli!» disse la donna con gli occhi a beli.
«Ci sto!» replicò senza batter ciglio l’uomo.
«Per caso ieri notte ho elaborato questo piano per te! Allora: 1) devi scendere dal cielo; 2)devi correre verso di lei (con sembianze umane); 3) la abbracci; 4) le dici che la ami. Se farai questo la bella sorellona non potrà che cadere fra le tue braccia!» lo istruì la navigatrice.
«Sissignora!» urlò Henry.
«Bene, ora lasciami finire di disegnare!».
La matita di Nami ricominciò a scorrere veloce sul foglio disegnando linee fini ed eleganti.
 
«Questa maschera, signor nasone, le costerà solo 1 milione di beli!» disse Dev ad Usopp.
“Che bambino scortese!” pensò il cecchino.
«Ah, mi dispiace. E’ troppo cara per le mie tasche! Arrivederci.» si congedò Usopp.
Si avvicinò alla porta di ingresso, appoggiò la mano sulla maniglia quando sentì un rapido movimento alle spalle.
In un decimo di secondo estrasse la sua kabuto nera e fermò la corsa di due coltelli affilati.
Era l’uomo con i capelli rossi di prima.
Il suo sguardo fece raggelare il sangue ad Usopp.
Dietro di lui si stava avvicinando il ragazzino che prima stava al bancone.
Stava manovrando un esoscheletro di acciaio ed era armato fino ai denti.
«Il grande Captain Usopp ha sconfitto un milione di avversari. Volete essere i prossimi due?!» chiese il cecchino con le gambe che gli tremavano.
«Vogliamo rapirti, stupido mugiwara!» disse Kap.
«Rapirmi?! Allora addio!» ribatté Usopp prima di sfondare la porta di vetro e scappare fra le strade di Mancastle.
Correva veloce come il vento evitando bambini, vecchi, donne … SBAM!
«Che botta!» disse il cecchino dolorante a terra.
«Ohi, che SUPER-scontro! Come mai corri in mezzo alla strada, fratellino?!» chiese Franky.
Era andato a sbattere contro il suo amico cyborg!
«E-e-ecco, ci sono due che mi vogliono rap…» non fece in tempo a rispondere che il cyborg gridò «Stai giù!».
Alzò le braccia e lanciò due razzi contro Kap e Dev.
 
Zoro, Robin e Brook erano appena entrati in un pub.
«“La ruspa zoppa”: che nome curioso!» disse Brook entrando.
«L’importante è che abbiano birra e saké!» replicò in fretta lo spadaccino.
Dentro al pub oltre al barista c’era una vecchietta sdentata.
«Poveretta, quella è solo pelle e ossa! Anche se io non potrei dire niente, perché nemmeno la pelle ho! Hohohohohoho» rise di gusto Brook «Skull joke!».
«Che freddura di pessimo gusto.» lo guardò con una faccia tetra Robin.
Si avvicinarono al bancone.
«Hey barista! Vogliamo 5 botti di sakè e 4 di birra!» disse rudemente Zoro.
«Non posso vendere più di due botti agli stranieri! Fra l’altro non sembra nemmeno che abbiate i soldi!» rispose Matheo indicando la vecchietta che stava provando a derubare Brook.
Brook estrasse la spada e la vecchietta fece un balzo all’indietro col sacchetto del denaro.
«Ti conviene ridarmelo, cara vecchietta!» le urlò lo scheletro.
«Sennò?!» rispose la vecchietta.
La porta del locale si aprì ed entrarono una giovane ragazza che indossava una grande mantella e uno strano nano.
«Andiamo a litigare fuori!» urlò la ragazza.
«Voi chi siete?» domandò Zoro.
«Amici di Gladis!» strillò il nano.
«Non abbiamo niente da fare con voi. Ridateci i soldi e nessuno si farà male!» li minacciò Zoro.
La ragazza allora si tolse la mantella mostrando di avere tre braccia, due destri e un sinistro, già armate con delle strane spade.
«Roronoa Zoro, io ti sfido!» urlò la ragazza con gli occhi rossi.
«La cosa si fa interessante! Hihihi» sghignazzò Zoro.
«Vi prego, andate fuori dal locale!» li implorò Matheo il barista.
 
Sanji e Chopper erano rimasti soli.
«Certo che in questo mercato ci sono poche spezie degne di questo nome!» brontolò il cuoco.
«Anche le erbe officinali scarseggiano.» si aggiunse la renna mentre camminava fra le bancarelle.
«Cosa volete, questa isola è una fabbrica. I prati vengono bruciati per costruire delle meravigliose fabbriche!» li interruppe una voce stridula.
A quella vista Sanji rimase pietrificato.
«Lei chi è, signore?» domandò Chopper.
«Il mio nome è Tolen! Ehi bel procione, vorresti venire via con me?» chiese con gli occhi a cuoricino.
«HI-OH» protesto uno strano asino lì vicino.
«No signore, non posso!» rispose Chopper.
«Cosa vuoi, brutto okama?» chiese scuro in volto Sanji.
«Ah, è perché hai già il fidanzato! Dai, vieni con me che io sono il miglior fidanzato del mondo!» disse Tolen rivolgendosi ancora a Chopper.
«Hi-oh, hi-oh, hi-oh!».
«Ehi Sanji! Questi vogliono rapirci!» disse con tono serio la renna al cuoco.
«Ah sì, anche tu riesci a capire il mio dolce Sir Raglio!? Bravo! Sei l’unico oltre a me!» esclamò Tolen.
«Beh, se volete guai allora li avete trovati!» disse Sanji scuro in volto.
 
«Ehi, ma lo sai che saresti proprio una bella baldracca?!» disse Etonar a Nico Robin «Voglio vederti senza vestiti!».
Robin era schifata dall’aspetto e dai discorsi del nano «Come osi!? Odio i pervertiti…» ribatté alle offese del nano.
«Eh così avete progettato un “3vs3”? Non è che forse sottovalutate i vostri avversari?» chiese Zoro alla sua rivale.
«Io sono Crimson Pata, ma forse mi conoscerai come “La dama delle tre spade”! » disse la donna con gli occhi rossi.
«No, mi dispiace ma non so chi tu sia!» rispose Zoro un po’ confuso.
«C-c-c-come osi, screanzato!? Io sono una spadaccina famosissima e fortissima! Ti sei mai scontrato contro uno spadaccino con tre spade?» disse rossa in volto Pata.
«Una, due, tre … mille spade. Non mi interessa. Sappi solo che io sarò lo spadaccino più forte del mondo. Quindi non mi fai paura!» rispose spavaldo Zoro.
«Grrrrrrrr!!!» la spadaccina sembrava furiosa.
«Ehi tu, tutt’ossi! Sappi che ho una missione ma oltre a quella voglio una cosa da te! Hihihihihihi!» disse la vecchietta.
«Tutto ma non i miei afro!!!» rispose lo scheletro.
«Idiota, non me ne faccio nulla dei tuoi brutti capelli afro! Io voglio i tuoi denti! Hihihihihi!» ribatte la anziana.
«Vecchia strega, come osi insultare i miei capelli! Sono la cosa più bella del mondo… Beh, dopo le mutandine delle ragazze! Yohohohoho!» esclamò lo scheletro prima di sguainare la spada.
 
«Mmmm… E quindi alla fine ciò che devo farle è una promessa…» Rufy pensava a voce alta nella biblioteca della Sunny.
«Ah, la promessa di amore! Dovresti scriverne una personalizzata… Poi ti devi esercitare a dirla! Non è così facile!» disse Jinbe.
«Uffa! E’ più facile sconfiggere un imperatore che fare queste cose...» urlava Mugiwara.
«Ci riuscirai, Rufy-kun!» lo incoraggiò l’uomo-pesce.
«Cosa le posso promettere… forse che la proteggerò sempre!» esclamò Rufy.
 
Le battaglie in città stavano iniziando!
Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere i membri del KKK?

Angolo dell'autore
Care lettrici, cari lettori scusatemi del ritardo.
Purtroppo sono in periodo di esami e quindi ho trovato poco tempo per scrivere.

Spero che vi sia piaciuto il capitolo e presto ne pubblicherò un altro per farmi perdonare.
Vi prego di farmi sapere se vi piace il capitolo, il ritmo che gli ho dato e gli scontri (per ora verbali) con gli antagonisti.
Grazie mille del vostro affetto.
Sempre vostro,
Henry.

 

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Capitolo 14
*** Il nano pervertito ***


Il nano pervertito

Coal Mine Island
Porto di Mancastle
Sunny
12:30 a.m.

 

«Ehi Rufy-kun, sta arrivando la tua Nami!» disse Jinbe.
Rufy arrossì per un attimo.
“Nami…” disse fra sé e sé Mugiwara subito prima di incantarsi fra le mille fantasie che aveva immaginato negli ultimi giorni.
C’era Nami che lo abbracciava stretto a sé costringendolo ad inalare il profumo della sua pelle nuda; il sapore di Nami che lo baciava appassionatamente fino a fargli mancare il respiro; Nami che gli dava uno dei suoi sacri mandarini come pegno del proprio amore; Nami che rideva di cuore davanti ad un falò nel mezzo della notte… c’era sempre Nami, ed era sempre insieme a lui.
«Rufy-kun! Rufy-kun! Rufy-kun!» ripeteva Jinbe scuotendo le spalle del suo capitano.
Alla quarta volta finalmente Rufy ritornò nel mondo reale e disse «Andiamo!» sorridente come non mai.
 
Il grifone era appena atterrato sul ponte della Sunny.
Dalla sua schiena era scesa la navigatrice con una penna e un quaderno dalla copertina nera.
Ad un tratto si aprì una porta dalla quale uscirono Rufy e Jinbe.
«Ohi, Nami! Etciù» strillò Mugiwara.
«Baka!» gli strillò contro la navigatrice prima di stenderlo con un pugno “del disobbediente” «Chopper ti aveva detto che dovevi tenerti quella maledetta mascherina! Se proprio vuoi morire dillo subito che ci penso io!» aggiunse scura in volto.
«Shishishishishi! Avevo così tanta voglia di vederti che me ne sono dimenticato!» rispose da terra il capitano.
“Cosa?! Rufy voleva vedermi!? Rufy,,,” pensò la rossa arrossendo.
«Sarà meglio rientrare ragazzi!» disse saggiamente Jinbe.
«Yosh!» dissero in coro gli altri tre mugiwara.
BOOOOOOOOOOM!!!
Si sentì un’esplosione provenire dalla città.
«Cos’è stato?!» chiese Nami strillando.
«Capitano, i nostri nakama potrebbero essere in difficoltà! Ordini?» chiese Henry.
Rufy chiuse gli occhi per cercare di capire cosa stesse succedendo con l’haki “tonalità dell’osservazione”.
Passarono 5 secondi.
«I nostri amici stanno combattendo contro dei buoni avversari.» disse il capitano.
«Chiedo il permesso di andare a dargli una mano!» esclamò l’uomo-grifone.
«Non credo sia necessario, se la possono cavare anche da soli.» rispose Mugiwara.
«Mmmm» si schiarì la voce Jinbe «Io ed Henry potremmo andare a dare un’occhiata, tanto non abbiamo niente da fare!».
«Etciù!» starnutì ancora il capitano.
Jinbe si avvicinò a Nami e con un buffetto la spinse verso Rufy.
«Allora è deciso: Nami si prenderà cura di te e intanto io e Henry andiamo a vedere se i nostri amici hanno bisogno di aiuto!» dichiarò Jinbe.
Nami e Rufy arrossirono entrambi.
«Allora noi andiamo!» disse Henry subito dopo che Jinbe gli saltasse in groppa «A dopo!».

I razzi che Franky aveva lanciato contro i due avversari avevano generato una discreta esplosione, distruggendo svariate bancarelle e alzando un polverone.
Dalla polvere uscirono sghignazzando Kap e Dev.
«Eheheheheheh! Questo è il potere distruttivo della ciurma di un imperatore?!» disse Kap.
«Se non fosse stato per il mio esoscheletro di agalmatolite e lonsdaleite superdura1 saremmo finiti male! Hiuhiuhiuhiu!» esclamò Dev dentro al suo esoscheletro alto due metri e ben fornito di lanciarazzi e lame su braccia e gambe.
«Hey voi!» strillò Franky «Mi fate SUPER-vedere quel bellissimo esoscheletro?!» aggiunse con gli occhi brillanti.
«Solo se ti fai rapire! Hiuhiuhiuhiu!» replicò Dev.
«Quindi ti devo sconfiggere per studiare il tuo SUPER-esoscheletro?! Yosh!» esclamò il cyborg.
«Ehi, Franky!» si sentì una voce fioca «Potresti alzarti!?».
Era Usopp che era rimasto tutto il tempo schiacciato sotto il sedere “mutandato” del suo nakama.
«Oh, oh! Scusa amico!» disse Franky.
«Questi ci vogliono rapire! Bisogna studiare un piano per vincere lo scontro!» affermò Usopp.
“Quell’uomo senza naso che usa i coltelli mi terrorizza, ma quello con l’esoscheletro mi fa ancora più paura…” pensò il cecchino.
«Allora, tu prenderai il ragazzino mentre il grande Usopp sfiderà l’uomo senza naso!» comandò Usopp.
«Proprio quello che volevo! Ahahahahahah! Diamoci SUPER da fare!» esclamò Franky.
 
«Queste sono 3 pata! Sono spade rarissime la cui lama s'innesta non in un manico ma in un guanto d'arme. Ti farò in mille pezzi! Fufufufufu!» rise la spadaccina a tre braccia.
«Meno parole e più fatti, brutta zitella!» urlò Roronoa Zoro.
«Come osi?! Sono giovane, è normale che non abbia ancora il fidanzato!» replicò arrabbiata Pata.
«Allora avevo ragione! Hihihihi! Mi tocca uno scontro con una zitella acida! Vi prego di scusarmi, oh mie spade, per questo utilizzo improprio!» disse Zoro.
«Come osi!? Sono infuriata, ti farò a pezzi!!!» strillò ancora la spadaccina.
«Nooo! Doveva essere un 3vs3! Stupida ragazzina…» le strillò contro Gladis.
«Beh, a questo punto faremo tre 1vs1…» le disse Etonar.
 
«Hey, vecchietta! Come hai osato insultare i miei afro!!!» urlò Brook.
«Ahhhh, mi ero quasi dimenticata di te! Dammi i tuoi denti, scheletro!» replicò la vecchia.
«Daeki Daeki2 Bullet!» gridò prima di sputare un proiettile di saliva appiccicosa sui piedi del suo avversario.
Brook provò a muoversi, ma quella saliva era collosa e lo teneva inchiodato in quella posizione.
«Cosa mi hai fatto?» chiese lo scheletro.
«Questo è il potere del mio frutto del diavolo, il frutto Daeki Daeki! Posso sputare enormi quantità di saliva con diverse proprietà fisiche… Ma presto lo proverai sulla tua pelle! Fufufufufu!» rise la vecchia.
«Anche se io la pelle non la ho! Yohohohoho!» rise anche Brook.
«Ridi ora, perché presto non avrai più i tuoi denti! Fufufufu!» disse prima di saltare addosso allo scheletro.
 


«Mmmm, voglio vedere il tuo seno!» disse mentre stava sbavando il nano Etonar a Nico Robin.
«Smettila pervertito! Combattiamo!» lo incitò la sua avversaria.
«Ehehehehehe! Sto arrivando, bella gnocca3!» gridò il nano cominciando a correre verso l’archeologa.
«Tres Fleur4!» urlò Robin cercando di bloccare il nano a terra.
«Eheheheheh! Ma così fai il mio gioco! Hadaka Hadaka5 Touché» disse Etonar toccando le mani della avversaria.
I vestiti di Robin sparirono all’istante, lasciando nuda la donna.
“Oh no, questo maledetto nano è veramente insidioso!” pensò l’archeologa mentre copriva le sue grazie.
«Eheheheheh! Questo è il potere del mio frutto del diavolo! Posso spogliare chiunque! Eheheheheheh! A proposito, che bel corpo che hai!» la guardò con occhi da pervertito.
 
«Io prendo l’omosessuale, tu pensa all’asino.» disse Sanji a Chopper.
«Yosh!» disse la renna.
«Io sono Tolen e ti prometto che dopo averti sconfitto ti porterò via la tua amata renna!» lo provocò l’okama «Iniziamo questa sfida fra omosessuali zoofili! Hihihihihi!».
«Cosa ca**o dici, brutto okama!? Io non sono un pervertito come te!» strillò Sanji.
«Dimostramelo allora!» rispose Tolen, prima di proiettarsi in un calcio volante verso l’avversario.
 
«Ehi asino, perché dobbiamo essere nemici?! Dai, io non ti ho mai fatto nulla!» disse Chopper a Sir Raglio nel linguaggio degli animali.
«Tu mi vuoi rubare Tolen!» rispose l’asino.
«Ma non è vero! Non ti farei mai nulla del genere!» replicò Chopper.
«Renna non mentire! Rainbow Rainbow Acceleration!» disse prima di trasformarsi in luce di sette colori.
Andava avanti e indietro, a destra e a sinistra alla velocità della luce, disorientando l’avversario.
Ad un certo punto gli si avvicinò, ritornò istantaneamente in forma fisica e colpì con uno zoccolo la renna, mandandola a schiantare contro delle bancarelle.
«Chopper!» gridò Sanji.
 
«Eheheheheh! Ora sei mia, bella gnocca!» disse Etonar avvicinandosi lentamente alla donna.
Si sentì un forte fischio provenire dal cielo.
In un batter d’occhio atterrò Mountain D. Henry con Jinbe in groppa.
Henry si trasformò in forma umana e corse verso la donna.
«Robin!» gridò l’uomo mentre correva.
“Come ha detto Nami devo scendere dal cielo, correre verso di lei, abbracciarla e…” pensava l’uomo-grifone mentre già la stava abbracciando “e… e… e… è nudaaaaaaa!”.
Henry divenne rosso in volto come non mai.
«Sc-sc-sc-scusami Robin!» disse in fretta togliendosi il mantello per cederlo alla donna.
“Mi ha abbracciata! Mmmm….” sospirò l’archeologa.
«Grazie Henry, ma stai attento che quel tizio: può fare sparire i vestiti se ti tocca!» gli suggerì la donna.
«Yosh! Jinbe, tu vai da Chopper! A questo nano ci penso io.» disse l’uomo-grifone.
«Ok! A dopo!» rispose Jinbe.
 
Gli scontri entrano nel vivo!



1 Lonsdaleite superdura.
2 Daeki vuol dire saliva in giapponese.
Gnocca: dovevo trovare un appellativo volgare da far ripetere al nano durante lo scontro con Robin, quindi ho scelto di affidarmi al vocabolo di origine romagnola in quanto abbastanza “rozzo” ma non troppo pesante.
Tres Fleur: (三輪咲き(トレスフルール) Toresufurūru): tecnica di sottomissione. Robin la utilizza per vanificare l’attacco di Pell. Le tre braccia aggiuntive di Robin bloccano le ali e la spada del falcone. Nel caso di Etonar le usa per bloccarlo a terra.
Hadaka vuol dire nudo in giapponese.


Angolo dell'autore
Care lettrici e cari lettori, come va? :)
Vi è piaciuto questo capitolo?
Lo so, lo so: la settimana scorsa ho tardato molto la consegna e ora invece in 3 giorni vi ho messo 2 capitoli.
Non tutti siete riusciti ancora a leggere il capitolo precedente, però state tranquilli che il prossimo capitolo uscirà lunedì sera in maniera regolare, così potrete rimettervi in pari se volete!
Spero che i cattivi in questo capitolo abbiano espresso abbastanza la loro natura e i loro impulsi.
Vi è piaciuto più il frutto Daeki Daeki, il frutto Hadaka Hadaka o il frutto Rainbow Rainbow?
Ora torno agli studi universitari.
Un caro saluto,
Henry!

P.s.1 E' da un po' che non sento Corvina22. Lei è stata molto importante per fare delle scelte riguardanti gli scontri dei nostri Mugiwara. 
Per ora vi sta piacendo questo aspetto? A me sì e per questo devo ringraziare moltissimo Corvina. Nel prossimo angolo dell'autore proverò a fare una analisi sui motivi che hanno spinto i KKK ad essere cattivi e sulle loro somiglianze con i Mugiwara. 
P.s.2 Il frutto arcobaleno lo avevo in testa da un po', ma anche Sabryna001 lo aveva suggerito nella recensione ad un capitolo. QUIZZONE che capitolo era?

 

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Capitolo 15
*** Amicizia ***


L'Amicizia

Coal Mine Island
Porto di Mancastle
Sunny
13:00 a.m.


Nella piazzetta subito fuori la Ruspa Zoppa erano rimasti Henry, Robin ed Etonar.
C’era una piccola fontanella al centro di questa piazzetta con una strana statua che rappresentava una qualche divinità di quell’isola.
Henry, dopo aver affidato il suo mantello a Robin, si era girato e aveva fatto alcuni passi verso il suo avversario.
«Tu.... Tu… Tu… Tu hai osato togliere i vestiti alla mia Robiiiiiiin!» gridò scuro in volto l’uomo-grifone.
«Eheheheheheh! Cos’è la tua fidanzata?!» lo provocò il nano.
«Tu non sai, stolto di un nano! 15 anni… 15 anni sono stato solo...» iniziò a dire Henry prima di essere interrotto da Etonar «E allora?! E’ colpa tua se sei un gigante idiota! Invece di stare solo potevi andare in un bel bordello! Ce n’è uno dietro l’angolo! Eheheheheh!».
«… solo in mezzo a una foresta. E lei! – Henry indicò Robin – è la prima persona di cui mi sia fidato in questi 15 anni. E’ la persona a cui voglio più bene in questo mondo!» dichiarò l’uomo-grifone.
“Henry, Henry, Henry” Robin ripeteva nella sua testa quel nome che le dava tanta gioia, quel nome che ora le scaldava il viso e che trasformava in vapore quelle lacrime di gioia.
«Twolegged-step!» gridò Henry prima di trasformarsi in un vero e proprio uomo-grifone.
Aveva due gambe molto lunghe e muscolose, ricoperte dalla pelliccia di leone che ricopriva anche il torace fino ai pettorali.
Più in alto dei pettorali e sulle braccia era ricoperto da un piumaggio bruno-dorato.
Aveva delle grandi e robuste ali che gli uscivano dalla schiena.
“Sembra un angelo!” pensò Robin.
«Vuoi dire le tue ultime parole, nano pervertito?» urlò fuori di se il grifone.
«Eheheheheh! Non potevi essere altro che un uccello, testa di ca**o!» lo insultò Etonar.
«Combattiamo!» disse Henry.
Il nano velocemente corse verso il gigante e con grande agilità riuscì a colpire le gambe ricoperte di haki dell’avversario.
Henry, appena bloccato questo colpo, tentò di rispondere con un poderoso pugno ricoperto di haki ma l’avversario velocemente evitò il colpo.
«Sei piuttosto veloce, uomo-uccello! Eheheheheheh Ma io lo sono di più! Quindi anche se non ti posso far sparire i vestiti, la vittoria è mia! Eheheheheh!» sghignazzò Etonar.
“Mmm, voglio sbarazzarmi di questo nano al più presto. Potrei usare la Speed-step oppure la King-step oppure…” pensava Henry.
«Ah sì? Se credi di essere così superiore perché non provi a colpirmi proprio qui?!» disse indicando le sue parti intime «Dovrebbe essere alla tua altezza, nano!».
«Vuoi essere castrato, gigante stupido!? Eheheheheh! Ok!» rispose Etonar.
“Oshoshoshoshosh! Ci è cascato!” pensò Henry.
Mentre il nano correva svelto verso il pube del suo avversario, l’uomo-grifone caricò il suo pugno destro e, quando mancava meno di un metro urlò «Impact Claw X!».
Il pugno colpì in pieno Etonar lanciandolo a grande velocità contro la fontana nella piazza.
Fra le macerie della fontana giaceva dolorante il nano.
«Noi volevamo solo sentirci accettati! Purtroppo da quella notte… da quando il re, nonno di Kap, è impazzito… » disse prima di svenire Etonar.
 
Chopper era sdraiato fra la polvere e le rovine delle bancarelle.
“Quell’asino è forte!” pensò la renna.
Sir Raglio si stava avvicinando a lui.
Ad ogni passo si sentiva il rumore sordo degli zoccoli sul terreno.
«Tecnica del Pugno Spaccategole!1» urlò Jinbe appena arrivato.
La forte onda d’urto costrinse Sir Raglio a indietreggiare.
«Jinbe, grazie dell’aiuto!» lo ringraziò Chopper.
«Dovere, giovane amico mio!» rispose l’uomo-pesce per poi aggiungere «Chi è il nostro avversario?».
«Il nostro avversario si chiama Sir Raglio, ed è un asino che ha mangiato il frutto del diavolo Rainbow Rainbow. E’ veloce come la luce!» spiegò il dottore.
«Mmmm, un avversario difficile! Sembra un certo ammiraglio della marina di mia conoscenza…» disse Jinbe.
«Tienilo a bada per un po’ mentre io penso a come sconfiggerlo!» ordinò Chopper.
«Yosh! Conto su di te!» rispose l’uomo-pesce.
 

«Brutto okama, sei piuttosto forte!» ammise Sanji.
Era già da alcuni minuti che si batteva con Tolen.
«Grazie, anche tu! Però io vincerò e sai perché?» disse Tolen.
«No.» rispose Sanji.
«Perché tu non accetti di essere gay, mentre io sì! Hihihihihihi!» sghignazzò l’omosessuale.
«Io non sono come te!» urlò il cuoco.
«Sai, una volta mi sono battuto con un okama. Era un tizio strambo ma anche una persona molto buona. Una persona che ha dato una grossa mano ad uno dei miei più cari amici quando io non potevo.» disse Sanji.
«Lo avrà fatto perché aveva degli interessi!» ipotizzò Tolen.
«No, lo ha fatto per l’amicizia! Si è sacrificato per un amico.» rispose il biondo.
«Che idiota! Ci sono solo due sentimenti che valgono la pena di essere provati: l’amore e l’odio. Il resto è spazzatura!» replicò l’okama.
«Non è vero, l’amicizia è una cosa meravigliosa! E’ vero, amare una donna è forse la cosa più bella del mondo per un uomo come me! Però… Però avere degli amici è altrettanto importante per un essere umano! Senza l’amicizia ci perdiamo una gamma quasi infinita di sensazioni, sapori, consistenze, odori… E’ come cucinare senza spezie o amare senza poter sentire il calore della donna amata.» disse Sanji.
«Hihihihihi! A quanto pare sei un poeta! Quanto sei gay!» lo provocò Tolen.
«Sono fiero di essere simile a un okama come Bentham2! Melancholy Memories3!» gridò Sanji prima di assestare un poderoso calcio infuocato al suo avversario.
Tolen cadde a terra.
«Ho perso! Come è possibile?!» disse l’okama sputando sangue.
Sanji si accese una sigaretta.
«Hai perso perché le mie motivazioni erano più forti delle tue!» sentenziò il cuoco.
«Come può essere!? Io volevo rapirti, volevo abbattere un imperatore, volevo non essere più discriminato, volevo…» disse Tolen prima di scoppiare a piangere.
«Io combattevo per i miei amici.» ribadì il biondo.
 
Brook aveva sfoderato la spada respingendo l’attacco di Gladis, ma i problemi non erano finiti.
Aveva i piedi incollati a terra e la sua avversaria si stava preparando ad utilizzare nuovamente il suo potere.
«Non posso permettermi di deludere i miei nakama! Ti batterò qui e ora.» disse lo scheletro.
«Fufufufufu! Credi di potermi battere?! Ma sai quanti anni ho? 88! Nessuno mi batte in esperienza!» affermò la vecchia.
«Yohohohohoho! Io ho 89 anni! Yohohohoho!» rise Brook.
«Come!? Esiste un uomo più vecchio di me? Allora muori subito, brutto scheletro!» sentenziò Gladis prima di gridare «Daeki Daeki Bullet!».
Brook però fu ancora più veloce «Canticchiamento della tormenta nevosa4!».
Lanciò la sua spada in bocca alla vecchia. congelando lo sputo colloso addosso alla sua avversaria.
Lo sputo colloso ai piedi di Brook si sciolse.
«Yohohohoho! Io sarò vecchio, ma almeno non mi sbavo addosso! Anche perché di bava non ne ho! Yohohohoho! Skull Joke!».
 
Dopo qualche scambio di fendenti i due spadaccini si erano presi una pausa per studiarsi meglio.
«Ehi zittella!» Zoro richiamò l’attenzione della sua avversaria «Tu sei molto brava e hai delle tecniche molto interessanti…».
«Ti vuoi già arrendere?» lo interruppe la spadaccina.
«Ohohohohoh! Sei spiritosa!» disse ridendo sguaiatamente Zoro «Tuttavia non sei al mio livello.».
«Ne sei sicuro?» chiese Pata.
«Ti batterò con una sola spada!» sentenziò il cacciatore di pirati riponendo tutte le sue lame «Per tuo vantaggio la lascio nel fodero!».
«Arrogante. Ti sconfiggerò!» gli urlò contro la ragazza «Tecnica a tre spade: tridente della vendetta!».
Zoro portò la mano all’elsa della Shusui 5 e mentre la sua avversaria si avvicinava con le 3 pata urlò «Canto del Leone morente6!».
Il fendente fece volare via tutte le spade di Pata, slogandogli i polsi.
La spadaccina si mise in ginocchio e pianse.
«Hai vinto! Ti prego… se vuoi… prendi la mia vita!» disse singhiozzando la donna.
Ci fu un attimo di silenzio.
«Non è mia intenzione. Diventa più forte e magari ti darò la rivincita!» sentenziò Zoro.
La donna pianse ancora di più.
Era molto grata a quell’uomo.
“E’ così forte, buono, saggio… Oh, Zoro!” pensò Pata.
«Ehm ehm! – si schiarì la voce – Non è che vuoi uscire con me?!» chiese la spadaccina.
Zoro rimase pietrificato.
“Che le prende?! No-no-non è u-u-un comportamento co-co-consono a una spadaccina!” disse dentro di se il cacciatore di pirati.
«Allora?! Usciamo insieme???» si ripeté la donna.
«Mi… ehm ehm … dispiace ma ho delle faccende da sbrigare! Addio!!!» disse prima di scappare a gambe levate.
«Non scappare! Sono innamorata di te, prenditi le tue responsabilità!!!» gridò la donna.
 

Franky e Dev non stavano propriamente combattendo, stavano più che altro facendo una sorta di contest a tema “guerrieri robot”.
«SUPER! Il tuo braccio a lame incandescenti è SUPER! Ma credo di avere una cosa che ti lascerà senza parole!» esclamò Franky.
«Hihihihi! E’ impossibile che resti senza parole, io sono un genio del male!» ribatté il ragazzino.
«Se ti sorprendo ti arrenderai, che ne dici?!» propose il cyborg.
«Non lo so…» rispose Dev.
«Allora forse non sei tanto sicuro di te…» lo provocò Franky.
«Ok, ok! Se mi sorprendi mi arrenderò!» accettò Dev.
“Ahahahahahaha Ora ci penso io a SUPER-sorprenderlo!” pensò il cyborg.
Franky prese due panini tondi da una delle bancarelle lì vicino e li appoggiò per terra.
Poi gridò «Coup de Boo7!» e “volò” in cielo.
Arrivato a circa 20 metri di altezza, smise di emettere il gas alla cola dal sedere e con una piroetta
degna di un grande tuffatore gridò ancora «Franky Nipple Laser8!».
Dai suoi capezzoli uscirono dei raggi laser che colpirono il terreno subito sotto il cyborg.
Si alzò un gran polverone.
Dopo qualche secondo la polvere si ri-posò sul terreno e Dev vide Franky in piedi in una posa assurda.
Nelle mani del cyborg c’erano due ottimi frati9.
Dev lo guardò perplesso «Frati?! Come mai dovrebbero sorprendermi?».
«Perché sono quei due panini che avevo appoggiato per terra prima! SUPER!» urlò Franky mettendosi nella sua classica posa «Assaggiali!».
Dev ne prese uno in mano e incominciò ad addentarlo.
“E così ha messo nell’aria dello zucchero in forma gassosa attraverso il Coup de Boo e poi lo ha fatto cristallizzare sopra i panini con il laser, producendo inoltre i classici buchi delle ciambelle… Mmmm! Squisito!!!” pensava il ragazzino mentre cominciava a piangere dalla gioia.
«Mi arrendo!» dichiarò Dev «Ti prego, diventa mio maestro!».
«Ahahahahaha! Possiamo tenere una corrispondenza, ma non posso rimanere qui! Devo andare in giro per il mondo con la mia SUPER nave!» rispose il cyborg ridendo.
 
«Hi-oh!» ragliò Sir Raglio prima di schiantare a terra il suo avversario.
Jinbe era molto stanco.
Le aveva prese “di tutti i colori” combattendo contro un avversario veloce come la luce.
«Hey Jinbe, ho una idea!» disse Chopper.
«Era l’ora, amico mio!» rispose Jinbe.
«Scusa, volevo risolvere prima questo problema ma era abbastanza difficile…» iniziò a dire la piccola renna prima di essere interrotto dall’amico «Allora?».
«Il nostro avversario ogni volta che attacca si trasforma in luce per circa 3-5 secondi. La luce si rifrange passando attraverso un mezzo diverso dall’aria, ad esempio…».
«L’acqua!» lo interruppe Jinbe.
«Grazie Chopper!» concluse l’uomo-pesce.
«Hi-oh!» ragliò ancora l’asino prima di ritrasformarsi in luce di 7 colori e attaccare nuovamente.
«Colpo d'Acqua10!» gridò Jinbe.
L’acqua deviò la traiettoria della luce, schiantando a terra l’asino.
Jinbe velocemente gli saltò addosso e, approfittando dello stato solido del suo avversario, gli diede il colpo del K.O. « Tecnica del Pugno Spaccategole!».
 
Usopp stava afforntando già da diversi minuti il leader del KKK.
Kap con le sue due lame lo costringeva a un combattimento corpo a corpo, cosa a cui Usopp non era proprio abituato.
«Perché mi vuoi rapire, tizio senza naso?» chiese nuovamente il cecchino.
«Te l’ho già detto. Io voglio diventare imperatore. Voglio costringere tutti ad accettarmi!» urlò Kap.
«Perché non ti accettano? Forse per il naso?! Vabbeh, anche io ho un naso strano… eheheheheh!» rise nervosamente Usopp.
«Tu non puoi capire…» replicò l’uomo dai capelli rossi.
«Prova a spiegarmi!» chiese Usopp.
«Va bene, tanto non può cambiare nulla! Tanti anni fa mio nonno era il re di questa isola. Era Karl della casata Klan. Un giorno purtroppo impazzì e fece saltare in aria il castello al centro dell’isola per uno stupido sogno. Tutti dovevano essere uguali… Che idiozia! Fatto sta che il suo sogno maledetto ha condannato la nostra famiglia all’esilio! La gente ci odiava, ci tirava i mattoni addosso, provava a ucciderci! Io nacqui diversi anni dopo la morte di mio nonno ma, nonostante ciò, sono sempre stato trattato come un assassino, come la peggior feccia di questa isola sporca di carbone fin dentro l’anima! Il mio naso… Una volta lo avevo, ma a scuola quei maledetti dei miei compagni scoprirono le mie origini. Un giorno mi misero in un angolo e incominciarono a tagliuzzarmi con dei coltelli. Fu molto doloroso. La mia rabbia crebbe e con essa la mia voglia di sangue. Così tolsi loro le lame e cominciai a sgozzarli come pecore! Eheheheheheh! Così imparano! Ricordati, naso lungo: imponiti sugli altri, spaventali, addomesticali o rischierai di trovarti un coltello conficcato nella gola! Eheheheheheh!» sghignazzò in modo malvagio Kap.
«Ho pietà per te!» sentenziò Usopp.
«Hai pietà? Non la voglio! Voglio solo rapirti!» ribatté l’uomo senza naso.
«Ho pietà perché non conosci l’amicizia, perché ti abbandoni all’odio, perché…».
«Perché sei un debole! Eheheheheh!» lo interruppe Kap.
«Ho pietà perché nonostante il tuo grande piano tu fallirai, fallirai perché hai incontrato il grande capitano Usopp! Io come Franky, Robin, Nami, Chopper, Henry… tutti noi siamo stati soli, tristi, odiati… Però non ci siamo arresi! Abbiamo cercato di fare sempre la cosa giusta e abbiamo trovato degli amici! L’amicizia è magica. L’amicizia fa guarire da tutti i mali che affliggono la nostra anima. Ho pietà di te perché non hai veri e propri amici!» dichiarò Usopp.
«Come osi, brutto naso lungo! Morirai!» urlò Kap «Doppia Lama del Giudizio!».
Usopp fece un salto all’indietro prendendo la mira col suo kabuto «Stella Verde Impact Wolf11!».
Il lupo azzannò le lame di Kap prima di esplodere mettendolo K.O.!
 
L’associazione KKK era caduta per mano dei mugiwara.
 
 
 
 
1 Tecnica del Pugno Spaccategole (カラクサ瓦正券 Karakusa Gawara Seiken): tecnica usata da Jinbe ad Impel Down dopo essere stato liberato da Rufy. Consiste in un pugno di grande potenza in grado di colpire il nemico, anche senza nessun contatto, attraverso l'onda d'urto che ne proviene.
 
2 Mr. 2 Von Clay (Mr.2 ボン・クレー Misutā Tsū Bon Kurē), il cui vero nome è Bentham (ベンサム Bensamu) 
 
3 Variante della mossa Hell Memories, suscitata non dal dolore ma dalla malinconia.
Hell Memories (地獄の思い出(ヘル・メモリーズ) Heru Memorīzu?): dopo aver ricordato il doloroso periodo a Momoiro, Sanji avvolge il suo corpo dalle fiamme, poi sferra un potentissimo calcio al nemico, incendiandolo completamente. Utilizzato contro Wadatsumi.
 
4 Canticchiamento della tormenta nevosa (掠り唄 吹雪斬り Kasuriuta Fubuki Giri?): Brook combina il "Colpo cocca di freccia" con il potere del suo frutto del diavolo, facendo sì che il colpo congeli anche il sangue dell'avversario.
 
5 Shusui (秋水? Acqua d'autunno): spada nera appartenuta al leggendario samurai Ryuma. Con essa si narra che riuscì a sconfiggere un drago volante (si tratta di una ministoria auto-conclusiva di Oda pubblicata in One Piece Wanted intitolata Monsters, dove lo spadaccino Ryuma soprannominato The King, prototipo dello Zoro di One Piece, sconfigge un drago volante sventando il piano del diabolico Cirano, prototipo di Mihawk). Viene impugnata dallo zombie del samurai a Thriller Bark, rianimato da Gekko Moria grazie all'ombra dello scheletro Brook. Dopo aver perso il duello contro Zoro, lo zombie decide di donargliela. Diventa così la terza spada di Roronoa, in sostituzione della distrutta Yubashiri. Lo spadaccino rivela che essa è una O Wazamono ed appartiene al gruppo di spade nere rinomate per la loro durezza e capacità di aumentare il danno prodotto in combattimento.
 
6 Tecnica ad estrazione ad una spada, Canto del Leone morente (一刀流居合 死・獅子歌歌 Ittoryu Iai: shi shishi sonson?): evoluzione de Il canto del Leone, impiegata per decapitare il drago che la ciurma incontra a Punk Hazard.
 
7 Coup de Boo (風来噴射(クー・ド・ブー)? Coup de Cu nell'edizione italiana dell'anime (tranne nell'episodio 335 dove viene usato il nome originale)): simile al Coup de Vent, ma emesso dal sedere. Utile per muoversi (addirittura volare per brevi tratti) più che per attaccare. A detta di Usop, tutto il gas emesso odora di cola.
 
8 Simile al Franky Nipple Light ma con raggi laser.
Franky Nipple Light (フランキーニップルライト Furankī Nippuru Raito?): Franky "accende" i capezzoli per fare luce, ed è anche in grado di farli lampeggiare per usare il codice morse.
 
9 Frati: ciambelle zuccherate già incontrate in questa fan fiction.
 
10 Colpo d'Acqua (撃水 Uchimizu?): Jinbe scaglia contro l'avversario un getto d'acqua, che diventa un colpo mortale alla stregua di una palla di cannone. Jinbe lo utilizza per annullare il Colpo d'Acqua di Hody Jones.
 
11 Stella Verde, Impact Wolf (緑星・ドクロ爆発草 Midori Boshi: Inpakuto Urufu?): Usop scaglia un Pop Green che cresce prendendo la forma di un lupo. Il bulbo che fa da naso alla figura rilascia una potente onda d'urto che ha tre metri di diametro.



Angolo dell'autore
Ciao cari lettori e care lettrici :)
Scusate il ritardo ma siamo in tempo di esami e il capitolo non era facile da scrivere.
Infatti se notate ci sono ben 11 note, vari scontri, cose molto molto molto strane, riferimenti a un sacco di cose avvenute.
Sanji perde un po' della sua mal celata repulsione verso gli okama, Zoro scappa da una spadaccina, Franky diventa un fornaio ...
Insomma, un po' di cose!
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e quali sono le cose che vi hanno fatto più divertire.
Purtroppo non posso dilungarmi molto, avrei voluto scrivere altre 5000 cose (risultato e premio quiz della volta scorsa etc... )  ma il mio tempo è limitato!
Per cui ci riaggiorniamo la settimana prossima, sempre di lunedì o martedì.
Un caro saluto,
Henry.

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Capitolo 16
*** Amicizia 2.0 ***


Amicizia 2.0

Coal Mine Island
Porto di Mancastle
Sunny
13:00 a.m.



Nella piazzetta subito fuori la Ruspa Zoppa erano rimasti Henry, Robin ed Etonar.
C’era una piccola fontanella al centro di questa piazzetta con una strana statua che rappresentava una qualche divinità di quell’isola.
Henry, dopo aver affidato il suo mantello a Robin, si era girato e aveva fatto alcuni passi verso il suo avversario.
«Tu.... Tu… Tu… Tu hai osato togliere i vestiti alla mia Robiiiiiiin!» gridò scuro in volto l’uomo-grifone.
«Eheheheheheh! Cos’è la tua fidanzata?!» lo provocò il nano.
«Tu non sai, stolto di un nano! 15 anni… 15 anni sono stato solo...» iniziò a dire Henry prima di essere interrotto da Etonar «E allora?! E’ colpa tua se sei un gigante idiota! Invece di stare solo potevi andare in un bel bordello! Ce n’è uno dietro l’angolo! Eheheheheh!».
«… solo in mezzo a una foresta. E lei! – Henry indicò Robin – è la prima persona di cui mi sia fidato in questi 15 anni. E’ la persona a cui voglio più bene in questo mondo!» dichiarò l’uomo-grifone.
“Henry, Henry, Henry” Robin ripeteva nella sua testa quel nome che le dava tanta gioia, quel nome che ora le scaldava il viso e che trasformava in vapore quelle lacrime di gioia.
«Non la passerai liscia! Twolegged-step!» gridò Henry prima di trasformarsi in un vero e proprio uomo-grifone.
Aveva due gambe umane lunghe e muscolose ricoperte da pelle di leone.
La stessa pelle copriva pure il busto, il torace e i pettorali.
Più in alto dei pettorali e sulle braccia, la pelle leonina lasciava spazio ad un piumaggio bruno-dorato.
Aveva delle grandi e robuste ali che gli uscivano dalla schiena.
“Sembra un angelo!” pensò Robin.
Il cranio era quello di un leone ma la tipica criniera di pelo aveva lasciato spazio alle piume del grifone.
«Vuoi dire le tue ultime parole, nano pervertito?» urlò fuori di sé il grifone.
«Eheheheheh! Non potevi essere altro che un uccello, testa di ca**o!» lo insultò Etonar.
«Combattiamo!» disse Henry.
Il nano estrasse un coltello dalla sua cintura e si scagliò contro il suo avversario piantandogli la lama nel suo quadricipite.
"Wow, è veloce questo maledetto nano!" pensò Henry.
«Non dovevo già essere morto?!» lo stuzzicò Etonar.
«Cos'è, hai furia!?» ribatté l'uomo-grifone.
Il nano estrasse un altro coltello dalla sua cintura e velocemente corse verso il gigante.
Con grande agilità Etonar riuscì a colpire le gambe ricoperte di haki dell’avversario.
Henry, appena bloccato questo colpo, tentò di rispondere con un poderoso pugno ricoperto di haki ma l’avversario velocemente evitò il colpo.
«Sei piuttosto veloce, uomo-uccello! Eheheheheheh Ma io lo sono di più! Quindi anche se non ti posso far sparire i vestiti, la vittoria è mia! Eheheheheh!» sghignazzò Etonar.
“Mmm, voglio sbarazzarmi di questo nano al più presto. Potrei usare la Speed-step oppure la King-step oppure…” pensava Henry.
«Ah sì? Se credi di essere così superiore perché non provi a colpirmi proprio qui?!» disse indicando le sue parti intime «Dovrebbe essere alla tua altezza, nano!».
«Vuoi essere evirato, gigante stupido!? Eheheheheh! Ok!» rispose Etonar.
“Oshoshoshoshosh! Ci è cascato!” pensò Henry.
Etonar strinse con forza il coltello che aveva provato ad usare nel secondo affondo e si lanciò nel terzo.
Mentre il nano correva svelto verso il pube del suo avversario, l’uomo-grifone caricò il suo pugno destro e, quando mancava meno di un metro urlò «Impact Claw X!».
Il pugno colpì in pieno Etonar lanciandolo a grande velocità contro la fontana nella piazza.
L'acqua zampillava alta sulla piazza ricadendo un po' dappertutto.
Fra le macerie della fontana giaceva dolorante il nano.
«Noi volevamo solo sentirci accettati! Purtroppo da quella notte… da quando il re, nonno di Kap, è impazzito… » disse Etonar prima di perdere i sensi.

 

Chopper era sdraiato fra la polvere e le rovine delle bancarelle.
“Quell’asino è forte!” pensò la renna.
Sir Raglio si stava avvicinando a lui.
Ad ogni passo si sentiva il rumore sordo degli zoccoli sul terreno.
«Tecnica del Pugno Spaccategole!» urlò Jinbe appena arrivato.
La forte onda d’urto costrinse Sir Raglio a indietreggiare.
«Jinbe! Grazie.» lo salutò Chopper.
«Dovere, giovane amico mio!» rispose l’uomo-pesce per poi aggiungere «Chi è il nostro avversario?».
«Il nostro avversario si chiama Sir Raglio, ed è un asino che ha mangiato il frutto del diavolo Rainbow Rainbow. E’ veloce come la luce!» spiegò il dottore.
«Mmmm, un avversario difficile! Mi ricorda un certo ammiraglio della marina …» disse Jinbe.
Intanto l'asino si era rimesso in piedi ed era pronto a dare battaglia ai suoi due avversari.
«Tienilo a bada per un po’ mentre io penso a come sconfiggerlo!» ordinò Chopper.
«Yosh! Conto su di te!» rispose l’uomo-pesce mentre Sir Raglio si avvicinava a lui minaccioso.


«Brutto okama, sei piuttosto forte!» ammise Sanji.
Era già da alcuni minuti che il cuoco dei mugiwara si batteva con Tolen.
«Grazie, anche tu! Però io vincerò e sai perché?» disse Tolen.
«No.» rispose Sanji.
«Perché tu non accetti di essere gay, mentre io sì! Hihihihihihi!» sghignazzò l’omosessuale.
«Io non sono come te!» urlò il cuoco.
"Maledetti okama... Eppure anche fra di loro ci sono persone buone. Emporio, Mister Two... Avrei voluto esserci per Rufy quella volta..." pensava il biondo.
«Sai, una volta mi sono battuto con un okama. Era un tizio strambo ma anche una persona molto buona. Una persona che ha dato una grossa mano ad uno dei miei più cari amici quando io non potevo.» disse Sanji.
«Lo avrà fatto per interesse!» ipotizzò Tolen.
«No, lo ha fatto per l’amicizia! Si è sacrificato per un amico.» rispose il biondo.
«Che idiota! Ci sono solo due sentimenti che valgono la pena di essere provati: l’amore e l’odio. Il resto è spazzatura!» replicò l’okama.
«Non è vero, l’amicizia è una cosa meravigliosa! E’ vero, amare una donna è forse la cosa più bella del mondo per un uomo come me! Però… Però avere degli amici è altrettanto importante per un essere umano! Senza l’amicizia ci perdiamo una gamma quasi infinita di sensazioni, sapori, consistenze, odori… E’ come cucinare senza spezie o amare senza poter sentire il calore della donna amata.» disse Sanji.
«Hihihihihi! A quanto pare sei un poeta! Quanto sei gay!» lo provocò Tolen.
«Sono fiero di essere simile a un okama come Mister Two! Melancholy Memories!» gridò Sanji prima di assestare un poderoso calcio infuocato al suo avversario.
Tolen cadde a terra.
«Quanta potenza! - sputò un po' di sangue - Quindi ami proprio questo tuo amichetto! Sei un vero e proprio omosessuale!» gli urlò contro l'okama.
Sanji tirò via la mascherina che gli aveva dato Chopper e si accese una sigaretta.
«Io non posso amare sessualmente un uomo, non sono nato così. Però posso voler bene ai miei amici che siano uomini, donne o animali! E' una cosa che non puoi capire...»
L'okama sganciò le punte delle sue scarpe rivelando la presenza di due lame affilate.
«Morirai bastardo!» urlò Tolen lanciando i suoi fendenti.
Sanji ricoprì d'haki le sue gambe e gridò «Double Chevilles1» andando poi a colpire con tutta la sua forza le caviglie del suo avversario.
Si sentirono due «Crack!».
Le caviglie di Tolen si erano frantumate.
«Ueeeeeeeeeehh!» si mise a piangere il povero Tolen.
«Ho perso! Come è possibile?! Ueeeeeeehhh!» piagnucolava l’okama.
Sanji si fece un tiro.
Il sapore del tabacco, il sapore della vittoria e della malinconia.
«Hai perso perché le mie motivazioni erano più forti delle tue!» sentenziò il cuoco.
«Come può essere!? Io volevo rapirti, volevo abbattere un imperatore, volevo non essere più discriminato, volevo…» disse Tolen prima di scoppiare nuovamente a piangere.
«Io combattevo per i miei amici.» ribadì il biondo prima di andarsene, giacca in spalla.
 

Brook aveva sfoderato la spada respingendo l’attacco di Gladis, ma i problemi non erano finiti.
Aveva i piedi incollati a terra e la sua avversaria si stava preparando ad utilizzare nuovamente il suo potere.
«Non posso permettermi di deludere i miei nakama! Ti batterò qui e ora.» disse lo scheletro.
«Fufufufufu! Credi di potermi battere?! Ma sai quanti anni ho? 88! Nessuno mi batte in esperienza! Fufufufufu!» affermò la vecchia.
«Yohohohohoho! Io ho 89 anni! Yohohohoho!» rise Brook.
«Come!? Esiste un uomo più vecchio di me? Allora muori subito, brutto scheletro!» sentenziò Gladis prima di gridare «Daeki Daeki Bullet!».
Brook però fu ancora più veloce «Canticchiamento della tormenta nevosa!».
Lanciò la sua spada in bocca alla vecchia. congelando lo sputo colloso addosso alla sua avversaria.
Gladis tossì senza riuscire a rimuovere quel blocco che le impediva di respirare.
Dopo alcuni secondi di sofferenza svenne.
Lo sputo colloso ai piedi di Brook si sciolse e con esso anche quello nella gola della vecchia.
«Yohohohoho! Io sarò vecchio, ma almeno non mi sbavo addosso! Anche perché di bava non ne ho! Yohohohoho! Skull Joke!» rise Brook mentre si incamminava verso la Sunny.
 

Dopo qualche scambio di fendenti i due spadaccini si erano presi una pausa per studiarsi meglio.
«Ehi zittella!» Zoro richiamò l’attenzione della sua avversaria «Tu sei molto brava e hai delle tecniche molto interessanti…».
«Ti vuoi già arrendere?» lo interruppe la spadaccina.
«Ohohohohoh! Sei spiritosa!» disse ridendo sguaiatamente Zoro «Tuttavia non sei al mio livello.».
«Ne sei sicuro?» chiese Pata.
«Ti batterò con una sola spada!» sentenziò il cacciatore di pirati riponendo tutte le sue lame «Per tuo vantaggio la lascio pure nel fodero!».
«Arrogante. Ti sconfiggerò!» gli urlò contro la ragazza «Tecnica a tre spade: tridente della vendetta!».
Zoro portò la mano all’elsa della Shusui e mentre la sua avversaria si avvicinava con le 3 pata urlò «Canto del Leone morente!».
Il fendente fece volare via tutte le spade di Pata, slogandole i polsi.
«Questo faceva male!» disse la donna.
La spadaccina si alzò da terra e si mise in ginocchio.
Piangeva.
«Hai vinto! Ti prego… se vuoi… prendi la mia vita!» disse singhiozzando la donna.
Zoro la guardò.
Voleva guardarla negli occhi, ma la donna aveva il capo chino con la fronte a terra.
Ci fu un attimo di silenzio.
Pata aveva paura, non voleva veramente morire ma quello è il destino di uno spadaccino giusto e onorevole.
La sconfitta porta alla morte.
Pianse ancora un po', poi alzò un attimo lo sguardo da terra per pregare il suo non il suo avversario ma il suo dio.
In quel momento si incorciarono gli sguardi dei due spadaccini.
"Quegli occhi non meritano la morte" pensò Zoro.
"Quegli occhi... Roronoa Zoro, sei tu il mio dio?" pensò la donna.
Pata smise di piangere.
«Non è mia intenzione toglierti la vita. Diventa più forte e magari ti darò la rivincita!» sentenziò Zoro.
La donna ricominciò a piangere.
Era molto grata a quell’uomo, al suo nuovo dio.
“E’ così forte, buono, saggio… Oh, Zoro!” pensò Pata.
«Ehm ehm! – la donna si schiarì la voce – Non è che vuoi uscire con me?!».
Zoro rimase pietrificato.
“Che le prende?! No-no-non è u-u-un comportamento co-co-consono a una spadaccina!” disse dentro di se il cacciatore di pirati.
«Allora?! Usciamo insieme???» si ripeté la donna.
«Mi… ehm ehm … dispiace ma ho delle faccende da sbrigare! Addio!!!» disse prima di scappare a gambe levate.
«Non scappare! Sono innamorata di te, prenditi le tue responsabilità!!!» gridò la donna. 


Franky e Dev non stavano propriamente combattendo, stavano più che altro facendo una sorta di contest a tema “guerrieri robot”.
«Questa la chiamo "Magma Blade"!» proclamò Dev facendo uscire dal suo braccio destro una lama incandescente.
«SUPER! Il tuo braccio a lame incandescenti è SUPER! Ma credo di avere una cosa che ti lascerà senza parole!» esclamò Franky.
«Hihihihi! E’ impossibile che resti senza parole, io sono un genio del male!» ribatté il ragazzino mentre riponeva la lama ancora calda nel suo braccio.
«Se sarò in grado di sorprenderti allora ti arrenderai, che ne dici?» propose il cyborg.
«Non lo so…» rispose Dev.
«Allora forse non sei tanto sicuro di te…» lo provocò Franky.
«Ok, ok! Se mi sorprendi mi arrenderò!» accettò Dev.
“Ahahahahahaha Ora ci penso io a SUPER-sorprenderlo!” pensò il cyborg.
Franky prese due panini tondi da una delle bancarelle lì vicino e li appoggiò per terra.
Poi gridò «Coup de Boo!» e “volò” in cielo.
Arrivato a circa 20 metri di altezza, smise di emettere il gas alla cola dal sedere e con una piroetta
degna di un grande tuffatore gridò ancora «Franky Nipple Laser!».
Dai suoi capezzoli uscirono dei raggi laser che colpirono il terreno subito sotto il cyborg.
Si alzò un gran polverone.
Dopo qualche secondo la polvere si ri-posò sul terreno e Dev vide Franky in piedi in una posa assurda.
Nelle mani del cyborg c’erano due ottimi frati.
Dev lo guardò perplesso «Frati?! Come mai dovrebbero sorprendermi?».
«Perché sono quei due panini che avevo appoggiato per terra prima! SUPER!» urlò Franky mettendosi nella sua classica posa «Assaggiali!».
Dev ne prese uno in mano e incominciò ad addentarlo.
“Mmmm, non sono male! E così ha messo nell’aria dello zucchero in forma gassosa attraverso il Coup de Boo e poi lo ha fatto cristallizzare sopra i panini con il laser, producendo inoltre i classici buchi delle ciambelle… Mmmm! Squisito!!!” pensava il ragazzino mentre cominciava a piangere dalla gioia.
«Mi arrendo!» dichiarò Dev «Ti prego, diventa mio maestro!».
«Maestro?» chiese perplesso il carpentiere.
«Sì, voglio imparare a fare cose buone con la mia scienza!» replicò il ragazzino.
«Ahahahahaha! Ricorda sempre: non importa come vengono usate le cose che crei, devi sempre essere orgoglioso di ciò che hai costruito! Comunque io non posso restare qui, devo andare in giro per il mondo con la mia SUPER nave!» rispose il cyborg ridendo.
«Almeno teniamo una corrispondenza!» lo implorò Dev.
«Ok! Sarò il tuo maestro a distanza. Qua la mano, discepolo!» rispose Franky porgendogli la grande mano destra.
Dev scese dal suo esoscheletro e strinse la mano al suo nuovo maestro.
«Grazie!».
 

«Hi-oh!» ragliò Sir Raglio prima di schiantare a terra il suo avversario.
Jinbe era molto stanco.
Quell'asino aveva un potere problematico.
Innanzitutto quando il suo avversario era sottoforma di luce risultava velocissimo e intangibile; inoltre ogni volta che lo toccava gli causava delle gravi bruciature. 
Insomma ne aveva prese “di tutti i colori” combattendo contro un avversario-arcobaleno.
«Hey Jinbe, ho una idea!» disse Chopper.
«Era l’ora, amico mio!» rispose Jinbe.
«Scusa, avrei voluto risolvere prima questo problema ma purtroppo era abbastanza difficile…» iniziò a dire la piccola renna prima di essere interrotto dall’amico «Taglia corto!».
«Il nostro avversario ogni volta che attacca si trasforma in luce per circa 3-5 secondi. La luce si rifrange passando attraverso un mezzo diverso dall’aria, ad esempio…».
«L’acqua!» lo interruppe Jinbe.
«Grazie Chopper!» gridò l’uomo-pesce «Adesso so come sconfiggere questo dannato asino!».
«Hi-oh!» ragliò ancora l’asino prima di ritrasformarsi in luce di 7 colori e attaccare nuovamente.
«Colpo d'Acqua!» gridò Jinbe.
L’acqua deviò la traiettoria della luce, facendo schiantare a terra l’asino.
Jinbe velocemente gli saltò addosso e, approfittando dello stato solido del suo avversario, gli diede il colpo del K.O. « Tecnica del Pugno Spaccategole!».
Sir Raglio era ko.
«Evvai!» gridò Chopper facendo salti di gioia.
«Chopper-kun, dammi una mano a tornare alla nave!» disse l'uomo-pesce prima di cadere a terra.
 

Usopp stava afforntando già da diversi minuti il leader del KKK.
Kap con le sue due lame lo costringeva a un combattimento corpo a corpo, cosa a cui Usopp non era proprio abituato, e quindi il buon cecchino scappava cercando di rimanere tutto intero.
«Perché mi vuoi rapire, strano tizio senza naso?» chiese per l'n-esima volta il cecchino.
«Te l’ho già detto. Io voglio diventare imperatore. Voglio costringere tutti ad accettarmi!» urlò Kap.
«Perché non ti accettano? Forse per il naso?! Vabbeh, anche io ho un naso strano… eheheheheh!» rise nervosamente Usopp.
«Tu non puoi capire…» replicò l’uomo dai capelli rossi sempre più infuriato.
«Prova a spiegarmi!» chiese Usopp che aveva smesso per un attimo di scappare.
«Va bene, tanto non può cambierà nulla! Tanti anni fa mio nonno era il re di questa isola. Era Karl della casata Klan. Un giorno purtroppo impazzì e fece saltare in aria il castello al centro dell’isola per uno stupido sogno. Tutti dovevano essere uguali… Che idiozia! Fatto sta che il suo sogno maledetto ha condannato la nostra famiglia all’esilio! La gente ci odiava, ci tirava i mattoni addosso, provava a ucciderci! Io nacqui diversi anni dopo la morte di mio nonno ma, nonostante ciò, sono sempre stato trattato come un assassino, come la peggior feccia di questa isola sporca di carbone fin dentro l’anima! Il mio naso… Una volta lo avevo, ma a scuola quei maledetti dei miei compagni scoprirono le mie origini. Un giorno mi misero in un angolo e incominciarono a tagliuzzarmi con dei coltelli. Fu molto doloroso. La mia rabbia crebbe e con essa la mia voglia di sangue. Così tolsi loro le lame e cominciai a sgozzarli come pecore! Eheheheheheh! Così imparano! Ricordati, naso lungo: imponiti sugli altri, spaventali, addomesticali o rischierai di trovarti un coltello conficcato nella gola! Eheheheheheh!» sghignazzò in modo malvagio Kap.
Usopp tremava di paura "E' un dannato psicopatico! Brrrrr Perché devo incontrare questa gente pericolosa... Però... In fondo è solo un povero diavolo che ha incontrato solo dolore e tristezza nella sua vita...".
«Ho pietà per te!» sentenziò Usopp.
«Hai pietà? Non la voglio! Voglio solo rapirti!» ribatté l’uomo senza naso.
«Ho pietà perché non conosci l’amicizia, perché ti abbandoni all’odio, perché…».
«Perché sei un debole! Eheheheheh!» lo interruppe Kap.
«Ho pietà perché nonostante il tuo grande piano tu fallirai, fallirai perché hai incontrato il grande capitano Usopp! Io come Franky, Robin, Nami, Chopper, Henry… tutti noi siamo stati soli, tristi, odiati, derisi… Però non ci siamo arresi! Abbiamo cercato di fare sempre la cosa giusta e abbiamo trovato degli amici! L’amicizia è magica. L’amicizia fa guarire da tutti i mali che affliggono la nostra anima. Ho pietà di te perché non hai veri e propri amici!» dichiarò Usopp.
«Come osi, brutto naso lungo! Morirai!» urlò Kap «Doppia Lama del Giudizio!».
Usopp fece un salto all’indietro prendendo la mira col suo kabuto «Stella Verde Impact Wolf!».
Il lupo azzannò le lame di Kap prima di esplodere mettendolo K.O.!
 
L’associazione KKK era caduta per mano dei mugiwara.
 
 
 
Angolo dell'autore
Che bello risentirci care lettrici e cari lettori :)

E' stato un periodo abbastanza travagliato, "blood, toil, tears and sweat" avrebbe detto il buon vecchio Churchill (a proposito, siamo nel 50esimo anno dalla sua scomparsa).
Tutto ciò che volevo fare qui sul EFP è andato in secondo piano ma finalmente riesco a riprendere questa storia a cui voglio tanto bene.

Come promesso questa è la versione completa e migliorata del capitolo "Amicizia".
Purtroppo la prima versione l'avevo scritta di furia e quindi era venuta un po' male.

Nel prossimo capitolo (che uscirà entro il 14) avremo degli approfondimenti sulle coppie principali (RuNami e HenRobin), con tanta dolcezza e amore.
Inoltre saranno inseriti tutti quei premi che avete vinto nei quizzoni (eccetto quello di Bulma che sarà nell'ultima isola).

Spero che abbiate apprezzato le migliorie al capitolo.
Sono sicuro che l'incremento della dimensione psicologica e fisica dei combattimenti renda finalmente onore allo scontro decisivo fra KKK e Mugiwara.

Un caro saluto,
Henry.

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