Of Hoops and Holists

di SamKo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Of Hoops and Holists

Of Hoops and Holists
Rocco aveva lasciato molto più di una pokéball e una lettera.

di SamKo
traduzione di Lacie



Io non so davvero perché continuo a tradurre Hoennchampionshipping quando nessuno in questa sezione calcola altri che Ash. Ma l'avete visto Rocco? Ma qual è la vostra definizione di bell'uomo? Comunque sia, questa storia è davvero bella, e continuerà a lasciarvi a bocca aperta. Tutt'altro che scontata e banale, ha sentimenti, mistero, suspance, è davvero ben scritta, e spero di aver reso giustizia allo stile dell'autrice in questa mia traduzione. Be', buona lettura ♥


Una lettera, e una pokéball?!
Ma seriamente?!
Vera tornò verso la porta di ingresso e la chiuse a chiave, le volse la schiena, e si lasciò scivolare. Gli doveva almeno questo, supponeva, e non era il caso che qualcuno la vedesse in casa sua, in questo stato triste e deprimente. Con la pokéball stretta tra le mani e le gambe piegate verso petto, premette la sfera poké sulla fronte, e versò una lacrima. Era quasi certa di non aver motivo di sentirsi triste, ma si sentiva tradita. Rocco aveva detto che si sarebbero incontrati a casa sua a un certo punto perché aveva qualcosa da darle. Perciò, lei si aspettava di incontrarlo davvero, non di trovare una pokéball e una lettera, piuttosto ambigua, a quel punto. Immaginava di dover controllare quale Pokémon la attendesse, ma al momento doveva decifrare troppi sentimenti prima di mettersi a fare qualsiasi altra cosa. Dove diavolo era andato? Perché era partito? Perché non l'aveva salutata a dovere? Perché le aveva lasciato una lettera che suonava deliberatamente sospetta come se non volesse essere cercato? Se Vera non fosse stata certa del contrario, avrebbe detto che si trattava essenzialmente di una lettera alla Dear John. O almeno, così sembrava, mentre se ne stava lì seduta sul pavimento con la lettera tra le mani.
Posò la pokéball per terra al suo fianco e sollevò il capo, guardandosi attorno nell'ingresso. Tanto per cominciare, Rocco aveva a malapena vissuto qui. Fatta eccezione per la sua sorprendente collezione di pietre, viveva in modo piuttosto semplice. Pur vivendo tante avventure ed essendo appassionato di esplorazioni, gli unici souvenir che conservava erano rocce. Nessun quadro, o ricordi di alcun genere, solo pietre. Forse era tipico di lui, dunque, saper volar facilmente via (con tutta probabilità in senso letterale su Latios o Skarmory) e vivere dei frutti della terra dovunque gli andasse a genio. Non era una vera e propria casa, questa. Era un indirizzo, un luogo di residenza, un punto fermo sulla mappa per il pubblico quando in realtà, stava facendo esattamente l'opposto. I soldi non erano mai un problema, dopotutto, se tuo padre è il capo dell'azienda di prodotti tecnologici più affermata di Hoenn. Poteva andare e tornare ovunque e in qualunque momento desiderasse.
Eppure l'ultima volta che avevano parlato, Rocco pareva aver affermato chiaramente che non aveva intenzione di volar via subito. Cos'era che aveva detto esattamente? Aveva blaterato un po' di voler vedere il mondo, percorrerlo sulle sue stesse gambe. Vera immaginava più o meno che parlasse puramente di ipotesi e aspirazioni, non veri e propri progetti che avrebbe messo in atto. E ancora, Vera aveva l'impressione che gli importasse, che dovessero parlare di qualcosa, che Rocco avesse qualcosa di importante di cui metterla a parte.
Be', ovviamente non così importante da doverglielo dire per forza di persona. No, certo che no. Possedeva la chiave di casa sua, "in caso di emergenza", e dopo tutti i regali che le aveva fatto alla fine di quasi tutti i loro incontri, e dopo tutto ciò che avevano passato insieme quando gli eco-terroristi minacciavano Hoenn, e dopo gli episodi di Rayquaza e Deoxys, era naturale che pensasse che la loro relazione fosse su un livello ben più alto della semplice "conoscenza".
Piegando la testa da un lato con un sorriso amaro e con le lacrime salate ancora incollate agli occhi, Vera fissò la pokéball che aveva tra le mani. "Bene, suppongo sia il caso di conoscerci, eh?" sussurrò rauca alla sfera, e la aprì a distanza da sé. Dal bagliore scarlatto apparve un piccolo cucciolo di Beldum, chiaramente molto giovane a giudicare dalla taglia. Roteò un paio di volte su sé stesso, osservando l'ambiente, prima di voltarsi a fronteggiare Vera, sgranando il suo occhio rosso alla vista della sua nuova allenatrice. Il sorriso di Vera si allargò questa volta e non riuscì a trattenere una piccola risatina, tuttavia amara, nel constatare che Rocco le aveva dato in effetti un Pokémon appartenente alla sua linea evolutiva prediletta.
Il Beldum volò sul suo grembo e vi si abbassò, e Vera vi sentì cadere qualcosa di freddo. Beldum si sollevò in aria e si allontanò da Vera, questa volta roteando e oscillando da ambo i lati con l'occhio felicemente chiuso.
Vera aggrottò le sopracciglia, e abbassò lo sguardo sul suo grembo. C'era un pezzo di metallo rettangolare, Vera non sapeva dire di che tipo fosse, non più grande di un normale quaderno. La sollevò con entrambe le mani e cominciò a esaminarla. Sapeva che alcuni Pokémon sono in grado di estrarre abilità o poteri speciali tramite certi artefatti, persino da certi oggetti strani che lei avrebbe altrimenti scambiato per spazzatura se non fosse stato per la strana attrazione dei suoi Pokémon verso di essi. Ancora non capiva perché il suo Swapert si ostinasse a raccogliere la sabbia di una certa zona della spiaggia vicina a Porto Selcepoli, ma qualunque fosse la ragione, i suoi Terremoti diventavano così tanto più forti che aveva smesso di chiederselo.
Dopo aver capovolto il foglio metallico, notò alcune piccole incisioni. Tirando su col naso ancora un'altra, lunga volta, si asciugò gli occhi col braccio e li socchiuse cercando di leggere la scritta sbiadita.
"Quando venne creato l'universo, le sue schegge formarono questa Lastra."
Dunque quell'oggetto era una lastra.
L'universo?
Vera fissò l'artefatto, incerta su cosa farne. Il suo nuovo Beldum stava ora fluttuando per la stanza, ispezionando l'ambiente. Beldum aveva di sicuro lasciato cadere la lastra sul suo grembo, e non si trattava certamente di una coincidenza o un incidente. Il Pokémon pareva averlo fatto intenzionalmente. Come doveva interpretare questa lastra? Era stata creata dai frammenti dell'universo? Pareva assurdo.
Vera sorrise di punto in bianco. Non piangeva più. Affatto. Questa lastra aveva il sapore dell'avventura. Rocco le aveva appena fornito un pezzo del puzzle, ma si era concesso il vantaggio della partenza anticipata! Quindi Vera vince il titolo di Campione e Rocco improvvisamente si merita un handicap nel loro prossimo viaggio? Tirando ancora un po' su col naso, e soddisfatta della sua personale spiegazione a questa trovata, Vera rise piano tra sé e sé e finalmente si tirò su dal pavimento.
Dunque da dove cominciare? Possibile che Rocco avesse suggerito a qualcun altro dov'era diretto come prima cosa? Forse era andato da suo padre, o da Adriano? O forse era il caso che lei andasse da qualche parte o trovasse qualcuno che sapesse interpretare questa sua nuova lastra, così che avesse una sorta di pista da dove cominciare a esplorare. Poteva sempre iniziare dal Centro Spaziale dal momento che si trovava a Verdeazzupoli. Non sembrava essere necessariamente legata allo spazio, non ne aveva la più pallida idea, e di certo lì c'erano molte persone istruite che forse conoscevano l'ipotetica tradizione riguardante la criptica lastra.
Il suo Pokénav era appena stato aggiornato in modo che potesse effettuare chiamate, quindi decise di provare a fare un giro di telefonate prima di spostarsi da qualsiasi parte. Vera tirò fuori il Pokénav dalla sua borsa, e decise che come prima cosa avrebbe chiamato Adriano. Rocco era probabilmente irraggiungibile tramite Pokénav, dovunque si trovasse, ma sapeva che Adriano era ancora ad Hoenn, alla palestra di Ceneride. Adriano sembrava un buon inizio. Erano migliori amici, dopotutto, no? Magari Rocco era andato da lui ad un certo punto prima di partire, e Vera sapeva di potergli strappare tale informazione, in caso di bisogno.
Occorse appena uno squillo per ottenere risposta. "Pronto, Vera?"
"Ehi, Adriano!"
"Wow, Vera, che piacere sentirti! Da quanto tempo! A cosa devo l'onore?"
Vera fece una pausa. Cos'è che voleva chiedere? Come poteva esprimersi? "Mi chiedevo... Se avessi sentito Rocco di recente?"
Si udì una lieve risata, e Vera non seppe cosa pensare. Cosa c'era di così divertente? "Ah sì, a dire il vero è una straordinaria coincidenza che tu l'abbia nominato. Dove sei adesso? Lui è andato a cercarti al Resort Lotta. Credo che abbia un altro regalo per te. Giuro, sembra che abbia qualcosa di nuovo per te ogni settimana, non ti senti oppressa?"
Era davvero necessario usare proprio quella parola? Oppressa?
Aspetta.
Rocco era ancora ad Hoenn?
Rocco la stava cercando?
Vera si lambiccò il cervello. Sapeva di non avere un gran tempismo, ma aveva davvero perso il filo delle cose? Era piuttosto certa che Rocco avesse detto di andarlo a trovare quando voleva, quindi non si aspettava che si volatilizzasse, ma... Merda. Aveva forse avuto una reazione immensamente esagerata? Era tutta colpa sua, presa com'era dai propri progetti tanto da non essersi accorta del tempo di Rocco? Si dimenticava spesso che nonostante lui fosse stato un suo superiore, per un certo periodo, durante il suo viaggio, ciò non lo rendeva meno allenatore di Pokémon o amante dei viaggi. Erano fin troppo simili sotto quell'aspetto, entrambi desiderosi di viaggiare attraverso Hoenn, doveva davvero essere una coincidenza che i rispettivi cammini si fossero incrociati così tanto spesso.
"Vera?"
Ops. "Sì, scusa. Il Resort Lotta?"
Vera sentì un'altra lieve risatina. "Sì, cara. Hai bisogno d'altro?"
"A dire il vero," continuò Vera, accorgendosi che c'era dell'altro che poteva chiedergli. "Rocco ha lasciato un oggetto per me, qui a casa sua. È un foglio di metallo, e ha un messaggio inciso sopra, "Quando venne creato l'universo, le sue schegge formarono questa Lastra." Ne sai qualcosa?
"Ooh," tubò Adriano, quasi subito dopo che Vera ebbe finito, "Dunque, Rocco è riuscito a procurarsi la Lastraferro? E l'ha data a te? Ancora regali su regali."
Vera si schiarì la gola, seccata, "Lastraferro?"
"Sì. Una volta ne possedevo una abbastanza simile chiamata Lastraidro, ma l'ho persa un anno fa contro un mio amico a Kalos..."
Ok, molto bene, Adriano sembrava saperne più di quanto lei pensasse. "Lastraidro?"
"Ah, sì. I miei Pokémon parevano esserne proprio attratti. C'era senza dubbio una sorta di attrazione, persino desiderio, di avere la Lastraferro. Il mio Ludicolo si azzuffò con il capitano di una crociera in cui mi avventurai tanto tempo fa. Dopodiché negoziammo in modo appropriato, naturalmente, eppure, nonostante t-tto, il mio Lu-co-o -reva d-ro a-"
"Adriano?"
"V-a? -i sen-?"
La voce di Adriano andò a intermittenza finché non si perse completamente nell'interferenza. Vera allontanò dalla testa il Pokénav per osservarlo, solo per scoprire che lo schermo era coperto di una cosa strana in bianco e nero. Era strano. Il suo Pokénav faceva le bizze solo di rado, e Vera non sapeva ricordare le poche volte in cui aveva funzionato male. Infatti, stava reagendo allo stesso modo in cui aveva reagito quando si trovava nella Grotta dei Tempi tanti mesi prima.
Vera fece spallucce e mise in tasca il Pokénav. Probabilmente era solo difettoso perché era la prima volta che provava ad usare la funzione di chiamata installata di recente nella sua versione del sistema. Avrebbe sempre potuto volare fino a Ferrugipoli e farlo controllare dalla Devon S.p.a. quando voleva. Inoltre voleva andare da Adriano e parlare ancora delle Lastre. Sembrava che lui avesse altro di cui metterla a parte riguardo a quando sapeva.
Ma prima, doveva mettersi in contatto con Rocco. Doveva ringraziarlo per il Beldum, scoprire dove aveva trovato la Lastraferro, perché l'aveva data a lei, e soprattutto, scusarsi.
Il suo nuovo piccolo Beldum stava ancora svolazzando allegramente attorno alla casa. Sembrava davvero vivace e felice di vivere. Vera sorrise soddisfatta e seppe che questo Pokémon sarebbe stata un'aggiunta eccellente alla sua squadra, si vedeva di già.
"D'accordo, Bellamy, è ora di mettersi in viaggio!" Esclamò Vera, richiamando il cucciolo di Beldum nella sua pokéball.
O perlomeno, Vera credeva che si sarebbero messi in viaggio.
Non appena ebbe messo piede fuori da casa di Rocco, le fu impossibile non notare lo scenario attuale. L'isola era nel caos. Sembrava che tutti fossero fuori dalle loro case, e si avvicinavano freneticamente gli uni agli altri facendo domande su domande, ma senza rispondere.
"Hai visto il cielo scomparire?"
"È stato un Pokémon a farlo?"
"Me lo sono perso, cos'è successo?"
"Per alcuni istanti sembrava fosse notte!"
"Tranne che non c'erano stelle! L'intera isola era coperta di viola!"
"Dov'è finita la Grotta Ondosa?"
Vera cominciò a camminare nei dintorni. Verdeazzupoli coperta di viola? La Grotta Ondosa non si vedeva da nessuna parte? Mentre continuava a camminare per l'isola, provò ad origliare qualche altra conversazione sperando di cogliere altri frammenti del caos senza tuttavia inserirvisi di persona. Almeno, finché non udì in lontananza una voce più che familiare, seppur febbrile, e si fermò sui suoi passi.
"Vera?"
Vera si voltò di scatto, come una molla, e vide Rocco correre verso di lei dal Centro Pokémon. Il suo aspetto era calmo ed elegante come sempre, benché i suoi attuali averi indicassero che si trovava in viaggio, con il suo enorme zaino sulle spalle. Il suo abbigliamento era come sempre impeccabile, ma lo zaino sembrava messo un po' peggio per via dell'usura.
"Rocco?" rispose Vera con voce strozzata. Incontrarlo subito non era assolutamente nei suoi piani. Aveva intenzione di pianificare un discorso di scuse mentre volava verso il Resort Lotta, discorso che avrebbe pronunciato qualora l'avesse incontrato su una qualche spiaggia. Avrebbero discusso delle reciproche incomprensioni e avrebbero risolto infine con una lotta, e magari ingaggiato insieme una sfida di Lotta Multipla dopo che avessero chiarito tutto...
"Mi dispiace." Sbottarono entrambi, banalmente nello stesso momento. I due assunsero allora un'aria sconvolta e Vera fu la prima a parlare.
"No, a questo possiamo pensarci dopo," disse, capendo che stava accadendo qualcosa più grande di loro proprio in quel momento, "Credo che ci sia qualcos'altro su cui dobbiamo concentrarci adesso." A queste parole, l'espressione di Rocco mutò immediatamente in una di comprensione e intesa.
"Come al solito, hai il controllo e la consapevolezza del problema immediato. Hai ragione. Torniamo a casa mia," disse Rocco, cominciando a far strada, ma poi aggiunse velocemente, "Prometto che parleremo, di ogni cosa, ma devi lasciarmi spiegare la situazione presente."
Parlare di ogni cosa? Se Verdeazzupoli non fosse stata nel bel mezzo di una situazione di palese emergenza, questa affermazione avrebbe le avrebbe fatto saltare un battito, specialmente per via del modo in cui l'aveva pronunciata. Dire una cosa simile in aggiunta a quanto stava accadendo in quel momento, implicava che Rocco desiderava discutere di altre cose. Ma allora Vera ricordò che Adriano aveva detto che lui l'aveva cercata al Resort Lotta. E c'era anche la Lastraferro. Avevano un bel po' di cose di cui discutere, realizzò Vera.
Proprio quando Vera e Rocco misero piede in casa di lui, udirono debolmente, "Aspettate, ci sono la Campionessa Vera e Rocco!"
Rocco infilò la testa fuori dalla porta, tenendola quasi chiusa, e esclamò, "Stiamo tenendo una conferenza di emergenza. Prometto che torneremo qua fuori e faremo un annuncio non appena avremo raggiunto un piano d'azione." E con ciò, chiuse rapidamente la porta e la sbarrò. Vera gliene fu grata. Non era mai stata brava a smuovere le folle e i fan, mentre Rocco sembrava avere un talento naturale.
"Be', suppongo fosse solo questione di tempo prima che qualcuno ci trovasse," brontolò Rocco, "ed è solo questione di tempo prima che siamo costretti a uscire di nuovo."
Passarono alcuni secondi, e Rocco cominciò a poggiare il suo zaino sul tavolo principale del suo salotto. E poi, Vera si trovò con il cuore in gola. Rocco stava osservando la sua lettera che stava ancora posata sul tavolo, e che ora era un foglio dall'aspetto orribile, completamente rovinato dopo esser stato accartocciato, e con le parole macchiate di lacrime.
Rocco si girò per metà verso Vera, la lettera in una mano e l'altra subito dietro il collo. "Deduco che tu abbia ricevuto il Beldum che ti ho lasciato..." disse, in tono molto monocorde, il capo rivolto verso il basso, con grande sgomento di Vera. Certo, l'isola era nel caos, ma le sembrava di dover esprimere certi sentimenti adesso e in tutta sincerità.
"Io... ero presa da me stessa," cominciò Vera. Che razza di inizio era quello? "La tua lettera... era molto ambigua, sembrava che te ne fossi andato per sempre."
Rocco strinse visibilmente le labbra, e andò verso il cucinotto. "Avevo senz'altro intenzione di star via per un po', ma di sicuro non per sempre. Hoenn è casa mia." Tirò fuori due bicchieri, li poggiò sul banco, e si allungò verso il freezer. "Ti posso portare qualcosa da bere? Non ne ho alcuna certezza, ma ho idea che la tua giornata non sia stata troppo diversa dalla mia.
Vera sospirò, e andò verso il tavolo a prender posto. C'era chiaramente qualcosa che Rocco non le stava dicendo, e ciò la rendeva senza dubbio ansiosa. Tuttavia, eccola qui, invitata a casa sua, seduta al suo tavolo. Certo, ciò si poteva addurre al presente stato delle cose a Verdeazzupoli e al ruolo indubbiamente importante che loro due stavano per giocare sul potenziale esito, ma non riusciva a collegarlo al fatto che lui le stesse offrendo da bere. Detto ciò, il tono della voce di lui le suggeriva che avrebbero dovuto rimandare le confessioni sincere dei rispettivi sentimenti.
Prima che potesse accettare la sua offerta, Vera vide che Rocco aveva già cominciato a versare del whisky in entrambi i bicchieri. Tuttavia, ciò che Vera non aveva notato, era quello che Rocco aveva tirato fuori dal freezer. Vera strizzò gli occhi verso i bicchieri sul banco, e quando Rocco si fu voltato per portarli entrambi in tavola, Vera fu in grado di vedere più chiaramente ciò che stava sul fondo delle bevande.
"Non è possibile... Rocco, quelle nel whisky sono pietre? Hai tirato fuori delle pietre dal tuo freezer e le hai messe nel whisky?" Nonostante il loro scambio di prima tutt'altro che estremamente piacevole, Vera si trovò suo malgrado a soffocare una risatina.
Era evidente che Rocco fosse seccato, ma provò ad avere pazienza, poiché che era ciò che si trovava a dover fare spesso quando gli altri non comprendevano il suo hobby nonché professione. Alzò lo sguardo al soffitto e sospirò, poi disse, "Sono orneblenda biotite e graniti, dal Tunnelroccioso nella regione di Kanto. E, come puoi vedere, sono state lucidate a dovere. Inoltre, sono un ottimo modo per mantenere freddi i drink senza annacquarli." Rocco sospirò di nuovo, ricomponendosi dopo aver realizzato di star per divagare, e si sedette nell'angolo accanto a Vera. "Ma basta parlare delle mie pietre," disse, senza che Vera riuscisse a capire quali sentimenti erano sottintesi nell'enfasi che mise sulla parola pietre, "dobbiamo metterci al lavoro. Hai preso parte a quanto accaduto là fuori?"
"No..." mormorò Vera, lanciando un'altra occhiata alla lettera sul tavolo, e portando volontariamente una mano alla nuova pokéball sulla sua cintura, "ma c'era qualcosa di strano, ora che ci penso." Vera adesso ricordava. "Prima che lasciassi casa tua e sentissi il trambusto di fuori, ero al telefono con Adriano. La sua voce ha cominciato ad andare a intermittenza, e prima che me ne accorgessi, è caduta totalmente la linea. Quando ho controllato il mio Pokénav, aveva lo stesso aspetto di quando ero nella Grotta dei Tempi e tutto funzionava male."
Dopo aver preso un sorso, Rocco disse mormorando lievemente, "Quindi pensi che la caduta improvvisa della linea sia collegata a quanto accaduto qui..." Rocco rimuginò ad alta voce. "È più che probabile. Il Pokénav perde
raramente il segnale. E anche se non è raggiungibile, alcune reti mantengono comunque i livelli base di funzionalità. Quando eri nella Grotta dei Tempi, probabilmente ha smesso di funzionare a causa della grande quantità di energia che si stava sprigionando in quel momento. Oggi può esser successa la stessa cosa."
"Ti trovavi all'aperto?" chiese allora Vera.
"Sì," rispose Rocco, dopo aver bevuto un altro sorso. "O almeno, l'ho visto di sfuggita. Mi trovavo nel Centro Pokémon, ma sono corso fuori quando la gente ha iniziato a dire che il cielo stava sparendo e Verdeazzupoli veniva inghiottita dal viola. Quando ho messo piede fuori, è stato come svegliarsi di colpo dopo un sogno assurdo, a causa del passaggio da buio a luce."
"Tutto questo sembra così assurdo..." mormorò Vera, che si limitava a fissare il suo drink, senza averlo nemmeno assaggiato. Non era solita bere il whisky, né beveva particolarmente spesso, ma stava cominciando a credere di potersi concedere giusto un goccio per scrollarsi la sensazione che le dava questa strana realtà che si stava dispiegando innanzi a loro. "Pensi che sia stato un Pokémon a farlo? Cos'altro potrebbe mai essere?"
Rocco sospirò ancora e si appoggiò allo schienale della sua sedia. Stava sospirando decisamente troppo quel pomeriggio, ma Vera immaginava che non potesse farne a meno. "Ho i miei sospetti. E ho sentito solo delle voci, ma..."
Nella pausa logica che servì a Rocco per processare quanto si accingeva a dire, si sentì un deciso colpo al portone. Rocco sospirò un'altra volta, e si alzò dalla sedia per rispondere al bussare. Mentre apriva la porta e si apprestava a spalancarla, aveva già cominciato a parlare, dicendo, "Mi dispiace, ma io e Vera siamo ancora in riunione, quindi se poteste..."
Ma prima che potesse finire, la porta venne aperta completamente dall'esterno sfuggendo alla presa di Rocco. Quando egli ebbe smesso di sembrare sconvolto e offeso, realizzò chi aveva davanti. Rocco sapeva esattamente chi fosse quell'uomo, vestito
elegantemente di pantaloni mimetici, una camicia rossa, un maglione smanicato bianco, fedora bianca e sostenuto da un bastone.
"Blaine?"
"Sono sconcertato che ti ricordi di me, Rocco," disse l'uomo, mostrando un sorrisetto perfido. "Non ci vediamo da quando eri un mocciosetto, trascinato all'Isola Cannella dal padre per una delle sue riunioni d'affari."
Fu il turno di Rocco di sorridere timidamente, mentre rispondeva, "È difficile dimenticare qualcuno che si considera una grande fonte di ispirazione." Rocco allora fece un passo all'interno e poi di lato, tenendo la porta aperta. "Ti prego, entra. Questa è Vera Maple, l'ultimissima Campionessa di Hoenn."
"Ah sì," disse Blaine, camminando spedito verso il tavolo a dispetto del bastone e prendendo posto, "Ho sentito molto parlare del nuovo Campione. È un piacere conoscerti."
Vera si limitò a sorridere e annuire, arrossendo lievemente in viso. Si sentiva imbarazzata e un po' confusa. Stavano accadendo troppe cose all'improvviso. Ora quest'uomo a lei sconosciuto veniva invitato dentro casa di Rocco, e lui l'aveva definito una sua fonte di ispirazione. Ma chi era?
E come se le avesse letto nel pensiero, quando si fu seduto nuovamente, Rocco disse, "Questo è Blaine, il Capopalestra dell'Isola Cannella a Kanto. È anche uno scienziato molto acclamato nel campo della genetica e del risveglio dei Pokémon attraverso fossili ben conservati. Lui e mio padre hanno lavorato molto assieme."
Blaine sbuffò pesantemente, e ritorse, "Mi lusinghi troppo. Figliolo, dovresti cominciare a pubblicare le tue stesse scoperte, sai, con tutto quel lavoro sul campo che hai fatto ultimamente."
Rocco arrossì leggermente, e sulle labbra gli si formò un piccolo sorriso. "Sì, sì, ci sono quasi. Ma ultimamente sono stato coinvolto in un sacco di imprevisti. Il che ci porta al prossimo punto. Che cosa ti porta qui a Hoenn, Blaine? Non è esattamente a un tiro di schioppo."
Blaine prese un respiro profondo, incrociò le braccia, e si reclinò sulla sedia. "Rocco, a dire il vero io sono venuto qui per chiederti cosa ti porta a Kanto."
Ci fu un silenzio carico di significato, e sia Vera che Rocco sgranarono gli occhi allarmati alle parole di Blaine. Vera si chiese immediatamente quanti anni avesse esattamente Blaine, per dire qualcosa di così bizzarro. Erano rimasti seduti in casa di Rocco per tutto il tempo. Si trovavano senza dubbio a Verdeazzupoli, a Hoenn.
"Blaine..." Disse Rocco cautamente, "Temo che tu abbia bisogno di elaborare."
Blaine sbuffò di nuovo, cambiò posizione sulla sedia, e disse, "La vostra isola di Verdeazzupoli: si trova tra l'Isola Cannella e le Isole Spumarine."




NdT (translator's notes):
- Dear John è un libro di Nicholas Sparks da poco trasposto in film.
- Maple è un cognome di invenzione dell'autrice
Spero che conosciate le Lastre e Blaine dell'Isola Cannella, in caso contrario c'è Pokémon Central. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Of Hoops and Holists
Rocco aveva lasciato molto più di una pokéball e una lettera.


di SamKo
traduzione di Lacie



Io in realtà mi prendo la briga di tradurre le fanfiction dall'inglese all'italiano perché voglio che voi lettori fangirliate con me... /sobs Per questo, continuate a seguirmi!



Quando capì che le espressioni esterrefatte sui visi dei due giovani erano la loro incredula risposta, Blaine si alzò lentamente, e tornò verso la porta. Vera girò piano la testa verso Rocco come se lui possedesse qualche tipo di risposta al comportamento dell'anziano, ma la sua espressione era altrettanto perplessa.
Non appena Blaine ebbe raggiunto la porta, la spinse e, invece di andar via, vi rimase appoggiato con la schiena, con una mano sollevata verso l'esterno della casa e l'altra che sosteneva il bastone.
"Venite," grugnì, chiaramente intenzionato a non spostarsi da lì.
Vera si alzò immediatamente, e Rocco inizialmente inciampò nel sollevarsi dalla sedia, ma fece lo stesso. I due seguirono l'anziano Capopalestra giù fino alla spiaggia, e quando guardarono nella direzione indicata da Blaine, ottennero risposta alle loro domande. Pur in lontananza, Vera riusciva a vedere vagamente un'isola dalla quale si innalzavano sbuffi di fumo, e si trovava decisamente più vicina di quanto avrebbe potuto essere il Monte Camino.
Dopo un'ulteriore ispezione, Vera notò alcuni Pokémon crostaceo nelle secche del bagnasciuga. Non riconoscendoli, per abitudine tirò fuori quasi spontaneamente il Pokédex, e scannerizzò il gruppo di Pokémon sulla spiaggia.
"Questi Shellder sono originari di Kanto..." Mormorò Vera senza fiato, infilandosi lo strumento in tasca senza quasi accorgersene.
"Come puoi vedere," disse Blaine in risposta a Vera, "quell'isola in lontananza è l'Isola Cannella, dove risiedo. I Pokémon del posto sembrano reagire al fenomeno..." Disse Blaine, che ancora guardava verso l'Isola Cannella in lontananza. Videro uno stormo di Pidgey e Pidgeotto volare nel cielo, volteggiare e affollarsi sulla battigia. Un banco di Goldeen emerse e galleggiò energicamente nell'acqua vicina. "Dopo l'arrivo della vostra isola di Verdeazzupoli," continuò Blaine, "le correnti che circondano l'Isola Cannella e le Isole Spumarine sono cambiate del tutto, e tutta la nostra fauna oceanica ha cominciato a comportarsi in modo strano, emergendo dall'acqua in banchi e spostandosi in formazioni particolari."
"Pare che il numero di Pokémon in arrivo ad esplorare Verdeazzupoli sia in rapido aumento," mormorò Rocco, portandosi il pugno alla bocca con fare pensieroso mentre tutti loro continuavano a osservare l'afflusso di Pokémon che si avventuravano verso il bagnasciuga.
Blaine ingrandì una pokéball dalla sua tasca sul petto e rivelò un Talonflame. "Penso di aver visto più o meno quanto necessario per far rapporto alla Lega. Suggerisco a voi due di rimanere sull'isola, magari date un'occhiata in giro, controllate che non ci sia nulla fuori posto?"
"Sì, per l'appunto," cominciò Rocco, con un po' più di decisione nella voce, "andremo al Centro Spaziale. Magari hanno raccolto qualche testimonianza durante il trasferimento di Verdeazzupoli. Potrebbe non essere la risposta, ma è sicuramente un punto di partenza, considerando i recenti avvenimenti di cui siamo stati testimoni ad Hoenn per quanto riguarda Pokémon provenienti dallo spazio."
Blaine produsse una sorta di sbuffo di assenso, e commentò, "Sì, ho sentito parlare molto dei recenti avvenimenti e del vostro eroe qui presente, Vera..." A quel punto montò su Talonflame. "Adesso vi lascio. Teniamoci in contatto. Tornerò ad informarvi su cosa ha da dire la Lega riguardo a tutto ciò, e se hanno una qualche possibile opinione. Tralasciando il fatto che potrebbe essere una potenziale catastrofe, sono piuttosto affascinato da tutta questa storia, specie se vi sono coinvolti dei Pokémon," e con questo, Blaine volò via sul suo Talonflame.
Vera e Rocco si voltarono per lasciare la spiaggia e andare verso il Centro Spaziale, ma mentre stavano camminando, i loro piedi furono improvvisamente sommersi da un'onda calda, e non accennava a fermarsi. Nel momento in cui Vera si girò con curiosità per guardare l'acqua, il cielo scomparve all'improvviso, e fu rimpiazzato da un inquietante viola scuro, e lei per reazione afferrò febbrilmente la manica di Rocco. Lui aveva cominciato a pronunciare il suo nome, ma fu interrotto dalla propria sorpresa nel vedere l'evidente cambiamento. Il vociare distante dell'isola fu zittito. In realtà, ogni suono dell'isola fu soppresso in quell'istante di immobilità. Anche l'oceano era sparito, e l'isola era completamente circondata dal misterioso vuoto viola intenso. Non c'era odore di aria salmastra, nessuna gentile brezza marina. Poi, in un battito di ciglia, il cielo tornò, le onde dell'oceano si infransero sulla spiaggia e uno stormo di Wingull apparve in lontananza.
Come cristallizzati sul posto, i due si fermarono sui loro passi, e nessuno dei due sembrava particolarmente sicuro di cosa fare dopo. Il dolce suono delle onde sulla sabbia e l'aria di mare ripresero come se l'isola non si fosse mai mossa. Un coro di preoccupazioni riempì di nuovo l'aria subito dopo il ritorno dell'isola alla sua posizione originaria.
Mollando finalmente la presa sulla manica di Rocco, Vera cominciò a voltarsi verso Verdeazzupoli, e iniziò a dire, "Dovremmo davvero andare al Cen-"
"No, c'è un altro posto su cui voglio indagare," la interruppe Rocco, portandosi un pugno al mento pensieroso, "e tu devi venire con me."
Aveva sentito bene? Vera girò immediatamente sui suoi tacchi per guardarlo sconvolta. "Prego?" Ribatté incredula, aggrottando le sopracciglia. "E dove dobbiamo andare, esattamente? Dobbiamo verificare se il Centro Spaziale ha riscontrato qualcosa di insolito dopo quanto è appena successo! Potrebbero aver trovato tracce di un Pokémon!"
Nonostante Vera continuasse a controbattere, Rocco aveva già tirato fuori il suo Flauto Eone, e Latios stava già per arrivare.
"Ma sei serio?" Chiese Vera preoccupata, la sua voce che si faceva sempre più palesemente agitata. "Non mi dai nemmeno un qualche tipo di spiegazione? Né mi prendi in considerazione in questo processo decisionale comune, visto che hai reso esplicito che ora questo è nostro lavoro e progetto comune...." Provò a far in modo di mettere particolare enfasi sulla parola "comune", perché voleva assicurarsi che Rocco fosse consapevole di averle appena ordinato cosa fossero sul punto di fare insieme. Non era esattamente pronta a questo, né era tipico di Rocco, poiché lui era solitamente scrupoloso nelle spiegazioni.
Rocco cominciò a montare su Latios, dicendo, "Riconosco che entrambi ci siamo estremamente abituati ai riflettori e a condurre Hoenn verso la salvezza e la verità. Per questa ragione, credo che a questo punto rientri nei nostri migliori interessi esplorare un altro luogo," e facendo una pausa per tendere la mano ad un'esterrefatta Vera, concluse dicendo, "prima di interagire con chiunque altro."
Con il cuore che mancava un battito, Vera lo guardò duramente, incerta sulla prossima mossa. Non aveva intenzione di cedere, ma voleva anche riporre la sua fiducia in Rocco. A parte la questione delle sparizioni, non aveva mai fatto nulla per perderla. Prese la sua mano e sbuffò mentre saltava su Latios dietro di lui, "Sei sempre molto vago, sai..."
Quando Latios si sollevò da terra per prendere il volo, Vera si strinse forte al petto di Rocco e poté sentirlo prendere un respiro profondo, seguito da un lungo sospiro . Lui piegò la testa sula sua spalla sinistra nel tentativo di girarsi verso Vera, e disse, "Le mie scuse. Non è mia intenzione frustrarti, Vera. Sarà solo più facile parlarne se le mie ipotesi riguardo a una certa cosa sono vere."
Cercando senza successo di capire le sue parole, Vera ribatté quasi all'istante, "Se una certa cosa è vera?" Vera si sorprese a stringere ulteriormente la presa, e mormorò sulla sua schiena, "Sei sempre così vago, ma quasi non mi importa perché sai essere persuasivo. Parli sempre dannatamente bene, sai?"
A quel punto Rocco fu grato che Vera si trovasse alle sue spalle in quel tragitto, perché pensare alla sua ultima affermazione gli aveva fatto sopraggiungere in viso una vampa d'imbarazzo. Rocco era sempre stato orgoglioso della sua eloquenza, ma forse lei pensava suonasse... ridicolo? Non che dovesse importargli, certo. Gli piaceva il modo in cui parlava, perché Vera avrebbe dovuto cambiarlo?
"Vera, prova a guardare oltre me, davanti a noi," le chiese Rocco, scoprendosi ora iper attento al registro linguistico che usava, "Vedi quello che vedo io?"
A questo punto, Vera non si meravigliava più di nulla in particolare, e vedeva esattamente ciò di cui parlava Rocco, "Intendi quell'isola boscosa proprio a sud di Orocea? Sì, la vedo. Immagino sia quella la nostra destinazione?"
"Corretto."
Benché Rocco non potesse vederla, Vera assunse un'espressione corrucciata, "Sai, un "esatto" sarebbe molto più appropriato da dire."
Rocco avrebbe voluto riflettere su cosa Vera intendesse con questa sua ultima affermazione, ma Latios si stava avvicinando velocemente all'isola transcontinentale, e i due si stavano preparando all'atterraggio.
L'isola era assolutamente stupenda. Proprio mentre atterravano, uno stormo di Xatu ruppe il silenzio e volò fuori dall'erba alta nelle vicinanze. Un gruppo di Audino stava crogiolandosi nel sole e facendosi l'un l'altro delle ghirlande di fiori in una piccola radura. Pareva esserci una grande montagnola con un cratere al centro dell'isola, ma era circondata dal rigoglioso fogliame verde, e i suoni dei Pokémon li attorniavano.
"Dunque questo..." cominciò Vera, cercando di cogliere al meglio possibile i dintorni, mentre lei e Rocco avanzavano lentamente, osservando il nuovo ambiente che li circondava, "è proprio quello che è successo a Verdeazzupoli?"
"Le mie previsioni sono queste, per il momento," rispose Rocco. "E questa non è né la prima né l'unica isola a materializzarsi così lungo questi mari."
Vera lo guardò con sospetto. "Quindi stai dicendo che ci sono state altre isole, e hai sempre saputo di questo fenomeno?" chiese scettica. "Intere isole sono apparse ad Hoenn..."
"A dire il vero sono piuttosto sorpreso che tu non ne avessi notata nemmeno una, Vera," commentò piatto Rocco.
Vera avvampò visibilmente. "È stato un periodo un po' difficile. Mi stavo rilassando al Resort Lotta, d'accordo?"
"Ah sì, dimenticavo che avevi promesso di fare amicizia con gli ex-ecoterroristi."
Rocco sapeva di aver commesso un errore con quella frase. Non era affatto da lui, tra l'altro, reagire in maniera così sarcastica. L'espressione di Vera non migliorava certo la situazione, e Rocco sapeva che ogni tentativo di ritrattare l'affermazione sarebbe stato inutile. Ma il pensiero che lei si divertisse allegramente e intrattenesse rapporti con i buffoni che una volta erano conosciuti come nemici pericolosi lo irritava senza dubbio, a dir poco.
Tuttavia, Vera non gli urlò contro, e nemmeno parve reagire subito, a dire il vero. Portò entrambe le mani giunte davanti a sé, e abbassò gli occhi. "Mi dispiace di non essere venuta subito a casa tua," disse piano e dolcemente, "immagino di aver perso il conto delle ore."
Con l'espressione che si addolciva immediatamente, Rocco realizzò in che posizione aveva messo Vera con il suo commento, e se ne pentì all'istante. "E anche io ho perso il conto dei giorni," aggiunse Rocco, non sapendo bene dove posare il suo sguardo. Se Vera fosse stata arrabbiata, sarebbe stato più facile. Ma non lo era, ed era invece molto docile sulla questione, su come entrambi si erano persi di vista. "Non sono adirato, sai," aggiunse dolcemente, "Ero certamente un po' frustrato, sì, ma senza dubbio non adirato."
Vera realizzò di essersi mordicchiata la guancia per tutto il tempo in preda al nervosismo, e non appena realizzò cosa stava facendo si fermò. Prendendo un respiro profondo e un momento per dare un'occhiata tutt'intorno, Vera riconobbe che quell'isola era davvero suggestiva. Le piante e i Pokémon non erano chiaramente originari di Hoenn, almeno quello, se non altro, era cosa certa. Accorgendosi che la sua attenzione era ora rivolta altrove, Rocco disse, "Bene, ti piacerebbe visitare l'isola? Ci sono un paio di zone che vorrei ispezionare un po'."
"Allora sei già stato su quest'isola prima d'ora?"
"Sì, e alcune altre isole che sono apparse," rispose Rocco, cominciando ad aprire il sentiero per entrambi con la mano nell'erba alta per far strada, "avevano tutte Pokémon che provenivano chiaramente da altre regioni, e ho scoperto alcuni artefatti degni di nota. Per esempio, su quest'isola, ho trovato vari fossili di Pokémon che una volta erano originari di altre regioni, ma di sicuro non di Hoenn."
Vera lo seguiva nella boscaglia, e quando lui le offrì la mano per scalare una zona più rocciosa lei la prese. A quanto pareva stavano scalando e facendosi strada attraverso parti dell'isola che conducevano al centro della montagnola. Dunque, Rocco aveva passato il tempo a esplorare isole come questa lungo i percorsi oceanici, e a raccogliere le cose interessanti che trovava. Vera giunse a questa sorta di conclusione basandosi su quanto Rocco aveva appena detto.
"Quindi... Hai trovato la Lastraferro che mi hai dato su una di queste isole?"
"Ah, sì," rispose velocemente Rocco, con una strana intonazione della voce, "non è affascinante? Tuttavia, di nuovo, quella lastra e altre simili molto probabilmente non sono originarie di Hoenn e infatti, molte di loro, secondo le mie conoscenze e speculazioni, provengono da Sinnoh."
Rocco tese ancora una volta il suo braccio per condurre Vera su altri ripidi punti rocciosi, poiché avevano quasi terminato la scalata della collina. Vera era quasi esasperata dal supporto di Rocco, ma si costrinse a non farci caso, conscia che, a prescindere da qualsiasi sentimento Rocco provasse per lei, lui non l'avrebbe mai portata da nessuna parte senza assicurarsi che fosse ben protetta, nonostante sapesse che lei era assolutamente in grado di cavarsela da sola.
"Apprezzo il sostegno," cominciò Vera, sempre stringendo la mano di Rocco mentre si faceva strada sulla pendenza rocciosa, "ma ho cavalcato un drago alto sette metri nello spazio."
Rocco inclinò il capo da un lato con un sorriso cupo e sostenne saldamente Vera sull'ultimo pezzo di roccia fino al terreno pianeggiante e poi disse, "Non è mia intenzione sminuirti, eroe e Campione di Hoenn, Vera. Spero tu voglia perdonare il mio desiderio di continuare ad assisterti." Strinse la mano di Vera prima di lasciarla e fece una piccola risatina, quasi triste, e poi proseguì con, "Vecchie abitudini, suppongo."
Vera dapprima lo guardò interrogativa, ma accorgendosi che erano ormai arrivati sulla cima dell'isola, si concesse un momento per osservare invece il paesaggio attorno a loro. Il cratere era pieno di lava, ma non sembrava essere molto attivo né minaccioso. L'isola non era particolarmente grande, ma era palese che, a dispetto di ciò, brulicasse di vita.
"È il caso di trattenerci qui molto a lungo?" Chiese Vera, ricordandosi dei recenti eventi, "Non è che spariremo assieme all'isola da un momento all'altro?"
Rocco sollevò la testa e aggrottò le sopracciglia pensieroso. "Sai, Verdeazzupoli è stata la prima volta in cui mi sono trovato su un'isola al momento del suo spostamento," replicò asciutto. "Non ne sono sicuro, ma in qualche modo ne dubito."
"Oh beh, in questo caso," Vera parlò cautamente, realizzando di star perdendo il filo dei suoi pensieri grazie al calore che, si accorse, le stava inondando il viso. Erano proprio accanto al pozzo di lava, dopotutto. Continuò coraggiosamente, "Possiamo rimanere qui per un po'? Possiamo recuperare il tempo perso? L'isola è splendida, e mi par di capire che tu ti sia già preso del tempo per godertela."
Rocco sentì il suo respiro bloccarglisi nel petto. Non era quella la serie di domande che si era aspettato di sentire da lei. "Ma certo, Vera," disse provando ad usare il suo tono più elegante, e si incaricò di fare la prima mossa e abbassarsi a sedere sul bordo dell'altura, che guardava su una buona porzione dell'isola. "Capisco che tutto questo sia forse travolgente, quindi naturalmente possiamo rallentare il passo," aggiunse, alzando gli occhi verso di lei con un sorriso dolce e ancora una volta, il braccio teso per aiutarla a sedersi accanto a lui. Vera cercò di allontanare la travolgente sensazione di imbarazzo che provò nel prendergli la mano e si abbassò cautamente per fargli compagnia e osservare dall'alto il pittoresco scenario che si stendeva davanti a loro.
Nonostante volessero porsi delle domande, i due sedettero senza parlare per un po'. A dispetto del loro silenzio, l'isola era piena di vita, con il chiacchiericcio dei Pokémon che vagavano qua e là, il costante e armonioso rumore delle onde dell'oceano unito all'ondeggiare degli alberi e delle fronde. Era certamente piacevole, e Vera si sorprese a lasciarsi andare nella serenità del momento. O almeno, finché non sentì una grande mano calda avvolgere la propria, riportandola bruscamente alla realtà, e la sua testa si sollevò di scatto ad osservare Rocco, il quale in risposta si limitò ad assumere la più dolce delle espressioni non appena lei incrociò il suo sguardo. Doveva assolutamente essere colpa della lava, se il suo cuore si stava sciogliendo.
Perché era la bellezza del paesaggio a donargli quell'espressione estremamente contenta, non il trascorrere dei momenti con lei.
"Quindi, di cosa ti piacerebbe parlare? Immagino che tu abbia un po' di domande da farmi..." disse Rocco, ritraendo lentamente la mano e tornando a rivolgere lo sguardo all'oceano. Sì, Rocco le aveva sicuramente afferrato la mano per riportarla alla realtà, provò a convincersi Vera.
"Oh, giusto, beh..." tentò Vera, dimenticando all'improvviso tutte le sue preoccupazioni su di lui. Qual era poi l'ultima cosa che gli aveva chiesto? Aveva più o meno ottenuto risposta per quanto riguardava la lettera e la sua partenza, e benché il quadro non fosse del tutto chiaro, in quel momento non riuscì a trovare il coraggio di indagare più a fondo, in qualcosa di potenzialmente personale. E allora si ricordò di quando, aveva trovato Rocco che usciva dal Centro Pokémon, dove probabilmente si trovava, proprio prima che Verdeazzupoli venisse spostata. La sua chiamata con Adriano era appena stata interrotta, e lui aveva detto che Rocco la stava cercando.
"Un attimo prima che ci incontrassimo, un attimo prima che succedesse questa... cosa," Vera disse piuttosto debolmente, non sapendo ancora bene come definire l'evento, "ero al telefono con Adriano, e prima che la chiamata venisse interrotta, lui ha detto che tu mi stavi cercando? Che avevi qualcosa da darmi?"
Quando Vera terminò e tornò a guardare Rocco, lui la stava osservando con un sopracciglio inarcato, sul viso un'espressione di curiosità mista ad imbarazzo. Era al telefono con Adriano? Prese mentalmente nota di verificare più tardi da lui quanto era appena stato detto.
"Oh, sì, giusto," cominciò a dire frettolosamente, infilando una mano nella sua giacca, ma si bloccò quando il Pokénav di Vera cominciò a squillare. Si fermò momentaneamente mentre la osservava tirare fuori il dispositivo dal suo marsupio e rispondere alla chiamata.
"Vera, va tutto bene?"
"Ciao, Adriano! Sì, la situazione è solo un po' complicata al momento, ma adesso stiamo bene."
Adriano?! Adesso le telefonava anche? Che cosa si era perso esattamente Rocco mentre era in giro ad esplorare?
"Stiamo?" ripeté Adriano con enfasi ultra accondiscendente. "Vera, a quanto ne so, tu viaggi da sola. Con chi sei adesso?"
"Ah, sì, ho incontrato Rocco a Verdeazzupoli!"
"Cosa?! Oh, ma è splendido! 
È tutto a posto lì adesso? All'inizio ho pensato che la linea fosse caduta per colpa del dispositivo difettoso della Devon, ma ho cominciato a preoccuparmi dopo che ho avuto notizia di alcuni strani avventimenti a Verdeazzupoli."
"Beh, a dire il vero, non ci troviamo più a Verdeazzupoli, ma per quanto ne sappiamo," Vera fece una pausa e guardò Rocco. Aveva un'aria nervosa, e tuttavia le sue labbra si piegarono in un piccolo sorriso. "L'isola sembra a posto per il momento."
"Che sollievo. Allora dove siete adesso?"
"Eh..." Vera guardò di nuovo Rocco, incerti su come rispondere alla domanda di Adriano, "Ti passo Rocco per rispondere a questa," disse, allontanando il Pokénav dal viso. "Vuole sapere dove siamo," lo informò, passandogli il congegno a forma di telefono.
"Adriano?" Cominciò Rocco, "Sono Rocco. Ti ricordi quelle isole misteriose di cui ti parlavo? Al momento ci troviamo su un'isola a sud di Orocea, la stessa in cui ho scoperto tutti quei fossili."
"Oh ma certo, esotico direi. Ti ci vedo proprio, a portare Vera su qualche isola inesplorata per fare delle ricerche-"
"-Adriano," Sibilò subito bruscamente Rocco, una lieve sfumatura rosa che gli copriva le guance. Rocco si trovò a pregare Arceus che il volume del Pokénav di Vera non fosse così alto da permetterle di udire quel commento, ma non aveva intenzione di guardarla in faccia per confermare o smentire quella possibilità, per paura di sembrare ancora più sospetto. Allentandosi la cravatta con l'indice della mano libera, Rocco proseguì, "Capisco che ogni tanto ti sia difficile non divagare, ma gradirei molto se riuscissi a focalizzarti sulla situazione in questione."
"Sì, sì, naturalmente. Arceus non voglia che ogni tanto provi a prenderti un po' in giro. In tal caso, voi due dovreste partire per Ceneride. Vorrei parlare più a fondo della questione, e credo che presto dovremmo assemblare una sorta di rapporto per la Lega, se tutto ciò è caotico come penso che sia."
"Sì, hai assolutamente ragione. Ci metteremo in viaggio a breve. A presto."
"Aspetta, Rocco?"
"Mh?"
"Fai in modo di essere sempre chiaro con Vera, oserei dire che non dovresti rischiare di comportarti altrimenti. A fra poco."
Click.
Preso decisamente alla sprovvista da quest'ultima affermazione, Rocco allontanò lentamente il Pokénav dall'orecchio e non poté fare a meno di osservarlo con perplessità. "Beh," cominciò, sforzandosi di ripetere l'ultima parte della conversazione con Adriano senza picchiare mentalmente il suo migliore amico; "Adriano ci ha invitati a Ceneride per discutere ulteriormente con lui di questi eventi. Gli è giunta notizia della scomparsa di Verdeazzupoli, e presto dovremo fare rapporto alla Lega."
Vera annuì in segno d'assenso e aggiunse, "Sì, e anche chiarire l'intera storia prima che ci trovino gli inviati del NaviTalk. Pare che sia solo questione di tempo prima che ci imbattiamo in qualcuno."
Mentre tirava fuori il suo Flauto Eone, Rocco rivolse di proposito a Vera il suo lieve sorriso. Aveva quasi dimenticato tutto ciò che lei aveva probabilmente affrontato tra i paparazzi e il pubblico di Hoenn in generale da quando era diventata Campione e aveva salvato il mondo dalla distruzione non una volta, ma ben due. Solo a pensare al tipo di persona che era Vera, e che si trovasse in quel momento proprio accanto a lui, Rocco si sentì inaspettatamente nervoso. Pur con tutta la sua vitalità e l'allegria dei suoi occhi da cerbiatta, era comunque l'eroe di Hoenn. Provò a non darci troppo peso, ma in fondo alla sua mente lo tormentava la sensazione che presto o tardi avrebbe dovuto confrontarsi con molti di quei pensieri. Rocco si era sempre sentito destinato a vivere una vita grandiosa e importante, eppure in qualche modo diversa da quanto la Devon S.p.A. aveva da offrirgli. Forse era proprio per questo che si era sempre sentito attratto da Vera, e voleva fare in modo che fosse sempre agevolata in qualsiasi cosa intendesse fare.
E lei l'aveva superato, e di molto a questo punto, facendogli sentire il bisogno di partire all'avventura da solo per un po', cosa che di per sé era risultata quasi del tutto inutile. Ovunque andasse, c'era qualcosa che in un modo o nell'altro gliela faceva tornare in mente, o esperienze che sentiva il bisogno di condividere con lei.
Non appena Latios arrivò, prima ancora che Rocco avvicinasse il Pokémon Eone, Vera superò Rocco con un balzo e vi saltò in groppa, sfoderando un largo sorriso nella sua direzione. "Tocca a me guidare! Eddai, Rocco, non puoi lasciarti abbattere dal pensiero di un paio di giornalisti! Ci sono ancora troppe avventure che dobbiamo vivere!"
Ridacchiando piano e riponendo il Flauto Eone nella tasca, Rocco si accostò al Pokémon Eone maschio. Mentre si issava su Latios dietro Vera, Rocco cominciava finalmente a capire che per vivere una vita grandiosa non doveva fare tutto da solo.
Anche il loro volo fu tutto tranne che noioso. L'esatto contrario rispetto alla guida di Rocco, Vera incitava Latios affinché virasse e si inclinasse bruscamente, per puro divertimento, costringendo Rocco ad avvolgerle le braccia attorno un po' più forte di quanto avrebbe normalmente considerato galante.
Prendendo la sua stretta come un segnale, Vera esclamò, "Oh dai, Rocco! Non capisci che a Latios piace? Devi farlo divertire ogni tanto!" Poi aggiunse, con tono più basso e ironico, "Anche se non è neanche lontanamente audace quanto la sorella."
Latios stava appunto per fare un'altra brusca virata verso destra, quando, mentre arrivavano in vista di Ceneride, rallentò il suo slancio. Se per Rocco questo fu un sollievo, la cosa attirò l'attenzione di Vera, che scrutò in cerca di qualsiasi particolare che avesse portato Latios a rallentare la sua guida. E poi la vide, proprio a destra del cratere di Ceneride, c'era un'altra minuscola isola sconosciuta.
"Non avevo mai visto quell'isola prima d'ora..." Mormorò Rocco.
"Dovremmo darle un'occhiata prima di andare a Ceneride, allora?" Chiese Vera. "Anche Latios sembra volerci portare lì."
"Di certo non può nuocere," rispose Rocco. "È vicina, e non sembra estremamente grande."
Una volta atterrati, Latios non volò via come al solito. Rimase nel punto in cui aveva lasciato scendere Rocco e Vera, e pareva più guardingo che mai. "Sospetto che Latios insista affinché facciamo qualche ispezione," osservò Rocco, notando quanto Latios sembrasse teso, "e sicuramente non ci vorrà molto, considerata la grandezza dell'isola."
Rocco aveva ragione. L'isola non era neanche lontanamente bella o piena di vita quanto quella da cui erano appena partiti, seppur ancora chiaramente sconosciuta a entrambi. Rocco e Vera potevano praticamente vedere le coste di tutta l'isola, e l'unica area che si poteva ritenere degna di essere esplorata era un'unica caverna proprio nel mezzo. "Per nostra fortuna, esplorare caverne è il mio forte," disse con sicurezza Rocco, frugando nella sua giacca e producendo una piccola torcia, "procediamo."
L'interno della grotta non era molto più entusiasmante della parte esterna dell'isola. Era coperta in gran parte di acqua, abbastanza profonda da poterla attraversare con un Pokémon, e le pareti non sembravano avere alcuna uscita o sentiero per altre aree. Senza esitazione e praticamente d'istinto, Vera tolse una pokéball dalla sua cintura e rivelò il suo Swampert.
"Vado a controllare l'acqua nel caso ci siano dei Pokémon. Magari ci aiuteranno a capire da dove viene quest'isola," Vera informò Rocco, saltando agilmente sulla schiena del suo Swampert.
"Mi sembra logico," assentì Rocco. "Io controllerò le pareti e il terreno per vedere se c'è qualcosa di sospetto. Magari ci sono degli oggetti, anche qui, o qualche iscrizione sulle pareti."
Vera e Swampert fluttuarono sulla superficie dello stagno con facilità. L'acqua era immobile, ma alcune zone sembravano certamente più profonde di altre. Eppure, la caverna aveva un'aura inquietante, e Vera voleva tuffarsi, ma aveva lasciato la sua muta e l'apparecchiatura per l'ossigeno nella sua base segreta. Oltre a Vera e il suo Swampert, l'acqua sembrava comunque ferma e priva di qualsiasi attività. Proprio quando stava per voltarsi per vedere se Rocco avesse avuto più fortuna, una cosa non più grande di un pallone da basket schizzò in aria fuori dall'acqua, abbastanza forte da creare un'onda che spinse indietro la ragazza e il suo Swampert, e un bagliore grigio e giallo le passò davanti sfrecciando via dall'acqua.
"Buono, Swampert, andiamo lentamente verso di loro. Non vogliamo spaventarlo. Non ho mai visto un Pokémon come quello prima d'ora," Vera quasi sussurrava alla sua creatura galleggiante.
Mentre Swampert nuotava cautamente verso la riva in direzione del Pokémon sconosciuto, Vera si lambiccava il cervello per classificare la razza della creatura con il suo Pokédex, osservandolo mentre fissava Rocco dall'alto, a non più di trenta centimetri dalla sua faccia. Era consapevole che non fosse una cosa comune, assolutamente, ma non era sicura di quanto fosse insolita, e per questa ragione, si guardava bene dal fare movimenti o rumori improvvisi che avrebbero potuto spaventarlo, poiché non conoscevano ancora il suo potere. La ragazza attribuì questa ragione al fatto che Rocco rimanesse perfettamente immobile davanti al Pokémon. Il Pokédex di Vera finalmente segnalò il completamento della ricerca, e le statistiche scorsero sullo schermo.

Uxie. Asessuato. 0,3 m, 0,3 kg.

Alla nascita di questo Pokémon l’uomo avrebbe ricevuto la capacità di migliorare la propria esistenza. Noto come "Essere della conoscenza". Pare che faccia perdere la memoria a chiunque lo guardi negli occhi.

Gli... occhi?
Non appena il Pokédex ebbe finito la lettura, Uxie serrò gli occhi, e come se avesse capito che Vera aveva appena acquisito una nuova informazione su di lui, si telestrasportò in un lampo di luce blu.
Vera saltò giù dal suo Swampert e non si curò di richiamarlo mentre correva verso Rocco. Stava tentando di rimanere calma, ma non poté fare a meno di afferrare per le spalle l'uomo davanti a lei per fissarlo negli occhi. Il Pokédex aveva detto esattamente la parola "Pare." Poteva essere soltanto una leggenda, e magari si stava agitando per niente.
Lo sguardo di Rocco era impassibile, sopracciglia corrugate, labbra appena aperte.
"Rocco? Ehi, stai bene?"
Gli ci volle un secondo, ma gli occhi di Rocco misero a fuoco quelli di Vera, anche se la sua espressione rimaneva perplessa, "Non ne sono sicuro." Guardò per un momento le mani di Vera sulle sue spalle, poi osservò lo spazio circostante. "Quel Pokémon, proprio adesso..."
Vera attese, ma lui non terminava, e allora lei completò per lui, "Era Uxie. Credo sia un gran bel problema, per come l'ha descritto il Pokédex e a giudicare da come si è teletrasporato fuori da qui."
Rocco continuava a restare teso, e spostò il suo corpo di lato per ampliare lo spazio tra sé e Vera, facendo scivolare le mani di lei dalle sue spalle. "Il tuo Pokédex... cos'ha detto a proposito di Uxie?" Domandò, deliberatamente e con cautela.
Cercando di decifrare la distanza che aveva creato e il tono della sua voce, Vera deglutì a fondo prima di rispondere, "All'incirca che se guardi Uxie negli occhi, può cancellare i tuoi ricordi."
A quel punto, Rocco serrò gli occhi, e incrociò le braccia. Quando li riaprì, il suo sguardo era rivolto a terra.
"Suppongo che questo spieghi il perché non ho idea di dove siamo, né di chi sia tu."



NdT (translator's notes):
Dal prossimo capitolo inizia il fluff! Quindi continuate a seguire la storia ~ Grazie mille a Morning Musume per aver utilizzato il suo tempo per recensire, e grazie anche ai tre che l'hanno inserita tra le seguite.
- A Morning Musume: quella dei nomi inglesi è una questione che mi ha dato molto da pensare, ma alla fine ho optato per la versione italiana perché altrimenti ci sarebbe stato troppo contrasto tra i nomi dei due piccioncini e quelli dei Capipalestra tipo Adriano e altri futuri personaggi, che per comodità e comprensione ritengo sia meglio tenere in italiano. Se molti lettori però dovessero esprimere preferenza per i nomi inglesi, non esiterò a cambiarli! Grazie per avermi dato il tuo parere in merito :)
- La descrizione di Uxie è stata presa dai videogiochi di Diamante e Perla e unificata, io non ho fatto altro che usare la traduzione ufficiale fornita da Pokémon Central. Ho solo riadattato le ultime parole della frase finale per "amalgamarle" meglio alle frasi successive.

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