School adventures

di Gino94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Esercizi di distrazione ***
Capitolo 2: *** Diamo le dovute presentazioni ***
Capitolo 3: *** Chi dorme piglia 8 ***
Capitolo 4: *** Qualcosa è saltato! ***
Capitolo 5: *** Can che abbaia... ***
Capitolo 6: *** Gruppetti interessanti Parte 1 ***
Capitolo 7: *** Gruppetti interessanti Parte 2 ***
Capitolo 8: *** Nuove fiamme...? ***
Capitolo 9: *** I rappresentanti di classe ***
Capitolo 10: *** Qualcosa è saltato! Il ritorno ***
Capitolo 11: *** Il Porco Day ***
Capitolo 12: *** Le fiamme divampano ***
Capitolo 13: *** Il magico mondo di Nazuna ***
Capitolo 14: *** Ciò che ci rende uniti ***
Capitolo 15: *** La festa di Natale ***
Capitolo 16: *** Le materie più divertenti ***
Capitolo 17: *** Segreti e fraintendimenti ***
Capitolo 18: *** Question Time! ***
Capitolo 19: *** Spotted Osuwari ***
Capitolo 20: *** Argomenti...spinti ***
Capitolo 21: *** Come risolvere situazioni scomode ***
Capitolo 22: *** Il compleanno di Sasha Black ***
Capitolo 23: *** Tessaiga: la battaglia ***
Capitolo 24: *** Tessaiga: la vittoria ***
Capitolo 25: *** Le fiamme scottano ***
Capitolo 26: *** Il nuovo insegnante ***
Capitolo 27: *** La foto di classe ***
Capitolo 28: *** Incendio ***
Capitolo 29: *** Un'impresa impossibile ***
Capitolo 30: *** Cenere ***
Capitolo 31: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Esercizi di distrazione ***


Buonsalve lettori, eccomi qui con una nuova e...oscena fanfiction. Riguardo ciò devo fare diverse premesse prima che voi la leggiate.
1- Questa storia non avrà una vera e propria trama, semplicemente saranno momenti di vita scolastica e, se riuscirò a scriverle, piccole avventure divertenti.
2- I personaggi sono presi da Inuyasha (ovvio) di Rumiko Takahashi ma gli avvenimenti riprendono fatti realmente accaduti. In poche parole ho sostituito me e i miei ex-compagni delle superiori con loro e ora sto raccontando quello che facevamo noi con, ovviamente, molti cambiamenti.
3- E' una fanfiction di prova, se non piace o non verrà affatto considerata non la continuerò.

Detto ciò, buona lettura! Spero di farvi divertire almeno un po'. Siate clementi mi raccomando.

 


Kagome: Salve a tutti gente. Come già sapete il mio nome è Kagome e…
???: LA MERDAAAAAAAAAA!
Kagome: Inuyasha cazzo! Stai zitto! Dicevo…Sono qui per introdurvi in questa nuova em…avventura scolastica Inuyashizzata?
Inuyasha: Insomma gente, in questa storia vedremo molti personaggi di Inuyasha, primari e secondari alle prese con la più ardua delle lotte: la scuola.
Kagome: Non stupitevi se i personaggi da voi ben conosciuti saranno…diciamo…diversi, caratterialmente parlando, da quelli originali. Ricordate che i nostri personaggi non vivono nell’era Sengoku, bensì nell’era attuale e frequentano una normalissima scuola superiore. Inoltre, in questa era utopistica demoni, mezzi-demoni e umani convivono in armonia.
Inuyasha: Ah sì, tutto ciò che vedrete è piuttosto italianizzato perché l’autrice qui è italiana e del Giappone sa poco e niente.
Kagome: Sì vabbe, cercherà (spero) di unire la cultura giapponese ad altre cose.
Inuyasha: Dall’alto della sua ignoranza!
Kagome: Ok, gente. La nostra breve ma intensa spiegazione è finita. Buon divertimento.
Inuyasha: SATANAAAAAAA
Kagome: Per tutti i kami …

 
Istituto superiore Osuwari (ma che…) – Classe 4C


ESERCIZI DI DISTRAZIONE


Una donna di veneranda età era comodamente seduta su una modesta sedia dietro una cattedra esercitando la sua potente aura di insegnante severa pronta al peggio.
-Bene ragazzi, oggi inizieremo con il correggere i compiti che vi ho dato l’altro giorno…Chi si offre per correggere il primo esercizio alla lavagna?-.
Una violenta tempesta di neve invase la classe: manco uno che si offre.
-Vabbe…Prof, vengo io!- esclamò la saccente se non secchiona Ayumi alzando la mano.
-No, ti offri sempre tu, oggi deciderò io!-
La tensione salì.
-Qualcuno mi fa copiare gli esercizi?- sussurrò Kikyo a denti stretti.
-Porca puttana io ho fatto solo il primo!- confessò Tsubaki al suo compagno di banco Koga.
-Vediamo- la professoressa squadrò da cima a fonda l’aula, lanciando occhiate maligne ad ogni alunno che osava incrociare il suo sguardo.
-KAGOME!- esclamò in fine, facendole segno di avvicinarsi.
-Perché io??- chiese la povera vittima come se fosse stata accusata di chissà quale omicidio.
-Kagome, non fare storie come sempre, vieni alla lavagna e basta.-
La ragazza si alzò, boccheggiando e facendo strani segni all’amica Kagura in segno di alleanza nel suggerirgli le risposte.
-Il tuo quaderno?- chiese poi l’insegnante.
-Ah sì, che sbadata!-
 Kagome fece per avvicinarsi al suo banco quando vide Kagura alzarsi e passarle il suo quaderno di nascosto.
-Bene- cominciò la donna alla cattedra –risolvi la prima equazione-.
Prese il gessetto con la mano tremolante e cominciò a copiare ciò che era scritto sul quaderno.
-Ok, adesso spiega come hai fatto- la invitò.
-Come?!- esclamò esterrefatta l’alunna. E come poteva spiegare un esercizio copiato??
-Spiega il passaggio!- si spiegò meglio l’altra donna.
-Em vediamo…-
DI riflesso la sua testa si voltò in direzione di Kagura che gesticolava peggio di un sordo/muto.
-Sommi la X, non la Y, la X!!!- bisbigliò.
-Allora la X…che è questa qui…- improvvisò Kagome sudando freddo.
Sembrava oramai tutto perduto quando…qualcuno bussò timidamente alla porta.
“SIA RINGRAZIATO IL CIELO!” pensò Kagome alzando gli occhi verso il soffitto.
-Avanti.- fece la professoressa.
Nel momento esatto in cui la sua testa si girò di tre quarti l’alunna non esitò a farsi suggerire dall’amica.
-Scusi Prof, sono in ritardo.-
Una ragazza dai capelli corvini spettinati come non mai, entrò in classe affannata.
-Come al solito Rin!- rispose la Prof furiosa.
-Lo so ma vede…- fece per giustificarsi la ragazza.
-Oggi che scusa hai?-
-Ti hanno rapito gli alieni Rin?- la scherzò un ragazzo dai capelli d’argento e con due tenere se non che buffe orecchie da cane. A quella battuta metà della gente rise.
-Inuyasha fa silenzio!- lo riprese l’insegnante.
-Rin, posso accettare qualche ritardo a volte, ma questa è la terza volta in una settimana…-
Mentre la prof era impegnata in una lunga e probabilmente noiosa ramanzina, Kagome riuscì a farsi spiegare metà passaggi dell’esercizio, ma non fu in tempo a finire che la prof invitò la ragazza ritardataria a sedersi.
-Bene, dove eravamo rimasti?-
In quel momento Kagome lanciò un’occhiata a Inuyasha e lui capì immediatamente.
-Prof, scusi se la interrompo- intervenne il mezzo-demone –Le ho mai parlato della stirpe dei demoni cane?-
-Che cosa centra adesso…- fece per dire lei, ma il ragazzo continuò.
-Lo sa che alcuni del nostro clan sono matematici di alto livello? Inoltre in questi ultimi anni hanno cominciato a giocare in borsa, sa, i mercati in rialzo in abbasso, le quote di azioni…-
-Ma che cazzo sta dicendo?- chiese Jaken alla compagna senza staccare gli occhi dall’interlocutore.
-Sta cercando di perdere tempo, come sempre…- gli rispose Ayumi facendo “no” con la testa.
-Ma stai zitto Inuyasha!- lo rimproverò una ragazza dai capelli rossi e dagli occhi di smeraldo.
-Ayame lascialo continuare! E’ interessante!- rispose subito Jakotsu intento a messaggiare con il cellulare.
-Basta! Siete i soliti dispersivi! Ora continuiamo con l’esercizio! Inuyasha, dei tuoi amici cani ne parleremo un’altra volta…- sbottò la Prof.
Intanto Kagome, con la velocità di Speedy-Gonzales, si era fatta spiegare tutto l’esercizio.
-Eccomi pronta Prof!-

Em...ecco il primo capitolo...
Lo so, lo so, non ha il benche minimo senso, ma vi giuro che gran parte di ciò che ho scritto è accaduto davvero! ç_ç
Come potete ben vedere i personaggi centrano poco quel quelli reali ma beh, usate l'immaginazione!
Aspetto i vostri commenti e spero di non riceverne troppi negativi eh...
Grazie ancora, alla prossima!

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Capitolo 2
*** Diamo le dovute presentazioni ***


Eccoci al secondo capitolo, piuttosto corto e...sì sempre assurdo e senza senso. Inoltre vorrei farvi presente che nonostante la classe presenti ben 21 studenti prenderò spesso in considerazione pochi personaggi come: Inuyasha, Kagome, Sesshomaru, Rin, Jaken, Ayame, a volte Bankotsu, Miroku e Koga. Gli altri verranno citati, avranno sicuramente un ruolo ma minore rispetto a quelli che vi ho appena elencato.
Buona lettura!


 Diamo le dovute presentazioni


Rin era ancora scossa dalla simpatica ramanzina della Prof, doveva assolutamente distrarsi.
Si voltò verso il suo compagno e cominciò a fissarlo.
Dopo pochi secondi il ragazzo si accorse di essere osservato e incrociò lo sguardo della compagna.
Continuarono a guardarsi negli occhi, zitti e seri.
Lui.
Lei.
Lui.
Lei.
Ma pervaso dalla noia Sesshomaru decise di infilarsi un dito nel naso, mantenendo il suo impeccabile sguardo serio e glaciale.
Le labbra di Rin incespicarono un sorriso.
“Devo resistere, non devo ridere.”
Il demone dai capelli argentanti e dagli occhi di miele, fissò ancora più severamente gli occhi marroni della compagna per poi far roteare il dito che aveva ancora nel naso.
-AHAHAHAHAHAHAHAH!- la ragazza quasi cadde dalla sedia. –Maledetto, hai vinto di nuovo tu!-
Sesshomaru accennò un sorriso scordandosi di avere ancora il dito bellamente infilato nella narice sinistra.
-Hey ragazzi ma che state facendo?- chiese il piccolo demone verde comunemente chiamato Jaken.
Nel momento in cui si avvicinò al banco del demone cane notò l’anomalia: il dito nel naso faceva TROPPO contrasto con la sua faccia serissima quasi apatica.
-AHAHAHAHAHAHAHAHHA! Sesshomaru mi fai morire!- Jaken scoppiò a ridere insieme a Rin.
Finalmente Sesshomaru decise di togliere il dito da quel naso perfetto.
-Quanto sono simpatico.-
 
Rin: No scusate che cazzo di presentazione è mai questa? Sesshomaru con un dito nel naso e io che rido come una cretina?
Jaken: tu sei sempre cretina. Comunque, *evitò uno scappellotto di Rin* oggi siamo qui per presentarvi, con le dovute spiegazioni, i nostri compagni e anche noi stessi.
Rin: iniziamo. La nostra classe è piuttosto unita, ma se vogliamo identificare bene le persone dobbiamo dividerli in gruppi:
Ci sono i secchioni (Ayumi, Shippo, Sango e Yura);
Jaken: Quelli che copiano (Jakotsu, Yuka, Kikyo e Ayame).
Rin: Le “OMMIODDIO MA QUESTE DA DOVE SONO USCITE?!” (Eri, Nazuna…*no scusate, chi cazzo è Nazuna in Inuyasha? La bimbaminchia che ha paura dei demoni ragno?* e Kanna),
Jaken: I Tres Amigos (Bankotsu, Koga e Miroku),
Rin: I PIU’ STRAFIGHI CHE INCONTRERETE MAI (SESSHOMARU *swish and blink*, JAKEN *hey baby* e RIN *chu <3*)
Jaken: E i peggiori: I Vips della classe (Inuyasha, Kagome, Kagura e Tsubaki).
Rin: bene abbiamo finito.
Jaken: alla prossima gente ;)

Allora, come possiamo notare già dall'inizio di Giapponese non c'è proprio nulla! ç_ç Scusate ma visto che queste vicende sono reali e sono accadute in Italia, certe battute e riferimenti saranno prevalentemente Italiane. Quindi, per favore, vi chiedo di pazientare ancora e accettare questa Italianizzazione della storia.
Sì insomma, mi odierete a morte perchè ho stravolto completamente tutto ciò che riguarda Inuyasha.
Alla prossima, se no vi siete già stufati...

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Capitolo 3
*** Chi dorme piglia 8 ***


Eccoci al terzo capitolo, ancora corto...
Buona lettura.


Chi dorme piglia 8


Kagome si è sempre chiesta come un ragazzo poteva essere in dormi veglia cinque ore al giorno.
Shippo, il suo attentissimo compagno di banco, era appoggiato al muro con gli occhi socchiusi e la bavetta che gli scivolava da un labbro.
-Ma tu come fai a seguire le lezioni?- gli chiese, anzi, chiese a se stessa, visto che stava praticamente dormendo.
-E chi le segue? Io studio solo a casa- rispose un qualcuno all’improvviso.
-Allora non stai dormendo!- esclamò Kagome esterrefatta.
-Ma va, riposo solo gli occhi.-
-Come ti e andata la verifica, a proposito?-
-Una merda.-
Uno sbadiglio partì dalla bocca del demone volpe.

Nota di Shippo: *bella gente, non osate vedermi come il tenero cucciolo di demone volpe,  perché in questa storia sono cresciuto, sono un cazzo di diciassettenne con tanto di fisichetto niente male*
Nota di Rin: *Ah sì, anche io sono cresciuta...*
Nota di Kanna: *idem.*


-Anche io…questa volta ho preso 4…-
-Io 3! Ahahahahah!-.

Sette giorni dopo.

-Ora vi consegnerò le verifiche di storia- informò agli alunni il professor Totosai, un vecchio demone con gli occhi a palla e una strana perversione per le spade d’epoca.
-Tsubaki, distribuisci le verifiche- gli ordinò.
-Ecco Shippo, siamo fottuti.- ammise Kagome con grande rammarico e rassegnazione.
-Eccome.-
Fu consegnato per primo il compito di Kagome, Voto: 5.
-Eh dai, pensavo peggio! Insufficienza ma non grave!- disse controllando gli errori.
Dopo poco si avvicinò Tsubaki con il compito di Shippo.
-Arriva il mio 3!- cantilenò la volpe.
-Su dai, ti rifarai- lo incoraggiò la compagna.
Entrambi controllarono subito il voto assegnato: 8.
-COSA?!- esclamò Kagome.
-Che hai?-
-No scusa, dici che sei andato male, dormi praticamente sempre e prendi 8!-
-Eh già…-
Shippo fu soddisfatto del suo voto e da quel giorno Kagome seppe da chi copiare.
Mio Dio ragazzi, io a scrivere ste cose muoio dalle risate ma non credo che per voi sarà lo stesso!
Vabbe, come potete notare per ora non vi è alcuna particolare avventura, solo piccoli aneddoti che DOVREBBERO essere divertenti.
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Qualcosa è saltato! ***



Qualcosa è saltato!


-Quest’anno sarà un anno fantastico!- si disse Eri estraendo il quaderno, l’astuccio e l’agenda dallo zaino.
-Anche se sono di fianco a Nazuna che al posto del cervello ha un criceto morto, sono sempre attenta e i miei compagni sono simpatici! Nulla, NULLA mi distrarrà dal prendere bei voti e dall’essere socievole con tutti! Anno nuovo, vita nuova! Sono sicura che quest’anno andrò d’accordo con ogni singolo compagno!-.
Chiuse gli occhi per pochi secondi immaginandosi una scena a dir poco surreale di lei con in mano una verifica dal voto 10 e i suoi compagni che la circondavano applaudendola.
Appena gli riaprì e ritornò alla realtà si ritrovò davanti due individui.
Davanti al banco suo e di Nazuna vi erano altri due compagni con cui aveva parlato si e no 3 o 4 volte.
-Ciao Eri!- la salutò Rin con un raggiante sorriso.
-Ciao Rin, ciao Sesshomaru- ricambiò Eri.
Sesshomaru accennò un saluto e le sorrise.
-Che c’è?- esclamò Eri incuriosita dai loro sguardi: la fissavano profondamente, come se la stessero studiando.
-Sei vergine?- chiese tutto d’un tratto Rin.
 Sesshomaru inarcò un sopracciglio.
-CHE CAVOLO DI DOMANDA E’???- esclamò Eri.
-Rispondi!- gli ordinò il demone.
-Non sono affari vostri- esclamò per poi aprire un quaderno e leggere il nulla sperando che se ne andassero.
-Noi vogliamo solo conoscerti- continuò il ragazzo.
-Fatemi altre domande allora!- rispose concentrandosi di nuovo su di loro.
-Hai mai fatto sesso?- chiese Sesshomaru accogliendo la proposta.
-E’ LA STESSA IDENTICA DOMANDA!-
Rin scoppiò a ridere.
-Non potete farmi domande…che ne so…che film guardi? Che musica ascolti?-
-Nah...- fece il demone.
-Eddai non fare la friggida e raccontaci qualcosa di più interessante tipo: Che taglia di reggiseno porti?- chiese Rin avvicinando la mano al suo seno.
Eri come risposta le scostò violentemente la mano per poi coprirsi il torace.
-SIETE DUE PORCI! Non ho intenzione di rispondere a nessuna di queste domande!-
-N O I O S A!- la schernì la compagna facendole vedere la lingua con tanto di chewingum.
Entrambi si girarono appostandosi al loro rispettivo banco e finalmente Eri si sentì tranquilla.
“Devo finire di copiare gli appunti di Ayumi!”
Appena se ne ricordò cominciò a trascrivere le frasi concentrata più che mai…eppure…si sentiva comunque osservata.
Alzò lo sguardo e quei due erano di nuovo voltati verso di lei.
-Che c’è?- chiese di nuovo Eri.
-Qualcosa è saltato.- disse semplicemente Sesshomaru.
-Come?- era sempre più confusa e si chiese se avessero qualche problema mentale.
-Qualcosa è saltato!- ripetette Rin.
-NON CAPISCO!-
-BENVENUTI SIGNORI E SIGNORE A “QUALCOSA E’ SALTATO!", oggi a Eri è stato rubato un oggetto. Ma quale? Sarà lei stessa scoprirlo!-
Vide il demone portarsi vicino alla bocca un evidenziatore giallo facendo finta che fosse un microfono.
-RIDATEMI SUBITO CIO’ CHE MI AVETE RUBATO- esclamò lei furibonda.
-Eh no! Prima devi scoprire cosa!- rispose Rin divertita.
“Devo assecondarli o non mi lasceranno più in pace” pensò mentre cominciava a capire ciò che era “saltato”.
-La penna.- dopo una manciata di secondi riuscì a scoprire l’oggetto mancante.
Rin estrasse la penna dal reggiseno e gliela porse.
-MA CHE SCHIFO!-
Sesshomaru prese l’oggetto e se la mise sotto il naso annusandolo:
-Mh, latte!-
-VOI DUE NON STATE BENE VE NE RENDETE CONTO?!-
-Alla prossima, spero tu ti sia divertita!- la salutò Rin restituendole la penna.
E i due si voltarono di nuovo.
“Mh” pensò Eri accennando un sorriso “Quest’anno sarà molto particolare”.
Questo per adesso è il capitolo più demenziale a mio parere, ma sappiate che ciò è avvenuto davvero! Io e un mio amico abbiamo fatto questo gioco del "qualcosa è saltato" un sacco di volte ad una nostra povera compagna.
Spero vi sia piaciuto, alla prossima.

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Capitolo 5
*** Can che abbaia... ***


Ok ragazzi, ecco un nuovo e assurdo capitolo. Scusate se per adesso possono sembrare banali e senza un filo logico ma servono per presentare i personaggi. Più avanti, se riuscirò, cercherò di dare una sottospecie di trama a tutto questo bordello! Quindi abbiate pazienza! ;) grazieee.
 

CAN CHE ABBAIA...


-SANKOOOOOOON….TESSOOOOO!-
Inuyasha sfoderò gli artigli urlando quella specie di parola magica e cominciò a graffiare l’aria ringhiando.
-Inuyasha la vuoi smettere di fare lo scemo? Sto parlando con Kikyo!- lo riprese Ayame, la sua compagna di banco.
Inuyasha sembrò non sentirla e continuò ad usare i suoi artigli.
-Ragazze guardate qui: IJIN…KESSO!!!!- urlò di nuovo continuando a lanciare graffiate nel nulla.
-Sono forte o no? Noi demoni…-
-Stai zitto o ti taglio quegli artigli del cazzo!- lo minacciò la rossa.
-Madonna Ayame che scorbutica! Da quant’è che non scopi?-
-Da una settimana e comunque quello non centra, sei tu che sei un rompi palle assurdo! Devi sempre fare la figura del pagliaccio ritardato!-
Il mezzo-demone, sentendo la parola “ritardato” cominciò a dondolare sulla sedia e ad emettere strani versi.
-buonalamerdabuonalamerdabuonalamerda- bisbigliò poi continuando a ciondolare.
Kikyo, inizialmente lo guardò allibita ma subito dopo scoppiò a ridere divertita.
-Inu sei proprio un coglione!- gli disse poi continuando a ridacchiare. –E poi saresti pure il capo della consulta scolastica…vabbe!-
-Ma cosa cazzo è la consulta?- gli chiese Ayame portandosi un indice sul mento.
-Beh la consulta è…- non fece in tempo a rispondere che venne interrotto da una voce a lui conosciuta.
-Inuyasha!-
Il mezzo-demone si girò e scorse colui che l’aveva chiamato.
-Sesshomaru.- lo pseudo salutò lui.
I due si guardarono per una manciata di secondi, i loro occhi dorati si mescolavano in uno sguardo di fuoco e la loro postura trasudava fierezza.
-Allora bello come te la passi?- chiese poi Inuyasha dandogli una pacca sulla spalla.
-Le solite cose, anche se da quest’estate ho ricominciato a fare gli esercizi, per tonificarmi un po’ di più- rispose Sesshomaru ammiccando.
-Eh si vede amico, ti si sono ingrossati i bicipiti, complimenti! Anche io mi tengo in forma eh! Vado spesso in palestra.-
-E com’è lì?-
-Amico,mè pieno di belle ragazze! Dovresti farci un giro!-
-Per forza!- esclamò Sesshomaru per poi dare il cinque al suo amico.
In quel momento una ragazza dai capelli castani raccolti un codino si avvicinò loro guardandoli incuriosita.
-Ragazzi posso farvi una domanda?-
I due guardarono la compagna sorpresi, di solito lei parlava di rado con loro e non osava mai fare domande durante la lezione o ad altri, fatta eccezione per le due o tre compagne a cui rivolgeva la parola.
-Oh…Natsuna! Dicci pure- la invitò Sesshomaru interessato.
-Ma voi siete fratelli per caso?-
I due demoni cane, che inizialmente erano sopresi e curiosi, alzarono gli occhi al cielo e sbuffarono piuttosto irritati.
-Questa sarà tipo la decima volta che ce lo chiedono! NO NON LO SIAMO!- rispose secco Inuyasha ringhiando.
-Ma come? Vi assomigliate così tanto!- insistette Natsuna che aveva assunto un’espressione confusa.
-Noi facciamo parte dello stesso clan dei demoni cane, per quello ci assomigliamo, ma posso assicurarti che non abbiamo nessun tipo di parentela.- rispose Sesshomaru con tono pacato. –Inoltre lui è solo un mezzo demone mentre io sono un demone completo!- aggiunse poi con fierezza e decisione.
Inuyasha cercò di ignorare la palese offesa che gli aveva rivolto l’amico.
-Demoni o mezzi-demoni che sia, il nostro clan è il più forte!- continuò lui cingendo il compagno alle spalle –Vero fratello?-
-Allora siete fratelli!- esclamò Natsune convinta delle sue parole.
-TI HO DETTO DI NO!- Inuyasha cominciò a perdere la pazienza.
-Ma l’hai chiamato fratello…-
-CAZZO NATSUNE era per dire!-
-Allora non siete fratelli…- elaborò Natsune con l’unico neurone che le era rimasto.
-NO!- risposero scocciati entrambi.
Qualche ora dopo...

-Hei kagome!-
La chiamò Inuyasha da dietro.
-Che vuoi Inuyasha?-
-SATANAAAAAAA!-
-Ma fottiti idiota!-
Nonostante tutto le fece scappare un sorriso.
Spero che la caratterizzazione dei personaggi e la relazione tra essi si stia facendo sempre più chiara. Ad ogni modo il resto lo scoprirete leggendo.
Alla prossima!
Gino94

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Capitolo 6
*** Gruppetti interessanti Parte 1 ***


Ora passiamo (si spero) alle ultime vere presentazioni di ogni gruppetto e di conseguenza di ogni personaggio. Spero di aver la fantasia e la memoria per raccontare aneddoti o storie decenti! ç_ç. Questa è la prima parte, la seconda spero di scriverla più in fretta possibile!
Buona lettura!

 


 

GRUPPETTI INTERESSANTI parte 1


Non è da molto che  la classe dell’Istituto Osuwari, la 4°C si è formata, prendendo diversi studenti dalle varie classi di terza, eppure, i nostri amici, hanno già formato dei gruppi, delle nuove amicizie e insieme, sono pronti a tutto.
 


NON E’ FACILE ESSERE SECCHIONA.


Non è facile essere brava a scuola, Ayumi e Yura lo sapevano molto bene, tant’è che quasi tutti i compagni, fatta eccezione per quelli bravi (e diciamocelo non ce ne sono molti!), si affidavano a loro per ogni piccola evenienza, come avvoltoi pronti per sbranare la preda.
Yura aveva da poco finito spiegare, con la dovuta calma, l’esercizio di matematica che era stato affidato loro alcuni giorni prima.
-Allora Kikyo, hai capito a grandi linee? Non è difficile, questa è un’equazione perché abbiamo l’uguale ok? Mentre la disequazione presentano i segni maggiore, minore, maggiore uguale e minore uguale. Capito?- cercò di riassumere Yura sperando con tutto il cuore che almeno, dopo la quinta volta che glielo spiegava, lei avrebbe finalmente capito.
-Sì ho capito…-
“FINALMENTE!” pensò euforica
-Ma non ho capito come si sommano tutte ste robe…- fece infine Kikyo sbattendo poi la testa sul banco ormai rassegnata.
-Kikyo…-
Si mise una mano in fronte ringraziando la sua profonda pazienza.
-Lascia stare dai, ti passo io i compiti…- disse infine.
-Ti ringrazio di cuore Yura! Sei così gentile! Sai, ieri pomeriggio ho dovuto aiutare i bambini delle elementari a fare i compiti.- Spiegò Kikyo.
-Ah, vai ancora a quel centro che aiuta i bambini a studiare? Ma quante attività fai tu?-
-Troppe, mi occupo di bambini, degli intrattenimenti vari nel mio paese e a volte mi occupo pure del karaoke e faccio la cameriera in alcuni Cafè.-
-Ecco perché non hai mai tempo per studiare!-
-Beh, ma meno male che ci sei tu!- scherzò Kikyo cingendo le spalle all’amica.

-Ciao Ayumi!-
Una voce poco famigliare la portò alla realtà.
Senza rendersene conto, mentre ricopiava i suoi appunti presi nella lezione precedente, la sua mente aveva cominciato a vagare finendo, come sempre, sullo stesso pensiero: Kenta (nome inventato, non esiste in Inuyasha). Costui era il ragazzo di Ayumi, stavano insieme da ben tre anni ma sfortunatamente, abitando piuttosto distanti, riuscivano a vedersi solo nel weekend. Ma, in quelle ultime settimane, il suo ragazzo aveva accettato un viaggio di lavoro a Londra e per almeno sei mesi non si sarebbero più rivisti.
Alzò gli occhi che oramai erano divenuti lucidi e riuscì a scorgere chi l’aveva salutata.
-Ah…ciao Jakotsu, dimmi.- salutò Ayumi.
-Tutto bene?- probabilmente Jakotsu aveva notato il suo sguardo triste.
-No…tutto bene…-
-Ah perfetto!- esclamò facendole un sorriso complice –Non è potresti passarmi i compiti di matematica? Per favore.-
-Anche a me! Ti prego!- esclamò Yuka spuntando da dietro Jakotsu.
Ayumi le fissò per qualche secondo, cercando di rielaborare la loro richiesta fatta così improvvisamente, per poi decidere cosa fare.
-No.- rispose seccamente.
-Perché no?- chiese Yuka incrociando le braccia.
-Perché non voglio. Ogni volta chiedete agli altri i compiti, ma da me non avrete nulla, mi spiace.- il suo tono era severo ma allo stesso tempo infuriato e deluso.
-Ah! Come vuoi, ciao!- disse infine Jakotsu allontanandosi insieme a Yuka.
-Perché non hai fatto copiare loro i compiti?- le chiese Jaken, il suo compagno di banco.
Lei lo guardò e riuscì a notare il suo sguardo perplesso e preoccupato.
-Jaken, non è giusto, a loro non interessa nulla di me, non mi hanno mai rivolto la parola. Perché dovrei aiutarli?-
Jaken le sorrise dandole un tenero buffetto sulla guancia.
-Hai ragione, che si fottano! Almeno fossero belle! Una è un transessuale e l’altra è un maschiaccio in tutto e per tutto.-
-Ma cosa centra adesso la bellezza?- esclamò Ayumi ridendo.
-Certo che centra! Se una bella ragazza mi chiedesse i compiti glieli darei e non solo quelli! Non so se mi spiego…-
Ayumi si lasciò scappare una sonora e sincera risata che le fece lacrimare gli occhi.
-Jaken- lo chiamò infine.
-Dimmi-
-Grazie- gli disse sorridendogli.
Jaken rimase imbambolato per qualche secondo ad ammirare il suo sorriso per poi riprendersi e ricambiarlo.
 

LA PRINCIPESSA … DEI DEMONI LUPO.


-Quanto è insopportabile!- esclamò Jakotsu sedendosi sul banco della sua amica Ayumi.
-Chi?- chiese Kikyo intenta a copiare le equazioni.
-Ayumi- rispose cercando di non farsi sentire dalla diretta interessata –Io e Yuka gli abbiamo chiesto i compiti e lui ci ha risposto malissimo dicendo che dovremmo farceli da sole e blablabla-
-Beh non ha tutti i torti- rispose Yura alzando un sopracciglio.
-Ma non è questo il punto! Perché risponderci così male? Noi siamo compagni dovremmo aiutarci a vicenda senno addio…- continuò Yuka che nel mentre era impegnata in una partita a Fruit Ninja.
-Si ma…- Ayumi stava per risponderle quando una voce attirò la loro attenzione.
-Heila gente!- le chiamò Ayame salutandole con la mano.
Appena fu vicino al loro banco si sedette sopra kikyo appoggiando un braccio sul prosperoso seno.
-Non ce la faccio più- disse subito dopo ignorando le lamentele di Kikyo chiedendole di levare il braccio dal suo “balcone”. –Inuyasha mi fa proprio perdere le staffe, prima o poi gli taglio quelle stupide orecchie che ha su quella testa di cazzo.-
-Sì come no…- la schernì kikyo.
-Che vuoi dire?- le chiese Ayame assottigliando gli occhi.
-E’ inutile che ti lamenti quando sai benissimo di avere una cotta per lui.-
-Mi spiace ma è passata, ora sto uscendo con un ragazzo.-
-Chi?- chiese Yuka interessata –E’ carino?-
-Ovvio che sì ed è anche simpatico-
-E vende erba buona vedo…- aggiunse Jakotsu facendole l’occhialino.
-Che stai dicendo?- le chiese Ayame facendo finta di non aver capito.
-Guarda cha anche io fumo le canne tesoro e riesco benissimo a vedere la tua espressione di immensa beatitudine e gli occhi rossi.- le rispose Jakotsu avvicinandosi al suo viso.
-Ok va bene, ma chiudi parla a bassa voce. Non voglio che si sappia che fumo canne e che colui che me le vende è quello con cui sto uscendo.-
Tutte le ragazze presenti scoppiarono a ridere.
-Che c’è?- chiese poi Ayame piuttosto indispettita.
-Guarda che lo sanno tutti che ti fumi le canne.- rispose Kikyo continuando a ridere.
-Ah…perfetto. Che bella reputazione-.
-AYAME LA PRINCIPESSA FATTONA DELLA TRIBU’ DEI DEMONI LUPO!- scherzò Jakotsu divertita.
Tutte scoppiarono di nuovo a ridere, anche Ayame questa volta.
Note: In questa FF Jakotsu è un maschio ma viene chiamato da tutti al femminile perché lui stesso preferisce essere visto come donna e si veste come tale.
Eccoci alla fineeee!
Spero che anche questo capitolo vi abbia fatto un po' ridere e vi abbia dato un idea di che classe avevo ò-ò.
Alla prossima,
Gino94

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Capitolo 7
*** Gruppetti interessanti Parte 2 ***


Eccoci qui alla seconda parte di "gruppetti interessanti", questo capitolo è piuttosto lungo rispetto ai precedenti ma meglio così, d'ora in avanti cercherò di unire più "storie" nello stesso capitolo così da non farne troppi e troppo corti.
Detto ciò buona lettura.



GRUPPETTI INTERESSANTI Parte 2



I TRES AMIGOS!

Durante la lezione di Inglese, seduto al proprio banco, nascosto dalla cartella, alzò il telefono sopra la sua testa, si mise in posa socchiudendo le labbra in una specie di bacio e scattò la sua decima foto.
-Bankotsu ma la finisci di fare selfie?!- lo rimproverò Koga seduto in parte a lui.
Nonostante non fossero ai posti a loro assegnati, lui, Bankotsu e Miroku si erano posizionati nei banchi in fondo all’aula lontani dagli occhi indiscreti della professoressa.
-Guarda- gli disse Bankotsu mostrandogli un paio di foto –Secondo te è meglio quella con il cappello da Rapper o quella con gli occhiali da sole?-
Koga rimase interdetto per pochi secondi chiedendosi quale fosse la fonte della sua stupidità.
-Sei proprio un bimbomichia!- scherzò poi Miroku ridendo sotto i baffi.
-Non sono un bimbomichia, anzi, guardate quest’altra foto- mostrò loro l’ennesima foto che casualmente era uguale a tutte le altre. –Non assomiglio a qualcuno?-
-Non mi sembra- rispose Koga con sguardo accigliato.
-Come no? Dai, sono uguale a Justin Bieber!-
I due compagni spalancarono gli occhi dallo stupore, non poteva averlo detto davvero!
-Che cosa? Pensi di assomigliare a Justin Bieber?- esclamò Miroku scoppiando poi a ridere.
-Ma la domanda più importante è: chi cazzo vuole assomigliare a quel bimbetto sfigato che pseudo-canta canzoni odiose?- continuò Koga portandosi un mano sul viso in segno di rassegnazione.
-Ragazzi sono uguale a lui, anche nel cantare sentite- Bankotsu si schiarì la voce e cominciò: –Baby, baby, baby, ooooh…-.
Prima che potesse continuare Koga gli tappò la bocca anche se avrebbe voluto fare di peggio.
-TI PREGO RISPARMIACI QUESTO STRAZIO!- .
-Comunque, cambiando argomento- esordì Miroku –Che ne pensate delle ragazze di quest’anno?-.
I due smisero immediatamente di discutere e diedero una fugace occhiata alla classe.
-Niente male…- rispose Bankotsu –Ma poi perché questa domanda?-
-Perché io, a differenza vostra che vi fate le foto e leggete le pagine sportive, ci sto già provando con una di loro!- Miroku assunse un aria fiera e soddisfatta.
-Chi??- chiesero entrambi.
Il compagno indicò una ragazza seduta due banchi più avanti: aveva i capelli neri lunghi e leggermente ricci, gli occhi marroni e indossava una t-shirt bianca e verde piuttosto scollata.
-Kagome?!- esclamarono gli altri due sempre più sorpresi.
-Eh si…-
-Furbo il nostro amico, ci prova con una delle ragazze più fighe della classe! Non ti aspetterai mica che te la dia vero?- lo schernì Bankotsu dandogli un leggero schiaffo sulla guancia.
-Spero proprio di sì invece, adesso me la sto solo lavorando ma pare che non gli faccia così schifo- si vantò l’altro incrociando le braccia al petto.
-Anche io volevo provarci con lei, ma non è che mi convinca molto, preferisco puntare su qualcos’altro.- disse poi Koga, dando un’altra occhiata in giro.
-E cioè?- chiese Bankotsu.
-Escludendo il fatto che conosco un sacco di ragazze nella mia tribù che si staccherebbero un canino per andare letto con me.-
Miroku e Bankotsu alzarono un sopracciglio poco convinti.
-Ma se dobbiamo parlare delle ragazze di questa classe c’è una vasta scelta. Per esempio Kagura, io la considero molto più figa di Kagome: è alta, magra, con le curve al punto giusto, molto più prosperosa di lei ed è anche più simpatica. Per non parlare di Yura, ha un corpo stupendo! Peccato sia una secchiona…-
-Hai ragione, poi anche Tsubaki non è male…- intervenne Bankotsu.
-Nah…troppo maschiaccio e irascibile- rispose Miroku in disaccordo –A me non dispiace affatto Kikyo, avete visto che tette che ha? Sono enormi! E poi è molto bella…-
-Sì ma sono troppo grandi, essendo magra sta male- spiegò Bankotsu tanto da sembrare un esperto in materia.
-Beh…c’è Ayame…a te non piace Koga? anche lei come te è un demone lupo.- chiese poi Miroku.
-No, per carità è bella, ma ha un caratteraccio! Dovete vederla ai raduni: fuma canne di continuo, beve alcolici come un cammello e più di una volta ha fatto rissa con altri lupi.- si lamentò cosa negando con la testa.
-Poi vediamo chi c’è ancora…ah! Rin!- esclamò Bankotsu guardandola. Aveva i capelli lunghi neri, lisci con uno strano ma immancabile codino da un lato della testa e indossava una maglietta arancione sformata e un paio di leggins neri.
-Ora che ci penso, è dalla seconda superiore che è in classe con noi e non ci abbiamo mai provato.- fece notare Miroku tenendosi il mento con una mano.
-In realtà io e Bankotsu volevamo provarci, è molto carina come ragazza, lasciando stare che ha pochissimo seno, ma il problema è che non ha tutte le rotelle a posto…- gli rispose Koga facendo dei cerchi vicino alla tempia con un dito.
-Hai ragione, però ha un bel sedere…- aggiunse Bankotsu delineandone la forma.
-Niente da discutere però insomma…vi ricordate quando è entrata in classe con quella ridicola corona di fiori dicendo che le portava fortuna?- disse poi Koga.
-O quando ha minacciato una nostra compagna dicendole che le avrebbe scagliato addosso un maleficio.- aggiunse Miroku.
-O quando è entrata in classe gridando che gli alieni ci stavano controllando…- continuò Bankotsu che stava per scoppiare a ridere.
-Però dobbiamo ammettere che in terza ci ha molto aiutati, è stato grazie a lei se abbiamo passato gli esami di fine anno.- ammise Koga.
-Beh, a parte questi aneddoti devo dire che siamo stati fortunati. Io se volessi ci proverei con tutte.- disse infine Miroku. –Non lo fareste anche voi?-
-Certo!- dichiarò Koga.
I due si girarono in direzione di Bankotsu aspettando la sua risposta ma videro che stava fissando un punto preciso dell’aula.
-Bankotsu ci sei?- lo chiamò Koga portandogli una mano davanti agli occhi.
-Dite quello che volete ma per me la più bella rimarrà sempre Sango…- disse con voce quasi sognante.
-Hai ragione sai! E’ proprio bella ed ha un corpo tonico e…- Miroku stava per continuare quando notò lo sguardo infuriato dell’amico.
-Non dirmi che ti piace…- chiese poi Koga a Bankotsu.
-N-no…solo che è bella e vorrei portarmela a letto. E poi è mia compagna di banco e andiamo piuttosto d’accordo…-
I due lo fissarono ancora per una manciata di secondi non convinti della sua risposta ma poi decisero di lasciar perdere, almeno per ora.
-A parte questo…- continuò Bankotsu sviando il discorso – Parlando di Justin bieber, avete ragione, io sono più bello di lui, sono un figo!-
-Hey figo- lo chiamò la professoressa che aveva finito di spiegare.
I tre si resero finalmente conto che erano in classe e c’era lezione.
-Perché voi tre, invece di elogiarvi non seguite un po’ la lezione? E’ mezz’ora che state parlando e state disturbando! Tornate subito ai vostri rispettivi posti!-
-Prof, ma noi siamo più belli o no di Justin Bieber?- chiese Bankotsu non rendendosi conto della cazzata che aveva detto. Gli altri due scoppiarono a ridere.
La professoressa alzò gli occhi esasperata: -Siete sempre i soliti…-.
-I Tres Amigos- esclamò Tsubaki.
Sempre insieme.
 


LEZIONE DI BALLO

-Bene ragazzi, oggi interrogo e se rimane del tempo spiegherò la lezione. Qualche volontario?-
Ovviamente nessuno si fece avanti.
Era l’ora di storia e il professor Totosai, cominciò a passare lentamente il dito sull’elenco degli studenti aumentando la tensione nell’aula.
I compagni si lanciavano sguardi interrogativi, alcuni cominciarono a leggere freneticamente i libri e altri pregavano che non venisse chiamato il loro nome.
Vi era un silenzio tombale, piuttosto innaturale per la Quarta C, ma in quel momento nessuno era al sicuro.
-Kikyo!- chiamò Totosai a gran voce fissando ancora il foglio sotto di lui.
Kikyo si alzò meccanicamente, sentendo diversi bisbigli dei compagni che chiedevano quanti ne avrebbe ancora chiamati.
Fece per avvicinarsi alla cattedra, quando il professore alzò lo sguardo.
-Ah ma sei tu Kikyo, ti avevo scambiata con l’altra ragazza…Kagome se non sbaglio.- disse poi guardando l’altra compagna.
Kagome si schiaffeggiò il volto con una mano (palmface).
-Ehm…si io sono Kikyo…-
-Ah ok! Cavolo in questa classe vi assomigliate tutti! Che ci fai alzata? Torna al tuo posto!.-
Kikyo fece un profondo sospiro di sollievo e tornò al posto trotterellando di gioia.
-Bene, stavo dicendo…Ah si! Allora, Kanna vieni tu.-
Una ragazza dai lunghi capelli bianchi così come i suoi vestiti e la sua pelle si alzò timidamente dal posto.
-Prof, proprio io devo venire?- lo implorò lei.
-Massì Kanna, passagli un po’ di soldi così magari prendi 6…tanto non ne hai di questi problemi!- la scherzò Koga.
Sia lei che il professore ignorarono la battuta piuttosto offensiva e la ragazza raggiunse la cattedra.
Kanna non è mai stata una ragazza tanto loquace, preferiva essere lasciata in pace e non avere problemi eppure, aveva la fama di essere una ragazza piuttosto ricca: suo padre era un importante imprenditore e sua madre era un avvocato.  Nonostante ciò spesso veniva fatta vittima di battute non troppo simpatiche sulla sua situazione economica e più di una volta i compagni le chiedevano dei prestiti. Ma di questo ne parleremo in un altro capitolo.
Totosai oltre a lei chiamò anche Jaken, Shippo e Yura. Di conseguenza gli altri si presero la libertà di fare casino come meglio potevano.
-Ragazzi smettetela di fare casino!- li riprese il professore –se vi sento…-
Non riuscì a finire la frase che sentì dei singhiozzi.  In mezzo a tutto il chiacchiericcio una ragazza stava piangendo. Aveva la testa china e le mani sul viso, altre due ragazze le stavano accanto preoccupate.
-Kagura, qualche problema?- le chiese il professore.
-N-no…sigh…tutto…sigh…tutto bene…- cercò di risponderle lei tra lacrime e singhiozzi.
-Prof, possiamo farla uscire un attimo? Così magari si riprende…- chiese gentilmente Tsubaki che le stava carezzando la schiena.
-Va bene, accompagnala tu.-
-Posso venire anche io?- chiese poi Kagome che, insieme a Tsubaki, stava consolando Kagura.
-Uff e va bene, ma non restate troppo fuori dalla classe, mi raccomando.- rispose il prof per poi riprendere a interrogare.
Le tre uscirono velocemente dall’aula e, appena furono nel corridoio, Kagura scoppio in una fragorosa risata.
-Per tutti i Kami, non posso credere che ci sia cascato!- esclamò Tsubaki prima di iniziare a ridere a crepa pelle.
-Sono una brava attrice, non trovate?- si pavoneggiò Kagura abbracciando l’amica.
-Sei stata fantastica! Non avevo proprio voglia di restare in classe…se tutto va bene riusciamo a saltare anche la lezione!- disse poi Kagome tra un risata e l’altra.
Mentre le tre ragazze stavano contemplando le loro doti teatrali, una donna si avvicinò a loro trascinando un carrello contenente delle scope, qualche straccio e un paio di detersivi.
-Buongiorno ragazze- le salutò la donna.
-Buongiorno Kaede-san!- ricambiarono tutte e tre.
-Che ci fate qui in corridoio? Non dovreste essere in classe?-
-Nah…oggi abbiamo deciso di prenderci una pausa- rispose Tsubaki sorridendole.
-Aaaah ragazze mie…studiare è importante!- esclamò poi la donna sorpassandole.
-Tu non dirai nulla, vero?- chiese Kagura.
-Non vedo, non sento, non parlo.- rispose lei facendole l’occhiolino.
Kaede era una delle bidelle della scuola, era una donna bassina piuttosto robusta, capelli lunghi grigi sempre raccolti in una cosa bassa e un occhio bendato in seguito ad un incidente con un vetro rotto. Aveva all’incirca sessant’anni ma nonostante ciò era piuttosto giovanile, andava d’accordo con tutti gli studenti e spesso copriva le loro marachelle.
-Kaede!- una donna alta e magrolina la chiamò dal fondo del corridoio. –Puoi venire un attimo di sopra? Abbiamo bisogno di te!-
-Sto sistemando il carico nello sgabuzzino- la informò lei.
-E’ questione di cinque minuti, lasciali lì, lo farai dopo.-
Kaede, di conseguenza, lasciò il carrello e si avvio incontro all’altra bidella.
-Potete farmi il favore di controllare il carrello?- chiese poi alle ragazze.
-Certo, non ti preoccupare!- le rispose Kagome.
La donna le sorrise e si allontanò.
-Hey ragazze.- fece poi Tsubaki dopo essersi assicurata che le bidelle avessero salito le scale. –Mi è venuto un idea.-

Alla fine del corridoio, dalla parte opposta alle scale, vi era un piccolo spazio dove erano stati collocati i bagni maschili e femminili, un armadietto misterioso e un lettino dell’infermeria.
Ed è proprio lì che Kagura, Tsubaki e Kagome cominciarono a praticare la nobile arte del Kendo usando i manici delle scope di Kaede.
-Kagura-san, ti sfido a duello!- la sfidò Tsubaki portando la “spada” dritta davanti al suo viso.
-Accetto volentieri Tsubaki-san- rispose lei puntando la scopa verso l’avversaria.
-Prima di cominciare signore, ricordatevi di fare l’inchino, simbolo di rispetto per l’avversario e, quando darò il via, comincerete il vostro combattimento. La perdente, ovvero colei che verrà colpita dalla spada, dovrà subire la punizione: farsi palpare il sedere da Bankotsu, Miroku o Koga, a voi la scelta.- dettò Kagome più che divertita.
Le sfidanti si lanciarono occhiate folgoranti, pronte ad attaccare, tese ma cariche di adrenalina.
-Pronti…VIA!-
Le due cominciarono a colpirsi a casaccio ignorando bellamente le regole che nemmeno conoscevano. Agitavano la spada di qua e di la centrando spesso l’aria o i muri e, quelle volte che le loro “spade” si scontravano indietreggiavano immediatamente col timore di essere colpite. Kagome nel frattempo controllava che in corridoio non passare nessuno, sapendo benissimo che se qualcuno le avesse viste sarebbero finite sicuramente nei guai. Kagura e Tsubaki continuarono la loro sfida per una manciata di minuti ma sembrava che nessuna avesse la meglio sull’altra finche, stanche e annoiate, lanciarono in aria le scope e si gettarono a terra tra una moltitudine di risate.
-E ora cosa facciamo?- chiese poi Tsubaki curandosi di rimettere le scope dove le avevano prese.
Kagome estrasse il cellulare dalla tasca e fece partire una canzone: Super Bass di Nicki Minaj.
- Da quando ascolti la musica americana?- chiese Kagura sedendosi sul lettino.
-Da quando quelle giapponesi mi hanno stufato. Siamo nel ventunesimo secolo, ormai vanno di moda quelle occidentali!- le rispose cominciando a ballare.
Anche le altre due furono in procinto di ballare quando sentirono dei passi avvicinarsi. Kagome spense immediatamente la musica e tutte quante si irrigidirono.
Una ragazza alta e snella, dai lunghi capelli castani fece capolino nello spiazzo e vide le tre ragazze immobili come statue di marmo che la fissavano impaurite.
-Ragazze, che ci fate qui?- chiese loro perplessa.
-Sango sei tu!- esclamò Kagura per poi saltarle al collo. –Che paura ci hai fatto prendere, pensavamo fosse un professore.-
-Ma tu non stavi male?- chiese lei sarcastica.
Kagura emise una squillante risatina: -Mi conosci da anni Sango, dovresti sapere che quando mi rompo faccio di tutto per rimediare!-
-Non cambierai mai tesoro- le disse premendole un dito sulla fronte. Kagura la ricambiò con un bacio sulla guancia.
-E tu che ci facevi da queste parti?- le chiese poi Tsubaki portandosi le mani sui fianchi.
-Dovevo andare in bagno, e i bagni sono da questa parte.- rispose Sango indicando  le porte.
-Beh visto che sei qui- esordì Kagura trascinandola vicino al lettino –è giusto che tu balli con noi!-.
-Come?- Sango la fissò con occhi increduli.
-Susu non fare storie, Kagome accendi la musica!-
Kagome eseguì gli ordini e le tre ragazze cominciarono a ballare intorno a Sango che, imbarazzata, rimase immobile.
-Su sciogliti un po’!- la incoraggiò Kagome, avvicinandosi di più al suo corpo.
-Non sono una tipa da queste cose…- rispose lei arrossendo come un peperone.
-Eddai, siamo tra amiche- continuò Kagura che nel mentre si stava delicatamente strusciando contro l’amica. Kagome cominciò a darle qualche colpetto sui fianchi con il sedere e Tsubaki le diede una sonora bacca sulle natiche.
-Smettetela ragazze!-
Sango fece per liberarsi e tornare in classe ma le ragazze la bloccarono e la obbligarono a ballare.
Dopo diversi tentativi Sango riuscì a sbloccarsi fino a lasciarsi completamente andare dimenticandosi che avrebbe dovuto solamente andare in bagno e la sua assenza si stava facendo troppo sospettosa.
Le quattro compagne cominciarono a ballare una di fianco all’altra, spingendosi con il sedere, strusciandosi divertite e abbracciandosi soffocate dalle risate.
-Ragazze!-
Quella voce, interruppe bruscamente quel momento di puro svago, sostituendolo con uno di terrore.
Le compagne si girarono esterrefatte, pregando che non fosse un professore o peggio, la preside!
Fortunatamente era solo Kaede, che era tornata per sistemare il carrello.
-Kaede-san sei tu! Che spavento!- esclamò Tsubaki ancora scossa.
-Stavate ballando in mezzo al corridoio?- chiese la donna nonostante le avesse viste.
-Tecnicamente non siamo in mezzo al corridoio…- puntualizzò Kagome.
-Ragazze tornate in classe forza.- ordinò Kaede con tono severo.
Kagura e Tsubaki, in risposta, la presero sotto braccio e la trascinarono nello spiazzo.
-Su Kaede-san non ti va di ballare con noi?- le propose Tsubaki.
Kagome accese nuovamente la musica e cominciarono a ballare, compresa Sango.
-Kaede-san, quando eri giovane non ballavi?- chiese poi Sango.
La donna annuì ma non osò muoversi. Ma anche lei, dopo svariati tentativi di ribellione si lasciò trasportare cimentandosi in un ballo buffo e scatenato.
Ballarono e risero fino alla fine dell’ora senza accorgersi minimamente del suono della campanella così, dopo qualche secondo, si ritrovarono sotto gli occhi di quasi tutta la classe.
Quando se ne accorsero era troppo tardi, alcuni di loro le aveva già riprese con il cellulare e molti scoppiarono a ridere increduli da ciò che avevano appena visto.
-Vedo che ti senti meglio Kagura.- ironizzò Jakotsu.
-Già…-rispose lei imbarazzata – molto meglio…-.
 


L’AMORE NON E’ BELLO SE NON E’ LITIGARELLO.

-Ieri ho visto la quarta puntata della stessa stagione di Scrubs! Troppo bella!- esclamò Jaken divertito.
-Sei ancora alla sesta? Io ho appena finito l’ultima serie!- disse Sesshomaru dandogli un leggero scappellotto.
-Con calma ci arrivo, eh!- gli rispose Jaken piuttosto irritato.
-Sai cosa ho pensato…- continuò poi il piccolo demone verde.
Sesshomaru lo guardò facendogli capire che lo stava ascoltando.
-Penso che J.D., Turk e Elliot ci assomiglino un sacco!-
-Cioè?-
-Beh se ci pensi bene J.D. sono io, Turk sei tu ed Elliot è…-

-JAAAAAKEEEEN!- un urlò acuto se non che fastidioso giunse alle orecchie dei due demoni che, lanciandosi uno sguardo rassegnato, interruppero la conversazione.
-JAKENJAKENJAKEN!!-
Rin avanzò verso di loro con uno sfarzoso sorriso e, tra un urlo e l’altro, si gettò al collo di Jaken.
-Staccati avvoltoio!- esclamò Jaken cercando di scostarla.
Finalmente la ragazza lo lasciò andare e questi inspirò profondamente.
-Jaken!- disse di nuovo.
-CHE CAZZO VUOI?!- le urlò contro Jaken esasperato.
-Devi assolutamente vedere il mio nuovo reggiseno!-
Rin abbassò leggermente la t-shirt mostrandone un lembo arancione, il suo colore preferito d’eccellenza, con ricamate dei fiorellini bianchi.
Jaken osservò per mezzo secondo quella che per lui sembrò una scena patetica per poi chiudere gli occhi cercando di trattenere la rabbia.
Troppo tardi.
-COSA CAZZO VUOI CHE ME NE FREGHI DEL TUO REGGISENO EH?!-
-Ma anche Sesshomaru l’ha visto e ha detto che è carino…- rispose lei con una vocina tenera e sfoggiando i suoi occhia da cerbiatto.
Jaken si girò verso Sesshomaru con sguardo interrogativo e lui, serio e impassibile, fece spallucce confermando palesemente le sue parole.
-Non mi interessa ok? Se almeno avessi le tette! Invece sei piatta come una tavola da Surf!- continuò poi Jaken perdendo sempre di più la pazienza.
Dopo quelle parole Rin aprì la bocca stupita e rimase interdetta per qualche secondo, per poi accigliarsi stringendo i pugni.
-Ma come ti permetti sgorbietto?! Avrò anche poco seno ma almeno ho un bel culo!- esclamò Rin cercando lo sguardo di Sesshomaru come conferma, ma lui era intento a guardare un punto imprecisato della stanza completamente estraniato dalla conversazione.
-Bel culo? Ahahahaha- Jaken si lasciò scappare una profonda e sonora risata, cosa che fece ancor più infuriare Rin.
-Ma non farmi ridere CULO A PANETTONE!-
A quella frase perse, le staffe. Si avvicinò con impeto al demone e lo prese per il colletto della felpa.
-come mi hai chiamato stronzo? Io almeno ho un culo! Tu non hai assolutamente nulla!-
Jaken si liberò dalla presa e continuò: -meglio non avere nulla che una mongolfiera al posto del didietro!-
-Almeno io non sono bassa, verde e non sembro un Kappa!-
-Io sono un Kappa brutta stupida ignorante!-
-Sei il Kappa più brutto che abbia mai visto!-
-Ti sei vista allo specchio ragazzina?-
Jaken e Rin continuarono per diversi minuti la loro lite e Sesshomaru, cercava in tutti i modi di ignorare i loro soliti battibecchi, sì, perché aveva assistito spesso a scene come quelle, ma questa volta non riusciva proprio ad ignorarli, le loro voci, squillanti e petulanti, riuscivano sovrastare persino i suoi pensieri.
Cominciò a sentire il sangue ribollire nelle vene, non capiva se era la sua aura demoniaca a crescere o la sua rabbia, fatto sta che i due litiganti, avvertirono chiaramente l’aura maligna dietro di loro. Smisero immediatamente di discutere e si girarono a fatica, pervasi dall’angoscia. Ciò che videro non fu affatto bello: Sesshomaru li fissava irato, i suoi occhi erano diventati completamente rossi e i canini, che di solito teneva ben nascosti erano fuoriusciti.
Il demone cane alzò una mano mostrando gli artigli e bisbigliò: -Smettetela o giuro che vi taglio a fettine.-
I due deglutirono ed annuirono non riuscendo ad emettere alcuna parola, così finalmente Sesshomaru si calmò e tornò normale.
-Ragazzi seriamente, sembrate una di quelle coppie sposate da decenni…siete assurdi!- aggiunse in fine incrociando le braccia al petto.
-Beh, Jaken, sappi che te la farò pagare…- esordì Rin ancora offesa. –Lo giuro su Jin!-
I due demoni la guardarono perplessi chiedendosi chi cazzo fosse JIn.
-Jin…il mio codino!- continò Rin indicando il codino sul lato destro del capo.
-Hai dato il nome al tuo codino…- sancì Jaken sempre più allibito.
-Certo! L’ho chiamato Jin, come il bellissimo Jin Kazama di Tekken!-
-Hei, ricorda che dobbiamo sfidarci a Tekken!- le ricordò Sesshomaru che sembrava completamente disinteressato dall’argomento precedente.
-Rin…- disse poi Jaken mettendole una mano sulla spalla –Hai preso le pillole stamattina?-
-Cosa…?-
-Jaken tienila ferma, potrebbe ribellarsi! Io le metto la cintura di forza e poi la portiamo subito in ospedale!- continuò Sesshomaru immobilizzandole le braccia.
-Lasciami andare!- Rin si dimenò cercando di liberarsi, invano.
-Io sarei pazza?! E quella là allora?- esclamò indicando con la testa Natsune.
Sesshomaru lasciò la presa e emise uno sbuffo divertito: -Ma lei è un caso clinico…-
-Già, la poveretta pensa di essere nel mondo fatato, pieno di arcobaleni e unicorni rosa!- continuò Jaken.
I tre scoppiarono a ridere all’unisono dimenticandosi della litigata precedente, come se fosse stata cancellata dai loro ricordi.
-Oh ragazzi…- disse Rin prendendo entrambi sotto braccio avvicinandoseli il più possibile. –Cosa farei senza di voi?-.
I due ragazzo le sorrisero dolcemente, in fondo si volevamo bene.
Eccomi alla fine! Non vi soprendete se Sesshomaru, Rin e Jaken verranno spesso menzionati nella storia...potete immagina il perchè. Comunque spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia divertito. Alla prossima.
Gino94

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Capitolo 8
*** Nuove fiamme...? ***


Buonsalve gente, inizio subito col dire che questo capitolo non è assurdo e delirante esilarante come quelli precedenti, bensì è piuttosto romantico, possiamo dire. Finalmente possiamo dire che un sottospecie di trama si stia formando...credo. Vabbe buona lettura!
 


 

NUOVE FIAMME...?

 

- SHIPPO

Ayumi controllò il cellulare per l’ennesima volta: NESSUN NUOVO MESSAGGIO.
Erano giorni che il suo ragazzo non si faceva sentire, inizialmente, appena era giunto a Londra si mandavano messaggi di continuo, si chiamavano tutti i giorni e, quando riuscivano si sentivano tramite Skype, ma ora, di lui non ebbe più notizie. Essendo una ragazza piuttosto orgogliosa non osò scrivergli per prima, aspettava semplicemente che lui facesse la prima mossa, ma in quel momento, colta dall’ansia e dalla nostalgia di lui digitò velocemente sulla tastiera un messaggio: “Ciao Kenta. Tutto bene in Inghilterra? E’ da cinque giorni che non ci sentiamo, dove sei finito? Mi manchi molto.”. Poche e semplici parole, ma quel messaggio racchiudeva tutta la rabbia e la tristezza.
Un piccola parte della sua mente le diceva che il suo ragazzo, l’unica persona di cui si fidasse davvero, si stava costruendo una nuova vita, nuovi amici, nuovo lavoro e una nuova ragazza.
Scaccio immediatamente quei brutti pensieri, sperando che l’avrebbero tormentata per l’ultima volta, eppure…
-Ayumi, tutto bene?-
Una voce calma e calda la fece ritornare con i piedi per terra, alzò leggermente lo sguardo solo per scoprire chi le avesse fatto quella domanda.
Shippo era davanti al suo banco che la guardava preoccupato, i suoi occhi smeraldini erano carichi di curiosità.
-Shi…Shippo ciao, scusami ero distratta…- disse semplicemente lei accorgendosi che i suoi occhi stavano divenendo lucidi.
-Tutto bene?- ripetette il ragazzo notando l’espressione cupa della compagna.
-Certo!- rispose lei accennando un sorriso palesemente falso.
Shippo si sedette nel banco vuoto di Jaken di fianco al suo non smettendo di guardarla. Ayumi notò che non si era fatto ingannare dal suo sorrisetto di circostanza, ma non si stupì, lui era sempre stato un tipo sveglio, lo aveva capito sin dall’anno prima, quando erano ancora in classe insieme.
Sorrise di nuovo, ma questa volta non stava fingendo, era davvero felice che qualcuno si interessasse a lei, nonostante sapesse di non essere la persona più simpatica del mondo. Sapeva di essere una ragazzina permalosa e desiderosa di attenzioni, ma in quel momento sentiva davvero il bisogno di qualcuno che la consolasse.
-Cosa ti preoccupa?- le chiese d’un tratto il compagno –A me lo puoi dire, sai che ti ho sempre ascoltata.-
Era vero, Shippo le era sempre stato accanto, entrambi si erano sempre dati una mano, sia per la scuola che per altro. Lei lo considerava un ottimo amico, uno di cui potersi fidare.
-Ti avevo già parlato del mio ragazzo mi pare-
Lui annuì.
-E sai anche che è partito per Londra…solo che…- fece un respiro profondo prima di continuare, parlarne la faceva rattristare ancor di più.
-Se non ne vuoi parlare…-
-No, stai tranquillo. E’ solo che è da giorni che non si fa sentire, sono solo cinque certo, però prima ci scrivevamo e ci chiamavamo tutti i giorni e adesso…-
-Forse si è reso conto che chiamare e messaggiare dall’Inghilterra al Giappone costa troppo e quindi sta cercando di darsi una regolata- ipotizzò lui sperando di consolarla un po’.
Eppure, il suo raziocinio gli diceva di lasciar perdere, che non avrebbe ottenuto nulla così. Come poteva conquistare la donna che amava aiutandola a risolvere i disguidi con il suo attuale ragazzo?
Ma lui non era egoista, le voleva bene e l’ultima cosa che avrebbe voluto era farla soffrire.
-Non lo so Shippo, io lo spero molto ma qualcosa mi dice che non è così, che si sia stancato di parlare con me e che voglia cambiare vita…-
-Non credi di stare un po’ esagerando?-
-Forse è così, ma cerca di capire, io lo amo.-
Quelle parole lo colpirono come un coltello in pieno petto, aveva sempre saputo di non avere alcun tipo di possibilità, che veniva e verrà sempre ritenuto come un semplice amico, come una spalla su cui piangere,  sapeva che lei non si era mai accorta dei suoi sentimenti e lui non aveva mai avuto il coraggio di dichiararli eppure, in lui c’era sempre un piccolo barlume di speranza.
-Capisco…però facendo così ti fai del male da sola. Abbi pazienza e pensa che adesso ha una nuova prospettiva di vita, pensa che quando ritornerà non vedrà l’ora di condividere tutto ciò che ha passato con la persona più importante della sua vita: tu.-
-Lo pensi davvero?- Ayumi cercò in tutti i modi di trattenere le lacrime, sapeva che aveva ragione, non poteva continuare a vivere nell’ansia, andando avanti non solo avrebbe compromesso i suoi eccellenti voti scolastici, ma si sarebbe rovinata anche la vita.
-Davvero, se io avessi una ragazza come te, non la lascerei andare per nulla al mondo.- rispose lui, con le parole più sincere che avesse mai detto.
Ayumi a quel punto non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime.
Shippo la strinse a se appoggiandole la testa sulla sua spalla, dopo diversi minuti la ragazza smise di piangere e, asciugandosi le lacrime che le avevano rigato le guance paffute, guardò negli occhi il compagno e notò, più di ogni altra volta, la profondità del suo sguardo.
-Ti sei sfogata?- chiese lui sorridendo.
-Sì…scusami ti ho bagnato la maglietta- rispose notando una grossa chiazza sulla sua spalla.
-Non ti preoccupare, un sacco di ragazze si gettano tra le mie braccia e…piangono. Devo proprio fare un brutto effetto alle donne! Che disdetta!-
Ayumi si lasciò scappare una risata: -Io invece penso che tu sia un ottimo consolatore! Perché non lo fai come lavoro?- scherzò.
-Beh ora che ci penso, potrei fare un sacco di grana.-
-E inoltre avrai la fortuna di abbracciare un sacco di donne.- aggiunse lei.
-Preferire farci altro sinceramente.-
Entrambi scoppiarono a ridere divertiti.
-Shippo sei un vero amico!-
Lui avrebbe preferito sentire altro uscire dalle sue labbra, insomma, non era carino rimanere nella Friendzone, però cercò di non dare a vedere la sua delusione dandole un piccolo buffetto sulla guancia.
-Sai che ci sarò sempre per te.- rispose poi.
Di risposta lei le diede un dolce bacio sulla guancia che lo fece arrossire violentemente.
-Ti voglio bene Shippo.-
“Mi piaci, Ayumi” pensò lui.
-Anche io ti voglio bene- decise di rispondere.
 

- KAGOME

-Kami! Sei una vera porca!- esclamò Kagura dando un’amichevole spinta a Kagome.
-Quanto sei esagerata! Abbiamo solo fatto sesso in un bagno pubblico!- rispose lei con perizia.
-Sei comunque una porca, con quanti ragazzi hai fatto sesso fino ad ora?- le chiese Kagura facendole l’occhialino.
-Solamente con due, i miei ex. Cosa mi credi una sgualdrina?-
-Io una volta l’ho fatto in un parco, è stato scomodissimo, ma ci stava.- aggiunse poi Inuyasha.
-E scommetto che avete fatto Doggy-style eh? Non è la tua posizione preferita?- scherzò Ayame, anche se in realtà era seriamente curiosa di conoscere i gusti del mezzo-demone che le faceva salire certi bollori.
- Ma va, ce ne sono molte altre che preferisco. Quello fissato con questa posa è Sesshomaru. Vero?-
Sesshomaru, che era intento a giocare con il Game boy Advance, non osò nemmeno alzare lo sguardo.
 -Certo, non posso farne a meno.- rispose poi in battuta.
-Non ti facevo così audace…- gli disse Kagome.
-Si vede che non mi conosci ancora bene. Ora scusate ma devo catturare Registeel a Rin senno quella mi spacca le palle fino all’ultima ora.-
-Che??- fecero in coro Inuyasha, Kagome, Ayame e Kagura.
-Pokémon- rispose lui semplicemente.
In quel momento un ragazzo dai capelli corvini raccolti un basso codino si avvicinò a loro.
-Ciao ragazzi- li saluto Miroku.
-Heyla bello!- ricambiò Inuyasha dandogli il pugno.
-Di cosa stavate parlando di bello?- chiese mentre, senza alcun tipo di invito, si sistemò di fianco a Kagome.
-Mah…le solite cose…- rispose lei.
-Cioè?-
-Sesso.- dichiarò Sesshomaru con il suo solito tono apatico, senza ovviamente staccare gli occhi dal gioco.
-Che novità.- esclamò Miroku con una punta di sarcasmo. – Comunque, Kagome posso parlarti una attimo da solo?-
Il moro lanciò agli altri uno sguardo che stava a dire: “andate fuori dalle palle, grazie.”, così Ayame, Kagura e Sesshomaru si alzarono con l’intenzione di lasciarli soli.
-Aspettate, io voglio rimanere.- cantilenò Inuyasha.
-Muoviti ritardato!- lo spronò Ayame prendendolo per la giacca.
-Ma questo è il mio posto, cazzo!-
-ANDIAMO!- fecero in coro Kagura e Ayame convincendolo.
Appena Inuyasha si alzò dal posto, Kagura guardò Miroku alzando un sopracciglio in segno di: “che intenzioni hai?” ma lui la ignorò. Kagome invece era piuttosto confusa ma preferì ascoltare ciò che il compagno avesse da dirle.
-Come stai?- le chiese semplicemente.
-Hai mandato via tutti per chiedermi questo?- si lamentò lei freddamente.
-In realtà mi sono reso conto di una cosa: io e te parliamo spesso durante le lezioni ma non abbiamo mai avuto modo di conoscerci.-
-Sì…e quindi?-
-Beh mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio, insomma sei molto simpatica e vorrei che diventassimo…amici.-
-Amici?-  ripetette lei non molto convinta.
-Sì…ti va?- sapeva che quella scusa non era affatto convincente ma lui sperava solo che lei avesse colto il messaggio subliminale e avesse comunque accettato.
“Questo ci prova…” pensò immediatamente la compagna.
-Va bene.- rispose lei interessata.
In fondo Miroku era un bel ragazzo e anche piuttosto spiritoso, perché non dagli un’opportunità?
Parlarono ancora per qualche minuto finche Koga e Bankotsu chiamarono Miroku e lui scusandosi li raggiunse.
Appena Kagome raggiunse il proprio posto, invece di trovarsi di fianco Shippo, vide Inuyasha che la fissava come se stesse aspettando qualcosa.
-Che vuoi?- sbottò lei.
-Che ti ha detto Miroku? Se glielo puoi succhiare nei bagni a fine lezione?- scherzò lui con una punta di amarezza.
-Cosa ti interessa? Sei geloso per caso?-
-No, stai tranquilla, ero solo curioso.-
-Beh, a quanto ho capito ci sta provando con me…-
-E tu?-
-Non lo so…-
Inuyasha le cinse le spalle con uno delle sue possenti braccia, Kagome arrossì leggermente.
-Hey se ti limoni Miroku dopo devi limonare anche me!- esclamò ridendo.
-Certo Inuyasha, appena ti spunta la coda!- gli rispose scostando il braccio.
-Puoi contrarci!-
Le fece l’occhiolino e si allontanò.
Kagome, in cuor suo, un po’ ci sperava.
 


- BANKOTSU

Era lezione di Inglese, la professoressa Urasue consegnò i risultati del test, tutti gli alunni ricevettero il loro compito in classe con il rispettivo voto, tranne uno.
Bankotsu aspettava con ansia i risultato del suo duro lavoro. Negli anni precedenti era solito a copiare o come riteneva lui “prendere spunto” dai compiti degli altri compagni, ma quella volta no, aveva deciso che se la sarebbe cavata da solo ed era sicuro di aver fatto un lavoro discreto se non ottimo.
Sbriciò il foglio della sua compagna di banco Sango: voto 7, come al solito più di una sufficienza.
-Che voto hai preso Bankotsu?- gli chiese poi la ragazza.
-Non lo so, non mi è ancora arrivato il compito.- rispose lui dando un’occhiata agli altri compagni e notando che tutti avevano già tra le mani il loro rispettivo foglio.
“Brutto segno” pensò “Probabilmente penserà che abbia copiato…”.
-Bel lavoro ragazzi, sono discretamente soddisfatta dei vostri compiti- disse poi la donna con una moltitudine di rughe in faccia e gli occhi a palla, ancora più ovali di quelli del professor Totosai.
-Ma devo fare i miei vivissimi complimenti ad un alluno che ha fatto davvero un lavoro eccellente.-
La Prof estrasse dalla sua valigetta un ultimo compito  e lo mostrò alla classe.
-Complimenti Bankotsu hai ottenuto 10!- esclamò la donna orgogliosa –In tutti i miei anni di insegnamento pochi hanno avuto l’onore di ottenere il massimo dei voti!-.
Bankotsu si ritrovò ad avere gli sguardi dei compagni  puntati su di lui, sentì qualcuno bisbigliare “Avrà copiato come al solito” e la cosa gli provocò molto fastidio.
Finalmente i suoi sforzi erano stati premiati, se lo era meritato quel voto!
Si alzo trionfante dalla sedia e, gonfiando il petto orgoglioso, si diresse verso la cattedra ritirando il compito.
Appena fece ritorno al suo posto non poté notare l’espressione stupita e entusiasta di Sango.
-Complimenti Bankotsu! Sei stato bravissimo!- lo elogiò la compagna.
Improvvisamente le sue gote diventarono di un rosso acceso e, cercando di contenersi, sfoggio il sorriso più assurdo che qualcuno potesse fare: la bocca era completamente sformata, gli occhi erano leggermente socchiusi ed emise pure un piccolo verso, del tipo “ungha!” senza nemmeno accorgersene.
Sango non riuscì a fare altro che ridere a quella visione a dir poco ridicola e, poggiando una mano sulla spalla del compagno, gli disse: -ora anche tu sei un secchione!-.
-Ma…ma che dici? Io non lo sono affatto!-
-Come no? Questo mese hai preso bellissimi voti: 9 in matematica, 7 in storia, 6 in geografia, 8 in informatica e adesso 10 in Inglese!-. Sango sfoggiò di nuovo uno dei suoi dolcissimi sorrisi e Bankotsu si sciolse dinnanzi ad una visione così angelica.
-Beh…devo ringraziare anche te che mi hai aiutato- farfugliò il ragazzo toccandosi in modo ossessivo la lunga treccia che teneva compatti i capelli corvini.
-Non ti preoccupare, siamo compagni dopotutto!-.
Bankotsu si incantò a scorgere i suoi occhi grandi e marroni, erano bellissimi, ma anche il suo viso, i suoi capelli, il leggero trucco che applicava sempre sulle palpebre, il suo corpo, il suo seno, le sue gambe, il suo…
-Hey Bankotsu!- una voce strafottente lo destò dai suoi profondi penseri.
Koga e Miroku lo fissavano accigliati e gli fecero cenno di avvicinarsi al loro banco così, senza nemmeno badare alla professoressa ancora presente nell’aula, si alzò e li raggiunse.
Subito i due lo fecero inginocchiare con la forza e cominciarono a fargli il terzo grado:
-Dimmi che quel 10 è frutto di una furba ed eccellente copiata!- si rivolse a lui Koga confuso come non lo era mai stato.
-No io…-cercò di spiegarsi Bankotsu.
-Dai è impossibile che sia stato frutto dello studio! Ti conosciamo bene, tu e i libri siete due nemici giurati.- insistette il demone lupo.
-Inoltre vorremmo sapere come cavolo hai fatto prendere tutti quei bei voti. Da chi copi? Chi ti passa tutte le informazioni? Usi bigliettini?- lo riempì di domande Miroku.
-NO CAZZO! Non ho copiato! Vi giuro che è tutta opera mia!-.
Dopo quella parole i due si guardarono esterrefatti, increduli di ciò che stava accadendo, quando a Koga venne un illuminazione.
-Non è che c’è un motivo preciso per cui stai prendendo buoni voti a scuola vero? Non so, per fare colpo su qualche ragazza…-
Bankotsu lo fissò per qualche secondo sgranando gli occhi.
-Ovvio che no…- rispose nonostante la sua espressione faceva ben capire che stava mentendo –Lo faccio semplicemente perché quest’anno voglio passare senza debiti-.
I suoi amici gli si avvicinarono pericolosamente al volto mettendolo alle strette, lui riuscì solo a fare un sorrisetto di circostanza sperando che lo avrebbero lasciato in pace.
-Vuoi fare colpo su Sango?- chiese poi Miroku schietto.
Bankotsu inizialmente cercò di evitare i loro soffocanti sguardi ma alla fine cedette.
-Sì…- disse semplicemente abbassando il capo.
-Non ti facevo così romanticone sai?- lo schernì Koga dandogli una sonora pacca sulla spalla.
-Ma che hai capito? Voglio fare colpo su di lei solo per potermela limonare!-
Koga e Miroku si lanciarono un’altra occhiata.
-Se è così allora buona fortuna!- gli rispose Koga ammiccando.
-Magari un giorno faremo a gara a chi se la limona per primo!- aggiunse Miroku lasciandosi scappare una risata.
Bankotsu avrebbe tanto voluto dargli un pugno in pieno muso ma decise di trattenersi.
-Sì beh, non male come idea!- mentì lui a denti stretti.
Finito quello strano e stancante interrogatorio ritornò al suo posto, si accasciò sulla piccola sedia in legno e ricontrollò il suo eccellente compito.
-Tutto bene Bankotsu?- chiese d’un tratto Sango. –Ti vedo cupo-.
Si sorprese nel notare come la sua compagna fosse così interessata a lui e, istintivamente,  le rivolse un raggiante e caldo sorriso accompagnato dal rossore delle sue gote.
-Ora sto molto meglio, grazie!-.
Spero vi sia piaciuto e vi abbia fatto fare "AWWWW".
Alla prossima! ;)

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Capitolo 9
*** I rappresentanti di classe ***


Eccoci qui ad un nuovo e stupendo mediocre capitolo! Questa volta i nostri eroi dovranno affrontare una ardua scelta...chissà cosa combineranno?
Buona lettura!

 


 

I RAPPRESENTATI DI CLASSE


Era un giorno come un altro all’Istituto Osuwari nella classe 4 sezione C. Le lezioni erano noiose,  gli insegnanti petulanti, gli alunni distratti e i minuti passano inesorabilmente troppo lenti.
-Mi chiedo come faccia a piacerti un gruppo del genere- commentò Kanna poggiando il viso su una mano.
-Tu non capisci, loro sono dei veri artisti!- rispose impetuosa Ayame tenendo ben stretta una foto della sua boy band preferita.
-Gli One Direction sono artisti?!- sbottò Kanna alzando la voce più del solito.
- Ovvio che sì, cara! Ti farò ascoltare alcune delle loro canzoni e vedrai che cambierai idea…-.
-Se lo dici tu…-.
Nonostante gli insegnati avessero assegnato un determinato posto ad ogni alunno loro, ovviamente, a volte non perdevano l’occasione di scambiare i loro banchi in base alle evenienze o semplicemente, in base a come se la sentivano.
Difatti quel giorno Ayame e Kanna, amiche ormai da due anni, avevano deciso di sedersi vicine sostituendo Inuyasha e lui, che con mala voglia aveva ceduto il posto alla demone bianca, si era seduto accanto a Kagura. Miroku non aveva perso occasione per sedersi accanto a Kagome così da poter APPROFONDIRE il loro pseudo-rapporto di amicizia, mentre altri non potevano che essere felice dei posti a loro assegnati: come Bankotsu che sembrava avesse raggiunto il Nirvana solamente perché era stato piazzato accanto alla bella Sango;
Jaken, che si riteneva più che fortunato ad avere una bella e dolce ragazza come Ayumi di fianco a lui;
Koga cui aveva instaurato un interessante e piacevole rapporto d’amicizia con l’aggressiva Tsubaki.
Sesshomaru e Rin, che a volte sembravano isolati nel loro mondo e con piacere avevano potuto notare come insieme si comportassero da “bulli delle giostre”.
Insomma, nonostante fossero a scuola, non mancava di certo il libero arbitrio eppure, in quella classe di fenomeni da baraccone serviva qualcuno che li guidasse.
Oramai la classe era sprofondata in un limbo di noia, anche ascoltare musica (Kikyo),  giocare al cellulare (Jakotsu, Tsubaki e Yuka) parlare di sesso e di videogiochi (Sesshomaru, Rin), dormire (ovviamente Shippo), leggere le pagine sportive (Koga) e urlare versi a casaccio (Inuyasha, ma dai?), non sembravano avere più effetto per uscire dal vortice della monotonia.
Quando d’un tratto qualcuno bussò alla porta e la speranza nei cuori degli alunni si accese come una calda luce nella più profonda e soffocante oscurità.
Dopo che la professoressa ebbe invitato l’individuo aldilà della porta ad accomodarsi, questo entrò deciso, sorridendo alla classe come se fosse giunto per dare loro salvezza.
-Buongiorno!- li saluto.
La classe si zittì immediatamente e i loro occhi erano fissi sul nuovo arrivato, studiandolo come se provenisse da un altro pianeta. (Rin: Un alieno!)
Aveva lunghi e fluenti capelli neri come le tenebre, in contrasto col viso candido e ben curato, i suoi occhi erano di un rosso acceso e le orecchie erano leggermente appuntite, ciò faceva ben capire che si trattasse di un demone o un mezzo-demone.
-Tu saresti?- gli chiese la Prof anch’essa fissandolo.
-Scusate non mi sono presentato, il mio nome è Naraku della H, quarto anno.-
La sua voce era calda e imponente cosa che fu molto gradita dalle ragazze in aggiunta al suo bell’aspetto.
Ma quel ragazzo non era poi così sconosciuto, almeno non per tutti.
-Naraku! Come stai?- esclamò Kagome salutandolo con la mano.
-Sei tu Kagome? Quanto tempo!- rispose lui sorridendole.
-Vi conoscete?- chiese poi l’insegnante.
-Sì, frequentavamo la stessa classe alle medie- rispose Naraku.
-Io questo ragazzo lo conosco…- sussurò poi Rin a Sesshomaru.
-E quando l’hai conosciuto?- le chiese lui.
-Era il primo giorno di scuola ed ero in ritardo- iniziò a raccontare lei.
-Che strano…-
-Sì vabbe, comunque, nel tragitto per venire a scuola abbiamo parlato e….-

FLASHBACK INUTILE
Nonostante fosse il primo giorno di scuola, nella sua nuova classe, con i suoi nuovi compagni e nuovi professori, Rin era, come sempre, in ritardo. Camminava veloce sul marciapiede scostando energicamente piccoli sassolini sull’asfalto. Sperava solamente che, essendo il primissimo giorno, l’avrebbero risparmiata.
-Hey scusa!- una voce sconosciuta la fece sussultare, si voltò indietro e vide un ragazzo avvicinarsi velocemente verso di lei.
-Sei un’alunna dell’Osuwari?- le chiese lui.
-Sì certo!- rispose lei.
-Bene, quindi tu sai come arrivare a scuola?-
-Ovvio-
-Bene, perché pensavo di essermi perso, comunque io mi chiamo Naraku. Tu?- il ragazzo le porse la mano e le sorrise radiante.
Rin rimase qualche secondo ad ammirare quel sorriso così luminoso.
-Io sono Rin, sei nuovo di qui?-
-Eh sì…e dimmi, questa scuola è semplice? Insomma, da dove sono arrivato io, oltre ad essere una scuola piena di gente rigida come statue di marmo era anche piuttosto pretenziosa…-
Rin si lasciò scappare una risata fugace.
-Non ti preoccupare, questa scuola, oltre ad essere semplice è piena di persone vitali, simpatiche, a volte troppo esagerate ma vedrai che ti troverai benissimo!-
-Ci conto allora! Grazie! Se dovesse essere così bella come dici, non mi dispiacerebbe diventarne il rappresentate…-
-Buona fortuna allora!-.

Sesshomaru: Dovevi proprio farci il fleshback di sta stronzata?
Rin: scusa, l’ho fatto per allungare il capitolo….
 
-Naraku, potrei sapere il motivo per cui sei giunto qui interrompendo la lezione?- chiese poi la professoressa con indispettita.
-Io sono qui perché vorrei informarvi che tra poco ci saranno le elezione per i due rappresentati di istituto, i due rappresentanti della consulta e i due rappresentanti di classe per ogni classe. Ed io sono qui perché vorrei candidarmi a rappresentante d’istituto!- esclamò infine Naraku portando entrambe le mani sui fianchi.
Un silenzio imbarazzante si creò nell’aula e il ragazzo poteva giurare di aver udito il canto di alcuni grilli. Passò lo sguardo a tutta la classe che lo osservava con aria poco interessata.
-Bene…Naraku...- esordì la professoressa interrompendo quel momento pietoso –Quali sarebbe i tuoi obiettivi?-
-Oh beh, vediamo…-
Naraku cominciò a spiegare che, se fosse diventato rappresentante, avrebbe cercato di migliorare la scuola: ottimizzare l’organizzazione, ascoltare qualunque lamentela o idea di ogni studente ecc…ma questo agli alunni non interessava affatto, avevano altro per la testa.
Kanna cercò, almeno per i primi trenta secondi, di seguire il noiosissimo discorso del ragazzo, ma alla fine decise di lasciar stare così da evitare di addormentarsi sul banco. Si voltò verso l’amica intenzionata a continuare il discorso sugli One direction, argomento che nonostante non gli interessasse affatto lo trovava certamente più appetibile dell’altro ma, appena questa fece per aprir bocca, notò che Ayame se ne stava imbambolata a fissare Naraku.
“Le interessa davvero ciò che dice?” pensò esterrefatta.
Le passò una mano davanti agli occhi, ma lei non si mosse di un millimetro.
-Ayame?- fece un ultimo tentativo chiamandola ma questa non rispose.
-AYAME??-
-Non è bellissimo?- se ne uscì poi Ayame sospirando.
-Come?-
Lei finalmente ebbe la decenza di guardare l’amica e Kanna non poté che notare i suoi occhi sognanti.
-Naraku!- esclamò –E’ un figo!-.
Kanna si portò una mano sul viso rassegnata: “Tipico suo” si disse.
-Insomma guardalo!- continuò Ayame squadrandolo da cima a fondo con occhi famelici –Non ti dico cosa gli farei se dovessimo per CASO ritrovarci da soli in qualche aula.-
Istintivamente si leccò un labbro e alzò un sopracciglio.
-No per favore, non lo voglio sapere!- le rispose Kanna rabbrividendo al solo pensiero.
-Cazzo, vorrei diventare anche io rappresentante solo per stargli vicino tutto il tempo!-
Kanna sospirò lasciandosi scappare un sorriso.
-Sei senza speranza.-

-Bene, detto ciò ora vorrei sapere se uno di voi è interessato a candidarsi per il rappresentante della consulta.- disse infine Naraku.
Non passarono nemmeno dieci secondo che Inuyasha, scattando in piedi dal banco, alzò la mano.
-Io voglio ricandidarmi per il rappresentante della consulta!- urlò con tutto l’orgoglio che aveva in corpo.
Naraku gli sorrise: -Tu devi essere Inuyasha, mi hanno parlato di te. Sei stato rappresentante per ben due anni se non sbaglio.-
-Esattamente e voglio che questo sia il terzo! Ovviamente avrò l’appoggio di tutti i miei compagni, vero ragazzi?-
Inuyasha alzò il pollice verso la classe sfoggiando uno dei suoi più carismatici sorrisi ma nessuno lo degnò di uno sguardo.
-Beh Inuyasha, sono felice che almeno tu ti sia fatto avanti, per ora nessuno si è ancora offerto per questo incarico.- gli confessò Naraku.
-Perché a nessuno importa!- rispose Tsubaki scatenando una gran risata generale.
-Ma poi qualcuno ci può spiegare cos’è questa fantomatica consulta?- chiese subito dopo Kagome.
-Tutti gli anni la stessa domanda!- si lamentò Inuyasha – La consultà è…-
Prima che potesse rispondere la professoressa lo interruppe lamentandosi che stavano divagando troppo con il discorso e invitò Naraku a continuare.
-Ultima cosa prima di andarmene vorrei informarvi che domani ci sarà un incontro con gli altri candidati, inoltre dopodomani ci saranno le votazioni per eleggere i rappresentanti di istituto, della consulta e della classe, quindi, per chi fosse interessato all’incarico di rappresentante di classe, sappiate che avete due giorni per pensarci. Buona giornata!-
Naraku fece per uscire dalla classe quando venne fermato.
-Aspetta, stai dicendo che per ben due giorni salteremo delle ore di scuola?- chiese Koga sperando di ottenere una risposta positiva.
-Esattamente.- rispose per lui l’insegnante.
-EVVAII!!!-
Si scatenò l’ilarità generale: la classe si alzò dai banchi euforica, battendosi il cinque e lanciando quaderni per aria.
Il ragazzo sgattaiolò velocemente fuori dall’aula manco fosse stato un ninja e la Prof, che oramai aveva perso le staffe, picchiò impetuosamente pugni sulla cattedra per farli zittire.
 
Terminata la lezione, in classe, l’argomento “rappresentati di classe” cominciò velocemente ad espandersi: alcuni ragazzi spronavano altri a candidarsi, altri invece proponevano loro stessi e altri invece si chiedevano semplicemente quale fosse il vero e proprio ruolo di questo incarico.
Nazuna, che per tutto il tempo era rimasta calma e silenziosa, cominciò a pensare alla possibilità di potersi anch’essa candidare. In fondo lei non aveva mai avuto un ruolo rilevante nella classe, essendo piuttosto timida, non le piaceva fare troppo conversazione anche perché sapeva che il più delle volte veniva derisa o ignorata. Ma questa volta forse poteva essere differente: era in una nuova classe in fondo, non vi erano più le crudeli e antipatiche compagne dell’anno precedente, ora poteva ricominciare da capo, farsi nuovi amici e chissà, forse diventare anche una guida.
Questa idea, seppur del tutto fantastica, cominciò a sembrarle intrigante così decise, prima di partire per la tangente, di chiedere consiglio alla sua compagna di banco.
-Hey Eri-
La ragazza intenta a conversare con Ayumi, si voltò indispettita.
-Che c’è?- le chiese aspramente.
-Secondo te io potrei essere una buona rappresentate di classe-.
Sia lei che Ayumi rimasero spiazzate dalla domanda fulminea.
-Se te la senti…- rispose dolcemente Ayumi, nonostante il tono non fu molto convinto.
-Io non sono una a cui è facile fare conversazione e credo che questo possa aiutarmi a fare amicizia…- rispose Nazuna arrossendo.
-Non lo so, Nazuna, sinceramente non mi sembri il tipo, però…- cercò di spiegarle Eri, ma si rese conto di non essere abbastanza coraggiosa da dirle la verità.
Anche lei sapeva che Nazuna era l’ultima persona ad essere adatta per quel ruolo: non era per nulla sveglia, veniva ritenuta spesso piuttosto stupida ed era troppo timida.
-Ci penserò- disse infine allontanandosi da loro.
Qualcosa le diceva che Eri e Ayumi non erano state del tutto sincere con lei e che, ovviamente, non le erano state di grande aiuto così, decise di rivolgersi all’unica persona che secondo lei sarebbe stata chiara e coincisa, una delle poche persone con cui aveva davvero un rapporto d’amicizia: Rin.
Si avvicinò a leib e notò, con dispiacere, che era già impegnata a conversare o forse battibeccare, con i suoi amici Sesshomaru e Jaken.
-Ciao ragazzi-
Prese coraggio e decise comunque di farsi avanti.
I tre smisero immediatamente di parlare e le rivolsero un sorrisetto ambiguo.
-Ciao Nazuna- fece in coro.
Le sono sempre piaciuti quei tre, erano i pochi compagni che le hanno rivolto la parola per la prima volta senza che lei chiedesse nulla. Nonostante molto volte, durante i brevi discorsi che avevano fatto insieme, finivano sempre con qualche battutina perfida su di lei o peggio, con qualche strigliata di Jaken, lei sapevo che facevano tutto ciò perché le volevano bene.
-Mi piacerebbe candidarmi come rappresentante di classe.- spiegò coincisa, senza giri di parole.
Gli altri tre si guardarono per qualche secondo sbigottiti e confusi per poi scoppiare a ridere all’unisono.
-Ma cosa ti salta in mente!- cominciò ad urlare Jaken in modalità “ADESSO TI MERITI UNA STRISGLIATA” –Tu non sei per nulla…-
-Chiudi quella fogna Jaken!-
lo riprese a tono Sesshomaru.
Lui si zittì immediatamente.
Non capiva il perché, ma Jaken sembrava avesse una gran stima di lui.
-Non c’è nulla di male a voler ambire ad un incarico così elevato, ti ammiro ma…ne sei assolutamente sicura?- le chiese Sesshomaru guardandola negli occhi.
Dopo quella semplice domanda nella mente di Nazuna cominciarono a formarsi mille e mille dubbi. Forse Sesshomaru stava cercando di farle capire qualcosa, in fondo lui era sempre stato il più razionale e calmo dei tre, non lo aveva mai visto arrabbiarsi e aveva un autocontrollo pazzesco.
-Io…beh…- boccheggiò lei
-Nazuna…- continuò la sua amica Rin –Io ti conosco, e non credo che tu sia adatta a questo ruolo, insomma sei una persona molto timida e…-
-Lo so, ma è per questo che voglio farlo, per aprirmi di più agli altri, non solo con voi e con Eri…-
-Sì ma ti rendi conto che come rappresentante avrai altri ruoli? Devi essere affidabile e tu non mi sembri tale!- le rispose Jaken con il suo solito tono rude.
-Questa volta Jaken ha ragione…- continuò Rin
-Questa volta? Quando mai non ho avuto ragione?-
-Se vuoi ti stilo un lista!-
-Ma per favore! Se hai la memoria da pesce rosso!-
-Ma come ti permetti...-
Ecco, Jaken e Rin cominciarono a discutere come al solito, meno male che c’era Sesshomaru.
Difatti ad entrambi arrivò un forte e sonoro scappellotto che li fece zittire all’istante.
-Ad ogni modo…- continuò lui –fai come te la senti, ma sappi che TUTTA la classe dipenderà da te, ce la farai?-
L’ansia e il terrore cominciarono a pervaderla, forse non ce l’avrebbe mai fatta, forse era meglio rinunciare.
-Hey, ci sei?- la chiamò Sesshomaru.
Non si era nemmeno accorta di stare fissando il vuoto.
-S-sì…- rispose riprendendosi dal coma -Ci penserò- fece infine tornando al proprio posto.
-Ma voi ce la vedete quella lì a fare la rappresentante?- chiese poi Jaken appurando di non essere sentito.
-Pff, ovvio che no! La prenderebbero tutti in giro- rispose il demone cane – Per quello che ho cercato di metterle strizza, così lascerà perdere questa malsana idea di fare il leader.-
-Ben fatto Sesshomaru. Natsune ha troppo la testa per aria, è peggio di me! A volte mi chiedo a cosa pensa.- disse Rin.
- Bah…comunque bravo Sesshomaru, tu si che ci sai fare con le parole!- lo elogiò di nuovo Jaken.
-Sono un genio lo so.- si vantò lui
-Ora non tirartela cagnolino.-
In rispose a Jaken arrivò un altro scappellotto, come sempre.
 

Il giorno seguente ci fu l’assemblea di presentazione dei rappresentanti di istituto ma a nessuno importò veramente quindi la saltiamo.
Passiamo invece al giorno dell’elezione del rappresentate di classe.
La prof Urasue portò con sé tre scatole di colore diverso: una rossa, una verde e un viola.
-In queste tre scatole saranno contenute i voti dati ai rappresentanti di istituto: quella viola, della consulta: quella verde e di classe: quella rossa.-
Inizialmente la classe votò per i rappresentanti di istituto, molti di loro scelsero Naraku (soprattuto Ayame), poi per quelli della consulta e ovviamente votarono tutti Inuyasha. Dovete sapere che, nonostante Inuyasha venga sempre preso in giro per le sue idiozie, tutti gli vogliono molto bene.
Finalmente venne il momento di eleggere i due rappresentanti di classe.
-Ora, alzi la mano chi si vuole candidarsi e successivamente ognuno di voi scriverà i nomi dei due rappresentanti su un foglio. Ricordate che chi è già candidato per il rappresentante dell’istituto o consulta non può farlo anche per la classe.- dettò la professoressa.
Nessuno alzò la mano, nessuno disse nulla.
-Insomma! Qualcuno si proponga!- esclamò Jakotsu irritata.
-Ma perché non lo fai tu?- gli rispose con lo stesso tono Yuka.
-Fallo tu allora!- ribattette di nuovo Jakotsu.
-Basta ragazze!- le riprese la prof –Qualcuno si proponga per favore.-
Tsubaki improvvisamente si alzò dal posto.
-Io non avrei voluto farlo, sono già stata rappresentante di classe per ben due anni di fila, ma se nessuno vuole…-
-Aspetta!-
Una voce echeggiò nell’aula.
-Io vorrei candidarmi!-
Nazuna alzò la mano e si fece avanti con coraggio.
-Richiesta respinta. Un’altro?- disse subito Tsubaki.
-Ma io…-
-Nazuna senza offesa, ma il ruolo di rappresentante è importante! Devi essere rigida, coraggiosa, affidabile, diligente! Devi essere un leader!- cominciò a spiegare Bankotsu –Se io fossi eletto, sarei tutto ciò!-
-E allora candidati!- lo spronòTsubaki.
-Ed è quello che farò!-
Bankotsu si mise in piedi sulla sedia e chiuse la mano in un pugno portandolo davanti a se.
-Io, Bankotsu, vi prometto che sarò un grande e rispettato rappresentante, non vi deluderò promesso!-
La classe cominciò ad interessarsi al suo discorso, quando…
-Se io diventerò rappresentante, vi prometto che le ragazze indosseranno una divisa scolastica come questa!-
Bankotsu estrasse dalla cartella un completo a dir poco imbarazzante: era un vestito da marinaretta, classico per alcune scuole giapponesi, ma la giacchetta era troppo scollata e la gonnellina sembra essere più corta del normale.
-Sìììì!!!- tutti i maschi esultarono davanti a tale visione, alcuni si misero pure ad applaudire.
-Ma col cazzo!- esclamò Yuka infuriata –Io mi candido solo per abolire questo scempio!-
-Bravaaa!- gridarono le ragazze.
-Se io fossi rappresentante, obbligherei Kikyo a farci vedere le sue poppe.- scherzò Sesshomaru rimanendo comodamente seduto al suo posto.
-ADESSO COSA CENTRANO LE MIE TETTE!!!- sbraitò Kikyo.
La prof, ancora sconvolta dalla confusione creata, uscì dalla classe lasciandoli soli.
-Adesso che la prof se n’è andata, cerchiamo di non perdere tempo!- esordì Tsbuaki.
Ayame si alzò dal posto e raggiunse la cattedra sedendoci sopra.
-Io penso che il rappresentante debba ascoltare i desideri di chiunque, insomma, voi cosa volete che cambi in questa classe?-
Un mano si alzò.
-Dimmi Kanna.-
-Non potremmo mettere un distributore di merendine vicino al nostro corridoio? Mi sono rotta di fare su e giù per le scale.-
-Perché non chiedi al tuo paparino di darci i soldi?- la schernì Jakotsu.
-Chiudi quella fogna Jakotsu o giuro che ti faccio volare dalla finestra!- la minacciò Ayame.
-Non è male come idea però…- intervenne Rin sedendosi sul banco. –A me piacerebbe piantare un sacco di bei fiori davanti alla struttura, da renderla più bella!-
-Sì ma…-
-E poi, costruirci un cimitero per le feste di Halloween! Ahahahahaha!- continuò lei facendo una risata lugubre.
-FINISCILA DI DIRE STRONZATE MACABRE RAZZA DI UNA SATANISTA!- la rimproverò Ayame.
-I fiori e i cimiteri sono belli!- continuò lei
-Secondo me tu soffri di bipolarismo.- intervenne Inuyasha.
-Qualcuno ha altre idee?- continuò la demone lupo, esasperata.
Si guardò attorno notando che molti si stavano facendo gli affaracci propri, soprattutto Shippo che, come al solito, stava sonnecchiando con le cuffie alle orecchie.
-SHIPPO!- urlò lei.
Ma lui non rispose.
Kagome gli strappò violentemente le cuffie e lui sussultò.
-Che succede?- esclamò confuso.
-Allora Shippo…- gli occhi di Ayame divennero di fuoco, la sua ira stava salendo all’apice. –Hai da dire qualcosa?-
Il demone volpe si guardò attorno notando che tutta la classe lo stava fissando, ma a lui non importava.
-Bo, viva la figa.- rispose per poi rimettersi le cuffie nelle orecchie e riaddormentarsi.
Per qualche motivo arcano tutti, tranne Ayame, applaudirono.
Era già passata mezz’ora e non si era ancora risolto nulla.
-Io penso che dovrebbe candidarsi qualcuno di intelligente.- propose Kikyo –Per esempio Yura!-
-Non ci penso nemmeno! Chiedetemi i compiti, chiedetemi di farvi copiare, chiedetemi qualunque cosa, ma non questo!- rispose lei schietta.
-Posso toccarti il sedere?- chiese Koga approfittando delle sue ambigue parole.
-MANIACO!-
Inaspettatamente Ayumi si alzò in piedi e colpì una mano sul banco.
-Ragazzi è inutile continuare a discutere! Il rappresentante di classe deve semplicemente fare il porta voce della classe, non deve promettere nulla!-
-Finalmente qualcuno che ragiona!- esclamò Ayame tra se e se.
-Il rappresentante deve essere affidabile e prendere il proprio ruolo seriamente.-
-Inoltre deve avere il coraggio di parlare con i professori quando qualcosa non va, deve farlo da parte di tutta la classe e non è facile.- aggiunse Tsubaki.
Calò un improvviso silenzio.
-Quindi? Chi si vuole candidare?- chiese infine Inuyasha.
Ayame, Ayumi, Bankotsu alzarono la mano.
-Qualcun altro?-
Koga alzò la mano a Miroku.
-Miroku!- esclamò poi
-No aspetta…- fece per dire lui.
-Perfetto, segnate anche lui.- lo interruppe Inuyasha.
Iniziarono finalmente le votazioni.
“Spero che Sango mi voti” pensò Bankotsu;
“Spero di essere scelta così incontrerò più spesso quel figo di Naraku” pensò Ayame;
“Sarò una brava rappresentante, me lo sento!” pensò Ayumi;
“Ma chi cazzo me lo ha fatto fare??” pensò Miroku.
Il passò successivo fu il controllo delle votazioni. ( Ah sì, la prof era rientrata nel frattempo.)
I quattro candidati attendevano impazientemente il verdetto.
-I vincitori sono…-la Prof Urasue fece un breve pausa per lasciare della suspance –AYAME E AYUMI!-
Le due ragazze esultarono e si abbracciarono.
Finalmente il supplizio era finito.
 
-Hey Nazuna! Ti dispiace non esserti candidata?- le chiese Rin.
-No…ne sono felice!- rispose lei.
-Ma poi tu chi hai votato?- chiese poi Sesshomaru facendo capolino da dietro l’amica.
-Ayame e…-sussurò lei lasciando in sospeso la frase.
I due la fissarono aspettando il continuo.
-e…Miroku.- disse infine arrossendo violentemente.
-Perché lui? Credi che fosse adatto per il ruolo?-  le domandò il demone cane.
-No…l’ho votato perché è un bel ragazzo…- rispose lei.
-Brava Nazuna!- si complimentò lui dandole un pacca sulla spalla –è così che si giudica la gente prima di votarla!-
-Grazie!- rispose lei non avendo affatto colto il sarcasmo.
Non vi sto nemmeno a dire che Sesshomaru e Rin raccontarono l’accaduto a tutta la classe.
Uff...questo capitolo mi è sembrato infinito...e l'ho scritto anche di getto quindi, ci saranno sicuramente erroracci, parole a caso, vabbe siate clementi!
E non soprendetevi se Sesshomaru, Jaken e Rin saranno presenti tipo...quasi sempre! Perchè sono i personaggi che io ritengo principali, più o meno. In ogni caso cercherò di dare importanza a tutti.
Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Qualcosa è saltato! Il ritorno ***


Eheh eccomi qui con il decimo capitolo! Come potete notare dal titolo, i nostri amici sono ritornati con il perfido gioco! Vediamo cosa si inventeranno questa volta?
Buona lettura.



QUALCOSA E’ SALTATO! IL RITORNO


-Qualcosa è saltato!- esclamarono all’unisono Sesshomaru, Jaken e Rin.
-Cosa mi avete rubato questa volta?- chiese loro Eri esausta.
-Conosci già le regole…- le rispose Rin facendole l’occhiolino.
Eri cominciò a cercare in lungo e in largo: sul banco, dentro la cartella, nell’astuccio.
-L'agenda.- disse infine.
Subito Sesshomaru estrasse l’oggetto da sotto la t-shirt bianca e rossa e glielo porse.
-Alla prossima puntata.- esclamò poi.
Era oramai un mese che Sesshomaru e Rin si divertivano a giocare a “Qualcosa è saltato” e, come se non bastasse, negli ultimi tempi anche il loro amichetto Jaken si era unito a loro formando così “il perfido trio”, o così li chiamava Eri.
All’inizio veniva spesso colta di sorpresa e il più delle volte si alterava pregandoli di restituirle ciò che le avevano preso senza storie, ma come al solito loro insistevano ridendo sotto i baffi. Con il passare del tempo però ci aveva fatto l’abitudine assecondandoli nonostante questi giorno dopo giorno le rubavano oggetti sempre più piccoli a volte anche nascondendoglieli in posti assurdi in cui lei stessa doveva trovarli.
Come diceva Rin “le sfide diventano sempre più difficili!”, così loro si divertivano sempre più e lei invece perdeva sempre più le staffe. Ma di una cosa era certa, non poteva  dire di annoiarsi.
-Sbaglio o Eri oramai si sta abituando ai nostri scherzetti?- fece notare Jaken.
- Sicuramente ha smesso di sbraitare ogni volta che le rubiamo qualcosa- rispose Sesshomaru sbadigliando.
-Hey 'Maru sta fermo!- esclamò Rin tirandogli i capelli. In piedi dietro di lui gli stava spazzolando  la lunga chioma argentata sperimentando una delle sue nuove e bizzarre acconciature e Sesshomaru, anche se di mala voglia, si era offerto volontario, questo perché aveva i capelli “più belli e lisci che avesse mai visto”, o almeno così li definiva Rin.
-Mi fai male! E non chiamarmi “Maru”, sai che non lo sopporto.-
-Ma come fai ad avere i capelli così lisci e morbidi cazzo! E’ il sogno di ogni ragazza…-
-E’ una delle mie tante qualità, tesoro.-
Rin alzò gli occhi al cielo.
-Ragazzi io mi sto annoiando a morte, non possiamo tirarla matta in un altro modo? Oppure che ne so andiamo da Nazuna…- propose Jaken accasciandosi sul banco di Rin.
-Vedrete che troveremo il modo per farci due risate.- rispose Sesshomaru.
-Ecco ho finito!- esclamò soddisfatta la compagna lasciando i capelli del demone.
“La cavia” prese il suo specchietto e guardò la sua nuova acconciatura.
-Ma mi ha fatto solo uno stupido codino di lato uguale al tuo!-
Jaken soffocò una risata.
-Ma stai così bene!-
-Sembri una femmina- disse il piccolo demone tra varie risa.
-Vabbe ragazzi, a parte questo, mi è venuta un’idea- disse infine Sesshomaru sciogliendo il codino.
 
Eri avrebbe preferito evaporare in quel momento, non vi era tortura più grande che ascoltare Nazuna parlare di cavalli e delle loro variate razze.
-Sai, i cavalli sono molto affettuosi, se riesci ad instaurare un buon rapporto con loro possono diventare gli animali più fantastici che esistano!-
Lei annuì ripetutamente facendo crederle che fosse davvero interessata. Si voltò un attimo per vedere se la professoressa fosse arrivata così da interrompere quel supplizio ma, a suo malgrado, notò che “il perfido” trio la stava fissando.
-Ragazze, di cosa state parlando?- chiese Rin con un sorriso sornione.
-Cavalli.- rispose Nazuna –Vi piacciono i cavalli?-
-Pff!- rispose Sesshomaru –I cavalli sono delle brutte persone, lo sanno tutti.- (cit. di Peter Griffin, ma voi questo lo sapete già...)
Lei rimase qualche secondo a fissare il vuoto chiedendosi cosa intendesse dire.
-Hey Eri- la chiamò poi Jaken.
-Che c’è?-
-QUALCOSA E’ SALTATO!-
Ma come facevano a rubarle sempre le cose senza che lei se ne accorgesse?
Va bene che due di loro erano demoni ma…
-Quanto siete noiosi, è la seconda volta in un giorno, cavolo!- affermò prima di cominciare a cercare.
Erano passati diversi minuti eppure non sembrò gli mancasse nulla. Era successo altre volte che gli rubassero cose talmente piccole da non accorgersi nemmeno che fossero sparite ma questa volta ci stava mettendo davvero troppo.
-Hey ragazzi, ma cosa cavolo mi avete preso?- alzò lo sguardo verso i tre ma notò che Sesshomaru e Rin si erano voltati e Jaken era tornato al suo posto.
Poco dopo iniziò la lezione.
“Vabbe, ci penserò dopo” pensò.
Dovette ammettere che fece più fatica del solito a seguire le lezioni perché continuava a pensare a cosa potesse essere “saltato”. Controllò più volte nell’astuccio, nella cartella, nelle tasche, nel portafogli eppure tutto era al suo posto, nulla era stato rubato.
Cominciò a salirle il nervoso, era stupida dalla loro innata capacità di farle perdere ogni volta le staffe, ma doveva calmarsi, prima o poi avrebbe risolto l’arcano mistero.
-Hey, ragazzi- bisbigliò chiamando i due compagni davanti a lei.
-Qualcosa non va Eri?- chiese Rin sfottendola allegramente.
-Ridatemi subito ciò che mi avete rubato, non riesco a capire cosa mi avete preso!-
-Mi spiace, ma devi trovarlo da sola. La sfida si fa sempre più difficile.- detto ciò si voltarono entrambi.
Strinse i denti fuori di se, avrebbe voluto strappare i capelli ad entrambi e farli diventare pelati, come Jaken, così per una volta sarebbe stata lei a ridere.
Continuò a cercare senza sosta, sperando che la professoressa non si accorgesse del suo continuo  frugare di qua e di là così, dopo svariate ricerche sempre più affannose, non si accorse nemmeno che era finita la quarta ora e lei aveva iniziato dalla seconda.
A quel punto non riuscì più a trattenersi, si alzò dal banco e si posizionò davanti a quello di Sesshomaru.
-Basta scherzare ragazzi! Io non ne posso più!- urlò lei incrociando le braccia.
Jaken raggiunse i due vedendo il volto infuriato di Eri.
-Che succede?- chiese poi divertito.
-Eri non riesce a trovare l’oggetto mancante.- gli rispose Sesshomaru trattenendosi dal riderle in faccia.
-BASTA,BASTA E BASTA! Sono due ore che cerco questo stramaledetto oggetto, ma non ho ancora capito cosa mi abbiate rubato! Ditemelo cazzo!-
Era la prima volta che sentirono Eri dire una parolaccia, doveva essere piuttosto arrabbiata.
-Su calmati, è solo un gioco.-
-Calmarmi un corno! Ditemelo! COSA MI AVETE RUBATO?!-
I tre si lanciarono occhiate complici.
-NIENTE.-
-Come?- chiese Eri sperando di aver sentito male.
Li vide scoppiare a ridere, Jaken si piegò in due, Rin cominciò lacrimare.
-Non ti abbiamo rubato assolutamente nulla.- si spiegò meglio Sesshomaru.
Eri li fissò allibita.
-Ma…voi…cioè…io ho cercato…per…- non riusciva nemmeno a formare frasi di senso compiuto tanto era sconvolta.
-Per tutti i Kami, sto crepando! Avresti dovuto vedere la tua faccia!- la schernì Jaken ancora piegato in due dal ridere.
-Ma avete visto come si dimenava a indovinare qualcosa che non gli abbiamo mai preso?- continuò Rin.
- LA NOSTRA ERI HA AFFRONTATO L’ULTIMA E PIU’ SPIETATA PROVA! E CON QUESTO SI CONCLUDE “QUALCOSA E’ SALTATO!”, GRAZIE PER AVER PARTECIPATO.- disse infine Sesshomaru.
-URGHARGH!!!!-
Eri emise uno strano vagito, simile al ruggito di un animale ferito, la sua faccia era contratta in una smorfia di rabbia mista al dolore.
Strinse i pugni e si morse un labbro, in quel momento nella sua mente cominciarono a materializzarsi stani pensieri vendicativi, ma lei non era affatto il tipo così si limitò a girare tacchi e tornare al proprio posto.
-E’ stato un piacere giocare con te!- le disse Rin porgendole la mano.
-Sta zitta.-
Non c’era altro da aggiungere.
-Aspetta- fece poi Sesshomaru –Lo sappiamo che anche tu ti sei divertita, ma dobbiamo ammettere che forse abbiamo esagerato, quindi vorremmo farci perdonare.-
Gli altri due gli rivolsero uno sguardo interrogativo.
-Davvero?- chiese lei interessata.
Forse non erano così perfidi come pensava.
Sesshomaru le prese il diario e scrisse qualcosa al suo interno per poi restituirlo.
-Visita questo sito, vedrai che ti piacerà!- aggiunse donandole un dolce sorriso.
Lesse curiosa la scritta: -Www.youporn….-
Jaken e Rin si trattennero aspettando una sua reazione.
-Interessante.- ripose lei – è l’indirizzo di qualche sito storico? Sapete a me piace molto la storia.-
I tre strabuzzarono gli occhi increduli, non poteva averlo detto sul serio. Insomma, stava scherzando.
-MA PORCA PUTTANA QUELLO E’…- Jaken stava per fare una delle sue solite sclerate quando Sesshomaru lo placcò tappandogli la bocca.
-Certo cara, appena torni a casa prova a darci un’occhiata!.-
-Grazie!.-

Il giorno dopo

-SESSHOMARUUUUU!!!!!!-
Un urlo improvviso attirò l’attenzione di metà classe.
Eri si avvicinò furiosa a lui con l’intenzione di cavargli un occhio con la matita.
-Dimmi cara.- la invitò lui con il tono più pacato che potesse esistere.
-Il sito!- esclamò lei –Mi hai detto che era un sito storico! Ieri sera ho controllato sul computer e al suo posto ho trovato uno schifosissimo sito pornografico!-
-Oh ma tu intendevi veramente storico? Mi spiace…- recitò lui divertito.
-Che succede?- chiese Kagome che insieme a Inuyasha, Jaken, Rin e Ayumi si erano avvicinati sentendo il gran fracasso.
-Eri ha scambiato Youporn per un sito storico.- spiegò brevemente Rin.
Tutti i presenti, tranne Eri, cominciarono a ridere.
-VOI TRE SIETE LE PERSONE PIU’ PERFIDE, DISPETTOSE E STORNZE CHE IO ABBIA MAI INCONTRATO!- urlò lei senza contegno.
Sesshomaru, Rin e Jaken si diedero il cinque a vicenda.
-Hai dimenticato di dire simpaticissimi e soprattutto BELLISSIMI!- aggiunse Jaken cingendo alle spalle gli altri due.
-Beh…- Sesshomaru lo guardò per qualche secondo storcendo il naso –Due su tre almeno.-
-Complimenti, questo è stato il vostro scherzo migliore- disse poi Eri – Ora andatevene tutti a fanculo!-
Il demone cane si lasciò scappare un ultima risata.
-Che gasare!-.
Vi posso giurare che tutto ciò che ho scritto è accaduto realmente, ho solo fatto poche e banali modifiche ma il resto è tutto "TRUE STORY", sì, anche il fatto che una nostra compagna abbia scambiato Youporn per un sito storico!
Spero vi sia piaciuta e vi abbia fatto ridere!
Alla prossima!
Gino94

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Capitolo 11
*** Il Porco Day ***


Eccomi di nuovo qui con un altro capitolo! Questo parlerà del PORCO DAY! Che mai sarà?
Lo scoprirete solo leggendo
.




IL PORCO DAY


Era finalmente giunto l’intervallo, quindici minuti di puro svago e di dolce tranquillità. Koga, Miroku e Bankotsu, insomma, i Tres Amigos, se ne stavano appoggiati al muro discutendo di argomenti aldilà del normale intelletto umano e…demoniaco.
-Vi rendete conto che fino ad ora ci siamo comportati come dei gentil uomini?- puntualizzò Miroku schiodando la schiena dalla parete.
-Che intendi?- gli chiese Koga intento a sbranare letteralmente il suo panino alla cotoletta.
-Intendo dire che non abbiamo ancora palpato, baciato o abbracciato una ragazza della nostra classe!- continuò lui.
Bankotsu nel mentre, era impegnato ad aprire il suo gustoso Bento e a divorare il risotto al Kurry che gli aveva preparato mamma.
-Hai ragione- fece poi ingoiando il primo boccone –l’anno scorso lo facevamo sempre!-
-Sì ma quest’anno è diverso.- contestò Koga –Se vogliamo veramente che le ragazze ci stiano con noi dobbiamo trattarle con i guanti. Sapete come sono fatte.-
-E chi se ne frega!- risposero gli altri due all’unisono.
-Almeno un giorno! Troviamo un giorno in cui possiamo liberare i nostri istinti animaleschi. Per te lupetto non dev’essere tanto difficile- esclamò Bankotsu dando una piccola gomitata al demone lupo.
-Idiota! Le vuoi proprio prendere!- lo minacciò lui saltandogli al collo.
I due cominciarono una feroce e buffa lotta amichevole, quando a Miroku, isolato nei suoi pensieri, venne un’idea.
-Ragazzi!- li chiamò ponendo fine alla pseudo-battaglia. –Perché non stabiliamo un giorno del mese in cui tutti i maschi potranno dare sfogo alle loro perversioni e provarci spudoratamente con ogni ragazza della classe?.-
-E’ quello che ho detto io!- rispose Bankotsu.
-Sì, ma sarà un giorno prestabilito e lo chiameremo…PORCO DAY!-
Koga e Bankotsu rimasero in silenzio per pochi secondi, ma subito dopo cominciarono a ridere di gusto.
-Bell’idea!- esclamò Koga.
I tre unirono le mani una sopra l’altra.
-Al porco day!- esordì Miroku
-AL PORCO DAY!- esclamarono alzando le mani al cielo trionfanti.
 
Era un giornata piuttosto tranquilla e soleggiata, Koga, Miroku, Bankotsu, e Tsubaki, che negli ultimi tempi avevano instaurato un buon legame di amicizia, stavano allegramente conversando di sport, in particolare calcio quando, altre due compagne si accomodarono vicino a loro.
-Di cosa stavate parlando?- chiese Kagura sedendosi sulla sedia in parte a Tsubaki.
- Di sport ovviamente.- rispose lei.
-Mai una volta che parlate di scuola…- scherzò Kagome sistemandosi sul banco di Koga.
-Ma col cazzo, piuttosto parliamo del nuovo ragazzo che si sta facendo la nostra Kagura!- la istigò Tsubaki con un sorriso sornione.
-E questo cosa centra? Comunque stiamo solo uscendo e…ci siamo baciati solamente una volta…- rispose lei evitando il suo sguardo.
-Kagura posso sedermi al tuo posto? Mi fa male la schiena- chiese Kagome cambiando argomento.
-E io dove mi metto?-
-Puoi sederti sulle mie gambe tesoro…-la invitò Bankotsu con tanto di bacino volante.
Kagura tentennò inizialmente ma, dopo le infinite moine del ragazzo, cedette.
Tanto cosa potrebbe succede?
-Sei così leggera!- esclamò lui cingendole la vita con un braccio.
-Em…si grazie…- rispose cercando di scostarsi dall’abbraccio.
-Tsubaki, me lo dai un bacino?- chiese tutto d’un tratto Koga avvicinandosi pericolosamente al suo volto.
Lei di rimando gli allontanò la faccia con la mano.
-Ma che avete oggi? Siete più irritanti del solito.- esclamò lei.
Nel frattempo Miroku ne aveva approfittato per avvicinarsi a Kagome e farle il solletico.
-Kagura lo sai che hai proprio un bel culo?- se ne uscì Bankotsu avvicinando la sua mano alla zona bramata.
-Ma che stai fac…-
In quel momento Kagura sentì qualcosa di sospetto muoversi sotto il suo sedere, quando capì che proveniva direttamente dalle parti basse del ragazzo, si mise a urlare e scattò immediatamente in piedi.
-Bankotsu sei un porco!- sbraitò
Lui si guardò i pantaloni e notò la sporgenza accorgendosi che la sua eccitazione si era ben concretizzata.
-Oh Buddha! Ti ecciti per così poco?- lo schernì Miroku che nel frattempo era impegnato ad abbracciare e coccolare la sua compagna.
-Ma si può sapere che vi è preso oggi?- chiese Tsubaki irritata.
-PORCO DAY!- rispose Koga.
-Come?-
-PORCO DAYYYY!-
I tre urlarono talmente forte che molti altri compagni si voltarono a fissarli confusi.
Ma loro non ci fecero nemmeno caso perché i maschietti si avventarono immediatamente su Tsubaki e Kagura: per prima cosa le strinsero forte contro il loro corpo, di conseguenza cercarono di baciarle approfittando di qualche palpatina. Ovviamente le ragazze si dimenarono e, un volta liberate, diedero loro uno schiaffo a testa.
Miroku invece, che era l’unico a non aver assalito le ragazze, stava dolcemente carezzando i capelli a Kagome intenzionato più che mai a limonarsela lì, in mezzo a tutti, ma qualcosa lo fermò.
Koga lo alzò di peso e lo trascinò in mezzo all’aula insieme a Bankotsu.
-E’ INIZIATO IL PORCO DAY!- urlarono i due all’intera classe.
– PREPARATEVI SIGNORINE! Oggi i ragazzi avranno piena libertà di palparvi e darvi qualche bacino! Scatenatevi miei uomini!- aggiunse Bankotsu per poi partire spedito, seguito dagli altri due, fuori dall’aula.
-Ma che succede?- chiese Inuyasha avvicinandosi a Tsubaki, Kagome e Kagura.
-Credo che abbiano in mente di essere più maiali del solito.- gli rispose la “donna del vento”.
-Inoltre credo vogliano convincere tutti gli altri maschi.
-Porco day eh…- Inuyasha palpò velocemente una tetta a Kagome.
-Ma che cazzo fai idiota??- sbraitò lei coprendosi il petto con entrambe le braccia.
-E’ il porco day!-.
 
Il fatidico giorno era arrivato, il Porco Day sarebbe durato fino al termine delle lezioni e, ogni povera ragazza, era una potenziale preda. I Tres Amigos avevano un piano: avrebbero agitato di sorpresa, concentrandosi su una o massimo due ragazze per volta così da rendere il loro Porck attack più efficace.
Appoggiati allo stipite della porta, scrutavano attentamente l’aula quando, per loro fortuna, notarono che la dolce e tranquilla Yura se ne stava sola soletta seduta al proprio posto con la testa china. Facendosi un cenno di approvazione avanzarono silenziosi verso di lei, come leoni a caccia di gazzelle.
-Yura!- la chiamò Koga accomodandosi, senza nessun invito, al banco di fianco al suo.
Silenziosamente alzò lo sguardò e notò che i tre la stavano circondando fissandola in modo strano.
-Ciao ragazzi…siete qui per gli appunti?- chiese subito conoscendo troppo bene i loro fini.
-Questa volta no.- rispose Miroku sorridendole.
Lei aggrottò le sopracciglia sospettosa, non era da loro.
-Che cosa volete allora?-
Koga le cinse delicatamente le spalle e la avvicinò a lui nonostante cercasse di opporre resistenza.
-Ti abbiamo visto qui tutta sola e abbiamo pensato di farti compagnia.- rispose Bankotsu che, dalla parte opposta di Koga le stava arricciando i capelli.
-Non ne ho bisogno grazie!- esclamò lei respingendo i due.
-Dai Yura, non fare così!- disse poi Miroku che, davanti a lei, cominciò a accarezzarle delicatamente il volto.
-Tu a noi stai molto simpatica, vero ragazzi?-
Gli altri due annuirono.
-Tu sei molto più simpatica e gentile di certe ragazze di questa classe!- continuò –E sei anche molto più bella!-.
Mentre Miroku le parlava con tono suadente lei non si accorse nemmeno che Bankotsu le stava toccando la gamba, finche costui non risalì fino all’interno coscia.
La ragazza scattò in piedi urlando e sgattaiolò dalle grinfie dei tre maniaci.
-Ma che intenzioni avete?! Non osate toccarmi!.-
-Dai Yura, lasciati andare, hai un corpo così stupendo!- la provocò Miroku avvicinandosi.
-NON TI AVVICINARE!- esclamò lei portando le mani avanti.
I tre però insistettero nel “corteggiare” la ragazza finche qualcuno diede una forte spinta a Miroku facendolo quasi cadere a terra.
-La volete lasciare in pace?!- li minacciò Yuka venuta in suo soccorso.
Koga, come risposta, la cinse per la vita e avvicinò le labbra alle sue.
-Yura tesoro! Sei gelosa perché siamo andate prima da lei che da te?-
Come era previsto la ragazza gli mollò uno schiaffo in faccia e un pugno sulla spalla.
-Lo sai che con me non si scherza!- rispose lei.
Yura, senza pensarci due volte, si mise dietro l’amica.
-Ragazze, ma non volete giocare con noi? Non volete nemmeno darci un bacio?- chiese poi Bankotsu in tono lamentoso.
-Ovvio che non vogliono. Soprattutto ad uno schifoso come te, Bankotsu!- rispose una voce non poco lontana di loro.
I Tres Amigos si voltarono e videro Jakotsu, il travestito della classe, come lo chiamavano loro.
-Jakotsu! Qual buon vento!- gli/le rispose Bankotsu.
-Lascia stare le ragazze…-
-Ma noi stiamo solo scherzando!.-
-Ti conosco sin da quando eri un poppante Bankotsu e sei sempre stato un piccolo porcello disperato!.-
Bankotsu stava per ribattere quando Koga gli si mise davanti.
-E tu Jakotsu? Non approfitti del porco day per palpare qualche bella ragazza?- lo schernì lui.
-Smettila di dire stronzate! Lo sai che mi piacciono i maschi…-
-Sei proprio un birbante…-
-Quante volte ti ho detto di chiamarmi al femminile!-
Bankotsu scostò l’amico e si avvicinò a lei/lui.
-Peccato che tu abbia un cazzo! E’ inutile che fai tanto la donzella perché non ti esce nemmeno bene!-.
Dinnanzi a quell’insulto Jakotsu non riuscì a trattenersi e diede a Bankotsu un pugno di pieno muso.
-Andiamo ragazze.- fece poi allontanandosi da loro.
-Sei una puttana!- gli urlò contro il ferito.
-Lo so tesoro!- rispose lei/lui facendogli l’occhiolino.
 
Nonostante l’accaduto, non si fecero scoraggiare e continuarono la loro “caccia”. La prossima vittima era Ayumi: appoggiata al calorifero fuori dall’aula, stava parlando con Shippo, ma quel docile demone volpe non era di sicuro un problema per loro.
-AYUMI!- la chiamarono fiondandosi su di lei.
Lei smise immediatamente di conversare e si voltò verso di loro terrorizzata.
-PORCO DAY!- urlarono.
Ma, prima che potessero fare qualunque cosa, Ayumi si strinse a Shippo e lui, ovviamente, ricambiò l’abbraccio.
I tre si fermarono a guardare la scena: Ayumi stringeva anzi, stritolava il braccio dell’amico e lui le passò una mano dietro la schiena con il volto completamente rosso.
-Mi spiace ragazzi ma Ayumi è occupata con me al momento…- li avvisò la volpe sorridendo maliziosamente nonostante il viso purpureo lo smascherasse.
-Non è giusto!- si lamentò Bankotsu –Torneremo!-.
Con la piccola e dolce Ayumi avevano decisamente fatto cilecca, ma non era ancora finita, vi erano molte altre ragazze con cui divertirsi, bastava solo guardarsi attorno.
Non ci volle molto ad individuare la prossima preda visto che il suo prosperoso seno non passava di certo inosservato.
Kikyo stava tornando dal bagno, allegra e spensierata…fino a quel momento.
Non fece nemmeno in tempo ad entrare in classe che tre individui le bloccarono la strada.
-Kikyo, buon porco day!- le disse Koga.
-Come scusa?-
-Buon porco day!!!- ripetette il demone lupo prima di affondare la faccia nel suo seno.
La povera ragazza rimase interdetta per pochi secondi, il tempo di analizzare ciò che stava accadendo, per poi lasciarsi scappare un urlo cristallino.
-PERVERTITI!- esclamò per poi scappare in classe traumatizzata.
Il trio cominciò a ridere di gusto, divertiti più che mai dalle loro imprese e orgogliosi del loro coraggio. Ma il porco day non era ancora finito.
Mancavano ancora due ore al termine delle lezioni, avevano tutto il tempo per poter molestare altre ragazze.
Bankotsu stava osservando la situazione, chiedendosi se fosse giusto o meno avventarsi una seconda volta sulle stesse ragazze quando, a sua insaputa, vide Koga e Miroku avvicinarsi a Sango.
“No lei no!” si disse.
Con uno scatto felino raggiunse gli amici e si posizionò davanti a loro.
-Ragazzi, venite con me, perché non facciamo ancora i cretini con Kagura e le altre?- propose cercando di non far travasare il suo intento.
-Aspetta, noi volevamo mirare a Sango…- rispose Miroku –Solo adesso mi rendo realmente conto di quanto siano magnifiche le sue curve.-
Una furia omicida si alimentò in Bankotsu, ma doveva assolutamente trattenere i suoi istinti, non voleva che i suoi amici scoprissero che si era preso una bella cotta per la sua compagna di banco.
-A lei ci pensiamo dopo…dai, andiamo da Kagura…- non fece in tempo a continuare che i due lo stavano già guardando storto con le braccia conserte.
-Che c’è?-
-Bankotsu…- sussurrò Koga poggiandogli una mano sulla spalla –Se non vuoi che tocchiamo Sango perché hai una cotta per lei basta dircelo.-
-Io…no! Io voglio solo portarmela a letto!- contestò lui per nulla convincente.
-Allora andiamo a palparla.- concluse Miroku avviandosi verso Sango.
-NO!-
 Cercò di fermarlo ma in quel momento la ragazza si alzò dal suo posto e li vide a pochi passi dietro di lei.
-Ciao ragazzi!- li salutò sorridendo.
Bankotsu adorava il suo sorriso.
-Buon giorno Sango.- la salutò Miroku –Buon porco Day!-
-Non avrete intenzione di molestare anche me?- chiese lei preoccupata.
-OVVIO CHE NO!- rispose fulmineo Bankotsu. –Tu sei troppo intelligente e sveglia per queste cose!-
Koga e Miroku si guardarono confusi dalla scusa ridicola che era uscita dalla bocca impacciata dell’amico.
-Beh…ora noi dovremmo andare, ciao!.-
Detto ciò trascinò i due amici lontano da lei. Aveva cominciato a sudare fretto e le labbra gli si erano seccate.
-Sei proprio un coglione, lo sai?- gli disse Koga dandogli uno scappellotto.
-Ma che vuoi? Lei è mia!.- rispose prima di beccarsene un altro.
In quel preciso istante, Ayame, la bella ma pericolosa demone lupo, passò davanti a loro.
-AYAME BUON PORCO DAY!-
Lei si voltò con occhi feroci, mani serrate in pugni e digrignando i denti esclamò: -Non osate avvicinarvi  o vi scortico vivi!.-
Quella minaccia fece raggelare loro il sangue. Miroku era intenzionato a risponderle, ma Koga, lo fermò in tempo lanciandogli uno sguardo del tipo: “lasciala stare o quella farà davvero ciò che dice”. Lui la conosceva piuttosto bene e sapeva che quando si arrabbiava era il demone più pericolo che si potesse mai incontrare.
Oramai era finita persino la penultima ora e mancava poco alla fine del divertimento, dovevano sfogarsi il meglio che potevano.
Iniziarono con il strusciarsi ancora contro Yura, poi cercando di palpare nuovamente le tette a Kikyo, erano intenzionati inoltre a strapazzare Nazuna, Eri e Kanna ma loro furono più veloci e se la dettero a gambe.
Sollevarono Kagura cercando di palparle il sedere, Koga tentò più volte di dare un bacio sulla bocca a Tsubaki ottenendo solo schiaffi e offese, abbracciarono ripetutamente Kagome e poi toccò a Rin.
Lei era tranquillamente appoggiata alla finestra che dava sul corridoio appena fuori dalla loro aula, come sempre accompagnata da Sesshomaru e Jaken. Stava guardando i messaggi sul cellulare lamentandosi che, a parte il servizio clienti, sua madre e una sua amica non le scriveva mai nessuno.
I Tres Amigos le si avvicinarono con fare innocente.
-Rin puoi venire un attimo con noi? Ti dobbiamo parlare.- Le chiese Koga porgendole la mano.
Lei si voltò a guardare i suoi amici chiedendosi se fosse saggio seguirli, ma poi decise di farlo comunque.
-Rin, da quant’ è che ci conosciamo? Due anni?- le chiese Bankotsu cingendola in vita.
Le diede fastidio quel piccolo contatto ma preferì fa finta di nulla.
-Sì più o meno…ma cosa volete?-
-Ci stavamo solo chiedendo perché qualche volta non stai un po’ con noi! Insomma, sei così una bella, perché seguire quei due idioti laggiù?- rispose lui indicando con il capo Sesshomaru e Jaken.
-Ma sono miei amici!.-
-Sì, ma li hai guardati bene?- insistette Koga –Jaken sarà anche simpatico e divertente ma…devi ammettere che è messo piuttosto male!-
- E poi Sesshomaru…- continuò Miroku –Hai visto quanto se la tira? Con il suo stupido pellicciotto e la sua chioma argentata sempre ben pettinata! Dai, è troppo un damerino!-
-E il trucco!- aggiunse Bankotsu –Si mette il trucco sugli occhi!-
-Ora che ci penso, anche io mi sono chiesta spesso perché si ostini a mettere la matita sugli occhi…- pensò ad alta voce Rin.
-Insomma cara, tu ti meriti di più!-
-Ascoltate ragazzi, grazie per tutti i complimenti ma io sto bene con loro, quindi addio…- fece per andarsene ma si ritrovò Miroku che le sbarrò il passaggio e gli altri due ai suoi fianchi.
Bankotsu la fece voltare obbligandola a guardarlo e Koga si posizionò subito dietro di lei formando una specie di panino umano.
-Ragazzi, lasciatemi andare!- chiese lei inizialmente con tono pacato.
-Ma Rin, è il porco day!-
-Oh, per tutti i Kami…-
-PORCO DAY!-
Koga e Bankotsu cominciarono a spingere il bacino contro di lei, sia davanti che dietro, lasciando agli occhi degli spettatori un brutto e imbarazzante spettacolo, degno di un porno di serie zeta.
Rin cercò di resistere per qualche secondo ignorando il tocco dei loro…vabbe avete capito.
-Ragazzi basta…- li prego cercando di rimanere calma.
-Oh sì Rin- gemettero i due apparentemente eccitati.
Solo quando sentì un qualcosa di più…em grosso, farsi sotto i pantaloni di Bankotsu e Miroku sfiorare con la mano il suo sedere, diede loro due violenti spintoni per poi scappare a gambe levate verso i suoi amici.
Notò a suo malgrado che i tre la stavano seguendo ma, dinnanzi a lei c’era la salvezza: Sesshomaru,  che molto probabilmente aveva assistito a tutta la scena, data la sua espressione tra lo sconvolto e il divertito, in quel momento era davanti a lei e la guardava avvicinarsi. Senza pensarci due volte si accucciò dietro il suo corpo sperando di essere salva.
Gli altri, che l’avevano inseguita, furono fermati da Jaken e Sesshomaru che impedivano loro di raggiungere la ragazza: il primo davanti e il secondo subito dietro e Rin aggrappata all’enorme coda del demone.
-Ragazzi, lasciateci passare!- ordinò Bankotsu.
-Mi spiace, ma d’adesso ci pensiamo noi a lei.- rispose Jaken.
-Ma che hai adesso i bodyguard?- chiese Miroku a Rin.
-Certo! Io sono RIN-RIN e questi sono i miei boys!- rispose lei sbucando da dietro la coda.
I “boys” però non sembrarono molto d’accordo.
-Che palle…vabbe, con te Rin abbiamo fatto abbastanza.- rispose Koga prima di seguire gli altri.
Rin fece un respiro di sollievo.
-Quanto non li sopporto quando fanno i maniaci!-
In quel preciso momento sentì ben due pacche colpire entrambe le sue natiche.
-MA SIETE CRETINI???!- urlò lei contro Sesshomaru e Jaken che avevano bellamente schiaffeggiato il suo sedere.
-Oggi è il Porco Day…- rispose Sesshomaru sorridendo malizioso – E noi siamo i tuoi boys, nah?-
-Fottetevi-
I Tres Amigos rimasero piuttosto soddisfatti di quella giornata, si divertirono molto e avevano quasi ottenuto ciò che volevano.
-Avete finito di fare gli idioti?- chiese loro Taubaki, che una volta calmanti, aveva deciso di rivolgere loro la parola.
-Sì, ci siamo divertiti abbastanza.- rispose Koga stirandosi –E tu Tsubaki?-
-Devo proprio risponderti?-
-Io invece direi che non abbiamo ancora finito.- se ne uscì Bankotsu indicando la porta.
Ayumi stava uscendo di classe tutta sola.
-Hai proprio ragione amico.- lo assecondò il demone lupo dandogli il pugno.
-Pensateci voi, io non ne ho più voglia.- disse poi Miroku accomodandosi sulla propria sedia.
Senza pensarci troppo i due seguirono la ragazza intenzionati a finire ciò che avevano lasciato in sospeso.
Lei si stava dirigendo verso i bagni ignara di ciò che stava per accadere, mentre i malintenzionati la stavano pedinando.
-Ayumi!- la chiamò poi Koga.
Lei si voltò e il suo corpo si irrigidì: aveva già compreso le intenzioni dei due ma, anche se avesse voluto scappare, sapeva di non avere scampo.
I ragazzi si avvicinarono lentamente pregustando la loro vittoria quando Bankotsu si sentì tirare dalla t-shirt obbligandolo a fermarsi sul posto.
Appena si voltarono per capire chi gli avesse interrotti notaro un piccolo demone Kappa che li fissava minaccioso.
-Che vuoi piccoletto?- esclamò Bankotsu liberandosi dalla presa.
-Lasciate stare Ayumi, il porco day è terminato.-
-Decidiamo noi quando finisce, ora lasciaci in pace.-
Prima che potessero voltarsi di nuovo un calcio ben assestato colpì una gamba dell’umano provocandogli un gran dolore.
-Andatevene prima che miri a qualcos’altro!- ringhiò Jaken cercando di intimidirli.
-Eh va bene…- rispose Bankotsu massaggiandosi la parte dolorante. –Ma non c’era bisogno di darmi un calcio!-.
I due ritornarono in classe arrendendosi alla furia del Kappa.
-Tutto bene Ayumi?- chiese poi alla compagna.
Lei in risposta lo strinse forte lasciandosi scappare una risata divertita.
-Grazie Jaken, sei il mio eroe!-.
Un’altra giornata di scuola si era conclusa, il Porco Day era giunto al termine e le ragazze potevano finalmente stare tranquille…almeno per un altro mese.
 
Spero vivamente che vi sia piaciuto e vi abbia divertito perchè è stato difficile scriverlo!
Alla prossima gentaglia!
Gino94

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Capitolo 12
*** Le fiamme divampano ***


Salveeeee! Eccomi qui con il nuovo capitolo! Vi avviso subito che sarà dedicato alle solite storielle d'amore, ma d'altronde ragazzi, sono queste che fanno capire che c'è una "storia" di fondo!
Che accadrà ai nostri amici? Quello sfigato di Bankotsu farà centro? E Shippo?
Lo scoprirete solo vivendo e leggendo eciao.
Buona lettura!

 


 

LE FIAMME DIVAMPANO



- MIROKU


Erano giorni oramai che il nostro Don Giovanni , Miroku e la bella Kagome avevano cominciato a “conoscersi meglio” e con questo si intende che i due, dal semplice parlare passarono agli abbracci, poi alle coccole, ai grattini sino ad arrivare alle uscite al di fuori delle ore scolastiche.
Spesso si davano appuntamento in vari locali, uscivano per una passeggiata, mangiavano il gelato, a volte cenavano pure insieme, ma nonostante tutto, non era ancora scattato nessun bacio. Nulla che non si potesse rimediare.
Miroku se ne stava seduto tranquillo al suo banco giocando con la matita. La prese posizionandola orizzontalmente davanti a lui e, avvicinando il viso, cominciò ad agitarla su e giù.
-Guarda! Sembra che sia molle!.- esclamò alla sua compagna di banco Kagura.
Lei rimase a fissarlo per qualche secondo chiedendosi cosa ci fosse di così eccitante in uno stupidissimo effetto ottico eppure, la cosa suscitò interesse anche lei così prese una delle sue matite e imitò il compagno.
-Hai ragione! E’ divertentissimo.- rispose lei del tutto presa dal giochino.
A quanto pare tutto sembrava più interessante della lezione su: “lo sviluppo economico del Giappone nel ventesimo secolo”. Ma a chi importa dell’evoluzione del proprio paese, quella fottuta matita sembrava fatta di gelatina!
Nulla e nessuno avrebbe potuto distogliere l’attenzione di Miroku dalla sua nuova, almeno per lui, scoperta.
-Prof, posso andare al bagno?-
Riconobbe la voce e smise immediatamente di giocare. Kagome si era alzata dal posto e si stava dirigendo verso la porta per andare probabilmente a fare pipì o a fumare una sigaretta di nascosto, e a quel punto gli venne una geniale idea.
Attese che la ragazza fosse uscita dalla classe per poi alzare la mano interrompendo una seconda volta il professore.
-Che hai Miroku?- chiese lui stizzito.
-Prof, ho dimenticato le scarpe da ginnastica nella scarpiera, posso andare a prenderle?- chiese lui ricordandosi che l’ora precedente avevano avuto educazione fisica.
-Ok, ma fai in fretta e non girovagare per i corridoi.- lo avvertì lui facendogli cenno di uscire.
Miroku uscì velocemente dall’aula lasciandosi sfuggire un cenno di vittoria. Il suo piano aveva funzionato alla perfezione: prendendo come scusa le scarpe finalmente poteva raggiungere Kagome e stare qualche minuto da solo con lei.
Si avviò verso i bagni, stando ben attento a non farsi scorgere da occhi poco indiscreti, per poi posizionarsi davanti al bagno delle ragazze.
Dopo pochi minuti uscì Kagome che, vedendolo davanti alla porta, sussultò quasi scivolando sul pavimento bagnato.
-Miroku!- esclamò portandosi un mano sul petto –Mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai qua?-
Lui non rispose ma si limitò a sorriderle per poi cingerla in vita.
-Miroku?- lo chiamò lei cominciando a preoccuparsi del suo silenzio.
-Ti va di stare altri due minuti qui con me?- le chiese con voce suadente.
Kagome, che aveva percepito chiaramente le sue intenzioni, gli concesse un sorriso malizioso.
-Massi, non credo che sentiranno la nostra mancanza.-
Detto ciò, i due si sedettero lettino dell’infermeria appoggiato alla parete e si guardarono intensamente negli occhi.
-Lo sai che sei bellissima?- la adulò Miroku carezzandole dolcemente i capelli.
Lei sorrise imbarazzata e istintivamente chinò la testa ma Miroku gliela sollevò con due dita.
Si concessero ancora pochi secondi per scrutarsi e poi, lentamente, le loro labbra si unirono. Rimasero seduti su quel lettino, in mezzo al corridoio, baciandosi inizialmente un po’ impacciati, poi sempre più con convinzione, per un lasso di tempo imprecisato.
Appena si staccarono, entrambi si accorsero di avere le gote completamente arrossate, ma poi Kagome, ritornando alla realtà, si ricordò che avrebbe dovuto essere in classe già da tempo.
-Oh Kami! Da quanto tempo siamo qua?!- chiese cominciando ad agitarsi.
-Non lo so…- rispose Miroku, ma lei non l’ascoltò perché si avviò in classe come un fulmine.
Lui invece rimase ancora qualche secondo seduto felice e soddisfatto di quel bacio. Si stupì della facilità con cui era riuscita a limonarsi Kagome e si chiese se la cosa, più avanti, potesse divenire più seria.
Quando entrò in classe, si sentì addosso gli sguardi dei suoi compagni e sperò che fosse solo suggestione.
-Miroku, ci hai messo tanto. Dove sono le tue scarpe?- chiese il professore sospettoso.
-Mi sono ricordato che le ho lasciate a casa stamattina.- ripose lui sfoggiando il sorriso più radiante che avesse mai fatto.
-Che cosa hai fatto in corridoio?- non ebbe nemmeno il tempo di sedersi che i suoi amici, Koga e Bankotsu, lo avevano già raggiunto.
-Ragazzi non ci crederete mai.- rispose lui annuendo orgoglioso. –Ho limonato con Kagome!-
Kagura, sentendo quelle parole si voltò esterrefatta.
-Tu cosa?- le sue parole furono completamente sovrastate dagli esulti degli altri due.
-Eh bravo marpione!- si congratulò Koga battendogli il cinque.
Finalmente le cose stavano prendendo la giusta piega.
Nei giorni successivi, la novella coppia continuò con le “limonate clandestine”, o così le chiamava Banktosu, ovunque capitasse: in bagno, negli spogliatoi, nel cortile e rare volte accadeva anche di fronte ai compagni, quando questi erano del tutto distratti da altro.
Miroku si trovava bene con Kagome, oltre ad essere molto bella e baciava magnificamente, era simpatica e dolce, così cominciò a pensare che forse, il loro rapporto potesse fare un passo successivo.
Eppure, sembrava l’unico a pensarla così, Kagome d'altronde, era piuttosto titubante del loro rapporto e più volte si chiese se era giusto continuare.
-Insomma, a me fisicamente piace Miroku, è molto bello ma…non so, c’è qualcosa che non mi convince…- confessò a Kagura. Era stesa sul letto a una piazza a pancia in su tenendo il cellulare ben saldato al suo orecchio.
-Ma se non ne sei convinta finiscila.- rispose l’amica.
-Non lo so Kagura…-
-A te piace davvero Miroku?-
Quella domanda la prese in contro gamba, non aveva la minima idea di cosa pensare, fare limonate sbrigative era piuttosto eccitante ma era solo quello? O c’era qualcosa di più?.
-Io…-
Tentennò nuovamente rendendosi conto che non aveva la minima idea di cosa rispondere.
-Posso dirti una cosa?- esordì poi Kagura.
-Dimmi.-
-Se sei così titubante vuol dire che non ti piace, almeno così credo io.-
-Dici?-
-Questo è solo ciò che penso io, la testa è tua. Ora scusa ma devo scappare, mamma ha preparato gli Onigiri, a domani!.
- e riattaccò.
Kagome si rigirò più e più volte nel letto ossessionata da quella domanda.
“Ti piace davvero Miroku?”.
Finche, dopo ben due ore di seghe mentali, capì che l’unico modo per scoprire ciò che provava era parlare con lui.
Il giorno successivo Miroku la aspettò fuori dalla classe. Rispetto agli altri giorni aveva deciso di curare un po’ di più il suo aspetto: si era ben pettinato i capelli, aveva messo la t-shirt nuova e i pantaloni stretti. Tutto ciò perché quello era un giorno speciale: avrebbe chiesto a Kagome se voleva diventare la sua ragazza.
Appena la vide dirigersi verso di lui, incrociò le dita e si fece avanti.
Kagome si trascinò per il corridoio, con le gambe molli e due orribili borse sotto gli occhi. Per colpa di quei maledetti pensieri che le si erano affusolati in testa si era addormentata  saltuariamente e non aveva riposato abbastanza.
“Ma perché devo ridurmi così per una stronzata simile?” si chiese maledicendosi svariate volte.
-Kagome!- una voce non poco famigliare la obbligò ad alzare lo sguardo che per tutto il tempo era rimasto fisso al pavimento.
-M-Miroku…-
-Kagome devo chiederti una cosa importante.- continuò lui vagamente agitata.
Il cuore della ragazza perse un battito, cosa doveva dirle di così importante?
-Dimmi…-
-Mi chiedevo…-
Lo vide torturarsi le mani e guardare punti imprecisati in continuazione. La cosa la preoccupò molto.
-Insomma…- cercò di continuare ma le parole non gli uscirono di bocca.
-Ah al diavolo! Kagome vuoi essere la mia ragazza?- sbottò lui di colpo togliendosi un gran peso.
Lei aprì leggermente la bocca e gli occhi stanchi dallo stupore. Si sarebbe aspettata di tutto, ma non quello. Mille e più pensieri le si annidarono in testa vorticando velocemente, avrebbe voluto rispondere ma dalle sue labbra non uscì alcun suono.
Cosa poteva rispondere?
Cosa doveva fare?
E in quel momento, si rese conto che c’era solamente una cosa da fare:
-Scusa, ma devo fare pipì.- se ne uscì scappando a gambe levate.
Era stata la mossa più codarda che si potesse mai fare, ma doveva darsi tempo per pensare, per decidere.
Miroku rimase interdetto per qualche secondo chiedendosi se quello fosse un sì o un no.
 
Seduta sul lettino, già, proprio il lettino in cui si erano dati il primo loro bacio, Kagome stava cercando di riordinare le idee.
-Che cosa cazzo gli dico adesso??- pensò lei ad alta voce.
-Dire cosa?- chiese qualcuno non lontano da lei.
-Inuyasha!- esclamò sorpresa non avendo affatto notato che era nei paraggi.
-Tutto bene?- chiese poi lui.
-Sì…cioè…- cercò di rispondere ma si limitò a chinare il capo esausta.
-Dimmi.- la invitò lui semplicemente.
-Miroku mi ha chiesto di diventare la sua ragazza.- si lasciò scappare Kagome.
-E tu?-
-E io sono scappata.-
Inuyasha scoppiò a ridere.
-Deve proprio non piacerti per averti fatto scappare!- scherzò lui, ma quelle parole furono un’illuminazione per la sua mente offuscata.
-Hai ragione!- esclamò lei alzandosi –Grazie Inuyasha!-
Dettò ciò gli diede un caldo e sincero bacio sulla guancia e si dileguò.
-Prego…?- rispose Inuyasha chiedendosi cosa passasse per la testa alle donne.
 
-Miroku.-
Kagome si era fatta coraggio e aveva finalmente deciso, dopo la breve ma intensa chiacchierata con Inuyasha, cosa fare.
-Ah Kagome? Ma dove eri finita?- chiese lui tentato a darle un bacio, ma lei lo respinse.
-Mi spiace, ma non voglio essere la tua ragazza. Non me la sento.- rispose lei secca.
-Ah…- fece lui deluso –Beh, almeno possiamo continuare le nostre limonate clandestine…-
-No mi spiace, ma preferisco finirla qui.-
-Perché?-
-Perché non me la sento più, mi spiace, lo so, sembro egoista, ma preferisco che rimaniamo amici. Spero tu possa capire.- detto ciò girò i tacchi e ritornò in classe.
Miroku nonostante tutto non fu poi così deluso, si aspettava una tale reazione, eppure non potette negare di essere triste, lui avrebbe tanto voluto che lei diventasse la sua ragazza, gli piaceva molto, ma almeno, aveva avuto l’onore di poterla baciare.
Ancora immerso nei pensieri si sedette al banco e appoggiò il mento su una mano.
-Em…scusa…-
Qualcuno lo riportò con i piedi per terra.
Appena si voltò notò che di fianco a lui c’era Sango che lo fissava confusa.
-Questo non è il mio banco, vero?- chiese lui rendendosi conto di essersi seduto a casaccio tant’era assorto nei suoi dilemmi.
-No…- rispose lei inarcando un sopracciglio.
-Scusami Sango…- disse lui in procinto di andarsene, ma qualcosa lo fermò.
Sango lo prese per una manica e lo obbligò a sedersi nuovamente.
-Qualcosa non va?- chiese con dolcezza.
-Diciamo che sono stato respinto.- rispose lui guardando fisso davanti a sé.
-Oh mi spiace…-
-Non ti preoccupare, succede a tutti. Grazie per l’interessamento comunque.-
-Spero tu possa trovare la ragazza giusta un giorno. Non credo sia difficile per te!- disse poi Sango regalandogli un dolcissimo sorriso.
Solo in quel momento, vedendola da così vicino, si accorse di quanto fosse bella. Pensandoci bene, non è che loro due avevano mai avuto chissà quale conversazione, a parte un “ciao” e un “a domani” non si erano mai spinti ad una conversazione seria e ciò lo portò a desiderarne una più concreta.
-Ti ringrazio!- rispose lui ricambiando il sorriso. –Tu ce l’hai il ragazzo?-
-Non ancora.-
-Spero che anche tu un giorno possa trovare il ragazzo giusto!.- le augurò facendole “pat-pat” sulla testa.
Lei arrossì e lo ringraziò.
Senza rendersene conto i due cominciarono una semplice e spontanea conversazione, ma così coinvolgente che Miroku si dimenticò il motivo per cui inizialmente era così triste.
 


- AYUMI


“Ciao amore, scusami se in questi giorni non mi sono fatto sentire, ma ero impegnato con il lavoro e, come se non bastasse, quell’idiota di Shuichi, il mio compagno di stanza di cui ti ho parlato, un giorno era talmente ubriaco che ha gettato il MIO cellulare nella tazza del Water e ho dovuto mandarlo in riparazione. Ora è tutto sistemato e finalmente possiamo risentirci, appena posso mi collego su Skype così posso rivedere il tuo splendido sorriso.
Ti amo,
Kenta.”

Ayumi rilesse il messaggio almeno cinque volte per essere sicura che non fosse una sua immaginazione. Dopo due settimane, finalmente il suo grande amore le aveva scritto, quelle poche parole furono come un luminoso raggio di sole dopo una forte tempesta. Aveva passato quindici giorni d’inferno, chiedendosi in continuazione se Kenta ci tenesse ancora a lei, se l’avesse tradita, se non l’amasse più e adesso, eccolo lì, davanti ai suoi occhi la prova inconfutabile che era ancora nei suoi pensieri, che non l’aveva abbandonata.
-SI’ SI’ SI’!- urlò lei presa dall’eccitazione.
Era al settimo cielo, euforica, avrebbe voluto urlare, rotolarsi per terra, saltellare sui banchi ma, ovviamente, il suo raziocinio le impedì di comportarsi come una schizofrenica e limitarsi a emettere urletti di tanto in tanto.
Ovviamente queste segnalazioni di gioia non passarono di certo inosservate all’occhio e all’orecchio vigile di Jaken, dopotutto essendo seduto accanto a lei, non potette che notarle senza troppe difficoltà.
La vide agitarsi sulla sedia con il sorriso più grande e radioso che avesse mai visto, la sentì perfino urlare di gioia e, a quel punto, cominciò davvero a preoccuparsi per la sua salute mentale.
Ayumi, dopo quegli sfoghi di allegria, si voltò verso Jaken per potergli comunicare la lieta notizia quando notò che il compagno la stava fissando notevolmente spaventato.
-Jaken ho una splendida notizia!- gli comunicò con voce stridula.
-Lo vedo…-  confermò il demone kappa.
-Finalmente, dopo due settimane, il mio Kenta mi ha scritto!-
- Davvero?- chiese lui quasi più sorpreso della stessa Ayumi.
-Sì sì! Oh Jaken non sai quanto sono felice!- esclamò con occhi sognanti.
-Peccato…- disse d’un tratto Jaken.
Ayumi fece per chiedergli il perché quando se lo ritrovò addosso intendo a stringerla a sé.
-Avrei voluto tanto portarti a casa mia e…consolarti…a modo mio ovviamente.-
Lei si lasciò scappare una risata sciogliendo delicatamente l’abbraccio.
-Mi spiace Jaken, ma io sono fedele e non tradisco il mio ragazzo!- rispose lei a braccia conserte.
-Eddai, non lo saprà nessuno!- insistette lui.
-Niente da fare bello mio.-
-Perché sono così sfortunato…- farfugliò lui.
Era ovvio che Jaken stesse semplicemente scherzando eppure, non poteva non ammettere che una come Ayumi se la sarebbe portata a letto più che volentieri.
-Eri! Ho un’ottima notizia da darti!-
Doveva assolutamente sfogarsi con qualcun altro così, vedendo che la sua amica Eri era nei paraggi, ne approfittò per raccontare ogni cosa.
-Sono così felice per te! Dopo tutto quello che hai passato…- rispose sinceramente contenta per lei.
L’amica aveva colto nel segno: dopo tutte quelle notti passate a piangere e a guardare costantemente il telefono aspettando sue notizie finalmente poteva ritornare a sorridere.
Mancava solo una persona da avvisare, la persona che più di tutte le era stato vicina nei momenti più bui.
 
Shippo se ne stava appollaiato al suo solito posto, con la schiena appoggiata alla parete, gli occhi leggermente socchiusi e un libro appoggiato sulle gambe.
Nonostante fosse mezzo addormentato il suo fiuto da demone percepì il delicato profumo che Ayumi si metteva spesso, aprì leggermente gli occhi e notò che la ragazza si stava dirigendo verso di lui saltellando.
-Shippo! Shippo!- lo chiamò euforica.
Lui si sedette composto e sbadigliò porgendole la sedia di Kagome .
-Shippo, non hai idea di cosa è successo!.- esordì lei sistemandosi accanto a lui.
-Hai preso 10 in Tedesco.- tirò ad indovinare strofinandosi gli occhi.
-Molto meglio!-
-Che cosa allora?- la invitò a parlare sempre più curioso.
-Il mio Kenta mi ha scritto!- urlò facendogli leggere il messaggio.
-Ah.- riuscì solo a rispondere il demone volpe.
La notizia lo colpì duramente come un pugno nello stomaco. Normalmente avrebbe dovuto essere felice per lei, notando inoltre il bagliore dei suoi occhi e il volto rilassato, ma proprio non riusciva ad esserlo. Quel barlume di speranza a cui si era aggrappato in quei giorni era svanito in un attimo. Addio possibilità di conquistarla, a mai più.
-Non sei felice per me?- chiese poi lei sfoggiando i suoi magnifici e allo stesso tempo perfidi occhi da cerbiatto.
-Sì…certo…- mentì lui.
-Non mi sembri tanto convinto…- notò difatti la compagna.
Come poteva essere felice? Il ragazzo scomparso della ragazza di cui ha una cotta da ben due anni appare per magia e lei manco si arrabbia per questo!
-Non è questo, solo che non capisco come fai a non prendertela!-
-In che senso?-
-Nel senso che non si fa vivo per due settimane, poi appare a caso senza nemmeno darti delle chiare spiegazioni per cui è sparito!-
Il suo tonò cominciò a farsi rude e astio, come se gli desse fastidio la faccenda, così almeno percepì Ayumi dalle sue parole e la cosa non gli piacque affatto.
-Ha scritto che aveva impegni di lavoro e che il suo amico aveva buttato il cellulare nel cesso!- contestò lei.
-E ti sembra una spiegazione plausibile? A me sembra una banale scusa…-
Shippo non voleva affatto essere così freddo e schietto, ma le parole gli uscirono di bocca da sole, come se non riuscissero più a trattenersi.
-Ma come ti permetti?- sbottò la compagna offesa –Tu non lo conosci!-
-Non lo conosco? Me ne hai parlato così tante volte che ormai so pure che colore sono i suoi peli del pube!-
Con quella frase poco delicata aveva superato il limite, Ayumi si alzò bruscamente e gli diede un pugno sul braccio.
-Non ti riconosco più! Pensavo che saresti stato contento per me e invece…Non è così che si comportano gli amici!- detto ciò se ne andò stizzita, senza nemmeno salutarlo.
Shippo si portò con violenza una mano al volto maledicendo lui, la sua linguaccia del cazzo e la sua gelosia.
Se solo Ayumi sapesse cosa provava per lei, se solo lui avesse il coraggio di dirglielo, non si sarebbe arrabbiata così.
Forse era giunto il momento di lasciar perdere tutto e andare avanti.
Ma come?
 


- SANGO


Era felice di aver fatto una nuova amicizia. Sango, essendo una ragazza piuttosto timida, non era di certo una persona che parlava liberamente con chiunque, soprattutto con i maschi, non perché non gradisse la loro compagnia, semplicemente non aveva idea di come approcciarsi. A volte invidiava la sua migliore amica Kagura: era sempre stata così estroversa, vivace, interessante e andava d’accordo con chiunque. Mentre lei si era sempre definita piuttosto mediocre, insipida, nulla di che insomma. Eppure, in quei ultimi giorni era riuscita ad instaurare un buon rapporto con un suo compagno. Era nato tutto dal caso, nulla che lei avesse previsto, ma nonostante tutto gradiva molto chiacchierare con lui di tanto in tanto, averlo accanto e poter fare quattro risate.
Miroku , a suo parere, era davvero una brava persona e ciò la motivava a conoscerlo meglio.
Immersa nei suoi pensieri cominciò a fissarlo intensamente ma, appena se ne accorse voltò subito lo sguardo imbarazzata.
E se Miroku se ne fosse accorto?
Cercò di dimenticare l’accaduto concentrandosi su altro ed ecco che, con ottimo tempismo, Bankotsu tornò al posto situato accanto al suo.
-A che stai pensando?- le chiese inclinando leggermente il capo curioso.
-Ma io non…- fece per controbattere lei.
-Avevi un’aria così persa…- la interruppe centrando nel segno.
-Stavo pensando alla verifica di domani…- mentì.
-Capisco.-
D’un tratto si formò un silenzio imbarazzante dato dall’aria assente di entrambi. Bankotsu avrebbe voluto farle così tante domande, sapere molto di più su di lei, sulla sua vita, ma non sapeva se ne sarebbe stato capace.
-Dimmi Bankotsu…- chiese poi lei rompendo il giacchio –Tu mi trovi carina? Insomma…io potrei piacere a un ragazzo?.-
Non c’era un vero e proprio motivo al perché di quella domanda, le era uscita così, di getto, forse voleva solo sapere se anche lei rientrasse nei gusti dei ragazzi, se anche lei avesse potuto essere qualcosa di più di una semplice amica per loro…o forse…per LUI.
Bankotsu sgranò gli occhi spiazzato dalla domanda.
Cosa avrebbe potuto risponderle?
Lui le avrebbe sicuramente detto che era bellissima, la ragazza più bella che avesse mai incontrato, le avrebbe inoltre fatto la lista delle parti del suo corpo che gli piacevano di più, ma così avrebbe solo fatto la figura del maniaco e non era proprio il caso.
-Beh…-
Cercò di trovare le parole più adatte che non trasparissero nulla, ma non fu affatto facile.
-Sì, sei ok…- se ne uscì poi, dando la risposta più stupida e banale che potesse trovare.
Lei incespicò un sorriso e abbassò lo sguardo.
“Ecco l’ho offesa!” pensò scervellandosi per trovare una soluzione.
-E dimmi Sango, io ti piaccio?- sbottò poi rendendosi conto successivamente di ciò che aveva detto.
“MERDA, MERDA, MERDA! Che domanda del cazzo è?!”
-Certo Bankotsu!- rispose lei senza peli sulla lingua.
Il moro, anche se solo per pochi secondi, gli sembrò di aver visto il Nirvana.
Aveva detto che gli piaceva! Lui! Era un miracolo!
-Sei un ragazzo simpatico e divertente, un buon amico!- continuò lei frantumando in mille pezzi quel piccolo momento di estasi.
“FANCULO ALLA FRIENDZONE!” urlò dentro di sé.
-Bankotsu.-
-Dimmi.-
-Tu sei amico di Miroku giusto?-
“E adesso che centra Miroku?”
Quella domanda lo lasciò perplesso e lo fece pensare. Ultimamente notò che i due avevano cominciato a parlarsi più spesso, ma la cosa non sembrò allarmarlo più di tanto visto che il suo amico sapeva benissimo quanto gli piacesse Sango.
-Sì certo, perché?-
-Mi racconti qualcosa di lui?- chiese lei, facengoli venire quasi un infarto –Sai, in questi giorni abbiamo cominciato a parlare più spesso e mi chiedevo come fosse…-
“Ma che sto facendo?” si chiese Sango “Perché gli sto facendo queste domande?”
-Beh che ti posso dire…-
Bankotsu avrebbe tanto voluto inventare un sacco di stronzate su di lui, ovviamente tutte negative, così da far perdere l’interessa che aveva cominciato a sviluppare, ma decise di rinunciarci, dopotutto era suo amico.
-E’ un tipo tranquillo, simpatico, spiritoso, a volte un po’ donnaiolo, come tutti del resto, ma nel complesso è una brava persona e con lui ci divertiamo un mondo.-
-Hai ragione, anche io mi diverto con lui, mi fa ridere.-
-E io non ti faccio ridere?- chiese lui avvicinandosi e poggiando una mano su quella di Sango.
-Certo che sì! Tu sei completamente fuori di testa.- gli rispose sorridendo però, scostò la mano dalla sua.
-Ascolta Sango…vorrei chiederti una cosa…- esordì lui.
Non sapeva se era il momento giusto, se stesse precipitando le cose, ma non riusciva a trattenersi, qualcosa dentro di lui gli diceva di buttarsi e che non ci sarebbe stato nulla da perdere.
-Dimmi.-
-ungiornovorrestiuscireconmecomeamiciovviamente.- sproloquiò Bankotsu tutto d’un fiato.
-Cosa?!-
Il ragazzo inspirò un paio di volte e si fece coraggio.
-Mi chiedevo se un giorno di questi vorresti uscire con me…come amici intendo…- si sentì liberato da un peso grande come Banryu, la sua preziosa ed enorme spada che teneva custodita gelosamente nel suo seminterrato. (Ma ora cazzo centra la spada, bo).
-Beh…si potrebbe fare…- rispose lei non tanto convinta.
Ma lui non ci fece caso ovviamente, era troppo felice di aver udito quel celestiale “sì”.
Bankotsu passò il resto del tempo assaporando e immaginandosi la loro prima uscita e, stranamente, tutti i suoi pensieri finivano con loro due in un letto a trastullarsi.
Sango invece, senza nemmeno realizzarlo, continuò a fissare Miroku.

Mio dio quanto mi è uscito lungo sto capitolo!
Spero vi sia piaciuto nonostante non sia affatto divertente...ma gli inciucci amorosi ci stanno dai!
Alla prossima!

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Capitolo 13
*** Il magico mondo di Nazuna ***


Ecco a voi il nuovo capitolo dedicato alla mitica Nazuna!
Buona lettura.

 



 

IL MAGICO MONDO DI NAZUNA

 
Il sole era alto nel cielo ma, nonostante non ci fosse alcun nuvola, non faceva affatto caldo. Un dolce e leggera brezza rendeva tiepida e piacevole quella giornata così luminosa.
Rin prese l’accendino dal taschino della sua allegra cartella arancione e accese una sigaretta.
-Da quant’è che fumi?- le chiese Nazuna.
Stavano percorrendo insieme la strada di ritorno dopo una lunga e noiosa giornata di scuola.
-Mmmh…non me lo ricordo…- rispose lei liberando una grande quantità di fumo dalla bocca.
-Io non ho mai fumato…-
-Meglio così. Una volta che inizi non è facile smettere.-

Nazuna guardò un ultima volta l’amica che con un gesto leggiadro si passava la sigaretta tra le labbra. Erano così rosse e morbide, tanto da chiedersi se avessero mai toccato quelle di qualcun altro.
-Rin…tu hai mai baciato un ragazzo?- chiese Nazuna di punto in bianco.
Rin, che stava guardando l’orizzonte, si voltò verso di lei chiedendosi il motivo di tale domanda.
-Hai voglia…- rispose poi –E non solo ragazzi…-
-Hai baciato anche ragazze?!- esclamò l’amica rimanendo a bocca aperta.
-Sì, ma il più delle volte per scommessa.- ripose ripensando, un po’ con orgoglio e un po’ con disgusto, alle tante volte in cui si era offerta nel baciare, talvolta anche con la lingua, amici e amiche.
-E tu Nazuna? Hai mai baciato qualcuno?-.
La ragazza si concesse alcuni secondi per pensare. Riteneva Rin una cara amica, ma non era ancora sicura di potersi fidare di lei tanto da raccontarle certe cose.
-Beh…- nonostante ciò, prese coraggio e decise di lasciarsi andare –E’ successo una volta…quest’estate.-
L’amica annuì invitandola a continuare.
- Io e i miei genitori siamo andati ad Okinawa per una vacanza e lì ho conosciuto un ragazzo dolcissimo. L’ho incontrato in un pub e abbiamo subito fatto amicizia poi, la sera, mi ha portata in spiaggia e mi ha baciata. E’ stato bellissimo! Era il mio primo bacio, sai?-
-E da quant’è che vi conoscevate?- chiese Rin interrompendola.
-Ci siamo conosciuti la stessa sera…-
-Ah…capisco…-
-Poi, ci siamo stessi sulla sabbia a guardare il mare e…- fece un pausa chiedendosi se fosse stato saggio continuare il racconto, ma Rin la stava fissando e voleva che finisse.
-E poi mi ha chiesto se volevo fare l’amore con lui…-
-Cheee??!- esclamò Rin che quasi perse la sigaretta dalle mani. –Così? Dopo solo poche ore ti ha chiesto di scopare?.-
-Lo so…ma io ero davvero cotta…- rispose Nazuna arrossendo.
L’amica rimase allibita da tale risposta, come poteva essere cotta dopo solo poche ore? Che cazzo, alla faccia del colpo di fulmine!
-Non dirmi che lo avete…- chiese lei aspettandosi il peggio.
-No, no…sarebbe stata la mia prima volta, non ero pronta.-
-Ah meno male.- rispose più sollevata.
Rimasero qualche minuto in silenzio, nessuna delle due sapeva più cosa dire e Nazuna era piuttosto imbarazzata. Non aveva mai raccontato argomenti così privati a persone che non fossero sua madre e  trovò la cosa molto strana ma allo stesso tempo gratificante.
-Secondo te è troppo presto farlo a diciassette anni?- chiese poi spezzando quel fastidioso silenzio.
-Beh….- esordì Rin spegnendo la sigaretta in un cestino –Forse un po’ sì, ma ci sono ragazze che l’hanno fatto anche prima…-
-Allora forse avrei fatto meglio ad aspettare…- rispose Nazuna chinando il capo.
Rin la guardò confusa chiedendosi se avesse perso un pezzo del discorso.
-Ma non hai appena detto che non avevi voluto fare sesso con lui perché non ti sentivi pronta?- chiese poi in cerca di conferma.
-Ma io non parlavo di fare sesso!- esclamò la compagna.
-E allora di cosa?-
-Intendevo il bacio! Secondo te è troppo presto baciare qualcuno a diciassette anni?-
Rin rimase interdetta per qualche secondo: aveva gli occhi sgranati e la bocca mezza aperta, incredula di ciò che aveva appena sentito.
“MA IN CHE CAZZO DI MONDO VIVE QUESTA?” pensò.
-Troppo presto per dare un bacio?! Ma sei fuori?! Il mio primo bacio l’ho dato a tredici anni!- urlò lei agitando freneticamente le braccia.
-Ah cavolo…-.
Quel silenzio innaturale calò di nuovo ma questa volta fu Rin a rompere il ghiaccio.
-Dimmi Nazuna, come ti trovi quest’anno in classe? Ti piace?-
-Sì, mi diverto molto! I compagni sono tutti simpatici!- rispose emettendo una buffa risata.
-Bene.-
-Sai perché l’anno scorso…- Nazuna ricominciò a raccontare le sue storielle e l’amica maledette la sua linguaccia per averle fatto la domanda.
“ Com’è in classe manco sembra che esista e fuori dalla scuola non smette mai di parlare?!” si disse sperando che il racconto fosse breve.
-Tutti i miei compagni mi prendevano in giro solo perché sono timida e non parlavo di argomenti che a loro interessavano. Mi facevano degli scherzi crudeli e pensa che una volta mi hanno accerchiata e mi hanno riempita di insulti!- raccontò Nazuna accorgendosi che alcune lacrime le stavano sgorgando dagli occhi.
-Mi dispiace…- riuscì solo a dire l’amica. In quel momento, dopo quel racconto poco gaio, si sentì in colpa per tutte le volte che lei, Jaken e Sesshomaru l’avevano presa in giro, che l’avevano strapazzata e le avevano fatto i dispetti. E, pensandoci bene, era successo molto volte.
“Beh ma in fondo anche lei si diverte!” cercò di giustificarsi.
-I tuoi ex-compagni erano veramente dei pezzenti! Ma un po’ è anche colpa tua Nazuna!- ammise Rin poggiandole una mano sulla spalla.
-In che senso?- chiese Nazuna che pendeva dalle sue labbra.
-Tu sei una ragazza molto fragile e timida. Quando qualcuno ti offende non ti difendi! Anche Eri, che a volte esagera anche troppo con gli insulti, non le rispondi mai! Come quella volta che ti ha insultato dicendoti che al posto del cervello hai un criceto morto! Avresti dovuto ribattere dicendo che invece lei è una ritardata e non sa nemmeno come nascono i bambini!-
Nazuna scoppiò a ridere. Rin era la persona più schietta e divertente che avesse mai conosciuto: ammirava il suo coraggio, la sua spavalderia, la sua energia e la facilità con cui riusciva a fare amicizia.
-Devi uscire dalla tua bolla di timidezza, devi far vedere quanto vali! Non aver paura e cerca di fare amicizia, anche se molti non ti vorranno fa nulla, ce ne saranno molti altri che apprezzeranno la tua compagnia!.-
-Hai ragione, ci proverò! Da quest’anno, basta Nazuna timida e spaventata! Da oggi, sarò un persona nuova!- esclamò sicura di sé.
Le due si diedero il cinque e Rin ne approfittò per dare qualche consiglio all’amica.
-Cavolo, io vorrei essere come te! Tu vai d’accordo con tutti!- confessò guardandola con occhi pieni di ammirazione.
-Non dire così!- rispose la compagna con un pizzico di vanità –Alla fine io sono sempre con Sesshomaru e Jaken, a volte con Ayame e Kagome ma…-
-Ma è da un po’ che me lo stavo chiedendo…- la interruppe l’altra portandosi un dito sul mento –Ma tu e Jaken siete fidanzati?-
-COSA?- sbottò lei spalancando gli occhi dallo stupore.
-Sì, insomma, siete sempre insieme, a volte vi ho beccati pure abbracciati e così ho pensato…-
-No no no!- la interruppe prima che potesse continuare. –Non sei la prima persona che me lo chiede sfortunatamente, ma sappi che io e Jaken siamo solo amici, ok? Se ci abbracciamo è perché ci vogliamo bene, ma di nulla più! METTITELO BENE IN TESTA!- il suo tono divenne deciso, aspro e aumentata via via parlando, come se volesse evitare qualunque fraintendimento.
-Ho capito…ma…ti piace qualcuno della nostra classe?- le chiese subito dopo.
-No…-
-Nemmeno Sesshomaru?-
Altro colpo basso.
-CHE CENTRA SESSHOMARU?!-
Urlò talmente forte che alcuni passanti si voltarono preoccupati, ma loro non ci fecero caso.
-Siete spesso insieme e poi ho notato che quando stai con lui sei sempre felice.-
Rin rimase molto colpita dalle parole di Nazuna e si rese conto che non aveva affatto torto anzi, pensandoci bene, da quando era diventata compagna di banco di Sesshomaru non faceva altro che ridere e dovette pure ammettere che non si era mai divertita tanto a scuola in tutta la sua vita.
-Hai proprio ragione Nazuna…- ammise infine lasciandosi sfuggire un sorriso imbarazzato -Ma come fai a non ridere? Insomma, una volta stavamo parlando di sesso anale (non fare domande!) e ad un certo punto se n’è uscito con una frase tipo: “con calma e vasellina anche l’elefante penetra la gallina!”. In ogni caso, Sesshomaru è solo un mio amico, come Jaken.-
L’amica la fissò ancora per qualche secondo chiedendosi se le sue parole fossero sincere.
-E tu invece?- chiese poi Rin inarcando un sopracciglio curiosa.
-Beh…-
Il viso le si colorò di rosso e le mani cominciarono a sudare, ma oramai era tardi per fare la riservata, le aveva già raccontato tutto di lei.
-Sì…Miroku…-
-Ecco perché l’hai votato alle elezioni dei rappresentanti di classe!-
-Sì, mi hai scoperta!- ammise cominciando a ridere.
-Perché non ci parli?- le propose tutto d’un tratto l’amica.
Il volto di Nazuna ritornò ad essere purpureo.
-Perché mi vergogno!- cominciò a torturarsi le mani sfregandole una contro l’altra. –Insomma, io non sono così brava con le parole…e se dovessi stargli antipatica? E se mi prendesse in giro?-
Quella povera ragazza si faceva così tanti problemi al solo pensiero di rivolgergli la parola, forse aveva davvero avuto un passato turbolento. A Rin si strinse un po’ il cuore nel vederla così impacciata e insicura, anche lei a volte si sentiva così.
-Non ti preoccupare.- sussurrò sorridendole dolcemente –Fai finta di chiedergli in prestito qualcosa e poi attacca a parlare! Sappi che se hai bisogno, io ci sono!.-
Nazuna l’ abbracciò forte e le regalò un sorriso pieno di gratitudine. Mai prima d’ora qualcuno, al di fuori dei suoi famigliari, le aveva offerto il suo aiuto, forse stava davvero cambiando qualcosa, forse lei stava cambiando e doveva assolutamente migliorare! Avrebbe parlato con Miroku, ci avrebbe fatto amicizia e forse, si sarebbero pure fidanzati, chissà!
-Grazie Rin! Ti prometto che gli parlerò…beh…prima o poi…-.
Ovviamente, prima doveva trovare il coraggio di aprir bocca.
 
Il giorno seguente:

-Per favore ragazzi, un minuto di silenzio!- esclamò Ayumi con tono moderato.
Ovviamente nessuno l’ascoltò.
-Ragazzi! Ragazzi!- insistette lei, ma non ricevette ancora nessun riscontro.
Inutile rimanere calmi e contenuti, con loro non era possibile.
-PORCA PUTTANA RAGAZZI CHIUDETE QUELLA CAZZO DI BOCCA!- sbraitò Ayame picchiando violenti pugni sulla cattedra tanto da lasciarne i solchi.
Tutti si zittirono immediatamente scossi da quel ruggito rabbioso. Le due rappresentanti, finalmente, potevano godere dell’attenzione di tutti.
-Bene. Ora che siete tutti concentrati, io e Ayumi vorremmo farvi una proposta.- esordì Ayame adesso con più calma.
Nessuno aprì bocca.
-Come vostre rappresentanti di classe…-
-Ah perché sei la nostra rappresentante Ayame?- scherzò il mezzo-demone cane interrompendola bruscamente.
La ragazza gli lanciò uno sguardo carico di odio che lo fece rabbrividire.
-Stai a cuccia, Inuyasha!- lo riprese Kagome, intenzionata a farlo zittire così da non far saltare i nervi ad Ayame (e di conseguenza non farla diventare un demone assetato di sangue).
-Dicevo…- continuò la rappresentante –Come vostre rappresentanti abbiamo pensato di creare un gruppo su Facebook della quarta C. Così possiamo scriverci nel caso qualcuno, non lo so, sia assente e abbia bisogno degli appunti o per sapere cosa bisogna studiare, insomma, argomenti inerenti all’ambito scolastico.-
-Tutti voi avete Facebook, vero?- chiese subito dopo Ayumi.
Ovviamente tutti annuirono.
-Bene, oggi creerò il gruppo e vi manderò gli inviti.- fece poi l’altra rappresentante –Se non sbaglio vi ho tutti come amici…qualcuno di voi non mi ha come amica?-
Qualcuno tra i presenti alzò timidamente la mano.
-Nazuna, non mi hai mandato l’amicizia?-
-Veramente io l’ho fatto…- rispose lei titubante –Ma tu non l’hai mai accettata…-
Ayame cominciò a giocherellare con la matita nervosamente guardandosi attorno.
-Beh…eh…magari….non l’ho vista….oggi guardo, ok?- mentì lei sapendo benissimo che appena vista la richiesta d’amicizia l’aveva bellamente ignorata.
-E ricordate- aggiunse Ayumi –Il gruppo servirà SOLO per questioni scolastiche!-.
-Certo!- risposero tutti in coro.
L’idea di un gruppo di classe virtuale piacque molto a Nazuna tanto che le venne una grandiosa idea.
Dopo aver chiamato la sua amica Rin ed averla presa in disparte le confessò il suo pensiero:
-E se approfittassi di questo gruppo di classe su Facebook per chiede l’amicizia a Miroku?-
-Niente male come idea…così potrai anche parlarci!- rispose Rin notevolmente colpita dalla sua audacia.
-Lo farò! Ah… non hai parlato a nessuno di questa cosa vero?-
-Pff! Ovvio che no!.-

In quel preciso momento Sesshomaru e Jaken, con il loro pessimo tempismo, fecero capolino da dietro l’amica.
-Hey Nazuna! Come va con Miroku?- chiese Jaken con un sorriso.
-Beh…eccetto loro due…- confessò poi Rin con il grande desiderio di staccare la testa allo stupido demone verde.
-Non ti preoccupare, non diremo niente a nessuno!- la rassicurò Sesshomaru.
-Bene, non voglio che questa cosa si sappia in giro…non adesso, quando staremo insieme potrà divenire pubblica!- rispose Nazuna con convinzione.
-Quando starete insieme?- ripetette Jaken.
-Sì…credo di piacergli. A volte ho notato che mi fissa durante le lezioni…-
-Forse ti fissa perché anche tu lo fissi?- intuì Sesshomaru.
-No, io lo fisso perché lui mi fissa! Sono sicura che mi guarda!-
-MA PERCHE’ CAZZO DOVREBBE GUARDARE UNA COM…- Jaken etrò in modalità “ADESSO TI BECCHI UNA BELLA STRIGLIATA!” ma Rin riuscì a tappargli la bocca con entrambe le mani prima che potesse finire.
-Facci sapere se Miroku ti accetterà l’amicizia e se parlerete!-  disse infine.
 
Nazuna pensò al suo amato tutto il giorno, sperando, con tutto il cuore, che il suo piano funzionasse.
Il giorno successivo era di buon umore e non vedeva l’ora di aggiornare i suoi amici.
Al gruppetto di chi era a conoscenza della sua cotta per Miroku si aggiunsero Eri e Kanna.
-Ieri ho chiesto l’amicizia a Miroku…- esordì lei con un grande sorriso stampato in faccia.
-E…- la incitarono all’unisono Sesshomaru, Rin, Jake, Eri e Kanna.
-Me l’ha accettata e non solo, abbiamo anche chattato!- esclamò emettendo un urletto di gioia.
-Davvero?- esclamarono tutti sopresi. Erano sicuri che lui l’avrebbe bellamente ignorante e invece…
-E cosa vi siete detti?- chiese poi Rin.
Nazuna estrasse il cellulare dalla tasca e fece vedere loro la conversazione.
 
Nazuna: Ciao Miroku!
Miroku: Ciao…
Nazuna: Come stai?
Miroku: Bene…tu?
Nazuna: Bene. Lasciando stare che devo studiare storia ihihihihih! Che noia, adesso mangio qualcosa, studio e poi guardo la televisione! Domani ho equitazione, meno male!
Miroku: fai equitazione? Che bello! J
Nazuna: Sì! Ti piacciono i cavalli? A me tanto. Sono un’esperta, anche di cani! Credo di conoscerli meglio di Inuyasha e Sesshomaru! Ihihihihihhih! Conosco tutte le razze!
Miroku: wow
Nazuna: Già! Tu che fai? Studi?
Miroku: Ma va! Guardo la TV.
Nazuna: Capito. Un giorno di questi ti va di fare un giro? Così tanto per conoscerci!
Miroku : Non lo so…
Nazuna: fammi sapere! Ora ti lascio che devo studiare, ho anche sonno, e fame, ihihihihihihihh! Ciao, baci.
Miroku: Ciao.

Tutti e cinque, dopo aver letto, guardarono istintivamente Nazuna, chiedendosi perché fosse così allegra. Miroku non solo le aveva risposto a monosillabe tutto il tempo, ma l’aveva praticamente rifiutata indirettamente. Ma ovviamente lei non se n’era ancora accorta.
-Beh…pensavo peggio…- mentì spudoratamente Kanna cercando di essere delicata.
-Io non direi…- rispose il solito e schietto Jaken –Quando gli hai chiesto di uscire non ti ha detto di sì!-
-Ma non ha nemmeno detto di no!- rispose Nazuna –Sono sicura che, sentendoci su Facebook, alla fine uscirà con me!-
-Se lo dici tu…-.
I giorni passarono e nessuno seppe più nulla del “rapporto” tra Nazuna e Miroku. In classe nulla sembrava mutato, non si era mai visto inoltre i due parlare assieme. Così un giorno, Rin decise di fare luce a questa faccenda e chiedere alla compagna come stesse procedendo con il suo amato.
-Io gli ho scritto praticamente tutti i giorni ma dopo un po’ non mi ha più risposto e adesso mi ha anche tolto dagli amici…- confessò Nazuna tristemente.
-Mi dispiace…ma vedrai che ne troverai un altro meglio di lui!- cercò di consolarla Rin carezzandole la schiena dolcemente.
-Ma adesso a me non piace più Miroku!- disse lei di punto in bianco.
-Come? E chi ti piace adesso?-
-Ho capito finalmente che lui non fa per me. Non abbiamo niente in comune e non abbiamo quasi mai fatto una vera e propria conversazione. Invece c’è un ragazzo con cui vado molto d’accordo, a volte mi prende in giro ma, nonostante ciò, è sempre stato gentile con me e penso proprio di piacergli.-
-Ma chi è? Uno che abita vicino a te?-
-No è di questa classe!.-

Rin provò a pensare a quale ragazzo potesse mai averle rivolto più di una o due parole:
“Gli unici ragazzi con cui ha mai fatto dei discorsi, seppur non seri, sono Jaken e Sesshomaru. Ma lei ha anche detto che questo ragazzo è gentile con lei. Jaken la tratta malissimo quindi non può essere lui. Ma allora…”
-Chi è Nazuna?- chiese lei nonostante sapesse già la risposta, ma sperava solamente di essersi sbagliata.
-Sesshomaru.-
Indovinato.
-SESSHOMARU? PER QUALE MOTIVO?!-
-Perché è bello e gentile….-

Gentile.
Rin conosceva discretamente Sesshomaru e difficilmente poteva essere definito tale. Ovviamente lui era molto più educato di Jaken, sicuramente più razionale e tranquillo, ma era anche un inguaribile egocentrico, vanitoso se non che orgoglioso e troppo, troppo sicuro di sé. Difatti, il più delle volte, quel “essere gentile con me” che intendeva Nazuna era solamente un presa per i fondelli visto che il superbo demone cane si divertiva un mondo a fare certe cose. Certo, non che lei e Jaken non se la spassassero, però se Nazuna ci avesse “provato” con Sesshomaru molto probabilmente lui non si sarebbe limitato ad ignorarla come Miroku.
-Mi raccomando Rin. Non dire niente a Sesshomaru!- la pregò Nazuna.
-Ovvio che no!.- rispose lei.
 
-Sesshomaru. Ti devo parlare.-
Il demone, che era seduto comodamente nel suo banco, alzò lo sguardo e vide l’amica di fronte a lui.
-Mi stai lasciando, Rin?- le chiese lui preoccupato.
-Ma che cazzo stai dicendo?-
-Di solito quando una ragazza dice “ti devo parlare” a un ragazzo significa che lo vuole lasciare…-
-Ma noi non stiamo…KAMI QUANTO SEI IDIOTA!-
-Allora, cosa devi dirmi?- la invitò lui, facendole cenno con la mano di sedersi.
Lei accolse l’invito e si avvicinò al suo orecchio, dimenticandosi che, essendo un demone, aveva un udito sviluppato.
-Tu piaci a Nazuna.- sussurrò.
-Che cosa?!- esclamò lui non avendo ancora realizzato ciò che aveva appena sentito.
-Me lo ha appena detto…-
-No cazzo no! Ma perché proprio lei?!-
-Sesshomaru mi raccomando, io non ti ho detto nulla…-
-Non ti preoccupare, spero solo che non cominci a rompere le palle anche a me come ha fatto con Miroku…senno giuro che la sotterro!-

 
Sesshomaru aveva seriamente paura, conoscendo il personaggio, che Nazuna potesse escogitare chissà quale sotterfugio per parlare, più del dovuto, con lui. Fortunatamente aveva raccomandato sia a Rin che a Jaken di convincerla a cambiare idea e di farla disinnamorare, ma non era sicuramente un’impresa facile.
Eppure, nei giorni successivi, non accadde nulla: non gli aveva mai scritto su Facebook nonostante avesse accettato la sua amicizia in precedenza, non aveva fatto nulla di strano, o almeno, nulla di più strano del solito. A volte la scopriva fissare lui e Rin durante le lezioni, con il suo solito sguardo perso e inquietante, ma nulla che non fosse di routin, tant’è che i due, a volte, si divertivano a mandarla bellamente a quel paese.
Forse Rin era riuscita a farle cambiare soggetto, forse non avendo visto alcun riscontro positivo da parte sua si era stancata, fatto sta che non voleva assolutamente  averla tra i piedi.
Una mattina, Sesshomaru entrò in classe in perfetto orario anzi, in anticipo di cinque minuti. La sera prima era andato a vedere “Lo Hobbit”  al cinema con i suoi amici e si era completamente dimenticato degli esercizi di matematica, così decise di recuperarli in classe. Appena varcò la soglia davanti ai suoi occhi si prostrò una scena a dir poco disgustosa.
Nazuna, con la grazia di una balena arenata, era bellamente sdraiata sul suo banco girata di un fianco, con una mano si teneva il capo, con l’altra si arricciava una ciocca di capelli e nel frattempo lo fissava maliziosamente. Ma la cosa peggiore fu la sua faccia: era truccata come un Clown ubriaco, con il rossetto sbavato, l’ombretto che iniziava dalle palpebre e finiva poco sotto le sopracciglia e un quintale di terra spalmata su tutto il viso.
Sesshomaru trattenne un conato di vomito e si avvicinò al suo banco.
-Nazuna, cosa ci fai sdraiata sul mio banco?- chiese lui trattenendosi da darle un’artigliata in faccia, così da porre fine ad ogni sua sofferenza.
-Ciao Sesshomaru!- lo salutò la sirenetta.
Lui non ricambiò il saluto bensì, con l’eleganza di un elefante, sollevò il banco inclinandolo bruscamente e la povera Nazuna si ribaltò a terra emettendo un forte tonfo.
-Ahia!- esclamò lei massaggiandosi il sedere.
In quel momento Jaken entrò in classe e se la ritrovò seduta sul pavimento.
-Ma che succede?-esclamò.
Appena i suoi occhi si posarono sul viso della ragazza notò l’anomalia.
-Nazuna ma come cazzo ti sei truccata? Sembri un Clown!-
-No!- lo corresse Sesshomaru –Sembra un prostituta che va esclusivamente con i Clown!-
-Perché siete così cattivi?- chiese la compagna piagnucolando.
-Forse perché ti ho trovato spiaggiata sul mio banco?!- esclamò il demone stizzito.
-Tu cosa…?- fece Jaken pretendendo una spiegazione.
-Ma io…- era in procinto di giustificarsi, ma Sesshomaru la interruppe.
-Niente ma Nazuna, ti meriti una punizione!.-
-Che punizione?-
-Ci penserò su…-

-Qualcuno mi può spiegare cosa è successo?- insistette il demone kappa.
Sesshomaru dovette raccontare tutto sia a lui che a Rin, anche se ricordare l’accaduto gli face solamente venire la nausea. I due, ovviamente, non potettero che ridere a crepapelle cosa che trovò piuttosto sgradevole, ma in fondo, a pensarci bene, era davvero divertente.
Terminata la prima ora, il demone cane approfittò del cambio dell’ora per mettere in atto la sua “vendetta”. Seguito da i suoi due amici si diresse verso la finestra a cui Nazuna era appoggiata mentre stava conversando con Kanna.
-E’ ora della punizione!- l’avverti lui a braccia conserte.
Lei inclinò il capo confusa, chiedendosi cosa avesse in mente.
-Bene Nazuna, preparati…- esordì lui sfregandosi le mani eccitato.
-Che cosa devo fare?- chiese lei preoccupata della risposta.
-Ora, sporgiti alla finestra e….- lasciò un momento si suspance e Kanna credette veramente che gli stesse per chiedere di buttarsi giù.
-E urla con tutti il fiato che hai “SONO SATANA E MI PIACE IL CAZZO!”-
-Ma io non voglio farlo…-
-FALLO!- ordinò il demone con tono autorevole.
Avrebbe voluto non farlo, avrebbe preferito scappare, ma preferì ubbidire, perché probabilmente, se glielo aveva chiesto, vuol dire che lo divertiva molto.
Appena la ragazza aprì la finestra scorrevole, Sesshomaru prese in mano il cellulare e cominciò a filmarla.
Nazuna inspirò a pieni polmoni e, armata di coraggio, urlò: -SONO UN CAZZO E MI PIACE SATANA!-
-CRETINA, ERA IL CONTRARIO!- la riprese Jaken.
-No Jaken, così è anche meglio!- esclamò il demone, dopo aver spento la registrazione. -Brava Nazuna, bel lavoro!-.
Soddisfatto ritornò al proprio posto riguardandosi il filmato, seguito da Rin.
-Non avrai intenzione di pubblicarlo da qualche parte, vero?- chiese lei
-No, non sono così cattivo. Me lo terrò io per farmi quattro risate di tanto in tanto.- rispose riponendo l’oggetto in tasca –Così la smetterà di sdraiarsi sui banchi altrui.-
-Sei sicuro che non lo farà più?-
-Sì, ne sono sicuro.-.

Ma la sicurezza non bastò, infatti, anche nei giorni successivi Nazuna continuò a farsi ritrovare distesa sul banco del suo amato e lui, ogni volta, la faceva ribaltare per terra.
-NON NE POSSO PIU’!- sbottò una mattina Sesshomaru fuori di sé. –E’ da una settimana ormai che me la ritrovo tutte le mattine sul mio banco! Io l’ammazzo quella stupida e inutile umana!-
-Calmati! Non ti ho mai visto così arrabbiato…- ammise Rin sorpresa nel vederlo in quello stato.
-Lo sai che io sono sempre calmo e risoluto, ma quella donna mi fa uscire di senno.-
-Ma perché non glielo dici?-

-Perché sarebbe inutile…ecco! ECCO! Guardala! Adesso ci sta ancora fissando con la sua espressione da ebete, CAZZO!- esclamò lui indicandola con un dito.
Rin si voltò e la vide seduta a fianco di Kanna che li guardava sorridendo.
-VATTENE AFFANCULO BALDRACCA!!!- esclamò a denti stretti facendo il dito medio con entrambe le mani e agitandole freneticamente.
-SESSHOMARU!- lo riprese l’amica afferrandogli un polso. –Smettila! Stai diventando pazzo!-
-Esatto!-
-Ascolta, se domani ci parlo io con Nazuna, mi prometti che ti calmerai?-

-Va bene.- rispose il demone riprendendo la calma.
-Su…ora non pensarci e fai il bravo cagnolino.- sussurrò Rin cominciando a fargli i grattini dietro l’orecchio.
Il demone poggiò la testa sul banco e si lasciò coccolare.
-Grazie cucciola.-
 
Il giorno successivo Rin fece il gran gesto di alzarsi presto così da essere a scuola in anticipo e poter parlare in tutta tranquillità con Nazuna.
“Guarda che mi tocca fare per Sesshomaru!” si disse sentendo la mancanza del suo lettino.
Entrò in classe e trovò solamente Eri, che seduta al proprio posto, stava guardando fuori dalla finestra.
-Buongiorno Eri…- la salutò Rin.
La ragazza si voltò e vedendola rimase a bocca aperta.
-Che ci fai qui a quest’ora?- chiese poi –Di solito tu arrivi sempre in ritardo…-
-Lo so, ma questa mattina devo adempiere ad un compito importante.-
-E cioè?-
-Devo parlare a Nazuna di Sesshomaru. Lo sta facendo impazzire.-
-Tipico suo, quando vuole diventa davvero appiccicosa…-
-Già, ora scusami ma vado a stendermi sul mio banco, sono stanca morta! Avvertimi quando arriva.-

Detto ciò, si sdraiò supina sopra il suo banco e quello del compagno. Stava quasi per riaddormentarsi quando un paio di studenti entrarono in classe facendo un gran baccano, così, rendendosi conto di non poter sonnecchiare nemmeno per un secondo, prese il cellulare e cominciò a guardare i messaggi, controllando di tanto in tanto che arrivasse la compagna. Dopo pochi minuti fece la sua entrata Sesshomaru che, invece della sirena spiaggiata, sul suo banco trovò Rin.
Lei notò la sua presenza ma non fece nemmeno in tempo a salutarlo che se lo ritrovò sopra con il viso quasi attaccato al suo.
-Ma che cazzo stai facendo?- urlò lei completamente rossa dall’imbarazzo.
-Scusa, ti ho vista sopra il mio banco e pensavo fosse un invito.- rispose lui con maliziosità.
-Un invito a cosa?-
Sesshomaru inarcò un sopracciglio: -Secondo te?-
Il cuore della ragazza perse un battito.
-Ma finiscila maniaco!- esclamò poi cercando di allontanarlo.
In quel momento notò con la coda dell’occhio chi era appena entrato in classe: Nazuna.
La scena parlava da sé: Sesshomaru e Rin erano uno sopra l’altro, lei distesa sui banchi con la schiena leggermente alzata e lui, che la sovrastava completamente, le era a pochi centimetri dal volto. Stranamente solo Nazuna ci fece caso e la cosa non gli piacque affatto.
-Nazuna aspetta! Ti posso spiegare! E togliti tu!-
Rin scostò l’amico e fece per raggiungere la compagna ma lei, senza nemmeno salutarla, si sedette dall’altra parte dell’aula accanto a Kanna.
Per tutto il giorno non rivolse una parola, nonostante le insistenze, a nessuno dei due. Sebbene il demone cane fu più che felice, Rin si sentì parecchio in colpa. Sapeva benissimo che in realtà non era successo nulla ma, mettendosi nei panni dell’amica, poteva comprendere cosa provasse.
Finche, alla fine delle lezioni, Nazuna si avvicinò all’amica e la prese sotto braccio.
-Dobbiamo parlare.- le disse semplicemente.
Lei si limitò ad annuire.
-Ho pensato molto a quello che è successo stamattina- esordì lei.
-Lo so e mi spiace, ma sappi che è stato un incidente io…- cercò di spiegarsi Rin cominciando a parlare come una macchinetta.
-Non ti preoccupare, non è colpa tua.- la interruppe Nazuna facendola zittire del tutto. –La colpa è mia. Tu avevi cercato di avvertirmi ma io non avevo colto il significato delle tue parole.-
-Che intendi dire?-

-Io non ho possibilità con Sesshomaru.- ammise lasciandosi sfuggire un sorriso pieno di amarezza.
-Finalmente l’hai capito…-
-Già- continuò Nazuna alzando il volto al cielo per poi ritornare a guardare la compagna –Perché a Sesshomaru piaci tu, giusto?-
-CHE COSA?? Ma guarda che non…-
-E’ inutile che continui a negare…- continuò interrompendola di nuovo –Per te sarà solo un amico, ma lui è cotto di te e io finalmente l’ho capito.-
Rin fece per controbattere ma poi decise di lasciar perdere, almeno così avrebbe smesso di tormentarlo.
-Sì, Nazuna, certo.-
-Fa nulla! Tanto mi ero stancata di Sesshomaru!- se ne uscì poi tutta allegra.
-Che?-
-Sì, adesso mi piace un altro ragazzo…-
-Oh Per tutti i Kami e chi sarebbe?-
-INUYSHA!-.

 

Episodio Extra: La nuova Céline Dion


Inuyasha teneva il cellulare ben saldo nelle sue mani e aspettava solo il momento giusto per poter azionare la videocamera.
-Nazuna sei pronta?- chiese Kanna impaziente.
Nazuna era in piedi a capo tavola pronta per far vedere a tutti loro il suo talento: il canto.
Vicino a lei c’era Jaken, seduto alla sua destra e Kanna alla sua sinistra. Dopo Kanna erano seduti Rin, Sesshomaru e poi Inuyasha, anch’esso in piedi pronto per riprenderla.
-Oggi vi canterò “My heart will go on” di Céline Dion- presentò lei azionando la canzone che aveva salvato sul cellulare.
La canzone partì e lei cominciò a cantare. Inizialmente nessuno proferì parola, concentrati nel sentire la sua voce da usignolo. Aveva incominciato discretamente bene, diversamente da come previsto, era piuttosto intonata, ma una canzone del genere, per quanto una persona potesse azzeccare le note, non poteva di certo non sbagliarla.
"Near
Far
Wherever you are.
I believe that the heart does go on."
Ed ecco che cominciarono le prime stonate e la gente iniziò a ridere.
Ma Inuyasha non aveva ancora avviato nulla, aspettava solo il momento Clou.
-Vai Nazuna! Urla!- la incitò Rin
-Nazuna sei la migliore!- urlò Jaken.
Lei continuò a cantare e gli altri si persero in chiacchere aspettando il momento propizio.
-Ragazzi! Ragazzi! Il pezzo finale!- avvisò Inuyasha.
Ed ecco arrivata la parte tanto attesa , qualche secondo di musica e…
-IOAR HEEER VERES NOFING I FIRR! AND I NOOO THAT MY ART WILL GOOOOON. WILL STEE FOREVER VISSUE! YOU ARE SAFE IN MY ART AND MY ART WILL GOOOOON!- urlò lei con tutto il fiato che aveva in gola. Un urlo straziante, simile al gracchiare di un corvo giunse alle orecchie del povero pubblico.
Inuyasha cominciò a filmare trattenendosi dal ridere.
Kanna non riuscì a trattenersi e si fece riprendere mentre si accasciava dal ridere, quando Inuyasha passò a Sesshomaru questo cominciò a far finta di piangere dall’emozione e Rin, che prima stava incitando la cantante si avvicinò al compagno e cominciò a fare buffe smorfie alla telecamera. L’ultimo fu Jaken che imitò la ragazza fingendo di cantare.
La canzone era finita, Nazuna potette riprendere fiato e un boato di urli e applausi la investì.
-BRAVISSIMA!- urlano tutti assieme.
-Grazie mille!- esclamò lei emozionata.
 -Questo filmato finisce dritto sul gruppo della classe.- disse infine Inuyasha salvandolo nella memoria del cellulare.
Lei non aveva affatto capito che la stavano prendendo in giro, ma andava bene così. Lei era felice e loro si erano divertiti.
 

- SU FACEBOOK -

Inuyasha ha postato un video. Titolo: La nuova Céline Dion.

Piace a: Rin, Ayame, Jaken, Kanna e Kagome.

Commenti:
Rin: PER TUTTI I KAMI!
Nazuna: Ahahahah che matti che siamo!
Jaken: MA VOLETE METTERE L’ONORE CHE HO AVUTO IO NELL’ASSISTERE ALLA PERFORMANCE IN PRIMA FILA DAL VIVO?
Rin: Anche io! ** Mi sono emozionata! <3
Kagome: la migliore!
Ragazzi non avete idea di che fatica ho fatto a scrivere questo capitolo e per giunta non mi ha nemmeno soddisfatta. Spero almeno soddisfi voi...
Alla prossima! Vorrei aggiungere inoltre che il social network "FACEBOOK" non è di mia invenzione, esiste veramente e tutti i diritti sono riservati.

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Capitolo 14
*** Ciò che ci rende uniti ***


 Buonsalve! Scusate per il ritardo ma questo capitolo mi è sembrato interminabile! Spero sia di vostro gradimento. Ps: Il primo e il secondo capitolo sono dedicati a una mia amica che è qui presente in EFP ed è una delle poche persone che commenta la mia storia.
Buona lettura.

 


CIO’ CHE CI RENDE UNITI

 

- Mondo Otaku


-Sono in ritardo!- esclamò Rin percorrendo velocemente la strada che portava fino a scuola.
Le lezioni erano iniziate da dieci minuti e lei era ancora piuttosto lontana dall’arrivo. Non che fosse una novità, essere in ritardo alla prima ora era ormai una routin, eppure ogni volta sembrava come la prima.
Con il respiro affannato e i battiti a mille riuscì finalmente a raggiungere il cortile dell’edificio sperando con tutto il cuore di non essere cacciata fuori dalla classe una volta entrata. Vide un gruppetto di ragazzi che, tranquillamente si dirigevano verso l’entrata, non curandosi di essere in ritardo di ben quindici minuti. Era mai possibile che solo lei si facesse prendere dall’ansia ogni volta?
Si addentrò nel gruppetto come se nulla fosse chiedendosi se anche quel giorno si sarebbe dovuta sorbire la ramanzina dei professori quando, per puro caso, le sue orecchie udirono un frammento di discorso delle due ragazze davanti a lei.
-Per tutti i fulmini, io adoro Ludwig! Soprattutto negli Yaoi con Feliciano!- esclamò una ragazza dai capelli neri raccolti in due grandi codini  e un capello in testa.
-A me piace molto anche Antonio e Gilbert.- fece l’altra ragazza.
-Adoro l’ anime di Hetalia1! Aspetto solo che esca il manga…- continuò la ragazza con il cappello e dalla voce imponente.
Rin rimase allibita dai loro discorsi: prima d’ora non aveva mai incontrato nessuno a scuola che conoscesse l’anime di Hetalia. Si diede un pizzicotto sul braccio per constatare che fosse sveglia e non stesse sognando.
Un fastidioso picchio gli pervase il braccio: sì, era sveglia e davanti a lei vi erano due ragazze appassionate di Anime e manga.
-HETALIA E’ UN ANIME FANTASTICO!- urlò lei di punti in bianco avvicinandosi alle altre due ragazze.
Loro si voltarono sorprese e videro proprio dietro di loro una buffa ragazza con uno strano codino in testa e un sorriso ebete.
-Anche tu lo conosci?- chiese una delle ragazze.
Rin non potette che notare il suo abbigliamento: nonostante fosse una ragazza indossava dei Jeans sformati sicuramente di una taglia più grande, una t-shirt celeste anch’essa larga che nascondeva il seno, ai piedi indossava delle comunissime All-Star nere e infine un cappello sbiadito in tinta con le scarpe. Se non l’avesse sentita parlare probabilmente l’avrebbe scambiata per un maschio eppure, il suo viso, seppur totalmente privo di trucco, era molto delicato con lineamenti decisamente femminili: la sua pelle era leggermente abbronzata, i suoi occhi erano rossi cremisi e dalla bocca si sporgevano leggermente due piccoli canini. Rin capì subito che si trattasse di un demone e avrebbe giurato che sotto il cappello nascondesse due carinissime orecchie a punta. Ma la cosa più strana e forse più interessante fu la cartella di Bakugan che portava fieramente sulle spalle.
-Sì anche io l’adoro!- rispose dopo aver analizzato completamente la ragazza. –Qual è il vostro personaggio preferito?-
-Il mio è Lovino!- rispose lei.
-Il mio invece è Arthur!- rispose poi l’altra ragazza. Lei era vestita con abiti normalissimi, anch’essa era un demone: la pelle era molto scura, i capelli invece erano candidi come la neve e gli occhi erano di un rosso sangue. –Il tuo invece?-
-Anche io adoro Lovino!- rispose Rin con gli occhi lucidi dall’emozione. –La vostra coppia preferita di Hetalia?-
-Gilbert e Elizaveta! Ovvero Prussia e Ungheria- affermò la ragazza con il cappello.
-La mia è Francis e Arthur!- rispose l’altra.
-No! FRUK no! Io la odio quella coppia!- esclamò Rin.
-A me piace! E la tua?-
-USAUK.-
-Lo sapevo!-.
-Ma io non mi sono ancora presentata!- notò Rin dopo tutto il discorso –Io mi chiamo Rin e sono della quarta C, piacere.-
-Io mi chiamo Shinta della terza A, piacere.- si presentò la demone con la pelle scura.
-Io invece sono Souten. Del clan Raiju. Terza L.- fece l’altra stringendole la mano.
-E’ un miracolo aver conosciuto altre ragazze che sono appassionate di Manga e di Anime come me! A scuola non ho mai incontrato nessuno.- ammise Rin.
-Hai ragione è proprio un onore!- affermò Souten.
Le ragazze entrarono nell’edificio e Shinta  dovette salutarle dirigendosi a passo svelto verso la sua classe, così rimasero solo Souten e Rin.
-Spero di rivederti presto. Mi piacerebbe parlare di molti altri Manga con te.- disse la demone sorridendo.
-Vale lo stesso per me. Sono felice di avere un’amica…posso definirti Otaku o ti offendi?-
-No, non mi offendo, anzi! A presto amica Otaku!-
-A presto!-.

Le due ragazze si salutarono e Rin, per un volta, fu davvero felice di essere in ritardo.
Ma la felicità di aver incontrato una sua simile non durò a lungo: appena mise piede in classe, la professoressa le fece una lunga e monotona strigliata e, per chissà quale arcano motivo, gliela fece pure Jaken.
Finita la lezione finalmente potette dedicarsi alla lettura del nuovo numero di Sket Dance, un manga divertente che parla di avventure scolastiche. Alzò l’agenda, ricordandosi di aver custodito il fumetto sotto di essa, ma lì non c’era, era sparito.
Emise urlo di terrore che si espanse per tutta l’aula facendo quasi prendere un infarto al suo compagno di banco.
-Ma che problemi hai?- la rimproverò Sesshomaru.
-Sesshomaru hai visto il mio manga? L’hai preso tu?- Istintivamente lo prese per il colletto della t-shirt e cominciò a scuoterlo violentemente.
Lui le afferrò un braccio e con uno strattone si liberò dalla presa.
-Ma sei impazzita?- esclamò stizzito –Non ho idea di dove cazzo sia il tuo manga!-
-Scusami Sesshomaru, ma lo sai come reagisco quando ci sono di mezzo i miei fumetti.- rispose lei con tono più calmo.
-Lo so, ma invece di agitarti come tuo solito perché non controlli meglio in cartella? Magari l’hai lasciato lì oppure te lo sei dimenticato a casa e sei convinta di averlo portato a scuola. Sei così svampita che non mi meraviglierei.-
-No, io sono sicura di averlo porta…-
non finì la frase perché si accorse che vicino alla finestra, seduto su una sedia, Shippo stava leggendo qualcosa di molto simile ad un manga, il suo manga!
-Shippo!- urlò lei avvicinandosi con estrema velocità.
Lui sussultò alzando gli occhi, ma non fu in tempo a dire una parola che la compagna gli strappo il fumetto dalle mani.
-Come hai osato rubarmelo? E’ mio!- esclamò lei portandosi l’oggetto al petto difendendolo con entrambe le braccia come se fosse suo figlio.
-Scusami Rin, avrei voluto chiedertelo, ma eri così assorta nel parlare con Sesshomaru, Ayame e Kagome che non ho voluto disturbarti, allora l’ho preso un attimo in prestito…- si giustificò lui sperando di placare la sua ira –Sai, anche io leggo manga.-
-Davvero?- chiese stupita Rin così interessata da dimenticare del tutto l’accaduto.
-Sì, io leggo Hunter Hunter e a volte seguo One piece e Naruto in televisione.-
Non avrebbe mai pensato che anche Shippo, il suo tranquillo e pigro compagno, avesse degli interessi simili ai suoi. In realtà, pensandoci meglio, non avevano mai avuto l’occasione di conoscersi meglio o forse non ci avevano mai provato, ma meglio tardi che mai.
-Wow! Non pensavo che anche tu fossi un Otaku!- esclamò lei, rendendosi conto che era già la seconda persona che aveva incontrato quella mattina.
-Adesso non esagerare, io seguo qualche anime e leggo qualche manga per rilassarmi, non sono fissata come te!- si chiarì il demone volpe.
-Vuoi vederne altri? Ce li ho in cartella.- propose poi la ragazza.
Shiippo la seguì fino al suo banco e lei estrasse altri quattro manga dallo zaino.
-Questo è Fairy Tail, questo Full Metal Alchemist, questo meglio che non lo guardi perché è uno Yaoi, poi abbiamo Air Gear e per ultimo, quello che hai già visto, Sket Dance.-
-Forte…-

Shippo analizzò attentamente i fumetti: sembravano molto interessanti ma non ne conosceva manco uno.
-Non leggi One Piece?- chiese poi.
-Sì, ma io non lo colleziono, di solito me lo presta un mio amico, ha tutta la serie completa originale e se osi rovinargliene uno ti ammazza.-
-Siete proprio fanatici.-

-Shippo, non dirmi che anche tu sei fissato come Rin?- chiese tutto d’un tratto Sesshomaru, che era rimasto seduto accanto a loro tutto il tempo.
-Ovvio che no, però alcuni anime e manga sono molto divertenti!- rispose lui poggiando delicatamente i fumetti sul banco della compagna. Meglio stare attenti, non si sa mai in che demone possa trasformarsi se gliene avesse danneggiato uno.
-Anche io seguo il manga di One Piece, seguo anche l’anime di Naruto, Dragon Ball e ovviamente Pokémon.- spiegò Sesshomaru.
-Ecco perché andate così d’accordo voi due!- affermò il demone volpe lasciandosi scappare una risata.
-Ovvio! Ma a proposito di Pokémon, io fino a due anni fa giocavo al gioco di carte.- disse poi Rin.
-Oh cavolo, la mia infanzia!- fece nostalgico il demone volpe.
-Io ho ancora i mazzi di Yu-Gi-Oh!- aggiunse Sesshomaru.
-Anche io! Ho conservato un sacco di carte! Bei tempi!- esclamò Shippo.
-Tu giochi ai videogiochi, Shippo?- chiese la compagna.
-Ovvio che sì!- rispose lui a gran voce.
-Sono così felice che anche tu sia appassionato di queste cose!- cinguettò la ragazza.
-Benvenuto nel Club, amico.- aggiunse il demone cane accennando un sorriso.
-Ora che ci pensò…- affermò poi Rin –Stamattina ho incontrato una ragazza anch’essa Otaku o almeno è appassionata di Anime e Manga.-
-E come si chiama?- chiese Shippo.
-Souten.-
 


- TEATRO


Souten aprì il manga leggermente, stando ben attenta a non rovinare le pagine, annusò a pieni polmoni l’odore acro e invitante della Kina e, inebriata da quel coinvolgente profumo, cominciò a leggere. In classe regnava il solito caos causato da un forte chiacchiericcio, qualche urlo di tanto in tanto, canzoni strane che partivano da chissà dove e rumori di oggetti lanciati qua e là. Ma lei non ci fece minimamente caso, tutta la sua attenzione, in quel momento, era dedicata alle Pretty Cure. Quando leggeva, il mondo intorno a lei spariva, la sua mente si proiettava all’interno della storia, come se ne facesse parte e, doveva ammettere, che molte volte sognava di poter entrare in un manga per non uscirne mai più.
 
Inuyasha: Hey autrice! Ma la ragazzina si sta rendendo conto che è realmente in un manga?
Shippo: Veramente si trova solo nell’anime perché è un personaggio filler.
Inuyasha: Ah ok. Em…ritorniamo alla storia, vi va?
 
-Hey Souten, cosa stai leggendo?-
Un suo compagno le strappò il fumetto dalle mani cominciandolo a sfogliare a casaccio. Souten si trattenne dal ridurlo in un mucchio di cenere e cercò di usare le buone maniere.
-Per favore Ideki, restituiscimi il manga, lo stavo leggendo.- lo pregò con tranquillità.
-No, lasciamelo guardare ancora un po’- rispose lui secco.
-Per favore…- continuò lei.
-Perché, senno che mi fai?-
-Restituiscimelo...e non strapazzarlo così o lo romperai.-

Il ragazzo, in tutta riposta, prese una pagina e fu in procinto di strapparla.
Souten si alzò di colpo dalla sedia e, una volta raggiunto, si riprese il suo manga e spinse il compagno facendolo cadere a terra.
-TU SEI PAZZA!- urlò lui –E’ solo uno stupido e inutile giornalino! Non c’era bisogno di farmi male! Sei proprio un maschiaccio psicopatico!-.
Dettò ciò, si rimise in piedi e se la diede a gambe.
Lei però non fece caso alle sue pesante offesa, oramai ne era abituata. Per carità, andava molto d’accordo con i suoi compagni, ma a volte, alcuni di loro si divertivano a prenderla in giro sul suo abbigliamento mascolino e sulle sue “strane” passioni. Spesso si era ritrovata a correggere la gente sul suo vero sesso che la scambiava per un ragazzo e ancora più spesso dovette spiegare che i suoi hobbies non erano affatto infantili. Inizialmente le dava fastidio tutto ciò, pensando che le persone intorno a le fosse ottuse e maleducate ma, con il passare degli anni, tutto ciò non la toccò più, come se si fosse creata una barriera protettiva intorno a sé.
Eppure, non ci si può difendere da ogni cosa negativa e questo lei lo sapeva bene.
Dopo pochi minuti il professore entrò in classe e tutti gli alunni si accomodarono ai loro rispettivi posti cessando definitivamente di chiacchierare.
-Hai studiato per la verifica?- le chiese la sua compagna di banco.
-Più o meno…spero che basti a prendere una sufficienza.- rispose Souten in tutta sincerità –E tu?-
-Secondo te?- fece sarcastica l’altra.
-Conoscendoti, assolutamente no…-
-Posso contare sul tuo aiuto?- le chiese poi la compagna, esibendo un musetto da cane bastonato.
-Non lo so…- scherzò facendo finta di pensarci su.
-Ti prego! Con le tue arti magiche da demone sei bravissima a passare le risposte!- confessò.
-Grazie per il complimento e comunque certo che ti aiuterò!-
-Grazie, sei una vera amica.-
L’insegnante si avvicinò alla cattedra ma, prima che potesse esprimere qualunque concetto, qualcuno bussò alla porta.
Kaede varcò la soglia sfoggiando il suo dolcissimo sorriso da vecchietta simpatica e si diresse verso l’altra donna con dei fogli in mano.
-Ragazzi, è arrivato un avviso: da settimana prossima, ogni lunedì inizierà il corso pomeridiano di Teatro. L’anno scorso era dedicato solo alle terze, quarte e quinte, da quest’anno invece, sarà accessibile a tutte le classi.- informò loro la bidella. –Chi fosse interessato me lo dica subito.-
Un forte mormorio cominciò a diffondersi nella classe, tra alunni che chiedevano ad altri se avrebbero partecipato e alcuni invece che si limitavano a dissentire aggiungendo qualche critica tipo: “il teatro è da sfigati!”, ma nessuno si fece avanti.
-Io vorrei partecipare!-
Souten, alzò la mano decisa della sua scelta.
-Come ti chiami?- le chiese Kaede.
-Souten Raiju.- (OMG! Per la prima volta vediamo un personaggio con un cognome!)
-Classe?-
-Terza L.-
-Bene Souten, vedo che sei l’unica. Lunedì prossimo inizieranno i corsi. A rivederci.-
E la bidella uscì dalla classe.
-Non pensavo ti piacesse teatro.- le disse poi l’amica.
-Sì, lo adoro.-
Non solo lo adorava, il teatro l’aveva aiutata in un momento di grande difficoltà.
 
FLASHBACK (questa volta necessario).
Souten corse incontro all’amico. Il respiro era affannoso e il cuore batteva a mille, ma non era solo dovuto alla corsa bensì al pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere.
-Kaito!- lo chiamò con il poco fiato che le era rimasto.
-Vattene!- gridò lui –Si può sapere cosa cazzo vuoi da me?-
-Perché mi tratti così? Cosa ti ho fatto?-.
In un solo giorno, il suo migliore amico, aveva deciso di odiarla. Quello che per lei era la persona più importante del mondo ora sembrava essere suo nemico. Ma perché? Perché tutto d’un tratto ha cominciato ad evitarla e riempirla di insulti?
-Perché sei una perdente, uno scherzo della natura!-
Quelle parole la fecero vacillare per un secondo, non poteva credere alle sue orecchie, avrebbe voluto andarsene, scappare da tutto quel dolore, ma doveva sapere.
-Noi siamo amici!- urlò lei con le lacrime che sgorgavano dagli occhi.
-Noi non siamo amici e non lo saremo mai, Capiscila! I miei amici non sono bambini che guardano i Pokémon…-
-Come puoi dire tutto ciò? Perché…-
- Hai rotto proprio il cazzo adesso! Sei solo una neonata!-
-Noi eravamo amici! Siamo amici!- Souten prese il ragazzo per la manica della giacca. –Ne abbiamo passate così tante insieme, ci siamo sempre sostenuti a vicenda, anche se a volte discutevamo, tu eri sempre quello che voleva fare pace per primo…tu…-
Kaito strattonò il braccio con forza liberandosi dalla presa per poi spingere l’amica lontano da lui.
-Eh basta sparare cazzate più grandi di te! Tu non piaci a nessuno, non ti vuole nessuno, capiscila!-
Quelle parole la colpirono come una centinaia di pugnalate. Cadde a terra, in ginocchio, le lacrime le solcarono il viso, tutto attorno si fece sfocato, sentiva il suo corpo pesante, si sentiva sprofondare, non desiderava altro che potersi svegliare, magari nel suo letto e pensare che fosse stato solo un incubo per poi ricevere un suo dolcissimo messaggio del buongiorno.
Eppure lui era lì, dinnanzi a lei, che la guardava soffrire e rideva, si stava divertendo.
-Non sai più cosa rispondere bella bambina? Bella…si fa per dire-
Lui continuava ad umiliarla, sempre più crudele e lei, ad ogni sua parola, avrebbe voluto scomparire.
-PERCHE’?!- gridò tra mille singhiozzi –NON FARMI QUESTO!.-
Forse per disperazione, si aggrappò a un lembo dei suoi pantaloni, ma lui ovviamente la scansò.
-Lasciami in pace, non ti voglio più vedere! E se oserai scrivermi o chiamarmi ancora, ti vengo a cercare a casa.-
Detto ciò se ne andò lasciando lì, in ginocchio, disperata, sull’orlo della disperazione.
 
Quello fu in assoluto il giorno peggiore della sua vita. E questo ricordo, che bruciava ogni qual volta se lo ricordasse, non l’avrebbe mai abbandonata. Una lacrima le sfiorò la guancia, dopo tutti quegli anni, quel maledetto voltagabbana la faceva ancora piangere. Per colpa sua, aveva trascorso un periodo d’inferno: non voleva uscire di casa, non voleva vedere nessuno, rimaneva in camera sua, a piangere, sperando che un giorno, come per magia, il dolore svanisse nel nulla, ma non fu così. Aveva temuto il peggio, aveva perfino pregato di morire, ma non era finita, lei lo sapeva, c’era ancora un speranza.
E questa arrivò.
In terza media, lo stesso anno in cui il suo ex-migliore amico l’aveva tradita conobbe il teatro. Non vi fu un vero e proprio motivo per cui vi partecipò, ma lo fece. Non ci fu scelta migliore: quell’arte così particolare e coinvolgente l’aveva aiutata a rinascere, a voltare pagina e a ritornare a vivere. Doveva molto al teatro, moltissimo. Finalmente riuscì a sfogare la sua rabbia, la sua delusione, il suo dolore. Riuscì a conoscere meglio sé stessa e a recuperare quel poco di fiducia che non ebbe più negli altri. Fu un vero miracolo.
Ecco perché lo amava, ecco perché voleva partecipare.
 
Arrivò il giorno tanto atteso. Souten entrò nella palestra in cui si doveva svolgere la prima lezione.
Ricordò di aver assistito, l’anno prima, ad uno spettacolo ed era rimasta colpita. L’insegnante sembrava un donna molto seria e gentile, mentre gli “attori” erano stati davvero bravi.
Si sedette su una delle panchine di legno ed osservò i pochi alunni che erano già presenti: non ne conosceva manco uno, ma forse, sarebbe stata un’opportunità in più per poter fare nuove amicizie.
Continuò a guardarsi attorno quando sentì in lontananza una voce a lei famigliare, di cui però non riuscì a riconoscere.
A quella se ne aggiunsero altre che insieme si stavano avvicinando, lei voltò lo sguardo verso la porta e finalmente vide chi aveva varcato la soglia.
Souten sgranò gli occhi dallo stupore accorgendosi della persona prostrata dinnanzi a lei.
-RIN!- urlò alzandosi dalla panchina per poi correrle in contro.
Lei voltò velocemente lo sguardò e, con meraviglia, le regalò un sorriso carico di emozione.
-SOUTEN!- fece saltandole al collo.
Rin, la sua nuova amica Otaku, faceva teatro.
Era un miracolo!
-Anche tu fai teatro?- chiese Souten euforica.
-Certo! Non mi hai visto allo spettacolo dell’anno scorso?- rispose lei.
-Ecco dove ti avevo già vista!- esclamò lei, rendendosi conto che il suo viso non era mai stato del tutto sconosciuto –Che bello vederti qui!.-
-Anche io sono felice e…- Rin non riuscì a finire la frase che qualcuno la tirò per la manica della t-shirt tossendo ripetutamente.
-Non mi presenti alla tua amica?- chiese un buffo nanetto verde.
-Oh perdonami. Souten ti presento Jaken. Jaken lei è la ragazza di cui ti parlavo, quella che è appassionata di Manga e Anime come me!.-
-Oh Kami! Scappa finche sei in tempo, o la qui presente Rin ti scartavetrerà le palle con i suoi manga e robe simili.- l’avvertì Jaken. –Comunque è un piacere fare la tua conoscenza, Souten.-
-Non ti preoccupare io e Rin andremo sicuramente d’accordo ma…ma io ti ho già visto!- fece lei ricordandosi il suo viso –Tu sei quello che nello spettacolo dell’anno scorso faceva finta di essere ubriaco! Sei stato fantastico!-
-Già.- confermò Rin –Jaken si è preso tutti gli applausi, è davvero bravo.-
-Basta ragazze con i complimenti! O mi mettete in imbarazzo!- scherzò Jaken assumendo un’aria superba.
-Ciao ragazzi!-
Una voce ben conosciuta giunse alle orecchie di Jaken e Rin.
-Nazuna…eccoti qua finalmente.- disse la sua compagna di classe –Ti presento Souten, una mia amica.-
-Piacere io sono Nazuna!-
-Ma sei un maschio o una femmina?- chiese poi la ragazza senza ritegno.
-BRUTTA IDIOTA MA CHE DOMANDE FAI?! RIN TI HA APPENA DETTO CHE E’ UNA SUA AMICA!- le urlò contro Jaken entrando nella sua solita modalità.
In quel momento un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi scuri entrò in palestra con passo deciso.
-Hey ragazzi!- fece lui.
-Suikotsu! Non pensavo facessi ancora teatro…- confessò Jaken, che ebbe seriamente sperato di non rivederlo.
-Ho deciso di venire alla fine…ma Sesshomaru dov’è?-
Suikotsu era un vecchio compagno e “amico” di Sesshomaru ed erano stati in classe insieme per ben tre anni, per la “felicità” di quest’ultimo.
-Quest’anno ha deciso di non venire…- rispose Rin –Ha detto che forse parteciperà l’anno prossimo.-
-Meglio così…quello scemo!- mentì Suikotsu non convincendo nessuno.
Dopo di che, anch’esso si presentò a Souten e, il gruppetto cominciò a conversare, chiedendosi quale tema avrebbero trattato quest’anno, sui loro interessi e altro ancora. Nazuna cercò di introdurre nel discorso la sua passione per i cavalli ma Jaken la fece zittire dopo solo trenta secondi.
-OH PER TUTTI I KAMI! Ma chi è quel ragazzino??!- esclamò di punto in bianco Rin, indicando un ragazzo mingherlino e dall’aria innocente seduto solo soletto sulla panchina.
-Io non l’ho mai visto…-ammise Souten.
L’amica si avvicinò al ragazzo seguita poi da tutto il gruppo.
-Ciao!-
Il ragazzino, che era immerso nella lettura di un libro, alzò lo sguardo.
-Ciao!- rispose.
La sua voce era molto strana: era dolce ma allo stesso tempo roca, molto probabilmente era in piena fase di crescita e si stava facendo più grave.
-MA QUANTO SEI CARINO!- sbottò Rin pizzicandogli una guancia –Come ti chiami?-
-Sota…- rispose lui massaggiandosi il punto in cui era stato toccato –Sota Higurashi…-
-Higurashi?- ripetette Jaken –Conosci una certa Kagome Higuarashi?-
-Certo, è mia sorella!-
Jaken, Nazuna e Rin rimasero a bocca aperta.
-Oh cavolo! Lei è una nostra compagna!- esclamò Rin.
Successivamente tutti loro si presentarono a Sota. Lui, che era solo in prima superiore, era il più piccolo del gruppo, ma nonostante ciò era molto maturo per la sua età. Calmo e tranquillo, riusciva a non reagire alle moine di Rin e ai suoi pizzicotti.
Souten guardò i suoi nuovi compagni di teatro: Rin, Jaken, Suikotsu, Sota e Nazuna. Soggetti molto strambi, vivaci, allegri e socievoli. Sebbene li conoscesse da dieci minuti, esclusa la sua compagna Otaku, si sentì a suo agio con loro, riusciva già a ritenerli suoi amici e seppur non capendone il motivo sentiva di potersi fidare di loro.
Doveva molto al teatro, ora ne era certa.
 


- DURANTE L’ORA DI MATEMATICA


La professoressa estrasse un grosso pacco di fogli dalla sua valigetta e lo poggiò sulla cattedra.
-Vi ho riportato le verifiche di settimana scorsa.- esclamò.
In classe cominciò a formarsi il solito chiacchiericcio carico di tensione. Gli alunni era ormai a conoscenza dell’ordine in cui la loro professoressa di matematica distribuiva i compiti, ovvero in ordine di voto, dal più alto al più basso e ciò aumentava l’ansia delle povere vittime sedute dinnanzi a lei.
I primi che chiamò furono sempre gli stessi:  Yura con una splendida verifica da 9 e Bankotsu per secondo, voto 8.
Il ragazzo esultò eseguendo qualche salto mortale fino alla cattedra.
-Bankotsu non esagerare.- lo riprese l’insegnante alzando gli occhi al cielo.
Poi fu il turno di Ayumi che prese 8, insieme a Shippo, Kagura e Tsubaki. Le due ragazze si diedero un bel cinque di vittoria e ritornarono ai loro posti.
-Inuyasha…7- continuò la professoressa.
L’alunno lanciò un grido di trionfo e si alzò dalla sedia gettando le mani in aria.
-Sono il migliore!-
-Calmati Inuyasha, non fare il solito casinista.-
lo rimproverò la donna.
-Quanto sei idiota…- si lamentò Ayame scuotendo il capo.
La tensione aumentò, molti sperarono di essere i prossimi nella lista, ma nulla era scontato in quel momento.
-Sango…7- continuò –Poi abbiamo…Rin e Sesshomaru sempre 7-
I due si alzarono all’unisono dandosi il pugno.
-Bel lavoro, socio!- esclamò Rin.
-Bel lavoro, socia!- rispose lui.
I prossimi a essere chiamati furono coloro che ebbero preso 6: i primi furono Koga e Miroku che, alzandosi vittoriosi, si diressero a braccetto verso la cattedra.
-Te l’ho detto che copiare da Sango e Kagura ci avrebbe alzato il voto!- sussurrò Miroku all’amico.
Poi vennero chiamati Yuka, Kagome ed Eri che presero sempre lo stesso voto. I compagni rimasti pregarono che le ultime furono tutte sufficienze, o almeno la maggior parte, ma sfortunatamente non fu così.
-Ora passiamo alle insufficienze…- informò spegnendo quell’ultimo barlume di speranze nei loro cuori. –Kanna, Nazuna, Jakotsu, Ayame e Kikyo avete preso 5.-
Gli alunni ritirarono il loro compiti a testa bassa.
-Cazzo! E pure abbiamo copiato quasi tutta la verifica di Yura!- sussurrò Kikyo a Jakotsu e Ayame. Le due annuirono piuttosto deluse.
-E infine…- concluse poi la professoressa –Come al solito…Jaken…hai preso 4…- il suo tono fu molto triste, sapendo benissimo che il ragazzo non era per nulla portato nella sua materia e i suoi voti erano sempre gli stessi.
Il piccolo demone arrancò fino alla sua verifica e con disprezzo e rassegnazione la osservo: aveva lasciato in bianco parecchi esercizi e i pochi che aveva fatto erano pieni di cancellature rosse.
-Mi spiace Jaken…- disse Ayumi carezzandogli la testa pelata.
-Non ti preoccupare, tanto ci sono abituato, sono una schiappa in matematica.- rispose lui sospirando.
-Se vuoi ti posso aiutare! Vedrai che se facciamo gli esercizi insieme, andrai meglio!-
-Lo credi davvero?-
chiese il demone a cui si illuminarono gli occhi. Forse c’era ancora speranza.
-Certo che sì!- rispose la compagna con un gran sorriso.
-Grazie Ayumi! Sei la migliore!- la ringraziò lui tentando di abbracciarla.
Lei si lasciò stringere sperando che non passasse oltre. Ma Jaken si limitò a darle un bacio sulla guancia, cosa che lei apprezzò, in fondo, nonostante Jaken fosse solo un amico, adorava tutte quelle coccole e attenzioni.
La lezione finì e non appena la professoressa mise piede fuori dalla classe si scatenò il solito delirio. Jaken, si avvicinò ai due suoi amici e, sedendosi sul banco, cominciò a sospirare sempre più depresso.
-Eh dai Jaken, recupererai!- esclamò Rin avendo subito afferrato la causa del suo malessere.
-MA COSA? Lo sai benissimo che ho un blocco! Anche la professoressa dell’anno scorso me l’ha detto, ricordi? Ha detto che io e la matematica siamo come l’acqua e l’olio!-
-Sì, ma ci sarà un modo per farti prendere una cazzo di sufficienza!-
-Sì…un miracolo!-

-Copia.- consiglio Sesshomaru preponendo per la soluzione più semplice.
-No…lo sai che io non sono così…- rispose subito Jaken rifiutando. –Io mi chiedo come fate voi a prendere sempre bei voti! Non mi sembrate poi così attenti. Insomma, ma che fate voi durante l’ora di matematica per essere così bravi? Qual è il vostro metodo?.-
Sesshomaru e Rin si guardarono per pochi secondi e poi sorrisero.
 
FLASHBACK
Cosa fanno Sesshomaru e Rin durante l’ora di matematica?
Scopriamolo subito.
Lezione 1
-Maledetto Darth Vader, morirai!-
-Aahahahah! Mi spiace Luke Skywalker, ma sarai tu a morire oggi!-
Rin, (che interpretava Darth Vader) sguainò il suo micidiale evidenziatore rosso e cercò di colpire il suo rivale Sesshomaru (ovvero Luke Skywalker)  che, con estrema velocità, parò il colpo con il suo fedelissimo evidenziatore verde.
I due intrapresero una dura lotta a colpi di pennarelli e, ogni volta che le loro armi si scontravano questi emettevano strani versi imitando il suono delle spade laser di Star Wars.
Il loro duro e violento scontro però non durò a lungo perché la professoressa, che prima era girata di spalle scrivendo alla lavagna, si era appena voltata verso di loro e i due dovettero nascondere gli evidenziatori rapidamente.
-Sarà per la prossima volta Skywalker, oggi ti è andata bene.- recitò Rin guardando fissa davanti a sé per non destare sospetti.
-Al prossimo scontro, Vader, ti ucciderò.- rispose Sesshomaru con fermezza.
Fecero finta di seguire la lezione, guardavano la professoressa senza alcun interesse e, appena questa si girò, ritornarono a parlare.
-Hey mi è venuta un’altra idea.- esordì il demone –Prendi altri due evidenziatori.-
Rin estrasse dall’astuccio uno giallo e uno arancione, Sesshomaru prese quello arancione e, insieme a quello verde, se li portò ai capezzoli.
La ragazza lo imitò e, non appena il compagno le diede il via, i due cominciarono a muoverli velocemente creando dei piccoli cerchi.
L’insegnante si voltò nuovamente vero la classe e i due, con uno scatto fulmineo, cessarono immediatamente la loro, possiamo definirla, danza e ritornarono composti.
Lezione 2
La professoressa era uscita dalla classe per pochi minuti e nel frattempo aveva affidato agli alunni delle equazioni da risolvere.
Ma Rin aveva ben altro da fare.
-Basta foto basta! Calmatevi miei adorati fan!- esclamò portandosi una mano sul capo e con l’altra facendo finta di respingere la folla di fan.
-Potresti smetterla di giocare con la mia coda?- le chiese Sesshomaru piuttosto scocciato.
Odiava quando qualcuno usava la sua coda per divertirsi.
Rin difatti, aveva messo gli occhiali da sole, aveva legato i capelli in una specie di chignon e aveva indossato il folto e morbido pellicciotto del demone come scialle.
-Ti prego, facciamoci una foto!- esclamò lei non badando minimamente alle sue parole.
Prese subito il cellulare e la portò dinnanzi a sé, dopo di che scattò la foto.
-Fammi vedere.- ordinò il compagno strappandole l’apparecchio dalle mani. Nella foto Rin aveva un’espressione piuttosto buffa: senza aver mutato il suo aspetto, aveva chiuso le labbra in un bacio e formato una V con le dita. Sesshomaru invece, aveva semplicemente fatto la sua solita faccia seria, alzando però un sopracciglio che dava un aria piuttosto sexy al tutto.
-Ah, quanto siamo gnocchi!- esclamò la ragazza soddisfatta del Selfie.
-Per forza.- rispose lui.
 
Lezione 3
-Io non ho ancora capito: tu sei vergine oppure no?- chiese Sesshomaru alla sua compagna di banco.
Quando le porse la domanda lei aveva divagato raccontando un riassunto di una storia che non aveva minimamente capito.
-Te l’ho detto.- rispose lei cercando di essere più chiara –Io sono mezza vergine!-
-Ma è impossibile!- esclamò il demone sempre più confuso –Non si può essere vergine per metà!-
-E invece sì! Adesso ti spiego tutto.-
Era ovviamente lezione di matematica e la professoressa aveva di nuovo assegnato loro degli esercizi che, una volta completati, avrebbero corretto alla lavagna. I due eseguirono tutti gli esercizi più velocemente possibile così da avere tutto il tempo per poter fare le loro solite conversazioni tanto interessanti e coinvolgenti.
-Allora…- cominciò Rin cercando di riordinare bene le idee così da non complicare ancor più la vita del suo amico. – Io ero fidanzata con un ragazzo l’anno scorso, si chiama Sora, non siamo stati insieme molto, se non sbaglio la nostra storia è durata credo…due settimane…forse meno. Insomma, io a quei tempi ero fissata con il voler perdere la verginità prima dei diciotto anni. Sai che i ragazzini stupidi ritengono che sia da sfigati perdere la verginità dopo i diciotto ecco, uno dei miei amici fa parte di loro e mi ha traviata. Così io chiesi al mio ex-ragazzo anzi, posso pure affermare che l’ho quasi obbligato, a fare sesso con me! Solo che nell’atto, io ho perso sangue, come è giusto che sia, ma il rapporto non è stato completo, per niente! E qnon è fare sesso…quindi, io mi reputo mezza-vergine proprio per questo.-
Sesshomaru rimase tutto il tempo in ascolto annuendo di tanto in tanto. Quella storia d’amore fu la più assurda e allo stesso tempo interessante che avesse mai ascoltato.
-Ma poi perché lo hai lasciato?- chiese, una volta che lei avesse terminato.
-Ho capito che in realtà non provavo nulla per lui, solo attrazione fisica…forse…-
-Ma fammi capire una cosa…- Sesshomaru non aveva molto ben chiaro il tempo in cui avvennero i fatti. –Tu hai detto di essere stata insieme a lui per meno di due settimane, quindi dopo quanto lo avete fatto? Una settimana?.-
Rin distolse lo sguardo piuttosto imbarazzata.
-Veramente gliel’ho data dopo quattro giorni…- ammise vergognandosi di se stessa.
Vide il suo compagno sgranare gli occhi dallo stupore. In fondo, se l’avesse reputata una ragazza facile se non una puttana, non avrebbe avuto tutti i torti. Lei, per uno stupido capriccio, aveva usato un povero ragazzo innamorato e in aggiunta considerò la sua verginità come un inutile scarto, qualcosa da cui liberarsi al più presto, anche col primo che capita e solo dopo un anno si rese conto di quanto avesse torto, di quanto fosse stata stupida, egoista e infantile. Se Sesshomaru l’avesse offesa o criticata, lei non lo avrebbe di certo biasimato.
-Sei un mito!- esclamò lui sfoggiando un sorriso pieno di ammirazione.
-Cosa?- esclamò lei presa sotto gamba.
-CHE GASARE! Sei il mio nuovo idolo! Tutte le ragazze dovrebbero essere come te!- continuò lui dandole il cinque.
-Davvero?- Rin non sapeva se essere offesa o lusingata, fatto sta che tutti qui complimenti la fecero arrossire.
-Certo! Io ti ammiro per questo tuo gesto.- ammise in fine il demone scoppiando a ridere.
-Beh grazie…-
-E se mai avessi intenzione di perdere anche l’altra metà della tua verginità…- l’amico le prese un ciocca di capelli e la guardò intensamente negli occhi con la sua solita espressione sensuale che aveva un unico scopo. – Io sono disponibile…-
Le sue guance diventarono completamente rosse e rimase immobile a fissarlo sbigottita chiedendosi se stesse scherzando o meno, ma poi, pensandoci meglio capì che non aveva importanza e gli sorrise maliziosa.
-Interessante…potrei anche prendere in considerazione la tua offerta…- rispose alzando un sopracciglio.
Lui le fece l’occhiolino e, come se nulla fosse accaduto, continuarono a raccontarsi le loro storie divertenti.

Lezione 4
Sesshomaru scorreva il dito sul quaderno indicando i vari passaggi di una disequazione.
-Ok, ora te lo spiegherò meglio, lo so che non è semplice all’inizio, ma poi diventerà meccanico.-
Rin annuì pendendo unicamente dalle sue labbra, era molto importante che lei imparasse la lezione.
Il demone fece un lungo respirò e poi cominciò:
-Se io ho un Blastoise e devo battermi contro uno che ha un Venosaur ovviamente parto svantaggiato, ma non è detto. Alcuni Pokémon possono imparare mosse, tramite le MT, di un elemento diverso dal loro che, se hai fortuna, servirà per “difendersi” dai Pokémon che avranno attacchi superefficaci contro il tuo. Come ti stavo dicendo, se io insegno a Blastoise geloraggio, questo potrà difendersi benissimo da Venosaur che è di tipo erba. Ovviamente contro un Elektrabuzz sarà molto più svantaggiato, anche perché non credo che possa imparare mosse di terra…Ad ogni modo, spero tu abbia capito.-
-Sì, ho capito benissimo SENSEI*!-
I due avrebbero dovuto seguire la lezione, ma i Pokémon non venivano secondi a nessuno. Bastò mettere un quaderno pieno di appunti sul banco e far finta di spiegare un esercizio per non destare sospetti e non essere rimproverati dalla professoressa.
-Ma non è finita!- continuò “l’insegnante” –Le mosse vanno insegnate nel modo più corretto. Ovvero, se un Pokémon ha un attacco elevato rispetto all’attacco speciale ovviamente bisogna insegnarli mosse fisiche e non speciali, anche se tolgono di meno. La stessa cosa se il Pokémon avesse più attacco speciale. E ricorda, è sempre saggio insegnare mosse di diverso tipo e puntare molto sulla strategia: se è possibile usare mosse che aumentano l’attacco, la difesa e soprattutto la velocità,  e non prenderle sotto gambe come fanno molti. Lo stesso vale per le mosse che infliggono status, sono molto utili a volte!-
Rin rimase colpita dalla sua immensa conoscenza tanto che quasi si prostrò ai suoi piedi venerandolo.
-Oh Sesshomaru, mio caro Sensei, sei così esperto! Ma come fai a sapere tutti i segreti di uno scontro Pokèmon?-
-Anni e anni di allenamento, una grande passione e tanta pazienza. Un giorno io diventerò il più grande allenatore di Pokémon della storia, non come quello sfigato di Ash che libera i suoi Pokémon a caso.- rispose lui fiero e soprattutto convinto delle proprie parole.
-Ne sono sicura! Sei un vero genio!- rispose lei esternando tutta la sua devota ammirazione.
-Ricorda i miei insegnamenti Rin. Devi essere onorata che io abbia condiviso il mio sapere con te.-
-Lo farò di certo Sensei. Grazie.- lo ringraziò lei unendo le mani e facendo un leggero inchino.
 
LEZIONE 5
Rin aveva un dubbio che la tormentava da tempo e non aveva mai avuto occasione di poterselo togliere, ma ora era giunto il momento di sapere la verità.
-Sesshomaru c’è una domanda che avrei voluto farti da tempo.- esordì lei catturando l’attenzione di quest’ultimo.
-Dimmi.- fece lui con curiosità.
-Ma perché ti trucchi gli occhi? Usi un eyeliner, una matita? Insomma, io ti immagino tutte le mattine prima di venire a scuola che ti sistemi davanti allo specchio…-
Sesshomaru non fu affatto sorpreso della domanda visto che molti altri prima di lei gliel’avevano posta.
-Rin, è giunto il momento che io ti dica la verità.- rispose lui serio.
Fece una piccola pausa creando una certa tensione e curiosità nella compagna.
-Io sono omosessuale.- ammise infine con estrema disinvoltura.
Rin rimase qualche secondo a fissarlo, piuttosto spaesata dalla risposta.
-MA CHE CAZZO STAI DICENDO IDIOTA? Non prendermi in giro!- esclamò poi dandogli un lieve spinta.
Sesshomaru scoppiò a ridere divertito.
-E io che pensavo ci cascassi! Mi racconti sempre che molti dei tuoi amici sono omosessuali pensavo mi credessi. Comunque, il motivo del trucco sugli occhi, che applico ogni giorno con un eyeliner rosso (non chiedermi la marca, uso quello di mia madre), è semplicemente perché simboleggia potere e nobiltà, almeno in un uomo. Io che provengo da un clan piuttosto potente e rinomato è normale che mi trucchi, anche mia madre e molti altri demoni lo fanno.-
-Capisco…beh, ora che ci penso anche quel Naraku aveva gli occhi truccati…ma perché Inuyasha invece non lo fa?-
-Perché è solo un debole mezzo demone- rispose questa volta sussurrando per non farsi sentire dal compagno e dal suo udito finissimo.
-Oh wow! Devo dire però che lo applichi davvero bene, nemmeno una sbavatura!- ammise la ragazza studiandogli le palpebre.
-Questione di allenamento…posso truccare anche te se vuoi…-
-Ok, questo era davvero troppo gay!- esclamò Rin ridendo.
-Già, hai ragione…- fece lui per poi unirsi alla risata.
Dopo l’appello, iniziò una lunga e noiosa lezione che sembrò durare un’eternità, l’aria si fece pesante e la noia incombette sulla povera Rin, che per natura, doveva sempre fare qualche cosa che la divertisse almeno un po’.
Sesshomaru invece si limitò ad ascoltare la spiegazione, distraendosi di tanto in tanto perso nei pensieri. Cominciò a prendere qualche appunto, così da non stare fermo immobile senza far nulla, quando sentì qualcosa di umido e freddo toccare il suo braccio sinistro. Istintivamente lo ritirò per poi guardare la sostanza che era finita sopra: saliva. In quel preciso momento sentì una risatina divertita provenire di fianco a lui e appena voltò lo sguardo vide Rin ridacchiare sotto i baffi.
-Questa è la tua saliva?- chiese pur sapendo già che apparteneva al lei.
La compagna, in risposta, scoppiò a ridere.
-Scusami Sesshomaru, ma mi stavo annoiando e così…-
-E così hai deciso di leccarmi il braccio?! Ti sembra una cosa normale?! Cazzo che schifo.- esclamò lui furioso per poi pulirsi sul quaderno dell’amica.
-Ok, scusami, non lo farò più.- si scusò lei abbassando lo sguardo.
Il demone cane preferì lasciar perdere e ritornare ai suoi appunti. Dopo qualche minuto, in cui non era riuscito a scrivere più nulla perché assorto nei suoi pensieri, avvertì una presenza che si stava pericolosamente avvicinando a lui.
Con la coda dell’occhio vide Rin che stava avvicinando la lingua piena di saliva al suo viso.
“Questa è pazza!” pensò prima di poggiarle una mano sul viso allontanandola da sé.
Lei si dimenava cercando si scansare la mano dalla sua faccia usando entrambe le braccia e graffiandolo, ma Sesshomaru, essendo molto più forte di lei, non si mosse di un millimetro.
-Eh dai, lasciati leccare, mi sto annoiando a morte!- fece lei con la faccia schiacciata dal compagno.
-Ma col cazzo! Togliti!- urlò lui continuando a tenerla lontana.
Eppure la ragazza non voleva saperne di fermarsi e continuava ad insistere nel leccarlo, tant’è che riuscì a sbavargli su una mano ma lui riuscì velocemente a pulirsi e a bloccarla. Sesshomaru si rese conto che non potevano continuare così per sempre allora decise di rivolgersi alla professoressa e la vide girata di schiena che stava scrivendo il titolo del nuovo argomento che avrebbe spiegato a breve.
-Prof! Rin mi lecca!- esclamò sperando che lei avrebbe fatto qualcosa a riguardo. Magari facendole una bella ramanzina, così da assaporarsi la vendetta.
-Rin, finiscila di leccare Sesshomaru.- disse semplicemente, con il tono più apatico che avesse mai sentito per giunta senza nemmeno voltarsi o cessare di scrivere.
Nonostante ciò la compagna smise di tormentarlo e si tranquillizzò.
-Per tutti i Kami, ma che t’è preso? Se vuoi puoi essere davvero insopportabile!- esclamò lui rendendosi conto finalmente di ciò che provava ogni volta il povero Jaken.
-Questa volta hai vinto tu Sesshomaru, ma sappi che quando meno te lo aspetti, ogni volta che ci sarà matematica, io ti leccherò!- lo minacciò lei lasciandosi scappare una risata maligna.
-Ogni volta che ci sarà matematica eh…- ripetette il demone per poi sorriderle accogliendo la sfida.
Potrebbe essere divertente.
 
LEZIONE 6
Rin abbassò lo sguardo e allargò il colletto della t-shirt grigia.
-Davvero ho le tette piccole?- chiese lei osservando attentamente il suo seno.
Sesshomaru, dopo quella domanda, si voltò verso di lei e le esaminò il petto.
-Beh, ne ho viste di più piccola ma sicuramente non sono come quelle di Kikyo.- rispose lui sincero.
Rin sbuffò, avrebbe tanto voluto avere almeno un taglia in più e non due ciliegine striminzite.
-Jaken dice sempre che sono piatta, ma come fa a saperlo? Non le ha mai viste e nemmeno toccate!-
-Anche questo è vero, adesso che voi ragazze indossate quei reggiseni…come si dice, push-up, non si riesce a capire bene che taglia portiate. Anche adesso, io non posso dire con certezza quanto siano grandi le tue.-
-Già, per capirlo dovrei fartele vedere o dovresti infilarmi una mano nel reggiseno!- scherzò lei seguita da una risata.
Sesshomaru alzò un sopracciglio interessato, seppur scherzasse appariva comunque un invito a farlo.
-Rin, posso farti una proposta? Però non ti arrabbiare.- fece di punto in bianco il demone.
-Dimmi.-
-E se infilassi un dito nel tuo reggiseno? Così potrei controllare la grandezza di una tua tetta senza toccarla veramente…-
La sua proposta era a dir poco indecente eppure, pensandoci bene, lui non l’avrebbe davvero palpata. Rin ci pensò su e prese la sua decisione.
-Va bene, ma solo un dito! E fai veloce!.-
-Che gasare!- esclamò lui avvicinandosi al suo petto.
Lei con imbarazzo allargò di nuovo il colletto della t-shirt e chiuse gli occhi. Il suo viso si colorò di un rosso porpora e in quel momento si rese conto della cazzata che stavano facendo, ma orami era troppo tardi.
Sesshomaru infilò l’indice nel reggiseno e, non appena toccò qualcosa di morbido, cominciò a shakerare il dito a destra e a sinistra con velocità supersonica.
Rin spalancò gli occhi stupida dal suo gesto ma non riuscì a dire e fare nulla rimanendo immobile finche il ragazzo non terminò.
-Ma che cazzo fai?!- urlò lei esterrefatta.
-Hai detto che potevo mettere solo un dito, non che non potevo scuoterlo.- rispose lui facendole l’occhiolino.
Maledetto, l’aveva ingannata.
-Ma così mi hai praticamente toccato ovunque!- affermò Rin, ancora più purpurea.
-In realtà non ho avuto modo di tastare bene il territorio però sono riuscito a sfiorarti un capezzolo!- esclamò il compagno elettrizzato.
-U-un capezzolo?-
Non se n’era minimamente accorta!
-Eh sì…- fece lui annuendo fiero del suo gesto.
-Sarai felice adesso, maniaco!-
-Certo che lo sono e anche tu vedo!- rispose il demone carezzandole una guancia.
Rin si rese conto di non essere affatto arrabbiata anzi, aveva un sorrisetto divertito stampato in faccia.
-Che stronzo!- lo insultò lei per poi scoppiare in una risata cristallina.
 
Jaken li fissò curioso, attendendo una qualunque risposta.
-Beh…- esordì Sesshomaru –Siamo molto attenti e concentrati sul nostro lavoro-.
Il demone alzò un sopracciglio poco convinto.
Mai una frase fu più fasulla.
 


- 4C VS 5C


Lezione di storia, il professor Totosai stava facendo un breve ripasso in preparazione al compito in classe che si sarebbe tenuto tra due giorni. Stranamente, nonostante l’argomento fosse noioso come al solito, gli alunni erano molto attenti, impegnati a completare o iniziare a scrivere gli appunti, a leggere i libri di testo o semplicemente ad ascoltare. L’elevata concentrazione della classe favorì un clima tranquillo e rilassato, cosa che stupì molto anche lo stesso insegnante.
Il ripasso stavo procedendo a gonfie vele senza banali interruzioni o chiacchiericci inutili quando, come un improvviso acquazzone estivo, si sentirono delle urla provenire fuori dall’aula.
Più che urla erano versi: si sentì miagolare, abbaiare, nitrire addirittura. Sembrava quasi che lo zoo fosse giunto nella loro scuola con l’unico scopo di disturbarli.
-Ma che sta succedendo?- chiese Totosai irritato da tutto quel baccano.
-E’ la quinta C- rispose Inuyasha sbuffando infastidito. – Molte altre volte li abbiamo sentiti emettere versi assurdi durante la lezione.-
-Sono un branco di animali, quei bastardi!- continuò Ayame.
Sfortunatamente la classe della quinta C era comunicante alla loro e molto spesso dovevano subirsi le loro pagliacciate senza poter controbattere, perché questi, anche se ripresi, avrebbero continuato.
Il professore picchiò dei forti pugni alla parete urlando: -Smettetela subito!- sperando che così si calmassero.
Tutto inutile, i ragazzi smisero di urlare per qualche minuto per poi ricominciare aumentando il volume della voce.
-Io non ne posso più!- esclamò Tsubaki massaggiandosi le tempie. –Dobbiamo farli smettere una volta per tutte.-
- E’ inutile…vedrai che appena tornerà la loro professoressa si zittiranno.- rispose Inuyasha tranquillizzandola.
E così fu, dopo qualche minuto il casino cessò e nella quarta C ritornò la pace.
 
La campanella suonò e gli alunni, che avevano appena terminato educazione fisica, finirono velocemente di cambiarsi nei rispettivi spogliatoi. Le ragazze erano impegnate a discutere delle varie taglie dei loro reggiseni e talvolta si menzionava l’argomento scuola, cosa che a poche interessava. Invece i ragazzi erano impegnati a mostrare i propri muscoli, commentandosi a vicenda e simulando lotte a casaccio.
Nonostante tutto regnava molta serenità, almeno finche non arrivò la quinta C. Sì, perché oltre ad averli di fianco durante le lezioni, questi avevano la stessa materia l’ora successiva e ogni qual volta percorrevano il piccolo corridoio che portava agli spogliatoi, dovevano per forza urlare, emettere versi animaleschi e fare battute poco gentili.
La loro preda preferita era ovviamente Nazuna: la poveretta l’anno prima era stata compagna di classe di alcuni ragazzi presenti nella quinta C ed erano stati molto crudeli con lei, prendendola spesso in giro e facendole perfidi scherzi.
I primi a uscire furono i ragazzi e, con dispiacere, notarono che gli alunni dell’altra classe si erano schierati ai lati del corridoio appoggiati alle mura. Senza proferir parola, i poveretti passarono in mezzo dovendosi subire, sia a destra che a sinistra, i loro vari vagiti e le loro fastidiose grida.
Poi fu il turno delle ragazze che, appena misero piede fuori dalla porta, scoppiò  caos più totale.
-Nazunaaaaaaa! Nazunaaaaaa!-
I ragazzi cominciarono a chiamarla ossessivamente, tutti in coro, prendendosi gioco di lei. Kanna trascinò l’amica fuori più in fretta possibile, maledicendo più volte quegli esseri senza alcun senno.
 
La quarta C, terminata la lezione, uscì dal laboratorio di computer, dirigendosi verso la classe. A loro piaceva stare davanti al computer, ma adoravano ancora di più entrare in internet e cominciare a controllare le notifiche di facebook, di Twitter o guardarsi qualche video su youtube. Inoltre questi erano un buon nascondiglio per poter parlare liberamente senza essere visti.
-Adesso cosa abbiamo?- chiese Yuka controllando gli orari sulla sua piccola agenda.
-Inglese.- rispose Yura tempestivamente.
-Che palle…- si lamentò l’amica odiando parecchio quella materia.
-Almeno oggi deve solo…-
-MA COSA CAZZO E’ SUCCESSO?!-
Un urlò improvviso interruppe Yura che, insieme alla compagna, si avviò correndo in direzione della voce.
Kagome e Kagura erano sulla soglia e fissavano la classe allibite.
Sembra che un violento uragano si fosse materializzato nella stanza: alcuni banchi erano rovesciati, altri invece erano stati spostati a casaccio, le sedie erano completamente fuori posto, alcune a terra, altre addirittura sopra i banchi, uno dei loro armadi era stato aperto e i vari quaderni, fogli, libri che vi si trovavano all’interno erano stati gettati a terra e sparsi ovunque. Infine, qualcuno aveva scritto sulla lavagna una frase: “La quinta C è stata qui. La quarta C è un branco di perdenti ritardati”.
 
-Hanno oltrepassato il limite!- esclamò Ayame prendendo a pugni la cattedra. –Abbiamo sopportato i loro versacci, i loro insulti ma non possiamo sopportare anche questo!-
-Abbiamo impiegato mezz’ora a risistemare l’aula! Dovevamo obbligare loro a farlo!- intervenne Kagura furiosa.
-Io sono stufa dei loro scherzi infantili! Avete visto poi come trattano Nazuna?- disse poi Kanna.
-Già, per non parlare di quando ci urlano in piena faccia…Io prima o poi ci vado a botte con qualcuno d loro!- esclamò Kagome furiosa.
-Siamo sempre rimasti calmi non abbassandoci al loro livello, ma io dico, chi se ne frega! Devono pagarla cara!- continuò Tsubaki.
-Hai ragione, ma come possiamo fare?- chiese la demone lupo portandosi un dito sul mento.
-Dobbiamo ripagarli con la loro stessa moneta! Occhio per occhio, dente per dente!- affermò Miroku determinato.
-Io voto per un rito Voodoo.- propose Rin che già viaggiava con la fantasia.
-Oppure li possiamo prendere tutti a bastonate!- optò Jakotsu impugnando un bastone immaginario e fingendo di picchiare i loro nemici.
-Ho un idea.- se ne uscì Inuyasha improvvisamente.
Tutti si zittirono immediatamente e il mezzo demone avanzò verso la cattedra posizionandosi dietro di essa, di fianco ad Ayame.
-Si divertono tanto a urlarci contro facendo lo zoo, ebbene, noi risponderemo allo stesso modo: esterniamo i nostri istinti animaleschi e facciamo vedere loro che la quarta C non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!-
-Qual è il tuo piano capo?- chiese Koga alzandosi in piedi.
-Dobbiamo solo approfittare del momento in cui usciranno dalla loro classe. Ascoltatemi attentamente, da ora inizia l’operazione: “Vendetta dei kohai2”.-
 
Terminata la lezione di educazione fisica, la quinta C si avviò verso la propria classe. I ragazzi, soddisfatti di aver ancora una volta tormentato i compagni più giovani, ridevano allegramente dei loro misfatti. Appena si ritrovarono di fronte alla classe uno di loro aprì la porta e, colto alla sprovvista, si trovò dinnanzi a sé una scena a dir poco scandalosa.
I loro compagni della quarta C erano entrati nella stanza e stavano creando una vera e propria baraonda: li videro battere forti colpi sui banchi emettendo versi di ogni genere. Inuyasha e Sesshomaru cominciarono ad abbaiare e ringhiare, Koga e Ayame ulularono cimentandosi in una danza scatenata, Kagura usò il suo fedelissimo ventaglio per ceare dei turbini di vento che fecero volare tutti i fogli nell' aula. Shippo materializzò improvvisamente una montagna di piccoli funghetti che cominciarono a piangere rumorosamente, altri compagni sollevarono delle sedie e le gettarono a terra quasi distruggendole, Nazuna era impegnata a scrivere sulla lavagna, Yuka e Jakotsu diedero il contributo prendendo a calci ogni cosa si trovasse sulla loro strada e Jaken aprì gli armadi gettando a terra tutto il contenuto.
-COSA STATE FACENDO?!- gridò una della quinta C a dir poco sconcertata. Tutti gli altri invece rimasero immobili e inermi davanti a quello scempio senza sapere come reagire.
Prima che potessero fare alcun che, i loro Kohai uscirono velocemente dall’aula tra mille schiamazzi approfittando per dare loro qualche violento spintone.
Terminato il caos, quelli di quinta potettero finalmente entrare nella stanza e notarono che sulla lavagna era stata scritta una frase a lettere cubitali:
“Branco di primitivi, avete finalmente subito la nostra vendetta: RICORDATE, NON SI SCHERZA CON LA QUARTA C.”
note: 1- Hetalia è nato come anime, i personaggi della storia sono le nazioni del mondo impersonificate. La storia parla della prima e secondo guerra mondiale vista sotto gli occhi dei giapponesi. Il protagonista è Feliciano, ovvero l'Italia del Nord. E' molto divertente  a volte demenziale, recentemente è uscito anche il manga.
2- Kohai è un termine giapponese che significa, in termini scolastici, compagno più giovane. Sempai invece, significa compagno più anziano.

Oddio questo capitolo è stato anch'esso impegnativo e molto probabilmente sarà pieno di erroracci, ma siate clementi per favore.
Anche adesso mi viene la pelle d'oca a immaginarmi un Sesshomaru tanto schietto e senza alcun pudore ma spero che apprezziate il Sesshomaru in qusta storia, anche se si allontana non poco da quello originale.
Alla prossima gente!

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Capitolo 15
*** La festa di Natale ***


Ciao ragazzi, eccomi di ritorno! Scusate se per pubblicare questo capitolo ho impegato più del previsto ma ho avuto diversi impegni in questi giorni...Eccovi a voi il capitolo dedicato al "Natale", sì, più o meno. Inoltre, prima di lasciarvi leggere vorrei informarvi sul fatto che da quando i nostri amici hanno formato il gruppo di classe su Facebook, in alcuni capitoli saranno presenti capitoli extra chiamati "SU FACEBOOK" in cui verranno descritti tutti i post, le foto e i video che pubblicheranno sul gruppo. Spero che questa ideuzza sia di vostro gradimento.
Detto ciò, buona lettura.

 


 


LA FESTA DI NATALE



Mancava solo un giorno di scuola e poi ci sarebbero state le vacanze di Natale: venti giorni di puro svago e libertà, da passare con i proprio amici e parenti. Kikyo riusciva già a sentire il fresco profumo della libertà e il tepore del suo caldo lettuccio che finalmente l’avrebbe accompagnata sino all’ora che desiderava senza essere obbligata ad alzarsi a orari indecenti. Eppure si chiese perché, anche durante l’ ultimo giorno di scuola, la professoressa Urasue era così ostinata nel voler fare lezione.
Con la testa appoggiata sul banco rifiutava categoricamente di seguire la lezione, d'altronde, il suo compagno di banco Jakotsu…no, scusate, COMPAGNA DI BANCO, stava facendo la medesima cosa: se ne stava appoggiata al muro giocando con il cellulare senza badare minimamente al fatto che la professoressa avrebbe potuto scoprirla e di conseguenza sottrarglielo.
-Non è possibile che anche l’ultimo giorno di scuola lo dobbiamo passare così!- si lamentò Kikyo, lasciandosi scappare uno sbuffo.
-Non ti preoccupare, alla prossima ora esigeremo di non fare lezione!- gli rispose la compagna senza staccare gli occhi dallo schermo. –Lo sai che Urasue è una gran rompi palle…fortunatamente l’abbiamo alla prima ora…-
Sbuffò di nuovo, annoiata a morte così, tanto per passare il tempo, fece passare lo sguardo sull’intera classe chiedendosi se anche gli altri fossero nella sua stessa situazione. Insomma, tutti erano a conoscenza della sua pessima relazione con lo studio e del fatto che copiava qualunque compito o esercizio da chiunque, ma nonostante ciò non poteva definirsi l’unica, sapeva benissimo che altri come lei, non sopportavano immergersi nella lettura di argomenti per nulla interessanti. Un esempio lampante era la sua cara compagna di banco e amica, che sebbene andasse peggio di lei a scuola, non faceva nulla per rimediare.
Vide alcuni suoi compagni ascoltare la musica cercando di nascondere le cuffie nel cappuccio della felpa, altri che si guardavano attorno come se volessero trovare a tutti i costi qualcosa con cui distrarsi e altri, invece, in particolare Kagome, Sango e Kagura che spettegolavano allegramente nascondendosi dietro le loro cartelle.
Quel passatempo non sembrò divertirla tanto, così pensò di optare per i giochi sul cellulare ma, prima che potesse fare alcun che, notò qualcosa di insolito nei banchi vicino alla porta d’ingresso.
Notò che Rin, la sua strana e allegra compagna di classe, la stava salutando. Lei ricambiò il saluto chiedendosi il perché di quel gesto e subito dopo notò Sesshomaru, anch’esso voltato nella sua direzione che teneva tra le mani un foglio. Anche lui la salutò e indicò oggetto come se la volesse invitare a guardarlo.
Kikyo di conseguenza assottigliò lo sguardo e si accorse che vi era una scritta:
“FACCI VEDERE LE TETTE”.
Rilesse di nuovo sperando vivamente che i suoi occhi le avessero giocato un brutto scherzo. In quel momento notò la compagna unire le mani in gesto di preghiera e potette giurare di aver letto le labbra del demone dire: “TI PREGO!”.
-Neanche morta!- sussurrò lei scuotendo lentamente la testa.
Vide l’espressione dei due mutarsi in due smorfie deluse per poi tornare composti.
“Ma perché sono fissati con il mio seno?” si chiese lei osservandolo.
Kikyo, oltre ad essere conosciuta come una gran copiona era ben apprezzata per le sue forme.
 (in questa FF kikyo ha un seno molto grande, spero possa far piacere ai fan).
Non che la cosa le dispiacesse, ma oltre al fatto che un seno troppo ingombrante fosse davvero fastidioso (e lei lo poteva confermare), non era molto felice di essere nota solo per quel dettaglio, insomma, lei era molto di più che sue tette!
 Era una ragazza altruista, aiutava spesso i bambini a studiare, faceva la baby-sitter, a volte si prendeva pure cura degli anziani. Le era sempre piaciuto aiutare gli altri e dare il suo contributo, anche se piccolo, alla società. Era una ragazza molto impegnata, spesso a contatto con le persone, non era adatta per rimanere rinchiusa in una stanza a studiare.
Immersa completamente in questi fugaci pensieri non si accorse nemmeno che la lezione era finita.
-Bene ragazzi, buon natale a tutti, noi ce ne andiamo!- informò Tsubaki dirigendosi verso la porta seguita da altri compagni.
-E dove andate? Non potete uscire adesso! Siamo solo alla seconda ora.- chiese Kikyo.
-E invece sì, la preside ci ha dato il permesso di uscire quando vogliamo almeno l’ultimo giorno di scuola.- rispose sistemandosi la cartella sulle spalle per poi uscire. Insieme a lei se ne andarono Kagura, I tres amigos, Ayumi e Jakotsu.
Gli unici rimasti in classe, escludendo Kagome, Inuyasha e Shippo che non si erano nemmeno presentati a scuola, erano Kikyo, Sango, Yura, Yuka, Eri, Sesshomaru, Kanna, Rin, Jaken, Ayame e Nazuna.
-Oggi siete proprio in pochi…- notò il prof Totosai appena entrò nell’aula.
-Esatto, quindi niente lezione, vero?- chiese Eri sbattendo velocemente le palpebre.
-State tranquilli ragazzi, da adesso siete liberi.-
-SIIIIII!- scoppiò l’ilarità generale creando, come al solito, un gran baccano.
-Ragazzi! Ricordatevi che alla prossima ora inizierà la festa della scuola…- ricordò loro il professore obbligato ad alzare ancor più la voce per farsi sentire in mezzo a quella folla scatenata.
Detto ciò, si accomodò sulla sedia dietro la cattedra, e cominciò a leggere il giornale ignorando del tutto il resto della classe.
Kikyo potette finalmente rilassarsi e decise così di dirigersi dalle sue amiche Yura e Yuka, per chiacchierare un po’ prima della fatidica festa.
-E’ il primo anno che la scuola decide di fare una festa.- annunciò Yura –Speriamo ci sia molto da mangiare!-
Cominciò ad immaginare una tavolata enorme piena di cibarie: dolci, salatini, onigiri, salsa di soia a volontà e una montagna di torte alla panna. Si leccò i baffi già con l’acquolina in bocca.
-Dobbiamo ringraziare Naraku per questo.- ammise Kikyo sedendosi sul banco dell’amica. –Come rappresentante d’istituto è stato lui ha organizzare tutto e a convincere la preside.-
-E bravo Naraku!- esclamarono le altre due all’unisono.
In quel momento un fastidioso bagliore colpì i loro poveri occhi. Kikyo serrò immediatamente le palpebre sperando di non essere rimasta cieca e, appena riuscì a vederci di nuovo qualcosa, notò Ayame, davanti a loro, che teneva tra le mani una piccola macchina fotografica rosa.
-Scema, ci hai quasi accecato!- esclamò Yuka stringendo i pugni.
-Su ragazze, non agitatevi! Non possiamo non fare delle foto almeno a Natale!- rispose la demone lupo scattandone una seconda a tradimento.
-Hey, faccele vedere adesso!- ordinò poi Kikyo strappandole di mano l’oggetto.
Le due foto ritraevano loro con delle facce a dir poco sconvolte con tanto di occhi mezzi chiusi e bocche spalancate in modo anomalo.
-Cancellale!!!- urlò Yura notando quanto erano uscite male.
-Calmatevi.- disse Ayame dopo essersi ripresa la sua macchina fotografica –Sul gruppo di classe pubblicherò solo quelle belle, ok?-
-Bene, allora adesso mettiamoci in posa!- fece Kikyo abbracciando le amiche –Hey, Sango! Vieni qui!-
Sango era seduta in disparte dall’altra parte della classe intenta a inviare messaggi sul telefono quando, appena si sentì chiamare, alzò lo sguardo e sorrise per poi avvicinarsi alle compagne.
Sango, Kikyo, Ayame, Yuka e Yura cominciarono a scattarsi foto a vicenda, abbracciandosi l’un l’altra, sfoggiando sorrisi, occhi dolci, insomma, le solito foto composte e noiose.
Qualcuno avrebbe dovuto placare quella monotonia.
-BUON NATALEEEEEEE!!!!!- una voce squillante e dannatamente fastidiosa interruppe quel limbo di tranquillità.
Le ragazze, curiose, voltarono all’unisono lo sguardo verso la voce e notarono, con poco stupore, che dall’altra parte dell’aula Sesshomaru e Rin, seguiti poi da Jaken, Kanna, Eri e Nazuna, stavano urlando qualcosa di incomprensibile avvicinandosi a loro. Sesshomaru indossava uno strano cappello di Babbo Natale che invece di essere comunemente rosso era blu, invece Rin, insieme a Jaken, portava un paio di enormi occhiali a cui, notando bene, erano state tolte le lenti.
-Ma quelli sono gli occhiali del cinema 3D?- chiese Ayame osservandoli meglio.
-Esatto…- rispose Rin per poi posare gli occhi sulla sua macchina fotografica –Oooh! Facciamo una foto! SESSHOMARU!!!-
Prima che il demone riuscisse a proferir parola, si sentì tirare verso Kikyo.
-Kikyo, ti va di fare una foto con noi?- le chiese Rin sorridendo.
-Em…ok…- rispose domandandosi se ci fosse qualche secondo fine a tutto ciò, conoscendoli.
-Perfetto!- esclamò la ragazza –Sesshomaru, tiralo fuori!-
Il demone la fissò ad occhi sgranati.
-Ne sei proprio sicura?- chiese poi abbassando la zip dei Jeans.
-Ma che stai facendo? Intendevo il cartello!-
-Aaaah…e spiegati no!- esclamò sistemandosi.
Gli altri rimasero zitti, immobili a guardare quella scena assurda, non sapendo se ridere oppure piangere.
-Ok, ragazzi siete pronti?- chiese poi Ayame pronta a fotografare.
I tre si strinsero e scattò la foto: Kikyo era seduta sfoggiando un sorriso dolcissimo, Sesshomaru in alto alla sua destra teneva tra le mani il solito cartello con scritto: “FACCI VEDERE LE TETTE” e Rin, alla sua sinistra le cingeva le spalle con un braccio e con l’altro riuscì a toccarle un seno.
-RIN! Mi hai palpato una tetta! Maledetta, me ne sono nemmeno accorta!-
I due scoppiarono a ridere seguiti poi dagli altri, per poi darsi un cinque vittoriosi.
-Voi siete completamente folli!-
-SU RAGAZZI NON PERDIAMO TEMPO! Continuiamo a fotografare!- esclamò Jaken alzando un braccio al cielo.
Il resto dell’ora lo passarono a farsi scatti a vicenda, finalmente, grazie ai nuovi arrivati, le foto divennero più divertenti e variegate: alcune rappresentavano Nazuna con espressioni assurde e una capigliatura stravagante creata da Ayame, accompagnata da Sesshomaru e Jaken che la imitavano prendendola in giro, un’altra rappresentava Sesshomaru seduto su una sedia con in braccio Rin che reggeva Jaken sulle gambe, altre rappresentavano Kanna insieme a Nazuna, oppure insieme ad Ayame e Eri, altre rappresentavano la demone lupo tra le braccia del demone cane intenta a toccargli i pettorali piuttosto eccitata, un’altra invece, Rin che sollevava bellamente la t-shirt di Sesshomaru mostrando il petto nudo ma, la più interessante e probabilmente divertente di tutte fu l’ultima.
-Jaken, indossa il cappotto di Sesshomaru!- gli ordinò Rin ridendo sotto i baffi.
-E per quale motivo?- chiese lui.
La ragazza prese in disparte i suoi due amici e sussurrò loro qualcosa, successivamente Jaken indossò il cappotto del compagno che gli stava almeno tre o quattro volte più largo, per poi rimanere immobile in mezzo all’aula con le gambe leggermente divaricate mentre altri due si posizionarono a qualche metro di distanza.
-Al mio tre, tu Jaken fa quello che ti ho detto e tu Ayame resta dietro di lui e scatta la foto.-
Tutti si misero in posizione: tre, due, uno. Allo scadere del tempo Jaken aprì velocemente il cappotto e Ayame scattò.
La foto ritraeva Jaken che, dando le spalle alla fotografa, apriva l’indumento come se volesse mostrare qualcosa a quelli davanti a lui, Sesshomaru e Rin guardando nella sua direzione con delle espressioni sconvolte: la ragazza copriva le labbra con una mano e gli occhi erano colmi di stupore, il demone invece aveva la bocca spalancata, tanto da mostrare i lunghi canini affilati e anch’esso sembrava sbigottito. Il loro sguardo però, non era rivolto direttamente al viso di Jaken bensì al suo….beh…penso abbiate capito.
La campanella finalmente suonò e il professore si destò dal suo stato di trans davanti al giornale.
-Bene ragazzi, buona festa, buone vacanze e fate gli esercizi assegnati.- disse poi con l’enfasi di un comodino.
I ragazzi si avviarono verso la palestra, luogo in cui si sarebbe tenuta la festa della scuola. Molti si erano accorti che quel luogo non era abbastanza grande per contenere tutti gli studenti di tutte le classi così, l’ingegnoso Naraku, decise di dedicare quella festa solo alle quarte e alle quinte, lasciando che gli altri tornassero a casa prima.
La restante 4C entrò in palestra senza passare in osservato, come al solito.
La stanza era stata ben sistemata: da un lato erano stati messi tre grossi tavoli pieni di bevande gassate, dolciumi vari, qualche torta (per la felicità di Yura) e vari stuzzichini. Sul fondo della palestra invece, vi era un DJ che intratteneva i ragazzi con qualche canzone Giapponese e commerciale e, il resto, era tutto addobbato con palloncini e striscioni.
-Oh per tutti i Kami, avete portato quel cartello anche qui?- mormorò Kikyo.
-Certo- rispose Sesshomaru sorridendole –Dobbiamo farlo vedere a Midoriko.-
-E chi cavolo è Midoriko?-
-NON SAI CHI E’ MIDORIKO?- sbottò Jaken incredulo. - E' una delle ragazze umane più belle della scuola, è in quarta B.-
-Più che altro è una leggenda.- aggiunse Sesshomaru.
-Cioè?- chiese Kikyo con sguardo interrogativo.
I due si scambiarono un’occhiata e poi scoppiarono a ridere improvvisamente.
- Perché si è limonata praticamente tutta la scuola, maschi e femmine.- rispose il demone cane.
La compagna spalancò la bocca incredula.
Una ragazza facile veniva definita una leggenda?
Era davvero così superficiale la mentalità dei ragazzi?
-Tranne noi, ovviamente…- continuò Jaken sospirando.
-Già…darei via un braccio per portarmela a letto.- ammise il demone cane. (l’avete capita? Sesshomaru, che da via un braccio…sì, ok, non fa ridere…)
-Kami, quanto siete disperati…- si lamentò Rin che aveva ascoltato tutta la conversazione.
-Tsk, zitta tu! Sei solo gelosa perché lei è figa e tu no!- rispose Jaken con astio.
-Ma per favore, Midoriko preferirebbe mille volte farsi me che uno sgorbietto come te!- gli urlò contro la ragazza.
-Sì certo, da ubriaca forse!-
-Cosa hai detto? Tu brutto..-

I due, come ogni santa volta, cominciarono a litigare, lanciandosi ogni tipo di insulto veniva loro in mente.
-Ma sono sempre così?- chiese poi Kikyo a Sesshomaru.
-Sì…- mormorò lui in un soffio disperato. In quel momento, vide una ragazza, che gentilmente si faceva largo tra la folla, bella e raggiante che sorrideva e salutava dolcemente i passanti: Midoriko.
-Ragazzi! C’è Midoriko!- esclamò il demone interrompendo di colpo la discussione dei due amici.
Jaken cominciò a guardarsi attorno nervoso per poi trovarla a pochi metri da loro.
-Kami, quanto è bella!- disse poi in un sospiro.
-Ma dov’è?- chiese Kikyo, i ragazzi di conseguenza gliela indicarono con il dito.
Davanti a lei, vide un’ umana dai capelli lunghi corvini e dagli occhi castani abbelliti da un leggero trucco, in mezzo alla fronte aveva uno strano segno: un specie di croce formata da quattro piccole pietruzze, il corpo snello e sinuoso con le curve al punto giusto. Era davvero bella ed elegante.
-Ora che la guardo meglio, un po’ ti assomiglia, Kikyo.- ammise Sesshomaru.
Lei gli rivolse un sorriso, ma non era affatto sincero.
Nonostante le sue parole sapeva di non essere all’altezza di quella ragazza, lei era così leggiadra, così dannatamente femminile, Kikyo invece era un maschiaccio a suo confronto. D'altronde, non le era mai piaciuto truccarsi, nonostante indossasse vestiti da donna, i ragazzi riuscivano solo a guardarle il seno, per il resto era ignorata. Non si considerava bella, a volte nemmeno si considerava una ragazza normale, eppure anche le sue amiche Yura, e Tsubaki erano due maschiacci, sempre vestite in tuta e al solo pensiero di applicare un po’ di rossetto, oh apriti cielo! Ma allora perché solo lei ci stava così male, perché solo lei si sentiva così inadeguata?
-Su, andiamo a saliturla!-
La voce acuta di Rin la destò dai suoi pensieri e si accorse che i suoi compagni stavano raggiungendo la famosa e tanto bramata Midoriko.
Decise di seguirli, nonostante Yuka, Ayame e Yura si fossero già fiondate sul buffè.
-Ciao Midoriko!- la salutò il demone cane sfoggiando uno dei suoi sorrisi più sensuali (sì ragazzi, Sesshomaru possiede UN SORRISO sensuale…).
La ragazza, intenta a parlare con Naraku, si voltò.
-Ciao! Tu sei Sesshomaru, giusto?- chiese sperando di non fare una figuraccia.
-Esatto, abbiamo fatto teatro insieme l’anno scorso.- rispose lui.
-Ma certo...- esclamò, per poi notare il cartello che aveva tra le mani –Facci vedere le tette…ahahah divertente!-
-Grazie!-
In quel momento, un piccolo demone verde sbucò dalle gambe del compagno accennando un saluto.
-Oh…mi ricordo di te!- esclamò Midoriko notando la sua presenza.
Jaken incespicò un sorriso imbarazzato e disse: -Sono Jaken…-
Il cuore gli batteva a mille, la bellissima Midoriko si era ricordata di lui!
-E io sono Rin!- esclamò qualcuno facendo capolino da dietro Sesshomaru.
-Mi ricordo anche di te! Facevate tutti e tre teatro insieme!-
Rin annuì.
Kikyo preferì restare in disparte, ma apprezzava molto quella ragazza, aveva dei sorrisi dolci e sinceri.
-Hey Mido, ti ho portato il the.-
Come d’incanto, Kagome si materializzò dietro l’amica passandole una tazza di the verde fumante.
-E tu che ci fai qua?- chiese subito Jaken notandola.
-Io e Inuyasha abbiamo deciso di fare comunque un salto alla festa, almeno per salutare gli amici.- spiegò lei.
-C’è anche Inuyasha?- chiese Sesshomaru guardandosi attorno.
-Sì, eccolo là, che si abbuffa come un maiale!.- rispose indicando uno dei tavoli del buffè.
In effetti il mezzo-demone si trovava proprio davanti ad esso, con un braccio teneva ben saldo una manciata di dolci e stuzzichini vari e con l’altra stava addentando furiosamente un onigiri.
Tutti fissarono la scena con molto disgusto, ma insomma, è Inuyasha, si erano abituati ormai.
-Kagome, io tornò dalle mie compagne, grazie per il the!- informò Midoriko dandole un bacio sulla guancia.
In quel momento Jaken avrebbe desiderato essere quella guancia più di chiunque altro.
-Va bene, salutami le altre e appena riusciamo dobbiamo organizzare un’ uscita, ok?- rispose Kagome.
-Senz’altro! Ciao anche a voi ragazzi, è stato un piacere rivedervi!- disse infine, prima di sparire tra la folla.
-Si…si è ricordata chi sono! Ed è felice di rivedermi!- esclamò Jaken euforico. Rin avrebbe tanto voluto prenderlo in giro, ma preferì lasciar perdere.
-Prevedo una montagna di seghe stanotte.- lo schernì Sesshomaru facendogli “pat-pat” sulla testolina.
Jaken fu in procinto di rispondere quando qualcosa catturò la sua attenzione: Inuyasha si materializzò dinnanzi a loro continuando a mangiare il suo dolcetto.
-Mfrhmofrmofh- mormorò  qualcosa di indecifrabile tant’è che qualche chicco di riso schizzò fuori dalla bocca finendo sul pavimento.
-Inuyasha sei uno schifoso! Sì può sapere che cazzo hai detto?- esclamò Kagome.
-Ho detto: Come state ragazzi?- ripetette lui dopo aver ingoiato il boccone.
-Prima stavo bene ora non tanto…- rispose Jaken disgustato.
-Bella come festa, peccato che non balli nessuno…- pensò ad alta voce Inuyasha. –Vabbe, io vado a salutare Midoriko!-
-Vorrai dire: a rimorchiare Midoriko.- lo corresse Sesshomaru facendogli l’occhiolino.
-Tu si che mi capisci!- rispose l’amico per poi allontanarsi da loro.
-Vengo con te idiota…- disse poi Kagome seguendolo.
 
Nel frattempo Kikyo, che era rimasta tutto il tempo isolata nei suoi pensieri, si ritrovò a dover risolvere un problema più importante.
-Kikyo, devi aiutarmi!- fece Ayame di punto in bianco. –Voglio fare una foto con quel figo di Naraku!-
-E come posso aiutarti, scusa?- chiese lei.
-Beh, chiedigli se vuole fare una foto con noi!-
-Ma perché non lo fai tu?-
-Perché ho vergogna! Ho chiesto anche a Kanna ma…-
disse guardando la compagna di fianco a lei con occhio torbido.
-Che vuoi da me? Sei tu che ci tieni a farla!- rispose la ragazza lavandosene le mani.
In quel momento anche Sango, Yura, Yuka, Eri e Nazuna le raggiunsero.
-Che succede?- chiese Nazuna con il suo solito sorrisetto ebete.
-Nazuna!- esclamò Ayame, sperando di approfittare della sua ingenuità –Ti va di chiede a Naraku se vuole fare una foto con noi?-
La compagna storse il naso e la fissò confusa.
-Non credo di avere il coraggio di farlo insomma…- cercò di spiegarsi torturandosi le dita.
-Ah! Sei proprio inutile!- esclamò la demone lupo battendo i piedi per terra.
-Perché non chiedi a Rin?- propose poi Yura indicando la compagna citata –Le sicuramente non si farà problemi.-
Ad Ayame si illuminarono le pupille e, senza perdere un minuto di più, si fiondò sulla compagna cingendola per le spalle.
-Hey zoccola!- esclamò poi facendola sussultare.
-Maledetta corpivendola! Mi hai fatto prendere un colpo!- esclamò lei scostandosi dall’abbraccio –Che hai?-
-Puoi chiedere a Naraku di fare una foto con noi?- chiese la demone unendo le mani e facendo un leggero inchino.
-Ah già… tu gli sbavi dietro!- rispose lei ridacchiando.
-Per favore!- la implorò.
-E va bene. Portami da lui.-
Ayame le indicò il ragazzo intento a parlare con un suo compagno, così Rin, prima di dirigersi verso di lui, decise di chiamare in appello Nazuna e Kanna. Le quattro ragazzoe si avvicinarono, Ayame era agitatissima, lo fissava con occhi sognanti, immaginandosi a letto con lui a farce certe azioni poco caste.
-Ciao Naraku!- lo salutò Rin.
Il mezzo-demone (anche Naraku lo è, ricordate?) si voltò e la fissò incuriosito.
-Ciao- rispose.
-Io e le ragazze volevamo farti i complimenti per la festa.-
Rin voltò lo sguardo verso le amiche e notò il volto della demone lupo completamente rosso, per non parlare del sorriso da beota che stava facendo.
-Grazie ragazze!-
-Ti andrebbe di fare una foto con noi?- chiese poi la ragazza sorridendogli dolcemente.
-Certo! Hey, Hiten, puoi scattarcela tu?-
Ayame, con la mano che le tremava dall’eccitazione, passò la macchina fotografica al compagno.
Naraku si mise in mezzo a loro, Rin, al suo fianco gli cinse le spalle e dall’altro lato del ragazzo vi era la demone lupo, ma lei non ebbe il coraggio di toccarlo, seguita poi da Kanna e Nazuna.
-Grazie per la foto!- lo ringraziò poi Nazuna.
-Di nulla ragazze!- rispose lui salutandole con la mano.
Appena furono ad una distanza decente Ayame guardò velocemente la foto scattata, era stupenda, o almeno, Naraku era stupendo, con il suo sorriso luminoso e il suo sguardò sexy. Probabilmente quella notte si sarebbe trastullata guardandola, ma ovviamente non osò confessarlo a nessuno.
-Sei contenta ora?- chiese Rin –Però potevi cingergli le spalle…ma…aspetta una attimo, che cazzo…-
Osservando meglio la foto, si accorse di una anomalia, di fianco a lei, come per magia, era comparsa anche Eri.
-Ma quando è arrivata questa??- esclamò chiedendosi se la ragazza fosse davvero un essere umano.
-Ho visto che facevate una foto e ho pensato di unirmi.- rispose semplicemente lei.
Quella ragazza era troppo strana.
 
La festa stava procedendo bene, il cibo era buono, la musica ottima e regnava un clima allegro e spensierato, c’era solo un unico problema: nessuno ballava. Erano tutti fermi, raggruppati a parlottare e a divorare dolcetti tant’è che al centro della palestra si era formato un buco proprio perché nessuno osava gettarsi in pista.
-Ma che palle, nessuno balla…- si lamentò Rin portandosi in bocca una patatina al formaggio.
-La gente preferisce parlare e stare tranquilla a quanto pare…- fece notare Kikyo.
-Sì, ma povero DJ, insomma, credo che ci rimanga male se nessuno balla e poi, non c’è neanche un po’ di brio, che noia…-
-Cavolo Rin, non siamo occidentali, non è nella nostra cultura ballare come nelle discoteche- spiegò Ayame dandole un leggero pugno sulla spalla.
-Fanculo, io ballo lo stesso!- .
La ragazza cominciò a muoversi a piccoli passi, ondeggiando il bacino poi, decise di coinvolgere anche le compagne e cominciò a strusciarsi contro Ayame, lei inizialmente la assecondò, ma dopo pochi minuti decise di fermarsi e ritornare a parlare con le altre.
-Rin ma che stai facendo?-
Una voce gracchiante e fastidiosa giunse alle orecchie della ragazza.
Jaken e Sesshomaru erano appena tornati da chissà dove e la stavano osservando.
-Jaken, Sesshomaru! Dai ballate con me!-
Prese entrambi per le braccia e cominciò a muoverle velocemente ma i due non sembravano entusiasti all’idea, tant’è che Jaken, scocciato, strattonò il braccio liberandosi dalla presa poco salda della compagna.
-Neanche morto!- esclamò poi.
-Uffa…qui non balla nessuno, non mi va di farlo da sola-
-Allora facciamolo insieme.- se ne uscì poi Sesshomaru prendendole le mani.
Cominciò ad agitarle le braccia freneticamente portandola verso il centro della stanza, per poi muovere energeticamente la testa e il corpo.
-Ma che stai facendo?- esclamò lei guardandosi attorno, eppure gli altri ragazzi non si erano ancora accorti di loro.
Il demone lasciò la presa e le si avvicinò ballando in modo sensuale. Lei lo osservò per qualche secondo apprezzando il fatto che un bel demone come Sesshomaru le stesse così vicino, per poi assecondarlo muovendo le gambe e il bacino.
Non aveva importanza se gli altri li avessero osservati, se li avrebbero presi in giro, era un festa e volevano divertirsi.
I due si cimentarono in una strana danza, saltellando e agitando il corpo come due animali in procinto di accoppiarsi e, prima che se ne potessero rendere conto, gli altri alunni li avevano già accerchiati osservandoli incuriositi.
-Sesshomaru, ci stanno guardando tutti!- sussurrò la compagna dando un’occhiata qua e là alla folla intorno.
-E chi se ne frega!- esclamò lui mettendole le mani sui fianchi.
Si lasciò sfuggire una risata divertita senza smettere di ballare: -Hai ragione.-
Quando la danza divenne sempre più accesa, Rin sentì la folla incitarli, battendo le mani a ritmo. Ma non ci fecero caso, ridevano divertiti nel loro piccolo mondo, impegnati in un ballo che solo loro conoscevano.
-Hey guarda, Nazuna si è fatta contagiare!- esclamò Sesshomaru indicando la ragazza che stava ballando tutta sola.
Entrambi avanzarono verso di lei e la trascinarono in mezzo alla pista per poi incitarla a continuare.
Nazuna, che adorava ballare tanto da fregarsene del giudizio altrui, si lasciò trasportare, chiuse gli occhi e agitò le braccia al cielo muovendo goffamente il bacino. Gli altri due si posizionarono ai lati scatenandosi sempre più.
-Per-tutti-i-Kami!- esclamò Kikyo che, insieme alle altre compagne si era unita alla folla. –Quei tre sono proprio fuori di testa!-
Inuyasha e Kagome invece, erano ancora in compagnia di Midoriko questa indicò loro i tre ballerini scoppiando a ridere.
-Eh bravo Sesshomaru!- esclamò lui battendo le mani.
Poi gli venne un idea.
Prese per il polso la compagna e corse verso il centro della stanza oltrepassando la moltitudine di ragazzi.
Notò che alcuni di loro stavano facendo dei video con il cellulare, ma questo non lo avrebbe sicuramente fermato.
-Inuyasha, che cazzo fai?- esclamò Kagome cercando di liberarsi.
-Uniamoci al loro!- rispose il mezzo-demone –HEY RAGAZZI!-
Gli atri tre, notandoli, fecero loro segno di avvicinarsi.
Inuyasha accettò di buon grado l’invito così come Kagome, anche se piuttosto titubante.
Adesso furono in cinque a danzare come se non ci fosse un domani, saltando, movendosi in modo casuale immersi nelle risate più genuine.
-Sesshomaru!- lo chiamò Inuyasha –LA MOSSA!.-
Il demone percepì al volo le sue intenzioni: creò improvvisamente una canna da pesca immaginaria e lanciò l’esca verso l’amico. Lui, di rimando, saltò facendo finta di abboccare all’amo e appena Sesshomaru mosse la finta rotella, cominciò ad agitarsi come una trota avvicinandosi al “pescatore”.
Poco dopo, anche Eri, Ayame, Sango, Kanna e Yuka si unirono alle danze rendendosi finalmente conto che, nonostante alcuni elementi della loro classe fossero un po’ troppo eccentrici, sapevo sicuramente come divertirsi e ovviamente come mettersi in mostra.
Yura fece per raggiungerle  quando notò che Kikyo era rimasta in disparte immobile come una statua.
-Tu non vieni?- le chiese.
-No…non sono adatta per queste cose…- rispose lei abbassando lo sguardo.
L’amica la prese per mano e sorrise.
-Anche io sono una persona chiusa e molto timida, ma in questo momento sento che devo fregarmene e lasciarmi andare. Vieni con me e vedrai che non te ne pentirai.-
Yura aveva ragione, poteva sembrare una persona insipida conosciuta solo per particolari superficiali, ma in realtà non era così e lei lo sapeva, quel giorno avrebbe fatto vedere a tutti di cosa era capace.
Si lasciò trasportare insieme agli altri e, tutti insieme, cominciarono a ballare in cerchio, abbracciandosi, prendendosi per mano, come amici di vecchia data.
L’unico che non aveva osato avvicinarsi fu Jaken, se ne stava tutto solo in un angolo appoggiato al muro, osservando i suoi compagni divertirsi. Avrebbe tanto voluto unirsi ma qualcosa lo fermava, si sentiva inadeguato, sapeva che la gente già normalmente lo prendeva in giro per il suo aspetto e se avesse cominciato a fare il cretino in mezzo a tutti probabilmente le cose sarebbero peggiorate. Aveva paura, non si sentiva a suo agio, la musica non era di suo gradimento eppure si sentiva così solo. Immerso in quei tristi pensieri, non si accorse che Sesshomaru e Rin erano a pochi centimetri da lui.
-Vieni a ballare Jaken!- lo invitò Rin prendendolo di nuovo per un braccio.
-Non mi va!- declinò lui cercando di liberarsi.
Prima che potesse ribellarsi nuovamente il demone cane lo sollevò da terra poggiandolo sulle sue spalle.
-Su Jaken, non fare il friggido!- lo incitò tenendolo per le gambe.
-Lasciami andare Sesshomaru o…-
-O? Che cosa vuoi fare nanetto? Ora smettila di lamentarti e sciogliti un po’!-
Detto ciò i tre si ritrovarono nuovamente in mezzo alla palestra e ripresero a ballare.
Jaken però non accennò un movimento, rimase immobile aggrappato ai capelli del demone.
-MUOVITI JAKEN!- ripetette la compagna –JAKEN! JAKEN! JAKEN!-
Sesshomaru imitò l’amica ripetendo quell’assurda cantilena ma non fu l’unico, anche Inuyasha successivamente, seguito da tutti gli altri compagni, cominciò ad incoraggiarlo. Tutta, o almeno quasi tutta la sua classe lo voleva vedere ballare e divertirsi, cos’ finalmente il demone si convisse.
In fondo cosa aveva da perdere?
Alzò le braccia agitandole a casaccio cercando di non perdere l’equilibrio e cominciò ad urlare qualcosa di incomprensibile liberandosi totalmente.
Al centro della palestra, in mezzo ad un cerchio di alunni, i ragazzi della quarta C si fecero riconoscere per l’ennesima volta, mostrando a tutti i presenti che loro, se uniti, non avevano paura di nulla.
 

La festa si volse al termine, lasciando dietro di sé una giornata movimentata, gioiosa e coinvolgente. Molti alunni si incamminarono velocemente verso l’uscita entusiasti di poter tornare finalmente a casa, ma non Jaken, lui aveva un ultimo compito da svolgere.
Con il cellulare tra le mani si avvicinò lentamente ma deciso verso Kagome che stava aiutando Naraku a sistemare il caos che avevano provocato gli altri.
-Kagome!- la chiamò catturando la sua attenzione.
-Dimmi Jaken- rispose lei intenta a gettare in un sacchetto vari rifiuti sparsi per il pavimento.
-Tra poco è Natale e vorrei chiederti se è possibile avere un piccolo regalo da parte tua.-
La ragazza interruppe tutte le sue azioni e lo fissò spaesata.
-Cioè?-
-Beh…ecco…potrei farti una foto alle tette? Sarebbe perfetto come regalo…-
Kagome inarcò un sopracciglio e spalancò la bocca dallo stupore.
Ma che razza di domanda era quella?
-Per favore!- lo implorò il demone.
La ragazza si lasciò scappare un sorriso, in fondo a lei stava molto simpatico quel demonietto burbero e precisino, forse per quella volta avrebbe chiuso un occhio nonostante la domanda assurda.
-E va bene…- rispose per poi abbassare il colletto della t-shirt.
Jaken vide il paradiso: un seno prosperoso retto da un elegante reggiseno in pizzo nero si prostrò dinnanzi ai suoi occhi e qualcosa si smosse nei suoi pantaloni.
Senza attendere un minuto di più scatto la foto incredulo che la compagna avesse accettato. Forse è vero che a Natale possono avvenire i miracoli.
-Non osare inviarla a qualcuno o metterla su internet!- lo avvisò la ragazza lanciandogli uno sguardo minaccioso.
Lui annuì piuttosto spaventato: -Non lo farò, promesso!-
Il demone si allontanò guardando estasiato quel ben di Dio, ma tutto ciò non poteva tenerlo solo per sé, doveva condividerlo almeno con una persona.
-Sesshomaru guarda qui!-
Jaken gli mostrò la foto sul cellulare e l’amico sgranò gli occhi dallo stupore.
-Per tutti i Kami, queste sono…-
-Sono le bocce di Kagome! Le ho chiesto se potevo farle una foto e lei stranamente ha accettato. Queste sì che sono due belle palle da mettere sull’albero di Natale!-
Sesshomaru aggrottò la fronte senza staccare gli occhi da quella splendida visione.
-Prevedo una catena montuosa di seghe stanotte.-
 

CAPITOLO EXTRA

SU FACEBOOK:


Sesshomaru ha postato un nuovo video sul gruppo 4C:
Sesshomaru: Buon natale ragazzi!.
Il video rappresentava Barney, uno dei protagonisti di “How I met your mother” in piedi davanti al banco di un bar.

Barney: “Hey salve, ci siamo divertiti stasera, ma se pensiamo a cose serie questo è il periodo in cui capiamo quanto è importante donare e non esiste regalo più grande di una bella trombata. Perciò, durante queste feste, perché non trombare con chi ne ha bisogno. Sono Barney Stinson e vi invito a pensarci su.” 1


Note: 1- Tutti i diritti riservati a Twentieth Century Fox, la citazione non è mia ma di Barney Stilson personaggio del  telefilm “How i met your mother
Eccoci giunti al termine! Spero vi sia piaciuto! Ragazzi sono curiosa: lo so che nella storia i personaggi più citati sono sempre i soliti tre, ma ditemi, della classe chi sono i personaggi che preferite? Che vi stanno più simpatici? Fatemi sapere! Inoltre, molto importante, alla fine della storia, come ultimissimo capitolo vorrei dedicarlo al FAQ time, ovvero uno spazio dedicato alle domande dei lettori. Quindi se avete qualche ASSURDA domanda da fare ai personaggi, fatele pure e loro vi risponderanno ;) ahahahahaha!
Alla prossima!

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Capitolo 16
*** Le materie più divertenti ***


Salve lettori, eccoci al nuovo capitolo! Ammetto che mi sono divertita tantissimo a scriverlo e penso sai uscito anche piuttosto bene! Spero che piaccia come è piaciuto a me!
Buona lettura.

 


 

SU FACEBOOK*

Ayame ha aggiunto 15 nuove foto.
“Di queste nuove foto ce n’era una del tutto sconosciuta e, caso vuole, che fosse anche la più divertente. Vi erano raffigurate Rin e Nazuna che, cingendosi le spalle a vicenda, guardavano verso l’obiettivo ma, in tutto ciò vi era qualcosa di particolare: Nazuna, per non si sa quale assurdo motivo, aveva lasciato cadere la lingua da un lato della bocca in modo disgustoso e, come se ciò non fosse abbastanza, aveva sfoggiato uno sguardo strabico con un occhio che guardava a Tokyo e l’altro a Kyoto. Rendendo tutto ciò tremendamente esilarante ma allo stesso tempo faceva salire i brividi lungo la schiena.”
Commenti:
Nazuna: La lingua di fuori ihihihih!
Jaken: Per tutti i Kami! O_O
Kagome: Sei una figa, Nazuna.
Jakotsu: Meno male che sono andata via prima…
Sesshomaru: (pesante imprecazione).

 
*Questo social network non è di mia invenzione, esiste veramente e tutti i diritti sono riservati.
 

LE MATERIE PIU’ DIVERTENTI

 

INFORMATICA


Almeno due o tre volte a settimana gli alunni lasciavano il loro nido per spostarsi nella aule computer a svolgere la lezione di informatica. Ovviamente, per i ragazzi, computer significava internet e internet faceva rima con Facebook, porno, giochi online, porno, YouTube, porno, altri social network (è compreso anche Netlog) e ancora porno. Ecco perché, quella materia, era una delle più divertenti e stimolanti.
Le postazioni scelte potevano essere vantaggiose o fatali. Se si sceglievano gli ultimi banchi, si poteva sperare di passare delle ore tranquille e serene, ma se capitava di essere nelle prime filw, addio Internet.
Alla nostra Rin era anche andata piuttosto bene, era riuscita ad accaparrarsi il posto verso il fondo dell’aula però, le postazioni erano unite in un solo grande tavolo: un banco per ogni tre computer. Quindi lei, nonostante avesse scelto una posizione pressoché strategica, non aveva avuto la fortuna di sedere accanto ai suoi amici, Sesshomaru e Jaken, perché quei simpaticoni, avevano preferito fare comunella con Inuyasha sedendosi nell’ultimo banco e quindi le toccò sedersi in quello davanti, accanto a Nazuna ed Eri.
Il prof non era ancora entrato in aula quindi, come è giusto che sia, i ragazzi ne approfittarono per sfogarsi nel migliore dei modi.
-NAZUNA!- la chiamò Jaken con la sua solita vocina fastidiosa.
Lei si voltò indietro senza troppe domande e notò che i suoi “amici”,  i membri del perfido trio (Sesshomaru, Jaken e Rin, per chi non si ricordasse) , si erano cimentati in una notevole imitazione della sua famosa foto “con la lingua di fuori”.
-Sesshomaru sei uguale!- si complimentò Rin constatando la bravura del compagno nell’imitare le espressioni più assurde, nonostante la sua naturale espressione apatica.
Nazuna si lasciò scappare una risata divertita non comprendendo, come al solito, il vero scopo di quel gesto.
-Quanto amo la sua stupidità- ammise il demone cane. –Nonostante mi faccia diventare razzista verso gli umani ogni volta, mi diverte sempre.-
Scostando la sedia verso il muro cominciò a navigare su Facebook in cerca di qualcosa di più divertente, e a quanto pare lo trovò.
-Kanna, hai aggiunto le foto di Capodanno!- esclamò lui attirando l’attenzione di quest’ultima.
-Sì, questo Capodanno l’ho passato con Nazuna e Sakura.- informò la ragazza avvicinandosi a lui.
Il demone inarcò un sopracciglio sempre più curioso ed eccitato di poter ammirare lo scempio più assoluto.
A lui si unirono Rin, Jaken, Eri e Inuyasha e non appena Kanna aprì le foto iniziò il delirio: vi furono le varie pose banali senza alcun sentimento e i ragazzi cominciarono a pensare che la festa fosse stata piuttosto noiosa, ma poi, arrivò quella foto. Gli occhi di ognuno di loro si spalancarono dallo stupore, non avevano mai visto niente di più dannatamente assurdo e disgustoso: Nazuna, con la solita delicatezza di una balena spiaggiata, sirena in overdose o chi più ne ha più ne metta, era distesa da un lato sul divano, cercando di assumere un’espressione accattivante, ma il risultato non raggiunse le aspettative perché la labbra unite in un bacio e gli occhi socchiusi, la faceva sembrare ancora più rincoglionita.
-VI PREGO TOGLIETEMI QUESTO SCHIFO DALLA VISTA!- sbraitò Jaken fingendo di rigettare.
-Per tutti i Kami! E’ la cosa più divertente e allo stesso tempo disgustosa che io abbia mai visto. “Two Girls […]1” non è nulla a confronto!- confessò il Sesshomaru.
In quel momento Inuyasha notò che la vittima delle offese si stava avvicinando ignara di tutto ciò e, cercando di essere più tempestivo possibile, avvisò gli altri del suo arrivo.
Kanna tornò immediatamente alla Home assumendo un’aria innocente.
-Cosa stavate guardando?- chiese lei sorridendo.
-Porno tra demoni lupo, una schifezza!- rispose Inuyasha.
-Anche noi!- urlò Koga dall’altra parte dell’aula, seduto in mezzo a Bankotsu e Miroku. Loro però lo stavano guardando davvero.
-Oh…beh, io sto guardando alcune foto di cavalli…- disse Nazuna per poi tornare al suo posto.
 
Il professore stava ritardando e questo giovò molto ai ragazzi che avevano più tempo per dedicarsi alla loro attività prediletta: il cazzeggio.
-ZOCCOLA!- esclamò Ayame tanto da far sentire la propria voce anche nei corridoi.
Appallottolò un pezzo di carta e lo scagliò contro la sua compagna dall’altra parte dell’aula con tutta la forza che aveva in corpo.
-BAGASCIA!- le urlò contro Rin incassato il colpo.
La demone lupo si alzò in piedi e si diresse al centro dell’aula, l’umana fece lo stesso. Le due si ritrovarono faccia a faccia guardandosi negli occhi minacciosamente.
-Puttanella.- continuò Ayame.
-Troietta.- ribatté Rin.
Si avvicinarono ulteriormente, tanto che i loro petti si scontrarono e la tensione salì.
-Ragazze stata calme! Non vogliamo risse!- intervenne il demone Kappa in procinto di separarle, ma qualcuno lo fermò.
Inuyasha lo prese per un braccio impedendogli di proseguire.
-Aspetta, le risse tra ragazze sono divertentissime!- disse poi esaltato.
Ayame cominciò a dare delle leggere spinte alla compagna, ma lei non si fece di certo intimorire; senza esitare rispose alle sue provocazioni dandole un ulteriore spintone. I loro sguardi erano accessi, quasi infuocati, la demone lupo mostrò i canini e l’umana le ringhiò contro. Quello era solo il preludio di una battaglia sanguinolenta ma, prima ancora che le due potessero dare il via allo scontro, qualcuno entrò nella classe facendo un gran chiasso.
Bankotsu si addentrò muovendo le spalle e le gambe in modo innaturale, come se avesse preso una violenta scossa elettrica.
-MENTAL BREAKEEEER! MENTA, MENTA, MENTAL!-
Il ragazzo, che si presentava con un ridicolo cappello da Rapper in testa, cuffie gigantesche, pantaloni larghi, t-shirt giallo limone e una giacchetta nera, cominciò a cantare a squarcia gola seguito dai suoi fedelissimi compagni che si limitarono ad osservarlo.
-Che cazzo stai facendo?- chiese Rin, distogliendo l’attenzione dalla compagna per posarla sul ballerino/cantante.
-Sto ascoltando una canzone. E’ troppo bella!- rispose lui allontanando una cuffia dall’orecchio senza smettere però di ballare.
-Justin Bieber?- chiese Inuyasha tra una risata e l’altra.
-No, no. Molto meglio! “Mental Breaker” di Block B2-
-E chi cazzo sono?- chiese Ayame inarcando un sopracciglio.
-Un gruppo coreano emergente, hanno fatto il loro debutto proprio l’anno scorso.-
-I coreani cantano?- chiese Sesshomaru colto di sorpresa.
-A quanto pare…- rispose Jaken –Il problema è che li ascolta solo lui.-
Bankotsu ignorò i loro commenti e continuò a cantare dirigendosi verso la sua postazione ballando come un epilettico.
La demone lupo finalmente potette ritornare al suo precedente obiettivo: - Hey zoccola, volevo farti vedere il mio nuovo uscente.-
-Oh bene!- rispose Rin battendo le mani.
Nessuno seppe il perché di quello sconto fasullo, ma vedendo i soggetti, certe domande era inutile porsele.
Davanti al computer di Ayame vi erano Rin, Kanna, Jakotsu, Kikyo e Yuka, tutte quante interessate al nuovo e misterioso ragazzo.
Lei mostrò alcune foto scattate insieme e, davanti agli occhi sbalorditi delle ragazze, si prostrò un giovane demone lupo dai capelli castani sbarazzini, occhi scuri come la notte, sorriso angelico e un fisico niente male.
-Che figo!- esclamò Jakotsu.
Tutte le altre annuirono in silenzio.
-Vi piace?- cercò conferma la demone.
-Eccome!- rispose Kikyo non riuscendo a staccare lo sguardo dallo schermo.
-Quoto!- fecero poi Yuka e Rin all’unisono.
-Kanna?-
Le ragazza stava ancora fissando il bel giovane, osservandone tutti i lineamenti.
-Non è affatto da buttare!- rispose lei.
Rimasero ancora qualche minuto ad ammirarlo quando qualcuno le destò.
-Hey! Avete finito di trastullarvi davanti alle foto dei ragazzi?- le riprese il mezzo-demone.
-Inuyasha sta zitto! Perché voi là dietro non state sbavando dietro a delle ragazze.- ironizzò Kikyo.
-Jaken sì- commentò Sesshomaru.
-Non è vero!-
-Eh no, master segaiolo.-

(In effetti i tre erano tutti rannicchiati vicino al computer di Inuyasha guardando foto di varie belle ragazze, umane e demoni che siano, su Facebook.)
In quel preciso momento la porta si aprì velocemente e il professore varcò la soglia costringendo gli alunni a fiondarsi ai loro posti.
 
Dopo essersi scusato per il ritardo, l’insegnante decise immediatamente di controllare gli esercizi assegnati ad ogni alunno e correggere eventuali errori, così cominciò ad aggirarsi tra i vari computer ispezioandone uno ad uno.
-Merda!- esclamò il demone cane nascondendosi dietro lo schermo. –Non ho fatto gli esercizi. E adesso?-
-Te li passo io.- suggerì Inuyasha seduto di fianco a lui, seguito poi da Jaken.
-Non ce la facciamo. Dovrei anche risistemarlo e sarebbe troppo tardi…-.
Il Prof aveva ormai terminato di esaminare l’esercizio dell’ultima persona davanti a loro e di conseguenza passò a quello di Jaken; per Sesshomaru non c’era più scampo.
-Vediamo…mh, bravo Jaken, a parte qualche errore ma ci siamo.- commentò lui.
Poi passò a Inuyasha e la tensione salì, il demone cane si rassegnò dunque, cercando piuttosto una valida scusa.
-Bravo Inuyasha, quasi tutto giusto, però se guardi bene qui….-
Si soffermò qualche secondo per spiegare all’alunno l’errore quando Jaken, improvvisamente, sentì qualcosa muoversi nel suo intestino, lo sentì talmente gonfiò che capì immediatamente che avrebbe dovuto liberarsi e trattenersi sarebbe risultato invano. Cercando di non destare sospetti si lasciò scappare una puzzetta, ma questa, per sua sfortuna, fu molto rumorosa e sia i suoi due amici che il professore stesso ebbero l’onore di sentirla.
L’insegnante si bloccò, ammutolendosi di colpo.
-Bravo Inuyasha…bel lavoro.- disse poi allontanandosi il più possibile per poi dirigersi dall’altra parte della stanza.
Jaken improvvisamente si sentì osservato.
-Hai scoreggiato?- sussurrò Inuyasha inarcando un sopracciglio.
-Ehm…sì…mi è scappata!- rispose il piccolo demone Kappa arrossendo.
Lui scoppiò a ridere di gusto prendendo quasi l’equilibrio: -Ecco perché il Prof se l'è data a gambe!-
-Kami! Jaken fai schifo!- esclamò Sesshomaru storcendo il naso.
-Sta zitto Sesshomaru, dovresti ringraziarmi di averlo fatto scappare invece! Se non avessi scoreggiato il Prof avrebbe visto che non hai fatto gli esercizi!-.

Mancava poco alla fine dell’ora e non vi fu tempo per introdurre un nuovo argomento così furono assegnati degli altri esercizi da fare al momento.
Sesshomaru aggiunse l’ultima sfumatura di colore alla sua opera artistica.
-Jaken, guarda qui!- lo chiamò voltando lo schermo del computer nella sua direzione. –Ti ho fatto un ritratto.-
Il piccoletto controllò subito piuttosto incuriosito, ma ciò che vide non fu affatto di suo gradimento.  Il demone cane aveva usato il programma Paint (sì, quel programma divertente in cui fai stronzate a caso) per disegnare uno schizzo di Jaken: uno sgorbietto spigoloso colorato di varie tonalità di verde messe a caso, con le braccia atrofizzate, il becco aperto e gli occhi strabici. Sotto il disegno vi era un simpatica scritta che diceva: “Jaken handiKAPPAto.”.
-SEI UN BASTARDO!- esclamò lui lasciandosi scappare un sorriso.
Inuyasha lanciò una fugace occhiata al disegno e per la seconda volta nello stesso giorno rischiò di capottarsi dalle risate.
-Sei un genio!- si complimentò ammirando il capolavoro d’arte moderna.
La nuova opera “Jaken HandiKAPPAto”  by Sesshomaru El Burrito (più avanti si spiegherà il perché del soprannome spagnolo), venne esposta a tutta la quarta C e ovviamente fu molto apprezzata.
 


EDUCAZIONE FISICA


Koga spalancò la porta degli spogliatoi maschili e vi si fiondò a gran velocità.
-BUON PORCO DAY!- urlò poi seguito dalle urla di trionfo dei suoi amici che lo succedevano.
Gli altri ragazzi si bloccarono di colpo voltandosi verso quest’ultimo.
-E’ oggi?- chiese Shippo in biancheria con i pantaloncini in mano. –Che avete intenzione di fare?-
I tres amigos si scambiarono una fugace occhiata comprensiva e Bankotsu, avanzando, espose il loro piano.
-Questa volta non ci accontenteremo di un approccio diretto. Abbiamo deciso di cogliere l’occasione dell’ora di ginnastica per fare una visitina alle ragazze…- La sua voce si limitò ad un sussurro cercando di non farsi sentire dal gentil sesso, visto che gli spogliato femminili erano attaccati ai loro.
-Insomma, abbiamo intenzione di spiare le ragazze e sperare di vedere qualche tetta e qualche mutandina.- continuò Miroku più coinciso.
-Voi siete pazzi.- affermò Jaken ridacchiando divertito –Non ce la farete mai!.-
Koga inarcò un sopracciglio e fece un ghigno.
-Tutto è possibile per la figa!- commentò successivamente gonfiando il petto con orgoglio e qualcuno osò perfino applaudire in segno di rispetto.
-Buona fortuna allora!- augurò loro Shippo, curioso di scoprire come avrebbero agito –Quando avete intenzione di fare tutto ciò?-
-Ora!- rispose deciso il demone lupo.
Di conseguenza i tre amici si radunarono in un angolo della stanza elaborando il loro perfido “pork-attack”.
Inuyasha, poco interessato alla faccenda, decise di dedicarsi ad altro così si tolse velocemente la maglietta, rimanendo a dorso nudo e cominciò ad urlare a casaccio gonfiando i muscoli.
-Ehila Inuyasha! Che fisico!- commentò Sesshomaru contemplando i suoi addominali rendendo il tutto piuttosto gay.
-Hai visto, fratello? Due volte a settimana in palestra ed addominali a casa.- informò il mezzo-demone mettendosi in mostra.
Sesshomaru, di rimando, spogliò anch’esso la t-shirt esibendo un petto perfettamente liscio dotato di addominali scolpiti, spalle larghe e bicipiti sodi.
-Niente male anche tu eh!- lo complimentò l’amico dandogli una pacca sulla spalla.
I due cominciarono a ridere dandosi leggere spinte amichevoli poi, il demone cane, posò lo sguardo sul piccolo esserino verde.
-Jaken, tu avresti proprio bisogno di un po’ di pesi. Sei così secco…- gli fece notare alzandogli un gracile braccino.
-Non rompere Sesshomaru, io mi trovo bene così.- rispose lui stizzito.
-Ecco perché sei vergine.-
-FOTTITI!-

La discussione non durò a lungo perché I Tres Amigos, dopo aver confabulato a lungo, esultarono vittoriosi avendo finalmente trovato un piano strategico.
-Bene ragazzi! Dopo una lunga riflessione abbiamo deciso che spieremo le ragazze dalla serratura!- espose Bankotsu orgoglioso.
Un vento gelido si creò improvvisamente nella stanza.
-Tutto qui?- chiese Shippo piuttosto deluso.
-Che altro potevamo fare?- ribatté Miroku –Nel caso non riuscissimo a vedere nulla, scardineremo la porta e ci godremo quei pochi secondi di paradiso prima di essere violentemente picchiati dalle ragazze.-
-Bene ragazzi, non perdiamo tempo, andiamo!- incitò Koga prendendo gli altri due sotto braccio dirigendosi verso l’uscita.

Intanto, negli spogliatoi femminili:

-Per tutti i Kami, Yura! Ma che tette c’hai??!- esclamò Jakotsu osservandole avidamente il seno.
La compagna si era appena tolta ma maglietta mostrando il petto sostenuto dal delicato reggiseno in pizzo nero. A quella affermazione si coprì meccanicamente arrossendo violentemente.
-Ma che dici?!-
-Non pensavo fossi così prosperosa, sei sempre tutta coperta…-
-E perché dovrei mettermi in mostra?-

Yura era sempre stata una ragazza riservata tutta acqua e sapone, non le piaceva indossare abiti succinti e scollati e il suo trucco era sempre stato leggero.
-Perché sei una bella ragazza forse? E comunque anche tu Ayumi, hai un bel seno e lo nascondi sempre!- continuò lei cambiando soggetto. Ayumi, intenta a indossare il ricambio, alzò lo sguardo colta di sorpresa.
-Ma siamo a scuola!- rispose lei.
-No, scusate.- intervenne Kagome – Ma avete visto le tette di Kagura? Sono sodissime!-
Detto ciò portò le mani sotto le coppe del reggiseno della compagna sollevandole. Kagura non reagì ma si limitò a scostare gentilmente le mani dell’amica dal suo seno quasi perfetto.
-Però dobbiamo ammettere che il più grosso è quello di Kikyo!- affermò poi.
-Già, sono proprio due bombe!- aggiunse Ayame.
-Ma perché sono tutti fissati con le mie tette?!- esclamò la compagna.
-ANDATE TUTTE AL DIAVOLO!- sbottò poi Rin toccandosi il petto con disgusto. –Qui siete tutte ben messe davanti mentre io sono piatta! Non vi dico cosa darei per avere almeno una terza!-
- Cioè, Kagome, io adoro le tue tette, sono bellissime!- ammise successivamente palpandola senza alcun invito.
La ragazza scoppiò a ridere e toccò la compagna a sua volta.
-Dai Rin, anche se sono piccole, sono comunque morbide! E comunque tu compensi con il sedere a balconcino, è davvero bello!-
-Sul serio?- chiese lei lasciandoselo tastare –Jaken dice sempre che è molliccio e troppo grande!-
-Ma lascialo perdere quello!- disse Jakotsu con disprezzo –Secondo me la sera si masturba pensando a te!-
-CHE SCHIFO!- fece Tsubaki ascoltando la conversazione per poi scoppiare, insieme alle altre, in una grande risata.
-Ragazze, io ho una terza coppa C!- se ne uscì improvvisamente Nazuna mostrando il seno coperto dall’intimo.
Le altre la osservarono incuriosite: non potevano di certo dire che fosse piccolo, ma era impossibile che portasse quasi una quarta di reggiseno!
-Ma sei impazzita? Avrai massimo una terza scarsa!- la corresse Yuka avvicinandosi ancor di più –Io porto una terza e sono più grosse delle tue!-
-No, davvero ragazze, dico la verità!-
-Certo hai ragione, anche io porto la terza!- disse sarcastica Jakotsu mostrando il petto mascolino.
Tutte le presenti, fatta eccezione per la povera Nazuna, si lasciarono scappare una risata divertita.
-Oh ragazze, quanto vorrei anche io avere le tette…mi andrebbero bene anche le ciliegine di Rin.-
-Hey!-

- Jakotsu non ti preoccupare, nonostante tu fisicamente sia un maschio, sei più donna di tutte noi!- ammise Yura facendole un sorriso complice –E’ per questo che i professori ti lasciano cambiarti nel nostro spogliatoio.-
-Sì beh, anche perché senno la nostra Jakotsu si sarebbe eccitata davanti a tutti quei petti nudi e quei culetti.- affermò Ayame facendole l’occhiolino. –E a proposito di maschi, non mi dispiacerebbe affatto un giorno vederli senza maglietta. Alcuni di loro hanno dei fisici fantastici!-
-Per esempio?- chiese curiosa Kagome.
-L’anno scorso ho avuto l’onore di vedere Sesshomaru a petto nudo. Cazzo ragazze che muscoli che ha! Mi vengono i calori solo a pensarci!- rispose la demone lupo facendosi aria con la mano.
-Che porca che sei Ayame!- la schernì Rin –E comunque non posso fare altro che darti ragione, anche io l’ho visto!-
-Non poteva che essere così- intervenne Kagura ammiccando – Scommetto che tu gli hai anche visto qualcos’altro di più…intimo.-
-Se…MAGARI!- esclamò la compagna arrossendo leggermente.
Kagura spalancò la bocca incredula per poi scoppiare a ridere.
-Sei proprio una zozza.- commentò Kagome.
Le ragazze continuarono le loro conversazioni private, tra mille risate e dispetti, ignare di ciò che stava accadendo all’esterno.
 
 
-Stanno parlando delle loro tette!- esclamò Bankotsu eccitato.
I Tres Amigos si era appostati fuori dalla posta, inginocchiati, stavano sbirciando uno alla volta, dalla piccola fessura della serratura, senza però riuscire a vedere un gran che.
-Dobbiamo assolutamente vederle, magari si sono tolte il reggiseno e si stanno palpando a vicenda!- fantasticò Miroku sentendo fluire il sangue in un posto ben preciso.
-Ragazzi spostatevi!- sussurrò Koga, scostando Bakotsu che aveva appoggiato l’orecchio alla porta –Proverò a spiare io, essendo un demone ho i sensi più sviluppati e potrei riuscire a vedere qualcosa.-
Detto ciò avvicinò un occhio alla serratura, chiudendo l’altro e si concentrò. Inizialmente riusciva solamente a vedere immagini poco chiare, quasi sfocate, ma poi, affilando lo sguardo, riuscì a scorgere una compagna, di cui non riusciva a riconoscere l’identità, togliersi i pantaloncini e mostrare le mutandine bianche.
-Ragazzi, ho appena visto delle mutande bianche!- mormorò cercando di non farsi sentire.
-Davvero?!- urlarono gli altri due senza badare al livello della voce –VOGLIAMO VEDERE!-.
Presi dall’eccitazione e dall’adrenalina, si ammassarono addosso al compagno, spingendosi ripetutamente, anche con violenza, cercando di guadagnarsi il buco della serratura. La lotta continuò per diversi secondi finche Miroku, con tutta la forza che aveva in corpo, urtò uno dei due scaraventandolo contro la porta e creando così un gran baccano.
In quel momento la porta si aprì improvvisamente e i tre finirono a terra a pancia in giù. Appena alzarono lo sguardo video Jakotsu, che a petto nudo e pantaloncini, li fissava con astio.
-Si può sapere che state facendo?- urlò ringhiando dalla rabbia.
I ragazzi si misero in ginocchio, la compagna stava coprendo totalmente la visuale e si sentì inoltre, un ammasso di urli spaventati provenire dal fondo della stanza.
-Heilà Jakotsu…- lo salutò Bankotsu che, insieme agli altri, cercava di scorgere oltre al corpo della ragazza sperando di poter vedere qualcosa.
Lei posò violentemente un piede sul volto del compagno facendolo cadere sulle natiche.
-ANDATEVENE!- sbraitò poi furibonda.
Lo sguardo dei tre si posarono sul suo adirato, un brivido percosse la loro schiena e le gambe si fecero molli così, senza esitare un minuto di più se la diedero a gambe strisciando sul pavimento.
-TORNEREMO!- disse poi Koga non arrendendosi. Ovviamente gli altri ragazzi non esitarono nel burlarsi di loro sottolineando il fatto che tra tutte le ragazze che avrebbero potuto trovarsi dinnanzi  era capitata Jakotsu, il travestito della classe.

Lui sapeva benissimo di non piacere ai ragazzi, anche se ci provava con tutte le sue forze, rimaneva pur sempre un maschio con tutti gli attributi e questo, almeno che uno dei suoi compagni fosse stato omossessuale, non lo rendeva affatto attraente. In realtà, a lui interessava il parere di una sola persona, quella che lo conosceva più di tutti, quella con cui aveva passato l’infanzia e gran parte dell’adolescenza: Bankotsu. Non lo avrebbe mai ammesso, ma era dai tempi delle medie che aveva una cotta per lui. Loro erano sempre stati amici e Bankotsu, era a conoscenza della sua omosessualità da quando glielo confessò a undici anni, ma lui non disse nulla, non lo insultò anzi, gli rispose che gay o meno rimaneva sempre suo amico e questo lo riempì di una gioia immensa e si sentì finalmente libero di essere se stesso. Per questo si era innamorato di lui, per questo ogni volta che lo fissava negli occhi il cuore batteva così forte da uscirgli dal petto. Ma comprese ben presto di non avere nessuna possibilità di essere ricambiato, a Bankotsu erano sempre piaciute le ragazze e niente al mondo gli avrebbe fatto cambiare idea. Oramai aveva abbandonato ogni speranza abituandosi a essere solo un amico. (Qui parlo di Jakotsu al femminile perché si rende conto di essere un maschio, di conseguenza si definisce tale).

Uscì dalla spogliatoio pensierosa, ripensando, con una punta di divertimento, all’accaduto e alla brutta figura dei compagni quando, improvvisamente, dinnanzi ai suoi occhi si prostrò una scena a dir poco assurda.
Stropicciò gli occhi diverse volte, pensando che la sua mente malata le stesso facendo brutti scherzi, ma a quanto pare era tutto reale: vide chiaramente Bankotsu piegato a 90 gradi agitare le natiche e Koga, in piedi appoggiato al sedere dell’altro, spingeva il bacino in avanti velocemente. Sì, Koga e Bankotsu, gli stessi ragazzi che pochi secondi prima le stavano spiando dalla serratura come dei poveri pervertiti in astinenza.
-Scusate…- fece lei attirando la loro attenzione.
I due si ricomposero immediatamente, guardandosi attorno sperando che nessun altro li avesse visti.
-Siete così delusi da non essere riusciti a mettere in atto il vostro piano che adesso fate il porco day tra di voi?- chiese Jakotsu inarcando un sopracciglio.
-Ma che cazzo dici? Stavamo solo scherzando…- rispose Bankotsu arrossendo leggermente.
-Certo…-
La compagna li superò dirigendosi in palestra.
-Non farne parola con nessuno, senno ci scambiano per omosessuali.- ordinò Koga con tono implorante.
-Non ti preoccupare.-
Forse, una piccola speranza c’era anche per lei.
 
Finalmente, dopo che tutti gli alunni ebbero finito di sistemarsi, entrarono in palestra, esprimendo la loro gioia come meglio potevano. Yuka, Jakotsu e Tsubaki, tutte e tre appassionate di calcio, presero un pallone e cominciarono a calciarlo passandoselo a vicenda.
-Sabato abbiamo la partita.- affermò Tsubaki dando un violento calcio all’oggetto sotto i suoi piedi.
-Oggi ci sarà un duro allenamento, me lo sento…- disse Yuka sbuffando.
-Meglio così, almeno alla partita saremo cariche! Dobbiamo darci dentro!- incitò Jakotsu prendendo la palla con il ginocchio facendola rimbalzare.
Le tre ragazze, infatti, facevamo parte della stessa squadra di calcio femminile, nulla più che semplice sport amatoriale, nulla di serio per ora, ma speravano che un giorno, avrebbero potuto far parte di squadra importanti, magari con sponsor e giocare in stadi famosi.
Ma non erano le uniche, anche Koga e Miroku avevano questa passione tant’è che pure loro facevano parte di una squadra. I due, senza aspettare un secondo di più, si unirono alle ragazze e, dopo che anche Jaken, Shippo e Bankotsu si unirono, formarono due schieramenti: Yuka,Jakotsu,Tsubaki e Koga contro Jaken, shippo, Miroku e Bankotsu.
Cominciò la partita e il pallone schizzò da una parte all’altra della piccola stanza rettangolare, più di una volta rischiarono di colpire i loro compagni, meritandosi così insulti e minacce. La professoressa li lasciò fare, impegnata a sistemare alcune fogli e a segnare le presenze, non badò minimamente a ciò che accadeva.
Il resto delle ragazze si limitò a parlare tranquillamente, fatta eccezione per Rin e Ayame che a volte si facevano scherzetti a vicenda, spingendosi, palpandosi a tradimento e gettandosi sui materassi.
Ma i più scatenati, come al solito, erano Inuyasha e Sesshomaru. Nessuno ne conosceva il vero motivo, ma i due, durante quella materia, cominciavano a lottare, dandosi pugni e calci, gettandosi uno sopra l’altro, eseguendo strane mosse di Wrestling, saltando da una parte all’altra dell’aula come cavallette e ringhiandosi contro cercando di far prevalere la propria forza ottenendo così il titolo di maschio Alfa.
Insomma, due animali.
Inuyasha iniziò ad abbaiare e a cacciare versi come sua routine, sfoderando gli artigli ed esponendo i canini appuntiti, ma Sesshomaru non fu affatto intimidito: dopo aver fatto lo stesso, si mise in posizione di difesa guardando dritto negli occhi il suo avversario.
-Non puoi nulla contro di me, mezzo-demone! Ricordati che oltre ad essere un potente demone pratico anche Kick-boxing!- lo avvertì Sesshomaru provocandolo ancor di più.
-Non ho paura di te, io pratico Krav Maga3, ti metto a K.o. quando voglio!- ribatté il mezzo-demone con sguardo intimidatorio.
Ulularono il loro grido di battaglia e la lotta ricominciò, almeno finche la professoressa non sbraito loro di finirla o sarebbero andati in presidenza.
In quel momento Inuyasha si ritrovò a terra sovrastato dal suo avversario che, a cavalcioni, era intenzionato a tirargli un paio di pugni allo stomaco, ma fu interrotto dall’insegnante.
Prima che potessero staccarsi e rimettersi in piedi qualcuno urlò precipitandosi verso di loro.
-YAOI! YAOI!- esclamò Rin lasciandosi scappare alcuni gridolini eccitati. Per lei quella scena era del tutto distorta: i due erano realmente uno sopra l’altro ma la sua interpretazione fu che Sesshomaru, appositamente finito addosso al corpo del mezzo-demone, si stesse avvicinando al suo volto con l’intenzione di baciarlo e Inuyasha, del tutto indifeso, si lasciasse andare.
-Aspettate! Rimanete così!- continuò lei sempre più agitata, saltellando dalla gioia –Qualcuno mi presti un cellulare, devo fare una fotoooooo!-
I due si voltarono verso di lei spalancando gli occhi dallo stupore.
Ma che cazzo ha in testa quella?
Nazuna le passò immediatamente il suo telefono e Rin fu in procinto di scattare.
-VAFFANCULO PERVERTITA!- esclamò il demone cane raccogliendo qualcosa di imprecisato da terra e scaraventandoglielo contro. –Masturbati con qualcos’altro!-
La poveretta incasso il colpo in piena faccia e il telefono le sfuggì di mano creando un forte tonfo.
-Il mio cellulare!- gridò Nazuna ruzzolando verso il pavimento.
-La mia foto Yaoi…- si lamentò Rin facendo dietro front.

La lezione finalmente iniziò e l’insegante raccomandò loro di  fare qualche giro di riscaldamento prima di passare agli esercizi motori. Durante la corsa la classe era divisa in ben cinque livelli di velocità.
Ora vi spiego meglio:
Il primo livello consisteva in un’elevata velocità in cui facevano parte Sesshomaru e Inuyasha cui facevano a gara a chi riusciva ad eseguire più giri di campo.
Il secondo, ad una velocità medio-alta, comprendendo Yuka, Tsubaki e Jakotsu, le sportive della classe;
Il terzo, velocità media formata da Kagome, Kagura e Sango seguiti subito dai Tres Amigos e Jaken cui erano più interessati a guardare i loro sederi;
Il quarto, velocità medio-bassa: Yura, Kikyo, Nazuna e Ayumi, che non amavano particolarmente correre, ne fare esercizi di alcun tipo;
Il quinto e ultimo livello, quello basso anzi,  a passo di bradipo, vi erano Rin, Shippo, Kanna, Eri e Ayame, che avrebbero fatto qualunque cosa pur di starsene seduti tutto il tempo, difatti non appena scorgevano la professoressa girarsi, ne approfittavano immediatamente per interrompere la corsa e limitarsi a camminare.

Poi giunse il momento degli esercizi motori: le capriole. Ogni alunno avrebbe dovuto cimentarsi in quei movimenti usufruendo di materassini per nulla comodi e soffici.
Jaken si preparò, alzando le braccia e un piede e, non appena avvicinò le mani al materasso si rese conto che non aveva la minima idea di come eseguire una capriola e finì con la faccia a terra.
-Io non riesco a farla su questi materassi così duri!- sentì lamentarsi Ayumi che si rifiutava categoricamente di eseguire l’esercizio.
Osservando meglio i compagni notò che anche gli altri facevano piuttosto fatica e si sentì sollevato, quando, posando lo sguardo verso un angolo della stanza notò qualcosa di strano.
I Tres Amigos e Inuyasha se ne stavano in piedi imbambolati a fissare un punto dinnanzi a loro e la cosa lo incuriosì, così decise di avvicinarsi per scoprire chi o cosa fosse degno di tale attenzione.
Appena superato qualche compagno comprese, con immensa gioia, cosa stavano avidamente fissando i ragazzi: Kagome, concentrata nel fare stretching, si era chinata a 90 gradi, ignara degli spettatori dietro di lei che le stavano palesemente contemplando il culo. Jaken, ovviamente, non esitò ad unirsi beandosi del meraviglioso spettacolo e, dopo pochi secondi, anche Shippo e Sesshomaru vennero attirati come le api dal polline.
-Wow…- mormorò Bankotsu non accorgendosi della goccia di sangue che gli stava colando dal naso*.
In quel momento qualcuno fece capolino dietro i ragazzi facendosi spazio.
-Che cosa state guard…Cazzo, che culo!- esclamò Rin notando il sedere perfetto della compagna.
-Hey, Rin!- fece Miroku accorgendosi della sua presenza.–Tu non puoi guardare!-.
-Ma perch…- non fece nemmeno in tempo a formulare la domande che il ragazzo le tappò gli occhi e la trascinò lontana da loro.
Come se lo spettacolo non fosse già abbastanza magnifico, Kagome si sporse ancor più e dai leggins neri aderenti sbucò un lembo delle mutandine con disegnata la bandiera degli Stati Uniti.
I ragazzi spalancarono la bocca all’unisono sicuri di aver visto il paradiso.
-Ay Carramba…- mormorò Sesshomaru totalmente ipnotizzato.
-Dio benedica l’America!- urlò Jaken con gli occhi fuori dalle orbite.
Gli altri si limitarono ad annuire in silenzio, rifiutandosi di distogliere lo sguardo.
Da quel giorno, chissà per quale motivo, la bandiera degli Stati Uniti fu la loro preferita.
 
Jakotsu si sistemò la cartella sulle spalle in procinto di uscire dall’aula per poter tornare finalmente a casa.
-Jakotsu!- una voce a lei ben conosciuta la chiamò facendola sussultare.
-Bankotsu!- esclamò  colta di sorpresa.
-Ho saputo che sabato hai la partita.- disse lui sorridendo.
-Sì…speriamo in bene!- rispose non nascondendo il suo nervosismo.
-Buona fortuna! Mi vedrai fare il tifo per te nelle tribune!- se ne uscì poi l’amico lasciandola per qualche secondo senza respiro.
Bankotsu sarebbe venuto a vederla? Ma…
-Ma non dovevi andare con Koga in quel locale pieno di belle ragazze per rimorchiare?- chiese poi confusa.
-Sì beh…alla fine ho deciso che era meglio andare a veder giocare il mio amico Jakotsu!-
Non era mai riuscito a rivolgersi a lei al femminile, ma in quel momento non importava affatto un dettaglio così futile. Bankotsu, il suo caro Bankotsu, aveva preferito lei a tante altre.
-Allora?- fece poi lui notando lo sguardo perso dell’amico/a.
Lei si destò dai suoi pensieri e gli regalò un grande e sincero sorriso.
-Grazie…- rispose poi dandogli un dolce bacio sulla guancia –Vincerò anche per te.-
 



ORA BUCA – ASSEMBLEA DI CLASSE

 
-Allakahbahkba!- esclamò Kagome alzando le braccia a muovendo energicamente i fianchi.
-Akallabahblrakh!- rispose Tsubaki inginocchiandosi a terra.
L’amica la imitò e cominciarono a stendere il busto e le braccia per poi alzarle ed abbassarle ripetutamente.
Qualche minuto prima Sesshomaru aveva sistemato sulle loro teste dei foulard come dei veli arabi e queste avevano cominciato a ballare in modo casuale per tutta l’aula.
Ma il gioco non durò ancora a lungo perché Ayame, sedendosi sopra la cattedra, urlò pretendendo il silenzio.
Ci vollero una manciata di secondi prima che tutti gli altri compagni riuscissero a tacere e finalmente, dopo varie grida e l’ennesimo pugno che danneggiò ancor più il tavolo, ci fu la più completa calma.
-Bene ragazzi, iniziamo l’assemblea di classe.- informò Ayumi sedendosi anch’essa vicina all’altra rappresentate di classe. –Se avete qualche problema con insegnanti o compagni questo è il momento giusto per parlarne.-
-Io avrei un problema.- esordì il demone cane alzandosi dal posto. –Durante tutte le lezioni di matematica Rin mi lecca in continuazione!-
Dentro ad Ayame qualcosa si frantumò, forse la sua pazienza.
-NON CE NE FREGA UN CAZZO se vi leccate, se limonate o se fate sesso sui banchi! Ora stai zitto o ti taglio la gola!- urlò poi facendogli il gesto con il pollice.
-Sei proprio una terrorista.- la schernì lui guadagnandosi una risata generale.
La demone lupo ignorò la battuta e continuò: -Qualcun altro?-.
Ovviamente, nessuno aprì bocca e ci vollero almeno una decina di minuti, tra le richieste imploranti di Ayumi e le minacce di Ayame, perché qualcuno cominciasse ad esporre i propri problemi.
-La Prof Urasue fa troppo verifiche, ne fa almeno due a settimana! Dobbiamo farle capire che abbiamo anche altre materie di cui occuparci!- spiegò Tsubaki, ottenendo l’appoggio di tutti.
Il discorso durò ancora per molto e in classe si formò un gran baccano: chi voleva dire la sua a tutti i costi, chi interrompeva altri che stavano parlando e chi continuava a cambiare argomento rendendo il tutto sempre più dispersivo.
Ma a Kagome, Inuyasha e Kagura questi argomenti non importavano affatto, loro avevano altro di più importante su cui discutere.
-Vi è mai capitato di fingere un orgasmo?- chiese Kagome ciondolando sulla sedia.
Gli altri due si scambiarono un’occhiata interrogativa, piuttosto perplessi dall’improvvisa domanda.
-A me non è mai successo…- affermò poi Kagura dopo averci pensato un po’ su. –E tu?-
-E’ successo una volta, è stato davvero terribile!- rispose l’amica con disgusto. – E parlando di orgasmi, sapete che ho scoperto che le ragazze possono averlo in differenti modi?-
-Cioè?- chiese Kagura interessata.
-Alcune ragazze lo hanno simile ai maschi, ovvero uno ma intenso, mentre altre hanno piccoli orgasmi ma frequenti.-
-Davvero? Beh, ora che ci penso non ho idea in quale categoria sarei…- rifletté Kagura portandosi l’indice sul mento.
-Tsè! Ma dipende da ragazza a ragazza…- si intromise Inuyasha. –Non basta classificarle, ci sono ragazze che hanno più orgasmi ma comunque intesi.-
-E tu come fai a saperlo?- chiese Kagome maliziosa.
-Forse perché ci ho fatto sesso?- rispose lui scostando i capelli in modo vanitoso. – E comunque signore, se proprio devo essere sincero, fino ad ora, ogni ragazza che è venuta a letto con me, ha avuto sempre veri orgasmi e non ha mai finto!-
-E tu come fai a saperlo? Magari fingevano bene!- suppose Kagura.
-No, no, guarda che lo capisco io eh! Sento se la donna è eccitata davvero o meno.-
-Oh oh! E’ arrivato il maschio Alfa!- scherzò Kagura.
-Mentre hai un rapporto abbai?- chiese Kagome sogghignando.
-No, semplicemente ululo durante il coito.- rispose lui scoppiando poi a ridere seguito dalle altre due.
-E comunque ragazze, se doveste fare sesso con me, non ve ne pentirete!-
- Inuyasha…- fece Kagura alzando un sopracciglio –Ci stai chiedendo di farlo con te?-
-Forse…- rispose lui guardandosi in giro.
-Che idiota che sei…- commentò Kagome.
-Perché? Tu non vorresti fare l’amore con me?-
Non rispose subito, si prese la libertà di rimanere in silenzio per qualche secondo, fissando il compagno sbigottita.
-Mi astengo dalla domanda!- rispose poi distogliendo lo sguardo dagli occhi dorati del compagno.
Beh, chi tace acconsente.
-INUYASHA!-
Qualcuno piuttosto infuriato aveva gridato a squarcia gola il suo nome, si voltò e notò lo sguardo stizzito di Ayame che lo fissava.
-Tu hai da dire qualcosa in questa assemblea?- chiese poi la rappresentante.
Più volte il mezzo-demone si chiese perché quella donna ce l’avesse sempre con lui.
-Sì!- affermò quest’ultimo –STUDI?-
Mettendo da parte la domanda per nulla consona al contesto, ma ciò che fece rimanere perplessa la demone lupo, assieme a tutti coloro che l’avevo ascoltato, fu il tono di voce con cui aveva pronunciato quella semplice parola: era distorto e piuttosto grave, molto simile a quello che usavano le persone per prendere in giro i ragazzi goffi e non troppo svegli.
-MA CHE STRACAZZO STAI DICENDO?- sbottò la compagna. –Io mi chiedo come facciano a volerti come rappresentante della consulta…-
-Ma se non sai nemmeno cosa sia!- ribatté lui.
-Non lo hai mai spiegato!-
-Ma è semplice, la consulta è…-

In quel preciso momento, proprio quando Inuyasha stava per iniziare la sua interessante spiegazione, la campanella suonò indicando la fine dell’ora e di conseguenza dell’assemblea.
-Fa nulla Inuyasha, ce lo spiegherai!- lo interruppe la compagna per poi trasferire la sua attenzione su alcuni fogli.
-E quindi? La consulta è…- chiese Kagura, aspettando con ansia la risposta.
Inuyasha aprì la bocca per spiegare, ma subito dopo la richiuse e le fece un sorriso sornione.
-La consulta è un vero orgasmo!-
Note: 1- Ho preferito non finire la frase perchè, Sesshomaru, si riferisce al titolo di un film esistente che è meglio io non citi completamente, per il vostro bene.
2- I Block B sono un boyband coreana reale e non inventanta. Di questi tempi sta diventando piuttosto famosa anche in Italia. "Mental Braker è una canzone dell' album Blockbuster uscito nel 2012.
3- Kick-boxing è uno sport in cui vengono combinate calci tipici delle arti marziali e i pugni. Invece Krav Maga è un arte di combattimento ravvicinato e di autodifesa di origine Isrealiana.
(Fonte: WIKIPEDIA)

E siamo giunti alla fine!
Spero voi abbiate capito la battuta del: "HandiKAPPAto, nel caso non ci siate arrivati, vorrei ricordarvi che Jaken è un demone KAPPA.
Vi è piaciuto il capitolo? Fatemi sapere con un bel commento! Su, fatemi felice! *w*
Vi ricordo che verso la fine della storia creerò un spazio per le domande, quindi, non esistate a porre i vostri quesiti ai personaggi della storia e loro vi rispondereanno!
Grazie a tutti!
Alla prossima,
Gino94.

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Capitolo 17
*** Segreti e fraintendimenti ***


Hola! Eccoci di nuovo qui! Vi avviso subito che questo capitolo sarà incentrato unicamente su Sesshomaru e Rin, spero vivamente che possa piacere, mi sono impegnata molto e, nonostante saranno presenti una marea di errori, possiate essere clementi e apprezzarla.
Buona lettura!


SEGRETI E FRAINTENDIMENTI


Jaken tremò dall’eccitazione per l’ennesima volta, godendosi le mani calde e delicate della compagna.
-Sì ti prego…continua Rin…- ansimò con il respiro mozzato.
Aveva gli occhi serrati, la bocca semi aperta da cui sgorgava un filo di bavetta e il suo corpo, preso dai brividi, si irrigidì.
- Che bello!- esclamò poi giungendo al culmine.
-Ora basta.- fece tutto d’un tratto Rin esausta, bloccando il gesto della mano.
-Perché?!- chiese il compagno destandosi dal trans.
-Perché mi sono rotta! E’ da più di mezzora che ti sto facendo i grattini!-
Il demone Kappa si grattò il collo dove qualche secondo prima la ragazza l’aveva toccato.
-Lo so, ma sono così belli…tu sei bravissima!- la complimentò lui, rischiando di chiamare un forte temporale dato la rarità del caso.
-Certo! Io sono la regina dei grattini!- si vantò lei portando in alto un braccio. –Di cosa stavamo parlando?-
Jaken poggiò la testa sul banco aspettando il bis, astenendosi dal rispondere, ma Rin non continuò.
-Parlavamo del “Signore degli Anelli”1 e del fatto che adori lo stile di vita degli “hobbit”.- rispose Sesshomaru seduto di fianco al piccolo demone. –Devo ammettere che anche a me sarebbe piaciuto esserlo, peccato che assomiglio di più ad un elfo…-
-Già!- affermò la compagna ridendo –Con quelle orecchie a punta e i capelli piastrati.-
-Che palle, non voglio essere un elfo…-
-Su, non è così male dopotutto  e poi, ora che ci penso, un po’ assomigli a Legolas.- lo consolò grattandolo dolcemente dietro l’orecchio.
Lui, come ogni volta, si lasciò coccolare, sfoggiando un sorriso beato, d'altronde anche lui adorava i suoi grattini.
-A proposito!- esordì Rin di punto in bianco allontanando la mano –Non ho ancora avuto l’occasione di vedere “Lo Hobbit”!-
Sesshomaru cambiò improvvisamente espressione, spalancando gli occhi dallo stupore.
-Non lo hai ancora visto? Ma sei pazza?!- esclamò poi sconcertato. –Devi assolutamente guardarlo! E’ fantastico!-
-Lo so, prima o poi lo farò…-
-Il prima possibile! Ho un’idea: qualche giorno fa ho scaricato il film da internet nonostante lo avessi già visto al cinema, lo sai che sono un fanatico; che ne dici di venire a casa mia a guardarlo?-

Rin rimase spiazzata dalla domanda tanto da rimanere a bocca aperta con un faccia da pesce lesso.
-S-sul serio? A casa tua?- chiese poi sperando che non fosse uno scherzo.
-Certo! Facciamo domani dopo scuola? Così avviso mia madre di prepararci il pranzo.-
-Va bene!- rispose colma di gioia.
L’idea di vedere la casa del grande demone cane la esaltava molto.
-Così potremmo vederci il film in santa pace.- continuò lui.
-E magari guardarci qualche anime!-
-E sfidarci a Tekken!-
-E giocare a Pokémon!-

-Scusate!- una vocina gracchiante interruppe il loro momento di euforia. –Ci sono anch’io qui!-
I due si erano completamente dimenticati della presenza di Jaken totalmente disinteressato ai loro discorsi.
-Non è colpa nostra se non hai i nostri stessi interessi!- rispose Rin roteandogli l’indice davanti agli occhi.
-Non è colpa mia se siete due maledetti Otaku!- ribatté il piccolo demone stizzito.
Ed ecco che incominciarono a discutere, come sempre.
 
Terminate le lezioni Rin cominciò a riempire la cartella quando, dietro di lei, qualcuno le poggiò la mano sulla spalla facendole prendere un gran spavento.
-Rin!- la chiamò Shippo.
-Shippo maledetto! Mi hai fatto prendere un colpo!- esclamò dopo essersi voltata portando una mano al petto.
-Scusa…- rispose lui massaggiandosi la testa –Ti va se mi unisco a te, Ayame, Kikyo, Jakotsu e Nazuna nel ritorno a casa?-
Lei aggrottò la fronte sospettosa.
-Ma di solito non vai con Ayumi?- chiese poi curiosa. –Avete di nuovo litigato?-
-No, no, è solo che oggi mi va di fare la strada con voi…- rispose semplicemente, eppure lei notò qualcosa di strano nelle sue parole.
-Sì, nessun problema…- disse sistemandosi la cartella sulle spalle e avviandosi verso la porta.
In quel momento Sesshomaru la sorpassò a grande velocità salutandola con la mano.
-Allora siamo d’accordo per domani?- chiese poi uscendo dall’aula.
-Certo!- urlò lei sorridendogli.
-Shippo…A te piacciono il “Signore degli anelli” e “Lo Hobbit”?- chiese poi guardando il demone volpe dritto nelle pupille.
-Certo! Sono fantastici! Ho visto “ Lo Hobbit” qualche giorno fa e mi è piaciuto tantissimo!-
-Mh…interessante…-
 
Il giorno seguente Rin si affrettò a uscire di scuola agitata e allo stesso tempo elettrizzata al pensiero che sarebbe andata a casa di Sesshomaru.
-Hey zoccolandia!- urlò Ayame vedendola sistemarsi con una tale rapidità. –Aspettami, dove vai così di fretta?-
-Scusami Ayame, ma oggi non tornerò a casa con voi.- l'avvisò con un sorriso angelico.
-Perché?-
L’amica si lasciò scappare una risata divertita.
-Perché vado a casa di Sesshomaru!- rispose facendole l’occhiolino.
-MALEDETTA!- urlò lei gonfiando le guance –E che ci vai a fare?-
-Mi ha invitato a vedere un film…-
-Sì, certo come no.- fece sarcastica mostrando un velo di invidia.
-Davvero! Ora scusami ma devo proprio scappare, a domani!- la salutò frettolosamente per poi correre verso il corridoio.
 
Ayame uscì dal portone raggiungendo Kikyo, Jakotsu, Kanna e Nazuna.
-Ma Rin? Dove è finita?- chiese Nazuna guardandosi attorno preoccupata.
La demone lupo aggrottò la fronte ringhiando e incrociò le braccia.
-Quella schifosa non c’è. Va a ca…-
Non fece in tempo a terminare la frase che sentì un urlo provenire dalla strada e tutti i presenti si voltarono incuriositi.
Videro uno scooter grigio metallizzato avvicinarsi con in sella due individui.
-BAGASCEEEEEEE!-
Rin, con un casco grigio in testa, seduta dietro Sesshomaru, le salutò mostrando un simpaticissimo dito medio.
Ayame si irrigidì stringendo i pugni irata per poi picchiare ferocemente un piede a terra.
-PUTTANAAAAAAAAAAAAAA- sbraitò successivamente esternando tutta la sua rabbia repressa.
-Ma quella non era Rin?- chiese Kanna seguendola con lo sguardo.
-Che ci faceva sullo scooter con Sesshomaru?- aggiunse Kikyo imitando la compagna.
-Già…- sibilò la demone lupo a denti stretti. –Quella stronza va da lui  a “guardare un film”!- Sottolineò le ultime parole facendo le virgolette con le dita.
-Sei gelosa Ayame?- la provocò la demone bianca dandole qualche colpetto con il gomito.
-Beh, anche a me piacerebbe andare a casa sua a fare le porcate!- rispose senza peli sulla lingua.
-Magari davvero vogliono vedere un film…- ipotizzò Nazuna.
-Ma non diciamo stronzate!- commentò Jakotsu decisa – Finiranno sicuramente per fare qualcos’altro…-
 
Il tragitto dalla scuola a casa sua non fu molto lungo, dopo soli dieci minuti erano già arrivati a destinazione e Sesshomaru parcheggiò il veicolo in un vialetto.
-Siamo arrivati- annunciò.
Rin si slacciò velocemente il casco e scese dal motorino stando ben attenta a non cadere, sapendo perfettamente quanto fosse maldestra e, non appena alzò lo sguardo, poté finalmente ammirare la sua abitazione: diversamente da ciò che aveva immaginato, dall’esterno pareva una normalissima casa, modesta, con le pareti dipinte di un bianco sporco, il tetto spiovente di un marroncino chiaro e un piccolo giardino decorato con vari bonsai e un maestoso albero di ciliegio. (Viva i cliché ragazzi, si vede che non sono mai stata in Giappone, eh?)
Lei si era aspettata, conoscendo a grandi linee l’importanza del clan dei demoni cane, di trovarsi dinnanzi ad una maestosa villa, con un immenso giardino Zen e un laghetto pieno di carpe Koi ed invece quella casetta era terribilmente simile alla sua.
Rimase imbambolata per diversi secondi persa nei suoi pensieri, tanto da non accorgersi dello sguardo interrogativo dell’amico.
-Vuoi rimanere qui tutto il giorno?- chiese poi riportandola con i piedi per terra.
-A-arrivo!-
Appena la porta scorrevole si aprì Rin ne approfittò per analizzare la zona circostante: gli interni si aprivano con la solita scarpiera susseguita da un piccolo atrio e un lungo corridoio cui si poteva giungere a varie stanze della casa; poco lontano dalla ragazza, notò un comodino cui vi erano appoggiate diverse foto e oggettini decorativi, su una parete era stata esposta una tela antica di cui ignorava l’esistenza e un altro piccolo bonsai nell’angolo. Stranamente non sembrava esserci una parte superiore, era tutto concentrato in un solo piano e la struttura assomigliava molto alle case tradizionali di un tempo.
-Mamma, sono a casa!- si acclamò il demone sfilandosi le scarpe.
Lei lo imitò e il cuore cominciò a batterle forte nel petto. Non era chiara del motivo, ma forse, il fatto che avrebbe finalmente conosciuto sua madre la rendeva piuttosto nervosa. Lei era un demone, come suo figlio del resto e non era sicura che questa potesse accettare del tutto un essere umano in casa sua, d'altronde il suo compagno non le aveva mai parlato di lei, e se non le fosse andata a genio?
E se avesse cominciato a dire cose stupide facendo una gran figuraccia?
Quelle domande rimbalzarono nella sua mente come palline da ping-pong, agitandola ancor più, finche non vide la porta alla sua sinistra aprirsi e uscire una figura.
La ragazza rimase letteralmente a bocca aperta, davanti a suoi occhi meravigliati, comparve una donna bellissima dai capelli lisci color della luna, legati da due lunghe code, con occhi ambrati leggermente abbelliti da un tocco di eyeliner, le labbra rosse come il sangue, una mezza luna violacea, la stessa che aveva Sesshomaru, era disegnata sulla fronte e due piccole linee che sembravano saette le solcavano dolcemente gli zigomi. Indossava un kimono azzurro aderente al fisico snello accentuandone le curve, la sua postura era impeccabile e in quel momento Rin si sentì minuscola al suo cospetto.
Non dimostrava più di trent’anni, ma chi era? Miss Giappone?
-Bentornato Sesshomaru!- lo salutò donandogli un flebile sorriso.
-Ciao mamma.- rispose lui.
“Cosa? Questa strafiga è sua madre?!” sbottò Rin dentro di sé, incredula che il suo compagno potesse essere figlio di tale perfezione.
Subito dopo la donna posò lo sguardo su di lei facendola sentire fortemente in soggezione.
-Tu devi essere Rin!- esclamò in un sussurro –Benvenuta.-
-Piacere di conoscerla Signora!- urlò facendo un profondo inchino.
La sentì ridacchiare divertita e appena alzò lo sguardo notò che la stava ancora osservando, come se volesse scrutarle l’anima.
-Sei proprio carina.- la elogiò di punto in bianco.
-L-la ringrazio Signora...-
-Chiamami pure Inukimi.- la invitò la donna sorridendo –Bene ragazzi, venite in salotto, è pronto il pranzo.-
I due la seguirono senza discutere e Rin, una volta entrata, si soffermò nuovamente a contemplare la stanza: alla sua sinistra vi erano il divano, un’enorme televisione e un tavolino di legno nel mezzo. Al centro della stanza era situato un enorme Kotatsu2 e alla sua destra una piccola porta scorrevole che si collegava al cucinino.
-Ti piace il riso al curry Rin?- esclamò la donna intenta ad aprire vari scaffali in cucina.
-Certamente! E’ uno dei miei piatti preferiti!- rispose estasiata all’idea di assaporare nuovamente quella gustosa pietanza.
-Perfetto! Sedetevi pure.-
I ragazzi si accomodarono a tavola, poggiandosi sui comodi e soffici cuscini e, dopo pochi secondi, la donna tornò in salotto controllando la borsa e l’orologio di tutta fretta.
-Devo andare al lavoro ora, Sesshomaru il riso è in padella, devi solo aspettare che sia pronto e metterlo nel piatto.-
-So come si cucina mamma, non ti preoccupare.- rispose il demone sospirando.
-Lo so tesoro, buona giornata.- detto ciò gli stampo un tenero bacio sulla guancia. –Arrivederci Rin.-
-E’ stato un piacere Sign…em…Inukimi.- farfugliò Rin prima che la donna uscisse definitivamente di casa.
Dopo pochi minuti il riso al curry fu pronto e i due cominciarono a mangiare.
-ITADAKIMASU!- disse Sesshomaru unendo i palmi delle mani e la compagna lo imitò.
-Tu madre è davvero una bella donna.- affermò improvvisamente l’amica prima di trangugiare un grosso pezzo di riso.
-Ti ringrazio- rispose lui spiluccando qualche verdurina di contorno – In molti me lo hanno detto..-
-Eh direi! Le assomigli molto, sai?- ammise indicandolo con le bacchette.
-Oh, allora devi trovarmi davvero bello…- rispose lui malizioso facendola arrossire di colpo.
-Tuo padre invece com’è?- chiese poi con l’intenzione di cambiare discorso, ma si rese conto subito dopo del grave errore. Sesshomaru a quella frase si incupì improvvisamente abbassando lo sguardo pensieroso.
-Scusami…- mormorò Rin avvertendo di aver toccato un tasto dolente.
-Non ti preoccupare…- il suo volto tornò nuovamente sereno. –Non posso dirti com’è perché non l’ho mai conosciuto.-
-Oh, mi spiace, io non lo sapevo…-
Non immaginava che il suo compagno fosse cresciuto senza padre, quella notizia la rese molto triste, avrebbe voluto stringerlo forte e dirgli che andava tutto bene.
-Ma tua madre non ti ha mai fatto vedere una sua foto?- chiese poi sospettosa.
-No, vedi i miei si sono separati quando io non ero ancora nato. Ai tempi molti matrimoni venivano combinati per convenienza, soprattutto se si appartiene a certi tipi di clan. Mio padre ha sposato mia madre per mantenere viva la stirpe dei demoni cani, insomma per conservare il pedigree. Però da quanto ne so lei si era comunque innamorata e molto, ma lui l’ha tradita con un’altra donna e per giunta umana. Mi madre ha sofferto moltissimo, così tanto da gettare via ogni loro fotografia, ricordo, ogni regalo e non ha più voluto saperne niente. A volte mi parla di lui, ma a grandi linee, non so nemmeno se è ancora vivo, se sa che esisto, non so nulla…-
Rin rimase scossa da quella triste storia, eppure non riusciva proprio a mettersi nei panni dell’amico, riusciva solo ad immaginare il dolore e ammirare il suo coraggio nello riuscire a parlarne con così tanta disinvoltura.
-Non hai mai pensato di cercarlo?-
-Ammetto che ci ho pensato spesso, però alla fine ho capito che non cambierebbe nulla, se dovessi incontrarlo vedrei solamente l’uomo che ha fatto soffrire mia madre e che non è stato al mio fianco. Sarebbe come un estraneo alla fine, beh, se fosse vivo ovviamente.-
-Capisco…- bisbigliò lei fissando il piatto metà pieno –Perdonami se ti ho fatto parlare di un argomento così delicato…Avrai sofferto molto la sua mancanza…-
-Non ti preoccupare, io sono cresciuto benissimo anche senza di lui, mi madre si è sempre presa cura di me.- rispose lui sfoggiando un sincero sorriso.
-Ne sono felice! Ad ogni modo, se hai bisogno di sfogarti sappi che io ci sarò sempre per te!- esclamò la ragazza facendogli l’occhiolino.
-Grazie.-
Dopo quella breve ma intensa chiacchierata ci fu un momento di puro silenzio imbarazzante, interrotto a volte dal canto degli uccellini e dalle fronde degli alberi scosse dal vento.
-Oh Cavolo! Adesso dovrebbe iniziare "Naruto Shippuden!"- dichiarò Sesshomaru rompendo il ghiaccio per poi accendere tempestivamente il televisore.
Per loro fortuna era appena iniziata la sigla dell’anime che fece esaltare entrambi.
-La conosci questa opening?- chiese il demone sentendo la compagna canticchiare a bocca chiusa.
-Certo che sì!-
I due cominciarono a cantare a squarcia gola sotto le note di: “Blue Bird” (terza opening di Naruto Shippuden).
Terminato il cartone, Sesshomaru, aiutato da Rin, cominciò a lavare i piatti e poi propose alla compagna di fare un tour completo della sua casa, lei accettò di buon grado.
Usciti dal salotto si poteva scorgere una porta proprio di fronte che portava alla camera da letto della Signora Inukimi, una seconda porta a destra era l’accesso al bagno, in fondo al corridoio vi era una grande porta finestra che dava sul giardino posteriore e infine la seconda porta a sinistra che portava alla camera del demone.
Quella stanza era impregnata dell’odore di Sesshomaru e, aldilà del profumo, si poteva intuire benissimo che fosse la sua stanza: sulla destra c’era il letto a una piazza e mezzo sovrastato da un enorme poster in cui erano raffigurati tutti i primi 151 Pokémon, a sinistra un grande armadio a due ante cui al di sotto fungeva da comodino, una grande finestra in fondo alla stanza, le pareti tappezzate di ulteriori poster raffiguranti Naruto, One piece e altre sue passioni, vicino alla porta, subito a destra, si trovava una grande scrivania attaccata al muro su cui erano stati poggiati un computer portatile, una lampada al neon e varie foto sue e dei suoi amici, degli scaffali colmi di trofei e bottiglie di birra ma, la cosa che la sorprese maggiormente, furono le tre Katane appese sopra la scrivania.
-Che belle!- esclamò la ragazza indicandole.
-Ti piacciono?- chiese Sesshomaru orgoglioso –Queste sono solo tre delle tante nella mia collezione.-
-Hai altre Katane?-
-Certo! Queste sono quelle che mi piacciono di meno, le altre le conservo gelosamente in un posto sicuro.-
-Che figata!-
-Le vuoi vedere?-
propose il demone notando l’espressione estasiata dell’amica.
Ovviamente lei non esitò nell’accettare elettrizzata di scoprire ed ammirare la sua collezione nascosta.
Sesshomaru la portò in fondo al corridoio a destra e si avvicinò ad una parete completamente spoglia. Lei lo guardò incuriosita chiedendosi il perché l’avesse portata di fronte ad un muro quando, con leggerezza, il demone ci poggiò una mano sopra e questa si mosse rivelando un passaggio segreto.
-CHE FIGATA ASSURDA!- urlò Rin ancora più eccitata.
Di punto in bianco si ritrovò in una stanza rettangolare sprovvista di finestre, illuminata da una debole luce appesa al soffitto e una ventina o trentina di Katane erano appese in modo ordinato alle parete, una sopra l’altra, ognuna con il proprio fodero ben curato. Si avvicinò ulteriormente ammirando le else ricamate evitando di toccarle quando, posando l’occhio sul fondo della stanza, notò una spada al centro della parete che catturò in modo particolare la sua attenzione. Si sentì attratta da quella spada, così tanto che non si accorse nemmeno di trovarsi già a distanza di pochi centimetri e, con devozione cominciò a studiarla.
-Belle, eh?- fece poi Sesshomaru destandola da quella specie di trans. –Questa si chiama Tokijin e quella sotto Tenseiga.- Indicò quest’ultima riferendosi alla spada di cui la ragazza fu ipnotizzata.
-Posso toccare Tenseiga?- lo pregò.
Lui annuì e lei, senza aspettare un secondo di più, se la fece girare tra le mani, carezzando delicatamente il fodero e l’elsa, per poi sguainarla e contemplarne la lama lucente.
-E’ stupenda…- sussurrò mantenendo fisso lo sguardo su di essa.
-Bah…a me non piace molto…- ammise lui.
-Perché?-
-Perché si dice che Tenseiga non sia una spada da combattimento. A quando pare serve solamente per curare i feriti e resuscitare i morti.-

Rin spalancò le palpebre stupita: -MA E’ UNA FIGATA ASSURDA!-
-Non serve a nulla una spada che non taglia!- ribatté il demone.
-Tu non capisci! Grazie a Tenseiga puoi avere un’orda di zombie al tuo comando!- esclamò l’amica cominciando a fantasticare.
Il compagno aggrottò la fronte confuso ma ritené saggio non assecondarla.
-C’è una spada che manca alla mia collezione e casualmente è proprio quella che bramo di più. Farei di tutto per averla.-
Lei poté notare il viso sognante dell’amico, doveva tenere davvero molto alle Katane.
-Massi, un giorno la otterrai!- lo incoraggiò.
-Ti va adesso di vedere il film?- suggerì poi cambiando discorso.
-Ok!-
Uscirono dalla stanza segreta e ritornarono in salotto, quando Sesshomaru informò Rin che sarebbe dovuto andare in bagno chiedendole di collegare il PC alla televisione.
Lei cominciò a smanettare con i vari cavi e dopo qualche minuto di pure imprecazioni, riuscì finalmente nell’impresa.
-Ce l’hai fatta!- affermò il compagno di ritorno.
-Finalm…- la compagna fece per rispondere, ma appena alzò lo sguardo, si interruppe immediatamente notando in lui qualcosa di strano.
- Sesshomaru tu... Porti gli occhiali!-
Non era una visione, il grande demone cane si era appena presentato con un di grossi occhiali neri sul naso.
-Em…sì…- mormorò lui imbarazzato. –A scuola metto sempre le lenti a contatto perché gli occhiali mi danno fastidio e comprometto il mio bell’aspetto.-
Rin scoppiò in una grossa risata: -Ma come, adesso anche i demoni hanno problemi di vista?-
-Non me ne parlare!- sbuffò l’amico –Senza gli occhiali o le lenti sono praticamente cieco!-
-Però ti danno un’aria più sexy!- ammise lei non smettendo di ridere.
-Meglio così allora!- rispose lui unendosi alle risa.
Tutto d’un tratto, lei si ammutolì immediatamente notando un’ulteriore anomalia: appena il ragazzo aprì la bocca le sembrò di scorgere qualcosa luccicare tra le sue labbra.
-E quello cos’è?- chiese indicandogli la bocca.
-Ah sì…- continuò sbuffando per poi aprirla mostrando due piccoli fili metallici sovrastare i denti. –Porto anche l’apparecchio…fortunatamente è solo per prevenzione, infatti è quello estraibile, non sono obbligato a metterlo sempre.-
-Per tutti i Kami…- riuscì solo a pronunciare la ragazza. –Sei proprio messo male!-
-Lo so, è imbarazzante, per questo che a scuola non porto nulla di tutto ciò! Ci tengo a conservare la mia fama di bel ragazzo misterioso. Quindi ti prego di non farne parola con nessuno, sarà il nostro piccolo segreto.-
-Non ti preoccupare, non lo farò… - rispose sorridendogli. In fondo era felice di sapere che si fidava di lei a tal punto da sverlale certi segreti come la famiglia, la sua collezione di spade e perfino ciò che lo imbarazzava di più. In quel momento si sentì importante per lui e ciò la gratificò molto.
-E comunque a me piaci anche così!- ammise poi sincera.
Lui le sorrise scoprendo una parte dell’ apparecchio: -Grazie cucciola.-
 
Iniziò il film e i due si sedettero comodamente sul divano bianco, piuttosto vicini e Rin non poté che notarlo. Inizialmente ci fu il più totale silenzio contrastato dalle voci e le musica che provenivano dal televisore. Successivamente lei cominciò a commentare i vari personaggi e le scene e lui educatamente gli rispose aggiungendo qualche battutina divertente che, come al solito, la faceva morire dalle risate.
-Bilbo Baggins!- esclamò Sesshomaru imitando la voce roca di Gandalf.
-Sei bravissimo a fare le imitazioni!- lo elogiò Rin quasi soffocando dal ridere.
Iniziarono a parlottare allegramente e a farsi qualche scherzetto perdendo del tutto l’ interesse del film e Rin si sentì davvero a proprio agio in quella casetta modesta ma accogliente, mescolata al caldo tepore del corpo dell’amico.
Finalmente i due porsero di nuovo le loro attenzioni sul televisore e ritornò la quiete, così lei potette concentrarsi e cercare di colmare le parti che si era persa, ma fu tutto inutile.
Improvvisamente sentì il braccio di Sesshomaru cingerle le spalle e accarezzarle dolcemente il collo. Lei si irrigidì all’istante, spalancò gli occhi dallo stupore e guardò con la coda dell’occhio il suo compagno, voltando leggermente il capo: lui era rimasto fermo immobile nella stessa posizione di prima, con lo sguardo serio rivolto allo schermo, fatta eccezione per il braccio che faceva contrasto con il resto del corpo.
Lei decise quindi di restare immobile e lasciarsi coccolare, in fondo, situazioni del genere erano successe spesso in classe, anche se il contesto era completamente differente, i due spesso si facevano i grattini a vicenda. Eppure Rin non riuscì a sentirsi del tutto tranquilla, come se ci fosse qualcosa che la agitasse, ma poi si ricordò di essere a casa del suo compagno, completamente soli, seduti a pochi centimetri di distanza. Questo pensiero la fece avvampare di colpo facendole perdere un’altra volta il corso della storia.
“Forse è meglio se Lo Hobbit me lo riguardo a casa” si disse  non avendo compreso una mazza di quello che stava succedendo.
Ci riprovò di nuovo, sperando che almeno un minimo di discorso lo sarebbe riuscito a seguire e invece, come se fosse destino, le cose peggiorarono. La mano calda e delicata del demone scese sino ad arrivare a carezzarle un fianco e il suo cuore perse un battito.
“Kami e adesso cosa faccio?” si chiese nervosa cominciando a sudare freddo.
Mosse il bacino cercando una posizione più comoda e in riposta lui tolse la mano.
-Ti piace il film?- chiese subito dopo guardandola.
Lei si voltò incontrando i suoi splendidi occhi ambrati rimanendone attratta.
-Sì…- mormorò –Però non ci sto capendo molto.-
-E’ ovvio, abbiamo fatto i cretini tutto il tempo!- esclamò prima di cominciare a farle un riassunto delle scene precedenti, tuttavia lei aveva altro per la testa.
Si chiese ripetutamente il perché di quel suo gesto ammettendo che in fondo non le dispiaceva affatto e, fissando il suo volto sereno, le sembrò più affascinante del solito,  con i suoi occhi color miele, i suo i bellissimi capelli argentati e il suo corpo perfetto che la attraeva non poco.
“Rin, che cazzo ti sta succedendo? E’ Sesshomaru!” si disse in preda al panico.
Quando terminò il racconto ritornò a guardare il film e lei cercò di scacciare quegli assurdi pensieri dalla testa e ritornare tranquilla.
Ma il braccio del demone tornò nuovamente sul suo fianco tirandola verso di sé. Lei non osò muoversi e si lasciò avvicinare finendo appiccicata al suo busto. Nonostante l’imbarazzo, decise di abbandonarsi a quelle sensazioni tanto piacevoli e liberò la mente.
Improvvisamente  si voltarono all’unisono guardandosi negli occhi per una manciata di secondi e una strana forza, che le mozzò il fiato, li attirò come calamite.
In quel momento, così ambiguo e intenso, qualcosa vibrò in una tasca dei Jeans del ragazzo obbligandolo a interrompere il contatto visivo e Rin finalmente poté respirare nuovamente con il cuore che smise di martellarle il petto.
-Ma che cazzo…?- esclamò Sesshomaru fissando il cellulare confuso.
-Che succede?- chiese lei sciogliendo l’abbraccio.
-Mi ha scritto Sakura…- rispose senza distogliere lo sguardo.
- Chi è?-
-Sakura, l’amica di Kanna.- spiegò meravigliandosi che non la conoscesse. –Quella che durante l’intervallo è sempre in giro per i corridoi con Kanna, Nazuna ed Eri…quella con i capelli castano chiaro e gli occhi nocciola!-
Rin ci pensò su e poi le venne in mente una ragazza, che corrispondeva a quella descrizione, con cui aveva parlato forse una volta o due.
-Ah, ma certo!- fece poi alzando l’indice –E come fa ad avere il tuo numero?-
-L’anno scorso, alla festa di compleanno di Ayame c’era anche lei, così tra un discorso e l’altro ce li siamo scambiati e a volte ci scriviamo, così tanto per fare due chiacchiere, ma adesso mi ha scritto un messaggio assurdo! Guarda.-
Le mostrò il contenuto:

Sakura: Ciao Sesshomaru, come stai?! Posso chiederti un favore? Potresti mettere “mi piace” alla mia foto profilo di Facebook?

Rin alzò un sopracciglio spaesata: -Che cazzo di domanda è mai questa?-
-Infatti! Perché dovrei farlo? Adesso le chiedo spiegazioni.-
Non passò nemmeno un minuto da quando il demone le porse la domanda che arrivò subito un altro messaggio.

Sakura: Perché per me è molto importante. Per favore! Lo so che è un po’ da pazzi, ma io ci tengo molto!-

Entrambi lo rilessero più volte sperando che non avesse realmente scritto ciò ma, dopo che ebbero constato che non si trattasse di un abbaglio, cominciarono a ridere di gusto piegandosi in due.
-AHAHAHAH! Ma cosa vuol dire? Per tutti i Kami, tutte io le trovo! Che sono una calamita per i ritardati?- esclamò Sesshomaru che quasi stava perdendo il cellulare.
-Beh non ci vuole molto, a quanto pare la nostra scuola ne è piena…- rispose l’amica.
-Me l’avevo detto che questo istituto era molto più semplice e flessibile degli altri, ma non pensavo fosse il rifugio di certi fenomeni…-
Dopo pochi secondi il telefono vibrò nuovamente, Sakura aveva di nuovo scritto:

Perché non mi rispondi?? Dai, fammi questo favore, sono in ansia!

Il demone spalancò la bocca sconcertato: -Ma ha dei seri problemi mentali questa!-
-Che ha detto?- chiese Rin e lui le fece leggere il messaggio.
-Ma che cazzo, non sarà passato nemmeno un minuto! Che fretta ha?- esclamò per poi ricominciare a ridere come non mai.
Il demone digitò sui tasti ridendo sotto i baffi: Certo, lo farò, stai tranquilla! ;)
-Davvero?- chiese poi la compagna dopo aver letto la sua risposta.
-Si certo.- rispose lui divertito –E dopo un po’ di tempo glielo toglierò. Solo una malata di mente sclera per un “mi piace”.-
Sesshomaru era un gran bastardo, ma di certo non poteva negare che avesse ragione.
-A sto punto direi che è inutile continuare a guardare il film…- confessò Rin ricordandosi che era stata ospitata a casa sua a quello scopo.
-Hai ragione…- disse il demone arricciandole una ciocca di capelli.
Posò nuovamente lo sguardo sul suo per poi carezzarle il viso.
-Ti va di fare altro?- le chiese ammiccando.
Lei impiegò qualche secondo prima di comprendere la domanda, stregata da quelle pozze dorate.
-S-sì- rispose poi balbettando.
Sicuramente i due avevano di meglio da fare che guardare un film, seppur “Lo Hobbit”.

 
Il giorno seguente Rin arrivò con qualche minuto di ritardo, nulla di che meravigliarsi ma, quando mise piede in classe, notò qualcosa di diverso dal solito.
Come sempre i suoi compagni si voltarono a guardarla, poiché aveva interrotto la lezione per l’ennesima volta, eppure nei loro sguardi vi era qualcosa di diverso, al contrario delle altre volte, che perdevano il loro interesse non appena verificavano chi fosse, quella volta non smisero di osservarla un secondo e, non appena si accomodò di fianco a Sesshomaru, alcuni di loro cominciarono a parlottare a bassa voce e a ridacchiare indicandola.
-Tu non noti nulla di strano?- chiese rivolgendosi al compagno che sembrava piuttosto tranquillo.
-Sì- rispose guardandosi in giro –E’ da quando sono entrato in classe che mi sento osservato.-
-Ma perché?-
-Non ne ho idea e sinceramente non mi importa, cavoli loro.-
concluse lui disinteressato.
 
La lezione finì velocemente e Rin continuò a chiedersi il perché di quegli sguardi, cercò di trovare una risposta esaudiente, ma invano.
I suoi pensieri ossessivi furono improvvisamente interrotti da Kagome, Kagura e Ayame che, fiondandosi al suo banco, la fissarono con entusiasmo.
-Rin, puoi venire un attimo con noi? Vorremmo parlarti.- chiese Kagura facendosi scappare un risatina eccitata.
-O-ok.- rispose ancora più confusa.
Ma che stava succedendo?
Prima che lei potesse porsi un ulteriore domanda si sentì trascinare dall’altra parte della stanza, vicino alla finestra.
Le ragazze la immobilizzarono al muro, circondandola e facendole il terzo grado.
-Come è andata a casa di Sesshomaru?- domandò Kagome ammiccando.
-Come sai che sono andata a casa sua?-
Il loro sguardo puntò la demone lupo che, sentendosi presa in causa, cominciò a fischiettare guardandosi attorno.
-Ayame! Sei stata tu!- esclamò Rin irata.
-Scusami, ma non ho saputo trattenermi…- cercò di giustificarsi.
-Che cosa avete fatto di bello?- intervenne Kagura.
-Beh abbiamo visto un film...- iniziò a raccontare la povera vittima.
-E….?- fecero le altre avvicinandosi sempre più.
Vide i loro occhi illuminarsi attendendo con ansia che continuasse.
-E poi abbiamo deciso di non finirlo e fare qualcos’altro…-
Udì delle piccola urla eccitate provenire dalle loro bocche.
-Kami! E come è stato?- chiese impaziente Kagome.
-In che senso?- domandò Rin avvertendo uno strano clima.
-Quello che avete fatto dopo il film…com’è stato?- spiegò Kagura accennando un applauso pieno di ardore.
-Beh…- il viso di Rin si fece piuttosto cupo e le ragazze cominciarono a preoccuparsi. –Insomma, è stato divertente…però ecco, se devo ammetterlo è stato anche piuttosto imbarazzante per non dire umiliante.-
Le altre tre spalancarono la bocca soprese, non si aspettavano proprio di sentirla pronunciare simili parole.
-Non ti preoccupare, Rin- la consolò Ayame, poggiandole una mano sulla spalla –Succede a tutti di impacciarsi…-
-Lo so, ma se fossi rimasta concentrata, se non avessi cominciato ad agitarmi, forse le cose sarebbero andate diversamente!-
Avrebbero voluto chiederle cosa fosse successo, cosa avesse combinato per definire quell’atto umiliante ma, percependo la sua sofferenza, preferirono non infierire, almeno non subito.
-Rin, non so se questa è stata la tua prima volta, ma se così fosse, è normale! Vedrai che la seconda andrà meglio!-
Kagura cercò di risollevarla, non era facile affrontare situazioni così importanti e anche se si commette uno sbaglio, l’importante è non farsi scoraggiare.
-Grazie ragazze…ora mi sento molto meglio!-
 
Sesshomaru assistette al rapimento della compagna cominciando a credere che anche lui avrebbe fatto la stessa fine e, come se lo avesse gufato, Inuyasha sbucò improvvisamente dietro di lui appoggiandosi al suo banco.
-In giro si dice che Rin è venuta a casa tua ieri.- esordì sorridendo maliziosamente.
“Ma come fanno a saperlo tutti?” si chiese il demone stizzito.
-Sì.- rispose semplicemente con tono apatico.
- Bravo amico!- esclamò il mezzo-demone dandogli un leggero pugno sulla spalla –Così si fa! Direttamente nella tana del lupo, anzi, nella cuccia del cane!-
Si sentì offeso da quello sproloquio, ma Inuyasha era fatto così, non aveva senso prendersela.
- Em…grazie?- rispose lui seriamente confuso.
-Sono sicuro che le hai dato una bella ripassatina! Vai così!- concluse l’amico prima di sparire fuori dall’aula.
In quel momento vide Rin avvicinarsi e sedersi lasciandosi sfuggire uno spasmo stremato.
-Che cosa volevano le ragazze?- chiese Sesshomaru nonostante conoscesse già la risposta.
-Quello che probabilmente voleva Inuyasha da te.- rispose lei avendo tratto le sue stesse conclusioni.
-Pensano che abbiamo fatto sesso, vero?-
-Sì…- sospirò la ragazza poggiandosi una mano al volto –Che cosa facciamo adesso? Gli raccontiamo tutto?-
-Nah…Lascia che credano a questa storia ancora per un po’. E comunque vedrai che domani sarà già tutto passato.-
Rin inarcò un sopracciglio non molto convinta dalle sue parole, eppure si lasciò convincere, condividendo il fatto che sarebbe stato solo uno stupido chiacchiericcio momentaneo, niente più.
Lo credevano veramente.
 

Il giorno successivo, durante l’intervallo, Sesshomaru venne assalito dai “Tres Amigos” che, sedendosi vicino a lui, lo circondarono.
-Raccontaci il tuo segreto.- se ne uscì di punto in bianco Bankotsu incrociando le braccia al petto.
-Quale segreto?- chiese astio il demone, sinceramente irritato dalla loro spavalderia.
-Il segreto con cui riesci a portati a letto così facilmente le ragazze! Si dice in giro che tu e Rin abbiate fatto sesso. Ma come fai?- chiese impaziente Koga.
-Forse perché sono bello? E comunque ragazzi credo che voi abbiate frainteso la faccenda…-
-Sapete una cosa? Secondo me sono i capelli…- ipotizzò poi Miroku ignorando le sue parole.
-I capelli?- chiese Koga interessato.
-Sì, secondo me quei capelli argentati attirano un sacco le ragazze…-
-Pensi che esista una tinta di quel colore?- lo seguì a ruota Bankotsu  osservandogli la folta chioma da vicino.
I tre, senza nemmeno salutarlo, si allontanarono continuando a discutere sul colore giusto per fare conquiste.
Sesshomaru fece un lungo sospiro di sollievo cominciando a pensare che forse Rin aveva ragione, sarebbe stato più saggio raccontare sin da subito la reale versione dei fatti.
 
Ma nemmeno lei se la stava passando tanto bene.
Appena iniziò la pausa decise di affrettarsi ad andare alle macchinette degli snack ma, non appena salì il piano superiore, notò qualcosa di bizzarro. Mentre percorreva il lungo corridoio si sentì parecchio osservata, inizialmente cercò di non farci caso, ritenendo che fosse solo frutto della sua fantasia ma, dopo aver preso da mangiare e fatto dietrofront, si accorse che non se lo stava immaginando, bastò guardarsi un attimo attorno per notare dei piccoli gruppetti di ragazze fissarla con disprezzo e additarla.
Percorse velocemente il tragitto sperando di non dare ancor più nell’occhio, per poi chiedersi, stizzita e imbarazzata, il perché di tutte quelle occhiate, per giunta perfide e cariche di invidia.
“Non sarà mica perché…”
I suoi pensieri vennero interrotti alla vista di Ayumi, Eri e Nazuna che si dirigevano verso di lei accennandole una saluto.
-Rin, perché non ce lo hai detto?- la interrogò subito Ayumi sprizzando gioia da tutti i pori.
-Cosa?- chiese giustamente lei.
-Perché non ci hai detto che ti sei messa insieme a Sesshomaru?- continuò Eri che, al contrario di Ayumi, non sembrava molto contenta all’idea, forse perché riteneva che, se i due fossero stati ancora più uniti, l’avrebbero tormentata maggiormente.
Il tempo per Rin si fermò all’istante, quella frase continuò a ripetersi, come un disco rotto, nella sua testa. Spalancò la bocca e le palpebre esterrefatta, spaventando le ragazze.
-MA CHE STRACAZZO STATE DICENDO?!- sbraitò poi diventando paonazza –Chi vi ha detto una cosa simile??!-
-Ne parlano tutti…- mormorò intimorita Nazuna.
-Tutti chi?-
-Tutta la nostra classe.- rispose Ayumi –E forse anche qualcuno al di fuori…-
Non poteva credere alle sue orecchie, rimase paralizzata dinnanzi a quell’assurdità e tutto era iniziato perché lei aveva raccontato ad Ayame che sarebbe andata a casa di Sesshomaru!
-Ecco perché tutte quelle ragazze, in corridoio, mi guardavano male…- pensò a voce alta.
-Mi sembra ovvio, un ragazzo attraente come Sesshomaru avrà di certo molte ragazze che gli corrono dietro e, venendo a conoscenza del vostro fidanzamento, saranno sicuramente invidiose di te.-
-Ayumi, ragazze, ascoltate, io e Sesshomaru non stiamo insieme, ok?-
spiegò loro con la dovuta calma, sperando di sistemare la faccenda una volta per tutte.
-Come no? Davvero?- chiese Nazuna un po’ delusa.
-SI’, SONO SERIA! NOI NON STIAMO INSIEME! METTETEVELO BENE IN TESTA!-
Le tre annuirono terrorizzate dinnanzi a una Rin furibonda e se la diedero a gambe evitando di parlare ulteriormente.

 Non perse un minuto di più, si diresse dal compagno con passo spedito e, non appena lo trovò seduto al suo posto, si accasciò sulla sedia con impeto.
-Sesshomaru, questa storia è diventata un pandemonio!-  dichiarò a denti stretti.
-In che senso?-
Il demone si voltò alzando un sopracciglio curioso, nonostante anche lui lo avesse notato.
-Credono che noi stiamo insieme! E non solo quelli della nostra classe, ma a quanto pare anche alcuni alunni di altre classi! Prima in corridoio dei gruppetti di ragazze mi guardavano malissimo e mi ringhiavano contro, solo perché erano invidiose.-
-Davvero?!- chiese il demone stupito.
-Sì, te lo giuro. Abbiamo sbagliato a non dire nulla sin dall’inizio e…-
-No aspetta- intervenne lui interrompendola –Esattamente, quante ragazze ce l’avevano con te?-
-Non ha importanza adesso di quante ragazze ti sbavino dietro, idiota! Dobbiamo assolutamente rimediare!-
-Hai proprio ragione…Oh guarda, sta arrivando Jaken!-
Indicò il piccolo demone verde avvicinarsi, ma entrambi notarono che la sua espressione era più crucciata del solito, come se ci fosse qualcosa che lo stesse seriamente infastidendo.
-Voi, maledetti!- urlò poi il kappa arrampicandosi sul banco di Rin. –Come avete osato non dirmi nulla?-
-Che?- fecero in coro gli altri due.
-Non fate finta di nulla! Io, il vostro migliore amico, deve venire a sapere da altri che voi avete fatto l’amore! Pensavo che il vostro intento fosse solo quello di vedere un film e invece…-
Era un misto tra il furioso e il dispiaciuto, probabilmente anche Jaken provava quel minimo di gelosia, soprattutto nei confronti di Sesshomaru, che conosceva Rin da molto meno tempo di lui. Certo,  non aveva mai osato pensare di portarsela a letto, poiché per lui, nonostante le continue discussioni, era come una sorella minore.
-Jaken, guarda che hai frainteso ogni cosa…- cercò di spiegarsi Rin.
-E’ inutile che inventi scuse, Rin, almeno avreste potuto parlarmene di persona…- piagnucolò abbassando il capo.
-Dai Jaken, non te la prendere!- commentò Jakotsu, dirigendosi verso di loro seguito da Kagome, Inuyasha, Kagura, Ayame e I Tres Amigos. –Probabilmente non si sentivano a loro agio a raccontarti certe cose così intime.-
Tutti i presenti si appropriarono di una sedia a caso e si sedettero comodamente nelle vicinanze.
-Però noi saremmo interessati a sapere cosa è successo!- disse poi Kagura sfoggiando un sorriso abbagliante.
-Non dovete per forza raccontarci i dettagli, diteci solo come lo avete fatto. Un riassunto insomma.- continuò Inuyasha.
Sesshomaru e Rin, ormai esausti di tutta quella storia, inspirarono profondamente e cominciarono a raccontare.
-Stavamo guardando un film, quando abbiamo deciso di fare altro e…- iniziò Rin.
 

FLASHBACK

Sesshomaru si alzò riportando il computer in camera, dopo di che, cominciò a frugare in un cassetto di fianco alla televisione estraendone qualcosa.
-Partitina a Tekken?- chiese mostrando all’amica il gioco di “Tekken 5”.
Vide gli occhi della ragazza illuminarsi di gioia.
-Va bene!-
I due cominciarono scegliendo il loro miglior guerriero.
-Io scelgo Jin Kazama, tu?- chiese Sesshomaru orgoglioso del proprio personaggio.
-Xiaoyu.-
-Scelta interessante. Non è molto forte ma in compenso è estremamente veloce.-
La battaglia ebbe inizio.
-Che vinca il migliore!- esclamò il demone cane.
-Sappi che fino ad ora nessuno che mi abbia mai sfidato sia riuscito a vincere.- lo avvertì Rin cercando di intimidirlo.
-Vale la stessa cosa per me, tesoro.- rispose lui con fermezza.
La sfida consisteva nel vincere due battaglie, prendendo a pugni e calci l’avversario senza pietà.
Durante il primo round, Rin ebbe la meglio, intrappolando il personaggio dello sfidante contro una parete senza dargli respiro, vincendo di conseguenza l’incontro.
-Hai visto?- si vantò la ragazza.
-Non cantare vittoria, mi sto solo riscaldando.-
L’incontro difatti divenne più acceso, Sesshomaru fece eseguire a Jin varie mosse che obbligavano l’avversario a staccare i piedi da terra così da renderlo indifeso.
Dopo diversi secondi il demone vinse lo scontro senza troppa difficoltà.
-Siamo pari.- constatò il ragazzo.
-E’ finita per te Sesshomaru.- lo minacciò la compagna.
-Vedremo.-
Ci fu il terzo e ultimo round che portò la tensione alle stelle, una scarica di adrenalina invase i loro corpi, nulla e nessuno avrebbe potuto distrarli in quel momento, sembrava quasi che la loro vita fosse legata ai personaggi che stavano muovendo.
Il demone cane sembrò avere la meglio, eseguendo una combo da lui progettata, e Rin cominciò ad agitarsi.
Aveva le mani appiccicose e sudate, tant’è che fece fatica a schiacciare i tasti del joystick, il respiro divenne affannoso e il cuore cominciò a batterle forte quasi da schizzare fuori dal pezzo.
Lanciò una fugace occhiata all’amico e si meravigliò di trovarlo impassibile senza mostrare alcun segno di stanchezza o agitazione, ma in fondo, questa era la sua specialità. Eppure la sua tranquillità la fece innervosire ancor più finendo così per perdere la concentrazione, cosa che gli costò la vittoria.
Xiaoyu si accasciò a terra inerme dopo aver ricevuto una combo di pugni. Sesshomaru era il vincitore.
-Sì cazzo!- esultò lui alzandosi in piedi.
Rin invece, esterrefatta, delusa e allo stesso tempo furiosa, si accasciò a terra imprecando senza ritegno.
-Io…non…posso…non posso aver perso!- mormorò quasi in preda alle lacrime. Aveva agito da stupida, non riuscendo a controllare così bene i suoi sentimenti come lui, si era lasciata prendere dall’agitazione.
-E’ stato un incontro avvincente!- ammise Sesshomaru.
-No, è stato umiliante…- lo corresse lei sedendosi sul pavimento appoggiando la schiena al divano.
-Non te la prendere…- colui che l’aveva sconfitta, che l’aveva schiacciata, cercò di consolarla. –Ti rifarai la prossima volta!-
-QUESTO E’ POCO MA SICURO!- esclamò Rin giurando di allenarsi sempre più duramente, così da poter sconfiggere il suo più potente avversario.

 
-Che cosa?!- esclamarono gli spettatori all’unisono.
-Avete giocato a Playstation?! TUTTO QUI?!- continuò Kagura fuori di sé.
-Sì.- rispose Sesshomaru –Questo è ciò che successe veramente.-
-Quindi è perché hai perso ai videogiochi che ti sentivi umiliata e triste, Rin?!- sbraitò Ayame digrignando i denti.
-Siete voi che avete pensato a chissà cosa! Noi non abbiamo mai detto di aver fatto sesso!- confessò lei gettando davanti ai loro occhi, fino ad ora appannati, la verità.
-Che spreco di tempo…- si lamentò Koga allontanandosi, seguito successivamente dai suoi amici.
-Che sfigati…- li offese Ayame facendo lo stesso.
-Proprio degli Otaku.- aggiunse Kagura seguendola a ruota.
-Preferivo che aveste fatto sesso, davvero.- ammise Jaken prima di andarsene.
Poco a poco tutti i presenti se la diedero a gambe, delusi e tremendamente scocciati, tranne Kagome.
Lei rimase in piedi, con le braccia conserte e gli occhi fissi su di loro.
-Potete far credere agli altri ciò che volete.- disse poi sfidandoli con lo sguardo –Ma non potete ingannare me!-
-Che stai dicendo Kagome? Ti abbiamo già raccontato come è andata quindi…- rispose Sesshomaru ma lei non lo lasciò continuare.
-Tutte balle! Io sono sicura che sia successo qualcosa tra di voi, me lo sento! Da quando lei è venuta a casa tua vi guardate in modo differente, siete troppo amici, avete sicuramente scopato!-
-Ma cosa…- Rin ascoltò le sue assurdità cominciando a pensare che pure lei non avesse tutte le rotelle a posto.
-Forse non avete per forza fatto sesso, però almeno un bacio sono sicura che ve lo siete dato! E’ inutile che negate, a mio parere voi avete fatto qualcosa quel giorno! Senno perché avreste fatto finta di nulla fino adesso?-
I due si voltarono a guardarsi, prima confusi, poi scambiandosi un’occhiata complice.
-Bah, chi lo sa…- fece poi il demone cane inarcando un sopracciglio. –Forse hai ragione tu. Forse abbiamo davvero fatto sesso e abbiamo raccontato una bugia con l’intenzione di insabbiare tutto.-
-O forse no.- continuò Rin maliziosamente –Forse il nostro racconto è vero e non è successo assolutamente nulla. Lo  sappiamo solo io e Sesshomaru, nessun altro potrai mai conoscere la verità.  E’ il nostro piccolo segreto.-
-Già, avete ragione, ma sappiate una cosa…- Kagome si avvicinò pericolosamente ai loro volti assottigliando lo sguardo.
-Io vi tengo d’occhio!-
 
 

CAPITOLO EXTRA – IL CONTRATTO

 
Tutto ebbe inizio da un’innocua conversazione.
-Mi è venuta in mente una cosa divertentissima!- affermò Rin agitandosi sulla sedia.
-Sentiamo, sono curioso.- la incoraggiò il demone cane.
-Sarebbe davvero esilarante se durante un rapporto sessuale si cominciasse a emettere i versi dei Pokémon a caso!-
Sesshomaru la guardò per qualche secondo senza dire una parola per poi farsi sfuggire una risata genuina.
-Bella idea!- esclamò. –Cloysteeeeeer!-
-E, non appena giunge l’orgasmo: ONYYYYX!-
I due cominciarono a ridere di gusto tant’è che i loro occhi si inumidirono.
-Ora che mi ci fai pensare, Rin, vorrei dedicarti una poesia!-
Lo sguardo della compagna si illuminò a quelle parole, non immaginava che anche uno come lui potesse essere romantico.
-Davvero?- chiese sbattendo velocemente le palpebre.
Il demone prese un foglio dal suo quaderno e cominciò a scriverci qualcosa, dopo pochi secondi glielo mostro regalandole un sfavillante sorriso.
Rin lesse velocemente la frase morendo dalla curiosità:

“Charmanders are red,
Bulbasaurs are green,
I’d like to put my Onyx in your Cloyster,
 If you know what I mean!”3

(citazione anonima, comunque non di mia invenzione.)

Lo rilesse più volte assicurandosi di aver tradotto correttamente e, non appena constatò il suo significo, spalancò la bocca esterrefatta.
-Ma…ma…- balbettò non riuscendo a trovare le parole giuste per descrivere i suoi sentimenti in quel momento.
-E’ FANTASTICA!- commentò in fine quasi in preda alle lacrime –Mi sono davvero emozionata!-
-Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!-
 
Questa fu una delle tante provocazioni che i due si facero a vicenda, spesso e volentieri, durante le interrogazioni di altri compagni o il cambio delle lezioni, si perdevano a chiacchierare sull’argomento a cui tenevano maggiormente: il sesso.
Questo, difatti, non escludeva il fatto che a volte, senza nemmeno rendersene conto, si scambiavano promesse particolari.
Vediamone alcuni esempi:
 
Sesshomaru e Rin stavano discutendo sul fatto che troppo spesso le persone facevano sesso senza un minimo di creatività, eseguendo sempre le stesse monotone posizioni e, secondo loro, sarebbe stata più interessante rendere quell’atto così fondamentale nella vita di ogni essere vivente: umani, animali e demoni compresi, più divertente ed esaustivo.
-Hai mai sentito parlare dell’ “appoggio”?- chiese il demone cane poggiando un gomito sul banco freddo.
-Sinceramente no…- rispose la ragazza riflettendo sul significato.
-Non si tratta di una posizione o una pratica sessuale ma è molto semplice e divertente. In poche parole l’uomo estrae il suo giocattolo e comincia ad “appoggiarlo” dove gli pare e piace!- spiegò lui imitando i gesto.
-Ma ovunque?- chiese Rin sinceramente interessata all’argomento.
-Certo! Sul tavolo, sul letto, sulla lavatrice e anche su una persona. Per esempio, io quando ero andato a fare una vacanza vicino al monte Fuji con i miei amici, durante la cena l’ho appoggiato sulla spalla di uno di loro…-
-Per tutti  i Kami!- esclamò la compagna sorprendentemente divertita.
-Dovevi vedere che spavento si è preso!-
I due amici si abbandonarono alle risate più fragorose per poi continuare il loro profondo discorso.
-Poi c’è la “caffettiera”, una leggenda metropolitana.- proseguì Sesshomaru ricomponendosi.
-Cioè?!- Rin era sempre più stregata da tutto quel sapere e curiosa di scoprire altro di cui non era a conoscenza.
-Si dice che quando una ragazza fa del sesso orale ad un ragazzo, nel momento in cui il seme finirà nella sua bocca, se il maschio farà una battuta divertente o le farà solletico, questo uscirà dal naso!.
-Ma che schifo!- enfatizzò lei disgustata.
-Non ho idea se una cosa del genere sia fattibile, bisognerebbe provare…-
-Già…-

Tutto d’un tratto Rin abbassò il capo pensierosa, creando un silenzio anormale.
-Sesshomaru…- lo chiamò con la testa china, fissando un punto indefinito davanti a sé.
-Dimmi.-
-Tu hai mai fatto sesso orale? A una ragazza intendo…-
-Certo! Un sacco di volte!-

-Davvero?- domandò lei sorpresa, questa volta incrociando lo sguardo del compagno. –E…insomma, come è stato?-
-Divertente!- dichiarò lui lasciandosi scappare un sospiro nostalgico.
-E che odore ha?-
Sesshomaru si portò un mano sul mento concedendosi un istante per pensare: -Di merluzzo.-
-Quindi la vagina sa di pesce?!- esclamò Rin incredula.
-Ti sbagli Rin.- la corresse il demone. –E’ il pesce che sa di vagina.-
Lui e le sue perle di saggezza fecero capottare la ragazza dal ridere.
-E tu? Hai mai fatto sesso orale con un ragazzo?-
Le sue guance arrossirono di colpo e cominciò a torturarsi le mani piuttosto tesa.
-No…- bisbigliò imbarazzata. – E questo mi spaventa molto. Ho paura che, un giorno, quando avrò il ragazzo, potrei fare un brutta figura…-
-Non ti preoccupare, nessuno nasce imparato!- la consolò Sesshomaru carezzandole la testa –Ma, se proprio ci tieni, puoi fare pratica con me così, quando lo troverai, sarai già esperta!-
Rin lo fissò confusa: -Sei serio o mi stai prendendo in giro?-
-Sono serissimo!- rispose lui con fermezza.
La proposta, seppur assurda, apparve piuttosto interessante.
-Beh…potrei prenderla in considerazione…-
-Quando vuoi. Se hai bisogno, basta solo che mi chiami!-
Lei sorrise maliziosa, in fondo non era poi così malaccio come idea.
 
- Bene! Ora passiamo alla pratica sessuale più bella che esiste!- affermò lui di punto in bianco.
-E quale sarebbe?- L’amica pendeva dalla sue labbra affamata di conoscenza.
- Viene chiamata “Il rodeo”, ma non so se sia saggio raccontartelo…-
-PER FAVORE, PER FAVORE, PER FAVORE!- lo implorò aggrappandosi al pellicciotto che il demone cane portava sempre con sé.

Sesshomaru: grazie al cazzo, è la mia coda!

-E va bene, ma solo perché sei tu!- rispose lasciandosi convincere.
-Allora.- si schiarì la gola e cominciò a raccontare.
-Un giorno di tua preferenza, ti presenti davanti alla tua ragazza con indosso un Sombreno, la guardi dritta nelle pupille e le dici: “Hola!”. Il giorno seguente la porterai a casa tua, nella tua camera e comincierete a fare sesso, assicurati di farlo nella posizione “Doggy Stile”, è fondamentale. Di conseguenza le immobilizzerai entrambe le mani appoggiandole sulla sua schiena e, ad un certo punto, i tuoi amici, con cui ti sarai messo d’accordo in precedenza, sbucheranno dall’armadio, da sotto il letto e da altre parti della stanza e inizieranno a ballare lanciandovi addosso petali di rosa. In quel momento la ragazza, sicuramente sorpresa ed inorridita, comincerà a dimenarsi cercando di liberarsi per scappare e tu, dovrai domarla come un toro inferocito!.-
-Kami…- mormorò la compagna ad occhi spalancati.
-E’ consigliabile farlo con una ragazza che hai già intenzione di lasciare, perché sicuramente dopo ciò non vorrai parlarti mai più.-
-MA E’ GENIALE!- esclamò lei in procinto di venerarlo.
-Ovvio! Il rodeo, modificato dal sottoscritto, è una pratica fantastica!-
-Ma perché si chiama Rodeo?-
-Il Rodeo è uno sport tradizionale del Messico, in cui un uomo cavalca un toro inferocito cercando di rimanere in sella il più a lungo possibile…-
-Ma tu sei fissato con questo Messico! E’ per questo che a volte parli quella strana lingua?-
-Intendi lo Spagnolo? Sì, lo adoro! Anche se in sud America è un po’ differente, diciamo che si avvicinano.-
-Ma dove lo hai imparato?-
-Mi è capitato spesso su internet di guardare Telenovelas Spagnole in lingua originale con i sottotitoli, devo ammettere che sono piuttosto esilaranti!.-

-Wow, Sesshomaru tu sai un sacco di cose divertenti!- lo elogiò la ragazza.
-Lo so, però sarebbe ancora più bello metterle in pratica…- dichiarò il demone sospirando.
-Io ci starei sicuramente!-
-Davvero? Beh, allora un giorno potremmo farlo insieme!-
Si rese conto dopo pochi secondi che il compagno le stava palesemente proponendo di fare sesso con lui e ciò non solo la mise tremendamente in imbarazzo ma la rese anche felice, in un certo senso.
-Già…- rispose poi in un sibilo.
 
Ed è a causa di questi discorsi non poco ambigui che la situazione degenerò sino ad arrivare a quel fatidico giorno.
Sesshomaru, dopo la pausa delle lezioni, si affrettò a raggiungere la compagna al suo banco poggiandoci sopra uno strano foglio bianco.
-Che cos’è?- chiese Rin fissando curiosa il pezzo di carta.
-E’ un contratto.- affermò il demone –E sopra vi è stata scritta una proposta.-
-Cioè?-
- Sai, dopo tutti quei discorsi sul sesso e quegli inviti indiretti, vorrei chiederti se un giorno qualsiasi, che sia domani, tra un anno o tra dieci, insomma, prima che uno dei due muoia, ti andrebbe di venire a letto con me. Senza impegno ovviamente.-
-Cosa…?-
-Sappi che se accetterai non potrai più tirarti indietro. E’ necessario che tu metta una firma qui, in basso a destra.-
Lei rimase interdetta fissando il foglio che aveva stretto tra le mani, sbalordita dalle sue parole.
-Tu hai appositamente stilato un contratto solo per fare sesso con me?!- chiese poi incredula.
-Sì.- rispose lui senza troppi giri di parole.
Alzò lo sguardo verso l’amico che gli porse una biro in attesa di un suo riscontro, possibilmente positivo.
Qualunque ragazza, dopo quelle parole,  si sarebbe offesa stampandogli una cinquina in pieno volto, ma Rin non era come le altre.
-Dammi quella dannata penna!- gli ordinò per poi scrivere il proprio nome sul foglio.
-Perfetto!- gioì Sesshomaru stringendole successivamente la mano –E’ stato un piacere fare affari con te!-
Dopo di che, si riappropriò del contratto sistemandolo in una grossa busta di plastica trasparente colma di altri pezzi di carta.
-E quelli cosa sono?- chiese la compagna inarcando un sopracciglio.
-Sono contratti che ho presentato ad altre ragazze. Non sei la sola ad aver accettato!.-
-Lo immaginavo.-

Tuttavia, nel profondo del cuore, lei sperava di essere l’unica.
Note: 1- In questa fanfiction e in particolare in questo capitolo, sono spesso citati film (come di fatti "Il Signore degli Anelli), serie tv, anime, manga ecc ecc. Tuttavia, vorrei precisare che questi sono REALI ED ESISTENTI e non sono AFFATTO DI MIA INVENZIONE, di conseguenza TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI.
2- Il Kotatsu è il tipico tavolo giapponese basso accompagnato da dei cuscini che fungono da sedie.
3- Tradotta in Italiano la frase vuol dire: "I charmander sono rossi, i balbasaur verdi, mi piacerebbe mettere il mio Onyx nel tuo Cloyster, se sai cosa intendo."

Alleluja è finito! Spero sia stato di vostro gradimento e vi abbia fatto diventare dei fan della coppia Sessrin.
Alla prossima gente,
Gino94

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Capitolo 18
*** Question Time! ***


Eccomi qui con un capitolo a parte, che non è completamente inerente alla storia, ovvero il QUESTION TIME! E, difatti, in questa storia, saranno presenti dei capitoli extra dedicati alle domande dei lettori. Spero vivamente che ciò non sia contro le regole.
Ps. NEL CAPITOLO SONO CITATI LETTORI DI QUESTO SITO E POSSO ASSICURARE CHE COSTORO HANNO DATO LA LORO AUTORIZZAZIONE PERCHE' IO  AGGIUNGEESSI I LORO NICKNAME.


QUESTION TIME!



Era un mattina soleggiata, un fresco venticello spostava leggermente le tendine della sua camera e i raggi del sole lo colpirono violentemente in faccia. Ma non furono i soli a disturbare il suo sonno, la sveglia, rumorosa ed insistente, cominciò a suonare facendolo sussultare.
Senza nemmeno alzare la testa dal cuscino, graffiò con impeto l’oggetto distruggendolo in mille pezzi. Quella era almeno la decima che rompeva in due settimane.
-INUYASHA!-
Una voce femminile, non troppo gentile, lo chiamò al di fuori della porta di camera sua.
-Muoviti o farai tardi a scuola!-
Si fece leva con entrambe le braccia e finalmente riuscì almeno a mettersi seduto, si strofinò gli occhi per qualche secondo e poi, ancora un po’ barcollando dalla stanchezza, si diresse in bagno.
Si lavò il viso con un po’ di acqua gelata che lo fece rabbrividire, si lavò i denti, prima dolcemente, poi cominciò a scuoterlo tra le gengive schizzando dentifricio da tutte le parti, imbrattando lo specchio dinnanzi a lui e le pareti, infine si annusò le ascelle sperando di non essere obbligato a farsi la doccia.
-Mh, no dai, posso resistere anche oggi.- si disse per poi dirigersi verso la cucina.
Una donna alta e snella, con i capelli lunghi neri, stava spadellando dandogli le spalle.
-Buon giorno mamma.- fece lui lasciandosi scappare uno sbadiglio.
-Buon giorno tesoro!- rispose voltandosi di tre quarti. –Tu padre è già uscito.-
-Mhmh…- mormorò lui non ancora del tutto sveglio.
-A proposito!- continuò sua madre –E’ arrivata una lettera stamattina, credo sia per te. L’ho appoggiata lì sul tavolo.-
Inuyasha si voltò alla sua sinistra e vide una piccola busta bianca rettangolare, alzò un sopracciglio incuriosito e cominciò a studiarla senza aprirla.
-Ma sei sicura sia per me?- chiese lui massaggiandosi il mento.
-Il postino mi ha detto che è destinata alla classe quarta C dell’Istituto Osuwari. Non è la tua classe, no? Quindi è anche per te.-
“Una lettera per la nostra classe? Non saranno mica…” pensò cominciando a romperla senza un ordine preciso.
Appena il contenuto fu visibile ai suoi occhi, notò che era una lettera e avidamente cominciò a leggerla.
-PER TUTTI I KAMI! Sono arrivate!- esclamò subito dopo alzandosi tempestivamente dalla sedia.
-Dove vai? E’ quasi pronta la colazione!- chiese sua madre vedendolo volteggiare di qua e di là per tutta casa.
-Scusa mamma, ma sono di fretta! A dopo!- spiegò velocemente per poi stamparle un tenero bacio sulla guancia e uscire di casa.
 
-RAGAZZI! SONO ARRIVATE!- informò il mezzo-demone a pieni polmoni appena entrò in classe.
-Di cosa stai parlando?- chiese Tsubaki curiosa.
-DELLE DOMANDE DEI LETTORI!- rispose aprendo la lettera dinnanzi ai loro occhi increduli.
-FINALMENTE!- esclamò Bankotsu strappandogliela dalle mani.
-Ah…pensavo chissà che…- borbottò Tsubaki poggiando una mano sul viso delusa.
-Perché?- le chiese Kagura.
-Perché i lettori faranno sempre le domande ai soliti quattro o cinque! Come per esempio a quei tre là!- rispose scocciata indicando Sesshomaru, Jaken e Rin.
-Scusami cara, ma non è colpa nostra se tutti ci adorano.- rispose il demone cane carezzandosi una ciocca di capelli.
-Guarda che adorano anche "I TRES AMIGOS"!- intervenne Koga agitando la lettera che aveva appena rubato a Bankotsu.
-A chi vuoi che interessino tre maniaci come voi?!- li offese Tsubaki senza pietà.
-Zitta! Che tu in questa storia sei solo un personaggio di sfondo!- ribatté Miroku.
-ADESSO AVETE SUPERATO IL LIMITE!-
La compagna fu in procinto di tirare tutti e tre per i capelli e gonfiarli di botte quando, qualcuno, di cui non faccio nomi perché oramai avrete capito, cominciò a prendere a pugni la cattedra con lo scopo di riportare l’ordine.
-ZITTI BRANCO DI ANIMALI!- sbottò Ayame furibonda –Ora uno di noi leggerà le domande e, coloro a cui saranno rivolte risponderanno. VA BENE?!-
Tutta la classe annuì intimoriti dalla terribile ira della demone lupo.
Inyasha, si propose di leggere, sedendosi comodamente sulla cattedra.
-Bene. Iniziamo.-
 
 
Milla Renzi De Medina chiede:

1-“Inuyasha, sei stato sazio? E satollo?”
Inuyasha: Em…la merda?

2-“Jaken, vai in giro con il bastone con le testoline o lo lasci a casa?”
Jaken: Cara Milla, io il bastone con le due teste lo porto sempre con me…nei pantaloni…non so se intendi! ;)

3-“Sesshomaru, a chi stavi pensando mentre postavi il video, nel capitolo della festa di Natale?”
Sesshomaru: A nessuno in particolare, semplicemente volevo far capire ai presenti  quanto fosse importante “donare”. Ma nel caso qualche ragazza volesse regalarmi qualcosa, sa già cosa fare. ;)

4-“Miroku, perché Rin, nel capitolo delle materie più divertenti, ad educazione fisica, non può vedere il sedere di Kagome?”
Miroku: perché è una donna! Solo noi uomini possiamo contemplare cotante magnificenza!
Rin: tzè! MALEDETTO SESSISTA! SUBIRAI IL MIO RIDO VOODOO!

5-“Inuyasha,sempre riferito al capitolo delle materie più divertenti, durante l’ora buca, non starai mica provando ad invitarle nello stesso momento?”
Inuysha: Kami! Non ci avevo proprio pensato! TREESOME, TREESOME! Grazie Milla, sei un vero genio!

6-“ Bankotsu, quando ti deciderai ad accorgerti di Jakotsu? Ti prego, ti prego, mi regali Banryu?!”
Bankotsu: Accorgermi di Jakotsu? In che senso? Cosa ha in mente? Hey, qualcuno mi risponda, sto entrando in paranoia!
LA MIA BANRYU?! Neanche per sogno! Lei è la mia bambina, NON SI TOCCA!

7-“Tres Amigos, il giorno del Porco Day lo scegliete a caso oppure è sempre lo stesso giorno di tutti i mesi?”
Koga: In realtà dovrebbe esserci un giorno prestabilito, tipo le mestruazioni, ma come queste, a volte anticipiamo o ritardiamo di qualche giorno. Fatto sta, che il Porco Day è una vera e propria festività nella 4C ed è SACRA!
 

Darkdan Hibiki Kurokawa chiede:

1-“Rin, giovane umana, quanti altri momenti SessRin ci regalerai?”
Rin: S-SessRin?! Cosa? Adesso abbiamo anche il fandom?! Abbiate pazienza cazzo, prima o poi faremo sesso!
Sesshomaru: CHE GASARE!

2-“Sesshomaru, come possiamo fare noi umani per avere dei capelli come i tuoi?”
Sesshomaru:  Ecciao! Segreto professionale!
Jaken: Ma non usi la piastra tutte le mattine?
Sesshomaru: ZITTO TU!

3-“Jaken, salterai addosso a qualche tua compagna di classe?”
Jaken: non ce n’è bisogno, sono loro che saltano addosso a me!
Tutto il resto della classe: HAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAAHAHAH!
Jaken: vi odio.

4-“Souten, quando tornerai in scena?”
Souten: Non lo so, chiediamolo all’autrice!
Autrice: Non preoccuparti cara, tornerai!
Souten: TI CONVIENE!
Autrice: aiut….

5-“Bankotsu, quando ti accorgerai di avere un amica innamorata di te?”
Bankotsu: ODDIO CHI E’? Dimmi che è Sango ti prego!
Jakotsu: … povera me…

6- “Nazuna, ma ci sei o ci fai?”
Nazuna: Ihihihih! Entrambi!
Jaken: Sì, infatti sei sveglia come un bradipo sedato.

7-“Inuyasha, ma la consulta è…”
Inuyasha non è momentaneamente disponibile, si prega di richiamare più tardi. Grazie.
Autrice: Mannaggia, è occupato! Dai, sarà per un’altra volta.

 
-Visto? Ve lo dicevo che tutti fanno le domande ai soliti!- esordì Tsubaki sbuffando piuttosto offesa.
-Io pensavo ci avessero scritto in molti, invece sono solo due…- si lamentò poi Nazuna sperando che si fosse creato il “NAZUNA FANCLUB”.
Dopo tutto era così simpatica ed intelligente.
-Vabbè ragazzi, non scoraggiamoci!- li spronò il mezzo-demone dai capelli argentati –Vedrete che nel prossimo "QUESTION TIME" ci saranno più persone che ci faranno domande! DIVENTEREMO FAMOSI!-
-SIIIIII! AMATEMI GENTE!- urlò Rin alzando le mani al cielo.
-Stai buona egocentrica! Che in questo "QUESTION TIME" hai ricevuto solo una domande, mentre io e Sesshomaru ben due!- la riprese Jaken.
Rin fece per aprir bocca e rispondere con i peggio insulti che potesse conoscere.
-RIN, AZZARDATI A RISPONDERE E A COMINCIARE A DISCUTERE O VI RIDUCO IN CENERE!- li minacciò Ayame con il suo solito tono molto tranquillo e pacato.
- A questo punto, non possiamo far altro che aspettare.- aggiunse infine Kagome. –SCRIVETECI IN TANTI, MI RACCOMANDO!-
-SENNO VI LANCIO UN MALOCCHIO!- minacciò Rin.
-E SUBIRETE LA MIA IRA!- continuò Ayame.
-STUDI?!- sproloquiò Inuyasha.
Eccoci giunti alla fine di questo simpatico spazio per le domande.
Continuate a farne mi raccomando, perchè senno la quarta C ci rimane male!
Al prossimo (vero) capitolo!
Gino94

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Capitolo 19
*** Spotted Osuwari ***


Ciao ragazzi! Ecco il nuovo capitolo dedicato a SPOTTED OSUWARI. Prima di iniziare vorrei chiarire dicendo che questo fantomitico SPOTTED esiste davvero e non solo della scuola, ma anche di paesi, città ecc. e il più delle volte non sono molto simpatici. Comunque la spiegazione di che cos'è la troverete nella storia!
Buona lettura.

 


 


SPOTTED OSUWARI


 
Kagome aprì il libro di storia e per l’ennesima volto provò a leggerne il contenuto, inutilmente.
Quella dannata lezione non riusciva proprio ad entrarle in testa il giorno dopo sarebbe stata interrogata.
-NON CE LA FACCIO PIU’!- sbottò improvvisamente lanciandolo chissà dove.
Si accasciò sul banco esausta e demoralizzata, una marea di concetti le giravano per la testa senza un ordine preciso e in quel momento avrebbe tanto voluto avere la memoria e la voglia dei suoi compagni secchioni.
“Non posso mollare tutto così!” si disse facendosi coraggio.
Raccolse il libro da terra e ricominciò a leggere, doveva solo concentrarsi, non era difficile, lei era una ragazza intelligente, con un minimo di impegno ce l’avrebbe fatta.
-KAGOME!-
Kagura si diresse a gran velocità verso di lei ponendo così fine a tutte le sue speranze di riuscire a studiare.
-Non hai idea di cosa ho scoperto!- esclamò l’amica in fibrillazione.
La “donna del vento” come la chiamavano spesso amici e conoscenti, era una gran pettegola, conosceva tutte le notizie più intriganti e succulente di tutti, nemmeno a lei era chiaro di come facesse, forse usava il vento per ascoltare i discorsi degli altri.
-Cosa è successo stavolta? Midoriko si è limonata un altro studente della scuola?- chiese con scarso interesse.
-Questo mese no, ma non mi riferivo a quello.-
-Allora a cosa?-
La compagna tolse il cellulare dalla tasca dei Jeans aderenti e, dopo aver digitato qua e là sulla tastiera, glielo mostrò.
Notò che aveva fatto log in nel suo profilo di Facebook1 ed era entrata in una specie di gruppo chiamato “SPOTTED OSUWARI”.
-Che diavolo è questa cosa?- chiese Kagome sempre più confusa seppur interessata.
-Qualcuno di questa scuola ha avuto la brillante idea di creare un gruppo in cui gli studenti, in forma anonima, posso esporre dei loro pareri su altri alunni, ovviamente citando solamente la classe e, al massimo, la lettera iniziale del nome.-
Lei inarcò un sopracciglio, era un grande novità per lei, eppure, nonostante sembrasse un pretesto per insultare gratuitamente gli altri, cominciò a incuriosirla.
-E cosa scrivono?-
La compagna, in risposta, le porse il telefono lasciandola navigare alla scoperta di quell’ambiguo gruppo scolastico.

Nel gruppo:
“Ragazzi, domani portate tutti le scodelle per l’insalata che l’olio lo porta la ragazza della 5L con i capelli unti!”

Kagome strabuzzò gli occhi e poi scoppiò in una grande risata.
-Kami! Che cattiveria! Però sono divertenti!-
-Ci sono alcuni che si dichiarano pure!- aggiunse Kagura invitandola a continuare. –Guarda questo!-

“Ragazza della 4B con il giubbetto rosso, sei bellissima!”

“2B, nome che inizia per D, credo di amarti!”

-Ma sono disperati!- sbottò Kagome ritornando a ridere.
Le due continuarono a chiacchierare, sempre più esaltate da quel nuovo passatempo, ma dopo qualche minuto si resero conto di essere le uniche a parlarne e di conseguenza decisero di informare altri compagni sulla loro scoperta.
Coinvolsero anche “I Tres Amigos”, Inuyasha, Sango e Tsubaki.
-Ma che bambinata!- esclamò Tsubaki sbuffando.
-Io invece penso che sia molto divertente!- intervenne Miroku leggendo accuratamente tutte le domande.
-Sì, ma la maggior parte sono insulti.- fece notare il mezzo-demone non molto convinto della faccenda.
-E’ vero anche questo.- ammise Kagome, eppure c’era qualcosa in quel gruppo che la spronava a proseguire la lettura.
-Sarà questione di giorni e Spotted verrà eliminato, ve lo dico io.- dichiarò Inuyasha con fermezza.
-E non gufare!- lo riprese Kagura dandogli un leggero schiaffo sulla guancia.
-Avete detto SPOTTED?- chiese una voce non molto lontana.
Il perfido trio (Sesshomaru, Jaken…e dai che lo sapete!) seguito misteriosamente da Nazuna spuntò alle loro spalle.
-Lo conoscete?- chiese Kagome divertita.
-Ovvio che sì! E da ore che ne stiamo parlando!- rispose Rin ancor più presa dalla novità.
-Avete letto i post sulla nostra classe?- chiese successivamente Sesshomaru, sfilando delicatamente il cellulare dalle mani di Kagura.
-Hanno scritto qualcosa anche su di noi?- esclamò Sango curiosa e allo stesso tempo intimorita da ciò che avrebbero potuto scrivere.
-Non molti, ma ci sono.-  rispose il demone prima di dare loro una dimostrazione:
 
“Ragazzo con in fronte una mezza luna viola, ma quanto sei sexy?”
 
-E ti pareva che non ci facevi vedere un post in cui ti riempiono di complimenti!- disse sarcastico Inuyasha.
-Ce ne sono altri, non ti preoccupare.- lo avvisò Jaken seduto sulla spalla del demone cane. –Uno di questi parla di te, Bankotsu.-
-Davvero?!- fece lui con lo sguardò che gli si illuminò –Fammi vedere!-
Sì appropriò del telefono senza chiedere il permesso saltando da un post all’altro sino a giungere a quello bramato.
“Potete riferire al ragazzo della 4C che ascoltata Justin Bieber di finirla di cantare nei corridoi? Mi disturba.”
-Che cosa?- urlò offeso –Ma come si permette?!-
-Se cercate bene, ce ne sono altri divertentissimi!- informò Rin.
Senza esitare i ragazzi ricominciarono a guardare i vari post nell’ilarità generale.
-Leggete questo!- indicò Koga.

“Ragazza della 3L con la cartella di Bakugan, sei grande!”

-Hey, ma questa è una mia amica!- se ne uscì Rin di punto in bianco.
-Chi?- chiese Jaken.
-Souten! –
-Hai ragione!-
-E chi è Souten?- domando Sesshomaru inarcando un sopracciglio.
-La tizia Otaku di cui ti parlavo. Quella che fa teatro con me e Jaken!- rispose la compagna.
-Ha la cartella di Bakugan? Forte!-
- Questo è bellissimo!- li interruppe Sango leggendo il post successivo.

“Qualcuno può dire al ragazzo della 3L di smetterla di mettersi il gel sui capelli? Sembra una leccata di mucca!”

-Kami! Questo è il mio preferito!- commentò il demone cane indicando quello sottostante.

“2A dietro mi tenti, davanti mi spaventi!”

-Dobbiamo ammettere che a scuola ci sono anche dei geni!- affermò Jaken.
-Peccato che la maggior parte sono stupidi.- rispose a tono Sesshomaru guardando con la coda dell’occhio Nazuna impegnata a fissare il vuoto. Probabilmente stava ascoltando le parole dell’unicorno che solo lei vede.
-Per tutti i Kami! E questo qui?- esclamò Koga, leggendo la frase.

“Ragazzo demone della 5H, sei troppo figo!”

-Ci scommetto la coda che questo post l’ha scritto Ayame riferendosi a Naraku!-
-Proviamolo.- suggerì Kagura per poi chiamarla.
Lei, impegnata in un discorso con Kikyo e Kanna, si voltò guardando il gruppetto di traverso.
-Adesso ti metti a commentare Naraku su Spotted?!- sbraitò il demone lupo.
Le guance della compagna diventarono improvvisamente purpuree.
-Sono stata sincera!- si giustificò di conseguenza. –E fatti i cazzi tuoi!- aggiunse voltando loro le spalle.
 
-Uffa, ma perché nessuno mi cita?- si lamentò Rin dando nuovamente sfoggio a tutto il suo ego –Qualcuno di voi mi può insultare su Spotted?-
-Ma che senso ha?- sbottarono all’unisono Jaken e Sesshomaru.
-Così, per farmi due risate! Scrivete un commento, per esempio: “Facciamo una colletta per mandare la pazza della 5C in un ospedale psichiatrico?” o qualcosa del genere.-
-Divertente! Se vuoi lo faccio io!- si propose Bankotsu.
-Grazie tesoro!- lo ringraziò lei mandandogli un bacio volante.
-SEI TALMENTE EGOCENTRICA CHE TI INSULTI PURE DA SOLA! Sei messa malissimo lo sai?- la offese poi Jaken per l’ennesima volta.
-CHISSENE FREGA, OK? Io sono una star!- ribatté lei schioccando le dita a destra e a sinistra.
-Sì, la star dei culi enormi!-
Rin fu in intenzionata a prenderlo per il collo ma Sesshomaru si mise in mezzo  interrompendo lo scontro.
Sia ringraziato il cielo della sua presenza.
-Anche io voglio che qualcuno si rivolga a me!- continuò Kagome dannatamente curiosa di cosa avrebbero potuto scrivere sul suo conto. –Speriamo solo che non dicano nulla di brutto…-
-Scrivete qualcosa anche su di me?- intervenne poi Nazuna che pareva fosse rimasta assente per tutta la durata del discorso.
-Nazuna…vuoi davvero essere insultata pubblicamente? Non ti basta essere te stessa?- la schernì ferocemente il demone Kappa che sembrava divertirsi molto a insultare la gente gratuitamente, aggiungendo anche quel pizzico di sarcasmo.
-Non osate scrivere nulla riguardo la mia persona!- li avvertì Kagura prevenuta.
-Quoto!- la seguì Sango.
-Niente nemmeno su di me!- fece eco Tsubaki.
Inuyasha invece, se ne stava silenzioso, appoggiato alla parete ancora piuttosto titubante riguardo a quel nuovo intrattenimento.
-Non capisco perché vi esaltate tanto per questa cosa. A me non piace affatto, penso che porterà solo problemi.- commentò successivamente aggrottando la fronte.
-Inuyasha, ma di che ti preoccupi!- lo rimproverò Kagome –Vedrai, non accadrà nulla.-

 
Il giorno seguente Kagome, a passo spedito, si incamminò verso la sua classe:  teneva tra le mani il cellulare  e controllava in continuazione i post di Spotted.
Senza guardare in faccia a nessuno, si fiondò verso la sua amica Kagura ponendole il telefono davanti agli occhi.
-Che hai?- chiese lei seriamente preoccupata.
-Credo che qualcuno abbia scritto un post indirizzato a me.- rispose semplicemente lasciandosi sfuggire una risata divertita.
-Di cosa state parlando?-
Rin, che casualmente si era ritrovata ad ascoltare la loro conversazione, si avvicinò curiosa domandando spiegazioni.
Il suo compagno di avventure, Sesshomaru, non esitò a seguirla e, sedendosi sul banco di Kagura, attese anch’esso una risposta.
-Credo che qualcuno abbia postato una frase riferita a me su Spotted.- ripetette Kagome.
-E cosa te lo fa pensare?- chiese Kagura.
-Qui dice: “Ragazza della 5C sempre vestita di verde…”. Di solito sono io, di questa classe, che indosso sempre questo colore!-
-Ok, ma cosa ti hanno scritto?- insistette la compagna volendo arrivare al punto.
-“Un diamante è per sempre, ma due colpi del mio pene non li scordi tanto facilmente!”- rispose improvvisamente Sesshomaru. (cit. Anonimo)
-L’hai letto anche tu, vero? Ma chi può essere stato?-
Kagome rilesse più e più volte quella frase ambigua e poco delicata quando le sembrò di udire delle risate soffocate al suo fianco.
Alzò lo sguardo e notò, senza capirne il motivo, Sesshomaru e Rin sghignazzare sotto i baffi tentando, invano, di nascondersi.
-Che avete?- chiese lei indispettita.
-E’ stato questo idiota a scriverlo!- confessò Rin non riuscendo più a trattenersi.
-SESSHOMARU!- lo richiamò lei esterrefatta.
-Ammettilo che è geniale come frase!-  rispose il demone facendole l’occhiolino.
-Tsk, però devo darti ragione, sei proprio uno zozzo!-
-Se per questo ha anche scritto un post destinato a Nazuna.- aggiunse la compagna ridacchiando allegramente.
-No, davvero?! Fateci vedere!- implorò loro Kagura avventandosi sul cellulare dell’amica.
-Aspettate.- ordinò loro la ragazza con il codino, per poi voltare lo sguardo verso la diretta interessata. –NAZUNAAAAA! PUOI VENIRE QUI UN SECONDO?!-
Lei, appena si accorse di essere stata interpellata, smise subito di scarabocchiare sul suo quaderno e li raggiunse saltellando.
-Dimmi.-
-Qualcuno ti ha dedicato un post su Spotted.- la informò Rin, sfoggiando un sorriso maligno.

“Ragazza della 5C che inizia per N., mi attizzi, con il tuo sorriso sensuale e i tuoi occhi furbetti.”

Kagura emise una risata acutissima quasi rompendo i timpani dei presenti per poi accasciarsi a terra piegata in due, mentre Kagome si copriva la bocca con la mano anch’essa sbellicandosi.
-Chi è stato? Pensate che sia uno che mi corre dietro?- chiese Nazuna che era rimasta assai affascinata da tutti quei complimenti.
-Sicuramente!- la incoraggiò il demone cane mostrando il pollice all’insù.
Lei sorrise soddisfatta e tornò al suo posto più allegra di prima.
-Voi due siete veramente perfidi!- dichiarò Kagome nonostante avesse un riso abbagliante stampato in faccia.
-Lo sappiamo!- rispose Rin autocompiacendosi. –Ma cambiando argomento, nessuno, escluso Bankotsu, ha ancora scritto qualcosa su di me! Non è giusto! Sono davvero così insignificante?-
-Veramente qualcuno l’ha fatto.- la corresse Kagura scorrendo tra i vari post.
-FAMMI LEGGERE!- gridò rubandole il telefono.

“ 5C, ragazza con il codino, fare sesso con te è stato come lanciare un salame in un corridoio.”
 (cit. anonimo)

-Ma che cazzo è?!- sbottò lei dopo la lettura. –Chi è stato?-
Non ci volle molto perché capisse il mittente poiché Sesshomaru cominciò a sganasciarsi e ad indicarla burlandosi di lei.
-BASTARDO!-
Cominciò a prenderlo selvaggiamente a pugni sebbene il suo volto fosse gioioso e divertito.
-Ma poi che cavolo vuol dire quella frase?- chiese subito dopo aver terminato la sua rissa a senso unico.
-Te lo spiego io.- rispose Kagome.
Prese in prestito l’astuccio di Kagura e trascinò la compagna fuori dalla classe, seguita dagli altri due.
-Fai finta che l’astuccio sia il “salame”, ok?-
Detto ciò lanciò con svogliatezza l’oggetto nel bel mezzo del corridoio semi vuoto, emettendo un tonfo sordo che si propagò per l’intero piano.
-Hai capito adesso?- aggiunse infine.
Rin inarcò un sopracciglio e il suo occhio sinistro iniziò a tremare autonomamente.
-BASTARDO!- replicò riempendo l’amico di schiaffi sulla spalla ma il demone sembrò non sentirli.
Spotted, nonostante le altre miriade di insulti, sembrava un gruppo pressoché innocuo, almeno sino a quel momento.

 
-STUDI?!- esclamò Inuyasha indicando la sua compagna di classe.
-Eh finiscila con questo tormentone!- lo rimproverò Kagome scocciata.
-Come va con “Spotted Osuwari”?- chiese lui cambiando completamente atteggiamento.
-Le solite cose…-
-Non ci sono ancora stati discussioni o litigi vari?-
-No, perché dovrebbero essercene?-
Il compagno fece spallucce e le porse 600 yen2.
-Riesci a passare dal bar a prendermi un panino?-
-Quanto sei svogliato…- si lamentò prima di prenderli e dirigersi fuori dalla classe.
L’intervallo era appena cominciato e, se non si fosse sbrigata, si sarebbe dovuta sorbire l’infinita coda che era sempre presente al barettino della scuola.
Salì velocemente le scale e, non appena mise piede al piano superiore, fu travolta da una scena a dir poco raccapricciante.
Una ragazza, che sin dal primo impatto si poteva capire fosse un demone, spinse con violenza la sua amica Midoriko contro il muro freddo e granuloso.
-Come ti sei permessa lurida sgualdrina?!- le urlò contro con tutta la rabbia che aveva in corpo. –Riprovaci un’altra volta e non te la caverai così facilmente!-
Dopo quella terribile minaccia girò i tacchi lasciando che la compagna crollasse a terra.
-MIDORIKO!- gridò Kagome correndo in suo aiuto.
-Cosa è accaduto?- chiese immediatamente aiutandola ad alzarsi.
-Non ne ho idea…- rispose l’amica massaggiandosi la schiena dolorante. –Quella selvaggia mi ha strattonata addossandomi colpe che non ho mai commesso.-
-Spiegati meglio…-
-E’ venuta da me chiedendo spiegazioni: è fermamente convinta che sia stata io a scrivere su quello stupido gruppo, come si chiama…Spotted Osuwari, se non sbaglio, che lei ha tradito il suo ragazzo con il suo ex. Ma io non ho scritto nulla! La conosco a mala pena!-
-E perché pensa sia stata tu, scusa?-
-Ieri sera mi sono ritrovata con dei miei amici ad un pub in centro, hai presente lo “Shikon Cafè”? Ecco, a quanto ho capito il fratello di un mio amico è l’ex-ragazzo di questa tizia e a quanto mi è stato detto verso fine serata lui e l’attuale fidanzato  sono andati a botte. Ma io e gli altri eravamo già usciti, mi ha raccontato tutto il mio amico il giorno dopo, io non ne sapevo assolutamente nulla! Probabilmente qualcuno della nostra scuola, che conosceva entrambi, si è divertito a raccontare qualcosa che è successo durante la serata e lei, conoscendo solo me e sapendo che io sono amica del fratello del suo ex, ha pensato fossi stata io a scrivere tutto ciò!-
Kagome impiegò diversi secondi per comprendere appieno il complicato racconto.
-Ma scusa, non poteva semplicemente chiedertelo?-
-Lo sai che ad alcune va subito il sangue al cervello e non ragionano più.-
-Mi spiace Midoriko…-
-Non ti preoccupare…stupido Spotted! Sta portando solo rogne!-
-In che senso?- chiese cominciando a ricredersi sul gruppo da prima tanto stimato.
-Non te ne sei accorta?- le domandò l’amica inarcando un sopracciglio. –Da quando è stato creato i litigi e le risse sono aumentate. Ho sentito che molti alunni si incolpavano a vicenda di aver scritto determinate cose sul loro conto.-
“Inuyasha aveva ragione…” pensò immediatamente, pentendosi di averlo così tanto acclamato.
-In realtà no. Io leggevo tutti quei post divertenti e non immaginavo che la gente cominciasse a farsi le paranoie.-
-Ti sbagli vedi…-
Delle urla la interruppero attirando l’attenzione di entrambe.
-Che sta succedendo?-
Le due avanzarono verso le voci e, avvicinandosi alle segreteria, potettero finalmente scoprire il motivo di quelle grida.
Kaede, la simpatica e allegra bidella, era stata messa al muro da due segretarie irate. Lei le sfidava entrambe con lo sguardo seppur loro continuassero ad incolparla di qualcosa.
-Ti avevamo chiesto di compilare quelle pratiche entro oggi e te ne sei fregata!- esclamò una delle segretarie.
 Era alta, magra e con i capelli lunghi neri che la facevano sembrare una strega.
-Questo è un vostro compito, io dovevo pulire delle aule!- rispose Kaede senza alcun timore.
-Io mi chiedo cosa ce ne facciamo ancora delle bidelle! Nelle altre scuole sono gli studenti a pulire le proprie classi, solo qui si fa eccezione!- si lamentò l’altra.
Questa era tutto l’opposto:  bassa, tozza e i suoi capelli corvini erano molto corti.
-Come ti permetti?! Questo è il mio lavoro e lo adoro! Gli alunni mi rispettano al contrario di voi due!-
-Se la smettessi di oziare e cominciassi seriamente a lavorare forse potremmo anche ripensarci!- ribatté “la strega”.
La discussione durò ancora per qualche minuto e sempre più ragazzi si avvicinarono curiosi, alcuni addirittura, anche divertiti. Kagome invece, provò solo un senso di disgusto e dispiacere per la povera Kaede a cui lei, come molti altri, era affezionata.
Nel bel mezzo del litigio si immischiò improvvisamente il suo professore di Informatica cercando di interrompere quello scempio.
-Calmatevi signore, per favore!- urlava pregando con tutto sé stesso di riuscire a tranquillizzarle.
-Cavolo! Questo va direttamente su Spotted!- esclamò un alunno di fianco a Kagome.
 

E così fu: il pomeriggio stesso, controllando il gruppo, notò che uno di loro aveva aggiornato la scuola sull’attuale litigio delle donne.

“Avete assistito alla rissa tra Kaede e le due segretarie? E’ stato troppo divertente!”

In aggiunta, a peggiorare la situazione, qualcuno osò pure commentare ironizzando la faccenda.

“E’ stato fantastico!” scrisse un ragazzo.

“Il Prof di Informatica si è messo pure in mezzo! E’ stato fortunato se non gli hanno dato un pugno in piena faccia!”

“Quando vogliono possono essere terribili!”

“Povera Kaede…”

Non osò leggere oltre, uscì immediatamente dal gruppo inorridita e incredula che potesse esistere cotanta cattiveria e stupidità.
Ma nessuno riusciva a rendersi conto che Spotted era un invito al bullismo?
Eppure anche lei, prima di parlare con Midoriko, era convinta del contrario e non poteva di certo biasimare tutti gli altri.
Perché per quanto fosse divertente e interrante rimaneva comunque un metodo codardo e crudele per esprimere pensieri che normalmente nessuno osava fare di persona.
Inuyasha aveva cercato di avvertirla, di avvertire tutta la classe, ma ovviamente nessuno gli diede ascolto. Per quanto si comportasse da stupido fu l’unico a comprendere sin dall’inizio la gravità della cosa.
Se qualcuno non avesse agito, cancellando definitivamente il gruppo, quella vicenda sarebbe stato il preludio di una grande tragedia scolastica.
 

La mattina successiva Kagome udì, con dispiacere, che molti stavano ancora parlando di Spotted divertiti, senza accorgersi minimamente del suo lato oscuro.
Improvvisamente il Professor Totasai entrò in classe con espressione severa e distaccata, piuttosto inusuale da parte sua. Non si accasciò sulla comoda sedia come suo solito, bensì rimase in piedi dinnanzi alla cattedra scrutando profondamente l’intera classe.
-Ragazzi, prima di iniziare la lezione vorrei parlarvi di fatto importante accaduto recentemente.- esordì deciso. –Voi tutti conoscete il famoso gruppo creato su Facebook, “ Spotter Osawari” , vero?-
Tutti annuirono senza proferir parola, compresero immediatamente che la situazione si stava facendo estremamente seria.
-Non sappiamo chi ne sia in creatore, ma conosciamo di certo i disagi che ha portato in questa scuola. Noi insegnanti, compresa la preside, non eravamo informati di tutto ciò finché le segretarie della scuola non ce ne parlarono. Molti alunni hanno discusso e deriso l’accaduto di ieri mattina e questo, aggiunto ai vari litigi in molte classi, sta diventando ingestibile.-
Fece un profondo respiro e poi continuò.
-MA NON VI VERGOGNATE?!- urlò poggiando con impeto le mani sulla cattedra. –Vi rendete conto che siti o gruppi come questi sono le principali cause del fenomeno ormai diffuso chiamato “Cyber Bullismo”3? Controllando i vari post abbiamo trovato un porcile: gente che insulta altri compagni, persone che raccontano affari di altri, ragazzi che fanno dell’ironia su situazioni poco divertenti, tutto ciò porta solo guai. Vi diverte così tanto a prendere in giro gli altri nascosti dietro uno schermo?.-
Ci fu il silenzio più totale, nessuno osò controbattere o esprimere un suo giudizio eppure, solo in quel momento si resero conto di quanto quel sito fosse realmente pericoloso.
-Ad ogni modo, entro oggi pomeriggio verrà categoricamente cancellato e se qualcuno oserà crearne uno nuovo, andremo fino in fondo, cercando il responsabile. Sono stato chiaro?-
-Sì.- mormorò la classe in coro.
Il Prof, terminato il proprio dovere, fece per sedersi quando, Inuyasha, senza chiedere alcun permesso si alzò cominciando a parlare.
-Prof, vorrei aggiungere una cosa.- affermò serioso. Diversamente dal solito, il suo volto era teso e crucciato, il busto dritto e gli occhi ambrati pieni di rabbia.
-Dimmi Inuyasha.-
-Spotted Owasari inizialmente non era stato pensato a questo scopo.- iniziò guardando dritto davanti a sé.
-E tu come fai a saperlo?- chiese Yuka sospettosa.
-Perché sono stato io a crearlo.-
Un insieme di “ooh!” si espanse per l’intera aula e tutti gli altri compagni lo fissarono esterrefatti.
-Inizialmente era stato concepito per dare spazio agli alunni di scrivere dei commenti o esprimere i loro giudizi riguardo le lezioni e l’organizzazione scolastica, esprimere idee per migliorare la struttura o semplicemente giudicare ciò che per loro non andava bene nella più completa sicurezza, anonimamente. Siamo stati io e il rappresentante d’istituto Naraku ad avere l’idea ma, con il tempo, la gente cominciò a scrivere cose strane, lamentandosi di professori e compagni e la cosa peggiorò. Sia io che lui abbiamo deciso di uscire trasferendo la nomina di amministratori del gruppo a qualcun altro e poi non abbiamo saputo più nulla.- continuò il mezzo-demone non badando alle varie occhiatacce.
-Capisco Inuyasha…- fece il Prof accomodandosi sulla sedia. –Ma in ogni caso, questo sito è cambiato ed ora è diventato luogo di offese e pettegolezzi.-
-Lo so…E mi spiace…-
-Spero che voi tutti abbiate compreso la gravità della cosa. Ora, cominciamo la lezione.-
 
Già verso la fine della seconda ora, Spotted fu immediatamente cancellato senza lasciar tracce.
-Shippo, a te piaceva quel gruppo?- chiese poi Kagome, rivolgendosi al suo pigro compagno di banco.
-Inizialmente, essendo una novità, mi divertivo a leggere tutti quei post divertenti, ma con il tempo ha cominciato ad annoiarmi e non mi è più interessato.- rispose giocherellando con la penna.
-Io invece mi sono lasciata trasportare come un stupida…Ho capito troppo tardi la sua vera natura.-
-In fondo appagava i desideri di ognuno di noi.- commentò poi Shippo scatenando la curiosità della compagna.
-Che intendi dire?-
Dopo un breve sbadiglio, si compose sulla sedia e cominciò:
-Da sempre ci è interessato sapere cosa pensano gli altri di noi e allo stesso tempo abbiamo desiderato esprimere ciò che pensiamo, in modo positivo o negativo che sia, però siamo troppo codardi per farlo faccia a faccia, ma d'altronde, certe cose è meglio tenersele per sé, cosa che lì non accadeva. La gente si sentiva libera e spronata a deridere gli altri e più uno riusciva a trovare l’insulto più divertente più la gente lo adorava. Sfortunatamente ciò accade ovunque e su qualsiasi piattaforma sociale, non possiamo farci nulla. Almeno questo è stato eliminato, così adesso possiamo ritornare a confrontarci in modo pacifico.-
Kagome spalancò la bocca incredula, non si sarebbe mai aspettata che Shippo fosse capace di fare discorsi così lunghi e profondi! Era proprio intelligente come si pensava.
-Non ho ben capito tutto il tuo discorso ma hai ragione.- ammise la ragazza.
-A mai più, inutile “SPOTTED OSUWARI”!-
 

Note: 1 -Ribadisco che FACEBOOK E' UN SOCIALNETWORK ESISTENTE E NON INVENTATO DA ME, TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI!
2- 600 yen equivalgono a 4 euro e poco più.
3- Il Cyberbullismo è un fenomeno diffuso dopo la creazione di social network. Consisterebbe nel bullismo tramite internet, ma è molto peggio, perchè le persone vengono insultate e minacciate da gente anonima di cui difficilmente si potrà sapere l'identità.
 


 


QUESTION TIME! Episodio 2

 

Ho deciso di pubblicare iLQUESTION TIME a fine di ogni capitolo così posso rispondervi  in mondo tempestivo e così da rendere anche molto più facile il mio lavoro. Buona lettura, di nuovo!
Ps. Ricordo che le persone citate HANNO DATO LA LORO AUTORIZZAZIONE PER NOMINARE I LORO NICKNAME.
 


 
Era sera, la luce brillante del sole si era ormai spenta dando spazio all’elegante luna che illuminava quel cielo scuro e cupo.
Tsubaki, dopo un duro e sfiancante allenamento di calcio, strisciava i piedi sul marciapiede, sognando già di essere nel suo caldo e comodo lettuccio. Lei amava molto lo sport, ma doveva ammettere che a volte invidiava alcune ragazze della sua classe, che il massimo dell’impegno era quello di portare i tacchi a spillo senza rompersi le caviglie. Ma lei non era così, non le piacevano affatto gli abiti succinti e le scarpe troppo alte, adorava indossare Jeans, pantaloni della tuta e altri indumenti comodi ma non troppo sciatti.
Appena si ritrovò sulla soglia di casa notò, con sospetto, una busta lasciata sul tappetino. La prese osservandola curiosa: era totalmente bianca, senza nessuna scritta al di fuori, avrebbe dovuto aprirla per scoprirne il contenuto.
Fece scivolare la porta scorrevole e, dopo aver salutato i suoi, non perse tempo per dirigersi in camera sua e riposare come meglio poteva. Studiò un ultima volta quel pezzo di carta e poi cominciò a scartarlo rivelando una lettera.
 
-Sono arrivate nuove domande dei lettori.- informò lei a tutta la classe.
-EVVAI!- esclamò Kagome avvicinandosi.
-Perché ti emozioni così? Tanto non ti rivolgeranno nessuna domanda.- la gufò Tsubaki meritandosi una brutta occhiataccia da parte dell’amica.
-Non essere così pessimista!- gli rispose Koga intento a leggere le pagine sportive –Magari questa volta si sono rivolti ai personaggi secondari.-
-LA VUOI SMETTERE DI DEFINIRMI SECONDARIA?!- lo strigliò la compagna irata.
-Non possiamo farci nulla, è tutta colpa dell’autrice!- aggiunse Yuka a braccia conserte.
-Ma su, abbiate pazienza! Arriverà anche il nostro turno!- disse Yura piena di ottimismo.
-Chi la legge questa volta?- chiese poi Inuyasha ciondolando sulla sedia.
-Lo faccio io.- si propose Tsubaki seppur di mala voglia.

 
Aurasia chiede:

1-“Sesshomaru,ma tu provi solo attrazione fisica per Rin o la ami?”
Sesshomaru: Se devo essere sincero provo solo attrazione fisica ma…beh, mancano ancora due anni al diploma, chissà cosa accadrà! ;)
Rin: MAMAMAMAMAMA *scappa*

2-“ Rin,tu invidi il sedere di Kagome e le tette di Kikyo? E comunque secondo me sei bellissima così u.u”
Rin: Sì, le invidio molto devo ammetterlo! Ma…davvero mi trovi bellissima? ** Grazie! SENTITO JAKEN?!
Jaken: Ma cosa vuoi dalla mia vita culo a panettone?
Rin: Zitto sgorbietto! Tu sei piccolo e senza nemmeno un po’ di muscoli!
Sesshomaru: basta bambini…

3-“Nazuna,ma sei ancora innamorata di Inuyasha?”
Nazuna: Sono stata innamorata di lui? Non è vero…
Rin: Ma se me lo hai confessato tu!
Nazuna: Ah sì? Non mi ricordo.
Jaken: IO LA AMMAZZO QUESTA!
 
4-“Tsubaki, ma hai un aspetto da vecchia o da giovane?”
Tsubaki: Parli con me? Davvero?! Beh, in ogni caso sono una giovane e bella ragazza dai lunghi capelli neri e con una tenera conchiglia sulla fronte.
Kagura: Visto? Ti hanno posto una domanda! Chiedi subito scusa ai lettori per non aver creduto in loro!
Tsubaki: Che palle…scusate.
 
5-“Ayame,ma hai il ciclo? Sei sempre sclerata!”
Ayame: IO NON SONO SCLERATA! SONO GLI ALTRI CHE MI MANDANO IN BESTIA!
Jakotsu: Non ti preoccupare Aurasia, lei è schizzata solo quando non fuma canne. E ti posso assicurare che ne fuma un bel po’, vero?
Ayame: Non dire certe cose in pubblico!
 
6-“E comunque, Jaken ,prova a insultare Rin di nuovo e ti darò fuoco personalmente col tuo bastone a due teste!”
Jaken: Io dico solamente la verità! E comunque Rin è come una sorella per me, ma prova tu ad averla in classe tutti i giorni e poi dimmi se non cominci ad offenderla!
Inuyasha: Soprattutto quando comincia a parlare di alieni e fantasmi!
Rin: Dov’è  finito il manuale per scagliare maledizioni?
Kagome: Te lo presto io! è_é
 
 
Milla Renzi De Medina chiede:
 
 1-“Miroku, la tua tenuta continua ad essere quel tuo voluminoso abito viola?”
Miroku: Più che altro indosso magliette o felpe viola, mi piace molto come colore.
 
2-“Sango, ti accorgerai mai di Bankotsu (spero di no)?  Ti sta aspettando, sappilo. Mi saluti Kirara per favore?”
Sango: Ma che stai dicendo? Ahahahah! * fa finta di niente, non vuole rispondere*. Sì te la saluto! ^^ Adesso sta mangiando i croccantini!
 
3- “Shippo, come fai a nascondere tutti quei funghi nel kimono?”
Shippo: *si sveglia dal riposino* Mh? Io non indosso Kimono e comunque li porto in cartella per le evenienze.
Ayame: Shippo, lo sappiamo tutti che sono funghi allucinogeni!
Shippo: Se, magari.
 
4-“kikyo e kagome, sono contenta che andiate d'accordo :)”
Kikyo: Perché non dovremmo? Ahahahah!
Autrice: In questa storia non si contendono Inuyasha, ecco perché.
Kagome: Io un po’ la odio perché ha delle tette enormi e io no.
 
 5-*Ho tolto la prima domanda per ragioni di “Spoiler”* Posso vedere anche io la collezione di Katane?
Sesshomaru: certo cara, quando vuoi!
Bankotsu: La mia Katana non lo vuoi vedere?
Jakotsu: PERVERTITO! *da  un sonoro coppino a Bankotsu*
 
 6-“ Rin, ma la prof di matematica non ha mai beccato ne te ne sesshomaru mentre non facevate nulla? Qual' è il trucco?”
Rin: il segreto è Sesshomaru, avendo i sensi sviluppati (a parte la vista, lol), riesce a percepire quando ci sta fissando.
Sesshomaru: No, il segreto è che la Prof ci ha beccato un sacco di volte ma non infierisce perché non le interessa
 
7 -“Bankotsu, posso almeno vedere Banryu? TIPREGOTIPREGOTIPREGO!”
Bankotsu: Ok, vederla sì. Un giorno vieni a casa mia e ti faccio vedere la mia bella spada! ;) Banryu intendo io eh… *fischietta*
 
8-“Tsubaki, mi perdoni?”
Tsubaki: Calmati ragazza, non me la sono presa.

9-“Nazuna, quando rinsavirai? E’ comodo il banco?”
Nazuna: Il banco è comodo sì! *non ha capito la prima domanda*
 
10-“Ayame, ho una proposta a fare alla classe, la puoi riferire? se volete potete fare voi delle domande a me, come io bersaglio di domande voi ;)”
Ayame: Certo!
 
La demone lupo richiamò l’attenzione di tutti e chiese loro di porre delle domande alla lettrice. Gli alunni accettarono di buon grado.

Nazuna: Ti piacciono i cavalli?

Rin: Credi negli alieni e nei fantasmi?

Ayumi: Visto che qui nessuno mi interpella, porrò io una domanda: Qual è il tuo personaggio preferito della storia?

Sesshomaru: Facciamo un contratto?

Koga: Non ascoltare il demone cane effemminato, vieni a letto con un lupo virile!

Kagura: Cosa ne pensi delle coppie amorose della classe? VOGLIO IL GOSSIP, -GENTE!

Inuyasha: STUDI?!

 
Terminate le risposte e le domande, i ragazzi erano più carichi che mai.
Ed eccoci alla fine. Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Alla prossima!

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Capitolo 20
*** Argomenti...spinti ***


Ed eccoci al ventesimo capitolo e con questo ritorniamo alla indecenza e alla demenzialità dei capitolo iniziali! Spero vi piaccia e vi faccia scappare un sorriso!
Buona lettura!

 


 



ARGOMENTI...SPINTI



CONFESSIONI E RICATTI



Kagura amava i pettegolezzi, non appena qualcuno cominciava a parlare di un compagno o di una persona che anche lei conosceva, doveva assolutamente origliare la conversazione. Un giorno, approfittando dei momenti liberi che i professori concedevano ogni volta che interrogavano qualcun altro, creò un club improvvisato di gossip formato da: Kagome, Rin, Kanna, Ayame e Jakotsu.
-Allora ragazze cosa ne pensate di questa classe?- esordì la “donna del vento” esprimendo tutta la sua gioia.
-Io la trovo fantastica!- rispose Rin, sempre pronta a dire la sua ponendosi al centro della scena.
-Siamo piuttosto uniti…- le fece eco Kagome scrollando le spalle. –Ma scommetto che a te interessa altro, vero Kagura?-
D'altronde non aveva tutti i torti, la conosceva da troppo tempo per non comprendere le sue reali e malefiche intenzioni.
-Mi interesserebbe parlare delle nuove e interessanti coppiette che si sono create quest’anno.- propose inarcando un sopracciglio.
-Quali coppie?- chiese Kanna.
-Ma come, non hai notato nulla?- le rispose subito dopo Ayame.
-Beh, credo che tutti si siano accorti che Shippo corre dietro ad Ayumi- affermò Jakotsu, guardandolo.
Il demone volpe era seduto di fianco della compagna e, fissandola dritta negli occhi, la ascoltava parlare incantato.
-Da quello che ho sentito le piaceva già dall’anno scorso.- informò loro Kagura.
-Anche se di questi tempi ho notato che non sono più così affiatati come prima, mi sembra che Shippo stia tenendo un po’ le distanze. Infatti vedo spesso Jaken in compagnia di Ayumi, magari piace anche a lui!- commentò Rin.
-Peccato che lei abbia il ragazzo…- confermò poi Jakotsu.
-Già. Però non sono gli unici, avete visto quei due là?- intervenne Kagome indicando due suoi compagni dell’altro lato dell’aula.
Miroku e Sango erano seduti vicini e stavano allegramente conversando. Il volto della ragazza era sereno e luminoso e i suoi occhi scrutavano ogni centimetro del viso del compagno, ammirandolo.
-Sango mi ha confessato di piacerle Miroku.- disse poi Kagura voltando lo sguardo verso i due. –E secondo me anche lui contraccambia.-
-Sì, ma non è l’unico!- aggiunse Ayame. –Guardate Bankotsu come li fissa invidioso.-
Indicò con il dito il ragazzo che, seduto dietro i due, li fulminava con lo sguardo.
-Tutti sanno che Bankotsu ha una cotta per Sango!- esclamò Kagura ridacchiando.
-Cosa?! Davvero?- domando Rin balzando in piedi dalla sedia. –Perché io non ne sapevo assolutamente nulla?!-
-Ma dai l’hanno capito tutti!- rispose Ayame dandole un leggero pugno sulla spalla. –Dove hai la testa tu?!-
Le altre ragazze si lasciarono scappare delle leggere risa, divertite dalla sua sorprendente sbadataggine.
-Era troppo impegnata a fare la piccioncina con il suo Sesshomaru!- la provocò Kagome inarcando un sopracciglio maliziosamente.
- COSA DICI?!- esclamò lei in risposta lanciandole un pallina di carta che aveva velocemente arrotolato.
-Pensate veramente che a Bankotsu piaccia Sango?- cercò improvvisamente conferma Jakotsu malinconica.
Aveva la testa china e si lasciò sfuggire un flebile sospiro.
-Tutto bene Jakotsu? Ti sei incupita tutto d’un tratto…- si interessò Kanna vedendo il suo repentino cambio di umore.
-E’ ovvio…- intervenne Kagura prima che questa potesse aver tempo di rispondere. – A lei piace molto Bankotsu!-
-E QUESTO CHI TE L’HA DETTO?!- proruppe  la diretta interessata arrossendo di colpo.
-Dai, non fare finta di nulla, a volte ti vedo fissarlo con aria sognante!- replicò la compagna poggiando le mani sui fianchi.
-Tanto non ho nessuna speranza, a lui piacciono le ragazze, quelle vere.- ammise Jakotsu rassegnata.
-Non dire così!- la incoraggiò Ayame, alzandosi istintivamente dalla sedia. –Nulla è sicuro! Forse anche tu avrai una possibilità, basta crederci!-
-Vi va se cambiamo argomento? Sinceramente non ho molta voglia di parlarne…- fece lei sentendosi particolarmente in soggezione.
Vi fu un istante di silenzio, in cui le ragazze impiegarono per trovare un nuovo e interessante argomento da esporre.
-Stavo pensando…- esordì Kagome, rompendo il ghiaccio. –E’ da mesi che non faccio sesso e credo di essere in astinenza…-
-Oh quanto ti capisco!- intervenne Kagura portandosi una mano in fronte. –Anche io sono nella stessa situazione…-
-Io sarà da un anno, pensate un po’!- si lamentò Jakotsu cercando di ricordare il ragazzo con cui si fosse concessa per la prima volta.
-Mi spiace per voi, ma io non ho di questi problemi!- gioì la demone lupo a braccia conserte, sorridendo con soddisfazione.
-Stai ancora frequentando quel demone lupo figo?- chiese Kanna ripensando alla foto del bel ragazzo che le aveva mostrato non molto tempo addietro.
-Sì, è proprio lui!-
-Ed è ben messo?- la canzonò Kagome ammiccandola.
-Eccome ragazze!-
-E io che pensavo te la facessi con Koga…- pensò Rin a voce alta, rendendosi subito conto che avrebbe fatto meglio a rimanere zitta.
-MA FAMMI IL PIACERE!- sbottò difatti Ayame. –Non vale nemmeno la metà di lui, quel lupacchiotto spelacchiato!-
-Rin? Kanna? Voi che avete da dire riguardo la vostra vita sessuale?- le incoraggiò a parlare la solita Kagura ghiotta di scoop.
- Io mi astengo dal rispondere.- fece subito Kanna ponendo una mano aperta verso la compagna.
Rin cominciò ad agitarsi non sapendo minimamente come rispondere a quella domanda inaspettata.
-Beh io…- mormorò lei non trovando nessuna scusa soddisfacente.
-Rin, ora che ha provato la “spada” di Sesshomaru, può ritenersi soddisfatta.- intervenne al suo posto Kagome  con la chiara intenzione di prenderla in giro, sperando, inoltre, di ottenere qualche informazione in più su ciò che successe a casa di quest’ultimo.
-FALLA FINITA KAGOME!- urlò lei scagliandole contro una gomma da cancellare mezza consumata.
-Comunque, parlando di ragazzi e di rapporti sessuali…- continuò Jakotsu cambiando argomento. –Voi quale ragazzo di questa classe vi portereste volentieri a letto?-
Le altre furono colte di sorpresa, tant’è che la fissarono ad occhi sgranati, accorgendosi di non essersi mai poste tale domanda.
-Bella domanda…chi comincia?- le spronò Kagura sperando di essere l’ultima a dover parlare poiché, non aveva la più pallida idea di chi scegliere.
-Iniziamo da Kanna, che non ha voluto rispondere alla domanda precedente!- ordinò con malignità la demone lupo. La compagna la maledette con lo sguardo.
-Non saprei, insomma, non ci ho mai pensato.- cercò di spiegarsi lei lasciando trasparire chiari segni di nervosismo.
-Quello che ti sembra più attraente insomma!- si chiarì Ayame interessata più che mai a conoscere il parere della sua amica tanto timida e casta.
- Direi…Sesshomaru o Inuyasha…-
-Oh oh, alla demone bianca piacciono tanto i cani!- la schernì Jakotsu scoppiando a ridere all’improvviso.
Le sue guance, solitamente pallide quasi incolore, divennero rosee e il suo sguardo cercò in continuazione di non incrociare quelli delle altre.
-Tu, Kagome?- fece Kagura fissando l’amica notevolmente incuriosita.
-Uff… non so…direi…Inuyasha…- borbottò fingendo di pensarci su quando era chiaro come il sole che avesse già le idee ben chiare.
-Ci avrei scommesso!- esclamò Jakotsu indicandola soddisfatta.
-Che intendi dire?-
-Beh, sembra che voi due andiate parecchio d’accordo…-
Jakotsu le lanciò un occhiata piena di sospetto che pareva dire: “Ci stai nascondendo qualcosa!”.
-Non per forza se vado d’accordo un ragazzo vorrei portarmelo a letto!-
-Ma prima hai ammesso che ti piacerebbe…- ribatté Kagura mettendola alle strette.
-Beh, ma…- farfugliò l’amica cercando una risposta esaudiente, ma alla fine decise di non insistere oltre. –Tocca a te Ayame!-
Non ci volle molto perché lei prendesse la sua decisione:
-Io avrei risposto Naraku, ma visto che avete specificato che il ragazzo fosse di questo classe, direi Inuyasha…-
-MA CHE CAVOLO,SIETE GIA’ IN TRE CHE NOMINATE INUYASHA!- fece notare Rin alzando la voce come suo solito.
-E tu invece Rin, chi ti porteresti a letto?- chiese tutto d’un tratto Kagura inarcando un sopracciglio.
-Sesshomaru.- rispose lei immediatamente, senza nemmeno concedersi qualche attimo per pensare.
-Non ci ha nemmeno pensato! Ha risposto subito!- dichiarò Kanna esterrefatta dalla sua improvvisa risolutezza.
-Non vi erano dubbi!- la canzonò Kagome ridacchiando. –A Rin piace il pene demoniaco.-
-Il p…demoniaco?- ripeté lei scoppiando in una fragorosa risata seguita successivamente dalle altre.
-TOCCA A KAGURA!- urlò poi Rin portando un braccio teso in aria.
-Sapete una cosa ragazze…- rispose lei osservando attentamente tutte le amiche, ciondolando la testa su e giù. –Io non mi porterei a letto nessuno di loro…-
-Nessuno? No aspetta, ma era obbligatorio menzionare qualcuno?- si insospettì Ayame dopo quella banale risposta.
-No…potevi anche non scegliere nessuno.-
-Nemmeno uno ti ispira?- insistette Jakotsu.
-No, davvero.-
-Che ragazza difficile che sei da accontentare!- la schernì Kagome spettinandole i capelli.

I loro piccoli ed innocenti pettegolezzi non si conclusero, bensì le ragazze cominciarono a prendere sempre più confidenza l’una con l’altra, quasi da sembrare amiche di vecchia data ritrovate dopo tanti anni.
Almeno finche qualcuno non arrivò a rovinare tutto.
-Di che state parlando, bellezze?-
Jaken spuntò da sotto la sedia di Kagome e velocemente si arrampicò sul primo banco disponibile.
-Non sono affari tuoi, Jaken!- rispose Ayame secca.
-Non sono affari tuoi, Jaken!!- la imitò una voce distorta, quasi ridicola, dietro di lei. Inuyasha, poco distante da loro, prese una sedia e si accomodò vicino sorridendo a tutte le ragazze, dopo qualche secondo anche Sesshomaru si unì.
-Spostati!- ordinò in un sussurro.
Diede un violenta spinta con il bacino a Rin facendola scostare dalla sedia per poi rubarle bellamente il posto.
-Hey! Ma come ti permetti?- urlò lei in procinto di dargli un forte pugno in testa.
-Non scaldarti tanto! Puoi anche sederti sulle mie gambe…- propose il demone facendole un veloce occhialino e invitandola a sedersi su di lui.
Lei non obiettò e accolse l’offerta, sistemandosi sulle sue gambe forti seppure lunghe e snelle.
-Allora? Perché questo circolo di sole ragazze?- chiese poi Sesshomaru stringendo delicatamente la vita della ragazza per non farla scivolare.
-Perché vogliamo parlare di cose nostre! E voi ci avete interrotto!- rispose Kanna a braccia conserte.
-E di cosa parlavate?- chiese Inuyasha poggiando un braccio sulla spalla di Kagome.
-Di ragazzi e di sesso.- rispose schiettamente Rin senza esitare un secondo.
-Non lo avrei mai detto!- fece del sarcasmo Jaken alzando gli occhi al cielo.
-Ragazze io vi do un consiglio!- se ne uscì il demone cane. –Andate a letto con i demoni e non ve ne pentirete! Una volta che l’avrete fatto con noi non vorrete più andare con gli umani!-
-Giusto! E non si parla solo di dimensioni…- aggiunse il demone kappa dando il cinque all’amico.
-Hey!- esclamò poi Inuyasha aggrottando la fronte. –Anche noi mezzi demoni ci sappiamo fare eh!-
-Se lo dici tu…- commentò Sesshomaru poco convinto.
-Beh, non credo che qui qualcuna abbia particolari preferenze…- disse Kagome parlando a nome di tutte.
-Io non sono mai stata con un demone, devo ammetterlo…- pensò a voce alta la ragazza con il codino.
-E’ ora di provare il pene demoniaco, Rin.- le consigliò Sesshomaru schioccando il bacino su e giù.
Lei arrossì e gli diede un leggero coppino: -Anche tu, cazzo!-
-Io invece, prediligo i demoni, sinceramente!- ammise Ayame meritandosi un pollice in su dal demone cane.
-E comunque, io problemi non me ne faccio!- aggiunse poi Rin. –Per scommessa ho baciato un sacco di ragazzi e ragazze, demoni o umani che siano!-
-Anche ragazze?!- ripeté sorpresa Kanna. –Ma non ti faceva schifo? Insomma…-
Jakotsu inarcò un sopracciglio fissandola piuttosto male avendo percepito un non che di omofobico.
-Direi di no, anche perché sono Bisessuale.- si dichiarò lei di punto in bianco.
Tutti i presenti, emisero un sospiro meravigliato rimanendo a bocca aperta.
-DAVVERO?!- esclamò Kagura sconcertata e allo stesso tempo esaltata dalla nuova e scottante notizia.
-Non sto scherzando…-
-PER TUTTI I KAMI!- gridò Kagome, portandosi una mano alla bocca.
-Beh, che c’è di male?!- sbottò Jakotsu scrollando le spalle.
-Io lo sapevo già…- li informò Jaken  fingendo di sbadigliare, esprimendo la sua totale indifferenza.
-Anche io, ma non pensavo fossi seria!- continuò Sesshomaru.
-AHAHAHAHAH QUANTE SCOPERTE INTERESSANTI!- gioì Inuyasha per poi esibirsi, senza un motivo logico, in una scrollata veloce della mascella, seguita da uno strano suono proveniente dalle guance e dalla bocca.
-Ma quindi limoneresti volentieri con una ragazza?- chiese poi Kanna sinceramente interessata.
-E ci faresti anche sesso?- aggiunse il mezzo-demone.
-Limonarle sì…- rispose lei ottenendo un “Sììì” eccitato dall’amico sotto di lei.
-Ma farci sesso non credo…- concluse beccandosi un “nooo” deluso dal medesimo.
-Potresti fare coppia con Midoriko!- propose Kagome sorridendo divertita. –Anche lei è bisessuale.-
-Oh beh, me la limonerei volentieri!-
-No aspetta.- intervenne Sesshomaru interrompendo la conversazione. –Stai dicendo che tu ti faresti delle ragazze, come ad esempio Midoriko, senza problemi, giusto?-
-Esatto.-
-E magari davanti anche ad un’altra persona…Per esempio un ragazzo?-
-Sì, certo.-
In quel momento Rin vide gli occhi di Sesshomaru illuminarsi di una luce che non aveva mai visto, il suo viso sembrò contorcersi in un sorriso beato e giurò di aver visto una lacrimuccia uscirgli dall’occhio destro.
-IO CREDO DI AMARTI!- confessò lui, all’improvviso, stringendola forte a sé.
-CHE-CHE COSA?!- sbraitò la ragazza incredula con il cuore che cominciò a batterle all’impazzata.
Tutto gli altri osservarono la scena confusi ed esterrefatti, chiedendosi il perché del repentino cambiamento d’umore e della assurda confessione del demone.
-Finalmente, ho trovato qualcuna che potrà avverare uno dei miei sogni erotici più ricorrenti!- continuò lui senza sciogliere l’abbraccio.
-Ma che cazzo stai dicendo?!- esclamò Rin infuriandosi, cominciando a comprendere le sue reali intenzioni.
-Ti piacciono le lesbiche, Sesshomaru?- chiese Ayame scoppiando poi a ridere.
-PER FORZA!- ammise lasciando finalmente la compagna libera dalla sua presa salda.
-A tutti i maschi piacciono!- si prese la briga di aggiungere Jaken, seguito da Inuyasha che annuì in silenzio.
-A me fanno ribrezzo sinceramente!- confessò Jakotsu rabbrividendo solo all’idea.
-Eh ci credo, tu sei gay!- le rispose Inuyasha meritandosi un forte pugno sulla spalla. Jakotsu preferiva essere chiamata: “una donna etero”.
Scoppiò la risata collettiva, attirando l’attenzione degli altri; eppure per loro, in quel momento, non esisteva nessun altro.
-Possiamo parlare di tette adesso?!- propose Jaken tutto d’un tratto.
-Tsk, che palle…- commentò aspra Jakotsu.
-Concordo con lei…- la quotò Rin.
-Le mie non mi piacciono sinceramente.- confessò poi Kagome allargando il collo già piuttosto largo, della t-shirt. –Insomma, non sono sode e…-
Lei continuò nel suo monologo screditandosi, ma nessuno le diede minimamente ascolto. I ragazzi presenti (e Rin), non appena  osò fare quel gesto provocante, si alzarono istintivamente dalle sedie e allungarono il collo verso di lei sperando di poter adocchiare qualcosa. Ma il fatto più inspiegabile fu che anche i ragazzi che non facevano parte del gruppetto, ovvero coloro che si trovavano al lato opposto dell’aula si alzarono, per poi avvicinarsi, attirati come calamite. Sicuramente non potevano averli origliati, erano troppo lontani, ma forse, il loro istinto animalesco aveva fiutato l’odore…beh…avete capito, no?
Kagome alzò lo sguardo, distogliendolo dal suo seno e si accorse finalmente di ciò che stava accadendo.
-MA CHE CI FATE TUTTI QUI? ANDATEVENE VIA!- urlò poi coprendosi il petto, scatenando lo sconforto generale.
-Rin, stavo pensando, prima che si incominciasse a parlare di lesbiche e tette…- intervenne Jakotsu sottolineando le ultime due parole con molto disprezzo. –Hai detto che per scommessa ti sei limonata un sacco di gente…Che intendevi dire?-
Lei inspirò profondamente, ricordando tutti i momenti passati, sia belli che brutti, e si chiarì: -Spesso io e i miei amici giochiamo a verità o penitenza o cose del genere ed io sono una delle poche che ha sempre il coraggio di affrontare la penitenza e fare tutto ciò che mi ordinano senza vergogna. Per colpa di quel gioco, ho baciato persone davvero brutte, ho ballato sensualmente addosso a persone che conoscevo appena e ho leccato una statua di marmo…- 
Quei ricordi la fecero rabbrividire non poco.
-PER TUTTI I KAMI! Ma perché lo fai?!- chiese kagura spalancando le palpebre.
-Perché è divertente!- confessò lei ridacchiando.
-Quindi stai dicendo, che se noi ti sfidassimo a fare qualsiasi cosa, tu lo faresti?- si informò Kagome, poi le venne una malsana idea.
-Direi di sì.-
-Bene.- continuò la compagna ridendo sotto i baffi. –Ti propongo una sfida, voglio vedere se le tue parole sono vere.-
Lei annuì, invece gli altri si ammutolirono curiosi ed eccitati di scoprire cosa avesse in mente quella spietata donna.
-Io ti darò 300 yen1 se tu avrai il coraggio di…- la tensione salì alle stelle e tutti pendevano dalle sue labbra. –SE TU TOCCHERAI I GIOIELLI DI SESSHOMARU!-
Ci fu il caos generale, alcuni la incitarono perfino, gridando: “FALLO, FALLO, FALLO!”.
-Per me va bene.- rispose la sfidante. –Sesshomaru, qualcosa in contrario?-
-No, fai pure…-
I due si alzarono e il demone si accomodò su un banco divaricando leggermente le gambe.
Rin si avvicinò lentamente, un po’ titubante, quella non era di certo la sfida peggiore che dovette superare, eppure, fare certe cose, davanti agli occhi di tutti, la faceva sentire leggermente in soggezione.
-MA CHI SE NE FREGA!- urlò per poi poggiare con poca grazia la mano sull’intimità del ragazzo.
-KAMI, LO HA FATTO DAVVERO!- esclamò Jaken sconcertato.
-Vorrei essere al suo posto…- confessò Ayame cercando di non farsi sentire da troppe persone.
-QUEI DUE MI FANNO MORIRE OGNI VOLTA!- aggiunse Kagome iniziando a ridere di gusto.
La sua mano rimase in quella posizione ancora per qualche secondo finche Sesshomaru non voltò lo sguardo verso la cattedra: il viso divenne ancora più pallido e i suoi occhi si spalancarono improvvisamente.

Davanti a loro, il professor Totosai li fissò senza dire una parola, immobile come una statua; Rin ritirò immediatamente la mano cominciando sudare freddo.
“Siamo spacciati!” pensò guardando il professore a sua volta. “Ha visto tutto!”.
In quel momento, il tempo sembrò essersi congelato: tutti rimasero fermi, ammutoliti, scrutandosi a vicenda e chiedendosi cosa sarebbe accaduto dopo.
Eppure il professore, non emettendo nemmeno un fiato, girò i tacchi e si allontanò, così, come se nulla fosse successo, ignorandoli completamente e forse cercando di dimenticare ciò che gli si era appena prostrato dinnanzi ai suoi occhi a palla.
Sesshomaru e Rin, ancora scossi dall’accaduto, si scambiarono un occhiata interrogativa per poi, insieme a tutti gli altri, scoppiare in una grande e rumorosa risata.
-Se n’è andato scandalizzato!- urlo Jaken con il fiato mozzato.
-Non aveva idea di cosa fare: era indeciso se riprenderci o far finta di non aver visto nulla!- aggiunse Sesshomaru asciugandosi una lacrima gioiosa.
-Complimenti ragazzi, non solo avete superato la prova, siete perfino riusciti a scandalizzare un professore!- disse infine Kagome porgendo alla compagna i soldi.
Quella fu una delle tante avventure che i nostri amici affrontano quotidianamente, ma vi posso assicurare, che non sono ancora finite.

 

L’OTTAVA MERAVIGLIA DEL MONDO

 

-Come va con Kenta?- chiese Eri, distraendo un attimo l’amica dal suo lavoro.
-Non saprei che risponderti, insomma, ci sentiamo, però lui è a Londra e i rapporti sono quelli che sono…- rispose Ayumi incupendosi.
Sempre la solita storia, qualcuno le nominava il suo ragazzo o le domandava della sua amorosa e lei diveniva improvvisamente triste.
Più volte si chiese se fosse giusto e saggio portare avanti una relazione a distanza, eppure le sai sapeva che sarebbe tornato e le cose, forse, si sarebbero di nuovo sistemate. Le rimaneva quel piccolo barlume di speranza che l’aiutava a non deprimersi per il suo amore.
-Scusami, lo so che parlare di lui ti rattrista, ma volevo solo sapere…-
-Non ti preoccupare.- la interruppe per poi ringraziarla con un dolce sorriso. –Va tutto bene.-
-Hai solo bisogno di distrarti.- le consiglio l’amica, cingendole le spalle.
-Massi, prima o poi ci sarà qualcosa che mi distoglierà dai miei pensieri!- sperò lei chiudendo la mano in un pugno decisa.
In quel momento arrivarono Sesshomaru e Ayame, due perfette fonti di deconcentrazione, coincidenze? Io non credo! (cit. Adam Kadmon di Mistero. Scusate, doveva metterla!).
-AYUMI MI PRESTI GLI APPUNTI DI INGLESE?!- fecero in coro per poi guardarsi l’un l’altra.
-L’ho chiesto prima io!- esclamò la demone lupo sfidandolo con lo sguardo.
-Non credo cara…- rispose lui per nulla intimorito.
-Sì gentil uomo, razza di cagnolino, e lascia che sia io ad averli per prima!-
-Lo farei in cambio di un favore sessuale.- rispose Sesshomaru inarcando un sopracciglio maliziosamente.
Lei ricambiò l’ occhiata provocatoria ed era quasi intenzionata ad accettare quando…
-Smettetela voi due! Li darò ad entrambi, nello stesso momento.- intervenne Ayumi interrompendo quello scempio. –Eri ha appena ricopiato i miei, potete prendere anche i suoi, se lei è d’accordo ovviamente.-
-Per me va bene.-
-Ti devo un favore!- la ringraziò il demone cane carezzandole la guancia vellutata.
-Nessun problema, comunque, ascoltatemi attentamente: i miei appunti sono piuttosto disordinati, perché non ho avuto tempo di riscriverli, quindi cercherò di chiarirveli.-
I due si sporsero appoggiando i gomiti sul suo banco ascoltando attentamente la spiegazione.
-Mh, capisco…quindi devo segnare prima il “present continuose” e poi il “simple past”…- ripeté il ragazzo sperando di non aver fatto confusione.
-Esattamente.- rispose la compagna.
Sesshomaru aprì la bocca per porre un ulteriore domanda quando, inaspettatamente, sentì qualcosa toccare senza ritegno il suo sedere. Alzò la schiena di colpo, irrigidendosi per poi voltarsi in modo fulmineo così da cogliere sul fatto il colpevole.
Ciò che notò non fu poi chissà quale sorpresa: vide chiaramente Rin allontanarsi a passi felpati, facendo l’indifferente, pensando seriamente che non la scoprisse.
-Scusami un attimo Ayumi, devo fare una cosa.- si scusò per poi partire in quinta verso la sua preda.
Lei non fece nemmeno in tempo a dirigersi nel corridoio, così da mettersi al riparo, che si ritrovò il demone davanti a sé intenzionato a bloccarle il passaggio.
-Hey, Sesshomaru , qual buon vento!- lo salutò fingendosi innocente.
Lui ovviamente non ci cascò e la sollevò di peso, sistemandosela su una spalla, preferibilmente quella in cui non era annodato il suo caldo e comodo pellicciotto.
-LASCIAMI ANDARE! COSA DIAVOLO STAI FACENDO?- strillò dimenandosi come un animale in gabbia.
-Nessuno tocca il sedere di Sesshomaru senza dare nulla in cambio!- affermò per poi passare una mano su una natica dell’amica.
Lei, sentendo quel leggero contatto si allarmò e si liberò dalla presa mettendoci tutta la forza che aveva in corpo.
-PERVERTITO!- urlò fuggendo in direzione di Ayumi, Eri e Ayame. –Come hai osato toccarmi il sedere?!-
-Io?!- esclamò lui indicandola furioso. –Sarà la terza volta che mi tocchi il culo! Sappi ragazzina, che ogni tue tre palmate ne seguirà una mia!-
-Ma-ma…- balbettò lei esterrefatta.
-Ma guarda questi…- commentò Ayumi portando una mano in fronte rassegnata.
-Beh, in fondo non ti biasimo…- dichiarò subito dopo il compagno scostandosi elegantemente una ciocca di capelli. –Il mio bel sedere è bramato e invidiato da molti…-
-Ma come siamo vanitosi!- lo schernì la demone lupo lasciandosi sfuggire una risata divertita.
-Non ti starai di nuovo vaneggiando, vero Sesshomaru?- chiese Jaken apparendo dal nulla seduto al suo banco. Quel piccolo demonietto aveva l’innata capacità di intromettersi in qualunque conversazione senza essere interpellato.
-Qualche problema?- rispose il demone cane lanciandogli un’occhiata fulminea.
-Ma davvero hai così un bel sedere come dici?- chiese tutto d’un tratto Ayumi poggiando la guancia sulla mano.
-Al tatto sembra sodo…- commentò Rin, come al solito, senza alcun imbarazzo.
-Vero?- la assecondò Sesshomaru strizzando l’occhio.
-Bah…Io se non vedo non credo…- lo istigò Ayame incrociando le braccia al petto. –Perché non ce lo fai vedere visto che affermi che sia così magnifico?-
-Ma che stai dicendo?- esclamò Ayumi sconcertata.
-Sei seria?- fece poi Eri incredula.
-Non ti conviene provocarlo Ayame, guarda che lo fa davvero…- consigliò Rin seguita dall’annuire di Jaken che condivideva appieno il suo pensiero.
-Io sono seria. Voglio davvero vederlo!- confermò la demone lupo.
Sesshomaru non se lo fece ripetere una seconda volta.
Si allontanò di pochi passi da loro e, dopo aver accuratamente abbassato la zip dei jeans sbiaditi, li abbassò insieme ai boxer.
Tutti i presenti rimasero allibiti davanti a quello scenario. I loro occhi, increduli e meravigliati, assistettero a una delle visioni più celestiali della loro vita: sembrava quasi che quelle natiche fossero contornate da una luce dorata, divina, troppo potente per loro.
Le loro bocche si spalancarono e le menti si svuotarono, quel sedere era la cosa più bella che avessero mai osato scorgere.
-Perché non riesco a smettere di guardare?- sussurrò Jaken chiedendosi il perché, nonostante fosse un maschio eterosessuale, provasse un gioia così immensa nel contemplarlo.
-Kami! Ci sta mostrando il suo…- mormorò Eri cercando di coprirsi gli occhi con le mani, ma quel sedere, che sembrava quasi scolpito da un artista, la ipnotizzò all’istante.
-Ve l’avevo detto io…- affermò Rin fissando tale perfezione con occhi famelici.
-SONO FIDANZA, SONO FIDANZATA, SONO FIDANZATA, SONO FIDANZATA!-
Ayumi continuò a ripetersi incessantemente quella frase sperando che il suo sguardo riuscisse a cambiare prospettiva, ma nulla, i suoi istinti femminili furono del tutto soggiogati e improvvisamente cominciò ad avvampare, tant’è che dovette farsi aria con il quaderno di Inglese. Si scordò persino il motivo per cui qualche minuto prima era tanto amareggiata.
-QUESTA E’ L’OTTAVA MERAVIGLIA DEL MONDO!- affermò Ayame in un urlo, contenendosi dal violentarlo seduta stante.
Appena costui si ricompose, un senso di inadeguatezza, misto alla malinconia pervase i loro animi.
-Allora? Vi ho convinto?- chiese  infine Sesshomaru sorridendo soddisfatto.

QUESTION TIME!

Ho deciso di cambiare il nome dello spazio dedicato alle domande perchè mi sembrava più consono. Buona lettura!


Ayame entrò in classe scagliando una busta bianca sul suo banco.
-Sono arrivate le nuove domande dei lettori.- avvisò attirando l’attenzione del suo compagno di banco.
-DAVVERO?! Ma adesso ne arrivano un sacco!- esclamò Inuyasha cominciando ad aprirla.
-RAGAZZI! SONO ARRIVATE LE FATIDICHE DOMANDE!- urlò poi sventolando la lettera al suo interno.
Kanna gliela strappò di mano improvvisamente e, senza alcun permesso, cominciò a leggerla:
 

Aurasia chiede:

1-“Bankotsu,ma tu hai ancora quella bellissima treccia? La posso toccare?”
Bankotsu: Sempre e comunque! Toccarla? Ok ma…Io non capisco, tutti qui vogliono toccare qualcosa di mio, tipo la spada o la treccia, mai nessuno che voglia toccarmi il c…
Yura: NON OSARE DIRE PORCHERIE! ALMENO NEL QUESTION TIME ,PER FAVORE!

2-Ayumi,ma vuoi bene a Shippo?
Ayumi: Certo che voglio bene a Shippo, è un mio caro amico!
Inuyasha: FRIENDZONE!
Shippo: *attacca la mano di Inuyasha ad un pietra gigante e lo fa rotolare via*
 
3-“Jaken,puoi anche morire trucidato, non servi a niente.”
Jaken: MAMAMAMAMAMA…
Rin: AHAHAHAHAAHH! JAKEN TI ODIANO TUTTI!
Jaken: Cosa ho fatto di male eh? Io sono simpaticissimo… *piange*
Rin: cari lettori non siate così crudeli con lui, escludendo il fatto che sia pignolo, petulante, con chiari sintomi di un disturbo ossessivo compulsivo e irritante è un bravo demone e anche molto cucciolo se vuole!
Jaken: Grazie Rin…Però mi sento ancora demoralizzato, ci vorrebbero un paio di…GRATTINI!
 
4- Sesshomaru, esci da sta FF e poi rientra che ti voglio vedere *-*
Sesshomaru: Mi piacerebbe molto cara, anche io sarei curioso di vederti! ** Magari un giorno ci incontreremo!
 
5-Rin,mi fai anche a me un codino da un lato?
Rin: ma certo! Vero che è molto Fashion come acconciatura?
Yuka: A me sembra un’acconciatura da bambine di 8 anni…
Rin: “Ade Due Damballaaaaa!!!” *inizia una maledizione* (Frase tratta dai film “La bambola assassina” e “La sposa di Chucky”)

6-“ Inuyasha, posso toccarti le orecchie?”
Inuyasha: Certo! Ah comunque, STUDI?!

7- “Nazuna, ma perché stavi sul banco di Sesshomaru ogni giorno in antichità?”
Nazuna: Così, per divertimento!
Sesshomaru: CHE COSA?! MI HAI FATTO PATIRE LE PENE DELL’INFERNO SOLO PER DIVERTIMENTO?! TU DEBOLE E INSULSA UMANA, PAGHERAI CON LA VITA PER ESSERTI BURLATA DEL POTENTE SESSHOMARU!
Inuyasha: E quando parla di lui in terza persona sono guai..
Jaken: Addio Nazuna, è stato bello conoscerti!
 
 
8- “Ayame, ma sei innamorata di Koga?”
Ayame: AHAHAHAHAHAHAHAAH! Io innamorata di…AHAHAHAHAHAHA! Stai scherzando vero?
Koga: Hey fattona, guarda che nemmeno tu sei proprio il mio tipo! Torna a strafarti di erba!
Ayame: Zitto ipocrita, che l’altro giorno mi hai chiesto un paio di tiri e ti è pure piaciuta!
Koga: Devo ammettere che nonostante tu sia un selvaggia ci procuri sempre articoli di ottima qualità!
Autrice: Guarda il lato positivo, tecnicamente non ha detto di no…

9-“Sesshomaru sei un gran pezzo di figo e sei il mio personaggio preferito!”
Sesshomaru: MA CHE CARINA CHE SEI! Eh, adoro i miei fans!
Miroku: cos’è questa storia? Perché tutti fanno i complimenti solo a te?
Sesshomaru: E te lo chiedi anche Miroku? Le ragazzi (e forse anche i ragazzi) mi adorano perché sono sexy e ci so fare!
I Tres Amigos: INSEGNACI I TUOI TRUCCHI SENSEI!
Tsubaki: Disperati…
 
 
Milla Renzi De Medina chiede:
 
1-“inuyasha ti piace qualcuno della tua classe? Chi?”
Inuyasha: Em…nessuno in realtà…
 
2-“sesshomaru, cosa ne pensi dei gatti?”
Sesshomaru: Preferisco le scimmie sinceramente, sono i miei animali preferiti! Però vabbe, i gatti non sono male…
 
3-“Rin, qual è il tuo anime/manga preferito?”
Rin: Anime non lo so, manga direi “Air Gear” senza dubbio! Di “Oh, Great!”
 
4-“Tsubaki, come è finita la partita alla quale accennasti durante l'ora di ginnastica nelle materie preferite?”
Tsubaki: Abbiamo vinto per un punto! Avremmo potuto fare meglio se QUALCUNO non avesse continuato a fissare le tribune, VERO JAKOTSU?
Jakotsu: ZITTA!!!
 
5-“Yura, yuka: quali sono i vostri hobby?”
Yura: Volontariato e andare sui roller! Grazie per la domanda, cara! ^^
Yuka: giocare a calcio, assolutamente!
 
6-“Miroku: sei sicuro di non provenire dal campo di Giove?”
Miroku: Cosa?!
 
7-“Jaken: qual è il tuo libro preferito?”
Jaken: Se devo essere sincero io non amo leggere libri, preferisco documentarsi su internet e guardare serie TV.
 
8-“Ayame, Ayumi: com'è essere rappresentanti di classe?”
Ayame: STANCANTE! Ho quasi distrutto completamente la cattedra per colpa dei miei pugni…
Ayumi: Devi essere molto determinato e responsabile, ammetto che a volte sono troppo severa, ma mi piace come ruolo.
 
9-“Jakotsu: posso riammirare jakotsuto (ti prego almeno tu non mi fraintendere)? Non ho capito come accidenti fanno tutte quelle lame a stare in così poco spazio.”
Jakotsu: E’ un trucco, praticamente le lame sono tutte congiunte da dei piccoli ganci, una in parte all’altra ma, vista da una certa prospettiva, la lama appare unica. E comunque sì, se ti va, posso fartela vedere!


 
-Bene, abbiamo finito?- chiese Tsubaki sfinita.
-Alla prossima, gente!- esclamarono tutti gli altri in coro.
 

Note: 1- 300 yen equivalgono a due euro o poco più.
 
Capitolo breve ma intenso, ammettiamolo! Spero vi sia piaciuto, alla prossima!
Gino94

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Capitolo 21
*** Come risolvere situazioni scomode ***



COME RISOLVERE SITUAZIONI SCOMODE


LEZIONE 1: COME PERDERE TEMPO


Rin prese il gessetto e cominciò tracciare varie linee sulla lavagna nera. Era appena terminata la seconda ora e durante il cambio, uno dei brevi momenti in cui l’insegante non era presente,  gli alunni ne approfittavano per scambiarsi quattro chiacchiere, copiare i compiti non fatti o semplicemente urlare come degli ossessi le assurdità più fantasiose.
-SANKONTESSOOOOOOO!- abbaiò Inuyasha balzando da una parte all’altra dell’aula.
-COLPO SEGRETO DI JAKEN!- sbraitò il Kappa scontrandosi contro quest’ultimo, sfoderando un calcio in aria e infine, aggrapparsi con violenza alle sue orecchie morbide e tenere.
-BUON PORCO DAY!- augurarono subito dopo “I Tres Amigos” cimentandosi nel loro sport preferito: palpare le ragazze.
Kanna, invece, che inizialmente stava guardando con aria assente la sua amica Ayame rollare uno spinello, volse la sua attenzione verso Rin, intenta a disegnare, tutta allegra e spensierata.
Appena questa terminò la sua opera, la demone bianca poté finalmente notare di cosa si trattasse:  un grande triangolo con in centro un occhio e sotto di esso una scritta, ovvero, ILLUMINATI1.
“Illuminati? Questa mi è nuova…” pensò lei avvicinandosi alla compagna.
-Cosa sono gli Illuminati?- chiese piuttosto incuriosita.
Sapeva benissimo che Rin a volte se ne usciva, soprattutto nel bel mezzo delle lezioni, con le sue strane storie di fantasmi, di alieni o riguardo altri argomenti macabri e fantascientifici, ma oggi aveva introdotto qualcosa di nuovo.
-NON SAI CHI SONO?!- esclamò l’altra spalancando la bocca stupita, come se TUTTI ne fossero a conoscenza, quando in realtà solo a lei interessavano.
La compagna si sedette con impeto sulla cattedra invitandola a fare lo stesso per poi iniziare una lunga e ambigua spiegazione.
-Gli illuminati sono un gruppo di famiglie molto ricche, sconosciute e si dice che queste manovrino le redini del mondo. Decidono loro le guerre, l’economia e il destino di ognuno di noi! Ovviamente tutto ciò non è stato provato, ma ci sono parecchie prove che lo dimostrano: per esempio il loro simbolo, ovvero la piramide con l’occhio che ho appena disegnato, appare sulla banconota da un dollaro, i vari e loschi messaggi subliminali nei video musicali americani e nelle pubblicità. Mi sono informata sull’argomento e ho scoperto che molti artisti musicali e attori sono controllati da quest’ultimi!-
Kanna annuì ripetutamente pendendo dalle sue labbra: non sapeva come e perché ma Rin riuscì a farla interessare realmente a quel lato dell’occulto e del mistero che non aveva mai osato scoprire.
-Possono davvero esistere persone del genere?!- chiese spalancando gli occhi dallo stupore, ma anche dal disgusto.
-Certo che sì! Loro sono persone malvagie!- sostenne la ragazza digrignando i denti dal nervoso.
Il loro discorso continuò e lei ne fu sempre più intrigata, l’amica raccontava ogni strano e misterioso avvenimento con foga e passione tanto da rendere tutto ciò dannatamente reale.
Sfortunatamente quell’interessante narrazione durò ben poco poiché il professore di Informatica richiamò la loro attenzione invitandoli a seguirlo nei laboratori.
Giunti nella ampia stanza colma di computer vecchi quanto l’insegnante, i ragazzi senza attendere un attimo, si fiondarono in mezzo all’aula, spingendosi e tirandosi gomitate, alla ricerca delle postazioni più idonee per poter navigare su internet indisturbati.
La demone bianca fu fortunata nel trovare un posto verso il fondo, seduta di fianco ad Ayame che, con la sua grinta e la sua innata capacità di intimidire chiunque, era riuscita a farsi largo tra la folla usufruendo, inoltre, della forza bruta che teneva nascosta chissà dove.
La demone lupo non perse tempo a controllare le ultime novità riguardo la sua boyband preferita: gli One Direction. Lei invece aveva altri piani, dopo la breve ma intesa chiacchierata con Rin decise di documentarsi maggiormente sugli Illuminati così, tenendosi ben allerta dall’occhio sempre vigile del professore (manco fosse un Illuminato), iniziò la sua ricerca.

Effettivamente tutto ciò che Rin le aveva raccontato era scritto tale e quale su diversi siti e video di youtube. Più volte si pose la domanda se la compagna mentisse, se ingigantisse i suoi racconti, inventando dettagli senza senso e invece, era tutto vero, o almeno, lo era per coloro che credevano nell’esistenza di questi uomini al potere del mondo.
-Che stai facendo?- le chiese improvvisamente Ayame facendola sussultare.
-Sto cercando qualche informazione sugli illuminati.- rispose lei senza staccare gli occhi dal display.
-Kami! Ti sei fatta contagiare da quella pazza! Sono tutte stronzate!-
-E se non lo fossero?!- esclamò Kanna con tono serio e deciso.
In fondo nessuno poteva affermare il contrario.
-Ma non dire assurdità Kanna! Sono solo storielle che raccontano per intrattenere la gente…-
-Io inizio a crederci invece…-
-Fai un po’ come vuoi.-
Ovviamente tutto ciò non era per nulla provato e dichiarato reale, quindi lei, come molto probabilmente anche Rin, aveva i suoi dubbi a riguardo. Ma, nonostante tutto, lo trovava così affascinante e coinvolgente che perse la cognizione del tempo sprecando praticamente tutta l’ora a cercare con foga ogni piccola informazione possibile.
-Kami, no! Tra poco dovremmo sorbirci ben due ore di letteratura!- si lamentò Eri, che le camminava a fianco.
Ebbene sì, le prossime due ore sarebbero state devastanti, come ogni volta: leggere racconti lunghi e noiosi, a volte scritti in Giapponese antico e in più assorbirsi il commento della professoressa a cui nessuno importava.
La prima passò lenta e inesorabile, in classe si poteva respirare un’aria assai pesante palesata dai i mille sbadigli di Shippo, il chiacchiericcio incessante dei “Tres Amigos”, ripresi più e più volte dalla professoressa, ed infine, dai volti spossati e depressi di tutti gli altri.
Gli alunni esigevano qualche distrazione,  e quale persona più adatta di Rin? La logorroica pazza, fissata con il raccontare storie assurde accadute a lei e ai suoi strambi amici.
Kanna, guardandosi attorno, poté notare Kikyo lanciare una piccola pallina di carta rivolta verso la ragazza con il codino. Inizialmente si chiese il perché di quel gesto, ma alla fine si rese conto che non era affar suo e lasciò perdere ricominciando a pasticciare la sua agenda, disegnando righe a casaccio e scrivendo il nome dei suoi cantanti preferiti.
Non aveva molti hobby e sicuramente non aveva una vita sociale così movimentata e interessante come quella di molti altri ragazzi della sua età, lei era più il tipo da starsene a casa, da sola, a leggere un libro, a guardare la tv, talvolta mandava qualche messaggio ai suoi pochi amici e nulla più. Le piacevano molto i cantanti giapponesi quali Gackt e Miyavi, a cui più di una volta aveva assistito ai loro concerti, il calcio e i libri romantici. Eppure, sfortunatamente, erano poche le persone con cui condividere queste semplici passioni, ma, ora che questa storia assurda degli Illuminati l’aveva sedotta, forse avrebbe avuto un occasione in più per confrontarsi con qualcuno, o almeno con Rin.
Chissà se un giorno, avrebbe affrontato la sua timidezza e la sua insicurezza per fare spazio ad una Kanna determinata, capace di esporre le proprie idee senza timore, così da poter incontrare nuove persone disposte ad ascoltarla e a condividere ciò che le stava a cuore.
-Dovete sapere che molti scrittori attribuivano certe catastrofi o condizioni sociali pessime ad atti precedentemente studiati da persone potenti…- parlottò l’insegnate con gli occhi puntati sul libro.
-Io non so se posso resistere un’altra ora così…- confessò Ayame.
 Era già da un bel po’ di mesi che, saltuariamente, faceva avanti e indietro dalla sua reale postazione, ovvero quella di fianco a Inuyasha e quella vicino a Kanna.
La compagna annuì e fu in procinto di risponderle quando, una voce acuta e briosa destò lei, insieme a tutta la classe, dal coma.
-PROF, MA LO SA CHI SONO QUESTE PERSONE POTENTI?!- urlò Rin alzandosi improvvisamente dal posto, facendo inoltre, prendere un gran spavento al compagno di banco.
-Qui non vengono menzionati…e  chi sarebbero?- chiese la professoressa ignara del grande errore che ebbe appena commesso.
-SONO GLI ILLUMINATI!-
Un rumoroso vociare, misto a qualche risata, incombette nell’aula spezzando il clima apatico creatosi in precedenza.
-Rin, ti prego, non cominciare!- la pregò Jaken, pronto più che mai a farle una delle sue solite strigliate.
-ZITTO JAKEN, STO PARLANDO!- lo zittì la ragazza facendogli salire il nervoso.
-E chi sarebbero questi Illuminati?- continuò l’insegnate, scavandosi ancor più la fossa da sola.
-Gli illuminati sono in male!- esordì lei, attirando l’attenzione di tutti gli alunni. –Loro ci controllano e non lo sappiamo! Ci fanno fare ciò che vogliono, attraverso i social network e internet, ci bombardano di messaggio subliminali attraverso la televisione e ci fanno credere cose sbagliate diffondendo informazioni false e distorte.-
Il chiacchiericcio aumentò, alcuni le ordinarono di ammutolirsi all’istante e smetterla di raccontare assurdità, altri invece la incitarono così da poter perdere più tempo possibile.
-E dove sono? Dove si radunano?- chiese Inuyasha fingendosi interessato.
-Nessuno lo sa, si sa solo che fanno un raduno all’anno per decidere delle sorti del mondo.-
-Solo una volta all’anno? Come è possibile?!- esclamò Kagome confusa ma allo stesso tempo attratta.
-Non ne ho idea, dovrei documentarmi meglio. Ma sono venuta a conoscenza di una cosa spaventosa: dicono che questi siano Satanisti e il loro scopo sia quello di diffondere questa “religione” pagana e decimare la popolazione!-
-Che problema c’è?- continuò Kagome. –Anche tu sei Satanista, no?-
-MA CHE CAZZO DICI?!- sbraitò Rin.
-SATANAAAAA!- urlò Inuyasha improvvisamente.
-Parli sempre di maledizioni, riti voodoo, fantasmi, demoni, eccetera…- si spiegò più chiaramente la compagna.
-Non vuol dire nulla questo! Sappi che non lo sono affatto!-
-Però sei un alieno, vero?- scherzò Miroku sbellicandosi dalle risate.
-Quello sì…- rispose lei con un velo di convinzione. –IO PROVENGO DA MARTE!-
Scoppiò l’ilarità generale e  la professoressa dovette riprenderli più volte per ottenere nuovamente un discreto silenzio.
-Rin, io non ne so nulla di queste cose, ma credo che siano solo dicerie, insomma, non ci sono prove…- commentò successivamente, demoralizzando l’alunna.
-Sì ma…- piagnucolò lei, senza riuscire ad emettere nient’altro a causa del groppo in gola che le si era formato.
-INVECE CI SONO!- urlò poi qualcuno di punto in bianco.
-Kanna!- esclamò la donna, sorpresa del suo intervento improvviso.
-Prof, lei non lo sa, ma ci sono moltissimi scritti e dichiarazioni che possono indurre a credere nella loro esistenza.- continuò la demone bianca, stupendo gran parte della classe.
Da quando in qua, la timida e silenziosa Kanna prendeva un’iniziativa del genere?
Rin voltò lo sguardo esterrefatta, non si sarebbe mai aspettata che qualcuno, soprattutto una come Kanna, la stesse assecondando, per di più davanti a tutti.
-Ragazze, capisco ma, stiamo perdendo tempo e…- fece per spiegare loro la donna, inutilmente.
-Cioè?- si intromise Bankotsu con l’intento far procedere il discorso.
-Per esempio il gioco di carte degli illuminati, i vari attentati, i documentari e avvenimenti di cui non si è ancora trovata una risposta…- illustrò Kanna, sfoggiando tutto il suo sapere appreso solo in un ora.
-Wow, complimenti, dove hai trovato tutte queste informazioni?- la elogiò la compagna applaudendola.
-Internet ovviamente!-
-Gli alieni hanno qualcosa a che fare con tutto ciò?- chiese poi Kagura.
-Io ho letto che anche loro sono immischiati in questa faccenda e che hanno stipulato dei contratti con persone di alto rango o qualcosa del genere…- rispose Rin agitando freneticamente le braccia.
La conversazione cominciò a disperdersi, grazie all’intromissione di molti che, assecondandole, ottennero finalmente ciò che volevano: perdere tempo.
Ma ciò non fu abbastanza, la professoressa, irata ed esausta, pretese ordine e silenzio nell’aula a suon di urla e minacce.
-Non fate altro che distrarvi in inutili chiacchiericci! Ora continuiamo la lezione!- ordinò posando nuovamente gli occhi sul tomo.
Per quanto ci avessero provato, non era ancora abbastanza, quella noia fastidiosa e insopportabile si stava facendo largo tra i banchi, deprimendo ancor più i poveri ragazzi.
-Urge altra distrazione!- commentò Tsubaki cui nemmeno il suo fidato cellulare sembrava aiutarla.
Nessuno osò farsi avanti, troppo pervasi dalla malinconia per poter agire, eppure qualcuno poteva ancora salvarli.
-PROF!- la chiamò Inuysha alzando la mano.
Lei sbuffò irritata, stufa marcia delle continue interruzioni.
-Cosa vuoi?- replicò a malo modo.
-Le ho mai parlato di Doggyness2?-
-Inuyasha, ma che cazzo stai dicendo?- esclamò Ayame irritata dai suoi deliri giornalieri.
-E cosa sarebbe?- chiese la professoressa guardandolo di traverso.
Inuysha non perse tempo, si alzò dal posto e si diresse verso la lavagna prendendo in mano un gessetto.
-Doggyness è un sito in cui si posso fare acquisti online…- esordì lui cominciando a disegnare lo schizzo di  uno schema.
-Oh Kami, questo è ancora peggio…- borbottò Yuka senza levare gli occhi dallo schermo del telefono.
-E’ molto interessante perché ad ogni acquisto ottieni un buono per ulteriori acquisti! Devi solo avere un carta che ti permette di fare compere su internet e la cosa ancora più vantaggiosa è che se riesci a convincere un tuo amico o conoscente ad entrare in Doggyness questo, ogni volta che farà delle spese, cederà a te una piccola percentuale!-
Cominciò a tracciare varie linee verticali e orizzontali che univano diversi cerchi; lui parlava, appassionato, esponeva la sua nuova scoperta come se stesse facendo lui lezione, come se ciò fosse una scoperta rivoluzionaria. Nessuno comprese appieno il perché di questa fissazione e, sinceramente, non importava nemmeno un gran che, ma lui non accennava a smettere e la professoressa, stranamente, era rimasta affascinata dal suo discorso.
-Inuyasha finiscila! Non ce ne frega nulla!- urlò poi Ayame esausta da tutto quel borbottare.
-STAI ZITTA TU PIUTTOSTO!- la riprese Tsubaki, che aveva capito il vero obiettivo del mezzo-demone. –Lascialo parlare…-
-Sì, Ayame, è interessante!- mentì Kikyo sfoggiando un sorriso fasullo.
La storiella durò ancora per molto, Inuyasha scriveva, commentava, rispondeva alle domande con sicurezza e perizia, i compagni, invece, erano entusiasti, curiosi e rilassati.
-Ma sei sicuro che non sia un truffa?- si prevenne l’insegnante cominciando a porsi qualche dubbio.
-Le giuro di no! Provi solo a informarsi, vedrà che ho ragione!- rispose il mezzo- demone con convinzione.
-Va bene, ci darò un’occhiata…-
La lezione terminò, ma Inuyasha riuscì comunque ad presentare in tempo tutto il suo comizio.
Ovviamente nessuno dei presenti, fatta eccezione per la professoressa, era interessato a Doggyness, e tantomeno agli Illuminati, eppure, a volte era lecito fingere e assecondare i chiacchieroni, perché così, anche le ore più noiose, pensanti e deprimenti, divenivano un vero spasso.
 



LEZIONE 2: COME PRENDERE UNA SUFFICIENZA SENZA STUDIARE

 

Panico totale. Miroku reggeva il libro di storia tra le mani tremolanti e a stento riusciva a leggere ciò che vi era scritto.
-Non so nulla!- urlò lasciando che questo scivolasse sul banco emettendo un tonfo.
-Quando mai tu sai qualcosa…- lo schernì Koga intento a leggere il suo fedelissimo giornale sportivo.
-Non capisci, questa volta è diverso, non ho studiato proprio nulla! E tra poche ora ho l’interrogazione programmata di storia, se non mi offro, gli altri mi uccidono!-
-Odio queste interrogazioni programmate, secondo me è tutta una truffa, fanno finta di estrarre i nomi a caso quando invece decidono loro chi mettere prima e dopo.- dichiarò il compagno picchiando un pugno sul tavolo.
-Cosa posso fare, Koga?- chiese lui disperato, quasi in preda alle lacrime.
-Avresti dovuto studiare invece di guardare le partite di calcio e cazzeggiare tutto il giorno!- lo riprese Tsubaki con il suo solito tono da strafottente maestrina.
-Lo so ma…-
-Beh, oramai sei spacciato amico!- esclamò Bankotsu peggiorando notevolmente la situazione.
-Sango mi aveva persino prestato i suoi appunti per studiare, se prenderò un brutto voto, ci rimarrà male…-
-Cosa? Sango ti ha prestato i suoi appunti? Quando?- Bankotsu, allarmato, cominciò a tempestarlo di domande.
-Qualche giorno fa, perché?-
-Perché anche io glieli ho chiesti ma non ha voluto prestarmeli!- piagnucolò prima di mettersi a braccia conserte offeso.
Miroku scrollò le spalle disinteressato per poi lasciarsi andare sul banco con rassegnazione.
-STUDI?!- una voce distorta lo destò dalla sua montagna di pensieri negativi.
-Inuyasha non ora per favore…-
-Che muso lungo! Sei in lutto?- chiese il mezzo-demone roteando la testa curioso.
-Sì! Oggi tocca a me essere interrogato in storia e non so nulla! Maledetta epoca Sengoku e tutto quello che le riguarda! Tu non potresti venire al posto mio, Inuyasha?-
-Mi spiace Miroku, ma io sono interrogato con te, non ricordi?-
-Sono proprio spacciato…-
Koga posò violentemente il giornale e gli diede una forte botta sulla testa.
-Invece di stare qui a lamentarti, studia!-  gli suggerì, anzi, più che altro pareva un ordine.
-Oramai è tardi, se mi va bene mi considererà impreparato e mi interrogherà la prossima volta, se mi va male mi metterà un pessimo voto. Non riuscirò mai a prendere una sufficienza…-
-O forse sì!- esclamò di punto in bianco Inuyasha.
-In che senso?- fece Bankotsu ripreso dalla sua pseudo arrabbiatura.
-Conosco un modo per cavarsela all’interrogazione senza dover studiare, ma serve che voi tre collaboriate, come un vero trio!-
I tre si avvicinarono al loro nuovo miracolo e ascoltarono attentamente il suo piano.
 
Ora di storia, il professor Totosai non perse tempo per accomodarsi sulla sedia ed aspettare, guardandosi attorno, che i “volontari” si avvicinassero per l’interrogazione.
Rin, Kikyo e Yura si avviarono portandosi dietro una sedia a testa, nervose ma sicure di loro stesse.
Inuyasha e Miroku, i volontari rimasti, stavano ripassando per l’ennesima volta, assieme a Koga e Bankotsu, gli ultimi dettagli del piano perfetto.
-Allora ricordate: tu Miroku assicurati che le cuffie non si vedano, coprile con la sciarpa e il cappuccio della felpa, invece voi due, cercate di non farmi scoprire, parlate a voce bassa e scandite le parole.-
-Signorsì!- affermarono i “Tres Amigos”.
-Ma sei sicuro che funzioni?- chiese Miroku sempre poi più dubbioso e intimidito.
-Certo! Te l’ho detto, l’ho già fatto con un mio amico…- rispose Inuyasha.
-E ha funzionato? Che voto ha preso?-
-Em..quattro…ma solo perché si è fatto scoprire! Su, andiamo, senno il Prof si insospettisce.-
 
Il programma era semplice: Miroku avrebbe solamente dovuto collegare le cuffie al suo cellulare e metterle nelle orecchie assicurandosi che il professore non le vedesse, Koga e Bankotsu invece, servendosi di un altro telefono, lo avrebbero chiamato e suggerito le risposte.
Appena fu seduto di fronte alla cattedra sentì le gambe tremare e il corpo farsi sempre più molle; ignorò quelle sensazioni,  si assicurò che tutto fosse al posto giusto e si sistemò, fingendo di non aver nulla da nascondere.
Molti dei loro insegnanti avevano il vizio di riunire quattro o cinque compagni alla volta, porre loro una o due domande ciascuno e poi ricominciare.
La prima a iniziare fu Kikyo, cui come al solito, farfugliò parole a casaccio dando l’ennesima prova del fatto che non aveva studiato mezza pagina.
-Oh! Oh!- una voce elettronica gli arrivò dritta ai timpani facendolo sussultare. –Mi senti?-
Koga, dal fondo dell’aula stava facendo delle prove, lui, per risposta, si voltò nella sua direzione e alzò il pollice.
-Mi raccomando, fa si che il pro..ore parli…a noce matta!-
-Cosa?!- sussurrò lui non avendo capito una mazza del suo discorso.
-HO DETTO: FA SI CHE IL PROF PARLI A VOCE ALTA, SE NO NON SENTIAMO NULLA!- ripetette il demone lupo alzando il tono.
Miroku, si abbassò nascondendo il volto dietro l’asse della cattedra e rispose: -Ma come faccio?-
-Che ne so, infesta!-
-COSA?-
-Inventa!-
-Sì, ma…-
-MIROKU!- questa volta fu la voce roca e severa del professore che lo chiamò.
Lui si ricompose all’istante sfoggiando il sorriso più fasullo e nervoso che avesse mai potuto fare.
-Che stavi facendo?- chiese lui, interrompendo la penosa discussione con la compagna.
-Mi era caduto…em…il fazzoletto…- rispose titubante, pregando il Buddha che lo trasformasse in un mago dell’improvvisazione.
-Non dovresti toglierti la sciarpa e il cappuccio? E’ da maleducati…-
-Lo so, ma vede…io…- si guardò attorno alla ricerca di una scusa qualsiasi quando notò Kagura starnutire.
-HO IL RAFFREDDORE! E la tosse e sono contagioso…ETCIU’!-
-Sì, ok, stammi lontano allora!- lo avvisò l’insegnante disgustato.
Il successivo fu Yura che partì come un treno, parlava e parlava senza mai smettere, il Prof non faceva altro che annuire e aggiungere qualche piccola nota inutile al suo discorso. Gli altri invece, a differenza di lui, parevano piuttosto tranquilli, anche Kikyo, nonostante il pessimo inizio. Rin se ne stava buona, buona a sentire la cantilena della compagna mentre Inuyasha, giocava insistentemente con l’accendino.
Dopo qualche minuto di racconto senza fiato, lo sguardo dell’uomo si voltò verso di lui.
-Bene Miroku, parlami…- esordì poggiandosi un dito sul mento indeciso su quale tortura scegliere.
La tensione salì alle stelle, le sue pupille non fecero altro che spostarsi sui suoi amici alla ricerca di un qualsiasi assenso.
-PROF! PROF!- urlò improvvisamente Rin con la sua vocina stridula, indicando l’accendino che il compagno teneva tra le mani. –INUYASHA MI STA INCENDIANDO I JEANS!-
-Sei proprio una spia!- la offese il mezzo-demone scoppiando poi in una risata divertita.
-Inuyasha…- cominciò a rimproverarlo il professore, ma Miroku aveva altro di cui occuparsi.
-Ragazzi! State pronti, adesso tocca a me!- bisbigliò terrorizzato.
-Perfetto.- rispose Bankotsu.
-Miroku…- si rivolse nuovamente a lui l’uomo. –Parlami di Oda Nobunaga3, quando è nato, chi era, e che ruolo ha avuto nell’epoca Sagoku.-
-Allora…Oda Nobunaga…vediamo….- cercò di temporeggiare, aspettando con ansia le risposte.
-Non abbiamo sentito, fallo ripetere…- avvisò Koga.
-Prof, potrebbe ripetere la domanda?-
-Ho detto, parlami di Oda Nobunaga, la sua nascita, origini e imprese.-
-Nascita e…? Non sentiamo!- insistette l’amico.
-Nascita e…?- ripetette Miroku.
-ORGINI E IMPRESE!- urlò il Prof seccato.
-"Nato nel 1534…"- lesse il demone lupo, cercando affannosamente le risposte alle altre domande.
-Allora, Oda Nobunaga è nato nel 1534 e…- esordì l’alunno cominciando a sudare freddo.
-"Feudatario minore della provincia di…Owari…"- continuò il compagno.
-Feudatario minore della provincia di OSUWARI- gli fece eco il ragazzo, interpretando male l’ultima parola.
-OSUWARI? Sei sicuro Miroku? Non esiste una provincia con lo stesso nome della nostra scuola!- lo riprese il Prof mettendolo ancor più in agitazione.
-OWARI NON OSUWARI, CAZZO!- urlò Bankotsu al telefono.
-No, intendevo OWARI!- si corresse Miroku.
-Bene, continua…-
-Vediamo…ecco….-
-"Dopo la morte del padre si è alleato al clan Oda…"- fece Koga.
-Dopo la morte del padre si è allenato con Kanoda!- sproloquiò invece Miroku.
-CHE COSA?!- esclamò l’insegnante.
-No ecco, volevo dire che… cazzo Koga sii più chiaro!-
-Miroku con chi stai parlando?-
-Con nessuno Prof!-
-ALLEATO CLAN ODA!- intervenne Bankotsu quasi spaccandogli i timpani.
-ALLEATO CLAN ODA!- ripeté lui alla lettera.
-Sì…em…giusto…vai avanti…-
-"Nobunaga era un ragazzo ribelle e selvaggio…nei successivi dieci anni aveva quasi completamente conquistato la provincia di Owari."-
-Ripeti per favore!- lo pregò Miroku tentando in tutti i modi di non farsi scoprire.
-DI QUELLO CHE HAI CAPITO!-
-Allora Nobunaga era un ragazzo selvaggio in bretelle…e in soli dieci anni aveva già conquistato una giovincella di Owari…-
-SMETTILA DI FARE LO SPIRITOSO!- lo rimproverò l’uomo digrignando i denti.
Sentì chiaramente le risate dei suoi compagni interrogati e anche quelle di Bankotsu al telefono.
-CONQUISTA QUASI TUTTA OWARI! RAGAZZO RIBELLE, RIBELLE!-
-Mi scusi Prof, sono nervoso…allora lui era un ragazzo selvaggio e ribelle e conquistò quasi del tutto Owari in soli dieci anni…-
-Ok, basta così per ora.- stroncò il Professore rischiando un esaurimento nervoso.
Quella notizia lo portò di nuovo a respirare in modo normale, il cuore ricominciò a battere regolarmene e notò solo in quel momento di avere le mani umide e appiccicose.
-OH! Cazzo, ragazzi per adesso ce l’ho fatta!- bisbigliò non appena l’insegnante voltò lo sguardo verso Rin.
-B-bravo…stai..più…at..ento…eh…- gli rispose Koga, ma a stento riuscì a capire le sue parole.
-Non ti sento bene…vabbe…-
Sembrava che quei pochi minuti di interrogazione fossero durati una vita, cercò di seguire almeno le risposte date dalla compagna, ma l’ansia e i mille pensieri gli offuscarono la mente. Almeno finche non notò qualcosa di davvero anomalo.
Inuyasha, seduto di fianco all’interpellata, cominciò, dal nulla, a ciondolare sulla sedia con impeto per poi mormorare in modo incessante:
-BUONALAMERDABUONALAMERDABUONALAMERDABUONALAMERDA.-
Né il professore né Rin si accorsero questo suo comportamento assurdo fino a che la ragazza non smise di parlare e il Prof rivolse le sue attenzioni al mezzo-demone.
Lui se ne stava ancora lì, a dire sciocchezze e a ciondolare come un povero pazzo dinnanzi allo sguardo confuso di tutti.
-INUYASHA!- lo riprese il Prof.
Il mezzo-demone si fermò di colpo e alzò il viso sorridendo.
-Sì Prof, tocca a me?-
Il giro ricominciò, sia Yura che Kikyo furono mandate ai loro posti con i voti assegnati: Kikyo prese 4, mentre Yura 8, c’era da aspettarselo.
-Miroku!- venne chiamato nuovamente e il cuore ricominciò a martellargli il petto.
-Sì?-
-Parliamo ancora di Nobunaga…elencami alcune delle sue più importanti guerre.-
-Allora…devo ricordare…- balbettò lanciando diverse occhiate ai suoi amici.
-"Okehazama, Inabayama, Anegawa…Nagashima e…Nagashino"- elencò Bankotsu.
-Aspetti Prof, devo starnutire…- lo avvertì Miroku, voltando il capo e fingendo uno starnuto.
-ETCIU’! RIPETI!-
-OKEHAZAMA, INUBAYAMA…-
-Allora Kazama… Inuyama…- ripetette a modo suo l’alunno.
-Vorrai dire Okehazama e Inabayama…- lo corresse l’uomo.
-SI CERTO PROPRIO LORO!-
-Spero che le prossime siano pronunciate correttamente…-
-ETCIU’ RIPETETE!-
-ANEGAWA  E NAGASHIMA, RIPETO, ANEGAWA E NAGASHIMA!- continuò Koga.
-Come?-
-ANEGAWA E NAGASHIMA! Cazzo Miroku, muoviti, ho il cellulare scarico!-
-Allora, ANEGAWA E NAGASHIMA!-
-Bene, però almeno nominami la sua battaglia più importante!- lo spronò, anzi, lo agitò, l’insegnante.
-COF! COF!- passò dal finto starnuto alla tosse. –COF COF LABATTAGLIAPIU’IMPORTANTE!.-
Nessuna risposta.
-COF COFLABATTAGLIAPIU’IMPORTANTE!-
Silenzio tombale.
La faccenda cominciò a farsi critica e l’alunno iniziò a tossire fissando gli amici che con il labiale gli dissero: “TELEFONO MORTO.”
“Merda!” imprecò lui dentro di sé. “E’ finita!”
-Miroku, ti senti bene, hai bisogno di acqua?-
-N-no, sto bene…em…dicevamo?-
-Ti ho chiesto di nominarmi la battaglia più importante di Nobunaga…-
-Ecco vediamo…-
Koga e Bankotsu erano due idioti, proprio in quel momento,  proprio quel giorno dovevano avere il telefono scarico!
Cominciò seriamente a pensare che qualcuno ce l’avesse con lui.
Capì che non poteva più contare su di loro, la sua bramata sufficienza dipendeva solamente da un fottuto nome. Cominciò a far lavorare il cervello, cercando di ricordare qualcosa, una parola o uno spunto che lo avrebbe aiutato in quel momento tragico e poi, magia. In mezzo a tutti i pensieri affusolati e deprimenti, poté scorgere una flebile luce desiderosa di attenzioni, e in quel bagliore c’era Sango. Si rammentò, seppur  vagamente, il giorno in cui lei gli prestò il suo quaderno degli appunti menzionando un nome.
“Dai Miroku, pensaci, pensaci! Cosa stavi facendo?” si scervellò chiudendo gli occhi per un istante. “Allora, eri seduto in parte a Sango e la stavi fissando, Kami se è bella, comunque, lei ha detto qualcosa…Ma cosa? Nega…Naga…Nagasho…Nagashi…NAGASHINO!”
-NAGASHINO!- urlò improvvisamente balzando sulla sedia come se si fosse risvegliato da un brutto sogno.
-Bravo Miroku, ce l’hai fatta!- lo schernì facendo del chiaro sarcasmo. –Ora vattene al posto…Ti do 6…-
Sì, aveva sentito bene, una sufficienza.
-EVVAI, SONO IL RE DEL MONDO!- gioì cimentandosi in una strana danza.
-Calmati Miroku o ti abbasso il voto!-
 
Terminata la lezione, Miroku restituì il quaderno degli appunti alla legittima proprietaria.
-Grazie mille, Sango…- la ringraziò sorridendole dolcemente.
-Di nulla, sei stato bravo all’interrogazione, un po’ nervoso, ma te la sei cavata! Spero che i miei appunti ti abbiano aiutato!.- rispose lei lasciandosi scappare un risata cristallina.
-Sì, moltissimo!-
E non era un menzogna, se non fosse stato per Sango, non si sarebbe mai ricordato il nome di quella battaglia importante…em…sì, quella…Nagaqualcosa.
Fu in procinto di tornare al suo posto quando la ragazza lo prese per un braccio.
-Aspetta!-
-Dimmi Sango.-
-Stavo pensando…Ti andrebbe un giorno di uscire insieme…a STUDIARE?- balbettò lei coprendosi il viso purpureo con le mani.
-Certo, mi piacerebbe molto uscire con te a…STUDIARE…-
-Bene, perfetto! Alla prossima, ciao!- esclamò lei con il fiato mozzato dall’eccitazione e dall’imbarazzo.
 
E lui convinto che la giornata sarebbe stata un disastro!
Note: 1- Il termine "Illuminati" non frutto della mia invenzione e nemmeno le "informazioni" attribuite ad essi lo sono. Non cito fonti perchè ciò che ho scritto proviene da me.
2- Doggyness ovviamente non è reale, però i negozi online di cui parlo nella storia esistono ed ho preso spunto da uno di questi, storpiandone il nome, evitando pubblicità occulte.
3 - Oda Nobunaga è esistito veramente e tutte le informazioni scritte su di lui provengono da WIKIPEDIA e da un sito chiamato CIVILOPEDIA.


QUESTION TIME!



-Question time!-
Jaken alzò la busta vittorioso sventolandola davanti a tutta la classe.

-Oramai è divenuta un’abitudine!- ammise Yura sorridendo.
-Dai, non perdiamo tempo.- fece poi Jaken accomodandosi sulla cattedra e aprendo la busta. –Questa volta leggo io.-

 
Aurasia chiede:

1-“Sesshy,dove ti posso vedere?”
Sesshomaru: Non saprei, mi trovi di solito in giro nei bar con i miei amici a bere birra e mangiare come scrofe al Wac Donald.
Ps: Non vorrei essere scortese ma…NON CHIAMARMI MAI PIU’ SESSHY, GRAZIE.

2-“Miroku, cosa faresti se tu mentre chiedi ad una bella donna di essere la madre dei tuoi figli, lei ti sta per rispondere ma arriva una vecchietta che ti prende per mano dicendo che ti darà tutti i figli che vuoi?”
Miroku: Scappo a gambe levate! E poi che figli vuole avere una vecchietta? Sarà sicuramente in meno pausa!

3-“Koga,ma tu come ti vesti per andare a scuola?”
Koga: vesto solitamente di nero, Jeans, scarpe, t-shirt. Non perché sono un fottuto Dark o Emo perché penso che sia l’unico colore che mi doni…
Tsubaki: Da quando in qua ti importa queste cose?
Koga: Mica sono un barbone io!
Tsubaki: No, sei solo un lupo spelacchiato…
Koga: Tsk, strega! *si è appena meritato un pugno sul braccio*
 
4-“Sango,sai che Bankotsu ti fa il filo?”
Sango: In realtà sì ma…OH! Devo proprio andare ora! Mi stanno chiamando… *scappa*
 
5-“Inuyasha,sò che sei lì, dicci cos'è la coooooooooonsulta! E non dire che sei occupata perché ti sto vedendo che non stai facendo niente! O ti verrò a cercare!!!!”
Inuyasha: Hai ragione, è giusto che finalmente sveli cosa sia. La consulta è semplicemente un assoc… HEY! MA QUELLO E’ IL MIO PORTAFOGLI? MALEDETTA AYAME, RIDAMMELO SUBITO!
Scusa cara, te lo spiegherò un’altra volta…VIENI QUI LUPASTRAAAAAA!


 
Darkdan Hibiki Kurokawa chiede:
 
1-“ Rin, ma tu fai qualsiasi sfida ti si chieda? Qualsiasi?”
Rin: Diciamo di sì, poi dipende dalla sfida, insomma, anche io ho i miei limiti…beh…almeno credo…
 
2-“Sesshomaru, Ci farai di nuovo vedere l'ottava meraviglia del mondo?”
Sesshomaru: Con piacere, quando vuoi!
 
3-“Jakotsu, Fatti forza, vedrai che presto Bankotsu si accorgerà dei tuoi sentimenti. Ma perchè ti piace così tanto?”
Jakotsu: Grazie! Beh mi piace perché… *si guarda in giro per constatare che LUI non sia nei paraggi* è il mio migliore amico da quando eravamo alle medie, ma ci conosciamo da molto più tempo e sai, lui mi ha sempre trattato bene e ha accettato la mia omosessualità, è stato il primo a scoprirlo e nonostante ciò non mi ha mai detto nulla, escludendo le varie battutine che a volte si diverte a farmi, lui è sempre stato gentile e io, col tempo ho cominciato a vederlo come qualcosa di più di un semplice amico. MA NON DIRGLI NULLA MI RACCOMANDO!

4-“Kagome, Dicci la verità, non è che hai una cotta segreta per Inuyasha?”
Kagome: Io? Una cotta per Inuyasha? MACCHE! Però devo ammettere che è proprio carino…

5-“Jaken, Carissimo, quanto vuoi bene a Rin?”
Jaken: Tanto, nonostante lei sia dannatamente fastidiosa, egocentrica, logorroica, infantile e capricciosa! Ma lui è come una sorella per me.

6-“Souten, Picchierai l'autrice (e anche Rin, tanto per fare) perchè ti fa fare la comparsa?”
Souten: Non lo so, non sono una tipa che mena le mani di solito però non è giusto! Anche io dovrei avere un ruolo in questa dannata storia! E se non apparirò almeno in un altro capitolo se la vedrà con i miei fulimi!
Rin: Souten, ti stai comportando da bulla!
Souten: Lo so! Se voglio posso essere cattiva! Muahahahahahha!
Rin: Per tutti i kami! *scappa terrorizzata*
 

Le domande terminarono ma nonostante ciò Jaken continuò a scrutare la lettera come se fosse alla ricerca di qualcosa.
-Ma le domande di Milla?- chiese poi notando che delle sue non vi erano traccia.
-Ma come? Di solito lei ce le pone sempre!- disse Kagome in tono sospetto.
-E se le fosse successo qualcosa?!- drammatizzò Kanna.
-Se l’avessero rapita gli alieni?- continuò Rin.
-Forse ci odia…- suppose Nazuna.
-O forse non aveva nessuna domanda in mente?!- esclamò Tsubaki poggiando un mano in fronte. –Non esageriamo con la fantasia!-
-Forse adesso ha trovato un bel giovanotto con cui passare notti di fuoco e non ha più voglia di leggere la nostra stupida storia.- aggiunse Jaken scrollando le spalle.
-Dai ragazzi, finiamola, prima o poi si farà viva!- intervenne Yura con la sua solita positività.
-Allora alla prossima lettori, non mancate!- disse infine Koga ammiccando.
 
Sono esaustaaaa! Questo capitolo è stato davvero impegnativo e probabilmente non vi sarà nemmeno piaciuto...vabbe... ç_ç
Alla prossima gente!
Gino94

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Capitolo 22
*** Il compleanno di Sasha Black ***


Capitolo dedicato alla famosa Sasha Black! Ovviamente sappiamo tutti di chi sto parlando ma preferisco, evitando così problemi di copyright o privacy, non scrivere il suo vero nome. Spero che vi piaccia!
Buona lettura.

 


 


IL COMPLEANNO DI SASHA BLACK


 
Sesshomaru, Jaken, Rin ed Eri erano riuniti al banco di quest’ultima conversando di questioni assai importanti.
-Hai mai provato a fare un giro sul sito: Demonxxx.com1?- chiese Jaken all’amico informandolo sui siti porno più gettonati.
-Esiste anche quello? Io mi limitavo a Suzukisex…- rispose il demone cane, accorgendosi di non essere poi così aggiornato sull’argomento.
-Non è male come sito, ma ci sono solo giapponesi, ne esistono di migliori con donne di tutte le nazionalità!- affermò il demone Kappa, dimostrandosi un esperto in materia.
-Oltre a quello che ti ho detto ce ne sono molti altri: LuxurySoul, con attori demoni e umani, senno c’è quello con soli umani ovvero: Humanpassionx, poi quello con lesbiche demoni e umane: Womenix. Recentemente ho scoperto un sito in cui ci sono solo uomini demoni che hanno rapporti esclusivamente con donne umane…- continuò il Sensei.
-Kami Jaken, sei un grandissimo segaiolo…- esclamò Sesshomaru sorpreso da tutto quel sapere.
-Quando non hai nessuno con cui sfogarti…-
-Scusate!- si intromise Eri interrompendoli. –Qui noi vorremmo ripassare!-
Rin stava stranamente aiutando la dolce e ingenua Eri a studiare letteratura ma, i ragazzi riuscivano solamente a distrarle con tutti quegli assurdi sproloqui su i siti pornografici.
-Eri, anche tu dovresti farci un giro di tanto in tanto…- le consigliò il “demone bello”.
-No grazie, mi è già bastato l’ultimo che mi hai fatto vedere CON L’INGANNO!-
-Stavo dicendo.- riprese Jaken ignorandola. –Devi solo dirmi cosa ti piacerebbe vedere in un porno e io ti troverò il sito giusto.-
-Beh…- fece l’amico massaggiandosi il mento pensieroso. –Io più che altro prediligo quelli con soli demoni, poi per il resto va bene tutto, etero, lesbiche, treesome, non ho altre preferenze.-
-Allora Demonxxx.com fa al caso tuo!-
Rin emise un lungo e rumoroso sospiro attirando la loro attenzione.
-Che hai?- chiese il demonietto inarcando un sopracciglio.
-Non siete stufi di masturbarvi con certe cose?-
-No.- risposero in coro, senza ombra di dubbio.
-Porno a tutto volume, nel palazzo si sente l’eco!- urlò Sesshomaru alzando e abbassando il braccio a ritmò.
(cit. Doctor Clapis in “Masturbation”)
Ovviamente, i presenti gli rivolsero una sguardo interrogativo.
-Siete veramente schifosi!- li offese poi Eri letteralmente disgustata da tutto ciò.
I due maschietti pervertiti fecero per continuare quando qualcosa, o meglio, qualcuno li interruppe bruscamente, facendo capolino dietro di loro.
-Hey ragazzi!- li salutò Bankotsu cingendo le spalle di entrambi.
-Bankotsu.- ricambiò con scarso patos Sesshomaru.
-Oggi è un giorno speciale!- affermò poi il compagno sfoggiando un sorriso abbagliante.
-Aspetta…se lo fosse io lo saprei prima di tutti!- esclamò il demone verde cominciando a dubitare della sua eccellente memoria. –Non può essere il “Porco Day”, è appena terminato, nessun avvenimento importante da commemorare, il terzo anniversario di Ayumi e Kenta sarà solo tra qualche mese e nessuno compie gli anni…-
-In realtà c’è un compleanno…- lo avvisò Koga, spuntato, insieme a Miroku, da chissà dove.
-E di chi?-
-Di Sasha Black.- rispose il ragazzo dai capelli argentati dando un cinque complice a “I Tres Amigos”.
-KAMI, E’ OGGI?!- esclamò Jaken spalancando la bocca esterrefatto, deluso da sé stesso per non essermi mai informato a riguardo.
-Esattamente, anche Midoriko le ha fatto gli auguri su Facebook.-
-Io adoro Sasha Black!- se ne uscì di punto in bianco Rin con gli occhi colmi di ammirazione.
-Davvero?- fecero in coro tutti i ragazzi.
-Sì, perché?-
-Beh…- esordì Miroku postandole una mano sul viso. –Diciamo che non è da tutte le ragazze ammirare…insomma…una come Sasha Black…-
-Sì, ma…-
-Ciao!-
Il lungo e monotono discorso che Rin avrebbe voluto fare sul sessismo di Miroku e sul diritto delle donne fu bruscamente stroncato da una voce sfortunatamente famigliare.
-Ciao Nazuna…- la salutò lei in malo modo.
-Di cosa parlavate?- chiese poi, con la sua solita espressione vuota e il sorriso agghiacciante.
-Oggi compie gli anni Sasha Black, non dimenticare di farle gli auguri.- le rispose Sesshomaru ricambiando il sorriso.
-Sasha Black? E chi è?-
-Non sai chi è?!- esclamarono sbigottiti “Il perfido trio” e “I Tres Amigos”.
-Nemmeno io so chi è…- aggiunse Eri, c’era da aspettarselo.
- Dove vivete ragazze?!- intervenne Rin urlando a squarcia gola.
-Ma chi è?!- insistette Eri alzandosi dalla sedia.
-Sasha Black è…- iniziò Sesshomaru cercando le parole più adatte per descriverla. –E’ un’attrice demone famosa e molto brava e dotata soprattutto con la bocca…-
-E che film ha fatto? Di che genere?-
-Beh diciamo che questi film non sono poi così tanto famosi, i suoi film sono, come posso dire…molto realistici…- continuò Jaken.
-Neorealismo?- chiese poi Eri facendo scoppiare l’ilarità generale.
-NO CAZZO! FILM PORNOGRAFICI!- sbottò improvvisamente il demone kappa.
-Cosa?!-
-Sì Eri, Sasha Black è una pornostar e ha una bocca larghissima perfetta per  eseguire dell’ottimo sesso orale.- confessò il demone cane estraendo il cellulare dalla tasca della felpa. –Guarda qui…-
Eri non fece in tempo a vedere un paio di tette che subito si portò le mani sugli occhi lanciando urletti spaventati.
-NO, NO, NO! Non farmi vedere queste schifezze!-
-Eh dai, non è nemmeno completamente nuda!- cercò di convincerla Miroku.
-Io posso vederla?- chiese di punto in bianco Nazuna avvicinandosi allo schermo del cellulare.
Nella foto era raffigurata una bellissima donna dai capelli lunghi e corvini, gli occhi di un giallo acceso molto provocanti, la pelle candida come la neve, le labbra rosse scarlatte da cui uscivano due piccole zanne che mordevano, in modo molto sensuale, un suo indice. Il seno, rotondo e sodo, era totalmente scoperto, l’unico indumento indossato erano degli slip di pizzo nero e infine, un corpo provocante a clessidra con tutte le curve al punto giusto.
-Che zozza!- esclamò Sesshomaru eccitato solo nel vederla.
-Hai altre foto sue nel cellulare?- chiese Bankotsu osservandola  avidamente.
-Sì, un sacco. Lei è il mio idolo.- rispose lui senza staccare gli occhi da quella meraviglia.
Improvvisamente, tutti loro furono distratti da un fastidiosa risatina, quella di Nazuna.
-Non pensate che ci assomigli un po’?- chiese poi carezzandosi il viso.
-COSA?!- esclamarono gli altri con espressioni incredule.
-Sì, lo sguardo, la bocca, siamo abbastanza simili…- insistette lei provocando ancor più stupore se non che disgusto nei loro volti.
-Sì…- rispose poi Jaken trattenendosi dal riderle in piena faccia. –Forse le sopracciglia…-
-FORSE!- specificò Rin, facendo passare ripetutamente lo sguardo sulla foto e poi sulla compagna.
-Chi è che assomiglia a chi?-
Kagome fece capolino dietro Eri attirata dalla conversazione.
-Nazuna dice di assomigliare a Sasha Black.- riassunse Rin facendo “no” con la testa.
-Cosa?! Nazuna ma ce la fai? Sasha è una vera bomba! E’ un mito!- esclamò lei sbellicandosi.
-La conosci?!- cercò conferma Jaken con gli occhi che luccicavano di gioia.
-Certo! Io la stimo tantissimo. Oggi se non sbaglio è il suo compleanno.-
-Certo! Benvenuta nel “Sasha Black” fan club, allora!- la informò Sesshoamru sorridendo allegramente.
-Hey, ragazzi, mi è venuta un idea…- se ne uscì poi Kagome battendo leggermente le mani. –Perché non organizziamo qualcosa per il suo compleanno?-
-In che senso? Le facciamo la festa?- chiese Koga sarcastico.
-No, intendevo qualcosa di più simbolico…-
-Spiegati meglio!- la invitò Bankotsu intrigato.
-Cerchiamo tutto ciò che riguarda lei: foto, poster, calendari e poi, domani, porteremo tutto a scuola inaugurando il “GIORNO DI SASHA BLACK!”-
-GASARE!- esclamò Sesshomaru. –Io ci sto, voi?-
-Non consideratemi, grazie.- rispose Eri allontanandosi da loro sfinita.
-Voi altri?-
-CERTO CHE SI’!- esclamarono tutti in coro, esclusa Nazuna, lei non aveva ben capito cosa stesse succedendo, nulla di nuovo, ovviamente.
Gli altri cominciarono a discutere su come organizzare quella giornata e come commemorare il suo compleanno nel modo migliorare, ignorando completamente lo sguardo confuso della compagna.
-Ragazzi…- fece Nazuna, ma questi non la sentirono nemmeno. –Io assomiglio a questa Sasha, si o no?-
 
Il giorno seguente Eri, durante l’intervallo, fece il consueto giretto per i corridoi assieme alle amiche Nazuna e Kanna.
-Oggi Sesshomaru, Rin, Jaken e Kagome sono arrivati a scuola con dei sacchetti…- pensò a alta voce Kanna sorseggiando il suo gustoso latte alla fragola.
-Anche Koga, Bankotsu e Miroku…chissà perché? C’era qualche compito speciale?- chiese Eri rimembrando i suoi vari impegni scolastici.
-Non credo, magari è il compleanno di qualcuno! Speriamo!- suppose Nazuna sperando vivamente di mangiare qualche dolcetto fatto in casa.
-Kami, quanto sei scema!- la rimproverò poi Eri stringendo le mani in pugni dal nervoso. –Se fosse stato il compleanno di qualcuno e avessero portato da mangiare non credi che appena l’intervallo fosse iniziato avrebbero cominciato a preparare?!-
-Ah già…allora quale sarà il motivo?-
-Non lo so e non mi interessa…- rispose Kanna accennando uno sbadiglio annoiata. –Torniamo in classe?-
 
Le tre giovincelle si avviarono nella loro rispettiva aula e, non appena vi misero piede, rimasero a dir poco scandalizzate.
Dietro la cattedra, proprio di fronte alla lavagna, “Il perfido trio”, “I tres amigos” e Kagome, erano chinati con le mani tese verso l’altro che si accingevano nel venerare qualcosa, o qualcuno.
Eri notò, con dispiacere, un enorme poster che li sovrastava con raffigurante niente poco di meno che Sasha Black. La posizione dell’attrice era la stessa della foto che le aveva mostrato Sesshomaru il giorno prima.
-AVE! OH GRANDE SASHA BLACK!- esclamarono tutti in coro stendendo le braccia a terra per poi alzarle e abbassarle ripetutamente.
-CHE CAZZO STANNO FACENDO?!- sbraitò Kanna accorgendosi successivamente del tempietto che avevano creato sulla cattedra.
Manco fosse morta, avevano posato sopra di essa una decina di sue foto, un calendario e persino un DVD di un suo film.
-Hey!- urlò improvvisamente kagome, vedendole sulla porta con la bocca spalancata. –Unitevi anche voi! Abbiamo chiesto anche agli altri ma hanno rifiutato tutti…-
-Ch-che state facendo? La-la state venerando?- balbettò Eri non credendo ai suoi occhi.
Era questo che intendevano con “Il giorno di Sasha Black”?
Tutti i “fedeli” si misero in piedi voltando lo sguardo verso di lei così da poter sfoggiare il meglio di quella giornata: avevano indosso delle strane magliette bianche con scritte e immagini unicamente dedicate all’attrice.
Rin portava una maglietta con una scritta che diceva: “GOD BLESS SASHA BLACK!2”;
Kagome aveva optato per indossare quella con il suo volto: un viso enorme stampato sulla stoffa, con i grandi occhi gialli e la bocca aperta in una smorfia sensuale;
Jaken invece, con la scritta: “Sasha Black Aishiteru!3”;
Sesshomaru aveva scelto una semplice maglietta con la stampa della donna che ingoiava una banana (Sì, il frutto!) intera;
E “I Tres Amigos”, infine, ne indossavano una a testa e su ognuna di queste era stampato un pezzo di una frase, che unita diceva: “Sasha – Facci – Sognare!”.
-Avete creato anche le magliette?!- sbottò Kanna sconcertata.
-Un mio amico lavora in un negozio che stampa magliette e ce le ha vendute ad un prezzo stracciato!- la informò Miroku.
-Cavolo e io pensavo che qualcuno compisse gli anni…- si lamentò Nazuna, lasciando un commento completamente fuori contesto.
-Invece stiamo festeggiando il compleanno di Sasha!- la corresse Rin.
-E allora perché non ha portato da mangiare?-
Un improvviso silenzio calò inesorabile, creando un’atmosfera piuttosto gelida.
Ognuno di loro sperò con tutto il cuore che la sua fosse solo un battuta, anche se dannatamente squallida.
-Beh, continuiamo a venerare?- propose Jaken  intenzionato a cambiare discorso.
-Sì!- risposero in coro gli altri.
-Ci uniamo anche noi!- esclamarono Eri e Kanna senza un motivo apparente.
-NOI TI ADORIAMO SASHA!- fecero all’unisono, comprese le nuove fedeli.
Nazuna non le imitò e decise di accostare il grande poster attaccato alla lavagna, cominciando poi ad osservarlo in ogni minimo dettaglio.
-Ragazzi, ma a pensarci bene, non è che ci assomigliamo poi così tanto…- commentò  nonostante la stessero bellamente ignorando.
-Io ho un corpo più bello!-
Fortuna che nessuno udì la sua blasfemia.
 
 


SU FACEBOOK

Sesshomaru ha postato un video: “Questo video è l’essenza dell’intera giornata: https://www.youtube.com/watch?v=vylcKHWdl1E, guardatelo per favore!”

Commenti:
Rin: MA CHE LINGUA E’?? SPAGNOLO?
Jaken: Non so tu Sesshomaru, ma io l’Italiano (se è quella la lingua) non lo conosco!
 



QUESTION TIME!

 
C’era qualcosa di strano, nessuno dei ragazzi della quarta C aveva ancora ricevuto la lettera del “QUESTION TIME!”, eppure sarebbe dovuto essere il giorno prestabilito.
-Siamo sicuri? Avete tutti controllato bene la posta?- chiese Ayame, seduta sulla cattedra pronta ad esercitare il suo potere da rappresentante di classe.
-Sì…- risposero tutti in coro.
-Ragazzi, pensateci bene!- invitò loro Ayumi. –Nessuno ha visto una busta bianca nella propria buca delle lettere?-
-Una busta bianca?- ripeté Nazuna.
-Sì…-
-Certo! Era nella mia posta stamattina!- informò scatenando il delirio.
-E PERCHE’ CAZZO NON CE L’HAI DETTO PRIMA?! DAMMI SUBITO QUELLA DANNATA BUSTA!- sbraitò Ayame furiosa.
-Ci hai fatto perdere tempo per niente!- la rimproverò Jakotsu.
-Beh…veramente…- Nazuna sembrava piuttosto agitata, continuava a guardarsi attorno balbettando parole senza senso.
-Nazuna, dov’è la busta?- insistette la demone lupo, tentando di rimanere calma e lucida.
-Io…non pensavo fossero le domande dei lettori e…l’ho buttata…-
-COOOOOOOOOOOOSAAAAA?!!!!- urlarono tutti quanti esterrefatti.
-NON NE FAI UNA GIUSTA! LO SAI BENISSIMO CHE LA BUSTA DELLE DOMANDE DEI LETTORI E’ BIANCA! SEI UNA SVAMPITA PEGGIO DI RIN, MISERIACCIA!- esclamò Jaken in fase di “ADESSO TI BECCHI UNA BELLA STRIGLIATA!”.
-Ok, ragazzi calmiamoci!- intervenne Inuyasha con l’intento di placare il trambusto. –Nazuna, dove hai gettato la lettera?-
-Nel cestino fuori dalla scuola…scusate…-
-NON PERDIAMO TEMPO! ANDIAMO!- ordinò Tsubaki fiondandosi fuori dalla classe seguita poi dai compagni.
Appena giunsero al di fuori dell’edificio, rovesciarono con violenza i due cestini dell’immondizia, situati nel piccolo giardinetto e cominciarono a rovistare tra la spazzatura come ossessi.
Molti alunni, passando da quelle parti, li notarono e si fermarono assistendo allo spettacolo, alcuni cominciarono persino a scattare delle foto.
-L’HO TROVATA!- gioì Yuka, sventolandola in aria, vittoriosa.
-Bene! Ora torniamo in classe e leggiamola!- ordinò Tsubaki.
 
 
Aurasia chiede:
 
1-“Sesshomaru,(spero di averlo scritto giusto adesso),l'altro giorno ti ho visto in un bar, ma non so se anche tu mi hai visto!”
Sesshomaru: Davvero? E quale bar? E comunque cara, anche se ti avessi visto non ti avrei mai riconosciuta, non ho idea di come tu sia fatta…
 
2-“Tres Amigos, non potrete mai eguagliare Sesshomaru ! Lui è unico u.u”
Koga: Hai ragione è proprio unico…
Bankotsu: E’ l’unico effemminato più assurdo della scuola!
Tutti e tre: HAAHHAHAHAHAAHAHAHAH!
 
3- “Yura, ma tu che vestiti metti quotidianamente?”
Yura: Jeans e t-shirt, non scollata ovviamente, oppure felpe colorate, maglioni colorati, scarpe colorate, orecchini, collane, e mollette per capelli colorate…
Kikyo: Abbiamo capito Yura, ti piacciono le cose colorate!
Yuka: Lei adora tutto ciò che è allegro e Kawai, non so se mi spiego…
 
4-“Una domanda per tutta la classe: Mi volete bene? :c”
Ayame: Io un po’ ti odio.
Rin: Io non ti sopporto!
Jaken: Ti voglio bene quanto Nazuna.
I Tres Amigos: PERDENTE!
Inuyasha, Kagome, Tsbuki, Sango e Kagura: TI ODIAMO A MORTEEE!
Nazuna: SEI CATTIVA
Kanna, Eri e Ayumi: NON CI PIACI!
Sesshomaru: Sei peggio di un cavallo…
Kikyo, Yuka e Jakotsu: VATTENE!
Shippo: Em…non mi importa nulla.
Yura: OVVIAMENTE CARA STIAMO SCHERZANDO! CERTO CHE TI VOGLIAMO BENE! Vero ragazzi?
Tutti: CERTO!!!
Shippo: A me davvero non importa nu…
Ayumi: Zitto Shippo!
 
 
5- “Sesshomaru, ma Ah-Un è un tuo animaletto domestico?”
Sesshomaru: Chi è Ah-Un? Un nuovo Pokémon? Della nuova generazione? DIMMI DI SI’!
Autrice: Ricorda che i personaggi non vivono nell’era Sengoku e certi demoni o persone non sanno nemmeno chi sono.
 
6-“Miroku,ma il fatto che ti ho detto lo scorso capitolo, ti è mai successo??”
Miroku: Aahahahha no mai, fortunatamente!
 
7-“INUYASHA,la consulta è un associazione che?? SE QUALCUNO PROVA A FARGLI QUALCOSA,GIURO SU ME STESSA CHE UCCIDO TUTTI. Io sono un demone con poteri spirituali, quindi... Provate e morite.”
Inuyasha: Un demone con i poteri spirituali? Che figata! E dimmi, vai in giro a purificare i demoni e a possedere gli umani? Su, sono curioso.
Autrice: Sì è dimenticato delle prima domanda, ops.
 
8-“Sesshomaru,mi mandi la foto di Jaken l'handiKAPPAto?”
Sesshomaru: Mi piacerebbe, ma non riesco a mettere alcuna foto quì! Perdonami…
 
 
Bettybest chiede:
 
1-“Hey, sottospecie di segugio dalle orecchie pucce, pensi che sia più carina Kikyo o Kagome? u.u”
Inuyasha: segugio con le orecchie pucce?! AHAHAHAHAH, bella questa *3* Comunque, non è affatto facile come domanda, insomma, quelle due sono identiche! Però, se devo proprio scegliere, voto per Kagome, almeno lei, a differenza di Kikyo, scopre un po’ di più le sue grazie e non si vesta da suora!
Kikyo: Questa me la paghi inuyasha, giuro che ti impalo in un albero!
Inuyasha: Perché ho un deja-vu?
 
 
-Ricordiamo al postino di non inviare più la lettera a Nazuna.- commentò Jaken lanciando a quest’ultima un’occhiata colpevolizzante.
-io puzzo di spazzatura, accidenti!- si lamentò Kagura annusandosi i vestiti.
-Alla prossima gente, non smettete di scriverci…- disse infine Ayame. –O MI ARRABBIERO’ MOLTO!-
Le solite minacce a vuoto.
Note: 1- I nomi di questi siti...particolari sono tutti inventati, non esistono, spero.
2- Tradotto vuol dire: Dio benedica Sasha Black.
3- "Aishiteru" in giapponese significa "Ti amo"
Anche questo capitolo non è molto lungo, ma non proccupatevi, perchè il prossimo sarà persino diviso in due parti! O almeno è quello che ho pianificato, perchè non l'ho ancora scritto. Vi avviso subito che, probabilmente, per scrivere i prossimi impiegherò molto più tempo, uno perchè forse ho trovato lavoro (SPERIAMO!) e secondo perchè, a differenza degli altri, sono più complicati e devo impostarli bene senno esce uno schifo! Abbiate pazienza, ve ne prego!
Alla prossima,
Gino94!

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Capitolo 23
*** Tessaiga: la battaglia ***


Eeee ce l'ho fatta! Ecco l'interminabile capitolo 23! E' davvero lungo lo ammetto, tant'è che non ho avuto nemmeno la voglia di mettere in grassetto i discorsi, ma ne vale la pena! Inizialmente ero assai intimorita nel scrivere, non avevo idea di quanto ci avessi impiegato e di come sarebbe uscito ma ora, posso dire con fierezza, che sono assai soddisfatta! Spero che anche a voi piaccia, buona lettura.
 


 


TESSAIGA: LA BATTAGLIA


 
Il professor Totosai entrò in classe con consueta calma ignorando la solita confusione che si creava ad ogni cambio di lezione. Questa volta però, prima di sedersi, adagiò sulla cattedra un telo color celeste che sembrava contenesse qualcosa.
-Che cos’è Prof?- chiese Tsubaki incuriosita.
Tutti gli altri, di conseguenza, si zittirono attirati dalla novità.
-Come sapete io ho sempre avuto una passione per le Katane.- esordì il professore oltrepassando la cattedra così da posizionarsi davanti a loro. –Possiedo infatti un vasta collezione però, aimè, questa occupa troppo spazio e ho deciso così di venderne alcune, ovviamente quelle che mi piacciono di meno.-
-Sotto quel telo c’è una katana?- disse poi Yuka, osservandolo.
-Esattamente e l’ho portata qui perché vorrei darla a uno di voi, ovviamente se foste interessati.-
Sollevò delicatamente l’involucro per poi scostarlo gentilmente e rivelare il suo contenuto: a prima vista pareva un semplice e banale katana piuttosto vecchiotta, l’elsa che sembrava fatta di piccoli straccetti intrecciati con il pomolo e la guardia dorate, chiusa in un fodero nero piuttosto usurato.
Totosai la sguainò con perizia mostrando una lama arrugginita, per nulla affilata e segnata da crepe e incrinature.
Gli alunni la osservarono con disgusto quasi delusi da quella brutta spada segnata ormai dal tempo.
-Questa è Tessaiga, la spada demoniaca.- la presentò lui con fierezza.
-NON CI POSSO CREDERE!- sussurrò Sesshomaru esterrefatto. Senza accorgersene cominciò a tremare dall’eccitazione e gli occhi gli divennero lucidi.
-Cosa?- chiese Rin notando la sua strana reazione.
-Q-Quella è davvero T-Tessaiga!- balbettò emozionato.
-Quindi?-
-Non capisci! Questa è la spada che bramo da tempo!-
Si alzò di colpo attirando l’attenzione dei presenti per poi urlare a squarcia gola: -PROF, IO SONO INTERESSATO! VOGLIO A TUTTI I COSTI TESSAIGA!-
Un improvviso chiacchiericcio si formò nella stanza causato da quella assurda reazione.
-Sesshomaru, ma è solo una katana mal ridotta!- commentò  Kagura indicandola.
-La vostra ignoranza mi disgusta!- esclamò il demone cane. –Questa Katana non è come le altre! Tessaiga può sembrare una spada vecchia e logora ma, tempi addietro, si diceva avesse dei poteri straordinari e fosse capace di uccidere cento demoni con un sol fendente!-
-Vedo che sei molto informato Sesshomaru, non pensavo che anche tu fossi un appassionato!- lo elogiò Totosai assai contento di conoscere uno studente con le sue stesse passioni.
-Eccome e Tessaiga è la spada che ho sempre desiderato, farei qualsiasi cosa per averla!-
-Ma che cazzo stai dicendo?!- sbottò Tsubaki seriamente perplessa da tutto ciò.
-Sesshomaru se proprio ci tieni, potrei darla a te, almeno che qualcun altro non fosse interessato…-
Il prof osservò attentamente ogni alunno aspettandosi che qualcuno si proponesse ma, ovviamente, nessuno si fece avanti.
-Beh, in questo caso…-
Il demone cane spalancò la bocca dallo stupore, erano anni che aspettava questo momento, finalmente la sua amata Tessaiga, dopo ore e ore passate a cercarla su siti online, senza ottenere alcun risultato, sarebbe stata sua e avrebbe avuto l’onore di toccarla e di aggiungerla alla sua preziosa collezione.
-Aspetti!-
Qualcuno osò interrompere quel momento magico, Sesshomaru avvertì qualcosa dentro di lui andare in frantumi, probabilmente la sua gioia.
-Anche io sono interessato a Tessaiga!- avvisò Inuyasha, giunto come un maledetto fulmine a ciel sereno. –Sapete, quella spada una volta apparteneva a mio padre però, per qualche motivo fu costretto a venderla ad un museo. Non avrei mai pensato che ce l’avesse lei Prof, mi piacerebbe molto averla, credo che potrei definirlo un cimelio di famiglia.-
-Beh…- fece per dire l’insegnate, ma fu interrotto bruscamente.
-Aspetta un attimo, Inuyasha! Io mi sono proposto per primo! Mi spetta di diritto!- sbottò il demone cane ringhiandogli contro.
-E’ stato il Prof Totasai a dire che te l’avrebbe ceduta solamente se nessun altro l’avesse desiderata! E io la voglio!- rispose il compagno deciso.
-A te non sono mai interessate le Katane! E poi cosa se ne fa un mezzo-demone come te di una spada così, eh?!-
-E adesso cosa centra il fatto che sono un mezzo-demone?! Quella spada era di mio padre, spetta a me invece, per tradizione!-
-TUO PADRE L’HA VENDUTA! IO SONO LA PERSONA PIU’ ADATTA!-
-Sesshomaru ha ragione!- intervenne poi Rin alzandosi anch’essa in piedi. –Lui ha desiderato per anni quella spada e ora che finalmente può averla nessuno ti da il diritto di portargliela via!-
-Giustissimo! Inuyasha, come puoi fare questo ad un tuo amico?!- aggiunse Jaken.
-Non dite sciocchezze!-  si intromise Kagome in difesa del mezzo-demone. –Come ha già detto è un cimelio di famiglia, Inuyasha potrà finalmente riavere ciò che è suo!-
-Non è mai stata sua!- ribatté Rin.
-Era di suo padre, quindi tecnicamente spetta di più a lui!-
La discussione si accese notevolmente  coinvolgendo sempre più gente, così da creare un vero e proprio putiferio.
Il Prof rimase in silenzio sperando che i ragazzi la finissero il prima possibile, eppure questi continuarono aumentando progressivamente il tono di voce.
-SILENZIO!- urlò a pieni polmoni.
Improvvisamente tutti si zittirono intimoriti da quel vocione poco gentile.
-Ho deciso.- disse poi a braccia conserte, piuttosto irritato. –Se volete questa spada, dovete guadagnarvela!-
-Cioè?- fecero in coro i due cagonolini.
-Non lo so, sfidatevi a qualcosa…-
-Sì, ma che cosa?- chiese Kagome pensierosa.
-Una sfida di lotta!- propose Koga.
-Nah…troppo barbaro…- rispose Sesshomaru.
-Io avrei un idea.- se ne uscì Shippo che stranamente aveva avuto modo di partecipare al dibattito.
-Sentiamo un po’- disse Inuyasha interessato.
-Che ne dite di una partita a…SOFTAIR!1-
-SOFTAIR?!- esclamarono tutti all’unisono.
-Sì, avete presente quella simulazione di guerra? Con le armi e i costumi? Potremmo dividerci in squadre e noleggiare un posto per poter giocare!-
-Sì certo, e dove la troviamo l’attrezzatura? Nessuno di noi credo l’abbia e comprarla costa tantissimo!- dichiarò Rin.
-Beh, io avrei la soluzione…- intervenne Kanna sorridendo. –Mio padre praticava questo gioco con i suoi amici e credo proprio che potrà rimediare materiale sufficiente per tutti noi!-
-Davvero?!-
-Certo, lasciatemi fare qualche telefonata.- detto ciò prese il cellulare e cominciò a digitare sulla tastiera.
-Ok, ma dove possiamo andare? Di solito queste cose non si fanno nei boschi?- chiese Sesshomaru dubbioso.
-Potremmo farlo qui a scuola…- propose Shippo.
-Ragazzi, appoggio l’idea di questo gioco, ma non credo che voi possiate praticarlo qui e in ogni caso vi serve l’autorizzazione di un insegnante e della preside…- li informò il professore.
Tutto d’un tratto, dopo quel discorso, si sentì gli occhi di tutti gli alunni puntanti addosso.
-Potrebbe darci lei l’autorizzazione! E potrebbe convincere anche la preside!- suggerì Ayame.
-Ragazzi, non è possibile! Non potete durante le ore di lezione!-
-Allora facciamolo di sera! Sarebbe una gran figata!- continuò Inuyasha.
-Non credo che…-
-Per favore Prof! Solo così potrebbe decidere a chi spetta quella spada!- lo pregò Kagome sfoggiando il vecchio trucco degli occhi da cerbiatto.
-PER FAVORE!- la seguirono a ruota tutti gli altri.
-Cavolo, così mi toccherà vegliare su di voi anche la sera…-
-Ma così avrà l’opportunità di assistere ad un scontro elettrizzante e tutto per la sua bellissima spada!- esclamò Sesshomaru ammiccando.
- Eh va bene, tanto qui tutti fanno ciò che vogliono…- si arrese Totosai segretamente eccitato all’idea.
-EVVAI!-
-Non cantate vittoria così presto! Il padre di Kanna non ha ancora d…-
-Mio padre ha detto che ci presterà tutta l’attrezzatura!- comunicò la demone bianca interrompendolo.
-EVVAIII!-
-Sì, evvai, ma se la preside non darà il suo consenso, non possiamo fare nulla!- avvertì il Prof stroncando quel momento di felicità.
-Non si preoccupi…- disse poi Kanna inarcando un sopracciglio. –Mio padre è fiero che ci siano ancora ragazzi appassionati di questo gioco e penso che li aiuterà volentieri, magari offrendo un piccolo…incentivo alla scuola per questo avvenimento.-
-Beh, in questo caso, preparatevi ragazzi. La battaglia ha inizio!- li spronò il prof che già sentiva il profumo di un aumento di stipendio.
-Oh Kanna! Ti ho mai detto che adoro te e i tuoi soldi?!- la elogiò, a suo modo, Tsubaki.
-Perfetto!- gioì Sesshomaru. –Ora dobbiamo solo fare le squadre! Chi è con me?!-
-Eccomi Capitano! Sono pronta!- esclamò Rin facendo il saluto militare.
-Non si dimentichi di me!- aggiunse Jaken, posizionandosi di fronte a lui.
Sfortunatamente furono gli unici ad appoggiarlo.
-Chi è con me invece?!- chiese poi Inuyasha.
-Io!- risposero Kagome, Kagura, Tsubaki e un’altra decina di persone.
-Perfetto…- mormorò sarcastico il demone cane, spiazzato dal bene che volevano a UN MEZZO-DEMONE!
-Vi facciamo neri!- cercò di intimidirli Rin nonostante fossero in tre contro mezza classe.
-Credo sia più saggio sorteggiarle le squadre…- propose Totasai.
 
Le due rappresentanti si presero l’impegno di sorteggiare tutti i ragazzi fino a formare le due squadre definitive:
 
La squadra di Inuyasha chiamata “Non lo so” (si chiama proprio così) formata da Koga, Miroku, Sango, Kagome, Kanna, Ayame, Ayumi, Yura, Yuka e Tsubaki.
La squadra di Sesshomaru chiamata “AnaliBrutali” (Non fate domande) formata da Jaken, Rin, Shippo, Bankotsu, Kagura, Eri, Nazuna, Jakotsu e Kikyo.
-Aspettate un attimo!- esclamò Jaken interrompendo la presentazione. –Ma siamo dispari! La nostra squadra ha meno giocatori…-
-Io me ne andrei volentieri…- ammise Ayumi.
-Non è possibile!- rispose Inuyasha guardandola storto. –Dove lo troviamo un altro giocatore?-
-Io ne conosco uno.- affermo Rin annuendo.
-Bene! Sesshomaru, stanotte ci sarà la resa dei conti, buona fortuna!- augurò porgendogli la mano.
-Ci puoi giurare!- rispose lui stringendogliela.
-Maledetto Inuyasha, mezzo-demone, come osi affrontare il grande Sesshomaru?! Tsk, pensi davvero di potermi soffiare Tessaiga così facilmente, tu non hai idea di cosa sono capace, no non lo sai…- mormorò a denti stretti il demone cane.
-Em…Sesshomaru?!- lo chiamò Rin fissandolo allibita.
Si accorse solo in quel momento di essere ascoltato.
-Che c’è?-
-Stai parlando da solo!2-
-Non è vero.- ribatté Sesshomaru nonostante si stesse guardando attorno imbarazzato.
-Guarda che non è la prima volta! Ti ho beccato un sacco di volte borbottare da solo.-
-E con questo? Un uomo non può parlare tra sé e sé ogni tanto?-
Rin inarcò un sopracciglio e lo squadrò notevolmente preoccupata.
-E poi sarei io la pazza…-

Istituto Osuwari – 9.30 p.m.

L’istituto era completamente vuoto, nessun insegante, nessun alunno, nessuna luce. Solo il tenue chiarore della luna piena che fletteva sulle finestre dei corridoi illuminandoli appena, rendendo tutto ciò piuttosto tetro, ma a loro non importava, era indispensabile che la battaglia si svolgesse nell’oscurità, così da rendere più facile ogni nascondiglio.
La quarta C si trovava all’interno, le due squadre erano posizione in due aree opposte della scuola: La squadra “AnaliBrutali”, ovvero quella di Sesshomaru, si trovava nella zona ovest, mentre la squadra “non lo so” in quella est.
I loro vestiario era a dir poco perfetto: tute nere come la pece dotate di anfibi, guanti e pantaloni larghi, gilet tattico corazzato per attutire i colpi, elmetto sempre nero accessoriato con torcia e microfono per essere sempre in contatto con gli alleati, cintura multi uso: porta munizioni, coltellino (finto), pistole di scorta e ricetrasmittente. L’unica cosa che differenziava le due squadre, così da evitare che i giocatori si confondessero tra loro, era un piccolo distintivo attaccato al gilet, quello dei “AnaliBrutali” era blu e quello degli altri rosso. Per correttezza, poiché molti non avevano mai avuto modo di praticare questo gioco, tutti loro furono equipaggiati con le stesse armi, ovvero degli SMG3 neri con un tot di munizioni a testa.
 
-Bene soldati, stasera non tollererò nessuno scherzo, nessuna marachella, stasera noi siamo in guerra!- esordì Inuyasha camminando avanti e indietro fissando negli occhi i suoi sottoposti affiancati l’uno accanto all’altro. –Quella spada sarà nostra e daremo la vita per questo! La paura e il rimorso stanotte non dovranno esistere! Dobbiamo essere agguerriti e non avere pietà dei nostri nemici, bensì, dobbiamo giocare sostenerci a vicenda! AVETE CAPITO? SIETE PRONTI?!-
-SISSIGNORE!- esclamarono tutti in coro.
 
Sesshomaru fece posizionare i suoi compagni uno di fianco all’altro, e lui, dinnanzi a loro, li squadrò severamente per poi iniziare un grande e incoraggiante discorso:
-“ANALIBRUTALI! Oggi è il giorno tanto atteso, il giorno nostro! Perché oggi è oggi e domani sarà ieri, ma ieri è troppo tardi per rimandare a dopo domani quello che potevamo fare oggi, e fra un anno, ripenseremo a un anno fa, che poi sarebbe oggi! Oggi è il giorno in cui non esistono sconfitte, non esistono né umani né demoni, oggi esistono solo gli ANALI BRUTALI! DAI CAZZOOOO!*”-

(Citazione riadattata di Re Rolloden de: “Lo svarione degli anelli 3 volume 2”)

-Seeeeeee!- sbraitarono gli altri carichi di adrenalina sebbene non avessero capito una parola di quel che aveva detto.
-Rin, ripetimi il motivo per cui ho accettato di partecipare?- chiese poi Souten, sì, proprio l’amica Otaku di Rin.
-Perché ti ho promesso un manga gratis.- rispose lei.
-Ah già…-
-Souten!- la chiamò il Capitano. –Tutti noi ti ringraziamo per esserti offerta a questa nobile causa. Anche se non ti conosco, posso solo che stimarti!-
-La ringrazio Capitano, farò del mio meglio per far vincere questa squadra!-
-Allora, ragazzi, prepariamoci, la guerra sta per iniziare!-
 
Un fischio fastidioso fece eco in tutta la struttura catturando l’attenzione dei ragazzi.
-Buona sera soldati. Quest’oggi affronterete un sfida piuttosto inconsueta, ricordate bene le regole prestabilite: appena uno di voi verrà colpito in un punto vitale, in questo caso il petto, verrà considerato ucciso, così come la fronte o un punto qualsiasi in faccia. Lo scopo di questa battaglia è quella di recuperare la bandiera situata nella base del nemico e/o eliminare tutti i membri della squadra avversaria. Chi è stato “ucciso” non potrà ritornare in vita. Detto ciò vi auguro buona fortuna!-
Totosai fece il suo discorso attraverso gli auto parlanti posizionati in varie zone dell’istituto ma che raramente venivano utilizzati.
-Io osserverò le vostre mosse dalla presidenza, servendomi delle telecamere situate in tutti i corridoi e nei laboratori.-
-Cosa? Abbiamo anche le telecamere?! Da quando?- domando Souten presa sotto gamba.
-Nemmeno io le ho mai notate…-ammise Jaken. –Forse le attivano solo di notte…beh, almeno si spera!.-
-E ora, ragazzi, diamo inizio allo scontro, VIA!-
 
I due schieramenti prima di addentrarsi nei corridoi bui si concessero un momento per organizzarsi ulteriormenti.
-Tsubaki, Koga, Ayame, voi dividetevi come preferite e controllate per bene questo piano, che sarebbe il primo, per poi passare al secondo e al terzo.- ordinò Inuyasha gesticolando come se stesse dando indicazioni stradali. –Siate cauti e non appena vedete un nemico, sparate. Cercate inoltre di trovare la base degli “Analiqualcosa”, ok? –
-Sissignore!-
-Mentre voi altri, Yura, Ayumi, Kanna, proteggete la base, Yuka, Sango e Miroku, vi consigli di cercare un spiazzo dove potervi nascondere e così adottare l’effetto a sorpresa. Kagome, tu invece coprimi le spalle, noi cercheremo Sesshomaru.-
-Signor sì!-
-Perfetto, andiamo!-
 
Anche nella squadra di Sesshomaru furono date delle indicazioni:
-Kagura, Bankotsu e Jakotsu, voi perlustrate tutta la zona, io e Jaken cercheremo la base e ovviamente Inuyasha.- fece il Capitano.
-Sissignore!-
-Comincia la guerra!-
 
Inizialmente, non tutti i giocatori sembravano molto entusiasti di questa battaglia, difatti alcuni di loro non riuscirono subito a entrare nello spirito di “Softair”. Prima di tutti Kagura che, affiancata a Bankotsu e Jakotsu, cominciò a mandare messaggi con il telefonino. Si fermò per qualche minuto, a leggere i dolci messaggi che il suo uscente le stava scrivendo e, non appena questa alzò lo sguardo per parlare ai compagni, notò che questi erano spariti.
-Merda!- esclamò sistemando il cellulare nella tasca interna del gilet. –Forse è meglio cercare gli altri.-
Detto ciò impugnò saldamente il suo SMG e avanzò verso le scale a passi felpati.
Eppure lei non fu l’unica a distrarsi, Koga, accompagnato da Tsubaki, posò la sua arma sotto l’ascella e, rovistando nel suo zaino, portato da casa per le emergenze, estrasse un grosso panino farcito.
-Cosa cazzo fai?- lo riprese la compagna.
-Mi è venuta fame! Non posso dare tutto me stesso a stomaco vuoto!- rispose cominciando ad addentarlo selvaggiamente.
-Abbassa la voce, idiota!- sussurrò lei dandogli un pugno sulla spalla. –Se ci sentono e ci attaccano non potremmo difenderci perché tu stai facendo lo spuntino!-
Un fischio metallico giunse improvvisamente alle loro orecchie facendoli sussultare, a Tsubaki sfuggì persino uno sparo che fece ancor più spaventare il compagno.
-Avviso a tutti i soldati: NON E’ SAGGIO DISTRARSI DURANTE LA GUERRA, POTREBBE ESSERE FATALE!-
-Ma che cavolo…- borbottò il demone lupo.
-NEMMENO PER UNO SPUNTINO!- avvisò Totosai in tono di rimprovero.
-Come fa a saperlo?- chiese Koga in un mormorio.
-Telecamere, sono ovunque.- rispose Tsubaki, guardandosi ripetutamente le spalle.
-Merda…-
-Butta via quel coso!- gli ordinò.
Il demone lupo non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver gettato il panino in un cestino vuoto, seguì la compagna nella più completa oscurità.
 
Kikyo scelse un piccolo armadietto appoggiato alla parete di un corridoio del secondo piano come nascondiglio. Non era di certo il più sicuro e il più tattico, ma forse, la banalità della scelta poteva ingannare gli avversari, che avrebbero potuto ritenerlo “troppo stupido” perché qualcuno lo utilizzasse.
D'altronde lei prima di quella mattina non aveva mai sentito parlare di “SoftAir” e non avrebbe mai nemmeno immaginato che  certe persone si divertissero sparandosi a vicenda simulando la guerra, di conseguenza, sapeva che non sarebbe stata di grande aiuto per la sua squadra. Così decise di fare ciò che ritenne più giusto, ovvero, nascondersi aspettando che fosse la preda a venire da lei e, forse, se fosse riuscita a maneggiare correttamente quell’aggeggio, sarebbe pure riuscita a colpirla.
Quell’armadio era piuttosto stretto e le impediva qualsiasi movimento, le gambe cominciarono a farsi pesanti e sentì il sudore colarle da sotto la tuta. Avrebbe tanto voluto uscire, dirigersi in bagno e rinfrescarsi un po’, ma qualcosa glielo impediva, forse il suo orgoglio, la sua determinazione nel arrivare alla vittoria, oppure il fatto che era incastrata in quello scatolotto di metallo. Ad ogni modo, cominciò a ricredersi sulla sua decisione, nonostante fosse convinta che avrebbe dato i suoi frutti.
I suoi pensieri, furono improvvisamente interrotti da un rumore di passi avvicinarsi, erano lenti e regolari, probabilmente la persona stava cercando di rimanere più silenzioso possibile, eppure, in una scuola completamente vuota, di sera, era assai difficile.
Appena li sentì a pochi metri, non perse tempo, si agitò velocemente recuperando i movimenti per poi, con una scatto felino, aprire le ante e posizionarsi dinnanzi al nemico con il fucile puntato.
-AH!- esclamò cercando di premere il grilletto che non riusciva a individuare.
L’avversario fece lo stesso senza emettere un fiato, chi dei due avrebbe avuto la meglio?
-Kikyo?!- domando poi l’altro abbassando il fucile.
La ragazza assottigliò lo sguardo e notò, illuminato dalla luce flebile della luna, il volto di Eri.
-Sei tu!- sussurrò poi abbassando anch’essa l’arma. –Scusa, pensavo fossi un nemico.-
-Anche io. Eri nascosta nell’armadio?-
-Sì…-
-Geniale! Ascolta, ti va di venire con me, ho paura ad aggirarmi nei corridoi da sola…- la pregò Eri tremando come una foglia.
-Ottima idea!- rispose Kikyo lasciandosi scappare un piccolo urletto. –Così ci sosterremo a vicenda!-
 
Dopo aver esplorato l’intero piano, Koga e Tsubaki si ritrovarono nel corridoio in cui erano situata la loro classe.
-Al primo piano c’è solo la nostra squadra. Forse è meglio salire.- propose la ragazza poggiando la schiena dolorante al muro.
Koga si avviò verso le scale puntando velocemente l’SMG pronto a sparare nel caso qualcuno spuntasse all’improvviso. Con il mirino, osservò attentamente le due scalinate, quelle che portavano al secondo piano e quelle che conducevano alla palestra ed in quel momento  gli venne un’ idea.
-Tsubaki, vieni!- la chiamò in un sussurro.
Lei si avvicinò più velocemente possibile tenendo l’arma ben salda di fronte al torace.
-Guarda, queste scale conducono alla palestra, forse qualcuno si è nascosto lì.-
-Andiamo a controllare.-
I due cominciarono a scendere tenendosi ben all’erta, per poi ritrovarsi nella completa oscurità; non essendoci alcune finestre furono obbligati ad accendere le torce applicate sugli elmetti. Due fasci di luce illuminarono l’ampio atrio e così potettero notare una porta rossa d’emergenza sulla destra, un sottoscala colmo di sedie rotte, banchi rovinati e computer guasti e, dinnanzi a loro, una porta verde che conduceva agli spogliatoi e alla palestra.
Si avvicinarono ad essa spingendo il maniglione ma, sfortunatamente, non si aprì.
-E’ chiusa.- confermò Tsubaki.
-A quanto pare la palestra è l’unico posto non accessibile.- commentò Koga.
-Strano, forse hanno lasciato aperta la porta del tetto al suo posto.-
-Allora risaliamo…-
-Aspetta, prima controlliamo il sottoscala.-
Si diressero verso quest’ultimo assicurandosi che nessuno fosse nascosto per fare loro un’imboscata.
-Pulito.- affermò Tsubaki.
-Ok, torniamo ind…-
In quel momento, sentirono delle voci sulle scale, qualcuno si stava dirigendo verso di loro.
-Nascondiamoci qui!- bisbigliò Tsubaki tirando il compagno per la manica.
Si sistemarono dietro un banco rovesciato chinandosi, tenendo le armi al di sopra pronti a difendersi nel caso scoprissero il loro nascondiglio e poi si assicurarono di spegnere le torce.
Udirono una moltitudine di passi dirigersi verso il portone della palestra poi delle voci.
-E’ chiusa.- commentò una ragazza.
-Avvisa gli altri.- disse un’altra.
Tsubaki non riuscì a comprendere di chi fossero le voci così, sperando con tutto il cuore che fossero suoi alleati, si alzò sporgendosi leggermente.
-Cosa fai?- sussurrò il compagno allarmato.
-Shh!- fece lei.
Vide chiaramente tre individui aggirarsi per l’atrio, ma non riuscì a distinguere i distintivi posti sulle loro giacche, così decise di tendere ancor più il collo esponendosi maggiormente.
-Sono della squadra di Sesshomaru.- commentò a bassa voce intravedendo delle spille blu elettrico.
Un rumore sinistro spezzò quel silenzio tombale attirando i ragazzi, Tsubaki aveva involontariamente pestato un pezzo di legno appartenete a una sedia rotta.
Prima che potesse realizzare ciò, sentì degli spari colpire un tavolo non poco lontano dal loro nascondiglio e meccanicamente si ritirò appoggiandosi alla parete.
Il cuore cominciò a battergli forte nel petto, tanto che cominciò a preoccuparsi che potessero sentirlo e il fiato diventò sempre più affannoso ma cercò di controllarlo con tutte le sue forze.
-C’è qualcuno?- chiese uno degli avversari.
-Non lo so, andiamo a vedere.-
“Cazzo siamo spacciati!” pensò.
Senza attendere un secondo di più fece segno al compagno di prepararsi ed entrambi tesero l’arma assottigliando lo sguardo.
Le tremavano le ginocchia, che quasi perse l’equilibrio; era una sfida, chi avesse avuto più riflessi sarebbe sopravvissuto.
-Qui Capitano a gruppo 2, qui Capitano a gruppo 2, dirigetevi al secondo piano! Passo.-
Una voce elettronica, che sembrava provenire dalla ricetrasmittente interruppe l’avanzamento dei nemici.
-Torniamo indietro.-
L’ultima cosa che udirono furono i passi fulminei dei compagni salire la scalinata.
-Ci è andata bene!- esclamò Koga tirando un respiro di sollievo.
-Seguiamoli.- ordinò la ragazza, che senza perdere tempo cominciò a pedinarli, seguita da Koga.
Appena giunsero al primo piano Tsubaki poté scorgere i suoi avversari correre verso le scale che portavano  al piano successivo.
Senza esitazioni cominciò a sparare, mancandole ma attirando così la loro attenzione.
-CAZZO!- urlò una ragazza che riconobbe come Kagura, accompagnata da Kikyo e Eri.
Lei ricambiò i colpi ma i due si accasciarono a terra evitandoli e non appena questi ebbero il tempo di rialzarsi, le ragazze sparirono.
Tsubaki fece per inseguirla ma il demone lupo la fermò.
-Aspetta, loro vogliono che le seguiamo. Lasciamole perdere per un attimo e cambiamo strada.-
-Hai ragione, non staremo sicuramente ai loro giochi!-
 
Sango aprì leggermente la porta del ripostiglio situato nell’ala est del secondo piano.
-Meno male che la squadra di Sesshomaru non ci ha scoperti.- sussurrò al compagno dietro di lei.
-Rimaniamo qui più a lungo possibile.- suggerì Miroku facendosi spazio tra i vari scopettoni.
-Lasciami controllare che non ci sia nessuno.-
Scostò ulteriormente la porticina avvicinando un occhio per poter scorgere meglio il corridoio ma, prima che potesse controllare tutta la zona, il suo piede scivolò su uno strofinaccio e fu in procinto di cadere facendosi così scoprire.
Qualcuno le impedì di sbattere il viso contro la porta; Miroku, la prese saldamente in vita tirandola verso di se e i due, improvvisamente, si ritrovarono a pochi centimetri l’uno dall’altra.
Il ragazzo, nonostante fosse buio pesto, riuscì a vedere il rossore dipinto sulle guance della compagna che, dopo pochi secondi, si scostò nascondendosi con le mani.
-G-grazie…- balbettò poi sorridendo.
-Stai attenta Sango, non vorrei mai che tu ti facessi male.- rispose lui carezzandole una guancia setosa.
 
Bankotsu e Jakotsu stavano sorvegliando il secondo piano, ed erano appena giunti nell’ala est.
-Sono felice che siamo in squadra insieme, lo sai Jakotsu?-  ammise Bankotsu percorrendo il corridoio con molta tranquillità.
L’amica si guardò spesso alle spalle puntando e ripuntando l’SMG contro il nulla, a differenza sua, lei era molto nervosa. (ricordate che Jakotsu nonostante sia un uomo, preferisce essere chiamata e descritta al femminile.)
-Anche io ne sono felice…- riuscì comunque a rispondere, lusingata da quelle parole.
-Sai, ho sempre pensato che noi fossimo un ottimo duo!-
Dopo quelle dolci parole, smise immediatamente agitarsi qua e là per posare gli occhi su di lui.
-D-davvero?-
-Sono serissimo!- esclamò l’amico non accorgendosi di stare aumentando troppo il volume della voce.
Jakotsu si sentì cingere alle spalle e arrossì violentemente, Bankotsu, nonostante sapesse della sua omosessualità, era sempre pronto ad abbracciarlo, senza esserne intimorito, eppure lei, ogni volta che la sfiorava, moriva di vergogna e il cuore gli esplodeva in petto.
Forse quel momento, anche se del tutto inconsueto, sarebbe stato perfetto per confessare i suoi sentimenti, in fondo, era da moltissimo tempo che non rimanevano soli insieme.
-Sai, ora che ci penso è da mesi che noi due non possiamo un po’ di tempo insieme, da soli intendo.- ammise lui, come se gli avesse letto nel pensiero.
-Già, hai ragione, ma ora siamo soli…-
-Sì, stupendo guarda…- fece sarcastico l’amico. –Obbligati a guardarci le spalle, parlare a bassa voce e sparare a vista.-
-Meglio di nulla.-
-Quando tutto questo sarà finito, ti va un giorno di uscire come ai vecchi tempi?- chiese tutto d’un tratto Bankotsu.
Le si mozzò il fiato in gola e l’arma le stava quasi cadendo dalle mani, non era mai stata così felice in vita sua, finalmente Bankotsu glielo aveva chiesto, forse il loro rapporto sarebbe tornato come quello di un tempo, anche se lei, nel profondo, ambiva ad altro.
“Sì, è il momento giusto!” si disse Jakotsu stringendo i pugni.
-Bankotsu io…-
-Shh!- la interruppe l’amico posandogli una mano sulla bocca. –Sta arrivando qualcuno!-
Senza lasciarla finire, la prese per mano e la trascinò in un’aula chiedendo la porta.
Anche questa era leggermente illuminata dalla luce opaca dei lampioni per strada, così i due potettero distinguere i vari oggetti senza troppi problemi.
I banchi erano perfettamente allineati uno dietro l’altro, il pavimento pulito e lucido, qualche cartellone appeso alle pareti con le scritte oscurate dalla penombra e infine un armadio a due ante.
-Nascondiamoci nell’armadio!- suggerì il ragazzo trascinando la compagna.
Senza indugiare oltre, lo aprirono notando inoltre, con piacere, che fosse completamente vuoto e così,  vi si infilarono chiedendo leggermente le ante.
I passi dell’individuo si avvicinarono e, dopo pochi secondi, la porta si aprì scricchiolando.
Il respiro dei due cominciò a farsi affannoso, l’ansia pervase i loro corpi stanchi e Jakotsu, non appena sentì un rumore improvviso scattò prendendo per mano il compagno.
Solo quando quest’ultimo si voltò a fissare le loro mani unite, si accorse del gesto incosciente e lasciò immediatamente la presa arrossendo ancor più.
Dopo qualche minuto di pura suspance, potettero finalmente udire la porta chiudersi, segno che il nemico se ne fosse andato.
-Via libera!- dichiarò il ragazzo uscendo dal nascondiglio.
Appena Jakotsu mise piede fuori dall’armadio una sensazione strana, quasi agghiacciante le fece gelare il sangue nelle vene.
-B-Bankotsu…- balbettò cominciando a tremare senza conoscerne il vero motivo.
L’amico, ammutolito preparò l’arma e cominciò a sparare alla cieca.
Non appena questo terminò la folle sparatoria, la compagna fu in procinto di rimproverarlo data la sua incoscienza, ma, prima che potesse dire alcun che, degli abbaglianti occhi smeraldo cominciarono a fissarlo e una risatina sadica echeggiò in tutta la stanza.
-JAKOTSU SCAPPA!- ordinò Bankotsu prima che un proiettile lo colpisse al petto.
Questo si accasciò a terra lanciando un urlo straziante, l’amica, vedendo quella orribile scena, fece cadere l’arma prostrandosi al suo cospetto per poi trascinarlo con tutte le sue forza fuori dall’aula.
-Resisti Bankotsu! Adesso chiamo i soccorsi! Resisti!-
Non fece nemmeno caso al nemico che osservava la scena pregustando la vittoria.
-Qui squadra 2 a squadra 1! Capitano! Ci servono rinforzi! UOMO A TERRA, RIPETO UOMO A TERRA!- sbraitò lei al microfono singhiozzando.
Le lacrime le rigarono violentemente il volto e la vista cominciò ad appannarsi. Poggiò delicatamente a sedere il compagno ferito sul freddo muro del corridoio, carezzandogli in viso senza smettere di piangere.
-Ja…Jakotsu…- mormorò lui ad occhi socchiusi prima di cominciare a tossire.
-N-non parlare Bankotsu…andrà tutto bene vedrai!-
La ricetrasmittente si attivò e qualcuno le rispose.
-Qui Capitano, dove siete  squadra 2?-
-Noi…siamo…secondo piano…- rispose lei in un sussurro, rendendosi conto che la sua fine era ormai vicina.
Alzò lo sguardo e dinnanzi a lei, in piedi, Ayame le stava puntando il fucile in piena fronte.
 
-Non abbiamo capito, ripeti Jakotsu!- insistette Sesshomaru.
-Cosa sta succedendo?- chiese Jaken dopo aver perlustrato ogni angolo della prima C.
-Credo che Bankotsu sia stato colpito, ma non capisco cosa stia accadendo…-
In quel momento si sentì una terza voce, i due avvicinarono l’orecchio all’oggetto e ascoltarono attentamente.
-E’ finita anche per te Jakotsu, mi dispiace.-
-A-ayame…- mormorò Jakotsu.
E poi, uno sparo.
-JAKOTSU, JAKOTSU!- urlarono entrambi, ma dall’altra parte non ci fu alcuna risposta.
-Ayame!- sussurrò il demone cane a denti stretti. –Jaken, avvisa gli altri, questa ragazza può essere un problema!-
 
Ed è qui che la battaglia si accese, diventando sempre più cruenta e senza esclusione di colpi, eppure, da qualche parte nell’istituto, qualcuno non aveva ancora avuto modo di farsi valere.
-Perché proprio noi dobbiamo fare da guardia alla bandiera?!- domandò Rin scocciata.
-Non ne ho idea, l’ha deciso Sesshomaru.- rispose Souten stesa supina di fianco alla compagna.
Entrambe erano sdraiate a terra sotto una fila di banchi con le armi puntate verso la porta. Queste avevano l’incarico di sparare a chiunque osasse mettere piede in quell’aula.
-Siamo sdraiate qui da un sacco di tempo, secondo me ci hanno affidato questo compito perché ci reputano scarse.-
-Non essere così pessimista. Cosa te lo fa credere?-
-Forse perché ci hanno messo insieme a quella?!- esclamò la compagna indicando Nazuna seduta per terra  a pochi metri da loro.
La ragazza era del tutto indaffarata a mandare messaggi al cellulare sghignazzando divertita.
-Nazuna, che stai facendo?- chiese Souten inarcando un sopracciglio stizzita.
-Sto mandando dei messaggini ad un ragazzo che ho conosciuto su Facebook!- rispose lei sorridendo allegramente.
-Non è questo il momento per scrivere smancerie al tuo bello! Dammi qua!- la rimproverò Rin strappandole il telefono dalle mani.
-Ma…-
-Jaken ci ha avvertiti di Ayame! Quella ha appena steso due dei nostri, dobbiamo essere pronte nel caso si avvicinino alla base!- informò Souten determinata.
-o-ok…- balbettò Nazuna riparandosi sotto un banco.
-Il nostro incarico è molto impegnativo, non dobbiamo sottovalutarlo!-
 
Kagura, Eri e Kikyo, scesero le scale a piccoli passi, ritrovandosi nell’ala ovest al primo piano.
-Credo che in questo piano potremmo trovare la base dei “non lo so”- ipotizzò Kikyo camminando silenziosamente nel corridoio.
-Dobbiamo rimanere all’erta, potrebbero colpirci da un momento all’altro.- avvisò Eri puntando il fucile in varie zone casuali.
Le loro ricetrasmittenti si attivarono di colpo facendole sussultare.
-Capitano a squadra 3, uno di voi ci raggiunga al terzo piano, ripeto al terzo piano, ala ovest.-
Le tre si immobilizzarono di colpo lanciandosi occhiate interrogative.
-Chi si offre?- chiese poi Kikyo, per nulla intenzionata ad aggirarsi tutta sola per l’istituto.
-Vado io!- rispose Kagura senza alcuna esitazione.
-Sei sicura? Potrebbe essere pericoloso!- l’avvertì Eri preoccupata per la sua sorte.
-Sì, voi piuttosto cercate un riparo.- disse infine la compagna prima di fare dietrofront verso le scale.
-Buona fortuna!- esclamò Kikyo alzando il pollice.
Le due ragazze rimaste continuarono il loro giro di perlustrazione, controllarono in varie classi seppur tutte  quante parevano vuote, eppure quella calma così anormale, fece venire loro il magone, aumentando la tensione.
Eri avanzò di qualche passo, intenzionata a svoltare l’angolo, ma qualcosa la fermò: dei passi sottili si stavano dirigendo verso di loro, erano veloci, poiché lì sentì sempre più chiaramente.
-Nascondiamoci!- ordinò per poi avviarsi vero i bagni pubblici. –Io vado nel bagno delle ragazze, tu scegli un altro nascondiglio.-
Kikyo ubbidì e dopo qualche secondo di ispezione scelse di addentrarsi nel laboratorio di informatica, corse velocemente verso le postazioni più lontane dalla porta e si posizionò sotto di essi.
Eri, nei bagni delle ragazze, lasciò la porta semichiusa così da poter controllare i movimenti dell’anonimo individuo.
Una figura sbucò da dietro l’angolo e puntò l’SMG in varie direzioni, compresa la porta dove lei era nascosta, in quella frazione di secondo le sembrò quasi che il cuore ebbe smesso di battere ma, non appena il mirino cambiò bersaglio, deglutì ringraziando il cielo.
Nonostante ciò, nessuno di loro era al sicuro, Eri assottigliò lo sguardo riconoscendo l’individuo:  Ayame.
Jaken aveva informato tutti loro della sua bravura e determinazione facendola così agitare ancor più, ma nel momento in cui questa fu in procinto di aprire la porta del laboratorio di informatica, nascondiglio della sua compagna, qualcosa in Eri scattò e, liberando la mente da ogni tipo di pensiero, spalancò la porta del bagno per poi mirare alla schiena dell’avversaria.
Il suo indice era ben saldo sul grilletto ma, non appena fece per premerlo, l’ansia le giocò un brutto scherzo immobilizzandole la mano. Sarebbe bastato un secondo per eliminare quella spietata nemica eppure, quell’errore le costò la vita: Ayame, con uno scatto felino, puntò il fucile verso di lei e, senza un minimo di pietà, premette il grilletto.
Kikyo, bloccata tra i tavoli, udì chiaramente i passi dell’avversario avvicinarsi, seguiti dal rumore di una porta aperta, uno sparo ed infine l’urlo agonizzante di Eri.
Anche la sua compagna fu tragicamente colpita e forse, la prossima sarebbe stata lei.
Avrebbe voluto scappare, sfuggire dalle grinfie del nemico, ma il suo raziocinio la obbligò a rimanere immobile ricordandole che se avesse osato fare un passo falso sarebbe stata la fine. Si portò una mano alla bocca cercando di coprire i singhiozzi dovuti all’ansia e pregò con tutta se stessa di non essere scoperta.
Dopo qualche secondo, sentì i passi dell’altro allontanarsi e, non appena ritornò il completo silenzio, prese la ricetrasmittente e chiamò aiuto: -Squadra 3 a tutte le unità, soldato ferito! Ripeto soldato ferito! Mi trovo al prima piano, zona ovest, laboratorio di informatica, per favore, necessito di rinforzi!-
Aspettò diversi minuti chiedendosi se qualcuno avesse ascoltato il messaggio, dopo di che, decise di uscire allo scoperto, continuando la sua battaglia con le sue sole forze.
“Anche se non sono esperta, posso cavarmela da sola!” pensò dirigendosi verso l’uscita ma, in quel preciso momento, la porta si spalancò e Kikyo urlò a pieni polmoni, sicura che per lei fosse finita.
-Kikyo calmati!- esclamò l’individuo avvicinandosi a lei con cautela. –Sono io, Souten!-
-S-Souten? L’amica di Rin?-
-Certo, sono venuta io in tuo soccorso…-
-Kami! Grazie!- singhiozzò Kikyo per poi abbracciarla scoppiando a piangere.
Le due uscirono velocemente dal laboratorio, continuando a pattugliare il piano ma, non appena queste furono nel corridoio successivo, Souten notò due figure avanzare nella loro direzione.
-Sta arrivando qualcuno!- avvertì. –Nascondiamoci in quest’aula!-
Scivolarono della classe 4B, nascondendosi dietro la cattedra in attesa che questi se ne andassero.
-E’ inutile che vi nascondete- disse una voce in corridoio. –Lo sappiamo che siete nascoste! Uscite fuori!-
-E adesso cosa facciamo?- chiese Kikyo in preda ad un crisi di nervi.
Souten si guardò attorno allarmata e poi le venne un idea: -Fa quello che faccio io.-
 
Tsubaki e Koga avevano ben notato le loro due avversarie correre all’interno dell’aula, ma invece di dirigersi subito all’attacco preferirono prendersela comoda, godendosi l’odore della paura.
-Andiamo!- esclamò poi Tsbuaki scattando in direzione della classe.
Improvvisamente la porta si spalancò e Tsubaki si arrestò cominciando a sparare, seguita da Koga; i proiettili però rimbalzarono sui banchi di scuola: le loro avversarie si stavano facendo scudo con essi.
Quando Kikyo e Souten, poggiarono i banchi rovesciati, Koga fece per avvicinarsi ma un proiettile lo sfiorò.
-Sta attento!- lo avvertì Tsubaki. –Se ci avviciniamo troppo quelle ci sparano!-
-E come facciamo?-
-Rimaniamo distanti, vedrai che riusciremo comunque a beccarle!-
 
-Squadra 4 a Capitano, squadra 4 a capitano! Occorrono rinforzi!- avvisò Rin con il respiro sempre più affannoso.
-Perché Souten ci ha lasciate sole?- chiese poi Nazuna piuttosto preoccupata.
-Si è offerta per andare ad aiutare Kikyo, a quanto pare quelli dell’altra squadra ci stanno eliminando uno per volta!- rispose lei tremando di paura.
-E adesso cosa facciamo?-
Rin, uscì dal nascondiglio e si diresse verso l’uscita: -Nazuna tu rimani qua, io esco a controllare la zona. Mi raccomando, appena vedi il nemico spara!-
-Certo!-
 
-Rin ha bisogno di aiuto.- informò Sesshomaru dopo aver ricevuto la richiesta di soccorso.
-Le cose si stanno mettendo male…- commentò Kagura digrignando i denti.
-Vado io!- se ne uscì poi Jaken.
-Sei proprio sicuro?- fece Sesshomaru guardandolo dritto negli occhi.
-Sì, non posso abbandonarla!- rispose con sicurezza.
Il demone cane si chinò e gli mise un mano sulla spalla.
-Buona fortuna amico, contiamo su di te.-
-Grazie!- esclamò il demone kappa con fierezza per poi dirigersi nella zona opposta del terzo piano.
 
Rin uscì dall’aula spostando lo sguardo a destra e a sinistra: via libera.
Si chiese se fosse stato saggio lasciare Nazuna da sola a sorvegliare la bandiera, eppure se un nemico l’avesse vista, avrebbe potuto distrarlo dal cercare la base, offrendosi così come esca.
Tese il fucile dinnanzi a sé camminando nell’oscurità senza una meta precisa e, appena svoltò l’angolo, un proiettile colpi la sua arma facendola cadere a terra. Davanti ai suoi occhi increduli, Yuka, un soldato della squadra nemica, teneva l’SMG puntato su di lei, determinata più che mai a premere il grilletto.
Le gambe di Rin cedettero per la paura, facendola scivolare a terra, lo sguardò non volle scostarsi dalla figura e, raccogliendo tutte le forze si trascinò all’indietro, sperando in un miracolo.
Vide chiaramente Yuka prendere la mira e istintivamente chiuse gli occhi, attendendo con ansia la sua fine.
“Mi dispiace Nazuna” si disse, in preda alle lacrime.
Udì una serie di spari, nessuno di questi la colpì, l’aveva mancata?
Aprì delicatamente gli occhi e quello che vide non fu affatto piacevole: Jaken, steso a terra, aveva incassato il colpo al posto suo, mentre Yuka, ferita ad un braccio, stava scappando dalla parte opposta in cerca di un riparo.
-JAKEN!- urlò lei accasciandosi ai piedi del compagno. –Perché?! Perché l’hai fatto?!-
Le lacrime cominciarono a rigarle il viso inesorabili, aveva chiesto soccorso, ma di certo non voleva che qualcuno la difendesse a costo della vita.
-R-rin…- rantolò il piccolo demone ormai allo stremo.
-Jaken no! Ti prego non morire! Ti prego!-
Il demone utilizzò le ultime sue forze per carezzare una guancia dell’amica e sussurrare con un sorriso stampato in volto: -Non potevo non farlo…tu…sei la mia sorellina…-
-Jaken…- mormorò lei abbandonandosi ad un pianto disperato.
-Ti…voglio…bene…- farfugliò prima di esalare l’ultimo respiro.
-NOOOOOOOOOOO!-
In quel momento Sesshomaru e Kagura accorsero attirati dagli spari.
-Kami! Jaken!- urlò il demone cane inginocchiandosi.
-Per me…- singhiozzò la compagna. –Si è sacrificato per me!-
-Sesshomaru dobbiamo fare qualcosa!- esclamò Kagura sempre più spaventata. –Oramai siamo rimasti in pochi e la squadra avversaria ha ancora tutti i giocatori!-
-Lo so benissimo!- sbraitò lui. –Rin, alzati, devi tornare alla base.-
-No!-
Sesshomaru cercò di alzarla ma lei cominciò a dimenarsi urlando di dolore.
-Non voglio più combattere! Sparatemi! SPARATEMI!-
-SMETTILA!- tuonò il compagno zittendola. –Non risolverai nulla facendo così! Devi continuare a lottare! Fallo per Jaken o il suo sacrifico sarà stato invano!-
La ragazza smise immediatamente di piangere e si lasciò aiutare, per poi guardare il demone dritto negli occhi.
-Dobbiamo vendicarci! Dobbiamo farlo per i nostri compagni!- disse poi esternando tutta la rabbia che aveva in corpo.
-Che cosa facciamo Sesshomaru?- domandò successivamente Kagura.
Lui, in risposta, portò una mano sull’elmo, vicino al microfono.
-E’ ora che entri in gioco L’ARMA SEGRETA.-
Note: 1- Softiar è un gioco possiamo definirlo di ruolo, che esiste davvero e consiste in una simulazione di guerra, con il vestiario e le armi tipiche dei soldati, ovviamente finte. I proiettili sono fatti solitamente di plastica dura, ma posso assicurarvi che fanno male. Vi sono moltissime modalità di gioco e io scelto una delle tante. Vorrei inoltre precisare che tutti i diritti del gioco sono riservati e non è affatto di mia invenzione!
2- Avete mai notato che nell'amine di Inuyasha Sesshomaru a volte blatera da solo? Io sì, andatevi a guardare la puntata in cui incontra per la prima volta Rin!
3- Eccovi una foto di un classico SMG di Softair: http://www.anticaportadeltitano.com/images/206t.jpg

Eccoci alla fine, ovviamente il prossimo capitolo sarà dedicato alla seconda e ultima parte della battaglia, chissà chi vincera?
Voi che squadra tifate? Gli "AnaliBrutali" o i "Non lo so"?
Fatemelo sapere con un commentino!
Ps. Perdonate la piantina fatta a caso della scuola, ovviamente non sono una geometra o un'architetta e di conseguenza ho descritto tutto alla cieca.
Alla prossima,
Gino94

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Capitolo 24
*** Tessaiga: la vittoria ***


Eccomi finalmente! Scusate per il ritardo, ma avendo iniziato a lavorare non ho più così tanto tempo, quindi, vi avviso subito che ci impiegherò un po' di più, d'ora in avanti, a pubblicare capitoli, ma non preoccupatevi, cercherò di non farvi aspettare troppo! Bene, detto ciò, siamo arrivati all'ultima parte della battaglia. Chi vincerà? Chi otterrà Tessaiga? Lo scoprirete solo leggendo!



TESSAIGA: LA VITTORIA




Istituto Osuwari – 10.30 p.m.

 
Nascoste dietro i freddi banchi di scuola, Kikyo e Souten formarono una vera propria trincea: i nemici sparavano senza pietà a qualche metro di distanza evitando così di farsi colpire facilmente e loro, con estrema tempestività, sporgevano leggermente i loro fucili sperando di riuscire a centrarli.
-Se continuiamo così non ce la faremo mai!- esclamò Kikyo incassando le piccole spinte del tavolo ogni  qual volta questo veniva colpito.
Souten si prese qualche secondo per pensare senza però trovare alcuna soluzione. Se avessero osato alzarsi e sparare alla cieca le avrebbero sicuramente colpite, però non potevano nemmeno rimanere in quelle posizioni per sempre e sicuramente i loro nemici non era intenzionati ad avvicinarsi.
-Chiamiamo i rinforzi?- chiese poi Kikyo, destandola dalle sue riflessioni.
-No.- rispose lei a denti stretti. –A questi due ci pensiamo noi, non li lascerò scappare!-
 
Koga teneva il fucile puntato sulle ragazze, premeva il grilletto in continuazione ma i proiettili riuscivano solo a colpire i banchi o i muri. Nonostante queste si esponessero in continuazione, erano così veloci nello sparare e poi ritrarsi, che non aveva nemmeno il tempo di mirare e colpire almeno i loro elmi o le armi. Cominciò così a pensare di dover cambiare strategia mirando a qualcosa di più subdolo appena si fosse presentata l’occasione.
-Tsubaki!- nel momento in cui questo voltò lo sguardo per parlare con la propria compagna la vide indietreggiare e posare il suo SMG sotto i piedi.
-Che cazzo stai facendo?!- le chiese tornando immediatamente in guardia.
-Lasciami fare…- rispose semplicemente Tsubaki senza dargli alcuna informazione.
-Ma…-
Improvvisamente sentì delle strane parole uscire dalla bocca dell’amica e notò che questa stava agitando freneticamente le braccia con lo sguardo fisso sulle due avversarie.
 
Souten lasciò partire un paio di proiettili verso Koga ma lui si mosse velocemente, quasi come se si fosse teletrasportato. Successivamente si mise al riparo, ricaricò l’arma e appena fece per ritornare all’attacco le sue gambe e le sue braccia non risposero ai comandi. Era bloccata, come se qualcuno o qualcosa la stesse trattenendo, il resto del corpo era in funzione ma gli arti che le servivano maggiormente in quel momento non se la sentirono di muoversi.
-Che succede? Non riesco a muovermi!- bisbigliò lei in panico.
Che fosse una reazione allo stress?
-Tsbuaki!- ringhiò l’altra compagna anch’essa immobilizzata. –Ci ha lanciato una maledizione!-
-Cosa?!- esclamò la demone. –Che cosa vuol dire? Può fare una cosa del genere?-
-Devi sapere che Tsubaki una volta, avendo dei poteri spirituali, studiava per diventare sacerdotessa, ma un giorno, non so per quale motivo, è passata alla magia nera.-
-Davvero? E adesso come facciamo?- domando l’altra dimenandosi con tutte le forze senza ottenere alcun risultato.
-Ci penso io.- rispose Kikyo assottigliando lo sguardo.
-E come?-
-Anche io possiedo poteri spirituali, potrei contrastare il suo maleficio.-
Detto ciò fece leva su tutte le sue forze e riuscì a muovere leggermente le mani e le braccia, lasciò cadere l’arma a terra, così da unire i due indici e i medi, poi, chiuse gli occhi, si concentrò e cominciò a pregare in silenzio.
Il maleficio era piuttosto potente, nonostante fosse una principiante sapeva il fatto suo  e sarebbe potuta diventare di certo un pericolo per la squadra.
Dopo qualche secondo sentì le gambe libere, come se qualcuno avesse appena sciolto la corda che le teneva  legate, il suo contro incantesimo stava funzionando, allora, senza esitare si alzò in piedi girandosi verso la sua rivale spalancando gli occhi improvvisamente e la fissò dritta negli occhi spezzando totalmente la maledizione.
Una forza invisibile fece cadere a terra Tsubaki tramortendola per alcuni secondi, Koga invece, rimase un attimo paralizzato ad osservare l’accaduto sempre più confuso ma poi, scorgendo Kikyo allo scoperto e disarmata, ne approfittò per spararle in petto senza esitazione.
La ragazza si toccò, rendendosi conto solo in quel momento del grande sbaglio che aveva commesso, ma in fondo, un po’ se lo aspettava, era giusto sacrificarsi per salvare un proprio compagno, evitando così la morte di entrambi, fu così che cadde a terra inerme, ad occhi chiusi e sconfitta.
-KIKYO! KIKYO!- la chiamò Souten.
Riuscì finalmente a prendere controllo del suo corpo e la prima cosa che fece fu accorrere la propria alleata.
-Mi…hanno… colpito…al…petto…- mormorò lei respirando a fatica.
-Kikyo no…-
-Souten…- bisbigliò poi impercettibilmente. –Tocca a te…finiscili…-.
La coraggiosa sacerdotessa, dopo quelle parole di incoraggiamento, si spense.
Anche se l’aveva conosciuta solo in quella mezz’ora, Souten percepì la bontà e il coraggio che quella ragazza aveva nel suo animo e involontariamente, qualche lacrima le solcò il viso, sentendosi tremendamente in colpa per non averla aiutata.
-E’ finita ragazzina!- la provocò successivamente il demone lupo, scaturendo in lei una reazione mai provata fin ora: la voglia sfrenata di vendetta.
Non si lasciò intimidire anzi, la rabbia crebbe sempre più fino ad esplodere, la squadra di Inuyasha aveva fatto troppe vittime senza nessuna conseguenza ma ora, era giunto il momento di estrarre gli artigli e dimostrare loro che con gli “AnaliBrutali” non si scherza.
Gli occhi le divennero completamente rossi inglobando l’iride, improvvisamente un fulmine squarciò il cielo e, nonostante fino a pochi minuti prima ci fosse sereno, dei gran nuvoloni oscurarono la luna e l’unica fonte di luce, da lì in poi, furono i lampi che a intermittenza illuminarono il corridoio buio.
I due avversari spostarono la loro attenzione verso la finestra, allibiti dal repentino cambiamento climatico, in quel momento la pioggia cominciò a bagnare i vetri picchiettando rumorosamente e un vento impetuoso smuoveva violentemente gli alberi.
Questa era la furia del Clan Raiju?
Fu un gravissimo errori distrarsi perché Souten, acciecata dall’ira, puntò il fucile verso Tsubaki e le sparò un gran quantità di proiettili sul petto facendola cadere a terra di schiena.
-TSUBAKI!- gridò Koga intenzionato a soccorrerla ma, avvertì l’aura demoniaca dell’avversaria aumentare e capì immediatamente che se non fosse scappato anche lui avrebbe fatto la stessa fine.
La ragazza ricaricò l’SMG pronta a vendicarsi anche sul demone lupo ma, prima che potesse fare alcun che, un vortice di colore verde chiaro avvolse il nemico per poi farlo sparire nel nulla.
-Tsk, è scappato!-
-Souten!-
Riconobbe subito la voce di Sesshomaru e i suoi occhi tornarono normali ma la tempesta non si placò.
-Cos’è successo?- chiese lui guardandosi attorno.
-Kikyo è stata colpita, ma l’ho vendicata mettendo fuori gioco Tsubaki, Koga invece se l’è data a gambe.- rispose notando che insieme a lui c’era Kagura.
-Sei stata tu a provocare questo improvviso temporale?- chiese la donna del vento.
Lei annuì facendo rimanere i due alleati a bocca aperta.
-Bel lavoro Souten, ora per favore raggiungi Rin e Nazuna al terzo piano, al resto penseremo noi.- gli ordinò il Capitano.
-E Koga? Siete sicuri di farcela da soli?-
-Non ti preoccupare.-
-Ma oramai siamo rimasti in pochi e…-
Sesshomaru le mise una mano sulla spalla facendola zittire.
-Non ti preoccupare, uno di noi non è ancora uscito allo scoperto, lasciamo che sia lui ad occuparsi del resto.-
-Sissignore!- esclamò la demone per poi avviarsi al terzo piano.
-Andiamo Kagura!- disse poi il demone cane. - Noi ci occuperemo di Ayame.-
 
Koga, pervaso dalla paura, cercò di allontanarsi il più possibile da quella terribile forza della natura finendo così nell’ala est del terzo piano.
-Sicuramente la base dei “AnaliBrutali” sarà da queste parti.- disse aggirandosi a passi felpati nel corridoio.
La sua compagna era stata abbattuta, ma lui non si fece prendere dal panico, la loro squadra aveva ancora quasi tutti i giocatori, al contrario di quella avversaria e questo li avvantaggiava parecchio.
Spalancò con impeto le porte di ogni classe presenti,  perlustrandole con il fucile ben saldo dinnanzi a sé ma fino ad ora erano tutte completamente vuote.
“Ma dove sono finiti?” si chiese cominciando ad avere qualche sospetto. “Che si siano tutti nascosti come conigli?”
Immerso nei pensieri, svoltò l’angolo e, improvvisamente, incontrò una figura: questo lo guardava, come sapesse già del suo arrivo eppure non accennava a sparare, nonostante avesse il fucile puntato. Un lampo illuminò il viso di quest’ultimo rivelando la sua identità.
-Eccoti Shippo!- urlò Koga prima di sparargli senza pietà.
I proiettili lo colpirono in pieno nelle gambe e nel torace, ma questo, invece di accasciarsi a terra, sparì in una nuvola di fumo.
-Dove stai mirando?- domandò una voce provenire da dietro di lui.
Con uno scatto si voltò indietro notando, con immenso stupore, Shippo completamente illeso. Senza chiedere spiegazioni sparò nuovamente ma questo sparì ancora.
-Sono qui!- fece il demone volpe.
Questa volta era appeno al soffitto a testa in giù, Koga, di conseguenza cominciò ad innervosirsi, attaccandolo  a raffica ogni volta che la figura del demone volpe si spostava.
“Questo bastardo sta usando le illusioni!” pensò concependo il suo piano.
-Bastardo! Non potrei nasconderti per sempre!- gridò il demone lupo irato.
-Allora continua a colpirmi, vediamo se indovini dove sono!-
Improvvisamente una decina di Shippo lo circondarono cominciando a sghignazzare divertiti.
-Non mi farò di certo fregare!- detto ciò Koga girò su se stesso per poi divenire una trottola velocissima e decine di proiettili colpirono tutti quanti i cloni mandandoli in fumo.
-Hai visto di cosa sono capace?!- ringhiò il demone lupo, una volta fermatosi.
Nonostante la testa gli girasse come una giostra, tentò di rimanere vigile in caso di un attacco improvviso, ma, il demone volpe era nuovamente di fronte a lui e stava sorridendo.
-Complimenti, sei proprio forte!- gli disse poi scoppiando a ridere.
“Quello è ancora un clone ne sono sicuro, devo solo riconoscere l’odore di quello originale!” elaborò dentro di sé Koga guardando di continuo a destra e a sinistra.
La figura non osava muoversi, se ne stava fermo, dinnanzi a lui prendendolo in giro, ma Koga non ci fece caso e cominciò ad annusare l’aria. Riuscì a riconoscere l’odore della pioggia, della cera per i pavimenti e del gesso ma poi, in mezzo a tutti quei profumi mescolati distinse quello di Shippo che proveniva dalla classe a lato del clone.
-Allora?- fece poi il finto demone volpe. –Non mi colpisci?-
Evitando di rispondergli si diresse, più fulmineo che mai, verso la classe spalancando bruscamente la porta e difatti, il vero Shippo si trovava all’interno, seduto comodamente sulla cattedra.
-Mi hai trovato!- esclamò lui sorpreso.
-Pensavi di fregarmi vero? Ora muori!- sbraitò Koga prima di centrarlo in pieno viso, ma qualcosa andò storto.
Nonostante avesse premuto il grilletto nessun proiettile uscì, riprovò più volte,  inutilmente.
-Ops, sono finite le munizioni!- affermò il nemico ridendo sotto i baffi.
“Aveva previsto tutto!” pensò l’altro lasciando l’SMG a terra.
Non era ancora detta l’ultima parola, poteva ancora vincere.
Si ricordò che oltre al fucile, erano stati dotati di una pistola e, senza indugiare oltre, la estrasse pronto a porre fine a tutto quello spettacolino ridicolo, eppure, nonostante i suoi ottimi riflessi, non fece in tempo a sparare che un colpo lo centrò dritto al cuore, eliminandolo.
Shippo si avvicinò al corpo steso sul pavimento liscio e ghiacciato, gli prese l’elmetto e la ricetrasmittente e l’accese.
-Pronto Capitano, qui squadra due!-
- Capitano a Squadra due che succede?- domando Inuyasha.
-Ciao Inuysha, sono Shippo.- rispose lui lasciandosi scappare una risata soddisfatta. –Vorrei informarti che da adesso le cose cambieranno. E’ arrivato il momento della resa dei conti.-
Scagliò a terra i due oggetti ed uscì dall’aula più determinato che mai.
 
Era passato ormai molto tempo dall’ultima volta che aveva incontrato un avversario, buon segno. Eppure, Ayame non vedeva l’ora di poter riempire di pallottole qualcun altro. Non che lei fosse una persona violenta, ma quel gioco era davvero un buon sfogo per lo stress e per la rabbia repressa e, inoltre, la eccitava moltissimo scoprire di essere molto capace nel maneggiare quel fucile. Non era di certo una ragazza che amava quel tipo di sport o come venivano definiti, ma a quanto pare era portata e forse, se ne avesse avuto l’occasione, non avrebbe rifiutato di provarlo una seconda volta.
Ma non era di certo quello il momento di distrarsi, un improvviso temporale aveva reso l’ambiente ancora più lugubre e buio rendendo la battaglia sempre più ardua. Ovviamente lei non si fece scoraggiare per così poco, avrebbe continuato a combattere, senza paura e senza pietà.
Il secondo piano era completamente vuoto, inizialmente tutti gli “AnaliBrutali” ne avevano preso il pieno possesso ma, poco a poco, loro erano riusciti a farli fuori senza troppi problemi, ma adesso, sembrava quasi abbandonato a sé stesso e la cosa puzzava parecchio.
-Ora che ci penso, non ho ancora visto Sesshomaru, il capitano…chissà dove si sarà nascosto?- borbottò ispezionando il corridoio.
Un leggero venticello si alzò carezzandole il viso, Ayame controllò le finestre ma queste erano sigillate.
-Perché non lo vai a cercare?-
Una voce la destò dai suoi pensieri, facendola sussultare. Preparò l’SMG con il dito sul grilletto, ma intorno non sembrava esserci nessuno.
-Dove ti sei nascosta?-
 Annusò l’aria affidandosi al suo olfatto per scovarla e riuscì a percepire un odore acre e pungente, quello di un profumo.
 Ma non ebbe il tempo di localizzarla perché il vento aumentò diventando violento, i suoi occhi cominciarono a bruciare tanto che dovette serrarli e poi, come se non bastasse, un turbine l’avvolse confondendole le idee.
-KAGURA!- urlò cercando di liberarsi da quella corrente ostile.
Si inginocchiò rimanendo con gli occhi chiusi e, completamente alla cieca, rovistò nella sua cintura per poi estrarne un paio di occhialetti da aviatore.
Senza emettere un fiato se li infilò e finalmente potette resistere alle folate di vento che le stava scagliando contro. In quel momento però, il turbine diminuì la sua potenza e, dietro di esso riuscì a scorgere una figura completamente nera e stilizzata che sembrava essere quella di Kagura.
“Probabilmente in questo turbine non può vedere le mie azioni e di conseguenza non ha idea di cosa sto facendo.” Ipotizzò la demone lupo.
Con fatica, a causa della potenza della corrente, riuscì a tener saldo il suo fucile, prendere la mira e senza indugio sparare a raffica. I suoi proiettili riuscirono a squarciare il muro d’aria colpendo dritto al punto e d’un tratto il tifone sparì insieme a Kagura.
-Ma cosa…?- esclamò sicura, fino a pochi secondi prima, di averla centrata.
Improvvisamente il suo naso sentì un odore nuovo eppure così famigliare, quello di un cane e per sua sfortuna, non era di Inuyasha.
Non fece nemmeno in tempo a girarsi che un proiettile le colpì il braccio sinistro e la gamba destra facendola  cadere violentemente a terra.
-Chi non muore si rivede!- salutò Sesshomaru, avvicinandosi a lei con tranquillità.
-M-Maledetto…- mugugnò lei, intenta a cercare la pistola di riserva.  –Da dove sei…-
-Io sono sempre stato qui.- rispose lui interrompendola. –Solo che tu non hai sentito il mio odore.-
-Ma come?- cominciò a riempirlo di domande con lo scopo di distrarlo per poi coglierlo di sorpresa.
-Kagura per tutto il tempo ti ha soffiato addosso il suo profumo inebriandoti le narici così da nascondere il mio.-
-Complimenti Sesshomaru, sei proprio furbo ma…- con agilità estrasse la pistola e fece per premere il grilletto ma una lama di vento colpì la pistola scaraventandola lontano..
-Non ti arrendi mai, eh?- intervenne Kagura dietro di lei.
-Posso avere io l’onore?- chiese il demone cane puntando l’SMG contro la nemica.
-Fai pure.-
Ayame si ritrovò il fucile puntato al cuore: -Potete eliminare me, ma non riuscirete mai a vincere!-
-Questo lo vedremo.- rispose lui per poi sparare.
Finalmente, l’osso duro dei “Non lo so” era stato sconfitto, ora sì che la battaglia cominciava a farsi interessante.
 
-Vengo con te!- esclamò Rin prendendolo per una manica della tuta nera.
-No Rin, è troppo pericoloso!- rispose Shippo, liberandosi.
-Voglio vendicare Jaken! Voglio uccidere Yuka!-
-Devi proteggere il terzo piano, insieme a Souten e Nazuna, non possiamo permetterci di perdere altri alleati e lo sai.-
Lei abbassò lo sguardo scocciata riconoscendo però che aveva ragione.
-Non posso starmene qui  senza fare nulla…- mormorò poi quasi in preda alle lacrime.
-Non ti preoccupare Rin.- gli rispose il demone volpe poggiando una mano sull’elmetto e sorridendole. –Ci penserò io a vendicarlo!-
 
Primaopiano, ala est, Shippo, dopo aver esplorato vari corridoi si addentrò in quella zona, sicuro che la base dei “non lo so” fosse situata lì. Camminava a passo lento, controllando ogni angolo evitando brutte sorprese, teneva ben saldo il fucile e ogni secondo voltava lo sguardo alle sue spalle.
Lui sapeva giocare, forse era l’unico ad aver esperienza in quel campo e conosceva bene le strategie migliori per vincere, fu proprio per quel motivo che ebbe l’onore di essere l’arma segreta dei “AnaliBrutali”.
Mancava solo un corridoio da ispezionare e, annusando l’aria, poteva chiaramente sentire l’odore di alcune sue compagne mescolarsi in un solo punto.
Avanzò deciso, facendo il meno rumore possibile così da poter attuare un’imboscata ed eliminarle tutte in un colpo ma, appena questo mise piede nel corridoio sentì come dei fili, taglienti, segnarli le braccia e una guancia. Vide chiaramente il sangue sgorgare dal viso e la tuta macchiarsi, la vicenda si stava facendo troppo seria.
-Yura!- ringhiò per poi cominciare a graffiare impetuosamente i capelli della demone.
Yura, nonostante fosse una persona pacifica, quando e se voleva poteva diventare molto pericolosa, come in quel momento, che aveva riempito di corridoio di fili invisibili. Shippo, anche se un demone non poté vederli e i suoi colpi erano completamente alla cieca. Più questo avanzava, distruggendo i capelli, più altri lo lesionavano quasi da sfinirlo, eppure, la forza d’animo e il desiderio di vendetta non lo frenò, anzi, lo spronò ad aumentare la sua aura demoniaca per poi creare altri cinque cloni che lo aiutarono.
-Eccoti qui!- affermò di punto in bianco una voce. –Ma non riuscirai mai a passare!-
Shippo si guardò attorno non riconoscendo il luogo da cui provenivano quelle parole finche, spostando lo sguardo sul soffitto, notò Yuka, sospesa nel nulla, con le braccia aperte, intenta a muovere sinuosamente le dita.
-Sei impazzita? Questo è un gioco, non puoi ferire così i tuoi compagni!- urlò lui seriamente spaventato dalle sue azioni.
-Eh dai, sono due taglietti! Non li ho nemmeno tesi così bene, senno avresti già perso gli arti e forse la testa!- rispose lei ridacchiando.
-Tu sei pazza!- urlò per poi sparare una moltitudine di proiettili, ma questa li evitò con un salto atterrando su altri capelli invisibili.
-Non è nel regolamento colpire con materiali fuori dall’equipaggiamento.- la informò il demone volpe.
-Ma io non ti voglio colpire.- fece lei. –Voglio solo indebolirti!-
Le sue mani si mossero di nuovo portandole in avanti con un veloce gesto e Shippo capì immediatamente che aveva intenzione di colpirlo nuovamente con le sue arti magiche.
Nonostante non vedesse nulla, cominciò a saltellare qua e là evitando, per pura fortuna, tutti i suoi attacchi, però, ovviamente, se avesse continuato con quell’andazzo, probabilmente ne sarebbe uscito sicuramente morto, quindi, ragionando tempestivamente, elaborò un semplice piano.
Dopo aver schivato l’ultimo, estrasse il più velocemente possibile una piccola pallina nera che successivamente lanciò contro l’avversaria. Non appena l’oggetto la raggiunse esplose in una nuvola di fumo grigiastro oscurandole ancor più la vista.
-Maledetto!- urlò lei immersa nella nube.
Lui non perse tempo, anche se non sapeva esattamente dove fosse a causa via dell’oscurità e del suo trucchetto, riuscì comunque a mirare ciò a cui aspirava.
Improvvisamente, Yura cadde a terra con un tonfo e si ritrovò stesa a terra, senz’armi completamente inerme;  Shippo era riuscito a colpirle le braccia, così da non lasciare che questa utilizzasse ancora i suoi poteri.
Si avvicinò cauto e le puntò il fucile al petto, ormai per lei era la fine.
-FERMATI!- urlò qualcuno dietro di lui.
Yuka, irata e spaventata allo stesso tempo, lo stava minacciosamente mirando.
-Osa torcerle un capello e morirai!- sbraitò con gli occhi piedi di ardore.
Lui si limitò a sorriderle, poi una nuvola biancastra lo avvolse, dopo pochi secondi, questa sparì e al posto del demone volpe ci fu una piccola statua di pietra.
L’avversaria rimase interdetta per qualche secondo, non avendo ancora realizzato ciò che successe ma, non appena si accorse del suo inganno, si guardò attorno in modo frenetico cercando il suo nascondiglio.
Le bastò alzare lo sguardo per trovarlo camminare con le mani e i piedi sul soffitto, così, presa dalla più totale rabbia, cominciò a sparare urlando con tutta se stessa ma lui, nonostante la strana posizione, riuscì ad evitare ogni proiettile per poi atterrare in piedi dietro di lei.
-E’ finita!- fece lui, colpendola senza lasciarle un minuto per respirare.
-Yuka! Yuka! NOOOO!- urlò Yura strisciando verso l’amica.
I suoi occhi si riempirono di lacrime e i suoi singhiozzi, colmi di disperazione, echeggiarono per tutto il corridoio.
-Shippo…-mormorò poi, mettendosi in ginocchio. –Prendi anche a me.-
Lui la guardò titubante ma, non appena questa lo guardò dritto negli occhi con decisione capì e poi sparò.
Anche Yura e Yuka furono presto eliminate, ma il suo compito non era ancora terminato: dentro una classe, rimasero due persone.
Shippo diede un calcio alla porta spalancandola con violenza e, non appena entrò, si ritrovò davanti l’unica persona con cui non avrebbe mai voluto scontrarsi: Ayumi.
-A-ayumi…- balbettò abbassando lentamente il fucile, sapeva che prima o poi l’avrebbe incontrata eppure, nel profondo sperò di non essere lui a doverla eliminare.
-Shippo.- disse semplicemente la compagna, stranamente nemmeno lei ebbe il coraggio di puntargli il fucile addosso.
-Vuoi eliminarmi?- chiese successivamente con gli occhi umidi.
Lui non seppe che rispondere, voleva davvero spararle? Ne avrebbe avuto il coraggio?
-Io non voglio farlo.- continuò lei. –Non ce la faccio…-
Lacrime colme di tristezza le solcarono delicatamente le gote rosa, provocando all’avversario un senso di impotenza, come se dinnanzi a quel silenzioso pianto non riuscisse a reagire.
-Dobbiamo farlo.- rispose lui con una nota di rammarico.
-Non è vero! Non siamo obbligati!-
Le sue mani tremavano, sapeva bene che non avrebbe mai avuto il coraggio di sparargli, era troppo debole ed emotiva per farlo.
-Lo so che nemmeno tu vuoi farlo, te lo leggo negli occhi.-
Shippo abbassò lo sguardo, nella sua testa si affollarono un mare di pensieri, non sapeva che fare.
-Io ti voglio troppo bene Shippo, tu sei un mio caro amico.-
Sì, un caro amico, era proprio questo il problema, lui avrebbe dovuto odiarla, anzi, avrebbe voluto,  eppure non ci riusciva, non poteva dimenticarla così facilmente, ma tutto ciò a cosa avrebbe portato? Solo a dolore.
-Anche io ti voglio bene Ayumi.- rispose lui incolore.
Finalmente ebbe compreso cosa fare.
-Non sai quanto te ne voglio ma…-
Improvvisamente, dinnanzi allo sguardo incredulo dell’amica, sollevò l’SMG e le sparò in pieno petto.
-Ma non posso continuare così, devo togliermi questo peso.-
Lei, non capì quelle parole, ma percepì chiaramente che lui, per qualche motivo, stava soffrendo e forse la causa era lei. Ma così facendo, l’aveva solo pugnalata alle spalle.
Si accasciò a terra, le ultime lacrime gocciolarono inesorabili sul pavimento e Shippo non si era mai sentito così triste, eppure non si pentì affatto della sua scelta perché quel suo gesto impulsivo segnò l’inizio di un cambiamento.
-Mi dispiace Ayumi…- disse infine carezzandole il viso e pensando che anche ridotta così rimaneva sempre bellissima.
 
Mancava solo una persona all’appello e questa era rimasta nascosta tutto il tempo, ad osservare la scena.
Shippo si avvicinò alla bandiera situata in mezzo ad un corteo di banchi incurante di verificare la presenza di qualcun altro. Non appena questo tese la mano per prenderla, un proiettile gli sfiorò il braccio facendolo sussultare.
Con un rapido calcolò elaborò che lo sparo fu emesso in direzione della cattedra poco lontano da lui così, con estrema velocità, si voltò e cominciò a colpire ripetutamente il tavolo e la lavagna dietro.
 
Kanna aveva visto tutto, era riuscita a sbirciare, aprendo di poco la porta dell’aula, la morte delle due alleate e poi quella di Ayumi,ì;  lei era rimasta completamente sola e non poteva assolutamente lasciare che il demone volpe rubasse la loro bandiera. Conosceva la sua forza, gli alleati l’avevano avvertita, ma in quel momento la paura e l’indecisione dovevano essere lasciate in disparte e fare tutto il possibile per difendere il territorio, con le unghie e con i denti.
Sgattaiolò velocemente, a gattoni, verso i banchi già rovesciati a mo’ di trincea vicini alla finestra, lui continuava ad emettere colpi a raffica rischiando più volte di colpirla, ma doveva resistere, ad ogni costo.
-E’ inutile che ti nascondi, prima o poi ti colpirò!- la intimidì Shippo, ma aveva ragione, doveva reagire.
Allora, decise di fare la sua mossa, si mise in ginocchio esponendosi quel che bastava per poter prendere la mira e sparare ma, ovviamente, il demone volpe era agile e riuscì a schivare tutti i proiettili con facilità.
Quella battaglia di spari durò per parecchi minuti, Kanna fu obbligata a rimanere al riparo tutto il tempo, contrattaccando il meno possibile, mentre Shippo, non voleva smettere di rilasciare colpi, aumentando l’ansia e la preoccupazione di quest’ultima. Non la lasciava respirare, non aveva idea di dove muoversi e in quale momento perché ogni volta era esposta al pericolo.
Cercò di ripararsi nel banco successivo ma, sfortunatamente, la distanza tra i due era piuttosto ampia e, non appena uscì allo scoperto si ritrovò il mirino puntato al viso.
Era la fine.
Chiuse gli occhi pronta ad incassare il colpo eppure, ciò che sentì fu il fucile dell’avversario incepparsi, senza emettere alcuno sparo.
“Ha finito i proiettili!” esultò lei.
Approfittò di quel miracolo per puntare l’SMG e sparare colpendolo esattamente sullo stomaco.
Era riuscita a sconfiggere il grande e potente Shippo ma fu un errore cantare vittoria perché non appena rilasciò il colpo, si accorse che anche il compagno, dopo aver scaraventato a terra il fucile, aveva estratto una pistola sparandole di conseguenza.
Entrambi si ritrovarono a terra sconfitti e fieri di aver combattuto l’uno contro l’altra.
 
-Capitano a squadra 3, Capitano a squadra 3. Sango, Miroku, gli altri sono stati abbattuti, ripeto, tutti gli altri sono stati abbattuti. Siamo rimasti solo io, Kagome e voi due.-
Inuyasha e Kagome, raggiunsero velocemente il primo piano ma ciò che videro non fu affatto piacevole, ben tre dei loro alleati erano stati annientati da uno solo, fortunatamente anch’esso però non l’aveva scampata.
-Ora siamo pari.- ammise Kagome.
-Già, ora entreremo in azione, dobbiamo eliminare tutti gli altri e vincere.- rispose Inuyasha.
Lei annuì e si preparò all’attacco.
 
Miroku e Sango erano rimasti tutto il tempo in quello sgabuzzino, ignorati da tutti, alleati e nemici.
-Miroku cosa facciamo? Siamo rimasti in quattro…- chiese Sango terrorizzata.
Miroku sospirò, chiuse gli occhi per qualche secondo, ammutolendosi e poi rispose: -Dobbiamo andare all’attacco!-
-Hai ragione! Ce la faremo a sopravvivere però?-
-Non ti preoccupare…-
-Miroku…- Sango si rannicchio e cominciò a tremare. –Io ho paura…-
Lui le poggiò una mano sulla spalla e le rivolse uno sguardo comprensivo.
-Non averne, ci sarò io al tuo fianco e ti proteggerò!-
Lo fissò stupita, gli occhi le divennero immediatamente luci, nessun ragazzo le aveva mai detto nulla del genere in vita sua.
-Grazie…- rispose poi in preda alle lacrime.
-Sango…- esordì poi il ragazzo gonfiando il petto. –Se dovessimo sopravvivere, ecco…-
Sango pendeva dalle sue labbra, aspettando con ansia che finisse la frase.
-Ecco…ti andrebbe di uscire con me?- chiese poi lui spiazzandola.
Impiegò qualche secondo a rispondere, colpita e disorientata da quell’improvvisa proposta e ciò fece aumentare la tensione del ragazzo che cominciò a pentirsi delle sue parole.
-Sì!- rispose poi facendolo sorridere gioioso.
-Bene!- esclamò. –Ora non perdiamo tempo, è giunto il momento che ci uniamo alla battaglia.-
Lei spalancò la porta e, più determinati che mai, corsero nel corridoio.
 

Istituto Osuwari, 11.00 p.m.
Gli scontri continuarono, sempre più violenti e alla fine, dopo tanto dolore e una miriade di lacrime, rimasero solamente quattro sopravvissuti: Inuyasha, Kagome, Sesshomaru e Kagura.
I due capitani, non avevano mai avuto modo di scontarsi, erano sempre rimasti in disparte, lasciando che i loro sottoposti combattessero fino alla morte, ma ora era giunto il loro turno e la vittoria della squadra dipendeva solamente da quelle ultime battaglie.
-Siamo rimasti solo in due Inuyasha, tutti i nostri compagni sono stati eliminati…ce la faremo?- chiese dal nulla Kagome, dopo che i due si accorsero, girando per i vari corridoi, di essere rimasti soli.
-Certo, anche nella squadra di Sesshomaru sono rimasti in due…siamo pari.- rispose lui senza alcun timore.
-Andiamo da Sesshomaru adesso?-
-Certo che sì, finalmente, ora che tutti gli altri non sono in circolazione, sarà facile scovarli.-
-Hai ragione, dobbiamo dare il meglio del meglio!-
-Kagome, i giochi sono finiti, inizia la vera guerra. E vedremo finalmente chi sarà il più forte!-
 
I quattro si cercarono in ogni angolo dell’Istituto, perlustrando qualunque classe, laboratorio, sgabuzzino e gabinetto, volevano scontrarsi e concludere quella maledetta battaglia.
Dopo diversi minuti di estenuante ricerca, finalmente i quattro si ritrovarono faccia a faccia in un corridoio del secondo piano.
-Finalmente…- disse Inuyasha puntando l’SMG contro i due avversari.
-Siete pronti a morire?- esclamò Sesshomaru rispondendo con la sua arma.
-Lascia fare a me Inuyasha!- intervenne poi Kagome. –Colpirò io Sesshomaru!-
-Non ci provare!- rispose Kagura.
-No!- urlò poi il mezzo-demone.
-Quello mio e di Inuyasha sarà uno scontro solitario, lasciateci soli a combattere.- lo assecondò il demone cane.
-Stai dicendo che io e Kagura…-
-Esatto!- fece Inuyasha prima di sparare contro a Sesshomaru ma questo, con velocità li schivò schizzando all’indietro per poi scappare.
Il mezzo-demone lo inseguì lasciando Kagome e Kagura sole, una contro l’altra.
-Non avrei mai pensato di rimanere in vita fino alla fine, soprattutto contro di te…- ammise Kagura, fissando l’amica.
-Avrei voluto combattere contro chiunque, tranne che con te.- continuò Kagome, sinceramente dispiaciuta.
Ma questa era la guerra e il destino aveva voluto che loro due si sfidassero.
-Sei pronta?- domandò la donna del vento in un urlo.
-A noi due!-
 
Inuyasha rincorse il suo nemico nel corridoio successivo, cominciando a sparare a raffica sperando di colpirlo almeno ad una gamba, ma fu più difficile del previsto. Questo, infatti, nonostante fosse di schiena, schivava i colpi così velocemente che quasi sembrò teletrasportarsi a destra e a sinistra, finche, si arrestò di colpo, fece un balzo e poi finì dietro il mezzo-demone, rispondendo a suon di proiettili.
Lui non si fece di certo ingannare, spiccò un salto poggiando i piedi su un muro per poi darsi la spinta adeguata ed eseguirne un altro, cosa che al demone infastidì molto, non sopportava vederlo saltellare qua e là come un ebete ma, ciò che lo fece più imbestialire fu l’agilità con cui riusciva ad evitare i suoi attacchi.
Come poteva, un mezzo-demone come lui tenergli testa così facilmente?
-Non ti pensavo così lento!- lo provocò Inuyasha ottenendo esattamente l’effetto desiderato.
Infatti Sesshomaru cominciò ad innervosirsi e di conseguenza i suoi colpi divennero sempre meno precisi, così, approfittando di quel momento di debolezza, sparò all’amico, ma questo riuscì comunque a evitarlo spiccando un ulteriore baldo e rispondendo lanciandogli il coltellino che teneva nella cintura.
Inuyasha fu colto alla sprovvista, tant’è che questo gli sfiorò la guancia sinistra per poi conficcarsi alla parete emettendo un suono metallico.
Il demone cane si esaltò nel vedere il volto sconvolto dell’avversario, non conosceva ancora tutte le sue risorse.
-Maledetto!- urlò Inuyasha astio, avrebbe dovuto inventarsi qualcosa o il suo pericoloso avversario lo avrebbe fatto sicuramente fuori. I corridoi e le classi dell’istituto, nonostante fossero ampie non gli consentivano di muoversi in piena libertà e di conseguenza dare il meglio si sé, doveva a tutti i costi trovare un escamotage.
Improvvisamente Sesshomaru vide il suo amico estrarre uno strano oggetto dalla tasca e lanciarlo verso di lui; lo schivò facilmente, ma si accorse subito dopo che non fu rivolto a lui. Notò che l’oggetto sembrava una specie di bomba a mano e, non appena questa toccò terra, uscì un violento fumogeno che riempì il corridoio.
-Bastardo!- urlò lui cercando di diradare la nebbia fitta che gli impedita di vedere ad un palmo dal naso.
Il demone riuscì, anche se con fatica, ad uscire dal nuvolone di fumo ma Inuyasha, ovviamente, se l’era già data a gambe.
-Idiota, che pensi di fare? Lo sento benissimo il tuo puzzo da mezzo-demone!- esclamò al vento.
Successivamente annusò l’aria concentrandosi per scoprire dove si fosse nascosto, l’odore portava di certo al terzo piano e, il demone, non esitò a seguirlo.
Appena fu al piano superiore, corse velocemente i vari corridoi finché non vide Inuyasha salire una piccola scaletta, esattamente quella che portava al tetto.
“Che ha intenzione di fare?” pensò incuriosito dalle ambigue gesta del nemico.
Che fosse un trappola?
Questo a lui di certo non importò, perché, senza rimuginare un minuto di più, si fiondò all’inseguimento sempre più irato e combattivo.
Dopo aver superato la scalinata davanti a sé trovo una porticina rosso semi aperta, riuscì a percepire l’acquazzone non ancora terminato sfogarsi all’esterno e questo rendeva il tutto ancor più pericoloso ed eccitante, non stava più nella pelle.
Varcò la soglia rimanendo sempre all’erta, il fucile era puntato dritto così da evitare brutte sorprese, ma non fu affatto difficile trovare Inuyasha perché questo si trovava in mezzo all’ampio spazio, a braccia conserte e bagnato dalla pioggia.
-Eccoti qui, Sesshomaru.- dichiarò semplicemente accennando un sorriso soddisfatto.
-E’ qui che hai scelto il nostro campo di battaglia?- chiese il demone avvicinandosi incurante che l’acqua lo avrebbe lavato dalla testa ai piedi. Fortuna che aveva indosso l’elmetto, senno la sua capigliatura si sarebbe rovinata.
-Ti propongo una sfida.- fece poi il demone cane.
-Quale?-
-Come nel far-west, due sfidanti, uno di fronte all’altro, con le pistole nella fibbia e il più veloce vince.-
Inuyasha ebbe un leggero sussulto: i suoi piani erano ben diversi, voleva approfittare di tutto quello spazio aperto per muoversi ovunque senza troppi ostacoli, ma non poteva non accettare, quella proposta, nonostante fosse assai banale, era molto intrigante.
-Ci sto.- rispose poi sicuro della sua scelta.
-Bene. Prepara la pistola, inizia lo scontro finale.-
-Perché ti importa tanto di quella spada Sesshomaru?- chiese improvvisamente Inuyasha, spezzando quel clima pesante.
-Te l’ho già detto, l’ho sempre desiderata nella mia collezione.- rispose lui freddo.
-Tessaiga apparteneva a mia padre! E’ importante per me e lo è anche per lui! E’ un cimelio di famiglia! Tu…tu non puoi capire!-
-Capisco benissimo invece.- affermò il demone confondendo le idee del compagno.
-Che vuoi dire?- come avrebbe mai potuto capirlo? Lui non aveva un padre.
-Cercherò di essere più chiaro, anche io ritengo Tessaiga un cimelio di famiglia…-
-Non capisco…-
-Quella spada è appartenuta a mio padre…- sì chiarì il demone cane, aumentando i dubbi e i mille quesiti nella testa dell’amico.
-Cosa….cosa mi vuoi dire?- balbettò lui sperando che le sue conclusioni fossero errate.
-Inuyasha, possibile che tu non l’abbia ancora capito? Abbiamo lo stesso padre. NOI SIAMO FRATELLI.-
Una saetta illuminò il cielo oscuro, schiarendo perfettamente il volto sconvolto del mezzo-demone che non poteva credere alle sue orecchie.
-N-non è possibile…tu sei davvero…-
-Sì, ma ora non c’è tempo per parlare di questioni famigliari. Abbiamo una guerra da concludere.-
Inuyasha, nonostante l’assurda notizia che gli sgombrò la mente e gli scosse l’animo, annuì, cercando di riappropriarsi della propria concentrazione e allontanare il più possibile i sentimenti.
 
Inuyasha e Sesshomaru, i due demoni cane, amici, ma allo stesso tempo rivali, si trovavano uno di fronte all’altro, immobili, con una mano pronta ad estrarre la pistola e sparare.
Chi sarebbe stato più lesto?
I fulmini non smisero di squarciare il cielo, la piaggia imbrattava i loro volti e il vento scuoteva quella parte di capelli non protetta dall’elmo. I loro sguardi, pieni di ardore, tesi, come una corda di violino, si studiavano a vicenda, aspettando il momento propizio per poter agire.
Le loro dita si muovevano energeticamente sulle fibbie, i loro battiti accelerarono a ritmo delle gocce che cadevano a terra, sarebbe bastato un attimo, mezzo secondo per veder cadere a terra, sconfitto, uno dei due.
Passarono alcuni secondi, nel più totale silenzio eppure, quella tranquillità celava l’ansia e la paura di non sopravvivere, perché, nonostante la loro tenacia e coraggio, anche loro potevano provare terrore.
Il rombo di un tuono scosse per un solo attimo i loro animi, ma poi, presi dall’adrenalina i due, all’unisono estrassero la loro arma e puntarono.
Uno.
Due.
Tre.
Bang!
Un fulmine, violento, quasi come attirato dai loro stati d’animo colpì improvvisamente il suolo, esattamente nello spiazzo tra i due sfidanti alzando un gran polverone.
Quando quell’ammasso di fumo e pezzi di cemento rotti si diradarono, i due erano ancora in piedi, con le pistole dinnanzi ai loro volti e gli occhi di entrambi non smisero di incrociarsi.
Fu questione di un attimo, il tempo per realizzare l’accaduto, che Sesshomaru, si lasciò cadere sulle ginocchia chinando il capo.
Inuyasha non vacillò, rimase immobile come una statua, aspettando qualcosa.
Il respiro del demone si fece affannoso, il diaframma si alzava e si abbassava velocemente, sembrò quasi che facesse fatica a respirare, poi, lentamente, alzò il capo, guardò in direzione del suo avversario e sorrise.
Il mezzo-demone, dopo un solo istante, spalancò gli occhi in un’espressione di puro sgomento ed infine, cadde a terra, con un proiettile in pieno petto.
Sesshomaru si avvicinò al nemico, tenendosi saldamente il braccio sinistro: anche lui era stato colpito, ma fortunatamente in un punto non vitale.
L’aveva mancato perché distratto dalle sue parole?
Oppure aveva sbagliato di proposito?
Quelle domande gli affollarono la mente, eppure in quel momento sembrava non avere alcuna importanza.
Si chinò verso il ferito e gli sostenne la testa con il braccio sano.
-Ottimo scontro amico mio.- commentò poi elogiandolo.
-S-sesshomaru…- mormorò il mezzo-demone ad occhi socchiusi.
-Dimmi.-
-Noi…noi siamo davvero fratelli?-
Il demone cane si lasciò scappare uno sbuffo divertito.
-Ovvio che no. Ho inventato tutto per poter fare leva sulla tua sensibilità e a quanto pare ha funzionato.- rispose orgoglioso sorridendo divertito.
-Sei un vero bastardo, lo sai?-
-Sì, me lo dicono spesso.-
-Furbo…ma…davvero…bastardo…-
Quelle furono le ultime parole di Inuyasha prima di abbandonarlo.
Lasciò il corpo dell’altro capitano a terra e si alzò guardando il cielo nuvoloso e cupo.
-Ho vinto.- disse semplicemente apatico. –Tessaiga è finalmente mia.-
Eppure, dentro di lui, esplose una bomba di emozioni ma lui, d'altronde era abituato a tenerli ben nascosti.
 Aveva sconfitto il suo peggior rivale a testa alta, con orgoglio e mai si sentì così fiero di sé stesso e delle sue azioni.
-SESSHOMARU!-
Un improvviso urlo carico di rabbia e rammaricò attirò la sua attenzione obbligandolo a voltarsi.
In un primo momento pensò fosse un miraggio dovuto allo stress e sperò con tutto sé stesso che sparisse, ma poi capì che dinnanzi ai suoi occhi stupiti c’era  Kagome, l’alleata di Inuyasha, con un fucile in mano.
Non ci fu tempo per le domande e nemmeno per elaborare un semplice pensiero perché, senza aspettare un secondo di più, gli sparò dritto nello stomaco.
Il demone, spiazzato e incredulo da quel maledetto scherzo del destino, cadde a terra di schiena sbattendo violentemente contro il suolo umido e bagnato.
-T-tessaiga…- furono le uniche parole che gli scivolarono dalla bocca prima di esalare l’ultimo respiro.
La guerra era finalmente terminata.
 

-BRAVO!-
Inuyasha alzò la spada sventolandola davanti alla classe e, improvvisamente, scoppiò un boato di urla, applausi ed elogi da parte di tutti i presenti.
Tutti tranne Sesshomaru, Jaken e Rin che, seduti sui banchi di scuola, osservavano quella patetica scena con disprezzo.
-Eeeh…- sospirò il demone cane deluso di sé stesso. –Ero troppo preso dalla battaglia che mi sono dimenticato di Kagura e Kagome…che idiota.-
-Non ci pensare Sesshomaru, quelli hanno avuto solo fortuna, tu Inuyasha l’hai battuto, è quello l’importante!- lo consolò Jaken, alla sua sinistra, mettendogli un mano sulla spalla e lanciando occhiate gelide al festeggiato.
-Sai di essere molto più forte di lui e sai che quella spada sarebbe dovuta appartenere a te.- continuò Rin giocando con il cellulare alla sinistra di Jaken.
-Stupido mezzo-demone…-borbottò  Sesshomaru digrignando i denti. –Guardatelo, adesso viene da noi, cos’è vuole sbattermi in faccia la sua vittoria?!-
Il mezzo-demone si presentò davanti al suo compagno e gli tese la mano sorridendogli.
-Ottima sfida, anche se Tessaiga l’ho ottenuta io, il duello l’hai vinto tu.- disse poi ammettendo la sua sconfitta.
-Lo so, ma nonostante ciò non mi rimane nulla in mano.- rispose l’altro sbuffando.
-Questo non è vero!-
-Che intendi dire?-
Inuyasha lo lasciò per qualche secondo dirigendosi verso il suo banco per poi estrarre qualcosa dallo zaino e porgerglielo.
Sesshomaru spalancò gli occhi dallo stupore: davanti a lui vi era una katana magnifica, con il fodero nero lucidissimo, l’elsa bianca ricamata in ottime condizioni e un design molto elegante.
-Si chiama Bakusaiga. Me l’ha data Totosai.- continuò il mezzo-demone.
-E perché?- chiese lui.
-A quanto pare le famose telecamere erano state piazzate anche sul tetto e ha visto tutto. Stamattina mi ha consegnato questa spada dicendo di darla a te, perché ha riconosciuto e apprezzato la tua agilità e temperanza.-
Dettò ciò la sfilò dal fodero liberando una lama perfetta, ben curata e così lucida che riuscì persino a spaecchiarsi.
Il demone cane la prese in mano osservandola con cura: -E’ bellissima!-
-Ora è tua!-
-Grazie Inuyasha…- disse poi ricambiando lo sguardo per poi dimenticare completamente tutti i loro disguidi. –Non è di certo Tessaiga, ma mi piace molto! E comunque, ottimo lavoro sul campo di battaglia!-
Il compagno sorrise a sua volta, fece per aprir bocca, ma qualcuno lo chiamò.
-Dai Inuyasha, sguaina la spada! Vogliamo vedere la lama orribile di Tessaiga!- esclamò Bankotsu che si stava vantando di Banryu, la sua fedele alabarda, nel frattempo.
-Arrivo!- urlò lui salutando con un gesto della mano gli altri.
Dopo di che, impugnò la spada e la sfoderò liberando la vecchia lama rovinata, tutti la osservarono curiosi rendendosi conto che si era sparati l’un l’altro per una simile ferraglia.
-Prova ad agitarla, magari succede qualche magia!- propose Kagura scatenando l’inizio di una risata generale.
-Mica è una bacchetta magica!- la schernì Koga seguito dalle varie battute di Miroku.
Inuyasha nonostante tutto decise di seguire il suo consiglio e cominciò a scuoterla evocando strane formule a casaccio.
-Abrakadabra! Simsalabin!-
-Kami, quanto sei idiota!- esclamò Kagome sghignazzando.
-HARRY…POTTER!- continuò il mezzo-demone ma non accadde assolutamente nulla.
-Uffa, ma allora è proprio una vecchia spada arrugginita…- si lamentò Ayame a braccia conserte.
D’un tratto il padrone di Tessaiga si immobilizzò e tese le braccia come guidato dalla spada stessa.
-Ragazzi…sento qualcosa…- disse avvertendo l’ aura demoniaca trasferirsi da lui all’oggetto.
-In che senso?- chiese Kanna.
-Ragazzi, il mio potere demoniaco…sta avvolgendo Tessaiga!-
Tutti i presenti si zittirono di colpo, uno strano bagliore illuminò l’arma seguito da delle spirali ventose, così concentrate che potevano essere ben viste ad occhio nudo.
-Ma cosa…-mugugnò il mezzo- demone.
In quel preciso momento la lama, da sottile, rovinata e insulsa, divenne enorme, imponente, lucida, perfettamente levigata.
Si sentì un “Oooh!” generale seguito dalle urla gioia e di emozione.
-CHE FIGATA!- esclamò Koga.
-E’ stupenda!- aggiunse Kanna.
-Ma cosa è successo?- chiese Inuyasha sbigottito.
-Chissene! E’ fantastica!- rispose Ayame.
-ECCO A VOI SIGNORI, LA VERA E INEMITABILE TESSAIGA!- la presentò il suo proprietario.
 
Anche Sesshomaru rimase assai colpito da quella improvvisa trasformazione, lui conosceva bene la spada, sapeva che questa poteva cambiare aspetto una volta sguainata e rifluita di potere demoniaco ma non poteva immaginare che potesse ancora essere usata, per lui fu una grande e spietata scoperta.
-NON CI CREDO! SE QUELLA SPADA FOSSE STATA MIA IO…- farfugliò in preda alla disperazione.
Si coprì il viso con le mani e poi picchiò i pugni sul tavolo sempre più irato.
-Quella spada non è importante Sesshomaru!- esclamò poi Jaken attirando la sua attenzione. –Tu adesso hai questa, e scommetto che è ancora più figa! Se Totosai l’ha consegnata a te ci sarà un motivo.-
-Ha ragione…- confermò Rin.
-Ho proprio bisogno di essere consolato…- mormorò il demone cane rivolgendo gli occhi tristi e umidi all’amico.
Per la prima volta Jaken vide Sesshomaru così rammaricato e il suo cuore si intenerì improvvisamente, doveva tenere molto a quella katana.
-Sesshomaru, non ti preoccupare, gli amici servono a questo!- disse poi sorridendo in modo comprensivo.
-Davvero?- chiese l’altro in una moina.
-Certo! Ora vieni qua per un abbraccio!-
Jaken allargò le braccia e chiuse gli occhi aspettando che accogliesse l’invito così da poterlo consolare per bene e lui, da vero amico, ce l’avrebbe fatta.
Passarono diversi minuti ma non ricevette nessuna risposta, eppure lui era rimasto in quella posizione, perché ci metteva così tanto?
Decise così di riaprire gli occhietti aspettandosi un suo rifiuto, magari dato dall’orgoglio o dal fatto che non amava i contatti fisici, ma appena lo fece vide Sesshomaru, alla sua sinistra, tra le braccia di Rin, con la guancia appoggiata al suo seno che sfoggiava un’espressione beata.
-Su su, Sesshomaru andrà tutto bene….tu sei il più forte…- cantilenò la ragazza carezzandogli i capelli dolcemente.
-MAMAMAMAMAMAMAMAMA…-balbettò il demone Kappa allibito.
Per quale motivo aveva preferito andare da lei?
Notò il viso di lui che si strusciava sul petto minuto della compagna.
Ah già, domanda idiota.
-Grazie Rin, solo tu mi capisci…- rispose il demone cane rendendosi conto che anche il seno piccolo poteva essere assai comodo come cuscino.
 
-RAGAZZI! SENTO CHE STA PER SUCCEDERE QUALCOSAAAA!- urlò Inuyasha notando di nuovo i vortici di aura demoniaca fluire tra la lama di Tessaiga, questa volta però più grandi e spessi.
Sesshomaru, che aveva avuto modo di origliare il discorso, si alzò di colpo e si precipitò vicino alla finestra spalancandola.
-INUYASHA AVVICINATI ALLA FINESTRA O QUI DISTRUGGI TUTTA LA CLASSE!- gli ordinò terrorizzato.
L’amico eseguì gli ordini e, non appena la lama fu fuori dalla struttura lui urlò: -CICATRICE DEL VENTO!-
Un fascio di luce uscì dalla spada espandendosi nell’ aria dividendosi e allargandosi a dismisura per poi colpire violentemente un muro che finì in mille pezzi.
Appena costui si voltò per comunicare tutta la sua gioia e sorpresa ai compagni osservò come questi avessero espressioni allibite, bocche aperte e occhi sgranati.
-Co-cosa è accaduto?- chiese Eri tremando dalla paura.
-Non lo so…- rispose Inuyasha. –MA POSSO SOLO CHE ANDARNE FIERO!-
 
 

QUESTION TIME!


-Comandante, dall’interspazio è giunta una lettera.- fece una donna porgendo l’oggetto al Capitano della nave spaziale Inu DogWalker.
-La apra principessa Rineyla.- rispose lui.
-E se fosse una trappola del malvagio Darth Jaken?-
-Ha ragione, allora fatela analizzare da Eri2D2-
Il nuovo robot di ultima generazione, Eri2D2, o più comunemente chiamata Eri, entrò nella base e analizzò la strana busta.
-NON VI SONO OGGETTI SOSPETTI, TUTTO PULITO SIGNORE.- informò la piccola robot.
-Allora proceda Rineyla!-
Lei obbedì, l’aprì ed estrasse la lettera quando, improvvisamente, dal foglio uscì un fascio di luce verdastro e apparì un volto.
-Principessa Rineyla, Inu DogWalker, eccovi finalmente!- disse l’uomo.
-Yang Sessho!- esclamò Rineyla. –Perché questo messaggio?-
-Volevo informavi che sono arrivate le domande dei lettori, il malvagio Darth Jaken voleva impedire che voi le aveste, ma io insieme a Shippekka siamo riusciti a farvela avere. Leggetela subito e rispondete.-
-Sarà fatto!- rispose Inu DogWalker prima che l’altro ragazzo scomparisse.
 
 
Milla chiede:
 
1-“Tres amigos: ma non vi stancate mai di tediare "povere fanciulle indifese"?”
Miroku: ma che disturbo! A loro piace quando le palpiamo!
Koga: si sentono più belle!
Kagura: NON DITE ASSURDITA’, CI FATE SOLO SCHIFO!
Bankotsu: Lo dite solo per orgoglio!
Tsubaki: No davvero, siete schifosi e basta.
 
2-"Povere fanciulle indifese": perché non preparate una controffensiva in grande stile? potrebbe essere divertente...”
Tsubaki: Ottima idea, potrebbe appenderli a testa in giù e far loro dire tutto l’alfabeto greco al contrario!
Kagome: O rinchiuderli in una gabbia di leoni affamati!
Ayame: O rinchiuderli in una stanza con Nazuna…
Nazuna: Perché? Cosa fanno di male i ragazzi?
Jaken: Niente Nazuna, a te non faranno mai nulla sta tranquilla! ;)
Nazuna: Meno male…
 
-Non è possibile!- esclamò Rineyla. –Sono solo queste le domande?-
Inu DogWalker si portò una mano sul mento e cominciò a pensare, finche non arrivò all’unica spiegazione plausibile.
-E’ stato lui! Il malvagio…-
In quel momento, il tavolo proiettore, situato in mezzo alla stanza si accese, e una figura apparve sospeso nell’aria.
-MALEDETTI!- urlò Darth Jaken con una voce roca e robotizzata, sicuramente non sua.
-TU MALEDETTO!- rispose il capitano.
-VI E’ ARRIVATA LA LETTERE QUINDI!- continuò il nemico.
-Sì, esatto…tu…come hai potuto eliminare tutte le domande dei lettori?!-
Darth Jaken, coperto da un casco verde e nero, vestito con una tuta delle stessa tinta e scarponi neri, inarcò un sopracciglio, ma la maschera, che copriva l’intero volto non permetteva di vedere le sue espressioni facciali.
-RISPONDI JAKEN! DOVE SONO LE DOMANDE!- ordinò Rineyla.
-Ma che stai dicendo?!- domando lui di punto di in bianco.
-Hai rubato o eliminato le domande!- si spiegò meglio lei.
-Io non ho eliminato nulla! Vi sto chiamando perché volevo maledirvi di aver intercettato la lettera, avermela rubata e come al solito, giurarvi vendetta e bla bla bla…-
-Quindi stai dicendo che erano queste le domande? Solamente due?!- cercò conferma il capitano.
-Sì…-
-NON E’ POSSIBILE!- urlarono i due ragazzi all’unisono.
-MUAHAHAHAHAHAH! Ve lo meritate! Pensavo di escogitare un piano di vendetta malvagissimo, ma questo va più che bene, addio perdenti!-
E La comunicazione terminò.
Nell’interspazio, una nuova minaccia era vicina: LE SCARSE DOMANDE DEI LETTORI.
 
To be continued…
 
Siamo giunti alla fine, spero che vi sia piaciuto il capitolo e vi abbia almeno un po' divertito! Alla prossima gente!
Gino94

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Capitolo 25
*** Le fiamme scottano ***


Heilà gente! Ecco a voi un altro capitolo, mi scuso nuovamente per il ritardo, ma credo che d'ora in poi sarà questa la frequenza con cui rilascerò i capitoli... :( Qui, facciamo spazia all'ammmore!
Buona lettura!

 


 


LE FIAMME SCOTTANO


 

AYUMI, SHIPPO E JAKEN


“Amore mio, buone notizie! Mi hanno concesso due settimane di ferie e posso finalmente tornare in Giappone. Non vedo l’ora di poterti riabbracciare, baciare, fare l’amore con te, mi manchi tantissimo! Partirò la settimana prossima e già sono agitatissimo! A presto tesoro, ti amo.
Kenta.”
Le mani cominciarono a tremarle freneticamente, gli occhi erano spalancati in un’espressione a dir poco sbigottita e poi, tutto d’un tratto, dalle sue labbra sottili uscì un urlo talmente acuto ed eccitato da far tremare i vetri.
-COSA SUCCEDE?!- esclamò jaken sussultando talmente forte che quasi si capottò dalla sedia.
-IL MIO KENTAAAA!- rispose lei in un secondo straziante strillo.
-Il tuo Kenta, cosa?-
-Tornerà in Giappone, così, dopo tutto questo tempo lo potrò rivedere!- si spiegò tutto d’un fiato, con gli occhi lucidi e il respiro affannoso.
-L’amante l’ha lasciato?- scherzò poi il piccolo demone meritandosi un colpo alla spalla.
-Scemo!- borbottò la compagna aggrottando la fronte.
Lui si massaggiò il braccio pronto per cantargliene di santa ragione eppure, pensandoci una seconda volta, gli venne spontaneo sorridere.
-Quando vuoi sei proprio manesca!- disse poi facendole la linguaccia. –Ad ogni modo, questo vuol dire che tra voi due è tornato il sereno…-
Ayumi annuì impercettibilmente e poi, immersa nei pensieri, cominciò a fissare un punto imprecisato dell’aula lasciandosi sfuggire uno sbuffo allegro.
-Sai Jaken, la prima volta che mi parlò della sua partenza, piansi per due giorni interi, avevo tanta paura che la nostra relazione si sgretolasse, che si spegnesse pian piano, come una piccola candela e sinceramente lo temo tutt’ora però, credo anche che l’amore, se davvero sentito, possa superare certi ostacoli. Lui non rimarrà a Londra per sempre, devo solo aspettare e fidarmi di lui.-
L’ascoltò in silenzio, percependo il dolore e l’immensa gioia mescolarsi tra loro, più volte le aveva fatto da psicologo, quando era felice, quando era triste o solamente quando voleva esternare i propri sentimenti e ciò lo lusingava molto.  Ayumi era un ragazza fragile, bisognosa di amore e lui, in quel momento, osservando attentamente i suoi grandi occhi castani e le sue gote rosa, avrebbe tanto voluto essere la persona che le avrebbe dato tutto ciò di cui aveva bisogno.
Non ne capì il motivo, forse si stava affezionando a lei, come d’altronde era successo con Rin eppure, nel profondo, sentiva che non era lo stesso, c’era qualcosa di diverso, di più forte.
-Jaken?- lo chiamò la ragazza inarcando un sopracciglio. –A cosa stai pensando?-
 Si destò osservandola confuso per poi balbettare qualche scusa poco credibile.
-Em…stavo…stavo pensando alla verifica di matematica di domani…-
-Ecco vedi che non mi ascolti mai?!- si lamentò lui a braccia conserte e guance gonfie.
-Cosa?! IO TI ASCOLTO SEMPRE! Sono il tuo psicanalista e non ti faccio nemmeno pagare, guarda un po’!-
-Ma cosa dici?! Sei il solito buffone!-
-E tu la solita permalosa capricciosa!-
-Come osi…?- la ragazza cominciò a fargli il solletico, infilandogli le dita sotto le ascelle, sulle minute costole e sulla pancia.
-Nononono!- mormorò il demone Kappa prima di contorcersi cercando di evitare quelle mani malefiche, ma non fu abbastanza agile e finì per sganasciarsi dalle risate.
Quella piccola ed innocente lotta durò ancora per qualche minuto finché Jaken non riuscì a sgattaiolare sotto il banco e proteggersi dal solletico infernale.
-Prova a prendermi se ci riesci!- la provocò con la sua voce gracchiante.
Ayumi riprese la sua gioiosa risata per poi fermarsi asciugandosi le lacrime: -Mi spiace Jaken ma adesso devo assolutamente avvisare Eri della splendida notizia!-
Il demone, sospettoso, ritornò seduto sulla sedia e assottigliò lo sguardo: -E Shippo? A lui non lo dici? Di solito è sempre il primo a saperlo.-
Dopo aver pronunciato il suo nome, Ayumi si incupì improvvisamente abbassando il capo e lasciandosi sfuggire un sospiro rammaricato.
-Non lo so…In queste ultime settimane si comporta in modo strano...come se cercasse di evitarmi…-
-Davvero?- chiese curioso inarcando un sopracciglio.
Era a conoscenza, come quasi tutta la classe, della cotta che Shippo aveva per Ayumi, sapeva quanto lui ci provasse ottenendo solamente  delusioni, forse il suo gesto non era poi così insensato.
-Sì, non hai notato che adesso all’intervallo spesso sta in compagnia di Tsubaki, Inuyasha e altri, anche nel tornare a casa, più volte se n’è andato con Rin e, come se non bastasse, durante la battaglia di Softair mi ha colpita nonostante gli stessi pregando di non farlo! Mi ha sparato, quando io non avevo intenzione di colpirlo! Ha preferito la vittoria a me, capisci?-
-Ayumi era solo un gioco…-
-Non è solo quello e lo sai!- il suo tono cominciò a farsi irritato, il suo bel viso allegro si era crucciato e da quelle parole, poteva avvertire un soffio di dolore.
-Secondo me dovresti informarlo e magari chiedergli anche perché si comparta così…-
Lei ci pensò su un paio di secondi, sapeva di essere maledettamente orgogliosa, paranoica e permalosa, ma voleva scoprire a tutti i costi cosa stesse accadendo a quel ragazzo, il perché di quel cambio repentino di umore, voleva capire se la colpa era sua oppure dovuta a qualcos’altro.
-Forse hai ragione…- ammise infine. –Vorrei anche sapere se colpa è mia o no…secondo te?-
-Non lo so, magari ha problemi in famiglia, non saprei dirti, davvero.-
-Grazie Jaken.- sussurrò poi la ragazza mandandolo un’altra volta in leggera confusione.
-Per cosa?-
-Per starmi sempre accanto.-
Detto ciò si permise di pizzicargli una guancia facendogli un gran male. Odiava quel genere di cose, se fosse stato qualcun altro di certo non l’avrebbe passata liscia, ma dinnanzi a quello sguardo innocente e pieno di riconoscimento, quella pelle candida e profumata e la bocca rosea, non riusciva a reagire in alcun modo.
 
Ayumi si avvicinò titubante a Shippo intento, come al solito, a sonnecchiare stravaccato sulla sedia, sembrava avere un’espressione serena, eppure non le sembrò il momento appropriato per parlare, ma oramai era lì, di fronte a lui e doveva agire.
-Ciao Shippo.- disse semplicemente aspettando un suo riscontro.
Lui mugugnò qualcosa di incomprensibili e aprì leggermente gli occhi per poi guardarla stranito.
-Ciao…- sussurrò in uno sbadiglio.
Lei si prese il permesso di sedersi al posto della sua compagna di banco e gli sorrise.
-Come stai?- preferì non arrivare subito al punto così da non sembrare troppo scortese.
Eppure, il solo fatto di stare attenta alle parole, di essere obbligata a comportarsi in un certo modo la fece sentire inadeguata. Solo qualche settimana fa si sarebbe precipitata da lui, senza un perché un per come e avrebbe cominciato a parlare a raffica sicura che lui, in ogni caso, l’avrebbe ascoltata, ma ora…
-Ho sonno, tu?- rispose il demone volpe.
-Molto bene, sai, oggi è successa una cosa molto bella…-
Il cuore cominciò a batterle nel petto e si sentì stranamente nervosa.
Ma perché?
-Dimmi.-
Inspirò profondamente e poi parlò: -Kenta finalmente torna in Giappone, anche se solo per due settimane e finalmente possiamo vederci!-
Il demone alzò un sopracciglio, la osservò per qualche secondo in silenzio e poi sorrise.
-Bene, sono felice per te.- disse poi con tono apatico.
-Ti ringrazio. Sai, nonostante abbia aspettato tutto questo tempo io…-
-Ayumi.- la chiamò interrompendola, brutto segno. –Sono felice che il tuo ragazzo, dopo mesi possa tornare da te, ma adesso mi sono ricordato che devo finire i compiti di matematica, ieri mi sono dimenticato di farli.-
“Fare i compiti? Da quando? E perché non mi ha chiesto di copiarli dai miei?” pensò sospetta.
-Capisco ma…potevi chiedere a me sai…-
-Non mi va.- rispose interrompendola una seconda volta.
Dentro di lei si insediò un gran rabbia, oltre che al desiderio di capire cosa stava accadendo a quel maledetto ragazzo.
-Si può sapere che hai, eh?- domando d’istinto, presa dal nervoso.
-Assolutamente nulla…-
-Certo come no! Smettila per favore! E’ da giorni che mi ignori, che fai di tutto per non stare con me e non mi dai nemmeno una degna spiegazione! Cosa ti ho fatto?-
Quella parole erano piene di incertezza, di ira, di dispiacere, sentì persino le lacrime sgorgare dagli occhi, ma non poteva piangere, doveva essere forte e decisa.
-Tu non hai fatto nulla Ayumi, davvero. Ma adesso preferisco starmene un po’ per conto mio, tutto qui.-
-Di punto in bianco? Perché? Il tuo discorso non ha senso!-
Shippo si morse un labbro e le braccia cominciarono a tremare, avrebbe tanto voluto confessarle quello che provava così da giustificare, in modo chiaro e coinciso, il suo ambiguo comportamento ma, come prevedeva, le parole gli si fermarono in gola.
-No…è-è che…- balbettò in cerca di una qualunque scusa.
-COSA TI HO FATTO?!- insistette lei alzando il tono di voce.
-NULLA!- urlò poi il demone picchiando un pugno sul banco. –TU NON CENTRI,OK? SONO IO! Sono io che non trovo giusto il tuo comportamento nei confronti del tuo ragazzo! Lui ti tratta male e tu continui a far finta di nulla!-
-Ancora con questa storia? Pensavo ci fossimo chiariti mesi fa? E comunque a te che importa, eh?-
-Sì che mi importa! Mi importa di te!- ammise lui lasciandola a bocca aperta.
-Non mi sembra lo sai? Il tuo comportamento infantile fa pensare a tutt’altro!-
Mesi addietro aveva avuto un battibecco (leggere capitolo 12) simile ed erano finiti per non parlarsi per giorni.
-Sai una cosa?- confessò improvvisamente Shippo lanciandole un’occhiata torva. –Sono stufo di te che mi usi solo per parlare del tuo ragazzo, per piangere quando lui non ti scrive, mi sono rotto di starti dietro come un babysitter, di essere il tuo antistress, non sono un oggetto, sono una persona, ho anche io i miei sentimenti!-
Ayumi rimase paralizzata dopo quella brutale dichiarazione, spalancò la bocca, indignata, incredula, come poteva ritenerla una persona così orribile!
-E’ questo quello che pensi quindi…- mormorò poi a denti stretti, chiedendosi cosa la trattenesse dal riempirlo di schiaffi.
-Sì, esatto.- rispose il compagno distogliendo lo sguardo.
La ragazza si alzò di scatto per poi rovesciare la sedia su cui poco prima si era seduta.
-Io ti credevo un amico sincero, affidabile e onesto  e invece ho capito che sei solo un egoista pieno di sé. Non so cosa ti turbi dal trattarmi in questo modo, ma sapere che per tutto questo tempo hai pensato ciò mi fa capire che razza di persona sei. Non voglio avere più niente a che fare con te, addio!-
-Bene!- fece lui senza nemmeno guardarla in faccia.
Si allontanò, coprendosi il viso bagnato dalle lacrime amare.
Non ci si può mai fidare di nessuno.
 
Jaken vide la compagna dirigersi al suo posto con il viso rigato e improvvisamente sentì lo stomaco contorcersi. Si accorse di non sopportare vedere la sua cara Ayumi soffrire in quel modo, vederla piangere lo faceva sentire nervoso, arrabbiato e tremendamente dispiaciuto.
-Cosa è successo?!- chiese subito non appena questa si sedette.
Singhiozzò per qualche secondo poi alzò il capo, mostrando le guance rosse e gli occhi gonfi, cosa che fece soffrire ancora di più il piccolo demone e raccontò.
-Davvero ti ha detto così?- domandò Jaken dopo che questa ebbe finito di parlare.
-Sì…io, io non ho parole…- balbettò lei con la testa ovattata.
-Sai cosa penso?- se ne uscì poi lui annuendo. –Penso che tu gli piaccia.-
Forse non avrebbe dovuto dirglielo, in fondo Shippo aveva sempre cercato di nasconderlo, nonostante non ci riuscisse affatto e probabilmente non voleva che lei lo venisse a scoprire da qualcun altro.
-Ma cosa dici?- esclamò lei sghignazzando.
Almeno le aveva strappato una risata.
-Secondo me è così…-
-Non dire sciocchezze Jaken, io e Shippo siamo, anzi, eravamo solo amici!-
-E allora come spieghi il suo comportamento? Non ti sembra un po’ troppo geloso?-
Si ammutolì all’istante concedendosi qualche attimo per pensare, ma poi, cercando di immaginare Shippo innamorato di lei, concluse non poteva essere che falso.
-Jaken ti posso assicurare che non è così…Ci sarà un altro motivo, ne sono sicura.-
-Come vuoi…-
-Beh ma, chi se ne frega! A me non importa! Non mi interessa più nulla di lui, che vada al diavolo!- concluse con fermezza stringendo i pugni.
Jaken liberò una risata divertita, era così buffa quando arrabbiava, non sembrava affatto minacciosa anzi, la trovava ancora più carina.
-Che hai?- chiese lei notando la sua strana reazione.
-Nulla, penso solo tu abbia ragione!-
Lei ricambiò il sorriso e, senza pensarci troppo, lo strinse forte a sé.
-Ti voglio bene Jaken, davvero, meno male che ci sei tu.- confessò per poi guardarlo dritto negli occhi.
Il demone si sentì avvampare, i suoi volti erano troppo vicini perché lui non cominciasse a sentirsi agitato, in quel momento ebbe il desiderio sfrenato di baciarla, di abbracciarla nuovamente e di sussurrarle parole dolci...no! Lei era fidanzata! Non poteva fare un torto né a lei né a Kenta.
“Ma cosa mi sta succedendo? Perché penso queste cose su di lei?” si chiese cominciando a sentire strane emozioni dannatamente umane crescere dentro di lui.
-Jaken, tu mi starai accanto vero?- mormorò la compagna facendolo tornare con i piedi per terra.
-C-certo…- rispose imbarazzato.
-Grazie, tu si che sei un vero amico!- esclamò infine dandogli un bacio sulla guancia.
Se avesse continuato così, le cose non sarebbero finite bene.
 
Prese il cellulare e velocemente digitò il numero di Sesshomaru, doveva assolutamente parlargli.
-Pronto.- fece una voce impastata dall’altra parte della cornetta.
-Sesshomaru, sono io Jaken e…- cominciò andando come un treno.
-E’ MEZZANOTTE PASSATA, CHE CAZZO FAI?!- sussurrò l’altro irato.
-Scusami ma non riesco a dormire, ho un problema e devo assolutamente parlarne con qualcuno.-
-Non potevi farlo, che ne so, domani mattina a scuola? Stavo dormendo.-
-Per favore, ho bisogno di parlarti!- lo pregò l’altro piagnucolando.
Sesshomaru avrebbe tanto voluto riattaccare per poi ritornare tra le braccia di Morfeo, ma qualcosa dentro di lui, quella bontà celata così nel profondo, si stava pian piano facendo sentire e gli sussurrava incessantemente di aiutare l’amico.
-Eeh…dimmi.- si arrese infine lasciandosi scappare un sonoro sbadiglio.
-Credo di essermi innamorato di Ayumi…- confessò tutto d’un tratto il demone Kappa.
-Che? Scusa forse ho sentito male, di chi ti saresti innamorato?-
-Di Ayumi…- ripetette in un sussurro malinconico.
Doveva proprio prendersi una cotta per una ragazza fidanzata da anni?
-Oh…- si lasciò scappare l’altro demone.
-Già, oh…-
-Quando è successo?- chiese poi sbadigliando nuovamente.
-Non lo so di preciso, sai che io l’ho sempre ritenuta una gran bella ragazza, dolce, simpatica, allegra, ma prima d’ora l’ho sempre vista come compagna e amica, ma poi, da quando mi ha raccontato che tra lei e Shippo le cose non andavano bene e si è attaccata di più a me, ho cominciato a provare qualcosa…-
-Che centra Shippo?-
-Beh, sai che loro due erano sempre insieme, da un po’ di tempo lui ha cominciato a evitarla e…-
-Ah già! E’ vero che quel demone volpe le sbava dietro da ben due anni!- lo interruppe il demone cane ridacchiando.
-Lo sai anche tu?-
-Lo sanno tutti Jaken, pure quella svegliona di Nazuna. Ad ogni modo, che stavi dicendo?-
-A quanto pare loro due hanno litigato, Shippo le ha detto un sacco di cose brutte che ti racconterò domani mattina e lei ha detto che non lo vuole più vedere.-
-Cavolo…-
-Che cosa devo fare?!- lagnò il piccolo demone esausto.
-Nulla, almeno che tu non voglia fare l’amante…-
-Sai che non sono quel tipo di persona.-
-E allora non fare assolutamente nulla…-
-Sembra facile…-
-Devi solo comportarti come hai sempre fatto, con il tempo capirai se ne sei davvero innamorato o no.-
-Hai ragione grazie…ah, un ultima cosa, non dire nulla a Rin, ok?-
-Perché no?-
-Perché quella poi comincia a riempirmi di domande, a chiedermi se può essere d’aiuto e già io sono abbastanza confuso…-
-Sì, non ti preoccupare, ora vado a letto. Buonanotte.-
-‘Notte e grazie.-
 
I giorni a seguire furono i più belli della sua vita, Ayumi era sempre con lui, gli passava i compiti, lo aiutava con lo studio, lo coccolava, si faceva coccolare, ridevano, scherzavano, come due ottimi amici, eppure in tutta quella allegria Jaken si sentì molto triste.
Lui adorava stare con lei, nonostante molte volte discutessero  per le cose più assurde, ma riuscivano comunque a prenderla sul ridere e non farci caso, anche fuori orario di scuola a volte capitava che si scrivessero e non poteva chiedere di meglio ma, sapeva benissimo che oltre a quella innocente amicizia non ci sarebbe stato assolutamente nulla, aveva semplicemente preso il posto di Shippo e dinnanzi agli occhi dell’ingenua Ayumi erano amici. Il demone, nonostante provasse qualcosa per lei, si lasciò andare assecondando ogni suo capriccio, ogni suo bisogno di coccole e attenzioni scavandosi così la fossa da solo.
-Pensavo veramente che con il tempo la mia cotta passasse e invece…-
-Invece sei ancora più cotto di prima.- continuò l’amico Sesshomaru facendo “no” con la testa.
-Esattamente…- confessò Jaken abbassando il capo. –Lei è fidanzata, non posso farlo…-
-Lui è ripartito per Londra?-
-Sì e adesso Ayumi è molto triste, ieri l’ho quasi consolata per due ore al telefono…-
-Adesso vi sentite anche fuori scuola?-
-Sì…-
-Sei proprio fottuto amico!-
Il demone Kappa sbuffò di nuovo preso dalla voglia di sbattere la testa contro il muro, si era cacciato in un bel casino e come se non bastasse, oltre al fidanzato di Ayumi, doveva fare i conti anche con Shippo.
-Shippo, inoltre, a volte mi lancia di quelle occhiate! Non mi rivolge nemmeno più la parola…non che prima lo facesse, però adesso non osa nemmeno salutarmi.-
-Davvero?-
-Credo che sia ancora innamorata di lei…-
Sesshomaru scoppiò in una fragorosa risata, facendo notevolmente irritare l’amico.
-E adesso cos’hai da ridere, scemo?-
-Jaken, sento che la faccenda diventerà sempre più complicata, ti conviene prepararti.-
Quelle parole, per nulla incoraggianti, lo fecero rabbrividire, come avrebbe dovuto agire?
 Forse, si sarebbe solo dovuto arrendere, accettando una volta per tutte di rimanere solo un amico.
 
Poggiato al freddo muro in pietra osservava disgustato i due amiconi ridere e scherzare.
Si sentì un vero idiota, aveva scelto lui di allontanarla da sé, così da poter accantonare il suo dolore eppure, vederla così appiccicata a Jaken riusciva solamente a farlo innervosire, desiderando più che mai di essere al suo posto, come una volta.
“No Shippo! Se dovessi tornare indietro le cose peggiorerebbero! L’hai allontanata per settimane e ora che anche lei non ti vuole più, non puoi mollare!” si disse in continuazione sperando che anche il suo cuore l’ascoltasse.
Era passata oramai una settimana da quando lui e Ayumi avevano smesso di parlarsi, persino di farsi un cenno di saluto e doveva ammettere che in fondo le mancava da morire. La vedeva spessissimo aggirarsi nei corridoi con Eri e Jaken, parlare con il suo compagno al calorifero, cosa che faceva sempre con lui una volta e ridere, ridere, ridere insieme a quel piccoletto. Non poteva sopportarlo, la gelosia lo stava mangiando vivo, a volte pensò perfino di scontrarsi e dargli un bel cazzotto in faccia, ma dopotutto che colpa aveva?
Era stato proprio lui a decidere di ignorarla, di allontanarsi sperando in qualche risultato positivo ed ora che la sua sofferenza  aumentava non poteva che dare colpa a sé stesso.
-Shippo, è da un po’ che me lo chiedevo, perché non parli più con Ayumi?- gli chiese Kagome un giorno, incuriosita dal loro strano comportamento.
-Abbiamo litigato.- rispose senza troppi giri di parole.
-E’ per questo che Jaken sta sempre con lei?- aggiunse Rin, seduta sul banco di quest’ultimo. –Pensate che a volte lo vedo confabulare con Sesshomaru e ogni volta che gli chiedo di cosa parlino cambia argomento.-
-Ti ha abbandonato Rin?- domandò la compagna accorgendosi del suo volto incupito.
-No, però è più nervoso del solito, mi risponde sempre male e a volte mi ignora pure…-
-Quello stupido demone può anche andarsene a quel paese!- esclamò Shippo con astio.
-Siamo gelosi, eh?- lo provocò Kagome.
-IO NON SONO AFFATTO GELOSO!-
-Fatto sta che quei due sembrano quasi una coppietta...- puntualizzò la ragazza con il codino.
-Lei però è fidanzata e Jaken lo sa bene.- continuò il demone volpe.
-Io penso proprio che a Jaken piaccia Ayumi e tanto.- se ne uscì poi l’altra compagna.
-Cosa?!- esclamò Rin rimanendo a bocca aperta.
-Non lo avevi notato? Sei proprio sveglia…- disse Shippo con sarcasmo.
-E come faccio a saperlo? Sia lui che quello stronzo di Sesshomaru non mi dicono nulla! Scommetto che i due parlano proprio di quello e lo fanno apposta a tenermi all’oscuro di tutto! BASTARDI!-
-Tanto non riuscirà mai a conquistarla…- affermò Shippo esternando tutta la sua rabbia sepressa.
-E tu? Eri convinto di farcela?- domandò poi Kagome sorridendo sorniona.
-TI HO GIA’ DETTO CHE NON MI PIACE AYUMI!-
-Pensala come vuoi, ma sappi che se continuerete a tenervi il muso a vicenda, visto che siete uno più orgoglioso dell’altra, la perderai.-
Il demone poggiò la testa sul banco sospirando: Kagome aveva ragione, per quanto si impegnasse non sarebbe mai riuscito a dimenticarla, basti pensare a tutte le volte che l’aveva spiata o seguita, sentendosi uno schifoso Stalker maniaco.
Forse, se le avesse chiesto scusa, le cose si sarebbero sistemate, però, con che coraggio si sarebbe presentato davanti a lei dopo quello che le aveva detto?
Sapeva di non pensare veramente che lei lo usava, sapeva che nonostante i suoi modi fossero sbagliati e illudessero i poveri ragazzi, aveva solo bisogno di essere compresa, consolata e riempita di attenzioni. A volte, quell’atteggiamento tanto viziato non lo sopportava proprio, tant’è che pensò persino di odiarla ma, in realtà non poteva, le voleva troppo bene, sebbene fosse dannoso sia per lei che per gli altri.
-No, non posso chiederle scusa, io ho deciso così!- pensò ad alta voce attirando a sé le occhiate sospette delle ragazze.
-Ne sei sicuro?- chiese Kagome non molto convinta.
-Sì.-
E così fece.
Per ora.
 
 


SANGO, MIROKU, BANKOTSU E KOGA

 
I “Tres Amigos” non erano più gli stessi, Miroku, quel marpione con troppo carisma, passava ormai tutto il suo tempo assieme alla compagna Sango, escluse le ore di lezione, in cui i tre si riunivano a parlare e a far casino come loro solito, lui si era piuttosto distaccato dal trio ponendo in primo piano la ragazza che gli piaceva.
Questo fatto fece storcere il naso ad entrambi gli amici, soprattutto a Bankotsu che, preso dalla gelosia, li osservava da lontano maledicendolo in tutti i modi possibili.
-Io proprio non lo sopporto più!- esclamò un giorno il ragazzo a denti stretti.
-Chi?- chiese Koga intento a mandare messaggi sul cellulare.
-Come chi? Miroku! Quel bastardo continua a stare appiccicato alla MIA Sango e, come se non bastasse ci ignora! Come può definirsi nostro amico?-
-La verità Bankotsu è che vorresti essere al suo posto.- rispose Koga alzando un sopracciglio.
-Certo che lo vorrei! E Miroku lo sa bene…allora perché mi fa questo? Che razza di amico è?!-
Koga voltò lo sguardo verso i due interessati: effettivamente sembravano una coppietta appena nata, con tutte quelle occhiatine dolci e affiatate, eppure, anche lui non accettava di buon grado che Miroku stesse facendo un torto al suo amico.
-Pensi che a Sango possa piacergli?- chiese tutto d’un tratto l’amico, lui si voltò nuovamente e lo vide sospirare amareggiato.
-Non lo so…- rispose il demone lupo.
In quel momento, Miroku si avvicinò a loro con un sorriso soddisfatto stampato sul viso e Bankotsu si trattenne da dargli un bel cazzotto in pieno muso.
-Perché quei musi lunghi?- chiese poi.
-Beh…-fece per rispondere Koga ma Bankotsu si intromise.
-Come va con Sango?- chiese lui a denti stretti.
L’altro lo guardò confuso inizialmente per poi comprendere le sue reali intenzioni.
-Guarda che siamo solo amici.- puntualizzò immediatamente.
-Non sembra però…- affermò l’altro sempre più crucciato. –Ti piace?-
I due si fissarono agguerriti, lo sguardo di Bankotsu era talmente acceso che sembrava andasse in fiamme, voleva conoscere la verità, voleva che glielo dicesse in faccia.
-Sì.- rispose poi Miroku guardandolo dritto negli occhi.
-Sei un bastardo!- urlò poi il compagno in procinto di saltargli al collo per strangolarlo ma, fortunatamente, Koga lo  trattenne.
-Mi dispiace Bankotsu, all’inizio la vedevo solo come amica ma adesso ho capito che mi piace, non ci posso fare nulla…-
-Tsk! Tanto lei non vorrà mai uno come te!- lo offese l’altro irato più che mai.
-Perché pensi che lei voglia te?- lo sfidò  avvicinandosi.
I loro volti erano distanti solo pochi centimetri, gli guardi erano incollati l’uno all’altro e la tensione si fece sempre più pesante.
-Perché invece di stare qui a litigare non fate una prova?- propose poi il demone lupo mettendosi in mezzo.
-Cioè?- rispose all’unisono gli altri due.
-Visto che siete tanto convinti di poterla conquistare, potreste provarci con lei in qualche modo e vedere con chi preferisce stare.-
-Potremmo scriverle…penso che tu abbia il suo numero Miroku…- continuò Bankotsu.
-Sì, facciamo così: in questi giorni noi le scriveremo e vedremo con chi preferisce parlare, ci stai?-
-Va bene!-
-Aspettate!- fece poi Koga. –Anche io voglio partecipare!-
-Ma tu che centri?- domandò Bankotsu stizzito.
-Nulla, ma magari alla fine si scopre che gli piaccio io!-
-Come no…- lo schernì Miroku.
-Cosa ne sai tu?!- esclamò il demone lupo offendendosi.
-Eh va bene!- disse Bankotsu esasperato. –Tutti e tre le scriveremo, così potremmo constatare chi è il suo preferito.-
 
E così iniziò la fatidica sfida dei “Tres Amigos”.
Nessuno dei tre aveva idea delle conseguenze che avrebbe potuto portare una simile sciocchezza ma una cosa era certa, il mitico trio non sarebbe più stato lo stesso.
Il giorno successivo si trovarono dopo la scuola nel solito centro commerciale dove abitualmente passavano i pomeriggi guardando ragazze, comprando qualche t-shirt e mangiare schifezze.
-Bene ragazzi, iniziamo.- esordì Koga con il telefono in mano.
-Al mio tre, manderemo il messaggio a Sango nel medesimo istante!- informò inutilmente Bankotsu.
-Uno!-
-Due!-
-Tre!-
E finalmente i “Tres Amigos” premettero sul tasto invio e il messaggio “Ciao Sango, come stai?” venne velocemente spedito al destinatario.
-Ora non ci tocca che aspettare…- comunicò il demone lupo. –Nel frattempo ci facciamo un giretto?-
I due annuirono silenziosi e poi iniziarono il loro giro di perlustrazione delle ragazze, eppure, quel pomeriggio era diverso dal solito, Bankotsu difatti, non aveva il minime interesse per le altre fanciulle perché troppo impegnato a guardare ogni minuto il cellulare in attesa della risposta.
Koga vide i suoi amici, una volta così briosi e dannatamente divertenti, racchiudersi nel loro piccolo mondo, anche Miroku chee si era messo a mandare messaggi con il cellulare sghignazzando di tanto in tanto.
E i “Tres Amigos”?
Dov’erano finiti?
-Hey, ma la volete smettere con questi cellulari? Mi state dando il nervoso!- informò lui digrignando i denti.
-Scusa…- rispose dopo qualche secondo Miroku senza staccare gli occhi dal piccolo schermo illuminato. –Ho quasi finito…-
-Ti capisco Koga ma è più forte di me…- ammise l’altro.
-Fissare lo schermo incessantemente non farà si che lei ti risponda!-
-Uff…perché non mi risponde…-
Il demone lupo notò che Bankotsu si stava cominciando a deprimere e così, evitando di dover subire le moine e le lamentele dell’amico per l’ennesima volta, lo trascinò davanti alla vetrina di un negozio e gli alzò il mento con la mano.
-Dai  non pensarci…- gli disse Koga sorridendo. –Piuttosto guarda questa scarpe, non sono fantastiche?-
Bankotsu, dopo l’ennesimo sbuffo, decise finalmente di concentrarsi sulla vetrina e, prima che potesse accorgersene, rimase ipnotizzato da tutti quei magnifici prodotti.
Cominciarono ad additare alcune t-shirt commentandole di conseguenza facendosi totalmente prendere da tutto quel ben di Dio, sapevano bene che alle ragazze piacevano molto i maschi alla moda e ben curati e loro non potevano di certo sottrarsi ad esso.
-Hey Miroku! Vieni qui a vedere e smettila con quel telefono!- urlò poi Bankotsu notando che l’amico non aveva degnato di uno sguardo il negozio.
Lui mugugnò una sottospecie di risposta senza nemmeno alzare il capo così, innervosito, Koga gli sfilò l’apparecchio dalle mani per poi leggere il nome della persona con cui stava chattando con tanta foga.
-Sango?!- esclamò sbigottito.
-Cosa? Ti ha risposto?- chiese poi Bankotsu allibito.
Eppure era sicuro che né lui né Koga avesse ricevuto alcun messaggio, che fosse Miroku il suo preferito?
-E’ da almeno dieci minuti che mi ha risposto.- ammise l’altro sorridendo soddisfatto.
-Non ci credo…-
In quel momento il telefono di Koga emise uno squillo e, non appena lo estrasse dalla tasca notò l’arrivo di un messaggio.
-Sango mi ha scritto.- informò di conseguenza.
-Cosa? Perché a me no?!- sbraitò Bankotsu attirando un po’ troppa attenzione.
-Sei senza speranza…- lo schernì Miroku. –Non ci vuole molto per capire chi preferisce…-
-Aspetta prima di cantar vittoria!- contestò l’altro. –E’ solo il primo giorno, vedremo in quelli successivi…-
Nei giorni seguenti Bankotsu continuò a mandare dei piccoli messaggi alla sua amata e lei, come se nulla fosse, gli rispondeva  di rado inventandosi una scusa trovata al momento.
La cosa peggiore però, che fece crollare a picco tutte le sue sicurezze e anche l’ultimo piccolo barlume di speranza, fu il fatto che Miroku passava ore ed ore a conversare con lei e, come se non bastasse, Koga gli raccontava che anche fuori da scuola i due si sentivano via telefono di continuo, ottenendo così una schiacciante vittoria.
Odiava tutto ciò, odiava loro lui e odiava sé stesso, non poteva che soffrire ogni qual volta scorgeva la bella Sango fissare il suo amico con occhi sognanti. A volte pensò perfino di cambiare banco così da evitare ogni volta di doverla guardare in faccia, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiederlo agli insegnanti, perché in fondo lui l’amava ancora.
 
Un giorno Bankotsu ricevette, insieme al resto della classe, il compito di matematica corretto e, non appena  guardò il voto assegnato, si lasciò scappare un sospiro malinconico.
-Ho preso 8!- esclamò Sango gioiosa. –E tu?-
Si sporse appena per scoprire il suo risultato e ciò che vide non fu affatto piacevole: 4.
-Ma che ti sta succedendo?- chiese poi allibita. –Tutto d’un tratto hai cominciato a prendere voti bruttissimi, va tutto bene?-
Il ragazzo incrociò il suo sguardo, per un solo istante ebbe l’idea di confessare i suoi sentimenti e spiegarle una volta per tutte, il disagio nel vederla insieme a quel bastardo di Miroku, ma poi, il suo raziocinio gli consigliò di mentire, limitandosi ad un sorriso di circostanza e alla risposta: -Nessun problema, è solo un periodo così…-
 
-Sì può sapere che hai?-
Jakotsu lo aveva placcato con la forza in mezzo al corridoio e l’aveva trascinato sino ai bagni facendogli il terzo grado.
-Nulla, cosa vuoi che abbia?-
-Non prendermi in giro! Ti conosco troppo bene.- le si assottigliò lo sguardo e cominciò a fissarlo nella speranza che svuotasse il sacco.
-Guarda, non mi va di parlarne, ok?- disse poi l’amico in procinto di andarsene ma lei, con rapidità lo prese per un braccio e lo obbligò a fermarsi.
-Si può sapere che vuoi da me?!- sbottò subito dopo Bankotsu liberandosi dalla presa salda della compagna.
-Scusami se mi preoccupo per te! In queste ultime settimane stai continuando a prendere pessimi voti, sei più irritabile e a volte ti vedo tutto solo immerso nei tuoi pensieri…-
-Adesso osservi anche quello che faccio?-
-Smettila di fare l’idiota, dimmi che ti succede, di me ti puoi fidare, lo sai.-
 
 
Bankotsu inspirò profondamente, con calma si diresse verso il lettino dell’infermeria e ci si sedette sopra invitando l’amica a fare lo stesso.
Il suo sguardo era basso e molto amareggiato, Jakotsu capì immediatamente che parlarne lo avrebbe fatto soffrire ancor di più, ma doveva sfogarsi in qualche modo.
-Non ti sei mai chiesto il perché quest’anno continuassi a prendere bei voti quando di solito sono piuttosto scarso a scuola?- esordì con una semplice domanda.
-Ammetto che più volte mi sono posta questa domanda, ma pensavo ti fossi deciso ad impegnarti per una volta.- rispose lei portandosi un indice sul mento.
-Beh non è così!- confessò improvvisamente. –Ho cominciato a andare bene a scuola solo per poter far colpo su Sango.-
-Sango?-
-Sì, proprio lei, sai bene che ci tiene molto a queste cose e così ho pensato che se fossi diventato un secchione, forse mi avrebbe notato e mi avrebbe apprezzato. Lo so che può sembrare stupido e illogico, ma da quando siamo diventati compagni di banco ho finalmente compreso che sono cotto di lei, insomma, è così bella, allegra, non molto loquace ma è dolcissima e io avrei fatto qualunque cosa per conquistarla!-
Jakotsu spalancò la bocca impressionata, conosceva da anni quel ragazzo e non aveva la minima idea che potesse capacitarsi di imprese del genere per la persona che gli piace. Tutto ciò la rese molto triste, sentì lo stomaco arrotolarsi su sé stesso, rendersi conto che quel gesto così romantico era rivolto ad un’altra e non a lei fu un duro colpo al cuore ma, dopotutto, ne era già a conoscenza e non poteva far altro che accettarlo e andare avanti.
-Wow…- si lasciò sfuggire la ragazza ancora allibita. –Non ti credevo così determinato e romantico!-
-Vuoi sapere una cosa? Nemmeno io!- rispose lui sorridendo appena.
-Ah, queste ragazze, tu gli dai il mondo ma loro preferiscono gli stronzi...- commentò lei sospirando.
-Non ti piacciono per nulla le donne, eh?!- affermò l’altro.
-Ovvio che no.-
-Bah, chi ti capisce è bravo…-
Sentì un leggero pugno colpirgli la spalla destra e, non appena si voltò, notò l’espressione offesa dell’amica.
Ma che ci poteva fare?
-Comunque…- fece poi Jakotsu. –Continua pure con il racconto.-
-Io ho fatto di tutto per conquistarla e alla fine è arrivato quel guasta feste, bastardo, traditore di un Miroku che me l’ha portata via…-
-Davvero?-
-Sì, lui sapeva benissimo quanto mi piacesse e non gli è importato, oltre ad ammettere che anche a lui piace ha pure avuto la faccia tosta di provarci spudoratamente davanti ai miei occhi…-
-Che bastardo! E tu cosa hai fatto?-
-Nulla…-
-Come nulla?! Devi reagire!-
Jakotsu avrebbe tanto voluto consigliargli di lasciar perdere e dimenticare Sango, ma era sua amica e non poteva essere così egoista, nonostante Miroku la stesse aiutando molto portandogli via la sua amata. Così decise di agire come meglio credeva, ovvero aiutare il suo amico perché la cosa più importante era che lui fosse felice.
-Reagire? E come?-
-Devi sfidarlo! Devi  farti valere, non lasciare che un altro ragazzo, anche se è tuo amico, ti porti via così la ragazza!-
-Sfidarlo…-
-Esatto! Vai da lui e digli cosa pensi!-
Bankotsu fissò l’amica ad occhi spalancati: aveva ragione, lui per tutto il tempo si era messo in disparte lasciando che i due si conoscessero sempre di più ed instaurassero un legame. Non poteva mollare così, se davvero le piaceva, non poteva lasciare che un altro gliela soffiasse da sotto il naso, doveva reagire da uomo e non scappare come un coniglio.
-Hai proprio ragione Jakotsu!- esclamò poi cingendole le spalle.
Lei si lasciò sfuggire un sorrisetto nervoso, era abituata ai suoi amichevoli abbracci, eppure ogni volta finiva per arrossire e agitarsi, come avrebbe mai potuto dimenticarlo?
-Sono felice che tu sia mia amico…- ammise poi lui guardandola dritto negli occhi.
-Anche io…- rispose distogliendo lo sguardo.
-Grazie per la chiacchierata.- disse infine il ragazzo. –Ora so perfettamente ciò che devo fare!-
In realtà Bankotsu non aveva le idee così chiare su come affrontare il suo rivale, ma di una cosa era certo: Sango sarebbe stata sua.

 
 

QUESTION TIME!


-Ragazzi, mentre dormivo Babbo Natale mi ha lasciato una letterina sotto il cuscino, leggete, io non ne ho voglia.- disse un giorno Shippo poggiando la busta sulla cattedra per poi fare ciò che sapeva fare meglio: dormire.
-LA LEGGO IOOOO!- urlò Rin precipitandosi verso l’oggetto.
 

Aury chiede:

1-“Ayumi e Shippo siete solo amici?”
Ayumi: Certo!
Shippo: Certo…
Kagura: CEEEEERTOOOOO
Shippo: ZITTA!
 
2-“Ayame non ti piace più Sesshomaru?”
Ayame: In realtà io ho sempre e solo voluto portarmelo a letto…
Sesshomaru: E cosa aspetti a chiedermelo?!
 
3-“Jaken perché litighi sempre con Rin?”
Sesshomaru: NO, NO, NO NON FARE QUESTA DOM…
Jaken: Ci sono misteri nella vita che nemmeno un demone (anche se Kappa) può risolvere, questi è uno di quelli.
Sesshomaru: ecco…
Rin: Ma cosa...?
 
4-“Inuyasha trovi carina Kagome?”
Inuyasha: Beh… *si sente le occhiatacce minacciose di Kagome addosso* OVVIO CHE SI’ E’ LA PIU’ BELLA DELL’ISTITUTO!
Kagome: bravo.
Inuyasha: No seriamente, sì certo che la trovo carina…
 
5-“Nazuna ti stimo!”
Nazuna: Grazie! Anche io!
Jaken: CHE CAZZO DI RISPOSTA E’ ANCHE IOFNSJ#@+*###
 
 
Midnight witcher chiede:
 
1-“ma alla fine Ayame lascerai perdere Naraku per Koga?”
Ayame: AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH *continua per un po’* AHAHAHAHAHAHAHAAH *prende fiato* HAHAHAHAHAHAHA!
Kanna: credo sia un no…

2-“ Bankotsu e Jakotsu, gli altri della squadra dei 7 ci sono?”
Bankotsu: Squadra di cosa?
Jakotsu: Ma non ricordi? Alle elementari, il gruppo che avevamo formato con quei cinque strani bambini! Ci eravamo chiamati “La squadra dei sette” e facevamo gli scherzi a tutti gli altri bambini.
Bankotsu: E’ vero! Bei tempi…
 
3-“Kikyo ti metterai con Naraku?”
Kikyo: Perché dovrei?
Yura: Vi ci vedo bene insieme!
Kikyo: Ma cos-
 
4-"Tres amigos" la smetterete mai di fare i porci?”
Tres Amigos: MAI E POI MAI! VIVA LA PATATAAAAA
 
 
Aurasia chiede:

1-“Kagome,sto iniziando ad odiarti per quello che hai fatto a Sesshomaru! “
Kagome: Ho fatto solo il mio dovere!
Sesshomaru: Tranquilla ti perdono, solo perché sei bellissima.
 
2-“Jaken,se vuoi sapere perché Sesshomaru è andato tra le braccia di Rin e non dalle tue, è solo perché lui non entra tra le tue braccia, sei troppo piccolo. Almeno, ovvio non è così, ma consolati..
Jaken: Ah è solo per quello…meno male…
Miroku: No Jaken, la verità è che Rin ha qualcosa chiamata “vagina” che tu non avrai mai.
 
3-“Per le vittime dei Tres Amigos: POSSO PURIFICARE BANKOTSU E KOGA? INVECE MIROKU LO UCCIDO! Tanto lui è un ningen”
Bankotsu: AHAHAHAH SEI NINGEN, SFIGATO!
Miroku: Che accidenti vuol dire Ningen?
Bankotsu: E io che ne so…
 
4-“Jaken,inizio ad ammirarti per il tuo gesto eroico di salvare Rin,ma non illuderti...”
Jaken: Ma che ti ho fatto?

5-“Anche io sono un demone cane, solo che ho anche i poteri spirituali, cosa strana? Nah.
Come loro ho la mezzaluna ma è dorata, gli occhi dorati, le 4 strisce dorate sulle guance, una codina, i capelli lunghi argentati che mi arrivano fino ai piedi e le orecchie pucciose come quelli di Inuyasha e le ali dorate. Sono un demone completo di sangue reale, però non è a contatto con quelli di Inuyasha e Sesshomaru.”
Inuyasha: Sei un demone cane? Ci siamo già incontrati ai raduni del clan?
Sesshomaru: Aspetta, ma lei non è la figlia della cugina del fratello del fidanzato della fiorista?
Inuyasha: MA CERTO! Quella che al raduno estivo di quest’anno si era scolata litri e litri di birra!
Sesshomaru: E che poi ha vomitato sul falò!
Inuyasha: Non me lo ricordavo questo aneddoto…
Sesshomaru: Eri proprio tu vero?

 
Milla chiede:

1”Tutti: quali sono i vostri argomenti di distrazione "seria" oltre agli illuminati e doggynonmiricordocosa?”
Ayumi: In realtà il gioco è semplice, Rin, Inuyasha e “I Tres Amigos” cominciano esponendo un argomento a caso e tutti noi, come se fossimo davvero interessati, diamo loro corda rendendo il tutto più dispersivo possibile.
 
2-“Inuyasha, da dove l'hai pescata l'idea delle cuffie? È GENIALE!”
Inuyasha: Non è stata mia l’idea, ma di un mio amico, in ogni caso sì, è geniale!
 
3-“Miroku: hai davvero studiato storia con Sango?”
Sango: CERTO CHE ABBIAMO STUDIATO!
Miroku: SFORTUNATAMENTE.
Sango: Che vuoi dire?
Miroku: Nulla…nulla..
Inuyasha: SFIGATO!
 
4-“Sesshomaru, posso consolarti anche io? (senza togliere nulla a Rin, ovviamente)”
Sesshomaru: Sì dai consolami… *si avvicina al seno*
 
5-“kagome: perché hai ucciso Sesshomaru? Stava rendendo onore al nemico...”
Kagome: PERCHE’ VOLEVO VINCERE!
 
6-“Tutti: (non è una domanda, più che altro una constatazione) è stata una bella partita senza esclusione di colpi: complimenti vivissimi (e i soliti abbraccioni preferenziali)”
TUTTI: Grazie!
 
7-“Ayumi, davvero non ti sei mai accorta di Shippo?”
Ayumi: accorta di cosa?
Kagome: Ciao Ayumi, ciao!
Ayumi: Ma cosa state…hey! Cosa vuol dire?
Shippo: STA ZITTA MILLA, CAZZO!

 
-Quante domande oggi!- esclamò Yuka.
-Lo sapevo! Il malvagio Darth Jaken non poteva farci una cosa del genere!- gioì Rin meritandosi le occhiate torve e confuse dei compagni.
-Darth…Jaken…?- mormorò Jaken allibito.
-Lasciamo perdere…- fece poi Ayame. –Alla prossima!-
Eeeeeh... spero vi sia piaciuto gente! Dai a volte ci sta accantonare le assurdità e concentrarsi un po' di più sulle storielle amorose, no?
Alla prossima,
Gino94.

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Capitolo 26
*** Il nuovo insegnante ***


Heilà belli! Come va?
Scusate per l'immenso ritardo, ma oramai sarà così l'andazzo, colpa del lavoro e altri impegni ma dai, non disperatevi, vi terrò più tempo con il fiato sospeso e la storia sembrerà durare di più, no?
Vabbe, ciancio alle bande, buona lettura!

 


 


IL NUOVO INSEGNANTE

 

Ayame fissò per l’ennesima volta lo schermo del cellulare controllando ossessivamente l’ora.
-Cazzo, sono in ritardo!- sbiascicò con la bocca impastata.
Sì maledette per aver deciso all’ultimo momento di fumarsi uno spinello prima di entrare a scuola e così, senza rendersene conto, aveva perso dieci minuti della sua vita, che avrebbe potuto usufruire per arrivare in orario e magari riuscire a copiare i compiti di Inglese.
Invece eccola lì, a correre come una forsennata nella speranza di non beccarsi una bella ramanzina che solitamente spettava a Rin, l’eterna ritardataria eppure, quel giorno, sembrava l’unica ad aver sbagliato orario.
I suoi movimenti erano meno reattivi del solito, il fumo aveva cominciato ad entrare in circolo e il corpo cominciò pian piano a farsi pesante impedendole di muoversi liberamente. Chiuse gli occhi e si concentrò, mancavano solo pochi metri e sarebbe arrivata alla porta della sua classe, erano le 8.10, sicuramente per dieci minuti non le avrebbero fatto chissà quali storie ma, dato le sue numerose assenze, se avesse cominciato anche a ritardare la mattina, i professori l’avrebbero presa di mira rischiando così la bocciatura.
“Ancora qualche passo…” si disse impegnando ancor più le gambe fatte di cemento.
SBAM!
Senza nemmeno accorgersene finì  per scontrarsi contro qualcosa o qualcuno.
-Guarda dove vai!- esclamò aprendo leggermente gli occhi per poter vedere in faccia lo sbadato che l’aveva urtata.
-Scusami, non volevo…- disse una voce mascolina, grave e adulta.
Non appena questa ebbe la possibilità di scorgere la figura, spalancò la bocca dallo stupore: dinnanzi ai suoi occhi increduli vide l’uomo più bello e sensuale che avesse mai visto.
Due occhi color miele, grandi e mandorlati la osservavano con curiosità, il viso era candido e perfetto, essendo un demone, non poteva di certo capire dall’aspetto quanti anni avesse, ma a prima impressione pareva uno che aveva molte esperienze alle spalle. I suoi capelli, lunghi, lisci e argentati erano raccolti in una elegante coda e il suo corpo, oh il suo corpo!, era snello e slanciato, la camicia bianca aderente volumizzava i muscoli delle braccia, le gambe lunghe e, con una fugace occhiata, riuscì perfino a notare il sedere sodo aderire ai pantaloni neri.
“CHE FIGO!” urlò dentro di sé senza smettere di fissarlo con adorazione.
-Tutto bene?- chiese poi lui destandola dai suoi pensieri.
In quel momento si accorse che era rimasta con la bocca aperta, gli occhi sgranati e sicuramente aveva assunto un’espressione da pesce lesso facendo di certo una pessima figura.
-S-sì…- balbettò perdendosi del suo sguardo profondo.
-Il mio nome è Inu No Taisho, ma tutti mi chiamano Inutaisho, sono il nuovo supplente.- disse tutto d’un tratto senza che qualcuno l’abbia interpellato.
-Supplente? Ecco perché non l’avevo mai vista…- commentò inarcando un sopracciglio.
Lui in risposta sorrise dolcemente, scoprendo i lunghi canini affilati e Ayame non poté che avvampare davanti a quella magnificenza.
-Beh, piacere di averti conosciuto…-
-Ayame, mi chiamo Ayame!- sbottò lei improvvisamente diventando purpurea in viso.
Ma stava succedendo davvero?
Lei stava realmente conversando con un tale strafigo?
-Piacere Ayame, ora è meglio che vai in classe, sono già le 8.15- consigliò il supplente prima di superarla.
La demone volpe si concesse ancora qualche istante per contemplarlo, anche la sua camminata era stupenda, come la voce e soprattutto il sedere, un’opera d’arte.
 
Il prof di geografia era ben accomodato alla cattedra spiegando la lezione con l’enfasi di un bradipo addormentato, non c’era di certo da stupirsi se alcuni alunni, come Kagura, Kagome e Tsubaki cominciarono a cantare canzone araba a caso, oppure Jaken e Ayumi che, nonostante fossero sempre attenti alle lezioni, quel giorno finirono per chiacchierare con foga gesticolando e ridendo, insomma, ogni scusa era buona per non sorbirsi quella lagna ed erano passati solamente quindici minuti!
Ad un certo punto, un miracolo, qualcuno bussò alla porta, tutti sperarono fosse la bidella Kaede, pronta per consegnare una circolare e parlottare a sproposito così da rallegrare l’ora e invece, non appena il Prof diede il permesso di entrare, Ayame, la loro cara compagna dalla collera facile, varcò la soglia con un sorriso innaturale.
-Ha fumato questa!- dichiarò Koga conoscendo bene il viso della compagna sotto effetto del fumo.
-Che strano…- rispose sarcastico Bankotsu alzando gli occhi al cielo.
 -Ayame sei in ritardo di ben quindici minuti, potrei anche non farti entrare in classe.- la informò l’insegante.
-Per favore Prof, non mi mandi fuori!- lo pregò lei nonostante quel sorriso ebete rimase ben saldo sul suo viso e, come se non fosse abbastanza imbarazzante, i suoi occhi erano socchiusi rendendo tutto ancor più sospetto.
-Ti senti bene?- chiese poi l’uomo fissandogli il volto con curiosità.
Lei si scosse per un momento cercando di riprendersi, non aveva idea se quell’improvviso stato di trance fosse dovuto allo spinello o al nuovo e bellissimo supplente.
-Certo Prof!- urlò lei con una voce piuttosto acuta, cosa che fece ridere tutta la classe.
-Vai al tuo posto…-
Non indugiò oltre e si sedette accanto a Inuyasha che la squadrò da testa a piedi.
-Com’era la canna?- chiese con semplicità.
-Shhh! Chiudi la bocca, potrebbero sentirti!-
-Guarda che l’hanno capito tutti, eh! Hai una faccia…-
Lei sbuffò e poi sorrise divertita.
-Non è per quello che sono così…-
-E per quale motivo?- chiese allora il ragazzo guardandola curioso.
-Ho incontrato l’uomo più bello che io abbia mai visto…- rispose in un sospiro sognante.
 
-Ragazzi, prima di iniziare la lezione, vorrei darvi una notizia.- esclamò di punto in bianco il professore attirando stranamente l’attenzione di tutti i presenti.
-E’ successo qualcosa?- chiese subito Rin allarmandosi.
-Nulla di grave, volevo solamente informarvi che mi trasferirò in un’altra scuola.-
Un boato di voci invase l’aula, tutti gli alunni cominciarono a guardarsi con occhi interrogativi chiedendosi quale fosse la causa.
-Perché? Ha litigato con qualcuno?- domandò Tsubaki facendosi sentire in mezzo a tutto quel fastidioso chiacchiericcio.
-No, semplicemente la scuola in cui andrò è più vicina a casa mia e visto che mia moglie è incinta, preferisco starle accanto il più possibile…-
Sì sentì un “awwww!” provenire dalle ragazze e, successivamente incominciò l’interrogatorio.
-Chi verrà al posto suo?- chiese Inuyasha.
-Non lo so, credo un supplente e poi verrà scelto il vostro insegnante definitivo.-
-Le dispiace lasciarci?- continuò Kagome.
-Molto…-
-Mancherà molto anche a noi, Prof!- confessò Jaken.
Insomma, tra una domanda e l’altra la lezione terminò alla svelta senza che l’insegnante potesse finire la sua lezione, va beh,tanto a nessuno importava.
 
 Appena suonò la campanella Ayame non perse tempo e, come una scheggia, si precipitò dalla sua amica Rin.
-Devo assolutamente farti vedere una cosa!- esclamò poi saltellando sul posto.
-Ciao Ayame, come mai oggi sei arrivata in ritardo? Mi stai rubando il posto?- la salutò lei scoppiando poi in una fragorosa risata.
Senza nemmeno risponderle la trascinò fuori dalla classe afferrandola per un braccio.
-Ma che fai?- domandò l’amica stizzita.
Non appena furono nel corridoio, la demone lupo cominciò a guardarsi attorno con agitazione, doveva assolutamente mostrare tale perfezione all’amica, lei di certo l’avrebbe compresa.
-Posso sapere che stai facendo?-
-Stamattina, prima di entrare in classe ho visto un uomo bellissimo, un vero figo!- rispose smettendo di voltare il capo a destra e a sinistra per poi fissarla negli occhi.
-Davvero? E dove?- la compagna, come predetto, si accese spalancando gli occhi pronta, come non mai, ad ammirare quel fantomatico figo.
-Eccolo! In fondo al corridoio!- avvisò l’amica indicandolo.
Rin non perse tempo e guardò subito nella direzione indicata: un uomo alto, snello e bellissimo si stava dirigendo verso di loro con eleganza.
Spalancò la bocca dinnanzi a tutto quel ben di Dio e, inaspettatamente, cominciò a sentire un gran caldo.
-Porca put…chi è questo figo?!- urlò attirando l’attenzione di alcuni alunni lì vicino.
-E’ un nuovo supplente, non è fantastico?- rispose l’altra non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso.
-E’ un insegnante? Cavolo ma è giovane!-
-Non saprei, essendo un demone non si può dire con certezza…-
-Beh una cosa è certa…- affermò Rin leccandosi le labbra. –Io con quello fareI lezione molto volentieri!-
Le due si guardarono in modo serio per qualche secondo per poi scoppiare a ridere abbracciandosi.
-Tu si che mi capisci, Rin!-
-E come non potrei?!-
Si lasciarono sfuggire un ulteriore risata seguita poi da battutine e affermazioni poco ortodosse sempre rivolte al nuovo professore.
-Ragazze che state guardando?-
Kagome fece improvvisamente capolino dietro di loro, incuriosita dai loro gridolini eccitati.
-Quello gnocco laggiù!- rispose Rin indicandoglielo con un cenno del capo.
Kagome lo vide parlare con un insegnante appena uscito dalla classe quinta C e, ovviamente, ebbe la loro stessa identica reazione.
-E’ davvero bello! Ma chi è?- domandò.
-Un nuovo insegnante…- rispose Ayame.
-Finalmente un Professore decente! Cosa insegna?-
-Non lo so, so solo che è un supplente. Si chiama Inu…InuTaisho!-
- Che nome stupendo…Speriamo non lo mandino via!- esclamò Rin preoccupata.
-E’ davvero figo…- sussurrò Kagome ancora con lo sguardo puntato verso di lui.
-Ma gli avete visto il sedere? E’ perfetto!- commentò la demone lupo maliziosa.
-Ovvio che sì!- rispose Rin inarcando un sopracciglio.
Ora furono in tre a urlare dalla gioia, come delle tredicenni davanti al loro cantante preferito.
D’altronde il fascino dell’uomo adulto non sbaglia mai.
-Kami! Sta venendo verso di noi!- informò Kagome agitandosi ulteriormente.
L’uomo, con un caldo e raggiante sorriso, si avvicinò alle tre ammiratrici e le salutò con la mano. Le ragazze, ci misero qualche attimo per concepire che il saluto era rivolto proprio a loro e, una volta destate dalle loro fantasi, risposero con un “Buongiorno” colmo di eccitazione.
-Salve ragazze, voi siete in classe con Inuyasha?- chiese tutto d’un tratto InuTaisho.
Le alunne si lanciarono occhiate interrogative e mormorarono un leggero “Sì”.
-Perfetto sapete dirmi dove…AH! Eccolo lì! Inuyasha!-
Il bellissimo demone spostò immediatamente l’attenzione sul ragazzo superandole senza nemmeno salutarle, loro lo seguirono con lo sguardo e notarono, con sospetto, che i due si somigliavano parecchio.
-Ciao papà!- disse improvvisamente Inuyasha facendo strabuzzare gli occhi a tutte e tre.
Ciao papà?
Papà?
-Ragazze, sono io o Inuyasha ha detto proprio papà?!- sbottò Rin allibita.
-No, no, l’ho sentito anche io…- rispose in un sussurro Kagome paralizzata dallo stupore.
-Avevo notato una certa somiglianza, ma non pensavo che…- disse poi Ayame, così sconvolta da non riuscire nemmeno a finire la frase.
-Ma non può essere, padre e figlio nella stessa scuola? No, è…è troppo strano!- urlò la ragazza con il codino sperando di aver sentito male o di aver avuto un abbaglio.
-Forse siamo esaurite…- ipotizzò la demone lupo.
-Non può essere il padre di Inuyasha…- continuò Kagome.
-E invece sì!- rispose una vocina alle loro spalle.
Jaken, come sua consuetudine, apparve dal nulla da sotto i loro piedi e osservò anch’esso la scena tra padre e figlio.
-E tu come fai a saperlo?- domandò Rin a braccia conserte.
-Me l’fa detto Sesshomaru, inoltre è sposato, quindi smettetela di creare fantasie su di lui!-
-E chi se le fa?!- sbottò Rin guardando altrove.
-Come se non avessi notato che gli state sbavando dietro!- ribatté il demone Kappa.
-Io non gli sbavo dietro!-
-Guarda, hai ancora un po’ di saliva sulla bocca!-
-Davvero?- Rin si ripulì le labbra, accorgendosi dopo pochi secondi dell’inganno confermando così tutte le  affermazioni dell’amico.
-Sesshomaru come fa a saperlo?- domandò poi Kagome.
-Beh…- fu in procinto di rispondere ma qualcun’ altro lo fece al posto suo.
-Apparteniamo allo stesso Clan dei demoni cani, ricordi?-
Anche Sesshomaru era comparso improvvisamente dalla porta della loro classe, come un fungo.
-Ah già, quindi conosci anche suo padre?- chiese Ayame.
-Sì certo.-
-Dev’essere molto noto dalle vostre parti…-disse Jaken.
-Ovvio, lui è il capo del clan.-
-Che???!- fecero gli altri quattro all’unisono.
-Eh sì, Inu No Taisho è un demone potentissimo e un ottimo condottiero beh, almeno ai suoi tempi…-
-Ed è anche un gran figo!- aggiunse Rin.
-Rin! Finiscila di fare certi commenti sul padre di un tuo compagno!- sbottò il demone verde in procinto di entrare nella fase: “ADESSO TI BECCHI UNA BELLA STRIGLIATA!”.
-Ma cosa vuoi da me, io posso fare tutto quello che…-
Uno dei loro soliti litigi stava per avere inizio quando, Inutaisho, come un angelo venuto dal cielo, si diresse nuovamente verso di loro ammutolendo la ragazza con il suo bellissimo viso.
-Sesshomaru! Da quanto tempo!- esclamò lui poggiando una spalla sul demone cane.
-Buongiorno Signor No Taisho.-
-All’ultimo raduno del clan non ti ho visto…-
-Mi scusi, ma avevo da fare, prometto che al prossimo ci sarò!-
-Bravo!- fece l’uomo sorridendo. –Tua madre come sta?-
-Tutto bene, grazie.-
I due demoni cani si appartarono, insieme a Inuyasha, seguiti poi da Jaken senza un motivo apparente, cominciando a parlottare tra loro.
-Che facciamo? Ci aggreghiamo?- chiese Rin intenzionata a farsi conoscere.
-No, io mi sentirei in imbarazzo!- obiettò Ayame porgendo le mani avanti.
-Limitiamoci a guardarlo da lontano…- aggiunse Kagome.
-Già, infatti! Non ha importanza se InuTaisho ha moglie e figli, non facciamo nulla di male a guardarlo e… a pensare a lui…insomma…no?- farfugliò Rin.
-Hai proprio ragione!- risposero le altre due all’unisono.
Difatti le ragazze mantennero fede alle loro parole; nei giorni seguenti si piazzarono appositamente ad un lato del corridoio, aspettando che il bellissimo professore demone cane fosse nei paraggi così da poterlo contemplare.  Ayame e Rin con maggior frequenza, a volte andavano persino a cercarlo durante l’intervallo prendendo la scusa del “stiamo solo facendo un giro per i corridoi”.
 
Una mattina allegra e soleggiata, nei pressi della classe 4C, appoggiate al calorifero vicino alla grande e sporca finestra, vi erano Ayame, Rin, Kagome, Kagura e Jakotsu, distribuite in fila, una di fianco all’altra, in attesa di qualcosa o meglio, qualcuno.
Non appena il professor No Taisho attraversò il corridoio loro si rizzarono sul posto, con petto in fuori e occhi dolci.
-Buongiorno Prof!- esclamarono in coro.
-Buongiorno ragazze!- rispose lui.
Quando quest’ultimo si voltò tutte loro emisero dei sospiri sognati, fissandogli avidamente il sedere.
-Avevate proprio ragione: è davvero un figo!- mormorò Kagura.
-Sono d’accordo!- aggiunse Jakotsu.
Non ci volle molto prima che Kagome, Rin e Ayame informassero le altre ragazze dell’arrivo di cotanta bellezza, ovviamente, Kagura si dimostrò interessata ed entusiasta del nuovo scoop, lo stesso Jakotsu che non avrebbe mai rinunciato a conoscere un bell’uomo.
Ed eccole lì, come delle ragazzine in piena fase ormonale, ad aspettare il loro amato e limitarsi a contemplarlo e sognare che un giorno avrebbero potuto toccarlo.
-Il sedere è il suo punto forte!- commentò Ayame.
Tutte le altre annuirono, tranne Rin.
-Ma ce li avete gli occhi?- esclamò di punto in bianco. –Il suo punto forte è quello che sta davanti! Avete visto il rigonfiamento nei pantaloni?!-
-Io sinceramente non me ne sono accorta…-confessò Kagome.
-Oh, io sì…- intervenne Jakotsu. –Da quello che può sembrare all’esterno è probabile che abbia un grosso…-
-Vero, vero!- gioì Kagura.
-Ragazze, sarà pure il padre di Inuyasha, ma se io dovessi rimanere da sola con lui gli farei…-
Rin cominciò a descrivere, DETTAGLIATAMENTE, tutti i suoi sogni più reconditi e sconci che gli aveva dedicato in quei giorni, lasciando le ragazze letteralmente a bocca aperta.
-SEI UNA PORCA!- sbottò Kagura scoppiando a ridere seguita dalle altre.
-Come se voi non lo pensaste!- ribatté lei unendosi alle risate.
-Siamo il Club delle Zozze!- scherzò Kagome.
-Tutte diventano zozze con un tipo così…- aggiunse Jakotsu prima di essere zittita da Ayame che, con impeto, le tappò la bocca.
-Zitte!- sussurrò –Sta arrivando Inuyasha.-
Il mezzo demone si avvicinò salutandole per poi fissarle in modo sospetto.
-Che stavate facendo?- chiese inarcando un sopracciglio.
-Nulla di che…le solite cose…- mentì Kagome evitando di guardarlo negli occhi.
-Hey, Inuyasha perché non ci ha mai detto che tuo padre insegnava qui?- se ne uscì poi Kagura.
-Perché non pensavo vi interessasse…-
-Sembra un tipo simpatico!- disse Rin sorridendo.
-A me sembra che lo consideriate più che simpatico- affermò improvvisamente Inuyasha lasciando le ragazze impietrite.
-Che vuoi dire?- domandò Ayame cominciando ad agitarsi.
-E’ inutile che fate finta di nulla, vi ho viste mentre sbavavate dietro mio padre, soprattutto Ayame e Rin.- confessò.
Tutte quante rimasero zitte, con il capo chino e imbarazzate più che mai.
-Beh vedi…- Jakotsu fece per giustificarsi ma Inuyasha non la lasciò finire.
-Non vi preoccupate, non siete di certo le prime, mio papà mi raccontava che spesso, quando andava nelle scuola ad insegnare, si sentiva sotto gli occhi di molte ragazze…-
-Beh direi, è davvero un bel uomo!- commentò Kagura.
-E anche qui ragazze, non siete le uniche, guardatevi attorno!-
Loro ubbidirono e notarono, con poco stupore, che anche molte altre ragazze stavano contemplando con occhi avidi il povero demone cane.
-Dovresti essere fiero che tuo padre piaccia così tanto.- disse Kagome.
-Una parte della mia bellezza l’ho presa anche da lui!- esclamò Inuyasha cominciando a vantarsi tanto quanto il suo amichetto demone Sesshomaru.
-Tua madre invece?- chiese di punto in bianco Kagura. –Com’è?-
-Lei è bellissima…- rispose Inuyasha con un sorriso fiero. –Aspettate, dovrei avere una sua foto nel portafogli…-
Dopo pochi secondo estrasse un piccola foto quadrata e la porse alle ragazze.
-Wow, è bellissima!- esclamarono all’unisono.
La foto rappresentava una giovane donna di bell’aspetto, con i capelli lunghi corvini e lisci, occhi marroni scuro, un viso candido e delicato e due labbra piccole e rosee.
-Grazie.- rispose Inuyasha.
-Voglio vederla anche io!- esclamò una vocina gracchiante.
Tutti quanti abbassarono lo sguardo e notarono come Jaken fosse nuovamente apparso dal nulla senza farsi minimamente sentire.
-Ma che cavolo Jaken! Da quanto è che sei qua?- domandò Rin allibita.
-Dall’inizio…- rispose lui tranquillo.
-Come fai? Sei un ninja?- scherzò Inuyasha scoppiando a ridere.
-Posso vedere anche io la foto di tua madre?-
Dopo avergliela mostrata il piccolo demone spalancò gli occhi meravigliato.
-Complimenti!- esclamò poi annuendo.
Improvvisamente, una mano artigliata gli sfilò la foto dalle dita.
-Hey ma…-
-Davvero bella tua madre Inuyasha, ora che ci penso credo di averla già vista…- commentò Sesshomaru anche lui spuntato da chissà dove.
-Sei così fortunato ad avere genitori così belli e giovani…- dichiarò Ayame con un po’ di invidia.
-Beh, senno non sarei uscito così bello, no?- si vantò ancora il mezzo-demone.
-Certo Inuyasha, certo…- rispose Kagura sarcastica.
 
La campanella che segnava la fine dell’intervallo suonò e gli alunni si diressero, con mala voglia, nelle loro rispettive classi.
Ayame si sedette accanto a Kanna questa volta, trovandola sola soletta nel banco in fondo alla classe.
-Oggi dovrebbe arrivare il nuovo supplente di Geografia.- informò Kanna estraendo dallo zaino l’occorrente per la lezione.
-Speriamo non sia un vecchietto o una nonnina lenta e monotona, già questa materia non mi piace per niente, se poi i professori la rendono anche noiosa è finita…- si lamentò la demone lupo.
-Adesso vedremo.-
Dopo qualche secondo, la porticina marrone dell’aula si aprì e il supplente entrò in classe salutando gli studenti con un caldo sorriso.
-Buongiorno ragazzi!- fece l’uomo poggiando i libri sulla cattedra.
Ayame, insieme a Rin, Kagome, Kagura, Kanna e Jakotsu spalancarono la bocca in un’ espressione esterrefatta.
I loro occhi increduli videro con chiarezza il bellissimo Inu No Taisho, in piedi, di fronte a loro, che sfoggiava uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
-Da oggi sarò il vostro supplente di Geografia.- informò scrivendo il proprio nome sulla lavagna. –Mi chiamo Inu No Taisho, ma potete chiamarmi semplicemente Inutaisho, o Prof, come preferite.
La demone lupo e Rin si voltarono all’unisono lanciandosi occhiate meravigliate.
-KAMI! Non è possibile!- sussurrò Ayame accentuando il labiale.
-Questa sì che è fortuna!- rispose l’altra gesticolando.
Le due scoppiarono a ridere divertite ed elettrizzate da quella splendida sorpresa tanto inaspettata.
-Ma quello non è il professore figo di cui mi parlavi?- chiese poi Kanna attirando l’attenzione dell’amica.
-Sì è proprio lui!-
-Cavolo, ti è andata proprio bene!-
La ragazza inarcò un sopracciglio e si lasciò sfuggire un gridolino eccitato.
-Ora sì che le lezioni di geografia si fanno interessanti!-
 
-No Taisho?- esclamò di punto in bianco Tsubaki sospetta. –Inuyasha, non è anche il tuo cognome?-
Il professore sospirò divertito per poi rispondere: -Ebbene ragazzi, dovete sapere che Inuyasha è mio figlio!-
Un “Oh!” sorpreso sfuggi a quasi tutti i presenti, esclusi i pochi che ne erano già a conoscenza, l’insegnante difatti, scorse perfettamente i volti sorpresi e confusi degli alunni.
-Aspetti, ma se Inuyasha è suo figlio i suoi voti saranno imparziali!- obiettò Koga poco convinto. –Non è giusto!-
-E’ per questo che sono solo un supplente, credo che la preside voglia valutare il mio operato prima di assumermi seriamente, io dovrò solo impegnarmi nel mio lavoro mettendo da parte i rapporti famigliari.- rispose Inutaisho con convinzione.
Nessuno ebbe nulla da aggiungere.
-Bene, ora iniziamo la lezione. Direi di continuare ciò che in vostro professore aveva in programma.-
Cominciò a presentare la lezione, usando spesso la carta geografica, scrivendo frasi e concetti chiave alla lavagna e il suo tono di voce, alto, deciso e colmo di passione riusciva perfettamente a stregare gli studenti incuriosendoli.
Eppure, alcuni di loro era attratti da ben altro, come Rin per esempio: il suo sguardo era fisso, anzi, imbambolato nella zona, possiamo definire, sotto l’equatore (visto che siamo in tema), del bel professore, contemplando avidamente il suo lato b e non solo.
Il suo compagno di banco Sesshomaru non poté fare a meno di notare la sua espressione vacua e sognante, piuttosto singolare da parte sua poiché, solitamente, cominciava a parlare a sproposito o si lamentava di continuo di quanto si annoiasse.
-Hey Rin! RIN!- la chiamò agitando una mando davanti ai suoi occhi, ma lei non si mosse di un millimetro.
-RIN SVEGLIATI!- esclamò questa volta schioccandole ripetutamente le dita di fronte al viso.
-Che vuoi?- sbottò infastidita.
-Ma che hai? Ti sei incantata.-
-Nulla, stavo ascoltando.- mentì riportando l’attenzione sulla meraviglia.
-Se, come no. Tu stai guardando il padre di Inuyasha. Sei proprio una maniaca.-
-Sì e allora?-
-Ti piace così tanto?-
Lei sbarrò gli occhi sorpresa per poi indicare l’uomo.
-Hai visto quanto è bello?-
Il demone fece una faccia schifata, indignato dall’assurda domanda.
-Anche più bello di me?- chiese poi sfoggiando uno dei suoi sguardi sensuali.
La compagna scoppiò in una grande e fragorosa risata, ma l’amico non capì se ciò indicasse un “sì” o un “no”.
-Ma per favore Sesshomaru, ammetto che anche tu assomigli molto a Inutaisho, ma tra voi due non c’è paragone!-
-Che vuoi dire?- insistette sempre più perplesso.
-Voglio dire che lui è molto meglio di te!-
Il demone spalancò la bocca sconcertato, come aveva potuto dire una cosa simile?
Era a conoscenza che avrebbe potuta frantumarla con un solo artiglio?!
Fece per rispondere ma dalle labbra non uscì alcun suono, era rimasto notevolmente spiazzato e inoltre, Rin si perse nuovamente nei suoi perversi pensieri.
-Maledetta…- mormorò parlottando da solo. –Me la pagherai…Nessuno è più bello di Sesshomaru.-
 
L’arrivo nel nuovo supplente portò l’allegria nella 4C, almeno durante le sue lezioni; gli studenti gradivano il suo metodo di insegnamento e, nonostante fosse piuttosto pretenzioso e rigido riguardo ai voti e al comportamento, sapeva come farsi rispettare e piacere.
Anche lo stesso Inutaisho si sentiva a proprio agio in quella classe, inizialmente, alcuni professori lo avevano avvisato della particolarità degli alunni della 4C e, nonostante avesse constatato con i proprio occhi, la verità di quelle parole, non poteva non ammettere che li apprezzava.
Con il tempo, riuscì perfettamente ad inquadrare i soggetti più singolari: primo di tutti Jaken, il piccolo demone Kappa, capace di memorizzare date, avvenimenti importanti e informazioni di ogni tipo al primo colpo. Quella insolita scoperta lo aveva molto colpito, soprattutto perché si rivelò un ottimo studente e non solo, un’ ottima persona con cui conversare. Se proprio avesse dovuto fare delle preferenze, cosa che lui odiava decisamente, avrebbe scelto lui come allievo prediletto;  poi c’era il caso opposto: Rin, una ragazzina piuttosto petulante ed esaltata che spesso interveniva con argomenti assurdi per nulla inerenti al programma riuscendo perfino a coinvolgere gran parte della classe, così da interrompere bruscamente la lezione; Inuyasha, suo figlio, che a volte lo sorprendeva fare versacci e scherzetti infantili ai compagni; Ayame che, insieme alla ragazza prima citata e non solo, lo fissava di continuo con occhi colmi di ammirazione, cosa che il più delle volte lo infastidiva; “I Tres Amigos”, esperti chiacchieroni, se non campioni nel distrarre sé stessi e gli altri ed infine Nazuna.
Quell’alunna fu la più enigmatica che avesse mai incontrato, durante le lezione sembrava presente e attenta eppure, nei suoi piccoli occhietti, gli sembrò di vedere il vuoto più totale, come se fosse immersa in un mondo tutto suo e difatti questo, si riscontrò spesso nei compiti in classe, in cui le sue argomentazioni erano presso che senza senso, le frasi non aveva un filo logico, come se non avesse per nulla compreso il significato della domanda.
Ma  quelli più assurdi furono  i suoi rarissimi interventi in classe, solitamente se ne stava zitta e buona al suo posto, senza farsi notare tuttavia, quelle poche volte che apriva bocca, seppur lui stesso fosse felice che anche una persona timida come Nazuna potesse esprimersi, riusciva solo a dire sciocchezze e la cosa peggiore era che non se ne rendeva conto.
Un mattina, decise di introdurre l’argomento dedicato allo Stato di Isarele1 e raccontare la storia della sua nascita correlata poi ai vari episodi di terrorismo.
-“Arafat era di fatto un politico Palestinese che diventò un leader per il suo popolo, inoltre creò delle organizzazioni come l’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e poi l’ALP (Armata per la liberazione della Palestina), ma queste organizzazioni fecero spesso atti di terrorismo verso gli Israeliani. Però, nel 1993 Arafat fece accordi con il primo ministro Israeliano Rabin, denominati “Gli accordi di Oslo”, con lo scopo di fermare e risolvere il conflitto tra Israele e Palestina. Questi accordi però non piacquero a molti abitanti sia di Israele e della Palestina… […]”-

(fonte informazioni: wikipedia)

-Voi cosa ne pensate della politica di Arafat?- chiese poi interessato a conoscere i pareri dei suoi alunni.
Silenzio totale, nessuno osò intervenire, quanta delusione.
Aspettò ancora per qualche secondo, raccogliendo a sé tutta la speranza ma, alla fine decise di demordere e fu in procinto di continuare la spiegazione quando, con la coda dell’occhio, notò una manina alzarsi timida.
-Dimmi Nazuna!- esclamò sorpreso e soddisfatto.
-Io penso che sia giusto.- esordì facendo un respiro profondo. –Anche lui deve pagare le tasse come tutti.-
Il silenzio divenne ancora più fitto, InuTaisho sgranò gli occhi incredulo, sapeva che quella ragazza non era di certo sveglia, ma una risposta del genere superava ogni sua aspettativa.
-Non ditemi che l’ha detto davvero…- sussurrò Jaken portandosi una mano sul volto.
-Em…-balbettò l’insegnante. –Sì, certo Nazuna ma…Altre domande?-
 
Insomma, fare l’insegnante non era facile, ma sapeva che in quella scuola si sarebbe sentito come a casa e anche quella strana quarta C, nonostante tutte le stranezze, prima o poi sarebbe riuscito a farci l’abitudine e chissà, forse un giorno sarebbe diventato qualcosa di più che un semplice supplente.
 

 
 

QUESTION TIME!



-QUANTE –CAZZO-DI-DOMANDE-CI-SONO? – esclamò Bankotsu leggendo la nuova lettera arrivatogli la stessa mattina.
-Questa volta i lettori ci hanno dato dentro, eh?- gioì Jakotsu strappandogli di mano il foglio. –La leggerò io!-
-Hey, signorina! Voglio leggerla io!- obiettò l’amico agitando le braccia nel tentativo di riprendersi la lettera.
Lei, come risposta gli allontanò il muso con una mano fino a farlo cadere a terra.
-Bene, cominciamo.-
-MALEDETTO FINOCH…-
Non finì in tempo che si ritrovò un piede in viso.

 
La nostra carissima Darkdan Hibiki Kurokawa che da oggi chiameremo solamente KOOKIE, perché ha il nome troppo lungo, chiede:

1-“Souten, sei contenta di essere apparsa in un capitolo così emozionante come quello della battaglia? L'autrice può quindi scampare dalla tua ira?”
Souten: Certo che sì, lei è salva, A DIFFERENZA DI RIN CHE NON MI HA ANCORA DATO IL MANGA GRATIS! *scoppia improvvisamente un brutto temporale*
Rin: OH NO! GLI ALIENI, MI HANNO RAPITOOOOOOO, ADDIO.
Souten: Torna qui maledetta….
 
2-“Kikyo, Hai tutta la mia stima.”
Kikyo: Aw, ti ringrazio! Piaciuto il duo “Souten x Kikyo”? Siamo state brave, vero?
 
3-“Rin: Di cosa parli solitamente con Nazuna?”
Rin: Parlare…Insomma, io parlo e lei sta zitta perché non ha capito e quando parla lei io non capisco una parola perché dice cose a caso, almeno che non si parli di cavalli, cani e ragazzi.
Souten: E panino cotoletta.
Rin: KAMI! AHAHAHAHAH. OK, ora raccontiamo.
Jaken: No, lo faccio io: il ragazzo del bar Claud, mi ha detto una volta che se avessi fatto sesso con Rin in mezzo al prato mi avrebbe offerto una panino cotoletta.
Rin: E Nazuna si è messa a ridere, ma con foga!
Jaken: Noi le abbiamo chiesto il perché e lei ha risposto: “Perché lui ha parlato di cotoletta e tu stavi mangiando la cotoletta!”
Souten: Agghiacciante.
 
Aury chiede:
(Cosa? 17 domande? Ma che cazzo…?)
 
1-“Ayumi e Shippo farete pace?”
Ayumi: Non lo so e non mi interessa!
Jaken: Dalle tempo…
 
2-“Ayame quante canne ti sei fatta?”
Ayame: Aahahahahha, ho perso il conto ormai!
Kanna: Vantati eh.
 
3-“Sesshomaru come trovi Rin?”
Sesshomaru: Basta cercarla nelle fumetterie, nei gay pride o  su Marte e la trovo.
 
4-“Bankotsu io tifo per te!”
Bankotsu: GRAZIE CARA! SE HAI BISOGNO, LA PORTA DELLA MIA STANZA SARA’ SEMPRE LIBERA PER TE E ANCHE IL LETTO!
Jakotsu: Fai schifo.
Koga: Geniale amico!
 
5-“Koga perché hai voluto partecipare anche te alla sfida?”
Koga: Per noia…
Bankotsu: Voleva vedere se almeno una ragazza lo trovava bello.
Koga: Allora le vuoi prendere…
 
6-“Sango ti piace Miroku?”
Sango: bah..em…bhe…em…cioè…è che…
Kagura: L’hai mandata in tilt…poveretta…

7-“Inuyasha mi fai toccare le tue orecchie pucciose?(Per favore)”
Inuyasha: VAAAAA BENEEEE!
 
8-“Kagome sei bellissima, lo sai?”
Kagome: Ma grazie! ^///^ Che gentile, davvero!
Jaken: Sono d’accordo!
Sesshomaru: Anche io!
Koga: Pure io!
 
9-“Sesshomaru ti piace una ragazza in specifico?”
Sesshomaru: A parte Sasha Black…mh…non credo.
 
10-“Rin come trovi Jaken?”
Rin: Gli voglio bene, però è precisino rompi palle.
Jaken: Senti chi parla!
Sesshomaru: NON OSATE LITIGARE ANCHE QUI!
Jaken e Rin: SISSIGNORE!
 
11-“Jaken sei puccioso”
Jaken: Lo so, grazie! ^^ Da te mi farei strapazzare sempre!
 
12-“Nazuna viva i cavalli!”
Nazuna: IHIHIHIHIH SIII’! CHE CAVALLI TI PIACCIONO? LI MONTI ANCHE TU? DA QUANTO TEMPO? TI PIACCIONO I CANI? CHE RAZZA? TI…
Eri: ZITTAAAAA!
 
13-“Kanna ti devi abbronzare!”
Kanna: Ma io ci provo! Vado sempre al mare, ma non mi abbronzo, non mi scotto nemmeno!

14-“Kagura ma non ti viene il raffreddore essendo la donna del vento?”
Kagura: AHAAHAHHA BELLA QUESTA! Anche a me viene il raffreddore, ma non per il mio vento!
 
15-“Una domanda per tutti, ma quanti anni avete?”
Ayumi: Non credo sia possibile dirteli tutti con certezza, noi umani abbiamo tutti diciassette anni, mentre i demoni variano.
 
16-“Chi é il più bello/a della classe?”
Inuyasha: Jaken.
Bankotsu: NO, SONO IO!
Inuyasha: No, Jaken è il più bello, niente obiezioni!
Jaken: Beh, grazie…
 
17-“Il più simpatico/a?”
Inuyasha: Jaken.
Jaken: HAI FINITO?!
 
 
Milla chiede:
 
1-“Tre amigos (non è una domanda): PIANTATELA IMMEDIATAMENTE DI FARE I BAMBINI: SIETE AMICI E SOLIDALI GLI UNI CON GLI ALTRI!!!!”
Koga: Non credo sia il momento giusto per dire certe cose, davvero, o qui si mette male.
Kagura: Io do ragione a Milla!
Tsubaki: Anche io!
 
 
2-“Tutti: com'è sapere di avere un fandom seguito assiduamente?”
Rin: E’ sempre stato il mio sogno averlo! Aaaah, che bello! SONO FAMOSA!
Jaken: SIAMO FAMOSI!
Yura: Io vorrei apparire di più se non vi dispiace.
Yuka: Anche io.
Autrice: Non fate le polemiche.
 
3-“Rin, per favore mi salvi dagli alieni?
Sesshomaru, Jakotsu e Bankotsu: la aiutate nell'impresa per favore? Tutto quello che posso fare per voi se mi salvate è panna cotta a volontà, recensioni, domande e un abbonamento agli abbraccioni preferenziali *guarda con aria sognante attraverso una finestrella il cosmo, sperando nella salvezza*”
Rin: CHI TI HA RAPITO? I RETTILIANI? SICURAMENTE! O I GRIGI? Aspetta, ora chiamo subito la mia flotta aliena.
*sintonizza il codino*
Rin: PRONTO! QUI IMPERATRICE DI MARTE A FLOTTA X! RIPETO, IMPERATRICE DI MARTE A FLOTTA X, RAGAZZA IN OSTAGGIO, RIPETO, RAGAZZA IN OSTAGGIO!
Sesshomaru: Milla, perché lo hai fatto?
Jakotsu: Cosa sta facendo con la carta stagnola?
Bankotsu: Ci ha fatto dei cappelli a punta.
Rin: METTETELI! VI SERVIRA’ PER PROTEGGERVI DAI RAGGI LASER! ARRIVIAMO MILLA, RESISTI!
 
4-“Shippo, mi perdoni? Non mi immaginavo questo tipo di evoluzione degli eventi... *pat pat*”
Shippo: See, non ti preoccupare, acqua passata.
 
5-“Bankotsu: (mentre vieni a salvarmi) ti dai una svegliata e ti accorgi di avere un'amica che per te c'è sempre?”
(Occhiolino all'amica...il mio dovere l'ho fatto, a chi deve intendere intenda...gli altri in roulotte)
Bankotsu: Che amica?  Guarda che io ho poche amiche ragazze, perché sai, come diceva un saggio in una canzone: “Le donne sono come le equazioni, si fanno e basta!”
Tsubaki: E questa da dove ti è uscita?
Bankotsu: Cit. di Jungkook nella canzone: “War of Hormone”!
Tsubaki: Tsk…coreaminchia…

Aurasia chiede:


1-“Inuyasha e Sesshomaru, no non ero io, ma mia sorella che poi è morta per alcol! Io mi annoiavo a morte a venire, ma adesso che devo prendere il comando di un clan devo sempre venire @@! E poi io sono molto educata, non faccio questo genere di cose!”
Inuyasha: Come no? Uffa…
Sesshomaru: Peccato, a noi stava così simpatica tua sorella… *blink*
Inuyasha: Condoglianze comunque
 
2-“Shippo,sei capace di attaccare massi alle mani alla gente? Soprattutto a Inuyasha?”
Shippo: Certo che sì e ora che ci penso potrei provarci…
Inuyasha: Non ci pensare nemmeno!
 
3-“Miroku,ma tu come sei senza il codino di capelli??”
Miroku: Sto malissimo, codino sempre e comunque!
Rin: VIVA I CODINI!
 
4-“Sesshomaru,ma tu devi prendere il comando di un clan?”
Sesshomaru: Magari! Mi piacerebbe molto…
 
5-“Inuyasha,anche tu hai una collezione di Katane?”
Inuyasha: Io no, mio padre l’aveva ed era anche immensa!
 
6-“Sesshomaru,ti piace Bakusaiga come arma?”
Sesshomaru: Certo! Ma mai quanto Tessaiga…
 
7-“Sesshomaru,mi insegni come fare l'effetto della mano per aprire una stanza? Mi sarebbe molto utile!”
Sesshomaru: Ma non capisco…
Jaken: L’ha scritta Nazuna questa domanda? Ahahahaha
 
8-“Nazuna,fucilati e hai l'aracnofobia?”
Nazuna: Perché fucilarmi? No, dai, mi odi? E comunque non ho paura delle arachidi.
Jaken: ARACNOFOBIA VUOL DIRE CHE HAI PAURA DEI RAGNI, SCEMA!
Nazuna: Ah…No, non ho paura dei ragni, nemmeno quelli a forma di arachidi.

9-“Jakeeen,porcellone!”
Jaken: Sempre e comunque!
 
10-“Inuyasha,hai mai provato a farti un orecchino sulle orecchiotte pucciose? Io volevo farlo, ma non so se si tengono, visto che sono a triangolo!”
Inuyasha: Na…Le mie orecchie sono tenere e se ci mettessi un Piercing non lo sarebbero più!

 
-Fiuuu, questa volta è stata dura…- commentò Nazuna sorridendo.
-Vero, ma a noi piace quando ci riempite di domande!- continuò Jakotsu.
-Già, vuol dire che ci volete bene!-
-Alla prossima!- salutò tutta la classe.
Note: 1 - Tutti i riferimenti e le informazioni citate sono accadute realmente e i personaggi sono reali, nulla è di mia invenzione!
E anche questo capitolo è terminato! Scusatemi ancora per il ritardo gente, ma abbiate pazienza, please!
Alla prossima!

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Capitolo 27
*** La foto di classe ***


Salve gente! Ok, questa volta ho fatto davvero ritardo e mi spiace! Ma potete gioire, sono in ferieeee! Questo vuol dire che ho più tempo da dedicare a voi, miei carissimi lettori! Spero che anche questo capitolo, nonostante sia stato scitto, a mio parere, un po' a caso, vi piaccia.
Buona lettura!

 


LA FOTO DI CLASSE


 
Ayame sferrò un ulteriore pugno sulla cattedra facendola oscillare: la classe, come sua consuetudine, era immersa nella più totale confusione.
-Fate silenzio!- urlò minacciando i presenti con lo sguardo.
I compagni, che da prima cercavano di ignorarla, cominciarono a zittirsi, piuttosto irritati dai colpi violenti scagliati sul povero tavolo. Non appena vi fu un discreto silenzio, la demone lupo fece un lungo sospiro e parlò: -Bene, ora che vi siete tranquillizzati…-
-Scusa se ti interrompo Ayame…- intervenne Ayumi preoccupata. – Ma se continui a colpire così violentemente la cattedra ci toccherà cambiarla, a spese nostre probabilmente!-
-Sei troppo violenta!- aggiunse Koga meritandosi un’occhiataccia terrificante.
-Non è colpa mia se voi siete indisciplinati!- rispose Ayame a braccia conserte.
-Senti chi parla…- ribatté Tdubaki ma la compagna preferì ignorare.
-Bene, cambiando argomento, vorrei informarvi che dopodomani ci sarà la foto di classe che verrà aggiunta all’annuario scolastico.-
Il caos poco prima placato rinvenne, dovuto al chiacchiericcio insistente dei ragazzi, la foto di classe era da sempre, in molte scuole, un avvenimento importante, un oggetto così innocuo poteva segnare la sorte di una classe per tutto l’anno e anche quelli successivi. Tutti avrebbero potuto ammirare ogni singolo alunno presente nell’istituto e magari, venire a conoscenza di persone mai viste prima d’ora, insomma, quella era la prova che constatava l’esistenza effettiva di un individuo nell’ambiente scolastico!
-Kami! Come mi vesto? E il trucco?!- Kagura cominciò ad agitarsi rendendosi conto di avere a disposizione solo due giorni per rivedere e selezionare il suo guardaroba.
-Anche io non ho idea di come conciarmi…- rispose Sango anch’essa preoccupata. –Ci aiutiamo a vicenda?-
-Direi proprio di sì, senno vado in panico!-
 
Koga chiamò al cospetto i due amici e, cingendo entrambi per le spalle cominciò a dare indicazioni per sfruttare al meglio quell’occasione.
-Ragazzi, nella foto dovremmo uscire più belli e sensuali possibili, dobbiamo scatenare un orgasmo nelle donzelle non appena queste guarderanno i nostri bei visi.-
-Hai ragione!- rispose Bankotsu entusiasta. –Dobbiamo sembrare i più belli della scuola!-
-Così le ragazze vorranno tutte noi!- aggiunse Miroku.
Il compagno, in risposta, si lasciò scappare uno sbuffo divertito.
-Beh, uno di noi mi sembra comunque già sistemato…- disse poi lanciando una chiara e feroce frecciatina.
Miroku, lo fissò minaccioso per qualche secondo ma decise di non controbattere, ignorandolo.
-Ad ogni modo amici…- intervenne immediatamente il demone lupo allarmato dall’improvvisa tensione innescata. –Meglio ci conciamo, più donne conquistiamo!-
 
-Come hai intenzione di sistemarti per la foto?- chiese tutto d’un tratto Kikyo alla sua compagna di banco.
-Come sempre…- rispose semplicemente Yura.
-Ma come? Anche in un giorno così importante?-
Kikyo non era solita a mettersi in ghingheri  eppure, in quei mesi, aveva spesso guardato tutorial di make up su internet, aveva acquistato riviste di moda e cominciò persino ad interessarsi alle nuove tendenze in fatto di acconciature e abbigliamento. Ma nonostante tutto non badò allo strano cambiamento che stava avvenendo in lei, cominciò a percepirlo solo quando le sue amiche, accorgendosi del graduale mutamento del look, glielo fecero notare.
Eppure lei si scoprì davvero interessata a quel mondo che fino a qualche mese prima ignorava, e un po’ disprezzava, in fondo, anche lei era una ragazza e dedicare il proprio tempo alla bellezza non le sembrava nemmeno tanto anormale.
-No…- disse la compagna facendo spallucce. –Perché dovrei?-
-Beh…perché la foto di classe finirà sull’annuario che vedranno tutti?-
-Da quando ti importa di quello che dicono gli altri, eh?- domandò Yura mettendola con le spalle al muro.
-Beh…io…- balbettò l’altra non avendo una risposta da dare.
-Per tutto l’anno sono sempre stata così, con questi vestiti e questo trucco, non capisco il motivo per cui, a causa di una banale foto, io debba cambiare il mio aspetto…-
Kikyo la fissò incuriosita, d'altronde non aveva tutti i torti.
-Pensaci.- continuò. –Se un giorno, tra qualche anno, dovessi riprendere tra le mani l’annuario e ricordare i bei momenti vissuti a scuola, preferirei vedermi come realmente sono, invece di apparire come qualcun’altra, non credi?-
La compagna spalancò la bocca basita.
-Non ti facevo così saggia!- esclamò ridendo divertita.
-Ovvio, mi conosci abbastanza da sapere che lo sono…- affermò l’altra assumendo una postura superba.
-E non ti facevo nemmeno così modesta…- aggiunse in tono sarcastico.
 
-RAGAZZI PER FAVORE! SILENZIO!- urlò Ayumi cercando di riportare l’ordine e la calma.
-CAZZO GENTE, E’ SOLO UNA FOTO PORCA DI QUELLA….- sbraitò Ayame in procinto di espellere le peggio parolacce esistenti, ma qualcuno attirò la sua attenzione.
Sesshomaru si era appena alzato dal posto con il braccio alzato.
-Che c’è Sesshomaru?- chiese la demone lupo.
-Io avrei una brillante idea.- rispose, avviandosi verso di loro senza che nessuno glielo avesse permesso.
Tossì un paio di volte a gran voce e da lì a pochi secondi, la classe si tranquillizzò incuriosita dal discorso che il demone cane aveva intenzione di fare.
-Stavo pensando che nell’annuario molte classi fanno la stessa identica foto: tutti ben vestiti con i sorrisi falsi stampati in volto così da sembrare uguali a tutti gli altri. Perché invece non ci distinguiamo dalla massa? Perché non facciamo una foto a tema? E’ successo altre volte che degli studenti si fossero vestiti in modo particolare, sfoggiando così la loro unicità e particolarità. Noi siamo una delle classi più strane dell’istituto, lo sanno tutti ed è per questo che dobbiamo farci riconoscere!-
Ci fu qualche minuto di totale silenzio, i compagni stavano ancora elaborando le sue saggie parole, rendendosi conto che, dopotutto, aveva ragione.
-E che tema vorresti scegliere?- chiese Inuyasha sinceramente interessato.
-Pensavo che potremmo vestirci da lavoratori, mi spiego meglio, ognuno di noi sceglie una carriera e indossa l’abito che la caratterizza. Per esempio chi scegliesse il dottore, dovrebbe indossare un camice bianco, portare una cartella clinica e uno stetoscopio.-
-Io voglio fare il gangster!- esclamò Koga provocando l’ilarità generale.
-Ma non è una professione!- ribatté poi Tsubaki.
-E invece sì!- rispose il compagno.
-Io la segretaria!- continuò Eri.
-Anche io!- aggiunse Ayumi.
A quanto pare, tutti gli alunni si rivelarono entusiasti all’idea, uno per uno cominciarono a citare una professione, dalla più comune a quella più assurda, discutendo su come avrebbero potuto interpretarla o dandosi una mano a vicenda prestandosi vestiti e accessori.
-Io non saprei proprio che fare…- se ne uscì poi Jaken demoralizzato.
-Perché non fai il pappone?- suggerì Kagura scoppiando poi in una acuta risata.
-Certo, e come si veste un pappone?!-
-Scommetto che uscirà una vera figata!- esclamò di punto in bianco Inuyasha. –Io farò il pescatore!-
-Questa volta sono d’accordo con te Inuyasha!- affermò Ayame dandogli stranamente ragione. –Pensò che daremo un tocco di originalità a questa noiosa scuola!-
-Allora ragazzi? Siamo d’accordo?- chiese l’ultima conferma il demone cane.
-CERTO!- esclamarono all’unisono gli altri.
Prevedeva già un foto memorabile, che sarebbe rimasta nella storia dell’istituto Osuwari per anni.
 
Nelle ore successive, in classe si creò un clima allegro, tutti quanti non smisero un secondo di discutere su quale carriera avrebbero rappresentato, dandosi suggerimenti a vicenda e consigliandosi quale professione sarebbe stata ideale per ognuno.
-Io farò il calciatore!- affermò Miroku con fierezza. –Ho già tutto l’occorrente!-
-Non avevo dubbi…- rispose Koga. –Io pensò farò il meccanico…-
-Non volevi fare il Gangster?- domandò Bankotsu.
-No, ho preferito cambiare…-
-Pensavo volessi fare il venditore ambulante…- lo schernì Miroku scoppiando a ridere.
L’altro gli diede un forte pugno sulla spalla provocandogli una dolorosa fitta al braccio.
-Io farò il cantante Rap, idolo delle folle!- intervenne Bankotsu dopo essersi scattato l’ennesimo selfie con il suo fedelissimo cappello swag.
-Non interpreti Justin Bieber? O uno dei tuoi cantanti coreani?- domandò Tsubaki divertita.
-Sarò molto meglio di loro! Chiamatemi pure BANKU!-
I presenti, giustamente, non riuscirono a trattenersi dallo sbellicarsi dalle risate.
 
-Avete già deciso la vostra professione?- chiese Kikyo, seduta in cerchio assieme a Yura, Yuka e Tsubaki.
-Io pensò farò la giornalista.- rispose Yura convinta.
-Io la calciatrice!- continuò Yuka.
-Quel ruolo è già stato occupato da Miroku però…- l’avvertì la “demone dei capelli” (Yura).
-E allora? Lui è un calciatore del calcio maschile, io di quello femminile!-
-Io penso che mi unirò a te Yuka , non ho idea di cosa fare…- si rassegnò Tsubaki, dopo un’ora di riflessione.
-Davvero? Io pensavo volessi fare l’infermierina sexy!- scherzò Yuka meritandosi una piccola spinta da parte dell’amica.
-E perché dovrei??!-
-Per fare colpo su Bankotsu forse…- la provocò poi Kikyo inarcando un sopracciglio.
Tsubaki, dopo quella frase tanto schietta, divenne rossa come un peperone e distolse lo sguardo senza proferir parola.
-E tu Kikyo?- chiese poi Yura, cambiando saggiamente discorso.
-Penso che farò la donna in carriera.-
-E come si veste una donna in carriera?- sbottò Tsubaki confusa.
-Non ne ho idea, ma mi inventerò qualcosa…-
 
Ayame prese un cartoncino, ma questa volta non lo usò per creare filtri ai suoi spinelli, bensì cominciò a scrivere varie professioni che le piacevano.
-Mi ci vedresti nei panni di un avvocato?- chiese giocherellando con la penna.
-Assolutamente no.- rispose schietta Kanna.
-La poliziotta?-
-Stai scherzando, vero?-
Quella mozzarellina cominciò a indispettirla.
-Perché no?!-
-Perché la maggior parte delle cose che fai vanno contro la legge!-
-E adesso cosa centra?-
-Cambia!- tuonò la compagna mettendola piuttosto in soggezione.
Analizzò un ultima volta il foglio, rigando le due carriere che fu obbligata a scartare e sbuffò.
-Che palle! Va beh, ci penserò! E tu che fai?-
La compagna sorrise e dopo pochi attimi rispose: -La professoressa.-
-Davvero?- domandò la demone lupo lasciandosi scappare uno sospiro divertito. –Io ti ci vedrei di più a fare la gelataia, sai, sei sempre vestita di bianco come loro…-
Kanna, in risposta aggrottò la fronte offesa eppure, non poteva affatto biasimarla.
-No, questa volta ho deciso di abbandonare questo mio look monotono, voglio vestirmi colorata e più femminile!- rispose improvvisamente.
Non poté che notare l’espressione sbigottita dell’amica, d’altronde, non era solita dire certe frasi, lei, come altre ragazze della classe, si vestiva spesso da maschiaccio e sicuramente non avrebbe mai osato indossare nulla di troppo corto o scollato.
-Oh Kami! Finalmente!- esclamò poi Ayame facendola sussultare. –Finalmente ti sei decisa a vestirti come una vera donna! Farai la professoressa sexy?-
Sembrava molto, anzi, troppo entusiasta della sua proposta, forse sarebbe stato saggio non parlarne.
-Chi farà la professoressa sexy?!- domandò una voce non troppo lontana.
Kagura e Kagome, attirate come mosche dal discorso, si avvicinarono a loro sedendosi di fianco.
Sarebbe stato SICURAMENTE saggio non parlarne.
-Nessuno!- rispose Kanna fulminea, prima che l’amica potesse intervenire.
-Vuoi fare la professoressa zozza, Kanna?- insistette Kagome.
Ecco, ora era in guai seri.
-N-no…io…- balbettò sperando che quelle espressioni tanto gioiose e curiose sparissero dai loro volti.
-Kanna vuole fare la professoressa e ha ben specificato che vorrà vestirsi più femminile! E niente bianco.-
“Grazie Ayame!” pensò in procinto di saltarle al collo.
-DAVVERO?!- urlarono le altre due con gli occhi lucidi dall’emozione.
-No, aspettate io…- fece per rispondere Kanna, ma tutti i suoi sforzi furono vani.
-Allora dobbiamo ASSOLUTAMENTE darti una mano con i vestiti, il trucco e gli accessori!- se ne uscì Kagura, cominciando a parlottare a raffica, discutendo, senza che nessuno le abbia dato il permesso di agire, con l’amica Kagome.
-Voi invece cosa interpreterete ragazze?- domandò poi Ayame.
-Io farò la ricercatrice nella giungla, tipo Jane di Tarzan.- rispose Kagome
-Io l’infermiera…sexy.- la seguì ragazze.
-Ragazze ma io non voglio…- borbottò Kanna con la speranza che l’ascoltassero.
-Niente ma!- la interruppe Kagome con tono autoritario. –Lascia fare a noi e diverrai la più bella della scuola!-
Detto ciò se andarono, senza nemmeno cennare un saluto e continuando a conversare incessantemente.
-Sei contenta ora?- sbottò Kanna indispettita, rivolgendosi alla compagna.
-Sei tu che dovresti esserlo, vedrai, sarai bellissima.-
In fondo, era solo una stupidissima foto di classe e, anche se per una volta si fosse vestita in modo diverso dal solito non sarebbe successo nulla anzi, forse l’avrebbe perfino aiutata a ritrovare la fiducia in sé stessa.
Insomma, cosa avrebbe dovuto indossare poi di tanto assurdo?
 
Circondato da tutte quelle chiacchiere eccitate, il più carico ed euforico era il “perfido trio”, l’ideatore di quella geniale iniziativa. Seduti attorno ai banchi di Rin e Sesshomaru, cominciarono ad esporre le loro carriere ideali, accompagnati da Eri e Nazuna.
-Io voglio fare la bagnina!- affermò di punto in bianco Nazuna con il solito sorrisetto ebete stampato in faccia.
-Stai dicendo che verrai a scuola in costume tipo “Bay Watch”?- domandò Eri perplessa.
-Beh…-
-NON CI PENSARE NEMMENO!- sbottò Jaken cercando di non immaginare alcun che.
-E allora cosa faccio?-
-Perché non interpreti un lavoro in cui sia volto che corpo sono coperti?- suggerì il demone Kappa con un velo di perfidia.
-Allora farò la barista!- rispose, probabilmente non avendo minimamente ascoltato il suggerimento.
-MA COSA CENTRA CON…- Jaken fece per partire per la tangente ma questa volta, decise di lasciar perdere e non terminare la frase.
-Io farò il pugile.- intervenne poi Sesshomaru serio. –Ho già tutto ciò che mi serve.-
-Sarai a petto nudo?- chiese Rin tutto d’un tratto.
-Ovvio.-
-Mi piace!- rispose dando il cinque all’amico.
-Io invece confermo nuovamente di voler fare la segretaria.- continuò Eri. –Tu, Jaken?-
Il piccoletto abbassò lo sguardo sconfortato, dopo tutto quel tempo non aveva ancora deciso cosa fare.
-Non ne ho idea…Non ho nulla a casa che mi faccia sembrare, come dire, professionale…-
-Se vuoi posso prestarti qualcosa io.- gli venne incontro il demone cane.
-MA SE SEI IL TRIPLO DI LUI!- esclamò Rin.
-A casa ho ancora la divisa da Scout di un bambino che seguivo qualche anno fa, credo che a te andrà bene.-
-Kami! Grazie Sesshomaru! Sei il mio eroe!- gioì il demone Kappa stringendo con amore il braccio di quest’ultimo.
-Non credo che fare lo Scout sia una professione…- pensò ad alta voce Eri.
-Vero, ma chissene frega!- rispose Sesshomaru facendo spallucce.
-Invece tu Rin, che vuoi fare?- domandò poi Nazuna, sviando il discorso.
-Ho pensato a molte carriere e non sapevo proprio cosa scegliere, ma alla fine, ho deciso.-
-La schizzata in manicomio?- la schernì Jaken beccandosi una brutta occhiataccia.
-No, l’attrice pornografica sadomaso.- rispose con fierezza.
I presenti, allibiti a dir poco, rimasero muti per svariati secondi, sperando vivamente che stesse scherzando.
-Sei seria?- disse il demone cane spezzando il silenzio.
-Sì, ho già tutto il materiale pronto a casa.-
-La cosa mi preoccupa non poco…- ammise Jaken sgranando gli occhi.
 
Ed ecco i nostri amici, pronti più che mai a rendere pubblica tutta la loro originalità. Eppure, il giorno seguente, tutto sembrò essere tornato alla normalità, più nessuno accennò alla foto di classe o ai costumi da indossare.
-A quanto pare tutti hanno già deciso cosa fare e hanno già trovato il costume.- suppose Rin guardandosi attorno.
-Come fai a dirlo?- chiese Jaken sospettoso.
-Più nessuno parla più della foto di classe…-
-Forse non sono più interessati…-
-Adesso non essere negativo!- sbottò la ragazza. –Erano tutti entusiasti ieri, non si può cambiare idea da un giorno all’altro!-
-In questa classe, tutto è possibile.-
Oh, Jaken, quanto cazzo hai ragione.
 
Il giorno seguente gli alunni della quarta C erano ben pronti per la foto di classe tanto attesa.
Kagome, Kagura e Sango, appostate fuori dal corridoio, commentarono a vicenda il proprio abbigliamento.
-Kagura sei davvero bella! Dove li hai trovati quei Jeans?- domandò Kagome entusiasta.
-In un piccolo negozietto, ti piacciono? Sono un po’ troppo aderenti ma nonostante tutto non ho potuto non comperarli.-
La donna del vento, per l’occasione, aveva deciso di indossare un paio di Jeans nuovi di zecca, una camicetta bianca e dei sandali a tacco basso.
-Anche tu Kagome sei stupenda!- la complimentò Sango  con gli occhi lucidi.
-Ti ringrazio, non hai idea di quanto abbia impiegato a piastrare i capelli!-
Kagome invece, indossava un paio di leggins neri aderenti, una canottiera verde e delle All-star bianche, oltre al leggero trucco sugli occhi e il rossetto, aveva deciso inoltre di lisciarsi i capelli.
-Secondo voi gli altri se la prenderanno se non abbiamo rispettato il tema della foto?- chiese poi Sango con un velo di preoccupazione.
-Assolutamente!- rispose Kagura. –Hai notato che nessuno alla fine ha voluto seguire l’idea di Sesshomaru?-
-In effetti, ora che ci penso, sono tutti vestiti normalmente…-
In quel preciso momento “I Tres Amigos” avanzarono verso di loro con fierezza, come se volessero mostrare al mondo tutta la loro bellezza.
-Hey bellezze!- le salutò Koga facendo l’occhiolino.
-Ciao…- salutarono tutte e tre senza troppa euforia.
-Come stiamo? Non siamo irresistibili?- chiese tutto d’un tratto Bankotsu portando le mani ai fianchi.
Le ragazze squadrarono i compagni osservando il loro abbigliamento: nonostante la loro vanità non sembravano essere cambiati un gran che, Bankotsu era sempre vestito con i suoi jeans larghi, una felpa colorata e il suo immancabile cappello nero, Koga, come al solito, indossava abiti esclusivamente neri e Miroku invece, con jeans di marca stretti e una t-shirt color violetto.
-Ma siete vestiti come sempre!- affermò Sango confusa.
-Esatto!- rispose Koga sorridendo soddisfatto. –Ci siamo resi conto, dopo varie riflessioni, che l’unico modo per conquistare le donne è vestirsi alla moda ed essere magnifici, ma noi lo siamo già, non abbiamo alcun bisogno di sistemarci in modo differente!-
-Wow…- esclamò Kagura inarcando un sopracciglio. –Invidio davvero tutta la vostra sicurezza…-
-Anche voi alla fine non avete aderito alla foto a tema…- disse poi Kagome.
-Beh…- esordì Miroku. –Inizialmente volevamo vestirci scegliendo una professione, ma ci siamo accorti che rimediare tutto l’occorrente e cambiarci durante le lezioni era troppo impegnativo, così abbiamo lasciato perdere.-
Le compagne scoppiarono a ridere divertite e poi Sango aggiunse: -Anche noi abbiamo rinunciato per lo stesso motivo.-
-Scommetto che nessuno si è vestito da lavoro, tutti avranno indossato vestiti normali.- idealizzò Kagura.
-Già credo proprio che…- Sango non riuscì a finire la frase, con la coda dell’occhio, inaspettatamente, guardò verso il corridoio e davanti a sé si prostrò una scena a dir poco assurda.
-PER TUTTI I KAMI!- esclamò ad occhi sgranati, con lo sguardo fisso in un punto.
Gli altri, incuriositi, la imitarono e la loro reazione fu la medesima.
Tre figure ben note stavano avanzando verso di loro, camminando in mezzo al corridoio spediti, sotto gli occhi increduli dei passanti.
Sesshomaru, Jaken e Rin, aveva rispettato i patti in tutto e per tutto e difatti si erano vestiti a tema, sicuri che anche i compagni avrebbero fatto lo stesso.
Il demone cane, indossava dei pantaloncini rossi e neri, una decina di medaglie al collo, dei guantoni da boxe e occhiali da sole con il petto era completamente nudo.
Jaken invece, portava una divisa verde scuro, piena di simboli ricamati sulla giacchetta e un foulard rosso accesso.
Infine Rin, nonostante fosse vestita presso che normale, era quella conciata peggio di tutti: i polsi erano intrappolati in un paio di manette pelose rosse, sugli occhi portava una mascherina da notte rosa pelosa e al collo un collarino con appeso un sonaglio a cui poi era stato agganciato un guinzaglio che il demone Kappa teneva saldamente.
 -Ma come vi siete conciati?!- esclamò Kagome dopo che questi furono davanti a loro.
-Come vi siete conciati voi piuttosto!- rispose Jaken astio. –Perché non vi siete ancora cambiati?-
-Beh…ecco…- balbettò cercando una scusa decente, ma sembro tutto inutile.
-Non abbiamo trovato i vestiti adeguati…- intervenne Kagura senza troppi convenevoli.
-TRADITORI!- urlò Rin indicandoli. –Ora come facciamo con la foto?!-
-Non so se ve ne siete accorti, ma qui, a parte voi tre, nessuno si è vestito a tema.- affermò Koga in tutta sincerità.
I tre, guardandosi attorno, constatarono le parole del compagno: Yuka, Tsubaki e Bankotsu indossavano i loro soliti indumenti larghi e comodi, Shippo le sue enormi magliette da metallaro, Ayumi la felpa con Puffetta e lo stesso tutti gli altri.
-Come avete potuto?- domandò Sesshomaru offeso. –Fino a due giorni fa eravate tutti così entusiasti all’idea…-
-Scusaci Sesshomaru…- lo pregò Sango abbassando il capo.
-Ci siamo cambiati per nulla…- si lamentò il demone Kappa. –Ma proprio nessuno ha rispettato i patti?-
-Noi sì!-
Una voce cristallina fece eco nelle loro orecchie e “il perfido trio” si voltò notando due figure alle loro spalle.
Eri e Nazuna, li salutarono con la manina sorridendo divertite e, non potettero fare a meno di notare il loro strano abbigliamento.
-E voi cosa sareste?- chiese Jaken confuso.
Anche loro, a quanto pare, avevano rispettato la promessa, travestendosi, o almeno, cercando di travestirsi da qualcosa.
-Io sono una segretaria!- rispose Eri sghignazzando.
I vestiti non sembravano molto rispecchiare la sua scelta: indossava una semplice giacca bianco avorio, un paio di jeans, una maglietta grigia e degli orrendi occhiali da sole.
-Cosa centrano gli occhiali da sole?- fece Rin inarcando un sopracciglio.
-Non lo so.-
-Io invece sono una barista!- si intromise Nazuna sfoggiando il suo splendido costume.
Si era limitata ad infilarsi una camicia nera sbiadita, dei jeans scuri, scarpe da ginnastica e una orribile cravatta blu elettrico.
Rin alzò l’indice e aprì le labbra per poterla sfottere come meglio poteva ma poi, rendendosi conto che anch’essa era conciata in modo assurdo, preferì non parlare.
-Nazuna, ascolta…- Jaken invece non riuscì a trattenersi. –DA QUANDO IN QUA UNA BARISTA SI VESTE COSI’??!-
-Le bariste si vestono come vogliono!- ribatté lei offesa.
-SI MA SE SI VESTISSERO TUTTE IN QUESTO MODO NESSUNO VERREBBE NEL BAR!-
-E come puoi dirlo?-
-Io per primo non ci metterei piede se vedessi una conciata così!-
-Ma…-
-Ma cosa avete tanto da urlare?!-
Inuyasha interruppe, con la gioia di tutti gli altri, il litigio dei due, avanzando verso di loro con un’asta sotto il braccio.
-Cos’è?- chiese subito Miroku osservando lo strano oggetto.
-Oh, questa? E’ una bandiera!- rispose osservandola con orgoglio.
-Di cosa?-
-Del Giappone! Visto che nessuno ha voluto aderire alla foto a tema ho pensato di portare qualcosa di un po’…originale…-
-Sarebbe stato più figo fare la foto a tema.- affermò Sesshomaru offeso.
-Aprila, vogliamo vederla!- esclamò poi Rin curiosa.
Inuyasha sciolse gli elastici che la tenevano chiusa e con uno strattone l’aprì rivelandone il disegno.
-MA CHE CAZZO…- si lasciarono sfuggire tutti i presenti, all’unisono.
Sulla tela bianca era disegnato un cerchio, mezzo blu e rosso, che rappresentava il simbolo dello Ying e dello Yang e, ai lati, quattro gruppi di tre linee nere, spezzate in alcuni punti.
-MA QUELLA NON E’ LA BANDIERA DEL GIAPPONE!- sbottò Jaken allibito.
-Inuyasha, è quella della Corea…- aggiunse Bankotsu scuotendo la testa indignato.
Lui, a primo impatto, pensò fosse uno scherzo ma, non appena la osservò, notò che effettivamente avevano ragione.
-Ma come cavolo hai fatto a confonderti?!- domandò Kagome scoppiando a ridere di conseguenza.
-Io l’ho comprata già sigillata, ho semplicemente chiesto al tizia del negozio di darmi la bandiera del Giappone e lui mi ha consegnata questa…-
-Sei un idiota! Potevi almeno aprirla per controllare!- lo riprese Rin a denti stretti.
-Io mi sono fidato! Non è colpa mia se il venditore è un inetto…- cercò di giustificarsi il mezzo demone, sventolando l’asta.
-Non avrai intenzione di fare la foto con quella?- chiese poi Sesshomaru, sperando che accantonasse l’idea. –Poi penseranno che siamo deficienti!-
-Non mi interessa!- tuonò il compagno. –L’ho comprata e ora la uso!-
-Siamo fottuti.- sbuffò Kagura, con l’appoggio di tutti gli altri.
-Oh cavolo!- esclamò di punto in bianco Kagome, controllando l’ora sul cellulare. –Kagura, dobbiamo raggiungere Kanna e sistemarla!-
Anch’essa verificò l’orario e sussultò:  -Dobbiamo muoverci!-
-Che volete fare a Kanna?- chiese Eri sospetta.
-Ragazzi, quest’oggi vedrete di cosa io e Kagome siamo capaci di fare!- esordì Kagura.
-Faremo diventare quella mozzarellina una splendida demone sensuale!- continuò l’amica.
-Kanna? Non farmi ridere!- gracchiò Jaken tra le varie risatine.
-Vedrai piccoletto, rimarrai a bocca aperta!-
 
Kagura e Kagome, in meno di quindici minuti, riuscirono a truccare, sistemare e agghindare Kanna, con la più assoluta accuratezza.
-Se fossimo così brave anche a scuola saremmo noi le secchione!- canzonò Kagome provocando una risata generale.
Terminato il make up e l’acconciatura, le due lasciarono che la demone si cambiasse in tutta tranquillità nel bagno delle ragazze, con i vestiti che loro stesse avevo scelto meticolosamente negli armadi.
-Kanna hai finito?- la chiamò Ayame, offertasi di farle da “spalla” in tutta quella assurdità.
-Vattene! Lasciami qui!- mugugnò la compagna aldilà della porta.
-Ma che stai dicendo? Hai finito di cambiarti?-
-Sì…Ma non ho intenzione di uscire da qui!- piagnucolò battendo i piedi a terra.
-Perché?-
-Perché sembro una prostituta! Hanno esagerato!- sbottò con la seria intenzione di strappare quei vestiti troppo succinti.
-Dai, nono fare storie ed esci, voglio vederti!-
-NO!-
-Allora vengo a prenderti io!- la minacciò la demone lupo spingendo la porticina rossa ma, Kanna la precedette e, con imbarazzo, si decise a varcare la soglia.
-Wow…- si lasciò sfuggire Ayame non appena la vide.
Indossava un vestito azzurro pastello piuttosto corto e aderente, in vita portava una grande cintura nera, sandali del medesimo colore con una punta di tacco e calze nere quasi trasparenti. I suoi capelli erano stati raccolti in un elegante chignon, un leggero tocco di ombretto azzurro le colorava le palpebre e le ciglia erano accentuate dal mascara.
-Sembri una bambolina, però stai molto bene!- la complimentò la demone lupo.
-Io mi sento solo una cretina, adesso mi svesto e…-
-OH KAMI!!!!!-
Ben due voci acute, quasi assordanti fecero eco nel corridoio, Kagura e Kagome si precipitarono nella loro direzione dopo aver visto il capolavoro.
-SEI STUPENDA!- gioì Kagura guardando con soddisfazione ogni centimetro del suo corpo.
-Ragazze a me non va di…- cercò di spiegarsi Kanna.
In fondo lei, fino ad ora, non aveva avuto il coraggio di dire ciò che pensava, ovvero che lei odiava vestirsi in quel modo, che le sarebbe piaciuto solamente indossare una maglietta di un colore diverso dal solito e che le dava davvero fastidio che quella due continuassero ad interromperla e fare di testa loro fregandosene altamente della sua opinione.
-Su Kanna, non fare storie, tra cinque minuti arriva il fotografo! Noi andiamo in classe e diamo un’ultima sistemata al trucco, ci vediamo nella libreria al secondo piano, dove si terranno le foto, a dopo!- la interruppe Kagome parlando come un treno.
-Ma…io…-
-A dopo! Ciao Ayame!-
E sparirono in men che non si dica.
La demone lupo, dopo aver fatto un cenno di saluto, si voltò verso l’amica, che si era rannicchiata al pavimento disperata.
-Non riuscirò mai in cinque minuti e cambiarmi e togliermi il trucco…- si lamentò , con il viso nascosto tra le braccia che raccoglievano le ginocchia unite. –Dovrò farla conciata così…-
-Se proprio non ti andava potevi anche dirlo apertamente ed evitare tutto ciò.- affermò l’amica colpendo nel segno.
-Lo so ma…non volevo deluderle…-
Lei sbuffò alzandosi la piccola frangetta rossa: non poteva obbligare Kanna a fare la foto con vestiti che a lei non piacevano affatto, avrebbe dovuto trovare una soluzione, ma cosa?
-Mh, vediamo cosa possiamo fare per risolvere il problema.- disse poi, pensando a voce alta.
Si guardò in giro, osservando attentamente il piccolo atrio quando, improvvisamente, si accorse del misterioso armadio situato accanto al lettino d’ospedale.
La demone bianca, dopo quella frase così ambigua, alzò il capo e notò l’amica avvicinarsi con interesse all’armadio grigio metallico.
-Che stai facendo?- chiese per poi alzarsi in piedi.
L’altra fece per aprire le ante ma si fermò: -Questo armadio non è mai stato aperto da nessuno, chissà cosa contiene?-
-Non farlo!- urlò l’altra.
-Perché?-
-Non lo sai? In giro si dice che  sia maledetto, se qualcuno oserà aprirlo, sbloccherà il passaggio per l’inferno!-
Da come raccontava sembrava crederci realmente.
-E questo chi te l’ha raccontato?- domandò la demone lupo inarcando un sopracciglio.
-Beh…Rin…- rispose Kanna abbassando lo sguardo.
-Ah ecco.- detto ciò aprì le ante e, insieme all’amica, scorse ciò che vi era all’interno.
Questo conteneva ben tre scaffali, sul più alto erano state messe delle vecchie e polverose videocassette, insieme ad un videoregistratore anch’esso sporco e rovinato, al di sotto si potevano trovare dei libri ingialliti dalle copertine logore, un vocabolario che sembrava provenire dall’antico impero Giapponese e cartine geografiche strappate. Infine, nell’ultimo scaffale più in basso era stato sistemato un pallone da calcio stranamente gonfio  e un lenzuolo bianco.
Toccò quest’ultimo e notò, con stupore, che era più pulito rispetto al resto e così le venne un idea geniale.
-Indossa questo.- le ordinò di punto in bianco.
-Cosa? Dovrei mettermi quel coso addosso?- sbottò l’amica osservando l’oggetto con disgusto.
-Se non ti vuoi coprire con questo viene conciata così, decidi tu.-
Odiava i compromessi, ma quella volta non vi era scelta, o il lenzuolo dimenticato da Dio, oppure il vestito da zoccola.
-Dammi qua!- tuonò stizzita strappandole il tessuto dalle mani, per poi metterselo sulle spalle. –E’ Lunghissimo!-
-Così però sembri ancora più deficiente…- le fece notare Ayame.
-Hai ragione e adesso? Dovrei coprirmi completamente per non fare la figura dell’idiota!- mugugnò in un lamento la povera demone in preda ad una crisi di pianto.
La rossa si toccò il mento pensierosa e poi il suo sguardo si posò involontariamente su un oggetto, vicino ai libri antichi: una forbice.
-Kanna, ho trovato la soluzione a tutti i tuoi problemi!-
 
Nel frattempo, al secondo piano, accanto alla porta della libreria, InuTaisho, aspettava i suoi alunni con impazienza.
-Oh eccovi qui!- esclamò riconoscendo alcuni di loro in fondo al corridoio. –Muovetevi, quella della terza B hanno già finito!-
Non appena giunsero davanti a lui, cominciò a contarli nella speranza che nessuno fosse rimasto indietro.
-Bene, siete tutti e ventuno, complimenti per l’abbigliamento ragazzi! Ora entrate.-
Li osservò entrare in fila indiana, borbottando e sghignazzando eccitati, quando, tra i vari ragazzi, notò qualcosa di particolare.
-Sesshomaru, Jaken, Rin, ma come vi siete vestiti?- chiese accorgendosi degli abiti particolari.
-Volevamo fare una foto a tema ma alla fine siamo stati gli unici a travestirci seriamente.- rispose Jaken sbuffando.
-Da voi me lo sarei aspettato, su entrate!-
Ma le stranezze non erano terminate, di seguito al trio, sbucò Inuyasha, con un’enorme bandiera sotto braccio.
-E questa?- fece inarcando un sopracciglio.
-E’ una bandiera papà, cercherò di inserirla nella foto.- rispose il figlio sorridendo.
-Perché hai comprato quella della corea?-
-Storia lunga…- dettò ciò superò l’insegnante e raggiunse i compagni.
 
-Bene ragazzi!- urlò il fotografo sistemando l’obiettivo. –Al mio tre, dite OSUWARI!-
La classe si mise in posizione.
-Uno, due…tre…-
-OSUWARI!-

 
Tre giorni dopo:
 
-RAGAZZI SONO ARRIVATI GLI ANNUARIII!- gridò Ayumi con la sua flebile vocina.
Senza perdere un secondo di più, gli altri si fiondarono sulla povera ragazza che teneva tra le braccia una pila di piccoli quaderni colorati.
-Eccoli qua.- sospirò poggiandoli sulla cattedra.
-Apriamone uno e vediamo come siamo usciti.- consigliò Inuyasha, cominciando a sfogliare l’annuario.
-Eccoci qui!- esclamò Jakotsu.
-OH PER TUTTI I KAMI…-
 
La foto rappresentava la magnifica quarta C suddivisa in tre livelli: un fila seduta sul pavimento, quella sopra seduta sulle sedie e l’ultima, più in alto, in piedi.
A terra vi erano Sesshomaru, Jaken e Rin che mascherati rispettivamente da Pugile, Scout e attrice pornografica sadomaso assumevano pose degne di un servizio fotografico; nell’ultima fila, in piedi, vi erano Ayame, Yura,Yuka, Kikyo, Tsubaki e Jakotsu che, abbracciate, sorridevano pacificamente, i “Tres Amigos” invece, uno di fianco all’altro assunsero la stessa identica posa sfoggiando il loro sguardo più sensuale, di fianco a loro Shippo, con la stessa espressione apatica di sempre, fatta eccezione per un flebile sorriso che gli illuminò il viso e infine, Inuyasha che, come promesso, teneva ben salda la bandiera della Corea, con lo stemma in bella vista, oltretutto; gli ultimi rimasti erano quelli seduti in centro, ovvero Eri, con i suoi inutili occhiali da sole, abbracciata a Ayumi, seguita da Sango, Kagura e Kagome, di fianco la mitica Nazuna intenta a sorreggere un foglio su cui originariamente ci sarebbe dovuta essere scritta una frase ma che, nella foto, non uscì, ed infine, con stupore di tutti i presenti, rimase un individuo sospetto ricoperto da un telo bianco con due buchi in prossimità degli occhi.
No, non era un fantasma, quella era Kanna.
 


QUESTION TIME!
 

Shippo poggiò, con svogliatezza, la busta sulla cattedra.
-Leggetela, io non ho voglia.-
Che caso.

 
Aury scrive:
 
1-“Ragazze e ragazzi come trovare il nuovo professore?”
Rin e Ayame: MAGNIFICOOO!
Jaken: Lo adoro!
Jakotsu: E’ un bell’uomo.
Inuyasha: E’ mio padre.
 
2-“Qual'é l'abbreviativo di Penelope?(hihihi)”
Nazuna: PENE! Ahahahaha! Dai, non è difficile!
Jaken: NAZUNA, KAMI, NON HAI CAPITO UN CAZZO COME AL SOLITO!
Sesshomaru: Eeeh…il ritardo…
 
3-“Ragazze ma perché non decidete anche voi un giorno in cui fate come i "tre amigos"?(oddio)”
Rin: Hai proprio ragione…
Yura: Neanche morta! Ma siamo impazziti?!
Ayumi: Quoto Yura.
Kagome: Quanto siete pudiche.
Bankotsu: SI RAGAZZE PALPATECIIII!
Kagome: No, forse avete ragione voi.
 
4-“Sesshomaru come ci si sente ad essere paragonato meno bello a Inuthaiso?(secondo me sei rimarrai il più bello)”
Sesshomaru: Tsk, non mi interessa, io sono più bello, punto.
InuTaisho: E’ tutta mattina che starnutisco e mi fischiano le orecchie, cosa sta succedendo?
 
5-“Rin ma mica ti piaceva Sesshomaru?”
Kagome e Kagura: GIA’ RIN! NON TI PIACEVA SESSHOMARU?!
Rin: MAMAMAMAMA NON E’ VERO!
Sesshomaru: Sesso?
 
6-“Yura dove trovi tutti quei capelli? XD”
Yura: Li ho ereditati da mia madre, ma ho paura che appartengano essere umani uccisi in passato…che schifo!
 
7-“Eri ma ti diverti così tanto a studiare?!?”
Eri: No, ma a me piace la storia e approfondire argomenti interessanti, il problema è che, nonostante tutto,  ho voti piuttosto scarsi…
Jaken: Questo perché in realtà stai su siti porno tutto il giorno e non lo ammetti.
Eri: NON E’ VERO!
Jaken: Sì che è vero!
Eri: NO,NO E NO!
Jaken: Sì al quadrato!
Eri: No al cubo!
Jaken:  Sì all’infinito e oltre!
 
8-“Nazuna si io faccio equitazione e ho un cane (Carlino)”
Nazuna: CHE BELLO! VUOI ESSERE LA MIA AMICA DEL CUORE?!
Jaken: FUGGI!
 
9-“Inuyasha ma se vai male a scuola fatti dare ripetizioni da tuo padre;)”
Inuyasha: Non sarebbe giusto e poi io me la cavo a scuola!
Ayame: Io invece ne avrei bisogno…
Rin: anche io…
Kagome: Idem e anche Kagura.
Inuyasha: No, voi avete bisogno di sbavare dietro a mio padre!
 
10-“Sesshomaru ti ricordi quel contratto che hai fatto firmare a Rin? Sfruttalo bene.”
Sesshomaru: PER FORZA!
 
11-“Nessuno di voi é vergine?”
*Si sentono dei grilli provenire da chissà dove, la classe è assente*
Kagome: IO NO!
 
 12-“Di chi sono i peggior voti?(se sono delle femmine fatevi dare SERIAMENTE ripetizioni da Inuthaiso eheh)”
TUTTI: Nazuna!
Ayumi: Insieme a Kikyo e Jakotsu.
 
13-Yura e Yuka ma non scambiano mai il vostro nome?
Yura: A volte succede e devo dire che è molto esilarante!
Yuka: E’ successo anche più volte che chiamassero il mio nome ma ci girassimo entrambe nello stesso momento!
Yura: Hai proprio ragione, che tonte!
Yuka: Ti voglio bene Yu
Yura: Anche io Yu alla seconda!
 

Milla chiede:
1-“Rin, ma come si fa a non amarti? Grazieeeeeeeeeee... Anche perché non avevo la benché minima idea di dove fossi... Spero che ti piaccia la panna cotta :)”
Rin: PANNA COTTA CON I FRUTTI DI BOSCO A MEEEEEE!
 
2-“Sesshomaru, (prima una risposta) l'ho fatto perché mi hanno rapita gli alieni e sinceramente non ne potevo più di un panorama tanto monotono... Postdiché... Com'è avere il proprio capo clan come insegnante?”
Sesshomaru: Non che io non lo apprezzi, anzi, ma già comanda al clan, ci mancava solamente che lo facesse negli orari scolastici…eh, vabbe!
 
3-“Inuyasha, com'è avere il padre insegnante nella propria classe? Penso che a me non piacerebbe...”
Inuyasha: Inizialmente ero preoccupato, ho cercato perfino di fargli cambiare idea, ma alla fine, non è poi così male!
 
4”-Jakotsu, come va? Spero che ci siano delle evoluzioni delle quali l'autrice (per discrezione) non ci informa *blink*”
Jakotsu: Q-Quali evoluzioni?
Yuka: Ti sei portata a letto Bankotsu sì o no?
Jakotsu: MA NO! SIETE IMPAZZITE?! *sussurra* Magari…
 
5-“Bankotsu: allora ti sei accorto? (continuerò a tartassati finché non darai la risposta "giusta", rassegnati)”
Bankotsu: ACCORTO DI COSA?!CHE QUEL BASTARDO DI MIROKU MI STA PORTANDO VIA LA DONNA? SI’, L’HO NOTATO!
 
6-“Tsubaki: come stanno andando le partite di calcio?”
Tsubaki: In questi ultimi tempi siamo un po’ scarse, ma io ce la metterò tutta! Vero ragazze?
Yuka e Jakotsu: SIII’!
 
7-“Nazuna: che differenza c'è fra un ragno e un'arachide?”
Nazuna: Non sono la stessa specie?
Jaken: Nazuna, quelli sono gli aracnidi, non le arachidi!
Nazuna: ihihihihih!
 
8-“Tres amigos: farete pace prima o poi?”
Koga: Dipende tutto da quei due idioti…Io vorrei fare qualcosa ma non posso…che situazione di merda.
 
 
Nekiny chiede:
 
1-“Inutaisho, qual'è il tuo alunno preferito a parte tuo figlio e Sesshomaru?”
InuTaisho: A me non piace fare preferenze, non lo trovo giusto, ma se proprio devo scegliere, credo opterei per il piccolo Jaken. Non farne parola con nessuno però, capito?
 
2-“Rin, tu vorresti essere un demone o rimanere umana? E, conosci il manga di Tokyo Ghoul? Se sì, qual'è il tuo personaggio preferito?
Rin: No, mai sentito, mi spiace… Comunque, io  preferirei essere umana, però non lo sono, perché sai, io sono un alieno.
 
3-“Sesshomaru,ti ricordi di A-Un? Tu hai Pokèmon Zaffiro Alpha? Se sì, un giorno vieni a casa mia e te lo regalo il drago!”
Sesshomaru: Non conosco nessun Ah-Uh…Comunque, Zaffiro Alpha?! Intendi zaffiro vero? Perché Alpha?
Autrice: L’anno in cui è ambientata la storia è precedente all’uscita persino di Pokémon X e Y.
 
4”-Rin,ma il tuo codino come fa a trasmettere segnali nell'interspazio?”
Rin: CERTO! COME FAI A SAPERLO?! SEI UNA SPIA RETTILIANA PER CASO?!! O UNA MIA SUDDITA?

 
Kiwettina chiede:

1-“Sesshomaru, mi spiace per la spada te la meritavi proprio e secondo me tu sei meglio di Inutaisho, comunque come pensi di farla pagare a Rin? Ma soprattutto mi fai una ventina di contratti?"
Sesshomaru: Grazie che almeno tu, A DIFFERENZA DI QUALCUNO DI FIANCO A ME CHE MI LECCA GRATUITAMENTE, mi sostieni! Sinceramente non ho ancora deciso la sua punizione, ma sta pur certa che la pagherà! Una ventina di contratti? Ne basta uno in cui viene specificato che possiamo fare sesso quando vogliamo, senza limiti!
 
2- “Rin, sei fantastica, ti stimo tantissimo ma hai offeso Sesshomaru non potevi essere più delicata?"
Rin: Kami! Quanti complimenti! Vi amo tutti miei fan! A dopo gli autografi! Ma non ho offeso Sesshomaru, ho detto solo la verità! E poi lo sa che lo ritengo bello e quindi che non si lamenti!
 
 
-Anche oggi è finita…- sospirò Shippo mezzo addormentato. –Alla prossima, buona notte.-
-Un ultima cosa...-
aggiunse poi, il demone volpe, sfregandosi il mento. -Qual'è il vostro personaggio preferito della storia? Aldilà dei personaggi già esistenti, fate finta che non siano loro, chi vi piace di più?-
-RISPONDETE DAIII!-
incitò Kagome.
Heeeey, piaciuto il capitolo?! Mi raccomando, rispondete all domanda di Shippo, eh! Grazie per seguirmi ad ogni capitolo!
Alla prossima!

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Capitolo 28
*** Incendio ***


Ed ecco il 28esimo capitolo! Ragazzi, ma ho scritto così tanti capitoli? Manco me ne sono accorta! Ora voi tutti assisterete alla resa dei conti?
Non capite a cosa mi sto riferendo, vero?
Bene, lo scoprirete solo leggendo!

 


 

INCENDIO
 


BANKOTSU VS MIROKU


 
I loro volti erano vicini, troppo vicini. I loro nasi quasi si sfioravano, le loro labbra, tese in un sorriso sereno, avrebbero potuto congiungersi da un momento all’altro.
La rabbia e il disgusto crebbero dentro di lui, eppure, i suoi occhi, colmi di invidia, non riuscivano a cambiare prospettiva.
Perché aveva così tanta voglia di soffrire?
-Bankotsu? Bankotsu?-
Koga, l’unico dei due rimasto ancora suo amico, gli mise una mano davanti al viso, chiamandolo insistentemente.
Ci mise qualche secondo prima di rispondere, la sua mente, offuscata dall’ira, riusciva a focalizzarsi solamente su quella scena a dir poco scabrosa.
-Che vuoi?!- tuonò.
-Ti sei incantato.- affermò il demone lupo, intuendo cosa gli passasse per la testa.
-Scusami…-
-Smettila di guardarli, così ti fai del male da solo…-
-No.- rispose in tono serio. –E’ lui che mi sta facendo del male.-
-Lo so ma vedi…-
-NON CERCARE DI DIFENDERLO!- sbottò spalancando gli occhi infiammati.
Era la prima volta, dopo quattro anni passati insieme, che lo vide così arrabbiato e quasi si spaventò.
-Non cerco di difenderlo, solo datti una calmata…-
Il compagno fece un lungo sospiro e socchiuse gli occhi, doveva distendere i nervi o avrebbe perso il controllo.
-Non posso più andare avanti così…- sussurrò poi in un soffio.
-Che hai intenzione di fare?- Koga cominciò a temere il peggio.
-Non lo so, ma non posso restare con le mani in mano…devo fare qualcosa, una volta per tutte.-
-Non fare stronzate Bankotsu o te ne pentirai.-
 
Erano oramai settimane che questa storia andava avanti, Sango e Miroku, da semplici compagni erano divenuti amici, poi qualcosa di più, ma Bankotsu non riusciva proprio a capire cosa. Li vedeva prendersi le mani, sussurrarsi chissà cosa nell’orecchio, scambiarsi sorrisi dolci, ma nessuno dei due aveva annunciato nulla, né che uscivano insieme, né che si erano fidanzati.
Miroku era stato così impavido da confessare loro i suoi sentimenti per la compagna, senza badare minimamente ai sentimenti dell’amico e ora, come se nulla fosse accaduto, aveva pure il coraggio di rivolgergli la parola per poi provarci spudoratamente con la donna che amava di fronte a lui.
Non poteva rimanere in silenzio, fermo, aspettando che i due, un giorno, si dichiarassero fidanzati, doveva agire, per il suo orgoglio, per il suo onore, per la sua donna.
Ma cosa?
Avrebbe dovuto affrontarlo?
Cantargliene di santa ragione?
Avrebbe avuto il coraggio di farlo?
Quelle domande, a cui non trovava risposta, continuavano a roteare nella testa, facendolo impazzire. Tutti i suoi compagni e amici, inoltre, avevano notato il suo repentino cambiamento d’umore e onestamente, solo un cieco non se ne sarebbe accorto. Succedeva spesso che saltasse le lezione, per andare a farsi un giro, nei parchi, per la strada, solo, completamente solo, in compagnia dei suoi pensieri e, come se questo non fosse abbastanza, i suoi voti erano peggiorati notevolmente, tanto da far preoccupare persino i professori.
“Bankotsu, se hai qualche problema dovresti parlarne con noi.” 
Gli disse un giorno il professor Totosai, guardandolo con pena.
Lui aveva accennato un sorriso e aveva fatto “Sì” con la testa, ma alla fine, non aveva raccontato nulla, non aveva chiesto nessun aiuto, non gli importava.
In fondo, che senso aveva impegnarsi se alla propria amata non importava comunque?
Per tutti quei mesi, prese bei voti solo per fare colpo su di lei, ma a quanto pare, non era bastato, lei voleva di più, ma cosa?
Cos’aveva Miroku in più di lui?
Era più bello? Non si direbbe.
Più simpatico? Nemmeno.
Perché aveva scelto lui?
Perché?
-Che cos’ha lui che io non ho?- chiese un giorno Bankotsu al suo amico.
-Come?- fece l’altro inarcando un sopracciglio.
-Miroku…Perché Sango preferisce lui?-
-Non ne ho idea, forse le piacciono i tipi come lui…-
Bankotsu assottigliò lo sguardo confuso.
-E che tipo sarebbe?-
-Non lo so, tranquillo, allegro, estroverso, attraente.- rispose Koga elencando pregi che Tsubaki e Kagura spesso associavano al ragazzo.
-Anche io lo sono!- esclamò l’altro gonfiando il petto.
-Non so Bankotsu, tu sei un po’ esagerato a volte…-
-Io almeno sono particolare, lui è così insipido…-
Il demone lupo notò perfettamente che l’amico stava cercando in tutti i modi di aumentare la sua autostima che, oramai, era finita sotto le suole.
-Sfortunatamente, non possiamo entrare nella testa di Sango…- affermò sospirando.
-Hai ragione, ma proprio non capisco cosa ci trovi in lui…-
-E’ inutile che continui a farti queste domande, così soffri e basta.-
Bankotsu sbuffò riconoscendo che aveva ragione, per tutti quei giorni si era tormentato cercando una risposta e alla fine si era reso conto di quanto fosse inutile continuare, ma oramai non poteva più farne a meno.
-Pensi che possa avere ancora un speranza?- chiese in fine, pregando il Buddah per un riscontro positivo.
-Sango e Miroku non si sono ancora messi insieme, non sappiamo se Sango lo vede solo come amico, sai come sono fatte le ragazze, fanno tante moine e poi vogliono solo amicizia, tutto fumo e niente arrosto.-
-Quindi?- insistette il compagno.
-Quindi sì! Hai ancora una possibilità! Ma se continui a piangerti addosso così, te la farai scappare!-
Parole sagge Koga.
 
-Oggi la Prof ci riconsegnerà le verifiche di inglese.- informò Sango, sorridendo.
Bankotsu rimase automaticamente imbambolato ad ammirare le sue labbra rosee e dolci.
Oh, quanto avrebbe voluto baciarle, o anche solo sfiorarle con le dita.
Miroku lo aveva fatto?
Lui aveva avuto già questo onore?
Scacciò via quei brutti pensieri e, non appena tornò con i piedi per terra, notò che la compagna lo stava ancora fissando.
-Oh, bene…- bofonchiò il ragazzo.
-Come pensi sia andata?-
-Bene, questa volta ne sono sciuro.-
Davvero, dopo l’intensa conversazione con Koga, si era deciso a ricominciare, sarebbe ritornato lo studente modello di una volta e forse Sango, si sarebbe concentrata nuovamente su di lui.
-Molto bene!- gioì lei dandogli un tenero buffetto sulla guancia. –Di questi tempi sei molto calato, ma sono felice che adesso tu stia recuperando, anche perché non rimane molto tempo alla fine della scuola.-
Osservò i grandi occhi color nocciola della compagna: erano luminosi, come se avesse ricevuto la notizia più bella della sua vita e questo lo riempì di una gioia infinita.
Koga aveva ragione, c’era ancora speranza.
 
La professoressa di inglese entrò in classe con passo svelto scrutando gli alunni seriosa.
-Ragazzi, ho i risultati dell’ultima verifica e devo ammettere che sono rimasta molto delusa.-
Un ronzio di voci preoccupato si innalzò nell’aula, tutti loro erano a conoscenza che quel compito era stato più impegnativo del solito e non molti erano riusciti a sostenerlo.
-Ayumi, potresti consegnarle?- domandò la Prof Urasue.
La ragazza, senza discutere, si avvicinò e prese i fogli per poi portarli ai diretti interessati.
-Speriamo di aver preso almeno un sei…- mormorò Sango al compagno.
-Ma di cosa ti preoccupi? Tu te la cavi in tutte le materie!- esclamò Bankotsu facendole un sorriso.
Era lui che doveva preoccuparsi, come avrebbe potuto fare colpo su di lei se avesse preso un pessimo voto?
Ayumi fece capolino da dietro di loro e lasciò scivolare il foglio sul banco di Sango.
-Un sette! Fantastico!- gioì la ragazza sventolando la verifica vittoriosa.
-Te l’avevo detto.-
Dopo qualche minuto di interminabile attesa, fu il turno di Bankotsu; alzò il foglio dinnanzi a sé e, con le mani tremolanti, guardò il suo voto.
-Quanto hai preso?- chiese la compagna ma, non appena si voltò a osservare il compagno, ebbe già la risposta.
Il volto del ragazzo era sconvolto, la sua bocca era spalancata in modo innaturale e il suo sguardo era fisso sul foglio, non muoveva un muscolo, sembrava quasi scioccato.
Si sporse per constatare il risultato e la cosa non fu affatto piacevole.
-Hai preso quattro…- affermò lei delusa. –Bankotsu ma…-
-NON DIRE NULLA!- tuonò il compagno digrignando i denti. –Sta zitta.-
Sango si ammutolì all’istante allibita: in tutti quei mesi non lo aveva mai visto così adirato, eppure ne aveva presi di brutti voti in quel periodo, perché proprio quel giorno doveva scaldarsi così?
Decise che forse era meglio non infierire, lasciandogli il tempo per sbollirsi, così, porse la propria attenzione su Miroku, il ragazzo che tanto le piaceva.
-Miroku, come ti è andata?- domandò rivolgendogli uno dei suoi dolcissimi sorrisi che porgeva solo a lui.
-Sette!- affermò il compagno per poi lanciare un urlo di felicità.
-BRAVISSIMO!- lo complimentò lei.
E, improvvisamente, un gesto inaspettato, almeno da parte sua: presa dall’euforia, gli diede un caldo bacio sulla guancia, cosa che fece rimanere di stucco entrambi.
Non appena si accorse del suo gesto, le sue gote divennero purpuree cominciò a balbettare.
-S-scusa…io…-
Il ragazzo scoppiò in una risata soddisfatta e, dopo averle dato un buffetto sulla guancia rispose: -Non ti preoccupare, mi ha fatto molto piacere!-
Miroku si sentì improvvisamente l’uomo più felice della terra, prima il bel voto in Inglese, materia in cui era particolarmente scarso e poi quel bacio, così passionale, da parte della ragazza che adorava.
C’era qualcuno però a cui quel piccolo e innocuo gesto non piacque affatto, Bankotsu, vide chiaramente tutto ciò che accadde in quei pochi secondi, il brutto voto e poi, come se la sua sofferenza non fosse abbastanza, il bacio di Sango.
La sua rabbia crebbe a dismisura, erano bastati pochi attimi per distruggere tutte le sue speranze, come un fragile castello di carta.
Non poteva andare avanti così, doveva reagire, doveva esternare tutta quell’ira, quella gelosia, quella sofferenza che oramai lo stava soffocando, anche il solo avere la donna che amava di fianco gli faceva venire il voltastomaco.
Si rese conto, vedendola così serena, che stava cominciando a disprezzarla, nonostante lei non centrasse nulla in quella storia, la considerava una traditrice. Avrebbe voluto scappare, uscire da quella classe e rifugiarsi in un parco, solo, immerso nei suoi pensieri.
Tra tutti quei tormenti, non si accorse nemmeno che la lezione era finita, fece per lasciare il suo posto ma, non appena alzò lo sguardo vide il poco piacevole viso di Urasue dinnanzi a sé.
-Bankotsu sono molto delusa di te.- disse senza troppi giri di parole.
Lui si limitò a fissarla negli occhi con sguardo assente.
-Se continuerai a prendere brutti voti verrai bocciato…- l’avviso, sembrava quasi una minaccia.
Emise un rantolo disinteressato, tanto per far capire che stava ascoltando e poi chinò il capo, la donna, in risposta, girò i tacchi e uscì dall’aula.
-MERDA!- urlò Bankotsu scaraventando il quaderno per terra.
-Che succede amico?- chiese Koga udendo la sua imprecazione.
Bankotsu si alzò e si diresse verso la porticina sempre chiusa che collegava alla classe a fianco.
-Quella stronza di inglese, prima mi mette quattro e poi mi minaccia pure dicendomi che mi boccerà!- rispose astio.
-Non farci caso, sai com’è fatta…-
-TUTTO QUESTO E’ UNA MERDA!- gridò stringendo i pugni.
-Ora calmat…-
Non fece in tempo a finire la frase che il compagno, con tutta la forza che aveva in corpo, diede un violento pugno alla porta lasciandone un profondo solco.
-Ma che cazzo fai?!- urlò il demone lupo.
-Porca…- gemette Bankotsu guardando con orrore le nocche intrise di sangue.
-Che diavolo sta succedendo?- domandò Tsubaki che aveva assistito, insieme a Inuyasha e Kagura, alla scena.
-Lasciatemi in pace, cazzo!- ringhiò l’amico contorcendo la faccia in una smorfia di dolore.
-Vai subito da Kaede a farti medicare…- consigliò la compagna. – Ti accompagno io.-
Senza ribattere si fece scortare dalla bidella che con cura lo medicò con un po’ acetone.
-AH!- urlò Bankotsu sentendo le nocche pizzicare violentemente.
-Cosa è accaduto?- chiese la donna preoccupata.
-Non so con certezza, credo si sia arrabbiato per un brutto voto…- rispose per lui Tsubaki.
-Solo per questo? Ragazzo mio non devi arrivare a farti del male per certe cose…-
Lui, in risposta, sbuffò rabbioso senza nemmeno rivolgerle uno sguardo.
-Abbiamo quasi finito- informò lei prima di mettergli una striscia di benda sulla mano. –Sta più attento la prossima volta.-
Tsubaki aspettò che Kaede se ne andasse e poi, senza troppi complimenti, cominciò a fargli il terzo grado.
-Si può sapere che ti è preso? Non è possibile che tu abbia reagito così solo per un quattro.-
-Non ne voglio parlare…- mugugnò il compagno con lo sguardo fisso sulla mano dolente.
-Riguarda Sango, vero?-
-Tsk, e anche se fosse?-
-Bankotsu, non puoi andare avanti così, devi reagire! Ti vedo quando sei insieme a Miroku, non riesci nemmeno a guardarlo in faccia…-
-Ed è quello che farò!- rispose deciso il ragazzo con occhi infuocati. –Sistemerò la faccenda una volta per tutte.-
 
Arrivò il momento dell’intervallo, nelle ore precedenti, tutta la classe ebbe l’onore di ammirare il buco che Bankotsu aveva lasciato nella porta e ciò cominciò ad incuriosite tutti i presenti che iniziarono una discussione, alle spalle del colpevole, sul perché di quel gesto.
-Amico, se uno degli insegnanti lo dovesse notare, siamo spacciati.- pensò a voce alta Koga osservando la porta.
-Speriamo che non si accorga Urasue piuttosto…- rispose Bankotsu.
In quel momento, con la coda dell’occhio, vide Miroku allontanarsi verso l’uscita cingendo spudoratamente le spalle di Sango.
-Scusami, ma devo fare una cosa.- se ne uscì di punto in bianco seguendo il suo rivale.
 
Miroku e Sango erano appoggiati al calorifero, scambiandosi frasi dolci nelle orecchie, entrambi, nonostante non avessero ufficializzato la cosa, uscivano insieme da qualche settimana e, probabilmente, uno dei due, un giorno, avrebbe chiesto all’altro di fidanzarsi, ma per ora, preferivano conoscersi meglio.
-Miroku.-
Una voce ben nota lo chiamò, questi smise di contemplare gli occhi dell’amata e rivolse lo sguardo al suo interlocutore.
-Bankotsu, dimmi.-
-Vieni con me, ti devo parlare.-
Sapeva già di cosa si trattasse e sapeva che le conseguenze non sarebbero stata pacifiche, ma preferì comunque non ribattere e seguirlo.
-Allora, di cosa mi devi parlare…-
-Miroku, io ti sfido a duello.- esclamò di punto in bianco il compagno puntandogli il dito contro minacciosamente.
-Che cosa?-
-Hai sentito bene. Io ti sfido e chi vincerà avrà il cuore di Sango!-
-Non fare l’idiota! Non siamo più nel Medioevo, queste cose non si possono fare…- ribatté Miroku prima di spingerlo e andarsene.
-Hai paura?- urlò Bankotsu provocandolo.
Questo, difatti, si fermò sul posto e voltò il capo assottigliando lo sguardo.
-Io non ho paura!- esclamò facendo dietro front verso il rivale. –Però non sono nemmeno uno stupido.-
-Tu te la stai facendo sotto, sai benissimo che sono più forte di te.- continuò l’altro sghignazzando.
-E dimmi, che ti tipo di sfida avresti intenzione di propormi?-
Miroku cominciò a interessarsi, quello sbruffone pensava di poter ottenere ciò che voleva con una banale sfida?
E va bene, gli avrebbe fatto vedere cosa era disposto a fare per Sango.
-Pensavo ad un sfida con armi, niente pugni e calci rozzi, qualcosa che richiami la tradizione.-
-Armi? Sei pazzo? Potremmo ammazzarci!-
-Lo so, ed è per questo che ti chiedo di portare il tuo bel bastone dorato da monaco che collezioni.-
Miroku spalancò la bocca allibito, quel bastone da monaco gli era stato regalato da suo nonno quando era piccolo, non poteva assolutamente usarlo per cose così futili.
-Il mio bastone no! Guarda che la punta, anche se non è affilata, può far male.-
-Stai tranquillo, saprò come difendermi. Allora, ci stai?-
Ci fu un attimo di silenzio, intriso di tensione e rabbia, sapeva che se avesse accettato sarebbe stato al suo gioco, ma cosa poteva fare altrimenti?
Doveva lottare, sì, per la sua amata, per il suo onore, non poteva scappare a gambe levate con un coniglio.
-Va bene, accetto.- disse infine stringendogli la mano.
-Domani mattina all’intervallo. Ci sarà la resa dei conti.-
Le cose stavano peggiorando, e non poco.
 
Il giorno seguente, come stabilito, Miroku si preparò, in mezzo al corridoio, in attesa del suo sfidante.
La notizia della loro sfida non ci mise molto a espandersi per tutta la classe e difatti, come dei gladiatori, questi erano sotto gli occhi di tutta la quarta C.
-Miroku non fare cazzate!- urlò Kagura cercando di farlo ritirare, ma lui nemmeno l’ascolto.
-Oh Kami, è tutta colpa mia!- cinguettò Sango.
Ovviamente, Sango fu informata ben presto del perché i due si stessero per affrontare e non fu affatto felice di scoprire che la causa era proprio lei.
-Dobbiamo fermarli…- sussurrò Jakotsu a Yura, sperando che Bankotsu non si presentasse.
Miroku teneva ben stretto il suo bastone dorato, i piccoli anelli attaccati alla punta rotonda tintinnarono creando un concerto di suoni che rendevano il tutto più intenso.
Finalmente Bankotsu giunse nel corridoio per poi avvicinarsi ai compagni, dietro la schiena portava una colossale alabarda sigillata ermeticamente da tantissime strisce di stoffa.
-Non ci credo…- si lasciò sfuggire Jakotsu notando l’arma che portava appresso.
-Che diavolo è quella cosa?!- esclamò Yuka sconcertata.
-Quella è Banryu.- rispose l’amica. –La sua fedele e amata spada. Credo sia la spada più forte e letale che io abbia mai visto.-
-Non avrà intenzione di usarla spero!- pregò Yura in panico.
-Ho paura di sì…-
 
Non appena Bankotsu fu distante qualche metro dal rivale, sfoderò la spada e la puntò dritta dinnanzi a lui.
-Sei pronto?- urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Finalmente avrebbe dimostrato quanto valeva, a tutti loro, ma soprattutto a Sango.
-Come fa a sollevare quella cosa? Peserà almeno un quintale!- domandò Kagome osservando intimidita lo spadone nelle mani del compagno.
-Vuoi davvero affrontarmi usando Banryu?!- esclamò Miroku con le gambe tremolanti. –SEI IMPAZZITO? CON QUELLA TAGLI IN DUE ME E IL MIO BASTONE!-
-Non ti preoccupare, non ho intenzione di liberarla dalle sue fasce, così non sarà tagliente, ma non ti assicuro che non ti farà del male. Sai, è molto arrabbiato, proprio come me!-
Sembrava uno psicopatico, aveva il viso completamente rosso, un ghigno malefico, carico di odio, stampato in faccia e il sudore gli grondava dalla fronte.
Senza che nessuno desse il via, Bankotsu partì all’attacco e, usando la forza bruta, scagliò il primo colpo diretto al suo busto.
Miroku, con i riflessi pronti, lo parò usando il bastone, il colpo però fu talmente forte che quasi gli scivolò di mano.
-Sei già senza forze Miroku?- lo provocò l’altro, ma questi non si fece deconcentrate e rispose immediatamente mirando alle gambe.
L’avversario spiccò un leggero balzo e, successivamente, alzò la spada in alto e la scaraventò verso il basso, contro la testa del compagno.
L’altro, senza perdere un solo attimo, posizionò l’arma in orizzontale tenendola con entrambe le mani incassando così il secondo colpo.
La battaglia sembrava durare decenni, entrambi erano molto abili e capaci, vi era un continuo scambio di colpi, ogni volta schivati o parati dalla propria arma e gli spettatori non riuscivano a capire chi stava avendo la meglio.
-Bankotsu, ti rendi conto di quello che stiamo facendo?- gemette Miroku nel bel mezzo dello scontro. – Tutto questo per gelosia…-
-Gelosia?!- gridò Bankotsu aumentando la velocità e la violenza dei suoi attacchi. –TU MI HAI RUBATO LA RAGAZZA! Sapevi che ero innamorato di lei e tu ci hai provato comunque! E come se non bastasse hai fatto tutto ciò davanti ai miei occhi! SEI SOLO UN BASTARDO!-
Dopo l’ennesimo urlo, scagliò il busto della sua alabarda contro lo stomaco del compagno facendolo rotolare a terra di qualche metro.
-MIROKU!- urlò Sango con le lacrime agli occhi.
Durante tutto lo scontro, ebbe una sensazione di nausea e lo stomaco gli si chiuse improvvisamente, si sentiva in colpa per aver fatto soffrire, senza volerlo, Bankotsu e per aver innescato, ancora indirettamente, quello scontro così violento.
Miroku gemette coprendosi con le braccia lo stomaco dolorante, si chinò strizzando gli occhi e sentì un conato di vomito salire sino alla gola.
Bankotsu, vedendolo totalmente indifeso e disarmato, alzò Banryu a mezz’aria pronto per dargli il colpo di grazia.
-NO!-
Un urlo straziante fece eco in tutto il corridoio e, prima che potesse fare alcun che, vide Sango, raggiungere il compagno e difenderlo con il proprio corpo.
Lui rimase lì, immobile, in silenzio, osservando quella scena tanto patetica quanto significativa e in quel momento, il senso di colpa lo invase, seguito poi da un dolore e un senso di inadeguatezza.
-Ti prego Bankotsu, finitela qua! Non colpirlo ancora!- lo pregò la compagna con le lacrime agli occhi.
Stava piangendo, la sua amata stava versando delle lacrime, ma non per lui, bensì per il suo rivale.
-Non voglio che vi facciate del male per colpa mia. Mi dispiace di averti ferito, io non ne sapevo nulla, però ecco, a me piace Miroku e non ci posso fare nulla. Ti prego perdonami….-
Quelle parole, pronunciate tra i vari singhiozzi, con tono implorante, furono peggio di una centinaia di pugnalate al petto, avrebbe preferito che Miroku lo avesse steso a suon di bastonate, piuttosto che sentire ciò.
Abbassò l’arma, lasciando cadere la lama a terra, guardò ancora per qualche attimo i due e poi, con un gesto avventato, se la portò alle spalle e fece dietro front senza dire una parola.
-B-Bankotsu…- rantolò Miroku.
-Sei contento? Hai vinto tu.- disse il compagno, senza nemmeno voltarsi.
Non voleva tornare in classe, non voleva rimanere a scuola, voleva solamente andarsene da qualche parte a pensare, anzi, a distrarsi, magari bevendo qualche alcolico che sicuramente nessuno gli avrebbe venduto perché minorenne.
Si sentiva così dannatamente stupido, credeva davvero che una banale sfida avrebbe risolto il suo problema amoroso?
Credeva seriamente che se avesse vinto Sango avrebbe scelto lui?
No, lei la sua scelta l’aveva già fatta, da tempo ormai ed era giunto il momento di mettersi da parte, in tutti i sensi.
-Bankotsu!-
La voce di Jakotsu giunse alle sue orecchie, poteva riconoscerla tra mille.
-Per favore Jakotsu, non ho voglia di parlare…- intervenne prima che questa potesse iniziare un qualsiasi discorso.
-Dove stai andando?- domandò quindi lei, senza chiedergli altro.
-Non lo so, sicuramente via di qui.-
-Non puoi uscire di scuola senza avvisare…-
-NON MI INTERESSA!- ringhiò lui facendola sussultare. –Non mi interessa più nulla ormai.-
-Non puoi ridurti così solo per una ragazza!-
L’amico alzò il capo, fino ad ora basso rivolto al pavimento e la guardò negli occhi.
-Tu ami qualcuno Jakotsu?- gli chiese improvvisamente, con lo sguardo più triste che avesse mai visto.
-Em…beh…- balbettò lei in preda al panico.
-Sappi che quando si ama qualcuno e questa persona ti rifiuta, il resto non conta più nulla. Tu non puoi capire ma…-
-Sì.- lo interruppe lei in tono serio. –Io ti capisco benissimo.-
-Bene, allora lasciami andare.-
-Cosa farai adesso?-
-Non lo so, ma non ho più intenzione di stare qui.-
-Bankotsu…-
Si voltò nuovamente, senza nemmeno salutarla e, a passo lento, si trascinò verso le scale.
 

 

JAKEN VS SHIPPO


Il suo rapporto con Kenta poteva essere facilmente paragonato a delle montagne russe, un giorno erano al top, quando lui la veniva a trovare o quando passavano ore davanti allo schermo del computer a parlare, altri giorni invece, sembrava andare tutto per il peggio: quando lui non le scriveva per giorni o quando la liquidava con una scusa qualsiasi.
Alcune persone pensano che per mantenere la costanza di un rapporto a distanza il legame deve essere davvero forte. Il loro?
Lo era?
Sarebbero riusciti a sostenerlo senza finire per lasciarsi?
Cominciò a pentirsi di quelle domande, se fosse stata convinta della solidità del loro rapporto non avrebbe mai dovuto porsele e invece…
La verità è che si sentiva sola, maledettamente sola.
Si era fidanzata con lui tre anni addietro e con il tempo aveva abbandonato tutte le sue amicizie, fatta eccezione per quelle scolastiche e solo in quel momento si accorse che accanto a lei non vi era nessuno.
-Oggi sei molto pensierosa.- affermò Jaken destandola dai suoi tormenti.
Jaken, già, lui era l’unico, dopo che ebbe discusso con Shippo, che davvero le stava accanto come un amico. Certo, anche Eri, a modo suo, le faceva compagnia, ma con quel piccolo demone era diverso. La capiva al volo, aveva sempre la risposta pronta ad ogni sua domanda e soprattutto l’ascoltava, con interesse per giunta e non si era mai lamentato.
-Jaken…- piagnucolò lei con gli occhi lucidi. –Mi sento così sola…-
Istintivamente poggiò la guancia sulla sua piccola e minuta spalla facendolo leggermente arrosare in viso.
-Come ti senti sola? Ci sono io qui con te e anche Eri…- rispose carezzandole dolcemente i capelli.
-Sì però…- mugugnò singhiozzando.
-Però cosa?-
-Kenta…-
Appena pronunciò quel nome Jaken sussultò; Kenta, il suo sfuggente ragazzo che, nonostante esistessero tecnologie abbastanza avanzate per comunicare anche dall’altra parte del mondo, lui aveva sempre una scusa pronta per non sentirla. Doveva ammetterlo, non sopportava proprio quell’umano, non solo perché, fondamentalmente era un suo rivale, ma anche perché non la trattava con giusto rispetto.
-Sapevo che riguardava lui, Ayumi, non puoi stare così male, va bene è il tuo ragazzo, ma devi ammettere che ti sta trattando ingiustamente, se io fossi al suo posto non lo farei mai…-
-Sì ma tu non sei lui!- esclamò senza nemmeno badare alla perfidia che celavano quelle parole.
Rimase interdetto per qualche secondo, sapeva che l’aveva detto senza cattive intenzioni eppure si sentì offeso e ferito nel profondo.
-Jaken, io non intendevo…- cercò di scusarsi lei, dopo essersi accorta del suo sbaglio.
-Non ti preoccupare, ho capito. Non lo hai fatto apposta.- rispose in tono pacato il compagno.
-Ti ringrazio Jaken.- disse infine lei donandogli un tenero abbraccio.
 
-Secondo te io piaccio a Ayumi?- chiese Jaken, prima di addentare un pezzo di wurstel.
-Come mai questa domanda tanto improvvisa?- domandò nuovamente Rin che si era trattenuta dal mordere il suo gustosissimo panino cotoletta.
-Così…- fece semplicemente il demone scrollando le spalle.
La ragazza, ovviamente, non si fece convincere e assottiglio lo sguardo sempre più sospetto.
-E ora che hai?!-
-Per essere uno che fa teatro non sai affatto fingere!- lo schernì l’amica lasciandosi scappare una risata.
-Guarda che era solo per sapere io…-
-Lo so che ti piace Ayumi, non sono così cieca.- lo interruppe Rin puntandolo con il panino.
-Bene…-
-Qual è il problema?-
-Il problema è che mi sento uno stupido. Lei è fidanzata, però il suo rapporto con Kenta è come un’altalena e ogni volta si sfoga con me. Ma non capisco se mi veda solo come un amico o come qualcosa di più…-
-Non lo so Jaken, a me sembra che un po’ civetti con te…- ammise la compagna.
Lui la guardò, aspettandosi che cominciasse a ridere, divertita di averlo preso in giro e invece, quella volta era seria, maledettamente seria.
-Quindi pensi che le possa piacere?- insistette con gli occhi luminosi.
-Non ho idea, però non illuderti troppo.-
-Perché?-
-Perché a me quella sembra una che te la fa annusare e basta.-
-Non capisco…-
-Non vorrei che ti stesse prendendo in giro, ecco.-
Il demone Kappa spalancò gli occhi dallo stupore, non aveva mai pensato a questa eventualità, e se davvero lo stesse solo usando per sfogarsi?
E se fosse questo il motivo per cui anche Shippo si era allontanato?
-No, è impossibile, lei mi vuole bene Rin. Ha solo bisogno di qualcuno che le stia accanto.- replicò poi cancellando quegli assurdi e maligni pensieri dalla mente.
-Lo spero proprio per te. In ogni caso la mia era solo una supposizione, non  la conosco abbastanza bene per darti un vero e proprio consiglio. Fai ciò che ti senti.- consigliò infine la compagna.
-Va bene.-
Fecero appena in tempo a finire il loro pranzo e il discorso che Souten, assieme a Sota e Nazuna li raggiunsero.
-Su ragazzi, che ci fare ancora qui fuori?- li incitò Souten portando le mani ai fianchi.
I due avevano deciso di passare la loro pausa all’aperto accomodandosi sui tavoli di plastica dura offerti gentilmente dal bar della scuola.
-Sono già le due e mezza?- domandò la Rin controllando l’orario sul cellulare.
-Sì e Lisa è appena arrivata.- avvisò Sota.
-Muoviamoci!- esclamò Jaken. –Lisa ci tiene alla puntualità, anche perché siamo piuttosto indietro con le prove.-
-LET’S ACT!-urlò la ragazza del tuono alzando un pugno al cielo.
 
Era appena iniziato l’intervallo e Jaken, senza perdere altro tempo, corse al piano superiore verso le sue amate macchinette. Doveva essere una scheggia, il giorno prima si era dovuto sorbire una fila interminabile, ma questa volta no, sarebbe stato lui il primo e, anche se sembrava un’impresa impossibile,  ce l’avrebbe fatta.
Giunse finalmente, dopo una corsa sfrenata, a pochi metri dal suo obiettivo.
-Non è ancora arrivato nessuno!- gioì respirando a fatica. –Ancora qualche metro.-
Ma, come se qualcuno ce l’avesse con lui, tre ragazzi, fulminei più delle saette di Souten, lo sorpassarono scannandosi a vicenda per prendere una merendina.
-MA NON CI POSSO CREDERE!- esclamò a denti stretti.
Fortunatamente, ci misero meno del previsto e così avrebbe avuto tutto il tempo per gustarsi le sue adorate croccantelle al Bacon. (sì, perché sono così buone che esistono anche in Giappone!)
Trotterellò nel corridoio della sua classe quando qualcosa, anzi, qualcuno lo urtò violentemente facendo cadere due o tre croccantelle a terra.
Jaken spalancò la bocca allibito, le sue amate CROCCANTELLE! Sprecate così!
Si voltò stizzito e notò subito Shippo allontanarsi con indifferenza.
-Hey!- urlò lui ribollendo di rabbia.
Il compagno si fermò per poi voltarsi lentamente rivolgendogli un’occhiata minacciosa.
-Cosa vuoi?-
-Mi hai urtato e fatto cadere la merenda.- rispose l’altro rispondendo bellamente allo sguardo.
-Mi dispiace.- fece l’altro per nulla sincero.
Jaken, in risposta, si avvicinò e lo fissò dal basso verso l’alto a braccia conserte: -Perché ce l’hai con me?-
Il compagno inarcò un sopracciglio.
- Io non ce l’ho con te.- rispose apatico per poi fare dietro front, ma Jaken lo fermò aggrappandosi ad u lembo dei jeans.
-Non ti credo.- insistette serioso. –Noto il modo in cui guardi me e Ayumi quando siamo insieme, a volte ho quasi paura che tu mi possa saltare al collo.-
-Non dire stronzate…-
-Tu non dire stronzate! Se sei così geloso perché non fai pace con lei?!-
-Non posso, anzi, non voglio.-
-E per quale motivo? –
Shippo non aveva la minima voglia di parlarne, soprattutto a lui, ma in fondo, erano entrambi sulla stessa barca e doveva almeno avvertirlo.
-Perché lei, senza volerlo, cerca attenzioni solo per colmare il vuoto che ha per colpa del suo ragazzo.-
-Ha solo bisogno di qualcuno che la comprenda…-
-A me piace Ayumi, lo ammetto, e sinceramente non mi va di essere il suo orsacchiotto.- ammise Shippo in tono acido e crudele.
-Anche a me piace! Ma non ho mai pensato nulla del genere!- ribatté Jaken.
Come poteva Shippo pensare questo di lei?
-Non hai mai pensato che ti stesse usando?- domandò l’altro fissandolo dritto negli occhietti.
-Io..- Jaken si prese qualche secondo per pensare.
Era la seconda volta che qualcuno glielo faceva notare.
Poteva essere possibile una cosa del genere?
-No, non può essere! Mi stai dicendo questo cose solo per farmi allontanare da lei! Ma sappi che con me non attacca!-
Shippo cominciò a ridere di gusto e Jaken si sentì bellamente preso in giro.
-Pensala come vuoi, io ti ho avvertito.- dettò ciò girò i tacchi senza nemmeno salutarlo.
“No, lei non mi sta usando. Lei non è una persona del genere.”
Sì, ne era convinto.


 
QUESTION TIME!



-QUEEEEESTIOOON TIME!- urlò Jakotsu sventolando la solita busta in mano. –La leggo io!-

 
Milla chiede:
 
1-“Bankotsu, non era quello che intendevo, ergo no, non te ne sei accorto... Quando ti Svegli? (una promessa è una promessa u.u)”
Bankotsu: Ma mi spieghi di che stai parlando? Sono sempre più confuso!
 
2-“Kanna, hai provato a usare l'azzurro chiaro o, più semplicemente, metterti una maglietta colorata chiara?”
Kanna: Io mi sono sempre vestita di bianco o massimo con colori pastello, però hai ragione, ti prometto che la prossima volta userò colori più accesi!
Ayame: Sì però non abbinarli con i piedi…
Kanna: Ma che dici, metterò una maglia azzurra, pantaloni gialli e scarpe rosse…
Kagura: DEVO VOMITARE!
 
3-“Kagome e compagnia, dovevate proprio traumatizzarmi kanna?!?”
Kagome: Ma che traumatizzare? Le abbiamo fatto solo un favore!
Kagura: Esatto! Era davvero stupenda, una vera gnocca!
Kanna: eeeeh…va beh…
 
4-“Sango: come sta kirara?”
Sango: Molto bene grazie! E’ sempre una gran giocherellona!


KittyQueen chiede:

 
1-“Rin, adoro il tuo codino ! Mi piace tantissimo ma te lo fai sempre il codino o pure a volte ti lasci i capelli lisci?”
Rin: Aww! Grazie cara! Sì, a volte li lascio lisci, ma solamente quando dormo, sai, nessuno, a parte i miei genitori mi ha mai visto senza codino. Una leggenda narra che chi mi vede senza codino possa rimanere pietrificato!
Jaken: LA SMETTI DI DIRE STRONZATE?! EGOCENTRICA!
Rin: MA E’ VEROOOO!
Sesshomaru: Lasciala perdere, è matta.
 
2-“inuyasha, un giorno posso toccarti le orecchie ? Sono cosi carine.”
Inuyasha: Non sei la prima persona che me lo chiede sai? Ma che avranno di tanto tenere le mie orecchie? Comunque sì, puoi toccarle, però piano eh! Che sono sensibili!
 
3-“Per sesshomaru, ti adoro! Sei cosi bello magari potremmo conoscerci un giorno ? Sono un umana carina capelli castani, occhi azzurri e un fisico snello con curve al punto giusto.”
Sesshomaru: Beh, io non esco con le ragazze umane, però, magari, potrei fare un eccezione questa volta…
Jaken: IO ADORO le ragazze umane con i capelli castani, occhi azzurri e fisico snello! Se vuoi esco io con te!
Koga: Lascia perdere il cane pulcioso e lo sgorbietto, esci con un vero duro come me!
Shippo: Magari preferisce le volpi tenere dai capelli rossi…
Sesshomaru: Oh Kami Shippo, da quando ti intrometti nelle conversazioni?
Shippo: Mi annoiavo…
Inuyasha: I MEZZI DEMONI SONO I MIGLIORI! “E vanno un casino quest’anno!” cit. Zoolander
 
4-“Tutta la 4C: siete unici ! Vi adoro siete fantastici!”
4C: ARIGATOU BELLAAAAAA!
Inuyasha: STUDI?!
4C: ZITTO IDIOTA!
Spero che anche questo capitolo, nonostante risulti molto triste, vi sia piaciuto!
Vorrei informarvi, prima che sia troppo tardi, che mancano solamente cinque o sei capitoli alla fine. Non sono ancora ben sicura di quanti ne voglia fare, magari mi viene in mente qualcosa di strano e ne scrivo un in più, ma sappiate che siamo agli sgoccioli.
Vi ho avvisati solamente perchè non vorrei arrivare al penultimo capitolo e dirvi: "Ah sì, il prossimo sarà l'ultimo!", non mi sembra giusto. Quindi faccio il countdown da adesso.
Grazie a tutti per la lettura,
al prossimo ed assurdo capitolo!
Gino94

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Capitolo 29
*** Un'impresa impossibile ***


Lo so, lo so, sono in ritardo, scusate, ma ero in vacanza! :( Perdonatemi vi prego!
Ad ogni modo, eccomi con il nuovo capitolo!
Buona lettura!




UN’IMPRESA IMPOSSIBILE


 
Koga sfogliò gli appunti che la compagna Rin gli aveva gentilmente lasciato fotocopiare qualche giorno prima e, con svogliatezza, cominciò a leggere.
Non impiegò molto prima che questo, con ira, li scagliasse in fondo al banco.
-Ragazzi, pessime notizie- esordì improvvisamente osservando i suoi amici.
-Che succede?- chiese Tsubaki inarcando un sopracciglio.
-Non so un cazzo, non ho studiato.- avvisò portandosi una mano in fronte eppure, i suoi compagni non sembravano affatto sorpresi della notizia.
-Se per questo nemmeno io…- informò Bankotsu che anch’esso possedeva, inutilmente, gli stessi appunti del demone lupo.
-Siamo in tre…- mormorò Tsubaki sbuffando.
- E adesso come facciamo? Manca poco tempo alla fine della scuola, non possiamo abbassare la media che già è piuttosto scarsa…- domandò Koga cominciando seriamente ad agitarsi.
-Facciamo come abbiamo sempre fatto…- ripose la compagna ammiccando. –Copiamo.-
-Basta piazzarci vicino ai secchioni e siamo a cavallo.- continuò Bankotsu.
-Come ci organizziamo?- chiese il demone lupo scrutando attentamente l’aula.
-Semplice, io cercherò di posizionarmi accanto ad Yura, Sango o Kagura, voi due cercate di far sedere vicino Rin o Ayumi…-
-Ayumi?- esclamò Koga scoppiando poi a ridere. -Quella non ci farà copiare nulla, dobbiamo contare di nuovo su Rin…-
-Fate in fretta, Miroku potrebbe soffiarvi il posto.- consigliò Tsubaki.
-Non c’è da preoccuparsi, lui adesso ha la sua Sango…- commentò con acidità Bankotsu lasciandosi scappare una smorfia carica d’odio.
-Su, non perdiamo tempo.- disse infine Koga, alzandosi dal proprio banco.
Il piano era semplice ma efficace, avrebbero fatto spostare le loro ancore di salvezza vicino e, non appena questi si sarebbero posizionati nella giusta direzione, avrebbero cominciato a tartassarli di domande. Ovviamente, non era la prima volta che accadeva, spesso i soliti e pochi poveretti che studiavano, dovevano sorbirsi quella tortura che li faceva costantemente deconcentrare.
Tsubaki, senza destare sospetti, trascinò il banco a qualche metro da Yura, questa, notando la sua presenza, la fissò con sospetto.
-Conto su di te!- sussurrò la ragazza alzando il pollice.
-Oh Kami…- si lasciò scappare la compagna, esasperata.
 
Bankotsu e Koga non persero tempo, il demone lupo si posizionò esattamente dietro la compagna e l’altro alla sua destra.
-Rin!- esclamarono entrambi attirando la sua attenzione.
Lei notò solo in quel momento la loro presenza e i suoi occhi si spalancarono dallo stupore.
-Ci aiuterai vero?- chiese gentilmente Koga facendole l’occhiolino.
-Come al solito…- sbuffò lei ormai rassegnata.
-Esattamente!- dissero in coro i due con un sorriso smagliante.
 
Il professor Totosai aveva già fatto la sua entrata in classe scrutando attentamente gli alunni già ben organizzati, questa volta però le cose sarebbero andate diversamente.
-Sono felice di vedere che vi siete già sistemati.- esordì incrociando le braccia. –Ma prima di consegnarvi il compito preferirei fare dei piccoli cambiamenti.-
-Che cosa?- mormorò Tsubaki allibita guardandosi attorno con affanno.
Anche Koga e Bankotsu rimasero spiazzati dalla notizia, solitamente Totosai non badava a certe piccolezze anzi, era uno dei pochi che li lasciava sedersi dove volevano senza alcun problema.
Tuttavia, quel giorno, probabilmente si era alzato con il piede sbagliato e, non tollerando alcuna lamentela, cominciò a spostare i vari alunni facendoli scambiare di posto.
Rin, Ayumi, Sango, Jaken, Eri e Yura vennero posizionati nei primi banchi lontani da occhi indiscreti, Koga venne risparmiato al suo posto, ma vicino a lui si ritrovò Inuyasha, non che lui non fosse bravo, ma non riusciva proprio a trovarlo affidabile. Bankotsu e Miroku, ironia della sorte, si ritrovarono uno di fianco all’altro, insieme a Kagome e Kagura, infine, Tsubaki venne affiancata all’ultima persona che avrebbe desiderato: Kikyo.
-Merda!- esclamò notando che si trovava ben distante dalle sue ancora di salvezza, oltre a Kikyo, vi era Ayame e Shippo, altri due personaggi per nulla utili.
-Sono spacciata…- sussurrò quasi sul punto di piangere dalla disperazione.
-Hey!- la chiamò improvvisamente la compagna a fianco.
Lei alzò il capo notando l’espressione poco serena di Kikyo.
-Tu hai studiato? Perché io non so proprio nulla!- la informò successivamente peggiorando notevolmente il suo umore.
-Sono indubbiamente spacciata…-
Koga, Bankotsu e Miroku si fissarono notevolmente agitati, non aveva preso minimamente in considerazione quel cambio di programma e, ovviamente, non avevano un piano B.
-Adesso come facciamo?- sussurrò Koga a denti stretti.
Il compagno si guardò attorno studiando attentamente l’aula: non vi era nessuno nelle vicinanze che potesse aiutarli e, anche se avessero provato a parlare con Rin, di certo il Prof li avrebbe sentiti e di conseguenza ritirato il compito.
-Pss! Ragazzi!-
Un flebile sussurro giunse alle loro orecchie, Tsubaki, anch’essa spaesata, li chiamò agitando freneticamente le braccia.
-Dobbiamo elaborare un altro piano.- affermò la compagna portandosi un dito sul mento.
-Hai qualche idea?- chiese Bankotsu con tono quasi implorante.
Si concesse alcuni secondi per pensare: non vi era possibilità di ottenere risposte dai secchioni essendo circondati da altri come loro, però, soffermandosi qualche secondo sugli altri compagni le si accese una lampadina.
“Sicuramente anche gli altri cercheranno di avere le risposte…”
Senza alcun dubbio, Kikyo, come Jakotsu e altri erano ormai diventati dei veterani nel fatto di copiare e, guarda caso, una di loro le era di fianco, senza nemmeno accorgersene aveva la soluzione dinnanzi ai suoi occhi.
-Ma certo!- esclamò a gran voce.
I tre compagni alzarono un sopracciglio confusi.
-Ragazzi, ho trovato la soluzione!- sussurrò poi controllando che il Prof non li stesse guardando.
-Su che aspetti? Spiegaci!- la incitarono i ragazzi.
-Dobbiamo fare gioco di squadra, non solo noi tre, ma tutti coloro che non hanno studiato nulla per questo compito, dobbiamo passarci le risposte a vicenda.-
-Sì, ma come? Il Prof non ci metterà molto a scoprirci!- ribatté Bankotsu.
-Non è detto…- intervenne Koga con gli occhi lucidi. –Pensateci, molti di noi sono demoni, di conseguenza possediamo “poteri magici”, per non parlare di Shippo, la sua stirpe è specializzata nell’arte dell’inganno.-
-Hai ragione!- esclamò Tsubaki. –Io possiedo la magia nera, mentre Kikyo e Kagome hanno poteri spirituali, possediamo tutte le qualità per poter copiare senza problemi!-
-Vi rendete conto che fino ad ora non ci abbiamo mai pensato?- affermò Miroku allibito.
-E’ ora di rimediare, avvertite gli altri.- ordinò Tsubaki con un sorriso a trentadue denti. –Sarà un’impresa dura, ma noi ce la faremo!-
 
Il professor Totosai consegnò i compiti passando da un banco all’altro controllando, nel frattempo, che non vi fossero fogliettini o scritte sospette eppure, con suo stupore, notò che questi erano perfettamente puliti.
“C’è qualcosa che non va…” pensò adocchiando sospetto l’intera classe.
Non appena si risedette alla cattedra prese una copia della verifica e cominciò a leggerla: -Dovete solo rispondere alle domande a crocette nella prima parte e quelle aperte nella seconda. Leggiamo quelle aperte, prima domanda: “Descrivi le origini, nascita e famiglia di Oda Nobunaga”…-
Il Prof continuò nelle sua svogliata parlantina ma gli alluni, o almeno, la maggior parte di loro, si trovarono totalmente spiazzati dai quesiti.
-Non pensavo vi fosse anche domande aperte!- si lamentò Bankotsu osservando il foglio come se fosse un mostro.
-Io non so rispondere a nessuna…- ammise Koga. –Tu?-
-Nemmeno, dobbiamo affidarci a Tsubaki…-
 
-Bene ragazzi, ora potete iniziare, buona lavoro!- augurò in fine Totosai prima di aprire il solito giornale e perdersi nel suo mondo.
Tsubaki, dopo aver riletto per l’ennesima volta quelle assurde domande di cui non conosceva risposta, alzò lo sguardo e notò come molti dei suoi compagni la stavano fissando in attesa di un suo ordine.
-Se sapete qualche risposta passatele agli altri…- suggerì semplicemente trovando piuttosto in soggezione.
-Tu ne conosci qualcuna?- bisbigliò Kikyo nervosa.
-No, ma ho un’idea…-
 
Era ormai passato un quarto d’ora dall’inizio del compito e già molti alunni aveva risposto a gran parte delle domande, ma non Tsubaki, lei si limitò ad attendere il momento giusto per attuare il suo piano.
Osservò attentamente la situazione, i compagni posizionati davanti alla cattedra, ovviamente, non riuscivano a smettere di scrivere, sicuri di conoscere le risposte mentre loro, quelli in fondo, continuavano a guardarsi attorno sperando che qualcuno o qualcosa li aiutasse.
-Bene, è ora.- mormorò abbassando il capo.
Incrociò le dite delle mani, chiuse gli occhi e, con voce flebile, bisbigliò delle strane parole, anzi, una vera e propria formula magica.
La sua testa, improvvisamente, cominciò a girare, cercò di aprire gli occhi ma questi sembravano serrati e, prima che potesse fare alcun che, si trovò sprofondata nel vuoto assoluto.
Passò qualche secondo, fatto di dubbi ed incertezze finché, tutto d’una tratto, gli occhi tornarono a funzionare e dinnanzi a sé si trovò il compito completato quasi a metà.
Prese tra le mani il foglio e cominciò a leggerlo.
-Perfetto!- esclamò la ragazza che, dopo aver sentito il tono della sua voce, cominciò a ridacchiare.
Si toccò una ciocca di capelli neri ricci e ammirò i vestiti colorati che indossava.
Lo spirito di Tsubaki era riuscito ad entrare nel corpo di Ayumi così da poter copiare le sue risposte.
“Devo fare in fretta, non ho molto tempo prima che il mio spirito venga cacciato da questo corpo!” si disse cercando di memorizzare a grandi linee le risposte.
Terminato il suo compito, chiuse nuovamente gli occhi, unì le mani e, dopo qualche secondo di gelido vuoto, il suo spirito fece ritorno nel corpo.
Senza perdere tempo cominciò a riscrivere tutto ciò che aveva letto in precedenza, cambiando qualche frase o verbo così da evitare inutili sospetti.
Koga, che da prima aveva notato uno strano comportamento nell’amica, in quel momento la vide scrivere con impeto sul foglio e un sorriso soddisfatto.
-Hey!- bisbigliò attirando la sua attenzione.
Lei alzò lo sguardo e si ritrovò i suoi occhi nocciola puntati addosso.
-Come hai fatto a copiare?- chiese subito lui sospetto.
-Storia lunga, se aspetti ti passo le risposte…- rispose la compagna.
-Bene, grazie.-
-KOGA!-
La voce roca e astia del professore lo chiamò e costui, non appena si voltò, vide il volto del professore pieno d’ira.
-Smettila di parlare o ti ritiro la verifica!- esclamò lui assottigliando lo sguardo.
-Sì Prof, mi scusi.-
Non appena l’insegnante ritornò al suo amato giornale Tsubaki gli sussurrò: -Te le scrivo su un foglietto, ma dovrai venite tu a prenderlo.-
Koga non osò voltarsi a ribattere eppure quella situazione lo stava agitando non poco.
Come poteva recuperare le risposte senza essere beccato?
Totosai era pur sempre un demone, anche se la sua attenzione era rivolta alle pagina di cronaca i suoi sensi erano acuti e, nonostante fosse piuttosto anziano, il suo udito e la sua vista erano ancora ben sviluppati, al contrario di quello che solitamente voleva far credere.
-E adesso cosa faccio?- mormorò massaggiandosi la fronte.
-Usa i tuoi poteri da demone, no!- consigliò Inuyasha inarcando un sopracciglio.
Quel maledetto mezzo-demone aveva ragione, come aveva fatto a non pensarci?
Lui era uno dei demoni più veloci  della scuola, la stirpe dei demoni lupo infatti era ben nota per questa loro dote, utile per cacciare, sfuggire ai nemici e attaccare le prede, ma in quel momento, il suo dono, gentilmente ereditato dalla sua famiglia, lo avrebbe salvato da un’insufficienza.
Cercando di non dare nell’occhio appallottolò un pezzo di carta e, con indifferenza lo gettò nel cestino vicino alla porta d’ingresso. Con la coda dell’occhio controllò più volte le azioni del professore ma questo sembrò non degnarlo nemmeno di uno sguardo.
“Perfetto, via libera!”
Agitò freneticamente le braccia bisbigliando il nome della compagna e, quando Tsubaki incrociò il suo sguardo, questo alzò il pollice e lei capì.
Senza aggiungere altro la ragazza posò sull’angolo del banco un piccolo foglietto piegato in quattro parti e Koga eseguì uno scatto felino formando dei piccoli vortici verdi che gli coprirono le gambe e, in men che non si dica, si ritrovò dinnanzi alla compagna, prese velocemente l’oggetto e con l’ennesima velocità tornò al posto.
-Ce l’hai fatta!- mormorò Inuyasha sorridendo.
 
Loro non erano gli unici a dover escogitare piani subdoli per ottenere le risposte, anche Kikyo, insieme a Kagome, Jakotsu, Ayame e Kagura attuarono la loro disperata strategia.
-Io penserò ad Inuyasha, voi fate arrivare il messaggio ad Yura e Sango.- ordinò Kagome prima di frugare nella propria cartella.
Questa estrasse una piccola e sottile freccia dalla punta ben levigata e lucida, senza farsi notare legò con un piccolo pezzo di spago un bigliettino arrotolato e, dopo aver controllato le azione del professore, prese la mira e tese il braccio per poi scagliarla contro il banco di Inuyasha.
Un ambiguo oggetto sfiorò il braccio del demone facendolo sussultare, Inuyasha si guardò attorno spaesato e non appena notò la freccia conficcata nel banco questa svanì in piccole scintille viola lasciando solamente il biglietto.
-Cosa succede Inuyasha?- tuonò Totosai che aveva puntato i suoi grandi occhi a palla su di lui.
Il mezzo-demone afferrò fulmineo il piccolo pezzo di carta e sorrise.
-Nulla Prof, nulla.-
-Bene, non farti distrarre.- disse il Prof prima di riprendere la sua lettura.
Inuyasha successivamente aprì il foglietto leggendo attentamente ciò che vi era scritto:
“Distrai il Prof.
-Kagome”
Non se lo fece ripetere una seconda volta.
-Beh veramente Prof, io avrei una domanda!- esclamò di punto in bianco il ragazzo alzandosi  dalla sedia.
-Vieni qui e vediamo come ti posso aiutare…- rispose l’altro senza spostare lo sguardo dal giornale.
Il ragazzo si diresse verso la cattedra e girandosi leggermente verso Kagome le fece “ok” con la mano dandole il via libera.
Da quel momento in poi, grazie a Inuyasha, i poveri alunni disperati e bisognosi di aiuto misero in atto tutti i loro più sporchi giochetti per ottenere una sufficienza.
 
Kikyo, non appena Kagome diede il via libera, la imitò estraendo anch’essa un ulteriore freccia a cui legò un altro foglietto che spedì direttamente a Yura.
“Potresti scrivermi le risposte delle domande 1,2,3,4 e 5?
-Kikyo”
Yura, dopo essersi presa un bello spavento causato dalla freccia fulminea che le aveva sfiorato i capelli, lesse il messaggio e, svogliatamente, cominciò a trascrivere le soluzioni.
Terminato il suo compito passò velocemente il foglio al compagno più vicino, ovvero Shippo che, dopo averle anch’esso lette e copiate, escogitò un metodo per poter rilasciare l’oggetto al destinatario.
Kikyo d'altronde era piuttosto lontana dai due, se avesse osato alzarsi sicuramente il Prof, anche se distratto dai continui chiacchiericci di Inuyasha, lo avrebbe scoperto.
Il suo clan era piuttosto famoso nell’arte dell’illusione e dei trucchi magici, non poteva disonorare la sua famiglia, doveva assolutamente trovare un sotterfugio e dare sfoggio a tutte le sue capacità.
Mise una mano nella tasca dei Jeans larghi e, dopo qualche secondo, ne estrasse un piccolo funghetto rosso  a pois bianchi. Velocemente legò ad esso il bigliettino e poi lo fece cadere a terra con indifferenza.
Il piccolo fungo cominciò a saltellare velocemente tra i banchi senza emettere alcun minimo rumore per poi finire a destinazione sopra le gambe di Kikyo.
La ragazza, soddisfatta trascrisse velocemente le rispose e, improvvisamente, altre tri funghetti spuntarono sotto i suoi piedi, a uno di questi era legato un ulteriore foglietto.
“Passa le risposte anche agli altri, serviti dei miei funghi.
-Shippo”
Questa obbedì e tanti piccoli funghetti si fecero largo tra i vari alluni giungendo infine a Kagura, Kagome, Jakotsu e Ayame.
Kagura invece decise di servirsi del suo fedelissimo vento per poter spedire e ricevere i vari biglietti.
Estraendo il solito ventaglio rosso e bianco rilascio qualche una piccola corrente che fece volare un foglio verso Sango.
Dopo che l’amica ebbe eseguito ciò che vi era scritto, la demone creò un piccolo turbine che si spostò verso di lei portando con sé le risposte.
Tra un trucchetto e l’altro, non si accorsero nemmeno che il tempo era scaduto.
-Giù le penne ragazzi e consegnate il compito!- ordinò il Professore ripiegando il giornale.
Ce l’avevano fatta, erano riusciti in soli quaranta minuti e portare a termine una missione quasi impossibile con successo.
-SIAMO I MIGLIORI!- esclamò Kagome dopo che Totosai lasciasse l’aula.
-Decisamente!- rispose Tsubaki abbracciando l’amica.
-Io sinceramente pensavo di non farcela…- ammise Koga asciugandosi la fronte.
-Mai perdere le speranze!- affermò Kikyo con un sorriso a trentadue denti.
Gli esulti durarono tutta la giornata, forse non erano stati corretti, forse avrebbero dovuto studiare, ma una cosa era certa, quando il gioco si fa duro, la quarta C comincia a giocare.
 

Il tempo era appena scaduto e tutti gli alunni consegnarono velocemente il loro compito.
-Come ti è andata?- chiese Rin a Sesshomaru stiracchiandosi le braccia.
-Abbastanza bene, tu?-
-Bene, stranamente nessuno mi ha chiesto nulla…-
-Erano troppo occupati a far volare bigliettini con il vento di Kagura, lanciare funghetti e bisbigliare tra loro…- commentò il demone cane ridacchiando.
-Ma che stai dicendo…?- esclamò Rin confusa, ovviamente lei non aveva notato nulla di tutto ciò.
-Sesshomaru ha ragione!- si intromise Inuyasha sedendosi su una sedia a caso vicino.
-Come al solito tu sei persa nel tuo mondo e non noti mai nulla!- schiamazzò Jaken sputandole da sotto i piedi.
-E a voi come è andata?- chiese poi la ragazza.
-E’ andata.- risposero in coro il demone Kappa e il mezzo-demone.
-Finalmente questo strazio è finito…- bofonchiò Jaken accasciandosi sul banco.
-Non per tutti…- aggiunse Sesshomaru fissando un punto imprecisato della stanza.
Gli altri lo imitarono, guardando nella stessa direzione e notarono qualcosa di strano.
Nazuna era seduta al suo banco composta, con gli occhi fissi su un foglio, a volta alzava lo sguardo e guardava il vuoto per poi tornare con il capo chino.
-Nazuna non ha ancora finito…- pensò a voce alta Rin.
-Speriamo che sappia le risposte…- disse subito dopo Jaken.
-Massi, adesso che gli hanno affidato un’insegnante di sostegno i suoi voti sono migliorati, no?- rispose Rin.
-A me non sembra molto sveglia quella tizia, non so quanto possa aiutarla…- affermò Sesshomaru inarcando un sopracciglio.
I tre cominciarono a discutere chiedendosi se la nuova insegnante di sostegno di Nazuna fosse affidabile nello svolgere suo compito, per quanto la prendessero in giro e le facessero scherzi ogni giorno, si preoccupavano per lei e anche molto, in fondo era loro amica.
-Ma che sta facendo?!- esclamò improvvisamente Inuyasha che si era completamente estraniato dalla conversazione.
Il “perfido Trio” smise di confabulare e si girò a fissare il mezzo-demone.
-Che hai?- chiese Jaken.
Il compagno non rispose ma si limitò ad indicare Nazuna che con calma e spensieratezza si diresse verso la cattedra prendendo in prestito il Dizionario Giapponese.
-Perché sta prendendo il dizionario?- domandò Rin sempre più confusa.
-Forse non si ricorda una parola o sta cercando un sinonimo…- ipotizzò il demone cane.
-No, secondo me c’è sotto qualcosa…- ribatté Inuyasha. –Adesso vado a controllare.-
Il mezzo-demone lasciò gli altri tre e si avvicinò alla compagna poggiando i gomiti al banco.
Dopo qualche minuto lo videro voltarsi nella loro direzione, rosso come un peperone, gli occhi umidi e un sorriso ebete che tratteneva a stento una risata.
-Ma che sta succedendo?- esclamò Rin allibita.
Il compagno fece ritorno, letteralmente piegato in due e, non appena fu abbastanza vicino, cominciò a ridere di gusto aprendo quasi totalmente la bocca.
-Cosa ti ha detto?!- domandò impaziente il demone Kappa.
Il compagno cercò di parlare ma il fiato gli si mozzò in gola, pensava che le assurdità di Nazuna avessero un limiti e invece…
-Allora?- insistette Rin.
-Le ho chiesto perché avesse preso il dizionario…- esordì Inuyasha con il fiato corto.
-E…- lo invitarono a continuare gli altri.
-E mi ha risposto che stava cercando “Oda Nobunaga”!- detto ciò scoppiò nuovamente in una risata.
Inizialmente vi fu silenzio tombale, i tre si guardarono confusi, chiedendosi se tali parole fossero reali e poi, improvvisamente, scoppiò l’ilarità generale.
-NON CI POSSO CREDE!- esclamò Jaken sganasciandosi.
-Questa è la cosa più assurda che Nazuna abbia mai fatto!- aggiunse Rin piegandosi su sé stessa.
-Sì è sicuramente superata!- disse infine Sesshomaru portandosi una mano al volto.

 Anche Nazuna finalmente terminò il proprio compito e, dopo aver consegnato la verifica, si appollaiò sulla sedia soddisfatta.
-Ciao Nazuna!-
Improvvisamente si ritrovò Sesshomaru, Jaken e Rin dinnanzi al suo banco che la fissavano in modo piuttosto strano rispetto al solito.
-Ciao ragazzi!- rispose lei sorridendo.
-Come è andata la verifica?- domandò semplicemente il demone cane.
-Bene.-
-Hai trovato “Oda Nobunaga” sul dizionario?- continuò Rin ridacchiando.
-E’ stato difficile ma poi, cercando bene, l’ho trovato.-
 I tre si diedero qualche occhiata spaesata.
-Davvero?!- esclamarono poi in coro.
-Certo! Mi è stato molto utile! Meno male che abbiamo il dizionario in questa classe!- affermò la ragazza infine.
Nessuno seppe come Nazuna possa aver trovato un personaggio storico su un dizionario, questo mistero irrisolto comunque rimase negli annali nella quarta C.
 


QUESTION TIME!


 
Erano le 8.10 ed erano appena iniziate le lezioni.
Kanna corse velocemente nel corridoio vuoto, le suole delle sue scarpe da ginnastica emettevano un suono stridulo ogni volta che sfioravano il pavimento.
Non appena fu davanti alla porta dell’aula afferrò la maniglia e l’abbassò per poi aprire la porta di scatto.
-BUONGIORNO PROF!- esclamò con un sorriso a trentadue denti.
-Kanna!- sbraitò l’insegnante con lo sguardo accigliato. –Come al solito sei in ritardo!-
-Sì lo so, mi scusi, ma vede ero per strada e…-
-E gli alieni ti hanno rapito, lo sappiamo tutti…- commentò Shippo scoppiando improvvisamente a ridere.
-Questa volta sono stati gli zombie!- ribatté lei portando le mani sui fianchi.
-Davvero?! OMMIODDIO RAGAZZI INVASIONE!- urlò il demone volpe agitando le braccia freneticamente.
-BASTA VOI DUE!- urlò d’un tratto la Prof. –Kanna, siediti e fa silenzio.-
L’alunna non indugiò oltre e obbedì.
-Bene…- mormorò la Prof. –Qualcuno vuole venire a correggere i compiti? Li avete fatti vero?-
Nessuno rispose.
-Vengo io!- intervenne una vocina in fondo all’aula.
-Ti ringrazio Kikyo ma questa volta preferisco chiamare qualcun altro. Ti offri sempre tu insieme a Jakotsu.-
La donna si guardò attorno e successivamente puntò il dito verso Yura.
-Yura, vieni tu.-
-Perché io?!- sbottò la ragazza.
-Perché di sì! Hai fatto i compiti questa volta?-
Lei abbassò lo sguardo e cominciò a balbettare: -Io e Ayumi stavamo per farli quando…-
-Quando ci è venuta sete e abbiamo bevuto quattro frullati tutti d’un colpo!- continuò Ayumi. –Solo che dopo… ci si è congelato il cervello!-
Tutta la classe, ovviamente, cominciò a ridere.
-Lasciamo perdere…dai Jaken vieni tu, almeno so per certo che tu le equazione e le disequazioni le sai risolvere…-
Il demone senza discutere si alzò e cominciò a trascrivere gli esercizi come un treno in corsa.
-Ma come fa ad essere così bravo in matematica?!- esclamò Sango allibita. –Io non ci capisco niente!-
-Quando mai tu hai capito qualcosa…- la schernì Bankotsu.
-Perché mi tratti sempre così?- piagnucolò lei facendo gli occhi da cerbiatto.
-Guarda che con me non attacca signorina…- rispose lui freddamente.
-Sei così carino quando fai l’indifferente!- cinguettò la ragazza con gli occhi pieni di ammirazione.
 
La lezione sembrava non finire mai, qualcuno doveva pur far qualcosa.
-Nazuna!- urlò Shippo colpendola con un pezzo di carta.
-Ma che vuoi?- esclamò la ragazza inarcando un sopracciglio.
-Distrai la Prof, tu sei l’unica con una parlantina abbastanza forbita da poterla affascinare.-
-Ci sto, però voglio qualcosa in cambio…-
-Cioè?-
-Offrimi la merenda e siamo a posto. In fondo ti ho aiutato più di una volta, sia nelle verifiche che nelle interrogazioni.-
-E va bene…-
Detto ciò, Nazuna si alzò dal banco e si schiarì la voce zittendo tutta la classe.
-Prof scusi se la interrompo, ma stavo pensando che ho appena scoperto un interessantissimo sito internet in cui si possono prenotare viaggi a prezzi bassissimi…-
La loquace e intrepida Nazuna cominciò a parlare e parlare lasciando la Prof completamente ipnotizzata.
-Em…ragazzi…- una vocina flebile interruppe l’interessante discorso della compagna.
-Rin, stavo parlando!- la riprese scocciata Nazuna. –Non apri mai bocca, proprio adesso devi intervenire?-
-Sì, lo so scusa ma…vorrei solamente informarvi che…-
-HAI VISTO GLI UNICORNI??!- urlò Shippo emettendo versi strani.
-MA VUOI CHIUDERE QUELLA BOCCA BRUTTO IDIOTA?!-
Ecco, Shippo, il pagliaccio iperattivo della classe, aveva fatto saltare i nervi all’irascibile Eri.
-Torna a farti le canne!- ribatté il compagno.
La compagna, ovviamente, lo fulminò con uno sguardo di fuoco per poi alzarsi dal banco in procinto di dargli un bel pugno in pieno muso.
-ORA TI AMMAZZO!-
-Ragazzi per favore calmatevi…- bisbigliò Ayame con tono gentile. –Perché dovete sempre litigare?-
-Ayame ha ragione…- commentò di punto in bianco Inuyasha.
-Oh Inu, ci sei anche tu?- scherzò Nazuna. –Sei sempre così silenzioso che non sappiamo nemmeno se tu ci sia o meno.-
-Perché dorme tutto il giorno…- aggiunse Ayumi ridacchiando.
-Scusate ma…- intervenne Yura guardandosi attorno. –Di cosa cazzo stavamo parlando poi?-
-Ah sì…- si ricordò Eri. –Rin stava dicendo qualcosa…-
-Si ecco…- farfugliò la ragazza torturandosi le mani dalla vergogna. –Sono arrivate le domande dei lettori…-
-Quanto le odio…- borbottò improvvisamente Sesshomaru. –Tutti fanno sempre le domande ai soliti…A me ovviamente nessuna perché a quanto pare sono antipatico…-
-E polemico, brutto, manicale, brutto, permaloso, brutto…ho già detto brutto?- scherzò Jaken lanciandogli un gessetto in pieno volto.
-Ragazzi dai! Non perdiamo tempo!- sbraitò Kanna alzando un braccio al cielo. –Voglio leggerle io le domande!-
-Sei sempre la solita egocentrica!- la riprese Sesshomaru.
-Stai zitto sgorbietto!- rispose lei facendogli vedere la lingua.
-ZITTA CULO A MOZZARELLA!-
-Ma come ti permetti!-
I due, come al solito, cominciarono a litigare alzando sempre più la voce.
Fortunatamente c’era Jaken: prese un paio di gessetti e colpi entrambi facendoli zittire.
-Questa volta, la leggo io.- tuonò la Prof esausta da tutto quel trambusto. –Oggi comunque siete più strani del solito.-
 
 

Nekiny chiede:
 
1”Naraku, Ci puoi dire cosa e' la consulta? *Lo minaccia con gli artigli*”
Naraku: Cavolo, per la prima volta una domanda rivolta a me, che emozione! Allora la consulta è…
Kagome: Mi spiace ma non puoi rispondere alle domande perché non fai parte della quarta C, addio.
 
2-“Rin, perche' mai ti sei vestita da attrice porno? Per imitare Sasha Black? Non ti stimo più”
Rin: No, non per imitare Sasha Black, perché mi hanno sempre incuriosito e affascinato i vestiti Sadomaso!
Jaken: Dopo questa…
Kagome e Sesshomaru: ZOZZA!
 
3-“Qualcuno e' riuscito a mettere una foto di Jaken l'andiKAPPAto???”
Jaken: QUELLA FOTO NON ESISTE PIU’, CIAO.
Sesshomaru: Esiste ancora, è ben sicura nel mio pc!
 
4-“Shippo,ti spupazzerei tutto se potessi! *-*”
Shippo: E allora vieni! *allarga le braccia*
Bankotsu: Spupazzi anche me?
 

KittyQueen chiede:
 
1-“ Povero bankotsu ti capisco come ti senti io ti sono vicino!”
Bankotsu: Grazie cara! Ho tanto bisogno di coccole…
Jakotsu: Non fidarti…
 
2-“ Quarta C, che musica vi piace? Io adoro il rock. E poi posso essere vostra amica?”
Tutti: A tutti piace la musica commerciale, tranne a Jaken che piacciono le canzoni vecchie di trent’anni, Sesshomaru piacciono quelle spagnole, Shippo ascolta Rock e Metal, Bankotsu ascolta Justin Bieber e quei gruppi stani coreani…come si chiamano…?
Bankotsu: BIGBANG E BLOCK B! ZICO E TAEYANG VI ADORO! <31
Tutti: Sì em, dicevamo, a parte questi soggetti tutti ascoltiamo la stessa musica… E certo che puoi essere nostra amica! <3
 
3-“Rin quanti manga hai ? Ne ho tanti anche io.”
Rin: Davvero? ** Beh, sinceramente non lo so, allora dovrei collezionare, più o meno una ventina di serie, tra quelle finite e quelle in corso.
 
4-“Rin. Sesshomaru e jaken posso unirmi al vostro gruppo? Adoro i pokemon i Manga e i codini. E so fare bene i gratini.”
Sesshomaru: Certo!
Jaken: Ma così non saremmo più il “Perfido trio”!
Sesshomaru: Potremmo sostituire te…Oh sì, due donne…
Rin: Che idioti…
 

Milla chiede:
 
1-“Bankotsu, ti va un abbraccio consolatorio?”
Bankotsu: Oh sì donne, riempitemi di abbracci…
 
2-“Shippo,sei sicuro di quello che fai? Spero proprio di si.”
Shippo: Certo che sì!
 
3-“Rin, della tua classe ti pace qualcuno? Chi? (ragazzi, prima che risponda, se ve lo chiede, andatevene)”
Rin: Ancora questa domanda? N-No…nessuno.
Kagome e Kagura: Come nooooooo! *ammicc*
Rin: E’ solo sesso cazzo, solo sesso!
 
 
4-“Koga, auguri con quei due (lo so che non è una domanda)”
Koga: Ti ringrazio cara, ci vuole pazienza!
 
 
5-“Kanna: Non accostare colori che si prendono a pugni... L'effetto è molto più appariscente.”
Kanna: Continuerò a vestirmi di bianco così faccio prima…
Note: 1 - BigBang e Block B sono due boyband realmente esistenti esattamente come Zico, leader e membro dei Block B e Taeyang membro dei BigBang.

Eccoci alla fine.
Devo ammetterlo, sono delusa da questo capitolo, l'ho scritto male, saranno presenti un sacco di errori e scommetto che vi sarà sembrato nettamente divertente il Question Time, meno male che c'è lui!
Spero proprio che il prossimo sia migliore.
Alla prossima gente,
Gino94

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Capitolo 30
*** Cenere ***


Salve a tutti, scusate ancora il mio immenso ritardo, ma su, mancano solo pochi capitoli, volete davvero che la storia finisca così velocemente?
Spero davvero che questo capitolo, anche se un po' triste, vi piaccia!
Buona lettura!

 


 


CENERE

 
 

JAKEN, SHIPPO E AYUMI


 
“Non hai mai pensato che Ayumi ti stesse usando?”
 
Nelle settimane successive Jaken non fu affatto tranquillo, quelle parole che Shippo gli aveva detto con così tanta leggerezza lo stavano straziando, era costantemente nervoso e stizzito, tant’è che le discussioni con Rin si erano fatte più frequenti e accese e, come se non bastasse, cominciò persino a beccarsi, spesso e volentieri, con la stessa Ayumi. Questa, un giorno sembrava la persona più felice del mondo e poi, improvvisamente, si incupiva lamentandosi del suo ragazzo e, successivamente, diventava irascibile.
Si accorse ben presto che sopportare una ragazza così lunatica non era affatto facile, ma più ci litigava, più lei gli metteva il muso, anche solo per dieci minuti, più lui capiva di amarla. Nonostante tutti i suoi difetti, i suoi scleri e le sue lamentele, lui la voleva al suo fianco, era disposto perfino a sopportare tutto ciò eppure, quel pensiero, così insignificante rispetto al resto, continuava a martellargli la testa, riempendolo di dubbi.
-Continuo a pensare alle parole di Shippo.- affermò una sera Jaken tenendo ben salda la cornetta del telefono.
-Devi smetterla invece, quello è geloso e lo sai.- gli rispose Sesshomaru intendo a giocherellare con la cordicella della cornetta.
-E se le sue parole fossero vere? Pensaci, secondo te perché avrebbe litigato?- insistette il demone Kappa.
-Non lo so Jaken, in ogni caso non dare troppo peso alle sue parole e rilassati…-
-La fai facile tu…-
-E’ facile invece, devi solo credere un po’ di più in te stesso.-
 
“Devi solo credere un po’ più in te stesso”
Sesshomaru la faceva facile, lui era il Re della sicurezza, essendo così orgoglioso e pieno di sé non si faceva di certo mettere i piedi in testa da nessuno e, ovviamente, era sempre lui ad avere l’ultima parola. Ma Jaken, nonostante anche a lui non mancasse affatto l’orgoglio, si sentiva spesso insicuro e senza difese, soprattutto quando c’era di mezzo la donna che amava. Ma era giusto continuare a struggersi per delle parole così insignificanti dette per giunta in un momento di rabbia?
Shippo era stato sincero con lui?
O lo stava ingannando?
Come volevasi dimostrare, non riuscì a scacciare quelle domande dalla propria testa e questo lo fece arrabbiare non poco.
Esisteva solo un modo per placare tutte le sue incertezze: doveva parlare con Ayumi.
Doveva scoprire se teneva veramente a lui e una volta confessato, senza alcuna incertezza, avrebbe finalmente ottenuto ciò che voleva e tornare ad essere sereno.
 
Avrebbe davvero voluto sapere la verità eppure, per quanto si sforzasse, non ebbe il coraggio di farlo, anzi, più che il coraggio, non ebbe il tempo. In quel periodo Ayumi era più nervosa e lunatica del solito, sembrava quasi psicopatica, un giorno era carina, gentile, tenera e sorridente, da fargli sciogliere il cuore ogni qual volta incrociava i suoi grandi e luminosi occhi nocciola e il giorno dopo era stizzita, burbera e scontrosa così da provocare una discussione, a volte pure particolarmente accesa che finiva, spesso e volentieri con lei che gli metteva il muso per tutta la mattinata.
Questa situazione, con il passare del tempo cominciò a farsi insostenibile, sopportare e prevedere ogni suo stato d’animo si rivelò un’impresa ardua e, anche un tipo paziente come lui, iniziò a non sopportarla più.
Sesshomaru e Rin, i suoi migliori amici, avevo notato da tempo il suo malessere, ma entrambi non avevano idea di come agire, sfortunatamente anche i loro consigli sembravano vani e alla fine, dopo svariati tentativi, ritennero saggio lasciarlo in pace.
 
-Sei sicuro che dovremmo continuare a starcene in disparte, io sono piuttosto preoccupata.- ammise un giorno Rin fissando il volto demoralizzato dell’amico.
-Anche io lo sono, ma noi non possiamo fare nulla per ora.- rispose Sesshomaru arricciandosi una ciocca dei suoi lunghissimi capelli. –Quando sarà il momento, toccherà a noi.-
-Se lo dici tu…-
 
Jaken si sistemò la cartella sulle spalle e si guardò un ultima volta allo specchio: il viso verdognolo era contratto in un’espressione seria e decisa.
Quel giorno era il gran giorno: si sarebbe confessato ad Ayumi.
Non le avrebbe mai detto che l’ama, non poteva, lei era ancora fidanzata e voleva evitare di creare ulteriori crepe nella sua relazione, inoltre rispettava sia lei che Kenta.
Semplicemente le avrebbe fatto capire quanto teneva a lei, nonostante ogni giorno glielo dimostrasse, parlandoci chiaramente, senza indugio di alcun tipo. Ma cosa più importante, che forse avrebbe del tutto stravolto il loro rapporto, oppure migliorato, le avrebbe chiesto se anche lei teneva a lui.
Aveva paura, molta, soprattutto per la risposta che la compagna avrebbe potuto dargli, ma non poteva di certo continuare a soffrire. Anche il suo piccolo e fragile corpo ne stava risentendo, a volte non riusciva nemmeno a dormire per la tensione.
Era ora di dire basta.
 
Ayumi era seduta al proprio banco, aveva il capo chino su un libro piuttosto grosso e stava segnando delle frasi con l’evidenziatore.
“Adesso è impegnata forse…NO! No Jaken, devi andare!”
Inspirò un paio di volte, si diede piccole pacche sulle guance e si avvicinò.
Posò delicatamente la cartella per terra e si sedette, non sembrava nemmeno essersi accorta della sua presenza.
Con indifferenza cominciò a ed estrarre tutto il materiale scolastico finché, con la coda dell’occhio non si accorse che lo stava fissando.
-Ciao Ayumi!- fece lui sorridendole.
-Ciao Jaken…tutto bene?- chiese lei inarcando un sopracciglio.
-Sì, perché?-
-Mi sembra strano, sei arrivato e non mi hai nemmeno salutata!-
Eccola che ricominciava.
Lui non si era nemmeno accorto di certe piccolezze e invece lei ne riusciva persino a farne un dramma.
-Ma se ti ho salutata un secondo fa!- esclamò lui con la sua solita voce acuta.
-Sì perché ti continuavo a fissare!- ribatté lei accigliata.
-Sì ok ma…scusa non potevi salutare tu per prima?-
-Io stavo studiando, non mi sono accorta di te, ma tu sì e…-
Ma davvero stavano discutendo per un “Ciao”?
Assurdo.
-Ayumi per favore!- sbottò di colpo il demone Kappa. –Stiamo litigando per un saluto!-
Lei voltò lo sguardo di scatto facendo una smorfia.
-Hai ragione…sembriamo patetici. Sappi però che un po’ ci sono rimasta male.-
Il compagno si portò meccanicamente una mano alla fronte e sospirò.
-Mi perdoni?-
Lei sorrise.
Quanto amava il suo sorriso.
-Va bene!-
Vi fu un attimo di silenzio tra i due, piuttosto imbarazzante, entrambi non seppero cosa aggiungere.
Quello era il momento giusto.
-Ayumi vorrei chie…- esordì Jaken, ma le sue parole vennero bruscamente interrotte.
-Kenta ieri sera mi ha scritto.- disse tutto d’un tratto la compagna.
-E cosa ti ha detto?- chiese il demone.
Maledetto Kenta.
-Rimarrà in Inghilterra ancora per un po’-
-Non doveva tornare per l’estate?-
-Lo pensavo anche io ma a quanto pare il lavoro si è prolungato.-
-Mi spiace…-
La ragazza si incupì, il suo sguardo era fisso sul libro, ma era assente.
-Non è giusto.- mormorò in un singhiozzo.
-Lo so, ma non è colpa sua…-
-Sì, ma a me manca e tanto! Come possiamo continuare una relazione così? E se tra qualche mese mi dicesse che deve ancora restare là?-
Le sue parole erano colme di amarezza, Jaken riusciva a percepirle.
-Allora sarebbe meglio interromperla, no?-
-Come sarebbe?!- sbottò di colpo Ayumi.
Forse avrebbe dovuto starsene zitto, ma non era riuscito a trattenersi.
-Sei tu che lo hai detto!- ribatté lui.
-Non è vero!-
-Hai appena detto che non sai come potrà continuare la vostra relazione se continuerà a restare in Inghilterra!-
-Questo non vuol dire che lo voglio lasciare!-
-E allora cosa vuoi fare? Continuare a soffrire? A piangere?-
Il demone Kappa cominciò a scaldarsi, non riusciva più a ragionare a sangue freddo, le parole gli uscivano dalla bocca senza che lui potesse controllarle.
-No è che…- bisbigliò lei a denti stretti.
-Ayumi io ti vedo tutti i giorni, ti vedo soffrire, anche al di fuori delle lezioni, molte volte mi hai scritto che stai male e che hai bisogno di qualcuno al tuo fianco. Io non sopporto di vederti così! Se solo potessi fare qualcosa per aiutarti, ma per adesso posso solo mettere alla luce la realtà dei fatti.-
Lei sbuffò per poi fissarlo dritto negli occhi.
-Tu non centri nulla. E’ un problema mio e di Kenta.- esclamò freddamente.
Il cuore di Jaken perse un battito e il sangue gli ribollì nelle vene.
-E’ vero, io non centro nulla, eppure ogni volta che soffrivi chi cercavi? Me! Chi ti è stato sempre accanto nel momento del bisogno? Io! Quindi, permetti che dica la mia! Cosa avresti fatto senza di me?-
-Io non ho bisogno del tuo supporto Jaken.-
-Io invece penso il contrario…-
-NO!- urlò la compagna colpendo con un pugno il banco. –Io posso farcela benissimo da sola. Tu non potrai mai fare nulla per me.-
Il ragazzo spalancò gli occhi dallo stupore.
Le sue parole erano vere?
Pensava davvero ciò che stava dicendo?
Tutti i suoi dubbi e le sue paure si stavano concretizzando?
-Come puoi dire una cosa del genere?!- questa volta fu lui ad alzare la voce. – Io ho fatto il possibile per renderti felice, per aiutarti quando eri triste. Perché io ci tengo a te, tanto e fare di tutto per un tuo sorriso e tu…-
-Io ho bisogno di Kenta…- sospirò lei improvvisamente.
Sentì il cuore frantumarsi in mille pezzi.
Era finita.
-La verità è che sei solo un’opportunista!- le sue parole furono più bollenti dell’acqua calda.
Lei spalancò la bocca per rispondere ma non uscì alcun suono.
Era sconvolta.
-Mi hai usato per distrarti dal tuo dolore, per sfogarti e adesso mi getti via come un fazzoletto usato. Io sono stanco delle tue continue lamentele e dei tuoi piagnistei, ormai litighiamo ogni giorni e io sto perdendo la pazienza. Ti ho confessato di volerti bene e di tenerci a te e tu cosa hai fatto? Te ne sei fregata dicendomi che non hai bisogno di me. Non solo sei gelosa, permalosa e musona, ma sei anche egoista.-
Riprese fiato e solo in quel momento si rese conto delle cattiverie dette.
Davvero pensava questo di lei?
Non doveva finire così…O sì?
-Vattene.- bisbigliò subito dopo la compagna.
Aveva il capo chino e i capelli corvini le oscuravano il volto.
-E dove vuoi che vada?- chiese Jaken inarcando un sopracciglio.
-Se non te ne vai tu, me ne andrò io.-
Quelle furono le sue ultime parole, dopodiché depositò tutto il suo materiale nella cartella e lasciò il proprio banco.
Jaken rimase lì seduto, fissando il vuoto, cosciente, finalmente della realtà dei fatti.
Shippo aveva ragione.
Eppure, avrebbe fatto di tutto purché accadesse il contrario.
 
Ayumi girovagò qualche secondo nell’aula: tutti i banchi erano occupati e, ad esclusione di quello a fianco a Jaken, solo uno era rimasto vuoto.
-Ciao.-
Shippo, intendo a leggere un libro grande quanto un mattone, alzò lo sguardo.
-Ciao Ayumi.- salutò sorpreso di vederla dinnanzi a lui.
-Posso sedermi?- chiese lei indicando la sedia.
-Perché?- rispose lui con un’altra domanda.
-Perché vorrei chiederti scusa.-
-Davvero?-
-Ho appena litigato con Jaken.-
-Ah ecco perché…-
-No!- esclamò Ayumi quasi in preda alle lacrime. –N-non è come pensi tu!-
Shippo osservò il suo volto: era pallido e sfatto, il trucco leggermente sbavato e il suo sguardo vacuo.
Non l’aveva mai vista così.
Avrebbe tanto voluto mandarla via, dirle che non si sarebbe fatto usare una seconda volta eppure, anche con tutta la forza di volontà, sapeva di non farcela.
-Dimmi il motivo allora.-
-Jaken mi ha detto le stesse cose che mi dissi tu tempo fa. Solo con parole differenti.-
-Capisco.-
Ayumi cercò il viso di Shippo, ma sentì troppo imbarazzata per reggere il suo sguardo.
-Credo di aver capito finalmente che la colpa è mia. Ti ho trattato male Shippo, molto male. Io non avevo intenzione di usarti, ma soffrivo, mi sentivo sola e avevo bisogno di qualcuno che mi stesse accanto.-
-Lo so.-
-Ho sbagliato, sono stata una stupida.-
-Forse sì…-
-Ti chiedo solo di accettare le mie scuse, non pretendo che mi perdoni.-
Fece per andarsene, sapeva di non essere gradita, era stata ingenua a pensare che sarebbe tornato tutto come prima dicendo un solo e semplice “scusa”.
-Ayumi!-
Shippo le prese il polso con una mano obbligandola a fermarsi e lei si voltò ad occhi spalancati.
-Se ti va, puoi restare qui accanto a me.- bisbigliò poi guardandosi attorno.
Improvvisamente Ayumi cominciò a ridacchiare, nemmeno lei conosceva il perché, eppure si sentì così sollevata.
Il demone volpe la sentì ridere e la fissò.
Aveva dimenticato quanto era bello il suo sorriso.
-Grazie Shippo.- concluse lei semplicemente, sfoggiandone un altro.
Doveva ammetterlo, le era mancata moltissimo.
Shippo fece uno sbuffò allegro e le fece “patpat” sulla spalla.
Ayumi dovette ammetterlo,  gli era mancato moltissimo.
 
-Dobbiamo fare qualcosa Sesshomaru.- esclamò Rin.
-E cosa?- domandò Sesshomaru dall’altra parte della cornetta.
-Non lo so…Fargli dimenticare Ayumi!-
-Impossibile. La vede in classe tutti i giorni. L’unica cosa che possiamo fare è risollevargli il morale.-
-E come?-
-Lascia fare a me. Domani vengo a scuola in bici comunque.-
 
Solitamente arrivava in anticipo a scuola, l’unica persona che incontrava in classe era Eri, intenta a ripassare o a terminare i compiti del giorno stesso, ma quel giorno decise, di suo spontanea volontà, di arrivare in ritardo.
Entrò in aula, alle otto in punto e quasi tutti i suoi compagni erano già seduti ai banchi chiacchierando allegramente.
Si diresse a tentoni verso il proprio posto e notò, con dispiacere, che quello a fianco era vuoto.
“E’ vero, abbiamo litigato” pensò Jaken lasciandosi sfuggire un sospiro rassegnato.
La notte prima era andato a letto presto, sperava che al risveglio tutto sarebbe tornato come prima, che fosse stato solamente un brutto sogno e finalmente, tornato alla realtà, tutto si sarebbe sistemato.
Sfortunatamente non era un sogno e la realtà poteva essere anche più crudele.
Non appena si sistemò diede una fugace occhiata alla classe e, come se non bastasse, guardando alla sua sinistra, vide Ayumi seduto di fianco a Shippo.
Stranamente la cosa non lo soprese eppure lo stomaco cominciò a chiudersi in una morsa e la sua rabbia crebbe.
Quella mattina si sarebbe rivelata la più lunga e straziante della sua vita, le cose non potevano andare peggio di così.
 
-Ha fatto pace con Shippo e adesso sono tornati amiconi. Ti rendi conto?!- sbottò il demone addentando furiosamente il suo panino ai wurstel.
-Assurdo…- commentò Rin scuotendo la testa.
I due uscirono velocemente dal bar percorrendo il corridoio del secondo piano.
-Grazie per avermi chiesto di parlare, avevo bisogno di sfogarmi.- affermò Jaken con un falso sorriso.
-Figurati, non potevo starmene zitta. Sei uno straccio.-
-Lo so. Mi sento uno schifo.-
-E’ normale, ma non devi farti abbattere. Lei adesso è ritornata dal suo caro demone volpe e tu non puoi continuare a soffrire!-
-La fai facile tu…-
-Sì ma…- l’amica fece per rispondere quando si interruppe diminuendo il passo.
Estrasse il cellulare dalla tasca, guardò lo schermo e sorrise.
-Chi è?- chiese Jaken spontaneamente.
Sapeva che non erano affari suoi, ma avrebbe accettato persino di ascoltare le storie assurde di Rin piuttosto che parlare ancora di Ayumi.
-Una mia amica, nulla di che!- fece lei sghignazzando. –Torniamo in classe? Tra poco finisce l’intervallo.-
L’altro annuì e insieme si diressero verso l’aula.
Non appena varcarono la soglia il demone Kappa alzò un sopracciglio confuso: dall’altro lato dell’aula c’era Sesshomaru, immobile davanti al calorifero che lo fissava serioso.
Jaken si avvicinò sospetto e quando fu a pochi centimetri dal compagno notò l’anomalia: la sua cartella, verde muschio era legata ad un paletto del calorifero con una catena delle biciclette, chiusa con il lucchetto. Di fianco erano state depositate delle forbici e un foglio bianco con scritto: “Facciamo un gioco”.
-La mia cartella!- urlò lui spalancando gli occhi. –Chi ha legato la mia cartella?!-
-Jaken, facciamo un gioco.- disse improvvisamente il demone cane sorridendo sornione.
-Cosa…- si lasciò sfuggire udendo inoltre le risate isteriche di Rin.
Sesshomaru gli porse le forbici e sorrise nuovamente.
-C’è solo un modo per liberare il tuo zaino dalle catene.-
-Tu...tu…BASTARDO!- sbottò il demone Kappa agitando freneticamente l’oggetto nelle sue mani.
Poi, senza aggiungere altro, si chinò cominciando a tagliare forsennatamente l’involucro di plastica rossa che copriva la catena.
-MALEDIZIONE!- urlò usando tutta la forza possibile nella mano.
-Lo sta facendo davvero!- urlò Rin tra una risata e l’altra.
-NO NO ASPETTA!-
Il demone cane si avventò sul compagno strappandogli di mano le forbici.
-Così mi rovini la catena e mi serve! Ecco prendi!-
Gli passò una piccola chiave arrugginita.
-Non fare cazzate.-
Jaken, senza esitare aprì il lucchetto e prese in spalla lo zaino per poi guardare, con occhi torvi, i due amici.
-Grazie.-
Disse infine, regalando loro un sorriso sincero.

 

BANKOTSU E JAKOTSU

 

-Sei sicuro di quello che fai?-
Il professor Inu No Taisho si sedette sulla cattedra e lo fissò serio.
-Sì.- rispose l’alunno deciso.
-Credo che tu stia sbagliando, non vuoi proprio ripensarci?-
-No. Voglio farlo.-

 
Alcuni giorni prima
 
Kagura si catapultò come un razzo verso il banco di Sango, saltellando allegramente, come se avesse ricevuto la notizia migliore della sua vita.
-Allora è vero?!- urlò la “donna del vento” sfoggiando un sorriso impaziente.
-Che cosa?- chiese l’amica spaesata e allo stesso tempo intimorita da tutto quell’entusiasmo improvviso.
-Non fare la finta tonta! E’ vero che ti sei fidanzata con Miroku?-
La sua voce cristallina era così acuta che tutta la classe ebbe l’onore di udire la novella.
Sango non rispose ma si limitò ad annuire timidamente con le gote purpuree.
-OH PER TUTTI I KAMI!- esclamò l compagna saltandole al collo. –Finalmente! Sono così felice per te!-
 
Eppure, nonostante la notizia fosse presso che allegra, non tutti la videro tale anzi, ci fu chi, a conoscenza di questo fatto, perse ogni speranza.
Bankotsu era appoggiato al muro e fissava schifato la mielosa scena tra la sua amata Sango e Kagura, sperando, con tutto sé stesso, che quello fosse solo un brutto e crudele sogno.
Chiuse gli occhi, inspirò profondamente, liberò la mente per quale secondo e poi, lentamente li riaprì.
Nulla era cambiato.
Ciò che stava accadendo non era affatto finzione.
-Smettila di guardarli.-
Quelle parole lo riportarono con i piedi per terra, si voltò di scatto verso il suo interlocutore e notò il volto preoccupato di Jakotsu.
-Mi fanno venire la nausea.- rispose l’altro in uno sbuffo.
-E allora per quale motivo continui a fissarli?-
-Sono masochista, forse.-
L’amico gli diede un leggero pugno sulla spalla e si sedette sulla sedia accanto, quella di Koga.
-Sei solo uno stupido. Dimenticati di Sango.-
-La fai facile tu…- borbottò Bankotsu senza distogliere lo sguardo dalla novella coppia.
Jakotsu, irritato dal fatto che costui non lo stesse nemmeno guardando, gli prese il volto tra le mani e lo obbligò ad un contatto visivo.
-Devi riuscirci. O non potrai continuare così.-
Per qualche secondo il compagno lo fissò senza aprir bocca, i suoi occhi, abbelliti con un leggero tocco di ombretto rosso, erano decisi, seriosi ma allo stesso tempo pieni di compassione.
Bankotsu sorrise.
Sapeva già cosa doveva fare, era da giorni che ci stava pensando e ora, più che mai, quella sua decisione, che inizialmente sembrava così assurda e senza senso, si fece sempre più convincente.
-Non ti preoccupare.- disse infine, distogliendo leggermente lo sguardo. –Saprò come cavarmela.-
Jakotsu non seppe come rispondere a quelle parole e non aveva nemmeno idea a cosa si riferisse, ma qualcosa dentro di lui non lo convinceva, aveva la brutta sensazione che il suo caro amico di infanzia avrebbe fatto qualcosa di insensato.
Non era la prima volta, dopotutto.
 
Passarono alcuni giorni e Bankotsu cominciò a comportarsi in modo sempre più strano.
Aveva smesso definitivamente di fare i compiti assegnati, non seguiva le lezioni, talvolta Jakotsu, come Koga e Tsubaki lo sorprendevano fissare il vuoto sospirando.
Eppure decisero di non intervenire immediatamente, sapevano che il suo repentino cambio d’umore era dovuto al fidanzamento di Sango e Miroku, aggravato inoltre dallo stress della scuola, però, tutti e tre, cominciarono seriamente a preoccuparsi chiedendosi se fosse giusto o meno intervenire.
Cosa gli stava passando per la testa a quel ragazzo?
Non potevano immaginare che la risposta a quella domanda arrivasse così presto.
 
Lezione di Geografia, il professor InuTaisho aprì il registro e lentamente cominciò ad analizzare i nomi degli alunni. La classe era stranamente silenziosa e la tensione era talmente opprimente che si poteva quasi toccare, questo voleva dire solo una cosa: interrogazione.
Passarono solo pochi minuti eppure per loro sembrò quasi un’eternità, finché improvvisamente, l’insegnante si alzò dalla sedia e fissò con serietà l’aula.
-Jakotsu, Eri, Kagura e Bankotsu, interrogati.- disse semplicemente accennando un sorriso.
Kagura strizzò gli occhi e imprecò a bassa voce per poi dirigersi, con svogliatezza verso la cattedra.
Eri scattò in piedi e quasi inciampò nel raggiungere la compagna, mentre Jakotsu entrò quasi in panico rendendosi conto, solo in quel momento, di non essere minimamente preparata.
Le tre raggiunsero il professore e si sedettero di fronte tremando come delle foglie, eppure le attenzioni dell’uomo non erano rivolte a loro bensì al quarto interrogato.
-Bankotsu, sei interrogato, alzati e vieni qui.-
Il ragazzo era rimasto per tutto quel tempo al suo posto giocherellando con le cuffie del cellulare.
-Non ho studiato Prof.- rispose l’alunno con freddezza.
-Non mi interessa, devo comunque interrogarti, vieni qui alla cattedra.- insistette l’insegnante cominciando ad innervosirsi del suo comportamento strafottente.
-No, sarebbe uno spreco di tempo, sia per lei che per me.-
-Non farmelo ripetere una terza volta…-
-Io non mi muovo da qua.-
-Bankotsu…- la rabbia stava crescendo in modo esponenziale, tant’è che arrivati a quel punto InuTaisho perse le staffe.
-Tu adesso vieni immediatamente alla cattedra oppure ti considero non classificato e ti spedisco pure della preside!- lo avvisò aumentando il tono di voce.
-Faccia quello che vuole.- rispose l’altro sbuffando.
-Smettila Bankotsu! Non fare il bambino!- urlò improvvisamente Jakotsu a braccia conserte.
-Non sono affari tuoi, Jakotsu!- ribatté l’amico.
-BASTA!- tuonò il professore con occhi folgoranti. –Bankotsu si può sapere cosa ti sta succedendo? Anche gli altri professori si sono lamentati del tuo comportamento, manca solo poco tempo alla fine della scuola. Se hai qualche problema basta che ne parli con noi.-
Il ragazzo, scosso da quelle parole, si alzò in piedi e strinse i pugni.
-Faccia quello che vuole professore, mi porti dalla preside, mi dia un brutto voto a me non interessa!-
-E per quale motivo?- chiese infine il demone cane.
-Perché ho deciso di lasciare la scuola. Questione di pochi giorni e poi me ne andrò per sempre!-
Tutta la classe, compreso il professore, emise un sussulto di sorpresa.
Nonostante Bankotsu avesse fatto ben intendere il suo menefreghismo nei confronti delle lezioni nessuno di loro si sarebbe mai aspettato una decisione tanto drastica.
Nessuno però, almeno in quel momento, ebbe il coraggio di parlare.
-Ci vediamo dopo le lezioni Bankotsu.- esclamò poi InuTaisho. –Ora riprendiamo con le interrogazioni.-

 
-Sei sicuro di quello che fai?-
Il professor Inu No Taisho si sedette sulla cattedra e lo fissò serio.
-Sì.- rispose l’alunno deciso.
-Credo che tu stia sbagliando, non vuoi proprio ripensarci?-
-No. Voglio farlo.-
-Bankotsu…- borbottò l’uomo in uno sbuffo. –Dopo cosa farai? Non pensi al tuo futuro?-
-Penso che frequenterò un’altra scuola oppure cercherò lavoro… Domani mattina parlerò con la preside e la informerò del mio ritiro.-
-Io non conosco il motivo della tua scelta e non ho intenzione di chiedertelo. Ma lascia che ti porga comunque questa domanda: Ne vale la pena?-
Bankotsu abbassò lo sguardo per qualche secondo.
Ne valeva la pena?
Era giusto lasciare la scuola per un cuore infranto?
Era solo quello il motivo della sua scelta? O vi era altro?
Sapeva che l’accaduto con Miroku e Sango era stata solamente la punta dell’iceberg.
Sin dall’inizio, da quando era entrato nell’Istituto superiore Osuwari, si era sempre sentito in gabbia. A lui piaceva viaggiare, esplorare il mondo, conoscerlo, intraprendere avventure, superare ostacoli, ritrovarsi di fronte al pericolo. Era sempre stato convinto che rimanere seduti in un banco ad ascoltare gente blaterare non gli sarebbe mai servito a nulla. Avrebbe imparato viaggiando, conoscendo nuove persone, nuovi luoghi e nuove opportunità. Tutto ciò era sempre stato il suo sogno ma, sfortunatamente, irrealizzabile, almeno per ora.
In quel momento si rese conto che il destino in un modo o nell’altro gli stava dando una seconda opportunità. Abbandonare ogni cosa e andarsene, senza nemmeno uno spicciolo in tasca sarebbe stata dura, ma lui non si sarebbe arreso tanto facilmente.
-Sì.- rispose infine.
InuTaisho inarcò un sopracciglio confuso.
-Ne vale la pena.-
 
Nei giorni successivi i compagni ebbero finalmente il coraggio di esprimere la loro opinione riguardo la sua improvvisa decisione.
-Bankotsu non te ne puoi andare proprio adesso!- esclamò Koga guardandolo dritto negli occhi.
Quando quel maledetto demone lupo si intestardiva su una cosa era difficile fermarlo.
-Ho già parlato con la preside, tra qualche giorno me ne andrò.- rispose lui non resistendo allo sguardo fermo e deciso dell’amico.
-Koga ha ragione…- intervenne Tsubaki, in compagnia di Kagura e Kagome. –Stai solo buttando all’aria un anno di scuola.-
-Non mi interessa!- tuonò il ragazzo colpendo il banco con un pugno.
-Noi siamo preoccupati per te!- sbottò poi Kagome a denti stretti.
-Amico, smettila di fare l’idiota e resta con noi!- concluse Koga strattonandolo per una manica della t-shirt.
-Lasciami stare!- urlò improvvisamente Bankotsu allontanandogli bruscamente la mano. –Lo so che siete preoccupati e non volete che io faccia stronzate, ma non cambierò idea e adesso lasciatemi solo!-
Detto ciò si alzò e si diresse fuori dall’aula a passo spedito.
Non voleva più ascoltare tutti quei rimproveri, sapeva che la sua scelta poteva risultare assurda e immatura per gli altri, ma dal suo punto di vista, dopo tutto quello che aveva passato, sembrò la più saggia.
Eppure, non poté non ammettere che fu molto stupito nel vedere tutti i suoi compagni preoccupati, ognuno di loro, compresi quelli a cui non aveva mai rivolto la parola, gli avevo chiesto il perché se ne volesse andare, si erano offerti di aiutarlo, Ayumi si era persino proposta di fargli copiare tutti i compiti e le verifiche.
Tenevano così tanto a lui?
Non tutti a quanto pare.
Solo una persona, in quei giorni, non gli aveva ancora parlato. Si sarebbe aspettato chiunque, ma non lei.
Jakotsu, il suo migliore amico, dopo quel fatidico giorno, lo stava evitando come la peste. Poteva ben immaginare il perché, quella notizia era stata uno shock per tutti, a maggior ragione per il suo compagno di avventure da quando erano marmocchi.
Avrebbe tanto voluto confidarsi con lui, raccontare dall’inizio alla fine la sua storia, esternare tutta la sua rabbia e il suo dolore eppure, anche se l’avesse fatto, le cose non sarebbero di certo cambiate, anzi, probabilmente avrebbe fatto soffrire il suo amico ancor di più, ecco perché quest’ultimo lo stava evitando.
Poggiò la schiena al muro freddo e granuloso, chiuse gli occhi e cominciò a respirare profondamente.
Voleva andarsene, per sempre.
Cambiare vita, ricominciare da zero e forse, trovare finalmente un suo posto nel mondo.
-Bankotsu.-
Alzò leggermente le palpebre per guardare in volto l’irritante persona che lo aveva disturbato in quel momento di tranquillità.
-Miroku?-
Scrollò il capo e lo osservò meglio.
Sì, era proprio lui.
Colui che una volta chiamava amico e che da un giorno all’altro gli aveva rubato la ragazza.
Con che coraggio gli rivolgeva ancora la parola?
-Posso parlarti?- domandò immediatamente il compagno.
Bankotsu sbuffò e guardò oltre.
-Allora?-
-E di cosa vorresti parlare?- chiese astio il ragazzo.
-Davvero te ne vuoi andare dalla scuola?- esordì senza timore Miroku.
-Sì.-
-Perché?-
-Sono affari miei.- rispose irritato l’altro incrociando le braccia al petto.
-Senti.- il compagno con il codino cominciò a dimostrarsi più deciso e la cosa lo irritò ulteriormente. –Mi dispiace per quello che è successo. Sono stato una stronzo, un infame e un pessimo amico.-
-Almeno lo sai.- intervenne Bankotsu con sarcasmo.
-Ma non puoi mollare tutto per Sango, così fai solo la figura del codardo!-
-Codardo?!- esclamò il compagno staccandosi leggermente dal muro e avanzando verso di lui minacciosamente. – Sei tu che mi hai rubato la ragazza da sotto il naso senza dirmi nulla! Io non sto scappando, sto solo facendo ciò che ritengo più giusto per me stesso!-
-Stai sbagliando.-
-Tu sei l’ultima persona che può dirmi se sto sbagliando o meno!-
-Fai come vuoi Bankotsu, non sarò di certo io a fermarti.-
-E allora cosa vuoi da me?!- il tono di voce si fece sempre più alto e la voglia di riempirlo di pugni fino a farlo sanguinare sembrava incontrollabile.
-Voglio solo che tu sappia che mi dispiace. So benissimo che chiedere scusa non risolverà nulla e sicuramente non mi perdonerai, ma almeno accetta le mie scuse.-
-Perché dovrei?-
-Perché sono io il perdente qui, non tu.- ammise improvvisamente Miroku abbassando il capo.
Bankotsu inarcò un sopracciglio confuso.
Perché si riteneva perdente?
Sango era sua adesso.
-Che vuoi dire?- domandò difatti con un timbro di voce più tranquillo.
-E’ vero, Sango ora è la mi ragazza, ma devo ammettere che ti ho temuto. Quando capì che cominciava a piacermi odiai me stesso. Sapevo che tu eri innamorato di lei e non volevo assolutamente metterti i bastoni tra le ruote però, più il tempo passava, più io e lei stavamo insieme, più io mi innamoravo. Cominciai quindi a temerti e ad essere geloso, Sango è una bella ragazza, simpatica anche se un po’ introversa e tu riuscivi sempre a strapparle un sorriso, riuscivi a fare esternare un lato nascosto di lei, deciso, autoritario e io non ci sono mai riuscito.-
-Quindi…-
-Quindi sì, ero geloso di te, pensavo seriamente che lei ti avrebbe scelto.-
Bankotsu non credeva alle sue orecchie.
-Però hai vinto tu.- rispose.
-Sì, ma ciò non vuol dire che sono un vincente. Tu hai fatto di tutto per conquistarla, hai dato tutto te stesso e io ti ammiro. Anche se Sango ora è mia, il vincitore sei tu, non io.-
Il compagno, sentendo quelle parole tanto assurde, scoppiò in una risata liberatoria.
Miroku spalancò gli occhi allibito convinto seriamente che lo stesse prendendo in giro.
Beh, un po’ se lo meritava.
-Grazie Miroku.- disse infine Bankotsu sorridendo.
Il compagno ricambiò il sorriso, accennò un saluto e se ne andò.
 
Arrivò l’ultima ora dell’ultimo giorno di scuola per Bankotsu e, non appena la campanella suono, si alzò timidamente dal banco dando un ultimo sguardo alla classe che lo aveva accolto per tutti quei mesi.
-Ci rivedremo ancora. Vero amico?- domandò Koga porgendogli la mano.
-Certamente.- rispose lui, ma non si limitò a stringergliela bensì, senza pensarci troppo, gli saltò al collo abbracciandolo e lo ringraziò.
Insieme al suo amico lupo salutò a malincuore tutti gli altri compagni; in soli dieci minuti fu avvolto da una valanga di abbracci, baci e altre dimostrazioni d’affetto che gli annodarono lo stomaco e lo fecero quasi scoppiare in lacrime. Per quanto volesse lasciarsi alle spalle quella scuola, che aveva frequentato per ben quattro anni, i suoi compagni, nuovi e vecchi a cui voleva bene e perfino gli insegnanti che sotto sotto ammirava, sapeva che non li avrebbe mai dimenticati.
Uscì dalla stanza e percorse, per l’ultima volta, quel lungo e silenzioso corridoio e in quel momento, tutto ciò che lo circondava gli sembrò così diverso, così bello e interessante, come se fino ad ora non si fosse mai veramente guardato attorno.
Si sarebbe pentito della sua scelta?
Ad ogni modo, era troppo tardi.
-BANKOTSU ASPETTA!-
Il ragazzo sussultò udendo un urlo provenire in fondo al corriodio.
Si voltò lentamente e sgranò gli occhi: dinnanzi a suoi occhi sorpresi Jakotsu, con le sue strane e femminili movenze, stava correndo verso di lui.
Aspettò che questo si fermasse, ansimante ed esausto, prima di dire alcun che.
-Ba..Ah..nko…tsu…io…- ansimò l’amico.
-Prendi fiato scemo! O mi morirai qui!-
L’amico inspirò profondamente poggiando le mani sulle ginocchia e poi, passato qualche secondo, si alzò di scatto guardando il compagno con occhi lucidi.
-Ti devo parlare!-
Bankotsu sorrise divertito.
A volte sapeva essere davvero uno stupido.
-Dimmi.-
-Mi dispiace per come mi sono comportato in questi giorni.- incominciò abbassando lo sguardo e arrossendo pian piano. –Vedi…io…ero arrabbiato…non riuscivo a credere che tu volessi lasciare la scuola e…-
-Non ti preoccupare, ho capito.- lo interruppe l’altro poggiando una mano sulla spalla.
-Avrei dovuto starti vicino e invece…-
Jakotsu era profondamente amareggiato, in quei giorni era stato completamente accecato dalla rabbia e dal dolore. Lui e Bankotsu, sin da piccoli, erano sempre stati insieme poi, quando iniziarono le superiori, i due ebbero la sfortuna di finire in due classe differenti eppure, inizialmente, il loro rapporto e la loro amicizia rimase quella di sempre. I due, anche se in modo meno frequente, continuavano a vedersi nonostante quella distanza così insignificante li faceva sentire spaesati. Tuttavia, con il passare del tempo, crebbero e gli interessi cambiarono così, senza nemmeno accorgersene, il loro rapporto cominciò a sfaldarsi sino ad arrivare a perdere interesse l’uno per l’altro. Una mattina però, il primo giorno del loro quarto anno, si ritrovarono nella stessa identica classe e le cose cominciarono a risistemarsi: i due, anche se con fatica, riuscirono a riallacciare i rapporti, ricordando con allegria e un pizzico di rammarico i vecchi tempi fino a diventare nuovamente migliori amici.
“Dopo tutto quello che abbiamo passato, non lo voglio perdere di nuovo!” continuò a pensare Jakotsu in quei giorni ma alla fine capì che non poteva ostacolare i progetti di Bankotsu.
Se davvero lo amava, come si dice troppo spesso, doveva lasciarlo andare ed essere felice.
-Anche se me ne andrò noi resteremo sempre migliori amici. Ci rivedremo sicuramente.-
Il ragazzo alzò lo sguardò stupito.
Era assurdo come riuscisse ogni volta a leggergli nel pensiero.
In quel momento avrebbe potuto confessare tutto ciò che provava per lui, sentiva dentro di sé che quello era il momento perfetto, ma qualcosa, che non riuscì a spiegarsi, glielo impedì.
“Se lo faccio, sembra quasi che io gli stia dicendo addio.” Si disse trattenendo a stento le lacrime.
-Jakotsu io…- Bankotsu fece per porgere un ultimo saluto a una delle persone più importanti della sua vita ma qualcosa, di totalmente inaspettato, lo interruppe bruscamente.
Un bacio.
Jakotsu poggiò delicatamente le labbra su quelle dell’amico per poi schiuderle leggermente ed infine staccarle con svogliatezza.
Erano anni che desiderava farlo, aveva immaginato mille volte quella scena, ma nessuno dei suoi pensieri aveva mai raggiunto la realtà. Le labbra di Bankotsu erano calde, morbide e irresistibili, avrebbe tanto voluto assaggiarle ancora ma sapeva che non sarebbe stato possibile. Molto probabilmente, anche solo per quel piccolo e innocente bacio, sarebbe stato categoricamente rifiutato.
Forse aveva agito troppo d’istinto, forse aveva fatto lo sbaglio più grande della sua vita, ma non poteva che andarne fiero.
-Buona fortuna.- gli sussurrò poi all’orecchio.
L’amico rimase immobile per tutto il tempo, spiazzato da quel gesto tanto veloce quanto intenso e quel silenzio, carico di tensione, mise Jakotsu in soggezione.
A cosa stava pensando?
Perché non reagiva?
Era arrabbiato?
-Banko…- cercò di chiamarlo ma una mano gli sfiorò la guancia pallida e liscia.
Era quella di Bankotsu.
-Ti ringrazio.- disse semplicemente, sfoggiando il sorriso più bello e radioso mai visto che quasi Jakotsu ne rimase incantato.
-Ci rivedremo, Bankotsu.-
-Certamente, Jakotsu.-
Bankotsu chinò il capo in un ultimo cenno di saluto e fece dietrofront, incamminandosi verso l’uscita.
Jakotsu invece rimase immobile nello stesso punto, guardando il suo migliore amico, non che la persona che amava di più al mondo, andarsene senza mai voltarsi indietro.
-Un giorno Bankotsu, camminerò di nuovo al tuo fianco.-
 



QUESTION TIME!


Yura entrò in aula con una busta in mano e la poggiò sulla cattedra.
-Sono arrivate le domande dei lettori.- avvisò poi prima di dirigersi al posto.
-Leggila allora!- le ordinò Inuyasha.
-Perché io? Di solito vi scannate per leggerla!-
-Oggi tocca a te!- la schernì Yuka.
Yura sbuffò e prese la busta: -E va bene.-


Kitty Queen chiede:

1-“ bankotsu, ti sei ripreso un po’?”
Bankotsu: *indica la storia sovrastante* Tu che dici?
 
 2- “Shippo, mi regaleresti uno dei tuoi funghetti magici?”
Shippo: Oh beh, non c’è problema, ma non credo che riusciresti ad usarli, sai, bisogno essere bravi con le arti magiche come me! Ù_ù
 
 3-“Tutti, che animali vi piacciono? A me i gatti e i cani a pelo bianco.”
Rin: Cani e scimmie!
Sesshomaru: Scimmie
Jaken: Cani.
Ayumi: Gatti!
Inuyasha: Cani…?
Nazuna: Cavalli e cani!
Kagura: Gli uccellini perché volano liberi come il vento.
Kagome: Cani e Gatti.
Shippo: volpi, ovviamente.
Ayumi e Koga: Lupi ovviamente!
Miroku: Donne ovv…nono Sango, scherzavo, dai!
Yura: Gatti e cani!
 
 
Milla chiede:
 
1-“tutti, alla fine la verifica come è andata?”
Yura: Ma perché devo rispondere io per tutti?! In ogni caso a me è andata bene, anzi, a tutti è andata bene a quanto pare…
Tsubaki: Abbiamo preso tutti sei! Siamo dei geni!
Koga: Dovrebbero darci dieci solo per l’astuzia!
 
2-“sesshomaru, (contento? hai anche tu la tua domanda) se dovessi mai copiare, quale sarebbe il tuo "metodo segreto"? Bakusaiga è straordinariamente bella come sembra? posso vederla?”
Sesshomaru: Bella domanda! Credo userei la mia innata velocità per rimediare i bigliettini, il mio udito sopraffino per ascoltare i compagni e il mio fascino per convincere gli altri a farmi copiare! Bakusaiga è bellissima e magari, un giorno, potrai anche vederla! ;)
 
3-“Bankotsu, suvvia, non ci provare con tutte... solo una *blink* :)”
Bankotsu: Se almeno una di queste ci stesse almeno…eh…non mi vuole nessuno…
 
4-“Ayame, nel frattempo ti sei ripresa dalla sbandata colossale per Naraku?”
Ayame: Non era una sbandata! Volevo solo portarmelo a letto…e lo voglio ancora! **
 
 
Nekiny chiede:
 
1-“Shippo.. *lo spupazza e lo coccola*”
Shippo: Aiutatemi per favore.
 
2-“Posso fare tanti contratti con te Sesshomaru?”
Sesshomaru: Tutti quelli che vuoi dolcezza!
 
3-“Nessuno ha mai notato che nel nome di Sesshomaru,la prima "frase" è composta Da Sessho.. ma se si toglie una H.. ESCE SESSO! COINCIDENZE?”
Rin: IO NON CREDO! UN ABBRACCIO, ADAM!
Jaken: Voi due non state bene…
 
4-“Oh.. uffa, ma lo direte prima o poi cosa cazzo è sta CONSULTA?!?”
Souten: MAI! MUAHAHAHAHAHA!

Eccoci alla fine! Piuttosto triste, eh? Ma dai, anche romantico dopotutto! Spero vi abbia scaldato il cuore e che il colpo di scena nella seconda parte del capitolo vi abbia stupito abbastanza! Ahahahahah!
Grazie davvero per seguirmi e per avermi seguito!
Al prossimo capitolo!
Gino94

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Capitolo 31
*** Avviso ***


Ciao ragazzi!
Perdonate la mia lunga assenza, ma per vari impegni ho dovuto continuamente rimandare la pubblicazione dei capitoli.
Vi prometto che da settimana prossima, se non prima, continuerò a scrivere!
Scusatemi di nuovo.
Grazie a tutti!
-Autrice.

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