La tavoletta dell'angelo, Castiel

di Daniel_san
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Il salvataggio ***
Capitolo 2: *** Libero arbitrio ***
Capitolo 3: *** Dust in the wind ***
Capitolo 4: *** You Shook Me ***
Capitolo 5: *** Truth ***



Capitolo 1
*** 1. Il salvataggio ***


E Chiesi: “che è questo, che non ha riposo?
Allora Raguel, uno degli angeli santi che stava con me mi rispose

http://i67.tinypic.com/v3ixk9.jpg 

“Questo fuoco ardente di cui tu vedi la corsa
verso occidente, E’ tutte le luci del cielo.


C'era una volta un mondo fatto di luce di anime e di potere. Tutto era in uno stato gassoso, poi venne trasformato in materia.
Nostro padre lo chiamò paradiso e le anime che lo abitarono, angeli.
Parecchio tempo dopo venne creato un altro mondo, che nacque con la luce ma conobbe anche l’oscurità. Ora parliamo dei suoi abitanti.
Inizialmente erano piccole particelle, poi scimmie, poi umani.
Ora, Dio nostro padre disse: << Studiateli e proteggeteli, sono fragili, amateli, questo è il vostro compito d’ora innanzi>>
Qualcuno obbedì, qualcun altro no, degli angeli troppo eccentrici e con un forte senso di superiorità decisero di seguire un altro tipo di parola, quella di Lucifero.
Ma questa è un’altra storia… la storia dei miei fratelli, che si, certo, sarà menzionata ma farà solo da sfondo ad un altro racconto.
I difetti degli umani e i loro pregi venivano discussi dalle bocche di queste anime pure, chi più chi meno li mortificava o li esaltava, ma tutti, tutti concordavano su un unico dato di fatto: l’amore.
Noi angeli conosciamo una sola tipologia d’amore, più come dire “celestiale”, meno personale, più universale.
Ma loro, il loro sentimento è cosi.. cosi sconvolgente, corruttivo, caotico e a tratti distruttivo, ma vivo.
Io sono qui per fare da testimonianza della vita di un angelo che divenne umano.
Un’unica cosa, anzi meglio due, nella sua lunga vita da angelo restarono immutate.. L’amore per nostro padre, e per un solo essere umano, il suo nome era Dean Winchester.
Tutto iniziò una mattina quando venne chiesto a Castiel di andare all’inferno a recuperare l’anima di un essere umano.
Io c’ero, vidi tutto.
L’espressione di mio fratello era decisamente sconvolta, non riusciva a capire il perché dovesse sacrificare tanti di noi per un’unica persona.
Io ovviamente era dalla sua parte.
Ma gli ordini provenivano dall’alto e lui doveva obbedire, non c’era altro da dire o da ribattere. Perciò armato di coraggio andò giù negli inferi.
La sua anima risplendeva in confronto a tutto quel nero da cui era circondato.
Là in fondo, si proprio li, in mezzo a tutto quel sangue e tutto quello sporco, brillava di luce più cupa e più oscura che avesse mai visto, uno spirito tormentato.
Ahimè, tormentato non proprio poiché si divertiva alla grande! (Note dell’autore)
Castiel decise immediatamente di interrompere quel circo di mostruosità, e si lanciò in una lotta che coinvolse molti fratelli e sorelle, una lotta tra angeli e demoni.
Finalmente riuscì a raggiungere quell’uomo, che di umano non aveva più nulla, tranne quell’unica, piccolissima,
minuscola, luce bianca infondo alle tenebre. Mio fratello la vide e sorrise.
Decise con tutto se stesso di aggrapparsi a quella piccola speranza, che se pur nonostante quel mostro che aveva davanti era terribilmente corrotto, qualcosa si poteva aggiustare o salvare.
Prese quell’anima e con tutta la forza che aveva dentro di sé la tirò fuori.
Arrivarono sulla terra ed essa fu posizionata nel proprio contenitore.
Castiel spari e con esso il suo ricordo.

 

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Capitolo 2
*** Libero arbitrio ***


Pochi di noi conoscono la libertà e Castiel fu uno di questi.
Iniziò la sua ascesa al libero arbitrio il giorno stesso in cui si presentò in quel magazzino, le ali dispiegate, maestoso e fiero come solo un angelo di Dio può essere. Allora il mio caro fratellino era ancora un pezzo d’oro, lucente e puro, senza nemmeno una più piccola scheggiatura. Ma con il tempo quel colore brillante divenne sempre più scuro, alcune ombre si poggiavano sul piano liscio del suo cuore.
La prima volta che entrò in crisi fu durante una festività del mondo degli umani. Halloween.  In ballo c’erano parecchie vite e il loro destino era nelle mani di un'unica persona, Dean Winchester. Il compito era semplice, agire in base agli ordini dell’umano. Quando la faccenda si concluse, Cass  tornò da me e queste furono le sue parole.
<< Fratello, pensi che sia giusto infondere tutte le mie speranze su uno di loro? >> Lo vidi, la sua faccia stravolta da un’espressione perplessa.
Quella volta quasi me lo mangiai vivo. Non potevo accettare un tale turbamento causato da uno di loro. Perciò fuori di me lo accusai, oh come lo accusai, si, di essere un vigliacco, di aver completamente perso il senno, perché tutte le nostre speranze non erano verso queste scimmie, ma verso nostro Padre e i nostri fratelli. Per tutto il tempo lui tenne gli occhi rivolti verso il basso, ricordo ancora le sue spalle ricurve, la testa abbassata come se stesse sorreggendo un macigno enorme nelle spalle.
E di colpo alzò il viso e io… non lo riconobbi… ho vissuto con lui tante vite, tanto tempo.. tra di noi, la pace più assoluta. Ma quella volta fu diverso, fu l’inizio della rivoluzione. Mi guardò e basta. Un lungo, significativo sguardo. Si mise in piedi senza interrompere quel gioco silenzioso.
<< Cosa Castiel, se hai qualcosa da dire avanti, parla >> pronunciai amareggiato.
<< Io penso >> fece una piccola pausa, come se proferire quelle parole gli costasse un’immensa fatica.
<< Penso che ho bisogno di credere in lui. >> Questa frase mi fece imbestialire, scaraventai la cara ampolla antica del padre, regalata da qualche Dio di poco conto sul muro, infrangendola in mille pezzi.
<< Ma è un umano Castiel, renditi conto di cosa stai dicendo! E’ una blasfemia! Non puoi pensarlo sul serio>> e continuava, continuava imperterrito a fissarmi.
<< Perché? >> silenzio << Andiamo Castiel perché?>>
<< Non c’è un perché, è cosi e basta..>> e sparì.

// Ringrazio Amnesha per la recensione >_< Non sono particolarmente brava in questa parte "negli off", spero comunque che vi piaccia! Tranquilli, arriveranno anche le parti succulente, quelle che io ho amato, perché secondo me la relazione tra Cass e Dean ha bisogno di essere descritta in ogni più piccola sfaccettatura *-* Ok, basta, passo e chiudo!! Buona lettura e se vi va lasciate un piccolo commento XD

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Capitolo 3
*** Dust in the wind ***


Sono le otto di sera, fuori l’oscurità ha invaso il mondo, sono nel pieno delle mie facoltà mentali.. Oh almeno credo.
Non sempre sono cosciente, qualcosa me lo impedisce. 
Sto qui e tutto è buio e fa freddo, un freddo pungente che ti entra nelle ossa.
L'unico spiraglio di luce è quella piccola fiammella della candela che si affievolisce sempre di più.
Loro mi hanno spedito qui, di tutto il discorso ho capito solo qualche frase.
“ Li non potrai nuocere a nessuno”
“ Troveremo una cura, te lo giuro”
“Nulla è più sicuro del mondo dove gli uomini sono ancora legati alla natura e non alla ragione”
“Crostata”
Ebbene ma che cazzo significa?
Quando finalmente apro gli occhi noto un sguardo che mi fissa, cosi intenso e luminoso che sto male e m’imbarazza.
Mi scruta dentro, mi rende nudo.
Ho preso colpi. Qualcuno mi ha picchiato. Fuori piove, lo so perché sento il rumore ma non l’odore di terra bagnata.
Guardo a destra e poi a sinistra, pietre su pietre, e più in la altre pietre. Ammassate l’una all’altra.
E quegli occhi. Il loro silenzio mi assorda.
<< Su parla! Parlate! >> grido e scuoto le braccia come un forsennato ma una forza mi tiene immobilizzato.
Sono catene? A me? Seriamente?
<< Cosa vuoi! Chi sei?>> urlo con tutta la mia voce esasperato dal loro silenzio.
Le enormi palpebre si chiudono lentamente come se dovessero sopportare tutto il peso del mondo.
Poi si riaprono.. e ciò che vedo mi lascia basito.
Gli occhi sono lucidi, oh no.. grandi occhi state piangendo? Per me…
Non fatelo, non valgo poi cosi tanto, non volevo.
Ma poi spariscono e una rabbia incontrollata scoppia dentro di me.
<< Figlio di puttana! >>  blattero, ho mal di gola, e freddo e ho paura…non capisco cosa o dove sono.
E poi? Quello? Un fuoco fatuo? Qui?
Questa luce calda e rossa, cosi ardente e rassicurante, compare davanti a me guizza e scopietta. 
Si avvicina. Ma cos’è? Una voce… è da tanto che sento solo  e unicamente le mie grida.
<< Ho bisogno di te, fai parte della famiglia >> 
Inizialmente risulta lontana, metallica, poi si avvicina… e ripete e ripete incontinuazione quella frase come un mantra.
Il tono della voce aumenta ogni secondo di più, sino a che non invade ogni spazio della stanza.
Sto impazzendo. Adesso, oggi, me ne rendo conto. La fiammella si trasforma in una mano di fuoco e si avvicina, vuole toccarmi il viso.
Io tento in tutti i modi di allontanarmi, lei è più forte. Morirò ecco, morirò bruciato e pazzo.
Ma quando il calore sfiora la mia pelle sento solo tranquillità e amore? Quello è amore? Tutte le cicatrici e i dolori spariscono.
La pioggia, cosa? Ombre, luce, mani.
L’inverno sta arrivando ( cit. trono di spade )..


Cala il buio. L’inverno è qui.

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Capitolo 4
*** You Shook Me ***


< // Sono tornata! Lo so, sono parecchio lenta, sia dal punto di vista della tempistica che della destiel! Ma da questo capitolo sarà parecchio esplicita *_* Quindi, buona lettura XD
 

Esiste un detto nella terra. “Hai il prosciutto negli occhi”.
Come modo di dire è seriamente orribile lo so e anche poco elegante, ma a me piace, un po’ perché adoro il prosciutto e un po’ perché è così modesto… il prosciutto intendo.
Quindi arriva quel giorno, in cui le fette di prosciutto cadono dagli occhi e lasciano finalmente spazio alla luce del sole, alla chiarezza.
Mio fratello Castiel, orsù oramai lo conoscete, grandi occhi azzurri, un bastone su per il… poco propenso alle emozioni, al sesso e rock and roll, si insomma un guastafeste. Ebbene al tempo, cui oggi vi voglio narrare, non conosceva ancora bene il suo protetto, o il genere umano in generale, *rimanga tra noi*…
Perciò quando sentii per la prima volta certe emozioni, bè il nostro angioletto si spaventò. Eccome se si fece sotto dalla paura!
Parliamo della volta in cui lui e quel simpaticone di Uriel davano la caccia alla mia amabile sorella, Anna, caduta dal paradiso.
Non del tutto umana, si bè insomma quasi.
Era perplesso, mi confidò, riguardo a quella scelta.
<< Processare un angelo solo perché ha osato pensare con la sua testa? Perché devo uccidere un mio simile? >> e queste belle domande si insinuarono nel suo pensiero. Decise tuttavia di ignorare il suo grillo parlante e di eseguire gli ordini.
Ma li avvenne, in quell’istante esplosero le urla nelle sue cervella.
Anna era particolarmente vicina a Dean, “Lui non vuole, sai, per loro è importante lo spazio personale”, avrebbe voluto dire..
ma restò in silenzio, perché Dean non si stava lamentando, perché a lei era permesso, questo e anche altro.
E assistete inerte alla scena seguente.
Le labbra di Anna si unirono a quelle morbide e arrossate del suo protetto. Castiel iniziò ad avvertire un nuovo fastidio nello stomaco.
Un dolore lancinante irradiarsi in tutto il corpo e una sensazione sgradevole nella gola e nel cuore.
E’ forse odio? Odio per sua sorella? Odio per una persona che può permettersi non solo di bacialo, ma di aver il libero arbitrio,
cosa che a lui non è minimamente concessa.
Quel sentimento negativo s’impossesso di lui, per colpa di un semplice bacio e un angelo rosso.
Cercò di riprendersi, di muovere un muscolo almeno, ma non ci riusciva era troppo paralizzato da tutto ciò che sentiva.
Troppo forte, troppo violento, in tanti secoli non aveva mai provato nulla del genere. Un sentimento cosi irrazionale.
Forse l’istinto, si, gli permise di lottare successivamente. Iniziò un combattimento, non capi granché di ciò che stava succedendo ormai la sua mente era altrove.
Quindi combatte meccanicamente, uccidendo e sterminando demoni. Anna a quanto pare riuscì a recuperare la sua grazia,
Uriel scomparve imprecando in enochiano, Sam e Ruby uscirono dalla stanza.
Era come se il tempo si fosse fermato. Tutto si muoveva ma non lui.
Perciò si rese conto poco più tardi di uno sguardo puntato sulla sua testa, come a volergliela strappare.
Ecco, riuscì a riconoscere almeno un’emozione. Era furioso, furioso per tutto e per niente.
Anna li aveva ingannati, era fuggita, in salvo per il momento, non poteva più giustiziarla
quindi il problema del giusto e del sbagliato era ormai catalogato.
Eppure non riusciva a scrollarsi di dosso il peso che portava.
Il silenzio, e il suo pensiero, furono interrotti da una voce a lui famigliare.
<< Come hai potuto? Figlio di puttana>> il tono di voce era palesemente accusatorio e sinistro…
mio fratello alzò lo sguardo verso il suo interlocutore e fece quell’espressione.
Ormai la conoscete tutti no? Fronte aggrottata, occhi socchiusi, testa leggermente inclinata e un’innocenza tipica di un bambino.
<< Cosa intendi Dean?>> il suo tono era mononota?!
Cercava di mantenerlo il più invariato possibile per non destare sospetti riguardo al suo stato interiore.
Dean invece non disdegnava nel rendere palese la sua rabbia. Avanzava con grandi passi nella sua direzione, ma lentamente, minaccioso.
<< Mi stai prendendo per il culo Cass? Seriamente? >> più parlava, più la voce aumentava di volume e d’intensità.
<< Mi hai costretto a scegliere tra Anna e mio fratello!>> il suo gridò vibrò in tutta la stanza, e nel cuore dell’angelo.
<< Ha disobbedito, non c’è altro da dire >> la risposta fu tagliente e precisa.
<< Secondo te questa è una valida motivazione? >> il viso del cacciatore era tirato in un’espressione al limite della perplessità.
<< Si Dean >> oh, il mio fratellino sempre incapace di leggere tra le righe e rispondere a domande retoriche.
Dean scuoteva la testa, e chiuse le mani in due pugni, avrebbe tanto voluto lanciargliene uno in faccia e spaccare quel cipiglio di superiorità che caratterizzava il suo angioletto.

<< Non hai ancora capito… >> abbassò la voce, il che lo rendeva forse più pericoloso.
<< Hai detto che sei un angelo e non Dio, allora chi ti da il potere ti punire qualcuno al suo posto o in suo nome? >>.. Ci fu un attimo di pausa, poi riprese.
<< Mi hai detto che non sei un burattino, e io, io ci stavo credendo anzi volevo crederci disperatamente, ma tu…
tu sei come un bambino, hai paura che il tuo caro paparino ti metta in castigo. Bravo, bravo bambino Castiel >>… e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Castiel taglio definitivamente la distanza tra i due, si ergeva potente e furioso a pochi centimetri dal viso di Dean.
Entrambi potevano sentire il respiro dell'altro, il suo era particolarmente agitato.
P.s vedere il mio fratellino incazzato fa tremare anche me…figuriamoci ad una scimmia evoluta come Dean.

Il cacciatore cominciò a dare segni d’insicurezza, forse era meglio abbassare i toni, ma ahimè il caro ragazzo non ha tanta capacità di controllo.
<< Ti sei preso un pezzo di paradiso >> dichiarò Castiel utilizzando le stesse parole di Uriel.
<< Hai contaminato con la tua umanità Anna, le hai spezzato le ali, tu e la tua gente. Lei verrà bandita e cacciata a per il resto della sua vita, come un cane.
Questo Dean, come ti fa sentire? Tu uomo senza peccato! >>…Ebbene si, dalla sua bocca uscirono queste parole intrise di veleno e di “aprite le orecchie” SARCASMO!
Dean si fece sfuggire una risata amara.
Alzò la maglietta e lasciò libera la testimonianza della sua liberazione nella spalla. Senza pensarci due volte, strinse in una presa violenta la mano di Castiel, e la portò a toccare la sua stessa impronta.
Avvicinò ancora di più il viso a quello dell’angelo, e con una voce grossolana e arrocchita dalla rabbia disse:
<< Ti ho già corrotto Castiel >>…
L’aria era elettrica e quella che c’era tra loro due, stava schizzando scintille.
Erano troppo vicini, troppo arrabbiati, e nonostante questo nessuno dei due riscriva a staccarsi dall’altro, a spezzare quell’incantesimo.
Il cuore di Castiel ormai era partito, quasi spaccava lo sterno, e le costole.
Il sangue circolava all’impazzata, e per un angelo le particelle del proprio corpo sono vive, percettibili.
Immaginate allora quello che poteva sentire ora, con un corpo in preda alle emozioni più intense.
Il tempo si era fermato un’altra volta, ma in realtà scorreva veloce, i loro respiri erano affannati, gli sguardi inchiodati.
<< Dean? >> il cacciatore si scosse all’improvviso, come se si fosse appena svegliato.
Lascio cadere malamente la mano di Castiel, interrompendo bruscamente il contatto visivo e fisico.
Si volto rosso in viso, con la testa abbassata per non farsi vedere dal fratello.

<< Stai bene? >> chiese Sam perplesso, guardando prima uno poi l’altro e cercando di capire cosa fosse successo in quel posto.
<< Sto bene >> borbotto il biondo, lasciando la stanza a grandi passi, spedito verso l’esterno.
<< Cass vieni? >> chiese Sam all’altro. Ma quello scuoteva la testa e riuscì a blaterare un no biascicato.
Perciò rimase solo. In uno stato confusionale, con dei cadaveri alle spalle, e un’erezione nei pantaloni.

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Capitolo 5
*** Truth ***


“Man mano che io mi approssimo verso la zona maledetta
nella quale sono cadute nell'abisso le stelle

Questo è mio fratello, mio fratello ch
e si lascia travolgere dall’umanità, come ho fatto io.
Ancora ricordo i suoi occhi che mi fissavano, era perso e aveva bisogno di una guida. Quella volta gliela diedi, anche se in maniera celata.
Lo lascia scegliere e scelse. Quella volta imparò due lezioni…
La prima è che tutti possono tradire, e dovette impararlo ahimè nei peggiore dei modi. La seconda, è la consapevolezza delle proprie scelte e delle eventuali conseguenze.
Quando tempo dopo mi raccontò la sua versione dei fatti rimasi basita e piacevolmente sorpresa.
<< Anna, devo raccontarti una storia>>

Ricordo ancora l’odore della ruggine delle tubature e delle trappole per demoni, la luce soffusa che arrivava da una piccola ventola sul muro, e ancora più presente ricordo le urla disperate di Alastair e i grugniti sommessi di Dean.
Prima di entrare mi chiese il perché? Risposi che avrei dato qualunque cosa per non farglielo fare, ma che era un gesto necessario.
Per noi, per lui, per tutti.
Quella volta mi esposi, ancora inconsapevole della verità. Ero cosi ingenuo, Anna, cosi stupido. Ci credevo, nella fede, nella famiglia, quella da cui proveniamo. E lasciai andare Dean.
Forse è in quel momento che lo persi, in quel momento si sgretolò.
Mi avvertì: << Non ti piacerà quello che né verrà fuori >>
E no, non credevo possibile che una cosa del genere potesse succedere per davvero e così lo lasciai entrare senza muovere un solo muscolo…senza sapere poi cosa sarebbe successo.
Dopo lo scontro con Uriel, andai in ospedale.
Ero privo di molti dei miei poteri, e per questo ero debole a mia volta, lasciai vincere la mia debolezza stavo cadendo.
A causa dei miei protetti, per lui, ero in dubbio a causa di ciò che stavo provando per lui, e come uno stolto glielo dissi.
Sai, penso che per certi versi Dean sia… come si dice? Quel termine umano..
Ah si, vero Anna, ritardato.

Siamo seduti sulla panchina, Castiel è piegato con le gambe divaricate e con sopra poggiati gli avambracci, la testa che ciondola verso il basso, ogni tanto alza la testa e si perde nel contemplare i bambini nel parco giocare felici. Il suo tono di voce è lineare, ma in alcuni momenti tradisce l’emozione. Ogni tanto sorride, ogni tanto il suo viso si stravolge in una smorfia di dolore.

Arrivai in ospedale e mi trovai davanti ad una scena già vista tante volte, da tanti umani, ma mai vissuta dal mio protetto.
Dean cosi piccolo e fragile attaccato a dei tubi, e io cosi impotente da non poterlo curare.
Tante cose mi turbinarono in testa e anche nel cuore.
Quei sentimenti che ora riconosco come rabbia, verso Uriel, che lo ha ridotto cosi, che mi ha ingannato. L’odio verso me stesso, e il senso di colpa per aver permesso che tutto ciò accadesse.
E infine.. un qualcosa di più forte, il terrore. Un qualcosa che mi stringeva le budella dentro, quel bruciore allo stomaco, ebbi paura per la prima volta di perdere un essere umano.
Ho vissuto millenni in questa terra seguendo tante storie, vedendo scorrere le vite di molti di loro, e poi un giorno, mi catapulto negli inferi per raccoglierne uno solo, e non so come o il perché, qualcosa è stato.. io, Anna.

Arrossisce, oh il mio dolce, piccolo fratellino. Ahahaha ma guardalo! Cosi imbarazzato e confuso, ma soprattutto emozionato. Si gira e mi guarda, con i suoi enormi occhioni azzurri. Scuote il capo, e tossicchia, riprendendo il racconto.

Comunque, lui stava dormendo, un sonno agitato. L’unica cosa che potei dargli quella volta fù la tranquillità nei sogni. Mi misi al suo fianco ascoltando il suo respiro, ora tranquillo.
Forse un'oretta dopo, si svegliò.
<< Sono salvo..e non grazie a te>> sono state le sue prime parole rivolte a me.
La mia parte razionale prese il sopravvento. Comincia a raccontare cosa era successo, di Uriel e dei complotti.
<< È vero? È vero, sono stato io a iniziare tutto? >> mi disse…
E si, gli raccontai la verità anche su quello.
Sentii però, qualcosa nella sua voce, un inclinazione e mi voltai.
Lui stava piangendo.
Una lacrima scese, io rimasi immobile. Paralizzato. Anna non sapevo come gestirla.
Come può un robot consolare un umano mi chiesi?
<< Avete scelto l'uomo sbagliato >> continuò Dean…
Quelle parole. Quelle parole mi fecero infuriare. Come poteva essere lui l'uomo sbagliato? L'uomo che mi ha insegnato l'amore. Per cui ho cambiato me stesso, per cui ho messo in dubbio tutto.
No, lui era ed è l'uomo giusto e io lo sapevo allora come lo so adesso.
<< Ora puoi andare >>
Mi girò la faccia.
Ricordo di aver visto molti umani fare quel gesto, ricordo i visi dei bambini che sorridevano subito dopo.
Sentivo di aver sbagliato qualcosa, di averlo deluso e ferito e volevo rimediare.
Da angelo, avrei dovuto lasciare perdere, o usare la razionalità. Ma loro, loro hanno bisogno di altro. Di calore, di affetto.
Mi girai verso di lui spostando la sedia nella sua direzione e avvicinandola.
Allungai una mano aperta e gliela misi tutta sul volto. Forse.. ora fa ridere.
Gli coprii letteralmente tutto il viso.
Lui sotto si agitava, sbuffando qualcosa.
<< Togl....fff....ti di mez.....fjdj zo>>
Allora capii che non era quello il modo giusto.
Piano, spostai la mano mettendola di lato. Non più sopra tutto il viso, ma sulla guancia. E facendo un movimento leggero che partì prima dallo zigomo, poi più in basso verso il mento.
Ancora ricordo la sua espressione sbalordita.
<< Che cazzo stai facendo Castiel?>.
<< L'ho visto fare alle madri>>
Lentamente un lato della bocca tumido si alzò. Riuscii a farlo sorridere. << Non mi vorrai allattare adesso?>>
<< Il mio tramite è un uomo, Dean, non posso>>
E questa volta si scoppio in una risata rauca.
Quando si calmò, riavvicinai la mano appoggiandola al viso, questa volta in modo giusto.
Lui distolse lo sguardo quella volta. Mi lascio fare.
<< Tu sei l'uomo giusto tra tutti gli uomini della terra Dean>>
Chiuse gli occhi e un'altra lacrima cadeva.
Sempre li, piccola ma forte. Forse avevo sbagliato di nuovo.
Restammo così, in silenzio per lungo tempo, il suo calore sotto il mio.
Poi si addormentò, non lasciai la mia postazione fino al giorno dopo.

Uh UHHHHH, ragazzi!!! Quanto sono bravo a scrivere le memorie altrui! Mio Dio quanto amo la mia sorellina, ho sempre pensato che sia una bravissima oratrice!!! Comunque, a voi lettori che vi troverete immersi in queste due palle, ( ehm, ehm mi correggo ), in queste straordinarie pagine del libro di Castiel, scritte da me medesimo dico solo di prepararvi per il prossimo capitolo. P.s bye, bye gossip girl Amo le citazioni degli umani!

 
// Aw sono finalmente tornata!! Aw aw!!!!! Purtroppo i personaggi qui sotto non sono di mia proprietà ç_ç’’ Spero tanto che questo capitolo vi piaccia tanto, tanto.. alla prossima, e grazie dei commenti ( Spesso mi dimentico di rispondere, non lo faccio a posta y,y’’’ )…Bando alle ciance e buona lettura <3 //

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