Far from eyes but inside my Heart

di pillina28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prequel ***
Capitolo 2: *** 1° capitolo ***
Capitolo 3: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3° capitolo: ***
Capitolo 5: *** 4° capitolo ***
Capitolo 6: *** 5° capitolo ***
Capitolo 7: *** 6° capitolo ***
Capitolo 8: *** Lontano dagli occhi,dentro al mio cuore.. ***



Capitolo 1
*** Prequel ***


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Salve! Questa è la prima volta che pubblico una storia in questo Fandom. Mi chiamo Priscilla, ho 22 anni e, la storia che sto pubblicando, era gia stata pubblicata da me nella sezione Romantica; tuttavia, per sbaglio, l'avevo cancellata e adesso ho deciso di modificarla e di inserirla qui. ( per vostra sfortuna ahah ^^ ).
La storia trae spunto da un piccolo libro che lessi tempo fa, di cui non ricordo il titolo.
Spero che il prequel della storia vi piaccia: fatemi sapere se vi interessa il seguito o meno.
Pubblicherò una volta alla settimana, nel weekend.
Grazie e buona lettura. <3






<< Sei mia Kagome e lo sarai per tutta la vita  >> mi dice roco all’orecchio, facendo scendere mille brividi lungo il mio corpo.
<< Il solo pensiero che tu possa essere di un altro uomo, mi manda il sangue alla testa.. preferirei spararmi, piuttosto che vederti con un altro che non sono io >> mi dice, baciandomi irruento, mentre i nostri corpi si fondono alla perfezione e le sue braccia muscolose stringono il mio corpo al suo, come se volesse inglobarmi dentro di sé.
<< Sei mia Kagome >> questa volta il tono sembra rabbioso.
L’immagine diviene pian piano sfocata, ma sento le sue parole che continuano a ronzarmi nella testa.
<< Sei mia..  ti troverò ovunque tu sia.. e te la farò pagare per il tuo abbandono. Perché tu sei mia moglie! Mia moglie! >>
<< No! >>
Un grido strozzato esce dalle mie labbra, mentre madida di sudore mi siedo scompostamente sul letto sfatto.
Mi guardo intorno, costatando che sono sola, nella mia camera da letto, con la sveglia che segna le sei del mattino.
Lentamente porto le gambe al petto e le circondo con le braccia, come per avvolgermi da sola in un abbraccio rassicurante.
Era un sogno.
Uno stupido sogno.
Un altro stupido sogno.
Quanti ne ho fatti, da quando mi trovo qui?
Beh, ho perso il conto, in effetti.
Respiro profondamente, aspettando che l’angoscia provocatami dall’incubo, abbandoni il mio corpo.
Lui non è qui.
Lui non mi ha trovata.
Non ancora almeno.
Ma non è tipo da arrendersi e soprattutto non ama farsi prendere in giro, in particolar modo dalla donna che è stata sua moglie per meno di un anno.
Scuoto la testa e una ciocca di capelli copre il mio viso triste.
Ero stata una sciocca a scappare così, senza prima avere un piano preciso in mente.
Mio marito è un uomo di potere, un ricco miliardario giapponese che ha influenza e conoscenze in varie parti del mondo. E’ ridicolo credere che lui non riuscirà a trovarmi.
Ma forse, non mi avrebbe cercata.
Forse l’orgoglio, non gli avrebbe permesso di venire a cercarmi.
Scendo dal letto e mi avvicino alla finestra, guardando il paesaggio ancora buio al di fuori, illuminato solo dalla luna e da qualche sporadico lampione.
Inuyasha… è un uomo così duro, così freddo e spietato negli affari. Eppure, quando era con me, era un'altra persona: gentile, dolce, premuroso; mi trattava come fossi di pregiato cristallo.
Eravamo cosi innamorati..così felici.
Sento l‘angoscia impossessarsi del mio corpo e il dolore acuto della solitudine e della tristezza, avvolgermi completamente.
Lo amo così tanto..
<< Smettila Kagome! Basta recriminare! >> sgrido me stessa, mentre la mia voce si perde tra le pareti della stanza così spoglia e silenziosa.
Piangermi a dosso non serve a niente.
E’ finita. Chiuso.
Più di un mese fa, proprio in nome del mio amore per lui, sono fuggita via e da allora, non è cambiato nulla.
Devo solo resistere.
Devo convincermi che il vuoto che sento prima o poi sparirà.
Devo riuscirci se voglio continuare a vivere....
..a vivere senza di lui.
Una vita senza Inuyasha.
 
Decisa a scacciare questi pensieri tristi, comincio a prepararmi per il lavoro: faccio una rapida doccia, indosso un paio di jeans e una canotta azzurra e scendo in cucina a fare un’abbondante colazione.
Più tardi, mentre mi dirigo a piedi verso la tavola calda dove lavoro, guardo il cielo azzurro e inspiro il profumo di erba e fiori che impregna l’aria.
L’estate è ormai alle porte e.. questa sarebbe stata la mia prima estate da donna sposata.
Presto infatti, saremmo dovuti partire per la Grecia, per goderci un mese di sole in completo relax e invece..
La mia felicità è volata via..
 
Spingo la porta a vetri dell’ingresso ed entro nell’accogliente locale.
Quando sono arrivata qui, in questo paesino sperduto, lontano dal caos frenetico della città, mi è sembrato di aver trovato un paradiso… avevo pensato di fuggire all’estero, ma alla fine la tranquillità di questo posto, aveva lenito un po’ il dolore che sentivo nel cuore e, proprio quando i pochi soldi che avevo portato, avevano cominciato a scarseggiare, la mia vicina di casa mi aveva chiesto se avessi bisogno di un lavoro.
Myoga, il proprietario, era suo fratello e cercava una nuova ragazza per il suo locale.
Avevo accettato di buon grado il lavoro: primo perché almeno non sarei stata costretta a prelevare nulla dalle carte di credito di Inuyasha.. e poi perché lavorare mi avrebbe tenuta occupata e mi avrebbe impedito di pensare ai miei problemi.
La mattinata vola via in un attimo, mentre mi appresto a servire caffè e cornetti caldi ai clienti e, a pulire i tavoli sporchi.
Verso l’ora di pranzo poi, il locale diventa caotico: molti uomini in pausa da lavoro, si fermano per uno spuntino veloce, prima di ricominciare a lavorare.
 
Mentre riempio due scodelle di minestra fatta in casa, per due anziani signori, penso che questo è il genere di lavoro che mio marito non penserebbe mai che io facessi, visto il mio curriculum: quando ci eravamo conosciuti ero una giovane organizzatrice di eventi e mi era stato dato l’incarico di occuparmi del matrimonio di Sango No Taisho, affascinante fotomodella e sorella di Inuyasha.
Quell’incarico era stato del tutto inaspettato, vista la mia poca esperienza, ma il mio capo, una donna sui cinquant’anni gentile e aperta, mi aveva incoraggiata.
<< Io ho troppo lavoro da sbrigare e tu sei molto qualificata cara. Sei assolutamente preparata per occupartene, ne sono sicura >>.
E cosi, con entusiasmo, mi ero dedicata a quell’incarico e quando avevo incontrato la famosa Sango, per discutere con lei dei dettagli del matrimonio, l’avevo vista arrivare accompagnata dall’uomo più bello che avessi mai visto.
Incantata a guardarlo, avevo lasciato cadere i vari fogli con le idee per il matrimonio e, imbarazzatissima per la figura fatta, mi ero affrettata a raccogliere tutto.
Mentre ero chinata a terra, avevo scorto le mani grandi e gentili del bellissimo uomo che avevo osservato come una scema, che mi aiutavano, per poi porgermi educatamente i fogli.
In imbarazzo mi ero scusata e li avevo invitati ad accomodarsi.
Provando ad ignorare lo sguardo magnetico di lui, avevo preso ad illustrare le mie idee per il matrimonio, cercando di regolarizzare il respiro e di concentrarmi sul progetto, piuttosto che sull’uomo che sedeva davanti a me,con la sua bellissima fidanzata.
<< Trovo le sue idee fantastiche. Mi ha decisamente convinta! >> disse Sango entusiasta, sorridendomi e mettendo in mostra una dentatura perfetta.
<< Tu che ne pensi Inuyasha? >> aveva detto lei, interpellando l’uomo silenzioso al suo fianco.
<< Se va bene a te, per me non ci sono problemi >> aveva ribattuto lui tranquillo, guardandomi.
<< Bravo il mio fratellino! Sa, lui si è offerto di pagare il matrimonio, quindi se non ha problemi lui, chi sono io per lamentarmi >> aveva detto lei, facendomi l’occhiolino.
<< Fratellino? >> avevo ribattuto io incantata e lui, mi aveva sorriso porgendomi la mano: << Sono Inuyasha No Taisho, signorina Higurashi. Avrei dovuto presentarmi prima in effetti >>  aveva detto, sorridendo come un divo e quando avevo stretto la mano nella sua, avevo capito che ero ormai perduta.
In seguito, lui mi aveva confessato di essersi innamorato di me, appena aveva incrociato il mio sguardo e stava pensando ad un modo per invitarmi ad uscire, senza sembrare troppo sfacciato.
Ripensare a questi momenti mi fa provare una stretta al cuore che non riesco ad allentare: Inuyasha ha sempre detto che eravamo due anime gemelle, nate per incontrarsi e stare insieme.
Io gli avevo sempre creduto e avevo pensato che saremmo stati insieme, felici, per sempre.
Eppure..
 
<< Tutto bene cara? >> a risvegliarmi è la voce di Myoga, il proprietario del locale, che mi guarda preoccupato.
Fin da quando sono arrivata qui ha sempre avuto un atteggiamento protettivo nei miei confronti. Dice sempre che potrei essere sua figlia e che gli dispiace vedermi triste.
Lui ha intuito da subito, che c’era qualcosa che non andava in me, ma non ha mai domandato nulla. Si è limitato a dirmi che se avevo bisogno di qualcosa potevo parlargliene e io l’ho ringraziato di cuore.
È un uomo fantastico.
<< Si tutto bene. Sognavo ad occhi aperti.. lo sai come sono fatta >> dico facendo un sorriso che sembra tranquillizzarlo.
<< Se sei stanca, puoi fare una pausa, dopo che hai servito quelle minestre. Il caos sembra essersi arrestato >> dice indicando la sala, meno gremita rispetto all’ora precedente.
<< Tranquillo, va tutto bene. Pulisco qualche tavolo e poi mi fermo per uno spuntino >>.
Messe le minestre e un cestino di pane su un vassoio, mi dirigo verso il tavolo e, mentre servo i piatti ai due anziani signori, che mi sorridono per ringraziarmi, sento il campanello suonare, segno che un altro cliente è appena entrato.
Mi volto per accoglierlo con un sorriso, come sempre, non avendo alcun presentimento su quanto sta per accadere.
<< Ciao, Kagome >> la voce del nuovo arrivato è calma e controllata, ma i suoi occhi sono gelidi ed inespressivi..
<< Inuyasha >> mormoro io senza fiato, mentre sento il sangue defluire dal viso e le gambe tremare vistosamente, incapaci di reggere il peso del mio corpo.
Avvertendo la mia confusione, si avvicina velocemente e mi spinge a sedermi su una sedia li di fianco.
Una strana ondata di gioia mi pervade e irrazionalmente vorrei gettarmi tra le sue braccia, baciarlo e dirgli che mi è mancato da morire.
Ma poi, l’assurdità della situazione si delinea nella mia mente e penso di essere sul punto di svenire.
 
<< Non capisco perché sembri così sconvolta; infondo lo sapevi che ti avrei trovata prima o poi.. era solo questione di tempo >>
<<  Inuyasha.. >> ripeto io frastornata.
Pronunciare il suo nome è l’unica cosa che riesco a fare. Il mio cervello sembra paralizzato, incapace di formare un solo pensiero coerente.
<< Sono proprio io >> ribatte lui, facendomi alzare lo sguardo per fissare bene il suo volto bellissimo, ora teso in un’espressione fredda e dura, come se fosse stato scolpito nel marmo.
Lo stesso sguardo che aveva nel mio sogno…
 
<< Adesso alzati e andiamo >>
<< Che cosa? >> chiedo io guardandolo incredula. Che intenzioni ha?
<< Ho detto alzati! >> risponde con sguardo glaciale.
L’espressione sul suo viso in un'altra circostanza mi avrebbe terrorizzata, ma con quello che sta accadendo sembra quasi che il mio corpo si rifiuti di provare emozioni.
Vedo una coppia di fidanzatini parlottare tra loro, poi il ragazzo si fa avanti, portandosi di fianco a me.
Non avrà più di vent’anni ed è decisamente spaventato.
<< Qualche problema signorina? Vuole che chiami qualcuno per caso? >>  mi chiede, guardandomi negli occhi con sguardo preoccupato.
<< No io.. >> cerco di rispondere, ma vengo fermata dalla sua voce:
<< Ragazzo, torna dalla tua fidanzata e non immischiarti in faccende che non ti riguardano.. >> dice sbrigativo, senza lasciare neanche per un attimo il mio sguardo.
<< Senta, è evidente che questa signorina non desidera parlare con lei... » tenta nuovamente il giovane, ma Inuyasha gli impedisce di continuare il suo discorso solo con la forza malevola del suo sguardo…
Nonostante tutto però, non riesco ad impedirmi di  provare ammirazione per il ragazzo che, nonostante sia sbiancato in viso, rimane fermo dov'è.
<< Torna al tuo posto, se non vuoi che ti costringa io a farlo >>  aggiunge mio marito.
<< Ora basta >> dico, rialzandomi in preda alla rabbia.
Adesso sta davvero esagerando!
 << Non infierire su di lui. È tutto a posto >> dico poi al ragazzo, con sguardo rassicurante: << Vada al suo tavolo e si goda la cena con la sua fidanzata. >>
<< Ne è certa? >>
 Per un attimo il giovane sembra combattuto fra il sollievo e il senso della cavalleria, infine il primo sembra avere la meglio. Mi rivolge un ultimo sguardo, prima di tornare al suo tavolo.
 
<< Cosa vuoi, Inuyasha? >> chiedo, costretta ad alzare il viso per guardarlo, sovrastata dalla sua statura.
<< Sai esattamente cosa voglio, dunque non fingere di non capire. >>
Non replico, guardandolo come avrei guardato uno sconosciuto.
Perché in realtà quel viso trasfigurato dall'ira per me appartiene a uno sconosciuto. Lo avevo visto comportarsi in modo cinico e beffardo, ingaggiare competizioni professionali con crudele decisione, ma mai perdere il controllo.
Ora, invece, i suoi occhi ambrati mandavano lampi e il suo atteggiamento era decisamente minaccioso: dettagli imprevisti e inquietanti, che mi spaventavano.
Non ero affatto preparata a questo suo aspetto.
<< Vieni con me di tua spontanea volontà o vuoi che ti porti via di peso? >>
<< Non posso venire con te, io lavoro qui e il mio turno non è ancora finito >> ribatto io, cercando una via di fuga a questa situazione.
<< Certo che puoi ed è esattamente quello che farai. >> mi riprende lui, implacabile.
<< Stai solo sprecando il tuo tempo... Io tanto non tornerò indietro >> affermo, cercando di trovare un modo per mandarlo via.
Non sono pronta.
Non ce la faccio ancora ad affrontarlo.
Ho avuto troppo poco tempo per prepararmi..
<< E chi ti ha chiesto di farlo? Non crederai davvero che ti riprenderei con me dopo quello che hai combinato? Non crederai che m'importi ancora qualcosa di te? Perché per crederlo dovresti anche ritenere che io sia un idiota e fidati, non lo sono affatto >> sottolinea lui, la voce tagliente come una lama di un coltello.
<< Ma voglio parlare con te, e voglio sapere dov'è lui. Hai capito? Voi due vi siete
meritati una lezione che difficilmente potrete dimenticare >> sbraita, perdendo quasi il controllo.
Lui?! Ma di cosa parla?
<< Dov'è lui?! >> ripeto io con tono incredulo, ormai consapevole di aver
perso completamente il controllo della situazione << Lui chi? >> domando ancora, cercando di capire di che cosa sta parlando.
<< Non provare a raggirarmi >> mi dice serio, facendo scattare la sua mano in avanti per afferrarmi un braccio: << Sono giunto al limite della sopportazione >>.
Non ho scelta.
Devo assolutamente assecondarlo.
 Sul viso di lui è stampata la stessa determinazione che gli aveva permesso di fare fortuna nel mondo dell'alta finanza, trasformandolo in un multimilionario a soli trentacinque anni, l'età che aveva quando l’ho conosciuto, un anno e mezzo fa.
La sua inflessibilità è leggendaria, così come la sua capacità di ottenere sempre quello che vuole.
Dunque sì, avrei dovuto parlare con lui e a quel punto prima lo affrontavo, meglio sarebbe stato per tutti.
<< Chiederò a Myoga il permesso di assentarmi >> replico alla fine, indicando la porta della cucina << è il mio datore di lavoro, devo avvertirlo >> spiego, vedendo il suo sguardo scocciato.
<< Va'>> dice abbassando la mano e liberando il mio braccio dalla sua morsa.
<< Ti concedo esattamente sessanta secondi. Non un secondo di più cara, altrimenti vengo e ti porto via di peso >> minaccia, prima di sparire dalla porta d’ingresso, lasciandomi al centro della sala, immobile, ancora incredula per ciò che è accaduto.
E capisco che i problemi per me.. sono solo iniziati.




Autrice:
Grazie a chi ha letto la storia.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate e se vi incuriosisce! 
Un bacio e alla prossima!

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** 1° capitolo ***


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Ciao a tutte! Grazie per come avete accolto questa storia, sono felice che sia piaciuta e, ho deciso di aggiornare in fretta!
Una piccola precisazione che mi è stata fatta notare nelle recensioni: la storia è ambientata ai giorni nostri e Inuyasha e tutti i personaggi sono umani, anche se io ho descritto Inu con i capelli neri ma con gli occhi ambrati, perché mi piaceva cosi xD.
Buona lettura.

 
 
 
1 capitolo
 
Poco dopo mi ritrovo sul marciapiede che costeggia il locale, con Inuyasha che mi tiene aperta la portiera della sua macchina, elegante e costosissima.
<< Non potremo fare due passi? Io preferirei camminare >> dico, cercando di evitare di chiudermi in macchina con lui.
<< Non mi interessa che cosa vuoi tu! Si fa come dico io! >> ribatte lui arrogante, facendomi cenno di salire in macchina.
Non ha mai usato un tono simile con me e la cosa mi ferisce immensamente e mi scatena una grande rabbia:
<< Tu non puoi darmi ordini! >> sibilo io a denti stretti, fortemente alterata:  << ho chiesto il divorzio, quindi non hai più diritti su di me, lo sai! >>.
<< Chi se ne importa dei diritti! Non ho mai permesso ai diritti di impedirmi di avere ciò che voglio, anche se per tua sfortuna io non ti voglio più. Tutto ciò che provo per te è disprezzo, sappilo! >> afferma crudele.
Certo avevo pensato che magari mi avrebbe odiato, che mi avrebbe dimenticato.. ma il suo disprezzo mi pugnala il cuore.
<< E allora perché sei venuto a cercarmi? >> chiedo, con una nota disperata nella voce.
<< Sono qui perché tu sei ancora mia moglie.. e non ti permetterò di andartene senza prima aver ottenuto una spiegazione! Adesso chiudi la tua bella bocca tentatrice  e
sali, andiamo a fare un giro >> mi intima lui, con tono iroso.
Poco dopo, mentre lui guida tranquillo lungo le strade circondate da aperta campagna, lo guardo di sottecchi.
Guardo il suo profilo deciso, il naso diritto e i capelli neri come la pece. Il corpo è massiccio e muscoloso, le sue spalle sono ampie e le mani sono grandi e forti, sempre curate.
Mentre lo guardo, penso che quel viso mi ha colpito da subito, fin dalla prima volta che l’ho incrociato. Lo stesso viso che ha invaso i miei sogni in questi giorni, dopo la mia fuga.
Non smetterò mai di amarlo..
Lo vedo svoltare per una stradina secondaria e accostare la macchina proprio di fronte ad un parchetto poco frequentato.
Si volta a guardarmi e mi fredda con un’occhiata gelida:
<< Adesso mi dirai tutta la verità fino alle fine. Hai capito? Tutta la verità. Non ti libererai di me finché non saprò perché sei impazzita così all’improvviso! >>.
La verità?
Non potrei mai rivelargli la verità.
Non sopporterei di vedere la compassione riflessa in quegli stupendi occhi ambrati,
e insieme la disperazione perché, per una volta, non è in suo potere controllare questa particolare situazione. Non sopporterei di vederlo distruggersi nell'agonia dell'attesa. No, ho fatto la cosa più giusta lasciandolo, e adesso, in qualche modo, devo riuscire a confermare la mia decisione.
Ma come posso fare? Come posso guardarlo e affermare di non provare più nulla per lui? Come posso dirgli di non amarlo più e convincerlo che questa è l’unica verità?
<< So che per venire qui, ti sei affidata ad un tuo amichetto che ti ha aiutata a trovare la casa dove alloggi ora. L’investigatore che ho assunto per cercarti ci ha messo un po’, ma ha fatto un buon lavoro >> mi informa serafico << purtroppo non ho avuto ancora modo di incontrarlo, altrimenti gli avrei già dato una bella lezione >>.
<< E perché vorresti parlare con Koga? >> ribatto io, perplessa.
<< Non fare quella faccia! Piuttosto da quanto tempo lo conosci? Da quanto va avanti la vostra storia segreta? >> continua lui implacabile, mentre io spalanco la bocca scioccata.
<< Storia segreta?!  Ma sei impazzito per caso? >> chiedo io indignata. Ma come si permette di dire che io l’ho tradito?
<< Lui non è affatto il mio amante segreto, lui è .. >> ma non riesco a concludere, che lui mi si rivolta rabbiosamente.
<< Morto! Sarà morto appena gli metterò le mani a dosso. Gli farò rimpiangere di averti conosciuta! >> dice, con tono che fa spavento.
<< Inuyasha, guarda che Koga è solo un amico, non centra nulla con tutta questa storia >> ribatto io cercando di farlo ragionare; << io e lui siamo sempre rimasti in contatto, anche se più di rado durante il matrimonio, a causa dei suoi frequenti viaggi di lavoro. E quando.. sono andata via, avevo da poco ricevuto un messaggio dove diceva che sarebbe rimasto a casa un paio di mesi e cosi.. non sapendo a chi rivolgermi, l’ho chiamato. Mi ha aiutato a trovare la casa.. la mia vicina è una amica di sua madre e.. >>
<< Basta! Non mi interessano queste sciocchezze. So per certo che voi vi incontrate regolarmente quindi, non credere che io sia uno stupido! >>
Avrei forse dovuto fargli credere di essere innamorata di Koga? Avrebbe funzionato?
<< Il rapporto che io ho con Koga non ha nulla a che vedere con te >> ribatto perciò neutra.
<< Questo lo dici tu! Cara la mia piccola traditrice, ti ricordo che sei mia moglie ancora! E io non ti permetto di tradirmi e di farla franca! E quando metterò le mani su di lui.. >> minaccia, guardandomi dritto negli occhi.
<< Sei ridicolo, a cosa servirebbe far del male a lui quando è con me che ce l’hai.. >> dico io, cercando di spostare l’attenzione su di me.
Non è giusto che Koga venga accusato di qualcosa che non ha fatto e mai ha pensato di fare.
<< Prendertela con lui non servirà; io non tornerò indietro con te >> dico, pregando che mi lasci in pace e che se ne vada, prima che io commetta una sciocchezza, tipo avvicinarmi a lui, baciarlo e dirgli tutta la verità, trascinando entrambi nell’oblio.
<< Ascoltami bene! Tu non hai alcuna possibilità di tornare indietro. Tu sei solo merce usata e io sono abituato ad avere il meglio! E comunque, quando avrò finito con lui, non so ancora se riuscirai  a starci insieme .. >>.
Merce usata?!
Merce usata…..
<< Scendo.. qui dentro non riesco a respirare >> dice rudemente, scendendo dall’auto.
<< Aspetta >> dico disperata, seguendolo << Inuyasha.. ti prego tu devi ascoltarmi.. io.. >> ma lui si volta e mi blocca con lo sguardo.
<< Devo ascoltarti dici?! Tu non sei più niente, solo spazzatura. In queste settimane avrei tanto voluto prenderti e darti una lezione. Non essendo tu un uomo, non avrò la soddisfazione di vendicarmi alla mia maniera.. ma un modo per fartela pagare lo troverò vedrai. >>
<< Perché non mi dimentichi,mi concedi il divorzio e te ne vai? >> chiedo io ormai totalmente disperata.
Dio mi sta uccidendo..
<< Tranquilla, alla fine avrai il tuo divorzio.. >> dice con tono e sguardo imperscrutabile.
Si guarda per un attimo intorno pensieroso, per poi tornare a volgere lo sguardo su di me: e in quel momento rivedo l’uomo di cui mi sono innamorata e che amo ancora con tutta me stessa: il suo sguardo ora è dolce, tenero..comprensivo.
È da questo sguardo, che non riesco a difendermi.
<< Che cosa ci è successo Kagome.. eravamo così felici >> dice, stringendo i pugni tanto da far sbiancare le nocche << pensavo fosse tutto perfetto.. e allora perché?! Perché!? >> mi grida contro rabbiosamente: << la tua era una recita vero? Una stupida commedia e io sono stato un vero coglione a crederti! >>
A stento trattengo un gemito.
Mentre guardo i capelli neri di lui, accarezzati dai raggi del sole, capisco che sto vivendo la peggiore esperienza della mia vita.
Il futuro, che si presenta come un incubo, non mi appare doloroso quanto la morsa che mi serra l’anima in questo momento.
Per me non ci sarebbe più stata gioia o felicità, ma solo agonia. E amo troppo Inuyasha per trascinarlo con me nel baratro.
Lui almeno avrebbe avuto la possibilità di riprendere a vivere. Lui almeno, avrebbe avuto la possibilità di guarire.
Mi avrebbe dimenticata presto, e decine di donne sarebbero state disposte ad aiutarlo in quel processo.
<< E’ accaduto e basta >> ribatto io con voce incolore e con occhi totalmente asciutti.
La mia pena è troppo grande per versare altre lacrime.
Non ne ho più.
<< C’è dell’ altro >> dice lui scrutandomi attentamente << cosa mi nascondi Kagome? Cosa c’è che non vuoi dirmi? >> .
Dannazione, lui è troppo intuitivo e se non mi invento qualcosa, potrebbe capire la verità.
<< Non ti basta quanto ti ho detto? Non ho scheletri nell’armadio Inuyasha.. dovrai odiarmi per quello che sai >> affermo sicura.
Lo vedo guardarmi fisso per qualche secondo, cercando di sondare le mie emozioni probabilmente.
<< Per un attimo ho pensato che.. >> inizia per poi interrompersi e scuotere la testa.
<< Non importa. Sali in auto ne ho abbastanza >>
Durante il tragitto non dice nulla e, quando poco dopo si accosta di fronte al locale, dice una semplice parola senza neanche guardarmi in viso:
<< Addio.. >> la sua voce è atona, lontana.
<< Addio >> faccio eco io, con il cuore straziato, mentre scendo dalla macchina e,dopo un ultimo sguardo alla sua auto che freccia via, rientro nel locale.
 
Quella stessa sera, dopo una cena breve con la padrona di casa, mi ritrovo sdraiata sul letto nel buio della mia stanza.
In quelle settimane, avevo sperato contro ogni logica che, quando l’avrei rivisto,perché sapevo sarebbe successo, tutto sarebbe andato a posto, come per magia.
Speranza vana.
In tutto ero stata con lui per quasi un anno. E per sei mesi ero stata sua moglie. Avevo pensato di vivere in paradiso, di esser stata baciata dalla fortuna, finalmente.
Di aver trovato l’anima gemella…
Avevo appena compiuto ventidue anni quando ci eravamo conosciuti..ero giovane e inesperta e lui era un uomo di mondo, un trentacinquenne ricco e selvaggiamente bello.
Avevamo trascorso la nostra luna di miele ai caraibi, godendoci pace e relax, dimentichi di tutto, intenti solo a scoprirci l’un l’altro.
Poi tutto è cambiato.. la scoperta della mia condizione ha cambiato tutto. Ha distrutto la mia felicità e tutte le mie speranze per un futuro felice… o semplicemente per un futuro.
Ho fatto bene a lasciarlo.. ho fatto bene..
Dio, dammi solo la forza per andare avanti senza di lui, ancora un po’..
 
                                                                                                      ****
 
<< Buongiorno Kagome >>
Sono in procinto di uscire dalla cucina, quando una voce ben nota mi giunge alle orecchie, facendomi immobilizzare.
<< Cosa ci fai qui? >> chiedo stupidamente, beandomi della vista di lui in jeans e polo.
<< Mangiare.. se non è chiedere troppo >> risponde sardonico e si accomoda ad un tavolo poco più avanti.
<< Senti Inuyasha.. non capisco perché tu sia venuto proprio qui >> .
<< Per mangiare cara, non ricordi? Faccio tutto ciò che fa un comune essere vivente.. alcune cose con maggiore godimento rispetto ad altre >> ribatte, sottolineando le parole con uno sguardo carico di significati.
<< Sai benissimo cosa intendo! >> ribatto, stufa dei suoi giochini; << Ci siamo detti tutto, eppure sei ancora qui! >>.
<< Adesso smettila. Dobbiamo discutere di cose molto importanti io e te, quindi smettila di recitare la parte della stupida perché non lo sei. Inoltre, quello che io faccio non ti riguarda. Non hai diritto di pormi certe domande. Quindi ora portami un menu e fai il lavoro per cui credo tu venga pagata >> conclude arrogante.
Ammutolita, gli lascio il menu e mi dirigo verso la cucina dandogli le spalle.
Ha in mente qualcosa, ne sono più che certa.. ma cosa? Vorrà vendicarsi? Tormentarmi? Già forse è questo.. perché mi aveva detto senza mezzi termini di disprezzarmi… invece è ancora qui.
Tornata al suo tavolo, in attesa che lui legga il menù e faccia la sua ordinazione, tengo gli occhi fissi sulla sua testa china..e mi colpisce un'emozione indefinibile.
Quante volte dopo aver fatto l'amore, ho affondato le mani in quella massa di capelli nera e lucente.
Quante volte con lui, mi ero sentita vibrante di vita, appagata e soddisfatta.
E’ stato un amante fantastico. Sensuale ed erotico, ma tenero e attento alle mie esigenze e, deciso a rafforzare il nostro legame, che di conseguenza è cresciuto costantemente, notte dopo notte.
È ovvio che lui non capisca perché l’ho lasciato.
<< Prenderò un minestrone e poi un'omelette, per favore >> decide.
Sobbalzo, colta di sorpresa dal suono della sua voce. << Sogni a occhi aperti? >> domanda lui,con tono tagliente.
<< Non ti chiederò chi è il protagonista delle tue fantasie, ma per il momento ti dispiacerebbe concentrarti sul tuo lavoro? >>.
<< Non è il caso di essere cosi sgradevoli.. >> ribatto io inacidita, mentre scrivo l’ordine sul taccuino.
<< Ancora non hai visto niente.. non sai quanto posso essere sgradevole.. ma lo capirai presto >>.
Torno in cucina con passo stanco.. e le mani che tremano visibilmente.
Perché continuo a sopportare le sue angherie? Perché non gli rivelo la verità e gli permetto di sopportare insieme l’angoscia?
Con la mente ritorno a quel giorno di cinque settimane fa, che ha cambiato la mia vita: ho fatto visita a mia sorella Kikyo.
Ricordo il suo viso.. segnato dal dolore.
Il suo corpo, che è divenuto una brutta caricatura di quello che è stato un tempo.
Come potrei sopportare lo sguardo di Inuyasha, di solito pieno di passione e di amore, posarsi su di me con tristezza e pietà?
Come potrei sopportare, la disperazione di sfiorire davanti ai suoi occhi, giorno dopo giorno, ora dopo ora?
<< Smettila >> dico a me stessa, con rabbia.
Basta autocommiserazione.
Non devo compatirmi.. devo solo vivere alla giornata.
Un passo alla volta.
Solo cosi posso andare avanti, solo cosi posso continuare a  vivere.
Perciò devo farmi forza..
Con passo risoluto, torno da lui con la sua ordinazione, poi mi dirigo verso una famiglia seduta al tavolo all’angolo. Converso coi due splendidi bambini, per poi prendere le ordinazioni e in tutto il tempo, sento a dosso lo sguardo di mio marito.
Quando più tardi, torno da lui con il conto, mi fissa per un attimo e poi mi chiede:
<< A che ora finisci il turno oggi? >> la sua voce è priva di inflessione.
<< Perché? >> chiedo io stordita, perdendomi nel suo sguardo.
<< Hai sentito bene >> dice lui con voce gelida << io e te dobbiamo discutere di importanti dettagli. Infondo non desideri liberarti di me il prima possibile? >>
Abbasso lo sguardo per impedire che lui mi scruti e capisca in parte i miei pensieri. Perché se solo lui sapesse che non l’ho mai amato con la stessa intensità con cui lo amo ora; che non ho mai sentito tanto la necessità del suo conforto.
Mi sento sola e indifesa, terrorizzata per ciò che il futuro potrebbe riservarmi.
Quanto vorrei perdermi nel suo abbraccio, stringerlo forte e lasciare che lui combatta la battaglia al mio posto!
<< Finisco alle undici >> .
<< Bene, alle undici starò qui fuori >> dice, poi paga il conto e se ne va, senza darmi il tempo di rispondere.
Per il resto del pomeriggio e della serata, vado avanti come un automa, servendo pietanze e prendendo ordinazioni, cercando di conversare allegramente con i clienti nonostante i mille pensieri che affollano la mia testa.
Mentre pulisco i tavoli, quando ormai il locale è quasi vuoto, ripenso ad alcuni eventi fondamentali della mia vita.
Ho perso i genitori che ero solo una bambina di cinque anni. Mia sorella ne aveva sette in più. Siamo state separate e affidate a due zie diverse e il distacco aveva minato il nostro rapporto già precario. Lei ha sempre provato una malsana gelosia nei miei confronti e io non ho mai capito, come possa essere possibile che una ragazza odi tanto la propria sorella.
Io invece, ho sofferto molto per la separazione.
Gli zii mi trattavano bene, ma con distacco.
A scuola ero molto timida e facevo fatica a relazionarmi con gli altri bambini.
Ero una bambina molto sola.. e avrei avuto tanto bisogno del conforto di una sorella maggiore.
Crescendo, i miei zii hanno finito per accrescere le mie insicurezze, costringendomi ad una serie di regole severissime, al fine di soffocare la mia personalità e ha nascondere il mio aspetto fisico.
Mi hanno convinto di essere una persona inutile e priva di aspettative; che la mia eccessiva bellezza era una cosa di cui dovevo vergognarmi, non vantarmi, e alla fine, stupida e ingenua, avevo creduto ai loro giudizi.
Quando poi ho compiuto sedici anni, mi sono recata a fare visita a mia sorella Kikyo, cercando di riallacciare un minimo di rapporto con lei.
Ma lei mi ha messa alla porta senza tanti complimenti e così, mi sono rassegnata all’idea che mia sorella mi odiasse e che non l’avrei mai più rivista.
E poi a distanza di anni, proprio sei settimane fa, ho ricevuto una sua lettera.
Inuyasha ha rivoluzionato la mia vita: mi ha restituito la gioia di vivere e la felicità; usando logica e affetto, ha risanato tutte le mie ferite.
Mi ha aiutata a riacquistare sicurezza e fiducia in me stessa.
E così.. alla fine, mi sono fatta forza e ho risposto alla sua lettera, scrivendole di volerla incontrare per cercare di risolvere una volta per tutto e mettere una pietra sul nostro passato doloroso.
Se solo non l’avessi fatto..
 
Un’ora dopo, esco dal ristorante e per un attimo penso che forse Inuyasha non verrà a prendermi come ha detto e in me, si fa largo una sensazione di delusione mista a sollievo.
Poi, sento chiamare il mio nome da una voce inconfondibile e lo vedo spuntare dal buio di un vicolo.
<< Dov’è la tua macchina? >> chiedo io stupidamente.
<< Non serve, so che abiti a poca distanza dal locale, quindi ho pensato che avremmo potuto fare una passeggiata >>.
Afferrandomi per un braccio, mi trascina in direzione del cottage.
La pelle brucia nel punto in cui lui mi sta toccando e istintivamente ritiro il braccio cercando di allontanarmi da lui che, notato il mio gesto mi squadra con sguardo agghiacciante.
<< Non ho malattie contagiose >> dice aspro, scandendo bene le parole: << Un altro atteggiamento simile e non rispondo delle mie azioni. So che non vorresti essere qui con me, ma ora ci sono io e non lui, perciò vedi di piantarla >>.
Camminiamo per qualche metro, in silenzio, l’uno di fianco all’altro ma a distanza di sicurezza.
Mi sento indebolita e vacillante, a causa del digiuno e dello stress causatomi da tutte le mie inconfessabili paure. Mentre cerco di continuare ad avanzare, mettendo un piede dietro l’altro a fatica, Inuyasha mi afferra e mi stringe a sé.
<< Adesso ti faccio vedere io.. >> e prima che io possa capire che intenzioni abbia, sento le sue labbra sulle mie.
Il suo è un bacio punitivo, teso a farmi sentire la rabbia che attraversa il suo corpo.
Cerco di scollarmelo di dosso, di allontanarmi ma la sua è una morsa ferrea. Lentamente, smetto di lottare e, in quel momento, giunge alle mie narici il profumo famigliare di lui.
Nonostante io sia consapevole che per lui, questo bacio rappresenta un modo per dimostrarmi il suo potere, mi ritrovo a rispondere con tutta me stessa.
Il mio corpo è bisognoso delle attenzioni dell’uomo che amo da impazzire e che ora mi sta stringendo a sé.
Lui percepisce immediatamente la mia capitolazione e le sue labbra si
addolciscono appena, mentre alza una mano per appoggiarla sul mio
seno con possesso,causandomi una vera scossa elettrica in tutto il corpo.
Poi, inaspettatamente, si allontana di scatto, facendomi quasi perdere l’equilibrio.
Il bacio è durato solo qualche istante ma, mentre gli rivolgo una muta richiesta di spiegazioni, mi sento debole e scossa come se avessimo fatto l'amore per ore.
<< Non riesco a crederci! >> dice lui all’improvviso, con tono che dimostra sdegno e un’altra emozione, che non so definire e che sembra sconfinare nella disperazione.
<< Come puoi farlo? Come puoi baciarmi cosi dopo tutto quello che hai fatto è?! Pensavo che niente mi avrebbe più stupito.. ma tu! Tu sei peggio di una sgualdrina!  >> mi grida contro con rabbia, ma io sento le sue parole lontane, ovattate, mentre le mie gambe sono scosse da forti tremori.
L’ultima cosa che sento, è il mio nome, pronunciato dalle labbra di Inuyasha, poi il buio totale.
 
Riprendo i sensi lentamente. La mia testa è piena di visioni tremende e per un attimo non mi rendo conto della realtà che mi circonda, finché non capisco di essere stretta ad un petto forte, mentre delle braccia grandi e muscolose mi circondano.
<< Inuyasha? >> chiedo io con voce strascicata, cercando di formulare una frase di senso compiuto, ma il mio cervello sembra rifiutarsi di collaborare.
<< Non muoverti >> mi dice lui con un misto di rabbia e di paura << sei svenuta, è meglio che non ti muovi >>.
<< Sono svenuta? >> chiedo io allarmata e cerco di tirarmi su; << lasciami, tranquillo sto bene. Non so cosa mi sia capitato. Probabilmente è a causa del pranzo che ho saltato oggi >> dico io, alzandomi e allontanandomi da lui.
<< Sei sicura che non hai niente da dirmi? Potrebbe benissimo trattarsi di qualcos’altro >> afferma insinuante e, per un attimo, ho il terrore che abbia scoperto la verità.
<< Non so di cosa stai parlando >> ribatto, cercando di calmarmi e di mostrarmi tranquilla.
<< Chissà perché, la mia mente ha elaborato il pensiero che tu possa essere incinta, magari del tuo amante! È per questo che mi hai lasciato? Per sparire e dare alla luce il figlio di un altro? >> la rabbia ha trasformato totalmente il suo viso, mentre io senza pensare alle conseguenze, gli tiro un grosso ceffone, con le lacrime che si affacciano ai miei occhi.
<< Come ti permetti di dire certe cose?! >> gli grido contro con rabbia e lui, mi afferra e mi spinge con la schiena contro un albero del viale, un po’ in ombra.
<< Come mi permetto io? Non è raro che accadano certe cose e tu te ne sei andata senza darmi una sensata spiegazione! Non hai nulla da fare l’offesa, hai capito? >> il suo tono non è troppo alto, ma il suo sguardo da i brividi.
<< La tua sfrontatezza mi lascia sgomento! Che cosa ne è della ragazza che ho sposato? Della donna innocente e pura che ho conosciuto? >> mi dice agguerrito, guardandomi negli occhi.
<< E’ morta >>  dico io atona, senza rendermi subito conto del significato di quella parola.
Qualcosa nel mio tono però, deve averlo allarmato, visto che mi guarda attento, studiandomi in ogni mossa.
<< Che c’è, il vero amore non è come lo avevi immaginato? Il tuo amante non ti concede tutto il suo tempo? Oppure è il fatto di essere tornata una donna povera che ha bisogno di lavorare per vivere, che non è molto eccitante? >> mi domanda con disprezzo. Sbalordita e ferita dalle sue accuse, cerco di colpirlo ancora ma lui afferra le mie braccia e mi tiene ferma, impedendomi di scappare.
<< Smettila Inuyasha >> dico io, cercando di ritrovare la calma, ormai stanca fisicamente e mentalmente per tutta questa situazione: << perché non dimentichi tutto e accetti che è finita?! >>.
<< Ti piacerebbe?! Estromettermi dalla tua vita come se io contassi meno di zero. Ma non è possibile. Tu sei ancora mia moglie, Kagome.. mia moglie. Quindi cerca di temermi perché la mia ira si è scatenata contro persone che avevano commesso peccati molto meno gravi del tuo >> minaccia serio ,lasciando volutamente la frase in sospeso.
<< Non ho paura di te, smettila di minacciarmi! >> ribatto a tono.
<< Prendila come vuoi, come minaccia o come avvertimento. Sai, ho saputo che domani il tuo amichetto torna qui in città. Forse ti conviene parlare con lui e metterlo in guardia.. >> dice con voce intimidatoria << e sappi che ho tutto il tempo del mondo a mia disposizione; ho preso delle settimane di vacanza e intendo sfruttarle come voglio. Questo posto infondo è alquanto rilassante >> dice, sorridendo di sbieco.
<< Non dire sciocchezze.. tu odi la monotonia, ti annoierai senz’altro in un paesino sperduto nella campagna >> .
<< Tu non mi conosci così bene cara mogliettina traditrice. Quindi smettila di sputare queste stronzate. Se mi conoscessi sul serio, non avresti mai avuto l’ardire di lasciarmi per un altro uomo. E non credere che io insista perché ci tengo ancora a te. Il motivo per cui voglio chiarire la cosa, è che tu sei ancora mia moglie e nessuno può rubare una mia proprietà e farla franca >>.
<< Una tua proprietà? Ma come ti permetti?! >> ribatto super incazzata, cercando di liberarmi dalla sua presa.
<< La terminologia che uso non ti è gradita? E allora tu come ti definiresti?  >> mi chiede guardandomi beffardo.
<< Sono tua moglie! Non una tua proprietà >> ribatto a tono, continuando a divincolarmi.
<< Oh.. alla fine ti è tornata la memoria quindi. Ora ricordi finalmente che sei mia moglie? Beh, meglio tardi che mai!  >>
E prima che io possa dire qualcosa, cala le sue labbra sulle mie, mentre io combatto con tutte le mie forze tirando calci e pugni.
Pur continuando a lottare, sono consapevole che è una battaglia impari.
Le sue labbra continuano a sollecitarmi, ferme ma sensuali, segno che lui sta cercando di persuadermi ad arrendermi a lui, senza usare violenza.
Ma a quale scopo? Che senso ha?
Lui ha specificato che non mi vuole più, che per lui sono soltanto merce usata.
<< Potrei ucciderti, per ciò che hai fatto >> lo sento dire roco, sulle mie labbra, mentre le sue mani liberano i miei polsi e prendono a vagare sul mio corpo, continuando a tenermi schiacciata al tronco dell’albero.
Non riesco ad impedire ai brividi di attraversare la mia schiena e non posso ignorare il piacere sublime che provo in risposta alle sue attenzioni.
Sapevo che dovrei approfittare della sua debolezza per scappare, so che mettere le mani dietro alla sua nuca e replicare con passione ai suoi baci, è una follia..eppure e proprio quello che mi ritrovo a fare.
La mia giacca è a terra, anche se non saprei dire come ci sia finita e, le mani di Inuyasha,si insinuano sotto alla mia maglia, per accarezzare la pelle nuda.
Quando lui china il capo, con la chiara intenzione di poggiare le labbra sul mio seno, sento di stare ormai per capitolare.. e la mia resa, si manifesta attraverso gemiti che non riesco più a trattenere.
Dio perdonami, non dovrei, ma lo amo troppo..
<< Kagome? Cara sei tu li sotto? Ho sentito dei rumori >> la voce della mia vicina e padrona di casa mi giunge alle orecchie e per un attimo, blocca ogni mio movimento.
Poi, rendendomi conto che mi trovo sul viale di fronte alla casa e che la signora Kaede avrebbe anche potuto vederci, sento il mio viso colorarsi di vergogna.
Che diavolo mi è saltato in mente!
Preso alla sprovvista dalla voce, Inuyasha rallenta la presa su di me e riesco a divincolarmi, afferrando la giacca e indossandola in fretta.
Po,i prima che lui possa parlare, scappo via, entrando nel vialetto di casa e fermandomi a rassicurare la signora affacciata alla finestra.
<< Non si preoccupi sono io.. >> dico, cercando di parlare normalmente ma, una voce viene in mio soccorso.
<< Tutto apposto signora, Kagome e io stavamo parlando, mi dispiace se l’abbiamo disturbata >> sento dire da lui, con tono zuccheroso.
<< E lei chi è? >> chiede l’anziana signora, squadrandoci entrambi.
<< Ecco lui è.. >> ma non riesco a finire, che mi interrompe ancora.
<< Sono suo marito.. anche se ci siamo separati qualche settimana fa. Dovevamo discutere di alcuni dettagli >> dice, sorridendo di sbieco e usando un tono da vittima, per far comprendere che non era stato lui ha prendere quella decisione.
<< Va bene. Questi non sono affari miei allora. Vuole prendere una tazza di tè ? >> chiede gentile e Inuyasha, non si fa certo scappare l’occasione, accettando con entusiasmo.
Qual è il suo piano?
Vuole far capire a tutti che io sono la moglie cattiva e traditrice che lo ha abbandonato, in modo che tutti pensino male di me?
È questo che vuole?
Distruggere il nido che con fatica mi sono costruita qui?
Mi ritrovo a studiarlo mentre, seduto sulla poltrona del salotto, di fronte alla signora Kaede, parla con lei utilizzando tutto il suo fascino.
Mi ritrovo a guardare le sue grandi mani, soffermandomi sull’orologio d’oro che porta al polso e sull’anello d’oro che io gli ho messo al dito il giorno delle nozze.
Tutti segni di grande ricchezza.. una ricchezza che in ogni caso non avrebbe potuto salvarmi.
La mia cara sorellina l’ha ben precisato:
<< Pensavi di aver avuto tutto vero? Persino un marito bello come il sole e ricco come Mida.. ma invece non hai nulla. Perché anche tu finirai nuda e fredda su un tavolo di marmo, proprio come accade a tutti i comuni mortali. La tua bellezza non resisterà Kaggy e il tuo bellissimo marito  non potrà fare nulla. Neanche il suo denaro ti salverà mai >> ha  detto ridendo amara, mentre i suoi occhi tormentati si erano posati su di me con odio: << Lui pensava di aver trovato una graziosa bambola da mostrare con i suoi amici e invece! Sai cosa avrà? Avrà un cappio al collo! Non è divertente? Infondo tu sei stata sempre la più bella, la più intelligente.. hai ottenuto tutto quello che volevi e ora godrò nel vederti mentre lo perdi >> la sua è stata una risata crudele, mentre io agghiacciata dalle sue parole, non sapevo cosa dire.
<< Tu.. sei pazza, non solo malata >> ho  mormorato, inchiodata da suo sguardo folle.
<< Io non sono pazza.. ma ti odio sorellina, ti odio! E ora guardami! Guardami bene e pensa a come sarai tu tra qualche anno! Sarai cosi, sarai ridotta come me e io, avrò la prova che la giustizia esiste >>
A quel punto sono fuggita via stordita e addolorata, con un dannato referto medico stretto tra le mani.
E pensare che sono andata li per cercare di trovare un’intesa, un punto d’incontro; mentre lei voleva solamente comunicarmi l’orrore della malattia che presto mi avrebbe distrutta.
Ho vagato per ore nella città, senza una metà, totalmente estranea a ciò che mi accadeva intorno.
Continuavo a ripensare alle sue parole, mentre la mia mente era sempre più sconvolta dall’orrore di ciò che avevo appreso.
Sarei morta.
Lentamente, molto lentamente, come aveva detto Kikyo, sarei morta,appassita.
Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo
mese, le forze mi avrebbero disertata, i muscoli si sarebbero paralizzati e il
mio fisico avrebbe smesso di lottare, arrendendosi all'inevitabile.
Ho strappato il referto medico in mille piccoli pezzi, ma ogni parola è rimasta impressa in modo indelebile nella mia mente.
La voce di Inuyasha, che ringrazia cortesemente per il tè, mi distrae dalle mie riflessioni.
Mi guardo intorno, quasi non riconoscendo la modesta stanza e i vecchi mobili che mi circondano.
Sì, farò di tutto pur di mantenere il mio segreto, anche se questo significa che Inuyasha finirà per odiare anche il mio ricordo.
 




Angolo AUTRICE:
Eccomi qui!
Allora cosa ve ne pare del capitolo? Ora sapete, almeno in parte, cosa è accaduto. Ma le soprese non sono finite qui!
Volevo dirvi che, la storia sarà breve: sette o otto capitoli al Max. Alcune di voi poi, hanno chiesto anche i pov Inuyasha all'interno della storia: in realtà sono previsti due soli Pov belli sostanziosi; uno in cui lui racconta cosa è accaduto quando tornando a casa non l'ha trovata e poi un altro negli ultimi capitoli. Quindi sarete accontentante non so se nel secondo o terzo capitolo, con un pov di Inu ^^
Detto questo devo ringraziare immensamente tutte le persone che hanno letto la storia, siete tante tante! E poi un grazie speciale alle 10 persone che hanno recensito *-* sono rimasta senza parole! Grazie di cuore, spero continuerete a seguirmi!
E poi ringrazio commossa anche le persone che hanno inserito la storia tra PREFERITI - SEGUITE - RICORDATE!
Di solito scrivo storie nel fandm romantico, a breve ne pubblicherò una nuova, quindi vi lascio il link del gruppo facebook nel caso vogliate comunque farne parte :D  
https://www.facebook.com/groups/682770181739869/
Cosa farà Inuyasha? chi è Koga e quale sarà il suo ruolo? Cosa pensate di Kikyo? E soprattutto, resisterà la povera Kagome? Accetto commenti di qualsiasi tipo, naturalmente anche critiche costruttive!! ^^  Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo! 
Alla settimana prossima, baci baci :D
 

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Capitolo 3
*** 2° Capitolo ***



Eccomi qui! Nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Perdonate se mi è sfuggito qualche errorino, ma sono un pò di fretta! Fatemi sapere se vi è piaciuto è! Buona lettura ragazze e grazie a tutte voi che leggete, vi adoro! <3


Capitolo 3

 
All’ora di pranzo del giorno seguente sono un fascio di nervi.
Inuyasha non si è presentato a colazione e neanche per il pranzo, anche se la cosa non mi rassicura affatto, anzi.
Sento la tensione aumentare di minuto in minuto.
Per tutta la giornata non ho fatto altro che rifugiarmi in cucina, tutte le volte che il campanello della porta di ingresso ha suonato, annunciando l’arrivo di un nuovo cliente.
Così, quando finalmente alle undici concludo il mio turno, ho un mal di testa allucinante e fitte violente mi trapassano le tempie.
E pensare che dovrei riposare…
L’aria fresca della notte, che mi accoglie appena esco dal locale, è un toccasana per il mio corpo dolorante e la mia mente confusa.
Arrivo all’angolo della strada, respirando profondamente e godendomi la pace notturna.
Chiudo per un istante gli occhi, come per catturare quella rara sensazione si serenità e quando li riapro, due cose accadono contemporaneamente: la figura di un uomo alto e massiccio si stacca dalle ombre e si incammina verso di me e, vedo Koga che mi chiama dalla piccola utilitaria parcheggiata al lato della strada.
Inuyasha si ferma di scatto: il suo sguardo duro si  sposta dal mio viso alla vettura seminascosta dall’oscurità.
Poi, prima che io possa dire nulla, schizza in quella direzione facendomi ghiacciare il sangue nelle vene.
<< Kagome, sono qui! >> ripete il mio amico.
Mentre osservo la scena, per un attimo ho l’impressione di essere la protagonista di un film di pessimo gusto.
Perché la sfortuna mi perseguita?
Inuyasha giunge vicino alla vettura del mio amico e si abbassa un pochino per essere all’altezza del finestrino:
<< L'inafferrabile Koga Yoro, suppongo? >> .
La voce di mio marito, risuona dura come l'acciaio.
<< Lascia che mi presenti: sono Inuyasha No Taisho, il marito di Kagome. >>
Lo vedo afferrare la maniglia e spalancare lo sportello con inutile furia: << Se vuoi farmi la cortesia di scendere dall'auto, penso ci sia qualcosa di cui noi due dovremmo discutere, caro il mio signor Yoro. E non sarà una discussione amichevole >> aggiunge.
Corro in fretta verso di loro: la situazione sta degenerando e io non so proprio che fare.
<< Inuyasha smettila.. lascialo stare >> grido, afferrandolo per un braccio in preda al panico.
Non posso permettere che faccia del male a Koga che, è del tutto estraneo a questa vicenda.
Vedo benissimo il viso pallido del mio amico e non ho intenzione di creare una rissa tra i due.
<< Dovrei lasciarlo in pace? >> chiede Inuyasha, con tono pericolosamente calmo: << Non posso proprio mia piccola, dolce, infedele sposina >> mi dice tornando poi a rivolgere la sua attenzione a Koga che lo guarda stralunato:<< Che fai? Scendi da solo o vuoi costringermi a tirarti fuori con la forza? >> minaccia con sguardo gelido.
<< Ammetto di non trovare particolarmente affascinante nessuna delle due soluzioni, ma se insisti scendo da solo grazie >> dice Koga, osservando la stazza impressionante di Inuyasha.
Certamente incute un certo timore, cosi alto, scuro e minaccioso.
Lentamente, vedo Koga aprire la portiera dell’ auto e scivolare fuori.
Alla luce del lampione si nota un particolare che prima non era ben distinguibile: ha il braccio piegato su un fianco, immobile, a causa di un incidente che ha avuto un paio di mesi fa.
Può muoverlo, anche se a fatica.. e so che sta facendo della terapia per riuscire a utilizzarlo come prima.
Vedo mio marito esitare un attimo nel guardarlo ed è un evento più unico che raro: lui di certo non è tipo da esitare di fronte a niente.
Inuyasha affronta ogni cosa di testa, senza un accenno di debolezza.
Guardo la scena costernata: non vorrà certo mettere le mani addosso ad un uomo che, primo non può difendersi e,secondo, ha una stazza decisamente più gracile e minuta della sua.
Il viso del mio amico è una maschera di disappunto: << Allora? Di cosa si tratta signor No Taisho? >> chiede, con tono ragionevolmente calmo.
<< Di cosa si tratta? >> ripete Inuyasha guardando l’uomo decisamente più basso e gracile, di fronte a sé; << Di cosa vuoi che si tratti? Di un banale caso di adulterio, non è ovvio? Oppure hai il coraggio di negarlo? >> chiede mio marito con tono pericolosamente minaccioso.
<< Negarlo? >> domanda il mio amico stordito e perplesso, mentre io vorrei sprofondare.
Cosa posso dire per cercare di calmare le acque?
Poi il suo volto si irrigidisce e contrae la mascella, quando capisce finalmente cosa vuole insinuare:<< Mi sta accusando di avere una relazione con Kagome? >> domanda poi incredulo e furente.
E ha ragione! Di certo pensa che a Inuyasha manca qualche rotella.
<< Ma bravo! Hai capito! >> afferma sarcastico; << Fidati che, se non fosse chiaro che non sei in condizioni di batterti con me, questa conversazione avrebbe toni decisamente meno civili >>.
<< Ora capisco perché Kagome ti ha lasciato. Non comprendo come possa aver impiegato mesi per capire che grande errore avesse commesso nello sposarti. Come osi? >>  il mio amico si sta scaldando e non è da lui.
Di solito è poco incline ai litigi e spero vivamente che non voglia cominciare questa sera, altrimenti saranno guai seri.
Inuyasha è un avversario da non sottovalutare e, tutti i miei tentativi di farlo calmare e distoglierlo da Koga, si stanno rivelando vani.
<< Come oso io? >> il tono è pericolosamente calmo.. non per questo meno letale: << Date le circostanze non penso sia tu quello che deve pronunciare simili frasi o no? Piuttosto, da quanto tempo conosci la mia dolce mogliettina? >>
<< Conosco Kagome da anni, abbiamo frequentato la stessa università, anche se io ho un paio d’anni in più di lei. Viveva nell’appartamento adiacente al mio insieme a due sue amiche. Ci siamo conosciuti e siamo andati subito molto d’accordo. Spesso ci riunivamo per cenare tutti assieme >>   spiega Koga con sguardo duro.
<< Interessante davvero.. e la vostra relazione presumo andò avanti normalmente.. >> ribatte mio marito.
<< Dipende da cosa intendi per normalmente >> precisa.
<< Inuyasha smettila subito! In realtà Koga il quel periodo ha conosciuto.. >> inizio io cercando di placare gli animi.
Se raccontare alcune cose, mi avrebbe aiutato a risolvere la situazione, non posso evitarlo.
Tuttavia Inuyasha mi interrompe ancora: << Non intrometterti Kagome, è una questione tra me e il tuo amichetto qui >> dice indicandolo con gesto beffardo.
<< Smettila tu! Non potete discutere di me, come se io non fossi presente. Ti ho già spiegato che tra me e Koga non c’è nulla! Lui frequentava.. >> .
<< Tranquilla Kagome, so perfettamente badare a me stesso >> mi interrompe Koga serio << non preoccuparti per me! >>.
Vuole morire?
Perché non può essere docile e accomodante per questa sera?
<< In ogni caso, Signor No Taisho, Kagome è una mia cara amica, la migliore, e sono stato felicissimo che lei si sia rivolta a me quando ha deciso di lasciarla >> dice insinuante.
<< Ma davvero?! >> il tono di Inuyasha è beffardo e pericolosamente gelido.
Per un terribile istante, mi convinco che mio marito sta per colpirlo, con o senza braccio immobilizzato.
Perché  stai dicendo queste cose Koga?
Perché non gli dici che mi hai rimproverata, perché non gli dici che volevi che tornassi da lui e lo affrontassi? Perché non gli dici che eri contrario alla mia fuga, soprattutto perché io non ti ho fornito nessun valido motivo che sostenesse la mia decisione?
<< Davvero. E solo ora capisco il perché fosse cosi terrorizzata. Che cosa lei hai fatto?! >>.
Muovo un passo frapponendomi tra i due proprio mentre Inuyasha alza un pugno con fare minaccioso.
Avrei dovuto raccontare la verità ad Koga, ma anche in questo caso, non volevo essere oggetto di pietà o compassione; così gli ho detto brevemente che il matrimonio non aveva funzionato e che avevo deciso di lasciare mio marito e, il mio amico non aveva insistito troppo.
Ora capisco che è stato un errore.
Avrei dovuto dirgli la verità appena arrivata.
<< Fatti da parte, non ho bisogno che tu mi difenda >> dice orgogliosamente il mio amico.
<< Inuyasha.. per favore. Ascoltami, lui non centra nulla. Basta. Ti prego >> dico io muovendo un passo verso di lui e poggiando le mani sulle sue braccia,  per allontanarlo da Koga.
Lo vedo tentennare un attimo combattuto, per poi assumere un’espressione disgustata.
<< Andate all’inferno, tutti e due >> mormora infine: << Se è lui, se è questo imbecille che vuoi, prenditelo pure. Vi meritate >>.
Detto questo si volta velocemente e si incammina lungo la strada, senza voltarsi indietro.
Sento le ginocchia tremare, mentre lo vedo sparire nell’oscurità.
Un dolore sordo, rimbomba all’altezza del cuore: è dato dalla certezza di aver ferito la persona più importante della mia vita.
Sospiro, buttando fuori con l’aria anche la tensione accumulata.
<< Sinceramente non capisco cosa succede >> la voce del mio amico, che esprime incertezza, mi risveglia dal mio stato di turbamento: << Mi sembra un uomo che sta soffrendo molto. Che cosa non andava tra voi? Perché l’hai lasciato? Per caso.. era violento con te? >> mi chiede misurando bene le parole.
<< No! Assolutamente no! >> mi affretto a difenderlo.
Inuyasha è sempre stato dolce e gentile, attendo e pieno di riguardi nei miei confronti. Mi ha sempre trattato come se fossi la persona più importante del mondo per lui.
<< Sono stata costretta ad andarmene.. ma non posso dirti altro, almeno per ora.. >> affermo io, rammaricata.
<< D’accordo cara.. ma lascia che ti dica che ti sei scelta proprio un diavolo d’uomo. Tipi come lui non mollano in fretta, sappilo. Il fatto che ora si sia ritirato, è solo per pensare a cosa fare. Non sembra tipo da ritirarsi da una lotta. Finché non gli darai una giusta spiegazione.. >>.
Lo fisso senza parlare.
Il mio amico non può capire e non può sapere che Inuyasha è dolce e tenero, affettuoso e divertente, è tutto quello che una donna sogna di trovare in un uomo.
È anche pericoloso, forse, ma quella caratteristica, come le altre, è parte integrante della sua personalità.
<< Vieni, ti accompagno a casa >> dice infine sospirando.
<< Non dovresti guidare con il braccio in questo stato >> dico io rimproverandolo.
<< Tranquilla si tratta di un tratto molto breve >> mi rassicura.
Guardandolo e sapendo ciò che ha passato dopo l’incidente, mi maledico per la situazione scomoda in cui l’ho cacciato.
Sta lottando disperatamente per tornare ad essere quello di prima; per non parlare del fatto che la sua ragazza lo ha lasciato poco prima che accadesse e probabilmente soffre ancora per lei. Ho sempre pensato che prima o poi, lui e Ayame si sarebbero sposati, visto gli anni che hanno passato insieme. Invece lui mi ha detto che, era da mesi che erano in crisi, ma nessuno dei due voleva ammettere che era finita.
Oggi comunque, essere in quella posizione di vulnerabilità nei confronti di Inuyasha, senza aver possibilità di difendersi al meglio in caso di scontro, deve essere stato molto imbarazzante per lui e mi sento terribilmente responsabile.
Lo saluto e lo ringrazio abbracciandolo forte e promettendogli che avrei trovato una soluzione a questa situazione.
Preda ai sensi di colpa, poco dopo mi ritrovo in camera mia, osservando il mio riflesso allo specchio: viso a forma di cuore, occhi di un azzurro ghiaccio, molto espressivi e ombreggiati da ciglia lunghe e folte; capelli lunghi e neri come la pece e, un incarnato diafano, con la pelle priva di imperfezioni.
Il corpo piccolo ma ben proporzionato e formoso.
Bellissima, a detta di molti.
Non avrei potuto essere più diversa da mia sorella: lei è alta, ha un volto un po’ spigoloso, gli occhi marroni e un po’ freddi e capelli castano scuro, piuttosto lunghi.
Sento un’altra fitta al centro del petto, ma stavolta è paura.
Non devo pensare a lei ora.. e se solo non avessi pensato a lei neanche qualche mese fa, non sarei dovuta scappare, avrei vissuto nell’ignoranza fino alla fine.. e non sarei stata costretta a spezzarmi il cuore né a spezzarlo all’uomo che amo.
Calde lacrime scendono dai miei occhi.
Non volevo sapere.. volevo continuare ad illudermi nella mia felicità, accanto all’uomo straordinario che ho sposato..
Mi metto a letto e continuo a girarmi e rigirarmi per ore, prima di cadere in un sonno ricco di incubi.
 
 
Detesto la domenica.
Il lavoro mi tiene impegnata da mattina a sera, e con Koga che a fornirmi il sostegno morale di cui ho bisogno, le giornate trascorrono veloci.
Ma di Domenica il ristorante è chiuso e Koga va sempre a far visita a sua madre, quindi nulla mi impedisce di perdermi nei miei pensieri.
Distesa sul letto, la mattina della domenica successiva al ritorno di Inuyasha
nella mia vita, sospiro e osservo i raggi del sole danzare sulla parete opposta alla finestra.
Sono passati tre giorni dal terribile confronto all'uscita del ristorante e da allora, non ho più visto Inuyasha, per quanto Koga mi ha detto che è ancora al villaggio.
Ha anche scoperto che risiede in un piccolo cottage poco lontano dal centro abitato e che ha firmato un contratto di affitto di tre mesi.
<< Quali sono le sue intenzioni, secondo te? >> mi ha chiesto, ma io mi sono limitata a scrollare le spalle.
Non ho una risposta per quella domanda, neppure una vaga supposizione.  Ma qualsiasi cosa mio marito abbia in mente, sicuramente la farà allo scopo di ferirmi.
Esco dalla camera e scendo in giardino, in tempo per fare colazione con la signora Kaede, un'abitudine che abbiamo preso da subito e che l'anziana  donna apprezza particolarmente, visto che trascorre gran parte della giornata in solitudine.
Dopo aver mangiando toast e biscotti al cioccolato, noto che mi guarda intensamente.
<< C’è qualcosa che non va signora Kaede? >> chiedo perplessa.
Mi squadra con i suoi occhietti vispi: << hai più visto il tuo bel marito cara? >> mi chiede lentamente.
Ecco, la domanda che mi aspettavo già da un po’.
Sospiro:
<< No, non l’ho più visto anche se so che è ancora in paese.. comunque non voglio che si faccia idee sbagliate. Tra noi è finita e io spero che lui rinunci a darmi battaglia e torni da dove è venuto >> .
L’anziana donna mi guarda triste: << Sai, è davvero un peccato cara. Di certo non sono affari miei, avrete i vostri motivi.. eppure mi è parso che formasse una bella coppia insieme.. e lui sembra un bravo giovanotto >>.
<< Si, ha ragione è un brav’ uomo.. solo che siamo molto diversi e non riusciamo ad andare gran che d’accordo >> dico infine, mentendo spudoratamente.
Siamo sempre stati molto affiatati,con idee e passioni in comune che hanno cementato il nostro rapporto.
Il campanello d’ingresso, interrompe la nostra discussione e mi affretto ad andare ad aprire, per sviare la discussione.
Non sono preparata quando, aprendo la porta, mi trovo davanti proprio lui: Inuyasha
<< Buongiorno Kagome.. che fai lì impalata? Non mi fai entrare? >> il tono è serio e non fa nulla per nascondere la tensione del suo corpo.
<< Oh! Signor No Taisho che piacere rivederla.. si accomodi >> a intervenire è la mia cara vicina di casa, che saluta cordiale Inuyasha e lo invita prendere un caffè.
<< In realtà sono qui, perché volevo trascorrere un po’ di tempo con Kagome, ho pensato che potremo fare una passeggiata e poi pranzare in un pub qui vicino >> dice lui, rifiutando cortesemente il caffè.
La signora Kaede sembra raggiante e entusiasta dell’invito, neanche fosse per lei: << Uh cara.. allora faresti bene ad andare a prepararti >> mi dice bonariamente, strizzandomi l’occhio.
Dannazione,anche una padrona di casa romantica e con manie da cupido doveva capitarmi?
La signora ci lascia un attimo soli, con la scusa di preparare il caffè.
<< Veramente io.. >> comincio, cercando di trovare una scusa plausibile.
<< Forza non farti pregare, non credo che tu abbia altri impegni,quindi va a prepararti >> mi dice lui, bloccando il mio tentativo di declinare l’invito.
<< Ho da fare >> affermo, pensando a un modo per scamparla.
<< Perdonami, forse non sono stato abbastanza esplicito >> sottolinea lui;
<< Non  ti stavo invitando, ti stavo dicendo cosa mi aspetto che tu faccia >>.
<< Aspetta un attimo... >> comincio io, ma lui interrompe la mia protesta con un'occhiata intimidatoria e un semplice gesto della mano, ma la forza di volontà che emana è così forte che, ad aumentare il disprezzo che provo per me stessa, mi sento paralizzata come una creatura indifesa minacciata da un famelico predatore.
Sono spaventata.
Il pensiero mi sorprende e mi sconvolge più di quanto avrei potuto immaginare.
L'uomo che ho davanti non è quello che ho conosciuto durante il nostro breve fidanzamento e nei magici mesi del matrimonio.
Questo è un uomo distante, dotato di un'autorità schiacciante e sensuale, i cui
lineamenti del viso sono inespressivi mentre gli occhi ambrati, una volta
illuminati da amore e tenerezza, risplendono ora austeri e minacciosi.
<< Ti piace questo posto? >> mi chiede, lasciando vagare lo sguardo sulla stanza modestamente arredata, con tono di voce inquisitorio.
L'immagine della favolosa residenza che abbiamo condiviso, appare brevemente nella mia mente.
Pavimenti di lucido parquet, seminascosti da preziosi tappeti orientali, mobili antichi di grande pregio sistemati dalla mano esperta di un arredatore, quadri dal valore inestimabile alle pareti, una piscina coperta di dimensioni olimpioniche, e decine di bouquet di fiori che venivano sostituiti ogni mattina dalle cameriere ancor prima che i padroni di casa si svegliassero.
Erano stati proprio quei fiori a colpirmi la prima volta che avevo messo piede nella sua abitazione e, dopo il matrimonio, avevo protestato per l’inutile spreco di boccioli ancora chiusi. Lui aveva replicato con parole che negli ultimi tempi continuavano a ronzarmi nella mente:
<< Io voglio così >> ha commentato Inuyasha, stringendomi le mani e baciandomi la punta del naso : << Devono sparire finché sono ancora perfetti, prima che il tempo li trasformi in uno spettacolo penoso. Io preferisco non vederli mentre si appassiscono e si seccano. Le decadenza è qualcosa che mi fa orrore >>.
Qualche settimana più tardi, quando sono andata a trovare Kikyo, quella frase era risuonata delle mie orecchie, assumendo un nuovo terribile significato.
<< Si, mi piace qui >> rispondo, destandomi dai pensieri di poco fa;
<< Ovviamente qui è molto diverso da casa tua, ma ha un sua fascino >>.
<< Non mi riferivo a questo, non avrei mai azzardato un paragone del
genere >> mi corregge lui << Ma sembrava che tu amassi molto la vita
frenetica della città, le mille luci delle strade >>.
<< Forse ora sono cresciuta >> replico io semplicemente << i miei gusti sono cambiati >>.
<<  Sai, era anche casa tua  >> ora la sua voce ha assunto un tono caldo e profondo << Era tua così come era mia >>.
<< Ti sbagli >> replico.
Non ho alcun desiderio di contraddirlo o di creare motivi di conflitto tra noi; tuttavia la monumentale villa situata in uno dei quartieri più prestigiosi della città per me non era mai stata una vera casa.
<< Sai, è una villa molto bella e io mi sentivo molto privilegiata nel viverci >> cerco di spiegarmi << ma non rispecchiava per nulla la mia personalità. Era già tutto pronto prima che io arrivassi e dopo non è cambiato nulla.. non è cessato neanche il continuo spreco dei fiori >>
<< Ma se questo era quello che provavi, perché non hai detto nulla? >>
<< Perché per me non era importante a quel tempo, e ancora non lo è, non avrei dovuto dire nulla neanche adesso. Ero molto fortunata ad abitare lì >> dissi scuotendo la testa e ravvivando con una mano la massa indomita di capelli neri.
<< Al diavolo la fortuna! Pensavo che il nostro fosse un vero matrimonio, pensavo che ci amassimo! >> dice lui con collera.
Con due passi raggiunge la finestra, dove rimane per qualche minuto fermo, voltandomi le spalle.
<< So cosa sta pensando >> dice la mia padrona di casa, ritornando dalla cucina << È una giungla, giusto? >>.
Mio marito si volta verso di lei sorridendo: << magari solo un po’ trascurato signora >> suggerisce lui.
<< Da quando mio marito è morto, io ho troppo da fare con la gestione
della casa. Non riesco a badare al giardino e Kagome lavora tutto il giorno povera ragazza >> dice annuendo per sottolineare le sue parole.
<< Potrei dedicarci io un paio di ore al giorno, se le fa piacere >> propone lui inaspettatamente << Mi piace fare giardinaggio e se lei non mi farà mancare caffè nero a volontà, mi considererò ben retribuito >>.
Gli piace fare giardinaggio?
Stento a credere alle mie orecchie.
Non si è mai neanche preoccupato di discutere dei dettagli con i tanti giardinieri che si occupano della manutenzione dell'enorme parco che circonda la sua villa.
<< Se mia moglie non ha nulla da obiettare, è ovvio >> si affretta ad aggiungere lui, rivolgendomi uno sguardo minaccioso in contrasto con il sorriso che ancora aleggia sulle sue labbra.
Nulla da obiettare?
Ne avrei e come, di cose da obbiettare, ma la signora è così felice per l’offerta che mi manca il coraggio per oppormi. Dannazione!
<< È deciso, allora >> conclude lui, vedendo il mio cenno d’assenso << ora se non le dispiace porto la piccina a fare un giro. Ci rivediamo domani signora >> dice lui cordiale.
<< Perfetto! Divertitevi è! >> replica l’anziana donna, prima di sparire di nuovo in cucina.
Riesco a mantenere il controllo di me il tempo il tempo necessario a
raggiungere l'auto, poi la mia rabbia impotente esplode mentre prendo posto sul sedile del passeggero, con il mio abbigliamento semplice e un po’ trasandato, in netto contrasto con l’eleganza della vettura.
Alla fine non mi sono cambiata e quindi indosso un paio di semplici jeans un po’ sbiaditi e una maglietta di cotone, per trascorrere una tranquilla mattinata in casa… e non mi importa niente di ciò che Inuyasha può pensare, anche se il suo aspetto è perfetto,degno del ricco uomo d’affari che è.
Ma a lui il mio abbigliamento sembra non interessare: percepisco il suo sguardo su di me, che si sofferma un po’ troppo sui seni che premono sulla sottile stoffa della maglia che forse ha un scollatura un po’ troppo pronunciata.
Abbasso il capo e i miei capelli ricadono sul mio viso, creando una sorta di cortina che separa i nostri volti.
Alla fine però capisco di dover reagire ai suoi modi arroganti: rialzo la testa di scatto e lo fulmino con lo sguardo:
<< Cosa cerchi di fare? Cerchi di punirmi per caso? >>.
<< Temo di non capire cara >> il tono della sua voce è calmo,totalmente rilassato; << Potresti essere più chiara? >>
<< Sai perfettamente di cosa sto parlando >> ribatto io al limite della sopportazione << La tua disponibilità nei confronti della signora Kaede, la proposta di curare il suo giardino. Stai cercando un modo per ferirmi, non è così? Hai intenzione di screditarmi agli occhi delle persone che mi hanno accolto con tanta disponibilità! >> sbotto io.
<< Vuoi stare zitta per un istante? >> dice lui afferrandomi saldamente per un braccio << Mi sembra di avertelo già detto, hai rinunciato di tua
spontanea volontà al diritto di interrogarmi circa i miei movimenti e le mie decisioni. Sono libero, e faccio esattamente quello che mi pare. Non è quello che volevi? E poi, se credi che la mia presenza in questa piccola comunità possa creare imbarazzo per te e il tuo amico, la faccenda non mi riguarda. Affermi che non c'è nulla fra di voi, giusto? E allora non capisco come potrei screditarti, sei d'accordo? >> chiede, in attesa di una mia replica.
<< Io.. >> freneticamente cerco delle parole adatte per rispondere a tono. Come posso dirgli che a turbarmi è più che altro la possibilità di potermi tradire in qualche modo? Di abbassare la guardia fino a fargli capire che lo amo ancora alla follia?
Alzo lo sguardo su di lui esitando e rimango raggelata dalla rabbia che vi leggo:
<< Non sai cosa dire, noto. Bene, questo almeno lo posso capire >> dice infine, lasciandomi il braccio e avviando la macchina.
<< Per quello che riguarda l'offerta che ho fatto alla signora Kaede,
non ci sono secondi fini >> dice inserendo la marcia e conducendo l’auto lungo uno stretto viale; << Ho una buona dose di energia repressa al momento e, un po' di lavoro manuale mi aiuterà più di tante docce fredde. Non sono abituato alla castità, e ti assicuro che non la trovo per nulla piacevole >>.
Sento il viso in fiamme mentre immagini non richieste di noi due stretti fra le lenzuola nell'estasi della passione, si dipingono nella mia mente.
<< Potresti tornare a casa.. e trovarti una donna se è ciò che vuoi >> mormoro io.
<< Ti farò una cortesia e dimenticherò quello che hai appena detto >> sibila minaccioso, guardando la strada.
<< Quando ti ho accolto nella mia vita e nel mio letto, ho preso un impegno che credevo sarebbe durato per sempre. Se permetti, trovo un po' difficile dimenticare questo piccolo particolare >>.
Sospiro appoggiandomi all’indietro sul sedile.
È tutto complicato .
Tutto dannatamente complicato.
<< Dove andiamo? >> chiedo, cambiando argomento.
<< Non ne ho idea. Pensavo di fare un giro in campagna per poi fermarci a
pranzare in uno di questi pub che ti piacciono tanto >>.
<< Puoi permetterti di trascurare il lavoro così a lungo? >> chiedo io allora.
<< Vuoi farmi credere che ti preoccupi per me? >> replica lui beffardo.
<< Forse.. è molto più probabile che  il tuo sia l’ennesimo tentativo di liberarti di me! >>.
<< Ricordo che dopo la nostra luna di miele la tua assenza causò molti
problemi in ufficio >> dico io piccata, pentendomi subito delle mie parole. Come ho potuto essere cosi stupida da far riferimento al nostro viaggio di nozze?
<< È un problema mio, non tuo >> taglia corto.
<< Non potremmo comportarci come due adulti ragionevoli e affrontare il
divorzio nel modo più civile possibile? >> provo io pur sapendo che l’argomento potrebbe irritarlo di più.
<< Purtroppo per te, non mi sento ragionevole anzi, l'esatto contrario. Per adesso goditi la passeggiata, e dopo pranzo parleremo >>.
<< Non abbiamo nulla da dirci >> ribatto.
<< Ti sbagli. Tanto per cominciare, dobbiamo chiarire i lati oscuri di questa vicenda >>.
Chiudo per un attimo gli occhi, pervasa da un grande senso di stanchezza.
<< Il tuo cavaliere senza macchia e senza paura è in visita dalla madre,
giusto? Mi sorprende che non ti abbia portato con sé per sottrarti ai miei artigli. Ti ha già presentato alla cara mamma? Oppure lei è una di quelle persone all'antica che troverebbero da obiettare se il figlioletto se la spassasse con una donna sposata? >> domanda spietato.
<< Koga non è certo un succube di sua madre... >> lo difendo indignata.
<< No? E dunque, quali sono le sue nobili qualità? >> chiede strafottente.
<< È gentile, buono e paziente.. una persona di cui posso fidarmi >> spiego concitata.
Il mio amico non merita che qualcuno si prenda gioco di lui.
È una persona speciale.
<< Ha, cioè, le qualità che ci si aspetta di trovare in un cane >>  dice lui << ma non mi sembra di avvertire passione nella tua descrizione. È il meglio che puoi dire di quel poveretto? >>.
<< È davvero impossibile parlare con te. Ancora non capisco perché tu sia venuto a prendermi questa mattina >>.
<< Sicuramente la mia intenzione non è solo quella di parlare.. >> dice, distogliendo per un momento lo sguardo dalla strada; << Quando ti ho rivista, ho capito che la soluzione non è nei discorsi. No. Questa situazione deve essere risolta su un piano più.. fisico. Anche se dopo, sarà comunque necessario parlare >> dice, guardandomi con una luce ardente negli occhi.
<< Dopo? >> chiedo io perplessa, per poi spalancare incredula gli occhi, quando comprendo il significato delle sue parole: << non penserai che io.. >>.
<< Saresti sorpresa di sapere ciò che mi passa per la testa. Su di te non ci sono di certo pensieri positivi. Quindi taci e goditi la passeggiata ok? >> conclude lui.
Pranziamo in una graziosa locanda, il cui giardino si affaccia verso un ruscello delimitato da sponde di sassi, seduti a un tavolo all'ombra dei rami di un'antica quercia.
<< Hai perso peso >> dice lui rompendo il silenzio << E sei nervosa. È colpa mia o sono i sensi di colpa che ti corrodono l’animo? >>.
<< Ovviamente tu pensi sia la seconda ipotesi quella corretta no? Per te sono solo una moglie infedele e traditrice >>  ribatto amara.
<< Puoi darmi torto? Anzi lascia stare. Non rispondere. Ecco il nostro pranzo >> dice, ringraziando la cameriera che lo mangia con gli occhi.
Dannazione! È come me!
Come si permette questa stupida oca?
Accorgendomi poi, dei miei pensieri, distolgo lo sguardo e lo fisso sul piatto.
Se ha notato la mia occhiataccia alla cameriera, non lo da a vedere: mangia lentamente, apparentemente intento a godersi il pranzo.
Tutto di lui mi è penosamente familiare, dai lineamenti belli e severi del viso al corpo massiccio e muscoloso.
Quante volte le sue mani hanno giocato su di me, provocandomi e stuzzicandomi fino all’apice del piacere?
Sento il viso in fiamme e abbasso il capo per nascondere l’imbarazzo, costringendomi a portare alla bocca una forchettata di fagiolini.
Non ho una grande fame a dire il vero.
E forse non ne avrei avuta mai più.
Consapevole degli occhi di Inuyasha che, ad intervalli regolari si posano su di me, continuo a piluccare il cibo, finche stanca non spingo di lato il piatto.
<< Non hai appetito! Non hai mangiato neanche la metà di quello che hai nel piatto! Perché? >> mi chiede, guardandomi attentamente e con tono di rimprovero.
<< Non fare un problema di ogni cosa! >> sbottò io con veemenza.
<< Non ho voglia di mangiare, è tutto  >>.
<< Sembra che non ti nutra da settimane >> nota lui, come se io non avessi aperto bocca << o forse sei stata troppo impegnata per pensare al cibo? >> aggiunge, con tono derisorio.
<< Ascolta, capisco il tuo risentimento ma, che ci creda o meno, non è stato facile per me mettere fine al nostro matrimonio >> mormoro io esasperata << Ovviamente ne ho risentito a livello fisico, è naturale >>.
<< Tutto qui? >>
 Fulmineo lui si sporge in avanti, mi cattura il viso fra le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi.
<< Non hai da dirmi altro dopo quello che hai fatto? Non è stato facile per me mettere fine al nostro matrimonio... Ovviamente ne ho risentito a livello fisico... >> mi prende in giro lui, facendomi il verso.
Il tono della sua voce è talmente duro che mi colpisce con la violenza di
uno schiaffo.
Cerco di liberarmi dalla sua presa: << Non provarci nemmeno, tesoro. Al momento sei ancora ma moglie e non credere che io me ne resterò qui, seduto e impassibile, mentre tu... >>
Inuyasha si interrompe bruscamente vedendo che, le lacrime che non sono stata in grado di trattenere ancora, scendono sul mio viso: << Kagome.. tesoro .. >> mormora per poi spostarsi sulla sedia di fianco la mia, stringendomi tra le sue braccia forti.
 << Che ti succede? Cosa diavolo ti succede? >> chiede con tono disperato.
Le parole appena sussurrate riecheggiarono fra noi, mentre io scoppio in un pianto dirotto, stretta contro il suo petto.
È  l'ultima cosa che sarebbe dovuta accadere, penso confusa.
Ora lui sa che io sono triste, turbata, vulnerabile..
Ma non riesco proprio a riprendere il controllo delle emozioni perché da troppo tempo desidero essere confortata e abbracciata.
Il futuro che mi attende mi terrorizza, la solitudine mi opprime, ma la consapevolezza che lui ha smesso di amarmi perché convinto di esser stato tradito, è la sensazione peggiore.
Vorrei che mio marito mi amasse, vorrei che restasse al mio fianco per condividere insieme quello che il destino ha in serbo per me.
Come per incanto riprendo a pensare con lucidità: come posso essere così egoista?
Se lo amo davvero, come posso anche solo pensare di trascinarlo nella mia tragedia?
Lui non aveva nessuna responsabilità: tocca a me soltanto affrontare il problema.
<< Ora sto bene >> dico, divincolandomi dall’abbraccio e prendendo un fazzoletto dalla borsa per asciugarmi il viso.
<< A me non sembra affatto che tu stia bene. E il desiderio di portarti da qualche parte a fare l’amore sta diventando sempre più pressante >> ribatte.
Il brusco cambio d’argomento mi prende alla sprovvista e lo guardo incerta mentre torna a sedersi al suo posto.
<< Vedi la tua situazione ancora non mi è chiara. Ma se tu e il tuo amante siete l’emblema della passione che vince su tutto non so che pensare. Perché se quello che dici è vero e quindi non sei stata ancora a letto con lui, perché mi hai lasciato? A me non sembra che quel Koga sia il tuo tipo.. coraggio ammettilo! >>.
<< Smettila di dire così >> sbotto io, esasperata.
<< Perché dovrei? Perché ho visto giusto o perché hai mentito e ci sei stata a letto? E dimmi è bravo? Ti da tutto quello di cui a bisogno? È migliore di me? >> chiede crudele.
La mia mano scatta automatica per dargli un sonoro ceffone, ma lui la blocca con la sua in una presa ferrea: << Allora cosa rispondi mia bella mogliettina? Forse una passeggiata ti rinfrescherà un po’ le idee cosa ne pensi? >> dice per poi alzarsi e andare a pagare il conto.
Mentre lo guardo allontanarsi per qualche istante, penso che fortunatamente lui non ha intuito la verità, altrimenti mi avrebbe trattata in modo diverso: i suoi occhi si sarebbero posati su di me colmi di pietà e sul suo viso si sarebbe dipinta un’espressione di repulsione.
Perché lui ama solo ciò che è bello e perfetto.
Ora dovrò essere più risoluta, più decisa nell’affermare di volere la fine del nostro matrimonio.
Devo farcela a tutti i costi.                  
 
Una volta in auto, Inuyasha guida per qualche minuto sulla strada principale per poi imboccare un viale alberato un po’ nascosto.
<< Come conosci questo posto? >> chiedo sorpresa. << Ho chiesto informazioni al ristorante, e mi hanno indicato la direzione. Fra poco dovremmo oltrepassare un cancello >>.
In effetti, non più di trenta secondi dopo, il cancello, vecchio e dissestato, appare davanti ai nostri occhi.
Da lì il sentiero si inerpicava sulla fiancata di una collina e l'odore di erba e di fiori selvatici invade così l'abitacolo dell'auto.
Giunti sulla cima dell'altura, Marco spegne il motore e mi fa cenno di scendere.
<< Camminiamo un po’, coraggio! >> dice perentorio.
Invece di riprendere il suo interrogatorio però, sembra chiudersi in un ostinato silenzio avanzando al mio fianco senza mai sfiorarmi, fin quando non arriviamo nei pressi di un piccolo e limpido ruscello.
Inuyasha allunga una mano e mi aiuta a superare il fiumiciattolo e, appena dopo averlo oltrepassato, sembra ritrovare la parola.
<< È arrivato il momento di mettere le carte in tavola. È arrivato il momento della verità, e non dimenticare che qui ci siamo solo tu, io, e una distesa infinita di erba >> afferma.
<< Mi stai minacciando per caso ? >> chiedo, cercando di stare calma << perché in quel caso.. >>.
<< In questo caso, cosa? >> mi sfida lui ironico << Sta' tranquilla, mia cara. Non ti farò del male. Mi sto solo offrendo di adempiere ai miei doveri coniugali >>.
A quelle parole arretro di scatto, mentre la sua risata risuona nell’aria.
<< Quanto tempo pensavi che avrei impiegato per trovarti? >> è Inuyasha a parlare dopo qualche secondo di assoluto silenzio; << Sapevi che ti avrei trovata vero? >>.
<< Non lo so. In realtà non avevo idea di quello che avresti fatto >> dico io guardandolo di sottecchi.
<< Ho fatto verificare dal mio investigatore.. la storia del tuo amico, sull’incidente. Sembra che abbia detto la verità >> dice lui sarcastico.
<< Che cosa hai fatto?! >> chiedo indignata << Pensi che una persona possa mentire su qualcosa di così importante? >> faccio io, sconvolta.
<< Speravo fosse una bugia.. purtroppo ridurlo in poltiglia è un piacere che mi sarà negato, anche se un modo per fargliela pagare lo posso sempre trovare >> dice cattivo.
<< Smettila Inuyasha! Smettila di dire certe cose! >> dico con fermezza.
Mi guarda serio per un attimo poi scuote la testa.
<< Coraggio, camminiamo. Cosi se ci muoviamo, è meno probabile che io faccia qualcosa di cui potrei pentirmi >> dice amaro, riprendendo a camminare.
<< Aspetta.. >> dico raggiungendolo e mettendomi di fronte a lui, occhi negli occhi.
<< Mi dispiace, davvero.. tantissimo >> dico io, quasi disperata.
<< Tu immagini neanche lontanamente che cosa ho provato sapendoti insieme a lui? Dimmi, riesci ad immaginarlo? >> mi dice con rabbia a stento trattenuta: << Sono caduto all’inferno centinaia di volte, ogni singolo giorno.. e tu cosa sai dirmi? Che ti dispiace? >> dice lui facendo una risatina amara; << bè almeno in questo modo tutti i sentimenti che provavo per te, se ne sono andati. Disciolti come neve al sole >> dice, sottraendosi al tocco della mano che avevo teso per accarezzarlo. << Dopo un po’ il dolore è passato e mi sono reso conto di una cosa: io non ti conosco affatto >>.
Rimango in silenzio, non sapendo cosa dire.
Infondo, cosa avrei potuto dire per giustificarmi?
Non di certo la verità.. e Inuyasha ha tutto il diritto di odiarmi, anche se così facendo mi sta uccidendo.
Continuiamo a camminare per un po’ in silenzio, uno di fianco all’altro, e incespico in una radice, ma lui svelto mi sorregge:
<< Siediti per qualche minuto >> dice indicandomi un masso enorme, li di fianco.
<< Quanto tempo vuoi rimanere in questo luogo? >> mi chiede lui, con voce inespressiva.
<< Non lo so. Tutto dipenda da cosa.. >> comincio io confusa dalla sua domanda, ma lui mi interrompe:
<< Dipende da quel Koga? >> chiede lui gelido.
<< Ti ho già spiegato che lui non centra nulla con la mia fuga. Lui è un buon amico, che sono stata contenta di avere al mio fianco in un momento delicato come questo. Ma è del tutto estraneo al motivo per cui ti ho lasciato.. >> dico io, cercando di essere convincente.
<< Quindi lui è un amico? Questo stai dicendo? Solo amico? >>.
<< Esatto.. ti giuro che è solo un amico >> rispondo io.
<< Ah lo giuri. Scusa se faccio fatica a crederti visto che non hai mantenuto giuramenti ben più importanti, tipo quelli fatti in chiesa, nel giorno del nostro matrimonio.. >> il suo tono è derisorio.
<< Inuyasha ti ho lasciato.. perché le cose tra noi non andavano bene. Noi.. eravamo troppo diversi >> dico io e le parole suonano strane perfino alle mie orecchie.
<< Non ho lasciato tutto per venire qui a sentire un cumulo di tali stronzate! >> ribatte con rabbia. << Noi eravamo perfetti insieme! Poi io mi solo allontanato quarantotto ore.. due miseri giorni, per firmare uno stupido contratto e cosa trovo al mio ritorno? Una casa vuota e un misero pezzo di carta! Non sei stata neanche abbastanza coraggiosa da affrontarmi di persona! >> sbotta lui, con rabbia mai vista.
Apro la bocca per parlare, ma prontamente la richiudo.
Che cosa posso dire?
Non so cosa dire e non posso dire la verità: purtroppo non ho nessuna scusa abbastanza convincente da propinargli.
Forse perché tutto quello che ha detto è dannatamente vero: io e lui siamo stati incredibilmente, decisamente felici… e lasciarlo mi ha straziato il cuore.
<< Coraggio! Parla! >> mi esorta << Non mi guardare li impalata, con gli occhi sgranati come se io fossi il diavolo! >> dice esasperato.
<<  Che senso ha? Tanto qualsiasi cosa dirò, non cambierà la realtà: io voglio che il nostro matrimonio finisca. Voglio il divorzio, e conta solo questo. E poi, lo desideri anche tu, mi sembra. Non mi ami più ormai >>.
Vedo mio marito fissarmi per un lungo istante, l'espressione del viso remota e
illeggibile; poi annuisce lentamente.
<< Non ti amo più, è vero, ma mi riesce ancora difficile credere che noi
due siamo giunti a tanto, credere che tu abbia voluto questo. Avevamo tutto, ricordi? Amore e felicità, complicità e divertimento. Per qualche motivo però a te non bastava, non è così? Non so quante volte ho ripetuto a me stesso che tu non vali un solo minuto del mio tempo >>.
<< E allora perché sei qui? >> domando guardandolo incerta.
<< Non sono del tutto sicuro del motivo >> .
<< Come sarebbe a dire? >> chiedo perplessa.
<< Beh forse il motivo è quello che hai detto tu >> continua lui; << Forse quello che voglio fare è distruggere la vita serena che ti sei costruita qui, lontano da me. Dimmi un motivo per cui non dovrei farlo. Dammi un motivo per non odiarti >> afferma gelido.
<< No, hai ragione. Hai tutti i motivi del mondo per essere in collera con me >> ribatto fieramente.
<< Ecco vedi? Non ne hai neanche tu.. >> dice lui fissandomi intensamente, facendo scorrere lo sguardo su tutto il mio corpo, indugiando sul seno.
Istintivamente, sotto il suo sguardo bruciante, arrossisco di vergogna e incrocio le braccia al petto con stizza, accompagnata dalla sua risata beffarda:
<< Tu mi vuoi ancora, cara la mia mogliettina traditrice. Lo sappiamo entrambi che mi vuoi >> dice, sicuro di sé.
<< Ti sbagli >> dico io cercando qualcosa di intelligente da dire, per prenderlo in contropiede; << il fatto è che tu non riesci a tollerare che una donna non ti voglia più. Il grande Inuyasha No Taisho è forte e onnipotente! Nessuna può resistergli! >> dico io con l’intento di provocarlo.
È un’accusa pesante, lo so.. ma l’attacco è l’unica difesa.
<< Non riesci ad accettare che io non ti amo più.. è questo il vero problema >>.
<< Infatti è cosi >> dice lui arrogante << E lo accetto ancora meno dopo aver vistoil tuo amichetto. Io ti ho soddisfatto in ogni modo possibile, emotivamente, mentalmente, fisicamente. Soprattutto fisicamente. Ma è evidente che c'era dell'altro >>.
<< Non c’era proprio nulla. Tu non mi attrai più >> mento io.
Un gemito mi sfugge però dalle labbra, quando vedo che si sposta di fronte a me, con aria intimidatoria.
<< Non ti attraggo più? Sei sicura? Io credo invece che posso indurti a supplicarmi in meno di cinque minuti e sappiamo entrambi che non sarebbe una violenza >>.
Un affermazione arrogante ma veritiera.
Quando l’ho conosciuto ero giovane e ingenua ma la sua sensualità mi aveva aiutata a spazzare via ogni inibizione, fin dalla prima notte che abbiamo passato insieme. Non avevo avuto nessun ritegno nel manifestargli il mio desiderio e nessun pudore nell’intimità che abbiamo vissuto, perché ero forte e sicura del suo amore per me. Prima di incontrarlo, non avrei mai immaginato che le mani di un uomo, le sue labbra, il suo corpo, avrebbero potuto darmi un piacere così intenso, da farmi letteralmente dimenticare l'esistenza del mondo intero.
Sul mio viso, dovevano esserci riflessi i miei pensieri perché all’improvviso, Inuyasha mi stringe tra le sue braccia ma io mi allontano impaurita: se facessimo l’amore, io non avrei più scampo.
<< Sparlando di desiderio animale >> ribatto io impaurita, mentre indietreggio, con il volto pallido.
< Io l’ho chiamato amore! >> dice lui concitato << Pensavo che anche per te fosse lo stesso! >>.
<< Ecco.. sei stato il mio primo uomo >> dico io tremante, cercando di ignorare il dolore che mi trapassa il petto << non avevo nessuno da paragonare a te. Non avevo altre esperienze.. E adesso mi rendo conto che.. >> dico ma lui mi interrombe brusco:
<< Non ho intenzione di continuare ad ascoltarti! Basta! >> dice incollerito << Non so che cosa sta succedendo, ma nessuno può cambiare in modo cosi repentino e così drasticamente. Non credo ad una sola delle tue parole! >>.
<< Bèh sono affari tuoi se non mi credi >> affermo alzando il mento con sfida.
<< Appunto >> ribatte lui << e poi come hai detto tu, sono stato il tuo primo uomo ma io, a differenza tua, ho avuto molte esperienze e so riconoscere la spontaneità. Kagome, nessuno può recitare così bene! Tu mi amavi, mi volevi.. eri pazza di me. E niente di tutto quello che dirai potrà convincermi del contrario! >>.
Alle sue parole trattengo il respiro: una sola mossa sbagliata e ci ritroveremmo distesi su questo prato scintillante riscaldato dai raggi del sole. E a quel punto non avrei più la forza di oppormi e la mia vita e anche quella di lui, si trasformerebbe in una tragedia.
<< Forza Kagome, dimmi che non mi ami! >> dice lui, con tono sensuale e persuasivo; << Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami >>.
Cerco di indietreggiare ancora, di allontanarmi da lui.. ma non me lo permette, costringendomi a guardarlo negli occhi:
<< Dimmelo, Kagome dimmi che non mi ami più e giuro che sparirò dalla tua vita per sempre >>.
Posso farlo?
Posso mentire ancora e dire all’uomo che amo più della mia stessa vita e con cui desideravo disperatamente passare tutta la mia vita, che non lo amo più?






Angolino mio :
Ciao! Ciao! CIAO!
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto i primi capitoli di questa storia, siete tantissimi! *.*

Volevo inoltre ringraziare le splendide persone che hanno commentato i capitoli precedenti, facendomi i complimenti e dandomi qualche utile consiglio, GRAZIE :D
Che dire! E' arrivato Koga e non è andata proprio benissimo tra lui e Inuyasha e, ve lo dico, il peggio deve ancora accadere ehehe xD
Che ne pensate del fatto che Inuyasha continua a cercare di capire il comportamento di Kagome? E lei? Resisterà? Riuscirà a cnvincerlo ad andare via e a dirgli che non lo ama più?
GRAZIE alle 18 persone che hanno inserito la storia tra le seguite; GRAZIE alle 12 che l'hanno inserita tra i preferiti e GRAZIE alle 8 che l'hanno inserita tra le ricordate.
GRAZIE alle tantissime persone che hanno solo letto!
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate di questo capitolo! Nel prossimo ci sarà: Inuyasha alle prese con il giardinaggio; ancora Kikyo e una dichiarazione per Kagome.
Curiose?

BAci BAci <3 A presto!

 

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Capitolo 4
*** 3° capitolo: ***


Ciao a tutte! Eccomi qui!
Scusate il ritardo, ma sono sommersa dallo studio e avevo poco tempo per correggere il capitolo! ^^
Spero vi piaccia! Preciso che ho dovuto tagliarlo un pò perchè era troppo lungo rispetto al successivo, quindi non troverete tutte le scene degli spoiler!
Buona lettura! :D






<< Dimmelo, Kagome dimmi che non mi ami più e giuro che sparirò dalla tua vita per sempre >>.
Posso farlo?
Posso mentire ancora e dire all’uomo che amo più della mia stessa vita e con cui desideravo disperatamente passare tutta la mia vita, che non lo amo più?
 
Guardandolo in volto, così vicina che posso vedere le sottili rughe che gli contornano gli occhi e i piccoli fili d’argento sulle tempie, mi ritrovo a pensare che Inuyasha ha ormai trentacinque anni.
E’ un uomo che desidera avere una famiglia, magari con la giovane donna, bella e sana, che ha sposato. E quella donna però, non posso più essere io..
Se ora esito, lui continuerà a sperare, a provare, e in questo modo farò solo del male ad entrambi.
<< Kagome! >> mi risveglia dai miei pensieri, impaziente.
<< Io non.. >> comincio ma la voce mi viene meno, senza che io possa fare nulla.
Deglutisco, con il corpo scosso da tremiti e.. pronuncio quelle terribili parole..
<< Non ti amo più >>
<< Questo non basta, non mi stai guardando negli occhi >> dice lui beffardo.
Lui non può neanche immaginare a quale terribile tortura mi sta sottoponendo; tutto è così ingiusto, così crudele.
Con le lacrime agli occhi, alzo lo sguardo su di lui e facendomi forza dico:
<< Non ti amo più, Inuyasha >> con tono, che spero sia deciso.
Lui rimane immobile per alcuni istanti, mentre io lotto per cercare di non scoppiare a piangere qui, davanti a lui, vanificando tutti mi miei sforzi di mostrarmi forte.
<< Questo, è tutto quello che sai fare? >> dice infine con tono indifferente.
Perplessa lo guardo in volto: non è certo questa la risposta che mi aspettavo.
<< Ho fatto ciò che hai chiesto. E tu hai promesso che te ne saresti andato e mi avresti lasciato in pace >> pigolo disperata.
<< Ma cara, non sei stata abbastanza convincente >>.
<< Questo non centra nulla con la promessa! Hai detto che te ne saresti andato! Non mi interessa che tu creda o meno alle mie parole >> dico io dura.
<< Mi dispiace ho mentito.. >> ribatte lui, guardandomi beffardo.
<< Non è giusto! >> replico io, stizzita.
<< Niente è giusto nella vita.. e ora sai che ti dico? Visto che non stiamo combinando niente, sarà meglio continuare la passeggiata non ti pare? >> il tono è fintamente dolce, inteso a provocarmi.
<< Vai al diavolo! >> grido, ormai al limite della tensione.
<< Non dirmi dove posso andare cara.. >> mi ammonisce con tono glaciale; << Stai camminando sul filo del rasoio, ragazza, e faresti meglio a non dimenticarlo. Il mio istinto continua a suggerirmi di fare l'amore con te. Comunque, potrebbe anche non essere una buona idea, contrariamente a quanto alcune parti del mio corpo sostengono. Servirebbe a liberarmi in parte dalla mia frustrazione, eppure non sono sicuro che porterebbe a qualcosa di più concreto. Tu cosa ne pensi? Sei d'accordo con me >> mi dice prendendomi in giro.
<< Non ti perdonerei mai se tu.. >> comincio io in preda al panico, ma lui mi interrompe posando due dita sulle mie labbra.
<< Non pensi che potrei farlo? Non pensi che considerata la nostra situazione, io non avrei nulla da perderci a provare tesoro? >> dice con finto tono dolce; poi, prima che io ribatta, la sua mano scivola sulla mia nuca e mi attrae a sé.
Repentinamente le sue labbra si poggiano sulle mie. Trattengo il fiato in preda al panico e.. ad un'altra sensazione che assomiglia pericolosamente alla passione. Le sue labbra sono calde, dolci, persuasive.. provocatoriamente famigliari.
Il bacio dura a lungo ed è un bacio dolce e tenero, senza traccia di rancore o di vendetta.
È un bacio.. persuasivo, inteso a dimostrare che io gli appartengo ancora.
Ed è vero, accidenti!
Il mio corpo smania per lui. Quindi,anche se non dovrei, non posso fare a meno di abbandonarmi a lui, totalmente priva di difese.
All’improvviso interrompe il bacio e mi fissa intensamente: << Ho sbagliato prima.. cinque minuti sono troppi.. >> mi provoca lui e io con rabbia faccio per colpirlo, ma lui blocca in tempo la mia mano: << basta.. comportati bene e non costringermi a darti una lezione sull’obbedienza >> dice ironico e arrogante.
<< Quindi per te è stato solo una dimostrazione? >> sibilo io arrabbiata.
<< In parte cara.. >> ribatte guardandomi con un sorrisetto che mi fa perdere le staffe.
<< E allora perché ti sei fermato ? >>
<< Perché da te non voglio obbedienza, è chiaro no? >> dice con tono melenso; << E quando io e te faremo ancora l’amore e, credimi, lo faremo, sarà perché lo vorrai anche tu disperatamente con la testa e con il cuore.. perché qualsiasi altra soluzione sarebbe una seconda scelta.. e io non mi accontento mai degli avanzi >>.
Le sue parole mi trafiggono il cuore.
Seconda scelta?
È proprio quello che sono diventata.
Ma lui non può  immaginare quanto sia vicino alla realtà.
Un capogiro mi coglie di sorpresa, mentre penso all’immagine dei splendidi fiori che vengono sostituiti ogni giorno, prima di appassire.
<< Hai ragione >> dico con voce roca : << Non c’è motivo di accontentarsi di seconde scelte, chi lo farebbe? >>.
<< A cosa stai pensando Kagome? A Koga? È per lui quell’espressione strana sul tuo viso?  >> mi prende in giro, inconsapevole del mio tormento interiore.
<< Non essere ridicolo! Io voglio solo iniziare una vita nuova e tu dovresti fare lo stesso.. >> ribatto infine.
<< Io voglio.. >> mi schernisce lui; << Non ci sono troppi io nel tuo vocabolario? Ricorda che non ho nessuna intenzione di facilitarti le cose. Posso giocare sporco o pulito ,e sono dannatamente bravo in entrambi i casi, dovresti conoscermi! >>.
<< Si non ne dubito.. ma io otterrò il divorzio, che tu lo voglia o no >> rispondo seria e decisa.
<< Sei sicura che lo farai? >>
<< Si è quello che voglio >> ribatto alzando il mento con sfida.
<< Uh si, quello che tu vuoi! sei una donna determinata cara mogliettina mia! >> dice prendendomi in giro.
 
<< Senti, andiamo via ora? >> chiedo, ormai stanca di questo tira e molla.
<< Ma certo! Non posso rifiutare niente ad una bella donna.. in special modo se si tratta di mia moglie.. >> dice lui beffardo << non hai altro da dirmi? >> aggiunge serio.
<< No, niente >> rispondo seria.
<< Bene. Sei stata tu a scegliere questo .. quindi amanti e non amici? È ciò che vuoi ? >>
<< Noi non saremo amanti Inuyasha >> dico io cercando di essere convincente.
<< Ma io al contrario di te, non vengo meno alle mie promesse.. >> replica con pigrizia; << Ti ho detto cosa accadrà e tu mi vuoi quanto ti voglio io.. quindi.. >>
<< Basta. Andiamo via. >> dico io spaventata.
Lui ridacchia e annuisce, incamminandosi verso l’auto.
Rimaniamo in silenzio, mentre percorriamo a ritroso il sentiero verso la macchina e io lo guardo di soppiatto.
Mentre mi apre lo sportello per farmi accomodare sull’auto, lo osservo e penso che per me ora è come un estraneo, con il viso teso e freddo proprio come il gelo che pervade il mio corpo.
Il gelo e l’infelicità sono ormai miei compagni, da quando ho fatto visita a mia sorella.. e si sono intensificati quando ho rincontrato mio marito.
Mentre siedo immobile accanto a lui, in un silenzio tetro, penso che in ogni caso sono stata molto fortunata.
Sono fortunata perché ho a disposizione ancora qualche anno prima che la malattia raggiunga il cervello: anni per viaggiare, per esplorare il mondo.. per vivere.
Ci sono al mondo tante persone che nascono con gravi handicap e non avranno mai la possibilità di fare quello che ho fatto io. Troppe persone vengono stroncate da un giorno all’altro, con attacchi fatali.. almeno a me è stato concesso tempo, tempo prezioso.
Sospiro.
Mi volto appena e guardo il profilo rigido di mio marito e penso che.. rinuncerei volentieri ad ogni secondo di quel tempo prezioso se servisse a farmi vivere un'altra giornata con lui senza la consapevolezza della malattia che incombe su di me.
La mia mante viaggia ancora e guardandolo non posso non avere un altro rimpianto: i bambini.
Quanto avrei voluto essere incinta, quanto avrei voluto avere i figli di Inuyasha.. invece mi è stato tutto precluso.
Non potrei mai mettere al mondo dei bambini sapendo che potrebbero ereditare la mia stessa malattia.
La vita è strana.
Nel giro di pochi mesi ho conosciuto a fondo due sentimenti intensi: l’odio di mia sorella e l’amore di mio marito.. un amore destinato ad appartenere al passato.
<< Smettila >> la sua voce mi distrae dai pensieri tristi che il mio cervello sta elaborando e mi spinge a guardarlo.
<< Di cosa parli? >> chiedo confusa.
<< Rilassati, smettila di startene li con la testa tra le nuvole e rigida come un tronco d’albero! >> .
In  effetti mi rendo conto di avere i nervi tesi all’inverosimile e ogni parte del corpo dolorosamente contratta.
Oltrepassiamo colline e vallate boscose fino a raggiungere il piccolo,
isolato cottage dalle mura di pietra pallida costruito alla fine della stradale.
E ancora il fitto silenzio che regnava nell'abitacolo della vettura resta
inviolato.
Il sole, ormai in procinto di tramontare, tinge con i suoi raggi obliqui
il cielo terso dai colori pastello.
Quando Inuyasha finalmente  parcheggia l'auto davanti alla casa della signora Kaede, il canto di un uccello si leva nell'aria con una tale malinconica bellezza che sento un nodo di commozione stringermi la gola.
<< Grazie >> mormoro, mentre lui mi apre lo sportello, ma non ottengo
alcuna replica.
Il volto inespressivo, mio marito si limita ad annuire.
Un attimo dopo l'auto è già scomparsa in fondo al viale, in una nuvola di polvere.
Rimango immobile al centro del viale finché il rumore del motore lascia il suo posto alla più assoluta tranquillità; poi entro nel giardino e, a occhi chiusi, mi appoggio al tronco di un albero.
Mi sembra  impossibile che tutto ciò stia capitando davvero a me.
È assurdo che non ci siano più speranze per il nostro matrimonio.
Era stato tutto cosi bello, cosi giusto.
Inuyasha ha  trasformato la mia vita in un sogno: è riuscito a capire tutte le mie insicurezze, a sfatare tutti i miei dubbi e le mie angosce.
Anche lui, seppur in modo diverso, aveva avuto un’infanzia difficile, cresciuto solo con un padre freddo e assente, dopo la morte della madre.
E per questo ha saputo capirmi e mi ripeteva sempre che, nonostante tutto il dolore del passato, ora era felice perché aveva me.. e che il nostro amore lo rendeva vivo.
E ora?
Prima o poi, si allontanerà da me, riprenderà a vivere, a dormire, a respirare senza di me.
E io non saprò più nulla: se è felice o triste, se ha avuto una giornata buona o piena di problemi.
Non sarò più a casa ad attenderlo alla fine della giornata, per massaggiargli i muscoli del collo intorpiditi dopo lunghe ore di lavoro.
Non avrò la possibilità di ridere e scherzare con lui; non mi addormenterò più tra le sue braccia, nel nostro letto...
Scuoto il capo impotente, mentre le lacrime iniziavano a rigarmi il viso.
Lo amo, lo amo tantissimo e non mi sembra possibile sopravvivere a un dolore così devastante.
Ma devo riuscirci.
I nostri sogni da condividere però, non potranno più avverarsi.
Inuyasha ha avuto una vita dura, dietro ad un padre tremendamente esigente e ha lottato e lavorato duramente, per raggiungere il successo e la tranquillità che ha ora.
E non sarò io a impedirgli di vivere la vita che merita e, nemmeno a farlo macerare nei sensi di colpa quando, inevitabilmente, si innamorerà di un'altra donna, perché io non sarò più in grado di essere una moglie per lui.
Mi lascio cadere sul prato e mi cingo le ginocchia con le braccia.
<< Ho ragione >> dico ad alta voce.
Alzo il viso per guardare il cielo tempestato di stelle.
La paura e la solitudine forse, mi uccideranno prima della malattia, ma va bene così.
<< Ho ragione >> ripeto testarda, con maggiore fermezza e.. le parole che risuonano nel silenzio, oscuro presagio di una vita di tristezza e solitudine.
 
                                                                                  ***


Quando apro gli occhi la mattina seguente, mi rendo conto che, ieri sera, mi sono addormentata appena posata la testa sul cuscino.
Evidentemente ero esausta, sia fisicamente che mentalmente e il mio corpo ha richiesto riposo.
Volgo lo sguardo verso la finestra,costatando che è una bella giornata di sole. Piena di nuove energie e determinata ad iniziare positivamente la giornata, allontanando i brutti pensieri, mi alzo e scendo lentamente le scale che conducono alla cucina.
La mia positività e il mio buon umore però, scemano in fretta quando, una voce ben nota, raggiunge le mie orecchie, facendomi voltare di scatto:
<< Kagome cara, buongiorno >>.
Inuyasha se ne sta appoggiato allo stipite della porta con indosso un paio di jeans macchiati di erba, scarpe da ginnastica e nient’altro..mentre prende un caffè con la signora Kaede.
<< Hai dormito bene? >> mi apostrofa lui, con un sorrisetto indolente.
Incapace di rispondere, mi limito ad annuire, mentre la signora Kaede si affretta verso la portafinestra:
<< Io vado a stendere il bucato.. senza erbacce è molto più facile >> dice, per poi sparire fuori con la cesta del bucato.
Mio marito, si scosta dalla parete e si avvicina a me, con passo lento e indolente.. e io non posso non fissarlo: le sue spalle ampie, il suo fisico massiccio, le sue braccia muscolose..sono proprio come le ricordavo.. o forse anche meglio..
<< Ti ho chiesto se hai dormito bene nel tuo piccolo e casto lettuccio >> dice lui, risvegliandomi dai miei film mentali a luci rosse.
<< Benissimo >> ribatto, riacquistando il controllo.
<< Mi fa piacere >> dice avvicinandosi ancora e cingendomi la vita con le braccia.
Appoggia il mento sui miei capelli e respira profondamente:
<< Buono.. avevi sempre questo odore la mattina.. un misto di shampoo, sapone  e quel qualcosa che ti appartiene e ti rende.. appetitosa >>.
Mi irrigidisco, preda di un desiderio che non riesco a controllare:
<< Tu odori di erba invece e non mi piace…lasciami andare >> dico brusca, sperando che si allontani.
Speranza vana.
<< Stamattina quando sono arrivato, non odoravo di erba.. e avevo in dosso quel profumo che ti piaceva tanto, ricordi? >> di dice solleticandomi l’orecchio con le labbra.
<< Sai non riuscivo a dormire >> riprende poi << cosi dopo aver fatto due docce fredde.. ho deciso di venire qui scaricare un pochino le energie.. e ci stavo riuscendo.. finché non sei entrata tu, con indosso questa camicia da notte quasi completamente trasparente, che mostra il tuo corpo alla perfezione.. >>
<< Non dire sciocchezze, non si vede nulla >> dico arrossendo << e ora lasciami andare >> continuo,in preda al panico.
Ma lui ovviamente fa ciò che vuole: china il viso e posa le labbra sulle mie, in un bacio passionale e possessivo.
<< La signora Kaede potrebbe rientrare e .. >> dico io, cercando di scostarmi.
<< Sarà felice di vedere un marito che bacia la propria moglie. Ora zitta e finiamo di salutarci >> dice ricominciando a baciarmi.
E io mi abbandono completamente alle sensazioni.
<< Ecco fatto >> dice dopo un po’ staccandosi da me << Ora dimmi che non ti è piaciuto! >> mi dice arrogante.
<< Non ti ho chiesto io di baciarmi! >> ribatto irritata.
<< Ma non è quello che ti ho chiesto; io ti ho detto: dimmi che non ti è piaciuto. Dillo! Cosi dimostrerai di essere una bugiarda incallita, amore mio. Perché il tuo corpo ha parlato per te, e se non fosse che la signora potrebbe non essere esattamente contenta di coglierci in flagrante mentre consumiamo la nostra passione distesi sul pavimento della sua cucina, sarei proprio tentato di darti quello che mi hai chiesto >> .
<< Sei proprio un bastardo arrogante! >> sbotto io, rossa dalla vergogna ma lui, sembra non esser turbato dalle mie parole.
<< Forse si! Ma ci sono molte cose che so fare bene e fare l’amore è una di queste! Quando sarò pronto ti avrò e tu non ti opporrai.. e sai perché? Perché anche tu mi desideri da impazzire! >>.
<< Non mi avrai mai più >> sbotto con rabbia e la mia frase, fa calare il gelo sul suo viso: << stai attenta mogliettina.. non ho mai accettato rifiuti.. e non comincerò con te; ti avrò. Stanne certa >> dice, per poi sparire in giardino lasciandomi qui, tremante di rabbia e di frustrazione.
Perché lui ha ragione.. lo voglio talmente tanto da stare male.
 
 
- Lo odio – penso, mentre passeggio su e giù nella mia stanza.
So che lo sta facendo apposta; che viene qui solo per tormentarmi.
Stanca, mi massaggio le tempie doloranti con la punta delle dita: perché si comporta in questo modo? Perché non mi lascia semplicemente andare?
Bè forse perché, a parte alcuni fatti riguardanti la sua infanzia, niente e nessuno gli si è mai negato.
Dubito persino che qualcuno ci abbia mai provato.
La verità è che lui ha bisogno di sapere che esercita ancora un qualche potere su di me… sia pur solo a livello fisico.
Ma il nostro matrimonio aveva significato solo questo, per lui?
In ogni caso, la sola certezza che ho è che devo evitarlo.. a tutti i costi.
Guardo la mia immagine, riflessa nel vecchio specchio attaccato all’anta del guardaroba: analizzo il mio viso, la cui bellezza prima di ogni altra cosa, ha attratto l’uomo che sarebbe diventato mio marito.
Questa stessa bellezza che per tutta la mia vita è stata fonte di problemi per me, perché mi ha alienato l’affetto di mia sorella e ora, costituisce una continua tentazione per Inuyasha.
Ma lui mi ha amata, e non solo per l’aspetto..
Chiudo gli occhi, incapace di trattenere un gemito di dolore: perché lui mi ha amata.. vero?
Scaccio l’angoscia e mi preparo per andare a lavoro.
Lego i capelli in un nodo alla base della nuca e indosso una lunga gonna a fiori e una maglia bianca.
Guardandomi penso che ho un aspetto del tutto ordinario.
Respiro a fondo e lascio la stanza, augurandomi di riuscire a superare l’ennesimo confronto.
Inuyasha ha lavorato per l’intera mattinata in giardino: più volte l’ho sentito parlare e ridere con la signora Kaede, mentre io sono rimasta chiusa in camera.
Adesso invece, sta zappando le aiuole all’entrata e quindi non ho modo di evitarlo.
Stringendo i denti, scendo le scale ed apro il portone d’ingresso.
Lo vedo intento a zappare la terra, i muscoli guizzano ad ogni movimento e io cerco di evitare di guardarlo.
<< Ciao Inuyasha, sto andando a lavoro >> saluto sbrigativa.
<< Stavo proprio per andare in città ad acquistare alcuni semi per il prato>> replica lui, in risposta al mio stentato saluto; << E tu sei in ritardo..quindi se vuoi, ti do un passaggio fino al ristorante >>.
Rassegnata, mi volto a guardalo, mentre brividi di apprensione mi scendono lungo la schiena e lui allunga un braccio per afferrare la camicia appesa ad un ramo: << Non preoccuparti.. non sono in ritardo. E poi ho un appuntamento con Koga, in fondo alla strada. Lui mi accompagna a lavoro certe volte.. >>.
Lo vedo inarcare un sopracciglio con aria ironica: << Oh certo. Molto gentile davvero >>  mi dice, infilandosi la camicia, senza staccarmi gli occhi di dosso.
Sento un crampo, contrarmi lo stomaco: lui mi ha attesa come un predatore bracca la sua preda, pronto a gettarsi su di me senza la minima compassione. Anche i movimenti sensuali con cui sta indossando la camicia, sono deliberati, perché lui sa esattamente che effetto ha il suo corpo su di me.
<< La tua è crudeltà gratuita! >> dico io spazientita.
<< Gratuita! >> dice lui, rabbuiandosi di colpo.
<< Tu mi accusi di crudeltà! >> dice poi, eliminando la distanza tra di noi con un unico lungo passo.
Si muove così improvvisamente che mi ritrovo stretta al suo petto senza neanche rendermene conto, i polsi imprigionati tra le sue mani: << Attenta a quello che dici cara! Potrei perdere la pazienza! >>
<< Kagome, cara! >>
Inuyasha si irrigidisce, sentendo la voce della signora Kaede provenire dalla cucina, poi lentamente lascia la presa e arretra.
<< Ma cosa me ne importa! Va pure al tuo appuntamento! >> mi dice con espressione disgustata.
<< Oh eccoti cara! >> mi chiama la signora apparendo sulla soglia: << Per fortuna sei ancora qui! ha chiamato Myoga, voleva assicurarsi che tu avessi le chiavi del ristorante, visto che deve uscire a fare delle commissioni >> mi spiega lei.
<< Si grazie,le ho prese >> replico io sforzandomi di sorriderle; << Ci vediamo più tardi >> dico, affrettandomi ad uscire, mentre le lacrime velano i miei occhi, impedendomi di vedere chiaramente la strada.
Mi odia.
Ma d’altra parte, non è ciò che volevo?
Il mio cuore grida un disperato no… ma la mia testa mi dice che dovrei esultarne.
<< Sta lontano da me >> mormoro con le lacrime che scendono dai miei occhi - potrò sopportare tutto.. la solitudine, la malattia, la disperazione, se tu mi starai lontano.. – penso con la morte nel cuore.
Noto l’auto di Koga accostata al solito posto e mi affretto ad avvicinarmi:
<< Kagome, ciao! >> mi saluta gioviale ma il sorriso svanisce dalle sue labbra, non appena nota il mio viso: << Che ti succede? >> mi chiede sorpreso.
<< Nulla, è Inuyasha! Sta lavorando nel giardino della signora Kaede e non è stato molto gentile >>.
<< Non posso crederci! Ancora?! >> commenta guardandomi stupito.
<< Eppure è così.. ed è molto ostile, nei miei confronti >> dico amareggiata.
<< Ti ha fatto del male? >> mi chiede il mio amico, preoccupato.
<< Assolutamente no >> mi affretto a rassicurarlo.
Respiro a fondo e sforzandomi, sorrido.
<< Forse sono io che sto esagerando, prima o poi si stancherà e andrà
via. Devo solo trovare il modo per resistere fino ad allora. >>
<< Questa è una follia! >> ribatte, poggiandomi un braccio sulle spalle. << Vuoi che gli parli io? >>.
<< No, sarebbe la cosa peggiore. Lui è convinto che io e te... che noi due...
Mi dispiace tanto.. >> dico mortificata.
<< Non c'è nulla di cui dispiacerti >> replica lui, gli occhi blu pieni di
affetto.
<< Potrei anche prenderlo per un complimento. Tu, però, non hai mai
pensato a me in quei termini, giusto? >>
<< Giusto. Io e te siamo amici Koga >> rispondo turbata.
Lui per un attimo rimane in silenzio, poi mette un dito sotto al mio mento per farmi voltare verso di lui:
<< Amici. Si lo siamo >> risponde lui, << Anche se a me piacerebbe che ci fosse qualcosa di più tra di noi. È un bene che tu sappia quello che provo, anzi che ho sempre provato per te. Tu eri molto giovane quando ci siamo conosciuti e a quel tempo io avevo una fidanzata. Ma mi sei sempre piaciuta. Quando ho ricevuto l’invito al tuo matrimonio, per me è stato un duro colpo >> confessa, facendomi rimanere di sale.
<< Oddio Koga.. mi dispiace.. io, ti prego, non aggiungere altro >> dico disperata.
Non sono pronta a sentire quello che so che sta per dire.
<< No, devi ascoltarmi >> insiste << Mi pentirò per tuta la vita se non ti confesso i miei sentimenti. Quando sei venuta qui, sono stato l’uomo più felice del mondo. Lo so che tu non mi hai mai dato motivo per sperare in qualcosa di più di un’amicizia, ma adesso? >> dice, attirandomi più vicina a sé; << Adesso hai lasciato tuo marito, per qualsiasi ragione tu l’abbia fatto, vi siete lasciati. Pensi che potresti imparare ad amarmi ora? >> mi chiede speranzoso.
Mi attira a se e cerca di baciarmi, ma mi volto e le sue labbra si posano sulla mia guancia proprio nell’istante in cui l’auto di Inuyasha, passa sfrecciando lungo la strada.
<< Koga.. no! >> dico io allontanandomi e guardando costernata la nuvola di polvere lasciata dalla macchina di mio marito.
<< Ho visto male o quello era tuo marito? >> mi chiede perplesso.
Stordita annuisco: << Si.. lui..doveva comprare delle cose per il giardino >>.
Non riesco a connettere il cervello: in parte per la dichiarazione di Koga, in parte per il pensiero di ciò che Inuyasha ha potuto vedere: avrà sicuramente pensato che ci stavamo baciando.
<< Mi dispiace io.. >> dico non sapendo che dire e, rivolgendo uno sguardo costernato a Koga, chiedendo silenziosamente la sua comprensione.
<< Non ho speranze è? >> ribatte lui tristemente per poi annuire: << Lo immaginavo, ma dovevo tentare! mi dispiace tanto. Puoi perdonarmi? >>.
<< Non c’è nulla da perdonare! >> ribatto velocemente.
<< Io amo Inuyasha, lo amato fin dal primo istante e continuerò ad amarlo per sempre. Tu sei mio amico, e se la situazione fosse stata diversa forse… ma non lo è. Non posso dirti perché ho lasciato mio marito, ma non è stata colpa sua; l’unica colpevole sono io >>.
<< E allora perché l’hai fatto? Se lo ami cosi tanto, perché condannare entrambi a questa sofferenza? Se anche tu ne senti la mancanza e stai male.. come palesemente sta male lui, allora perché!? >> mi chiede lui incapace di comprendere.
<< Non posso dirtelo.. se potessi, tu saresti la prima persona a cui lo direi. Ma per il momento non posso spiegartelo >> rispondo dispiaciuta.
Vorrei tanto liberarmi di questo peso ma.. non sarebbe giusto.
<< Ma hai qualche problema? Lo sai che io farei di tutto per aiutarti e dimentica ciò che ti ho detto! Puoi contare su di me, sempre, lo sai! >>
<< Oh Koga >> dico, cercando di tenere a freno le lacrime: << Mi dispiace tanto >>.
Adesso anche lui sta soffrendo per causa mia.
Se l’avessi saputo, non mi sarei mai rivolta a lui in cerca di aiuto. Forse è vero che, come dice mio marito, sono troppo ingenua.
Con espressione rassegnata ma affettuosa, Koga si volta per avviare la macchina:
<< Non devi dispiacerti ok? E io ci sarò sempre per te. Ora ti porto a lavoro va bene? >> e io mi limito ad annuire, sconvolta da tutta questa situazione.
Il pomeriggio e la sera si rivelano lunghi e difficili, costellati di piccole
seccature che non sono proprio in grado di sopportare: l'aria è calda e
opprimente, e il lavoro è frenetico.
Tutte le incertezze sulla validità della mia scelta tornano a tormentarmi.
Ho bisogno d'aiuto.
E ho bisogno di mio marito, perché ormai non sono più sicura di poter far fronte a tutto da sola.
Provo l'esigenza di essere egoista, di raccontargli la verità, di lasciare che sia lui ad accompagnarmi nel mio doloroso percorso.
Ma cosa guadagnerei? Mi offrirebbe pietà e compassione, e infine, con ogni probabilità, finirebbe per provare ripugnanza nei miei confronti.
Assorta in questi pensieri, carico per l'ennesima volta la lavastoviglie, i denti così stretti tanto da provare dolore alle mascelle.
Questa autocommiserazione deve finire: sono stata io a prendere questa decisione e adesso devo accettarla e affrontarla.
Da sola.





ANGOLINO MIO ^^

Ciao a tutte bellissime! Grazie per aver leto il capitolo!
Che ve ne pare?

Aspetto impaziente di sapere le vostre reazioni ^^ Vi aspettavate che la dichiarazione fosse di Koga? Cosa ne pensate della passione tra i due? E Kagome, ormai non ce la fa più!
Ringrazio le splendide persone che hanno recensito i capitoli precedenti! *.* GRAZIE! Credo di aver risposto quasi a tutte, provvederò presto in ogni caso!
Ringrazio le tante persone che hanno aggiunto la storia tra PREFERITI-SEGUITE- RICORDATE! Grazie davvero!
Vi ricordo che ho un gruppo facebook: 
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Per qualsiasi cosa potete contattarmi, rispondo a tutte naturalmente :D
Che altro dire, come ho detto sopra, ho dovuto tagliare un pò il capitolo,altrimenti avrei dovuto lasciarvi sul più bello ^^ e il prossimo veniva troppo cortarello!  
Nel PROSSIMO: Kagome a casa di Inuyasha, acora Kikyo e alcune verità.
BACI BACI :D

 

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Capitolo 5
*** 4° capitolo ***


PRIMA DI LEGGERE:
Salve a tutti! So che sono in ritardo e mi dispiace; sto studiando per la sessione estiva di esami e non ho tregua un attimo! Allo stesso tempo, sto cercando di concludere il capitolo di un altra storia che non aggiorno da mesi e che alcune lettrici attendono con pazienza, quindi ho poco tempo.
Volevo dire due cose: la prima è che la storia avrà in totale sette capitoli e un epilogo. Seconda cosa, questo capitolo è piuttosto significativo, quindi spero che sia riuscito bene e vi piaccia. Buona lettura e grazie di avere cosi tanta pazienza!! 







4 Capitolo

La notte è tiepida e dolce, risultato di una giornata insolitamente calda, e mentre sono in piedi accanto alla porta del ristorante e respiro a fondo l'aria profumata da cento fragranze estive, mi sento improvvisamente molto felice di essere lì, viva e forte.
Il futuro avvolto dalle ombre oscure è ancora lontano, e per ora posso godermi la tranquillità di questa notte, percepire l'odore dei fiori selvatici e dell'erba fresca che aleggia dalla brughiera e dalle colline circostanti.
In nessuno dei luoghi spettacolari in cui sono stata con Inuyasha, ho trovato le medesime sensazioni di piacere e di tristezza, che si combinano ora insieme per rendere questo momento, cosi acutamente dolce.
<< Ei Kagome? >>
La voce di mio marito penetra nella mia mente, risvegliandomi dalla mia contemplazione.
<< Voglio parlarti >> aggiunge lui.
<< Ti accompagno a casa >> propone, materializzandosi dalla penombra.
Socchiudo gli occhi e scorgo solo allora l'automobile parcheggiata
sul ciglio della strada:
<< A casa? >> ripeto, per poi voltarmi verso di lui.
I miei sensi registrano il pericolo mentre riesco solo a pensare a quanto sia bello con la camicia e i pantaloni neri che indossa con la consueta disinvoltura.
<< Penso sia meglio di no. Non abbiamo nulla da dirci. È finita >>.
<< Su questo non discuto, ma poiché almeno al momento abitiamo nello
stesso villaggio, credo sia necessario stabilire delle regole di civile
convivenza, che non includono baciare il tuo amante alla luce del giorno >>.
<< Tu però non sei costretto a restare qui >> obietto concitata.
<< E tu? >> replica, la solita arroganza nel tono della voce e nell'espressione del viso.
<< Tu sei costretta? >>
<< Certo, e se tu possedessi la metà della sensibilità che io credevo avessi,
torneresti subito a casa tua e mi lasceresti in pace >>  sbotto esasperata;
<< Io non ho bisogno di... >>
<< Ma io non sono un tipo sensibile, giusto? >> mi interrompe con gelida ironia; << E senza dubbio sono carente in molti altri aspetti. Ma per quanto riguarda ciò di cui tu hai bisogno o meno, ti assicuro che non mi interessa affatto >>.
<< E perché sei qui stasera? >> chiedo disperata << Cosa ci guadagni torturandomi? >>.
<< Su, coraggio, ora stai diventando un po' drammatica, non credi? >>
commenta lui con fare annoiato; << Ti ho già spiegato il motivo della mia presenza >>.
<< Io stavo solo parlando con Koga, solo parlando! >> sottolineo allora << Tu invece stai cercando di farmi andare via da qui, è questo il tuo piano? È parte della punizione che hai in serbo per me? >>.
<< Anche se fosse, puoi forse affermare di aspettarti qualcosa di diverso da me? >> chiede freddamente.
<< Non mi sembra che tu mi abbia concesso, non dico amore, ma almeno considerazione, ultimamente, oppure mi è sfuggito qualcosa? Non puoi pretendere che tutto funzioni a modo tuo, forse la vita non ti ha ancora insegnato questa lezione >>.
<< Inuyasha ma che modi sono! >>  esclamo presa dal panico, gli occhi pieni di lacrime, quando lui apre lo sportello della vettura e mi spinge dentro senza tanti complimenti.
<< Smettila di piagnucolare >> mi riprende, lui mentre prende posto a sua volta dietro il volante.
<< Capisco che tu abbia di me una bassa considerazione, ma persino io aborrisco la violenza, se è questo quello che temi. Ti accompagnerò a casa, ma prima voglio stabilire le regole fondamentali riguardo al tuo amante, d'accordo? >>.
<< No, non sono affatto d'accordo >> provo ancora io, pallida.  << Come osi trattarmi così? Io non sono un pacco che puoi sballottare a tuo piacimento! >>.
<< No. Infatti sei mia moglie >> precisa << E per me questo ha una grande importanza. Sai, ho pensato che per te tutto questo fosse un gioco, ma ora che ti ho visto insieme a quel tipo, non ne sono più tanto sicuro >>.
<< Credo che ci sia di più, anche se non ho ancora capito cosa. Tu avevi tutto quello che desideravo in una donna, eri tutto quello che avevo sempre sognato, ma delle volte mi succede di dimenticare che sono infallibile nel giudicare gli esseri umani. A volte, quando mi fai perdere le staffe, lo dimentico ancora >> borbotta, girandosi per guardare il parabrezza e la notte oltre di esso.
<< Tu sei l'unica persona al mondo in grado di confondermi, ma quando cerco di pensare con razionalità, mi rendo conto che non posso essere stato raggirato così completamente. Dunque, devo dare per scontato che è successo qualcosa durante le quarantotto ore che ho trascorso all’estero >> afferma con decisione.
<< Qualcosa di grave >> precisa; << Non hai incontrato un altro uomo, le mie indagini non hanno rivelato nulla del genere. I domestici mi hanno detto che il primo giorno della mia assenza tu sei uscita molto presto da casa e sei tornata a notte inoltrata. A me non piacciono i misteri >> afferma, il tono della voce molto minaccioso.
- Sta arrivando troppo vicino alla verità - penso atterrita.
<< Voglio il divorzio, altro non conta >> affermo.
<< No, mia cara mogliettina, ti sbagli >> mi contraddice lui.
<< Ho dovuto accettare che tu sei una persona egoista e crudele, i fatti hanno parlato per te; ma so anche con sicurezza che adesso non sei felice. È anche possibile che tu sia divorata dai sensi di colpa, ma stai pur certa che scoprirò la verità. Perché voglio la mia vendetta >> aggiunge.
<< Stai cercando di farti odiare? >> sussurro, mentre il rombo del potente motore risuona nell'aria.
<< È questo il tuo piano? >> chiedo amareggiata.
<< Diavolo, no! Potrebbe anche essere divertente, ma non è questa la mia
intenzione. Ho solo deciso di concedermi una breve vacanza, tesoro. Dimmi.. ti svegli mai di notte pensando a me?  Ricordando il mio corpo e quello che facevamo insieme? Rammenti, avevi l'abitudine di invocare il mio nome mentre... >>
<< Basta così >> cerco di fermarlo << Non ho intenzione di ascoltarti >>.
<< No? Un po' presuntuoso da parte tua, visto che sei nella mia auto, che
fila a tutta velocità lungo questa strada di campagna. Non credo che tu abbia scelta al riguardo >>.
Una rabbia cieca mi pervade, lasciandomi tremante e indignata.
<< Ebbene? Sei rimasta senza parole? Dimmi che io non ho significato
nulla per te >> riprende vedendo che non rispondo  << dimmi che è stato tutto un errore e che non mi desideri più. Sai, non mi hanno raccontato favole quando ero bambino, una adesso potrebbe essere piacevole >>.
<< Io ti odio >> sibilo tra i denti.
<< Questo posso anche crederlo >> dice lui annuendo; <>.
<< Non mi sembra di averti ignorato >> ribatto perplessa.
<< A no?! Allora sei un’attrice. Ultimamente ho anche pensato di
essermi trasformato nell'Uomo Invisibile, sai come si dice: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ma ho rovinato il tuo progetto, giusto? >> dice, cercando di provocarmi, per poi riprendere: << Pensavi davvero che mi sarei accontentato di qualche parola scribacchiata in fretta su un pezzo di carta? Che potevi sparire dalla mia vita così? Spiacente, mia cara. Io voglio molto di più. E lo avrò, in un modo o nell'altro >>.
<< Spero che tu non stia parlando di sesso >> replico frastornata.
<< Sesso? >> ripete, pigiando il piede sull'acceleratore: << Anche in questo caso hai già deciso tutto da sola, chi sono io per discutere? Ma ti dico una cosa sola: se quel tizio ti tocca di nuovo, lo ammazzo  e non scherzo >> dice lapidario.
<< Vuoi dirmi dove stiamo andando? Questa non è la strada per io mio appartamento >> ribatto io, cambiando discorso.
<< Hai ragione, andiamo in un altro posto >> dice lui serafico.
<< Dove? >> ribatto io, allarmata.
<< Un po' di pazienza, mia cara e tutto sarà svelato >> risponde con
acida ironia; << Ma non ti succederà nulla di male, sta' tranquilla. Siamo
sposati, ricordi? È tutto legale >>.
<<  Se stai pianificando una violenza sessuale, non è legale in nessuna
situazione >> replico io, sforzandomi di sedare il tremito della mia voce.
<< Violenza sessuale? Mi basterà toccarti per cancellare questo concetto
dalla tua mente, lo sappiamo entrambi >> ragiona lui  << E comunque stai dando troppe cose per scontate >>.
A queste parole non replico, impegnata a cercare di riguadagnare un minimo di controllo: e così lui riprende a parlare.
<< Pensavo che il nobile Koga ti avrebbe aspettato nel suo cocchio dorato >> afferma << Specie dopo la toccante scena d'amore cui ho assistito stamattina. Mi viene il vomito solo a pensarci! >>.
<< È andato a sostenere una seduta di fisioterapia >> replico io, lo sguardo
fisso sulla strada  << E, come ti ho detto, stavamo solo parlando >>.
<< Tu mi hai detto molte cose, tesoro. È capire quale fra queste corrisponda a verità che si sta rivelando difficoltoso >>.
<< Non ho intenzione di discutere ancora con te >> rispondo esasperata.
<< Mi sembra una decisione saggia >> borbotta lui.
Mentre sono seduta con lui, nel silenzio sceso nell’abitacolo, mi viene in mente di nuovo il ricordo della visita fatta a mia sorella:
Sono rimasta molto sorpresa quando, la mattina in cui sono arrivata a casa di mia  sorella, mi è stato detto di entrare.
Durante il lungo viaggio in auto avevo previsto anche un rifiuto, come quello che avevo ricevuto in risposta in un mio precedente tentativo di vederla, quando a soli sedici anni avevo disperatamente tentato di riallacciare i rapporti con la mia unica consanguinea ancora in vita.
Questa volta però Naraku, il marito di Kikyo, mi ha accolta e in qualche modo ha cercato
di prepararmi a ciò che avrei visto.
<< È malata >> ha sussurrato piano, lo sguardo triste e tormentato.
<< Però il fatto che abbia acconsentito di vederti è un ottimo segno. È necessario che risolva i contrasti con te e che faccia pace con il suo passato. Altrimenti ne sarà tormentata fino alla fine >>.
<< Non capisco... >> ho replicato io a quel punto, scossa dalle sue parole ambigue:
<< Cosa significa? >>ho domandato.
<< Lei ti spiegherà tutto. Mi troverai in giardino se avrai bisogno di me. Io tornerò più tardi con il caffè >>.
Non sono riuscita a reprimere un sussulto, quando sono entrata nella stanza e mia sorella ha alzato lo sguardo verso di me.
<< Kagome! Cara, dolce, adorabile piccola Kaggy >> ha esordito Kikyo con tono stridulo.
<< Così, infine sei venuta. Speravo proprio che lo avresti fatto, sai? Ti attendevo da parecchio tempo! >> mi ha detto con voce incolore.
<< Davvero? >> ho replicato io, la voce incerta, mentre me ne stavo immobile al centro della camera.
<< E tuo marito? Non ti ha accompagnato? >> mi ha chiesto sorridendo stranamente.
<< No >> ho risposto io con un brivido.
Ho percepito qualcosa di maligno nell'ambiente, qualcosa di brutto, che mi ha fatto rimpiangere immediatamente di non essere rimasta a casa mia. Tuttavia ormai ero giunta fin li e avevo tutte le intenzioni di cercare di risolvere la situazione con mia sorella una volta per tutte.
 << È all'estero per affari. Ma tu come stai? >> ho aggiunto, costringendomi infine a guardarla negli occhi.
<< Come sto? >> Kikyo ha abbassato lo sguardo sul suo corpo e all’improvviso l’ho vista davvero bene per la prima volta, da quando sono entrata nella stanza e, sono rimasta senza parole.
Sotto una coperta che teneva appoggiata sulle gambe, il suo corpo risultava contorto e soprattutto.. costretto sulla sedia a rotelle.
<< Sto morendo, piccola Kaggy, non lo sapevi? >>.
<< Tu stai... Tuo marito mi ha detto che sei malata, ma non avevo capito
che... >> ho ribattuto sotto shock.
<< Ci sono molte cose che non capisci, ma tutto ti sarà chiaro prima
che tu vada via da qui >> mi ha interrotta lei, la voce vibrante di
malvagia soddisfazione: << Ma sto dimenticando le buone maniere… Come stai, sorellina? Ti stai godendo la passeggiata? >> mi ha chiesto con tono maligno.
<< La passeggiata? >> ho ribattuto frastornata.
<< Attraverso la vita >> ha precisato lei allora: << Eccoti qui, in perfetta salute, bella come non mai e felicemente accanto a un marito molto, molto ricco. È ovvio che ti stai godendo la passeggiata, mi sbaglio forse? >>.
<< Io... sì >> ho balbettato, incapace di mettere insieme una frase
coerente.
<< Benissimo >>.
 Un sorriso diabolico aveva incurvato le sue labbra.
<< Ho qualche bella notizia per te, sorellina. Presto la tua vita perfetta subirà un drastico cambiamento. Ti conviene goderti gli ultimi tempi di felicità, prima di cadere nell’inferno che diventerà la tua esistenza.. >> ha cominciato, ridendo in modo inquietante, gli occhi rossi e folli, come se fosse pazza.
E con quella frase, ha iniziato a distruggere il mio mondo.
 
<< Siamo arrivati >>.
La voce di Inuyasha mi strappa dal filo delle mie memorie.
Mi volto e guardo allarmata il cottage che si è materializzato davanti ai miei occhi, piccolo e bello, circondato da un grande giardino e da null'altro.
<< Questa è la casa che ho affittato io >> spiega lui << Tranquilla, riservata, accogliente >>.
<< E molto solitaria >> sottolineo io, a disagio.
<< In effetti, non ci sono altre abitazioni nei paraggi. Nel giardino scorre
persino un piccolo ruscello e c'è una tana di tassi! Una vera oasi, anche se
il villaggio non dista più di cinque minuti di auto >>.
<< Non ho nessuna intenzione di muovermi >> affermo quando lui scende dalla vettura con l’intento di aprirmi la portiera.
<< Voglio andare via. Subito >> dico ostinata.
<< Non fare la difficile. Voglio offrirti una tazza di caffè e mostrarti la mia
casa, tutto qui. Ascolta, sono un uomo adulto >> aggiunge con tono annoiato quando io non accenno a muovermi: << Voglio riportare la nostra relazione su un livello civile, niente più di questo. Ora fa' la brava e scendi dall'auto senza costringermi a sollevarti di peso. Dopo tutto, sei tu quella che non vuole contatti fisici fra noi >> mi prende in giro.
<< Mi dai la tua parola che lo ricorderai se acconsento a entrare in casa? >>.
<< Ovviamente >> conferma lui. << Sempre se prometti che ti comporterai bene. Ho la strana sensazione che tu voglia approfittare del mio corpo >>.
Accecata dalla collera, scendo dall’auto rifiutando la sua mano tesa, decisa a dimostrare in ogni modo che non sono pronta a cadere ai suoi piedi.
Inuyasha apre il portoncino di legno e mi fa strada all’interno.
<< Vuoi toglierti quell'espressione tragica dalla faccia? >> mi esorta.
Ci sediamo su due poltrone foderate di stoffa a fiori nello stile tipico dei
cottage di campagna  << Non ho intenzione di mangiarti viva. Allora, che cosa ne pensi di questo posto? È piuttosto carino, mi pare! >>
<< Molto carino >> rispondo rigida.
<< Vuoi bere qualcosa? >> propone lui << Mi sembra proprio che ne abbia bisogno >> aggiunge alzandosi, il fisico massiccio enfatizzato dagli abiti neri, che domina l'ambiente. Socchiude gli occhi guardandomi per qualche secondo: << Deve essere doloroso >> commenta chinandosi su di me.
Io alzo su di lui, uno sguardo confuso.
<< Cosa? >> chiedo.
<< Il modo in cui hai costretto i capelli. Basta guardarli per capire che stanno protestando >>.
 All’improvviso alza una mano e scioglie il mio chignon con un veloce movimento, poi osserva soddisfatto la folta chioma corvina che mi ricade sulle spalle in morbide onde: << Ora dimmi che non ti senti meglio >> dice lui carezzandomi i capelli.
<< Stavo bene anche prima >> replico, rossa in viso  << Adesso devo andare. Per favore >> mormoro.
La situazione mi sta sfuggendo di mano, ovviamente quello che lui ha previsto.
Perché sono stata così sventata da salire nella sua auto?
Perché sono entrata in casa sua?
<< Andremo via, ma non subito >> .
Si avvicina al mobile bar e riempie un bicchiere di brandy.
<< Ti ho già detto di no >> affermo, quando lui le porge il liquore << Tu non ne bevi poi? >> domando capricciosa.
<< Non assumo alcolici quando devo guidare, lo sai bene >>.
 Lui torna a sedersi sulla poltrona, le lunghe gambe distese in atteggiamento rilassato.
Appoggia il capo alla spalliera e chiude gli occhi.
<< Perché sei così spaventata? >> chiede improvvisamente, il tono della voce privo di inflessioni.
<< Non so di cosa stai parlando >> replico con il cuore che mi batte all'impazzata.
<< Io credo che tu lo sappia, invece >>.
Un duro sorriso incurva le sue labbra.
<< Cosa stai nascondendo? >> insiste, aprendo gli occhi << Un'avventura di una notte, così passionale da sconvolgere la tua vita? Un amore travolgente? Qualcosa del genere? >>.
La sua immobilità è di per sé minacciosa.
<< È questo quello che pensi? >> chiedo io, con il cuore in gola.
<< Cosa fai, rispondi a una domanda con un'altra domanda? Una buona tattica. Comunque no, non lo penso, ma ho scoperto recentemente di non poter fare affidamento sul mio istinto quando sei coinvolta tu, cosa che invece mi riesce benissimo in ogni altra circostanza. E questo mi disturba,
moglie mia >>.
<< Mi dispiace >> affermo stupidamente.
<< Dal punto di vista fisico, ti desidero molto >> continua mio marito, con noncuranza.
<< Anche se sono accadute tante cose spiacevoli, questo non è cambiato. Un dannato inconveniente >>.
Raddrizza la schiena con un movimento fluido, gli occhi fiammeggianti e, per la prima volta, percepisco un vero terrore che non ha nulla a che vedere con la paura di una violenza.
<< Sì proprio un inconveniente >> commento alzandomi lentamente: << Se sei pronto, gradirei essere riaccompagnata a casa >>.
<< Il tuo avvocato ha detto al mio che non vuoi accordi economici di alcun genere. È vero? >> ribatte lui ignorandomi.
<< Sì è vero. E solo colpa mia, d'altra parte, e non mi sembra giusto... >>
<< Cosa, esattamente, è colpa tua? >>.
La voce di Inuyasha risuona fredda e piena di collera. Si sta trattenendo a stento, probabilmente per non mostrarmi le sue emozioni.
Se solo potessi smettere di amarlo, di desiderarlo, di aver bisogno di lui, tutto sarebbe più facile, ma purtroppo non è questa la realtà.
Lui è l'incarnazione di ciò che ho sempre voluto e sognato nei lunghi anni della mia adolescenza, quando sono stata privata di amore e di calore.
E ora l'incarnazione dei miei sogni mi odia… e deve continuare a farlo.
<< Sai... >> riprende lui << mi piacerebbe davvero sapere perché sono diventato una complicazione per la tua vita. Non mi aspetto che un dettaglio insignificante come un marito possa impedirti di assecondare le tue vere aspirazioni, ma se per te non è un problema, una vaga spiegazione del perché hai preso le tue decisioni mi tornerebbe utile >>.
Lo fisso, gli occhi sgranati per l'apprensione e la confusione.
E ora cosa posso replicare?
<< Ti ho già detto tutto >> affermo, mentre lui s'inginocchia al mio fianco. 
<< Mi sono resa conto di aver commesso un errore sposandoti, ho capito che noi due non eravamo compatibili >>.
<< Fammi il favore! Al diavolo queste stupidaggini >>.
Sin da quando ho messo piede nel cottage, mi è stato chiaro che lui aveva in mente di sedurmi e ora, mentre mi forza le labbra con le sue, capisco che ogni opposizione sarebbe inutile.
Razionalmente so di dover combattere, di dover dimostrare che ciò che ho affermato corrisponde a verità, ma la reazione del mio corpo va in una direzione completamente opposta.
Mi sento improvvisamente viva e  piena di un desiderio così ardente che anche una volontà di ferro si discioglierebbe al suo calore.
<< Sei mia Kagome e lo sarai per sempre. Se credessi davvero che sei stata a letto con quel damerino di Koga, l’avrei già ammazzato.. >>.
Come siamo finiti distesi sul ruvido tappeto che copre il pavimento davanti al camino, non avrei  saputo dirlo.
Ma so che le sensazioni che mi da il corpo massiccio che mi inchioda a terra sono sufficienti  a cancellare dalla mia mente ogni pensiero razionale.
Alzo le braccia per cingergli il collo, affondo le dita nei suoi capelli e poi attiro il suo viso verso il mio.
Il contatto con le sue labbra è inebriante, come inebrianti sono le sensazioni che mi danno le mani che corrono su di me con urgenza, che mi liberano della maglia prima, e del reggiseno poi.
Le dita di lui, lasciano una traccia di fuoco sulla mia pelle già bollente, e le ondate di piacere che mi invadono non mi lasciano altra possibilità se non inarcare la schiena in un invito ovvio, mentre suoni senza senso mi sfuggono dalle labbra.
Tutto di lui mi è familiare: il suo odore, il suo respiro, i muscoli possenti che guizzavano sotto le pelle abbronzata. Reclino il capo per offrire il collo ai suoi baci, perché per troppo tempo sono stata sola e perché per troppo tempo ho sognato, desiderato, agognato di ritrovarmi ancora fra le sue braccia.
<< Ho bisogno di te, Kagome >> .
La voce di Inuyasha è roca e profonda, un preludio a quella che sarà l'invitabile conclusione.
<< Sei perfetta, amore mio, assolutamente perfetta. >>
Assolutamente perfetta?
Due semplici parole che mi riportano di colpo alla realtà.
Mi immobilizzo all’stante, per poi prendere a divincolarmi con energia, in preda al panico.
<< E ora, cosa ti succede? Non puoi farmi questo, non puoi! >> grida con rabbia e incredulità.
Ma per quanto la sua voce risuoni sconcertata, Inuyasha si gira su un fianco e si mette a sedere, il suo respiro affannoso a violare il silenzio che regna nel
cottage.
Si è fermato.
La mia mente annebbiata lo registra in ritardo, mentre giaccio per terra, il cuore che mi batte in petto così violentemente da farmi male.
Avrebbe potuto far di me quello che voleva, invece si è fermato..
Trascorre un intero minuto prima che lui riesca a recuperare il controllo.
Si rimette in piedi senza degnarmi di uno sguardo:
 << Ti aspetto fuori >> borbotta.
Sento la porta aprirsi e richiudersi, e mi ritrovo di nuovo sola, il viso inondato da lacrime silenziose.
Adesso, non mi perdonerà mai più..
Chiudo gli occhi in preda ad un capogiro: forse è stato necessario cadere così in basso per risolvere finalmente la questione fra di noi…
Eppure, io non voglio che la questione sia risolta.
Voglio che lui continui a insistere, voglio che resti qui perché…
Spalanco gli occhi, nel concludere il pensiero: Se davvero andasse via, so che non tornerebbe più. E ne morirei.
 
Non so quanto tempo sia passato, quando finalmente trovo il coraggio di uscire di casa e avvicinarmi alla sua auto per prendere posto.
Il silenzio è totale, mentre mi siedo e allaccio la cintura di sicurezza.
Lui si volta per un attimo verso di me, dando uno sguardo al mio viso pallido e sicuramente segnato dalle lacrime che ho versato, per poi avviare il motore.
<< Immagino che tu mi abbia voluto dimostrare di essere capace di accenderti e spegnerti a tuo piacimento! >> afferma, disturbando il silenzio che si è creato.
<< Non lo avevo pianificato >> replico io << Non l'ho fatto! >> ripeto concitata, quando lui scuote il capo con incredulità.
<< Tu puoi affermare lo stesso? Puoi sostenere di non aver progettato questa serata in ogni particolare? >> ribatto indignata.
<< Se l'ho fatto, posso annoverarla fra i miei più grandi insuccessi, non credi? >> sottolinea lui pungente.
<< Credevo di conoscerti, cara. Lo credevo davvero, ci avrei scommesso la vita... Diavolo, odio perdere! >> aggiunge tra i denti.
<< Perdere? >> ripeto, focalizzando la mia attenzione solo sulle parole e non sulla tristezza con cui erano state pronunciate.
<< Così, è questo che significa per te fare l'amore con me: uno di noi due perde e l'altro vince? >>.
Lo vedo sospirare: << Questo è quanto tu ti aspetteresti da me, giusto? Lo hai chiarito in più di un'occasione. E forse hai ragione, perché secondo te tra di noi c'è stato solo amore fisico, sesso nella sua più cruda espressione. Almeno da parte tua, ovviamente >>.
Dapprima raggelo all'assurdità di quest'accusa, poi respiro a fondo e mi costringo a completare la mia opera.
<< Sì! >> esclamo a questo punto << Me ne rendo conto solo adesso. Tu sei stato il mio primo uomo e io, ho frainteso ciò che provavo per te. Ho pensato che l'attrazione fisica fosse amore, e adesso ho capito di sbagliarmi >>.
<< Non ti credo >> mi interrompe lui.
<< Non so perché, ma non ti credo. Chiamala intuizione, sesto senso, ma c'è molto di più di questa assurda banalità. Comunque, per quanto io ignori il motivo che ti ha spinto a cambiare idea sul nostro matrimonio, devo accettare la tua decisione. Non cercherò di convincerti, la nostra unione è finita >> dice chiaro.
<< Sei sincero? >> chiedo sgomenta.
Dov'è il sollievo che dovrei provare?
Dov'è la convinzione di aver fatto la cosa più giusta?
Lui annuisce: << Sono sincero >>.
Il resto del viaggio trascorre nel più assoluto silenzio, ma non sono stata così acutamente consapevole della presenza di Inuyasha al mio fianco. Ogni suo movimento, ogni suo respiro sono come sferzate per i miei nervi già tesi.
Infine, giunti davanti al cottage mi volto a guardarlo, certa di essere sull'orlo di una crisi isterica.
<< Dunque questo è un addio >> affermo, frenando il tremito nella mia voce e la voglia pazza che ho di piangere.
<< Sì, ho molte cose di cui occuparmi >> dice, fermando l'auto ma senza spegnere il motore.
<< Però, avendo fatto una promessa alla signora Kaede, resterò qui ancora per qualche tempo. Ma non preoccuparti, non ti disturberò >> dice ironico.
<< Grazie >> rispondo come una stupida.
Se il mondo si fermasse in questo preciso istante, non me ne potrebbe importare di meno.
Mio marito mi ha lasciata e ripartirà, entro un giorno o una settimana, perché convinto di fare ciò che io voglio.
Chiudo gli occhi per un istante nel disperato tentativo di accettare che è finita, rendendomi conto che in realtà, sino a ora, dentro di me ho continuato a sperare. Sperare in un miracolo. Sperare di continuare a vivere la mia vita con lui.
<< Addio, Inuyasha >> affermo, mentre sento il cuore andare letteralmente in pezzi.
E' il mio o il tuo, il cuore che ho distrutto, amore mio?
Scendo dall'auto evitando accuratamente di guardarlo in viso; attraverso il giardino del cottage ed entrò in casa senza voltarmi. Solo una volta raggiunta la mia camera, mi rendo conto dell'enormità di quanto è accaduto; solo allora mi rendo conto che adesso, sono davvero sola e che tutto quello che volevo fare, tutte le esperienze che avrei voluto provare prima di morire, appaiono ormai insignificanti.

Ho perso la persona più importante per me, il mio grande amore.
E con lui, ho perso già la mia vita.



Quando la porta del piccolo cottage si richiude, Inuyasha la fissa ancora  per lungo tempo. Poi, con il viso rigato di lacrime, stringe i pugni e colpisce il cruscotto una volta, un'altra, e un'altra ancora…
- Amore mio.. – è il suo pensiero, mentre non riesce a frenare quelle lacrime, che per orgoglio non ha mai voluto versare, fino a quel momento.
 



Angolino MIO:
Alloraa ^^
Non mandatemi maledizioni vi prego! XD
Questo è stato tra tutti il capitolo più difficile da scrivere, non so bene spiegare il perchè ma è cosi.
Il capitolo è senza dubbio triste ma rivelatore. Alla fine ho aggiunto un piccolo pezzettino in terza persona per far capire comè lo stato d'animo di Inuyasha dopo questo addio.. che naturalmente addio non è! ^^
Il prossimo sarà infatti il capitolo della VERITA' e conterrà il tanto atteso POV INUYASHA! Come ho gia detto sopra la storia avrà sette capitolo ed un epilogo! Non manca molto!

Che dire, fatemi sapere cosa ne pensate!
Vi è piaciuto? Cosa pensate accadrà? fate supposizioni, mi piace leggere le vostre idee e a chi si avvicinerà di più, manderò un piccolo spoiler in anteprima :)
Volevo ringraziare le tantissime persone che stanno leggendo silenziosamente la storia, grazie di cuore.
Uno speciale ringraziamento va a coloro che hanno commentato gli scorsi capitoli! Grazie davvero e mi scuso se non ho risposto a tutte, provvederò presto! <3
Grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra PREFERITI, SEGUITE E RICORDATE! GRAZIE, siete fantastiche!

Un abbraccio alla prossima!
Potete naturalmente contattarmi qui o su facebook o accedere alla pagina delle mie storie:
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BACI

 

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Capitolo 6
*** 5° capitolo ***


Salve, perdonatemi, ma in questi giorni non riuscivo ad accedere al mio account. Spero di aver risolto cambiando password.
Il capitolo è venuto troppo lungo, cosi sono stata costretta a tagliarlo: il POV Inu sarà nel prossimo, che pubblicherò Domenica e sarà anche l'ultimo cap prima dell'Epilogo. 


6 Capitolo
 
Kagome Pov:
Ero sicura che non sarei stata più capace di ridere di nuovo, e soprattutto in presenza di Inuyasha, eppure è esattamente quanto mi ritrovo a fare cinque giorni dopo la sventurata serata trascorsa in sua compagnia.
Le giornate si erano susseguite in un'ordinata routine: lui arrivava al cottage ogni mattina per occuparsi del giardino e vi restava fino a pomeriggio inoltrato. Fedele alla sua parola, faceva in modo di non disturbarmi, cosa che mi faceva soffrire meno di quanto avrei sofferto se fossi stata costretta a incontrarlo ogni giorno.
O, almeno, era questo che mi ripetevo durante le lunghe notti insonni che trascorrevo rigirandomi nel letto.
La mattina del quinto giorno, dopo esser appena rientrata in camera mia con una tazza di caffè e qualche fetta di pane tostato, sento la voce profonda di Inuyasha risuonare in cucina.
Il mio cuore fa una piccola capriola in petto e l'ormai familiare brivido di apprensione mi corre lungo la schiena.
Prima o poi anche questi fenomeni sarebbero scomparsi… Vero?
Per qualche minuto c’è solo silenzio, poi sento delle urla provenire dal giardino e la signora Kaede chiamarmi a gran voce.
Scendo la scale due alla volta e trafelata faccio irruzione in cucina: << È stato aggredito da uno sciame d'api >> spiega concitata la signora: << Deve averle disturbate >>.
<< Uno sciame d'api? >> ripeto, gli occhi fissi sull'uomo a torso nudo che, oltre a essere bello e attraente come sempre, è anche coperto di tante piccole macchiette rosse.
<< Non c'è bisogno di fare tante storie >> brontola lui, rivolgendo alla signora Kaede uno sguardo di rimprovero.
<< Una puntura d'ape non ha mai ucciso nessuno >> afferma facendo il duro.
<< A meno che non si sia allergici >> afferma la donna.
<< Il figlio di mia sorella rischiò di morire per una puntura d'ape. Una cosa terribile: si gonfiò come un pallone >>.
<< Grazie, signora, ma io non avrò nessun problema, mi creda >> sbuffa lui.
<< Penso di avere una pomata adatta da qualche parte >> medita l'anziana donna.
Non so  se la sensazione che sto provando sia una conseguenza della paura o del fatto di aver visto per la prima volta mio marito in difficoltà.
So però di sentirmi all'improvviso molto ilare.
Inuyasha sbraita così furioso, per essere stato colto di sorpresa, furioso perché delle piccole api hanno avuto l'ardire di aggredirlo, che io sono costretta a mordermi il labbro inferiore per tenere a freno le risate, e la signora Kaede non è di certo di aiuto, mentre continua a blaterare dei terribili rischi che comportano le punture di insetto.
In cerca di una qualche distrazione, prendo la cassetta del pronto soccorso dal mobiletto posto sotto al lavello.
<< Eccola! >> dico, dopo aver rovistato nel contenuto.
<< Una pomata antistaminica. Siediti >> ordino poi a lui << Voglio prima assicurarmi che non sia rimasto alcun pungiglione, poi ti metterò la crema >>.
<< Sono perfettamente in grado di farlo da solo >> afferma lui rigido, ovviamente per salvaguardare la sua dignità.
Nonostante ciò, prende obbedientemente posto sullo sgabello che gli ho indicato.
<< Dov'è lo sciame adesso? >> domando, dopo aver controllato ogni singola puntura sulla schiena prima di cospargerla di unguento.
<< Perdonami se non so risponderti, ma non mi sono fermato abbastanza da controllarne la direzione >> borbotta, alzandosi in piedi di scatto.
Si avvicina alla finestra e guarda fuori: << Sai, ero piuttosto in ansia per me stesso >>.
<< Correva come un animale braccato >> si preoccupa allora di sottolineare la mia cara padrona di casa; << Ha spalancato la porta con tale irruenza che mi sorprendo di come non si sia scardinata >>.
L'immagine che la donna sta fornendo è così diversa da quella del forte, implacabile uomo d'affari che conosco, che sento il controllo venir meno e la prima risata nascermi in gola.
E sorprendentemente, dopo un primo momento di incertezza, Inuyasha scoppia a ridere a sua volta.
Come poi le risate si siano trasformate in lacrime, non avrei saputo dirlo.
So però che Inuyasha, all’improvviso, mi solleva fra le braccia e si siede, con me in braccio, sullo sgabello della cucina.
<< Scusami >> dico allora, in imbarazzo.
Cerco di sottrarmi, ma le possenti braccia di lui mi serrano intorno ed è allora, che le lacrime divengono un pianto copioso, inarrestabile.
<< Meglio, adesso? >> chiede lui quando, parecchi minuti dopo, i singhiozzi si calmano lasciando il posto a lievi sospiri.
Mette un dito sotto al mio mento e mi costringe a guardarlo in faccia, gli occhioni d’ambra che sembrano volermi leggere l'anima.
<< Scusami >> ripeto, il viso in fiamme, mentre ancora una volta e ancora inutilmente cerco di sottrarmi al suo abbraccio.
<< Non intendevo... >> comincio a balbettare.
<< Rilassati, tesoro, rilassati... >> mormora lui, la voce dolce e suadente.
<< Non ho interpretato questa manifestazione di umana debolezza come un
invito di alcun genere. In questo momento sono solo un amico che vuole
darti conforto >>.
<< Ma tu... tu hai detto che non eravamo più amici >> balbetto ancora incerta, rimettendomi in piedi.
<< In certe circostanze è necessario adeguarsi >> commenta.
<< Quando tornerai a essere di nuovo te stessa potremo riaprire le ostilità, se ti fa piacere >>.
<< Io non voglio che noi due diventiamo nemici >> sussurro allora << Io voglio... >>.
<< Credo che tu non sappia cosa vuoi davvero, ragazza >> interviene lui, << Mi sembri un po' confusa >>.
Si alza a sua volta e prende il tubo di pomata.
<< Hai intenzione di continuare la tua opera da infermiera? >> chiede.
<< Perché uno di quei dannati insetti ha fatto una breve ma fatale passeggiata nei miei pantaloni, e le conseguenze devono essere appurate. Vorresti controllare? >> aggiunge mentre, apparentemente ignaro delle fiamme che salgono sul mio viso, si abbassa i jeans.
<< Forse con un bacio potresti guarirmi >> sottolinea, poi applica una piccola dose di crema sui punti strategici e rimette i pantaloni al loro posto.
Mi volto e mi affretto verso la porta: << Devo prepararmi per andare al lavoro >> mormoro, mentre le mie parole vengono inghiottite dalla risata profonda di Inuyasha.
Una volta in camera, chiudo la porta alle mie spalle, mi appoggio alla parete e tiro un profondo respiro.
- È  stata una follia, proprio una follia! - mi rimprovero, ripensando alla scena che si è svolta in cucina pochi minuti prima.
E ora cosa avrebbe pensato...
Già, cosa avrebbe pensato?
Onestamente non lo so. Non ho mai capito a fondo i meccanismi di quella sua mente analitica, così pericolosamente astuta.
Inuyasha è un uomo temuto e rispettato in campo lavorativo, con una reputazione di professionista cinico e spietato, ma con me è sempre stato
diverso. Eppure, quando l’ho conosciuto e ho cercato informazioni su di lui, ho letto su molte riviste che anche nella sua vita privata, sapeva essere altrettanto freddo e privo di scrupoli.
Con me, però...
Scuoto il capo: con me è sempre stato tenero, gentile e incredibilmente affettuoso.
Solo con me.
Sono quasi certa di trovarlo ad attendermi in giardino quando, circa un'ora dopo, esco dalla camera per recarmi a lavoro.
Così, mi sono  preparata mentalmente per il confronto.
Una volta aperta la porta del cottage, però, ad accogliermi trovo solo gli alberi e le aiuole fiorite.
Sollevata, offro il viso al sole che risplende in un cielo completamente privo di nubi. L'aria è calda e profumata, e una gentile brezza mi arruffa i capelli e mi solleva l'orlo della gonna.
È  una giornata splendida, e io sono viva.
Chiudo gli occhi come sopraffatta dall'intensità di quel pensiero.
Per qualche anno ancora avrei avuto la possibilità di camminare, di parlare..
Posso ancora conoscere e girare il mondo, prima che sia troppo tardi.
Ma non posso avere Inuyasha.
All'improvviso tutto mi sembra senza senso, come se una nuvola grigia fosse repentinamente apparsa per nascondere il sole, ma la sensazione dura solo un istante.
Ho trascorso la settimana successiva alla rivelazione in uno stato di shock profondo, ma poi ho fatto una promessa a me stessa, una promessa che mi ha aiutata a riemergere da quell'abisso nero in cui il veleno di Kikyo mi ha fatta precipitare.
Niente autocommiserazione, niente crisi isteriche, niente lacrime amare.
E anche se a volte la volontà non basta per reprimere il pianto, tutto il resto dipende solo da me.
<< Non sono una smidollata >> dico ad alta voce mentre cammino svelta
lungo il viale << e non sprecherò una sola ora, un solo minuto del mio
prezioso tempo in patetiche, inutili recriminazioni. D'accordo? >>.
Continuò a dare istruzioni a se stessa per tutto il cammino.
Quando servo il primo cliente, come per incanto, il mondo ha ripreso una sua forma concreta.
In quel mondo però, Inuyasha ha ancora un posto.
Come avrei reagito quando finalmente fosse tornato a casa?  
Ma al momento lui è ancora qui!
Posso vederlo di tanto in tanto e sentire la sua voce.
Deve bastarmi.
Deve.
E invece non basta mai…

 


<< Salve, bellezza. È rimasto qualcosa da mangiare? >>.
Mi giro per guardare i giovanotti vestiti di pelle dalla testa ai piedi che hanno appena spalancato la porta del ristorante, con più forza del necessario.
<< Stiamo per chiudere >> replico, costringendomi a esibire un sorriso
cordiale.
<< E poi non accettiamo ordinazioni dopo le dieci >> aggiungo, indicando un cartello appeso al muro.
<< È proprio un peccato, non è così, Bankotsu? >>.
Senza staccarmi gli occhi di dosso, il tizio di nome Bankotsu  annuisce, un ghigno sulle labbra dalla piega sadica.
<< Perché noi abbiamo sete, capisci? E fame. I miei amici vorrebbero una tazza di caffè e qualche ciambella. Non è così, amici? >> interviene un ragazzo grande e grosso sulla ventina, che ha appena parcheggiato fuori al locale una motocicletta dalle dimensioni davvero impressionanti.
<< E i miei amici diventano un po'... sgradevoli quando non ottengono quello che vogliono >> aggiunge.
<< Kagome?! >> sento chiamare.
Allarmato dalle voci, Myoga fa capolino dalla cucina.
<< È rimasta qualche ciambella, credo >> afferma, indicando con un cenno del capo il gruppo che ha preso posto a un tavolo accanto alla finestra << E il bricco è ancora acceso. Va bene così, gente? >>.
<< Va bene! Va' a prendere il caffè, bellezza >>.
Guardo di soppiatto il tizio che ha parlato prima di raggiungere Myoga… i miei passi accompagnati da sgradevoli risate.
Proprio quello che mi ci voleva oggi, penso sconfortata, mentre infilo i dolci nel forno a microonde.
<< Scusami, ma ho creduto fosse meglio accontentarli >> dice il mio capo: << Koga viene a prenderti questa sera? >>.
<< No >> rispondo e guardo con fare nervoso la porta del ristorante.
<< Peccato >> toglie il vassoio dal forno e cosparge le ciambelle di zucchero a velo.
<< Ho il sospetto che quei tizi siano in cerca di guai. Comunque tu resta qui, a loro ci penso io >> mi rassicura.
<< D'accordo >>.
Con mani tremanti, sistemo cinque tazze, un bricco di caffè e le ciambelle su un vassoio.
<< Ma te ne prego, fa' molta attenzione >> mi raccomando.
L'arrivo di Myoga nella sala è sottolineato da frasi oscene e risate sguaiate. Sento pronunciare un paio di volte il mio nome, e non in termini lusinghieri.
<< Basta così adesso >> afferma l'uomo un attimo prima di rientrare in cucina.
<< Datevi una calmata, nessuno di noi vuole dei problemi, giusto? >> aggiunge sporgendosi dalla porta, poi guarda me: << Chiama la polizia. Penso che avremo bisogno di aiuto >>.
Ho appena riagganciato il ricevitore quando due dei teppisti entrano in cucina, gli occhi che luccicano di un bagliore cattivo.
<< Altro caffè, nonno >> ordina uno di loro << E questa volta, dovrà servirci lei >> precisa, puntando un dito contro me.
<< Kagome ha da fare in cucina >> Myoga muove un passo avanti, l'espressione decisa sul viso: << Vi servirò io >>.
<< Allora non solo sei stupido, ma anche sordo, vecchio >> commenta uno dei due, poi si avvicina alla porta per fare un cenno ai suoi compari.
Gli altri tre furfanti fanno irruzione in cucina. Due di loro afferrano Myoga e lo trascinano nella sala, costringendolo a sedersi su una sedia; gli altri prendono me.
<< Ti permetteremo di assistere allo spettacolo, nonno >> sghignazza quello che sembra il capo del gruppo, mentre abbassa le tende delle finestre.
Un cieco terrore si impadronisce di me.
Il cuore mi batte all'impazzata e urlo, e continuo a urlare disperatamente fin quando una mano grande e sporca mi chiude la bocca.
<< Falla stare zitta >> ordina quello che deve essere il capo; << Imbavagliala se necessario >>.
Chiude la porta a chiave, poi si gira verso i suoi compari che bloccano Myoga.
<< Non fatelo muovere, usate tutti i mezzi necessari. E tu, nonno >> aggiunse con tono beffardo << ricorda che quando noi facciamo un lavoro, andiamo fino in fondo.. >>
<< Basta, Renkotsu >> interviene uno dei ragazzi, l'unico dall'aspetto innocuo.
<< Stiamo esagerando, non... >>
Il resto della frase è inghiottito dal frastuono della porta che, spalancata con violenza, urta contro la parete.
Poi Inuyasha appare sulla soglia, gli occhi duri come l'acciaio.
<< Lasciatela andare >>.
Il comando è impartito con voce tagliente e, per un attimo, sento le mani che mi immobilizzano.. esitare, solo per tornare a stringere con maggiore forza.
<< E chi lo dice? >>  domanda uno dei sette.
L'uomo che chiamano Renkotsu scocca un'occhiata ammonitrice ai suoi amici:  << Voi occupatevi del vecchio nonno e della donna; a lui ci pensiamo io e Jakotsu >>.
Ho solo il tempo di vedere uno dei giovani serrare le mani intorno al collo di Myoga e i pugni di Inuyasha che si abbattono sul teppista a lui più vicino, mettendolo al tappeto.
Poi tutto si confonde alla mia vista in caleidoscopio di suoni e colori.
Vedo il mio capo, accasciarsi sulla sedia, forse perché il cuore ha ceduto e il tizio che fino ad allora lo ha immobilizzato, lanciarsi nella mischia.
In quel momento capisco che Inuyasha non ha una sola possibilità:l’avrebbero ferito o forse anche ucciso.. e io non posso fare nulla per lui.
La mia mente offuscata impiega qualche istante per registrare l'urlo della sirena che viola il silenzio della notte.
E intanto Inuyasha continua a combattere, fiero e invincibile, parando colpi e sferrando attacchi.
Alla fine, i soli due malviventi che sono rimasti in piedi vengono bloccati dagli agenti che irrompono nel locale.
L'uomo che mi ha tenuta prigioniera allora, mi spinge contro la parete, ma Inuyasha gli sbarra il passo con una luce assassina negli occhi.
<< Tu prova a toccarla e vedi che succede >> sibila fra i denti.
Jakotsu intanto si è portato alle sue spalle, una lama di coltello che scintilla sinistra in mano.
<< Inuyasha! Attento! >> urlo atterrita.
Con un balzo, lui si sposta di lato, sferra un calcio alla mano di Jakotsu e con altri colpi ben assestati lo fa crollare al suolo.
<< Kagome siediti. Appoggia la testa alla spalliera >> ordina con urgenza.
Mi sono lanciata in avanti di scatto, ma poi la stanza ha iniziato a girare vorticosamente e Inuyasha mi ha afferrata prima che potessi cadere e mi ha avvicinata a una sedia.
<< Ti prendo del brandy >> sento dire da Myoga, che fortunatamente sembra essersi ripreso.
Torna un istante dopo con un bicchiere pieno di liquore e me lo appoggia alle labbra, costringendomi a ingoiare qualche sorso.
<< Inuyasha ... Se non fossi arrivato tu... >> balbetto sotto shock.
<< Ma sono arrivato, giusto? >> commenta lui, con tono gentile, gli occhi fissi sul mio viso.
<< Io ci sarò sempre quando avrai bisogno di me. Non lo sai questo, Kagome? Ti amo, non smetterò mai di amarti e nulla di quello che potrai dire o fare, cambierà questo fatto >> dichiara con tono dolce.
Alzo il viso di scatto, paralizzata: << ma Inuyasha.. tu..  >> cerco di articolare, ma vengo interrotta.
<< Deve perdonarci, signore, ma abbiamo bisogno di farvi alcune domande, se la signora si sente in grado di rispondere >>.
Un giovane poliziotto con un'espressione di scuse dipinta sul viso, si è materializzato al nostro fianco.
<< Sì >> replico io << Preferisco farlo subito e poi non pensarci più >>.
Trascorrono altri trenta minuti prima che i poliziotti terminino il loro lavoro, e in tutto questo tempo Inuyasha non si è allontanato da me un istante nonostante alcune delle ferite che ha riportato continuino a sanguinare.
<< Va tutto bene >> afferma lui per la decima volta, quando coglie il mio sguardo preoccupato: << Piccoli tagli e qualche escoriazione, ma scommetto che almeno due di quei tizi sono conciati ben peggio di me >> scherza.
Avvilita, mi limito a scuotere il capo e a sfiorargli con la punta delle dita uno zigomo sul quale è già comparso un grande livido.
<< Ora vorrei portarla a casa >> interviene Myoga, la voce ancora un po' scossa nonostante, almeno all'apparenza, non abbia subito conseguenze dal suo malessere.
<< Una buona notte di sonno e il mondo le sembrerà un posto diverso >>.
Un posto diverso?
All’improvviso, provo l'insano istinto di urlare e di buttarmi per terra, mentre il risultato della combinazione di shock e dolore serpeggia nel mio corpo come una marea oscura.
Se solo il mio capo sapesse la verità.
Forse pensa che questa brutta esperienza sia la cosa peggiore che mi sia mai accaduta.
Chiudo gli occhi.
Quanto avrei desiderato che fosse vero, e quanto avrei voluto andar via dal ristorante con mio marito per far ritorno nella nostra casa, con l'unico problema di dover dimenticare al più presto possibile il disgustoso volto di quegli uomini.
Una desolazione troppo grande, perché le parole possano esprimerla, invade la mia anima e mi concentro con tutte le mie forze per fare appello a quel minimo di forza che mi è rimasto.
<< Non sarà necessario >> mormoro.
Tento di sorridere, ma mi rendo subito conto che è un'impresa impossibile. << Uno dei poliziotti ha detto che mi avrebbe scortato al cottage >>.
<< Ti accompagno io >> afferma Inuyasha, gli occhi socchiusi.
<< E non discutere, Kagome, per favore. Non adesso. >>
Qualcosa nella totale mancanza di espressione nella sua voce e nel suo viso, mi induce a sedare le parole di protesta che istintivamente stavo per pronunciare.
<< Va bene >> accetto << Vado a prendere la giacca >>.
Un pensiero domina gli altri mentre insieme camminiamo verso l'auto.
Inuyasha ha corso il rischio di essere ucciso e solo per proteggere me.
E forse è stata solo colpa mia, forse qualcosa che ho detto o fatto ha spinto i teppisti ad aggredirmi.
Forse, ma non avrei saputo dirlo con certezza.
Probabilmente, dopo tutto, i miei zii avevano sempre avuto ragione: la mia bellezza è solo una vile trappola, una brutta tentazione che induceva gli uomini a tirare fuori il peggio di se stessi.
<< Ora non iniziare a darti delle colpe >> la voce di mio marito, mi fa sobbalzare.
<< Quelli non sono uomini, sono diavoli >> riprende lui. << Provano il brutale istinto di distruggere ciò che è bello. Sono dei buoni a nulla, dovrebbero marcire in galera per il resto dei loro giorni >>.
<< Mi dispiace tanto >> sussurro, scuotendo il capo.
<< Non hai nulla di cui scusarti, devi convincertene. Non hai fatto nulla di sbagliato. Dimentica tutte le idiozie che ti hanno propinato i tuoi familiari e fidati di me. Non so cosa ti stia succedendo in questo momento, ma di una cosa sono certo: non è stata colpa tua. I tuoi attuali pensieri sono gli stessi di tutte le vittime della violenza. Pensano che in qualche modo abbiano contribuito ad aggravare le circostanze. Che nulla sarebbe successo se si fossero trovate in un altro posto, o se si fossero comportate in modo diverso, magari se avessero indossato abiti diversi. Sono solo sciocchezze. Non è stata colpa tua, credimi >> ripete con enfasi.
Annuisco debolmente: << Hai ragione, scusami sono una sciocca >> ribatto senza forze.
Lui stacca gli occhi dalla strada, giusto l'attimo necessario a guardarmi in viso.
<< Ti porto a casa mia, d'accordo? Dormirò sul divano se questo servirà a farti stare più tranquilla. Ora, se hai ancora voglia di parlare di ciò che è accaduto al ristorante... >>
<< No >> mormoro << voglio solo dimenticare >>.
Lui non dice più nulla, apparentemente concentrato sulla strada che si snoda nella campagna oscura e immobile, lasciandomi in compagnia dei miei pensieri.
Per quanto tempo potrò continuare così?
Quanto tempo ancora posso trascorrere prima del mio inevitabile crollo?
Non esiste via di fuga: posso solo sperare che Inuyasha desista e mi lasci sola.
<< Siamo arrivati >>.
La voce di lui mi  sottrae al filo del mio ragionamento.
Obbediente, scendo dalla vettura e lo seguo fino alla porta del cottage.
<< Penso che un caffè generosamente corretto sia necessario >> afferma lui, dopo aver richiuso la porta alle nostre spalle.
<< Vuoi pensarci tu mentre io vado a cambiarmi la camicia? >>.
Guardo allora quella che indossa, lacera e sporca di sangue: << Penso che dovresti lavare le ferite sul viso >> commento incerta << L'occhio ormai è quasi chiuso >>.
<< Non è un problema >> minimizza lui.
<< Questa volta ci penso io >> affermo mentre gli prendo un braccio: << Siediti, prendo dell'acqua e un asciugamano. Poi dovrai fare una doccia fredda, fra poco sarai coperto di lividi >> parlo piano, senza guardarlo in viso.
<< Se hai voglia di prenderti cura di me, non mi opporrò di certo >> scherza lui << Ho sentito la mancanza delle tue attenzioni >>.
Con un nodo che mi serra la gola, mi volto di scatto e corro in bagno.
Prendo quello di cui ho bisogno e torno nel salone.
L'atmosfera è vibrante di tensione e il silenzio è totale,  mentre mi inginocchio davanti a lui per lavargli il viso gonfio, iniziando a pregare disperatamente.
Una muta preghiera tesa a ritrovare la forza per non tradirmi, per arrivare fino in fondo alla strada che ho deciso di percorrere.
<< Ora basta! >> dice all’improvviso, afferrando il mio polso.
<< Baciami >>.
<< Cosa? >> chiedo incredula, puntando gli occhi nei suoi, che scintillano nella penombra in cui è immersa la stanza.
<< Ho detto: baciami. Per favore >> aggiunge, quando io non do alcun segno di muovermi.
Così faccio quello che so di non dover fare, quello che voglio fare, ciò di cui ho bisogno..
Mi chino su di lui, sfiorando con le labbra la pelle livida dello zigomo per poi raggiungere le sue labbra.
Inuyasha mi bacia a sua volta con una passione quasi frenetica, ed è il punto di non ritorno.
Dapprima i suoi movimenti sono quasi selvaggi, come se  volesse impossessarsi non solo del mio corpo ma anche della mia anima.
Poi il suo leggendario controllo riemerge e la sua bocca diviene calda e sensualmente erotica.
Con gesti lenti mi spoglia, liberandomi della gonna e della camicia sporca e spiegazzata, con dolcezza disarmante; poi strappa di dosso a sé i vestiti con una fretta mal contenuta.
Trattengo il fiato guardando i segni che la lotta ha lasciato sul corpo di Inuyasha, ma la mia esitazione non dura più di un istante, perché al mondo ormai esistiamo solo noi due e tutte le emozioni che le mani di lui suscitano in me mentre giocano sul mio corpo.
- Come sono riuscita a sopravvivere così a lungo senza di lui?- mi chiedo,
facendo scorrere le dita sulla pelle calda di lui.
Noi due ci apparteniamo.
È stato così sin dal primo incontro.
Sin dal primo istante, quest'uomo è diventato più importante della mia stessa vita.
Un gemito mi sfugge dalle labbra quando lui si china a baciare il mio corpo, in completa adorazione, facendomi sentire venerata e amata, come solo lui è in grado di fare. Bacia ogni piccola parte della mia pelle, lasciando una scia di fuoco che sento bruciare fin dentro l’anima.
Il mio uomo.
Il mio amore.
È lui, la mia vita.
Sono le sue mani, il suo amore, la sua forza, che mi tengono in vita.
Senza di lui, morirò comunque.
Mi lascio andare alle sensazioni, godendo di ogni istante in cui i nostri corpi si stringono e si sfiorano.
Mormora il mio nome, prima di entrare dentro di me con un solo colpo deciso, per portare entrambi, velocemente e inesorabilmente verso il culmine dell'estasi.
Dopo, mi stringe forte contro il petto, le braccia e le gambe intorno al mio corpo, come a volermi proteggere da tutto il male che il mondo avrebbe potuto infliggermi.
Non sa però che il male vero, è dentro di me…
Scivolò in un sonno tranquillo, felice di stare accanto all'uomo che amo tanto.
Qualcosa ad un certo punto nella notte, mi sottrae al mio sonno privo di sogni.
Apro gli occhi, ma le palpebre sono pesanti e mi sento stanca, come se fossi  stata drogata.
A fatica capisco che siamo distesi sul tappeto davanti al camino.
Inuyasha dorme ancora, e ancora mi protegge con il suo corpo.
Per un momento mi cullo nel suo calore poi, all'improvviso, l'adrenalina mi serpeggia nelle vene, inducendo il mio cervello a risvegliarsi completamente.
Come ho potuto essere così debole?
Tutte quelle settimane di agonia, quei crudeli confronti, sprecati in questo modo.
Adesso, dopo che abbiamo fatto l'amore, sono tornata esattamente al punto da dove sono partita tre mesi prima.
Per la seconda volta sarò costretta a spezzare il cuore all'uomo che amo, ma ogni cosa ora sarà più difficile.
Sono fuggita e l'espediente non ha funzionato.
Ho fatto del mio meglio per rifiutarlo e ho finito per fare l'amore con lui.
<< Kagome, amore mio >> biascica muovendosi e apre gli occhi << Tutto andrà bene, credimi >>.
Raggelo, mille pensieri che mi vorticano nella mente.
<< Inuyasha, io devo andare >> mi libero dal suo abbraccio << Devo tornare a casa >>.
<< Non c'è nessuna fretta >> replica lui, il tono caldo e pigro: << Abbiamo
tutta la notte a disposizione >>.
<< No! >>
Mi sollevo di scatto e con fare frenetico raccolgo i miei vestiti sparsi sul pavimento.
Questa volta, allarmato, lui si mette a seduto, l'espressione del viso repentinamente dura.
<< Non di nuovo! >> sbotta incredulo.
<< Tu non capisci >> dico, mentre lui si affretta a rivestirsi.
<< Ma capirò >> afferma lui << Credimi, capirò. Niente scuse, niente bugie. Adesso tu mi parlerai, e mi parlerai con onestà >> ribatte alterato come mai l’ho visto.
<< Perché mi hai lasciato? Lascia perdere la stupida storia del matrimonio che non funzionava, è solo una banale scusa che non può continuare a reggere. Perché mi hai lasciato? >> mi incalza.
<< Sono disposto a stare qui per giorni, settimane, anche mesi... Non mi muoverò prima di aver saputo la verità. E quel Koga! >> aggiunge, agitando una mano in aria.
<< A te non importa niente di lui. Non avresti potuto fare l'amore con me con tanta passione se fossi stata innamorata di un altro uomo. Io ti conosco. Ora guardami negli occhi e dimmi che non mi ami. Dimmi che non mi vuoi più nella tua vita >>.
Mi copro la bocca con una mano mentre lui avanza e prima che possa raggiungermi, mi giro e corro verso la porta, la spalanco e fuggo nella notte con l'unico desiderio di essere inghiottita dalle ombre e di non fare mai più ritorno.
Inuyasha mi riafferra per un braccio prima ancora che io riesca a girare l'angolo e mi attira  a sé con tale forza che vacillo in preda a un capogiro.
<< Tu mi dirai tutto >> sibila << E lo farai adesso! Io ti amo, ho il diritto di sapere. Sei mia moglie, dannazione, mia moglie! Che fine hanno fatto tutti i nostri progetti? I figli, una casa in campagna, invecchiare insieme... >>.
<< Io non invecchierò! >> urlo forte, tutte le emozioni faticosamente represse per mesi che tornano a galla impedendomi di essere forte e coraggiosa.
<< Non invecchierò, hai capito? Mi restano ancora pochi anni prima che il mio corpo ceda, prima di essere costretta a trascinarmi con le stampelle per poi finire su una sedia a rotelle! >> grido isterica, piangendo a dirotto.
<< Kagome! >> mi chiama lui, attonito, ma non lo ascolto.
<< No, adesso ascoltami. Era quello che volevi, giusto, sapere la verità? Questa è la verità, nuda e cruda! Morirò! Lo capisci? >>
Lo schiaffo che colpisce in pieno il mio viso, mi lascia per un istante senza fiato, ma serve a farmi  riemergere dal baratro isterico in cui sono precipitata.
Ci guardiamo entrambi sotto shock, immobili, come se il mondo intorno a noi, si fosse bloccato assieme ai nostri respiri.
Oh Dio, cosa ho fatto?

 





ANGOLINO MIO ^^


Ehm lo so.. volete uccidermi.. ma era necessario finisse cosi, perche da qui inizia il Pov Inuyasha, e sarebbe stato un capitolo troppo lungo. 
Aggiornerò prestissimo, sabato o domenica, il tempo di dare a tutte modo di leggere questo capitolo e fare supposizioni su cosa accadrà ora eheh :D
Kagome è espolsa! E ha parlato, non proprio come immaginavate dalle recensioni! Che ne pensate? Cosa accadrà? Cosa dirà Inuyasha?? :)
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, poi ci sarà un breve Epilogo.

Allora volevo chiarire: molte mi hanno chiesto della malattia. Posso dirvi che parlo della malattia chiamata " Distrofia Miotonica " che è una malattia genetica neuromuscolare, che fa parte delle distrofie muscolari e che colpisce qualunque età. Il quadro clinico è caratterizzato da perdita di massa muscolare, in particolare negli arti, miotono, c difetti nel sistema di conduzione cardiaco, alterazioni endocrine e deficit cognitivi nei casi congeniti. È presente un fenomeno di anticipazione per cui l'esordio tende a presentarsi ad un'età sempre più giovane di generazione in generazione nella stessa famiglia.

Ringrazio tutte le splendide persone che hanno letto la storia, che sono tantissime.
E ringrazio chi l'ha aggiunta tra preferiti,seguite e ricordate.

Ringrazio per le splendide recensioni *.* <3
Vi amo e mi piace tantissimo leggere i vostri commenti, risponderò presto a tutte! Fatemi sapere comè questo capitolo! :D
Che dire, a presto!! :)
Per qualsiasi cosa potete contattarmi su face, sulla pagina EFP o sul Gruppo Facebook "le storie di pillina 28"

KISS
 

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Capitolo 7
*** 6° capitolo ***


Ciao belle..Ecco l'ultimo e sudato capitolo..Assicuratevi di aver letto il precedente prima, visto che ho aggiornato velocemente ^^ vi lascio subito alla lettura e vi invito poi a leggere anche le note di fondo! E vi ricordo, che c'è ancora l'Epilogo da pubblicare!
Buona lettura <3





 
INUYASHA POV

Come uno sciocco avevo ceduto alle richieste incessanti della mia bella ma testarda sorellina Sango e, alla fine, l’avevo accompagnata all’appuntamento con la Wedding Planner che aveva ingaggiato per l’organizzazione del suo matrimonio.
- Ti prego Inuyasha – mi aveva implorato, con tono piagnucolante – Miroku è all’estero per lavoro e la ragazza che devo incontrare, mi ha anticipato l’appuntamento. Voglio che vieni anche tu, per consigliarmi!  E poi, visto che sarai tu a pagare, mi sembra anche giusto che sia tu ad accompagnarmi! Dai! Non mandarmi da sola.. -  mi aveva guardato con quei suoi occhioni color caffè e non ero riuscito a dirle di no, maledicendo in tre lingue diverse Miroku per non essere li per accompagnarla.
Per tutto il viaggio, sentendola blaterare di fiori, tovaglie e di quanto fosse fantastico il suo futuro marito, nonostante le volessi un gran bene, ero tentato di piantarla in asso di fronte l’ufficio della Wedding Company e di defilarmi.
Quando però siamo entrati  e ho visto la splendida donna che ci attendeva, ho dimenticato ogni cosa.
Ci siamo guardati e lei, ha lasciato cadere goffamente a terra la cartelletta che aveva in mano; cercando di non ridere, per non metterla in ulteriore imbarazzo, l’ho aiutata ottenendo da parte sua un ringraziamento appena sussurrato.
Per tutto il tempo, l’ho osservata, mentre concentrata sul lavoro, esponeva le sue idee, rivolgendosi a mia sorella e cercando di evitare totalmente il mio sguardo e ho capito che, come me, anche lei era rimasta turbata dal nostro incontro e cercava di non darlo a vedere.
Era bellissima, la donna più bella che avessi mai incontrato:  i lunghi capelli neri le scendevano come una cascata ribelle, in morbide onde lungo tutta la schiena; il viso dall’ovale perfetto, le labbra rosee e carnose, l’incarnato latteo senza imperfezioni, la rendevano davvero bellissima.
Quando infine mi sono presentato, mettendo in chiaro di non essere io il futuro marito, mi ha guardato dritto con quegli occhi dal colore intenso e assolutamente fantastico e lì, in quel momento, ho capito di essere perduto.
Mi sono innamorato di lei all’istante,un vero colpo di fulmine proprio come accade dei classici film romantici.

In seguito, corteggiandola e passando del tempo con lei, ho conosciuto la vera Kagome e soprattutto, la sua vera bellezza: ho conosciuto una ragazza dolce, gentile, dal cuore puro; ho visto una donna giovane ma forte e indipendente. Ho amato il suo modo di guardarmi, di gesticolare quando un argomento le sta particolarmente a cuore; il suo modo di tenermi testa e di dirmi sempre ciò che pensa; il suo arrossire come una bambina, ogni volta che le faccio un complimento e il modo in cui le brillavano gli occhi quando l’ho baciata per la prima volta.
E ho visto il suo sguardo commosso e pieno di amore, quando le ho confessato di amarla ed è lì, che ho capito davvero, che volevo quella donna fantastica nella mia vita, per sempre.
Volevo che con il suo calore, la sua grinta, il suo amore e la sua allegria, riempisse le mie giornate giorno dopo giorno.
Volevo che fosse la madre dei miei figli...
E così l’ho sposata: una cerimonia semplice, sulla spiaggia, con pochi invitati ma è stato il giorno più bello della mia vita, della nostra vita. E il viaggio di nozze, solo io e lei, lontani dal lavoro e da tutto il resto, è stato il sogno più bello che io avessi mai vissuto.
Lei ha riempito la mia vita, lei mi ha donato una vera vita
…e ho pensato che niente, nessuno sarebbe mai stato in grado di dividerci, di distruggere un amore così... un amore vero.
 

- Present - 

La sento muoversi e irrigidirsi e, pigramente, apro gli occhi per guardarla: << Kagome, tesoro mio. Tutto andrà bene, credimi >> le sussurro assonnato.
<< Inuyasha io devo andare >> è la
risposta che mi gela sul posto, facendomi riemergere dal torpore; << Devo tornare a casa >> continua tirandosi seduta.
<< Non c'è nessuna fretta >> replico io << Abbiamo tutta la notte a disposizione >> dico, cercando di convincerla a non interrompere questo meraviglioso idillio.
<< No! >> dice sollevandosi di scatto e raccattando i suoi vestiti e, in quel momento, realizzo che sta succedendo di nuovo: si sta allontanando da me! Ancora!
<< Non di nuovo! >> sbotto incredulo e allarmato di fronte alla sua reazione.
<< Tu non capisci! >> dice con voce tremante e io velocemente indosso i miei vestiti, parlando poi con voce dura: << Ma capirò. Credimi, capirò. Niente scuse, niente bugie. Adesso tu mi parlerai, e mi parlerai con onestà… Perché mi hai lasciato? Lascia perdere la stupida storia del matrimonio che non funzionava, è solo una banale scusa che non può continuare a reggere. Perché mi hai lasciato? >> la incalzo.
<< Sono disposto a stare qui per giorni, settimane, anche mesi... Non mi muoverò prima di aver saputo la verità. E Koga! ..  A te non importa niente di lui. Non avresti potuto fare l'amore con me con tanta passione se fossi stata innamorata di un altro uomo. Io ti conosco. Ora guardami negli occhi e dimmi che non mi ami. Dimmi che non mi vuoi più nella tua vita >> dico io urlando con rabbia e disperazione.
Non può andarsene di nuovo, non dopo quello che è successo.
Non può farmi del male ancora!
Ha fatto l’amore con me, con una passione pari alla mia e ciò dimostra che i suoi sentimenti per me non sono cambiati, perché nessuno può fingere cosi bene. Nessuno!
La vedo guardarmi per un attimo incerta, poi velocemente fugge fuori nella notte.
Con uno scatto la inseguo e la afferro per un braccio con violenza a stento trattenuta, voltandola velocemente verso di me:  << Tu mi dirai tutto >> sibilo arrabbiato come non mai << E lo farai adesso. Io ti amo, ho il diritto di sapere. Sei mia moglie, dannazione, mia moglie! Che fine hanno fatto tutti i nostri progetti? I figli, una casa in campagna, invecchiare insieme... >>.
<< Io non invecchierò! >> urla con tutto il fiato che ha in gola, raggelandomi poi con le sue parole: << Non invecchierò, hai capito? Mi restano ancora pochi anni prima che il mio corpo ceda, prima di essere costretta a trascinarmi con le stampelle per poi finire su una sedia a rotelle! >>
<< Kagome! >> la chiamo attonito.
<< No, adesso ascoltami! Era quello che volevi, giusto? Volevi sapere la verità? Questa è la verità, nuda e cruda! >>.
Senza troppa violenza ma con decisione, le mollo a malincuore un ceffone, che riesce a farla riemergere dal baratro isterico in cui è caduta.
Ora mi guarda sconvolta, disperata, in lacrime e io, per la prima volta nella mia vita, non so cosa fare.
Anzi.. per la seconda volta nella mia vita.
La prima è stata tornare a casa e venire a sapere che se n'era andata: la cosa mi ha letteralmente tramortito.
Per un attimo, leggendo quelle poche righe su quello stupido pezzo di carta, ho sentito la mia vita cadere in pezzi.
 
- Devo andar via Inuyasha. So che non capirai, ma ti prego di perdonarmi e di non cercarmi. Non siamo fatti per stare insieme.. è meglio se finisce qui. Sii felice. -
 
Stronzate!
Non eravamo fatti per stare insieme?
Eravamo perfetti: complici, felici, innamorati..
Fin dalla prima volta che l’ho vista, cosi timida e impacciata, mi ha rapito il cuore.
Lei è diventata la cosa più importante della mia vita e, quello che è nato come un’attrazione potente, si è trasformato in un amore travolgente e impetuoso, che mi ha letteralmente travolto.
All’inizio ero anche spaventato dai miei sentimenti per lei: nella vita ero stato ferito troppe volte da persone che avrebbero dovuto amarmi e, non volevo lasciare tanto potere ad una persona.
Eppure lei ha sconvolto tutta la mia vita e io, ho ringraziato ogni giorno per la fortuna che ho avuto nell’incontrarla perché, ho cominciato a vivere, solo da quando l’ho conosciuta.
Essere felice?
Come poteva chiedermi di esserlo se avevo perso il mio Sole?
La mia ragione di vita?
Mi sentivo perso e spaesato, arrabbiato e incazzato nero!
Come poteva comportarsi così?
Come era riuscita a voltare le spalle al nostro amore e a fuggire come una ladra, senza dare una spiegazione?
Volevo vendetta, volevo trovarla e farla soffrire come lei ha fatto soffrire me lasciandomi in quel modo... ma quando l'ho vista.. quando l'ho vista il mio cuore ha ripreso a battere e il sangue ha ripreso a scorrere.
Allora ho capito di essere spacciato: ho capito che lei è la mia vita, che senza di lei non vivo.. e che se faccio male a lei, finisco per farne a me.
Ho capito che non potevo ferirla.. che non potevo farle del male.. e ho cercato di riprendermela in un modo o nell’altro.
Ho cercato ogni modo per provocarla e farla arrabbiare, solo per farle tirare fuori la verità.
Ero roso dalla gelosia, sicuro che lei mi avesse lasciato per un altro: ma quando ho conosciuto il suo amico, quel Koga,  non ho potuto credere neanche per un secondo che Kagome mi avesse lasciato per lui.. un ragazzo scialbo, magro, assolutamente anonimo.. e tra l’altro tra i due sembrava esserci si del feeling.. ma nessuna passione.
Mi sono disperato e arrabbiato cercando un motivo valido, una spiegazione al suo comportamento e alla sua fuga.. perché era evidente che lei non fosse affatto felice.
Che ci fosse qualcosa di grosso dietro a tutta questa storia era quasi certo; ed era altrettanto ovvio che mi stesse nascondendo qualcosa… ma mai, nelle mie ipotesi peggiori, ho pensato ad una cosa del genere…
Malata.
Kagome è malata e,da quello che ha detto, si tratta di una malattia terribile ed incurabile.
Non ho mai pensato potesse accadere una cosa simile.
Non ho mai pensato potesse succedere proprio a noi.
Eppure eccola la verità che per mesi ho cercato disperatamente.. la verità.. è che lei è malata.
Possibile che siamo cosi sfortunati?
Che il destino ci ha concesso solo pochi mesi di felicità, prima di sottoporci a questa terribile prova?
Stupidamente ho sempre pensato che niente e nessuno, potesse turbare la nostra felicità e il nostro amore.
Sono stato uno sciocco.
Purtroppo, soprattutto quando si ha tanto denaro, ci si dimentica di certe realtà perché si pensa egoisticamente di poter risolvere ogni cosa, qualsiasi cosa, con i soldi..
Ci sono cose però, che neanche il denaro può risolvere: e allora, anche se ne hai talmente tanto da non riuscire a spenderlo tutto in una vita, ti senti inutile…
Con lentezza e con il cuore straziato, mi avvicino a lei, la sollevo tra le braccia e la porto in casa, sedendomi su una poltroncina del divano.
Tutto sembra grigio ora, senza più colore.
Tutto sembra spento, mentre lei continua a piangere tra le mie braccia e, ogni sua lacrima, penetra nel mio cuore, creando una nuova crepa.
Vorrei fare qualcosa, ma non so cosa.
Però, nella nebbia della disperazione che comincia ad avvolgermi, un pensiero è comunque fisso nella mia mente: la amo disperatamente e niente neanche questa notizia riuscirà ad allontanarmi da lei.
Combatteremo fino alla fine, fino all’ultimo respiro.
Se è vero che è malata, se è vero che le resta poco tempo da vivere.. bè io voglio passare con lei tutto quel tempo.. voglio godermi ogni istante insieme a lei, ogni singolo attimo..  non permetterò che lei per paura si allontani da me.
Sarò la sua forza.. e quando se ne andrà, porterà con se il mio cuore..che ormai le appartiene.. il mio cuore è dentro di lei.
Ora non mi resta che farglielo capire.
Non mi resta che spiegarle che lei, malata o no, è l'unica per me... per sempre.

 



KAGOME POV

Lentamente Inuyasha mi solleva tra le braccia e mi riporta i casa, mentre io rimango inerme.
Non cerco di contrastare la sua forza fisica, non cerco di oppormi.. sarebbe tutto inutile.
E poi, sono ancora sconcertata dall’enormità di ciò che è accaduto.
L'ho condannato a un inferno in terra.
Se la consapevolezza di quanto mi sta per accadere sarebbe stato un fardello troppo pesante per Inuyasha e se di conseguenza mi avrebbe girato le spalle, i sensi di colpa lo avrebbero tormentato per il resto della sua vita. E in caso contrario... Come posso avergli rivelato il mio segreto se davvero lo amo così tanto?
Perché lo amo più di ogni altra cosa al mondo.
<< Rilassati, piccola, rilassati >>.
Inuyasha si è seduto su una poltrona e mi sta cullando, accarezzandomi i capelli e coprendomi il viso di baci che nulla hanno di passionale.
<< Andrà tutto bene, te lo prometto. >>
<< Non è possibile >> mormoro con un filo di voce, reclinando il capo quel tanto che mi basta per guardarlo in faccia. << Non è possibile >> ripeto, il cuore straziato perché nei suoi occhi leggo un amore profondo e disperato.
Cerco di rimettermi in piedi ma lui non me lo permette.
Mi stringe al petto al suo petto con forza e posso sentire il battito impazzito del suo cuore che contrasta drasticamente con il suo atteggiamento controllato.
<< Affronteremo tutto insieme, amore mio >> mormora Inuyasha << Qualsiasi cosa sia >>.
<< Ho una malattia che mi annienterà nel giro di qualche anno >> dico allora, la voce priva di inflessione, il corpo rigido.
<< Non sarò più bella, non sarò più niente >> continuo << Dapprima perderò l'uso delle gambe, poi tutti gli altri muscoli verranno coinvolti. Infine, sarò in grado di respirare solo se verrò attaccata a una macchina. E poi morirò >>.
<< Smettila >> Inuyasha mette le mani sulle mie spalle e mi scuote leggermente << Non dire queste cose >>
<< Ma è la verità >> incalzo io << Volevi la verità e ora l'hai avuta >>.
Ho commesso un errore imperdonabile confessandogli tutto. Inuyasha non avrà mai il coraggio per fronteggiare una situazione simile.
D'altra parte, perché dovrebbe?
Non è un suo problema, mi conosce solo da poco più di un anno. Non è giusto chiedergli di rinunciare alla sua felicità, alla sua spensieratezza, alla sua stessa vita, in nome di un amore ancora troppo giovane.
<< Perché non mi hai detto niente? >> domanda lui con tono tranquillo << Cosa ti ho fatto per indurti a tacere? Non ti fidavi di me? >>
<< Io ti amo >> dico disperata.
<< Sarebbe una risposta? Tu mi ami, e per questo mi hai lasciato? Mi porti via l'unica cosa che rende la mia vita degna di essere vissuta, e lo chiami amore? >>
<< Inuyasha... >> balbetto incerta.
<< No, adesso ascoltami >>.
 Inuyasha si alza e con delicatezza rimettendomi in piedi. Mette un dito sotto il mio mento e mi costringe a guardarlo.
<< Quando tornai a casa e trovai il tuo
biglietto, ero sicuro che non avrei resistito al colpo, che avrei perso il senno. Non volevo continuare a vivere, non senza di te. Mai avrei immaginato di incontrare una donna in grado di farmi questo, ma tu ci sei riuscita >> afferma, poi respira a fondo.
<< Ho capito sin dal primo istante che avrei potuto fidarmi completamente di te. Ne ho avuto la certezza >>.
Mi limito a rivolgergli uno sguardo, incapace di replicare.
<< Tu invece non hai avuto fiducia in me >> riprende lui << Perché? >>.
<< Non è questo il punto >>.
<< Invece sì >> afferma lui, la voce vibrante di rabbia e frustrazione, per quanto controllata.
<< Sei fuggita, non mi hai concesso nessuna possibilità, hai voluto affrontare tutto da sola. Mi hai chiuso la porta in faccia! >>.
 << Ma i fiori... >> sussurro << Non era giusto chiederti di accettare il mio stato considerate le tue esigenze. Non volevo la tua pietà, non volevo disgustarti >>.
<< Come hai potuto pensare anche per un solo istante cose così assurde? >>.
Inuyasha mi attira a sé con un gesto improvviso, e altrettanto improvvisamente
mi bacia le labbra prima di respingermi di nuovo.
<< Dobbiamo parlare >> sentenzia << E questa volta devi dirmi tutto. Ma prima... >>
Mi sospinge verso una sedia, poi si inginocchia davanti a me e il mio cuore fa le capriole.
<< Prima devi sapere che io ti amo. Ti amo più di chiunque altro al mondo, più di qualsiasi cosa, e sarà sempre così. Se non riusciremo a trovare una cura per la tua malattia, allora morirò anche io >> afferma, e seda le mie proteste sul nascere, appoggiandomi una mano sulla bocca.
<< O forse continuerò a vivere per altri dieci o vent'anni >> aggiunge << magari per altri trenta, ma dentro di me sarò morto. E se mi lasci adesso, morirò comunque >>.
<< Riuscirai a dimenticarmi >> affermo incerta.
<< Come tu potresti dimenticare me? Dimmi, potresti farlo? Potresti?>> incalza.
<< No >> ammetto debolmente.
<< E allora, perché dovrei farlo io? Perché sono un uomo? O perché credi che io non ti ami davvero? >>
<< So che mi ami >> concedo, il cuore che batte così rapido da causarmi dolore fisico.
<< Ma chiederti di affrontare tutto questo quando non sei costretto a farlo è troppo >>.
<< Devi essere impazzita >> ipotizza Inuyasha << se davvero credi a ciò che stai dicendo. Sin dal primo momento in cui ti ho vista tu sei diventata la mia vita. Io e te siamo la stessa cosa, non te ne rendi
conto? Tu sei parte di me. Noi non siamo più due singoli individui. Ogni cosa che riguarda te, riguarda me. Io respiro per te, dormo per te, sei la mia metà e il completamento di cui ho bisogno per sentirmi vivo. E poi, che cosa hanno a che fare i fiori con la tua malattia? >>.
<< A casa ti piaceva che fossero sempre freschi, perfetti. Non volevi assistere alla loro decadenza >> gli ricordo, sommersa da un'ondata di angoscia.
<< Davi ordine di cambiarli ogni mattina affinché fossero sempre belli >>.
<< Ti rendi conto che stai parlando di fiori? >> commenta lui scuotendo il capo con fare incredulo.
<< Cosa c'entra la mia fissazione per i fiori con te? >> mi guarda come se fossi pazza.
<< Pensavo che non avresti retto vedendomi spegnere giorno dopo giorno >> mi difendo.
<< Kikyo ha detto... >> .
<< Kikyo? Avrei dovuto immaginarlo >> borbotta lui << Che cosa ha fatto tua sorella? >> chiede inviperito.
<< Lei è malata, terribilmente malata, come lo sarò io fra qualche anno, quando avrò la sua età. Ha detto che per te sarei diventata un cappio al collo e ha ragione. Tu hai la tua vita da vivere >>.
<< Non ho mai sentito un tale cumulo di infami sciocchezze >> replica lui, questa volta con rabbia.
<< E non riesco a credere che tu abbia accettato questa linea di ragionamento. Cosa è successo alla nostra relazione, alla fiducia, alla promessa di amarci e rispettarci sempre, in salute e in malattia? Pensi di valere quanto quei maledetti fiori? È questo il tuo problema? Pensi che io mi sarei limitato a sostituirti con una donna più fresca per poi riprendere la mia strada come se nulla fosse accaduto? È davvero questa l'opinione che hai di me? >> il tono è deluso e disperato.
Lo fisso senza vederlo.
È  quello che ho pensato di lui?
No, non davvero, non nel profondo del mio cuore.
<< Io ti amo >> ripete Inuyasha prendendomi fra le braccia.
<< Ti amerò per sempre, continuerò ad amarti anche se tu dovessi lasciarmi. Non lo capisci? Quando non sei accanto a me, questo mondo è vuoto, grigio, inutile! >> esclama, stringendomi tanto da farmi mancare il respiro.
<< Ovvio, sono affascinato dalla tua bellezza, ma è solo un dettaglio. Io amo la persona che sei, amo la tua forza di volontà, la tua onestà, il tuo senso dell'umorismo. Se tu domani fossi vittima di un incidente, e se rimanessi sfigurata o disabile, ne soffrirei, ma non per i motivi che pensi tu. Soffrirei
per la tua sofferenza, ma non ti abbandonerei mai. Adesso siediti e raccontami tutto, cominciando dal momento in cui io sono partito. Sei stata da tua sorella vero? Ti ha detto lei della malattia? >>.
<< Sei certo di volerlo sapere? >> domando, mentre Inuyasha prende posto su una poltrona e mi attira sulle sue ginocchia.
 << La prognosi è chiara... si ratta di una malattia Neurodegenerativa >> riprendo quando lui annuisce << Non esistono cure o possibilità di guarigioni miracolose. Non ti biasimerei se tu volessi andare via >>.
<< Biasimerei te se lo facessi >> insiste Inuyasha.
<< Tu sei mia e io sono tuo. Ho diritto di aspettarmi da te quanto non ho avuto e non vorrei nemmeno dal resto dell'umanità. Mi aspetto amore, fiducia e condivisione. In una parola: tutto >>.
<< Non avremo una vera famiglia, non avremo figli >> riprendo con una strana sensazione che si sta impossessando di me, un misto di gioia e di angoscia.
<< È una malattia ereditaria, che si presenta sempre più frequentemente di generazione in generazione. Non potrei correre il rischio di avere un bambino >> dico straziata.
<< Sei tu la mia famiglia >> sottolinea Inuyasha con tono gentile << Questo te l'ho già detto quando, pochi giorni dopo il nostro matrimonio, ti parlai dei miei genitori. Se avrò solo te, e niente figli, mi basterà. Anzi, sarà già più di quanto avessi sperato >>.
Lacrime copiose iniziano a rigarmi il viso, lacrime e singhiozzi disperati troppo a lungo trattenuti durante questi mesi di angoscia e solitudine.
Inuyasha lascia che io pianga tutte le mie lacrime, continuando a cullarmi fra le braccia, e anche dopo, mentre gli racconto tutto, non mi lascia andare, quasi volesse tenermi vicina per fare ammenda dei giorni e delle notti che abbiamo trascorso separati.
Andiamo a letto all'alba, e tra baci e carezze, cominciamo ad amarci e continuiamo fin quando il sole diventa una palla infuocata che splende alta nel cielo, con i suoi raggi che si insinuavano attraverso le persiane per illuminare la stanza.
 
Passiamo l'intera giornata chiusi in camera, alternando ore di sonno con ore di passione.
E infine, quando le ombre calano ancora, Inuyasha mi parla dei fiori.
<< Mio padre non regalava mai dei fiori a mia madre >> racconta, la voce cupa.
<< Io alle volte raccoglievo per lei delle margherite mentre tornavo da
scuola, e un sorriso radioso le illuminava il viso. Non le buttava mai. Quando si seccavano, le conservava fra le pagine dei libri. In seguito, quando andai via da casa, presi l'abitudine di mandarle un mazzo di fiori ogni settimana, non importava in quelle parte del mondo fossi >>.
Lo abbraccio, colpita dell'espressione di dolore che si è dipinta sul suo viso. << Non è necessario che continui >> lo esorto. << A me non importa più dei fiori >>.
<< No, voglio dirti tutto. Avrei dovuto farlo mesi fa >> precisa Inuyasha << ma per me era troppo difficile parlarne. Sono stato io a trovarla, capisci... Mi recai a farle visita un fine settimana, ma mia madre doveva essere morta già da un giorno: una crisi cardiaca, così stabilì il medico legale. I bouquet che le avevo spedito erano tutti lì, nella sua stanza, ormai secchi, insieme
ai bigliettini che li avevano accompagnati. Vedi, quando mi fermavo da lei non entravo mai nella sua camera, non sapevo che conservasse tutti quei fiori >> aggiunge, scuotendo il capo.
<< La scena di quei fiori mort, e di mia madre riversa sul suo letto, è qualcosa che non dimenticherò mai più. Però sul suo viso c'era un'espressione serena, come se infine avesse trovato la pace >>.
Tace per qualche istante e si girò per guardarmi in viso.
<< Ora possiamo tornare a casa? >> mi chiede guardandomi con amore.
<< Dovrei dirlo alla signora Kaede >> ribatto io.
<< Certo, lo faremo dopo, insieme. In ogni caso, non ti avrei mai permesso di tornare al cottage ieri. Ho avuto abbastanza buon senso da capire che con ogni probabilità era la nostra ultima occasione per chiarire le cose >>.
<< Tu hai approfittato di una situazione così tragica? >> domando, il tono indignato nonostante un sorriso stia incurvando gli angoli della mia bocca. Il primo sorriso dopo settimane di lacrime.
<< Esatto! >> conferma Inuyasha.
<< Ma ero disperato, dovevo almeno provare. Adesso però tornerai a casa con me, e quindi non posso che essere fiero del mio intuito >>.
Senza bisogno di altre parole, facciamo di nuovo l'amore, questa volta lentamente, godendo ogni singolo istante,ogni singola carezza, ogni singolo sguardo.
Mentre mi perdo nell'estasi, non provo più paura.
Il passato, il futuro, nulla ha più importanza.
Tutto quello che conta è Inuyasha.
Ed è qui accanto a me.


<< E cosi l'amore ha vinto su tutto vero? >> ci accoglie la signora Kaede, quando torniamo al cottege per comunicarle la nostra partenza.
<< Sapevo che sarebbe successo. Era solo questione di tempo >> ci dice, cogliendoci di sorpresa.
<< Voi due siete l'esempio dell'amore vero ed esso, è riflesso nei vostri occhi ogni volta che siete insieme. Eravate destinati a continuare il vostro amore, me lo sentivo >> e sentendo le sue parole, ho le lacrime agli occhi.
<< Grazie per tutto quello che ha fatto per me, signora Kaede >> dico stringendola in un abbraccio commosso.
<< Figurati, sei una ragazza speciale. Spero che tornerai a trovarmi, di tanto in tanto.. mi farebbe davvero piacere. Anche se credo che il tuo bel marito, ti terrà impegnata per un pò.. >> dice sorridendo allusiva.
<< Ci terremo in contatto >> promette Inuyasha, abbracciandola a sua volta << e ho trovato un giovanotto che ogni tanto passerà a sistemarle il giardino, va bene? >>.
<< Grazie caro, sei davvero gentile. Vi auguro tanta felicità >> dice commossa la signora, abbracciandolo nuovamente.
Sorrido un pò triste e un pò commossa per le sue parole.
Chissà se riuscirò davvero a rivederla presto..

Stiamo per partire, quando di fronte al giardino vedo l'auto di Koga, il quale scende piano dalla vettura e si avvicina.
Inuyasha lo nota e fa per dire qualcosa, ma lo anticipo, poggiando una mano sul suo braccio: << ti prego. E' mio amico ed è stato buono con me. Non sa la verità e probabilmente non lo rivedrò più. Lasciami parlare con lui, senza fare il gelosone >> dico allora con calma.
<< Va bene >> acconsente subito, lasciandomi sorpresa.
<< Kagome.. >> sento chiamare e mi giro, trovando Koga a due passi da me.
<< Ciao Koga.. >> dico allora e lui si volta verso Inuyasha << Salve, signor No Taisho >> e Inuyasha, si limita ad un cenno di saluto.
<< Così parti e torni con lui è.. >> dice sorridendo tristemente, nel guardare le mie valige nell'auto.
<< Si, ho deciso di tornare con mio marito >> rispondo allora, non sapendo bene che dire.
<< Mi mancherai Kagome sai? Era bello averti vicina. Tu sei una di quelle persone speciali che si incontrano una sola volta e quest'uomo qui.. è un bastardo davvero fortunato! >> dice amaro, accennando un sorriso.
Mi irrigidisco, aspettando una replica alterata di mio marito ma, ancora una volta mi stupisce.
Si avvicina a Koga tranquillamente e gli porge una mano.
Il mio amico mi guarda per un attimo sorpreso quanto me, poi la stringe a sua volta.
<< Ti ringrazio per esser stato un buon amico per mia moglie >> dice sorprendendoci ancora << non mi sei particolarmente simpatico, ma lei aveva bisogno di un amico e tu c'eri. Quindi sotterrerò la gelosia e penserò solo all'aspetto positivo della faccenda >>.
Lascia la stretta e si avvicina a me, cingendomi le spalle e dandomi un bacio sulla testa: << Hai ragione sai? Sono un bastardo fortunato >> dice stringendomi di più e il mio amico fa un cenno di assenso, prima di rivolgersi ancora a me.
<< Spero che sarai felice Kagome, perchè lo meriti tanto. Ora devo andare. Scrivimi ogni tanto ok? E se ti trovi da queste parti, fammi un fischio >> mi dice, strizzandomi l'occhio.
Mi avvicino e lo abbraccio spontaneamente, commossa: << Grazie Koga.. sei una persona speciale. Troverai chi saprà davvero apprezzarti >> dico, sciogliendo l'abbraccio.
Mi sorride e se ne va.
Addio Koga..
<< Andiamo a casa amore >> mi dice Inuyasha, stringendomi a se << qualunque cosa succederà in futuro, lo affronteremo e, insieme stavolta >>.
<< Si, torniamo a casa >> dico, lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.





ANGOLINO MIO
Allora, eccoci, questo non è proprio l'ultimo capitolo: come ben sapete ci sarà un Epilogo.. alquanto particolare. Quindi la storia non è ancora finita! =)

Ci tenevo innanzitutto a dire qualcosa: in questa storia ho parlato di malattia e assicuro che non l'ho fatto con superficialita'. Sto per diventare infermiera e con quello che ho scelto di fare, purtroppo la malattia è la quitidianità; quindi se ne parlo è per scrivere di qualcosa di vero. Naturalmente in questo genere di storie l'argomento è un pò romanzato e spesso c'è un lieto fine, come invece poche volte c'è nella realtà. Non so se il finale sarà di vostro gradimento o meno, ma spero prioprio di si. Vedremo poi nell'Epilogo.
Io ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia tra PREFERITI- SEGUITE - RICORDATE! Un simile successo non me lo aspettavo davvero.
Grazie a chi si limita a leggere, siete davvero tantissimi! *___*
Grazie alle splendide persone che hanno recensito, vi adoro e sto rispondendo ora a tutte ^^ <3 <3
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questo capitolo, il più difficile per me da scrivere. Vi Aspettavate questa reazione? Il POV Inu ? Cosa pensate accadrà nel finale? Fatemi sapere le vostre idee!

Un abbraccio, ci leggiamo nel weekend con l'Epilogo. =) KIss


 

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Capitolo 8
*** Lontano dagli occhi,dentro al mio cuore.. ***


Ciao. Prima che leggiate questo ultimo capitolo, volevo ringraziare di cuore tutte le meravigliose persone che hanno letto questa storia: mai mi sarei aspettata cosi tanto appoggio, grazie davvero *.*
Di storie come questa, di gente che soffre, che è costretta a perdere i propri cari, che siano amici, mogli, mariti, figli, genitori.. ce ne sono tantissimi.
La storia era uno spunto a riflettere su quanto a volte si è davvero fortunati e quanto poco ce ne accorgiamo. E' un invito ad amare con tutto il cuore e a vivere ogni minuto prezioso al meglio.
Quasi mai storie cosi hanno un bel finale, ma io sono una sognatrice e ho deciso di regalare un finale utopico alla storia,diverso da quello che spesso accade della realtà, perchè quello che volevo trasmettere, penso di averlo comunque trasmesso.
Sperando di non deludervi, vi auguro buona lettura ^^






EPILOGO 4 settimane dopo
 
Invece di tornare a casa, come mi ero aspettata, Inuyasha aveva deciso di farmi una sorpresa e cosi, aveva organizzato per una specie di seconda luna di miele: noi due soli, nella sua casa a Corfù, lontani dal mondo e da tutti i problemi.
Erano state tre settimane fantastiche in cui ci siamo goduti la pace, la tranquillità, il sole, il bellissimo mare e.. il nostro amore.
Entrambi, di comune accordo, abbiamo deciso di non parlare della malattia e dei mesi in cui siamo stati lontani, ma di goderci il più possibile questi giorni insieme, visto che prima o poi, saremmo dovuti tornare alla realtà e Inuyasha sarebbe dovuto tornare a lavoro, da cui mancava ormai da molto tempo.
È stato difficile non pensare alla mia condizione, soprattutto negli ultimi giorni sull’isola, quando ho cominciato ad avvertire qualche strano malessere: niente di grave, solo delle piccole vertigini, sonnolenza e inappetenza.
Ho cercato di però di nascondere le mie preoccupazioni ad Inuyasha: a volte, l’ho trovato intento ad osservarmi in modo strano, con sguardo triste ed assorto e ho capito che, anche se non lo da a vedere, anche se cerca di farmi ridere e divertire, sta soffrendo immensamente per questa situazione.
Povero amore mio..
La sofferenza più grande non è per me stessa, ma per lui.
Odio l’idea di farlo stare male, odio l’idea di lasciarlo da solo.. odio il pensiero di quanto soffrirà quando io non ci sarò più.
E ora questi strani malesseri che fino a pochi giorni fa non avevo mai avuto..
Che siano i primi sintomi della malattia? Che stia già agendo?
In verità pensavo, o almeno pregavo, di avere più tempo, prima di cominciare a stare male.. ma forse sbagliavo.
Più volte sono stata tentata di parlarne con Inuyasha: mio marito vuole che io gli dica tutto e, dopo quello che è successo e il modo in cui me ne sono andata, posso capirlo.
Tuttavia, l’idea di rovinare i nostri ultimi giorni di vacanza, parlandogli dei miei sospetti, mi sembrava davvero inutile.
E cosi pensavo di parlargliene appena tornati. Alla fine però non ci sono riuscita.
 
Siamo tornati a casa da tre giorni e, proprio questa mattina, Inuyasha è stato costretto a ripartire, per un viaggio di lavoro che non ha assolutamente potuto rimandare.
Sembrava indeciso, se partire o meno lasciandomi da sola ma, nonostante le mie paure, l’ho spronato ad andare tranquillamente, senza preoccuparsi per me.
Ora sono seduta nel giardino della grande villa avvolta dalle ombre della sera; i rumori della città che non riescono a violare la barriera di protezione degli alberi ad alto fusto e dei cespugli rigogliosi che circondano il grande parco della casa.
Osservo con pigro interesse un piccolo insetto affaccendarsi fra i fiori.
E’ strana la sensazione che si è impadronita di me da quando ho infine condiviso il mio dolore con Inuyasha.
Non sono felice, la consapevolezza di ciò che il futuro ha in serbo per me, me lo impedisce, ma è come se l'accettazione dell'inevitabile abbia cancellato tutto l'orrore e la pena, esaltando in qualche modo la gioia di vivere.
Non posso prevedere cosa accadrà negli anni a venire, ma di una cosa sono certa, perché Inuyasha me l’ha ripetuta cento volte: avremmo affrontato tutto insieme, e per il momento ciò deve bastarmi.
Guardo l'orologio d'oro che porto al polso, un altro dolce regalo di mio marito.
Sono le nove.
Dovrei rientrare e mangiare qualcosa, ma il pensiero del cibo mi infastidisce e decido di rimandare ancora un po’.
Gli uccelli notturni che abitano il grande parco hanno dato inizio al loro concerto.
Inuyasha non tornerà prima dell'indomani sera, ma io ne sento la mancanza, per quanto sia partito solo da poche ore.
Chiudo gli occhi e mi appoggio allo schienale della sdraio.
Inuyasha mi ama, tanto.. più di quanto avrei supposto possibile.
Non ho più dubbi al riguardo, ma quanto desidero non dover essere costretta a lasciarlo solo così presto!
Forse più presto di quanto immagino..
I pochi anni di salute che ancora mi sono stati concessi mi sembrano un tempo dolorosamente breve.
Questa consapevolezza mi strazia l'anima perché se tutto fosse accaduto all'improvviso, magari per un incidente, allora sarebbe stato diverso...
<< Ciao, bella addormentata >>.
Una voce tanto amata e due labbra che mi baciano dolcemente la fronte, mi sottraggono repentinamente dal dormiveglia in cui sono caduta.
Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare quelli ambrati e pieni di amore di Inuyasha.
Lui mi solleva fra le braccia e, stringendomi al petto, comincia a girare su se stesso, continuando a pronunciare il mio nome, con il tono della voce felice ed eccitato.
<< Inuyasha basta, mettimi giù! >> ribatto ridendo.
Lui seda le mie proteste con un altro bacio prima di obbedire.
<< Dovevi tornare domani >> commento, guardandolo con fare ansioso.
C'è una strana espressione sul suo viso, come se qualcosa dentro di lui stesse per esplodere.
<< Devo dirti una cosa >>
La voce gli trema appena, ma il panico che mi ha aggredito svanìsce immediatamente.
A giudicare dalla gioia che illumina il suo sguardo non può trattarsi di brutte notizie!
<< Siediti >> riprende lui << e resta seduta mentre parlo. Non interrompermi prima che io abbia finito, d'accordo? >>.
Annuisco  appena curiosissima e mi siedo sul prato.
Lui mi imita subito, incurante del costoso abito di sartoria che indossa.
<< Sono stato da tua sorella >>  annuncia Inuyasha tranquillamente.
<< No! >> esclamo angosciata; << Avevi promesso che non lo avresti fatto... non ancora, non prima che io fossi pronta! >>.
<< Non era necessario che tu fossi pronta >> precisa lui; << Non avevo nessuna intenzione di parlartene. Volevo solo scoprire qualche dettaglio in più sulle diagnosi e le cure, prima di intraprendere ricerche più approfondite >> aggiunge, poi fa un pausa e respira a fondo.
Allora mi prende il viso fra le mani e mi guarda dritto negli occhi.
<< Ascoltami bene, amore mio. Tu non sei malata. Sei sana come un pesce, davvero e non ti succederà nulla! >>
<< Cosa? >> mormoro flebile, certa di non aver capito << Cosa hai detto? >>.
<< Non sei malata. Ho controllato amore, ho verificato tutto, ne sono sicuro. Perdonami, io non intendevo darti la notizia così, volevo arrivarci gradualmente per evitarti uno shock. >>
La testa mi gira, le orecchie mi ronzano e tutto sembra sfocato.
Con il corpo scosso da tremiti, appoggio la fronte sulla spalla del marito, incapace di parlare e persino di sperare.
<< Ora ti racconto tutto dal principio >> riprende lui.
Mi stringe fra le braccia con forza: << Ieri ho contattato il marito di Kikyo e  questa mattina ho preso un aereo per andare da lei. Sapevo che tua sorella non avrebbe voluto ricevermi e, francamente, dopo quello che mi hai detto di lei, ero certo che non avrei ottenuto nulla anche in caso contrario. Così ho incontrato lui per pranzo, in un ristorante non lontano da casa sua. È una brava persona, sai? >> domanda e io annuisco.
Naraku sembra un bravo uomo e mi dispiace per quello che deve patire a causa della malattia di Kikyo.
<< Quanto conta per te il fatto che Kikyo sia tua sorella? >> mi domanda all’improvviso.
<< Cosa? >> Sorpresa, alzo il viso per guardarlo: << Non saprei >> ammetto scuotendo il capo; << Sono successe troppe cose, e ormai non credo che il rapporto fra di noi possa essere più ricucito, davvero non... >>
<< Ebbene, voi due non siete consanguinee >> afferma di botto Inuyasha << Questo forse ti farà male, ma l'uomo e la donna che tu consideravi come i tuoi genitori non sono tuo padre e tua madre >>.
<< Non capisco >> mormoro sotto shock.
<< Ti spiego: sembra che i suoi genitori abbiano sottoposto Kikyo a dei controlli medici quando aveva sette anni, periodo nel quale la malattia cominciò a manifestarsi nella madre. L'infausta diagnosi fu confermata e quindi, anche desiderando avere altri figli, si rassegnarono a riversare tutto
il loro amore su di lei, viziandola in modo incredibile. Quando la bimba compì nove anni, un'amica di famiglia restò incinta in seguito a un'avventura senza seguito. Il marito era all'estero per lavoro e lei rifiutò di abortire, ma non poteva neanche tenere il bambino. Così, d'accordo con i tuoi genitori, architettarono un piano >>.
<< Sono figlia di quella donna? >> dico incredula, cominciando a capire.
Inuyasha annuisce: << Esatto. I genitori di Kikyo partirono insieme alla donna per un lungo viaggio. Nessuno sapeva che la loro amica fosse incinta, e dunque nessuno, ebbe motivo di dubitare quando la madre di Kikyo dichiarò al loro ritorno che tu eri sua figlia. In questo modo ne uscirono tutti felici: la donna perché aveva salvato il suo matrimonio, e i genitori di Kikyo perché avevano avuto il bambino che tanto sognavano. Solo tua sorella ne risentì >> precisa lui allora, mentre io non so che dire:  << Sembra infatti che tu fossi bellissima già dalla nascita, eri tutto ciò che la madre di tua sorella aveva desiderato in una figlia. Lei così venne trascurata, abbandonata nella consapevolezza della malattia tremenda che l'avrebbe distrutta, mentre i suoi genitori dedicavano attenzioni e cure solo a te >>.
<< Dio mio, ma è una cosa terribile! >> sospiro allora, pensando a quanta crudeltà deve aver subito.
<< Sì, un caso di vera violenza psicologica >> conferma mio marito;  << Naraku, suo marito, è consapevole che la malattia e le violenze emotive subite dalla moglie hanno minato il suo stato mentale, ciò nonostante non poteva accettare che lei ti avesse dato informazioni false e atroci. Non l'abbandonerà mai, ma ha voluto in qualche modo rimediare al danno raccontandomi tutto. E ora, vuoi vedere una foto di tua madre? >>
<< Ne hai una? >> replico, il viso di nuovo illuminato; << È ancora viva? >>
<< No, mi dispiace, è morta sei anni fa >>
Prende dalla tasca una vecchia istantanea e me la porge.
<< Sono io >> mormoro, fissando il ritratto della donna sorridente e tremendamente giovane che, con un leggero accenno di pancia, fissa l'obiettivo.
<< Sì, le assomigli molto. E ti rendi conto di cosa significa tutto questo? Il futuro ci appartiene di nuovo, e siamo liberi di fare tutto ciò che vogliamo. Non ci saranno più incubi tanto atroci per noi. Puoi ritornare a essere di nuovo te stessa >>.
<< Ma io non so più chi sono >> affermo alzando lo sguardo verso di lui: << E’ una sensazione così destabilizzante >> aggiungo scossa.
<< Sei mia moglie e sarai la madre dei miei figli >> afferma Inuyasha << Ma più di ogni altra cosa, sei quella che sei diventata durante i tuoi ventidue anni di vita. Hai la tua identità, tesoro mio, il tuo coraggio e la tua forza. Sei la mia bellissima Kagome, e ti amerò per sempre >>.
Copiose lacrime rigarono il mio viso ma non saprei spiegare perché sto piangendo. Forse per i genitori che non sono mai stati davvero i miei; per la sorella che non è mai stata mia sorella, per la donna che è stata felice di liberarsi di me e che non mi ha mai cercata, portandosi il segreto nella tomba…
Poi un pensiero mi attraversa la mente, splendente e gioioso come un raggio di sole: piango  anche di sollievo e di gratitudine.
Inuyasha mi ha restituito la vita, ed è lui la mia famiglia.
In lui ho trovato la mia completezza.
Lo abbraccio per un tempo infinito, mentre piango sfogando tutta la tensione di questi mesi di inferno che ho passato.
Piango perché finalmente posso godermi la vita insieme a mio marito.
Dio ti ringrazio.. non lo merito forse, ma sono contenta di essere stata cosi fortunata.

<< Solo non capisco >> sussurro all’improvviso.
Perché in questi giorni sono stata male? Che sia stato solo un malessere passeggero?
<< Cosa amore mio? >> chiede dolcemente Inuyasha, carezzandomi il viso.
<< Ecco in questi giorni, mi sono sentita un po’ strana. Malessere generale, capogiri, un po’ di stanchezza e, pensavo fossero i primi sintomi della malattia. Avevo paura, ma visto che eravamo in vacanza, non volevo preoccuparti >> dico allora incerta.
Inuyasha mi stupisce, guardandomi sorridente: << Pensi che non me ne sia accorto? Anche se tentavi di nasconderlo, eri molto pallida e si notava che non stavi molto bene >> afferma sorprendendomi.
<< All’inizio anche io ho pensato a qualcosa di brutto ed è per questo che ho anticipato il viaggio per andare da Kikyo. Quando ho saputo la verità, ho capito che fortunatamente non era quella che pensavo. Se per te va bene, vorrei che andassi comunque dal medico per un controllo generale.. >> dice carezzandomi il viso con tenerezza << ma forse mia cara mogliettina, io avrei una spiegazione a tutto ciò >> mi dice e noto che i suoi occhi sono lucidi.
<< Di cosa parli amore? >> chiedo io, con un nodo alla gola.
<< Beh ecco.. credo che quella sera, nel mio cottage, presi dalla passione e poi da quello che mi hai rivelato.. ecco.. >> parla e sembra non trovare le parole giuste e io lo fisso stralunata: è raro che mio marito sia senza parole.
<<  Inuyasha.. tesoro, cosa stai cercando di dirmi? Non capisco >> chiedo stranita.
Lui mi guarda per un attimo, poi si avvicina e sfiora con le labbra il mio orecchio: << Dico, amore, che quella volta, siamo stati un po’.. come dire.. sbadati. Forse potrebbe essere qualcos’altro, qualcosa di meraviglioso >>.
Spalanco gli occhi dopo qualche secondo, realizzando il significato delle sue parole! Istintivamente porto una mano alla pancia e lui, notando il mio gesto sorride commosso.
<< Vuoi dire che potrei.. ? >> dico incredula, mentre un onda di felicità mi invade il corpo.
<< Potresti essere incinta amore.. del nostro bambino! >>.
<< Oddio, il pensiero non mi ha neanche sfiorato! >> dico sotto shock << Eppure, la stanchezza, i capogiri, la mancanza di appetito.. e in più, il ciclo è molto in ritardo! >> dico spalancando ancora di più gli occhi.
<< Dio che incoscienti! Se io fossi stata.. >> comincio tremante, ma lui mi interrompe: << se sei incinta Kagome, è un segno del destino. Tu sei sana, non sei malata! Siamo liberi di essere genitori! E siamo incredibilmente fortunati! >> mi dice stringendomi tra le braccia con forza e io lo stringo a mia volta.
<< Amore è meraviglioso! >> dico piangendo, commossa.
Lui si allontana un poco e mi asciuga le lacrime con i suoi baci.
<< Si amore meraviglioso, sono al settimo cielo! >> dice, con sguardo commosso.
<< E se ci sbagliassimo? >> dico con un nodo alla gola, pensando che forse ci stiamo solo illudendo.
Ma lui mi sorride sereno: << Domani andremo da un medico e vedrai che confermerà i nostri sospetti! E poi, beh.. se per caso non lo sei ancora, sono sicuro che lo sarai presto! Faremo l’amore ogni giorno e ogni notte per tutti gli anni a venire, moglie mia >> dice malizioso, prima di darmi finalmente un bacio ricco di passione.
 << Per me va bene amore >> confermo emozionata, un ampio sorriso a illuminarmi il viso.
<< Saremo felici per sempre.. >> affermo ancora, gettandomi su di lui e baciandolo con tutto l’amore possibile.
Un amore grande, forte, profondo.. un amore vero.
Ci amiamo con le stelle a fare da testimoni e nessuno dei due sa ancora che, di li a otto mesi, sarebbe nata la prima tra gli angioletti, che avrebbero riempito la nostra vita di quell’amore che è destinato a durare per sempre.
 


The End <3

Ebbene è finita! 
Devo dire che mi dispiace, mi sono affezionata alla storia e a voi lettrici. Vi adoro!
Grazie di cuore per tutte le splendide recensioni che ho ricevuto e per quele che arriveranno per questo finale.. Grazie di cuore mi avete incoraggiata tantissimo!
Spero che mi facciate sapere se il finale è stato o meno apprezzato! non è stato facile scegliere un lieto fine, ma va bene cosi.

Ringrazio tutte le persone splendide che hanno letto la storia, siete tantissime *-*
Ringrazio tutti quelli che l'hanno inserita tra PREFERITI SEGUITE e RICORDATE, GRAZIE!!!!
Ringrazio chi mi ha seguito dall'inizio di questo percorso, con tutto il cuore <3

Che dire, non so se riesco oggi, ma comunque nei prossimi giorni, pubblicherò il primo capitolo di una nuova storia.
Un altra storiaancora, arriverà invece da Agosto, quindi non vi libererete di me cosi presto! =)


Grazie ancora a tutte, risponderò a tutte le recensioni!
Se volete contattarmi sono su facebook e ho una pagina, vi lascio il link:
 
https://www.facebook.com/groups/682770181739869/

 Un bacio

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