Vivere

di Bigup
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** È buio. ***
Capitolo 2: *** Luce apparente. ***



Capitolo 1
*** È buio. ***


Stronzate. Stasera si cambia registro. Quant'è insopportabile il mondo con le sue utopie? E poi? Poi ci sono io, la me di stasera intendo, tornata a casa carica di disgusto. Fumo, come ogni sera, anestetizzo la giornata; vedo lui sul divano, sonnecchiante: capisco la sua soddisfazione. Ha vissuto la sua solita giornata, felice e contento. Mi appoggio leggermente sul tavolo, indecisa sul da farsi. Lo copro ed esco a mangiare qualcosa. La sua innocenza è agghiacciante. Speriamo non mi senta, non sono in vena di spiegazioni. Ho freddo ma la voglia di coprirmi è nulla. Entro nel solito pub, prendo un panino e come per magia la fame scompare, me lo aspettavo. Lotto tra la me che vorrebbe conquistare il mondo e quella che vorrebbe solo conquistare il letto, cedo. Ho appena varcato l'ingresso, lui si è trascinato fino alla camera, stessa cosa che farò io. Sembra sempre più che non sia in grado di capirmi, nonostante gli anni che ci uniscono. Ma infondo è sempre stato così per noi: meno sapevamo e meglio stava l'altro, nell'illusione  che nulla poteva toccare l'altro lato dell'amore, tolta un'altra persona, in quel caso la faccenda diventerebbe grave. Mi appoggio sul letto, alla fine il suo odore è ciò che procrastina i pensieri, sprofondo sotto la coperta; è notte, ho sonno.

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Capitolo 2
*** Luce apparente. ***


È mattina, l'ennesima mattina. Lui si gira mugugnando, niente di nuovo, cerca affetto: sa dove trovarlo. Dovrei rivoluzionare la mia vita oggi, parlare con chi devo, risolvere i problemi, ma alla fine, sgattaiolo silenziosamente fuori da quel rifugio. Nella mia mente elenco ciò che mi aspetta la giornata: traffico, semaforo rosso, litigata, lavoro, messaggi e chiamate di circostanza, lavoro, litigata, semaforo rosso e traffico. Di tanto in tanto riaffiora in me il ricordo della mia famiglia, ah la famiglia, no, non sono morti, ci mancherebbe, tutti amiamo la nostra famiglia, no? Lavoro come infermiera, il sogno di mia madre, il mio era farmi chiamare dottoressa, un punto d'incontro non validissimo. La sofferenza delle persone dopo anni non è più così assassina, così soffocante, così ingiuriosa e pietosa, ormai è normalità. Sono molto diligente ma semplicemente perché non sono una che sbaglia, non sono una che si arrende, quelle poche volte che persi nella mia vita segnarono il mio orgoglio, per questo so solo vincere, ma infondo guardatemi, cosa ho di una vincente? Apparentemente tutto. Donna in carriera, sposata con l'uomo che ha sempre amato fin da piccola; ecco forse l'unica cosa che mi manca è un figlio ma in realtà non mi manca affatto. Sono troppo egoista per crescere un'altra creatura, non sopravvivrebbe. Ebbene si, siamo giunti alla sera, il mio dolce maritino allude al fatto che dovremmo far l'amore, ma come glielo dici? Come si dice ad un uomo come lui che la tua testa è altrove e non sai nemmeno ti dove si nasconda. Lo fai, ma ricordi quanto era emozionante amare fra le lenzuola qualche tempo fa, dove è finito tutto quanto. Lo amo, e non è una cosa opinabile, lui non è mai cambiato: insopportabile e infantile dal primo giorno ad oggi, ne ero conscia, eppure lo amo molto. Ci addormentiamo sfiniti agli antipodi del letto cercando i rispettivi piedi dell'altro.

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