The girl who hides the truth.

di __Lunatica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I promise you ***
Capitolo 3: *** Pygmy Puff ***
Capitolo 4: *** Welcome Home ***
Capitolo 5: *** Perfect Day ***
Capitolo 6: *** Unforgettable kiss ***
Capitolo 7: *** Burke vs. Malfoy ***
Capitolo 8: *** Hogsmeade ***
Capitolo 9: *** A little party never killed nobody ***
Capitolo 10: *** Christmas holidays ***
Capitolo 11: *** Non è Natale senza famiglia ***
Capitolo 12: *** I solemnly swear that I am up to no good ***
Capitolo 13: *** Malfoy Manor ***
Capitolo 14: *** Valentine's Day ***
Capitolo 15: *** Happy Birthday Weasley ***
Capitolo 16: *** La vendetta, la severa e l'osservatore ***
Capitolo 17: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 18: *** loyalty questioned ***
Capitolo 19: *** Trust me ***
Capitolo 20: *** All These Things ***
Capitolo 21: *** Who Run the World? ( Gryffindor ) ***
Capitolo 22: *** One Last Time ***
Capitolo 23: *** Nobody said it was easy ***
Capitolo 24: *** AVVISONE ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The girl who hides the truth

                            Prologo                






Era una normale sera di agosto, l'aria era densa di umidità e il cielo, senza neanche una nuvola, era costellato da centinaia di stelle luminose, eppure quella per me era tutto tranne che una serata qualunque. 
Avevo meditato a lungo su quel momento, ero rimasta dubbiosa sul da farsi, eppure ora ero certa della decisione che avevo preso ormai un paio di mesi prima. Nessuno mi aveva obbligato a prendere quella decisione, io avevo semplicemente acconsentito a prendere parte a quel piano perchè, infondo, ero sempre stata sicura del mio destino, ancora prima che il Signore Oscuro tornasse. 
Stavo attraversando i giardini di Villa Malfoy, quelli che un tempo erano giardini sontuosi e pieni di vita mentre ora della loro bellezza era rimasto ben poco, accompagnata da mio padre e da Severus Piton quando una figura incappucciata ci raggiunse.
Mi bastò guardare i capelli biondi che uscivano appena dal capuccio per capire di chi si trattasse, Narcissa Black. In quel momento capii che non avrei più potuto tornare indietro, la decisione era stata presa e ora l'unico modo per poterne uscire era morire o uccidere e questo, a differenza di ogni aspettativa, mi diede la carica per andare avanti, incontro al mio destino. 

Stavo aspettando ormai quasi da un'ora fuori dalla porta della stanza in cui mio padre stava ricevendo il marchio, consapevole che, se il piano non avesse preso il verso migliore, lo avrei ricevuto presto anche io. Quando la porta si aprì e da essa si affacciò la più leale e fedele seguace di Lord Voldemort, Bellatrix Black, capii che era giunto il mio momento. Senza che nessuno disse niente entrai nella stanza. Vidi un tavolo occupato da sole quattro persone, il primo che notai fu il Signore Oscuro in tutta la sua fierezza e la sua crudeltà seduto a capotavola mentre accarezzava meccanicamente il suo temuto serpente, Nagini, immadiatamente spostai lo guardo su mio padre, seduto dritto e fiero come un nobile con una luce negli occhi che solo chi lo conosceva davvero poteva percepire, Severus, seduto al suo fianco mi stava fissando, sapevo bene cosa mi stesse dicendo con il suo sguardo e Narcissa guardava dritto davanti a sè come persa nei suoi pensieri. 
-Fatti avanti Ester- sibilò il Signore Oscure e Bellatrix mi spinse appena come se pensasse che avessi avuto intenzione di scappare. 
Feci un paio di passi in avanti fino ad arrivare ad un metro di distanza dalla fine del tavolo, di fronte al capotavola dove era seduto Voldemort. 
-Cara ragazza- iniziò a parlare quest'ultimo -Ho avuto modo di discutere con tuo padre di un paio di argomenti, egli ha infatti umilmente chiesto di non marchiarti questa sera stessa, ma di aspettare che tu riceva il diploma. Devo dirti che reputo questa richiesta alquanto sciocca perchè il mio marchio ti renderebbe solo fiera di te stessa, dico bene?- chiese lui ed io annuii sicura -Eppure- continuò lui -Non posso non accettare la sua richiesta, nonostante tutto so che mi renderai onore e mi servirai fedelmente anche senza il mio marchio e so anche che se dopo anni tuo padre ha deciso di unirsi a noi lo farai anche tu, al momento giusto- 
-Lo farò mio signore- dissi io con voce ferma e sicura -La ringrazio della sua generosità- aggiunsi poi
-Non ringraziarmi mia cara Ester, so che mi ripagherai nel modo giusto, come lo farà anche tuo padre. Ho una missione per te, so che sei l'unica qui dentro che può fare ciò che sto per chiederti e so, perchè me lo ha detto tuo padre, che è sempre stato il tuo scopo.-
-Farò tutto quello che desidera mio Signore- dissi come se non sapessi già cosa mi stesse per chiedere.
-Devi spiare Harry Potter e i suoi amici per me, devi informarmi personalmente su tutto ciò che fanno, ogni cosa, anche la più futile. Tutto questo, ovviamente, senza far mai dubitare della tua tua lealtà verso di loro. Devi fare il doppio gioco per me Ester. Ne sarai capace?-
Avevamo già previsto questa possibilità, tutto stava andando secondo i nostri piani e, cercando di contenere la mia soddisazione, dissi guardandolo negli occhi -Lo farò mio Signore-.




Angolo dell'autore-terrore
Salve gente, allora dopo non so quanto tempo sono tornata con un'altra storia e su la mia saga preferita, Harry Potter.
Se qualcuno è arrivato a leggere fino a questo punto allora è già un miracolo dato che questo orrore, chiamato prologo, fa davvero pietà e misericordia. 
Comunque se vi interessa sapere come va avanti questa follia di storia e cosa ha partorito il mio cervello malato fatemelo sapere con una recensione, altrimenti questa rimarrà una storia sconosciuta al mondo e chiusa a chiave nel mio computer o nella mia testa.  Comunque ci tengo a dire che questa storia è la prima che scrivo su questa saga ed il mio intento sarebbe quello di aggiornare una volta a settimana circa. Inoltre so bene che questo capitolo, se così vogliamo chiamarlo, è estremamente corto, ma mi serviva per introdurre la protagonista della storia, Ester, e per farvi capire, a grandi linee, di cosa si tratta. Vi assicuro che gli altri saranno molto più lunghi.
Al prossimo capitolo, Ambvra.

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Capitolo 2
*** I promise you ***


I promise you


-Sbrigati Ester o faremo tardi come al solito- 
Sbuffai rumorosamete all'ennesimo rimprovero di mio padre, come se fosse colpa mia il ritardo, se mia madre mi avesse svegliato all'ora prevista allora non starei ancora facendo le valigie e sarei già pronta per partire. Non era di certo colpa mia se quel dannatissimo baule non voleva saperne di chiudersi e io ero stufa di saltarci sopra. 
-Ester- mi chiamò di nuovo mio padre, stavo per rispondere, e non mi maniera del tutto educata, quando mia madre entrò in camera e vedendomi saltellare sul baule iniziò a ridere. Ma grazie madre, ti diverte così tanto vedermi in difficoltà? 
-Bambina mia, ti sei portata tutta casa dietro? Scendi che ci penso io- disse e una volta scesa dal baule le bastò agitare mollemente la bacchetta per farlo chiudere di scatto. Dannatissima legge che mi vietava, ancora per poco, di fare magie fuori dai confini di Hogwarts io ti odio profondamente.
-Grazie mamma- le dissi e fece levitare il baule per portarlo giù in salotto inseme a le valige sue e di mio padre. 
-Finalmente- esultò lui -Possiamo andare ora?- chiese esasperato come se fosse lui il cretino che ha passato la passata mezz'ora a saltare sul suo baule come un babbuino in preda ad una crisi epilettica e poi quando sia io che mia madre annuimmo ci smaterializzammo proprio davanti la Tana. 
All'improvviso sentii l'ansia salire e il cuore iniziare a battermi più forte, possibile che mi facesse più paura affrontare i miei amici piuttosto che il Signore Oscuro? Si, era possibilissimo considerato che gli amici in questione erano i miei amici pazzi e facilmente irritabili. 
L'ultima volta che li avevo visti eravamo appena scesi dal treno e ci stavamo salutando sul binario nove e trequarti, avevo promesso di scrivere loro numerose lettere e che li sarei andata a trovare il prima possibile. Invece ero scomparsa nel nulla, senza vederli e senza farmi sentire neanche con una misera lettera di due misere righe tanto per confermare che stessi bene, ma non era stata colpa mia, ero stata occupata per tutta l'estate tra l'allenamento fisico con Malocchio, le lezioni di Occlumazia e legilimanzia con Piton, le lezioni di memitizzazione con Tonks e le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure con Remus.
Era stata un'estate tutt'altro che rilassante e piacevole per me, eppure ora ero lì, davanti alla loro porta e cercavo di ricordare i numerosi discorsi patetici che mi ero preparata negli ultimi giorni senza ricordare neanche una di quelle frasi patetiche che dovevo dire per chiedere umilmente perdono per la mia assenza. 
Iniziai seriamente a meditare una fuga dell'ultimo momento, dopotutto rifuggiardi in Burundi con una falsa identità non mi sembrava un'idea da scartare il quel momento, magari mi sarei trovata bene a vivere tra gente semi nuda e a famigliarizzare con varie specie di animali pericolose.
Quando mio padre bussò mi distrasse dai miei pensieri e vennero ad aprire immediatamente la porta. Due teste rosse appartenenti a due persone praticamente identiche urlarono a squarciagola annunciando il nostro arrivo e vennero ad abbracciarmi calorosamente prima di rifilarmi un bel pungno sulla spalla destra, uno ciascuno. 
Mi lamentai appena e loro mi guardarono in cagnesco, io sorrisi innocentemente assumendo la mia famossisima espressione da cucciolo maltrattato ingrandendo i miei occhioni verde smeraldo e sporgendo appena il labbro inferiore cercando di farli calmare, senza, ovviamente, ottenere alcun successo. 
-Per le mutande di Merlino che fine avevi fatto?- chiese urlando George. 
Io cercai, con uno sguardo supplichevole, l'aiuto di mio padre che da bravo codardo senza boccini entrò in casa alzando le spalle, questa gliela avrei fatta pagare sicuramente. Mia madre mi guardò incoraggiante e poi seguì mio padre. 
Tornai a guardare i gemelli che attendevano ancora una mia risposta e quando mi decisi a rispodere Fred, sorprendendomi, mi soffocò con un abbraccio dicendo -Ok, ti perdoniamo, ma ci hai fatto spaventare a morte, pensavamo che ti fosse successo qualcosa di grave, non farlo mai più, intesi?- 
-Scusatemi ragazzi io...- 
-Ester- fui interrotta da un grido che mi fece gelare letteralmente il sangue. Harry Potter in persona, quello che per me era diventato ormai come un fratello, si stava dirigendo verso di me con uno sguardo da omicida pazzo e scatenato. Io mi nascosi dietro i gemelli che si misero a ridere di gusto vedendo il mi sguardo terrorizzato. 
-Harry, calmati, posso spiegarti tutto ok- iniziai -Ehi stai calmo, abbassa quella bacchetta dai, lo sai meglio di me che non puoi fare incantesimi- aggiunsi quando tirò fuori la bacchetta e iniziò a guardarmi con uno sguardo degno della pazza e scatenata Bellatrix Lestrange 
I gemelli, coloro che mi avrebbero dovuto difendere dalla sua ira, coloro che conoscevo da quando avevo il pannolino, si spostarono facendomi trovare faccia a faccia con il nemico che sembrava intensionato ad affatturarmi. 
-Brutta troll di montagna che non sei altro...- iniziò il moro
-Ehi vacci piano con gli insulti signorino- lo bacchettai io, commettendo un grossissimo errore dato che i suoi occhi parvero infiammarsi per la rabbia.
Fortunatamente a salvarmi da quella situazione arrivò Hermione che si buttò letteralmente sopra di me abbracciandomi fino a non farmi più respirare per un paio di minuti mentre iniziava a parlare a rafica rimproverandomi e minacciandomi di una morte lenta e dolorosa per la mia assenza che, sue testuali parole, l'avevano terrorizzata più di Lord Voldemort in persona. Poi si staccò e venni travolta dalla, ormai non tanto piccola, Ginny che, come i gemelli, mi diede un pugno sul braccio per poi abbracciarmi calorosamente. 
-Avete finito di picchiarmi- mi lamentai borbottando quando anche Ron provo a darmi uno schiaffetto sulla spalla, con scarso successo, dato che riuscii a schivarlo. 
-Guarda George, Ronnino non riesce neanche a picchiare una femminuccia- disse ridendo Fred
-A chi hai dato della femminuccia, Weasley?- chiesi guardandolo con uno sguardo da omicida 
-Non a te mio piccolo maschiaccio- disse lui fingendosi terrorizzato e alzando le mani al cielo prima di scoppiare a ridere seguito da me e da tutti gli altri. 
Mi guardai intorno e mi resi conto di quanto mi fosse mancato stare e ridere con loro, ma mi resi conto che mancava all'appello una persona. Harry infatti era rientrato in casa. Mi rabbuiai appena ed Hermione lo notò immediatamente.
-Stai tranquilla ok? E' solo un po' arrabbiato, gli passerà subito, ti vuole troppo bene per tenerti il muso ancora a lungo.- mi sussurrò all'orecchio e io sorrisi appena. 
Entrammo in casa ridendo ancora, mentre Ron, offeso ci guardava torvo. Salutai il signor Weasley e rassicurai la signora Weasley sulla mia salute dato che, a parer suo, ero dimagrita troppo nel corso dell'estate. Avrei sfidato Merlino in persona ad allenarsi con quel pazzo di Malocchio senza perdere almeno un decina di chili. Non che la cosa mi dispiacesse, ma sarebbe staro anormale se non fosse successo.
Dopo aver sistemato il mio baule nella stanza che avrei condiviso con Ginny ed Hermione decisi di raggiungere la stanza di Ron dove, ne ero certa, avrei trovato Harry.
Come previsto lo trovai seduto sul suo letto con uno sguardo perso nel vuoto fisso davanti a lui. Quando mi vide non disse niente e si girò dall'altra parte. Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti accanto a lui. Perchè doveva rendere tutto così complicato? Non poteva darmi un pugno sulla spalla e poi abbracciarmi come avevano fatto tutti gli altri? Ovviamente no, lui era il Prescelto dopotutto. Si, il prescelto ad essere un musone rompi pluffe del secolo. 
-Harry...- iniziai ma lui mi interruppe subito
-Dove sei stata tutta l'estate?- 
Sospirai, avevo preparato il discorso giorni prima, sapevo come giustificare la mia assenza ed il mio silenzio ma metire a lui non era facile. Noi ci capivamo anche solo con uno sguardo e sapevo bene che se volevo mantenere la mia copertura avrei dovuto recitare meglio di qualsiasi altra attrice.
-Appena sono tornata a casa abbiamo ricevuto una lettera da una delle mie zie che diceva di essere gravemente malata- iniziai -Siamo dovuti partire immediatamente e non ho avuto il tempo di avvertire nessuno. Siamo arrivatì lì e le condizioni erano abbastanza gravi, lei non voleva andare in ospedale e abbiamo dovuto curarla noi, so che...-
-No Ester, tu non sai niente. Avevo bisogno di te più di qualunque altra persona, dopo che Sirius...- le parole gli rimasero in gola e vidi i suoi occhi diventare lucidi, sapevo cosa provava, avevamo entrambi perso una persona importante della nostra vita dato che Sirius, oltre ad essere il padrino di Harry, era un cugino di terzo grado di mia madre e anche la persona, l'unica persona, che le rimase accanto quando lei fu ripudiata dalla sua famiglia in quanto traditrice del suo sague. Inutile dire che Sirius mi era stato simpatico fin dalla prima parola che mi disse che non fu altro che 'Porco' seguito da 'Merlino sei uguale a tua madre' frase che mi riempì d'orgoglio ed autostima. 
 Sapevo che non avrei mai dovuto abbandonarlo così, non in quel momento, eppure avevo delle priorità da seguire e in quel momento avevo deciso di lasciarlo. 
Posai la mia mano sulla sua, stringendola delicatamente. Lui si voltò a guardarmi e lo vidi trattenere le sue lacrime mentre io trattenevo le mie. Lui aveva perso il suo patrigno e io avevo perso uno zio. Nessuno dei due era ancora riuscito a superare quel lutto e nessuno dei due sapeva se mai ci sarebbe riuscito completamente. Ma ora ero lì, lì per lui e per tutti loro e feci una promessa, una promessa che non ero sicura di poter mantenere ma che dovevo fare, per lui ma anche per me stessa, per darmi quel coraggio che dovevo avere per andare avanti -Non me ne andrò più più via, lo prometto. Mai più.-
E fu allora che le parole non avevano più senso, fu allora che lo abbracciai e lui abbracciò me ed in quell'abbraccio ci dicemmo tutto quello che non avremmo mai detto a parole, tutte le paure che avevamo, che condividevamo. 
Quando, dopo un tempo indefinito, sciogliemmo l'abbraccio, mi resi conto di aver pianto appena e lui mi asciugò le lacrime sorridendo appena. 
-Non lo fare mai più, intesi?- disse ed io annuii sicura. Se solo avesse saputo quanto in realtà stavo rischiando per salvare lui e tutte le persone che amavo probabilmente mi avrebbe affatturato all'istante. Silente mi aveva avvertito che sarebbe stato difficile, ma niente era più difficile che mentire a lui, niente mi faceva più paura di essere scoperta, non da Voldemort ma dai miei amici, e di non essere capita e rimanere sola. 

Era ormai notte fonda, i miei genitori mi avevano salutato ore prima promettendomi di tornare prima della mia partenza per Hogwarts per salutarmi. Mio padre mi aveva ripetuto, forse per la centesima volta, di stare attenta a cosa scrivevo nelle lettere e di non finire nei guai. Come se fosse facile. 
Avremmo dovuto dormire, eppure in quel momento mi trovavo in camera dei due gemelli più stupidi al mondo a parlare del loro negozio di scherzi e ad assaggiare alcune delle loro nuove creazioni. 
-Domani verrai a vedere il nostro negozio, dopotutto è anche grazie al tuo valoroso coraggio nell'assaggiare le nostre creazioni che abbiamo potuto aprirlo- iniziò George
-Sì- confermò Fred, -e godrai di una fornitura a vita di Tiri Vispi Weasley- 
-Che bello, posso usufruire dello sconto famiglia- li presi in giro 
-Nessuno sconto famiglia- mi corresse Fred -Tutti pagano nel nostro negozio, anche Ronnino il prefettino, ma tu no perchè lo decidiamo noi-
-Mi sento davvero onorata- dissi sorridendo 
-E fai bene. Però niente filtri d'amore per te, troppo pericoloso, non vogliamo trovarci rivolte di ragazzi infuriati- puntualizzò George.
Risi di gusto scuotendo la testa, parlava come se avessi una fila di ragazzi che mi vieniva dietro -Non ho intenzione di usare nessun filtro d'amore e non ho intenzione di mettermi con nessun ragazzo. Non voglio rovinarmi la vita così presto, sono troppo giovane per pensare a certe cose- o troppo impegnata ad avere a che fare con maghi oscuri e fare il doppio gioco, aggiunsi mentalmente. 
-Giusto George, lei non ha bisogno di filtri per far cadere ragazzi ai suoi piedi- disse Fred
-Ma non dire idiozie, scemo.- risi per la stupidaggine di Fred che invece mi guardava torvo. 
-Guarda che noi siamo seri, vero George?- ed il gemello annuì -Se qualcuno dovesse darti fastidio gli taglieremo i gioiellini- e scoppiammo a ridere tutti insieme. 
Ci zittimmo di colpo quando sentimmo dei passi per le scale. 
-E' Molly?- chiesi sussurrando. 
I due gemelli annuirono e poi senza aggiungere una singola parola si smaterializzarono e io mi infilai nel mio letto appena in tempo dato che due secondi dopo la signora Weasley entrò in camera a controllare che stessimo dormendo. La serata era finita, con lei in giro non potevamo rischiare di essere beccati, altrimenti ci avrebbe sgridati e affatturati tutti. 


Sentii qualcuno chiamare il mio nome, aprii gli occhi e guardai l'orologio, erano le cinque e mezza del mattino, il sole ancora non era sorto. Cercai di rigirarmi nel letto e rimettermi a dormire ma un fiotto d'acqua in faccia mi fece sobbalzare in piedi stupita. 
Davanti a me trovai Remus Lupin e Malocchio Moody guardarmi torvi.
-Hai cinque minuti per cambiarti signorina, oggi allenamento doppio- disse a bassa voce ma in tono autoritario Malocchio prima di uscire dalla stanza seguito da Remus. 
Cinque minuti dopo, puntuale come un orologio, mi ritrovavo in cucina. Appena Molly mi vide mi porse un toast per fare colazione ma lo rifiutai ringraziandola dicendole che avrei mangiato dopo essermi allenata ed uscii insieme a Moody e Remus. 
Ormai sapevo le procedure da seguire così appena fuori puntai la mia bacchetta contro Remus e chiesi -Cosa mi hai detto il primo giorno che abbiamo iniziato ad allenarci?- 
Remus mi sorrise dolcemente e con estrema calma dise -Sei pronta a passare un'estate da Inferno?- così passai a puntare la bacchetta contro Moody e -Dove ti ha nascosto l'impostore durante il mio quarto anno di scuola per prendere il tuo posto? 
Malocchio grugnì e disse -Nel mio baule-.
Poi entrambi mi puntarono la bacchetta contro -Da quando fai parte dell'ordine della Fenice?- 
Sorrisi e -Dallo scorso giugno-. 
E così iniziammo l'addestramento giornaliero, schiantesimi, corsa ad ostacoli, corsa, fatture e tutto ciò che secondo Malocchio sarebbe stato essenziale in caso di pericolo. Poi Remus controllò come me la cavavo con gli incantesimi non verbali e rimase colpito dai miglioramenti che ero riuscita ad ottenere grazie a tutti gli allenamenti dell'estate. 
Alla fine, ormai esausta e con il fiato corto Malocchio richiamò la mia attenzione. 
-Ester, subito qui- e mi misi davanti a lui -Alta la bacchetta- tuonò severo e senza preavviso, senza pronunciare neanche una formula cercò di penetrare nei miei pensieri. 
Mi ci volle un secondo per capire le sue intenzioni, riuscii a malapena a vedere il ricordo di me e i gemelli che scherzavamo e ridevamo ieri sera quando con una prontezza che neanche io mi aspettavo di avere lo respinsi e lo costrinsi a uscire fuori dalla mia testa. 
Remus mi guardò soddisfatto e tutto ciò che fu in grado di dire Malocchio fu -Bene, almeno quel Piton è riuscito a fare qualcosa di realmente utile oltre che pavoneggiarsi come un idiota- facendomi sorridere divertita. 



Angolo dell'autore-terrore

Salve gente, sono lieta di annunciarvi che, dato che poche ma buone persone hanno apprezzato il prologo di questa cosa partorita del mio cervello malato ho deciso di tormentarvi con il secondo capitolo. 
Lo so, è corto, almeno lo è per i miei standard, ma è solo l'inizio di un lungo e terribile viaggio. 
Dato che a me personalmente fa schifo vorrei sapere il vostro parere e capire come posso migliorare, le critiche, se costruttive, sono ampiamente accettate. 
Fatemi sapere che ne pensate, se vi piace o se vi fa schifo, se dovrei continuare oppure no o se, e in questo caso avreste pienamente il mio appoggio, dovrei affatturarmi da sola per impedirmi di scrivere altro. 
Baci, alla prossima settimana con il secondo capitolo. Si aggiornerò, spero, ogni sabato. 
Ambvra.

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Capitolo 3
*** Pygmy Puff ***


Ringrazio di cuore la mia  nevertrustaduck per aver corretto il capitolo.



Pygmy Puff 
 

Rientrai in casa presto, le uniche persone già sveglie erano Arthur, che stava per uscire per andare a lavoro, e Molly che stava preparando la colazione per tutti. Remus si sedette a tavola mentre io decisi di andare prima a farmi una doccia approfittando del silenzio e della pace che avrebbe popolato ancora per poco la casa. 
Salii le scale e passando davanti alla stanza dei gemelli notai che la porta era aperta, così mi affacciai per vedere all'interno e mi accorsi che i letti erano vuoti e sfatti e mi ricordai che si dovevano svegliare presto per andare a lavoro. Non indugiai oltre, andai in camera per prendere il cambio e mi diressi dritta in bagno per farmi la doccia. 
Una volta finita la doccia e rivestita, con i capelli ancora leggermente umidi e raccolti in una coda alta uscii dal bagno e una volta tornata in camera vidi che Ginny ed Hermione si erano finalmente svegliate che vedendomi, già sveglia e preparata avevano un'espressione allibita in volto. Non ero mai stata una persona molto mattiniera, ero sempre stata l'ultima persona a svegliarsi la mattina e mai facilmente o piacevolmente. 
-Dove sei andata?- chiese Hermione interpretando una perfetta versione dell'ispettore Watson 
-Si infatti, dove sei stata?- ed ecco anche Sherlock interpretato da Ginny
Alzai gli occhi al cielo e mentre rifacevo il letto dissi -sono andata a farmi una doccia - 
-E da quando ti svegli così presto?- tornò all'attacco Watson 
-Si, da quando ti svegli così presto?- calcò Sherlock
-La smetti di fare l'eco ad Hermione Ginny?- dissi seccata -E poi è da questa estate che mi sveglio presto, ho preso l'abitudine di fare anche un po' di esercizio fisico dai miei lontani cugini- 
Le loro faccie mi fecero ridere come una pazza, sembrava avessero visto un basilisco nella loro stanza, le sentii bisbigliare tra loro e poi senza ascoltare le loro stupidaggini uscii dalla stanza per andare a fare colazione. 
Quando arrivai Molly mi mise subito davanti una quantità indefinita di cibo e bibite e io iniziai subito a mangiare. Subito dopo Molly salì qualche gradino delle scale per poi urlare -Harry, Ron alzatevi oppure non verrete a Diagon Alley con noi-. 
Per le mutande più consumate di Merlino, mi ero dimenticata che oggi saremmo andati a Diagon Alley, l'allenamento mi aveva talmente impegnato che avevo dimenticato tutto il resto. Oggi avrei visto per la prima volta il negozio dei gemelli e, ne ero sicura, lo avrei saccheggiato. 
Finii velocemente la colazione, e salii di corsa le scale, incrociai Ginny ed Hermione già pronte che stavano andando a fare colazione, le superai e mi fiondai in camera di Harry e Ron. 
Incredibile, stavano ancora dormendo beatamente, dovevo svegliarli. Senza pensarci due volte saltai sul letto di Harry iniziando a saltare come una bambina la mattina di Natale impaziente di aprire il regalo. Harry si svegliò e urlò, Ron sobbalzò urlando -Andate via ragni assassini- io smisi di saltare e iniziai a ridere di gusto. 
-Ma sei una pazza?- mi urlò Harry 
-Si, lo so, mi sei mancato tanto anche tu Harry- dissi sorridendo e facendogli una linguaccia. 
Lui, senza preavviso, mi tirò per il braccio facendomi cadere sdraiata al suo fianco e iniziò a farmi il solletico con Ron che lo incitava a continuare. 
-Smettila Harry, smettila o giuro che ti affatturo- riuscii a dire tra una risata e l'altra -Harry per amor di Merlino, smettila ti prego-
-La smetterò solo se chiederai scusa per averci svegliato in quel modo- 
-Ok va bene- dissi e lui si fermò -Mi dispiace... che voi siate così dannatamente vecchi da voler solo dormire- e quando terminai di parlare Harry provò a ricominciare a farmi il solletico ma io riuscii a sfuggire alla sua presa evitando anche Ron che provò a bloccarmi sulla porta. Corsi giu dalle scale inseguita da entrambi e sentii Molly urlare -Non correte per le scale, vi comportate come bambini- arrivai in cucina con Harry alle spalle e quando credetti di essere in salvo lui riuscì ad acchiapparmi alle spalle. Ron, che cercava di aiutare l'amico, fu bloccato da una minacciosa Ginny che lo tratteneva ed Hermione cercò in qualche modo di aiutarmi a liberarmi dalla presa di Harry, invano. Harry riprese a farmi il solletico e io ricominciai a dimenarmi senza un minimo di grazia. 
Molly ci guardava con uno sguardo tra il disperato e il divertito ma decise di non intervenire. 
Per liberarmi dalla presa del Prescelto gli rifilai una gomitata nello stomaco, forse un po' troppo forte, e Ginny riuscì ad atterrare il fratello mentre Hermione urlò soddisfatta -E le ragazze vincono- sotto lo sguardo divertito di me e Ginny. 
Mi avvicinai ad un Harry ancora agonizzante e iniziai a ridacchiare -Non mi sfidare più Potter, sono pericolosa- 
-Questo non lo metterò mai più in dubbio mia cara Burke- e ci abbracciammo mentre Ron guardava ancora di sottecchi la sorella minore. 
-Ok adesso basta fare i bambini.- decretò la signora Weasley -Ragazzi sbrigatevi a fare colazione che siamo già in ritardo.-

Dopo che i principini si furono preparati ci mettemmo in viaggio. Un viaggio passò velocemente tra i battibecchi di Ginny e Ron ed Hermione che difendeva la più piccola dei Weasley mentre io continuavo a prendere in giro Ron e a scusarmi con Harry per avergli fatto, senza volerlo, realmente male. Almeno una cosa era certa, gli allenamenti fatti durante l'Estate erano serviti a qualcosa, ora ero anche fisicamente più forte. 
Senza perdere altro tempo una volta arrivati a Diagon Alley ci dividemmo, appositamente accompagnati dai nostri accompagnatori speciali, nel mio caso Remus Lupin, per sbrigarci a comprare il necessario. 
Io, dato che i miei genitori avevano già provveduto a comprarmi il necessario per la scuola, decisi di passare da Olivander per fargli controllare lo stato della mia bacchetta, che risultò essere ottimo, e poi mi diressi direttamente nel negozio più vistoso di tutti. 
Quando arrivai davanti alla vetrina e lessi 'Perchè hai paura di Tu-Sai-Chi? Meglio aver paura di No-Pupù No-Pipì, la sensazione di occlusione che stringe la Nazione!' non riuscii a trattenere un risata e Remus con me. 
I quel periodo i rapporti tra me e i miei addestratori era diventato un ottimo rapporto di rispetto e quasi di amicizia, anche con Severus Piton, cosa che non avrei mai detto fosse possibile. Eppure in quel periodo avevo conosciuto la storia di ognuno di loro. 
Io avevo bisogno di fidarmi di loro e loro di me, sapevo cose che nessuno sapeva. Severus, nonostante i suoi modi burberi e inaffettivi, aveva cercato a modo suo di consolarmi e per guadagnarsi la mia fiducia mi aveva raccontato la sua storia facendomi però giurare di non dirla a nessuno e facendomi giurare di continuare a trattarlo davanti agli altri con la solita indifferenza e odio, anche se mi riusciva difficile. Oltre a lui non sapevo chi altro sapesse la verità e chi invece ne sapeva solo una parte, quindi quando avevo bisogno di parlare potevo rivolgermi solo al preside, al professore di pozioni o a mio padre, dato che neanche mia madre, seppur a conoscenza di una grande parte del piano sapeva tutto.
Ma in Remus, oltre ad avere conferma della sua immensa generosità, avevo trovato una persona con cui poter piangere senza dover rispondere ad alcuna domanda e questo valeva davvero tanto per me. 
Tonks invece era diventata una vera e propria amica, riusciva a distrarmi e a farmi sorridere anche nei momenti più difficili. 
Malocchio, seppur conservando il suo atteggiamento austero e burbero, riusciuva a capire quando non ce la facevo più e quando invece avevo bisogno di essere spronata a fare di più. 
Avvolta nei miei pensieri, spintonando non poca gente, riuscii a farmi largo tra la folla ed ad intravedere una testa rossa, non riuscii però a distinguere se fosse Fred o George. Con Remus alle spalle cercai di richiamare l'attenzione di uno dei gemelli -George- urlai senza sapere se fosse realmente lui o Fred. Fortunatamente lui si girò e mi vide, mi sorrise e lasciando il cliente da solo mi venne incontro. 
-Mi ritengo offeso. Non vedi che io sono molto più bello della mia brutta copia?- disse però continuando a sorridere. 
Dietro di me sentii Remus ridacchiare sommessamente e io ridacchiai con lui. 
-Scusami bella copia della tua copia brutta, chiedo perdono per aver sbagliato- risposi ironica e questa volta fu Fred a ridere. 
-Ragazzi- intervenne Remus -Io aspetto Ester qua fuori. Fred credi di poterla tener d'occhio o devo rimanere?- 
Guardai offesa Remus, stava forse insinuando che io non fossi in grado di difendermi da sola? 
-Tranquillo,-rispose Fred -La proteggerò io, dovesse costare la mia vita.- Gli diedi un pugno sul braccio borbottando -Smettila di fare l'idiota- e Remus annuendo uscì dal negozio. Sapevo quanto poco gli piacesse stare in posti troppo affollati e dopotutto sapeva bene che in caso di pericolo sarei stata in grado di difendermi benissimo. 
-Venga signorina- disse Fred porgendomi il braccio come un vero gentiluomo -se vuole seguirmi sarò la sua guida personale-
Io lo presi sotto braccio molto volentieri, ero famosa per il mio scarso senso dell'orientamento e probabilmente con tutta quella gente sarei riuscita anche a perdermi in un negozio. 
Fred, con tono orgoglioso, mi fece vedere tutte le loro creazioni, quelle che già conoscevo e anche quelle nuove. 
Ad un certo punto mi ritrovai davanti ad una piccola gabbia con degli affarini pelosi dentro. Li guardai curiosa per qualche secondo e poi Fred disse -Queste sono puffole pigmee. Importate direttamente dal Perù-
-Sembrano dolci- sussurrai, una fra tutte mi colpì. Era di due sfumature diverse di azzurro, era diversa dalle altre che erano di un solo colore -Posso prenderne una?- chiesi con un tono che, me ne accorsi solo dopo, sembrava appartenere ad una bambina. 
Lui mi guardò ed annuì sorridendo. Aprì la gabbia e mi fece gesto di scergliene una. Presi direttamente la puffola che mi aveva colpito e la sollevai appena.
Era morbidissima al tatto e si muoveva appena tra me mie mani. 
-Le stai simpatica- disse lui guardandomi divertito. Avevo sicuramente un'espressione stupida, ma non era colpa mia, non avevo mai visto niente di simile in vita mia. 
-Profuma- riuscii a dire e lui annuì -Ognuna di loro ha un profumo diverso, serve anche a riconoscerla e ognuno di noi percepisce l'odore riconducendolo a qualcosa di famigliare o che troviamo particolarmente piacevole. Per esempio, Ron se dovesse scegliere una puffola pigmea ne sceglierebbe una che ha l'odore di cioccolata- e io sorrisi per la battuta -Che ne dici se andiamo un attimo in ufficio così ti dico cosa ti serve per nutrirla e tenerla in salute dato che qui c'è un rumore infernale- disse. 
Non aveva tutti i torti in effetti, riuscivo a malapena a sentire la sua voce, quindi annuii. 
Quando entrammo in ufficio, incredibile ma vero Fred e George Weasley avevano un ufficio e anche ben ordinato, mi sedetti su una sedia e iniziai a giocherellare con quel tenero animaletto. 
-Devi darle un nome- disse lui prendendo una sedia e trascinandola davanti a me prima di sedersi. Ci pensai per qualche secondo e poi decisi -La chiamerò Forge- 
-Forge?- chiese lui divertito
-Ehi non ridere- dissi fingendomi offesa -questo è il mio sesto anno a scuola ed il primo senza avere te e George con me. Quindi Forge vi sostituirà.-
-Grandioso- esclamò lui -Sostituito da una puffola pigmea- e sorrise 
-Pensavo di fare qualcosa di dolce- risposi acida e sulla difensiva -ma evidentemente devo cambiare nome se ti dà così fastidio- 
-No, non cambiarlo. Volevo parlarti proprio di questo in realtà. Non siamo mai stati per più di un paio di mesi lontani e sono sicuro che ci mancherai molto-
-Parla per te Fred, sono sicura che George starà benissimo senza i miei pugni assassini- cercai di ridere ma sapevo bene che aveva ragione, anche a me sarebbero mancati tanto. Nonostante il mio, forse debole, tentativo di fare una battuta lui rimase con la sua espressione seria.
-Non fare la stupida, mancherai ad entrambi, mi mancherai davvero tanto- Ok, fermi tutti dove voleva andare a parare con quel discorso? -So che forse avrei dovuto dirtelo prima e non due giorni prima della tua partenza per Hogwarts, in realtà volevo parlartene questa estate ma poi... beh sei scomparsa nel nulla. So che durante un anno scolastico può succedere di tutto ma ho bisogno che tu sappia che io ci sono per te per tutto e per sempre. Io...-
-Ehi fratello- George e il suo tempismo perfetto ci face sobbalzare entrambi -Che fate?- ci guardò curioso.
-Guarda- attirai la sua attenzione -Ho preso una puffola pigmea- dissi alzando appena le braccia e facendogli vedere il piccolo esserino che stava dormendo tra le mie mani
-Guarda già ti assomiglia, sta dormendo- mi prese in giro e io gli feci una linguaccia
-Comunque volevo dirvi che sono arrivati anche gli altri e vi stanno cercando- 

Dopo più di un'ora passata dentro al negozio tra scherzare, fare scorta di scherzi, di merendine marinare e dopo aver convinto anche Ginny a prendere una puffola pigmea era arrivato il tempo di tornare a casa. 
Harry, Ron, Hermione e Ginny ed io eravamo fuori da Tiri Vispi Weasley quando mi sentii chiamare da qualcuno. Mi girai e vidi Fred correre verso di me con delle copertine in mano.
-Queste sono per Forge-  disse sorridendo timido. Da quando Fred era timido? -Per quando inizierà a fare freddo- spiegò. Io annuii e lo ringraziai abbracciandolo e lui mi promise che sarebbe venuto a salutarci al binario nove e trequarti insieme a George. 

Quando tornammo a casa eravamo tutti visibilmente stanchi eppure Harry mi chiese di raggiungerlo insieme ad Hermione nella stanza che condivideva con Ron per parlare di una cosa  che lui riteneva di estrema importanza. 
Quando Harry mi raccontò di aver visto Draco Malfoy a Diagon Alley quel giorno e dei sospetti che aveva iniziai a ridere seguita a ruota da Ron. 
-Lo avevo detto io che era una storia assurda- disse Ron guardando Harry
-Andiamo Harry- intervenne Hermione -Neanche Voldemort sarebbe così stupido da far diventare un ragazzino di sedici anni un mangiamorte- 
-E poi, neanche Voldemort sarebbe così stupido da voler un cretino senza cervello come Malfoy tra i suoi alleati- aggiunsi io mantenendo un sorriso divertito. 
Il mio cervello però stava elaborando l'informazione e anche se dall'esterno sembravo divertita in realtà era preoccupata. Davvero Malfoy era diventato un mangiamorte o era solo uno stupido dubbio di Harry? Dopotutto io mi ero salvata da quel destino solo grazie ad una supplica di mio padre mentre il padre di Malfoy ora era imprigionato e senza alcun potere e alcun diritto di fare richieste al Signore Oscuro dato come aveva miseramente fallito la sua missione lo scorso anno. 
Harry, imperterrito, continuava a dire che era vero, di averlo visto e di voler tenere sotto controllo quello stupido biondo ossigenato di un Malfoy e io, riguardo ai miei doveri futuri, iniziai ad qualche dubbio e qualche preoccupazione. Quando finimmo di discutere Hermione ed io tornammo in camera e quando sentii il respiro di Hermione farsi più pesante mi alzai dal letto e in fretta e furia presi una pergamena e scrissi una breve lettera
 
                                              Severus,
         Ho bisogno di parlare il prima possibile. Ho bisogno di informarla su un affare
urgente che riguarda un dubbio che è sorto nel corso della giornata.
               
                                                                                                                                       Ester

Il patto era che in caso di emergenza avrei sempre ed esclusivamente dovuto contattare il professor Piton dato che Voldemort lo aveva assegnato come mio controllore e guida ufficiale. 
Spedii la lettera con il gufo di Ron e mi rimisi a letto sperando di avere una risposta entro la mattina successiva.
Mi sdraiai e le parole di Fred mi tornarono in mente, non capivo che senso avesse quel discorso e non capivo perchè il profumo della mia puffola pigmea mi ricordasse così tanto il suo.



Angolo dell'autore-terrore
Salve gente, sperando che qualcuno sia riuscito ad arrivare a leggere fino alla fine, ecco a voi il secondo capitolo. 
Non c'è molto da dire in effetti. Sicuramente vi starete chiedendo che voleva dire Fred ad Ester ma da brava ragazza malefica non ve lo dirò, chissà se prima o poi si saprà oppure no.... Si vedrà.
Comunque, dato che faccio scrivere a scrivere queste note, e ormai lo avrete notato, vorrei solo ringraziare le persone che già seguono ed hanno messo tra le preferite questa storia e anche Kurama no yoko nevertrustaduck per aver recensito la storia. 

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Capitolo 4
*** Welcome Home ***


Welcome Home


Come prevedibile eravamo in ritardo e stavamo correndo come pazzi per arrivare in tempo al binario per prendere in treno.
Una volta attraversata la barriera iniziai a guardarmi intorno alla ricerca dei miei gemelli favoriti ma non riuscii a trovarli. Dovevo almeno salutarli dato che li avrei rivisti solo a Natale.
Dietro di noi la signora Weasley ci spingeva e incoraggiava a salire sul treno, cercai di spiegarle chi stavo cercando ma non mi diede retta. Harry, dopo essere salito ed aver trascinato il suo ed il mio baule sul treno, mi porse una mano per aiutarmi a salire, mi girai ancora una volta ma non li vidi, così la afferai e salii sul treno. Un paio di secondi dopo le porte si chiusero ed il treno iniziò a muoversi.
Durante il viaggio fui stranamente silenziosa, avevo troppi pensieri per la testa e non seguii neanche i discorsi che stavano facendo i miei tre amici. 
Prima di tutto ero in ansia per non aver ricevuto alcuna notizia da Piton. Di solito se gli inviavo un messaggio mi rispondeva il prima possibile, ma questa volta era diverso ed in più avevo una brutta sensazione che mi tormentava da quella sera. 
Poi mi dispiaceva non aver salutato Fred e George, dovevo capire perchè quel giorno Fred si era comportato in un modo più strano del solito e avrei voluto chiarire prima di salire sul treno. 
Quando Hermione e Ron ci salutarono per raggiungere la cabina dei prefetti io me ne accorsi a malapena e ricambiai con un gesto della mano. Appena furono usciti sentii lo sguardo indagatore di Harry su di me. 
-Allora...- iniziò a parlare -Cos'hai?- 
Lo guardai torva, cosa li avrei detto ora? Per quanto imbarazzate fosse dovevo svelargli almeno una parte delle mie preoccupazioni. Prensi in mano la mia puffola pigmea e la iniziai ad accarezzare mentre Harry aspettava pazientemente una mia risposta. 
Alzai lo sguardo verso di lui e lo vidi sorridermi incoraggiandomi a parlare. 
Sospirai e -Volevo salutare Fred prima di partire dato che l'altro giorno mi ha fatto uno strano discorso di cui non ho capito il senso ed ora non riesco a darmi pace e la mia puffola pigmea ha il suo profumo- dissi talmente veloce che sicuramente non capì niente ed infatti mi guardò confuso. 
-Ok- disse ridacchiando -Andiamo per gradi e parla lentamente così riesco a capirti- 
-Fred l'altro giorno mi ha fatto un discorso strano- dissi e lui mi invitò silenziosamente a spiegarmi -In pratica quando siete arrivati voi al negozio io ero lì gia da una mezz'oretta e io e Fred..- 
Venni interrotta da qualcuno che bussò al nostro scompartimento e ci girammo entrambi. Un bambino del primo, o forse del secondo, entrò imbarazzato nel nostro scompartimento e ci porse ad entrambi una lettera con sopra scritti i nostri nomi e poi velocemente come era entrato se ne andò via senza proferire parola sotto il mio sguardo dubbioso e colpito. 
Volsi il mio sguardo verso Harry in cerca di una spiegazione ma lui scosse la testa ed alzò le spalle confuso più di me. 
Senza aspettare oltre, entrambi curiosi, aprimmo quindi le buste.
                      
                        Cara Ester Burke, 
                                                                                    Sono il professor Lumacorno e mi piacerebbe averti con me nel banchetto                                                                                                    che si terrò nel mio scompartimento tra mezz'ora. 

                                                                                            A tra poco, spero, Lumacorno.

Guardai Harry e -Professor Lumacorno?- chiesi. 
-E' il nuovo professore di Difesa contro le arti oscure. Ha invitato anche te?- 
-A quanto pare. Ma non capisco cosa possa volere da me, capisco invitare te, dopotutto sei il Prescelto- e gli feci l'occhiolino -ma non capisco come mai abbia invitato anche me- 
-Quanta modestia signorina Burke- mi prese in giro Harry -Sappiamo bene entrambi che sei una delle studentesse migliori del nostro anno, nonchè l'unica discendente della casata Burke, una delle poche famiglie purosangue che oltre a preservare il sangue ha preservato anche il cervello intatto- Risi divertita e consapevole di aver scampato, grazie a quell'invito, un discorso imbarazzante. 
Mezz'ora dopo io e Harry ci trovammo davanti allo scompartimento del nuovo professore e partecipammo per tutto il viaggio ad un banchetto che, per essere gentili, avrebbe ucciso di noia anche Nick-Quasi-Senza-Testa nonostante fosse un fantasma da più di cinquecento anni e più. 

Quando, con non poco sollievo, uscimmo dallo scompartimento Harry mi salutò per andarsi a cambiare mentre io tornai nel nostro scompartimento ancora vuoto. Una volta prese tutte le mie cose e considerato che Harry ancora era intento a cambiarsi decisi di aspettarlo giù dal treno, ma quando scesi mi ritrovai la professoressa Minerva MGranitt davanti.
-Seguimi- fu l'unica cosa che disse ed io senza proferire una singola parola obbedii consapevole che, se si era scomodata a tal punto, sotto quell'invito, o meglio ordine, si celava una decisione del Preside. 
Arrivai nel castello prima di chiunque altro, senza perdere tempo la professoressa mi guidò fino all'ufficio di Albus Silente e dopo che lei ebbe pronunciato la parola d'ordine -Sorbetto al limone- mi fece segno di entrare mentre lei se ne andò.
-Buonasera Ester- mi salutò il preside facendomi segno di sedermi su una delle due sedie che erano di fronte alla sua cattedra. 
-Buonasera signor preside- ricambiai 
-Allora, detesto essere brusco ma come ben sai non abbiamo molto tempo per far passare inosservata la nostra chiacchierata- annuii e lui sorrise -Il professor Piton mi ha detto che hai un problema, vuoi parlarne?- 
Che domanda assurda, erano due giorni che non aspettavo altro. 
-Professore, due giorni fa siamo andati a fare compere a Diagon Alley e al ritorno Harry mi ha detto di aver visto Draco Malfoy. Sostiene che Malfoy abbia ricevuto il marchio nero ed ha intenzione di indagare sulla vicenda. Mi creda, ho cercato di dissuaderlo, ma è veramente testardo -ed il preside ridacchiò divertito -So che non dovrei preoccuparmi perchè è una sciocchezza ma... Perchè signor preside questa è una sciocchezza, vero?-
Il preside sospirò, brutto segno, e -Temo di dovermi scusare Ester ma purtroppo questa non è affatto una sciocchezza. E' da qualche settimana che io stesso nutrivo dei dubbi a riguardo ma una settimana fà, circa, Severus mi ha confermato che i miei dubbi non erano infondati. Anche io volevo parlarti, Severus ha detto che questa notte ha urgente bisogno di parlarti di una faccenda di estrema urgenza, non ti dirò altro- disse rispondendo ad mia muta domanda -Ti raccomando solo di stare attenta e di guardarti le spalle, da nemici ed amici- E così mi congedò ed uscii dall'ufficio ancora più ansiosa di prima. 
Sapevo cosa intendesse dire il preside, dovevo stare attenta a non farmi scoprire da nessuno, nè da coloro che mi avrebbero poi punita nè da coloro che mi avrebbero fatto mille domande se mai mi avessero scoperto. 
Presi un paio di scorciatoie che solo poche persone conoscevano, ed io ero tra quelle grazie ad un accurato studio della Mappa dei Malandrini, e mi ritrovai davanti l'entrata della Sala Grande. Mi affacciai per vedere chi occupava il tavolo dei Grifondoro e notai che i miei amici avevano già occupato dei posti. Così nascondendomi tra le persone che ancora stavano entrando li raggiunsi e mi sedetti vicino ad Hermione. 
La ragazza mi guardò stupefatta e -Dove sei stata?- chiese brusca. Cos'era successo le si era annodata la bacchetta? 
-Vi stavo aspettando alle carrozze -spiegai -ma non vi ho visto, ho preso una delle ultime- 
-Neanche noi ti abbiamo visto in effetti- ribattè lei. Dannata genia di una Hermione, perchè in lei l'istinto di indagatrice non moriva mai? 
-Strano..- iniziai ma quasi mi strozzai con un pezzo di pane quando guardai Harry in faccia, intorno al naso aveva del sangue secco ancora ben vedibile -Ma che accidenti ti è successo?- chiesi con un tono di voce più acuto del solito e infatti qualche studente si girò verso di noi.
-Non attirare l'attenzione di tutta la Sala Grande Ester- mi riprese lui -Dopo vi spiego- aggiunse a bassa voce
-Va bene, come vuoi. Ma avvicinati che ti tolgo quello schifo dal viso prima che lo noti qualcun altro- e con un delicato colpo di bacchetta gli ripulii il viso
-E da quando la nostra Ester sa fare incantesimi domestici?- chiese con un tono leggermente acido Ginny
-Da quando la vostra Ester ha accudito una donna malata per tutta l'estate- risposi scherzando ma senza ottenere neanche l'ombra di un sorriso sul suo viso. 
Durante il corso della serata continuammo a parlare del più e del meno fino ad arrivare all'argomento Quidditch. 
Fu infatti quando Ron disse -Quest'anno che non ci sono più Fred e George dovremmo trovare altri due battitori se vogliamo avere qualche possibilità di vincere la coppa- ed Harry, come se si fosse all'impravviso ricordato il discorso che avevamo iniziato a fare sul treno mi guardò curioso. 
-Già- Convenne Ginny - e anche qualcuno in grado di sostituire Angelina. In realtà stavo pensando di fare i provini- annunciò
-Sarebbe fantastico Ginny- esclamai io e poi -Harry ora che sei il capitano devi decidere tu quando farli- 
-Giusto, bene ditemi quando sarete pronti te, Ron e Ginny e poi deciderò il giorno- disse deciso
-Scusa ma io che c'entro?- chiesi confusa e vidi Ron alzare gli occhi al cielo e il figlio maschio più piccolo dei Weasley rispose con tono ovvio -Beh, se c'è qualcuno che ha qualche possibilità di sostituire Fred e George sei tu, sei la loro degna erede dopotutto-
Quel pazzo di un Weasley stava per caso parlando seriamente? 
Non ebbi tempo di rispondere dato che Silente si alzò dal tavolo dei professori ed il silenzio cadde in tutta la sala.
-Benvenuti e bentornati ai nuovi e ai vecchi studenti. Ora, prima di lasciarvi andare a riposare nei vostri caldi letti avrei un paio di annunci da fare. Prima di tutto diamo un caloroso benvenuto al nuovo professore di Pozioni, Horance Lumacorno e...- Aspettate un attimo, il professore di pozioni? No non era possibile, Harry aveva detto che..
Mi girai di scatto verso Harry e vidi che il suo colorito era diventato funereo e tornai a guardare Silente -e sono lieto di annunciarvi che Severus Piton prenderà il posto di insengnante di Difesa contro le arti oscure- 
No, non era possibile. No.
-No- urlò Harry leggermente troppo forte e molta gente si girò verso di lui guardandolo compassionevole comprendendo e condividendo la sua realzione.
Mi girai verso gli altri miei amici e poi, seguendo il punto in cui era indirizzato lo sguardo di Ron, guardai il tavolo dei Serpeverde e vidi Malfoy e i suoi amichetti sogghignare soddisfatto. Ci volle tutto il mio autocontrollo per non corrergli contro e schiantarlo. 


Dopo aver passato passato un paio di ore a parlare di Severus, e della pazzia appena compiuta da Silente ad assegnargli la cattedra di Difesa contro le arti oscure Ron, Harry ed Hermione andarono a dormire mentre io rimasi in sala comune con la scusa di dover scrivere una lettera, cosa che in effetti era in parte vera. 
Presi una pergamena, una piuma e una boccetta di inchiostro e iniziai a scrivere velocemente 
 
Caro Fred,
                         Mi dispiace tanto non averti salutato oggi, eravamo in ritardo e una volta lì non sono riuscita a trovarvi. Spero di rivedervi presto ragazzi, Hogwarts senza di voi è molto più noiosa.                                                                
                                                                                                   Mi mancherete, Ester.

Semplice e sintetica, come al mio solito, ma non volevo fare domande o parlare di certe cose tramite una stupida lettera, avrei chiarito tutto di persona, magari durante le vacanze di Natale. 
Aspettai ancora mezz'ora, la sala comune era vuota e il coprifuoco era già passato da circa un'ora. Afferrai la mia bacchetta e feci l'incantesimo di invisibilità su me stessa, insegnatomi da Malocchio. Ero diventata abbastanza brava ed ero, obbiettivamente, arrivata ad un livello di apprendimento maggiore rispetto ad una normale ragazza della mia età. Dopotutto facevo incantesimi più difficili, usavo incantesimi non verbali tranquillamente e sapevo far parlare il mio Patronus per recapitare messaggi segreti con l'Ordine. 
Non facevo ufficialmente parte dell'Ordine della Fenice, Silente riputava che avrebbe fatto sorgere parecchie domande, ma lui e Severus mi riferivano tutto ciò che era essenziale che sapessi. 
Uscii dalla sala comune e cercai di essere più silenziosa che potessi. Avevo la bacchetta in mano pronta a rifare l'incatentesimo d'invisibilità in caso fosse terminato l'effetto. 
Presi un paio di scorciatoie di mia conoscenza e arrivai nei sotterranei. Percorsi il lungo corridoio ed entrai nell'aula di Pozioni. Sentii due voci chiaccherare in tono leggermente alterato. Decisi di non bussare ma entrai, ancora invisibile, nell'ufficio del professor Piton che era stranamente vuoto. Giusto, mi ricordai, dal giorno seguente quello sarebbe diventato l'ufficio di Lumacorno e lui avrebbe occupato quello al settimo piano. 
Quando riconobbi la testa biondo platino della persona con cui stava parlando Severus sobbalzai all'indietro e per poco non feci cadere un paio di provette da uno scaffale. Il ragazzo in questione si girò verso la mia posizione, senza riuscire però a vedermi, per poi rivolgersi al professore -Cos'è stato?- chiese lui quasi impaurito. 
-Sarà stato un colpo di vento Draco. Ricorda quello che ti ho detto, ora vai, è tardi e domani iniziano le lezioni- ed il ragazzo, come se non vedesse l'ora si alzò ed uscì velocemente dall'ufficio. 
Passarono una manciata di secondi Severus si girò verso di me e -Ora smettila e fatti vedere- disse quasi divertito. 
-Buonasera Severus- lo salutai 
-Buonasera Ester- ricambiò lui -Ti ho chiesto di venire qui perchè ho una cosa importante da dirti.- 
-Avevo intuito- dissi ironica. Severus era uno di poche parole, ma se parlava diceva sempre una cosa giusta o di estrema importanza.
-Dovrai andare male nella mia materia- disse serio
-Cosa?- chiesi scioccata e sicura di aver capito male la sua richiesta 
-Ascolta, io e il professor Silente abbiamo deciso, di comune accordo, che non possiamo farti uscire ripetutamente dal dormitorio di nascosto, quindi dovrai peccare nella mia materia in modo tale da dover seguire, apparentemente, delle ripetizioni private con me.-
-Ma Severus- dissi in tono degno di una bambina che si lamenta perchè non poteva mangiare delle caramelle -Dopo tutti gli allenamenti fatti questa estate e i miglioramenti. In più sono sempre stata brava in Difesa, ora all'improvviso dovrei diventare la peggiore dell'anno?- 
-Esattamente- disse severo e inremovibile -Inoltre durante le nostre ripetizioni dovremmo, alcune volte, abbandonarme il castello e raggiungere Villa Malfoy- 
Probabilmente la mia faccia doveva essere davvero buffa perchè lo vidi trattenere un sorriso.
-Ma...- cercai una cosa intelligente da dire ma -Non ci si può smaterializzare all'interno di Hogwarts- fu l'unica cosa che riuscii a dire ed ebbi la conferma che Hermione, in tutti quegli anni, aveva avuto una notevole influenza su di me. 
-Di questo non preoccuparti- disse divertito -Piuttosto, come va con l'occlumanzia?- 
-A meraviglia- risposi 
-Lo so, ma se dovrai incontrare più spesso il Signore Oscuro avrai bisogno di maggiore impegno ed allenamento- Annuiii concordando con lui.
-Severus, posso farti una domanda?- e lui annuì -Malfoy, perchè era qui?- 
Lui sospirò e poi -Saprai tutto a tempo debito. Ora torna nel tuo dormitorio e riposati che domani iniziano le lezioni- E così feci. 


Angolo del terrore
Considerando che è ancora l'inizio di questa storia in questo capitolo si capisce meglio fino a quanto Ester sia coinvolta con l'Ordine, certo è che non avrà vita facile in futuro e non per colpa mia. 
Comunque ancora una volta ringrazio nevertrustaduck l'unica anima magnanima che recensisce i capitoli e vi invito a farlo anche voi, ogni consiglio o critica è ben accetto. 
Detto questo vi lascio e spero di trovare presto altri pareri su questa storia. 
Baci, al prossimo sabato, Ambvra. 

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Capitolo 5
*** Perfect Day ***


You could write a book on how to ruin someone's perfect day
 
Perfect Day
 
Oramai era ufficiale, svegliarmi presto purtoppo, o per fortuna, era diventata un'abitudine. Il sole era infatti appena sorto quando io aprii gli occhi e scesi, sbadigliando, dal letto. Camminando lentamente andai in bagno a lavarmi e prepararmi mentre le mie compagnie di stanza, tra cui Hermione, dormivano ancora beatamente nel loro letto. 
Una volta pronta per scendere a fare colazione, dopo aver svegliato Hermione, mi diressi in Sala Comune e ad aspettarmi trovai Harry seduto su una poltrona. 
-Buongiorno- dissi raggiante prima di abbracciarlo calorosamente 
-A cosa è dovuto tutto questo buon umore?- disse Harry divertito e colpito 
-Non lo so- alzai le spalle -Mi va di essere felice e non sarai tu a rovinarmi il buon umore- dissi prima di afferrargli la mano e trascinarlo in Sala Grande per fare colazione. 
 


Io ed Hermione eravamo appena arrivate nell'aula di Pozioni. L'aria era appesantita da diversi profumi e, guardandomi intorno notai che l'aula era mezza vuota e occupata da studenti di tutte le case. Evidentemente in pochi erano riusciti a prendere Eccezionale necessario per poter dare i M.A.G.O.
-Herm- iniziai -Lo senti questo odore di...- 
-Armontentia- disse lei con uno sguardo attento -La pozione dell'amore. Fa sentire odori a noi piacevoli e...- 
La ragazza non riuscì a terminare la frase perchè interrotta dall'ingresso di Lumacorno che, una volta arrivato alla cattedra, iniziò a parlare raggiante. 
-Buongiorno ragazzi- disse battendo le mani -Sono contento di vedervi qui e sono contento del livello che avete raggiunto lo scorso anno grazie al professor Piton. Ora vorrei iniziare con...- Anche lui venne interrotto da qualcuno che bussò alla porta e che lui invitò ad entrare. Una volta aperta la porta vidi Harry seguito da Ron entrare nell'aula. Ne fui sorpresa ma anche contenta, sapevo bene quanto Harry ci tenesse a diventare un auror. 
Lumacorno li invitò ad entrare e a prendere i libri, che loro non avevano, dall'armadietto in fondo all'aula. 
Quando Lumacorno iniziò a fare domande io non risposi, non ero particolarmente brava nella teoria ma eccellevo nella pratica, avevo una sorta di dono naturale per quello, probabilmente ereditato da mia madre. Perciò quando iniziammo a preparare la pozione, spinta anche dal desiderio di voler vincere la ricompenza, che consisteva in una boccetta di felix felicis, diedi il massimo di me sicura di poterci riuscire. In effetti non mi sbagliai molto, la mia fu la seconda migliore pozione mentre la prima, contro ogni previsione, risultò essere quella di Harry. 
Leggermente seccata ma felice per lui, una volta uscita dall'aula mi congratulai con lui e mentre lui blaterava su un certo Principe Mezzosangue e degli appunti trovati sul suo vecchio libro di pozione ci diriggemmo insieme verso l'aula di Difesa. 
Appena entrai nell'aula il buon umore sparì ricordando le indicazioni della sera precedente di Severus. Mi sedetti in uno degli ultimi banchi insieme ad Harry e aspettammo l'arrivo del professore. 
Quando Severus annunciò l'argomento della lezione non riuscii a non alzare gli occhi al cielo, era, per me, un argomento talmente facile che mi seccava dover passare per impedita. Formarono le coppie e io capitai, fortunatamente, con Harry. L'obbiettivo era schiantare l'altro e proteggersi con un semplice sortilegio scudo con incantesimi non verbali. 
Contro ogni mia aspettativa però non fui l'unica a non riuscirci, infatti, dopo più di mezz'ora di lezione solo Hermione, come prevedibile, e Malfoy riuscirono nell'intento mentre Ron, rosso fino alle orecchie per la concentrazione e Harry, livido di rabbia, non conclusero niente. 
Severus, seccato, quando la lezione stava ormai volgendo al termine, chiamò Harry per dare una dimostrazione. Il professore lanciò un semplice incantesimo di disarmo ma il moro, preso alla sprovvista forse, evocò un sortilegio scudo ad alta voce e venne subito deriso da Piton e dagli stupidi Serpeverde con cui, purtroppo, condividevano il corso. 
Io guardai la scena seccata e alla fine della lezione davanti a tutti Severus disse -Signorina Burke lei rimanga qui, le devo parlare data la sua disastrosa dimostrazione di oggi.- e mentre i miei amici mi guardarono comprensiva i Serpeidioti se ne andarono ridacchiando senza pudore facendomi innervosire talmente tanto da volerli schiantare tutti insieme con una bella fattura non verbale. 
Feci come richiesto e rimasi in aula aspettando che tutti se ne andassero. Severus aspettò pazientemente e poi, dopo aver lanciato un muffiato alla porta, iniziò a parlare -Ester, stasera alle sei nel mio ufficio- disse senza aggiungere altro e io, dopo aver annuito, mi alzai ed uscii dall'aula inviperita, si il buon umore se ne era definitivamente andato lasciando spazio ad una rabbia incredibile. 

Quando arrivai in Sala Grande e mi buttai sulla panca per mangiare vicino ad Harry i miei amici mi guardarono nervosi. 
Iniziai a mangiare ignorandoli e iniziai ad infilsare il cibo con, forse, troppa forza. 
-Ester calmati- mi riprese Harry 
Lo guardai torva e tornai a fissare il mio piatto -Lasciami in pace- risposi
-Che ti ha detto Piton?- chiese Ron con la bocca piena e -Che schifo Ronald- lo riprese Hermione talmente disgustata che riuscì a strapparmi un sorriso prima di tornare seria. 
-Quella serpe mi ha detto che faccio schifo e che dovrò prendere ripetizioni se non voglio rischiare di essere bocciata con un bel Troll stampato in faccia- dissi seria la versione ufficiale del colloquio con Severus. 
Hermione mi guardò scandalizzata -Ma non sei l'unica a non esserci riuscita- disse scandalizzata -ed era solo la prima lezione- aggiunse 
-Che posso farci io?- chiesi fingendomi furiosa ma lei mi guardò storto e poi -Dovresti parlarne con Silente- disse
-Si certo, molto divertente.- risposi ironica -E cosa gli dico? Ehi preside faccio talmente schifo che devo prendere ripetizioni- 
-E perchè a me non ha detto niente?- chiese Harry -Ho fatto schifo almeno quanto te- protestò Harry
-E che vuoi che ne sappia io- risposi seccata prima di alzarmi -Scusate io me ne vado a fare i compiti di Pozione dato che dopo devo andare a studiare con quel verme schifoso- e così uscii dalla Sala Grande sotto il loro sguardo compassionevole. 
Ero talmente arrabbiata che, salendo le scale non guardai dove stessi andando e quando mi scontrai con qualcuno alzai, furiosa, lo sguardo per sapere chi fosse quel cretino. 
Il cretino risultò essere quel furetto biondo anche conosciuto come Draco Malfoy. Grandioso, pensai, mi mancava solo questa. 
-Guarda dove vai Burke- disse lui stizzito
-Stessa cosa vale per te stupido idiota- risposi. Se Malfoy intendeva litigare non mi sarei di certo tirata indietro. 
-Attenta a come parli altrimenti...- disse lui estraendo la bacchetta e puntandomela contro
-Altrimenti cosa?- chiesi tirando fuori anche io la bacchetta. 
Appena lo vidi tentare di agitare la bacchetta lo anticipai e, senza pronunciare neanche una sillaba, lo pietrificai. 
Mi avvicinai vittoriosa a lui e -Non mi sfidare Malfoy, non ti conviene proprio- e lo lasciai lì, immobilizzato ed inerme in corridoio per dirigermi in biblioteca. 

Passai il resto della giornata rinchiusa lì in solitudine, l'anno era iniziato nel peggiore dei modi, ed ero in ansia per quella sera. Cosa avrei dovuto fare ancora?
In più mentire ai miei amici era davvero stancante e demoralizzante, mi faceva star male non poter dire la verità ma sapevo che non potevo rivelare il mio segreto a nessuno, soprattutto non a loro altrimenti sarebbero andati su tutte le furie e mi avrebbero ucciso direttamente loro, altro che Voldemort. 
Erano le sei meno venti quando mi alzai dal tavolo e, dopo aver ripiegato il mio tema di pozioni e riposto i libri a posto, uscii da lì. 
Camminai velocemente verso l'ufficio di Severus e bussai. 
-Avanti- disse lui ed io entrai. Nell'ufficio oltre a lui c'era anche Malfoy che guardai in cagnesco prima di accomodarmi. 
-Bene Malfoy, direi che la nostra conversazione finisce qui, ora devo dare ripetizioni alla signorina Burke- sentito ciò Malfoy si girò verso di me e fece un ghigno prima di alzarsi ed uscire. 
Alzai gli occhi al cielo seccata, perchè non potevo schiantarlo di nuovo?
-Ester?- richiamò la mia attenzione il professore -Sei pronta?- chiese confondendomi.
-Che devo fare?- chiesi titubante 
-Il Signore Oscuro vuole vederti- Grandioso, pensai esasperata, proprio quello che volevo -Ricorda di chiudere la mente- si raccomandò lui e io, sospirando, mi concentrai per entrare nei panni di una me cattiva e doppiogiochista. 
-Andiamo?- chiese quindi lui porgendomi il braccio. Io annuii e ci smaterializzammo. 
Ci ritrovammo davanti al cancello di Villa Malfoy. Mi ripromisi di chiedere a Severus come avevamo fatto e senza indugiare oltre iniziammo a camminare per raggiungere la porta. 
Tra di noi regnava il più religioso silenzio, pochi istanti prima di bussare lui mise una mano sulla mia spalla destra stringendola delicatamente per inondermi coraggio e poi bussò. 
Bellatrix, la pazza e violenta mangiamorte, ci venne ad aprire. Guardò me disgustata e poi passò a studiare Severus. No, sicuramente non le stavo affatto simpatica, ma il sentimento era senza alcun dubbio ricambiato. Dopotutto lei aveva ucciso Sirius, un, non troppo lontano, cugino di mia madre, che io trattavo come uno zio. Ricordo ancora il momento in cui lo vidi attraversare il velo, sperando invano di vederlo tornare indietro con il solito sorriso malandrino. Cosa che però non accadde. 
All'ingresso trovai anche Narcissa. Lei mi salutò educatamente, tra tutte le persone lì dentro lei era, senza alcun dubbio, la più sana di mente e la più sopportabile. 
Severus fu chiamato da Bellatrix per il suo colloquio privato con Voldemort e mi lasciò sola ad aspettare all'ingresso. 
Mi guardai intorno curiosa. Tutto lì dentro sembrava triste, si certo aveva un so che di maestoso quel posto, ma sembrava come se, con l'arrivo del Signore Oscuro, tutto fosse diventato più scuro e pesante, anche l'aria. 
Pensai ai racconti di mio padre, mi aveva raccontato che quella un tempo era stata una delle ville più belle di tutta l'Inghilterra e anche una delle più pregiate. Mi sembrava difficile crederlo ora, ma evidentemente i Malfoy erano caduti in disgrazia o almeno, erano caduti in una profonda depressione e, con loro, anche la casa. 
-Ester- mi distrasse dai miei pensieri la voce di Severus -Entra- 
Sospirai e mi rilassai, per quanto possibile, prima di incamminarmi ed entrare nella stanza. 
-Siediti- sibilò Voldemort e io eseguii il suo ordine molto volentieri. 
Non eravamo solo noi tre nella stanza, ma c'erano anche, come prevedibile, Narcissa e Bellatrix.
-Ti ho chiamata qui Ester- iniziò a parlare il pazzo senza naso -Per una questione molto importante. Ho deciso di renderti partecipe ad un mio piano molto importante- e vicino a lui sentii bisbigliare qualcosa da Bellatrix, sembrava quasi seccata -Ho una persona all'interno del castello che sta eseguendo un mio importantissimo ordine e voglio che tu lo tuteli- Io, senza battere ciglio e assolutamente interessata lo guardavo cercando di avere un'espressione fiera e decisa -Ma prima- continuò lui -Ho bisogno che tu mi giuri di non rivelare a nessuno, neanche al diretto interessato, quello che ti chiederò di fare se non te lo ordinerò io stesso- 
Senza aspettare neanche un secondo dissi -Lo giuro mio signore-
-Bene, Draco Malfoy ha il compito di uccidere Silente- lo disse così, come se fosse la cosa più normale del mondo ma fu, per me, un fulmine a ciel sereno. 
Severus mi scrutò di nascosto temendo una mia reazione sbagliata ma io non battei ciglio e -Cosa devo fare esattamente mio Signore?- chiesi
-Niente di particolarmente importante, devi solo sorvegliarlo e impedire a chiunque di scoprire il suo compito e proteggerlo a tutti i costi, anche a coso della vita- 
Prevedibile, pensai, dopotutto solo ad una come me, sfortunata come pochi, doveva capitare di proteggere una persona che a malapena riusciva a non schiantare ogni volta che lo vedeva. 
-Sarà fatto mio signore, a costo della vita, lo giuro- Anche io mi stupii di me stessa e Voldemort parve davvero soddisfatto -Ti aspettano grandi imprese mia cara e fedele alleata- e detto questo ci congedò. 
Pensai di avercela fatta, di poter tornare ad Hogwarts, poter dormire e riposare e finalmente liberarmi di quella maschera che indossavo davanti agli altri ma mi sbaglia. 
Appena fuori mi sentii afferrare il braccio da una mano. Non era una presa violenta ma bensì una presa quasi delicata. Mi voltai e vidi Narcissa Malfoy guardarmi. 
-Possiamo parlare?- mi chiese la donna e prima che potessi rispondere Severus disse -Abbiamo poco tempo Cissa, dobbiamo tornare ad Hogwarts-. Lei lo guardò quasi supplicante e -Ci metterò solo un paio di minuti Severus, ti prego- e così lui annuì. 
Seguii Narcissa in quello che mi sembrò un ufficio e -Ha qualcosa da dirmi signora Malfoy?- le chiesi. Volevo andarmene da lì il prima possibile.
-Oh cara- iniziò lei e io rimasi davvero colpita. Aveva un tono dolce e non austero, sembrava quasi gentile -Chiamami pure Narcissa- disse ed io annuii
-Non sei una persona di molte parole vero?- chiese divertita lei prima di tornare di nuovo estremamente seria 
-Ehm... effettivamente no- risposi io 
-Non fa niente. Volevo solo ringraziarti per voler proteggere Draco- Parlava come se fosse stata una decisione presa da me e non un ordine -Sai,- continuò -Lui non ha avuto molta scelta, dopo la scorsa estate quando il padre... Quando è successo quello che è successo gli sono state imposte tante cose- sospirò amareggiata -e sapere che ci sarà qualcuno a proteggerlo mi fa stare tranquilla- disse sincera lei poggiandomi una mano sulla spala.
-Signor... Ehm Narcissa non mi deve ringraziare, davvero, io eseguirò tutti gli ordini che mi saranno imposti dal mio Signore e sono grata di potermi rendere utile in qualsiasi modo- mi venne quasi da vomitare per le mie stesse parole ma riuscii a trattenermi e -Ester veloce, non abbiamo più tempo- mi salvò da quella situazione Severus e io gli fui davvero grata. Così senza altre parole lo raggiunsi, afferai saldamente il suo braccio e di colpo mi ritrovai di nuovo nel suo ufficio e mi buttai letteralmente su una sedia, ero stremata. 


Arrivata alla Sala Comune, come prevedibile, trovai Harry ad aspettarmi. 
Senza dire niente mi sedetti accanto a lui e appoggiai la testa sulla spalla e rimanemmo così, in silenzio, per qualche minuto. Improvvisamente versai una singola lacrima e velocemente l'asciugai, non ero una che piangeva di solito, ma quella situazione era diventata davvero pesante e sapevo bene di essere appena all'inizio. 
Harry si accorse del mio gesto e mi fisso ma non disse niente, sapeva che non ero una che amava provocare pietà negli altri, anzi mi infastidivano le persone di quel tipo. 
Prese la mia mano e intrecciò le sue dita con le mie. Molte persone potevan vedere malizia in quel gesto o confondere il tipo di rapporto che c'era tra di noi, ma io sapevo cosa significava. Era un modo per dirmi che lui ci sarebbe sempre stato per me, contro tutto e tutti, lui avrebbe protetto me come io avrei protetto lui. 
In quel momento ricordai la prima volta che lo vidi, avevamo circa otto anni, i miei si erano trasferiti nella sua stessa via subito dopo la morte dei suoi genitori per ordine di Silente, ma io non avevo alcuna idea della sua esistenza. Accadde quasi per caso in effetti, eravamo entrambi al parco di quel quartiere e io volevo salire sull'altalena ma era occupata da più di mezz'ora dallo stupido cugino ciccione di Harry. Mi innervosii a tal punto di compiere la mia prima magia, senza saperlo al tempo, e feci finire quello stupido con le chiappe per terra facendo ridere di gusto Harry che da quel momento divenne mio amico, per sempre. 
-Ester...- mi distrasse dai miei pensieri Harry. Mi girai per guardarlo negli occhi e capii che era preoccupato per me, quindi mi sforzai di sorridere.
-Sto bene- lo rassicurai -Sono solo un po' stanca, stanotte non ho dormito ed ho saltato anche la cena per colpa di Piton- 
Lui annuì comprensivo e -Dobby- chiamò ad alta voce. Il piccolo elfo, che conoscevo fin troppo bene, apparve immediatamente davanti a noi e -Harry Potter, signore...- squittì felice -Che bello rivederla- 
-Anche io sono felice di rivederti-ripose Harry -Potresti farmi un favore?- chiese lui e l'elfo annuì vigorosamente -Vai nelle cucine e vedi se è rimasto un pezzo di torta...- si girò verso di me e sorridendo disse -possibilmente al cioccolato- e Dobby sparì e ricomparì in pochi secondi con in mano un vassoio con mezza torta al cioccolato.
Lo guardai grata e lo ringraziai di cuore prima che se ne andasse. Insieme ad Harry iniziai a mangiare la torta felice e mi sentii immediatamente meglio. 
E rimanemmo così a mangiare, scherzare e prenderci in giro fino a notte fonda quando decidemmo che sarebbe stato meglio andare a riposare un po'. 


ANGOLO DEL TERRORE 
Salve miei cari lettori, prima di tutto vorrei invitarvi a notare la mia puntualità nell'aggiornare. Questo, e chi mi conosce lo sa, è un vero e proprio miracolo degno di nota.
Ok, passiamo alla storia. Prima di tutto, ovviamente, il titolo del capitolo è pieno di ironia e sarcasmo, ma questo sicuramente l'avevate già capito da soli, inoltre la frase che si trova prima del titolo è di una canzone di Taylor Swift che di intitola Tell Me Why. La canzone non ha niente a che vedere con l'argomento del capitolo, ma quella frase secondo me era perfetta. 
Ci tengo a chiarire una cosa, in questa storia non saranno presenti triangoli amorosi o cose simili. Il rapporto che hanno Harry e Ester è davvero come quello di un fratello ed una sorella, nessun amore nascosto è celato da nessuno di loro due. Non ci tengo ad inserire in questa storia una cosa così banale. 
Ora passiamo ai ringraziamenti. Grazie a Nevertrustaduck, per sopportarmi, supportarmi e recensire ogni capitolo, e grazie anche a blablebau per aver recensito il capitolo precedente. Grazie anche ai lettori silenziosi che però hanno aggiunto la storia tra le seguite, ricordate o preferite, non esitate a lasciare una recensione, fa sempre piacere sentire opinioni diverse o anche critiche costruttive. 
Detto questo io vi saluto, a sabato prossimo, o se ci riesco anche prima. 
Ambvra.
 

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Capitolo 6
*** Unforgettable kiss ***


Unforgettable kiss



Passarono diversi giorni e godetti della calma che l'universo aveva stranamente deciso di riservarmi. Ero seduta sotto un albero dell'immenso parco che circondava Hogwarts, amavo quel posto. Era abbastanza isolato e quasi nessuno passava da quelle parti e se mai succedeva erano solo di passaggio.
Stavo leggendo un libro babbano godendomi gli ultimi raggi di sole che presto avrebbero ceduto il posto alle nuvole. 
Due giorni dopo avrei partecipato alle audizioni per prendere parte alla squadra di Quidditch e in lontananza vidi qualcuno volare sopra allo stadio, sapevo chi fossero perchè li avevo salutati pochi minuti prima mentre si dirigevano al campo. Harry stava infatti dando una mano a Ron per allenarsi ed essere al meglio per le audizioni. 
Mi guardai intorno e vidi le foglie iniziare ad appassire, sugli alberi, e cadere spinte dal vento per terra. 
Ripensai alla me stessa di un anno fa, ero una ragazza qualunque che si divertita a fare scherzi con i fantastici gemelli Weasley ed aiutarli con le loro merendine marinare. 
Ripensai alla breve lettera inviata a Fred giorni prima, non era ancora arrivata nessuna risposta, che si fosse arrabbiato con me? 
Il solo pensiero mi fece perdere il buon umore, non avevo deciso di non salutarli era solo successo.
In più quello che sentivo per lui era diventato confuso da quasi un anno. Eravamo praticamente cresciuti insieme, quando ero piccola loro mi coinvolgevano negli scherzi che avevano, quasi sempre, come povero carnefice il piccolo ed indifeso Ron. Mi proteggevano quando qualcuno mi offendeva e mi consolavano quando mi facevo male o quando ero triste. Più di una volta ero piombata nella loro stanza nel cuore della notte a causa di un terribile incubo e loro mi avevano consolato. 
Mi mancavano.
Hogwarts era sempre stata la mia casa per me eppure sentivo che senza di loro mancava qualcosa, qualcosa di importante.
Chiusi il libro ormai consapevole che non sarei riuscita a leggere neanche un'altra riga, sbuffai rumorosamente e decisi di raggiungere i ragazzi al campo di Quidditch e allenarmi anche io. 
Li raggiunsi in pochi minuti e una volta lì presi una delle scope della scuola, dato che non ne avevo una personale, e raggiunsi i due ragazzi che mi guardavano sbalorditi. 
-Fate come se non ci fossi- dissi prima di fare dei giri veloci intorno al campo. 
Il vento soffiava forte e agitava i miei capelli, mi parve di essere libera e spensierata. Sembrava che il vento stesse scacciando tutti i pensieri e le preoccupazioni che avevo, doveva andare così, niente pensieri o distrazioni dovevo solo fare quello che avevo deciso mesi prima senza farmi distrarre da niente. 
Mi era mancato così tanto volare, sperai di non aver perso il mio tocco. Così, leggermente agitata e in preda all'emozione, liberai i bolidi e ne colpii immediatamente uno che sfrecciò nella direzione di Ron. Volai veloce per raggiungerla e, poco prima che potesse prendere Ron in testa, la colpii di nuovo, sotto lo sguardo meravigliato di Harry, cercando di dirigerlo verso l'anello centrale dell'altro lato del campo. Urlai di gioia quando esso attraversò l'anello centrale.
No, decisamente non avevo perso il mio tocco. 


-Allora- disse eccitata Ginny -Siete pronti?- 
Si, lo ero. Era arrivato, finalmente, sabato, anche conosciuto come il giorno delle audizioni per la squadra di Quidditch.
Avevo l'adrenalina a mille, non riuscivo a mangiare niente, ma ero sicura di me stessa, dovevo assolutamente entrare e prendere il posto di uno dei Weasley e niente e nessuno  me lo avrebbe impedito. 
Notai però Ron che aveva un colorito davvero pallido, non mangiava, cosa mai vista, e rimaneva zitto. 
-Non dovrei provare- annunciò all'improvviso il più piccolo e, da quel momento, il più stupido dei fratelli Weasley. 
-Ascoltami bene Ronald- dissi puntandogli il dito contro, in perfetto stile Molly Wealey, -Adesso tu mangi il tost che hai nel piatto, bevi un bel bicchiere di succo di zucca, ti alzi e mostrerai all'intera Hogwarts di cosa sei capace- e lui mi guardò sbigottito. 
-Si Ron- disse Harry mentre versava del succo di zucca in un bicchiere -Bevi e fai vedere chi sei- 
E dopo che Ron ebbe bevuto ci alzammo e iniziammo a dirigerci verso il campo. 

Quello che trovammo fu assurdo. Erano presenti decine di ragazzi, di tutte le età, pronti a sostenere le audizioni.
Hermione si ritirò felice sugli spalti, dove, notai subito, non c'erano seduti solo Grifondoro. 
Io, insieme a Ron e Ginny, rimasi qualche passo dietro ad Harry che cercava invano di riportare l'ordine sul campo, sembrava disperato. 
Stavo iniziando a seccarmi, quella situazione stava diventando assurda. 
-Adesso basta- urlai stupendo tutti e ottenendo un silenzio immediato e uno sguardo di ringraziamento da parte di Harry. 
-Voi sei- indicai dei ragazzini, sicuramente del primo anno, che aspettavano di fare i provini -Siete del primo anno giusto?- chiesi tanto per avere la conferma e loro annuirono -Perfetto,-dissi seccata -non potete entrare in squadra, sparite- e loro, forse impauriti, scapparono immediatamente e andarono a sedersi sugli spalti-
Poi mi rigirai e guardai il gruppo davanti a me -Assurdo- dissi con un tono esasperato -Ma siete tutti impazziti? Chi non è un Grifondoro non può entrare in squadra. Avete tre secondi per sparire da davanti ai miei occhi- e una decina di persone se ne andò con la coda tra le gambe. 
Mi voltai verso Harry -Ora tocca a te Capitano-
Harry si schiarí la voce -i cacciatori alla mia destra per favore, i battitori davanti a me e i portieri alla mia sinistra, grazie- così il gruppo iniziò a dividersi tranne un paio di stupidi idioti.
Harry li guardò confuso -voi non avete un ruolo?- chiese 
Il più stupido tra tutti fece un passo avanti e -siamo cercatori-
Alzai gli occhi al cielo, tutto questo era ridicolo!
-Pensate davvero di poter essere migliori di Harry?- intervenne Ginny 
-Ora schianto qualcuno- sibilai e Ginny mi guardò divertita 
-Se volete provare a battermi fate pure- la risposta di Harry mi sorprese. Conoscevo bene il mio migliore amico, se c'era una cosa di cui era sicuro era il suo talento nel Quidditch.
Nessuno di quei ragazzi senza cervello disse niente quindi lui si rivolse a me e -Ester libera il boccino, iniziamo noi-
Cercai di controllare il mio istinto omicida e feci come mi chiese. Aspettarono qualche minuto e poi cavalcarono le loro scope ed al segnale di inizo decollarono.
Inutile dire che, un paio di secondi dopo e senza alcuna difficoltà, Harry prese il boccino e io, insieme a Ron e Ginny, urlai entusiasta.
Fu il turno dei cacciatori, Ginny entrò in squadra e appena i suoi piedi toccarono terra la abbracciai calorosamente.
-Battitori tocca a voi- ci richiamò Harry 
Afferrai una delle tante scope della scuola e mi librai in aria.
-Queste sono le regole- iniziò serio Harry -i primi due che dalla metà del campo riusciranno a far entrare tre bolidi nell'anello centrale entreranno in squadra- feci un sorriso di scherno. Era fin troppo facile.
Prima di me toccò a tre ragazzi grossi quanto un gorilla ma nessuno riuscì a farne entrare tre, uno ne fece entrare due, gli altri neanche mezzo.
Quando fu il mio turno mi posizionai sicura sulla scopa e -pronta?- mi chiese Harry ed io annuii sicura. Il primo bolide iniziò ad avvicinarsi, lo aggiunsi in pochi attimi, lo colpii forte ed entrò nell'anello -liberane due- urlai ad Harry e così fece.
Vidi il primo puntare verso gli spalti e sfrecciai per raggiungerlo, dopo una virata forzata lo colpii sicura e anche questo entrò nell'anello. L'altro si trovava fin troppo vicino agli anelli dove avrei dovuto lanciarlo così decisi di tentare una mossa estrema.
Se dovevo farlo lo avrei fatto con stile.
Sfrecciai verso di esso mentre ruotavo su me stessa.
Dagli sparti si sollevarono grida di sorpresa, quella non era uno schema qualunque, era lo schema Weasley, inventato da Fred in persona.
Raggiunsi in pochi attimi il bolide e lo lanciai verso la direzione opposta del campo, facendolo entrare perfettamente nell'anello centrale.
Sentii un boato arrivare dagli spalti, ce l'avevo fatta. 

-Ce l'abbiamo fatta- urlò, forse per la millesima volta, Ginny
-Siamo stati grandi- le diedi man forte io 
-Quest'anno vinceremo sicuramente la coppa- continuò Harry. 
Stavamo tornando al castello, il sole stava calando e un vento iniziava a rendere l'aria leggermente fredda, ma a noi non importava, eravamo troppo felici e fieri di noi stessi per pensare al freddo. 
Io presi a braccetto Harry ed insieme iniziammo a saltellare come due idioti sotto lo sguardo divertito di Ron, Ginny ed Hermione. Insieme ridemmo e scherzammo per tutto il tragitto, eravano spensierati come tutti i ragazzi della nostra età avevano il diritto di essere. 
Arrivammo al settimo piano e fu per caso che intravidi una testa biondo platino svoltare l'angolo e sparire all'improvviso. 
-Dobbiamo festeggiare- annunciai all'improvviso cercando una scusa per allontanarmi da loro e seguire il serpeverde -Vado a prendere qualcosa, di alcolico, da bere nelle cucine va bene? Voi aspettatemi qui- e scappai nella direzione opposta alla loro, dove, ne ero certa, avrei trovato Malfoy. 
Presi la mia bacchetta dal mantello e mi resi invisibile continuando nel frattempo a camminare.
Perchè Malfoy era su quel piano? Era così lontano dall'usuale terreno dei vermi, cioè i sotterrani.
Passarono una manciata di secondi fino a quando lo vidi. Stava camminando davanti ad un muro.
Quel muro lo riconobbi subito, non era un muro qualunque, su quello appariva la porta per la stanza delle necessità. 
Mi posizionai davanti a lui e rimossi l'incanteimo di invisibilità. Lui sobbalzò sorpreso e mi guardò terrorizzato. 
-Cosa ci fai qui?- mi chiese cercando di riprendere la sua solita aria altezzosa
-Non sono affari tuoi- risposi prima di diventare nuovamente invisibile e spostarmi alle sue spalle -Malfoy non ti rendi conto in che guai ti stai mettendo andando in giro per i corridoi a fare qualcosa di sicuramente pericoloso a quest'ora, momento in cui decine di Grifondoro arrivano su questo piano per tornare nella sala comune?- gli sussurrai all'orecchio.
Lui si guardò intorno spaventato ed io ghignai divertita. Mi resi di nuovo visibile.
-Smettila con questi giochetti Burke, quello che faccio non è affare tuo- 
-E' proprio qui che ti sbagli- ribattei ghignando maligna -Io devo...- 
-Ester- mi chiamò qualcuno.
Dannazione, per le mutande più sporche di Merlino, era Harry. 
Agii velocemente, mi trasfigurai i capelli facendoli diventare da lunghi e castani a corti e neri, presi Malfoy per le spalle in modo da poter dare le spalle ad Harry. 
-Harry è qui?- chiesi a Malfoy che annuì sbarrando gli occhi -Baciami- sussurrai. 
Lui mi guardò confuso ed inorridito -Non ho nessuna intenzione di baciarti traditrice del t...-
E baciai quello stupido furetto senza cervello cercando di apparire il meno disgustata possibile e lui rimase immobile come una statua. Fu un'esperienza da brividi, brividi di disgusto. 
Dopo poco ci separanno e -se ne è andato?- chiesi. Lui mi guardò torvo e poi annuì di nuovo. 
-Cos'è ti hanno mangiato la lingua Malfoy?- lo presi in giro ma poi tornai subito seria -Non metterti strane idee in testa per questo bacio. Continui a farmi ribrezzo- sottolineai, non volevo malintesi
-Il sentimento è reciproco Burke- rispose lui. 
Trasfigurai di nuovo i miei capelli facendoli tornare al loro stato naturale e feci per andarmene ma Malfoy mi afferrò il polso e -Perchè mi hai coperto?- 
Mi liberai dalla sua presa indignata e -Quello che faccio non è affar tuo- lo imitai ma poi lo guardai dritto negli occhi e -Non tutto è come sembra- aggiunsi prima di rendermi nuovamente invisibile. 
Cinque minuti più tardi rientrai in Sala Comune con un sacchetto pieno di burrobirre ed un paio di bottiglie di Wisky Incendiario. 
-Ester, finalmente- mi accolse Ron e poi guardandosi intorno disse -Forse è meglio se queste le andiamo a bere nel nostro dormitorio- e io, notando che la sala comune era ancora troppo affollata acconsentii.
Fu così che ci ritrovammo in quattro seduti sul letto di Harry a bere e brindare dato che Ginny se ne era andata perchè doveva incontrare non sapevo chi non si sapeva dove. 
-A noi che siamo entrati in squadra, al nostro grandioso Capitano e alla nostra Hermione che ha un grande talento nel confondere le persone- dissi alzando un bicchere di Incendiario in aria e risi di gusto nel vedere Hermione arrossire. 
Guardai Ron, sperando che avesse capito la mia non troppo sottile allusione, ma, quel tontolone di un Weasley, era già bello che ubriaco e stava canticchiando qualche strana canzone. 
Harry invece parve avere un'illuminazione e -Ragazzi- disse mettendosi dritto con la schiena -Non sapete chi ho visto prima- disse ridacchiando
-Chi?- chiese ridendo Ron mentre io ero in preda all'ansia 
-Malfoy- disse e io ed Hermione alzammo gli occhi al cielo -Che si baciava con una ragazza- disse fingendosi inorridito -Una ragazza di Grifondoro- aggiunse
-Che schifo per Merlino- esclamai io ed ineffetti si, mi faceva proprio schifo ripensarci e quindi bevvi avida altri due sorsi di incendiario mentre Ron fece finta di vomitare ed Hermione scosse la testa come per scacciare quella immagine dalla sua testa. 
-Sicuramente quella ragazza è sotto Imperio- scherzai io e iniziammo tutti a quattro a ridere.
 

ANGOLO DEL TERRORE

Here i am. 
Puntuale come un orologio, mi merito un applauso gente. 
Comunque questo capitolo fa onestamente schifo, non succede praticamente e avrei anche potuto non pubblicarlo ma mi piaceva l'idea di dare un po' di tregua ad Ester. In pratica è uno di quei capitoli che molti chiamano di passaggio e che io chiamo ''facciamo finta che vada tutto bene anche se non è così''
Tanto per chiarire io adoro i Serpeverde, ma questa storia è vista e scritta dal punto di vista di Ester, che è una Grifondoro, quindi i commenti sui Serpeverde sono in qualche modo dovuti. 
Ci tenevo anche a dire che è deprimente non ricevere recensioni, davvero tanto deprimente, ma continuerò a scrivere questa storia per le poche persone che la seguono e perchè ci tengo. 
Adios, a sabato prossimo, magari se qualcuno recensisce aggiornerò anche prima, Ambvra. 

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Capitolo 7
*** Burke vs. Malfoy ***


Burke vs. Malfoy

Ormai Settembre aveva lasciato il posto ad Ottobre ed anche questo stava per lasciare presto il posto a Novembre e delle giornate soleggianti che tanto amavo era rimasto solo un vago ricordo. 
Le nuvole dominavano il cielo quasi tutti i giorni e anche se fosse stato diversamente non avrei comunque potuto godere delle giornate dato che tra i compiti, le false ripetizioni con Severus, i pedinaggi a Malfoy e gli allenamenti mi era rimasto a malapena un po' di tempo per respirare. 
Mi sembrava di procedere automaticamente giorno dopo giorno senza neanche rendermi conto del tempo che passava e di quello che facevo. 
Malfoy ogni volta che mi vedeva scappata terrorizzato, una volta quasi cadde in mezzo al corridoio suscitando le risate di molti ragazzi e la mia. 
Mi trovavo in biblioteca a fare un saggio per incantesimi dato che il fine settimana seguente ci sarebbe stata la prima partita di Quidditch ed io avevo bisogno di fare i compiti il prima possibile per poi dedicare il mio tempo ad allenarmi e provare le nuove tecniche ideate da me, Harry ed Andrew Kirke, l'altro battitore. 
Mancava poco a quel fatidico giorno e mai nella vita avrei fallito, anzi non vedevo l'ora di giocare per poter colpire più rivali possibile con un bolide senza ricevere alcuna punizione. 
Quella sera sarei dovuta andare da Severus, come ormai ogni mercoledì sera, ma avevo già deciso che gli avrei detto di saltare quella lezione, o qualunque cosa avessimo dovuto fare. 
Così chiusi il libro, una volta finito il saggio, ed uscii dalla biblioteca. Mi diressi veloce verso l'ufficio del professore ed entrai senza bussare. Immediatamente me ne pentii, Malfoy era seduto davanti ad un Severus che ora mi guardava colpito ed arrabbiato. Ma possibile che quello stupido serpeverde doveva stare sempre tra i miei piedi? 
-Mi scusi professore- dissi e velocemente elaborai una scusa per l'accaduto -La professoressa McGranitt mi ha mandata a chiamarla e andavo di corsa, era abbastanza agitata- dissi e dato che Malfoy non mi guardava gli feci l'occhiolino per fargli capire che non era vero. 
-Arrivo subito- si alzò lui e congedò Malfoy con un veloce -Noi due continuiamo dopo- ed il biondo non aspettò oltre e quasi scappò fuori dall'ufficio. 
-Scusami Severus- dissi lasciandomi cadere su una sedia 
-Tranquilla, hai recuperato egregiamente ad un piccolo errore- Disse sorridendo appena.
Avevo già raccontato l'accaduto con Draco a Severus molto tempo prima e ogni volta riferivo i dubbi che Harry aveva su Malfoy ma anche su di lui e lui, ogni santissima volta, non se ne curava. Probabilmente pensava che Harry fosse troppo stupido per trovare delle prove concrete sui due ma di certo, ne ero sicura, aveva un ottimo sesto senso. 
-Severus, oggi dobbiamo fare qualcosa di importante oppure posso andare a fare altro? Sai... la partita di domenica, devo allenarmi- 
Lui mi guardo torvo, ovviamente lui avrebbe tifato contro di noi e, ne ero sicura, si stava chiedendo se far allenare o meno il nemico. 
Sbuffò e poi -Puoi andare- disse e io gli sorrisi grata.
Stavo per andare quando -Severus, alla lezione di domani posso almeno iniziare a fare un paio di schiantesimi e sortilegi scudo, per favore?- dissi implorante, ormai non riuscivo più a fingere di non saper far gli incantesimi non verbali.
-Va bene...- disse esasperato e io battei felice le mani 
-Ah Severus...-
-Dimmi- disse esasperato
-Mi metti in coppia con Malfoy alla lezione di domani?- chiesi sfoggiando il mio ghigno, ormai famoso in tutta Hogwarts come ghigno da brividi perchè non presagiva nulla di buono.
-Va bene- acconsentì ancora lui -Ora vattene prima che cambi idea- disse severo lasciandosi però scappare una sorriso
-Grazie- dissi prima di schizzare fuori dall'ufficio diretta al campo di Quidditch. 


-Sai cosa ho sentito dire da due ragazze di Tassorosso di quarto anno?- mi chiese, mentre ci stavamo dirigendo verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, Hermione
-No, cosa?-  chiesi io
-Circola voce che tra te e Piton c'è una sorta di storia d'amore- io la guardai inorridita e terrorizzata, incredula per le sue parole. Ma che schifo, pensai.
-Che cosa orrida. Oddio, per i reggiseni più consumati di Morgana- dissi con una tono un po' troppo alto dato che alcuni Grifondoro del nostro anno si girarono verso di noi.
-Ho pensato la stessa cosa- disse una Hermione a dir poco divertita dalla mia esclamazione 
-Oggi farò vedere come sono migliorata, altro che storia d'amore, quello stronzo è un subdolo tiranno ma in questo caso i suoi metodi hanno dato i loro frutti- dissi prima di entrare in classe e sedermi al mio posto a fianco ad Harry. 
-Oggi farò un test per vedere a che punto siete arrivati con gli schiantesimi e sortilegi scudo- disse Piton appena entrato in classe -Io- sottolineò malefico questa parola -formerò le coppie e non voglio in alcun modo sentire proteste- annunciò e molti rimasero delusi. 
-Potter e Granger, Brown e Tiger, Ron e Goyle, Burke e...- il silenzio si impossessò dell'aula, tutti sapevano, erroneamente, che io non ero capace in quegli incantesimi, e volevano vedere il grado di stronzaggine del professore -Malfoy- annunciò lui e l'illuso furetto sorrise soddisfatto sicuro di potermi battere facilmente. 
Io invece, ghignando malefica, mi misi davanti a lui e afferrai la mia bacchetta.
-Al mio via dovrete cercare di schiantare il vostro rivale, il primo della coppia che ci riesce otterrà un Eccezionale, l'altro beh... ne parleremo. Tre, due, uno... Via- 
Come prevedibile, ormai conoscevo bene le tecniche e la scarsa capacità di pazienza del mio rivale, Malfoy mi lanciò subito uno schiantesimo ed io, guardandolo dritto negli occhi, con un movimento annoiato della mano lo parai. 
In tutta l'aula il suono di diversi schiantesimi, molti andati a mira ed altri schivati o bloccati, rompeva il silenzio ed io, con tono di sfida dissi -Questo è tutto quello che sai fare?- al mio sfidante. Lui mi guardò contrariato, niente stava procedento come si aspettava evidentemente e questo mi divertiva. 
Lo vidi arrossire e concentrarsi per lanciare un expeliarmus che io, senza alcuna fatica, deviai e lo reindirizzai verso di lui. Non riuscì a schivarlo o deviarlo e vidi la sua bacchetta volargli dalla mano per andare a finire dall'altra parte della stanza ed a quel punto, tutti ci stavano guardando, anche Severus. 
-Vai a prendere la bacchetta- gli ordinai 
-Signorina Burke- mi riprese il professore -Anche quando si troverà davanti ad un nemico gli permetterà di riprendere la bacchetta? - 
Lo guardai torva e -I miei nemici saranno tutti al mio stesso livello, a differenza di Malfoy che evidentemente non lo è- risposi.
Sentii i Grifondoro trattenere il respiro per quella risposta, con la coda dell'occhio vidi Malfoy riprendere la sua bacchetta e cercare di attaccarmi alle spalle. Evidentemente la lezione di Malocchio non era bastata. 
-Non si attacca alle spalle- dissi proteggendomi dal suo schiantesimo prima di attaccarlo a mia volta e prenderlo in pieno petto. 
Nessuno disse niente, Severus camminò verso di me dando le spalle a tutti gli altri e fece un sorrisetto soddisfatto -Dieci punti a Grifondoro ed un Eccezionale a lei signorina Burke- 

-Incredibile- disse uno
-Assolutamente irripetibile- acconsentì un altro
-E' un miracolo, Piton che da dei punti ai Grifondoro-
Questo era quello che si sentiva ormai da qualche ora nei corridoi della scuola, apparentemente nessuno studente di nessun anno e di nessuna casa aveva memoria di un Piton che assegnava anche solo un punto ad un Grifondoro. 
Io invece non facevo altro che ridere come una pazza ogni volta che ricordavo l'espressione fatta da Maloy, quella, a mio parere, era stata assolutamente epica. 
-E hai sentito le urla stridule che ha fatto una volta uscito dall'aula? Sembrava una femminuccia- mi ricordò Ron 
-Quella stupida traditrice del suo sangue la pagherà- lo imitò Hermione agitando le mani in aria e io risi di gusto. 
La cena era finita e noi stavamo tornando in Sala Comune per rilassarci un po'. Una volta arrivati davanti al ritratto e detta la parola d'ordine entrammo e io mi buttai sul divano intenzionata a passare, dopo giorni, una serata lontana da libri. 
-Sei stata davvero fantastica- disse all'improvviso Harry 
-Questo lo so, grazie- dissi io ironica e lui rise divertito per la mia risposta. 
Mi abbraccio di slancio ed io rischiai di cadere giù dal divanetto su cui eravamo entrambi seduti. 
-Adesso dovrai pagare per la tua impertinenza- mi disse lui ed iniziò a farmi il solletico.
-Brutto idiota di un Potter smettila o giuro che schianto anche a te- dissi cercando di liberarmi dalla sua presa tra una risata e l'altro mentre Ron ed Hermione ci guardavano esasperati dal nostro atteggiamento da bambini. 
-Ehi c'è un gufo alla finestra- esclamò all'improvviso un ragazzino del terzo anno. 
Tutti e quattro ci girammo a guardare, lui lo fece entrare ed il gufo volò dritto verso di me. All'improvviso mi ritrovai tutti gli sguardi addosso. Il gufo, oltre ad avere una lettera al becco, aveva un incarto di quello che sembrava un manico di scopa. 
Liberai il gufo dal pacco che trasportava e afferrai la lettera. Esso, senza aspettare oltre, ritornò alla finestra e se ne andò.
Aprii la busta ed iniziai a leggere
                                           
                                              Cara Es, 
                                           Ho sentito che sei entrata nella squadra di Grifondoro come    battitrice, sono così felice ed orgoglioso di te. Ma dato che hai preso il mio posto in squadra voglio che tu dia il tuo meglio e abbatta il più possibile di avversari con un bolide dritto in faccia, soprattutto se sono dei Serpeverde, e faccia vedere di cosa sei realmente capace. 
Anche George è d'accordo e quindi abbiamo deciso di farti un piccolo regalo.

                                                                                             Sempre tuo, Fred.
P.S. Ricorda di coprire la tua puffola pigmea con le coperte che ti ho dato appena inizierà a fare freddo. Mi manchi e non vedo l'ora di rivederti.

Commossa e senza aspettare oltre, sotto gli sguardi curiosi di tutta la Sala Comune, iniziai a scartare l'involucro della scopa. 
Quando ebbi finito e riconobbi il contenuto rimasi senza parole e con me tutte le persone intorno. 
Non potevo credere ai miei occhi, quei due pazzi mi avevano regalato una Firebolt Plus, l'ultimo e costosissimo modello di firebolt. 
-Ma... quella è...- iniziò a balbettare Ron senza trovare realmente le parole -Ma chi è stato?- chiese e io senza trovare le parole presi la lettera e gliela porsi. 
Quando lui ebbe finito di leggerla la passò ad Harry che mi guardò ancora più meravigliato del suo migliore amico. 
-Per le mutante più sporche e strappate di Merlino- riuscii a sussurrare provocando non poche risate -Porca Morgana, quei due sono pazzi- urlai 
-Tutto questo entusiasmo per una scopa..- disse Hermione alzando gli occhi al cielo 
-Questa non è una semplice scopa- intervenne Neville facendomi sobbalzare -Questa è una Firebolt Plus, la migliore scopa in circolazione. E' uscita sul mercato da...- 
-Da sole tre settimane- lo interruppe Ginny
-E costa più di una casa- aggiunse Katie Bell scandalizzata 
-E pensare che quei due spilorci non mi regalano neanche un pacchetto di merendine marinare- borbottò Ron infastidito facendo ridere, più del normale, una Lavanda Brown che sembrava più una gallina strozzata in quel momento. Ron arrossì e si becco uno sguardo severo da parte di Hermione. Che fosse gelosa?
-Ora non solo batteremo i Serpeverde, li stracceremo- urlò entusiasta Harry e si sollevarono delle grida di vittoria dai Grifondoro felici solo all'idea. 


ANGOLO DEL TERRORE
Sono quasi in ritardo e vado molto di fretta, infatti non ho neanche controllato il capitolo e sono sicura che ci sono degli errori, ma lo controllerò domani o appena ne avrò il tempo. 
Comunque parlando del capitolo onestamente non succede granché, ma mi serviva un capitolo per introdurre ciò che succederà dopo. Da notare il modo in cui Ester fa il culo a Malfoy, lo avrà capito Draco che non si deve scherzare con lei? 
Da notare anche il regalo dei gemelli, o del gemello, gran bel regalo, non trovate? 
Comunque ho avuto un blocco per una settimana e non sono riuscita a scrivere niente ed il problema è che continua fino ad ora, ma non temete ho scritto già fino al capitolo 13 quindi non dovrebbero esserci problemi con gli aggiornamenti. 
Detto questo ringrazio come sempre la mia meravigliosa Nevertrustaduck perchè recensisce ogni capitolo e perchè io la adoro e le auguro pubblicamente buona fortuna per il saggio che avrà domani. 
Recensite e lasciate qualsiasi commento voi vogliate, positivo o negativo cambia poco, vorrei solo sapere cosa ne pensate di questa storia. 
Baci, a sabato prossimo, Ambvra. 

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Capitolo 8
*** Hogsmeade ***



Dedico questo capitolo alla mia ''amante'', lei capirà il perchè.


Hogsmeade

 

Una pioggia battente accompagnava i nostri pomeriggi ormai da diversi giorni.
Iniziava a fare abbastanza freddo per essere solo inizio Novembre ma non me ne curavo troppo. I miei giorni li passavo principalmente con Hermione tra la biblioteca alla Sala Comune entrambe intente a non rimanere indietro con il programma mentre Harry e Ron passavano ogni ora libera ad allenarsi in vista della prossima partita.
Fortunatamente i compiti non mi permettevano di distrarmi nei miei pensieri ed anche le pattuglie che facevo abitualmente per pedinare Malfoy ed evitare che fosse scoperto da Harry o da chiunque altro mi tenevano abbastanza occupata, soprattutto la notte. Probabilmente era quello il motivo per cui, sotto i miei occhi verdi, avevo due occhiaie che mi facevano sembrare in modo incredibile ad un panda. 
Era sera tarda, ed io stavo giusto ricontrollando il compito di Trasfigurazione, quando Ginny si avvicinò a me con in mano la sua puffola pigmea. 
-Ester, posso chiederti una cosa?- disse lei sedendosi di fronte a me ed io annuii distratta -Sai per caso perchè la mia puffola trema continuamente?- 
Alzai gli occhi per posarli su quel piccolo animaletto che sembrava soffrire particolarmente il freddo e mi ricordai che Fred mi disse, tempo prima, che loro soffrivano il freddo in modo particolare. 
-Oh si- risposi -Fred mi ha dato delle copertine adatte per coprirle dal freddo- le dissi e lei parve rasserenarsi -Te ne vado subito a prenderne una dal mio baule, aspettami qui- e così mi alzai, presi i miei libri e le mie pergamene e risalii in camera. 
Quando aprii la porta trovai Hermione concentrata a leggere chissà quale libro, che alzò appena lo sguardo per vedere chi fosse prima di tornare alla sua lettura. 
Aprii il mio baule ed iniziai a rovistarvi dentro alla ricerca delle coperte. Le trovai quasi subito, ancora imballate e quando le tirai fuori da esse uscì una busta che scivolò sul pavimento. La raccolsi ripromettendomi di leggerla più tardi e senza perdere altro tempo, dopo averne raggomitolata una intorno a Forge, la mia puffola pigmea, scesi in Sala comune per darne una a Ginny.  
Quando tornai in stanza presi la mia lettera e la iniziai a leggere. 



La mattina dopo, all'alba, andai in guferia e spedii una lettera di poche parole
 
                                                      Tra due settimane ho una gita ad Hogsmeade, fatti trovare alle dieci all'entrata                                                                                                posteriore di Zonko. Non rispondere, voglio parlarti.

Scrissi il destinatario e la spedii.


-Ma perchè non vieni con noi ad Hogsmeade?- mi chiese, forse per la millesima volta, Harry facendomi alzare gli occhi al cielo
-Non mi va, devo studiare-mentii.
Stavo in tutti i modi cercando di liberarmi dei miei amici per qualche ora e, incredibilmente, ci stavo riuscendo. 
Lui mi guardò per qualche secondo, pensieroso, e poi annuì, non del tutto convinto però. 
Così mi andai a preparare per uscire, fingendo di voler tornare in sala comune prima di andare in biblioteca. 
Decisi di indossare un semplice paio di jeans neri skinny ed un maglione bordeaux sopra. Mi coprii con una giacca pesante, indossai un paio di stivaletti corti, neri, ed un cappellino di lana, dello stesso colore, mi spuzzai del proumo alla vaniglia, il mio preferito e poi uscii.
Fortunatamente non incontrai nessuno dei miei amici e una volta arrivata a destinazione controllai l'orario e mi resi conto di essere, incredibile a dirsi dato che di solito io ero sempre la ritardataria, in anticipo di ben dieci minuti. 
Un quarto d'ora dopo iniziai a temere che non si sarebbe presentato, ma non avrebbe avuto alcun senso. Se quella lettera l'aveva davvero scritta lui, se quello che c'era scritto era vero allora sarebbe venuto sicuramente. 
-Es- sobbalzai ed alzai gli occhi. Me lo ritrovai davanti, più bello che mai, nonostante stesse tremando per il freddo e la sua sciarpa fosse alzata fino al naso e lasciasse intraverede solo i suoi meravigliosi occhi azzurri. 
Quasi non me ne resi conto, come se fosse un gesto dettato da qualcosa di automatico ed incontrollabile, ma gli saltai letteralmente addosso con l'intento di abbracciarlo, ma forse ci misi troppa foga dato che lui perse l'equilibrio e ci ritrovammo entrambi distesi sul suolo innevato. 
Scoppiai a ridere, una risata sincera e spontanea che non facevo da davvero troppo tempo, e lui fece altrettanto. 
All'improvviso però mi resi conto di essere sdraiata letteralmente sopra di lui e smisi di ridere. Nonostante i numerosi strati di vestiti che ci dividevano riuscivo a percepire il calore del suo corpo e le mie narici furono invase dal suo profumo che avrei riconosciuto anche tra mille. Lui parve pensare la stessa cosa, rimanemmo per alcuni attimi fermi, a guardarci negli occhi con un solo palmo a dividere le nostre labbra. In quel momento, all'improvviso, tutti i sentimenti che avevo cercato di reprimere dall'anno scorso riumersero insieme, provocandomi un brivido lungo la schiena. 
Senza aspettare oltre mi rialzai, forse troppo velocemente dato che inciampai e se Fred non mi avesse afferrato la mano per mantenermi in equilibrio sarei caduta, di nuovo. 
Lui mi guardò divertito -Mi è mancata la tua sbadataggine- disse sorridendo e in quel momento capii quanto realmente mi fosse mancato. 
D'istinto però gli diedi un pugno sulla spalle e -questa è per essere uno stupido pazzo per avermi regalato una scopa così cara- dissi seria ma lui continuava a sorridere divertito, non capivo perchè riuscivo ad intimidire tutti, ma non lui. 
-E' stato un piacere e dato i risultati degli allenamenti, me lo ha detto Ron, ne è valsa proprio la pena- disse lui. 
-E questo- aggiunsi ignorando le sue parole -è per la lettera- dissi dandogli un altro pugno.
Lui mi guardò comprensivo, sembrava pentito, forse si pentiva di averla scritta, forse non intendeva farlo davvero o forse i suoi sentimenti erano cambiati. 
Solo a pensarci mi sentii male. Pensai di essere solo una stupida cotta per lui, che, dopotutto, avrebbe benissimo trovato di meglio senza il minimo sforzo. Chi mai avrebbe scelto una come me? Apparentemente inafettiva e una stronza fino all'osso, una che avrebbe reso la vita difficile anche all'uomo più cattivo del mondo, una che  non avrebbe mai sopportato tutte le dolcezze smielose delle tipiche coppiette, una con sblazi d'umore peggiori di quelli delle donne incinta e che avrebbe schiantato chiunque in un momento di rabbia, senza alcun pentimento o ripensamento. 
-Mi dispiace Es...- quel soprannome mi fece sorridere appena e lui prese le mie mani tra le sue. Solo lui mi chiamava in quel modo. 
-Tranquillo Freddie- lo interruppi -Non l'ho presa sul serio, quindi amici come prima, ok?- 
-No- disse lui spiazzandomi, non voleva neanche rimanere amici, che gli avevo fatto? - Non voglio più essere un tuo amico- disse lui guardandomi dritto negli occhi -Non voglio continuare a far finta di provare solo un semplice affetto per te e so che ho aspettato troppo a dirtelo e so che ora non potremo vederci quanto prima, ma so anche che non riuscirò mai a trovare una come te, una ragazza pazza che minaccia sempre di schiantarmi ma poi non lo fa mai perchè anche se fa finta di essere stronza in realtà è dolce, ed è anche leale, sincera e darebbe la vita per coloro che ama. Dove mai potrei trovare una ragazza con cui non ci si annoia mai perchè è più pazza di me? Oppure una ragazza che invece di parlare di vestiti e robaccia da femminuccie preferisce andare a guardare una partita di quidditch o disposta a sopportarmi tutte le volte che lascio le cose in disordine perchè dopotutto è più disordinata di me? Tu sei così Ester Elena Burke ed io sarò anche pazzo, ma io credo di essermi innamorato di te e ti aspetterò anche per anni se questo volesse dire poter stare insieme a te un giorno- 
Rimasi ferma, non fiatai, aveva davvero detto che si era innamorato di me? Aveva davvero detto che mi avrebbe aspettato? Ma cosa c'era da aspettare poi? Io volevo stare con lui, volevo sorridere e ridere come solo lui riusciva a farmi fare.
-Fred- iniziai a parlare a malincuore quando in realtà l'unica cosa che volevo davvero fare era baciarlo -Questo è un periodo difficile per me, sai la scuola e la guerra che si avvicina. Non sono in grado di dare stabilità a nessuno, ma voglio che tu sappia che mi piaci, davvero, solo che...-
-Allora niente, voglio solo poter passare un po' di tempo con te. Anche solo a bisticciare e discutere...- e lo baciai, perchè non avevo mai visto un Fred così timido ed indeciso, così poco sicuro di se e mi fece tenerezza, mi scaldò il cuore e mi piacque anche più del solito.
Fu un bacio veloce, posai leggera le mie labbre su di lui e poi mi scansai, temendo di poter essere rifiutata. Ma non fu così, mi guardò sorpreso per qualche secondo prima di alzare dolcemente il mio viso verso l'alto con due dita sotto al mento e si chinò per baciarmi. 
All'iniziò fu delicato, come se avesse paura di esagerare, ma quando io circondai il suo collo con le mie braccia lui approfondì il bacio ed io ne fui felice. 
Dopo un non calcolabile periodo di tempo ci separammo e subito lo abbracciai. Avevo bisogno di lui, mi dava sicurezza e mi faceva sentire bene, protetta e felice. 
Passammo il pomeriggio insieme, a camminare per le vie più interne e sconosciute del paesino, mano per la mano.
Quando venne il momento di separarci per la mente mi passò seriamente il pensiero di mollare tutto e scappare con lui in un posto sperduto nel mondo.


Quando, ormai il sole era calato da un bel po', tornai al castello e arrivai nella Sala Comune ma non trovai nessuno dei miei amici lì. Decisi quindi di tornare in dormitorio e rimettermi la divisa della scuola prima di scendere in Sala Grande, sicura di trovare lì almeno Ron, che di certo non si sarebbe mai perso un pasto, per nessun motivo al mondo. Ma la mia previsione fu errata, era per quello, forse, che non avevo mai preso in considerazione una materia come Divinazione. 
Guardai il tavolo dei Serpeverde, quasi d'istinto, e notai l'assenza di un certo, irritante e stupido furetto biondo. 
Uscii di corsa dalla Sala Grande e, senza neanche accorgermene, mi diressi verso l'ufficio di Albus Silente. Arrivai davanti al Gargoyle col fiatone in una manciata di minuti e una volta detta la parola d'ordine, bussai con vigore, forse anche troppo, sulla porta dell'ufficio del preside. 
La voce pacata di quest'ultimo mi invitò ad entrare e quando aprii la porta trovai i miei migliori amici seduti, con aria quasi colpevole, davanti alla cattedra del vecchio uomo. 
Non riuscii a non posare per qualche attimo il mio sguardo sulla mano ormai rovinata del preside e notai che la macchia nera, che faceva sembrare la mano quasi marcia continuava, mese dopo mese, ad espandersi. 
-Scusi signore- mi rispresi -Mi sono preoccupata, non ho travoto i miei amici in sala Grande e ho temuto che fosse successo qualcosa- spiegai la mia entrata in scena e lui annuì comprensivo.
Rimasi qualche attimo in attesa di una spiegazione, che non arrivò.
-Si sieda signorina Burke- e così feci -Non sa cosa è successo oggi a Hogsmeade?- 
-No- lo guardai smarrita, sembrava calmo, come sempre dopotutto, ma sembrava essere successo qualcosa, qualcosa di grave, qualcosa che avei dovuto impedire. Ma cosa? 
-Katie Bell si è erroneamnte trovata al posto sbagliato al momento sbagliato. Ma di questo gliene parleranno più tardi gli altri. Sa dirmi dov'era lei durante l'accaduto?-
-Signore- intervenne immediatamente Harry -Se pensa che sia stata Ester si sta sbagliando, non può essere- 
-Non intendevo dire questo Harry- rispose il preside cauto -Ragazzi voi potete andare- disse agli altri tre -Harry vorrei parlarti più tardi, Ester lei rimanga qui- Gli altri se ne andarono e prima di uscire dalla porta Harry mi guardò confuso e poi disse al preside -Signore, ricordi quello che le ho detto riguardo i miei sospetti-
-Lo farò- e Harry se ne andò.
Tornai a guardare il preside, in ansia, fino a quando, non riuscendo più a sostenere quel silenzio asfissiante, dissi -Signore, che ho fatto?- 
-Niente, non ti preoccupare. Devo solo dirti una cosa importante. Katie Bell, la sua compagna di casa, è stata trovata in gravi condizioni, era sotto la maledizione Imperius, ma sono riuscito a capire solo cosa dovesse fare e non chi glielo avesse imposto. Doveva portare a me una collara maledetta.- Lo guardai impaurita, era stato Malfoy? 
-Penso che siamo giunti alla stessa conclusione. Il problema è che anche Harry la pensa allo stesso modo e ho paura per la tua incolumità, dato il compito che ti è stato assegnato e ti suggerisco vivamente e con affetto di stare attenta-
-Mi dispiace signore, avrei dovuto impedirlo ma...-
-Ester cara, sei una ragazza dopotutto, qualche distrazione può fare solo bene- disse sorridendo, che sapesse cosa e come avevo passato la giornata? Improvvisamente mi ritrovai a pensare che, dopotutto, era Silente e lui sapeva sempre tutto. 
-Ora vai e non turturare la tua nottata con pensieri inutili, per qualsiasi cosa, a qualsiasi ora puoi recarti da me, o da Severus se preferisci- e capii che era giunta l'ora di abbandonare l'ufficio.


Quando però raggiunsi la Sala Comune capii che, a differenza di ciò che speravo e volevo fare, cioè dormire, dovevo dare diverse risposte ai miei amici. 
Harry non c'era, stava parlando con Silente probabilmente, ma Hermione e Ron erano ancora svegli e pimpanti e si aspettavano una spiegazione convincente. 
-Che voleva Silente?- partì subito all'attacco Hermione 
-Voleva sapere se avevo visto o notato qualcosa durante il pomeriggio-
-Ma non potevi- rispose Ron confuso -Non sei neanche uscita dal castello-
-In realtà sono uscita- e loro mi guardavano con uno sguardo che mi spinse a mentire, di nuovo, ai miei amici -Avevo finito la mia scorta di dolci- alzai le spalle -Sono uscita, andata da Mielandia e poi tornata subito qui-
Ron mi guardò comprensivo e tornò a distrarsi guardando intensamente il fuoco che scoppiettava nel camino e riscaldava la Sala. Hermione però, come già mi aspettavo, non si lasciò ingannare dalla mia risposta e mi guardò indagatrice, la mia migliore amica sospettava di me, ma fino a che punto lo avrei scoperto solo dopo. 
Decisi di congedarmi e andare nel mio dormitorio, Hermione invece decise di rimanere ad aspettare Harry mentre Ron, più stanco di me mi seguì all'improvviso. 
Prima di dividerci lui mi afferrò il braccio e disse -Ester, posso farti una domanda?- 
Lo guardai curiosa ed annuii.
-Hermione ecco ha.. insomma lei e Krum.. secondo te lei lo ha baciato?- 
Lo guardai torvo e -Ron, ma che domande fai?- lui non rispose -Ron- addolcii un attimo il tono -Se tu dovessi uscire con una ragazza che ti piace non la baceresti?-
Lui di colpo si irriggidì e borbottando un buonanotte scontroso si girò e se ne andò.
Io però non pensai alla sua reazione perchè sentii l'entrata della sala comune aprirsi e richiudersi con un tonfo. Senza rilettere, spinta da un sesto senso mi resi invisibile e tornai silenziosamente in Sala comune in tempo per captare due frasi che mi fecero rabbrividire.
-So che è assurdo, ma Ester ci sta nascondendo qualcosa- era Hermione a parlare 
-Ma che dici Herm? Non sospetterai di lei?- rispose contrariato Harry
-Silente sospetta di lei- ribattè pronta lei 
-Non dire sciocchezze, le ha solo chiesto come andavano le ripetizioni con Piton- disse scontroso lui 
-Peccato che a noi abbia detto un'altra cosa e...-
-Hermione smettila, lei non farebbe mai del male a nessuno e poi che c'entra Katie con lei? Lei è come una sorella per me, le affiderei la mia stessa vita-
-So che nasconde qualcosa e lo scoprirò- disse risoluta lei 
Io, presa dal panico corsi di sopra, mi resi visibile e mi infilai nel mio letto giusto in tempo. Una manciata di secondi dopo sentii la porta aprirsi ed Hermione era tornata nel dormitorio.


ANGOLO DEL TERRORE 
Allora, non so se qualcuno se lo aspettasse o meno, ma si Ester e Fred si piacciono e non potevo non inserirli nella storia dato che per me sono tanto dolcini. Ovviamente non saranno sempre presenti ma a volte capiterà di vederli insieme. 
A voi piacciono? Io mi sono dovuta sforzare in modo disumano per scrivere questo capitolo, quindi fateveli piacere. Scherzo ovviamente, forse. 
Comunque passando al resto devo ammettere che sono felice, nonostanto le recensioni inesistenti, perchè molte persone stanno leggendo questa storia e le persone che la mettono tra le prefetite-seguite-ricordate sono aumentate e vi ringrazio per questo. 
Come sempre ringrazio Nevertrustaduck perchè è un angelo e ringrazio anche tutti quelli che hanno aggiunto da poco la storia tra le seguite. 
In questo capitolo non succede molto e ce ne saranno altri abbastanza tranquilli prima di arrivare alla bomba ''finale'' perchè la mia piccola Ester se lo merita. 
Ah e volevo informarvi che FORSE se riesco a portare a termine la mia missione senza perdermi durante il cammino questa storia potrebbe diventare parte di una serie, FORSE e se vedrò interesse da parte vostra. 
Detto questo vi saluto e come sempre vi invito a recensire.
Alla prossima settimana, Ambvra. 

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Capitolo 9
*** A little party never killed nobody ***


A little party never killed nobody
 
 
Era domanica mattina e io, che non avevo per niente fame e non ci tenevo a rischiare di rimettere tutto il cibo per colpa dell'ansia nel bel mezzo della partita, stavo portando con largo anticipo la mia scopa negli spoiatoi. 
Una volta arrivata la nascosi mettendola al sicuro da sguardi e mani indiscrete e poi iniziai a correre un po' per il campo per scaricare un po' di adrenalina, fu in quel momento che vidi delle figure in lontananza iniziare a raggiungere il campo ed a riempire gli spalti.
Ecco che sentivo l'ansia risalire e ringraziai Merlino per aver deciso di non magiare altrimenti ora avrei rimesso tutto. 
All'improvviso Ginny entrò nello spoiatoio femminile facendomi sobbalzare e guardandomi raggiante disse -E' ora di prepararsi-. 
Una volta indossata la divisa, con la mia scopa in mano e con uno sguardo fiero e deciso, raggiunsi gli altri della squadra. 
Ron, che quella mattina quando lo avevo intravisto in Sala Comune sembrava aver voglia di suicidarsi, era raggiante e non vedeva l'ora di entrare in campo. Il suo desiderio venne subito realizzato, Madame Boom ci chiamò e, mentre dalle tribune si levavano urla e fischi, entrammo in campo.


-Perchè Weasley è il nostro re, ogni due ne para tre...- I Grifondoro stavano cantando a squarcia gola, io me ne stavo in disparte a brindare per la nostra vittoria con Ginny, quando all'improvviso nel bel mezzo della folla insieme a Ron apparve Lavanda Brown che gli si avventò al collo e lo baciò, o forse cercava di mangiarlo, con passione. 
Non riuscii a trattenermi dal fare un'espressione schifata, mentre Ginny sputò il sorso di burrobirra che aveva appena bevuto. 
Volsi il mio sguardo altrove e i miei occhi incrociarono Hermione che stava velocemente uscendo dalla Sala Comune. Senza perdere tempo posai il mio bicchiere su un tavolo e le corsi dietro. 
La vidi attraversare veloce il corridoio del settimo piano in direzione della torre di astronomia. La rincorsi e quando la raggiunsi alla torre la vidi piangere.
 Appena lei notò la mia presenza si asciugò velocemente le lacrime, come se se ne vergoognasse. 
Mi sedetti accanto a lei e rimanemmo per qualche minuto in silenzio finchè -Che è successo 'Mione?- le chiesi.
Lei mi guardò negli occhi, aveva gli occhi arrossati ed il trucco colato. Mi resi conto che mai come allora l'avevo vista così fragile ed indifesa, era sempre stata lei a darci la forza per andare avanti, quella lucida in qualunque occasione, lei era quella che nel mondo babbano avrebbero definito una donna con le palle. Eppure in quel momento nel suo guardo riuscii a percepire solo tristezza e tanta delusione, ma niente rabbia. 
Prima che potesse rispondere fummo raggiunte da Harry e lei una volta che lo vide si alzò per abbracciarlo mentre io la guardavo con compassione. Quello sguardo era lo sguardo di una donna con il cuore spezzato ed io, in tutta sincerità, non ero brava a cavarmela in certe situazioni. Non avevo mai amato e mai avevo sofferto per amore quindi ringraziai Merlino per avere Harry a dire le parole giuste mentre io sarei semplicemente rimasta lì pronta ad abbracciarla e capirla. 
Harry mi guardò e capii subito che era rimasto colpito quanto me nel vederla così. 
La conoscevo bene e sapevo bene che, anche se oramai era innegabile, lei non avrebbe mai ammesso di essersi innamorata di uno stupido idiota che rispondeva al nome di Ronald Weasley. 
In quel momento esatto, uno stupido ed irritante Ron apparve dal nulla mano nella mano con Lavanda. Disse le parole sbagliate, al momento sbagliato, e si ritrovò un esercito di canarini puntati contro. Una cosa la capii quella sera, mai mettersi contro Hermione Granger. 

Tutto sembrava essere tornato alla normalità, era passato quasi un mese dall'aggressione di Katie, Hermione sembrava comportarsi come sempre con me ma io, senza farlo notare ero sempre attenta a ciò che facevo e non facevo. Inutile dire che la riccia però non ci pensava neanche di tornare a parlare con il rosso che dal canto suo passava la maggior parte del tempo con la sua LavLav oppure con Harry. 
Cercai comunque di ignorare tutto e concentrarmi sugli studi. Tutto quel voler evitare di cacciarmi in situazioni pericolose e sospettose avevano però contribuito ad aumentare incredibilmente la mia media scolastica, anche a causa o grazie, ai piani di studio progettati dalla mia migliore amica che, ovviamente non dovendo più aiutare Ron ed anche Harry dato che sapeva bene che se lo avesse fatto ne avrebbe giovato anche il rosso, concentrava tutte le sue energie su di me. Non che mi dipiacesse, ma io non ero fatta per la teoria, ma per la pratica. 
In più la ragazza, e con lei anche Ginny, erano molto preoccupate per il libro di pozioni che Harry costodiva gelosamente e leggeva quasi con dedizione tutti i giorni. 
Io invece lo trovavo solo un normale libro, con un vecchio propretario particolarmente dedito alla materia che studiava, e dovevo ammetterlo, qualche volta appofittavo anche io dei suggerimenti scritti in esso. 
Per farla breve quel mese era volato e mancavano davvero poche settimane alle vacanze di Natale ed io mi ritrovai, per poco tempo a vivere come una normale ragazza di quasi diciassette anni. 
Inaspettatamente Fred mi aveva invitato a passare il Natale alla Tana e io, anche se desideravo ardentemente andare, non volevo abbandonare Hermione da sola proprio quando ne aveva più bisogno. 
In quel momento, io ed Hermione, stavamo raccogliendo le nostre cose per uscire dall'aula di pozioni quando un pimpante Lumacorno ci fermò e, ignorando completamente Ron che era alle spalle di Harry disse -Signorine Burke e Granger, signor Potter, sarei lieto di vedervi alla mia festa di Natale- 
-Oh- risposi io cercando di sembrare il meno contrariata possibile -Non so se sarò a Hogwarts a Natale-
-Lo so che molti se ne vanno- mi interruppe il professore -Per questo si terrà la sera del giorno prima delle partenze. Allora posso contare sulla vostra presenza?- E fu così che accettammo, tutti e tre. 

-Chi porterai alla festa?- mi chiese Hermione 
-Non lo so, penso che ci andrò da sola- risposi alzando disinteressata le spalle 
-Non puoi andare da sola, è da...-
-Sfigate- conclusi io per lei -Ma non mi interessa. Non mi piace nessuno e poi non mi è mai interessato quello che pensano gli altri- 
-Dannazione- sussurrò lei -Potevi dirlo prima- 
-Hermione, che hai fatto?- la guardai sospettosa 
-Ho invitato McLaggen- sussurrò appena ed io strabuzzai gli occhi 
-Che schifo. Hermione ma sei impazzita? Ma tra tutti quelli che... MgLaggen, Hermione davvero?- 
-Non ti ci mettere anche tu- rispose stizzita lei -Harry voleva invitare me e andare come amici ma io non ci avevo pensato e ho pensato a McLaggen perchè...- Non continuò, ma seppi cosa volesse dire. Lo aveva invitato perchè Ron non lo sopportava. 
-Quello stronzo di Potter a me non ha proprio pensato?- risposi seccata io facendola ridere -Ora lo uccido-. 
Neanche a farlo apposta pochi minuti dopo lo trovai davanti alla porta della Sala Grande intento a parlare con Luna ed un affascinante ragazzo di Corvonero che mi sembrava di aver già visto da qualche parte. 
-Hermione, Ester- ci salutò allegra Luna -Harry mi ha invitato ad andare alla festa con lui come amici, non è meraviglioso?- 
Guardai Luna sorridendo, adoravo quella ragazza. Sempre allegra, sempre se stessa.
-Ah Ester, stavamo giusto parlando di te- continuò la bionda Corvonero e io la guardai confusa -Ti ricordi di Anthony- disse indicando il suo amico e compagno di casata -Era nell'esercito di Silente e stava chiedendo ad Harry se già avessi un compagno per la festa, sai, ti vorrebbe invitare lui-. 
Il ragazzo accanto a lei arrossì di colpo e boccheggiò senza riuscire però a formulare una frase o una sola parola mentre Harry ridacchiava divertito. 
Io guardai il ragazzo, Anthony, e mi ricordai di lui. Non avevamo mai realmente parlato, ma una volta lo schiantai durante una riunione dell'Esercito. Sorrisi cordiale, Luna lo aveva messo davvero in imbarazzo e -Mi piacerebbe andarci con te, in amicizia- risposi guardandolo negli occhi. Se possibile lui arrossì ancora di più e -Grandioso- fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di essere trascinato nella Sala Grande da una euforica Luna Lovegood. 
-Smettila di ridere idiota- dissi rifilando un pugno ben assestato al moro che entrò in sala grande, seguito da me ed Hermione, con un'espressione dolorante.

-Non è possibile che pur di non invitare me abbia invitato Luna- esclamò, ancora, la piccola Ginny Weasley arrabbiata come non mai. 
Alzai gli occhi al cielo e -Devo ricordarti che tu, in teoria, sei fidanzata con Dean?- mentre cercavo di acconciare in modo presentabile i miei capelli con l'aiuto di qualche incantesimo
-Non mi importa- esclama lei -E poi lui sta anche male, il che vuol dire che sarò sola per tutta la sera- e sbuffò -Lascia stare, ci penso io- disse prima di prendere la sua bacchetta e puntarla sui miei capelli. 
-Ginny- la chiamai con apprensione -Sei sicura di esserne capace?- 
-Zitta, basta che stai ferma e non mi distrai, sono in grado di fare queste cose da anni- e poi, picchiettando tre volte la bacchetta sulla mia testa, sussurrò delle parole incomprensibili. 
I miei capelli, che solitamente erano ondulati, diventarono lisci come spaghetti ed iniziarono a muoversi. Qualche attimo dopo mi ritrovai una treccia a spina di pesce ben fatta ed i capelli ordinati come mai prima. 
Incastrato tra i capelli c'era un filo di stoffa argentata che riprendeva il colore della parte superiore del mio vestito ed uno bianco ce riprendera la parte inferiore. 
La ringraziai di cuore e passai a truccarmi, decisi di non esagerare e misi solo un filo di eyeliner sopra l'occhio e sotto la matita nera per accentuarlo mentre le labbra, già carnose di natura le calcai e definii con una matita color rosa opaco. 
Mi girai a guardare Ginny che sorrise soddisfatta e che mi passò le mie scarpe col tacco per farmele mettere. 
-Sai- iniziai a parlare mentre mi costringevo a mettere quelle torture ai piedi -Potresti stare con me ed Anthony.-
-Non voglio rovinarti la serata- disse Ginny guardandomi maliziosa 
-Non rovineresti niente, anzi. Non ho intenzione di fare niente più che parlarci- dissi risoluta, dopotutto nel mio cuore e nella mia mente avevo già un'altra persona. 
-C'è qualcosa che mi nascondi?- chiese subito lei guardandomi indagatrice 
-No- risposi alzandomi in piedi per testare il mio equilibrio su quei trampoli -Semplicemente ho altro a cui pensare in questo momento- 
-Oh si- disse lei chinando la testa di lato -Hai decisamente qualcun altro a cui pensare- e sorrise, un sorriso degno da malandrino
-Ma smettila, ora scendiamo che Harry ci starà sicuramente aspettando, e come lui anche Luna e Anthony-. 
E così era in effetti, appena arrivammo in Sala Comune Harry mi guardò contrariato e -Non ti sembra troppo corto quel vestito?-
Alzai gli occhi al cielo, mi infastidiva quando si comportava da fratello maggiore geloso, eppure, contemporaneamente, faceva tanta tenerezza. 
-Ma smettila Harry, le arriva poco sopra le ginocchia- lo mise a tacere Ginny attirando la sua attenzione e, quando il moro la vide arrossì appena. 
-Si infatti, dopotutto il vestito di Ginny è molto più corto del mio- dissi io 
-Ginny ma dove vorresti andare con quel coso? Se Ron ti vede ti ammazza e poi passa ad ammazzare me perchè ti ho fatto uscire così- 
La piccola Weasley in tutta risposta gli fece un gestaccio e, assicurandosi di fare ondeggiare appena il vestito, uscì dalla sala comune con me ed Harry dietro che, cercando di non farsi vedere, la guardava ammirato.
Quando arrivammo in Sala Grande e salutammo Luna ed Anthony decidemmo di comune accordo, e con mio grande sollievo, che avremmo passato la serata insieme, magari recuperando anche Hermione che, purtroppo per lei, si era cacciata tra le braccia della piovra toccatutto anche conosciuta come McLaggen. 
Quando arrivammo alla festa Lumacorno ci accolse con calore e ci raccomandò di divertirci. 
Io ed Harry andammo insieme a prendere da bere per tutti e nel nostro cammino incontrammo diverse persone che fermarono Harry per fare i più svariati complimenti e le più svariate domande, che lui provava disperatamente di deviare. 
Quando arrivammo al bancone, Harry si girò verso di me e -Ester ascolta, come vanno le cose tra Ginny e Dean?- 
-A che devo questa domanda Potter? Non ti starai mica innamorando della sorellina del tuo migliore amico?- lo canzonai e risi quando lo vidi arrossire vistosamente
-Non dire sciocchezze- provò a difendersi lui 
-Non sono sciocchezze- lo corressi io -Ti ho visto come l'hai guardata oggi e poi perchè non ti dovrebbe piacere?- 
-E' la sorella di Ron- rispose lui, come se fosse la risposta più ovvia del mondo
Presi il mio bicchiere di acquaviola e ne bevvi un sorso e -Ginny non è più la bambina di dieci anni che hai conosciuto ormai più di sei anni fa- e me ne andai con un bicchiere di acquaviola da portare ad un Ginny che stava ridendo e scherzando con Luna. 
Dall'altra parte della sala notai Hermione ballare con McLaggen mentre lui cercava di apiccicarsela addosso e non riuscii a trattenere un'espressione di puro disgusto. 
-Luna andiamo a ballare con Hermione?- chiamai la ragazza dato che Ginny ed il mio accompagnatore stavano parlando di qualche mossa di Quidditch e io avevo l'immediato bisogno di salvare la mia migliore amica dalle sudice mani del ragazzo. 
La bionda annuì entusiasta e io la trascinai nella pista intenzionalmente vicino alla coppia per attirare l'attenzione di Hermione e darle una via di fuga. 
Ciò che non avevo calcolato però era che Luna era strana, diversa, e lo era anche nel ballo. La ragazza iniziò a dimenarsi con vigore ed un sorriso stampato in faccia. Immediatamente ci ritrovammo gli occhi di molti addosso e fummo raggiunti anche da Ginny e Anthony che sorridevano guardando il modo in cui ballava la Corvonero. 
Sentendo alcuni idioti alle nostre spalle ridacchiare e prendersi gioco di Luna capii che avrei dovuto fare qualcosa, subito. Guardai Ginny e capii che aveva avuto la mia stessa idea, annuimmo insieme ed iniziammo a ballare anche noi, imitando i gesti ed i movimenti di Luna. All'improvviso anche Hermione ci raggiunse ed anche Harry e Anthony, anche se con evidente imbarazzo, iniziarono a ballare con noi. 
Iniziai a ridere e con me anche Hermione che, sicuramente, era sollevata di non avere più le mani di McLaggen addosso. 
Abbandonai la pista da ballo per tornare a prendermi da bere, questa volta un bel Firewhisky. Mi piaceva bere durante le feste e, avendo la sopportazione molto alta, me lo potevo permettere. 
Sentii qualcuno accostarsi a me al balcone e -Che bello spettacolo che hai dato insieme ai tuoi amici- mi girai di scatto e vidi un pomposo Zabini rivolgermi, forse per la prima volta in sei anni, la parola. 
Non potevo dire di odiarlo perchè non lo odiavo anzi, mi era completamente indifferente e, comparato altri altri della sua casata, lo consideravo il più sopportabile dato che se ne stava sempre per i fatti suoi e non infastidiva nè me nè le persone che mi erano vicino. 
-Cosa ti porta da queste parti Zabini?- chiesi più per togliermelo dai piedi il prima possibile dai piedi che per altro
-Sono stato invitato da Lumacorno- ripose ordinando poi anche lui un Firewhisky e -Dovresti andarci piano con queste cose, sono forti- 
-Tranquillo, sono più lucida di te. Dopotutto sei tu che mi hai rivolto la parola- 
-Tuchè- rispose prima di buttar giù, tutto d'un fiato, il contenuto del suo bicchiere -Sai, dopotutto non tutti i grifoni sono degli stupidi smidollati- 
-Peccato che invece voi Serpi siate, sempre e comunque, tutti dei bastardi con la puzza sotto il naso- risposi ghignando prima di tornare dai miei amici. 


ANGOLO DEL TERRORE
Si gente, sopno in anticipo, sembra così strano? 
Ho deciso di aggiornare un giorno prima per due motivi: Non so se domani avrò il tempo per farlo e soprattutto perchè nonostante le recensioni scarseggino le persone che hanno messo la storia tra le preferite-ricordate-seguite sono aumentate e anche il numero dei lettori quindi ho deciso di fare questa piccola eccezione. 
Detto questo parlo del capitolo, in questo capitolo si vede Hermione e la sua reazione al bacio tra RorRon e LavLav (che sta profondamente antipatica ad Ester) e si vede anche come Ester non sappia cosa fare dato che si, sta con Fred ma dopotutto non è molto ferrata sui problemi di cuori infranti. Poi che altro devo dire? Ah si appare Zabini, come mai si è avvicinato a Ester? Si vedrà forse. 
Il prossimo capitolo sarà sulle vacanze di Natale e per la gioia di alcuni torneranno anche George e Fred e la ship denominata Frester, che sarebbero Ester e Fred. A voi piacciono insieme
? A me troppo, sono strani quei due. 
Detto questo ringrazio la mia Nevertrustaduck e vi invito a RECENSIRE dato che vi giuro che non vi mancerò se lo farete. 
Bacioni, alla prossima, Ambvra. 

 

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Capitolo 10
*** Christmas holidays ***


Christmas holidays

Era la mattina delle partenze, alla fine avevo accettato di passare le vacanze di Natale alla Tana insieme ai Weasley ed a Harry, mentre Hermione sarebbe andata in vacanza insieme ai suoi genitori. 
Appena arrivati al binario nove e tre quarti, dopo un lungo viaggio passato in una cabina insieme ad Hermione e Ginny, la prima che teneva le distanze da Ron e la seconda che aveva da poco lasciato Dean, scendemmo dal treno. Abbraccai forte Hermione e le augurai di passare delle buone vacanze e poi salutai anche i suoi genitori prima di vederla andare via. Quello sarebbe stato il primo Natale senza di lei, sembrava così strano. 
Quando però mi girai a guardare Ginny mi tornò il sorriso, la famiglia quasi al completo era lì ad aspettarci. Molly, Arthur, Bill e, inaspettatamente, George e Fred. 
Appena vidi il mio gemello preferito sorrisi e lui mi sorrise a sua volta. Lottai contro il desiderio di buttarmi tra le sue braccia e salutai Molly con un abbraccio e Arthur con una stretta di mano, Bill, che si presentò ad Harry e poi dopo aver abbracciato frettolosamente un ghignante George abbraciai calorosamente il suo gemello. 
-Nessuno sa?- chiese lui per avere conferma del mio comportamento e io annuii ancora attaccata a lui. 
Gli diesi un bacio sulla guancia e -Vorrei salutare anche io mio fratello Ester, vogliti- mi riprese una gelosa Ginny Weasley. Sciolsi l'abbraccio e Fred prese in braccio la sorella minore per farle tornare il sorriso e toglierle il broncio. 
Il rapporto tra i gemelli e la più piccola di casa era sempre stato più forte degli altri, era lei, da piccola, quella che li seguiva e imitava quando facevano gli scherzi, lei che iniziò a progettarli con loro una volta cresciuta e lei la più gelosa. D'altro canto anche i gemelli erano particolarmente gelosi della sorella, tanto da voler picchiare ogni ragazzo che le si avvicinasse troppo. 
Senza tante cerimonie salimmo sulle macchine con un'unica meta, La Tana. 
Quando arrivammo la prima cosa che facemmo fu andare ognuno nella propria stanza e sistemare le cose. Io, come sempre, raggiunsi insieme a Ginny la stanza di quest'ultima e iniziai a svuotare il baule per sistemare le cose nella mia parte dell'armadio. Regnava il silenzio nella stanza fino a quando -Fred è diventato un gran bel ragazzo, vero Ester?- annuii distratta cercando di sembrare il più indifferente possibile -Non mi stupirebbe sapere che ha non so quante ragazze dietro- continuò lei. 
Dove voleva andare a parare con quel disorso? Mi irrigidii appena ma continuai a sistemare le mie cose. 
-Sai- continuò lei -Magari Angelina è ancora interessata a lui- 
-Non mi risulta- ribbattei all'istante e poi cercai di sembrare il più naturale possibile e aggiunsi -Mi sembra che a lei interessi George- 
-Ne sei sicura?- mi domandò lei. 
La guardai torva e vidi un ghigno stampato sul suo volto, lei era davvero una malandrina con i fiocchi. 
-Penso di si. Scusa Ginny io vado a farmi una doccia prima di cena, ti dispiace?- 
-Assolutamente no- 

Dopo aver passato mezz'ora sotto la doccia ne uscii rilassata. Mi rivestii in fretta e, con ancora i capelli bagnati, tornai nella mia stanza. 
Fortunatamente era vuota e non dovetti sentire altre insinuazioni da parte della piccola Weasley. 
Sobbalzai quando sentii la porta aprirsi e mi voltai a vedere chi fosse entrato nella stanza senza neanche bussare. 
Fred era appoggiato alla soglia della mia stanza e mi sorridera. Non riuscii a sorridere a mia volta e poi mi ricordai di essere struccata e con i capelli bagnati e arrossii all'improvviso. 
-Da quando arrossisci Es?- mi prese in giro lui 
-Da quando le persone mi vedono struccata e con i capelli impresentabili- risposi seccata
-Ti ho visto in condizioni peggiori- rispose lui prima di chiudere la porta alle sue spalle ed avvicinarsi a me. 
-Non dovresti essere qui- sussurrai cercando di mettergli una mano sul petto per allontanarlo ma senza vigore. 
-Perchè no?- chiese confuso lui 
-Ginny sospetta qualcosa, ha parlato di ragazze che ti vengono dietro, di quanto tu sia diventato bello e di Angelina che ti sta ancora dietro...-
-Sei gelosa Burke?- 
-Gelosa di te Weasley? No, al massimo sono gelosa di Angelina, l'ho sempre trovata una ragazza molto affascinante- risposi ironica
-Sicuramente non sembra un pulcino bagnato- sogghignò lui
-Sicuramente non l'hai mai vista struccata- 
-Perchè lei è una donna Burke-
-E io invece cosa sarei, Weasley?- incrociai le braccia al petto 
-Un troll che si diverte a vestirsi da donna è la descrizione più apprioata- 
-Ah si? Bene, il troll in questione almeno ha un cervello mio caro Weasley. Ti suggerirei di tenere gli occhi aperti, ma sai meglio di me che io sono troppo furba per te- 
-Mi stai dichiarando guerra?- disse ridacchiando 
-Ti stai già tirando indietro?- risposi velenosa 
-Mai- disse sicuro lui
-Bene- 
-Bene- disse prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle
-Perfetto- urlai io. Dovevo sempre avere l'ultima parola. Un sorriso apparve quasi spontaneamente sulle mie labbra. Quello eravamo io e Fred, da sempre e per sempre. Due nemici e due amanti. 

Dovevo farmi venire un'idea per fare uno scherzo al gemello più idiota dei Weasley, Fred. Avevo un solo grande ostacolo. Lui poteva usare la magia, io no. Lui poteva smaterializzarsi, io ancora non avevo dato gli esami. Io ero nella merda e lui beh... era semplicemente una merda.
Avevo bisogno di un alleato, ma chi? George era fuori discussione, non si sarebbe mai messo contro Fred, ma potevo contare sul fatto che non si sarebbe neanche messo contro di me. Ginny poteva risultarmi utile, certo, ma anche lei non poteva fare magie. Ron non era neanche una persona da prendere in considerazione, non era capace a fare scherzi, lui, solitamente, era la vittima. Harry se fosse venuto a sapere della guerra in atto tra me ed il gemello avrebbe iniziato a farmi una paternale senza fine. 
Ma c'era una persona, un ragazzo, o meglio uomo, che mi aveva sempre difeso anche da piccola. Poteva fare magie e per qualche miracolo sconosciuto avrebbe passato le vacanze alla Tana insieme alla sua nuova fidanzata Fleur. 
Bill Weasley era sicuramente un ragazzo posato ed intelligente. Era, apparentemente, saggio ma non si sarebbe mai perso un'occasione per fare uno scherzo a Fred. 
-Ragazzi- la voce di Molly mi distrasse dai miei pensieri. Stavamo cenando con un pasto delizioso preparato, come sempre, da Molly. -George, Fred, come mai siete tornati a stare qui? Avevate detto di voler rimanere al vostro appartamento-
-Lo sai mamma che il Natale si deve passare in famiglia e...- iniziò George 
-E poi stavamo rischiando di morire di fame, non siamo due ottimi cuochi- finì Fred
Risi sotto i baffi e mi guadagnai un'occhiataccia di Fred sostituita poi da un sorriso che ricambiai. 
-L'altro giorno Fred stava cercando di fare una torta- parlò George -Ma deve aver sbagliato qualcosa dato che voleva morderci- tutti ridemmo e Fred alzò le spalle indifferente -Vorrà dire che mi dovrò trovare una moglie brava in cucina- rispose
-Già tanto se troverai una moglie- disse Bill sogghignando e portando altre risate. 
-In effetti- mi intromisi -Nessuna sana di mente starebbe mai con te- 
-Evidentemente devo solo trovarne una sana di mente quanto me- ghignò malandrino lui e io cercai, con tutte le mie forze, di non arrossire. 

-Bill- lo chiamai subito dopo cena. Lui si girò e mi guardò incuriosito -Posso parlarti un attimo? In privato?-
Lo portai lontano da occhi ed orecchie indiscrete. Gli dissi di sigillare la stanza e insonorizzarla.
-Non vorrai mica approfittare di me, vero?- scherzò lui e io ridacchiai
-No tranquillo. Devo fare uno scherzo a Fred- appena dissi quelle parole vidi il suo sguardo illuminarsi -Ora ti spiego- e gli spiegai nei minimi particolari cosa avrebbe dovuto fare.

Fred Weasley, contro ogni previsione, era un ragazzo molto prevedibile. La sua routin mattutina era sempre stata la stessa e questo lo rendeva una facile vittima. Lui si svegliava alle otto e mezzo, dopo tutti gli altri, passava una buova mezz'ora a stiracchiarsi e rigirarsi nel letto prima di alzarsi, poi prendeva un cambio e, ancora in boxer andava in bagno a lavarsi. 
Io quella mattina mi svegliai presto, molto presto. Alle sette e mezza circa, dopo essere andata già in bagno a lavarmi e dopo essermi cambiata, ero già in cucina a dare una mano a Molly per preparare la colazione. 
Era tutto calcolato nei minimi dettagli. Fred ci avrebbe messo mezz'ora a farsi la doccia e nel frattempo Bill avrebbe fatto evanascere i suoi vestiti e l'asciugamano che erano i bagno per sostituirli con un bel vestitino da ragazza, o meglio bambina, e avrebbe anche fatto momentaneamente sparire nel nulla i suoi altri vestiti e quelli del fratello gemello, tanto per completare l'opera. 
Poi Bill lo avrebbe aspettato nascondendosi fuori dal bagno per completare l'opera con un incantesimo di trucco e parrucco prima di smaterializzarsi in cucina ed assumere un'aria del tutto innocente. 
Erano quasi le nove e mezza, l'ora del giudizio sarebbe arrivata a momenti e -Ester Elena Burke- urlò una voce con una piccola nota di isteria -Porca Morgana e le sue sottane questa te la faccio pagare cara- 
All'istante un agghindato, truccato e acconciato, con due codini ai lati della testa, Fred Weasley entrò come una furia in sala da pranzo dove tutti noi stavamo facendo colazione e puntò dritto verso di me. 
Inutile dire che tutti, nessuno escluso, neanche George, scoppiammo a ridere a questa sbellicante, ma in qualche modo anche terrificante, visione.
-Frederick Weasley- si mise in mezzo Molly -Modera il linguaggio signorino. E' questo il modo di parlare ad una ragazza? E poi come diavolo ti sei vestito, non ti vergogni?- 
-Ma mamma- si oppose lui assumendo un tono lagnoso degno di un bambino di sei anni -E' colpa di Ester se sono conciato così- e sbatté un piede a terra. Si, era decisamente un bambino. 
-Non voglio sentire queste assurde sciocchezze. Ester è rimasta con me dalle sette e mezza fino ad ora, non avrebbe potuto fare niente- 
-Giusto Freddie- e ghignai compiaciuta approfittando del fatto che Molly mi desse le spalle -Non avrei mai potuto fare una cosa del genere, lo sai che ti voglio bene- 
La signora Weasley, si intenerì e mi guardò sorridendomi. Era sempre andata a finire così, io facevo l'innocente, Fred se la prendeva con me e Molly lo puniva. 
-Mamma- la richiamò Fred e lei tornò a guardare il figlio incrociando le braccia al petto e iniziando pericolosamente a picchiettare il piede a terra -Non capisci che è un piccolo diavolo?- e io gli feci una linguaccia mentre gli altri assistevano, divertiti, alla scena. 
-Guardala- urlò il rosso alla madre che si girò verso di me ma vide solo la mia espressione da cucciolo bastonato. 
-Adesso tu Frederick Weasley chiedi immediatamente scusa a questa innocente e dolce ragazza e poi fili su a ripulirti- ordinò lei e -Dopo pulirai tutti i piatti alla babbana per punizione- aggiunse
-Mamma non sono più un ragazzino a cui dare punizioni- si oppose lui
-Ho detto di muoverti- urlò e il povero Freddie Weasley corse su per le scale terrorizzato dalla madre. 
Burke uno, Weasley zero. Constatai. 

La pace che calò in casa, per tutto il santissimo giorno, mi inquietò non poco. 
Stavo finendo i compiti delle vacanze, solo dopo due giorni ero riuscita praticamente a fare tutto, quando un botto provenne dalla cantina sopra alla mia testa. 
-Dannazione Fred, George, volete buttare giù la casa con i vostri stupidissimi esperimenti? - Urlò la signora Weasley. 
La presenza, praticamente costante, dei gemelli in casa aveva stupito i genitori e anche alquanto allarmati. 
A detta di Bill infatti i gemelli non si facevano vedere speso dai genitori, forse troppo intimoriti dalla loro madre, ma inspiegabilmente avevano insistito per passare le vacanze di Natale con noi, tutti i giorni, tutte le ore, delle vacanze di Natale. 
C'era però da dire che la Tana, senza di loro, era davvero troppo pacifica e silenziosa. Lo avevo abbondantemente appurato quella stessa mattina dato che i gemelli erano andati a lavorare. 
Sbuffai, forse per la millesima volta, e chiusi di scatto il libro di trasfigurazione. Avrei finito quel dannatissimo tema più tardi. 
Uscii dalla stanza e mi diressi in cantina. Sulla soglia della stanza una idea mi colpì come un fulmine e sogghignai tra me e me prima di bussare. 
-Chi è che rompe le pluffe ora, prima mamma ora questo, giuro su Merlino che...- borbottò George prima di bloccarsi quando aprì la porta e cambiare radicalmente espressione. 
-Oh guarda qui chi c'è, la mente più sadica e geniale di Hogwarts.- disse a mò di saluto 
-Ciao Georgie- e lui sbuffò al soprannome -Posso entrare?- 
Lui si scansò e mi lasciò entrare per poi -Ehi gemello meno bello c'è la tua ragazza- 
Se io avvampai e strabuzzai gli occhi a quell'affermazione Fred diventò rosso fino alla punta delle orecchie e quando mi vide inciampò borbottando un 'miseriaccia' seguito da varie imprecazioni degne di essere appuntate mentalmente da me per poterle usare in futuro. 
-Razza di idiota senza cervello- sputò in un sussurro al fratello che riuscii appena ad intendere. Poi una volta ripreso abbastanza contegno si voltò verso di me e -Burke- borbottò prima di tornare a trafficare con liquidi abbastanza sospetti.
-Oh Freddie- dissi fingendo di aver ignorato le parole del gemello -Mi terrai il muso ancora per molto?- 
Fred Weasley, il re degli scherzi a sua detta, odiava essere vittima di uno scherzo geniale. E non perchè non stava allo scherzo, ma semplicemente perchè odiava non essere lui l'ideatore di uno scherzo degno di un premio. 
-Comunque- continuai io -Sono venuta per offrire un'offerta di pace-
-Non voglio pace, ormai mi hai dichiarato guerra e ne pagherai le conseguenze- 
-Continua- lo ignorò George alzando gli occhi al cielo
-Mi offro, gratuitamente, di aiutarvi in negozio domani. Dopotutto è la vigilia e, ne sono certa, non ce la fareste da soli.-
-Non lo vogliamo il tuo aiuto- rispose sgarbato Fred e io, visto che si stava comportando come un bambino, sorrisi divertita -In più saresti un'incapace-
-Si dia il caso che nessuno conosce i prodotti Weasley meglio di me, vi ho fatto da cavia per anni, volente o nolente, e li conosco a memoria-
-Bene,- disse George prima che Fred potesse dire qualcos'altro -Affare fatto-

La mattina seguente, alle otto in punto, mi ritrovai davanti al negozio dei gemelli con un sorriso stampato in faccia. Accanto a me c'era un divertitissimo Geroge che ancora pensava alla scenata che aveva fatto Fred e di come senza degnarci di uno sguardo si era smaterializzato direttamente al negozio dopo aver saputo che io non potevo ancora smaterializzarmi. 
La cosa più divertente però fu fare un viaggio alla babbana insieme a George per arrivare al Paiolo Magico dato che non riusciva a non commentare ogni santissima cosa che gli passava davanti agli occhi. 
Io che conoscevo bene il mondo babbano invece ebbi il compito ingrato di spiegare come funzionassero macchine, cabine telefoniche e altre centinai di cose. 
Entrata però nel negozio capii che avevano davvero bisogno di aiuto. Il negozio infatti era stato appena aperto ma era già troppo pieno e troppo rumoroso per i miei gusti. Non persi tempo e indossai una maglietta con due 'WW' che consisteva nella divisa del negozio, necessaria per farsi riconoscere e differenziarsi dall'essere dei semplici clienti. 
George mi diede un paio di dritte prima di andare alla ricerca del fratello raccomandandomi però di cercarlo in caso di necessità. 
Passai due ore a girare ed aiutare ragazzini di tutte le età e anche un paio di adulti che cercavano scherzi da fare a mogli o fidanzate, non troppo pericolosi ma comunque divertenti. 
Ero impegnata a parlare con un gruppo di ragazzi della mia età, che avevo probabilmente visto qualche volta ad Hogwarts, dando consigli su vari scherzi da poter fare e informarli dei corrispondenti prezzi quando vidi una testa rossa zigzagare tra la folla per raggiungermi. 
-Che volete?- chiese brusco ai ragazzi davanti a me sotto il mio sguardo confuso e seccato.
Loro poi fecero una cosa che mi portò a pensare che quasi sicuramente appartenessero alla Casa dei Serpeverde oppure Tassorosso, lo guardarono tremanti, balbettarono e poi se la diedero a gambe.
-Fred ma che ti prende?- chiesi 
-Non sono affari tuoi- rispose lui, ma notai che il suo tono rispetto a quello della sera precedente si era notevolmente addolcito.
-Senti Fred se è per lo scherzo mi dispiace. Non pensavo che ci saresti rimasto così male, non capisco cosa..-
-Non è per quello- quasi ringhiò
-Va bene, allora che è successo?- chiesi titubante
-Non qui, non ora ma...- 
-Ehi Ester- fu interrotto da una voce squillante che riconobbi subito. Vidi infatti una raggiante e saltellante Luna Lovegood che si stava avvicinando seguita da una ragazza che non conoscevo e Anthony. 
Quando ci raggiunse mi schioccò tre rumorosi baci sulle guance prima di riservare lo stesso trattamento ad un basito Fred.
-Luna che bello vederti- le dissi e poi passai a baciare sulle guance anche Anthony che arrossì un poco e provai a salutare la ragazza sconosciuta che però ci ignorò altamente e se ne andò a curiosare qualche scaffale. Il ritratto dell'educazione insomma. 
-Ignorala- disse Luna senza però smettere di sorridere e guardarsi intorno estasiata -Non capisco se le sia entrato qualche Nargillo in testa o se sia solo gelosa di te-
Strabuzzai gli occhi e la guardai confusa, perchè una che neanche conoscevo doveva essere gelosa di me?
Lei che parve leggermi nel pensiero disse -Sai, penso che ci sia rimasta male perchè Anthy- che supposi fosse un, orribile, soprannome per Anthony -abbia invitato te e non lei per la festa di Natale di Lumacorno-
All'improvviso mi parve di udire qualcosa di molto simile a un ringhio dalle labbra di Fred e mi voltai verso di lui giusto in tempo per vederlo poi sparire in mezzo alla folla. 
Ok, forse avevo volutamente taciuto a Fred di essere andata alla festa con Anthony dato che non ci tenevo a parlare di una cosa che personalmente trovavo senza alcuna importanza e davvero privo di alcuna malizia o doppio fine, ma forse averlo taciuto poteva far pensare tutt'altro. 
Luna mi guardò stralunata e -Ester ma ho fatto arrabbiare il tuo ragazzo?- 
Alzai gli occhi al cielo e pensai che, purtroppo, dopotutto Fred non era, ancora, il mio ragazzo. 

Per il resto della giornata Fred mi evitò caldamente e quando tornammo alla Tana lui si diresse, senza salutare nessuno, in camera sua e non scese neanche a cena. Degno comportamento da uomo maturo quindi.


Quando, dopo cena, Molly ci rispedì ognuno nelle rispettive stanze trascinai in disparte George per sottoporlo ad un interrogatorio degno di un auror. 
-Che problemi ha tuo fratello?- chiesi una volta lontani da orecchie indiscrete 
-Non lo so, che problemi ha Ron?- fece l'indifferente lui
-No tuo fratello lui, l'altro- 
-Bill ha qualche problema?- continuò a fare in cretino lui ignorando il mio sguardo omicida 
-Odio quando fai così George- sbuffai -Che razza di problemi ha Frederick Weasley?- 
-Oh...- fece finta di aver capito solo ora il re supremo dei zucconi -Intendi quel fratello. Mi dispiace è un argomento off-limit. Sono appena entrato in silenzio stampa- 
-Giuro George che se non mi dici immediatamente che razza di problemi abbia il tuo gemello ancora più idiota di te ti ficco la bacchetta dove non batte il sole-
Lui mi guardò terrorizzato per qualche istante, poi annuì pensieroso e pensai, da stupida quale sono, di averla avuta vinta ma ottenni solo un -Non posso- e un crack di smaterializzazione e mi ritrovai da sola in cucina. 
Come se non fossero bastate tutte le paranoie che mi ero già fatta per conto mio il suo comportamento mi convinse del tutto della mia teoria, Fred si era pentito di avermi baciato, magari facevo davvero schifo in quel campo, e magari ora pensava che mi sarei appiccicata a lui peggio della Piovra Gigante del Lago Nero di Hogwarts. 
Mi sentii davvero male, se c'era qualcosa, qualcuno, che in quel periodo mi faceva rimanere sana di mente era proprio Fred. Non avrei mai voluto perderlo e se per evitarlo avrei dovuto fare un passo indietro allora lo avrei fatto. 
Con passo deciso salii le scale e, una volta arrivata davanti la porta della stanza dei gemelli, ignorando completamente le voci concitanti che stavano discutendo all'interno aprii la porta ed entrai. 
Quando mi videro tacquero entrambi e sembrava avessero appena visto Severus Piton vestito da donna considerate le loro espressioni. 
-Frederick Weasley dobbiamo parlare, subito- ordinai 
-Non potremmo parlare domani?- disse evasivo -Sai è quasi mezzanotte e ho davvero sonno- 
Lo guardai furiosa, e se fosse stato possibile uccidere con uno sguardo lui sarebbe già caduto rovinosamente a terra senza più vita negli occhi. 
-Ok io... Si io me ne vado in cucina a... a fare qualcosa- balbettò George prima di filarsela e lo ringraziai mentalmente per averlo fatto. 
-Non provare a scappare ok? Mi sono stancata di rincorrerti, vorrei solo capire...- la voce mi si strozzò in gola e riprovai -Vorrei capire che ho fatto di male-
Lui rimase in silenzio ma aveva uno sguardo confuso puntato nei miei occhi e mi autoconvinsi a proseguire prima di perdere l'uso della parola. 
-Ascolta Fred- sospirai -Se non vuoi più- cosa dovevo dire 'Fred se vuoi lasciarmi ancora prima di esserci messi davvero insieme per me va benissimo' -Se c'è qualcosa che non ti va bene, qualcosa di cui ti penti, non c'è nessun problema. Siamo sempre stati amici e di certo lo rimarremo anche ora, non metterò fine ad un'amicizia per una sciocchezza del genere. Insomma, si sa che a questa età gli ormoni impazziti fanno fare strane cose e che poi ci si pente e si vorrebbe non averle mai fatte e..- si stavo decisamente iniziando a blaterare a raffica, che era quello che abitualmente facevo quando mi sentivo sotto pressione. 
-Es- mi interruppe lui -Ma che stai dicendo? Non sono pentito proprio di niente- sottolineò volutamente l'ultima parola. 
Quando -Vieni qui- mi disse battendo una mano sul letto e ci sdraiammo l'uno accanto all'altro su un fianco in modo da guardarci negli occhi sentii il mio cuore quasi fermarsi per poi iniziare a battere troppo velocemente. 
Quando mi spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio poi fui sicura di essere diventata rossa in viso almeno quanto lo erano i suoi capelli e pensai che per niente e nessuno al mondo mi sarei mossa da lì. 
-Ero frustrato oggi perchè- iniziò e quasi non volli saperne più niente perchè temetti che qualunque cosa stesse per dire avrebbe rovinato l'atmosfera perfetta che si era creata -Non so cosa siamo noi dei- e sospirò -Vorrei porti definire la mia ragazza a chi parlo di te senza poi dover pensare che forse non lo sei, vorrei poterti baciare sotto il vischio davanti a tutti perchè tanto lo sanno, vorrei abbracciarti e baciarti ogni volta che ci vediamo e vorrei spaccare il muso a chiunque essere di sesso maschile che ti si avvicina a meno di un metro di distanza- 
Non potei non sorridere a quel punto e dandogli un leggero e fugace bacio a stampo sulle labbra dissi -Geloso, Weasley?-
E lui per tutta risposta si mosse e mi sovrastò e io mi ritrovai schiacciata tra il materasso e lui. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi. Mi baciò, all'inizio fu un bacio dolce e timido, come quella volta ad Hogsmeade ma poi, consapevoli di chi eravamo e cosa volevamo si fece più coraggioso, era un Griondoro dopotutto, e approfondì il bacio fino a quando io socchiusi le mie labbra e le nostre lingue si scontrarono. 
Portai le mie mani ai suoi capelli per stringerli appena mentre lui cercava in tutti i modi di reggersi sui gomiti per non pesarmi. Non che mi importasse se potevo essere ripagata con i suoi baci. 
Sentii una sua mano finire sotto al maglione che indossavo quella sera e un migliaio di brividi mi invasero per tutto il corpo. Fred mi fece sentire come una tredicenne alle prime esperienze, non che avessi poi tutte queste esperienze, ma non ero di certo alle prime. 
-Allora- si staccò dalle mie labbra per dire. Come aveva trovato la voglia di parlare? E, soprattutto, perchè dovevamo perdere tempo con stupide parole e stupidi discorsi? -Adesso sei la mia ragazza? Posso dirlo in giro?- 
-Che sono la tua ragazza mi pare ovvio a meno che tu non pensi che mi comporti così con tutti i miei amici- ridacchiai -Ma io, fossi in te, aspetterei a dirlo a chiunque dato che domani verrà mio padre e, lo sai, per lui io sono ancora la sua bambina asessuata che non prenderà per mano un ragazzo fino ai trent'anni, o forse neanche allora- lui sorrise e -Si, hai ragione, ci tengo a non farmi ammazzare proprio a Natale. A proposito- esclamò dopo aver lanciato uno sguardo veloce all'orologio sul suo comodino che segnavano la mezzanotte e qualche paio di minuti -Buon Natale Burke- disse con un tono decisamente smieloso che però, contrariamente ai miei precedenti, non mi infastidì per niente, e -Buon Natale anche a te stupido di un Weasley- dissi prima di baciarlo ancora. 
Stupido da dire ma come prevedibile la pace dei sensi che avevo trovato in un secondo fu buttata alle ortiche in altrettanto poco tempo dal sommo idiota, generalmente conosciuto come George Weasley, che entrò indifferente in camera probabilmente sicuro di non trovarci in quella situazione dato che borbottò un -Sono venuto per controllare che non vi steste sbranando vivi dato che...- ma poi quando si girò a guardarci lanciò un urletto da ragazzina e si coprì gli occhi e imprecò in un modo particolarmente colorito -Dannatissimi figli di quella Megera di Morgana. Che schifo, non qui, non in camera mia- 
-Si dia il caso mio caro Georgie- intervenni -che non stavamo facendo niente di male e..-
-Mi sembra difficile dato i continui commenti che Fred..- ma non seppi mai di che tipo erano i commenti di Fred perchè il diretto interessato mi attappò le orecchie con le mani impedendomi di udire le parole del gemello. 
Quando però mi concentrai sulle labbra di George riuscii a percepire alcune parole come 'culo, tette, sogni erotici' quando Fred rispose invece capii solo le parole 'grandissimo pezzo di cacca di drago' e 'taci o ti affatturo' per poi tornare ad osservare George e percepire le parole 'Scopare, seghe e astinenza' 
Ridacchiai appena e loro mi guardarono sbigottiti, forse pensando di portarmi al San Mungo per la mia apparente pazzia. 
-Scusaci Georgie per il disturbo ora me ne vado a dormire- così dicendo diedi un bacio a fior di labbra a Fred per augurargli una buonanotte ed un bacio sulla guancia a George. Sulla soglia della porta mi girai a guardarli e -Lo sapevate ragazzi che so leggere il labbiale?- dissi lasciando un meravigliato George ed un imbarazzato Fred a bocca aperta.


ANGOLO DEL TERRORE
Si, lo so, lo so benissimo, sono in ritardo e ne sono anche sollevata dato che iniziavo a preoccuparmi per e stessa Potrei inventare qualche scusa per scusarmi ma la verità è che ieri pomeriggio ho iniziato a leggere ''Resta anche domani'' e ho dovuto finirlo, cosa che è successa la sera. 
Comunque questo capitolo è davvero troppo lungo, scusatemi e mi scuso anche perchè non succede niente di particolarmente importante per la trama, ma in compenso ci sono i FRESTER. 
Detto questo vi informo che anche nel prossmio capitolo ci troveremo ancora in vacanza. 
Ancora una volta ringrazio la meravigliosa Nevertrustaduck e vi invito a recensire per farmi sapere cosa ne pensate di questa storia. 

Ah devo chiarire un punto della storia: Ester è una purosangue, ma ha vissuto nel mondo babbano fin dalla tenera età perchè i Burke sono un po' come i Weasley, per questo le due famiglie sono molto legate. 

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Capitolo 11
*** Non è Natale senza famiglia ***


Non è Natale senza famiglia 
(family doesn't end with blood)
 


La prima cosa che vidi quando aprii gli occhi alle otto del mattino fu una esaltata Ginny Weasley intenta ad aprire avida ogni regalo di Natale lasciando le cartacce sparse sul letto e sul pavimento. 
Sorrisi intenerita da quella visione e pensai a quanto fosse cambiata in quegli anni, davanti a me non c'era più un'apparente fragile bambina dai capelli rossi costretta a sopravvivere in una casa piena di fratelli maggiori, ma una forte e coraggiosa donna cresciuta sia fisicamente che mentalmente. 
Mi chiesi poi se anche io fossi cambiata così tanto in quei anni e pensai che si, forse ero cambiata, ma che magari non me ne ero mai accorta. 
-Buon Natale Ginny- esclamai facendola sobbalzare e poi ridere.
-Buon Natale anche a te Ester- urlò lei e poi senza aspettare oltre contiuò a scartare regali.
Decisi di imitarla ed il primo che mi capitò sotto le mani fu quello della signora Weasley che, come prevedibile, conteneva un bellissimo maglione bordeaux con una grande E nera ricamata sopra che indossai immediatamente, poi ricevetti un libro sul quidditch con varie tattiche per battitori da Harry, una scatola da dodici pezzi di cioccorane da Ron, una scorta di fermacapelli magici e il libro di Romeo e Giulietta, che avevo già letto ma che non possedevo, da parte di Hermione, un lupo, che era la forma del mio patronus, intagliato in un pezzo di legno da Hagrid, un kit di manutenzione di lusso per scope da parte dei miei genitori, una strana collana fatta di tappi di bottiglie da parte di Luna ed infine una scorta di merendine marinare da parte di George e Fred. Una volta finito di scartare regali andai a lavarmi velocemente per poi indossare un paio di jeans scuri ed il nuovo maglione sopra di essi. Così, scesi saltellando le scale intenta a mangiucchiare una cioccorana. 
Quando arrivai in cucina, dove trovai tutti gli altri occupati a fare colazione ed urlai -Buon Natale a tutti gente- molti, se non tutti, i miei amici mi guardarono divertiti e incuriositi dal mio buonissimo umore. Io mi sedetti accanto ad Harry e lanciai uno sguardo veloce ad un sorridente Fred prima di iniziare a mangiare il toast che Molly mi aveva gentilmente preparato. 
Dopo un paio di minuti qualcuno bussò alla porta e io mi precipitai ad aprirla prima di saltare letteralmente in braccio a mio padre che ridacchiò appena prima di dire -Mi sei mancata anche tu bambina mia- prima di sciogliere l'abbraccio e farmi circondare dalle braccia apprensive di mia madre. 
Nel frattempo mio padre era entrato in casa e stava salutando tutti gli altri mentre mia madre mi guardò dritta negli occhi prima di darmi un bacio in fronte e insieme lo seguimmo dentro. 
Dopo aver scambiato i soliti convenevoli che consistevano in saluti, soprannomi imbarazzanti per Fred e George, una spettinatura per Harry ed aneddoti vari ed imbarazzanti per tutti, soprattutto per me se a raccontarli era mio padre.
La mattinata passò velocemente, tra canti e canzoncine ridicole e scherzi e prese in giro, alcune stroncate sul nascere da Molly, se a farli erano Fred e George, o da mia madre, se a farli ero io. 
Fred esultò quando, una volta raccontato il mio subdolo scherzo fatto un paio giorni prima a lui, mia madre mi diede tutte le colpe dicendo -Molly ti posso assicurare che queste cose sono esattamente da Esty- e io storsi il naso a quel ridicolo soprannome che usava da quando ero piccola -Non so come possa aver fatto- disse poi -Ma sono sicura che si sia trovata un valido complice- ed il quel momento Bill iniziò a parlare fitto fitto con la sua ragazza cercando di non dire o fare niente di sospetto che potesse far ricadere la colpa su di lui. 
Molly invece continuò apertamente e fieramente a difendermi dicendo che, secondo lei, ero una ragazza troppo posata ed educata per fare una cosa del genere. Povera illusa, pensai. 
-Mamma si vede che tu non la conosci proprio- intervenne allora Fred che si beccò uno sguardo pieno di compassione da parte di mia madre ed uno infuriato dalla sua. 
Appena le donne tornarono a parlare tra di loro, ignorandoci completamente io mi girai verso il mio ragazzo e gli feci la linguaccia che lui ricambiò immediatamente. 
-Frederick Weasley, non importunare la mia bambina- intervenne allora mio padre che vide lui ma non me ed io ridacchiai subdola. 
-Non mi sembra che la tua bambina si lamentasse ieri sera quando mi stava...- borbottò lui ma io gli rifilai una gomitata per zittirlo e ringraziai Merlino che mio padre non avesse sentito. 
Mi girai intorno e vidi George che ci guardava e ridacchiava divertito poi posai lo sguardo su Harry e nel suo sguardo fisso vidi un'ombra che non mi piacque per niente. 
Mi alzai dal divano allontanandomi da Fred e mi avvicinai ad Harry, lui mi guardò distratto. 
-Vuoi parlarne?- gli sussurrai nell'orecchio. Lui annuì e, passando inosservati ci alzammo e salimmo le scale per dirigerci in camera sua. Solo due sguardi erano posati su di noi e non seppi dire quale dei due fosse il più intenso. Fred ci scrutò curioso e leggermente infastidito, ma Ginny mi stava letteralmente incendiando con lo sguardo. 
Raggiungemmo la stanza che condivideva con Ron e ci sedemmo sul suo letto.
-Stavi pensando a lui, vero?- gli chiesi guardandolo dritto negli occhi. 
Lo vidi annuire appena ed io sospirai. Lui stava pensando al Natale dell'anno scorso, il Natale che avevamo passato tutti insieme al Quartier Generale, stava pensando a Sirius e ci avevo pensato anche io quella mattina.
Il suo ricordo, il ricordo del suo sorriso e delle sue discutibili canzoncine di Natale si era insinuato nei nostri pensieri oscurando momentaneamente l'allegria del Natale. 
-Vuoi parlarne?- gli chiesi. Lui scosse la testa ed abbassò lo sguardo, sguardo che ora era sicuramente velato da un paio di lacrime che lui stava cercando di nascondere.
Allora decisi di abbracciarlo e lui, come prevedibile, mi strinse forte, come se avesse avuto paura che io lo avrei lasciato solo. 
Gli accarezzai leggera i capelli e l'unica cosa che riuscii a dire fu -Lui vorrebbe vederti sorridere e cantare le sue stesse canzoncine ridicole- lo sentii ridacchiare sommesso sulla mia spalla ed esultai mentalmente per essere riuscita a farlo sorridere. 
-Scusa- disse lui ancora abbracciato a me -So che non dovrei pensarci e che ti ho depresso- 
-Ma Harry, tu ci devi pensare, ma non così. Tieni il suo ricordo per sempre nella tua mente e nel tuo cuore, ma usa questo ricordo per prendere la forza per andare avanti e lottare-.
Sciogliemmo l'abbraccio e con un tacito accordo decidiamo di tornare dagli altri. Mi circondò le spalle con un braccio e scendemmo le scale. Quando tornammo dai nostri amici trovammo George e Fred che stavano cercando di schiavizzare Ron, ma degli adulti nessuna traccia. Ginny evitò accuratamente il mio sguardo e io non potei non alzare gli occhi al cielo. Guardai Fred e lo vidi sorridermi, sorrisi anche io e lui mi fece un occhiolino. 
-Harry posso parlare un attimo con te?- la voce di mia madre alle nostre spalle ci fece sobbalzare entrambi. Harry mi guardò confuso ed io alzai le spalle. Mia madre gli sorrise e -Non voglio ucciderti Harry, tranquillo- lo rassicurò e si allontanarono insieme. 
Solo dopo scoprii che mia madre gli parlò di Sirius e gli regalò la sciarpa da Grifondoro che una volta era appartenuta al padrino del mio migliore amico. 
Quando mia madre ed Harry lasciarono la stanza mi diressi verso Ginny e mi sedetti accanto a lei. Lei si girò dall'altra parte e quindi io decisi di passare all'attacco -Ginny che hai, ti è andato un Nargillo di traverso?- 
Lei però non rise alla mia battuta, anzi, mi guardò con uno sguardo gelido.
-Mi dici che hai?- le chiesi in un sussurro 
-Ma niente, sparisci pure con Harry nascosti chissà dove a fare chissà cosa- rispose lei acida
-A volte mi confermi di essere la sorella di Ron, e non è un complimento- le dissi ferita -Stavamo parlando di Sirius per la cronaca. Sai, Natale scorso eravamo con lui ed ora invece è morto, scusaci se volevamo parlarne un po'- e così senza aggiungere altro mi alzai, senza degnarla di uno sguardo per risalire le scale. Non entrai in camera mia, camera che condividevo con Ginny, persona al momento non desiderata, ma andai in camera dei gemelli e mi sdraiai sul letto di Fred. 
Rimasi ferma così, a fissare il soffitto finchè non sentii la porta aprirsi e richiudersi delicatamente. 
-Non si può avere il muso il giorno di Natale- disse una voce fin troppo famigliare -E' contro la legge- trattenni un sorriso e poi, continuando a guardare il soffitto risposi -Non sono dell'umore giusto Freddie- 
Lo sentii ridacchiare e poi sentii il letto piegarsi appena sotto un altro peso, si era seduto a fianco a me. 
-Vorrà dire che rimarrò qui con te finchè non ti passarà. Vuoi sfogarti?- 
-L'unica cosa che vorrei fare è dare il pugno a qualcosa- risposi ghignando
-Non guardare me, io sono innocente-disse, fingendosi terrorizzato, ed io non riuscii a non ridere -Vorrà dire che rimarrò qui a fissare il soffitto con te per quanto vuoi- 
Rimanemmo nel silenzio assoluto, rotto solo dai nostri respiri, con le mani intrecciate e sdraiati l'uno accanto all'altro.
-Ginny è arrabbiata con me- sospirai ad un certo punto 
-Mia sorella è sempre arrabbiata con il mondo intero, a cosa è dovuta la sua incazzatura questa volta?- 
-Probabilmente al fatto che lei creda che io ed Harry abbiamo amorevolmente limonato nella sua stanza prima, invece che piangerci addosso perchè ci manca Sissy- dissi. 
Si, avevo appena chiamato Sirius Sissy e sorrisi come una cretina nel ricordare quando odiasse il soprannome il diretto interessato. 
-Mettiamo in chiaro le cose, gli unici che possono limonare amorevolmente dentro questa casa siamo noi due- disse lui e io gli rifilai una gomitata dritto nello stomaco ma non potei trattenere un sorriso e lui un gemito di dolore.
-Mi hai fatto male brutta strega- borbottò 
-Ti sta bene megera- gli rispondo sadica 
-No, ora vieni qui e ti fai perdonare- disse lui prima di portarmi di peso sopra di lui. 
I miei occhi verdi fissarono per alcuni secondi i suoi occhi per poi passare a guardare le sue labbra aperte in sorriso sincero. Mi morsi il labbro, non potevo credere, e mai avrei realizzato, di essere davvero la sua ragazza. Insomma, se qualcuno me lo avesse detto qualche mese fa gli avrei riso in faccia prima di schiantarlo. 
-Non lo fare- sussurrò lui e io lo guardai confusa -Non morderti il labbro, mi fai impazzire- sorrisi prima di mordermi di nuovo il labbro. Più mi si diceva di non fare qualcosa e più, ovviamente, io l'avrei fatta. 
-Brutta figlia di Morgana, baciami- disse lui ed io non me lo feci ripetere due volte. 
Feci sfiorare le nostre labbra e poi lui si sporse per approfondire il bacio. Afferrai i suoi capelli e lui mise le sue mani sui miei fianchi spingendomi ad approfondire il contatto. Socchiusi le mie labbra e sentii immediatamente la sua lingua a contatto con la mia e mi persi in quel bacio e mi resi conto che avrei passato anche tutto il resto della mia vita a baciarlo. Le sue mani strinsero i miei fianchi ed i nostri petti entrarono in contatto, lo sentii ansimare appena nella mia bocca ed io feci altrettanto. 
-Freddie la mamma vuole... Ma porca Morgana in calore- mi allontanai immediatamente da Fred scendendo dalle sue gambe e vidi, sulla soglia della stanza in imbarazzatissimo ed imbarazzante George che si copriva gli occhi con la mano -Possibile che vi devo sempre scoprire in queste situazioni?- esclamò lui per poi scoprirsi gli occhi.
Io alzai gli occhi al cielo mentre sentii Fred sibilare -Se bussassi prima di entrare in una stanza, come si usa fare, eviteresti queste situazioni- 
-Si dia il caso che questa sia la mia stanza copia imperfetta- rispose a tono George 
-Va bene Georgie scusa per averti traumatizzato- lo canzonai io -Che sei venuto a dirci?- 
-La mamma vuole che la aiutiamo a preparare il tavolo per la cena- disse lui per poi fare, da uomo maturo che si rispetti, una linguaccia al gemello. 
Io, che come sempre fui costretta a fare da madre a quei due bambini deficienti, zittii con uno sguardo di fuoco il mio ragazzo prima di dargli un fugace bacio sulla guancia e scendere ad aiutare Molly.

Dopo cena ci sedemmo tutti in salone davanti al fuoco, tutti i ragazzi ovviamente gli adulti, tra cui Remus e Tonks, erano rimasti in cucina a parlare chissà di cosa. 
Ad un certo punto vidi i gemelli scambiarsi uno sguardo d'intesa e iniziarono a cantare, o meglio urlare, una canzone di Natale. 
Io non riuscii a trattenermi dal ridere e mi guadagnai uno sguardo offeso dai due che subito tacquero e misero il broncio.
-Almeno se ci tenete tanto a romperci i timpani cantate qualche canzone divertente- dissi io ridacchiando per le loro espressioni
-Si infatti, tipo quelle che cantava Sirius l'anno scorso- mi appoggiò Harry. 
Mi girai verso di lui e sorrisi quando vidi la sua espressione allegra al ricordo del Felpato in versione canterina e -Quelle si che erano canzoni- esclamai.
George si girò verso di me e mi fece una linguaccia che ricambiai con un alzata di occhi -Andiamo Georgie, non fare il bambino- lo ripresi.
-Non sto facendo il bambino- disse lui, sbattendo un piede a terra esattamente come avrebbe fatto un bambino di sei anni
-Io mi sono sempre chiesto una cosa- intervenne Ron sovrappensiero attirando la mia attenzione 
-Cosa?- chiesi ignorando le lamentele di George 
-Come fai a riconoscerli? Insomma nessuno in famiglia ci riesce, nè io nè Ginny nè la mamma, ma tu si- disse curioso
Ridacchiai e pensai che per me George e Fred erano due persone totalmente diverse in effetti a partire dalla voce, quella di George era leggermente più acuta, per non parlare poi del loro profumo, usavano entrambi lo stesso bagnoschiuma ma usavano dopobarba diversi dato che Fred usava quello che gli avevo regalato due anni prima e da quel momento non lo aveva più cambiato per non parlare poi del sorriso, quello di George era leggermente inclinato verso destra e quello di Fred verso sinistra, ma non potevo di certo dire quelle cose, anche perchè erano cose che avevo notato solo con gli anni, ma io ero sempre riuscita a distinguerli, fin da piccola, per un semplice e banale motivo. 
-Fred ha una cicatrice vicino all'orecchio destro- dissi con semplicità -Gliel'ho fatta io quando avevo circa tre anni dato che loro continuavano a scambiarsi i ruoli. Un giorno mi hanno fatto particolarmente arrabbiare e con una magia involontaria ho graffiato uno dei due proprio dietro all'orecchio. Da allora riesco a distinguerli- conclusi con un'alzata di spalle e un sorriso sadico. 
Harry, Ron e Ginny mi fissarono per qualche secondo, poi la piccola Weasley si avvicinò a Fred e studiò il suo orecchio destro da vicino per poi dire -E' vero, non ci avevo fatto caso- 
-L'anno in cui avevano deciso di farsi crescere i capelli è stato problematico- ridacchiai -Ma poi ho comunque trovato il modo per distinguerli benissimo. Vi ricordate quando Angelina ha accettato di andare al ballo con Fred solo perchè pensava fosse George?- e tutti risero al ricordo 
-E' stato un duro colpo per la mia autostima sapere che lei non voleva venire con me ma con la mia brutta copia- disse Fred assumendo un topo melodrammatico 
-Si, ma poi alla fine hai fatto la cosa giusta e George si è finto te per andare al ballo con lei, aveva una cotta stratosferica per lei- puntualizzai
-Non parlare al passato, ha ancora una cotta per lei- mi corresse Fred e io guardai George a bocca aperta 
-Non dire baggianate Fred, ormai è una storia chiusa. Piuttosto parliamo della faccia che hai fatto tu quando hai scoperto di dover andare al ballo con la nostra Es- e questa volta fui io ad incrociare le braccia e a mettere il broncio per poi guardare male Fred 
-Che vorresti dire George?- chiesi offesa mentre tutti risero per la mia espressione
-Ma assolutamente niente di male- si precipitò a chiarire Fred 
-Giusto, anzi è stata una delle scene più divertenti di sempre, pensava che tu saresti andata con qualcun altro e...- 
-Infatti io sarei dovuta andare con qualcun altro- interruppi George -Ma chissà perchè alla fine si è tirato indietro- 
-Rimarrà per sempre un mistero- disse Harry 
-Oppure potrei dirvi che so benissimo che qualcuno lo ha minacciato via gufo intimandogli di disdire l'appuntamento dato che ci sono uscita una settimana dopo il ballo- risposi sfidando Fred con lo sguardo 
-E chi è stato?- chiese Ginny confusa 
-Indovina Ginny, chi potrebbe mai fare una cosa del genere?- dissi indicando i due gemelli 
-In nostra difesa va detto che anche Harry era dalla nostra parte- risposero i due in coro 
-Come hai osato?- esclamai guardando Harry dritto negli occhi
Lui alzò le mani in aria in segno di resa e -Andiamo Ester, era un idiota quel tizio-
Lo guardai torva e -Sarà, ma baciava in modo incantevole- replicai
-Ma davvero?- domandò Fred guardandomi furente 
-Beh però mi sono divertita tantissimo con te quella sera Freddie- dissi cercando di assumere un'espressione innocente. 
Vidi i suoi occhi assottigliarsi e io cercai di alleggerire l'atmosfera sorridendogli, fortunatamente fui salvata da una pimpante Molly Weasley che ci costrinse ad andare tutti a letto. 


ANGOLO DEL TERRORE
OK, si, lo ammetto, sono in ritardo, terribilmente in ritardo ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo. 
Che ne dite, devo andarmi a nascondere o merito il vostro perdono?
Parlando del capitolo c'è da dire ce l'ultima ''scena'' è stata aggiunta circa un'ora fa, prima non c'era, ma ci tenevo a chiarire un paio di cose, per esempio come Ester riesca a distinguere i due gemelli e da quando Fred provasse qualcosa per la nostra Ester. 
Dal prossimo capitolo, o meglio ancora tra due, le cose inizieranno a farsi davvero serie e pericolose per la nostra protagonista e li sto giusto revisionando in questi giorni dato che sono arrivata già al capitolo sedici 
(fate finta di esserne felici, grazie)
Detto questo passo ai ringraziamenti: Grazie a coloro che leggono questa storia, i lettori stanno aumentando ma che bello, grazie a coloro che la mettono tra le seguite-ricordate-preferite, siete fantastici e grazie alle meravigliose Nevertrustaduck e Estia2002 che hanno recensito lo scorso capitolo. 
Spero di vedere anche le recensioni di voi lettori silenziosi prima o poi, a sabato prossimo, Ambvra. 
 

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Capitolo 12
*** I solemnly swear that I am up to no good ***


I solemnly swear that I am up to no good


La scuola era iniziata già da un paio di settimane e, stranamente, tutto procedeva normalmente, eccenzion fatta per la marea di compiti che ci davano da un giorno all'altro ovviamente, soprattutto l'amatissimo professor Piton che, evidentemente, contava di sfogare la sua frustrazione continua mettendo orribili voti a casaccio, togliendo punti a tutte le case senza ragione, tranne ovviamente ai suoi amatissimi Serpemarci e attentare alla nostra vita soffocandoci sotto una marea di fogli di pergamena da riempire con i compiti e ricerche più assurde. 
Naturalmente la scusa per il suo atteggiamento, come se avesse davvero bisogno di trovare una scusa per comportarsi come voleva lui, era che l'anno prossimo avremmo dovuto affrontare i M.A.G.O.
Peccato che, come continuava a dire lui, i M.A.G.O. li avremmo avuti solo l'anno prossimo, perchè torturarci allegramente e sadicamente già l'anno prima?
 In più io non sapevo neanche se sarei sopravvissuta fino all'anno prossimo, perchè dovevo letteralmente lasciare l'impronta delle mie natiche su una sedia della biblioteca per quanto tempo ci passavo?
Che la vita fosse ingiusta io l'avevo sempre pensato, ma avevo anche sempre pensato che Severus fosse in realtà una donna che soffriva perennemente della sindrome premestruale. 
Avevo appena finito il mio ennesimo tema per Difesa contro le arti oscure quando mi venne una voglia degna di una donna incinta. Non avevo voglia di cibo, avevo voglia di musica. Se c'era una cosa che mi mancava quando ero ad Hogwarts era proprio la musica e non la musica di strani gruppi magici, ma musica babbana. 
Un'idea mi invase la mente e, con passo spedito raggiunsi il settimo piano. Mi fermai dove, lo sapevo bene, avrei trovato la porta della Stanza delle Necessità e ci passai davanti per tre volte desiderando un grammofono e tanti vinili di band e cantanti babbani da poter ascoltare e si, anche un letto per saltarci sopra da brava adolescente impazzita. 
Quando passai davanti al muro per la terza volta aprii la porta e trovai una grande stanza con un letto al cento ed un grammofono a fianco e vari vinili sparsi un po' ovunque. Mi fiondai su di essi e ne scelsi uno a caso di un successo di qualche anno fa dei MC Hammer e quando la canzone partì iniziai a ballare come una pazza da rinchiudere al San Mungo con urgenza ma non ci feci tanto caso. Dopotutto ero sola ed avevo voglia di sfogarmi, ne avevo bisogno. 
Ovviamente dovevo prevederlo che qualcosa sarebbe andato torto, ma non lo feci, era anche per la mia scarsa capacità di predire le disgrazie che avevo abbandonato Divinazione una settimana dopo l'inizio del corso per sostituirlo con Aritmanzia. 
Non feci caso alla porta che si stava aprendo ed al biondo che era appena entrato nella stanza e mi osservava come se avesse visto un Ippogrifo in calore. Fu infatti solo quando la musica finì che sentii un colpo di tosse e caddi, come un sacco di patate, col fondoschiena per terra per poi imprecare calorosamente per il dolore. 
Mi girai verso la porta e strabuzzai gli occhi -Porco Merlino- esclamai incredula -Malfoy come hai fatto ad entrare?-. 
Lui si chiuse la porta alle spalle e ridacchiò di gusto mentre io, con poca grazia, mi alzai dal freddo e decisamente scomodo pavimento e mi posizionai in posizione eretta pronta ad affrontare il biondino ossigenato che mi ritrovavo davanti. 
-Davvero uno spettacolo raccapricciante- commentò lui divertito -A quanto pare c'è qualcosa che non sai fare Burke- 
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, possibile che tra tutte le persone viventi, e anche non viventi, che popolavano quell'immenso castello doveva essere proprio lui a beccarmi? La risposta era ovviamente affermativa, ero ormai famosa per la mia leggendaria ed immensa sfiga in tutta la Gran Bretagna. 
-Non ho chiesto il tuo parere Malfoy- risposi tagliente -E non hai risposta alla mia domanda, come hai fatto ad entrare?- 
Lui alzò le spalle e si diresse verso una finestra che prima non avevo notato, forse era appena apparsa dopotutto, e tirò fuori un pacchetto di sigarette. 
Se ne accese una ed aspirò prima di porgermi il pacchetto come se volesse offrirmene una. Malfoy che faceva un gesto apparentemente educato? Stavo sognando forse?
Con uno sguardo confuso, ma attento, ne presi una. Avevo già fumato prima, non che ne fossi dipendente, ma in quel momento pensai che fosse un buon modo per scaricare il nervoso che avevo. 
Presi la bacchetta e la accesi. Ah la magia, sempre utile nei momenti di reale bisogno, pensai estasiata aspirando. 
-Conosco questa stanza molto meglio di te Burke, non sottovalutarmi- rispose lui guardando dritto fuori dalla finestra.
-Non ti sottovaluto Malfoy, infatti mi aspetto che da un momento all'altro questa sigaretta si trasformi in un serpente- risposi io imitandolo e guardando a mia volta fuori dalla finestra
-Quella Marlboro è semplicemente una Marlboro Burke, non essere paranoica- rispose seccato lui 
-Io non sono paranoica, mantengo semplicemente una vigilanza costante- replicai ma poi storsi il naso riconoscendo il motto di Malocchio, mi stavo trasformando anche io in un vecchio burbero? Beh, potevo consolarmi, almeno io avevo ancora il naso tutto intero e nessuna gamba di legno, per ora. 
-Da brava amica del Prescelto, dopotutto- sogghignò lui 
-Non tirare in ballo Harry, se vuoi insultare qualcuno accomodati pure. Ascolterò ogni tuo decerebrato insulto da diciassettenne in crisi esistenziale che ha bisogno di attirare l'attenzione e che ovviamente non può usare le sue tette inesistenti- 
-Sei una grandissima...-
-Non rovinare questo momento di pace Malfoy, sei in debito con me dopotutto- lo interruppi
-Non sono in debito con nessuno io Burke- mi guardò contrariato lui 
-Mettiamola così, tu stai zitto e avrai ripagato il tuo debito, affare fatto?- 
Lui annuì e così rimanemmo in silenzio, senza tentare di ucciderci, per più di dieci minuti. La cosa era strana, davvero tanto strana, era come se Piton ed Harry avessero ballato in mezzo alla Sala Grande davanti a tutti. Quindi, come prevedibile, le intenzioni di Malfoy non erano delle più gentili.
 Tutto accadde in un attimo, tirò fuori la bacchetta e me la puntò contro e capii che stava cercando di leggere nella mia mente. Afferrai di colpo la bacchetta che avevo in tasca e innalzai una barriera mentale tra i miei pensieri e l'impostore. 
Quando, in pochi attimi, lo cacciai fuori dalla mia testa a virtuali calci nel fondoschiena lo vidi guardarmi esterrefatto e colpito. 
-Malfuretto- dissi puntandogli la bacchetta alla tempia -Se hai qualche domanda da fare sono qui per ascoltarla, ma non osare, mai più, provare a leggermi nella mente o, giuro sui reggiseni extralarge di Morgana, che sarà l'ultima cosa che farai-. Non urlai, non sbraitai e, stranamente, non attentai alla sua vita iniziando una rissa alla babbana. La mia voce fu bassa ma gelida e decisa e mi ricordò il tono che usava mio padre per rimproverarmi quando ero piccola e ne combinavo una delle mie.
Lo vidi boccheggiare per qualche secondo, evidentemente l'ultimo dei suoi neuroni funzionanti gli aveva dato il ben servito, fino a quando -C..come hai fatto?- sussurrò e dal suo tono capii che proprio non riusciva ad accettare ciò che era appena successo.
Sogghignai divertita prima di rispondere, il mio tono fu tagliente e canzonatorio allo stesso tempo -Non penserai davvero di essere l'unico studente a conoscere qualcosa di Occlumanzia e Legilimenzia spero- ma lui non disse nulla e quindi -Se posso darti un consiglio Malfoy non sottovalutarmi, potresti fare una brutta fine- poi mi girai, intenzionata ad andarmene ma mi afferrò il braccio impedendo la mia uscita trionfale. 
Lo guardai con uno sguardo omicida e mi liberai con uno strattone dalla sua presa.
-Perchè mi stai coprendo?- chiese lui.
Alzai un sopracciglio e lo osservai, non aveva la solita espressione strafottente, anzi, sembrava confuso e preoccupato. 
-Questo non ti riguarda Malfoy- dissi prima di girarmi
-Avevi detto che avrei potuto farti le domande che volevo- mi urlò lui mentre io gli davo le spalle
-Vero- risposi guardandolo con un ghigno in faccia -Ma non ho detto che ti avrei risposto- dissi prima di dirigermi a gran passi verso l'uscita e lasciarlo da solo a crogiolarsi nelle sue domande e nella sua confusione.



-Harry- dissi con il fiato corto -Stai diventando un Capitano davvero crudele- 
Gli allenamenti di Quidditch erano appena terminati, eravamo tutti sudati fino al collo ed eravamo, per essere riduttivi, ditrutti. 
Lui mi guardò divertito prima di alzare, con scarso interesse, le spalle. 
-Voglio vincere la Coppa quest'anno- spiegò lui con ovvietà
-Quello anche io- risposi mentre, insieme a Ginny e Ron iniziammo a dirigerci verso il castello e fantasticavo sulla bella doccia che mi sarei fatta appena rientrata nei dormitori -Ma se continui ad attentare alle nostre vite ti troverai con la squadra dimezzata, o peggio, con una rivolta popolare da dover gestire-.
Riuscii appena a terminare di parlare quando un urlo di un'oca giuliva, che rispondeva al nome di Lavanda Brown, interruppe quel momento di pace dei sensi. La vidi saltare al collo del povero RonRon prima di iniziargli a divorare la faccia. 
Feci finta di vomitare e Harry e Ginny iniziarono a ridacchiare sotto i baffi. Ron ci rivolse uno sguardo supplichevole che io e la sorella ignorammo deliberatamente ma che fu accolto da un divertito Harry. 
Approfittai del momento per afferrare Ginny per un braccio e trascinarla lontano da quel quadretto rivoltante. Lei mi guardò confusa ma non oppose resistenza. Dopotutto vedere LavLav divorare il fratello non doveva essere una bella visione neanche per lei. 
-Che succede?- mi chiese lei con un tono seccato
-Non usare quel tono con me signorina, mi vuoi dire che problemi affliggono la tua mente? Perchè non mi parli?- 
-Non è vero che non ti parlo, in questo momento per esempio stiamo parlando- rispose saccente lei. Dannatissima orgogliosissima Weasley dei miei stivali, pensai seccata.
-Sai cosa intendo dire, non capisco cosa ti prenda, lo sai che io ed Harry siamo amici, non c'è niente tra di noi oltre che ad un immenso affetto fraterno-
-Non so cosa c'entri Harry in questo momento- disse lei ma non riuscì a non arrossire 
-Senti Ginny, io ti voglio bene e voglio bene anche a lui, lo sai. Non mi metterei tra te e il tuo amore eterno neanche se volessi, in più io sto...- mi bloccai quando capii di aver commesso un errore ma cercai di continuare fingendo che non avessi detto niente di compromettente -Sto cercando da anni di farvi mettere insieme- conclusi e mi feci mentalmente un applauso per la mia capacità di rimediare agli errori che commettevo a causa della mia lingua lunga.
Lei mi guardò confusa e poi, questo davvero non me lo sarei mai aspettato, iniziò a ridere. Fui io ora a guardarla confusa, sembrava in pieno di una ridarella acuta. 
Quando, dopo variati secondi smise di ridere come una pazza isterica mi abbracciò e tra una risata e l'altra disse -Sono proprio una cretina vero?- 
Sospirai sollevata e accarezzandole dolcemente i capelli dissi -Si, è l'effetto che fa l'amore-
Lei si stacco immediatamente da me, mise le mani sui fianchi e iniziò a picchiettare il terreno con un piede. La guardai terrorizzata, stava imitando in modo eccezionale la madre.
-Tu mi stai nascondendo qualcosa- constatò lei. 
Strabuzzai inorridita gli occhi e  cercai qualcosa di intelligente da dire, dove andava a finire la mia furbizia quando ne avevo realmente bisogno?
Così feci l'unica cosa che potevo fare, urlai un isterico -Puzzo, devo andarmi a lavare- e scappai, con una velocità da record, verso il castello intenzionata a chiudermi a chiave nel bagno il prima possibile per evitare domande e discorsi imbarazzanti. 
Quando, mezz'ora dopo, uscii dal bagno profumata e rilassata non trovai nessuno nella stanza del mio dormitorio e ringraziai Merlino per la sua benevolenza. 
Quando mi avvicinai al mio comodino, ormai vestita e pettinata, per riprendere la mia bacchetta notai una piccola pergamena scarabocchiata da una calligrafia che riconobbi immediatamente.
La aprii e lessi velocemente il messaggio, breve e conciso

                                        Domani nel mio ufficio alle dieci in punto, niente ritardi.
                                                                                                                 S.P.

Quando terminai di leggere il messaggio di Severus bruciai la pergamena con un tocco di bacchetta e sospirai, questo voleva dire solo una cosa, guai in vista.

Ero in Sala Grande intenta a sbranare un pezzo di tacchino sotto uno sguardo contrariato di Hermione. Non badai al suo sguardo e continuai imperterrita a sfogare il mio nervosismo nel cibo.
-Ingrasserai a vista d'occhio se continui a mangiare così- constatò la riccia.
Ingoiai a forza il boccone che avevo in bocca e bevvi un ampio sorso di succo di zucca prima di guardarla torva e offesa. 
-Non potrei ingrassare neanche mangiando un ippogrifo intero grazie agli allenamenti di Harry- risposi 
-Perchè sei così nervosa?- mi domandò lei ignorando la mia lamentela per gli allenamenti sfiancanti a cui ci sottoponeva quello che consideravo il mio migliore amico.
Alzai un sopracciglio e la guardai accigliata, dopotutto lei era la mia migliore amica e lo sapeva bene che vedermi ingozzare in stile Ron Weasley significava solo una cosa, nervosismo. 
-Non sono nervosa- negai l'evidenza e -Ho solo fame- risposi 
-Lo sai che con me puoi parlare di tutto Essy- storsi il naso a quell'orribile soprannome che mi diede i brividi. 
Certo come no, cosa avrei dovuto dirle? Sai Hermione, sto facendo il doppio gioco per Voldemort, ma in realtà sto lavorando per l'Ordine della Fenice, quindi in realtà sto facendo il triplo gioco e rischio ogni giorno la mia vita per parare le chiappe a Harry e a tutti voi. In più Malfoy, per ordine di Voldemort, sta cercando di uccidere Silente, ma tranquilla lui lo sa e dice che non c'è niente di cui preoccuparsi, in più Malfoy è un mangiamorte, Severus fa il triplo gioco come me e mio padre che è diventato apparentemente un mangiamorte. Però questo tacchino è davvero buonissimo, che salsa hanno usato secondo te? 
Come minimo sarebbe morta sul colpo per un infarto e poi sarebbe risorta con le palle del drago di Dragonball, o come diavolo si chiamavano, per uccidermi seduta stante. 
-Davvero 'Mione non sono nervosa, ho solo più fame del solito per colpa del tiranno-
Harry, sentendosi preso in causa, si girò verso di noi e sorrise divertito e scosse la testa.
-Non fare così, anzi ringraziami, ti permetto di non ingrassare. Nessuno ti verrebbe dietro se fossi larga quanto Hagrid- 
-Ma perchè siete tutti interessati alla mia linea questa sera?- domandai seccata
-In effetti- ignorò la mia domanda il moro -Con il caratteraccio che hai non ti verrebbe dietro qualcuno neanche se fossi la ragazza più magra e bella di Hogwarts-
Gli feci una linguaccia e lui ridacchio. Inarcai il sopracciglio e -Si dia il caso che invece qualcuno mi viene dietro- risposi tagliente
Loro mi guardarono sorpresi, solo dopo aver visto le loro espressioni mi resi conto di quello che avevo appena detto.
-Oh Merlino- esclamai saltando in piedi -Ho dimenticato di fare il tema per pozioni, devo scappare- e uscii quasi correndo dalla Sala Grande ignorando la voce di Hermione che, da brava migliore amica rompipluffe, mi ricordava urlando che il tema lo avevo copiato da lei appena prima di andare agli allenamenti. 

-Tutto questo è inaccettabile- sbraitai entrando come una furia nel dormitorio dei ragazzi del sesto anno. 
Fortunatamente al suo interno trovai solo un colpito Harry ed un imbarazzato, ed imbarazzante, Ron Weasley in boxer che appena mi vide si coprì con la tenta per nascondere il suo gran fisico da giratore di pollici. 
-Non ho intenzione di vedere le tue grazie Ron, quindi copriti e smettila di arrossire come un'aragosta, ci sono questioni molto più importanti da risolvere-
Ron scattò come un lampo a prendere, dal suo baule, una maglietta ed un pantalone di una tuta per poi vestirsi in tutta fretta. Io nel frattempo mi sedetti sul letto di Harry e iniziai a pensare a come risolvere il mio problema. 
-Cosa ti fa pensare a quest'ora della notte Ester e soprattutto perchè sei venuta a rompere i boccini proprio a noi?- mi chiese Harry 
-Non essere scortese Potterino- lo zittii -Sto per renderti partecipe di una cosa magnifica, un'idea geniale, degna dei migliori Weasley di sempre- 
I due poveri ragazzi mi guardarono confusi e preoccupati, e lo diventarono ancora di più quando mostrai il mio ghigno diabolico. 
-Miseriaccia, con quell'espressione sembra paurosamente Fred o George- commentò Ron terrorizzato 
-Tutto quello che dovete sapere è questo, non fatevi trovare in giro domani mattina, alle otto in punto in Sala Grande, altrimenti sarete sospettati- 
-Ester che vuoi...- iniziò a parlare Harry ma lo zittii con un cenno della mano -Otto in punto in Sala Grande, mi raccomando- e senza aggiungere altro uscii dalla loro stanza per definire il mio geniale, fantastico e diabolico piano. 

Erano le sette e mezza del mattino ed io gironzolavo già tra i corridoi ancora deserti del castello, in particolar modo gironzolavo nei corridoi dei sotterranei. 
Nessuno mi avrebbe visto a quell'ora per due semplici motivi: Non c'era nessuno in giro e secondo io ero invisibile all'occhio di qualsiasi possibile passeggiatore.   
Una volta fatto il dovuto tornai, saltellando allegramente, nella mia adorata Sala Comune e mi fiondai immediatamente nel mio dormitorio prima da togliere l'incanto di illusione da me stessa. 
Un secondo dopo Ginny aprì la porta e, tra uno sbadiglio e l'altro chiese -Che ci fai già in piedi?- 
-Oh Ginny cara, non lo sai che nessun attimo della giornata va sprecato?- le domandai e lei mi guardò preoccupata -Dai muoviti vai a lavarti e vestiti, nel frattempo io sveglio Hermione, non vedo l'ora di scendere a fare colazione e godermi uno spettacolo irripetibile- le dissi battendo le mani per velocizzare i suoi movimenti da lumaca mentre io mi avvicinavo al letto di Hermione per svegliarla. 
Mezz'ora dopo, dopo diversi rimproveri da parte di Hermione per averla svegliata con un aguamenti dritto in faccia, e varie risate da parte della piccola Weasley, entrammo, chi saltellando come me, chi trascinando svogliatamente i piedi come Hermione e Ginny, in Sala Grande e trovammo, come prevedibile, Harry e Ron intenti a fare colazione. 
-Buongiorno miei prodi compari- li salutai prima di sedermi accanto a Harry con poca grazie e prendere una grande tazza di caffè.
-Hai intenzione di dirci...-
 -Zitto- dissi allarmata guardandomi intorno -Potter taci e fai colazione. Preparati e ridere di gusto- dissi e nessuno obbiettò. Meno ne sapevano meglio era. 
Appena una decina di minuti dopo, quando stavo iniziando a temere che il mio piano fosse inesorabilmente fallito, una mandria di Serpeverde isterici entrò nella Sala Grande. 
Chi si era girato a guardare la causa di tutta quella agitazione non potè impedirsi di scoppiare in una rumorosa e sincera risata. Tutti, Corvonero inclusi. 
I miei amici strabuzzarono gli occhi prima di guardarmi di sottecchi e scoppiare a loro volta a ridere seguiti a ruota da me e da tutti i Grifondoro. 
Era dopotutto impossibile non ridere nel vedere due quarti della casata dei Serpeverde con i capelli colorati dei più variegati colori sgargianti. 
Chi verde, chi rosa e chi blu la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze appartenenti alla casata più odiata di Hogwarts aveva i capelli dipinti fino alle punte. 
Intrufolarsi nei sotterranei alle sette del mattino e mettere varie pozioni coloranti nelle loro tubature era stata un'idea geniale dopotutto, degna dei gemelli.
Nessuno, tra gli studenti, riusciva a darsi un contegno e lanciando un'occhiata al tavolo dei professori vidi alcuni di loro cercare di trattenere e nascondere un sorrisino divertito come la McGranitt, Hagrid ed anche Silente stesso.
Fu uno spettacolo impagabile poi vedere Draco Furetto Malfoy puntare dritto verso il nostro tavolo rosso di rabbia come rossi erano anche i suoi capelli. 
In quel caso la sorte aveva fatto il suo corso e tra i tanti colori che potevano capitagli fu proprio il rosso a rovinare, o meglio migliorare, quei capelli biondi da far venire i brividi. 
-Chi è stato?- sbraitò lui guardando per tutto in tavolo come se si aspettasse che il colpevole, ovvero io,  alzasse la mano dichiarandosi colpevole. 
Certo, ero una valorosa e coraggiosa Grifondoro, ma tra l'essere coraggio ed essere ingenua o avere un comportamento da vittima sacrificale c'era un'ampia differenza. 
-Malfoy, lo sai che ti trovo diverso oggi. Hai fatto qualche cambiamento?- dissi.
Lui, se possibile, arrossì ancora di più ed il suo occhio sinistro iniziò a tremare pericolosamente. Perche essere così nervosi? Io avevo fatto solo una domanda. 
-Sei stata tu, brutta, viscida, schifosa...-
-Signor Malfoy, le consiglio di non continuare la sua frase- Minerve McGranitt era apparsa alle sue spalle, motivo per cui avevo deliberatamente deciso di non interrompere Malfoy o affatturarlo direttamente. 
-Professoressa, è stata lei, ne sono sicuro...-
-Per quanto mi piacerebbe sentire le sue teorie- lo interruppe di nuovo la vicepreside -Se non ha prove per dimostrare la colpevolezza della signorina Burke non posso fare altro che mandarla in infermeria da Poppy per farle sistemare i suoi capelli- e così dicendo, dopo avermi lanciato un'occhiata severa, tornò al tavolo da cui era venuta.
-E perchè mai dovrebbe?- disse Ginny quando la McGranitt era ormai lontana per ascoltarla ma Malfoy era rimasto immobile al suo posto 
-Infatti, i capelli rossi danno un non so che di affascinante- le resse il gioco Harry che continuava apertamente a ridacchiare
-Peccato non si possa fare niente per il cervello- intervenni io -Ma dopotutto ho sempre adorato le teste rosse- 
Malfoy, sul punto di dire qualcosa si zittì immediatamente vedendo Severus Piton raggiungerlo con il suo solito passo silenzioso. 
I miei amici tornarono a godersi la loro colazione, fingendo che non fosse successo niente, mentre io sogghignai divertita a Malfoy. Severus non mi avrebbe mai punita, povero furetto illuso. 
-Malfoy, vada in infermeria, subito- ed il biondo, diventato momentaneamente rosso, se la filò immediatamente. 
Il professore dai capelli unticci si girò verso di me e -Burke, seguimi- disse
Io, sotto lo sguardo preoccupato dei miei amici, balzai subito in piedi senza smettere di sorridere e, senza battere ciglio, lasciai la Sala Grande sotto lo sguardo di tutti gli studenti di Hogwarts. 
-Allora Ester- iniziò a parlare Severus una volta chiusa la porta del suo ufficio alle sue spalle -dovrei indagare su quello che è successo?- 
Non sembrava arrabbiato, seccato o qualsiasi cosa di simile, anzi, sembrava quasi divertito, anche se il suo divertimento era, malamente, celato da un'espressione di finta serietà. 
-No non dovresti Severus- risposi continuando a sorridere 
Lui sbuffò ed alzò gli occhi al cielo -Quindi puoi assicurarmi che nessuno ti ha visto fuori dal tuo dormitorio prima delle otto?- 
-Oh sicuramente, nessuno mi ha vista- e calcai notevolmente l'ultima parola -fuori dal dormitorio prima delle otto- 
Sospirò e scosse la testa rassegnato, ma poi si lasciò sfuggire una smorfia simile ad un sorriso. Merlino, avevo appena visto Severus Piton sorridere.
-Bene puoi andare, ricorda di venire alle dieci qui, non essere in ritardò- e così mi congedò. 
Quando, cinque minuti pià tardi tornai in Sala Grande intenta a consumare la mia colazione vidi lo sguardò preoccupato di Harry puntato addosso. 
-Allora?- mi chiese subito una nervosissima Hermione
-Allora niente. Voleva solo ricordarmi che ho ripetizioni con lui oggi perchè secondo lui non sono ancora accettabile negli incantesimi non verbali più avanzati- e feci una smoria di disgusto 
-Non sopetta quindi?- mi chiese sottovoce Harry
-Non è da escluderlo, ma non troverà alcuna prova. Se devo fare qualcosa io la faccio per bene- 
E poi vidi i tre sospirare rilassati e iniziammo a fare colazione continuando a ridacchiare per lo scherzo finchè la voce stridula di Lavanda Brown pose fine quel momento di pura pace ed allegria. 


Angolo del terrore
TADAN ho pubblicato in tempo, quanto sono brava, anche se non ho ricevuto nessuna recensione allo scorso capitolo ho deciso di farmi perdonare per i precedenti ritardi.
Comunque passando al capitolo che ne pensate?
Si divide in tre parti essenzialmente 
1-La scena di Ester e Malfoy, in cui ovviamente Malfoy fa lo stupido, mi sta simpatico anche se è un po' tonto. 
2-LA LETTERA DI SEVERUS PITON PER ESTER
3-Lo scherzo di Ester che mi sono divertita troppo a scrivere. Insomma immaginatevi Draco Malfoy con i capelli rossi in stile Weasley, non fa ridere?
Ah l'espressione ''Palle di drago di Dragonball'' l'ho detta io, ma in mia difesa posso dirvi che il mio cervello era fuso a causa delle ore di scuola estenuanti. 
Detto questo grazie a chiunque legga questa storia, davvero è fantastico sapere che qualcuno la segue dato che è da un anno che ci lavoro su questa idea. 
Baci, a sabato prossimo, Ambvra. 


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Capitolo 13
*** Malfoy Manor ***


Malfoy Manor

 

Non potei impedire all'ansia di impossessarmi di me davanti all'ufficio Non potei impedire all'ansia di impossessarmi di me davanti all'ufficio del mio professore di Difesa contro le Arti Oscure. Nonostante il coraggio di cui io e tutti i Grifondoro amavamo pavoneggiarci quando si ha l'impressione che qualcosa sarebbe andata terribilmente storto allora le ginocchia iniziavano a tremare e lo stomaco a girare anche a noi. 
Non che ci fosse qualcosa di diverso dal solito, ma quella sensazione non aveva intenzione di andarsene e continuava a torturarmi dalla notte precedente. 
Alzai la mano per bussare alla porta ma la mia mano rimase per aria dato che essa venne aperta di scatto da un alto uomo barbuto che proprio non assomigliava a Severus Piton. 
Albus Silente mi fissò per qualche istante prima di sorridere benevolo e lasciarmi entrare nell'ufficio. 
Guardai per un attimo Severus, aveva l'aria apparentemente calma ma nel suo sguardo riuscii a intravedere una strana luce, per poi tornare a volgere lo sguardo verso il preside. 
-Confido nella tua tempra e nel tuo buon giudizio Ester- disse il vecchio prima di lasciare la stanza e lasciare me nella più totale confusione. 
Ora ero davvero nel panico, cosa voleva dire con quella frase, qualcosa non andava e stavo davvero iniziando a temere il peggio. Che Volemort mi avesse scoperta? Che fossi ormai una condannata a morte che stava andando verso la sua fine?
Non poteva essere così, non poteva succedere ora, avevo così tanto da fare ancora, non potevo semplicemente sparire nel nulla, dovevo dire addio ai miei amici, dire loro quanto li amassi, dovevo fare ancora tanti scherzi in stile George e Fred, dovevo... Fred, dovevo dirgli che mi dispiaceva, che non era uno qualunque, che io lo...
Due mani rigide che mi cirdondarono improvvisamente mi distrassero dai miei pensieri. Le braccia di Severus Piton mi stavano circondando in quello che, forse, voleva essere un abbraccio ma che somigliava più ad una strana mossa di lotta libera. 
Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi puntati su di me, e capii che qualcosa non andava davvero, ma capii anche che mai e poi mai Silente mi avrebbe mandato nella tana del lupo, in questo caso Villa Malfoy, senza opporre resistenza e neanche Severus lo avrebbe fatto. 
Ripensai a tutto questo mentre Severus sciolse quella sottospecie di abbraccio e mise le sue mani sulle mie spalle. 
-Devi respirare, calmarti e matenere il controllo sui tuoi pensieri- sussurrò lui -Andrà tutto bene Ester, sarà solo più complicato- 
Tutto quello per una complicazione? Ero abituata alle complicazioni, la mia vita era tutta una complicazione. Potevo sopportare una complicazione per Godric mi avevano spaventata a morte. 
Annuii prontamente a Severus e quano lui mi porse il braccio capii che era ora di andare.
Ci smaterializzammo davanti alla porta della grande Ville, respirai profondamente per mantenere il controllo ed indossare la maschera che portavo per farmi vedere forte ma anche fedele e quando annuii di nuovo Severus bussò. 
Immediatamente la porta venne aperta e davanti ci trovammo una scocciata quanto contrariata Bellatrix che fece un gesto sbrigativo, che forse doveva assomigliare ad un saluto, a Severus e poi si girò ignorandomi completamente.
Entrammo in casa, se quella fortezza enorme, desolata e tremenamente triste poteva essere chiamata casa, e senza indugiare oltre entrammo nella sala principale dove trovammo tre figure, oltre al Mago Oscuro senza naso, a aspettarci. 
Le prime due le riconobbi subito, Narcissa Black in Malfoy e mio padre. Quando incrociai il suo sguardo dovetti trattenermi dal saltargli addosso per abbracciarlo forte, ma senza rimanere troppo in piedi mi sedetti al tavolo tra mio padre e Severus e davanti alla figura incappuggiata, ovvero la terza persona sconosciuta che occupava il tavolo. 
-Credo che sia ora finalmente- sibilò il pelato malvagio -I miei più giovani e inesperti alleati devono unirsi e collaborare- 
Quando il pazzo disse quelle parole mi dovetti controllare per non strabuzzare gli occhi o cadere dalla sedia. Questa si che era una complicazione, ed anche grossa. 
Sperai ardentemente che il Mago Oscuro stesse scherzano, ma poi realizzare che i maghi oscuri non scherzano, qundi sperai che avesse qualche altro malcapitato diciasettenne ai suoi ordini ma poi mi resi conto i stare pregando Merlino che qualcuno avesse un destino terribilmente orribile e mi maledissi da sola, mentalmente. 
-Malfoy- quando Volemort si rivolse alla figura incappucciata non ebbi più dubbi. Era lui, era lì, come me, ed io ero ufficialmente la persona con meno fortuna al mondo. 
-Sono estremamente deluso a te, non hai ancora molto tempo quindi ho deciso di essere magnanimo- si certo come no, pensai -E darti una mano-
Ma seriamente lo stava dicendo? All'improvviso però un'idea mi fulminò, forse non era lui che stava punendo, ma me, non era lui che stava metteno alla prova, ma me. 
Il terribile mago si girò verso di me e io cercai di mantenere uno sguardo deciso e mostrarmi grata per quel suo colpo basso. 
-Non dovrai fare molto, solo proteggerlo e garantire la riuscita del suo piano. Ora Malfoy abbassa il mantello ed alza lo sguardo per conoscere la tua alleata-
Il mio sguardò si posò immediatamente su Malfoy che, con mani tremanti, si stava lentamente abbassando il cappuccio del mantello e con, altrettanta e lacerante lentezza, alzò il capo. 
La sua reazione, in altre occasioni, mi avrebbe fatto ridere sguaiatamente. Lui vedendomi sbarrò gli occhi, arrossì, forse di rabbia, e poi impallidì diventando dello stesso colore della neve appena caduta per poi iniziare ad avere un colorito schifosamente verdognolo. Fu in quel momento che pensai che stesse per vomitare la cena, mangiata appena due ore prima, ma l'unica cosa che fece fu girarsi verso la madre che però continuava a tenere lo sguardo basso. 
Immediatamente dopo, con un'espressione che sembrava ad un ghigno trionfante, Voldemort ci congedò ed uscimmo lentamente dalla stanza. 
Appena fuori, dopo che Malfoy scappò verso le scale, seguito immediatamente dalla madre, mio padre mi abbracciò talmente forte da farmi quasi male, ma non mi opposi, come avrei solitamente fatto, anzi ricambiai quella stretta quasi mortale con necessità impellente. 
Avevo bisogno di mio padre più che mai, avevo bisogno del suo appoggio e del suo conforto ora più che mai. 
Una mano si posò sulla mia spalla e, alzando lo sguardò, vidi Severus guardarmi con sincera tristezza. 
Ora avevo paura, quella paura che avevo per mesi cercato di celare in un angolo lontano della mia mente mi colpì tutta insieme, e come centinaia di coltelli mi copiva il petto e ogni altra parte el corpo. 
Non piansi però, probabilmente lo avrei fatto più tardi, ma non potevo permettermi di sembrare debole nella casa del nemico, non potevo e soprattutto non volevo. 
Quando mio padre sciolse l'abbraccio mi accarezzò dolcemente la guancia e con uno sguardo provò a leggermi dentro come solo lui poteva ed annuì appena, aveva paura anche lui dopotutto, ma aveva paura per me. 
-Devo parlare con Molfoy- sussurrai appena. Quello era per me un bisogno impellente, dovevo chiarire un paio di faccende con lui, ora, lontano da orecchie indiscrete di Hogwarts, ora che, se avessi voluto, avrei potuto obbliviarlo senza alcuno ostacolo. 
Severus mi indicò le scale che immediatamente salii. Mi ritrovai in un corridoio troppo lungo e decisamente con troppe porte. 
Lo persorsi cercando, inutilmente, di sentire una possibile sussurro o urlo del furetto, ma l'unica cosa che sentii fu la voce, isterica, di una furiosa Bellatrix Black. 
Sobbalzai sul posto prima di fiondarmi sulla porta da cui proveniva quella voce e, accostando l'orecchio destro alla porta, origliare.
-Non capisco come possa fidarsi di quei traditori del loro sangue e di Severus- stava sbraitando la Black pazza 
-Non devi capire Bella, devi solo accettarlo- rispose una voce pacata, quella di Narcissa
-Non mi fido di Piton e neanche di quella ragazzina- 
-Non abbiamo altra scelta Bella, la vita di mio figlio è nelle loro mani e io devo fidarmi di loro, altrimenti impazzirò-
-C'è qualcosa che non mi torna, io ne sono...-
-Il Signore Oscuro si fida di loro, questo dovrebbe bastare a...-
-Burke, lo sai che non si origlia- nell'udire qualla voce, molto più nitida ed alta delle altre due femminile sobbalvai e raddrizzai la schiena stizzita 
-Stanno parlando di me Malfoy, ho tutto il diritto di ascoltare- risposi seria e poi -Devo parlarti, subito- 
Lui annuì senza opporre resistenza e mi fece gesto di seguirlo. 
Quando entrammo in una stanza, probabilmente la sua mi rilassai appena. 
-Ci saranno delle regole- iniziai andando dritta al punto -Punto primo: Non dirai a nessuno quello che sai, nessuno, o giuro Malfoy che ti eviro. Punto secondo: Tu non ti avvicinerai, in nessun caso e in nessun modo, a me davanti a occhi indiscreti e con occhi indriscreti intendo gli occhi di tutta Hogwarts. Punto terzo: Tu farai tutto quello che ti dirò io, senza protestare o fiatare- 
Finii di elencare le mie regole e posai le mani sui miei fianchi battendo nel frattempo il piede sul pavimento impaziente di tornare di sotto e poi al Castello al sicuro sotto le mie coperte. 
Ma Malfoy mi afferrò, non proprio gentilmente, un braccio e mi strattonò. 
Mossa sbagliata. 
Mi liberai agilmente dalla sua presa e gli rifilai un pugno nello stomaco. 
-Stupida traditrice- sbraitò lui 
-Pensavo di poter instaurare un rapporto almeno civile- sibilai rabbiosa -Ma a quanto pare non è possibile perchè sei un irremediabile cretino- 
-Tu non puoi dare ordini Burke- mi guardò furente e io non riuscii a trattenere un sorriso di derisione 
-Malfoy, rispondi rinceramente, ti saresti mai aspettato di vedermi qui, di vedermi dalla parte dei cattivi?- Lui scosse appena la testa ma non osò aprire bocca -Ti dico solo una cosa, ci sono tante cose che non sai di me, ma una cosa la devi sapere, chi ostacola il mio percorso fa una brutta, bruttissima fine e non avrò pietà neanche di te in quel caso-
Lui impallidì leggermente e io sogghignai soddisfatta per la sua reazione, mi meritavo un premio per le mie abilità da attrice. 
Feci per andarmene, ma quando, fui vicino alla porta lui mi richiamò con un sospiro. Mi girai lentamente verso di lui. 
-Perchè lo fai Burke?- nella sua voce non colsi rabbia, derisione o sufficienza ma quasi tristezza -Ho sempre pensato che tu fossi il mio opposto, che fossi leale ed altruista, nonostante tutto- continuò -Ma ora non so più cosa pensare- 
-Non pensare Malfoy, non cercare di capire cose che non devi capire- risposi semplicemente sperando di aver concluso il discorso 
-Ma tu avevi scelta, potevi... Io sono sempre stato destinato a questo, non ho avuto una scelta da prendere-
-Tutti hanno una scelta, nessuno ha il proprio destino già tracciato. Tu hai fatto la tua scelta ed io la mia, non cercare di capirne i motivi altrimenti...- pensai di minacciarlo ma scossi la testa come per cacciare quell'idea -Altrimenti capirai che non tutte le cose sono come sembrano, a volte c'è molto altro dietro Malfoy- e senza aggiungere altro uscii da quella stanza che iniziava lentamente a soffocarmi. 
Mi pentii delle parole che avevo appena pronunciato, troppo rischiose.
 E se il furetto avesse capito qualcosa? 
Poi scossi la testa divertita, quel furetto non avrebbe capito neanche se glielo avessi urlato contro.
Quando, dopo aver salutato mio padre, tornammo smaterializzandoci nell'ufficio di Severus non dissi nulla, non guardai nè il biondo platinato nè il professore e uscii in fretta dall'ufficio per tornare in Sala Comune. 
Quando, dopo essermi beccata una ramanzina dalla Signora Grassa a causa dell'orario e averle praticamente urlato la parola d'ordine per farmi entrare all'interno della Sala vidi un ragazzo, che conoscevo fin troppo bene, sonnecchiare, con la bocca aperta e la testa penzolante, su una poltrona vicino al camino. 
Mi avvicinai lentamente al ragazzo notando che tra le mani teneva una pergamena, no, non una pergamena qualunque, la Mappa Dei Malandrini. 
Gliela tolsi dalle mani e posi fine all'incanto per poi ripiegarla attentamente. 
Accarezzai piano i capelli del moro per svegliarlo, chiamandolo con dei sussurri. All'improvviso egli sobbalzò e iniziò a cercare freneticamente qualcosa e quando alzai una mano mostrandogli che la mappa l'avevo io e guardandolo divertito sospirò di sollievo e si rilassò di nuovo contro lo schienale della poltrona. 
Battè un paio di volte la mano sul bracciolo della poltrona invitandomi a sedere e così feci. 
-Dove sei stata?- chiese lui dopo aver sbadigliato in modo non del tutto fine per poi circondarmi le spalle con un braccio 
-Lo sai, dovevo andare da Piton- risposi sbadigliando poi a mia volta e appoggiando la testa sul suo petto 
-Non ti ho visto nel suo ufficio su questa- disse indicando la Mappa
-Forse dovresti cambiare occhiali Harry- ridacchiai e lui fece lo stesso alzando gli occhi al cielo -Dopotutto io ti ho trovato a russare su una poltrona- 
-Io non russo, Burke, lo sai- 
In effetti lo sapevo bene, da piccoli alcune volte dormivamo insieme, anche ora, se capitava lo facevamo, come la notte in cui Sirius morì, fu naturale per noi addormentarci nello stesso letto abbracciati. 
Era un gesto privo di malizia, lo facevamo quando avevamo paura, o quando eravamo tristi. In quel modo non dovevamo parlare, però sapevamo di avere una spalla su cui piangere o meglio una persona che ci sarebbe rimasta accanto sempre e comunque. 
-Harry...- lo richiamai e lui mi scrutò attento. Avevo paura, paura di perderlo, lui era mio fratello, una delle persone che amavo di più in tutto il mondo, la persona per cui stavo rischiando tutto, la mia vita. Volevo, avevo bisogno, di sapere che niente tra di noi sarebbe mai cambiato. 
-Io...- continuai -Posso dormire con te stasera?- 
Lui mi sorrise dolcemente ed annuì prima di farmi alzare ed alzarsi a sua volta. 
Ci dirigemmo insieme verso il suo dormitorio e ci sdraiammo immediatamente a letto. Subito la stanchezza si fece sentire, le palpebre diventarono pesanti e sentivo anche uno strano freddo che mi fece rabbrividire. Lui se ne accorse e mi coprì con una coperta pesante. Lo guardai per un istante prima di chiudere gli occhi- 
-Ti voglio bene fratellino- lo sentii ridacchiare e poi rispose -Anche io sorellona- ed un momento dopo crollai in un sonno senza sogni. 

Contro ogni mia aspettativa le giornate che seguirono la terribile notte furono devastanti. Malfoy infatti si dimostrò essere un vero problema: aveva iniziato a lanciarmi frecciatine continue, fare battute allusive e simile, anche in presenza dei miei amici. 
Fu una sera di inizio febbraio che decisi di chiarire le cose e, sfruttando un primino di Tassorosso gli inviati un invito, o meglio l'ordine, di presentarsi alla Torre di astronomia alle dieci in punto. Dopo essere fuggita alle domande indagatrici di una sospettosa Hermione Granger arrivai alla mia meta e trovai il furetto proprio dove gli avevo detto.
-Non avrai mica intenzione di buttarmi dalla torre, vero Burke? Sarebbe troppo malvagio anche per te-
-Ascolta idiota di un furetto, non ho tempo da perdere. Forse non ti è chiara una cosa, se non la smetti di fare il cretino io ti ucciderò- ovviamente non lo avrei mai fatto davvero, ma questo poteva anche non saperlo.
-Pensi davvero di farmi paura Burke?- disse divertito lui
-Forse no, ma se manderai a monte la mia missione per uno stupido diverbio da adolescente allora sarà il Signore Oscuro stesso a mettere fine alla tua vita-
A quelle parole lui sbiancò notevolmente e io sogghignai soddisfatta. 
-Io non mi fido di te- sbraitò lui
-Neanche io mi fido di te Malfuretto. Non ti sto dicendo di fidarti, ti sto solo dicendo di non intrometterti in cosa che non ti riguardano- 
Lo guardai per una attimo, ma lui si girò a guardare fuori in un istante. Sembrava stanco, era più pallido del solito ed aveva due occhiaie che facevano paura. 
Io però non ero di certo messa meglio. In più, in quel momento, il mio problema maggiore era proprio lui. Era lui a complicare le mie giornate, lui aveva risvegliato i sospetti della mia migliore amica , lui mi stava portando alla pazzia. 
-Io non mi fido di nessuno- lo sussurrò talmente piano che mi parve di essermelo immaginato -Non mi fido neanche di me stesso. Sento di essere diventato pazzo.-
Si girò a guardarmi e, per la prima volta in assoluto, mi parve un ragazzo normale, di sedici anni. Un ragazzo che non avrebbe mai voluto essere nella situazione in cui invece era. 
-Hai i tuoi amici e...-
-I miei amici- disse prima di fare una risata senza emozione -Loro non sono amici, loro usano le persone, se solo sapessero chi sono in realtà mi abbandonerebbero senza ripensarci e con chi sono non intendo un mangiamorte- e io rabbrividii -Ma che sono un ragazzo come altri, che non voglio essere una pedina da muovere a piacimento, a volte non vorrei neanche essere un Mafoy, se fossi un mezzosangue qualunque ora non dovrei...- 
Si bloccò mordendosi il labbro, e guardandomi con sospetto. 
-Ascolta Malfoy, io non devo per forza sapere cosa devi fare per Lui- anche se in effetti lo sapevo fin troppo bene -Io devo solo pararti il culo- e lui ridacchiò divertito, forse per il mio linguaggio non del tutto regale come il suo, -quindi, non dirmi niente, almeno non ora. Devi solo permettermi di non farti scoprire e soprattutto non devi fare di tutto per far scoprire me, perchè se io affondo tu affonderai con me-
Non era una minaccia la mia, ma una semplice constatazione. Lui annuì appena e capii che avrebbe smesso di fare lo stupido, almeno per ora.
-Bene, a più tardi possibile Malfoy- lo salutai e senza altre parole me ne andai da lì con la consapevolezza di essermi liberata di una parte dei miei problemi. 

-Allora Ginny hai intenzione di invitare Harry a Hogsmeade per San Valentino?- la ragazza che stava mangiando un pezzo di arrosto rischiò di affogare e dopo essere riuscita ad ingoiare il suo boccone mi guardò con uno sguardo truce.
-Ma sei cretina?- mi disse per poi guardarsi intorno assicurandosi che nessuno mi avesse sentito
-Che ho detto di male?- 
Hermione mi guardò basita, per poi tornare a mangiare ignorando la mia discussione con la Weasley.
-Non posso invitarlo- balbettò Ginny -Dovrebbe essere lui a...- ma poi si bloccò arrossendo appena.
-Per Morgana- esclamai indignata -Non ci posso credere. Mi deludi Ginny, siamo nel ventesimo secolo e ancora crediamo che dovrebbe essere sempre il ragazzo a fare il primo passo? Che assurdità è mai questa?- 
-Non penso che...- intervenne Hermione ma la zittii subito con un gesto della mano
-Tu zitta 'Mione- e lei mi guardò furiosa, nessuno doveva zittirla -Non hai il diritto di parlare dato che non riesci nemmeno ad ammettere di essere cotta di uno dei tuoi migliori amici-
Lei aprì la bocca cercando le parole giuste da dire, ma poi la rischiuse rimanendo senza parole ed arrossì di colpo -I..Io non sono cotta proprio di nessuno, e poi Ron è fidanzato-
La guardai sorridendole -Cara, piccola, ingenua Granger. Ron sta cercando da mesi di mollare LavLav, non te ne sei accorta?- 
Lei boccheggiò -Non lo puoi sapere-
-Scherzi? Non fa altro che lamentarsi e sbuffare e scappare da lei il prima possibile. L'altro giorno stavamo andando in Sala Comune e quando l'ha vista ha preferito venire con me in bibblioteca.- le dissi -Ron Weasley in bibblioteca Hermione, capisci?- 
Lei mi guardò sbalordita ma -Non sono affari miei questi- disse prima di tornare a dedicare tutta la sua attenzione al piatto ed al cibo che stava inforchettando con poco interesse. 
-Ginny- tornai a parlare alla piccola Weasley imbronciata -Se tu lo ami, ed io so che è così, dichiarati, o almeno faglielo capire, perchè l'attimo è sfuggente e una volta passato è finita-
-E tu Essy?- mi canzonò lei -Con chi uscirai a San Valentino?- 
-Io non do importanza ad una festa creata a solo scopo di far spendere soldi ai ragazzi e far deprimere le ragazze single. La trovo una festività del tutto inutile e priva di senso, se uno ama la propria ragazza o il proprio ragazzo lo dimostra tutti i giorni, non ha bisogno di San Valentino per comprarle rose e cavolatine varie- risposi risoluta e sicura delle mie parole. 
La pensavo davvero così, non ero mai stata una di quelle ragazze che si deprimevano perchè single il giorno di San Valentino o perchè nessuno le aveva regalato neanche un petalo di rosa. Trovavo tutta quella fissazione per quella festività stupida quanto la festività stessa. Era tutta una trovata commerciale ed anche banale. Se io avessi voluto fare un regalo al mio ragazzo lo avrei fatto anche il quindici agosto, non avrei aspettato il quattordici febbraio solo perchè lo imponeva una stupida usanza.
-Ho una migliore amica alternativa- disse ridacchiando Hermione
-No, hai una migliore amica intelligente- la corressi io.
All'improvviso però un gufo atterrò proprio davanti a me, facendomi prendere un bello spavento, e dopo aver preso la lettera che portava decollò per uscire dalla Sala. 
La presi in mano e sul dorso di essa notai una scritta che recitava 'Per la mia Es' e senza aspettare oltre, sotto lo sguardo curioso delle due impiccione che consideravo, purtroppo per me, le mie migliori amiche, la aprii: 

Es,
So che la prossima uscita ad Hgsmeade è a San Valentino. Per quanto io odi quella festa, e so che è altrettanto l'odio che provi tu, tu uscirai con me e non perchè è la festa degli innamorati, ma perchè un innamorato non vede l'ora di rivederti. Ci vediamo alla solita ora al solito posto.

                                                                                                     Fred.

Ps: George dice che manchi anche a lui e che dovrei essere più romantico, ma so che mi castreresti se mi presentassi con un regalo quel giorno, ed è anche per questo che sei la mia ragazza. 

Sorrisi involontariamente e quando rialzai o sguardo vidi Ginny ed Hermione studiarmi attentamente. Arrossii leggermente, ma le ignorai per poi nascondere la lettera in una tasta, al sicuro da quelle due impiccione, e ricominciare a mangiare ignorando i loro sguardi indagatori e confusi. 

ANGOLO DEL TERRORE
Si, okok lo ammetto, sono sparita nel nulla senza avvisare per un mese ma non è colpa mia, lo giuro. 
Un mese fa sono partita e non avendo internet nella casa dove sono stata non ho potuto pubblicare e neanche avvertirvi che sarei tornata dopo un bel po'. Ora voi starete dicendo ''Beh potevi dirlo prima di partire'' e avete ragione, infatti avevo intenzione di farlo ma essendo una ritardataria cronica allora mi sono ridotta all'ultimo secondo per preparare tutto e fare la valigia quindi non mi sono collegata. 
Cooomunqu SBAM torno col botto. Povera Ester e ora? Cosa accadrà? Malfoy creerà confusione o se ne rimarrà buono buono?
Lo scoprirete nella prossima punt.. ehm capitolo, nel prossimo capitolo. 
Adios amigos, alla settimana prossima, forse sabato se riesco, E RECENSITE. 
Ambvra. 

 

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Capitolo 14
*** Valentine's Day ***


Valentine's Day

All that I can say is it’s getting so much clearer
Nothing made sense until the time I saw your face

Today was a fairytale.

 

-Che vuol dire solita ora e solito posto?- quel sussurro eccitato fu la prima cosa che arrivò alle mie orecchie 
-Ma chi se ne frega, Fred è innamorato di Essy e stanno insieme- rispose quella che riconobbi come la voce di Ginny -Io la ammazzo, come ha potuto non dirmelo?- 
-Non ammezzerai proprio nessuno, abbiamo frugato tra le sue cose, se lo venisse a sapere sarebbe lei a...-
-Uccidervi- completai a frase per lei. 
Loro si girarono di scatto verso di me, Hermione con uno sguardo mortificato e Ginny con uno terrorizzato. 
Scansai le coperte da sopra il mio corpo e scossi delusa il capo, davvero mi stavano controllando? Non me o sarei mai aspettato da loro.
-Es aspetta- cercò di intavolare una discussione Hermione ma io la superai dirigendomi verso la porta e -Fate in modo di rimettere le mie cose a loro posto prima che abbia finito di farmi la doccia- dissi con voce fredda prima di sbattermi la porta del bagno alle spalle. 
Insomma, loro erano le mie più care amiche, come avevano potuto frugare tra le mie cose con l'intento di trovare qualcosa di... non so, compromettente?
Aprii l'acqua e mi gettai sotto il getto caldo della doccia cercando di rilassarmi. Che bel modo per iniziare la giornata di San Valentino, pensai sarcastica. 
Pensai poi che fortunatamente l'unica cosa che avrebbero trovato nel mio baule era proprio quella lettera. Fortunatamente ero talmente intelligente da eliminare ogni traccia che le avrebbe portate a scoprire qualcosa di molto più inquietante. 
La però cosa mi aveva messo in totale paranoia, ora più che mai avrei dovuto stare attenta. 
Quando scesi in Sala Comune e vidi Hermione parlare in disparte con Harry sentii l'ansia impossessarsi di me e con essa anche la rabbia. 
Decisi di ignorarli ed uscire da quel castello il prima possibile, l'unica persona che avrei voluto vedere mi stava aspettando davanti all'entrata posteriore di Zonko ed io non vedevo l'ora di ritrovarmi tra le sue braccia. 
Ovviamente, ancora una volta, i miei desideri non furono accolti da Merlino dato che mi sentii richiamare da Harry. Mi voltai e lo vidi in piedi davanti a me, aveva un'espressione confusa. Al suo fianco invece Hermione mi guardava supplicante. 
-Che hai?- mi chiese il moro
-Chiedilo alla tua amica qui presente- dissi con voce tagliente indicando Hermione. 
La diretta interessata sobbalzò e abbassò lo sguardo prima di passarlo da me ad Harry che, notai, la stava guardando con un cipiglio confuso e alquanto scontento.
-Es, mi dispiace va bene? Non avrei dovuto...-
-No, non avresti dovuto ficcare il naso nelle mie cose- conclusi io per lei. 
Harry, che evidentemente non era ancora a conoscenza dell'accaduto, strabuzzò gli occhi e la guardò con rimprovero.
-Cosa pensavi di trovare Hermione?- dissi facendo un passo verso di lei
-Io... Io pensavo di...- balbettò lei senza riuscire a trovare le giuste parole da dire 
-Cosa pensavi? Che nascondessi chissà cosa? Di non poterti fidare di me?- scossì il capo con espressione delusa -Ci conosciamo da sei anni ormai, mi hai delusa e ferita. Spero solo che ne sia valsa la pena- e senza aggiungere o ascoltare altro mi girai ed uscii dalla Sala.

Quando lo vidi, con una pesante sciarpa al collo che gli copriva anche la bocca, le mani nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo perso ad ammirare chissà cosa, nonostante il freddo di metà febbraio sentii il mio cuore sciogliersi e dimenticai tutta la rabbia che mi stava divorando fino ad un secondo prima. 
In silenzio gli arrivai alle spalle, senza che lui si accorgesse di niente, e posai le mie mani sui suoi occhi. 
-Indovina chi sono?- chiesi con una voce fin troppo dolce per i miei standard
-Oh, sicuramente sei la mia amante, però dovresti andartene. Sai, la mia ragazza arriverà a secondi e non vorrei mai che..-
Tolsi le mani dal suo viso e gli diedi un pugno sulla spalla, senza però riuscire a trattenere una risata. 
-Diamine ma tu sei la mia ragazza- esclamò fingendosi sorpreso e io gli rifilai uno scappellotto
-Sei troppo violenta- constatò lui, ma non ebbi il tempo di rispondere che subitò mi zittì baciandomi. 
Io non opposi alcuna resistenza, se quello era il suo modo per zittirmi non mi sarei mai lamentata. 
Portai le mie braccia a circondargli il collo e le sue mani si posizionarono sui miei fianchi per avvicinarmi a lui. Iniziò come un bacio lento e dolce, poi diventò più famelico, come se tutto quel tempo senza poterci vedere invece di allontanarci ci facesse avvicinare sempre di più. Mi staccai da lui quando sentii il fiato mancare e lo abbracciai posando la testa sulla sua spalla e ispirando il suo profumo come per imprimerlo nella mia mente e lui fece lo stesso. 
Rimanemmo abbracciati per diversi minuti, senza badare alle persone che passavano e ci guardavano sospettosi o confusi. Una cosa in quel momento diventò certa, tra le sue braccia mi sentivo bene come mai prima. 
Quando sciogliemmo l'abbraccio lui mi guardò con uno sguardo malandrino e ghignando disse -Burke, devo farti i complimenti per il tuo geniale scherzo comunque- prima di prendermi la mano ed intrecciare le sue dita alle mie -Un'idea geniale- ridacchio 
-Come fai tu a saperlo?- domandai stupita 
-Ho i miei informatori- alzò le spalle e mi sorrise spontaneamente -Avremmo dovuto pensarci io e George comunque- 
-Voi siete dei geni con gli scherzi- lo consolai -Ma vi manca quel non so che di perfido- 
-In effetti mi chiedo come abbia fatto il capello a non smistarti tra le Serpi- scherzò
-Oh beh, in effetti ci ha pensato, ma poi ha preferito smistarmi tra i Grifondoro- ammisi
Lui mi guardò stupito, non lo avevo mai detto a nessuno. 
-Smettila di guardarmi così- esclamai -Mica il mondo si divide tra buoni e cattivi. Non puoi vedere il mondo solo in bianco e nero- 
Lui alzò le spalle e mi guardò sorridendo -Ma io ti avrei voluto bene anche se fossi stata tra le Serpi, una piccola eccezione alle regole- 
-Mio padre era serpeverde- gli ricordai -Eppure ti sta simpatico-
-Charles era una serpe?- urlò 
-Abbassa la voce stupido- ridacchiai -Non è cattivo eppure era un serpeverde, non tutti quelli di quella casa lo sono- lui mi guardò torvo e -Va bene, magari la maggior parte si, ma non tutti- precisai. 
Lui fece finta di non aver sentito ma io notai benissimo il suo sbuffo che, per il suo bene, ignorai. 
-Ginny e Hermione sanno che stiamo insieme- sbottai all'improvviso e lo vidi, senza riuscire a trattenere una risata, strabuzzare gli occhi
-Come? Cosa? Quando? Perchè?- chiese balbettando
-Quelle due impiccione hanno rovistato tra le mie cose e hanno trovato la tua ultima lettera- spiegai brevemente
-Da Ginny me lo sarei aspettato, ma da Hermione...-
-Già, sono rimasta stupita anche io e sono arrabbiata con loro. Quindi se le incontreremo ignorale- dissi incrociando le braccia al petto. 
Lui ridacchiò e iniziò ad intrecciare una ciocca dei miei capelli con un dito senza smettere di guardarmi negli occhi -Questo vuol dire che possiamo farci vedere insieme?- e sorrise. 
-Tanto ormai lo sapranno anche Harry e Ron, e se lo sa Ron lo sa anche Lavanda e se lo sa Lavanda lo sa tutta Hogwarts- sbuffai irritata
-Quanto mi mancano i pettegolezzi di quella scuola- sospirò pensieroso -Però questo vuol dire che posso portarti in un posto speciale, cioè, lo avrei fatto comunque ma così è più facile- disse prima di prendere la mia mano tra la sua e iniziare a camminare 
-Se hai intenzione di portarmi da Madama Piediburro puoi anche ritenerti single Fred Weasley- lo ammonii io 
-Per chi mi hai preso Burke?- fece il finto offeso lui -Non sono mica Ron io- e scoppiò a ridere trascinandomi per le vie di una innevata e fredda Hogsmeade. 

Venti minuti dopo, avremmo potuto metterci molto di meno se non si fosse fermato ogni tre minuti a baciarmi o se io non gli avessi tirato altrettanto frequentemente delle palle di neve, ci ritrovammo dentro la Stamberga Strillante. 
Che Fred fosse fuori da ogni schema lo avevo sempre sospettato, ma che fosse così unico e imprevedibile lo capii solo allora. 
Stavo, con non poco sforzo, scendendo l'ennesima scala ripida cercando di non inciampare, di nuovo, per colpa della mia sbadataggine quando mi ritrovai davanti ad una porta. Lui, che era appena dietro di me, mi pose due mani sugli occhi per impedirmi di vedere all'interno ed io sbuffai. 
-Già cado con gli occhi aperti, stai cercando di attentare alla mia vita?- 
-Oh sta zitta un secondo Burke, sto cercando di fare una cosa romantica, ma se continui a fare le tue battutine idiote giuro che ti porto da Madama Piediburro e dovrai subirti tutto quel vociare di coppiette felici e suoni ambigui emessi da dei risucchiamenti facciali, anche noti come baci- 
-Questo è un colpo basso- dissi mentre cercavo di fare qualche passo avanti incerta per entrare nella stanza -Lo sai quanto odio il rosa, e lì è tutto schifosamente rosa- mi lamentai
-Una ragazza che odia il rosa? Sicura di non essere un uomo?- scherzò lui mentre mi spingeva delicatamente all'interno della stanza e si chiudeva la porta alle spalle
-Essere una ragazza non mi obbliga ad amare quell'orribile colore e poi se prop...- mi zittii all'improvviso. 
Fred aveva tolto le mani da sopra i miei occhi e io riuscii finalmente a vedere dove mi trovavo. 
Era una stanza per lo più spoglia, però c'era un camino acceso che la riscaldava e sul pavimento erano stese un paio di coperte con sopra una decina di cuscini e affianco ad essi c'era un cestino che, lo sperai ardentemente, conteneva del cibo. 
Mi girai verso di lui, che mi guardava soddisfatto per la mia reazione, e boccheggiai un paio di volte senza riuscire a mettere insieme due parole e esporre una frase di senso compiuto. 
Lui mi guardò compiaciuto e mi abbracciò dolcemente -Non devi dire niente, lo so che sono perfetto- 
-Ed anche molto modesto- risposi ironica -Ma devo ammettere che è la cosa migliore che potessi fare, sarei disposta a definirlo perfetto se dentro quella cesta ci fosse qualche dolce al cioccolato- dissi guardandolo complice 
-Dei muffin al cioccolato vanno bene?- chiese lui
Fui io questa volta a baciarlo, con passione. Quel ragazzo era pazzo, testardo, diversamente intelligente e alquanto vanitoso, eppure non avrei potuto trovare di meglio per me. 
-Sei ufficialmente il ragazzo perfetto- sussurrai quando le nostre labbra si separarono
-Questo già lo sapevo piccola serpe- sogghignò
-Non sono piccola- mi lamentai -e neanche una serpe- esclamai indignata 
-Facciamo finta di crederci- rispose divertito lui -Serpeverde mancata- aggiunse poi prima di trascinarmi sui cuscini con lui e, quando cadde di peso sulle coperte con me sopra non riuscii a trattenermi dal ridere. 

Camminavo veloce per riuscire a tornare al castello prima del tramonto per evitare una punizione con i fiocchi. Avevo da poco salutato Fred e, ne ero convinta, sul mio volto appariva un sorriso da ebete degno di Lavanda Brown. 
Quando arrivai al cancello trovai un infuriato Gazza intento a controllare uno studente dell'ultimo anno di Corvonero e sperai di poter passare inosservata ed evitare il controllo. 
-Ehi tu signorina- mi richiamò il vecchio Maganò -Dove credi di andare?- 
Alzai gli occhi al cielo conscia che lamentarmi avrebbe solo fatto infervorare ancora di più il custode e soprattutto sospettare ancora di più.
-Burke, tu puoi andare- la voce bassa e gelida di Severus Piton arrivò alle mie orecchie e controllai immediatamente di non avere orecchie indiscrete intorno prima di sussurrare un ringraziamento sincero sotto ad un confuso ma offeso Gazza che continuava a guardarmi con astio. 
Senza aspettare oltre, felice per aver evitato l'ispezione soprattutto per quel paio di merendine marinare regalatemi da Fred che avevo nascosto in una tasca del mantello, camminai velocemente verso la Sala Grande impaziente di prendere parte alla cena. 
Una volta arrivata ed entrata in Sala però posai lo sguardo su Ginny ed Hermione che stavano animatamente parlando con Harry e Ron.
 Quest'ultimo incrociò il mio sguardo e lo vidi rifilare una gomitata al moro. Harry alzò lo sguardo e mi fissò per qualche secondo incerto sul da farsi. 
Ma a me non accorse altro tempo per capire che non aveva intenzione di schierarsi dalla mia parte e contro Hermione, come non ce l'aveva, per ovvi motivi, neanche Ron che cercava in qualche modo da riallacciare il rapporto con lei da dopo le vacanze di Natale. 
Bastò un secondo e il mio sorriso si trasformò in una smorfia, girai i tacchi e, con ancora i crampi alla pancia per la fame, uscii velocemente dalla Sala. 
Senza farmi tanti problemi con la mia coscienza e con la mia teorica adesione all'associazione CREPA andai dritta alla cucina con l'obbiettivo di racimolare un po' di cibo per riempirmi la pacia. 

Con il mio bottino in mano, gentilmente offerto dal meraviglioso Dobby, avevo gironzolato un po' per i corridoi deserti del castello alla ricerca di un posto tranquillo fino a raggiungere la torre di astronomia e immergermi in un rilassante e salutare silenzio. 
Iniziai a mordicchiare uno di quei buonissimi, ma anche troppi, tramezzini che Dobby mi aveva dato. 
Iniziai a chiedermi che problemi avessi dato che continuavo a cambiare umore fin troppo rapidamente. La mattina era stata caratterizzata da una rabbia cieca, poi il tempo con Fred mi aveva fatto tornare di buon umore, ma quando ero tornata ad castello la rabbia aveva di nuovo preso il sopravvento per poi cedere il posto a una tristezza che in quel momento mi parve essere infinita. 
Avevo sempre trovato affascinante la facilità con cui alcune persone riuscivano a mentire, senza sensi di colpa o incertezze, e a volte, come in quel particolare periodo della mia vita, le invidiavo. 
Non che non ne fossi capace, se mi concentravo potevo prendere in giro anche la McGranitt, ma ovviamente i sensi di colpa mi divoravano ogni volta portandomi a riflettere su quanto meschina fossi. 
Ricordare lo scopo. Dovevo ricordarmi lo scopo ed il fine di tutto quello che stavo facendo da qualche mese altrimenti, ne ero certa, ne sarei uscita pazza. 
Dovevo stare attenta ad ogni mia mossa, un passo falso e tutto sarebbe andato in fumo, un passo falso ed avrei messo in pericolo tutti, nessuno escluso. 
Non avevo mai avuto ripensamenti o dubbi sulla mia scelta, perchè tutto aveva un senso nella mia testa. Ma la paura stava arrivando, lenta e dolorosa, come una biscia che striscia sul pavimento silenziosa e indisturbata, prima di morderti ed infettarti con il suo veleno mortale. 
La paura ci rende deboli e forti allo stesso tempo, mi aveva detto tempo fà Silente, ci rende deboli perchè può farci commettere errori inutili, ma ci rende forti perchè ci fa essere sempre in allerta. 
E solo in quel momento, da sola su quella torre con un tramezzino in mano, capii il senso di quella frase. Avevo paura, paura di sbagliare, ma allo stesso tempo mi sentivo forte e vogliosa di dare prova di tutte le mie abilità. 
L'amore è quella luce che troviamo nei nostri momenti di buio, debolezza. Segui l'amore, la luce, e saprai che il persorso da te scelto sarà quello giusto.
Io avevo scelto l'amore, l'amore nel senso più puro possibile, l'amore che provavo per i miei genitori, per i miei amici, per i Weasley, per Luna, Neville e tutti quelli che erano entrati, nolenti o volenti, nella mia seconda famiglia e nel mio cuore. 
Ogni gesto, ogni azione, ogni bugia era per salvare loro, per aiutare l'Ordine, per aiutare Silente ed il bene. 
Sta arrivando una tempesta, mi aveva detto Malocchio tempo prima, ed io sarei stata pronta ad affrontarla, avrei combattuto, soggiogato, ingannato e anche ucciso per i giusti scopi, per il bene. 
Mia madre mi ripeteva spesso, quando ero piccola, che se ci capita un certo tipo di vita ed un certo tipo di percorso da fare è perchè siamo in grado di farlo. 
Su questo avevo ancora qualche incertezza, ma certo era che non mi sarei mai tirata indietro. 

 

ANGOLO DEL TERROOOORE 

Si, avete ragione, sono di nuovo in ritardo e tutto e io davvero vorrei potermi giustificare ma le uniche cose che posso dire è che ho avuto altro da fare e che sono in crisi perchè ho quello che si chiama blocco dell'autore. 
Comunque vorrei sapere seriamente cosa ne pensate della storia a questo punto, se vi piace, se vi incuriosisce, se vi fa schifo e cosa ne pensate dei personaggi principali. 
Detto questo adoro i miei Frester perchè sono una coppia abbastanza strana, ma ben riuscita per ora dato che non voglio che diventino una copia di un'altra coppia presente nella saga o in generale. 
AVVISO IMPORTANTE penso che gli aggiornamenti da settimanali diventeranno mensili e la principale causa è la scuola e la MATURITA', PIANGO. 
Detto questo VE PREGO recensite e fatemi sapere che non siete fantasmi voi persone fantastiche che seguite la storia. 
Baci, Ambvra. 

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Capitolo 15
*** Happy Birthday Weasley ***


Happy Birthday Weasley


Erano passate due settimane ed io non parlavo con nessuno dei miei migliori amici, eccezion fatta per Harry e Ron che, stranamente, mi erano venuti a parlare una settimana dopo dimostrandosi dalla mia parte e appoggiando le mie ragioni per essere arrabbiata con le due ragazze. 
Erano passate due settimane ed era il mio compleanno. 
Stavo diventando maggiorenne e accanto a me avevo due persone sorridenti che cercavano, a loro modo, di non farmi pesare le assenze della mia migliore amica e quella che consideravo una grande amica e grande alleata in caso di malandrinate. 
-So che non è una vera e propria torta- iniziò a parlare Harry porgendomi un delizioso e invitante muffin al cioccolato, il mio punto debole, -Ma ci sono le candeline sopra- disse allegro indicando le candele a forma di diciassette - e in più ho portato della acquaviola e del whisky- aggiunse e mi si illuminarono gli occhi. 
-Ma a te Ron niente incendiario, ricordo fin troppo bene che l'ultima abbiamo dovuto riportarti di peso a letto- aggiunsi io ridacchiando e il rosso mi guardò fintamente offeso e divertito anche lui. 
-Stai zitta Burke, tra meno di due ore anche io sarò maggiorenne- 
-Ma questo non ti renderà più maturo o meno astemio mio caro piccolo Weasley- risposi prontamente afferrando una bottiglia di acquaviola ed iniziando a bere avida. Ne avevo bisogno e neanche quel noioso del mio migliore amico, anche conosciuto come Harry Potter, mi avrebbe impedito di affogare i miei dispiaceri in quell'elisir di lunga vita comunemente chiamato alcool. 
Ron mi guardò sbalordito e poi sogghignò prima di afferrare una bottiglia di burrobirra ed imitarmi. 
-Esteruccia- richiamò la mia attenzione il Prescelto -Manca una sola ora alla fine della giornata, quindi prendi questo dannatissimo muffin, spegni queste dannatissime candeline ed esprimi il tuo dannatissimo desiderio così poi potremmo diventare dei dannatissimi alcolizzati e fare delle dannatissime cavolate su questa dannatissima torre- 
Risi di gusto e -Per caso hai qualche dannatissimo problema?- gli chiesi ma poi feci come aveva detto. 
Afferrai il muffin con entrambe le mani e le candeline si accesero per magia. Chiusi gli occhi e mi concentrai per decidere cosa desiderare e mi venne in mente così facilmente che sorrisi. Vorrei ritrovarmi tra un anno con le persone che voglio bene, ancora insieme, ancora vivi. 
Poi pensai ad Hermione e Ginny. La mia vita era in bilico, ero come un acrobata al circo e io stavo davvero perdendo tempo per una sciocchezza? Stavo davvero giocando a fare l'adolescente in quel preciso istante della mia vita? Senza godermi il tempo che avevo con le persone che amavo e rischiare di pentirmene in futuro?
Scossi la testa dandomi mentalmente della stupida, il giorno dopo avrei cercato le due ragazze e avrei chiarito, non potevo perderle, non ora. 
-Stiamo davvero bevendo alle undici di sera sulla torre di Astronomia? Da quando siamo diventati così sconsiderati?- chiese Ron prima di bere un altro sorso di burrobirra
-Quando mai non lo siamo stati?- dissi io ridacchiando e facendoli sorridere divertiti
-Io devo ancora capire come ha fatto Fred a farti perdere la testa- continuò Weasley
-Ma secondo me è stata Ester ad aver fatto perdere la testa a Fred, magari lo ha costretto in qualche modo- rispose il moro. 
Lo guardai fintamente offesa ma poi sogghignai e -Non lo saprete mai. In più non cado nei vostri giochetti non vi dirò un bel niente, ci sono cose che devono rimanere private- 
-Così ci offendi Burke- rispose Harry e Ron annuì con vigore 
-Smettetela di fare gli idioti. Piuttosto, RonRon sei riuscito a lasciare Lavlav?- chiesi io 
-Non chiamarmi in quel modo ti prego. La risposta è no comunque, non fa altro che urlarmi contro che non la amo..-
-Perchè tu non la ami- lo interruppi io ma lui continuò ignorandomi
-E dice che Hermione sta cercando di farmela lasciare, da quando abbiamo ricominciato a parlare è diventata isterica-
-Non ha tutti i torti- rispose Harry dopo aver bevuto tutto d'un fiato un bicchiere di Incendiario 
-Lo sappiamo bene che tu hai una cotta grande quanto questo castello per Hermione da almeno due anni- mi intromisi io e sorrisi orgogliosa quando vidi Ron arrossire fino alla punta delle orecchie. 
-Lei... lei lo sa?- balbettò Ron guardandomi impaurito 
-Questo non aspetta a me dirtelo, segreti tra ragazze- risposi e Harry ridacchiò divertito 
-Non puoi difenderla dopo quello che ti ha fatto- esclamò scocciato il rosso
Io lo guardai di sbieco e pensai di dire a Ron quando Hermione fosse follemente e stupidamente cotta di lui, ma poi la ragazza in questione non mi avrebbe mai perdonato e non avrei risolto nulla perchè era troppo testarda per ammetterlo a se stessa, figurarsi ammetterlo davanti a Ron. 
-Non dirò proprio niente. E' nel codice delle ragazze- risposi infine sogghignando e Harry rise divertito -Tu non stai messo di certo meglio mio caro Potter- gli puntai il dito contro. 
Harry guardò me e poi Ron evidentemente in imbarazzo e poi scosse velocemente la testa senza farsi vedere da Ron che mi guardava spaesato. 
-Ti piace una ragazza?- chiese Ron al suo amico che ora era arrossito. 
Non so cosa mi colpì di più, se il fatto che Harry non glielo avesse detto o il fatto che Ron non si fosse accorto di niente. 
Ragazzi, pensai, hanno uno spirito d'osservazione degno di un miope. 
Alzai gli occhi al cielo tra il divertito ed il sconsolato, perchè dovevo sempre spiegare tutto io?
-Mancano cinque minuti alla mezzanotte- mi riportò alla realtà Ron 
-Così qui ci saranno due maggiorenni che evidentemente non sanno rispettare una semplice regola. Dobbiamo brindare- e alzammo i bicchieri in aria prima di bere un altro bicchiere di qualcosa, qualsiasi cosa. 
Ero stanca, era stata una settimana difficile quella appena passata. Tra gli incontri con Severus e le sue raccomandazioni da ansia, gli sguardi sconsolati di Hermione e quelli dispiaciuti di Ginny, Harry che cercava di dividere il suo tempo per stare un po' con tutti, Ron e le sue battute inopportune e le sue fughe per evitare il più possibile Lavanda e poi Malfoy con i suoi sotterfugi e i suoi tentativi di passare inosservato. Mi sembrava di essere diventata una baby sitter che doveva insegnare ad un bambino come non cacciarsi nei guai. Era asfissiante e stancante, senza poi aggiungere la sua testardaggine e la sua stupidità. Aveva rifiutato l'aiuto di Severus come aveva poi rifiutato il mio, ma entrambi dovevamo proteggerlo in tutti i modi, per motivi diversi. 
Sarebbe stato tutto estremamente più facile se fossimo riusciti a non urlarci contro ogni volta che si toccava il discorso Silente, ma era difficile, da parte di entrambi, cancellare in così poco tempo un rancore coltivato in sei anni e chissà se mai ci saremmo riusciti. 
-Trenta secondi- interruppe di nuovo i miei pensieri Ron. 
-Metti ansia pel di zucca- borbottò Harry
-Zitto, parlami con rispetto, sono più grande di te- lo rimbeccò il rosso 
-Ed io più intelligente, come la mettiamo?- rispose per le rime il moro ed io ridacchiai divertita. 
Vidi Ron pronto a ribattere ma io lo zittii saltandogli addosso e urlando -Tanti auguri Weasley- 
Lui ridacchiò e ricambiò l'abbraccio prima -Zitta stupida o ci scopriranno- 
-Non preoccupatevi- disse Harry prima di unirsi all'abbraccio -Ho lanciato un muffiato appena arrivati- 
Muffiato...
Sobbalzai all'improvviso lasciando i due ragazzi interdetti per quella reazione. Guardai Harry e -Un che?- chiesi. 
Lui mi guardò alzando distratto le spalle e -L'ho trovato sul libro del Principe mezzosangue, è utile, non trovi?- 
Certo che lo era, pensai, ma io lo conoscevo, come faceva il Principe a conoscerlo?
-Quel tizio era un genio- disse Ron -Qualche mattina fa Harry mi ha fatto rimanere a testa in giù per aria con un suo incantesimo- lo guardai terrorizzata.
Loro usavano i miei incantesimi contro di me, mi facevano finire a testa in giù per tempi assurdi...
-Già un vero genio- sussurrai sovrappensiero 
Ti sto dicendo questo Ester non per farti odiare Sirius ed i suoi amici, te lo sto dicendo perchè tutti nella nostra vita commettiamo degli errori, nessuno è completamente buono o cattivo, nessuno. Mi aveva detto Severus mesi prima.
Severus aveva usato l'incantesimo muffiato davanti a me, lo conosceva, e me lo aveva insegnato, poi Harry aveva appeso Ron per aria e Severus mi aveva fatto quell'esempio quando aveva parlato dei Malandrini che usavano i suoi incantesimi contro di lui. 
I suoi incantesimi...
-Harry devi darmi il libro di Pozioni- 
Il moro mi guardò dubbioso e -Non inizierai anche tu con la storia che è pericoloso, vero? Mi bastano già le paranoie di Hermione- 
-No, non è questo, te lo restituirò domani sera. Vorrei solo leggerlo-
-Va bene allora, quando torniamo in Sala Comune te lo vado a prendere. Ora festeggiamo il compleanno di questo pazzo di un Weasley- disse prima di riempire di nuovo i nostri bicchieri e spingerci a brindare e bere di nuovo.
Harry aveva conosciuto quegli incantesimi grazie al libro del principe mezzoangue, un prodigio in Pozioni. 
Severus Piton era un asso in pozioni. 
Il mio cervello ragionò veloce e dopo qualche secondo arrivò all'unica soluzione possibile. 
Severus Piton era il Principe Mezzosangue. 


Sobbalzai all'improvviso seduta. 
Mi guardai intorno per qualche secondo. Mi trovavo sotto le coperte, nel mio letto, nella mia stanza. 
I letti intorno a me erano già vuoti. Mi voltai verso la mia sveglia e vidi che segnava appena le nove del mattino. Era relativamente presto considerato che ero andata a dormire solo sei ore prima ed era strano che i letti intorno a me fossero già vuoti, dopotutto era domenica mattina e tutti amavano dormire la domenica mattina. 
Avevo una strana sensazione, non riuscivo però a capire cosa mi turbasse così tanto. 
La ignorai e scesi svogliata dal letto. Misi una mano sulla fronte per il mal di testa e, senza perdere troppo tempo in imprecazioni, mi diressi verso il baule per prendere una pozione per il dopo sbornia. 
Una volta bevuta andai in bagno per farmi una doccia veloce e dieci minuti dopo uscii dal bagno ancora con i capelli umidi. 
Raggiunsi il baule ed estrassi la divisa prima di iniziare lentamente ad indossarla quando all'improvviso la porta del dormitorio si aprì e Patil entrò correndo come una pazza. 
-Parv- la chiamai guardandola con gli occhi spalancati mentre rovistava nel suo baule alla ricerca di chissà cosa -Che sta succedendo?- chiesi mentre la sensazione di prima tornava ad impossessarsi di me. 
-Ma che razza di amica sei tu?- chiese lei voltandosi verso di me -Ron è stato avvelenato-
-Cosa?- urlai stupefatta prima di afferrare la mia gonna ed indossarla frettolosamente e saltellare in girò cercando di infilarmi le scarpe con una mano ed allacciare la cravatta con l'altra. 
Presi velocemente un laccio per i capelli e racchiusi i miei capelli, che erano in condizioni orribili, in uno chignon confuso prima di correre a perdifiato fuori dal dormitorio ed arrivare in Sala Comune. 
Mi guardai intorno alla ricerca di qualche viso amico ma non vidi nessuno, così, senza aspettare oltre, uscii, sempre correndo, dalla Sala Comune e corsi a perdifiato per arrivare il prima possibile in Infermeria. Inutile dire che durante il tragitto urtai almeno una decina di persone e feci finire disteso a terra un piccolo corvonero del primo anno, ma non me ne curai molto, volevo solo arrivare in Infermeria il prima possibile. 
Quando arrivai alla mia meta e vidi Hermione fuori dalla porta con lo sguardo chino pensai al peggio. 
Non poteva essere, Ron non poteva essere morto. Lui era Ron Weasley miseriaccia, l'unica cosa che gli aveva davvero paura erano i ragni, non poteva andarsene così. 
Senza pensare a niente corsi verso Hermione e la abbracciai talmente forte che pensai di soffocarla, ma lei non si oppose, ricambiò l'abbraccio ed iniziò a singhiozzare piano. 
-Hermione ti prego non dirmi che...-
-Sta bene ora- disse lei in un sussurro ed io sospirai -Ho avuto così tanta paura- continuò -Se non fosse stato per Harry lui ora...- non finì la frase, forse perchè solo pensarci faceva male. 
-Harry?- chiesi in un sussurro continuando ad abbracciarla e accarezzarle piano i capelli e impedendomi di piangere. Non dovevo farlo, lui stava bene, era inutile piangere. 
-Gli ha ficcato un bezoar in bocca- disse sola ed io annuii piano. 
Hermione sciolse piano l'abbracciò e scacciò veloce le lacrime dalle sue guance prima di guardarmi dritta negli occhi.
-Scusami Ester, sono stata una cretina io non dovevo...-
-Zitta- la interruppi io -Non voglio scuse, non mi importa ora, l'importante è che state tutti bene. Ti voglio troppo bene per continuare questa cavolata del non parlarsi- dissi e lei sorrise appena -Perchè sei qui?- chiesi poi
-La sua famiglia è dentro, non mi sembrava il caso di...- la sua voce suonava così debole, doveva essersi davvero spaventata ed io la capivo. 
-Che ne dici se aspettiamo qui fuori insieme? Aspetteremo che Madama Pircie ci dia il permesso di entrare e tu lo abbraccerai mentre io lo riempirò di pugni per essere un dannatissimo idiota, che ne dici?- 
Lei annuì e mi sorrise grata, così ci sedemmo per terra vicino alla porta e aspettammo il permesso di entrare. 
Passarono diversi minuti, poi però, dopo un'attesa agognante, una testa rossa si affacciò dalla porta e ci guardò curioso. 
-Non avevate litigato voi due?- chiese divertito. 
Alzai gli occhi al cielo e aprii la bocca per ribattere ma Hermione mi precedette 
-Zitto George, non è il momento- disse sbuffando
-E' Fred...- la corressi io 
Il ragazzo, che aveva ancora gli occhi puntati su di me e sorrideva dolcemente, disse -Sono venuto per dirvi che potete entrare- 
Guardai Hermione, che era scattata in piedi in un attimo, e sorrisi divertita. Lei mi guardò confusa e l'unica cosa che le dissi fu -Vai, ti raggiungo- 
Hermione non aspettò oltre, sorpasso Fred ed entrò in Infermeria chiudendosi la porta alle spalle lasciando Fred fuori. 
Appena vidi la chioma di Hermione sparire dalla mia visuale mi gettai tra le braccia di Fred. Mi lasciai cullare tra le sue braccia senza dire niente. Mi godetti quel contatto che tanto mi era mancato e quell'ansia che aveva caratterizzato il mio risveglio se ne andò lentamente e riuscii a sentire di nuovo la pace che avrebbe dovuto caratterizzare l'intera giornata. 
-Buon compleanno piccola Serpe- mi sussurrò lui all'orecchio 
-Non è il mio compleanno- riposi io altrettanto piano
-E noi facciamo finta che lo sia- ribattè lui ed io ridacchiai piano 
Sciolsi l'abbraccio ma le mie mani rimasero sulle sue spalle e le sue sui miei fianchi. Non volevo allontanarmi da lui, forse non lo avrei mai ammesso ad alta voce, ma avevo bisogno di stare con lui, di averlo al mio fianco. Era impressionante come Fred, in poco tempo, era passato da essere uno dei miei migliori amici alla persona più importante nella mia vita, l'unica capace di tranquillizzarmi con un semplice sorriso.
-Fred, quando devi andartene?- 
-Mi stai già cacciando, guarda che mi offendo- scherzò lui 
-Voglio andare a riempire di pugni Ron, ma vorrei anche stare con te- spiegai rimanendo seria.
Lui annuì appena e mi sistemò una ciocca dietro l'orecchio e disse -Sarò ancora qui ad aspettarti quando avrai finito di picchiare mio fratello, ti aspetterai anche per anni-
-Non esagerare- scherzai -Ci metterò solo qualche minuto, non ti muovere- e dopo avergli dato un leggero bacio a stampo sulle labbra entrai in Infermeria.
Appena chiusi la porta alle mie spalle vidi Molly e Arthur intenti a parlare sottovoce con Albus Silente che mi guardò severo per un attimo prima di volgere di nuovo lo sguardo verso i due adulti. Li sorpassai e vidi George sorridermi malandrino, Harry esausto ma felice e poi vidi Hermione che stringeva una mano di Ron, che ancora dormiva e Ginny che era seduta immobile accanto a lui. Mi avvicinai al letto e la piccola Weasley saltò in piedi e mi abbracciò, con la tipica stretta alla Weasley. Sorrisi spontaneamente e ricambiai l'abbraccio.
-Ester giuro che non mi impiccerò più tra le tue cose, neanche se dovessi decidere di iniziare una storia con Percy- 
Ridacchiai divertita e poi feci una smorfia pensando al ragazzo in questione -Non lo farei mai- risposi
-Questo lo so benissimo, ma era per farti capire. Ti voglio bene ed ho sbagliato a non fidarmi di te- 
-Tranquilla Ginny, va tutto bene ora- lei sciolse l'abbracciò ed annuì appena.
Mi girai verso Ron, era pallido e sembrava quasi innocente in quel momento. Lo avrei pestato a sangue probabilmente, mi aveva fatto prendere un infarto. Dannato Weasley.
-Sta ancora dormendo, non posso picchiarlo- sospirai sovrappensiero e gli altri mi guardarono divertiti. 
Mi girai verso il moro che mi stava fissando e si mordeva nervosamente l'interno del labbro, sapevo che aveva bisogno di parlare di quello che era successo. 
-Potter, con me, subito- gli dissi risoluta ma sorridendogli. 
Dovevo sapere, dovevo capire cos'era successo e soprattutto perchè Silente mi aveva guardata in quel modo. 
Lui si alzò immediatamente e ci dirigemmo insieme in un angolo lontano dagli altri per poter parlare liberamente. 
-Cosa, Porco Merlino, è successo?- chiesi senza troppi giri di parole. 
Lui sospirò e abbassò gli occhi per qualche secondo prima di rialzarli per guardarmi e iniziare a parlare. 
Mi raccontò tutto, del filtro d'amore, di lui che portava Ron da Lumacorno per farsi preparare un antidoto, di come Lumacorno lo aveva aiutato e poi aveva deciso di festeggiare e di come poi Ron aveva rischiato di morire. 
Ma di tutte quelle parole una cosa mi rimasse in presso. La bevanda doveva essere regalata a Silente. Silente doveva morire avvelenato. Era stata colpa di Malfoy e della sua idiozia se Ron stava per morire.
-E' stato Malfoy- disse infine Harry. 
Faticai a mantenere un'espressione neutra. Era quello che pensavo anche io dopotutto. Ma Harry non aveva prove, io invece si, io avevo la certezza, lui solo un dubbio. 
-Ma che stai dicendo Harry? Che c'entra Malfoy in tutto questo?- chiesi io fingendomi meravigliata e seccata 
Lui alzò le spalle e -Non so come possa aver fatto, ma è stato lui, ne sono certo.- 
-Non fare lo stupido. Tutti noi siamo controllati quando usciamo e quando entriamo, come avrebbe mai potuto far arrivare una bibita avvelenata qui dentro, anche le consegne sono controllate- 
-Non so come può avere fatto, ma lo ha fatto- rispose. Era sicuro della sua idea e niente era più difficile di far cambiare idea ad Harry Sono Testardo Come Pochi Potter. 
Sbuffai ed alzai gli occhi al cielo. Lui mi guardò divertito dalla mia reazione, ma non ebbi il tempo per rispondere a dovere dato che Madama Chips arrivò di corsa e ci urlò frettolosamente di uscire e di lasciare Ron riposare in pace, come se qualcuno potesse svegliarlo anche volendo. Cacciò tutti, anche Albus Silente in persona. 

-Quella ci sta fissando- sbuffai seccata 
-Tu dici?- rispose lui ridacchiando e io gli tirai un pugno sulla spalla decisamente forte ma questo non gli tolse quello stupido sorriso dal volto. 
-Giuro che se non la smette la affatturò all'istante- continuai a lamentarti 
-Non sarai mica gelosa Burke?- disse lui sghignazzando. 
-Non sono gelosa Frederick- puntualizzai io -Semplicemente mi irritano le persone che mi fissano- spiegai cercando di mantenere la calma, inutilmente. 
-Ah allora non c'è bisogno di arrabbiarsi- disse lui mettendosi le mani dietro la nuca -Non penso stiano guardando te, ma me- e fece un occhiolino alla stupida ragazza di Tassorosso che arrossì immediatamente e scappò via imbarazzata. 
Mi girai a guardare a bocca aperta Fred e gli tirai uno scalpellotto sulla nuca che poi lui si massaggiò imprecando per il dolore. 
-Lo ammetti di essere gelosa allora?- chiese lui ed io dovetti ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non schiantarlo all'istante. 
-Non farmi usare le maniere forti- dissi seccata continuando a camminare. 
Stavamo attraversando il castello l'uno accanto all'altro per raggiungere la Sala Grande. Lui e la sua famiglia sarebbero rimasti fino a quando Ron non si fosse svegliato.
Avevamo lasciato l'infermeria pochi minuti prima ed eravamo tutti andati via per lasciarlo riposare, tutti tranne Hermione.  
Quando l'ennesima ragazza si voltò verso di noi, o meglio verso Fred, afferrai la sua mano e intrecciai le mie dita alle sue prima di lanciare uno sguardo omicida alla ragazza che mi guardò sbigottita. 
Ok, forse ero davvero gelosa di lui, ma non lo avrei mai ammesso ad alta voce, soprattutto non lo avrei mai ammesso a lui. 
Mi girai a guardarlo e lo vidi sogghignare soddisfatto e guardarmi con un vero sguardo da malandrino perfetto. 
-Se vuoi far vedere a tutti che stiamo insieme ho un'idea migliore- disse lui. 
Lo guardai scettica e confusa, ma non ebbi il tempo di ribattere che sentii il freddo del muro sulla mia schiena coperta da solo la camicia, le sue mani che affermavano dolcemente ma sicure i miei fianchi e le sue labbra sulle mie baciarmi lentamente e dolcemente. 
Portai le mie mani ai suoi capelli e non opposi la minima resistenza a quel gesto inaspettato quanto desiderato. Morsi piano io suo labbro inferiore prima di socchiudere la mia bocca e lo sentii ridacchiare prima di approfondire il bacio e far entrare in contatto le nostre lingue.
Quando le nostre labbra si separarono lo guardai dritto negli occhi e lui mi sorrise dolcemente prima di guardarsi intorno. Seguii il suo sguardo e vidi, con soddisfazione, un gruppetto di ragazze che ci guardavano scioccate e fu il mio turno di ridacchiare. 
-Ma guardate qui, Weasley si è fatto la ragazza- 
Quella voce mi fece raggelare. Se c'era una persona che proprio non volevo incontrare in quel momento era quel biondino ossigenato che ora invece avevo davanti gli occhi. 
Vidi Fred irrigidirsi visibilmente ed istintivamente posai una mano sul suo braccio. Lui si girò verso di me e si rilassò leggermente prima di tornare a guardare il Furetto. 
-Evapora Malfoy- risposi io gelida 
-Non penso che lo farò. Burke ti sei data al volontariato?- sogghigna lui. 
Sento al mio fianco tirare fuori la bacchetta e vedo Malfoy imitarlo per poi guardarlo dall'alto in basso. 
Rimprovero con uno sguardo Fred prima di fare due passi verso il biondo. 
I suoi amici, o megli accompagnatori da cui si fa coprire le spalle tirano fuori la bacchetta e la puntano verso di me. 
Ridacchio divertita da quella scena, non avrebbero possibilità contro di me. 
-Malfoy ritira i tuoi scagnozzi- sputai tra i denti -Subito- intimai. 
Lui, con un ghigno in faccia ancora intento a guardare con aria di sfida Fred ancora alle mie spalle, fa un gesto con la mano e i suoi cagnolini abbassano la bacchetta. 
Dietro il biondo vedo Zabini che sostiene per un paio di secondi il mio sguardo prima di tornare a fissare il soffitto come se quella discussione non gli riguardasse. 
-Adesso io ti consiglio di girare i tacchi ed andartene prima di farmi realmente arrabbiare- sussurrai a Malfoy guardandolo dritto negli occhi. 
Lui sogghignò, ancora, ed io dovetti trattenermi dal tirargli un bello schiaffo dritto in faccia. 
-So che è colpa tua- parto all'attacco allora con un tono di voce bassissimo -Quindi se non vuoi che te ne faccia pentire ti suggerisco di andartene subito da davanti ai miei occhi Malfoy- sibilo 
Lui sbarra gli occhi, ma poi, incredibilmente annuisce appena prima di girarsi con aria teatrale e fare segno ai suoi scagnozzi di battere in ritirata. 
Rimasi immobile per la sorpresa per qualche attimo prima di voltarmi verso Fred e dirigermi con lui in Sala Grande. 

Era ormai sera, Ron si era svegliato da qualche ora e io lo avevo sufficientemente riempito di pugni e poi calorosamente abbracciato prima di battere in ritirata e dirigermi a grandi passi verso l'ufficio del mio professore di Difesa Contro le Arti Oscure. 
Bussai alla porta e dopo aver ricevuto risposta entrai. 
Lo trovai impegnato a correggere qualche compito. Alzò annoiato lo sguardo su di me prima di riportare l'attenzione sui compiti e continuare a scarabocchiare una frase si e l'altra pure sottolineando i vari errori. 
-Severus- iniziai per attirare la sua attenzione
-Oggi non dovevamo vederci Ester, che succede?- disse stancamente lui
-Lo sai benissimo che succede- risposi stizzita -Ron stava per morire- 
-Ma non è successo, concentriamoci su questo- rispose senza guardarmi negli occhi 
-No, non hai capito. Io mi faccio il culo per tenere tutti al sicuro, ogni santissimo giorno, non posso accettare una cosa del genere così. Non posso concentrarmi sul fatto che lui sia ancora vivo, perchè se non fosse stato su Harry lui sarebbe...-
-Non penso sia merito di Potter, non sarebbe capace a fare proprio niente in casi del genere. Magari la Granger, ma Potter- e scosse la testa 
-Che tu ci creda o meno è stato Harry a salvarlo, con un bezoar. Si è ricordato che è un buon antidoto contro la maggior parte dei veleni- risposi. Stavo iniziando ad arrabbiarmi -E sai come mai se ne è ricordato?- gli chiesi senza ovviamente ottenere una risposta -Grazie al Principe Mezzosangue- dissi sbattendo il suo vecchio libro di pozioni sul banco. 
A questa affermazione lui sobbalzò e spalancò gli occhi. 
Mi guardò perso per qualche secondo prima di posare i suoi occhi sul libro davanti a lui. 
Lo afferrò delicatamente, come se avesse paura di romperlo, come se fosse la cosa più importante per lui. 
Lo sollevò dal tavolo e inarcò un sopraciglio per poi iniziare a sfogliarlo. 
-Come ha fatto Potter ad averlo?- mi chiese dopo una manciata di minuti. 
Sospirai e mi misi seduta per poi -Era in un armadietto dell'aula- dire.
Lui annuì comprensivo -E' grazie a questo che è migliorato in pozioni vero? Lo sapevo che c'era qualcosa sotto, devo dirlo a Lumacorno- 
Risi di gusto e -Cosa vorresti dirgli? Che è migliorato grazie a te, al tuo libro scarabocchiato?- 
-Esattamente- rispose lui serio 
-Severus non puoi farlo. Hermione cerca da mesi chi possa essere questo Principe Mezzosangue, in più in tal modo dovresti spiegare anche perchè in questo libro ci sono tanti incantesimi che non vengono insegnati ad Hogwarts e come fai a conoscerli. Non pensi?- 
Lui mi fissò per qualche momento e -Hai ragione. Ma lo rivoglio.- 
-Non posso dartelo Severus, Harry mi ucciderebbe e farebbe troppe domande e io sarei costretta a dirgli la verità, vuoi questo?- 
-No.- rispose immediatamente -Ma allora perchè me lo hai fatto vedere?- 
-Perchè dovevo sapere se i miei dubbi erano ondati- risposi tranquillamente
-Bene, allora ora puoi andare- disse sbrigativo lui porgendomi dubbioso il libro. 
-Non ancora, ho bisogno di un favore. Devi darmi alcune piante, devo far capire una cosa a Malfoy prima che faccia altri passi falsi- dissi 
-Di cosa hai bisogno?- sospirò esasperato
-Formicaleone, Alioto e Belladonna- elencai veloce. 
Lui si alzò dalla sedia con aria annoiata per dirigersi nella sua dispensa personale e prendere gli ingredienti che gli avevo chiesto. Si avvinò sospettoso per poi porgermeli. 
-Sono pericolosi Ester, che ci vuoi fare?- 
-Tranquillo Severus- dissi prima di afferrarli sicura -Non lo ucciderò- e me ne andai da lì prima che lui potesse fermarmi. 
Mi incamminai veloce verso la Stanza delle Necessità dove apparve un perfetto studio di pozioni e i misi a lavoro sfruttando le mie abilità da pozionista e consultando di tanto in tanto il libro del Principe Mezzosangue.

ANGOLO DELL'AUTORE
Allora ecco si, avevo detto che gli aggiornamenti sarebbero diventati mensili, ma ho trovato un po' di tempo libero quindi ecco a voi questo orrore. Mi scuso tanto per questa cosa che avete appena letto, ma guardate il lato positivo, ci sono i FRESTER e chissà quando li rivedremo.
Comunque ho deciso di aggiornare perchè nonostante non abbia ricevuto alcuna recensione i lettori sono aumentati e niente VI ADORO. 
Volevo chiedervi una cosa, secondo voi i capitoli sono troppo lunghi, corti o vanno bene? Insomma fatemelo sapere, magari con una recensione o in un messaggio o anche con un piccione viaggiatore. 
Rileggendo i vecchi capitoli mi sono accorta di un problemino nella trama e mi viene da piangere ma cercherò di aggiustare nel miglior modo possibile perchè so già benissimo come questa long dovrà finire e come potrebbe iniziare un possibile seguito.
Detto questo ora sapete quando è il compleanno di Ester che, chissà come mai, combacia col mio. 
Ok la smetto di dire cavolate e di dilungarmi, mi scusa per eventuali errori di battitura o altro, ma non ho tempo per rileggerlo e niente, alla prossima lettori silenziosi. 
Ambvra. 


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Capitolo 16
*** La vendetta, la severa e l'osservatore ***


La vendetta, la severa e l'osservatore
(ed un pizzico di sfortuna)


 

La vendetta è un piatto che va servito freddo. 
Avevo sempre trovato questo detto abbastanza dozzinale ed inutile. 
La vendetta non era nè calda nè fredda. Al massimo poteva essere utile o inutile, ingegnosa o stupida. 
Malfoy continuava a sottovalutarmi ma quel giorno avrebbe capito che una Burke non va mai sottovalutata. 
Lo avrei condotto alla follia, piano, e poi sarei stata la sua ancora di salvezza, l'unica persona che avrebbe potuto aiutarlo. 
Fu con quel pensiero che mi svegliai due giorni dopo il compleanno di Ron, uno dei suoi peggiori compleanni sicuramente. 
Le giornate iniziavano ad allungarsi lentamente e il pericolo si stava avvicinando giorno dopo giorno, potevo sentirlo, era quasi palpabile, inevitabile. 
Ma io non sarei scappata lo avrei accolto a braccia aperte, da brava Grifondoro, da brava Burke.
C'era qualcosa di strano nell'aria quel giorno in Sala Grande, tutti lo stavano pensando, tutti, ma solo io sapevo il perchè. 
Un biondo ossigenato seduto al tavolo dei Serpeverde non riusciva a stare fermo quel giorno. Si alzava e poi si risiedeva, girava la testa confuso, fissava ogni suo compagno di Casa terrorizzato per poi volgere lo sguardo verso gli altri tavoli e sobbalzava. 
Sembrava isterico. 
Ovviamente era solo una coincidenza che la digestione dell'Alioto provocasse isteria, solo una coincidenza. 
Come una coincidenza era il fatto che le altre due piante mi servissero per farlo diventare paranoico, paranoico ad un livello talmente alto che avrebbe iniziato presto a sospettare anche di se stesso.
Non ero pazza, tutto quello sarebbe servito a fargli capire come e quando agire per abbattere il suo nemico, ma soprattutto a fargli capire che era tempo di decidere. 
Decidere se avermi al suo fianco come alleata o avermi come nemico, quindi avevo deciso di fargli capire quanto in effetti sarei stata pericolosa nel caso avesse scelto la seconda opzione. 
L'avevo osservato per tutte le ore di lezione, l'avevo studiato e avevo capito che non sarebbe arrivato sano di mente all'ora di cena. Per questo gli avevo fatto recapitare un biglietto in cui gli dicevo di presentarsi alle sette in punto alla torre di astronomia. 
Quando arrivò, tremante e pallido, sorrisi e lui continuò a sobbalzare per ogni minimo rumore. 
Lo osservai per qualche secondo e lui fece lo stesso con me. 
Nel mio sguardo c'era sfida ed un senso di potere, nel suo solo paura. 
-Che ci faccio qui?- chiese continuando a guardarsi intorno.
Mi avvicinai lentamente a lui ed iniziai a girargli intorno, come avrebbe fatto un lupo una volta intrappolata la sua preda, senza parlare per qualche secondo. 
-Hai paura Malfoy? La senti questa sensazione di smarrimento? Non ti sembra che qualcuno ci stia osservando proprio in questo momento? Non temi di essere scoperto ed ucciso senza pietà?- 
Lui non rispose ma si mise due mani tra i capelli e iniziò a scuotere la testa come se volesse cacciare qualcosa lontano da lui. 
-Chi ti punirà per primo?- chiesi continuando a girargli intorno -Il Signore Oscuro che ti punirà per la tua inefficienza o Silente che ti punirà per essere quello che sei, un mangiamorte? Sei solo Malfoy, non hai amici, non hai persone che ti possano proteggere. Ti sei isolato per tu volontà, ma ora lo stai rimpiangendo. In tutti questi anni non hai fatto altro che vantarti del tuo nobile sangue, ma ora è proprio questo a condannarti, è proprio questo che ti porta a fare cose che non vorresti fare, ma devi, altrimenti morirai- 
Mi fermai davanti a lui e lo guardai negli occhi per poi continuare il mio monologo -Sai cosa trovo divertente Malfoy? La paura per la morte. E' stupida ed inutile, tutti moriremo prima o poi, perchè averne paura?- chinai di lato la testa e -Tu hai paura della morte Malfoy?- 
Non parlò, lo vidi solo cedere sotto al peso delle responsabilità che aveva e che lo stavano pian piano logorando e lo stavano portando sempre più vicino alla morte. 
Cadde in ginocchio sul pavimento freddo e io mi chinai su di lui e gli sollevai il viso. 
-Malfoy, hai bisogno di una mano- lo sussurrai come se avessi paura della sua risposta. 
Lui non rispose ma fece una cosa che mi lasciò senza parola, iniziò a piangere. 
Piangere come non avevo mai visto nessuno fare con singhiozzi e spasmi e sussurrava parole che non riuscivo a capire. 
-Che mi hai fatto?- urlò all'improvviso facendomi sobbalzare
-Ti ho fatto vedere come sei fragile in realtà, come chiunque potrebbe portarti alla pazzia. Ora sai che non puoi fare tutto da solo, nessuno potrebbe- 
Poi presi dalla tasca l'antidoto che lo avrebbe portato alla normalità e glielo porsi. 
Lui mi fissò per qualche secondo e poi me lo strappò dalle mani ed iniziò avido a bere come un uomo che non beve acqua da giorni. 
Ma non smise di piangere ed io rimasi immobile a guardarlo senza sapere cosa fare o cosa dire per qualche minuto. 
All'improvviso le lacrime smisero di uscire e lui si asciugò rabbioso il volto e si rialzò piantando lo sguardo dritto nei miei occhi. 
-Avevi intenzione di uccidermi?- chiese velenoso 
-Anche se dovessi odiarti, e fidati Malfoy ho capito che quello che provo per te non è odio ma solo rancore, tanto rancore, e schifo, non ti ucciderei per vari motivi. Prima di tutto se io uccidessi te Il Signore Oscuro ucciderebbe me e poi non voglio avere inutilmente una vita sulla coscienza, non sono quel tipo di persona- 
-Dovrai uccidere per Lui- rispose lui in un sussurro
-Quando accadrà vedrò cosa fare- risposi evasiva -Ma Malfoy, so che anche tu non sei quel tipo di persona- 
-Tu non mi conosci, non sai di cosa sarei capace- rispose stizzito lui 
-Invece un minimo ti conosco e so che in fondo sei sollevato di non essere ancora riuscito a compiere la tua missione. Ho capito cosa devi fare e non sarà facile, ma sai anche che non devi essere per forza tu a...-
-Devo essere io invece- urlò lui -Devo, altrimenti Lui mi ucciderà, non avrà pietà, e ucciderà mia madre- 
-Va bene, ne riparleremo. Malfoy possiamo collaborare ora, dobbiamo farlo se non vogliamo morire entrambi- 
Lui sospirò, volse lo sguardo lontano dal mio e -Seguimi- 
Camminammo veloci, controllando ogni tre secondi di non essere seguiti, avevamo paura di essere scoperti o di dover spiegare perchè stavamo camminando l'uno accanto all'altro mentre tutti gli altri stavano cenando in Sala Grande. 
Ci fermammo davanti al muro che conduceva alla Stanza della Necessità e lui, senza dire niente, passò tre volte davanti al muro e poi mi fece entrare velocemente nella stanza. 
Mi guardai confusa intorno, in quella stanza regnava il caos totale. C'erano oggetti ovunque, cianfrusaglie e pezzi di legno, lampade, scaffali con sopra libri, oggetti che non riconobbi ed altro. 
Lui camminò deciso tra quelle cose ed io lo seguii titubante. 
-L'ultima volta che siamo rimasti soli in questa stanza hai cercato di leggermi nella mente Malfoy- ricordai io ma lui mi ignorò e si fermò davanti ad un armadio. 
-Ecco- disse semplicemente e io pensai seriamente che fosse del tutto impazzito. 
-Un armadio? Mi hai portato qui per farmi vedere un armadio? So com'è fatto un armadio Malfoy- 
-Taci, per Merlino, taci- imprecò lui -Questo non è un semplice armadio, questo è un passaggio segreto- 
-Impossibile, non...- 
-Adesso basta Burke- mi zittì lui -Sto cercando di raccontarti quello che devo fare, vuoi chiudere per un secondo la tua boccaccia ed ascoltare?- 
Mi trattenni dal rispondere per le rime a quel maleducato ed annuii veloce. Temevo che potesse cambiare idea.
-Devo ripararlo- disse ed io aspettai, invano, che continuasse a parlare. 
-E?- lo invitai ad andare avanti sperando che continuasse e mi dicesse cosa volesse farci con quel dannatissimo armadio 
-E basta. Non ti dirò a cosa mi serve Burke, non sono così idiota- alzò le spalle prima di sedersi ed iniziare a fissare l'armadio. 
Lo guardai confusa per qualche secondo prima di sedermi vicino a lui e fissare a mia volta l'armadio.
-Aggiustalo allora- dissi semplicemente. Lui rise, una risata priva di felicità, e mi guardò furioso.
-Pensi che sia facile? Pensi che non ci stia provando? Sono mesi che vengo qui sopra per cercare di sistemarlo, ma è tutto inutile, non ci riesco e Lui mi ucciderà se non porterò a termine la mia missione- 
-Devi uccidere Albus Silente, nessun mago adulto ci riuscirebbe, lui non ci è riuscito, come può pretendere che tu ci riesca?- chiesi esterrefatta
-E' questo il punto Burke, come fai a non capirlo? Lui si aspetta che io fallisca, tutti pensano che io non riuscirò a farlo, ed a quel punto avrà una scusa per uccidermi, come se poi avesse bisogno di una scusa per farlo. Io non ho via di scampo- rispose lui in un sussurro -Sono un condannato a morte-.
Lo guardai senza sapere cosa dire, cosa si poteva dire in quelle occasioni? 
Da grande avrei potuto scrivere un libro con risposte da dare in situazioni imbarazzanti e anormali, tanto le stavo attraversando tutte io, pensai. 
Sospirai e tornai a guardare l'armadio e -Potrei aiutarti, potrei fare delle ricerche nella sezione proibita e vedere se c'è qualcosa- dissi 
-Non puoi entrare in quella sezione senza il permesso di un professore- rispose immediatamente lui
-Tu continui a sottovalutarmi Malfoy- risposi ghignando sotto il suo sguardo confuso. 

-Dannato Gargoyle- sbraitai come una pazza ed inutilmente per la millesima volta -Devo entrare subito, devo parlare con il Preside per Morgana, spostati- 
-Signorina Burke- mi richiamò una voce austera e femminile che riconobbi immediatamente.
Mi voltai lentamente verso la professoressa di Trasfigurazioni ed sbarrai imbarazzata gli occhi. Ebbi l'improvvisa voglia di poter sotterrare la testa sotto terra come uno struzzo, mentre lei mi guardò contrariata. 
-Farò finta di non aver sentito il suo linguaggio totalmente inadatto- disse lei calma e io mi stupii del fatto che non mi sottrasse neanche mezzo punto. 
-Ora spostati, devo parlare urgentemente con il Preside- disse decisa ma in tono pacato.
-Scusi professoressa, quando ha finito potrebbe avvisare il preside che anche io dovrei parlargli?- chiesi cercando di non irritarla ulteriormente. 
Quella donna mi metteva continuamente in soggezione ed il suo guardarmi dall'alto in basso di certo non mi aiutava per niente. Non che fosse cattiva o ingiusta, ma aveva un certo alone di severità che mi colpiva continuamente e in più era anche una donna estremamente severa. Ogni volta che mi avvicinavo a lei cercavo in qualche modo di sembrare più garbata ed educata del mio solito ed ogni volta finiva che in un modo o nell'altro facevo una delle mie figure. 
Lei mi fissò per qualche istante curiosa e dubbiosa ed io mi morsi il labbro per il nervosismo fino a quando lei non annuì ed entrò nell'ufficio. 
Non dovetti aspettare molto per poter entrare nell'ufficio del preside alla fine comunque.
Pochi minuti dopo sentii una porta sbattere e vidi la McGranitt camminare a passi sicuri lontana dal Gargoyle prima di scoccarmi un'occhiata severa. 
Mi meravigliai di quel comportamento assolutamente dissonante da come ero abituata a vedere la professoressa ma non persi tempo ad analizzarne il motivo e ricordandomi del motivo della mia visita al preside sorpassai il gargoyle ed entrai, dopo aver bussato, nell'ufficio. 
Trovai il preside seduto sulla sua sedia. Rimasi a guardarlo per qualche secondo, aveva l'aria stanca e quasi sconsolata. Aveva lo sguardo chino e osservava di tanto in tanto la sua mano e la macchia nera che ormai la ricopriva del tutto ed aveva iniziato ad avanzare verso il suo braccio. Rimasi ferma sulla soglia dell'ufficio senza sapere se andarmene o rimanere, data la situazione
-Signore- parlai -Se vuole posso tornare dopo- dissi titubante.
Lui alzò lo sguardo e lo posò stancamente su di me, annuì tra sè e sè e poi -No Ester, rimani. Ho bisogno di parlarti- disse. 
Allora mi sedetti su una sedia e lo vidi guardare fuori dalla finestra e sospirare prima di iniziare a parlare -Devo dirti che sono fiero di te, sono fiero di quello che sei riuscita a fare fin ora e della tua forza di volontà. Non avrei mai voluto chiederti tanto ma ho dovuto e tu sei stata eccezionale- 
-La ringrazio professore, ma le devo dire una cosa, una cosa importante- lo interruppi io 
-Dimmi- sospirò lui sorridendomi pacato 
-So cosa vuole fare Malfoy- dissi -O almeno so cosa gli serve, ma non mi ha detto a cosa serve ciò che gli serve, quindi pensavo che lei potesse capirlo signore e una volta capito il suo intento lei sarà al sicuro- dissi velocemente sotto il suo sguardo lievemente divertito. 
-Spiegati- mi incoraggiò lui 
-C'è una stanza signore, si chiama Stanza delle Necessità, ed in essa c'è qualsiasi cosa noi desideriamo- iniziai 
-Dove si trova questa stanza?- chiese curioso e mi meravigliai 
-Al settimo piano- risposi sbrigativa -Ma non è questo il punto, in questa stanza Malfoy ha trovato un armadio, un armadio che serve da passaggio segreto- spiegai. 
Lui mi fissò per qualche istante e -Interessante- sussurrò ed io lo guardai sbalordita. Interessante? Cos'era interessante? 
-Interessante- disse di nuovo alzandosi dalla sedia prima di dirigersi verso la piccola libreria che aveva alle sue spalle ed iniziare a curiosare tra i libri. 
Passai una manciata di minuti a guardarlo cercare qualcosa, qualcosa che io ignoravo, e temetti che si fosse scordato che io fossi lì con lui quando all'improvviso battè le mani come un bambino in estasi e estrasse un libro per poi tornare a sedersi davanti a me.
Mi porse il libro e io lessi ad alta voce in titolo -Armadi Svanitori come riconoscerli e come usarli- spostai il mio sguardo dal libro al preside e -Armadi svanitori?- chiesi. 
-Erano molto in voga durante la prima guerra magica- iniziò a spiegare lui -Servivano ad andare da un posto all'altro senza essere scoperti, molti maghi e streghe li preferivano dato che non potevano essere controllati dal Ministero della magia. Molti membri anziani dell'ordine della Fenice ne avevano una coppia, io stesso ne ho usato uno un paio di volte. Erano molto utili ed evidentemente lo sono ancora- 
-Questo vuol dire che Molfoy vuole far entrare qualcuno nel castello?- chiesi preoccupata
-Oppure vuole far uscire qualcuno dal castello, magari ci tiene a garantirsi una via di fuga affidabile, ma devo ammettere che la tua teoria è più sensata- rispose pensieroso lui 
-Signore, non posso aiutarlo ad aggiustare quell'armadio se...- 
-Devi farlo- mi interruppe lui severo -Qualsiasi cosa accada Ester tu dovrai sempre essere apparentemente dalla parte di Voldemort- 
-Ma signore..-
-Nessun ''ma'' o ''però'' sono accettati. Devi farlo per la tua incolumità. Quando arriverà il momento tu dovrai prendere apparentemente la via del male- disse sbrigativo -E un'altra cosa, fidati di Severus, anche quando farà cose per te orribili ricorda che lui agisce sotto mio consiglio, ogni cosa che lui farà sarà perchè ne avremo discusso insieme. Fidati di lui Ester, è l'unica persona con cui puoi totalmente confidarti- 
Annuii nonostante la confusione che avevano provocato in me le parole del preside. Mi alzai, sicura che fosse arrivato il mio momento di andare ma lui mi bloccò di nuovo e -Harry ti racconta delle nostre lezioni Ester?- 
Lo guardai ancora più confusa di prima prima di rispondere -Si, signore- 
-Ecco- sospirò lui -Preferirei che tu ne sapessi il meno possibile data la tua vicinanza con Voldemort, sono argomenti molto importanti, nemmeno Severus ne è totalmente a conoscenza- 
Annuii e -Farò del mio meglio per evitare le discussioni sugli Horcrux di Voldemort- e così dicendo lui sorrise pacato e capii che potevo finalmente andare. 

Stavo per uscire dall'aula di Pozione, ma venni imprevedibilmente fermata da Blaise Zabini sulla porta. 
Lo guardai confusa e poi alzai gli occhi al cielo incrociando contemporaneamente le braccia al petto arrendendomi mentalmente a dover subire una discussione che non avevo proprio voglia di affrontare. 
-Zabini quale disgrazia ti porta a rivolgermi la parola?- chiesi ironica ma cercando di andare dritta al punto senza perdere tempo con i convenevoli o parlando del tempo. 
-Malfoy- rispose lui. 
Per un attimo lo guardai confusa e cercai di non mostrare il panico che mi stava letteralmente assalendo al suono di quel nome. Perchè avremmo mai dovuto parlare di Malfoy? 
-Bene, allora siamo entrambi d'accordo sul fatto che Malfoy sia una disgrazia- risposi pungente -Ma non capisco perchè noi due dobbiamo parlare e soprattutto perchè dovremmo parlare di Malfoy- aggiunsi cercando di svignarmela ed uscire da quell'aula. 
-Noi due sappiamo perchè- rispose lui e poi si guardò intorno -Ascolta, qui non possiamo parlare, ma devo davvero parlarti, quindi ci vediamo alle quattro in biblioteca- disse velocemente prima di andarsene senza darmi neanche il tempo di rispondere che col cavolo che sarei andata in biblioteca per parlare con lui. 
Inutile dire che le ore seguenti le passai a pensare alle sue parole, fissare Malfoy furiosa e poi torturare la piuma con cui avrei dovuto prendere appunti ma che invece usavo più per bucare il foglio con una rabbia inaudita. 
Mi mancava solo Zabini da aggiungere alla ormai infinita lista di problemi che già avevo. In più avevo bisogno di portare il famoso libro a Malfoy e continuare ad indagare per saperne di più, dovevo restituire il libro del Principe Mezzosangue ad Harry, dovevo anche studiare e poi passare da Severus per parlargli delle nuove scoperte che avevo fatto. 
Il tutto ovviamente con la massima discrezione. 
Mai come in quel momento invidiai tutte quelle oche starnazzanti che popolavano il castello che avevano solo una cosa di cui lamentarsi, i ragazzi. 
Appena finii di mangiare, anche se più che mangiare avevo semplicemente infilzato qualsiasi cibo ci fosse nel mio piatto, tirai fuori il libro del Principe e lo passai ad Harry che mi guardò grato. Accennai un sorriso e lo ringraziai per avermelo prestato prima di uscire di corsa dalla Sala Grande con la scusa di dover studiare. 
Non che fosse poi davvero una scusa, dovevo davvero studiare e dovevo farlo prima delle quattro perchè si, avevo bisogno di capire cosa volesse Zabini e poi togliermelo dai piedi. 
Poi pensai che, se mai avesse voluto crearmi problemi un semplice confundus o un obliuvius avrebbe risolto tutti i miei problemi. 
Sorrisi tra me e me a quel pensiero prima di entrare in Biblioteca e cercare tutti i libri che mi necessitavano e poi iniziare a studiare. 
Quando, alle quattro in punto, richiusi i libri soddisfatta per aver portato a termine la mia missione da studentessa, rialzai gli occhi e vidi Zabini seduto davanti a me sobbalzai. 
Mi guardai intorno per assicurarmi che nessuno ci stesse guardando e poi sospirai rilassata. 
Un pregio però Zabini lo aveva, l'incredibile puntualità. 
Presi i libri che avevo sparso per tutto il tavolo e mi alzai con l'obbiettivo di rimetterli al loro posto mentre Zabini mi seguiva. 
-Devo parlarti- sussurrò lui dopo un paio di minuti
-Non vedi che sto rimettendo a posto i libri, non vorrei mai lasciarli in disordine, una volta l'ho fatto e non è stata una buona idea- risposi continuando a girovagare per le sezioni 
-Ma io devo parlarti- e io sbuffai 
-Ti si è per caso incantato il disco Zabini? Puoi benissimo parlarmi mentre faccio altro, ci sono persone in grado di fare più cose contemporaneamente sai?- dissi sarcastica
-Perfetto- sbottò lui mantenendo però un tono di voce basso -So che Malfoy è un mangiamorte e so che deve fare qualcosa per Colui-che-Non-deve-Essere-Nominato- buttò lì tranquillamente. 
I due libri che avevo ancora in mano caddero con un tonfo sordo a terra e io mi pietrificai sul posto con lo sguardo vuoto. 
Lui si chinò e raccolse i libri per poi porgermeli e guardarmi curioso. Recuperai la mia lucidità e gli strappai i libri dalle mani e senza guardarlo negli occhi dissi -Non capisco cosa c'entri io in tutto questo-.
Mi girai verso di lui e lo vidi sogghignare -Tu lo sapevi- affermò lui 
-Non so di cosa tu stia parlando- risposi io sviando ancora il suo sguardo
-Tu lo sapevi, altrimenti avresti dato di matto e saresti corsa dal preside, tu lo sai e lo stai aiutando, devo solo capire perchè- 
A quel punto scoppiai e lo afferrai per il maglione per poi puntargli la bacchetta contro.
-Ascoltami bene Zabini, prova solo a dire una cosa del genere a qualcuno e giuro che rimpiangerai di averlo fatto. Non osare dirlo a nessuno perchè nessuno ti crederebbe e ti prenderebbe per pazzo e poi io, pazzo, posso fartici diventare davvero- sibilai minacciosa. 
Lui alzò le mani in aria in segno di resa ed io lo lasciai lentamente andare -Non ho intenzione di dirlo a nessuno- chiarì 
-Allora che vuoi e soprattutto come fai a sapere una cosa del genere?- chiesi sussurrando 
-Di Draco me lo ha detto lui stesso e di te, sai Ester sono un bravo osservatore- disse alzando le spalle -Nessuno a mai tanto caso a me, a parte le ragazze che mi sbavano dietro- modesto il ragazzo, pensai, -e questo mi permette di vedere come le persone si comportano e agiscono senza suscitare curiosità. Ma devo dire che avevo i miei dubbi fino a qualche minuto fa, ma tu mi hai confermato tutto- rispose semplicemente 
-Da quando mi chiami per nome Zabini?- fu l'unica cosa che riuscii a dire io 
-Da quando condividiamo un segreto, questo ci rende quasi amici, no?- chiese
-No- risposi secca io -E poi perchè Malfoy avrebbe dovuto dirti tutto, lui non si fida di nessuno, non ha amici- 
-Io sono suo amico, è lui che pensa sempre di dover fare ed affrontare tutto da solo- spiegò -Senti Ester io non sono dalla vostra parte ma..-
-Tu non sai cosa sia io e da che parte io stia- chiarii -Io ho amici, non ho bisogno di te Zabini- 
-Sicuramente- rispose sarcastico -I tuoi amici lo sanno quello che stai facendo?- 
-Non osare- risposi fulminandolo con gli occhi -Non osare dire niente- 
-Non lo farei mai, te l'ho appena detto, io non sto dalla parte di nessuno, non sono così stupido. Ma Draco è un mio amico e se tu lo stai aiutando io devo aiutare chi aiuta i miei amici- rispose lui 
-Io non ho bisogno del tuo aiuto, non sai cosa sono in grado di fare- chiarii io sperando di aver chiuso il discorso 
-Sto solo dicendo che io conosco Draco meglio di chiunque altro e che potrei aiutarti ad avvicinarti a lui- 
-Perchè dovresti farlo?- chiesi confusa e sospettosa 
-Perchè è il mio migliore amico e so che, qualunque cosa lui debba fare, non ci riuscirà mai a farla da solo. Ascolta, io voglio solo farti sapere che se hai bisogno di qualcosa posso cercare di aiutarti io e che c'è qualcuno che copre le spalle anche a te oltre che a lui- e detto questo, lasciandomi con un'espressione confusa in viso, se ne andò tanto silenziosamente quanto era venuto. 




OLEEEEEEEE'

Non ci credo che sto pubblicando un nuovo capitolo, dopo così tanto tempo, è assurdo. 
PERDONATEMI ma l'anno della maturità mi sta prosciugando tutte le energie, questi professori sono peggio dei Dissennatori per Merlino. 
La cosa bellissima è che i lettori sono comunque aumentati e le persone che seguono questa storia anche. 
QUESTO CAPITOLO IO LO ADORO semplicemente perchè c'è Zabini (chissà cosa combinerà questo ragazzo che non è poi tanto ragazzaccio in fondo) e la MCGRANITT signori e signore, la professoressa più cazzuta al mondo (Ah voi non sapete perchè è arrabbiata ma io siiii e voi lo scoprirete tra tanto tanto tanto tempo)
AGGIORNERO' LA STORIA TRA MINIMO DUE SETTIMANE E SOLO SE E QUANDO QUESTO CAPITOLO ARRIVERA' MINIMO A DUE RECENSIONI.


Alla prossima, Ambvra. 

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Capitolo 17
*** L'inizio della fine ***


L'inizio della fine


-Tu piccoletto- chiamai un ragazzino del primo anno di Serpeverde che avevo appena incrociato nei sotterranei -Dimmi qual è la vostra parola d'ordine- 
Lui mi guardò confuso ed impaurito, balbettò qualcosa di incomprensibile e poi -Non posso, tu non fai parte dei Serpeverde- riuscì a dire
-Ascoltami bene- cercai di controllare la mia rabbia -Non ho tempo da perdere e non ho pazienza quindi o mi dici subito la parola d'ordine o giuro che ti farò finire in punizione- 
Lui mi guardò con due occhioni grandi e blu, mi fece tenerezza, ma avevo bisogno di sapere quella dannatissima parola d'ordine, il prima possibile. 
-Salasar Serpeverde- rispose velocemente prima di scappare via
-Che fantasia- commentai sarcastica con un sussurro prima di nascondermi dietro ad uno stendardo e rendermi invisibile. 
Uscii, ormai immune agli sguardi di chiunque, e mi diressi velocemente verso l'entrata della sala Comune dei Serpeverde. 
Dissi la parola d'ordine e il muro si spostò lentamente, mi affacciai e notai con sollievo che la Sala era praticamente deserta dato che l'ora di cena si stava velocemente avvicinando. 
Qualcuno si girò verso di me, o meglio verso il muro che si era spostato apparentemente senza motivo, confuso ma non ci fece molto caso quando esso si richiuse e non videro entrare nessuno. 
Senza indugiare oltre mi diressi verso i dormitori, i dormitori maschili del sesto anno per essere precisi, e una volta trovati aprii la porta e la richiusi alle mie spalle. 
La stanza era occupata da una sola persona, Draco Malfoy, che stava sdraiato a letto intento a leggere un libro. 
Egli sobbalzò quando la porta si richiuse e si guardò allarmato intorno. 
Sigillai la porta ed insonorizzai la stanza velocemente prima di rendermi di nuovo visibile. 
Quando mi vide scattò in piedi con gli occhi sbarrati e -Che cosa ci fai qui per Merlino, sei impazzita?- urlò
-Menomale che ho insonorizzato la stanza- commentai e lui mi guardò confuso -Prima o poi te li insegnerò questi trucchetti- dissi poi 
-Che vuoi Burke?- chiese lui ignorandomi completamente
Tirai fuori il libro dalla borsa e glielo lanciai, lui lo afferrò al volo grazie ai riflessi di Cercatore e lo guardò curioso.
-Questo è quello che ti serve- spiegai semplicemente -Per l'armadio- aggiunsi dato che mi guardò ancora più confuso 
-Un libro?- disse divertito -Cosa dovrei farci?- 
Alzai seccata gli occhi al cielo, possibile che dovessi spiegare sempre tutto? 
-Ti serve per aggiustare l'armadio- dissi sbrigativa -Leggilo e capirai-. 
Lui annuì disorientato ma non disse nulla, forse stava davvero iniziando a fidarsi dopotutto.
-Perchè lo hai detto a Zabini?- chiesi di getto.
Lui mi guardò confuso per qualche secondo e poi gli occhi gli si illuminarono per la comprensione della domanda ma mi guardò torvo.
-Come fai a saperlo?- mi chiese
-Te lo hanno mai detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?-
-Lo hai appena fatto anche tu- rispose immediatamente lui
-Touchè- dissi sorridendo divertita -Me lo ha detto lui comunque, oggi-
-Non ha senso, perchè mai te lo avrebbe detto? Lo hai ricattato?-
-Non essere stupido Malfoy. Me lo ha detto perchè ha capito che ti sto aiutando, è un buon osservatore- ammisi sospirando
-Più dei tuoi amichetti evidentemente- rispose divertito lui ghignando
-Loro si fidano di me e questo a loro basta. Ma non a tutti- ammisi sconsolata 
-La Granger- sussurrò lui sovrappensiero -Sospetta anche di me?-
-No, per ora sono riuscita a smontare le sue teorie, ma non so per quanto a lungo riuscirò a farlo, stai attento Malfoy, se c'è qualcuno che ci può incastrare è proprio lei, quindi dobbiamo essere astuti- 
-Esserlo fa parte di noi serpeverde, pensavo che voi invece foste leali e coraggiosi- 
Sorrisi divertita dalla sua risposta e -Lo siamo infatti- dissi prima di girarmi ed andarmene. 
-Quindi mi stai dicendo che hai paura di non battere i Serpeverde?- chiesi seccata 
-Sto solo dicendo che dovremmo allenarci molto per riuscirci- chiarì Harry serio continuando a guardare assorto il lago davanti a noi
-Noi li batteremo, quest'anno la coppa sarà nostra- dissi sicura delle mie parole 
-Abbiamo in squadra una delle migliori battitrici di sempre, Ginny è grandiosa, Ron è sicuro di se e...-
-E abbiamo te Harry, se c'è qualcuno capace di soffiare il boccino a Malfoy tranquillamente quello sei tu- completai per lui 
Sorrise divertito e annuì senza guardarmi mentre io continuavo a fissarlo per capire cosa lo disturbasse tanto. Il sole stava per tramontare e noi eravamo seduti sotto ad un albero con i libri davanti, perchè in teoria avremmo dovuto studiare, ma stavamo semplicemente in pace a parlare di qualsiasi cosa. 
-Cosa c'è Harry?- chiesi ad un certo punto stanca di fare finta di niente
-Ho parlato con Katie- sospirò -Non ricorda chi le ha dato la collana, ma è successo ai Tre Manici di Scopa nel bagno delle ragazze. Senti so che tu pensi che io sia fissato, ma so che c'è Malfoy dietro a tutto questo- disse girandosi finalmente a guardarmi negli occhi 
-Io credo che Malfoy non c'entri niente, ma qualsiasi cosa stia succedendo non mi piace- mentii abilmente continuando a sostenere il suo sguardo 
-Vorrei solo capire, sento di avere la risposta sotto gli occhi, ma non riesco ad arrivarci- 
-Devi stare tranquillo e concentrarti sul compito che ti ha dato Silente, nessuno può uccidere quell'uomo,  è il mago più potente di tutti i tempi ed ha affrontato Voldemort più volte di chiunque altro eppure è vivo. Preoccupati più di te stesso, lui è al sicuro- risposi sicura di me stessa e delle mie parole. 
Lui annuì appena ma -Ho una bruttissima sensazione Ester e lo sai meglio di me che quando ce l'ho poi succede qualcosa di brutto- ammise
-Qualsiasi cosa accada ricordati che io ci sarò sempre per te- dissi semplicemente -Ora andiamo ad allenarci, almeno riusiremo a scaricare un po' di ansia- dissi e mi alzai in piedi per poi radunare i miei libri e porgergli la mia mano. 
-Sei la persona di cui io fido di più- disse lui e mi sentii quasi male prima di iniziare a dirigersi verso al campo con me al seguito. 
Era ormai sera tardi, molte persone erano andate a dormire, ma io ed Hermione eravamo rimaste in Sala Comune per ripassare alcune materie. 
Il rapporto tra me e lei era tornato esattamente come prima eppure una vocina nella mia testa mi suggeriva di stare attenta, perchè imbrogliare Ron ed Harry era facile, ma Hermione era tutto un altro discorso. 
-Va tutto bene?- mi chiese all'improvviso lei e solo allora mi resi conto di essere rimasta imbambolata per un po' con la piuma in mano e lo sguardo per nel vuoto. 
-Sto pensando- risposi semplicemente riprendendo a scrivere 
-Vuoi dirmi a cosa stai pensando?- continuò lei guardandomi curiosa
-Semplicemente a niente e a tutto- risposi vaga ma quella risposta non era poi del tutto insensata. C'era qualcosa che mi sfuggiva, qualcosa di evidente che non riuscivo a capire, eppure sentivo di essere vicina ad una risposta. 
Era da quando avevo parlato con Harry poche ore prima che pensavo a quello che mi aveva detto su Katie e sentivo che qualcosa mi stava decisamente sfuggendo, qualcosa di decisamente troppo ovvio. 
Nella mia testa stavo cercando di capire come avesse fatto Malfoy a far finire nelle mani di Katie la collana senza essere ad Hogsmeade. Avrebbe dovuto avere un complice, quello era ovvio, ma chi?
All'improvviso mi alzai di scatto dalla sedia e fui colpita dalla soluzione come un fulmine a ciel sereno. 
Hermione mi guardò allarmata e io, dopo aver borbottato qualcosa di incomprensibile, uscii di corsa dalla sala comune per dirigermi nell'ufficio di Severus. 
Mi dimenticai anche che in teoria non avrei dovuto essere in giro per il castello a quell'ora, dimenticai di rendermi invisibile e quando pensai di essermela cavata una luce mi venne puntata contro, una luce che fuoriusciva da una bacchetta. 
Alzai gli occhi per vedere chi fosse e sospirai quando vidi che si trattava solo di Malfoy, perchè avrebbe potuto andarmi molto peggio. 
-Che ci fai in giro a quest'ora?- mi chiese e poi, dopo essersi guardato intorno disse -E perchè non sei invisibile?- 
Lo guardai sbalordita per qualche istante e poi -Andavo di fretta e me ne sono dimenticata- spiegai -Tu che ci fai in giro a quest'ora?-
-Stavo andando nella Stanza- rispose alzando le spalle e mi stupii per la sua sincerità ma ne fui felice -Dove stai andando?-
-Devo parlare con Piton- spiegai decidendo di essere sincera 
-Senti Burke, ho bisogno di parlarti, dopo vieni a cercare il posto in cui si nascondono le cose- e io lo guardai confusa ma lui senza aggiungere altro se ne andò.
Decisi di mettere un attimo da parte l'indovinello di Malfoy e arrivai davanti all'ufficio di Severus. Bussai e, fortunatamente, sentii una voce che mi invitò ad entrare. 
Così feci e lo vidi chino su un calderone che stava lentamente girando. Rinunciai a chiedergli cosa stesse facendo anche perchè non me lo avrebbe detto e mi sedetti su una sedia e continuai a fissarlo fino a -Che vuoi Ester?- chiese. 
Lo guardai divertita perchè nonostante fosse rimasto chino sul suo calderone sapevo bene che la mia presenza lo disturbava. 
-So come ha fatto Malfoy ad avvelenare l'Idromele e a dare la collana a Katie- dissi e ridacchiai quando lo vidi alzare finalmente lo sguardo e guardarmi sbalordito.
-E come avrebbe fatto?- chiese scocciato, probabilmente credeva ce stessi farneticando. 
-Semplice- iniziai -Katie ha detto che è uscita dal bagno delle donne con la collana e che non ricorda chi gliel'ha data, quindi vuol dire che qualcuno l'ha confusa o peggio le ha cancellato i ricordi, personalmente penso la seconda, quindi la persona che lo ha fatto deve essere una donna perchè un uomo che entra nel bagno delle donne non passa inosservato. All'inizio pensavo che avesse usato la Polisucco, ma tu mi hai detto che non ti manca nessun ingrediente dalla dispensa e quindi ho escluso questa opzione. Poi mi sono informata e la bottiglia avvelenata veniva proprio dai Tre Manici di Scopa, ma indovina? Ogni bottiglia prima di essere spedita viene sigillata, quindi è impossibile manometterla dopo- spiegai e lui mi guardò confuso -Ma non capisci Severus? E' stata per forza Madama Rosmerta- conclusi ovvia e a lui gli si illuminò lo sguardo. 
Fissò il vuoto per qualche secondo e quasi vidi il suo cervello ragionare veloce. Annuì lentamente un paio di volte prima di alzarsi in piedi e sussurrare -E' sotto imperio- poi mi guardò e -Ester devo andare assolutamente a parlare con il Preside, tu torna nel tuo dormitorio- annuii ma poi gli dissi -Severus ricorda di controllare se ci sono armadi svanitori a Villa Malfoy- e me ne andai veloce. 
Questa volta mi resi invisibile e camminai lenta per i corridoi attenta a non fare rumore. Continuai a riflettere sulla mia deduzione e più ci pensavo più capivo che era quella giusta, era l'unica soluzione possibile, ma il fatto che Malfoy avesse posto Rosmerta sotto imperius mi fece pensare che, a differenza di quello che pensava Silente non ci fosse più alcuna possibilità di salvarlo. Non che mi importasse più di tanto, sia chiaro, ma se non fosse stato per il volere del preside lo avrei catturato e fatto sparire dalla circolazione per almeno un annetto intero, tanto per togliere ogni pericolo dai piedi. 
Ovviamente se avessi detto una cosa del genere a Silente lui mi avrebbe guardato con rimprovero prima di scuotere la testa sconsolato e mi avrebbe congedato una una delle sue frasi a suo parere geniali che prima di capirla sarebbe passata come minimo una settimana. 
All'improvviso, quando ormai ero arrivata al settimo piano, ricordai le parole che mi aveva detto poco prima Malfoy e cambiai strada dirigendomi sicura verso la Stanza delle Necessità. 
Pensai alle sue parole e capii che avrei dovuto cercare un posto in cui nascondere le cose. Dopo essere passata tre volte davanti al muro la porta apparve e senza esitare oltre entrai.
Girai intorno a strano oggetti prima di trovarlo. Era chino sul fondo dell'armadio, con una bacchetta in mano e il libro nell'altra. 
Aveva l'espressione confusa, quasi seccata, ma era decisamente concentrato in quello che stava facendo. 
-Rischi di sprecare l'ultimo neurone che ti rimane se lo fai sforzare così tanto- dissi e lo vidi sobbalzare e sbattere la testa sull'armadio. Si voltò e mi fisso con lo sguardo infuriato quando iniziai a ridacchiare per la scena. 
-Devi sempre apparire in questo modo o spaventarmi?- mi chiese mentre iniziò a massaggiarsi il punto dolente sulla testa
-No, non devo- constatai -Ma mi diverte molto farlo- e così dicendo ignorai il suo sguardo omicida e mi sedetti sul pavimento con le gambe incrociate -Che volevi dirmi?- chiesi cercando di far durare quella conversazione il meno possibile. 
-Diverse cose- rispose ed io sbuffai 
-Bene, inizia subito, altrimenti rimarremo qui tutta la notte ed io non ne ho proprio voglia- dissi seccata avendo ormai capito che sarei dovuta rimanere lì più di quanto avessi previsto
-Perchè sei entrata a far parte dei Mangiamorte?- disse mettendosi seduto davanti a me 
-In realtà non ne faccio ancora ufficialmente parte- chiarii alzando la manica sinistra e lasciandogli vedere il mio avambraccio pulito -Ma mio padre è entrato nelle sue schiere ed io non volevo deluderlo- mentii tranquillamente 
-C'è qualcosa che non mi quadra, qualcosa che mi nascondi- affermò lui 
-Io nascondo molte cose a molte persone Malfoy e non sarai di certo tu il mio confidente migliore, noi dobbiamo collaborare, non diventare amici- chiarii per la centesima volta esasperata 
-Mi puoi davvero aiutare?- chiese allora lui in un sussurro come se temesse la mia reazione 
-E' il mio compito e posso assicurarti che lo porterò a termine, anche a costo di dover rischiare la mia vita- risposi seria guardandolo dritto negli occhi e non facendo trapelare alcun tipo di insicurezza 
-Perchè?- chiese lui abbassando lo sguardo in un sussurro
-Te l'ho detto, è il mio compito- e lo guardai confusa 
-No, intendo perchè hai scelto di stare tra i suoi seguaci, tu non eri obbligata, potevi tirartene fuori, io invece ero condannato ad esserlo- 
-E' questo quello che ti ripeti per sentirti a posto con la tua coscienza Malfoy?- dissi con acidità -Bene allora sappi una cosa, tutti abbiamo una scelta, tutti. Tu hai scelto di entrare nella sua schiera perchè avevi paura, ma tu una scelta ce l'avevi, quindi è inutile cercare di giustificarsi in questo modo, tutti abbiamo una scelta, tu hai fatto la tua ed io la mia, non sei nessuno per giudicarmi.- 
Lui mi guardò disorientato e poi -Parli come una Grifondoro, ma ti comporti come una Serpeverde- disse e non seppi se prenderlo come un complimento o come un insulto, optai per la seconda. 
-Tu credi davvero di conoscermi- sussurrai basita -Sappi una cosa Malfoy, nessuno mi conosce davvero, nessuno- ammisi e i resi conto del tono triste che aveva preso la mia voce solo dopo aver detto quella frase -Tu dici di non avere amici, ma Zabini è intervenuto per te, qui l'unica a non avere nessuno con cui confidarsi sono io- dissi amaramente e nel suo sguardo vidi qualcosa che mi parve pietà e se possibile mi arrabbiai ancora di più, nessuno doveva avere pietà per me, nessuno. 
-Pretendi di fare troppe cose Burke, nessuno può riuscire a fare tutto. Si, sei decisamente una delle streghe migliori qui dentro, sei astuta e hai una preparazione di gran lunga migliore di tutti noi, ma hai comunque diciassette anni e sembra che tu te lo sia dimenticato- rispose lui fissandomi negli occhi e dovetti faticare per non abbassare lo sguardo dato che inspiegabilmente mi sentii colpita da quelle parole. 
-In questo mondo, soprattutto in periodo di guerra, si deve essere pronti a tutto per difendere le proprie convinzioni- riuscii a dire prima di fissare il mio sguardo sull'armadio. 
-Anche a fingere di amare chi in realtà odi?- 
Sobbalzai a quelle parole e -Cosa stai dicendo?- chiesi
-Fred Weasley- disse -Capisco spiare lo Sfregiato e i suoi amici, ma cosa c'entra quel Weasley?- 
Cercai le parole da dire ma non mi venne in mente niente da dire, almeno niente di intelligente. Boccheggiai e mi voltai lentamente verso di lui.
-L'amore non segue le regole, vero?- chiese lui sorridendo, non ghignando, semplicemente sorridendo.
-Questi non sono affari tuoi Malfoy- risposi acidamente 
-Non ti sto giudicando Burke. Possibile che tu non ti possa fidare di me?- disse offeso lui 
-Chiediti il perchè e datti una risposta da solo- risposi prima di alzarmi da terra -La nostra conversazione è ufficialmente finita- dissi prima di girarmi.
-Aspetta Burke- mi richiamò lui -Come faccio a contattarti se devo dirti qualcosa?- 
-Quasi ogni pomeriggio alle quattro sono in biblioteca, potrai trovarmi lì- risposi e me ne andai in fretta da quella stanza. 
Camminai lentamente per arrivare in Sala Comune e quando, dopo aver detto la parola d'ordine, entrai trovai Hermione ancora seduta dove l'avevo lasciata ma nel frattempo si era addormentata e la sua testa era appoggiata ad una pila di libri. 
Sospirai prima di avvicinarmi a lei. Iniziai piano a scuoterla e lei, dopo un paio di secondi, di svegliò e drizzo la schiena di scatto per poi guardarmi confusa. 
-Mi puoi dire che cosa è successo? Perchè te ne sei andata come una pazza di corsa?- mi chiese tra uno sbadiglio e l'altro con la voce roca e gli occhi arrossati per la stanchezza 
-Oh..- fu l'unica cosa che riuscii a dire mentre cercavo una scusa plausibile per giustificare le mie azioni -Mi ero dimenticata di consegnare il compito di pozioni e sono andato a metterlo nell'ufficio di Lumacorno- mi inventai sul momento e lei mi guardò comprensiva. Incredibile, ci aveva creduto. 
-Ultimamente ti vedo distratta, lo sai che con me puoi parlare Ester- e io annuii lentamente -Siamo amiche dalla prima volta che ci siamo sedute in banco insieme e tu mi hai salutata come se fossi una tua amica, sei la prima persona che mi ha fatta sentire la benvenuta qui, la prima che invece che alzare gli occhi al cielo quando iniziavo a parlare mi ascoltavi curiosa, quindi penso che tu possa parlare con me, no?- 
Le sorrisi e annuii -Certo Hermione- e sbadigliai -Solo che non ho davvero niente da dirti, sono solo stanca- e sbadigliai ancora prima di -Scusa, io me ne vado a dormire, tu non vieni?- chiedere. 
-Arrivo tra un attimo, devo solo rileggere un paio di cose- e allora le augurai la buonanotte e salii nel dormitorio. Solo dopo seppi che quella sera io spinsi Hermione ad indagare sul mio conto dato che lei mi aveva vista consegnare il compito durante la lezione.


TADAAAAAAN
Si ok, avevo detto che avrei pubblicato in due settimane ma non avendo ricevuto nessuna ricansione ho aspettato e oggi mi sembrava una bella idea pubblicare dato che per molti è iniziata la scuola, quindi vi ho fatto un regalo!
Devo ringraziare le persone che continuano a leggere questa storia e che continuano a metterle tra le seguite perchè è una gioia vedere il numero aumentare!
Spero di pubblicare il prima possibile, ma non posso promettere niente di sicuro. Comunque fatemi sapere che ne pensate, questo in effetti è un po' un capitolo di passaggio, abbastanza tranquillo rispetto a quello che succederà dopo. 
Alla prossima, Ambvra. 

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Capitolo 18
*** loyalty questioned ***



 
Loyalty questioned


Ero sempre stata attenta a come mi muovevo, a non destare sospetti a non incrociare sguardi con Malfoy o Zabini quando intorno c’erano altre persone.
Mi sembrava di essere finalmente riuscita a trovare un equilibrio in tutto, riuscivo a stare dietro ai miei doveri scolastici, alla squadra, ai miei amici e a Malfoy.
La cosa sorprendente era che a permettermi di fare tutto questo era stato l’aiuto da parte di Zabini.
Ogni pomeriggio alle quattro, da ormai più di due settimane, ci incontravamo alla Torre di Astronomia e dopo aver fatto ognuno i propri compiti lui mi aggiornava sulla situazione di Malfoy e io gli suggerivo come aiutarlo.
Incredibile ma vero tra me e Zabini si era instaurato un rapporto quasi di amicizia. Non che mi fidassi di lui, però almeno potevo parlargli di alcune delle preoccupazioni che mi tormentavano ormai da mesi. Non dovevo più tenermi tutto dentro, qualcosa potevo dire, e questo mi stava aiutando davvero tanto. Non in modo materiale, ma psicologicamente parlando poter sfogarmi riusciva a consentirmi di conservare ancora un minimo di sanità mentale.
Zabini, oltre ad essere un eccellente osservatore era anche uno che non faceva troppe domande, cosa che mi piaceva molto, e non era strafottente, non si sentiva al di sopra di tutti, come invece poteva sembrare non conoscendolo.
Avevamo appena finito di parlare di Malfoy, ero sdraiata sul pavimento della torre con lo sguardo verso al cielo che iniziava a diventare di un incredibile arancione.
Era tardi, ma non mi andava di andare a cena, non mi andava di dover parlare di cose frivole con i miei amici e fingere sorrisi, non mi andava di recitare ancora.
Sentii lo sguardo di Zabini su di me e poi lo sentii sdraiarsi accanto a me.
-Adoro i tramonti- lo sentii sussurrare
-Io preferisco l’alba- risposi –Vuol dire che sei sopravvissuto ad un altro giorno e che hai ancora un giorno almeno da vivere-
-Viva la positività- disse ironico prima di ridacchiare appena
-Siamo in guerra Zabini, c’è poco da essere positivi- replicai sicura ed il silenzio tornò.
Sospirai, sentivo il peso del mio compito opprimermi il petto, ogni respiro diventava più difficile da fare, ogni mossa sempre più pericolosa ed il tempo, quello stava passando davvero troppo velocemente.
-A volte vorrei sapere a cosa pensi- disse poi lui
-A tutto- risposi semplicemente e non era una bugia, pensavo a tutto, calcolavo cosa fare e non fare con estrema attenzione, ragionavo sulle prossime mosse, pensavo al futuro, se mai ci sarebbe stato e come sarebbe stato, pensavo alle persone a me care. Pensavo a tutto.
-E’ questo ilo problema allora- disse prima di guardarmi –Non puoi pensare a tutto-
-Io devo pensare a tutto, non ho altra scelta- dissi girandomi verso di lui e guardandolo dritto negli occhi
-Puoi permetterti di non pensare Ester, non sei una macchina, sei una ragazza appena maggiorenne- rispose lui sicuro delle sue parole.
Tornai a guardare il tramonto, la fine di una giornata. Dopotutto anche il tramonto parlava, e mi stava dicendo che anche quel giorno non era successo niente di irrimediabile, niente di brutto.
-Saranno già tutti in Sala Grande per la cena- disse Zabini all’improvviso
-Non ho fame- dissi alzando indifferente le spalle
-Neanche io- disse lui.
Lo guardai contrariata, perché non poteva semplicemente andarsene e lasciarmi sola a pensare?
-Non devi rimanere Zabini. Sto benissimo anche da sola- dissi seccata
-Secondo me non è vero- disse lui sicuro –Non stai bene da sola, sei solo abituata a stare sola ormai-
Mi misi a sedere di scatto e lo guardai infastidita –Ma chi ti credi di essere?-  gli chiesi scocciata –non mi conosci, non sai cosa penso e cosa voglio. Il fatto che parliamo da un po’ non ti dà il diritto di psicoanalizzarmi come se ci conoscessimo da una vita-
Si mise seduto anche lui e sorrise, cosa che mi irritò ancora di più, e –non pretendo si conoscerti- sospirò –sto solo facendo delle supposizioni. Non volevo offenderti- disse pacato.
Lo guardai, di solito riuscivo subito a capire le persone, ma lui per me era come un perfetto rompicapo che proprio non riuscivo a risolvere. Non riuscivo mai a capire cosa pensasse o cosa volesse e questo mi preoccupava molto. In più mi sembrava che invece io per lui fossi come un libro aperto e questo mi faceva andare su tutte le furie.
Aveva ragione quando diceva di essere un buon osservatore, fin troppo per i miei gusti.
-Ascolta- parlò –sono sicure che se non fosse stato per questa situazione noi non ci saremmo mai neanche rivolti la parola, ma ora credo che stia nascendo un’amicizia tra di noi. Sei una persona interessante ed in questo mondo ce ne sono davvero poche. In più credo di assomigliarti un po’, forse è per questo che sento il bisogno di aiutarti. Per non parlare del mio animo cavalleresco che mi spinge ad aiutare le damigelle in pericolo- concluse sorridendo.
Feci una smorfia a quelle ultime parole –Non sono una damigella in pericolo- riuscii a rispondere
-Va bene,- si arrese lui –come vuoi tu. Ma non mi impedirai di aiutarti- concluse prima di rimettersi sdraiato sul freddo pavimento.
Lo guardai torva per qualche secondo prima di imitarlo.
Il cielo ormai era diventato di un blu intenso. Il silenzio quasi mi infastidiva, mi rimbombava in testa come il rumore più fastidioso che potesse esistere.
Socchiusi gli occhi e sentii le palpebre diventare sempre più pesanti e senza accorgermene mi addormentai.
 
Quando mi risvegliai la prima cosa  che vidi fu il cielo stellato di un blu talmente profondo da far paura. Mi girai intorno e vidi Zabini, anche lui addormentato profondamente.
Mi alzai di scatto in piedi, sembrava essere notte fonda e io ero sparita dalla vista dei miei amici troppo a lungo per non destare sospetti.
Iniziai a scuotere Zabini con forza e lui si sveglio di soprassalto guardandomi spaventato e -Cosa è successo?- chiedere prima di sbadigliare
-Ci siamo addormentati- quasi urlai nel dirlo e iniziai a girare per la torre per radunare i miei libri e metterli di corsa nella mia borsa.
-Perchè sei così agitata? Pensavo fosse sucesso qualcosa di grave- sbuffò lui
-E' grave, è gravissimo. I miei amici mi staranno cercando e io non so neanche che ore sono. Sicuramente il coprifuoco è scattato da ora e dovrò inventarmi una scusa plausibile per giustificare la mia assenza- dissi tutto d'un fiato continuando a radunare la mia roba.
-Dì la verità, che ti sei addormentata- rispose semplicemente lui e io lo incenerii con lo sguardo.
Però pensandoci bene non era una stupidaggine, era una scusa plausibile dato che i miei amici sapevano bene che ultimamente dormivo poco e male.
Senza perdere altro tempo presi la mia bacchetta e la puntai dritta verso Zabini che sbarrò un attimo gli occhi come se avesse paura di me. Cosa che mi fece ridacchiare.
-Stai tranquillo, devo solo renderti invisibile così da poter tornare in Sala Comune senza farci vedere da qualcuno- spiegai prima di lanciare l'incantesimo prima su di lui e poi su di me.
Lui mi guardò stupefatto, se l'incantesimo era fatta dalla stessa persona le persone in questione potevano vedersi lo stesso, e io sorrisi per quella reazione.
-Dovrai insegnarmelo questo trucchetto- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
-Prima o poi forse lo farò- risposi prima di iniziare a scendere gli scalini della Torre.
Usai tutte le scorciatoie e i passaggi che conoscevo per arivare il prima possibile davanti alla sala comune di Serpeverde. Gli tolsi l'incantesimo e me ne tornai di corsa al settimo piano.
Una volta entrata nella mia Sala comune, dopo una ramanzina della Signora Grassa, tirai un sospiro di sollievo.
Mi guardai velocemente intorno, era buio ma il fuoco ancora acceso nel camino attirò la mia attenzione. Andai velocemente a sedermi vicino al fuoco, possibile che dentro quel castello facesse sempre freddo anche alla fine di Marzo?
-Era ora- disse una voce alle mie spalle e io quasi non rischiai un vero e proprio infarto.
Poi visto di chi trattassse tirai un sospiro di sollievo.
Hermione, spalleggiata da Ron ed Hermione era in piedi dietro di me.
-Ragazzi mi avete fano prendere un colpo- dissi sorridendo. Ma poi uno dei tre accese le luci e quando vidi le loro espressioni il sorriso mi morì sulle labbra.
Hermione mi stava letteralmente fulminando con gli occhi, Harry aveva un'espressione di delusione che fu anche peggio e Ron mi guardava come se fossi una cacca di drago.
Li guardai smarrita, cercavo di capire ma non riuscire a trovare un motivo per il loro atteggiamento.
-Che sta succedendo?- chiesi poi con un sussuro, guardando principalmente Harry.
Nella mia mente l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che mi avevano scoperto, avevano scoperto tutto.
-Ci vuoi dire dove sei stata?- parlo ancora Hermione senza accennare neanche un sorriso ma continuando a guardarmi quasi disgustata e infuriata.
-Oh- sussurrai -Se vi siete arrabbiati perchè non ero a cena posso spiegare tutto- cercai di tranquillizzarmi appena ma la mia voce suonò debole e quasi tremante.
Vidi Hermione farmi un'espressione di sfida, ma cosa le prendeva?
-Ah perfetto, puoi spiegarci tutto. Allora inizia a rispondere a questa domanda. Dove eri?-
Aggrottai la fronte e -Alla Torre di Astronomia- dissi sinceramente
-E perchè sei sparita per tutto questo tempo? Cosa stavi facendo?- intervenne Ron
-Mi sono addormentata- e anche quella volta fui sincera
-Ti sei addormentata?- disse beffarda Hermione -Ne sei sicura?-
-Certo che ne sono sicura. So cosa vuol dire addormentarsi sai? E' quando chiudi gli occhi, il respiro diventa pesante e...- risposi stizzita
-Non provare a prenderci in giro Ester, sappiamo dov'eri e con chi eri, quindi ora spiegaci, perchè stavi con Zabini?- mi interruppe Ron
Sentii il mio cuore perdere un battito e il respiro mancarmi. Mi avevano seguita? Spiata? come facevano a sapere dove e con chi ero?
Come se mi avesse letto nella mente Harry tirò fuori la Mappa Del Malandrino da una tasca posteriore  e capii.
Capii che nel momento in cui non mi avevano visto arrivare a cena avevano usato la Mappa per capire dove fossi e mi avevano visto sulla Torre di Astronomia in compagnia di una persona che in teoria non avrei dovuto sopportare.
Capii che il cervello di Hermione si era messo in moto per trovare una ragione, ma se ero ancora viva e vegeta voleva dire che non aveva tratto una vera e propria conclusione, altrimenti mi avrebbero portata con la forza, o almeno ci avrebbero provato, nell'ufficio di Silente.
Mi alzai in piedi decisa di fronteggiare da brava Grifondoro quella situazione, con coraggio.
-Allora se sapete già tutto perchè siete qui a farmi il terzo grado?- chiesi spavalda e vidi la mascella di Ron aprirsi di scatto.
-Perchè eri con Zabini?- chiese di nuovo Hermione e io le lanciai uno sguardo di sfida
-Da quando devo rendere conto a te? Ho per caso bisogno del tuo permesso per parlare con persone diverse che non siate voi tre o altri Weasley?- 
-Zabini è un serpeverde, lui è...- iniziò a parlare Ron ma con un gesto della mano bloccai la sua frase sul nascere
-Lui è cosa? Un cattivo? Un mago oscuro? Un mangiamorte? Ma ti senti Ron? Almeno lo conosci o sei troppo abituato a giudicare senza neanche prenderti la briga di parlare almeno una volta con una persona?- feci un ghigno -Sapete qual è il vostro problema? Vi credete i paladini della giustizia, credete di aver capito come funziona il mondo eppure siete qui ora a dirmi che i Serpeverde, tutti, sono il male e questo dimostra che voi della vita vera non avete capito proprio niente. Il mondo non si divide solo in buoni e cattivi, il mondo non è solo bianco e nero, lo sapete vero?- sbottai alzando discretamente il tono di voce
-Voldemort era un serpeverde ed è diventato il mago più cattivo di tutti i tempi- sbraitò Hermione
-Ah sì?- iniziai a urlare anche io -Mio padre era Serpeverde eppure a me non sembra un Mago Oscuro- mi guardarono tutti e tre sbalorditi da quella notizia senza sapere cosa dire -E voi, quelli che credevo amici, mi state facendo la ramanzina per aver parlato con una persona che non approvate?- dissi beffarda prima di ridere sarcastica - Ma lo sapete che al mondo ci sono altre persone oltre alla famiglia Weasley? Lo sapete questo?- chiesi ma nessuno mi rispose -Credete di essere generosi con tutti ma la verità è che siete un circolo chiuso a tutti, state solo tra di voi e gli altri li escludete a prescindere perchè a vostro parere non meritano di stare con voi- urlai.
Poi guardai ognuno di loro dritto negli occhi -on tutti i Serpeverde sono cattivi esattamente come non tutti i Grifondoro sono eroi, non tutti i Tassorosso sono idioti e non tutti i Corvonero sono secchioni- mi diressi verso di loro e diedi una spallata a Harry prima di girarmi verso di loro e sussurrare -Crescete una buona volta altrimenti oltre a non salvare il mondo magico non salverete neanche le vostre adorate chiappe da perfettini- e dopo aver quasi sputato quelle parole mi diressi verso il mio dormitorio con la consapevolezza che la mia amicizia con loro era appena finita.
 
Mi svegliai la mattina dopo con gli occhi arrossati dalle lacrime versate e con una nuova consapevolezza. Ero sola.
Avevo insultato i miei amici per deviare l'argomento centrare, per non indurli a spospettare quello che in realtà stavo facendo, ma ora non mi era rimasto più nessuno.
Era domenica e il dormitorio era già vuoto. Mi alzai dal letto e prima di fare qualsiasi cosa scrissi una lettera e la inviai a Zabini.
 
Loro sanno con chi ero ieri sera, qualsiasi cosa io faccia tienimi il gioco. Da ora possiamo parlare senza prolemi davanti a tutti.
 Ester
Mi lavai velocemente e mi vestii con abiti normali prima di scedere in Sala Grande.
Appena entrai individuai i miei tre, ormai vecchi, amici che parlottavano fitto fitto con Ginny e conclusi che ormai anche lei era persa.
Mi sedetti dal lato opposto del lungo tavolo, da sola, e iniziai a mangiare.
Appena finito di bere il mio bicchiere di succo di zucca e mentre mi versavo una discreta quantità di caffè nella tazza vidi qualcuno sedersi davanti a me.
Alzai annoiata lo sguardo e riconobbi Neville che mi sorrise timido prima di -Ti disturbo?- chiedermi.
Ricambiai il sorriso e sbrigativa scossi la testa per fargli capire che poteva rimanere, anzi, volevo che rimanesse.
Ci furono un paio di minuti di silenzio ma all'improvviso lui prese un profondo respiro, come per darsi coraggio, e con un tono di voce tremendamente basso chiese -E' successo qualcosa?- e con la testa fece cenno ai miei amici.
Li guardai per un attimo e il mio sguardo incrociò quello di Harry per un secondo, cosa che bastò per farmi cadere di nuovo in una tristezza profonda.
-Abbiamo litigato- dissi semplicemente sollevando le spalle.
Sentii Neville ridacchiare e questo mi portò ad alzare il mio sguardo verso di lui -Questo lo sanno tutti- mi spiegò lui -Mezzo dormitorio ti ha sentito urlare ieri notte-.
Sbarrai gli occhi incredula, non pensavo di aver urlato così tanto la voce.
-Per quanto mi riguarda- continuò a parlare lui -Penso che tu abbia completamente ragione-.
Lo guardai confusa, non capivo di cosa stesse parlando.
-Il fatto del gruppo esclusivo- spiegò lui -Hai ragione. Lo pensano quasi tutti in questo castello, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dirlo ad alta volte, a parte te. Lo penso anche io in realtà, a volte sembra che sono costretti a muoversi sempre insieme. Il trio d'oro.-
Ridacchiai incredula per le sue parole e lui mi fece un enorme sorriso sincero. Avevo sempre adorato quel ragazzo, ma ora la mia stima nei suoi confronti era decisamente aumentata.
-Tu sei sempre stata diversa, non so come, ma sei più aperta- aggiunse lui.
Mi venne una voglia assurda di abbracciarlo e lo avrei fatto se una ragazza con i capelli biondissimi e gli occhi sognanti non si fosse seduta vicino a me in quell'istante.
-Biongiorno ragazzi- salutò allegra, come sempre, Luna Lovegood prima di iniziare a servirsi la colazione.
Io e Neville la guardammo per un secondo increduli, un Corvonero che si sedeva al tavolo dei Grifondoro, quello si che era strano. Ma dopo ci scambiammo uno sguardo e contemporaneamente alzammo le spalle. Era Luna, lei faceva quello che voleva, sempre, e io la ammiravo immensamente per quello.
-Allora Ester, come mai hai litigato con Harry, Ron ed Hermione?- chiese con semplicità la ragazza e quasi non mi trozzai col cornetto che stavo mangiando.
Lei mi diede due pacche sulla schoena e mi guardò curiosa aspettando una mia risposta.
-Per farla breve- dissi una volta smesso di tossire -Non approvavano una mia nuova amicizia- spiegai brevemente sperando di chiudere velocemente il discorso.
-E chi è?- chiese invece lei.
Non sapevo se rispondere a meno, ma alla fine cosa cambiava? Alla fine era con Luna con cui stavo parlando, lei non avrebbe giudicato neanche la persona più pazza del mondo.
-Zabini- dissi semplicemente aspettandomi di vederla strabuzzare gli occhi.
Quello che mi stupì fu invece il sorriso allegro che le spuntò sul viso -Oh lo conosco anche io!- esclamò -E' davvero simpatico, vero?- disse e io la guardai stupefatta.
Il destino volle che proprio in quel momento Blaise Zabini stesse entrando nella Sala Grande. Luna, che lo vide, iiziò a sventolare in aria la mano per farsi notare da lui e iniziò a chiamarlo a gran voce.
Lui si guardò intorno cercando di capire chi lo stesse chiamando e dopo pochi secondi ci vide.
Lo vidi raggiungerci titubante, dopotutto un Serpeverde che si avvicinava al tavolo dei Grifondoro non era cosa di tutti i giorni. In un attimo sentii tutti gli occhi della Sala puntati su di noi e in quel momento desiderai poter sotterrarmi.
-Buongiorno a tutti- salutò Zabini una volta raggiunti e tutti, anche Neville, anche se con un po' di imbarazzo, ricambiammo il saluto.
-Ester mi ha detto di conoscerti- disse semplicemente Luna.
Vidi Zabini sorridere e annuire, per poi guardarmi dubbioso sul da farsi.
-E Luna mi ha detto che siete amici- dissi io ancora stenta a crederci
-Da anni ormai- confermò il Serpeverde aumentando la mia sorpresa
-Dai siediti a fai colazione con noi- gli disse Luna come se fosse la cosa più normale del mondo, ma un Serpeverde al tavolo dei Grifondoro non si era mai visto.
Lui si guardò intorno dubbioso e poi mi guardò come se cercasse una risposta. Annuii, neanche io seppi il perchè, e lui si sedette accanto a Neville di fronte a Luna.
La Sala Grande divenne all'improvviso silnziosa. Mi guardai intorno e vidi mille e più occhi puntati su di noi. Poi all'improvviso vidi Ron scattare in piedi e Ginny che le afferrò il braccio per trattenerlo dal fare qualsiasi cosa volesse fare.
Zabini però non sembrò curarsene più di tanto dato che era intento a spalmarsi della marmellata all'arancia su un toast.
Io lo guardai di sottecchi e lui sorrise appena prima di iniziare una conversazione con Neville e Luna mentre io era ancora basita da quella situazione soprannaturale. 


SALVE GENTE

Eccomi qui, come promesso. Questo capitolo è davvero l'inizio della fine, da qui in poi (5/6 capitoli) la storia andrà solo in salita. 
Zabini lo avevamo già visto dopotutto, alla festa di lumacorno, e da quel momento aveva iniziato a a spiare Ester. 
La discussione tra il Golden Trio e Ester è stata una tortura, non riuscivo a far capire l'intensità della situazione e ancora non sono sicura di esserci riuscita. 
Infine Neville e Luna li ho inseriti per una ragione molto precisa: il li adoro e poi il loro ruolo si evolverà col tempo. 
Spero vi sia piaciuto, lasciate una recensione se vi va (mi farebbe taaaanto piacere) 

 

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Capitolo 19
*** Trust me ***


BUONSALVE GENTE

Vi scrivo qui perchè ho un paio di cosae da dire e vorrei che le sapeste tutti.
Allora la prima è che purtoppo parto e non potro aggiornare fino al 2/3 Settembre, la seconda è che questa ff è quasi "finita". Vi spiego, ovviamente tutto questo "casino" non finisce con la fine del sesto anno, ma continua fino almeno alla battaglia, quindi volevo chiedervi un parere: meglio farlo tutto di seguito o dividere i due anni come poi sono divisi anche i libri e quindi iniziare un'altra long che è ovviamente legata a questa? 
FATEMI SAPERE COSA PENSATE PER FAVORE CHE SONO IN CRISI!
Poi volevo RINGRAZIARE CON TUTTO IL CUORE le persone che hanno recentemente messo questa storia tra le seguite/preferite/ricordate, vi adoro, e soprattutto un ringraziamento speciale a BeautyFly89 che ha recensito lo scorso capitolo, davvero grazie!
Sappiate che le recensioni sono ben accolte (negative, neutre e positive non fa differenza) dato che solo in quel modo posso sapere cosa pensate di questa "storia" cosa vi piace e cosa non vi piace e quindi migliorare il tutto. 
 
Alla prossima! 


 
 



 Trust me
 

La situazione ormai era la stessa da un mese. Non parlavo con i miei amici ma in compenso non mi lamentavo della compagnia che avevo. 
Ogni mattina Luna raggiungeva il tavolo dei Grifondoro per fare colazione con me e Neville, cosa che poi si ripeteva ad ogni pasto, e a volte anche Zabini si univa a noi. Lo stupore dei primi giorni era andato scemando e non ci ritrovavamo più tutti gli occhi puntati addosso. 
Era bello stare con Luna, era una ragazza meravigliosa, solare, sincera, incurante dei giudizi della gente e anche incredibilmente intelligente. Neville invece, anche se ancora timido e impacciato, aveva iniziato col tempo ad abituarsi e ad aprirsi molto di più. Era un ragazzo estremamente riservato, ma una volta che si conosceva meglio diventava una compagnia meravigliosa ed esilarante. 
Zabini invece aveva sempre un’aria quasi persa. A volte si incantava a fissare qualcuno ma era anche una persona con cui ci si poteva parlare di tutto, dalle cose più semplici a quelle più complesse. 
Era diventato una persona costante nella mia routine giornaliera e la cosa non mi dispiaceva per niente. 
Eppure ogni volta che incrociavo i miei tre amici sentivo lo stomaco annodarsi e un senso di abbandono impadronirsi di me. Era orribile vederli ridere e non sapere il perché, era orribile vedere Harry con il suo sguardo abbattuto e non poter andare da lui a confortarlo, era orribile vedere Hermione evitare in tutti i modi di guardarmi o avere un qualsiasi contatto con me ed era orribile vedere Ron che a volte sembrava volermi parlare e poi cambiare direzione come se rivolgermi la parola fosse la cosa più assurda del mondo. 
In compenso avevo ancora una persona dalla mia parte. 
Il giorno dopo del litigio avevo scritto a Fred, volevo essere io ad informarlo della situazione, non volevo che lo venisse a sapere da altre persone o che avesse la visione distorta di quello che era realmente successo. 
Gli raccontai tutto in una lettera tremendamente lunga e aspettai per giorni in preda all’ansia la sua risposta. 
Quando arrivò per poco non piansi. Era corta e andava dritta al punto:

 
Tutto molto interessante, ma mi vuoi dire quando sarà la prossima gita a Hosgmeade che non vedo l’ora di rivedere la mia ragazza?
P.S. Se Zabini cerca di allungare troppo le mani lo affatturo.
Fred

Purtroppo però non avevo ancora avuto l’occasione di rivederlo, quindi continuavamo a scambiarci delle lettere in cui gli raccontavo le novità di Hogwarts e lui mi raccontava le novità del mondo vero. 
A quanto sembrava l’infantile Fred Weasley non si curava di additare le persone senza conoscerle come invece facevano il suo fratello minore. 
Era un sereno pomeriggio di Aprile e mi stavo dirigendo verso il Campo per i soliti allenamenti settimanali quando vidi che erano già iniziati. 
Guardai confusa le persone intente ad allenarsi e vidi che un ragazzo che non conoscevo aveva preso il mio ruolo. 
Guardai verso gli spalti e vidi un’attenta Hermione fissarmi e scrutarmi in attesa di un mio passo falso. 
-Potter- urlai con tutto il fiato in gola ma nessuno parve sentirmi –Potter- urlai ancora più forte.
Vidi Ginny fermarsi e girarsi verso di me. Dopo di lei anche Katie e altri si fermarono in aria a guardarmi. 
Con la cosa dell’occhio vidi Hermione scattare in piedi e scendere di corsa per raggiungermi ma non me ne curai molto. 
-Harry James Potter- urlai ancora in preda alla rabbia e finalmente lo vidi fermarsi e girarsi a guardarmi. Iniziò a scendere con una lentezza che mi fece arrabbiare ancora di più e fu subito seguito da Ron e poi dal resto della squadra. 
-Cosa sta succedendo qui?- chiesi appena Harry Sono Un Cretino Potter posò i suoi preziosi piedi sulla terra ferma. 
-Ester che ci fai qui?- chiese però Ginny prima che il moro potesse aprire bocca e io la guardai confusa 
-Che vuol dire che ci faccio qui? Sono nella squadra- dissi ovvia 
Vidi la piccola Weasley guardarmi confusa e poi aprire la bocca incredula prima di incenerire con lo sguardo il Bambino Sopravvissuto. 
-Cos’è questa storia?- chiese al ragazzo in questione puntando le mani sui fianchi e iniziando a picchiettare nervosa il piede sul terreno, una perfetta imitazione della madre, pensai. 
Vidi Harry diventare paonazzo sotto lo sguardo omicida di Ginny e Ron spostarsi appena lontano dalla sorella. 
-Mi spiegate che sta succedendo?- chiesi alterata 
-Harry ci ha detto che ti eri ritirata dalla squadra- fu Katie a parlare
-E perché mai avrei dovuto farlo?- chiesi sbigottita guardando il mio vecchio migliore amica incredula. Aveva raccontato una menzogna per potermi sostituire. La mia vista gli dava davvero così fastidio? 
-Si ho mentito, ma questo non ha importanza, non voglio Ester nella squadra. Caso chiuso- disse semplicemente Harry 
-Scusami?- chiesi sbraitando –Il caso non è chiuso per niente. Non puoi decidere di buttarmi fuori da un giorno all’altro- urlai
-Si invece, sono il capitano, prendo io le decisioni- disse prima di voltarsi e darmi le spalle.
Di istinto gli afferrai il braccio per farlo girare verso di me ed in un secondo mi ritrovai la bacchetta di Hermione puntata addosso. La guardai incredula. Cosa pensava che volessi fare? Ucciderlo forse? 
-Lasciami- sibilò Harry e io obbedii sotto lo sguardo esterrefatto di chi stava guardando la scena 
-Abbassa la bacchetta Granger- disse una voce alle mie spalle. 
Mi girai e vidi Blaise puntare la sua bacchetta contro Hermione. 
La situazione mi stava decisamente sfuggendo di mano, non avrei mai voluto tutto questo. 
-Non prendo ordini da te Zabini- rispose Hermione continuando a puntare la sua bacchetta al mio petto. 
Mi girai piano verso Blaise e gli feci cenno di abbassare la bacchetta, lui dopo poco e con titubanza lo fece. Tornai a guardare Hermione dritta negli occhi e –Cosa vorresti fare?- chiedergli con aria di sfida 
-Allontanati da Harry- quasi sputò lei e io feci un passo nella sua direzione. 
Ero disarmata, non avevo la mia bacchetta con me e anche se non fosse stato così non le avrei torto neanche un capello. 
-Vattene, non sei più in squadra e non hai alcun diritto di stare qui- disse lei e vidi la sua mano iniziare a tremare appena. 
-Non avrei mai immaginato di vederti puntare la bacchetta contro di me- le dissi sincera in un sussurro ma lei non osò proferire parola. 
-Hermione- sussurrò Ginny sbalordita da quella situazione –abbassa la bacchetta, subito- 
Mi girai verso la piccola Weasley che si mise al mio fianco prima di –Voi tre state impazzendo. Ma vi rendete conto di cosa state facendo? Riprendetevi- disse lei con un tono di voce più sicuro. 
Si girò verso di me e mi sorrise appena –Andiamo Ester- disse e iniziò a dirigersi verso il castello. 
Rimasi per un attimo ferma, confusa da quella situazione, poi mi girai verso Harry e –Non finisce qui questa storia- dissi prima di seguire Ginny e Blaise e dirigermi verso il castello. 

Ero nell’ufficio della McGranitt accompagnata da Ginny Weasley e Blaise Zabini. 
La professoressa ci guardava torva, forse stupita dalla compagnia che avevo o perché non capiva cosa ci facessi lì. 
Infatti appena tornati al castello Ginny mi aveva quasi trascinata nell’ufficio della McGranitt senza neanche spiegarmi il perché. 
-A cosa devo questa visita?- chiese allora la professoressa dato che nessuno osava parlare. 
Ginny mi lanciò uno sguardo ma io non sapevo davvero cosa dire e allora parlò lei –Ester è appena stata espulsa dalla squadra- 
La professoressa ci guardò confusa e –Non credo di aver capito. Perché mai Potter dovrebbe espellere la migliore battitrice che abbiamo?- chiese indispettita 
Aprii la bocca per rispondere ma la piccola Weasley fu più veloce di me –Per faccende personali- rispose
-Faccende personali?- chiese la professoressa puntando il suo sguardo su di me 
-Ecco vede…- iniziai a parlare con voce incerta –Io e Potter abbiamo avuto un disguido che non ha a che fare con la squadra e credo che lui non mi voglia più come componente- 
La McGranitt scattò in piedi e –Per nessun motivo una faccenda personale deve, mai, interferire con la possibile vittoria del campionato. Non potrei sopportare che Sev…- la professoressa si bloccò di colpo e lanciò uno sguardo verso Zabini e parve ricomporsi. 
-Zabini, lei invece perché è qui?- chiese allora come se si fosse appena accorta della sua presenza nel suo ufficio
-Sono un testimone della vicenda- disse lui semplicemente alzando appena le spalle e guardandomi dubbioso e in imbarazzo. 
-Bene, signirina Burke lei è appena riammessa a tutti gli effetti in squadra, parlerò personalmente della faccenda a Potter- disse e ci congedò veloce. 
Una volta usciti dal suo ufficio il primo a parlare fu Blaise che –Però, è competitiva quella donna eh?- disse scatenando una risata da parte mia e anche di Ginny. 

Era ora di cena ormai e Ginny mi aveva tenuto compagnia tutto il giorno, era strano tornare a parlare con lei, strano ma anche meraviglioso. 
Si era scusata e aveva preteso che le raccontassi cosa era accaduto tra me e il magico trio. La cosa però che mi fece arrabbiare fu che lei mi disse che Ron le aveva raccontato che io avevo insultato i Weasley. 
Le avevo spiegato che non lo avrei mai fatto, per me loro erano come una famiglia, non avrei mai potuto insultare le persone che amavo più di me stessa. 
Ginny si diede più volte della stupida per averci creduto e io più volte le disse che era acqua passata e che ero davvero felice di riaverla al mio fianco, mi era mancata. 
Eravamo appena arrivate in Sala Grande e avevamo preso posto al nostro tavolo vicino a Neville quando anche Luna ci raggiunse. 
Iniziammo a parlare del più e del meno e Neville mi disse che quello che era successo poche ore prima al Campo ormai era di dominio pubblico. 
Non mi stupii di questo, a volte in quella scuola erano tutti più attenti ai pettegolezzi che alle materie, cosa che mi sorprendeva sempre. 
Dopo poco vidi Zabini alzarsi dal suo tavolo e camminare con la sua solita postura perfetta e a testa alta verso di noi. 
Si sedette vicino a me e dopo aver salutato tutti e fatto, con mio grande stupore, un occhiolino a Ginny inizio a mangiare con noi. 
Appena Luna iniziò a parlare di Nargilli, attirando l’attenzione di Neville e la curiosità di Ginny, Zabini si avvicinò e –Va tutto bene?- mi sussurrò all’orecchio e io mi limitai ad annuire appena.
-Zabini- lo richiamò Ginny –Lontano da lei, è fidanzata- disse seria 
Il ragazzo la guardò e dopo alcuni istanti iniziò a ridere di gusto attirando su di noi diversi sguardi curiosi –Fidati Weasley- disse continuando a ridere –Non ho alcun interesse in Ester- 
-Mi ritengo offesa nell’animo- dissi fingendomi ferita –Credevo che mi amassi- dissi portandomi le mani sul petto come se fossi stata ferita realmente e questo fece ridere ancora di più Zabini e anche gli altri tre 
-Oh sì, scherza pure Ester- disse Ginny una volta smesso di ridere –Sono sicura che Fred non ne sarebbe tanto divertito- disse scherzando 
Risi e mi girai verso Zabini e fingendomi seria dissi –Mi dispiace Blaise, il nostro amore è appena finito- dissi e risi accompagnata da tutti. 
All’improvviso però l’attenzione di Ginny si spostò altrove. Seguii la traiettoria del suo sguardo e vidi la professoressa McGranitt alzarsi dal tavolo dei professori e dirigersi verso il nostro tavolo. Ora la Sala era molto più silenziosa e tutti osservavano curiosi. 
La McGranitt arrivò davanti a Harry Potter, più smarrito che mai, lo guardò furiosa prima di –Signor Potter, gradirei sapere come ha osato espellere dalla mia squadra di Quidditch la migliore battitrice che abbiamo- dire con un tono abbastanza alto. 
Blaise mi diede una gomitata leggera e –Ora ci divertiamo- mi sussurrò all’orecchio con un ghigno malefico. 
Tornai a guardare Harry e lo vidi diventare paonazzo e provare a dire qualcosa ma senza nessun risultato. 
-Professoressa McGranitt- intervenne allora Hermione –Non credo che lei sia al corrente della situaz…-
-Non si preoccupi signorina Granger, la situazione la so alla perfezione, so anche che lei non ha esitato a puntare la bacchetta contro la signorina Burke- disse con una smorfia di disgusto e allora la strega abbassò lo sguardo, diventò rossa e serrò la bocca decisa di non intervenire più. 
-Non accetto un comportamento simile da parte degli alunni della mia Casa, se mai si dovesse ripetere non sarò indulgente con nessuno di voi- disse la professoressa prima di guardare di nuovo Harry e –Sia chiaro che la signorina Burke è riammessa in squadra ad effetto immediato-
-Ma…- provò a protestare Ron ma fu subito azzittito con un gesto della mano dalla McGranitt 
-Lei non ha alcun diritto di intromettersi nella discussione, a quanto mi risulta la signorina Burke è una risorsa migliore di lei- e così dicendo la donna girò le spalle al trio delle meraviglie e uscì decisa dalla Sala Grande lasciando i tre imbarazzati e mortificati sotto lo sguardo di tutta la Sala. 
-E’ stato meraviglioso- disse Blaise ridacchiando mentre tre paia di occhi mi lanciarono un’occhiata piena di risentimento e rabbia. 

-Basta ci rinuncio- disse esausta Ginny dopo appena mezz’ora passata sul libro di Difesa contro le Arti Oscure. 
Io la guardai divertita e –Che hai Ginny?- le chiesi mentre Zabini continuava a fare il suo tema di tre pergamene per Astronomia. 
-Non so più che scrivere!- disse rassegnata la rossa –Quel schiavista di Piton ci ha dato da fare un tema di cinque, ben cinque, pergamene sulle maledizioni senza perdono. Cosa posso scrivere oltre a “sono illegali e in modo o nell’altro ti fottono”- 
Blaise guardò divertito, forse per il linguaggio appena usato, la piccola Weasley e io risi divertita. 
Mi alzai sotto lo sguardo curioso di entrambi diretta a cercare un libro preciso tra gli immensi scaffali della Biblioteca di Hogwarts. 
Una volta trovato il libro che cercato “Maledizioni Mortali” tornai al tavolo in cui noi tre stavamo studiando e lo porsi a Ginny.
Lei lo afferrò e –Cosa ci dovrei fare?- chiese confusa
-Il tuo tema, è quello che ho usato io l’anno scorso. Nessuno lo usa perché pochi capiscono che parla esclusivamente delle Maledizioni Senza Perdono senza però usare queste parole nel titolo. Questo libro mi ha fatto prendere un bel Eccezionale- dissi divertita. 
Lei mi guardò come se le avessi appena regalato qualcosa di estremamente raro e senza indugiare oltre iniziò a leggere e ricopiare alcune parti del libro. 
-Ester senti non è che…- iniziò Blaise ma io lo zittii alzando una mano in aria e –No, non ti farò copiare il mio tema di Astronomia, cavatela da solo Zabini- 
Lui storse la bocca offeso e tornò a scrivere sulla sua pergamena dopo aver imprecato contro Merlino per aver inventato quell’inutile materia. 
Io invece tornai a dedicarmi a Trasfigurazione, materia in cui avevo più difficoltà rispetto alle altre. La mia mente non poté evitare di pensare ad Hermione, era infatti lei che, di solito, mi aiutava a comprendere ciò che da sola non riuscivo a capire, era lei che riusciva a farmi risultare facili anche le cose che a prima vista sembravano impossibile da comprendere. 
Sospirai.
Ogni angolo o cosa di quel castello mi faceva ricordare i miei amici, le tre persone che in quei sei anni mi erano sempre stati vicino. Chiusi il libro seccata ripromettendomi che avrei fatto quel dannato tema più tardi e presi il libro di Aritmanzia. 
Quella materia mi aveva sempre affascinata, neanche io sapevo il perché, ma mi veniva abbastanza facile studiarla. Forse perché in qualche modo ricordava la matematica babbana, materia in cui, nei pochi anni che avevo frequentato una scuola babbana, eccellevo. 
Dopo dieci minuti, dopo aver finito tutti i compiti assegnati tornai su Trasfigurazione. La teoria era facile, la pratica però era di tutt’altro discorso. 
Presi la mia bacchetta in mano e la puntai contro la piuma che avevo usato finoa pochi secondi prima. 
Mi concentrai e cercai, con un incantesimo non verbale, di trasformarla in qualcosa di vivente, un uccello, un verme, un coniglio, qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Quella dannatissima piuma però non accennava a voler cambiare le sue sembianze e si limitava a vibrare per qualche secondo per poi tornare immobile sul banco. 
-Stai sbagliando- disse ad un certo punto Blaise distraendomi dalla mia missione.
Lo guardai torva e –Provaci tu se sei tanto bravo allora- dissi indispettita 
Lui ghignò divertito e puntò la sua bacchetta contro la mia piuma. Chiuse gli occhi, probabilmente per concentrarsi meglio, e dopo pochi secondi al posto della mia piuma apparve un piccolo pettirosso. Lui mi guardò soddisfatto di sé dopo che il piccolo uccellino ebbe cinguettato un paio di volte lo fece tornare in una piuma. 
Alzai gli occhi al cielo mentre Ginny era troppo occupata col suo tema e sembrò non accorgersi di nulla. 
Blaise lanciò un veloce sguardo alla rossa, come per assicurarsi di non avere la sua attenzione, e poi mi fece un cenno con la testa come a dire “Devo parlarti”. 
Così, titubante mi alzai e mi diressi verso uno dei tanti scaffali fingendo di cercare un libro, poco dopo sentii arrivare Blaise alle mie spalle. 
Mi girai per guardarlo torvo e –Abbiamo poco tempo, che succede?- 
-Si tratta di Draco. Pensa di esserci riuscito. Non so cosa intendesse dire, ma mi ha detto di dirti queste esatte parole “L’ho aggiustato”- disse lui tranquillo prima di tornare al suo posto per non destare sospetti da parte di Ginny.
Zabini forse non sapeva cosa volevano dire quelle parole, ma io invece lo sapevo fin troppo bene. 
Sentii il mio cuore iniziare a battere più velocemente e il mio respiro farsi più veloce. Stavo avendo un attacco di panico?
Il mio cervello iniziò ad elaborare la notizia e a decidere cosa fare in tempi velocissimi: dovevo parlare con Silente il prima possibile, lui doveva sapere che il momento di attivare le difese estreme al castello ed aumentare i membri dell’Ordine della Fenice a guardia del castello; dovevo parlare con Severus e prepararlo perché, ne ero sicura, Malfoy non glielo avrebbe mai detto; dovevo attivare il piano che avevo concordato con Silente per tenere d’occhio i miei amici in caso…
I miei pensieri si interruppero, neanche nella mia mente potevo accettare l’idea che Silente poteva morire nel giro di pochi giorni. 
Tornai a pensare all’incantesimo che avrei dovuto lanciare ad uno dei miei migliori amici, ma come?
Silente in persona mi aveva insegnato come lanciare un incantesimo di localizzazione permanente su qualcuno ed uno dei requisiti essenziali era quello di trovarsi a meno di mezzo metro dalla persona che si desiderava localizzare. 
Sarebbe stato facile farlo fino a un mese prima, ma ora in nessun modo avrei potuto avvicinare così tanto un componente del trio. 
Iniziai a farmi prendere dal panico, se non ci fossi riuscita tutto quello che avevo fatto nel corso dell’anno sarebbe andato perso per sempre. 
Scossi la testa come a cacciare quel pensiero e iniziai a prendere respiri profondi per cercare di calmarmi e tornare da Blaise e Ginny senza destare nessun sospetto.
Ce l’avrei fatta, in qualche modo, senza sapere ancora come, ma ce l’avrei fatta. Fu continuandomi a ripere che sarebbe andato tutto bene che tornai a sedermi a fianco di Ginny, ancora intenta a fare il suo tema, e di fronte a Blaise che mi guardò incerto prima di riprendere un libro in mano. 


La cena in Sala Grande era appena finita. 
Fu difficile liberarsi di Neville, Luna, Ginny, che ormai sembrava volermi dimostrare in ogni modo che si era pentita di non aver preso subito le mie parti, e di Blaise che sembrava sempre più incuriosito dalla reazione alle sue parole riguardo al piano di Malfoy. 
Una volta tornata nella mia sala comune però, dove Blaise e Luna non potevano entrare e Ginny venne chiamata da alcune grifondoro del suo anno, dissi a Neville di aver lasciato un mio libro in Sala Grande e uscii veloce da lì. 
Una volta trovatami nel corridoio del settimo piano presi un profondo respiro e iniziai a dirigermi verso l’ufficio del preside, il coprifuoco ancora non era scattato quindi non mi curai di rendermi invisibile. 
Una volta arrivata davanti all’ufficio del preside mi ricordai che io la parola d’ordine proprio non la sapevo Così iniziai a dire qualsiasi cosa mi venisse in mente davanti a quel Gargoyle che sembrava guardarmi curioso. 
-Cioccorane?- chiesi sentendomi leggermente stupida ma poi –No, troppo scontato, giusto- 
Ci pensai meglio e –Bolle Bollenti allora, no neanche, Ananas canditi, no? Sicuro? Va bene, allora Bacchette di Liquirizia, Calderotti, Pallini acidi…- guardai contrariata il Gargoyle prima di sbattere un piede a terra e –Dai fammi entrare per la miseria!- dire a voce alta, ma lui non accennava a muoversi. 
Allora iniziai ad elencare tutti i dolci che mi passavano per la testa senza neanche prendere un respiro -Rospi alla menta, Piperille, Bolle bollenti, no l’ho già detti, Topoghiacci, Gelatine tutti i gusti più uno, Zuccotti di Zucca, Scarafaggi a groppolo, oppure…- ma con mia immensa sorpresa il Gargoyle si spostò. 
-Davvero?- dissi scuotendo la testa –Scarafaggi a groppolo?- come se lui potesse darmi conferma. 
Ma poi all’improvviso mi tornò in mente per quale motivo mi trovavo lì e senza esitare oltre salii veloce le scale. 
Bussai alla porta dell’ufficio e sentii la voce di Silente invitarmi ad entrare. Lui non parve sorpreso di vedermi, come se mi stesse aspettando, come se sapesse cosa ero venuta a dirgli. 
-Professore- dissi col fiatone –Malfoy… ce l’ha fatta, è pronto- lui annuì sereno e mi invitò a sedermi. 
Io lo feci e tornai a guardare il Preside che si riempì una tazza di thè e poi guardandomi disse –Ne vuoi?- io scossi la testa, perché era così calmo? Come faceva a sembrare sempre così tranquillo? 
Io ero in agitazione da ore mentre lui sembrava non aver capito cosa gli avessi appena detto. 
-Preside- presi quindi parola –Malfoy ha…-
-Ho capito Ester,- disse lui guardandomi e sorridendo appena –Malfoy è riuscito ad aggiustare l’armadio, c’era da aspettarselo dato che io stesso gli ho dato il mezzo per riuscirci- disse prima di sorseggiare il suo thé caldo. 
-E’ giunto il momento che tutti temevamo mia cara- disse poi lui sospirando –E temo di doverti dire delle cose prima di non averne più l’opportunità- 
Io lo guardai confusa e sentii un groppo alla gola, mi stava forse dicendo addio? Mi stava forse dicendo che non avrei più potuto contare sulle sue frasi senza senso che però alla fine, una volta capite, mi davano le risposte che mi servivano? 
No, non ero pronta. Il mondo non era pronto a perdere Albus Percival Wulfric Brian Silente, non ora che la guerra stava davvero iniziando. 
-Professore…- provai a parlare ma la mia voce uscì debole e spezzata. Sentii i miei occhi inumidirsi e strinsi le labbra per cercare in tutti i modi di trattenere le lacrime. 
-No Ester no- sussurrò il preside e appoggiò la sua mano sulla mia che era sulla sua cattedra –Non ce n’è bisogno, ho vissuto una vita talmente piena da poter dire di averne vissuto mille. Ho fatto i miei errori e ho anche cercato di rimediare. Ho avuto il tempo di vivere a pieno e l’unica cosa che posso dire ora è che aspetto la morte come una vecchia amica, in trepidante attesa di sapere quali nuove avventure mi riserva- 
Il suo discorso, che forse voleva tranquillizzarmi, mi buttò ancora più nell’angoscia. 
Cosa avrei fatto io senza la sua protezione? Che fine avrei fatto? A questo il vecchio preside proprio non ci pensava? 
-Ora dobbiamo parlare di cose serie- disse come se la sua morte non fosse un argomento fin troppo serio –Allora, come già sai ho passato quest’anno a far capire ad Haary delle cose su Voldemort, nonostante tu non debba sapere cosa nello specifico ho bisogno che tu faccia quell’incantesimo di localizzazione su di lui, o su Hermione o Ron, è di vitale importanza che tu sappia sempre dove si trovano, devi essere pronta ad intervenire nel caso in cui fossero in pericolo- 
Lo fissai e capii. Capii che il mio compito era quello di difendere Harry, solo quello, a costo della mia vita, e lo avrei fatto, ma la consapevolezza che Silente non si preoccupava minimamente di che orribile fine avrei potuto fare mi faceva male. Capii di essere una pedina della scacchiera, una di quelle sacrificabili. 
-Non è come pensi Ester- disse lui scuotendo sconsolato la testa –Ho pensato anche a te- disse come se mi avesse letto nella mente. 
-Se non tenessi a te ti avrei buttato nella gabbia dei leoni senza alcuna preparazione, eppure non l’ho fatto. Inoltre quando la guerra sarà finita e tu sarai viva, perché ne sono certo che sarà così, avrai due persone pronte a giurare davanti a tutto il mondo la tua innocenza- 
-Chi?- chiesi di getto senza riuscire a trattenermi 
-Non è importante chi, sappi solo che sono due persone sicure, persone di cui io mi fido, persone giuste che capiranno quale sarà il momento per farsi avanti e difenderti. Fidati di me Ester, ma soprattutto fidati di Severus. Sarà l’unico che potrà aiutarti quando io non ci sarò più- e poi abbassò lo sguardo e io di nuovo lottai per trattenere le mie lacrime. 
-Professore- sussurrai con voce tremante –Io mi fido di lei e farò di tutto per mantenere la parola data.- lui mi sorrise appena e –Non sottovalutarti mai mia cara Ester, mai- mi disse guardandomi negli occhi.
Lo fissai negli occhi, quegli occhi azzurri capaci di farti credere in tutto e quando sentii le lacrime iniziare a scivolare calde sulle mie guance uscii da quell’ufficio che iniziava a sembrarmi troppo piccolo e corsi verso una meta anche a me sconosciuta. 






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Capitolo 20
*** All These Things ***


All These Things 


Dalla conversazione che avevo avuto un paio di sere prima con Silente ogni cosa che facevo mi sembrava irripetibile. 
Iniziai persino ad apprezzare le lezioni di Ruf e le ore passate a fare i compiti, iniziai a chiudere gli occhi ogni volta che spiccavo il volo sulla mia scopa per assaporare quella sensazione di libertà che mi procurava, quel vento che mi scompigliava i capelli e quel silenzio che mi circondava fino a farmi immaginare di essere in un mondo parallelo, un mondo in cui non esisteva alcun Lord Voldemort, alcuna guerra, in cui io e i miei amici parlavamo ancora, un mondo che mi permetteva di vivere la mia adolescenza senza dovermi chiedere dove e quando sarei morta. 
L’unica cosa che mi permetteva di andare avanti era Fred, o almeno le sue continue lettere. Mi faceva ridere anche senza essere fisicamente accanto a me e col passare del tempo mi ero resa conto che staccarmi da lui sarebbe stato davvero difficile, ero davvero innamorata e forse non avrei mai potuto dirglielo. 
Ogni sera andavo a dormire stremata, a volte neanche mi addormentavo e allora decidevo di passeggiare per i corridoi del castello imprimendo nella mia mente ogni angolo e ogni dettaglio, ogni ricordo della mia Casa, della mia adolescenza ormai finita.
Ma ogni sera, prima di chiudere gli occhi mi facevo una promessa che non avevo intenzione di infrangere, li avrei salvati, li avrei fatti vivere tutti, loro lo meritavano, loro dovevano vivere, altrimenti la mia vita non avrebbe più avuto lo stesso valore. Ogni persona della mia vita corrispondeva a un colore, se anche solo uno di loro fosse morto io quel colore non lo avrei mai più rivisto e anche se uno solo non avrebbe più fatto parte della mia quotidianità la vista del mondo non sarebbe stato più la stessa.
Avrei preferito non parlare più con nessuno, rimanere sola per il resto della mia vita, ma saperli vivi da qualche parte del mondo, lontani ma vivi. 
Era pomeriggio e io avevo liquidato con delicatezza chiunque volesse starmi vicino, alcuni, Blaise e Ginny, si erano accorti che qualcosa non andava, ma li tranquillizzai usando la scusa dei troppi compiti e stress scolastico. 
Sapevo che Ginny aveva provato a parlare col trio delle meraviglie, come lo chiamava Blaise, ma non aveva ottenuto nessun risultato e io alla fine ne ero anche contenta.
Ora che il momento si stava avvicinando e che da un momento all’altro avrei dovuto fare cose apparentemente orribili non ci tenevo a riappacificarmi con loro, era meglio abituarsi definitivamente alla loro assenza. 
Senza accorgermene mi stavo dirigendo verso l’ufficio di Severus. Avevo già parlato con lui dopo il discorso con Silente e lui, vedendomi arrivare in lacrime nel suo ufficio mi aveva abbracciato, titubante, e mi aveva promesso che ce l’avremmo fatta, insieme. 
Ero grata a quell’uomo che fino ad un anno fa ritenevo un imbecille malvagio nasone unto, ero grata di averlo accanto. Non solo perché era un mago veramente capace, ma perché c’era e mi aveva promesso che sarebbe rimasto nonostante tutto, non mi avrebbe abbandonato, non sarebbe morto. 
E io, che proprio non volevo rimanere sola, ci avevo creduto, dovevo crederci, volevo. 
Una volta arrivata al suo ufficio bussai, ma non ricevetti risposta. Così, dopo essermi guardata intorno entrai. 
Il suo ufficio era deserto, tutto era in ordine ed io proprio non capivo dove potesse essere. 
All’improvviso sentii una strana sensazione sopraffarmi. 
Uscii dall’ufficio attenta a non farmi vedere da nessuno e richiusi la porta. 
Mi guardai intorno senza sapere cosa fare, c’era qualcosa che mi suggeriva che qualcosa stava succedendo, qualcosa di grave, ma non riuscivo a capire cosa. 
Così decisi di tornare in biblioteca dove sapevo che avrei trovato Blaise. Non mi andava di parlare, il ragazzo avrebbe capito che qualcosa mi stava logorando, ma non volevo neanche rimanere sola. 
Camminavo lenta e con la testa per aria quando qualcuno mi venne addosso. Sentii il tonfo dei libri che cadevano a terra e alzai lo sguardo seccata. 
Davanti a me vidi Blaise con l’aria terribilmente preoccupata che in fretta cercava di radunare le sue cose senza neanche rendersi conto di chi aveva davanti. 
Mi chinai ad aiutarlo e –Blaise cosa è successo?- chiesi confusa da tutta la sua fretta. 
Lui alzò lo sguardo e mi vide. Lo vidi iniziare a respirare più velocemente, preso dall’ansia e l’unica cosa che disse fu –Malfoy- e poi, dato che aveva finito di riprendere le sue cose, iniziò a correre. 
Io rimasi immobile per qualche secondo confusa e senza neanche pensare iniziai a corrergli dietro chiamandolo e chiedendogli, inutilmente, di aspettarmi. 
Ma cosa diamine stava succedendo? 
Quando si fermò mi resi conto di dove eravamo, l’Infermeria, lui entrò ed io col fiato corto cercavo di respirare e far arrivare l’aria ai miei polmoni. Mi guardai intorno, sapevo che non potevo entrare e fare visita a Malfoy, sarebbe stato davvero sospetto e inoltre dall’Infermeria provenivano diverse voci che non riuscii a riconoscere perché troppo basse. 
Quindi presi la mia bacchetta e mi resi invisibile prima di entrare. 
La prima cosa che vidi fu Severus che parlava fitto con Madama Chips che ogni tanto scuoteva incredula la testa, poi il mio sguardò si posò su Blaise che era rimasto in piedi vicino la porta, infine vidi una donna, con i capelli lunghi e biondi seduta accanto ad un letto, la riconobbi, Narcissa Black in Malfoy stava tenendo stretta la mano del figlio. Per ultimo guardai Malfoy, diverse parti del suo corpo erano avvolte da bende bianche e spesse, era più bianco del solito e sembrava avesse bisogno urgentemente di una trasfusione di sangue. 
La situazione sembrava davvero grave. 
Mi avvicinai a Blaise, ancora invisibile, e gli posai una mano sulla spalla cercando di fargli capire che c’ero. Lui aveva un colorito terribilmente tendente al verdognolo, e deglutì senza sapere cosa fare. 
Lo capivo, mi ero sentita allo stesso modo quando avevo visto Ron Weasley su uno di quei letti pochi mesi prima e anche molte altre volte, come quando Hermione era stata paralizzata dal Basilisco o quando Harry al terzo anno era caduto dalla scopa a causa dei Dissennatori. 
Sapevo bene cosa volesse dire avere un amico sdraiato su quei letti, sapevo la sensazione di dolore e smarrimento che si provava. 
Madama Chips all’improvviso uscì, forse diretta a preparare qualche pozione curativa, e Severus dopo essersi guardato intorno disse –Ester, ora puoi farti vedere- 
Senza tentennare mi tolsi l’incantesimo di dosso e vidi Narcissa fissarmi con gli occhi sbarrati, probabilmente sorpresa della mia presenta. 
-Severus…- sussurrai una volta vicina al mio professore e lontana da Blaise –Cosa è successo?- 
Lui mi guardò titubante e poi parlò. Mi raccontò di come aveva trovato Draco Malfoy steso a terra e sanguinante in un bagno, mi disse che fattura lo aveva colpito, una fattura inventata da lui, decisamente molto pericolosa. Una volta dettò ciò tacque, come avesse paura di proseguire, ma non c’era bisogno di dirmi chi fosse stato. 
Lo capii. 
Se era un suo incantesimo quello usato allora solo due persone in tutto il castello potevano esserne a conoscenza. Uno di loro era l’uomo che si trovava davanti a me e che non avrebbe mai osato ferire in quel modo il biondo Serpeverde e l’altro… l’altro era il ragazzo che io consideravo mio fratello, Harry James Potter. 

-Io lo ammazzo, giuro che se lo vedo io lo…-
-Tu non ucciderai proprio nessuno- lo zittii e mi guardai intorno temendo che qualcuno lo avesse sentito. 
Poi tornai a guardare il ragazzo che stava camminando avanti e indietro per l’infermeria da ormai mezz’ora. 
Narcissa era andata a parlare con Severus e Madama Chips era impegnata a preparare le pozioni che le aveva detto Severus quindi quando ero rimasta sola con Blaise e lui mi aveva chiesto cos’era successo gli avevo raccontato tutto. 
-Come fai ancora a difenderlo?- mi sbraitò lui –Dopo come si è comportato con te, dopo quello che ha fatto a Draco… Poteva morire!- 
Non lo avevo mai visto così, lui sempre perfetto e pacato ora era rosso dalla rabbia e gesticolava confusamente ogni volta che diceva qualcosa, o meglio, urlava qualcosa.
-Ascoltami bene Blaise Zabini- dissi puntandogli un dito contro –Malfoy- grazie a Severus che gli ha parato il culo –è vivo. Se tu ora dovessi fare qualcosa l’unico risultato che otterresti sarebbe metterti nei guai quindi ti consiglio, anzi, ti ordino di non fare assolutamente niente, altrimenti dovrai vedertela con me- 
-Io farei come vuole lei amico- sussurrò una voce debole. 
Entrambi ci girammo verso il letto in cui era sdraiato Malfoy. 
Sentii Blaise sospirare prima di andare al suo fianco e riempirlo di domande, rimproveri ed infine insulti.
Risi, sembravano una coppia di sposini. 
Malfoy rassicurò Blaise e incasso gli insulti senza fare una piega, capiva forse che non era il momento di fare il superiore, non col suo migliore amico. 
-Blaise- lo richiamò ad un certo punto Malfoy –Potresti lasciarmi un attimo solo con la Burke?- 
Zabini mi guardò e poi annuì, prima di uscire mi mise una mano sulla spalla e –Cerca di non farlo innervosire troppo- disse sorridendo debole. 
Quando sentii la porta dell’infermeria chiudersi vidi Malfoy aprire la bocca per parlarmi ma –Aspetta- lo anticipai 
Puntai la mia bacchetta contro la porta e –Muffiato- dissi prima di girarmi verso Malfoy e –Ora puoi parlare- dire. 
-Devo parlarti- sospirò il biondo
-Si grazie, questo lo avevo capito anche da sola- dissi seccata 
-Non posso parlartene ora- spiegò e io lo guardai confusa –Più che altro è una cosa che devo farti vedere- 
-Non capisco allora perché hai mandato via Blaise- dissi sincera
-Ah, ora vi chiamate anche per nome?- disse divertito lui 
-Non sono cose che ti interessano- risposi seccata, possibile che neanche sdraiato moribondo su un letto riuscisse ad essere meno irritante del solito?
-Ma tu non stavi con uno dei gemelli Weasley? Hai capito che c’è di meglio, molto meglio, al mondo?- ghignò
-Malfoy, giuro che se non la pianti finirò il lavoro iniziato da Potter e questa volta neanche Piton riuscirà a salvarti- soffiai puntandogli la bacchetta contro 
-Non oseresti- disse fissandomi negli occhi 
-Non sfidarmi- risposi sicura delle mie parole e poi, senza un perché, lui scoppiò a ridere. Ridere veramente. Di una di quelle risate piene e gioiose e io lo guardai preoccupata, aveva per caso subito un danno celebrale? 
-Scusa- disse lui continuando ancora a ridere –scusa- disse di nuovo prima di smettere di colpo di ridere e fissarmi intensamente negli occhi –Scusami Burke, scusami per essere stato un totale idiota per tutto l’anno e per gli insulti, le minacce che ti ho sempre fatto- 
Lo guardai e per un momento pensai davvero che avesse riportato qualche serio danno al cervello ma poi vidi che mi fissava serio, più serio che mai e capii. Capii che essere stato vicino alla morte per la prima volta nella sua vita gli aveva fatto rivalutare qualche cosa, capii che si pentiva di non aver accettato subito il mio aiuto. 
Lo guardai e annuii. Non pretendeva che il rapporto tra di noi diventasse improvvisamente rose e fiori, ma almeno aveva fatto un passo nella giusta direzione. 
-Allora Malfoy- dissi decisa a cambiare discorso –Mi vuoi dire cosa è successo?- 
Lui sospirò e –Stavo pensando a cosa dovremmo fare tra pochi giorni- un brivido mi attraversò –ero in un bagno e stavo cercando in qualsiasi modo di non farmi prendere dal panico, so che non sembra, ma sono davvero terrorizzato- disse lui guardandomi negli occhi per farmi capire che era sincero –E a un certo punto è arrivato Potter. Ha iniziato a dirmi che sapeva cosa volessi fare, che lui non me lo avrebbe permesso, che mi avrebbe ucciso piuttosto e io…- si bloccò incerto, probabilmente, se essere totalmente sincero o meno. Iniziò a torturarsi le mani e abbassò lo sguardo –stavo per scagliarli una maledizione cruciatus, neanche io so come, non ragionavo più, e poi lui mi ha colpito- 
Sospirai combattuta se uccidere Malfoy, uccidere Harry o magari ucciderli entrambi. 
-Ma devo dire che anche lui sembrava spaventato quando ho iniziato a sanguinare in modo assurdo, non so cosa si aspettasse che succedesse con quella fattura, ma di certo non si aspettava di rischiare di uccidermi- disse Malfoy in un sussurrò. 
Sbarrai gli occhi e sentii il peso che opprimeva il mio stomaco abbandonarmi. Harry, quello stupido del mio migliore amico, non voleva ucciderlo, almeno non si aspettava di farlo con quell’incantesimo. 
Guardai Malfoy, poi volsi il mio sguardo al grande orologio che era sopra la porta dell’Infermeria. Era ora di cena. 
-Vai a mangiare, tanto io non posso muovermi da qui- disse il biondo quasi divertito –E per favore fai mangiare anche Blaise- aggiunse.
Io annuii decisa e con un cenno della mano lo salutai, mi voltai e uscii da lì. 


Una volta arrivati in Sala Grande io e Blaise andammo in due direzioni diverse. Lui decise di raggiungere i suoi compagni di Casa per informarli sulla condizione di Malfoy mentre io raggiunsi Ginny e Neville che erano intenti a parlare tra di loro. 
Mi abbandonai sulla panca convinta di poter finalmente assaporare un po’ di pace, ma purtroppo le mie aspettative vennero deluse.
-Ester non puoi capire cos’è successo!- esclamò agitata Ginny 
Mi girai verso di lei mentre mentalmente maledicevo Merlino, Morgana e i quattro fondatori di Hogwarts. 
-Harry ha attaccato Malfoy, stava per ucciderlo, Piton è arrivato, ha salvato giusto in tempo Malfoy e ora il furetto è in infermeria- dissi quasi annoiata facendole capire che sì, sapevo cos’era successo. 
Lei mi guardò sorpresa e quindi –Ero con Blaise prima- spiegai e lei annuì appena 
-Ma non è successo solo questo- disse la piccola Ginny –Piton, quel nasone dai capelli unti, ha messo in punizione Harry fino alla fine della scuola- mi spiegò
-Poteva andare anche peggio dopotutto- dissi alzando le spalle 
-Non hai capito!- mi rispose lei contrariata –E’ in punizione per tutte le domeniche fino alla fine dell’anno, tutte le domeniche- scandì bene 
Io lo guardai confusa, cosa voleva farmi capire esattamente? Ma poi capii e la forchetta che avevo in mano cadde rumorosamente sul piatto e –Ma tra due settimane, domenica, abbiamo la partita!- esclamai a voce alta.
Alcuni Grifondoro si girarono verso di me e alcuni annuirono comprensivi. La coppa delle case era persa. 
-Ci sei arrivata finalmente!- disse Ginny tutta impettita 
-Siamo nella cacca di drago fino al collo- sospirò Neville e io non potei far altro che concordare. Non potevamo di certo vincere la partita senza cercatore. 
-Mhmh- una finta tosse i fece girare di scatto e davanti a me trovai una austera Minerva McGranitt che mi guardava dall’alto. 
-Sono certa che è stata informata del problema della squadra- iniziò a parlare e io annuii confusa –Bene, dato che Potter non potrà essere presente alla partita la nomino Capitano provvisorio della squadra di Quidditch- disse per poi porgermi una spilla dorata con incisa sopra una luminosa “C”.
Appena la professoressa si voltò e iniziò a camminare verso il tavolo dei professori sentii Ginny emettere un verso simile ad uno squittio e Neville sussurrare un –Per tutte le mutande di Merlino…-
Io li guardai ancora incapace di metabolizzare la notizia ma vidi entrambi sorridermi raggianti. 
-Devo riorganizzare la squadra e poi dobbiamo fare molti più allenamenti di prima e rivedere gli schemi da usare contro i Corvonero. Dobbiamo fare una riunione e… Per Morgana non ho tempo per tutto questo!- iniziai a parlare a vanvera come spesso mi capitava di fare quando ero nervosa
Sentii la mano di Ginny sulla mia spalla, probabilmente cercava di farmi calmare. Mi girai di scatto verso di lei e –Tu sarai la Cercatrice, lo hai fatto anche l’anno scorso quando la Umbridge aveva espulso Harry e i gemelli dalla squadra. Però chi posso mettere come Cacciatrice al tuo posto?-
Vidi Ginny strabuzzare gli ochhi e –Io? Cercatrice?- chiedere confusa 
-Ovvio- risposi –E’ un ruolo troppo importante per poter rischiare e scegliere qualcuno che non conosco e non è già in confidenza con la squadra, mentre di Cacciatori ne abbiamo tre, quindi se anche uno dovesse fare schifo pazienza- spiegai rapidamente 
Poi ragionai e –Dean ha sostituito Katie quando non poteva giocare, quindi lui sarà il cacciatore che ci serve. Devo dirglielo subito, sai dov’è?- chiesi a Neville e Ginny che mi guardavano divertiti. 
-Ora tu ti calmi, mangi, ti distrai e dopo, in Sala Comune parlerai con tutta la squadra- disse la piccola Weasley che cercava di farmi stare tranquilla 
-Giusto- concordò Neville –E mettiti la spilla, io vorrei farlo sapere a tutti di essere il Capitano della squadra di Grifondoro- disse lui facendomi l’occhiolino 
Aprii il pugno in cui avevo chiuso la spilla e la guardai per qualche secondo incerta se appuntarla alla camicia o meno. 
Poi decisi che sì, anche io volevo farlo sapere a tutti di essere il Capitano, anche se provvisorio, così davanti a occhiate curiose del tavolo della mia Casata mi appuntai la spilla e quasi mi venne da ridere quando, per caso, intravidi l’espressione sgomenta di Ron che mi fissava con tanto d’occhi la spilla. 

Il sole iniziava a calare e io ero circondata dai componenti della squadra di Grifondoro e spiegavo loro il perché avessi la spilla di capitano. 
Katie, Ginny, Dean… 
-Ginny – la chiamai all’improvviso 
-Che succede?- mi chiese lei 
-Ho dimenticato di… Tuo fratello, gli potresti chiedere di venire un attimo- dissi per poi lanciare uno sguardo a Ron, Hermione ed Harry che erano seduti sul divano a parlare tra loro.
-Oh si certo- disse prima di andare verso di lui. 
Li vidi parlare, vidi la piccola Weasley diventare paonazza e serrare i pugni prima di afferrare il fratello per il braccio e trascinarlo con la forza verso di noi. 
-Bene, ecco ora che siamo tutti vi spiegherò cosa faremo- sentii Ron sbuffare ma lo ignorai –Harry è fuori gioco, abbiamo bisogno di un Cercatore- iniziai –Ho già deciso chi sarà, Ginny Weasley. L’ho scelta perché ha già giocato in quel ruolo. A sostituire Ginny nel ruolo di Cacciatore ci sarà Dean, va bene?- chiesi guardando il ragazzo che mi sorrideva felice e annuiva vigorosamente. 
-Gli allenamenti diventeranno quattro alla settimana. Sì, so che siamo a fine anno e che siamo tutti sommersi dai compiti ma dobbiamo vincere- dissi risoluta –Gli allenamenti saranno dalle cinque alle sette e mezza, dobbiamo mettere in atto nuovi schemi e sorprendere i Corvonero. Domani la voce che Harry non giocherà si spargerà per tutto il castello, i Corvonero saranno sicuri di poter vincere e i Serpeverde, sicuri di avere la coppa in mano, vi infastidiranno. Non voglio vedere nessuno di voi cadere nelle loro trappole, non ho bisogno di avere altri componenti in punizione. Fate finta di non sentirli e tirate dritto- 
-Disse l’amicona delle serpi- sentii borbottare Ron e vidi Ginny rifilargli una gomitata ben assestata nello stomaco che lo fece imprecare sotto voce. 
-Io mi occuperò degli schemi per i battitori, Ginny dovrai concentrarti sul modulo di gioco di Cho Chang e trovare i suoi punti deboli per sfruttarli al meglio, sappiamo che i Corvi amano lanciare dall’alto, quindi R… Weasley ti allenerai principalmente su quel tipo di parata e infine i Cacciatori cambieranno il loro modulo, dobbiamo sorprenderli e giocare in un modo in cui non si aspettano- dissi guardando di volta in volta le persone a cui mi riferivo ad eccezione di Ron che a sua volta era incredibilmente interessato dalle sue scarpe dato che non alzava gli occhi da esse. 
-Il primo allenamento sarà domani, vi voglio riposati, tutti quanti, quindi non fate le ore piccole per nessuna ragione- dissi e tutti annuirono –Perfetto, grazie mille per la vostra collaborazione- e sorrisi raggiante. 
Era andata bene dopotutto. 


L’allenamento era stato un vero e proprio disastro. 
Il mio compagno battitore sembrava aver perso tutta la sua mira, Ron non era riuscito a parare neanche una pluffa, Ginny, anche se si impegnava davvero tanto, essendo ormai abituata al ruolo di Cacciatore, sembrava non riuscire a prendere neanche mezzo boccino. Gli unici a funzionare erano i Cacciatori e furono gli unici ad attenuare la mia disperazione. 
Stavo tornando al castello per ultima, stanca e sporca dopo gli allenamenti. Camminavo lentamente per i corridoi del Castello mentre pensavo ad un modo per risolvere i problemi della squadra quando all’improvviso andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. 
-Porco Merlino guarda dove vai! Cos’è vai in giro con gli occhi chiusi per paura di incontrare un Basilisco brutto idiota?- dissi senza guardare la persona in questione mentre cercavo di rialzarmi e di non badare al dolore che proveniva dal mio fondoschiena che aveva appena avuto un incontro poco delicato col duro pavimento del castello. 
-Ah, quanto mi sono mancati i tuoi insulti- disse il destinatario delle mie imprecazioni.
Alzai lo sguardo sbalordita e –Fred!- urlai prima di gettarmi tra le sue braccia e stringerlo forte mentre lui mi sollevava da terra per farci fare un piroetta su noi stessi. 
-Cosa ci fai qui? Come sei entrato? Devi nasconderti se ti trovano sei nei guai- iniziai a parlare a raffica mentre lui mi sorrideva divertito 
-Si, mi sei mancata tanto anche tu Esty- e io storsi il naso a quell’orribile soprannome 
Mi guardai intorno furtiva e –Non puoi farti vedere in giro, andiamo- dissi afferrandogli una mano e iniziando a trascinarlo in giro per il castello verso una meta molto chiara. 
Una volta arrivati davanti alla Stanza Delle Necessità camminai veloce davanti al muro spoglio per tre volte e apparve la porta. Entrai e Fred mi seguì veloce. 
Era una grande stanza con un letto matrimoniale al centro, Fred appena lo notò mi fece un sorriso malandrino che io ignorai bellamente, poi un camino con un divanetto davanti e una seconda porta che portava chissà dove. 
Fred si sedette sul divano e mi fece segno di avvicinarmi. In quel momento però mi ricordai in quale condizioni ero: indossavo ancora la divisa da Quidditch e questa era sporca di fango, i miei capelli erano malamente legati una cipolla alta da cui però fuggivano varie ciocche e quel poco di trucco che indossavo, sicuramente, si era sciolto o rovinato. 
-Io… ehm... dovrei farmi una doccia- dissi incerta. 
Lo vidi sorridermi e –Vuoi una mano?- chiese con una finta aria innocente 
Lo incenerii con lo sguardo e –No grazie ce la faccio benissimo anche da sola, aspettami qui- poi mi diressi verso la misteriosa porta e quando la aprii con mia enorme gioia mi apparve davanti un’enorme bagno, simile a quello dei Prefetti, con una vasca da bagno già riempita d’acqua di di sapone.  Ringraziai Merlino per quel dono. 
Entrai e chiusi la porta alle mie spalle, mi tolsi quei vestiti ormai sporchi da far schifo e mi slegai i capelli. Con lentezza mi infilai nella vasca e constatai che era esattamente della temperatura che avrei voluto, calda ma non troppo.
Mi sdraiai e chiusi gli occhi per godermi di quel momento di relax totale. 
Iniziai a giocare con le bolle di sapone che si levavano dalla vasca e sentii il mio cervello svuotarsi da ogni pensiero, sensazione più unica che rara per me, e ne fui felice. 
Dopo quelli che a me parvero solo pochi minuti però sentii uno strano rumore mi girai verso la porta , non ricordavo se l’avessi chiusa a chiave o meno. La porta però era chiusa quindi tornai a rilassarmi con gli occhi chiusi. 
-pensavo fossi annegata- disse ad un certo punto una voce alle mie spalle. 
Sobbalzai. Pessima mossa, e velocemente iniziai a radunare più schiuma possibile sul mio corpo completamente nudo. 
-Fred! Chiudi gli occhi immediatamente! Perché diavolo sei entrato? Porca Morgana!- iniziai a urlare isterica 
-E’ più di mezz’ora che sei qui dentro, pensavo fosse successo qualcosa- spiegò lui alzando le spalle ma senza accennare a voler voltarsi o chiudere gli occhi e –Tranquilla non si vede niente- disse convinto di rassicurarmi ma riuscì solo a farmi arrossire ancora di più. 
-Esci fuori immediatamente!- urlai isterica
Lui rise divertito prima di voltarsi e uscire e permettere al mio cuore di riprendere a battere nella norma. 
Dopo poco, sicura che se avessi aspettato troppo quell'idiota sarebbe rientrato senza farsi troppi scupoli, uscii dalla vasca facendo attenzione a non scivolare. 
Mi guardai intorno e mi resi conto di non avere niente con cui asciugarmi o coprirmi, di certo non potevo rimettere la divisa sporca. 
Nello stesso instante in cui avevo formulato quel pensiero un asciugamano e degli indumenti apparveto vicino a me. 
Ringraziai mentalmente quella meravigliosa stanza e una volta asciutta mi rivestii, legai i capelli ancora bagnati e uscii dal bagno. 
Trovai Fred sdraiato sul letto che mangiava della cioccolata, alzò lo sguardo e mi sorrise, sentii il mio cuore scaldarsi e ricambiai il suo sorriso prima di sedermi vicino a lui. 
Tirò fuori una barretta di cioccolata di Mielandia e -Vuoi?- chiese porgendomela, come se io avessi mai rifiutato della cioccolata. 
La scartai e iniziai a mangiare nel silenzio che sapeva di pace e tranquillità. 
Mi girai a guardare Fred e per la prima volta dopo troppo tempo mi sentii bene, bene davvero. Fu in quel momento che mi resi conto di quanto importante fosse diventato per me, quando pensavo a lui lo collegavo al benessere, alla sicurezza, a casa.  Fu in quel preciso momento, quando lui si girò curioso verso di me resosi conto che lo stavo fissando e io non abbassai lo sguardo che mi resi conto di amarlo. Amarlo davvero. 
Fu in quel momento che mi resi conto anche di non volerlo perdere, non volevo allontanarmi da lui, sentivo che se lui se ne fosse andato, se mi avesse dimenticato o sostituito io mi sarei sentita persa. 
Se c'era una persona che non ero pronta a lasciare andare era proprio lui, era sempre stato lui. 
Fin da piccolissima lui c'era sempre stato. La nostra nostra non era un'amicizia come quella che avevo con Harry, neanche lontanamente, ma lui c'era sempre, con le sue battute, i suoi scherzi, la sua protezione. Per me era sempre stato un porto sicuro, più di chiunque altro. 
-Ester- mi richiamò dai miei pensieri e io annuii appena per fargli capire che lo stavo ascoltando -Stai bene? E' successo qualcosa?- mi chiese e nella sua voce sentii un pizzico di preoccupazione. 
No Fred non sto bene proprio per niente -Si sto bene- e mi sforzai di sorridere
-Lo sai che...- e si concentro come a voler trovare le parole giuste da dire -Lo sai che io sono qui per te- disse guardandomi dritto negli occhi quasi a voler penetrarmi nella mente e leggere i miei pensieri.
-E io che pensavo che fossi qui per trovare una delle tue tante ammiratrici- provai a scherzare ma lui rimase serio
-Senti- disse lui mettendosi a sedere dritto davanti a me -So che c'è qualcosa che mi stai nascondendo, lo sento- disse posandosi una mano all'altezza del cuore -Voglio solo che tu sappia che quando ne vorrai parlare io sarò un buon ascoltatore- 
Posai la mia mano sulla sua e per la prima volta fui tentata di sputare fuori tutto, di raccontargli in che gran casino mi fossi cacciata e che ora non potevo più tornare indietro. Volevo giurare di non essere una dei cattivi prima che fosse troppo tardi per farmi credere da chiunque, volevo giurargli che lo stavo facendo anche per lui. Forse a questo punto lo facevo soprattutto per lui. 
Guardai la mia mano sulla sua e poi alzai di nuovo lo sguardo e puntai i miei occhi nei suoi e -Ti amo- sussurrai quasi senza rendermene conto. Quel sentimento che cercavo di celare per paura di metterlo in pericolo, mi stava investendo come un'onda inarrestabile, una marea che mi stava investendo e faceva quasi male. 
Capii che anche se avevo avuto relazioni prima di stare con lui quel sentimento non lo avevo mai provato e avevo quasi paura. Era nuovo, meraviglioso e terribile insieme. 
Sentii gli occhi pizzicarmi appena ma riuscii a impedirmi di piangere. 
Non volevo stare senza di lui, non potevo. 
-Ti amo anche io- sussurrò Fred sicuro -Ti amo da troppo, di amo troppo, talmente tanto che quando non sono con te mi fa quasi male il cuore, ma ti amo, come non ho mai amato nessuno- disse senza spostare i suoi occhi dai miei -Ti amo- disse di nuovo prima di avvicinare il suo viso al mio e posare le sue labbra. 
Portai le mie mani alle sue spalle e lo feci avvicinare a me, avevo bisogno di sentirlo vicino, di saperlo lì con me. 
Fu un bacio lento, uno diquelli che ti fanno scoppiare il cuore, uno di quelli che valgono più di qualsiasi discorso strappalacrime. Cercai di fargli capire in quel bacio quanto lo amassi, quanto avessi paura di perderlo, quanto avevo bisogno di lui. 
Separai le mie labbra dalle sue -Non dimenticarlo mai- sussurrai a un centimentro dalle sue labbra 
-Mai- rispose lui prima di ricominciare a baciarmi, più sicuro, più possessivo, come se volesse farmi capire con quanta forza avrebbe ricordato le mie parole. 
Mi ritrovai sdraiata sotto di lui, neanche io seppi come, ma non mi dispiaceva, per niente proprio. 
Sentirlo sopra di me, così vicino, i suoi gomiti puntati sul materasso per non pesarmi, come se volsse creare una barriera tra me e il mondo, come se volesse proteggermi. 
Ma non era pronta a fare quel passo, non perchè non mi fidassi di lui, ma perchè sapevo che da lì a poco per il mondo sarei diventata una cattiva, anche per lui.
Sentii le sue labbra smettere di baciare le mie e scendere piano verso il mio collo. 
Il mio cervello smise di pensare per alcuni secondi e sospirai mentre sentii il mio corpo fremere. Iniziò a baciare il mio collo e poi lo morse delicatamente mentre sentii le sue mani inifilarsi sotto la maglietta che indossavo. 
-Fred...- lo chiamai in un attimo di lucidità, ma lui non parve sentirmi -Fred- lo chiamai ancora. 
Lui si staccò immediatamente da me come se si fosse risvegliato da un sogno all'improvviso e mi fisso per un attimo prima di -Lo so- dire comprensivo -Lo so, scusa- 
Gli passai una mano tra i capelli come a fargli capire che non doveva scusarsi, non aveva fatto niente di male e sorrisi e lo vidi ricambiare incerto. 
-Puoi...- iniziò a parlare ma poi scosse la testa 
-Posso cosa?- chiesi spingendolo a parlare
-Puoi rimanere con me qui stanotte?- chiese abbassando un attimo lo sguardo -Solo per dormire- chiarì -Ho bisogno di stare con te- 
-Fred- lo richiamai per poterlo guardare negli occhi -Non avevo intenzione di andare da nessuna altra parte- lo rassicurai prima di farlo sdraiare accanto a me e posare le testa sul suo petto.
Mi circondò con le braccia e dopo poco sentii il suo respiro farsi pesante, si era addormentato. 
Piano cercai di afferrare la mia bacchetta che prima avevo posato sul comodino vicino al letto, la puntai contro di lui e -Semper inveniet*- sussurrai l'incantesimo di localizzazione permanente. 
La riposai al suo posto e poi mi accoccolai a lui, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare nel mondo di Morfeo. 


*Incantsimo palesemente inventato da me. Si tratta di un incantesimo che ti permette di olocalizzare la posizione di una persona finchè la stessa persona che l'ha lanciato non lo scioglie. 


SALVE GENTEEEE

Allora si sono in ritardo ma questo capitolo tremendamente lungo spero possa aiutarvi a perdonarmi. 
Il mio computer si era rotto (di nuovo) e rurri i capitoli che avevo scritto, ero arrivata all'epilogo piango, sono andati persi quindi ora mi tocca riscrivere tutto e ho pochissimo tempo a disposizione (Ho iniziato l'università IUPPI')
Allora, succedono davvero TROPPE cose in questo capitolo,ma cosa ne pensate voi?
L'utilità dell'incantesimo e la modalità si rivelerà in futuro, per ora ricordatevi solo che esiste, grazie. 
Poi ovviamente la faccenda del Capitano provvisorio è inventata ma mi piaceva inserire u pizzico di normalità in un intreccio assurdo. 
E POI I MIEI BELLISSIMI FRED E ESTER, PIANGO. 

Alla prossima belli! 
(Che credo purtoppo sarà tra circa un mese, I'm sorry) 

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Capitolo 21
*** Who Run the World? ( Gryffindor ) ***


Who Run the World? ( Gryffindor )


Era passata poco più di una settimana dall'aggressione di Malfoy da parte di Harry e lui era appena stato dimesso.
Zabini mi teneva aggiornata sul suo stato di salute fisica e mentale dato che io per ovvi motivi non potevo andarlo a trovare di persona, non che mi dispiacesse troppo sinceramente.
Una parte di me aveva iniziato quasi a rivalutare Malfoy, a considerarlo come un umano e non semplicemente come uno stronzo egocentrico, ma un'altra parte di me mi urlava incessantemente di non fidarmi, di non abbassare mai la guardia.
Dopotutto sei anni di litigi, battute, insulti non erano facili da superare, senza considerare che sì, apparentemente eravamo dalla stessa parte, ma in verità non potevamo essere in posizioni più diverse.
In più ancora non mi aveva spiegato cosa avrebbe fatto con quell'armadio, certo avevo le mie teorie, alcune più possibili e altre frutto della mia imminente pazzia totale, ma se mi avesse detto cosa sarebbe successo mi sarei sentita leggermente meglio.
Nel frattempo anche Severus cercava, invano, di far sputare il rospo al Furetto Supremo, ma lui continuava a scappare e a ostinarsi a rimanere nel silenzio più assoluto.
Mi trovavo in Sala Comune e cercavo, anche se con scarsi risultati, di finire il compito per Difesa Contro le Arti Oscure. La mia mente ogni volta deviava dalle pagine del libro e finiva a pensare a Fred, o a Harry, a Hermione, Ron, Malfoy, Zabini. Insomma a tutto tranne che a quel dannato compito.
Era notte fonda, il coprifuoco era scattato da minimo un paio d'ore, ma la mia mente non voleva saperne di smettere di pensare o di concentrarsi su qualcosa di diverso dalle possibili e probabili complicazioni che avrei affrontato a breve.
Sobbalzai quando sentii il ritratto aprirsi e, senza saperne realmente il motivo, afferrai veloce la bacchetta e mi resi invisibile.
-Non capisco cosa c'è che non ti torna- era la voce di Ron che arrivava bassa alle mie orecchie, probabilmente sussurrava per non svegliare persone indesiderate alla conversazione, ovvero chiunque a parte i due che stavano con lui, Harry ed Hermione.
-Ester avrebbe fatto di tutto per spiegarsi e tornare a parlarci- rispose Harry prima di buttarsi di peso sul camino
-Ma non lo ha fatto- puntualizzò Hermione prima di sedersi al suo fianco e tirare un sospiro -Non capisco perchè si ostini a parlare con Zabini-
-Forse perchè noi la abbiamo accusata di chissà cosa e le abbiamo detto di non voler più avere a che fare con noi? Voi cosa avreste fatto al suo posto?- chiese ironicamente Harry -So solo che mi manca la mia migliore amica e vorrei capire cosa la sta tormentando, perchè lo sento che c'è qualcosa che non va- lanciò uno guardo a Hermione e -ma so bene che non farebbe mai male neanche ad una mosca- puntualizzò
-Ok, mettiamo caso che non ci stia nascondendo niente di grave, perchè non ce ne ha mai parlato allora?- chiese Ron
Vidi Harry alzare gli occhi al cielo -Come se fosse una di quelle persone che parla facilmente dei suoi problemi. Lo sapete anche voi che cerca sempre di risolvere la situazione da sola per non pesare su nessuno. L'unico problema è che non credo ci stia riuscendo questa volta-
-Già, ti ricordi quando l'abbiamo trovata nel Parco al terzo anno perchè credeva di aver visto un lupo mannaro?- disse ridacchiando Ron
-Aveva ragione però- convenne Hermione -E' dopo quella vicenda che ho iniziato ad indagare su Remus- sospirò
-Il punto è che mi manca e mi sembra così stupida tutta questa situazione- sussurrò Harry –In più sono preoccupato per lei, c’è qualcosa di strano in tutta questa storia- sospirò affranto
-Spero solo che non sia davvero qualcosa di grave, ho paura che si sia cacciata in qualcosa di più grande di quello che immaginiamo- confessò Hermione
-Non essere melodrammatica come sempre, sarà qualcosa di banale e prima della fine dell’anno saremo di nuovo tutti insieme- la rassicurò Ron.
Chiusi gli occhi e mi concentrai per evitare di far accelerare il mio respiro. Come vorrei che, anche solo per una volta nella sua vita, Ron avesse ragione.
Mi avvicinai silenziosa al trio, mossa poco saggia sicuramente e quasi sobbalzai quando vidi Harry girarsi intorno confuso.
Lo vidi avvicinarsi al tavolo dove pochi minuti prima stavo studiando e prendere il mano le mie cose.
-Ester ha dimenticato le sue cose- disse agli altri due
-Dà qui, le porto in dormitorio- si offrì Hermione prima di prendere libri e pergamene e metterle nella sua borsa
-Vorrei solo essere certo che sta bene e non è in pericolo, se così fosse starei meglio- disse Harry sconsolato.
Mi si strinse il cuore quando vidi l’espressione preoccupata di Harry. Nonostante la litigata, le incomprensioni e il non parlarci da ormai mesi il suo affetto per me era sempre lo stesso.
Sapere che lui si preoccupava con me esattamente come io mi preoccupavo per lui mi fece sentire protetta, anche se solo nelle intenzioni, e non abbandonata a me stessa.
Certamente l’orgoglio che caratterizzava entrambi non ci avrebbe permesso un chiarimento a breve termine, ma anche se non fossi stata orgogliosa almeno quanto lui non avrei certo cercato di parlargli, non ora che il Momento si stava avvicinando.
Non avrei mai potuto avvicinarmi a lui per poi spezzargli di nuovo il cuore.
-Ora pensa a fare quello che ti dice Silente Harry, poi avremo tutto il tempo del mondo per chiarire con Ester- disse Hermione prima di abbracciarlo.
Grazie Hermione, grazie per essere al suo fianco, grazie perché so che tu ci sarai quando crederà di avermi perso.
 
 
 
-Sei nervosa?- mi chiese un sorridente Neville la domenica mattina dell’ultima partita di Quidditch.
Lo guardai truce prima di allontanare bruscamente il piatto che avevo inutilmente riempito di cibo.
-No Neville non lo vedi che sono la reincarnazione della calma?- risposi ironica
-Oh sento aria di ironia pungente- commentò Ginny prima di sedersi al mio fianco –Buongiorno anche a te Ester. Neville ignorala, quando è agitata diventa più acida del solito-
-Io non sono mai acida- protestai indispettita
-No hai ragione, sei dolce quando uno yogurt scaduto da almeno un anno- disse Ginny prima di sorridermi –Dai Ester abbiamo buone probabilità di vittoria- cercò di tranquillizzarmi lei.
Non aveva tutti i torti, eravamo migliorati dal primo disastroso allenamento di ormai due settimane fa, ma non potevo comunque starmene calma, io ero il Capitano della squadra. Un Capitano nuovo che aveva sostituito il grande Harry Potter. Se avessimo perso nessuno mi avrebbe risparmiato dall’accusarmi di esserne la responsabile e in più, alla luce della mia ormai pubblica amicizia con Blaise, i miei compagni di casa sarebbero stati capaci di accusarmi di essere dalla parte del “nemico” come già alcuni stavano provando a dire da una settimana. Inutile dire che quando due ragazzi ebbero il coraggio di dirmelo in faccia Ginny li aveva amorevolmente spediti in infermeria con una Fattura Orcovolante.
-Lo sai Ginny che la parte più importante è la tua vero?- le chiesi
Lei ghignò e –Tu pensa solo a non farmi arrivare nessun bolide in faccia e ti assicuro che il boccino sarà mio- disse sicura
-Lo spero per te- risposi e –Non vorrai farti battere ancora da Cho Chang no?- ghignai
-Cosa vuol dire “di nuovo”?- chiese guardandomi confusa
-Beh diciamo che- abbassai il tono della voce e mi avvicinai a lei in modo tale che nessun altro potesse sentirmi –sul piano sentimentale è arrivata prima lei, giusto?-
Ginny mi guardò per qualche secondo smarrita e poi vidi la sua espressione accendersi di colpo. Si girò verso il tavolo dei Corvonero e –Puoi giurarci che non mi farò battere di nuovo- sussurrò rabbiosa
-Perfetto! Ora andiamo al campo- esclamai battendo le mani prima di alzarmi dal tavolo.
 
 
Volavo senza sosta per raggiungere i bolidi prima che quest’ultimi raggiungessero i miei compagni di squadra.
La partita era appena iniziata eppure i ritmi erano subito diventati intensi. I battitori di corvonero avevono entrambi corporature robuste e una forza nelle braccia che di certo superavano la mia, ma la loro mira, quella faceva davvero schifo.
Dopo aver diretto un bolide verso il portiere dei corvi lanciai uno sguardo verso le tribune e notai che oltre ai Corvonero pullulavano di Serpeverde. Vidi un cacciatore avvicinarsi alla nostra porta e subito i verde-argento iniziarono ad intonare il solito coro contro Ron.
Volai verso i miei compagni di casa che occupavano le tribune opposte e –Allora, fatevi sentire!- li incitai sperando di svegliarli e farli supportare la nostra squadra. Ottenni il risultato sperato, iniziarono a cantare anche loro il coro ideato dai Serpeverde, ma le parole invece di denigrare Ron lo esaltavano.
Ma fu un attimo perché il pubblico si zittì di colpo, mi girai confusa e vidi Ginny e Chang volare fianco a fianco, entrambe con la mano tesa.
Il boccino! Avevano avvistato il boccino!
Vidi un battitore Corvonero cercare di abbattere la mia cercatrice ma fortunatamente la mancò di variati metri.
Volai veloce per raggiungere il bolide da lui lanciato e lanciarlo verso colui che aveva intenzione di mettere fuori gioco Ginny. La mia mira fu impeccabile. Presi il resto della sua scopa e lo vidi perdere quota mentre dagli spalti dei Grifondoro si levò un boato per la mia azione vincente.
L’entusiasmo però durò poco perché i Corvonero segnarono un altro punto.
 Dai Ginny, so che ce la puoi fare prendi subito quel dannatissimo boccino! Subito!
 Vidi entrambe iniziare una discesa rapida verso il terreno, sempre più veloce, pregai con tutta me stessa di non vedere Ginny schiantarsi contro la terra che però iniziava ad essere davvero vicina alle due ragazze.
Nessuna delle due accennava a voler rallentare, ero già pronta a vederle entrambe con la faccia spiaccicata a terra quando Chang fece una virata all’improvviso e smise di precipitare mentre Ginny continuava imperterrita il suo inseguimento del boccino.
L’intero stadio si era zittito e fissava in ansia quella scena.
Quando mancavano davvero pochissimi metri allo schianto vidi Ginny allungarsi sulla scopa senza però riuscire ad afferrare il boccino.
Era ormai a un paio di metri da terra quando lasciò la sua presa sulla scopa e si tuffò col braccio teso verso quel qualcosa che dalla mia distanza neanche si vedeva più.
La vidi atterrare malamente per terra e subito obbligai la mia scopa a raggiungerla di corsa.
Pensai stesse piangendo per il dolore quando la raggiunsi, ancora non si era alzata. Dopo pochissimi secondi arrivai a terra e scesi dalla scopa per poi buttarmi vicino a lei preoccupata.
Alzò lo sguardo e vidi i suoi occhi arrossati e –Ginny che ti sei fatta? Cosa ti sei rotta? Cosa ti fa male?-
Lei mi guardò confusa per qualche secondo prima di scoppiare a ridere, alzò prima il braccio e poi si mise in piedi fiera.
Mi guardò sorridendo prima di –Abbiamo vinto!- urlare per poi aprire la mano e mostrare agli spalti il boccino d’oro che tenera stretto in mano.
 
 
La festa che era iniziata dopo la nostra vittoria ormai aveva raggiunto il suo apice.
Non c’era persona senza un bicchiere in mano, la musica era arrivata a livelli insuperabili, che poi chi aveva trovato il modo per mettere della musica non lo sapevo proprio, i cori dei Grifondoro riecheggiavano sicuramente per tutto il castello, eppure nessuno era ancora venuto ad intimarci di smetterla, come non avrebbe fatto neanche la severa Minerva McGranitt che sicuramente stava ballando nel suo ufficio per la felicità.
La Coppa stava passando di mano in mano, tutti volevano ammirarla da vicino e alzarla gloriosamente in aria.
La Sala Comune era talmente piena che si faceva fatica anche solo a muovere un braccio senza schiaffeggiare involontariamente qualcuno, cosa che avevo appurato personalmente dopo aver quasi fatto un occhio nero ad un povero primino. Questo anche perchè ad occuparla non eravamo solo noi Grifondoro ma molti Tassorosso si erano uniti ai festeggiamente contenti di non vedere la Coppa in mano ai Corvonero, o peggio ai Serpeverde.
-A Ron Weasley- urlò qualcuno in mezzo alla folla prima di alzare in aria il bicchiere -Al nostro re!- e tutti bevemmo.
-A Ginny- urlò qualcun altro e la piccola Weasley che era affianco a me si mosse a disagio -Che ha fatto piangere, di nuovo, la Chang- e risi prima di bere ancora.
-A Ester!- urlò allora Ginny rompenpendomi quasi il timpano -Al nostro capitano che ci ha condotti alla vittoria- la incenerii con lo sguardo ma lei mi sorrise compiaciuta come se l'avessi appena ringraziata. Forse anche lei non ci era andata piano con l'alcool.
-A Ester- urlarono tutti in coro e io balbettai qualche ringraziamento imbarazzato a chi era vicino a me e mi batteva delle pacche sulla schiena e svuotai definitivamente l'ennesimo bicchiere di qualcunque cosa ci fosse dentro quelle bottiglie non ben definite.
Decisi di andarmelo a riempire e, dopo variate sgomitate sia ricevute che date e diversi tacchi che mi avevano quasi conficcato il piede, raggiunsi il tavolo degli alcolici.
Quando vidi chi stava ballando sopra il tavolo degli alcolici rischiando di far cadere tutte le bottiglie e quindi sprecare tutto quel bene inestimabile rimasi a bocca per circa un minuto mentre battevo gli occhi più volte per capire se fossi irrimediabilmente sbronza o se lo fosse la persona che ora si stava sbottonando la camicia come se avesse intenzione di iniziare un qualche spogliarello.
-Neville!- urlai una volta ripresa dallo shock iniziale quando ormai la sua camicia era più sbottonata che abbottonata e la cravatta era legata alla testa e non al collo –Cosa stai facendo? Scendi immediatamente-
Lui abbassò lo sguardo su di me e sembrò non capire subito chi fossi per poi –Oh Ester!- esclamare –Vuoi venire con me a ballare? C’è ancora posto qui sopra- disse sorridendo
Mi sbattei una mano in fronte prima di –Dannazione sei proprio ubriaco marcio- urlare per sovrastare il volume della musica che nel frattempo si era alzato ancora.
-Cosa?- chiese lui –No l’alcool non è finito- disse scuotendo velocemente la testa e poi sbarellare pericolosamente
-Neville scendi prima di far finire le tue chiappe sul pavimento- urlai ancora. Se avessi continuato così la mattina dopo mi sarei ritrovata con la stessa voce della Umbridge.
-Ma cosa dici? E’ ovvio che non ci sono Schioppodi sul pavimento!- disse lui prima di ridere –Dannazione sei proprio ubriaca!-
-Si certo io sono ubriaca vero?- borbottai contrariata guardandolo di sottecchi e offesa mentre continuava imperterrito a ridere. Lo vidi perdere di nuovo l’equilibrio e mi affrettai a prendere la bacchetta dalla mia tasca e –Immobilus- urlare poco prima che cadesse dal tavolo.
Poi, un po’ perché forse anche io ero un po’ brilla o forse perché mi divertiva lasciarlo così per un po’, lo lasciai a mo’ di statua sul tavolo mentre mi riempivo il terzo, o forse quarto, bicchiere e tornavo senza poche difficoltà ad occupare la poltrona vicino a Ginny che vedendomi col bicchiere sorrise divertita.
Proprio mentre stavo portando il bicchiere alla bocca il ritratto si spostò, la gente piombò in un religioso silenzio e la musica venne spenta immediatamente.
Quando però in Sala Comune non si affacciò nessun professore ma anzi fece il suo ingresso Harry Potter tutti sospirammo sollevati e lo guardammo divertiti per la sua espressione confusa.
-Ehm… Allora… N-noi abbiamo vinto?- chiese balbettando non poco con un’espressione da ebete perfetta.
Mi girai verso Ginny che lo stava fissando a bocca aperta. Non riuscii bene a decifrare la sua espressione, ma sperai ardentemente che non la avessi anche io quando guardavo Fred perché sarebe stato alquanto imbarazzante.
La rossa si girò verso di me come a chiedere “ma davvero sono innamorata persa di quel cretino?” io alzai le spalle e le sorrisi complice.
La vidi alzarsi di colpo per poi risedersi altrettanto velocemente sotto lo sguardo confuso di Harry e di un paio di centinai di persone. La vidi inspirare come a trovare coraggio, cosa che avrebbe sicuramente trovato dato l’alcool che aveva in circolazione, per poi alzarsi di nuovo dalla poltrona e fare un passo incerto verso il Prescelto, poi un altro e poi iniziare a correre. Gli si fiondò letteralmente addosso e dopo lo stupore iniziale Harry la strinse a sé a si chinò per arrivare alla sua altezza, o bassezza in effetti, e iniziare a baciarla sotto lo sguardo di tutti.
Inutile dirlo che tutti, inclusa me, scoppiammo in urla di gioia e applausi spassionati per quella coppia che si era finalmente formata.
 
 
La prima cosa che percepii una volta svegliata fu un micidiale dolore alla testa, la seconda fu un disgustoso retrogusto di alcool che ancora avevo in bocca dalla sera prima, la terza fu qualcosa che mi stava perforando la schiena.
Mi rigirai nel letto ancora con gli occhi chiusi e sbadigliai.
Aprii piano un occhio e subito il mio campo visivo fu invaso da, troppi, raggi di sole accecanti. Lo richiusi in fretta emettendo uno strano suono con la bocca che sembrava vagamente ad un mugolio e un’imprecazione insieme.
-Cioè ma ti rendi conto!- entrò sbraitando qualcuno in camera per poi essere tanto gentile da sbattere rumorosamente la porta –Cioè stato tutta la serata con lei- continuò a starnazzare con una voce tremendamente acuta.
La mia testa rischiò davvero di scoppiare e emisi un debole lamento per fare presente la mia posizione a chiunque fosse quella gallina starnazzante.
-Cioè- disse per l’ennesima volta e la mia voglia di avadakedrizzare qualcuno si alzò a dismisura –Non ha neanche notato che stavo apertamente con Dean! Cioè…-
-Ma basta per le mutande di Merlino!- esclamai stufa per poi alzarmi di scatto dal letto, pessima scelta davvero, per vedere chi fosse la Gallina.
Quando riuscii a mettere a fuoco la figura di Lavanda, che mi guardava orripilata, e Calì non mi stupii troppo di averla soprannominata Gallina.
-Fattelo dire Ester, hai un aspetto davvero orribile- disse, finalmente abbassando il tono della voce, Lavanda guardandomi schifata. La trucidai con lo sguardo prima di girarmi e mettere di corsa a posto il letto e scoprire che l’oggetto che aveva rischiato di perforarmi la schiena era niente di meno che la mia scopa. Non mi ricordavo proprio di averla portata in stanza e neanche di averla portata a letto in realtà.
Sbuffai rumorosamente quando la testa ricominciò a fami male, più di prima. Afferrai un paio di vestiti puliti e mi rinchiusi in bagno.
Una volta lavata, pettinata e essere almeno diventata presentabile con vestiti puliti addosso, che consistevano in un paio di jeans neri e maglioncino leggero grigio dato che il quel giorno non ci sarebbe stata nessuna lezione, afferrai un paio di occhiali da sole e uscii dalla stanza lasciandola a disposizione delle due gallinette e molto lentamente scesi in sala Comune.
An ogni passo sembrava che qualcuno mi picchiasse in testa e avevo talmente tanta fame che mi sarei mangiata anche un Ippogrifo intero.
Arrivai incolume in Sala Grande e mi feci un applauso interiore per aver compiuto quell’impresa.
Mi sedetti al mio tavolo, doveva essere abbastanza tardi dato che la Sala era quasi deserta, e sperai di non dover intavolare una conversazione con nessuno. Mi riempii la tazza di caffè e riempii il mio piatto con due abbondanti fette di torta al cioccolato prima di iniziare a mangiare in religioso silenzio.
Dato che ormai era appurato che Merlino, Morgana e compagnia bella mi detestassero non feci neanche in tempo ad iniziare la mia seconda fetta di torta che qualcuno si lasciò cadere poco delicatamete al mio fianco prima di dire, o meglio urlare, nel mio orecchio un allegro –Buongiorno-.
-Zabini, giuro su tutti i miei antenati che se non abbassi immediatamente il tono di voce protre non rispondere delle mie azioni e tu potresti ritrovarti appeso per le mutande su qualche torre non definita del Castello- sibilai fulminandolo con lo sguardo.
-Oh Oh- disse lui divertito ma evidentemente anche intimorito dato che abbassò notevolmente la voce –qui qualcuna ha i postumi di una gloriosa sbornia- osservò.
-Menomale che ci sei tu Zabini, da sola non lo avrei mai capito- dissi ironica prima di versarmi altro caffè.
Lui ridacchiò e –Così abete fatto baldoria ieri eh?- chiese sospettoso
-Hai presente i musi lunghi che avevano i tuoi compagni di casa ieri?- chiesi e lui annuì –Ecco noi su quei musi ci abbiamo ballato, bevuto e riso- dissi beffarda.
Lui mi guardò offeso per qualche secondo per poi ghignare e –Beh se è così allora la pozione Post-Sbornia me la tengo solo per me- girai di scatto la testa verso di lui, brutta idea, proprio brutta, e lo guardai supplichevole.
-Zabini…- sussurrai e poi –Blaise- mi corressi subito –Non puoi farmi questo, non puoi negarmi il tuo aiuto proprio ora che ne ho un immenso bisogno-
-Ma sai ora che ci penso… Sì posso benissimo farlo- mi guardò divertito lui mentre io mi massaggiavo la testa ancora troppo dolorante –Però non voglio farlo- concluse sorridendomi
-Blaise ti giuro che farò tutto quello che vuoi da ora in poi- dissi quando lo vidi versare in un bicchiere una fiala di pozione prima di berla ingorda.
Pochi secondi dopo sentii la pressione che avevo alla testa diminuire fino a sparire e le finne smisero di affliggermi immediatamente. Altro che l’aspirina dei babbani, questa pozione faceva davvero miracoli.
-Ormai lo hai detto quindi non potrai tirarti indietro quando sarò io a chiederti un favore- chiarì Blaise
-Parola di Grifondoro- biascicai senza dargli troppo peso e agitando in aria la mano per minimizzare la cosa
-Sarebbe la prima volta che mi fido di un Grifondoro, la vita è piena di sorprese- rise –Dopotutto fino a pochi mesi fa non avresti mai bevuto una mia pozione e mi avresti accusato di volerti avvelenare-
Annuii perché dopotutto era vero e –Non mi hai avvelenato vero?- chiesi scherzando solo per metà
-E perché mai dovrei farlo?- disse divertito lui
-Ah non lo so, voi Serpeverde siete troppo contorti da capire. Noi siamo più limpidi. Facciamo quello che diciamo e diciamo quello che facciamo- spiegai alzando le spalle.
Lui alzò gli occhi al cielo esasperato, io ignorai lui e tornai a mangiare la mia seconda fetta di torta.
Ovviamente era una cosa impossibile riuscire a fare colazione in pace col mondo perché dopotutto il mondo ce l’aveva con me, quindi all’improvviso un Gufo planò verso di me atterrando con le sue graziose ma sudice zampe esattamente nel mio piatto.
Dopo un attimo di confusione iniziai a slacciare la lettera da una delle sue zampe e nel frattempo borbottare imprecazioni sotto lo sguardo divertito di Blaise.
Appena la lettera fu tra le mie mani il gufo volò via, non riuscii a non ridere per l’imitazione che mi stava facendo Blaise ma a quando aprii la lettera il sorriso mi morì immediatamente.
Mai avrei pensato che così poche parole potessero gettarmi in un così grande terrore.
 
E’ tutto pronto, dobbiamo solo decidere come e quando.
D.M.
Beh almeno le iniziali erano quantomeno azzeccate, era proprio una notizia Di Merda.


ANGOLO DELLA RITARDATARIA 

Salve gente!
Si sono in ritardo, si questo è un capitolo di passaggio, si lo so che vorreste uccidermi. Ora passiamo ad altro. 
Credo che questo sia tipo il terzultimo capitolo prima della fine dell'anno e quindi della prima parte (perchè ormai dovreste aver capito che ci sarà un'altra storia corrispondente al settimo libro) di questa serie.
Mi è piaciuto davvero scrivere questo capitolo così leggero, soprattutto la parte di Neville Ubriaco, scusate ma io lo adoro, e per questo ho dovuto far finire la tranquillità con l'ultima parte (ZAN ZAN),  
Ora passo ai ringraziamenti che sono i soliti, grazie a chi segue, la storia e la aggiunge tra le seguite/preferite/da ricordare e soprattutto grazie a Blablebau  per aver recensito lo scorso capitolo!
Ricordate che se decidete di recensire io GIURO SOLENNEMENTE DI NON AVERE INTENZIONE DI SBRANARVI. 

Alla prossima, che spero sarà prima del previsto,
Lunatica. 

 

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Capitolo 22
*** One Last Time ***


One Last Time 


Appena la lettera fu tra le mie mani il gufo volò via, non riuscii a non ridere per l’imitazione che mi stava facendo Blaise ma a quando aprii la lettera il sorriso mi morì immediatamente.

Mai avrei pensato che così poche parole potessero gettarmi in un così grande terrore.
 
E’ tutto pronto, dobbiamo solo decidere come e quando.
D.M.
 
 
Rimasi per qualche secondo imbambolata a fissare nulla di preciso finché sentii la mano di Blaise sulla mia spalla scuotermi appena.
Mi girai di scatto verso di lui con gli occhi sbarrati. Ne ero certa, in quel momento sembravo una pazza, forse allo stesso livello di Bellatrix.
-Ester che hai?- percepii preoccupazione nella sua voce, non riuscii a capire se per me o se avesse intuito qualcosa, ma non ci badai troppo.
-I…Io devo andare- riuscii a dire tra i balbettii e con una voce tremante.
Scattai in piedi, quasi inciampando e quindi rischiare di finire con la faccia schiacciata a terra, e prima che potesse anche solo pensare di fermarmi corsi fuori dalla Sala Grande.
Iniziai a salire le scale di corsa, più velocemente di quanto mi immaginassi di poter fare, e dato che ero troppo concentrata sulla meta da raggiungere non mi accorsi neanche di aver preso a spallate più di un paio di persone.
Iniziai a scusarmi a raffica con chiunque mentre però non arrestavo la mia corsa.
Arrivai col fiatone al settimo piano e mi bloccai là dove sapevo che si nascondeva la porta della Stanza Delle Necessità.
Inspirai lentamente, un po’ per riprendere fiato e calmare i battiti del mio cuore e un po’ per cercare di rimettere la maschera di indifferenza che sapevo di dover indossare per affrontare quella notizia.
Iniziai a camminare lentamente davanti a quel muro pensando intensamente al posto in cui si nascondono le cose. Camminavo e ad ogni passo facevo un respiro profondo, eppure il battito del mio cuore non osava rallentare e io capii che non era la corsa a farlo battere così velocemente, era la paura.
Paura.
Quel sentimento che avevo cercato di reprimere e nascondere in un angolo lontano e non definito del mio cervello era appena esploso e mi stava inondando dalla testa ai piedi senza permettermi di ragionare obbiettivamente.
Paura.
Perché stava arrivando il momento tanto atteso e temuto e io non ero pronta, ma forse non lo sarei mai stata, e non potevo permettermi di crollare e perdere il controllo proprio in quel momento tanto delicato. Un passo falso e mi avrebbero ucciso.
Paura.
Con quella nuova consapevolezza entrai velocemente nella Stanza Delle Necessità per poi chiudermela alle spalle con la paura di essere seguita.
Mi girai intorno alla ricerca dell’oggetto incriminato e della persona, che ne ero certa, mi stava aspettando paziente.
-Sono qui- dissi sicura cercando di palesare la mia presenza e far in modo che si facesse trovare senza dover girare tutta la stanza.
Lo vidi affacciarsi da dietro una pila di calderoni traballanti. Quando mi vide mi sorrise, non ghignò sorrise e io inarcai le sopracciglia ma mi imposi di non dire niente, almeno non ora.
Mi fece segno di seguirlo e così feci.
Quando giunse davanti all’armadio si sedette per terra e io lo imitai, mi girai titubante verso di lui e lo vidi fissare l’armadio con espressione neutra.
Rimanemmo così, in silenzio e senza fare niente per un po’ finché lui scoppiò in una risata, una risata senza felicità, che faceva quasi timore.
-Ce l’ho fatta- iniziò a sussurrare continuando a ridere –Ce l’ho fatta- ripeteva quasi in modo incredulo e si portò le mani sul viso.
Vederlo in quello stato mi mise ansia, non sembrava felice, sembrava solo sollevato, come se si fosse appena tolto un enorme peso, come se non avesse mai creduto in se stesso e temeva di fallire e di subirne le conseguenze fin dall’inizio.
Si girò a guardarmi e vidi i suoi occhi arrossati, i suoi capelli solitamente in perfetto ordine che gli erano finiti sulla fronte davanti gli occhi e sembravano sfidare la gravità. Non sorrideva, non ghignava, ma i suoi occhi erano spalancati mentre ripeteva per l’ennesima volta di avercela fatta.
-Malfoy…- cercai di interrompere quella cantilena che continuava a ripetere e che mi stava facendo letteralmente facendo impazzire.
Ma lui non smise e iniziò a dondolarsi avanti e indietro ricordandomi in modo inquietante la sua cara zia Bellatrix in uno dei suoi non rari momenti di follia pura.
Mi avvicinai gattonando verso di lui e lo chiamai ancora, lo vidi alzare gli occhi verso di me, sgranati e rossi, e iniziò a respirare in modo veloce e irregolare, come se avesse appena finito di correre e stesse cercando di riprendere fiato.
Senza neanche pensare arrivai a pochi centimetri da lui, alzai una mano in aria e velocemente la abbassai verso la sua guancia destra producendo un rumore sordo e lasciandola di un rosso acceso, rosso che contrastava in modo quasi comico con la sua pelle di novello Biancaneve. Sembrò risvegliarsi e mi guardò indignato, arrabbiato, offeso e oltraggiato.
-Stavi avendo un attacco di panico- dissi a mo’ di spiegazione quando capii che lui invece non aveva intenzione alcuna di parlare. Mi guardò intensamente, forse stava cercando di capire se lo stessi prendendo in giro o meno. -Mi pare di aver letto da qualche parte una volta che in questi casi si deve prendere di sorpresa la persona, con un bacio o un pugno- continuai a parlare senza però ottenere alcun segno che le mie parole fossero davvero ascoltate -e visto che sto ancora cercando di eliminare per sempre l'immagine di noi due che ci baciamo non ci tenevo a ripetere l'esperienza- conclusi.
Le mie parole furono seguite da un lungo e pesante silenzio, dire che ero confusa era poco, dire che lui era strano era un vero e proprio eufemismo.
Lo vidi alzarsi incerto e girarsi intorno perso, sembrava stesse cercando qualcosa, forse neanche lui sapeva cosa esattamente e mai come prima in quel momento Malfoy mi sembrò fragile, perso senza un qualcosa a cui appoggiarsi, senza un valore in cui avere fede, o più semplicemente senza se stesso.
Non aveva più la sua solita espressione di superiorità, la sua pelle, fatta eccezione per la guancia ancora visibilmente arrossata, era più pallida del solito, era di un bianco quasi spaventoso, notai, forse perché per la prima volta lo stavo guardando e non solo vedendo, che la divisa cadeva sul suo corpo in modo disordinato, come se fosse di una taglia più grande del dovuto. Le sue spalle erano curve e sembrava portare un peso addosso. Il suo viso aveva gli zigomi più accentuati del normale.
Malfoy non stava bene.
 -Non voglio- il suo sussurro appena udibile mi destò dai miei pensieri. Non stava parlando con me, fissava un punto non ben definito alle mie spalle. Mi alzai e feci per avvicinarmi quando -Non voglio!- urlò.
Feci un salto all'indietro intimorita da quel cambiamento repentino prima di riprendermi e tornare davanti a lui. Gli posai una mano sulla spalla e lui finalmente tornò a guardarmi. Nei suoi occhi lessi un solo sentimento: paura.
-Malfoy cos'è che non vuoi fare?- chiesi pur sapendo a cosa si stesse riferendo -Non voglio uccidere Silente- disse in un sussurro come se temesse di essere sentito da qualcun altro oltre che da me, come se anche solo dirlo equivalesse all'atto stesso.
Era la prima volta che me lo diceva, forse era anche la prima volta che lo diceva ad alta voce.
-E’ questo che devo fare Burke, devo uccidere il mago più potente del secolo- disse fissandomi dritto negli occhi
-Non è possibile- mi finsi meravigliata –Devi aver capito male, il Signore Oscuro non può averti davvero dato un compito del genere, nemmeno lui è riuscito a sconfiggerlo…-
-E’ proprio questo il punto!- urlò lui –Non capisci?- e io scossi la testa –Lui vuole vedermi fallire, come ha fatto mio padre lo scorso anno, così potrà punire me, lui e anche mia madre. Lui si aspetta di vedermi fallire, forse morirò nell’intento di uccidere Silente e se non morirò ma lui sarà ancora vivo allora sarà il Signore Oscuro ad uccidermi- disse mentre i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime che lui cercava di non far uscire –Sono un condannato a morte- sussurrò.
-Malfoy, non sei un condannato a morte, non lo sei- dissi mettendogli entrambe le mie mani sulle sue spalle
-E chi lo fermerà Burke? Tu per caso?- chiese sarcastico
-No- risposi –Non posso fermare il volere del Signore Oscuro, ma ti aiuterò a uccidere Silente.- dissi con voce tremante –Perché Malfoy, se tu sei un condannato a morte allora vuol dire che lo sono anche io- spiegai –Se tu fallisci lui mi giudicherà colpevole per non averti aiutato abbastanza, ma io sinceramente non ho nessuna intenzione di morire a diciassette anni. Quindi non morirai, perché io non voglio morire.-
Lui mi guardò confuso, non capiva, ma io avevo capito.
Se Malfoy era un condannato e il Signore Senza Naso mi aveva ordinato di aiutarlo allora aveva condannato anche me.
Non era un premio aiutare il Furetto, non stava cercando di mettere la mia fiducia alla prova, stava cercando di farmi fuori.
-Ora Malfoy mi racconterai tutto del tuo piano, tutto, e così salverò entrambi da una fine precoce e infinitamente dolorosa- gli ordinai.
Così lui mi raccontò tutto, di come aveva già cercato invano di uccidere Albus Silenete ferendo e rischiando di uccidere diversi innocenti tra cui, come già sapevo, Ron Weasley.
Andò avanti raccontando di come riparare quell’armadio era stata la sua ossessione per mesi, di come quell’armadio era stata la sua ultima speranza, di quando stava per rinunciare e come grazie al libro che gli avevo dato aveva ripreso a dedicare corpo e anima in quel progetto.
-Malfoy, sono contenta che tu voglia finalmente parlarmi di queste cose- lo bloccai –Ma ora l’unica cosa che voglio realmente sapere è a che diavolo ti serve questo dannatissimo armadio!-
-Oh..- lui mi guardò –Pensavo fosse ovvio- disse
-No, non lo è per niente! Potresti illuminarmi?- iniziava a farmi innervosire e il mio tono era tutto tranne che calmo
-Con questo armadio avremo la nostra scorta- disse –Grazie a loro io potrò fare quello che devo- deglutì –mentre loro mi coprono le spalle-
-Sei sicuro che funzioni?- chiesi cercando di non far tremare la mia voce
-Ne sono sicurissimo, dobbiamo solo decidere quando mettere in atto il piano- disse
-Dobbiamo?- quel plurale mi aveva sollevato, voleva dire che aveva accettato di includermi nel suo piano
-Tu devi salvare me così io non muoio e non muori neanche tu giusto?- annuii –Allora mi sembra il minimo non buttarmi da solo nella gabbia dei leoni. In più avere qualcuno come te mi aiuterebbe non poco-
-Stai dicendo che ti fidi di me Malfoy?- dissi ghignando per alleggerire la situazione
-Dico che se proprio devo farmi aiutare meglio avere accanto qualcuno che deve tenermi in vita per non morire- chiarì lui duro ma poi si morse il labbro come se stesse pensando se dire qualcosa o meno –e poi…- continuò –tu sei sicuramente più capace di me nei combattimenti- ammise
-Non ci credo- dissi portandomi le mani sul petto –Mi hai appena fatto un complimento?-
Lui alzò gli occhi al cielo e io non potei far a meno di ridere –Non montanti la testa Burke, ho detto che sei migliore di me, ma per poco-
-Certo Malfoy, se vuoi vivere nelle tue illusioni non sarò certo io a farti affrontare la dura realtà- dissi prima di alzarmi –Ora se permetti devo sbrigare un paio di faccende prima di pararti il fondoschiena mentre cerchi di uccidere Silente- la mia voce si incrinò appena alla fine della frase e lui mi guardò curioso –quindi quando sarà fatto?- chiesi cercando di riprendere contegno
-Sabato- disse solo ma continuava a fissarmi curioso
-E sabato sia allora, un’ora dopo il coprifuoco ci troviamo qui davanti- conclusi prima di voltarmi verso la porta della stanza e uscire.
 
 
 
-Severus devi ascoltarmi!- urlai e lui mi guardò stranito prima di lanciare veloce un muffiato sulla stanza
-Ester ho capito quello che mi hai detto e ti posso assicurare che non corri nessun rischio- rispose con la sua solita e irritante calma
-Stai scherzando spero!- la mia voce probabilmente aveva raggiunto decibel udibili solo ai cani –Malfoy non lo ucciderà mai, non è un assassino, per quanto si sia dato da fare per dimostrare il contrario durante tutto l’anno, e se lui non lo uccide Voldemort ucciderà me-
-Non pronunciare quel nome- sibilò lui e io alzai gli occhi al cielo esasperata
-La paura del nome non fa che aumentare la paura per la cosa stessa- dissi sicura –Ma comunque ti sta sfuggendo il punto della questione, sono fregata Severus-
-Ester ora siediti e smettila di urlare- sbuffò lui e io dopo un attimo di incertezza mi sedetti di fronte a lui –Secondo te potrei mai permettere di farti uccidere?-
-Non puoi opporti a Vold.. il Signore Pallido- mi corressi e lui ridacchiò appena
-Vero, ma devi fidarti di me. Ti fidi vero?- chiese guardandomi negli occhi
-Certo che mi fido- sbuffai –Anche se non mi fidassi davvero non avrei altra scelta. Devo fidarmi giusto?-
-Giusto- confermò
-Ma tu non mi dirai quello che hai intenzione di fare vero?- chiesi
-Vero- annuì prima di alzarsi dalla sedia e –Ma tu fidati-
-Sei l’unica persona di cui mi fido realmente Severus. Se non mi fidassi nemmeno di te potrei impazzire seriamente- confessai prima di alzarmi a mia volta.
Ero sicura che lui non avrebbe permesso di uccidermi, ma nonostante questo sapevo anche la sua posizione era delicata quanto la mia.
Tra le fila del pazzo c’erano persone che ancora non si fidavano di Severus, confusi dal comportamento che aveva avuto negli anni in cui Voldemort era ritenuto morto.
Nonostante ciò però sembrava che Voldemort si fidasse davvero di lui, per questo aveva accettato mio padre e me tra i suoi seguaci, perché il professore aveva garantito per noi.
Avrei voluto dirgli altro, che avevo paura, che forse non ero pronta, che avevo una brutta sensazione sulla faccenda, ma non potevo.
Non che lui mi avrebbe giudicato o messa a tacere con indifferenza, ma perché anche lui aveva paura.  Si vedeva chiaramente dal suo sguardo spento.
-Stasera andrò a parlare con Silente- disse lui in un sussurro –Se devi dirmi qualcosa sai dove trovarmi-
-Va bene Severus- dissi annuendo appena prima di girarmi e uscire da quell’aula che sembrava volermi soffocare
-Ester,- mi richiamò lui appena ebbi aperto la porta –Mi raccomando stai attenta, non fare l’eroina della situazione-
-Lo sai che non è una cosa che decido di fare, mi viene naturale- risposi ridacchiando
-Sono serio, non fare di testa tua- mi ammonì
-Parola di Serpeverde!- esclamai convinta
-Ma sei una Grifondoro- esclamò luì confuso
-Appunto- concordai prima di uscire di corsa dal suo ufficio per paura di essere seriamente schiantata.
 
 
 
Venerdì mattina mi svegliai con la consapevolezza che quel giorno avrei affrontato per l’ultima volta le lezioni e subito mi si chiuse la bocca dello stomaco.
All’improvviso niente mi sembrò più come prima. Era come se quel castello fosse ormai lontano chilometri e come se la vita che avevo fatto fino all’anno prima, una vota da quasi normale adolescente, appartenesse ad un’altra persona, come se niente di quello che ero stata mi appartenesse più.
Non avevo più i miei amici, mio padre non rispondeva da mesi alle mie lettere, mia madre pur sapendo che avevo una missione da parte di Silente non aveva idea che da lì a poche ore sarei diventata ai suoi occhi, e a quelli di tutto il mondo magico, una schifosa Mangiamorte che aveva aiutato Draco Malfoy ad uccidere l’unico e inimitabile Albus Silente, colui che permetteva ancora al mondo intero di vivere in un’apparente bolla di sicurezza.
Presto tutti coloro che conoscevo, coloro con cui avevo passato la mia intera vita mi avrebbero considerata una traditrice e questo era un pensiero che non potevo sopportare.
Pensai a Molly e Arthur che mi avevano accudita e vista crescere come una figlia, a tutti i Weasley che mi consideravano da sempre una Weasley quanto loro che semplicemente non aveva i capelli rossi, pensai a Fred che presto avrebbe pensato di amare una persona che meritava tutto tranne che amore, pensai a Harry e al nostro primo incontro in cui avevo abilmente sorvolato chi fosse facendolo sentire un bambino di undici anni qualsiasi perché se lo meritava, pensai a Hermione che aveva trovato in me una persona con parlare ininterrottamente di Storia di Hogwarts senza dover sopportare sbuffi e lamenti e una ragazza che rispondeva alle sue domande con pazienza, pensai a Neville a alla disperazione che aveva quel primo anno sul treno perché aveva perso il suo rospo.
Pensai a tutti e seppi che niente non sarebbe più tornato come prima.
Chiusi gli occhi prima di sospirare e decidermi a scendere dal letto per prepararmi a quella giornata.
Quando arrivai in Sala Grande mi fermai all’ingresso e mi presi qualche attimo per ammirare tutta quella bellezza che avevo sempre dato per scontato, chissà quando l’avrei rivista, chissà se l’avrei rivista.
Entrai e mi sedetti in un angolo del mio tavolo prima di iniziare a fare colazione in silenzio.
Vidi una ragazza di Tassorosso discutere animatamente con un ragazzo prima di sorridergli e baciarlo, un ragazzo a Corvonero leggeva indisturbato il suo libro prima che un suo amico glielo rubasse dalle mani e lo mettesse sotto di lui, una ragazza di Serpeverde cercava di attirare inutilmente l’attenzione di Zabini che continuava a guardarsi intorno sovrappensiero fino a quando i nostri sguardi si incrociarono.
Lo vidi sollevare appena il calice e sorridermi, lo guardai fisso e alzai il calice a mia volta, senza sorridere però, sperai che capisse.
Sperai che almeno lui non pensasse male di me, sperai di fargli capire che la nostra amicizia non era stata solo un’illusione o un ponte per arrivare a Malfoy, sperai che lui riuscisse a capirmi visto che solo lui mi era stato davvero vicino in quei mesi, sperai che mi avesse capito abbastanza in quel periodo da non credere alle apparenze, almeno lui.
Dopo non aver mangiato niente, mi ero infatti limitata a bere del caffè, mi alzai dal tavolo, vidi Ginny sbracciarsi e invitarmi a raggiungerla. Scossi la testa e la salutai sbrigativa prima di camminare, quasi correre, via da quella Sala che mai come in quel momento mi sembrava piena di desideri e sogni e frivolezze e semplicità che io ormai non avevo più da troppo tempo.
Mi incamminai velocemente verso l’aula di Difesa anche se ero in largo vantaggio e quando mancava poco sentii delle voci nei pressi dell’aula.
Le riconobbi immediatamente, dopotutto appartenevano a tre persone che conoscevo da troppo tempo, e mi nascosi velocemente dietro ad una statua per poi rendermi invisibile, tanto per essere sicura di non farmi scoprire.
-E’ domani, Silente mi ha chiamato per dirmelo- stava sussurrando Mister Saetta per poi guardarsi intorno per essere sicuro che non ci fosse nessun altro
-Domani?- disse sorpresa Hermione aumentando così solo la mia confusione.
Cosa diamine succedeva domani? Oltre ovviamente un tentato assassinio in cui ero fantasticamente coinvolta.
-Si, crede di aver trovato un altro Horcrux e ha detto che mi porterà con lui. C’è un problema però- e abbassò ancora di più la voce –Ho una brutta sensazione-
-Harry tu hai sempre brutte sensazioni- sbuffò Ron e alzò gli occhi al cielo esasperato
-Ron ho solo paura che possa succedere qualcosa a voi, Silente non sarà qui e sappiamo tutti che la più grande protezione che ha questo castello è proprio lui-
-Ma non è la prima volta che si assenta Harry e non è mai successo niente- gli fece notare Hermione paziente
-Lo so, ma voglio comunque prendere delle precauzioni. Dobbiamo parlare con alcuni del vecchio esercito di Silente, Ginny, Neville Luna… Più persone possibili. Controlleremo noi Hogwarts domani, o meglio, voi la controllerete-
Trattenni il respiro ed emisi un verso simile ad uno squittio. I tre si girarono intorno confusi e impauriti.
-Cos’è stato?- chiese Hermione con gli occhi sbarrati per poi –C’è qualcuno?- chiedere.
Ma certo Hermione, se qualcuno vi sta spiando sicuramente se tu glielo chiedi in modo gentile lui si farà avanti ammettendo di aver sentito la vostra conversazione di nascosto, pensai sarcastica.
-Ma cosa lo chiedi a fare?- la guardò Ron confuso. Incredibile, dieci punti a Grifondoro –Sarà stato un topo, o un gatto al massimo- come non detto!
-Non sembrava un topo- disse Harry confuso continuando a guardarsi intorno
-Magari era Mirtilla Malcontenta- disse allora Ron
-Lasciamo stare, dobbiamo andare a lezione- sorvolò Harry prima di iniziare ad incamminarsi verso l’aula.
Rimasi ferma qualche istante giusto il tempo per digerire la conversazione che avevo appena sentito.
Persone, miei amici, sarebbero state di guardia nel Castello domani sera mentre io e Malfoy dovevamo fare entrare almeno una decina di Mangiamorte.
Merlino ma cosa ti ho fatto di male per meritarmi la tua ira?
All’improvviso vidi una testa platinata avvicinarsi sempre di più in compagnia di Pansy Parkinson che parlava senza neanche prendere respiro e Theodore Nott che annuiva annoiato.
Con un passo silenzioso mi avvicinai al trio serpeverde fino a essere alle spalle di Malfoy.
Gli toccai appena la spalla e lo vidi saltare sul posto come se gli avessi appena lanciato contro un incantesimo Tarantallegra per poi girarsi intorno smarrito.
-Che hai Draco?- chiese confusa Pansy e io picchiettai ancora con la mano sulla sua spalla
-Io…Ecco… Io mi sono dimenticato una cosa in dormitorio- disse lui con la voce tremante.
Questo stupido Furetto non sapeva neanche inventarsi una scusa decente, figuriamoci uccidere Albus Silente.
-Vuoi che ti accompagno?- chiese sdolcinata la ragazza per poi sbattere in modo abbastanza inquietante le palpebre.
-No no- si precipitò a dire il Serpeverde e io alzai gli occhi al cielo esasperata –Andate a dire al Professore che arrivo subito- cercò di giustificarsi poi.
Io due serpeverde, seppur poco convinte, annuirono e finalmente lo lasciarono solo. Appena girarono l’angolo vidi Malfoy agitare in modo scomposto le braccia davanti a sé e –Burke?- chiese a voce bassa guardando la parete che aveva davanti.
Mi resi di nuovo visibile prima di –Si può sapere cosa stai guardando?- chiedergli.
Saltò sul posto prima di fare un giro di 180° ed essere finalmente faccia a faccia con me. Si posò una mano sul petto e mi guardò truce.
-La smetti di fare così?- sibilò
-Così come?- chiesi facendo la finta ingenua
-Se non mi ucciderà il Signore Oscuro prima o poi sarai tu a farmi morire precocemente di crepacuore- disse prima di provare a incenerirmi con lo sguardo
-Suvvia Malfoy non essere melodrammatico- dissi sventolando in aria una mano per sottolineare la poca importanza della sua frase -Ho poco tempo e devo dirti una cosa prima della lezione-
-Sono tutto orecchie- disse serio
-Abbiamo un problema per domani- iniziai.


SALVE GENTEEEEEE
Avete visto non ci ho messo poi così taaaaanto ad aggiornare!!!
Allora prima di tutto voglio dirvi che QUESTO E' STATO IL PENULTIMO CAPITOLO e poi che l'ultimo sarà postato entro il 2016 (esoneri permettendo) e la nuova storia inizierà a Gennaio!
In realtà questo capitolo non doveva neanche esistere MA ha un suo perchè dopotutto. 
POI volevo dirvi che ho visto Animali Fantastici e niente ho amato quel film dall'inizio alla fine e amo Newt e Eddie e niente amo tutti e vorrei sapere che ne pensate voi!
Passo ai ringraziamente: 
Primo ringrazio Anna in Black per aver recensito lo scorso capitolo
Ringrazio coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite/ricordate/preferite 
Ringrazio quelli che leggono la storia in silenzio e anche chi la legge in anonimo GRAZIE
Non vi dico neanche più di recensire ma se avete qualcosa da dirmi dato che la storia sta volgendo al termine FATELO ORA se avete consigli da darmi FATELO ORA se volete dirmi di smetterla di scrivere perchè faccio schifo FATELO ORA 

Detto questo, ci sentiamo alla prossima belli! 
(CHI E' MAGGIORENNE VADA A VOTARE DOMANI MI RACCOMANDO
Baci,
Lunatica

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Capitolo 23
*** Nobody said it was easy ***


Nobody said it was easy,
 
                                                                                                                  No-one ever said it would be this hard


Quel sabato mattina non mi alzai presto.
Anche quando ormai il mio dormitorio era rimasto vuoto eccetto per me continuai, seppur sveglia, a rigirarmi nel letto e a impormi di non aprire gli occhi per un bel po’.
Aprire gli occhi, scendere dal letto e andare a fare colazione significava dare il via a quella giornata, alla mia ultima giornata ad Hogwarts, così continuavo imperterrita ad oziare nel letto nella mera speranza di poter rimandare tutto quello ad un tempo lontano ed indeterminato piuttosto che accettare quanto poco mancasse.
Il giorno prima avevo avvisato Malfoy che ci sarebbe stato qualcuno a controllare il castello quella sera, avevo anche detto che Silente si sarebbe allontanato ma lui sembrava deciso a portare a termine la sua missione.
Via il dente via il dolore.
Aveva detto che nel caso lo avremmo aspettato, avevo provato a dissuaderlo ma ovviamente il Furetto Supremo non ne aveva voluto sapere.
La sera avevo evitato Zabini, cosa facile dato che divideva il suo interesse tra me e Malfoy, avevo detto a Luna di non preoccuparsi dei Nargilli che, secondo lei, mi erano entrati nelle orecchie, avevo assicurato Neville che la mia poca voglia di parlare era dovuta ad una notte insonne, cosa non del tutto falsa, e non avevo avuto bisogno di allontanare Ginny dato che era intenzionata a passare la serata con Harry.
Mi ero seduta in un angolo della sala, con un libro in mano, anche se non avevo intenzione di leggerlo davvero, e mi ero messa ad osservare le persone che mi circondavano nella Sala Comune.
Loro che passavano la serata a scherzare, amoreggiare e studiare ignari di quello che sarebbe successo molto presto.
Li invidiavo davvero, una parte di me avrebbe dato tutto pur di essere al loro posto, ma un’altra parte di me continuava ad essere fiera e decisa della scelta che avevo fatto ormai quasi un anno prima.
Se non io chi lo avrebbe fatto?
Nessuno.
Fu con quella poca forza che mi restava che decisi di aprire piano un occhio, poi l’altro e poi stiracchiarmi lentamente nel letto prima di alzarmi e iniziare a prepararmi.
Quando fui pronta e vestita, con abiti babbani, non la divisa dato che non c’erano lezioni quel giorno, uscii dalla Sala Comune e decisi di scendere in Sala Grande per fare colazione.
Quando raggiunsi il tavolo di Grifondoro nessuno dei miei amici era presente così mi girai verso il tavolo dei Corvonero per vedere se almeno Luna era ancora lì, ma mancava anche lei.
Sbuffai rumorosamente, tanto che alcune ragazze del secondo, o forse terzo, anno mi guardarono curiose, prima di iniziare a fare colazione.
Dopo tre fette di torta, un maffin e una tazza di caffè decisi di aver mangiato abbastanza e mi alzai dal tavolo.
Quando arrivai fuori dalla Sala Grande mi girai confusa intorno non sapendo bene cosa fare prima di decidere di uscire dal Castello per fare una passeggiata nel Parco e sgranchirmi un po’ le gambe e cercare di liberare un po’ la mente.
Dopo poco però mi sedetti sotto un albero sulle rive del lago a prendere il sole che sembrava voler illuminare qualsiasi cosa quel giorno.
Appoggiai la testa al tronco, allungai le gambe sul soffice prato e chiusi gli occhi mentre inspiravo lentamente cercando di trattenere le lacrime che senza motivo, almeno non uno specifico, cercavano di uscire.
Quando sentii una lacrima calda bagnarmi una guancia mi sbrigai a scacciarla seccata e quasi arrabbiata. Non dovevo piangere, non dovevo esporre così le mie emozioni, non ora.
-Ester- mi sentii chiamare da una voce che conoscevo fin troppo bene e sobbalzai.
Aprii gli occhi e vidi Ginny correre verso di me e sorridermi per poi scrutarmi curiosa una volta arrivata proprio davanti a me.
-Va tutto bene?- chiese con un filo di voce, come avesse paura di essere troppo invasiva.
Le sorrisi bonaria per rassicurarla e –Certo che va tutto bene- risposi pronta –Tu che hai? Sembri sconvolta-
-Sono venuta proprio per questo, ho bisogno di parlarti di una cosa, so che si arrabbieranno, ma non possono escluderti anche da questo- disse e vidi i suoi occhi prendere vita e percepii la determinazione nella sua voce.
-Allora? Alzati dobbiamo andare- esclamò per poi pormi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
 
 
-Ora siamo al completo- disse la più piccola dei Weasley appena entrate nella Stanza Delle Necessità.
Quando mi girai intorno e vidi chi altro c’era sentii il mio cuore saltare un battito per la sorpresa.
Harry, Ron, Hermine, Neville e Luna erano seduti ognuno su una poltrona e parlottavano fittamente di qualcosa.
Quando alzarono gli occhi e mi videro ognuno ebbe una reazione diversa.
Neville mi fece un’occhiolino, Luna mi sorrise raggiante come se stesse aspettando solo me, Ron spalancò incredulo la bocca, Hermione continuava imperterrita a spostare lo sguardo tra me e Ginny ed Harry si limitò a piantarmi i suoi occhi verdi nei miei senza interrompere neanche per un secondo quel contatto.
-Ma sei impazzita?- fu il rimprovero di Ron a spezzare quel silenzio carico di tensione e nonostante il suo tono e l’occhiataccia che mi scoccò gli fui immensamente grata, non riuscivo più a sopportare lo sguardo del mio migliore amico addosso, sembrava volesse leggermi nella mente e mi metteva tremendamente in soggezione.
Il Prescelto sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri e guardò quella che finalmente era diventata la sua ragazza e –Era lei la tua amica che ci sarebbe stata utile?- le chiese con un tono che però sembrava tutto tranne che un rimprovero.
Ginny annuì energicamente prima di trascinarmi verso il gruppo.
Neville mi lanciò uno sguardo di incoraggiamento e mi fece segno di sedermi sul bracciolo della sua poltrona, io lo guardai grata del suo tacito appoggio e mi sedetti titubante.
-Non se ne parla!- l’urlo di Ron mi fece sobbalzare appena e mi girai a guardarlo torva –Non può aiutarci lei è…-
-Io sono?- gli chiesi, la mia voce uscì più gelida del previsto, e lo sfidai a finire la sua frase con lo sguardo
-Ron, datti una calmata- gli disse Hermione posandogli una mano sul braccio nello stesso momento in cui Ginny disse tra i denti un –Taci razza di idiota- che fece ridacchiare Neville e Luna
-Se la mia presenza non è gradita io me ne vado, non ho intenzione di intromettermi in faccende altrui- dissi prima di alzarmi pronta a girarmi e abbandonare velocemente quella stanza.
-No- esclamò una voce che conoscevo benissimo con vigore e mi voltai lentamente di nuovo verso il gruppo –No- disse di nuovo, questa volta abbassando notevolmente il volume della voce –Rimani, per favore-.
Harry.
Era stato lui a fermarmi e quando vidi nel suo sguardo una tacita scusa il dolore che provai al cuore fu immenso. Era come se qualcuno mi avesse appena pugnalato dritta al petto.
Annuii appena, sapevo che se avessi provato a parlare la mia voce avrebbe tremato, prima di tornare seduta dove ero pochi attimi prima.
-Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile- disse Harry rivolgendosi a Ron ed Hermione –E sappiamo benissimo che Ester può esserci molto utile- disse prima di sorridere titubante verso di me
-Sapevo che saresti rinsavito prima o poi- sospirò sollevata Ginny per poi andarsi a sedere sulle gambe del ragazzo sotto lo sguardo contrariato del fratello.
-Allora il piano è questo: vi dividerete per sorvegliare diversi punti fontamentali, Luna, Ron e Neville, voi sarete davanti alla Stanza delle Necessità, Ester, Hermione e Ginny invece voi sarete davant all’ufficio di Piton-
-Piton? Perché?- chiedo io confusa
-Harry è convinto che Piton  stia aiutando Malfoy a fare chissà cosa- mi spiega brevemente Ginny con fare annoiato come a sottolineare l’assurdità della cosa per lei
-Però ha ragione- interviene Neville –Ce lo vedete Malfoy a fare qualcosa senza un aiuto da qualcuno, chiunque esso sia?- 
-In effetti- sussurro annuendo lentamente pensando a quanto Harry, a discapito degli altri, abbia capito cosa stesse succedendo in quel castello, per una volta.
-Vi darò la mia Felix Felicis- disse Harry all’improvviso prendendoci tutti contro piede –Dovrete dividervela-
-Cosa?- esclamò Ron
-Credo sia più utile a te Harry- disse Hermione
-Io sarò con Silente, voi no, non voglio che vi capiti qualcosa, a nessuno di voi- e forse me lo immaginai soltanto, ma il suo sguardo si soffermò anche su di me.
-Va bene- acconsentì alla fine Hermione
 
 
 
Mancava un’ora al coprifuoco, avevamo mangiato di fretta e Hermione, Ginny ed io eravamo già dirette verso l’ufficio del Professore di pozioni per iniziare la guardia.
Avevo fatto giusto in tempo ad avvisarlo di quel cambio di piano poco prima di cena e lui aveva annuito appena per poi assicurarmi che avrebbe trovato un modo per liberarmi da quell’imprevisto.
Sentivo la testa pesante e un nodo allo stomaco.
Tra poco sarebbe tutto finito.
-Non capisco perché non hai voluto bere la Felix- disse forse per la centesima volta Ginny guardandomi contrariata mentre Hermione camminava davanti a noi senza prestarmi molta attenzione
-Te l’ho già spiegato Ginevra- sbuffai –Non bastava per tutti e io non ne ho bisogno-
-Bastava berne di meno a testa!- esclamò –E poi che vorrebbe dire che non ne hai bisogno?-
-Vuol dire che sono la migliore in Difesa, quindi non ne ho bisogno- spiegai paziente
-Questo non mi risulta- sentii Hermione sussurrare trai denti beffarda
-Questo perché non ti sei soffermata neanche un momento negli ultimi mesi a guardarmi- le risposi tagliente azzittendola di nuovo e ottenendo un’occhiata di fuoco
-Smettetela voi due, quando volete siete peggio di Ron ed Harry quando litigano. Abbiamo cose più importanti a cui pensare-ci riprese Ginny.
Nonostante nessuno osasse più pronunciare una parola Hermione continuava di tanto in tanto a lanciarmi occhiate di sottecchi come a voler sottolineare che invece mi aveva osservata in quei mesi o forse semplicemente che non credeva affatto alla mia superiorità in caso di combattimento.
Il coprifuoco era scattato da poco, e noi non avevamo niente da fare oltre ad aspettare in silenzio e sperare che nulla accadesse. Nel mio caso era inutile però sperare, sapevo bene che da lì a massimo un’ora nel Castello sarebbe iniziato il caos.
Il non sapere cosa stesse succedendo, l’impossibilità di poter raggiungere Neville, Ron e Luna e poter solo sperare che nessuno facesse loro del male mi stava logorando.
Rimanere ferma ad aspettare non era mai stato il mio forte, neanche da bambina, e col passare degli anni la cosa era peggiorata sempre di più.
Quella sensazione di impotenza che mi colpiva quando ero messa da parte, quando non mi era consentito buttarmi in prima linea nelle cose non solo mi faceva male ma mi faceva perdere le staffe e diventare più nervosa e scorbutica del solito.
Tutto nel Castello taceva, sembrava quasi fosse deserto e mi chiesi se gli studenti, che ora erano chiusi nelle loro Sale Comuni o addirittura dormivano si sarebbero accorti del putiferio che si sarebbe di certo scatenato.
Scandivo nervosamente il tempo ticchettando il piede a terra e camminando di tanto in tanto davanti allo studio di Severus sotto lo sguardo contrariato di Ginny e quello sospettoso di Hermione.
Non importava più cosa stesse pensando, non importava più mantenere l’apparente calma e disinteresse perché io sapevo e presto lo avrebbero saputo anche loro.
-Quanto è passato?- chiesi ad un certo punto a Ginny, convinta che come minimo fossero passate due ore e non capendo perché ancora non fosse successo niente.
Che il piano geniale di Malfoy fosse fallito miseramente?
-Mezz’ora ma…- Ginny fu interrotta da un rumore che riconobbi subito come quello di dei passi veloci che si avvicinavano.
Era tutto iniziato.
Ci nascondemmo tutte e tre appena in tempo dietro ad un arazzo e io mi affacciai appena per vedere chi fosse.
Il Professor Vitious bussò frenetico alla porta e Severus, con apparente calma e disinteresse, la aprì facendolo entrare. Pochi secondi, dopo aver sentito un basso e veloce scambio di battute di cui però non capii niente, sentimmo un rumore sordo, come se qualcosa fosse caduto a terra.
Tutte e tre saltammo fuori dal nostro nascondiglio appena in tempo per vedere Severus uscire dal suo ufficio.
Appena ci vide non fece trapelare alcuna emozione, dopotutto gli avevo detto che saremmo state lì quella sera, e dopo aver posato per un istante lo sguardo su di me facendomi così capire che avrei dovuto sbrigarmi, disse –Il Professore è svenuto, portatelo in infermeria di corsa, io devo andare ad aiutare- e poi sparì su per le scale.
La prima ad entrare nell’ufficio fu Hermione, sempre la prima anche in quei casi, poi seguita da Ginny.
Senza farmi notare estrassi la bacchetta dalla tasca e la puntai su Ginny.
La vidi perdere i sensi grazie al mio incantesimo non verbale ma non feci in tempo a nascondere la mia bacchetta. Hermione, che nel frattempo si era chinata su Vitious per accertarsi che fosse ancora vivo, saltò in piedi e mi puntò la bacchetta contro con tanta sicurezza che mi fece sorridere.
-Cosa le hai fatto?- sibilò in un modesto tentativo di impaurirmi
-E’ svenuta- le risposi –Proprio come il professore-
Lei, forse guidata più dalla rabbia che dal buon senso, si avvicinò a me fino a che la punta della sua bacchetta toccò appena la mia gola.
Vidi la sua mano tremare appena, cosa che a qualcun altro probabilmente sarebbe sfuggito, e per un secondo posò lo sguardo sulla piccola Weasley.
Io dal mio canto continuavo a tenere il braccio destro con la mia bacchetta lungo il mio fianco e continuavo a fissarla sicura negli occhi.
-Sappiamo entrambi che non hai il coraggio di farmi del male Hermione. Metti giù la bacchetta, mi stai facendo perdere tempo- le dissi in un sussurro
-Sei una di loro. Tu. Sei una di loro!- urlò invece lei
-Sai cosa vuol dire Ester in ebreo antico Hermione?- la mia domanda la confuse, serrò le labbra e scosse appena la testa –Una delle tante cose che non sai. Vuol dire letteralmente “La ragazza che nasconde la verità”- le dissi
Lei fece un passo indietro e continuò a scuotere appena la testa –Non può essere, tu non puoi davvero essere una di loro- sussurrò
-Cosa sono secondo te?- le chiesi ancora, sapevo di perdere tempo prezioso, ma avevo bisogno di farle capire almeno un minimo, di darle degli indizi per non fermarsi alla cosa più ovvia.
-Sei una mangiamorte- disse in un sussurro serrato tra i denti come se stesse pronunciando una parola proibita
-Interessante. Sei una delle streghe più intelligenti che conosco, anzi la più intelligente, eppure anche tu, come tutti gli altri, non riesci a vedere oltre- e appena finito di pronunciare quelle parole agitai veloce la bacchetta in aria facendo svenire anche lei. Mi chinai e le puntai la bacchetta alla testa e -Semper inveniet- dissi prima di uscire velocemente dalla stanza.
 
 
Non sapevo dove dover andare, sapevo che se mi fossi diretta verso la Stanza delle Necessità non avrei trovato né Malfoy né i mangiamorte né Severus, ma comunque dovevo salire le scale e arrivare a uno dei piani superiori e sperare in quell’immenso castello di trovare chi stavo cercando o anche di essere trovata da uno di loro.
Correvo a perdifiato per i corridoi, salivo scalini a due a due senza neanche badare alle mie gambe che chiedevano pietà e ai miei polmoni che esigevano aria, più aria.
Ero appena arrivata al quinto piano quando un rumore sordo come se qualcuno avesse fatto cadere qualcosa di grande e pesante attirò la mia attenzione. Mi bloccai di colpo e iniziai a dirigermi verso dove credevo fosse venuto il rumore molto lentamente, con la bacchetta in mano e con i sensi attenti e vigili come non mai.
Raggiunsi un’armatura che giaceva a terra ma non c’era nessuno vicino, mi girai intorno cercando di capire dove possa essere andato quel qualcuno che l’aveva fatta cadere quando all’improvviso una mano si posò sulla mia bocca e qualcuno mi strinse dalle spalle.
Iniziai a scalpitare all’istante cercando di liberarmi da quella presa, in preda all’ansia cercai di tirare qualche gomitata al mio assalitore, lo sentii gemere piano di dolore prima di –Es stai ferma, mi fai male-
A quelle parole sbiancai e mi immobilizzai all’istante.
Non poteva essere lì, perché proprio stasera? Perché proprio lui?
Mi lasciai trascinare, ancora di spalle fino a quando raggiungemmo un arazzo e ci nascondemmo lì.
Una volta che lasciò la presa lentamente, terrorizzata dall’aver ragione, iniziai a girarmi verso di lui.
Quando lo vidi il mondo mi crollò addosso, cosa avevo fatto di male per meritarmi anche questa? Non bastava aver dovuto mettere fuori gioco le due mie amiche? Perché Merlino, Morgana o chi per loro si stavano impegnando al massimo per rendermi il tutto più difficile e più doloroso.
Allora –George?- sussurrai titubante sperando per una volta, solo una, di avere una gioia nell’immenso mare di disgrazie.
-Da quando mi confondi con il mio gemello amore?- mi chiese lui divertito mentre con una mano mi mise dietro l’orecchio una ciocca di capelli che era sfuggita dalle altre.
Sentii il mio cuore stringersi e poi iniziare a battere veloce come non mai. Non ero felice di vederlo, anzi una parte di me lo era di sicuro, ma non potevo credere che anche lui fosse lì. Perché a me?
-Cosa ci fai qui?- gli chiesi con voce quasi tremante
-Qualcuno si è intrufolato nel castello- disse lui semplicemente e io dovetti trovare tutte le forze per non esplodere in uno dei miei scoppi d’ira per quell’assurda situazione
-Questo lo so- puntualizzai –Ma per le mutande sbiadite di Merlino che ci fai tu qui?- chiesi alzando poco la voce.
Lui mi guardò colpevole per qualche istante, poi abbassò lo sguardo iniziando a contemplare il pavimento che per lui evidentemente iniziava ad essere molto interessante e borbottò qualche parola che arrivarono al mio orecchio come un suono confuso e senza alcun significato.
Gli posai una mano sotto al mento costringendolo così a fissarmi dritto negli occhi e –Ripeti- dissi fredda come neanche io potevo immaginare di essere.
Ero arrabbiata, anzi infuriata, perché non mi aveva detto che sarebbe venuto?
La mia mente iniziò a lavorare veloce e raggiunse l’unica spiegazione possibile: non era lì per me, era lì per qualcun altro o meglio qualcos’altro.
Tutte le mie speranze crollarono quando lui disse –Faccio parte dell’Ordine della Fenice-.
Vidi immediatamente tutto rosso, come un toro infuriato e senza alcun autocontrollo, iniziai a picchiare i pugni sul suo petto sotto il suo sguardo pentito e dispiaciuto, cosa che mi fece arrabbiare solo di più, mentre lo appellavo con tutti i nomignoli meno eleganti che riuscivo a trovare.
Dopo poco lui mi afferrò i polsi e mi guardò dritto negli occhi –Mi dispiace- disse in un sussurro –Mi dispiace non avertelo detto prima, ma è successo poche settimane fa e noi non ci siamo visti, non potevo scriverlo per posta Ester ti prego cerca di capire-.
Un senso di colpa mi colpì all’improvviso. Come potevo prendermela con lui che mi aveva mentito, o meglio taciuto qualcosa, da appena qualche settimana se io stessa gli stavo mentendo da quasi un anno ormai? Come potevo sfogarmi con lui, su di lui, per qualcosa che io continuavo a fare e avrei continuato a fare.
Strinsi le mani fino a sentire le unghie che si infilavano nei miei stessi palmi, abbassai lo sguardo e cercai in tutti i modi di non versare quelle lacrime che cercavano imperterrite di uscire e bagnarmi il volto.
Capito che non avrei potuto resistere per molto uscii dal nascondiglio spostando l’arazzo che ci nascondeva con l’intento di trovare Severus il prima possibile.
Iniziai a camminare veloce, quasi correre in realtà, con Fred che mi chiamava, senza urlare per paura di farsi sentire da qualcun altro fino a quando lo sentii afferrarmi il polso e mi girai a guardarlo.
I suoi occhi erano puntati suoi miei in una muta domanda che sapevo lo stava divorando cosa sta succedendo Es? Mi stava chiedendo.
Quanto avrei voluto dirgli tutto, ammettere quello che stavo facendo, spiegarglielo, almeno a lui, solo a lui, perché lui se lo meritava, mi avrebbe compresa, ma non potevo e quindi feci l’unica cosa che mi era permessa di fare, lo baciai.
Portai una mano trai suoi capelli e l’altra sulla sua nuca per costringerlo al abbassarsi appena verso di me, ci misi tanta foga che lo feci andare contro la parete e io mi schiacciai contro di lui con un bisogno esagerato di sentirlo vicino come non sarebbe più stato per molto tempo o forse mai più.
Lui porto le sue mani sui miei fianchi e mi strinse in un abbraccio quasi disperato mentre rispondeva con altrettanta energia al mio bacio.
Cercai di metterci tutto in quel bacio, tutto il mio amore, tutto il rammarico, le mie scuse, la mia passione e soprattutto tutto il senso di colpa che provavo.
Sentii le sue mani scendere verso il mio fondoschiena e scatenarmi dei brividi, o forse era l’adrenalina, in tutto il corpo tanto che, per quanto fosse possibile, mi avvicinai ancora di più al suo corpo.
Quando si staccò da me, con il respiro affannato e i capelli arruffati e mi guardò sconvolto rimasi confusa per la sua reazione, ma quando portò le mani sulle mie guance capii di star piangendo in modo abbastanza evidente.
-Ora non dirmi di nuovo che va tutto bene, che sta succedendo?- mi chiese lui in un sussurro
Lo abbracciai di slancio posando la mia testa sulla sua spalla e arpionando le braccia alla sua schiena –Ti prego ricorda che ti amo, qualsiasi cosa accada, non dubitarne mai, per nessun motivo. Promettilo.- riuscii a dirgli con una voce tremante e incrinata dal pianto che non accennava a diminuire.
-Ma cosa stai dicendo?- chiese lui confuso obbligandomi ad allentare l’abbraccio e a guardarlo negli occhi.
-Fred, promettilo- sussurrai guardando i suoi occhi azzurri sbarrati per la confusione.
Annuì appena prima di –Te lo prometto- dire serissimo, tanto che riuscì a rubarmi un sorriso –Ora mi dici che sta…-
-Sta lontana da lui!- un urlo mi fece sobbalzare e allontanare da lui per poi abbassarmi veloce giusto in tempo per evitare una Fattura Orcovolante.
-Ginny!- urlò scioccato Fred prima di mettersi davanti a me per difendermi
-Togliti di mezzo Fred o schianterò anche te senza problemi- urlò lei iniziando ad avvicinarsi sempre più a noi con la bacchetta alzata e l’aria minacciosa
-Ma che ti è preso? E’ Ester, che stai facendo?- le urlò contro
-Non capisci Fred, è una di loro, lei è una di loro!- urlò la piccola Weasley prima di lanciarmi uno schiantesimo che però neutralizzai con un semplice sortilegio scudo e non un gesto annoiato della mano.
Era ora di iniziare a recitare.
-Weasley, questo è tutto quello che sai fare?- le chiesi con un ghigno strafottente e un tono di voce canzonatorio vedendo Fred che si voltava verso di me confuso e terrorizzato.
Fred non guardarmi così ti prego, non puoi farmi questo.
Ginny iniziò velocemente a scagliarmi contro ogni fattura che le passava per la mente ma io non faticai molto a schivarle e neutralizzarle, era così facile leggere ogni sua mossa con largo anticipo e combattere con qualcuno che palesava le sue intenzioni con formule verbalmente espresse.
Risi divertita quando la vidi buffare spazientita e rossa in viso dallo sforzo mentre Fred continuava a rimanere immobile come se fosse stato pietrificato.
-Arrenditi Ginevra, non potrai mai sconfiggermi, mai- dissi prima di agitare veloce la bacchetta e pensare Levicorpus per poi vederla schizzare in aria a testa in giù mentre cercava invano di sottrarsi all’incantesimo.
Guardai per un secondo Fred prima di puntarmi la bacchetta contro e rendermi invisibile per poi scappare da lì mentre lui continuava a chiamarmi e lei a insultarmi in tutti i modi possibili.
Senza neanche riflettere arrivai al settimo piano con le gambe doloranti. Dai rumori che sentii capii subito che più di qualcuno si stava fronteggiando a suon di fatture e maledizioni.
Raggiunsi quello che ormai era diventato un vero e proprio campo di battaglia, schiantai un uomo che stava fronteggiando Severus prima di rendermi di nuovo visibile sotto lo sguardo meravigliato di alcuni membri dell’ordine che avevo intravisto qualche volte.
-Sali alla torre- mi urlò Severus indicando la Torre di Astronomia.
Senza esitazione gli diedi retta, salii velocemente le scale e mi bloccai solamente quando vidi di la stava occupando.
Draco Malfoy puntava la bacchetta contro un Albus Silente disarmato ma con un sorriso che cercava di essere sereno e quasi rassicurante.
Quando Malfoy mi vide mi scoccò un’occhiata scontenta e –Che fine avevi fatto?- domandò scorbutico
-Ho avuto dei contrattempi- chiarii per poi guardare meglio il preside che ricambiò per un attimo per poi scossare un’occhiata alla sua destra prima di tornare a parlare con Malfoy.
Non badai alle sue parole ma seguii la traiettoria che aveva preso per un istante il suo sguardo e sbiancai quando lo vidi.
Un pezzo di una scarpa, solo un pezzo minuscolo che altrimenti sarebbe passato inosservato appariva dal nulla. Sobbalzai appena e vidi Malfoy guardarmi dubbioso. Scossi appena la testa per tranquillizzarlo per poi tornare a guardare il punto in cui, ne ero certa, era nascosto sotto il mantello dell’invisibilità il mio migliore amico.
Quando tornai con lo sguardo sul platinato lo vidi che iniziava a titubare, la presa sulla bacchetta non era più tanto sicura e piano iniziava ad abbassare il braccio.
Poi rumore, caos e mangiamorte.
Non eravamo più soli, parlavano, ma nella mia testa sembrava tutto un ronzio confuso. Riuscivo solo a pensare a Ginny, Hermione, Fred e Harry che stava assistendo a tutto quel teatrino da sotto il mantello senza muovere un dito, perché non faceva niente?
Vidi lo sguardo di Silente posarsi su qualcosa affianco a me, o meglio qualcuno, mi girai anche io e vidi Severus che teneva la bacchetta serrata come se avesse paura di perderla da un momento all’altro.
-Severus, ti prego- fu un sussurro, quasi non udibile, a risvegliarmi dallo stato di incoscienza che avevo assunto.
Poi fu tutto veloce. Severus agitò la bacchetta, pronunciò la maledizione senza perdono per eccellenza e vidi Silente cadere dalla torre come una persona qualunque e non come il mago più potente che avessi mai conosciuto.
Sentii la stretta sul polso, Severus che urlava di correre e le mie gambe obbedirono a quell’ordine come mosse da una forza proprio. Strinsi più forte la bacchetta quando Bellatrix iniziò a lanciare maledizioni e fatture ovunque mentre io mi impegnavo a proteggermi senza attaccare, cosa che comunque non era facile.
In pochi minuti fui spalleggiata da Draco che, ancora con espressione spaventata e più bianco del solito, non riusciva a formulare un singolo incanteso.
Afferrai la sua mano costringendolo così a correre più veloce per le scale mentre provavo a difendere entrambi dalle fatture che cercavano di raggiungerci e abbatterci.
In pochi minuti arrivammo all’Ingresso e tirai un sospiro di sollievo dato che grazie ai mangiamorte che davano battaglia nessuno pareva darci attenzione.
Uscimmo sempre correndo nel parco e fummo raggiunti da Severus quando una voce mi costrinse a voltarmi indietro come un automa.
Fu un attimo, vidi una luce rossa avvicinarsi sempre di più e solo quando era a pochi centimetri da me si infranse contro un sortilegio scudo.
-Sta attenta- disse solo Malfoy prima di afferrarmi di nuovo per il braccio e ricominciare a correre mentre Severus era rimasto indietro a fronteggiare il Prescelto.
Quando fummo fuori dal cancello mi fermai giusto per riprendere fiato e potermi concentrare e calmare prima di smaterializzarmi.
Vidi Malfoy guardarmi comprensivo e –E’ finita- dire semplicemente –Siamo vivi- sospirare sollevato prima di sorridere.
Lo guardai torva per qualche attimo prima di ricambiare incerta il sorriso –Sì, siamo vi..-
-Ester!- mi volta, di nuovo e questa volta neanche Malfoy fu tanto veloce.
Capelli rossi, occhi azzurri, faccia sconvolta. George Weasley mi guardò furente prima di scagliarmi contro uno schiantesimo perfetto e colpirmi dritta al petto.
Non è finita, è appena iniziata


RAGAZZI LO SO 
Sono imperdonabile sono in super mega iper ritardo, mi merito uno schiantesimo anche io però questa sessione invernale mi sta uccidendo davvero.
Però mi sono fatta perdonare con questo capitolo no? NO?
Allora questa storia è finita (FINALMENTE) ma non è una fine definitiva come già sapete MA prima della seconda parte ci sarà una mini-long che parlerà soprattutto di due personaggi in particolare e una ship (CHISSA' CHI SARA') e poi vi avvertirò anche qui quando inizierà la seconda parte che quasi sicuramente pubblicherò dopo la sessione (quindi Marzo). 
VI ADOROH 
Alla prossima 
Lunatica 

 

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Capitolo 24
*** AVVISONE ***


AVVISONE
Salve a tutti!
Sono io, sono viva e soprattutto sono qui per avvisarvi che ho appena pubblicato il prologo del seguito di questa storia. 
Lo so, ci ho messo due anni e sono sparita nel nulla ma ora ho tutte le intenzioni di mantenere la parola data quindi se volete qui potete trovare il continuo delle avventure della nostra Ester.
Bacioni, Amb.

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